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Abstract ................................................................................................................................................. 9
1. INTRODUZIONE ........................................................................................................................ 11
2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Figura 2.1 Sezione geologica della zona di imbocco della Galleria Inzogno e legenda delle unit litologiche 15
3. INDAGINI GEOTECNICHE
Figura 3.1 Sondaggio S1 verticale in corrispondenza dello Svincolo Sud 19
Figura 3.2 Sondaggio S3 verticale a circa 90 m dallimbocco 19
Figura 3.3 Sondaggio S2 suborizzontale in direzione dellasse della galleria 19
Figura 3.4 Grafico pressione-deformazione diametrale della prova dilatometrica effettuata sulle Argilliti 21
Figura 3.5 Andamento della velocit di propagazione delle onde sismiche con la profondit 23
6. PIANO DI MONITORAGGIO
Figura 6.1 Planimetria delle sezioni e dei punti di monitoraggio 39
Figura 6.2 Sezione di monitoraggio con chiodi di convergenza, estensimetri verticali e estensimetro al fronte 40
Figura 7.10 Taglio dei micropali della berlinese al di sotto della dima dattacco dello scavo 49
Figura 7.11 Scavo del primo sfondo del primo campo mediante escavatore dotato di martellone demolitore 50
Figura 7.12 Scavo del primo sfondo di un metro 50
Figura 7.13 Porzioni di centine non ancora assemblate 51
Figura 7.14 Centine poste in opera e unite tramite catene 51
Figura 7.15 Attacco per catene di collegamento tra le centine 51
Figura 7.16 Posizionamento della centina tramite escavatore dotato di pinza 51
Figura 7.17 Carro su cui montato il gruppo pompante per lo spritz beton 52
Figura 7.18 Fronte di scavo ricoperto con spritz beton per evitare distacchi al fronte 53
Figura 7.19 Svuotamento delle reni tamponata con rete metallica e spritz beton 53
Figura 7.20 Rivestimento del fronte con spritz beton prima di realizzare gli infilaggi del campo successivo 53
Figura 7.21 Fase di scavo eseguita per sfondi di un metro, con successiva posa delle centine 54
Figura 7.22 Formazione di fessure nello strato di spritz beton 54
Figura 7.23 Fase di realizzazione del piano di posa dellarco rovescio 55
Figura 7.24 Posa in opera dellarmatura metallica dellarco rovescio 55
Figura 7.25 Getto del calcestruzzo preconfezionato 55
Figura 7.26 Il calcestruzzo ha fatto presa e si pu procedere allo scavo 55
Figura 7.27 Planimetria dei punti di monitoraggio superficiali, con la posizione delle sezioni di convergenza 56
Figura 7.28 Mire ottiche poste sui prismi di fondazione dei due tralicci dellalta tensione 57
Figura 7.29 Vengono mostrati i due tralicci dellalta tensione presenti in prossimit dellimbocco della 57
galleria
8. PROBLEMATICHE EMERSE IN FASE DI ESECUZIONE
Figura 8.1 Cavit creatasi in seguito a precipitazioni, coperta e in seguito riempita con spritz beton 58
Figura 8.2 Distacco di una porzione di terreno al fronte, subito sostenuto tramite spritz beton 59
Figura 8.3 Tirante troppo basso che finito allinterno della sezione di scavo ed stato tagliato 59
Figura 8.4 Realizzazione tramite posizionatore dei fori per i tubi vtr 60
Figura 8.5 Ciottoli crollati nel foro che impediscono la posa del tubo vtr 60
Figura 8.6 Vista dei tubi in vetroresina durante lo scavo 61
Figura 8.7 Posizionatore in opera posto su di un piano rialzato 62
Figura 8.8 Infilaggi in calotta intercettati dallo scavo e tagliati per consentire la posa delle centine 62
Figura 8.9 Cavit generatasi alle spalle dei piedritti, ricoperta di spritz beton per evitare ulteriori distacchi 63
Figura 8.10 Non perfetto allineamento degli infilaggi, assenza del contatto con la centina 63
Figura 8.11 Piano di posa della centina con materiale rimaneggiato, regolarizzazione con masselli di legno 64
Figura 8.12 Sezione della galleria modificata nei campi 4 e 5 infittendo il numero di infilaggi e tubi vtr 65
Figura 10.13 Sezione trasversale finale della galleria e interferenze in superficie per limbocco sud 81
Figura 10.14 Profilo longitudinale della galleria in cui si indicano la litologia presente e i consolidamenti 83
Figura 10.15 Sezione trasversale finale della galleria e interferenze in superficie 84
Figura 10.16 Sezione trasversale finale della galleria che mostra le due fasi di scavo 85
Figura 10.17 Schema delle colonne in jet grouting in avanzamento a sostegno della calotta 86
Figura 10.18 Profilo longitudinale geologico della zona interessata dallo scavo della galleria 86
Figura 10.19 Sezione trasversale dello scavo di calotta con indicazione delle colonne in jet grouting 87
Figura 10.20 Planimetria e sezione trasversale finale della galleria del passante ferroviario 88
Figura 10.21 Fasi di scavo della sezione trasversale: iniezioni radiali, scavo in due fasi, posa del rivestimento 89
Figura 10.22 Sezione trasversale in cui si mostrano le diverse iniezioni, sopra e sotto falda 89
Figura 10.23 Profilo longitudinale di scavo e sezione trasversale finale 90
Figura 10.24 Consolidamento del preforo con colonne in jet grouting 90
Figura 10.25 Iniezioni radiali realizzate dal foro pilota 90
Appendici
Figura A.1 Carta geologica dellabitato di Zogno 104
Figura A.2 Carta geologica dellabitato di Zogno: particolare della zona di imbocco della galleria Inzogno 105
Figura B.1 Sezione del carotiere 106
Figura B.2 Tubo carotiere con testa fresante 106
Figura B.3 Teste fresanti 106
Figura B.4 Materiale ricavato da sondaggio, posto in apposite cassette 106
Figura B.5 Scheda di sintesi del sondaggio S1 107
Figura B.6 Scheda di sintesi del sondaggio S2 109
Figura B.7 Scheda di sintesi del sondaggio S3 112
Figura B.8 Correlazione tra numero di colpi Nspt e densit relativa, in funzione della profondit 115
Figura B.9 Correlazione tra densit relativa e angolo dattrito, in funzione del tipo di materiale 115
Figura B.10 Correlazione tra numero di colpi e angolo dattrito, in funzione dello sforzo verticale 115
Figura B.11 Schema della prova dilatometrica 116
Figura B.12 Andamenti della deformazione diametrale e valore del modulo elastico 116
Figura B.13 Schema di una indagine di sismica a rifrazione 117
Figura B.14 Grafico distanza-tempo da cui si ricavano le velocit negli strati 117
Figura B.15 Unit di lettura e registrazione dati 117
Figura C.1 Macchina e strumentazione di prova 118
Figura C.2 Esempio di risultato di una prova monoassiale 118
Figura C.3 Schema di una prova triassiale 119
Figura C.4 Scheda riassuntiva dei risultati della prova triassiale 120
Figura C.5 Schematizzazione dellapparecchiatura per la prova di taglio diretto 121
Figura C.6 Grafico sforzo di taglio-spostamento orizzontale ricavato da una prova di taglio diretto 122
Figura C.7 Inviluppo di rottura nel piano sforzo tagliante-sforzo normale ricavato da una prova di taglio 122
Figura C.8 Schema della prova brasiliana 123
Figura C.9 Apparecchio di prova e provino dopo la prova 123
Figura C.10 Scheda di sintesi della prova di resistenza a trazione indiretta 123
Figura C.11 Schema dellapparecchio edometrico 124
Figura C.12 Apparecchio edometrico 124
Figura C.13 Grafico indice dei vuoti-sforzo verticale per la prova di rigonfiamento 124
Figura C.14 Setacci sottoposti a vibrazione 125
Figura C.15 Setacci aventi maglie quadrate di misure diverse e decrescenti 125
Figura C.16 Sedimentazione per valutare la composizione della porzione a granulometria inferiore a 0,002 126
mm
Figura C.17 Esempio di curva granulometrica ricavata attraverso setacciatura e sedimentazione 126
Figura D.1 Schematizzazione per il calcolo del carico sul rivestimento di una galleria 127
Figura E.1 Perforatrice idraulica in funzione per la realizzazione dei micropali della berlinese 129
Figura E.2 Realizzazione tramite perforatrice idraulica dei fori per i tiranti 129
Figura E.3 Perforatore che realizza gli infilaggi in calotta 131
Figura E.4 Dettaglio del braccio e della guida per le aste di perforazione 131
Figura E.5 Perforatore che realizza i tubi in vetroresina al fronte 131
Figura E.6 Dimensioni del perforatore e area di lavoro raggiungibile 131
Figura E.7 Dimensioni massime del perforatore 132
Figura E.8 Carro con sistema pompante per spritz beton al lavoro sul fronte della galleria 133
Figura E.9 Operazione di rivestimento del fronte con spritz beton 134
Figura E.10 Il rivestimento del fronte completato 134
Figura E.11 Carro con sistema pompante per spritz beton a riposo 134
Figura E.12 Braccio di distribuzione snodato 134
Figura E.13 Il cemento e gli additivi acceleranti di presa vengono miscelati durante il getto 134
Figura E.14 Escavatori con pinza e martellone usati per la posa delle centine 135
Figura E.15 Escavatore con martello demolitore usato per lo scavo della galleria 135
Figura E.16 Escavatore con benna per lo scavo del terreno e il carico dei camion 136
Figura E.17 Escavatore con pinza per sollevare e posizionare le centine 136
Figura E.18 Martello demolitore usato per lo scavo 136
Figura E.19 Escavatore con benna 136
Figura E.20 Pala caricatrice: vista frontale 137
Figura E.21 Pala caricatrice: vista laterale 137
Figura E.22 Piattaforma telescopica usata per il taglio dei micropali della berlinese 139
Figura E.23 Piattaforma telescopica usata nella fase di collegamento delle centine tramite catene 139
Figura E.24 Piattaforma telescopica usata nella fase di saldatura della dima dattacco ai micropali 139
Figura E.25 Stazione totale per rilievi geodetici e topografici 140
Abstract
Lelaborato analizza gli aspetti esecutivi di una galleria stradale, nellambito della variante allabitato di
Zogno in Provincia di Bergamo. Trattasi della realizzazione dellimbocco sud della Galleria Inzogno, posto
ai piedi di un pendio costituito da un deposito sciolto di ghiaie e sabbie, con intercalazioni di strati
cementati e di lenti di materiali coesivi. La tecnica di costruzione adottata consiste nello scavo a piena
sezione, di tipo tradizionale, per campi di avanzamento, preceduto da interventi di presostegno in calotta e
di consolidamento del fronte. La prima fase di studio e di comprensione delle ipotesi progettuali e dei
metodi di dimensionamento, ha permesso agli autori, durante lesperienza di cantiere, di partecipare in
modo attivo alla realizzazione dellopera, valutando e confrontando con la proprie competenze le
disposizioni impartite dalla direzione lavori. Le nozioni acquisite vengono riportate nel seguente elaborato
con lobbiettivo di valutare in una chiave critica lapproccio progettuale con cui stata gestita la commessa,
soffermandoci su considerazioni di tipo teorico-pratico, ed escludendo gli aspetti di tipo economico. Il
confronto fra la tecnica di scavo adottata, con altre tecniche alternative di consolidamento riportate in
letteratura, ha permesso di apprezzare i pregi ed i difetti di ogni tecnica di scavo, e di proporre una
soluzione differente, nata dallesperienza di cantiere e dalla conoscenza della litologia in sito e delle
complicazioni nate in fase esecutiva. In conclusione gli autori rimarcano come oggigiorno lapproccio
progettuale ed esecutivo adottato non sia plausibile, in quanto lassenza di un piano di controllo e di
previsione del comportamento della struttura e del terreno, durante la sua realizzazione, ha comportato la
mancanza di soluzioni progettuali di tipo alternativo. Si osserva come la progettazione di una qualsiasi
opera geotecnica debba essere concepita in modo flessibile, in grado di prevedere immediate modifiche in
corso dopera, qualora si verificano o si attendino eventi critici. Il manifestarsi degli eventi viene anticipato
in modo preventivo in funzione al raggiungimento di una soglia limite di allerta, la quale definita
simulando per via numerica levoluzione dellinterazione terreno struttura, in corso dopera.
1. INTRODUZIONE
Il presente elaborato viene redatto dagli autori in seguito allesperienza trascorsa in cantiere durante la
realizzazione una galleria inserita nel contesto della riqualificazione del tratto di strada che attraversa
Provinciale si propone lobiettivo di velocizzare e migliorare linterconnessione delle reti di mobilit della
Val Brembana. La lunghezza complessiva della variante di 4.387 m, che, partendo da sud ha inizio in
localit Inzogno, alluscita di una piccola galleria esistente posta allestremit nord del viadotto di Sedrina.
In tale punto il nuovo asse stradale si stacca dallattuale sede stradale per mezzo di una rotatoria ed
attraverso una prima galleria di lunghezza 646 m, denominata Galleria Inzogno, ci si porta, salendo, dallo
svincolo sud ad una quota di 328 m, con un dislivello di circa 36 m. Il successivo tratto di circa 350 m
allaperto, in continua salita fino alla seconda galleria, denominata Monte di Zogno. La lunghezza di tale
galleria di 1.792 m, sempre in salita fino al culmine raggiunto poco prima delluscita della galleria, a quota
436 m circa. Dallimbocco nord della galleria di Monte di Zogno il tracciato prosegue a cielo aperto a
mezza costa in discesa, per poi congiungersi a monte dellabitato di Zogno allesistente sede stradale
tramite una rotatoria. In Figura 1.1 riportata la planimetria del tracciato della nuova Variante allabitato di
Zogno.
L esperienza di cantiere stata condotta principalmente nella zona di imbocco, denominata Imbocco Sud
Inzogno, la quale si trova su un pendio inclinato con un angolo naturale di ventotto gradi, costituito da
depositi sciolti di versante. Come opera preliminare allo scavo della galleria stata realizzata una berlinese
tirantata in micropali, allo scopo di sostenere il terreno prima e dopo lo scavo. La realizzazione della galleria
avviene a partire dal portale Sud, dapprima mediante la realizzazione di presostegni e scavo in tradizionale
con martello demolitore ed escavatore idraulico, per poi procedere con lo scavo mediante il brillamento di
esplosivo nel tratto successivo. Gli interventi di presostegno previsti nel tratto di scavo in materiali sciolti
consistono in infilaggi metallici al contorno del cavo, tubi iniettati di vetroresina sul fronte e successivo
rivestimento provvisorio costituito da centine e calcestruzzo spruzzato. Nel tratto restante in roccia, si
prevede un avanzamento a piena sezione, con messa in sicurezza dello scavo in galleria mediante la posa di
bulloni, calcestruzzo spruzzato e centine in funzione della classe di scavo adottata. Per quanto riguarda
linterferenza con le strutture esistenti, si rilevano nei primi 50 metri di galleria la presenza di piloni degli
elettrodotti in superficie, con coperture comprese tra 12 e 24 m, inoltre a circa 100 metri dallo stesso
imbocco, il tracciato sottopassa il canale di scarico in calcestruzzo armato della centrale Enel con una
copertura di 32 m.
Con il presente elaborato, si vuole descrivere e commentare criticamente sia la progettazione che la fase
successiva di realizzazione delle opere di ingegneria riguardanti la realizzazione dellimbocco della Galleria
Inzogno. Sar analizzata nella prima parte del testo la caratterizzazione geotecnica dellarea di intervento,
per poi proseguire con una descrizione delle fasi di progettazione e dimensionamento delle strutture, e
terminare con la descrizione del piano di monitoraggio previsto per la realizzazione dellopera in progetto.
Nel seguito, partecipi dellesperienza di cantiere, verranno esposte le modalit di realizzazione della
galleria, soffermandoci nella descrizione delle singole fasi costruttive e dei mezzi dopera impiegati,
evidenziando inoltre le tematiche di cantiere ed i relativi accorgimenti adottati dal personale tecnico. Nella
seconda parte dellelaborato saranno proposte ed analizzate alcune tecniche di consolidamento di tipo
alternativo di possibile adozione nel contesto della realizzazione della Galleria Inzogno. Saranno inoltre
esposte le condizioni per le quali tali tecnologie sarebbero applicabili nel caso in oggetto, e verranno
esposti sia i vantaggi che gli svantaggi delladozione di ogni tecnica in relazione al contesto geologico
presente nella zona di imbocco. Infine nella parte conclusiva dellelaborato, si vuole valorizzare lesperienza
condotta in cantiere, per mezzo della quale si evidenziato come sia presente oggigiorno ancora una netta
separazione fra lo stadio di progettazione e quello di realizzazione dellopera, ponendoci come ulteriore
obbiettivo di questo elaborato, quello di rimarcare i benefici che una progettazione di tipo controllata
2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Lo studio geologico si basato su rilievi e studi originali eseguiti lungo le aree interessate dal tracciato.
Linquadramento geologico stato desunto inizialmente dalle note illustrative della Carta Geologica della
Provincia di Bergamo, ed in seguito sulla base dei nuovi rilievi, e delle indagini in sito svolte stata
elaborata una nuova Carta Geologica in scala 1:5.000 dellarea, riportata in appendice A.
Le unit litologiche che interessano il tracciato della Galleria Inzogno sono costituite da una successione
- Calcare di Zu
Con riferimento allo svincolo sud ed allimbocco della Galleria Inzogno, le opere in progetto interessano i
depositi sciolti alluvionali e di versante. Il substrato calcareo situato ad una profondit di 8-10 metri dal
piano campagna e fino alla quota di 15 metri non stata rinvenuta la falda acquifera.
Le opere relative al portale sud ed il primo tratto di galleria per circa 80 m di sviluppo saranno interessate
dai depositi sciolti dellunit di Inzogno, costituite da ghiaia e sabbia, con locale presenza di lenti e letti
cementati. A partire dalla progressiva 320 sino alla 420 circa, la galleria attraversa le Facies di transizione
Calcare di Zu e ARS, aventi caratteristiche geomeccaniche scadenti. A partire dalla progressiva 420 si
prevede lentrata nelle rocce Calcaree della formazione di Zu, che si sviluppano fino a 20 metri dal portale
nord della galleria. Si tratta di rocce di buona qualit che solo in corrispondenza del nucleo della piega
sinclinale, presente fra le progressive 650 680 m dal portale sud, avranno un maggior grado di
fessurazione e potranno essere sede di intensa circolazione idrica. Allimbocco a nord della galleria, negli
ultimi 20 metri circa, si entra nuovamente nelle Facies di transizione Calcare di Zu e ARS, e nel medesimo
Si riporta, in Figura 2.1, la sezione geologica delle aree in prossimit dellimbocco sud della galleria Inzogno
Figura 2.1 Sezione geologica della zona di imbocco della Galleria Inzogno e legenda delle unit litologiche.
Il Calcare di Zu costituito alla base da un alternanza ciclica di calcari compatti, talvolta laminati a marne e
calcari marnosi organizzati in strati piani paralleli. La parte centrale caratterizzata da banchi calcarei
bioclastici, e la porzione superficiale caratterizzata da una ripresa delle intercalazioni cicliche marnoso-
carbonatiche.
La Facies di transizione Calcare di Zu e Argillite di Riva di Solto (ARS), invece caratterizzata dallalternanza
di strati calcarei, calcarei marnosi alterati con strati argillitici che rendono lammasso di qualit scadente.
