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FRANCO VENTURI

UTOPIA E RIFORMA NELLILLUMINISMO

INTRODUZIONE

A ben guardare linterpretazione filosofica dellIlluminismo rischia di essere variamente


deformante perch sempre una storia che tende a risalire alle origini, ai principi
primi delle idee che vede operare nella realt del XVIII secolo. Guarda agli autori del
periodo come fonti di quei pensieri che furono poi utilizzati e intorbidati dalla filosofia
popolare, che furono consumati nel corso della lotta ideologica del secolo dei Lumi.
Tuttavia non si deve risalire alle origini delle idee ma alla loro funzione nella storia del
Settecento, poich non si tratta di comprendere quale sia la coincidenza di queste col
passato ma ci che esse hanno portato di nuovo. Considerando la risposta del filosofo
Kant alla domanda Cos lIlluminismo? ci accorgiamo che essa una frase tratta da
Orazio: Sapere aude. Questo d prova della presenza del mondo classico durante
quel periodo e anche dellidentificazione degli illuministi con lantichit pagana. Ma
qual il significato di questa presenza? Il rapporto tra la tradizione umanistica e le
realt politiche, sociali, evidentemente molto pi complesso di quello che pu
apparire. La permanenza di miti umanistici, la sopravvivenza degli dei antichi pu
talvolta non essere infatti presenza, ma superstizione, ornamento. Il motto comincia a
prendere un segno diverso per, quando esso viene contrapposto alla concezione
cristiana e teologica, simbolo di una pi pura e cosciente ricerca della verit. Inoltre il
Sapere aude ha accompagnato una logica storia che portava dal razionalismo al
libertinismo del Seicento, dalla massoneria al dispotismo illuminato, diventando anche
motto di questultimo con i decreti di Maria Teresa dAustria.

Una strada diversa dal ritorno alle origini e comportamenti conformi al passato
quella che parte dalla societ e non dalle idee, dai gruppi e non dagli individui, dalle
diffuse mentalit e non dalle creazioni singole. Adotta dunque i mezzi della sociologia
e della storia economica e cerca di capire lIlluminismo costruendo schemi, tabelle e
diagrammi fino a cercare di ritrovare il suo vero ritmo e la sua autentica funzione in
Europa. Anche tale approccio per presenta i suoi aspetti paradossali; essa si rif al
marxismo, ma non cerca di capire quello che nellIlluminismo pu servire a spiegare il
marxismo, ma applica lopera inversa, ossia tenta di spiegare lIlluminismo a partire
dal pensiero dei marxisti. Tuttavia i marxisti intendono l Illuminismo come lideologia
della borghesia in sviluppo, ed proprio questo lostacolo che si frappone ad una
comprensione pi approfondita del XVIII secolo. Sarebbe necessario rimuovere tale
ipotesi di lavoro per procedere meglio, guardando piuttosto al ritmo interno
dellIlluminismo europeo nel Settecento, confrontando gli elementi di rivolta e fede, di
speranza e delusione fino a concludere che il moto dei Lumi un cerchio chiuso in se
stesso, che si riapre per in determinate circostanze e riprende il percorso del suo ciclo
di problemi e scoperte. E certo che lIlluminismo, o certi aspetti di esso, diventarono
ad un certo momento strumenti di difesa e offesa nella lotta contro ci che rimaneva
del mondo feudale (lo storico per deve accertarsi con esattezza di quando ci
avvenne, altrimenti il rischio quello di non comprendere pi lopposizione a Luigi XIV,
la formazione e il significato di Montesquieu etc..). Il rapporto tra forze borghesi attive
e movimento illuminista deve rimanere un problema e non deve essere considerato un
dato di fatto. La borghesia francese di met Settecento viene scomposta in una serie
di gruppi e di forze tuttaltro che omogenei: lEnciclopedia non viene affatto studiata
nella forma di una sorta di media delle varie posizioni, ma viene studiato con rigore il
posto effettivo che ognuno degli enciclopedisti tenne nella societ del tempo. Essi
costituirono una piccola lite di dotti e tecnici, legati alla vita economica come
elementi di punta del progresso economico e strettamente connessi pure con
lapparato statale che essi si sforzarono di rendere migliore e pi razionale. Gli
enciclopedisti non sono tali perch stanno tra grande e piccola borghesia, ma perch
creano determinati strumenti tecnici di azione nella societ francese alla met del
XVIII secolo. Il rischio della storia sociale dellIlluminismo dunque di studiare le idee
quando son diventate ormai strutture mentali, senza cogliere mai il momento creativo
e attivo, di esaminare tutta la struttura geologica del passato. Il risultato storiografico
spesso quello di riconfermare con gran lusso di metodi nuovi quello che gi si
sapeva. Un altro elemento pericoloso poi il considerare una storia totale, una visione
della societ come duna struttura globale capace di rivelare la sua logica interna; tale
approccio trasformerebbe piuttosto il giudizio storico in filosofia della storia. Utili
diventano dunque quegli studi di storia sociale che mettono a concreto contatto le
idee e i fatti, la diffusione di certe tecniche e scienze, vedendo come esse reagiscono
nelle terre, citt, tra nobili e artigiani dei diversi paesi. Ponendo dunque il Settecento
sotto le luci incrociate di alcuni problemi della storia delle idee, si vuole dimostrare
come questo incrociarsi riveli alcuni punti essenziali della storia dellIlluminismo. Al
centro presente il problema del valore della tradizione repubblicana nella formazione
e sviluppo dei lumi; ci conduce poi al cuore stesso del rapporto tra utopia e riforma;
in conclusione presente un tentativo di ripercorrere la distribuzione geografica e il
ritmo differenziato di sviluppo dellIlluminismo nellEuropa settecentesca.

