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Divinis nutibus actus.

Due Postille per San Martino di Bracara


Author(s): Jaroslav ael
Source: Historia: Zeitschrift fr Alte Geschichte, Bd. 27, H. 1 (1st Qtr., 1978), pp. 249-254
Published by: Franz Steiner Verlag
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/4435603
Accessed: 02-12-2015 19:41 UTC

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da sie sich ansdceinenddaraufhin weigerten, die relatio entgegenzunehmen,auch wenn


dies nidt ausdriidclichgesagt wird. Auf diese Weise war die Attacke des Massa schon im
Ansatz zum Scheiterngebradctworden.

Minchen Dieter Hennig

gehoren wohl auch zwei weitere Cicerostellen (anders Rehm a. 0.), namlich Planc. 57:
nihil facilius emittitur quam maledictum,nihil citius excipitur und de orat. 2,148 attente
audiamusatque ut . . . non solum sententias sed etiam verba excipiamus,voltus denique
perspiciamus.Ferner Sen. ep. 82,2 ,male' . . . sic excipere, quemadmoduma populo solet
dici und ep. 12,7 hoc (= einen Ausspruchdes Heraklit) alius aliter excepit. Ulpian D.
4, 3, 7 et eleganterPomponiushaec verba ,si alia actio non sit' sic excipit, quasi . . .

DIVINIS NVTIBVS ACTVS


Due Postilleper San Martinodi Bracara

Sulla vita di Martino, conosciuto come santo di Bracara (510/520 - 579), esistono ben
podi dati, di cui i principali si trovano in Gregorio di Tours e poi alcune briciole in
Venanzio Fortunatoe Isidoro di Siviglia nondih altre ancora nelle opere di stesso Martino,
cose tutte esposte e valorizzate da C. P. Caspari nell'opera Martin von Bracara'sSchrift
De correctione rusticorum (Christiania 1883) e da C. W. Barlow in Martini episcopi
Bracarensisoperaomnia (Roma1950).
Ecco qui di seguito la ricostruzionedei ricercatori.Nacque in Pannonia tra il
510 e iA520. Molto presto and6 in Oriente in Terra Santa a perfezionaregli studi,
dandosialla vita monasticae, con ogni probabilit6,su insistenzadei pellegrinigalizi-
ani e spagnoli, verso il 550, and6 a far missione e a organizzare il cattolicesimo
nella Galizia tra gli Suebi ariani. Fu accolto favorevolmentee godette la benevolenza
della casa regnante.Fond6 il monasteriodi Dumio poco fuori Bracara;si dedic6 alla
filosofia, scrisse opere ecclesiastiche,ribattezz6 gli Suebi ariani ponendoli sotto il
patronato di San Martino di Tours, oriundo da Savaria, vale a dire pure lui Pan-
nonico, dce il nostro, pare, venerava per questo e per il fatto di esseresuo omonimo.
Poco dopo il suo arrivo in Galizia, se non proprio subito, divenne vescovo, e un
po' prima del II sinodo di Bracara,tenuto nel 572, ancde metropolita di tutta la
regione. Tenne corrispondenzacon un gran numero di notabili di quell' epoca e fu
da tutti loro apprezzatoe consideratouna delle personepiAdotte del suo tempo.
Mi propongo,qui di seguito, anzitutto di precisareil tempo e le condizioni della venuta
di Martino in Galizia, e, in secondo luogo, di dare una risposta al quesito perdih proprio a
Martinofu affidato il compitodi organizzareil cattolicesimotra gli Suebi.
(a) II tempo e le condizioni della venuta di Martino in Galizia. Barlow (p. 3) ebbe a
constataredie Martinofu consacratovescovo nel propriomonasterodi Dumio il 5 aprile 556.
Per6, dovendo tener conto die costruire e arredareil convento, di cui fu abate, doveva
ricdiederealcuni anni, le conclusioni a cui pervengono i ricercatorifanno suporre die il
suo arrivo in Galizia dovesse aver luogo intorno all'anno 550. Infatti Gregorio di Tours
scriveva nella Historia Francorum5.37 die Martino, morto il 20 marzo 579 (Barlow p. 6),
resse la sede vescovile per circa trent'anni,confondendoil periodopastoralecon quello della
permanenzadi questi in Galizia,ossia l'arrotond6per eccesso.

