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Synthesis - Un percorso completo di Conoscenza Misteriosofica e Risveglio - Scheda n 1 La Fisica della Coscienza

LA FISICA DELLA COSCIENZA


Il termine "fisica" deriva dal greco physis = natura e sta ad indicare la scienza che studia le leggi naturali. Per quanto possa
sembrarci oggi strano, all'inizio la fisica era una branca della filosofia e non a caso veniva detta filosofia naturale (filosofia
deriva da philin = amare e sopha = conoscenza, sapienza - e indica appunto l'amore per la conoscenza). D'altronde secondo
Cartesio: Tutta la filosofia come un albero, di cui le radici sono la metafisica, il tronco la fisica, e i rami che sorgono da
questo tronco sono le altre scienze, che si riducono a tre principali: la medicina, la meccanica e la morale. Questa visione
era molto pi unitaria ed olistica di quella odierna.

"La Scuola di Atene" di Raffaello Sanzio (Musei Vaticani). Al centro Platone ed Aristotele,
a sinistra i dialettici, a destra i fisici, in primo piano a sinistra i matematici e a destra gli astronomi.

La frattura tra fisica e metafisica, tra materia e spirito, si realizza con la nascita del moderno metodo scientifico ad opera di
grandi pensatori quali:
Francis Bacon, italianizzato in Francesco Bacone (1561-1626). Nel suo Novum Organum traccia una metodica
(1)
induttiva basata sullosservazione e sulla sperimentazione pi che sullosservazione e sul ragionamento relativo a ci
che stato osservato (come avviene nellinduzione aristotelica). Attraverso la compilazione di specifiche tavole, Bacone
studia il fenomeno in oggetto fino ad arrivare allesperimento cruciale che identifica lipotesi corretta.
Galileo Galilei (1564-1642). Galileo precisa il metodo scientifico sperimentale (non a caso detto anche metodo
galileiano) fondato sulla sensata esperienza - esperimenti che devono avere unadeguata formulazione e che non
diano risultati arbitrari - e sulla necessaria dimostrazione cio la rigorosa analisi matematica dei risultati che dovranno
poi essere ulteriormente verificati. Infatti: Il libro della natura scritto in lingua matematica per Galileo.
Ren Descartes, italianizzato in Cartesio (1596-1650), autore del famoso motto: Cogito, ergo sum (Penso, dunque
sono), estende la concezione razionalistica di una conoscenza basata sulla solidit e la certezza della matematica ad
ogni aspetto del sapere. Cartesio concepisce s lesistenza di un mondo spirituale (mentre oggi lesasperazione della
(2)
visione cartesiana porta i positivisti a negarlo), solo che al mondo dellanima e del pensiero - qualitativo - non pu
essere applicata la logica matematica - quantitativa - e quindi non pu far parte della scienza moderna.
Isaac Newton (1642-1727). Il metodo scientifico viene ulteriormente affinato da Newton e diventa induttivo-deduttivo, in
quanto le leggi scoperte - in modo induttivo, dal particolare al generale - devono poi permettere di dedurre tutti i
fenomeni che ricadono sotto il loro ambito. Le regole del metodo newtoniano sono: 1) non sono ammesse spiegazioni
superflue, ("Legge della Semplicit della Natura" - ved. il concetto del Rasoio di Ockham); 2) a uguali fenomeni
corrispondono le stesse cause ("Legge dell'Uniformit della Natura"); 3) le qualit uguali di corpi diversi debbono
essere ritenute universali di tutti i corpi (essendo la Natura regolare e stabile possiamo passare dalle singole esperienze
alle leggi e dargli un valore universale; "Legge dell'Omogeneit della Natura"); 4) le proposizioni ricavate per
induzione dagli esperimenti, debbono essere considerate vere fino a prova contraria (non basta formulare unipotesi
contraria per invalidare unipotesi precedentemente verificata, servono delle verifiche scientifiche adeguate).
(1) Induzione: il ragionamento che dal particolare porta alluniversale, nel tentativo di trovare le leggi generali dellesistenza a partire dai singoli
fatti. La deduzione il passaggio opposto, che dal generale porta al particolare. (2) Il positivismo caratterizzato dalla completa fiducia nel
progresso scientifico e dal tentativo di applicare il metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza e della vita umana.
Il metodo scientifico ha, indubbiamente, fatto fare degli enormi passi avanti alla conoscenza e alla tecnica, allo stesso tempo,
ha creato anche una dolorosa dicotomia tra la realt interiore spirituale (soggettiva) e la realt esteriore materiale
(oggettiva). Cartesio stato lo studioso che meglio ha definito questi due ambiti parlando di res cogitans e res extensa

