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T E ST I E 'M O N V M E N T I
RASSEGNE
3Hieronymus, De L'iris illustribus, 1 (PL, 23, 638 B). ' ID., op. cit.,
12 (PL. 23, 662 A). 5 C. BARONIUS, Annales ecclesiastici, I (Romae, 1588),
pp. 625 E - 626 A. 6 V, sotto, p. 111 s. 7 Da testi medievali risultano an"
LA DATA DEL 1IARTIRIO DI SAN PIETRO 83
Chi ha ragione'?
Che Pietro abbia subito il martulO a Roma durante il regno
di Nerone (13 ottobre 54 - 9 giugno 68) , come ho detto, cosa ormaI
quasi pacifica; e in realt nessuno pu seriamente negarla. 8 Non sar
tuttavia inutile ricordare che ci risulta da varie testimonianze, dirette
e indirette, che si estendono dalla fine del I secolo in poi e che diven-
gono insistenti dopo la met del II secolo.
La prima testimonianza esplicita quella delPApocalisse di: Pietro,
opera (. profeti ca , che viene generalmente attribuita ad un ambiente
giudeo-cristiano delrOriente (si pensa di solito all'Egitto) e datata tra
la fine del I secolo e l'inizio del II. Un passo di questo scritto,
conservatoci da un papiro greco esistente nella collezione dell'arci
duca Ranieri, contiene infatti le seguenti parole che ------; In VlSlOne -
sarebbero state rivolte da Cristo risorto a Pietro:
'Ecco a te, o Pietro, ho manife.~tato ed e"posto ogni cosa. E tu va nella
citt della corruzione e bevi il calice che ti ho annunciato dalle mani del
figlio d colui che nell'Arie, affinch abbia inizio la sua distruzione e tu riceva
il compimento della promessa'. 9
che rlate anteriori al 60, e precisamente 55, 57, 58 (cf. E. JOSl, in Enciclopedia
cattolica, s.v. Pietro Apostolo [a. 1952], col. 1401), ma si tratta di date inatten-
dibili che nessuno prende piti in considerazione. Che PietrD fosse ancora vivo
fra il S.) e il 5-6 ha dimostrato K. ALA'-JI), in Ci ~\cw Teslament SlUdies- )l, 2,
1966, pp. 267-275. B CL, ultimamente, E. KOESTEI-lMAl\N, in ( Historia l), 16,
1967, p. 467, nota; 'Dass die Apostel Petrus une! Paulus in Rom ihren Tod
fanden, kann hente nicht mehr bezweifelt werden '. 9 C. W"ESSELY, in Patro-
logia Orientalis, 18, 3 (Paris, 1924), pp. 482 s.: teOll 8~'w::l"i 0"0t 1 n"t.o~, Xc.
8~E,'}'S[-\'f)'i -r.:ctY1;CI., Y_al r.O.o2.000 2.~; nOAtV ,,'JO"sw Y.at T.:ts o r.o"t-r)p!.Oy Ci 8'i1:-0Y~
YEt),if1"'1'i (Jo~, BY l.2.lpOt:Y "tOD nOD "t0D 8Y ~ Al00'J) "ha; &pXY)vctPi all,DU ~,
rhpivsea; y.x~ aL! 2.X' Ti'j 87to.:yyEd~. Per questo passo, cf. il penetrante com-
mento di E. PETER30N, in .Miscellanea G. Belvederi (Roma, 1955), pp. 181-185
(= lo., Fruhkirche, Judentum und Gno.si.s, Freiburg i.B., 1959, pp. 88-91). Cf.
anche V. CAPoccr, in ({ Studia et Documenta Historiae et Iuris l), 28, 1962 1
84 lIdARGHERITA GlJARDUCCI
luglio del 64, quando a partire dalla notte fra il 18 e il 19 per nove
giorni la Citt fu quasi continuamente preda del fuoco, e dopo avere
enumerato gli espedienti messi in opera da Nerone per organizzare
i primi soccorsi, per calmare il popolo e per allontanare da s il
sospetto ,di aver causato l'incendio, lo storico afferma che, non riu-
scendo a soffocare le voci malediche, l'imperatore cerc di far cadere
la colpa dell'immane flagello sulla stta gi invisa dei Cristiani. 13
E qui viene il passo famoso (Ann. XV 44" 6-9):
'(6) Igitur primurn correpti qui fatebantur, deincle indicio eorurn multi-
lurlo ingens hauel llroincle in crimine incendii quam odio humani generis con-
vieti "unt. (7) Et pereuntibus addita ludibria, Ht ferarum tergis contecLi laniatu
canum in teriren t, aut crucibus adfixi, aut flammandi alque. ubi defecisset die~,
in usurn nocturni luminis urerenluL (8) Hortos suos ei spectaculo ~ero obtn-
lerat et circeme ludicrum erlebal, habilu aurigae permixtus plebi ve] curriculn
insistens. (9) Uncle quamquall1 arl"versus sontis et novissima exempla meriLoR
miseratio oriebaIUl", tamquam non utilitate publica, sed in saevitiam unitls
absumerentur' .
