Vous êtes sur la page 1sur 73

Corso Regionale di I Livello

per Allenatori di Pesistica e Cultura Fisica


Comitato Regionale Emilia Romagna
Biomeccanica della Pesistica e della
Cultura Fisica

Relatore: Emilio Tirelli


Programma del corso

q Definizione di biomeccanica
q Concetto di Forza
q Parallelogramma delle forze
q Concetto di Lavoro
q Concetto di Potenza
q Leve di I, II e III genere
q Analisi biomeccanica degli esercizi olimpici
q Chinesiologia applicata
Cosa centra la meccanica?

La scienza meccanica nobile ed utile pi delle altre scienze e, come


risulta, tutti i corpi viventi hanno possibilit di movimento e agiscono
secondo le sue leggi []
Leonardo Da Vinci

Il corpo umano una macchina: trasforma energia e compie lavoro.


Lanalisi delle funzioni e delle condizioni di esercizio sono i
presupposti per lo studio di qualsiasi macchina
BIOMECCANICA: scienza che studia le caratteristiche statiche e
dinamiche dellapparato locomotore umano contribuendo al
miglioramento delle prestazioni atletiche.

Campo multi-disciplinare nel quale convergono le competenze di


specialisti di branche diverse del sapere:
Medici
Ingegneri
Biologi
Chimici
Informatici

Ricerca congiunta finalizzata allo


studio metodico del gesto sportivo.
Obiettivi della biomeccanica
Miglioramento della prestazione:

Equipaggiamento
Scarpe, abbigliamento costituiscono lequipaggiamento in quasi tutti gli sport, questo pu avere
un effetto sulla prestazione o direttamente o tramite la prevenzione (???) dellinfortunio.
Esempi: ciclismo, sci, tennis
Obiettivi della biomeccanica
Miglioramento della prestazione:

Allenamento
La biomeccanica ha il potenziale per guidare le modifiche in allenamento e quindi il
miglioramento delle prestazioni. Unanalisi della carenze della tecnica di un atleta pu
assistere lallenatore o linsegnante nellidentificare il tipo di allenamento necessario allatleta
per migliorare.
Obiettivi della biomeccanica
Miglioramento della prestazione:

Prevenzione degli infortuni

Forza agente sulla vertebra L3 su un soggetto di 70 Kg di peso


(da "Basi biomeccaniche nella prevenzione dei danni alla colonna lombare durante
esercizio fisico" di Zatsiorskij V.M. e Sazonov V.P. - Atleticastudi n. 3-4 1988)

Pressioni sulle vertebre lombari in varie posizioni di spostamento di un carico


Obiettivi della biomeccanica
Miglioramento della prestazione:

Tecnica
Insegnanti e allenatori possono utilizzare la loro conoscenza per correggere unatleta per
migliorare lesecuzione di un esercizio. Ricercatori biomeccanici possono scoprire una nuova e
pi efficace tecnica per compiere un esercizio sportivo.

Javier Sotomayor 2,45m Mondiali Salamanca


Lo studio dellapparato muscolo-scheletrico umano, della sua
dinamica e del suo equilibrio viene effettuato in maniera semplice
applicando le leggi fondamentali della dinamica, ovvero:

Le 3 leggi di Newton

Le 2 leggi che stabiliscono le condizioni generali di


equilibrio per un corpo libero
Le Leggi di Newton e la
meccanica classica.

Teoria per sistemi inerziali basata


sul concetto di Massa, di Forza e
sulle leggi che mettono in
relazione grandezze dinamiche
con grandezze cinematiche

Sir Isaac Newton (1643-1727)


Tre facce della stessa medaglia

Statica ? tratta questioni concernenti le varie forze e le condizioni di equilibrio


dei corpi materiali sotto lazione di tali forze

Cinematica ? descrive le propriet geometriche del movimento dei corpi

Dinamica ? studia il movimento dei corpi sotto lazione delle forze


La Forza
La forza lazione esercitata da un corpo su un altro corpo
E una grandezza vettoriale e la sua unit di misura il Newton = kg*m/s2
Le tre leggi di Newton
Prima LEGGE DI NEWTON
Primo principio della dinamica (Principio dinerzia di Galilei):
Se la forza risultante totale (vettore) agente su un corpo (punto materiale)
nulla, laccelerazione del corpo nulla ed esso si muove di moto rettilineo
uniforme o rimane fermo.

Fris = 0 implica a = 0 e v = 0 o v = cost


La forza qualsiasi influenza capace di produrre una variazione dello stato del corpo

-F F
m
Le tre leggi di Newton
Seconda LEGGE DI NEWTON
Secondo principio della dinamica (Principio dazione delle forze):
Laccelerazione di un corpo (punto materiale) pu essere causata solo da una
forza applicata al corpo stesso. Lorientamento dellaccelerazione uguale
allorientamento della forza applicata che lha causata ed il modulo
dellaccelerazione direttamente proporzionale al modulo della forza.

