Vous êtes sur la page 1sur 63

ET DI AUGUSTO

L'et di Augusto va dal 44 a.c (morte di Cesare) al 14 d.c (morte di Augusto).


.programma politico e ideologia augustea
-programma di ritorno al passato,restaurazione dei valori del mos maiorum:ritorno alla
sobriet,sostegno alla famiglia,sostegno alla religione,ritorno alla terra.
Questo programma deve essere propagandato e pubblicizzato (propaganda culturale) attraverso
larte e le opere scultoree;infatti Augusto riempie la le citt dellimpero con statue che lo
raffigurano come generale vittorioso,console e dio,per pubblicizzare s stesso e la sua attivit di
governo.
Usa uno strumento di cultura alta,cerca di avvicinare a s gli intellettuali e gli scrittori pi in vista
del tempo perch nelle opere appoggino il progetto politico.
Per fare questo usa il Circolo di Mecenate,grande venditore di letteratura.
Mecenate riesce ad avvicinare gli intellettuali e gli scrittori pi promettenti.
Di questo circolo faranno parte Orazio,Virgilio e Properzio.
Orazio in una sua poesia haud non mollia iussa,dice che Mecenate gli dava pi che consigli.
Da una parte uno stimolatore e dall'altra diventa il loro committente.
Questi letterati scrivono spesso con un'ideologia vicino a quella augustea perch la condividevano.
Tra gli intellettuali e gli scrittori c'era una collaborazione spesso sincera,non imposta.
A chi non la pensa come Augusto,i rapporti tra gli intellettuali e gli scrittori saranno pi difficili e
drammatici perch il dissenso non viene molto tollerato.
Oltre a questo circolo c'era quello di Messalla Corvino,repubblicano convinto.
Di questo circolo facevano parte Ovidio e Tibullo.
committente di intellettuali che scrivono poesie d'amore,si distaccano quindi cos dalla politica e
non fanno pi propaganda di Augusto e della sua attivit di governo.
Augusto,coinvolge Ovidio in uno scandalo accusandolo di aver avuto una relazione con sua figlia
Giulia e lo manda in esilio a Tomi,isola sperduta sul Mar Nero.
VIRGILIO
Mantua me genuit,calabri rapuere,tenet nunt Parthenope,cecini pascua rarua duces

Dante,Inferno I,vv 68-75.


...li parenti miei furon lombardi,mantoani per patria ambedui.Nacqui sub Iulio,ancor che fosse
tardi,e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto nel tempo da li falsi e bugiardi.Poeta fui e........ di [quel
giusto figliuol d'Anchise che venne di Troia],poi che il superbo illoti fu combusto.

Nell'epitaffio ha voluto ricordare le sue opere:


-il termine pascua allude alla sua 1 opera,le Bucoliche,che parlano della vita dei contadini
-il termine rarua allude alle Georgiche
-il termine duces allude all'Eneide

Virgilio nacque in un paesino della campagna mantovana nel 70 a.c,ovvero quando a Roma al
potere c'era Giulio Cesare.
La sua vita da adulto,scrittore non l'ha svolta sotto Giulio Cesare ma sotto Augusto.
La sua infanzia l'ha vissuta in un periodo di violenza e di guerre civili (70-19 a.c).
Dal punto di vista dell'estrazione sociale,era ricco e figlio di una famiglia benestante che possedeva
grandi propriet terriere.
Virgilio ha infatti una formazione scolastica di 1 livello.
Inoltre vive di rendite perch non lavora,scrive e basta.
Era una persona discreta,abbastanza solitaria e di salute cagionevole.
Ai 50 anni intraprende un viaggio in Grecia per trovare le tracce di Omero.
Durante questo viaggio incontra Augusto e vorr accompagnarlo in una gita ma a causa di un colpo
di sole torna a Roma e muore.
Prima di morire ha pubblicato le Bucoliche (42) e le Georgiche ma non ha pubblicato l'Eneide
perch,non essendo soddisfatto dell'opera continuava a cambiare dei versi e togliere delle parti.
Quando si accorge che sta per morire chiede ai suoi amici di bruciare il manoscritto dell'Eneide ma
loro non lo fanno.
Dopo la sua morte Augusto fece riordinare l'opera e la fece pubblicare.
LE BUCOLICHE (42-39)
Virgilio sceglie questo genere letterario della poesia pastorale perch:
-questo tema era molto diffuso in et augustea
- nato in campagna,ed quindi legato al mondo contadino
-la sua formazione prevede un viaggio a Napoli,durante il quale va ad ascoltare l'epicureo Sirone.
Secondo l'epicureismo la felicit data dalla serenit,dalla vita pacifica,dall'armonia e dalla quiete.
Dunque data dall'atarassia,stato di sereno equilibrio.
La vita agreste,di campagna diventa la concretizzazione di questo ideale epicureo.
A Virgilio piace questo mondo di pace,calma perch molto lontano dal suo mondo,infatti lui vive
in un periodo di guerre civili e di confisca dei beni.
Attraverso questo mondo di pace,Virgilio si stacca cos dalla violenza della storia che sta vivendo.
A volte per quel mondo sereno e calmo dell'Arcadia,che diviene luogo letterario per eccellenza
della poesia pastorale,entra in contatto con l'altro mondo --> ci avviene nella 1 ecloga.

PRIMA ECLOGA
La 1 ecloga ha una struttura a dialogo,come tutte le ecloghe dispari.
Quelle pari invece hanno un andamento narrativo,a monologo.
La 1 ecloga si sviluppa intorno al dialogo di due contadini e pastori amici,Titiro,dietro al quale si
potrebbe individuare la figura di Virgilio,preservato dalla confische,e Melibeo,vittima
dell'esproprio e destinato ad allontanarsi dalla propria patria --> (immagine della pecora che
abbandona i suoi capretti dopo averli partoriti con forte dolore).
Dunque i due pastori hanno esperienze di vita distanti.
Virgilio sta ricordando un fatto storico che lo riguarda personalmente --> infatti dopo la battaglia di
Filippi del 42 a.c,in cui Ottaviano e Antonio combatterono contro i cesaricidi Bruto e Cassio,i
generali vittoriosi decisero di compensare i soldati con terre prese da Mantova (citt di Virgilio) e
Cremona,che aveva appoggiato i cesaricidi.
Grazie per agli amici potenti di Virgilio,le sue terre non gli vengono confiscate.
Qui evidente la contrapposizione tra il mondo della serenit,quiete e quello della violenza della
storia,che porta a questi risultati (confisca dei beni).

I due pastori hanno esperienze di vita distanti anche perch:


-Titiro ha una meta ben precisa,infatti va a Roma volontariamente (che scopre essere molto diversa
dalle altre citt ) per affrancarsi,ovvero diventare libero
Uno schiavo poteva affrancarsi ottenendo dal suo padrone un peculium,quota di bestiame o un
piccolo pezzamento di terra che poteva lavorare.
Gran parte del guadagno andava al padrone,ma questo stimolava lo schiavo a lavorare di pi.
Questo peculium permette allo schiavo di riottenere la libert.
Titiro per,finch innamorato di Galatea non pu ottenere la libert perch una donna piena di
pretese --> infatti Titiro non risparmiava perch spendeva tutto il suo denaro questa donna.
L'amore tra Titiro e Galatea introduce un nuovo tema,l'amore rovinoso (furor),che consiste in una
passione amorosa che non si riesce a controllare dalla ragione.
(Il mito di Orfeo ed Euridice --> la passione fa s che Orfeo non ascolti ci che gli dicono gli Dei).
-Melibeo intraprende il viaggio non per sua scelta ma perch e stato vittima dell'esproprio
quindi destinato ad allontanarsi dalla propria patria.
A differenza di Titiro,Melibeo libero e non schiavo delle passioni --> infatti la sua amata Amarilli
non una donna piena di pretese, meno vanitosa e non chiede tanti regali.
Inoltre soffre per l'allontanamento di Melibeo.
-Titiro si aspetta un esito positivo al ritorno da questo viaggio a Roma
Ha gi conosciuto il suo ritorno,che ha portato un miglioramento della situazione di partenza
Dunque Titiro ha gi concluso l'esperienza.
-Melibeo si aspetta un esito negativo al ritorno dal suo viaggio --> il ritorno ha portato un
peggioramento della situazione di partenza (immagina di tornare e trovare tutto perduto)
Dunque Melibeo non ancora partito e non sa cosa lo aspetter.
Tra Melibeo e Titiro l'elemento in comune l'eccezionalit del viaggio,infatti nessuno dei due
abituato a viaggiare.
-Titiro devoto,fedele agli Dei
-Melibeo trascura le pratiche religiose

Questo mondo arcaico concepito come autosufficiente,che non vuole avere contatti con la
societ,con la storia perch quando ha contatto con gli altri mondi,porta all'esilio e alla sofferenza.
Nel versi 36-39 emerge la contrapposizione tra la campagna e la citt.
La citt ingrata e paga poco ci che viene fornito dalla campagna.

L'impressione che abbiamo leggendo questo testo non quella della violenza perch tutto
attenuato dalla musicalit dei versi e dalla presenza di altri temi piacevoli,come il conforto e la
consolazione dell'amicizia per superare i momenti difficili.
Un altro tema che allontana Melibeo dalla sua drammaticit,pena
LE GEORGICHE (37-29)
Quando Virgilio scrive le Georgiche gi entrato a far parte del Circolo di Mecenate.
grazie al successo delle Bucoliche che entra nel Circolo.
Che quest'opera sia stata suggerita da Mecenate ce lo dice nel proemio del 1 libro,in cui Virgilio
sta pensando all'Eneide (in cui ci racconta la storia di Roma).
Ci dice per che prima deve terminare le Georgiche --> haud mollia iussa.
Nel proemio anche evidente ed esplicito l'intento propagandistico celebrativo --> scrive
quest'opera per pressione,suggerimento di Mecenate.
Mecenate ha interesse nel trovare uno scrittore che scriva di campi,agricoltura e pastori perch in
questo periodo il programma di Augusto prevede il ritorno alla terra.
Bisogna dunque ricostruire la produttivit della campagne abbandonate e distrutte dalla guerra.

STRUTTURA DELL'OPERA
Le Georgiche sono un poemetto didascalico in IV libri sulla vita e il lavoro del campi.
Dunque contiene una parte tecnica ma anche molto di pi.
-1 libro si parla dell'agricoltura
-2 libro si parla dell'arboricultura
-3 libro si parla dell'allevamento
-3 libro si parla dell'apicoltura
(Esiodo,Le opere e i giorni,VII sec a.c --> d insegnamenti morali al fratello Perse,che si era
accaparrato anche l'eredit paterna del fratello).
(Lucrezio,De rerum natura).

RAPPORTO GEORGICHE-DE RERUM NATURA


-a livello strutturale le opere si corrispondono,ovvero la distribuzione dei temi,argomenti uguale
Infatti,come il De rerum natura suddiviso in 2 diadi --> la 1 parla del lavoro del campi,la 2 della
coltivazione degli alberi da frutto,le Georgiche sono suddivise in 4 libri --> i primi 2 riguardano il
lavoro dei campi,gli altri 2 riguardano l'allevamento.
-sia Lucrezio che Virgilio danno molto rilievo ai proemi che introducono le diadi o libri,ai finali
-entrambi inseriscono nei libri un excursus,digressione di argomenti ampi
-ci sono delle immagini che Virgilio sembra aver preso pari pari da Lucrezio --> il De rerum natura si
conclude con l'immagine della peste (1430) e le Georgiche si concludono con l'immagine della
peste di Nrico.
-entrambi inseriscono un passo sull'amore rovinoso,sugli effetti negativi della passione,dell'amore
-oltre alla loro vicinanza a livello strutturale,la loro vicinanza si gioca anche a un livello pi
profondo --> sia nel De rerum natura che nelle Georgiche si vuole celebrare,esaltare e proporre
come esempio un modello ideale di vita
Nel De rerum natura Lucrezio celebra come modello di vita quello del saggio epicureo,ovvero una
vita felice,serena,di equilibrio e lontana dal negotium (impegno nella vita politica) e dalla passioni
eccessive.
Il saggio bastava a s stesso.
Virgilio invece propone come modello di vita ideale quello dell'agricola,ovvero uno stile di vita
sobrio e fondato sui boni mores degli antichi romani.

Entrambi fanno la stessa operazione in una societ che ha perso la sua identit perch vogliono
provare a recuperare uno stile di vita che si perduto.
IL POEMA DIDASCALICO
Il poema didascalico un componimento in versi che trasmette un sapere in genere di carattere
filosofico,storico,scientifico,tecnico.
Lo scopo quello di insegnare a divulgare questo sapere (funzione didattica).
Questo genere nasce in Grecia ed una delle prime espressioni letterarie greche.
-nasce con Esiodo intorno al 700 a.c.
Esiodo ha scritto Teogonia e Opere e giorni,primi poemi didascalici della letteratura
occidentale.
Nella Teogonia vuole spiegare l'origine dell'universo e la nascita degli Dei.
Nelle Opere e giorni,attraverso una finzione letteraria,Esiodo trasmetteva al fratello Perse
insegnamenti di vario tipo.
-questo genere lo troviamo anche nei poemi filosofici di Empedocle,Anassagora e Parmenide
-questo genere fiorisce in epoca ellenistica --> nei Fenomeni di Arato l'autore d informazioni di
astronomia e parla delle trasformazioni delle costellazioni.
Questo testo stato tradotto in latino da Cicerone.
Un altro testo Alexypharmaka di Nicandro di Colofone.
In epoca ellenistica il sapere trasmesso facile,non complesso.
Gli antichi scelgono di trasmettere questi contenuti attraverso la poesia,i versi,per far s che i
contenuti vengano memorizzati meglio.
-questo genere lo troviamo anche in Ennio con Ephicarmus e Hedyphagetica

Il patrimonio del sapere veniva trasmesso ad un interlocutore presente e interpellato nel testo.
Ad esempio nel De rerum natura l'interlocutore Mennio,appartenente alla classe dirigente
senatoria.
In Virgilio c' un doppio piano che in Lucrezio non c',infatti gli interlocutore di Virgilio sono:
-i piccoli proprietari terrieri
-classe dirigente romana --> l'intento quello propagandistico,ovvero si cerca di avvicinare la
nobilitas senatoria al programma augusteo.
In fondo quindi vuole far pubblicit allo stile di vita che prevede l'attaccamento al dovere.
STILE DI VITA DELL'AGRICOLA
La vita dell'agricola ruota attorno al labor,ovvero la laboriosit --> dunque l'agricola attaccato al
dovere.
cos che il contadino rende produttiva la sua terra.
Un altro elemento che caratterizza la vita dell'agricola la devozione agli Dei --> facendo sacrifici
agli Dei,il labor diventa pi efficace.
Un'altra caratteristica lo spirito di sacrificio e rinuncia,che fa s che l'agricola non sia avido.
L'epicureismo di Virgilio si sta cos un pochino evaporando perch non una caratteristica
dell'epicureismo la devozione agli Dei.
Infatti secondo Epicuro sciocco pensare che gli Dei possano guidare il mondo e intervenire sulla
vita degli uomini.
Coloro che la pensavano invece cos erano gli stoici.
Dunque per certi aspetti Virgilio molto vicino al modello lucreziano,ma dall'altro si sta
allontanando dall'epicureismo e si sta avvicinando allo stoicismo.
LA NECESSIT DEL LAVORO
In questo passo Virgilio sta ricostruendo il momento di passaggio dal mitico periodo dell'et
dell'oro (sotto il regno di Saturno) all'inizio della storia dell'umanit.
Nel mito dell'et dell'oro il labor non esisteva --> verr poi introdotto quando finir l'et dell'oro.
Infatti in questo passo infatti Virgilio ci racconta della nascita dell'agricoltura.
Questo passo una teodicea del lavoro --> il lavoro frutto di un atto di giustizia della divinit.
la divinit che decide che l'uomo deve lavorare.

Nei primi 3 versi sembra esserci una connotazione negativa del lavoro,perch dice ha voluto cos
difficile --> dunque evidente la fatica del lavoro.
Il lavoro per non stato una punizione e ha una connotazione positiva perch i risultati
dell'introduzione dell'agricoltura nella vita dell'uomo sono stati:
-il risveglio degli uomini da uno stato di apatia,depressione
-inoltre la necessit e il bisogno hanno migliorato l'intelligenza dell'uomo e hanno fatto s che
nascessero le arti,le tecniche (agricoltura,produzione del fuoco).
I marinai infatti imparano a consultare le costellazione per avere informazioni sulla rotta.
Il lavoro per continuo perch oltre a coltivare la terra,bisogna curarla,togliere le erbacce e
pregare gli Dei per avere una produttivit rigogliosa.
In questo modo il lavoro permette all'uomo di trionfare su tutto,sul mondo che gli ostile e di
dominare la natura --> non essa a dominarlo.
Poi c' una descrizione dell'et tradizionale,dell'oro.

Quest'immagine positiva del labor e negativa dell'et dell'oro curiosa nel mondo antico perch
nel mondo classico il labor ha sempre avuto una connotazione negativa e era da schiavo e non da
uomo libero.
(I monaci sono per questo privilegiati).
Quest'immagine negativa si mantiene anche nel medioevo,fino all'industrializzazione.
un'immagine anticomformista.