Questa unit stata introdotta considerando le diverse caratteristiche geomeccaniche della Facies di
transizione sia rispetto al Calcare di Zu che rispetto alla Argillite di Riva di Solto. Si prevede di incontrare
questa unit a circa 90 m dallimbocco. In riferimento al sondaggio S3, verticale, lo spessore dellunit di
Le Argilliti di Riva di Solto sono di qualit scadente sia perch sono scagliose e facilmente degradabili sia
perch, localmente, risultano rigonfianti. Nella formazione si possono distinguere uno strato inferiore
argillosi marnosi e carbonatici, che definiscono un limite transizionale al Calcare di Zu. Sempre con
riferimento al sondaggio S3, la formazione si trova a 36 m dal piano campagna, e circa a 4,00 m dal piano di
Oltre alle unit lapidee ora descritte, nellarea sono presenti depositi sciolti quaternari prevalentemente
grossolani con lenti cementate e, localmente, depositi pi fini di tipo alluvionale la cui frazione fine
sempre subordinata a quella ghiaiosa-sabbiosa. Fra i depositi sciolti possiamo distinguere due unit:
porzione cementata del deposito tipicamente presente nella porzione centrale, mentre pi in profondit
si presentano come depositi sciolti. Inoltre sono presenti frequenti cavit dovute alla dislocazione dei
I Depositi di Versante Sciolto sono costituiti da depositi caotici poligenici con granulometria compresa tra i
massi ciclopici e le ghiaie, con abbondante matrice sabbiosa e localmente limoso argillosa.
3. INDAGINI GEOTECNICHE
Lo studio geotecnico si basato su rilievi, studi, indagini geognostiche e prove di laboratorio eseguite sia in
fase di redazione del progetto preliminare che eseguite a supporto del progetto definitivo, come
La caratterizzazione geomeccanica degli ammassi rocciosi stata eseguita mediante una serie di rilievi
Meccanica delle Rocce), ed integrata secondo metodologie di campagna sperimentali atte ad acquisire i
seguenti parametri:
- Per lammasso roccioso nel suo insieme: intercetta delle fratture, volume roccioso unitario, grado
di alterazione.
La classificazione delle rocce in sito stata fatta con riferimento allindice RQD (Rock Quality Designation).
Questo indice viene definito in base al materiale ricavato da un carotaggio dellammasso da classificare.
Tiene conto sia del numero di fratture presenti nel carotaggio, che della frequenza con cui le fratture si
presentano. Si indica con L la lunghezza totale del materiale ricavato dal carotaggio e con H la dimensione
ottenuta sommando le lunghezza dei pezzi di roccia sana, aventi ciascuno lunghezza non inferiore a 10 cm.
La classificazione della roccia in sito in base al valore RQD riportata in Tabella 3.1:
Relativamente allo Svincolo Sud di Inzogno, sono stati effettuati dei rilievi geomeccanici di cui si riportano i
9,20 - 10,00 m 80 %
10,00 11,00 m 50 %
11,00 - 12,00 m 85 %
S1 Calcare di Zu
12,00 16,00 m 30 50 %
16,00 17,00 m 65 %
17,00 17, 50 m 30 %
30,60 33,00 m 20 45 %
Facies di transizione Calcare di Zu
S3 33,00 34,00 m 60 %
e Argilliti di Riva di Solto
34,00 36,50 m 10 25 %
37,50 38,00 m 20 %
38,50 40,00 m 70 80 %
S3 Argilliti di Riva di Solto 40,00 41,00 m 20 %
41,00 43, 00 m 75 90 %
43,00 50,00 m 10 25 %
Tabella 3.2 Valori dellindice RQD determinati attraverso materiale ricavato dai sondaggi a diverse profondit.
Come gi accennato, a supporto della progettazione definitiva, sono state eseguite quali indagini
integrative:
sedimentazione, definizione dei limiti di consistenza e prove di Taglio Diretto. Per le rocce: prove di
trazione diretta.
Con riferimento allimbocco sud della Galleria Inzogno sono stati eseguiti tre sondaggi, di cui solo un
sondaggio stato realizzato a parziale distruzione di nucleo fino a 15 metri dal piano campagna. I carotaggi
si sono spinti a profondit comprese fra i 15 e 50 m. In particolare stata eseguita una perforazione con
asse-suborizzontale in corrispondenza dellimbocco sud della Galleria Inzogno, con direzione prossima a
quella dellasse della galleria, spinta fino ad una lunghezza di 40 m dal fronte.
Figura 3.1 Sondaggio S1 verticale in corrispondenza dello Svincolo Sud. Figura 3.2 Sondaggio S3 verticale a circa 90 m dallimbocco.
- Sondaggio S1: realizzato a carotaggio continuo, in direzione verticale, fino ad una profondit di
17,50 m in corrispondenza dello Svincolo Sud (Figura 3.1), dal quale sono stati rinvenuti Depositi
- Sondaggio S2: realizzato a carotaggio continuo, in direzione sub-orizzontale, fino ad una distanza di
40,00 m dallimbocco (Figura 3.3), in direzione dellasse della galleria, dal quale sono stati rinvenuti
- Sondaggio S3: realizzato a parziale distruzione fino alla profondit di 15,00 m, in direzione verticale,
fino ad una profondit di 50,00 m, posto a circa 90 m dallimbocco (Figura 3.2), dal quale sono stati
rinvenuti Depositi di versante sciolti fino ad una profondit di circa 30 m, Facies di transizione
Calcare di Zu e ARS fino a una profondit di 36 m, Argilliti di Riva di Solto fino a 50 m di profondit.
Si rimanda in appendice B per quanto riguarda il dettaglio delle schede tecniche di ogni sondaggio.
Nei sondaggi, oltre al prelievo di campioni di terreno e di roccia per le prove di laboratorio, sono state
eseguite prove in sito quali SPT, di permeabilit, prove pressiometriche e dilatometriche, le quali sono
S1 17,50 m Verticale 2 2 1 2 9
S2 40,00 m Suborizzontale - - - 9 3
S3 50,00 m Verticale 2 2 - 1 5 15
Di seguito vengono riprese e descritte brevemente le tipologie di prove in sito eseguite, riportando i
risultati ottenuti. Lo Standard Penetration Test (SPT) una prova penetrometrica dinamica eseguita
allinterno di fori di sondaggio, che fornisce una misura della resistenza che il terreno offre alla infissione di
Pertanto, la resistenza alla penetrazione si esprime mediante la misura del numero di colpi N necessario per
ottenere lavanzamento prefissato. Il risultato della prova consiste nella misura del numero di colpi Nspt
PROFONDITA DA
SONDAGGIO UNITA LITOLOGIA N. SPT
BOCCAFORO
3,00 m 29
S1 Depositi Alluvionali Ghiaia Sabbioso-Limosa
6,00 m 40
Tabella 3.4 Risultati delle prove SPT effettuate allinterno dei fori di sondaggio.
La Prova Dilatometrica permette di determinare una stima delle caratteristiche di deformabilit del terreno
applicando una sollecitazione nota. La prova stata eseguita nel foro del Sondaggio S3 inserendo una
sonda cilindrica fino alla profondit dinteresse, attraverso la quale si applicata una pressione nota e si
sono misurate le deformazioni radiali della parete del foro. Da queste possibile avere una stima del
modulo elastico del materiale investigato. La prova avvenuta applicando tre cicli completi di carico e
scarico. Si riporta in Figura 3.4 un estratto del documento di prova con indicazione del valore stimato del
Figura 3.4 Grafico pressione-deformazione diametrale della prova dilatometrica effettuata su Argilliti.
Oltre alle indagini meccaniche, a supporto della progettazione definitiva stato eseguito uno stendimento
di sismica a rifrazione. Per la Galleria Inzogno il profilo di rilevamento geofisico stato eseguito nel tratto
iniziale, a partire da circa 35 metri dal portale sud della galleria e per un estensione di circa 160 metri.
Questo stendimento ha permesso di indagare la delicata zona di transizione tra i depositi di versante
incoerenti ed il calcare di Zu, definendo la probabile superficie di separazione tra il substrato roccioso ed i
depositi sciolti.
I metodi sismici sono basati sulla energizzazione del terreno mediante un'esplosione oppure la caduta di un
grave. Si generano cos onde elastiche che vengono ricevute in superficie, captate da piccoli sismometri e
registrate. Dallo studio e l'elaborazione di questi dati possibile risalire alla velocit sismica delle
formazioni e alla profondit e all'inclinazione dei vari strati investigati. Il metodo sismico a rifrazione
consiste nel ricevere, a distanze orizzontali variabili dall'origine, le onde sismiche rifratte dalle discontinuit
geologiche a cui corrispondono variazioni nella velocit di propagazione. La velocit dipende dalle propriet
elastiche del materiale e quindi si pu risalire alla natura geologica delle formazioni.
- Unit Superficiale, intercettata sino ad una profondit compresa fra i 4 6 m rispetto al piano
campagna, con valori di velocit di propagazione delle onde di volume (Vp) comprese tra 450 900
m/s. Localmente nella porzione di valle della sezione sismica, sono stati rilevati spessori maggiori
- Prima Unit, identifica la porzione pi profonda e compatta dei depositi fluvioglaciali sovrastanti, la
cui base stata intercettata fino alla profondit oscillante fra i 16 30 metri dal piano campagna,
con valori medi di velocit di propagazione delle onde compresi tra 1400 2200 m/s e valori
- Seconda Unit, rappresenta il substrato roccioso compatto di natura calcarea, la cui velocit di
Nella stazione sismica realizzata, considerando le velocit delle onde elastiche di volume (Vp), ottenute
dallinterpretazione dei profili sismici, sono stati valutati i moduli elastici dinamici riportati nella Tabella 3.5
sottostante. In Figura 3.5, si mostra landamento della velocit di propagazione delle onde sismiche con la
profondit.
Figura 3.5 Andamento della velocit di propagazione delle onde sismiche con la profondit.
Per quanto riguarda le modalit di esecuzione delle prove in sito si rimanda allappendice B .
A completamento delle indagini geotecniche, nel seguito si riportano le prove di laboratorio eseguite sui
campioni prelevati dai sondaggi, con riferimento allimbocco sud della Galleria Inzogno, riportate in
A partire dai campioni prelevati nei sondaggi, sono state eseguite prove di laboratorio al fine di
determinazione dei valori del Modulo di Young (E) e del Coefficiente di Poisson ().
- Prova di Compressione Triassiale, misura delle deformazioni assiale e radiale, e determinazione dei
Per tutti i materiali sono state eseguite analisi per la definizione del peso di volume allo stato naturale. Per
le Argilliti di Riva di Solto oltre alle prove suddette si proceduto allesecuzione di prove di taglio diretto.
Inoltre, date le caratteristiche dei materiali componenti, si sono verificate anche le potenziali caratteristiche
rigonfiamento libero. Sui campioni di materiali sciolti sono state eseguite analisi di identificazione mediante
analisi granulometrica per setacciatura e sedimentazione e sono inoltre state eseguite prove di resistenza al
taglio diretto. Una breve descrizione delle prove di laboratorio presente in appendice C.
Nelle tabelle che seguono sono riportati, per ciascuna unit i principali risultati delle prove di laboratorio
Tabella 3.8 Risultati delle prove di laboratorio effettuate su Argillite di Riva di Solto.
Tabella 3.9 Risultati delle prove di laboratorio effettuate sui Depositi di versante.
Attraverso lanalisi integrata di tutti i dati acquisiti con le indagini e le prove descritte, comprendendo sia
quelle condotte in fase di progettazione preliminare che quelle eseguite a supporto del progetto definitivo,
si proceduto alla definizione dei parametri geotecnici e geomeccanici rappresentativi delle diverse unit.
Per quanto riguarda la definizione delle caratteristiche degli ammassi rocciosi stata eseguita la loro
classificazione secondo la Rock Mass Rating (RMR) di Bieniawski, in modo tale da definire le classi di qualit
ed il valore del Geological Stress Index (GSI) utile per la ricostruzione delle curve inviluppo di resistenza
degli ammassi rocciosi. La qualit degli ammassi rocciosi e i valori di RMR e GSI calcolati sono riassunti nella
Tabella 4.1 Valori degli indici RMR e GSI ottenuti per gli ammassi rocciosi presenti in sito.
I parametri geomeccanici di resistenza e di deformabilit della roccia sono stati ricavati dalle indagini
geostrutturali e dalle risultanze delle prove di laboratorio. Tutti i dati ricavati sono stati utilizzati in modo di
definire le curve di inviluppo di resistenza limite sia della roccia integra che dellammasso roccioso.
I dati di resistenza e deformabilit sono stati elaborati per determinare i parametri caratteristici della curva
di inviluppo di rottura, secondo lequazione proposta da Hoek & Brown, che assume la seguente formula:
= + ( + )
dove:
m, S, a : sono parametri caratteristici di Hoek & Brown, che dipendono dalle caratteristiche della roccia e
Di seguito vengono riportate le curve inviluppo di resistenza per i diversi ammassi rocciosi presenti (Figure
Figura 4.1 Curve inviluppo di resistenza per il Calcare di Zu, in termini di sforzi principali e sforzi normali e taglianti.
Figura 4.2 Curve inviluppo di resistenza la Transizione Zu-ARS, in termini di sforzi principali e sforzi normali e taglianti.
Figura 4.3 Curve inviluppo di resistenza per lArgillite di Riva di Solto, in termini di sforzi principali e sforzi normali e taglianti.
I parametri di resistenza degli ammassi rocciosi espressi in termini di coesione e angolo di attrito di
ammasso, sono quelli derivanti dalla regressione lineare della curva inviluppo di rottura attraverso la
= +
Quindi i valori dellangolo dattrito e di coesione, ricavati tenendo conto di uno stato tensionale medio,
caratteristico del tratto di galleria considerato, possono essere calcolati attraverso le espressioni seguenti:
sin = =
Per i depositi di copertura si effettuata una valutazione dei parametri di resistenza e deformabilit basata
sui risultati delle prove di laboratorio, adottando valori cautelativi in considerazione della variabilit della
composizione granulometrica e dello stato di addensamento locale. Per i depositi cementati considerata la
Nelle tabelle che seguono sono riportati i valori caratteristici medi rappresentativi delle diverse unit,
ARGILLITE 26,50
3,12 MPa 12,20 GPa 0,043 MPa 0,002 MPa 0,82 GPa 21 0,066 MPa
RIVA DI SOLTO kN/mc
Tabella 4.2 Valori caratteristici medi dei parametri meccanici degli ammassi rocciosi.
FACIES
GW GM GW-GC 18,50 - 19,50 16,80 - 17,80
GHIAIOSO 35 - 38 0,00 kPa ND - ND
SM-SC kN/mc kN/mc
SABBIOSA
FACIES
LIMOSO 19,00 - 20,00 16,00 - 17,50
CL 26 - 28 10-20 kPa 47 - 27
ARGILOSO kN/mc kN/mc
SABBIOSO
Tabella 4.3 Valori caratteristici medi dei parametri meccanici dei depositi sciolti.
I valori adottati per la progettazione sono stati scelti in modo cautelativo, andando a ridurre i valori
risultanti dalle prove, e sono riportati nella tabella seguente (Tabella 4.4):
COMPRESSIONE
UNITA PESO DI MODULO DI
COESIONE ANGOLO DI ATTRITO UNIASSIALE
LITOLOGICA VOLUME YOUNG
AMMASSO
Calcare di Zu 26,50 KN/m 13,20 GPa 0,33 MPa 36,50 1,310 MPa
Transizione Zu ARS 26,00 KN/m 1,20 GPa 0,15 MPa 36,00 0,266 MPa
Tabella 4.4 Valori di progetto dei parametri meccanici degli ammassi rocciosi e dei depositi sciolti.
Dalla caratterizzazione geomeccanica dei materiali, sono state individuate le classi di scavo della galleria in
funzione alla resistenza attribuita ad ogni litologia presente. Ad ogni classe di scavo corrispondono diversi
provvedimenti di sostegno temporaneo. Nel tratto di scavo in materiale sciolto, attribuita la Classe di
Scavo V, mentre nel tratto in roccia sono attribuite le Classi di scavo III e IV in funzione alla consistenza della
roccia in sito. Nel seguito si riporta nel dettaglio i provvedimenti previsti per la Classe di Scavo V, nel tratto
in terreno sciolto presente nei primi 90-100 metri della Galleria Inzogno.
La sezione sostenuta in modo sistematico con centine metalliche HEB 200 ad interasse 1 metro, le quali
fibrorinforzato di spessore 25 cm. Gli interventi di presostegno dello scavo sono costituiti dalla posa di un
ombrello di infilaggi metallici di lunghezza 12,00 metri a formare dei campi di avanzamento di 9,00 metri,
con sovrapposizione di 3,00 metri, e da ancoraggi in vetroresina iniettati di lunghezza 12,00 metri per il
consolidamento del fronte. Si prevede la realizzazione dellarco rovescio di 50 cm di spessore lungo tutto il
tratto in terreno sciolto. Nelle Figure 5.1 e 5.2 sono mostrati il profilo longitudinale e la sezione della
Figura 5.1 Profilo longitudinale della galleria con indicazione degli interventi di consolidamento e sostegno.
Figura 5.2 Sezione trasversale della galleria con indicazione degli interventi di consolidamento e sostegno.
Le dimensioni della galleria vengono definite in base al progetto stradale, il quale prevede la realizzazione
di una strada di categoria C2 (strada extraurbana a doppio senso di marcia), da cui ne consegue una
larghezza variabile fra 12,48 e 12,98 metri, altezza complessiva tra 9,24 e 11,17 metri e raggio allintradosso
di 5,72 metri.
Limpostazione progettuale prevede la definizione della pressione efficace orizzontale agente sul fronte, e
di quella radiale agente sul rivestimento definitivo. Calcolate tali pressioni con modelli analitici, si
La pressione verticale al fronte della galleria, in riferimento ai terreni sciolti, valutata usando il modello
analitico di Terzaghi basato sulla Teoria del Silo, ( appendice D ), secondo lo schema in Figura 5.3.
Figura 5.3 Schema di valutazione della pressione verticale al fronte della galleria, con teoria del silo.
Determinata la pressione verticale agente sulla calotta quantificata in 76 KPa, si considera un ipotetico
cuneo di rottura al fronte, le cui dimensioni vengono definite in funzione dellaltezza della galleria, e di un
angolo che definisce lipotetica superficie di rottura. La pressione orizzontale necessaria a stabilizzare il
fronte determinata tramite limposizione dellequilibrio del cuneo di rottura al fronte, su cui agiscono la
Figura 5.4 Schema di valutazione della pressione orizzontale sul fronte della galleria.
La valutazione della pressione orizzontale necessaria a stabilizzare il fronte stata determinata in un'unica
condizione di copertura massima pari a 32 m. Dal calcolo di progetto la pressione orizzontale stabilizzante
stimata in 49 KPa, che si prevede di trasferire al terreno mediante un sistema di infilaggi di tubi in
La progettazione degli interventi di presostegno della calotta durante le operazioni di scavo, viene eseguita
ipotizzando i materiali e le dimensioni dei tubi metallici da porre in opera. Nota la pressione verticale
agente sulla calotta di 76 KPa, si proseguito alla verifica degli infilaggi schematizzandoli come delle travi a
doppio incastro. Si riportano dimensioni e caratteristiche dei materiali considerati per la verifica:
Considerando lavanzamento libero di scavo pari ad un metro, si verifica la resistenza degli infilaggi su una
lunghezza di 2 metri, da cui deriva che il momento massimo sollecitante pari a 12,7 KNm per infilaggio,
La pressione verticale che agisce sulla galleria, viene stimata ipotizzando una lunghezza infinita della
galleria, nelle sola condizione di massima copertura pari a 32 m, con riferimento al modello di Terzaghi
basato sulla Teoria del Silo, ( appendice D ), secondo lo schema in Figura 5.5.
Figura 5.5 Schema di valutazione della pressione verticale sulla galleria lontano dal fronte, con teoria del silo.
La determinazione della pressione agente sul sostegno avviene imponendo lequilibrio di un cuneo di
rottura, che si riporta in Figura 5.6, soggetto alla pressione verticale in precedenza determinata, ed alle
forze che rappresentano: la resistenza del terreno (azione normale e tangenziale allipotetica superficie di
Figura 5.6 Schema per la valutazione della pressione radiale sulla galleria lontano dal fronte.
Dalla relazione progettuale sono stimate in 320 KPa la pressione radiale agente lungo la calotta, e in 82 KPa
La progettazione definitiva dei sostegni avvenuta mediante analisi strutturale di tipo numerico, la quale fa
riferimento ad una discretizzazione del sostegno provvisorio in elementi di trave vincolati a terra tramite
carrelli (Figura 5.7). Si adottano due diverse sezioni reagenti per larco rovescio e per il sostegno
provvisorio.
