Lo Sport Club Scordia conquista
la serie D
Dopo dieci anni la società di Basket bissa l'impresa
coronando uno splendido campionato di Promozione
disputato ad altissimi livelli.
La promozione è arrivata con tre giornate d'anticipo nella
gara esterna, disputata al PalaZurria di Catania, contro
l'Elephant. Con grande spirito di sacrificio i ragazzi del
coach, Francesco Formica, hanno battuto la compagine
catanese conquistando la vetta della classifica e di
conseguenza la certezza matematica della promozione
nella serie maggiore. Una promozione storica che
potrebbe, però, incontrare qualche ostacolo di tipo
strutturale. La palestra della scuola media “Amari -
Vinci”, che nel corso della stagione ha ospitato le gare
interne dello Sport Club, non è infatti omologata per il
campionato di serie D. Si ripropone, dunque, a distanza di
qualche anno il dilemma che riguarda l'assenza di un
impianto regolamentare nel territorio di Scordia. C'è il
rischio concreto di veder svanire un successo tanto atteso e
ampiamente meritato sul campo. Se si considera anche la
crescita esponenziale del settore giovanile, sarebbe
davvero un gran peccato perdere un'occasione del genere.
In una città che negli ultimi anni si è rinnovata tantissimo
dal punto di vista degli impianti sportivi ci si chiede come
sia possibile che uno sport come il Basket, per iscritti
secondo solo al Calcio, venga penalizzato in questo modo.
Damiano Pennisi
In questo numero hanno collaborato:
Damiano Pennisi Prof. Nuccio Gambera
Daniele Pisasale Pippo Sesto
Vanni Rizzo
WWW.SCORDIA.INFO Chiuso il 18/07/2010
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Reg. Tribunale di Caltagirone: N°01/2010 del 25/02/2010
La Gymnica fa il suo esordio nel
calcio a undici
ha ottenuto il diritto a disputare il prossimo campionato di
Prima Categoria. L’atto è già stato ratificato dalla Figc. Per
la Gymnica si tratterà della prima partecipazione ad un
campionato di calcio a undici fra i dilettanti. Intanto, così
come confermato dai vertici societari, rimarrà invariata
l’attività di Calcio a 5, promosso di recente in Serie C2, e
del settore giovanile. “La costituzione di questa nuova
società – si legge nel comunicato – è una ulteriore
dimostrazione di vicinanza al calcio locale del professore,
Lino Gurrisi, che, con un notevole sacrificio economico,
mette a disposizione il titolo sportivo di una società sana e
con tutti i requisiti conformi a poter avviare una
programmazione di rilancio del calcio nonché di
partecipare ad un campionato più consono alla storia e al
valore del calcio scordiense e dei suoi sportivi.
L’obbiettivo primario è quello di coinvolgere in questo
nuovo progetto calcistico tutti gli sportivi di Scordia, le
istituzioni e la classe imprenditoriale”. Lo stesso Gurrisi
ha, però, ribadito la propria volontà a defilarsi qualora vi
fosse l’interessamento al titolo di altre società locali.
“L’obiettivo che ci eravamo prefissati con questa
operazione – ha dichiarato Gurrisi - era solo ed
esclusivamente quello di far si che il calcio non
scomparisse dal nostro paese”. Destinata a scomparire
sembrava, invece, l’ASD Scordia del presidente,
Vincenzo Abate, che di recente si è rifatto vivo
annunciando di aver ottenuto il ripescaggio in Prima
Categoria. L'intenzione del presidente catanese è quella di
costruire una squadra competitiva ma, dopo le promesse
non mantenute della scorsa stagione, restano i dubbi su un
progetto che non è mai decollato. L’altra novità del
panorama calcistico locale riguarda, invece, il ritorno
della ASD Scordiense che, dopo dieci anni di assenza dai
campionati dilettantistici, torna con nuovo progetto. La
società biancorossa, con una ventennale esperienza nel
settore giovanile, ha, infatti, ufficialmente espresso la
volontà di iscrivere una propria squadra al campionato di
Terza Categoria. Nei prossimi giorni sapremo di più. Per
ora può bastare sapere che il calcio a Scordia è ancora
vivo.