DIVERSA CONCEZIONE DEL LAVORO


-Virgilio --> ha una concezione positiva del lavoro,infatti dice che ha risvegliato l'uomo dall'apatia e
ha migliorato la sua intelligenza.
-Esiodo --> ha una concezione negativa del lavoro,infatti lo descrive come punizione per gli uomini
da parte degli Dei.
-Lucrezio --> ha una concezione positiva e negativa del lavoro,infatti dice che il lavoro lo
strumento con cui l'uomo esercita la superiorit nei confronti della natura,che per annienta il
lavoro dell'uomo attraverso le catastrofi naturali.
L'uomo dunque non ha un potere totale sulla natura.
(Lucrezio,in un passo sulla storia dell'umanit,mostra di non abbracciare il mito dell'et dell'oro e la
descrive come un'umanit primitiva).
Inoltre Lucrezio dice che il lavoro ha portato l'uomo a conquiste che hanno migliorato le sue
condizioni di vita.
Dunque il lavoro stato la causa del progresso.
-Bibbia --> in essa il lavoro ha una connotazione negativa,infatti Dio condanna gli uomini a
guadagnare da vivere attraverso la fatica del lavoro perch l'hanno disobbedito e mangiato la mela
(= Esiodo).
IV LIBRO DELLE GEORGICHE
Il IV libro delle Georgiche l'ultimo ed il pi famoso.
Nei 4 libri ci sono 2 piccoli epilli,piccoli poemetti di argomento mitologico (spesso i miti raccontati
sono poco conosciuti).
Gli epilli hanno una tecnica ad incastro (alessandrina) perch uno fa da cornice all'atro.
I due epilli sono:
-il racconto del pastore Aristeo
-il racconto di Orfeo ed Euridice
Prima di arrivare a questi 2 epilli Virgilio si occupa dell'apicoltura,allevamento delle api.
(Aristeo infatti un allevatore di api).
Infatti quello di Aristeo un mito etiologico,ovvero che vuole spiegare l'origine della tecnica della
bugonia (il cui creatore Aristeo),che si riferisce alla nascita delle api dalle carcasse dei buoi.
Virgilio dedica molti versi (149-227) alla descrizione della societ delle api perch d a questo tema
un valore importante.
Infatti la descrizione della societ delle api assume un valore simbolico poich diventa il modello
ideale di societ.
Se la societ romana si vuole rifondare deve guardare questo modello perch le caratteristiche
della societ delle api sono:
-tutte le api lavorano per il bene della comunit,suddividendosi i lavori
-vivono in pace ed armonia
sacrificano la loro vita per difendere le alveari
-hanno una devozione verso il capo (che non si sapeva fosse femmina)
-inoltre l'ape in molte culture antiche veniva considerata come animale puro,casto e non sensibile
alle debolezze dell'amore.
Infatti in molti culti misterici (come l'orfismo) l'ape diventa simbolo dell'anima pura.
Dunque l'allevatore delle api dev'essere puro,casto e dalle grandi qualit.
Il rapporto tra le api e il mondo romano esplicito perch Virgilio si riferisce alle piccole api come
romani.

L'esperienza degli epilli verr recuperata in letteratura latina dai poetae novi:
-Ennio --> Annales
-Nevio --> Bellum poenicum
Il poema epico latino celebra un popolo,i valori di una comunit.
Ha quindi un carattere fortemente nazionale perch trae il suo contenuto dalla storia.
LA FAVOLA DI ARISTEO
Il IV libro delle Georgiche dedicato all'apicoltura e alla bugonia,nascita delle api dalle carcasse
dei buoi.
Il creatore di questa tecnica Aristeo.
Aristeo,eroe civilizzatore,inventore di tecniche innovative,fra cui appunto l'apicoltura,emblema
della vita laboriosa e pia dell'agricola, tormentato da un morbo che sta distruggendo i suoi sciami.
Per conoscere la causa di questa pestilenza si reca allora dalla madre,la ninfa Cirene.
Giunto presso le sacre sorgenti del fiume Peneo,lamenta la sua sorte,invocando il soccorso della
genitrice.
Questa,rimasta turbata dalla sua disperazione,comanda allora alle correnti di ritrarsi cos che il
figlio possa raggiungerla nella sua casa sotto le onde.
Una volta giunto al cospetto della madre,intraprende con il vecchio indovino Proteo quella dura
lotta che la madre gli aveva gi anticipato.
Proteo sa tutto ma sfugge alle domande di chi lo interpella,infatti durante si trasforma in fuoco,poi
in una belva spaventosa e infine in un flutto che scorre --> proteiforme,assume diversi aspetti.
(Per avere da lui delle risposte bisogna coglierlo nel sonno).
Aristeo per resiste e non molla la presa,finch Proteo non riassume le sue naturali sembianze ed
inizia a parlare.
A questo punto l'indovino rivela ad Aristeo il perch della disgrazia che ha colpito le sue api.
l'ira di Orfeo e delle Ninfe dei boschi ad essersi abbattuta su di lui,per aver causato
involontariamente la morte di Euridice.
Fu infatti proprio durante la corsa per sottrarsi al suo inseguimento che Euridice fu morsa da un
serpente e perse la vita.
Dopo aver raccontato la triste storia di Orfeo ed Euridice --> catabasi,discesa di Orfeo negli
inferi,Proteo si tuffa nuovamente in acqua.
Aristeo spaventato e la madre Cirene interviene dunque per tranquillizarlo e per fornirgli,lei
personalmente,quei praecepta che il dio marino aveva tralasciato di dargli.
Aristeo esegue i consigli della madre e nove giorni dopo,un immenso sciame di api nato dalle
carcasse dei suoi buoi.

Nella storia di Aristeo abbiamo la struttura della fiaba,infatti sono presenti:


-la situazione di partenza
-l'infrazione,il cambiamento
-il danno (morte dello sciame di api)
-le prove e le peripezie da superare (incontro con Proteo negli abissi del mare)
-il lieto fine e il ristabilimento della situazione di equilibrio di partenza
-il tragico fine (Orfeo ed Euridice)
ORFEO ED EURIDICE
Il mito di Orfeo ed Euridice non sar ripreso solo dal mondo classico,ma anche dalle letterature
romanze europee.
Virgilio abilissimo a costruire una vicenda patetica,triste.
Orfeo viene infatti sbranato dalle baccanti e la sua testa,stirpata dal corpo,continua ad invocare
Euridice.
Nel racconto ci sono molte ellissi,ovvero una una mancanza di alcune parti,che per il lettore
intuisce.
Ad esempio non vediamo il colloquio avvenuto tra Plutone e Proserpina e la morte di Euridice,ma
vediamo solo Euridice che corre,il serpente e poi le ninfe che piangono.
C' dunque un'estrema sintesi,per fare si che ci sia concentrazione e per aumentare il patos.

La storia di Orfeo ed Euridice sviluppa questi temi:


-la passione,il furor (495) --> la passione d'amore che fa perdere all'individuo il controllo di s e
lo porta fuori dai limiti posti dalla ragione --> dementia (488)
-il labor (492) --> la fatica affrontata da Orfeo ed Aristeo
Per Aristeo la fatica quella di andare negli abissi del mare,di capire il motivo della mora del suo
sciame di api e di trovare una soluzione.
Per Orfeo la fatica quella di andare nell'al di l,tra i mostri infernali,con una sola arma,il canto.
Il labor di Aristeo ha successo perch Aristeo non fa nessuna infrazione,anzi rispetta gli dei e fa ci
che gli dice Proteo (finale lieto).
Il labor di Orfeo invece non ha successo perch egli non rispetta gli dei e si volta (finale tragico).
Dunque il furor annienta la forza,il labor perch la passione lo fa voltare.
GESUALDO BUFALINO
Qui la figura di Orfeo tramuta,egli infatti non si volta per furor amoroso ma per cantare poesie,
quindi per amore della sua arte.
Egli infatti se non si fosse voltato non avrebbe avuto pi motivo per cantare.
Quindi decide di voltarsi per cantare il dolore provato per la 2 separazione dall'amata.
Euridice viene rappresentata addolorata,senza per comprendere la causa di questa sofferenza.
Infine per comprender che Orfeo ama la sua arte pi di lei e che quindi egli non l'ha mai amata,
nemmeno durante la vita coniugale felice.
Dunque il tema fondamentale l'egoismo di Orfeo,poich preferisce la sua arte,che lo render
eterno rispetto all'amore.

CESARE PAVESE
Anche secondo Pavese Orfeo si volta volontariamente,ma non per amore della sua arte.
Orfeo si volta perch comprende che anche ricevendo indietro Bacca non raggiunger la felicit
poich ella morir nuovamente ed egli dunque soffrir una 2 volta per la perdita dell'amata.
Quest'idea viene esposta in un dialogo tra Orfeo e Bacca,due personaggi antitetici,infatti:
-l'uomo rappresenta
.la razionalit
.il conscio
.la morte
.il principio di realt
-la donna rappresenta
.l'irrazionalit
.l'inconscio
.la vita
.il principio del piacere

Orfeo razionale,quindi non accetta di seguire il suo cuore per avere indietro qualcosa che
destinato a perdere nuovamente.
Bacca invece dice a Orfeo di lasciarsi guidare dai sentimento e di vivere il presente senza pensare a
ci che accadr.
ENEIDE
-libro I
Giunone,nemica dei troiani,causa il naufragio di Enea.
Venere interviene in favore del figlio,naufrago sulla costa africana,e lo conduce a Cartagine,dove
viene accolto benevolmente da Didone.
(Anche Didone profuga,infatti ha abbandonato il suo regno perch suo fratello,per ottenere il
regno,aveva ucciso Sicheo,il marito di Didone.
La regina abbandona cos il villaggio per creare un altro regno).
-libro II
Virgilio fa una digressione,quindi noi conosciamo le tappe del viaggio di Enea attraverso il racconto
a Didone (narrazione in 2 persona) --> (Nausica e Odisseo).
-libro III
Enea peregrina per il Mediterraneo,dalla Tracia alla Sicilia,dove muore il padre Anchise.
-libro IV
Enea si innamora di Didone e si unisce da lei in una grotta durante una partita di caccia.
In seguito per all'intervento di Mercurio che lo risveglia alla missione assegnatali dal fato,la
abbandona fuggendo per mare.
Lei disperata si uccide.
-libro V
Virgilio descrive i giochi funebri in onore di Anchise.
-libro VI
Enea scende agli inferi,dove incontra Didone e il padre Anchise,che gli far una profezia di quelli
che saranno i futuri eroi di Roma.
-libro VII
Il re latino decide di dare in sposa ad Enea in sposa la figlia Lavinia,anche se l'aveva gi promessa a
Turno,re dei Rtuli (popolazione italica insediata nel Lazio).
A questo punto scoppia nuovamente l'ira di Giunone,e di conseguenza la guerra.
-libro VIII
Enea si reca ad Evandro,re degli Arcadi e nemico dei Latini.
-libro IX
Si descrivono alcune scene della battaglia tra i Troiani e i Rtuli.
Inoltre c' il sacrificio di una coppia di amici,Eurialo e Niso.
-libro X
Il figlio di Evandro,Pallante,viene ucciso in duello da Turno.
Enea uccide il tiranno etrusco Mesenzio e suo figlio Lauso,che aveva cercato di difendere il padre
dall'assalto di Enea.
-libro XI
dedicato ai funerali di Pallante e ai combattimenti,in cui muore Camilla,vergine guerriera alleata
di Turno.
-libro XII
C' il duello tra Turno ed Enea,che riesce vincitore.
PROEMIO ENEIDE
Nel proemio dell'Eneide Virgilio rispetta la struttura tradizionale del proemio:
-la protasi --> esposizione dell'argomento (1-7)
-l'invocazione alla musa (8-11)
All'interno per della struttura tradizionale Virgilio inserisce delle novit.
Nel proemio le scelte lessicali mettono in evidenza la sofferenza di Enea:
.iactatus=gettato
.profugus=esule
.passus=sopportatore
.labores=fatica
e la crudelt di Giunone:
.iram,ira
cos grande l'ira nel cuore di Giunone per Enea e i troiani perch:
-il troiano Paride ha preferito Venere a lei nella gara tra lei,Venere e Atena
-sa ci che poi si verificher,ovverO che la citt che nascer dai discendenti di Enea distrugger
Cartagine,di cui divinit protettrice
-il suo esuberante marito Giove aveva scelto come copiere degli dei un giovane troiano,Ganimede
al posto della fIglia di Giunone

ENEIDE-ILIADE-ODISSEA
-Eneide-Iliade-Odissea --> la stessa struttura sintattica
-Eneide-Iliade --> lo stesso verbo (canto)
-Iliade-Odissea --> la narrazione oggettiva
-Eneide --> la narrazione soggettiva
-Iliade-Odissea --> la musa che fornisce il racconto e il poeta scrive.
Dunque l'io lirico non c'.
-Eneide --> Virgilio che canta, lui l'autore di ci che racconta.
Virgilio ci appare un soggetto della poesia, il 1 io lirico che irrompe nella pagina.
Virgilio chiede alla musa il perch di ci che sta raccontando.
un elemento di grande modernit.
C' un uomo che si interroga sul perch questi fatti accadano,e arriva a sfiorare la bestemmia.
Infatti dice: possibile che gli dei hanno un cos grande odio da causare sofferenza nel mondo?.
dunque un autore problematico riguardo al mondo e a s stesso.
-Achille --> ira
-Ulisse --> astuzia,intelligenza
-Enea
.iactatus=gettato
.profugus=esule
.passus=sopportatore
.labores=fatica
Enea si distingue per la sua pietas,ovvero l'atteggiamento di devozione,di rispetto dell'uomo nei
confronti degli dei,dei famigliari (soprattutto se anziani) e il rispetto e l'amore per la patria.
quindi la capacit di un individuo di superare il proprio egoismo e fare sacrifici per la comunit,la
patria,la famiglia e gli dei.
-Iliade-Odissea --> non c' il valore della pietas perch tipicamente romano.
Quindi,mentre nel mondo romano l'uomo si identifica con la comunit,nel mondo classico l'uomo
l'individuo --> non si poteva quindi elaborare il concetto di pietas.
NOVIT DELL'ENEIDE
-struttura bipartica che fonde i contenuti dei 2 poemi omerici
.libri I-VI--> parte odissiaca che racconta il travagliato viaggio di Enea da Cartagine alle sponde del
Lazio,con un flash-back sulle vicende che avevano portato Enea da Troia a Cartagine (il racconto a
Didone).
.libri VII-XII --> parte iliadica,che comincia con la narrazione di una guerra che terminer con la
morte di Turno.
-il rovesciamento dei contenuti --> il viaggio di Enea non un ritorno a casa (nostos) come quello
di Odisseo,ma un viaggio verso l'ignoto.
Inoltre la guerra di Enea non serve per distruggere una citt ma a costruire una nuova
citt,antenata di Roma.
In realt anche il viaggio di Enea pu essere considerato come ritorno alle proprie origini,radici del
popolo troiano.
-frantumazione dell'oggettivit dell'epica classica --> la narrazione epica fondava la sua essenza
sull'unicit del punto di vista del narratore onnisciente,cio priva di problematicit perch
un'epica collettiva in cui una nazione si deve riconoscere.
Anche l'Eneide la storia di una missione voluta dal fato,che render possibile la fondazione di
Roma e la sua salvazione per mano di Augusto.
Il poeta portavoce di questo progetto,ovvero della missione di Roma come dominatrice del
mondo.
Ma in questo mondo Virgilio inserisce elementi di soggettivit --> nel poema si muovono
personaggi in contrasto fra loro e la narrazione si adatta ad esprimere le ragioni del conflitto e i
sentimenti dei personaggi in 1 piano.
(Il lettore deve apprezzare la necessit fatale della vittoria,ma anche ricordare le ragioni degli
sconfitti (Didone e Turno)).
Nel proemio e nel corso dell'opera Virgilio mostra la sua compassione nei confronti dei personaggi
vinti della storia,ad esempio comprende la delusione di Didone (sventurata).
In Omero invece la narrazione distaccata dall'autore.
-il nuovo personaggio di Enea
Si delinea un nuovo tipo di Enea,non pi esaltato per la sua virtus militare,ma soprattutto per le
qualit interiori.
Il suo tratto distintivo la pietas --> mettersi costantemente in ascolto del volere divino, la
capacit di riprogrammare costantemente la sua vita alla luce di quanto vuole il fato.
quindi un eroe doloroso e infelice,pronto a compiere fino in fondo il suo dovere,ma quasi
controvoglia,continuamente lacerato da dubbi,incertezze ed esaltazioni.
-un nuovo stile epico
C' una riduzione consistente dello stile formulare,comprensibile,visto che ai tempi di Virgilio la
fruizione dell'opera non era pi di tipo orale.
Virgilio usa pochi epiteti,che tendono a sottolineare una qualit chiave del personaggio (il pio
Enea) o a coinvolgere emotivamente il lettore nella situazione rappresentata e nella psicologia del
personaggio.
La traduzione del genere epico richiedeva un linguaggio elevato,lontano dalla lingua d'uso;anche
l'Eneide contiene arcaismi,grecismi,neologismi,ma la base lessicale per sostanzialmente
costituita da parole comuni,neutre,della lingua d'uso.
Lo scarto dalla norma allora ottenuto ad esempio con una inconsueta disposizione delle parole.
CAPRONI,STANZE DELLA FUNICOLARE,IV STROFA
Nel pulsare del sangue del tuo Enea
solo nella catastrofe,cui sgalla
il piede ossuto la rossa fumea
bassa che arrazza il lido-Enea che in spalla
un passato che crolla tenta invano
di porre in salvo,e al rullo dun tamburo
ch uno schianto di mura,per la mano
ha ancora cos gracile un futuro
da non reggersi ritto.Nell avvampa
funebre d una fuga su una rena
che scotta ancora di sangue,che scampo
pu mai esserti il mare (la falena
verde dai fari bianchi) se con lui
senti di soprassalto che nel punto
destrema solitudine,sei giunto
pi esatto e incerto dei nostri anni bui?

Contesto --> Caproni,trae inspirazione per scrivere questi versi perch un giorno,passeggiando in
mezzo alle rovine della sua citt adottiva Genova (distrutta dalla 2 guerra mondiale),si ferma in
una piazza e viene colpito da una statua barocca (scolpita nel 600) rimasta illesa.
Questa statua raffigurava Enea in fuga dalla citt,con il padre Anchise sulle spalle e in mano il figlio
Ascanio.
In questa scultura Caproni vede rappresentata la situazione degli italiani in quelli anni.
Gli italiani infatti si lasciavano alle spalle la distruzione provocata dalla 2 guerra mondiale e
dovevano iniziare anche loro un viaggio verso la ricostruzione materiale e morale,che incerta.

