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Confini e frontiere: Distinzione, relazione, sconfinamenti e ibridazioni

Author(s): Valerio Antonietti and Barbara Caputo


Source: La Ricerca Folklorica, No. 53, Intorno ai confini (Apr., 2006), pp. 7-21
Published by: Grafo s.p.a.
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/30033308 .
Accessed: 01/05/2011 09:18

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7

VALERIO Confini e frontiere


ANTONIETTI,
Distinzione, relazione, sconfinamenti e ibridazioni
BARBARA CAPUTO

Introduzione loro, cercandodi comprenderese le primepossibi-


E opportuno porre una contrapposizionetra litkrescludano le seconde o se invece e possibile
"confini"e "frontiere"? In qualche caso la conti- configurareuna coesistenza.
La tesi che qui si vuole sosteneree, appunto,
guitasemanticadi questiconcettiha facilmentein-
dotto ad unaloro confusionecaratterizzata dall'uso che questasecondaipotesi sia possibile.Proceden-
dei due terminicorrispondenti,quasisi trattassedi do ad una sinteticaricostruzionedell'usodi questi
sinonimi ad indicareun medesimo referenteem- concetti, e del loro funzionamento in situazioni
pirico, come testimonia l'uso che se ne fa in fran- concrete, si vuole evidenziarecome essi siano in
cese e in italiano(cfr.Zanini 1997). Percontro, in realthcomplementari,e come la loro contrapposi-
antropologia,essi sono stati analizzatitendendo a zione possa,al piu, risultareutile da un punto di vi-
privilegiare,secondo i casi, l'uno o l'altro,non so- sta analitico, a seconda che si vogliano mettere
lo separandoli,ma spesso attribuendovaloreeuri- maggiormentein evidenzapratichedi distinzione
stico ad uno solo dei due, ignorando,consideran- o dinamichedi ibridazione.Volendo esprimersiin
do poco rilevante,quando non apertamentecriti- termini kantiani,la separazionedei due concetti &
cando, l'altro.Anche laddovei due concetti convi- un'operazionedi indubbio valore regolativo,che
vono, questa convivenza appareproblematica,al tuttavia non deve diventarecostitutivo (Fabietti
punto che confine e frontierafiniscono ormai con 2000: 61). La reificazionedell'opposizioneche ne
l'apparirecome situazioniincompatibili. puo conseguire,infatti,rischiadi farperderedi vi-
Qui ci si vuole dunque chiederese esistala pos- sta un aspetto a nostro avvisocruciale:e cio&,co-
sibilitadi pensare,o ripensare,il confine e la fron- me si &detto, che nel concreto confini e frontiere
tierasenzaconfonderli,senzaricorrereall'esclusio- si trovanospessoa conviveree interagire.
ne o incorrerenell'incompatibilitai,ma conside- Cib che si vuole proporree formarequi &dun-
randolicome due aspettinon solo di un medesimo que un concetto ampio, che scaturisceda un fascio
concetto ampio, ma anche di situazioniconcretedi di possibilithiinsite nelle differentifigure del con-
distinzione,contiguitY,incontro tra gruppi diffe- fine e della frontiera,o, detto altrimenti,da somi-
renti. glianze discontinue (cfr. Remotti 1989; 1990;
Non si trattasolo di una meraquestionedi sot- 2000). Differenzeche nelle molteplicisituazionia
tigliezzeanaliticheo semantiche.Si trattadi com- noi note di confine e frontieraappaiono e scom-
prenderee metterein gioco, attraversouna messa paiono, tratticostitutiviche si ricombinanoin di-
a fuoco dei termini, temi come la separazione,la versimodi.
distinzione,da un lato, e dall'altrola relazione', le A tale scopo, appareutile in particolareil re-
"connessioni"l'incontro, i fenomeni di ibridazio- cente sviluppodel dibattitosullafrontiera,e la for-
ne tragruppiumani che si consideranodistinti tra mulazione del concetto di contact zones (Pratt
1992). A nostro avviso,e quasiinconsapevolmen-
1 Amselle (2001) fa riferimento con que- colazionesuampiascaladi significaticul- te, con la messa in evidenza della funzione delle
sto termine alla interconnessione costante turali,sempreesistitanellacorsadellasto- "zone di contatto" il dibattito apparegiunto ad
delle culture su scala planetaria, e alla cir- ria. una svolta:il riavvicinamentodei due concetti, la
8 ANTONIETTJ, BARBARA CAPUJTO
V.AL.ERIO

frontierache torna ad essereconfine, e viceversa. Perdefinirecosa siano questidue concetti non


Lungi dall'elidersia vicenda, dunque, il confine e sono sufficienti le analisi semanticheo i concetti
la frontiera,da sempre profondamentelegati nel storici elaboratinel corso del tempo, anche se essi
fattuale, sembranoormai pronti anche ad un ri- ci tornanoutili. Lanozione che qui si cercadi met-
congiungimento concettuale. tere a fuoco e antropologica,e serve,piUche a sta-
bilire un nome, a formareun concetto euristica-
1. Confine e frontiera: storia di un'opposi- mente valido, scaturito e al tempo stesso utile a
zione confrontarsicon la molteplicitaidellesituazioniet-
Confine e frontieraappaiono, nei fatti, come nografiche."Se",come dice Fabietti(2005: 179)
due aspetti,due possibilithattualizzabilidel "limi- l'umanitaiappareimpegnataa "costruireconfini"
te", nel senso in cui lo intende Kant. (magariattraversabili),il compito dell'antropolo-
Nei Prolegomena ad ognifuturametafisicaKant gia consiste nello studio di comecib avvengae di
effetti la presenzadi tali confini abbiaper la
operauna netta distinzionefrai limiti ed i confini. quali
In particolare,al numero cinquantasette,egli af- vita dei gruppiumani".Possiamoconsiderarecon-
ferma: fine e frontieracome due categorieche sono po-
tenzialmentedestinatea confondersinella concre-
I limitipresuppongono sempre(negliesseriestesi) tezza delle situazioni. Da questo punto di vista il
uno spazioche si ritrovifuoridi un determinato confine non e, se non raramente,una linea conti-
luogoe lo racchiuda. I confiniinvecenonhannobi- nua di separazione,cosi come spessolo si intende;
sognodi cib,masonodellesemplicinegazioniche si pub trattaredi un confine materiale,architetto-
riguardano unagrandezza in quantoessanonabbia
nico, paesaggistico,cognitivo, linguistico, corpo-
un'assoluta compiutezza (Kant:1783;ed. it. 1948: reo
(abbigliamento,ornamento,habitus,gesti).Un
255).
segno, dunque, materiale o mentale, inteso, in
E aggiunge,poco oltre: quest'ultimaaccezione, come confine cognitivo,
presenteallamente dell'individuo.11segno di con-
finee sempreincluso nello spaziodellafrontiera,e
Ora,ognilimiteimplicaancheun elementopositi-
vo (peres. la superficiee il limitedellospaziocor- a voltee esso stessouno spazio.Da una partequin-
poreo, e tuttavia
anche essae unospazio)[...];il con- di l'ideadi confine come linea (cfr.Zanini op. cit.)
fineindicainveceunasemplicenegazione(ivi:261). apparelimitativa,rispettoallavariethdellesue pos-
sibili declinazioni.Allo stesso tempo, porre l'ac-
Il concetto di limite kantiano,che qui riguarda cento sull'ideadi frontieracome zona di ibridazio-
specificamentela ragione,sembraquindi prestarsi ne, di sospensione delle regole (cfr. Lattimore
a conteneresiala possibilithdelladistinzionedi uno 1972), comportail rischioche l'attenzionenel cor-
"spazio"interno che la possibilithdi un'apertura so dell'analisidelle interazionipossa esseresbilan-
esterna,rispettoad un concetto di confine inteso ciata,focalizzandosisulle dinamichedi mutamen-
come semplicenegazione.Ma questafigurasembra to ma trascurandoquegli abitualielementi e ope-
applicabileanche alla concretezzadelle situazioni razioniche consentono il mantenimentodi distin-
culturali.11limite, cosi inteso, di senso all'interno, zioni.
ed e pensabilecome cibche allo stessotempo acco- Allo stesso tempo in cui distingue, il confine
sta e disgiungedue gruppi,e le cui relazioniposso- contiene allora in se la possibilitaidell'attraversa-
no assumeredifferentiaspetti,secondo quale fun- mento. Prenderemoin esame,a titolo di esempio,i
zione, sia essa la distinzione,l'attraversamento, la confini posti nello spazio,per quanto,come ormai
costituzionedi connessionio l'ibridazione,preval- 6 noto, i confini territorialicostituiscanosolo una
ga in situazionicircostanziateo nelle rappresenta- delle possibiliforme del confine (Barth 1994). Lo
zioni simboliche,nelle praticheo negli scopi di chi spaziova analizzatocome luogo praticato,agito e
agisce, nella disamina del ricercatore.Il limite e non solo strutturato(De Certeau1983). Meglioan-
dunque, pur nella sua ambivalenza,scomponibile cora,essoacostituitonon solo da elementimateria-
nelle figuredel confine e dellafrontiera. li e tangibili,ma anche dalle narrazionidi azioni,
CONFINIE FRONTIERE 9

