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Gli scacchi nellepoca dei lumi

Se il tempo troppo freddo o troppo piovoso, mi rifugio al Caf de la Rgence: l mi diverto a veder
giocare a scacchi; da Rey che si affrontano il profondo Lgal, lacuto Philidor, il solido Mayot; che si
vedono le mosse pi sorprendenti e si ascoltano i discorsi pi assurdi; perch se si pu essere un uomo
dingegno e un grande giocatore di scacchi come Lgal, si pu anche essere un grande giocatore di scacchi e
uno stupido come Foubert e Mayot.

Cos descrive il pi celebre ritrovo scacchistico del secolo XVIII Denis Diderot nel suo
romanzo Le neveu de Rameau. Per la verit i due stupidi Foubert e Mayot non hanno lasciato alcuna
traccia nella storia scacchistica a differenza di Lgal e di Philidor. E Diderot, pur appassionato
giocatore, non era un esperto scacchista. In una lettera a Philidor del 10 aprile 1782, lo sconsiglia di
giocare alla cieca, timoroso che lamico per lo sforzo possa impazzire. Tuttavia lambientazione
parigina della met del XVIII secolo, quando il caff cominciava a diventare il veicolo principale
della cultura del tempo, in ci sostituendosi, lentamente ma in maniera irreversibile, ai salons del
tempo di Luigi XIV e XV, resa bene.
LEncyclopdie, di Diderot e dAlembert, massimo punto di sintesi del pensiero illuminista,
si occup di scacchi in tre diversi capitoli. In Francia era lepoca degli scacchisti letterati e filosofi,
come Voltaire, il cui interesse per il gioco sembra lo avesse portato perfino a giocare partite per
corrispondenza con Federico di Prussia, o come Rousseau di cui restano anche i testi di due partite.
Ecco come Jean Jacques descrisse nelle Confessions la sua iniziazione scacchistica, ad opera
di uno dei molti amici di madame de Warens, un certo Bagueret, ginevrino:

Divenni un forsennato degli scacchi. Acquistai una scacchiera, acquistai il Calabrese: mi chiusi nella
mia camera, passando giorni e notti a cercare di imparare tutte le partite, a farle entrare nella mia testa a tutti
i costi.

Rousseau parlando del Calabrese allude alla raccolta di partite del maestro italiano
Gioachino Greco, tradotta in francese nel 1669: ristampato pi volte a partire dal 1689; il libro del
calabrese era il pi importante trattato sugli scacchi allora disponibile.
In altri passi delle Confessioni egli ricorda le partite giocate a Mont Louis con il principe di
Conti e le altre combattute a Montmorency contro due cugini, suoi invadenti vicini di casa, che
sopportava solo perch giocatori di scacchi.
Tuttavia parlare del Settecento scacchistico francese significa parlare soprattutto di Andr
Danican, detto Philidor. Nato a Dreux, vicino a Parigi il 7 settembre 1726 e scomparso a Londra il
31 agosto 1795, egli fu il grande maestro di scacchi del secolo dei lumi.
Fu anche un importante musicista nella Francia della seconda met del secolo; scrisse Blaise
le savetier nel 1759, specializzandosi poi nellopera buffa. La sua opera maggiore, Ernelinde,
princesse de Norvge, fu composta nel 1766 e gli frutt una pensione da Luigi XV. Fra il 1774 e il
1792 compose nove opere e nel 1789 un Te Deum in onore di re Giorgio III dInghilterra.
Inizialmente allievo di Lgal, sire di Kermur, gi durante ladolescenza Philidor fu capace di
giocare due partite contemporaneamente alla cieca, giocate cio a memoria, senza vedere
fisicamente la scacchiera, ma solo sulla base delle mosse che gli venivano trasmesse attraverso la
scaccografia. Nel 1746 si rec a Londra dove, lanno successivo, ancora ventunenne, sconfisse il
pur quotato giocatore siriano Philip Stamma con il severo punteggio di 8 a 1.
A 29 anni batt in un match il suo antico maestro Lgal, venendo cos definitivamente
riconosciuto il pi forte giocatore di Francia e dEuropa. Divenuto superiore a tutti i suoi
contemporanei si esib spesso in spettacolari sedute di partite simultanee alla cieca o a vantaggi: i
testi di alcune di questi incontri sono rimasti, ma, dato il non molto elevato livello di gioco degli
avversari, ci danno solo parzialmente lidea della sua valentia come giocatore.

