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Principali tematiche economiche di interesse estimativo

Cenni sulla storia del pensiero economico

Possiamo distinguere il sistema economico odierno da quello del passato, differenziando le


societ precapitalistiche da quelle capitalistiche. Il sistema economico in cui viviamo viene
definito sistema capitalistico (o basato sulla libera impresa). La contrapposizione di questo
sistema era rappresentata dal sistema economico pianificato (nel quale vigila il regime
comunista, ex URRS). In realt nessuno di questi due sistemi si mai verificato in senso puro
poich non prevedono alcun intervento da parte dello Stato. Le reali forme di economia sono
miste, esiste il libero mercato, ma lo Stato entra nell'economia condizionandola.

Il grande mutamento si avuto quando lavoro, terra e patrimoni privati hanno cominciato ad
essere considerati fattori di produzione, a cavallo della rivoluzione industriale. Nel libero
mercato ognuno pu intraprendere un'iniziativa economica, ma si deve assumere i rischi legati
agli impedimenti che possono sorgere in quell'attivit. L'attivit degli uomini influenzata dal
desidero di fare profitti. Il mercato non pi soltanto un luogo fisico ma indica un concetto
immateriale, un momento in cui vengono realizzati scambi economico-commerciali di beni.

Il punto centrale dell'economia quello della scarsit delle risorse, ovvero l'insufficienza
quantitativa di un bene in confronto al fabbisogno. La mancanza di beni sufficienti a soddisfare
la domanda spinge gli operatori economici allo scambio di mercato per soddisfare i propri
bisogni. L'economia si occupa quindi del modo in cui individui e societ cercano di risolvere il
problema della scarsit.

Adam Smith (1723 1790)

Considerato il padre dell'economia moderna, Smith attraversa tutto il Settecento ed il


fondatore dell'economia classica e del capitalismo. Il suo obiettivo finale era quello di spiegare
il meccanismo che consentisse alle nazioni di accumulare ricchezza con continuit, e individua
nel lavoro svolto ..il fondo da cui ogni nazione trae in ultima analisi tutte le cose necessarie e
comode della vita. Incrementando la produttivit, aumentando la forza-lavoro, e
riorganizzando il processo di produzione, suddividendo il lavoro tra i vari operai egli era
convinto che i capitalisti avrebbero incrementato il proprio capitale e di conseguenza quello di
tutte le nazioni. Partendo dallo studio della filosofia, elabora il suo pensiero economico a
partire dall'individuo, tutti gli uomini desidererebbero arricchirsi a scapito degli altri individui, il
modo per evitare che si sbranino tra loro (homo homini lupis) rappresentato dalla
concorrenza, fondamentale caratteristica del libero mercato.

Critiche al pensiero di Smith:


non prevede la mancia, che una remunerazione fuori mercato;
non sapeva che le attivit industriali avrebbero provocato un danno all'ambiente
attraverso l'inquinamento (in seguito altri economisti riporteranno all'interno del
pensiero di Smith queste esternalit trasformando in costo il permesso di inquinare);
pensa che lo Stato debba intervenire nella tutela della nazione, nell'amministrazione
della giustizia e nell'ordine pubblico, discostandosi dal pensiero del laissez faire
principio fondamentale del liberalismo economico, favorevole al non intervento dello
Stato.
Karl Marx (1818 1883)

Appartenente alla corrente del determinismo, secondo la quale tutto era gi definito in base a
quanto era accaduto in passato, Marx attribuisce al capitalismo una natura nefasta. Egli pensa
all'evoluzione del sistema del libero mercato.
Della teoria di Smith dice che ..la concorrenza un meccanismo momentaneo perch non
vero che il mercato tende a riequilibrarsi e assisteremo a una progressiva concentrazione sul
mercato di poche imprese. (viene molto influenzato dalla teoria evoluzionistica di Darwin, un
naturalista che spiega il meccanismo evolutivo come lotta tra classi). convinto che i lavoratori
delle fabbriche si coalizzeranno e insorgeranno contro i capitalisti e ci sar uno stravolgimento
e autodistruzione del capitalismo.
Le due diverse concezioni del capitalismo di Smith e Marx, affondano le loro origini in due
diverse concezioni della storia: secondo il primo la storia in continua evoluzione, il secondo
pensa che un continuo conflitto tra classi dominanti e dominate.

Alfred Marshall (1843 1924)

l'ultimo degli economisti classici e il primo dei neoclassici, fondatore della scuola
marginalista, opera una sintesi delle idee espresse in precedenza. Ha studiato l'analisi
dell'equilibrio economico parziale (concentra l'analisi economica sui singoli mercati e settori
industriali).