I RE E REPUBBLICHE TRA SEI E SETTECENTO

Quando si parla di tradizione repubblicana e dellimportanza che essa pot avere nel
formare le idee politiche del secolo XVIII, il pensiero corre subito allantichit, a Atene
e Roma. E importante dunque osservare quanto del pensiero repubblicano derivi non
dagli antichi greci e latini, ma dallesperienza compiuta dalle citt italiane, dall Olanda
e dalla Svizzera, dall Inghilterra e dalla Polonia. Leredit repubblicana che il
Settecento raccoglie e fa fruttificare ha infatti una cultura classica, ma nasce pi
spesso da una esperienza diretta e non lontana, da una radice medioevale e
rinascimentale che riprende a vivere al di l dellet dellassolutismo e delle
restaurazioni del Cinque e Seicento. La forma antica e classica del pensiero
repubblicano fu particolarmente evidente in Francia, fino a diventare esplosiva durante
la rivoluzione. I philosophes, i girondini e i giacobini si rifecero allantichit classica
infatti perch non avevano nel loro passato di popolo nulla che potesse servire loro di
modello e dispirazione repubblicana. Anche loro si nutrirono degli esempi inglesi e
polacchi, italiani e olandesi e anche per loro le radici del pensiero repubblicano
affondarono in una esperienza europea non lontana e mitica. Tuttavia erano esempi
non appartenenti direttamente a loro e soltanto il mondo classico poteva assumere
per loro la grandiosit e il vigore di un mito. Cos la Francia diede una forma antica alla
tradizione repubblicana europea.
Il Settecento italiano era stato invece profondamente antiromano, aveva contrapposto
le province allurbe, aveva ritrovato i popoli italiani anteriori alla conquista, aveva
profondamente criticato il sistema economico fondato sulla conquista e non sul
commercio. Nel nome dellantichit Roma antica non risorse, mentre furono spazzate
via o trasformate profondamente le repubbliche di Genova, Venezia e Lucca. Venne
let della repubblica una ed indivisibile, proprio in un paese dove le repubbliche erano
state molte e in continuo movimento esterno ed interno. La penisola diventa una sorta
di microcosmo dellintera Europa, per la grande variet di forme politiche e costituzioni
diverse, per essere un vero e proprio museo politico. In Italia il rapporto tra gli stati
assoluti e le repubbliche riproduceva quel che vediamo allestero. Durante il Cinque e
il Seicento le repubbliche si comportarono come delle strutture esterne, dal contenuto
aristocratico e patrizio, borghese e municipale, non dissimili da quelle che gli stati
monarchici si andavano allora sforzando di dominare e inglobare nellassolutismo.
Tutto il processo di formazione dello stato moderno ritorna in questi secolari contrasti e
compromessi. Tali strutture esterne sopravvivono, mantenendo in vita la tradizione
repubblicana, poich non si piegarono allassolutismo regio, ma mantennero un
modello diverso, non permettendo il trionfo totale della monarchia universale.

Nel lungo periodo di passaggio tra il Sei e il Settecento, le repubbliche erano partite
invece del tutto sfavorite. Il loro neutralismo, il loro conservatorismo, il loro tentativo
di sottrarsi al mondo dei conflitti politici per rifugiarsi tutte in quello dei traffici
commerciali e bancari, sembrava destinarle ad una sicura sconfitta. Per non fu cos.
Guardando allOlanda, nonostante i conflitti tra i reggenti e gli Orange, si salvarono
non soltanto le Province Unite, ma sopravvisse lessenziale della loro costituzione. Il
patriziato dei reggenti continu a mantenere nelle proprie mani le posizioni chiave
nella societ dei Paesi Bassi. La tolleranza religiosa non venne messa in dubbio, ma fu
la base dalla quale partirono gli emigrati francesi per fare dellOlanda lemporio delle
idee politiche, filosofiche e scientifiche del mondo. Le Province Unite avevano
mantenuto una forma di governo considerata di sempre pi difficile comprensione da
coloro che venivano amalgamati dallassolutismo. La coscienza di questa diversit
and sempre pi radicandosi in Olanda. Non si trattava di una Repubblica angelica e
filosofica simile a quella di Platone, ma di una prosperit in atto, dovuto al rispetto di
un interesse comune connesso alla tolleranza, alla libert di residenza e commercio,
alla mancanza di monopoli, alla moderazione delle tasse e alla volont di mantenersi
in pace. La mentalit stessa di stato allitaliana era ripudiata. Nemmeno la guerra
poteva e doveva mutare la natura della repubblica; nella sua politica estera, lOlanda
non poteva non sentire una naturale simpatia per le repubbliche che vivevano in modo
simile, poich esse sarebbero state le sue alleate. Tutto il pensiero politico olandese
del Seicento tende a determinare le condizioni religiose, psicologiche, giuridiche di una
simile sopravvivenza ed esso attento alla sorte parallela delle altre minori
repubbliche dEuropa. LOlanda rifiuta la ragion di stato, in economia non
mercantilista. La sua funzione di mercante e banchiere dei grandi stati moderni la
rende fragile ed indispensabile. Con la seconda met del Settecento sempre pi
evidente si fa la difficolt in cui si viene a trovare lOlanda ad adeguarsi ad un mondo
che cambia. La sua economia altrettanto irriformabile quanto la sua struttura
politica. Fin quando lAntico regime tenne in piedi sopravvisse dunque anche la
repubblica delle Province Unite.
Ecerto che le repubbliche patrizie italiane non possano paragonarsi davvero nel loro
declino alle Province Unite. Ma i loro riflessi di conservazione e la loro permanenza in
margine ai grandi stati assolutistici meritano di essere guardate pi da vicino,
contribuendo allidea che dalle repubbliche si fecero gli uomini del secolo dei Lumi.

A Genova, differenti eventi politici nel corso del Sei e Settecento misero di nuovo in
movimento la stratificazione sociale che era venuta sedimentandosi nel corso del
Cinquecento. Nonostante le pretese di stravolgimento presentate da Luigi XIV, la
volont fondamentale di Genova era sopravvivere. Proprio la forma repubblicana del
suo governo le permetteva di realizzare questa volont. La classe dirigente sapeva di
poter sopravvivere alle guerre e alle rovine purch lessenziale della costituzione
patrizia e cittadina non fosse toccato. Anche a Genova i pericoli avevano indotto a
pensare che era necessario concentrare i poteri nelle mani di pochi, che era
indispensabile spezzare lantico equilibrio e permettere che una delle magistrature
prendesse il sopravvento sulle altre. Tuttavia questi rimasero sempre vaneggiamenti e
sogni entro i confini delle magistrature esistenti.

A Venezia la situazione era apparentemente alquanto diversa tra Sei e Settecento.


