Vous êtes sur la page 1sur 109

SOCIET BOTANICA ITALIANA

SEZIONE LIGURE
GRUPPO DI LAVORO PER LE PIANTE OFFICINALI

DIPTERIS - UNIVERSIT DI GENOVA

Colloquio scientifico

BOTANICA FARMACEUTICA ED ETNOBOTANICA:


PASSATO E FUTURO A CONFRONTO

dedicato a Paola Gastaldo

a cura di Mauro Giorgio Mariotti e Mauro Serafini


con la collaborazione di Giuseppina Barberis

Genova
9-11 aprile 1999
Si ringraziano le Facolt di Farmacia e di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali
dellUniversit degli Studi di Genova per aver garantito un contributo alle spese di stampa degli Atti.
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 89-197, 1999 91
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

SALUTI ne di due giardini botanici, per i quali la Sezione


Chiarissimi Presidi, gentili signore e signori, lincon- Ligure ha fornito un appoggio decisivo: un piccolo
tro doggi innanzi tutto un omaggio ad una vita, la giardino mediterraneo, gi prossimo allinaugurazio-
vita di Paola Gastaldo dedicata interamente alla ricer- ne, presso Framura ed un Orto Botanico di oltre tre
ca e allinsegnamento. E un riconoscimento dovero- ettari presso Cogoleto (ora in fase di progettazione
so e sentito, da parte dei botanici della Societ esecutiva), entrambi con finanziamenti europei
Botanica Italiana, ma anche un omaggio dei colleghi approvati dalla Regione. Ho ritenuto importante
e degli studenti che hanno trascorso brevi momenti o citare queste iniziative, perch avranno non solo un
lunghi periodi accanto a lei. La Sezione Ligure ed il discreto influsso positivo sulla fruizione turistica del
Gruppo di Lavoro per le Piante Officinali della territorio, ma, nel caso del costituendo Orto
Societ Botanica Italiana hanno scelto di porgere Botanico di Cogoleto, anche una forte valenza socia-
come omaggio a Paola Gastaldo un incontro scienti- le e sanitaria, unica in Italia.
fico; pochi giorni, nei quali per saranno presentati i Prima di ricordare la figura di Paola Gastaldo, lascio
risultati di un lavoro costante che ricercatori appas- la parola ai Presidi delle Facolt di Farmacia e di
sionati svolgono da anni nei campi della Botanica Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
Farmaceutica e dellEtnobotanica, discipline che, con
la Botanica Agraria, sono allorigine della Botanica, Mauro Giorgio Mariotti
intesa nel senso pi completo. (Presidente Sezione Ligure Societ Botanica Italiana)
Devo prima di tutto porgere i ringraziamenti pi sin-
ceri ai famigliari di Paola Gastaldo, al Preside della
Facolt di Farmacia, Prof. Gaetano Bignardi, al
Preside della Facolt di Scienze, Prof. Stani
Giammarino, alla Prof. Paola Profumo, direttore dei
Giardini Botanici Hanbury della Mortola, ma che
rappresenta anche il Dipartimento per lo Studio del RICORDI DI UNAMICA
Territorio e delle sue Risorse, che ha collaborato con Mi particolarmente caro parlare della Professoressa
personale proprio allorganizzazione del Colloquio, al Paola Gastaldo non solo e non tanto per ricordare il
Preside della Facolt di Scienze Politiche, Prof. periodo in cui stata Docente della Facolt che qui
Giuseppe Casale, che ci ospita in questa magnifica ed ho lonore di rappresentare, ma soprattutto per
immensa sala, ed al Prof. Mauro Serafini, coordina- quanto stata presente nella mia vita.
tore del Gruppo di Lavoro per le Piante Officinali E sempre per me una grande emozione rivedere la
della Societ Botanica Italiana. Paola nella sua splendida famiglia. Il ricordo di lei e
Vorrei cogliere loccasione, prima di lasciare la parola delle sue nove sorelle mi molto caro e mi riporta ai
agli intervenuti, per aprire una breve parentesi sulla tempi del mio liceo, quando mi feci seguire, in un
realt della Societ Botanica Italiana: unassociazione momento non certo brillante dei miei studi, dal
scientifica di livello internazionale con circa duemila padre che era un professore di lettere. Si trattava di
iscritti, per gran parte docenti e ricercatori, non solo un personaggio eccezionale, che mi conquist al
universitari. La Societ organizzata con gruppi di punto che da subito si verific un benefico effetto
lavoro e sezioni regionali. La Sezione Ligure ha sei nella mia carriera scolastica.
anni di vita, ma il lavoro svolto da chi ha partecipato Ritrovai la Paola allUniversit, prima come docente
direttamente alle attivit della Sezione in questi anni e poi come carissima collega. Di lei mi colpiva la
non stato ancora sufficiente per far apprezzare il grande serenit, la correttezza, lonest intellettuale,
ruolo del botanico nella giusta misura in ambito virt che trasparivano in tutti i suoi comportamenti,
regionale. Mostre, convegni, incontri, escursioni, per cui era molto semplice e molto bello esserLe
programmi di lavoro comune, dedicati ai problemi amico.
della conservazione, alla flora urbana, alle Palme, al In questi ultimi anni ho sempre sentito la Paola vici-
monitoraggio della qualit ambientale si sono affian- no a me e alle mie vicende universitarie, tanto che un
cati ad unattivit di supporto scientifico (non una giorno decise di adottarmi come fratello. Fatto che
consulenza) per gruppi di cittadini che richiedevano mi rese molto felice e che per altro ha esasperato il
un sostegno a proposito di fatti concreti. Questanno mio dolore nel momento della sua prematura ed
lultimo, per norme statutarie, nel quale posso dedi- improvvisa scomparsa.
carmi alla Sezione Ligure della Societ Botanica
Italiana, come presidente. Dopo la prossima escur-
sione vi sar un incontro sulla Tutela e la gestione Stani Giammarino
delle Aree Protette, ma a queste attivit posso aggiun- (Preside della Facolt di Scienze M.F.N.
gere altre notizie positive, che riguardano listituzio- dellUniversit di Genova)
92 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 89-197, 1999

trasmesso insieme con la dirittura morale. Mi rac-


Desidero ricordare qui con riconoscenza, affetto ed conta delle serate trascorse, con le tante sorelle, attor-
amicizia la professoressa Paola Gastaldo che dal 1987 no al padre che legge i classici: sono particolari che
ha insegnato Botanica Farmaceutica agli studenti di restano, e incidono per sempre.
Farmacia ed a quelli di Chimica e Tecnologia Quella stessa profonda cultura di base rende Paola
Farmaceutiche dellUniversit di Genova. Gastaldo capace di spaziare in vari settori del sapere
Ha dato molto allUniversit, allinsegnamento ed scientifico, mentre le trasmette una singolare capaci-
agli studenti; e penso che il suo entusiasmo e le sue t didattica, rendendola indimenticabile per tutti i
doti umane siano state ripagate dalla stima di tutti, suoi studenti, e non solo per loro. Cos come duran-
ma particolarmente dallattaccamento e dal ricordo te la lezione disegna sulla lavagna in modo da rende-
che gli studenti hanno. re tangibile quanto va dicendo, nello stesso modo
Era speciale e lascia un ricordo particolare e dolce. maestra nel disegnare, copiando da libri e reinterpre-
Il senso dellordine e la ricerca della precisione nelle- tando, i cosiddetti cartelloni che ancora oggi costi-
spressione del pensiero hanno indubbiamente contri- tuiscono un patrimonio insostituibile per la Botanica
buito molto alla qualit della sua didattica, che svol- a Genova.
geva riuscendo ad interessare e coinvolgere gli stu- Nei primi anni Paola Gastaldo approfondisce spe-
denti anche grazie ad un particolare amore per loro e cialmente problemi di sistematica, con studi attenti e
per la sua disciplina. severi condotti su esemplari derbario della flora etio-
La preoccupazione per i suoi studenti ed il senso del pica: alcune entit portano appunto il suo nome. La
dovere lhanno indotta a presiedere la commissione ricerca della biodiversit, legata allesigenza di ordine
degli esami della sessione estiva, che si sono svolti e di rigore, laccompagna anche nello studio delle
regolarmente nonostante il suo cattivo stato di salu- piante di interesse officinale e quindi alla stesura di
te. E mancata il 15 luglio 1998, ma il 20 giugno era un Compendio della flora officinale italiana che
ai Giardini Botanici Hanbury a concludere un corso in un primo tempo uscito sotto forma di fascicoli
di perfezionamento in Fitoterapia, da lei coordinato della rivista Fitoterapia nel 1987 invece un volu-
e presieduto. E stato un docente prezioso ed una me, edito da Piccin. Proprio questo tipo di ricerca,
persona indimenticabile. teorica ed applicativa insieme, riflette le principali
Tra i vari ricordi non perder una bellissima lezione caratteristiche di Paola Gastaldo quale studiosa e
ai Giardini Hanbury sui gerani e sulle rose; lezione lascia a tutti noi, in modo tangibile anche per chi
che mi ha lasciato la convinzione che la Paola non non lha conosciuta, uneredit preziosa.
sarebbe mai stata capace di recidere un fiore nel suo Pure etnobotanica, relativa specialmente ad usanze
splendore. della nostra regione, rientra a pieno titolo, tra le
ricerche di Paola Gastaldo, legando allindagine di
Gaetano Bignardi base la conoscenza degli usi empirici che hanno sem-
(Preside della Facolt di Farmacia dellUniversit di pre una loro ragion dessere scientifica, anche se sco-
Genova) nosciuta.
Via via linteresse di Paola Gastaldo, docente di
Botanica nella Facolt di Scienze M.F.N. dal 1970 al
1987, e poi professore di Botanica farmaceutica nella
Facolt di Farmacia, si sposta sempre di pi verso
E difficile parlare di Paola Gastaldo e della sua atti- lattivit di laboratorio, che cerca una relazione tra
vit di studiosa senza accennare, prima, alla sua struttura, a livello microscopico, e manifestazione
splendida personalit, alla ineguagliabile carica fisiologica: cos si susseguono gli studi sulla germina-
umana, alla disponibilit per chiunque avesse biso- zione e la dormienza del seme e sui principi attivi
gno del suo aiuto. delle piante esotiche acclimatate.
Cos noi diamo inizio a questo incontro, che a lei Mentre nei nostri laboratori, infine proseguono le
dedicato, sottolineando prima di tutto che anche ricerche su tessuti coltivati in vitro, Paola Gastaldo
nella docenza, nello studio, nella ricerca il valore porta il suo entusiasmo e le sue competenze in que-
autentico sta nella profondit del sentire, nella capa- sto campo, che ben si presta allindagine morfogene-
cit di dedizione, nel silenzioso lavoro di tutti i gior- tica su specie di interesse officinale e che collega le
ni nellonest assoluta, nella volont di un bene che conoscenze di base con una valenza applicativa.
prima di essere il proprio bene quello di coloro che Negli anni novanta, daltra parte, c molto da lavo-
ci stanno intorno. Senza considerare la lezione di vita rare anche lontano da Genova, sempre nellambito
di Paola Gastaldo quasi inutile parlare di qualsiasi della stessa Universit: ai Giardini Botanici Hanbury
altro aspetto della sua esistenza universitaria. de La Mortola, nel Comune di Ventimiglia. E qui
Alla base di ogni sua attivit sta la cultura classica che Paola Gastaldo pu esplicarsi in pieno; oltre alle sue
il padre, professore di lettere antiche al liceo, le ha conoscenze scientifiche, la propria carica umana, che
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 93

coinvolge il personale, le autorit civili, le persone tia reciproca, forse accomunate dalla pignoleria per le
meno conosciute, le istituzioni, le associazioni come regole nomenclaturali, e per la tassonomia, retaggio
i Garden di Genova e di Sanremo, Italia Nostra e degli insegnamenti di Pichi Sermolli, che per ambe-
tante altre. E cos organizza convegni, seminari, due era stato il primo maestro.
Settimane Culturali e Settimane Scientifiche, prepa- Nel tempo ci siamo incontrate a vari congressi e con-
ra le giornate del Premio Giardini Botanici vegni e qualche volta siamo state nella stessa com-
Hanbury volute dalla Grinzane Cavour, instancabi- missione di concorso. Spesso ci siamo sentite per
le nelle piccole e nelle grandi cose, nella cura dei par- telefono, parlando dei nostri guai, soprattutto fami-
ticolari come nello studio della visione dinsieme. liari; un argomento che le stava molto a cuore in que-
Didattica, ricerca, spessore umano, la vedono prota- sti ultimi anni era il Giardino Hanbury, del quale
gonista nella Scuola di Specializzazione di sinteressava con grande entusiasmo.
Fitoterapia. Cos la ricordano gli amici della Facolt Circa dieci anni fa, mentre eravamo a Roma per
di Farmacia, ai Giardini Hanbury, a conclusione del qualche riunione, mi disse: Devi farmi una promes-
Corso, nella sua ultima uscita in pubblico; cos la sa; devi fare la mia commemorazione quando sar
rivedono gli studenti negli ultimi esami di Botanica morta. Io risposi con una battuta e allontanai dalla
farmaceutica, una materia amata, difesa e voluta con memoria la sua richiesta. Lultima volta che lho
tutte le sue forze, fino allultimo giorno. vista, in una bella mattinata di sole a Genova, mi
Chiedo un attimo di silenzio nel ricordo di Paola
ricord lincontro romano, e mi ripet che voleva da
Gastaldo.
me la sua commemorazione. Per questo ho chiesto di
prendere oggi la parola, anche se non posso illustrare
Paola Profumo
(Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue compiutamente la sua personalit soprattutto scien-
risorse, Universit di Genova) tifica.
Posso per ricordare che stata una persona con
uneccezionale carica umana, ricca di intelligenza e di
capacit proprie delle persone non comuni, che
hanno la dote rara di rendere piacevoli i rapporti di
Paola ci ha lasciato ed io ho perso una cara amica, lavoro.
che in momenti difficili aveva il dono di non scorag- Era coraggiosa e appassionata, piena dideali e di
giarsi e riusciva a motivare gli altri. capacit, e con lironia sapeva anche sdrammatizzare
La conobbi molti anni fa quando ambedue eravamo situazioni difficili.
agli inizi della carriera. Ricordo che mi parl delle E stata unideale compagna di percorso e ha lasciato
schede di piante medicinali che stava preparando con a tutti noi il privilegio di averla conosciuta, un esem-
la nomenclatura moderna. Aveva iniziato a preparare pio da non dimenticare.
quello che con il tempo divenuto un testo indi- Sara Ferri
spensabile per tutti noi: il Compendio della flora (Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico,
officinale italiana. Ci fu immediatamente una simpa- Universit di Siena)
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 95, 1999 95
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

INTRODUZIONE AI LAVORI

Sono lieto che il nuovo Dipartimento per lo studio ha fornito numerose occasioni per lindustria: si
del Territorio e delle sue Risorse dellUniversit di pensi a tale riguardo al taxolo, allacido salicilico, a
Genova abbia scelto di collaborare allorganizzazione dolcificanti naturali, ecc.
del colloquio, dimostrando di saper riconoscere che Nonostante le scoperte etnobotaniche di maggiore
le piante rappresentano unimportante risorsa, interesse riguardino specie tropicali e popoli, le cui
soprattutto quando esse vengono impiegate o sono usanze sono ancora poco note alla cosiddetta civilt
potenzialmente utilizzabili a scopo alimentare o tera- occidentale, si pu affermare che anche nei territori
peutico. Una risorsa da tutelare, ma, prima ancora, in cui viviamo non ancora tutto venuto alla luce;
da conoscere e studiare a fondo con gli strumenti soprattutto non si ancora raggiunta unorganicit
propri della Botanica. delle conoscenze e si proceduto agli approfondi-
La Botanica disciplina di molteplici interessi: ci menti di verifica della fondatezza scientifica dalcune
che un tempo era un unico sapere, indispensabile applicazioni popolari. La mancanza dorganicit
bagaglio culturale del medico e dello speziale, che negli studi etnobotanici pu avere ripercussioni
dovevano disporre delle conoscenze sulle piante sia negative ancor pi che nella botanica sistematica o
sotto il profilo del loro riconoscimento, sia sotto nella floristica, perch, seppure sia vero che molte
quello del loro utilizzo a scopo terapeutico, ha dato specie vegetali scompaiono nel mondo (secondo
origine a numerosi settori di ricerca. Negli ambiti alcuni autori, negli ultimi anni circa 25.000 specie di
accademici la biologia vegetale stata suddivisa in piante superiori, corrispondenti al 10% del totale),
numerose branche che indagano le piante dal livello ancor pi vero che le usanze dei popoli vanno scom-
molecolare a quello di comunit, passando per una parendo o trasformandosi con unaccelerazione sem-
visione cellulare, istologica, anatomica, individuale. pre pi rapida.
In molte occasioni, troppo spesso, i progressi nella
farmacologia e soprattutto nelle tecniche di prepara- Il programma del Colloquio inizia con due relazioni
zione dei farmaci hanno relegato la Botanica farma- sullo stato dellarte della ricerca e della didattica della
ceutica, diretta discendente della botanica tradizio- Botanica Farmaceutica e dellEtnobotanica, relazioni
nale, ad un ruolo di semplice relitto culturale, privo con due tagli diversi, che dovrebbero rispecchiare
dapplicazioni. Tuttavia negli ultimi decenni si assi- due anime: quella biologico - naturalistica - farmaco-
stito anche ad un rinnovato interesse per letnobota- logica e quella medico - antropologica. Dopo uno
nica, cio per gli studi dedicati agli usi tradizionali sguardo ad alcune problematiche agronomiche e
delle piante da parte delle numerose popolazioni la fisiologiche, il colloquio proseguir su tre temi dat-
cui diversit arricchisce il sapere delluomo cos come tualit: limpiego di fungicidi naturali, la diversit
la variet di specie animali e vegetali arricchisce il delle droghe che dalle farmacopee dei paesi pi lon-
valore della vita sul nostro pianeta. Attualmente, se si tani penetrano nella cultura occidentale, le cono-
conducesse unindagine in rete sulla voce etnobota- scenze etnobotaniche e lalimentazione nel terzo
nica con un moderno motore di ricerca, si otter- mondo. Il Colloquio si concluder con uno scambio
rebbe un numero eccezionale di contatti. Le ragioni desperienze sulla raccolta dei dati etnobotanici in
di questo successo sono facilmente spiegabili: da un Italia e sulla loro organizzazione, con lauspicio che
lato il crescente interesse per un modo di vivere ci possa essere utile a meglio coordinare studi che
naturale, dallaltro linteresse mai sopito, ed anzi numerosi ricercatori portano avanti in modo, talora
accentuato dalle moderne biotecnologie, per moleco- completamente autonomo.
le utilizzabili come farmaci, alimenti o integratori
dietetici, insetticidi, cosmetici, ecc. Letnobotanica [a cura di M.G. MARIOTTI]
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 97-98, 1999 97
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

I temi della ricerca farmacobotanica in Italia


e considerazioni sulla didattica universitaria

M. SERAFINI

Il tema che mi stato affidato come apertura del Sempre la Botanica Farmaceutica porta con s una
Convegno che abbiamo deciso di dedicare in memo- contraddizione di fondo: tale disciplina deve rimane-
ria della Prof.ssa Gastaldo di notevole impegno, in re cos oppure pu, in una visione diversa, essere con-
quanto parlare di stato attuale della Botanica siderata una parte iniziale di un discorso pi com-
Farmaceutica in Italia in questo momento significa plesso che comprende la Farmacognosia, ovvero un
fare quasi una seduta di autoanalisi. Il modo miglio- qualche cosa che si configura nella Materia Medica
re di procedere forse partire da unistantanea nel dei paesi anglosassoni?
nostro settore di ricerca. Risulta evidente che quanto sopra esposto mette in
Il nostro settore forse limmagine della massima discussione lidentit del gruppo di lavoro, che deve
poliedricit che si pu riuscire ad esprimere; basta anche recuperare, o meglio iniziare, una circolazione
infatti riportare lelenco delle discipline che fanno delle tematiche di ricerca al suo interno. Troppe
parte del settore scientifico disciplinare E08X volte, infatti, si scoprono gruppi nelle varie sedi che
(Biologia Farmaceutica) per verificare quanto affer- svolgono ricerche se non uguali, almeno comple-
mato: mentari.
Biologia Vegetale, Biotecnologie delle Piante E questo si riflette poi anche sullo stato della didatti-
Officinali, Botanica Farmaceutica, Botanica Farma- ca in Italia delle discipline afferenti allo stesso setto-
ceutica Applicata, Etnobotanica, Farmacognosia, re: la Botanica Farmaceutica sta scomparendo, salvo
Fitochimica, Fitofarmacia, Flora Medicinale regiona- alcune situazioni locali storicamente definite; anche
le, Saggi e Dosaggi Farmacognostici. per linsegnamento della Biologia Vegetale necessa-
Sono inoltre presenti numerose aree di ricerca per rio lottare per evitare che tale disciplina sia insegnata
cos dire classiche: morfosistematica, anatomia da docenti non afferenti al nostro settore.
istologica, corologia, etnobotanica, fitochimica, ana- Il nostro gruppo si trova ad affrontare una lotta con-
lisi dei principi attivi, analisi ultrastrutturale, etc., ma tinua per la sua esistenza come entit autonoma,
anche nuove linee di ricerca (come le colture cellula- nonostante linteresse per le nostre discipline sia in
ri, produzione di metaboliti in vitro, rigenerazione in costante aumento.
vitro) che si affacciano alla ribalta, il che comporta Forse giunto il momento di fare passi coraggiosi,
lacquisizione di nuove competenze per il gruppo. magari decidendo di andare, utilizzando un linguag-
E da queste considerazioni che deve partire lanalisi, gio mutuato dal marketing, verso il mercato, trovan-
anche superficiale, sullo stato della ricerca nel nostro do i targets adatti.
settore. Che cosa vuol dire questo? Ognuno pu interpretare
l la Botanica Farmaceutica, un tempo disciplina questa prospettiva a modo proprio, ma alcuni princi-
cardine del settore, ora relegata ad una posizione pi possono essere stabiliti:
di secondo piano, mentre avanza la Biologia l Necessit di un maggiore coordinamento allinter-
Vegetale, che nel frattempo ci riporta pi salda- no del gruppo, sia per la didattica che la ricerca.
mente allinterno delle discipline botaniche; l Necessit di dare una finalizzazione applicativa ai
l la Fitoterapia scomparsa dal nostro settore per temi di ricerca, in modo tale da poter offrire allu-
molte opposizioni, ma ora sta tornando in auge tenza una possibilit di utilizzo delle ricerche.
come modernissimo argomento di Master, scuole l Esplorare tutte quelle nuove forme di didattica
di specializzazione e perfezionamento anche in (D.U., scuole di specializzazione, Master), onde
ambiente medico; affermare lesistenza in vita del gruppo.
l la Biotecnologia delle Piante Officinali un setto- l Operare, per quanto possibile, con Societ
re modernissimo, verso il quale molti gruppi di Scientifiche vicine (SIF, SIPHAR, SIFIT), per
ricerca si sono indirizzati. essere presenti nei luoghi decisionali con una voce
98 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 97-98, 1999

unica e quindi pi forte. della Botanica Farmaceutica non sar destinato alla
Se arriveremo, nel prossimo futuro, almeno a porta- sparizione, ma potr essere anzi un punto avanzato e
re a compimento alcuni di questi passaggi, il settore moderno della ricerca in Italia.

AUTORE

Mauro Serafini, Dipartimento di Biologia Vegetale, Universit di Roma La Sapienza, P.le A. Moro 5, 00185 Roma
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 99-102, 1999 99
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

La ricerca e la didattica etnobotanica in Italia: stato attuale


e prospettive

A. GUERCI

ABSTRACT The ethnobotanical research and didactics in Italy: present situation and perspectives. - Due also to the patron-
age of WHO, from beginnings that were mainly ethnographical, ethnobotany has evolved towards laboratory research,
also involving biomedicine and pharmacology. The Traditional Medicine Programme of WHO was precisely thought as
an answer to a renewed interest for popular therapies and remedies, in view of their possible identification and utilisation
within national health services (see also the Alma Ata declaration, opening a dialogue between the traditional and the
modern system of health assistance). The explicit future goal of the Programme is to favour a better knowledge of what
traditional medical practices, and ethnobotany in particular, can bring to the progress of all those sciences working for the
easing of human suffering. Many research structures in the whole world are now engaged in this goal; the specific task of
ethnobotanists is therefore to guarantee a continuity between field and laboratory research, and to allow the coming back
of information to the place where it was first found, thus attaining the widest possible diffusion of the results.

Key words: ethnobotany, ethnomedicine, Italy

Mi sento in dovere di porgere un sincero ringrazia- antropologia vegetalistica collegandosi anche ad


mento agli Organizzatori di questo Colloquio per esigenze di ordine ecologico-conservazionale.
linvito e, soprattutto, per limplicito senso di rico- La sua modernit concettuale emerge dallesigenza
noscimento nei confronti di Paola Gastaldo, le cui che essa propone convergenze interdisciplinari oltre-
qualit di Maestra oggi si fanno vieppi rare. modo numerose. LEtnobotanica sta diventando uno
Desidero introdurre il mio intervento con una lunga stimolo di pi per lattuazione di un nuovo modo di
citazione. fare ricerca, che purtroppo stenta ad avviarsi, per le
Vorrei parlare dellEtnobotanica, della quale ben ostinate persistenze di un non superato individuali-
poca notizia si trova nelle trattazioni sui recenti pro- smo.
gressi della Botanica, e nessun cenno ovviamente nei Prosegue la citazione:
testi ufficiali che introducono alla conoscenza delle Non giova nellordine odierno delle idee scientifiche
piante. Si tratta di una disciplina che viene confinata e scientistiche - ad una disciplina etnobotanica les-
per lo pi nei Musei, e che non par degna di far parte sere erede e raccoglitrice di tradizioni esoteriche, pre-
dellattivit di Istituti scientifici ad alto livello. Ma scientifiche e metascientifiche, anzi addirittura magi-
ci non accade fortunatamente in tutti i Paesi. che che hanno remotissime radici nella storia e nella
Non vorrei neppure precipitare una definizione preistoria. Ma anche la medicina ha percorso lo stes-
dellEtnobotanica, perch ritengo pi importante so itinerario storico e oggi costretta a non disde-
riconoscere i suoi contenuti e la sua collocazione nei gnare alcune di quelle tradizioni che impensatamen-
confronti delle altre scienze dei vegetali, e anche di te si ripropongono.
altre scienze di carattere umano. E certo comunque Neppure giova alletnobotanica un esotismo ed eso-
che proprio lEtnobotanica realizza esplicitamente terismo oggi diventato di moda, Cos sta accaden-
una congiunzione molto stretta fra la scienza delle do che il Gin-seng prenda nei nostri tempi un posto
piante e le scienze delluomo. paragonabile a quello che teneva la Mandragora alcu-
Unopportuna chiarificazione stata fatta recente- ni secoli addietro.
mente da BARRAU (1971) del Laboratorio di Dovrebbe invece giovare ad una notoriet delletno-
Etnobotanica del Museo di Storia Naturale di Parigi, botanica il crescente interesse per le piante medicina-
nella collocazione della disciplina in rapporto anche li, che si concreta in una pubblicistica invadente e
con un pi vasto discorso etnobiologico, e con una purtroppo di scadente qualit. Bisogna riconoscere
collaterale etnozoologia. Barrau colloca letnobotani- che si tratta anche di una significativa reazione con-
ca fra un orientamento botanico umanistico e una tro gli abusi e linflazione di unindustria farmaco-
100 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 99-102, 1999

chimica che si nobilita di avanzatissimi e sofisticati Il Programma Medicina Tradizionale si sviluppato


processi scientifici, ma obbedisce a colossali influen- attraverso una serie di risoluzioni adottate
ze di ordine finanziario. dallAssemblea mondiale della sanit e dai Comitati
Due ordini di riflessioni ne possono scaturire sul regionali dellOMS.
piano concreto ed attuale. Anzitutto si deve pur rico- Nel 1987 la 40a Assemblea mondiale della sanit sol-
noscere che qualche credito ed attenzione possono lecitava gli Stati membri a promuovere programmi
pur meritare i risultati di sperimentazioni in corpore integrati sulle piante medicinali: la loro preparazio-
viri che hanno perdurato per millenni, mentre certe ne, coltivazione e conservazione.
sperimentazioni compiute nei nostri laboratori sono Nel 1988 (41a Assemblea) la Dichiarazione di Chiang
premute non di rado da imperiosi motivi commer- Mai verteva su: Salvare vite salvando le piante, rico-
ciali, e da impazienti attese dellopinione pubblica noscendo le medicine tradizionali come elemento
prematuramente e imprudentemente informata. La essenziale di cura.
scienza tutta la scienza - percorre talvolta un lungo Nel 1989 (42a Assemblea) veniva incoraggiato lin-
e faticoso cammino, per realizzare vorrei dire per ventario delle pratiche tradizionali nei diversi Paesi.
tentare di realizzare - certe conquiste che lumanit Nel 1991 (44a Assemblea) venne adottata la risoluzio-
primitiva aveva raggiunto, ma che sono andate per- ne WHA44.34 tesa a stimolare la cooperazione fra
dute talora in modo irrimediabile. chi pratica la medicina tradizionale e chi fornisce las-
Per concludere: sistenza sanitaria moderna, con speciale riguardo
Le piante non sono dunque pi soltanto oggetto di alluso di rimedi tradizionali scientificamente prova-
coltura, ma hanno compenetrato e compenetrano ti, sicuri ed efficaci, allo scopo di ridurre le spese far-
sempre pi profondamente la cultura delle popola- maceutiche nazionali.
zioni umane. Questo duplice interesse, che abbiamo Nellottobre 1991 il Governo cinese, ancora sostenu-
pi volte riaffermato costituisce la dignit pi sostan- to dallOMS, ha finanziato e organizzato una
ziale della ricerca etnobotanica come di ogni altra Conferenza mondiale sulla Medicina Tradizionale.
scienza che metta in comune natura e umanit. Ma Essa si conclusa con 4 obiettivi: fondazione di una
certo che da ogni sintesi che abbia questo carattere Associazione mondiale per scambi accademici, for-
insorge una complessit di problemi che impegna mazione del personale sanitario, designazione del 22
molto gravemente. E la profondit abissale dei pro- ottobre come Giornata mondiale della Medicina
blemi umani che ci obbliga a passare dalle ricerche Tradizionale, fondazione di una Rivista internaziona-
relativamente facili di una scienza specializzata, le.
quantitativa e metodologicamente riduzionistica a Obiettivo futuro dichiarato di pervenire alla sintesi
una scienza globale, quantitativa e qualitativa sempre fra la medicina moderna e quelle tradizionali e apri-
pi difficile: ma cos carica di significati, cos ricca di re un cammino ove le due forme di medicina coabi-
prospettive, cos aperta verso gli sconfinati orizzonti teranno arricchendosi luna a contatto dellaltra.
dellessere. Di tutto ci stata data notizia in Italia? E cosa
Cos scriveva 23 anni or sono GIACOMINI (1977), a stato recepito nel nostro Paese?
testimonianza di una sconcertante attualit. Etnofarmacologia, etnobotanica, etnozoologia,
Pertanto, da un iniziale interesse storico-etnografico etnopsichiatria, etnopediatria, etnogerontologia
letnobotanica si rivolta negli ultimi decenni a costituiscono argomentazioni di ricerche i cui conte-
ricerche soprattutto di laboratorio coinvolgendo la nuti vengono insegnati come discipline autonome in
biomedicina e in particolare la farmacologia, grazie universit europee ed extra-europee
anche agli auspici e iniziative dellOrganizzazione Sicuramente in questi ultimi tempi qualche nuova
Mondiale della Sanit. iniziativa sorta. E doveroso ricordare che alcune
Infatti il Programma Medicina Tradizionale dellOMS sedi universitarie italiane si sono rivolte agli studi
nasce come risposta alle esigenze di rinnovato inte- etnobotanici. Oltre a Genova, rammentiamo Ferrara,
resse verso le terapie popolari e di identificazione ed Milano, Napoli, Parma, Perugia, Pisa, Roma, Siena,
eventuale utilizzazione, allinterno dei servizi sanitari Torino (chiedo scusa per eventuali, involontarie
nazionali, di quanto essa pu validamente offrire. omissioni). A queste va aggiunto lIstituto Superiore
La Dichiarazione di Alma Ata, in seno alla di Sanit, grazie alla tradizione instaurata da G.B.
Conferenza internazionale sullassistenza sanitaria di Marini Bettlo, il CNR (finanziamenti permetten-
base del 1978, edifica le fondamenta storiche per la do), la sezione di etnobotanica del Museo universita-
politica ufficiale del Programma Medicina rio Federico II di Napoli.
Tradizionale, aprendo cos le porte a un dialogo fra Certamente pi vivaci appaiono le iniziative private
due sistemi distinti di assistenza sanitaria, quello tra- da parte di piccole o medie imprese le quali, svinco-
dizionale e quello moderno, ponendo tuttavia la con- late da pesanti e poco elastici progetti finalizzati
dizione che il sostegno dato alla MT, ai professionisti possono permettersi pi veloci e incisive innovazioni,
che la praticano e ai rimedi di cui fa uso, debba svi- riconversioni, nonch modifiche a brevissimo termi-
lupparsi attraverso un processo che non tenga conto ne negli obiettivi di ricerca.
delle ciarlatanerie ma promuova solamente le prati- Spetta certamente allEtnofarmacologia il compito di
che che risultano sicure ed efficaci, sulla base delle recensire e valorizzare i farmaci tradizionali, ancora
sperimentazioni medico-scientifiche moderne sconosciuti, al fine di valutarne lefficacia (GUERCI,
(GUERCI, 1998). 1997). Numerose strutture di ricerca di tutto il
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 101

mondo lavorano a tal fine e il compito degli etnofar- In un laboratorio farmaceutico medio oltre il 60%
macologi di assicurare una continuit fra i lavori sul dei farmaci provengono, direttamente o indiretta-
terreno, i lavori dei laboratori e, in particolare, per- mente, dalle piante. Non dimentichiamo anche le
mettere il ritorno dellinformazione sul posto per la molecole di piante che servono da modello allelabo-
diffusione dei risultati emersi. La valutazione della razione di molecole chimiche: gli antimalarici che si-
qualit dei rimedi avviene tramite tecniche moderne spirano al chinino, gli anestetici locali alla cocaina,
(controlli chimici, farmacologici, clinici, tossici...). ecc.... Dal momento in cui lo screening dei farmaci
Ma i rischi di un neo-colonialismo sono purtroppo chimici produce una molecola per la terapia su
una triste realt. Tentativi di soluzioni dordine legi- 20.000 che vengono testate (rendimento assai mode-
slativo sono tuttavia in atto: nelle Samoa occidentali, sto) indispensabile lasciare aperta la banca dellet-
grazie alletnobotanico COX (1994), stata attuata nobotanica che, con le sue 300.000 fanerogame, i
una iniziativa tesa a favorire economicamente il paese suoi funghi e le sue alghe rappresenta il pi grande
proprietario della pianta e non del farmaco confe- serbatoio di materie prime medicamentose potenzia-
zionato. li del mondo (PELT, 1990). E quindi pi che mai
Il National Health Institute (USA) nel 1990 si pre- necessario trovare nuove sorgenti dispirazione che
fissato il programma di raccogliere annualmente tengano conto delle realt antropologiche, soprattut-
4500 piante diverse per 5 anni dopo severi esami to oggi che la crisi economica mondiale obbliga a
sulle utilizzazioni tradizionali, nella plausibile spe- drastici tagli finanziari rimettendo in causa, nella
ranza di scoprire da 3 a 30 nuovi farmaci (stimabili nostra struttura sanitaria, il concetto di efficacia.
in miliardi di dollari). E certamente il modello da Letnobotanica vorrebbe essere una mano tesa verso i
seguire; lesperienza del National Cancer Institute paesi del terzo mondo, nella speranza di aiutarli a svi-
degli USA che sulla base di una ricerca a random su luppare le loro ricchezze (FLEURENTIN, 1993). Per
differenti specie di piante ha condotto, in 16 lunghi queste popolazioni la coltura delle piante medicinali
anni dindagine tra il 1960 e il 1976, a isolare sola- rappresenta un potenziale economico non certo tra-
mente due sostanze attive, approvate in sede farma- scurabile.
cologica nel 1992, non costituisce certamente un Infine, con riferimento a noi (e a chi scrive) ricordia-
incentivo commerciale. mo lesistenza in Genova (annesso alla Cattedra di
Eppure l80 % degli abitanti del pianeta fa essenzial- Antropologia del Dipartimento di Scienze
mente ricorso alla medicina tradizionale per soddi- Antropologiche) del Museo di Etnomedicina A.
sfare i bisogni di salute primaria (FARNSWORTH, Scarpa, inaugurato con le prime 9 vetrine nellotto-
1983). In Cina oltre 5100 specie vegetali e animali
sono sfruttate dalla sola medicina tradizionale e le bre del 1972 e nella sua intierezza nel maggio del
popolazioni del nord-ovest amazzonico utilizzano 1996. Unico nel suo genere al mondo esso compen-
oltre 2000 specie vegetali (SHULTES e HOFMANN, dia i viaggi e oltre 55 anni di attivit di un medico
1993). Nella ex-Unione Sovietica circa 2500 specie periodeuta, Antonio Scarpa, curioso di apprendere
di piante sono state utilizzate a scopi medici e il biso- come si curano i popoli dei cinque Continenti
gno in piante medicinali triplicato nel mondo nel seguendo le proprie medicine tradizionali (SCARPA,
corso dellultimo decennio. In Birmania il 90% della 1980).
popolazione si cura vernacolarmente. Con riferimen- Oggetti, strumenti, farmaci, fotografie (con riferi-
to ai farmaci moderni, un quarto delle prescrizioni menti a circostanze di tempo e di luogo) documen-
rilasciate negli Stati Uniti dAmerica contiene princi- tano attualmente, dal punto dosservazione biomedi-
pi attivi estratti da piante. Composti estratti da pian- co occidentale, le strategie sanitarie o singole pratiche
te, microrganismi e animali sono serviti allo sviluppo profilattiche e curative, adottate da numerosi e diffe-
dei venti farmaci pi venduti negli USA corrispon- renti gruppi etnici. Ne risulta una testimonianza pre-
denti, nel 1988, a un mercato globale di 6 miliardi di ziosa di un sapere medico in via destinzione, di un
dollari. itinerario nelluniverso storico delluomo sub specie
Oltre 3,5 miliardi di individui che non utilizzano la medicinae. Pertanto il primo obiettivo vuole essere
biomedicina e che mai ne diverranno fruitori, in quello di raccolta e darchiviazione. Nel contempo si
quanto indigenti. Un mercato chiuso per gran parte sottolinea lattualit di talune soluzioni terapeutiche,
delle multinazionali interessate. richiamando lattenzione degli specialisti su princpi
Ma anche nei paesi industrializzati il ricorso a tali attivi, o su semplici ma efficaci procedimenti che,
pratiche frequente: sorprende non poco lafferma- per quanto strani possano apparire, risultano meri-
zione di KLEINMAN (1980) secondo cui tra il 70% e tevoli di attenzione, non fosse altro per il fatto che
il 90% degli episodi di malattia che affliggono i cit- emergono da osservazioni secolari di sperimentazioni
tadini americani sono trattati, in prima istanza, dirette sulluomo. Con questo Museo si cercato di
allinterno della sfera popolare. colmare una lacuna nella conoscenza e nello svilup-
Se pensiamo inoltre che in Italia quasi il 30% dei cit- po dellEtnomedicina in Italia.
tadini ricorre allautomedicazione responsabile per Obiettivo auspicabile e prioritario di favorire una
disturbi leggeri e sono in aumento, come in tutta migliore conoscenza e riconoscenza dellapporto offer-
lEuropa, i prodotti da banco (OTC: Over The to dalle pratiche tradizionali al progresso di tutte
Counter), diviene necessaria e urgente una riformu- quelle scienze che operano nel tentativo di alleviare le
lazione (anche teoretica) del sistema cura. sofferenze umane.
102 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 99-102, 1999

LETTERATURA CITATA MAZARS G., DOS SANTOS J., YOUNOS C. (eds),


BARRAU J., 1971 LEthnobotanique au carrefour des scien- Ethnopharmacologie: sources, mthodes, objectifs: 20-25.
ces naturelles et des sciences humaines. Bull. Soc. Bot. ORSTOM Edit. Paris.
Paris, 118: 237-248. SCARPA A., 1980 Etnomedicina. F. Lucisano Ed. Milano.
COX P.A., 1994 La ricerca di nuovi farmaci con metodi SCHULTES R.E. et HOFMANN A., 1993 - Les plantes des
etnobotanici. Le Scienze Milano 312: 62-68. dieux. Les Editions du Lzard Paris.
FARNSWORTH N. R., 1983 La base de donnes NAPRA-
LERT: application dune source dinformation la mdeci- RIASSUNTO Grazie anche alle iniziative dellOrganiz-
ne traditionnelle. In: AA.VV. Mdecine traditionnelle et zazione Mondiale della Sanit, da un iniziale interesse sto-
couverture des soins de sant: 180-189. O.M.S. Genve. rico-etnografico, letnobotanica si rivolta negli ultimi
FLEURENTIN J., 1993 Ethnopharmacologie et aliments: decenni a ricerche di laboratorio, coinvolgendo biomedi-
introduction au sujet et rflexions sur lefficacit biologique. cina e farmacologia. Il Programma Medicina
In: SCHROEDER E., BALANSARD G., CABALLON P., Tradizionale dellOMS nasce in risposta a esigenze di rin-
FLEURENTIN J., MAZARS G (eds), Mdicaments et ali- novato interesse verso le terapie popolari e di identifica-
ments: approche ethnopharmacologique: 1-7. ORSTOM zione ed eventuale utilizzazione, allinterno dei servizi
Edit. Paris. sanitari nazionali, di quanto essa pu validamente offrire
GIACOMINI V., 1977 Attualit della ricerca etnobotanica. (vedi Dichiarazione di Alma Ata, che apre le porte al dia-
Atti Simposio int. Med. indigena e popolare logo fra il sistema tradizionale e quello moderno di assi-
dellAmerica latina: 71-82. I.I.L.A. Roma. stenza). Obiettivo auspicabile e prioritario del Programma
GUERCI A. (ed), 1997 Healing, Yesterday and Today. di favorire una migliore conoscenza (e riconoscenza) del-
Tomorrow? CD-Rom Erga Multimedia Comm. Links lapporto offerto dalle pratiche tradizionali, e dalletnobo-
Genova. tanica in particolare, al progresso di tutte quelle scienze
, 1998 I popoli nelle loro medicine. Medicina Naturale, che operano nel tentativo di alleviare le sofferenze umane.
Milano, A. VIII, 5: 68-70. Numerose strutture di ricerca di tutto il mondo lavorano
KLEINEMAN A., 1980 - Patients and Healers in the context a tal fine e il compito degli etnobotanici di assicurare una
of culture. University of California Press Berkeley. continuit fra i lavori sul terreno e i lavori dei laboratori,
PELT J.M., 1990 LEthnopharmacologie laube du troi- e di permettere il ritorno dellinformazione sul posto per
sime millenaire. In: FLEURENTIN J., CABALLON P., la diffusione dei risultati emersi.

AUTORE

Antonio Guerci, Dipartimento di Scienze Antropologiche, Universit degli Studi di Genova Via Balbi, 4 - 16126 Genova
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 103-107, 1999 103
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Rapporti tra ricerche agronomiche e farmacobotaniche: problemi ed


esperienze

M. COCUCCI, M.G. MARIOTTI, A. RIVETTA, M. BIGNAMI e A. GIORGI

ABSTRACT. Relationships between agronomic, pharmacological and botanical researches: problems and experiences. - The
development of officinal plants field cultivation in marginal lands can be important for their economic expansion.
Different factors affect the diffusion of these cultivations: the little knowledge of the biological processes directly involved
in the synthesis of molecules that economically characterise the drugs. The knowledge of these processes is important
because the agronomic techniques should take into account that generally in plants the production of active principles
may coincide with differentiative processes. Using H. perforatum as a model we have investigated morphological, bio-
chemical and physiological characteristics of the leaf organs containing hypericin. The possibility to introduce field culti-
vations of this species in the mountain environment of Valle Camonica is the topic of a research project having the aim
to evaluate the responses of different ecotypes in terms of active principle production.

Key words: officinal plants, agronomy, Hypericum perforatum

INTRODUZIONE
Negli ultimi anni, la possibilit di sviluppare coltiva- A titolo desempio molto studiata, a livello biochi-
zioni di piante officinali su media e larga scala stata mico, fisiologico e molecolare, la possibilit di otte-
attentamente considerata, soprattutto per la rilevan- nere da colture cellulari della pianta tropicale
za economica in aree marginali. La notevole fitodi- Catharanthus roseus quantit consistenti di alcaloidi
versit delle aree montane ad agricoltura non inten- terpenoidi indolici di elevato valore medicinale ed
siva spesso presenta un elevato numero di specie offi- economico come ajmalicina, catarantina, vindolina e
cinali, che rappresentano potenzialmente la materia altri indoli quali vinblastina e vincristina, utilizzati
prima per diversi settori di utilizzo. Peraltro in tali come antitumorali (LEECH et al., 1998; WHITMER et
aree le condizioni ambientali di tali aree possono al., 1998; CONTIN et al., 1999). Un esempio di col-
risultare particolarmente adatte allespressione della tura di organi a livello industriale la coltura di radi-
massima produttivit di questo tipo di piante. ci di ginseng (Panax ginseng) in bioreattori
Diverse considerazioni di carattere economico sugge- (YOSHIKAWA e FURUYA, 1987; INOMATA et al., 1993).
riscono inoltre che la coltivazione di piante officina- Ci lascia intravedere la possibilit che nei prossimi
li, se legata direttamente alla produzione di semila- anni queste tecnologie saranno determinanti nella
vorati per lindustria di utilizzazione e se caratterizza- produzione di numerose sostanze e conseguentemen-
ta da costanti standard qualitativi (per esempio la te la coltura di campo di queste particolari specie non
certificazione del titolo della droga, dellassenza di risulter economicamente vantaggiosa. Tuttavia, alla
residui di fitofarmaci, ecc.), pu risultare competiti- luce delle attuali conoscenze sui processi biologici
va rispetto a prodotti vegetali di basso costo prove- coinvolti nella produzione di metaboliti secondari da
nienti dallestero (LETO et al., 1990; DE PADOVA et parte delle piante, questa prospettiva appare lontana
al., 1998). e dalla coltura in campo di piante officinali dipende
La filiera che porta alla produzione di un determina- la frazione pi importante della produzione.
to principio attivo destinato a importanti settori
come quelli alimentare, farmaceutico e cosmetico, CONSIDERAZIONI AGRONOMICHE
complessa e inizia dallottenimento del materiale Ancor pi che per una coltura tradizionale, produtti-
vegetale fresco attraverso la produzione di campo o la vit di una pianta officinale significa qualit dei prin-
raccolta di piante spontanee. Inoltre, recentemente si cipi attivi contenuti nella pianta stessa. Il fattore
stanno sviluppando tecnologie per produrre partico- limitante per la produttivit di una pianta officinale
lari molecole attraverso colture di cellule o di organi. rappresentato dalla possibilit di sintesi di principi
104 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 103-107, 1999

attivi commercialmente interessanti. Essi devono mente soprattutto per la formazione e lo sviluppo di
essere presenti nel materiale vegetale in quantit tale germogli basali e ascellari. Naftodiantroni (<0,1-
da soddisfare standard qualitativi dettati dal mercato. 0,15% su peso pianta intera secca) sono contenuti in
In numerosi casi non semplice indirizzare la pro- maggiore quantit nelle sommit fiorite: i livelli di
duzione attraverso la scelta di appropriate tecniche ipericina e di pseudoipericina diminuiscono rapida-
agronomiche e neppure orientare la ricerca di base mente subito dopo lapertura dei fiori e dopo lim-
per tecniche colturali innovative o anche la selezione pollinazione. Anche la quercitina ha un andamento
genetica, poich spesso non sono noti la molecola o simile ai naftodiantroni, con livelli bassi nelle foglie
le molecole che mostrano unattivit, la cui presenza ed elevati nei fiori. Flavonoidi (7,4-11,7% su secco)
nei tessuti della pianta sarebbe quindi da privilegiare. e procianidine sono presenti in concentrazioni pi
Il quadro della situazione risulta quindi confuso: per elevate nei fiori quando ancora chiusi, appena prima
esempio non chiaro se lattivit antidepressiva degli della fioritura. Floroglucinoli quali iperforina (2-
estratti di Hypericum perforatum sia dovuta a nafto- 4,5% su secco) e adiperforina (0,2-1,9% su secco)
diantroni, a flavonoidi o a qualche altra classe di sono solo nei fiori e nelle capsule: in queste i livelli
composti (BLADT e WAGNER, 1994; BOMBARDELLI e sono pi del doppio rispetto ai fiori. Lolio essenziale
MORAZZONI, 1994; BLUMENTHAL, 1997); il titolo (0,06-0,35% su secco) consiste principalmente di
commerciale di questa droga il contenuto di iperi- monoterpeni (pineni) e sesquiterpeni: la concentra-
cina, molecola con comprovata attivit antiretrovira- zione pi elevata si osserva prima della fioritura e si
le e antitumorale (LAVIE et al., 1989; WELLER et al., dimezza con la fioritura mantenendosi costante nelle
1997). E possibile anche che lattivit di un estratto capsule mature. La pi elevata concentrazione di
sia dovuta allazione sinergica di due o pi molecole, rutina nella fase di germogliamento e segue lo svi-
fattore importante da considerare per la scelta delle luppo vegetativo.Anche per quanto riguarda i tratta-
tecniche colturali che potrebbero condizionare i rap- menti post raccolta del materiale vegetale che in
porti quantitativi tra le diverse sostanze. Ci vero
per piante di interesse farmacologico ed altrettanto
vero per quelle di interesse alimentare; per esempio
in Artemisia absinthium sono ricercate sostanze aro-
matiche sotto il profilo organolettico gradevoli e aro-
matiche per la preparazione di liquori (ad esempio
cis-epossicimene) ma anche bassi contenuti di tujo-
ne, sostanza neurotossica. Fino ad ora la discrimina-
zione tra sostanze pi o meno desiderabili o lau-
mento delle rese di molecole interessanti sono stati
ottenuti soprattutto nelle ultime fasi della filiera pro-
duttiva, a livello dellestrazione dei principi attivi.
Ci dipende in parte dalle scarse conoscenze dei pro-
cessi di produzione del materiale vegetale e di quelli
post raccolta. Accanto a specie coltivate tradizional-
mente (camomilla, menta, rosmarino, salvia), per le
quali sono disponibili sufficienti dati relativi alla
gestione di una coltura, troviamo molte specie di cui
poco o nulla conosciuto; i dati disponibili non sono
peraltro significativi poich legati a situazioni pedo-
climatiche o a cultivar particolari e quindi non uti-
lizzabili per controllare la qualit del prodotto.
Generalmente, presenza o assenza e maggiore o Fig. 1
minore contenuto di principi attivi di una pianta Andamento nel tempo del contenuto di principi attivi in
officinale dipendono dallo stadio fenologico in cui si Hypericum perforatum.
Time course of the content of active principles in
trova: per un determinato ambiente, esso caratteri- Hypericum perforatum.
stico di un preciso momento stagionale. Per molte
specie questa informazione manca o incompleta, molti casi coincidono con lessiccamento, si conosce
ma essenziale a livello agronomico per individuare poco. Tuttavia essi sono molto importanti poich
fasi importanti quali lepoca di raccolta e le pratiche possono condizionare fortemente la composizione
agronomiche (fertilizzazioni) in modo da ottimizzare del prodotto vegetale, in considerazione del fatto che
la qualit del prodotto. raramente la struttura dellazienda agraria italiana
Per esempio, utilizzando H. perforatum come specie consente di trattare elevate quantit di prodotto fre-
modello, possibile costruire con i dati disponibili in sco. Nel caso di piante di H. perforatum sembra che
letteratura (BLUMENTHAL, 1997) landamento, sep- lessiccamento veloce (24-48 h) e a temperature non
pur rappresentativo, del contenuto di diverse sostan- elevate (30-40 C) consenta di mantenere la compo-
ze in funzione dello stadio di sviluppo della pianta sizione degli estratti alcolici simile a quella degli
(Fig. 1). La crescita di questa specie lenta nei primi estratti da piante fresche; che il trattamento con N2
due mesi di sviluppo e in seguito aumenta veloce- liquido e liofilizzazione faccia aumentare la concen-
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 105

trazione di flavonoidi e procianidine; che lessicca- Lanalisi HPLC e TLC del contenuto dei noduli
mento alla luce diretta del sole provochi fino all80% fogliari ottenuto mediante suzione con microcapilla-
di perdite di ipericina per fenomeni di ossidazione ri di vetro (diametro 50 m) indica la presenza di
(BLUMENTHAL, 1997). numerosi composti. In particolare si osserva che il
Nonostante siano numerosi i fattori che limitano la contenuto di ipericina sempre pi basso di quello
produttivit di una pianta officinale, il suo possibile di pseudoipericina; la quantit di ipericina sembra
incremento mediante tecniche colturali deve consi- aumentare con lo sviluppo dei noduli. Lanalisi TLC
derare quali sono i processi biologici direttamente ha permesso di evidenziare anche altri pigmenti di
coinvolti nella produzione di molecole particolari da colore rosso, seppure non fluorescenti quando illu-
parte della pianta. Le conoscenze in tal senso sono minati a 366 nm, contrariamente ad ipericina e com-
piuttosto scarse, ma risultano molto importanti poi- posti ipericina-simili, la cui natura chimica in corso
ch spesso per le piante officinali i processi di produ- di studio.
zione di principi attivi coincidono con processi diffe- La presenza di noduli di colore scuro quindi un
renziativi quali la fioritura o la formazione di organi indice della sintesi di ipericina e di pseudoipericina.
in cui avviene la sintesi e laccumulo. Considerato Per verificare se possibile associare a un numero
che spesso diversi principi attivi hanno azione siner- maggiore di noduli un maggiore contenuto di iper-
gica e che i processi differenziativi della pianta sono icina nellinfuso alcoolico, si proceduto a seleziona-
essenziali per la sintesi dei fitocomplessi (insieme re quattro gruppi di trenta foglie completamente svi-
delle diverse molecole attive), la coltura in campo, luppate con diversa densit di noduli e a infonderle
rispetto per esempio alla coltura di cellule, si rende in 25 ml di metanolo puro per 30 giorni. Si osserva
necessaria. come i contenuti di ipericina siano proporzionali al
numero di noduli e non dipendenti dal peso delle
ESPERIENZE foglie infuse fino alla classe 51-75 noduli/foglia.
Limportanza di conoscere qualcosa di pi sulla fisio-
Con riferimento sempre ad H. perforatum abbiamo logia delle piante officinali sottolineata dal fatto che
studiato la localizzazione ed alcune caratteristiche spesso la sintesi e laccumulo di principi attivi dipen-
morfologiche, biochimiche e fisiologiche delle strut- de dai rapporti tra diversi organi della pianta. Per
ture di secrezione. H. perforatum presenta due tipi di esempio lo sviluppo della parte epigea di specie quali
strutture ghiandolari (CURTIS e LERSTEN, 1990; valeriana e genziana, i cui principi attivi di interesse
BARONI FORNASIERO et al., 1998): quelle del primo commerciale sono presenti nellapparato radicale,
tipo sono evidenti nel mesofillo ed hanno aspetto pu giocare un ruolo fondamentale nei processi di
traslucido; quelle del secondo tipo sono presenti accumulo. Studi condotti su piante allevate in vitro
nelle foglie, nei petali, nelle antere, nei sepali, pre- di Artemisia annua da cui si estrae artemisina (latto-
sentano colore rosso scuro-violaceo e possono essere ne sesquiterpene, utilizzato come agente antimalari-
di forma sferica o allungata. In particolare stata stu- co) hanno evidenziato una correlazione significativa
diata la morfologia delle strutture ghiandolari del tra contenuto di artemisina nel germoglio e numero
secondo tipo presenti nel mesofillo. Utilizzando di radici (FERREIRA e JANICK, 1996). Informazioni di
microscopia ottica possibile osservare come linter- questo tipo possono essere utili per orientare pratiche
no della struttura ghiandolare sia costituito da una agronomiche quali fertilizzazioni o lavorazioni.
massa compatta di cellule, le pi periferiche appiatti- E necessario anche evidenziare che i prodotti di
te e le pi interne rotondeggianti, entrambe con fun- maggiore interesse di ogni pianta officinale sono rap-
zione secretoria. Zone con accumuli di pigmenti presentati da molecole derivanti prevalentemente dal
rossi sono chiaramente visibili allinterno delle cellu- metabolismo secondario, quali la via dellacido sci-
le. Sulle foglie apicali possibile distinguere a occhio chimico e dellacido mevalonico che utilizzano meta-
nudo, soprattutto lungo il margine, strutture ghian- boliti primari. Il metabolismo dei prodotti secondari
dolari con diversa intensit di colore rosso. Quelle un sistema complesso e dinamico dove sintesi e
pi chiare sono strutture in formazione che col degradazione di tali prodotti, spesso considerati sem-
tempo si sviluppano e assumono colore pi scuro. plici prodotti finali, sono due processi legati e inte-
Da esperimenti condotti su foglie recise, levoluzione grati nella rete del metabolismo costitutivo della cel-
delle strutture ghiandolari appare completarsi in lula vegetale (BARZ e KSTER, 1981; LU e
meno di 48 h quando le foglie sono incubate in MCKNIGHT, 1999). Inoltre, laccumulo e il turnover
acqua distillata, a 26 C e ciclo luce/buio 16h/8h. dei prodotti secondari sono completamente integrati
Questi dati suggeriscono che laccumulo di principi in programmi di differenziamento e sviluppo della
attivi un processo relativamente veloce. pianta che li produce (WIERMANN, 1981). Se si con-
Ulteriori informazioni sulle cellule che costituiscono sidera che in condizioni normali di crescita circa il
i noduli sono state ottenute isolando protoplasti dalle 20% del carbonio fissato da una pianta con la foto-
foglie apicali che presentano un numero elevato di sintesi fluisce attraverso la via dellacido scichimico
noduli giovani. Una volta effettuata la digestione (HERRMANN, 1995), risulta evidente quanto la pro-
delle pareti cellulari, i protoplasti derivanti da cellule duttivit di una pianta officinale dipenda dalle inte-
costituenti i noduli sono facilmente distinguibili razioni tra metabolismo primario e secondario. Il
dagli altri al microscopio ottico, poich sono gli unici quadro si complica ulteriormente se si considera la
a contenere delle zone molto pigmentate. possibile azione di ormoni vegetali sul differenzia-
106 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 103-107, 1999

