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DALLA RICOSTRUZIONE AL MIRACOLO ECONOMICO Gli anni del boom

industriale Negli anni '50 e '60, in Italia, l'industria divenne l'attivit


principale, quella con il maggior numero di addetti. Lo sviluppo delle
industrie italiane si bas soprattutto sulla disponibilit di manodopera e sui
salari ridotti degli operai, ci port quindi ad avere basse spese di produzione
anche senza innovazioni tecnologiche. Questa situazione permise, tra il '58 ed
il '63, un grande sviluppo che prese il nome di miracolo economico o di
boom. In questo modo la disoccupazione diminu notevolmente e il mercato
interno si ampli. Da quali fattori fu favorito questo grande sviluppo? In
primo luogo, va considerata la politica economica impostata dai governi
italiani, basata fondamentalmente sui principi del liberismo e del capitalismo.
L'economista liberale Luigi Einaudi (divenuto Presidente della Repubblica nel
1948), riteneva che la ricostruzione dell'economia italiana dovesse fondarsi
principalmente sulla libert di iniziativa delle aziende. I settori industriali che
pi crebbero furono la siderurgia, la metalmeccanica, la chimica, la
petrolchimica e l'edilizia. Nel frattempo la costruzione di nuove autostrade
facilit i collegamenti fra le varie parti del Paese. Di conseguenza, in breve
tempo, le abitudini e le stesse esigenze degli Italiani cambiarono. 5- NUOVI E
VECCHI SQUILIBRI NELL'ITALIA DEL "BOOM" ECONOMICO Gli squilibri Nord-
Sud Le grandi trasformazioni economiche aggravarono il divario tra Nord e
Sud. La crescita delle industrie fu particolarmente intensa nel cosiddetto
triangolo industriale (Torino, Milano e Genova), in cui si era verificata la
prima industrializzazione. Nel Nord il livello di vita sal molto rapidamente e si
ebbe una forte richiesta di manodopera. Nel Sud agricolo vi fu una riduzione
di posti di lavoro e la povert rimase diffusissima. Negli anni '50 meno del
10% della popolazione dell'Italia settentrionale aveva un'alimentazione
scarsa, mentre nell'Italia meridionale pi del 50% si trovava in questa
situazione. Gli interventi del governo La situazione del Sud non fu modificata
dalla riforma agraria del 1950: una modifica troppo limitata. Non molto pi
efficace fu la creazione di una Cassa per il Mezzogiorno, con il compito di
favorire lo sviluppo economico delle regioni dell'Italia meridionale. Furono
realizzati interventi isolati, costruendo grandi complessi industriali, privi di
collegamento con le attivit praticate in quelle aree. Spesso si trattava
d'impianti ad alto investimento tecnologico, con macchinari sofisticati, oltre a
danneggiare gravemente l'ambiente. Queste scelte sbagliate dipesero spesso
dalla volont di alcuni uomini politici di realizzare grandi guadagni personali,
facendosi pagare forti tangenti (cio compensi richiesti per favori illegali).
L'emigrazione Il divario fra Nord e Sud port ad una massiccia emigrazione.
Tra gli anni '50 e '60 oltre un milione e mezzo di italiani lasciarono le regioni
meridionali diretti verso le grandi citt del nord, nelle quali
contemporaneamente confluivano quanti avevano abbandonato le zone di
montagna e le campagne del settentrione. Nelle citt del nord l'arrivo di un
gran numero d'immigrati cre gravi problemi. Reperire un alloggio in citt
come Torino o Milano divenne veramente difficile. Si arriv persino ad
affittare posti letto ad ore: di giorno dormiva l'operaio che lavorava al turno
di notte e la notte l'operaio che aveva il turno di giorno. Gli immigrati si
affollarono nelle case dei centri storici, in condizioni di forte degrado e
spesso prive dei servizi igienici interni. 6- I DANNI ALL'AMBIENTE NATURALE
NEGLI ANNI DELLO SVILUPPO L'inquinamento Negli anni del grande sviluppo
industriale si verific una massiccia distruzione dell'ambiente naturale in
tutta Italia. Fino agli anni '70 mancarono completamente leggi che
limitassero i fenomeni d'inquinamento o la speculazione edilizia soprattutto
nelle citt e nelle arre industriali. Ne un esempio il fatto accaduto
nell'incidente di Seveso (1976), dove la fuoriuscita di diossina da una fabbrica
costrinse gli abitanti ad abbandonare le loro case e provoc la nascita di
bambini deformi. La speculazione edilizia La massiccia immigrazione favor,
negli anni '50 e '60, la speculazione edilizia, vale a dire la costruzione di case
unicamente con lo scopo di realizzare ingenti profitti. Le citt crebbero
rapidamente, con l'edificazione di nuovi quartieri privi dei servizi necessari:
spazi verdi, scuole,
Qual limmagine della donna nel ventennio fascista? Lavoratrice e perno
della famiglia o romantica custode del focolare?
Le donne che lavoravano erano molte dice la professoressa Salvatici
anche pi delle statistiche, perch lavoravano con poca visibilit o in modo
sotterraneo. Nel fascismo ci sono molte donne che lavorano nel terziario e
sono in competizione con gli uomini. E moltissime donne, durante il regime,
lavoravano per necessit e non per i beni voluttuari come raccontava lo
stereotipo.
Al di l del disprezzo di un futurista come Marinetti, il Fascismo sembra
sposare la causa della donna, almeno allinizio, e si parla di ammetterla al
voto. Ma una breve stagione: la donna, nellItalia fascista, deve fare figli
piuttosto che lavorare. Poi, per, arriva la guerra.

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