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Facolt di Architettura

Corso di laurea in Architettura UE


a.a. 2009/2010

Corso di: Urbanistica 2 anno 4 CFU

Arch. Alessandra Barresi


Coll. Arch. Elisabetta Amagliani

Standard urbanistici e Parametri urbanistici-


urbanistici-edilizi
LEGGE PONTE
Legge 6 agosto 1967, n. 765 (legge ponte):
LA LEGGE PONTE

Nel 1967 viene emanata la legge n. 765 detta Legge Ponte


recante modifiche ed integrazioni alla LUN

 Introduce il divieto di lottizzare i terreni prima


dellapprovazione del pdf o del prg

lestensione della licenza edilizia a tutto il territorio


comunale

sanzioni per abusi edilizi (in assenza di licenza o in


contrasto con piano)

modifica la disciplina delle lottizzazioni introducendo il piano di


lottizzazione convenzionata
LA LEGGE PONTE

Il pagamento da parte del privato degli oneri di


urbanizzazione primaria e di parte di quella secondaria

stimola la formazione dei piani regolatori imponendo limiti


alledificazione nei comuni sprovvisti di piano

lintroduzione di standard urbanistici (mq a persona di


spazi pubblici)

introduzione di standard edilizi (distanza delle abitazioni


dalle strade e tra di loro, altezze massime)
Attuazione della legge ponte e DM 1444/68

La legge ponte venne approvata con un emendamento


che ne rimandava lattuazione di un anno

in quellanno sono state rilasciate quasi il triplo delle licenze


edilizie che venivano rilasciate mediamente ogni anno

nel 1868 venne finalmente emanato il regolameto tecnico


della legge 765 con Decreto Ministeriale n. 1444
Il rilancio del piano regolatore
SERVIZI, ATTREZZATURE, INFRASTRUTTURE

servizi : linsieme degli elementi che servono a


garantire una determinata prestazione (sede, personale,
regolamento di gestione, finanziamenti ecc.)

Attrezzature: le strutture fisiche nelle quali il


servizio si svolge

Infrastrutture: le strutture fisiche a rete necessarie per


trasmettere flussi di traffico, di energia, dacqua, di
informazioni ecc.; anche attrezzatura tecnica
URBANIZZAZIONE PRIMARIA E SECONDARIA

Urbanizzazione: linsieme delle strutture fisiche


(attrezzature e infrastrutture) necessarie per rendere
utilizzabile un sito secondo un modello di vita e di attivit
urbano; si distingue in primaria e secondaria.

urbanizzazione primaria: la precondizione per


lutilizzabilit: essenzialmente le infrastrutture e la
sistemazione del terreno (anche: u. tecnica)

urbanizzazione secondaria: il resto, cio


essenzialmente le attrezzature: scuole, mercati,
ambulatori, campi sportivi, chiese ecc. (anche: u.
sociale)
Le zone omogenee e gli standard
Art. 17, lg 765/1967:

In tutti i Comuni, ai fini della formazione degli strumenti urbanistici o


della revisione di quelli esistenti, devono essere osservati limiti
inderogabili di densit edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati,
nonch rapporti massimi fra spazi destinati agli insediamenti residenziali
e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attivit collettive, a verde
pubblico o a parcheggi

Standard urbanistici: rapporti fra spazi destinati agli insediamenti residenziali e


produttivi e spazi pubblici o riservati alle attivit collettive, a verde pubblico o a
parcheggi

Standard edilizi: densit edilizia, altezza massima, distanza fra i fabbricati


In applicazione del disposto dellart. 17 della legge 765/1967,
il decreto del 2 aprile 1968 n. 1444 fissa allart. 2

Zone territoriali omogenee i criteri per perimetrare le aree a


diversa regolamentazione dei nuovi strumenti urbanistici.
Le zone omogenee

Ai fini della verifica del rispetto degli standard, il territorio comunale


diviso in 6 ZONE OMOGENEE

Zona A centro storico


Zona B zona di completamento
Zona C zona di espansione
Zona D zona per insediamenti produttivi
Zona E zona agricola
Zona F zona per impianti e attrezzature collettive
IL DECRETO 1444/1968: LE ZONE OMOGENEE

Il decreto prevede prevede norme differenziate per le diverse


zone omogenee:

zone A (centro storico) si devono seguire determinate prescrizioni


per la tutela dei valori storici,
zone B (di completamento) lo standard pu essere dimezzato,
zone C (residenziali despansione) e per le
zone D (produttive) devono essere applicati integralmente gli
standard relativi alluna e allaltra utilizzazione prevalente,
zone E (agricole) sono caratterizzate da uno standard ridotto
zone F e zone G sono costituite interamente da superfici di
standard (ossia di spazi destinati a utilizzazioni collettive).