Immagine --> Enea solo nella catastrofe e attraversa una spiaggia,resa rossa dai fumi
dell'incendio,che infuoca la spiaggia (gli provoca delle veschiche nel suo piede ossuto).
Enea cerca di fuggire e ha alle spalle il vecchio padre Anchise,che rappresenta un passato che sta
crollando,e che Enea vorrebbe portare in salvo invano.
Per le mani ha invece il figlio Ascanio,che rappresenta il futuro,il viaggio verso la ricostruzione
materiale e morale.
Dunque,sulle spalle ha il passato,per le mani il futuro ma per quanto riguarda il presente,non sa
cosa fare (come gli italiani).
Fa da sfondo a questo cammino un rumore assordante,il rumore delle mura di Troia che stanno
crollando.
Enea cerca una via di fuga nel mare (come gli italiani cercano la pace).
Enea come una farfallina perch come essa attirata dalla luce si provoca la morte,Enea pensa di
trovare in mare la fuga dal crollo di ogni certezza.
Caproni pessimista,infatti sembra dire che Enea non trover scampo in mare --> egli infatti
pieno di paure,verso un futuro incerto,che sembra identificarsi con questi anni bui.
Lo scrittore 900sco,quando recupera un archetipo classico,lo desacralizza,lo abbassa di tono -->
infatti Enea non sembra essere alla'altezza della sua missione,a differenza dell'Enea virgiliano.
CAPRONI,STANZE DELLA FUNICOLARE (CATABASI)
E intanto ho conosciuto l'Erebo
-l'inverno in una latteria.
Ho conosciuto la mia
Proserpina,che nella scialba
veste lavava all'alba
i nebbiosi bicchieri.
Ho conosciuto neri
tavoli-anime in fretta
posare la bicicletta
allo stipite,e entrare
a perdersi fra i vapori.
E ho conosciuto rossori
indicibili-mani
di gelo sulla segatura
rancida,e senza figura
nel fumo la ragazza
che aspetta con la sua tazza
vuota la mia paura.

Contesto --> Si chiama Stanze della funicolare perch Caproni ha vissuto a Genova,citt
arroccata.
Dunque,per collegare la parte alta a quella bassa della citt,si usava la funicolare,che qui diventa
metafora del viaggio,dela cammino,della vita.
La stazione di partenza rappresenta invece il momento di nascita.
In questo cammino ci sono tappe,che non decidiamo noi --> quindi una vita voluta dal destino,su
cui noi non possiamo intervenire.
La funicolare termina nella parte nebbiosa della citt e rappresenta il cimitero,la morte.
Nella raccolta,la funicolare viene chiamata:
-arca --> ha a che fare con la dimensione sacra
-carro --> ci ricorda il carro funebre
-barca --> la barca di Caronte,che ci traghetta nell'al di l

Immagine --> la situazione descritta tratta dal IV libro dell'Eneide,e racconta della catabasi.
Come Virgilio aveva descritto la scena con il contrasto tra ombra,buio e luce,Caproni costruisce il
testo sull'antitesi tra buio-luce,discesa-salita,catabasi-agnabasi.
inverno ed entrano nella latteria i primi avventori (lavoratori,operai) per riscaldarsi.
Questi arrivano in bicicletta.
Nella latteria c' una ragazza che sta lavando i bicchieri,pulendo il locale,versando la segatura sul
pavimento e allo stesso tempo accoglie anche gli avventori.
La ragazza aspetta anche il poeta,che ha paura della morte,di entrare in quell'al di l,di perdersi in
quei vapori.
Ella non la bella commessa di una lussuosa pasticceria del centro,ma vestita con abiti scialbi ed
in ciabatte.
Per Caproni la latteria l'immagine dell'Erebo,dell'al di l,del regno dei morti.
Se questo il luogo dei morti,la ragazza non pu che essere Proserpina.
Questa Proserpina ha una veste scialba e sta lavando i bicchieri --> desacralizzazione.
UNGARETTI,III CORO
Ora il vento s fatto silenzioso
e silenzioso il mare;
Tutto tace;ma grido
il grido,sola,del mio cuore,
grido damore,grido di vergogna
del mio cuore che brucia
da quando ti mirai e mhai guardata
e pi non sono che un oggetto debole.
()
Grido e brucia il mio cuore senza pace
da quando pi non sono
se non cosa in rovina e abbandonata.

Ungaretti,di Virgilio,sta recuperando la scena in cui Didone nella sua stanza,ha visto una delle
ultime navi che accompagnano Enea.
I nquesto paesaggio vuoto irrompe il grido di Didone.
Questo grido definito:
-d'amore --> Didone soffre per amore
-di vergogna --> Didone si vergogna di essersi illusa che Enea l'abbia amata veramente,di essere
debole,di non essere stata fedele alla memoria del marito Sicheo e si vergogna anche perch
amando Enea,non ha svolto il suo ruolo di regina (non ha governato Cartagine).

UNGARETTI,VII CORO
Nella tenebra,muta,
cammini in campi vuoti d'ogni grano:
altero al lato tuo pi niuno aspetti.

Ungaretti sta ricordando la scena velocissima dell'ultimo incontro di Enea e Didone nel regno dei
morti.
Didone ignora Enea e non lo degna neanche di uno sguardo,di una parola.
Ormai Didone si rassegnata al destino della solitudine,la sua esistenza terminata.
LA LETTERATURA DELLA 1 ET IMPERIALE
(dinastia Giulio-Claudia 14-68 d.c --> Tiberio,Caligola,Claudio,Nerone)
La 1 et imperiale:
- un'et cupa (immagine che c'hanno trasmesso storici di parte come Tacito e Svetonio)
vero per che:
.gli imperatori muoiono di morte violenta (Caligola,Claudio e Nerone)
.ci sono suicidi forzati degli scrittori --> Seneca,Lucano e Petronio (costretti al suicidio da Nerone
perch accusati di aver partecipato alla congiura di Pisone del 65 d.c)
- caratterizzata dalla presenza di una corte imperiale e il suo rapporto con gli intellettuali -->
inevitabile che l'intellettuale si leghi al potere.
.collaborazione di Seneca con Nerone
.scontro potere-intellettuali con i suicidi imposti da Nerone a Seneca,Lucano e Petronio
-in un'et cupa,di fronte al male del mondo la letteratura assume toni drammatici,patetici e
moralistici,di condanna e di denuncia
.le tragedie di Seneca
.l'immagine della morte che domina l'episodio della cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio
.la satira Arrabbiata di Persio
.le favole di Fedro e le rappresentazioni dei potenti
.il Bellum civile di Lucano

Augusto-Tiberio
Nel periodo che succede la morte di Augusto manca un quadro di riferimento preciso per quanto
riguarda il sistema di istituzioni della nuova Roma imperiale.
Augusto infatti aveva cambiato la forma di governo (da repubblica a monarchia) senza per aver
creato una costituzione.
Egli aveva fatto di tutto per far capire ai Romani che tutto era rimasto come prima,ma in realt era
lui a gestire tutto il potere --> infatti a poco a poco ha coperto tutti i ruoli.
Come suo successore aveva nominato Tiberio (adottato),il cui potere non era definito da nessuna
legge.
Solo nel 69 d.c con la lex vespaniani de imperio sono definiti i limiti del potere dell'imperatore.

Tiberio-Claudio
Sono le figure che gli storici latini hanno descritto con toni meno negativi perch quando regnano
mantengono comunque un atteggiamento formale nei confronti del senato.

Caligola-Nerone
Si allontanano dalla strada tracciata da Augusto e hanno una visione del potere che si rif ai
modelli orientali,ovvero monarchici assoluti.
Intellettuali
curioso che quasi tutti gli scrittori della letteratura latina (Seneca,Petronio) durante la dinastia
Giulio-Claudia,abbiano scritto tutti nell'ultimo periodo,ovvero sotto Nerone.
Essi non scrivono prima perch:
-con gli imperatori precedenti (Caligola,Claudio,Tiberio) non c' una politica culturale vera e
propria,infatti non si preoccupano di esercitare un controllo sulla cultura.
Se non c' un controllo ci dovrebbe essere pi libert,ma non ci sono autori perch probabilmente
gli intellettuali si sentono sovrastati dai modelli dell'et augustea (nessuno si sente di sfidare
Virgilio,che ha appena scritto l'Eneide).
-di conseguenza,non ci sono figure di rilievo,autori che scrivono opere importanti.
Mentre in et augustea la letteratura fiorita ed nata dalla collaborazione con il potere,in et
neroniana la letteratura critica l'imperatore,infatti le opere di maggior rilievo prodotte in et
neroniana sono ostili all'imperatore.
Sono ostili nei confronti del potere.
-Seneca --> con le sue opere (soprattutto i trattati filosofici) diffonde il pensiero stoico a Roma e
incentra le sue opere soprattutto sul tema del culto della libert interiore,di coscienza.
Esaltare la libert interiore in un periodo in cui c' un potere dispotico significa proporre un tema
contro l'epoca.
-Petronio --> con il Satyricon mette in ridicolo la societ del suo tempo,descrivendola in modo
ironico,dicendo ad esempio che corrotta,in decadenza (costumi).
-Lucano --> con il poema epico Bellum civile piange la morte della repubblica romana.
-Persio --> con le satire,da moralista scorbutico,condanna la decadenza dei costumi del suo tempo
ovvio che tutti questi autori che scrivono contro,saranno vittime della repressione,della
condanna a morte poich Nerone non tollerante.
Chi invece non avr problemi sotto Nerone saranno certi intellettuali di corte,che adulano il regime
(Valerio Massimo).

LUCANO
Lucano nasce in Spagna a Cordova nel 39 d.c,ma soggiorner a Roma.
Lucano figlio d'arte ed nipote di Seneca (precettore di Nerone).
Era un giovane talentuoso e promettentissimo --> muore a 26 anni,ma aveva gi scritto il Bellum
civile e altre opere che non ci sono arrivate.
Quando arriva a Roma,Nerone si accorge di lui.
Inizialmente Lucano e Seneca vivono alla corte di Nerone e sono in buona relazione con lui.
Entrambi per si suicidano per ordine di Napoleone,che li aveva accusati di aver partecipato alla
congiura di Pisone (65 d.c),complotto di palazzo organizzato dalle famiglie dell'aristocrazia
senatoria.
IL BELLUM CIVILE DI LUCANO
Tema
Il racconto propone una vicenda storica,collocata in un passato recente.
Si racconta la guerra civile tra Cesare e Pompeo che avrebbe portato alla distruzione di Roma
repubblicana.
Lucano vuole mostrare che il regime imperiale nato dalle ceneri della libera repubblica.
Il poema diventa un antimito di Roma,cio il mito della sua inarrestabile decadenza (tracollo).
Proemio
Nel proemio c' l'esposizione dell'argomento,l'elogio (dedica) e l'invocazione alla musa.
1 parte --> c' un'esuberanza perch con diverse immagine si propone lo stesso concetto (aquile
vs aquile,giavellotti vs giavellotti).
Con queste immagini si vuole dire che una guerra empia,sacrilega,folle perch una guerra civile
Inoltre Cesare e Pompeo,oltre a essere entrambi romani,erano parenti.
Dunque la guerra anche familiare poich rompe il nucleo familiare.
2 parte --> Lucano sta designando la cartina geografica del mondo conosciuto allora,per dire che
al posto di combattere tra romani,si dovrebbe combattere contro i nemici esterni (Parti).
Lucano dice ai romani che a causa delle guerre civili Roma si indebolita e si data come pasto ai
nemici stranieri.
3 parte --> Lucano ci mette davanti un'Italia distrutta,abbandonata e ricoperta da roghi.
Responsabile di questo non il nemico esterno,ma l'esercito romano.
Quindi questa guerra folle,irrazionale perch distrugge il proprio territorio.
4 parte --> dopo aver presentato una guerra empia e atroce Lucano dice che la guerra
giustificata se l'obbiettivo quello di portare al potere Nerone.
I critici si sono piccati nell'interpretazione di questo proemio ,chiedendosi se a questo bisognava
dare un significato serio o ironico --> tutto il testo ironico poich tutto questo strazio non pu
essere giustificato moralmente.
5 parte --> in questa iperbolica celebrazione ci sono diverse allusioni:
-Nerone paragonato a Giove,che guida il carro infuocato.
-Nerone divinizzato dopo la morte (pu diventare qualsiasi Dio voglia).
-Nerone si esibiva nelle gare dei carri nell'arena romana (non poteva presentarsi cos al popolo).
-Nerone quasi colui che regger l'equilibrio dell'universo (allusione alla sua corporatura).
Personaggi
Nel Bellum civile non c' un personaggio principale,ma l'azione ruota intorno ad alcuni personaggi:
-Cesare,l'eroe nero, l'incarnazione del furor,che un'entit ostile,la fortuna,scatena contro Roma.
Cesare rappresenta il trionfo di quelle forze irrazionali che nell'Eneide venivano domate e sconfitte
--> furor,ira,impatientia,e una colpevole volont di farsi superiore allo stato,sono le passioni,che
agitano il suo animo.
-Pompeo l'eroe passivo.
Alla frenetica energia di Cesare si contrappone la passivit di Pompeo.
Questo tipo di rappresentazione serve a scagionare Pompeo da ogni colpa ( la brama di potere di
Cesare la causa del tracollo di Roma).
Pompeo una sorta di Enea a cui il destino si mostra avverso anzich favorevole --> abbandonato
dalla fortuna Pomeo va incontro ad una sorta di purificazione,diviene consapevole della malvagit
dei fati e comprende che la morte in nome di una causa giusta costituisce per lui l'unica via di
riscatto morale.
Non comunque una figura pienamente positiva --> si sottolinea la sua debolezza e l'inerzia,e si fa
vedere che immune dalla brama di ricchezza e di potere.
-Catone il nuovo saggio stoico,ed il portavoce dell'ideologia di Lucano.
Victrix causa deis placuit,sed victa Catoni --> la causa vittoriosa ebbe il sostegno degli dei,ma
quella sconfitta ebbe il sostegno di Catone (si schiera dalla parte giusta,ma destinata a morire).
Lo sfondo filosofico della Pharsalia stoico,ma Catone rappresenta la crisi dello stoicismo
tradizionale.
caduta infatti la fede nel dominio della ragione (logos) nel mondo, caduta la fede nella
provvidenza divina nella storia.
Di fronte alla consapevolezza della malvagit dei fati,che cerca unicamente la distruzione di
Roma,diviene impossibile per Catone l'adesione volontaria alla volont del destino ( Enea) che lo
stoicismo pretendeva dal saggio.
Il criterio della giustizia non pi nel cielo ma nella coscienza del saggio e nella sua ribellione
titanica (Catoni si fa pari agli dei).
Il saggio che non si sottomette pi alla volont degli dei non pu nemmeno conservare
l'imperturbabilit --> Catone si impegna nella guerra civile con piena consapevolezza della sconfitta
e della necessit di darsi la morte,l'unico modo che gli resta per affermare la sua volont.
Profezie
Nel Bellum civile presente la tecnica allusiva antifrastica --> rovesciamento di situazioni presenti
nel poema virgiliano (le profezie di sciagura --> vedi la necromantia del libro VI).
Il soldato richiamato in vita dalla maga Erittone,racconta di aver visto le anime degli eroi di Roma in
lacrime per l'infelice sorte che attende la citt.
Lucano ha collegato la stirpe di Pompeo,figlio degenere ed empio che rappresenta il rovescio del
pio Enea,al mito della rovina di Roma.
Dei
Agli Dei Lucano sostituisce il caso.
Il ricorso agli Dei omerici sarebbe suonato falso inserito in una materia cos vera e attuale.
Narrazione
L'io del poeta continuamente presente per giudicare e spesso condannare in modo indignato.
Frequenti sono le apostrofi e gli interventi del poeta a commento degli eventi.
Stile
Lo stile quello dell'eccesso.
Il problema di Lucano come rendere l'atmosfera epica dopo aver eliminato l'apparato
mitologico?
Attraverso gli elementi magici,il macabro,la personalizzazione di idee filosofiche,le descrizioni
scientifiche ma anche soprattutto attraverso l'enfasi dello stile,la continua spinta al pathos e al
sublime.
C' l'utilizzo di espressioni oscure e contorte,dell'abuso delle sententiae che avvicinano lo stile
della Pharsalia a quello oratorio.
Il ritmo incalzante grazie ai continui ejambements.
Lo stile oratorio,magnliloquente,luccicante di antitesi,ampolloso e barocco.

--> La crisi dei valori di un mondo ideale di grandi modelli eroici ha tolto credito alla forma
letteraria dell'epica che li raccontava.
Lucano vive la crisi all'interno del genere epico --> non si sbarazza di una forma letteraria che pure
sente insufficiente ai suoi bisogni,ma cerca di rifondare il linguaggio epico e cerca un compenso
nell'ardore ideologico con cui ne denuncia la crisi.
L'ENEIDE DI VIRGILIO
Tema
Si recupera una storia che appartiene al mito e alla leggenda,una vicenda proiettata in un lontano
passato.
Si racconta la storia della fondazione di una citt e si anticipa (a m di profezia) il futuro glorioso di
Roma dominatrice del mondo.
Personaggi
Il protagonista l'eroe Enea pio,strumento nelle mani degli dei.
Profezie
Nell'Eneide sono presenti delle profezie sulla futura gloria di Roma --> la discesa agli inferi di
Enea,l'incontro con il padre Anchise,l'annuncio del dominio romano sul mondo (catabasi libro VI).
Virgilio ha collegato la gens Iulia (di Augusto) al mito dell'ascesa gloriosa di Roma.
Dei
C' un intervento divino nelle vicende umane.
Narrazione
La narrazione oggettiva e distaccata --> ogni tanto Virgilio inseriva elementi di soggettivit
mostrando empatia verso alcuni personaggi.
Stile
Lo stile equilibrato,limpido e la poetica quella del decoro e della chiarezza.
LA TERRIBILE ERICHTO-LA SCENA DELLA NECROMANZIA
La scena racconta dell'incontro tra Sesto Pompeo e la maga Erittone.
Questa scena collocata nel VI libro del Bellum civile --> (Nel VI libro dell'Eneide c' la catabasi di
Enea).
La scena un rovesciamento del modello virgiliano (una lettura antifrastica) infatti:
-qui pi che catabasi (Eneide) c' un'anabasi perch durante l'incontro un defunto viene chiamato
in vita dalla maga.
-qui alla figura positiva della sacerdotessa si oppone quella negativa della maga,che viene dalla
Tessaglia (anche Medea viene dalla Tessaglia).
La maga una figura negativa perch mentre la sacerdotessa intermediaria tra l'uomo e la
divinit e interpreta la volont degli Dei,la maga forza la volont degli Dei,l'ordine della natura e le
leggi del mondo per compiere qualcosa di innaturale,sacrilego.
(ci che compie un rovesciamento di un mito liturgico).
Nella sua descrizione infatti,si mette in evidenza che un essere feroce,crudele,disumano,al di
l quindi dell'umanit.
-mentre Virgilio parla di un futuro glorioso di Roma,con Lucano invece ci sono immagini cupe e
macabre.
(Inoltre qui si parler della sconfitta del padre contro Cesare).

Tutta la scena animata dal gusto dell'orrido e del macabro.