Soltanto con la pace di Passarowitz la repubblica di San Marco sar davvero tagliata
fuori dai grandi conflitti internazionali e non si far pi trascinare in una guerra. La sua
neutralit la preserv un po meglio dal passaggio degli eserciti e dalle loro ruberie.
Eppure la situazione era pur sempre molto simile rispetto a Genova. LImpero prosegu
una sistematica politica tesa ad isolare e togliere ogni forza economica a Venezia e a
sostituirla con le vie di comunicazione presenti in Lombardia. Per lunghi anni Venezia
reag a questa lenta opera di assorbimento con il tipico riflesso repubblicano
dellimmobilit, del conservatorismo programmatico. Allimmagine del Cinque e
Seicento dello stato veneto equilibrato, capolavoro della politica, si sovrappone
sempre pi quella duno stato basato sul diritto storico delleterna esistenza. Non le
restava dunque che ripiegarsi tutta sul suo passato, e l ricercare la propria ragione di
vita. Al medioevo dunque bisognava rifarsi, riprendendo antiche leggi per riformare
quelle esistenti, riesumando antichi ordinamenti per correggere gli errori presenti. Il
passato e la storia erano una forma entro cui dovevano essere colate le esigenze
nuove.

La situazione era meno appariscente in Toscana. Quando Giangastone, ultimo dei


Medici, mor nel 1737, gli occhi di molti erano rivolti al passato, verso le antichit
etrusche e soprattutto verso la grande et dellUmanesimo civico che cominci ad
essere riscoperta e apprezzata dai dotti fiorentini. In seguito per la Toscana venne
destinata ai Lorena e Richecourt cominci la sua opera riformatrice che permetter al
granducato di Pietro Leopoldo di diventare uno dei modelli pi riusciti in Europa di
assolutismo illuminato. Tuttavia il passato repubblicano della Toscana continu a far
sentire il suo peso. Gran parte degli intellettuali rimasero allopposizione rispetto a
Richecourt, opposizione che guardava al medioevo di Firenze e che and cercando
sempre pi nella libert inglese un proprio modello ideale e che trov in Montesquieu i
termini di una volont costituzionale. La Toscana di Pietro Leopoldo non sar soltanto
un esempio ammirato di stato riformatore, ma sar anche la terra dove nascer il
primo tentativo costituzionale italiano e quella in cui lesperienza del passato fu
sprone alla ricerca duna nuova libert.
Considerando i grandi dibattiti discussi nel corso degli anni su tale situazione, spicca
tra questi il discorso di Montequieu. Egli osserva ed esamina la corruzione che sempre
colpisce le repubbliche; il pericolo continuo al quale sono sottoposte queste forme di
governo di cadere nella pi ristretta aristocrazia o di soggiacere ad una rivolta
popolare. Malgrado una simile pessimistica diagnosi, lautore afferma che il principio
della repubblica la virt, principio superiore e pi alto rispetto a quello che governa
le monarchie. La ragion dessere delle repubbliche coincide con la moralit stessa, con
la capacit cio di dettare a se stesso la propria legge e di eseguirla. Anche
nellantichit le repubbliche non erano basate sulla democrazia universale e diretta
ma sulla capacit del popolo di scegliere e seguire i propri rappresentanti. Sono
insomma i corpi costituiti che contano, decidono e fanno si che uno Stato non ricada
nel dispotismo. La vera corruzione e rovina ha inizio quando si intaccano le leggi
costituzionali, che precisamente quanto era accaduto nelle repubbliche italiane,
dove il restringersi del potere ad un piccolissimo numero di famiglie e lo stabilirsi dun
diritto di ereditariet avevano spezzato la virt, facendo cadere il governo nel
dispotismo. Nonostante i tentativi di queste citt di far rivivere da soli i corpi costituiti
senza la direzione e protezione di un monarca, questi si erano dimostrati sempre pi
difficili poich ci si resi conto che le repubbliche e le aristocrazie moderne avevano
perso ogni loro significato e avevano guadagnato piuttosto un carattere anacronistico.
Il problema storico che le repubbliche moderne avevano posto era solubile soltanto
allinterno delle monarchie ovvero in quel compromesso tra strutture nobiliari,
cittadine e giudiziarie e il sovrano che caratterizzava gli stati moderni, sia che questo
compromesso prendesse la forma francese con la trasformazione dei corpi costituiti in
corpi intermedi, o quella inglese in cui i corpi intermedi finivano per porsi alla base
della separazione dei tre poteri. Si conferma cos che il dibattito tra repubblica e
monarchia era stato in realt deciso in Inghilterra. Ed l dunque che bisogna rivolgere
lo sguardo.

II - I REPUBBLICANI INGLESI

Lincapacit dellInghilterra a stabilire la democrazia meno negativo di quanto pu


apparire a prima vista. Certo la Gran Bretagna si era lasciata governare da uomini
senza punti di vista, cos come alquanto ridicoli e scomposti erano stati i tentativi
britannici per liberarsi della monarchia. Tale giudizio risulta per essere piuttosto una
fredda e staccata constatazione storica poich lInghilterra era allora troppo moderna
per rifarsi ai modelli dellantichit, troppo vicina agli stati moderni per poter tornare
repubblica. Allequilibrio conservatore che sul continente venne raggiunto a met del
Settecento tra le antiche repubbliche e gli stati monarchici corrispondeva un
compromesso tra la monarchia, il parlamento, le citt, le classi e i corpi costituiti.
Questo compromesso per non era stato n rapido n facile. Lidea repubblicana
avevano continuato a fermentare infatti molto tempo dopo la restaurazione del 1660 e
aveva continuato a svilupparsi, a crescere e a modificarsi anche quando era stata
posta ai margini della vita politica quotidiana. In realt quel che sopravvisse e
rigermogli dalla tradizione repubblicana molto pi importante e vitale di quanto non
si ammetta spesso in Inghilterra. Sembra davvero che la stabilit politica raggiunta in
Inghilterra nel primo Settecento sia ancora cos solida da mettere fuori gioco tuttoggi
coloro che la combatterono o vollero modificarla, e che trasmisero il messaggio della
loro opposizione. L Illuminismo inconcepibile senza tale messaggio. Tuttavia si pu
dire che nonostante ci fosse lintenzione di combattere per tale messaggio, la
rivoluzione inglese non suscit quellondata ideologica che accompagna altre
rivoluzioni europee. Le idee nate in Inghilterra erano infatti destinate a passare su
continente soltanto nella forma filosofica. Soltanto cos tali idee divennero cosmopolite
e poterono creare un potente fermento su tutta lEuropa del nascente Illuminismo. Il
problema della repubblica pu essere un buon filo conduttore nel labirinto delle
ribellioni, restaurazioni, rivoluzioni accadute nellisola britannica. E importante
comprendere come gli inglesi reagirono nel momento in cui si accorsero che il ritorno
alla repubblica si faceva sempre pi incerto e difficile. La repubblica avrebbe
significato infatti in quelle circostanze (passaggio alla dinastia degli Hannover) guerra
civile, e gli inglesi non intendevano cominciarla. Tutti i modelli repubblicani che essi
avevano in mente non erano infatti adatti alla realt del Paese. Lagitazione degli
spiriti inquieti era notevole negli anni immediatamente precedenti, e il club cominci
ad assumere sempre maggiore importanza nella vita del paese, accanto al salotto e
alla taverna. Allora vediamo farsi avanti un gruppo di uomini in continuo movimento
come Shaftesbury o Tindal, attivissimi nelle lotte politiche di quei giorni; essi si
presentano come filosofi e non soltanto come uomini della politica e della diplomazia.
Sono un primo gruppo di intellettuali e filosofi illuministi alle prese con i problemi
politici della loro et.