13 E. KOESTERMA:W (in HisLoria l), 16, 1967, pp. 4,~6"1(9) e~pone una
sua complicata ipotesi secondo la quale i Christiani (o, meglio, Chrestiani) di
cui parla Tacito, come perseguitati da l\'erone d'opo l'incendio di Roma, eiano
da considerarsi nOn gi veri Cristiani, ma soltanto Giudei. Essi avrebbero ~p
parlenuto a quel gruppo di Giudei che durante il regno' di Claudio erano
stati cacciati da Roma per certi gravi disordini cui avevanD dato luogo 'im-
pulsore Chresto' (Suetonius, Claud., 25, 4). Questo ChresDus (cosI ritiene di
poter affermare il Koestermann) non sarebbe il Cristo, bemi un altro Ebreo, a
noi del tutto ignoto, che aveva il nome greco di XVnn~, Quanto poi a Tacito,
egli avrebbe confuso i seguaci del presunto Xv~cno,; persegu:tati da Nerol1e
coi veri Cristiani seguaci di Cristo. Causa della confusione sarebbero stati i
contaUi di Tacito coi Cristiani quando eg1i era, nel 112 d. CL, g()vel natore
della provincia d'Asia e, forse, la lettura di quel pa:::50 dell'Apocalisse 08,8)
in cui si afferma (post eventum) che Babilonia, cio Roma, sarebbe stata di-
strulta dal fuoco. QUf'sta tesi sembra as~ai poco veri simile. Basta fra l"altro
rilevare che difficilmente un Ebreo maestro e guida dei suoi' connazionali
avrebbe pOrLalO un nome greco. Quanto poi alla osservazione del Koestermann
che oggetto ridIa persecuzione neroniana non sarebbero stati i veri Cristiani per-
ch nessuna fonte letteraria cristiana, fino a Sulpicio Severo (che scrive all'inizio
del V secolo d. C. e che riecheggia Tacito: Sulpicius Seven::s, Chron., 2, 29, 2)
parla di una persecuzione di N erone contro i Cristiani e Lanto meno la melte
in relazione col famoso incendio, opportuno precisare; l) non esatto af-
86 ::VIAUGHERITA GUAR Dt:CC I
per cosi
veram ente pretes o: legge ndo quest e frasi~ di spacc are --
i s
dire - il capello in quatt ro. Nell'u ltimo vente nnio poi gli scritt
d
sono moltiplicati. Dopo un pregevole artico lo pubbl icato da Haral
Fuche, nel 1950,H la biblio grafia venut a crescendo a dismi sura,
SI
lo sul
da raggi unger e un centin aio di numeri,15 Per parte mia, sorvo
6, limita ndom i ad esprim ere l'opin ione che il ~ fateb antur ' signi-
ana, e
fichi, come molti inten dono, profe ssion e apert a di fede cristi
non gi confe ssione di essere colpevoli dell'incendio,16 e che
l'odium
huma ni generis, espressione paral lela al greco [l~C1a;v{}p(TC(a;,
debba
no, con
essere inteso come l'avve rsione che i Cristi ani dimo strava
prati-
la loro auste ra riserv atezza , al mond o in cui vivev ano, e cio
rende re
came nte ai cittad ini dell'I mper oY Non inoltr e difficile comp
che, dimo strand osi nemic i dell'I mper o e quind i di Roma , i
Cristi ani
o, anche
potes sero essere consi derat i presu nti colpe voli dell'in cendi
labbr a.18
se nessu na confe ssione in quest o senso era uscita dalle loro
il
Ma il passo su cui voglio richia mare speci almen te l'atten zione
7, quello che descr ive le orrib ili pene inflitt e ai conda nnati .
19 v. CAPOC Cl, op. cit., pp. M75. Cf. anche A. SALVATORE, Stile e ritmo
sce quella lezion e
m Tacito (Napo li, 1950), p. 187 e nola l (dove si ricono
come del tutto confor me allo stile di Tacito ). ~o CL V. CAPOCCI, op. cit., p. 72,
degli
orrido ludib rium manif esto, aLbia avuto luogo in oc<;asione
nel
spetta coli dati da Neron e negli horti del Vatic ano e anch' esso
na-
circo, come la venat io e le crocifissioni. Del resto, lo stesso Giove
stra di
le, parla ndo di quest a orribi le inven zione di Tigel lino, dimo
pensa re al circo (v. 157: 'med ia ". arena ').21
il
Al passo di Tacit o strett amen te congi unto, come ho detto,
noto passo di san Clemente roman o.
do
La testim onian za di san Clemente molto autore vole. Secon
o,
una notizi a di Tertu lliano , che non c' ragio ne di mette re in dubbi
suc-
egli conob be di perso na gli apost oli Pietro e Paolo e fu terzo
Z8 dovev a
cesso re di Pietro sulla catted ra episco pale di Roma . Egli
iana
quind i conoscere assai bene le vicen de della perse cuzio ne neron
chiuso
e sapev a certam ente come, dove e quand o gli Apostoli avevano
la nobile e trava gliata loro vita tenen a.