Damiano Pennisi
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ANNO 1
Num. 2 / LUGLIO 2010 ORGANIZZATI - INFORMATI
E D I T O R I A L E
Siamo arrivati al secondo numero
Uno sforzo prima di prenderci qualche
giorno di vacanza e tornare ad affrontare
temi sempre attuali in una città che giorno
dopo giorno mette in evidenza problemi
comuni a molte altre città del sud dove i tagli
imposti dal governo centrale peseranno sui
servizi per i cittadini, già molto carenti. In
questo numero abbiamo deciso di puntare i
riflettori sulla questione idrica che,
paradossalmente, malgrado l'acqua a
Scordia non sia mai venuta meno, è stata
messa in ginocchio dalla visita della Guardia
di Finanza che ha messo a nudo tutta una
lunghissima serie di inadempienze che si
sono accumulate nel corso degli anni e che,
speriamo, finalmente possano essere risolti.
La nostra inchiesta continuerà anche nella
prossima uscita di settembre. La caserma
dei carabinieri vede finalmente la luce grazie
al fattivo impegno dell'Asaes, della
disponibilità della chiesa locale che ha
messo a disposizione l'ex casa del clero e
dell'amministrazione comunale. Una forte
sinergia che speriamo dia agli uomini
dell'Arma una degna e più funzionale sede.
In un interessante articolo seguiremo
l'evolversi delle iniziative editoriali locali
che si sono susseguite nel corso degli anni a
Scordia, a firma prestigiosa di Nuccio
Gambera ed infine lo sport con la
promozione della SC Scordia in serie D di
basket ma con l'incognita di un rettangolo di
gioco e il calcio che vedrà la presenza di ben
tre quadre ai nastri di partenza.
Intanto buona estate a tutti anche alle palme
di Piazza San Rocco che hanno già
conosciuto gli effetti devastanti del
punteruolo rosso. Che Dio ce la mandi
buona.
La Redazione
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COPIA
OMAGGIO
APPROVVIGIONAMENTO IDRICO: TUTTO DA RIFARE
La visita della Guardia di Finanza ha messo a nudo un sistema da rifondare
presto e nel migliore dei modi
La rete idrica sotto la lente d'ingrandimento della guardia di finanza. Era ora, qualcuno
ha avuto modo di sussurrare. Il verbale redatto il 25 maggio 2010 dagli uomini del
Nucleo di Polizia Tributaria di Catania ha rilevato la mancanza di condizioni di sicurezza
igienica per l'utilizzo dell'acqua proveniente dai pozzi comunali al consumo umano e del
sistema di raccolta e distribuzione nella rete cittadina, con potenziale emergente
pericolo della salute.
segue >>>
Presto la Città avrà
una nuova caserma
? Si avvia finalmente a conclusione il
lungo iter della nuova sede della
stazione dei carabinieri dopo che il 10
marzo è entrato in esecutività lo sfratto
per finita locazione dell'attuale
caserma di Piazza Regina Margherita.
segue >>>
Informare. Testimoniare.
