ANNO XXII NUMERO 243 - PAG I
LA BOMBA FRANCESE
Una conquista senza sangue n esplosioni. Perch unislamizzazione strisciante porta alla resa
multiculturale. Intervista allautore di Partition, libro-choc sulla divisione della Rpublique
di Giulio Meotti
C ome stato possibile non coglie-
re loccasione di torcere il collo
allislam fondamentalista dopo gli
attacchi che hanno sconvolto la
Francia dal 2012, da Mohamed Me-
rah a Nizza? La risposta semplice:
perch gi troppo tardi. Nel 1939,
non volevano morire per Danzica.
Nel 2017, non vogliamo morire per
recuperare La Courneuve!.
Si apre cos, quasi con una dichia-
razione di resa, il nuovo libro-choc di
Alexandre Mendel, quarantenne
giornalista investigativo, uno dei pri-
mi a raccontare i giovani partiti per
combattere in Siria nel libro La
France Djihadiste, che ha appena
pubblicato Partition. Chronique de
la scession islamiste en France e
che a colloquio col Foglio lo raccon-
ta in esclusiva (il settimanale Va-
leurs Actuelles gli ha dedicato gran
parte del suo ultimo numero e la co-
pertina). Il nuovo libro di Mendel il
pi maestoso e dettagliato affresco
della vera secessione, non quella
sghemba dei catalani di Spagna, ma
quella reale degli islamisti di Fran-
cia. Il merito di Mendel mettere la
carne alle ossa di quel fantasma agi-
tato da due anni ormai da politici e
E una forma di secessione. In
trentanni, piccole Kaliningrad
dellislamismo sono nate un po in
tutta la Francia
giornali: lislamizzazione.
Gli islamisti gridano vittoria, noi
diciamo pace, dice Alexandre
Mendel. Le enclave da cui gli isla-
misti combattono, armati di kala-
shnikov o ubriachi della predicazio-
ne, non sono recuperabili. Esisteva-
no prima degli attacchi, prima dellI-
sis; esisteranno in seguito. Sono
persi. Qualcuno ha mai rischiato la
propria vita per organizzare il ritor-
no alla Repubblica di citt come
Bondy, Trappes o Lunel? E la pace
fulminea che una Francia impone a
unaltra Francia. E stata costituita
una Francia parallela che, gradual-
mente, si distingue con il suo sistema
valori, moralit, abitudini, odio di s,
piccoli soldati.
Le concessioni francesi allislam
non sono nuove. Il desiderio di pace
sociale, il patrocinio politico, lemer-
gere di unideologia multiculturali-
sta negli anni Ottanta, ha creato in
Francia questo disastro. Questa par-
tizione, per prendere in prestito la
parola usata da Franois Hollande,
non pi fittizia. Due popoli vivono
fianco a fianco. E uno di loro ha di-
chiarato guerra allaltro, a colui che
lo osserva passivamente. Si sposano
solo religiosamente, dividono le don-
ne, nelle imprese lislamizzazione
vissuta senza problemi e i sindacati
chiudono gli occhi. Apostati e ipocri-
ti sono ancora pi invisibili dei non
credenti. Si va porta a porta per ga-
rantire che il Ramadan sia rispetta-
to. Le persone che non lo fanno ven-
gono picchiate. Uno si converte. Lal-
tro si sottomette. Talvolta parliamo
timidamente di ghetto o apartheid
sociale. Si tratta di secessione.
In trentanni, piccole Kaliningrad
dellislamismo sono nate un po in
tutta la Francia. I pompieri che si
avventurano sono accompagnati dal-
la polizia. I giornalisti ancora audaci
che ci mettono piede fanno sensa-
zionalismo. Qualsiasi politica che ri-
fiuta di cedere viene automatica-
mente chiamata fascista. La nascita
di associazioni di identit musulma-
na e la nascita di strutture per la lot-
ta contro lislamofobia ci ha trasfor-
mati in complici dei Fratelli musul-
mani. E stato detto nel XX secolo
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Proliferano in Francia le librerie islamiche, dove si acquistano libri che incitano alla guerra contro gli infedeli, racconta Alexandre Mendel, autore di Par tition
che il terrorismo larma dei poveri.
Nel XXI secolo, la vittimizzazione
il kalashnikov ideologico dei poveri.