Historia, Band XXVII/1 (1978) ? Franz Steiner Verlag GmbH, D-6200 Wiesbaden

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I Visigoti ariani, dominatori sopratutto della parte centrale della Tarraconese1, si


accanivano saltuariamente,con magior o minor veemenza, sulle popolazioni cristiane
galloromanichesottomesse,minacciavanoBetica su cui si estendevaiAdominio di Bisanzio2,
e guardavanocon circospezionela pur arianacasa regnantesuebanella Galizia3, semprepi/u
incline al cattolicesimo sotto il re Ararico (550-558/9) 4. Ma, dato che a sostenere il
cattolicesimosemprepisuorientato all'ecumenismo5,vi era a nord la forza dei Franchie a
sud quella bizantina,l'appartenenzareligiosaassumevaper i Visigoti un aspetto p o i t i c o.
Era anzituttoquesto die provocavale continuesituazioniconflittualicon i cattolici residenti
nel territoriovisigoto e incrementavala tensione nei rapporticol settore bizantino fomen-
tando anche il sospetto sulla lealtl politica verso iAregno visigoto nello spazio d'influenza
sueba6.
L'attivita politica cattolica venne visibilmente aumentatacon una nuova effettiva in-
filtrazione nella penisola verso il 550, e cioAda ambo i settori, sia quello franco die quello
bizantino. Non risultano per6 riferimenti diretti a provarlo. Lo si desume indirettamente
dal fatto die i Cordobesi,giN in precedenzapih volte fieri oppositori alle pressionivisi-
gote 7, ora assiemeai cattolici sotto il dominio visigoto, sostennerodecisamentel'usurpatore

Athanagildo(551-567) contro il re Agila I (549-552). Athanagildocerc6 ed ebbe l'appoggio


della corte bizantina8. D'altro canto la casa regnante sueba incomincio un po' prima ad
appoggiarsiai Francii. premurosinello spianarela strada in Galizia al cattolicesimo, cosa
die gli uominipolitici bizantini,senzadubbio,gradivanoben poco.
Proprio nel mezzo di queste combinazionipolitico-religiosecomparve alla corte sueba il
giovane presbiteroMartino dall'istruzionebizantina"O.La sua venuta e la sua missione
furono in seguito, dalla tradizione e dalla leggenda, fors'andiedallo stessoMartino,presen-

1 Oltre le sintesi ed analisi di referenzabasica sui Goti (da 0. Seeck,E. Stein, B. Rubin
ed ancie il volume III della Historia de Espaniaedita da R. MenLndezPidal) cf. E. A.
Thompson,The Goths in Spain (Oxford 1969). D. Claude, Geschicbteder Westgoten(Stutt-
gart 1970) e id., Adel, Kircheund Konigtumim Westgotenreich(Sigmaringen1971). J. Or-
landis, Historia social y economica de la Espaiia visigoda (Madrid 1975). Per l'epoca fino
a 469 cf. la ricostruzionedegli avvenimenti di Alain Tranoy nella introduzionealla sua
cdizionedi Idazio (SourcesCbretiennes,218) vol. I (1974) 24 ss.
2 E' difficile a definire l'oscillazione del dominio bizantino in Hispania nel 6. secolo.

Sotto Theudis (531-548) Betica era probabilmentevisigota. Cf. l'analisi del Claude, Ge-
schichtep. 59.
3 ParticolarmenteClaude in appendiceallo saggio critico teste cit. p. 122, ed anche,per
esempio,W. Reinhart,Historia generaldel reino hispa'nicode los Suevos (Madrid1952)pass.
Da consultare anche M. Maclas, G'aliciay el reino de los Suevos (Orense 1921); R. L.
Reynolds, 'Reconsiderationof the History of the Suevi', Revue Belge de Philologie et
d'Histoire 35 (1957) 19-47; G. SanchezAlbornoz, 'El gobierno de las ciudades en Espania
del siglo V al X', Settimane di Studio del Centro Italiano di Studi sull' Alto Medioevo
(Spoleto)VI (1959) 359-391; E. A. Thompson,'The BarbarianKingdomsin Gaul and Spain',
NottinghamMediaevalStudies7 (1963) 3-33.
4 Greg. Tur., Liber de virtutibus S. Martini 1.11 (MGH SS rer. Merov. I 594) e Hist.
Franc. 5.37. K. Sdhiferdiec, Die Kirchein den Reicbender Westgotenund Sueven bis zur
Errichtungder westgotischenkatholischenStaatskircbe(1967) 170.
5 Casparip. IV. Claude,Geschichte p. 64. 6 Claudep. 68.
' P.es. Isid., Hist. GothorumVandalorumSueborum45 (al tempodi Agila I).
8 E. Stein, Histoiredu Bas-EmpireII (1949) 820 e Claudep. 58 coll'analisi.
9 Reinhartp. 58 e 100. Claudep. 128.
10 E con una predilezioneaccentuataper il filosofo da Corduba.