Indugiare sul particolare macabro la caratteristica principale di quest'opera.
Questo perch:
-Lucano vive durante un'atmosfera cupa,ovvero nell'et imperiale (soprattutto in et neroniana).
Quest'atmosfera cupa ci ricorda quella di quest'opera,in cui il tema principale sono le guerre civili.
-Lucano ha scritto un poema epico,di cui ha tolto il mito e gli dei.
Nella Farsalia infatti gli dei o non ci sono o si schierano dalla parte sbagliata.
Allora Lucano,se toglie l'apparato mitologico e divino,rischia di trasformare l'opera da poema epico
in cronaca storica.
Allora,forse il linguaggio,lo stile e il tono orrido e macabro la scelta che ha fatto per dare una
dimensione epica alla sua narrazione.
In questo modo sottolinea la sua denuncia contro l'orrore di questo tempo macabro e orrido.
ORAZIO
-Orazio nasce nel 65 a.c (piena et augustea 2 met del I sec a.c.) a Venosa,nell'Italia meridionale
(vicino a Puglia).
Orazio proviene da una famiglia di origini umilissime,infatti suo padre un liberto,schiavo
affrancato dal padrone.
Ci che ci colpisce in Orazio che con orgoglio ricorder sempre la figura del padre,senza
vergognarsi di essere nato da un padre liberto perch in fondo il padre ha fatto tanto per lui.
Infatti,quando Orazio era piccolo,il padre si sposta fino a Roma per dare al figlio l'occasione di
costruirsi una solida cultura.
(A Roma il padre far l'intermediario delle vendite di aste e l'esattore delle tasse).
Per questo in una lettera Orazio dice che il padre gli dette la stessa educazione che avevano i figli
dei senatori.
C' quindi un debito di riconoscenza e un grande affetto per il padre.
Come molti altri giovani Orazio subisce il fascino di Bruto,infatti sceglie di combattere con lui nella
battaglia di Filippi.
Da adulto per rinnegher questo fascino e parler di quell'episodio della sua vita in toni ironici.
Ritornato dalla battaglia di Filippi si trova in gravi difficolt economiche --> il periodo pi difficile
della sua vita.
Per guadagnare da vivere,fa il segretario e l'impiegato.
Questo momento per non dura molto poich a notare il giovane Orazio sar Virgilio,che lo
presenta a Mecenate.
Per Orazio questa sar la svolta della sua vita perch Mecenate gli dar la sicurezza economica
(propriet terriera) che gli permetter di dedicarsi solamente alla scrittura.
Inoltre ci sar una stretta amicizia tra Mecenate e Orazio,che riconosce a Mecenate il merito di
aver superato le barriere sociali e di apprezzare le persone per some sono e non in base alla
famiglia da cui provengono.
Il momento di maggior successo di Orazio fu nel 17 a.c,quando Augusto commissiona a questa
poeta il Carmen Saeculare --> in una cerimonia pubblica Augusto fa aprire la processione di
fanciulli e fanciulli con la recitazione di versi composti da Orazio.
Orazio morir nell'8 a.c (poco dopo anche Mecenate).

Nella sua produzione si distinguono 2 ambiti:


-le composizioni in versi esametri con andamento discorsivo,prosastico.
.i Sermones
.le Epistole
Qui i contenuti sono legati alla vita quotidiana,agli aneddoti,agli eventi biografici,alle riflessioni
morali.
-la produzione lirica,di cui fanno parte:
.gli Epodi,brevi componimenti poetici in distici (tono aggressivo).
.le Odi (4 libri di carmina).
IL GENERE DELLA SATIRA
Etimologia del genere
-satura lanx --> piatto vario di primizie offerto alla divinit.
-lex per saturam --> legge che accorpava diverse norme,decreti,provvedimenti.
Nelle 2 etimologie si insiste sulla caratteristica della varietas,miscuglio casuale e disordinato.
Gli autori
-Ennio
-Varrone (II sec a.c)
-Lucilio
-Orazio (et augustea,2 met del I sec a.c).
-Persio e Giovenale (autori di et imperiale,I-II sec d.c).
Fonti e modelli
-Quintiliano --> Satura tota nostra est e Orazio considera l'inventore del genere Lucilio -->
orgogliosa rivendicazione del genere della satira da parte dei romani.
Alcune caratteristiche della satira si possono trovare in altri generi della letteratura greca:
.commedia attica antica (Aristofane).
.diatriba stoico-cinica.
.i Giambi di Callimaco (poesie dai toni molto aggressivi e violenti).
Le caratteristiche del genere
- considerata un genere minore perch si apre alla rappresentazione della realt quotidiana.
La novit che lo fa utilizzando toni seri e riflessivi (diversi dalla commedia).
Si evince il pregiudizio classico per cui la rappresentazione della quotidianit pu avvenire solo in
termini ridicoli.
-variet dei contenuti --> scenetta di vita quotidiana,presentazione di tipi umani,episodi
autobiografici,aneddoti.
-stile semplice,colloquiale,dimesso che accoglie termini della lingua d'uso --> Orazio parla di una
musa pedester ( una produzione in versi esametri,ma che si avvicina alla scrittura in prosa,alla
narrazione).
-finalit morale --> critica i vizi e i difetti degli uomini e d consigli per il recte vivere.
LE SATIRE DI ORAZIO
Il genere satirico
Con Orazio il genere satirico raggiunge la forma pi alta --> la satira oraziana costituisce un modello
per tutta la produzione successiva.
-scelta definitiva per l'esametro.
Il rapporto con fonti e modelli
-Lucilio l'iniziatore del genere,ma a lui Orazio rimprovera di Scorrere fangoso trasportando
spesso pi cose da togliere,che non siano quelle da lasciare.
Orazio contrappone la lezione del labor limae,dell'attenzione alla forma ereditata dai poetae novi.
-la diatriba stoico-cinica sviluppata in Grecia,tra il IV e il III sec a.c.
L'influenza di questo modello in Orazio si vede nell'attenzione data ai temi morali e nella variet
tonale che altera il serio con il faceto.
Dimensione autobiografica della scrittura
L'osservazione acuta della realt e della natura umana spesso parte da aspetti personali (incontri,
amicizie,insegnamenti paterni).
La dimensione di forte soggettivit si trasforma in considerazioni di pi ampia portata,di carattere
generale.
I consigli di Orazio per il recte vivere (progetto morale)
-Autarkeia --> autosufficienza interiore.
Si limitano i bisogni e gli impulsi della voluptas (piacere materiale) e si liberano gli uomini dalla
schiavit dei beni materiali.
-Metriotes --> il giusto mezzo --> consiste nel non lasciarsi andare agli eccessi,ad atteggiamenti
estremi come il furor amoroso,l'odio.
Celebre la frase oraziana Est modus in rebus.
Stile e atteggiamento dell'autore
-tono bonario,atteggiamento comprensivo di chi riconosce che i difetti e i limiti della natura umana
sono anche i propri.
-stile familiare,colloquiale ispirato alla conversazione elegante (sermo).
LA SATIRA IN ET IMPERIALE
Atteggiamento dello scrittore
-Orazio --> la satira uno spazio aperto di comprensione del comportamento umano,che si fonda
sulla comprensione anzitutto di se stessi e dei propri limiti.
-Persio e Giovenale --> atteggiamento severo di chi detiene la verit e contrappone la sua verit ad
un mondo radicalmente corrotto.
La satira imperiale assume la dimensione declamatoria della denuncia e della predica.
Valori morali di riferimento
-Orazio --> il giudizio di Orazio si fonda su una generica moralit tradizionale (assimilata attraverso
gli insegnamenti paterni),sulla propria esperienza biografica e sull'assunzione libera ed ecletica
della filosofia morale greca.
-Persio --> Persio adotta una precisa posizione filosofica,quella di uno stoicismo rigido e senza
compromessi.
A poco a poco scompare il riferimento del satirico a esperienze biografiche personali.
Il satirico non pi in sintonia con la realt e si isola nella sua ostilit --> la societ imperiale con i
profondi mutamenti di costume,con il nuovo quadro di valori instaurato dopo la cancellazione
dell'ordinamento repubblicano troppo lontano dalla morale tradizionale romana.
Scopo della scrittura satirica
-Orazio --> migliorare la societ,dare consigli per il recte vivere,cio trovare una ragionevole
norma di comportamento entro una certa dimensione di rapporti sociali.
-Persio e Giovenale --> lo scrittore ha ormai perso ogni fiducia in un miglioramento della societ.
La motivazione che spinge il satirico a parlare determinata dalla sua incapacit caratteriale di
tacere la verit di cui si sente detentore.
Forma della scrittura satirica
-Orazio --> la lingua quella media della conversazione tra amici (sermo pedester).
-Persio --> la forma ardua,difficile,oscura riproduce il carattere arduo e severo del contenuto (a
Persio non interesse aprire un dialogo con il lettore,infatti dichiara di non temere l'oscurit e
provocatoriamente si dice pronto all'eventualit di non avere lettori).
-Giovenale --> si diverte a creare uno stridore linguistico tra gli accenti patetici da tragedia e il
ricorso a termini volgari.

La dimensione umile e quotidiana trova spazio in alcuni generi letterari nel mondo classico (la
commedia,la satira,gli epigrammi di Mecenate).
Il fatto che questi generi letterari diano spazio a elementi della saggezza popolare e alla descrizione
di comportamenti di persone comuni e ceti umili,non comporta per che lo scrittore si ponga egli
stesso dal punto di vista dei ceti umili.
Anche quando Giovenale e Marziale ci raccontano la loro difficile condizione di cliens di
condizione media o medio-bassa,di cittadino povero,le loro note di protesta sociale sono
sostanzialmente limitate alla rivendicazione di maggior spazio per gli intellettuali e per i ceti medi
nei quadri superiori della societ e di maggior umanit nei rapporti sociali.
Schiavi,stranieri continuano ad essere visti con il pesante disprezzo della mentalit tradizionale.
Solo il genere minore della favola esopica,coltivato a Roma da un ex-schiavo,Fedro,scrittore di
et neroniana,sar capace di esprimere nella cultura antica l'ottica degli schiavi e degli emarginati
sociali.

Oggi la satira non continua come genere letterario perch quell'atteggiamento satirico ha trovato
altre forme --> le strisce satiriche sui quotidiani,la tv,il cabaret teatro.
In queste forme troviamo la critica,la denuncia alla societ e ai personaggi famosi.
(Inoltre tutto ci che viene rappresentato con il riso, vicino a me e aiuta a desacralizzare).
IL SECCATORE
In questa satira Orazio ci presenta una scenetta dialogata,che ci produce un evento biografico -->
rappresenta infatti una scena di vita quotidiana,in cui ci sono riferimenti a personaggi del tempo
sicuramente noti al lettore di allora.
Scena
La satira comincia con un incontro non atteso e non opportuno per Orazio,che cerca di liberarsi
con frasi secche dal Seccatore,che per non lo molla.
Questa scena molto vivace perch:
-ci sono parole che Orazio rivolge al Seccatore.
-ci sono parole non pronunciate,che Orazio pensa.
Il seccatore ammette poi di esserlo e capisce che Orazio non vuole parlare con lui,ma non lo molla.
Per allontanarlo Orazio dice che deve andare in un luogo lontano da un amico malato.
Il Seccatore per dice di non aver nulla da fare e di non essere pigro,perci lo segue.
Qui si apre un dialogo tra i 2 personaggi e vengono citati poeti non particolarmente famosi e
cantanti (Ermogene).
Attraverso questo il Seccatore rivela la sua natura --> infatti dice che sa danzare,cantare e scrivere
(velocemente e senza fatica).
In seguito i 2,passando vicino al tempio di Vesta,il Seccatore dice di avere un processo e che deve
andare in tribunale,e chiede a Orazio di assistere al processo.
Orazio per rifiuta e cos il Seccatore,pur di seguirlo,decide di perdere la causa.
Tutto questo perch il Seccatore vuole da Orazio una raccomandazione per entrare nello stretto
circolo di Mecenate --> in cambio di questo favore,far a Orazio da segretario e gli far fare una
bella figura presentandolo al circolo.
La sua idea del circolo che l ogni poeta cerca di apparire migliore rispetto agli altri.
Secondo Orazio invece nel circolo nessuno invidioso e migliore rispetto agli altri.
Orazio quindi dice al Seccatore che se bravo,non c' bisogno della sua raccomandazione,anche
perch nel circolo non funziona cos.
Il Seccatore per gli dice che lo corromper,che corromper i servi della casa di mecenate
portando loro doni e che tamponer Mecenate per strada.
Mentre parlano Orazio incontra un amico,a cui fa dei gesti perch lo liberi da quest'importuno.
L'amico per fa il tonto,fa finta di non capire.
Infine Orazio va con il seccatore in tribunale,dove il poeta viene finalmente salvato da Apollo
poich l'avversario del Seccatore gli corre contro e gli tira l'orecchio per ricordargli come sono
andati i fatti.

Qui abbiamo le caratteristiche della satira:


- un testo scritto in esametri,per l'andamento quello di una narrazione piacevole e curiosa.
-la realt quella quotidiana (c' anche una presentazione di tipi comuni).
LIBERTINO PATRE NATUS
In questa satira vengono confrontati 2 uomini --> da un lato abbiamo il discendente di una
nobilissima famiglia etrusca,addirittura di stirpe regale e potente ministro di Augusto,Mecenate.
Dall'altro lato abbiamo un poeta,figlio di un esattore delle imposte che era anche liberto,Orazio.
Eppure,di fronte al suo illustre amico il poeta non si vergogna di essere quel che .
Pu fare questo perch Mecenate di animo generoso e perch Orazio ha ricevuto un'educazione
e una cultura degna di un gran scultore.
In questo modo si superano le barriere sociali perch Mecenate apprezza Orazio per quel che .

HOC ERAT IN VOTIS


In questa satira Orazio rivolge un ringraziamento particolare al dio Mercurio,che gli ha concesso di
ricevere e godere quanto sperato della villa donatagli da Mecenate nella campagna sabina.
Il poeta invoca la protezione del dio sulla propria dimora e sviluppa una lode convinta della vita
rustica,contrapponendola ai disagi e alle fatiche che comporta l'abitare a Roma,in cui ci sono falsi
valori.
La campagna invece un angulus,ovvero un luogo dove riflettere,meditare,scrivere e discutere con
gli amici di temi importanti --> temi filosofici,esistenziali.
LE ODI DI ORAZIO
Struttura
Le Odi di Orazio sono composte da IV libri --> il Carmen Saeculare una sorta di componimento
recitato da fanciulle e fanciulli.
Modelli di riferimento
L'obbiettivo di Orazio quello di affermarsi come poeta lirico.
La produzione a cui si ispira la lirica dei poeti eolici.
In particolare i suoi modelli di riferimento sono Saffo,Alceo e i 2 poeti greci Anacreonte e Pindaro.
Inoltre Orazio ha un debito con la poesia greca d'et ellenistica.
In lui infatti troviamo un gusto per l'eleganza e la perfezione formale nell'elaborazione letteraria.
Temi
A parte il canto d'amore,le invocazioni,gli inni a varie divinit e la tematica civile,nelle Odi non
troviamo argomenti peculiari che siano estranei al resto della produzione di Orazio.
Le riflessioni sulla necessit di accontentarsi di ci che si ha,di godere della giovinezza e
dell'amicizia,di evitare l'ambizione,l'avidit o l'invidia,il canto delle bellezze della campagna,dei
banchetti e del vino,il tema del carpe diem,sono tutti motivi comuni alla poesia lirica e a quella
satirica di Orazio.
Atteggiamento
Nelle Odi di Orazio predomina un atteggiamento di calma e spesso rassegnata osservazione dello
scorrere del tempo.
IL PROGRAMMA POETICO
Il tema di questo componimento quello della scelta di vita.
Ci significa che il poeta presenter alcune scelte di vita,a cui si contrappone la propria,che
considera la migliore,la pi bella e la pi onorevole.
Questo era un tema classico,un topos letterario gi affrontato dai poemi greci.
Verso 1-2
Il poeta inizia con un'invocazione a Mecenate.
Quest'invocazione viene ripresa negli ultimi 2 versi.
Questo d all'ode una struttura circolare.
Nel 1 verso con l'attacco solenne si mette in evidenza l'importanza del personaggio di Mecenate,
la sua discendenza regale (proviene dalla gens Clinia,era quindi antenato degli Etruschi di Arezzo).
Il 2 verso invece pi affettuoso --> Orazio dice che per lui Mecenate un protettore e gli ha
permesso di conoscere la gloria.
Verso 3-8
La 1 scelta di vita quella delle persone che cercano successo,onore e gloria.
Orazio fa 2 esempi che esemplificano questo modello di vita:
-l'atleta,che gareggia alle gare di carri (v.3-6).
-il politico,che cerca il consenso della folla dei romani per ricoprire le 3 cariche pi
importanti,ovvero la questura,la pretura e il consolato (v.7-8).
Verso 9-18
La 2 scelta di vita quella delle persone che cercano la ricchezza.
Questo modello di vita viene rappresentato da 3 figure:
-il proprietario terriero,che vive per raccogliere frumento (v.9-10).
-il piccolo contadino,che lavora con un piccolo pezzamento ottenuto dal padre e si accontenta di
ci che guadagna.
Non si muove,non salpa il mare pericoloso (Mirto,che si trova nell'Egeo settentrionale ed
caratterizzato da onde alte) neanche per condizioni attaliche (vantaggiose).
Questa condizione veniva chiamata cos perch ci si riferiva al re di Pergamo,Attalo,che alla sua
morte,non avendo eredi,aveva scelto come erede Roma (v.11-15).
-il mercante.
Il quadro contadino-mercante costruito in antitesi,infatti:
.il contadino ha paura del mare.
.il mercante,quando in mare c' la tempesta,rimpiange la vita tranquilla del contadino,ma subito
dopo ripara la sua nave e sfida il pericolo del mare.
Questo per assicurarsi mezzi economici ingenti poich non pu accontentarsi di quel poco cje
guadagna il contadino (v.16-18).
Verso 19-28
La 3 scelta quella delle persone che cercano piacere.
Questo modello di vita viene rappresentato da 3 figure:
-il gaudente,che ama bere buon vino e riposarsi nel prato vicino a una sorgente d'acqua (v.19-22).
-il soldato,che ama la guerra (v.23-25).
-il cacciatore,che ama la caccia da dimenticarsi dell'amore,infatti trascorre la notte al freddo
lasciando da sola moglie perch ha avvistato un cinghiale (v.25-28).
Verso 29-36
Mentre gli altri quadri ci presentano l'umanit variegata e le varie scelte che gli uomini possono
fare,qui c' la scelta del poeta,che si distingue dagli altri uomini.
La 1 Ode del libro III inizia con Odi profanum volgo et arceo (Carmina III) --> Odio il vulgo
profondo e me ne tengo lontano.
La parola profano deriva da un'espressione latina con cui si indicavano le persone che non
potevano entrare in contatto con le cose sacre.
Questa parola ci d l'idea di una poesia che sacra.
Per questo il poeta vicino agli dei,immerso nel loro mondo e non in quello degli uomini,da cui
diverso.
Dunque Orazio ha una concezione elitaria,aristocratica della figura del poeta,che si distingue dalla
massa e se ne tiene lontano con un atteggiamento sprezzante.
Grazie a questa scelta potr toccare il cielo.
Per Orazio questa scelta l'unica possibile perch divinizza il poeta.