John Maynard Keynes (1883 1946)

Con la crisi del 1929 (crollo di Wall Street, lo Stato dichiara fallimento, in 3 anni negli USA ci
sono 12 milioni di disoccupati) emerge l'incapacit dei sistemi economici di autoregolarsi senza
interventi esterni. Prende corpo la convinzione che lo Stato possa intervenire nell'economia.
Keynes pubblica Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, che costituisce il
primo nucleo della moderna macroeconomia.
Egli sostene che lo Stato debba intervenire in degli investimenti necessari affinch gli attori di
mercato possano tornare ad essere efficaci per garantire la piena occupazione. Sono quindi
giustificabili le politiche destinate a incentivare la domanda in periodi di disoccupazione, ad
esempio tramite un incremento della spesa pubblica.

John Kenneth Galbraith (1908 2006)

Con la nascita delle multinazionali il potere interno delle aziende passato dall'imprenditore
alla tecnostruttura, un insieme di persone i cui talenti, capacit, esperienza, competenze e
ambizioni concorrono a prendere le decisioni fondamentali che orientano l'attivit di questi
colossi economici.
Bisogno, bene, utilit

Tutti gli uomini hanno dei bisogni, che vengono soddisfatti dai beni, e la misura della capacit
che ha un bene di soddisfare un bisogno rappresenta l'utilit.
Il bisogno per l'economia qualsiasi desiderio il cui soddisfacimento, pur non essendo
indispensabile ai fini del mantenimento della vita, contribuisce a renderla pi piacevole. I
bisogni possono essere esauditi con i beni.

La classificazione dei beni

I beni possono suddividersi in illimitati (o liberi, sono disponibili in quantit sufficiente a


soddisfare i bisogni di chiunque, non hanno un valore di scambio) e limitati (o beni economici,
sono beni utili, disponibili in quantit limitata, accessibili, e ne trasferibile il diritto di
propriet o di uso, hanno un prezzo e gli individui entrano in competizione tra loro per poterli
ottenere).

L'aria un bene di fondamentale importanza per la vita. Senza respirare l'aria nessun uomo potrebbe vivere.
Ci nonostante, l'aria non considerabile un bene economico poich disponibile in quantit
sovrabbondante rispetto al fabbisogno umano.

L'utilit
L'utilit il potere di una merce di soddisfare un bisogno. Ha una scala di valore personale e
varia nel tempo e nello spazio. Trova nel prezzo di mercato la sua misura, anche se, la
maggior parte degli individui che acquista un bene, ritiene ritiene che valga la pena pagarlo per
l'utilit che gli attribuisce, ovvero per il suo valore d'uso. Ogni bene ha un prezzo di mercato
(valore oggettivo che dipende dall'interazione tra domanda e offerta) e un valore d'uso (valore
soggettivo che nasce dall'utilit che attribuisco al bene). La differenza tra valore d'uso e prezzo
di mercato costituisce il surplus del consumatore.

L'economia neoclassica ha introdotto il concetto di utilit marginale di un bene, che definibile


come l'incremento del livello di utilit, ovvero della soddisfazione che un individuo trae dal
consumo di un bene. Si differenzia dall'utilit totale che la somma delle utilit ottenute da un
individuo tramite il consumo di tutte le singole unit di bene in un determinato momento.

In base alla legge dell'utilit marginale decrescente, il consumo di ogni singola unit di un
bene economico genera un livello di utilit differente che diventa sempre pi basso con
l'aumentare della quantit consumata del bene.

Quando un bene scarso, rispetto al fabbisogno, il bisogno L'utilit totale in funzione crescente con la quantit
molto forte e l'uomo disposto a pagare di pi per avere consumata (q) del bene soltanto se l'utilit marginale
un'unit di consumo del bene. L'utilit marginale della prima dell'ultima unit consumata positiva. Quando il bisogno
unit del bene sempre molto alta. Quante pi unit del bene la viene completamente soddisfatto, qualsiasi ulteriore
persona consuma, tanto pi riesce a soddisfare il suo bisogno consumo del bene genera disutilit ossia utilit negativa,
iniziale e rende meno scarso il bene economico. Il prezzo che il tale da ridurre l'utilit totale del consumo.
consumatore disposto a pagare diminuisce man mano che il
soddisfa il suo bisogno. Quando una persona soddisfa per intero
il proprio bisogno, qualsiasi ulteriore unit di consumo ha utilit
marginale nulla.

