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http://www.papalepapale.com/develop/lintervista-proibita-e-perduta-di-messori-a-von-balthasar-in-esclusiva-dopo-30-anni/
una presentazione di
Me dovreste aringrazi!
Sto parlando di un libricino edito intorno al settembre 1985, quasi trentanni fa. Che
neppure fece in tempo ad arrivare nelle librerie e fu subito ritirato e mandato al macero. Per ordine delleditore,
che a sua volta aveva avuto ordine da Avvenire, che a sua volta laveva avuto dal Vaticano, che a sua volta
laveva avuto dai teologi progressisti tedeschi, che a loro volta lavevano avuto dal demonio loro dottore. Su
questo libro caduta la damnatio memoriae, tant che neppure nelle bibliografie dei tanti studi su Hans Urs von
Balthasar, il teologo della bellezza, e il teologo tra i pi grandi dellultimo secolo, se ne fa cenno alcuno: stato
dato un colpo di spugna definitivo ovunque.
S, perch sto parlando proprio di lui, Balthasar, della lunga intervista che a ridosso del Sinodo Straordinario
dell85 rilasci a colui Vittorio Messori che poco prima era stato lautore di unaltra bomba ecclesiale:
Rapporto sulla fede, in cui era per la prima volta un prefetto del SantUffizio Ratzinger a dire la sua, e pi
che altro suonare il campanello della ricreazione finita al
postConcilio delirante e contestatore, che nel frattempo sera anche
armato, con la TdL. E scoppi un finimondo planetario, alla
pubblicazione.
Ma prima di proporvi lintervista, vorrei raccontarvi con parola argute e aneddoti vari, come and quella volta,
e come mi ritrovo questo pezzo raro tra le mani. Se non ve ne frega niente della mia premessa, significa che non
siete allaltezza della situazione, dunque saltate pure pi gi, allintervista Messori-Balthasar.
Non solo long-seller, ma long-seller premeditati quelli di Messori. Cio, lui li scrive consapevole che taluni di
essi lo saranno: naso sopraffino, certo; ma anche esperienza, anni e anni passati a La Stampa, negli anni 70, a
curare (e allora la cosa era seria e di successo) lallegato settimanale di quellantico quotidiano, Tuttolibri.
A Torino cera un tempo la casa editrice di Piero Gribaudi , altro tipo di cattolico di cui varrebbe la pena
parlare. Il Gribaudi era comunque un vero esperto di editoria religiosa. Una sera a cena nella casa torinese di
Messori, suscit lilarit dello scrittore, perch pos la forchetta , lo guard e: Vedi Messori, nella mia lunga vita
di editore tu sei il solo che io abbia incontrato convinto di star scrivendo un best-seller come primo libro e che lo
abbia scritto davvero. Naso certamente, esperienza certo, ma anche realismo, avere perfettamente il quadro
della situazione e dei tempi.
Ne chiedo qualche dettaglio inedito al Messori stesso, sulla genesi di quel best-long-seller che fu Rapporto
sulla fede. E s, cera davvero premeditazione.
Non so se ha lultimo volume, uscito in appendice, del Fliche e Martin, la pi vasta storia della Chiesa. Vi un
teologo olandese che, invelenito, dice che il giorno di uscita di quel libro va ricordato nel lutto perch sancisce la
fine del postConcilio, pieno di speranze e di prospettive entusiasmanti. Ma proprio questo volevo: fare fischiare
dal Custode stesso dellortodossia la fine della ricreazione. Che bene o male, ancora continua, e in taluni casi,
molti studenti hanno proprio abbandonato la scuola, qualcuno sospeso.
Uno scrittore che non conosce fallimenti nella sua fortunatissima carriera editoriale. Siccome con me molto
paziente, anche perch un po lo diverto, e mi diverto anche io perch ne sa sempre una pi del diavolo, certe
volte lo stuzzico. Per esempio sarebbero dovuti uscire libri-intervista di Messori a Del Noce (e sarebbe diventato
un altro long-seller, un classico imprescindibile), ad Andreotti, al card. Brandumuller, a von Balthasar, ma niente
s visto. Naturalmente le ragioni me le ha spiegate e nessuna colpa imputabile allo scrittore, che
ampiamente giustificato, e comunque tutti quanti abbiamo
perso grandi occasioni con questi libri mai nati: ma ve lo
immaginate un libro-intervista tra il grande scrittore
cattolico, Messori, e il grande politico cattolico, Andreotti?
