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Vol.

1 - Anno 2012 - Numero 1


ISSN: 2240-7863
Verona, 05/01/2012

Francesco Valerio Tommasi

Analogia e sacramento.

Appunti a partire da Levinas

RivistaonlinedellaFondazioneCentroStudiCampostriniVeronaItaly

Vol.1Anno2012Numero1 Qualeesperienzaperlafilosofiadellareligione? FogliCampostrini

ANALOGIAESACRAMENTO
APPUNTIAPARTIREDALEVINAS

FrancescoValerioTommasi

Tout dpend de la possibilit de vibrer une signifiance


qui ne se synchronise pas avec le discours qui la capte,
et qui ne se range pas dans son ordre;
tout dpend de la possibilit dune signification
qui signifierait dans un drangement irrductible1.
(E. Levinas)

Una delle figure teoriche che la tradizione filosofica e teologica ha sovente utilizzato per
rendere conto dellesperienza religiosa quella dellanalogia. Nel breve testo che segue,
costituito da qualche rapida osservazione e dunque di natura del tutto sperimentale,
tenter di descrivere lesigenza fondamentale che lanalogia intende garantire. Trattandosi
di una esigenza intrinsecamente paradossale, cercher altres di mettere in luce le
difficolt che a mio giudizio la attanagliano strutturalmente. Sosterr infine lopportunit,
per poter rendere conto in modo pi adeguato di questa esigenza paradossale, di servirsi
della nozione di sacramento, intendendola nel suo significato teorico generale e quindi
indipendentemente dalla sua valenza teologica in senso stretto allinterno di una
tradizione confessionale specifica. Queste considerazioni prenderanno le mosse da un
passaggio di Emmanuel Levinas, che, pur non citando esplicitamente n lanalogia n il
sacramento, emblematico a mio giudizio della suddetta esigenza paradossale.
Nel saggio nigme et phnomne citato in esergo, Levinas mette in luce la necessit
che il rapporto tra il piano divino, sacro, soprannaturale utilizzo volutamente una
gamma vasta di termini per riferirmi in modo anzitutto generale allarea semantica del
religioso e quello umano, profano, naturale sia di assoluta differenza. Prima di ricevere
qualsiasi caratterizzazione positiva, il religioso, infatti, si costituisce per differenza, come
altro. Perch si mantenga come tale, quindi, il suo significato deve sfuggire sempre al
discorso che lo recepisce, non pu sincronizzarsi con esso. In una parola, deve essere
trascendente. Tutta lopera di Levinas, daltronde, pu essere letta come una ricerca e
una rivendicazione della possibilit della trascendenza. Per essere veramente tale, ossia
per essere trascendente, la trascendenza deve essere irriducibile e quindi non
riconducibile allordine del discorso. Si lAutre se prsente au Mme, la co-prsence de
lAutre et du Mme dans le phnomne, constitue aussitt un ordre. La discordance qui

1
E. Levinas, nigme et phnomne, in En dcouvrant lexistence avec Husserl et Heidegger, Vrin, Paris
20013, p. 286.
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peut se produire au sein de cet ordre, se propose comme une invitation la recherche
dun ordre nouveau o se rsoudrait ce premier dsaccord []. Bergson nous enseign
que le dsordre, comme le nant, est une ide relative. Faut-il, pour un drangement
absolu, que dans le Mme fasse irruption une altrit absolue, celle dAutrui? . Si parla
2

quindi di drangement irrductible e, per tentare di sottrarsi alla difficolt suddetta,


ossia alla inevitabile riconduzione allordine e dunque al Medesimo di ogni disturbo, di ogni
trascendenza, di ogni alterit, lo descrive come segue: Le drangement nest [] pas
lclatement dune catgorie trop troite pour lordre que cet clatement laissera luire
dans le chaton dune catgorie plus large. Il nest pas davantage le choc dune provisoire
incomprhension qui bientt deviendra intelligence. Cest ne pas en tant quirrationnel ou
absurde que le drangement drange []. Le drangement qui nest pas la surprise de
labsurde, nest possible que comme lentre, dans un ordre donn dun autre ordre qui ne
saccommode pas du premier . Il drangement lirruzione di un ordine altro, che non si
3

