Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
crescita vertiginosa di dispositivi portatili. Sicuramente questi hanno contribuito a semplificare molti
aspetti della nostra quotidianit, ma per contro, la presenza al loro interno delle batterie ha posto
nuovi problemi quali la ricarica, la sostituzione e lo smaltimento delle medesime. Ovviare alla
presenza delle batterie non semplice e le strade percorribili sono sostanzialmente due: lenergy
scavenging, ossia il tradurre in energia elettrica altre forme di energia presenti nellambiente
circostante, e la trasmissione di potenza senza fili.
La tesi affronta questultima tecnologia, basata sui circuiti risonanti accoppiati. A valle di
unesposizione concettuale di questo sistema sono descritti i due relativi dimostratori, realizzati nel
MIT e in TILab. Entrambi gli esperimenti hanno dimostrato un trasferimento energetico a distanze
dellordine del paio di metri, con unefficienza compresa tra il 15% ed il 40%. Il prototipo TILab ha
dimostrato inoltre che il trasferimento energetico perturbato in modo minimo anche quando tra
lelemento emittente e quello ricevente sono interposti oggetti, anche metallici, conferendo cos al
sistema notevole flessibilit operativa per sue eventuali future applicazioni. Gi ora una ricaduta
applicativa possibile per quanto concerne la ricarica senza fili di telefonini, notebook ed altri
dispositivi multimediali. Infatti, una soluzione molto semplificata del dimostratore prevede
unintegrazione del loop emittente in qualunque superficie (tavoletta, scrivania od altri supporti
ergonomici) rendendo cos possibile unefficientissima ricarica di qualunque dispositivo portatile
semplicemente appoggiandolo su di essa. Sul medio termine invece, un dispositivo ad onde
evanescenti potrebbe risultare impareggiabile nellovviare alluso massivo delle batterie in scenari
emergenti come lInternet delle cose, con un positivo impatto in termini economici e manutentivi,
ma soprattutto contribuendo a migliorare limpatto ecologico.
1. Introduzione
La capacit di trasferire senza fili dati attinenti ad informazioni vocali, video e testuali ha
oggi raggiunto un soddisfacente grado di maturit, concretizzando cos il primo dei due obiettivi
collegati al mondo delle telecomunicazioni. Il secondo obiettivo quello di far funzionare tutto ci
che portatile senza batterie, e conseguentemente senza I relativi caricatori. Gi oggi nelle
nostre abitazioni ed uffici cerchiamo di districarci tra grovigli di fili dei caricatori per cellulari,
dispositivi bluetooth, laptop, PDA oltre a quelli per gli MP3 player, videocamere e fotocamere
digitali. Ma lattuale scenario non evidenzia ancora appieno la portata di questo problema. Gi nei
prossimi anni, infatti, si assister ad una nuova rivoluzione denominata lInternet delle cose,
unespressione suggestiva per indicare miliardi di oggetti che si autorganizzano in pico-reti di
sensori ed attuatori WSN (Wireless Sensor Network), in grado di conferire una fisicit allattuale
Internet dotandola della capacit di percepire gli stimoli provenienti dellambiente reale circostante
e di reagire in modo appropriato ad essi. Ciascuno di questi oggetti dotato almeno di un
processore, una radio, un sensore, un attuatore e, ovviamente, una batteria. Questo significa che,
a meno di nuove soluzioni, le batterie impiegate si conteranno a miliardi con problemi enormi da
risolvere in termini economici, ecologici e manutentivi. Telecom Italia, da tempo impegnata sul
tema del risparmio energetico nonch sulla sperimentazione di fonti alternative di produzione di
energia elettrica per alimentare le stazioni radio base, pone anche particolare attenzione al
problema delle batterie in quanto destinato a divenire precipuo nei futuri servizi a valore aggiunto
(VAS) basati sulle emergenti reti wireless di sensori ed attuatori. In questo contesto, presso i
laboratori di ricerca TILAB sono in essere attivit di scouting e realizzazione prototipale sulle due
possibili modalit alternative alle batterie:
lenergy scavenging, ossia linsieme di tecnologie per tradurre in energia elettrica altre
entit presenti nellambiente circostante quali luce, suoni, vibrazioni, temperatura, campi
elettromagnetici, la trasmissione di energia senza fili, necessaria quando dellenergy
scavenging non risulta sufficiente ed occorre perci trasferire energia dalla sorgente al dispositivo
finale senza ladozione di conduttori elettrici. Mentre lenergy scavenging una tematica di ricerca
piuttosto diffusa in ambito accademico e presso i laboratori di ricerca, la trasmissione di energia
senza fili meno trattata in quanto non ha raggiunto ancora una soluzione ottimale, ma proprio per
questo essa rappresenta un tema sfidante e disruptive per le applicazioni wireless del futuro.
2.1 storia
Nel 1825 William Sturgeon invent lelettromagnete e grazie a questo sei anni dopo Michael
Faraday dimostr il principio dellinduzione elettromagnetica, ossia il fenomeno per cui la
variazione del campo magnetico in un elettromagnete induce una corrente alternata in un
avvolgimento adiacente anche se non vi alcun contatto elettrico. Combinando queste due
scoperte, nel 1836 Nicholas Joseph Callan dimostr la trasmissione e la ricezione di energia
elettrica senza fili con un dispositivo che oggi conosciuto come trasformatore elettrico. Nel 1864
il matematico James Clerk Maxwell formul un pacchetto di equazioni, che presero il suo nome, in
grado di descrivere con accuratezza la propagazione nello spazio della radiazione
elettromagnetica e la relazione esistente tra campo elettrico e campo magnetico. Nel 1888
Heinrich Hertz conferm sperimentalmente le equazioni di Maxwell con un generatore di onde
elettromagnetiche rilevabili a distanza. Ci permise qualche anno dopo a Guglielmo Marconi di
evolvere lapparato di Hertz realizzando la prima trasmissione radio a distanza. Ma quando si
conduce una ricerca bibliografica sul tema della trasmissione di energia senza fili si finisce
sistematicamente, e doverosamente, col ritrovare il grande fisico, inventore ed ingegnere serbo
Nikola Tesla, nato a Smiljan nel 1856. Tesla conosciuto soprattutto per il suo rivoluzionario
lavoro e i suoi numerosi contributi nel campo dellelettromagnetismo tra la fine dellOttocento e gli
inizi del Novecento. Tra le sue molteplici creazioni vi anche la bobina di Tesla (figura 1A), un
trasformatore risonante con avvolgimenti sintonizzati in aria per produrre altissime tensioni ad alta
frequenza. Egli realizz diverse versioni di queste bobine, sempre pi potenti, sino alla costruzione
della Wanderclyffe Tower (figura 1B) avvenuta nel 1903, una torre alta 60 metri sulle scogliere di
Wanderclyffe, Long Island, New York e contenente unenorme bobina per la trasmissione di
energia senza fili a chilometri di distanza. Purtroppo il geniale scienziato non era un buon manager
di se stesso e vari conflitti con i suoi finanziatori lo portarono allo smantellamento della torre ed alla
successiva morte in povert. Dopo le esperienze di Tesla, luso delle onde elettromagnetiche si
indirizz prevalentemente alla trasmissione dellinformazione, grazie anche ad invenzioni
straordinarie per la comunicazione di massa quali la radio e la televisione. Tuttavia, sebbene in
forma pi contenuta, nei decenni successivi furono sperimentate varie tecniche di trasmissione di
energia wireless, anche con risultati di rilievo, ma sempre con qualche controindicazione, talvolta
di carattere economico, altre volte di dipendenza da fenomeni fisici naturali, come esposto nel
prossimo paragrafo.