Sul papato?! Purtroppo Andreotti fece di testa sua e
pubblic da s, con risultati finali piuttosto irrilevanti,
quantunque la proposta di quel libro a quattro mani
venisse proprio dal Divo. Tutto questo lo so, ma provoco
ugualmente Messori, buttando l, certissimo di una sua
reazione, un progetti velleitari. Restandone fulminato: io
non lui.
Il giornalista cattolico e il Prefetto dellOrtodossia, ai tempi di
E infatti dovevo arrossire di brutto quando mi ha Rapporto sulla Fede. Come vedete due mostri sanguinari, o
almeno cos sembrarono ai progressisti. Che nel frattempo si erano
spiazzato con una risposta che per uno come me che muniti di mitra per giocare ai rivoluzionari
si spaccia per esperto di tutta la produzione messoriana
agghiacciante: mi precisava infatti che in realt il libro-
intervista a Balthasar, per quanto piccolo e scarno fosse, era stato pubblicato eccome, ed era stato pure ritirato
dal commercio, solo che io tutto questo lo ignoravo. Un affronto! Una vera figura da coglione, roba da far ridere i
polli.
E infatti mi sfotte: Dunque: per un messoriano (ahim, la perversione umana supera ogni fantasia) non
sapere che il libro intervista con Balthasar lho fatto, eccome, grave. E come finale mi ci infila pure un eh, no,
pu dirmi di tutto ma non di essere un velleitario. Forse talvolta pigro ma rodomonte dal partiam, partiam! no
. E cos mi ha sistemato per bene. Ma a pensarci col senno di poi, stata una fortuna.
Come suo costume, Messori, dopo che ti ha steso ti d una mano a rialzarti,
da quel generoso che , anche se non sembra. Infatti offre qualcosa: Se non
lo trova, siccome molto esile glielo faccio fotocopiare e lo invio. Ammesso
che io pure riesca a trovarlo tra i miei libri La damnatio memoriae ha
funzionato persino con lautore.
Ma come, il pi grande e colto dei teologi del post-concilio e del secolo tutto, ormai vecchio per giunta, che si
spaventa allabbaiare di quel cane randagio da teologia da rotocalco che Kng? Di quel malato di egocentrismo
e di fatturati? Ebbene s, ma non solo di lui, in realt: di tutto il gotha teologante di lingua tedesca di allora, quello
svizzero specialmente: ultraprogressista e di fatto post-cattolico, era molto violento, intollerante, aggressivo,
conformista, rivelando lanimo pi profondo del teutonico (non c niente da fare: scava scava, a lasciagli il
predominio su qualcosa, vien fuori..), ossia il barbaro mai morto, che cova in loro sotto le ceneri del perbenismo
borghese il quale prima o poi fa divampare sempre un Hitler, un Bismark, una Merkel lAttila intramontabile.
Messori fa spallucce e la prende con filosofia: Vabb, come sa sono abituato a non prendermela, forse
perch non mi prendo troppo sul serio, e ancora una volta mi misi a ridere e lasciai perdere. Peggio per loro.
Detto cos, e dopo avergli convertito in formato word quellantico testo, mi fa una concessione per
Papalepapale: Questo testo io stesso lavevo dimenticato e lho recuperato per Sua istigazione. Del testo faccia
ovviamente quel che crede, se vuole lo pubblichi pure sul suo sito.
***
di Vittorio Messori
Mi raccomando dice congedandoci dopo un lungo colloquio . Non fate di me una vedette. Ci che importa
sono i problemi, non la mia persona. Deve partire, labbiamo trattenuto pi del previsto, ma con un tocco che
rivela la sua attenzione alle persone, si informa del nostro programma, vuole darci alcune indicazioni concrete.
Tenete presente il buffet della stazione: il prezzo buono e non si sta male.
Alto, asciutto, vestito austeramente di scuro, lucidissimo: a 80 anni il grande vecchio di Basilea,luomo pi
colto del secolo, lautore di quasi settanta libri che hanno segnato a fondo il nostro tempo (e il recente Premio
Paolo VI lo ha riconfermato), Hans Urs von Balthasar, insomma, pi attivo e presente che mai.
Per molti, questuomo sembra rappresentare la sintesi vivente di ci che
dovrebbe essere il teologo secondo lo spirito del Vaticano II. Eppure, fu
escluso dai lavori di quel Concilio per il quale aveva profondamente
contribuito a creare un clima propizio.