Il concetto di utilit importante perch porta il consumatore a prendere decisioni diverse e


serve a vedere come si comportano gli individui di fronte a delle scelte, ma anche cosa c'
all'origine dello scambio.

Lo scambio

Lo scambio la cessione di un bene o di un servizio in cambio di moneta. Si verifica solo se le


utilit marginali comparate dei due beni sono differenti, ogni individuo deve quindi ricevere
dallo scambio un bene con utilit marginale superiore a quella del bene che cede, altrimenti
nessuno otterrebbe un vantaggio dallo scambio. In origine veniva praticato dagli uomini
mediante il baratto e aveva luogo tramite lo scambio fisico delle merci con altre merci. Il
problema era quello di riuscire a trovare un individuo che avesse bisogno del bene in offerta e
contemporaneamente possedesse qualcosa da offrire in contropartita. Per ovviare a questo
inconveniente nacque la moneta, ovvero un bene accettato da tutti e che poteva essere
considerato come unit di misura del valore delle merci.

Allocazione delle risorse

la ripartizione delle risorse scarse fra usi alternativi. Si parla di ottima allocazione quando,
per un dato sistema di prezzi, le imprese massimizzano i loro profitti ed i consumatori rendono
massima la soddisfazione dei loro bisogni.

Questa situazione, formalizzata negli studi di Pareto (1848-1923, economista e sociologo


italiano) d luogo alla massima efficienza allocativa o situazione di ottimo paretiano.

I tre problemi dell'organizzazione economica

Ogni societ umana deve affrontare e risolvere tre problemi fondamentali, per risolvere il
problema della scarsit delle risorse:

COSA PRODURRE (quali beni e servizi): un ragionamento legato ai costi e alla base
c' il costo di opportunit (ovvero il valore del pi prezioso tra i beni alternativi ai quali
si costretti a rinunciare).

Eisenhower, presidente degli Stati Uniti, 16 aprile 1953 Ogni arma da fuoco prodotta, ogni nave
da guerra varata, ogni missile lanciato significa, in ultima analisi, un furto ai danni di coloro che
sono affamati e non sono nutriti, di coloro che hanno freddo e non sono vestiti. Questo mondo in
armi non sta solo spendendo denaro. Sta spendendo il sudore dei suoi operai, il genio dei suoi
scienziati, le speranze dei suoi giovani. [...] Questo non affatto un modo di vivere, in alcun senso
legittimo. Dietro le nubi di guerra c' l'umanit appesa ad una croce di ferro.

COME DEVE ESSERE PRODOTTO (chi deve produrli, con quali tecnologie e quali
risorse).

COME DISTRIBUIRE IL PRODOTTO OTTENUTO (allocazione delle risorse).

La scelta di un determinato sistema economico essenzialmente legata alla soluzione che


viene data da uno stato a queste tre scelte, in relazione alla risposta infatti, si possono
individuare tre differenti sistemi economici:

il Sistema Liberista (economia di libero mercato): l'intervento dello Stato


estremamente limitato in campo economico, i mezzi di produzione sono di propriet dei
privati, i prezzi dei prodotti sono definiti dal mercato, gli imprenditori utilizzano le
tecniche di produzione che ritengono migliori per realizzare il pi elevato guadagno
possibile. (USA tra '800 e '900)

il Sistema Socialista o Collettivista (economia pianificata o centralizzata): lo Stato


interviene in campo economico in quanto i mezzi di produzione sono esclusivamente di
propriet dello Stato, vietata la libera iniziativa economica privata, la produzione e la
gestione dell'economia viene pianificata sulla base di determinati obiettivi da
raggiungere e non in base alle richieste del mercato, i prezzi dei beni e i salari sono
distribuiti dallo Stato. (ex URSS, Polonia, tuttora presente in Vietnam, Cuba)

il Sistema ad Economia Mista: i mezzi di produzione possono appartener sia ai privati


che allo Stato, la gestione delle imprese caratterizzata dal rispetto di norme stabilite
dallo Stato a tutela dei lavoratori, l'intervento dello Stato finalizzato a consentire lo
sviluppo equilibrato del sistema economico prevenendo periodi di forte crisi e cercando
di favorire uno sviluppo uniforme dell'economia in tutto il territorio, il mercato il luogo
fondamentale dell'incontro dell'offerta e della domanda di beni e servizi, anche se i
prezzi per alcuni tipi di beni possono essere stabiliti dallo Stato al fine di consentirne un
accesso pi ampio ai cittadini. (Stati pi evoluti, tra cui l'Italia)

N.B.: l'economia di libero mercato e l'economia pianificata pure non sono mai esistite.