L A V I G N E T TA D I P I P P O S E S T O
Educare. Pubblicistica a
Scordia
Sono tante le considerazioni che si
possono fare a partire dalla lettura
del primo numero di Scordia.info,
soprattutto da quanto si legge
nell'Editoriale, dove alla base della
nuova iniziativa viene posto il
desiderio/necessità di informare e di
comunicare. segue >>>
Lo Sport Club Scordia
conquista la serie D
Dopo dieci anni la società di Basket
bissa l'impresa coronando uno
splendido campionato di
Promozione disputato ad altissimi
livelli. segue >>>
La Gymnica fa il suo esordio
nel calcio a undici
Si tratta della ASD Gymnica, del
Mentre il cane dorme, patron Lino Gurrisi, che nei giorni
il Punteruolo... scorsi ha formalizzato l’acquisto del
titolo della FCD Misterbianco e
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Potenziale pericolo, che se da un lato ha sempre lasciato dormire
sonni più o meno tranquilli agli amministratori e dirigenti tecnici
che si sono succeduti anche per la sicurezza che l'acqua dei pozzi
era batteriologicamente e chimicamente pura, dall'altro ha
innescato una serie di reazioni a catena che si sono concretizzate
in ordinanze emesse e poi revocate, determine sindacali, e, come
era logico attendersi anche l'impegno scritto da parte
dell'amministrazione attuale, guidata da Angelo Agnello che di
salute se ne intende, di porre immediatamente rimedio alla
situazione di degrado della rete idrica a Scordia. Una promessa
messa per iscritto, intanto, dalla determina sindacale del 16
giugno 2010 che racchiude i termini dell'affidamento per un
importo di 7.237 euro della progettazione esecutiva all'Ing. Alfio
Ferlito di Trecastagni della messa in sicurezza dei pozzi di Via
Simeto e di Contrada Pinnatazza e della vasca di accumulo di via
S. Pertini. Un preventivo sommario di 290 mila euro a cui
l'amministrazione ha dovuto ricorrere, per il momento e per la
metà, rinunciando a 48.218 euro stanziati per l'acquisto di caldaie
destinate alla piscina e a 53.186 euro destinati ad un nuovo
scuolabus che dovrà ancora attendere.
La visita della GdF ha messo a nudo una sistema debole fatto di
omissioni, dimenticanze, in certi casi di sottovalutazione del
problema sulla famosa certezza che i controlli effettuati dall'Asl
davano sempre risultati negativi. Il sindaco ha provato a forzare
la mano, sul principio del bene pubblico, emanando un'ordinanza
in via urgente a partire dal 14 giugno 2010 in cui si prevedeva la
derivazione delle acque dei pozzi comunali esclusivamente per
fini igienico sanitari ma ha dovuto fare marcia indietro,
revocandola, dopo la nota del 18 giugno del servizio di Igiene
Pubblica dell’Asp di Catania, con il quale il dirigente medico,
sulla base della documentazione disponibile in merito ai referti
analitici e alle autorizzazioni sanitarie esistenti dei pozzi, ha
ritenuto indispensabile procedere in breve ad interventi
immediati di messa in sicurezza delle aree di tutela assoluta dei
pozzi, l'individuazione e messa in sicurezza delle aree vietate
entro l'area di rispetto e l'esclusione dalla rete idrica delle acque
del pozzo Contarino in contrada Pinnatazza in considerazione –
si legge – della mancanza di autorizzazione sanitaria
regolarmente rilasciata oltre alla bonifica dei serbatoi di Via
Pertini e Poggio Monello e la loro relativa messa in sicurezza.
La mancanza di aree di tutela assoluta, che è l'area
immediatamente circostante le captazioni che si aggira intorno ai
10 metri e che deve essere adeguatamente protetta e deve essere
edibita esclusivamente ad opere di captazione e a presa e
infrastrutture di servizio, riguarda in particolare il pozzo
Contarino, scavato in un terreno privato, e il cui accesso per le
riparazioni, l'ultima la scorsa estate con la sostituzione del
motore sommerso, ha comportato l'accesso da parte dei tecnici
nel terreno privato, visto che non esiste per il momento altro
ingresso riservato al personale tecnico comunale. Una situazione
paradossale che a quanto sembra è stata ovviata dall'acquisto da
parte del comune dell'area ricadente attorno al pozzo. In questo
pozzo oltre alla zona di tutela assoluta, il sindaco ha dichiarato
anche ogni divieto di attività.
Un paio di anni fa la fatiscente condotta predisposta all'indomani
della requisizione del pozzo Oranfrizer da parte del sindaco,
Salvina Gambera e del suo assessore Rocco Minissale, per
condurre l'acqua dal Pozzo Oranfrizer alle vasche di raccolta
venne a contatto con le acque reflue che fuoriuscivano dagli
stabili delle case popolari da poco costruire in contrada Barona a
ridosso di un distributore di carburanti. Una situazione che
definimmo l'emblema dell'incuria e della disattenzione degli
amministratori e dirigenti di allora. “La risposta di qualcuno
fu…tanto il cloro alla fine distrugge tutto”. Anche il fegato
sussurrai..”. Quella condotta fu interamente rifatta ma poco
tempo dopo Angelo Agnello decise di chiudere i conti con il
pozzo Oranfrizer, malgrado in questo momento di crisi e di
emergenza, avrebbe fatto comodo.