mento e sullo sviluppo di organi secretori. Achillea millefolium. E stato campionato del mate-
Esperimenti condotti su foglie di H. perforatum su riale vegetale su cui sono state effettuate analisi qua-
cui erano presenti strutture ghiandolari (contenenti litative dei principi attivi che caratterizzano lo stan-
ipericina) in via di sviluppo indicano un aumento del dard del mercato. I dati ottenuti sono stati confron-
numero medio di ghiandole/foglia a 48 h di incuba- tati con quelli di letteratura. Sono state valutate le
zione in condizioni di controllo rispetto al numero di modalit pi idonee di riproduzione sia gamica, ana-
strutture ghiandolari/foglia misurato allinizio del- lizzando la germinabilit dei semi campionati, sia
lincubazione (T0). La presenza di ABA 100 M nel agamica, studiando leffetto di radicanti su germogli
mezzo di incubazione inibiva il differenziamento di recisi. Inoltre sono stati acquistati dal mercato i semi
nuove strutture ghiandolari; lincremento rispetto a di cultivar di iperico, valeriana, assenzio, indicate
T0 del numero di ghiandole/foglia in foglie incubate come ceppi ad alta resa in principi attivi: tali semi e
in presenza di GA3 100 M pi elevato dellincre- quelli provenienti dalle piante autoctone sono stati
mento nel controllo. utilizzati per la produzione in serra di piantine desti-
Anche lambiente di crescita e il genotipo possono nate allallestimento di campi sperimentali nella sta-
svolgere ruoli importanti nel condizionare la produt- gione 1999. Tali campi sono a differenti altitudini
tivit di specie officinali. E stato riscontrato, infatti, (da 250 a 1050 m s.l.m.) e caratterizzati da suoli di
come tali specie abbiano differenziato ecotipi spesso natura calcarea. Si tratta di cinque campi di circa 400
distinguibili per caratteri morfologici, ma anche che- m2 ciascuno, divisi in parcelle (9 m2/parcella) che
miotipi distinguibili per la proporzione tra i principi ospiteranno 40-60 piante/parcella con tre ripetizioni
attivi. E il caso per esempio di Thymus vulgaris di cui per ogni gruppo di piante. Sar posta a confronto la
sono stati individuati e studiati numerosi chemiotipi produttivit di entrambi i tipi di piante misurando le
aventi percentuali molto diverse di geraniolo, linalo- rese in principi attivi in relazione a parametri fisiolo-
lo, terpeneolo, timolo, carvacrolo (STAHL-BISKUP, gici quali la crescita, le dimensioni delle piante, le
1991). Inoltre, vale la pena di considerare come esi- dimensioni e il numero di organi importanti per la
stano casi di variazioni nel contenuto delle essenze, secrezione e a dati climatici. Lobiettivo di ottenere
imputabili alla quota di coltivazione, un fatto cono- indicazioni utili sulle specie e popolazioni pi van-
sciuto e ricorrente in molte specie tra cui Hyssopus taggiose per proporre coltivazioni su scala pi ampia.
officinalis, Gentiana lutea, Artemisia absinthium. E
stato riscontrato che nel genere Artemisia la percen- CONCLUSIONI
tuale di cis-epossicimene aumenta con la quota e che
parallelamente diminuisce il contenuto di tujone Una quota elevata della produzione di molecole che
(LUGANI, 1985). Questultimo presente solo in alimentano numerosi settori produttivi economica-
tracce in individui alla stato spontaneo a quote supe- mente importanti dipende dalle colture in campo.
riori ai 1300 m s.l.m. E interessante anche il com- Gli estratti ottenuti da tali piante presentano una
portamento di A. absinthium che, se trasportato dalla composizione molto complessa; sovente sono utiliz-
Valle dAosta a quote inferiori, modifica la composi- zati dal mercato senza conoscere con esattezza liden-
zione del proprio olio essenziale con processo che tit della/e molecole attive e se lazione dellestratto
pare reversibile, riportando la pianta nel luogo dori- sia dovuta a sinergismi tra molecole diverse. Questo
gine (LUGANI, 1985). fatto pone dei limiti al miglioramento della produt-
Ecotipi locali selezionati da popolazioni spontanee tivit di tali specie in campo. Quindi importante
possono essere coltivati vantaggiosamente rispetto a che le diverse competenze scientifiche impegnate
cultivar provenienti da ambienti molto diversi da nello sviluppo delle conoscenze sulle piante officina-
quelli destinati a nuovi impianti colturali. Questo li e sui loro derivati vengano integrate. E necessario
tipo di valutazione molto importante e tuttavia inoltre determinare con precisione le esigenze,
carente per la maggior parte delle specie officinali. soprattutto qualitative, dei diversi settori che utiliz-
Uno degli obiettivi agronomici da perseguire nel pro- zano le piante officinali.
cesso di introduzione di coltivazioni di piante offici- Le conoscenze dei meccanismi biochimici e fisiologi-
nali spontanee consiste nel valutare quale quota della ci coinvolti nella sintesi e nellaccumulo di principi
produttivit legata allambiente naturale di crescita attivi allinterno della pianta sono scarse.
e allambiente di coltura (composizione chimico-fisi- Lacquisizione di informazioni in tal senso potr for-
ca dei substrati di crescita, microclimi particolari che nire indicazioni sulla biologia della pianta utili al
potenzialmente interferiscono con lespressione delle miglioramento della loro produttivit in campo, in
capacit produttive) al fine di ridurre o esaltare tali quanto per numerose specie dipende strettamente da
differenze. processi di differenziamento. Parallelamente
A tale proposito il nostro gruppo di ricerca ha intra- importante sviluppare ricerche agronomiche per
preso uno studio per valutare la possibilit di intro- individuare tecniche colturali adatte a fare esprimere
durre la coltivazione di piante officinali nellambien- le potenzialit produttive della pianta in un determi-
te montano della Valle Camonica. Lesperimento nato ambiente.
iniziato nellestate del 1998. Sono state individuate I risultati riportati descrivono un approccio prelimi-
sul territorio diverse specie officinali tra cui alcune nare allidentificazione dei meccanismi metabolici
interessanti commercialmente: Hypericum perfora- che portano alla biosintesi di molecole di interesse
tum, Artemisia absinthium, Valeriana officinalis, specifico: la sperimentazione condotta sia in campo
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 107

che in laboratorio, in quanto la consapevolezza della INOMATA S., YOKOYAMA M., GOZU Y., SHIMIZU T. and
non trasferibilit dei risultati ottenuti in sistemi con- YANAGI M., 1993 Growth pattern and ginsenoside pro-
trollati non consente di ignorare quanto pu essere duction of Agrobacterium-transformed Panax ginseng
indotto nel sistema di campo. Daltra parte lapproc- roots. Plant Cell Rep., 12: 681-686.
LAVIE G., VALENTINE F., LEVIN B., MAZUR Y., GALLO G.,
cio di laboratorio d la possibilit di individuare i fat- LAVIE D.,WEINER D. and MERUELO D., 1989 Studies
tori biochimici e fisiologici che potrebbero essere of the mechanisms of action of the antiretroviral agents
utili per il trasferimento del loro uso in produzioni su hypericin and pseudohypericin. Proc. National Acad. Sci.
larga scala in campo: in particolare risultano di inte- USA, 89: 5963-5967.
resse gli effetti di ormoni (ABA e GA3) sulla produ- LEECH M.J., MAY K., HALLARD D., VERPOORTE R., DE
zione delle sostanze di interesse. Infine, lindividua- LUCA V. and CHRISTOU P., 1998 Expression of two con-
zione di tali fattori pu aprire la base per il migliora- secutive genes of a secondary metabolic pathway in transge-
nic tobacco: molecular diversity influences levels of expre-
mento sia quantitativo che qualitativo della produ- sion and product accumulation. Plant Molec. Biol., 38:
zione, intervenendo sui fattori che controllano latti- 765-774.
vazione e lespressione delle vie metaboliche implica- LETO C. e CARRUBA A., 1990 Piante officinali: molta
te, utilizzando sia tecniche di miglioramento tradi- confusione, carenze legislative e scarsa produzione.
zionale ed assistite sia per mezzo di trasformazione. Informatore Agrario, 5: 53-57.
LU H. and MCKNIGHT T.D., 1999 Tissue-specific expres-
Ringraziamenti Il presente lavoro finanziato sion of the b-subunit of tryptophan synthase in
dallUnione Europea, Regione Lombardia, Comunit Camptotheca acuminata, an indole alkaloid-producing
Montana di Valle Camonica, comuni di Borno, Lozio, plant. Plant Physiol., 120: 43-51.
Ossimo, Piancogno, nellambito del progetto LUGANI V., 1995 Coltivazione delle piante officinali. Ed
Valutazione della possibilit di introdurre la coltivazione CLESAV, Milano.
di piante officinali ed aromatiche in Valle Camonica: stu- STAHL-BISKUP, 1991 The chemical composition of
dio vocazionale (Regolamento CEE 2081/93 Obiettivo Thymus oils: a review of the literature 1960-1989. J.
5b Misura 1.5). Essential Oil Res., 3: 61-82.
WELLER M., TREPEL M., GRIMMEL C., SCHABET M.,
LETTERATURA CITATA BREMEN D., KRAJEWSKI S. and REED J.C., 1997
BARONI FORNASIERO R., BIANCHI A. A. and PINETTI A.,
1998 Anatomical and ultrastructural observations in Hypericin-induced apoptosis of human malignant glioma
Hypericum perforatum L. leaves. J. Herbs, Spices, Med. cells is light-dependent, independent of bcl-2 expression,
Plants, 5: 21-33. and does not require wild-type p53. Neurol. Res., 19: 459-
BARZ W. and KSTER J., 1981 Turnover and degradation 470.
of secondary (natural) products. In: STUMPF P.K. and WHITMER S., CANEL C., HALLARD D., GONALVES C. and
CONN E.E. (Eds.) The Biochemistry of Plants. A compre- VERPOORTE R., 1998 Influence of precursor availability
hensive treatise. Secondary Plants Products. 7: 35-80. on alkaloid accumulation by transgenic cell line of
BLADT S. and WAGNER H., 1994 Inhibition of MAO by Catharanthus roseus. Plant Physiol., 116: 853-857.
fractions and consituents of Hypericum extract. J. WIERMANN R., 1981 Secondary plant products and cell
Geriatric Psych. Neurol., 7: 57-59. and tissue differentiation. In: STUMPF P.K. and CONN
BLUMENTHAL M., 1997 St. Johns Wort, Hypericum per- E.E. (Eds.) The Biochemistry of Plants. A comprehensive
foratum. In: UPTON R. (Ed.) American Herbal treatise. Secondary Plants Products. 7: 86-112.
Pharmacopoeia and Therapeutic Compendium. Santa YOSHIKAWA T. and FURUYA T., 1987 Saponin production
Cruz.
BOMBARDELLI E. e MORAZZONI P., 1994 Hypericum by cultures of Panax ginseng transformed with
perforatum. Fitoterapia, 66: 43-68. Agrobacterium rhizogenes. Plant Cell Rep., 6: 449-453.
CONTIN A., COLLU G., VAN DER HEIJDEN R. and
VERPOORTE R., 1999 The effects of phenobarbital and RIASSUNTO - Sviluppare la coltivazione di piante offici-
ketoconazole on the alkaloid biosynthesis in Catharanthus nali in aree marginali pu costituire un elemento impor-
roseus cell suspension cultures. Plant Physiol. Biochem., tante per rivitalizzarne leconomia. Tra i molteplici fattori
37: 139-144. limitanti la diffusione di tali colture vi sono le scarse cono-
CURTIS J.D. and LERSTEN N.R., 1990 Internal secretory scenze dei processi biologici direttamente coinvolti nella
structures in Hypericum (Clusiaceae): H. perforatum L. sintesi delle sostanze che caratterizzano economicamente
and H. balearicum L. New Phytol., 114: 571-580. le droghe. Tali conoscenze sono necessarie, poich le tec-
DE PADOVA M.G., BONONI M., MARTELLO S., LUBIAN E. niche agronomiche adatte per lallestimento di colture su
e TATEO F., 1998 Erbe officinali ed aromatiche. Aspetti larga scala devono considerare la possibile coincidenza
condizionanti lo sviluppo produttivo. Tecnologie nella pianta dei processi di sintesi dei principi attivi con
Alimentari, 9 (2): 54-59 quelli differenziativi. Utilizzando H. perforatum come spe-
FERREIRA J.F.S. and JANICK J., 1996 Roots as enhancing
factor for the production of artemisinin in shoot cultures of cie modello, si sono indagate caratteristiche morfologiche,
Artemisia annua. Plant Cell Tissue Organ Cult., 44: biochimiche e fisiologiche delle foglie contenenti iperici-
211-217. na. La possibile introduzione della coltivazione di H. per-
HERRMANN K.M., 1995 The shikimate pathway: early foratum nellambiente montano della Valle Camonica
steps in the biosinthesis of aromatic compounds. Plant Cell, oggetto di un progetto di ricerca che valuta le risposte di
7: 907-919. diversi ecotipi in termini di produzione di principi attivi.

AUTORI

Maurizio Cocucci, Mauro Giorgio Mariotti, Alberto Rivetta, Mauro Bignami, Anna Giorgi
Dipartimento di Produzione Vegetale. Sezione di Fisiologia delle Piante Coltivate e Chimica Agraria, Universit degli Studi di Milano, Via
G. Celoria 2, 20133 Milano.
108 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 108-111, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Caratterizzazione e attivit fungicida di Thymus vulgaris L.


di diversa provenienza

A. BIANCHI, A. ZAMBONELLI, A. SEVERI, S. BENVENUTI e A. ZECHINI DAULERIO

ABSTRACT Characterization and fungicidal activity of Thymus vulgaris L. from different origin. - The chemical composi-
tion and the fungicidal activity of chemically different Thyme oils from Italy and France were analysed. The percentage
of mycelial growth inhibition was higher in the thymol and carvacrol rich oils. SEM and TEM examinations showed
that the mycelium of the fungi treated with the thyme oil (thymol chemotype) was modified. The treated hyphae were
collapsed and the cytoplasm showed several small vacuoles which contained whorls of membranes.

Key words: Thymus vulgaris, chemotypes, fungicidal activity, pathogenic fungi, SEM, TEM.

PREMESSA
In questi ultimi anni si sta registrando un notevole timo, Pythium ultimum Trow var. ultimum (collezio-
aumento di interesse per limpiego di prodotti natu- ne di colture CBS no. 264.38), Fusarium solani
rali nella lotta contro funghi fitopatogeni in alterna- (Mart.) Sacc. (collezione di colture CBS no. 231.31),
tiva ai fitofarmaci di sintesi. Ci legato alla necessi- Colletotrichum lindemuthianum (Sacc. & Magn.)
t di ridurre gli effetti negativi sullambiente prodot- Briosi & Cav. isolato da fagiolo. Le colture fungine
ti dagli effetti secondari dei fitofarmaci. sono state fatte sviluppare e mantenute su agar pata-
Recentemente sono stati sperimentati numerosi pro- ta-destrosio (PDA, Difco).
dotti naturali di diversa origine (minerale, vegetale Gli oli di Thymus vulgaris L. utilizzati provenivano
ed animale) per la difesa delle piante dalle malattie da diverse zone geografiche dellItalia e della Francia.
fungine (BRUNELLI, 1995). Fra i prodotti di origine Preliminarmente sono stati caratterizzati chimica-
vegetale gli oli essenziali, ed in particolare lolio di mente con uno spettrometro gascromatografo di
timo, hanno dimostrato sia in prove in vitro che in massa.
campo, notevole attivit fungicida (ARRAS e PICCI, Lattivit antifungina degli oli stata saggiata in vitro
1984; BRUNELLI et al., 1990; CARTA e ARRAS, 1987; in piastre Petri di 8,5 cm di diametro contenenti
MARUZZELLA e BALTER, 1959; THOMPSON, 1986; PDA. Gli oli di timo sono stati disciolti in alcool eti-
ZAMBONELLI et al., 1996). Si conosce tuttavia anco- lico assoluto, quindi aggiunti al PDA a 40-45 C
ra poco sullinfluenza della composizione chimica immediatamente prima di versarlo nelle piastre.
degli oli essenziali sulla loro attivit fungicida. E Riferendoci ai risultati di un precedente lavoro
noto che in Europa fra le popolazioni naturali di (ZAMBONELLI et al., 1996) stata utilizzata una con-
timo (Thymus vulgaris L.) sono presenti diversi che- centrazione di 200 ppm di olio essenziale nei con-
miotipi (GRANGER et al., 1963); anche se quello che fronti di R. solani, F. solani e C. lindemuthianum,
ha una maggiore diffusione ed importanza commer- mentre contro P. ultimum var. ultimum, stata sag-
ciale quello a timolo che peraltro lunico ricono- giata una concentrazioni di soli 100 ppm. I funghi
sciuto dalla 9a Farmacopea Italiana. patogeni sono stati inoculati subito dopo la prepara-
zione delle piastre Petri, ponendo al centro di queste
Scopo della presente ricerca stato quello di con- un disco di micelio (di 0,5 cm di diametro) preleva-
frontare lattivit fungicida di oli di timo a differente to al margine di colture in attivo accrescimento. Le
composizione chimica e di studiare le modificazioni scatole Petri sono state singolarmente avvolte in un
ultrastrutturali da questi indotte sulle ife fungine. foglio di alluminio e mantenute in termostato alla
temperatura di 22+1C. Laccrescimento dei funghi
MATERIALI E METODI stato rilevato dopo 2, 5, 7 e 10 giorni, misurando il
I funghi fitopatogeni impiegati nelle prove sono stati diametro delle colonie lungo due linee prefissate.
Rhizoctonia solani Khn, isolata da semenzali di Lattivit fungicida degli oli saggiati stata espressa
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 109

come percentuale di inibizione sulla crescita micelia- microtomo LKB Ultratome III, contrastate con
re e calcolata con la formula: citrato di piombo e acetato di uranile ed esaminate
con un microscopio elettronico a trasmissione
dc-dt Hitachi HS-9.
______ x 100
dc RISULTATI E DISCUSSIONE
Le analisi gascromatografiche (Tab. 1) dimostrano
dove dc=diametro medio delle colonie del testi- che gli oli saggiati presentano una composizione chi-
mone, dt= diametro medio delle colonie trattate mica riferibile a 6 chemiotipi diversi secondo STAHL-
BISKUP (1989): thuyanolo (complesso trans-thuya-
Per studiare gli effetti sullultrastruttura ifale causati nol-4/terpineol-4), -terpineolo, p-cimene, geranio-
dai trattamenti con olio di timo sono state prelevate lo, carvacrolo e timolo. Lattivit antifungina degli oli
porzioni di micelio (1 x 1 x 0.3 cm) dalla periferia messi a confronto stata assai diversa a seconda della
delle colonie trattate e da quelle del testimone e pre- loro composizione chimica. I pi attivi sono risultati
parate per losservazione ai microscopi elettronici a gli oli di timo a timolo e a carvacrolo (Fig.1) come
scansione ed a trasmissione (SEM e TEM) gi rivelato anche nei confronti di altri organismi
Per losservazione al SEM i campioni sono stati fissa- (DOUGLAS et al., 1997; TARAYRE et al., 1995).
ti in glutaraldeide al 3% in tampone fosfato, disidra- Lattivit fungicida del carvacrolo era gi stata messa
tati in una serie acquosa di acetone e sottoposti al in evidenza in prove in vitro condotte da CACCIONI e
punto critico di disidratazione con CO utilizzando
2
GUIZZARDI (1994), mentre quella del timolo era
acetone come liquido intermedio. I campioni sono stata evidenziata in serra da BRUNELLI et al. (1990).
stati quindi ricoperti di un film di oro palladio e le Questi risultati suggeriscono come nel caso di un
ife fungine osservate con un microscopio elettronico possibile utilizzo degli oli essenziali di timo nella
a scansione Philips XL-40 (Centro Grandi difesa delle colture sia necessario selezionare esclusi-
Strumenti, Universit di Modena). vamente oli ad alto contenuto di questi componenti.
Per losservazione al TEM i campioni sono stati fis- Le osservazioni condotte ai microscopi elettronici a
sati in glutaraldeide al 3% in tampone fosfato e post- scansione e a trasmissione hanno permesso di evi-
fissati in tetrossido di osmio al 1% in tampone fosfa- denziare le modificazioni sulla stuttura ifale indotte
to, disidratati in una serie acquosa di etanolo e inclu- dallolio di timo a timolo. Al SEM (Fig. 2) le ife trat-
si in resine epossidiche durcupan (Fluka A G.). tate appaiono colassate, svuotate del loro contenuto
Le sezioni ultrafini sono state effettuate con un citoplasmatico. Al TEM le ife trattate presentano
Tabella 1
Principali componenti chimici degli oli di timo saggiati.
Major compounds of the tested thyme oils.
Olio Chemiotipo p-cimene g-terpinene
-terpinene Geraniolo Thujanolo Timolo Carvacrolo
n. % % % % % %
1 Thujanolo - 3,3 - 41,11 - -
2 _-terpineolo
1,68 38,67 - - - -
3 carvacrolo 21,33 9,14 - - 11,12 33
4 geraniolo - 3,55 25,17 - - -
5 p-cimene 32,63 8,73 - - 6,55 24,85
6 timolo 22,57 14,66 - - 38,5 1,65

Fig. 1
Percentuale di inibizione degli oli di timo a chemiotipo diverso.
Percentage of mycelial growth inhibition of different chemotypes of the thyme oils.
110 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 108-111, 1999

Fig. 2
Ife di C. lindemuthianum al SEM: testimone (a) e trattate con olio di timo a timolo (b).
Hyphae of C. lindemuthianum at SEM: untreated (a) and treated with thyme oil (b).

Fig. 3
Ife di P. ultimum var. ultimum al TEM: testimone (a) e trattate con olio di timo a timolo (b) (25.000 x).
Hyphae of P. ultimum var. ultimum at TEM: untreated (a) and treated with thyme oil (b) (25.000 x).
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 111

numerosissimi piccoli vacuoli, alcuni contenenti por- GIMPSEY M.C. and PERRY N.B., 1997 - Selection of che-
zioni di membrane. In particolare, la Fig. 3 mostra le motypes in Thymus vulgaris L. In: Pacific Oils 2000.
Proc. Int. Conf. Plant Oils and Marine Lipids.
suddette alterazioni, riscontrate nelle ife di P. ulti- Auckland, NZ.
mum var. ultimum. Pressoch analoghe sono quelle KNOBLOCH K., PAULI A., IBERI B., WEIS N. and
riscontrate negli altri funghi trattati. Queste osserva- WEIGAND H., 1988 - Mode of action of essential oil com-
zioni sembrano confermare quanto ipotizzato in pre- ponents on whole cells and fungi in plate tests. In:
SCHREIER P (ED.). Bioflavour 87: 287-299, Walter de
cedenti lavori per cui i composti fenolici, compo- Gruyter, Berlin.
nenti maggiormente attivi degli oli di timo, danneg- GRANGER R., PASSET J. et VERDIER R., 1963 - Diversit des
gerebbero lo strato lipoproteico delle membrane cel- essences de Thymus vulgaris L. La France et Ses Parfums,
lulari (KNOBLOCH et al., 1988; CACCIONI e 7: 225-2230.
MARUZZELLA J. C. and BALTER J., 1959 - The action of
GUIZZARDI, 1994; Zambonelli et al., 1996). essential oils on phytopathogenic fungi. Plant Dis. Rep.,
43(11):1143-1147.
Ringraziamenti - Ringraziamo il sig. G. Todisco agente ita- STAHL-BISKUP E., 1989 - The chemical composition of
liano della Phytosun aroms per averci fornito alcuni degli Thymus oils: A review of the literature 1960-1989. J.
oli essenziali impiegati nella prova. Essent. Oil Res., 3:61-82.
TARAYRE M., THOMPSON J.D., ESCARRE J. and LINHART
LETTERATURA CITATA Y.B., 1995 - Intra-specific variation in the inibitory effects
ARRAS G. e PICCI V. 1984 - Attivit fungistatica di alcuni of Thymus vulgaris (Labiatae) monoterpenes on seed ger-
mination. Oecologia, 101: 110-118.
oli essenziali nei confronti dei principali agenti di altera- THOMPSON D. P., 1986 - Effect of essential oils on spore ger-
zioni post-raccolta dei frutti di agrumi. Riv. mination of Rhizopus, Mucor, and Aspergillus species.
Ortoflorofrutt. It., 68: 361-366. Mycologia, 78 (3): 482-485.
BRUNELLI A. 1995 - I prodotti naturali nella lotta alle ZAMBONELLI A., ZECHINI DAULERIO A., BIANCHI A.
malattie fungine. La difesa delle piante, 18 (2): 57-69. and ALBASINI A., 1996 - Effects of essential oils on phyto-
BRUNELLI A., DI MARCO S. e SATANASSI L., 1990 - Attivit pathogenic fungi in vitro. J. Phytopath., 144: 491-494.
in vitro e in serra di sostanze naturali contro patogeni fun-
gini. Atti giornate fitopatologiche. Vol. 2, pp 335-334. RIASSUNTO - E stata analizzata la composizione chimi-
CACCIONI D. R. L. and GUIZZARDI M., 1994 - Inhibition ca e lattivit fungicida di diversi oli di timo di provenien-
of gerrmination and growth of fruit and vegetable posthar- za italiana e francese chimicamente diversi La percentuale
vest pathogenic fungi by essential oil components. J. Essent. dinibizione degli oli di timo messi a confronto sulla cre-
Oil Res., 6: 173-179. scita miceliare di funghi fitopatogeni risultata maggiore
CARTA C., e ARRAS G., 1987 - Azione inibitrice in vitro di negli oli con chemiotipo a timolo e a carvacrolo. Le ife dei
oli essenziali nei confronti di alcuni patogeni di piante funghi trattati con olio di timo a timolo, esaminate al
ornamentali. La difesa delle piante, 10 (1): 195-202. SEM e al TEM apparivano rispettivamente collassate e
DOUGLS M.H., BRENNAN N.J., HEANEY A.J., MC fortemente vacuolizzate.

AUTORI

Alberto Bianchi*, Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale, Viale delle Scienze, 43100 Parma.
Alessandra Zambonelli, Aldo Zechini D'Aulerio Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare, via Filippo Re 8,
40126 Bologna.
Aldo Severi, Dipartimento di Biologia Animale, sez. Orto Botanico, viale Caduti in Guerra, 127, 41100 Modena.
Stefania Benvenuti Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, via Campi 183, 41100 Modena.
112 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 112-113, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Attivit antimicrobica dellolio essenziale di Satureja montana L.

M. CIANI, R. PAGIOTTI, F. MARIANI, L. MENGHINI, M.N. LOLLINI e A. MENGHINI

ABSTRACT - Antimicrobial activity of the Satureja montana essential oil. - The essential oil of S. montana has been tested for
its antibacterial and antifungal effects. The oil has shown a strong fungicidal activity against both Candida albicans and
dermatophites. The inhibitions activity of yeast polluting fermentations process was found to be significant.

Key words: Satureja montana, essential oil, fungicidal activity, antimicrobial activity, Candida albicans

PREMESSA
Il ricorso a composti dorigine vegetale, o comunque vapore. Le prove sono state effettuate sui seguenti
naturali, anche per il trattamento delle patologie microrganismi, procarioti ed eucarioti:
infettive da microrganismi, batteri e funghi in parti- Staphiloccoccus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas,
colare, un fatto ormai assodato che oggi viene con- aeruginosa, Penicillium expansum, Aspergillus flavus,
dotto con tecniche sempre pi sofisticate e sicure sul Candida albicans e lieviti vari, coltivati su terreni di
piano della veridicit dei risultati. coltura MHM (Mueller Hinton Medium), SDA
Da tempo nota lattivit antimicrobica e antifungi- (Sabouraud Dextrose Agar), YEPG (Yeast Peptone
na di molte specie aromatiche. A buona ragione pu Glucose), tanto con il metodo del contatto diretto
rientrare in questo gruppo anche Satureja montana L. quanto con quello della mictoatmosfera (SAVINO et
il cui olio essenziale ha mostrato di avere una com- al., 1987; MENGHINI et al, 1992). Lolio essenziale
posizione in sostanze fenoliche a spiccata attivit ini- nonch il carvacrolo e il -terpinene, suoi principali
bente sui microrganismi (PICCAGLIA et al., 1991; componenti, sono stati testati alle seguenti quantit
BELLOMARIA e VALENTINI, 1985). Daltronde oggi, decrescenti (l): 25, 15, 5, 2,5, 1, 0,5, 0,1, 0,05,
conoscendo gi a monte la composizione dellolio, 0,01, 0,005, 0,001.
pi facile risulta lo studio e la confrontabilit della
risposta che i diversi tipi di organismo hanno nei RISULTATI
riguardi dellagente inibente. Sulla scorta delle metodologie applicate, sono stati
Il presente lavoro aveva lo scopo di testare lolio ottenuti i seguenti risultati:
essenziale di un ecotipo di S. montana su una vasta l lolio essenziale di santoreggia, caratterizzato da
gamma di microrganismi. Pi dettagliatamente percentuali di carvacrolo intorno a 2 mg/g s.s., ha
riporta i risultati di una serie di test mirati da una unazione decisamente fungicida su P. expansum e
parte a confermare lattivit fungicida dellolio essen- A. flavus gi a dosi di 1 l; tale azione risulta diret-
ziale di santoreggia e le dosi alle quali la sua attivit tamente proporzionale alla dose impiegata ed
inibente pu considerarsi efficace e duratura, e dal- irreversibile nel tempo
laltra a registrare la sensibilit al trattamento delle l lattivit antibatterica meno specifica e richiede
popolazioni lievitiformi, con lintento di trovarne un comunque limpiego di quantit di essenza non
agente biologico discriminante per il controllo delle inferiori a 5 l: lazione risultata pi attiva con-
fermentazioni in alternativa o ad integrazione del- tro S. aureus, che comunque un batterio produt-
limpiego di proteine killer che bloccano lo sviluppo tore di enterotossine e particolarmente resistente
di lieviti acidificanti o comunque indesiderati. al calore e ai comuni disinfettanti (sviluppa facil-
mente resistenza agli antibiotici come la penicilli-
MATERIALI E METODI na); meno attiva contro E. coli e meno ancora
E stato utilizzato lolio essenziale di un ecotipo di contro P. aeruginosa;
santoreggia montana raccolto nei dintorni di l il carvacrolo, principale costituente dellessenza,
Perugia, ottenuto per distillazione in corrente di alla dose di 3 l ha mostrato di avere spiccata atti-
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 113

vit fungicida sia su P. expansum che su A. flavus, ganismi che sono testati e in particolare su quelli fun-
al contrario del -terpinene che non ha rivelato gini. Interessante risultata anche lattivit di inibi-
azione inibente; zione mostrata nei confronti di molti lieviti indesi-
l Hanseniaspora uvarum (Klochera apiculata) un derati, in particolare verso Hanseniaspora uvarum.
lievito di interesse alimentare che per spesso I risultati ottenuti stimolano ad effettuare test anti-
interferisce con Saccharomyces sp.p. nei processi di micotici in vivo e costituiscono un buon punto di
fermentazione alcoolica: sia lolio essenziale tal partenza per lindividuazione di sostanze naturali
quale che il carvacrolo in purezza hanno mostrato adatte al controllo delle fermentazioni da parte di
attivit inibente contro questo microrganismo in microrganismi inquinanti.
quantit fino a 0,06 l il primo e 0,02 l il secon-
do; LETTERATURA CITATA
l con 5 l di olio essenziale di santoreggia si ottiene BELLOMARIA B. e VALENTINI G., 1985 Composizione del-
una riduzione di H. uvarum pari a quella mostra- lolio essenziale di Satureja montana subsp. montana
ta da 5 ml di proteina killer; dellAppennino marchigiano. Giorn. Bot. Ital., 119: 81-
l lo screening condotto su 59 ceppi di lieviti ha 87.
mostrato che lessenza di santoreggia molto atti- MENGHINI A., PAGIOTTI R. et CAPUCCELLA M., 1992
Activit antifongique in vitro de lhuile essentielle de
va (fino a 0,06 l) su sei (Filobasidiella neoformans, Satureja montana L. et des ses composants. Riv. Ital.
Schizosaccharomyces octosporus, Zygosaccharomyces Eppos, 8: 1-8.
rouxii, Lipomyces kononenkoae, Nadsonia commu- PICCAGLIA R., MAROTTI M. et GALLETTI G. C., 1991
tata e Bullera variabilis): mediamente attiva su Characterization of Essential Oil from a Saureja montana
quattro (Zigosaccharomyces bisporus, Debaryomyces L. Chemotype Grown in Northern Italy. J. Ess. Oil Res.,
3: 147-152.
hansenii, Trichosporon cutaneum, Schwanniomyces MENGHINI A., SAVINO A., LOLLINI M.N. et CAPRIO A.,
occidentalis): poco attiva sui rimanenti. C da sot- 1987 Activit antimicrobienne en contact direct et en
tolineare tuttavia che alcuni dei ceppi sensibili microatmosphre de certaines huiles essentielles. Plantes
sono anche patogeni (F. neoformans e T. cutaneum) md. Phythoth., 21: 36-42.
o non desiderati (Z. rouxii). Daltra parte linterfe- RIASSUNTO - Nellambito di ricerche rivolte a testare
renza con i ceppi alimentari utili di entit infe- lattivit antimicrobica di sostanze naturali dorigine vege-
riore rispetto a quella mostrata per altri ceppi. tale, lolio essenziale di S. montana stato saggiato su vari
microrganismi fungini e batterici ed ha mostrato una forte
CONCLUSIONI azione fungicida, sia sui ceppi di Candida albicans che sui
dermatofiti. Degna di rilievo appare lattivit di inibizione
Lolio essenziale di S. montana ha confermato le sue nei confronti di lieviti indesiderati che si sviluppano
spiccate attivit antimicrobiche su molti dei micror- durante le fermentazioni.

AUTORI

Maurizio Ciani, Rita Pagiotti, Francesca Mariani, Luigi Menghini, Alessandro Menghini, Dipartimento di Biologia vegetale
Borgo XX Giugno 74, 06121 Perugia
Maria Novella Lollini, Dipartimento di Igiene, Facolt di Farmacia, Via del Giochetto, 06100 Perugia
114 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 114-119, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Attivit immunostimolante di estratti di Aconitum lycoctonum spontaneo


sullAppennino Parmense

M. L. COLOMBO e G. BORGHETTI

ABSTRACT Immunomodulatory activity of extracts from wild Aconitum lycoctonum grown on Apennines near Parma - The
immunomodulatory activity of diterpene alkaloids (crude fraction) was evaluated. The alkaloid components were extract-
ed from Aconitum lycoctonum grown wild on the Apennines near Parma. The biological activity was evidenced on human
granulocytes (7-8%) and monocytes (**P<0.001). A. lycoctonum extracts evaluated in their components by means of
HPLC and IR techniques had an immunomodulatory activity very similar to that rported for Chinese Aconites.

Key words: Aconitum, diterpene alkaloids, immunomodulatory activity, phagocytosis, monocytes, granulocytes

INTRODUZIONE
Le specie appartenenti al genere Aconitum L. settore.
(Ranunculaceae) sono pi note per la loro tossicit - Scopo di questo lavoro stato (I) analizzare la com-
per la presenza di alcaloidi diterpenici, quali aconiti- ponente alcaloidica in alcune popolazioni italiane di
na - che per le loro propriet terapeutiche. Nei Paesi Aconitum per le quali mancassero validi riferimenti
Orientali, soprattutto in Cina, Aconitum sp. appo- bibliografici e (II) valutare se e come gli alcaloidi
sitamente raccolto perch gli estratti ottenuti da que- estratti possedessero attivit immunomodulante; per
ste piante, opportunamente trattati, rientrano in verificare ci si scelto come parametro lentit della
molte formulazioni farmaceutiche cinesi. Gli estratti fagocitosi valutata sul sangue intero di individui sani
di Aconitum sp. (ad es. A. carmichaelii) vengono pro- (donatori).
posti per stimolare ed aumentare la capacit immu-
nitaria dellorganismo umano (BISSET, 1981; MATERIALI E METODI
PIGAREVSKII e MOCHNACH, 1983; ATAL et al., 1986;
LI XY, 1991; CHANG, 1994; KIMURA et al., 1995). Materiale vegetale
Il trattamento delle condizioni di immunodeficienza Aconitum lycoctonum L. stato raccolto in localit
correlato a diverse situazioni e prevede limpiego di Lagoni, 1300 m s.l.m. sullAppennino Parmense
differenti approcci terapeutici. In Farmacopea esiste lungo lalveo di un torrente. Le piante dopo il prelie-
un gran numero di prodotti accreditati per i poten- vo sono state separate nelle diverse parti: radici tube-
ziali effetti immunomodulanti, che sono stati propo- rizzate vecchie e giovani, radici filiformi, gemme,
sti per il trattamento delle forme a discreto impatto fusti, foglie, fiori.
clinico, ma scarsamente trattabili farmacologicamen- Il contenuto qualitativo e quantitativo (% peso
te. secco) in metaboliti secondari (alcaloidi diterpenici)
Variegato ed ancora controverso il panorama dei stato analizzato nelle piante fresche e in quelle con-
prodotti di origine naturale a potenziale attivit servate a 20C.
immunomodulante. In base ai dati di letteratura,
possibile suddividere tali prodotti in due categorie: Modalit destrazione degli alcaloidi diterpenici
prodotti ad alto peso molecolare come i polisaccari- Il tessuto vegetale, finemente tritato, viene suddiviso
di, ad es. di Echinacea porpurea e di Astragalus mon- in due lotti: uno destinato allestrazione dei principi
gholicus, e prodotti a basso peso molecolare, come ad attivi (ca. 10 g) ed uno alla valutazione del peso secco
es. i diterpenoidi e gli alcaloidi diterpenici e non (ca 0.5 g). La porzione del macinato da utilizzarsi per
(WAGNER et al., 1984; WAGNER, 1985). lestrazione degli alcaloidi viene posta in HCl 0,1 N
Recentemente stata proposta una revisione sullar- (1 : 10 p/v), t. a. per 1 h. Si filtra ed il tessuto vege-
gomento (WAGNER, 1999) riportando in primo tale recuperato riestratto con HCl 0,1 N (1:10
piano il ruolo svolto dagli estratti naturali in questo p/v), t. a. per 24 h. Le fasi acquose acidulate sono
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 115

riunite ed estratte (1 : 1 v/v) con CHCl3 x 3. granulocitemia, mediante la seguente formula:


Laggiunta di KCl 0,1N evita la formazione di emul-
sioni. Lestratto cloroformico, disidratato su sodio granulocitemia/l = (Globuli Bianchi Totali /l x
solfato anidro, viene concentrato sotto vuoto (40C) Neutrofili % ) x 100
e conservato a +4 C. Tutte le estrazioni sono effet-
tuate in doppio. Il valore di granulocitemia viene quindi utilizzato per
stabilire lappropriato rapporto tra granulociti fagoci-
Determinazione qualitativa e quantitativa dellAconi- tanti e il pabulum di particelle da ingerire (Candida
tina albicans). Analogo calcolo effettuato per i monoci-
La presenza di aconitina stata controllata mediante ti.
High Performance Liquid Cromatography (HPLC), Preparazione di blastospore di Candida albicans.
in fase inversa. Per lanalisi quantitativa stata utiliz-
zata la tecnica dello standard interno; il composto Per la preparazione delle spore di Candida fluore-
pi idoneo, quale standard interno, risultato essere scenti stato impiegato il metodo descritto da
1-cloro-2,4-di-nitrobenzene : il suo picco si evidenzia SARESELLA et al. (1998). Candida albicans viene man-
in unarea priva di picchi relativi ad altri composti, tenuta in coltura liquida in terreno Sabouraud con-
tenente il 2% di destrosio (DIFCO, Detroit, USA) a
che potrebbero interferire nella determinazione. 37C per 18-24 h. Le blastospore sono quindi lavate
Apparecchiature e condizioni sperimentali tre volte e risospese in phosphate-buffered-saline
Sistema cromatografico HPLC Jasco, munito di rive- (PBS), pH 7.2. La vitalit delle blastospore dopo i
latore : UV 975 Intelligent UV/VIS Detector; lavaggi viene valutata con il metodo dellesclusione
pompa : PU-980 Intelligent HPLC pump; valvola del tripan blu, e deve essere maggiore del 90%. Per il
diniezione: manuale, Rheodyne Mod. 7725 Catati, test di fagocitosi le blastospore di Candida albicans
California; colonna LC-8 SupelcoSIL 25 cm x 4 mm, sono fissate in etanolo 70% per 1 ora e quindi lavate
5 m. Miscela eluente = Acqua : Acetonitrile 1,4- altre due volte in PBS. Le blastospore fissate vengo-
Diossano (265 : 150 : 75 v/v) + HClO4 0,01 M, por- no quindi marcate con isotiocianato di fluoresceina
tato a pH = 2.6 con NH4 OH al 10%. Volume di- (FITC) (SIGMA Chemical Co, St Louis, USA) a
niezione: 5 l; flusso miscela eluente: 1 ml/min; lun- 0,01 mg/ml in una soluzione di carbonato/bicarbo-
ghezza donda di rivelazione: 235 nm; nato 0,5 M (pH 9.5), 30 min, t.a., sotto agitazione,
al buio. Le blastospore cos marcate sono lavate 2
Isolamento e Determinazione Quali Quantitativa della volte in PBS e conservate in aliquote ca.10 milioni /
Licoctonina
Per isolare il composto presumibilmente attribuibile TEST DI FAGOCITOSI
alla licoctonina, lestratto alcaloidico grezzo delle
radici stato ripetutamente cromografato mediante
RP-HPLC. Si sono ottenuti 78 g di un composto Candida albicans + FITC
con elevato indice di purezza (89 % controllo in provetta polipropilene
HPLC). Il composto isolato stato basificato con
NaOH 0,1 N a pH = 10. Quindi il composto, come Aggiunta di estratto di radice di Aconitum
base, stato riestratto con cloroformio (1:1 v/v) in Concentrazione ottimale 1 g/ml
fase acquosa; la fase organica stata separata e con-
centrata. Il composto purificato, sciolto in dicloro-
metano, stato fatto evaporare su un dischetto di Aggiunta di campioni ematici
NaCl, per lanalisi allo spettrometro a raggi infraros- 70 - 80 l
si. (IR) Perkin Elmer FT-IR 1710.
Dopo aver comprovato lidentit strutturale della Incubazione in stufa a 37C per 1 ora
molecola in esame, stata isolata una quantit suffi-
ciente di licoctonina per poter costruire una curva di
taratura. Lanalisi quantitativa della licoctonina Lisi degli eritrociti
stata quindi effettuata col metodo della standard
esterno.
Blocco dellingestione
Tests immunomodulanti - Preparazione campioni ema-
tici Contromarcatura C. albicans extracellulare
I leucociti umani sono ottenuti da campioni di san- con Etidio Bromuro
gue intero eparinizzato proveniente da donatori sani
forniti dal Centro Trasfusionale dellOspedale di
Monza (direttore Prof. Sciorelli). Lettura al Citoflussimetro
I campioni vengono mantenuti a temperatura Fig. 1
ambiente ed utilizzati entro 2 ore dal prelievo. Viene Preparazione campione ematico da sottoporre al test di
innanzitutto eseguito un conteggio emocromocito- fagocitosi.
metrico completo di formula leucocitaria (Roche Preparation of blood sample, in order to evaluate pha-
Cobas Argos) utile per ottenere (ad es.) il valore di gocytosis power.
116 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 114-119, 1999

200 l e mantenute a 80C. proporzionale al numero medio di particelle ingerite


per leucocita. Il quadrante superiore destro (UR)
Test di fagocitosi include le cellule che possono avere Candida sia inge-
Gli esperimenti di fagocitosi in citometria a flusso rita che adesa. La posizione extracellulare di Candida
sono stati eseguiti presso il Lab. Unit Operativa + FITC conferisce alla particella sia il mantenimento
Trapianto Renale, Ospedale Niguarda - Ca Granda, delloriginaria colorazione con FITC che lacquisizio-
Milano (direttore prof. B. Brando). ne delletidio bromuro, aggiunto immediatamente
Le fasi del protocollo sperimentale ottimale e defini- prima della lettura. Nel quadrante inferiore sinistro
tivo sono riportate in Fig. 1. Per la lettura dei leuco- (LL) vengono incluse le popolazioni cellulari che non
citi trattati viene impiegato un Citometro a Flusso abbiano interagito con Candida. Nel quadrante
FACSCalibur Becton Dickinson (San Jos, CA, superiore sinistro (UL) sono raggruppate le cellule
USA) corredato con una sorgente laser a ione Argon morte, che hanno assunto la fluorescenza rossa/aran-
emittente a 488 nm e sensori per diametro cellulare cione delletidio bromuro che riuscito a superare la
(Forward Scatter - FSC), complessit (Side Scatter - barriera della membrana plasmatica divenuta per-
SSC). La fluorescenza verde di Candida trattata con meabile (MARTEL et al., 1974).
FITC, letta a 530 nm (FL1), mentre la fluorescen- Di ciascuna popolazione cellulare vengono raccolti
za arancione di Candida ulteriormente trattata con seguenti dati quantitativi statisticamente elaborati:
Etidio Bromuro letta a 575 nm (FL2). Viene 1 Percentuale di elementi con Candida solo interna-
preimpostata una appropriata rete di compensazione lizzata (FITC+ EB-)
delle due emissioni di fluorescenza (entrambe di 2 Percentuale di elementi con Candida sia interna-
intensit elevata) e una configurazione di lettura con lizzata che adesa (FITC+ EB+)
priorit e soglia di acquisizione sul FSC. Vengono 3 Somma delle percentuale dei punti 1 e 2 (Totale
acquisiti gli eventi relativi a 10.000 cellule e in sede degli elementi interagenti con Candida)
di analisi viene disegnato un gate di selezione della
popolazione granulocitaria o monocitaria, in relazio- 4 Normalizzazione della percentuale 1 sul totale
ne alle diverse dimensioni delle popolazioni leucoci- degli elementi interagenti
tarie. 5 Normalizzazione della percentuale 2 sul totale
La Fig. 2 riassume i parametri qualitativi e schema- degli elementi interagenti.
tizza i quattro diversi raggruppamenti in cui si sud-
dividono i PMN dopo il contatto con le particelle di RISULTATI
Candida FITC. Il quadrante inferiore destro (LR) Identificazione botanica
contiene PMN che hanno Candida solo ingerita La popolazione studiata appartiene alla specie
(FITC+ EB-). Lintensit di fluorescenza media Aconitum lycoctonum L. (BINZ e THOMMEN, 1976 e
DALLA FIOR, 1981); secondo altri Autori A. lycocto-
num considerato invece un gruppo nel cui ambito
stata recentemente studiata la possibilit di specia-
zione (UTELLI et al., 1997). A. lycoctonum potrebbe
comprendere infatti forme che passano gradualmen-
te luna nellaltra, sconfinando nelle specie pi vicine
caratterizzate dal fiore giallo, quali A. vulparia
Reichb. e A. lamarkii Reichb. (HUXLEY, 1979). A.
lycoctonum stato raccolto in piena antesi a fine
luglio 1997, a 1300 metri di quota sullAppennino
Parmense, lungo le rive di un torrente di montagna,
habitat caratteristico per molte specie del genere
Aconitum (GIACOMINI e FENAROLI, 1958).
Indagine fitochimica
La caratterizzazione chimica della popolazione stu-
diata ha riguardato lestrazione della frazione alcaloi-
dica totale dalle diverse parti della pianta (estratte
separatamente), la separazione cromatografica (RP-
HPLC) delle frazioni ottenute, lisolamento e la
struttura (IR) dellalcaloide principale - la licoctoni-
na - composto noto, tuttavia non reperibile quale
standard.
Lidentit strutturale della licoctonina isolata dal
vegetale stata definita per confronto con quella del-
laconitina, unico alcaloide diterpenico disponibile
Fig. 2 puro in commercio (Fig. 3).
Schematizzazione acquisizione dati sperimentali di C.albi-
cans fagocitata. A 3497 cm^-1 riscontrabile il segnale del gruppo
Example of monitoring C.albicans phagocytosis. alcolico OH, situato sullanello a sei atomi di car-
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 117

bonio. Nella zona compresa fra 2800 e 3000 cm^-1 dellestere dellacido grasso (1713-1733 cm^-1). A
sono presenti i segnali dei legami CH2-. 1122 cm^-1 si nota il segnale dovuto al gruppo O-
A 1718 cm^-1 netto il segnale del carbonile degli CH3 (gruppo etere) che presente in quattro unit
esteri, che la base aconina compie con lacido acetico sulla molecola della licoctonina.
e lacido benzoico. A 1279 cm^-1 riportato il Il segnale corrispondente a 1200 cm^-1 (circa) da
segnale dei legami C-O-C- e C-N-C-. correlare con la presenza dei legami C-O-C- e C-
A 1122-1097 cm^-1 sono visibili i segnali dei radi- N-C-. Lo spettro del composto isolato, confrontato
cali O-CH3 (gruppo etere). A 3400 cm^-1 (circa) con quello della aconitina, presa come riferimento,
visibile il segnale dellacqua (tracce): caratteristico riconducibile a quello della licoctonina esterificata,
per il picco arrotondato. Sia laconitina che la licoc- almeno in una posizione, da un acido grasso.
tonina sono due alcaloidi diterpenici con uno schele- Lipoalcaloidi derivati da alcaloidi diterpenici, erano
tro simile a C-19, si differenziano per le sostituzioni gi stati identificati in altre specie appartenenti al
in C-7: nellaconitina tale posizione non mai ossi- genere Aconitum (BUGATTI et al., 1992; BAI et al.,
genata, mentre lo sempre nella licoctonina. Lo 1994; HANUMAN and KATZ, 1994).
spettro IR della licoctonina isolata dal vegetale tut- Lisolamento e lidentificazione strutturale della
tavia alterato da qualche impurezza (segnali fra i licoctonina hanno permesso di procedere allanalisi
2800-3000 cm^-1) attribuibile a catene lipidiche quantitativa degli alcaloidi. Nel profilo cromatografi-
(presenza di legami -CH2-). Laltro segnale relativo co (Fig. 4) presente il picco 3 corrispondente alla
alla presenza di un lipide, il legame del carbonile licoctonina, che raggiunge il valore massimo nelle
radici; il picco 2 (aconitina) presente nelle foglie
(massimo valore) e nei fusti, infine nelle foglie e nei
fiori presente un alcaloide non identificato (picco
5).
La parte della pianta col pi elevato contenuto di
licoctonina costituita dai fiori, seguiti dai fusti,
dalle radici e dalle foglie. Laconitina nellapparato

Fig. 3 Fig. 4
Spettro IR lictoctonina ed aconitina con formule. Tracciato cromatografico HPLC di un estratto di fiori.
Lycoctonine and aconitine IR spectra. Flower HPLC chromatogram.
118 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 114-119, 1999

applicata la metodica definitiva, derivante dal pro-


cesso preliminare di ottimizzazione del metodo: con-
centrazione di estratto 0,1 g/l, incubazione 1 h,
uso di soluzione di blocco della fagocitosi, manteni-
mento del campione in ghiaccio tritato, tempistica
standardizzata.
Sono stati analizzati gli effetti sulla fagocitosi totale
(Fig. 6), sulla percentuale di cellule con Candida solo
internalizzata (fagocitata), sulla percentuale di cellu-
le con Candida sia adesa che internalizzata, sia da
parte dei granulociti che dei monociti presenti nello
stesso campione ematico ed identificati al citoflussi-
metro con un diverso gate. Gli estratti mostrano
un effetto mediamente pi marcato sulla percentua-
le di monociti con Candida internalizzata.
Dallinsieme degli esperimenti effettuati si pu affer-
mare che lattivit immunomodulante si manifesta-
Fig. 5 ta con un incremento della fagocitosi (7-8%) da
Contenuto (%p.s.) licoctonina ed aconitina nelle diverse parte dei granulociti polimorfonucleati (PMN). Un
parti della pianta.
Lycoctonine and aconitine (%d.w.) in different parts of netto incremento statisticamente significativo (** P
plant. <0.01) si invece ottenuto da parte dei monociti
trattati con gli alcaloidi di A. lycoctonum.

CONCLUSIONI
Piante appartenenti al genere Aconitum stanno susci-
tando un rinnovato interesse sia per la natura dei
metaboliti prodotti che per le promettenti attivit
biologiche. A. lycoctonum, in particolare, stato
recentemente oggetto di studio per lidentificazione
di nuovi alcaloidi strutturalmente correlati alla licoc-
tonina (CHEN and KATZ, 1999).
Nella popolazione studiata nel corso del nostro lavo-
ro, si pu sottolineare la presenza di aconitina, alca-
loide caratteristico - ad es. - di A. napellus e solita-
mente non segnalata per A. lycoctonum.
Per quanto riguarda i risultati dellattivit biologica
lincremento della entit della fagocitosi da parte dei
monociti e dei polimorfonucleati umani, dopo som-
ministrazione di alcaloidi diterpenici, conferma lat-
tivit immunostimolante attribuita da Autori cinesi
Fig. 6 agli estratti di aconito. Ulteriore conferma dellattivi-
Entit della fagocitosi di PMN e monociti, dopo tratta- t immunostimolante degli alcaloidi diterpenici si ha
mento con alcaloidi diterpenici. a: fagocitosi totale; b: in un recente lavoro, in cui ratti trattati con benzoil-
fagocitosi con Candida intenalizzata; c: fagocitosi con mesaconina (mono-estere della mesaconitina che ha
Candida internalizzata e adesa. subto una idrolisi parziale perdendo lacido acetico)
PMN and monocytes phagocytosis evaluation. a: total
phagocytosis; b: phagocytosis with internalised Candida; manifestano un incremento nella resistenza alle infe-
c: phagocytosis with internalised and adhered Candida. zioni dovute a Candida albicans (KOBAYASHI et al.,
1998).
ipogeo non quantificabile; presente, invece, nella
parte aerea della pianta, dove nelle foglie, ad es., LETTERATURA CITATA
supera la quantit di licoctonina (Fig.5). ATAL C.K., SHARMA M.L., KAUL A. and KHAJURIA A.,
1986 - Immunomodulating agents of plant origin. I :
Attivit immunomodulante Preliminary screening. J.Ethnopharm., 18 : 133-141.
Il principio del test di fagocitosi utilizzato si basa BAI Y., DESAI H.K. and PELLETIER W., 1994 - Long-chain
sulla misura dellingestione di Candida fluorescente fatty acid esters of some norditerpenoid alkaloids. J.Nat.
Prod., 57 : 963-970.
in un predefinito rapporto quantitativo con i leuco- BINZ A. et THOMMEN E., 1976 - Flore de la Suisse. Ed. Du
citi effettori (monociti e granulociti), in sangue inte- Griffon, Neuchatel.
ro, con laggiunta di un sistema per rilevare la reale BISSET N.G., 1981 - Arrow poison in China. Part II.
ingestione di Candida da parte dei leucociti e distin- Aconitum. Botany, Chemistry and Pharmacology.
guerla dal semplice fenomeno di adesione. J.Ethnopharm., 4 : 247-336.
BUGATTI C., COLOMBO M.L. and TOM F., 1992 -
I risultati definitivi si riferiscono ad una serie di espe- Extraction and purification of lipoalkaloids from
rimenti conclusivi (11 eseguiti in doppio) in cui si Aconitum napellus L. roots and leaves. Planta Med., 58 :
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 119

A 695. myshei pod vliianiem akonita dzhungarskogo, levamizola i


CHANG J.G., SHIH P.P., CHANG C.P., CHANG J.Y., WANG nukleinata natriia. Doklady Akademii Nauk SSSR, 268
F.Y. and TSENG J., 1994 - The stimulating effect of radix : 754-756.
aconiti extract on cytokines secretion by human mononu- SARESELLA M., RODA K., SPECIALE L., TARAMELLI D.,
clear cells. Planta Med., 60 : 576-578. MENDOZZI E., GUERINI F. and FERRANTE P., 1998 - A
CHEN Y. and KATZ A., 1999 - Isolation of norditerpenoid rapid evaluation of phagocytosis and killing of Candida
alkaloids from flowers of Aconitum lycoctonum. J. Nat. albicans by CD13 + leukocytes. J. Immunol. Methods,
Prod., 62 : 798-799. 190 : 208-216.
DALLA FIOR G., 1986 - La nostra flora. Ed. Monauni, UTELLI A.B., ROY B.A. and BALTISBERGER M., 1997 -
Trento. Evolution of mating systems in plants: the causes and con-
GIACOMINI V. e FENAROLI L., 1958 - La Flora. Ed. sequences of inbreeding in Aconiutm lycoctonum s.l. Bull.
Touring Club Italiano, Milano. Geobot. Inst. Eth., 63 : 87-93.
HANUMAN J.B. and KATZ A, 1994 - New lipo norditerpe- WAGNER H., 1984 - Immunostimulants of fungi anf higher
noid alkaloids from root tubers of Aconitum ferox. J .Nat. plants. In: KROGSGAARD-LARSEN P., BROGGER
Prod., 57: 105-115. CHRISTENSEN S. and KOFOD H: (eds), Natural products
HUXLEY A, 1979 - Fiori di montagna. Ed.Paoline, Roma. and drug development : 391-402. Munksgaard,
KIMURA I., MAKINO M., HONDA R., MA J. and KIMURA Copenhagen.
M., 1995 - Expression of major histocompatibility complex , 1999 - Immunomodulatory agents from plants.
in mouse peritoneal macrophages increasingly depends on Birkhauser Verlag, Basel.
plasma corticosterone levels : stimulation by aconitine.
Biol. Pharm. Bull., 18 : 1504-1508. WAGNER H., HIKINO H. and FARSWORTH N.R., 1985 -
KOBAYASHI M., MORI K., KOBAYASHI H., POLLARD RB: Economic and medicinal plant research. Vol I, p.141,
and SUZUKI F., 1998 - The regulation of burn-associated Academic press, London.
infections with herpes simplex virus type 1 or Candida
albicans by a non-toxic aconitine-hydrolysate, benzoylme- RIASSUNTO - E stata valutata lattivit immunostimo-
saconine. Part I. : Antiviral and antifungal activities in lante di alcaloidi di Aconitum lycoctonum spontaneo
thermally injiured mice. Immunol. Cell Biol., 76 : 202- sullAppennino Parmense. Lestratto alcaloidico, costituito
208. da alcaloidi diterpenici caratterizzati mediante HPLC ed
LI X.Y., 1991 - Immunomodulating chinese herbal medici- IR, ha mostrato attivit immunostimolante sui monociti e
nes. Memorias do Instituto Oswaldo Cruz, 86 suppl. 2 : sui granulociti umani. Lattivit, valutata sul sangue intero
159-164. eparinizzato, stata registrata come incremento della fago-
MARTEL J.L., JARAMILLO S., ALLEN F.H.jr. and RUBISTEIN citosi da parte dei monociti (** P < 0,001) e dei granulo-
P., 1974 - Serology for automated cytotoxicity assays. Vox citi (7 - 8 %). Viene quindi confermato anche per gli
Sang., 27 : 13-20. Aconiti italiani, luso previsto nella medicina tradizionale
PIGAREVSKII P.V. and MOKHNACH I.V., 1983 - cinese, secondo cui gli estratti di Aconitum hanno attivit
Immunomorfologicheskie izmeneniia v limfoidnoi tkani immunostimolante.

AUTORI

Maria Laura Colombo* e Giuliana Borghetti, Dipartimento di Biologia Vegetale - Facolt di Farmacia - Universit di Torino,
Viale Mattioli 25, 10125 Torino, Italy, E-mail *corresponding author: colombo@bioveg.unito.it
120 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 120-124, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Etnofarmacologia e tecno-sciamani

A. BRUNI e F. POLI

ABSTRACT - Ethnopharmacology and techno-shamen. - Today ethnopharmacology is at a cultural crossroads. In analyzing


the folk medicines used by various cultures, ethnopharmacology has begun to wonder whether these same self-medica-
tions are really more ethnic-cultural than they are technical-scientific. Thus even the non ethical concept of drugs and
their formulation becomes syncretistic, lying somewhere between science and need. Collective interpretation of this con-
cept is left to the mass media while each individual a victim of his own various ethnical and cultural influences arbi-
trates for himself. At the same time, communications regarding such drugs involve cultural mediators who are often eco-
nomically or ideologically involved in the concept of wellbeing (and mass consumption) and this, in turn, is highly affect-
ed by multinational interests and socially-induced trends. These new mediators deal with the non ethical drug on a sci-
entific foundation, applying high scientific prerequisites, often reinterpreting them in view of the desired economic or ide-
ological message. It is these techno-shamen who mediate between the incomprehensible scientific processes performed
by researchers those supernatural servants of the god Science and the individuals search for personal wellbeing (just
as in the past the shaman acted as intermediary between the divinity and the individual).

Key words: ethnopharmacology, drug formulation, techno-shamen.