Produzione

La produzione in economia l'insieme delle operazioni che contribuiscono a modificare o


trasformare un bene o una risorsa primaria, attraverso l'impiego di risorse materiali o
immateriali, in beni e prodotti finali a valore aggiunto, in modo da aumentarne l'utilit e la
capacit di soddisfare i bisogni del consumatore, in risposta alla domanda del mercato.

Nel tempo il concetto di produzione ha modificato ed evoluto il proprio significato:

FISIOCRATICI (XVII sec) e MERCANTILISTI ('500-'600): la fonte di ricchezza la terra,


l'unica risorsa in grado di creare un effettivo prodotto netto. Produrre vuol dire ottenere
beni fisici.

ECONOMISTI CLASSICI: la fonte di ogni ricchezza il lavoro cristallizzato nelle


merci, l'elemento essenziale affinch il lavoro diventi produttivo la sua divisione tra gli
addetti, quindi la catena di montaggio.

ECONOMISTI NEOCLASSICI: produrre non vuol dire ottenere soltanto beni fisici ma
anche aumentare l'utilit marginale dei beni.

Introduzione al funzionamento del sistema dei prezzi

Gli economisti, analizzano la realt e cercano di tirarne fuori solo gli elementi generali che
caratterizzano i modelli economici. Un modello una descrizione semplificata di un
fenomeno, basata su equazioni o grafici, non descrive pedissequamente la realt ma la
generalizza estrapolandone gli aspetti fondamentali. Un buon modello verosimile rispetto alla
realt che cerca di rappresentare.
Si elaborano modelli di analisi positiva (analisi di un fenomeno che pone in luce le relazioni di
causa-effetto di quel fenomeno) o di analisi normativa (analisi che studia un problema dal
punto di vista dinamico allo scopo di suggerire la soluzione pi efficiente).
Modello del flusso circolare

Questo modello rappresenta una buona interpretazione della realt sul piano economico, ma se
si creasse un inceppamento nel sistema dovrebbe coincidere un un malfunzionamento dello
stesso. Ad esempio se c' un blocco nella spesa per i consumi, gli effetti potrebbero essere un aumento
della disoccupazione.

Ha tre grosse mancanze:


gli scambi tra le imprese;
l'attivit produttiva all'interno delle famiglie;
il settore pubblico, che, a seconda dei mercati,
interviene in modo pi o meno accentuato a
condizionare l'economia.

Modello della domanda e dell'offerta, l'equilibrio

Il coordinamento tra le famiglie e le imprese si


raggiunge attraverso il prezzo dei beni. Se la quantit
di un bene superiore rispetto alla domanda, il prezzo diminuisce; se si produce un bene in
quantit minore rispetto alla domanda, il prezzo aumenta. L'equilibrio si raggiunge quando la
quantit di beni domandata uguale alla quantit di beni offerta.

La domanda dei beni influenzata da fattori quali: il prezzo (se aumenta diminuisce la
domanda), il reddito (il consumatore acquista in base al proprio reddito), il prezzo dei beni
collegati e complementari (se varia il prezzo di un bene ci pu essere una variazione di
domanda di un bene collegato), e i gusti (al variare di abitudini e stili di vita, spesso legati ai
bisogni indotti dalla pubblicit). Nella curva di domanda al variare del prezzo varia la
produzione in maniera inversamente proporzionale, una variazione di qualsiasi altro fattore
che influisce sulla domanda, determina uno spostamento della curva.

L'offerta dei beni influenzata da fattori quali: il prezzo (pi sale pi aumenta l'offerta), il
prezzo degli input (se aumenta il prezzo dei fattori di produzione, l'offerta diminuisce) e il
sistema di produzione (le innovazioni tecnologiche determinano un incremento della
produzione, quindi dell'offerta). Nella curva di offerta al variare del prezzo varia la produzione
in maniera direttamente proporzionale, una variazione di qualsiasi altro fattore che influisce
sulla domanda, determina uno spostamento della curva.

Sovrapponendo la curva di domanda e di offerta di un medesimo bene, queste si incontreranno


in un punto, che rappresenta il prezzo di equilibrio.