Per non parlare del pozzo Ruggeri, anch'esso al centro
dell'attenzione dei controlli, anch'esso oggetto di un'ordinanza
sindacale che ne dichiara la zona di tutela assoluta e il divieto di
attività. Basta fare un giro in Contrada Barona per rendersi conto
che negli anni tutto è cresciuto attorno al pozzo quasi come se
non esistesse.
La decisione di affidare la gestione delle acque ad un
consigliere comunale esperto come Giuseppe Zappalà,
delegato dalla giunta, se a qualcuno ha fatto storcere il naso,
dopo la sua insistenza a riportare in vita il pozzo che si trova alle
spalle della chiesa di Cristo Redentore, dall'altro ha messo in
evidenza la necessità di impegnarsi seriamente per trovare
quante più risorse idriche possibili, sulla base di perizie
idrogeologiche, che malgrado tutto continuano a fornire acqua
dal sottosuolo compatibilmente con la sicurezza e la salute dei
cittadini.
Continua al prossimo numero Lorenzo Gugliara
ASAES e Carabinieri presso gli immobili della futura Caserma
Presto la Città avrà una nuova
Caserma.
Il Ministero dell'Interno ha dato il via libera alla locazione
dell'immobile di proprietà del clero locale che si trova in Via S.
Rita, dichiarandosi disponibile a concedere il canone annuo di
35 mila euro dopo che la parrocchia di San Rocco si è dichiarata
favorevole alla concessione dell'immobile con l'impegno di
provvedere in proprio ad effettuare i lavori di ristrutturazione
necessari per rendere idonei i locali all'esigenze dell'Arma.
Parere favorevole è giunto anche dal comando interregionale
carabinieri "Culquaber" in quanto lo stabile che attualmente
ospita i carabinieri, oltre ad essere gravato dallo sfratto, è stato
dichiarato inagibile presentando gravi carenze strutturali,
igienico-sanitarie e di sicurezza tanto che l'Asp di Catania lo
scorso dicembre ne ha precluso l'abitabilità degli alloggi di
servizio. Lo stesso comando provinciale, grazie al sopralluogo
effettuato il 19 giugno di un anno fa dal comandante, Col.
Giuseppe Governale, ha potuto verificare come il nuovo stabile
consentirebbe per superficie e per la posizione logistica di
ospitare adeguatamente sia il reparto che i militari che
attualmente, grazie alla locazione gratuita fornita dal comune,
sono allocati presso il primo piano della Ipab delle ex suore
francescane.
Il direttore centrale del ministero, Giuseppe Maddalena, per
istruire al meglio la pratica, ha richiesto alcune importanti
documenti quali la copia della sentenza dello sfratto, i pareri dei
competenti comandi dell'Arma sulla rispondenza
dell'immobile ai parametri progettuali previsti per tipologia di
reparto, la compatibilità urbanistica al piano regolatore, la
dichiarazione di inesistenza di locali demaniali disponibili o
immobili confiscati nonché la documentazione attestante
l'avvenuta ricerca nel mercato locale immobiliare ed il parere di
congruità dell'Agenzia del Demanio
L'Associazione Anti Estorsioni di Scordia esprime grande
soddisfazione non solo perché la caserma ha definitivamente
superato il rischio che fosse trasferita altrove, ma anche perché
è stato il Direttivo dell'ASAES stessa a proporre fin dal primo
momento l'alternativa dei locali della canonica quale migliore
soluzione per ospitare i carabinieri e ad adoperarsi attivamente
per mediare l'accordo definitivo tra carabinieri, prefettura e la
parrocchia patronale.
La strada sembra ormai essere tracciata, ma ancora bisogna
percorrerla, c'è da ristrutturare l'intero locale che dovrà essere
messo a norma anche in termini di sicurezza e per cui si prevede
un impegno-spesa di circa 70 mila euro.