dallasommadegli atti e dallaloro memoriao anti- siasi "mescolanza".Opposizione a cui segue l'ap-
cipazione.E il confine, se si esaminanole narrazio- posizione di confini ben precisi,sia territorialisia
ni che lo costituiscono,veri e propriatti di fonda- politici, e in seguito culturali.Tali confini, iscritti
zione, delimitazionee appropriazionedei luoghi, anche nel territorio,ma non solo, sono necessaria
replicae documentodelleope'rations de bornage,sve- definireun'identita:
la l'ambivalenzache gli e propria.Perusareun ter-
mine caroa De Certeau,il confine si pub tradurre Ulysse, danssesvoyages,parle mouvement mimedece
nellafiguranarrativadel ponte o dellafrontiera(ivi: retour sanscesse
contrarie'et trace
diffNrd, les contours
182 sgg.)che, mentreopponetralorodue spazi,po- d'une identitigrecque(Hartog,op. cit: 12).
nendoli come distinti, presupponegia in se il pas-
E si trattadell'identithgreca,definita,delinea-
saggioo meglio la sua possibilitai.Miti e storieloca-
"raccontata" dalleperiglioseavventuredei "viag-
li, che pureservonoa stabilireun legameoriginario ta,
uomini-frontiera, che nello spingersi"al
degli indigenirispettoal loro luogo, e quindi a di- giatori",
chiararela legittimitaidel possesso,definendoneal limite" tracciano un confine fra loro stessi e l'alte-
fra e
rita, greci non-greci:
contempol'estensione,spessocontengonogia'in se,
anticipandolo,richiedendolo,l'atto dell'attraversa- Comment
mento dei confinidel luogo stesso.Qualunquesiala ont-ilsdcoupeetclassifil'alterite? Ily a les
autresnon-humains: plus qu'humains, comme les
formache assumequestari-produzioneimmagina- dieuxou lesdemi-dieux,moinsqu'humains telsles
ria, essasi configuracome "attoperformativo" che monstreset les animaux;les autres "ordinaires"
consenteil passaggiodal detto all'azione.Nel mo- (xenos)[...] (ivi: 14).
l'Ntranger
mento stessoin cui giustificaun insediamentopo-
nendo un confine,la narrazioneautorizzalo sconfi- Ma, allo stessotempo, proprioper definireta-
namento,e "apreun teatrodi legittimitaiad azioni le identitY,nel mentresi tracciaun confine, si ren-
effettive"(ivi: 183). Una tracciadi tale operazione, de necessariolo sconfinamento. E il condurrelo
e dellapermeabilitaN del confinecontenutonellanar- sguardosull'altroche mette alla prova il
proprio
razione, la si riscontrare anche in Leenhardt modo di essere.Lo
pub "sguardo" viaggiatore,se-
del
(1947), quandoaffermache lo spaziodi un gruppo condo Hartog,e costitutivo dell'essere:i "viaggia-
non si esaurisceIidovesi attestanoi suoi confinima- tori" mentre "vedono","sono".E in taluni mo-
teriali,ma si estendefin dove arrivanole gestamiti- menti, alla bellezzadi cib che vi e al centro si af-
che di dei e antenati.Nella nostraprospettiva,una fiancala bellezzadi cib che si trovaai confini.
simileconcezionedi confineprelude,come si vedra, Paradigmaticodell'esseresulla frontiera,e allo
ad una "situazione" di frontiera. stesso tempo uomo-frontiera,e lo sciitaAnachar-
Passandodagli sconfinamenti narratia quelli sis, bilingue. II suo tentativo di introdurreil culto
praticati,possiamo adottarecome modello e me- di Cibele tragli Sciiti gli valela morte. 11suo esem-
taforadel nostro discorsola concezione grecadel pio raccontadi come la frontiera,se possibile, se
viaggio, o forse sarebbemeglio dire che
e essa an- voluta, non sia mai per certo garantita,ma dagli
che la concezionedel viaggiofattapropriada viag- esiti spessoimprevedibili.I'esseredi frontiera,l'at-
giatorigreci, uomini-frontiera,uomini-memoria, traversarei confini, pub configurarsicome un ri-
come li definisce Hartog (1996). L'esperienzadel schio, i cui risultatisono incerti,mai garantiti.Un
"viaggio",in questo caso, assumesignificatidi va- atto di trasgressione,non ben visto da chi si pone
sta portata, viaggi destinati a lasciare tracce, a salvaguardiadei confini.
profonde e duraturenelle societh di provenienza Nel caso dei greci, 6 proprio la mutevole per-
dei viaggiatori.Una concezione del viaggio quella meabilithall'altro,messa in relazioneall'esperien-
di Hartog che non scaturiscesolo da una visione za del viaggio come ontologia dell'identith,che il-
personale,ma dipendeda una condizioneben pre- lustra bene l'ambivalenzainsita nella figura del
cisa. E ciobdallaopposizionecognitivaoperataad confine, la possibilitadell'aperturae chiusura.Ma,
un certo punto della storia grecatra Greci e Bar- cib che conta, ache in tale ambivalenzala possibi-
nel momento in cui, fatto ordine, cessaqual- liti della frontierasia sempreinclusa.
bari,
10 VALERIO ANT ONIETTI, l BARBAR A CAPUITO

E alloraimportantepensareinsieme confine e me cibche, pii di un insieme vasto e definito di


frontiera, e con essi le figure della distinzione, determinaticontenuti culturaliche formano un
dell'attraversamentoe dell'ibridazione,se voglia- "tutto integrale",stabiliscela distinzione tra due
mo anchedellatraduzione.Mae importanteanche gruppietnici, mediantela generazionedi "confini"
distinguereanaliticamentei due concetti, per evi- che definisconola loro esistenzae permanenza.Per
denziarele funzioni cui fanno capo. confini etnici Barthintendevain particolarequei
Una definizionecongiuntadi confinee frontie- segni o significatiche un gruppo etnico stabilisce
radevetenereconto, perquantopossibile,dell'am- come determinantie distintividellasua identiti, in
piezzadei rilieviteoriciin materiache si ritengono quanto "usatidai soggetti come segnalied emble-
pertinenti,e delleevidenzeetnografiche.I tentativi mi delle differenze"(Barth1969: 39). Questi sono
di definizioneteorica,uniti a disparatiesempi et- i "segnalio segni manifesti"qualil'abbigliamento,
nografici,fanno del confine e della frontieracon- il linguaggio,la forma delle abitazioni,e i "fonda-
cetti ambigui,la naturadei quali,come si diceva,fi- mentali orientamentidi valore".Il mantenimento
nisce per confondersisemanticamente,intrecciarsi del confine in se e funzionaleallo stessotempo al-
per quanto riguardauna o pii delle loro caratteri- la strutturazionedell'identitaietnicae dellarelazio-
stiche (cfr.Zanini, op. cit.; Fabietti2000). ne interetnica.II che vuol dire che e necessarioun
Ma infinela confusionenone solo semantica.Se confine perch6si possanostabilirei presuppostidi
una relazione.
confine e frontierapartecipanol'uno dell'altro,dell'altro,
perchee impossibilenon pensarlicome due cose In Barthla prospettivanon &solo "generativa"
che, se in partesi differenziano,in partesi interse- ma anche e soprattuttointerazionale,poiche spo-
cano. sta l'attenzionedal "contenuto"al "contenitore",
Probabilmenteuna delle cause della netta di- dallaculturaa cibche la delimita.
stinzione operatatra i concetti di confine e fron-
tiera in antropologia,consiste, almeno in parte, Lanaturadellacontinuitai delleunityetnicheappa-
rechiara: dipende dal mantenimento di unconfine.
nella concezione diffusadi confine come linea di
I tratticulturaliche segnalanoun confinepossono
divisione, legataad una concezione di stampo oc- cambiare,e le caratteristicheculturalidei membri
cidentalee moderno del confine, che ha a che ve-
possono ugualmenteesseretrasformate,persino
dere con le divisioni nazionali(cfr.Zanini 1997). formaledel gruppopubcambiare,
l'organizzazione
Proprio questa idea tutto sommato parzialedel eppureil fatto di mantenerela dicotomizzazione
confine porta a elaborareun concetto alternativo membridelgruppo/esterni ci permettedi specifica-
che rendapossibilegiustificare,e analizzare,il con- rela naturadellacontinuita,e di investigarela for-
tatto tra societh e gli scambi culturali;porta cioe mae il contenutoculturalimutati.Centrocruciale
all'elaborazionedel concetto di frontierain quan- dell'investigazione,daquestopuntodi vista,diven-
ta il confineetnicoche definisceil gruppo,non la
to alternativoa quello di confine. E qui, dunque,
sostanzacheessoracchiude(Barth1969:14, 15).
che i due concetti cominciano a diventareincom-
patibili. Ma vale forse la pena ricostruire,breve- Non e esageratosostenereche questo "slitta-
mente, le vicendeconnessea taleesito, a partiredal mento"di
prospettiva,questovolgersida "ci6che e
momento in cui i confini incrocianola stradadei racchiuso"a "cibche
racchiude",nell'osservazione
"gruppietnici". dei gruppietnici,ha rappresentato
quelloche in psi-
cologiacognitiva si chiamerebbeuna "Gestaltswit-
Generareil confine ch".Infatti,un "confineetnico"non &piu solo cib
L'antropologonorvegeseFredrickBarth,come che, semplicemente,circoscrivequanto contiene,
anoto, ha compiuto - in seguito alle sue ricerche ma &anchecibche 1odetermina,che da significato
etnografiche in aree plurietniche comprese tra al suo contenuto. In che modo? I tratti culturali
Iraq,Pakistan,Irane Arabiameridionalenegli an- vengono"scelti",selezionatied "esternati" daimem-
ni Sessanta- un'importantesvolta in ambito an- bridel gruppoalloscopo di mantenereil confineet-
tropologico,relativamentealiadefinizionedell'et- nico. Senzadubbio,in questaconcezionedi "confi-
nicith,stabilendoun concetto di confineetnicoco- ne" si pub evidenziareun'analogiacon la nozione
CONFINI E FRONTIERE 11