Categorie di valore

Il valore in economia il concetto che identifica la quantit di denaro o di merce alla quale un
bene o un servizio non prodotti in serie possono essere scambiati. l'oggetto tipico delle
operazioni di stima con le quali si cerca di determinare il pi probabile valore venale in
comune commercio di un dato bene o servizio. Ci che si ricerca nelle stime la quantit di
denaro al quale pi probabile che possano incontrarsi la domanda e l'offerta. Questo viene
identificato come valore commerciale, poich riferito al come lo intende il mercato di
scambio. Esiste anche un altro tipo di valore che, riguarda l'ottica economica di chi ha
l'esigenza di procurarsi la disponibilit di un bene o servizio, il valore d'uso che si intende
come la capacit di un bene di soddisfare un bisogno. Per i beni o diritti reali, che sono rari o
irriproducibili poich non hanno equivalenti sul mercato, si parla di valore di stima, ovvero la
quantit di moneta che gli viene attribuita.

Forme di mercato

Mercati astratti o di concorrenza perfetta

una forma di mercato che fa da sfondo alla teoria dei consumi e della produzione, stata
ritenuta in grado di garantire la migliore allocazione delle risorse poich in questo ideal tipo di
mercato, tutti i consumatori acquistano beni finch l'utilit marginale eguaglia il prezzo, allo
stesso modo, le imprese continuano a produrre fin quando il costo marginale dell'ultima dose di
bene eguaglia il prezzo. Questa situazione viene nominata condizione virtuosa di equilibrio, in
cui, l'utilit marginale, il prezzo di mercato e il costo marginale, di un determinato bene, sono
uguali.

Un mercato si pu definire di concorrenza perfetta quando si verificano determinate condizioni:

le imprese che operano sul mercato, hanno una dimensione atomistica, tale da non
poter influenzare in alcun modo i prezzi di vendita;

c' libert di entrata e uscita dal mercato, quindi non esiste il vincolo dei costi di
transazione;

le imprese operano in condizione di trasparenza di mercato, chiunque conosce tutti i


meccanismi del mercato;

i consumatori e i produttori hanno una condotta edonistica, ovvero desiderano ottenere


il massimo con il minimo sforzo;

il bene un prodotto omogeneo, quindi le unit di un certo tipo di bene, sono tutte
uguali tra loro.

Mercati reali o forme imperfette di mercato

Monopolio
Si ha monopolio quando c' una sola impresa nell'industria. Il monopolio pu avere diverse
origini:

legali: quando l'unica impresa monopolista opera sul mercato per disposizione di legge,
si verifica per decisione dell'autorit pubblica che, in forza di legge, impedisce l'ingresso
nel mercato a tutte le imprese non autorizzate. (Ad esempio il monopolio di Stato che in
Italia pu essere quello sui tabacchi)

naturali o di fatto: quando un'impresa in grado di produrre a costi inferiori rispetto


ad un insieme di imprese. ( riscontrabile nella produzione di servizi di pubblica utilit come
energia, telecomunicazioni, infrastrutture)

Il monopolista pu agire sia sulla quantit che sui prezzi poich l'unico ad offrire quel bene, il
punto di equilibrio per il monopolista si verifica quando il suo ricavo marginale dell'ultima dose
del bene prodotto uguaglia il costo marginale.

Concorrenza Monopolistica
Pochissimi sono i mercati che si possono definire perfettamente concorrenziali o puri monopoli,
la maggior parte delle imprese compete con altre imprese, la concorrenza monopolistica si
caratterizza per un elevato numero di imprese concorrenti, ognuna delle quali ha un certo
potere di mercato in quanto, produce un prodotto differenziato rispetto ai concorrenti. Come
per la concorrenza perfetta c' libert di entrata nell'industria. Sono i consumatori che
attribuiscono un carattere monopolistico a questa forma di mercato. (Ad esempio i distributori di
benzina, i ristoranti, i costruttori, le edicole. In una citt possono esserci molte edicole ma ce ne sar solo una
in una particolare strada, ciascuna quindi opera come monopolio locale)

Oligopolio
Si ha oligopolio quando poche imprese offrono un determinato prodotto. Queste imprese
oligopolistiche possono produrre un prodotto praticamente identico (metalli, benzina, zucchero)
oppure prodotti differenziati (automobili, sapone, penne). Si differenzia dagli altri tipi di mercato
per due caratteristiche fondamentali: interdipendenza strategica tra le imprese (esistendo
poche imprese ciascuna deve tener conto delle altre, poich il proprio profitto dipende anche
dalle scelte altrui, se un impresa cambia il prezzo di un prodotto le vendite delle altre imprese ne saranno
influenzate) e barriere all'entrata (sono simili a quelle che proteggono il monopolista dalla
potenziale concorrenza, ma la dimensione di tali barriere varia, in alcuni casi relativamente
facile entrare, in altri praticamente impossibile).

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