Nato a Meda - in provincia di Milano - il 18 aprile 1904, Giuseppe
Terragni - appena diplomato - si iscrive alla Scuola Superiore di Architettura presso il Politecnico di Milano, dove si laurea alla fine del 1926 con il minimo dei voti. Tra il 1926 e il 1927 pubblica sulla rivista Rassegna Italiana il manifesto del razionalismo italiano, insieme ad altri sei architetti, con i quali forma il Gruppo Sette. Il razionalismo italiano uno stile caratterizzato sia dall'uso di vetro e cemento armato, sia da soluzioni classiche o anche - in alcuni casi - arcaiche. Nel 1927 apre uno studio a Como con il fratello Attilio, ed esordisce in campo professionale con la ristrutturazione della facciata dell'albergo Metropole Suisse a Como, che consiste nel rivestimento del piano terra e del primo piano; una serie di coraggiose "storpiature" al progetto originale gli comportano richiami da parte della commissione edilizia. Sempre nel 1927 espone il progetto della Officina per la produzione del gas, un complesso industriale nel quale ciascun corpo - sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista funzionale - ha uno stile architettonico differente dagli altri. Tra il 1927 e il 1929 si lancia in una vera e propria rivolta, realizzando l'edificio ad appartamenti Novocomum nella citt di Como, costruito modificando il progetto approvato dalle autorit comunali. Il procedimento di costruzione tipico dell'architetura classica, ma Terragni ne ribalta l'estetica, rendendo dinamica l'impostazione. Nel 1928 il Gruppo Sette riesce ad organizzare la prima Mostra di Architettura Razionale a Roma. Nel 1932 - una volta entrato nel Sindacato Fascista Architetti - Giuseppe Terragni viene incaricato di allestire una sala della Mostra del Decennale della Rivoluzione Fascista, a Roma. Tra 1931 ed il 1933, realizza sulla base di un disegno di Antonio Sant'Elia il famoso Monumento ai Caduti, a Como. Durante il 1936 conclude la Villa Bianca a Seveso e la Casa del Fascio di Como - un vero e proprio capolavoro, del quale parleremo pi avanti insieme all'architettura del maestro - mentre nel 1937 realizza l'asilo infantile Sant'Elia, anch'esso a Como; questo il suo momento di pi alta consacrazione, anche a livello internazionale. Negli anni 1938 e 1939 Terragni in piena attivit, con molte opere in corso: il Danteum in collaborazione con Lingeri, il progetto per la sistemazione del quartiere comasco della Cortesella, la Casa del Fascio di Lissone, la raffinata e complessa Casa Giuliani Frigerio, l'ultimo capolavoro realizzato. Nel 1939 Giuseppe Terragni viene richiamato alle armi, e - dopo due anni di addestramento - viene inviato prima in Jugoslavia e poi in Russia. Ritorna in Italia nei primi giorni del 1943, seriamente provato fisicamente e psicologicamente. Morir poi a Como il 19 luglio dello stesso anno, stroncato da una trombosi cerebrale nella casa della fidanzata. L'architettura del maestro
Osservate la facciata della Casa del Fascio di Como, realizzata
da Giueseppe Terragni; l'ultima sofferta realizzazione prima del capolavoro. Le lastre di marmo bianco - che l'architetto esigeva perfette - rappresentano il luogo dove l'architettura, semplificata tentativo dopo tentativo, raggiunge il suo livello pi astratto. La complessit del suo fare non stata comunque del tutto svelata. Basterebbe come esempio il pilastro di cemento nudo - posto sotto vetro - conservato in una delle sale della Casa del Fascio; con esso Terragni voleva rappresentare l'anima rivoluzionaria del Fascismo - pura come la sua architettura - della quale fu portavoce. Possiamo quindi affermare che Giuseppe Terragni stato un personaggio fascista. Peter Eisenman - architetto americano - ha dichiarato: Terragni non stato un fascista, stato solo un grande architetto al tempo del Fascismo. L'intenzione - come al solito - quella di costruirne di sana pianta un'immagine antifascista, come si fatto anche con altre importanti figure. L'interesse per Giuseppe Terragni storia recente. L'artista italiano stato nel dopoguerra ignorato dal mondo dell'architettura per la sua adesione al Fascismo e per le sue soluzioni rivoluzionarie; ma oggi che la grandezza delle sue opere non pu pi essere nascosta, le autorit di Como lo hanno riscoperto anche per rilanciare il turismo locale. Questa faccenda fa capire come oggi interessi pi l'immagine di questo maestro dell'architettura, piuttosto che il contenuto delle sue opere; questo atteggiamento limitato non mostra ci che invece veramente importante: la bellezza, l'originalit e lo spirito innovativo che il razionalismo di Terragni ha portato all'architettura. Negli anni settanta, sui testi obbligatori per gli studenti d'architettura italiani, si semplificava i contenuti formali delle sue opere come un semplice gioco di volumi, privo di un preciso rapporto funzionale. Si considerava Terragni - insomma - un architetto di livello inferiore, aiutato solamente dall'ignoranza culturale del tempo. Sul libro Storia dell'architettura moderna (1971) si legge, infatti: Terragni concentra le sue forze in un accanito approfondimento dei quesiti formali: cos il tema si trasforma in un mito, togliendo all'architettura il sostegno di un preciso rapporto funzionale. Le intenzioni di Terragni possono cos prender corpo soltanto in un gioco di volumi. Mentre nella medesima epoca ben diverso interesse dimostrava Peter Eisenman - autore tra l'altro del monumento dedicato agli ebrei di Berlino - che sottolineava le particolarit dell'architetto comasco rispetto ad altri protagonisti del Movimento Moderno, ponendo Terragni alla base della sua ricerca progettuale per un lungo periodo. E quindi una figura originale e non minore, come era stato considerato in un primo tempo. Terragni seppe soprattutto rimettere in primo piano l'importanza della facciata; scrisse infatti che gli edifici, nei rapporti di vuoto e di pieno, di masse pesanti e strutture leggere, hanno a donar allosservatore unemozione artistica. Nelle sue costruzioni - che si beffano della consistenza dei volumi - tutto giocato su una bidimensionalit apparente, che tende all'azzeramento degli spessori; questo uno dei migliori apporti di Terragni alla cultura del progetto contemporaneo, in quanto fondamentale innovazione al linguaggio dell'architettura. Cosa avrebbe potuto fare ancora Terragni? Per questa domanda le risposte sono solo parziamente fornite dai disegni dei progetti non realizzati e dagli ultimi schizzi; un tema importante, visto il successivo fallimento del razionalismo. Ecco perch capire Terragni fondamentale per capire larchitettura di oggi, le sue crisi e i suoi progressi. Stefano Todisco
Si ringrazia come fonte di informazioni il dott.Antonio Cacciola
Per approfondire
Per approfondire la vita e le opere di Giuseppe Terragni
sono in linea due siti ottimamente forniti di informazioni: Centro Studi Giuseppe Terragni - www.csgt.org Celebrazioni del centenario - www.gt04.org
I libri pi approfonditi sull'architetto razionalista sono invece questi:
Antonino Saggio, Terragni: vita e opere -1995, Editori Laterza Autori vari, Giuseppe Terragni -1996, Edizioni Electa Le opere pi importanti
Modello della Officina per la produzione del gas (Como, 1927)