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Luoghi e persone
N capo n coda | Palindromi di Marco Buratti
Se Schiaparelli potesse parlare
COM TETRO MARTE ... TETRA MORTE TEMO
lettera da giverny
Clos normand squadrato, con i sentieri
L
mondo: vedi lamico Kojiro Matsukata, Al pittore piacevano i colori forti e bril-
che dal Giappone gli inviava le peonie ar- lanti (e associava quelli prossimi od op-
e dalie rosso fuoco fioriscono bustive, ancora visibili nel giardino di Gi- posti nello spettro solare). Ma anche l
fino a ottobre, quando sboc- verny (ma bisogna venire in primavera, bisogna navigare tra i sensi e la ragione,
ciano aster e crisantemi. E an- per vederle fiorite). Facilmente collerico, la fantasia e la realt, perch Monet sof-
cora gerani e girasoli. Non succube di depressioni improvvise, dopo fr di cataratta. La sua percezione dei co-
la profusione della primave- fugaci entusiasmi, Monet tra i fiori si ras- lori si deform: li distingueva come in-
ra. Ma in autunno la bellezza serenava. Nel 1901 Arsne Alexandre, fiammati, pi vivaci del reale. Il verde di-
di questo giardino diventa pi complessa, critico darte, scriveva sul Figaro: Luo- ventava viola. Lui lo sapeva bene, ma li
profonda. la ricchezza che si cattura mo che a Parigi sembra laconico e fred- ritraeva come li vedeva, di getto. Poi, su
nelle rughe del volto di un anziano. Ja- do, qui completamente diverso: genti- insistenza dellamico Georges Clemen-
mes Priest, paesaggista, parla come un le, sereno, entusiasta. Quando un motivo ceau, lo statista, si oper. E i colori ridi-
poeta. Perch il suo giardino, quello del lo porta nei territori dei boulevards, ha vennero autentici nelle tele. Fuori da
pittore Claude Monet, padre dellImpres- un sorriso che prende una piega ironica o ogni schema pure il giardino acquati-
sionismo, emotivo e misterioso, ecces- sarcastica. Nel suo giardino, emana be- co, influenzato dalle stampe nipponi-
sivo (straborda di fiori e colori) e irrazio- nevolenza. Per mesi e mesi, lartista si di- che che Monet collezionava. Ma non visi-
nale, imperfetto e umano. mentica dellesistenza di Parigi: gladioli inconfondibili | Le ninfee che ritroviamo dipinte nelle serie di Monet t mai il Giappone. Piant salici pian-
Monet sbarc qui nel 1883 con Alice e dalie lo sostengono con la loro raffina- genti e bamb, ma non segu uno sche-
Hosched, la seconda moglie, i suoi due tezza. ma preciso. Un consiglio finale dal
figli e quelli di lei, in questa casa rosa a Gi- Monet mor a Giverny nel 1926, dopo pon: devi un ruscello per creare uno sta- aprile fino agli inizi di novembre, ad am- Dopo la morte di Monet, il giardino nostro James: Fate come per la pittura
verny, minuscolo villaggio della Nor- anni e anni di pittura e giardinaggio. Co- gno e il suo giardino acquatico. Non fu fa- mirare le ninfee del pittore. Lui insisteva cadde nelloblio. stato ripristinato e ria- impressionista. Prima ammirate il giar-
mandia, a una cinquantina di chilometri minci con un ettaro, davanti alla casa ro- cile: le autorit locali si opponevano. La con gli amici, perch lo accompagnassero perto nel 1980 da Gilbert Vah, grande pa- dino da lontano. Poi metteteci la testa
a nord di Parigi. Aveva gi 43 anni e alle sa, il Clos normand in lieve pendenza, gente del posto diffidava di quelle piante per scrutarle mentre si chiudevano al tra- esaggista, sostituito nel 2011 da Priest. dentro. Sui fiori, sugli arbusti. Passate ai
spalle unesistenza afflitta costantemen- verso quelli che un tempo erano i binari esotiche. Ma Monet alla fine la spunt. E monto. Si riforniva da Latour-Marliac, Cinquantotto anni, originario di Liverpo- dettagli, sentite gli odori. Vivetelo que-
te dalle difficolt finanziarie. Agli inizi della ferrovia e oggi una strada. Poi acqui- oggi a Giverny dovrebbero ringraziarlo, che ancora oggi come produttore di nin- ol ma da anni in Francia, il capo giardi- sto giardino.
affittava e con il giardino non poteva fare st un altro ettaro subito dietro e si inca- perch vengono da tutto il mondo, da fee un riferimento. niere ideale per un oggetto ibrido. Il RIPRODUZIONE RISERVATA
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