Da questo punto di vista, Toland il pi significativo e il pi caratteristico di questo


gruppo di intellettuali, capace di intuizioni geniali sulla storia delle religioni ed il pi
attivo tra i riassertori della tradizione repubblicana inglese. Quanto al pensiero politico
del gruppo, sarebbe sbagliato dividerlo in pi o meno democratico; in realt le loro
riflessioni e le loro lotte sono interessanti perch ci mostrano tutta intera la tradizione
repubblicana messa a confronto con nuovi problemi e che a poco a poco si trasforma
in una nuova visione della libert politica.

John Toland e Walter Moyle furono coloro che pi fecero per ridare forza e vigore ad
uninterpretazione repubblicana dellantichit, rifacendosi allumanesimo civico
dellItalia rinascimentale e a Machiavelli, cercando di mettere dalla parte propria il
maggior numero possibile di scrittori latini. Essi ripresero e trasmisero al secolo XVIII
una lunga tradizione, ripresentando una antichit repubblicana al popolo inglese
facente parte dellet Augustea. Moyle si chiedeva perch il governo popolare
dellantica Roma fosse caduto; rispose affermando che non si era avuta lenergia di
ritornare alle forme di governo originali ripristinando lantica virt e la disciplina . Una
libert sbagliata dunque aveva permesso eccezioni alla costituzione. Tuttavia
sarebbe stata meglio una dittatura piuttosto che simili compromessi. N un
condominio tra il popolo e il senato avrebbe potuto risolvere il problema. Il vigore della
legge era stato dunque diminuito. Una simile involuzione fu possibile per alcuni difetti
della costituzione romana, dalla cattiva organizzazione del tribunato e della censura.
Quando la decadenza era ormai in atto anche i grandi uomini invece di difendere le
libert, si erano gettati contro di esse. Anche le riflessioni del mondo antico di Moyle
dunque riprendevano le preoccupazioni politiche che vivevano in quegli anni al di l e
al di qua della Manica.
Quanto a John Toland, fra tutti gli uomini di questa corrente, egli quello che pi si
avvicina al tipo di filosofo gi illuminista, di cultura enciclopedica, dalla vita libera,
attiva e scanzonata, coerente per con la propria vocazione. In John Toland la
tradizione repubblicana diventa modo di vita, indipendenza personale, entusiasmo
filosofico. Il germe illuministico delle idee di Toland era vigoroso. Permetteva ad
esempio di capire la storia delle religioni dallinterno, non pi soltanto come
costruzione di un potere ecclesiastico, ma come sviluppo di misteri e dogmi. Si
trattava di qualcosa di nuovo, duna razionale volont di non ammettere nulla che
fosse contrario alla ragione o oltre essa, di un invito a guardare tra la gente comune,
duna volont di giungere ad una societ razionalmente costruita. Attraverso Londra,
Toland si rivolgeva al mondo intero col suo appello alla libert. Ormai i repubblicani
non erano pi gli uomini di una setta o dun complotto, ma predicavano apertamente a
tutti le loro idee. Queste si diffusero poi durante il periodo segnato dalla guerra di
successione spagnola anche al di fuori dellInghilterra. A ci Toland si dedic con
notevole efficacia e successo. Toland fu insomma uno degli scrittori che pi si adoper
per dare un significato ideologico allalleanza delle potenze marittime con lImpero e
con alcuni principi tedeschi contro la Francia di Luigi XIV. Tuttavia se la guerra di
successione spagnola permetteva la diffusione delle idee deiste, bloccava quella delle
idee repubblicane. Troppo grande era il pericolo della politica espansionistica di Luigi
XIV. Indispensabile era dunque uno stato monarchico anche in Inghilterra . Ben dovette
rendersene conto Toland quando torn in Inghilterra e fu costretto a fronteggiare una
tempesta di critiche, accuse e minacce. Lidea di repubblica si trasform dunque per
lautore, ormai scevra dalle forme storiche che aveva preso in passato, in un ideale
capace di vivere nella monarchia inglese, cos come di diffondersi sul continente, in un
incitamento alla libert oltre le contingenze storiche.

