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Politecnico di Torino

Laurea a Distanza in Ingegneria Meccanica Corso di Macchine

2. RICHIAMI DI TERMODINAMICA

2.1 DEFINIZIONI
Sistema termodinamico
Si definisce sistema termodinamico una quantit di materia o porzione di
spazio separata dal resto delluniverso, che si chiamer ambiente esterno,
mediante un determinato contorno costituito da una superficie reale o
immaginaria, rigida o deformabile. Il sistema sede di trasformazioni interne e
di scambi di materia e di energia con lambiente esterno.

Parametri caratteristici dello stato termodinamico

Lo stato di un sistema pu essere individuato mediante un adeguato numero


di parametri di stato. Questi possono suddividersi secondo lo schema
seguente:
parametri esterni (coordinate spaziali e cinematich e)
chimici
Parametri di stato -
parametri interni : -
fisici

Parametri esterni: non sono altro che le coordinate spaziali del sistema,
istante per istante. Se il sistema fosse puntiforme sarebbero sufficienti tre
coordinate spaziali: ad esempio, in un sistema di riferimento cartesiano, la x, la
y e la z del punto stesso in ogni istante. Se il sistema fosse un corpo rigido
occorrerebbero invece sei coordinate: ad esempio, sempre nel sistema di
riferimento cartesiano prima ipotizzato, oltre alle tre coordinate x, y e z del suo
baricentro, anche i tre coseni direttori di una definita terna di assi con l'origine
nel baricentro stesso.
Se il sistema un corpo deformabile, quale, ad esempio, un fluido, il problema
di individuare ad ogni istante la posizione spaziale del sistema pi complesso,
in quanto necessario specificare lo stato di deformazione del sistema (ovvero,
ricorrendo ad unanalogia con un solido elastico, le deformazioni lineari ed
angolari ).
Parametri interni chimici: interessano qualora si verifichino reazioni
chimiche e sono in numero pari a quello delle reazioni chimiche indipendenti
fra loro, i gradi di avanzamento delle quali vengono in genere assunti come
parametri chimici.
Se non vi sono reazioni chimiche, i parametri chimici non intervengono nei
fenomeni.
Parametri interni fisici: nel caso pi generale, sono pari a sette; ad esempio,
uno pu essere la temperatura T e gli altri sei sono le componenti del tensore
degli sforzi interni :

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s x xy xz
= .
yx sy yz
zx zy s z

Tenendo presente la simmetria del tensore (ij = ji), le nove componenti del
tensore si riducono a sei. Rimane sempre costante la somma delle tre
componenti poste sulla diagonale principale, e quindi anche il loro valore
medio, che corrisponde alla pressione p, ovvero:

p =s m =
1
(s x + s y + s z ) .
3
In certi casi lo stato interno fisico rappresentato, in modo approssimato,
adottando la pressione p al posto di . In questi casi tuttavia non si trascura il
lavoro compiuto dagli sforzi tangenziali, lavoro usualmente indicato come Lw.

2.2 LEGGI FONDAMENTALI NELLO STUDIO DEI FLUIDI


I sistemi termodinamici presi in considerazione nello studio del funzionamento
delle macchine sono sistemi fluidi (si parla, appunto, di macchine a fluido),
ovvero sistemi costituiti da gas, vapore o liquido.
Levoluzione di un sistema fluido descritta dalle seguenti leggi fondamentali,
cui corrispondono altrettante equazioni fondamentali:
Legge di conservazione della massa
Legge di variazione della quantit di moto (e legge di variazione del
momento della quantit di moto)
Legge di conservazione dellenergia
Legge di evoluzione dellenergia
Nella formulazione matematica di queste leggi, in generale, si considera il fluido
come un mezzo continuo, omogeneo ed isotropo.
Le prime due leggi elencate (conservazione della massa e variazione della
quantit di moto) sono a rigore materia della disciplina della fluidodinamica, e
saranno analizzate nei Capitoli 3 e 4.
In questo Capitolo ci si soffermer sulle leggi che descrivono pi strettamente
levoluzione termodinamica di un sistema fluido: la legge di conservazione
dellenergia, o PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA, e la legge di
evoluzione dellenergia, o SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA.
Accanto a tali leggi, ci si soffermer sullequazione di stato, che esprime una
relazione tra i parametri interni fisici di un sistema e sul concetto di evoluzione
politropica.

2.3 EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI


I gas perfetti si suddividono in gas ideali o in gas quasi ideali, a seconda
che le capacit termiche massiche a pressione e a volume costante cP e cV si
possano assumere rispettivamente costanti oppure funzioni della sola
temperatura:

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gas ideali ( cp, cv costanti)


gas perfetti - .
gas quasi ideali ( cp, cv = f(T) )
Per analizzare levoluzione del sistema termodinamico necessario conoscere la
sua legge di stato.
Nel campo delle Macchine, dovendo di norma trattare con gas (comprimibili), la
legge di stato pi utilizzata lequazione di stato dei gas perfetti:
pv = RT ,
dove si indicato con R = / la "costante di elasticit" del gas, pari al
rapporto tra la "costante universale dei gas" e la massa molecolare media del
gas stesso (espressa in kg / Kmol). Per laria:
[ = 8314 J / (kmol*K)]
aria = 29 kg / kmol
Raria = 8314 / 29 = 287 J / (kg*K)
Nellequazione di stato dei gas perfetti la pressione espressa in Pascal Pa, il
volume specifico in m3 / kg, la temperatura in Kelvin (K).
Nel caso di liquidi (incomprimibili) una legge di stato particolarmente semplice
considera la massa volumica = 0 = costante.

