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L’ISTITUTO DELLA MOBILITA’

Premessa

Il presente documento, in esito all’Accordo del 19 settembre 2008, intende fornire le


risposte ai quesiti più ricorrenti in materia di mobilità ed in ordine alle modalità con le quali
verrà data a questo istituto concreta applicazione.
Ciò al fine di agevolare la conoscenza dello strumento e di consentire ai lavoratori
interessati di verificare la propria situazione contributiva e di rispondere positivamente
all’eventuale collocazione in mobilità.

Cosa è

La MOBILITA’ breve od ordinaria, introdotta nell’ordinamento giuridico italiano dalla legge


223/91, rappresenta uno strumento di sostegno economico del lavoratore nei casi di
risoluzione collettiva del rapporto di lavoro per riduzione del personale.

Chi interessa

In base all’Accordo Sindacale stipulato il 19 settembre 2008 presso il Ministero del Lavoro,
la procedura di mobilità ordinaria interesserà un numero massimo di 5000 lavoratori. I
criteri primari per l’individuazione dei lavoratori interessati sono la maturazione nel corso
del periodo di mobilità del diritto alla pensione e la non opposizione dei lavoratori stessi.

L’indennità di mobilità

I lavoratori che ad esito delle specifiche procedure di legge e del conseguente


licenziamento vengono collocati in mobilità sono iscritti in apposite liste formate dagli Uffici
del Lavoro e usufruiscono, su domanda, di una particolare indennità, detta appunto di
mobilità.

I lavoratori, per ottenere l’indennità di mobilità, devono avere i seguenti requisiti:


- essere stati assunti con contratto a tempo indeterminato;
- avere la qualifica di operaio, impiegato, quadro:
- avere una anzianità di almeno 12 mesi, di cui 6 di effettivo lavoro presso l’Azienda;
- avere ricevuto una formale comunicazione di licenziamento;
- essere iscritti nelle liste di mobilità.

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La durata

L’indennità di mobilità, che di regola non può superare l’anzianità maturata dal lavoratore
presso l’Azienda, è strettamente legata all’età dei lavoratori e all’area in cui ha sede l’unità
organizzativa di appartenenza.

DURATA
ETA’ CENTRO-NORD MEZZOGIORNO
Fino a 39 anni 12 mesi 24 mesi
Da 40 a 49 anni 24 mesi 36 mesi
Da 50 anni 36 mesi 48 mesi

Per mezzogiorno si intendono le Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, le
province di Latina e Frosinone i comuni della provincia di Rieti già compresi nell’ex circondario di Cittaducale, i comuni
compresi nella zona del comprensorio di bonifica del fiume Tronto, i comuni della provincia di Roma compresi nella zona
di bonifica di Latina, l’isola d’Elba, nonché gli interi territori di comuni di Isola del Giglio e di Capraia Isola.

Il trattamento economico

Il lavoratore collocato in mobilità percepirà:


- da parte dell’INPS, l’indennità di mobilità, con cadenza mensile;
- da parte dell’Azienda, un’integrazione corrisposta in unica soluzione in occasione
della cessazione dal servizio, commisurata all’anzianità, alla professionalità e/o al
periodo di permanenza in mobilità utile al raggiungimento del diritto alla pensione,
tale da assicurare, ai lavoratori che nel relativo periodo conseguano i requisiti utili al
diritto a pensione secondo la legislazione vigente, un importo – convenzionalmente
determinato – non inferiore alla differenza netta fra il 90% della retribuzione mensile
(minimi tabellari, ex indennità di contingenza, EDR, aumenti periodici di anzianità,
elemento retributivo professionale o indennità di funzione, sovra minimi collettivi ed
individuali, rateo di premio annuo e 13° mensilità) e l’indennità di mobilità.

Il lavoratore in mobilità percepirà in sostanza – fra indennità INPS e integrazione


aziendale – un trattamento complessivo pari al 90% della retribuzione come sopra
definito, in relazione a tutto il periodo che va dalla cessazione del rapporto di lavoro
alla decorrenza della pensione.

E’ comunque da tenere presente che l’indennità di mobilità è incompatibile con quella


eventualmente erogata a titolo di mancato preavviso; per i periodi cui quest’ultima si
riferisce il lavoratore, dunque, non percepirà, in aggiunta all’indennità di mancato
preavviso, l’indennità di mobilità.