Dopo gli attentati a Parigi del 13 no-
vembre 2015 v stata una successio-
ne di micro-sconfitte senza battaglie
che annunciavano il crollo generale:
la scuola, il velo, la laicit, lintegra-
zione, la morale. Dal gennaio 2015,
dai giorni del massacro di Charlie
Hebdo, il conflitto stato sepolto sot-
to il lancio di palloncini, sotto i di-
scorsi lenitivi, i concerti, gli incontri
interconfessionali. Dopo tutto, la
I caff dove non si vende alcol, i
parrucchieri che rifiutano la
mescolanza dei sessi e le panetterie
che non usano gelatina col maiale
gente che piange pi gestibile della
gente che per strada chiede giustizia.
A ogni tragedia, la Torre Eiffel si
spegne. I morti vengono sepolti due
volte, una volta a terra, unaltra sotto
i buoni sentimenti. Tutto per distrar-
re la gente dalle domande che pote-
vano fare.
E quelle riguardano il territorio
perduto della Repubblica francese,
la secessione quotidiana. Al Blanc-
Mesnil di Seine-Saint-Denis, il bar
vicino alla moschea salafita, ha ri-
nunciato a organizzare il festival del-
la musica, ritenuto troppo impuro
SABATO 14 E DOMENICA 15 OTTOBRE 2017
dai vicini, spiega Mendel. Prolife-
rano i caff etnici, dove non si ven-
de alcol. A Trappes, nei pressi del
mercato, i parrucchieri rifiutano la
mescolanza dei sessi. Nei quartieri
settentrionali a Marsiglia, come a
Roubaix, le donne non hanno biso-
gno di essere represse: sanno bene
di non essere benvenute. A Sevran,
interi territori sono strappati alle
forze repubblicane. A Montpellier,
un bar, dietro la stazione, riceve set-
timanalmente la visita di un salafita
che si assicura che non serva alcol
ai fratelli. Il loro campo da gioco
sono le zone miste dove un pubblico
di origine maghrebina mescolato ai
francesi. Questa una vera conqui-
sta dello spazio, una fonte dellintel-
ligence ci ha detto. Non esiste pi
alcuna questione di moralit nei
quartieri dove non c pi alcuna
mescolanza dei sessi: la terra gi
stata conquistata. Si fa scivolare la
linea di partizione a tutti i soggetti
inclusi dallislam della visibilit: ha-
lal, abiti, preghiera, carit. Tutto per
ricordare alle popolazioni miste che
comportarsi alla occidentale pec-
cato; tutto per impressionare il mu-
sulmano medio.
Mendel la chiama sharia morbi-
da. Si tratta di piccoli compromes-
si, tutti i giorni, quasi invisibili ai
non iniziati, ma pieni di significato
se analizzati caso per caso. Ci sono
state cos tante battute darresto pri-
ma di una protesta che lislam non ha
nemmeno bisogno di alzare la voce
per far avanzare le sue pedine nella
terra della laicit. A Marsiglia, nel
quartiere di Porte dAix, una pizze-
ria non vende alcol.
Nasser, 38 anni di Trappes, uno
di loro. E lontano dalle caricature
del barbuto travestito in Afghani-
stan. In jeans e camicia, questo ven-
ditore di auto usate continua a dif-
fondere la parola ai co-religiosi nel
suo quartiere. Io dico ai fratelli di
comportarsi in accordo con il Cora-
no, raccomando di non frequentare i
giochi dazzardo, voglio condurli al
cammino della verit. Piccole le-
zioni morali che funzionano bene in
un pubblico ancora refrattario al
modo di vivere dei salafiti, ma che
consentono di apparire salafo-com-
patibili, senza passare alla pura
sharia.
Il commercio si adegua e fa affari.
Burger King ha quaranta dei suoi
fast food in Francia 100 per cento
halal, continua Mendel. Il peso
della comunit musulmana, i suoi
gusti, il suo rifiuto della macellazio-
ne tradizionale, hanno creato un seg-
mento di mercato sempre pi forte.