COMPIMENTO DEL PROGRAMMA


Verso 1-5
Orazio dice che con la sua poesia ha costruito qualcosa pi duratura di una statua di bronzo e pi
alta della mole delle piramidi.
quindi un monumento che non sar distrutto n dallo scorrere del tempo n dalle forze della
natura,che possono distruggere il bronzo e le piramidi.
Orazio sta dicendo che la sua poesia monumento solido ed eterno (monumento deriva da
monere,che significa ricordare.Ci significa che il monumento,la poesia serve per tramandare un
ricordo).
In questi primi versi Orazio ha costruito il mito della poesia eternatrice.
Da un punto di vista stilistico gli aggettivi sono posti alla fine del verso e finiscono allo stesso modo
(perennius,altius).
La lunghezza del verso dilatata anche dagli enjambement (innumrebilis-annorum).
C' anche un chiasmo (v.5) che indica lo scorrere del tempo e il mito della poesia eternatrice,che
continua negli anni.
Verso 5-9
Orazio sta dicendo che rinascer tutte le volte che qualcuno legger i suoi versi.
Quindi una gran parte di lui eviter la morte.
Anzi,ogni volta che qualcuno legge la sua poesia,egli rinasce giovane.
In fondo sta dicendo che rimarr eterno come lo sar Roma --> sta evocando l'immagine di una
cerimonia rituale,solenne con cui si onorava la grandezza di Roma.
Siccome impossibile distruggere Roma,la cerimonia durer per sempre.
Probabilmente sceglie quest'immagine perch solenne e anche per legare il mito dell'eternit
della poesia a quello di Roma.
Verso 10-14
Orazio si immagina che la sua fama si diffonde laddove nato,infatti nomina un fiume che scorre
nella regione da cui viene e il re Dauno,un mitico re detto povero d'acqua per la siccit che
affliggeva il territorio a lui sottomesso (la Puglia caratterizzata dalla siccit).
Egli dunque ha trasformato la grande poesia arcaica greca nella lingua latina.
Catullo invece ha portato quella ellenistica.
Vero 15-16
L'ultima immagine si conclude con un'invocazione alla musa.
C' per uno scarto alla norma poich:
-l'invocazione alla musa non all'inizio ma alla fine.
-Orazio non chiede alla musa l'ispirazione,ma le chiede di coronarsi.
Egli ha quindi un'alta opinione del poeta e della poesia.
PAESAGGIO INVERNALE
Questo carmine ha la forma metrica di una strofa alcaica --> l'inizio una vera e propria citazione
di Alceo.
Infatti nei versi 4-5-6-7 c' la tecnica allusiva --> un poeta evoca il testo di un altro poeta senza
dirlo esplicitamente al suo lettore,aspettando per che il suo lettore colto colga l'allusione.
Infatti gi nella 1 strofa cita Alceo ma romanizza il testo poich Soratte un monte che si trova nei
pressi di Roma.
Interlocutore
Qui l'autore si riferisce a un interlocutore,Taliarco,che diventa esplicito nella 2 strofa.
un interlocutore a cui il poeta nell'ultima parte della poesia elargisce dei consigli,infatti:
-nella 4 strofa ci sono imperativi e imperativi negativi.
-nelle ultime 2 strofe ci sono congiuntivi esortativi.
Quindi ci immaginiamo Orazio adulto,gi maturo che invita l'amico Taliarco a vivere bene gli anni
della sua giovinezza,che per lui sono gi passati.
1 strofa
C' la descrizione di un paesaggio invernale,bianco,luminoso,freddo,fermo,immobile e silenzioso
perch non c' nessuno.
un paesaggio esclusivamente naturale che non prevede la presenza dell'uomo --> nonostante ci
tutti i verbi di questa strofa sono verbi che descrivono azioni che di solito si attribuiscono all'uomo.
C' quindi la personificazione di tutti gli elementi in natura.
2 strofa
A quel fuori si contrappone un dentro,la casa,caratterizzata dal calore e dall'amicizia --> ci sono 2
uomini che bevono insieme del vino,che rende allegri e spensierati.
Dentro questa casa quindi c' il calore,che prodotto dal vino,dal fuoco e dall'amicizia.
In questa strofa c' la contrapposizione tra il freddo e il caldo di alcune stagioni --> Orazio sembra
dire all'amico di versare pi vino essendoci freddo.
3 strofa
Il vino serve per dimenticare per un attimo che il tempo scorre e porta alla morte.
Aiuta quindi a dimenticare tutti gli affanni,le preoccupazioni e i problemi della vita.
Il fermarsi dei venti ricorda che:
-il tempo si fermato per un attimo.
-l'anima per un attimo non pi turbata dagli affanni della vita.
-dopo ogni tempesta ci sar quiete.
4 strofa
Orazio dice a Taliarco di non pensare a ci che succeder domani e di godere del momento
presente.
Per Taliarco questo diventa l'invito a vivere intensamente la sua giovinezza,che poi passer poich
a essa succeder la vecchiaia brontolona.
5 strofa
Orazio invita l'amico Taliarco a vivere intensamente la sua giovinezza e a godere della vita --> lo
invita ad amare,divertirsi e danzare.
6 strofa
Questa strofa ritrae una scenetta vivace di un gioco amoroso tra 2 amanti.
notte e il ragazzo e la ragazza si sono dati appuntamento.
La fanciulla si nasconde ma si vuole far trovare,infatti ride.
Il ragazzo la trova e le vuole prendere un oggetto che le ha regalato,l'anello e un bracciale (perch
si nascosta o per ricordarsi di lei).
La ragazza cerca di resistere ma non riesce.
Prima il paesaggio tutto immobile e freddo,ma poi tutto movimentato.
Alcuni infatti pensano che l'inizio e la fine della poesia appartengano a 2 frammenti diversi.
Invece le 2 parti non sono in contrasto tra di loro perch:
-si passa dalla vecchiaia alla giovinezza (i 2 momenti della vita dell'uomo).
-si passa da un paesaggio naturale a uno abitato,umanizzato.
-il vino aiuta l'uomo a liberarsi delle preoccupazioni --> quindi quella scelta finale ci dice come si
vive se ci si alleggerisce di quei pensieri,affanni.
-se c' quella morte,c' anche la vita --> quindi il pensiero della morte dovrebbe portarci a pensare
a gustare la vita.
CARPE DIEM
Anche qui c' un interlocutore,la giovane Leuconoe.
Sia Taliarco che Leuconoe sono dei nomi parlanti,infatti sono nomi greci la cui etimologia significa:
-per Taliarco --> re dei banchetti,delle feste.
-per Leuconoe --> dalla mente bianca,candida.
Con questo si vuole dire che Leuconoe spensierata,pura e ingenua poich andava dagli indovini
per sapere tutto del suo futuro.
Essendo una ragazza le modalit di invito sono pi gentili,infatti viene utilizzato l'imperativo
negativo (ne+congiuntivo perfetto) perch una forma pi delicata.
Scire nefas
Indica che c' un divieto molto forte nell'interrogarsi sul proprio futuro perch volont degli Dei
che l'uomo rimanga oscuro a ci che lo attende.
Questo un bene poich la consapevolezza di quel limite ci paralizzerebbe o ci impedirebbe di
vivere,facendoci togliere il gusto e il senso a ci che facciamo.
Scorrere del tempo (inverni)
Lo scorrere del tempo viene indicato attraverso il passare degli inverni.
In quest'immagine ci sono tante parole che hanno dentro di s la connotazione della fatica.
come se il passare degli anni indicasse la fatica del vivere --> verbo pati=accettare,sopportare e le
onde del mare,che stancano la scogliera contro cui sbattono.
una vita che stanca,erode e corrode.
C' quindi un invito non spensierato al piacere,ma un invito che nasce da un'amara certezza che i
momenti di felicit sono pochi e fugaci.
Per questo bisogna coglierli e tenerli stretti a s.
Sapias
Quest'idea di avere sapore crea una distinzione tra i cibi saporiti e quelli non --> come distinguere
nella vita tra le situazioni importanti e quelle no (dolorose).
Orazio quindi sta dicendo a Leuconoe di non consultare gli oracoli per sapere il suo futuro,ma di
essere saggia,ovvero comprendere bene quali sono le priorit della vita.
Spatio brevi spem longam
La speranza come un filo lungo che va avanti nell'orizzonte.
Orazio dice di tagliarlo perch non si ha tutto questo tempo,la vita breve.
Utilizzando i tempi verbali Orazio rafforza quest'immagine --> egli infatti associa il presente al
futuro anteriore.
Questo indica che il tempo gi passato e non si fa in tempo a dire una parola che il tempo gi
fuggito via.
Invida
Appartiene al lessico della magia perch invidus voleva dire guardare male,di traverso.
Questa era l'azione che faceva la persona che voleva gettare il malocchio a un'altra persona.
Il malocchio si getta perch si invidia l'altra persona perch ha qualcosa che io non ho.
Questo aggettivo abbinato ad aetas --> come se il tempo ruba la vita,la fa scorrere pi veloce.
Carpe diem
Il verbo carpo un verbo intensivo che deriva da capio (prendere) e veniva utilizzato per indicare 2
azioni --> cogliere i fiori da un prato e piluccare (assaggiare di qua e l).
C' l'idea che gli attimi belli sono pochi e sparsi di qua e l nella nostra vita --> bisogna coglierli.
anche come dire che non bisogna lasciar scappare quel momenti.
Quam minimum credula
un'espressione negativa perch c' l'aggettivo positivo fiduciosa e il superlativo minimum.
Postero
D l'idea del futuro perch il futuro non esiste,esistono solo attimi presenti.
TITO LIVIO
Livio nasce nel 59 a.c. in una provincia di Padova,citt con costumi di vita austeri e con tendenze
conservatrici.
Infatti uno storico,Asinio Pollione,parler di patavinitas di Livio,e non chiaro se intendesse
sottolineare che la lingua utilizzata da Livio nelle sue opere rivelava quest'origine o se facesse
riferimento al moralismo che Livio mostra nelle sue opere.
Dal punto di vista dell'estrazione sociale Livio appartiene a una famiglia agiata,benestante.
Egli infatti si dedicher alla letteratura senza ricorrere all'aiuto di un potente.
Intorno agli anni 30 a.c,da Padova si sposter a Roma per documentarsi per scrivere la sua opera
storica,che inizi a comporre a partire dal 27 a.c.
Livio e Augusto
Livio stringe con Augusto rapporti di amicizia,anche se Augusto lo chiamava un pompeiano,poich
voleva difendere la Res Pubblica romana.
Quindi definirlo un pompeiano significa che Augusto ha nostalgia per il sistema repubblicano.
Questa nostalgia non fece di Livio un oppositore perch celebrando la repubblica romana e i valori
del mos maiorum,comunque Livio faceva un'opera che poteva andare bene anche ad Augusto,che
rispecchiava la sua volont.
Per nella prefazione dell'opera,Livio utilizza termini negativi --> quindi probabile che non
considerasse il principatus come soluzione,rimedio adeguato alla crisi in cui era caduta Roma.
Non possiamo per dire altro perch la parte dell'opera di Livio che ci arrivata,racconta i fatti fino
al 169,quindi la storia di Roma si ferma molto prima del principato di Augusto.

AB URBE CONDITA
Di Livio ci giunta in forma mutila l'opera Ab urbe condita (dalla fondazione di Roma).
Il titolo ci dice che l'autore s'inserisce nel genere della storiografia,riprendendo come punto di
riferimento il genere della storiografia annalistica (eventi raccontati anno per anno).
Infatti questa un'opera storiografica che racconta i fatti che vanno dai viaggi di Enea al presente
dell'autore (9 d.c).
Per scrivere un'opera cos monumentale (142 libri) l'autore ci lavor tutta la vita.
Livio pubblicava l'opera a sezioni,decadi (gruppi di 10 libri).
Proprio perch un'opera vasta,cominciano a circolare le periochae,riassunti,sintesi dell'opera.
Questo ha fatto si che non tutti i libri ci giungano ma ci ha fatto avere un'idea complessiva
dell'opera.
Dell'opera ci sono giunti integralmente la 1 decade (dall'arrivo di Enea in Italia al 293 a.c),la 3
decade (2 guerra punica),la 4 decade (2 guerra macedonica contro Filippo V,guerra contro
Antioco di Siria,3 guerra macedonica contro Perseo) e parte della 5 decade.
1 DECADE
La 1 decade ha come oggetto della narrazione l'origine,la nascita di Roma e il periodo della
monarchia (7 re).
In questa 1 decade i temi che spiccano sono la citt di Roma e la sua straordinaria crescita
progressiva grazie alle conquiste territoriali e all'organizzazione interna.
In questa 1 decade,oltre alla celebrazione di Roma,Livio insiste sull'importanza delle virt morali
di questo popolo.
Quindi questa parte ricca di personaggi esemplari,che incarnano i vari valori del mos maiorum se
gli exempla sono positivi.
I valori morali esaltati,messi in evidenza sono:
-la pietas.
-la lealt.
-la tenacia.
-la moderazione.
-la fede religiosa.
-lo spirito di sacrificio.

3 DECADE
La 3 decade racconta l'episodio della 2 guerra punica e si divide a met:
-i primi 5 libri --> mettono in evidenza il nemico,quindi raccontano la parte del conflitto pi
negativa per i romani.
-gli ultimi 5 libri --> raccontano la fase della guerra che porter alla vittoria dei romani.
In questa decade Livio fa un ritratto di Annibale in cui mette in evidenza la sua grandezza,ma anche
i suoi vizi.
Livio fa anche un ritratto di Scipione,che presenta come l'opposto di Annibale.
Egli infatti ha le stesse doti militari di Annibale,ma gli manca la clementia (moderazione),la fides
(scrupolosa osservazione dei patti,giuramenti) e la pietas (religione).
Inoltre,mentre Annibale si affida al caso nella gestione della guerra,Scipione ha la convinzione che
la fortuna assister i romani,che sono meritevoli per le loro virt.
LIVIO E LA SUA IDEA DI STORIA
Il metodo storiografico
Nell'affrontare un determinato periodo o episodio della storia romana Livio fa un uso acritico delle
fonti --> si affida di volta in volta ad un'unica fonte scelta in base alla sua antichit o diffusione.
Livio poi non si preoccupa di sottoporre ad un vaglio critico la fonte,non opera cio ulteriori
indagini,ricerche d'archivio o fa un confronto con altre fonti,ma la accetta cos come,
preoccupandosi di rielaborarla e abbellirla artisticamente attraverso una narrazione varia e vivace.
quindi pi un exornatur rerum che un vero e proprio storico.
Sviluppi sociali-economici
Presta poca attenzione agli sviluppi sociali ed economici,spesso determinanti per comprendere la
scena politica e gli avvenimenti.
Anche quest'elemento limita ai nostri occhi la portata scientifica della storiografia Liviana.
Valori del mos maiorum
Livio vuole rifugiarsi nella narrazione del passato per recuperare l'originario virtus e gli antichi
valori che hanno reso grande Roma.
I miti delle origini hanno per lui la funzione di mostrare la nascita e la formazione di quei valori
morali e religiosi che hanno composto il patrimonio tradizionale del mos maiorum,valori a cui
bisogna attingere per opporsi alla corruzione e alla decadenza del presente.
(Il rapporto con Augusto e il principato)
Questo recupero dei valori antichi del tutto consonante con la politica di restaurazione morale
voluta da Augusto,ma il giudizio sul principato che trapela nella Prefatio non del tutto positivo.
Infatti Livio afferma che Roma non pi in grado di sopportare i propri mali n i rimedi contro di
essi,cio il nuovo regime.
Ci significa che il principato non certo una soluzione per i mali di Roma e che la decadenza che si
innestata ormai inarrestabile.
Il valore degli exempla
Per Livio la storia di Roma costituita da figure ed episodi paradigmatici,che hanno la funzione di
incarnare un valore e indicarlo al presente che l'ha smarrito.
Ci sono exempla positivi (il re Numa,Muzio Scevola,Camillo,Lucrezia) ed exempla negativi
(Coriolano il senza patria,Tarpea,traditrice).
Una storia celebrativa
Le caratteristiche essenziali della storia di Livio sono l'entusiasmo patriottico e l'idealizzazione dei
tempi antichi,la grandezza storica di Roma caput mundi voluta dal fato e il racconto
storiografico orientato a una visione razionalistica e celebrativa.
Il conservatorismo politico e religioso
Nella sua opera Livio idealizza il senato come vero cuore della patria nelle lotte sociali.
Di solito propende per i patrizi e condanna gli eccessi della plebs,spesso contrassegnata da attributi
negativi.
Secondo Livio il fatto che la religione ufficiale fosse ormai il declino e spesso dimenticata,minava le
fondamenta dello stato.
Livio percepisce la funzione civile della religione,che capace di radicare nei cittadini il senso della
giustizia e della morale.
PREFAZIONE
Con questi paragrafi si apre la monumentale opera di Livio Ab urbe condita.
All'interno dell'opera ci sono varie prefazioni poich la scrittura avvenuta in momenti diversi.
Qui Livio rispetta la struttura del proemio delle opere storiche.
Di solito lo storico sentiva l'esigenza di indicare la materia e il periodo che avrebbe preso in
considerazione.
Di solito dava anche importanti indicazioni sul metodo che aveva usato per ricostruire il passato e
sulle fonti su cui aveva basato la sua ricostruzione.
1 parte
Livio sta dicendo che sa di non scrivere una storia originale perch tanti prima di lui hanno
raccontato la storia di Roma fin dalle origini.
Livio per dice che comunque gli storici ritengono che sia un gesto onorevole scrivere un'opera
storica,perch pensano di aggiungere qualche informazione pi rifondata o perch pensano che il
loro stile sia migliore di quello dei predecessori.
2 parte
Livio dice che anche se una storia gi narrata,per lui sar una lode aver scritto di un popolo che
diventato padrone del mondo.
3 parte
Livio sta dicendo che sa che i lettori moderni non sono interessati alle antiche leggende e che
amano altri tipi di storie,che raccontano di realt a loro vicine,come quelle che qualche anno prima
ha scritto Sallustio.
Per,raccontando quel glorioso passato,dimentica i mali del suo tempo.
Livio sta introducendo un tema chiave della sua opera --> la contraddizione passato glorioso-
presente corrotto.
Anche Sallustio aveva descritto il cammino di Roma verso la decadenza --> le ricchezze ottenute
durante le guerre puniche hanno rovinato i costumi e portato all'avidit di ricchezza e potere.
Quindi Livio non sta introducendo nulla di nuovo,anche perch la sua interpretazione moralistica
anche presente in Sallustio.
Altro motivo che porta Livio a cominciare dal passato che non ci sono interessi politici che
potrebbero condizionarlo in quella storia lontana.
4 parte
Livio sa che parlando di quel lontano passato,la sua storia non sar una storia,ma il recupero di
antiche leggende e tradizioni.
Per questo si limiter a riportare quei fatti e quelle leggende senza confutarli o confermarli,quindi
senza esprimere giudizi.
5 parte
Quelle leggende hanno un valore perch tutti i popoli hanno voluto nobilitare le loro origini,
attribuendo la loro fondazione a un Dio,in questo caso a Marte.
Questa licenza si pu dare ai romani perch hanno dimostrato la loro gloria militare.
Cos come i popoli sopportano le vittorie e le conquiste dei romani,sopportano le leggende.
6 parte
Inoltre,recuperare quel passato glorioso,significa mostrare ai romani di oggi un esempio,un
modello positivo da imitare o un esempio negativo da evitare.
Questo il 3 motivo per cui ha valore recuperare la storia di Roma dalle origini.
In questa parte c' una frase (l'unica) in cui c' un accenno al principatus di Augusto.
Probabilmente il proemio stato scritto quando il principatus era ancora all'inizio.
Dunque Livio non parla molto di Augusto e del principatus.
probabile che quella frase faccia riferimento a un provvedimento che Augusto prese nel 28 a.c.
Con questo provvedimento voleva limitare il lusso e dare incentivi e sostegno alle famiglie.
Queste leggi furono malsopportate e non ebbero molti effetti.
C' quindi la critica al principatus di Augusto --> come dire che i vizi sono cos grandi che i rimedi
non sono pi efficaci.
7 parte
Nella 1 parte si introduce la storiografia di stampo moralistico --> la decadenza,la crisi dovuta
alla decadenza dei costumi e non alla crisi economica.
Nella 2 parte Livio introduce,anche se non tradizione,un'invocazione agli Dei,a cui chiede l'aiuto
per comporre quest'opera cos impegnativa.