Res Cogitans (in latino sostanza pensante) - il mondo psichico interiore, che non ha estensione in quanto al di l di
tempo e spazio (non occupa uno spazio definito e non vive un tempo determinato, pura ed infinita dimensione
spirituale). E cosciente di s.
Res Extensa (in latino sostanza estesa) - il mondo materiale, finito e determinato degli oggetti, a cui possibile
attribuire estensione e movimento. E incosciente di s.

Paradossalmente Cartesio sa di esistere in quanto res cogitans (cio come pensiero, poich il fatto di pensare lo porta
allevidente certezza di esistere come cosa pensante), ma non pu neppure essere certo che la res extensa esista (il
fondamento del metodo cartesiano, infatti il dubbio). Se per esiste, avendo la materia un dominio completamente diverso
dallo spirito, essa sar priva di spiritualit. In questo modo le riflessioni cartesiane dividono in due la realt!
Una dualit analoga esisteva gi anche in Platone (428- 347 a.C.) nella distinzione tra il mondo delle Idee (il piano dei
noumeni) e il mondo sensibile (il piano dei fenomeni). Per Platone le Idee sono la vera realt, i principi primi (Archetipi), da
cui tutti i fenomeni derivano. Lessere umano che sta solo dietro ai fenomeni sensoriali vive una realt fittizia, fatta di mera
apparenza.
Se oggi volessimo superare la dicotomia tra soggetto e oggetto, tra realt psichica interiore e realt fenomenica esteriore,
potremmo considerare che questa distinzione non rappresenti altro che i punti estremi dello stesso spettro di realt; ad un
estremo c il soggetto e allaltro loggetto, da una parte la psiche e dallaltra il soma, ma linsieme forma un unico continuum.

SOGGETTO (psiche) (soma) OGGETTO

Ecco che da questo punto di vista possiamo affermare che losservatore non separato da ci che osserva e questo sta
risultando sempre pi evidente anche grazie alle scoperte fatte dalla fisica quantistica, che adesso andremo ad esaminare.

La dicotomia soggetto-oggetto inizia a dissolversi nella fisica quantistica,


quando possiamo verificare che il modo di osservare ci che stiamo studiando ne modifica le propriet!

La fisica quantistica (pi correttamente meccanica quantistica) nata dallimpossibilit di applicare la meccanica classica
newtoniana (che studiava il moto dei corpi) alla realt atomica e subatomica. La meccanica classica descrive molto bene la
realt che osserviamo attorno a noi, ma non in grado di spiegare - ad esempio - come mai lelettrone, ruotando attorno al
nucleo, non perda progressivamente energia e non finisca per collassare sul nucleo stesso. Questo ed altri quesiti rimasti
insoluti portarono i fisici della fine dell800 a formulare nuove ipotesi e, gradualmente, a scoprire la meccanica quantistica.