Figura 5.7 Schema di calcolo strutturale del rivestimento, elementi di trave vincolati a terra con carrelli.
Dallanalisi numerica si ottengono gli andamenti di azione assiale e di momento flettente rappresentati in
Figura 5.8, il valore massimo di azione assiale raggiunge i 2081 KN ed ottenuto in calotta, mentre il
massimo valore del momento flettente raggiunto in corrispondenza dei piedritti pari a circa 133 KNm.
Figura 5.8 Andamento del momento flettente e dellazione assiale nel rivestimento per carico simmetrico.
Figura 5.9.
Nella seguente Tabella 5.1 sono riportate le caratteristiche dei materiali costituenti il sostegno provvisorio
In prossimit dellimbocco sud della Galleria Inzogno, il carico risulta asimmetrico, per tanto in fase di
progettazione definitiva si eseguita una verifica dei sostegni provvisori, precedentemente verificati nel
caso di carico simmetrico. Si assume una pressione agente determinata come media tra un carico
idrostatico dipendente solo dalla copertura locale, e un carico ottenuto considerando il pendio infinito al
limite di equilibrio (Figura 5.10). Nella determinazione di tale pressione si considerata una coesione nulla,
Figura 5.10 Discretizzazione e pressione agente sul rivestimento provvisorio nel caso di carico asimmetrico.
Dallanalisi numerica si ottengono gli andamenti di azione assiale e di momento flettente che vengono
rappresentati nella figura seguente (Figura 5.11), il valore massimo di azione assiale raggiunge i 1430 KN in
corrispondenza dei piedritti, mentre il massimo valore del momento flettente raggiunto in
Figura 5.11 Andamento del momento flettente e dellazione assiale nel rivestimento, per carico asimmetrico.
Con riferimento alla Classe di Scavo V, il progetto definitivo prevede un rivestimento costituito da 50 cm di
calcestruzzo C25/30 armato. Il dimensionamento del rivestimento definitivo stato fatto considerando
una condizione di carico analoga a quella considerata per i dimensionamento dei sostegni provvisori. Si
ipotizza che a lungo termine il rivestimento definitivo dovr sostenere lintero carico che inizialmente
sollecita i rivestimenti provvisori. A questo scopo si valutato essere necessaria la disposizione di doppia
armatura metallica di diametro 20 mm ogni 25 cm. A seguito di analisi di calcolo, dal confronto con le azioni
6. PIANO DI MONITORAGGIO
Il sistema di monitoraggio permette di fornire tutti gli elementi necessari ad una corretta valutazione della
effettiva situazione in corso dopera e della sua possibile evoluzione, nonch delle eventuali azioni
correttive da adottare qualora ci si discosti troppo dalle previsioni progettuali e/o dai limiti prefissati.
adattamenti delle fasi esecutive delle opere interessate, in integrazioni degli interventi di consolidamento
In generale, la tempistica di esecuzione delle misure correlata e dipende dagli obiettivi del monitoraggio.
Durante le fasi costruttive, da decidere quando iniziare le misure, la cadenza di esecuzione delle stesse e
per quanto tempo bisogna eseguirle. La cadenza successivamente viene diradata, contestualmente al
Il piano di monitoraggio che si prevede di adottare nella galleria naturale Inzogno si articola in una serie di
operazioni mirate alla valutazione del comportamento tenso-deformativo del terreno durante le diverse
fasi lavorative.
sistematiche per lintero sviluppo della galleria, misure di livellazione topografiche superficiali da porre in
opera ogni 30 m in corrispondenza delle stazioni di convergenza, misure di livellazione eseguite sui singoli
edifici o manufatti, rilievo geologico sistematico dei fronti di scavo, rilievo delle fasi esecutive e delle
cadenze di avanzamento ed in fine stazioni di misura fisse, con estensimetri, piezometri, celle di pressione e
Le misure della tensione nel rivestimento sono valutate mediante 8 barrette estensimetriche nelle centine
o nel rivestimento definitivo, mentre attraverso 4 celle di carico, 2 sotto i piedi delle centine e 2 sullarco di
In Figura 6.1 riportata lubicazione planimetrica delle stazioni di monitoraggio, indicando la tipologia di
rilievi geologici del fronte, misure estensimetriche, celle di carico, livellazioni superficiali e misure
piezometriche.
Le misure di convergenza consistono nel rilevamento e restituzione grafica e numerica degli spostamenti
nel piano trasversale alla galleria, in direzione verticale e orizzontale, di 5 punti per ogni stazione di misura,
Le basi di misura sono costituite da 5 chiodi di convergenza, posizionati sul rivestimento provvisorio, su cui
vengono montati altrettanti marcatori costituiti da prismi catadiottri, posizionati a ridosso del fronte di
scavo, in particolare a circa 1.0 m dal fronte stesso (Figura 6.2). La frequenza di installazione delle stazioni
prevista per la classe di scavo V, nei depositi di versante sciolti, di una stazione ogni 30 m, se possibile in
corrispondenza di quelle superficiali. Si prevedono 10 rilevamenti da eseguire per ogni stazione esclusa la
misurazione di riferimento iniziale, che va effettuata immediatamente dopo linstallazione. In corso dopera
prevista una misura al giorno fino ad una distanza dal fronte pari a 10 m, quindi due misure a settimana
fino a 40 m dal fronte e in seguito una misura a settimana fino al getto del rivestimento definitivo.
Lelaborazione dei dati deve fornire diagrammi e tabulati che indichino, in funzione del tempo e della
distanza dal fronte, gli spostamenti verticali e trasversali, nonch la velocit di convergenza.
Figura 6.2 Sezione di monitoraggio con chiodi di convergenza, estensimetri verticali e estensimetro al fronte.
I rilievi geologico strutturali del fronte di scavo consistono nel rilevamento e restituzione grafica e numerica
delle caratteristiche geologico e geomeccaniche del fronte di scavo. Durante lavanzamento vengono
I rilievi di tipo analitico richiedono di definire le caratteristiche litologiche, stratigrafiche e strutturali oltre
alle caratteristiche geotecniche e geomeccaniche e vanno effettuati con la frequenza di uno ogni 100 m. In
corrispondenza di questi rilievi potranno essere prelevati campioni per le prove di laboratorio.
I rilievi di tipo speditivo, richiesti anche ogni qual volta vi sia un passaggio litologico o tettonico,
prevedono la definizione delle caratteristiche litologiche, stratigrafiche e strutturali e vanno effettuati nella
Le misure estensimetriche di estrusione del fronte sono previste unicamente nel tratto di materiale sciolto
e consistono nel rilevamento e nella restituzione grafica e numerica degli spostamenti longitudinali, lungo
basi di misura poste allinterno di una colonna estensimetrica posizionata in asse galleria, in avanzamento
lunghezza pari a circa 42 m, costituita da una serie di tubi in PVC, muniti di ancoraggi anulari posti ad
interasse un metro, collegati tramite manicotti, e resi solidali al foro mediante liniezione di miscele
cementizie leggermente espansive. La frequenza dei rilevamenti prevede, oltre alla lettura di riferimento
iniziale, una lettura al giorno che dovrebbe corrispondere a una lettura ogni 2-3 m di scavo, finch restano
in opera almeno 12 m di tubo. Durante le lavorazioni che comportano fermi del fronte sar necessario
Le misure estensimetriche verticali dalla superficie sono previste unicamente nel tratto in materiale sciolto
in prossimit di edifici, manufatti o piloni degli elettrodotti. Le misure degli estensimetri verticali consistono
nel rilevamento e nella restituzione grafica e numerica degli spostamenti longitudinali, lungo basi di misura
poste all'interno di una "colonna" estensimetrica verticale. Il fondo degli estensimetri posizionati sopra il
tracciato della galleria dovr trovarsi al minimo ad 1.0 m al di sopra della quota teorica di scavo. Le letture
andranno effettuate dopo ogni sfondo di avanzamento e alla fine di ogni fase di scavo, anche dopo il
passaggio del fronte dalla stazione considerata. Dopo il getto del rivestimento definitivo, le letture
potranno essere diradate a una ogni settimana. Ulteriori ampliamenti dellintervallo tra le letture potranno
essere stabiliti in base ai risultati ottenuti, in accordo con il progettista e la Direzione Lavori.
Lelaborazione dei dati deve fornire una restituzione grafica e numerica che indichi, in funzione del tempo e
della distanza dal fronte, gli spostamenti relativi di ciascuna coppia di ancoraggi adiacenti in funzione della
profondit e la sommatoria degli spostamenti differenziali rispetto alla base pi profonda, ipotizzata fissa.
Le misure di cedimento al piano campagna consistono nel rilievo della quota di picchetti posizionati su
capisaldi posati, dove possibile, in corrispondenza delle stazioni di convergenza in galleria. In presenza di
edifici o manufatti questi saranno misurati singolarmente. I capisaldi dovranno presentare, ben visibile sulla
parte superiore, una borchia metallica con lindicazione del numero del caposaldo ed una testa semisferica
per la battuta topografica. Il caposaldo dovr essere cementato e reso solidale al terreno ed il tutto dovr
essere protetto da pozzetto in calcestruzzo con coperchio. Le borchie sugli edifici, dovranno essere posate
Nel tratto in terreno sciolto, le misure andranno eseguite con cadenza giornaliera con il fronte di scavo
posto tra i 25 m precedenti e i 25 m successivi rispetto alla progressiva di ubicazione della stazione di
spostamenti risulter minore di 0,5 mm/giorno. Una volta che il fronte si allontanato oltre 25 m, sar
possibile effettuare una misura a settimana. La cadenza delle misure potr essere ulteriormente dilatata
Lelaborazione dei dati deve fornire diagrammi e tabulati che indichino, in funzione del tempo e della
distanza dal fronte, gli spostamenti verticali e nel piano orizzontale, nonch grafici dei cedimenti su curve
Le misure con celle di carico consistono nel rilevamento e nella restituzione grafica e numerica dello stato
tensionale entro il rivestimento provvisorio e quello definitivo. Saranno posizionate celle di carico al di
sotto del piede delle centine e barrette estensimetriche posizionate allinterno dei rivestimenti. In
particolare, le tensioni sulla centina saranno misurate con barrette di tipo a corda vibrante posizionate sulle
ali, mentre le tensioni nel calcestruzzo del rivestimento definitivo con barrette posizionate allestradosso e
allintradosso della sezione da monitorare. Le stazioni saranno posizionate in corrispondenza delle prima
tre stazioni di convergenza a partire dallimbocco sud. Il numero minimo di rilevamenti da eseguire, oltre la
misura iniziale di riferimento, per ogni cella di carico o barretta estensimetrica di una misura ogni 3 giorni
con il fronte distante fino a 30 m, una misura a settimana con il fronte distante tra 30 e 60 m, una misura al
Lelaborazione dei dati deve fornire diagrammi e tabulati numerici che indichino le pressioni in funzione del
Le misure piezometriche consistono nel rilevamento e nella restituzione grafica e numerica delle pressioni
della strumentazione sar stabilita in accordo con il geologo in base al tipo di falda o di acquifero
successive, nella misura di una alla settimana fino ad un mese dopo il getto del rivestimento definitivo, una
ogni 15 giorni per i 5 mesi seguenti e una al mese fino al termine dei lavori. Lelaborazione dei dati deve
fornire diagrammi e tabulati numerici che indichino le pressioni neutre in funzione del tempo.
Si fa presente che nel seguito della progettazione, nella fase di progetto costruttivo sono state apportate
fronte, e viene introdotto un controllo vibrometrico per il rilevamento delle vibrazioni indotte dallo scavo
Laffidamento delle realizzazione delle opere in progetto avvenuta mediante gara dappalto bandita dalla
Provincia di Bergamo, sotto forma di Appalto Integrato (Progettazione Esecutiva e Realizzazione), i lavori
sono stati affidati allimpresa appaltatrice la quale a provveduto ad iniziare i lavori nellautunno 2011.
La progettazione esecutiva consta in una rivalutazione del progetto preliminare da parte di uno studio di
progettazione nominato dallimpresa affidataria dellappalto, i cui aspetti principali verranno trattati nel
seguito. La progettazione esecutiva non ha richiesto ulteriori indagini geotecniche, ma si basata sulla
caratterizzazione geomeccanica dei terreni effettuata in fase di progettazione preliminare ed poi integrata
in fase di progettazione definitiva. Non si esclusa per la possibilit laddove in fase realizzativa della
galleria dovessero intercettarsi le Argilliti di Solto, di prelevare dei campioni e di eseguire le necessarie
La realizzazione dei lavori viene eseguita con la collaborazione di imprese subappaltatrici, le quali operano
sotto indicazione di un nucleo operativo di ingegneri e tecnici di cantiere che fa capo allimpresa
dirigenziale a cui fa capo il direttore di cantiere, ed una squadra di tecnici che si occupano delle questioni di
organizzazione delle varie fasi esecutive, della contabilit, della sicurezza sul cantiere, e delle comunicazioni
La prima opera realizzata a seguito della cantierizzazione stata la berlinese tirantata, la quale va vista
come unopera preventiva allo scavo della galleria. La berlinese realizzata alla base del pendio con scopo
di sostenere il terreno durante ed in seguito alla realizzazione degli scavi per la formazione dellimbocco
La berlinese consiste in una paratia di micropali affiancati, i quali vengono resi solidali nella parte superiore
tramite una trave di coronamento in calcestruzzo armato. I micropali hanno un diametro esterno di 152,4
mm, spessore 12,50 mm, e interasse di 40 cm, la loro altezza definita in funzione allaltezza di scavo,
raggiungendo una massimo di 21,00 metri. La presenza di tiranti in vari ordini contribuisce a ridurre gli
Tale paratia stata eseguita realizzando una pista sul versante per raggiungere la quota di imposta della
trave di coronamento, a partire dalla quale sono stati realizzati i fori per linfilaggio dei micropali (Figura
7.1), successivamente iniettati con malta cementizia lungo tutto il perimetro esterno.
Figura 7.1 Realizzazione dei fori per i micropali. Figura 7.2 Armatura e casseratura per la trave di coronamento.
Terminata la realizzazione dei micropali e della trave di coronamento (Figura 7.2), si procede in modo
sequenziale realizzando lo scavo di ribasso, gli ordini di tiranti e le relative travi di contrasto (Figura 7.3).
Figura 7.3 Vista della berlinese dopo lo scavo del secondo ribasso, realizzazione secondo ordine di i tiranti.
Si sono realizzati 5 ordini di tiranti attivi ad interasse variabile, di tipo permanente, al di fuori della sezione
di scavo, mentre non sono stati previsti allinterno della sezione di scavo, in modo da evitare problemi e
ritardi dovuti allo scarico e alla rimozione o al taglio di tali tiranti. Dalle evidenze progettuali non risulta
presente un piano di controllo della tensione nei tiranti, e la relativa possibilit del tesaggio in fasi
I mezzi impiegati per la realizzazione della berlinese consistono in macchine per gli scavi di ribasso ed il
movimento terra quali escavatori ed autocarri, oltre ad attrezzatura specifica quali perforatori a
Nella Figura 7.4 si mostra il dettaglio esecutivo della berlinese, con lindicazione dellimbocco della galleria,
Figura 7.4 Dettagli esecutivi della berlinese: fasi di ribasso, posizione dei tiranti, schema della dima dattacco.
Si evidenzia che durante la fase esecutiva non presente fra i documenti unapposita verifica della
berlinese secondo la configurazione con due soli tiranti presente in corrispondenza della sezione di scavo,
ma presente solo una verifica della berlinese per la sezione in cui sono presenti cinque ordini di tiranti.
Speziali Ilario, Vismara Davide. 46
Esame degli Aspetti Esecutivi di una Galleria Stradale
A parziale compensazione della mancata esecuzione dei tiranti allinterno della sezione della galleria si
subito provveduto alla realizzazione del primo set di presostegni del fronte di scavo (Figura 7.5), costituito
da tubi in vetroresina infilati nei fori realizzati tramite posizionatore, i quali sono successivamente iniettati
Figura 7.5 Realizzazione dei fori per linserimento dei tubi in vetroresina tramite posizionatore.
Durante questa lavorazione si evidenzia che a seguito di un prolungato periodo di precipitazioni avvenuto
uno crollo di una porzione di fronte, andando a creare una cavit. Lintervento previsto dai tecnici di
cantiere stato quello di riempire prontamente la cavit creatasi con spritz beton (Figura 7.6) al fine evitare
Figura 7.6 Cavit creatasi in seguito a precipitazioni, coperta e in seguito riempita con spritz beton.
Completata la berlinese, la seconda fase consiste nella realizzazione del primo campo di avanzamento della
Quale prima lavorazione stata effettuata la posa della dima di attacco, la quale costituita da due centine
accoppiate tramite catene e viene saldata ed ancorata ai micropali della berlinese (Figura 7.7).
Contemporaneamente alla posa della dima di attacco stata posata anche la prima centina, la quale va a
Figura 7.7 Posa della prima centina costituente la dima dattacco che viene saldata ai micropali.
La realizzazione degli infilaggi in calotta si suddiviso in tre fasi distinte: una prima fase che vede il
posizionamento della macchina di perforazione al centro della galleria in asse al piano dei centri, in modo
tale che una volta definita linclinazione del braccio perforatore possibile realizzare tutti i fori senza pi
spostare il posizionatore stesso (Figura 7.9). Gli infilaggi sono orientati di cinque gradi verso lesterno, in
modo tale da mantenere costante la sezione interna della galleria. La seconda fase risulta la realizzazione
dei fori in calotta e il posizionamento dellarmatura metallica costituita da tubi cilindrici (Figura 7.8). In
Figura 7.8 Tubi metallici utilizzati per realizzare gli infilaggi in calotta.
Figura 7.9 Realizzazione dei fori in calotta per gli infilaggi metallici.
La terza ed ultima fase consiste nelliniezione con malta cementizia a bassa pressione dellinterfaccia fra
armatura metallica e terreno. A tale scopo viene realizzata una doppia incisione nella parte terminale del
tubo cilindrico di armatura in modo che, durante liniezione della malta cementizia dal fondo foro, questa
sia agevolata nel risalire esternamente allarmatura metallica, intasando i vuoti fra armatura e terreno.
Liniezione ha termine quando la malta cementizia risale completamente lungo il perimetro esterno
dellarmatura fino a comparire sul fronte. Lultima operazione antecedente allo scavo del primo sfondo
davanzamento consiste nel taglio dei micropali che costituiscono la berlinese: tale operazione stata
Figura 7.10 Taglio dei micropali della berlinese al di sotto della dima dattacco dello scavo.
Lo scavo della galleria, in presenza di materiali sciolti, avviene per sfondi di avanzamento di un metro
(Figura 7.12) al cui termine si posiziona il sostegno provvisorio costituito da una centina in acciaio HEB 200.
La rimozione del materiale dal fronte realizzata mediante escavatore cingolato dotato di martello
demolitore (Figura 7.11), mentre il materiale depositatosi al piede viene poi trasportato allesterno della
Figura 7.11 Scavo del primo sfondo del primo campo mediante escavatore dotato di martellone demolitore.
La centina costituita da tre porzioni, due piedritti ed un arco di calotta (Figura 7.13) i quali sono
assemblati sul posto mediante giunzioni bullonate, e posata in opera con escavatore dotato di pinza (Figura
7.16). Il collegamento alla centina precedente avviene tramite catene (Figura 7.14), consistenti in barre di
acciaio cilindriche piegate a novanta gradi agli estremi, le quali vengono agganciate tramite attacchi
Il posizionamento planimetrico della centina segue la direzione imposta dal presostegno, in quanto questa
viene posta il pi possibile a contatto con gli infilaggi, in modo da fornire un immediato sostegno e
Una volta resa solidale la centina con quella precedente e con il presostegno, si prosegue nella realizzazione
Lo spritz viene eseguito tramite un gruppo pompante posto su carro fuoristrada dotato di braccio
telescopico in grado di raggiungere ogni punto del fronte e della calotta (Figura 7.17). La proiezione del
calcestruzzo preconfezionato avviene mediante un pennello posto sulla parte terminale del braccio, il cui
Figura 7.17 Carro su cui montato il gruppo pompante per lo spritz beton.