2.4 LEGGE DI EVOLUZIONE DI UN GAS IDEALE


Nella maggioranza dei casi (nello studio delle Macchine) la legge di evoluzione
del fluido considerata di tipo politropico. Col termine evoluzione
politropica si intende una qualsiasi trasformazione descritta dallequazione
seguente:
pvm = costante,
dove m lesponente della trasformazione politropica, costante; in termini di
temperatura T:
dQtot = c dT,
dove c il calore specifico costante della trasformazione politropica e Qtot il
calore complessivamente scambiato dal sistema con lesterno. Mentre la prima
delle due equazioni appena scritte valida per qualunque sistema fluido, la
seconda vale a rigore solo se il sistema costituito da gas perfetto: solo in questo
caso, infatti, possibile affermare che unevoluzione politropica unevoluzione
caratterizzata dalla costanza del calore specifico.
Per valori particolari di m e di c (espresso in J / (kg*K)), si ottengono i seguenti
casi notevoli:

TIPO DI EVOLUZIONE VALORI DI m VALORI DI c


Isocora (v = costante) cv
Isobara (p = costante) 0 cp
Isoterma (T = costante) 1
Isentropica (S = costante) k 0

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Politropica (c = costante) costante costante

E importante a questo punto richiamare la nota legge di Meyer: R = cp cv; essa


mostra come il calore specifico a pressione costante sia sempre maggiore del
calore specifico a volume costante dal momento che la costante di elasticit del
gas una quantit sempre positiva.
Le Figure 2.1 e 2.2 presentano le quattro evoluzioni semplici notevoli riportate
nella tabella precedente, espresse in termini rispettivamente di pressioni e
volumi (diagramma p, v) e di temperature ed entropie specifiche (diagramma T,
S).

Diagramma p, v
0
c
v
p
m>0 m<0

m= p=cost.
v=cost.
T=cost.
S=cost.
c m=0 m=0
p cp
m<0 m>0
cv 0
v
Figura 2.1: Trasformazioni isobara, isocora, isoterma e isentropica nel piano p v.

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0
Diagramma T, S
T
k v=cost. p=cost.

c=0

c<0 c>0

c= c=
1 1

c>0 c<0
c=0
0
k
S
Figura 2.2: Trasformazioni isobara, isocora, isoterma e isentropica nel piano T S.

Ad ogni valore di m corrisponde un valore della capacit termica massica c dato


dalla seguente relazione, valida sempre per i soli gas ideali:
m k
c = cv .
m 1

2.5 PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA


Nel campo della Termodinamica esistono due differenti modi di studiare i
fenomeni inerenti al sistema termodinamico:
- il punto di vista sostanziale (o Lagrangiano);
- il punto di vista locale (o Euleriano).
I due metodi o punti di vista sono ugualmente validi, ma a seconda dei casi pu
essere pi conveniente seguire l'uno o l'altro di essi.
Punto di vista sostanziale: fa riferimento ad una porzione ben individuata di
materia, costante e immutabile, detta sistema chiuso, la quale non cambia nel
tempo. Tutto quanto non sistema costituisce lambiente esterno. Attraverso un
sistema chiuso non c scambio di materia con lesterno. Detto sistema
separato dallesterno mediante una superficie di contorno che si pu anche
deformare.
Punto di vista locale: fa riferimento ad un sistema aperto, attraverso il quale
possibile avere scambio di materia con lesterno, e in particolare ad una sua
porzione ben definita di spazio, detta volume di controllo. Per individuare il
volume di controllo si pu ricorrere alla sua superficie di contorno detta
superficie di controllo.

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Un caso particolarmente semplice del punto di vista locale quello in cui le


grandezze che individuano lo stato del sistema in ciascun punto dello spazio
sono indipendenti dal tempo (moto permanente). In tal caso le leggi di
conservazione formulate dal punto di vista locale si semplificano notevolmente,
e il punto di vista locale stesso risulta vantaggioso rispetto a quello sostanziale.