Il concetto di quanto (dal latino quantum, quantit) formalmente nasce il 14 dicembre 1900 con una relazione fatta da Max
Planck alla Societ di Fisica Tedesca. Planck riesce a risolvere una catastrofica incongruenza della fisica classica nel predire
la modalit con cui un corpo nero (cio un oggetto che assorbe lintera radiazione elettromagnetica in arrivo) emetta
radiazioni. La teoria classica prevedeva che, a seguito di un assorbimento finito di energia, loggetto avrebbe emesso un valore
di energia infinito, cosa che chiaramente assurda. Planck fu in grado di risolvere matematicamente il problema introducendo
un artifizio: ipotizz che gli scambi di energia tra gli atomi di un corpo qualsiasi e la radiazione elettromagnetica non
avvenissero in modo continuo (come previsto dalla teoria classica), ma attraverso quantit discrete (i quanti appunto).
E interessante notare come Planck non avesse alcuna idea di come questa intuizione avrebbe sconvolto la fisica del XX
secolo, lui riteneva di aver soltanto giocato un po con la matematica, ma che in futuro altri fisici avrebbero risolto la questione
in modo migliore. Nel 1905 Einstein dimostr, invece, come lenergia sia effettivamente composta da pacchetti discreti di
energia (sia cio quantizzata) nella sua spiegazione del cosiddetto Effetto Fotoelettrico, spiegazione da cui ottenne il Nobel
per la Fisica nel 1921.
La rivoluzione non sta tanto nella scoperta dei quanti di energia in s, ma nelle propriet che questi quanti possiedono, prima
fra tutte la propriet di poter esistere in due forme distinte e apparentemente inconciliabili tra loro: una forma definita e ben
oggettivabile (come corpuscolo) ed una forma pi indefinita (come onda, che non va intesa come onda fisica ma come onda
di probabilit, cio la rappresentazione dellinsieme delle possibilit in cui la dimensione corpuscolare potr manifestarsi).
Un corpuscolo ed unonda hanno propriet ben differenti, basti pensare al corpo e alla voce: il corpo presente in un punto
unico dello spazio, mentre la voce si propaga virtualmente ovunque, non ha una collocazione spaziale puntuale. La scoperta
che uno stesso oggetto fisico (ad es. un fotone di luce) potesse manifestarsi a volte in un modo e altre volte in un altro ha fatto
impazzire gli scienziati. Era la prima volta che accadeva una cosa simile. In fisica non era mai stato infranto il Principio di
Non Contraddizione di Aristotele, secondo cui A deve essere diverso da non-A. Negli esperimenti di fisica quantistica
emergeva chiaramente che A corrispondeva a non-A: lo stesso oggetto a volte era un corpuscolo e altre volte unonda
eppure restava sempre lo stesso oggetto.

Il primo quanto a manifestare questa doppia natura, negli esperimenti, stato quello della luce (il fotone), ripercorriamo
insieme le tappe di questa scoperta...
Isaac Newton aveva ipotizzato che la luce fosse un flusso di particelle, ma in un documento pubblicato nel 1803 (Experiments
and Calculations Relative to Physical Optics) il fisico inglese Thomas Young descrive un esperimento che porter lintera
comunit scientifica a convincersi che la luce sia, in effetti, unonda. Nellesperimento di Young un fascio di luce viene fatto
passare da un foro e davanti a questo foro c un pannello con due fenditure verticali, coperte da una stoffa. Dietro il pannello
c un muro. Aprendo una fenditura il muro si illumina con la luce mostrando una striscia di luce, ma aprendo anche la seconda
fenditura non compaiono due immagini luminose (corrispondenti alla forma delle fenditure), si osserva invece una serie di
strisce alternate chiare e scure. Come possibile?

Lalternanza di luci ed ombre corrisponde a zone, rispettivamente, di potenziamento (strisce chiare) e di annullamento (strisce
scure) tra onde di energia interferenti fra di loro. E un tipico fenomeno della meccanica ondulatoria e non pu verificarsi con
le particelle. Per questo i fisici si convinsero che la luce avesse una natura ondulatoria, soprattutto dopo che, una decina di anni
pi tardi, Augustin Jean Fresnel riusc a confermare e a rendere assai pi preciso l'esperimento di Young.

Particelle ed onde che oltrepassano una fessura hanno un comportamento ben diverso!
Nellimmagine a sinistra: in alto leffettivo comportamento di due fasci luminosi che interferiscono tra loro,
in basso quello che ci saremmo aspettati considerando la luce fatta di particelle, ma che in effetti non si verificava.