Sulla scrivania, sotto una piccola foto di Giovanni Paolo II, aperta
la Basel Zeitung, uno dei tanti giornali del mondo che hanno pubblicato lultima, furibonda aggressione di Hans
Kung al Papa e ai suoi diretti collaboratori.
Iniziando il colloquio, viene spontaneo chiedergli se ha gi letto il testo di quel suo collega nato, come lui, nel
cantone di Lucerna. Scuote il capo, come rattristato, parla a voce bassa, guardando fisso negli occhi:
***
Sono almeno dieci anni che questuomo ripete sempre le stesse cose. Il solo fatto nuovo il crescere del tono
polemico. In realt, sin dai tempi del suo libro Essere cristiani, Hans Kung non pi cristiano.
Vorr dire non pi cattolico.
No, non pi cristiano. Basta leggere i suoi ultimi libri, anche quello
recentissimo sulle altre religioni: Kung non pi cristiano. Per lui,
Ges non altro che un profeta; il problema, dunque, si riduce a
una discussione se sia stato o no un profeta maggiore di Budda, di
Confucio, di Maometto. Non a caso stato invitato da Khomeini in
Iran per delle conferenze, dove ha ribadito che c un solo Dio e
tanti profeti. Ormai, per lui lo dice chiaro, appunto, in quel suo
libro non ancora tradotto in italiano il cristianesimo una via di
salvezza tra le tante.
Kung si situa ormai fuori per sua scelta, dalla Chiesa: dunque, non
ha pi nulla da dire ai vescovi. In realt, non ha pi nulla da dire
neanche ad altri, a cominciare dai protestanti. In effetti, da quando il
suo Istituto di teologia ecumenica non pi riconosciuto come Molti lo ignorano, ma Hans Kung, lo stravagante
strepitatore pi o meno teologico, un prete. Qui una
cattolico, Kung rappresenta solo s stesso. Forse, anche per rarissima foto in abiti clericali, lui giovanissimo. Fonte:
questa situazione in cui si trovato, ha spostato il discorso popscreencdn.com
dallecumenismo tra cristiani a quello con le religioni non cristiane.
Eppure, si ha limpressione che continui ad esercitare una notevole influenza: tutti i grandi quotidiani
borghesi del mondo opulento hanno dedicato pagine e pagine alla sua requisitoria contro il Papa e
Ratzinger.
Credo che sia esasperato anche dalla progressiva perdita di ascolto. Tra laltro, una menzogna laccusa a
Ratzinger di essere cambiato da quando ha fatto carriera, come dice lui. Io conosco Ratzinger da sempre e
sempre stato cos, sempre lha pensata cos. In ogni caso, non Ratzinger ma Kung che attacca il Vaticano II
giudicandolo ancora clericale, angusto, insufficiente, chiedendo dunque un Vaticano III. Ratzinger fedele al
Concilio e il suo Rapporto sulla fede lo dimostra.
Certo che lho letta. Che ne penso? C poco da dire: Ratzinger ha ragione. Qualcuno chiama pessimismo quello
che non che realismo: chi ha il coraggio della verit deve riconoscerlo. Nessuno parla di questa immensa,
spaventosa defezione di preti e di suore: se ne sono andati, e continuano ad andarsene a migliaia.
Dunque, Lei si riconosce nella lettura data da
Ratzinger di questi ultimi ventanni?
Ma s, tutti questi documenti che nessuno legge, questa carta che io stesso
sono costretto ogni giorno a cestinare, tutte queste strutture, questi uffici delle
nostre conferenze episcopali e delle nostre diocesi! Gli stessi che chiedevano lo
snellimento della Curia romana hanno contribuito a creare una miriade di mini- Il controverso libro di Balthasar,
che negli anni 50 gli valse una non
curie alla periferia della Chiesa. immotivata diffidenza ed
emarginazione da parte della
gerarchia cattolica
Secondo molti il problema pi urgente oggi quello della crisi del concetto
autenticamente cattolico di Chiesa. Dicono che occorrerebbe parlarne al
Sinodo.
Ci si potrebbe ricordare di quanto diceva il mio amico Karl Barth, il grande teologo protestante che, in una
conferenza alla radio nei suoi ultimi anni ammon: Cattolici, non fate le betises, le sciocchezze, che noi protestanti
abbiamo fatto a partire da un secolo fa!
Scegliendo tra queste betises, quale, secondo Lei, la pi urgente da sottoporre allattenzione del Sinodo?