Il passo che c'jnte ressa comp reso nella prima Epist ola di Cle-
ra,
mente ai Corinzj}9 Verso la fine del I secolo (a quant o semb
ana di
nel 95), gravi dissen si erano scopp iati nella comu nit cristi
arne,
Corin to. San Clemente, conscio dei mali che potev ano deriv
zI.
cerc di appia nare le contese e a quest o scopo scriss e ai Corin
funes te
mette ndoli in guard ia contr o la gelosia, l'invi dia e la disco rdia,
intera .
passio ni che sono causa di morte nelle famig lie e nella socie t
lid
Per dare magg ior efficacia al suo ammo nimen to, egli lo conva
andch i,
con una serie di esempi. Sette di essi sono desun ti dai tempi
quale
sette dai tempi piu recenti, anZl dalla stessa gener azion e alla
san Clemente appar tenev a.
Nel suo libro dedic ato a san Pietro , Oscar Cullm ann ha molto
ne ha
bene analiz zato il passo di Clemente che a noi intere ssa, e
w Roma
messo in evide nza l'intim a strutt ura. Il pio e dotto vescovo di
eccel.
predi ligeva evide nteme nte il nume ro sette, nume ro sacro per
lenza . I sette, esempi antich i sono desun ti dall' Antic o Testa
mento :
li;
1) Caino e Abele; 2) Esa e Giacobbe; 3) Giuseppe e i suoi fratel
iano;
4) Mos e il Giude o che gli rimpr overa di avere ucciso l'Egiz
27 dubbio se in questo terzo suppli zio del fuoco SI possa rlcono scere
(cosi, per esemp io,
un'allu sione alla colpa dell'in cendio imput ata ai Cristia ni
-28 Tertul1 ianus, Adv. haer., 3, l
B. DOER, in ( Altert um D, 2, 1956, p. 27).
2S V. sopra, nota 11. 30 0, CULLMAN:'\, Petrus funger -
(PL, 2, 349 B).
3.
Aposte l . Martyr er (20. ed'., Ziirich Stuttg art, 1960), pp. 10112
90 MARGHERITA GUARDUCCI
soltan to
di Tacit o, alla perse cuzio ne neron iana. Ci confe rmato non
tudo
dalla rispo ndenz a letter ale de11w 1CfJ%O di Clem ente al multi
di
ingens di Tacit o, ma anche dallo strett o legam e fra l'acce nno
di l:ui
Clem ente alle marti ri perite come Dana idi e Dirci e i ludib ria
ano. Le
parla Tacit o a propo sito degli spetta coli svolti si in Vatic
quegl i
Dana idi e le Dirci sono infatt i da inten dersi come esemp i di
mo
orren di suppl izi in forma di quad ri' mitol ogici, dei quali abbia
32
notizi a da varie fonti di et imper iale.
Alcun i studio si hanno cerca to d'inf rmare la relazi one fra i passi
e sulle
di Clem ente e di Tacit o sollev ando i loro dubbi sulle Dana idi
ati
Dirci . I ' quad ri' mitol ogici - si osser va - non vengo no ricord
ile
da Tacit o; e, anche presc inden do da quest o silenzio, com' possib
spetto
imma ginar e un suppb zio in cui donne cristi ane comp aiano nell'a
alle
di Dana idi? Se si arriv a a comp rende re le Dirci - donne legate
ne e
corna di un toro furios o, secon do la puniz ione inflitt a da Anfo
facile
Zeto a Dirce , la crude le regin a di T ebe - non altret tanto
che un
comp rende re le Dana idi. Com' infatt i possib ile amme ttere
Dana idi
suppl izio cruen to sia stato ispira to dalla scena incru enta delle
i loro
che, nel regno di Ade, sono conda nnate a versa re in eterno
secch i d'acq ua dentr o botti sfond ate?
na
Nessu na perso na ragio nevol e pu certam ente negar e che l'eter
consi-
ed inutil e fatica delle Dana idi si presta assai male ad essere
cri-
de rata come il motiv o ispira tore di un suppl izio per le donne
impo rta
stiane . Ma la difficolt pu essere facilm ente super ata. Non
nti del
ricorr ere, come alcun i hanno fatto, a perico losi emen dame
testo di san Clemente, per cui le nxvedoE xal ll[px.x~ sono
diven ute
l-Lv03E O['X.o:.~'J:~ VEo:.V[Os 1Cad3lcrxo:.l.'i3 E nemm eno consi glia-
(l
mitic he
bile pensa re ad un confr onto delle donne cristi ane con <;
ente
eroin e' quali le Dana idi e le Dirci , amme ttendo che san Clem
pena
abbia voluto mette re in evide nza non tanto la somig lianza della
che per
quant o la grand ezza de} dolor i. . infatt i assai facile obiett are
34
, 16,
8~ Basti ricord are alcuni epigrammi di :.Ylarziale (Marti alis, Epigr.,
1928, pp. -29-61).
}6 b, 21 ecc.; cf. O. WEI:'\"REICH, Studie n zu Martial, Stuttg art,
V. anche TertuUianu:s, Apal. 15,4-5. 33 Per le qJ,vi-?';;: ctx>%W t, cf. IVI. HAUPT,
es 'i'tc<:ta~aXo;tJ A. DAIN, in
in (( Herme s l), 3, 1869, p. 145 5.; per le YSo;v(
Rech. Sco rel Il, 19511952, pp. 3,33
55. (non ho potuto vedere questo scritto).