TARPEA
Quest'episodio si trova nell'11 capitolo della 1 decade,ricca di exempla.
Livio sta raccontando delle prime guerre intraprese dalla piccola comunit dei romani.
In particolare sta parlando della guerra tra i romani e i sabini.
(Livio,in modo sintetico,sta riportando le leggende della 1 parte della storia di Roma).
Durante questa guerra i nemici usano l'inganno contro i romani,infatti,per farsi aprire le porte della
citt,cercano di ingannare Tarpea,che rappresenta un exemplum negativo,infatti incarna il
tradimento,la rottura della fides e la cupidigia (ama l'oro).
Qui l'exemplum negativo serve per affermare la fides,la parsimonia e per condannare il tradimento
e la cupidigia.
Dopo averla ingannata,i nemici la uccidono seppellendola viva sotto i loro scudi.
Questo perch una persona che tradisce la patria, degna di morte anche per il nemico.
Questa la 1 versione,mentre la 2 racconta che Tarpea volesse le armi dei nemici.
Nell'ultimo paragrafo Livio accosta queste 2 versioni tramandate dalla tradizione e le propone al
lettore senza fare una critica e senza n confutarle n confermarle.
LA PUDICITIA DI LUCREZIA
Quest'episodio si trova nel capitolo 57 del 1 libro.
Per caso un giorno,nella tenda di Sesto Tarquinio,figlio del re,il discorso cadde sulle virt muliebri.
Ovviamente ciascuno dei presenti tesse le lodi della propria moglie,ma in breve nasce una disputa
su chi sia fra tutte la migliore.
A questo punto,Tarquinio propone di tornare immediatamente a Roma per cogliere a sorpresa le
rispettive spose e scoprire in tal modo la reale indole di ciascuna.
Mentre tutte le donne erano al banchetto con le loro amiche,Lucrezia,moglie di Collatino,era
impegnata a filare nel mezzo dell'atrio.
La castit di Lucrezia sar in un 1 momento motivo di vanto per il marito,ma successivamente
fonte di disgrazie per s e per l'intera famiglia reale.
Infatti,Pochi giorno dopo,Tarquinio,all'insaputa di Collatino,si reca a Collazia,dove venne accolto
benevolmente dai famigliari.
Dopo cena,infiammato dalla passione,prese un coltello e and nella camera di Lucrezia.
Tarquinio cerc con preghiere e minacce di tentare l'animo della donna,ma siccome questa non si
pieg nemmeno per paura di morire,aggiunse alla paura la minaccia del disonore.
Tarquinio infatti le disse che l'avrebbe uccisa e che le avrebbe messo accanto uno schiavo nudo.
Cos Lucrezia cedette e perse il suo onore.
In seguito chiam il padre,il marito,mostr loro la sua innocenza,si fece fare delle promesse e poi si
uccise --> il suo suicidio una recita.

Lucrezia dovrebbe confermare il valore della pudicizia,ma per lei il valore pi importante non la
pudicizia,ma l'apparenza.
Infatti,se per lei fosse stata pi importante la pudicizia,si sarebbe fatta uccidere per salvare il suo
onore.
Lei invece,perde il suo onore quando Tarquinio le dice che l'avrebbe uccisa e che le avrebbe messo
accanto uno schiavo nudo.
Dunque ci che le importa la reputazione sociale,il giudizio degli altri,non i valori della coscienza.

Pudicizia
La pudicizia,per una donna sposata la fedelt al marito.
Questo perch la sua funzione sociale era la procreazione per garantire al marito una discendenza
certa.
Quando veniva violentata,succedeva la turbatio sanguinis --> dentro il suo corpo c'era un
mescolamento,quindi non si poteva garantire una discendenza sicura.
Cos la matrona perdeva la sua identit sociale,la sua funzione perch per le conoscenze della
medicina del tempo,non si poteva sapere di chi fosse il figlio.
La donna stata cos adulterata,contaminata (l'adulterio ha un significato passivo).
Invece,se era l'uomo che andava con una donna non sposata,non commetteva un adulterio,poich
non sta contaminando la donna di nessuno.
L'uomo diventava adultero quando stringeva relazione con una matrona.
CRONOLOGIA DELLA LETTERATURA LATINA D'ET IMPERIALE
Et augustea (31 a.c-14 d.c)
-Virgilio
-Orazio
-Livio
-Ovidio
-i poeti elegiaci (Tibullo e Properzio)
Dianstia Giulio-Claudia (14 d.c-68 d.c) --> Tiberio-Caligola-Claudio-Nerone
-Seneca
-Lucano
-Persio
-Fedro
-Petronio
Dinastia Flavia (69 d.c-96 d.c) --> Vespasiano-Tito-Domiziano
-Giovenale
-Plinio il vecchio
-Marziale
-Quintiliano
Dinastia Flavia (69 d.c-96 d.c) --> i primi imperatori adottivi (Nerva e Traiano (98 d.c-117 d.c)
-Plinio il giovane
-Tacito
Gli altri imperatori adottivi e gli antonini (117-192 d.c) --> Adriano-Antonino Pio-Marco Aurelio-
Commodo
-Svetonio
-Apuleio
La tarda et imperiale:dalla dinastia dei severi a Diocleziano (193 d.c-305 d.c)
-Settimio Severo
-Caracalla
-Eliogabalo
-Severo Alessandro
-periodo di anarchia militare e dal 285 Diocleziano
La prima letteratura crisitiana
-gli acta martyrum
-gli apologeti cristiani (Tertulliano,Minucio Felice)
Dalla pace di Costantino (editto di tolleranza del 313 d.c) al IV sec alle invasioni barbariche
-Girolamo
-Ambrosio
-Agostino
TACITO
Di Tacito si sa poco.
Non si sa la sua origine,probabilmente ha origini settentrionali.
Egli apparteneva ad una famiglia benestante,probabilmente all'aristocrazia,vista la sua brillante
carriera politica (far il magistrato e l'avvocato).
Di ci che ha scritto si sa di pi,infatti di lui ci sono giunte tutte le opere:
-Agricola --> biografia idealizzata del suocero,generale romano incaricato di governare la
provincia di Britannia per 7 anni.
-Germania--> opera storico-etnografica-geografica che racconta la societ e i costumi del nemico
dei romani,i germani.
-Dialogus de oratoribus --> trattato di retorica.
-Historiae --> oper storica.
-Annales --> opera storica.
Tutte queste opere hanno l'intestazione di Tacito,a eccezione di Dialogus et oratoribus,che viene
comunque attribuita a lui dai critici.
Tutte queste opere hanno una chiave di lettura comune,infatti si incentrano sul tema del rapporto
principatus-libert,cio sulla possibilit dell'esistenza di una libert in cui l'assetto politico sia
quello monarchico,del principatus.

STILE TACITIANO
-analisi psicologica dei personaggi,nel cui animo vuole cogliere il movente che porta all'ambizione,
alla brama di potere.
-la narrazione viene condotta attraverso diversi punti di vista.
-l'uso dell'inconcinnitas,stile che si oppone alla scrittura simmetrica,armoniosa ed equilibrata di
Cicerone.
L'inconcinnitas punta sull'asimmetria,sull'uso della variatio,cio ama inserire delle costruzione
asimmetriche,dei cambiamenti di costrutto.
-l'uso della brevitas,ovvero,ai lunghi periodi Ciceroniani,si sostituiscono periodi brevi (Sallustio).
TACITO E LA RIFLESSIONE SUL RAPPORTO PRINCIPATUS-LIBERTAS
Dialogus de oratoribus (102) un trattato di retorica dedicato al tema dell'oratoria in et
contemporanea.
Qui la tesi di Tacito esposta da Curiazio Materno,portavoce dell'autore.
Altri personaggi,che hanno invece tesi diverse da Tacito sono:
-Apro --> avvocato che difende l'oratoria contemporanea perch secondo lui non vi decadenza
ma evoluzione di stile.
Egli difende lo stile moderno,anticlassicista e anticiceroniano,brillante e rapido,ricco di sententiae
che suscitano diletto e interesse nel lettore moderno pi smaliziato (nota che quello descritto da
Apro lo stile di Seneca ma anche di Tacito).
-Messalla --> avvocato che adduce le cause tecniche e morali tradizionali.
Egli dice che la decadenza dell'oratoria dovuta alla corruzione dei costumi,alla negligenza dei
genitori nell'educazione dei figli (per Cicerone l'oratore vir bonus dicendi peritus --> l'uomo
onesto che possiede l'arte della parola).
I personaggi che hanno invece tesi come quelle di Tacito sono:
-Materno --> la causa non morale n tecnica ma politica,cio dovuta alla perdita della libertas
repubblicana,che ha decretato la fine del dibattito politico.
L'oratoria paragonata ad una fiamma che per bruciare e splendere deve essere alimentata.
Nell'et repubblicana essa trovava alimento e stimolo nella violenta competizione politica,con i
dibattiti in senato e i discorsi davanti al popolo,di cui ciascuno cercava di guadagnarsi il favore in
occasione dei processi o nelle lotte civili.
Materno tuttavia con prudenza accetta il principato,dove le decisioni sono prese dal saggio.
Egli infatti afferma che la grande eloquenza nasce dalla licentia,cui gli sciocchi danno il nome di
libertas;essa non si sviluppa negli stati pacifici e ben ordinati perch in essi i migliori
raggiungono subito l'accordo e le decisioni politiche non sono lasciate all'arbitrio della folla
ignorante,ma sono prese da uno solo,il pi saggio.
--> Materno,visti i tempi mutati,si orientato verso altre forme letterarie,ha lasciato l'oratoria per
la poesia (come Tacito sceglier la storiografia).
PROEMIO DELL'AGRICOLA (98)
una biografia idealizzata del suocero,generale romano incaricato di governare la provincia di
Britannia per 7 anni.
1 capitolo
L'opera si apre mettendo in evidenza una distanza incolmabile tra il passato,l'et repubblicana e
l'et presente.
Nel passato si esaltavano grandi personalit,tanto che non ci si vergognava se si scriveva la propria
autobiografia.
(Tacito nomina 2 consoli,Rufo e Scauro,che hanno scritto la loro autobiografia).
Oggi invece,egli,che esalta suo suocero,si sente in dovere di giustificarsi.
Questo perch i nostri tempi sono cos ostili e odiano gli uomini virtuosi.
L'et presente guarda con diffidenza gli uomini virtuosi poich i virtuosi raccontano della societ
corrotta e perch la virt destava sospetto.
Infatti se un uomo godeva di molta fama,veniva visto con sospetto soprattutto dal potere.
C' quindi una grande contrapposizione tra il passato,dove ci sono molti esempi positivi e il
presente,corrotto e con pochi esempi positivi.
2 capitolo
Tacito sta dicendo che non solo quando nel tempo presente si elogia un uomo virtuoso ci si deve
giustificare,ma dice anche che in passato gli scrittori che hanno elogiato alcune figure,hanno avuto
alcuni problemi.
Egli fa alcuni esempi:
-Trosea --> viene condannato a morte da Nerone.
-Prisco --> mandato in esilio da Vespasiano.
-di altri sono state censurate le opere.
Nell'et imperiale a quella libert si era sostituita una servit,che non c'era pi possibilit n di
parlare n di scrivere perch c'erano spie che riferivano tutto al potere.
Dunque bisogna tacere poich chi no lo fa subisce la censura delle opere.
3 capitolo
Nunc demum redit animus.
Ora torna finalmente la possibilit di respirare,quindi di vivere.
Per Tacito,lui e tutti i romani possono respirare e riprendere a vivere poich con Traiano e Nerva
finita l'odiosa servit,il periodo di sospetto e di censura.
L'omaggio reso a Nerva e Traiano lascia per subito posto alla sconsolata considerazione che i
rimedi agiscono pi lentamente dei mali e che resuscitare l'attivit degli ingegni pi difficile
soffocarla.
Tacito conclude dicendo che intende comunque approfittare della restituita libert di parola per
tramandare il ricordo della passata servit e la testimonianza dei beni presenti.
IL SUICIDIO
Stoici-Apologia di Socrate
Gli stoici avevano detto che il saggio si deve impegnare nella vita politica in nome del bene
collettivo,ma quando le circostanze storiche e le condizioni politiche impediscono al saggio di
essere coerente con i principi morali e mantenere la propria libert interiore, possibile suicidarsi
per tutelare i principi morali.
La storia greca e quella romana poi costellata di questi suicidi in nome della libert.
Ad esempio Socrate venne condannato a morte perch la sua filosofia si basava sulla ricerca della
verit,quindi sullo smantellamento delle false verit,delle supposizioni.
Per l'uomo la ricerca della verit significa ricerca di una vita autentica che non trascura le cose che
veramente valgono.
Questo attacco ai falsi valori facile che desse fastidio.
Per questo venne condannato a morte.
Nel processo Socrate ha difeso la sua libert e rifiutato qualsiasi possibilit di fuga per andare
contro la morte volontariamente.
Nel brano dell'Apologia di Socrate:
-Socrate si paragona ad un soldato che non pu abbandonare la sua missione,il suo posto perch il
generale gli ha ordinato.
Cos come il soldato,Socrate deve fare come il Dio gli ha ordinato.
Riflessione di Tacito
possibile essere grandi uomini anche sotto cattivi imperatori?.
Tacito dice che se parla direttamente,frontalmente ad un tiranno e poi si suicida,la sua mossa gli
dar fama ma non avr fatto niente per la comunit.
Quindi questa morte sar sterile poich non avr prodotto alcun bene per lo stato.
invece molto pi utile come ha fatto Agricola,che aveva collaborato con Domiziano e dopo aver
rotto con lui,aveva accettato la sua volont e si era ritirato alla vita privata.
La sua scelta quindi pi utile perch ha condotto una vita virtuosa,modello per gli altri,che
continua nell'obbedienza,nella moderazione.
Quindi si pu essere grandi uomini anche sotto cattivi imperatori.
Nei confronti di questa scelta del suocero,Tacito d'accordo poich Agricola si comportato
prudentemente e non ha cercato un'astensione de libert,che lo porta alla morte.
Difendendo la scelta di Agricola,in fondo Tacito sta difendendo se stesso per dimostrare al lettore
la sua autorevolezza,ovvero il fatto di aver fatto carriera proprio quando l'imperatore era
Domiziano.
IL DISCORSO DI CALGCO
Tacito sta raccontando le imprese militari del suocero Agricola in Britannia e in particolare sta
parlando di uno dei conflitti pi aspri,condotto dai romani contro i caledoni,guidati da Calgco.
I caledoni sono un popolo che abitava la parte pi interna della Britannia,quindi sono la
popolazione pi remota e distante dall'impero romani e dalle regioni conquistate da esso.
Tacito riporta i discorsi tra i 2 generali,Calgco e Agricola.
In questo discorso i 2 generali danno la loro motivazione per cui vogliono fare la guerra.
Questa non la 1 volta che in un'opera storiografica romana,attraverso il discorso,i romani danno
la parola all'altro popolo,permettendo cos che ci sia un altro punto di vista.
Infatti questo l'aveva fatto anche Cesare nel De Bello Gallico.
Ci che fa Tacito l'attacco pi duro all'imperialismo romano, un grande atto perch d spazio
alla critica della politica estera romana.
--> Calgco sta parlando ai suoi soldati.
1 paragrafo
Calgco sta dicendo ai suoi soldati che vinceranno questa battaglia,che porter alla libert.
Anche se non sono valorosi,la battaglia l'unica possibilit di salvezza perch dietro c' il mare,
mentre davanti c' Agricola.
Dunque non combattono per la gloria ma per sopravvivere.
2 paragrafo
I caledoni sono la speranza per questo paese perch non hanno mai visto e accettato la schiavit,
l'oppressione dei romani,ma sono un popolo libero e indipendente,che non entrato in contatto
con quel mondo civilizzato,ma corrotto e decadente.
3-4 paragrafo
I romani hanno la smania di potere,di soggiogare i popoli e la smania di ricchezza,di avidit,infatti
imponevano tasse appena conquistavano un popolo.
Le tasse le hanno pagate solo i provinciali,quindi i romani vivevano a spese dei popoli conquistati.
C' un'idea della pax romana diversa da quella propugnata da Augusto --> per i romani la pace c'
perch non c' nulla,c' il silenzio.
La pace annientamento,distruzione e si conquista distruggendo l'altro.
Atque ubi solitudinem faciunt pacem appellant.
5 paragrafo
Se verranno conquistati:
-tutte le ricchezze del loro paese saranno di Roma.
-il loro lavoro sar sfruttato e lavoreranno gratuitamente.
-le loro donne saranno violate.
-dovranno combattere per i romani e magari morire.
6 paragrafo
C' un'altra immagine forte --> i romani non solo hanno ridotto il mondo ad un deserto,ma l'hanno
trasformato in un immenso campo di prigionia,dove tutti sono sfruttati per soddisfare i padroni del
mondo.
Essi non solo schiavi,servi,ma ogni giorno devono pagare la loro servit,ovvero le tasse.
Questo un paradosso.
Altri paragrafi
I romani difendono la libertas,ma la loro,non quella degli altri popoli.
Questa una libertas unidirezionale.
LA GERMANIA
La Germania un'opera che ha avuto un eco molto forte nella storia del XX secolo.
La Germania un trattato etnografico --> Tacito vuole far conoscere al suo popolo chi abita in
questa regione.
Ottica romanocentrica --> Roma il cuore del mondo e man mano che ci allontaniamo da
essa,troviamo popoli mostruosi,selvaggi e barbari.
Questo allontanamento spaziale si pu interpretare come allontanamento temporale,poich so va
indietro nel tempo.
Secondo Tacito i germani sono come erano i romani all'origine.
Questo fa si che il ritratto che dei germani fa Tacito sia ambiguo --> i germani hanno le virt che
avevano i romani all'origine e che poi si sono oscurate e perdute.
Queste virt sono ad esempio il valore militare.
Per c' anche la connotazione negativa,infatti i romani guardano con disprezzo il popolo i
germani,che sono primitivi,che non hanno fatto progresso e che non hanno cultura,leggi e
istituzioni pubbliche.
Perch Tacito scive la Germania?
I germani e i parti sono sempre stati i nemici di Roma.
L'interesse di Tacito nello scrivere quest'opera dovuto al fatto che la minaccia del popolo era
incombente ed era un tema di attualit.
Infatti i germani e i parti sono sempre stati i nemici di Roma.
I romani sono stati sconfitti 2 volte dalla Germani:
-l'umiliazione delle forche caudine.
-la sconfitta nella selva di Teutoburgo.
Bettini
Secondo Bettini i motivi per cui Tacito ha scritto quest'opera sono:
-criticare la decadenza dei costumi della Roma del suo tempo.
-mettere al corrente i romani del pericolo incombente,in modo tale da farli essere uniti.
LA GERMANIA
Una sola radice
Tacito presenta i Germani come indigeni,cio originari del paese che abitano.
Essi non si sono mai mescolati con altri gruppi,quindi,discendono da un'unica stirpe.
Per questo Tacito li definisce non infectos e di costoro dice che la forma fisica pressoch identica
per tutti ma differente da tutti gli altri popoli.
Una terra informis
Tacito descrive la Germania come una terra inforsmis,ovvero senza forma,poich priva di una
forma impressa dall'intervento culturale dell'uomo.
Infatti la Germania coperta di foreste e di paludi e si presenta quindi come l'opposto delle terre
mediterranee,che sono coltivate,percorse da strade e segnate da ponti e citt.
Un antenato divino
Secondo Tacito il popolo germanico ha il proprio progenitore in un dio.
Dunque i germani hanno un antenato divino.
Il clima e l'uomo
Nella Germania Tacito esprime il determinismo climatico,in base al quale le caratetristiche
fisiche,intellettuali,morale degli esseri umani sono determinate dai fattori ambientali.
Tacito quindi lega le attitudini dei germani al clima della loro terra e dice che sono caratterizzati da
mollezza fisica e morale a causa di un clima perennemente mite.
Al contrario gli occidentali hanno energia e spirito libero perch il clima della loro terra richiede
una capacit di adattamento.
I romani invece trovano equilibrio tra i popolo del sud,che sono pigri ma astuti e quelli del nord,
che hanno un'intelligenza limitata.