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Fu durante un soggiorno in Olanda nel 1748 che scrisse la prima edizione della sua opera
scacchistica. Il trattato pubblicato lanno successivo a Londra, sotto gli auspici del suo principale
protettore, il duca di Cumberland, aveva un titolo eloquente: Lanalyse du jeu des checs.

Luso della parola analisi applicata agli scacchi annunciava lo spirito del tempo: Philidor
aveva applicato negli scacchi il metodo analitico, che tanti risultati stava gi ottenendo nelle scienze
matematiche, fisiche e naturali. Gli scacchi per la prima volta superavano la loro forma artistica, che
pure restava una componente fondamentale, per godere anche di unimpostazione scientifica.
Se nella sua carriera di giocatore, grazie alle sue esibizioni alla cieca e in simultanea, aveva
stupito Francia e Inghilterra, dove era stato perfino stipendiato come giocatore professionista al
London Chess Club, la fama e linfluenza di Philidor come teorico furono in poco tempo ben
maggiori.
La sua innovativa opera ebbe subito una vasta eco, dimostrandosi decisamente superiore a
tutti i libri di scacchi allora in circolazione. Questo per esempio fu il giudizio che ne diede nel 1751
da Berlino, uno dei maggiori matematici di tutti i tempi, Leonard Euler:

Sarei stato entusiasta di avere la possibilit dincontrarmi con Philidor sulla scacchiera. Ha
pubblicato in Inghilterra un libro di scacchi che ho comprato e dove posso trovare splendidi esempi di arte
scacchistica. La sua forza principale consiste nelle sue capacit difensive e nel suo artistico modo di
manovrare i Pedoni.

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LAnalyse fu ristampata per pi di un secolo e tradotta in quasi tutte le lingue europee: se ne
contarono oltre sessanta diverse edizioni, che diffusero in tutto il mondo le idee di Philidor. Lo
storico degli scacchi russo Jakov Nejshtadt nel volume I campioni senza corona uscito a Mosca nel
1975, dedic un capitolo di 40 dense pagine a Philidor, in cui dopo aver analizzato diverse partite
del grande maestro francese, mise in risalto i suoi contributi alla teoria delle aperture, del centro di
partita e dei finali.
NellAnalyse comparivano per la prima volta esplicitamente i concetti di strategia e di tattica
applicati agli scacchi; era posta in luce la nozione degli obiettivi intermedi in una partita: non cera
pi solo lattacco diretto al Re avversario, rispetto al quale tutto poteva essere sacrificato, unidea
che ritorner parzialmente dominante durante il Romanticismo
Philidor non si limit a formalizzare e ampliare le idee dei maestri italiani del XVI e del
XVII secolo sul dominio del centro, ma esplicit la forza di una falange di pedoni centrali capace di
limitare la mobilit dellarmata avversaria e la sintetizz in uno slogan noto a tutti gli scacchisti: I
pedoni sono lanima del gioco. I pedoni non erano pi solo degli arieti da usare per rompere il
fronte avversario o, attraverso la loro promozione, dei mezzi per sconvolgere lequilibrio materiale
della posizione: risultava invece teorizzata la nozione di struttura pedonale, un concetto chiave che
port, oltre un secolo dopo, alle elaborazioni di Steinitz, il grande maestro della scuola allora detta
moderna e che oggi riconosciamo come la scuola dellet del positivismo.
Nella teoria delle aperture Philidor mostr lesistenza di ottime possibilit difensive in
posizioni considerate dai suoi predecessori precarie; rielabor una difesa contro lapertura di Re che
porta ancor oggi il suo nome ed giocata con successo anche nei tornei moderni e propose nuovi
modi di iniziare la partita con il Bianco, in cui fossero possibili costruzioni di strutture pedonali
adeguate ai nuovi criteri strategici.
Diede anche un notevole impulso alla teoria scientifica dei finali. Per esempio una posizione
fondamentale di vittoria nei finali di Re, Torre e Alfiere contro Re e Torre, nota come la
posizione di Philidor. Possiamo concludere che, degno rappresentante dellIlluminismo, Andre
Danican Philidor ha scritto i primi fondamentali capitoli della teoria scacchistica moderna.
I principali discepoli di Philidor non furono tuttavia francesi, ma inglesi: Jacob Henry
Sarratt e William Lewis. Sarratt fu il primo ad autodefinirsi insegnante di scacchi, esercitando
prima alla Toms Coffee House in un sobborgo di Londra e poi al London Chess Club. Lewis fu un
suo allievo. Scrissero dei manuali divulgativi che ebbero notevole diffusione e in particolare Lewis
scrisse nel 1831/32 due serie di Progressive Lessons, una per principianti e laltra per giocatori di
livello avanzato, che furono alla base del monumentale Handbuch des Schachspiel di Bilguer, la cui
prima edizione risale al 1843. Ma ormai gli scacchi era entrati nel periodo romantico.