8,1, QUCR\-a I-CRi, propOR La da L. Vi\~ Lm:vwr, in Hande
lingen van het, veertie nde
92 MARG HERIT A GL""ARDUCCI
43 Fra gli altri studiosi che sOEtengono questa tet<i Eono da ricordare;
O. MARCCCHI, in (( ~uovo Bull. d'i Archeol. Cristo l), 11, 1905 p. 137; A. PRO-
FUMO, Le fonti ed i tempi dell'incendio neroniano (Roma, 1905\ pp. 301"327;
B. NOGARA, in (( Roma l), 1943, p. 96 s.; E. K1RSCHBA.u:.vr, Die Griiber der Apostel
fiirsten (FrankIurt a ..M., 1957), p. 120 s. Io stessa (Le reliquie di Pietro ct.,
p. 50, e Le reliquie di Pietro ecc.: una messa a pu.nto cit., p . .29 e nota 38)
ho accettato la data :leI 65, che ora, approfondito lo sturlio delrargomento. sono
costretLa a rebpingere. 14 1L CAGIAl\'O DE. AZEVEDO (in {( Aevllm)), 29, 1955.
p. 575) legge inesattamente il testo di Tacito (Ann. 15. 39, 2), affermando
che Nerone avrebbe accolto nei suoi horti del Vaticano la plebs inops del
Campo Marzio. 1\'0: e in Campo Marzio e negli horti del Vaticano furono
accolti i 'sinistrati' provenienti da ogni parte di Roma. :\"el medesimo arti-
colo (sia delto per inciden.s) il Cagiano eEprime la ipotesi che gli atlenda
menti dei profughi si siano trovati nella parte collinosa degli horti, cio vicino
al circo, che le prime povere tombe della zona abbiano appartenuto appunto
a quel villaggio di fortuna, e che le medesime tombe abbiano poi dato ori.
gine - nel II e nel III secolo - alla cospicua e notissima necropoli vaticana,
colmata di terra all'epoca di Costantino per creare il piano su cui doveva
sorgere la prima basilica in onore di san Pietro. Tale ipotesi del Cagiano
lascia un po' perp1essi. Tn primo luogo, nessuna {unte ci parla di codesto vil-
MARGHERITA GUARDUCCI
laggio di fortuna, che, secondo il Cagiano, avrebbe dovuto esistere almeno l,er
alcuni anni. In secondo luogo, il materiale funerario del I secolo effettivamente
ritrovato in quella zona (cf. il mio articolo citato alla nota 41) ci d:ce che alcune
delle tombe dovevano essere tuu'a1tro che povere. La presenza di tombe d'el I 'Ce-
colo, ricche e povere, nella zona della futura Basilica dipende, molto pi-li semplice-
mente c secondo un uso largamente attestato nella Roma antica, dalla pre-
senza di una strada, quella che fiancheggiava il circo e che partiva non dal
ponte Elio, come ritiene il Cagiano (op. cit., p. 575, nota Il, bensf dal ponte
~eroniano (presso l'Otlierno ponte Vittorio Emanuele). Da quelle tombe del
I secolo (una nelle lombe povere era appunto la tomba di Pietro) si sviluppo
una rego1are necropoli quando il circo, all'inizio del II secolo e forse ancora
alla fine del 1, fu andalo in disuso. 4" Per il piano deUa Nova Urbs nero-
niana, cf. A. BALLA:"iD, in Ml. d'arch. et dhiRt. ", 77, 1965, pp. 349-393.
46 Tacitus, Ann. 16, 22, l; v. anche Suetonius, Nero 20, l. Cf. A. PRO-
FUMO, op. cit., p. 306.
LA DATA DEL 1.IARTIRIO DI SAN PIETRO 97
perseCUZIOne almen o nella sua fase piu dram matic a: con i suoi
abbia
spettacoli di venationes, crocifissioni, 'qua dri' mitologici -
Neron e
avuto luogo in un tempo assai pross imo all'in cendi o, quand o
del
sentiv a impel lente la neces sit di scaric are su qualc uno l'odio
rapid a-
popol o a suo rigua rdo. ~la si pu, ad abuda ntiam , perco rrere
8 lu-
mente la storia del regno di Neron e dall'incendio di Roma (19-2
ader
glio 64) alla morte del tirann o (9 giugn o 68), e ci si persu
perse-
sbito che sareb be estrem amen te arduo colloc are una viole nta
cuzio ne antic ristia na dopo il 64.