FIGURA 1 A) Bobina di Tesla; B) foto darchivio della torre di Wanderclyffe.
Il parametro di maggior criticit nel trasferimento di energia senza fili indubbiamente lefficienza.
Essa definita come il rapporto tra la potenza che raggiunge lunit ricevente e quella emessa
dallunit trasmittente. Tra il 1960 e 1970 furono sperimentate tecnologie per il trasferimento di
energia ad alta efficienza e potenza, anche su lunghe distanze, tramite sistemi a fasci di
microonde che in condizioni favorevoli raggiungono unefficienza del 90%. Per contro trasmettitore
e ricevitore devono essere in visibilit ottica senza ostacoli interposti ed il sistema richiede antenne
ad alto guadagno e quindi di dimensioni ingombranti (figura 2). Infine il sistema deve essere
ubicato in zone rurali scarsamente abitate per ovviare a possibili effetti sulla popolazione in termini
di impatto biologico. Unaltra tecnologia efficiente per il trasferimento energetico senza fili
costituita da un trasmettitore laser ed un ricevitore costituito da pannelli fotovoltaici ottimizzati per
offrire la massima resa sulla lunghezza donda del laser. A tal proposito, nel 2003 la NASA ha
concretizzato questa tecnologia facendo volare un modello di aereo (figura 3) su cui era puntato un
raggio laser: la replica in scala reale di questo esperimento, con fascio laser emesso da satelliti,
conferirebbe al velivolo unautonomia di volo praticamente illimitata. Il maggior inconveniente di
questo approccio, oltre al requisito che trasmettitore e ricevitore devono essere in visibilit ottica,
rappresentato dallattenuazione del fascio laser per assorbimento in caso di nuvole o nebbia.
Esiste poi un progetto, ad oggi non ancora concretizzatosi per ragioni economiche, denominato
SPS ossia una rete di satelliti disposti in modo da raccogliere in modo continuativo sulle 24 ore la
luce solare trasformandola in un potente fascio a microonde da indirizzare verso stazioni riceventi
a terra (figura 4); in altre parole si avrebbe unenergia continuativa, rinnovabile con zero emissioni.
FIGURA 2 Lenergia a microonde ricevuta viene convertita in corrente continua da una rectenna
(da rectifier e antenna).
FIGURA 3 Modello di aereo realizzato dalla NASA funzionante tramite energia trasmessa da un
fascio laser.
Sicuramente, ad oggi, la trasmissione di energia via cavo molto pi efficiente di quella wireless,
soprattutto sulle lunghe distanze in quanto lottima conducibilit elettrica del rame introduce basse
perdite energetiche lungo il cammino. Per tutte queste ragioni esposte, finora lunico trasferimento
energetico wireless che ha trovato ampia diffusione quello destinato ad applicazioni richiedenti
distanze molto brevi e potenze molto contenute, quale la passive RFID (Radio Frequency
IDentification), una tecnologia per lidentificazione automatica di oggetti, animali o persone. Il
sistema passive RFID si basa sulla lettura, a distanza di pochi centimetri, di informazioni contenute
in unetichetta elettronica priva di batteria ed alimentata dal campo elettromagnetico generato da
un opportuno lettore. In questo scenario rimaneva per un dominio spaziale ed energetico
inesplorato, ossia quello relativo alla trasmis sione di energia wireless nel raggio di pochi metri con
potenze dellordine della decina di watt. Improvvisamente linteresse per questo dominio tornato
vivo per lesigenza di alimentare senza batterie miliardi di dispositivi wireless a basso consumo.
Dopo varie esplorazioni teoriche e simulazioni funzionali condotte a livello mondiale presso
importanti atenei e rinomati centri di ricerca tra i quali TILab, un approccio parso concretamente
percorribile: quello delle onde evanescenti.
3. Le onde evanescenti
3.1 Definizione
Prima di proseguire nella trattazione sul tema occorre fornire una spiegazione sulla natura delle
onde evanescenti, cercando di evitare un prolisso formalismo matematico, per il quale si rimanda
alle ben note soluzioni delle equazioni di Maxwell presenti in letteratura. Le equazioni di Maxwell
descrivono le relazioni tra campo elettrico e campo magnetico e tra carica elettrica e corrente
elettrica. Da queste equazioni si evince che la radiazione emessa da unantenna spazialmente
suddivisa in tre regioni: campo vicino non radiativo, campo vicino radiativo e campo lontano
radiativo. Le onde evanescenti sono le onde presenti nellimmediata vicinanza dellantenna, ossia
nel campo vicino non radiativo, e la loro energia viene emessa, e quasi totalmente riassorbita, in
modo ciclico. Queste onde vengono dette evanescenti perch gli effetti della loro presenza
decadono in modo esponenziale con lallontanarsi dallantenna e gi dopo una distanza pari a
circa un terzo della loro lunghezza esse non sono pi rilevabili. Il modo pi intuitivo ed immediato
per osservare le onde evanescenti quello di dirigere un raggio luminoso con una certa
angolazione su una superficie di separazione tra due mezzi, ad esempio aria ed acqua, aventi
diverso indice di rifrazione (figura 5). Tipicamente, una componente del raggio luminoso incidente
viene riflesso indietro mentre laltra penetra nel secondo mezzo cambiando langolo dincidenza.
Questo il motivo per cui se osserviamo un cucchiaino immerso in un bicchiere contenente acqua
esso ci appare spezzato. Il fenomeno della rifrazione per si manifesta solo fino ad un certo
angolo di incidenza del raggio luminoso, detto angolo critico, oltre il quale la riflessione diviene
totale ed il raggio luminoso non penetra pi nel secondo mezzo. Quando si verifica la riflessione
totale, nel secondo mezzo tuttavia si ha unonda trasmessa che si propaga lungo la superficie di
separazione, mentre si attenua in modo esponenziale nella direzione normale alla superficie
stessa: essa unonda evanescente. Ma perch londa evanescente esiste? Fisicamente
linsorgere di unonda evanescente pu essere spiegata in modo relativamente semplice. Un fascio
di luce incidente ha una velocit di fase che funzione dellindice di rifrazione dei due mezzi
coinvolti. Supponiamo che il primo mezzo abbia un indice di rifrazione pi elevato del secondo: la
velocit di fase nel primo mezzo risulta minore dellanaloga quantit nel secondo mezzo. Nella
regione di interfaccia, per rispettare la continuit delle componenti magnetica ed elettrica del
campo, le onde che si propagano nei due mezzi devono muoversi con la stessa velocit nella
direzione dellasse superficiale. Ne consegue che, con laumentare dellangolo incidente del raggio
luminoso sino a raggiungere langolo critico, londa presente nel secondo mezzo deve dunque
rallentare per mantenersi in fase con la prima, fino a trasformarsi in unonda lenta superficiale con
ampiezza che decresce esponenzialmente, ossia unonda evanescente
Per accoppiamento tra risonatori si intende il processo per cui unonda evanescente viene
trasmessa da un mezzo allaltro per mezzo di un campo elettromagnetico non radiativo. Il
vantaggio precipuo di effettuare un accoppiamento tra risonatori ad onde evanescenti sta nel fatto
che se non vi un mezzo ricevente risonante alla stessa frequenza, gran parte di questenergia
non radiativa rimane confinata alla sorgente (figura 6A), senza propagarsi e dissiparsi inutilmente.