A questo punto, la comunit scientifica convinta che la luce sia unonda. Ecco che per altri esperimenti evidenziano una
natura corpuscolare nella luce, esperimenti altrettanto verificabili e ripetibili come quelli che avevano prima convinto della
natura ondulatoria, il pi significativo dei quali quello del 1923 di Arthur Holly Compton,
Compton invia un fascio monocromatico di raggi X (si tratta quindi sempre di radiazioni elettromagnetiche, come quelle della
luce, sebbene a frequenze ben pi elevate) su un blocco di grafite e misura la direzione e l'intensit dei raggi X uscenti. La
radiazione uscente viene deviata in tutte le direzioni e la frequenza dellenergia in uscita molto pi piccola di quella del fascio
in entrata. La logica spiegazione era che i singoli fotoni urtassero contro gli elettroni della materia e, colpendoli, fossero deviati
e perdessero essi stessi energia; in pratica si comportavano come palle da biliardo che ne colpivano altre, in un modo che
laspetto ondulatorio della luce non sarebbe stato in grado di riprodurre.

La scoperta del cosiddetto Effetto Compton convinse in maniera pressoch definitiva la comunit scientifica che la
radiazione elettromagnetica possedesse anche una natura corpuscolare, confermando cos la doppia natura dei quanti. A
causa dellimportanza della sua scoperta, Compton ricevette il Nobel per la Fisica (1927).
La doppia natura ondulatoria e corpuscolare dei fotoni (e, per esteso, di tutti i quanti di energia) era accettata e comprovata. Nel
1924 il fisico francese Louis de Broglie ipotizza che anche la materia possa manifestare propriet ondulatorie e grazie ad
esperimenti sulla doppia fessura fatti con gli elettroni da Davisson, Germer e Thomson (1927) se ne ha la dimostrazione. Gli
elettroni, veri e propri pezzettini di materia, mostrano anchessi un modello di interferenza.

In pratica il dualismo onda-particella (con tutti i paradossi quantistici che lo caratterizza) dimostrato essere proprio di TUTTA
la realt, sia dei quanti di energia, come i fotoni, che dei quanti di materia, come gli elettroni.

Questa doppia natura ha sconvolto il mondo scientifico, tanto da far affermare a Niels Bohr che: "Coloro che non sono rimasti
scioccati quando si sono imbattuti per la prima volta nella teoria quantistica non possono averla capita."
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Lo stato ondulatorio dellenergia e della materia descritto dalla funzione donda di Schrdinger (indicata con la lettera greca
Psi - ), la cui equazione definisce tutte le possibilit degli stati che un sistema pu assumere. Fino a che un quanto nella sua
forma ondulatoria tutte le possibilit sono copresenti ed abbiamo solo una maggiore o minore probabilit che una
determinata situazione possa manifestarsi (ad es. lequazione della funzione donda di un elettrone potr solo dirmi dove pi o
meno probabile che io veda quellelettrone quando ne misuro la posizione, ma non potr mai dirmi dove sar effettivamente).

Rappresentazione grafica degli orbitali degli elettroni di un atomo di idrogeno

E stato il fisico tedesco Max Born il primo a proporre lipotesi che l'onda che Schrdinger associava agli elettroni (e ad ogni
altra particella quantistica), non fosse effettivamente un'onda fisica, come lo sono le onde del mare o le onde luminose, bens
un'onda di probabilit!

La probabilit fa cos il suo prepotente ingresso nella visione del mondo della fisica e questo mette seriamente in crisi la
visione deterministica classica. L'interpretazione probabilistica della funzione d'onda materiale (come quella di un elettrone)
mina alle fondamenta il modello meccanico newtoniano, secondo cui teoricamente possibile, conoscendo la condizioni
iniziali e le leggi del moto, prevedere l'evoluzione nel tempo di qualsiasi sistema fisico. In meccanica quantistica una volta
conosciute le condizioni iniziali, possibile solamente calcolare quali configurazioni sono maggiormente probabili lungo il corso
del tempo. Einstein, convinto che la realt fisica dovesse essere rigorosamente deterministica, si oppose dicendo che Dio
non gioca a dadi!