lascia ricondurre.
Perch si pu vedere in queste righe di Levinas unesemplificazione paradigmatica del
problema dellanalogia? Ad un livello teorico generale, cosa indica la questione che
veicolata da tale parola? Il termine analogia significa etimologicamente e molto
significativamente per quanto appena detto proporzione, e nel linguaggio ordinario
utilizzato quale sinonimo di somiglianza. Come termine tecnico filosofico investe
questioni diverse, che riguardano per tutte i confini tra identit e differenza: si tratta a
seconda degli autori e delle epoche, ma secondo una linea di continuit che tracciabile
della identit o differenza di significato con cui un termine viene predicato (dunque di una
via mediana, nel linguaggio, tra univocit ed equivocit); della identit e differenza tra
pensiero e realt; di quella tra i molteplici fenomeni dellesperienza e le loro regolarit
traducibili in leggi; ma anche della identit e differenza tra Dio e le creature.
Storicamente, il termine comincia ad avere rilevanza filosofica nella grecit, in Aristotele
ed in particolare nei suoi commentatori tardo antichi e medievali. Soprattutto ancora in
modo significativo rispetto alle righe citate di Levinas in riferimento al trattato sulle
Categorie. Ed in ambito scolastico, dal XII secolo, grazie anche alla mediazione araba,
che lanalogia guadagna una rilevanza di tipo metafisico, investendo la questione del
modo in cui si esprime il termine ente e dunque del suo significato ossia dei diversi
modi in cui si predica quello che assurge al ruolo di soggetto proprio della metafisica .
4

Il termine ente deve avere un fondo di significato comune, perch sia possibile avere
una scienza metafisica che ne tratta e sia costituita da sillogismi validi. Deve potersi
predicare univocamente. Eppure lente si predica in molti modi, a seconda delle realt cui
si riferisce, dunque un termine equivoco. Dovendo tenere assieme identit e differenza,
univocit ed equivocit, lanalogia si scontra con la difficolt appartenente insormontabile
di dover trovare una reale omogeneit, capace anche di salvaguardare una altrettanto
vera eterogeneit; senza che la mediazione scada in una generica vaghezza.

2
Ibid., pp. 286-287.
3
Ibid., pp. 292-293.
4
Cfr., tra gli altri, E.J. Ashworth, Les thories de lanalogie du XIIe au XVIe sicle, Vrin, Paris 2008; J.-F.
Courtine, Inventio analogiae. Mtaphysique et ontothologie, Vrin, Paris 2005.
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Il problema si radicalizza, evidentemente, in ambito teologico: lanalogia infatti anche il


dispositivo teorico con cui la tradizione cristiana concepisce il rapporto tra Dio e le
creature. Secondo la formulazione del IV Concilio Lateranense, che Erich Przywara eleva a
principio della sua Analogia entis: inter creatorem et creaturam non potest tanta
similitudo notari, quin inter eos maior sit dissimilitudo notanda . Dio crea a sua
5

immagine, ma resta totalmente altro. Si deve poter asserire correttamente sul creatore,
senza intaccarne la trascendenza; ossia si deve avere la possibilit di predicare di Dio
degli attributi (ad esempio la bont) che siano comprensibili e dunque vengano intesi nel
loro uso corrente; ma che, allo stesso tempo, non siano intesi nel senso comune con cui
sono predicati rispetto alle cose del mondo, perch Dio appunto trascendente. la
dinamica descritta dallo pseudo Dionigi Areopagita, autorit di riferimento primaria di un
dibattito infinito.
Ecco perch credo di trovare nelle pagine levinassiane la medesima questione: in qualche
modo Dio deve comunicarsi, perch si dia esperienza religiosa. E tuttavia Dio deve
restare, allo stesso tempo, trascendente. On a sonn, et il ny a personne la porte. A-t-
on sonn? Un diplomate fait une proposition exorbitante un autre diplomate, mais cette
proposition est faite en des termes tels que, si lon veut, rien na t dit. Un amoureux fait
une avance, mais le geste provocateur ou sducteur na pas interrompu, si lon veut, la
dcence des propos et des attitudes il sen retire aussi lgrement quil sy est gliss. Un
Dieu sest rvl sur une montagne ou dans un boisson inconsommable ou sest fait
attester dans des Livres. Et si ctait un orage! Et si les livres nous venaient des rveurs!
Cest nous ou, plus exactement, cest moi de retenir ou de repousser ce Dieu sans
audace, exil car alli au vaincu, pourchass et, ds lors, ab-solu, dsarticulant ainsi le
moment mme ou il soffre et se proclame, ir-reprsentable. Cette faon pour lAutre de
qurir ma reconnaissance tout en conservant son incognito, en ddaignant le recours au
clin doeil dentente ou de complicit, cette faon de se manifester sans se manifester,
nous lappelons en remontant ltymologie de ce terme grec nigme . Levinas
6