F=mxa
con F e a vettori

La costante proporzionalit linerzia ossia la MASSA del corpo.

F a
m
F
m La forza F imprime unaccelerazione a=F/m
alla massa m; lorientamento di a uguale a
quello di F.

Carro spinto dalla forza a e trainato dalle forze b e c (forze collineari equiverse).
-F F La somma vettoriale delle due forze
m applicate nulla e quindi, essendo nulla la
forza risultante totale, non c
accelerazione.

forze collineari di verso opposto


Fris
F2 La somma vettoriale di F1 ed F2 d una forza
risultante totale non nulla e quindi c una
accelerazione il cui orientamento diverso sia
m da quello di F1 che da quello di F2.
F1

Forze complanari, non collineari

Forze concorrenti e complanari,


ma non sono collineari.
Le tre leggi di Newton
Terza LEGGE DI NEWTON
Terzo principio della dinamica (Principio dazione e reazione):
Se il corpo (punto materiale) 1 esercita una forza (azione) sul corpo
(punto materiale) 2, il corpo 2 esercita una forza (reazione) uguale ed
opposta sul corpo 1.

Applicazione in ambito
F12 = -F21 traumatologico
Unazione corrisponde sempre ad una reazione uguale ed opposto

mR

P
Interpretazione angolare della terza legge di Newton

Per ciascun momento esercitato da un oggetto su di un altro, esiste un


momento uguale ed opposto esercitato da questo ultimo sul primo.

Es. Funambolo con asta

Lasta abbassa il centro di gravit e aumenta il


momento dinerzia, questi effetti aumentano la
stabilit dellacrobata. Luso pi importante
dellasta spiega la terza legge di Newton: se il
funambolo esercita un momento in senso orario
sulla corda e muove lasta in senso orario questa
eserciter un momento antiorario su di lui e
possibilmente muover il funambolo in maniera
tale da recuperare la posizione.
Leggi di equilibrio

La Forza e le leggi di Equilibrio

Si definisce FORZA qualunque causa atta a produrre una variazione


dello stato di quiete o di moto di un corpo oppure a deformarlo

La forza un vettore caratterizzato da Modulo, Direzione e Verso.

PRIMA LEGGE DI EQUILIBRIO:

Un sistema costituito da due sole forze (non nulle)


equivalente a zero se e solo se tali forze sono
direttamente opposte.

F1
P F2
Leggi di equilibrio
SECONDA LEGGE DI EQUILIBRIO:
Condizione necessaria (ma in generale non sufficiente) affinch un
sistema costituito da sole tre forze sia equivalente a zero che le
rette di azione di tali forze siano complanari e concorrenti in uno
stesso punto.

F1
EQUILIBRIO

F2
F2 F3

F1
P
F3
F1+F2+F3=0
Leggi di equilibrio

TERZA LEGGE DI EQUILIBRIO:


Non si altera lequilibrio se si sostituisce a pi forze applicate in un
punto la loro risultante applicata nel medesimo punto

EQUIVALENZA

F2
F2 F3

F1
P
F3
F1=F2+F3
Massa: misura la quantit di materia contenuta un corpo (numero di atomi
costituenti).
Propriet intrinseca della materia (da non confondere col peso)

Misura dellinerzia di un corpo.

F m a

F = m x a = 2m x a/2

F a/2
2m
Composizione di forze concorrenti con il
PARALLELOGRAMMA DELLE FORZE

F1

Fris

F2

Fris = F1 + F2
PARALLELOGRAMMA DELLE FORZE
Le condizione di equilibrio per il corpo umano, o per una parte di
esso, sono sempre le due equazioni fondamentali della statica:
1. Equilibrio traslazionale. La somma di tutte le forze agenti deve
essere uguale a zero:

Si Fi = 0
2. Equilibrio rotazionale. La somma dei momenti di tutte le forze
rispetto ad un punto qualsiasi deve essere uguale a zero:

Si Mi = 0

Si scriveranno prima le equazioni vettoriali, poi le equazioni scalari relative


alle componenti lungo gli assi x e y pi convenienti; anche gli assi di
rotazione saranno scelti in maniera opportuna per il calcolo dei momenti
delle forze.
La Pressione: forza F
p= =
area di contatto A
Coppia (o momento)
Il momento di una coppia di forze (o coppia) si crea quando si hanno due
forze con verso opposto e direzione non coincidente.
Momento
Una forza applicata fuori centro provoca una rotazione producendo una grandezza
vettoriale detta Momento della Forza o Momento Motore.

F2 M = r . Fperp.

F1 F par.
F

r F perp.

Centro di rotazione (polo)


Momento muscolare

Cosa causa la rotazione degli arti?