PREMESSA
Letnofarmacologia la scienza delle differenze e delle pretazione del dato rilevato di superiore importan-
somiglianze delloggetto guaritore, il medicamento, za rispetto al dato stesso (operazione esattamente
tra le culture e le societ del presente e del passato. opposta a quella a cui siamo abituati in termini di
Nel momento in cui letnofarmacologia si rivolge alle lavoro di ricerca scientifica). Differente la posizione
culture arcaiche attuali essa prende sovente il nome di chi si occupa del problema socio-sanitario in senso
di terapia popolare, medicina popolare, o pi spesso antropologico. Pur nella massificazione della cultura
fitoterapia popolare. Mentre, invece, se prende in occidentale, lintegrazione culturale razziale ed etnica
esame culture tecnologicamente avanzate attuali, si porter sempre pi la scienza del farmaco verso le-
parla di farmacologia sociale, di modalit ed usi di splorazione anche di nuovi impatti sociali del medi-
consumo farmaceutico, di usi ed abusi di sostanze camento, della sua validazione come atto terapeutico,
farmacologicamente attive (alcolismo, droghe volut- nella sua accettazione come antidoto alla malattia,
tuarie, abuso di farmaci nella vita comune e in situa- come entit del benessere, dellefficienza con tutte le
zioni particolari come lo sport). intersecazioni simbologiche che questo comporta nel
noto che la malattia non un concetto identico in processo di medicalizzazione della societ (PAYER,
tutte le culture, ma esprime un assunto di cataloga- 1992; WULFF et al., 1995).
zione riguardante un comportamento anomalo che si Per questo letnofarmacologia non pu pi solo pren-
riferisce a differenti stadi di alterazioni fisiche o psi- dere conoscenza delle tipologie di cura tradizionali
chiche. noto, inoltre, che due sono le prospettive delle malattie tra i popoli, ma deve prefissarsi il com-
che si affrontano sul concetto di malattia: quella pito di comprendere le realt dei mondi esistenziali
comprensiva scientifico-spirituale e quella giudicante sconosciuti e di interpretarli alla luce della scienza. In
scientifico-naturale. Ambedue sono giustificate, per- queste considerazioni sono racchiusi i fondamenti tra
ch la scienza medica di tutte le culture riunisce ele- medicamento e significato non tanto sul piano far-
menti simbolici e pratici. Le pratiche di guarigione macologico, quanto sul piano del vissuto individuale
materiali e luso di farmaci nella medicina sono e del rapporto tra logica farmacologica e validazione
inscindibili dagli aspetti simbolici (COSMACINI, nellinconscio dellatto terapeutico.
1998). Lo studio etnofarmacologico oggi ad un bivio cul-
Queste definizioni possono generare un senso di turale. Dallanalisi dei farmaci usati popolarmente
fastidio nei ricercatori scientifici dovendo essi forza- dalle diverse culture (letnofarmacologia classica che
tamente gettare uno sguardo in un laboratorio che si rivolge allinterpretazione o allutilizzo moderno di
usa strumenti spesso differenti dai loro e dove linter- antiche preparazioni), letnofarmacologia giunta ad
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 121

interrogarsi se lo stesso farmaco tecnologico sia o ni tra farmaco e potere. Questultima fase proble-
meno espressione etnico-culturale, prima ancora che matica recentissima destinata a svilupparsi e ad inci-
entit tecnico-scientifica. Infatti, fatti salvi i farmaci dere grandemente sul tessuto sociale. A questi ele-
salvavita che hanno motivazioni legate ad un proces- menti nellevoluzione del concetto di farmaco se ne
so di validazione inopinabile, per la massima parte il aggiunge uno che non esisteva nei suoi connotati col-
mercato farmaceutico entra nella sfera del consiglio lettivi nel Rinascimento, e cio la consapevolezza che
dove lo spazio soggettivo dellautomedicazione trova il farmaco divenuto bene di consumo tra i pi eti-
per questioni di politica sanitaria spazi sempre mag- camente complessi da gestire da un punto sia indivi-
giori. Nelle societ del benessere questultima catego- duale che collettivo. Su questo nuovo elemento si
ria di farmaci ha subto passaggi di significato trans- fonda la farmaco-epidemiologia e la farmacosociolo-
positivi dalla lotta alla malattia alla conquista del gia dove lefficacia di un farmaco non pu essere
diritto al benessere di immagine e di sensazione, spes- separata dallimpatto sociale.
so verso un tentativo edonistico di dilatazione e
manipolazione della qualit e della durata della pro- SECONDA RIFLESSIONE: LA FITOTERAPIA
pria vita. La preparazione di un preparato erboristico e la sua
Questo lavoro vuole tentare di esplorare i labili con- validazione, ovvero il suo riconosciuto mercato di
fini tra espressione scientifica ed espressione di signi- vendita oggetto di studio molto complesso che
ficati alla luce della prepotente entrata della scienza bene si attaglia alle considerazioni che legano uomo
terapeutica nella comunicazione collettiva per cerca- e salute e uomo come entit sociale. Analizziamo le
re di comprendere le dimensioni del fenomeno in considerazioni possibili nella costruzione di un fito-
atto di marronizzazione dellatto terapeutico, della terapico sottolineandone quegli aspetti che determi-
formulazione dei farmaci e delle spinte socio-econo- nano il senso della preparazione fitoterapeutica
miche verso un mercato globale dei farmaci (e dei estemporanea nella nostra realt sociale e tecnologica
bisogni). Per poter compiere questo percorso si pren- (BRUNI, 1997).
deranno in considerazione via via il concetto di La formulazione di un prodotto erboristico, di una
malattia, di farmaco e le tipologie di medicamento tisana ad esempio, una operazione bidirezionale che
tra farmaco etico e non etico, tra benessere indivi- richiede due processi culturali; il primo, scientifico,
duale e salute sociale. Sei punti focali di riflessione di contenuto e di conoscenza; il secondo, salutare, di
appaiono rilevanti. forma e di sensibilit che si instaura fra preparatore e
paziente della tisana nonostante essi siano privi di
PRIMA RIFLESSIONE: IL CONCETTO DI FARMACO rapporti reciproci. Ci possibile attraverso un logos
Spaziando dallalchimia ai giorni nostri possiamo oggettivo, comune ad entrambi, che collega il sapere
dire che il farmaco ha percorso un cammino scienti- delluno al bisogno dellaltro. La concatenazione fra
fico e concettuale passando attraverso almeno tre apparato commerciale e pubblicitario che si frappone
grandi fasi che, pur nate separatamente, oggi convi- tra preparatore e paziente rende impossibile quellap-
vono e si integrano sempre pi strettamente: una proccio dialogico goduto anticamente dal farmacista
prima fase di fisicalizzazione del medicamento in preparatore di unguenti e il suo paziente. Allora il
cui lo studio rivolto alla identificazione dei farma- significato terapeutico della preparazione appariva
ci, siano essi espressi da semplici o da molecole, e alla mirato ad un solo paziente alla volta, e limpegno cul-
loro classificazione sistemica; una seconda fase di turale del preparatore gli faceva prefigurare il risulta-
biologizzazione del farmaco in cui si studia il mec- to. Con il risultato che alleffetto oggettivo dellun-
canismo di azione e gli effetti generali; una terza fase guento si aggiungeva una notevole carica di placebo.
di socializzazione del farmaco in cui si affronta la- La complicit di oggi pi distaccata, ma darebbe
spetto sanitario socio-normativo e limpatto del ugualmente buoni frutti se lapparato pubblicitario
medicamento, dallantibiotico al cosmetico, sulla non agisse separatamente, mettendo in condizione
societ e la sua struttura (BRUNI, 1991; 1992; 1995). univoca il preparatore fitoterapeutico. Fino a 20 anni
La prima fase di fisicalizzazione o molecolarizzazio- fa, la pubblicit si limitava ad enfatizzare ci che il
ne, ovvero di conoscenza intima della natura del far- prodotto fitoterapico possedeva, poco o molto che
maco, oggi con la ricerca chimica costituisce concet- fosse; oggi, lesasperata ricerca pubblicitaria di conse-
tualmente il naturale proseguimento della ricerca di guire il massimo effetto placebo porta ad enfatizzare
identit e ordinamento sistemico delle piante medi- ci che non , ed a vendere limmaginario anche
cinali e dei semplici iniziato con il Rinascimento. La quando qualcosa di reale esiste. Cos, il preparatore
seconda fase di biologizzazione, ovvero di teorizza- assiste alla propria inutilit e realizza la preparazione
zione sullattivit del farmaco, storia recente con non pi coerente con i due processi culturali sopra
labbandono della teoria ippocratica, ladesione com- citati, ma a favore di un immaginario surreale che
pleta al metodo sperimentale e la scoperta eziologica retto dalle leggi della pubblicit e del marketing
delle malattie infettive. (BRUNI, 1999).
La fase di socializzazione possiamo dividerla in due Per quanto riguarda il paziente, anchesso relegato,
parti. La prima coinvolge lindividuo ed sempre per analoghi motivi, allo stadio di ricevitore passivo,
stata presente nel farmaco con la sua significanza ed cos costretto a configurarsi in un problema col-
simbolica, la seconda di ordine collettivo espressa lettivo privo di immediatezza con il suo reale. Che
dallavvento della societ di massa e dalle connessio- allo stato attuale la banalizzazione si stia pericolosa-
122 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 120-124, 1999

mente ipertrofizzando lo si avverte dal pullulare delle riguarda il nostro Paese in particolare. Dai dati si
offerte di ingredienti primari sempre pi espressione evince una considerazione di fondo: nel nostro Paese
della mercificazione delle conoscenze; si tratta spesso lo sviluppo della pratica dellautomedicazione
di misteriosi ingredienti xenodonti; oppure di esoti- responsabile non ha ancora raggiunto i traguardi gi
che-fitodiacronie grazie a cui, allinsegna del natura- conseguiti in altre nazioni europee e, nel confronto
le, la documentata pianta europea a nota attivit cede con la Francia, Paese peraltro molto simile al nostro,
il posto a una talismanica pianta amazzonica. mostriamo un gap evidente.
Per affermare una ricostruzione della fitoterapia, In unEuropa che ha gia abbattuto barriere doganali
nuova ed autodeterminata, dobbiamo liberarci sia di e si avvia in breve tempo ad unificare sotto legida
una concezione metafisica della libert di spaziare a delleuro le divise delle singole entit territoriali, leggi
nostro comodo nei suoi contenuti, quasi fosse una e norme sui farmaci senza obbligo di prescrizione
disciplina relativa, sia del determinismo scientifico medica dividono, piu che unire. In tal senso, i Paesi
inculcato da unimprovvisata pletora di allospecialisti dellUnione non potranno procrastinare oltre lo stu-
che la rende incapace di concepirsi come autonoma dio e 1attuazione di leggi che regolino in modo uni-
(lautonomia interdisciplinarit e non multidiscipli- voco la disponibilit dei farmaci di automedicazione,
narit). Dobbiamo, cio, pensare in termini di com- leggi da recepirsi ed applicarsi in modo simultaneo
plessit e non cercare il principio magico. nei Paesi membri, nel rispetto di un diritto naturale
e fondamentale dei cittadini europei: quello della
TERZA RIFLESSIONE: LAUTOMEDICAZIONE salute.
Al centro dellattenzione stanno il ruolo e le prospet-
tive del farmaco da automedicazione, nellincontro QUARTA RIFLESSIONE: LA GNOSI
con il paziente, ma prima ancora nellatteggiamento Grazie alle ricerche di Hans Jonas e Carl G. Jung sap-
positivo o meno degli ambiti professionali di riferi- piamo riconoscere le affinit fra le inquietudini del
mento (medici e farmacisti). La salute rappresenta soggetto moderno, coinvolto in un processo di
infatti un tema centrale per i Paesi dellUnione mondializzazione che annienta le identit locali e
Europea, nel cambiamento della attenzione e delle ne ricombina i frammenti generando inedite sintesi
attese specifiche dei cittadini, nellalternativa tra par- culturali (JONAS, 1973; CANGUILHEM, 1992). Siamo
tecipazione pubblica alla spesa e modelli di co-pay- oggi consapevoli delle analogie fra limmaginario del
ment (parziali o totali). I comportamenti degli nostro secolo e i miti gnostici. Il mito prometeico per
Europei in tema di automedicazione si vanno omo- cui luomo non deve attendere salvezza da Dio, ma
geneizzando da Nord a Sud. Si rileva pi autonomia donarla a s stesso, ha fatto ritenere che luomo sia un
nelle scelte e migliore cultura specifica, che portano Dio imprigionato nelle tenebre della materia che solo
anche a maggiore senso critico nei confronti dei attraverso la scienza si liberer dei confini biologici e
rischi di abuso e degli sprechi di consumo. In tutti i etici in cui il sapere arcaico lhanno confinato. Hans
Paesi europei cresce il bisogno di salute e benessere, Jonas ha messo in luce quanto questo annuncio di
ma viene meno la centralit del farmaco (soprattutto salvezza somigli alle moderne escatologie progressiste
quello con obbligo di prescrizione medica). Il settore (FILORAMO, 1990; FORMENTI, 1991). Luomo con la
dellautomedicazione regge la sfida, perch il farma- sua scienza occupa il centro della scena ed assume il
co senza obbligo di prescrizione ha raggiunto il pro- ruolo di Salvatore e la scienza diviene la nuova reli-
prio posizionamento ideale, aiutato in talune nazioni gione. Il presente viene rifiutato in nome di una luce
(Francia e Germania) da un atteggiamento positivo e che si accender in un futuro i cui limiti non sono
un ruolo particolarmente attivo dei professionisti noti ma densi di promesse (dalla pillola per la felici-
della salute: Medico e Farmacista. Infatti, ovunque in t, al viagra, alla possibilit di alterare le coscienze su
Europa, il farmaco di automedicazione considerato base farmacologica, ecc.) (LEVY, 1996; DICK, 1997).
efficace e sicuro, al pari di quello con obbligo di ricet- Unidea simile attraversa lintera storia dellevoluzio-
ta medica. Gli Italiani sono propensi allautonomia e nismo, da Darwin (e da Marx, in quanto filosofo che
allautocura: lo dimostrano la disponibilit alla spesa ha applicato i principi dellevoluzionismo in campo
per i farmaci senza obbligo di prescrizione, cresciuta sociale) ai giorni nostri. La gnosi nellevoluzionismo
considerevolmente nellultimo quinquennio, e il pro- oggi rivendicata dalle opere di Gregory Bateson,
liferare delle fonti dinformazione sulla salute rivolte Francisco Varela, Ilya Prigogine ed ha invaso la teoria
al pubblico, testimonianza seppur indiretta di un dei sistemi, la termodinamica, le neuroscienze
crescente orientamento ad autocurarsi. In Europa il (KEOWN, 1978; LAKATOS e FEYERABEND, 1995;
farmaco di automedicazione considerato interven- WULFF et al., 1995; BLOOM, 1996; LEVY, 1996).
to primario nei disturbi fisici lievi, in Italia si ricor- Oggi impossibile ignorarne lesistenza anche nella
re indistintamente al non-farmaco (medicina alterna- ricerca farmaceutica.
tiva), al medicinale di automedicazione e persino al Grazie allavvento dei media e soprattutto di quelli
farmaco con obbligo di prescrizione (autoprescrizio- informatici, limmaginario gnostico ha realizzato sin-
ne). cretismi culturali vivificanti che per spesso hanno
UnEuropa dunque dove le differenze sembrano trovato espressione in miscele pseudo-scientifiche
ancora prevalere sulle similitudini; ci suggerisce una improponibili. Infatti, se sul piano culturale antro-
riflessione conclusiva che non induce a valutare trop- pologico possono essere vivificanti i concetti su cui si
po positivamente la situazione attuale per quanto basa la medicina ayurvedica, speculativi appaiono gli
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 123

usi di medicamenti ayurvedici in una logica terapeu- ve, soprattutto su quale verit cercare, avendo la
tica occidentale. Mentre il primo favorisce lesplora- conoscenza scientifica complicato in modo esponen-
zione di nuovi spazi nel concetto di benessere e salu- ziale i parametri da considerare. Il processo validati-
te, il secondo mescola i soli aspetti tecnici privandoli vo in frenetico divenire premuto dalle nuove sco-
del presupposto trascendente della medicina india- perte, dai mezzi di informazione e dalle leggi del
na. Al contempo nel momento in cui un medico mercato. Da concetto strettamente clinico, ove peral-
occidentale somministra un antibiotico ad un indio tro non si cerca pi la verit ma la stima dellerrore
avr bisogno di uno sciamano che ne permetta la che si compie facendo una certa affermazione, il pro-
validazione culturale poich la logica dellattivit bio- cesso validativo divenuto sempre pi collettivo e
logica sconosciuta allindio e il medico non visto sempre pi connesso ad un rapporto rischio-benefi-
da questultimo come linterlocutore tra indio stesso cio con discriminanti non solamente scientifiche, ma
e la divinit, ultima responsabile della sua salute. di politica economica, di produzione industriale, di
etica (BRUNI, 1999).
QUINTA RIFLESSIONE: LA FORMULAZIONE FARMACEU- La tesi di un andamento non rettilineo dellevoluzio-
TICA ne dei farmaci, della tecnica del farmaco tesa ad un
Il formulatore farmaceutico ha convertito la propria miglioramento progressivo autocelebrativo, non
competenza verso finalit di mercato con aspetti di deriva solo da buon senso, o dalla cultura storica, ma
ipertrofia del banale sul piano farmaceutico. Questa dal fatto che la farmacotecnica un sistema comples-
tensione sincretica di significati non si riflette solo sul so, sul quale proprio per la sua complessit molto
mercato terminale, ma anche sui pi generali difficile fare previsioni. Questa incertezza non tanto
momenti normativi nazionali e mondiali. Infatti, le- retta dal fatto che ci sconosciuto lapparato scienti-
sistenza di farmacopee nazionali legate allespressione fico tecnico per sconfiggere le malattie mito (tumori,
socio-culturale dei singoli paesi e il sopraggiungere di AIDS, ecc.), quanto dalla consapevolezza che il
farmacopee sovranazionali, che per essere validate nuovo e futuro armamentario farmaceutico porr
hanno necessit di compromessi che portano di fatto problemi etici via via crescenti che dovranno essere
ad un sincretismo di valori scientifici, costituisce per affrontati non con il monocolo dello studioso del tas-
i ricercatori di etnofarmacologia un punto nodale di sello, ma con locchio panoramico di chi sa osservare
studio su cui si giocher gran parte del significato dei il mosaico nellinsieme dello scenario.
farmaci in questo nostro futuro globalizzato (DICK, Sul piano tecnologico il farmaco, naturale o di sinte-
1997). si, si presenta come il prodotto di una multinaziona-
Nel contempo i processi di comunicazione sul far- le cio di un macrosistema tecnico ove proliferano i
maco hanno coinvolto non solo la scienza ufficiale, tecnosciamani. questa una comunit eterogenea
ma anche mediatori culturali spesso con interessi o composta di sistemi complessi integrati capaci di
economici o ideologici verso un concetto di benesse- agire indipendente dalle abitudini socio-culturali
re (e di consumo) oggi fortemente influenzati da specifiche (politiche, economiche, organizzative,
multinazionali e da tendenze socialmente indotte. ecc.). Esse hanno la vocazione di superare, o spezza-
Questi nuovi mediatori affrontano il problema del re, le frontiere di ogni tipo e sostengono o fondano
farmaco sulla base di uno zoccolo scientifico, con su di s il funzionamento di un gran numero di altri
pre-requisiti di alta scientificit che per spesso ven- sistemi tecnici (fanno da intermediari, trasportano,
gono re-interpretati in funzione del messaggio eco- trasferiscono, fanno comunicare, scambiare,
nomico o ideologico che si vuole trasmettere. La dif- ecc.[ovvero: ospedali, farmacie, indotto sanitario]). Il
ficolt di definire valori ed obiettivit viene sopraf- prodotto cio il farmaco vitale prima di tutto per la
fatta dallopinione portata con catturante carisma di sopravvivenza del macrosistema tecnico (cio lindu-
immagine dai mass media. a questi tecno-sciamani stria multinazionale), poi come valore aggiunto ha lo
che dobbiamo la mediazione tra il processo scientifi- scopo di combattere le malattie. In questo modo, i
co incomprensibile operato da ricercatori angeli- tecnosciamani farmaceutici rappresentano una
monaci del dio-scienza e la ricerca del benessere che dimensione tipica dellimmagine del mondo moder-
si vuole personalizzata al singolo individuo (cos no: uno spazio di potere che si incarna in strutture
come in passato lo sciamano si poneva come media- visibili, come la compressa sul nostro comodino, o
tore tra divinit e singolo uomo). invisibili, come il mito della sconfitta delle malattie.

SESTA RIFLESSIONE: IL FARMACO E I TECNO-SCIAMANI CONCLUSIONI


Il farmaco nella sua natura semiotica bene esprime le Il passaggio nellevoluzione del concetto di farmaco
inquietudini delle relazioni esistenziali tra uomo e da prodotto di elite a prodotto di consumo ne ha
scienza in questo finire di secolo. Oggi, diversamen- mutato i rapporti tra validazione farmacologico-cli-
te dal Rinascimento, la conoscenza terapeutica non nica ed identificazione individuale di bene per s in
offre alcuna soluzione agli interrogativi esistenziali un riflesso sociale (KEOWN, 1978; BRUNI, 1997). Nel
fornendo solo informazioni, ma lessersi liberati da termine medicamento sono sempre pi racchiusi
tanti sogni dogmatici non ha affatto reso pi chia- significati senza tempo che vanno oltre la pura defi-
ro lo scenario che ci circonda. Lo stesso processo vali- nizione di prodotto per debellare una malattia legan-
dativo del farmaco si basa oggi su raffinate metodo- dosi e fondendosi con un vissuto storico ed indivi-
logie, ma esprime sempre pi incertezze interpretati- duale, con paure e speranze, con credo fideistici,
124 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 120-124, 1999

magia e credulit. Venuto oggi meno il mito del individuale (a sua volta pi o meno influenzabile
medico-demiurgo permane, viene oggi accentuato il etnicamente e culturalmente).
mito tecnologico del farmaco risolutore, con i rim-
balzi deco dei media, e una speranza collettiva di un LETTERATURA CITATA
futuro senza malattie per la scoperta di un farmaco BLOOM H., 1996 - Omens of Millennium: The Gnosis of
per ciascuna di esse. Ovvero in altra forma il concet- Angels, Dreams and Resurrection. Riverhead Books, New
York.
to di panacea medioevale che sopravvive nellimma- BRUNI A., 1991 Le scienze botaniche, semplicistiche e tera-
ginifico collettivo, per non voler ricordare forme di peutiche nella Ferrara del Rinascimento: un paradigma
condizionamento di massa, esplicita o subliminale, sullevoluzione del concetto di farmaco. In: AA.VV., La
proposte attraverso i mezzi di informazione ove il rinascita del sapere. Marsilio Editore, Venezia.
, 1992 Dei medicamenti. Prometeo, 38: 54-75.
processo di validazione sperimentale palesemente , 1995 Medici-naturalisti del Rinascimento ferrarese e la
assente. nascita del concetto di farmaco. In: In supreme dignita-
Il farmaco, oggi pi che nel Rinascimento, non solo tis. Olschki Editore, Firenze.
un asettico, sofisticato, strumento terapeutico, ma , 1997 Senso, ambiguit ed impatto sociale del medica-
mezzo per il benessere, loblio, il piacere, lefficienza mento naturale. In: Le piante officinali. Franco Angeli
Editore. Milano.
con un risvolto irrazionale, quindi, soggettivo e col- , 1999 Farmacognosia generale e applicata. I farmaci
lettivo, di grande impatto, che ne perpetua un pro- naturali. Piccin Editore, Padova.
cesso validativo pi secondo i criteri dellomologazio- CANGUILHEM G., 1992 Ideologia e razionalit nella storia
ne collettiva che secondo criteri strettamente scienti- delle scienze della vita. La Nuova Italia. Firenze.
COSMACINI G., 1998 Ciarlataneria e medicina. Raffaello
fici. E se questo concetto intuitivo per prodotti di Cortina Editore, Milano.
largo mercato, di non minore importanza il condi- DICK P.K., 1997 Mutazioni. Feltrinelli, Milano.
zionamento omologativo del ricercatore che trova FILORAMO G., 1990 - Il risveglio della gnosi ovvero diventa-
finanziamento solo per ricerche concettualmente gi re dio. Laterza, Roma.
FORMENTI C., 1991 - Piccole apocalissi. Cortina, Milano.
strutturate. Viene cos meno sul piano ideativo-esi- JONAS H., 1973 - Lo gnosticismo. Societ Editrice
stenziale la trasversalit propria del farmaco tra razio- Internazionale, Torino.
nalit scientifica e bisogni individuali inconsci, tra KEOWN T., 1978 La medicina: sogno, miraggio o neme-
sperimentalit collettiva e singolarit del rapporto si?. Sellerio, Palermo.
LAKATOS I. e FEYERABEND P.K. 1995 Sullorlo della scien-
uomo-malattia (SOURNIA, 1982; WULFF et al., 1995; za. Raffaello Cortina Editore, Milano.
DICK, 1997). LVY P., 1996 - Lintelligenza collettiva. Feltrinelli, Milano.
Le riflessioni poste non devono essere demonizzate, PAYER L., 1992 La babele medica. EDT. Torino.
rispondendo ad un bisogno che la societ si consa- SOURNIA J.C., 1982 Histoire et mdicine. Fayard, Paris.
pevolmente o inconsapevolmente creata. Il lavoro WULFF H. R., PEDERSEN S. A. e ROSENBERG R., 1995
Filosofia della medicina. Raffaello Cortina Editore,
degli sciamani tecnologici, nel bene e nel male, rap- Milano.
presenta la concretizzazione di un problema che oggi
letnofarmacologia, assieme ad altre discipline, pu RIASSUNTO - Etnofarmacologia e tecnosciamani. Lo
tentare di esplorare. Consapevolmente si deve osser- studio etnofarmacologico oggi ad un bivio culturale.
Dallanalisi dei farmaci usati popolarmente dalle diverse
vare che ad antichi sincretismi se ne vanno aggiun- culture, letnofarmacologia giunta ad interrogarsi se lo
gendo di nuovi con un processo di accelerazione che stesso farmaco tecnologico da automedicazione sia o meno
scardina il mito prometeico e che confonde il proces- espressione etnico-culturale, prima ancora che entit tec-
so di validazione del farmaco o dellintervento medi- nico-scientifica. Lo stesso concetto di farmaco non etico e
la sua formulazione diviene cos sincretica, tra scientificit
co da parte del pubblico in un confuso scenario dio- e bisogno, e la sua interpretazione lasciata collettivamen-
nisiaco. questo il nodo della scienza doggi tra con- te ai media e singolarmente allarbitrio individuale (a sua
quiste oggettive e comunicazioni soggettive, tra veri- volta pi o meno influenzabile etnicamente e cultural-
t e rivelazione, dove il farmaco rappresenta un cro- mente). Nel contempo i processi di comunicazione sul far-
maco coinvolgono mediatori culturali spesso con interessi
cevia di significati. Si deve constatare che laddove il o economici o ideologici verso un concetto di benessere (e
ricercatore del farmaco pensa di aver risolto fideisti- di consumo) oggi fortemente influenzate da multinazio-
camente il nodo con affermazioni di scientificit, nali e da tendenze socialmente indotte. Questi nuovi
luomo comune, anche nelle societ tecnologicamen- mediatori affrontano il problema del farmaco non etico
te avanzate, sovrappone un proprio processo validati- sulla base di uno zoccolo scientifico, con prerequisiti di
alta scientificit che spesso vengono reinterpretati in fun-
vo con scarsi elementi di delega (avendo abbandona- zione del messaggio economico o ideologico che vogliono
to il mito del buon medico-stregone) e forti elemen- trasmettere. a questi tecno-sciamani che dobbiamo la
ti di critica ed interpretazione personale. Lo stesso mediazione tra il processo scientifico incomprensibile
concetto di farmaco diviene cos sincretico, tra scien- operato da ricercatori angeli-monaci del dio-scienza e la
ricerca del benessere che si vuole personalizzata al singolo
tificit e bisogno, e la sua interpretazione lasciata individuo (cos come in passato lo sciamano si poneva
collettivamente ai media e singolarmente allarbitrio come mediatore tra divinit e singolo uomo).

AUTORI
Alessandro Bruni, Dipartimento di Biologia Sezione di Botanica, Universit di Ferrara, Corso Porta Mare 2, I-44100 Ferrara
Ferruccio Poli, Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale, Universit di Bologna, Via Irnerio 42, I-40126 Bologna
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 125-126, 1999 125
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Biodiversit e piante medicinali

M. SERAFINI

ABSTRACT Biodiversity and medicinal plants. The author outlines the importance of the biodiversity for the contribute
to the pharmacology and the problems that link the pharmacological searches to the biodiversity conservation.

Key words: biodiversity, medicinal plants

Il termine biodiversit, inteso come contrazione sistema funzionale nella sua complessit ed integrit
dellespressione diversit biologica, fa riferimento a consente oltre tutto lapprovvigionamento di mate-
tutte le variazioni o le differenze biologiche riscon- riali di base per lagricoltura e lalimentazione, e per
trabili negli organismi e nelle comunit, a partire da altre necessit fondamentali, come la stessa ricerca di
quelle genetiche e biochimiche (intra- e interpopola- prodotti farmaceutici.
zionali nellambito di una singola specie), fino a In questa sede verr preso in esame essenzialmente
quelle che sincontrano nellanalisi della diversit di laspetto dello studio della biodiversit che si inter-
specie a livello di ecosistemi, di biomi, o di intere faccia con la ricerca sulle piante medicinali e sui prin-
regioni geografiche. Biodiversit e vita sulla terra cipi attivi di origine vegetale.
sono quindi definizioni quasi intercambiabili I farmaci dorigine naturale sono un importante con-
(TOMLISON and AKERELE, 1996). tributo alla salute: 119 sostanze chimiche pure sono
La biodiversit di fondamentale importanza per la estratte da circa 90 specie di piante superiori ed uti-
continuit della vita: essa consente agli ecosistemi e lizzate in medicina nel mondo; tuttora molte di que-
alle specie che li compongono di adattarsi, superan- ste sostanze non possono essere sintetizzate in labo-
do i cambiamenti che trovano nel corso del tempo. ratorio (es. digitossina, vincristina). A livello locale,
Vista la complessit e lampiezza dei campi di studio, molte altre specie vegetali sono poi utilizzate nella
lo studio della biodiversit risulta di non facile attua- medicina tradizionale.
zione e richiede che alcuni problemi basilari siano E stato stimato che circa 80% della popolazione nei
risolti preventivamente, in modo tale da non mette- paesi meno sviluppati si avvale della medicina tradi-
re in discussione la validit dello studio stesso. zionale come fonte di cura. Negli USA oltre il 40%
Fondamentale il significato che il termine assume delle prescrizioni mediche fa riferimento ad ingre-
secondo le varie discipline che se ne occupano, in dienti estratti dalle piante, mentre la Farmacopea
quanto spesso i diversi aspetti sopra citati tendono a cinese utilizza ancora altre 5.000 specie, quella amaz-
essere considerati separatamente luno dallaltro, in zonica oltre 2.000 e quelle indiana e russa oltre 2.500
funzione sia dellapproccio utilizzato, sia delle finali- specie.
t delle ricerche; spesso si tende quindi a considerare Il WHO ha prodotto una lista con 21.000 nomi di
la biodiversit da un solo punto di vista, che non pre- specie vegetali (tra cui molti sinonimi), indicate in
vede necessariamente lanalisi contemporanea degli varie parti del mondo come piante medicinali, ma
altri aspetti. solo in minima parte studiate in modo serio e su basi
Inoltre, come indica lo stesso termine, necessario rigorosamente scientifiche. Le specie vegetali supe-
avere degli elementi comparativi per poter analizzare riori studiate come fonte potenziali di nuove droghe
delle diversit, cio operare con dati quantitativi, che sono in tutto circa 5.000. Molte sono localizzate
possano essere confrontati tra loro, utilizzando scale nelle zone temperate, sinora quelle ovviamente pi
ed unit di misura comparabili. studiate, ma migliaia di altre, sconosciute o cono-
Da quanto sopra esposto si evince che, risolti i pro- sciute solo localmente, sono presenti nelle aree tropi-
blemi iniziali, deve poter esistere la possibilit di cali e subtropicali, dove probabile che possano esse-
misurare la perdita della diversit biologica, studiar- re localizzate la maggior parte delle fonti di potenzia-
ne le cause, e conseguentemente operare per il suo li nuove droghe.
ripristino. La perdita della diversit biologica com- Molte delle specie vegetali dinteresse farmaceutico
porta anche la perdita di materiale basilare per la vita sono ancora raccolte allo stato selvatico e relativa-
delluomo: il mantenimento della biosfera come mente poche sono coltivate. Un esempio pu essere
126 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 125-126, 1999

preso dalla Germania, dove i due terzi delle specie specie ad alta resa di chinino, il che ha determina-
utilizzate sono ancora raccolte allo stato naturale, to il dominio olandese nellindustria mondiale per
mentre la coltivazione di alcune piante medicinali di la produzione dello stesso.
maggiore utilizzo, come Gentiana lutea, Valeriana l Applicando tests biologici promettenti.(SOEJARTO,
mexicana, Echinacea e Arnica iniziata solo negli 1996).
ultimi 20 anni. Solo per alcune specie maggiormen- Un aspetto che ultimamente ha acquisito notevole
te interessanti dal punto di vista commerciale importanza quello della cosiddetta propriet intel-
(Papaver somniferum, Papaver bracteatum, Cinchona lettuale, intendendo ogni forma di conoscenza,
spp., Chamomilla recutita e Mentha piperita). informazione, concetti, tecnologia o altra questione
Il National Cancer Institute americano ha individua- intellettuale che, in assenza di scoperta o accesso
to oltre 1.400 specie vegetali delle foreste tropicali esterno, non nota n ovvia ad altri.(BOYD,1996).
che potrebbero avere una potenziale attivit antican- Va fatta la distinzione tra ricerche che vengono svol-
cerosa. Tra queste ricordiamo: Catharanthus roseus, te partendo dallanalisi etnobotanica di utilizzo di
Dioscorea deltoidea, Rauwolfia serpentina, etc. una pianta, che comportano un valore di propriet
E chiaro che il lavoro di ricerca di nuove sostanze intellettuale, e ricerche, ad es., a tappeto su numero-
dorigine naturale deve essere condotto con criteri se specie vegetali allo scopo di ottenere nuove mole-
molto chiari e precisi, comuni per tutti. Sono state cole, di cui non si ha magari alcuna notizia storica (
stabilite alcune regole che soddisfano i dettami pre-
cedentemente esposti. quindi chiaro che in questo caso non si pu parlare
Il materiale deve essere raccolto, estratto ed esamina- di propriet intellettuale).
to biologicamente prima dogni ulteriore ricerca. Appare evidente, da quanto sopra esposto, che il
Fondamentale per questa fase di ricerca la quantit punto fondamentale allora quello di come ricono-
di materiale disponibile: infatti possono essere pre- scere questo valore e come proteggerlo. Possono esse-
ventivati per ricerche in vitro da 20 a 500 g di mate- re allora indicate alcune linee guida:
riale, mentre per isolare grosse quantit di molecole l Accesso alle propriet intellettuale e sua propriet,

sono necessarie almeno 5-100 Kg di pianta. che si pu avere o per scoperta o invenzione;
Un esempio concreto della difficolt di questo tipo di oppure, in modo legittimo, riceverla in dono o
analisi dato dallo studio effettuato sul Taxus brevi- come scambio attuale o futuro, o come prodotto
folia: sono stati necessari 12.000 tonnellate di pianta commerciale.
per ottenere una quantit di tassolo, il principio atti- l Brevetti o Licenze, che sono il modo moderno di
vo, utile per la sperimentazione clinica. regolamentazione del problema. Per avere succes-
so, questa soluzione richiede una volont politica
La raccolta del materiale pu procedere basandosi su: di attuazione delle leggi e dei trattati che negli ulti-
l una serie dinformazioni sullutilizzo popolare o mi anni sono stati firmati da oltre 100 paesi (gli
medico tradizionale (etnomedicina, etnobotani- Stati Uniti non hanno per firmato molti di que-
ca), sti accordi).
l analizzando il problema mediante uno studio Appare quindi evidente, da quanto sopra esposto,
approfondito della biodiversit. Lanalisi deve svol- che molto deve essere fatto nel campo delle piante
gersi su un gran numero di piante, basandosi su medicinali e della loro importanza nel discorso pi
una o pi attivit biologiche, partendo dal postu- generale dello studio e della preservazione della bio-
lato dellesistenza di unenorme variabilit chimica diversit. Questo argomento infatti, non stato ana-
ancora da vagliare (Wilson, nel 1988, ha scritto lizzato finora in modo soddisfacente, a fronte invece
che quasi 1.400.000 specie rappresentano le fonti di una crescente importanza per la salute e in campo
potenziali della diversit a livello chimico), economico recentemente assunta dalle piante offici-
l osservando in situ interazioni con altri organismi
nali.
(pianta - pianta, pianta - insetto fitofago, pianta -
vertebrato erbivoro, ecc.), LETTERATURA CITATA
l verificando relazioni chemotassonomiche con altre
TOMLISON T.H. and AKERELE O. (ed.), 1996-Medicinal
specie o molecole gi esaminate (ricercando com- Plants: Their role in Health and Biodiversity. University
posti in taxa correlati a quelli gi noti per la loro of Pennsylvania Press.
attivit farmacologica). Un classico esempio di BOYD M., 1996- The position of intellectual property rigths
analisi condotta con questo principio si ha nella in drug discovery and development from natural products.
storia del chinino e del genere vegetale cui appar- J. Ethnopharmacol., 51: 17-27
tengono le specie che lo producono (Cinchona SOEJARTO, D. D., 1996 Biodiversity prospecting and bene-
spp., Rubiaceae). Dopo lisolamento e la identifi- fit sharing: perpespective from the field. J.
cazione nel 1820 del chinino, nella seconda parte Ethnopharmacol., 51: 1-15.
del XIX secolo furono intraprese numerose spedi- RIASSUNTO - Lautore delinea limportanza della biodi-
zioni per raccogliere piante ad alta resa di chinino. versit per il contributo alla farmacologia ed i problemi
Due di queste furono particolarmente importanti che legano ricerca farmacologica e conservazione della
e condussero alla scoperta della C. ledgeriana, una diversit biologica.

AUTORE
Mauro Serafini, Dipartimento di Biologia Vegetale, Universit di Roma La Sapienza, P.le A. Moro 5, 00185 Roma
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 127-130, 1999 127
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Attivit antiradicalica di boldina e di estratti di Boldo


(Peumus boldus Molina). Risultati preliminari

G.G. FRANCHI, E. MIRALDI, S. FERRI, G. BRUNI e P. MASSARELLI

ABSTRACT - Scavenger activity of boldine and extracts of boldo. Preliminary results. - The leaves of boldo (Peumus boldus
Molina) are utilized in western medicine because of their choleretic and cholagogue properties. In Chilean folk-medicine
this drug is used also against different pathologies. In order to validate its use as antiinflammatory, especially in patholo-
gies of the digestive apparatus, the scavenger activity was valued and compared, of the main active principle, the iso-
quinolinic alkaloid boldine, and of different extracts from the leaves. Activity was tested in vitro measuring the inibition
of the photo-oxidation of o-dianisidine sensitised by riboflavine. Both pure boldine and all the extracts showed a certain
activity; pure boldine, however, never reached an inibition of 50%, while extracts were more active, up to an IC 50 at a
0.015 mg/ml concentration. These preliminary tests demonstrate that this kind of activity is mainly due to constituents
other than boldine, still to be identified.

Key words: Peumus boldus Molina, boldina, scavenger.

INTRODUZIONE
Il boldo (Peumus boldus Molina - Monimiaceae) un (Fig.1), e da un olio essenziale; la droga iscritta sulla
piccolo albero originario del Cile centro-meridiona- Farmacopea Ufficiale Italiana, X Ed. (F.U., 1998).
le. Questa specie, che vive in zone collinari e soleg- Nel paese dorigine, questa droga viene utilizzata
giate caratterizzate da clima mite, comprese fra 33 e anche contro numerosissime altre patologie
39 di latitudine Sud, ben si adatta allambiente (LANHERS et al., 1991; SPEISKY et al., 1991a; 1991b),
mediterraneo e pu essere coltivata in buona parte ma solo in alcuni casi (ad esempio, lattivit antiel-
dellItalia. I pochi esemplari presenti, principalmente mintica riconducibile allolio essenziale, ricco in
in Liguria ed in Campania, sono soprattutto coltiva- ascaridolo [MIRALDI et al., 1996]) questi usi sono
ti come ornamentali, mentre questa specie ha una convalidati da un punto di vista razionale. Molte
ben maggiore importanza come pianta medicinale volte, le attivit attribuite al boldo sono di tipo
(MIRALDI et al., 1996, e referenze ivi citate). La droga antiinfiammatorio, soprattutto nei confronti degli
costituita dalle foglie, che vengono adoperate nella apparati digerente ed urinario; in questi casi, si fa
medicina occidentale fin dalla seconda met del seco- riferimento allattivit antiossidante della boldina,
lo scorso per le loro propriet coleretiche e colago- che previene la formazione di radicali liberi
ghe, e pi in generale come stimolanti delle funzioni (LANHERS et al., 1991; GOTTELAND et al., 1997):
epatica e digestiva (LANHERS et al., 1991). I principi oggi infatti chiaramente dimostrato che i radicali
attivi sono costituiti da una miscela di alcaloidi ben- liberi, la cui produzione pu essere indotta da vari
zilisochinolinici, di cui il principale la boldina xenobiotici ed aumentata in condizioni patologiche,
sono in grado di sbilanciare i sistemi redox cellulari,
provocando stress ossidativo e conseguente danno
cellulare fino a morte. I dati di letteratura relativi
alleffettiva attivit antiradicalica della boldina sono
per contraddittori (SPEISKY et al., 1991a; MARTNEZ
et al., 1992; UBEDA et al., 1993; KRINGSTEIN e
CEDERBAUM, 1995; CASSELS et al., 1995). Queste
differenze di valutazione sono probabilmente da
Fig. 1 attribuirsi ai diversi sistemi, spesso in vivo, con i quali
Struttura chimica della boldina (2,6-diidrossi-3,5-dime- sono stati eseguiti i test: si pertanto ritenuto oppor-
tossiaporfina).
Chemical structure of boldine (2,6-dihydroxy-3,5- tuno saggiarne nuovamente lattivit di scavenger
dimethoxyaporphine). antiradicalico utilizzando una tecnica oggettiva in
128 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 127-130, 1999

vitro che sfrutta la produzione di radicali liberi gene-


rati dalla fotoossidazione della o-dianisidina sensibi-
lizzata da riboflavina (Fig.2). Un composto dotato di
azione scavenger generica ha un effetto inibitorio su
questa reazione, provocando una diminuzione di o-
dianisidina ossidata misurabile spettrofotometrica-
mente; al contrario un composto dotato di specifica
attivit scavenger nei confronti del radicale superos-
sido, rimuovendo O2- dai passaggi (3) e (4) dello
schema di reazioni riportato in Fig. 2, aumenta la
produzione di o-dianisidina ossidata (MISRA e
FRIDOVICH, 1977; CHOPRA et al., 1989; ROMEO et
al., 1995). Al fine di valutare se luso tradizionale
come antiinfiammatorio non fosse da attribuirsi
anche ad altri fitocostituenti, si sono inoltre testati Fig. 3
con lo stesso metodo altri tipi di estratti. Schema di estrazione da foglie di Boldo polverizzate.
Scheme of extraction from powdered boldo leaves.

Rb + hn _______________> Rb (1)
I risultati sono stati elaborati con un programma di
Rb + DH2 _______________> RbH + DH (2) fitting non lineare (EasyFit 1.4, Matteo Vaccari &
RbH + O2 _______________> Rb + O2 + H+ (3) Mario Negri Institute).
DH + O2 + H+ ______________> DH2 + O2 (4)
DH + DH ______________> D + DH2 (5) RISULTATI E DISCUSSIONE
O2 + O2 + 2H+ ______________> H2O2 (6)
Nella Tab. 1 sono riportati le concentrazioni finali in
Rb - Riboflavina cuvetta ed i valori percentuali di inibizione dei radi-
DH2 - o-dianisidina cali liberi (media e deviazione standard) relativi alla
D - prodotto formato per fotoossidazione e misurabile a boldina pura. Nelle successive Tabb. 24 sono ripor-
460 nm tati per gli ulteriori prodotti testati (alcaloidi totali -
Fig. 2 estratto A, estratto B, estratto C) le concentrazioni
Fotoossidazione della o-dianisidina. finali in cuvetta, i valori percentuali di inibizione dei
Photo-oxidation of o-dianisidine. radicali liberi (media e deviazione standard), i valori
MATERIALI E METODI di IC50 ed i coefficienti di variazione percentuale
La soluzione (1,3x10-5 M) di riboflavina (Aldrich) (C.V.%).
stata preparata in tampone fosfato 0,01 M pH 7,5; la Dai dati sopra riportati risulta quindi che tutte le
soluzione (10-2 M) di o-dianisidina dicloridrato TABELLA 1
(Sigma Chemicals Co.) in acqua distillata Milli-Q Boldina.
(Milli-Q plus - Millipore). I materiali testati sono Boldine.
stati disciolti in acqua MilliQ od in alcool etilico
assoluto. Per il saggio si seguito il metodo descritto [ ] finale (mg/ml) I% (M d.s. )
da CHOPRA et al. (1989), utilizzando per le sostanze
in esame le concentrazioni riportate nelle relative 1,96 48,71 2,94
tabelle. Ogni prova stata eseguita almeno in tripli-
cato. La misurazione del prodotto finale della fotoos- 1,80 45,85 0,42
sidazione stata eseguita con uno spettrofotometro 1,21 49,47 1,87
Beckman DU-650 a 460 nm. 0,88 47,00 3,25
La boldina pura utilizzata stata reperita in com- 0,73 47,28 0,44
mercio (Sigma Chemical Co.): leffettiva purezza 0,56 46,66 0,00
stata preventivamente controllata in HPLC.
Le foglie di Peumus boldus sono state prelevate da un 0,36 37,74 6,94
clone coltivato nellOrto Botanico dellUniversit di 0,18 49,51 2,21
Siena, la cui caratterizzazione chimica in corso 0,073 42,30 2,64
(MIRALDI e FERRI 1996; MIRALDI et al., 1996), essic- 0,054 42,82 2,53
cate allaria a temperatura ambiente e polverizzate
con un mulino a lame. 0,036 30,38 5,29
Gli alcaloidi totali (estratto A) sono stati ottenuti 0,018 26,75 3,66
secondo MIRALDI e FERRI (1996). 7,27 x 10 -3 14,46 1,10
Gli ulteriori estratti B e C sono stati ottenuti secon- 5,43 x 10 -3 13,06 3,47
do lo Schema riportato in Fig.3.
Gli estratti B e C dovrebbero contenere le frazioni 3,63 x 10 -3 14,54 0,55
flavonoidiche contenute nelle foglie, rispettivamente 1,82 x 10 -3 6,30 3,85
quella idrosolubile e quella non idrosolubile. 7,27 x 10 -4 4,08 3,66
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 129

TABELLA 2 in quantit e rapporti variabili: ad esempio secondo


Alcaloidi totali (Estratto A). F.U. X (1998) essi vanno calcolati come boldina e la
Total alkaloids (Extract A). quantit minima di questultima deve essere almeno
[ ] finale IC50 C.V. 1/5 del totale. La maggior parte di questi alcaloidi
I% (M d.s.) presenta lo stesso scheletro benzilisochinolinico della
(mg/ml) (mg/ml) %
boldina con diversi sostituenti, ed alcuni possono
0,580 60,86 1,02 pertanto avere unattivit antiossidante ben superiore
0,232 59,07 0,93 (CASSELS et al., 1995), cui attribuire la maggiore effi-
0,116 54,78 1,33 cienza dellestratto A. Questultimo tuttavia circa
0,154 10 volte meno attivo degli estratti B e C. In questi
0,077 39,42 3,48 9,84 dovrebbero essere contenute le due frazioni flavonoi-
0,015
0,046 32,05 4,66 diche, rispettivamente idrosolubile e non idrosolubi-
0,033 27,05 0,59 le, presenti nelle foglie. Dai dati di letteratura, i fla-
0,026 25,29 0,00 vonoidi delle foglie di boldo non risultano essere mai
0,021 24,46 1,67 stati identificati e pertanto, stante la grande eteroge-
neit strutturale di questo gruppo di molecole, che
TABELLA 3 possono presentarsi sia in forma glucosidica che agli-
Estratto B. conica (con differenti propriet fisico-chimiche e
Extract B. quindi solubilit), sono state per il momento estratte
[ ] finale IC50 C.V. due sole frazioni con gli usuali procedimenti, senza
I% (M d.s. ) ulteriori separazioni. Lestratto C, che ha il pi basso
(mg/ml) (mg/ml) %
valore di IC50 ed quindi il pi attivo come scaven-
0,048 57,40 5,54 ger, corrisponde alla frazione non idrosolubile e
0,027 54,58 2,67 dovrebbe quindi contenere flavonoidi in forma agli-
0,018 50,82 7,64 conica.
0,017 Dalle Tab. 1 - 4 inoltre possibile notare che in tutti
9,24 x 10 -3 46,60 3,78 13,109
0,0023 e quattro i casi linibizione percentuale aumenta non
4,62 x 10 -3 42,13 4,29 proporzionalmente allaumentare della concentrazio-
2,28 x 10 -3 33,66 2,66 ne della sostanza in esame. Se si graficano i risultati
1,14 x 10 -3 15,05 2,50 ottenuti, si ottengono sempre dei rami di iperbole
5,77 x 10 -4 4,64 0,44 che quindi tendono al plateau allaumentare dei valo-
ri delle ascisse.
TABELLA 4 Questi risultati preliminari consentono pertanto di
Estratto C.
Extract C. affermare, in accordo con le precedenti ricerche
sopra citate, che la boldina ha sicuramente una certa
[ ] finale IC50 attivit antiossidante, ma che questa, nel sistema di
I% ( M d.s. ) C.V.%
(mg/ml) (mg/ml) valutazione oggettiva in vitro che stato utilizzato,
0,033 52,67 1,20 appare abbastanza limitata. Senza voler minimamen-
0,018 51,19 0,81 te criticare i precedenti lavori sperimentali nei quali
0,013 51,07 2,23 stata utilizzata boldina pura, si pu comunque con-
0,015 cludere che preparazioni basate sulla droga in toto
6,30 x 10 -3 48,36 2,70 11,02 dovrebbero presentare una maggiore efficacia per la
0,0016
3,12 x 10 -3
34,46 3,53 presenza di ulteriori costituenti ancora pi attivi. In
1,56 x 10 -3 31,42 6,73 considerazione della scarsa solubilit dellalcaloide in
7,80 x 10 -4 20,16 2,31 acqua, la presente ricerca convalida anche quelli che
3,92 x 10 -4 20,29 3,33 sono gli usi nella medicina popolare, che utilizza
principalmente forme farmaceutiche con veicolo
sostanze testate, inibendo la formazione di o-dianisi- acquoso.
dina ossidata, risultano dotate di azione scavenger Naturalmente sar necessario un ulteriore fraziona-
generica e non specifica nei confronti del radicale mento degli estratti B e C, seguito da pi accurate
superossido (MISRA e FRIDOVICH, 1977; CHOPRA et analisi, al fine di identificare i componenti pi attivi,
al., 1989; ROMEO et al., 1995). che data la relativa semplicit dei metodi di estrazio-
Si nota inoltre che la boldina, anche alle pi alte con- ne sin qui effettuati potrebbero avere una natura chi-
mica assai eterogenea. Analogamente dovranno esse-
centrazioni testate, non raggiunge mai un valore di re separati ed identificati anche i componenti delle-
inibizione del 50%. Daltronde la massima concen- stratto A. Sar infine necessario verificare le eventua-
trazione testata corrisponde al limite di solubilit li differenze presenti fra i costituenti delle foglie di
della boldina nel mezzo utilizzato. piante di diversa provenienza, dal momento che dif-
Il valore di IC50 calcolato per gli alcaloidi totali ferenze anche notevoli sono gi state messe in evi-
(estratto A) suggerisce che lattivit scavenger sia for- denza fra i costituenti dellolio essenziale (MIRALDI et
temente influenzata dagli alcaloidi minori presenti al., 1996), dimostrando cos che questa specie risen-
insieme alla boldina. Questi alcaloidi sono presenti te notevolmente delle condizioni dellambiente in
130 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 127-130, 1999

cui vive. Fitoterapia, 67: 227-230.


MISRA H.P. and FRIDOVICH I., 1977 - Superoxide dismuta-
Ringraziamenti - Ricerca finanziata con fondi MURST se: a photochemical augmentation assay. Arch. Biochem.
quota ex-60% dallUniversit di Siena. Biophys., 181: 308-312.
ROMEO M.R., GIACHETTI D., BRUNI G., CERRETANI D.,
LETTERATURA CITATA FIASCHI A.I., MICHELI L., RUNCI F.M. and GIORGI G.,
CASSELS B.K., ASENCIO M., CONGET P., SPEISKY H., 1995 - Anti-radical activity of chemically different mole-
VIDELA L.A. and LISSI E.A., 1995 - Structure-antioxida- cules. Pharmacol. Toxicol., 76 (Suppl. 1): 41.
tive activity relationships in benzylisoquinoline alkaloids. SPEISKY H., CASSELS B.K., LISSI E.A. and VIDELA L.A.,
Pharmacol. Res., 31: 103-107. 1991a - Antioxidant properties of the alkaloid boldine in
CHOPRA M., SCOTT N., MCMURRAY J., MCLAY J., systems undergoing lipid peroxidation and enzyme inacti-
BRIDGES A., SMITH E. and BELCH J.J.F., 1989 - vation. Biochem. Pharmacol., 41: 1575-1581.
Captopril: a free radical scavenger. Br. J. Clin. Pharmac. SPEISKY H., SQUELLA J.A. and NEZ-VERGARA J., 1991b
27: 396-399. - Activity of boldine on rat ileum. Planta Med., 57: 519-
F.U., 1998 - Farmacopea Ufficiale della Repubblica 522.
Italiana, X Edizione:: 695-697. Istituto Poligrafico e UBEDA A., MONTESINOS C., PAY M. and ALCARAZ M.J.,
Zecca dello Stato, Roma. 1993 - Iron-reducing and free-radical-scavenging proper-
GOTTELAND M., JIMENEZ I., BRUNSER O., GUZMAN L., ties of apomorphine and some related benzilisoquinolines.
ROMERO S., CASSELS B.K. and SPEISKY H., 1997 - Free Rad. Biol. Med., 15: 159-167.
Protective effect of boldine in experimental colitis. Planta
Med. 63: 311-315. RIASSUNTO - Le foglie di boldo (Peumus boldus Molina)
KRINGSTEIN P. and CEDERBAUM A.I., 1995 - Boldine pre- vengono utilizzate nella medicina occidentale per le loro
vents human liver microsomal lipid peroxidation and inac- propriet coleretiche e colagoghe. Nella medicina tradizio-
tivation of cytochrome P4502E1. Free Rad. Biol. Med., nale del Cile, dove la pianta cresce spontanea, questa
18: 559-563. droga viene utilizzata anche in molte altre patologie. Al
LANHERS M.C., JOYEUX M., SOULIMANI R., FLEURENTIN fine di una convalida delluso contro i processi infiamma-
J., SAYAG M., MORTIER F., YOUNOS C. and PELT J.-M., tori, soprattutto a carico dellapparato digerente, sono
1991 - Hepatoprotective and anti-inflammatory effects of state valutate e paragonate fra di loro lattivit antiradica-
a traditional medicinal plant of Chile, Peumus boldus. lica del pi noto dei principi attivi, lalcaloide isochinoli-
Planta Med., 57: 110-115. nico boldina, e di vari estratti preparati dalla droga.
MARTNEZ L.A., ROS J.L., PAY M. and ALCARAZ M.J., Lattivit antiradicalica stata testata in vitro misurando
1992 - Inhibition of nonenzymic lipid peroxidation by linibizione della fotoossidazione della o-dianisidina sensi-
benzylisoquinoline alkaloids. Free Rad. Biol. Med., 12: bilizzata da riboflavina. Sia la boldina pura che tutti gli
287-292. estratti hanno mostrato una certa attivit; la boldina pura
MIRALDI E. e FERRI S., 1996 - Determinazione quantitati- per non ha mai raggiunto una inibizione del 50%, men-
va di boldina in foglie di varia provenienza di Peumus tre gli estratti hanno mostrato una maggiore attivit anti-
boldus Molina. Riv. Ital. EPPOS, 20: 21-25. radicalica, fino ad una IC50 di 0,015 mg/ml. Da queste
MIRALDI E., FERRI S., FRANCHI G.G. and GIORGI G., prove preliminari appare pertanto chiaro che lattivit
1996 - Peumus boldus essential oil: new constituents and soprattutto dovuta a costituenti del boldo diversi dalla
comparison of oils from leaves of different origin. boldina, ancora da identificare.

AUTORI

Giangabriele Franchi, G. Bruni e P. Massarelli, Istituto di Farmacologia dellUniversit, Via delle Scotte 6, 53100 Siena
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 131-132, 1999 131
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Una pianta magica nelle malattie autoimmuni

M. GRANDI, P. TUBERY e M. GEFFARD

ABSTRACT - A magic plant in the autoimmunitary diseases. - In a systematic study of the vegetal extracts effects on the
autoimmune diseases, the activity of a saponoside, extracted from powder of roots of Securidaca longepedunculata, a mem-
ber of Polygalaceae which lives in the African savannah, was evaluated. 34 patients, among 59 enrolled, were evaluated
after twelve months of treatment with reference to anticorp title, lymphocyte typification and parameters of phlogosis.
The improvement, obtained in the 80% of the patients, was accompanied by an objective and subjective reduction of the
symptoms.

Key words: Securidaca longepedunculata, autoimmunitary disease

INTRODUZIONE
Securidaca longepedunculata uno degli alberi pi in vivo: diminuzione delle gammaglobuline nei coni-
belli e pi utilizzati nelle medicine tradizionali gli trattati per os (10 mg./Kg./die per 10 giorni).
dellAfrica Tropicale (NEUWINGER, 1996). La maneggevolezza della sostanza, il meccanismo di
Di facile reperimento nei mercati, chiamata la azione e gli studi clinici condotti su alcune patologie
madre delle medicine (uwar magunguna). Le sue autoimmuni dallo stesso Tubery (TUBERY e RAGOT,
indicazioni: reumatismi, cefalea, otiti, malattie vene- 1969)), ci hanno indotto ad un suo utilizzo nellar-
ree, malaria, lebbra, antidoto al morso del serpente trite reumatoide, nelle tiroiditi, nel lupus e nelle con-
(MATHIAS, 1982). nettiviti.
Le informazioni pi omogenee, nelle varie etnie cen-
troafricane, sulle malattie a componente immuno- MATERIALI E METODI
allergica (psoriasi ed eczema) avevano indotto i ricer-
catori francesi ad un interessante studio fitochimico, Nello studio stato utilizzato lestratto sodico di
tossicologico, e farmacologico (TUBERY, 1964). Securidaca longepedunculata idrolizzato, lavato, ed
Tubery, completando gli studi di LENZ (1913) che ne essiccato, fornito dai laboratori C.R.P. di Tolosa.
individuava una saponina neutra e di MOERS (1966) Sono stati arruolati 59 pazienti. Quelli valutati sono
che la identificava con quelle ottenute dalle Poligala attualmente 34.
e dalla Carpolobia, ne isolava il principio attivo nella I sieri dei malati inclusi sono stati studiati nel labo-
ratorio dimmunologia dellINSERM di Talence.
senegenina, ottenuta per idrolisi della saponina Lindagine ha valutato la presenza ed il titolo di anti-
(TUBERY and RAGOT, 1969). corpi verso:
Il senegenato di magnesio, ottenuto dallestrazione
dalle radici con metanolo, seguito dallevaporazione, - composti endogeni fisiologicamente non accessibili
idrolisi acida e trattamento con MgCO3, solubile al sistema immunitario:
in acqua e presenta un miglior assorbimento intesti- Pal M - anti acido palmitico coniugato;
nale (TUBERY, 1975). Myr - anti acido miristico coniugato;
La selettivit dazione sulle linee linfocitarie stata Ole M - anti acido oleico coniugato;
documentata negli studi di tossicit cronica. Non Ach M - anti acetilcolina coniugata;
sono stati identificati effetti mutageni o teratogeni. Pi M - anti fosfolipide coniugato;
La tossicit acuta di 3,20 g./Kg. nel topo. La DL 50 Far M - anti acido farcistico coniugato.
per via orale di 1,50 g. per Kg.(DERACHE, 1969) La loro presenza diviene significativa dopo destruttu-
Lo studio farmacologico della selegenina ha dimo- razione della membrana cellulare o legame ad altri
strato: costituenti del siero;
in vitro: inibizione della trasformazione blastica nei - composti endogeni modificati prodotti dal proces-
linfociti (studio con incorporazione della timidina so di ossidazione ed idrolisi degli acidi grassi insatu-
triziata); inibizione della crescita dei linfoblasti; ri:
132 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 131-132, 1999

Aze M - anti acido azelaico coniugato; tamento, ha dato i seguenti risultati:


- neoantigeni risultanti da una iperproduzione di Tutti i pazienti hanno presentato normalizzazione
NO e perossinitrite: del complemento (C3).
NO Cyst N - anti cisteinil NO coniugato. Nellartrite reumatoide l80% dei malati presenta
Sono stati altres considerati: negativizzazione del Reuma test e del rapporto
gli autoanticorpi specifici per la patologia. OKT4/OKT8.
la tipizzazione linfocitaria. Nelle tiroiditi si avuto:
il complemento. 80% di normalizzazione del titolo degli anticorpi
La posologia giornaliera di 300 mg./mq di senege- anti perossidasi;
nina. 83% di normalizzazione del titolo degli anticorpi
La risposta stata valutata a 12 mesi. anti tireoglobulina;
100% di normalizzazione del rapporto
RISULTATI OKT4/OKT8.
Pazienti attualmente arruolati: 59. CONCLUSIONI
Totale pazienti valutabili: 34.
Rispettivamente: Anche se limitato nel numero di pazienti inclusi, i
risultati ottenuti sono stimolanti in prospettiva per
Artriti limpiego della senegenina in patologie ad alto
Et: 31-40: 1, 41-50: 7, 51-60: 3, 61-70: 1, 71-80: impatto sociale. In particolare la maneggevolezza
2. dimpiego, lassenza di effetti collaterali, mutageni, e
Donne: 11, Uomini: 3 teratogeni, rappresentano un vantaggio per malattie
Durata media dello studio: 14,1 mesi (min: 3, max: ad andamento cronico ed ad insorgenza giovanile,
29) abitualmente trattate con immunosopressori. In par-
Pazienti attualmente arruolati: 29 ticolare per quelle fasce det che possono maggior-
Pazienti valutabili: 14 mente risentire della tossicit iatrogena.
Tiroiditi
Et: 31-40: 2, 41-50: 3, 51-60: 3. LETTERATURA CITATA
Donne: 7, Uomini: 1
Durata media dello studio: 15,6 mesi (min. 8, max: NEUWINGER H.D., 1996 - African Ethnobotany . Chapman
and Hall: 743.
20) DERACHE R., 1969 - Rapport dexpertise toxicologique sur
Pazienti attualmente arruolati: 13. un extrait alcoolique sec de Securidaca longepeduncolata.
Pazienti valutabili: 8. Toxicit aige, subaige et sratognse. Poligalacees,
Centre International de Toxicologie - Evreux, France
Lupus (4), M. Sjogren (2), Connettivite (2), Pemfigo (29-5-85).
(1), Sarcoidosi (1), Altre (2) LENZ W., 1913 - Untersuchungen der wurzefrinde von
Et: 21-30: 2, 31-40: 3, 41-50: 1, 51-60: 4, 61-79: Securidaca longepeduncolata. Un. Berlin: 177-180.
2. MATHIAS M.E., 1982 - Some medicinal plants of the Hehe
(Southern Highlands Province - Tanzania). Taxon:: 488-
Donne: 10, Uomini: 2 494.
Durata media dello studio: 14,4 mesi (min: 2, max: MOERS A., 1966 - Etude parallle de la composition chimi-
39) que de Polygala senega et de Securidaca
Pazienti attualmente arruolati: 17. Longepedunculata. J. Pharm. Blg.: 347-362.
Pazienti valutabili: 12. TUBERY P., 1964 - Alcholic extract of Securidaca longepe-
dunculata used against Psoriasis. Fr. Demande 6665
(1.3.1969), Chem Abstr.: 52792.
La valutazione del titolo degli anticorpi verso gli , 1975 - Antiinflamatory tritubernic alchol acids. Chem.
antigeni coniugati, presenti nei pazienti dopo il trat- Abstr.: 102132.
TUBERY P. and RAGOT J.M., 1969 - Magnesium senegeni-
nate and its therapeutic use. Fr. Demande: 2, 510, 557
responder non responder (4.2.1983); Chem. Abstr.: 128328.
(%) (%)
RIASSUNTO - In uno studio sistematico di estratti vege-
Pal M 75 25 tali sulle patologie autoimmuni, abbiamo valutato lattivi-
Myr M 50 50 t di un saponoside estratto dalla polvere delle radici di
Ole M 75 25 una Polygalacea della savana africana: Securidaca longepe-
dunculata. Sono stati ad oggi arruolati 59 pazienti; 34
AzeM 75 25 valutati al dodicesimo mese di trattamento. La risposta
Ach M 75 25 ottenuta stata analizzata con il dosaggio del titolo anti-
Pi M 100 - corpale di riferimento alle patologie in esame, la tipizza-
Far M 75 25 zione linfocitaria ed i parametri di flogosi. Il migliora-
mento ottenuto nell80% dei malati, accompagnato da
NO Cyst 75 25 una riduzione clinica soggettiva ed oggettiva della sinto-
matologia.