Un altro grande vantaggio offerto dallaccoppiamento tra due o pi risonatori sta nel fatto che se
nellambiente circostante esistono altri apparati con frequenza di risonanza differente lo scambio
energetico con questultimi minimo, il che significa anche ridurre al minimo il rischio di
interferenze. In ultimo, ma non per importanza, essendo laccoppiamento tra i risonatori
prevalentemente dominato dal campo magnetico, il trasferimento energetico tra apparato sorgente
e ricevitore rimane efficiente anche quando vi si trovano interposti sul cammino oggetti di varia
natura (figura 6B), anche metallici ma non ferromagnetici, come rame ed alluminio in quanto la
componente elettrica del campo non partecipa alla propagazione.
Il concetto fisico di onde evanescenti trova conferma in esperimenti effettuati nei domini
dellacustica, dellottica e delle onde radio. Proprio in questultimo dominio ci si orienta al fine di
effettuare trasferimenti energetici con un raggio dazione dellordine dei metri. In precedenza si
visto che il raggio dazione delle onde evanescenti di circa un terzo della loro lunghezza donda,
perci diventa relativamente semplice determinare la frequenza cui il sistema dovr operare in
quanto questultima data dal rapporto tra la velocit della luce e la lunghezza donda prescelta.
Requisito fondamentale nellutilizzo delle onde evanescenti quello di costruire strutture emissive
in grado di esaltare la componente magnetica del campo a radiofrequenza generato cercando di
sopprimere e schermare per quanto possibile la componente elettrica, la cui presenza nel campo
lontano radiativo genera segnali interferenti indesiderati. Nel capitolo seguente illustrato
lapproccio concettuale per la realizzazione di un prototipo per il trasferimento energetico senza fili.
Quando un circuito con induttanza (L) e capacit (C) collegate in parallelo (figura 8A) viene
eccitato da unenergia esterna, a radiofrequenza, lenergia elettromagnetica percorre linduttore L
ed il condensatore C ed assume alternativamente la forma di un campo magnetico (durante la fase
di corrente nellinduttanza) e di un campo elettrico (durante la fase di tensione al condensatore).
Nelle immediate vicinanze del circuito (campo vicino) c un campo dinduzione elettromagnetica
che decresce secondo il cubo della distanza. Un tale circuito per non crea un significativo campo
di radiazione, tuttavia se si modifica la struttura del condensatore aumentando la distanza fra le
sue armature e si stira linduttore in maniera che le due componenti del circuito occupino uno
spazio massimo, il prodotto LC rimane inalterato ed il circuito in grado di produrre una radiazione
elettromagnetica in grado di propagarsi nello spazio (campo lontano). Un siffatto circuito prende il
nome di antenna. Ma dov finita la capacit che avevamo nel circuito? Si ripartita per tutta la
lunghezza dellinduttanza, che stata stirata sino ad assumere la forma di un filo (figura 8B).
B) filo stirato;
Soljacic del MIT nei primi anni 2000 cominci a studiare un sistema per la trasmissione
dell'energia senza fili. Invece di perseguire uno schema a lunga distanza come Tesla, decise di
rivolgersi a metodi di trasmissione a media frequenza che potevano ricaricare - o persino
alimentare - congegni portatili come i cellulari, i PDA e i portatili. Soljacic prese in considerazione
l'idea di usare le onde radio, che in effetti trasmettono l'informazione attraverso l'etere, ma si rese
conto che la maggior parte della loro energia va persa nello spazio. Allo stesso modo, metodi pi
mirati come i laser richiedono la presenza di spazi senza ostacoli e possono avere conseguenze
dannose su ci che incontrano nel loro tragitto. Allora Soljacic ha preso in considerazione
un'ipotesi che avesse caratteristiche di efficienza, vale a dire che l'energia nel suo percorso non
venisse dissipata, e di sicurezza.
Il professore del MIT si quindi interessato al fenomeno della doppia risonanza, in cui due oggetti
sintonizzati sulla stessa frequenza si scambiano intensamente energia, ma interagiscono solo
debolmente con gli altri oggetti. Un classico esempio costituito da una serie di bicchieri di vino,
ognuno riempito a un differente livello in modo da vibrare a una diversa frequenza sonora. Se una
cantante intona una nota che si accorda con la frequenza di un bicchiere, quest'ultimo potrebbe
assorbire cos tanta energia acustica da infrangersi; gli altri bicchieri rimarrebbero intatti.
I ricercatori hanno costruito due serpentine di rame risonanti e le hanno appese al soffitto, a circa
due metri di distanza una dall'altra. Quando hanno collegato una serpentina alla presa a muro, la
corrente alternata vi fluita attraverso, creando un campo magnetico. La seconda serpentina,
sintonizzata sulla stessa frequenza e agganciata a una lampadina, entrata in risonanza con il
campo magnetico, generando una corrente elettrica che ha acceso la lampadina, anche in
presenza di una sottile parete tra le due serpentine.
"Anche se l'ideale sarebbe raggiungere efficienze del 100 per cento, sarebbe realisticamente
accettabile il 70 o 80 per cento per un'applicazione standard", affermava Soljacic.
Nel frattempo, emergevano altri strumenti per la ricarica delle batterie senza fili. Alcune aziende
giovani, Powercast, Fulton Innovation e WildCharge, hanno cominciato a commercializzare
adattatori e pad che permettono ai consumatori di ricaricare cellulari, lettori MP3 e altri apparecchi
a casa o, in alcuni casi, in macchina, senza attaccarli alla corrente. Ma la tecnica di Soljacic
differisce da questi approcci in quanto potrebbe in futuro consentire di ricaricare automaticamente i
diversi apparecchi, evitando l'uso di pad, a condizione che si trovino nel raggio d'azione di un
trasmettitore wireless.
Il lavoro del MIT ha attirato l'attenzione delle aziende di elettronica di consumo e dell'industria
automobilistica. Il Ministero della Difesa statunitense, che finanzia la ricerca, spera che sar
possibile per i militari ricaricare automaticamente le batterie. Comunque, Soljacic cauto sulle
eventuali collaborazioni con il mondo industriale.
Nel secondo semestre del 2006, presso il MIT e il TILAB, la parte teorica e simulativa necessaria
alla realizzazione di un prototipo si poteva ritenere conclusa. Nel giugno 2007 il team di Soljacic
annunci alla comunit scientifica mondiale la riuscita dellesperimento per il trasferimento di
energia senza fili, subito ribattezzato WiTricity, intuitiva contrazione dei termini inglesi Wireless e
Electricity. Tre mesi dopo il prototipo realizzato in TILab entrava felicemente in funzione,
ovviando ad alcuni inconvenienti della versione MIT.
Come illustrato nella foto 1, il WiTricity realizzato dal MIT costituito da un trasmettitore valvolare
basato su un oscillatore Colpitts che eroga 400 watt. I loop risonanti sono entrambi costituiti da
cinque spire circolari del diametro di 60 centimetri spaziate in modo da autorisonare alla frequenza
del trasmettitore. Un accoppiamento induttivo formato da una spira trasferisce questa potenza sul
loop risonante emittente, e siccome questo trasferimento ha una resa di circa il 37% ne consegue
che la potenza emessa dal loop risonante di 150 watt. Il prototipo MIT in grado di accendere
una lampadina da 60 watt alla distanza di due metri, dopodich il campo, proprio perch
evanescente si smorza rapidamente. In merito allefficienza del sistema vi una guerra dei numeri,
in quanto il gruppo autore del prototipo dichiara una resa del 40%, ottenuta come rapporto tra i 150
watt emessi dal loop emittente ed i 60 watt necessari allaccensione della lampadina, mentre i
detrattori dellesperimento sostengono che la resa solo del 15%, computata come rapporto tra i
400 watt emessi dal trasmettitore ed i 60 watt del carico finale costituito dalla lampadina.
