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27/07/2010 Associazione Gestione Corretta Rifiuti …

Bologna addio
Data 26/7/2010 9:49:00 | Argomento: Comunicati Stampa

Questa è acqua del torrente Baccatoio, inquinato dall'inceneritore del Pollino, in Toscana, sulla
riviera della Versilia: diossine e metalli pesanti sono stati sversati per mesi, a 2 km dalla spiaggia di
Marina di Pietrasanta.
Quello del Pollino era presentato come un inceneritore modello, aggiornato da pochissimo, nel
2008, dopo sforamenti nelle emissioni e un altro episodio di inquinamento delle acque. A gestirlo la
Veolia, colosso multinazionale dei rifiuti.
Sono migliaia i parmigiani che passano le vacanze in Versilia, come del resto i piacentini, i reggiani, i
modenesi: una vacanza s rischio?
Questa è la premessa che avremmo voluto portare a Vasco Errani, se si fosse presentato
all'appuntamento. Avevamo infatti chiesto un incontro con il presidente della regione e quando
siamo arrivati c'era l'assessore Freda. Spiegato l'equivoco l'abbiamo ringraziata, dicendo che
avremmo tentato di fissare di nuovo un appuntamento per non farle perdere tempo
Una premessa consistente in una bottiglia riempita di acqua prelevata in Versilia, che forse è meglio
non bere.
Questo è lo scenario tipico legato ad un territorio dove è in funzione un inceneritore: se non è
l'acqua ad essere inquinata, è la terra, oppure l'aria, oppure tutte quante insieme.
Volevamo portare a Bologna la questione della gestione dei rifiuti di Parma, che per noi è
fallimentare, una differenziata che stenta a superare il 50%, un porta a porta a macchia di leopardo,
il centro città, come altre zone, ancora con i cassonetti stradali pieni di plastica e carta, recuperabili.
L'organico, quando c'è, raccolto nei sacchetti di plastica. Le cassette di plastica, di cartone e di
legno dei fruttivendoli, nuove di pacca, schiacciate tutte insieme con l'organico e bruciate nel grande
falò.
Su tutto l'idea assurda di avere per ogni provincia un inceneritore, quando già a Piacenza hanno
difficoltà a trovare rifiuti da bruciare.

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Il torrente Baccatoio avvelenato dall'inceneritore (foto GCR)


A Parma si sta costruendo un inceneritore da 130 mila tonnellate, nonostante la necessità di
trattamento dei rifiuti urbani sia di 65 mila (dati desunti dal progetto di Enia e dalle stime del Piano
Provinciale dei Rifiuti).
Dietro le quinte il business dei rifiuti speciali, affidato al gestore, che oggi si chiama Iren, che sulla
salute dei parmigiani costruirà i suoi bilanci, con poca trasparenza, prova ne sia la negazione del
piano economico finanziario legato al progetto, che nonostante una lettera del sindaco ancora non
esce dalle teche della multiutility.
Chissà poi quando chiederemo di accedere ai dati delle emissioni, cosa risponderanno.
A Parma si costruisce l'impianto contro tutti.
I cittadini, le aziende dell'agroalimentare, i sindacati di categoria, i consorzi, Greci, Barilla, Chiesi i 3
illustri nomi che non vengono nemmeno presi in considerazione.
Il consenso è preso a sberle, ma i risultati poi arriveranno, il tempo è galantuomo.
La politica dei democratici locali in tema ambientale semplicemente non esiste. Nell'inceneritore si
intendono bruciare i rifiuti sepolri nelle discariche del territorio: 7 milioni di tonnellate di rifiuti, 50
anni di forno pieno di scorie di ogni tipo e pericolosità, ma nessuno alza alcun dubbio, anzi il gesto è
ritenuto dai vertici del partito una presa di coraggio.
L'associazione Gestione Corretta Rifiuti ha in questi anni avuto maggiore ascolto dalla destra che
dalla sinistra. Per incontrare il presidente della Provincia Bernazzoli c'è voluto un anno, per
incontrare il sindaco di Parma Vignali è bastato un mese.
Oggi abbiamo davanti una politica dei rifiuti che risulta autopunitiva per il territorio.
Migliaia di aziende dell'agroalimentare, un territorio che su questo comparto ha salvato l'economia
locale, il sistema delle Dop e dei Doc sviluppatissimo e a rischio inceneritore, gli esempi di Brescia
(diossina nel latte), di Montale (diossina nel latte materno e nei polli), di Pietrasanta (metalli pesanti
nell'acqua) sono lì da vedere.
Oggi siamo all'assurdo.