III DA MONTESQUIEU ALLA RIVOLUZIONE

A met del Settecento le antiche repubbliche erano ormai non soltanto messe al
margine degli stati assolutistici, ma della storia stessa. Contavano infatti sempre meno
politicamente e, anche sul piano economico, i maggiori centri di commerci e
manifatture entrarono in una fase di decadenza. Sopravvivevano le arcaiche
repubbliche, ritraendosi per dallorganismo europeo, lontane dai punti di incontro e di
scontro delle forze militari e produttive. Vivevano persuase nella loro continuit e
perpetuit, agendo sempre meno e sempre pi abbandonandosi al senso della propria
esistenza. Anche sul piano ideologico le idee repubblicane non sembravano pi avere
mordente politico, non costituivano pi quindi una alternativa alle idee e alla prassi di
un assolutismo che stava allora cominciando a prendere le forme del dispotismo
illuminato. Tuttavia, fuori dai conflitti e dalle battaglie, tali idee permanevano nei
costumi ed erano capaci ancora di suscitare una volont di indipendenza e di virt che
gli stati monarchici non erano in grado di soddisfare. Sussiste allora unamicizia
repubblicana, un senso repubblicano del dovere anche in un mondo mutato al cuore
stesso di uno stato monarchico. Ed proprio sotto laspetto etico che questa tradizione
repubblicana fa appello agli scrittori dellilluminismo, a Voltaire, a Diderot, a
dAlambert e a Rousseau. Sul piano morale avviene la confluenza con la nuova visione
della vita che si stava formando nella Parigi del tempo.
La linfa proviene dalla Gran Bretagna, soprattutto grazie alletica di Shaftesbury. Egli
era stato uno dei primi a ritrarsi dalla lotta politica, a mettersi da parte e a trasporre
sul piano filosofico gli ideali di Toland, Molesworth, etc .. Le sue Characteristicks
avevano proprio questo valore. La sua polemica deistica contro ogni forma di religione
rivelata laveva portato ad osservare con curiosit le forme tradizionali dellentusiasmo
religioso. A questo egli and contrapponendo un entusiasmo nuovo e diverso, che
chiam sociale e che costituiva la spinta etica duna societ tutta mondana. La sua
amicizia ben diversa da quella tradizionale, e vuole inserire nel contesto della
societ un rapporto naturale. Altrettanto caratteristico il patriottismo di Shaftesbury,
facoltativo ed estraneo al cristiano, esplicitamente diverso dalla carit e che si
contrappone pure al senso istintivo damore e di attaccamento per la propria terra.
Cosmopolita, il nuovo patriottismo inscindibilmente legato alla libert,
inconcepibile o assurdo fuori di essa,e non pu essere provato se non da coloro che
hanno veramente un paese e sono in quantit tale da essere chiamati popolo. Ogni
potere assoluto distruggeva e negava la base stessa del vero amore per la patria. La
parola stessa di patriottismo traduce dunque in termine di passione, di entusiasmo, di
etica esattamente il senso di eguaglianza e di libert di coloro che si consideravano il
popolo. Non si tratta pi di discutere quindi in termini politici e costituzionali dove
stava e fin dove si estendeva la sovranit, ma di sentire e di rivivere quel senso di
indipendenza che le repubbliche avevano creato. Il nuovo patriottismo carico di una
secolare tradizione, ma si traduce in termini che tutti gli uomini possono e debbono
capire e intendere, universalmente umano. Shasftesury diffondeva per le sue idee
sul patriottismo e sulleroismo accompagnandole con un elemento di critica e di
ragione, poich i conflitti avrebbero potuto trasformare tali valori da positivi a
totalmente negativi.

Considerando nuovamente la situazione in Francia, il duca dArgenson il pi lucido ed


indipendente testimone della diffusione di un fermento repubblicano nel paese tra il
1745 e il 1754. Egli conosceva bene il suo paese e lEuropa. Aveva tra laltro tracciato
un largo quadro dei diversi governi dellintero continente; dArgenson nutriva una
grande ammirazione per lo spirito pubblico che le repubbliche avevano saputo creare
e mantenere, aveva constatato la loro superiorit nelliniziativa economica, tanto dei
privati che dello stato, stimava che le situazioni di autorit che facevano la loro
fortuna avrebbero potuto e dovuto essere trapiantate anche sul suolo degli stati
assolutisti. Il re avrebbe dovuto assumere il titolo di protettore del paese,
trasformando lo stato in una sorta di repubblica protetta dal re. I rapporti tra province
e monarca avrebbero dovuto avere un fondamento di libert ed uguaglianza. La libert
intellettuale era indispensabile infatti ed anche pi importante politicamente era
luguaglianza. Anche nel seno della monarchia francese sandava cos aprendo la
discussione sulla necessaria trasformazione dei corpi intermedi in modo da renderli
adatti ai nuovi compiti e a farli sempre pi connessi con le strutture di un grande
stato. Le forze che avrebbero potuto guidare il paese su una simile strada erano i
Parlamenti e i filosofi. Gli uni e gli altri saranno infatti alla testa di tutti i movimenti nei
successivi decenni. I corpi costituiti e le forze intellettuali si disputeranno la guida
dellopposizione, dallinterno stesso della struttura monarchica (Parlamenti),
opponendosi agli altri sempre pi apertamente dal di fuori (filosofi). I Parlamenti
faranno appello allantica costituzione del regno, ad una pi o meno mitica
costituzione legale, mentre i filosofi cercheranno sempre pi intensamente le loro
giustificazioni nelle idee che lIlluminismo andr contrapponendo al passato.
Pochi anni dopo, nel 1754, Rousseau poneva un nuovo rapporto tra le nuove idee e la
tradizione repubblicana. Sembrava aver ritrovato la patria perduta. Il suo entusiasmo
repubblicano lo portava ad accettare non questo o quellaspetto di Ginevra, la sua
citt natale, ma tutta intera leredit, compresa laristocrazia patrizia che la
governava. Egli si dichiarava della classe che non ha poteri politici, ma che non per
questo meno attaccata alla patria. Ginevra diventa dunque non il luogo in cui
Rousseau nato, ma la patria che egli stesso si scelta. Ci che lo muove non
lamore per la sua terra, cerca piuttosto un paese in cui societ civile e governo si
confondono e in cui governanti e governati facciamo tuttuno, in cui domina la legge e
non la volont politica dei singoli governanti, in cui la tradizione tutto e nulla
larbitrio. In realt repubblicani si nasceva, si era, non si diventava. Soltanto cos una
repubblica avrebbe potuto allontanare da s ogni tentazione di espansione, di
conquista, di modificazione allesterno e di squilibrio allinterno fra popolo e magistrati.
Come Rousseau sosteneva, era ben difficile far ritorno a forme e sentimenti
repubblicani in un paese che fosse stato piegato dallassolutismo. Teoricamente
riacquistare la virt era altrettanto impossibile quanto tornare allo stato di natura.
Tuttavia esisteva sempre e comunque unalternativa, una diversa possibilit.