LA SFROTUNA DI TACITO
Tacito viene utilizzato da Chamberlein per giustificare il mito della superiorit della razza
ariana,stirpe pura,non contaminata dall'incrocio con altri popoli,forte e somigliante solo a se
stessa.
In realt Tacito non il costruttore del mito germanico poich con lui c' l'ottica romanocentrica e
non germanocentrica.
Dall'altro lato per c' in Tacito la terminologia razziale.
HISTORIAE E ANNALES
Le Historiae e gli Annales sono opere storiche che seguono la struttura storiografica.
Le Historiae sono composte nel 110 d.c,mentre gli Annales tra il 110 e il 112 a.c.
Queste opere ci sono giunti mutile,infatti ci sono giunte solo 30 libri (12 Historiae e 18 Annales).

HISTORIAE
Nelle Historiae c' un'infrazione nell'uso dello schema annalistico perch la storia romana non
raccontata dalla fondazione di Roma fino ai giorni presenti.
Le Historiae infatti ci raccontano la storia romana dal 69 d.c,anno dell'anarchia dei 4 imperatori che
dopo la morte di Nerone nel 64,si contendono il trono imperiale al 96 d.c,anno in cui si afferma la
dinastia flavia.
Nelle Historiae quindi viene raccontata la lotta tra i 4 aspiranti imperatori e l'affermazione di
Vespasiano.
Inoltre viene aggiunta qualche informazione sulla preparazione della spedizione contro i giudei,che
stanno facendo una rivolta contro il fiscalismo romano,sedata da Vespasiano e poi da Tito.
Tacito racconta la storia di Roma dal 69 d.c al 96 d.c pech il tema della riflessione tacitiana il
rapporto principatus-libertas.
Quindi la storia di Tacito una storia di potere,di governo e in particolar modo l'interesse di Tacito
volto ad analizzare la nuova forma di principatus.
Tacito racconta la storia dal 69 d.c per far vedere come prima la degenerazione all'interno del
principato era causata dal fatto che l'imperatore veniva scelto con un criterio dinastico.
Ora invece c' un nuovo meccanismo,infatti si sta affermando il sistema della scelta dell'imperatore
per adozione.
Quindi per la 1 volta c' il passaggio da una dinastia all'altra.

PROEMIO DELLE HISTORIAE


1 paragrafo
Tacito ci dice che non ha raccontato la storia di Roma dalle origini perch gi altri storici hanno
dato un quadro completo della storia di Roma dalle origini.
2 paragrafo
C' l'attacco alla storiografia di et imperiale,in cui c' o l'adulazione servile o l'odio verso
l'imperatore del momento.
.............
3 paragrafo
Tacito dice che mentre chi ha scritto prima di lui era lontano dalla verit,la sua opera imparziale
ed raccontata senza l'appoggio servile al potere e senza la rancorosa opposizione.
Questo perch vuole trasmettere alle generazioni future un'immagine corretta del suo tempo.
4 paragrafo
Tacito ci dice che dopo aver completato le Historiae,scrive un 'opera in cui si occuper dell'impero
di Nerva e Traiano.
Quindi dopo aver raccontato il passato recente,racconta i suoi tempi felici,in cui a ricoprire il trono
il migliore.
ANNALES
Gli Annales ci raccontano l'antefatto,ci che successo prima del 69 d.c,infatti racconta la storia
che va dal 14.d.c,anno in cui muore Cristo al 68 d.c,anno della morte di Nerone.
Quindi Tacito ci racconta la storia della dinastia giulio-claudia.
Negli Annales:
-i primi capitoli --> raccontano l'impero di Tiberio.
-i capitoli 10-16 --> ci raccontano il principato di Nerone.
Nerone
Negli Annales la figura di Nerone quella del princeps malvagio,l'eroe del male.
Il principato si trasforma in dominatio = potere dispotico esercitato da un princeps crudele e
sanguinario.

PROEMIO DEGLI ANNALES


Nel proemio incontriamo motivi come:
-l'adulazione che spegne ogni verit.
-la paura o l'odio come stimoli a narrare i fatti senza l'obbiettivit di un animo sereno.
-la scelta dell'autore di trattare la materia senza rancore n favore,protetto da un'equilibrata
distanza.
Quest'atteggiamento non nega il giudizio storico-politico,anzi lo rende possibile e lucido.
1 parte del proemio
Nella 1 parte del proemio degli Annales Tacito si concentra sul carattere temporaneo del potere a
Roma dalla caduta dei re fino ad Augusto.
Lo storico infatti ricorda,molto sinteticamente,alcune tappe del passato di Roma,partendo dai re
per arrivare al princeps.
Fra il potere regio arcaico e quello del principato,la storia di Roma si snoda attraverso diverse
forme di detenzione di potere.
A garantire il loro carattere provvidenziale e ad evitarne la degenerazione in monarchia stavano,la
libertas e il consulatus,le istituzioni repubblicane introdotte da Lucio Bruto.
2 parte del proemio
Nella 2 parte del proemio degli Annales Tacito dice che nonostante Roma abbia conosciuto
diverse forme di potere di singoli individui,tuttavia questi momenti difficili,come quelli di
benessere,furono raccontati da molti grandi storici.
INCENDIO DI ROMA-COSTRUZIONE DOMUS AUREA (LIBRO XV 38-44)
L'incendio,scoppiato a Roma il 19 luglio del 64 d.c,devast la citt per almeno sei giorni,
provocando incalcolabili danni materiali e innumerevoli perdite umane.
Da subito tra i contemporanei,si radic la convinzione che il colpevole di quel disastro fosse
Nerone.
Tacito,a differenza della maggioranza degli autori antichi che registrano l'episodio,si dimostra
alquanto scettico sull'effettiva responsabilit di Nerone e cerca di vagliare ogni possibile causa
dell'incendio.
Ci che invece sembra indignarlo l'offesa al buon senso perpetrata da Nerone con il grandioso
progetto fi costruzione della domus aurea.
In questo modo parve che l'imperatore sfruttasse a proprio vantaggio la distruzione della citt per
finanziare questo suo capriccio.

IL MATRICIDIO (LIBRO XIV 3-8)


Il capitolo 44 degli Annales il 1 passo in cui un non cristiano ci parla dei cristiani.
I romani non vedevano di buon occhio i cristiani per le loro nefandezze.
In questo passo i tratti che emergono di Nerone sono la spietatezza e la crudelt.
Nerone cos crudele che persino i romani,che odiano i cristiani,affermano di provare piet per
quelle persone.
Quindi la crudelt cos forte che si ha contrario.
L'altro tratto di Nerone il matricidio,che un reato,un atto innaturale.
Matricidio di Agrippina--> Agrippina,la madre di Nerone, una donna che ama il potere e
attraverso il figlio cerca di controllare il potere.
Per ottenere ci arriva pure a tentare un approccio sessuale con il figlio,che disgustato,decide di
eliminarla fisicamente,per senza che nessun sospetto cada su di lui.
Cos,finge una riappacificazione con la madre e la invita in una localit di mare e finge un naufragio
per uccidere la madre.
Il piano consisteva nel costruire una nave particolare con una botola su cui sarebbero saliti
Agrippina,alcuni servi al corrente del piano e altri no,per far sembrare tutto naturale.
Per essendo il tempo sereno ed essendoci la luna piena,il piano non and a buon fine.
Inoltre,nel momento in cui sta per realizzarsi il piano,non si pare la botola ma la nave,avendo un
contraccolpo,Agrippina e l'amica cadono in mare.
I servi cercano di salvare Agrippina ma l'amica per essere salvata prima,grida di essere Agrippina,
ma i servi invece di salvarla,la uccidono a remate.
Agrippina capisce cos k era tutto 1 piano organizzato dal figlio e si salva attaccandosi ad una trave.
Arrivata in terra,non fa capire a nessuno di essere venuta al corrente del piano ma scrive una
lettera in cui racconta di essere scappata dal naufragio e dice di aver bisogno di riprendersi.
Poi manda un suo servo per portare la lettera a Nerone,che pensa ad un altro piano per uccidere la
madre.
Mentre Agermo,il servo di Agrippina,sta per dare la lettera a Nerone,quest'ultimo gli butta accanto
una sapada e dice che la madre l'aveva mandato per ucciderlo.
Cos la servit tradisce Agrippina,che insieme alle ancelle,quando all'improvviso sente dei rumori
Agrippina capisce cos che sono arrivati per ucciderla e quando arrivano da lei,dice ad Ariceto di
colpirla sul ventre,da cui nato quel mostro di Nerone.
Cos Agrippina viene uccisa (Nerone pianse ai suoi funerali),anche se si credeva che fosse scappata
da un incendio.
Forse per il popolo sapeva tutto ma non diceva niente per paura.
LA MORTE DI SENECA (LIBRO XV 60-64)
A Roma si sta organizzando una congiura per eliminare Nerone.
Il giorno prima della data fissata per l'assassinio di Nerone,i congiurati si incontrano per definire gli
ultimi dettagli.
Uno di questi manda un liberto ad affilare il pugnale.
Questo liberto va a rivelare tutto a Nerone,che viene a sapere che tra i congiurati c'erano Seneca e
Lucano.
Seneca,per non essere ucciso da Nerone e per morire dignitosamente ed essere ricordato da tutti:
-si taglia le vene dei polsi,delle ginocchia e delle caviglia,ma essendo vecchio e avendo poco
sangue,non muore.
-entra in una vasca piena d'acqua per favorire l'uscita del sangue,ma non muore.
-va in un bagno a vapore,dove muore soffocato.
La morte di Seneca idealizzata perch comunque sarebbe morto,quindi il suo non un atto di
ribellione.
Seneca-Agricola
-Seneca sceglie di morire dignitosamente piuttosto che vivere nascosto,mentre Agricola sceglie di
vivere nascosto,di non farsi vedere dall'imperatore.
-Seneca vive in un'epoca cupa (dinastia giulio-claudia) in cui non c' nessun margine di possibilit,
di compromesso di fronte a tanto male.
L'unica cosa che ci pu essere l'opposizione.
Agricola invece vive in un'epoca cupa ma non come quella,infatti in quest'epoca c' fiducia in
Traiano e Nerva.
SENECA
Seneca nacque a Cordova alla fine del I secolo a.c. (1 et imperiale-Nerone).
La sua formazione si svolse a Roma,dove inizialmente coltiv gli studi di retorica.
Ben presto per fu attirato dagli studi filosofici.
Attorno al 20 d.c. Lasci Roma e si stabil in Egitto,presso la sorella della madre,forse per ragioni di
salute ma forse anche per sottrarsi a un clima politico ostile (Tiberio).
A Roma torn solo nel 31 d.c,ma qualche anno pi tardi (41 d.c) fu mandato in esilio in Corsica
poich accusato da Messalina,moglie di Claudio,di essere l'amante di Giulia Livilla,nipote di Claudio
e pericolosa rivale di Messalina.

LA CONDIZIONE UMANA IN SENECA


-Seneca si occup del campo morale --> il punto centrale della sua riflessione pu essere
individuato nel raggiungimento della vera felicit che il saggio conquista passo dopo passo
attraverso la vittoria razionale sulle passioni e il conseguimento dell'autosufficienza spirituale
(autrkeia).
L'attenzione di Seneca sempre portata all'interiorit dell'uomo,vero spazio dove si pu
conquistare la libert,e quindi la felicit.
-Seneca tuttavia si apre anche alla sfera sociale --> sia indicando la necessit di una fratellanza
universale che deriva dal presupposto che tutti gli uomini sono uguali fra loro indipendentemente
dal ruolo,sia nell'impegno sociale e politico quando ci siano le condizioni per realizzarlo.
Un sapiente infatti deve cercare un equilibrio tra la vita pubblica la dimensione individuale
cercando di realizzare il bene comune che egli distingue attraverso lo sguardo della filosofia.
Quando tuttavia le condizioni della politica non consentono l'impegno del filosofo,non rimane che
il retirum,nel quale attraverso l'esempio e gli scritti,egli potr egualmente influire in modo positivo
sulla societ.
I TEMI DELLA RIFLESSIONE FILOSOFICA DELL'AUTORE
La provvidenza e il dolore del giusto,ovvero il senso del dolore e del male nella vita dell'uomo
La filosofia stoica leggeva nell'universo la presenza di una razionalit regolatrice (il logos) che
infallibile e determina tutto ci che accade.
Ma se esiste una provvidenza razionale perch accade il male agli uomini giusti?
La risposta ufficiale della filosofia stoica era assai rigorosa e si basava su un ampliamento della
prospettiva --> a livello generale il male e la sofferenza del singolo accadono quando giovano al
bene dell'universo di cui il singolo parte.
Inoltre a livello individuale,come il saggio non deve essere attaccato ai beni terreni (che sono
esterni a lui perci non sono veri beni) cos egli non deve essere turbato dalle sventure perch esse
provengono dall'esterno e dunque non sono veri mali.
Tuttavia l'argomento principale che Seneca sviluppa in risposta alla questione di tipo morale -->
la sventura come un crogiolo,un banco di prova che forgia l'uomo sapiente,che deve saper
affrontare il male grazie alla virt.
La sua risposta eroica lo eleva sopra gli uomini e piace al dio-logos.
Il dolore non un male,infatti il male l'impossibilit del saggio di raggiungere la piena
realizzazione della propria umanit,della virtus.
Il dolore costituisce una vera e propria educazione alla virtus ed anche la sola via in cui la virtus
pu rendersi evidente a tutti.
--> vedi l'esempio dell'esilio --> Seneca non ha perduto niente di importante perch ci che
davvero necessario all'uomo pu averlo dappertutto.
Si tratta di se stesso e di un infinito,un cielo a cui tendere.
Testi:
-De providentia-La severit costruttiva di un dio-padre.
-De providentia-Nelle avversit l'uomo pu mettersi alla prova.
-Approfondimento-E il dolore delle donne e dei bambini?.