Entra ndo nel 65, bisog na natur almen te esclu dere - per gli
ili feste
spetta coli - i mesi inver nali, in cui non sono imma g:inah
'anno
quali quelle che Tacit o descr ive. Prim a del 19 aprile di quest
im-
si scopr i la trama della congi ura di Pison e, nella quale erano
Burro .
plicat i i piti insign i cittad ini roma ni, fra i quali Senec a e
contr o
Neron e, terror izzato , s'imp egn allora in una feroc issim a lotta
quello
lo stato roma no, e certo ebbe nella testa altri pensi eri che non
tutto il
dei Cristi ani e degli spetta coli negli horti del Vatic ano. Per
semp re
65 si susse guiro no conda nne e confische, e venne ro escog itati
. In
nuovi esped ienti per scopr ire i congi urati rimas ti nell'o mbra
di cada-
autun no si aggiu nse il flagello di un'ep idemi a che ingom br
con-
veri le vie di Roma.4-9 Si giung e al 66, ma le repre ssion i della
giura non cessa no. Neron e prend e ora di mira speci almen te il
senat o,
a Peto,
in cui emerg ono per autor it e sagge zza Barea Soran o e Trase
cospi ra-
e molti plica le co.lldanne ed accre sce il terror e. Viene poi la
reazio ni
zione di Annio Vinic iano a Benev ento, segui ta dalle rispet tive
nto di
funes te. Final mente , nell'e state del 66, sopra ggiun ge un mome
orien tali
calma . I brilla nti succe ssi del gener ale Corbu lone ai confi ni
i Ro-
delrlm pero aveva no reso possi bile un accor do fra i Parti ed
Tirid ate
mani . Verso la fine del 65 fu deciso il viagg io a Roma di
nte dalle
fratel lo del re dei Parti, il quale dovev a riceve re solen neme
ana
mani di Neron e la coron a d'Arm enia. La lunga e fastos a carov
che
gmns e nelrU rbe dopo avere comp iuto un viagg io di nove mesi,
(Taci-
49 Per questa pestilenza, di cui parlan o Tacito , Svetonio ed Orosio
pago 7, 7, 11:
tus, Ann. 16, 13_ 1 S.; Sueton ius, lVero 39, 1; Orosius, Adv.
per la persecu-
Orosio GUIl~idera quc:o;la pestilenza come una punizi one divina
li Pietro e Paolo
zione di Neron e conlro i Cristia ni in genera le e gli aposto
in partico lare), ct. A. PROFU MO, op. cit.. pp. 314-3]8.
LA DATA DEL ~I'1ARTIRIO DI SAN PIETRO 99
il cui te:'ito ci stato conservato da una celebre iscrizione della Beozia (lG
va 2713 = W. DITTt:l\'BERGER, Syl1.3 814) il 28 novembre del 66 (non del 67):
cl. le giuste osservazioni di J. VOGT, Die alexandrini_schen lvliinzen (Stuttgart,
1924), T, p. 34 s.; cf. anche A. MQMIGLIA~O, op. cit., !l. 73:), nota 2.
100 MARG HERIT A GUAR DUCC I
esclu sa
Greci a (fine di settem bre del 66 - inizio del 68) deve essere
-
per motivi di buon senso: ed anche perch risult a - da Tacito
anzi
che Nero ne era prese nte agli spetta coli del Vatle ano, ai quali
52 del 67,
egli stesso dette il suo contr ibuto corre ndo nel circo. La data
Chies a,
prefe rita da san Girol amo e tradiz ional ment e adott ata dalla
al
dunq ue storic amen te insos tenibi le. Il perio do del 68 successivo
ritorn o di Nero ne anch~esso esclu~o per ovvie ragio ni. Non
infatt i
Greci a,
pensa bile che dapp rima la cura di esalta re i trionf i otten uti in
evano
poi le preoc cupaz ioni per le semp re piu gravi notiz ie che giung
tempo e
dalla Spag na e dalla Gallia abbia no lascia to a Nero ne il
nza
la voglia di occuparsi dei Cristiani. Il 65 e il 66 fino alla parte
atti,
di Nero ne per la Greci a appai ono essi pure quant o mai disad
tempo .
se appen a si pensa agli avven iment i che si svolse ro in quel
'n nella
La perse cuzio ne contr o i Crist iani non s'inqu adra affatt o
occup are
furen te repre ssion e della congi ura pison iana, che dovev a
Tirid ate
tutti i pensi eri dell'i mper atore , n nel perio do lieto in cui
soggi orn in Italia .
,
D'alt ra parte non possi bile risali re, per il marti rio di Pietro
due
a prima del 64. Mart a Sordi , che lo ammette,53 si basa sulle
va anche
segue nti consi deraz ioni: l) la perse cuzio ne antic ristia na esiste
separ a-
prima dell'i ncend io del 64, tanto vero che Sveto nio ricord a
dell'in -
tamen te le pene inflitt e ai Crist iani da ~erone e le vicen de
ricor-
cendio;54 2) nel testo di san Clem ente, Pietro e Paolo vengo no
i su-
dati prima dei marti ri del 64, e ci semb rereb be indic are ch'ess
55
bisser o il marti rio prima di essi_
facile rispo ndere .