2.5.1. I principio della termodinamica: forma sostanziale o lagrangiana

Nella forma sostanziale o lagrangiana


il primo principio della termodinamica
afferma che tutta l'energia che un sistema
riceve attraverso le sue relazioni termiche
e le sue relazioni meccaniche con
l'esterno non pu che andare ad
aumentare la sua energia interna.
Lo stato energetico di un sistema
descritto dalle seguenti grandezze:
lenergia interna (termica) U, costituita,
per un gas perfetto, esclusivamente
dall'energia cinetica di agitazione Figura 2.3 : evoluzione energetica di
molecolare; lenergia interna chimica un sistema termodinamico
Uch, costituita dall'energia connessa alla
struttura della molecola, vale a dire, al
tipo di legame che interviene fra i vari
atomi costituenti la molecola stessa, e
quindi agli elettroni periferici di valenza; lenergia cinetica Ec; la sua posizione
in un eventuale campo di forze, ad esempio gravitazionale e centrifugo, espressa
rispettivamente dalle energie Eg ed Ecf. Trascurando leventuale calore generato
dallattrito sulla superficie esterna del sistema, detto dQe il calore che lesterno
cede al sistema stesso e dLe il lavoro delle forze di superficie, intendendo con ci
la sola parte di lavoro che il sistema riceve dallesterno attraverso le forze
superficiali (che sono quelle di pi facile individuazione perch agiscono per
contatto diretto del sistema con l'esterno attraverso la superficie di contorno),
vale la relazione seguente:
d Q e + d Le = d E ,
d Qe + d Le = d U + d Uch + d Ec + d E g + d Ecf + ... ,
d Q e + d Le = ( dU + dU ch + dE c + dE g + dE cf + .....)dm ,
M

dove M la massa complessiva del sistema termodinamico; U e Uch sono


rispettivamente lenergia interna per unit di massa del sistema e lenergia
interna chimica per unit di massa; Ec = c2 / 2 la sua energia cinetica per unit
di massa; Eg = gz l'energia potenziale massica del campo gravitazionale,
u2
E cf = ? r dr =
2

2
l'energia potenziale per unit di massa di un eventuale campo centrifugo.

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Per un sistema omogeneo lequazione precedente pu essere scritta nel modo


seguente facendo riferimento allunit di massa:
dQe + dLe = dU + dE c + dE g + dE cf + ....

E' da notare che mentre i due termini di calore e lavoro non sono differenziali
esatti, i termini a secondo membro lo sono in quanto variazioni di grandezze di
stato le quali dipendono esclusivamente dallo stato iniziale e finale del sistema.
Pertanto integrando le equazioni precedenti fra due istanti 1 e 2 si ottiene:
Q e + Le = ( 1,2 U + 1,2 E c + 1,2 E g + 1,2 E cf + .....)dm
M
e per lunit di massa in un sistema omogeneo:
Q e + Le = 1,2 U + 1,2 E c + 1,2 E g + 1,2 E cf + ....
Puntando lattenzione sul lavoro compiuto dalle forze di superficie, in forma
infinitesima possibile pensarlo come compiuto dalle forze di pressione sul
contorno del sistema, dalle forze di massa e dalle resistenze passive:
dLe = p dv + dE c + dE g + dE cf + dLw ,
dove Lw sono le perdite per attriti fluidodinamici. Lequazione appena scritta
(che possibile dimostrare rigorosamente) anche detta primo principio in
forma mista.
Riprendendo lequazione
dQe + dLe = dU + dE c + dE g + dE cf + ....
e sostituendovi lespressione del primo principio in forma mista, si ottiene:
dQ e + dLw pdv = dU .
E' interessante osservare che in questa relazione oltre dQe, anche dLw e pdv non
sono funzioni di stato e pertanto dipendono dal tipo di trasformazione
termodinamica seguita dal fluido.
In particolare nel caso di una trasformazione isocora (dv = 0), per un gas ideale
si ha:
dQe + dLw = cv dT = dU .
Il risultato dU = cv dT estremamente interessante in quanto, come si detto,
dU una funzione di stato dipendente solo dalle condizioni agli estremi: anche
se questo risultato stato ottenuto per una trasformazione particolare (isocora),
di carattere generale ed dunque applicabile a qualunque trasformazione del
sistema termodinamico.
Nel caso di gas ideale (pv = RT; cp cv = R), risulta inoltre che l'entalpia
definita in generale dalla relazione
i = U + pv
si pu scrivere secondo la seguente espressione:
i = cvT + RT = ( cv + R )T = c pT .
Anche in questo caso il risultato di = cp dT di carattere generale.

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APPLICAZIONE DEL PRIMO PRINCIPIO IN FORMA LAGRANGIANA


Un motore alternativo a 4T, avente spazio morto trascurabile, aspira aria da un
ambiente a pa = 100 kPa, Ta = 293 K.
Determinare la temperatura media Ti dell'aria all'interno del cilindro al termine
della fase di aspirazione, supponendo trascurabili gli scambi di calore con le
pareti ed ipotizzando che la pressione pi all'interno del cilindro si mantenga
costante e pari a 80 kPa per tutta la durata della fase/corsa di aspirazione.
Ipotizzare che l'apertura e la chiusura della valvola di aspirazione avvengano
istantaneamente ai punti morti.
Supporre inoltre per semplicit che l'aria si comporti come un gas perfetto
ideale con le seguenti caratteristiche:
8314 cp
R= = = 287 J kgK k= = 1 .4
mol 28.96 cv
Soluzione
Per determinare la temperatura Ti di fine aspirazione si pu applicare il primo
principio della termodinamica, scritto in forma sostanziale, al sistema costituito
dalla massa M di fluido aspirata, seguendone l'evoluzione tra gli istanti iniziale
tin e finale tfin della fase di aspirazione:
Q e + Le = U + E c + E cf + E g
Si ha inoltre:
Qe = 0 (scambi di calore con le pareti trascurabili)
E c = 0 (fluido in quiete sia nell'ambiente di aspirazione
all'istante tin, sia all'interno del cilindro all'istante
finale tfin)
E g = 0 (variazioni di energia potenziale gravitazionale
trascurabili rispetto agli altri termini dell'equazione,
trattandosi di un aeriforme)
E cf = 0 (sistema di riferimento inerziale)