Nonostante il successo dellimpresa ed il meritato eco mediatico nella comunit scientifica, il
prototipo del MIT ancora molto concettuale, in quanto peso e dimensioni lo rendono tuttaltro
che portabile, i loop sono molto grandi e profondi e la loro taratura per ottenere la risonanza
avviene manualmente, stringendo ed allargando le spire costituenti i medesimi, con tempi di
sintonia lunghissimi. Proprio osservando i punti deboli di questo prototipo, e cercando di ovviarli,
stato realizzato il prototipo TILab.
Il prototipo realizzato in TILab si colloca sin dalla fase progettuale su unaltra scala di potenze e
dimensioni, pur mantenendo lefficienza dellomologo doltre oceano. Esso stato infatti concepito
per trasmettere potenze dellordine del watt, in quanto esse sono pi che sufficienti per alimentare
nodi di reti di sensori senza fili (WSN) oppure alimentare e/o ricaricare terminali mobili. Le
specifiche, pianificate e conseguite, del dimostratore di TILab prevedevano un sistema che
risultasse: compatto e leggero, ossia portabile; in grado di operare con continuit in un range di
frequenze comprese tra 3 e 30 MHz senza variare i loop; in grado di accettare potenze di
pilotaggio fino a 100 watt; dotato di un trasmettitore quarzato, allo stato solido e di ridotte
dimensioni; costituito da loop emittente e ricevente con diametro dimezzato rispetto a quello del
MIT; costituito da loop a singola spira e quindi senza profondit e senza necessit di sostegno;
libero da tediosi ed iterati procedimenti di allineamento manuale dei loop; dotato di ununica
manopola di accordo tramite un condensatore variabile. Vediamo ora com costituito il
dimostratore TILab. Con riferimento alla foto 2, un trasmettitore quarzato fornisce un segnale a
radiofrequenza che alimenta un cavo coassiale a 50 richiuso a loop allaltro suo estremo.
Questo piccolo loop, geometricamente dimensionato in modo da avere anchesso un impedenza di
50 di fatto un accoppiatore induttivo di Faraday, ossia esso consente il trasferimento della
componente magnetica del campo, mentre quella elettrica schermata dalla calza metallica del
cavo stesso. Detta componente magnetica trasferita al loop emittente che deve entrare in
risonanza con la frequenza ricevuta. A distanza di circa un paio di metri un loop ricevente deve
risuonare esattamente alla stessa frequenza di quello emittente. A causa dellelevato fattore di
merito dei due loop si crea una forte risonanza magnetica che consente un trasferimento
energetico di circa un milione di volte pi intenso rispetto a quello dovuto dalla libera propagazione
della componente magnetica del campo vicino, che, com noto in letteratura, decresce col cubo
della distanza. Lenergia raccolta dal loop ricevente poi nuovamente trasferita per induzione
magnetica su un loop secondario a bassa impedenza, in grado di accendere una lampadina o
alimentare qualche dispositivo portatile. interessante osservare che in tutta la filiera di questo
sistema per il trasferimento energetico senza fili non c mai contatto elettrico tra i vari componenti
costituenti, ma il tutto avviene sempre per induzione magnetica. Infine, se si interpone tra i loop un
ostacolo di consistenti dimensioni, anche metallico, come illustrato nella foto 3, lenergia del campo
magnetico evanescente trasmesso arriva ancora a destinazione, mantenendo accesa la
lampadina. Questo aspetto, oltre che suggestivo, significativo in termini di potenziali applicazioni
che prevedono lalimentazione di oggetti non direttamente in vista con la sorgente di onde
evanescenti.
Il successo di questo primo prototipo, pur suscitando motivata soddisfazione, non deve far
scordare gli immancabili punti deboli ancora presenti. Occorre anzitutto operare un distinguo tra i
punti da perfezionare e quelli ancora da risolvere, dando ovviamente precedenza a questultimi. I
punti da risolvere sono comuni ai dimostratori MIT e TILab. In primis vi quello della portata utile
del campo energetico evanescente. Come gi ricordato gli effetti energetici di unonda
evanescente sono percepibili sino ad un terzo della sua lunghezza donda, dopodich essi
decadono in modo esponenziale, vanificando bruscamente la resa del sistema. Lattuale efficienza
dei dimostratori si estingue bruscamente oltre i due metri; ovviamente usando una frequenza
operativa pi bassa, ossia una lunghezza donda maggiore, questa portata utile aumenta, ma
occorre poi fare i conti con le dimensioni dei loop per mantenere costante il loro guadagno. Altro
punto da risolvere la completa soppressione della componente elettrica indesiderata del campo
lontano, sia per ragioni di impatto biologico verso persone ed animali sia per le possibili
interferenze radio presenti sulla frequenza in uso del dimostratore. Detta componente indesiderata
era inizialmente presente nei dimostratori MIT e TILab in misura di circa il 15% della potenza
applicata; ora, con ladozione del loop di accoppiamento magnetico di Faraday descritto in
precedenza, essa scesa a circa il 5%, ma future azioni di schermatura allintera struttura
potrebbero ulteriormente ridurre questo valore. I punti da perfezionare risiedono principalmente
nella qualit dei loop. Siccome essi sono percorsi da frequenze piuttosto elevate, la distribuzione di
energia si manifesta principalmente sulla superficie esterna per effetto del SE (Skin Effect), ossia
delleffetto pelle. Leffetto pelle la tendenza di una corrente elettrica alternata a distribuirsi dentro
un conduttore in modo non uniforme: la sua densit maggiore sulla superficie ed inferiore
allinterno. Questo comporta un aumento della resistenza elettrica del conduttore particolarmente
alle alte frequenze. In altre parole, una parte del conduttore non viene utilizzata: come se non
esistesse. Ne consegue una maggiore dissipazione di potenza a parit di corrente applicata o una
minore corrente a parit di tensione applicata. Sebbene i dimostratori visti tengano gi in conto
delleffetto pelle, facendo uso di loop in rame ad ampia sezione con linterno cavo, si potrebbe
compiere un ulteriore miglioramento delle prestazioni depositando sui medesimi un microstrato di
metallo nobile (tipicamente argento o oro). In questo modo la resistenza dei loop diminuirebbe
ulteriormente, incrementando il loro fattore di merito (Q) e, in ultima analisi, aumentando
lefficienza del trasferimento di energia.
7. Conclusioni
La trasmissione di energia senza fili effettuata tramite risonatori ad alta efficienza in un campo ad
onde evanescenti finalmente passata dalla fase concettuale a quella prototipale. Gli esperimenti
effettuati presso il MIT e TILab hanno avuto successo, consentendo un trasferimento energetico a
distanze dellordine del paio di metri, con unefficienza compresa tra il 15% ed il 40%. Il prototipo
TILab ha dimostrato inoltre per primo che il trasferimento energetico perturbato in modo minimo
anche quando tra lelemento emittente e quello ricevente sono interposti oggetti metallici,
conferendo cos al sistema notevole flessibilit operativa per sue eventuali future applicazioni.