L'arg omen to relati vo al testo di Sveto nio non ha grand e peso_
e le
Bisog na infatt i pensa re alla nota abitu dine di Sveto nio d'inca sellar
e e le
vicen de di un impe ratore in due categ orie; le azion i buon
e fra
azion i cattiv e. Da quest o criter io appun to dipen de la separ azion
nio,
le pene inflitt e ai Cristi ani e le vicen de dell'in cendi o. Per Sveto
e quell a
che dispre zzava 1 Cristi ani, l'aver e Nero ne messo a dover
lo dei
stta peric olosa eIa cosa buona , da reg-istrarsi quind i nel capito
attri-
merit i e delle provvidenze_ L'inc endio di Roma , che Sveto nio
:,~ Tacitll", Ann. LJ. -\4, 8. ;;3 :1-1. SORDI, Il Cristiane5imo e Roma (Bo-
buiva all'insana fantasia del sovrano, era invece una cosa pessima,
che rientrava perci nel capitolo dei demeriti. 56 Nessuno pu certa-
mente negare che i Cristiani fossero in visi a Roma anche prima
del 64 (le stesse parole di Tacito sono eloquenti a questo proposito').
ed anche possibile che qualche condanna isolata abbia avuto luogo.
Ma la vera e propria persecuzione scoppi nel 64 e, comunque, non
ci si pu appellare al testo di Svetonio per riportarne l'inizio a tempi
anteriori.
Quanto poi all'essere Pietro e Paolo separati dai martiri del 64
nel testo di san Clemente, ho gi rilevato che questa separazione
puramente fittizia, in quanto san nemente vuole raggiungere con
la sua enumerazIone il fatidico numero di sette. V' anzi, come ho
gi spiegato, nel testo di san Clemente un indizio atto a confermare
che gli Apostoli morirono nella medesima persecuzione che cost la
vita ai martiri del 64: il verbo Q'lJv1)&pola&1), al quale non sarebbe
giusto disconoscere qui l'usuale valore di contemporaneit.
Del resto (non sar inutile insistere ancora su questo punto),
l'associazione ai martiri del 64 convalidata, per' Pietro, dal genere
di martirio ch'egli soffri - la crocifissione - e dall'essere la sua
sepoltura strettamente legata al Vaticano. 57
Non v' dunque alcuna ragione per negare che Pietro abbia
subito il martirio durante gli orrendi spettacoli svoltisi in Vaticano
e che questi abbiano avuto luogo, come afferma Tacito, nel 64..
A parte la grande autorevolezza di Tacito, si visto anzi che, PW:.-
sando in rassegna la storia del regno di ~erone dopo il 64, non
si riesce ad inquadrare ragionevolmente in alcun punto di essa quel
funesto episodio.
Ma la data del 64 confermata da altri due argomenti. Di uno
parler subito, dell' altro fra poco.
Il primo si ottiene cercando di rispondere alla domanda: perch
gli spettacoli ebbero luogo proprio in Vaticano?
Dal passo di Tacito risulta che di questi spettacoli fecero parte,
fra l'altro, un'orrenda venatio (i Cristiani coperti di pelli ferine e
GO Tacitus, Ann. 15, 53, L Per un'allra menzione del Circo Massimo jn
efficienza nel 66, cf. Cassins Dio, 63, 1, 1. 51 La celebrazione degli spetta-
coli nel circo del Vaticano riusciva comodo a coloro che dopo l'inccndio CTano
stati sistemati sotto tetti di f{}ttuna negli horti di ?'lerone (cf. Tacitus, Ann. ]5,
39, 3). Ma, come ho detto, la scelta d'el circo del Vaticano fn determinata
riaI semplice e perentorio motivo che nessun altro circo era in quel momento
disponibile a Roma. Gli spettacoli, del resto, intereRsavano non i soli profughi
stanziati negli horti del Vaticano ma anche quelli che avevano trovato acco-
glienza sotto le tende del Campo :\'Iarzio e quelli di tutte le altre zone di
Roma scampate all'incendio. Se - ripeto - il Circo NIassimo fosse stato dispo-
104 MARGHERITA GVARDUCCI
distrusse buona parte della flotta presso il capo Miseno. 62 Ora, secondo
l'autorevole parere del pIaf. Cristofaro Mennella, direttore dell'Osser-
\'atorio geofisico dell'isola d'Ischia, sembra che (cito le sue parole)
, un fortunale veramente eccezionale nei pressi del capo Miseno
0.0
vada individuato tra quelli del Sud - Sud-Ovest, nel mese di no-
vembre '.63
Torna quindi benissimo che gli spettacoli offerti da Nerone in
Vatieano cadano nel mese di oUobre. Se poi si pensa che nella
seconda met di ottobre le giornate cominciano ad .essere un po'
troppo brevi e il tempo spesso si guasta, il periodo piu probabile ci
appare la prima met di ottobre, quando le giornate sono ancora
abbastanza lunghe e spesso conservano - a Roma - tutto il te-
pore dell'estate.6-t
Ed ora vengo al secondo argomento che dianzi dicevo atto a
confermare per la morte di Pietro la data del 64. , questo, un
argomento finora trascurato, che invece ha un grandissimo peso.
Esso infatti non soltanto conferma la data del 64 ma ci riporta
altresl al medesimo periodo dell'anno (prima met di ottobre) che
or ora ho dichiarato essere - per altre considerazioni - il piti
probabile; e per di piti ci suggerisce a quale giorno preciso si possa
ragionevolmente attribuire il martirio dell' Apostolo.
