Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
Il colore nasce dalla luce. La luce che colpisce un oggetto viene parzialmente assorbita a
seconda del colore. La parte non assorbita viene riflessa e trasmessa ai recettori cromatici
allinterno dellocchio umano. Questi ultimi trasformano la luce assorbita in impulsi che
percorrono le vie nervose fino a raggiungere il cervello, dove vengono interpretati: nasce cos
unimpressione cromatica. Dal punto di vista prettamente biologico il colore si genera pertanto
nellocchio dellosservatore e costituisce unimpressione sensoriale.
Alcuni individui percepiscono i colori a prescindere dalla luce. questo ad esempio il caso di
una particolare forma di sinestesia, la percezione uditiva dei colori, che consente di abbinare
suoni, armonie o musica a determinati colori: solitamente i suoni pi alti a tonalit chiare, quelli
bassi a tonalit scure.
Colore - X 10 Y 8 Z 35 Luce
Occhio Cervello
1
COME SI DEFINISCE UN COLORE?
Per definire un colore si ricorre a tre parametri: il tono cromatico, anche detto tinta, la
saturazione (o croma) e la luminosit. Tali valori consentono di caratterizzare ciascun colore in
considerazione del tipo di luce. Punto di partenza la colorimetria.
Diversi toni cromatici vengono disposti in senso orario allinterno di una ruota dei colori o ruota
cromatica partendo dal giallo e passando per larancione, il rosso, il viola, il blu, lindaco ed il
verde e ritornando infine al giallo. La luminosit consente di distinguere tra toni cromatici pi
scuri e pi chiari. Quando la saturazione di un tono cromatico diminuisce, questultimo meno
brillante. Se invece la saturazione corrisponde al valore zero si parla di colore acromatico. A
seconda della luminosit il nero, il bianco e tutti i toni di grigio tra essi compresi sono pertanto
colori acromatici.
Colore - X 12 Y 19 Z 20 Luminosit
Chroma Tono
2
COME SI FA A STANDARDIZZARE LA DESCRIZIONE DEL COLORE?
Senza luce non esiste il colore. La luce percepibile dallocchio umano costituita da radiazioni
elettromagnetiche caratterizzate da lunghezze donda comprese circa tra 400nm (violetto) e
700nm (rosso). Quando la radiazione luminosa colpisce un oggetto colorato la luce incidente
viene parzialmente assorbita, mentre la restante parte viene riflessa. Nel caso di un oggetto
rosso, ad esempio, principalmente la parte rossa dello spettro visibile ad essere riflessa; il resto
viene assorbito e trasformato in calore.
La colorimetria utilizza la percentuale della luce incidente che stata riflessa (%R) compresa
nell'intervallo del visibile (400-700 nm) per descrivere il colore dell'oggetto. Applicazioni
particolari quali la misurazione della fluorescenza, del bianco ed i colori mimetici prendono in
considerazione anche le radiazioni UV (350-400nm) e NIR (700-1300nm). Ciascun oggetto
colorato viene pertanto definito da una curva di riflettanza, similmente alle impronte digitali
nelluomo.
Valori Tristimolo
Oggetto Colorato Osservatori Standard
3
A COSA SERVONO GLI SPAZI COLORE?
Immaginatevi di voler acquistare una partita di magliette in una particolare gradazione di verde
e di dover descrivere per telefono al fornitore lesatto colore che deve produrre. Pensate
davvero che le magliette saranno del colore giusto? Molto probabilmente no.
Abbiamo quindi bisogno di utilizzare dei modelli chiamati appunto spazi colore - che
consentano di descrivere e classificare in modo inequivocabile ciascun colore. Per anni si
tentato di trovare uno spazio cromatico facilmente interpretabile ed equidistante in tutti i settori
cromatici, con la conseguente comparsa di svariati sistemi. Qui di seguito vengono citati i
principali sistemi di cui si serve la colorimetria moderna.