kantianadi un "limite"che chiudeall'internoqual- L'intenzione dellavoroeradi relativizzare


l'identith
che cosa, "significandolo". Di fatto, concependoil etnica,di contestualizzarla,
di esprimerla
neitermi-
confinecome un segnoo insiemedi segnidi distin- ni contemporanei di decomposizione o decostru-
zione non rigido, e allo stessotempo la possibilitai zionedellastessa.L'etnicithdovevaesserevistaco-
me una costruzioneculturale,e non come una
dellarelazione,Barthha posto le premesseteoriche
"istanzaascritta"(Tambs-Lyche 1994:55-56).
affinchi divenissepensabilel'attraversamento del
confinestesso,nel duplicesensodellacomunicazio- L'attraversamento del confine in Barthappare
ne e del cambiamentodi identithi. come un argomentodi secondo piano rispetto al-
Ora, questaintuizione,questo "vedere"cibche la questionedel mantenimentodi esso. Perquanti
prima sfuggiva,ha rappresentatoun "nuovo ap- "attraversamenti" si possano verificareil confine
proccio"agli studi sui gruppietnici di cui gli studi non viene mai meno. Al contrario,il gruppo etni-
specialisticisuccessivisono senz'altrodebitori. co nella sua compattezzasi sforzasempredi man-
La teoriadi Barth,effettivamente,e considera- tenerlo,proprioperconsentiresiala distinzionetra
ta oramai come prospettiva imprescindibileper gruppi che l'attraversamento. Barthosservacome
ma la sua portatapub essere
un'analisidell'etnicitai, ognuno di questi "attraversamenti", intesi come
estesae applicataallemodaliti di distinzionee rela- cambiamentidi identitai,non faccia altro che ri-
zione tragruppidi varioordine,compresiquellilo- produrreil confine. Infatti, se per accederea de-
cali, per i quali pub valereil principiodi comple- terminate risorse o per legittimare determinate
mentarietaiche Barthconsiderafondamentalenel azioni occorre"diventare" qualcos'altroda se, im-
mantenimento delle distinzioni. Come afferma plicitamente si riconosce che nello statusche si oc-
Condominas,se anche il concetto di identithetni- cupa tali pretesenon sono ammissibili.Ma questo
ca non coincidecon quellodi spaziosociale,essovi significaaccettaree mantenereuna nettadivisione,
apportaad ogni modo un elementodinamicosup- significain praticaribadireil confine piuttosto che
plementare,innanzi tutto permettendo di affer- indebolirlo.
marsinei proprirapporticon l'altro,di delimitare Chi, invece, si interessial "mutamentocultu-
il "noi"rispettoad "altri".(Condominas1980: 42) rale",si trovanella necessitydi guardarenon tanto
Per Lapierre(2000: 7) tale estendibilith del ai "gruppietnici"ed ai "confini",quantopiuttosto
concetto di confine in Barthcostituirebbeaddirit- a quei processidi confrontrocon "I'altro" e nego-
tura,rovesciandola prospettiva,non un pregioma ziazioni di significati,ibridazione,meticciamento
un difetto, in quanto diluirebbetroppo la diffe- e sincretismoche paiono esserepresentiogni qual-
renzaetnica,assimilandolaad altritipi di differen- volta si produconoquelli che Barthstessochiama,
ze, e mancandoquindi di individuarnela specifi- come detto, gli "attraversamenti del confine".Piut-
cita'.Visto in un altraottica,proprioa causadi que- tosto che una linea che separa,sembrainteressan-
sto suo "difetto"il concetto di confine di Barthfi- te allorapensareun "confine"che sia la cesura,il
nisce con il costituireuno strumentoeuristicodal- passaggiodove avvienela riflessionesul rapporto
la vastaportata.Esso, insomma,e stato un croce- con l'alteritail mutamento culturale;un "luogo"
via importantesullastradadella frontiera. che mentre separa,anche unisce: la frontiera.E
A questo propositova rilevatoche Barthparla dunque in questo volgerelo sguardo teorico dal
di confine e non usa il termine"frontiera". 11dato "pensare"il confine al "pensare"la frontierache si
e significativoe va collegatoad un "problema" che prospetta,con evidenza,la rotturafra i due con-
l'approccio barthiano pone implicitamente,quel- cetti, laddovel'uno, la frontiera,sembranecessario
1o del cambiamentoculturale.I1testo cui stiamo al fine di sopperirealle lacune teorichedell'altro.
facendoriferimento,Ethnicgroupsand boundaries,
infatti,&un lavoroil cui oggetto sono i "gruppiet- Dal confine alla frontiera
nici" e le loro dinamiche, caratterizzatedal ruolo Da questo punto di vista, infatti,la prospettiva
che in essesvolgeil mantenimentodel confine, co- barthianasembrafunzionaremeno bene. II "con-
me efficacementerilevaTambs-Lyche: fine"apparecome un concetto rigido.Come affer-
ma Fabietti:
12 VALERIO ANTONIETTI, BARBARA CAPUTO