Lapplicazione del primo strato di calcestruzzo, permette di sostenere il terreno posto fra le due centine, in
modo da evitarne locali distacchi. La presa del calcestruzzo viene anticipata aggiungendo degli acceleranti
di presa liquidi, che vengono immessi durante la proiezione del calcestruzzo stesso.
Qualora durante gli scavi si dovessero verificare degli scavernamenti, in particolare alle reni, si interviene
tamponando la cavit creatasi tramite spritz beton ed applicando una doppia maglia di rete elettrosaldata
Ai fini della sicurezza delle maestranze, qualora il fronte sia soggetto a naturali franamenti o distacchi,
dovuti alla presenza di ghiaie e sabbie sciolte, o venute dacqua, prassi applicare uno strato di
calcestruzzo fibrorinforzato per sostenere il materiale al fronte prima di procedere alla posa della centina
Figura 7.18 Fronte di scavo ricoperto con spritz beton per evitare distacchi al fronte.
Figura 7.19 Svuotamento delle reni tamponata con rete metallica Figura 7.20 Rivestimento del fronte con spritz beton prima di realizzare
e spritz beton. gli infilaggi del campo successivo .
Terminato il primo sfondo di avanzamento, si procede sequenzialmente nella realizzazione dei successivi
fino al completamento del campo di nove metri, per poi riprendere la realizzazione dei presostegni.
Ad ogni successivo sfondo di avanzamento corrisponde una centina di misura diversa e crescente a causa
dellinclinazione degli infilaggi, pertanto dopo lo scavo dellintero campo di avanzamento la forma dello
stesso sar tronco-conica, ed assumer la forma cilindrica finale in seguito al getto del rivestimento
Figura 7.21 Fase di scavo eseguita per sfondi di un metro, con successiva posa delle centine.
Durante la realizzazione del secondo sfondo di avanzamento del secondo campo, si sono propagate delle
fessure sullo spritz beton dovute alla spinta del terreno agente sul rivestimento provvisorio (Figura 7.22).
Si deciso allora di anticipare la realizzazione dellarco rovescio rispetto a quanto previsto nel progetto
esecutivo. Tale intervento permette di chiudere la sezione resistente in modo tale da bloccare il movimento
al piede delle centine. Lintervento consistito nello scavo di 5 ml di arco rovescio a partire dallimbocco, la
formazione del piano di posa con calcestruzzo di sottofondazione (Figura 7.23), la posa in opera secondo
progetti esecutivi delle armature metalliche (Figura 7.24), ed il getto di calcestruzzo preconfezionato per
realizzare larco rovescio subito dopo aver terminato ogni campo di avanzamento.
Figura 7.23 Fase di realizzazione del piano di posa dellarco rovescio. Figura 7.24 Posa in opera dellarmatura metallica dellarco rovescio.
Figura 7.25 Getto del calcestruzzo preconfezionato. Figura 7.26 Il calcestruzzo ha fatto presa e si pu procedere allo scavo.
Terminate le operazioni di scavo del secondo campo di avanzamento, prima di procedere con la
realizzazione degli interventi di presostegno per il terzo campo si sono applicati cinque punti di lettura per
la misura delle convergenze del cavo sulla centina n. 7, posta a 15 metri dallimbocco.
La successiva stazione di convergenza stata posizionata sulla centina n. 5 del terzo campo di avanzamento
In relazione al piano di monitoraggio previsto in fase di progettazione esecutiva dalla stessa impresa
esecutrice dei lavori, si sono apportate alcune modifiche senza precisarne la motivazione. In sostanza si
deciso di ridimensionare il piano di monitoraggio previsto, in particolare sono state soppresse le misure
estensimetriche dalla superficie, le misure della pressione con celle di carico e le misure piezometriche.
Il piano di monitoraggio effettivamente eseguito ha previsto un controllo topografico dei cedimenti con
stazione totale di punti fissi in superficie (Figura 7.27), stazioni di convergenza sistematiche per lintero
Figura 7.27 Planimetria dei punti di monitoraggio superficiali, con la posizione delle sezioni di convergenza.
Le letture sono state eseguite dalla squadra di topografi selezionati dallimpresa esecutrice, mediante
livellazioni trigonometriche, con cadenza di rilevamento giornaliero. Le misure sono state poi rielaborate in
modo da poter monitorare gli spostamenti in superficie e del cavo della galleria durante il susseguirsi delle
operazioni di scavo. Per quanto riguarda il monitoraggio delle strutture preesistenti in superficie, in
particolare dei due tralicci dellalta tensione posti sul pendio, si sono applicate delle mire ottiche sui
quattro prismi di fondazione di ogni traliccio (Figure 7.28 e 7.29) . Anche per i tralicci le letture sono state
rielaborate al fine di monitorare gli spostamenti planimetrici ed altimetrici di ogni prisma di fondazione.
Figura 7.28 Mire ottiche poste sui prismi di fondazione dei due tralicci dellalta tensione.
Figura 7.29 Vengono mostrati i due tralicci dellalta tensione presenti in prossimit dellimbocco della galleria.
In appendice E, viene riportata una breve descrizione delle macchine utilizzate per realizzare lo scavo e i
sostegni provvisori della galleria, oltre agli strumenti usati per effettuare il monitoraggio in corso dopera.
apprendere gli aspetti relativi allorganizzazione del cantiere, ai rapporti fra impresa e committenza e di
problematiche inaspettate ed alla loro soluzione diretta al fine della prosecuzione dei lavori.
Tra le principali problematiche manifestatesi durante il periodo di nostra presenza possiamo segnalare e
Come accennato in precedenza, a seguito di copiose precipitazioni si verificato uno sfornellamento del
fronte a tergo della berlinese, poco prima linizio dello scavo del primo campo davanzamento. Questo ha
causato il generarsi di una cavit che ha portato un detensionamento del fonte di scavo posto ai piedi del
pendio. Si provveduto al tamponamento della cavit riempiendola con spritz beton, armando la superficie
Figura 8.1 Cavit creatasi in seguito a precipitazioni, coperta e in seguito riempita con spritz beton.
Successivamente un fenomeno simile si ripetuto durante gli scavi di avanzamento della galleria: in
particolare durante un turno notturno, una porzione di fronte si staccata durante le operazioni di
preparazione alla posa di una centina. Dalle nostre considerazioni, pare che il susseguirsi di precipitazioni
ha portato ad una aumento delle venute dacqua in galleria ed in particolare al fronte dove la presenza di
una zona di terreno limoso potrebbe aver impedito il drenaggio dellacqua, generando un aumento di
pressione neutra nella porzione di fronte e provocando il distacco di una massa di terreno (Figura 8.2).
Speziali Ilario, Vismara Davide. 58
Esame degli Aspetti Esecutivi di una Galleria Stradale
Sospese le lavorazioni, si subito provveduto a sostenere il fronte con una strato di spritz beton, al fine di
Figura 8.2 Distacco di una porzione di terreno al fronte, subito sostenuto tramite spritz beton.
Entrambi gli eventi sono avvenuti a seguito di un periodo di precipitazioni intense, pertanto risultano di
difficile previsione. Non risultano presenti nelle relazioni di progetto indicazioni sugli interventi da adottare
nel caso in cui si verificano queste situazioni. Ne segue che le soluzioni adottate sono state scelte dai tecnici
di cantiere, i quali hanno operato secondo le loro conoscenze e la loro esperienza lavorativa.
Come seconda problematica sorta durante lo scavo di sfondamento si riporta lintercettazione dei tiranti
del secondo ordine della berlinese durante lo scavo sia del primo che del secondo campo davanzamento
(Figura 8.3). Dalle tavole progettuali della berlinese risulta che i tiranti del secondo ordine, posti sopra
limbocco avrebbero dovuto essere orizzontali, in modo tale da non interferire con lo scavo della galleria.
Figura 8.3 Tirante troppo basso che finito allinterno della sezione di scavo ed stato tagliato.
Probabilmente si pensa che durante la realizzazione dei fori per la posa dei tiranti, non sia stato considerato
che lasta di perforazione nel suo avanzamento tendeva ad abbassarsi a causa del peso proprio, e quindi
A questo punto, vista limpossibilit di proseguire con le lavorazioni si deciso di tagliare i tiranti rinvenuti
modificando cos le condizioni di carico sulla berlinese. Le circostanze del momento, limpossibilit di
bloccare le lavorazioni e la poca sensibilit degli addetti hanno fatto si che nessuno provvedesse prima del
taglio dei tiranti ad eseguire una verifica della berlinese nella nuova configurazione.
Con riferimento alla realizzazione dei presostegni, si riportano le principali difficolt operative riscontrate
durante la loro lesecuzione, e le principali difformit che abbiamo potuto apprezzare con riferimento alla
Durante la realizzazione degli infilaggi al fronte (Figura 8.4), si verificava la chiusura del foro quando veniva
dover eseguire pi passaggi dellasta di perforazione fino a quando questa non entrasse nel foro
liberamente senza trovare lostruzione di ciottoli che chiudevano il foro (Figura 8.5).
Figura 8.4 Realizzazione tramite posizionatore dei fori per i tubi vtr. Figura 8.5 Ciottoli crollati nel foro che impediscono la posa del tubo vtr.
Si proseguiva nella realizzazione del successivo foro, ad una distanza ipotizzata tale da non provocare la
chiusura del foro precedentemente eseguito. Fatti alcuni fori, venivano inseriti i tubi in vetroresina. In
alcuni casi limpossibilit di inserire completamente il tubo in vetroresina veniva ovviata tagliando il tubo il
Un ulteriore aspetto che rendeva particolarmente difficoltose e lente le operazioni era legato allefficienza
delle attrezzature presenti in cantiere, in particolare lassenza di due gruppi di produzione di aria
fronte. Quindi eseguiti una decina di fori ed inseriti i tubi in vetroresina si proseguiva alliniezione tramite
malta cementizia, la quale per in alcuni casi non riusciva ad intasare completamente il tubo sia perch la
pressione di iniezione e il quantitativo di malta iniettato, a detta dellingegnere di cantiere, fossero inferiori
a quelli necessari per il tipo di terreno presente in sito, ma in particolare perch il foro tendeva a chiudersi
in pi punti. Quindi trovando ostruzione, la malta cementizia si disperdeva nel terreno scegliendo altre vie
preferenziali visto che il terreno era costituito da sabbie e ghiaie poco addensate, e quindi molto
permeabili.
La mancata iniezione del tubo in vetroresina appariva durante le operazioni di scavo del fronte, dove si
notavano tratti di tubi non iniettati o porzioni di terreno vicino al foro cementate a dimostrazione che la
malta cementizia fosse fluita in altre vie preferenziali rispetto al foro (Figura 8.6).
Da segnalare un ulteriore disagio causato dal sottodimensionamento del posizionatore utilizzato per le
lavorazioni: in particolare, essendo troppo piccolo, era necessario ogni qual volta bisognasse realizzare le
opere di presostegno, realizzare una rilevato per rialzare la macchina di circa un metro dal piano di
campagna in modo tale che questa potesse raggiungere i punti pi alti in calotta (Figura 8.7).
Inoltre, dato che il posizionatore non veniva allineato con il piano dei centri, non stato possibile realizzare
tutti i fori da un'unica posizione centrale, ma stato necessario eseguire i fori spostando varie volte la
macchina.
Durante la realizzazione degli infilaggi in calotta, oltre alla solita problematica di chiusura del foro e della
non omogeneit delliniezione, si riscontrano difficolt esecutive riguardo al corretto orientamento degli
infilaggi che formavano lombrello protettivo. In particolare, si sono registrati degli infilaggi troppo bassi
che finivano allinterno dellarea di scavo, i quali dovevano essere tagliati per poter posizionare le centine
(Figura 8.8).
Figura 8.8 Infilaggi in calotta intercettati dallo scavo e tagliati per consentire la posa delle centine.
Per quanto riguarda la posa delle centine, non si sono evidenziati particolari problemi nelle operazioni di
montaggio, se non alcuni ritardi dovuti alle interferenze con i tiranti della berlinese e con gli infilaggi in
calotta, come in precedenza riportato. Tuttavia, un aspetto che riteniamo di notevole importanza riguarda
interfaccia fra centina e terreno: si riscontra come il piedritto della centina non sia mai a contatto con il
terreno, ma si formi sempre una cavit, la quale viene riempita con calcestruzzo proiettato (Figura 8.9).
Figura 8.9 Cavit generatasi alle spalle dei piedritti, ricoperta di spritz beton per evitare ulteriori distacchi.
Inoltre visto il non perfetto allineamento in calotta degli infilaggi, risulta pressoch impossibile che tutti gli
infilaggi metallici risultino a contatto con lestradosso della centina una volta che questa posta in opera,
ma solo nel seguito con lavanzamento degli scavi e con il cedimento del presostegno, questi si disporranno
Figura 8.10 Non perfetto allineamento degli infilaggi, assenza del contatto con la centina.
Come ultima osservazione sulla posa in opera delle centine, osserviamo che il piano di posa della centina
costituito da materiale rimaneggiato durante gli scavi, il quale viene poi regolarizzato alla giusta quota di
posa tramite lastre di pietra recuperate in loco o con masselli di legno (Figura 8.11). Si tratta quindi di un
piano precario, il quale non potr che subire un assestamento al momento in cui la centina verr caricata.
Figura 8.11 Piano di posa della centina con materiale rimaneggiato, regolarizzazione con masselli di legno.
Data la presenza in superficie in asse alla galleria del traliccio dellalta tensione, il problema dei cedimenti
di tale struttura veniva considerato con grande attenzione nel corso delle operazioni di scavo.
Non essendo tuttavia presente fra i documenti di progetto un piano di valutazione dei cedimenti superficiali
del traliccio, non era definito un livello di cedimento limite raggiunto il quale si sarebbero dovute applicare
Con cadenza giornaliera il responsabile dei lavori, nominato dallimpresa esecutrice si manteneva informato
sullandamento dei cedimenti, e relazionando con lingegnere incaricato di redigere il progetto esecutivo
senza eseguire delle variazioni. Dalle rielaborazione dei dati di monitoraggio giornalieri, si evidenziava che
man mano ci si avvicinava con lo scavo della galleria le quattro mire posizionate ai piedi del traliccio
avanzamento 4 e 5 sarebbero stati eseguiti proprio al di sotto del traliccio, visti i cedimenti fino a quel
evitare linnesco di rilasci e crolli localizzati che avrebbero potuto comportare ripercussioni sulle strutture
superficiali. Si deciso dunque, a parit di lunghezza degli infilaggi metallici e dei tubi in vetroresina, di
limitare a sei metri la lunghezza dei campi di avanzamento 4 e 5 in modo tale da incrementare la
sovrapposizione dei presostegni. Si inoltre ridotto linterasse degli infilaggi metallici di calotta da 0,45 a
realizzare il getto dellarco rovescio al termine dello scavo di ogni campo davanzamento
davanzamento al fine garantire la
della galleria dovute alla poca attenzione degli addetti ai lavori relativamente alla presenza delle mire,
mire
alcune delle
le quali sono state pi volte urtate, compromettendo cos la valutazione delle convergenze
conv nel
Nel presente capitolo vengono riportate alcune considerazioni riguardo le scelte adottate dai progettisti
durante le fasi di progettazione definitiva ed esecutiva. In particolare vengono proposti alcuni aspetti che
portano a delle scelte discutibili, le quali poi saranno analizzate nel proseguo del testo.
Come primo aspetto considerato, riportiamo che durante la caratterizzazione dei materiali sciolti
allimbocco sud della Galleria Inzogno, sono state eseguite delle prove di taglio diretto su provini
ricostituiti prelevati dal sondaggio sub orizzontale S2 ad una quota compresa fra 18,50 e 19,00 metri.
Dalla prova stata ricavata una stima dellangolo di attrito del terreno, senza per indicare il valore della
densit relativa del campione, che avrebbe dovuto essere analogo a quello del terreno in sito al fine di
ottenere una valutazione sensata del parametro di resistenza. Inoltre il provino stato realizzato con
materiale avente dimensione inferiore a 4,76 millimetri, trascurando dunque la reale composizione del
terreno in sito.
In relazione alle prove penetrometriche dinamiche eseguite con campionatore a punta aperta, si riportano
dalle relazioni di progetto lesecuzione di numero 2 prove SPT nel foro del sondaggio S1, ed altrettante nel
foro del Sondaggio S3, per le quali viene riportato in numero di colpi necessari per fare avanzare la punta
negli ultimi 30 cm di terreno. Nel susseguirsi delle considerazioni progettuali si nota come non vengano
riportate indicazioni sulla tipologia dei macchinari utilizzati, ed inoltre non viene riportata nessuna
indicazione sul tipo di procedimento adottato per definire la stima dellangolo dattrito del terreno a partire
dai risultati di questa prova. In particolare non si riportano eventuali correlazioni empiriche utilizzate, e
tanto meno viene fatto riferimento al valore di densit relativa attribuita alla porzione di terreno indagata.
Inoltre, nelle relazioni progettuali degli interventi di sostegno della galleria, tra i parametri del terreno viene
indicato un valore del modulo elastico. Tuttavia, andando a ripercorrere le prove effettuate per
caratterizzare i materiali, contenute nella relazione delle indagini, non viene descritto come e attraverso
Un ulteriore aspetto riguarda il dimensionamento dei sostegni del fronte. In questo caso previsto di
trasferire al terreno una pressione stabilizzante mediante un sistema di infilaggi in tubi di vetroresina
iniettati, il cui numero viene calcolato con riferimento alla resistenza a trazione limite del tubo. Si nota
come non venga riportata una verifica allo sfilamento del tubo in vetroresina.
Anche la verifica degli infilaggi metallici in calotta vede ladozione di scelte discutibili, in particolar modo si
evidenzia una schematizzazione dellarmatura metallica come una trave fra due incastri, di lunghezza due
metri. Si pu osservare come lassunzione degli incastri agli estremi non sia corretta in quanto si possono
verificare sia cedimenti che rotazioni. Inoltre adottando questa schematizzazione risulta arbitraria la
Per quanto riguarda la definizione della pressioni verticali ed orizzontali agenti sul fronte e sui sostegni, si
osserva lutilizzo del metodo basato sulla Teoria del Silo di Terzaghi, il quale si basa sullAnalisi Limite,
trascurando la possibilit di valutare le pressioni adottando metodi numerici basati sul metodo agli
elementi finiti.
Nel dimensionamento del rivestimento definitivo non si considera il contributo resistente del rivestimento
necessario. Inoltre si considerano identiche le pressioni agenti allistante di posa del rivestimento
Il progetto inoltre non ha previsto analisi, sia semplificate che di tipo numerico, allo scopo di valutare i
cedimenti delle strutture esistenti nellarea influenzata dallo scavo della galleria e non sono state fornite
indicazioni sullentit massima accettabile di tali spostamenti. Di conseguenza, in corso dopera, si sono
del comportamento del terreno sono state fatte in funzione della misura di spostamenti superficiali e
convergenze interne del cavo. Dunque, si evince che gli adeguamenti apportati in fase costruttiva siano
frutto dellesperienza e dalle sensazioni del progettista, e non di una verifica di tipo numerico.
Riguardo il piano di monitoraggio, si osserva la poca sensibilit dellimpresa allapplicazione del piano di
monitoraggio previsto sia nel progetto definitivo che in fase di progettazione esecutiva. Infatti, buona parte
della misure previste sono state eliminate attraverso una proposta di variante in fase costruttiva: in
particolare, le misure estensimetriche, le misure piezometriche e le misure con celle di carico e barrette
estensimetriche applicate sui rivestimenti provvisorio e definitivo. Inoltre durante la fase costruttiva della
galleria non stata eseguita nessuna misura dei parametri caratteristici dei materiali attraversati, rendendo
cos impossibile la verifica delladeguatezza delle ipotesi adottate in fase di progetto riguardo al
Emerge perci unarbitrariet nella valutazione dellefficacia del metodo di costruzione adottato, vista
lassenza di misure dei parametri geotecnici da confrontare con le ipotesi di progetto e lassenza di analisi
dei cedimenti. Per questi motivi non stato possibile quantificare quanto le modifiche progettuali e gli
adottate nel progetto e nella realizzazione della Variante allabitato di Zogno di cui si discusso in
precedenza. In particolare, dalla ricerca in letteratura si sono ricavati articoli che descrivono metodi
alternativi di consolidamento e presostegno del fronte di scavo e della calotta adottati in altre gallerie, che
circa 21 m2. Tale galleria passa al di sotto di sobborghi pesantemente urbanizzati, dove un collasso o
Figura 10.1 Profilo geologico lungo il tracciato del tunnel collettore a Beirut.