Nel 1927 Werner Heisenberg formula il Principio di Indeterminazione, che d un ulteriore scossone alle certezze della
vecchia fisica newtoniana. Secondo questo principio vi sono in fisica delle grandezze tra loro correlate (il termine tecnico
coniugate - come ad es. posizione e velocit, energia e tempo) che non potranno mai essere conosciute con esattezza: la
determinazione precisa di una delle due, infatti, rende pi incerta la misura dellaltra.

La diretta conseguenza del Principio di Indeterminazione di Heisenberg che se noi effettuiamo delle misurazioni per un
periodo di tempo tendente a zero, i valori di energia tenderanno allinfinito (tieni a mente che pi definita una grandezza,
come qui il tempo che viene ad essere estremamente circoscritto, e meno definibile laltra, qui lenergia che tender
allinfinito) e quindi - teoricamente - delle particelle possono venire all'esistenza pur in assenza dellenergia necessaria alla loro
creazione. Queste particelle vennero definite virtuali perch non pur non avendo un'esistenza permanente, avrebbero
comunque dovuto lasciare una traccia della loro generazione nei livelli di energia degli atomi. Queste tracce sono state
effettivamente misurate da Willis Lamb (nel 1947) e cos la teoria stata confermata.
La conseguenza estrema dellindeterminazione della coppia energia/tempo dimostra che il vuoto non poi cos vuoto, ma in
realt ricco di fluttuazioni energetiche di brevissima durata che permettono la generazione dal nulla di materia. E il cosiddetto
Campo di Punto Zero.

Che cosa fa collassare la funzione donda?


Cosa porta le - virtualmente infinite - possibilit, ad un unico e solo stato misurabile?
Il fisico John von Neumann ipotizz che a far collassare la funzione d'onda sarebbe stata l'interferenza di un altro sistema; in
pratica se cerco di misurare una quantit di un sistema (ad es. la sua velocit), faccio collassare la sua funzione d'onda e,
pertanto, leggo un unico valore per scelta di quel particolare valore della velocit fra tutti quelli possibili. La posizione di Von
Neumann suggeriva quindi, almeno implicitamente, che il collasso non fosse un fenomeno fisico oggettivo, bens un fenomeno
psicologico soggettivo.

Per Eugene Wigner (premio Nobel per la fisica nel 1963) la coscienza proprio il fenomeno non lineare che determina il
collasso della funzione d'onda. Da questo punto di vista si potrebbe affermare che latto di osservare compiuto da esseri
coscienti in grado di trasformare una probabilit di esistenza in unesistenza vera e propria. Tutto questo ci porta alla
constatazione che linfluenza dellosservatore (e quindi la coscienza di colui che osserva, cio la res cogitans, il mondo
soggettivo) determina dei cambiamenti in ci che viene osservato (cio la res extensa, il mondo oggettivo). Infatti, se imposto
un esperimento per evidenziare la natura corpuscolare di un quanto ecco che lui si comporta come un corpuscolo; se invece
imposto un esperimento per evidenziare la natura ondulatoria dello stesso quanto ecco che lui si comporta come unonda!

La realt non pi oggettiva di per s, come presupponeva la teoria classica,


ma appare in un certo modo a seconda di come la stiamo osservando!
La coscienza dellosservatore appare influenzare la realt!

A destra unanalogia pittorica del collasso della funzione donda:


nella propria mente un pittore pu rappresentarsi ci che vuole, ma quando poi inizia
un dipinto specifico esclude tutte le altre possibilit.

E bene precisare che non tutti i fisici sono daccordo con questa interpretazione. Ad
esempio, secondo la teoria della decoerenza la sovrapposizione di stati che la
funzione donda descrive viene a ridursi ad un singolo stato osservabile a causa della
mera interazione delloggetto con lambiente che lo circonda (non c la necessit di
una coscienza osservante).

Perdita progressiva della coerenza di fase negli stati in superposizione.