La presenza delle forze dell'ordine a Scordia è segno di
sicurezza e serenità per i cittadini onesti, per quanti non hanno
da temere, mantenere la caserma a Scordia sarà quindi una
vittoria della società civile tutta.
Lorenzo Gugliara
Informare. Testimoniare. Educare.
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Un desiderio, questo, che ho potuto riscontrare sempre presente nel
nostro paese, dove non sono poche le esperienze vissute in questo
campo fin dai primi tempi dell'Unità d'Italia, come è facile potere
verificare attraverso una rapida consultazione dell'Archivio del
Museo Civico Etno-Antropologico “M. De Mauro” e delle sue
pubblicazioni.
Io personalmente dal 1979 (anno del mio rientro a Scordia)
condivido con diverse generazioni di giovani tante esperienze, la
cui semplice e nuda enumerazione occuperebbe molto del prezioso
spazio di questo foglio.
Pertanto considero doveroso limitarmi a fornire alcuni elementi di
conoscenza ai giovani redattori della nuova testata, per dare un pur
minimo contributo utile alla individuazione di un percorso,
ovviamente in salita, per superare la precarietà e la discontinuità di
tali esperienze, nella certezza che, per incidere positivamente nel
nostro tessuto sociale, requisito fondamentale è, appunto, la
capacità di progettare su tempi lunghi, sulla base di un metodo
coerente e duraturo che può consolidarsi strada facendo man mano
che matura la consapevolezza coerente e responsabile di un
impegno e di un sacrificio che si assumono disinteressatamente per
il Bene Comune.
Se questa nuova esperienza avrà, come mi auguro, lunga vita,
questo potrebbe essere agevolato da una rigorosa riflessione sulla
“storia” delle precedenti pubblicazioni, per capirne le ragioni del
successo e/o del fallimento.
Nell'Archivio del Museo “De Mauro” si custodiscono intere
raccolte degli «aperiodici» pubblicati a Scordia nell'ultimo
trentennio. La loro consultazione è aperta a tutti.
Approfitto volentieri dell'occasione che mi viene offerta dalla
Redazione di Scordia.info per avviare su queste pagine un discorso
che mi piacerebbe venisse approfondito con il contributo di altri su
questo delicatissimo e importantissimo tema. Tanto importante
perché di fatto coinvolge in maniera diretta tutta la società civile di
Scordia, se è vero, come è vero, che a patrocinare le esperienze
giornalistiche del passato si sono impegnate associazioni culturali,
associazioni sportive, movimenti e partiti politici, scuole, gruppi di
cittadini più o meno organizzati, parrocchie, il Comune stesso,
singoli individui.
Io personalmente ho passato in rassegna diverse di queste
esperienze nelle pagine di una delle tante testate che si sono
succedute nel tempo nel nostro paese. Una testata che mi sta
particolarmente a cuore e che per la sua eccezionale durata mi
sembra costituire un elemento fondamentale per la comprensione
di un molto significativo periodo della nostra storia locale.
Mi pare naturale, pertanto, ricollegarmi ad essa nella ripresa, nella
sostanza, dello stesso discorso, cominciando proprio con il rinviare
ai primissimi numeri di Documento, aperiodico del Museo Etno-
Antropologico e Archivio Storico “M. de Mauro”, dove nella metà
degli anni Novanta del secolo scorso (!) presentavo giornali quali
Nadir, Passe-Partout, Scordia Notizie, Qualinotizie, Novanta, La
Prova.
Documento ( 84 numeri dal febbraio 1995 all'Ottobre 1999 ) fu
contemporaneamente una scomessa e un atto di ribellione
concepiti e compiuti nella maniera più alternativa possibile, frutto
di una rigorosa riflessione su poco note esperienze culturali di
difficile accesso ma di assoluta ed esemplare valenza cosmopolita,
coinvolgenti, solo per fare qualche nome, un Girolamo Gigli e un
Herman Hesse.
La mia reinterpretazione in chiave locale e militante di quelle
esperienze, la mia vocazione pedagogica orientata verso un
percorso in cui l'utopia sostenibile è contemporaneamente metodo
e obiettivo, comportarono la scelta, consapevole, di vivere il
disagio dell'incomprensione discriminatrice di tanti che, non
volendo capire e avendo un potere attraverso il quale gli veniva
facile avere ragione a fronte della difficoltà da me adottata come
metodo, commisero l'errore di sottovalutare il mio progetto.