Il sistema cromatico CIE L*a*b* costituisce un miglioramento dello spazio CIE X,Y,Z. In tale
spazio colore vengono derivate, a partire dai valori di tristimolo CIE, tre coordinate identificate
dalle lettere L* (luminosit), a* (asse verde-rosso), b* (asse giallo-blu). In alternativa
possibile descrivere il colore per mezzo delle coordinate equivalenti L* (luminosit), C*
(croma/saturazione) e h (tonalit/tono cromatico). Il valore della luminosit L* pu essere
compreso tra 0 = nero e 100 = bianco. Valori +a* positivi rappresentano toni cromatici rossi,
valori -a* negativi rappresentano invece toni verdi. Valori +b* positivi rappresentano toni
cromatici gialli, valori -b* negativi rappresentano invece toni blu. Il valore della saturazione
(C*) prossimo a 0 per i toni pressoch acromatici ed aumenta con l'aumentare della
brillantezza. Il valore di h compie una circonferenza in senso antiorario partendo dal rosso e
formando un angolo di 0con il semiasse positivo di a*, passando per il giallo a 90, attraverso
il verde a 180ed il blu a 270 e quindi tornando al rosso per una rotazione completa. Per
esempio un arancione chiaro e brillante potrebbe pertanto essere espresso dai valori L*= 70; C*
= 56,6; h=45 o L*= 70; +a*= 40; +b*= 40.
4
CIE 1931
Colore - X 11 Y 18 Z 17 Schema Cromatico
5
CHE COS IL METAMERISMO?
Ciascuno di noi conosce il fenomeno per cui un oggetto colorato osservato sotto una
determinata sorgente di luce come la luce diurna, presenta un colore diverso da quello visto
sotto un altra sorgente come ad esempio la luce di una lampadina ad incandescenza. Tale
mutamento cromatico, caratteristico di quasi tutti gli oggetti colorati, viene spesso erroneamente
definito metamerismo. Ma che cos in realt il metamerismo?
Il metamerismo pu essere spiegato in termini di variazioni dei valori di tristimolo (X,Y e Z),
che quantificano la percezione del colore. Due campioni sono uguali sotto una determinata
sorgente di luce quando i relativi valori XYZ sono identici per quel particolare illuminante. Tale
condizione sempre soddisfatta sotto tutti gli illuminanti nel caso di campioni identici
caratterizzati da curve di riflettanza uguali. I campioni metamerici presentano invece curve di
riflettanza diverse. Ne consegue che tali campioni possono avere valori di tristimolo XYZ
uguali sotto un certo illuminante ed apparire uguali, ma al mutare dell' illuminante, valori XYZ
diversi ed apparire dunque diversi fra loro.
6
CHE COSA SONO LE DIFFERENZE CROMATICHE?
Numerose industrie che eseguono processi di tintura devono consegnare prodotti dello stesso
colore ed aspetto, riducendo al minimo eventuali differenze rispetto alloriginale o allo standard.
Nella pratica impossibile riprodurre il colore di un prodotto con una precisione assoluta.
All'interno del medesimo campione si possono avere differenze cromatiche minime spesso non
percepibili ad occhio nudo.
E' dunque auspicabile un metodo di quantificazione numerica di tali differenze.
Colore - X 28 Y 42 Z 15 Referenza
7
CHE COSA SONO LE TOLLERANZE CROMATICHE?
Sebbene nessuna coppia di campioni presenti valori cromatici identici al 100%, i fornitori sono
tenuti a consegnare prodotti caratterizzati da una precisione cromatica in grado di soddisfare le
esigenze di qualit dellacquirente.
inoltre noto che la percezione umana del colore estremamente soggettiva. Per tale motivo
importante che fornitori ed acquirenti concordino con lausilio della colorimetria tolleranze
cromatiche, ovvero differenze di colore massime nel cui range i prodotti vengano comunque
accettati.
possibile stabilire tolleranze di colore allinterno di tutti i sistemi cromatici, p.es. nel sistema
CIE xyY o nel pi diffuso sistema CIE L*a*b*. Lo svantaggio dei sistemi tradizionali consiste
tuttavia nel fatto che questi ultimi non sono equidistanti sul piano visivo. Che cosa vuol dire?