La prospettiva di Barth,insomma,ci pareancora turapeculiare,che consentedi parlaredi "situazio-


debitrice di un'ideadi "separatezza" traam- ne di frontiera"e di
troppo "societadi frontiera".
biticulturalidifferenti.PerBarth,si potrebbedire,
forsecaricaturando un po'le sueidee,"osie di qua Perquantoriguarda levariespeciedi confiniin sen-
o si e di lai,non si pub"starenel mezzo".11confine so fisico,ne accenneremo quiin modosommarioe
lo si attraversa oppureno, e nel momentostessoin di passata.E bene,tuttavia,ricordare
subitocheuna
cui lo si attraversa se ne ribadiscel'esistenza.Barth lineadi frontiera(coslcomee indicataconvenzio-
finisceinsomma,in qualchemodo,per"esagerare" nalmentesu unacarta non appenavie-
geografica),
il confine(Fabietti2000: 112). ne studiatasulterrenorisultaessereunazonae non
piiisoltantounalinea(Lattimore 1972:406).
In realth1ospostamentoconcettualedal "con-
fine"alla "frontiera" e meno radicaledi quello che Ora, se la frontierae una "zona"ci si trova,ine-
sembra.Se la frontierae un ripensamentodel con- vitabilmente,di frontead un semplicequesito:co-
fine barthiano allo scopo di rendere conto del sa c'e "dentro"la frontiera?Lattimoredistinguein-
"cambiamento"oltre che del "mantenimentodel nanzituttole frontiereche dividonodue "comunita
confine", conservaperb la caratteristica,come il dello stessogenere"da quelle "fracomunitridi na-
confine di Barth,di "significare" cibche contiene. tura diversa".Dopo averfatto questaprecisazione
Inoltre, se e vero che il fatto di porrel'accentosul egli si rivolgein particolaremodo alle seconde. Se
mantenimentodei confini etnici portaBartha sot- le due
comunitaisono di naturamolto diversa,allo-
tovalutareil fenomeno della creazione di forme ra il risultato
sarauna nuovacomuniti qualitativa-
identitarieibride, fenomeno, peraltro,da lui rile- mente diversada entrambele comunita dalla cui
vato, bisognaanchedireche, all'opposto,Barthha fusionee sorta.Ecco perchie possibiledescrivere,
avuto il merito di evidenziare,per primo, come in certi casi, le popolazionidi frontieradell'uno e
l'attraversamento del confine sia una praticaordi- dell'altrolato come una sola comunita, riconosci-
naria,e con essa le relazionie i movimenti che at- bile sotto l'aspetto funzionale,anche se istituzio-
traversanoi confini. Si pub dire anzi che quel suo nalmentenon definito. Non c'e da stupirsi,allora,
trascuraregli incroci culturaliriproducamimeti- se l'ambivalenzae l'equivocitadei popoli di fron-
camente fin troppo bene il punto di vista dei sog- tieracostituisconospesso un fenomeno di notevo-
getti interessatia mantenere i confini stessi e le le importanzastorica(Lattimoreop.cit.:405-406).
identitailoro connesse. Questi, infatti, praticando La frontierasembradunque essereuno spazio
l'attraversamento dei confini nel rispettodi una fe- all'internodel qualec'e una forte interazionefrale
dele osservanzaal loro mantenimento,possonotal- comunitrN da essadistinte. Se questesono "dinatu-
volta escluderedal loro schema classificatoriochi ra diversa",allorail confronto fra le due produce
rischiadi stravolgere,mancandoinvece di tale fe- una sortadi terzaformasociale.Un prodotto ibri-
delta, il senso di un'appartenenzae la consistenza do, meticcio, un fluiredell'unaculturanell'altrae
di un'identita. viceversa.La dimensione del "confronto",piutto-
Che spazio,ibridazione,"significativita", fosse- sto che della "separazione", sembravaa Lattimore
ro caratteristichecruciali della frontiera, d'altra la caratteristicapeculiaredella realtache stavastu-
parte,eragia apparsochiaroanchea chi si occupa- diando, quasi che la spinta al confronto fosse una
va di "frontiere" veree proprie,da un punto di vi- forzaallaqualeera difficileopporsi.
sta storicoe geografico,primaancorache antropo- Rispetto alla concezione di Lattimoredi una
A
logico. questo proposito prenderemo in consi- frontieracome produttricedi nuove situazioni,1o
derazionedue autoriil cui contributoalla temati- studio di Igor Kopytoff sulle "frontiereafricane"
ca in questioneadi indiscutibilevalore:Owen Lat- arrivaa conclusioni molto diverse. Kopytoff, in-
timore e Igor Kopytoff. fatti, definisce le "frontiere"come agenti di con-
ha
Lattimore propostouna seriedi fondamen- servazione.Nella frontiera,cio&,verrebberoripro-
tali riflessioni sulla natura della frontiera cino- dotti, in scalaminore,gli ordinamentisocialie tra-
mongola, pensandoa fondo la naturainteraziona- dizionali caratteristicidelle zone di "provenienza"
le delle dinamichedi frontiera.Si trattadi una na- di ciascunmembro,o gruppodi membri,che abi-
CONFINI E FRONTIERE 13

tano la "frontiera". La frontierasembraa Kopytoff Ora, perchequesto "spaziosociale"possa esse-


"permissiva",nel senso che provvede un "vuoto re oggetto di indagine occorredefinirlocon mag-
istituzionale"all'internodel quale vengono "tra- giore accuratezza.La Prattosservache il termine
sportati"i modelli elaboratinelle societaitradizio- "frontiera", proprioin quantoradicatoad una con-
nali africane.E dunque la naturadi tali modelli a cezione "espansionista", e cosi legatoall'Europa(la
caratterizzare la frontiera,piuttostoche essereque- frontierae semprestatatale solo rispettoall'Euro-
sta, "persd",ad avere un ruolo determinante.In pa), rischiadi essereuno sguardosullarealtagetta-
quest'otticala frontierapub esserevista, appunto, to, per citareil titolo stessodell'operacui facciamo
come una forza culturalmentee ideologicamente riferimento, con "occhi imperiali".Ecco perchi
conservativa.(Kopytoff 1987: 8-14). Prattpreferiscedefinirequesto "spaziosociale"una
Lungi dal rappresentareun problema,la posi- "zonadi contatto",laddoveL'usodel termine"con-
zione di Kopytoffcostituiscein realtyun arricchi- tatto"e un tentativodi:
mento al discorso.Infatti,e possibilea nostro av-
viso conciliarequeste posizioni (quasiemblemati- Metterein primopianole dimensioniinterattive,
che, nellaloro contrapposizione,dellavastitaidi ap- improvvisazionali degli"incontri coloniali",cosefa-
cilmenteignoratee soppressedall'istanza diffusio-
proccial discorsosullafrontiera),non gia in un'im- nistadellaconquistae dominazione.
magine caleidoscopicadi tante "frontiere",ma in Una prospettiva di contattoenfatizzacome i sog-
un'ideaunitaria,che ne sveli, da un punto di vista siano costituitinelle(e dalle)loro reciproche
getti
teorico, il portato concettualee il potenzialeeuri- relazioni;trattainoltrele relazionitracolonie colo-
stico. A questo proposito, un grande contributo nizzati,e traviaggiatorie "viaggiati" non in termini
viene da un concetto che la letteraturaantropolo- di separatezzao apartheid, main terminidi co-pre-
senza,interazione, di collegamenti frapratichee co-
gica anglosassone,cui ne dobbiamola formulazio-
ne, definiscela contactzone. noscenze,spessoall'interno di relazionidi poterera-
dicalmenteasimmetriche (ivi:7).
La "contactzone"
E questo e precisamentel'approccio teorico
Ad introdurrela nozionedi "zonadi contatto"e umile",il cui scopo &quello di "decolonizzare" la
stata,in anniassairecenti,MaryLouisePratt,un'an- conoscenza antropologica.Nonostante la valenza
tropologa canadese il cui lavoro e caratterizzato teoricadi una siffattaconcezionedi "frontiera" sia
dall'interesseper il fenomeno storicodel coloniali- gia evidente, anche il lavorodella Prattrisente del
smo, o, come lei stessalo definisce,dell'"euroimpe- problema (per noi) della "contestualizzatione". A
rialismo".Lantropologacanadeseparla di vera e differenzadei casi precedenti, la frontiera cino-
propria"conoscenzacoloniale",di sguardiantropo- mongoladi Lattimoree quelleafricanedi Kopytoff,
logici pesantementeinfluenzatida questasorta di tuttavia,non si trattadi una contestualizzazioneri-
paradigmain negativo.I1suo lavoro,dunque,come gidamentestoricao geografica,ma di un contesto
ella stessariconosce,vuole essereun "eserciziodi teorico:le interrelazioniculturaliin presenzadi re-
umilta",uno sforzomiratoa giungerea quellache lazioni di poterepesantementesbilanciatea favore
chiamauna "conoscenzadecolonizzata". ILpresup- di uno dei poli del contatto.E tuttavia,stanteil fat-
posto da cui parte la Pratt
e l'interesse
per: to che qui l'interesseprincipalenon e rivoltospeci-
ficatamentead una tale asimmetria,al lavorodella
Lo spaziosocialedovele culturepittdisparatesi in- Prattvanno riconosciutialmenodue grandimeriti.
contrano,siscontranoe siaffrontanole uneconleal-
I1primoe senz'altroquello di averevidenziato,
tre,spessoin evidentirelazioniasimmetrichedi do-
con il suo concetto di contactzone, quella dimen-
minazionee subordinazione. Uno spazionel quale
sione interazionaleche 6, in qualche modo, costi-
genti geograficamentee storicamenteseparateper-
tutivadei soggetti interessatie che btipica di ogni
vengono ad un reciprococontatto, stabilendorela-
zionidi comportamentoreciprococomunementeca- frontiera,coloniale e non; dimensione che il sem-
da condizionidi coercizione,radicaleine-
ratterizzate plice termine "frontiera",con la sua forte colloca-
guaglianza,insanabileconflitto (Pratt1992: 5, 6). zione, come dire, "eurocentrica", sembradavvero
nascondere.
14 ANTONI ETTI, BARBARA CAPUTO
V.ALERIO