Pertanto l'equazione precedente si riduce a:


Le = U
Si possono a questo punto analizzare, uno alla volta, i termini residui:
U = U fin U in
Supponendo che l'aria si comporti come un gas perfetto ideale, si avr:
U = U fin U in = Mc v (T i T a )
Il lavoro Le pu essere espresso dalla seguente relazione:
Le = pdV = p aVa p i V i = M (p a v a p i v i )
Sostituendo nell'equazione del primo principio si ha quindi:

(
a i
)
MR T T = Mc (T T )
v i a

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mc (T T ) = 0 T = T
p i a i a

Risulta pertanto Ti = Ta = 293 K.

2.5.2. Primo principio della termodinamica: forma locale o euleriana

Il primo principio della termodinamica in forma locale o euleriana, prende in


considerazione un volume di controllo di riferimento (figura 2.4), cio una
porzione di spazio che pu interagire con l'esterno anche con scambi di materia.
In questa trattazione si considerer un caso particolare, in quanto si supporr che il
fluido sia in moto permanente (le caratteristiche locali del fluido entro il volume
non dipendono dal tempo, e la massa entrante nell'unit di tempo nel volume pari
a quella uscente). Si ammetta inoltre valida lipotesi di unidimensionalit,
ovvero sufficiente una sola coordinata nello spazio per definire ogni
caratteristica del fluido (per esempio lascissa lungo la direzione del moto).

Figura 2.4 : volume di controllo.

Applicando il primo principio della termodinamica in forma lagrangiana espresso


dallespressione:
dQ e + dLe = dE = dU + dE c + dE g + dE cf + .....
alla massa M di fluido che al tempo t nel volume di controllo, e che al tempo (t
+ dt) si sposta dalle condizioni 1 - 2 alle condizioni 1' - 2' si ottiene:
dLe = dLi + p1 dV1 p 2 dV2 = dLi + dM1 p1v 1 dM 2 p 2 v 2 ,
c
2
c
2

dE = dM 2 U 2 + 2 + gz 2 dM1 U1 + 1 + gz1 .
2 2

Poich il moto permanente, dM1 = dM2 = dM, e quindi:
c2 2 c12
dQe + dLi + dM p1v 1 dM p2v 2 = dM (U2 U1 ) + dM + dM (gz2 gz1 )
2 2
e, dividendo per dM:

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c 2 c 2
Qe + Li + p1v 1 p2v 2 = (U 2 U1 ) + 2 1 + (gz 2 gz1 ) ,
2 2
dove Qe e Li rappresentano il calore e lavoro interno (cio quello operato dagli
organi mobili in movimento) entranti nel sistema per unit di massa che fluisce
attraverso la superficie di controllo. Ricordando la definizione di entalpia
l'equazione precedente pu essere scritta nel modo seguente:
c 2 2 c1 2
Q e + Li = (i 2 i 1 ) + + (gz 2 gz1 ) .
2 2

Il termine di lavoro "aggiuntivo" p1v1 p2v2 rispetto alle condizioni lagrangiane
detto lavoro di trasferimento. Il lavoro esterno vale pertanto:
dLe = dLi d (pv ) ,
mentre il lavoro interno pu essere espresso dalla relazione seguente:
dL i = v dp + dE c + dE g + dE cf + dLw + ......

2.5.3 Prospetto riassuntivo del primo principio della termodinamica

- Primo principio in forma lagrangiana:


Q e + Le = U + E c ,cf ,gr
Q e + Lw = U + pdv

Le = pdv + Lw + E c ,cf ,gr

- Primo principio in forma euleriana:


Qe + Li = i + Ec ,cf ,gr
Qe + Lw = i vdp

Li = vdp + Lw + Ec ,cf ,gr

2.6 SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA


Il secondo principio della termodinamica afferma che nella realt, ogni volta che
si ha trasformazione di energia da una sua forma ad un'altra (meccanica,
chimica, elettrica, etc.), mentre si ha conservazione della sua quantit
complessiva (secondo quanto affermato dal primo principio), si ha
inesorabilmente la sua trasformazione da una forma superiore a una inferiore,
quest'ultima essendo rappresentata dall'energia termica. In altre parole sancisce
la degradazione dellenergia tramite una funzione di stato chiamata entropia.
Laumento di entropia del sistema maggiore o al limite uguale alla quantit di
calore fornita al sistema dal mondo esterno rapportata alla temperatura;
leventuale differenza dovuta al calore fornito dallinterno del sistema (Lw) ed
causa di irreversibilit:

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dQe + dLw = TdS .