AUTORI
M. Grandi, La Torre sas - Via Mario Ponzio 10 - Torino
P. Tubery, Centre de Recherches Phitotherapiques - 9 Rue Jean Bart 31400 Toulose. France
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 133-135, 1999 133
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Progetto PROAM: ricerca etnobotanica e sviluppo sostenibile


nellOriente ecuadoriano

R. BRUNI, A. MEDICI, S. SCALIA e S. RE

ABSTRACT PROAM Project: ethnobotanical research and sustainable development in eastern Ecuador. - The PROAM pro-
ject (Progetto Amazonia) has been designed to provide training and research into the biological assets of the Amazon in
the eastern portion of the Morona Santiago province in Ecuador an area inhabited by two ethnic groups: the Jivaros of
Achuar and Shuar. The aim of this project is to facilitate self-development of these peoples through conservative use of
their home forests. The project also proposes to create a post-doctoral School for Biotechnological Specialization. The
following parties will participate in the project: FICS (Federacion Interprovincial de Centros Shuar); OINAE
(Organizacion Interprovincial de la Nacionalidad Achuar del Ecuador); Fundacion Chankuap; UPS (Universidad
Politecnica Salesiana) and the Italian universities of Ferrara and Pavia.

Key words: ethnobotany, Ecuador, sustainable development, renewable resources.

Nella Selva Amazzonica, a causa della rapida defore- Condizione fondamentale attorno alla quale stato
stazione, il sostegno alla biodiversit e alla cultura costruito il progetto la centralit delle popolazioni
etnobotanica divenuto una priorit, sino ad essere indigene. Sino ad ora, infatti, progetti di questo tipo
considerato uno dei metodi pi perseguiti per arre- sono stati posti in atto, nel migliore dei casi, da una
starne la distruzione (LUGO, 1987; ALTIERI, 1991). concertazione a tre tra Industrie, Enti di ricerca e
Molte sono le iniziative, sponsorizzate da industrie o Governi locali, quando non da una sola di questi sog-
sostenute da entit governative, che si occupano di getti, emarginando nella sostanza fornitori o destina-
raccogliere il know-how etnobotanico delle popola- tari del servizio.
zioni che abitano le foreste pluviali, classificarlo, vali- Questo approccio al problema comporta, nel con-
darlo e metterlo a disposizione del mondo produtti- tempo, minori garanzie nella salvaguarda della biodi-
vo nel tentativo di garantirlo dalloblio dellestinzio- versit, nella durata dei progetti e nella ricaduta effet-
ne (SHIVA, 1993). Resta tuttavia poco definito quale tiva sulle popolazioni coinvolte, che si trovano ad
sia il migliore approccio al problema per attingere essere oggetto di una ricerca e quasi mai soggetto
alla conoscenza mediante uno sviluppo sostenibile. della ricerca stessa (OECD, 1992; OMARA-OJUNGU,
Per secoli loccidente ha attinto alle conoscenze e alle 1992). Elementi non trascurabili di questo sistema
risorse dei popoli indigeni in modo coloniale senza sono il maggiore impegno richiesto al mondo acca-
coinvolgimento del popolo stesso nel proprio desti- demico ed industriale e la necessit di operare in
no. Al tempo stesso permane la necessit di realizza- ruoli che non sono loro precipui: universit ed azien-
re progetti in grado di protrarsi nel tempo, integran- de si trovano difatti a dover investire tempo, risorse e
dosi con la struttura sociale, economica e culturale denaro nella ricerca di supporti logistici e nella fase
locale, agendo da mediatori tra due universi differen- diplomatica ed organizzativa che precede quella ope-
ti, al fine di evitare pericolosi fenomeni di coloniz- rativa, a scapito delleffettiva attivit di ricerca.
zazione da ritorno (RAMAKRISHNON, 1992). Nel tentativo di ovviare a questa situazione, allinter-
Il PROAM (Progetto Amazzonia) vuole perseguire le no della quale hanno buon gioco la speculazione e lo
linee sopra indicate, fornendo da un verso uninter- sfruttamento, si deciso di strutturare il PROAM
faccia agevole per la ricerca etnobotanica, botanica, secondo una differente gerarchia, che rispecchia i
chimica e farmaceutica italiana, fornendo un contat- ruoli propri di ogni parte in causa e si propone di for-
to diretto con la Selva Amazzonica della regione nire maggiori garanzie sul fronte della difesa delle
dellOriente ecuadoriano e con le popolazioni popolazioni indigene e delle aree in cui vivono. Un
Achuar e Shuar che la abitano e fungendo, dallaltro forte contributo, didattico e scientifico, verr richie-
verso, da garante per lintegrit e la salvaguardia delle sto alle Universit italiane disponibili a partecipare al
popolazioni stesse, delle loro culture e del loro habi- progetto; tale impegno verr compensato dalla possi-
tat. bilit di operare in aree della foresta amazzonica mai
134 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 133-135, 1999

oggetto di analoghe indagini. Presso la citt andina di Macas, ai margini della fore-
Promotore e motore primo del progetto il VIS sta amazzonica, verr invece realizzato un corso di
(Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), inseri- formazione per tecnici botanici, chimici ed agrono-
ta nellambito della Congregazione Salesiana, che mi, articolato su due anni ed espressamente destina-
opera in Ecuador dal 1995 ed ha gi avviato altre ini- to a studenti di etnia Shuar ed Achuar, impostato
ziative nellarea amazzonica come una laurea breve. La scelta di queste tre tipolo-
gie dettata dal desiderio di fornire una professiona-
Il PROAM si propone di promuovere azioni di for- lit il pi possibile esauriente per ogni aspetto della
mazione e di ricerca sul patrimonio biologico amaz- ricerca e della valorizzazione del patrimonio amazzo-
zonico dellarea orientale della provincia ecuadoriana nico. Questi tecnici dovranno, in un secondo
di Morona Santiago, segnatamente nelle aree abitate tempo, compiere lazione di ricerca botanica ed etno-
dalle etnie di ceppo Jivaros degli Achuar e degli botanica, di raccolta e prima analisi chimico-biologi-
Shuar, favorendo il loro autosviluppo attraverso un ca del materiale biologico della selva, operando con-
uso conservativo della foresta in cui vivono. tinui momenti dinterscambio tra le comunit Shuar
Obiettivo specifico sar dunque la formazione di spe- ed Achuar ed i ricercatori e gli studenti. Lattivit di
cialisti a livello post-universitario e di tecnici di livel- ricerca verr comunque avviata in parallelo con quel-
lo medio, capaci di promuovere azioni di ricerca e la didattica e coinvolger diversi ambiti, individuan-
valorizzazione del patrimonio biologico forestale, do obiettivi a breve ed a medio-lungo termine.
seguendo pertanto due cammini paralleli ed al tempo Obiettivi primari sono linstallazione e lattivazione
stesso complementari: quello della ricerca e quello dei laboratori presso le sedi di Quito e Macas e lin-
della didattica a livello universitario. dividuazione dei gruppi di ricerca italiani interessati
La scelta di un traguardo cos ambizioso dettata a svolgere le loro attivit in seno al progetto
dalla consapevolezza dellassenza, in territorio ecua- PROAM. Una volta conclusa questa fase iniziale
doriano, di analoghe iniziative a difesa della biodi- verr dapprima svolta unapprofondita indagine
versit, nonch della mancanza di percorsi formativi etnobotanica ed etnofarmacologica, che si conclude-
universitari ad indirizzo specificamente amazzonico e r con la stesura di una farmacopea delle popolazio-
di laboratori di analisi fitochimica e biologica di ele- ni Shuar ed Achuar. In secondo luogo si proceder
vato livello. alla classificazione delle specie presenti nellarea inte-
Per poter realizzare tali ipotesi di lavoro si costitui- ressata, includendo anche quelle non rilevate dallin-
to un pool che raggruppa tre entit differenti, ognu- dagine precedente. Questa operazione stata in real-
na con compiti ben distinti e predefiniti: t gi avviata, tramite la realizzazione di piccoli orti
1. La Cooperazione Internazionale, tramite il VIS, botanici nei villaggi Shuar ed Achuar per raggruppa-
che si occuper del coordinamento, della parte re le specie ad essi note ed effettuarne una prima
amministrativa e della gestione dei rapporti con le schedatura. Simultaneamente a queste operazioni
amministrazioni locali e le rappresentanze delle avranno inizio le analisi fitochimiche e di bioattivit,
popolazioni Shuar ed Achuar, fungendo al tempo focalizzando lattenzione sulle specie dal possibile
stesso da garante nei loro confronti; interesse commerciale, farmaceutico o alimentare, e
2. Luniversit ecuadoriana, rappresentato dallUPS sviluppando procedure e tecniche di estrazione, iso-
(Universidad Politecnica Salesiana) di Quito. Il lamento ed identificazione dei principi attivi. A tali
loro ruolo, oltre che didattico, sar quello di for- analisi faranno eventualmente seguito verifiche sul-
nire supporto logistico nella fase di avviamento di lattivit e la tossicit dei principi attivi isolati. Tutte
corsi e laboratori. queste attivit si svolgeranno in coordinamento con
3. Le universit italiane di Ferrara e Pavia. le Universit italiane coinvolte nel progetto.
Grazie alla collaborazione di questi organismi verr Le attivit di ricerca si svolgeranno nelle aree di stan-
istituita, presso lUPS, una Scuola di Specializzazione ziamento di Shuar ed Achuar, con il diretto coinvol-
in Biotecnologie a livello post-universitario articolata gimento di dette popolazioni e delle loro espressioni
su tre anni, per la formazione di tecnici capaci di organizzative (FICS - Federacion Interprovincial de
operare lo sfruttamento razionale ed ecocompatibile Centros Shuar; OINAE - Organizacion
del patrimonio biologico forestale, definendo alter- Interprovincial de la Nacionalidad Achuar del
native di sviluppo sostenibile dalle popolazioni indi- Ecuador; Fundacion Chankuap), che saranno infor-
gene. Il suo compito sar quello di promuovere, in mate e beneficiarie di eventuali profitti, non solo per
collaborazione con le Universit italiane, ricerche di via meramente pecuniaria, ma anche tramite listitu-
base ed applicate al fine di ottenere una conoscenza zione di borse di studio espressamente destinate a
completa del patrimonio botanico, etnobotanico, studenti indigeni.
fitochimico della regione amazzonica interessata. Fine ultimo di queste indagini difatti la validazione
Obiettivo finale sar lindividuazione di prodotti delle farmacopee indigene, sia per sostenere limpie-
della Selva Amazzonica dal possibile impiego in go locale della medicina tradizionale (in contrasto
ambito cosmetico, farmaceutico o alimentare. Tale con limpiego diffuso di farmaci di sintesi, caratteriz-
Scuola di Specializzazione sar equipaggiata da un zati da un costo eccessivo per leconomia indigena)
moderno laboratorio di analisi chimico-biologiche, che per favorire la commercializzazione dei principi
dotato di strumentazione per analisi spettrofotome- attivi in esse contenuti.
triche, HPLC, GC. Condizione imprescindibile per lavvio delle attivit
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 135

di ricerca e di sostegno alle iniziative didattiche la LUGO A. E., ed., 1987 Ecological Development in the
creazione di un coordinamento tra le entit accade- Humid Tropics.:Winrock, Arlington, USA.
miche coinvolte, col fine di semplificare il travaso di OECD (ORGANIZATION FOR ECONOMIC COOPERATION
AND DEVELOPMENT), 1992 - Future of Agricolture.
informazioni e favorire lo scambio di materiale tra
OECD, Parigi.
lEcuador ed i laboratori italiani OMARA-OJUNGU, P. 1992 Resources management in
A fronte di notevoli potenzialit per i ricercatori di Developing Countries. Wiley, New York.
industrie ed universit si ergono gli ostacoli, spesso RAMAKRISHNON P.S., 1992 Shifting Agricolture and
insormontabili o non affrontabili da gruppi di ricer- Sustainable Development. UNESCO, Parigi.
ca privi di robusti sostegni economici, conseguenti SHIVA V., 1993 Monocultures of the Mind. Perspectives on
allorganizzazione di unattivit di ricerca in un paese Biodiversity and Biotechnology. Zed Books, Londra.
in via di sviluppo. Nello specifico ecuadoriano non
va, inoltre, trascurata la recente approvazione della RIASSUNTO - Il progetto PROAM (Progetto Amaz-
legge che tutela i diritti di propriet intellettuale nel zonia) si propone di promuovere azioni di formazione e di
settore della ricerca scientifica, regolamentando e ricerca sul patrimonio biologico amazzonico dellarea
orientale della provincia ecuadoriana di Morona Santiago,
limitando lazione dindagine del patrimonio biolo- nelle aree abitate dalle etnie di ceppo Jivaros degli Achuar
gico amazzonico da parte di organismi esteri. Questo e degli Shuar, favorendo il loro autosviluppo attraverso un
progetto, dunque, non solo consente al mondo uso conservativo della foresta in cui vivono. Al progetto,
scientifico italiano di intraprendere percorsi di ricer- che si propone anche di creare una Scuola di
ca nuovi ed attuali, ma permette di farlo secondo Specializzazione in Biotecnologie a livello post-universita-
principi etici. rio, partecipano: la FICS (Federacion Interprovincial de
Centros Shuar), lOINAE (Organizacion Interprovincial
LETTERATURA CITATA de la Nacionalidad Achuar del Ecuador), la Fundacion
ALTIERI M., 1991 Traditional Farming in Latin America. Chankuap, lUPS (Universidad Politecnica Salesiana) e le
Ecologist, 21: 93-96. universit italiane di Ferrara e Pavia.

AUTORI

Renato Bruni, Alessandro Medici, Dipartimento di Chimica, Universit di Ferrara, Via L. Borsari 46, Ferrara. Italia
Santo Scalia, Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Universit di Ferrara, Via L. Borsari 46, Ferrara. Italia
136 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 136-140, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Medicina tradizionale in Azerbaijan Occidentale (Iran)

E. MIRALDI, S. FERRI, G.G. FRANCHI e V. MOSTAGHIMI

ABSTRACT.-Traditional medicine in West Azerbaijan (Iran). - An ethnobotanical research has been conducted in West
Azerbaijan (Iran) for identifying the useful plants that are known and used in that area for medicinal purposes. This region
has an old tradition of herbal healing and a high degree of knowledge of natural remedies; a total of 80 species have been
documented through interviews with village elders, traditional doctors and herbalists, for some of which botanical name,
vernacular name, locality of collection, medicinal uses and most common preparations are reported.

Key words: West Azerbaijan, Iran, traditional medicine, medicinal plants

INTRODUZIONE
Le piante medicinali svolgono ancora oggi un ruolo fon- Iraq e Kurdistan. essenzialmente una regione mon-
damentale in molti paesi come primo rimedio per la cura tuosa, nella cui parte orientale situato il lago salato
di minori patologie. Nei paesi pi industrializzati la medi- di Urmia (circa 500 Km2). Il capoluogo di regione
cina ufficiale ha ormai quasi completamente sostituito la Urmia, estesa citt di circa 600.000 abitanti, situata
medicina tradizionale, complici anche i mass-media e il a 1300 m di altitudine, in una grande e fertile pia-
generale migliore livello di istruzione, eccezione fatta nura, famosa per le sue coltivazioni di una pregevole
per alcune aree rurali e geograficamente isolate, nelle uva bianca senza semi, esportata in tutto il mondo
quali luso di rimedi fitoterapici ancora piuttosto con il nome di uva sultanina.
comune, specialmente tra gli anziani. LAzerbaijan, oggi in parte iraniano e in parte indi-
In Iran la medicina tradizionale ancora la pi uti- pendente, sempre stato un canale importante fra
lizzata, forse perch in questo paese la visita presso Asia ed Europa, una via di transito occupata di volta
medici specializzati ha generalmente prezzi proibitivi in volta da invasori e popolazioni diverse. Fu il cen-
e laccesso ad apposite e moderne strutture sanitarie tro di una delle prime civilt della Persia e una delle
spesso assai difficoltoso a causa della scadente rete regioni emergenti, economicamente e culturalmente,
stradale. Di conseguenza liraniano che vive in villag- dellimpero dei Medi (800 a.C.), fino alla conquista
gi lontani dai centri cittadini ha come figura sanita- araba, avvenuta pi di un millennio dopo, che port
ria di riferimento il medico fitoterapico, professioni- allavvento dellislamismo. In seguito cadde nelle
sta piuttosto comune in questo paese, cui si rivolge in mani dei turchi e dei mongoli; fu liberata dalla dina-
caso di necessit. Una vera e propria assistenza para- stia Safavide (1486-1880) e successivamente domi-
medica viene sovente offerta anche dai venditori di nata dagli Sci Cagiari (1881-1918). Dopo un breve
piante medicinali dei bazar, fiorenti mercati in cui si periodo come repubblica indipendente, nel 1926
svolge gran parte della vita commerciale iraniana. con un colpo di stato vi fu lavvento della dinastia
Tali venditori in genere non hanno effettuato parti- Pahlavi, il cui ultimo Sci fu Reza Pahlavi, che rima-
colari studi, ma la loro conoscenza delle piante medi- se al potere fino alla rivoluzione che port alla repub-
blica islamica dellIran.
cinali deriva da una tradizione orale gelosamente LAzerbaijan nel 1932 venne suddiviso in due pro-
conservata e tramandata di padre in figlio. vince: lAzerbaijan Occidentale, regione dellIran, e
lAzerbaijan Orientale, oggi repubblica indipenden-
CENNI STORICO-GEOGRAFICI te, che fu invece annesso allex Unione Sovietica.
LAzerbaijan Occidentale (circa 39.000 Km2) una
regione situata nella parte nord-occidentale dellIran. Forse a causa di queste complicate vicissitudini stori-
Confina a nord con le repubbliche indipendenti che ed al succedersi di dominazioni assai diverse, la
dellAzerbaijan Orientale e dellArmenia, a nord- popolazione dellAzerbaijan ha profondamente radi-
ovest con la Turchia mediante catene montuose (la cate in s le proprie tradizioni e rimane ancora oggi
cima pi alta quella del Monte Ararat) e a sud con una isola culturale allinterno della sua stessa nazio-
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 137

ne, con linguaggio e costumi culturali propri. Di tali miele per migliorare il sapore; ad esempio sono assai
costumi fa parte anche lantica medicina tradiziona- utilizzate la radice polverizzata di Inula helenium L.
le, ancora oggi ampiamente utilizzata e affatto per disturbi gastrici oppure radici e rizomi polveriz-
influenzata da nuove correnti. Questo lavoro ha lo zati di Glycyrrhiza echinata L. per tosse, bronchite ed
scopo di porre lattenzione sulluso delle piante ulcera gastrica.
medicinali, che costituiscono ancora oggi un fioren- Spesso viene adoperata anche la pianta fresca: le
te mercato, nellAzerbaijan Occidentale. foglie fresche pestate di Capsella bursa-pastoris L. per
via esterna sono considerate un ottimo antiemorragi-
MATERIALI E METODI co e cicatrizzante; sotto forma di cataplasma si usano
Linchiesta, effettuata durante un periodo di tempo le foglie di Malva sylvestris L. o di Althaea officinalis
compreso tra il 1992 e il 1996, stata condotta in L., che, miscelate con olio di oliva, vengono spalma-
varie localit della regione e soprattutto nella citt di te sulla cute per curare il mal di schiena e le scotta-
Urmia; sono state effettuate indagini in loco, intervi- ture oppure in caso di punture di scorpione. comu-
stando principalmente i venditori delle drogherie nei ne anche luso del succo di varie parti di piante fre-
bazar, ma anche comuni cittadini, generalmente sche, ad esempio quello dei rami giovani di Sambucus
anziani, che mostravano una certa conoscenza delle nigra L. come diaforetico.
tradizioni riguardanti la medicina popolare locale. Talvolta le formulazioni sono costituite da moltepli-
Gli intervistati si sono generalmente riferiti alle varie ci specie ed in questo caso sono per lo pi consiglia-
specie usando nomi volgari; a seguito delle interviste, te dai medici fitoterapici o dai venditori del bazar;
si proceduto alla ricerca ed alla raccolta delle entit nella tradizione familiare invece pi comune luso
in studio, sottoponendo poi i campioni allattenzio- di una singola specie, anche se esistono alcune ecce-
ne degli intervistati per un ulteriore controllo della zioni di miscele largamente conosciute ed adoperate,
loro identit. Successivamente le specie sono state come ad esempio la miscela dei quattro semi (semi
accuratamente identificate con apposite Flore di Plantago major L., Alyssum homolocarpum SM.
(KOMAROV e SHISHKIN, 1934-1973; DAVIS, 1965- Boiss., Salvia macrosiphon AH (F. et M.) Boiss.,
1978; TUTIN et al., 1976; PIGNATTI, 1982; Cydonia oblonga Mill.) per le sue propriet contro la
MONTERDE, 1986; GHAHREMAN, 1987-1989; SIAMI, tosse e la miscela dei fiori di Anchusa italica L. e radi-
1989) presso il Dipartimento Farmaco Chimico ci di Valeriana officinalis L., ottima come ansiolitico
Tecnologico, Sezione Botanica Farmaceutica e antipertensivo.
dellUniversit degli Studi di Siena e i campioni sono Queste miscele sono solitamente preparate dai ven-
ditori dei bazar, che comunque dispensano droghe
stati depositati nellHerbarium Senensis (SIENA).
miste non solo dietro prescrizione del medico fitote-
rapico, ma, a loro discrezione, anche per semplice
RISULTATI E DISCUSSIONE richiesta del cliente. In tali casi una buona conoscen-
Le specie citate dagli intervistati sono state moltissi- za delle piante medicinali da parte del venditore
me: in effetti nel solo Azerbaijan Occidentale stato indispensabile, soprattutto al fine di avvertire il clien-
accertato luso abituale di almeno 80 specie, gi trat- te in caso di eventuale tossicit di alcune specie. A
tate in un precedente lavoro (MIRALDI et al., 1998); questo proposito i venditori hanno ricordato diversi
alcune sono state citate da tutti gli intervistati e sono casi di intossicazione negli ultimi anni dovuti ad un
reperibili non solo nelle drogherie, ma, allo stato fre- uso eccessivo di Glycyrrhiza echinata, specie sponta-
sco, anche dai fruttivendoli, altre sono state menzio- nea e assai diffusa in tutto lAzerbaijan Occidentale;
nate esclusivamente dai venditori delle drogherie. le interviste hanno messo in evidenza che G. echina-
Le droghe acquistate dalliraniano comune proven- ta la specie pi utilizzata nella medicina tradiziona-
gono in gran parte da piante spontanee, raccolte le, anche se la fitoterapia ufficiale iraniana (SIAMI,
dallo stesso venditore o da suoi collaboratori, oppure 1989; AMIN, 1991; AFSHAR, 1992; ROJHAN, 1991;
da agricoltori e pastori che le raccolgono e le vendo- ZARGARI, 1989-1992; MOATTAR et al., 1991; MIR
no ai negozianti del bazar; non mancano tuttavia HEIDARI, 1993) riporta generalmente luso di G. gla-
droghe provenienti da coltivazioni di piante sponta- bra. Come noto, un abuso di liquirizia pu provoca-
nee allestite nelle fertili campagne intorno a Urmia. re intossicazioni a causa del contenuto in glicirrizina
Dalla nostra ricerca risultato che generalmente le che provoca un aumento della secrezione di aldoste-
modalit di uso delle piante medicinali sono sempli- rone con ritenzione di sodio ematico e acqua e per-
cissime, probabilmente perch i rimedi fitoterapici dita di potassio; la conseguente alcalosi ematica com-
sono di solito preparati dagli stessi pazienti o da loro porta debolezza muscolare, paralisi ed aumento della
familiari, con attrezzature domestiche, seguendo le pressione sanguigna, edemi e in alcuni casi mioglobi-
indicazioni fornite dai venditori dei bazar. Talvolta nuria. A nostra conoscenza non sono mai stati effet-
per le ricette riferite sono risultate cos complesse da tuati studi scientifici sul contenuto in glicirrizina di
essere perfettamente paragonabili a vere e proprie G. echinata di provenienza iraniana, ma le numerose
preparazioni galeniche ed in questo caso sono prepa- intossicazioni ricordate dai venditori inducono a
rate dai venditori dei bazar (MIRALDI et al., 1999). pensare che sia un componente presente in notevole
Le forme farmaceutiche pi diffuse nelluso familiare quantit. Probabilmente a causa delle menzionate
sono infusi e decotti. Abbastanza comuni sono anche intossicazioni, lunico testo che cita G. echinata
le somministrazioni di polveri, spesso associate a (ZARGARI, 1989-1992) consiglia una certa cautela
138 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 136-140, 1999

nella somministrazione, consentendo una dose limi- Un altro distillato di comune utilizzo quello otte-
te di 0.5 g al giorno per un periodo massimo di un nuto da Dracocephalum moldavica L., offerto agli
mese, mentre la posologia occidentale (DUKE, 1988) ospiti come bevanda di gran pregio. A questo distil-
per G. glabra notevolmente pi elevata, circa 5-15 lato sono anche attribuite propriet medicinali, prin-
g giornalieri (corrispondenti a 200-600 mg di glicir- cipalmente come cicatrizzante e disinfettante di feri-
rizina) per non pi di 4-6 settimane. G. echinata te.
utilizzata principalmente sotto forma di infuso per la Quasi tutte le specie citate appartengono anche alla
cura della tosse e dellulcera gastrica. medicina tradizionale occidentale, ma alcune specie
Mentre per G. echinata i venditori generalmente di uso assai comune in Azerbaijan sono state ormai
mettono in guardia i clienti, per altre specie, poten- dimenticate in occidente, come ad esempio Berberis
zialmente tossiche, questo talvolta non si verifica; vulgaris L.; con frutti e radici di questa specie si pre-
nelle drogherie, ad esempio, non si mai accennato para un infuso lassativo ampiamente diffuso ed uti-
agli effetti sgraditi che si potrebbero verificare con un lizzato.
uso prolungato di Thymus kotschyanus Boiss. et In alcuni casi la parte di pianta che costituisce la
Hoh., pur indicando questa specie in varie formula- droga in Azerbaijan non combacia con quella adope-
zioni di uso assai comune. La letteratura occidentale rata dalla medicina tradizionale occidentale: ad
(LONGO, 1994) specifica come bagni frequenti pre- esempio di Capparis spinosa L. in Azerbaijan sono
parati con lolio di diverse specie di timo possano utilizzati esclusivamente i frutti per applicazioni loca-
causare iperemia e gravi infiammazioni. In li nella cura delle emorroidi, mentre nessuno degli
Azerbaijan i fiori di questa specie di timo vengono intervistati ha fatto riferimento alluso delle radici,
utilizzati per preparare bagni per i bambini rachitici; tradizionalmente impiegate nella medicina popolare
lo stesso infuso anche utilizzato come lenitivo in occidentale per preparare decotti ad azione antireu-
caso di infiammazioni oculari dei neonati. matica e diuretica (GASTALDO, 1987).
Le stesse precauzioni dovrebbero essere utilizzate per
Viscum album L., in quanto labuso di questa specie Qui di seguito sono elencate le specie di maggior dif-
pu causare seri problemi a carico del sistema neuro- fusione, con le relative informazioni su nome volga-
muscolare con paralisi respiratoria, blocco della re, localit di raccolta, parte della pianta utilizzata e
motilit intestinale ed infarto miocardico. Nella usi tradizionali in Azerbaijan Occidentale; sono inol-
medicina tradizionale sono assai utilizzati infusi e tre riportate le ricette delle preparazioni fitoterapiche
decotti preparati con le foglie, e soprattutto macera- pi vendute nelle drogherie dai venditori di piante
ti, fra cui assai comune quello che prevede come medicinali.
ingredienti anche Urtica dioica L. e Capsella bursa-
pastoris L. Queste preparazioni sono utilizzate come Glycyrrhiza echinata L. (Leguminosae)
antidismenorroico, che lindicazione principale di Nome locale: Shirin bayan
V. album nella medicina tradizionale dellAzerbaijan, Localit di raccolta: Urmia (coltivata), 1340 m s.l.m.
mentre la fitoterapia ufficiale iraniana, come del Droga: rizomi e radici
resto quella occidentale, prescrive come indicazione Usi tradizionali: per la cura di bronchiti, tossi nervo-
elettiva quella come diuretico e ipotensivo. se, infiammazioni della faringe e dello stomaco, ulce-
Unaltra specie di ampio utilizzo Quercus infectoria ra gastrica e stitichezza
Olivier, la cui corteccia, sotto forma di decotto, Ricette fitoterapiche pi comuni
somministrata per uso interno come antidiarroico e - Ricetta lassativa e anti-ulcera: 100 g di radice pol-
per uso esterno contro le screpolature del viso e delle verizzata in 50 g di acqua; 3 cucchiaini al giorno.
mani; dai frutti si ricava una farina che miscelata con - Ricetta lassativa: radice polverizzata di
quella di frumento utilizzata per preparare dolci Glycyrrhiza echinata 60 g, foglie essiccate di Cassia
utili in casi di enuresi infantile. angustifolia 60 g, zolfo 40 g, polvere di Foeniculum
Moltissimi abitanti dellAzerbaijan possiedono e ado- vulgare 40 g, zucchero 200 g. Gli ingredienti vengo-
perano abitualmente un distillatore per ottenere da no miscelati fino ad ottenere una polvere omogenea;
varie droghe distillati ad azione medicinale o ad uso somministrare al mattino, 1-2 cucchiaini da caff in
alimentare. I distillatori vengono acquistati nei bazar un bicchiere dacqua.
e le regole per il loro utilizzo vengono spiegate detta-
gliatamente dai venditori. Fra i vari distillati ad uso Thymus kotschyanus Boiss. et Hoh. (Labiatae)
medicinale assai comune quello ottenuto da Nome locale: Kakuty
Cichorium intybus L. Nel caso specifico, si aggiunge Localit di raccolta: Urmia (dintorni), 1500-1700 m
allacqua di distillazione abbondante zucchero e si s.l.m.
lascia in ebollizione fino allappropriata consistenza Droga: foglie e infiorescenze
per ottenere uno sciroppo, dotato di propriet lassa- Usi tradizionali: antipertensivo, analgesico, dolori
tive e comunissimo in Iran. Di questa specie si usa uterini, raffreddore, infezioni delle vie urinarie
anche la radice polverizzata, che, applicata localmen- Ricette fitoterapiche pi comuni
te, risulta efficace per infiammazioni e emorragie - Soluzione per bagni: 3-4 cucchiai di infiorescen-
gengivali; miscelata nei dentifrici svolge unazione ze e foglie infuse nellacqua del bagno in casi di rachi-
antibatterica che i venditori assicurano pi potente tismo; lo stesso infuso anche utilizzato per la cura
di quella espletata da alcuni antibiotici. di infiammazioni oculari dei neonati.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 139

- Infuso antipertensivo: 3-4 cucchiai di infiorescen- Usi tradizionali: ricostituente, carminativo, stoma-
ze e foglie essiccate in un litro di acqua. Da consu- chico, digestivo, diaforetico, calmante, antigastralgi-
mare nellarco di 24 ore. co, emetico
Ricette fitoterapiche pi comuni
Viscum album L. (Loranthaceae) - Distillato: principalmente utilizzato come cardio-
Nome locale: Darvash tonico, ma noto anche per lattivit come ricosti-
Localit di raccolta: Syah-Cheshmeh (Maku), 1700 tuente, digestivo e diaforetico.
m s.l.m. - Le foglie pestate e poste sulle punture di insetti
Droga: pianta intera hanno azione antidolorifica.
Usi tradizionali: antipertensivo, antidismenorroico,
diuretico; in casi di emorragia interna Berberis vulgaris L. (Berberidaceae)
Ricette fitoterapiche pi comuni Nome locale: Zereshk
- Macerato antidismenorroico 1: lasciare riposare Localit di raccolta: dintorni di Gasemlu, 1700-2700
un cucchiaino di foglie polverizzate in una tazza (200 m s.l.m
ml) di acqua fredda per almeno 8 ore; da consumar- Droga: tutta la pianta
si in 3 somministrazioni durante la giornata. Usi tradizionali: coleretico, lassativo, aromatizzante
- Macerato antidismenorroico 2: lasciare riposare 1 per piatti tradizionali
o 2 cucchiai di foglie polverizzate di Viscum album, Ricette fitoterapiche pi comuni
20 g di foglie polverizzate di Urtica dioica e 30 g di - Infuso lassativo: 3-4 cucchiaini di frutti secchi o
Capsella bursa-pastoris per 15 minuti in una tazza di 3-4 g di corteccia di radice in un bicchiere dacqua
acqua fredda; se ne possono consumare fino a 3-4 per infusione o decozione leggera.
tazze al giorno. - Sciroppo per la dismenorrea: estratto di corteccia
di radice o di fusto di Berberis vulgaris 2 g, Cupressus
Quercus infectoria Olivier (Fagaceae) sempervirens frutti 2 g, Elisir di Garus (macerato
Nome locale: Balut darmazo alcolico di aloe, mirra, garofani, noce moscata, can-
Localit di raccolta: Piranshar, 1600 m s.l.m. nella di Ceylon, zafferano, con aggiunta di acqua e
Droga: corteccia, foglie, frutti successiva distillazione) 20 g, sciroppo semplice q.b.
Usi tradizionali: viene utilizzata la corteccia, interna- a 150 ml. Un cucchiaio ogni 2 ore.
mente come antiemorragico e antidiarroico ed ester-
namente per le screpolature del viso e delle mani; i Capparis spinosa L. (Capparidaceae)
frutti possono essere utili per lenuresi infantile Nome locale: Kavar
Ricette fitoterapiche pi comuni Localit di raccolta: Sylvaneh - Sardasht, 1800 m
- Ricetta per emorragia nasale: 15 g di corteccia in s.l.m
un litro e mezzo dacqua; si lascia bollire fino a ridur- Droga: frutti, radice
re il volume a circa un litro. Dopo filtrazione, il coto- Usi tradizionali: per la cura delle emorroidi
ne bagnato nella soluzione viene posto dentro la Ricette fitoterapiche pi comuni
narice interessata dallemorragia. - I frutti maturi schiacciati vengono usati per uso
- Ricetta per la dissenteria: foglie essiccate di esterno nella cura delle emorroidi (applicazione loca-
Quercus infectoria, Melissa officinalis, Lamium album, le).
Eucaliptus sp. ana 20 g, acqua 1000 g. Un bicchiere
prima dei pasti. La ricchezza etnobotanica dellIran e dellAzerbaijan
Occidentale, oggetto di questa inchiesta, stata
Cichorium intybus L. (Compositae) avvertita dal governo che ha promosso ricerche in
Nome locale: Casni questo campo, procurando finanziamenti a ricercato-
Localit di raccolta: Casemlu - Oshnaviyeh, 1600 m ri delle universit iraniane per studiare luso delle
s.l.m. piante medicinali, rivalutarne le potenzialit e il
Droga: pianta intera commercio e quindi limitare la dipendenza econo-
Usi tradizionali: ricostituente, antipertensivo, eupep- mica del paese. Per questo motivo stato possibile
tico, stomachico, depurativo, lassativo, coleretico, collaborare con i venditori che, in genere assai rilut-
febbrifugo tanti a parlare dei loro rimedi gelosamente conserva-
Ricette fitoterapiche pi comuni ti, si sono finalmente aperti e hanno acconsentito
- Infuso lassativo: un cucchiaino di radice o di non solo a lasciarsi intervistare, ma anche a lasciarsi
foglie essiccate e polverizzate in una tazza da t. osservare nello svolgimento del loro lavoro quotidia-
- Decotto febbrifugo: un cucchiaio di radice essic- no, svelando i segreti della preparazione dei rimedi
cata e polverizzata in un bicchiere di acqua. fitoterapici di maggior diffusione. Tale collaborazio-
- Infuso coleretico: un cucchiaio di radice o di ne ha permesso di portare a termine questa ricerca e
foglie essiccate e polverizzate in una tazza di acqua. ha evidenziato limportante ruolo che rivestono
ancora oggi le piante medicinali nella vita e nella
Dracocephalum moldavica L. (Labiatae) realt sociale delliraniano comune.
Nome locale: Casni
Localit di raccolta: Urmia (coltivata), 1340 m s.l.m. LETTERATURA CITATA
Droga: tutta la pianta, eccetto la radice AFSHAR I., 1992 - The Iranians traditional medicine.
140 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 136-140, 1999

Homa ed., Teheran. MONTERDE P., 1986 - Nouvelle Flore du Liban et de la


AMIN G., 1991 - Popular medicinal plants of Iran. Iranian Syrie. Dar El-Machreq diteurs, Beyrouth.
Research Institute of Medicinal Plants, Teheran. PIGNATTI S., 1982 - Flora dItalia. Edagricole, Bologna.
DAVIS P.H. (ed.), 1965-1978 - Flora of Turkey and the Est ROJHAN M.S., 1991 - Herbal drugs and treatment with
Aegean Islands. University Press, Edinburgh. medicinal plants. Marshal Press, Isfahan.
DUKE J.A., 1988 - Handbooks of medicinal herbs, CRC SIAMI A., 1989 - Flora of Azerbaijan, part I, Trees and
Press Inc., Boca Raton, p. 484. Shrubs. Urmia, (in caratteri arabi).
GASTALDO P., 1987 - Compendio della Flora Officinale TUTIN T.G., HEYWOOD V.H., BURGES N.A., MOORE
Italiana, Piccin, Padova.
GHAHREMAN A., 1987-1989 - Flora dellIran. Istituto delle D.M., VALENTINE D.H., WALTERS S.M. and WEBB
Ricerche sulle Foreste e i Pascoli, Dip. di Botanica, D.A. (eds.), 1976 - Flora Europaea. Cambridge
Teheran, (in caratteri arabi). University Press, Cambridge.
KOMAROV V.L. e SHISHKIN B.K. (eds.), 1934-1973 - Flora ZARGARI A., 1989-1992 - Medicinal Plants. University
SSSR. Izdatelstvo Akademii Nauk SSR, Leningrad. Publication, Teheran.
LONGO R., 1994 - Le Monografie Tedesche, Versione italia-
na tradotta e commentata delle schede fitoterapiche del RIASSUNTO - In Iran la medicina tradizionale e la fito-
Ministero della Sanit di Germania, Commissione E, terapia rivestono ancora oggi un ruolo assai rilevante per
Ufficio Sanitario Federale. Studio Edizioni, Milano. la popolazione che solo in alcuni casi specifici si avvicina
MIRALDI E., FERRI S. e MOSTAGHIMI V., 1998 - alle moderne cure mediche. In questo lavoro sono riporta-
Etnobotanica in Azerbaijan Occidentale. Acta ti i risultati di unindagine etnobotanica effettuata nella
Phytotherapeutica, 1: 99-103. regione dellAzerbaijan Occidentale mediante interviste
, 1999 - Rimedi fitoterapici di uso tradizionale condotte tra la popolazione in casa e nei bazar, dove sono
nellAzerbaijan Occidentale. Acta Phytotherapeutica, 2:
4-12. stati interrogati i venditori di piante medicinali. stato
MIR HEIDARI H., 1993 - Enciclopedia delle piante medici- accertato luso abituale di almeno 80 specie; in questo
nali dellIran. Cultura Islamica ed., Teheran (in caratteri lavoro sono elencate quelle di maggior diffusione, di cui
arabi). sono riportate le indicazioni terapeutiche, di solito nume-
MOATTAR F., SHERIAT H.S. and AFSHARIPOUR S., 1991 - rose per ciascuna entit, e le regole di preparazione dei
Treatment with Medicinal Plants. Marshal Press, Isfahan. rimedi fitoterapici pi utilizzati.

AUTORI

Elisabetta Miraldi, Sara Ferri, Vahid Mostaghimi, Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico, Sezione Botanica
Farmaceutica, Universit degli Studi di Siena, Via P.A. Mattioli 4, 53100 Siena.
Gian Gabriele Franchi, Istituto di Farmacologia, Universit degli Studi di Siena, Via delle Scotte 6, 53100 Siena.
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 141-144, 1999 141
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Sviluppo di blend edulcoranti e delle relative tecniche analitiche


di controllo in previsione della liberalizzazione di impiego
dello stevioside da Stevia rebaudiana (Bertoni) Bertoni

F. TATEO, M. BONONI, M.L. ESCOBAR SANCHEZ e A. FUSO NERINI

ABSTRACT Production of sweetener blend and analytical methods of control for the free use of the stevioside obtained from
Stevia rebaudiana. The work reports results of experiences about the use of stevioside in unusual sweetener blends. In par-
ticular results are reported concerning the production of a sweetener blend containing only stevioside and maltol. The cri-
terion here adopted is the substitution of the traditional bulk agents with flavourings. The example here reported concerns
the use of maltol for covering the typical stevioside liquorice after taste and improving blend taste properties. The work
also reports results relating to an innovative HPLC/ELSD (Evaporative Light Scattering Detector) analytical method
developed for the characterisation and determination of stevioside. This work has to be inserted in a more complex study
regarding the production, extraction and use of the diterpene glycoside stevioside and carried on by DIFCA University
of Milan.

Key words: sweeteners, stevioside, HPLC/ELSD

INTRODUZIONE
Un edulcorante intensivo ideale, che possegga tutte mativa.
le caratteristiche organolettiche del saccarosio, non Ledulcorante intensivo stevioside (potere dolcifican-
attualmente disponibile: tuttavia lo sviluppo di te fino a 200-300 volte quello del saccarosio) risulta
blend edulcoranti consente di superare le limita- particolarmente interessante dal punto di vista del-
zioni dei singoli edulcoranti (es. retrogusto, instabili- limpiego in blend. Lo stevioside un glicoside
t, problemi di ordine tossicologico, ecc.) e di svi- diterpenico contenuto nelle foglie di Stevia rebaudia-
luppare applicazioni a ridotto contenuto calorico na (Bertoni) Bertoni, pianta appartenente alla fami-
non altrimenti possibili attraverso limpiego di un glia delle Asteraceae e originaria del Nord-Est
solo edulcorante. Paraguay. Attualmente ne consentito luso in vari
Limpiego di blend consente, in altre parole, di Paesi quali ad es.: Brasile, Paraguay e Giappone. In
ottenere un formulato accettabile dal punto di vista Europa in previsione la sua possibile liberalizzazio-
organolettico, riducendo allo stesso tempo lesposi- ne di impiego in ragione della richiesta, da parte di
zione del consumatore verso un unico principio; alcuni Paesi della Comunit Europea, di inclusione
inoltre, per effetto sinergico, le miscele di edulcoran- dello stevioside nella lista degli edulcoranti regola-
ti sono caratterizzate da un potere dolcificante supe- mentata dalle Direttive 94/35/CE e 95/31/CE (G.U.
riore. Gli edulcoranti intensivi pi comunemente COMUNIT EUROPEA, 1994, 1995).
utilizzati in formulazione di blend sono da tempo: Il contenuto di stevioside nelle foglie di Stevia rebau-
saccarina, aspartame, acesulfame e ciclammati. diana risultato variabile nellintervallo 43,6-134,6
Tuttavia il settore in continua evoluzione in termi- g/kg di foglia secca (TATEO et al., 1998; in stampa).
ni di proposta di nuovi edulcoranti, anche perch Tale variabilit non sembra essere legata essenzial-
opinione diffusa che la disponibilit di numerosi dol- mente allhabitus della pianta ma anche alle pratiche
cificanti non calorici o a basso valore calorico sia van- agronomiche.
taggiosa per il consumatore, ai fini della possibilit di In vista della possibile futura liberalizzazione dello
una scelta pi o meno motivata. stevioside, sono state studiate dagli Autori alcune
E quindi auspicabile lingresso sul mercato di nuovi possibili applicazioni in alimenti e bevande. Tra le
edulcoranti (ad esempio di origine naturale) che con- varie opportunit di formulazione di blend, stata
sentano lo sviluppo di formulazioni innovative, uni- dagli Autori verificata quella dellutilizzo di partico-
tamente ad un processo di revisione dellattuale nor- lari molecole aromatizzanti. In questo lavoro si d
142 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 141-144, 1999

nota dei risultati di impiego del maltolo come unico profilo contenente 4 descrittori: initial sweet,
agente di correzione del gusto in blend contenenti body, after liquorice, bitter coffee-like.
stevioside. Il maltolo una polvere bianca cristallina
avente caratteristico flavour butterscotch caramel- Analisi HPLC
lato: se diluito ricorda il profumo fruttato di fragola. Acetonitrile, acqua e metanolo per HPLC (Merck,
Tale criterio di fatto innovativo e consente di risol- Darmstadt, Germania)
vere in modo semplice le problematiche di after- Lattosio, glucosio, fruttosio, sorbitolo, mannitolo,
taste, che spesso accompagnano luso di alcuni edul- maltolo standard (Sigma-Aldrich s.r.l., Milano,
coranti con il vantaggio della possibilit di evitare o Italia)
ridurre limpiego di polialcoli. Stevioside del mercato cinese (titolo ca. 70%)
Formulato un blend stevioside/maltolo, se ne HPLC Shimadzu (Shimadzu Italia s.r.l., Milano,
valutato limpatto organolettico mediante prove di Italia) costituito da:
assaggio su caff dolcificato unicamente per aggiunta System Controller SCL-10A
di tale blend. Sistema di pompaggio costituito da due unit LC-
Le prove organolettiche hanno evidenziato che il 10AS
blend stevioside/maltolo consente di mascherare il Iniettore Rheodyne (loop da 20 mL)
retrogusto assimilabile a liquirizia tipico dello ste- Evaporative Light Scattering Detector (Alltech
vioside. Italia s.r.l., Sedriano, Milano)
La verifica della composizione di blend edulcoran- Le determinazioni analitiche sono state eseguite per
ti prevede normalmente limpiego di metodiche HPLC in fase inversa, adottando le seguenti condi-
HPLC e di colonne apolari del tipo C18 operanti in zioni operative:
fase normale o in cromatografia a scambio ionico Colonna: Astec Polymer NH2 (25 cm x 4,6 mm, 5
(TATEO et al., in stampa). mm) (Alltech Italia s.r.l., Sedriano, Italia)
Le problematiche relative alluso di stevioside com- Fase mobile:
portano la necessit di soluzioni anche di carattere acetonitrile/metanolo/acqua (77:11,5:11,5 v/v)
analitico. In un lavoro presentato a Building a acqua/metanolo (15:85, v/v)
Asweet Future World Conference on Low- Eluizione: gradiente lineare
Calories (Barcellona, 25-28 Aprile 1999) gli Autori 100%A per 25 min; 25%A in 20 min; 25%A per
hanno suggerito uninnovativa metodica analitica 30 min
HPLC/DAD/ELSD atta alla simultanea determina- Flusso: 1 mL/min
zione di stevioside, NHDC, aspartame e dei bulk Inj. loop: 20 mL
agents potenzialmente utilizzabili in formulazione Detector: ELSD
con tali edulcoranti intensivi. In tale lavoro si rea-
lizzato un sistema HPLC con collegamento in serie RISULTATI E DISCUSSIONE
dei detector DAD (Diode Array Detector) ed ELSD In Fig. 1 si riporta la curva di copertura del retrogu-
(Evaporative Light Scattering Detector) e suggerito sto assimilabile a liquirizia per i blend steviosi-
luso di una colonna NH2 (Polyamine-Bonded de/maltolo formulati e sottoposti a panel test: landa-
Polymeric Gel Column) (TATEO et al., in stampa). mento della curva evidenzia che il retrogusto pu
Le condizioni di eluizione proposte consentono la essere completamente mascherato impiegando mal-
risoluzione di miscele complesse di edulcoranti e tolo in quantit superiore al 4% rispetto alla quanti-
sono tali da permetterne lapplicazione in analisi rou- t di stevioside.
tinarie di controllo qualit.
Nel presente lavoro vengono in particolare riportati i
risultati relativi allapplicazione della metodica anali-
tica di cui sopra nellanalisi di possibili blend costi-
% di copertura del

tuiti da stevioside, da bulk agents quali fruttosio,


retrogusto

sorbitolo, mannitolo, glucosio e lattosio e da mole-


cole aromatizzanti (maltolo).

MATERIALI E METODI
Blend stevioside/maltolo
Lo stevioside, supportato su maltodestrine, stato
aromatizzato con maltolo in quantit crescenti corri-
spondenti al 2-10% della quantit di stevioside. Il Rapporto maltolo/stevioside (%p/p)
blend ottenuto stato utilizzato per dolcificare la
matrice pi comune: il caff espresso. Nelle espe-
rienze svolte, la quantit di blend dolcificante uti- Fig. 1
lizzata corrisponde al potere edulcorante di un cuc- Curva di copertura del retrogusto liquirizia realtivo a
chiaino di zucchero (ca. 5 g). blend maltolo/stevioside formulati per la dolcificazione
della matrice caffe espresso.
Il profilo sensoriale del blend stato valutato da un Liquorice after taste covery of the maltol/stevioside blend
gruppo di 40 assaggiatori esperti ed espresso come tested.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 143

In Fig. 2 si riporta il confronto tra i profili QDA rela-


tivi a caff espresso dolcificato con un blend ste-
vioside/bulk agents e con un blend
stevioside/maltolo (1:25, p/p). Dai dati ottenuti
risulta che limpiego di maltolo riduce il retrogusto
liquirizia senza modificare i caratteri tipici del caff.
In Fig. 3 si riporta un esempio di tracciato HPLC
relativo allanalisi di una miscela standard di maltolo,
stevioside, fruttosio, sorbitolo, mannitolo, glucosio e
lattosio.
Le condizioni operative adottate consentono una
buona risoluzione in tempi ragionevolmente brevi
(durata della corsa ca. 60 minuti).
TABELLA 1
Limiti di rilevabilit (mg/L) di stevioside, maltolo e bulk
agents ottenuti con il detector ELSD.
Detection limits (mg/L) of stevioside, maltol and bulk agents
with ELSD.

Limite di rilevabilit
ELSD
Maltolo 35
Stevioside 17
Mannitolo 16
Sorbitolo 11
Fig. 2 Lattosio 246
Profili QDA relativi a caff espresso dolcificato con un Fruttosio 14
blend stevioside/bulk agents (sopra) e con un blend Glucosio 19
maltitolo/stevioside 1:25 p/p (sotto).
QDA profiles of coffe sweetened with a stevioside/bulk
agents blend (upper) and with a maltol/stevioside (1:25 Il sistema adottato consente inoltre la determinazio-
w/w) blend (below). ne quantitativa e qualitativa dello stevioside e di rile-
vare le eventuali impurezze (altri glicosidi della Stevia
rebaudiana) che lo accompagnano (picchi 7* e 7** di
Fig. 3).
In Tab. 1 sono riportati i limiti di rilevabilit ottenu-
ti con il detector ELSD per i componenti della
miscela analizzata.

CONCLUSIONI
I risultati ottenuti dimostrano lefficienza di impiego
del detector ELSD e delle condizioni HPLC adotta-
te per la risoluzione dello stevioside da altri glicosidi
presenti nella Stevia rebaudiana e dai pi comuni
bulk agents. Le stesse condizioni operative risulta-
no anche utili per la determinazione della molecola
aromatizzante maltolo il cui impiego proposto in
alternativa a quello dei polialcoli.
La risposta del test sensoriale allaccoppiamento ste-
vioside/maltolo risultata positiva in termini di
Fig. 3 accettabilit organolettica.
Tracciato HPLC/ELSD relativo ad una miscela standard
di maltolo, stevioside e bulk agents. Identificazione dei Ringraziamenti - Hanno collaborato al lavoro Elisabetta
picchi (in ordine di eluizione): 1) r.t. 4,1 maltolo; 2) r.t. Lubian e Silvia Martello (DIFCA Universit degli Studi
14,8: fruttosio; 3 r.t. 18,2 min: sorbitolo; 4) r.t. 21,5 min: di Milano, via Celoria 2, 20133 Milano).
mannitolo; 5) r.t. 24,7 min: glucosio; 6) r.t. 39,4 min: lat-
tosio; 7) r.t. 42,8 min: stevioside; 7*), 7**) impurezze LETTERATURA CITATA
dello stevioside. G.U. COMUNIT EUROPEA, 1994 - N. L237.
HPLC/ELSD chromatogram of a stevioside, maltol and , 1995 - N. L178.
bulk agents standard mixture. Peak identification (in TATEO F., MARIOTTI M., BONONI M., LUBIAN E.,
order of elution) 1) r.t. 4,1 maltol; 2) r.t. 14,8: fructose; 3 MARTELLO S. and CORNARA L., 1998 - Stevioside content
r.t. 18,2 min: sorbitol; 4) r.t. 21,5 min: mannitol; 5) r.t. and morphological variability in a population of Stevia
24,7 min: glucose; 6) r.t. 39,4 min: lactose; 7) r.t. 42,8 rebaudiana (Bertoni) Bertoni from Paraguay. Ital. J. Food
min: stevioside; 7*), 7**) stevioside impurities. Sci., 10: 261-267.
144 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 141-144, 1999

TATEO F., ESCOBAR SANCHEZ M.L., BONONI M. and fine ed in particolare sulla produzione di un blend edul-
LUBIAN E., in stampa (a) Stevioside content of Stevia corante costituito semplicemente da stevioside e maltolo.
rebaudiana (Bertoni) Bertoni grown in East Paraguay. Il principio adottato quello della sostituzione di bulk
Ital. J. Food Sci. agents tradizionali con aromi: lesempio descritto corri-
TATEO F., BONONI M. and ESCOBAR SANCHEZ M.L., in
stampa (b) Sweeteners and their blends with sugars and sponde allesperienza di impiego del maltolo come corret-
alditols: news in analytical chemistry. World Rev. tore del retrogusto dello stevioside. Nello stesso tempo si
Nutrition Dietetics, Atti World Conference on Low- espongono i risultati della messa a punto di un metodo
Calories, Barcellona 25-28 Aprile 1999. analitico HPLC/ELSD per la determinazione analitica
RIASSUNTO Il lavoro riporta i risultati di esperienze dello stevioside. Le ricerche si inquadrano nellambito di
condotte sul tema dellimpiego di stevioside in blend uno studio pi ampio articolato su produzione, estrazione
edulcoranti non convenzionali. In particolare si espongo- ed impiego del glicoside diterpenico stevioside in atto
no i risultati di una delle sperimentazioni condotte a tal presso il DIFCA Universit degli Studi di Milano.

AUTORI

Fernando Tateo, Monica Bononi, Maria Laura Escobar Sanchez, Amanda Fuso Nerini
Dipartimento di Produzione Vegetale, Sezione di Fisiologia delle Piante Coltivate e Chimica Agraria, Universit degli Studi di
Milano,Via Celoria 2, 20133 Milano.
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 145-147, 1999 145
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Il cibo del futuro: lOrto Botanico come strumento


per la coltivazione, valorizzazione e diffusione
di alcune specie alimentari alternative

R. MUOIO, P. CASORIA, B. MENALE e M.R. BARONE LUMAGA

ABSTRACT - Food for the future: the Botanical Gardens as tool for cultivation, improvement and spreading of some alterna-
tive species. -One of the main activities of the Sezione Sperimentale per le Piante Officinali of Naples Botanical Gardens
is the cultivation and the exhibition of exotic species used as food plants thanks to their hypogeous parts. Widening food
plants collections is necessary to make people know species whose edible parts are commonly sold in our markets.
Informations about these plants are reported on boards near to each plant.

Key words: Naples Botanical Garden, food plants, didactic.