Soprattutto,cosi come Barthfa con il confine, lezione venisseropresi, ad uno ad uno, e mostrati
Pratt libera la frontiera dal vincolo, apparente- agli anzianipercheli commentassero.Gli studiosi
mente imprescindibile,di essere un luogo fisico si aspettavanouna seriedi interessanticommenti.
spazialmentee storicamentecollocato. La contact Inveceaccaddequalcosadi molto diverso:una se-
zone mantiene tutte la caratteristichedi una fron- rie di complicateperformances, nelle quali i Tlingit
tiera,perchee una frontiera.Ma non e piu, neces- raccontavanoantichestorie,ballavanoe cantavano
sariamente, un luogo fisico. I1 termine "zonadi canzoni. Come ci si aspettava,gli oggetti avevano
contatto"e il suo essereuno "spaziosociale"si pre- funzionatoda "molla"nell'attivarela memoriade-
sta infatti ad un'applicazionepiu ampia, dal posi- gli anziani, ma questa era risultatanon una me-
zionamento spazialee temporaleduttile, sfumato moria puramente descrittiva,bensl l'evocazione
e d'altraparte, recentemente,uno dei nuovi cam- complessae "vissuta"di un mondo perduto, fatto
pi di esplorazionedell'antropologiae quello delle di lamenti e canti, di leggendee di emozioni.
narrazionistoriche dell'identitt, spesso legate a Gli oggetti della collezione vennero a poco a
luoghi dal densovloresimbolicofattioggettodi in- poco messi da parte;le storiee le canzoni avevano
tense politiche patrimonializzazione,e nelle quali occupato il centro dell'attenzione.Mano a mano
talvoltala nazione pub essererappresentatae nar- che il meeting proseguiva,in quella che era una
ratacome territoriodi frontiera,al croceviatra di- spettacolare"rappresentazione", nella quale nes-
versi passaggidi civiltaisuccedutisinel tempo. In suno era solo spettatore,emergevanodunque si-
questo caso il mttissagee pensato come originario gnificati nuovi, peculiari della situazione. 11se-
e costituiscel'identithpiu vera della nazione (Ca- minterratodel museo diventava,affermaesplici-
puto, 2005b). tamente Clifford, una "contact zone" (Clifford
Ma frontierapub essere,come si dicevaprima, 1997: 187-192).
al di la della dimensioneterritoriale,ogni luogo o Ora, Clifford prende a prestito l'espressione
situazione in cui si svolga una negoziazionedi si- dalla Pratt, come lui stesso riconosce, ma ne fa
gnificatiche dia lugo ad un "mondoterzo",inteso un'applicazioneoriginale.Trovandosi nel seminter-
come quella"sferacomune di significati"che, a mi- rato di un museo in Oregon egli affermache quel
sura che l'interazionesi protraee si consolida, di- luogo, in quel momento era,nellasuaaccezionedi
venta via via semprepiutdipendenteda quelle che "zonadi contatto",una frontiera;un luogo, cioe,
Dilthey definisce "espressionifisse, permanenti, dove le dinamicheinterazionalie la co-presenzadi
forme stabili alle quali la comprensionepub tor- culturediversegarantivanonon solo una semplice
nare"(Fabietti1999: 37). raccoltadi dati o informazioni,ma un costruirsi,
Significativo,a questoproposito,e l'uso che ne strutturarsidi significati"chenon si sarebberopo-
fa James Clifford, riferendoun episodio di cui e tuti ottenerein altromodo" (cfr.Fabietti,2000)
stato protagonistaa Portland,in Oregon. Nei lo- E1proprioin questo concetto teorico, metafo-
cali del museo d'artedella cittit si teneva un im- rico, di frontiera,qualee la contactzone,esito fina-
portante convegno, al quale Cliffordera stato in- le dellabrevericostruzioneche ne abbiamoopera-
vitato in qualita di "consulente".Scopo specifico to, che, a nostro avviso, si celano gli elementi che
del meeting eraquello di discutereintorno allapiii consentono di ripensarecriticamentel'opposizio-
importantedelle collezionicustoditenel museo, la ne di confine e frontiera.Ed e un ripensamento
"NorthwestCoastIndiancollection".I1gruppoin- che, come gia anticipato,trovala sua ragionedi es-
cludevalo staff del museo, alcuni antropologi,fra sere nell'analisidel concreto, del fattuale,o, se si
cui lo stesso Clifford,qualcheespertodell'artein- preferisce,dell'esperienziale.
digena della costa nord-occidentale,e un piccolo Il "concreto"cui facciamoriferimentofa dun-
gruppo di anziani Tlingit (nativi dell'Alaska)ac- que capo ad un uso "metaforico"del concetto di
compagnatida alcuni giovani Tlingit,che funge- frontiera.L'ideache quest'ultimapossaessereinte-
vano da traduttori.II convegno intendeva essere sa come una situazionedi contatto, all'internodel-
organizzatoin manieradiversarispetto ai canoni la quale acquistanosenso e prendono forma con-
"classici";accadevainfatti che gli oggetti della col- tenuti peculiari,sembra infatti renderlaun utile
(CONFINI E FRONTIERE 15

"modello"attraversoil quale guardarea qualche possibile caso di fine del mondo, inteso come
cosa. E precisamentequesto il valoreeuristicodel "'Tevento della"catastrofe"(o del "crollo"del mon-
concetto che vogliamo evidenziare. do"),derivadal mondo domestico,perditadellera-
dici e dell'esistenzastorica,dellapossibilitadi rap-
2. Confine e frontiera:storiadi una riappaci- porto con se stesso e con gli altri, cadutanel caos
ficazione che si risolve in crollo della presenza, "del 'ci'
dell'esserci",che consegue in questo caso alla per-
Riappaesamenti efrontiere dita dellapropriapatriaculturale,e con essadi tut-
In particolare,un tale modello, o "frontiera to quell'insiemedi riferimentiche rendeil mondo
metaforica",apparemolto utile nell'osservazionee operabileattraversola creazionedi valori(De Mar-
studio di quelle che possiamodefinirestrategiedi tino 1977: 635). Partendodallaconstatazionedel
ri-definizioneidentitaria,ossia tutte quelle inizia- bisogno di ricostituiresempreil mondo, De Mar-
tive che un individuo mette in atto quando si tro- tino vi ha intravistouna caricaapocalittica,fino a
va nellanecessithdi ri-appropriarsi, manipolando- formulareuna teoriageneralesul rischiodel crollo
lo, di uno spazio,in senso simbolico, affettivo,so- di ogni orizzonte,di ogni possibilita'di agire,insi-
ciale, fisico, cognitivo, pratico,oltre che di ristabi- to nella perditadi domesticith(ivi: 643). Rischio
lire un rapportorassicurantee abitudinariocon il che perbe, nellamaggioranzadei casi, scongiurato
mondo, fatto di gesti, di consuetudini(De Marti- dall'incessanteopera umana di appaesamentoe
no 1977), di percorsiche 1o colonizzanoe 1o ad- plasmazionedello spazio2.
domesticano,e delle loro memoriestratificate. A questo punto, per comprenderequale sia il
Questo ri-organizzare lo spazioe insiemele abi- ruolodel confinenel riappaesamento,possono tor-
tudini, ristabilendo un complesso rapporto di narciutili il concetto di confine barthianoe le os-
orientamentoche si erapersocon 1osradicamento servazionicompiute da Ulf Hannerz sulla conti-
(Caputo 2001) e un'attivitacrucialenella forma- di differenticulturein contesto urbano.Del
zione e ri-formazioneidentitaria,sia essa riferitaa guitar
primo si e gia detto, ma ricordiamoche per confi-
casi di immigrazione,sradicamentodal territorio, ni etnici Barthintende in generequei tratticultu-
inserimentosociale. Un processo, questo, vale la rali che un gruppo stabiliscecome determinantie
pena sottolinearlo,che e costitutivodell'esser-ciin distintivi della sua identitat,in quanto "usatidai
mondi culturalmente e storicamente connotati. soggetticome segnalied emblemi delle differenze"
L'esigenzadi ristabilireun rapporto rassicurante (Barth 1994: 39). Tra questi sono compresi non
con il mondo e con esso di ancorarviuna solo i confini territorialipropriamentedetti, ma
identita.
personalee culturalein-corporata,tradottaanche numerosi "segnalio segni manifesti"quali l'abbi-
in una miriadedi gesti e atti, e imprescindibilein
gliamento,il linguaggio,la forma delle abitazioni,
ogni formazione e ri-formazione dell'identitY, do- e i "fondamentaliorientamentidi valore".
ve il "perdersi",disancorandoil soggetto dal suo Del secondo, invece, e necessarioriferireora,
mondo, quella demartiniana "patria culturale perchi gli studi di antropologiaurbanadi Han-
dell'operabilesecondo valore"di cui l'abitanteco- nerz, insieme all'ampiezza della definizione di
nosce simboli e usi, mette a forte rischiola sua in- Barth,alla
qualeaggiungeremmoper completezza
tegrithpsichicae culturale,fino al limite estremo, gli habituscorporei- modalithdi movimento, ge-
quasisemprescongiurato,dellaperditadella "pre- sti, posture,tecniche del corpo - e che ci porta ad
senza"intesa quale capacitadi agire, esistenziale, accederead una definizionemolto
ampiadi confi-
culturale, storica(De Martino 1951-52; 1977). ne- possono aiutarciad arrivarealiadefinizionedel
Laperditadelladomesticithderivantedallaco- nostro concetto metaforicodi frontiera.
noscenzae dallamessain ordinedel territorio&un
Inedite interazioni
a
Pih recentemente La Cecla ha parlato di riferendosi ai processi cognitivi che inter-
Secondo Ulf Hannerz studio di carattere
ogni
nella familiarizzazione antropologico svolto in ambienteurbano,deveba-
qualche cosa di simile all'appaesamento vengono deglispazi
usando l'espressione"faremente locale", estranei(cfr.LaCecla 1996). sarsisu una prospettivateoricafondatasul signifi-
16 VA1, ERIO ANTONIETTII, BARBAlRA CAPUTO(