Per comprendere bene il significato dellappello di Rousseau dobbiamo rivolgere lo


sguardo al gruppo dei philosophes, in particolare a Alexandre Deleyre. Dalla natia
Garonda, il giovane provinciale giunge a Parigi con una raccomandazione di
Montequieu. Qui rimane inorridito dalla metropoli, intimorito e sdegnato della
corruzione che lo circondava. Tutto questo port Deleyre a guardare al gruppo dei
philosophes come alla citt ideale, come allunico modo in cui era possibile vivere e
respirare. L egli incontr Rousseau. Fu proprio Rousseau a fargli conoscere Diderot, e
Deleyre pubblic poi nellEnciclopedia suoi articoli, e divenne elemento attivo e
convinto del gruppo degli enciclopedisti. Tuttavia la disputa che avvenne tra Rousseau
e Diderot negli anni successivi lasci Deleyre profondamente deluso del gruppo dei
philosophes, incapace oramai ai suoi occhi di impersonare lideale di una societ di
liberi e di uguali. Non gli restava che lesilio; girovag per lEuropa cercando una nuova
strada e riusc ad esprimere tale ricerca non solo criticando il mondo con cui entr in
contatto o partecipando alla crisi degli intellettuali francesi negli ultimi anno del regno
di Luigi XIV, ma riuscendo ad esprimere questi suoi sentimenti e pensieri in una forma
pi efficacemente politica di molti suoi contemporanei. La sua protesta sociale era
strettamente legata a quella morale; il lusso lo ripugnava sempre di pi, non soltanto
come una ingiustizia, ma come una sempre pi grave minaccia alla libert. La rivolta
contro i tiranni antichi e nuovi era dunque pi che legittima. Sar destino di Deleyre di
colpire egli stesso il monarca francese, poich tra i voti della Convenzione che
condannarono a morte Luigi XVI ci sar anche il suo. La lotta tra i re e i popoli non
aveva nulla di giuridico n di formale, ma restava per lui lurto della natura
onnipotente contro i meschini artifici degli uomini. Egli si rese inoltre perfettamente
conto che lidea stessa di virt stava allora cambiando, poich non era pi tempo
dellantica moderazione repubblicana, ma duna nuova morale, nata dallaspro
desiderio di nuovi guadagni. Proprio questa mescolanza di antica e nuova morale
andava producendo reazioni sempre pi violente e profonde nellanimo di un numero
sempre maggiore di persone.

Lesempio di Deleyre ci ha portato a comprendere come i sentimenti e atteggiamenti


che fermentavano tra il popolo di Parigi sfociarono nella rivoluzione. Ma i rapporti tra i
lumi e la tradizione repubblicana devono essere considerati su un piano diverso, che
non quello della virt perduta, ma quello delle forme costituzionali, del contatto e
contrasto tra le idee politiche dellIlluminismo e le istituzioni repubblicane esistenti nel
secondo Settecento. Ritornando a Rousseau, sul piano ideologico, il suo paradosso
cominci a portare i suoi frutti. Le idee di contratto, di eguaglianza, di democrazia
trovarono nella tradizione repubblicana un primo elemento concreto, una prima
sostanza politica. E utile leggere il Contratto sociale in chiave ginevrina, per
comprendere come si venga stabilendo un rapporto sempre pi stretto fra gli ideali e i
fatti. Anche pi interessante la lettura delle Lettre crites de la montagne per
osservare quale interpretazione e soluzione Rousseau tentasse di dare alla lotta che si
andava svolgendo allinterno di Ginevra. Fin dal 1707 il monopolio politico dei patrizi
viene rimesso in questione nel tentativo di ridare potere e vigore allinsieme dei
cittadini che compongono la borghesia. I due estremi, i patrizi e il popolo tendono a
convergere contro di essa, ma questa si dimostra unalleanza precaria e nemmeno
essa permette di trovare un equilibrio. Il conflitto si allarga cos allinterno della piccola
repubblica e non trova il suo limite se non nella situazione internazionale in cui esso si
inserisce. La storia di Ginevra esemplare e rappresenta una delle esperienze pi
pure e perfette di questo fenomeno repubblicano del tardo Settecento. Esemplare
Ginevra in un ulteriore e pi amaro senso. Le antiche repubbliche non sono riformabili.
Nessuna riesce a ritrovare il meccanismo politico che impedisca il ripetersi e che
istituzionalizzi in qualche modo i conflitti tra il patriziato, la borghesia e il popolo. Non
pochi tra i cittadini delle antiche repubbliche si diedero allora a tradurre, a leggere e
rileggere le opere di Rousseau, cercando una spiegazione degli avvenimenti che gli
avevano trascinati e sopraffatti. E non avevano torto, poich in quelle pagine stava il
primo tentativo dinterpretare i contrasti interni di Ginevra in una nuova e ampia luce .
In realt Rousseau compiva soprattutto loperazione inversa: dare un senso europeo a
quello che stava accadendo nella sua citt natale. Rousseau scopr la radice stessa
dellidea repubblicana e stabil un effettivo punto di contatto tra le idee democratiche
che andavano allora riemergendo e il passato comunale. Da questa tradizione egli
sembr anzi un momento distanziarsi. Il passato medioevale sembrava inghiottire le
pi moderne idee di uguaglianza e di libert. Rousseau fin col dichiarare che il
miglior governo quello dove tutte le parti si bilanciano in un equilibrio perfetto ,
avvallando allo stesso tempo il meccanismo stesso dellimmobilismo delle antiche
repubbliche. In realt lidea di sovranit quale Rousseau la concepiva dava una base
ed un valore nuovo e diverso allidea repubblicana.

Lintervento di Voltaire in questi conflitti notevole soprattutto per lagilit e la