Sicuramente si ancora agli inizi e parecchie migliorie debbono essere intraprese in termini di
efficienza e dimensioni dei loop, di impatto biologico e di interferenze col campo elettromagnetico
lontano cui altri dispositivi radio operano. Se questi problemi aperti saranno superati i campi di
applicazione della tecnologia qui presentata saranno sterminati; gi ora una ricaduta applicativa
possibile per quanto concerne la ricarica senza fili di telefonini, notebook ed altri dispositivi
multimediali. Infatti, una soluzione molto semplificata del dimostratore presentato, prevede
unintegrazione del loop in qualunque superficie (tavoletta, scrivania od altri supporti ergonomici)
rendendo cos possibile unefficientissima ricarica di qualunque dispositivo portatile semplicemente
appoggiandolo su di essa. Sul medio termine, un dispositivo ad onde evanescenti potrebbe
risultare impareggiabile nellovviare alluso delle batterie sia in ambito outdoor che indoor con un
positivo impatto in termini economici e manutentivi, ma soprattutto contribuendo a migliorare
limpatto ecologico, tema assai caro a Telecom Italia gi da tempo impegnata sul fronte del
risparmio energetico.
ACRONIMI
SE Skin Effect
BIBLIOGRAFIA
Jersey, 2005).
York, 1999).
[12] Hirai, J., Kim, T.-W. and Kawamura, A.: Wireless transmission
15, 21 (2000).
Lhanno chiamata WiTricity, composizione delle parole wireless (senza filo) e electricity Si
tratta della possibilit di trasferire potenza elettrica senza fare uso degli abituali cablaggi. Un
gruppo di ricercatori del Mit, capitanati da Marin Soljacic, lha sperimentata con successo,
riuscendo ad accendere una lampadina da 60 W, inviandole energia attraverso lo spazio da oltre
due metri di distanza. La storia comincia una notte fonda di qualche anno fa, quando Soljacic in
pigiama fissa infastidito il cellulare che per lennesima volta lha svegliato, annunciando col suo
bip-bip che le batterie si stanno esaurendo. Sarebbe molto comodo, pensa allora il ricercatore, se
questi dispositivi provvedessero da soli alla ricarica, assorbendo lenergia necessaria senza ogni
volta richiedere il collegamento via cavo a un alimentatore. Ma come? Cos, prende il via lo studio.
noto che lenergia possa essere trasportata dalle onde elettromagnetiche, ma queste si
disperdono in ogni direzione, quindi vanno bene solo per trasmettere segnali deboli (poi
amplificati), non per ricaricare batterie o accendere lampadine. Un laser gi meglio, dato che
invia energia elettromagnetica concentrata in una direzione. Esso risulta tuttavia pericoloso,
richiede un sofisticato meccanismo di puntamento e impone che non vi siano ostacoli lungo il
tragitto. La soluzione del Mit si basa sul principio della risonanza. Immaginiamo una stanza piena
di bicchieri di cristallo variamente riempiti. Se produciamo con veemenza una nota musicale acuta,
ad esempio con la voce, uno dei bicchieri pu risuonare alla stessa frequenza, accumulando
porzioni crescenti di energia meccanica, anche fino a frantumarsi. Se emettiamo una nota
differente vibra un altro bicchiere. In pratica, solo loggetto con una data frequenza caratteristica
reagisce alle onde sonore; gli altri restano inerti. La voce e il bicchiere che si scambiano energia
vengono detti risuonatori. Ebbene, il gruppo di Soljacic ha cercato dei risuonatori, ma non nel
campo meccanico, bens in quello magnetico; e li ha trovati. Si tratta di due bobine in rame, di
particolare fattura e dimensione, che fungono rispettivamente da antenna trasmittente (la voce) e
ricevente (il cristallo). La prima collegata alla sorgente elettrica e genera un campo magnetico
oscillante. A interagire sensibilmente a questultimo solo il secondo avvolgimento, il quale
aumenta progressivamente la propria tensione, alimentando un dispositivo elettrico. Il campo
magnetico passa senza problemi oltre gli ostacoli e raggiunge il ricevitore anche se questo si
muove. Inoltre, esso di tipo non radiativo, il che significa che lenergia non sfruttata non si
disperde, ma resta in prossimit del trasmettitore; lefficienza dellesperimento del 40%,
tantissimo per una prima prova. Infine, il campo puramente magnetico (non elettromagnetico) e
vibra a soli 10 Mhz: quindi innocuo per i tessuti biologici. Siamo alle porte di un futuro in cui i
cellulari, i computer portatili o quantaltro si alimenteranno dalletere e si caricheranno da soli.
Lutilizzo dei campi elettromagnetici come fonte di energia elettrica risale alla fine dellOttocento,
quando Nikola Tesla dimostr per la prima volta la trasmissione di energia elettrica senza fili
(Wireless Power Transmission WPT). Di recente, grazie allabbattimento dei costi di
implementazione e allo sviluppo di architetture a basso consumo, la trasmissione di energia senza
fili si imposta come la tecnologia abilitante per lo sviluppo di sistemi energeticamente autonomi,
ossia sistemi privi di batterie a bordo o, comunque, senza necessit di collegamento alla rete
elettrica.
I vantaggi associati allautonomia energetica di un generico dispositivo sono evidenti in tutte quelle
applicazioni in cui il dispositivo in questione non facilmente accessibile per la sostituzione delle
batterie o/e per la connessione dello stesso alla rete elettrica. Una categoria di dispositivi che bene
evidenzia i vantaggi dellutilizzo di una alimentazione wireless sicuramente quella dei dispositivi
impiantabili. Infatti, oggi lalimentazione di tali dispositivi viene implementata: 1) per mezzo di
batterie impiantate, 2) per mezzo di una connessione fisica ad una sorgente esterna. Nel primo
caso, lutilizzatore del dispositivo impiantato deve sottoporsi a periodici interventi chirurgici per la
sostituzione delle batterie (ad esempio, nel caso del pacemaker, la periodicit di questi interventi
di circa 5 anni). Nel secondo caso, la situazione anche pi grave a causa della presenza di cavi
passanti con possibili problemi di infezioni ed una enorme limitazione negli spostamenti.
Si comprende, dunque, limportanza di concentrare gli sforzi della ricerca sulla possibilit di
implementare una alimentazione di tipo wireless per questi dispositivi (e non solo), visti gli enormi
vantaggi in termini di qualit della vita che ladozione di una siffatta tecnologia comporterebbe.
Presso il LElectroMagnetic Lab di Lecce (lEML2) attiva una divisione che sviluppa sistemi per la
trasmissione wireless di potenza sia in campo vicino sia in campo lontano. Particolare attenzione
dedicata allindagine di strategie di design che sfruttino supporti non convenzionali (quali i tessuti),
al progetto di dispositivi indossabili e di dispositivi per applicazioni di biotelemetria (alimentazione
wireless di dispositivi medici impiantati). Altri ambiti applicativi di interesse sono la conversione di
energia solare in corrente continua (nanorectenna) e lalimentazione di sensori (ed in generale di
dispositivi a basso consumo di potenza) per applicazioni domotiche (home automation, smart
home).
Tra le linee di ricerca attive presso lEML2 nellambito della trasmissione senza fili di energia, di
particolare interesse lutilizzo di sistemi risonanti accoppiati magneticamente per collegamenti in
campo vicino. In particolare, questo tipo di approccio investigato per applicazioni in ambito
biomedico per lalimentazione wireless di dispositivi medici impiantabili. Infatti, una siffatta
tecnologia consentirebbe di alimentare dispositivi impiantati, quali il pacemaker, senza la necessit
di utilizzare batterie o cavi che colleghino il dispositivo a sorgenti esterne (con rischi di infezioni).
La Fig. 2 mostra il circuito equivalente di un link induttivo; sia il risonatore primario, collegato alla
sorgente, sia il risonatore secondario, connesso al dispositivo da alimentare, possono essere
schematizzati come un circuito LC.