cato dello spaziocittadino.Giaiquestasemplice dal suo repertoriodi ruoli, chee naturalmentel'in-


premessaindividuaunasignificativa convergenza sieme di tutti i ruoli che conosce e usa. Da questo
con il nostroapproccio: in entrambii casilo spa- punto di vista possiamo dire che ogni coinvolgi-
zio possiedeun ruoloprimarionel definirel'og- mento situazionalefinalizzato&in realthun ruolo,
gettodi indagine.Nel considerare lo spaziourba- e l'insiemedei ruoli &anchel'insiemedei compor-
no un contestopeculiare egline identifica le carat- tamenti situazionalifinalizzati.
teristicheprincipalinelladiversitie accessibilitz fra La proposta teorica dell'antropologosvedese,
gli In
individui. altre che
parolequestosignifica il nell'esiguaesposizioneche se nee fattaqui, si com-
dato piu evidentein un siffattospazioe la com- pleta con la definizionedi inventariodi ruoli, vale
presenzadi individuidiversi,e il fattochenonsia- a direla totalitatdei coinvolgimentitipici in una co-
no isolatifra loro (almenopotenzialmente,ag- munita'/unitat socialepiii vastarispettoall'occasio-
giungeremmo noi). Una similesituazione,conti- nale interazione(cfr.Hannerz 1992: cap. 3).
nuaHannerz,individuasenzaombradi dubbioil I1modello di Hannerz sembra davveroessere
di
tipo prospettiva che dovrebbe adottare uno stu- suggestivo,vincolato com'&a premessecosi simili
dio di antropologia urbana:unaprospettiva emi- a quelle che caratterizzanola frontiera.Tuttavia
nentementerelazionale. presentaalmeno due difflcoltaiin relazionead essa.
Sembradunquechela citta',riferimento privi- Abbiamo git notato, per prima cosa, come l'inte-
legiatodeglistudidell'antropologo svedese,abbia ressedi Hannerzsia rivoltoesclusivamenteai con-
molto a che vederecon la frontiera.Ma le rifles- testi urbani.Ma soprattuttopareche descriva,che
sionidi Hannerzrisultanoprezioseanchesottoun presupponga,una situazione in equilibrio, poco
altroaspetto. problematica.Sembra,cioe, delineateun contesto
Dopoaverfattoquestepremesse, infatti,egliil- di pacifichescelte di ruoli attinti ad un ben nutri-
lustraun modello,di ispirazionesociologica,di to repertorio,da esternarein relazioni ben con-
come,secondolui,si potrebbero descrivere le rela- trollate,anchese di varianatura.Dimensioni qua-
zioni fraindividuiin un similecontesto.Esami- li il meticciatoo lo spaesamento,peresempio, non
niamolobrevemente. sembranoesserecontemplate dal modello, che in
Un'interazione fra due o piu individuiviene relazione al nostro oggetto di interessepresenta
definitacome un coinvolgimento situazionale fi- dunque dei limiti. Detto in altreparole,il model-
nalizzato(purposive situational involvements), dove lo di Hannerz non e la "frontiera"semplicemente
il termine"finalizzato"staadindicarecheogniin- pensata in altri termini. E tuttaviagli si avvicina
terazioneha uno scopo,qualunqueessosia.Ora, molto. Non ci si deve, dunque,allontanareda que-
secondoHannerz,questosarebbeproprioil mo- sta impostazionenel proseguirel'analisi,ma solo
dellocon il qualegli individuipartecipano allesi- inserire una piccola variabile. Proviamo a porci
tuazionidi interazione. I coinvolgimenti situazio- questo semplice quesito: che cosa accadequando
nalifinalizzatisonoperl'antropologo di variana- un coinvolgimentosituazionalefinalizzatorichie-
tura,inclusiquellitipicidellerelazionisimmetri- de un ruolo che un individuo fra i protagonisti
che,qualiperesempioi rapportifamiliarifrapari, dell'interazionenon possiedenel suo repertoriodi
o quellidellerelazioniasimmetriche, comele "re- ruoli?Perchiquesto&precisamentequelloche pub
lazionidi approvvigionamento", cheregolanol'ac- accaderequando l'interazione,poniamo, fra due
cessoallerisorse.I rapporti di poterenelcampodel individui sia caratterizzatadall'incontro fra due
lavoro,peresempio,sonofraquestiultimi.Ora,il culture che si percepiscono come differenti per
punto cruciale&che in tutti questi"coinvolgimen- quanto attiene aspettipiu o meno vari e numero-
ti" gli individuiesibisconoun ruolo ad hoc,adatto si. itper esempio il caso di individuimigranti.Ma
a quel tipo particolaredi situazione.SebbeneHan- pub accadere anche nel proprio Paese, facendo
nerzriconoscauna certacomponentedi "liberava- semplicementeun viaggio lontano dai luoghi piu
riazione",egli osservacome in generalei ruoli sia- familiari.E pub succedereanche quando un an-
no piuttosto determinanti.Ogni individuo, per- tropologo si pone per la prima volta di fronte ai
cib, secondo la situazione,sceglie un ruolo adatto suoi interlocutoriin un contesto di ricerca.Pub
CONFINI E FRONTIERE 17