Tra le molteplici attivit svolte nellOrto botanico di questione, in cui sono riportate notizie relative alla
Napoli, particolare attenzione stata rivolta ultima- botanica e allutilizzazione di queste piante; tali
mente alla coltivazione e allesposizione di specie utili informazioni sono state tratte da diversi testi (ALLEN,
alluomo. Queste iniziative sono attualmente svolte 1993; HERMANN e HELLER, 1997; PRENDERGAST et
nella Sezione sperimentale per le Piante Officinali al., 1998; VAUGHAN e GEISSLER, 1998; YAMAGUCHI,
che, pur nascendo come sede di coltivazione di pian- 1983).
te medicinali, ha diversificato nel corso del tempo i Qui di seguito si riportano alcuni esempi di moduli
temi trattati. Una delle iniziative pi recenti ha didattici utilizzati.
riguardato lallestimento di un itinerario didattico
dedicato alle piante utili e diversificato in vari settori Manihot esculenta Crantz
secondo lutilizzazione delle specie esposte (CASORIA Fam.: Euphorbiaceae
et al., 1996). Nome comune: cassava, tapioca, manioca
Una parte di questo itinerario riguarda le specie eso- La Cassava una pianta coltivata principalmente per
tiche di interesse alimentare. Lallestimento di questo i suoi tuberi che sono impiegati nelle derrate alimen-
particolare settore si reso necessario, principalmen- tari. Essi sono consumati al naturale, bolliti, fritti o
te, per far conoscere ai visitatori dellOrto piante i cui cotti al forno. Per il consumo, necessario privare i
prodotti hanno ormai conquistato i nostri mercati. tuberi della buccia, poich questultima contiene
Negli ultimi tempi, stata dedicata particolare atten- acido cianidrico. Dai tuberi di manioca si ricava
zione a diverse specie esotiche utilizzate da un punto amido, farina, manioca e tapioca gratella. La tapioca
di vista alimentare per le loro parti ipogee. Tra le spe- utilizzata come addensante per il pudding e le
cie prescelte per tale esposizione si possono menzio- zuppe; lamido industriale viene usato nei prodotti
nare Helianthus tuberosus L., Manihot esculenta da forno, nellindustria cartiera e nelle lavanderie;
Crantz, Ipomoea batatas Poiret, Canna edulis Ker- dallamido, inoltre, viene preparata una colla utiliz-
Gawl. e Colocasia esculenta (L.) Schott. zata sul retro dei francobolli.
Nel periodo primaverile, oltre ad esporre in pieno Le foglie giovani della pianta, sono ricche in vitami-
campo gli esemplari di tali specie, sono mostrate na B e sono utilizzate come rimedio per il beri-beri;
anche le loro parti ipogee. A tal scopo, sono stati pre- purtuttavia, esse contengono una quota abbastanza
disposti dei contenitori trasparenti con un substrato alta di acido cianidrico; a volte sono consumate come
gelatinoso che consente losservazione delle parti ipo- verdura o cibo per i maiali. Nelle Filippine, i tuberi
gee. sono trasformati in una poltiglia che, unita a pezzi di
Le caratteristiche di ogni specie sono illustrate da una polpa di cocco e zucchero, costituisce il ripieno delle
scheda didattica, posta a fianco dellesemplare in foglie di banana; il composto viene bollito e servito
146 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 145-147, 1999

come dessert. Le radici possono essere utilizzate sulle ramificazioni dei fusti sotterranei, sono nodosi
come foraggio per il bestiame. e hanno una superficie di colore bianco, rosso o por-
Botanica: La pianta un arbusto o un piccolo albe- pora. Le foglie sono opposte (solo le superiori posso-
rello, alto da 1,3 a 5 m; ha radici tuberose, carnose o no essere alterne) e di forma ovata o ovato-oblunga.
rizomi; le variet coltivate presentano dei tuberi alti I capolini sono di dimensioni rilevanti.
fino a 2,5 m con un diametro che va dai 10 ai 15 cm, Distribuzione: Originaria del Nord America, tale
dal peso di circa 40 Kg; le foglie sono glabre, glauche pianta stata a lungo utilizzata dagli Indiani ameri-
sulla pagina inferiore e lungamente picciolate, pro- cani come cibo. Attualmente naturalizzata nelle
fondamente 3-7partite con lobi da spatolati a lineari regioni temperate dei due emisferi.
lanceolati; i fiori sono riuniti in pannocchie, i frut-
ti sono capsule. Colocasia esculenta (L.) Schott.
Distribuzione: Originaria del Sud-America, dove Fam.: Araceae
ampiamente coltivata: Viene anche coltivata nei tro- nome comune: taro
pici e talvolta nelle regioni sub-tropicali come fonte Tale pianta utilizzata per i suoi rizomi tuberosi e per
di amido e di cibo. In India rappresenta una delle le sue foglie impiegate come ortaggi. Le parti ipogee
principali colture. sono ricche di amido ma hanno scarso valore nutriti-
vo; esse sono affettate e seccate. Come la maggioran-
Ipomoea batatas Poiret za delle Araceae, il taro ha sapore acre, dovuto al suo
Fam.: Convolvulaceae contenuto in ossalati di calcio. Questi si presentano
nome comune: patata dolce, camote in forma di fini cristalli aghiformi pungenti per la
La pianta coltivata principalmente per i tuberi, lingua e per il palato. La cottura volatilizza gli ossala-
usati come verdure. Essi sono consumati bolliti, al ti di calcio e, di conseguenza, elimina il sapore acre.
forno, fritti o seccati e macinati in farina per fare Alcune variet coltivate di taro (ad esempio
biscotti, pane o altri dolci. I tuberi sono seccati in Dasheen, una cultivar originaria della Cina e suc-
sfoglie sottili, inscatolati o consumati come imbotti- cessivamente portata nelle Indie occidentali) conten-
tura per torte, similmente alla zucca. Le sommit gono pochi ossalati di calcio e pertanto hanno un
fogliari sono consumate come verdure e vendute nei sapore pi dolce e gradevole che ne permette lutiliz-
mercati (ad es. in Malesia). Sono molto apprezzati zazione allo stesso modo delle patate. Ad ogni modo,
come foraggio in quanto il loro potere nutritivo per il nostro palato il taro indubbiamente un cibo
comparabile a quello del mais. meno indicato rispetto alle patate; ci dovuto al
Botanica: Pianta perenne, a radici tuberose, con principio acre che in esso sempre pi o meno evi-
parte aerea erbacea, che si rinnova ogni anno; i fusti dente.
sono rampicanti e lunghi fino a 4 m , di solito pro- Lelemento acre presente anche nelle foglie per cui
strati e sottili, con latice biancastro; foglie ovato-cor- esse vengono bollite due volte. A differenza dei tube-
date, fornite di lunghi piccioli, a venature palmate, di ri, contengono provitamina A e vitamina C che si
solito lobate, a seconda della variet, verdi o violacee; conserva anche dopo la cottura prolungata.
i fiori sono radi e di colore bianco o viola pallido, Botanica: pianta alta fino a 2 m, fornita di tuberi che
ascellari, a forma di imbuto, solitari o riuniti in cime possono raggiungere il peso di 2-3 Kg. e presentano
dotate di brevi peduncoli; frutto tondeggiante, con- polpa bianca e corteccia rugosa e nerastra. Allapice
tenente 1-4 semi. del fusto presente un verticillo di foglie ampie, pel-
Distribuzione: Originaria dei tropici e coltivata in tate e fornite di lunghi e teneri piccioli.
India, Cina, Filippine e nelle Isole dei mari del Sud. Linfiorescenza fornita di un lungo peduncolo ed
protetta da una spata di colore giallo-pallido.
Helianthus tuberosus L. Distribuzione: Tale pianta originaria dellIndia e
Fam.: Asteraceae dellAsia sud-orientale e si diffusa in coltivazione
nome comune: girasole, topinambour nelle regioni tropicali e subtropicali.
E coltivata principalmente per i suoi tuberi che,
oltre ad essere consumati crudi o cotti analogamente Canna edulis Ker-Gawl.
alle patate, possono essere conservati sottaceto. Fam.: Cannaceae
Inoltre, i tuberi sono utilizzati per ingrassare il bestia- nome comune: achira, arrow-root del Queensland
me. Il fusto e le foglie sono ricchi di grassi, proteine Tale pianta produce un rizoma edule, ricco di amido
e pectine e costituiscono un ottimo foraggio. Lalcool di buona qualit. Esso viene consumato bollito o
ottenuto per fermentazione dei tuberi probabil- cotto al forno. I rizomi raccolti possono essere con-
mente di migliore qualit rispetto a quello ottenuto servati per parecchie settimane prima delluso; ci
dalla barbabietola da zucchero. permette la commercializzazione nei mercati rurali
Poich le riserve sono immagazzinate sotto forma di ed in alcune citt sudamericane. In Per, questi rizo-
inulina, i tuberi sono utilizzati come sostituti delle mi sono comunemente consumati al forno (watia).
patate e dellamido nelle diete dei diabetici. Essi Lachira produce i granuli di amido pi grandi rispet-
costituiscono una potenziale fonte di levulosio, usato to a tutte le altre piante; infatti, le dimensioni dei
dai diabetici come dolcificante granuli di amido sono 3 volte quelle della patata e ci
Botanica: Pianta erbacea perenne, spesso coltivata facilita lestrazione dellamido dalle radici.
come annuale, i cui tuberi, formantisi allestremit o Lamido di achira possiede un elevato contenuto in
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 147

amilosio, molto digeribile per cui i prodotti otte- contradictions of sustainability. J. Wiley and Sons, New
nuti con amido di achira sono pi leggeri e croccan- York.
ti di quelli ottenuti con la farina di grano che difatti CASORIA P., MENALE B. e MUOIO R., 1996 - Gli itinerari
didattici nellOrto botanico di Napoli. I. Le specie alimen-
venduta ad un prezzo tre volte pi basso. In tari e industriali. Inform. Bot. Ital., 28: 468-472.
Colombia, la farina di achira adoperata per prepa- HERMANN M. and HELLER J. (Eds.), 1997 - Andean roots
rare biscotti noti come biscotti di Altamira o achi- and tubers: Ahipa, arracacha, maca and yacon. IPGRI,
ras, molto apprezzati sui mercati locali ed esportati. Roma, Gatersleben.
In Vietnam la farina utilizzata per la produzione di PRENDERGAST H.D.V., ETKIN N.L., HARRIS D.R. and
HOUGHTON P.J. (EDS.), 1998 - Plants for food and medi-
spaghetti trasparenti, molto popolari in tutta lAsia cine. Proceedings of the joint conference of the Society for
sud-orientale. Economic Botany and the International Society for
Le parti aeree della canna possono essere usate per Ethnopharmacology. The Royal Botanical Gardens, Kew.
lalimentazione animale o come fonte di cellulosa. VAUGHAN J.G. and GEISSLER C.A., 1998 - The new Oxford
Botanica: Pianta erbacea perenne, alta fino a 3 m, book of food plants. Oxford University press, Oxford,
New York, Tokyo.
presenta foglie ampie, appuntite e dalle profonde YAMAGUCHI M., 1983 - World vegetables. Principles, pro-
nervature. I fiori sono rossastri, mentre i frutti sono duction and nutritive values. Ellis Horwood, Chichester.
capsule contenenti semi sferici di colore nerastro.
Distribuzione: originaria della regione andina, tale RIASSUNTO - Tra le attivit svolte recentemente nella
pianta coltivata anche dal Messico fino Sezione sperimentale per le Piante Officinali dellOrto
botanico di Napoli, di particolare interesse la coltivazio-
allArgentina e al Brasile, nelle Indie occidentali, ne e lesposizione di specie esotiche utilizzate da un punto
nelle Hawaii, in Vietnam, nelle Filippine e in di vista alimentare per le loro parti ipogee. Larricchimento
Australia, tanto che in inglese tale pianta conosciu- delle collezioni di piante alimentari, provenienti da varie
ta come Queensland o Australian arrow-root. parti del mondo, risponde alla precisa esigenza didattica di
far conoscere specie le cui parti eduli hanno conquistato i
nostri mercati. Informazioni relative a queste specie sono
LETTERATURA CITATA state riportate su tabelle poste a corredo delle singole pian-
ALLEN P. (Ed.), 1993 - Food for the future. Conditions and te.

AUTORI

Rosa Muoio, Paolo Casoria, Bruno Menale, Maria Rosaria Barone Lumaga
Orto botanico, Facolt di Scienze MM.FF.NN., Universit degli Studi di Napoli Federico II - Via Foria, 223 - 80139 Napoli.
148 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 148-149, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Lorganizzazione dei dati etnobotanici in Italia.


Lesempio di Antonio Scarpa

A. GUERCI

ABSTRACT The organisation of the ethnobotanical data in Italy. The heritage of Antonio Scarpa - The ethnomedical field
Antonio Scarpa was one of the first scientist who helped overcome the original historical-ethnographic boundaries of his
discipline without denying its intellectual legacy, to include the medico-naturalistic and anthropological domains. Scarpas
original researches are testified by a precious collection of photos, films and recordings. The A. Scarpa Museum of
Ethnomedicine, which is located in the Department of Anthropological Sciences of the University of Genoa, shows the
results of the expeditions and of 55 years of activity to learn how the populations from the five continents of the world
cure themselves with the help of their traditional medicine.

Key words: Ethnomedicine, Museum, Antonio Scarpa

I pionieri delle diverse discipline sono riconosciuti Circolo in Varese, lIstituto Italiano di Etnoiatria e d
come tali in quanto assommano conoscenze pluridi- vita alla prima rivista internazionale di
sciplinari e non possiedono vincoli mentali da creare Etnomedicina: Etnoiatria, che dopo tre splendidi
barriere fra saperi differenti. Nel campo etnomedico numeri tacer per difficolt finanziarie. Nel 1980
(ed etnobotanico in particolare) chi ha saputo con- lIstituto si trasferisce a Rapallo e assume la denomi-
tribuire tra i primi alla dilatazione della disciplina nazione di Istituto Italiano di Etnomedicina. Nel
dallmbito storico-etnografico a quello bio-medico e contempo lo studioso si fece promotore di impor-
antropologico, senza rinnegare i patrimoni intellet- tanti manifestazioni scientifico-culturali del settore
tuali acquisiti, Antonio Scarpa. in Italia e per sua iniziativa sorse, tra gli altri, a
Linteresse per lEtnomedicina prende lavvio da uno Bangkok lEthnoiatric Group of Thailand (1963).
studio sui galattagoghi e dal fenomeno della lactatio Dal 1989 il Museo di Etnomedicina dellUniversit
serotina ovvero la possibilit da parte di anziane di Genova (SCARPA, 1980) sede diniziative inter-
donne di popolazioni tradizionali di farsi ritornare il nazionali nel settore, e linsegnamento
latte per nutrire neonati rimasti orfani di madre, dellEtnomedicina e dellAntropologia medica
attraverso particolari procedimenti. Nel 1938 com- tenuto (sempre a Genova) allinterno del Corso uffi-
pie la prima spedizione etnomedica in Algeria e ciale di Antropologia.
Marocco che completa lanno successivo con un peri- Cronologicamente, e in sintesi, elenchiamo alcune
plo dellAfrica. Nel 1951 promuove in tutta Italia delle ricerche promosse dallo Scarpa e dal Museo
una campagna di divulgazione di una norma profi- (GUERCI, 1997):
lattica contro la lussazione congenita dellanca in uso 1935: Risultati di uninchiesta sul fenomeno della
presso molte popolazioni della terra. Intanto le spe- secrezione lattea ottenuta da alcune popolazioni
dizioni e missioni etnomediche conducono lo dellAfrica indipendentemente dal puerperio.
Scarpa, attraverso impervie contrade dei cinque con- 1937: La lactatio serotina in Africa. Nella Guinea
tinenti, a conoscere le abitudini terapeutiche di cen- Bissau studia e documenta quattro casi di lattazio-
tinaia di etne (GUERCI, 1997). ne senza puerperio, definita dal BARTELS (1988)
Il Ministero della Pubblica Istruzione, sulla base dei lactatio serotina e da lui chiamata lactatio agravidi-
risultati scientifici emersi dalle ricerche di A. Scarpa, ca.
istituisce nel 1955 la Libera docenza in Etnoiatria (o 1940: Indagini sui galattagoghi in Algeria e Marocco.
Etnomedicina), primato italiano. Lanno successivo 1942: Piante utilizzate come antielminti in Africa.
lo studioso ottiene la prima (rimasta unica) libera 1952: Su una probabile azione farmacologica del
docenza di etnoiatria e avvia un Corso libero della khellin o visammina nella pertosse.
disciplina presso lUniversit Statale di Milano, fino 1955: Comportamenti ignorati della macchia ceru-
al 1968. Nel 1967 fonda, presso lOspedale di lea congenita.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 149

1959: Empirismo e scienza di fronte allipogalattia. matografico depositato presso il Museo (SCARPA,
1960: Virt salutari dellacqua in India; 1980).
Caratteriali e tipo di allattamento.
1963: Sulletiopatogenesi delle istero-coreomanie del 1957 Guinea Bissau:
Madagascar; Puericoltura indigena africana;
La medicina dei Karen della Thailandia. Operazioni di tatuaggio, circoncisioni, salasso con
1965: Come attuare una semplice ed efficace profi- ventose, estrazione pulci penetranti, lactatio agravi-
lassi della lussazione congenita dellanca. dica;
1969: Consuetudini dinteresse nipiologico ed aspet- Funerale Baiote.
ti fisiopatologici: la placentofaga, la paura della 1959 Libia:
luce, il taglio del cordone ombelicale a placenta Acque sacre e medicinali;
uscita, il modo di portare il bambino. Le fontane del Castello di Tripoli;
1971: Le operazioni dei chirurghi guaritori delle La giornata del fghh.
Filippine; 1961 Amazzonia:
Sul ricorso alla medicina tradizionale in aiuto ai La preparazione della manioca;
colpiti dalla bomba atomica, a Hiroshima e a Piante medicinali della foresta amazzonica;
Nagasaki. Il serpentario di Butantan di Rio de Janeiro;
1972: Il sogno nella medicina tradizionale degli Estrazione di veleno dai rettili e fasi di preparazio-
attuali Maya; ne dei sieri.
1973: Alcune documentazioni cliniche sullazione di 1962 Madagascar:
un estratto vegetale ottenuto da Plantago lanceola- Il Bilo dei Vezo;
ta L. e largamente usato durante la guerra nelle isti- Il Bilo dei Masikuro;
tuzioni dellO.N.M.I. della provincia di Rovigo. La doppia sepoltura, famadjama.
1975: Equivalenti dellagopuntura cinese nella medi-
cina storica e popolare europea. Lopera di Scarpa prosegue grazie allquipe che col-
1978: Limpiego di Ricinus communis L. presso alcu- labora attorno alla Cattedra di Antropologia
ne popolazioni del mondo. dellAteneo genovese. Continua ancora la raccolta di
1980: La medicina tradizionale dei Bafulero (Centro etnofarmaci, ed in fase di progettazione il Museo
Africa). Laboratorio di Etnomedicina. Un archivio e limple-
1981: Studio-inchiesta su farmaci e metodi usati mentazione di un data base sono da tempo in atto.
dalle popolazioni melanoderme per schiarire la loro
pelle. LETTERATURA CITATA
1988: Etnomedicina comparata delle etne ladine. GUERCI A. (ed), 1997 Healing, Yesterday and Today.
1989: I fattori psicosomatici nei sistemi medici tra- Tomorrow? CD-Rom Erga Multimedia Comm. Links
dizionali. Genova.
SCARPA A., 1980 Etnomedicina. F. Lucisano Ed. Milano.
1992: Ritorna a diffondersi la lactatio agravidica in
Costa dAvorio. RIASSUNTO Nel campo delletnomedicina Antonio
1995: Nuove ipotesi sullorigine della teoria del Scarpa fu uno dei primi scienziati che aiut ad oltrepassa-
caldo e freddo in America Latina; re gli originali limiti storico-etnografici della disciplina,
senza negare la sua eredit intellettuale, includendo le sfere
La disintossicazione dei tossicodipendenti seguen- medico-naturalistica ed antropologica. Le ricerche origi-
do la medicina tradizionale. nali di Scarpa sono testimoniate da una preziosa collezio-
1996: La medicina tradizionale in Birmania. ne di foto, film e reperti. Il Museo di Etnomedicina
1997: Gli stati alterati di coscienza in etnomedicina. Antonio Scarpa, nel Dipartimento di Scienze
1998: Il dolore e letnomedicina. Antropologiche dellUniversit di Genova, mostra i risul-
tati delle spedizioni e di 55 anni di attivit rivolta ad impa-
rare come i popoli dei cinque continenti si curano con
Segue un elenco di parte del prezioso materiale cine- laiuto della propria medicina tradizionale.

AUTORE

Antonio Guerci, Dipartimento di Scienze Antropologiche, Universit degli Studi di Genova Via Balbi, 4 - 16126 Genova
150 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 150-155, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Etnobotanica, storia e archeologia. Le attivit del Polo Etnobotanica e


Storia e del Laboratorio didattico-scientifico di Archeologia e
Storia Ambientale (L.A.S.A.) - Genova

D. MORENO, C. MONTANARI e M.A. GUIDO

ABSTRACT - Ethnobotany, History and Archaeology. The activities of the Polo Etnobotanica e Storia and of the Laboratorio
didattico- scientifico di Archeologia e Storia ambientale - Genoa, Italy - The ethnobotanical research is widening and mod-
ifying its prospects, especially in the field of environmental archaeology, historical ecology and history of post-medieval
material culture, in Italy as well. The historical study of the local practices for plant resources exploitation makes use of
archive sources which must be confirmed by evidence found in sites well identified both in space and in time. The Polo
Etnobotanica e Storia and the Laboratorio didattico-scientifico di Archeologia e Storia ambientale at the University of
Genoa are working in this direction, producing new didactic and scientific contribution.

Key words: ethnobotany, rural history and archaeology, historical ecology, archaeobotany, NW-Italy

INTRODUZIONE
Esiste un interesse per i rinnovati metodi dellindagi- di accesso collettivo), cancellazione che risale alle
ne etnobotanica anche da parte della ricerca storica sistemazioni giuridiche ed agronomiche ottocente-
ed archeologica dedicata alle societ rurali europee e sche, alimentata poi da una parte della storiografia
alla storia delle loro risorse ambientali. Nel 1992 un economica e oggi, in eguale misura, dalle politiche
fascicolo della rivista Quaderni Storici, intitolato istituzionali e dai movimenti ambientalisti
Storia delle risorse collettive, proponeva di discutere (MORENO e RAGGIO, 1992).
criticamente il peso metodologico che conserva la Lincontro con i lavori etnobotanici (ed etno-biologi-
stagione del positivismo scientifico sia nelle ricerche ci in generale) ha reso pi chiara per lo storico della
storiche ed etnografiche sia nella ricerca biologico- societ rurale europea lesigenza di una analisi minu-
ambientale sulle basi materiali della storia delle socie- ta che fosse centrata sulla ricostruzione delle forme
t rurali. Il nucleo della proposta consisteva nello stu- locali di gestione delle risorse vegetali, unanalisi da
dio storico dei saperi naturalistici locali legati alle condursi possibilmente associando alle fonti conven-
pratiche di utilizzazione e di attivazione delle risorse zionali disponibili una rinnovata osservazione di ter-
vegetali: si stabiliva un esplicito confronto con le reno di saperi e pratiche che a quelle forme di gestio-
ricerche etnobotaniche maturate in Europa, ma ne sono storicamente connessi. Losservazione di ter-
soprattutto in Francia, nel decennio precedente. Una reno a sua volta apre il problema delle fonti osserva-
maturazione che non si riduceva al solo travolgente zionali cio della valutazione da attribuirsi ai risulta-
successo delletnofarmacologia, un pallido riflesso di ti delle osservazioni di campagna degli archeologi
quanto era gi avvenuto negli studi nordamericani ambientali e dei geobotanici-ecologi in quanto docu-
ma, ad esempio, contribuiva alla definizione scienti- menti storici. In seguito sono stati dedicati diversi
fica, pur oggi controversa, degli aspetti ambientali e interventi metodologici a questi problemi che riguar-
paesistici costituenti parte del patrimoine rural dano oggi in egual misura la storia sociale nella sua
europeo. Il confronto tra etnobotanici e storici era dimensione locale o topografica (GRENDI, 1993,
voluto, ma in proposito si rendeva avvertito il lettore 1996; RAGGIO, 1992, 1995) e lapproccio storico
che un dato con cui gli storici dovevano (e devono allecologia (historical ecology) (RACKHAM, 1976,
tuttoggi) confrontarsi quello dellobbligo della can- 1980, 1986; MORENO, 1989, 1990, 1996, in stam-
cellazione di saperi (tecnici, agronomici, naturalisti- pa).
ci) legati alle pratiche di attivazione ed utilizzazione Lo studio storico delle produzioni vegetali disponibi-
delle risorse vegetali (in particolare le risorse in regime li per una data societ locale contribuisce sia alla defi-
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 151

nizione della risorsa stessa sia alla identificazione dei duzione di studi etnobotanici del nostro paese. Non
processi di trasformazione (dinamiche) che quelle sono mancate altre occasioni di incontro tra etnobo-
stesse risorse ambientali (ed in particolare la copertu- tanica e storia, anche pi recenti, ma pu essere inte-
ra vegetale) hanno subto nel tempo sino al momen- ressante sottolineare che ogni volta si sono formulati
to della loro osservazione attuale. programmi del tipo storie di uomini e di piante (cfr.
In effetti, in analogia con quanto accade nelle osser- PIERONI, 1998). Si perpetuata, spesso ingenuamen-
vazioni etnobotaniche sulle piccole comunit te, una dicotomia ormai esiziale dal punto di vista
extraeuropee, non sempre la definizione della risorsa metodologico: infatti si separano nuovamente una
vegetale (o animale) coincide con le iniziali categorie storia (altre volte una antropologia o etnologia) cul-
descrittive (etiche) dellosservatore: le categorie loca- turale da una storia ovviamente naturale della pian-
li (emiche) sono per esplicitabili attraverso la rico- ta. La storia culturale dedicata alla storia degli uomi-
struzione/osservazione storica delle pratiche e proces- ni si riduce nel migliore dei casi ad una storia della
si di produzione e riproduzione effettivamente adot- mentalit, dei simboli o ad elenchi di usi noti o inso-
tati ed il loro idioma locale. liti di piante considerate spontanee mentre, nel
Processi e pratiche, distinti da quelli di produzio- peggiore dei casi, non si esita a mescolare origini sto-
ne/riproduzione, che sempre pi spesso sono chia- riche e leggende con il dettato raccolto dalle fonti
mati in ecologia storica di attivazione, storicamen- orali. Risultati che si ottengono indipendentemente
te, dal punto di vista della societ che si studia sono dalla provenienza disciplinare di chi produce questi
spesso impliciti o inavvertiti, ma hanno avuto una lavori. Nello stesso modo la storia (botanica) dedica-
esistenza storica reale e sono evidenziabili attraverso ta alla storia delle piante si riduce oggi sempre pi
tracce documentarie, sia testuali sia archeologico- nei lavori etnobotanici alla validazione di laboratorio
ambientali (ad esmpio gli ecofacts dell environmental delle propriet (droga o principio attivo) fitoterapi-
archaeology ). Costituiscono una nuova dimensione che o alimentari della specie. Oppure, e siamo nuo-
della ricerca storica e non possono essere senza con- vamente nel peggiore dei casi, ricondotta ad astrat-
seguenze per i contenuti ed i modi della ricerca etno- te modellizzazioni spaziali delle culture contadine,
botanica. eliminando tutti i riferimenti agli spazi concreti, pra-
Dal punto di vista pi strettamente archeologico, nel ticati, di quelle culture e cio, in definitiva, alla sto-
frattempo, queste stesse tematiche sono divenute un ria locale della risorsa vegetale, o anche della singola
oggetto smarrito per i rari cultori della paletnobota- pianta, in studio che si assume cos isolata dalle pra-
nica - secondo la vecchia dizione disciplinare positi- tiche di produzione e di attivazione che sole la inse-
vistica - smarrimento che pare oggi ereditato anche riscono allinterno di quella determinata societ.
dallarcheobotanica che si voluta disciplina tecnico- Questi tipi di generalizzazione che si adottano con
scientifica ausiliaria dell archeologia allinizio degli facilit in ogni occasione di incontro tra ricerca etno-
anni 1970 ma che non ha trovato poi - non ostante botanica e ricerca storica, dovrebbero entrare natu-
lo straordinario sviluppo degli studi (cfr. quanto rac- ralmente in salutare contrasto con le capacit che il
coglie da un decennio la rivista internazionale geobotanico o lecologo vegetale hanno affinato per
Vegetation History and Archaeobotany) - collocazione losservazione di terreno. Letnobotanico, in questo
in alcun ordinamento disciplinare didattico nelle contrasto critico, dovrebbe affinare le capacit -
nostre universit, neppure in gruppi di lavoro scien- diciamo con il gergo dello storico - di produrre fonti
tifico che potessero essere formalizzati n da storici, (documenti) osservazionali.
n da archeologi o da botanici-naturalisti. In questo quadro, il problema fondamentale che si
In questo quadro le problematiche nate dal confron- presentato nello sviluppo degli studi etnobotanici e
to tra etnobotanica e ricerca storica possono darsi un storici per larea geografica che ci interessa, stato
nuovo fondamento scientifico, una volta legate (ed tuttora in gran parte) costituito dallinnata resi-
come sono alla esplicita assunzione della scala locale stenza (a volte dal totale rifiuto) ad assumere gli spazi
di osservazione. Una scelta che implica anche il cam- e le risorse vegetali studiate per quello che storica-
biamento della scala temporale dei processi sociali, mente e geograficamente sono al momento dellos-
economici ed ecologici che si stanno osservando e servazione di terreno: spazi rurali e/o coperture vege-
che richiede per questo necessari adeguamenti sia tali post-colturali. Problema presentato indifferente-
per i mezzi della ricerca storico-archeologica (es. scala mente da entrambe le componenti scientifiche, sia
topografica delle osservazioni di terreno, contestua- storici ed archeologi interessati ai processi storici,
lizzazione delle fonti documentarie, approccio stori- sia etno-botanici ed ecologi interessati agli aspetti
co regressivo, ecc.) sia per quelli della ricerca natura- strutturali: possiamo registrare in questo fatto pro-
listico-ambientale (cfr. gi in questa direzione prio un attardamento culturale ereditato dal positivi-
TURNER e PEGLARS, 1988; BRADSHAW, 1988). smo scientifico. Cos anche alla scala topografica del
sito o dellarea, la tendenza rimane quella di stabilire
Questa premessa ad introduzione dei lavori condotti un confronto con spazi naturali o, alla scala dei
nelle aree montane dellItalia nord-occidentale - che processi storici, un confronto con coperture vegetali
molto semplicemente si elencano pi oltre - appar- primigenie. Referenti ideali che proprio nel momen-
sa necessaria a chiarimento di quanto avvenuto to di osservazione sul terreno rischiano di far perde-
negli ultimi anni forse al margine della non ricca pro- re di vista quelle tracce storiche - le evidenze archeo-
152 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 150-155, 1999

logico ambientali dellecologia storica e dellarcheo- La ricostruzione della dinamica storica della copertu-
logia ambientale - delle pratiche e dei saperi natura- ra vegetale di questarea di raccolta ha permesso di
listici locali oggetto appunto della ricerca. riconoscere al sapere naturalistico locale: 1. una capa-
cit di osservazione e di azione efficaci; 2. la capacit
IL POLO ETNOBOTANICA E STORIA di organizzare e gestire compiuti sistemi colturali (o
Una serie di nuovi contributi tra etnobotanica e sto- di controllo) della copertura vegetale a fini di pro-
ria riguardanti soprattutto i rilievi appenninici ed duzione multipla; 3. sotto il profilo cognitivo ha
alpini dellarea nord occidentale si muovono almeno confermato la costituzione storica del sapere natura-
nella direzione di una migliore comprensione dei listico locale in quanto sapere relazionale (le cui
reciproci problemi di metodo. Non stupir pi di logiche interne debbono essere ricondotte al conte-
ritrovare per questi lavori, che si registrano qui in sto sociale ed ambientale locale). Ma a questi stessi
rapida rassegna, diverse sedi scientifiche di pubblica- risultati di carattere generale hanno condotto, attra-
zione storiche, archeologiche, geografiche e botani- verso percorsi in parte diversi, anche i lavori qui di
che. Allo studio della dimensione locale della produ- seguito ricordati.
zione animale e vegetale stata dedicata a partire dal Direttamente collegate alla caratterizzazione etnobo-
1993/94 una ricerca - commissionata dalla tanica e storico-ambientale di produzioni lattiero-
Comunit Europea ad una quipe interdisciplinare casearie ovine e bovine dellAppennino genovese
internazionale - dal titolo Les produits de terroir en sono le ricerche dedicate alla ricostruzione storica dei
Europe du Sud. Caractrisation ethnologique, sensoriel- sistemi locali di utilizzazione delle risorse pascolive e
foraggere: formazioni di cerro in alta Valle Scrivia
le et socio-conomique de leur typicit. Stratgies de (Vobbia) (POGGI, 1997b), prati-pascoli nella media
valorisation. Concezione e coordinamento scientifi- valle Stura di Ovada (Masone-Rossiglione), prati e
co si sono avuti presso il Laboratoire dethnobiologie et prati-pascoli nellalta Val dAveto (S.Stefano dAveto)
biogographie del Museum National dHistoire (cfr. BERTOLOTTO et al., 1999).
Naturelle a Parigi. Lo studio dei sistemi storici di utilizzazione multipla
Nel corso del lavoro la caratterizzazione della tipici- delle risorse vegetali e del loro funzionamento ha
t, pensata in origine in una prospettiva etnobiolo- riguardato, ancora in relazione con la storia di pro-
gica (cio in termini puramente strutturali etnobo- duzioni lattiero-casearie locali, luso multiplo dei
tanici ed etnozoologici) coerentemente evoluta sin pascoli e prati-pascoli alberati daltura (alpi) del-
dai primi incontri verso una dimensione storico-ana- lappennino ligure-tosco-emiliano per il pascolo
litica permettendo di sperimentare su diversi prodot- ovino. Questarea di estremo interesse ha permesso di
ti locali (produits de terroirs) delle aree montane raccogliere documentazione relativamente agli asset-
mediterranee una specifica caratterizzazione etnobo- ti della vegetazione dei siti studiati a partire dal V-VI
tanica e storico-ambientale. Ne sono emersi, tra gli sec. A.D. sino alla documentazione catastale e topo-
altri, i temi della storia delle pratiche di attivazione grafica del XIX secolo; sono state disponibili e si
delle risorse ambientali e dei saperi naturalistici loca- sono quindi saggiate nel contempo fonti palinologi-
li rimasti al centro delle ricerche del Polo etnobota- che, archeologiche, cartografiche, testuali ed etnobo-
nica e storia costituito presso il Dipartimento di taniche (cfr. MORENO e DAVITE, 1996; MORENO e
Storia Moderna e Contemporanea dellUniversit di POGGI, 1996; 1998). Alla caratterizzazione storico-
Genova nelloccasione della ricerca CEE. (cfr. per ambientale della produzione di un formaggio di
una prima rassegna dellattivit svolta CEVASCO, alpeggio (la raschera delle valli monregalesi) legato
1998). uno studio sulla storia delle risorse della transuman-
Allo studio storico dei legami con il luogo (liens au za di quelle valli. Lo studio stato condotto in archi-
lieu) che intrattiene la pratica di raccolta di un insie- vi locali e sul terreno, scegliendo diversi siti di inte-
me di piante alimentari (dial. prebuggiun ) sono state resse storico-ambientale nelle alte valli Ellero e
dedicate ricerche su di una particella di prato sfalcia- Maudagna dove un addensarsi della documentazione
bile nella valletta del torrente Arbora (Recco-GE) di archivio e di osservazioni ha permesso di risalire in
(POGGI, 1994, 1997a). La stessa particella su cui si continuit, per lo studio di determinati versanti, alla
succedono nel ciclo dellanno undici diverse pratiche seconda met del XVIII secolo grazie al filtraggio
di raccolta o controllo della copertura vegetale, sot- della cartografia topografica. In particolare, si
toposta alla raccolta di dodici diverse erbe alimenta- seguita levoluzione della copertura di Alnus viridis e
ri a partire dalla primavera. La composizione in spe- si sono valutate fonti iconografiche locali (fine XV
cie della cotica interessata dalla raccolta del prebug- secolo) per la documentazione di forme di pascoli
giun, osservata a questa scala, rivela una conseguente alberati di abete bianco di cui sono rilevabili tracce
variazione ciclica di numero e composizione. Tutto il nei popolamenti di Abies presenti nella copertura
sistema cos descritto, oltre a queste variazioni cicli- vegetale attuale (CEVASCO e POGGI, 1999). Diversi
che stagionali subisce delle variazioni cumulative, studi - ancora in corso - sono stati dedicati alle prati-
storiche, dipendenti dalle fasi e dai modi delloccu- che di utilizzazione multipla dei castagneti pascolati
pazione di questo sito, utilizzazioni pregresse che in alta Val di Vara tra XIX e XX secolo, nel quadro
possono essere seguite in continuit grazie alle descri- delle ricerche di archeologia rurale ed ambientale
zioni della documentazione fiscale e topografica dis- nella valletta del Rio Lagorara, condotte in collabo-
ponibile a partire dalla met del XVII secolo. razione con la Soprintendenza archeologica della
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 153

Liguria e delle campagne sulla storia del paesaggio, in cheologia delle pratiche di sfruttamento delle risorse
collaborazione con il Department of Geography dell ambientali.
Universit di Nottingham (POGGI e CEVASCO, 1997; Il L.A.S.A. si caratterizza come convergenza di inte-
CEVASCO et al., in stampa). ressi comuni di Facolt universitarie diverse: quella di
Le formazioni di ontano bianco della alta Val dAveto Lettere e Filosofia nel cui ambito le scienze archeolo-
indagate a livello di singolo sito risultano stadi post- giche, geografiche e storiche tradizionalmente si sono
colturali, derivati da un sistema locale di utilizzazio- sviluppate (Geografia storica, Archeologia, Storia
ne multipla delle risorse agro-silvo-pastorali la cui dellAgricoltura, Storia dellarte, Paletnologia, ecc.) e
esistenza, fuori della portata delle fonti orali, inve- quella di Scienze M.F.N. che porta nei nuovi filoni di
ce documentata in testi e cartografie relative alla valle ricerca di ecologia storica, valorizzazione dei beni
a partire dalla prima met del XVIII secolo. Si tratta culturali, storia della cultura materiale, il contributo
di un sistema colturale abbastanza complesso non di studi specialistici delle scienze geologiche, chimi-
descritto (ma i cui effetti si registrano appunto ancor che, naturali (archeometria, archeobotanica, geoar-
oggi nei suoli e nella vegetazione, un esempio di cheologia, ecologia, datazione isotopica, ecc.). Al
pratiche e processi di attivazione) per cui stata L.A.S.A. si appoggiano anche attivit didattiche e di
coniata la dizione alnocoltura (MORENO et al., ricerca riguardanti tesi di laurea nel campo dellar-
1998a; BERTOLOTTO e CEVASCO, in stampa). Il siste- cheologia ambientale e di diffusione della moderna
ma sinserisce perfettamente nellinsieme delle prati- metodologia archeologica, anche attraverso confe-
che di impiego dellontano in complantazioni (sia in renze, seminari ed attivit di campagna. Queste ulti-
prati alberati che castagneti) documentato nelle valli me, in particolare, si sono rivelate di grande interes-
del levante ligure (Fontanabuona, Graveglia, Vara e se sia da parte degli studenti che possono seguire
Magra) e teorizzato dalla letteratura agronomica direttamente lattivit di ricerca sul terreno applican-
locale agli inizi del XIX secolo. done e confrontandone le metodologie, sia per i
Altri lavori sono stati rivolti allo studio dellimpatto docenti che vi trovano momenti di discussione per
dei rimboschimenti di resinose o di castagno nel impostazione, confronto di criteri e metodi, inter-
XIX-XX secolo sull ecologia dei precedenti sistemi pretazione di risultati. A partire dal 1996, si tenuta
di utilizzazione dei versanti (MORENO et al., 1993; ogni anno nei mesi di maggio-giugno una campagna
GUIDO et al., 1996; MORENO et al., in stampa). di Archeologia ambientale, incentrata sulla storia
Recentemente, infine, una ricerca stata avviata sulla delle risorse forestali nellentroterra di Genova (Val
utilizzazione delle foglie di Ostrya carpinifolia come Vobbia). In particolare, le attivit si sono focalizzate
foraggio bovino. Con una ricostruzione sperimenta- sulla ricostruzione storica ed archeologica delle prati-
le della pratica, oggi abbandonata, si tenta di mette- che del fuoco confinato e dei fuochi di occupazione
re in relazione i cicli di utilizzazione della pianta della vegetazione. Scopo delle campagne stato il
come foraggio aggiunto ai fieni (lo sfalcio dei pollo- confronto dei risultati di specifiche inchieste sulle
ni annuali si concludeva alla data del 24 giugno) con fonti orali e di archivio con le tracce archeologico-
la concentrazione stagionale di proteine con proprie- ambientali di quelle pratiche oggi storiche.
t allergeniche cui potrebbero essere attribuite le pro- Presso il Castello della Pietra, in Val Vobbia, stata
priet tossiche riconosciute localmente dagli utilizza- studiata una sezione di suolo con evidenti stratifica-
tori alle foglie del carpino nero nei mesi estivo- zioni carboniose che si sono rivelate tracce di piazzo-
autunnali. La ricostruzione in corso permetter di le da carbone risalenti alla met del XVII secolo.
caratterizzare queste pratiche di utilizzazione e le loro Nellarea circostante sono state individuate e rilevate
numerose altre aree adibite allo stesso scopo in tempi
conseguenze sulla dinamica della vegetazione, iscri-
pi o meno recenti; nel corso di diverse campagne,
vendole nella storia delle stazioni prative dei versanti sono state svolte inchieste per registrare dalle fonti
tirrenici calcarei del rilievo appenninico nel tratto orali ancora esistenti criteri e metodi utilizzati local-
costiero compreso tra gli sbocchi della Val Polcevera mente per la produzione del carbone di legna, attivi-
e la val Fontanabuona, dove negli ultimi decenni gli t localmente importante fino ad una cinquantina di
ostrieti si trovano in una fase di espansione post-col- anni fa. Un altro versante delle ricerche riguarda lin-
turale (MORENO et al., 1998b). dividuazione e lo studio di fonti darchivio, in parti-
colare la cartografia storica che ha fornito utili indi-
LATTIVIT DEL LABORATORIO DIDATTICO-SCIENTIFI- cazioni sulla copertura vegetale a partire dal XVIII
CO DI ARCHEOLOGIA E STORIA AMBIENTALE
secolo. Per documentare la situazione attuale, si sono
(L.A.S.A.) svolte analisi della copertura vegetale, specialmente
Lavvio del Corso di Laurea in Conservazione dei in relazione ai singoli siti di carbonificazione. La
Beni Culturali presso lUniversit di Genova (anno penultima campagna (1998) ha riguardato un aspet-
accademico 1993-94) ha stimolato la collaborazione to di archeologia sperimentale e cio la realizzazione
tra docenti di discipline complementari nellambito di una carbonaia secondo gli usi della tradizione
della storia dellambiente e dello sfruttamento delle locale; loperazione, condotta da un anziano che in
sue risorse. Ci ha portato allistituzione di un giovent aveva svolto questa attivit, stata docu-
Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale mentata in tutte le sue fasi, dal taglio del legname alla
(L.A.S.A.) con carattere di sperimentazione didattica raccolta del prodotto e allesame della tracce lasciate
nellambito della storia dellassetto territoriale dellar- sul terreno. Un gruppo specializzato dellUniversit
154 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 150-155, 1999

di Toulouse ha realizzato su questo tema un docu- BERTOLOTTO S., CEVASCO R., POGGI G. e MORENO D.,
mentario1. 1999 - Produzioni locali della montagna ligure. Per una
Diversi argomenti tra quelli citati sono stati oggetto valorizzazione ambientale e culturale. Atti 3 Convegno
Il Mare in basso, 2: 194-210, GISIG-DISGELL,
di tesi di laurea in corso; qui si far cenno a ricerche Universit di Genova.
di antracologia, applicate allo studio dei livelli di pro- BRADSHAW R.H.W., 1988 - Spatially-precise studies of forest
duzione del carbone identificati nellambito della dynamics. In: HUNTLEY B. and WEBB T. (ed.),
sezione stratigrafica citata, denominata UT 1. Lo Vegetation History: 724-751, Kluwer Academic
Publishers, Antwerp.
studio della sezione (coordinato dal Prof. Giovanni CEVASCO, 1998 Lambiente e la storia delle societ rurali
Leonardi dellUniversit di Padova) ha messo in luce europee. Attivit di ricerca del Polo Etnobotanica e Storia
diverse fasi di uso che sono state datate (dal Prof. presso il Dipartimento di Storia Moderna e
Gilberto Calderoni dellUniversit di Roma) in base Contemporanea dellUniversit di Genova. Societ e
al 14C a partire da circa tre secoli addietro. Storia, 82: 863-870.
CEVASCO R. e POGGI G., 1999 - Per una definizione stori-
Lidentificazione dei resti di carbone, svolta su alcune ca del patrimonio rurale delle Valli Monregalesi: alpeggi
centinaia di frammenti per ogni livello, permette di della raschera. In: AAVV., Le risorse culturali delle valli
risalire al tipo di produzione dellepoca e quindi, monregalesi e la loro storia: 9 - 29. LArtistica, Savigliano.
indirettamente, alla situazione ambientale degli ulti- CEVASCO R., MORENO D., POGGI G. e RACKHAM O., in
stampa - Archeologia e storia della copertura vegetale:
mi secoli (MONTANARI et al., in stampa). In sintesi, esempi dellalta val di Vara, Atti del Convegno Studi
sono stati riconosciuti una dozzina di taxa (castagno, sulla flora dellAppennino settentrionale dal Maggiorasca
carpino nero, carpino bianco, acero, nocciolo, quer- allAlpe di Succiso, 25-27 luglio 1997, Mem. Accad.
ce caducifoglie, frassino, olmo, viburno, faggio, evo- lunigianese di Scienze G.Capellini.
CHABAL L., 1994 - Apports rcents de lantracologie la con-
nimo), in buona parte compresenti, bench in per- naissance des paysages passs: performances et limites.
centuali variabili in fasi diverse. Histoire et Mesure, 9: 3-4 : 317-338.
Un dato di immediata evidenza proprio la quanti- DUBOIS C., IZARD V. et METAILIE J.P., 1995 - Forts char-
t di specie diverse utilizzate: non si tratta, quindi, di bonnes et archologie metallurgique en Arige (Pyrnes
produzione specializzata come quella richiesta tipica- franaises).Une mthodologie interdisciplinaire pour lhi-
stoire de lenvironnement. Ann. litraires Universit
mente da industrie come quelle del ferro che necessi- Besanon 536, Srie Archologie, 40: 311-322.
tano di combustibile dalle caratteristiche ben defini- GRENDI E., 1993 - Storia di una storia locale: perch in
te. In effetti, non si sa per il momento quale fosse la Liguria (e in Italia) non abbiamo avuto una local
destinazione di questo carbone che risulta s di history?. Quad. Storici, 82: 141-197.
, 1996 - Storia di una storia locale. Lesperienza ligure
legno forte ma di composizione molto varia; pos- 1792-1992. Marsilio, Venezia.
sibile che alimentasse lindustria conciaria della Valle GUIDO M.A., MORENO D., MONTANARI C. e POGGI G.,
Scrivia che ricavava dalla corteccia delle querce e del 1996 - Antiche praterie e rimboschimenti del XIX secolo:
castagno degli stessi boschi anche il tannino necessa- studi di storia della copertura vegetale. Giorn. Bot. Ital.,
rio. Alcuni frammenti con la corteccia hanno per- 130(1): 120.
MONTANARI C., PRONO P. e SCIPIONI S., in stampa - The
messo di constatare che lepoca di taglio del legname study of charcoal burning sites in the Apennine mountains
era primaverile. Interessante anche la presenza, per of Liguria (NW Italy) as a tool for forest history.. In:
quanto rara, del faggio, specie che oggi non troviamo History and Forest Resources, IUFRO Int. meeting,
pi nei dintorni a cos bassa quota. Le piazzole da Firenze, 20-23 maggio 1998.
MORENO D., 1989 - Ecologia storica. In: DE ROSA L. (ed.),
carbone di epoca subattuale mostrano in genere una La storiografia italiana degli ultimi ventanni - Et moder-
minore ricchezza specifica e la prevalenza di una na: 402-413. Laterza, Bari.
specie (spesso il carpino nero) sulle altre. Non qui , 1990 - Dal documento al terreno.Storia e archeologia dei
il caso di scendere in ulteriori dettagli; daltra parte, sistemi agro-silvo-pastorali. Il Mulino-Ricerche. Bologna.
lo studio dei siti di carbonizzazione e linterpretazio- , 1996 - Domestico vs selvatico. Annotazioni su tassonomia
e storia locale. Quad. Storici, 91: 514-535.
ne delle tracce da essi lasciate un campo di ricerca , in stampa - Activation practices, history of environmental
ampiamente sviluppato soprattutto dai ricercatori resources and conservation, Working paper, 5th Sect. Int.
francesi (es. VERNET, 1992, 1997; CHABAL, 1994; Conf. Nature Knowledge, Venice, Ist. Veneto Sci.
DUBOIS et al., 1995) che hanno dimostrato quali e Lettere Arti, 4-6 dec. 1997.
MORENO D., CEVASCO R., BERTOLOTTO S. e POGGI G.,
quante connessioni esistano con la storia, leconomia 1998a - Historical Ecology and Post-Medieval
e lassetto vegetazionale antico ed attuale di una Management Practices in Alder woods (Alnus incana (L.)
regione. Moench) in the Northern Apennines, Italy. In: KIRBKY K.
and WATKINS C. (eds.), The ecological history of European
forests: 2. CAB International, Wallingford.
LETTERATURA CITATA MORENO D., CEVASCO R., RAGGIO O. and COSULICH
BERTOLOTTO S. e CEVASCO R., in stampa -The alnocoltu- M.E., 1998b - Leaf fodder from a poisonous plant (Ostrya
ra system in the Eastern Ligurian Apennines: the archive carpinifolia Scop.). Eastern Liguria. An experiment in
evidence (1822). In: History and Forest Resources, IUFRO post-medieval practices of activation of the local vegetation
International meeting, Firenze, 20-23 maggio 1998. cover. In: Animal Management and Demography Through
the Ages, VI Int. Conf. Association Man and Animal
Society for Interdisciplinary Research, Torino 16-18
Sett. 1998. Preprint.
1 Il documentario si intitola Carbonai dellAntola ed una MORENO D., CROCE G.F., GUIDO M.A. e MONTANA-
coproduzione Ente Parco Antola- Universit de Toulouse Le RI C., 1993 - Pine plantations on ancient grassland: eco-
Mirail (Centre Audio-Visuel); gli autori sono: B. Bastard, J.P. logical changes in the Mediterranean mountains of
Metaili, G. Poggi, con la consulenza scientifica del GEODE Liguria, Italy, during the 19th and 20th centuries. In:
(Geographie de lEnvironnement)- Universit de Toulouse e del
L.A.S.A. - Corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali,
Universit di Genova. Il video esiste in due versioni, francese ed
italiana; copie della versione italiana possono essere richieste
allEnte Parco Antola a scopo scientifico e didattico.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 155

WATKINS C. (ed.), Ecological Effects of Afforestation. , 1997b - Le pratiche di attivazione della copertura vegeta-
Studies in the history and ecology of afforestation in le come oggetto geostorico. Dalla cartografia della vegeta-
Western Europe: 93-110. CAB International. zione alla cartografia delle risorse vegetali. In:
Wallingford. Rappresentazioni e pratiche dello spazio in una prospettiva
MORENO D. et DAVITE C., 1996 - Des saltus aux alpes storico-geografica: 139-152. Centro Italiano Studi
dans les Apennins du Nord (Italie). Une hypothse sur la Storico-Geografici. Genova.
phase du haut-moyen-age dans le diagramme pollinique du POGGI G. e CEVASCO R., 1997 - Praterie storiche, castagne-
site de Prato Spilla. In: M. COLARDELLE (ed.), LHomme ti terrazzati e controllo della biodiversit: note di ecologia
et la Nature au Moyen Age: 138-143. Actes V Congr. Int. storica nella valle di Lagorara (sec. XIX-XX). Quaderni
Archologie mdievale, Edition Errance. Paris. IAED, 8: 102-112. Atti Convegno Conservazione e
MORENO D., MONTANARI C., GUIDO M.A. and POGGI biodiversit nella progettazione ambientale, Perugia,
G., in stampa - Historical vegetation dynamics: archive 28-30 nov. 1996.
and pollen evidence for ancient grassland and plantation in RACHKAM O., 1976 - Trees and Woodland in the British
Nineteenth Century Liguria (NW Italy). In: MAZZOLENI Landscape. London.
S., DI MARTINO P., DI PASQUALE G. and REGO F. (eds.), , 1980 - Ancient Woodland. Its history, vegetation and uses
Dynamics of Mediterranean Vegetation Landscape. in England. London.
MORENO D. e POGGI G., 1996a - Storia delle risorse boschi- , 1986 - The History of the Countryside. Dent, London.
ve nelle montagne mediterranee: modelli di interpretazione RAGGIO O., 1992 - Euphorbia characias L.. Annotazioni
per le produzioni foraggere in regime consuetudinario. In: su tecniche di pesca e saperi naturalistici. Quad. Storici,
LUomo e la Foresta .(Secc. XII-XVIII), XXVII Settimana 81: 911-924.
Studi Istituto Datini: 635-653. Prato. , 1995 - Norme e pratiche.Gli statuti campestri come fonti
, 1996b - Ecologa historica, caracterizacin etnobotnica y per una storia locale. Quad. Storici, 88: 155-194.
valorisacin de los productos de la tierra. Agricultura y TURNER J. and PEGLARS M., 1988 - Temporally-precise stu-
Sociedad, 80-81: 169-180. dies of vegetation history. In: HUNTLEY B. ,WEBB T.
, 1998 - Identification des pratiques agro-sylvo-pastorales et (eds.), Vegetation History: 753-778. Kluwer A.P.,
des savoirs naturalistes locaux: mise en contribution de l- Dordrecht.
cologie historique de sites. In: ROUSSEL A. et ROUGIER S. VERNET J-L. (ed.), 1992 - Les charbon de bois les anciens
(eds.), Monde rurale et histoire des sciences en cosystemes et le role de lhomme, Bull. Soc. Bot. France,
Mditerrane. Du bonne snse la logique: 151-163. 139 (2,3,4): 157-725.
Presses Universitaires de Perpignan. Perpignan. VERNET J-L., 1997 Lhomme et la foret mditerranenne
MORENO D. e RAGGIO O., 1992 - Risorse collettive. de la Prehistoire nos jours. Editions Errance. Paris.
Quaderni Storici, 81: 613-623.
PIERONI A. (ed.), 1998 - Erbi boni, erbi degli streghi. Piante RIASSUNTO Lindagine etnobotanica, anche in Italia,
spontanee di uso alimentare nelle tradizioni gastronomiche sta ampliando e modificando le sue prospettive soprattut-
e nelle leggende popolari in Garfagnana ed altrove. Atti to nel campo dellarcheologia ambientale, ecologia storica,
Seminario Studio. Gallicano (Lucca), 9-10 maggio storia della cultura materiale post-medievale. Lo studio
1997, Experiences verlag, Kln, 1998. storico delle pratiche di attivazione delle risorse vegetali si
POGGI G., 1994 - Tra coltivo e incolto: etnobotanica delle avvale di fonti di archivio che devono trovare riscontro
pratiche di raccolta e dinamiche vegetazionali (Torrente nelle tracce presenti in contesti locali ben definiti in ter-
Recco, Liguria orientale). Giorn. Bot. Ital., 128 (1): 265. mini di tempo e di spazio. Una serie di nuovi contributi
, 1997a - Pratiche di attivazione: effetti della raccolta tra- che procedono in questo senso derivano dallattivit del
dizionale di vegetali spontanei ed ecologia storica del sito Polo Etnobotanica e Storia e, con finalit soprattutto
(18-20 secolo) - (Arbora - Valle T.Recco - Liguria didattiche, del Laboratorio di Archeologia e Storia
Orientale). Archeologia Post-Medievale, 1: 95-100. Ambientale, presso lUniversit di Genova.

AUTORI

Diego Moreno, Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, Universit di Genova, Via Balbi 6, 16136 Genova
Carlo Montanari, Maria Angela Guido, Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse, Universit di Genova,
Corso Dogali 1/M, 16136 Genova
156 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 156-160, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Strutturazione della conoscenza per un database di etnobotanica ligure

M. GIACOMINI, A. BISIO, L. MINUTO, P. PROFUMO e C. RUGGIERO

ABSTRACT. - Plan of a new database for Ligurian ethnobotanical data. - A plan of a new database for Ligurian ethnob-
otanical data is here proposed. Since many years researchers belonging to many different disciplines had studied the
Ligurian tradition in the use of wilds herbs and plants. The main aim of this project is to produce a common tools in
delivering to the public the results of the different studies. The structure of the database is elaborated in order to let dif-
ferent consultation levels of the data: for scientists, for amateurs and for general public.

Key words: ethnobotany, knowledge structure, database, entities-relationships diagrams, data-flow diagrams.