Mettendo in relazione il secondo ed il primo principio della termodinamica, si
ottiene:
TdS = dQe + dLw = dU + pdv = di vdp .
Questa relazione molto utile per calcolare le variazioni di entropia. Si ottiene
infatti:
dU + pdv di vdp
dS = = ,
T T
e, integrando lungo unevoluzione finita tra uno stato iniziale i e uno stato finale
f, si ha:
f dU f pdv T v
S = S f S i = + = c v ln f + R ln f .
i T i T Ti vi
Questultima relazione stata ricavata utilizzando le formule note dei gas
perfetti e ideali.
Se si vogliono esprimere le variazioni di entropia per mezzo delle variazioni di
temperatura e di pressione (anzich tramite le variazioni di temperatura e di
volume massico), si ottiene:
f di f vdp T p
S = S f S i = = c p ln f R ln f .
i T i T Ti pi
Si possono trarre le seguenti conclusioni:
- se il lavoro dissipato per attrito fluidodinamico dLw nullo, il prodotto della
temperatura per laumento di entropia pari al calore ricevuto dallesterno;
- se la quantit di calore dQe fornita dallesterno nulla (trasformazione
adiabatica), lentropia rimane costante per una trasformazione reversibile
(dLw = 0), mentre aumenta per una trasformazione irreversibile (cio
dissipativa con perdite per attrito fluidodinamico Lw); una trasformazione
adiabatica (dQ = 0) e reversibile (dLw = 0) pertanto anche isentropica (dS
= 0).
Si richiama infine la similitudine dei due triangoli rettangoli nel piano T-S
aventi come cateti, rispettivamente, la sottotangente e la T di un punto di una
curva, il primo, e il dS e il dT lungo la curva nello stesso punto, il secondo:
Sotto tan gente dS
sussistendo pertanto la relazione = , si ricava che
T dT
c dS
Sottotangente = c , in quanto pure = per la definizione stessa di c (per
T dT
cui c dT = T dS).

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Figura 2.5 : rappresentazione grafica del calore specifico c

2.6.1 Applicazioni: turbocompressore e turbina. Fenomeni di recupero e


controrecupero

Turbocompressore: vediamo ora quello che succede in un turbocompressore


(turbomacchina operatrice). Il fluido subisce una compressione adiabatica
irreversibile, ovvero a entropia crescente. Nel piano T S la compressione viene
rappresentata come in figura 2.6.

Figura 2.6 : compressione isentropica 1-2is e adiabatica irreversibile 1-2

Il primo principio in forma locale espresso dalla seguente relazione:


Q e + L i = i + E c + E cf + E gr ,

dove, in questo caso, Qe = 0, Ec = Ecf = Egr = 0. Per un turbocompressore


generalmente trascurabile la variazione di energia cinetica, beninteso fra
mandata e aspirazione dellintero compressore, non allinterno di esso. La
variazione di energia potenziale centrifuga risulta nulla perch il sistema di

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riferimento assunto inerziale (privo di accelerazione). La variazione


dellenergia potenziale gravitazionale nulla dal momento che il fluido in
questione un aeriforme.
Risulta quindi, nel caso ideale isentropico:
k 1

p
L i ,is = i is = c p (T2 ,is T1 ) = c pT1
k
2
1 ,
p1

mentre nel caso reale:
m 1

p m
L i = i = c p (T2 T1 ) = c pT1 2
1 ,
p1

m 1

m p m
L i Lw = RT1 2
1 .
m 1 p1

Nel caso con perdite fluidodinamiche Li > Li,is, cio necessario fornire
maggiore lavoro alla macchina rispetto al caso ideale.
Facendo riferimento al grafico riportato in figura 2.7:
L i ,is = c p (T 2 is T1 ) = area2 is 456 ,

Figura 2.7 : compressione isentropica 1-2is e adiabatica irreversibile 1-2

La quantit cp(T2is T1) ha infatti, per definizione di calore specifico, il


significato di calore da fornire allunit di massa di fluido per riscaldarlo a
pressione costante dalla temperatura T6 = T1 alla temperatura T2; nel piano T - S
questa quantit di calore, in virt del secondo principio TdS = dQ + dLw, larea
sottesa dalla linea di trasformazione 6 2is, quindi proprio larea 2is456.
Il lavoro da spendere per la compressione reale dellunit di massa di gas 1 - 2
analogamente fornito dallespressione:
L i = c p (T 2 T1 ) = area2356 = area2 is 456 + area1234 + area12 is 2 =
= L i ,is + Lw + LCR .
dove LCR chiamato lavoro di controrecupero.