Niente maiale e alcol, questa la re-
gola nelle periferie delle grandi cit-
t. Nelle panetterie ci si premura
che nessuna gelatina utilizzi il maia-
le, come ad Aix-les-Bains. I parruc-
chieri si adeguano alla sharia. A
Trappes ci sono saloni esclusiva-
mente femminili. Si parla della fami-
glia, della moschea, e non dimentica-
no di dare il loro aiuto al Soccorso
Islamico. Si rifiuta la rimozione del-
le sopracciglia, un vizio occidentale.
Non c bisogno di aprire un negozio
misto in questi distretti: il rischio
di un rapido fallimento.
Verviers, dice Mendel, ricorda Pri-
piat, la citt ucraina vicino a Cherno-
byl. E la felicit dei fotografi di tut-
to il mondo che vengono a visitarla,
tracce di un mondo scomparso per
Alcuni quartieri francesi
ricordano Pripiat, la citt vicino a
Chernobyl. Il vecchio mondo
risucchiato dallislamizzazione
sempre, il silenzio mortale della vi-
sione dellApocalisse. A Verviers,
tutto ci che costituiva lidentit dei
valloni scomparso, come se il vec-
chio mondo dellindustrializzazione,
quello degli operai, fosse stato risuc-
chiato nel vortice dellislamizzazio-
ne. Verviers lapocalisse culturale
e storica. Quante Verviers ci sono in
Francia? Lesempio di Roubaix, do-
ve quasi un abitante in due musul-
mano, spesso citato. St. Florentin a
Yonne, Grasse nelle Alpi Marittime
e, soprattutto per il numero di abi-
tanti, Mulhouse nel Haut-Rhin. Nel
mercato del centro cittadino sfilano
le donne velate.
Prendiamo il caso di Bourtzwiller:
Donne assenti dalla sfera pubblica,
forte presenza di giovani vestiti in
qami, la barba scabrosa e la caviglia
scoperta sopra la scarpa. Un territo-
rio perso di quindicimila abitanti.
Kingersheim considerata la capita-
le salafita del Reno Superiore in un
dipartimento in cui le partenze per il
jihad si contano a decine. Grasse sul-
la Costa Azzurra allo stesso modo.
Gli ultimi francesi sembrano evapo-
rare sulle colline circostanti. Non c
alcol nei bar ai piedi di piccoli edifi-
ci dalle facciate dilapidate e spor-
che. Il centro di questo comune di 50
mila anime letteralmente etniciz-
zato. Il qamis (la tunica sopra il pol-
paccio, ndr) la regola e le madri
aspettano velate la prole alluscita
della scuola pubblica. I piccoli pen-
sionati hanno iniziato a vedere que-
sto spettacolo: altoparlanti che tra-
smettono musica araba, barbecue di
notte improvvisati per il Ramadan.
Grasse, citt fantasma. Grasse, la cit-
t del vivere insieme.
Ovunque in questi territori perdu-
ti proliferano le librerie islamiche.
Nessuna grande citt sfugge allo
sviluppo di queste imprese partico-
lari. Lione, Marsiglia, e naturalmen-
I sindacati, che denunciano le
diseguaglianze salariali, non
attaccano mai lislamismo che
prolifera sui luoghi di lavoro
te Parigi. Ci voluto del tempo per-
ch i servizi di intelligence capissero
lentit del fenomeno e il pericolo.
La letteratura spesso ostile alloc-
cidente in generale e alla Francia in
particolare. Librerie islamiche in
cui possibile acquistare libri stam-
pati in Arabia Saudita. A La Guillo-
tire, un quartiere arcislamizzato di
Lione, un centro commerciale offre
molte opere controverse, come pic-
cole guide per i bambini su indossa-
re il velo. Nel sud della Francia, da
Arles a Montpellier, un libraio isla-
mico bravo a trovarti unedizione
dei Protocolli dei Savi di Sion o del
Mein Kampf in arabo. Nella mag-
gior parte di queste librerie, le mi-
gliori vendite sono registrate per La
via del musulmano, un vero e pro-
prio pensiero del Jihad. Peggio anco-
ra, facile trovare in Francia il libro
Gestire la barbarie, manuale per i
futuri jihadisti, scritto nel 2004 da di-
versi dirigenti di al Qaeda, pieno di
consigli pratici. Yusuf al Qaradawi
ha prodotto pi di 120 libri, alcuni
sono veri e propri inviti al jihad o
alla guerra contro i sionisti. Le ope-
re di questi autori sono ben posizio-
nate sugli scaffali in Francia. Nel
quartiere Chapelle-Pajol, a Parigi, in
particolare nella rue Perdonnet, le
donne non hanno pi diritto alla cit-
t. Sono disprezzate, derise, molesta-
te, minacciate da venditori di strada.