utilizza il termine enigma nel suo senso etimologico, ossia di parola oscura, di discorso
allegorico, di termine che rimanda ad altro. A me interessa qui metterne in luce il nesso,
che tematicamente mi sembra evidente, con la questione dellanalogia compresa nei modi
che abbiamo descritto. Ma altrettanto evidente , nelle righe di Levinas, il tentativo di
radicalizzazione di questa esigenza dellanalogia: non si tratta pi infatti di una
somiglianza chiara, quanto di un rimando oscuro ad un significato nascosto, che non si
lascia dimostrare, ma solo, eventualmente, intuire in lontananza. Di un significato
incomprensibile, di un fenomeno irrappresentabile, di un gesto che si ritira nel momento
stesso in cui si compie. Di una differenza che si consegna allidentit senza cessare di
essere totalmente altra e differente. Lnigme nest pas une simple quivoque o le deux
signification ont des chances gales et la mme lumire. Dans lnigme, le sens exorbitant

5
Cfr. H. Denzinger, Enchiridion Symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, 806, a
cura di. P. Hnermann, 37a ed., Herder, Freiburg im Breisgau-Basel-Rom-Wien 1991, p. 361; cfr. E. Przywara,
Analogia entis, Ksel-Pustet, Mnchen 1932.
6
nigme et phnomne cit., p. 290.
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sest dj effac dans son apparition . qui che a mio giudizio pu essere chiamata in
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causa la nozione di sacramento quale segno che, secondo la sua definizione pi classica
e, secondo quanto accennavo, generica, ci che significa. In questa accezione, come
una categoria semiotica che risponde a questa definizione, e dunque non come caso
specifico di una tradizione confessionale, il sacramento sembra affrontare il problema con
cui lanalogia si confronta senza successo. Se infatti lanalogia rimane nel guado tra
identit e differenza, il sacramento assume sino in fondo il paradosso e pretende (non a
caso in virt di un intervento soprannaturale e quindi miracoloso) di mantenere intatta la
separazione tra significante e significato, tra cosa materiale e azione divina (non si attua
una trasformazione fisica), tra identit e differenza, e di affermare allo stesso tempo la
loro coincidenza (loggetto veramente la realt divina); procedendo in tale operazione
mediante una significativa accentuazione del carattere pratico e performativo
(lefficacia) del fenomeno in questione. In questo senso, la nozione di sacramento
sembra venire incontro proprio allesigenza descritta nel testo di Levinas. Le
drangement est un mouvement qui ne propose aucun ordre stable en conflit ou en
accord avec un ordre donn, mais un mouvement qui emporte dj la signification quil
apportait []8. Par l sexclut du drangement le simple paralllisme de deux ordres qui
seraient en rapport de signe signifi []. Il ne sagit pas davantage de la rencontre de
deux sries de significations revendiquant, titre gal, le mme phnomne, comme
quand [] dans lambigut de la mtaphore, le sens littral, insparable du sens figur,
ne svanouit pas ni sabsorbe dans le sens qui le nourrit, mais o le deux sens sirisent
dans le mme jour, tourns tous le deux du ct de la lumire . Parlo, lo ribadisco, del
9

sacramento assunto come categoria semiotica in senso generale. Del sacramento come
idea che cerca di pensare un segno che immediatamente, senza scarto, il suo
significato, e in cui, allo stesso tempo, il rimando rimane completamente assente, perch
non c nulla di altro rispetto alla mera datit sensibile. Il sacramento, cio, cerca di
mantenere nello stesso tempo tutta la differenza e tutta lidentit. Il sacramento
immediatamente la realt divina e trascendente, senza che per ci sia altro rispetto al
sensibile e allimmanente.
La categoria di sacramento ha vissuto sinora, indubbiamente, solo nella storia del
pensiero teologico ed in particolare in quello della tradizione cristiana. I misteri
fondamentali della vita di fede, ed in modo preminente i segni e le azioni che permettono
la comunicazione della grazia divina al fedele e alla comunit infatti, vengono ricondotti
dalla dottrina, e sin dalle origini, a questa categoria. il termine greco mysterion ad
essere tradotto con il latino sacramentum nella ricezione in Occidente dei testi dei Padri
greci tra i secoli II e V. Il sacramentum, che esprimeva nella tradizione giuridica romana il
giuramento di fedelt dei soldati, declina la nozione secondo un senso in cui la
cooperazione o risposta umana allazione divina diviene evidentemente pi rilevante o
marcata. Ma proprio coesistenza di aspetto divino e partecipazione umana, sia pur con
accentuazioni sulluno o laltro versante e a seconda delle differenze che le impostazione