Appunti del Corso (Docente: Fabio Mallamo) 2. Richiami di Termodinamica - pag. 25


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Larea 1234 il lavoro delle resistenze passive Lw, in virt del secondo principio
applicato ad unevoluzione adiabatica TdS = dLw. Risulta pertanto evidenziato
nel piano T - S il lavoro di controrecupero, dato dallarea tratteggiata in
figura. Il lavoro di controrecupero il lavoro in pi che bisogna compiere nella
compressione reale, oltre alla somma del lavoro della compressione isentropica
pi il lavoro delle resistenze passive, per vincere lespansione del gas dovuta
alleffetto termico causato da Lw.
Vengono definiti due rendimenti utili per quantificare il grado di irreversibilit
della trasformazione:
- il rendimento isentropico di compressione:
L i ,is
c ,is = ,
Li
che, nel caso in cui Qe = 0 e Ec,cf,gr = 0, diventa:
k 1

k
1
c .is = m 1
,
m
1
dove detto rapporto di compressione;
- il rendimento idraulico:
L Lw
y ,c = i ,
Li
che, nel caso in cui Qe = 0 e Ec,cf,gr = 0, diventa:
m m
R (T2 T1 )
y ,c = m 1 = m 1 .
k k
R (T2 T1 )
k 1 k 1
Osservando le aree rappresentate in figura e le definizioni dei rendimenti si ha
che is,c < y,c.
La relazione che lega gli esponenti della politropica m e k, dunque, la
seguente:
m 1 1 k 1
= .
m y ,c k
Come si pu agevolmente notare dalle relazioni sopra scritte, il rendimento
idraulico non dipende dal rapporto di compressione, ma solo dallevoluzione e
dal tipo di gas utilizzato.
La relazione che lega il rendimento isentropico di compressione con il
rendimento idraulico risulta:
k 1

k
1
is ,c = 1 k 1
.
y ,c k
1
Turbina: vediamo ora graficamente quello che succede al fluido in una turbina
(turbomacchina motrice). Il fluido subisce unespansione adiabatica
irreversibile, ovvero ad entropia crescente, dal momento che le perdite

Appunti del Corso (Docente: Fabio Mallamo) 2. Richiami di Termodinamica - pag. 26


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fluidodinamiche Lw non sono trascurabili. Nel piano T - S lespansione viene


rappresentata in come in figura 2.8.

Figura 2.8 : espansione isentropica 1-2is e adiabatica irreversibile 1-2

Nel caso delle macchine motrici si soliti utilizzare la convenzione di segno


opposta rispetto a quella impiegata per i turbocompressori: in altre parole il
primo principio in forma locale espresso dalla seguente relazione:
Q e Li ,ott = i + E c + E cf + E gr .

dove, in questo caso, Qe = 0, Ec = Ecf = Egr = 0. La variazione di energia


cinetica risulta nulla visto che si sta considerando la differenza di velocit del
fluido tra ingresso e uscita della turbina. La variazione dellenergia potenziale
centrifuga nulla dal momento che il sistema di riferimento assunto inerziale
(privo di accelerazione). La variazione dellenergia potenziale gravitazionale
nulla visto che il fluido in questione un aeriforme.
Risulta quindi, nel caso ideale isentropico:
k 1

p k
L i ,is = c pT1 2
1 ,
p1

k 1

p k
L i ,is ,ott = Li = c pT1 1 2
,
p1

mentre, nel caso reale:
m 1

p m
L i = c pT1 2
1 ,
p1

m 1

p m
.
L i ,ott = L1 = c pT1 1 2

p1

Nel caso con perdite fluidodinamiche risulta Li < Li,is, cio la turbina fornisce
minore lavoro rispetto al caso ideale.
Facendo riferimento al grafico della Figura 2.9:

Appunti del Corso (Docente: Fabio Mallamo) 2. Richiami di Termodinamica - pag. 27


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Q e Li = i + E c ,cf ,gr ,
L i ,ott = i = c p (T1 T 2 ) = area2398 .

Figura 2.9 : espansione isentropica 1-2is e adiabatica irreversibile 1-2

In virt del secondo principio applicato alla linea di evoluzione 1-2 si nota che il
lavoro perso a causa delle resistenze passive di natura fluidodinamica Lw dato
dallarea 1234.
L i ,is ,ott = i is = c p (T1 T 2 ,is ) = area942 is 8 .
Nel caso della turbina si verifica il fenomeno che prende il nome di recupero:
nel piano T S il lavoro di recupero, rappresentato dallarea 122is. Si
ottiene quindi la seguente relazione:
L i ,ott = Li ,is ,ott Lw + LRC ,
dove LRC il lavoro di recupero.
Si visto che nel caso reale il lavoro ottenuto dato dallarea 2398, mentre nel
caso ideale il lavoro isentropico dato dallarea 942is8. Nel caso reale si
perduta pertanto rispetto al caso ideale in termini di lavoro larea 2342is che
risulta minore dellarea 1234, la quale rappresenta il lavoro dissipato per attrito
fluidodinamico. La differenza tra queste due aree rappresenta il lavoro
recuperato, a causa della compressibilit del fluido, rispetto al lavoro dissipato
per attrito fluidodinamico. Questo aumento di lavoro trova una spiegazione
fisica nel fatto che le perdite per attrito che progressivamente si manifestano
vanno ad aumentare lentropia del fluido a pressione costante,
incrementandone il volume massico. Ora la medesima massa di fluido,
occupando un volume maggiore, in grado di svolgere un maggior lavoro nella
successiva espansione.
Vengono definiti due rendimenti utili per quantificare il grado di irreversibilit
della trasformazione:
- il rendimento isentropico di espansione:
Li ,ott
t .is = ,
Li ,is ,ott
che, nel caso in cui Qe = 0 e Ec,cf,gr = 0, diventa:

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m 1
p m
1 2
p1
t ,is = k 1
.
p k
1 2
p1
- il rendimento idraulico:
L i ,ott
y ,t = ,
Li ,ott + Lw
che, nel caso in cui Qe = 0 e Ec,cf,gr = 0, diventa:
k
y ,t = k 1 .
m
m 1
Osservando le aree rappresentate in figura e le definizioni dei rendimenti, si ha
che is,t > y,t .
La formula che lega gli esponenti della politropica m e k dunque la seguente:
m 1 k 1
= y ,t .
m k
Ovviamente anche questa relazione valida se e solo se il calore scambiato tra
sistema e ambiente esterno nullo.
Come si pu agevolmente notare dalle relazioni sopra scritte, il rendimento
idraulico non dipende dal rapporto di espansione, ma solo dallevoluzione e dal
tipo di gas utilizzato.
La relazione che lega il rendimento isentropico di espansione con il rendimento
idraulico risulta:
k 1
y , t
1 k
is ,t = k 1
.

1 k

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2.7 ESERCIZI
1) Uno stantuffo aspira aria in un cilindro dallambiente esterno in cui regna la
pressione pe = 1 ata e la temperatura Te = 290 K.
Determinare la temperatura Ti allinterno del cilindro ad aspirazione
ultimata, considerando valide le ipotesi che durante la fase di aspirazione
nel cilindro regni una pressione costante pi = 0.96 ata e che siano
trascurabili gli scambi termici dellaria con le pareti del cilindro. Si consideri,
alla fine dellaspirazione, ambiente tranquillo allinterno del cilindro.

2) Una turbomacchina adiabatica riceve vapore a t1 = 500 C, p1 = 100 bar, c1


= 50 m/s e lo scarica nelle condizioni t2 = 250 C, p2 = 10 bar, c2 = 150 m/s.
Calcolare il lavoro interno massico Li e dire se si tratta di macchina
operatrice o motrice.
[macchina motrice, Li = 422 kJ/kg]

3) Un ugello diabatico riceve del vapore nelle condizioni p1 = 20 bar, t1 = 400


C, c1 = 100 m/s e lo espande sino alla pressione p2 = 3 bar e t2 = 250 C.
Sapendo che durante lespansione il fluido riceve il calore Q = 42 kJ/kg,
determinare la velocit del vapore allo scarico dellugello.
[c2 = 813.63 m/s]

4) Una portata daria (cp = 0.24 kcal / (kg*K); k = 1.4) compressa


politropicamente con m = 1.45 da 1 ata e15 C fino a 450 C. Sapendo che
LW = 25 kcal / kg, trovare Qe e la pressione di mandata.
[Risultati: p2 = 19.41 ata; Qe = -16.71 kcal / kg]

5) Con le propriet del precedente esercizio, una portata daria di 10 kg / s si


espande politropicamente in turbina da 600 C a 300 C, con esponente m =
1.3.
Sapendo che lungo lespansione sono sottratte 10 kcal / kg in calore
massico, determinare LW e la pressione iniziale, essendo la pressione di
scarico 1 ata. Calcolare inoltre il rendimento isentropico di espansione t,is,
il rendimento idraulico yt e la potenza interna Pi.
[Risultati: LW = 27.14 kcal / kg; p1 = 6.2 ata; y = 0.696; t,is = 0.728; Pi = 2.6
MW]

6) Una bombola della capacit di 5 litri (volume VB), contiene aria nelle
condizioni ambiente p1B = 1 bar, T1B = 300 K ed collegata tramite una
valvola ad un grande serbatoio contenente aria alla pressione di p1S = 150
bar e alla temperatura T2S = T1S = 300 K. Aprendo la valvola, laria passa dal
serbatoio alla bombola fino a che si raggiunge luguaglianza delle pressioni
tra i due ambienti.
(Essendo il serbatoio di grande capacit la sua pressione finale
praticamente uguale a quella che aveva allinizio, per cui p2S = p1S = 150
bar, e quindi anche la pressione finale della bombola sar p2B = p2S = 150
bar). Trascurando gli scambi di calore con lesterno durante il processo di

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riempimento, determinare la massa di aria che entra nella bombola e la


temperatura media raggiunta allinterno di essa nelle condizioni finali.
[Risultati: m2 = 0.622 kg, T2B = 418.9 K]

7) In un riscaldatore, funzionante in condizioni di moto stazionario, entra aria


nelle condizioni p1 = 0.5 MPa, T1 = 210 0C, c1 = 50 m / s ed esce nelle
condizioni p2 = 0.45 MPa, T2 = 850 C , c2 = 120 m / s.
Ammettendo che nel riscaldatore laria subisca una trasformazione
politropica di esponente m, determinare il valore di tale esponente, il calore
massico fornito al fluido e lentit delle perdite per resistenze passive LW
durante la trasformazione. Si assumano: R = 287 J / (kg*K), cp = 1050 J /
(kg*K).
[Risultati: m = 0.111,Q e= 678 kJ / kg, LW = 17 kJ / kg]