Alcune hanno rinunciato a lasciare
le case. E vivono rinchiuse. Un vero
apartheid di genere. Benvenuti in
Francia! Nel cuore della capitale.
Prendiamo il caso di Orange, nella
Vaucluse. Basta una visita sul bou-
levard Edouard Daladier: in quindi-
ci anni questa grande arteria ha
cambiato fisionomia, come se fosse
stata strappata ai territori della Re-
pubblica. A un angolo della strada,
molto arabizzata, c un bar, LAmi-
ral. In pochi anni, il posto diventato
esclusivamente maschile. I sindacati
che denunciano le diseguaglianze
salariali, la diseguaglianza di condi-
visione dei compiti domestici, non
attaccano mai lislamismo. Nulla
visto mai come uno scontro, tutto
analizzato come un problema pura-
mente urbanistico. (segue nellinserto XII)

(segue dallinserto I)
Non sono soltanto alcuni territori
francesi a essere perduti, dice Alexan-
dre Mendel, autore del libro Parti-
tion, ma anche la giovent. Quella
della seconda e ora terza generazione
che ha portato la rivoluzione integrali-
sta contro i valori occidentali ma in
una forma di reazione identitaria con-
tro i genitori non francesi, e ha abbrac-
ciato un islam senza compromessi.
Anche la penetrazione della religio-
ne musulmana nel mondo del lavoro
generalmente accompagnata dal pro-
selitismo. I musulmani fanno del loro
luogo di lavoro un terreno fertile per
la religione. Si costruisce una mo-
schea, si raccoglie la zakat, si fa atten-
zione a coloro che non osservano le
prescrizioni religiose. E un sistema
piramidale. Un sistema dove i pi reli-
giosi monitorano i meno religiosi e co-
s via, fino ai non credenti. Il palmo
della radicalizzazione, tuttavia, va alla
Si passati da 100 moschee negli
anni Ottanta alle 2.100 di oggi.
Ogni anno ne vengono costruite
venti nuove, spesso gigantesche
Ratp, lautorit di trasporto parigina,
che ha cercato di impiegare persone
che somigliano alle popolazioni dei
territori serviti.
E il caso di Samy Amimour, uno dei
terroristi del Bataclan e autista di bus.
Ovunque lislam si sia stabilito in una
societ, troviamo le stesse conseguen-
ze sociali. La proliferazione delle mo-
schee un altro indice dellislamizza-
zione strisciante. Si passati da cento
moschee a met degli anni Ottanta a
2.100 (tra cui 150 moschee salafite). Ma
questo numero non comprende le 300
moschee non ufficiali in garage nasco-
sti, cantine e case di immigrati. Secon-
Nel 1939 non volevamo morire per Danzica. Oggi nessuno pronto
a farlo per riprendere i territori perduti. Ci compreremo la pace sociale
do la Dgsi (intelligence francese), la
stragrande maggioranza di queste mo-
schee non ufficiali in mano agli
estremisti. Si creano circa venti nuove
moschee ufficiali ogni anno. Ma anche
questo numero non comprende le mo-
schee non ufficiali che potreste vede-
re, ad esempio, a Marsiglia. Le nuove
moschee tendono a essere quelle che
noi chiamiamo moschee cattedrali
costruite per migliaia di fedeli musul-
mani. Come quella che viene costruita
a Mulhouse, nella Francia orientale,
la pi grande dEuropa.
Mendel racconta anche il boom del-
le scuole coraniche. A Lunel, 25 mila
abitanti, ci sono almeno due scuole
islamiche. Oggi ce ne sono 500 in Fran-
cia. Oltre a queste scuole coraniche, ci
sono gli istituti con i soldi della Fra-
tellanza musulmana, il pi noto quel-
lo di Lille, lAverro.