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tati in una proiezione religioso-miracolistica


1, sopratutto perche egli riuscl a realizzare il
passaggiodall'arianesimoal cattolicesimodi tutta la stirpe sueba. Di certo questo fatto e la
sua grandedevozione per San Martinodi Tours, furono in gran misuraconseguenza,sia pure
non esclusiva,dell'operadel Martino ed anchein misuranotevole di quell'appoggiopolitico
dce giungeva dal di fuori.
t proprio caratteristico die tutti questi avvenimenti vadano a coincidere, da una parte,
con i piani restauratori politico-religiosi di Giustiniano per la penisola Ispana 12 e, dall'altra,
col fatto die, nella primavera del 552 Giustiniano dette appoggio diretto e contrattuale
all'usurpatoreAthanagildo con l'esercito e con la marina al commando dell'ammiraglio
Liberio, conoscitore competente della questione gotica 13. Vista la coincidenza dei particolari
ci e lecito concluderedie Martino giunse in Galizia con ogni probabilitaproprio in connes-
sione alla detta azione. Possiamo dunque precisarela data del suo arrivo nell'anno 552. In
uno stretto connessocolle testA menzionatecoincidenzenondchcolla missionedie port6 alla
conversione degli Suebi e die paralizz6 l'attivitl franca in quella regione e l'idea die il
suggerimentooriginava in fondo dalla corte costantinopolitana.In questo caso l'espressione
nutusdivinus,nell'epitafiobiografico,assumeun significatodoppioossia ambiguo14.
L'impresa del Martino diede cospicui risultati favorevoli alla parte romano-cattolica
dando inizio perfino all'attivitl politica filo-cattolica alla corte visigota, la quale, a sua
volta, port6 alla inevitabileguerraconclusasid'una parte con la soggezionedel regno suebo
nel 585/586, e d'altraparte- paradossalmente- con la cattolizzazionecompletadei Visigoti.
Per6 a Martinoquestonon fu dato di vedere.
(b) Perche fu affidato proprio a Martino il compito di organizzareil cattolicesimotra
gli Suebi?Come ebbe a scrivere Martino stesso e come confermanocon le loro annotazioni
i suoi amici Venanzio Fortunato (Carm. 5.2.21, vedere MGH AA 1,104, scritta attorno
al 575), e Gregoriodi Tours (Historia Francorum5.38, passaggiscritti tra gli anni 580-584),
il nostro era oriundo della Pannonia1, dove nacque, secondo la convincente congetturadi
Caspari (p. II), tra gli anni 510-520. Della Pannonia di allora disponeva de iure la corte
orientale,mentrede facto possedevasolo l'angolo delimitato dagli estuaridella Sava e della
Drava affluenti del Danubio,diiamato regio Bassianensisdella PannoniaII 1".L'altro settore

11 V. anzitutto Greg. Tur., Hist. Franc. 5.37. Barlow p. 2. t da notare dce S. Rade-

gunda (t 587), figlia del re di Toringhia,era in contatti con S. Martino ed era capace di
sanare i lebbrosi.Lebbrosovale a dire era il giovane figlio del re suevo Ararico - sotto il
quale il passaggio religioso si e effetuato - e precisamente allora miracolosamente guarito a
Tours.
12 t caratteristica in questo connesso l'invasione bizantina delle isole Baleare, cf. Claude,