Forse, il problema di cui si parlato molto al recente convegno romano su Adrienne von Speyr. Il problema
cio dello studio della Bibbia, dellesegesi cosiddetta scientifica. Questi specialisti hanno fatto molto lavoro, ma
un lavoro che non nutre la fede dei credenti. Bisogna riscoprire una lettura pi semplice della Scrittura, mettere
lesegesi scientifica in equilibrio con quella spirituale, non tecnica, della grande tradizione patristica. Non credo
che il Sinodo potrebbe risolvere questo problema: potrebbe per fare un auspicio in tal senso.
Rifare catechismo
Lapproccio scientifico alla Scrittura sembra avere un fall-out, una ricaduta sconcertante nella pastorale
quotidiana.
In effetti le ipotesi degli specialisti giungono diluite se non deformate ai preti, ai laici, e fanno dei guasti. Anche di
recente ho ascoltato unomelia dove un parroco spiegava lincontro dei
discepoli col Cristo, sulla via di Emmaus, sentendosi in dovere di avvertire i
suoi ascoltatori che non si tratta di un episodio storico. Questo dubbio
coinvolge persino la realt, la materialit della radice stessa della fede: il
racconto della Risurrezione.
Forse, questo sconcerto tra la gente comune aggravato dal fatto che
molti non sono pi raggiunti dalla catechesi. C qualche insegnante
che segnala come molti laici affollino i suoi corsi di teologia senza per
conoscere la base. E cio, il catechismo.
Non lo dico io, Io dice lui. Nel suo libro, Passione di Cristo, passione del cristiano, decima edizione, ammette di
non credere alla divinit di Ges. Sostiene quanto gi sosteneva, agli inizi del secolo, Albert Schweitzer. Come lui,
Boff d per scontato che la divinizzazione di Ges sia stata fatta dai discepoli dopo la Passione. Dunque, Ges
non era che un profeta che predicava il Regno imminente. Il Regno non venuto, lo
scacco stato totale. In questa luce, il grido sulla croce (Dio mio, perch mi hai abbandonato?) esprime la
disperazione di un uomo che ha fallito.
Anche questo revival di vecchie tesi del liberalismo della Belle poque europea potrebbe confermare il
sospetto di molti: certe teologie della liberazione come esportazione verso il Terzo Mondo di prodotti
ormai dmods di intellettuali occidentali.
C del vero. Il nocciolo di quelle teologie della
liberazione viene dallEuropa ma certa elaborazione in
senso violento poi stata concepita sul posto. Uno dei
padri della teologia della liberazione, il tedesco J.B. Metz,
ha fatto conferenze in America latina, ma a molti, laggi,
sembrato troppo astratto: le sue teorie volevano
trasformarle in rivoluzione armata. Credo che il
documento della Congregazione per la Fede abbia
ragione: non ci si pu servire delle analisi marxiste solo
come una sorta di strumento tecnico.
I problemi sono tali e tanti che qualcuno, basandosi anche su quanto avviene in questi mesi, teme che la
Chiesa possa divenire ingovernabile da Roma.
Il Vaticano II impiega il termine di comunione gerarchica per indicare la comunione di tutti i vescovi con Roma,
simbolo visibile dellunit. C da chiedersi se certi episcopati abbiano ancora con il Papa quella comunione
nellamore di cui parla, ad esempio, un san Cipriano.
Ad esse, il Concilio dedica una piccola frase. Alcuni ne hanno fatto invece il centro
di tutto. Quando la struttura diventa troppo pesante, il vescovo finisce con lessere
paralizzato.
Una risposta che conforta perch replica a certi ambienti integristi che della
riforma liturgica hanno fatto il loro cavallo di battaglia. E il centro del
movimento lefebvriano proprio qui, in Svizzera. Si dimentica troppo spesso
che attacchi durissimi al Papa e a Ratzinger continuano a giungere proprio
da quella direzione.
Monsignor Lefebvre e i suoi non sono i veri cattolici. Lintegrismo di destra mi sembra ancor pi incorreggibile del
liberalismo di sinistra. Credono di sapere gi tutto, di non avere nulla da imparare. Daltro canto contraddittoria
la loro conclamata fedelt ai Papi, ma solo a quelli che gli danno ragione. Ma questo attacco a tenaglia, su due
fronti, tipico di ogni fase dopo un Concilio.
Per una giusta risposta ai problemi della donna nella Chiesa bisogna ridare il
posto che merita a una mariologia molto sobria e insieme molto buona.