capacit di adattamento dimostrata dal vecchio filosofo. Segu le onde che andavano
dai patrizi ai borghesi e al popolo, non identificando se stesso con nessuno di loro.
Nemmeno lui riesce per a trovare una soluzione a tali scontri, finendo per rifugiarsi
anchegli in principi generali, cercando di passare dalla politica ginevrina alle idee di
libert, tolleranza ed eguaglianza. Il suo sguardo continua ad essere puntato su Parigi,
sulle lotte contro i Parlamenti, sulla crisi degli ultimi anni del regno di Luigi XV. Voltaire
sa che l il campo su cui i lumi avrebbero dato battaglia decisiva, allinterno della
grande monarchia francese, alle fondamenta stesse dellassolutismo. Eppure il peso
della tradizione repubblicana non tanto piccolo nemmeno per lui, e lo costringe a
riesaminare dalla base le sue concezioni politiche. I lumi secondo lautore potranno
risolvere il dilemma nella scelta tra la monarchia inglese o le repubbliche del passato.
Sono i lumi a dare alluomo una fede nella propria epoca e a fargliela considerare
migliore del passato; sono loro a dare un senso nuovo allidea di natura umana, a
combattere contro la superstizione, ad aprire lanimo allaccettazione di una societ in
cui anche i pi umili possano essere liberi e politicamente attivi. La libert inglese
rimane dunque un modello, ma lontano e precario. Si trattava ora di affermare il nuovo
senso democratico che il mondo moderno sembrava contenere in se stesso come
frutto maturo. Voltaire, rispetto a Rousseau, agiva nella posizione di una potenza
estera trascinata dalle cose stesse ad interferire. Perci il suo intervento fu pi
democratico e meno repubblicano. Tale categoria di pensiero politico radicata nel
passato si apre ad una realt nuova, mostrando tutte le sue interne contraddizioni,
tutta lenergia di una tradizione amata e contrastata, attiva ed efficace nel mutare
delle persone e delle cose. Leredit del passato era ormai dissolta nella ricchezza del
presente.

IV IL DIRITTO DI PUNIRE

Il dialogo tra utopia e riforma nasceva spontaneo e continu senza sosta, in ogni
angolo dEuropa, per tutta la seconda met del Settecento. Lentusiasmo sociale
contribu a portare nuova linfa allutopia, facendola rifiorire insieme alle prime
discussioni politiche del gruppo che stava costruendo lEnciclopedia. Ormai, in ogni
gruppo di philosophes difficile non scorgerne almeno uno che non abbia una segreta
simpatia per un mondo in cui non sia mai esistita o in cui sia stata abolita la fatale
distinzione del tuo e del mio. Nellanimo stesso di alcuni dei filosofi maggiori questa
visione senza tuo e mio non scompare pi. Tale idea comunista dar origine, nella
seconda parte del Settecento, per la prima volta, ad una corrente di pensiero. Appare
nei pi diversi ambienti dellIlluminismo europeo e diventa una delle forme che prende
la volont di trovare una situazione nella quale fosse abolita lidea stessa di bene e
male. Lutopia tradizionale viene allora allargandosi e trasformandosi sotto la spinta di
questa volont illuministica di realizzare il paradiso in terra, di creare una societ tutta
umana, egualitaria e libera, di allargare al di fuori dei piccoli gruppi di eletti, di santi e
di monaci, una regola comunitaria che valesse per tutti. La storia del passaggio
dallutopia allideale, dal sogno individuale al movimento politico comunista piena di
interesse. Lintera et illuministica non comprensibile infatti senza questo elemento,
il quale uno dei risultati pi irreversibili, immobili e duraturi che il secolo XVIII
trasmise al XIX, una di quelle forme mentali che non andranno dissolvendosi pi se
non dopo lunghe e difficili prove e tentativi. Dopo la met del Settecento lidea che
labolizione della propriet potesse cambiare le basi stesse della convivenza umana,
abolire ogni morale tradizionale, ogni politica del passato non scomparir pi dagli
animi dei contemporanei.

Ci che qui interessa approfondire il rapporto tra tali forze di entusiasmo sociale e la
concreta volont di riformare questo o quellaspetto delle societ ereditate dal
passato, di operare concrete trasformazioni. Dunque il rapporto tra utopia e riforma.
Consideriamo un problema che tocca luno e laltro aspetto, ossia il diritto di punire,
che non pu non implicare la questione stessa del rapporto tra lindividuo e la societ,
e che pure strettamente connesso con una casistica di metodi e di esempi, di
strumenti e pratiche diverse. Comporta insieme cio una discussione di principio e una
disanima sui problemi concreti. Proprio per questo suo doppio aspetto esso pu essere
particolarmente importante per capire lIlluminismo. Un esempio che risulta utile
seguire leco dellopera di Beccaria, Dei delitti e delle pene, pubblicata nel 1764
attraverso lEuropa. Il nodo che da millenni si era formato unendo con mille fili peccato
e delitto, crimine e colpa, veniva tagliato nettamente da Beccaria. Secondo lautore la
chiesa poteva occuparsi dei peccati, ma allo Stato spettava soltanto il compito di
valutare e di risarcire il danno che linfrazione della legge aveva portato allindividuo e
alla societ. Il grado di utilit e disutilit misurava tutte le azioni umane. La pena non
era unespiazione. I giudici non avevano altro compito che ristabilire lequilibrio
turbato. Il diritto penale veniva completamente desacralizzato. Lilluminismo radicale
di Beccaria negava implicitamente ogni concezione religiosa del male, ogni peccato
originale, ogni sanzione pubblica della morale. Lutilitarismo suo nasceva dalla volont
di creare una societ fondata sulla ragione e sul calcolo, abbattendo ogni ostacolo e
pregiudizio ereditato dal passato. Ma quale era mai il diritto di punire e addirittura di
condannare a morte qualcuno, in una simile societ? In fondo al ragionamento di
Beccaria stava la visione duna societ in cui luguaglianza usciva dalle astrazioni
giuridiche per entrare nei fatti economici. Non solo egli prova orrore di fronte alla
violenza, alla crudelt ma rifiuta dal pi profondo dellanimo suo ogni teorizzazione,
ogni giustificazione di esse, ripugnandoli sempre ogni utilizzazione loro da parte degli
stati, delle societ, del diritto. Le sue pagine sulla pena di morte e sulla tortura
nascono da questa doppia ritrosia ad accettare il diritto di punire e le conseguenze che
esso comporta. Era davvero convinto che ogni sua conclusione avrebbe direttamente
pesato sulla sorte dei suoi simili. Beccaria si pone cos sulla soglia dellutopia
settecentesca, si sente trascinato dalla sua logica e dal suo modo di sentire verso una
soluzione che prometta di risolvere alle radici, alla sorgente, il problema del bene e del
male. Eppure Beccaria si ferma su quella soglia; egli vuole che la ragione, il calcolo,
vengano a dominare limpeto egualitario e libertario. Chiedersi dove portava il diritto
di punire non doveva portare alla dissoluzione della societ, alla negazione del diritto.
Non lutopia dunque, ma una societ di liberi ed eguali sarebbe stata la risposta al
problema che egli aveva posto. Soltanto una concezione strettamente utilitaristica
della societ poteva interpretare praticamente la volont di eguaglianza. Se,di fronte
al delitto, si trattava di riparare un danno, tutti avevano il diritto e il dovere di
compiere questa riparazione. Ogni privilegio di casta e di gruppo era soltanto un
ostacolo sulla via della giustizia. Similmente anche di fronte ai problemi della societ,
il calcolo utilitario era lunica via per giungere alleguaglianza. Le riforme avanzate da
Dei delitti e delle pene incidono in realt nel profondo della psicologia e della politica
di quellet. Continuando lungo la linea di pensiero dellautore, Beccaria considera
inoltre la sostituzione del lavoro forzato alla pena di morte; soltanto cos la societ
avrebbe evitato di compiere un delitto giuridico e il delinquente avrebbe potuto pagare
il suo debito allo stato. Questa sarebbe stata lunica riparazione socialmente razionale
e utile. Le implicazioni sociali di una simile soluzione si rivelarono a poco a poco,
durante il dibattito che venne allargandosi intorno allautore. Chiedersi se il lavoro
forzato era una risposta adeguata ai delitti non era soltanto domandarsi se esso
poteva spaventare i potenziali delinquenti; si vide ben presto che Beccaria aveva
voluto in realt rispondere non soltanto alle esigenze di una umanizzazione e di un
perfezionamento del diritto, ma che il suo pensiero mirava al centro stesso dellumana
societ. Dalle riforme da lui proposte non fu difficile risalire di nuovo a quellutopia
potenziale dalla quale era partito. La discussione prese ben altra ampiezza quando il
libro di Beccaria venne pubblicato nella versione francese e quando lautore si rec a
Parigi a ricevere gli elogi dei philosophes. DAlambert fu impressionato dallintrecciarsi
di logica e precisione, Morellet si sforz di trasformare invece lopera traducendola in
un sistema giuridico capace di essere la base di un nuovo codice. La Francia per tardo
ad abolire la tortura. Le ragioni sono molte e vanno cercate nel potere dei Parlamenti,
nellimportanza politica, come forza autonoma e di opposizione, che essi andarono
prendendo in quegli anni. Secondo Beccaria la giustizia non doveva essere guidata
dalle categorie sociali, ma dalla pura e semplice volont di non uccidere, di non
proseguire cos la lotta dello stato di natura, di non spezzare in tal modo le basi stesse
duna convivenza sociale quale egli la concepiva. La discussione sul lavoro forzato
and poi allargandosi in tutta Europa e rivestendo spesso le forme dun calcolo sempre
pi duro e spietato sullutilizzazione della manodopera dei condannati o richiamando
invece i legislatori al dovere di non mascherare sotto il nome di lavori forzati una
esecuzione capitale peggiore di quella che si era voluta formalmente abolire. Una
giustizia meno armata avrebbe visto un sempre minor numero di delinquenti. In ultima
analisi le riforme avrebbero migliorato la societ. Ma lidea che la disuguaglianza e
lingiustizia sociale rendessero vane queste speranze fin sempre pi col dominare.
Lutopia era tramontata, ogni speranza di riforma era unillusione, restava il duro
realismo, laccettazione delle leggi di una societ ingiusta.