La misura dell’indennità di mobilità è pari, per i primi dodici mesi, all’importo del trattamento straordinario di
integrazione salariale (CIGS) e, pertanto all’80% della retribuzione che sarebbe spettata nel periodo

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immediatamente precedente la risoluzione del rapporto i lavoro, nei limiti di un tetto massimo mensile annualmente
rivalutabile. Per l’anno 2008 tale tetto è pari a:
□ 858,58 euro lordi mensili, riconosciuto ai lavoratori la cui retribuzione non è superiore a 1.857,48 euro lordi
mensili;
□ 1.031,93 euro lordi mensili, ai lavoratori che hanno una retribuzione superiore.

Si tratta di importi lordi, perché da essi va detratta l’aliquota contributiva del 5,84% (invece di quella ordinaria pari
al 8,89%)

A partire da 13º mese, l’indennità viene ridotta del 20%, in sostanza, quindi viene pagato l’80% dell’importo lordo
corrisposto nel primo anno.

Nota bene: Tutti i suddetti importi sono assoggettati ad imposizione fiscale.

I benefici pensionistici

I periodi trascorsi in mobilità sono “coperti” da contribuzione figurativa, come se il


lavoratore avesse continuato a lavorare e a percepire la sua regolare retribuzione; i
contributi accreditati dall’INPS sono utili per il raggiungimento del diritto e per la misura
delle pensioni (compresa quella di anzianità).

Al personale collocato in mobilità che maturi il diritto a pensione nel relativo periodo
viene normalmente garantito il mantenimento delle disposizioni attualmente vigenti in
materia di trattamento pensionistico e di requisiti di accesso alla pensione.

La titolarità di una pensione diretta (di vecchiaia, di anzianità o d’inabilità) esclude il


diritto all’indennità di mobilità: la legge fa un’eccezione per l’assegno di invalidità. Il
lavoratore collocato in mobilità può infatti scegliere fra l’indennità di mobilità e
l’assegno di invalidità che rimane sospeso nel caso di opzione per l’indennità di
mobilità.

Requisiti per l’accesso alla mobilità

a) L’accesso alla pensione nel corso del periodo di mobilità: in allegato sono riportati i
requisiti per il diritto alla pensione e le decorrenze dei trattamenti pensionistici di
anzianità. E’ opportuno in proposito che il lavoratore proceda ad un’attenta verifica
dei requisiti di anzianità contributiva rivolgendosi – direttamente o per il tramite
degli Enti di Patronato – alla Sede INPS competente in relazione alla propria
residenza.
b) Non opposizione alla collocazione in mobilità: in concomitanza con la
comunicazione del licenziamento il lavoratore dovrà sottoscrivere una dichiarazione
di non opposizione alla collocazione in mobilità nella quale sarà indicato
l’ammontare dell’integrazione aziendale; tale dichiarazione potrà avvenire, su
richiesta del lavoratore, alla presenza di un rappresentante delle Organizzazioni
sindacali.
c) Modulistica: nella stessa occasione verrà fornito al lavoratore tutto il supporto
necessario alla compilazione della domanda (v. paragrafo successivo) per ottenere
l’indennità di mobilità.

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Cosa deve fare il lavoratore per ottenere l’indennità

La domanda per ottenere l’indennità di mobilità deve essere presentata agli Uffici del
lavoro territorialmente competenti in relazione alla residenza del lavoratore,
improrogabilmente entro 68 giorni dall’avvenuto licenziamento ovvero, nel caso di
corresponsione dell’indennità di mancato preavviso, dalla scadenza del periodo
corrispondente al preavviso stesso.

Se non si rispetta il termine si perde il diritto. La domanda deve essere compilata


su appositi stampati (Mod. DS 21) distribuiti dalle sedi INPS e dagli Uffici del Lavoro.
Con la domanda il lavoratore deve presentare la dichiarazione dell’Azienda (Mod. DS
22) con i dati identificativi dell’Azienda, quelli relativi al dipendente, al rapporto di lavoro
ed alla retribuzione percepita dal dipendente stesso. L’eventuale documentazione
ulteriore, ivi compresa la suddetta dichiarazione aziendale. Può anche essere
presentata in un momento successivo.

L’indennità di mobilità viene pagata al lavoratore con cadenza mensile direttamente


dall’INPS e decorre:

- dell’8º giorno dalla cessazione del rapporto di lavoro se la domanda è stata


presentate entro i primi 7 giorni dalla cessazione stessa;

- dal 5º giorno successivo alla presentazione della domanda, nel caso in cui la stessa
è presentate tra l’8ºed il 68ºgiorno dalla cessazione del rapporto di lavoro.

E’ quindi estremamente importante che il lavoratore presenti tempestivamente


(entro il 7° giorno dalla cessazione) la domanda pe r evitare che il ritardo, anche
solo di un giorno si traduca in un danno economico.