Nellambito del sistema CIE L*a*b* si potrebbe per esempio stabilire che per tutti i colori
venga accettata una differenza cromatica massima di DE*=1.
Confrontando diverse coppie di campioni colorati contraddistinte da una differenza di colore
misurata pari a DE*=1 si constater tuttavia che dE*=1 rappresenta una differenza cromatica
decisamente accettabile per toni di giallo o verde brillanti, mentre corrisponde ad un altro colore
inaccettabile- nel caso di colori acromatici o grigi. La medesima differenza matematica pari a
1 non rispecchia pertanto la nostra sensazione visiva.
Per evitare di dover stabilire tolleranze cromatiche per ciascun colore allinterno del sistema
CIE L*a*b* sono state elaborate numerose nuove formule di tolleranza che consentono di
correggere il deficit di equidistanza del sistema stesso. Attualmente, le formule di tolleranza
maggiormente diffuse e pubblicate sono la formula CMC e la CIE 94, sebbene vengano sempre
pi spesso sostituite da trasformazioni pi recenti, come p.es. la DIN99 o la CIE 2000. La
necessit di correggere il sistema CIE L*a*b* ha ad esempio indotto la catena di negozi Marks
& Spencer a mettere a punto una formula di tolleranza propria (M&S89) ed ad imporne
lapplicazione ai fornitori.
8
CHE COS UNO SPETTROFOTOMETRO?
Un reticolo di diffrazione all'interno del monocromatore scompone la luce riflessa dal campione
nelle sue singole lunghezze d'onda comprese fra 360 e 700 nanometri (nm). L'intensit della
luce riflessa alle singole lunghezze d'onda misurata da una batteria di fotodiodi per
determinare il fattore di riflessione spettrale dell'oggetto (R%).
Il software elabora questi dati mostrando sul computer i valori di riflessione spettrale con un
passo di 5 o 10 nm o in maniera grafica per mezzo delle cosiddette curve di riflettanza.
9
CHE COS LA MESCOLANZA CROMATICA?
La legge di Mescolanza Cromatica Additiva fu usata per la prima volta nel 1860 da Maxwell. Il
termine additivo intende sottolineare come sia possibile produrre qualsiasi colore mescolando in
proporzioni diverse luci di colore rosso, verde e blu (R, G, B: Red, Green, Blue). Se infatti si
mescolano in misura uguale le tre luci rossa, verde e blu si otterr luce bianca. La mescolanza
cromatica additiva trova impiego soprattutto nei settori dellelaborazione elettronica di mmagini
e della tecnologia televisiva dove fosfori luminosi rossi, verdi e blu sono disposti sullo schermo.
I minuscoli punti luminosi variamente colorati non sono distinguibili singolarmente e
l'osservatore percepisce un colore dovuto ad una una mescolanza cromatica additiva.
Coloranti e pigmenti sono generalmente usati per colorare i materiali. Se si mescolano in misura
uguale sostanze coloranti dei tre colori primari ciano, magenta e giallo (C, M, Y: Cyan,
Magenta, Yellow) si otterr il colore nero. Si parla in questo caso di mescolanza cromatica
sottrattiva perch coloranti e pigmenti assorbono parte della luce incidente e dunque la
sottraggono dalla luce riflessa. Aggiungendo del colorante il materiale diviene pi scuro. La
mescolanza cromatica sottrattiva viene impiegata per la riproduzione del colore nei settori della
fotografia e della stampa, nonch per colorare materiali quali stoffe, plastica, carta o vetro.
10
CHE COS IL BIANCO?
Fluorescenza
Colore - X 22 Y 17 Z 9 "Bianco" curve di R% effetto alla riflettanza
11
CHE COS LA GEOMETRIA DI MISURAZIONE?
Il colore percepito di un campione dipende anche dallangolo di incidenza della luce e da quello
di osservazione. Tali aspetti vanno considerati e definiti anche nellambito della tecnica di
misurazione e degli spettrofotometri impiegati. Si parla pertanto della geometria di misurazione
applicata nello spettrofotometro.
12
QUALI FATTORI INFLUENZANO LA MISURAZIONE DEL COLORE?
13