Le formazioni litologiche incontrate sono mostrate nel profilo in Figura 10.1, basato su un programma di
indagini precedenti e contemporanee alla realizzazione, derivato dai risultati di 35 sondaggi. Tale
programma di indagini ha mostrato che il terreno incontrato lungo il tracciato del tunnel era molto
eterogeneo. Si sono incontrate tre diverse litologie: sabbia ben selezionata, sabbia limoso-argillosa e sabbia
cementata. La permeabilit di tali materiali risultata mediamente variabile tra 10-2 e 10-3 cm/s,
Si ritenuto che lutilizzo di TBM non fosse appropriato a causa della grande variabilit dei materiali e della
possibilit di incontrare sezioni o zone in cui il fronte sarebbe stato in condizioni di litologia mista tra quelle
Per ragioni economiche, oltre che per la possibilit di avere condizioni di litologia mista al fronte, si deciso
di procedere con uno scavo tradizionale, appropriato per ogni diverso tipo di terreno, seguendo le
indicazioni del NATM. Nello specifico, inizialmente stato deciso di realizzare un rivestimento temporaneo
costituito da 15-20 cm di calcestruzzo proiettato, rete metallica, centine e bulloni, le cui disposizioni
specifiche erano variate in funzione delle condizioni incontrate in sito. Il rivestimento definitivo previsto
consisteva in calcestruzzo non armato messo in opera attraverso una cassaforma speciale.
- Problemi di scavo e stabilit della calotta dovute a condizioni di fronte misto con sabbia sciolta e
- Intercettazione di cavit di dimensioni variabili contenenti sabbia sciolta allinterno delle sabbie
cementate
- Intercettazione di acqua di infiltrazione che avrebbe potuto ridurre la stabilit del fronte
In particolare, si sono verificati due fenomeni di collasso del fronte durante lavanzamento dello scavo. Il
primo avvenuto a circa 30 metri dal portale dove si verificato un passaggio inatteso da sabbia limoso-
argillosa a sabbia sciolta. Il secondo collasso stato dovuto al flusso di acqua di infiltrazione al fronte
derivante dalla rottura di una tubazione. Questi due fenomeni hanno provocato avvallamenti superficiali
notevoli, aventi dimensioni di circa 6 metri di diametro e 2 di profondit. Ci sono poi stati fenomeni di
Dopo aver preso in considerazione la possibilit di realizzare infilaggi metallici creando un ombrello in
calotta, per ridurre i tempi di realizzazione e poich la realizzazione di infilaggi creava grande ingombro in
prossimit del fronte di scavo, si deciso di pretrattare il terreno con iniezioni di consolidamento che
A questo scopo sono state fatte numerose prove in sito e test di laboratorio, per sviluppare una miscela di
iniezione efficace, tenendo conto della permeabilit della sabbia. Lobiettivo principale era sviluppare una
miscela che in poco tempo desse al terreno una coesione sufficiente dopo essere penetrata rapidamente a
bassa pressione. In seguito ai test realizzati, si scelta una miscela di iniezioni chimiche a base di silicati e si
stimato che la resistenza del terreno trattato risultava caratterizzata da una coesione media di 130 kN/m2
Infine, si valutato lo spessore minimo necessario della zona trattata con iniezioni attraverso una
procedura tipo analisi limite. Da questa risultato che lo spessore minimo doveva essere pari ad 1 metro,
Per realizzare una zona consolidata dello spessore richiesto, sono state presi in considerazione due schemi
di iniezione, usati entrambi in diverse porzioni di galleria: realizzazione di iniezioni dalla superficie o
Il primo schema ha dunque incluso la trivellazione di fori verticali di profondit variabile tra 15 e 25 metri,
ad interasse 0,8 metri (Figura 10.2). La miscela di iniezione stata pompata a bassa pressione nella quantit
di 0,25 m3 per foro. Successivamente si realizzato un secondo giro di iniezioni ancora di 0,25 m3 per foro e
i fori sono poi stati riempiti con malta cementizia. Il vantaggio principale di questo schema stata la
possibilit di operare i lavori di iniezione molto pi avanti del fronte di scavo, comportando una buona
velocit di avanzamento dello scavo e riducendo i cedimenti superficiali. Tuttavia iniettare dalla superficie
ha provocato disturbi alle attivit di superficie come anche ai servizi e inoltre ha portato ad un maggiore
consumo di materiale.
Figura 10.2 (a) Schema planimetrico delle iniezioni dalla superficie a interasse 0,8 metri.
(b) Sezione trasversale dello schema di iniezione, arco consolidato intorno alla galleria.
Per questi motivi, dopo aver utilizzato questo schema per circa 70 metri, stato deciso di passare allo
schema di consolidamento dal fronte (Figura 10.3). In questo caso liniezione stata realizzata secondo le
seguenti fasi:
- Inizio del ciclo successivo di iniezioni dopo lo scavo di 7 metri in modo da avere 2 metri di
Lo scavo successivo ha mostrato la zona iniettata e ha consentito di verificare che lo spessore della
porzione trattata superava il valore minimo di 1 metro. Rispetto allo schema precedente, sono stati
eliminati gli effetti di disturbo delle attivit in superficie e inoltre si potuto ridurre il consumo di miscela di
iniezione.
Questi interventi hanno consentito di avere condizioni di scavo molto buone per la lunghezza restante della
galleria senza ulteriori incidenti e hanno reso possibile un avanzamento pi rapido dello scavo, dellordine
(Figura 10.4). In localit Campiolo, il terreno era costituito da detriti di falda con blocchi lapidei di
dimensioni anche notevoli in una matrice limoso sabbiosa, che dunque poteva presentare notevoli
Prima di allora, situazioni analoghe venivano affrontate procedendo con sezioni parzializzate o cercando di
sostenere lo scavo con centine e marciavanti, avendo tuttavia grandi difficolt operative. Questi metodi e
tecnologie non escludevano la possibilit di avere sfornellamenti e non garantivano la sicurezza degli
operai. Unalternativa era consolidare il terreno con iniezioni tradizionali a bassa pressione, ma tale
soluzione risultava spesso poco economica e incerta poich risultava difficile controllare la diffusione di
Lo sviluppo, negli anni precedenti, della tecnologia del jet-grouting permise di ottenere una soluzione
pratica per risolvere tali problemi. Si decise di applicare questa tecnologia, in orizzontale, in modo da creare
un arco di terreno consolidato dotato di buona resistenza, in corrispondenza del profilo di scavo e in
alla galleria e da impedire le deformazioni associate ad una diminuzione degli sforzi radiali
Figura 10.4 Imbocco della galleria in localit Campiolo, sulla linea Udine-Tarvisio.
Lintervento di consolidamento e lo scavo della galleria sono dunque avvenuti secondo quattro fasi distinte:
- Trattamento con jet-grouting della calotta con 41 colonne di terreno consolidato di lunghezza 13
metri e inclinazione 9 rispetto allasse della galleria, con interasse di 45-50 cm (Figura 10.5);
Figura 10.5 Profilo longitudinale di scavo nella zona di imbocco in cui si mostrano le colonne in jet grouting.
- Avanzamento a mezza sezione per circa 10 metri e immediato sostegno dello scavo con centine,
dei piedritti nel tratto scavato con colonne subverticali lunghe circa 2 metri e distribuite in funzione
- Scavo dello strozzo nel tratto gi consolidato, protezione delle pareti con spritz beton e successiva
Nel complesso i trattamenti di consolidamento hanno riguardato circa 170 metri di galleria con coperture
variabili tra 7 e 70 metri. Lavanzamento dello scavo avvenuto in completa sicurezza con una velocit
macchinari e fasi di lavoro specifici (sonda per trattamenti in calotta, sonda per trattamenti dei
piedritti, impianti di produzione della miscela e di iniezione) che vanno ad interferire con le altre
lavorazioni.
- necessario arrestare il trattamento di iniezione ad alta pressione almeno 3 metri dal fronte per
evitare lo sfondamento e il crollo del fronte, con la successiva necessit di rafforzarlo con rete
- Non possibile proseguire subito dopo il trattamento con le operazioni di scavo e sostegno, perch
Daltra parte, questa tecnologia ha sicuramente il vantaggio di fornire una notevole sicurezza in quanto
SOTTOPASSO DELLA TANGENZIALE EST DI MILANO DA PARTE DELLA LINEA 3 DELLA METROPOLITANA
Nella realizzazione del lotto 3 della linea 3 della metropolitana di Milano, il tracciato della galleria di linea
interferiva con quello della Tangenziale Est. Per evitare interruzioni al traffico, stato previsto di passare al
di sotto del rilevato stradale su cui realizzata la tangenziale realizzando un tratto di galleria di circa 70 m
(Figura 10.7).
Figura 10.7 Planimetria, sezione trasversale e profilo longitudinale del sottopasso della Tangenziale Est da parte della Linea 3.
I principali obiettivi progettuali erano la completa stabilit dello scavo in ogni fase esecutiva e la limitazione
delle deformazioni e dei cedimenti superficiali. Le coperture ridotte (circa 8 metri) e la natura del terreno
(limo e sabbie limose) hanno reso necessari opportuni interventi di consolidamento e metodologie
operative tali da garantire una buona resistenza del materiale trattato senza per indurre sollevamenti o
flusso verso la superficie delle miscele utilizzate. Per questi motivi, si scelto di impiegare la tecnologia del
jet-grouting in avanzamento piuttosto che le iniezioni tradizionali, che si sarebbero dovute realizzare dalla
controllo.
Lavanzamento dello scavo avvenuto da due fronti contrapposti e a sezione parzializzata scavando
inizialmente la porzione di galleria al di sopra del piano dei centri. Lesecuzione ha visto alternanza dei
trattamenti sub-orizzontali con iniezioni ad alta pressione sul perimetro dello scavo per una lunghezza di 12
metri e dello scavo di porzioni di 6 metri con immediata realizzazione del rivestimento provvisorio con
centine, rete elettrosaldata e spritz beton. Lintervento ha permesso di creare una fascia di terreno
consolidato di notevole spessore per la sovrapposizione delle colonne iniettate, garantendo cos la stabilit
dello scavo.
Figura 10.8 Profilo di scavo e consolidamento della galleria e sezione finale consolidata
Durante lo scavo dei primi campi si evidenziata una tendenza del fronte a rifluire durante le iniezioni in
avanzamento. Per evitare questo fenomeno si sono realizzate delle colonne di jet-grouting anche sul fronte,
Inoltre questa tecnica stata utilizzata precedentemente allo scavo dei vari campi per realizzare un
consolidamento del terreno al di sotto delle basi del prerivestimento, in modo che le centine poggiassero
su un materiale avente buone caratteristiche meccaniche che limitasse i cedimenti verticali delle centine e i
conseguenti spostamenti superficiali. Infine la parte inferiore dello scavo stata trattata con iniezioni di jet
grouting a lato dei piedritti e con iniezioni chimiche e cementizie al di sotto dellarco rovescio in modo da
superficie e interferiva con il traffico urbano in corrispondenza dellattraversamento del quartiere Bad-
Godesberg. Per questo, stato deciso di trasferirlo parzialmente in sotterraneo attraverso la costruzione di
due gallerie a doppio binario rispettivamente di 500 e 150 metri. La prima di queste due tratte si rivelata
la pi impegnativa, in quanto la galleria sottopassa, con coperture modeste (3,5-6,8 metri) e in materiale
sciolto, una zona urbana densamente edificata e con numerosi servizi. Inoltre il tunnel attraversa la strada
statale B9, molto trafficata e corre in vicinanza alla linea ferroviaria Colonia-Francoforte (Figura 10.9).
Figura 10.9 Planimetria del tracciato della galleria della metropolitana nella zona di Bad-Godesberg.
Le litologie interessate dallo scavo erano alluvioni (Figura 10.10). Al di sotto di un primo strato di materiale
di riporto e terreno vegetale con spessori fino a 2 metri si incontrato uno strato di limi sabbiosi con
spessori fino a 4,5 metri che interessava la calotta della galleria per un tratto di circa 240 metri. Allinterno
di tale strato si sono rinvenute anche livellette di sabbia e argilla con spessore modesto. Sottostanti questo
secondo strato, si avevano sedimenti granulari sciolti, costituiti principalmente da ghiaie, fino alla base
rocciosa situata in profondit. Tale strato ghiaioso presentava una permeabilit molto elevata ed era
presente la falda, temporaneamente abbassata tramite dei pozzi durante lo scavo della galleria.
Figura 10.10 Profilo longitudinale della galleria con indicazione della geologia riscontrata.
Per il consolidamento dello strato ghiaioso sciolto, si utilizzata la tecnologia del jet grouting monofluido,
consistente nella fratturazione del terreno tramite getti ad alta pressione e la contemporanea miscelazione
in sito. Nella zona in cui la calotta incontrava lo strato limoso, si invece deciso di realizzare degli infilaggi
tramite barre di acciaio lunghe 4 metri e inserite dopo ogni metro di scavo.
Per poter scegliere opportunamente i parametri relativi alla miscela e alliniezione, sono state realizzate
alcune colonne di prova, valutando i sollevamenti generati in superficie e prelevando dei campioni di
materiale consolidato su cui realizzare prove di laboratorio. Si sono cos definiti il tipo di miscela, la
pressione di iniezione e i volumi da iniettare. Poich il diametro medio delle colonne in ghiaia riscontrato
dalle prove risultava di 60 cm, si deciso un interasse medio dei fori sul fronte di 47 cm.
A partire dallimbocco nord e per circa 260 metri la galleria risultava completamente in ghiaia. Dunque
larco consolidato in jet grouting ha coperto tutta la zona di calotta e piedritti, attraverso la realizzazione di
39 colonne sub-orizzontali. Tuttavia a causa delle coperture molto limitate, durante lintervento di
consolidamento si sono osservati notevoli sollevamenti in superficie. Al fine di ridurre tali spostamenti, si
In Figura 10.11 e 10.12, si riportano la sezione longitudinale nel tratto in ghiaia e la sezione trasversale
Figura 10.11 Profilo longitudinale della zona al fronte, schema delle colonne in jet grouting e delle centine.
Figura 10.12 Sezione trasversale finale della galleria e interferenze in superficie per limbocco nord.
Diversamente, a partire dallimbocco sud, per circa 240 metri, la zona di calotta della galleria andava ad
intercettare lo strato limoso. In questo tratto, le colonne in jet grouting sono state realizzate solo nella
ghiaia, mentre nel limo sono state infisse, ad ogni metro di scavo, delle barre di acciaio di diametro 28 mm,
lunghezza 4 metri e interasse 35 cm. Si noti che in questo tratto non si sono registrati sollevamenti in
superficie. In Figura 10.13 riportata la sezione trasversale di questo secondo schema di realizzazione.
Figura 10.13 Sezione trasversale finale della galleria e interferenze in superficie per limbocco sud.
Realizzati gli interventi di consolidamento, lo scavo avveniva secondo una particolare procedura volta a
porzioni, che, una volta scavate, venivano immediatamente coperte con uno strato di spritz beton. Dopo
ogni metro di scavo sono poi state poste in opera le centine, la rete elettrosaldata e lo spritz beton, mentre
larco rovescio seguiva lo scavo ad una distanza non superiore a 5 metri dal fronte.
una linea ferroviaria che, negli ultimi 350 metri vicino alla Fiera, scende in sotterraneo attraverso la
realizzazione di una galleria di raggio medio pari a 5,6 metri. Il tratto iniziale di tale galleria situato in
arenaria per circa 210 metri, mentre il tratto successivo passava in una zona di riempimento di una vecchia
cava. Dunque, al fine di minimizzare il disturbo alle strutture esistenti in superficie e gli eventuali danni
La copertura della galleria nella zona da consolidare variava tra 9 e 13 metri, e il materiale presente era
costituito da residui di coltivazione di una cava di arenaria, con struttura caotica ricca di vuoti e senza
coesione. Nella zona basale del riempimento si hanno invece alternanza tra strati limosi e zone costituite
Si riporta in Figura 10.14 il profilo longitudinale della galleria nel tratto interessato dai consolidamenti.
Figura 10.14 Profilo longitudinale della galleria in cui si indicano la litologia presente e i consolidamenti.
Per garantire lavanzamento in sicurezza dello scavo e per limitare il disturbo in superficie, si progettato
un intervento di consolidamento mediante colonne di jet grouting sub-orizzontali. Per la presenza, nel
materiale di cava, di vuoti le cui dimensioni e posizione non potevano essere valutate a priori, si aveva il
rischio di svuotamento delle colonne realizzate con il flusso incontrollato della miscela di iniezione al di
fuori della zona di intervento. Per evitare questo, sono state realizzate iniezioni di riempimento in
Tali iniezioni sono state realizzate mediante tubi a manchette installati in fori sub-orizzontali di lunghezza
13 metri, disposti in alternanza sopra e sotto le colonne in jet grouting, con interasse di circa 1,4 metri.
Una volta scavati i fori e realizzata la guaina, stata iniettata una miscela cementizia a bassa pressione per
il riempimento dei vuoti. Le iniezioni sono state realizzate da fondo foro a passi di un metro, iniettando un
volume di miscela prefissato e ripetendo liniezione nelle sezioni in cui non era raggiunta la pressione
minima di iniezione.
Terminate le iniezioni, si realizzato larco di colonne in jet grouting, che avevano lunghezza compresa tra
11 e 12,75 metri e interasse di circa 35 cm, mentre il diametro delle colonne era di circa 50 cm.
Successivamente al trattamento, lo scavo avanzava di una lunghezza tra 8 e 9,75 metri lasciando una
sovrapposizione di 3 metri degli interventi di consolidamenti che garantivano la stabilit dello scavo.
morenici, la cui tecnica di costruzione ha fatto uso del jet grouting per la formazione di un arco di materiale
consolidato in avanzamento. Tale arco funziona da sostegno per la galleria durante lo scavo ed ha
Il progetto composto da due gallerie autostradali superficiali, che attraversano un basamento roccioso e
una zona di deposito morenico glaciale, mediamente addensato, di sabbia limosa. Le gallerie hanno una
lunghezza di circa 2 km, con sezione di 135 m2. Sono state costruite in parallelo, realizzando prima la calotta
con una superficie di scavo pari a 75 mq e poi in seguito lo scavo di ribasso (Figura 10.16).
Figura 10.16 Sezione trasversale finale della galleria che mostra le due fasi di scavo.
Lo scavo della calotta era iniziato nella morena glaciale con uno scudo dal portale Est, che ha comportato
subito misure di cedimenti in superficie rilevanti. La costruzione della calotta nel tratto di depositi di
morena glaciale fu eseguito utilizzato sia con uno scudo che mediante la realizzazione di un ombrello in jet
grouting a supporto dello scavo. Durante la costruzione del tunnel con lo scudo, grandi cedimenti, maggiori
di 350 mm, sono stati osservati in superficie. Per questo, la tecnica di costruzione stata cambiata e larco
in jet grouting stato installato a monte del fronte galleria, al fine di fornire un supporto migliorativo allo
Figura 10.17 Schema delle colonne in jet grouting in avanzamento a sostegno della calotta.
La stratigrafia generale mostrata nella Figura 10.18, e pu essere descritta come una morena fluviale
sovrastante deposito glaciale. Il deposito fluviale consisteva in di sabbia limosa fine, da 0 m a circa 10 m di
spessore con una densit di circa 19 kN/m3, un angolo di attrito pari a 30 e coesione nulla. La falda freatica
era presente nel deposito, e situata in cima al deposito glaciale. Il deposito costituito da sabbia e limo
argilloso, da ghiaia e massi isolati, inoltre apparso asciutto durante l'indagine geologica e durante lo
scavo, anche se erano presenti alcune di lenti di sabbia e ghiaia limose che portavano dellacqua.
Figura 10.18 Profilo longitudinale geologico della zona interessata dallo scavo della galleria.