La corresponsione anticipata dell’indennità

Il lavoratore che decide in iniziare una attività autonoma o di entrare a far parte di una
cooperativa, in qualità di socio, può ottenere il pagamento anticipato, in un’unica
soluzione, dell’indennità che gli spetta per l’intero periodo, meno ovviamente le mensilità
che gli sono state corrisposte. Così, ad esempio, se il lavoratore ha diritto a due anni di
indennità e, dopo aver riscosso i primi sei mesi, inizia un lavoro autonomo, l’INPS deve
pagargli tutte insieme le rate relative all’ultimo anno e mezzo.

La domanda per il pagamento anticipato (mod. DS 21 ANT), indirizzata all’ INPS, va


presentata agli Uffici del Lavoro territorialmente competenti in relazione alla residenza del
lavoratore e deve essere accompagnata dalla documentazione che comprovi le iniziative
assunte dal lavoratore stesso.

Anche nei casi in cui voglia chiedere il pagamento anticipato, l’interessato deve comunque
presentare, nel termine di 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, domanda di
indennità di mobilità.

Per il periodo in relazione al quale viene concesso il trattamento anticipato non


spetta la contribuzione figurativa.

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Quando si perde l’indennità

Il lavoratore perde il diritto all’indennità quando viene cancellato dalle liste di mobilità, in
particolare quando:
- abbia raggiunto il diritto alla pensione di vecchiaia oppure percepisca una qualsiasi
pensione diretta;
- sia stato assunto con contratto a tempo pieno e indeterminato;
- non provveda a comunicare tempestivamente la propria rioccupazione a tempo
determinato o a part-time;
- non accetti l’offerta di un lavoro professionalmente equivalente a quello
precedentemente svolto;
- rifiuti l’eventuale offerta di avviamento ad un corso di formazione professionale.

In tali evenienze, il lavoratore potrà rivolgersi alle Organizzazioni sindacali o agli Enti di
Patronato.

Il presente documento ha funzione esclusivamente divulgativa e di riferimento. Per una conoscenza più completa della
normativa che regola la materia trattata si rinvia alle leggi vigenti ed all’ Accordo del 19 settembre 2008.

Lavoratori dipendenti (pensione di anzianità)

Le nuove norme hanno stabilito un aumento progressivo dei requisiti, secondo i quali,
fermo restando il requisito dell’anzianità contributiva minima di 35 anni, è possibile
accedere alla pensione di anzianità.
Durante il periodo che va dal 1º gennaio 2008 al 30 giugno 2009 si potrà accedere alla
pensione di anzianità con 35 anni di contributi e 58 anni di età. Dal 1º luglio 2009 si
conseguirà la pensione secondo il meccanismo delle quote, come indicato nello
schema:

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Anno Somma di età anagrafica Età anagrafica minima
e anzianità contributiva (quote)

2008 - 58
Dal 01.01.09 al 30.06.09 - 58
Dal 01.07.09.al 31.12.09 95 59
2010 95 59
2011 96 60
2012 96 60
Dal 2013 97 61

La legge 247 prevede anche alcune modifiche alle finestre di uscita per la pensione di
anzianità. Con una contribuzione pari o superiore a 40 anni le finestre restano 4,
mentre si riducono a 2 per coloro che non raggiungono i 40 anni di contribuzione:

Con meno di 40 anni di contributi

Requisiti maturati entro il Decorrenza della pensione


30 giugno 1º gennaio anno successivo
31 dicembre 1º luglio anno successivo

Con almeno 40 anni di contributi

Requisiti maturati entro il Decorrenza della pensione


31 marzo 1º luglio stesso anno*
30 giugno 1º ottobre stesso anno**
30 settembre 1º gennaio anno successivo
31 dicembre 1º aprile anno successivo

* Con almeno 57 anni di età entro il 30 giugno


** Con almeno 57 anni di età entro il 30 settembre

Pensione di vecchiaia

Il sistema delle finestre è stato introdotto anche per la pensione di vecchiaia, per cui
dal 2008 si potrà andare in pensione di vecchiaia secondo il seguente schema:

Requisiti maturati entro il Decorrenza della pensione Decorrenza della


Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi

31 marzo 1ºluglio stesso anno 1ºottobre stesso anno


anno
30 giugno 1º ottobre stesso anno 1ºgennaio anno

30 settembre 1º gennaio anno successivo 1º aprile anno successivo

31 dicembre 1º aprile anno successivo 1º luglio anno successivo

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