In ogni caso gli esperimenti quantistici dimostrano che la coscienza un ruolo lo gioca, anche se non si ancora arrivati ad una
visione concorde nella comunit scientifica internazionale. Addirittura secondo lipotesi avanzata da Hugh Everett III nel 1957,
detta Teoria a Molti Mondi, il collasso della funzione donda viene negato del tutto. Everett suggerisce, infatti, che per ogni
possibile soluzione dellequazione abbiamo la manifestazione di una realt diversa in universi paralleli. In questa ipotesi non
esiste nemmeno pi unonda di probabilit per la particella: essa si trova fisicamente (e non solo teoricamente) in diversi luoghi
contemporaneamente e questi luoghi non sono altro che universi differenti.

La teroria di Hugh Everett III ipotizza lesistenza di infiniti mondi paralleli.


Nonostante non tutte le interpretazioni della meccanica quantistica vedano un ruolo cruciale nella coscienza, non di meno
linterpretazione ad oggi pi avvalorata tra i fisici proprio lInterpretazione di Copenaghen (sviluppata da Niels Bohr e da
Werner Heisenberg, assieme ad altri fisici quali Pauli, Dirac, Born, negli anni 1924-27), secondo cui la funzione donda
descrive uninsieme di possibilit tutte copresenti e solo il processo della misura la fa collassare in un unico e solo stato
osservabile. E a questa visione che Einstein si oppose fortemente.

Nel provocatorio esperimento mentale di Schrdinger, pensato proprio per evidenziare le incongruenze della teoria quantistica
a confronto con lordinaria percezione della realt, si immagina che la vita o la morte di un gatto in una scatola dipenda dalla
possibilit quantistica che un atomo decada o meno in un certo arco di tempo.
Secondo linterpretazione di Copenaghen quando nessuno apre la scatola il gatto in uno stato di superposizione, cio sia
vivo, sia morto e solo quando apriamo la scatola abbiamo il collasso della funzione donda e potremo trovare il gatto o vivo o
morto. Fino a quando losservazione non avvenuta, due stati evidentemente opposti e inconciliabili sono entrambi presenti!

La strana sorte del gatto di Schrdinger... vivo e morto allo stesso tempo?

Oltre alla propriet della superposizione (la coesistenza, appunto, di pi stati sovrapposti di uno stesso oggetto) i quanti
godono anche di altre strane propriet, quale ad esempio quella di entanglement (uninterconnessione istantanea,
indipendente dalla distanza, tra particelle in origine correlate tra loro e poi separate). Lentanglement - lett. intreccio - stato
verificato sperimentalmente nel 1982 da Alain Aspect (Universit di Parigi) e violerebbe il principio della relativit speciale,
per il quale non pu esistere una comunicazione che viaggi pi veloce della luce. In effetti possiamo anche considerare che
esista un ordine implicato, interno, che accomuna tutto lUniverso e grazie al quale nulla veramente separato e
indipendente; quando due enti comunicano tra loro istantaneamente perch sono in realt una cosa sola! Lordine implicato
(concetto formulato dal fisico David Bohm) nascosto ai sensi ordinari ed in effetti potrebbe corrispondere alla dimensione
interiore della coscienza (detta Spazio delle Varianti dallautore russo Vadim Zeland), che entra cos in stretta relazione
causale con luniverso fisico.

Alcuni fenomeni strettamente quantistici sono addirittura osservabili macroscopicamente, ad es. la superconduttivit e la
superfluidit (dove si osserva una corrente o un fluido scorrere senza alcun tipo di attrito, cosa considerata impossibile nella
meccanica classica), oppure leffetto tunnel (cio il superamento di una barriera che in condizioni ordinarie non sarebbe
superabile: presente anche nel funzionamento delle memorie flash dei computer e spiega come siano possibili le fusioni
nucleari nelle stelle).