I muscoli esercitano una forza. La linea di azione di una forza muscolare
lungo la linea congiungente i punti di inserzione. La linea di azione
lontana dal centro articolare, quindi generano un momento.

Esempio: il bicipite
Il momento cambia a seconda dellangolo di flessione

La capacit di una forza di causare una rotazione cresce


con la distanza tra lasse di rotazione e con la forza.
LE LEVE
Una leva una macchina semplice che trasforma il movimento composta da due
bracci solidali fra loro incernierati per un'estremit a un fulcro.

Lapparato muscolo-scheletrico presenta un numero enorme di leve,


alcune vantaggiose ma, assai pi frequentemente, svantaggiose.

FP bP = FR bR

Condizione di equilibrio:
la somma dei momenti delle
forze ad essa applicate deve
essere uguale a zero. Poich nella
leva l'asse di rotazione fisso e
sono applicate solo
due forze, sufficiente uguagliare i
moduli dei momenti:
Classificazione delle LEVE
leve di primo genere: il fulcro si trova tra le due
forze (possono essere vantaggiose, svantaggiose
o indifferenti)

leve di secondo genere: la forza resistiva si


trova tra fulcro e forza applicata (o potenza) (sono
sempre vantaggiose)

leve di terzo genere: la forza applicata (potenza)


si trova tra fulcro e forza resistiva (sono sempre
svantaggiose)

In base al rapporto tra forza resistiva e forza applicata le leve si distinguono in:
vantaggiose se la forza applicata richiesta minore della forza resistiva
svantaggiose se la forza applicata richiesta maggiore della forza resistiva
indifferenti se la forza applicata richiesta uguale alla forza resistiva
ATTENZIONE: Ogni vantaggio statico produce uno
svantaggio dinamico e viveversa!

Naim Sleymanoglu Seul 1988 cat.60 kg Slancio 190 kg

Leccezionale mobilit dellapparato muscolo scheletrico umano


si ottiene dunque a scapito di un grande dispendio energetico
A causa della sua configurazione anatomica, ciascun muscolo
esercita una forza in una direzione predeterminata dalla sua
configurazione anatomica.

Per ottenere una forza in una direzione diversa sar necessario


combinare vettorialmente le forze esercitate da pi muscoli (in genere
adiacenti) e spesso occorre sommare grandi forze per ottenere
piccole risultanti.
Leva di I genere
Flesso estensione del capo:
Potenza = muscoli inseriti in occipite
Resistenza = peso del capo
Fulcro = articolazione tra 1 vertebra cerv. e occipite

Leva di II genere
Sollevamento in punta di piedi:
Potenza = muscoli in inserzione del tricipite surale
Fulcro = avampiede
Resistenza = articolazione tibio-tarsica

Leva di III genere


Flessione dellavambraccio sul braccio:
Potenza = bicipite brachiale
Resistenza = carico sulla mano + Peso avambraccio
Fulcro = articolazione del gomito
Leva di I genere

Soggetto di circa 80 Kg di peso e carichi sulla vertebra L3 in posizione


eretta e seduta
(da Anatomie et science du geste sportif di Virhed R. - Ed. Vigot 1987)

Il carico totale di (equilibrio delle forze) dato dalla somma del peso del
busto e dalla forza dei muscoli estensori della colonna.
Il braccio di leva della resistenza varia di un fattore 3.
LE CARRUCOLE: leve & deviatori
LE CARRUCOLE: leve & deviatori
Esempio: Leg extention con camma

Lavora Quadricipite
femorale
(vasto intermedio,
mediale , laterale e in
modo incompleto il
Retto )
Le camme
Esempio: Trazioni presa larga con carrucole

Lavora il Gran dorsale,


grande rotondo, romboide,
fasci inferiori trapezio ( in
modo minore bicipite,
brachiale ant., lungo
supinatore)
Le carrucole
Esempio: Pek-dek.

Lavora il pettorale
(fasci alti), deltoide
anteriore, in modo
minore tricipite
brachiale e gran
dentato
Esempio: Pek-dek.
IPOTESI SEMPLIFICATIVE (modello statico e cinematico):
1. Le articolazioni del corpo umano sono assunte come cerniere
meccaniche (unico centro di rotazione, no traslazioni relative ma
serie di centri di istantanea rotazione).

2. Ossa come bielle dotate di rigidezza infinita (deformabilit nulla).

3. Articolazioni prive di attrito (no azione dei legamenti e tessuti molli).

4. Trascurata forza dei muscoli antagonisti; modello di articolazione


piana.