In Fig. 3d riportata la potenza ricevuta dal risonatore secondario con una potenza di trasmissione
di 1 W al variare della distanza del risonatore primario dalla superficie della carne. I risultati
sperimentali ottenuti dimostrano che le potenze massime ottenute a valle del risonatore secondario
sono sufficienti ad alimentare un dispositivo biomedico con consumi dellordine delle decine dei
mW, che rappresentano, ad esempio, i consumi tipici di un pacemaker.
c. setup di misura con il risonatore secondario inserito nel macinato di carne e il primario
allesterno,
d. grafico della potenza ricevuta in funzione della frequenza operativa del segnale sorgente.
a. antenna;
b. rettificatore;
Altro range di frequenze dinteresse per la trasmissione wireless di potenza rappresentato dalla
banda ISM (Industrial, Scientific and Medical) centrata a 2.45 GHz. In Fig. 5 mostrato un altro
prototipo progettato e realizzato presso lEML2 operante proprio in questa banda. In questo caso
lantenna (un monopolo planare) e il rettificatore sono integrati sullo stesso substrato garantendo,
in tal modo, unulteriore riduzione delle dimensioni. La massima efficienza di conversione RF-DC si
ottiene in corrispondenza di 2.45 GHz ed pari al 45% (vedere Fig. 3c).
Figura 5. Prototipo di rectenna progettato e realizzato presso lEML2: a. rectenna; b. dettaglio
rettificatore; c. prestazioni del prototipo in termini di efficienza di conversione.
Grazie allo sviluppo di architetture ultra low power, la tecnologia delle antenne rettificanti ben si
sposa con le bassissime richieste energetiche dei sensori di una Wireless Body Area Network
(WBAN), ossia di una rete di telecomunicazione short range formata da uno o pi dispositivi
senza fili, con consumi medi compresi tra 0.1 e 50 mW, posti allinterno o a contatto del corpo
umano (parleremo, rispettivamente, di WBAN impiantabili o indossabili). A tal proposito, lEML2 si
occupa della progettazione di rectenne tessili (Fig. 6), ossia rectenne realizzate su substrati non
tradizionali (ad esempio, materiali indossabili e cartacei) allo scopo di realizzare indumenti
intelligenti, ossia dotati di sensori che permettano, ad esempio, il monitoraggio a distanza delle
condizioni fisiche di chi li indossa (telemedicina) o la segnalazione di eventuali pericoli
nellambiente.
ESEMPI
IC DI RICARICA
Un nuovo circuito integrato offre tutto ci che serve per realizzare un caricabatteria wireless
compatto e molto efficiente. La tecnologia DHC di cui dotato garantisce una distanza di
trasmissione molto lunga e insensibilit allallineamento tra bobina di trasmissione e ricezione.
Panoramica dei sistemi di potenza wirelessUn sistema di potenza wireless costituito da due parti
separate da un air gap: circuiti di trasmissione, tra cui una bobina di trasmissione, e circuiti di
ricezione, tra cui una bobina di ricezione. I circuiti di trasmissione generano un campo magnetico
alternato ad alta frequenza intorno alla bobina di trasmissione. Tale campo viene accoppiato alla
bobina di ricezione e convertito in energia elettrica che si pu utilizzare per caricare una batteria o
alimentare altri circuiti. Uno dei parametri fondamentali di cui tenere conto quando si progetta un
sistema di ricarica wireless la quantit di corrente di carica che fornisce effettivamente energia
alla batteria. La potenza ricevuta dipende da molti fattori, tra cui la quantit di potenza da
trasmettere, la distanza e lallineamento tra le bobine di trasmissione e di ricezione (cio
laccoppiamento tra le bobine) e, infine, la tolleranza dei componenti di trasmissione e ricezione.
Lobiettivo principale di tutti i progetti di potenza wireless garantire la fornitura della potenza
necessaria nelle condizioni di trasferimento pi sfavorevoli. Altrettanto importante evitare lo
stress elettrico e termico nel ricevitore nelle condizioni migliori. Ci particolarmente importante
quando le esigenze in termini di potenza di uscita sono limitate, ad esempio quando la batteria
completamente carica o quasi carica. In uno scenario di questo tipo la potenza disponibile del
sistema wireless elevata, ma la domanda bassa. Questo eccesso di potenza comporta tensioni
raddrizzate elevate o la necessit di dissipare la potenza in eccesso sotto forma di calore. Esistono
diversi modi per gestire la potenza in eccesso quando il ricevitore ne richiede poca. La tensione
raddrizzata pu essere bloccata con un diodo Zener o un transorb, ma normalmente questa
soluzione di grandi dimensioni e genera un notevole calore. In assenza di feedback dal
ricevitore, possibile ridurre la potenza massima del trasmettitore; questa soluzione, tuttavia,
comporta una limitazione della potenza ricevuta disponibile o una riduzione della distanza di
trasmissione. Oppure si pu ritrasmettere la potenza al trasmettitore e regolare di conseguenza la
potenza di trasmissione in tempo reale; questa tecnica viene utilizzata dagli standard di
alimentazione wireless come il Qi del Wireless Power Consortium. Un altro modo per risolvere
questo problema consiste nelladottare una soluzione compatta ed efficiente, senza ricorrere a
complicate tecniche di comunicazione digitale. Per gestire in modo efficiente il trasferimento di
potenza dal trasmettitore al ricevitore con qualsiasi condizione, il ricevitore di potenza wireless
LTC4120 dotato di una tecnologia brevettata di PowerbyProxi, partner di Linear Technology,
denominata Dynamic Harmonization Control che consente la carica contactless, evitando problemi
termici e stress elettrici nel ricevitore. Grazie a questa tecnologia possibile trasmettere fino a 2 W
a una distanza massima di 1,2 cm. Modulando la frequenza di risonanza del ricevitore da
regolata a non regolata, la tecnologia Dhc garantisce lerogazione di potenza in presenza delle
condizioni peggiori, senza doversi preoccupare delle condizioni migliori senza carico. Questo
consente al sistema di carica wireless basato sullLTC4120 di operare su una distanza di
trasmissione lunga, grazie alle bobine con accoppiamento allentato. Inoltre, controllando il
trasferimento di potenza solo sul lato del ricevitore, il sistema basato sullLTC4120 risolve eventuali
problemi di interferenza nelle comunicazioni che potrebbero comportare una perdita di potenza.
Grazie alla topologia di commutazione buck ad alta efficienza del caricatore LTC4120 e alla
tecnologia Dhc, lefficienza complessiva del sistema del 50-55% circa. Per calcolare questo
valore basta dividere la potenza di carica della batteria per la potenza di ingresso Dc del
trasmettitore. Lefficienza complessiva dipende dallaccoppiamento e dal carico. Durante la carica
di una batteria agli ioni di litio a cella singola a 400 mA, i componenti della scheda del ricevitore
basato sullLTC4120 si trovano a una temperatura non superiore a 10C rispetto alla temperatura
ambiente.
Il sistema di carica wireless basato sullLTC4120 pu ricaricare una batteria a 400 mA allinterno di
un gap notevole. La batterie ricaricabili al litio alimentano molte applicazioni portatili; sia i pacchi
1S (nominale 3,7 V), sia i pacchi 2S (nominale 7,4 V) sono molto diffusi. Un ciclo di vita pi lungo e
caratteristiche di sicurezza migliori hanno contribuito a creare uno spazio notevole nel mercato
anche per la batterie LiFePO4. Inoltre esiste unampia variet di tensioni di carica target in questi
pacchi di batterie perch i clienti mettono a punto nel tempo i trade-off tra capacit della batteria
iniziale, ciclo di vita e capacit trattenuta. LLTC4120 non ha bisogno di altri circuiti per caricare le
batterie agli ioni di litio a 1 e 2 celle o le batterie LiFePO4 a 1, 2 o 3 celle. possibile programmare
la corrente di carica da 50mA a 400mA e la tensione di carica da 3,5 V a 11 V. Oltre a un algoritmo
di carica integrato a corrente/tensione costante, lLTC4120 offre diverse funzioni di sicurezza per la
batteria. Un timer di terminazione conclude in sicurezza il ciclo di carica, mentre un ingresso NTC
garantisce il monitoraggio della temperatura della batteria e interrompe automaticamente la carica
in caso di anomalie nella temperatura; infine due pin forniscono informazioni sul ciclo di carica e su
eventuali guasti.