INTRODUZIONE
Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da une- zione della base di dati in costruzione.
norme crescita in numero ed importanza delle appli- Lobiettivo finale del nostro studio la raccolta siste-
cazioni delle basi di dati. Le basi di dati sono com- matica di una grossa mole di dati sulle piante che
ponenti essenziali di ogni sistema informativo e sono svolgono o hanno svolto un ruolo di rilievo nel
di uso comune su tutti i tipi di computer. campo delletnobotanica ligure. Si vuole quindi crea-
Alla fine degli anni 60, quando le basi di dati sono re uno strumento di lavoro e di divulgazione nel
apparse per la prima volta sul mercato del software, il quale possano confluire le notizie gi note e disperse
progetto delle basi di dati avveniva in modo molto in letteratura (di discipline scientifiche ed umanisti-
informale con strumenti alquanto rozzi. Le principa- che) e quelle che in futuro saranno rese disponibili
li forme di progetto erano i diagrammi a blocchi e le dalle ricerche in corso. Ci si quindi posti come
strutture del record, e quindi lattivit di progetto primo obiettivo lindividuazione di un insieme di
veniva spesso confusa con lattivit di implementa- conoscenze idonee a costituire lossatura della costi-
zione. Attualmente questa situazione significativa- tuenda base di dati. Tale insieme, unitamente agli
mente cambiata: i metodi ed i modelli per la proget- strumenti di modellistica della conoscenza adottati,
tazione delle basi di dati si sono evoluti in parallelo costituisce largomento principale di questo articolo.
con la tecnologia per limplementazione delle stesse
basi di dati. Siamo attualmente nellera dei sistemi di MATERIALI E METODI
basi di dati relazionali, che offrono potenti linguaggi La progettazione della base di dati ha seguito i tradi-
per linterrogazione, strumenti di sviluppo per appli- zionali passi per una corretta progettazione di qual-
cazioni specifiche ed interfacce amichevoli. Accanto siasi sistema basato sulla conoscenza.
a questa tecnologia si sviluppata una struttura teo- In primo luogo sono state identificate le attivit che
rica che include la teoria relazionale dei dati, il trat- dovranno essere svolte dal sistema; tale identificazio-
tamento e lottimizzazione delle interrogazioni, il ne stata ottenuta con interviste non strutturate con
controllo distribuito e parallelo delle basi di dati, il esperti del settore, con chi ha richiesto lo strumento
trattamento delle transazioni, il recupero degli errori o con chi comunque si sia, in qualche modo, dichia-
ed altri argomenti del genere. Inoltre in campo pi rato interessato al suo sviluppo. Durante tali intervi-
specifico della progettazione delle basi di dati sono ste sono stati identificati sia la struttura necessaria
stati codificati strumenti che da un lato rendono il per il sistema sia il profilo dei possibili utenti finali.
progettista del tutto indipendente dalle scelte imple- Completate queste interviste, si passati ad una fase
mentative e dallaltro consentono unagevole comu- di maggior contenuto formale, relativa alla progetta-
nicazione fra il progettista stesso e lutente finale zione del flusso delle attivit. Durante questa fase
della base di dati, in quanto costituiscono una sorta tutte le attivit identificate nella fase precedente ven-
di metalinguaggio con il quale possono essere espres- gono organizzate in modo formale, individuando le
se le conoscenze dellesperto del campo di applica- diverse priorit, sia temporali sia gerarchiche, ed i
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 157

possibili percorsi paralleli, sia cooperativi sia concor- sabile di ogni applicazione dalla media complessit in
renti, relativamente alluso delle risorse disponibili. poi. Inoltre, la stessa struttura a relazioni, con la
Un percorso similare, e per molti aspetti anche paral- quale si legano fra di loro pi tabelle, consente, da un
lelo temporalmente stato seguito per i dati, che, in lato, la creazione di indici che velocizzano estrema-
primo luogo, durante le interviste di cui sopra, sono mente il rinvenimento dellinformazione e dallaltro
stati individuati da vari punti di vista quali gli argo- (in dipendenza di una corretta progettazione) elimi-
menti, la loro organizzazione in tabelle, i tipi e gli nano ogni tipo di duplicazione dellinformazione,
intervalli di valori che possono assumere. Tutte que- minimizzando lo spazio richiesto sulle memorie di
ste informazioni sono state quindi codificate in un massa.
progetto formale, che utilizzasse i pi aggiornati stru- Le maggiori regole per la costruzione di una base di
menti di modellistica del dato. dati relazionale corretta sono le seguenti:
Attualmente, il lavoro in questa fase. In seguito l Ogni campo, in una tabella, deve rappresentare un
dovranno essere compiuti altri passi per il completa- solo tipo dinformazione. Deve quindi essere indi-
mento di tutto il sistema basato sulla conoscenza. viduato per ogni campo il tipo di dato da conte-
In primo luogo si dovr procedere alla progettazione nere e lintervallo di dati in cui si dovr trovare il
dellinterfaccia utente, sempre con la fattiva collabo- valore effettivo immesso.
l Ogni tabella deve avere un identificatore univoco
razione degli esperti del settore, che hanno ben chia-
ri sia i metodi di lavoro specifici del campo, sia le (chiave primaria) composto di uno o pi campi,
tempistiche dintervento. Sulla base di queste infor- per cui anche un singolo record deve contenere
mazioni, verr sviluppato un progetto con particola- informazioni relative ad una sola entit.
Lidentificatore univoco sar il collegamento
re riguardo alla definizione della successione tempo- necessario per lattuazione delle connessioni iden-
rale di immissione o di consultazione dei dati. Punto tificate con le relazioni, definite nella fase di pro-
critico particolare sar la definizione di campi a riem- gettazione.
pimento obbligato, che da un lato stanno alla base l Per ogni valore della chiave primaria i valori delle
delle procedure automatiche di controllo della com- colonne dei dati devono essere rilevanti per largo-
pletezza e correttezza formale, ma dallaltro non mento della tabella e devono descriverlo comple-
devono sovraccaricare di vincoli gli operatori, soprat- tamente: la chiave primaria, definita dalla regola
tutto quelli addetti allimmissione dei dati. precedente, deve identificare tutta linformazione
Questa fase di progettazione culminer con lo svi- relativa ad una singola entit.
luppo di un prototipo dellinterfaccia cos progettata, l Deve essere possibile modificare i dati di qualsiasi
in modo da consentire la verifica diretta da parte di campo (che non sia uno di quelli contenuti nella
un gruppo di persone in rappresentanza di quelli che chiave primaria) senza influenzare i dati di un
saranno gli utilizzatori finali del prodotto. altro campo; ovvero lidentificazione delle infor-
Durante la prova dellinterfaccia verr messo a punto mazioni deve dipendere solo dalla chiave primaria.
un prototipo dellintero sistema basato sulla cono- Tutti gli altri campi sono liberi di contenere una
scenza, che verr sottoposto a valutazione sia degli qualsiasi informazione allinterno dellintervallo di
operatori che hanno valutato linterfaccia sia degli riferimento definito.
esperti che dovranno valutare lefficacia operativa del Le relazioni definibili in una base di dati relazionali
prodotto finale. Questa sar una fase caratterizzata da possono essere tutte ricondotte ad uno dei seguenti
molteplici cicli di messa a punto, convalida e revisio- tre tipi fondamentali:
l relazione uno a uno, utilizzata per collegare tabel-
ne che culminer nella prima release messa a dis-
posizione di tutto il pubblico degli operatori. le che devono mantenersi distinte in accordo con
Il centro di questo sistema basato sulla conoscenza la terza regola generale, in quanto descrivono real-
t diverse, ma sono connesse in modo biunivoco
consister nello sviluppo di unapplicazione specifica fra di loro;
di una base di dati di notevoli dimensioni. l relazione uno a molti, classica relazione gerarchica
(o tassonomica) fra una entit ed unaltra sottopo-
Una delle maggiori acquisizioni nel campo della pro- sta di cui molteplici istanze sono riconducibili ad
gettazione delle basi di dati stata quella che ha con- una sola istanza nellentit superiore;
dotto alla definizione delle cosiddette basi di dati l relazione molti a molti, dove un numero impreci-
relazionali, fondate cio sulla nozione fondamentale sato di istanze di una entit possono essere colle-
di relazione che consente di legare due insiemi di dati gate ad un altro numero non definito di istanze
che, anche con questo approccio, come nei prece- della seconda entit.
denti, mantengono la struttura di base a tabella. La La definizione di questi tipi di relazioni viene detta
relazione consente di legare singoli record di una cardinalit della relazione stessa.
tabella con altri posti in altre tabelle.
La struttura a relazioni ha consentito la formulazio- Negli ultimi anni si sono resi disponibili sul mercato
ne di regole, che vengono applicate automaticamen- molti strumenti per automatizzare, sistematizzare e
te in ogni implementazione specifica di basi di dati standardizzare il processo di progettazione delle basi
relazionali, in modo tale da assicurare la completezza di dati.
e la coerenza formale delle informazioni inserite. In primo luogo sono stati standardizzati degli stru-
Questa sicurezza, almeno formale, ha permesso ai menti generali per la progettazione che consistono:
data base relazionali di divenire una parte indispen- 1) nei diagrammi entit relazioni (E-R diagram)
158 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 156-160, 1999

per definire, in modo indipendente dalle scelte anche le categorie sistematiche, dalla famiglia alla
implementative, i dati trattati dallapplicazione e specie, con riferimento pure ai sinonimi.
le loro relazioni; La Fig. 1C mette in evidenza quanto pu essere utile
2) nei diagrammi di flusso dei Dati (DFD) per per la fitoterapia: i principi attivi e la loro attivit far-
definire, in modo formale, ma senza alcun vin- macologica da un lato, le caratteristiche della droga
colo temporale n di successione, quali modifi- con la sua attivit terapeutica dallaltro.
che subiranno i dati inseriti nellapplicazione e
quali algoritmi verranno loro applicati (BATINI et Nella Fig. 1D rappresentata la terapia locale, con
al. 1992). gli impieghi terapeutici che costituiscono la seconda
La formalizzazione, accettata in ambito internaziona- parte della sezione di fitoterapia. Di questi si consi-
le, di questi due strumenti di progettazione, ha por- derano gli attuali sulla base delle conoscenze fitotera-
tato allo sviluppo di un certo numero di mezzi prati- piche odierne e i regionali, documentati dalle antiche
ci di aiuto alla progettazione delle basi di dati che e recenti ricerche etnobotaniche. Nella stessa figura
forniscono, di solito, un ambiente grafico ad alto specificato il fatto che sar prevista la spiegazione dei
grado di interazione con il progettista e modalit di termini con un glossario che riporti la spiegazione in
facile gestione dello sviluppo progressivo a livelli di lingua corrente dei termini scientifici definiti in
un progetto complesso. Lo strumento specifico, modo univoco nelle classi terapeutiche. Tale glossario
usato in questo lavoro, System Architect 3.0 sar utilizzato particolarmente per inserire un modu-
(Popkin Software and Systems, New York, U.S.A.) lo di traduzione delle interrogazioni formulate in lin-
che consente, oltre ad unalta interattivit con luten- guaggio corrente da utenti senza background scienti-
te, anche la produzione automatica di codice SQL fico.
(POPKIN, 1993), che il linguaggio utilizzato dalla Per quanto riguarda la morfologia, questa sar legata
maggior parte dei sistemi di gestione delle basi di con una relazione 1 a 1 allinsieme delle caratteristi-
dati. Questa produzione automatica costituisce un che proprie della pianta, costituendo quindi un insie-
valido aiuto per limplementazione effettiva del pro- me unico di identificazione basato su un insieme
getto stesso. multiplo di caratteristiche, quali una descrizione for-
male di fiore, frutto, foglia, fusto e radice. Si costi-
RISULTATI tuir quindi una chiave dicotomica di identificazione
di una pianta per aiutare lutente del data base a rico-
In questo articolo vengono presentati i diagrammi di noscere un campione anche a partire da pochi ele-
progetto della base di dati individuata come nucleo menti. In aiuto dellutente, anche in questo caso sar
centrale di un futuro sistema di consultazione in inserito un glossario per la terminologia botanica
etnobotanica. specifica.
In primo luogo vengono presentati i diagrammi Nella Fig. 1E sono rappresentate le entit che ripor-
Entit Relazioni. Questi, come descritto in prece- tano le principali attivit antropiche regionali legate
denza, sono i risultati di una lunga analisi dei dati a alle tradizioni. Sono quindi riportate attivit agro-
disposizione cercando di unificarli e riordinarli in pastorali, manufatturiere ed artigianali, nonch tra-
precise categorie onde creare un riferimento per la dizioni popolari e religiose che in qualche modo sono
lavorazioni dei dati gi in possesso e indicare una interessate, nel loro svolgimento, dalla presenza di
metodologia di registrazione per il futuro. I dati esi- almeno una pianta. Questi dati servono sia per lar-
stenti sono gi molti, forniti da studiosi di diverse ricchimento culturale della base di dati sia quale
discipline, e sono da riferirsi in parte a ricerche gi fonte di ricerca per lutente che, pur non sapendo
concluse e note in letteratura (BANDINI, 1961; nulla di piante, pu partire da un evento nella sua
BERTAGNON, 1955; CHIOVENDA-BENSI, 1960; indagine conoscitiva.
DANZUSO, 1978; GASTALDO et al., 1979; Nella Fig. 1F sono rappresentate le entit che riguar-
LAZZARINO, 1978; MARTINI, 1981, 1983) e in parte dano i contenuti pi propriamente etnobotanici. A
a indagini ancora in corso. Partendo da una descri- titolo di esempio, vengono suddivise anche le cate-
zione informale dei dati da inserire, si passati alla gorie relative alluso popolare ligure delle diverse
individuazione degli oggetti principali ed al loro rag- piante considerate.
gruppamento in classi, seguita dallindividuazione
delle propriet degli oggetti e delle relazioni fra le Laltro strumento usato nella progettazione di questa
classi. Dato lelevato grado di complessit della cono- base di dati sono i diagrammi di flusso di dati
scenza, sorta la necessit di unarticolazione a livel- (DFD). Il metodo di elaborazione di questi diagram-
li di complessit crescente, strutturazione fortemente mi molto simile a quello descritto per i diagrammi
consigliata dalle raccomandazioni duso generali per Entit Relazione. Si partiti da una descrizione
i diagrammi Entit Relazioni. informale delle operazioni da applicare sui dati che
Nella Fig. 1A viene presentato il livello pi esterno verranno inseriti, quindi si passati alla individua-
dei diagrammi E-R, che indica quali saranno gli zione dei prerequisiti necessari per compiere ogni
argomenti contenuti nella versione finale del sistema operazione e ci si chiesti quali potranno essere i
di consultazione diritti collegati ad ogni tipologia di utenti. Dato il
Nella Fig. 1B che riguarda i dati tassonomici, si con- grado di complessit discretamente elevato delle ope-
siderano, accanto ai nomi comuni e vernacolari, razioni che venivano formalizzandosi durante queste
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 159

Fig. 1
A: Entit-Relazioni (livello 0); B: Tassonomia (livello 1); C: Fitoterapia; D: Impieghi terapeutici (livello 1); E: Attivit
antropiche; F: Etnobotanica (Livello 1); G: DFD per il riconoscimento.
A: Entities-Relationships (level 0); B: Taxonomy (level 1); C: Phytoterapy; D: Terapic uses (level 1); E: Man activities; F:
Etnobotany (level 1); DFD for the recognizing.
160 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 156-160, 1999

interviste, sorta la necessit di unarticolazione a GASTALDO P., BARBERIS G. e FOSSATI F., 1979 - Le piante
livelli di complessit crescente, strutturazione forte- della medicina tradizionale nei dintorni di Praglia
mente consigliata dalle raccomandazioni duso gene- (Appennino ligure-piemontese). Atti Accad. Lig. Sci. Lett.
Genova, 35: 125-158.
rali per i diagrammi di flusso dei dati. LAZZARINO M.F., 1978 - Piante della medicina tradiziona-
Per brevit riportiamo di seguito, in Fig. 1G, il dia- le nella zona dellAlta Valle Impero (Primulaceae-
gramma DFD relativo alla procedura di riconosci- Gramineae). Tesi di laurea.
mento dellutente che si sta collegando con lassegna- MARTINI E., 1981 - La fitoterapia popolare in Val Borbera
zione dei relativi diritti. (Appennino ligure). Webbia, 35(1): 187-205.
, 1983 - La fitoterapia popolare nellAlta Valle dellOrba
(Appennino ligure). Atti Accad. Lig. Sci. Lett. Genova,
CONCLUSIONE 39: 1-25.
La formulazione di questo sistema di rappresentazio- POPKIN SOFTWARE and SYSTEMS, 1993 - System Architect
Developer Guide V. 3.0. New York, U.S.A.
ne della conoscenza in etnobotanica ligure, consente
di modellare efficacemente un insieme di conoscen- RIASSUNTO - Si presenta una possibile strutturazione
ze consistente e piuttosto complesso, sebbene i con- della conoscenza per la realizzazione di un database sul-
tenuti quantitativi siano scarsamente presenti. letnobotanica ligure. Attualmente molti gruppi di ricerca,
Per le scelte implementative del sistema vero e pro- afferenti a diverse discipline, stanno lavorando in questo
campo. Si intende collegare le singole esperienze e rendere
prio che si intende portare avanti in un prossimo disponibili in un unico strumento informatico i dati fino-
futuro, si stanno ipotizzando due applicazioni, una ra pubblicati. La caratteristica principale del database che
basata su personal computer (con supporto multime- si intende sviluppare la capacit di interazione user
diale CD-Rom) per un uso personale e diretto, ed friendly, sulla base di interrogazioni formulate da utiliz-
unaltra come base di dati distribuita ed in rete per zatori con diverso livello di preparazione. Si intende dota-
re il sistema di due modi di accesso: uno per uninterazio-
un uso saltuario, ma a disposizione di un maggior ne rapida, precisa ed altamente affidabile, indirizzato
numero di persone interessate. soprattutto ad utenti specialisti; un altro, che necessaria-
Ci si augura che questo progetto venga, in futuro, mente risulter di minor efficienza, ma che sar in grado
condiviso anche da altri gruppi di ricerca afferenti ad di rispondere anche a domande formulate da persone che
altre discipline, per poter utilizzare un unico canale non conoscono la botanica. Il database conterr quindi sia
informazioni di natura puramente scientifica - quali
per la diffusione della cultura regionale. nomenclatura scientifica della pianta (genere, specie e
famiglia), classe dimpiego (ciascuna delle quali con le
LETTERATURA CITATA relative sottoclassi), droga, principio attivo, localizzazione,
BANDINI A., 1961 - Piante della medicina tradizionale nella diffusione - sia informazioni derivanti dalla cultura popo-
zona nellAlta Valle di Vara (Liguria orientale). Webbia, lare sulle piante - quali raccolta di nomi popolari (sia in
16: 143-163. italiano, sia nelle diverse varianti del dialetto ligure), meto-
BATINI C., CERI S. and NAVATHE S.B., 1992 - Conceptual di di uso tradizionali alimentari, curativi, propriet tera-
database design. The Benjamin/Cummings Publishing peutiche (reali o presunte) -. Lutente potr cos effettuare
Company, Inc. (Redwood City, CA USA) ricerche sulla base di campi predefiniti, oppure formulare
BERTAGNON E., 1955 - Sulla flora medicinale della Liguria. interrogazioni nel proprio linguaggio: in questo secondo
Usi tradizionali dellAlta Fontanabuona. Atti Accad. Lig. caso saranno utilizzate delle tabelle di riferimento che con-
Sci. Lett. Genova, 11: 201-214. terranno i principali sinonimi usati in etnobotanica, colle-
CHIOVENDA-BENSI C., 1960 - Florula medicinale delle gati con i termini di riferimento del database. Il sistema
Cinque Terre. Webbia, 15: 631-641. sar sviluppato su piattaforme ad ampia diffusione, con
DANZUSO L., 1978 - Piante della medicina tradizionale linguaggi di programmazione ad oggetti e sistemi di
nella zona dellAlta Valle Impero (Equisetaceae- gestione dei dati, tali da rendere facile linvio e lacquisi-
Umbelliferae). Tesi di laurea. zione di informazioni tramite Internet.

AUTORI

M. Giacomini, C. Ruggiero, Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica - Universit di Genova - Via Opera Pia
13 - 16145 Genova
A. Bisio, Luigi Minuto, Paola Profumo, Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse - Universit di Genova -
Corso Dogali 1/M - 16136 Genova
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 161-163, 1999 161
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Essiccati dErbario e schede identificative di piante officinali


duso popolare in Italia. La Collezione di Genova

S. GENTILE

ABSTRACT Herbarium exsiccata and informative filing-cards of officinal plants commonly used by people in Italy. The col-
lection of Genoa. - At the beginning the author explain the original plan of the Societ Botanica Italiana relating to accom-
plish an Herbarium and a connected informative filing-cards of the officinal plants commonly used by people in Italy.
Afterwards he point out the working out of the same plan. As examples the author make some comments on the basis of
the some important data concerning the species and the subspecies of the two families (Compositae and Labiatae ) more
represented in the Collection. These data concern in particular: the number of engaged research-workers (pickers and
compilers); the places and the habitats of living specimen for each exiccatum; the number of sampled species or sub-
species; the number of the exsiccata and of the filing-cards for each species or subspecies; the number of the species for
each genus; the number of the genus for each family; the months of the maximum picking for each exsiccatum. In con-
clusion the author assert that is very interesting a revival of a renewed plan. He beseech the working group for officinal
plants of Societ Botanica Italiana to involve oneself in an increase and revalorization of the collection. Finally the author
hoped that the same collection, like this renewed and increased, is formally codified and to Paola Gastaldo worthily ded-
icated.

Key words: Herbarium, ethnomedicine, Italy.

PREMESSA
La decisione di attivare un programma nazionale di SCHEDA IDENTIFICATIVA
indagini specifiche fece seguito ad un suggerimento Nella scheda identificativa di ciascun campione delle
dato da Poldini nella riunione del GRUPPO DI Piante della medicina popolare italiana sono ripor-
LAVORO PER LE PIANTE OFFICINALI della SOCIET tate le seguenti indicazioni: NOME SCIENTIFICO (cio
BOTANICA ITALIANA del 25 settembre 1972. Il sugge- binomio latino della specie di appartenenza); NOME
rimento era quello di compilare un elenco delle pian- VERNACOLO (usato dalla gente del luogo); LUOGO DI
te usate nella medicina popolare italiana, con la RACCOLTA Regione, Provincia, Comune, Localit,
descrizione delle propriet medicinali relative. Nella Altitudine; HABITAT; (nome del) RACCOGLITORE (del-
successiva riunione del Gruppo stesso, l8 gennaio lesemplare); DATA (di raccolta dellesemplare); PRO-
1973, venne poi formalmente promosso un progetto PRIET ATTRIBUITE; MANIPOLAZIONI E MODALIT
nazionale di realizzazione di un erbario-schedario DUSO; (nome del) COMPILATORE (della scheda);
delle piante officinali e dei rispettivi usi popolari RIFERIMENTO A UPHOF (citato o non citato); (nome
locali, sulla base degli essiccati e delle schede nel frat- del) REVISORE.
tempo trasmessi al coordinatore del Gruppo da ade-
renti delle sedi di Bari e di Genova. Nella stessa ESSICCATI E SCHEDE DELLA COLLEZIONE DI GENOVA
riunione si decise che gli essiccati e le schede relative La consistenza della collezione di Genova attual-
venissero inviati e collezionati presso lIstituto mente di circa 919 campioni essiccati. Quasi altret-
Botanico dellUniversit di Genova, che si fece anche tante sono le schede identificative. Le entit specifi-
carico del perfezionamento del modello e della rea- che o sottospecifiche sono 402. Esse sono rappresen-
lizzazione tipografica e stampa delle schede. Dello tative di 277 generi, di 81 famiglie (inclusa una di
stato di avanzamento del programma venne poi rife- Lichenes). Solo pochi esemplari non sono corredati
rito in sede di altre riunioni del Gruppo di Lavoro, da scheda, mentre oltre 60 schede sono pervenute
una del 17 ottobre 1974, una del 26 maggio 1979, senza i campioni specifici. Le schede finora compila-
quando risultavano collezionati circa 500 essiccati te non contengono i dovuti riferimenti a UPHOF e
con schede relative, e una del 16 settembre 1983, non sono state sottoposte alla dovuta revisione (in
quando venne riconfermata la sede di Genova come nessuna di esse figura il nome del revisore).
unico centro di conservazione degli exsiccata. Compositae, con 131 schede e 131 campioni essicca-
ti, e Labiatae, con 129 schede e 120 campioni essic-
162 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 161-163, 1999

cati, sono le due famiglie pi rappresentate. Per le abbinata al campione essiccato.


Compositae, il numero dei raccoglitori e preparatori Un tentativo di valutazione dei risultati e delle pro-
dei campioni essiccati di 26 ed pari a quello dei spettive di raggiungimento degli obiettivi prefissati
compilatori delle schede relative; per le Labiatae, i pu ora essere fatto sulla base di alcuni dati relativi
numeri sono rispettivamente di 29 e 27. Quasi sem- alle entit di queste due famiglie, quali sintetizzati nei
pre il raccoglitore anche compilatore della scheda prospetti che seguono.

Mesi di raccolta
Genere Sch. Sp.. Ssp. 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
COMPOSITAE
1. Achillea 8 1 0 + + +
2. Anthemis 3 3 0 +
3. Arctium 4 2 0 + + +
4. Arnica 4 1 0 + +
5. Artemisia 13 3 0 + + + +
6. Bellis 5 1 0 + + +
7. Calendula 1 1 0 +
8. Carduus 3 3 0 +
9. Carlina 2 1 1 + +
10. Carthamus 1 1 0 +
11. Centaurea 6 4 3 + + +
12. Chamomilla 2 1 0 + +
13. Cichorium 8 1 1 + +
14. Cirsium 1 1 0 +
15. Cynara 4 2 0 + + +
16. Eupatorium 2 1 0 + +
17. Helichrysum 8 2 0 + + + +
18. Helminthia 1 1 0
19. Hieracium 2 2 0 +
20. Inula 2 2 0 + +
21. Lactuca 2 2 0 +
22. Lapsana 1 1 0 +
23. Leucanthemum 2 1 0 + +
24. Matricaria 8 1 0 + + + +
25. Onopordon 1 1 0 +
26. Petasites 3 3 0 + +
27. Picris 1 1 0 + +
28. Pulicaria 1 1 0 +
29. Santolina 2 2 0 +
30. Scolymus 2 1 0 + +
31. Silybum 1 1 0 +
32. Solidago 2 1 0 +
33. Sonchus 1 1 0 +
34. Tanacetum 4 2 0 + + +
35. Taraxacum 13 1 0 + + + + + + +
36. Tragopogon 1 1 0 +
37. Tussilago 7 1 0 + + + +
Totali 131 56 4 0 0 4 4 8 23 18 8 9 0 1 1

LABIATAE
1. Ajuga 6 3 1 + + +
2. Ballota 2 1 1 + +
3. Calamintha 5 1 1 + + + +
4. Glechoma 1 1 0 +
5. Lamium 1 1 0 +
6. Lavandula 8 2 0 + + +
7. Majorana 1 1 0 +
8. Marrubium 1 1 0 +
9. Melissa 2 1 1 + +
10. Mentha 13 4 0 + + + + +
11. Micromeria 1 1 0 +
12. Nepeta 1 1 0 +
13. Ocimum 6 1 0 + + +
14. Origanum 10 2 0 + + + +
15. Rosmarinus 15 1 0 + + + + +
16. Salvia 19 3 0 + + + + + + +
17. Satureja 5 3 0 + + + +
18. Stachys 5 2 0 + +
19. Teucrium 14 2 1 + + + +
20. Thymus 13 3 0 + + + + + + +
Totali 129 37 5 0 0 2 4 7 14 12 8 11 1 1 1
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 163

Regioni Schede Province Comuni nuti, unopportuna revisione critica delle schede gi
Compositae compilate, un eventuale aggiornamento del modello
Calabria 8 (CZ-RC) 2 3 di scheda, una decisa ed intensa ripresa dei campio-
Liguria 52 (GE-IM-SV) 3 15 namenti e delle schedature.
Marche 2 (AN-MC) 2 1 Ove il Gruppo di Lavoro per le Piante officinali della
Piemonte 34 (AL-AT-CN) 3 10 Societ Botanica Italiana si attivasse pienamente per
Puglia 8 (TA) 1 2
un rilancio di questo progetto, la Collezione nazio-
Toscana 27 (LU-MS-PI) 3 9
Totali 131 14 40
nale potrebbe raggiungere un livello di completezza
Labiatae ed un valore consultativo eccellente ed un ruolo
Calabria 8 (CZ-RC) 2 6 importante per lavanzamento delle conoscenze in
Liguria 48 (GE-IM-SV) 3 12 questo importante settore della Botanica farmaceuti-
Marche 3 (AN-MC) 2 1 ca. In tal caso la Collezione stessa acquisterebbe la
Piemonte 28 (AL-AT-CN) 3 13 dovuta dignit per essere formalmente codificata
Puglia 9 (TA) 1 2 come:
Sicilia 1 (ME) 1 1
Toscana 18 (LU-MS-PI) 3 10 HERBARIUM PLANTARUM OFFICINALIUM
Totali 115 15 45 ITALICIS USIBUS VERNACULIS COGNITIS
Paola Gastaldo dicatum
Per ciascuna delle due famiglie sono dati due pro-
spetti. Questi sono estremamente semplificati e a perenne ricordo della Persona che se ne occup fin
riportano solo dati relativi ad alcuni aspetti salienti. dallinizio e per anni e che ora si commemora in que-
In un prospetto sono riportati: i nomi dei generi; i sto Convegno.
numeri di schede, specie e sottospecie per genere; i Ringraziamenti Desidero esprimere, anche in nome del
numeri dei totali relativi; i mesi della raccolta dei Gruppo di Lavoro per le Piante Officinali della Societ
campioni relativi a ciascuna entit tassonomica; i Botanica Italiana, i dovuti ringraziamenti a quanti, nelle
numeri dei totali dei rispettivi campioni raccolti nei diverse fasi, hanno contribuito alla realizzazione della
Collezione. Un particolare ringraziamento desidero ora
singoli mesi. Nel secondo prospetto sono riportati: le esprimere alla Signora Tamara Zanoni, che si dedicata
regioni ed il numero di schede per ciascuna di esse; le con zelo ed entusiasmo al riordino del materiale e dei dati
province ed il numero di comuni rispettivi; i numeri necessari alla preparazione e presentazione di questo mio
dei totali di schede, province e comuni di raccolta. contributo.
Da quanto evidenziato prima e sulla base di questi LETTERATURA CITATA
dati relativi si possono fare delle considerazioni di SOCIET BOTANICA ITALIANA, 1973 Gruppo di Lavoro
ordine generale. per le Piante Officinali. Riunioni del 25 settembre 1972 e
Il numero di entit tassonomiche relativamente del 8 gennaio 1973. Inform. Bot. Ital., 5: 15-16.
basso rispetto al numero dei campioni e delle schede , 1974 Gruppo di Lavoro per le Piante Officinali.
collezionate. Per molte di esse sono stati dunque col- Riunione del 17 ottobre 1974. Inform. Bot. Ital., 6: 240-
242.
lezionati pi o meno numerosi campioni essiccati (e , 1979 Gruppo di Lavoro per le Piante Officinali.
schede), in relazione al numero di luoghi di raccolta. Riunione di Verona: 25 e 26 maggio 1979. Inf. Bot. Ital.,
A molte delle entit censite (in particolare delle 11: 122-123.
Labiatae) vengono attribuite, anche o solamente, , 1983 Gruppo di Lavoro per le Piante Officinali.
Riunioni del 16 settembre 1983. Inf. Bot. Ital., 15: 122-
qualit condimentarie o aromatizzanti. 123.
Le date di raccolta dei campioni di quasi tutte le enti-
t tassonomiche cadono prevalentemente nei mesi RIASSUNTO In premessa viene richiamata la nascita e
primaverile-estivi, da maggio a settembre, ed il le successive fasi di sviluppo del progetto di realizzare una
collezione di essiccati derbario e di schede informative
numero pi alto totalizzato nel mese di luglio. Ci riguardanti le piante della medicina popolare italiana.
pu essere messo in relazione sia con i periodi di mas- Quindi, come esemplificazione, si riportano alcuni dati
sima espressione feno-antesica specifica, sia con la salienti riguardanti le entit tassonomiche delle due fami-
contemporanea maggiore disponibilit dei raccogli- glie pi rappresentate nella Collezione: Compositae e
tori. Labiatae. In particolare ci si sofferma su: ricercatori coin-
volti; luoghi ed habitat di provenienza dei campioni;
numero di specie; numero di campioni e di schede per
CONCLUSIONI specie; numero di specie per genere; numero di generi per
famiglia; periodi di maggior intensit di raccolta.
In conclusione, si pu dire che il lavoro meriterebbe In conclusione, si sottolinea limportanza di un risveglio di
di essere ripreso e portato avanti con il dovuto impe- interessi al rilancio del programma. Si fa poi una racco-
gno. Occorrerebbe innanzitutto rivitalizzare lo spiri- mandazione al Gruppo di Lavoro per le Piante officinali
to originario e dedicare un rinnovato impegno con- della Societ Botanica Italiana affinch si impegni decisa-
tinuato per integrare ed incrementare quanto esisten- mente nella rivalutazione della Collezione. Si auspica infi-
ne che essa possa cos essere perfezionata e completata, e
te, fino al compimento dellopera. Ci, con un siste- sia quindi formalmente codificata e degnamente dedicata
matico controllo e riordino dei campioni gi perve- alla memoria di Paola Gastaldo.

AUTORE

Salvatore Gentile, Dipartimento per lo studio del Territorio e sue Risorse, Universit di Genova, Corso Dogali 1/M, 16136
Genova
164 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 164-165, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Letnobotanica in Toscana: stato attuale e prospettive future

R.E. UNCINI MANGANELLI e P.E. TOMEI

ABSTRACT - Ethnobotany in Tuscany: actual situation and future perspectives - The plants used in Tuscany for medical, ali-
mentary, veterinary, magic, domestic practices nowadays amount to more than 500. Several scientific studies arise from
the available data, and they have already brought to interesting results in pharmacological and phytochemical field.
Information are placed in special data processing archives, while plants are collected in the herbarium of the Tuscan
Economic Flora at the University of Pisa. In order to coordinate the research in the region, in collaboration with public
and private bodies, and to favour exchanges, is constitued the Tuscan Ethnobotanical Centre, at the Dipartimento di
Agronomia e Gestione dellAgroecosistema - University of Pisa - which make use of researchers who belong to different
Departments. Between the more recent initiatives, in order to create a didactical and divulgative course to illustrate the
ethnobotanical traditions of the region, a Tuscan Ethnobotanical Garden is under construction on the Universitys fields
near Pisa.

Key words: Ethnobotany, Tuscany

INTRODUZIONE
Letnobotanica ha fornito in questi ultimi anni RISULTATI
numerose indicazioni di interesse non solo culturale Ad oggi, come gi accennato, gi stato raccolto un
ma anche scientifico, proponendo molti spunti per vasto quantitativo di materiale; per coordinare le
ricerche in ambito farmacologico e fitochimico ricerche, entrare in collaborazione con adatte struttu-
(BRUHN e HELMSTED, 1980). re quali Musei, Orti Botanici, centri naturalistici,
La Toscana, in questorizzonte, si presenta terra ricca ecc., per creare canali di collaborazione con Enti
di molteplici tradizioni; circa 500 risultano le specie locali e regionali, stato istituito il Centro
vegetali impiegate nel settore medicinale (UNCINI Etnobotanico Toscano, con sede presso il
MANGANELLI e TOMEI, 1999) ed in quello alimenta- Dipartimento di Agronomia e Gestione
re (CORSI e PAGNI, 1979), alle quali si sommano dellAgroecosistema dellUniversit di Pisa. Esso si
quelle che rientrano nelle pratiche veterinarie, magi- avvale della collaborazione di studiosi appartenenti a
che, tintorie, domestiche, ecc. vari Dipartimenti, che possono altres favorire uno
sviluppo interdisciplinare delle ricerche.
MATERIALI E METODI I dati ottenuti, infatti, divengono base di partenza
Per pervenire a questi risultati si sono svolte, e tutto- per ulteriori analisi e studi di tipo scientifico.
ra sono in itinere, indagini capillari in numerose aree Gli usi di medicina popolare, ad esempio, vengono
della regione, tali da coprire, mano a mano, tutti i paragonati a quelli dellantica medicina dotta, trami-
territori di pertinenza delle diverse province. te lausilio di testi e manoscritti (MATTIOLI, 1568;
Le indagini prevedono lottenimento di informazio- VITMAN, 1770; ecc.), in modo tale da evidenziare,
ni dettagliate tramite interviste rivolte ad abitanti volta volta, quelle che sono le usanze locali tipiche,
delle zone di interesse, che mostrino conoscenze nel nate e sviluppatesi in unarea circoscritta, e quelle che
settore. Ogni testimonianza orale viene registrata, sono pratiche terapeutiche dotte, cadute in disuso e
ponendo attenzione ad evitare inquinamenti da parte rimaste in auge in determinate nicchie territoriali
di mezzi di comunicazione di massa quali radio, tele- (UNCINI MANGANELLI e TOMEI, 1998).
visione, riviste, giornali, ecc. Vengono quindi anno- Riguardo a propriet medicinali attribuite a certe
tati i nomi vernacolari della pianta, talora assai diver- specie vegetali e non documentate nellattuale biblio-
si da zona a zona, e la determinazione viene effettua- grafia, vengono svolte ricerche di tipo farmacologico
ta sui campioni raccolti con lausilio del soggetto e fitochimico atte a verificare la veridicit dellinfor-
intervistato. I campioni medesimi, una volta prepa- mazione. In tale ambito si sono ottenuti risultati di
rati, sono inseriti nellerbario della Flora Economica notevole interesse, riguardanti luso di alcune piante
Toscana - di recente costituzione - conservato presso a presunta attivit antivirale, che le pratiche popolari
il Dipartimento di Agronomia e Gestione utilizzano per il trattamento di Herpes zoster e che
dellAgroecosistema dellUniversit di Pisa; i dati hanno mostrato in vitro elevata attivit di inibizione
invece sono schedati con lausilio di apposito sistema nei confronti del F.I.V., retrovirus dellA.I.D.S.
informatico, realizzato tramite lideazione di un data- Il settore delle piante alimentari, oltre ad aver forni-
base relazionale utilizzando come software Microsoft to pi di 200 entit selvatiche di uso popolare, ha
Access 7.0 su piattaforma Windows 95. permesso lindividuazione, fra quelle coltivate, di
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 165

antiche razze locali oggi divenute molto rare; questo sempre maggiore precisione lesatto profilo: origine
materiale potrebbe essere utile fonte per il manteni- della notizia - se di antica derivazione dotta o real-
mento e la salvaguardia di genotipi in via di scom- mente popolare - analisi delle modificazioni territo-
parsa. riali delle aree in cui si trovano in uso entit vegetali
Altro aspetto da evidenziare la netta differenziazio- rare, indagini fitochimiche e farmacologiche sulle
ne delle specie vegetali nei vari piatti regionali in base droghe a cui vengono attribuite nuove e diverse pro-
alla diversa localit: piante tipiche di zone umide, ad priet terapeutiche, ecc.
esempio (UNCINI MANGANELLI et al., 1999), danno Una delle pi recenti iniziative da segnalare, a carat-
vita ad una gastronomia ben diversa da quella di zone tere scientifico e divulgativo, riguarda la realizzazione
montane, o costiere, ecc. Nella lunga lista delle pian- di un Orto Etnobotanico Regionale, in un ampio
te eduli regionali, rientrano anche alcune specie tos- terreno di propriet universitaria nei pressi di Marina
siche, quali Ranunculus ficaria L., Mercurialis annua di Pisa; lo scopo appunto quello di mostrare in
L., Clematis vitalba L., che in piccole dosi, oppure campo le piante impiegate nelle varie pratiche popo-
raccolte nelle parti pi giovani, rientrano comune- lari toscane, in relazione ai vari usi e alle diverse loca-
mente nella preparazione di zuppe (TOMEI et al., lit
1996), frittate (UNCINI MANGANELLI, 1998) e di altri
piatti popolari. LETTERATURA CITATA
Attenta analisi, infine, meritano le specie vegetali uti- BRUHN J.G. and HELMSTED B., 1980 - Natural Products as
lizzate quali integratori alimentari, variamente cali- Medicinal Agents. Hippokrates Verlag Stuttgart,
brate in base alla necessit dellorganismo in stato di Strasbourg.
CORSI G. e PAGNI A.M., 1979 - Piante selvatiche di uso ali-
convalescenza, o in gravidanza, nellanziano oppure mentare in Toscana. Pacini Editore, Pisa.
durante il periodo di cambiamento stagionale, antico MATTIOLI.P.A., 1568 - I discorsi di M. Pietro Andrea
preludio allattuale concetto di phytoceuticals. Mattioli nelli sei libri di Pedacio Dioscoride Anazarbeo.
Le pratiche di medicina veterinaria naturalmente si Vincenzo Valgrisi, Venezia.
TOMEI P.E., LIPPI A. e UNCINI MANGANELLI R.E., 1996 -
inseriscono in questo panorama; gli animali venivano Piante selvatiche nellalimentazione: le zuppe di magro
curati con le piante e la loro salute veniva regolata in Lucchesia. In Funghi, tartufi ed erbe mangerecce,
con unalimentazione integrata da specifiche entit Conv. Internaz. di Studi, LAquila. Fotocomp Basic,
vegetali. Teramo.
UNCINI MANGANELLI R.E, 1998 - Erbe selvatiche di uso
Fattore talora di stretta traide-union, talaltra di netta alimentare nella tradizione popolare della Lucchesia. Boll.
rottura e diversificazione, quello inerente le prati- Accad. Lucchese Sci. Lett. Arti, 2: 26-28.
che magiche ed i rituali religiosi; in tale ambito, UNCINI MANGANELLI R.E. and TOMEI P.E., 1998-
infatti, si ritrova luso di numerose specie vegetali che Etnofarmacobotanica in Toscana: le erbe da fuoco, conside-
pu essere totalmente svincolato da fattori reali, _, razioni preliminari. Acta Phytotherapeutica, 3: 2-5.
1998a - Piante magiche della Garfagnana: considerazioni
oppure giustificato da uneffettiva valenza terapeuti- preliminari. In: Erbi boni ed erbi degli streghi: 65-68.
ca, al di l di quelli che sono i riti e le pratiche di _, Experiences Verlag, Kln.
applicazione. Uno dei casi pi ambigui e di dubbia 1999 - Documenti per la conoscenza delle tradizioni etno-
interpretazione quello riguardante Stachys recta L., farmacobotaniche in Toscana. Accad. Lucchese Sci.,
Lettere Arti, S. Marco Litotipo, Lucca.
altres detta erba della paura. Questa pianta si usa UNCINI MANGANELLI R.E., CAMANGI F. e TOMEI P.E.,
per segnare la paura, in particolare quella che rima- 1999 - Primi appunti su alcune tradizioni alimentari nel
ne dopo uno shock o un evento tragico, oppure pre- territorio di Massaciuccoli. Il Bacino del Massaciuccoli, 5:
sente nei bambini. Si procede alla seguente maniera: 49-53.
si prepara un decotto con le parti aeree della pianta e VITMAN F., 1770 - De medicatis herbarum facultatibus libe-
ra ex veteri Medicorum fide, ex probata nuperorum obser-
con questo si bagna il soggetto interessato per tre batione, ex privato quarumdam gentium usu, methodo
volte, dalla testa verso i piedi, avendo cura di bagna- bothanico etc. Faventiae.
re accuratamente le giunture delle braccia e delle
gambe; lacqua da trasparente diverr torbida e filac- RIASSUNTO - Oltre 500 risultano, ad oggi, le entit
vegetali utilizzate in Toscana nelle pratiche medicinali, ali-
ciosa. Il procedimento si ripete ogni giorno fino a mentari, veterinarie, magiche, domestiche, ecc. Dai dati
quando lacqua raccolta dopo labluzione non sar ottenuti si sviluppano numerosi studi scientifici che hanno
chiara e trasparente, a significare che i postumi dello gi condotto ad interessanti risultati nel settore farmacolo-
spavento sono stati eliminati (UNCINI MANGANELLI e gico e fitochimico. Le notizie vengono archiviate tramite
apposito sistema informatico, mentre le specie vegetali
TOMEI, 1998a). individuate sono raccolte nellErbario della Flora
Economica Toscana, conservato presso il Dipartimento di
CONCLUSIONI Agronomia e Gestione dellAgroecosistema dellUniversit
Nella panoramica delle tradizioni toscane, che appa- di Pisa. Per coordinare le ricerche in ambito regionale, in
re cos ricca e variegata, la prima cosa che risulta evi- collaborazione con enti privati e pubblici, nonch per
favorire scambi interdisciplinari, si costituito il Centro
dente lutilit nonch la necessit di proseguire Etnobotanico Toscano, con sede presso il medesimo
indagini e ricerche, al fine di giungere ad una cono- Dipartimento, che si avvale della collaborazione di studio-
scenza quanto pi completa ed esaustiva dellintero si appartenenti a vari Dipartimenti. Tra le iniziative pi
repertorio tradizionale regionale. Parallelamente a recenti, al fine di creare un percorso didattico e divulgati-
vo illustrante le tradizioni etnobotaniche regionali, in
ci, si dovr sviluppare lo studio dei vari dati, utiliz- costituzione, nei terreni universitari presso Pisa, un Orto
zando metodiche scientifiche atte a delinearne con Etnobotanico Toscano.

AUTORI

Rita E. Uncini Manganelli, Paolo Emilio Tomei, Dipartimento dAgronomia e Gestione dellAgroecosistema dellUniversit, Via
S. Michele degli Scalzi, Pisa
166 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 166-167, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Le collezioni ed i reperti etnobotanici dellOrto Botanico di Napoli

B. MENALE, P. CASORIA, R. MUOIO, M. DE MATTEIS TORTORA e M.R. BARONE LUMAGA

ABSTRACT - Ethnobotany in Naples Botanical Garden: living plants and handicrafts. Since its birth, Naples Botanical
Garden has always had an important rule in cultivating Italian and exotic species. In the latest years useful plants collec-
tion has been widened, with a particular focus on medicinal and fiber plants. Moreover, thanks to the botanic expeditions
of these years we have also improved the Ethnobotany objects collection made of vegetable parts. Didactic schedules
recently applied make people know at once the links existing among plants, processing and final object.

Key words: Naples Botanical Garden, Museum of Paleobotany and Ethnobotany, didactic, ethnobotany collections.

Tra le principali funzioni espletate nellOrto esempio i cereali di uso minore, vengono presentati
Botanico di Napoli, una delle pi importanti senza come esempi di piante alimentari che solo recente-
dubbio rappresentata dalla coltivazione sia di specie mente sono state rivalutate e inserite in attivit pro-
provenienti da aree esotiche che di entit viventi allo duttive di tipo industriale.
stato spontaneo nelle nostre regioni. Lintroduzione Lallestimento delle collezioni etnobotaniche e la dis-
di tali piante nelle collezioni vegetali si sovente veri- posizione degli esemplari vegetali, appartenenti sia a
ficata in seguito a spedizioni realizzate dal personale specie esotiche che nostrane, sono stati organizzati
dellOrto botanico partenopeo in collaborazione con secondo tematiche ben definite nellarea espositiva
studiosi italiani e stranieri. Tali escursioni, incremen- della Sezione Sperimentale per le Piante Officinali.
tatesi negli ultimi trenta anni, hanno permesso lar- In questa zona, le piante sono state riunite in base al
ricchimento delle collezioni presenti, in particolare tipo di utilizzazione. Nei diversi settori in cui tale
di quelle delle Cycadales, delle Bromeliaceae e delle area suddivisa pertanto possibile osservare piante
Cactaceae (DE LUCA e MORETTI, 1992). da amido, da olio, da fibra e, inoltre, specie medici-
Lincremento del numero di specie ha riguardato nali, velenose e tintorie. Litinerario didattico che si
anche le collezioni di piante economicamente utili, sviluppa in questa zona, gi trattato in un preceden-
in special modo alimentari (Manihot esculenta te contributo (CASORIA et al., 1996), prevede anche
Crantz, Helianthus tuberosus L., Polymnia uvedalia la presenza di tabelloni e di testi esplicativi che cor-
L., Chenopodium quinoa Willd., Canna edulis Ker- redano gli esemplari in coltivazione e favoriscono
Gawl., Ipomoea batatas Poiret, Colocasia esculenta (L.) una migliore comprensione delle logiche espositive.
Schott, Coffea arabica L., Theobroma cacao L., Le collezioni etnobotaniche presenti nellOrto parte-
Zingiber officinale Rosc., Vanilla planifolia Andr.) e nopeo sono rappresentate non solo da esemplari
da fibra (Agave sisalana Perr., Gossypium arboreum L., viventi ma anche da reperti custoditi nel Museo di
Cyperus textilis Thunb., C. papyrus L., Tetrapanax Paleobotanica ed Etnobotanica, allestito in un edifi-
papyriferum C. Koch, Boehmeria nivea (L.) Gaud.). cio del 600 denominato Castello (DE LUCA et al.,
Parallelamente stato curato linserimento di specie 1998). La sezione di Etnobotanica di tale Museo
appartenenti alla nostra flora o ampiamente coltivate ospita, infatti, diversi manufatti prodotti da alcune
nelle nostre regioni. Tra queste ultime, meritano di popolazioni utilizzando esclusivamente materiale di
essere ricordate piante tessili, quali Cannabis sativa origine vegetale. Tali manufatti provengono da diver-
L., Linum usitatissimum L., Gomphocarpus fruticosus se aree geografiche, principalmente dallAmerica cen-
R. Br., e piante alimentari (ad es. Triticum aestivum tro-meridionale e dall Asia sud-orientale. La loro
L., T. monococcum L., T. turgidum L.). Un piccolo raccolta stata effettuata sia dal personale dellOrto
settore sar dedicato a specie, quali ad esempio botanico di Napoli che da collaboratori esterni, ita-
Urtica dioica L. e Spartium junceum L., che non liani e stranieri. Per la gran mole di materiale e di dati
hanno mai avuto particolare rilevanza economica ma relativi ad alcune regioni asiatiche sud-orientali, rac-
che presentano un certo interesse nelle tradizioni colti in situ e messi a disposizione nel corso di colla-
popolari locali. Alcune fra queste entit, come ad borazioni con lOrto botanico, opportuno menzio-
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 167

nare lattivit svolta dal Dott. Dario Novellino. diffusa questa coltivazione hanno adottato partico-
La sezione di etnobotanica suddivisa in vari settori lari tecniche per separare lamido dalle sostanze tossi-
espositivi che raccolgono ciascuno i manufatti e i che (SIMPSON e CONNER-OGORZALY, 1986). In
testi esplicativi relativi ad un particolare gruppo etni- Amazzonia, alcuni gruppi etnici utilizzano uno
co. In ogni settore, gli oggetti sono raccolti in vetri- spremimanioca (detto tipit presso letnia Piaroa)
ne tematiche dedicate a caccia, pesca, agricoltura, per favorire lallontanamento dellacqua di lavaggio
attivit domestiche, attivit rituali. carica di sostanze tossiche. Nel museo sono descritte
La presenza in Orto di aree dedicate allesposizione le fasi di lavorazione dei tuberi di manioca ed espo-
di specie di interesse etnobotanico permette di crea- sto un tipit in vicinanza di un tubero essiccato otte-
re un parallelismo tra le collezioni in vivo e i reperti nuto da un esemplare di M. esculenta coltivato in
presenti nel Museo (DE LUCA et al., 1998). Un esem- Orto.
pio in tal senso costituito dalle vetrine dedicate sia I collegamenti tra le piante osservabili in campo e i
a popolazioni del Centro e del Sud America che relativi prodotti e le modalit di lavorazione illustra-
dellAsia Sud Orientale. In esse sono esposti filati, ti nel Museo hanno lo scopo di rendere pi stimo-
tessuti e intrecci rappresentativi delle attivit dome- lante la presentazione di alcuni aspetti delletnobota-
stiche di alcune etnie delle aree su menzionate. Per nica, disciplina che ben si presta ad essere divulgata
tali manufatti sono visibili in Orto le piante dalle utilizzando chiavi di apprendimento innovative
quali vengono ricavate le relative fibre (es. Gossypium rispetto ai metodi classici.
ssp., Agave sisalana Perr., A. tequilana Web., Ceiba
pentandra (L.) Gaertn., Brahea calcarea Liebm., Sabal Ringraziamenti - Si ringrazia il Sig. Ciro Di Prisco per aver
mexicanum Mart.). Anche per le piante tintorie nel contribuito allarricchimento delle collezioni etnobotani-
Museo si possono osservare sostanze usate per la che in campo.
colorazione di manufatti e in campo gli esemplari
delle specie dalle quali tali pigmenti sono ricavati (es. LETTERATURA CITATA
Bixa orellana L., Indigofera tinctoria L.). CASORIA P., MENALE B. e MUOIO R., 1996 - Gli itinerari
La presenza in Orto di alcune piante utilizzate per la didattici nellOrto botanico di Napoli. I. Le specie alimen-
fabbricazione di manufatti presenti nel Museo evi- tari e industriali. Inform. Bot. Ital., 28(3): 468-472.
DE LUCA P., MICKLE J., BARONE LUMAGA M.R., DE
denziata mediante lesposizione, in prossimit del- MATTEIS TORTORA M., MENALE B., PINTO E. e
loggetto collocato in vetrina, di foto ritraenti gli VALLARIELLO G., 1998 - Le strategie espositive nellOrto
esemplari in campo. Poich non tutte le specie sono botanico di Napoli e nel Museo di Paleobotanica ed
coltivate nella Sezione Sperimentale per le Piante Etnobotanica. Museol. Sci., 14(1): 415-421.
Officinali, in corso lelaborazione di planimetrie DE LUCA P. e MORETTI A., 1992 - La collezione di
Cycadales dellOrto botanico di Napoli. In: RUSSO T.
dellOrto evidenzianti il settore in cui possibile (Ed.): LOrto botanico di Napoli 1807-1992. Grafiche
osservare lesemplare. Tali planimetrie saranno espo- Cimmino, Napoli. Pp. 176-182.
ste nelle diverse sale della Sezione di Etnobotanica SIMPSON B.B. and CONNER-OGORZALY M., 1986 -
del Museo. Economic botany. Plants in our world. Mc Graw-Hill,
New York.
Di particolare interesse anche la presenza di manu-
fatti impiegati da alcune popolazioni per la produ-
zione degli alimenti a partire da piante in potenza RIASSUNTO - Sin dalla sua fondazione, lOrto Botanico
estremamente produttive per lalto contenuto di car- di Napoli ha avuto un ruolo importante nella coltivazione
boidrati, per le quali sono per necessari trattamenti di specie nostrane ed esotiche di interesse etnobotanico.
Recentemente sono state in particolare ampliate le colle-
di detossificazione. Un caso esemplare quello di zioni di piante economicamente utili, in special modo ali-
Manihot esculenta Crantz, una pianta perenne origi- mentari, medicinali e da fibra. Le numerose spedizioni
naria del Centro America, attualmente diffusa anche botaniche organizzate negli ultimi anni hanno permesso
in Africa e in Asia. I tuberi prodotti da questa pian- anche larricchimento delle collezioni dei manufatti di ori-
ta, ricchi di amido, sono tossici in alcune variet per gine vegetale custoditi nel Museo di Paleobotanica ed
Etnobotanica. I moduli didattici recentemente adottati
la presenza di glicosidi cianogenici. Per la detossifica- facilitano una migliore comprensione del legame tra la
zione dei tuberi, le diverse popolazioni presso le quali specie vegetale utilizzata e il prodotto finito.

AUTORI

Bruno Menale, Paolo Casoria, Rosa Muoio, Manuela De Matteis Tortora, Maria Rosaria Barone Lumaga
Orto botanico, Facolt di Scienze MM.FF.NN., Universit degli Studi di Napoli Federico II - Via Foria, 223 - 80139 Napoli.
168 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 168-170, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Dalla botanica ai rimedi

S. CONSIGLIERE

ABSTRACT From Botany to the remedies - The classification of the material conserved within the Department of
Anthropological Sciences of the University of Genoa has proved a good opportunity for building the first on-line eth-
nomedical database. In order to be useful, a database must be unitary and structured; if it is not, then what we have is not
a database but a simple collection of data. The structuring, though, may often prove to be too tight. The main problem
with database building is in fact to maintain a strong formal structure for data, while also providing users with a surplus
of information, not directly looked for, leading them to informational areas that they might otherwise overlook. We need-
ed to find a theoretical and conceptual joint that might (1) unify the many disciplines involved; (2) act as a relay between
Western scientific criteria and the thousands of local practices; (3) structure information so that logical data access is pro-
vided, and (4) provide users with side path information, urging them not to stop at the first possible answer.

Key words: ethnomedicine, database.

INTRODUZIONE
Negli anni, nei locali delle universit si accumulano viene impresso ai dati prima che questi siano resi dis-
tracce e residui del passaggio di molta gente. ponibili. Lordinamento il plusvalore che trasforma
Ricercatori, studiosi, studenti, curiosi tutta luma- una raccolta di dati in un database.
nit che transita per un luogo fortunatamente anco- Per gli appassionati di ricerche telematiche: la diffe-
ra pubblico. Nel caso del Dipartimento di Scienze renza fra una raccolta di dati e un database la stes-
Antropologiche dellUniversit di Genova, queste sa che interviene fra una ricerca fatta su un motore di
tracce sono anche, assai spesso, tracce metaforiche ricerca classico che funziona per indicizzazione di
che segnalano ulteriori ricerche, fonti di dati ancora tutti i vocaboli (come Altavista) e una ricerca con-
inesauste che, a osservarle da vicino, sembrano aprir- dotta su una directory strutturata per temi (come
si a interi decenni di ricerche future. Oltre al mate- Yahoo).
riale del Museo di Etnomedicina Collezioni Tocca qui aprire la pi dolente delle parentesi della
Antonio Scarpa si infatti accumulata, lungo i teoria dei database: non detto, infatti, che un data-
decenni, una quantit imponente di articoli, oggetti, base, semplicemente in virt del suo essere struttura-
reperti, appunti, informazioni riguardanti le pratiche to, rappresenti sempre il modo migliore di accedere
mediche tradizionali di popolazioni di tutto il alle informazioni (tant vero che, per le ricerche in
mondo. rete, gli utenti usano assai di pi i motori come
Il riordino di questo materiale, anche in vista di un Altavista che le directory come Yahoo). Per chi non
prossimo, auspicato trasferimento del Museo di sa esattamente cosa sta cercando, ad esempio, una
Etnomedicina in sede pi consona, era necessario da ricerca random, o basata sulla forza bruta, pu essere
tempo. Si pensato dunque di approfittare dellocca- pi efficace di una ricerca sistematica (se ho voglia di
sione per creare il primo database mondiale in rete di leggere un libro, ma non so bene quale, pi pro-
informazioni etnomediche. duttiva una ricerca a fiuto che una rassegna siste-
matica di tutti i volumi disponibili in biblioteca; la
TEORIA DEI DATABASE generica voglia, infatti, predispone a unapertura
Per essere utile, e utilizzabile, un database devessere verso il nuovo o il curioso che solo un accesso casua-
in qualche modo unitario. Se non unitario, allora le ai titoli pu pienamente soddisfare). E tuttavia se
non un database, e ci si trova piuttosto di fronte a ho bisogno e magari anche con urgenza di repe-
una semplice collezione di dati. E di fatto, la ragione rire tutto il materiale che tratta la termodinamica,
principale dellesistenza dei database, qualsiasi tema allora lunica maniera sensata di procedere quella di
essi trattino, proprio il lavoro di ordinamento che consultare un database (ad esempio, il catalogo della
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 169

biblioteca, o, che lo stesso, lo scaffale riservato alla etnomediche provenienti da tutto il mondo incen-
fisica termica); ci mi garantisce infatti quellesausti- trandolo sopra una classificazione tipicamente occi-
vit che la ricerca random esclude. dentale quasi una contraddizione. Questo, si badi,
Hegel diceva che si cerca solo quel che gi si conosce. non implica in alcun modo una relativizzazione della
Questo impone unevidente limitazione alla mia scienza o una messa fra parentesi della sua centralit
apertura mentale durante una ricerca, di qualsiasi negli studi etnomedici. Piuttosto, si trattava di trova-
tipo essa sia. Il problema centrale dellorganizzazione re un nodo concettuale che potesse in qualche modo
di un database pensato per laccesso pubblico allin- agganciare al criterio scientifico tutte le diverse par-
formazione appunto questo: tenere fede a una ticolarit locali (di uso, di preparazione, di simbolo-
struttura precisa e sempre rintracciabile che informa gia, etc.) qualcosa che fosse in grado di:
i dati; e fornire allutente quel sovrappi di informa- a) tenere unite le diverse discipline coinvolte nella
zione, non direttamente cercata, che gli permetta, ricerca anche, possibilmente, senza poggiare in
per dirla alla francese, di andare alla deriva, acce- modo preminente su una o sullaltra;
dendo a zone informative che altrimenti avrebbe b) permettere uno snodo fra i criteri scientifici occi-
probabilmente, almeno in prima istanza, ignorato. dentale e le migliaia di usi terapeutici locali;
DALLA BOTANICA AI RIMEDI c) strutturare linformazione in modo da garantire
Il modo pi semplice di strutturare un database di logicit di accesso;
informazioni etnomediche, quello che per primo si d) fornire allutente finale quel sovrappi informa-
presenta alla mente durante la progettazione, consi- tivo che lo spingesse a non fermarsi alla prima
ste nel procedere secondo i criteri di uno dei databa- risposta.
se esteticamente pi belli dellintera storia culturale La soluzione alla quale siamo arrivati probabilmen-
occidentale: la sistematica. Si vorrebbe dunque poter te lennesimo uovo di Colombo: lo snodo teorico che
ordinare i dati secondo la classificazione binomiale ci serviva labbiamo trovato nel concetto di rimedio,
linneiana: nome della specie (Salvia officinalis); posi- che in grado di assolvere a tutti i criteri sopra defi-
zione tassonomica (Labiatae); nome italiano (salvia); niti.
nome inglese (sage); nomi vernacolari (); impiega- a) Nellidea di rimedio convergono i pi diversi
to per (). Ho usato appositamente un esempio approcci scientifici e disciplinari. Il rimedio ,
botanico, data la quantit di informazioni etnobota- per cominciare, tema ovviamente medico e far-
niche raccolte nel Museo e presenti nel materiale macologico; ma anche biochimico per quanto
ancora da ordinare. Ma nel caso in questione non si riguarda le interazioni nellorganismo; botanico
parla solo di piante. E poco male sarebbe se, accanto per lanalisi dei componenti; etnologico per gli
alla piante, ci fossero soltanto animali, anchessi gi agganci con la cultura di chi lo usa; psicologico
ordinati per via sistematica - anchessi, a dirla in per le implicazioni dellopposizione malattia
breve, poco faticosi. guarigione; ecologico nella funzionalit geogra-
Ma non c nulla da fare: un database etnomedico fica e ambientale; storico per lorigine e la diffu-
basato sulla sistematica non pu funzionare, e per sione; demografico per gli influssi sulla popola-
molte buone ragioni. Per cominciare, la cura non zione. E ancora antropologico, sociologico,
coincide mai col semplice utilizzo dellelemento economico e quantaltro - perfino, a ben vedere,
botanico come disponibile dopo la raccolta - il pi filosofico.
semplice dei quali sarebbe, ipoteticamente, la mera b) Rimedio ci che guarisce, dove sintenda
ingestione, e non pu quindi essere risolta soltanto guarigione in senso molto ampio. In tal modo,
nella chimica del vegetale. In secondo luogo, le ricet- come visto sopra, allinterno della ricerca sui
te medicinali prescrivono spesso la combinazione di rimedi trovano spazio approcci che, nella sacro-
pi elementi (vegetali, animali, minerali) in un unico santa diversit dei metodi, sono unificati dal-
composto curativo; e altrettanto spesso specificano linteresse per lefficacia (che , a ben vedere, il
quali parti degli elementi debbano essere utilizzate, correlato oggettivo del rimedio).
escludendo quindi lintegrit tassonomica della spe- c) Per i motivi visti sopra, il concetto di rimedio
cies botanica. E in ogni caso, anche lutilizzo tera- pare altres essere lunico in grado di racchiude-
peutico di un solo semplice per volta comporta re allinterno di un medesimo vincolo tutte le
comunque unelaborazione dellelemento. Tale ela- informazioni rilevanti, da qualsiasi disciplina
borazione pu prendere le forme della cottura (infu- provengano.
so, decotto, etc.); della manipolazione (spremere, d) A seguito di questa unificazione, possibile tro-
grattare, tritare, etc.); a volte anche quelle della sem- vare nella descrizione e nellanalisi di un rime-
plice applicazione ma perfino lapplicazione viene dio numerosissimi spunti laterali, che volta per
fatta seguendo procedure e criteri precisi e specifici. volta si pu scegliere di seguire o di ignorare.
Come si vede, oltre un certo limite la sistematica non Chi sinteressi di botanica pu trovarsi di fronte
pu pi essere daiuto. nozioni etnologiche; chi voglia disporre di
Per di pi, anche lasciando ben ferme, come nel caso unapplicazione medica pu seguire anche, con-
in questione, le premesse di scientificit e razionalit temporaneamente, percorsi psicologici; e via
occidentali, organizzare un database di informazioni cos, in un rincorrersi e sovrapporsi di discipline.
170 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 168-170, 1999

RIASSUNTO Il lavoro di riordino del materiale conser- di informazione, non direttamente cercata, che gli per-
vato presso il Dipartimento di Scienze Antropologiche metta di accedere a zone informative che altrimenti tra-
dellUniversit di Genova ha fornito loccasione per creare scurerebbe. Occorreva dunque trovare uno snodo teori-
il primo database mondiale in rete di informazioni etno- co in grado di: (1) tenere unite le diverse discipline coin-
mediche. Per essere utile un database devessere unitario e volte nella ricerca; (2) fare da relais fra i criteri scientifici
strutturato: in caso contrario, si tratta di una semplice col- occidentali e le migliaia di usi terapeutici locali; (3) strut-
lezione di dati; lordinamento, tuttavia, pu rivelarsi trop- turare linformazione in modo da garantire logicit di
po chiuso. Il problema centrale dellorganizzazione di un accesso; (4) fornire allutente finale quel sovrappi infor-
database appunto questo: tenere fede a una struttura pre- mativo che lo spinga a non fermarsi alla prima risposta.
cisa che informa i dati, e fornire allutente quel sovrappi

AUTORE

Stefania Consigliere, DISA - Dipartimento di Scienze Antropologiche, Universit di Genova, Via Balbi 4, 16126
Genova
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 171-176, 1999 171
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Farmacopea popolare del parmense: passato e presente

F. FOSSATI, A. BIANCHI e M. A. FAVALI

ABSTRACT Popular pharmacopoeia of the Parma province (Italy): past and present. The work concerns an accomplished
search in the Parma province, particular attention being devoted to its protected areas. It has pointed out 1288 officinal
plants. Around 217 among these were once used in popular medicine, while about 50 species are still used today in human
and veterinary medicine. Records have been compiled for every officinal species used in the past. The comparative study
of the vernacular names of the plants has underlined some tendencies in popular botanical lexicons, such as: a) the habit
of designating the plants with composed names referring to an animal or to the effectiveness of the curative action or to
the morphological characteristics of the plant or to the relationship between saints and herbs, b) the habit of distinguish-
ing the edible species within the same genus by adding an adjective to the name. Spontaneous species best growing in par-
ticular areas have been determined, so as to appraise their possibilities for cultivation in view of adequate response to mar-
ket demands.