Lislamismo fermenta anche nello
sport. A Perpignan, una squadra di
calcio ha preso labitudine di pregare
nello stadio e di stendere i tappetini
da preghiera negli spogliatoi. Il culto
del corpo diventa uno degli obiettivi
dellislam, preparare meglio fisica-
mente a colpire il nemico. Niente di
meglio dello sport, che rivolto princi-
palmente a un pubblico giovane, per la
promozione del jihadismo e la nega-
zione dei valori della Repubblica. Il
Qatar investe molto nello sport france-
se. E si moltiplicano i campioni islami-
ci, come Franck Ribry, Eric Abidal e
Nicolas Anelka. Le donne musulma-
ne che vogliono praticare lo sport lon-
tano dagli occhi degli infedeli e in par-
ticolare degli uomini, si organizzano
sui social network. Ci sono poi gli
ANNO XXII NUMERO 243 - PAG XII
Lemiro bianco, Olivier Corel, guida nellArige una comunit di salafiti reclusa e che vive secondo le leggi della sharia. In basso, una gargouille della cattedrale di Notre-Dame
ospedali. E sempre pi difficile ap-
plicare la laicit. Il personale ospeda-
liero, in particolare quelli con un rap-
porto diretto con le cure femminili, co-
me la ginecologia ostetrica, stanno af-
frontando un aumento costante di
incidenti legati alla religione.
Il cristianesimo retrocede, a fronte
Per non offendere il pubblico
musulmano, la Francia
gradualmente seppellisce le sue radici
cristiane. Il paese impazzito
dellavanzata dellislam nella sfera
pubblica. Per non offendere il pub-
blico musulmano, la Francia rafforza
il secolarismo, mentre gradualmente
seppellisce le sue radici. Il paese im-
pazzito, rimuove tutte le tracce della
religione maggioritaria. Il cattolicesi-
mo la prima vittima di questo secola-
rismo, che consiste nel trattare con so-
IL FOGLIO QUOTIDIANO
spetto tutto ci che potrebbe offende-
re i non cattolici, a partire dai musul-
mani. Verr un giorno in cui alcune
festivit cristiane saranno soppresse.
Ci stiamo arrivando poco a poco. Nel
luglio 2016, migliaia di musulmani
hanno potuto beneficiare di un rinvio
degli esami orali per Eid al Fitr (la fe-
sta sacra nellislam, ndr). Ventanni fa,
le mense scolastiche non erano ancora
luoghi di affermazione della identi-
t.
Proliferano i matrimoni religiosi
contratti allestero e non registrati.
Allah e nientaltro che Allah. I matri-
moni puramente religiosi sono diven-
tati la norma in Francia. Ci sono innu-
merevoli siti web e forum della comu-
nit musulmana. Attenti, il Profeta ha
detto che chi imita unaltra comunit
non pi parte della propria, dice un
forum dedicato alla comunit maroc-
china Yabiladi. Non associamoci con i
non credenti, non adottiamo i loro co-
dici e leggi. La cerimonia si tiene non
SABATO 14 E DOMENICA 15 OTTOBRE 2017
nella moschea, ma nelle case della
sposa e dello sposo. In segreto ed
spesso oggetto di grandi feste. La poli-
gamia ha i suoi seguaci, specialmente
a nord di Parigi, tra gli immigrati di
origine malese, comoriana o maurita-
na. Secondo le informazioni ci sono 20
mila famiglie in Francia.
E boom, intanto, di conversioni al-
lislam. Quattromila allanno, secon-
do varie fonti attendibili. C il deside-
rio di imitare, di adottare la religione
di maggioranza. Ma ci sono anche colo-
ro che abbracciano lislam perch di-
ventato la loro impostazione ideologi-
ca quotidiana. Perch le loro radici so-
no cambiate. Il cristianesimo scompa-
re per il bene dellislam.
Negli anni hanno assunto importan-
za le preghiere per strada, che hanno
avuto origine in rue Myrha, nel 18esi-
mo arrondissement di Parigi, nel cuo-
re del quartiere Goutte-dOr. Cos co-
me gli eventi estivi proibiti ai bian-
chi o anche detti decolonizzati, un
misto di indigenismo e islamismo, ini-
ziati a Reims. Una tentazione ricor-
rente tra i musulmani fondamentalisti
non vivere tra gli infedeli. A Lione, a
Parigi, a Marsiglia, a centinaia si stan-
no organizzando per emigrare nella
terra dellislam, cio compiere la loro
hijra, il ritorno al mondo musulmano.