7
Ibid., p. 291.
8
Ibid., p. 290
9
Ibid., p. 293.
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teoriche e dottrinali conoscono nei contesti locali e lungo le epoche, costituiscono il cuore
della comprensione del sacramento. I sacramenti vengono ad essere i cosiddetti mezzi di
grazia. E se lautorit di Agostino quella che instaura la comprensione in termini
semiotici del rapporto tra divino ed umano espresso dai sacramenti, tale comunicazione
viene compresa progressivamente in termini che si pretendono non meramente simbolici,
ma anche reali, al di l del segno, cos che lintervento divino sulluomo pu essere
efficace. Anche laddove, in molti modi, viene criticata la realt ontologica del segno
sacramentario, in ambito di dottrine e confessioni cristiane non viene tuttavia mai
definitivamente messa in questione una qualche forma di efficacia, perch su di essa si
basa lidea della presenza di Dio nella comunit . Proprio attorno a tale realt ontologica
10

e al modo di intenderla si gioca, com noto, il dibattito in epoca di riforma protestante e


riforma cattolica. Ma prodromi di questa discussione vanno rinvenuti nelle discussioni di
grammatica speculativa dei modisti: e non a caso, Tommaso dAquino dovette faticare
per pensare il sacramento sulla base delle categorie aristoteliche, incontrando difficolt
simili a quelle relative alla possibilit di pensare lente come una nozione univoca .
11

Ma appunto al di l della sua lunga e complessa storia, quanto interessa qui sottolineare
la possibile spendibilit della nozione teorica di sacramento come segno efficace e
reale, come segno che ci che significa per rispondere alla questione dellanalogia. La
spendibilit cio della nozione di sacramento, come erede del termine mysterion, per
affrontare il paradosso dellesperienza religiosa che Levinas veicola sotto la categoria di
enigma. La possibilit di servirsi di questo termine en philosophe, al di fuori della
tradizione teologica e confessionale in cui sinora vissuto.
Quale tentativo di pensare un segno dotato di un carattere efficace e reale, il sacramento
pu essere compreso come linveramento dei tentativi teorici basati sulla figura
dellanalogia: e ci non solo nello specifico ambito filosofico-religioso ma anche in senso
pi latamente logico, semiotico e linguistico. Questa proposta qui semplicemente
abbozzata rappresenta, evidentemente, un progetto di ricerca pi che una teoria definita.
Lindicazione di un percorso possibile di cui mi sono chiari tutti i rischi e le vertigini, sin
dalla pretesa di leggere Levinas sotto le categorie di analogia e sacramento e di cui i
presenti appunti vogliono costituire solo un primo rapidissimo schizzo. Si tratta di pensare
lesperienza religiosa a partire da una categoria che risponda alle esigenze dellanalogia,
che storicamente stata una delle figure principali che hanno cercato di renderne conto,
senza ricadere nelle difficolt in cui essa si imbattuta e si imbatte di principio. Si tratta di
trovare un percorso semiotico nuovo. Il faudrait une indication accusant la retraite de
lindiqu, au lieu dune rfrence qui le rejoint. Telle la trace par son vide et sa dsolation
[]. Avant de signifier comme signe elle est [] le vide mme dune absence
irrcuprable. La bance du vide nest pas seulement le signe dune absence. Le trait
trac sur le sable nest pas llment dun sentier, mais le vide mme de la passe. Et ce

10
Cfr., tra gli altri, J. De Ghellinck, Pour lhistoire du mot Sacramentum, Spicilegium Sacrum Lovaniense,
Louvain 1924; A. Peters, art. Sakrament, in Historisches Wrterbuch der Philosophie, VIII, Schwabe, Basel
1971-2005, pp. 1128-1132.
11
Cfr. I. Rosier-Catach, La parole efficace: Signe, rituel, sacr, Vrin, Paris 2004.
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qui sest retir nest pas voqu, ne retourne pas la prsence, ft-ce une prsence
indique .
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nigme et phnomne cit., pp. 289-290.
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Il presente saggio tratto dal vol.1- dellanno 2012 - numero 1 della Rivista Online Fogli Campostrini, edita
dalla Fondazione Centro Studi Campostrini, Via S. Maria in Organo, 4 37129 Verona, P. IVA 03497960231

Presidente della Fondazione Centro Studi Campostrini - Rosa Meri Palvarini

Direttore responsabile e scientifico - Massimo Schiavi

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Reg. Tribunale di Verona n. 925 del 12 maggio 2011.


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