Geschichte p. 57.
13
E. Stein II 563 e 820 (fondamentale).Thompson(n. 1) p. 323. Claudep. 58.
14
t possibiledhenella lotta mirante alla subordinazionedel regno visigoto fu attribuita
alla azione di Martino una certa parte specificamentepolitica. L'epitafio (Barlow p. 283.
J. Vives, Inscripciones cristianas de la Espania romana y visigoda [Barcelona19692] n. 275):
1
Pannoniis genitus transcendens aequora vasta Galliciae in gremium divinis nutibus actus
confessor, Martine, tua hac dicatus in aula I antistes cultum institui ritumque sacrorum,
1
teque, patrone, sequens famulus Martinus eodem nomine non merito bic in Cbristi pace
quiesco.
15
Cf. il suo epitafio (n. precedente),composto un anno o due prima della sua morte.
16 E. Stein, 'Untersudiungenzur spitr6misdien Verwaltungsgeschidcte',
Rbeinisches Mu-
seum 74 (1925) 362 = Opera minora selecta (1968) 160. S. Dugani6, 'Bassianaeand its

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v driea iani
(56)iiSirmio*venn
gli alleatiLombardi (548), per impedire sogioat il progresso da
del Geid
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della annoniII e a Savi furon eode.io.n.......Enrambi
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gotica fino all'inizio dela guerra.goto-bizantina.del.535..Un.anno.dop
(536) il Simiovenne flmineamentesoggiogato ai Gepi1.
............ La
I.elaValri
divennro zoe in ui, doo la issolzionedella ega
dei Goi(48), incmincirono apenetare Atilan.(454)e.dop.l'abandon
Lngobari,ciri,.esti.i.Unn
e Jazigi, Savie Sarmti, ma rimaero Er......idi,
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mridioali de Frnh Sopanae)
(e.: Moentiaa, scuola*
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bizantina,~~~~~~~~~~~~X o
potva mmginre hele art oienalidela anoni II vle die a rgioSimiesi

territory', Archaeologia lugoslavica 8 (1967) 67-81. Cf. V. Popovic in Me'langes de 1'Pcole


Franfaise de Rome-Antiquite 87 (1975) 447.
17 Sirmio era stato occupato nel anno 535 dai Bizantini, nel anno seguente dai Gepidi;

v. Procop. BG 7.33.8 e Hist. arc. 11. 18 Cf. Procop., BG 5.16.8 ss.


19 Cf. per esempio J. Werner, Die Langobarden in Pannonien (Miinchen 1962) 131 ss.

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e la regio Bassianensis. Questo viene corroboratodalla giustinianaNovella XI del 14 aprile


dell'anno545 con cui si sottoponevala giurisdizioneecclesiastico-amministrativa nell'Illirico
al primateinsediatonella IustinianaPrimaal quale veniva inoltre sottopostala pars secundae
Pannoniae quae in Bacensi est civitate (cio~ l'unica della quale realmente Bisanzio dis-
poneva). Ancora, per il Synekdemos di Hieroclo la prefettura dell'Illirico, agli inizi del
governo di Giustiniano,annoverava 13 province di cui una era la Pannonia Sirmio-Bas-
sianense(657); infine, vi e l'esplicito fatto che i decreti di Teodericoriferentisialla Pannonia
parlanosolo della Savia e della Pannonia Sirmiensis,ma m a i della PannoniaII (es.: Variae
3.23.2; 4.13.1, attornoall'anno510).
Martino, dunque, era originariodelle regioni meridionali della Pannonia e pi6 precisa-
mente di quelle che gravitavano a Oriente, giacchenella sua cultura emerge fortementelo
sfondo grecizzante20.Siamo dell'avviso die provenisseda una delle cittl sotto il governo
di Teoderico, cadute nel 536 sotto i Gepidi intolleranti e fortementeavversi a Bisanzio21.
Questa fu la ragione die costrinseMartino, die aveva appena ultimato le scuole dell'adole-
scenza, a lasciare la terra d'origine e ad andare a completare l'istruzione in Oriente.
L'istruzionegiovanile e l'ambientecasalingo gli offrirono non solo il latino e il greco22,
ma andhela conoscenzadella lingua gotica e forse di quella celtica. In patria conobbetutta
una serie di tribi e di membridi esse, die ebbe poi modo di annoverarenel canto consacra-
torio dedicato alla cattedrale2, tra questi andcegli Slavi24.In Pannoniaconobbeinoltre gli