In una delle pagine precedenti ho affermato, come si ricorder,
che una delle prime testimonianze del martirio di Pietro sotto Nerone
si trova nell'Ascensione di Isaia, uno scritto < profetico' composto
(cosi si ritiene) in Oriente tra la fine del I e l'inizio del II secolo
nibile logico che gli spettacoli si sarebbero svolti li. 62 V. sopra, p. 95.
non
La stran a indic azion e conse rvatac i dall'Ascensione di Isaia
o ad
era passa ta fin qui del tutto inosservata. Gi nel 1819, pubbl icand
Richa rd
Oxfo rd la prima edizio ne del testo etiopi co della Ascen sione ,
7 mesi
Laure nce aveva amme sso che la fine del perio do di 3 anni,
63 per
e 27 giorn i fosse da inten dersi come la morte di Nerone. Egli
-~ con
aveva mal calco lato il princ ipio di quel perio do, stabil endol o
Molto
un ragio name nto assai discu tibile - al 30 ottob re del 64.
rere il
pili recen temen te invec e Ethel bert Stauf fer aveva fatto decor
be
funesto perio do dall'agosto del 64, mese in cui, a suo giudizio, avreb
avreb be
avuto inizio la perse cuzio ne neron iana. La fine del perio do
69
del 68);
dovut o essere anche per lui la morte di Nero ne (9 giugn o
giorn i
ma poich , parte ndo dall'a gosto del 64, i 3 anni, 7 mesi e 27
autor iz-
porta vano all'ap rile (non al giugn o) del 68, egli si sentiv a
morte
zato a ritene re che la profe zia, realm ente avven uta prima della
Neron e
di Neron e, fosse stata adatt ata post event um alla figura di
a dopo
rediv ivo, secon do una crede nza che larga mente si era diffus
Stauf fer
la morte del famig erato imper atore . IO Anch e l'ipot esi dello
di una
lascia perpl essi per la difficolt di amme ttere sia la strane zza
verac e profe zia adatt ata in sgui to alla figura di ~erone rediv
ivo sia
e nnizi o
la manc anza del neces sario interv allo tra la fine dell'in cendi o
nce
della persecuzione_ Bisog na tuttav ia const atare che tanto il Laure
i a
quant o lo Stauf fer, pur erran do nei loro calcoli, erano incEn
ione dei
confe rire un certo valor e di concr etezza storic a all'in dicaz
3 anni, 7 mesi e 27 giorn i.
Ho detto che nel 13 ottob re del 64 si pu con ogni proba bilit
ravvi sare la data del marti rio di Pietro .
ire
Contr o quest a concl usion e, la cui impo rtanz a non pu sfugg
ad alcun o, si potre bbe sollev are una difficolt. Nell'Ascensione
di Isaia,
ner 3
poco dopo il passo in cui si legge che Belia r-Ner one domi
anni, 7 mesi e 27 giorn i, si sgui ta a legge re (IV 14); Il
arme s cles
'Et aprs 1332 jOl1r;; le Seigne ur avec ses anges et avcc les
saint,,~ viendr a du septim e ciel, avec l'clat citI
septim e ciel, et il entrai nera
clans la Ghenne Bliar et ses armes '.
Ascen sio Isaiae Valis (Oxoniae, 1819), p. 157 S.
68 R. LAlJHE :\CI-;,
81, 1956, p. 148, nota 'lO.
fi9 E. STAVF FER. in (( Theo1. Litera turzeit ung l),
lsaiah (Lond on. 1900), pp. li-b:xi i;
iO Cf. R. H. CHARL ES, The Ascen sion 01
7l E. TrssER A:"<T, op. cit.,
M. ERBET TA, Op. cito (aaa nota lO), pp. 427-429.
p. 122 s.
107
LA DATA DEL MART IRIO DI SAN PlETH O
mente in ' 13.32 giorni', forse per dimostrare che la durata di quel~
l'epoca di sventura s'avvicina in modo impressionante alla durata
dell'epoca dolorosa descritta a suo tempo da Daniele.
Ma la concretezza storica della data che si raggiunge calcolando
a ritroso i 3 anni, 7 mesi e 27 giorni rispetto alla morte di Nerone
confermata da un altro impressionante e, a mio parere, decisivo
argomento.
Il 13 ottobre non era, ai tempi di Nerone, un qualsiasi giorno
dell'anno: era., per l'appunto, l'anniversario della sua ascesa al trono,
il suo dies imperii.
Il dies imperii fu una ricorrenza importante nel calendario uffi~
ciale dei Romani durante l'Impero. Varie fonti ci attestano che nel
II, nel III e nel IV secolo esso veniva celebrato piu o meno clamoro
samente con sacrifici, feste, gare, elargizioni da parte dell'imperatore.