Durante lo scavo della calotta il deposito risultato essere molto rigido e omogeneo, senza che il fronte
desse segni di instabilit. Quindi il rinforzo del fronte, spesso usato in tali grandi tunnel per limitarne la
Lombrello protettivo in jet grouting per il Aeschertunnel stato realizzato con l'installazione di 39 colonne
aventi un diametro di 600 mm e poste ad un interasse di 450 mm, in corrispondenza del fronte della
galleria, sovrapponendole in modo da garantire un margine di sicurezza durante la fase di realizzazione del
tunnel. Le sequenza della realizzazione del trattamento in jet grouting e dello scavo per la porzione di
calotta nel tratto di deposito morenico sono riassunti nelle seguenti tre fasi:
1. Installazione delle colonne per formare l'arco di protezione di forma conica. Le colonne sono state
2. Scavo della calotta e posizionamento del sostegno temporaneo al di sopra dellarco rovescio. Il
rivestimento provvisorio viene installato in 3 fasi ed in anticipo di 5,5 m rispetto allarco rovescio. Il
calcestruzzo proiettato.
calcestruzzo spruzzato sul fronte della galleria prima di iniziare il nuovo trattamento in jet grouting.
Di solito, la corona consolidata in calotta stata eseguita prima al fine di produrre la minor quantit di
sollevamento. La realizzazione temporale delle iniezioni stata generalmente eseguita in modo sequenziale
(Figura 10.19) a partire dal tratto al centro della calotta, cio dalle colonne 14-26, e poi i lati, cio le
Figura 10.19 Sezione trasversale dello scavo di calotta con indicazione delle colonne in jet grouting.
presenza in superficie di edifici, i quali richiedono che la deformazione del terreno circostante sia ridotta al
minimo. Il problema principale nella realizzazione di una galleria in terreno sciolto quello di evitare il
detensionamento del terreno nella zona davanti al fronte di scavo, oltre a controllarne lo stato di
sollecitazione e di deformazione. Lesempio in oggetto di galleria costruita in terreni sciolti si riferisce alla
costruzione del passante ferroviario a Milano, il cui metodo di scavo ha previsto il miglioramento delle
caratteristiche del suolo con iniezione di malte cementizie, al fine di migliorarne la resistenza al taglio.
In particolare, si descrive la realizzazione del tratto di galleria di linea del Passante Ferroviario lungo Viale
Tunisia, tra Via Lazzaretto e Corso Buenos Aires. Si tratta di una galleria a doppio binario, di diametro 8,80
metri, che sottopassa una strada molto trafficata con coperture comprese tra 10 e 13 metri, in unarea
Figura 10.20 Planimetria e sezione trasversale finale della galleria del passante ferroviario.
Il terreno attraversato dallo scavo costituito da depositi alluvionali che vanno dalle ghiaie sabbiose alle
sabbie limose, con permeabilit variabile fino a valori minimi di dellordine di 10-4 cm/s. Viene classificato
come terreno incoerente con angolo di attrito medio di 35 e modulo elastico variabile con la profondit.
La metodologia di scavo adottata pu essere schematizzata secondo le seguenti fasi (Figura 10.21):
- Realizzazione di un cunicolo pilota di diametro 3,2 metri tramite uno scudo meccanizzato con
- Esecuzione delle iniezioni di consolidamento sul contorno del cavo con tubi valvolati in pvc
- Scavo della galleria in pi fasi con posa del rivestimento costituito da centine in acciaio e spritz
Figura 10.21 Fasi di scavo della sezione trasversale: iniezioni radiali, scavo in due fasi, posa del rivestimento.
In seguito allo scavo del foro pilota si sono iniziate le iniezioni di consolidamento del terreno intorno alla
galleria realizzando un trattamento di spessore pari a 2,5-3 metri. Le miscele di consolidamento utilizzate
sono state di due tipi: cementizie (acqua, cemento e additivi) e chimiche ( miscele di silicati).
Laccoppiamento di queste due tipologie serve per evitare che, in presenza di falda, le miscele chimiche
reagiscano con lacqua, realizzando uno strato esterno di miscela cementizia impermeabile (Figura 10.22).
Figura 10.22 Sezione trasversale in cui si mostrano le diverse iniezioni, sopra e sotto falda.
Dopo aver completato le iniezioni, si proceduto allo scavo di prima fase, fino al piano dei centri della
galleria, con posa di un rivestimento provvisorio costituito da calcestruzzo proiettato armato con rete
elettrosaldata e centine. La lunghezza degli sfondi di scavo stata pari ad un metro, corrispondente
allinterasse tra le centine. Non si sono verificati problemi di stabilit del fronte e delle pareti sia in questa
fase sia nella fase di ribasso, avvenuta sempre a sfondi di un metro con immediata sottomurazione del
rivestimento provvisorio. Infine si realizzato il getto del rivestimento definitivo, in prima fase larco
Grazie allesperienza del comportamento a lungo termine delle iniezioni cementizie e chimiche, si deciso,
dopo analisi ad elementi finiti e facendo controlli strumentali sul rivestimento provvisorio, di non armare il
rivestimento definitivo, a prezzo di un aumento dello spessore, il cui valore finale stato di 70 cm.
Si noti che, per lo scavo del cunicolo pilota, lo scudo meccanizzato non lunica tecnologia disponibile.
Nella costruzione della linea 3 della Metropolitana di Milano, si deciso di realizzare il preforo tramite
tecnologie tradizionali alternando fasi di preconsolidamento di un arco di terreno con colonne in jet
grouting in avanzamento di 12 metri a fasi di scavo di 9 metri (Figura 10.24). Successivamente, come nel
caso descritto in precedenza, venivano realizzate iniezioni radiali a partire dal foro pilota (Figura 10.25) e si
procedeva allo scavo della sezione completa della galleria con posa del rivestimento provvisorio e, in
Figura 10.24 Consolidamento del preforo con colonne in jet grouting. Figura 10.25 Iniezioni radiali realizzate dal foro pilota.
Nel presente capitolo, con riferimento alle problematiche emerse in fase di esecuzione, vengono nel
seguito suggeriti alcuni interventi alternativi di consolidamento, tratti dai casi di letteratura esposti nel
capitolo precedente. Verr discussa la loro applicabilit in relazione al contesto e alle condizioni litologiche
dellarea interessata dalla realizzazione dellimbocco della Galleria Inzogno. Inoltre, saranno messi in
Come prima osservazione, si ricorda che la natura del pendio attraverso cui si realizzata lopera vede la
presenza di depositi sciolti di sabbie e ghiaie, intercalate localmente di lenti cementate di materiale pi fine
di tipo alluvionale. Il problema principale nella realizzazione di gallerie in terreno sciolto quello di evitare il
detensionamento del terreno nella zona davanti al fronte di scavo e il conseguente cedimento del terreno
in superficie. Da letteratura si evidenziano due tipologie principali di intervento: soluzioni atte a migliorare
Nel caso oggetto della Galleria Inzogno, non sono state adottate tecniche atte a migliorare le caratteristiche
meccaniche del terreno, ma si proceduto alla realizzazione di un arco resistente, realizzando in una prima
sempre in avanzamento mediante linstallazione di tubi in vetroresina iniettati, i quali vengono ancorati alla
parte di terreno stabile a monte del fronte. Procedendo poi con sfondi di scavo di un metro, vengono
installate le centine metalliche le quali hanno il compito di completare larco resistente costituito appunto
dalle centine e dagli infilaggi metallici. In seguito allistallazione delle centine veniva poi realizzato in pi
passate un rivestimento provvisorio in calcestruzzo proiettato che ingloba al suo interno le centine
metalliche. Mediante ladozione di questa tecnica di scavo si potuto osservare, con riferimento ad un
campo di avanzamento di nove metri, che la fase di scavo ed installazione delle centine necessita tempi pi
brevi rispetto allinstallazione degli infilaggi e dei sostegni del fronte, rispettivamente circa 3-4 giorni
rispetto ai 9-10 giorni. Lalternanza fra le due fasi ha inoltre accentuato le difficolt di organizzazione del
due imprese distinte sul cantiere non ha permesso di procedere in modo continuo nelle lavorazioni.
Viceversa si osserva che la presenza di un'unica impresa in cantiere addetta sia allo scavo che alla
realizzazione degli infilaggi, avrebbe permesso di eliminare i tempi morti dovuti alla sostituzione di una
squadra di addetti con unaltra, dando cos una continuit al processo produttivo. Possiamo inoltre
osservare che la tecnica adottata si mostra flessibile a modifiche in corso dopera, permettendo di
intervenire riducendo linterasse fra gli infilaggi ed i sostegni al fronte, oltre alla possibilit di aumentarne le
rispettive lunghezze di sovrapposizione. La flessibilit della tecnica adottata risultata per non sfruttata in
riscontro fra le misure di monitoraggio e le previsioni evolutive di un modello numerico, non ha permesso
di poter intervenire in anticipo con azioni preventive, causando linsorgere di apprezzabili cedimenti
superficiali.
La prima soluzione di consolidamento alternativa a quella realizzata, consiste nelladottare tecniche atte a
migliorare le caratteristiche meccaniche del terreno prima di eseguire lo scavo. La tecnica prevede di
realizzare iniezioni di miscele cementizie effettuate dalla superficie allo scopo di fornire una coesione al
materiale interessato dallo scavo. Tali iniezioni avvengono tramite la realizzazione di fori verticali fino alla
profondit desiderata, entro i quali viene inserita una sonda in pvc e si procede con una prima iniezione a
bassa pressione e poi con successive iniezioni fino a provocare il riempimento dei vuoti presenti nel terreno
I principali parametri che influenzano il risultato di questa tecnologia sono la permeabilit del terreno, la
pressione di iniezione, il volume iniettato e il tipo di miscela. Si noti che tali parametri non sono
indipendenti uno dallaltro: ad esempio, nel caso di materiale ad elevata permeabilit si adotteranno
pressioni di iniezione pi basse e miscele le cui componenti possono avere dimensioni pi grosse rispetto al
caso di materiali a permeabilit minore. Ladozione di questa tecnica nel caso in oggetto avrebbe permesso
lavanzamento in parallelo dello scavo della galleria e della realizzazione delle iniezioni di consolidazione
dalla superficie, ovviando in questo modo ai tempi di attesa dovuti allalternarsi delle fasi di scavo e
esecuzione degli infilaggi che sono invece state eseguite entrambe a partire dal fronte. Ovviamente andr
definita una distanza tra fronte di iniezione e fronte di scavo tale da consentire alla miscela di raggiungere
le caratteristiche meccaniche desiderate. Lesecuzione delle due fasi in ambienti distinti comporta benefici
anche riguardo la riduzione delle interferenze al fronte tra le varie fasi costruttive permettendo una
migliore gestione e organizzazione del cantiere. Rispetto ad altri metodi, questa tecnica, vista la presenza di
materiale molto permeabile, risulta applicabile con buoni risultati. Inoltre date le basse pressioni con cui la
miscela viene iniettata, non vengono generati sollevamenti superficiali significativi che potrebbero
danneggiare le strutture esistenti. Per quanto riguarda i cedimenti, si osservato che la realizzazione
dellarco resistente a partire dal fronte di scavo avviene quando si gi avuta una parte del cedimento a
seguito del detensionamento del fronte, mentre le iniezioni dalla superficie permettono di realizzare un
arco resistente senza provocare n un detensionamento del fronte n spostamenti pregressi. Inoltre il
miglioramento delle resistenza meccanica del terreno permette alle maestranze, durante le fasi di scavo e
posa dei sostegni provvisori, di operare in condizioni di maggior sicurezza in prossimit del fronte.
Nel caso in esame questa tecnica risulta applicabile in quanto le lavorazioni si svolgono lungo un pendio in
cui non sono presenti in superficie particolari elementi di interferenza. Un aspetto negativo, tuttavia, sar il
maggior onere dovuto alle opere provvisionali di impianto cantiere, quali piste di accesso e aree di
pendio necessario considerare che la tecnica diventa pi onerosa allaumentare della copertura della
galleria, in termini di perforazione e di quantit di miscela da iniettarsi. Come nel caso delle iniezioni degli
infilaggi metallici, anche per le iniezioni superficiali si presenta il problema del controllo della porzione di
terreno effettivamente impregnata a causa della elevata permeabilit dei materiali presenti in sito. Prima di
scegliere questa tecnica sarebbe opportuno conoscere dettagliatamente la stratigrafia del terreno, in
particolare leventuale presenza di strati coesivi, in quanto in tali strati la scarsa permeabilit non consente
la diffusione della miscela, che si concentra in una lente e che pu provocare notevoli sollevamenti
Nel complesso, analizzati i principali aspetti positivi e negativi della tecnica, la si ritiene applicabile nel
primo tratto di galleria, in cui sono presenti i due tralicci dellalta tensione, con coperture fino a circa 20
metri, in quanto non comporterebbe particolari oneri aggiuntivi rispetto alla tecnica prevista in progetto.
Inoltre potrebbe garantire un avanzamento pi rapido dello scavo e soprattutto una riduzione dei
cedimenti superficiali. Al contrario, nel secondo tratto di galleria in materiale sciolto, vista lassenza di
strutture sensibili ai cedimenti e vista la copertura crescente fin oltre 30 metri, si ritiene migliore la scelta di
sostenere la galleria tramite infilaggi metallici iniettati come effettivamente realizzato in cantiere, in quanto
diventa predominante la necessit di creare un arco resistente che renda stabile lo scavo piuttosto che
La seconda soluzione alternativa consiste nelladottare la tecnica del jet grouting, al fine di realizzare un
arco resistente di colonne affiancate in avanzamento. La tecnologia consiste in una miscelazione in sito del
terreno, mediante una sonda si raggiunge la profondit desiderata, quindi tramite una lamina dacqua in
In questo modo si creano delle colonne di un calcestruzzo povero lungo la calotta della galleria che hanno la
stessa funzione degli infilaggi metallici. I principali parametri che influenzano questa tecnologia sono il tipo
di terreno e la pressione della lamina dacqua. La tipologia di terreno influisce sia sulle caratteristiche
meccaniche della colonna che sulle dimensioni della stessa, mentre al variare della pressione della lamina
dacqua si ottengono diametri diversi. Si osserva che i materiali ideali per la realizzazione delle colonne in
jet grouting sono i materiali granulari, mentre la realizzazione di questo trattamento perde di efficienza se
realizzato in terreni coesivi, sia in termini di resistenza meccanica che di dimensioni. Ladozione di questa
tecnica permette di eseguire dei trattamenti di tipo localizzato, ottenendo un miglioramento delle
caratteristiche del terreno che viene assimilato ad un calcestruzzo povero, inoltre la realizzazione di un arco
di terreno consolidato funge da sostegno della galleria garantendo la stabilit del cavo. Viceversa
confrontando la tecnica proposta con quanto realizzato in cantiere possiamo notare che ladozione di un
consolidamento tramite infilaggi metallici iniettati in calotta, permette sicuramente di ottenere un arco
resistente, ma per non migliora le caratteristiche meccaniche del terreno a lungo termine, come
nemmeno le peggiora nel breve termine. Daltra parte questa tecnologia ha sicuramente il vantaggio di
rivestimento provvisorio. Un ulteriore aspetto positivo della tecnica del jet-grouting riguarda lassenza di
interferenza con le attivit presenti in superficie, anche nel caso di limitate coperture, inoltre la
sovrapposizione del trattamento garantisce una limitazione dei cedimenti superficiali. Per quanto riguarda
gli svantaggi di questa tecnologia, si osserva come il trattamento non pu essere eseguito in prossimit di
edifici o strutture in quanto la miscelazione provoca un rammollimento temporaneo del terreno, il quale
pu causare ingenti danni alle strutture vanificandone leffetto per cui viene realizzato. Inoltre non
possibile proseguire subito dopo il trattamento con le operazioni di scavo e posa dei sostegni provvisori, ma
necessario aspettare la maturazione della miscela iniettata. Al contrario ladozione di infilaggi metallici in
avanzamento sebbene provochi un detensionamento del terreno a monte del fronte, con relativi
cedimenti, permette di realizzare un arco resistente anche in presenza di limitate coperture, ed inoltre
permette un immediato inizio alle operazioni di scavo e posa dei rivestimenti una volta terminata la fase di
realizzazione dellarco resistente. La tecnica del jet-grouting richiede inoltre una complessa organizzazione
del cantiere in quanto si rendono necessari macchinari ed attrezzature specifiche, che vanno ad interferire
con le attrezzature utilizzate per le altre lavorazioni. Ai fini precauzionali inoltre necessario arrestare il
trattamento di iniezione al alta pressione almeno 3 metri prima del fronte per evitare lo sfondamento ed il
crollo dello stesso, per tanto prima di realizzare questo trattamento il fronte viene rinforzato mediante rete
elettrosaldata e spritz beton. Sebbene la tecnologia possa apparire di semplice applicazione il mancato
controllo della pressione di iniezione, pu provocare fenomeni di sollevamento superficiale, ed nel caso di
limitate coperture si possono verificare fenomeni di sfornellamento. Nel complesso ladozione di colonne
di jet grouting per la realizzazione dellarco resistente, con riferimento al caso di studio non mostra
particolari vantaggi, in quanto sebbene la presenza di ghiaia e sabbia sia favorevole alla realizzazione di
colonne di ottima qualit, questo non comporta un miglioramento in termini di tempistica dovuta alla
realizzazione del rivestimento provvisorio, visto i tempi di attesa per il raggiungimento della maturazione
della miscela. Inoltre si avrebbe un peggioramento in termini di organizzazione del cantiere vista la
La terza ed ultima soluzione alternativa proposta, consiste nel migliorare le caratteristiche meccaniche del
terreno realizzando delle iniezioni a partire da un foro pilota scavato in avanzamento rispetto al fronte. La
tecnica prevede la realizzazione di un foro di dimensioni ridotte rispetto alla dimensione della galleria, a
partire dal fronte in avanzamento, eseguito mediante uno scudo meccanizzato o mediante scavo
avanzamento lungo la calotta del futuro cunicolo allo scopo di consolidare il terreno. Nel seguito a partire
dal foro pilota vengono realizzate iniezioni radiali a bassa pressione di miscele cementizie, tramite tubi
valvolati in pvc, le quali migliorano le caratteristiche del terreno che verr successivamente scavato.
Successivamente lo scavo della galleria avviene a piena sezione a partire da una distanza dalla zona
consolidata tale da permettere la maturazione della miscela, e lavanzamento procede poi per sfondi di un
metro, ed seguito dallimmediata posa del sostegno provvisorio costituito da centine, e calcestruzzo
proiettato.
La tecnica proposta viene applicata senza provocare un eccessivo detensionamento del terreno a monte del
fronte di scavo, in quanto le ridotte dimensioni del foro pilota permettono la nascita di un effetto arco che
tende ad auto sostenere il foro. Lo scavo in avanzamento viene eseguito in un terreno avente
caratteristiche meccaniche migliori di quello in sito, e non necessita quindi di ulteriori interventi per il
sostegno del fronte, potendo cos procede direttamente allapplicazione delle centine e dello spritz beton.