Let del Romanticismo

I nuovi maestri che venivano alla ribalta in Francia erano pi originali degli allievi inglesi di
Philidor e il livello del loro gioco fu presto superiore a quello dei philidoriani.
La guerra contro le norme classiche, gli ideali di generosit sentimentale, di fantasia,
linsurrezione dellindividualit, il desiderio delleroismo che caratterizzarono il sorgere del
Romanticismo si tradussero negli scacchi con il prevalere di un gioco dattacco basato su sacrifici
spettacolari e quindi con un ritorno al Gambetto di Re e linvenzione di numerosi altri sistemi
daperture focalizzate sullimpostazione di un gioco aggressivo e violento, che ebbero lespressione
pi compiuta nel celebre Gambetto Evans.
Il primo esponente di spicco della scuola romantica francese negli scacchi fu Alexandre
Louis Honor Deschapelles. Di famiglia nobile, fu educato presso la scuola militare di Brienne;
nominato ufficiale e persa la mano destra in battaglia, fu insignito della Lgion dHonneur. La sua
passione per le armi fu pari alla sua fedelt a Napoleone che segu in Russia e in Spagna, dove, fatto
prigioniero, riusc a fuggire. Si arruol nel corpo dei volontari che liber limperatore dallisola

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dElba. Bonaparte lo promosse generale, ma dopo Waterloo, nella Francia della Restaurazione,
rimase disoccupato e si dedic al bigliardo (con una mano sola!), al whist e agli scacchi, emergendo
in tutte e tre le attivit.
Oggi bruciare una carta vincente a bridge per aprire una ripresa sullaltro fronte non
rappresenta pi una novit, ma oltre un secolo e mezzo fa nel gioco del whist, lantenato del
moderno bridge, poteva venire solo da un giocatore fantasioso e brillante. E Deschapelles lo era
anche negli scacchi. Dimenticato Philidor, egli e i suoi discepoli ripresero e rilanciarono il grande
gioco dattacco della scuola italiana del XVI e XVII secolo.
Nelle loro partite abbondavano i sacrifici a tutti i costi: lideale romantico era sacrificare sullaltare
dellattacco tutti i pezzi per dimostrare la superiorit dello spirito sulla materia.
Ecco una tipica dichiarazione di Deschapelles: Per parte mia non guardo n a destra n a
sinistra. Mi limito a esaminare la situazione davanti a me, come se si trattasse di due campi avversi e faccio
quello che meglio credo. Voglio dare scacco matto. Non mi interessa prendere, difendere o attaccare. Voglio
dare scacco matto, et voil tout.
Il successore di Deschapelles fu Louis Charles Mah de la Bourdonnais. I suoi scontri con il
miglior giocatore britannico, lirlandese Alexander Mc Donnell, durati quattro mesi nel 1834,
terminarono con il trionfo del francese per 45 a 27 e 13 patte. Fu un vero e proprio campionato del
mondo non ufficiale, con un livello di gioco che super sul piano tecnico e artistico quello
raggiunto dai maestri che li avevano preceduti.
Tuttavia il match La Bourdonnais - Mc Donnell non fu uno scontro fra due scuole diverse,
ma fra due giocatori di stile romantico, che pur giocando anche aperture chiuse, si scontrarono
principalmente nei giochi aperti.