Key words: officinal plants, popular pharmacopoeia, current use, vernacular botanical lexicons, Parma province.

INTRODUZIONE
Negli ultimi 10-15 anni si avverte un lento e gradua- (Coltaro), Riserva Naturale Orientata Parma Morta
le ritorno alla natura. Nel Parmense vi stato un (Mezzani), Riserva Naturale Orientata del Monte
rinnovato interesse per le piante officinali, dovuto Prinzera, fontanili di Viarolo, oasi Il cavaliere
anche allistituzione da parte di alcuni Comuni di dItalia (Torrile) e oasi dei Ghirardi. Lo scopo di
Parchi della salute, come quello di Salsomaggiore e questo studio stato anche quello di evidenziare le
Tabiano Terme, in cui le piante medicinali hanno un piante officinali spontanee per una loro eventuale
multiforme interesse sia dal punto di vista alimenta- raccolta e, successivamente, per mettere in coltura le
re, cosmetico e farmaceutico che psicoterapeutico. Si specie che meglio si adattavano in determinate zone,
assiste allaffermazione della cultura fitoterapeutica e aumentandone il raccolto per soddisfare la richiesta
della scienza erboristica che, recuperando le cono- di mercato e in accordo con i progetti finalizzati degli
scenze del passato, le moltiplica in un momento di Enti locali e dei singoli imprenditori agricoli.
grande sviluppo del rapporto tra piante e medicina.
Data questa rinata attenzione per i farmaci naturali AREA DI STUDIO
anche lAteneo Parmense, al passo con i tempi, ha Larea di studio costituita esclusivamente dal terri-
istituito il Diploma in Tecniche Erboristiche per sod- torio della Provincia di Parma, che si estende su una
disfare la richiesta nel campo erboristico. superficie di 344.932 ha. fra 4. 910. 590 e 4. 988.
050 latitudine e fra 1. 534. 920 e 1. 618. 560 longi-
SCOPO DELLA RICERCA tudine (sistema di coordinate Gauss-Boaga). Questo
E stata condotta in questi ultimi anni, nella territorio situato nel bacino padano e comprende i
Provincia di Parma, unindagine volta a scoprire le bacini idrografici dei torrenti Enza, Parma e del
conoscenze fitoterapeutiche proprie della farmacia fiume Taro. La quota minima si registra a Mezzani
familiare. Inoltre si voluto riscoprire le culture per- inferiore ( 20 m s.l.m. ), mentre quella massima cor-
dute sulle piante nelle tradizioni e nellaneddotica risponde al Monte Sillara ( 1861 m s.l.m. ) (Fig.1). Il
popolare onde, se possibile, stilare una farmacopea Parmense situato in una regione temperata; presen-
popolare del Parmense. ta, per, notevoli variazioni climatiche da una zona
La ricerca stata compiuta specialmente nelle aree allaltra poich ha altitudini che variano da pochi
protette: Parco dei Cento Laghi, Parco Fluviale del metri sul livello del mare a oltre 1800 metri. Questa
Taro, Parco dei Boschi di Carrega, Parco Fluviale variabilit di climi induce, come logica conseguenza,
dello Stirone, Val Baganza, Boschi di Maria Luigia una variet di ambienti e di popolamenti vegetali.
172 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 171-176, 1999

Fig. 1
Provincia di Parma con indicate le aree protette (punti).
Parmas surroundings with indication of protected areas (dots).
campagne e nelle localit di montagna, avevano rap-
MATERIALI E METODI presentato il pi consueto rimedio nei confronti di
Innanzitutto lo studio stato effettuato sui numero- tante patologie, siano note e se le loro propriet siano
si lavori scientifici riguardanti gli aspetti floristici e riconosciute come terapeutiche nella zona studiata.
vegetazionali della zona, elencati in bibliografia. I Sono state intervistate circa 50-60 persone di et
dati riguardanti le piante officinali [ci si avvalsi per compresa tra i 25 e gli 85 anni, residenti nella zona e
tale scopo del Compendio della flora officinale ita- con professioni diverse. Solo poco pi di una decina
liana di GASTALDO (1987)] sono stati estrapolati da di persone di et compresa tra i 70 e gli 85 anni
PASSERINI (1852), AVETTA e CASONI (1897), hanno raccontato di aver usato, soprattutto in passa-
BOLZON (1921), LUCCHI (1926), LANZONI (1930), to, alcune piante officinali e ne hanno saputo indica-
MORONI et al. (1993), DE MARCHI (1997), FOSSATI re le propriet.
et al. (1999). Aiutati dallindicazione della localit di
crescita delle specie officinali fornite dagli autori che RISULTATI E DISCUSSIONE
hanno effettuato i rilievi, abbiamo, in un secondo Il numero complessivo delle piante officinali estrapo-
tempo, eseguito rilievi floristici per constatarne le- late dai dati bibliografici risultato 1288, suddivise
ventuale presenza ancora in situ; quindi abbiamo in 101 famiglie. Fra queste, quelle che presentano sul
proceduto, per le specie officinali usate in passato territorio considerato il maggior numero di specie
nella medicina familiare, alla loro elencazione siste- diverse, sono la famiglia delle Compositae di cui sono
matica seguendo lordine della Flora dItalia di stati ritrovati 85 differenti generi, la famiglia delle
PIGNATTI (1982). Parallelamente a questo studio Labiatae con 60, le Leguminosae con 56 e le Rosaceae
abbiamo cercato di approfondire quale fosse linte- con 43 generi (Fig. 2).
resse e la conoscenza dellattuale popolazione nei Di queste 1288, che venivano usate nella medicina
confronti delle piante officinali. Pertanto abbiamo popolare nel passato, ne abbiamo rinvenute 217. Le
svolto unindagine onde verificare se ancora oggi le famiglie pi rappresentate sono le Compositae con 23
piante officinali, che in passato e soprattutto nelle specie, le Labiatae e le Leguminosae rispettivamente
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 173

con 20 e 14 specie (Fig. 3). Le piante officinali tut-


tora note e usate ai tempi nostri nella medicina
umana sono 39 e nella medicina veterinaria sono 13
(Tab. 1).
Nella tradizione popolare manca lindicazione del
peso e del volume nelle ricette avute per cui possono
comparire sistemi di misurazione che fanno riferi-
mento allimpiego delle mani (come un pizzico, una
manciata, un mazzo).
Si tratta di metodi tramandati di padre in figlio, che
possono variare da zona a zona e che in alcuni casi
anche la medicina ufficiale accettava.
Sono state poi compilate delle schede, per le piante
usate nella medicina popolare nel passato, nelle
quali, in seguito ad accurate ricerche bibliografiche,
sono state riportate le caratteristiche botaniche, lha-
bitat, le parti utilizzate in fitoterapia, i componenti
principali contenuti nelle droghe, le propriet e gli Fig. 2
Famiglie pi rappresentate nella flora officinale del
impieghi terapeutici e gli usi popolari della pianta Parmense.
E stato anche eseguito uno studio comparativo dei Most representative families in the province of Parmas
nomi dialettali delle piante per evidenziare la ten- officinal Flora.
denza dei lessici botanici popolari a designare le erbe
con nomi composti di cui una parte riferita ad un
animale come (erba sarpinteina) e laltra allefficacia
dellimpegno curativo come (erba dla tossa).
Molti nomi si allacciano alle caratteristiche morfolo-
giche della foglia ,del fiore ,del frutto e della radice
come (erba plosa, didalen, ricoti); altri alludono al
rapporto tra santi e erbe come (erba dSan Ambros,
erba dSan Roch, erba dla Madonna, erba dSan
Zvan).
Altra distinzione laggiunta di aggettivi (buono,
matto, selvatico) che servono a contraddistinguere
due specie dello stesso genere a seconda che una sia
buona e laltra non sia mangereccia. In base a questo
abbiamo compilato una tabella per le piante offici- Fig. 3
nali, di cui siamo riusciti a reperire i nomi dialettali Famiglie di appartenenza delle specie officinali un tempo
usate nel Parmense.
della zona, in cui al nome scientifico e volgare Parent families of the officinal species once used in
affiancata la forma dialettale (Tab. 2). Parmas province.
Alcune piante con nome assai significativo conosciu-
te nella farmacopea del Parmense sono lalbero di realt, oltre a servirsi dei farmaci di sintesi, le usano
Giuda (Cercis siliquastrum L.), le lacrime della ancora.
Madonna (Lithospermum officinale L.), la barba del La popolazione pi giovane, anche se dice di non
frate (Nigella damascena L.) e il frumento del diavo- usarle, mostra un rinnovato interesse al riguardo,
lo (Hordeum murinum L.). lasciando sperare nel ritorno alle pratiche delle cultu-
Sono state anche evidenziate le specie spontanee che re perdute e ritrovate. Pertanto, non solo le strutture
crescono meglio in dette aree per studiarle da un scientifiche ufficiali ma anche appassionati e associa-
punto di vista agronomico onde valutarne la possibi- zioni di ogni livello e grado si prodigano per far
le coltivazione fatto salvo la richiesta di mercato. conoscere le antiche tradizioni. A questo riguardo,
sarebbe molto utile avere la collaborazione non solo
CONCLUSIONI del botanico ma anche dellantropologo, dello stori-
Negli ultimi decenni venuto a mancare un aspetto co ambientale e del sociologo per poter rendere que-
molto importante della medicina popolare, e cio la sto materiale pi funzionale e pi facilmente divul-
tradizione di tramandare di generazione in genera- gabile.
zione i tanti segreti nascosti dalle piante officinali. Lo LETTERATURA CITATA
spopolamento della campagna, labbandono delle AA.VV., 1984 - Il Monte Nero, Collana Assessorato
pratiche di allevamento di bestiame e la possibilit Ambiente e Difesa del Suolo (a c. di P. Testoni), Regione
di poter raggiungere le zone un tempo pi isola- Emilia Romagna, Bologna.
te hanno portato a una dimenticanza della tradi- AVETTA C. e CASONI V., 1897 - Aggiunte alla Flora
zione di usare piante officinali spontanee che Parmense, Malpighia, Genova.
BOLZON P., 1921 - Flora della provincia di Parma e del con-
rimasta ancora viva in persone dai 70 agli 85 finante Appennino Tosco-Ligure-Piacentino, Savona.
anni che dicono di non farne pi uso anche se in CASTELLI ZANZUCCHI M., 1992 - Farmacopea popolare
174 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 171-176, 1999

TABELLA 1
PIANTE USATE NELLA MEDICINA UMANA
Nome scientifico Nome volgare Droga Uso
Salix alba L. Salice corteccia depurativo
Ulmus campestris L. Olmo olio ferite, scottature
Helleborus foetidus L.
Helleborus niger L. Elleboro radice sedativo artriti
Helleborus viridis L.
Hepatica nobilis Miller Fegatella foglie disturbi epatici antireumatico
antinevralgico diuretico
Hypericum perforatum L. Erba di S. Giovanni tintura dei fiori ferite, ustioni
Laurus nobilis L. Alloro foglie antireumatico digestivo
raffreddamento contusioni
Nasturtium officinale R. Br. Crescione foglie digestivo diuretico
ricostituente depurativo
Malus communis Poir Mela frutto dissenterie
Prunus spinosa L. Prugnolo frutto digestivo
Medicago sativa L. Erba medica foglie antiemorragico
Tilia cordata Miller fiori sedativo
Tilia platyphyllos Scop. Tiglio fiori ipnotico diuretico
emolliente
Malva sylvestris L. Malva foglie espettorante antiflogistico
Hedera helix L. Edera foglie nevralgie callifugo
Fraxinus excelsior L. Frassino foglie gotta disturbi gastrici
Borago officinalis L. Borragine foglie antidepressivo
Pulmonaria officinalis L. Polmonaria foglie apparato respiratorio
Mentha arvensis L. Menta foglie dissetante
Mentha longifolia L. foglie dissetante
Teucrium montanum L. Camedrio montano foglie ciclo mestruale
Solanum dulcamara L. Dulcamara rami giovani depurativo sudorifero
Plantago major L. Piantaggine maggiore foglie piccole ferite dermatiti
Sambucus ebulus L. fiori ferite mal di denti
Sambucus nigra L. Sambuco e
Sambucus racemosa L. foglie ascessi dermatiti
Achillea millefolium L. Achillea pianta cicatrizzante
Arctium lappa L. Bardana radice e foglie depurativo diuretico
Artemisia vulgaris L. Assenzio selvatico fiori antireumatico
Eupatorium cannabinum L. Canapa acquatica fiori e foglie lassativo rinfrescante
Matricaria chamomilla L. Camomilla fiori digestivo antiflogistico
Taraxacum officinale Weber Tarassaco, Soffione foglie depurativo
Allium cepa L. Cipolla bulbo diuretico vie urinarie
Allium sativum L. Aglio bulbo vermifugo
Allium schoenoprasum L. Erba cipollina bulbo antisettica ipotensivo
Asparagus officinalis L. Asparago selvatico pianta diuretico
Agropyron repens (L.) Beauv. Gramigna radice diuretico gastrite
Cynodon dactylon Pers. Gramigna radice diuretico gastrite nefrite

PIANTE USATE NELLA MEDICINA VETERINARIA


Nome scientifico Nome volgare Droga Uso
Populus alba L. Pioppo rami giovani antisettico
Populus nigra L.
Alnus glutinosa (L.) Gaertner Ontano foglie vasocostrittore - astenia
Quercus robur L. Quercia corteccia antisettico - antiflogistico
Ulmus campestris L. Olmo foglie galattoforo
Humulus lupulus L. Luppolo rami giovani eupeptico - digestivo
Urtica dioica L. Ortica foglie sviluppo crescita
Urtica urens L.
Helleborus foetidus L.
Helleborus niger L. Elleboro radice vie urinarie
Helleborus viridis L.
Malva sylvestris L. Malva foglie antiflogistico
Fraxinus excelsior L. Frassino corteccia pellagra
TABELLA 2

Nome scientifico Nome volgare Forme dialettali dei nomi (PR)


caratteristiche della pianta aggettivi aggiunti sacralit
morfologiche riferite ad un animale impegno curativo

Equisetum arvense L. Equiseto codacavallino barbz ca d cavl


Humulus lupulus L. Luppolo avartz
Polygonum bistorta L. Bistorta rba dil bissi
Rumex crispus L. Romice rmmza lnguad b
Helleborus foetidus L.
Helleborus niger L. Elleboro rba dal lantc rba du brutu ml
Helleborus viridis L.
Hepatica nobilis Miller Erba trinit fir dla Trinit
Nigella damascena L. Barba del frate giottn
Hypericum perforatum L. Erba di S. Giovanni rba da tj casa divol
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Chelidonium majus L. Celidonia rba da pr


Capsella bursa-pastoris L. Borsa del Pastore misdenza pver mat
Sempervivum aracnoideum L. Semprevivo orcnni
Sempervivum tectorum L. erba durcin
Crataegus oxyacantha L. Biancospino spin bjnch cagapjj
Rosa canina L. Rosa canina rza salvtga
Medicago sativa L. Erba medica rba mddga salvdga
Hedera helix L. Edera rba rampgarla
Daucus carota L. Carota arct - didaln pastumga cartia salvdga
Laserpitium gallicum L. Lasero odoroso -
Laserpizio odoroso didaln
Petroselinum sativum Hoffm. Prezzemolo bonjrbi - rba bonna
Cuscuta epithymum L. Cscuta rv dal cucch rv dal divol
Lithospermum officinale L. Erba perla rba dla Madonna
Pulmonaria officinalis L. Polmonaria rba da rosp erba da tusse
erba polmonra
Marrubium vulgare L. Marrubio marbbi rba pr il fistoli ortga mta
Salvia officinalis L. Salvia rba d Sant Albert
Teucrium montanum L. Camedrio montano rba ed San Zvan
Solanum dulcamara L. Dulcamara corj d bissa
Plantago lanceolata L. Piantaggine pjantna lnguad can
Achillea millefolium L. Achillea milfj rba da tj
Agrimonia eupatoria L. Agrimonia rba gta rba du rescdu
Arctium lappa L. Bardna lovtt - i parnt
Helichrysum italicum Guss. Elicriso vjla dra
uchtte
Taraxacum officinale Weber Tarssaco-Dente di leone-
Soffione pitaci pisacn
Tragopogon pratense L. Barbabecco mirasl
175

Dracunculus vulgaris Schott Dragontea rba sarpintina


176 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 171-176, 1999

nellAppennino Emiliano, Banca Monte Parma S.p.A., dEnza, Val Cedra,Val Parma, Val Baganza, Val Taro, e
Ed. Zara, Parma. Val Ceno), Ed. Arte Grafica, Fidenza (Parma).
CASTIGLIONI C., 1985 - Erbe medicinali della valle del MORONI A., FERRARINI E., ANGHINETTI W., 1993 - Flora
Baganza, Per la Val Baganza, 7: 35-36. spontanea dellAppennino Parmense (guida botanica di Val
DE MARCHI A., 1997 - Guida naturalistica del parmense, dEnza, Val Cedra, Val Parma, Val Baganza, Val Taro e Val
Graphital Edizioni, Parma. Ceno), Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e
DE MARCHI A., 1978 - Erbe commestibili e frutti spontanei Monte di Credito su Pegno di Busseto, Parma
della Val Baganza, Per la Val Baganza, 2: 14-16. NEGRI S., 1985 - La Medicina popolare proponeva,
DE MARCHI A., 1979 - Gli alberi della Val Baganza, Per la
Val Baganza, 3: 10-11. Calestano 85: 55-57, Parma.
FADANI N.,1992-93 - Piante officinali della pianura par- PASSERINI G., 1852 - Flora dei contorni di Parma esposta in
mense. Boschi di Maria Luigia (Coltaro) e Riserva tavole analitiche, Parma.
Naturale Orientata Parma Morta (Mezzani), Tesi di PIGNATTI S., 1982 - Flora dItalia, Ed. Edagricole,
Laurea. Facolt di Farmacia, Universit di Parma, Bologna.
Parma. RAFFI F., TIMOSSI A., 1980 Flora delle ofioliti
FONTANA E., 1995-96 Le piante officinali della Val dellAppennino parmense. I. Groppo di Gorro, Ateneo
Baganza, Tesi di Laurea. Facolt di Farmacia, Universit Parmense, Acta Nat., 16: 39-57.
di Parma, Parma. REMONDINI P., 1986 - Lutilizzo delle nostre erbe,
FOSSATI F., ZATTA A., FAVALI M.A., MAZZONI D., Calestano 86: 17-19, Parma.
TRALONGO S., 1999 - Parco Fluviale Regionale dello ROTELLI M., 1994-95 Le piante dinteresse officinale nella
Stirone (Regione Emilia-Romagna): I Indagine floristica riserva naturale orientata del Monte Prinzera, Tesi di
e percorsi naturalistici, Atti 94 Congr. S.B.I., Ferrara. Laurea. Facolt di Farmacia, Universit di Parma,
FOSSATI F., MAZZONI D., FAVALI M.A., ZATTA A.,
TRALONGO S., 1999 - Parco Fluviale Regionale dello Parma.
Stirone (Regione Emilia-Romagna): II Analisi vegetazio- SACCANI A., 1990 Prinzera. Un territorio, una Riserva
nale e conservazione ambientale, Atti 94 Congr. S.B.I., Naturale, Tipolitotecnica, Sala Baganza Parma.
Ferrara. SBURLINO G., MARCHIORI S. & RAZZARA S., 1980 La
GASTALDO P., 1987 - Compendio della Flora Officinale vegetazione delle zone umide del Passo della Cappelletta
Italiana, Ed. Piccin, Padova. Borgo Val di Taro (PR), Atti V Congr. G. Gadio:129-
GELMINI A., 1990 - Erbe e fiori di casa nostra, Battei Ed., 139, Varese.
Parma. TAGLIAVINI F.S., 1989 Alberi e arbusti della Parma
GELMINI A., 1989 - Contributo botanico allitinerario della Morta. In: Riserva Naturale Orientata Parma Morta,
Parma Morta. In: Riserva Naturale Orientata Parma Amministrazione comunale di Mezzani Parma.
Morta, Amministrazione comunale di Mezzani, Parma. TRUFFELLI M., 1997-98 Piante dinteresse officinale nel
LANZONI F., 1930 - Aggiunte alla flora parmense, Archivio Parco Regionale Fluviale dello Stirone, Tesi di Laurea.
botanico 1930, fasc. 3-4, Forl. Facolt di Farmacia, Universit di Parma, Parma.
LANZONI F., 1937 - La flora del M. Penna,
Bibl.Giov.Mont.n.119, Parma.
LANZONI F., 1940 - Il monte parmigiano dei semplici (M. RIASSUNTO Il lavoro riguarda una ricerca compiuta
Caio), Quad.Giov.Mont., n.64, Parma. nella provincia di Parma con particolare attenzione alle
LANZONI F., 1942 - La flora del Monte Pelpi, aree protette. Esso ha evidenziato 1288 piante officinali.
Bibl.Giov.Mont., Parma. Circa 217 fra queste erano usate nella medicina popolare
LUCCHI G., 1926 - Le piante medicinali dei monti parmen- nel passato mentre circa 50 specie sono utilizzate ancora
s, Bibl. Giov. Mont., n. 53, Parma. oggi nella medicina umana e veterinaria. Sono state com-
MADONI P., ORSI P., 1979 - La flora.I boschi di Carrega, pilate schede relative alle specie officinali usate nel passa-
Documenti, 4: 35-54, Parma. to. Lo studio comparativo dei nomi dialettali delle piante
MAUGINI E., 1988 - Manuale di botanica farmaceutica, Ed ha posto in risalto alcune tendenze dei lessici botanici
Piccin, Firenze. popolari, fra le quali: a) designare le piante con nomi com-
MAZZA C., 1992-93 Piante officinali spontanee nelle zone posti riferiti ad un animale o allefficacia dellimpegno
umide della pianura parmense: i Fontanili di Viarolo e curativo o alle caratteristiche morfologiche della pianta o
lOasi Il Cavaliere dItalia di Torrile, Tesi di Laurea.
Facolt di Farmacia, Universit di Parma, Parma. al rapporto tra santi ed erbe, b) nellambito di uno stesso
MAZZERA C., 1985 - Le orchidee del parmense, Parma genere distinguere con laggiunta di un aggettivo le specie
Natura, anno 1, n.1: 7-10, Parma. eduli da non mangerecce. Sono state inoltre ricercate le
MAZZERA C., 1985 - Le orchidee del parmense, Parma specie spontanee che crescono meglio in determinate
Natura, anno 1, n.4: 19-21, Parma. zone, onde valutarne le possibilit di coltivazione per sod-
MORONI A., 1968 - La flora dellAppennino Parmense (Val disfare adeguatamente le richieste del mercato.

AUTORI

Fabrizia Fossati, Alberto Bianchi, Maria Augusta Favali, Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale, Viale delle Scienze,
43100 Parma
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 177-180, 1999 177
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Ricerche etnobotaniche in Liguria. Lestremo Ponente

S. MACCIONI, G. MONTI, G. FLAMINI, P. L. CIONI e E. GUAZZI

ABSTRACT - Ethnobotanical researches in Liguria. The western Valleys - The Authors describe an ethnobotanical research
concerning two valleys of Western Liguria: Val Nervia and Val Roja; this study is part of a project that aims to collect tra-
ditional knowledge in Liguria. The identified entities are 107, 70 of which are used as medicinal plants. Some original
uses in popular medicine have been found for Artemisia absinthium L., Arundo donax L., Cucurbita pepo L., Sedum dasy-
phyllum L., Sedum acre L. and Urtica dioica L.

Key words - Ethnobotany, Liguria, Italy

INTRODUZIONE
Da alcuni anni presso il Dipartimento di Scienze commercio, 4 veterinarie, 2 per uso domestico, 2
Botaniche dellUniversit di Pisa, in collaborazione artigianali, 2 per la pesca, 2 voluttuarie, 1 tintoria, 1
con il Dipartimento di Chimica Bioorganica e liquoristica, 5 in riti e credenze, 16 nei proverbi e 3
Biofarmacia e con la Scuola di Specializzazione in nelle favole (MACCIONI e MARCHINI, 1998).
Scienza e Tecnica delle Piante Officinali, sono in Di particolare interesse sono le informazioni relative
corso studi etnobotanici e fitochimici riferibili alla a quelle utilizzate nella medicina tradizionale, ripor-
provincia della Spezia e alla vicina Lunigiana tate di seguito 1.
(MACCIONI et al., 1992; MACCIONI et al., 1995; Achillea millefolium L. / sommit fiorite / antinfiam-
FLAMINI et al., 1995; MACCIONI et al., 1997; matorio, antispasmodico, digestivo, espettorante (n)
PARMIGIANI et al., 1997). Adiantum capillus-veneris L. / fronde / bechico, emol-
Recentemente le ricerche sono state estese a tutto il liente bronchiale, espettorante (n)
territorio della Liguria, nellambito di un progetto Allium cepa L. / bulbo / astringente (n), lassativo (r)
pi ampio di raccolta delle tradizioni tramandate Allium sativum L. / bulbo / antibiotico, ipotensivo
oralmente (MARCHINI e MACCIONI, 1998a, 1998b, (n), rubefacente, vermifugo (n, r)
1999), allo scopo di fissare conoscenze che rischiano Artemisia absinthium L. * / fronde / bechico, vermi-
di andare perdute insieme alle persone che ne sono fugo (r), amaro-tonico (n, r)
depositarie. Arundo donax L. / fusto / bechico (n)
In questo lavoro sono state prese in considerazione la Asplenium trichomanes L. / fronde / espettorante (n)
Val Roja italiana e la Val Nervia, nellestremo Beta vulgaris L. / foglie / emolliente (n, r)
Ponente Ligure. La ricerca si svolta negli anni Brassica oleracea L. / foglie / lassativo (n, r)
1996-1998, attraverso interviste effettuate nei diver- Borago officinalis L. / foglie / depurativo (n, r)
si paesi che hanno conservato una forte identit e Calamintha nepeta (L.) Savi / foglie / antispasmodico
dove il legame della gente con le tradizioni ancora (n)
molto sentito. Carlina acaulis L. * / radice / diuretico (n)
Le notizie sono state organizzate in un archivio infor- Centaurium erythraea Rafn. / fiori / febbrifugo (n)
matico realizzato su piattaforma Windows 95/98, Ceterach officinarum DC. / fronde / espettorante (n,
utilizzando il Database relazionale Microsoft Access r)
7.0, che permette di estrarre i dati archiviati median- Chamomilla recutita (L.) Rauschert / sommit fiorite
te semplici interrogazioni. / antinfiammatorio, antinevralgico, antispasmodico,
digestivo, sedativo (n, r)
RISULTATI Chelidonium majus L. * / latice / cheratolitico (n, r)
Le piante conosciute nelletnobotanica delle due valli Citrus limon (L.) Burm. f. / frutto / antisettico respi-
considerate sono 107 suddivise a seconda dellutiliz- ratorio, digestivo (n)
zo in: 70 medicinali, 22 alimentari minori, 8 aroma-
1 Per ogni pianta sono presenti il nome scientifico, la
tizzanti, 6 per lalimentazione degli animali, 6 per il
droga e gli utilizzi della medicina tradizionale; fra paren-
tesi tonda indicata la Valle in cui stato accertato luso
(n= Val Nervia; r= Val Roja italiana).
178 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 177-180, 1999

Clematis vitalba L. * / foglie / diuretico (n, r) Smilax aspera L. / radice / diuretico, rinfrescante inte-
Crataegus monogyna Jacq. / fiori / cardiotonico (n, r) stinale (n, r)
Cucurbita pepo L. / frutto, germogli / antinevralgico Solanum tuberosum L. * / tubero / antinevralgico,
(n) emolliente (n, r)
Cynodon dactylon L. / riz / diuretico, rinfrescante (n, Taraxacum officinale Weber/ foglie / depurativo (n, r)
r) Teucrium chamaedrys L. / foglie / aperitivo, coleretico
Equisetum arvense L. / fronde / diuretico (n, r) (n)
Ficus carica L. * / latice, frutto / caustico, depurativo, Thymus vulgaris L. * / sommit fiorite / antisettico,
pettorale (n, r) balsamico, febbrifugo (n), coleretico (r)
Gentiana lutea L. * / radice / amaro-tonico (n) Tilia cordata Miller / fiori / bechico, calmante, emol-
Hordeum vulgare L. / frutto / emolliente (n, r) liente, sedativo leggero (n)
Hypericum perforatum L. / sommit fiorite / antiflo- Triticum aestivum L. / frutto /antidolorifico, pettora-
gistico (n, r), antireumatico, cicatrizzante (n) le (n, r)
Juniperus oxycedrus L. ssp. oxycedrus * / olio (legno) / Tussilago farfara L. * / foglie / astringente, emollien-
antidolorifico, antireumatico (r) te, diuretico (n)
Lavandula stoechas L. *, Lavandula angustifolia Miller Urtica dioica L. * / sommit fiorite, parti aeree / feb-
* / fiori / antisettico respiratorio, antispasmodico, brifugo (n), revulsivo (n, r)
bechico (n) Verbena officinalis L. / parti aeree / amaro-tonico (n)
Linum usitatissimum L. / semi / antinfiammatorio (n, Viscum album L. * / foglie / ipotensivo (n)
r) Vitis vinifera L. / aceto / astringente (n)
Lycopersicon esculentum L. * / frutto / antiacneico / (n, Le entit vegetali impiegate a scopo terapeutico sono
r) 70, di cui 68 specie, una sottospecie e una variet
Malus domestica L. / frutto / emolliente bronchiale, (PIGNATTI, 1982; TUTIN et al., 1964-1980). 50
rinfrescante (n, r) appartengono alla flora spontanea locale e 20 sono
Malva sylvestris L. / foglie / antinfiammatorio (r), coltivate. 6 (Chamomilla recutita (L.) Rauschert,
emolliente (n), rinfrescante intestinale, stomatico (n, Citrus limon (L.) Burm. f., Gentiana lutea L., Linum
r) usitatissimum L., Olea europaea L. e Thymus vulgaris
Mercurialis annua L. * / foglie / diuretico, lassativo L.) risultano iscritte nella Farmacopea Italiana (FUI
(n) IX ed.).
Nasturtium officinale R. Br. / foglie / diuretico (n) Abbastanza elevato il numero (26) delle specie tos-
Olea europaea L. / olio / emolliente, lassativo / (n, r) siche o sospette (AA.VV., 1979; DUKE, 1985; NEGRI,
Olea europaea L. var. oleaster / foglie / ipotensivo / (n, 1979; PEDRETTI, 1980), che sono state contrassegna-
r) te con un asterisco (*) nel precedente elenco.
Opuntia ficus-indica L. / fusto / astringente (n) Le famiglie pi rappresentate sono Labiatae (8),
Papaver rhoeas L. * / semi / sedativo (n, r) Asteraceae e Rosaceae (6), Gramineae (4) e Liliaceae
Parietaria officinalis L. / foglie / diuretico (n, r) (3); 11 famiglie sono presenti con 2 entit e 21 con
Petroselinum sativum Hoffm. * / foglie / abortivo, una.
emmenagogo, emostatico (n, r) Le entit utilizzate in Val Nervia sono 66, in Val Roja
Phaseolus vulgaris L. * / bucce / ipotensivo (n) 39 2; quelle in comune nelle due valli sono 38, gene-
Pinus sylvestris L. / resina, gemme / antinfiammato- ralmente con i medesimi utilizzi; Juniperus oxycedrus
rio, balsamico (n), antidolorifico (n, r) L. ssp. oxycedrus usato solo in Val Roja.
Plantago lanceolata L. *, Plantago major L. * / foglie / Le parti pi utilizzate sono le foglie, poi i frutti, i
antinfiammatorio (n) fiori e le sommit fiorite; solamente in pochi casi si
Polygala vulgaris L. / fiori / bechico (n) usano il latice, la resina e le parti sotterranee, cio i
Prunus avium L. / frutto, piccioli / pettorale (n, r) rizomi, i bulbi, i tuberi e le radici. molto diffuso
Prunus domestica L. / frutto / lassativo, pettorale / (n, limpiego della pianta fresca, senza particolari mani-
r) polazioni, e del decotto; meno frequenti linfuso, lo-
Psoralea bituminosa L. / foglie / disinfettante, emo- leito e la pianta bollita (MARCHINI e MACCIONI,
statico (n) 1998b). Sono state rinvenute 9 preparazioni compo-
Rosa canina L. / frutto / rinfrescante intestinale (n) ste, diverse da quelle riscontrate in altre zone della
Rosmarinus officinalis L. * / foglie / antireumatico, Liguria (BANDINI, 1961; GASTALDO et al., 1979;
antisettico (n), disinfettante intestinale (r) MARTINI, 1981, 1983):
Rubus ulmifolius Schott / foglie / astringente, antin-
fiammatorio (n) 1. Artemisia absinthium, Calamintha nepeta,
Ruta chalepensis L. * / parti aeree / abortivo, antireu- Chamomilla recutita, Verbena officinalis, Teucrium
matico (n), digestivo (r), vermifugo (n, r) chamaedrys - antispasmodico intestinale: si beve il
Salvia officinalis L. * / foglie / espettorante, rinfre- decotto.
scante intestinale (n), stomatico (n, r) 2. Asplenium trichomanes, Ceterach officinarum, Pinus
Salvia verbenaca L. / foglie / antinfiammatorio (n) sylvestris, Polygala vulgaris - balsamico e bechico: si
Sambucus nigra L. * / fiori / antinevralgico (n), sudo- beve il decotto.
rifero (n, r), emolliente (r) 3. Ceterach officinarum, Ficus carica - balsamico: si
Sedum dasyphyllum L., Sedum acre L. * / parti aeree / 2 Questa differenza numerica potrebbe essere dovuta al
antireumatico (n) minor numero di persone con conoscenze etnobotaniche
che stato possibile intervistare nella Val Roja italiana.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 179

beve il decotto. vegetali utilizzate a scopo medicinale (MACCIONI et


4. Chamomilla recutita, Lavandula stoechas, al. 1995; MARCHINI e MACCIONI, 1998a) in comune
Lavandula angustifolia, Sambucus nigra - balsamico: con Val Nervia e Val Roja sono 42, e di queste 33 per
le droghe fresche si mettono sulla brace e si fanno i medesimi scopi; fra queste interessante rilevare
suffumigi. Arundo donax L., Solanum tuberosum L. e Urtica dioi-
5. Chamomilla recutita, Rosmarinus officinalis, Tilia ca L.
cordata - balsamico: le droghe fresche si mettono Caratteristiche invece della Val Nervia, sembrano
sulla brace e si fanno suffumigi. essere Phaseolus vulgaris L. e Viscum album L. come
6. Cynodon dactylon, Parietaria officinalis, Smilax ipotensivi, e Psoralea bituminosa L.come emostatico.
aspera - diuretico: si beve il decotto. Nella cura dellipertensione arteriosa viene utilizzato
7. Ficus carica, Malus domestica, Tilia cordata - bechi- il decotto delle bucce secche di una cultivar di
co: si beve il decotto. Phaseolus vulgaris L., tipica della Valle: si tratta del
8. Hordeum vulgare, Malus domestica, Prunus avium, fagiolo bianco di Pigna o di Buggio, di forma ton-
Prunus domestica - bechico ed emolliente: si beve il deggiante, bianco, lucido, con buccia fine e pasta
decotto. morbida (MARCHINI e MACCIONI, 1998b).
9. Polygala vulgaris, Malus domestica, Malva sylvestris Allo stesso scopo si utilizza anche linfuso delle foglie
- bechico e emolliente: si beve il decotto. di Viscum album L., che fa parte della flora sponta-
Le affezioni pi curate sono quelle relative allappa- nea delle montagne della Val Nervia, dove si ritrova
rato gastrointestinale e quelle respiratorie. Notevole soprattutto su Pinus sylvestris L. e Abies alba Miller.
attenzione posta anche verso le malattie artro-reu- Interessante appare anche limpiego frequente di
matiche e verso quelle che riguardano lepidermide. Psoralea bituminosa L. come emostatico e disinfet-
La maggior parte delle conoscenze sulluso medicina- tante, soprattutto sulle ferite provocate in campagna
le delle piante sono gi note in letteratura; secondo la con i ferri da taglio (MARCHINI e MACCIONI, 1998b);
bibliografia consultata (AA.VV., 1985, 1994; si tratta di una specie molto comune lungo tutta la
BENIGNI et al., 1964; BILIA et al., 1980; DUKE, 1985; costa ligure che pure, allo stato attuale delle ricerche,
FONT QUER, 1988; GASTALDO, 1987; LEUNG, 1980; non pare conosciuta per le sue propriet medicinali
NEGRI, 1979; PALMA, 1958; PARIS e MOYSE, 1971; nelle altre zone della Liguria.
PEDRETTI, 1980; VALNET, 1975, 1978, 1984) risul- Lelaborazione dei dati ha infine messo in evidenza
tano nuovi: lutilizzo nelle valli dellestremo Ponente ligure di
Artemisia absinthium L. bechico altre specie che nel resto della Liguria sono poco
Arundo donax L. bechico note; si tratta di Asplenium trichomanes L., Carlina
Cucurbita pepo L. antinevralgico 3 acaulis L., Gentiana lutea L., Juniperus oxycedrus L.
Sedum dasyphyllum L., Sedum acre L. antireumatico ssp. oxycedrus, Lavandula stoechas L., Lavandula
Urtica dioica L. febbrifugo angustifolia Miller, Olea europaea L. var. sylvestris,
Altri utilizzi medicinali raramente riscontrati in Opuntia ficus-indica L., Pinus sylvestris L., Polygala
Liguria sono quelli di Ceterach officinarum DC. vulgaris L., Salvia verbenaca L., Sedum dasyphyllum
come espettorante, Solanum tuberosum L. come anti- L. e Sedum acre L.
Nel caso di Pinus sylvestris L., c da notare che la resi-
nevralgico per le cefalee e di Thymus vulgaris L. come na viene impiegata come antireumatico e antidolori-
febbrifugo. fico anche in Valle Argentina (ODDO, 1997). In altre
Il confronto con i dati relativi ad altre zone della zone della Liguria allo stesso scopo viene utilizzata la
Liguria (BANDINI, 1961; CHIOVENDA-BENSI, 1960; resina di Pinus halepensis Miller (MARCHINI e
GASTALDO et al., 1979; MACCIONI et al., 1995; MACCIONI, 1998a), Pinus pinaster Aiton (MARCHINI
MARCHINI e MACCIONI, 1998a, 1999; MARTINI, e MACCIONI, 1998b) e Pinus nigra L. ssp. nigra
1981, 1983; ODDO, 1997) evidenzia che alcuni di (MARTINI, 1983). Ci conferma il principio secondo
questi usi insoliti si ritrovano nella vicina Valle il quale in ogni zona la tradizione popolare ha svi-
Argentina (ODDO, 1997) e nella bassa Val di Magra, luppato lutilizzo delle piante messe a disposizione
posta allestremo Levante ligure (MACCIONI et al., dalla natura (CHIOVENDA-BENSI, 1960). Luso inol-
1995; MARCHINI e MACCIONI, 1998a). tre di specie affini per i medesimi scopi trova una sua
Nella Valle Argentina, che la zona pi vicina a quel- giustificazione nel fatto che queste talora contengono
le oggetto della nostra indagine, le specie vegetali uti- gli stessi principi attivi responsabili dellattivit.
lizzate a scopo medicinale (ODDO, 1997) in comune
con Val Nervia e Val Roja sono ben 63, e di queste CONCLUSIONI
52 per i medesimi scopi; fra queste interessante rile-
vare Arundo donax L., Asplenium trichomanes L., Lanalisi dei dati raccolti ha rivelato interessanti con-
Carlina acaulis L., Ceterach officinarum DC., nessioni tra zone anche lontane della Liguria per
Gentiana lutea L., Lavandula angustifolia Miller, quanto riguarda il patrimonio di conoscenze etnobo-
Lavandula stoechas L., Polygala vulgaris L. , Salvia taniche, e ha consentito di fare nuove acquisizioni su
verbenaca L. e Solanum tuberosum L. alcuni utilizzi insoliti di specie peraltro gi note nella
interessante anche notare che nella bassa Val di fitoterapia; la conferma di questi usi tramandati dalla
Magra, allestremit opposta della Liguria, le specie medicina popolare potr essere convalidata dalla spe-
rimentazione farmacologica e dagli studi fitochimici
3 SCHMUCKHER (1980) parla di questo utilizzo in Liguria che devono individuare i principi responsabili di tali
nel passato, senza per fare alcun riferimento sulla zona di attivit.
provenienza.
180 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 177-180, 1999

Il lavoro di raccolta dei dati sul territorio va comun- (Appennino ligure-piemontese). Atti Accad. Ligure Sc. e
que continuato e in alcuni casi diventa prioritario, in Lett., 35 (1978): 3-36.
considerazione del fatto che le persone a conoscenza LEUNG A. Y., 1980 - Encyclopedia of Common Natural
Ingredients. Wiley & Sons, New York.
delle tradizioni sono per lo pi anziane. Anche nel MACCIONI S., FLAMINI G., CIONI P.L., TOMEI P.E. e
corso dellindagine qui descritta ci siamo scontrati MORELLI I., 1992 - Le tipologie fitochimiche in alcune
con limpossibilit di verificare alcuni dati, in quan- popolazioni di Thymus vulgaris L. sul promontorio del
to le persone che li hanno riferiti sono state soggette Caprione (Liguria orientale). Rivista Italiana EPPOS, 7:
13-18.
a malanni che hanno loro impedito di portarci sul MACCIONI S., TOMEI P.E. e RAPETTI C., 1997 - Luso
luogo a raccogliere le piante in questione. medicinale delle specie vegetali selvatiche e coltivate nella
Riteniamo dunque necessario spendere energie per tradizione popolare della Lunigiana. I contributo.
svolgere in maniera continuativa la ricerca in loco, Memorie Accademia Lunigianese di Scienze G.
Capellini, 67, in stampa.
anche perch le interviste consentono di acquisire MACCIONI S., TOMEI P.E. e RIZZO A., 1995, Luso medici-
una serie di informazioni, sul territorio, sulle risorse nale delle specie vegetali selvatiche e coltivate nella tradi-
ambientali e umane e sulla loro storia, che possono zione popolare della bassa Val di Magra. Memorie
venire lette correttamente da ricerche integrate fra Accademia Lunigianese di Scienze G. Capellini, 64-
65 (1994-1995): 389-435.
storici, archeologi, botanici, chimici, farmacisti e MARCHINI G. e MACCIONI S., 1998a - Liguria in parole
medici. Queste collaborazioni, in alcuni casi gi in povere. La bassa Val di Magra. Sagep Libri e
atto, sono tanto pi auspicabili in quanto consento- Comunicazione Ed., Genova.
_, 1998b - Liguria in parole povere. Val Nervia e Val Roja.
no di analizzare i vari aspetti delletnobotanica in
maniera esaustiva e quindi di conservare, tramanda- Sagep Libri e Comunicazione Ed., Genova.
_, 1999 - Liguria in parole povere. La Val di Vara. Sagep
re e utilizzare il bagaglio di conoscenze che ci stato Libri e Comunicazione Ed., Genova.
tramandato dai nostri avi. MARTINI E., 1981 - La fitoterapia popolare in Val Borbera
(Appennino Ligure). Webbia, 35 (1): 187-205.
_, 1983 - La fitoterapia popolare nellAlta Valle dellOrba
Ringraziamenti - Gli Autori ringraziano tutte le persone
che hanno fornito le notizie. Ringraziano inoltre (Appennino Ligure). Atti Accad. Ligure Sc. e Lett., 39
Cristoforo Allavena, Paola Moro, Delia Muratore, (1982): 3-25.
Giannino Orengo, Lorenzo Rossi e Anna Maria Sicardi NEGRI G., 1979 - Nuovo erbario figurato. Hoepli Ed.
per il prezioso aiuto nella raccolta dei dati, e Giuseppe Milano.
Marchini per linsostituibile collaborazione. ODDO S., 1997 - La medicina popolare nellAlta Valle
Argentina. Pro Triora Ed., Triora.
LETTERATURA CITATA PALMA L., 1958 - Fitoterapia moderna. S.E.I., Torino.
PARIS R. et MOYSE E., 1971 - Precise de Matiere Medical.
AA.VV., 1979 - Toxic plants. Columbia University Press, Voll. 2-3. Masson Ed., Paris.
New York. PARMIGIANI M., TOMEI P.E. e MACCIONI S., 1997 - Luso
AA.VV., 1985 - Manuale di Fitoterapia. Inverni e Della medicinale delle specie vegetali selvatiche e coltivate nella
Beffa Ed., Milano. tradizione popolare della Lunigiana. II contributo.
AA.VV., 1994 - Repertorio Fitoterapico. Refit 1994. Memorie Accademia Lunigianese di Scienze G.
Organizzazione Editoriale Medico Farmaceutica, Capellini, 67, in stampa.
Milano. PEDRETTI M., 1980 - Lerborista moderno. Erboristeria
BANDINI A., 1961 - Le piante della medicina tradizionale Domani Libri. Studio Ed., Milano.
nellAlta Valle di Vara (Liguria orientale). Webbia, 16 (1): PIGNATTI S., 1982 - Flora dItalia. Voll. 1-3. Edagricole,
143-163. Bologna.
BENIGNI R., CAPRA C. e CATTORINI P. E., 1964 - Piante SCHMUCKHER A. - 1980, Folklore in Liguria, Vol. 2. Cassa
medicinali. Voll. 1-2. Inverni e Della Beffa Ed., Milano. di Risparmio di Genova e Imperia.
BILIA A.R., CIONI P.L. and MORELLI I., 1980 - I rimedi TUTIN T.G., HEYWOOD V.H., BURGES N.A., MOORE
naturali di origine vegetale. ETS Ed., Pisa. D.M., VALENTINE D.H., WALTERS S.M. and WEBB
CHIOVENDA-BENSI C., 1960 - Florula medicinale delle D.A. - 1964-1980, Flora Europaea, Voll. 1-5.
Cinque Terre. Webbia, 15: 631-641. Cambridge University Press, Cambridge.
DUKE J. A., 1985 - Handbook of medical herbs. CRC Press, VALNET J., 1975 - Cura delle malattie con ortaggi, frutti e
Florida. cereali. Giunti-Martello Ed., Firenze.
Farmacopea ufficiale della Repubblica italiana, IX Ed. _, 1978 - Cura delle malattie con le essenze delle piante.
1985, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma. Martello-Giunti Ed., Firenze.
FLAMINI G., MACCIONI S., TOMEI P.E., CIONI P.L. and _, 1984 - Fitoterapia. Martello-Giunti Ed., Firenze.
MORELLI I., 1995, Characterization of the volatile frac-
tion of a Sideritis romana population from Montemarcello RIASSUNTO - Gli Autori descrivono una ricerca etno-
(Eastern Liguria). J. Essential Oil Res., 6 (3): 239-242 botanica condotta in due valli della Liguria di Ponente: la
(1994). Val Nervia e la Val Roja. Questo studio si inserisce in un
FONT QUER P., 1988 - Plantas medicinales el dioscorides progetto pi generale di raccolta delle tradizioni orali in
renovado. Labor Ed., Barcelona. Liguria. Le entit vegetali individuate sono 107, di cui 70
GASTALDO P., 1987 - Compendio della flora officinale ita- utilizzate a scopo terapeutico. Per alcune di esse (Artemisia
liana. Piccin Ed., Padova. absinthium L., Arundo donax L., Cucurbita pepo L., Sedum
GASTALDO P., BARBERIS G. e FOSSATI F., 1979 - Le piante dasyphyllum L., Sedum acre L., Urtica dioica L.) sono stati
della medicina tradizionale nei dintorni di Praglia riscontrati usi originali nella medicina popolare.

AUTORI

Simonetta Maccioni, Giovanni Monti, Dipartimento di Scienze Botaniche dellUniversit, Via Luca Ghini 5, Pisa.
Guido Flamini, Pier Luigi Cioni, Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia dellUniversit, Via Bonanno Pisano
33, Pisa.
Emanuele Guazzi, Servizio Ricerca e Conservazione del Parco Regionale delle Alpi Apuane, c/o Filanda Forno di Massa, Massa.
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 181-182, 1999 181
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Studio preliminare sulla etnofarmacologia delle comunit ladine


dolomitiche

S. BARBINI, M. TARASCIO, G. SACCHETTI e A. BRUNI

ABSTRACT - Preliminar study of the ethnophaarmacology of the Ladin communities of the Dolomites (Italy). - The Ladin ter-
ritory examined includes the Cadore, Comelico superiore, Ampezzano, Colle Santa lucia, Livinallongo and Val di Fassa areas,
around Sella mountain chain. Collected results indicate that the ethnopharmacology of these Ladin zones is based on 76 plant
species belonging to 38 families. The most cited therapeutic preparation is the infusion, even if other particular uses emerge as
typical of a single area.

Key words: etnopharmacology, phytotherapy, Ladin comunities.

INTRODUZIONE
Le comunit ladine dolomitiche sono caratterizzate
da unidentit culturale molto forte ma al tempo stes- RISULTATI E DISCUSSIONE
so disomogenea nelle sue caratterizzazioni specifiche, Lindagine etnofarmacobotanica sulle popolazioni di
in ragione anche di una dislocazione geografica ad cultura ladina abitanti attorno al Gruppo del Sella ha
oasi dove le stesse valli alpine costituiscono un vin- permesso di dimostrare la presenza di una ricca cul-
colo allinterscambio e al tempo stesso un fonda- tura fitoterapica. Da 62 informatori, infatti, con una
mento allo sviluppo di culture isolate. A questo pro- media di 22,69 citazioni per informatore, emersa la
posito, il modulo di sviluppo della ricerca, caratteriz- conoscenza di 76 specie vegetali impiegate a scopo
zata ancora da forti criteri di preliminariet, quello terapeutico, appartenenti a 38 famiglie tra cui quella
di unindagine di ordine generale che consenta di delle Asteraceae risultava quella pi rappresentata
offrire un quadro il pi possibile completo della cul- (Tab. 1).
tura terapeutica ladina e che di questa ne faccia emer- In rapporto agli usi terapeutici verificati, malgrado i
gere elementi originari. dati raccolti debbano essere sottoposti ad elaborazio-
ne per sintesi, emerge come prevalente limpiego
MATERIALI E METODI eupeptico-digestivo. Il criterio di preliminariet pre-
Lindagine etnofarmacobotanica stata condotta sente nei dati sino ad ora raccolti suggerisce comun-
mediante intervista guidata da scheda preformulata, que prudenza nella loro interpretazione diretta; luso
elaborata seguendo le indicazioni riportate da BRUNI vulnerario, ad esempio, appare scarsamente citato in
et al., (1997). Le localit interessate inizialmente rapporto a risultati emersi in altre culture con tradi-
dallo studio sono le zone disposte attorno al Gruppo zione rurale ugualmente radicata (BRUNI et al.,
del Sella: Val di Fassa, Livinallongo, Colle Santa 1997). Luso per, se raggruppato coerentemente con
Lucia, il Comelico superiore, il Cadore e altre citazioni, come per esempio quella cicatrizzante,
lAmpezzano. I parametri di analisi - relativi allo rientra in una valutazione quantitativa pi corretta e
scopo della ricerca, la scelta ed il numero degli infor- consona alle aspettative correlate ad una tradizione
matori (62), le modalit delle interviste e lelabora- contadina.
zione dei dati raccolti sono stati discussi seguendo Anche gli usi veterinari, prevalentemente riferiti ad
le indicazioni riportate da WALLER (1993) e BRUNI et un impiego antiinfiammatorio esterno, appaiono
al. (1997). La posizione tassonomica stata chiarita particolarmente interessanti perch fortemente carat-
seguendo linquadramento sistematico proposto da
PIGNATTI (1982) e GASTALDO (1987), sulla base del teristici di alcune zone e non di altre. Un dato poi
riconoscimento visivo da parte dellinformatore su che si inquadra in questa prospettiva anche levi-
esemplari freschi. I campioni raccolti sono stati poi dente assenza di segnalazioni per usi veterinari in
sottoposti ad essiccazione, e conservati nellerbario alcune aree, come il Comelico Superiore (COS) ed il
presso la Sezione di Botanica del Dipartimento di Cadore (CAD), probabilmente perch nella realt
Biologia dellUniversit degli Studi di Ferrara. locale si inserita prepotentemente limprenditoriali-
182 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 181-182, 1999

TABELLA 1
I dati sono esposti in ragione delle zone esaminate; VdF: Val di Fassa; Liv: Livinallongo; CSL: Colle Santa Lucia; CoS: Comelico
Superiore; Cad: Cadore; Amp: Ampezzano. Le 76 specie vegetali individuate appartengono a 38 famiglie, tra cui quella delle Asteraceae
appare pi quantitativamente pi rappresentata.
The data are expressed in relation to the different area examined; VdF: Val di Fassa; Liv: Livinallongo; CSL: Colle Santa Lucia; COS:
Comelico Superiore; CAD: Cadore; AMP: Ampezzano. The families to which the 76 plant species are belonging to are 38; Asteraceae
family is represented by the highest number of plant species.
FAMIGLIE VdF LIV CSL CoS CAD AMP
Araceae 1 1
Aspidiaceae 1 1 1 1 1
Asteraceae 10 8 5 8 9
Berberidaceae 1 1 1
Betulaceae 1 1 1
Boraginaceae 1 2 1
Caprifoliaceae 1 2 1 1 1 1
Chenopodiaceae 1 1 1
Cruciferae 2 2 1 1 2
Cupressaceae 1 1 1 1 1 1
Equisetaceae 1 1 1 1 1 1
Ericaceae 2 2 1 1 2
Gentianaceae 1 1 1 1 1 1
Graminaceae 1 1 1 1 1
Guttiferae 1 1 1 1 1
Labiatae 5 2 2 4 5 4
Leguminosae 1 1 1 1
Liliaceae 1 2 1 1 2 1
Linaceae 1 1 1 1 1
Lycopodiaceae 1
Malvaceae 1 1 1 1 1 1
Oleaceae 1 1
Papaveraceae 2 1 2 1 1 1
Parmeliaceae 1 1 1 1 1
Pinaceae 5 5 2 5 4
Piperaceae 1 1 1
Plantaginaceae 2 2 2 2 2 2
Primulaceae 1 1 1
Ranunculaceae 2 2 5 1
Rosaceae 2 2 1 5 4 1
Scrophulariaceae 1 1 1 1
Solanaceae 1 1 1 1
Thymeleaceae 1
Tiliaceae 1 1
Umbelliferae 2 1 2 1 2
Urticaceae 1 1 1 1 1 1
Valerianaceae 1 1
Violaceae 1
t turistica a scapito della pastorizia. LETTERATURA CITATA
Per quanto concerne le preparazioni, linfuso appare BRUNI A., BALLERO M. AND POLI F., 1997 - Quantitative eth-
come la forma farmaceutica pi consueta. Un richia- nopharmacological study of the Campidano valley and Urzulei
mo particolare meritano infine un certo numero di district, Sardinia, Italy. J. Ethnopharmacol., 57: 97-124.
forme farmaceutiche tipiche di alcune aree di indagi- GASTALDO P., 1987 - Compendio della Flora Officinale
ne. Nel Livinallongo, viene utilizzata per esempio la Italiana. Piccin Editore, Padova.
resina essiccata di larice avvolta da una tipica sfoglia PIGNATTI S., 1982 - Flora dItalia. Edagricole, Bologna.
WALLER D.P., 1993 Methods in ethnopharmacology. J.
ladina a formare i casunziei; questi, mischiati al Ethnopharmacol. 38: 189-196.
foraggio, vengono utilizzati come rimedio digestivo
per gli animali da pascolo. RIASSUNTO. - Lindagine sulla etnofarmacologia delle
comunit ladine dolomitiche si sviluppata nelle aree dispo-
CONCLUSIONI ste attorno al gruppo del Sella, in particolare il Cadore, il
Comelico superiore, lAmpezzano, Colle Santa Lucia, il
Lindagine etnofarmacobotanica sulle popolazioni di Livinallongo e la Val di Fassa. I risultati emersi hanno evi-
cultura ladina fa emergere una radicata tradizione denziato una cultura fitoterapica fondata principalmente su
fitoterapica. Lemergere di elementi caratteristici 76 specie vegetali appartenenti a 38 famiglie. Per quanto con-
mette in evidenza unespressione etnico-culturale dis- cerne le forme farmaceutiche, linfuso ha evidenziato il mag-
omogenea, ma al tempo stesso si possono mettere in gior numero di citazioni, mentre come particolarit di singo-
le zone di indagine sono emerse preparazioni tipiche ed origi-
luce quegli elementi comuni che possono caratteriz- nali. I dati emersi mostrano nel complesso importanti ele-
zare un sapere terapeutico originario ladino. menti etnofarmacologici di analogia o di dissonanza tra le
diverse zone oggetto della ricerca.

AUTORI
S. Barbini, M. Tarascio., Gianni Sacchetti. e Alessandro Bruni
Dipartimento di Biologia, Universit degli Studi di Ferrara, Corso Porta Mare 2, 44100 Ferrara.
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 183-189, 1999 183
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Piante spontanee della tradizione ed immaginario collettivo in Alta


Garfagnana (Lucca): un centro di documentazione sulla cultura orale

A. PIERONI

ABSTRACT Wild plants related to the local mythological wisdom and the popular imaginary in the Northern part of the
Garfagnana Valley (Lucca): a Documentation Centre for Traditional Knowledge - Inside an ethnobotanical field research car-
ried out in the Northern part of the Garfagnana Valley (Lucca Province, north-western Tuscany, central Italy), wild plants
related to the local mythological wisdom were considered. The popular imaginary seems to be still very rich and unusual
peculiar aspects of the popular believing are reported for Brassica oleracea subsp. robertiana, Buxus sempervirens, Foeniculum
vulgare, Helicrysum italicum, Juniperus communis, Lepidium campestre, Satureja montana, Sedum reflexum and Vaccinium
gaultherioides. The collected data are discussed under demo-anthropological, historical and/or ethnopharmacological
points of view. Ethnobotanical issues represent also an important part of the research network which is focused in local
Documentation Centre for Traditional Knowledge Gastone Venturelli (in Piazza al Serchio), where different scientist
from different countries and research areas are involved.

Key words: mythic plants, ethobotany, anthropology, traditional knowledge, Tuscany.