V CRONOLOGIA E GEOGRAFIA DELLILLUMINISMO

Per cogliere pienamente il ritmo e fissare i confini dellIlluminismo dovremo guardare


allEuropa. I molti saggi di storia economica del XVIII secolo forniscono ancora un
quadro disuguale a seconda delle varie zone e dei diversi paesi dellEuropa di
quellet. Viene naturale chiedersi fin dove il trend economico francese sia valido, pur
con tutte le variazioni locali, anche per il resto del continente. A un periodo di
espansione fanno seguito la depressione degli anni 30, la ripresa degli anni 40 e un
periodo di espansione che dura fino al 1770 circa, per poi essere sostituito da un
periodo di alti e bassi. Verificare il trend fuori dalla Francia spesso difficile. L dove lo
spezzettamento politico grande, la piccolezza dei mercati locali tende ad offuscare le
linee generali dellandamento economico. In altri paesi la permanenza della servit
contadina d a tutta leconomia una forma diversa. In Inghilterra linizio della
rivoluzione industriale muta anchesso profondamente la situazione. E dunque tutta la
societ e non solo il movimento delle idee e della politica ad essere in espansione
allinizio del secolo. Tuttavia, non meno vero che le situazioni locali differenziano
questo ritmo, creando punte e ritardi. Nonostante questo i fili che collegano gli
elementi sono pi numerosi e solidi di quanto non appaia da subito, la circolazione
delle idee pi intensa di quello che avremmo potuto sospettare, le speranze e le
aspettative si volgono verso una medesima direzione. Non siamo pi di fronte alla crisi
della coscienza europea di inizio secolo, n alla disputa fra deisti e antideisti. Qualcosa
di nuovo stava nascendo, si stava passando da un primo sviluppo fino al pieno
dellIlluminismo. Dai problemi religiosi e morali ci rivolge ora a quelli politici e sociali,
da quelli legali a quelli economici, dal sistema filosofico alla sperimentazione. Al centro
del quadro sta Parigi in cui si va preparando lEnciclopedia. Si tratta di una nuova
generazione e di un ambiente sociale del tutto diverso. Un po ovunque in Europa quel
che dicono e fanno gli enciclopedisti a Parigi seguito con una curiosit e un interesse
che crescono rapidamente. Anche fuori dei confini della Francia evidente che quella
libert e spregiudicatezza che regna nel gruppo dei giovani philosophes troppo
grande e intensa per essere accolta dallEuropa nella met del Settecento. Eppure
proprio lEnciclopedia getta i ponti e permette il passaggio tra il pensiero del gruppo
parigino e il resto dEuropa. Il fatto stesso che si tratti dun dizionario delle scienze e
delle arti crea la possibilit della diffusione delle nuove idee, anche l dove certo non
sarebbero potute giungere direttamente. Si trattava di cambiare il modo di pensare
della gente, e per far questo era pi efficace una esposizione nuova del rapporto tra
arti e lettere, tra scienza e societ che un pamphlet in pi di diretta polemica religiosa
e politica. Il confronto tra la situazione in Francia ed il resto dEuropa ce lo conferma.
La diffusione delle idee economiche che venivano da Parigi non che un esempio dun
ritmo differenziato che possiamo cogliere fin dai primi echi di risposta all Enciclopedia.

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