Nella volont del legislatore, le zone omogenee sono uno


strumento di verifica dellapplicazione degli standard.
Le zone omogenee

Zona A: Edifici e tessuto edilizio di interesse storico e


architettonico

Zona B: Pi di 1/8 di superficie edificata

Zona C: Meno di 1/8 di superficie edificata


ZONE A

Le parti di territorio che sono interessate da agglomerati urbani


che rivestono carattere storico, artistico e di particolare
pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le
aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante,
per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi

ZONE B
Le parti di territorio, totalmente o parzialmente edificate,
diverse dalle zone A), intendendo per parzialmente edificate
le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non
sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria
della zona e nelle quali la densit territoriale sia superiore ad
1,5 mc/mq.
GLI STANDARD URBANISTICI:
URBANISTICI:
LA MISURA DEGLI SPAZI
PUBBLICI
Lo standard un valore minimo, considerato come
livello di dotazione obbligatorio e come soglia
minima al di sotto della quale non si pu
considerare soddisfatto il disposto normativo
(Iasm, Manuale delle opere di urbanizzazione, F. Angeli,
Milano, 1983)

Si intende per standard urbanistici la determinazione


delle quantit minime di spazi pubblici o di uso pubblico,
espresse in metri quadrati per abitante, che devono
essere riservate nei piani, sia generali che attuativi.
IL DECRETO 1444/1968: TIPI DI ATTREZZATURE

Il decreto 4 aprile 1968, n. 1444, prescrive standard


riferiti a diversi tipi di attrezzature:

dinteresse locale, cio tali da dover essere


direttamente accessibili dagli utenti con percorsi
pedonali o comunque superabili in archi di tempo brevi
(non superiori ai 20-25 minuti primi)

dinteresse generale o territoriale, tali, per loro


natura o per la dimensione funzionale richiesta, da
dover essere localizzate in relazione a bacini dutenza
pi vasti
Il decreto 1444/1968: le quantit minime

Per le attrezzature dinteresse locale, o di quartiere, il decreto


stabilisce che ogni cittadino ha diritto ad un minimo di 18 mq di
spazio pubblico.

Per le attrezzature di livello territoriale il decreto stabilisce la


necessit di unulteriore dotazione di
-15 mq di parchi territoriali,
-1,5 mq per attrezzature ospedaliere
-1 mq per listruzione di livello superiore,

rinviando allesame delle situazioni locali e alle decisioni degli


strumenti della pianificazione le quantit relative agli ulteriori
servizi richiedenti spazio.
DOTAZIONE DI SERVIZI AD ABITANTE

Tipologie di SERVIZI DI LIVELLO LOCALE: servizi primari


distribuiti capillarmente sul territorio

SERVIZI SCOLASTICI (SCUOLA DELLOBBLIGO:


nido, materna, elementare, media)

SERVIZI DI USO COMUNE (SERVIZI COLLETTIVI: sanitari,


culturali, sociali)

PARCHEGGI

VERDE PUBBLICO (verde sportivo, parchi e giardini, verde


attrezzato, verde di arredo, verde di rispetto)
Gli standard urbanistici
Per le attrezzature dinteresse locale i 18 mq sono cos ripartiti:

insediamenti residenziali (standard minimi)

- verde pubblico (9 mq/ab)


- istruzione (4,5 mq/ab)
- parcheggi (2,5 mq/ab)
- Interesse comune (2 mq/ab)

Consumo volumetrico teorico: 100 mc/ab

insediamenti produttivi (standard minimi)


- Attivit collettive, parcheggi, e aree verdi almeno il 10% Sf
insediamenti commerciali e direzionali (standard minimi)
- Attivit collettive, parcheggi, e aree verdi almeno 80% Slu
ESEMPIO
Virt e limiti del decreto sugli standard

Virt:
per la prima volta affermato il diritto dei cittadini a
fruire determinate quantit di spazi pubblici

per la prima volta stabilito che circa met delle


aree
urbane devono essere assegnate alle funzioni comuni

Limiti (nella prassi):


interpretazione burocratica delle zone omogenee
scarsa attenzione alla qualit delle attrezzature
scarsa attenzione al sistema degli spazi pubblici
PARAMETRI
URBANISTICI
Definizioni e parametri urbanistici
GRANDEZZE VOLUMETRICHE

Volume (V) = cubatura rilevata degli edifici esistenti ,


delimitata dalle pareti verticali dallo spiccato del marciapiede
fino allultimo intradosso (mc)

Volume massimo (Vmax) = cubatura massima consentita


dalle normative vigenti (mc)

Volumi tecnici (Vt) = volumi occupati dai vani scala, vani


ascensori, impianti in genere (mc)
GRANDEZZE AREALI
Superficie o Area territoriale (St, At) = area totale dello studio o del piano
urbanistico (kmq, mq, ha*) St = Sf + Sp

Superficie o Area Fondiaria o Area edificabile (Sf, Af) = parte della St


destinata ai soli edifici e alle loro pertinenze con esclusione delle aree
destinate a servizi e a viabilit (mq, ha)