5. Non si calcolano le reazioni articolari (fondamentali per la


traumatologia)

6. Si calcolano sistemi isostatici (sistema staticamente determinato e


risolvibile con le equazioni di equilibrio).
Dovendo affrontare lanalisi di una particolare condizione di
equilibrio del corpo umano, bisogna:

1. individuare tutte le forze agenti dallesterno;

2. individuare le forze interne muscolari che le devono annullare;

3. considerare gli eventuali momenti di tutte le forze rispetto ad uno

o pi assi di rotazione opportunamente scelti;

4. tracciare un diagramma che permetta di semplificare la soluzione

del problema.
Trova la differenza(?)
Infatti

Leva di II genere:

Calf Machine:
Lavora tutto il tricipite surale (soleo +gasrocnemio)
Lavampiede fulcro, larticolazione tibio-tarsica la
resistenza, la potenza applicata allinserzione del
tricipite surale
Leva di I genere:
Polpacci a Leg Press
Lavora tutto il tricipite surale (soprattutto gasrocnemio)
Larticolazione tibio-tarsica fulcro, lavampiede la
resistenza, la potenza applicata allinserzione del
tricipite surale.
Basta leggeree capire!
Aperture con manubri
Leva di III genere:

Alzate laterali: deltoide (fino a 90 poi lomero si blocca in cavit


glenoidea. Oltre Trapezio e Gran dentato)
Trova la differenza(?)
Adduttori del braccio (coracobrachiale, grande rotondo, gran pettorale, sottoscapolare , tricipite brachiale-capo lungo,
gran dorsale, rotondo)
Deltoide e trapezio principalmente
Due conti alla vecchia
W/2=30kg

7cm
W = Peso Atleta = 60kg
Wb
Ra
WB = braccio = 3kg
Distanza PB-Gomito = 14cm
Fd 28cm 34cm
62cm

W
62 Wb 28 = Fd 7
2
Eq. Equilibrio attorno alla spalla: W
62 Wb 28
Fd = 2 = 120kg
3,5
Leva di III genere:
Due conti alla vecchia

W = Peso Manubrio = 6kg Eq. Equilibrio attorno al gomito:


WA = Peso avambraccio = 2kg
Angolo tra braccio ed avambraccio = 90
Distanza PB-Gomito = 14cm W 38 + WA 14 = FB 5
Lunghezza avambraccio = 38cm
W 38 + WA 14
Distanza inserzione prox. Bicipite brachiale = 5cm FB =
5
FB = 51,2kg
Reazione articolare sul gomito:

Ra + WA + W = FB
Ra = 51,2 2 6 = 43,2kg
La fisica di tutti i giorni

Potenza = Forza x Velocit


Quantit di moto = Massa x Velocit

Se ad un sistema non applicata alcuna forza esterna (o se nulla


la risultante di tutte le forze esterne), la quantit di moto risultante
totale del sistema rimane costante nel tempo.
[Principio di conservazione della quantit di moto]

m x v = cost

Lavoro = L= Forza x Spostamento


Energia Potenziale = EP = m x g x h
Energia Cinetica = EC = 0.5 x m x v2
L + EC + EP = 0
LA BIOMECCANICA DEL SOLLEVAMENTO PESI

Nella tecnica pesistica si devono considerare tre sistema interagenti:


1. Sistema atleta
2. Sistema bilanciere
3. Sistema atleta e bilanciere

Punti critici:
critici
q Posizione del baricentro complessivo nei passaggi statici
q Bilanciamento degli spostamenti del bilanciere
q Esigua superficie di appoggio (diminuisce con laumento del carico)
q Fase di spinta: appoggio nel caricamento, altezza raggiunta
q Fasi aeree

Cinematica del movimento:


movimento
q Osservazione della traiettoria del bilanciere
LA BIOMECCANICA DEL SOLLEVAMENTO PESI

Rilevamento delle grandezze fisiche significative


LA BIOMECCANICA DEL SOLLEVAMENTO PESI

Differenza della struttura cinematica (velocit verticale del bilanciere)


nellesercizio di strappo e di tirata in alzate con carichi diversi
eseguite da uno stesso atleta.

I grafici evidenziano lo spostamento del picco di velocit passando


dallo strappo alle tirate. Fattore importante da tenere in considerazione
per selezionare il carico ideale nelle tirate.
LA BIOMECCANICA DEL SOLLEVAMENTO PESI: LO STRAPPO
Modello di divisione ed orientamento biomeccanico
dellesercizio di strappo in 3 periodi e 9 posizioni
Lo strappo
Profili di spostamento e velocit nelle fasi dello strappo
LA BIOMECCANICA DEL SOLLEVAMENTO PESI: LO SLANCIO
La girata
Modello di divisione ed orientamento biomeccanico
dellesercizio di girata in 3 periodi e 9 posizioni
La spinta
Modello di divisione ed orientamento biomeccanico
dellesercizio di spinta in 2 periodi e 8 posizioni
Fine

Vous aimerez peut-être aussi