La fase pi matura del Romanticismo scacchistico si ebbe fra il 1850 e il 1870, avendo come
maggiori protagonisti il tedesco Adolph Anderssen e lamericano Paul Morphy.
Anderssen si impose allattenzione del mondo scacchistico internazionale vincendo il primo
torneo della storia scacchistica moderna, organizzato a Londra nel 1851, in occasione
dellEsposizione Universale. Sul gioco nel torneo di Londra e in tutta quella fase della storia
scacchistica, il grande maestro olandese Max Euwe ha scritto:

Il materiale, in particolare i pedoni, aveva poca importanza. Si giocavano soprattutto gambetti e le


altre aperture erano trattate in modo analogo. Il gioco passivo, la difesa, il rifiuto dei sacrifici, lattenzione
rivolta a miseri obiettivi come la costruzione di una catena di pedoni, erano in genere estrane alla mentalit
del giocatore della prima met del XIX secolo, affascinato dalla bellezza della combinazione. In questo
campo si ebbero parecchie eleganti produzioni. Il protagonista pi brillante di questo stile fu Adolph
Anderssen.

Unacuta descrizione della personalit di Adolph Anderssen viene dalla penna di Esteban
Canal:
Ma che cosa insegnava Anderssen? Di scacchi nulla di nulla. Giocava e basta. Cos come lusignolo
canta alle nuvole e basta; chi vuole ascoltare, goda; chi no, lo lasci stare e punto.
Certo per un tedesco una cosa sconcertante! E probabile che la sua professione dinsegnante di
matematica in un liceo della sua citt abbia influito sulla sua vita. Deve essere terribilmente noioso fare il
maestro di scuola in un paese dove tutti imparano volentieri e dove non si ha nemmeno la soddisfazione di
trovare errori nei quaderni degli scolari.
Opprimente poi per un ingegno vivace la monotonia di unesistenza piccolo borghese senza altre
scosse che repentini sbadigli. Comprensibile quindi che il gioco degli scacchi sia stato per lui soprattutto
unevasione dal tedio giornaliero e una fonte di illusioni contraposte ai tristi riflessi del suo mestiere; cos
anche spiegabile la sua riluttanza a insegnare nel nostro campo qualcosa a qualcuno.
Non scrisse mai libri teorici, nemmeno sulle proprie partite, e lunico volumetto dato alle stampe
una graziosa raccolta di suoi problemi, tanto poetici e fantasiosi che, a voler scherzare sul nome, si
potrebbero chiamare le favole di Anderssen.

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Il grande maestro tedesco domin la scena per lungo tempo ma, nel biennio 1858-59, il
mondo scacchistico europeo fu affascinato da Paul Morphy.
Giovane rampollo di unimportante famiglia di New Orleans nel 1857, cio ad appena 20
anni, vinse a New York il primo campionato americano dopo unentusiasmante lotta in finale con
laltrettanto giovane Louis Paulsen. Lanno successivo sbarc in Europa dove sbaragli a Londra e
Parigi tutti coloro con cui pot battersi con un gioco acuto e brillante, escluso solo il celebre
campione inglese Howard Staunton, che non pot e non volle accettare dincontrarlo.
Nel 1858 quando il ventunenne americano sconfisse in modo convincente Adolph
Anderssen, divenne di fatto il campione del mondo.