Anche ladozione di questa tecnica permette di eseguire la fase di scavo a piena sezione senza interferire
con la fase di consolidamento, la quale avviene in avanzamento dallinterno del cunicolo pilota,
permettendo quindi di procedere in modo continuativo nella realizzazione della galleria. Dal punto di vista
della sicurezza delle maestranza in cantiere, lesecuzione dello scavo in materiale consolidato permette di
ridurre il rischio di improvvisi collassi di materiale sia in calotta che dal fronte. Inoltre un ulteriore vantaggio
in superficie, anche se poco rilevante nel caso di studio. Lutilizzo di tubi valvolati permette oltre al resto di
controllare in modo indiretto la porzione di terreno iniettata noti sia il volume di miscela cementizia e la
rappresentato dalle informazioni che possiamo ottenere sulla litologia in cui andremo a scavare. In casi
particolari, di scavi eseguiti a grandi profondit, si possono prelevare campioni a partire dal foro pilota da
sottoporre a prove di laboratorio, ed apportare eventuali modifiche sia alla tecnica di scavo che alle miscele
cementizie di iniezione. Daltra parte le tecnica appena proposta risulta molto pi dispendiosa in termini
economici rispetto al metodo adottato, in quanto richiede lesecuzione di un cunicolo, il quale per essere
realizzato necessita limpiego di una specifica attrezzatura, come uno scudo meccanico oppure
apparecchiature di dimensioni ridotte rispetto a quelle utilizzate per lo scavo a sezione completa. Inoltre si
rende comunque necessario eseguire dei consolidamenti in avanzamento di tipo specifico prima dello scavo
per la realizzazione del cunicolo stesso. Si osserva come la tecnica di consolidazione dal foro pilota possa
diventare difficoltosa qualora siano presenti venute dacqua in galleria, in quanto il foro in avanzamento si
comporta come un dreno, e la successive perforazioni radiali accentuerebbero il flusso dellacqua verso il
cunicolo, con possibile dilavamento delle miscele cementizie iniettate. Nel complesso la tecnica con foro
pilota proposta, non si addice ad essere utilizzata nel caso specifico dellimbocco della Galleria Inzogno, in
quanto trattasi di un intervento di dimensioni limitate, inferiore ai 100 metri, ed inoltre il tratto in cui si
vogliono limitare i cedimenti superficiali riguarda larea di imbocco di modeste dimensioni. Laumento dei
costi dovuti alla realizzazione del cunicolo pilota, a parit di risultato ottenuto in termini di limitazione dei
cedimenti in superficie, appare troppo elevato se paragonato al costo sostenuto attuando le precedenti
tecniche proposte. Inoltre vista la presenza in cantiere di due diverse imprese, luna specializzata nello
scavo e nella posa dei sostegni, e laltra specializzata nellesecuzione di consolidamenti, utilizzando la
tecnica del foro pilota aumenterebbero le difficolt organizzative e di interazione fra le due imprese, in
quanto lalternanza delle fasi di scavo e di consolidamento avverrebbe in modo pi repentino rispetto allo
concludere che con riferimento allobbiettivo di limitare i cedimenti superficiali, compatibilmente con le
disponibilit economiche, un buon risultato si sarebbe potuto ottenere realizzando delle iniezioni di miscele
cementizie dalla superficie. Questa tecnica in particolar modo si adatta ad essere adottata nella zona di
imbocco della Galleria Inzogno, in cui la porzione di copertura limitata, e dove si vuole ridurre i cedimenti
superficiali vista la presenza dei tralicci dellalta tensione. Inoltre questa tecnica pu essere adottata sia in
modo autonomo, o come integrazione allo schema di scavo effettivamente eseguito. Da qui si propone che
la soluzione migliore per la realizzazione dellimbocco della Galleria Inzogno, fosse quella di mantenere la
stessa procedura di scavo eseguita in cantiere, e di integrarla con delle iniezioni superficiali preventive, nei
primi quaranta metri di galleria, al fine di consolidare il deposito alluvionale e creare una zona di terreno
struttura, in modo da valutare accuratamente i possibili cedimenti indotti dallo scavo di opere in
sotterraneo sulle strutture esistenti. Oggigiorno una stima pi accurata degli effetti indotti dallo scavo deve
avvenire eseguendo ed analizzando i risultati ottenuti da analisi numeriche, che permettono di indagare la
ridistribuzione tensionale e deformativa che si verifica attorno a una galleria nel breve e lungo termine.
Dallesame degli aspetti esecutivi si propone ladozione di un modello di progettazione di tipo controllato,
il quale prevede una prima fase di progettazione delle opere, una seconda relativa alla definizione di un
modello evolutivo e dei parametri significativi che lo caratterizzano ed una terza ed ultima fase di
definizione delle soglie di allerta valutate mediante un sistema di monitoraggio in corso dopera. In merito
1. Le ipotesi progettuali spesso non rappresentano in modo corretto le effettive condizioni riscontrate
tale scopo occorre definire: un piano di monitoraggio delle misure significative, ed un modello
dellopera in termini di spostamenti e rotazioni, con i valori determinati in funzione ai valori dei
parametri caratteristici del terreno assunti in fase di progettazione. La definizione dei parametri
significativi per caratterizzare il modello andrebbe eseguita con riferimento al comportamento del
terreno o dellammasso roccioso in sito, questo per diventa difficile da attuare in quanto le prove
in sito devono garantire due requisiti fondamentali: il primo presuppone che la prova debba
coinvolgere una porzione di suolo o ammasso roccioso avente dimensioni simili a quelle della zona
influenzata dallopera, mentre il secondo richiede che la prova in sito deve produrre incrementi di
questi requisiti soddisfatti solo parzialmente dalle prove, occorre considerare una metodologia
durante la realizzazione dellopera di ingegneria stessa, al fine di verificare i valori caratteristici del
terreno assunti in fase di progettazione. Per tanto la progettazione non pu terminare con il solo
pu essere vista come un metodo per il raffinamento del modello rappresentativo del terreno, al
fine del controllo delle ipotesi progettuali, ma soprattutto va intesa al fine di evitare linsorgere di
spiacevoli danni alle strutture limitrofe. Infine, essa ci permette di verificare in modo continuo il
sito vengono confrontate con le corrispondenti quantit derivate dal calcolo e la eventuale
rilevazione di differenze indica che le assunzioni iniziali riguardanti le caratteristiche meccaniche del
terreno non sono corrette. In seguito i parametri caratteristici del modello vengono modificati sino
a che la discrepanza tra misure in sito e corrispondenti risultati numerici minimizzata. Questo
porta a definire il valore ottimale dei parametri sulla base delle misure disponibili. I modelli
numerici, calibrati sui dati di monitoraggio, verranno quindi utilizzati per la produzione di scenari di
definire particolari soglie (spostamenti, velocit, altezze piezometriche etc..), da cui si potr
ottenere una valutazione rapida del livello di criticit associata al fenomeno in esame. Nelle varie
condizioni simulate saranno considerati intervalli di variazione sia dellangolo di attrito che della
coesione intercetta, oppure differenti posizioni del livello piezometrico, oltre alle diverse condizioni
di carico. Tali procedure di calibrazione dipendono pesantemente dalla qualit e completezza dei
dati di monitoraggio e dall'efficacia dei metodi di simulazione adottati nel riprodurre la realt, in
possibile continua nel tempo, dei parametri (spostamenti in superficie ed in profondit, misure di
la simulazione delle fasi osservate in cantiere tramite modelli numerici volti alla riproduzione
dellinterazione fra terreno e struttura, nella zona influenzata dallopera. I due aspetti non devono
essere considerati separatamente, ma al contrario devono essere integrati per mezzo di una
metodologia che permetta di confrontare direttamente i risultati del modello numerico con i dati di
monitoraggio.
3. Dal confronto tra i risultati dei modelli numerici e i dati di monitoraggio, sar quindi possibile
estrarre specifici valori (ovvero soglie) dei parametri monitorati, ritenuti pi significativi per
lindicazione della condizioni di allerta. Allavvicinamento alle differenti soglie, saranno attribuiti
differenti e via via crescenti livelli di allerta a cui faranno seguito opportune azioni correttive
precedentemente progettate, le quali permettono di fare fronte sia agli imprevisti geologici, che
allincertezza dovuta alla determinazione dei parametri di resistenza e deformabilit del terreno. La
definizione dei livelli limite di spostamento o rotazione viene determinata di volta in volta in
attinenza alla tipologia di struttura che viene monitorata ed sempre funzione dellaccuratezza con
cui vengono condotte le indagini esplorative dello stato di fatto. Laffinamento dei livelli di allerta si
ottiene ripetendo le analisi evolutive, facendo variare i valori medi dei parametri meccanici
caratteristici, assunti per quel tipo di terreno, permettendo in questo modo al progettista di
acquisire una sensibilit sul comportamento del terreno. La frequenza delle letture viene definita in
limite di controllo, mentre il livello di precisione viene riferito al valore atteso di cedimento che si
possibile valutare gli effetti associati alle varie fasi costruttive ed analizzare il comportamento
geotecnico dellopera. La modellazione sarebbe poi affinata con il susseguirsi delle misure di
calcolati e quelli misurati evidenzia le capacit previsionali del modello numerico messo a punto.
4. In conclusione, nel caso di studio della Galleria Inzogno, vista lassenza di interferenze con strutture
ritenute significative, e la scarsa sensibilizzazione degli addetti al preciso e puntuale controllo delle
misure in corso dopera, il piano di monitoraggio stato ridotto al minimo indispensabile. Sono
infatti stati rilevati solo gli spostamenti di alcuni punti significativi in superficie, quali le basi dei
tralicci e le convergenze in alcune sezioni della galleria, peraltro queste ultime con numerosi
nuove metodi di progettazione non possono essere delle scusanti quando si parla di opere di
utilizzo pubblico, in quanto si deve esigere la massima professionalit e competenza da parte di chi
sullesperienza del saper fare o senza indicazioni di intervento nel caso di problemi imprevisti deve
essere superata e deve lasciar spazio alladozione di metodi di progettazione che sono ben noti in
letteratura, ma che non vengono ancora applicati in modo adeguato allatto pratico.
Appendici
A. CARTA GEOLOGICA
Si riporta di seguito la Carta Geologica relativa allabitato di Zogno (Figura A.1) ed un particolare della zona
interessata dalla Galleria Inzogno (Figura A.2).
Figura A.2 Carta geologica dellabitato di Zogno: particolare della zona di imbocco della galleria Inzogno.
Sondaggi
Figura B.1 Sezione del carotiere. Figura B.2 Tubo carotiere con testa fresante.
Figura B.3 Teste fresanti. Figura B.4 Materiale ricavato da sondaggio, posto in apposite cassette.
Si procede con la perforazione fino a riempire il carotiere di terreno e lo si riporta quindi in superficie,
riponendo il materiale scavato in apposite cassette indicando la quota di prelievo e lubicazione del
sondaggio (Figura B.4). Ripetendo questa operazione fino ad arrivare alla profondit voluta, si ottiene la
stratigrafia del terreno lungo la verticale investigata. Di seguito si riportano le schede di sintesi dei sondaggi
S1, S2 ed S3 ( Figure B.5, B.6, B.7).
Sondaggio S1
Sondaggio S2
Sondaggio S3
Questa prova consiste nel far penetrare nel terreno, sotto i colpi di un maglio con peso circa 63,5 kg e
altezza di caduta di 76 cm, un campionatore standard detto campionatore Raymond. Lattrezzo viene
infisso per tre avanzamenti consecutivi di 15 cm ciascuno, contando i tre valori N1, N2 e N3 del numero di
colpi di maglio necessari per ciascun avanzamento. Per caratterizzare la resistenza alla penetrazione si
assume il numero di colpi N = N2+N3. Una volta determinato il numero di colpi N, possibile stimare la
densit relativa e langolo di attrito del terreno attraverso correlazioni empiriche presenti in letteratura e
proposte da vari autori (Figure B.8, B.9, B.10).
Figura B.8 Correlazione tra numero di colpi Nspt e densit relativa, in funzione della profondit.
Figura B.9 Correlazione tra densit relativa e angolo dattrito, Figura B.10 Correlazione tra numero di colpi e angolo dattrito,
in funzione del tipo di materiale. in funzione dello sforzo verticale.
Il valore di numero di colpi N1 relativo ai primi 15 cm non viene considerato in quanto non affidabile: infatti
pu essere affetto da errori dovuti al disturbo del materiale per uneccessiva infissione della camicia di
protezione del foro o in seguito alle operazioni di ritiro del campionatore una volta che questo pieno. Si
noti che la stima dellangolo di attrito ottenuta passando attraverso la densit relativa risulta pi precisa, in
quanto nel passaggio diretto numero di colpi-angolo dattrito c una ipotesi sul tipo di materiale. Tale
ipotesi invece non c nel passaggio numero di colpi-densit relativa.
Prova dilatometrica
La prova dilatometrica ha lobiettivo di valutare il modulo elastico del materiale entro cui viene effettuata.
Tale stima viene effettuata applicando una sollecitazione nota e misurando le deformazioni da essa
provocate sulla parete del foro.
Dopo aver inserito una sonda cilindrica, costituita da un corpo in alluminio e una membrana dilatabile in
gomma, alla quota prevista per il test, si eseguono i collegamenti tra sonda, centralina di misura e
dispositivi di pressurizzazione (Figura B.11). Loperatore fornisce una pressione iniziale minima tale che la
membrana possa aderire completamente alle pareti del foro. Dopo qualche minuto, si inizia la prova che
consiste nellapplicazione di tre cicli completi di carico e scarico. Attraverso tre trasduttori disposti
reciprocamente a 120 e su livelli distanti 7,5 cm, si misurano gli spostamenti della membrana radiali al
dilatometro in funzione della pressione di espansione imposta.
Lelaborazione dei dati viene condotta tramite software che rende graficamente gli andamenti registrati dai
singoli trasduttori e consente il calcolo del modulo di elasticit (Figura B.12).
Ai fini dellefficacia del test, risulta importante la modalit con cui viene eseguito il foro, in modo che venga
garantito il minor disturbo possibile al materiale, evitando scavernamenti, franamenti o instabilit di
qualsiasi tipo. Questo implica notevole cura affinch il foro sia eseguito con un diametro il pi prossimo
possibile a quello previsto, che sia mantenuto pulito per prevenire laccumulo di sedimenti che possano
inficiare la prova, alterando le caratteristiche di elasticit misurate.
Figura B.11 Schema della prova dilatometrica. Figura B.12 Andamenti della deformazione diametrale e valore del modulo elastico.
Indagini geosismiche
C. PROVE DI LABORATORIO
In Figura C.1 e C.2, sono riportate la strumentazione e un campione in corso di prova ed un esempio di
grafico che rappresenta i risultati della prova in termini di pressione e relativa deformazione assiale.
Figura C.1 Macchina e strumentazione di prova. Figura C.2 Esempio di risultato di una prova monoassiale.
La prova viene eseguita allinterno di una cella triassiale, costituita da una cella riempita di fluido capace di
trasmettere una pressione isotropa ad un campione di terreno cilindrico inguainato in una membrana
impermeabile, che separa lacqua contenuta nei pori del provino dal fluido esterno. Il provino pu poi
essere caricato assialmente tramite un pistone di carico e portato a rottura (Figura C.3).
La prova triassiale si sviluppa in tre fasi:
- Saturazione del provino: al fine di liberare il campione dallaria presente nei pori, viene fornito un
incremento della pressione di cella, e tramite il controllo della differenza fra la pressione di cella e
la pressione interna al provino viene dedotto il grado di saturazione. Lincremento della pressione
di cella provoca la dissoluzione dellaria contenuta nel provino.
- Compressione isotropa: si applica uno stato di sforzo isotropo il quale permette di raggiungere una
pressione di confinamento simile a quella dello stato di sforzo in sito.
- Fase di rottura: viene aumentato il carico assiale mantenendo costante la pressione di cella, fino a
raggiungere la rottura del provino.
Il drenaggio del campione e la misura delle pressioni avviene tramite un sistema di 3 tubi collegati alla cella
triassiale. Durante la prova viene misurata la variazione di volume del provino, lo sforzo deviatorico o
assiale e le deformazioni assiali e radiali.
Dalla rielaborazione della prova possibile stimare il valore di sforzo a rottura, il modulo elastico del
materiale che costituisce il campione e il coefficiente di Poisson. In Figura C.4 si mostra un esempio di
grafico in cui riportato landamento sforzo assiale-deformazioni.
Figura C.6 Grafico sforzo di taglio-spostamento orizzontale ricavato da una prova di taglio diretto.
Figura C.7 Inviluppo di rottura nel piano sforzo tagliante-sforzo normale ricavato da una prova di taglio e valori dei parametri di resistenza.
La prova viene eseguita su provini cilindrici, aventi di norma spessore paragonabile al diametro, su cui
vengono applicate forze di compressione in direzione di un diametro del campione (Figura C.8 e C.9). Il
carico viene applicato tramite due piastre rigide parallele per eliminare o ridurre le difficolt relative al
centraggio del carico, che si suppone avente direzione radiale, e distribuito uniformemente su un arco di
circonferenza. Ipotizzando un comportamento elastico lineare della roccia si possono determinare gli
andamenti degli sforzi verticale ed orizzontale lungo il diametro.
Landamento dello sforzo orizzontale fornisce una stima della resistenza a trazione della roccia.
Figura C.8 Schema della prova brasiliana. Figura C.9 Apparecchio di prova e provino dopo la prova.
Linizio della fratturazione si ha in prossimit dei punti di contatto del provino con le piastre di carico. La
direzione di queste fratture inclinata rispetto allasse verticale. Questo indica che linizio della rottura
provocato dagli sforzi di taglio presenti nella zona in cui lo sforzo verticale ha il massimo valore.
Si pu osservare che per la maggioranza delle rocce la resistenza a trazione circa il 5-10% della resistenza
a compressione monoassiale. In Figura C.10 riportato un estratto del documento di prova.
La prova di rigonfiamento
nto libero permette di misurare le deformazioni di rigonfiamento, assiali e radiali, che
hanno luogo in un provino di roccia non confinato ed indisturbato immerso in acqua.
Il provino viene immerso in una cella di prova che consente la misura simultanea delle deformazioni nel
tempo. La forma della cella deve essere tale da permettere laggiunta dacqua.
La prova di rigonfiamento in edometro ha lo scopo di determinare lo sforzo assiale di rigonfiamento che si
sviluppa allinterno di un provino di terreno immerso
immerso in acqua e confinato sia lateralmente che sulle basi.
Si utilizza ledometro tradizionale (Figura C.11 e C.12),, la procedura la stessa utilizzata nelle prove
edometriche tradizionali per i terreni fino alla fase di carico del provino: si posiziona il campione
nelledometro, si applica una pressione verticale e si riempie dacqua la cella. Attraverso successivi
incrementi di carico si applica una pressione crescente, tale da annullare la deformazione assiale. Nel corso
della prova vengono misurati in
n funzione del tempo la forza e lo spostamento assiale compensato. La prova
termina quando non si osservano
o pi spostamenti significativi (Figura C.13).
Figura C.14 Setacci sottoposti a vibrazione. Figura C.15 Setacci aventi maglie quadrate di misure diverse e decrescenti.
Le coppie di valori diametro e peso sono riportate sul grafico con la distribuzione granulometrica. Non
essendo possibile realizzare setacci con aperture inferiori ai 2 micron si ricorre allanalisi granulometrica per
sedimentazione. La sedimentazione consiste nel miscelare il materiale con acqua alla quale si aggiungono
dei disperdenti per consentire il distacco delle particelle di argilla e permettere la deposizione (Figura C.16).
La miscela viene inserita in un cilindro in modo che questa sia equamente distribuita, di seguito si lasciano
sedimentare le particelle, la cui velocit di sedimentazione dipender dalla viscosit del fluido e dal peso
specifico del granello. Si attribuisce ad ogni frazione del campione un certo diametro in funzione della
velocit con cui sedimentano le particelle, la quale stata calibrata con la velocit di sedimentazione delle
sferette che hanno quel diametro. Le misurazioni si eseguono servendosi di un recipiente graduato
sufficientemente alto in modo che si manifesti una differenziazione apprezzabile nella posizione delle
particelle in caduta. Ad un certo istante t>0 avr i grani di diverso diametro a diverse altezze, tramite le
misure di densit alle varie profondit si determinano le varie fasce di diametri. Con la densit stabilisco la
percentuale in peso di materiale associata ad una profondit e ad un diametro. Si determina cos la curva
granulometrica, di cui si riporta un esempio nel seguito (Figura C.17).
Figura C.16 Materiale sottoposto a sedimentazione per valutare la composizione della porzione a granulometria inferiore a 0,002 mm.
La Teoria del Silo di Terzaghi un metodo approssimato per il calcolo del carico gravante sul rivestimento
di una galleria che si basa sullipotesi secondo cui tale carico dipende dalla profondit della galleria,
Figura D.1 Schematizzazione per il calcolo del carico sul rivestimento di una galleria.