Compattezza ed efficienza
I ricercatori del MIT hanno proposto un modo per dire addio ai normali caricabatterie a filo che ogni
giorno siamo costretti ad usare per dare energia ai nostri cellulari, lettori mp3, portatilo o
quantaltro ha bisogno di essere usato in mobilit. In pratica la ricarica dei dispositivi portatili
potrebbe avvenire senza la presenza di cavi ma tramite una tecnologia di irradiazione: siamo
dinanzi ad un vero e proprio sistema di ricarica wireless!
Siamo bravissimi a trasmettere informazioni senza fili dice Marin Soljai, professore di fisica al
MIT. Ma, aggiunge, storicamente molto pi difficile trasmettere energia ai dispositivi nello stesso
modo. Soljai e i suoi colleghi Aristeidis Karalis e John Joannopoulos hanno lavorato ad uno
schema teorico per il trasferimento senza fili di energia che carichi dispositivi nel raggio di un paio
di metri da una stazione energetica sistemata in corrente.
Come funziona il trasferimento senza fili di energia
Il fenomeno che sta alla base di questa idea quello dellaccoppiamento induttivo che avviene
quando una corrente elettrica passa attraverso un normale cavo: intorno ad esso si forma un
campo magnetico, e a sua volta questo campo induce una corrente nel cavo vicino. Ormai da 200
anni gli scienziati sanno bene che per trasferire energia elettrica non vi bisogno di cavi in diretto
contatto. I motori elettrici e i trasformatori, ad esempio, dispongono di bobine che si scambiano
energia sfruttando linduzione elettromagnetica. Molto pi tardi stato scoperto lo stesso
fenomeno nelle onde radio e nella luce. Ma il trasferimento da un punto ad un altro, tramite la
radiazione elettromagnetica, estremamente inefficiente perch le onde tendono a diffondersi in
ogni direzione facilitando la dispersione ambientale.
Soljacic, quindi, ha pensato che linduzione a corto raggio allinterno di una trasformatore potrebbe
essere migliorata e portata a coprire distanze pi ampie. Invece di irradiare lambiente con onde
elettromagnetiche, un trasmettitore potrebbe creare un campo di onde nonradiative, ovvero di
non irradiazione, che permetterebbe di mantenere lenergia vicina fino a quando un altro oggetto
non entri in risonanza con il campo stesso. In pratica, un qualsiasi gadget dovrebbe solo
sincronizzare la sua frequenza con quella delle sorgente per ricevere energia e ricaricarsi.
Per creare un raggio pi vasto, i ricercatori propongono uno schema completamente nuovo. In
esso, una stazione energetica collegata alla rete elettrica emette una radiazione elettromagnetica
a bassa frequenza tra i 4 e i 10 megahertz, spiega Soljai. Un ricevitore posto nel gadget (ad
esempio un lettore mp3) pu essere disegnato per ricevere alla stessa frequenza emessa dalla
stazione energetica. Quando ci avviene nel raggio di un paio di metri, loggetto assorbe
lenergia e si ricarica: naturalmente per un oggetto non predisposto a ricevere non avviene nulla!
I problemi dellalimentazione wireless
Uno dei primi problemi che i ricercatori dovranno presto risolvere se si vorr davvero avere la tanto
agognata universalit, quello di sviluppare unelettronica per imparare a gestire le combinazioni
diverse della vita reale. Un cellulare che ha bisogno di 5 volt, un altro che invece si ricarica con
non meno di 7, senza contare la macchina fotografica che non si accontenta di nientaltro che di 12
volt pieni.
Combinazioni che i ricercatori devono imparare a gestire, e che rendono la fase finale della
progettazione della base quella pi complessa. Una volta completata, toccher ai ricevitori, sorta di
micro-antenne, da integrare nei dispositivi: dovranno essere abbastanza piccoli da poter essere
inseriti agevolmente nel layout attuale degli apparecchi, ma altrettanto efficienti per svolgere il loro
compito.
Un altro problema da non sottovalutare presente sui ricevitori: il surriscaldamento! Infatti, a causa
delle ridotte dimensioni, alcuni componenti che permetterebbero di frenare laumento di
temperatura nella batteria in carica non possono essere utilizzati, non permettendone, quindi, il
pieno utilizzo durante la fase di ricarica del dispositivo a causa delleccessivo calore generato
durante la trasmissione/ricezione di energia!
Ma dopo la teoria del MIT, sembra che finalmente larrivo sul mercato di sistemi di ricarica wireless
potrebbe essere davvero vicino: infatti, i ricercatori dellUniversit della Florida sostengono di aver
realizzato uno schema molto efficiente, capace di trasferire fino al 70 per cento dellenergia
assorbita dalla rete ai dispositivi posti sulla superficie attiva. Il meccanismo di base costituito una
piastra quadrata o rettangolare, sopra cui appoggiare cellulari, lettori MP3 e qualsiasi altro gadget
elettronico ci sia in giro per casa. La novit, oltre alle ridotte dimensioni e peso, anche lassenza
di un elemento ferromagnetico tipico del design dei caricabatterie ad induzione.
Nel frattempo, Epson e muRata hanno stretto un accordo per arrivare allo sviluppo di un carica
batterie wireless. Oltre a liberare dalla schiavit del filo, il nuovo sistema di ricarica degli
accumulatori dovrebbe garantire anche tempi di ricarica inferiori, addirittura pari a 10/15 minuti.
La tecnologia utilizzata quella di Seiko Epson denominata AirTrans, che include sistemi di
riconoscimento di oggetti estranei e di autenticazione, in modo da fornire energia nel modo pi
sicuro possibile. Murata si occuper della produzione della batteria a ricarica veloce, fondamentale
per sfruttare la corrente di pi di 3 A fornita dal carica batterie. Nonostante la corrente in gioco non
sia irrisoria pare che i produttori garantiscano un riscaldamento nullo dellaccumulatore in fase di
ricarica, con conseguenti benefici per la sicurezza.
Il dispositivo Powercast
Intanto Powercast ha adottato una tecnologia quanto mai simile a quella teorizzata dal MIT lo
scorso autunno. Sebbene sia stata mostrata come una soluzione di alimentazione wireless, la
tecnologia Powercast molto di pi di un caricatore universale perch in grado di operare
continuamente rimpiazzando, volendo, le stesse unit a batteria.
In sostanza, un trasmettitore pu essere integrato in ogni oggetto, come ad esempio una lampada.
Da questo viene emesso continuamente un segnale a basse radio-frequenze. Nel rispetto del
raggio di copertura, un qualsiasi dispositivo dotato del ricevitore specifico pu essere ricaricato
costantemente.
Interessante anche le applicazione per i PC: lidea quella di realizzare tastiere e mouse wireless
senza batteria, oppure di ricaricare costantemente ma senza alcun filo i notebook distanti pochi
metri dalla sorgente.
Il dispositivo Slashpower
Anche Splashpower, una societ creata da uno spin-off della Universit di Cambridge, ha creato
un tappetino che pu alimentare e ricaricare qualsiasi gadget elettronico.