Bisognerebbe ricordare a tutti i cattolici a cominciare dalle donne che, nella
Chiesa, Maria ha un posto ancor pi alto che quello di Pietro. La Chiesa una
realt femminile ed posta davanti ai successori, maschi, degli apostoli: il
principio-Maria (dunque, il principio femminile) pi importante di quello
gerarchico stesso, affidato alla componente maschile. Alcune suore spinte
spesso da certa teologia di uomini non vedono che i curs, i preti, pensano
cosi che lordinazione sacerdotale rappresenti il massimo del potere nella Chiesa.
Ma questo clericalismo. Maria e non si tratta di fare del sentimentalismo il
cuore della Chiesa. Un cuore femminile, che dobbiamo rivalutare come merita, in
Col confratello tedesco ex gesuita
equilibrio con il servizio di Pietro. Questo non devozionismo: questa teologia come lui, Otto Karrer (1888-1976),
che lasci la Compagnia nel 1933
della grande tradizione cattolica. dandosi a esperimenti di
ecumenismo, che ovviamente
Dunque, la devozione mariana cos singolare di Giovanni Paolo II ha anche risultarono vacui e inutili, dannosi
anche
un significato teologico preciso?
cos. Il Papa sa che il perno nascosto della Chiesa non lui, Maria; non a caso che abbia voluto Totus
Tuus come motto del suo pontificato. Non c bisogno, forse, di proclamare nuovi dogmi mariani, ma dobbiamo
riscoprire la ricchezza di quelli che gi ci sono e che sono essenziali allequilibrio delia fede autentica.
E ha ragione. Essi sono, tra laltro, la possibilit per la Chiesa di fare una
teologia vivente. Ma in alcuni, a uno slancio magnifico fa riscontro una
tentazione di chiusura. Il pericolo, per alcuni, di divenire quasi delle stte, di
chiudersi in se stessi, mentre occorre pi che mai abbattere i bastioni:
essere, cio, proiettati nella missione, verso il mondo.
Sul suo tavolo c una foto del Papa. Questo mi conferma quanto ben noto:
la sua amicizia, la sua stima profonda per Giovanni Paolo II. E si sa che i suoi
sentimenti sono ricambiati.
S, amo molto questo Papa. Ma in fondo, non questo che importa. Importante
per tutta la Chiesa piuttosto il fatto che questuomo vive di preghiera. Quando
torna da quei suoi viaggi massacranti, tutto il suo seguito dai prelati ai giornalisti
stordito dalla fatica. Lui no, lui raggiante: la preghiera che Io nutre. Quando
venuto qui in Svizzera, qualcuno a Einsiedeln lo ha ingiuriato. Lui ha taciuto e poi,
non si sa come, sparito. Dopo un po Io hanno ritrovato: era in una cappella,
prosternato davanti al tabernacolo. Al suo ritorno lho visto a Roma: era pi che mai
fresco, riposato. Santit gli ho chiesto come fa a non essere mai stanco?. Mi
ha risposto ridendo: Questo viaggio in Svizzera non stato che un allenamento per Lultima foto del teologo, due
settimane prima della morte,
prepararmi alla visita in Olanda [dove infatti la contestazione clerico-progressista
appena ricevuta la notizia della
arriv al paradosso dei domenicani che lanciavano sassi contro il papa. Ndr]. Il suo sua creazione cardinalizia. Ma
mor tre giorni prima di ricevere
segreto lorazione in cui continuamente immerso.
la berretta
Tra le cose che sembrano pi preoccupare il Papa, nei suoi viaggi al di fuori dellEuropa, sembra esservi
soprattutto la caduta della tensione missionaria verso i non cristiani.
S, e di questa caduta responsabile anche una certa versione, diluita e forse mal digerita, della teologia di Karl
Rahner, con la sua teoria del cristianesimo anonimo. Rahner ha forse fornito
loccasione a certi teologi di esprimere ci che essi avevano latente: secondo
loro, in ogni uomo, qualunque sia la sua credenza (o la sua non credenza)
c gi la grazia, compito del cristiano sarebbe solo quello di fortificarlo nelle
sue convinzioni. Poi, c stata unattenzione esclusiva, in ogni caso
eccessiva, per la promozione socioeconomica: il Vangelo, in realt, la
prima ricchezza che dobbiamo donare ai poveri. Non si pu rimandare
lannuncio del Cristo morto e risorto a quando saranno stati risolti i problemi
economici.