INTRODUZIONE
Nellimmaginario popolare di molte regioni europee, parte, anche tra le generazioni pi giovani.
storie e leggende relative ad erbe ed alberi rappresen- METODO
tano uno dei marcatori antropologici interessanti, Lindagine si volutamente concentrata sulle specie
seppur spesso assai poco analizzati. Le ricerche etno- spontanee e naturalizzate, escludendo le piante colti-
botaniche nellareale mediterraneo e in particolare vate, per le quali si rimanda ad altre indagini preli-
nella Toscana Nordoccidentale (U NCINI minari effettuate in zona (UNCINI MANGANELLI e
MANGANELLI e TOMEI, 1999) si sono indirizzate TOMEI, 1998), ed il cui carico di storie e credenze
verso indagini farmaco-botaniche e quasi mai verso correlate certamente, specie per la presenza attuale
linterpretazione dellimmaginario collettivo relativo di numerosissime specie di recente importazione,
alle specie vegetali spontanee ed alle possibili piste meno rilevante.
antropologiche ed etnofarmacologiche che vi sono Informazioni sulle entit vegetali e sui riti inerenti
sottese. Lo studio della cosmologia legata a leggende limmaginario collettivo sono state raccolte nei
e credenze relative alle piante in una determinata Comuni di Vagli, Piazza al Serchio, San Romano in
regione, sia attraverso studi di medicina storica, che Garfagnana, Minucciano, Giuncugnano e Sillano,
ricerche antropologiche sul campo, per centrale allinterno di un progetto sul territorio che, attraver-
per qualsiasi indagine che voglia saper correttamente so la collaborazione offerta della Comunit Montana
interpretare le informazioni sulluso di determinate della Garfagnana, ha visto coinvolte anche le Scuole
specie ed alla base dellapproccio etnofarmacologi- Medie Statali di Piazza al Serchio e Gramolazzo e
co (DOS SANTOS e FLEURENTIN, 1993). circa settanta ragazzi. Campioni delle specie botani-
Il territorio dellAlta Garfagnana, incuneato tra le che prese in esame sono stati inventariati ed identifi-
Alpi Apuane ad Ovest e lAppennino Tosco-Emilano cati (PIGNATTI, 1997).
ad Est e compreso secondo una definizione storica ed Informazioni etnobotaniche sulle piante spontanee
amministrativa nei comuni di Piazza al Serchio, di uso rituale sono state ottenute da 27 informatori
Minucciano, Sillano e Giuncugnano (oggi facenti di et compresa tra 52 e 87 anni.
parte dellestremo settentrionale della Provincia di Un erbario di riferimento cos come il materiale della
Lucca), costituisce del resto un campo di ricerca pre- ricerca conservato presso Centro di Documen-
zioso, in quanto il patrimonio legato alla conoscenza tazione Gastone Venturelli a Piazza al Serchio
delle piante ed alla cultura orale sopravvive ancora (Lucca).
nella memoria di molti anziani e, seppure in minima
184 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 183-189, 1999

RISULTATI Il termine con cui viene definita la specie localmente


Qui di seguito sono riportate le specie citate dagli (zucca matta) indicativo del pericolo di un possi-
informatori nel quadro di rilievi legati a particolari bile sovraddosaggio (qualche volta faceva ammatti-
credenze e/o utilizzazioni che lautore ritiene di par- re).
ticolare interesse antropologico. Buxus sempervirens L., Buxaceae.
Nomi vernacolari: Bussolo, Bossolo, Il verde.
Allium vineale L., Liliaceae I rametti di questa specie rappresentano lelemento
Nome vernacolare: Aglio Selvatico.
centrale di quello che, in maniera ubiquitaria in tutto
Come per laglio domestico, nellarea studiata
conosciuta unazione della pianta contro il maldoc- il territorio studiato, conosciuto come il gioco del
chi. verde. Durante la Quaresima, secondo altre versioni
durante la Settimana Santa, o semplicemente la mat-
Artemisia absinthium, Compositae. tina del giorno di Pasqua, i pi giovani erano soliti
Nome vernacolare: Erbo bon. mettersi in tasca un rametto di bussolo in segno
Gli usi nella medicina popolare della Garfagnana di beneaugurante. Incontrandosi tra loro chiedevano
questa specie come digestivo (anche nella medicina Ce lhai il verde?, chi non ce laveva doveva pagare
veterinaria) e per lo svezzamento dei neonati legano con una penitenza, offrendo al vincitore una cara-
certamente la loro fortuna al sapore amaro delle mella, un uovo, un qualsiasi regalo. In una versione
parti aeree della pianta. Questo caratterizzato da raccolta a Caprignana sembra si dovesse tenere per
unaccezione positiva (era amaro e faceva bene), tutta la Quaresima una foglia di bussolo in bocca
che si ritrova per altro in molte altre zone e per molte che durava fino al giorno di Pacsqua.
altre piante dal sapore amaro. In altre segnalazioni questa specie sembrerebbe rap-
Interessante notare come nel vernacolo locale presentare un antidoto contro gli streghi; nei rac-
amaro sia diventato sinonimo di buono (erbo conti popolari locali si riporta di mazzi di bussolo
bon, appunto). gettati dalla torre per indicare la strada. Le parti aeree
Brassica oleracea L. subsp. robertiana (Gay) Rouy et della pianta erano utilizzate per pulire dalla cenere i
Fouc. forni a legna, anche come sorta di benedizione. Non
Nomi vernacolari: Cavolo di San Viano, Cavolo di un caso che a Coreglia Antelminelli (circa 20 km. a
San Viviano. Sud del territorio studiato) un enorme mazzo di
Questa specie spontanea, che ha una distribuzione Buxus venga ancor oggi posto sul campanile della
etrusco-ligure-provenzale, rappresenta una particola- chiesa alla vigilia della Festa del Santo Patrono (San
rit botanica dellarea apuana ed in Garfagnana si Michele), durante la quale tradizionalmente veniva-
rinviene in una zona circoscritta nella zona di no cotti pane e dolci tipici nei forni a legna.
Campocatino e del Monte Tambura che fa da con- Nel mondo delle leggende e credenze germanico la
torno ad una delle rappresentazioni pi popolari pianta ampiamente riportata per le sue attitudini
della zona (BIAGIONI, 1998). anti-demoniache gi in molti testi medioevali
Sul luogo della supposta grotta-rifugio dove avrebbe (Grimmelshausen, Bock), mentre nel folklore della
soggiornato nel medioevo questa sorta di eremita Svizzera settentrionale i rametti di Buxus proteggono
popolare, oggi sorgono una chiesa ed una tomba a dal pericolo dei lampi e il bestiame dagli spiriti mali-
lui intitolate. Il 22 Maggio di ogni anno una proces- gni. Nella regione della Transilvania (regione dello-
sione popolare viene effettuata in suo onore, e la sta- dierna Romania da sempre abitata da una maggio-
tua del Santo portata in processione ornata delle ranza tedesca) noto luso popolare di portare con s
sole foglie e fiori di Brassica oleracea L. subsp. rober- un rametto di bussolo prima di effettuare un viag-
tiana. gio come portafortuna. In tutta la Germania occi-
Gli abitanti del paese di Vagli sostengono che questa dentale rametti di Buxus rappresentano ancor oggi
specie abbia rappresentato il solo nutrimento di San quello che nel Mediterraneo lulivo benedetto della
Viano durante il suo eremitaggio e che mangiarne Domenica delle Palme.
alcune foglie o tenerla in casa sia di buon auspicio. Il giorno di S. Matteo (24 Febbraio), sempre in
Bryonia dioica Jacq., Cucurbitaceae ambiente germanico, le ragazze erano solite fare un
Nomi vernacolari: Zucca matta, Colacci, Erba de gioco, bendandosi gli occhi: chi per prima avesse rag-
bisci. giunto il rametto di bussola sul tavolo, si sarebbe
Luso residuale di questa specie, assai tossica, rima- fidanzata nel prossimo futuro. Il carattere oracolare
sto ben vivo nelle tradizioni dellAlta Garfagnana, sia della pianta nella Mitteleuropa confermato altre
in cucina (i giovani getti vengono utilizzati in fritta- due interessanti usanze popolari: per Natale o
te e nel ripieno dei tortelli, PIERONI, 1999a; 1999b), Capodanno in un piatto pieno dacqua venivano dis-
sia nella medicina popolare. A questo riguardo noto poste tante foglie di Buxus quanti erano i compo-
luso di macerati acquosi freddi della radice seccata, nenti della famiglia, ed ogni fogliolina veniva appel-
come diuretico, perch faceva bene alle ossa e con- lata con il nome di un componente; se la foglia lin-
tro le febbri maltesi. Una sorta di pomata casalinga domani fosse stata ancora verde, la persona corri-
preparata lasciando cuocere lentamente pezzetti di spondente avrebbe avuto salute nel nuovo anno,
radice con acqua ed olio sarebbe stata applicata ester- mentre una foglia macchiata avrebbe predetto malat-
namente (dallalto in basso) nelle sciatalgie. tie, uneventuale macchia nera addirittura la morte.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 185

Se una foglia appoggiata sulla stufa accesa fosse di Euphorbia lathyris venivano spruzzati sulle colture
diventata concava, il soldato sarebbe tornato sano allo scopo di impedire furti: leventuale ingestione
dalla guerra, se si fosse raggrinzita invece sarebbe dei frutti trattati a questo modo avrebbe comportato
ritornato ferito o sarebbe morto. Anche marginal- una drastica azione lassativa. A Caprignana presen-
mente in Francia ed in Bulgaria la specie nota come te anche una versione che certamente affonda le radi-
oracolo: le ragazze bulgare erano ad esempio solite ci nella segnatur: se si fossero utilizzate le foglie
mettere sulla stufa accesa due foglie di bussolo: nel della pianta rivolte verso il basso rispetto allasse del
caso le foglie si fossero accartocciate sfiorandosi, il fusto si sarebbe ottenuta unazione purgante del
matrimonio sarebbe stato vicino (HOFFMANN- macerato, se verso lalto, una emetica.
KRAYER, 1942). Lazione irritante del tratto gastrointestinale delle
Morfologicamente le foglie del bussolo non pre- Euphorbiaceae stata negli ultimi tempi ben studia-
sentano caratteristiche di rilievo (non sono ad esem- ta e viene oggi attribuita al contenuto in euforbone e
pio appuntite come le foglie del ginepro o della gine- forbolesteri (ROTH et al., 1994).
stra e non pi appuntite di tantissime altre specie, Foeniculum vulgare Miller ssp. vulgare, Umbelliferae.
carattere questo che potrebbe rendere conto della sua Nomi vernacolari: Finocchio selvatico, Anacini.
azione magica contro gli spiriti maligni), mentre Qualche rametto di finocchio selvatico, assieme a
nelletnofarmacia popolare mitteleuropea noto un foglie di olivo benedetto e sale, rappresentava il
loro uso in forma di decotto contro la febbre ed addi- nucleo centrale del breo o brevetto, un sacchetto
rittura come ingrediente aggiuntivo nella birra, al costituito da un involucro di stoffa rossa che veniva
quale avrebbe conferito propriet eccitanti e narcoti- appeso alle corna delle mucche (pi raramente con
che al contempo (RTSCH, 1998). una spilla anche alla canottiera di qualche contadino)
In altre zone italiane (addirittura anche gi in contro il malocchio. La valenza storico-antropologi-
Lucchesia) e mediterranee non si riscontra alcuna ca del finocchio come simbolo di fertilit nel mondo
particolare pregnanza antropologica a riguardo di classico ben noto nellasta di Thyrsos, emblema dei
questa specie, ci che potrebbe far supporre una deri- culti dionisiaci nella Grecia antica: questa era costi-
vazione germanica del gioco del verde. La domina- tuita da una grosso fusto di finocchio selvatico alla
zione longobarda, che in Alta Garfagnana ha lasciato cui testa linfiorescenza del finocchio era sostituita da
numerose tracce, potrebbe aver rappresentato un ele- una pigna di Pinus pinea, e talvolta il tutto era avvol-
mento di veicolazione di tradizioni mitteleuropee. to da tralci di edera (RTSCH, 1995).
Carlina acaulis L., Compositae. Nella medicina popolare in ogni angolo del
Nomi vernacolari: Fiore di San Pellegrino, Scarzone. Mediterraneo il finocchio selvatico sempre stato del
Anche in questo caso limmaginario popolare della resto usato come galattagogo, mentre Santa Ildegarda
pianta legato alla figura di un Santo: San di Bingen (che, ovviamente, conosceva la pianta
Pellegrino, appunto. Nella regione studiata si dice come importata) nel XIII secolo gli attribuiva can-
che il fiore sia rivolto sempre verso San Pellegrino in didamente propriet anti-depressive (VON BINGEN,
Alpe (un antico borgo sullAppennino Tosco- 1993). Recenti indagini fitochimiche hanno dimo-
Emiliano, vicinissimo alla zona oggetto della presen- strato che lo spettro dei composti terpenici presenti
te ricerca, dove sono conservate le spoglie del Santo) nel finocchio selvatico (la specie presumibilmente
e che il Santo stesso si sia nutrito solo dei suoi ricet- pi usata nel mondo antico) molto diverso da quel-
tacoli fiorali. lo del finocchio coltivato (sia per scopi alimentari,
Clematis vitalba L., Ranunculaceae. che medicinali): la grande quantit di metilcavicolo
Nome vernacolare: Vezzadro. presente nellolio essenziale di finocchio selvatico
I giovani getti della pianta sono largamente apprez- (38% contro 2-3% nel coltivato, HNSEL et al.,
zati in Garfagnana, come in molte altre regioni ita- 1993), sostanza per la quale stata ipotizzata una-
liane, in frittate primaverili. Ma in Alta Garfagnana zione psicotropa (RTSCH, 1998), potrebbe sorpren-
decotti delle foglie sarebbero stati utilizzati per fare dentemente confermare lazione antidepressiva attri-
dei bagni contro il maldocchio. buitagli da Santa Ildegarda.
Euphorbia lathyris L., Euphorbiaceae. Helichrysum italicum (Roth) Don, Compositae.
Nome vernacolare: Cacabuzzi. Nomi vernacolari: Canugiolo, Canugioro, Incenso.
Luso popolare di deterrenti naturali per scoraggiare Le parti aeree seccate della specie venivano bruciate
la raccolta prematura delluva, che certo in durante la notte di Natale, al suono dellAve Maria.
Garfagnana rappresentava un bene da tenere in gran La pianta entrava del resto, insieme a zinepro e
conto, noto anche in altre zone della Toscana ginestra nella composizione originaria dei
Nordoccidentale. In una ricerca condotta circa venti Natalecci di Gorfigliano, degli imponenti fuochi
anni fa in Alta Versilia veniva riportato per lo stesso allaperto che vengono ancor oggi effettuati la sera
scopo luso di estratti acquosi dei frutti del Tamus della vigilia di Natale.
communis L. (CORSI et al. 1981). In Garfagnana con Alcune segnalazioni riferiscono che i fiori seccati
il termine popolare cacabuzzi viene indicata sia dellHelichrysum venivano invece messi nelle scarpe
questa specie sia Solanum nigrum, di cui sono utiliz- e cos passava il freddo.
zati i frutti. In zona per altro molto noto un utilizzo medicina-
Estratti acquosi (ottenuti a freddo) delle parti aeree le (ed anche veterinario) delle parti aeree della pian-
186 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 183-189, 1999

ta, che, specialmente in forma di suffumigi, consi- su pietra della Madonna conservato a Marienort
derata un toccasana per ogni tipo di affezione delle presso Ratisbona vi fosse giunto attraverso il
vie respiratorie. Danubio su di una imbarcazione costruita in legno
In ambiente tedesco Helichrysum sarebbe stato fuma- di ginepro, e cos via (HFLER, 1990).
to in segno beneaugurante alla nascita di un nuovo Lepidium campestre (L.) R. Br., Cruciferae.
bambino, e nella Bassa Franconia sarebbe stato posto Nomi vernacolari: Erbo de tedeschi, Radicchio de
sotto il cuscino della puerpera per facilitare il parto. tedeschi.
In caso di eventuale tragica morte della stessa duran- La segnalazione delluso alimentare delle rosette
te il parto, una corona di Helichrysum sarebbe stata basali di Lepidium campestre bollite e condite con
deposta sul letto (HOFFMANN-KRAYER, 1942). olio (Petrognano, Piazza al Serchio) presenta la parti-
In Anatolia meridionale (Turchia) le parti aeree di colarit di un corollario assai ampio di storie legate al
Helichrysum plicatum vengono messe sotto il letto suo nome vernacolare. Luso dellerbo de tedeschi
per allontanare il pericolo dei serpenti (YEILADA et non mai stato fino a oggi documentato in Italia in
al., 1995). letteratura, sebbene diverse specie di Lepidium rap-
Junglans regia L., Juglandaceae. presentassero nel Medioevo piante aromatiche per
Nomi vernacolari: Noce. eccellenza nellambiente mitteleuropeo (KSTER,
Come in molte altre regioni italiane ed europee 1997). Le persone anziane del luogo oggetto della
(BROSSE, 1992), il noce ha una valenza simbolica presente indagine sono propense a giustificare lap-
importantissima nella cultura popolare. Cos lnflus- pellativo de tedeschi con aneddoti legati alla pre-
so negativo dellombra dellalbero, sotto il quale si senza dei tedeschi in Garfagnana durante il secondo
dice si radunassero gli streghi ben sintetizzato in conflitto mondiale (lerbo non cera prima della
Alta Garfagnana da una credenza raccolta a Sillano: guerra, quando vennero i tedeschi, nei prati dove
Chi andava in un campo dove cerano dei noci, misero i cavalli, cominci a nascere questo erbo; i
veniva poi stregato e portato in Corsica (la Corsica cavalli dei tedeschi, concimando il terreno, enno stati
nellimmaginario di molti anziani del luogo un loro che hanno portato il seme, lerbo venne offer-
luogo mitico, lontanissimo; storicamente rappresen- to ai tedeschi quando se ne andarono dopo la
ta invece la meta verso cui molti garfagnini nei seco- Liberazione), ma questa rappresenta certamente una
li scorsi dovettero emigrare). giustificazione a posteriori di una storia pi antica, se
vero che con lepiteto dei tedeschi almeno fino
Juniperus communis L., Cupressaceae. allinizio di questo secolo venivano appellate in
Nomi vernacolari: Zinepro, Zinebro, Ginevro, Lombardia diverse specie di Lepidium (PENZIG,
Ginebro, Ginepro. 1974). Una probabile importazione dal Nord (via
Bruciare un rametto di zinepro la Notte di Natale longobarda?) della tradizione di utilizzo alimentare
per scacciare gli spiriti e per riscaldare Ges della specie, forse nellAlto Medioevo, potrebbe esse-
Bambino era una tradizione consolidata in tutta la re anche in questo caso assai plausibile;
Garfagnana (la pianta rappresentava anche nella tra-
dizione il componente principale dei Natalecci di Olea europaea L., Oleaceae
Gorfigliano). A Sillano si racconta anche che la Nome vernacolare: Olivo.
Madonna quando Ges scapp, per fuggire dai sol- Alcune foglie della pianta (usanza questa comune ad
dati, fu riparata dal ginepro, mentre il detto tu altre regioni) venivano usate nella cerimonia per
ginestra maledetta non brugerai n verde n secca, tu togliere il maldocchio (UNCINI MANGANELLI e
ginebro benedetto brugerai verde e secco rappresen- TOMEI, 1998). A Petrognano si racconta venisse
ta un estratto della rappresentazione del teatro popo- anche bruciata allesterno dellabitazione, come
lare del Maggio, ben conosciuto da tutti gli anzia- forma di intercessione divina, in caso di grandinate
ni della zona. Interessante sottolineare che con larri- estive, che avrebbero devastato i raccolti.
vo della tradizione dellalbero di Natale in Foglie di olivo benedetto erano anche utilizzate nella
Garfagnana alcuni decenni orsono, spesso si utiliz- preparazione del breo (v. Foeniculum vulgare
zato un arbusto di ginepro al posto del classico albe- Miller, Umbelliferae).
rello di abete (tipico esempio di innesto di tradizioni Rosa canina L., Rosaceae.
locali su costumi di importazione). Nomi vernacolari: Pittellenga, Peterlenga, Rosa sel-
Le radici etno-storiche ci riportano per il zinepro vatica.
sia al mondo greco-romano (dove per dominano La parte interna dei giovani getti della rosa selvatica
altre specie di Juniperus), e soprattutto al mondo ger- venivano mangiati un tempo in Alta Garfagnana
manico: in questultimo Juniperus communis come snack dai pi giovani (PIERONI, 1999). I frut-
(Kranewit), al pari del sambuco, stato da sempre ti (le pittelenghe o peterlenghe propriamente
considerato un arbusto sacro. Il potere magico ed dette) servivano, oltre che per scopi alimentari e
apotropaico del ginepro, e soprattutto il carattere di medicinali, a fare collane. I petali delle rose benedet-
ponte tra mondo terreno e mondo soprannaturale ti il giorno di Santa Rita (22 Maggio) venivano man-
attribuitogli, confermato largamente da numerosis- giati da ogni membro della famiglia in segno beneau-
sime credenze anche a carattere religioso. Cos in gurante (Orzaglia). In molte aeree europee la rosa sel-
aneddoti estoni e germanici si racconta che la croce vatica (sia le sue parti verdi, che i suoi frutti), forse
di Cristo contenesse legno di ginepro, che il ritratto grazie alle sue spine, veniva considerata un antidoto
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 187

contro streghe ed influssi maligni (soprattutto a pro- al., 1981).


tezione del bestiame). In Alta Garfagnana si riporta Questa credenza risulterebbe invece pressoch scono-
anche il detto pittellenga pittellenga chi tha fatto sciuta nella parte bassa della Garfagnana ed in
che ti tenga, che veniva pronunciato nel caso ci si Lucchesia, cos come in altre aree mediterranee ed
fosse feriti con i suoi rami spinosi. europee.
Solanum nigrum L., Solanaceae Un aspetto assai determinante nella scelta oracola-
Nome vernacolare: Cacabuzzi. re di Sedum potrebbe essere rappresentato dal fatto
Vedi Euphorbia lathyris L., Euphorbiaceae. che nel periodo dellAscensione questa specie costi-
Spartium junceum L., Leguminosae. tuisce nelle zone pi alte della valle una delle poche
Nomi vernacolari: Ginestra. piante spontanee in fiore.
I fiori della ginestra venivano usati per addobbare le Vaccinium gaultherioides Bigelow (Vaccinium uligino-
strade nelle processioni del Corpus Domini, mentre sum ssp. microphyllum Lange), Ericaceae.
i fusti secchi venivano bruciati nei Natalecci di Nome vernacolare: Bagola del lupo.
Gorfigliano. I fusti erano anche utilizzati in Dallabitato di Dalli Sotto proviene una credenza
Garfagnana per fabbricare scope, con le quali si puli- secondo cui questa pianta non va mangiata, perch
va il camino. maligna, in quanto la mangiano i lupi. I frutti di
Alla ginestra vengono ascritte, dalle credenze popola- questa specie e le loro propriet allucinogene sono
ri di tutta lEuropa, attitudini contro le streghe ancor oggi ben conosciute nelle pratiche sciamaniche
(Germania, Inghilterra, Francia, Portogallo). (quelle rimaste) della regione siberiana, dove si uti-
I semi della ginestra, tossici per il contenuto in citisi- lizzano i frutti in forma di decotto ed assieme alla
na (alcaloide), sarebbero stati mangiati come i fagio- ben pi nota Amanita muscaria (RTSCH, 1998). Il
li nella Renania Settentrionale fino a pochi secoli fa paleoantropologo Bjrn Kurtn sostiene che gi nella
(CEPL-KAUFMANN e SCHMITT-FLLER, 1996), men- prima Et della Pietra, almeno nellEuropa
tre le propriet allucinogene di decotti concentrati di Settentrionale, dove questa specie tipica dei climi
fiori di diverse specie di Spartium e Cytisus (cos freddi ed alpini di casa, luso di una bevanda psi-
come dei fiori seccati e fumati) sono assai noti in coattiva a base dei frutti di una pianta appartenente
molti ambienti underground e psiconautici lega- alla famiglia delle Ericacee (qual il V. gaultherioides)
ti a culture giovanili contemporanee (RTSCH, dovesse essere ben noto. In Scandinavia nel
1998). Medioevo dai frutti di questo falso mirtillo veniva
Satureja montana L., Labiatae. prodotta del resto una bevanda alcolica. In Tirolo si
Nomi vernacolari: Timo, Timo selvatico. ritiene ancor oggi che i bambini che inavvertitamen-
La Labiata chiamata tradizionalmente in Garfagnana te ingerissero i frutti del V. gaultherioides perderebbe-
ed in tutta la regione Apuana timo o timo selvati- ro il senno (RSTCH, 1998).
co non ha niente a che vedere con il timo propria- I dati tossicologici pi recenti confermano levidenza
mente detto, ma si tratta invece dellaromaticissima di unazione allucinogena, con vomito, dilatazione
Satureja montana. Mazzi di timo (con le radici) papillare e nausea, che sopravviene dopo lingestione
venivano seccati in Alta Garfagnana ed appesi a testa di una quantit sostenuta di frutti. Nonostante que-
in gi in camera da letto per scacciare gli spiriti. ste evidenze, non stato ancora trovato il principio
Lo stesso uso noto sullaltro versante apuano attivo responsabile di questa azione; viene ipotizzato
(CORSI et. al., 1981). per che lorigine di questi effetti sia da attribuire ad
In questo caso, come per il zinepro, si ha a che fare un fungo parassita della polpa dei frutti e specifico
con caratteri morfologici assai marcati che potrebbe- per questa specie: Sclerotinia megalospora Wot.
ro aver giustificato questa usanza: foglie appuntite e (ROTH et al., 1994). Questo spiegherebbe anche las-
fortemente aromatiche. soluta assenza anche solo di simili evidenze nelle altre
Sedum reflexum L., Crassulaceae. specie di mirtillo (mirtillo comunemente detto,
Nomi vernacolari: Erbo dellAscensione, Parrucca. Vaccinium myrtillus L. e mirtillo rosso, V. vitis-idaea
Questa specie protagonista di una delle credenze L., entrambi largamente conosciuti ed utilizzati nella
pi peculiari della zona: veniva raccolta (con le radi- cucina e nella medicina popolare dellAlta
ci) il giorno dellAscensione e messa in casa: se mori- Garfagnana).
va succedeva qualcosa di brutto, se non moriva non La credenza segnalata a Dalli e lassociazione con la
succedeva niente; in questa versione la pianta sareb- figura del lupo, che nellimmaginario popolare ha
be stata dunque espiantata con le radici e trapiantata spesso a che vedere con qualcosa di malefico ed al
in vaso. contempo fuori del normale, potrebbero rappre-
In altre versioni la pianta veniva sradicata e semplice- sentare un evidente conferma della conoscenza e
mente appesa al soffitto: anche in questo una sua fio- forse di un possibile uso a carattere rituale, in tempi
ritura avrebbe predetto bene in famiglia, nel caso remoti, delle bagole del lupo anche in regioni euro-
contrario ci si sarebbero dovute attendere disgrazie. pee pi meridionali.
In tutta lAlta Garfagnana la tradizione dellerbo Vicia sativa L., Leguminosae
dellAscensione era largamente diffusa ed anche in Nome vernacolare: Veccia.
Alta Versilia, sullaltro versante apuano, lo stesso uso In Alta Garfagnana le vecce spontanee, a dispetto
veniva descritto a Ruosina e Giustaniana (CORSI et della loro natura infestante i raccolti, erano tradizio-
188 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 183-189, 1999

nalmente considerate nellimmaginario collettivo etnofarmacologica.


come elementi purificatori. I semi delle vecce, che Se infatti felicemente anche in Italia si assiste ad un
si rinvenivano di solito in mezzo ai chicchi della sega- nuovo (o rinnovato) interesse per la disciplina etno-
le, venivano talvolta macinati assieme ad essa e pani- botanica, troppo spesso questo non avviene allinter-
ficati, e tal altra raccolti e quaranta giorni prima della no dei precisi riferimenti socio-antropo-culturali
Pasqua seminati in luogo oscuro. Le piante nate e tipici di un territorio. La dichiarazione di Belm ed il
cresciute cos in assenza di luce sarebbero state utiliz- codice etico sottoscritti della INTERNATIONAL
zate durante la Settimana santa per ornare di ele- SOCIETY OF ETHNOBIOLOGY (1988 e 1996) dovreb-
menti di candore il Santo Sepolcro. bero per nel frattempo aver chiaramente delineato
standards importanti per ci che concerne i frame-
DISCUSSIONE works della ricerca etnobiologica, nonch, implicita-
Dai dati sommariamente riassunti si evince come il mente, la definizione stessa di un orizzonte che, in
patrimonio di credenze e leggende legato alle specie quanto necessariamente basato su di un approccio
vegetali sia ancora molto ricco in Alta Garfagnana. pluridisciplinare ed interdisciplinare e su di una
Allo scopo di convogliare in un unico centro collet- necessaria ricaduta per le popolazioni locali, assai
tore tutte le ricerche di carattere etno-antropologico pi ampio e diverso da quello della botanica farma-
ed etnobotanico legate alle tradizioni popolari ed alla ceutica sensu strictu o delle scienze fitochimiche, fito-
farmacologiche e fitoterapiche.
cultura orale, e che si susseguono da pi di trenta
anni sul territorio dellAlta Valle del Serchio, nel Ringraziamenti Lautore in debito particolare con tutti
Novembre 1998 stata inaugurata a Piazza al Serchio quei garfagnini che nei diversi paesi, hanno accettato di
una Biblioteca-Centro di Documentazione sulla condividere e mettere a disposizione i loro saperi sulle
Cultura Orale intitolato alla memoria dellantropolo- piante spontanee nelle tradizioni locali.
go Gastone Venturelli, recentemente scomparso. Il Un ringraziamento speciale dovuto al Sindaco di Piazza
centro promosso dai comuni dellUnione dellAlta al Serchio Dott. Umberto Bertolini e allAssessore alla
Cultura dellUnione dei Comuni dellAlta Garfagnana,
Garfagnana (Piazza al Serchio, Sillano, Minucciano e Marzia Cassettai (c/o Biblioteca - Centro di
Giuncugnano) ed gestito dal Comune di Piazza al Documentazione del Territorio Gastone Venturelli,
Serchio; collabora con le scuole del territorio, col- Piazza al Serchio, Lucca), per linstancabile sostegno nel
legato strettamente al Centro Tradizioni Popolari lavoro di raccordo sul territorio di questa ricerca.
della Provincia di Lucca ed intrattiene rapporti LETTERATURA CITATA
costanti con docenti universitari e associazioni italia- BIAGIONI P.L., 1998 - Erbe alimentari ed eremiti: il caso del
ne ed europee legate alla tradizione orale. Il materia- Cavolo di San Viano sulle Alpi Apuane. In PIERONI A.
le presente deriva dal territorio della Garfagnana e la Erbi boni, erbi degli streghi / Good weeds, witches weeds,
sezione etnobotanica rappresenta una parte impor- experiences, Kln, Germania.
tante del patrimonio di cultura orale che il centro BINGEN H. VON, 1993 - Heilkraft der Natur Physica.
Weltbild Verlag, Freiburg (Ristampa).
sostiene. BROSSE J., 1992 - Magie der Pflanzen. Olten, Svizzera.
Un progetto di digitalizzazione di tutto il materiale CEPL-KAUFMANN G. und SCHMITT-FLLER R., 1996 -
raccolto in anni di attivit sul territorio in corso. Niederrheinisches Kochbuch 1777. Grupello Verlag,
Questo consta di pi di 150 cassette audio video Dsseldorf, (Ristampa).
CORSI G., GASPARI G. e PAGNI A.M., 1981 - Luso delle
VHS, un centinaio di audio cassette, 1500 negativi piante nelleconomia domestica della Versilia collinare e
fotografici, oltre a numerose pubblicazioni, libri e montana. Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Mem., Serie B, 87:
manoscritti legati alla scienze etno-antropologiche ed 309-386.
alla cultura orale locali. DOS SANTOS J.R. et FLEURENTIN J., 1993
Lethopharmacologie: une approche pluridisciplinaire. In:
Il Centro si propone anche come punto di riferi- YOUNOS C. Ethnopharmacologie: sources, methodes, objec-
mento di un progetto pilota per un lavoro di ricerca tives. Actes de 1er Colloque dEthnopharmacologie,
costante sul recupero delle tradizioni popolari legate Metz, 22-25 Marzo 1990, ORSTOM, Paris.
alla cultura orale, di educazione permanente verso la HNSEL R., KELLER K., RIMPLER H. und SCHNEIDER G.,
1993 - Hagers Handbuch der pharmazeutischen Praxis,
popolazione locale ed i pi giovani, per lo studio e la Drogen. Springer-Verlag, Berlin.
diffusione del materiale raccolto e per una loro inte- HOEFLER M., 1990 - Volksmedizinische Ethnobotanik der
razione con altri networks italiani ed europei e Germanen. VWB Verlag, Berlin (Ristampa).
soprattutto con contesto socioeconomico locale. HOFFMANN-KRAYER E., 1942 - Handworterbuch des det-
schen Aberglaubens. Berlin/Leipzig.
In unarea tradizionalmente isolata ed economica- INTERNATIONAL SOCIETY OF ETHNOBIOLOGY 1988, -
mente depressa come lAlta Garfagnana un recupero Declaration of Belm. http://guallart.dac.uga.edu/belem.
a tutto tondo dei patrimoni di conoscenza popolare _, 1996 - Code of ethics. http://guallart.dac.uga.edu/ethics.
legati allagricoltura tradizionale e alle conoscenze KSTER H., 1997 - Kleine Kulturgeschichte der Gewrze.
etnobotaniche potrebbe infatti dare slancio a piccoli C.H. Beck Verlag, Mnchen.
PIGNATTI S., 1997 - Flora dItalia. Edagricole, Bologna.
progetti ed iniziative in campo agronomico, gastro- PENZIG O., 1974 - Flora popolare italiana. Raccolta dei
nomico e del turismo ambientale, soprattutto per ci nomi dialettali delle principali piante indigene e coltivate
che concerne piante spontanee tradizionalmente in Italia, Edagricole, Bologna.
usate per fini alimentari e medicinali, tali da concre- PIERONI A., 1999a - Gathered wild food plants in the upper
valley of the Serchio river (Garfagnana), central Italy,
tizzare modelli di sviluppo sostenibile che sono sot- Economic Botany, 53 (3): 327-341.
tesi ad ogni serio progetto di ricerca etnobotanica ed _, 1999b - Toxic plants as food plants in the traditional uses
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 189

of the Eastern Apuan Alps Region, North-West Tuscany, inner Taurus Mountains, J. Ethnopharmacol. 46, 133-
Italy. in: GUERCI A. (ed.) Il cibo e il corpo. Dal cibo alla 152.
cultura, dalla cultura al cibo, Erga Edizioni, Genova:
267-272. RIASSUNTO - Nellambito di una ricerca etnobotanica
RTSCH C. 1995 - Heilkruter der Antike. Diedrichs effettuata nel territorio dellAlta Garfagnana (propaggine
Verlag, Mnchen. settentrionale della Provincia di Lucca), sono state consi-
_, 1998 - Enziklopdie der psychoaktiven Pflanzen. AT derate le specie vegetali spontanee (medicinali e non, ali-
Verlag, Aarau. mentari e non) particolarmente interessanti per il com-
ROTH L., DAUNDERER M. und KORMAN K., 1994 - plesso di credenze popolari legate allimmaginario colletti-
Giftpflanzen Pflanzengifte. ecomed, Landsberg/Lech. vo locale. In particolare si riportano aspetti rituali peculia-
UNCINI MANGANELLI R.E. e TOMEI P.E., 1998 - Le piante ri ed inusuali per Brassica oleracea subsp. robertiana, Buxus
magiche della Garfagnana: considerazioni preliminari. In: sempervirens, Foeniculum vulgare, Helichrysum italicum,
PIERONI, A. Erbi boni, erbi degli streghi / Good weeds, wit- Juniperus communis, Lepidium campestre, Satureja monta-
ches weeds, experiences, Kln. na, Sedum reflexum e Vaccinium gaultherioides. I dati rac-
_, 1999 - Documenti per la conoscenza delle tradizioni etno- colti vengono discussi avanzando possibili piste interpre-
farmacobotaniche in Toscana, Edizioni S. Marco tative demoantropologiche, storiche e/o etnofarmacologi-
Litotipo, Lucca. che, e sottendono un percorso di ricerca etnografico che
YESILADA E., HONDA G., SEZIK E., TABATA M., FUJITA T., rappresenta lelemento catalizzante di un locale centro di
TANAKA T., TAKEDA Y. and TAKAISHI Y., 1995 - documentazione sulla cultura orale (Piazza al Serchio), a
Traditional medicine in Turkey. V. Folk medicine in the cui afferiscono studiosi di diverse discipline.

AUTORE

Andrea Pieroni, Venloer Str. 233a, D-50823 Kln, Germania. E-mail: uzs51a@uni-bonn.de, experiences@netcologne.de
190 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 190-192, 1999
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Preparati fitoterapici vulnerari in uso nel Salento

A. FRIGINO, G. SACCHETTI, A. BRUNI e F. POLI

ABSTRACT - Vulnerary phytotherapic resources of the Salento territory. - The phytotherapic resources of the Salento terri-
tory based on vulnerary remedies consist in 48 plant species belonging to 27 families. The more employed preparations
are the application of fresh plant material, decoction, and cataplasm.

Key words: phytotherapy, vulnerary remedies, Salento.

INTRODUZIONE
Il Salento un territorio che nella Storia ha subito re, come medici e farmacisti. I parametri di analisi -
linfluenza di diverse correnti culturali, poich per relativi allo scopo della ricerca, la scelta ed il numero
sua costituzione e disposizione geografica risulta par- degli informatori, le modalit delle interviste e lela-
ticolarmente permeabile allinterazione con popola- borazione dei dati raccolti sono stati discussi
zioni provenienti o transitanti dalla Grecia e dai vici- seguendo le indicazioni riportate da BRUNI et al.
ni Balcani. Questa continua contaminazione di (1997). La posizione tassonomica stata chiarita
conoscenze e di tradizioni ha portato ad un inevita- seguendo linquadramento sistematico proposto da
bile appiattimento del patrimonio culturale, con un PIGNATTI (1982) e GASTALDO (1987), sulla base del
ampliamento di conoscenze ma con una perdita riconoscimento visivo da parte dellinformatore su
sostanziale delle particolarit tradizionali tipiche esemplari freschi. I campioni raccolti sono stati poi
delle popolazioni autoctone. La costituzione etnico- portati ad essiccazione, e conservati nellerbario pres-
culturale che emerge dunque particolarmente omo- so la Sezione di Botanica del Dipartimento di
genea, con una cultura contadina prevalente e dis- Biologia dellUniversit degli Studi di Ferrara.
persa in numerosissime frazioni collegate tra loro
senza elementi che caratterizzino criteri di isolamen- Luoghi delle interviste
to. Le localit sede delle interviste comprendono frazio-
Dal punto di vista fitoterapico e della tradizione ni presenti prevalentemente nella provincia di Lecce
popolare, dunque, questo complesso retroterra e solamente due sono le frazioni oggetto di indagine
impone una strategia di studio che ricerchi elementi localizzate nel brindisino: Aradeo, Secl, Neviano,
caratterizzanti, rilevando la validazione del rimedio Cutrofiano, Maglie, Martano, Otranto, Tricase,
naturale nella valutazione oggettiva di una guarigio- Salve, Leuca, Parabita, Galatone, Galatina, Presicce,
ne visibile. Il rimedio vulnerario appare dunque Copertino, Ugento, Soleto, Alezio, Lequile, S. Pietro
inquadrare proprio in senso oggettivo una cultura Vernotrico (Brindisi), Cellino San Marco (Brindisi),
fitoterapica popolare che affonda radici nella ruralit Carpignano, Castrignano.
e nella necessit di ricercare nella guarigione visibi-
le la validazione non solo del rimedio ma anche RISULTATI
della propria identit tradizionale (BRUNI et al., Dai dati raccolti nelle interviste emerso che le pian-
1997). te impiegate nella fitoterapia popolare del territorio
salentino con finalit vulnerarie sono 48 (Tabella 1),
MATERIALI E METODI ascrivibili a 27 famiglie. In questo complesso, la
Sono state condotte interviste guidate da scheda pre- famiglia delle Rosaceae rappresentata da 8 specie,
formulata (WALLER, 1993) su 270 persone di et mentre la maggior parte da una; in questa valutazio-
compresa fra i 50 ed i 98 anni, con una media com- ne quantitativa opportuno segnalare anche la fami-
plessiva superiore ai 65. La maggior parte degli inter- glia delle Asteraceae (6 specie), Solanaceae e Labiatae
vistati, il 65% dei quali costituito da donne, si iden- (4 specie).
tifica in un contesto sociale caratterizzato da impie- Relativamente alle modalit di impiego, il maggior
gati, artigiani e contadini, mentre una pi piccola numero delle segnalazioni pervenuto riguardo allu-
parte (10%) costituita da professionisti di vario gene- tilizzo delle piante fresche intere o parti di esse e, in
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 191

alcuni casi, di preparazioni essiccate. Nella pratica Semprevivu / Il decotto delle sommit fiorite utilizzato
terapeutica prevale senzaltro limpiego della parte per sciacqui sulle lesioni o applicato sulle stesse con com-
presse (7).
epigea es. le foglie di Hedera helix, i fiori di 15. Juglans regia L. / Juglandaceae / Noce / Nuce / Le foglie
Calendula officinalis, i cladodi di Opuntia ficus indi- fresche sono applicate direttamente sulle ferite (7).
ca, i frutti di Solanum lycopersicum, la corteccia di 16. Laurus nobilis L. / Lauraceae / Alloro / Lauru / Le foglie
fresche sono applicate direttamente sulla ferita (4).
Salix alba - utilizzata sotto forma di decotto o di 17. Leucanthenum vulgaris Lam. / Asteraceae / Margherita /
infuso, per detergere la ferita e per fare impacchi con Margarita / Linfuso dei fiori utilizzato per detergere la
compresse imbevute. In considerazione del numero ferita ed una garza imbevuta dello stesso viene applicata e
di citazioni totali (457), pi della met (56,2%) mantenuta sulla parte lesa (5).
18. Linum usitatissimum L. / Linaceae / Lino / Linu / I semi,
riguarda appunto lapplicazione del materiale vegeta- cotti in poca acqua, sono applicati con una garza sulla feri-
le fresco sulla ferita, mentre percentuali molto pi ta. Lazione emolliente e cicatrizzante (7).
ridotte sono relative al decotto (17,5%), allinfuso 19. Malva sylvestris L. / Malvaceae / Malva / Marva / Le
foglie fresche sono applicate direttamente sulla ferita (10);
(11,4%), allapplicazione diretta di materiale essicca- linfuso delle foglie, spesso associate a capolini di camomil-
to (8,5%) ed infine allapplicazione di cataplasmi la, viene usato per detergere la ferita (4).
(6,3%). 20. Matricaria chamomilla L. / Asteraceae / Camomilla /
Cisariculi / Linfuso di capolini essiccati, spesso associati
alle foglie di malva, viene usato per detergere la ferita (4).
TABELLA 1 21. Medicago sativa L. / Leguminosae / Erba medica / Con il
Lelenco delle piante fornito in termini alfabetici. Per cia- decotto dellintera pianta si deterge la ferita e compresse
scuna specie citato il nome latino, la famiglia di apparte- imbevute dello stesso decotto sono utilizzate a scopo vul-
nenza, il nome italiano, il nome vernacolare, la parte impie- nerario (8).
gata e le modalit di applicazione ad uso vulnerario, ed il 22. Mespilus germanica L. / Rosaceae / Nespolo / Nespulu /
numero di citazioni (fra parentesi). Le foglie fresche sono applicate direttamente sulla ferita
The list of the plant species is in alphabetical order. For each (6); il decotto dei frutti, raccolti ancora verdi e schiacciati,
viene utilizzato su piaghe, ulcere e ferite in genere come
species it is reported the Linnaean name, the family, the com- astringente (5).
mon name, the local name, the part employed, the way of pre- 23. Morus nigra L. / Moraceae / Gelso moro / Gersu / Le
paration and administration for vulnerary use, and (in brac- foglie fresche sono applicate direttamente sulla ferita (11).
kets) the number of citations. 24. Muscari cumosum Miller / Liliaceae / Muscari /
Pampasciuni / Il bulbo fresco viene schiacciato ed apposto
1. Agrimonia eupatoria L. / Rosaceae / Agrimonia / Erva te sulla ferita (8).
lu taju / Foglie e cime fiorite sminuzzate, mescolate ad 25. Myrtus communis L. / Myrtaceae / Mirto / Murtedgra /
uguale quantit di crusca di frumento e aceto, vengono Le foglie vengono applicate fresche sulla parte lesa (13).
trattate per cataplasmi da applicare sulla ferita e rinnovare 26. Nicotiana tabacum L. / Solanaceae / Tabacco / Tabbaccu
fino a guarigione; lazione astringente e vulneraria (9). / Le foglie essiccate vengono incenerite e la cenere ottenu-
2. Anagallis arvensis L. / Primulaceae / Anagallide / ta viene applicata sulla ferita (15).
Criscianiedgru / Si usano le foglie fresche come cicatriz- 27. Opuntia ficus indica Miller / Cactaceae / Fico dIndia /
zanti direttamente sulla ferita; usata anche come detergen- Ficalindia / Il cladodo, decurtato delle spine, viene inciso,
te per le mani inscurite per la raccolta del tabacco (11). se ne estrae il succo per spremitura che viene versato sulla
3. Anthyllis vulneraria / Leguminosae / Vulneraria / Sangu te ferita, oppure il cladodo tagliato viene applicato diretta-
Cristu / Si utilizza il decotto dellintera pianta per deterge- mente (12).
re la ferita e una compressa imbevuta nello stesso decotto 28. Origanum vulgare L. / Labiatae / Origano / Rienu / Le
come cicatrizzante; le foglie intere fresche vengono applica- foglie fresche vengono applicate sulla ferita (6).
te come applicazione cicatrizzante direttamente sulla lesio- 29. Parietaria officinalis L. / Urticaceae / Parietaria / Erba te
ne (12). jentu (erba di vento) / Le parti aeree fresche vengono appli-
4. Asyneuma pimonifolium L. / Campanulaceae / cate sulla lesione (14).
Raperonzolo meridionale / Raperonzulu / Linfuso viene 30. Petroselinum sativum Hill / Umbelliferae / Prezzemolo /
utilizzato per detergere e tamponare la ferita (9). Petrusinu / Le foglie fresche vengono pestate ed apposte
5. Brassica oleracea L. / Cruciferae / Cavolo / Caulu / Le sulla ferita (7).
foglie fresche vengono applicate su ferite, piaghe ulcerose e 31. Polygonum aviculare L. / Polygonaceae / Centinodo /
varicose, e su ragadi mammarie causate da allattamento Attacca pasuli / Il decotto dellintera pianta in vino rosso
(10). viene utilizzato nella detersione delle ferite e per applica-
6. Calendula officinalis L. / Asteraceae / Calendola, zioni con compresse (6).
Fiorrancio / Fiorranciu / I capolini freschi vengo applicati 32. Potentilla tormentilla L. / Rosaceae / Potentilla / Il decot-
direttamente sulla ferita (11). to in acqua o aceto di radici e rizomi, ridotti in frammen-
7. Capsella bursa pastoris Moench. / Cruciferae / Borsa del ti, utilizzato nella detersione delle ferite e per applicazio-
pastore / Attaccacirase / Le parti aeree fresche (5) o essicca- ni con compresse (10).
te e macinate vengono applicate sulla lesione (4). 33. Prunus amygdalus var. dulcis L. / Rosaceae / Mandorlo /
8. Cupressus sempervirens L. / Cupressaceae / Cipresso / Mendula / I semi pestati e sminuzzati sono applicati come
Cipressu / Linfuso di foglie e frutti in alcool, diluito poi in cataplasma sulla ferita (10).
acqua, si utilizza come detergente e cicatrizzante delle feri- 34. Quercus virginiana L. / Fagaceae / Quercia / Ghianda / Il
te (15). decotto in acqua o vino delle foglie e della corteccia di rami
9. Cydonia vulgaris Pers. / Rosaceae / Melocotogno / giovani, in recipienti caratteristici di terracotta, viene uti-
Cutugnu / Le foglie ed i frutti freschi sono applicati diret- lizzato per lazione astringente nella detersione delle ferite e
tamente sulla ferita (7). per applicazioni con compresse (7).
10. Datura stramonium L. / Solanaceae / Stramonio / Tira e 35. Rosa sp. pl. L. / Rosaceae / Rosa / Le foglie ed i petali fre-
sana / Le foglie, sminuzzate e pestate, vengono applicate schi sono applicati direttamente sulle lesioni (11).
sulla ferita (11). 36. Rubus fruticosus L. / Rosaceae / Rovo / Ruvi / Le foglie ed
11. Epilobium arvensis- E. hirsutum L. / Enoteraceae / i germogli vengono applicati direttamente sulla ferita; altre
Epilobio / Gambi russi / Si usa il decotto per detergere la volte, le parti impiegate vengono poste in una bottiglia di
ferita e si applica una compressa sulla stessa (7). vetro al sole in modo da provocare lessudazione del mate-
12. Fragaria vesca L. / Rosaceae / Fragola / Fracula / Linfuso riale vegetale. Lessudato si pone poi sulla ferita con una
di foglie e rizomi sono usati per detergere la ferita e tampo- garza o un panno (12).
narla con lausilio di una garza imbevuta (6). 37. Salix alba L. / Salicaceae / Salice / La corteccia appli-
13. Hedera helix L. / Araliaceae / Edera / Etera / Le foglie fre- cata per la sua parte interna direttamente sulla ferita (9),
sche sono applicate direttamente sulla ferita (3) o linfuso oppure il suo decotto si utilizza nella detersione delle ferite
delle stesse impiegato per detergerla (4). e per applicazioni con compresse (5).
14. Helichrysum italicum G.Don. / Asteraceae / Elicriso / 38. Salvia officinalis L. / Labiatae / Salvia / Sarvia / Le foglie
192 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 190-192, 1999

fresche sono applicate direttamente sulla ferita (6). dinteresse fitoterapico soprattutto le parti aeree fio-
39. Silybum marianum L. / Asteraceae / Cardo mariano / rite, mentre la fitoterapia popolare salentina utilizza
Cardu Santu / I pappi vengono applicati direttamente sulla
ferita (8). foglie e radici in decotto per dilavare e tamponare la
40. Sinapis sp. pl. L. / Cruciferae / Senape / Sinapi / Le pian- ferita. Tra gli elementi caratterizzanti e caratteristici,
te intere fresche o il succo ottenuto dalla spremitura (6) o perch risultati esclusivi, della cultura salentina ad
linfuso in acqua o vino dellintera pianta in piena fioritura esempio limpiego di tipici vasi di terracotta in cui il
viene utilizzato per detergere e trattare, per lazione astrin-
gente e vulneraria, piaghe, contusioni o piccoli tagli (5). decotto, in acqua o vino, delle foglie e della corteccia
41. Solanum lycopersicum L. / Solanaceae / Pomodoro / di rami giovani di Quesrcus virginiana viene posto per
Pummitori / Il frutto viene tagliato ed apposto direttamen- essere poi utilizzato per la sua azione astringente e
te sulla ferita, spesso in associazione con lo zucchero; lim- nella detersione delle piccole lesioni superficiali.
piego correlato allattivit antinfiammatoria, astringente
su ferite e su eruzioni cutanee (foruncoli) (10). Nellambito delle conoscenze fitoterapiche tradizio-
42. Solanum tuberosum L. / Solanaceae / Patata / Pitate / Il nali emerse dalla ricerca, di particolare interesse
tubero fresco viene pestato fino ad ottenere una poltiglia anche limpiego di specie per cui non era noto luso
che, mescolata con peperoncino tritato, viene posta sulla
ferita come cataplasma (3); il tubero fresco viene anche per finalit vulnerarie (BRUNI, 1999; GASTALDO,
grattugiato ed applicato sulla lesione (4). 1987; POMINI, 1959; PALMA, 1979). E il caso delle
43. Taraxacum officinalis Web. / Asteraceae / Tarassaco / foglie bruciate o essiccate e sminuzzate sulla ferita di
Soffioni / Vengono applicate foglie fresche o il succo rica- Nicotiana tabacum; delle foglie fresche di
vato da incisioni praticate sulla pianta (9).
44. Thymus serpyllum L. / Labiatae / Serpillo / Timu / Il Petroselinum arvense; delle foglie fresche e del loro
decotto delle sommit fiorite utilizzato per sciacqui e succo di Taraxacum officinale; delle foglie fresche di
applicato con compresse (8). Brassica oleracea; delle foglie di Juglans regia; dei fiori
45. Thymus vulgaris L. / Labiatae / Timo / Timu / Il decot- di Typha angustifolia; delle foglie di Urtica urens; delle
to delle sommit fiorite utilizzato per lavare le piaghe e
per sciacqui della cavit orale (5). foglie fresche di Morus nigra; delle foglie fresche di
46. Typha angustifolia L. / Typhaceae / Tifa / Erba te taju Hedera helix. Le parti utilizzate e le modalit di appli-
(erba da taglio) / I fiori essiccati sono applicati sulla lesione cazione inducono a ritenere che, al di l di unazione
ad uso emostatico (20).
47. Urtica urens L / Urticaceae / Ortica / Urdica / Foglie fre- cicatrizzante, si ricerchi nel rimedio pi che altro la-
sche, spesso associate a sommit fiorite, sono applicate zione meccanica di tamponamento della ferita e faci-
direttamente sulla lesione (9). litare lemostasi. Tutte le altre specie sono note o per
48. Vitis vinifera L. / Vitaceae / Vite / Vigna / Gli acini acer- essere specificatamente cicatrizzanti, come Anthyllis
bi vengono tagliati ed apposti direttamente sulla ferita (10);
i rami verdi vengono tagliati longitudinalmente ed apposti vulneraria, o per propriet correlate alla stessa finali-
con le foglie direttamente sulla ferita (7). t, come emollienti, astringenti della piccola vascola-
rizzazione, antiinfiammatorie ed antisettiche.
DISCUSSIONE
LETTERATURA CITATA
Lindagine etnofarmacobotanica nel territorio BRUNI A., 1999 - Farmacognosia generale ed applicata - I
Salentino, incentrata su un parametro di valutazione farmaci naturali. Piccin Editore, Padova
oggettivo quale il rimedio vulnerario, ha evidenziato BRUNI A., BALLERO M. and POLI F., 1997 - Quantitative
un importante bagaglio di elementi botanici finaliz- ethnopharmacological study of the Campidano valley and
zati alla fitoterapia estemporanea. Il numero delle Urzulei district, Sardinia, Italy. J. Ethnopharmacol., 57:
97-124.
specie utilizzate infatti cospicuo, e sottolinea il con- GASTALDO P., 1987 - Compendio della Flora Officinale
solidamento dellesperienza popolare nella cultura Italiana. Piccin Editore, Padova.
fitoterapica salentina. PALMA L., 1979 - Fitoterapia essenziale Voll. I, II. Palma
Limpiego delle specie vegetali fresche direttamente Editore, Roma.
PIGNATTI S., 1982 - Flora dItalia - Voll. I,II,III. Edagricole
sulla piccola lesione evidenzia lestemporaneit del Bologna.
rimedio, e richiama una necessit radicata in un tes- POMINI L., 1959 - Erboristeria Italiana. Edizioni Minerva
suto sociale dove lagricoltura ancora una forte real- Tecnica, Torino.
t economica e un solido substrato culturale. Per WALLER D.P., 1993 Methods in ethnopharmacology. J.
molte specie rilevate sono emerse nuove modalit di Ethnopharmacol., 38: 189-196.
impiego: ad esempio per il nespolo (Mespilus germa- RIASSUNTO - Le risorse fitoterapiche riscontrate nel ter-
nica) di cui segnalato lutilizzo del decotto della ritorio salentino incentrate sul rimedio vulnerario sono
corteccia essiccata, la tradizione fitoterapica salentina fondate su 48 specie vegetali appartenenti a 27 famiglie.
introduce limpiego delle foglie fresche applicate sulla Le preparazioni maggiormente impiegate sono, in ordine
di rilievo quantitativo, lapplicazione di materiale vegetale
lesione. Altro esempio si pu rilevare in Asyneuma fresco sulla ferita, il decotto, linfuso, lapplicazione di
pymonifolium (raperonzolo) di cui sono riportate materiale vegetale essiccato e cataplasmi.

AUTORI

A. Frigino, Gianni Sacchetti, Alessandro Bruni, Dipartimento di Biologia - Sezione di Botanica, Universit degli Studi di
Ferrara, Corso Porta Mare 2, I-44100 Ferrara
Ferruccio Poli, Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale, Universit di Bologna
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 193-197, 1999 193
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica

Dizionario multilingue illustrato di termini botanici


usati in campo etnobotanico

M. TOSA, L. AITA, M. ZOTTI e A.M. CAVIGLIA

ABSTRACT - Botanical illustrated multilanguage dictionary for ethnobotanical use - In this work, some tables from an illus-
trated botanical dictionary are proposed, directed to anyone is interested in ethnobotany. Botanical term translation is pro-
vided in the languages (Italian, Latin and English) more used in ethnobotanical studies in Italy.

Key words: illustrated dictionary, multilanguage dictionary, botanical terms

Negli ultimi anni, linteresse per gli studi di tipo Tavola 3- Morfologia del fiore delle Dicotiledoni;
etnobotanico aumentato enormemente. Tali studi Tavola 4- Morfologia della foglia delle Dicotiledoni;
sono interdisciplinari e coinvolgono vari settori di Tavola 5- Morfologia dei funghi: il basidioma) sono
ricerca, quali la farmacognosia, lantropologia, lar- parte di questo lavoro.
cheologia ed altre ancora. Nella sua veste finale il dizionario fornir la tradu-
Tra i maggiori ostacoli che devono essere superati in zione in diverse lingue dei termini botanici pi usati
questo tipo di studi vi sono, da un lato la raccolta e in campo etnobotanico. Nella versione qui presenta-
lidentificazione dei campioni vegetali, dallaltro le- ta, ridotta per ragioni di spazio, la traduzione dei ter-
sigenza di trasmettere in maniera semplice, univoca e mini considerati, proposta nelle tre lingue (italiano,
scientificamente corretta le informazioni acquisite latino e inglese) pi utilizzate nella letteratura scien-
sulle piante o su parti di esse. Per quanto concerne il tifica pi diffusa e facilmente disponibile in Italia
primo punto, studiosi non specialisti in botanica che (CAPASSO e DONATELLI, 1982; EVANS, 1989, 1995;
debbano raccogliere in maniera corretta campioni di STEARN, 1967).
piante o ben comprendere informazioni di carattere
botanico riportate in letteratura, possono incontrare LETTERATURA CITATA
molte difficolt di tipo lessicale e/o linguistico. CAPASSO F. e DONATELLI L., 1982 - Manuale di
Relativamente alle problematiche di comunicazio- Farmacognosia, Piccin, Padova.
ne, esse sono in genere legate alle differenze di lin- EVANS W. C., 1989 - Trease & Evans Pharmacognosy, XIII
gua e di cultura, che spesso esistono tra chi fornisce Ed., Baillire Tindal, London.
_, 1995 - Trese & Evans Farmacognosia (edizione italiana a
informazioni, chi le registra, le diffonde e anche tra cura di M. Nicoletti e M. Serafini), Piccin, Padova.
chi le usa in ambiti disciplinari differenti. STEARN W. T., 1967 - Botanical Latin, Nelson, Edinburgh.
Per offrire un contributo alla soluzione di tali pro-
blemi e facilitare la comprensione della terminologia RIASSUNTO - In questo lavoro vengono proposte alcu-
botanica, in corso di ultimazione un dizionario illu- ne tavole, tratte da un dizionario botanico illustrato, dedi-
strato di termini usati in campo etnobotanico. cato a coloro che si interessano di etnobotanica. La tradu-
zione dei termini botanici viene fornita nelle lingue
Le tavole qui riportate (Tavola 1 - Simboli; Tavola 2 - (Italiano, Inglese, Latino) pi usate nella letteratura etno-
Morfologia delle piante superiori: pianta erbacea; botanica in Italia.

AUTORI

Monica Tosa, Luigi Aita, Mirca Zotti, Anna Maria Caviglia


Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse, Universit degli Studi di Genova, Corso Dogali 1/M, 16136 Genova
194 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 193-197, 1999

Table 1 SIMBOLS.
Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 195

Table 2 HIGHER PLANT MORPHOLOGY: HERB.

PIANTA PLANTAE PLANT


196 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 31 (1-3) 193-197, 1999

Table 3 DICOTYLEDON FLOWER MORPHOLOGY.

FIORE FLOS FLOWER

Table 4 DICOTYLEDON LEAF MORPHOLOGY.

FOGLIA FOLIUM LEAF


Atti Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica 197

Table 5 MUSHROOM MORPHOLOGY: BASIDIOMA.

FUNGO FUNGUS MUSHROOM

Vous aimerez peut-être aussi