Molti musulmani stanno
emigrando allinterno della
Francia: rifuggono le citt e le leggi
della repubblica laica
Non una vera emigrazione allestero,
ma una emigrazione interna alla Fran-
cia. La fuga dalle grandi citt per vive-
re in campagna e nei piccoli centri abi-
tati. C il famoso villaggio di Artigat in
Arige che ospita lemiro bianco,
Olivier Corel. Nessuno dei bambini ,
naturalmente, educato nelle scuole
pubbliche, al sicuro dagli occhi della
Repubblica. A Chteauneuf-sur-Cher,
a Berry, nel cuore di questo villaggio
di 1.500 abitanti, i salafiti ruotano at-
torno allImam Chifa, officiando in una
moschea chiamata Salute a Allah.
Una comunit ripiegata su se stessa.
Dobbiamo unirci, lasciare le nostre
citt natali, stabilire i villaggi musul-
mani e sviluppare un grande progetto
per soddisfare tutte le nostre preoccu-
pazioni e bisogni religiosi, scrive Chi-
fa. Perch vivere nella umiliazione,
sporcizia, malinconia e stress? Perch
persistere nel desiderio di vivere tra i
miscredenti che ci odiano e non ci vo-
gliono?.
Mendel racconta questo incontro
esplosivo fra la Francia dal basso, le
periferie, e lislam che vi ha preso pos-
sesso. Territori lontani dalla coscien-
za bobo, borghese e bohemien, di chi
fa opinione pubblica, culturale e poli-
tica. Per fare la guerra, dobbiamo ri-
Oggi la Francia piena di
Marcel Dat, il pacifista e socialista
che pass con i nazisti. Sono politici,
giornalisti, artisti
conoscere i nostri nemici come guer-
rieri conclude Mendel al Foglio.
Siamo abbastanza in grado di farlo a
tremila chilometri da Parigi, in Siria,
ma siamo incapaci oltre la nostra peri-
feria. Nel 1939, un famoso deputato so-
cialista, Marcel Dat, disse: Non vo-
gliamo morire per Danzica. Era molto
rispettato per il suo pacifismo. Quan-
do, un anno dopo, la Francia venne
sconfitta dal nazismo, Dat divenne un
fan di Hitler e abbracci Vichy, dive-
nendo ministro del Lavoro. Condanna-
to a morte nel 1945, mor a Torino. Oggi
la Francia piena di Dat: politici,
giornalisti (Dat inizi come giornali-
sta), artisti. Eccoci qui oggi: Franois
Hollande ha dichiarato ufficialmente,
nel 2015 dopo lattacco di Charlie Heb-
do, che eravamo in guerra Dov la
guerra? Dove sono i prigionieri di
guerra? Abbiamo chiuso le moschee
salafite? E davvero una guerra? E co-
me nel 1939-1940, abbiamo un nemico
ma non combattiamo con il nemico.
Non c da meravigliarsi che gli estre-
misti islamici sentano che stanno gi
vincendo. Non c stata guerra. E trop-
po tardi e nessuno si preoccupa di ri-
prendersi Courneuve. Abbiamo tradi-
to gli ultimi cristiani, atei ed ebrei di
La Courneuve. Solo per comprare a un
prezzo estremamente alto la nostra
pace sociale.
A differenza di altri islamologi, co-
me Gilles Kepel, Mendel non ritiene
che ci sar alcuna guerra civile. Sa-
rebbe il sogno degli islamisti, ma sono
meno sicuro della nostra voglia di bat-
terci. In futuro sar come la situazione
attuale, probabilmente anche peggio.
Coloro che avranno abbastanza soldi
saranno al sicuro nei loro quartieri.
Continueranno a vivere quasi normal-
mente. Un paese con le sue enclave
islamiche dove la gente rimarr sola
nella propria merda, scusi il termine.
E dallaltro, persone ricche, pronte a
credere che il vivere insieme alla li-
banese funzioni abbastanza efficace-
mente per mantenere una certa pace.
Non moriremo per La Courneuve. Non
fra cinque, dieci o ventanni. Vivremo
sotto quelli che nel libro chiamo les
clauses non-crites de larmistice. Le
clausole non scritte della tregua. La
partition. La strisciante Vichy.
Giulio Meotti