Se ogni cosa o evento esiste come possibilit caratterizzate da funzioni donda e solo la coscienza (losservazione) permette il
passaggio alla realt concreta (ordine esplicato), latto di portare o meno attenzione su una cosa cruciale per stabilire il
flusso futuro degli eventi. Con le conoscenze adeguate possibile navigare nel mare dellesistenza e far collassare solo gli stati
delle esperienze che vogliamo vivere (come si insegna nel Reality Transurfing). La fisica quantistica pu essere considerato
un primo paradigma scientifico in grado di aiutarci a comprendere gli elementi della natura non locale dellessere umano (la
mente e lAnima), in quanto lascia il passo al meccanicismo e al determinismo della vecchia fisica. Molta strada ancora deve
essere fatta, ma linizio di una visione unitaria che probabilmente unir Scienza, Psicologia e Spiritualit.

La meccanica quantistica ha aperto uno spiraglio scientifico verso limponderabile, tuttavia assai lontana dallaverlo anche
solo minimamente definito e oltretutto opera in un campo che non abbraccia ancora lo studio del potenziale umano. Ecco
perch non possiamo chiamare in causa la fisica quantistica - direttamente - per spiegare i fenomeni extrasensoriali o i
poteri paranormali, come a volte viene fatto fin troppo semplicisticamente, causando le giuste ire dei fisici accademici.
In sostanza... l'entanglement quantistico NON dimostra scientificamente la telepatia;
l'effetto tunnel quantistico NON dimostra scientificamente la teleportazione ;
la superposizione NON dimostra scientificamente la bilocazione;
la creazione dal vuoto quantistico di materia NON dimostra scientificamente le materializzazioni o gli apporti; ecc....

Ma non c alcuna necessit di dimostrare scientificamente dei fenomeni che sono stati ampiamente documentati (penso ad
es. alla telepatia) e dei quali, oltretutto, non necessario convincere nessuno della loro esistenza.
Ci che ci offre la fisica quantistica , per, un nuovo modello di pensiero e ragionando in termini analogici possiamo ipotizzare
che se esiste una realt al di sotto dei nostri sensi in cui vi sono delle leggi che non trovano riscontro nella realt ordinaria,
pu ben esistere una realt al di sopra dei nostri sensi che risponde a delle leggi analoghe.

La sperimentazione empirica della Legge di Attrazione, del Reality Transurfing e tutte le testimonianze sui miracoli e le siddhi (i
poteri spirituali) presentate da mistici, iniziati, santi ed illuminati di tutti i tempi secondo me lo dimostrano ampiamente. Non a
caso nella Tavola Smeraldina attribuita ad Ermete Trismegisto si legge: vero senza errore e menzogna, certo e
verissimo. Ci che in basso come ci che in alto, e ci che in alto come ci che in basso.

In forma grafica ecco rappresentata qua sotto la sovrapposizione dei tre domini di realt: quello dei sensi ordinari, quello
subatomico e quello che potremmo definire iperfisico. La realt ordinaria sta nel mezzo ed influenzata dalle speciali leggi che
regolano sia il mondo di sotto che il mondo di sopra; infatti come possiamo utilizzare le leggi quantistiche per costruire le
memorie flash del computer o dei microscopi ultrapotenti (che sfruttano leffetto tunnel quantistico), cos possiamo usare le
leggi metafisiche per delle guarigioni che, in mancanza delle conoscenze adeguate, possono apparire miracolose.

Alcuni termini usati sono dei neologismi che servono soltanto a rendere l'idea delle interrelazioni tra i 3 livelli:
Metafisica = Fisica della realt trascendente
Macrofisica = Fisica del Macroscopico (la Fisica Classica)
Microfisica = Fisica del Microscopico (la Meccanica Quantistica)
SubFisica = Fisica Subatomica (sempre la Meccanica Quantistica)
IperFisica e SuperFisica sono termini correlati ai concetti spirituali di Mondi Iperfisici o Mondi Superfisici
(cio le dimensioni sottili dellesistenza) e per contrapposizione ecco i termini: IpoFisica e SubFisica.
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La fisica ha aperto un sottile spiraglio sullinterrelazione tra mente e materia,


sta adesso ad ogni serio Ricercatore sperimentare su di s le vere potenzialit ed i limiti della coscienza umana!

Dott. Nicola Saltarelli - www.scienzenoetiche.it | Licenza Creative Commons BY-SA 3.0 | Codice Dispensa: S-FIS 1.0

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