Per il I secolo abbiamo notizie piu scarse, le quali per bastano
per farci ammettere che quel giorno non passasse inosservato. 76
Per Claudio, ad esempio, sappiamo da Cassio Dione che in quel
giorno l'imperatore era solito gratificare i pretoriani con un suo
donativo di 25 denarii e che alcuni dei pretori prendevano sponta-
neamente l'iniziativa di onorare il sovrano. n Non v'era alcun obbligo
ufficiale, e ci sembra a Diane una prova di liberalit e di modestia
da parte di Claudio. 73 Ma per Nerone, amante delle manifestazioni
il piu possibile clamorose, molto probabile che il dies imperii abbia
avuto un risalto assai maggiore. Secondo un'integrazione molto
attendibile di un frammento degli Atti dei Fratelli Arvali, sembra
che il 13 ottobre del 66, essendo Nerone gi partito per la Grecia.
gli Arvali ricordassero in Campidoglio l'imperium del sovrano con
un solenne sacrificio a Giove, a Giunone, a Minerva e a Felicitas. 79
Dell'importanza di questo giorno abbiamo poi indiretta conferma da
un'epigrafe greca d'Egitto databile al 59 d.C., dalla quale risulta
che il giorno 13 (di tutti i mesi) veniva considerato come una f;p.pa.
aspa.a-c~ (=dies augnstus).HO
I 1127. Cf. W. F. SNYDER, in ( Aegyptus )), 18, 1938, p. ~22 (anche in vaL 44,
LA DATA DEL MARTIRIO DI SAN PIETRO 109
abbia inizio la sua rovina '.84- Inoltre, se, come tutto induce a credere,
il martirio di Pietro coincise - nel giorno 13 ottobre del 64 - col
dies imperii di Nerone (per essere piu precisi, col suo decimo dies
imperii), facile comprendere che dopo la tragica morte dell'impera-
tore (9 giugno del 63) tanto piu agevole sia stato formulare Pindica.
zione cronologica che leggiamo nell'Ascensione di Isaia: dal 13
ottobre 64 al 13 ottobre 67 (~3 anni), dal 13 ottobre 67 al 13 mag-
gio 68 (~7 mesi), dal 13 maggio 68 al 9 giugno 68 (~27 giorni),"
Se il mio ragionamento giusto, se ne dovrebbe dedurre che
scritti quali l'Ascensione di Isaia e l'Apocalisse di ,Pietro, cOSI bene
informati circa gli avvenimenti di Roma e il martirio di Pietro,
debbano essere attribuiti ad un' et di non molto posteriore agli
eventi del 64 (forse non posteriore all'SO circa), e probabilmente allo
stesso ambiente giudeo-cristiano di Roma. E se anche non si voglia
giungere a tanto, sar per necessario ammettere che le eventuali
fonti di quegli scritti appartengano a quell'et e a quell'ambiente.
Concludendo, mi sembra che i vari argomenti da me addotti
siano troppo strettamente collegati l'uno all'altro e troppo coeren-
V. sopra, p. 83.
&.I, 85 Per ottenere i 27 glorm bisogna partire dal
14 maggio (se si calcola il maggio di 31 giornj), oppure contare e il giorno
di partenza 03 maggio) e il giorno di arrivo (9 giugno) (se si calcola anche
il maggio di 30 giorni),
LA DATA DEL VIARTIRIO DI SAN PIETRO III
APPENDICI
L IL 'TROFEO' DI GAIO.
SS Penl'uLosi Lcn JJreslo il ricordo della vera daLa del marllriO di Pietro,
la data del 29 giugno venne ad essere inesattamente considerata come quella
della depositio. l'\e fa fede L1na lapide rinvenuta nel cimitero dei santi Pietro
colo: *
e ..'.1:arcellino sulla via Labicana e databile non prima della met del IV se
j III f(al(endas) Iul(ias) depjos(iti)o donni [ Petri: R. KA"'ZLER,
in (( ~uovo Bull. di Archeol. Cristo l), 20, 1914, p. 76; O. MARUCCHI, Le cata-
combe romane (opera postuma a cura di E. losi, Roma, 1933), p. 332; vedi
la fotografia della lapide in EnGcl. Cattoi., s.v. Pie~ro Apostolo, tav. B.
LA DATA DEL MARTIRIO DI SAN PIETRO ]]3
~3
Liber Ponlificalis, 38, 16 (L. DcrcHEs:\~, Le Liber Pontificalis, l, Pari s,
1886, p. li,(i; cf. 194. 93 Per le colonne vitinee, cf. ]. B. WARD PERKli\S, in
"Jomn. Rom. SLlld. l), -12, 1952, pp. 21-33, tavv. 1-7; F. CASTAG"lOLI, in (( Riv.
Arch. Cristo i). 29. \9.")3, pp. 98-10l. 04 J. WILI'.E.IH, iLi., 13, 1936, pp. 27-41.
LA DATA DEL l'dAHTIHJO DI S:\~ l'[I~T!{() I l,l
!narl.1'rllln), in /Vlon. GemI. Irisl., Scripl. rer . .'Hcrol'., T. Il. :l.().l = flalr. 1,(11 ..
71. 728 B - 729 A. ~7 Una frase non dissimile ,;i legge nel Liber Ponl,ifimlis
<-l proposi Lo della sislt:lllazione delle n~liqllie di san Potolo (-1,:), 21. L. Dj"(;lll':~\E_
IIp. cil., ]l. 178: 'Eodem lctllpore [ecil Allgll;;lll~ Con.-.;lanlinuC' basilicBlll healo
Paulo apostolo ex f'uggestionC' Si!ve:tri episcopi, l:uiuti corpus ita recondit in
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