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Abbiamo il sindaco del capoluogo, che guida una amministrazione di centro destra, propenso ad
una alternativa, disponibile a verificare un'altra modalità di gestione dei rifiuti, che considera il nostro
progetto alternativo “una cosa seria”.
E sull'altro fronte il presidente della Provincia, che guida una maggioranza di centro sinistra, che
sbatte la porta, nega ogni tipo di confronto sull'alternativa, si innervosisce alle nostre insistenze, al
nostro non adeguarci e non abbassare il capo.
Ci viene detto che l'iter è concluso, è stato discusso per anni, che tutti hanno avuto la possibilità di
fare le proprie considerazioni.
La nostra associazione fin dal 2006 va ripetendo che è sbagliato partire dall'impianto, una casa si
costruisce dal tetto?
Seguendo le indicazioni dell'Europa bisogna prima arrivare a computare le reali necessità di
trattamento applicando prima la riduzione, poi il riuso, poi il riciclo e infine il recupero, non
necessariamente tramite incenerimento.
Senza applicare le corrette pratiche, come il porta a porta spinto, si è deciso nel lontano 2005 una
necessità di trattamento teorica, slegata dall'applicazione pratica e da una verifica sul campo.
Oggi vediamo come il sistema inceneritori provochi il collasso del sistema di riciclo delle materie.
Brescia, dopo dieci anni di inceneritore, ha la differenziata bloccata al 40%.
L'incenerimento è antitetico alla raccolta differenziata, proprio perché entrambi i sistemi inseguono
lo stesso trofeo, la materia ad alto potere calorifico, la carta, la plastica, il legno.
Affidare allo stesso gestore le due tipologie di raccolta significa dare 2 lattanti ad una stessa balia.
Nessuno dei due morirà di fame.
Si darà in parti eque ad entrambi.
I cittadini oggi sono maggiormente informati e sanno cosa si devono aspettare dal nuovo
inceneritore in costruzione. Nel 2012 depositeranno nell'urna un voto chiaro e inequivocabile.
E noi faremo la nostra parte per sottolineare le decisioni prese, il consenso per chi sosterrà ancora
l'inceneritore verrà meno.
Noi faremo la nostra ulteriore battaglia.
Il futuro dei nostri territori è strettamente legato alla qualità ambientale degli stessi.
Gli inceneritori attivi nella nostra regione continuano nell'opera di distruzione dell'ambiente.
E vanno nella direzione contraria ad un risanamento ed a un recupero della qualità dell'aria, della
terra, dell'acqua.
La nostra proposta alternativa, sviluppata a livello embrionale con una analisi di fattibilità, costruita
da ingegneri e chimici ambientali iscritti ai rispettivi ordini, è stata depositata in comune e in
provincia. E' supportata dall'ordine degli ingegneri di Parma, che ha incaricato la commissione
sostenibilità di occuparsene.
Questa proposta potrebbe essere adottata in tutte le province e portare alla chiusura di tutti gli
impianti di combustione, a partire da quelli più vecchi.
L'analisi delinea come sia possibile gestire la materia dei rifiuti senza incenerimento e che le quantità
residue non consentono la costruzione di un inceneritore. Non ci sono i numeri.
Spiega le modalità alternative e le azioni da intraprendere per gestire ogni materiale.
Il sindaco di Reggio Emilia Delrio ci ha confermato in un incontro a Parma con il sindaco Vignali
questa nostra conclusione: l'inceneritore è anti economico.
La gestione meccanica a freddo consente di recuperare materia riducendo a quantità irrisorie lo
scarto ed è la chiave di volta per ribaltare l'approccio ai rifiuti che sono, ricordiamolo sempre,
risorse, che trattate in modo corretto diventano recuperabili per un nuovo ciclo industriale.
Il territorio ha bisogno di cambiare, prima che sia troppo tardi.
Questo avremmo voluto dire, se il nostro interlocutore fosse stato presente.
Questo lo avremmo detto se alla ulteriore richiesta di appuntamento al presidente Errani avessimo
avuto riscontro.
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Bologna, addio.

Lo scarico dell'inceneritore nelle acque del torrente (foto GCR)

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


Parma, 26 luglio 2010
-650 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!

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