Il senso del tempo


Un'altra angoscia esistenziale che l'uomo deve affrontare questa --> l'uomo vede fuggire la vita
tra le sue mani.
Per indicare questo Seneca usa tre immagini drammatiche:
-il fiume,come tempo che trascorre e travolge ogni cosa.
-il punto,come tempo che si contrae fino quasi a scomparire.
-l'abisso del passato e del futuro,come tempo che l'uomo perde nel buio.
La risposta di Seneca --> l'uomo sbaglia a lamentarsi del breve tempo che gli concesso dalla
natura.
Il tempo per non breve,ma l'uomo che lo rende tale sprecandolo in una miriade di occupazioni
futili o addirittura dannose,che sono di ostacolo al cammino verso la saggezza.
Vita,si uti scias,longa est --> non ci si deve preoccupare della quantit della vita bens della sua
qualit.
Contrappone la massa degli uomini occupati (affaccendati) che sprecano il loro tempo e si
lamentano della brevit della vita all'atteggiamento del saggio che l'unico ad aver un corretto
rapporto con il tempo.
Egli non vive nei rimpianti del passato,non si proietta nel futuro consumandosi in una continua
attesa ma domina il presente.
Testi:
-De Brevitate vitae (1,1-4)-Siamo noi che rendiamo la vita breve.
-De Brevitate vitae (3,1-4)-L'uomo prodigo del proprio del tempo.
-Epistulae morales ad Lucilium (1,1-3)-Il tempo.
La vita dell'intellettuale sotto il principato (una scelta difficile tra otium e negotium)
All'inizio del governo neroniano pi forte in Seneca l'illusione di riuscire a costruire,tramite il suo
allievo quel principato illuminato che stato il sogno dei filosofi da Platone in poi.
Nel trattato De clementia Seneca pone questa virt al centro dell'operato del principe --> la
clemenza che differenzia il tiranno-despota sanguinario e senza regole dal sovrano giusto e capace
di frenare la sua ira e di conferire pene giuste solo quando strettamente necessario.
Cos i sudditi accettarono volentieri il suo governo ed egli otterr la loro fedelt.
Dunque l'unico vincolo per l'operato del principe assoluto,privo di controllo, la legge morale.
Di fronte al dilemma se al saggio convenga impegnarsi nella vita politica oppure no,perch causa di
troppi turbamenti e impone compromessi,Seneca risponde --> il saggio deve impegnarsi per il
bene comune e lottare fino all'ultimo per trovare ogni via che permetta di comunicare il suo
messaggio di equilibrio e giustizia.
Solamente alla fine se le condizioni esterne renderanno impossibile la sua attivit pubblica,egli si
ritirer a vita privata (sceglier l'otium) senza dimenticare che anche cos con il suo esempio di vita
e di comportamento giover ai concittadini e soprattutto senza dimenticare che se anche una zona
gli viene preclusa,la sua vera patria non una singola citt ma il mondo (cosmopolitismo stoico) -->
(De otio,De tranquillitate animi).
La posizione di Seneca in accordo con la sensibilit romana ( dal vivere appartato di Epicuro)
che vedeva nel civis il fulcro della vita politica dello stato ma testimonia anche la mutata
condizione storica --> sotto il principato notevoli sono gli ostacoli alla partecipazione politica.

Il prossimo anche lo schiavo


Questo il tema della condizione umana comune a tutti i mortali e del sentimento di fratellanza
che ne deriva.
Vi sono diversi fattori che spingono ad accostare Seneca al cristianesimo:
-coincidenze temporali --> quando lo stoicismo di Seneca fior a Roma,la nuova religione era gi
penetrata in Occidente e si stava diffondendo in particolare dentro la capitale.
Seneca stesso pu aver conosciuto Paolo di Tarso negli anni della 1 prigionia dell'apostolo a
Roma,quando Paolo fu affidato in attesa di giudizio alla sorveglianza del prefetto del pretorio
Afranio Bruno,grande amico di Seneca e suo collega come consigliere di Nerone.
-problemi affrontati e sensibilit espressa --> anche Seneca affermava (in obbedienza alle dottrine
stoiche) l'esistenza di un unico Dio,che governa l'universo e si prende cura dei singoli.
Questo Dio parla nella coscienza dell'uomo che il campo della libert.
Quindi gli uomini sono membra di uno stesso corpo e devono vivere come fratelli (stessa immagine
usata da San Paolo Corinzi).
Da qui la tradizione ha conservato un epistolario tra Seneca e Paolo che probabilmente un falso
del IV secolo d.c. ma che testimonia l'ammirazione con cui gli apologeti (apologia=difesa) e i Padri
della chiesa guardavano al filosofo latino.
Tra Seneca e il cristianesimo per ci sono alcune differenze importanti:
-per gli stoici Dio la natura (panteismo),mentre per i cristiani Dio trascendente.
-gli stoici ammettono l'immortalit dell'anima solo in senso relativo (immortale la grande anima
del mondo),mentre i cristiani credono alla sopravvivenza dell'anima dopo la morte.
-lo stoico elogia il suicidio in determinate condizione come esaltazione della libert individuale,
mentre il cristiano non ammette il suicidio.
-gli stoici credono in una conflagrazione (incendio apocalittico) universale al termine del grande
anno cosmico che rinnova l'universo,mente i cristiani in una fine del mondo.
-per gli stoici la beatitudine si consegue sulla terra e coincide con la tranquillitas dell'animo,
mentre per i cristiani la piena beatitudine ultraterrena.
-per gli stoici gli ignoranti non possono aspirare alla saggezza,mentre per i cristiani la salvezza
aperta a tutti.
-gli stoici hanno una sconfinata fiducia nella virtus (atteggiamento di orgoglio),mentre per i
cristiani necessario l'intervento della grazia di Dio (atteggiamento di umilt).
-lo stoicismo si rivolge a pochi,gli eletti,mentre il cristianesimo si rivolge a tutti gli uomini.
Testi:
-Epistulae morales ad Lucilium 47.
-Approfondimento Seneca e il cristianesimo e Paolo di Tarso.

La forza delle passioni


Nel De ira Seneca descrive la sintomatologia di questa passione e spiega come essa si manifesti e
quali siano i suoi rovinosi effetti.
Quello dell'ira un autentico assedio al quale bisogna opporre le armi della ragione.
Nelle Tragedie c' la rappresentazione del furor che vince la ratio.
Testi:
-De ira (I,8,1-5)-La forza dell'ira incontrollabile.
-Phaedra (vv 589-671)-La confessione di Fedira.
-Medea (vv 891-977)-Il lucido delirio di Medea.
NELLE AVVERSIT L'UOMO PU METTERSI ALLA PROVA
In questo brano Seneca dice che ci che conta non che l'uomo sia virtuoso,ma che gli altri lo
riconoscano come tale poich se non c' l'apprezzamento degli altri,c' la morte civile,che peggio
della morte fisica.
Paradossalmente,una virt non vista,non vale,quindi la virt deve essere messa in scena e
riconosciuta.
Quindi Seneca sta dicendo che se un uomo buono e virtuoso ma la vita non gli ha permesso di
dimostrarlo agli altri,allora quella virt non c'.
Dunque l'uomo virtuoso deve desiderare di essere messo alla prova,deve desiderare situazioni
difficili per fare vedere la sua virt.
(l'uomo virtuoso lotta e gareggia solo come fa un atleta che non ha avversari).
Questo modo di pensare lontano dalla nostra cultura,in cui ci che conta essere a posto con la
propria coscienza.

LA SEVERIT COSTRUTTIVA DI UN DIO-PADRE


Se l'uomo ha bisogno di essere messo alla prova,il fatto che i giusti soffrono,non deve essere
attribuito agli Dei,che invece vogliono fare si che gli uomini mostrino le loro virt.
Ad esempio il padre d ai suoi figli un'educazione severa e rigida e li punisce perch li vuole bene,li
vuole educare.
Quindi Seneca sta dicendo che il Dio-padre regala la sofferenza agli uomini per far emergere le loro
virt e per rafforzarle.

E IL DOLORE DELLE DONNE E DEI BAMBINI?


Seneca l'autore che pi ha esaltato l'antropocentrismo,ovvero la grandezza dell'uomo,che pone
al di sopra degli Dei.
Egli per dice che non bisogna parlare di antropocentrismo,esaltazione dell'uomo come essere
umano,ma di androcentrismo,esaltazione di una sola categoria,ovvero dell'uomo adulto,saggio,
virtuoso e maschio.
Per quanto riguarda i bambini e le donne invece,Seneca non si pone il problema perch in quel
mondo,le donne e i bambini erano presenza invisibili.
Infatti i bambini non contavano nulla,se non come anticipo di adulto e le donne contavano solo
come generatrici di quei uomini saggi.
(se le donne mostrano le stesse qualit degli uomini,significa che si sono virilizzate).
L'UOMO PRODIGO DEL PROPRIO TEMPO
1 paragrafo
Qui viene utilizzato il linguaggio tecnico dei contabili perch Seneca vuole far passare il messaggio
che il tesoro pi grande che l'uomo possiede il tempo.
Se questo il capitale dell'uomo,bisogna saperlo amministrare e investire bene.
Infatti qui Seneca vuole mettere in evidenza l'insensatezza del comportamento assurdo di molti
uomini,che si mostrano gelosi e avari del proprio denaro ma sprecano il tempo.
2 paragrafo
Seneca trasferisce il concetto prima spiegato in un'immagine --> Seneca immagina di parlare con
un uomo di 100 anni,a cui dice che muore prematuramente.
Questo perch se l'uomo fa il bilancio della sua vita,vede che il tempo speso bene pochissimo.
Egli ha sprecato il tempo in litigi,arrabbiature,amore,affari o perch gliel'hanno portato via gli altri.
3 paragrafo
Nella 1 parte ci sono invece i modi giusti per impiegare il tempo del sapiens,che non si fatto
dominare dalle passioni,dalle occupazioni,ma rimasto impassibile.
4 paragrafo
La causa dello spreco del tempo che l'uomo pensa di essere immortale.
Se invece pensasse che il tempo ha un limite,non lo sprecherebbe.

LO SCHIAVO
In questa lettera Seneca vuole complimentarsi con l'amico Lucilio poich ha saputo che si
comporta con cordialit con i suoi schiavi.
Egli quindi ha un atteggiamento diverso da coloro che consideravano un'umiliazione trattare con
cordialit e umanit gli schivi.
Seneca invita l'amico a continuare a comportarsi cos e gli vuole mostrare che bene che si
comporti cos.
Anafora di servi
Seneca rappresenta la correzione in una sorta di climax --> dice che sia i padroni che i servi sono
esseri umani,compagni di strada,amici,compagni di schiavit (sottomessi al fato).
Se tutti gli uomini condividono la stessa condizione di vita,significa che sono tutti uguali,fratelli.
Scenetta
Seneca rappresenta una casa romana durante un banchetto.
Questa scenetta in fondo ha lo scopo di provocare un altro rovesciamento nel modo di vedere le
cose,infatti qui i veri uomini sono gli schiavi,che mantengono la loro dignit,mentre i padroni sono
bruti,schiavi delle loro passioni.
Possibile obiezione
Seneca introduce una possibile obiezione --> questi raffinati non solo pensano di essere umiliati se
trattano con umanit gli schiavi,ma pensano che trattandoli con umanit,essi poi mancheranno
loro di rispetto.
Seneca risponde in 2 modi:
-se il padrone tratta male i suoi schivi,essi diventeranno suoi nemici e sparleranno di lui.
-se il padrone tratta male i suoi schivi,questi,quando un giorno si affrancheranno (poich la
schiavit non una condizione perenne),potranno essere i padrono dell'ex padrone.

Per Seneca rimarr sempre enorme la distanza sociale tra i servi e il padrone,come enorme la
distanza tra l'uomo e Dio e tra il suddito e il re.
Proprio xch la distanza abissale,non c' bisogno di incrudelire nei confronti di un uomo debole.
ROMANZO ANTICO
Definizione
Nel mondo antico il romanzo non fu riconosciuto come genere letterario a s stante,ben definito
nelle sue caratteristiche.
Infatti la parola romanzo non di origine antica ma si collega al termine francese roman,che nel
medioevo indicava i testi romantici scritti in volgare,di argomento cavalleresco,di natura
avventurosa.
Gli antichi quindi non disponevano di un termine preciso per indicare questa narrativa di
invenzione,tanto che usavano termini diversi come Historia,Fabula o termini greci come Mythos,
Drama e Diegema.
Origine
Alla base dell'origine del genere della narrativa di invenzione,gli studiosi pongono il fenomeno
della dissoluzione del genere epico,cio all'origine di tutta la letteratura antica c'era il genere
epico,genere totalizzante che riuniva tutti i possibili modi di narrazione.
Quindi una volta che si disgregato il genere epico,sarebbero nati tutti i generi.

CARATTERISTICHE DEL GENERE


Alcuni elementi di struttura e contenuto caratterizzano il romanzo fin dalla sua nascita:
-complessit dell'intreccio.
-utilizzo di artifici retorici e narrativi che devono rendere piacevole la lettura (suspence).
-lo schema separazione-ricongiungimento dei protagonisti (come i Promessi sposi).
-il lieto fine,che prevede il trionfo del bene sul male.
-alcuni temi ricorrenti come l'amore,soprattutto amore contrastato,il viaggio,l'avventura.
--> Perch nessun testo antica teorizza sul genere del romanzo?
Questo tipo di narrazione veniva fruita come lettura di evasione,destinata ad un pubblico non
molto colto,quindi era una produzione di consumo di basso livello.
Per questo non c' la codificazione di questa narrazione.
IL ROMANZO GRECO
La nascita del romanzo greco risale al secondo primo secolo a.c,quindi siamo nella tarda letteratura
greca (letteratura ellenistica).
-Le avventure di Cherea e Calliroe di Caritone di Afrodisia.
-Vicende pastorali di Dafni e Cloe di Longo Sofista.

TEMI DEL ROMANZO GRECO


L'amore
L'amore il motore della narrazione.
L'amore si manifesta in forme topiche e situazioni ricorrenti,infatti l'innamoramento tra i 2
protagonisti sempre presentato come un colpo di fulmine.
Dopo la fase dell'innamoramento c' la fase della separazione,che introduce nel testo una serie di
avventure,prove che gli innamorati devono superare (imprigionamento,tentativi di seduzione).
Infine c' il lieto fine con il ricongiungimento dei 2 innamorati e il matrimonio.
Qui l'amore non rappresentato come passione effimera ma come un sentimento puro e casto,
assoluto e definitivo.
Questo amore trova il suo compimento nel matrimonio.
Invece l'amore come desiderio sessuale ritratto come un elemento negativo.
--> la 1 volta che nella letteratura greca si rappresenta un legame stretto tra amore-matrimonio.
Probabilmente questa novit determinata da un cambiamento nella societ greca.
Infatti nel mondo ellenistico il matrimonio acquista un significato diverso dalle et precedenti.
Prima il matrimonio era visto come un semplice contratto,quindi non c'era in gioco l'amore.
Invece nel mondo ellenistico,per la 1 volta il matrimonio diventa un patto d'amore.
Nel rappresentare questo amore vengono esaltate la fedelt,che indispensabile e la verginit,
considerata un dono prezioso che la sposa porta al suo sposo.
L'avventura
L'avventura si mescola con il motivo del meraviglioso.
I protagonisti devono fare delle avventure per essere insieme e queste avventure esaltano le virt
dei protagonisti.
Legato al tema dell'avventura la costruzione dello spazio --> si prediligono spazi aperti e spesso
viene scelto il mare perch rappresenta lo spazio pi pericoloso.
Nel mare non sono tracciate le strade,quindi spesso si sbaglia rotta e i protagonisti si trovano in
una situazione che cercavano di evitare e si imbattono in persone che non volevano incontrare.
Il mare quindi uno spazio labirintico --> l'immagine del labirinto ci fa capire che la narrazione
un cammino iniziatico,che ha lo scopo di insegnare ai personaggi l'arte del vivere.
Il caso
Il caso,la sorte sono il motore dell'azione.
Il caso in queste storie ha sempre un'accezione negativa,infatti la cieca fortuna che si accanisce
sui protagonisti,li separa e blocca il loro ricongiungimento.
IL ROMANZO LATINO
Ci sono solo 2 opere latine che si possono definire romanzo:
-il Satyricon di Petronio (et neroniana,prima met del I sec d.c).
-le Metamorfosi (o L'asino d'oro) di Apuleio (prima met del II sec d.c).
queste 2 opere presentano elementi che le distinguono dal modello del romanzo greco.

PETRONIO
Della vita di Petronio sappiamo poco e probabilmente visse alla corte di Nerone.
lo stesso Petronio di cui ci parla Tacito nel XVI libro degli Annales.
Qui Tacito descrive il suo curioso ritratto e racconta le circostanze della sua morte,legata alla
scoperta della congiura di Pisone (65 d.c).

RITRATTO DI PETRONIO
Il ritratto che Tacito fa di Petronio simile all'eroe descritto in molti romanzi del decadentismo
(Dorian Gray di Oscar Wilde e Andrea Sperelli di D'Annunzio).
Questi romanzi ci presentano un personaggio esteta.
Questo eroe esteta (Petronio):
- un ritratto contraddittorio poich era colto e capace.
Prima di morire fece un ultimo scherzo a Nerone --> scrisse una lista con tutte le sue amanti,ma poi
fece distruggere il sigillo per difendere i suoi famigliari da una possibile vendetta.
- raffinato,gaudente e arbitro dell'eleganza.
- esperto nella scienza del piacere --> ama la bellezza,i modi eleganti ed anticonvenzionale nei
comportamenti.
Questo anticonvenzionalismo lo vediamo nell'astensione del vizio,nella ricerca di ogni piacere della
vita,nel rovesciamento dei modelli e degli stili di vita comuni.

SATYRICON
Quest'opera ci giunta molto mutila,infatti abbiamo in gran parte il libro XIV,tutto il XV e in gran
parte il XVI.
Ci giunta cos mutila forse per il suo contenuto,per il carattere immorale di molte scene ed
episodi,in cui vengono raccontate avventure erotiche con un linguaggio crudo,basso e osceno.
Proprio per questo motivo n nel medioevo n nell'et antica stato studiato a scuola.
Nonostante ci sia giunta mutila,l'opera considerata uno dei grandi capolavori della letteratura
latina e ha influenzato molto la letteratura europea.

Vous aimerez peut-être aussi