20 Che e logico da per se, egli viveva


una dozzina di anni in oriente. Cf. particolarmente
le sue opere o traduzioni,come SententiaeAegyptiorumpatrum,Capitula,De trinamersione,
De Pascba;ed andce la traduzionedei Verba seniorum,efettuata dal suo monaco Paschasio.
Paschasioimparavail grecodal maestro;Barlowp. 3-4.
21 VenanzioFortunato,Carm.5.2.21 (MGH AA IV1 p.104) definiscela sua provenienza:

Pannoniae,ut perhibent,veniens e parteQuiritis.Colla precisioneQuiritis (cf. Vita S. Martini


3.498) elimina l'altra possibility interpretativache stava per la Pannonia in mente degli
uominidi allora,e cioe e parte barbarorum.
22 GiacdU nelle sue opere vengono riscontratemolte traccie della scuola teologica illirica

come segnalaJ. Zeiller, Les origines chre'tiennesdans les provincesdanubiennesde l'empire


romain (Paris 1918) 566 ed A verosimile che l'esperienza,lo sapere e la tecnica di codesta
furono introdotte in Galizia da lui (cf. il ritus Bracarensiso Suebicus).Grazie ai maestri
eminentinell'Illiricoe grazie all'influenzaculturaledel Bisanzioe della citta di Thessalonike
la scuola era prevalentemente'greca'. II greco ha penetrato in Sirmio persino negli strati
infimi della popolazionecomelo mostral'epigrafia.
23 Nell'anno 558. Il poema dhe A formalmentetripartito (6+10+6), A stato pubblicato
competente dal Barlow (n. 1) p. 282 e Vives (n. 14) p. 119 n. 349. Per l'identificazione
delle tribiudei Nara e dei Dati - ivi menzionati- cf. il mio tentativo nella rivista Kronika
(Ljubljana)24 (1976) 180. Le popolazioni dhe 1i sono ennumeratein un modo spontaneo
(non seguendoun modello, esp. per esempio gli Sclavi, Datus, Nara etc.) lui sono rimase
nella memoriadalla giovent'uin Pannonia,cioAdai anni venti del 6. secolo.
24 Per i primordidei Slavi nei Balcani sono da consultareL. Niederle, Puivoda pocatky

Slovanui jiznicb, svazek 1 (1906) passim, specialmente pp. 135. 146. 168. 293 etc. Poi
K.Jaidzewski, Atlas do pradziejow Slowian (L6di 1949), per it 6. secolo sono da consultare
le mappe 13 e 14. B. Zist&ova, 'Les d6butsde l'tablissement d6finitif des Slaves en Europe
meridionale'in Vznik a pocatky Slovand 5 (1960) 34. H. Lowmianski,PoczatkiPoiski (1963)
I 166-183, II 252. A. ToZik, 'Slovania na strednom Dunaje', pubblicato negli atti 0
poc'iatkocbslovenskych deji'n (Bratislava 1965) 23. P. Benel nel omaggio Classica atque
mediaevaliaJaroslaoLudvikovsky octogenariooblata (Brno 1975) 126. Il problemmadegli
Slavi in Pannonia E trattato in Kronika (v. la nota precedente);cf. andceD. Simonyi,'Die

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Suebi pannonici25 e i Goti, et tutto ci6, insiemealla conoscenzapresumibiledella loro lingua


e forse del celtico oltre che del greco e del latino, influl sulla decisionedce lo prescelsealla
menzionata missione nell'Ispania gotico-sueba, istruito a fondo com'era, linguisticamente
idoneoe indubbiamente
uomodi grandetalento.

Ljubljana,
Academiaslovenadi scienze Jaroslavgalel

Kontinuitatsfrageund das Erscheinender Slawen in Pannonien', Studia Slavica 1 (1955)


333 ss.
25 Procop., BG 5.16.26. Cf. ancheReinhart(sopran. 3) pass. B.Grafenauer,Ustolicevanje

koroskih vojvod in drzava karantanskihSlovanov (Ljubljana1952) 417 e F. Lotter, 'Zur


Rolle der Donausueben',Mitteilungend. Inst. f. Oesterr.Gesch.76 (1968) 284.

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