succedere,insomma, ogni qual volta ci si trovi a La dislocazionenon si muta perlo piii in indif-
doveragireall'internodi quel "mondoterzo"chee ferenziazionedei luoghi che fanno da scenarioalla
implicito in ogni confronto interculturale(cfr.Fa- "transmigrazione",ndl'adattamentoe indolore.
bietti 2000). Come si possono caratterizzare, dun- Questasommadi condizionicomportache nelledi-
que, questesituazioni? slocazionii legamidi luogo si complichinoe si som-
Qualcuno potrebbe osservareche ognuno di mino pii che disperdersi,e che invece che perdita
noi pub averenel suo repertoriodi ruoli un parti- delleappartenenzedi luogo si possanocreareappar-
colare ruolo che potrebbe chiamarsi"emergenza tenenzemolteplici,ibridazioniculturali,circuitidi
quando non si sa cosa fare",oppure che in man- scambio trans-nazionaleallargaticerto in maniera
canzadi ruoli gia'noti e disponibilici sarebbespa- mai vista prima, ma tentando di trasferire,di tra-
zio perquelliche Hannerzstessoavevadefinito "li- durree replicarein qualchemodo il luogo di origi-
berevariazioni".Potrebbecerto esserecos'l.Ma se ne in quello di migrazione.Si parlacosl di "culture
cosi fossequesti ruoli-emergenza,questelibereva- translocali"(Clifford1999: 16) o di un nuovo tipo
riazioni,non sarebberoaltroche strategiedi fami- di "statonazionaledeterritorializzato",
il quale:
liarizzazione,di riappaesamento,di ri-organizza-
zione dello spazioalieno in spazioconosciuto me- Permetteancheai cittadiniche vivono lontano,
diante aggiustamentie negoziazioni.Ora, il punto sparsiin altripaesi,di rimanere socialmente
politi-
camente, culturalmente e spessoeconomicamente,
e che, definitiin questo modo, tali ruoli sembrano
parteintegrante delloStatonazionale deiproprian-
avere le stesse caratteristichedelle dinamiche di
tenati.(Breidenbach, Zukgril 2000: 128).
"frontiera". Ede proprioin funzionedi questaipo-
tesi che quest'ultima,cosi come l'abbiamopensa-
IIluogo d'accoglienzad'altraparte,mediantele
ta, rivela il suo potenziale euristico. Guardare sue riplasmazioni,o viceversagli adattamentidei
all'identitai"comese"si fosse nella frontiera,dun-
migranti ad esso - usiamo tale termine perchi ci
que, ci aiutaa capiremeglio quantoaccade.E, sen- sembrache ben rendal'ideadel distaccodal luogo
za perderedi vista Hannerz,di identithe apparte- di origine- pub mostrare,renderevisibili le dina-
nenza, di spaesamentoe riappaesamento,dobbia- miche e gli intrecci che portano a riaffermazioni
mo ora parlare. identitarieo a mutamenticulturali.Si trattadi ve-
dere se e come si pub "fareluogo",ordinandoun
Segni di confine, situazioni di frontiera mondo estraneo,appropriarsidi una sua porzione,
I risultatidelle diasporesono contraddittori.II operando una sorta di ri-fondazione, mediante
luogo di origine dei migranti,che sia quello della l'apposizione di confini, ampliando allo stesso
nascitapropriao dei propriavi, pub rimanereun tempo l'ambitodelle possibiliforme del confine.
forte ancoraggiosimbolico, "patriaculturale"a cui A questo bisognaaggiungereche una situazio-
si vuol tornare(Clifford 1999: 53) o a cui si fa ri- ne nella quale ci sia incongruenzafra il ruolo ri-
ferimentoper rivendicareun'identitaidistinta(Ap- chiesto e il proprio repertoriodi ruoli, e qui tor-
padurai1996: 172-176). II luogo di emigrazione niamo ad Hannerz,e anch'essapartedi quello che
pub esserecolonizzatoimprimendovisegni di una abbiamogiaidefinito uno spaesamento.Ora, qua-
propriaidentitai(Gardner1999, Caputo 2005a); le e il comportamentodi un individuodi frontead
oppure, si pub decideredi farsicolonizzareda es- una tale situazione?Nel caso che lo spaesamento
so, scegliendolocome patria,e recidendoi legami sia un'istanzaforte, caratteristicadi una situazione
fisici, affettivie simbolici con i luoghi di origine continua e non occasionale,come potrebbeessere
(Mayer1994; Caputo 2005a; Vertovec2001). O, il caso dei primi mesi/anni di vita degli immigrati
ancora, si pub sviluppareun'identith complessa, nel loro nuovo Paese,le attivithdi "familiarizzazio-
oscillantetrao pih due poli di appartenenza,e co- ne"non sembranopitoccasionalima, in qualche
stituita dal loro insieme (Maher 1994; Rouse modo, istituzionalizzate.
1991). L'identith6 una scelta, della quale il luogo In questicasi"piantareii palototemico",pervo-
dell'appartenenzadichiaratapub permanerequale lere usare una espressionedemartinianadivenuta
segno forte ed eloquente. metaforadei tentatividi arginarel'"angosciadel pe-
18 VALERIO A.NTONIETTI, BARBARA C.APUIUTO

regrinare"appropriandosidi uno spazio (De Mar- Ma se si volesse andareoltre la formalita'subito si


tino 1951-52), cio ponendo in essereatti finaliz- cercherebbedi trovare"qualcosain comune".Non
zati a ridefinire,ristabilirenel nuovo luogo i centri eraro che si domandi: "didove sei?"E, di riman-
e confini della culturadi origine, significa ripro- do allarisposta,"maio conosco bene il tuo paese!"
durrenel contestoalienonicchiedi familiaritai. Ci6 oppure:"conoscomolta gente dili". Anche questi,
che risultacomune a ogni possibilemanifestazione per quanto blandi, sono certamentetentativi di
dei confini, tanto in situazioni "multiculturali" "appropriazione" dell'estraneo.
(usiamo qui il termine in un'accezionegenerica) Poco a poco, tuttavia,si arricchisceil proprio
consolidatequantoin spaziurbanidallarecenteim- "repertoriodi ruoli" imparandonedi nuovi, "ad
migrazionee che essi,mentreregolanoidentitaie re- hoc". Si comincia cioe a saperecome muoversiin
lazioni, servono a definire spazi o a ridefinirli, determinatesituazioni, che quindi non sono piui
creando o ricreandonei luoghi spazi di apparte- totalmentealiene. Da questo punto di vistal'inte-
nenza, di azione, di espressione,di cui ci si appro- razione (non dimentichiamo che la prospettivae
priamediantepratichequotidianee percorsi. sempre relazionale)e una produzione di novita.
Tale attivithsignifica,come avevaevidenziato Ora, questa noviti e un "mondo terzo",un ap-
Kopytoffa propositodelle frontiereafricane,agire prendimentodi regolementalie gestuali,allo sco-
in manieraconservativa,e nel casodei migranti"ri- po di adattarsiad una formadi vita (Fabietti1999:
costruire"i luoghi conosciuti. Si trattadi ricreare 39-40), ma che si traducein cambiamento,rivalu-
luoghi e modi di socializzazionefamiliari(come as- tazione, ri-definizionedi elementi culturali.
sociazioni culturali,oppurerivendicazioni"esage- Si imparano nuovi linguaggi, nuovi habitus,
rate"dellapropriaidentith),per renderemeno tra- nuovi modi di usareun luogo e tutti gli oggetti che
gico lo spaesamento.Ma porre confini significa ne fanno parte,e la quotidianithdei nuovi luoghi
porre anche le possibilitatdell'attraversamentoe viene incorporata,entraa farpartecostitutivadella
dello sconfinamento,dellacomunicazionecon l'al- identithidel migrante.
Cos'l, quasi impercettibil-
tro, e della condivisione di mondi di significato, mente, si attraversanoconfini, e si creanofrontiere.
che pu6, come abbiamovisto, portaread una reci- E il caso, per esempio, del Newroz, il capodan-
proca compenetrazionee acquisizionedelle cate- no kurdo. 11significato di questa celebrazionee
gorie altrui. Giaigli etnografidi Chicago avevano molto cambiatonel corso dei secoli, come e natu-
individuatonella cittaiquella che definivanozone rale,e cibchee interessantee il "ruolo"che la festa
di transizione,luoghi specificiall'internodei qua- assume nelle odierne celebrazioni in relazione
li si era,in qualchemodo, nellafrontiera(cfr.Han- all'identitaikurda.L'originedel Newroz che lette-
nerz op. cit.: 106). ralmentesignifica"nuovogiorno"e assairemota,e
Dal momento che ancheil nuovo spaziova ap- viene fattarisalireal 616 a.c. Si dice che in quell'oc-
preso,sempreperrimanerenel lessicoche dovrebbe casione un condottiero persiano di nome Kawa,
essercinoto, il nuovoarrivatomanipolalo spaziocir- che i kurdi consideranoun loro antenato,riportb
costanteavviandoun processodi familiarizzazione una schiacciantevittoria contro
l'esercito assiro.
dell'estraneo.Oltre a cercaredi ristabilirecentri e Per celebrarel'evento, e per comunicare a tutti
confini, intesseuna retedi percorsiabitualiche gli l'esito della battaglia,egli fece arderegiganteschi
consentedi conoscereil territorio,di renderlofami- falbsulle cime delle colline, in modo che le luci dei
liare.Tentadi impararele istruzioniper l'uso dello fuochi fosseroben visibiliin lontananza.Pareinol-
spaziocircostante,legandosicos% ad esso, con nuo- tre che l'usanzadi accenderefuochi abbiaa che fa-
ve modalith,di appartenenza.In effettiun'operazio- re con il culto di Zoroastro(dellacui presenzanel-
ne di questo tipo &assaicomune, e riguardaconte- la regionein epoca pre-islamicasi hanno numero-
sti di spaesamentodi varianaturae grado. se testimonianze). Questo aspetto religioso del
Un comportamentoricorrentequandosi viene Newroz,e la suaorigineiranica,trovaconferma,in
presentatiad un estraneo, &quello di intavolare tempi moderni,anche nel fatto che piccoli gruppi
una conversazione piuttosto formale, parlando di lingua persianache abitano il nord dell'Afgha-
senza dire nulla di particolarmenteimpegnativo. nistanfestegginoogni anno una "festadel fuoco".
CONFINI E FRONTIERE 19