Tornato in America, dove fu accolto in modo trionfale, nel 1859 abbandon il gioco,
cercando invano di iniziare la professione di avvocato. Fiumi di inchiostro sono stati scritti su di lui,
non sempre con la serenit e le prospettive storiche necessarie per capire i drammi di un giovane del
Sud negli anni della guerra civile americana.
In Morphy vi era molto di pi di quanto non sospettassero i suoi contemporanei. Il grande
maestro americano non cercava la combinazione a tutti i costi: le sue conclusioni brillanti
scaturivano da aperture e mediogioco giocati secondo strategie impeccabili, la cui complessit fu
chiarita da Wilhelm Steinitz, il fondatore del gioco posizionale moderno.
La scuola romantica, raggiunto il massimo splendore con Anderssen e Morphy, ebbe fra i
suoi epigoni Blackburne, Zukertort e igorin, anche se in tutti e tre vi erano gi le radici dei grandi
cambiamenti nella strategia scacchistica di fine Ottocento.
Linglese Josef Henry Blackburne (Manchester, 10 dicembre 1841 Londra, 1 settembre
1924) tenace e imperturbabile, per la genialit e il vigore dei suoi attacchi, che costituivano un tale
incubo per i suoi avversari da procurargli il soprannome di Blackdeath (la Morte Nera) giocava i
finali in modo eccellente, Johannes Zukertort (Lublino, 7 settembre 1841 Londra, 10 giugno
1888) non era insensibile alle nuove teorie, forse anche perch, laureato in medicina, aveva studiato
a lungo chimica e fisiologia.

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Michail igorin, (Gatina, 31 ottobre-1850 Lublino, 12 gennaio 1908), riconosciuto
fondatore della scuola scacchistica russa, fu un infaticabile propagandista del gioco nellImpero
Russo e sostenne due sfide per il titolo mondiale con Steinitz. Pur essendo stato il re dei gambetti di
fine secolo, aveva anticipato una serie di impianti dapertura divenuti basilari nel Novecento, dalla
variante chiusa della Spagnola, alla Difesa Indiana di Re e aveva al suo attivo brillanti esempi di
gioco e analisi dei finali di partita.

La moderna scuola positivistica

Il fondatore della moderna scuola positivistica fu Wilhelm Steinitz (Praga, 18 maggio 1836 -
New York, 12 agosto 1900, ultimogenito di una numerosa famiglia ebraica praghese. Emigr a
Vienna, probabilmente nel 1858. Nel 1861/62 divenne campione viennese e nel giugno del 1862 si
rec a Londra per giocarvi il secondo torneo internazionale e quindi rest per parecchi anni in
Inghilterra. In quel periodo fece rapidi progressi, superando in sfide successive i migliori giocatori
presenti sulle isole britanniche. Conquistato il primo posto in un piccolo torneo internazionale a
Dublino nel 1865, Steinitz lanno successivo si sent in grado di sfidare quello che considerava il
suo maestro, Anderssen. Il maestro boemo vinse il match per 8 a 6, riuscendo a staccare il vecchio
campione tedesco solo nelle ultime due partite.
Fu dopo la vittoria nel torneo di Londra del 1872, ottenuta con due punti di distacco su
Blackburne e tre su Zukertort, che Steinitz ottenne il suo primo vero successo in un grande torneo
internazionale e quando nel settembre dello stesso anno batt Zukertort con il secco punteggio di 9 a
3 (+7 =2 -1) tutti gli scacchisti lo considerarono il miglior giocatore del mondo.
Steinitz cur dal 1862 al 1883, unimportante rubrica scacchistica sulle colonne di The Field
e vi inizi un nuovo modo di annotare le partite, unendo a precise analisi tattiche, lungimiranti
osservazioni generali sul modo di condurre lapertura e il medio gioco.
Emigrato negli Stati Uniti, si proclam ufficialmente campione del mondo, ottenendo
lapprovazione dellintero mondo scacchistico, in seguito al vittorioso match con Zukertort svoltosi
a New York, St. Louis e New Orleans dall11 gennaio al 29 marzo del 1886.