Superficie o Area Pubblica (Sp, Ap) = parte della St destinata ai soli servizi
viabilit pubblici (piazze, giardini, parchi, scuole, parcheggi, strade, ecc.)
(mq, ha)

Superficie Coperta (Sc) = proiezione sul piano orizzontale delle parti


edificate fuori terra, delimitate dalle murature verticali, ad esclusione degli
aggetti aperti (mq)

Superficie lorda di pavimento (Slp) = somma delle superfici di tutti i piani


comprendente le pareti esterne (mq)

Superficie utile (Su) = superfici utilizzabile (calpestabile con


esclusione delle pareti) per vano (mq)
GRANDEZZE LINEARI
Altezza di fabbricazione (H) = altezza rilevata edifici esistenti (m)

Altezza massima di fabbricazione (Hmax) = altezza degli edifici


massima consentita dalle normative vigenti (m)

Altezza di Piano (Hp) = altezza del piano misurata da intradosso a


intradosso (comprende la soletta) (m)

Altezza utile (Hu) = altezza del piano misurata tra ed intradosso (m)

Altezza media per piano (Hm) = altezza di fabbricazione/numero di


piani (H/N)

Distacco = minima distanza che un edificio deve avere da altri


edifici, dai confini del lotto, dalle strade e dalle altre infrastrutture (m)

Fascia di rispetto = distanza minima entro fissata una disciplina


particolare (es. fascia di rispetto stradale, cimiteriale, ecc.) (m)
GRANDEZZE PUNTUALI
Numero di piani (N) = numero di piani rilevati degli edifici esistenti (n.)

Numero massimo di piani (Nmax) = numero di piani degli edifici massimo


consentito dalle normative vigenti (n.)

Numero di vani = numero di vani (o stanze, o locali, o abitazioni)

Popolazione (P) = numero di persone insediati o insediabili in un


territorio (ab)

Popolazione residente (Pr) = registrate allanagrafe (ab)

Popolazione presente (Pp) = presenti al momento del rilevamento


(n.)

Popolazione teorica (virtuale) (Pv) = calcolata teoricamente mediante uno


standard (n. vani, volumetria abitativa) (ab)

Popolazione prevista (Pp) = che si prevede insediata al tempo t (ab)


INDICI URBANISTICI
Le grandezze misurate messe in relazione tra loro formano gli indici
urbanistici. Tali indici servono per quantificare lo stato di fatto (carico
urbanistico) e normare lo sviluppo futuro (piani urbanistici)

Rapporto di copertura Rc (mq/mq)


Superficie coperta /Superficie Fondiaria (Sc/Sf)
Densit abitativa territoriale Dt (ab/ha)
Popolazione /Superficie territoriale (P/St)
Densit abitativa fondiaria Df (ab/ha)
Popolazione /Superficie fondiaria (P/Sf)
Densit edilizia territoriale (mc/mq)
Indice di fabbricabilit territoriale (It)
Volume /Superficie Territoriale (V/St)
Densit edilizia fondiaria (mc/mq)
Indice di fabbricabilit fondiaria (If)
Volume /Superficie Territoriale (V/Sf)
Gli standard edilizi
Vincoli relativi alle caratteristiche fisiche
delledilizia

DENSIT EDILIZIA: rapporto tra superficie edificata e superficie libera,


rapporto tra volume edificato e superficie

Dt, Df Densit abitativa massima (ab/ha)


It, If Indice di fabbricabilit massimo (mc/mq)

ALTEZZA massima dei fabbricati: Misurata dalla quota del terreno fino
allintradosso del solaio di copertura dellultimo piano abitabile

DISTANZA fra i fabbricati: Tra pareti chiuse, tra pareti finestrate, dalla
strada
Indici di edificabilit
Fasce di rispetto
Zona A
-agglomerati urbani di interesse storico
artistico e di particolare pregio ambientale

Zona B
-parti del territorio totalmente o parz.
edificate: Sc>12,5%Sf ; dens>1.5mc/mq

Zona C
-parti del territorio non edificate destinate
allo sviluppo dellabitato

Zona D
-parti del territorio destinati a nuovi
insediamenti produttivi, industriali,
commerciali

Zona E
- parti del territorio destinate ad usi
agricoli
Zona F
- attrezzature e impianti di interesse
generale
Riferimenti bibliografici

L. Falco, Gli standard urbanistici, Edizioni delle autonomie, Roma 1978


Fera G., Urbanistica, teoria e Storia, Gangemi editore, Roma 2002.
Gabellini P., Tecniche urbanistiche, Carocci, Roma 2001.
Rossi S., Parte F Urbanistica, del Nuovo Manuale
dellArchitetto, (coord. Bruno Zevi), Mancosu Editore, Roma, 1996.
Salzano E., Fondamenti di urbanistica, Laterza, Roma-Bari, 1998.

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