Col passaredei secoli il Newroz ha conservato Nel caso del Newroz, dunque, il "contesto"di
la caratteristicadi essereuna festa che celebrauna un ambientealieno, e perciostesso"ostile",che nel
liberazione, anche se il ricordo del condottiero caso specificopresentaanchela caratteristicadi es-
Kawae ormai assegnatoal mito. La liberazionee sere l'unico nel quale esercitarela proprialiberty,
diventataalloraquelladal rigidoinverno,che lascia trasformala celebrazionein un "ruolo"che, in pro-
finalmentespazio alla primavera.11Newroz si fe- spettivarelazionale,ha la finalitadi affermaree ri-
steggiainfattiil 21 marzo,che per i kurdie anche affermarecon forzacibche gli individui coinvolti
il primo giorno dell'anno. vogliono disperatamente,in Kurdistancome al-
Ora, il punto e che passandoper condottieri trove:essereKurdi.EL dunque la particolaritaidel
mitici e auliche ricorrenzeprimaverili,il Newroz contesto a determinareil "contenuto"sostanziale
sembraora averassunto ben altri significati.Essa del Newroz, il cui significatoe quindi una "novith"
continua ad esserela piii importantefestadell'an- prodotta dalla situazione. E questo e un aspetto
no, ma per motivi ben diversi da una legittima molto interessantedel nostro discorso.Sia le atti-
gioia perl'arrivodellabellastagione.Occorrepun- vitaidi riproduzionedi elementitradizionali,come
tualizzareche stantegli attuali,recentissimisvilup- anche la produzionedi "irriducibilinovith",sem-
pi politici e militari che interessanola zona del brano essere,entrambe,un aspetto fondamentale
Nord Iraq, e le 'concessioni'di una Turchiaalle dell'attivitatdi appropriazionedello spazio.
porte dell'Europa,in passatoi kurdi sono sempre A differenzadelleprime,perb,la produzionedi
statiliberidi festeggiareil Newroz,perlomenosen- novitasembracaratterizzare una fasesuccessivadel
za sanguinoserappresaglie,solo "lontano"dal Kur- ri-orientamento.Come se l'aspetto conservativo
distan.Ma proprioin quanto "migrati","lontani", caratterizzasse le attiviti di ri-organizzazionedello
"altrove",la celebrazioneassumeun doppio signi- spazioin quantoprimareazioneallo spaesamento,
ficato. Perun versoessae un efficacemezzo per ri- e la produzionedi noviti, di nuovi "ruoli",il cam-
produrreun tratto culturalefamiliare,tradiziona- biamento, insomma,fosserotipici di una fasesuc-
le, allo scopo di renderemeno alieno lo spaziocir- cessiva,piti avanzatanel cammino del ri-orienta-
costante;ed in questosensosi pub forseparlarean- mento. E questo significa,naturalmente,che non
coradella"festadi primavera". Da questopunto di solo i contenuti ma anchel'esitodel processodi ri-
vista, dunque, la celebrazione ricordail processo orientamentoe una noviti. Ci6 che da questo ri-
dell'appaesamento,proprio nella misura in cui sulta, infatti, e un "Sd"diverso da quello prece-
rappresentaun punto di riferimentofamiliare,co- dente l'esperienzadello spaesamento.La dialettica
nosciuto, da "riprodurre" in un contestodi spaesa- del riappaesamentoproduce una sintesi, non ri-
mento. Perun altroverso,tuttavia,e forseproprio produce la tesi dell'identitaipreesistenteconfigu-
in funzionedell' "uso"che se ne fa, il Newrozha as- rando nuove modalitaie sensibilitaiesperenziali,e
sunto un nuovo significato:piuttosto che l'arrivo riformulandosinel rapportotrapassato,presentee
della nuova stagione esso simboleggial'unitaidel futuro (Ochs, Capps 1995).
popolo kurdo, anche se dispersoe lontano dalla Si pub quindi definire l'attivitaidi manipola-
sua terra.E importantesottolinearequesto fatto. zione dell'intornocome determinantenellasua fa-
Mentrei Kurdirivendicanola tradizionemillena- miliarizzazione,e il ri-orientamento,come ancheil
ria di tale festa, e continuano a festeggiarla,dove suo esito, analoghiallaproduzionedi "novitM".
possono, nello stessomodo, gli attribuisconoperb Da questo punto di vista, dunque, il modello
significatidel tutto nuovi. I1Newroz, spiega uno "conservativo" di Kopytoffe quello "generativo" di
scritto propagandistico,"non appartienesolo ai Lattimorenon sono due caratteristicheantitetiche
Kurdi,aun patrimoniodi tutti i popoli oppressie che designanodue "frontiere", ma i due momentidi-
di tutta l'umaniti". stintivie in successionedi un unico processo,quello
Se di "festadi primavera" si trattaancora,dun- dellari-organizzazione del Sd.I1modo in cui il "Sd"
que, questa6certamenteuna primaverasimbolica, si relazionaallospazio,nellasituazioneche abbiamo
la metaforadi un nuovo inizio di liberti e autode- definitodi frontiera,passaalloraperentrambii pro-
terminazione(Antonietti, 1999). cessi,che sono imprescindibililuno dall'altro.
20 VAI ERIO ANTONIETT1, BARBARA CAPUTO

Quello che sembra interessante, qui, e che ca guardareal concreto, al fattuale,all'agireuma-


quella che abbiamodefinito la "primafase"(la ri- no: confini posti e superati,o, se si preferisce,po-
produzione di elementi conosciuti) si caratterizza sti per essereoltrepassati,intesi come ri-produzio-
proprio come attivitatdel porre delle distinzioni, ne di elementifamiliari,in funzionedi un riappae-
evidenziaredelle differenze,o, in altreparole,por- samento, dell'appropriazionedi uno spazio anco-
re dei confini. Questo aspetto ci parecrucialee, a ra,drammaticamente,"altro",il quale,proprioper
nostro avviso,consentedi giungeread una interes- la sua "estraneita",e in effettiuna frontiera.Ma ta-
sante esito. le appropriazionee alloraproduzionedi significati
e contenuti nuovi. Conservazionee generazione
Conclusioni convivonocome momenti diversidi un unico pro-
Come accennatoin precedenza,la separazione cesso di addomesticamentodello spazio.
concettualedei confini e delle frontiere,ha avuto, Nel fattualesi pongono confini nelle "frontie-
ed ha, un indubbio valoreanalitico,caratterizzato re",si pub persinodire che non esistanofrontiere,
dall'esigenza,in qualchecaso, di considerarei due siano esse materialio metaforiche,all'internodel-
concetti come contrapposti:separatiin casa, per le quali non si pongano, continuamente,confini.
cosi dire, quasi incompatibili,la frontierae parsa, Si disgiungeper congiungere,si creanoconfini per
concettualmente,il superamentodell'inadeguatez- attraversarli.Quasi una dialettica, all'interno di
za del confine. Tuttavia,come abbiamo visto, ci uno spazio,metaforicamente,di "frontiera".
pare che il monito kantiano dell'uso regolativoe Tutto cib, in conclusione, ci pareattestareche
non costitutivodi alcuniconcetti possariguardare la frontierasia sempre una possibilitaimplicita, e
anche tale contrapposizione,e che i due concetti spessouna realthdi fatto nel confineche distingue,
non si possanopensaredisgiuntise non da un pun- differenziae separa;ma anche che nel concreto le
to di vista esclusivamenteanalitico. attivitaidi frontieraimplichino la creazionee l'uso
Ma non reificaretalecontrapposizione,signifi- di confini. Anzi, che ne siano imprescindibili.
CONFINI E FRONT IERE 21

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