8) Una turbopompa deve sollevare acqua da un pozzo fino ad un serbatoio


aperto per unaltezza di 20 m. Il condotto in cui inserita la pompa ha un
diametro costante D = 10 cm. Le perdite per resistenze passive nel condotto
e nella pompa sono pari al 15% del lavoro massico compiuto dalla pompa.
Calcolare la potenza del motore che aziona la pompa in tali condizioni,
sapendo che lacqua effluisce allatmosfera con una velocit di 2 m / s. Si
assuma un rendimento meccanico nellaccoppiamento motore pompa m =
0.97.
[Risultati: Pass = 3.776 KW]

9) In un impianto per riscaldare un ambiente il ventilatore V aspira 1.5 m3 / s


di aria dallesterno, alle condizioni pe = 1 bar, Te = 5 0C, e la manda in una
tubazione in cui inserito un riscaldatore R che le fornisce calore. Laria
effluisce nellambiente A ad una pressione pari a quella esterna, con
velocit trascurabile. Sapendo che il ventilatore azionato da una pompa
M che eroga la potenza di 3.7 kW (m = 0.97), valutare la potenza termica
richiesta al riscaldatore R affinch laria effluisca in A con una
temperatura di 35 0C.
Si assumano: R = 287 J / (kg*K), cp = 1050 J / (kg*K).
[Risultati: Qe = 53.1 KW]

10) Una macchina che funziona in moto permanente, con energie cinetiche
trascurabili allingresso e alluscita, espande 3 kg / s di gas da 10 bar e 500
0
C fino a 1 bar, secondo una politropica di esponente m = 1.5. Sapendo che
Lw = 62 KJ / kg, si vuole ricavare la potenza interna della macchina,
calcolando anche la quantit di calore che essa scambia con lesterno.
Si assumano: R = 287 J / (kg*K), cp = 1050 J / (kg*K).
[Risultati: Pi = 883.9 KW, Qe = -140.3 KJ / kg]

11) Un turbocompressore aspira aria a 100 KPa e 17 C e la comprime fino alla


pressione di 200 KPa. Ammettendo trascurabile la variazione di energia
cinetica tra entrata e uscita della macchina, calcolare il lavoro massico

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interno Li, il calore massico scambiato Qe e il lavoro delle resistenze


passive LW nelle seguenti condizioni di evoluzione:
a) Q = 0, LW = 0 (linea isentropica);
b) Q = 0, m = 1.55 (adiabatica con attriti);
c) LW = 0, m = 1.28 (refrigerazione senza attriti);
d) T = cost, LW = 0 (raffreddamento isotermico senza attriti);
e) T = cost, LW = 15.9 KJ / kg (raffreddamento isotermico con attriti).
Nel confronto tra il primo e il secondo caso mettere in evidenza il fenomeno
del controrecupero termico.
Si assumano: k = 1.4, cp = 1004 J / (kg*K).
[Risultati: a) Li,is = 63.8 KJ / kg; b) Li = 81.2 KJ / kg, LW = 15.8 KJ / kg; c) Li =
62.3 KJ / kg, Qe = -14.5 KJ / kg; d) Li = 57.7 KJ / kg, Qe = -57.7 KJ / kg; e) Li
= 73.6 KJ / kg, Qe = -73.6 KJ / kg. Controrecupero termico: CR = 1.6 KJ /
kg]

12) Un turboespansore riceve i gas combusti nelle condizioni di 200 Kpa e 800
0
C e li espande fino alla pressione di 100 Kpa. Ammettendo trascurabile la
variazione di energia cinetica tra entrata e uscita della macchina, calcolare il
lavoro massico interno Li, il calore massico scambiato Qe e il lavoro delle
resistenze passive LW nelle seguenti condizioni di evoluzione:
a) Q = 0, LW = 0 (linea isentropica);
b) Q = 0, m = 1.32 (adiabatica con attriti);
c) LW = 0, m = 1.45 (refrigerazione senza attriti);
d) T = cost, LW = 0 (riscaldamento isotermico senza attriti);
e) T = cost, LW = 15.9 KJ / kg (riscaldamento isotermico con attriti).
Nel confronto tra il primo e il secondo caso mettere in evidenza il fenomeno
del recupero termico.
Si assumano: k = 1.38, cp = 1042 J / (kg*K).
[Risultati: a) Li,is = 194 KJ / kg; b) Li = 173 KJ / kg, LW = 23.5 KJ / kg; c) Li =
192 KJ / kg, Qe = -24 KJ / kg; d) Li = 213 KJ / kg, Qe = 213 KJ / kg; e) Li =
197.5 KJ / kg, Qe = 197.5 KJ / kg. Recupero termico: RC = 2.17 KJ / kg]

Appunti del Corso (Docente: Fabio Mallamo) 2. Richiami di Termodinamica - pag. 32

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