Si assume che lo sforzo orizzontale h sia legato a quello verticale z da un coefficiente empirico K:
h = K z
e che lo sforzo di taglio lungo i piani di scorrimento CF e DE sia dato da:
= c + h tan
Scrivendo lequilibrio verticale di un elemento di altezza dz della zona CDEF, sostituendo le espressioni dello
sforzo orizzontale e dello sforzo di taglio e integrando con la condizione z = q0 per z = 0 , si ottiene la
seguente equazione che fornisce il carico verticale agente sul piano CD:
B 2c
z =
2 K tan
( )
1 e a + q0 e a
dove
2 Kz
a= tan ; B = n + 2h tan 45
B 2
Nel caso di mezzo puramente frizionale e di assenza del sovraccarico superficiale q0 , landamento della
B
2 Kz
tan
z = 1 e B
2 K tan
Nella figura precedente viene anche paragonato landamento qualitativo del carico verticale ottenuto un
questultimo caso con quello geostatico.
E. MACCHINE E STRUMENTI
Si riporta una descrizione dei macchinari utilizzati durante le principali fasi operative, indicando le
condizioni in cui opera il macchinario e le principali specifiche tecniche di ogni attrezzatura.
PERFORATRICE IDRAULICA:
La perforatrice idraulica viene utilizzata per la realizzazione di fori nel terreno, lampia versatilit di questa
attrezzatura permette di garantire ottime prestazioni sia nella realizzazione di micropali che nella
formazione di ancoraggi e nella realizzazione dei sondaggi. La versatilit di questa attrezzatura deriva dalla
modularit dei componenti con cui in funzione delle diverse esigenze viene attrezzata.
La perforatrice idraulica costituita da un sottocarro dotato di pattini cingolati e stabilizzatori idraulici
indipendenti, sul quale posizionato il corpo macchina alimentato da un motore diesel. Limpianto
idraulico composto da coppie di pompe idrauliche principali e di servizio le quali alimentano il gruppo di
perforazione. Il gruppo di perforazione montato su un castello il quale collegato al corpo macchina
tramite un braccio a pistoni idraulici, esso costituito da una testa rotante che scorre lungo il castello, da
una morsa idraulica, da un argano in testa al cestello e da un sistema di pompe per i liquidi di perforazione.
La perforazione pu avvenire per rotazione o rotopercussione a seconda della consistenza del terreno.
Durante la perforazione un sistema di pompe collegato alle aste di perforazione e fornisce in modo
diretto il liquido con funzione di raffreddamento della punta e di trasporto in superficie del materiale di
perforazione.
I comandi di movimentazione sono a bordo macchina, mentre un radiocomando mobile permette il
controllo costante delle operazioni di perforazione.
Il castello libero di ruotare ed essere inclinato al fine di consentire la perforazione in posizione verticale,
sub-orizzontale e parallela ai cingoli. Le doppie morse idrauliche sono dotate di sistema di controllo della
forza di chiusura, mentre la testa rotante permette il controllo continuo di coppia e velocit di
perforazione.
La dotazione di pattini cingolati permette alla macchina di raggiungere zone acclivi e superfici sconnesse
tipiche delle zone di scavo, operativamente si esegue una pista sub-orizzontale che costituisce il piano di
installazione della perforatrice, a questo punto si posiziona nella corretta direzione ed inclinazione il
castello, ed una volta montata la testa sullasta ha inizio la perforazione.
Nella prossimit della macchina vengono collocate le aste di perforazione, larmatura metallica, e la vasca
con il liquido di perforazione.
Prima di iniziare le operazione di perforazione, occorre sempre fare unanalisi del contesto in cui saranno
realizzate le perforazioni, al fine di mettere in evidenza le possibili interferenze in sito dovute alla presenza
di cavi dellalta tensione, di sottoservizi, dellaccessibilit delle aree, la disponibilit di acqua per la
perforazione.
Il posizionatore a braccio singolo concepito per eseguire opere di consolidamento per la realizzazione di
tunnel di medie e grandi dimensioni. La funzione quella di realizzare gli infilaggi al fronte e la corona si
presostegni in calotta. La profondit di perforazione utile pari a 18 metri. Il braccio dotato di dispositivo
di supporto e tensionamento dei tubi idraulici e di trasporto fluidi di perforazione per evitare che gli stessi
restino appoggiati a terra, senza mai interferire con le operazioni di traslazione e perforazione.
I componenti principali che compongono il posizionatore sono:
La torre di perforazione ed il gruppo di articolazione che permettono, mediante martinetti oleodinamici
una rotazione continua di oltre 180 gradi delle colonne telescopiche di sostegno e posizionamento della
torre di perforazione.
Il carro cingolato dotato di torretta di rotazione ralla, che facilita il posizionamento della macchina al fronte,
soprattutto in caso di trattamento di tutta larea frontale di scavo mediante inserimento di chiodi di
armatura in vetroresina. I cingoli in acciaio sono azionati da due motori idraulici accoppiati a riduttori dotati
di freno negativo per lo stazionamento anche su piani di elevata pendenza.
Il posizionatore dotato di due motori uno diesel ed uno elettrico i quali sono controllati
indipendentemente in modo proporzionale al fine di consentire alloperatore di manovrare con
spostamenti anche di minima entit. I motori diesel ed elettrico, posizionati in ampi spazi allinterno del
corpo macchina, permettono indifferentemente lazionamento di tutte le funzioni della macchina, senza
alcuna necessit di far intervenire il diesel per movimentare i cingoli fra un piazzamento e laltro.
Tutte le funzioni di traslazione, piazzamento, posizionamento torre e perforazione sono comandate a
distanza, cos da poter ridurre al minimo i tempi morti nelle diverse fasi di utilizzo.
La gru idraulica con capacit di 7,5 ton ed unestensione massima di 11 metri viene controllata via radio
direttamente dal cestello o direttamente da terra, essa svolge la funzione di portare in quota le maestranze
durante le fasi di infilaggio dei presostegni e le relative fasi di iniezione.
Nella fase di lavoro lunit mantenuta fissa da quattro stabilizzatori ad azionamento indipendente,
posizionati anteriormente e posteriormente al corpo macchina. Tutti i martinetti sono dotati di valvole di
controllo movimento. Un dispositivo di controllo automatico subordina i movimenti per il posizionamento
della torre di perforazione alleffettiva stabilizzazione della macchina, garantendo cos la stabilit.
Le colonne di supporto del braccio sono realizzate in acciaio speciale, sono estensibili in modo telescopico,
e hanno la funzione di mantenere in posizione e di movimentare con ampie escursioni di lunghezza propria
il braccio stesso. In combinazione ad un loro movimento di rotazione angolare superiore a 180 gradi
possibile trattare un area frontale alla macchina particolarmente estesa.
I movimenti di rotazione di ognuna delle due colonne telescopiche avvengono in modo indipendente
tramite due identici dispositivi, che garantiscono una rotazione continua con la massima affidabilit nel
mantenere sempre in posizione la torre di perforazione.
Speziali Ilario, Vismara Davide. 130
Esame degli Aspetti Esecutivi di una Galleria Stradale
La notevole rigidezza della struttura e delle articolazioni permette un posizionamento preciso del braccio
oltre alla drastica riduzione di movimenti e giochi dovuti alle sollecitazioni durante le fasi di utilizzo.
Il braccio concepito in modo di ottenere un elevata rigidezza a garanzia di linearit di perforazione e pu
essere allestito con numerosi accessori opzionali per meccanizzare tutte le fasi legate allinfilaggio di
armature, sia metalliche sia in vetroresina, ed allestrazione dei tubi di rivestimento (Figure E.3 e E.5).
Il braccio inoltre dotato di un sistema molto efficiente di sostegno e raccolta delle tubazioni
oleodinamiche e di trasporto fluidi di perforazione che vanno alla testa di rotazione, in modo di evitare
tubazioni libere che possono interferire con il resto della macchina o rendere difficili le operazioni di
traslazione e perforazione.
Figura E.3 Perforatore che realizza gli infilaggi in calotta. Figura E.4 Dettaglio del braccio e della guida per le aste di perforazione.
Figura E.5 Perforatore che realizza i tubi in vetroresina al fronte. Figura E.6 Dimensioni del perforatore e area di lavoro raggiungibile.
Consiste in una unit mobile (Figura E.8) il cui carro costituito da un fuoristrada a trasmissione idrostatica,
con quattro ruote motrici, cambio meccanico e idraulico. Velocit massima di 27 chilometri orari,
acceleratore con pedale elettronico e freno di stazionamento idraulico.
Il motore raffreddato ad aria permette di lavorare in mezzo alle polveri di cemento e agli additivi
nebulizzati. Grazie al controllo elettronico integrato il motore mantiene un regime di rotazione ottimale sia
per la fase di pompaggio sia per la fase di guida, riducendo al minimo le emissioni, i consumi e il rumore.
La cabina aperta con torretta di guida girevole di 180, luci di lavoro e posto di guida rialzato per una
visibilit ottimale.
Il gruppo pompante costituito da una pompa bicilindrica a vite con portata massima teorica di 15 metri
cubi ogni ora. La coclea realizzata in acciaio inossidabile contro le corrosioni. Il sistema di pompaggio
continuo a scambio rapido della valvola garantisce una spruzzatura continua.
Il braccio di distribuzione permette di operare in facilit e sicurezza in modo versatile in qualsiasi sezione di
galleria. Ci possibile grazie alla tipologia costruttiva a tre sezioni, al ripiegamento a "Z", alla doppia ralla
con rotazione sui piani verticale e orizzontale, alla torretta traslabile lungo lasse longitudinale,
allarticolazione del comando lancia con una capacit angolare di 180 in ogni direzione.
Figura E.8 Carro con sistema pompante per spritz beton al lavoro sul fronte della galleria.
Il controllo a distanza pu essere effettuato tramite radiocomando o tramite comando elettrico con cavo da
10 m. Operazioni semplici sono eseguibili mediante 2 joystick e 1 leva. Le funzioni principali e la regolazione
dellaccelerante possono essere eseguite dal comando a distanza. Dalla centralina risulta facile il controllo e
la regolazione della formulazione del calcestruzzo tramite linserimento dei dati relativi al dosaggio del
cemento, alla percentuale ed al peso dellaccelerante. Il dosaggio delladditivo rimane costante alla
variazione della portata di calcestruzzo.
Figura E.9 Operazione di rivestimento del fronte con spritz beton. Figura E.10 Il rivestimento del fronte completato.
Figura E.11 Carro con sistema pompante per spritz beton a riposo.
Figura E.12 Braccio di distribuzione snodato. Figura E.13 Il cemento e gli additivi acceleranti di presa vengono miscelati durante il getto.
ESCAVATORE IDRAULICO
Un escavatore una macchina utilizzata per tutte le operazioni che richiedono un movimento di terra,
ovvero la rimozione di porzioni di terreno non particolarmente coerente, tale da consentirne una
relativamente facile frantumazione.
Le operazioni di scavo possono avere diverse finalit, sia in ambito minerario, quando si sia in presenza di
una miniera o cava, solitamente ma non necessariamente a cielo aperto, di materiale adatto ad essere
rimosso con questo tipo di mezzi, sia nell'ambito delle costruzioni civili, quando sia necessario lo scavo di
fondazioni oppure la costruzione di trincee sia di grandi dimensioni, ad esempio per il passaggio di una
strada o di una linea ferroviaria, sia di dimensioni limitate, per la posa di tubazioni o di cavi elettrici
interrati.
Per consentire il suo spostamento, un escavatore deve essere montato su un telaio che ne permetta il
movimento: esso pu essere gommato, ovvero dotato di ruote con pneumatici, per i casi in cui il suo
impiego richieda una capacit di carico limitata ma una buona velocit di spostamento, oppure cingolato,
ovvero dotato di cingoli, per i casi in cui si ritenga preponderante la necessit di maggiore carico o sforzo di
penetrazione nel terreno in situ, a scapito della velocit di spostamento.
Un escavatore viene fornito dotato di una benna mordente la quale solitamente impiegata per lavori di
scavo che richiedono di raggiungere un punto molto inferiore al piano d'appoggio della macchina. La benna
viene calata aperta sul punto di scavo, dove penetra nel terreno e, grazie ad un azionamento solitamente
idraulico, viene chiusa in modo da raccogliere il materiale. Oltre alla benna possono essere collegati
all'escavatore altri attrezzature, come il martello idraulico, la pinza demolitrice o posizionatrice, la benna
vagliatrice, le frese rotative, i compattatori (Figure E.16, E.17, E.18 ed E.19).
Durante la realizzazione dello scavo della galleria, oltre alla benna si sono utilizzati il martello idraulico, e la
pinza per il posizionamento delle centine (Figure E.14 ed E.15).
Figura E.14 Escavatori con pinza e martellone usati per la posa Figura E.15 Escavatore con martello demolitore usato per lo
delle centine. scavo della galleria.
Figura E.16 Escavatore con benna per lo scavo del terreno e Figura E.17 Escavatore con pinza per sollevare e posizionare le centine.
il carico dei camion.
Figura E.18 Martello demolitore usato per lo scavo. Figura E.19 Escavatore con benna.
PALA CARICATRICE
Una pala caricatrice una macchina per la movimentazione di materiale sciolto, specialmente terra, adatta
a spostarlo e caricarlo su autocarri che provvederanno al trasporto nella collocazione finale.
Viene detta gommata o cingolata a seconda del suo sistema di trazione. Il telaio delle pale gommate
presenta uno snodo centrale, cosicch l'intera macchina a sterzare e non solo le ruote, garantendo
miglior manovrabilit. L'elemento peculiare la pala, solitamente frontale, in grado di raccogliere il
materiale sciolto grazie allo spigolo inferiore ("lama") e dalla capacit molto superiore rispetto a quella di
un escavatore di pari dimensioni. La pala frontale connessa al telaio tramite due bracci a movimento
idraulico; qualora ci fosse la necessit, possibile cambiare lo strumento frontale e montare altri dispositivi
quali ganasce per afferrare tubature o tronchi.
Una pala caricatrice anche decisamente pi rapida nel movimento rispetto all'escavatore, ma molto meno
produttiva nella fase di scavo: tuttavia questo tipo di macchina pu essere usato anche per piccoli lavori di
scavo, qualora le profondit siano molto limitate; oppure per effettuare lavori di rifinitura e
regolarizzazione della superficie posta in luce dallo scavo (Figure E.20, E.21).
Figura E.20 Pala caricatrice: vista frontale. Figura E.21 Pala caricatrice: vista laterale.
PIATTAFORMA TELESCOPICA
La piattaforma di lavoro aerea una macchina che rende accessibile una zona di lavoro in altezza a degli
operatori con il loro equipaggiamento in condizioni di sicurezza evitando il montaggio di ponteggi o
trabattelli. Queste attrezzature sono generalmente usate nel settore edile e impiantistico e negli ultimi anni
hanno avuto un'enorme diffusione con il crearsi in tutto il territorio italiano di numerose aziende
noleggiatrici.
La piattaforma telescopica verticale composta da un carro, la parte di elevazione verticale a pantografo
idraulico e la cesta porta individuo con i comandi della macchina. L'alimentazione della piattaforma
costituita da motore Diesel. Il motore Diesel innesca una pompa principale che permette ogni movimento
idraulico della macchina. Questi modelli diesel raggiungono altezze molto pi elevate di quelle elettriche
variando da un minimo di 10 metri fino a 20 metri di altezza. La piattaforma diesel concepita per lavorare
in esterni anche su terreni duri e accidentati. La maggior parte di questi modelli sono provvisti di martinetti
stabilizzatori per il terreno. Lo stabilizzatore un pistone idraulico che si apre verso il terreno avendo a
capo dello stelo una piastra di appoggio piana che stabilizza la pressione del pistone sul terreno, potendo
cos avere un innalzamento della macchina; in tutto sono 4 gli stabilizzatori sulle verticali diesel, posti nei
quattro angoli della macchina.
Tutti i movimenti della macchina vengono assicurati dall'energia idraulica fornita da una pompa a
ingranaggi azionata da un motore elettrico o Diesel a seconda dei modelli. I pistoni idraulici, detti martinetti
permettono il sollevamento della macchina e il resto dei movimenti vengono comandati da un distributore,
controllato a sua volta da una centralina che provvede alla progressivit del movimento.
Il segnale elettrico prodotto dall'azione di un pulsante manovrato viene letto dalla centralina che a sua
volta in uscita manda un segnale direttamente a un'elettrovalvola che propone il movimento desiderato.
Importante sottolineare che tutte le piattaforme aeree sono normalmente frenate e lo sblocco dei freni
avviene una volta che noi azioniamo il comando di spostamento.
Ogni macchina, dalla pi semplice alla pi complessa, possiede 2 postazioni di controllo; mediante un
selettore a chiave installato nel quadro comandi a terra possibile selezionare quale postazione attivare
per utilizzare la macchina. Nei comandi a terra sono possibili tutti i movimenti tranne la traslazione, mentre
nei comandi in cesta sono possibili tutti i movimenti.
La tastiera di controllo composta da un numero di tasti per ogni tipo di movimento o manovra, un
manipolatore detto joypad invece adibito alla traslazione, una sorta di potenziometro elettrico che a
seconda dell'intensit del segnale che mandiamo aumenta o diminuisce la velocit di spostamento e la
sterzata della macchina.
Figura E.22 Piattaforma telescopica usata per il taglio dei Figura E.23 Piattaforma telescopica usata nella fase di collegamento
micropali della berlinese. delle centine tramite catene.
Figura E.24 Piattaforma telescopica usata nella fase di saldatura della dima dattacco ai micropali della berlinese.
TEODOLITE
Il teodolite uno strumento ottico a cannocchiale per la misurazione degli angoli azimutali e zenitali, usato
per rilievi geodetici e topografici. costituito essenzialmente da una base, un'alidada e da un cerchio
graduato orizzontale ed uno verticale. La base dotata di una livella e di viti per regolare la verticalit
dell'asse principale dello strumento. L'alidada montata sulla base in modo da poter ruotare attorno
all'asse verticale ed a sua volta munita di un cannocchiale che ruota su un asse orizzontale. I cerchi
graduati orizzontale e verticale sono solidali rispettivamente al basamento o all'alidada e all'asse di
rotazione del cannocchiale. Inoltre, prima di effettuare le misure, necessario centrare la bolla della livella,
cio far s che la tangente centrale della livella sia parallela alla retta di appoggio. La livella costituita da
una fiala di vetro a forma di calotta sferica o a forma toroidale riempita parzialmente di liquido, in modo da
formare nella parte alta una bolla d'aria. Le misurazioni azimutali sono fatte sul cerchio orizzontale mentre
quelle zenitali sono effettuate su quello verticale.
Si differenzia sostanzialmente dal tacheometro, che misura anche le distanze, per la maggiore precisione
delle misure angolari: un teodolite pu apprezzare normalmente da uno a cinque secondi centesimali, un
tacheometro inizia ad apprezzare mediamente dai venti secondi centesimali in su.
Attualmente sono stati quasi completamente sostituiti da Total Station, o stazione totale, che in pratica
un teodolite con un distanziometro accoppiato quasi sempre coassialmente, cio il punto in cui viene
effettuata la misura angolare anche il punto in cui viene rilevata la distanza. Il distanziometro pu essere
del tipo tradizionale, e cio ha bisogno del prisma riflettente per effettuare la misura distanziometrica,
oppure del tipo laser, che rileva la distanza senza l'ausilio del prisma, molto utile in caso di punti
inaccessibili. Le stazioni totali sono spesso dotate di un piccolo computer in grado di memorizzare
automaticamente la lettura degli angoli orizzontale e zenitale, oltre che la distanza, di ciascun punto, e
riversare il tutto direttamente su un computer fisso attraverso un semplice programma di database (Figura
E.25)
BIBLIOGRAFIA
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del collegamento ferroviario passante di Milano. Contributo statico a lungo termine del
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ITINERA SPA and SINA SPA, (2011). Ex S.S. n. 470 Della Val Brembana Variante
allabitato di Zogno. Elaborati del Progetto Esecutivo Lotto Costruttivo, Tortona.
RINGRAZIAMENTI
Il ringraziamento certamente pi importante va ai nostri famigliari, alla loro disponibilit e alla forza che ci
hanno dato in ogni momento nellaffrontare gli anni accademici, al loro continuo sostegno ed allaffetto che
Detto ci possiamo ringraziare la societ ITINERA SPA che ci ha permesso di svolgere il tirocinio esterno
presso il loro cantiere di Zogno (BG), permettendoci di prendere visione degli elaborati progettuali e di