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Dal 1885 al 1891 svilupp le sue idee sullInternational Chess Magazine che fond e diresse
a New York e in varie opere scacchistiche fra le quali The Modern Chess Instructor (New York
1889-95) e The book of the sixth American Chess Congress (New York 1891).
Ecco come Max Euwe descrisse uno dei suoi pi interessanti contributi allo sviluppo degli
scacchi moderni:

Steinitz formul i principi dellequilibrio posizionale. In generale, in tutte le posizioni possono essere
individuati vantaggi per entrambe le parti. Fino a quando tali vantaggi si annullano pi o meno
vicendevolmente, la posizione conserva lequilibrio. Ogni giocatore dovrebbe tentare di minimizzare i difetti
della sua posizione (per esempio, migliorando il piazzamento dei pezzi o sdoppiando un Pedone), e al tempo
stesso di procurarsi dei vantaggi. Si deve continuamente tentare di far pendere in proprio favore la bilancia
della posizione, attendendo pazientemente la migliore occasione. Forzare le operazioni a questo punto porta
generalmente a uno svantaggio.
In posizioni equilibrate, il gioco corretto porter automaticamente a nuove posizioni di equilibrio.
Lequilibrio verr alterato non dal proprio buon gioco, ma da un errore dellavversario.

Non pu naturalmente sfuggire che Steinitz elabora il concetto di equilibrio posizionale


negli scacchi proprio nel medesimo periodo in il concetto di equilibrio viene sistematicamente usato
nelle scienze naturali, in particolare in chimica fisica e in termodinamica.
I lavori di Steinitz abbracciarono tutto lo scibile scacchistico legato alla partita viva, cio
con esclusione di quel settore che gli scacchisti chiamano della composizione scacchistica di
problemi e studi.
Il g.m. boemo oper chiare distinzioni fra vantaggi temporanei (principalmente il vantaggio
di sviluppo e la mobilit superiore dei pezzi) e vantaggi permanenti (loccupazione del centro,
leventuale posizione insicura del Re, le case deboli, le strutture pedonali).
Riprese e ampli il lavoro di Philidor sulle strutture di pedoni, dandone unorganica teoria.
Le catene di pedoni, i pedoni connessi, i pedoni isolati, la maggioranza pedonale sullala di Donna,
la lotta per le linee aperte, la superiorit della coppia degli Alfieri, lo sfruttamento di una superiorit
materiale furono tutte oggetto di scrupolose indagini.
Fu anche il primo maestro a studiare in modo sistematico la conversione dei vantaggi
temporanei in vantaggi permanenti e fu capace di tradurre le sue idee con efficacia nelle partite
giocate nei tornei e nelle sfide.
Limpatto di Steinitz sul mondo scacchistico fu enorme e duraturo. Generazioni di scacchisti
studiarono direttamente sui suoi scritti o su testi elaborati dai suoi discepoli a cominciare dal grande
maestro Siegbert Tarrasch, che per la sua instancabile opera di teorico e di divulgatore fu chiamato
Praeceptor Germaniae, del g.m. tedesco Emanuel Lasker che divenne il secondo campione del
mondo, del grande maestro russo Akiba Rubinstein, del grande maestro austriaco Carl Schlechter,
tanto per citare i nomi pi celebri.
E tutti i grandi maestri del Novecento dal terzo campione del mondo il cubano Jose Raoul
Capablanca e dai rappresentanti delle avanguardie degli Anni Venti, Richard Reti e Savielly
Tartakower in testa, fino a Bobby Fischer e a Garry Kasparov, gli hanno regolarmente attribuito il
merito di aver aperto una nuova era nella storia scacchistica.

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