Ma alla fine furono molto più numerosi i sostenitori, i quali, grazie
alla mia personalissima iniziativa, (ri)scoprirono il fascino della
scrittura, l'utilità sociale del confronto libero, leale, autentico, a
prescindere dalla accentuata diversità delle convinzioni politiche,
della formazione ideologica, dell'età anagrafica, degli interessi
culturali e umani.
Documento documenta in
maniera immediata tutta
questa ricchezza presente
inconsapevolmente nel
nostro paese.
Manoscritto dal n.1 al
n.54, gradualmente
assurse alla dignità della
carta stampata senza
perdere l'autenticità del
manoscritto autografo.
Da una aperiodicità
irregolare fortemente
sensibile all'atmosfera del
paese ( per cui poteva
diventare un “quasi
quotidiano”) a poco a
poco si assestò su una
regolarità quasi mensile.
Dalle 4 pagine degli inizi arrivò ad assumere la consistenza delle
16 pagine degli ultimi numeri.
Divenuto organo ufficiale del Museo Civico “M. de Mauro”,
chiuse i battenti quando aveva raggiunto l'apice del successo. Due i
motivi fondamentali. Il primo, umanissimo: non ce la facemmo più
a reggerne la fatica, in particolar modo io e Franco Savoca, che ci
avrebbe lasciati per sempre da lì a qualche mese. Il secondo,
connesso al primo, la nascita di Ampelo Scordia .
Il giornale infatti, grazie alla qualificatissima collaborazione di
Domenico Ventura, docente di Storia economica presso
l'università di Catania, aveva sviluppato a tal punto l'aspetto
della ricerca scientifica storica e antropologica delle sue origini,
che si rese necessario il superamento della fase pioneristica e
artigianale per una evoluzione di alto livello di cui sono probante
testimonianza i 19 numeri del nuovo bollettino e le numerose
altre decine di pubblicazioni del Museo.
In conclusione si può affermare che la chiusura di Documento fu
dovuta al forte divario tra la lungimiranza del progetto, con
relativo successo, e l'esiguità delle forze rimaste coerentemente
impegnate a portarlo avanti.relativo successo, e l'esiguità delle
forze rimaste coerentemente impegnate a portarlo avanti.
Nuccio Gambera
Direttore del Museo Civico Etno-Antropologico
e Archivio Storico “M. De Mauro”
C U R I O S I T À
Fino ad oggi, i documenti più antichi che riportano il
toponimo “Scordia” indicante le terre sulle quali sorge
attualmente il nostro paese, risalgono al 1131 e al 1151 d.c. Si
tratta di due diplomi che sanciscono la donazione “in partibus
terrae Scordiae” di alcuni possedimenti ceduti alla Chiesa del
Sacro Tempio del Signore, e cioè all'antico e prestigioso
ordine dei Templari, da parte dei signori normanni Enrico di
Buglio e Goffredo figlio di Oliviero. Ma forse non tutti sanno
che tali donazioni sono successive, come si legge dal
documento stesso del 1131 ad altre di cui non si ha però alcuna
traccia scritta e che stabiliscono in maniera incontrovertibile
la presenza dell'ordine dei Templari in Sicilia sin dai primi
anni successivi alla loro fondazione in Terra Santa, e, in
particolar modo, presso le terre di Scordia.
Si legge infatti nel documento del 1131 attestante la donazione
del normanno Buglio che la stessa fu fatta “…per buona e
disinteressata volontà, ricordando ciò che i miei predecessori
fecero dei propri beni che diedero durante la loro vita alla
chiesa del sacro Tempio del Signore e cioè nelle vicinanze
della terra di Scordia, affinchè assiduamente fossero ricordati
per la loro anima, nelle divine cerimonie assieme ai fratelli
della stessa casa del tempio”*.
Daniele Pisasale
*Tratto da “Scordia-Lentini-Buccheri Itinerari Templari ”
di Vincenzo Traviglia.