Il maggiore ingombro dei dispositivi impiantabili ormai dovuto solamente alle batterie mi
capitato di sentir dire nel corso di questi anni di studio.
Sembra ora che questo svantaggio possa essere superato grazie ad una ricerca dellUniversit di
Stanford. Infatti, un gruppo di scienziati ha impiantato un minuscolo pacemaker in un coniglio;
questo dispositivo, grande quanto un chicco di riso, stato poi ricaricato in modalit wireless.
Vi la necessit di rendere questi dispositivi molto piccoli, in modo che possano essere
facilmente impiantati nel corpo umano creando nuovi trattamenti per le malattie e per alleviare il
dolore, precisa Ada Poon, assistente universitario in Ingegneria Elettrica dellUniversit di
Stanford in America.
Una volta inserita la nanobatteria allinterno del corpo, sar poi possibile ricaricarla mediante una
piastra metallica mantenuta al di fuori del corpo, posata sulla superficie. Essa permette di inviare i
campi elettromagnetici alla batteria sotto forma di fascio, in modo da incrementare la trasmissione
di energia e senza creare danni ai tessuti attraversati dalle onde. Alla base di questa ricarica
wireless in campo vicino vi laccoppiamento induttivo, utilizzando una struttura a due bobine.
Tuttavia, anche in questo modo, la potenza trasmessa al dispositivo pari a soltanto un quarto di
quanto necessario per alimentare un pacemaker umano. Ad oggi, infatti, i pacemaker moderni
hanno una batteria che pu durare anche dieci anni.
Nel caso in cui queste ricerche abbiano successo e possano essere applicate anche sugli uomini,
sarebbero innumerevoli le applicazioni che potrebbero avere: a partire dalla stimolazione elettrica
di nervi ben precisi per il trattamento di epilessia o dolore cronico, fino al trattamento della sordit
con gli impianti cocleari.
LA RICARICA DIVENTA WIRELESS PER LAUTO ELETTRICA
Toyota inizia la fase di test del sistema wireless che pu rifornire di energia le batterie
utilizzando la tecnologia a risonanza magnetica
Quasi senza ce ne accorgessimo, lauto elettrica ormai entrata nel sistema di vita collettivo.
Vedere nel traffico una vettura procedere silenziosamente, non ci meraviglia pi, cos come poteva
invece accadere fino a cinque, sei anni fa. Nemmeno pi sorprende vedere la fila davanti le
colonnine di ricarica delle batterie, e non si contano le disavventure legate alla disperata ricerca di
un posto dove fare il pieno di corrente.
I lettori meno giovani ricorderanno ancora lo stupore e la meraviglia con cui, negli anni 80 e 90, si
assisteva al passaggio delle rarissime, futuristiche Zele 1000, e delle meno rare, ma tuttaltro che
prestazionali, Fiat Panda Elettra (finanziate da noi cittadini!).
La musica, ed il caso di dirlo, oggi cambiata. Ed una musica che ha il suono gradevole e
regolare dei motori in tensione, del fruscio appena percepibile degli pneumatici in movimento, e del
garbato fischio dei sistemi di frenatura elettrica. Ma come in tutte le cose, c il cosiddetto rovescio
della medaglia. Un rovescio che, come ben sa chi si sia trovato almeno una volta a utilizzare - e
non per un giro di pochi minuti - unelettrica, trova la sua ragion dessere negli inevitabili problemi
di infrastruttura, chiaramente derivati dalla difficolt di trovare - in citt come altrove, o sulle strade
di grande comunicazione - adeguati spazi e sistemi per provvedere alla ricarica delle auto
elettriche. Perch anche se le prestazioni e i livelli di autonomia chilometrica crescono
progressivamente con gli affinamenti tecnologici, non sono pochi i potenziali clienti dellelettrico
costretti per ora a rinunciarvi, e proseguire nelluso di auto convenzionali a motore termico. Non
certo per un problema di mentalit o di costo, bens per insolubili difficolt connesse alla ricarica.
Il problema di fondo, come ben sanno gli addetti ai lavori, non certo correlato alla reperibilit
degli spazi (molte aree di sosta e di servizio sono gi pronte a essere riconvertite alla bisogna), ma
dipende strettamente dai tempi (ovvero dalla necessit di tenere fermo il veicolo, fin quando le
batterie non saranno nuovamente cariche), e dalla possibilit di effettuare le operazioni il pi
rapidamente e agevolmente possibile. Non sempre, infatti, si rivelano pratiche e confortevoli le
operazioni di inserimento del cavo di ricarica nellapposita presa. Per non dire, poi, dei rischi
insidiosi che il cavo possa essere sottratto dai soliti ignoti, e del dover lasciare comunque lauto
incustodita nelle ore notturne (per ovvie ragioni, preferibili in fase di ricarica).
Una delle linee guida su cui il mondo della tecnologia e dellautomotive convergono, porta allo
sviluppo dei sistemi di ricarica wireless, ovvero senza necessit di cavi o altro genere di
connessione. Le sperimentazioni in fase di laboratorio sono ormai giunte a un livello avanzato e
Toyota Motor Corporation (TMC) ha appena annunciato che, a fine febbraio, comincer ad Aichi, in
Giappone, i test del sistema wireless di ricarica delle batterie. Il sistema Toyota, recentemente
sviluppato per veicoli equipaggiati con trasmissione elettrica, come i veicoli plug-in ibridi e i veicoli
totalmente elettrici, pu ricaricare un veicolo parcheggiato su un induttore integrato nella superficie
della piazzola di sosta. Il processo di ricarica diventa cos pi semplice e conveniente.
Come funziona?
Frequenza: 85 kHz
Voltaggio: AC 200 V
Potenza di carica: 2 kW
Il sistema di ricarica usa la tecnologia a risonanza magnetica, che trasmette elettricit utilizzando
la risonanza derivante dalle variazioni di intensit del campo magnetico tra linduttore sul terreno,
che trasmette, e un induttore nel veicolo, che riceve. Il sistema pu ridurre - automaticamente - le
perdite nellefficienza della trasmissione di potenza, che potrebbero essere causate da un
disallineamento o da differenze di altezza tra linduttore che trasmette e quello che riceve.
Sviluppato pensando alle esigenze del futuro, il sistema progettato per ridurre al minimo le
interferenze elettromagnetiche su apparecchi vicini. Non peraltro indispensabile che
lallineamento del veicolo sia impeccabile: linduttore installato a terra strutturato in modo tale da
poter sopportare il peso di un veicolo. Inoltre, per permettere al guidatore di parcheggiare in
posizione ottimale per le operazioni di ricarica, Toyota ha sviluppato un nuovo sistema di
assistenza al parcheggio che mostra la posizione dellinduttore nellarea di parcheggio. La nuova
funzione abbinata al sistema di bordo Toyota Intelligent Parking Assist.
Le operazioni di test, che dureranno un anno, coinvolgeranno tre veicoli ibridi plug-in in uso presso
Aichi. I test valuteranno la soddisfazione del guidatore, la facilit di uso del sistema, i livelli di
disallineamento e il comportamento di ricarica, come lintensit di frequenza e la ricarica
programmata da un timer. I risultati dei test saranno usati per sviluppare ulteriormente questa
tecnologia, in prospettiva dellobiettivo finale della commercializzazione in serie.
Per la filosofia Toyota - che nel 1997 fu la prima, nel mondo, a lanciare in grande serie lauto ibrida
- solo la commercializzazione in vasta scala che pu contribuire a promuovere luso di veicoli a
trazione elettrica e aiutare, di riflesso, a rendere la mobilit intelligente pi facile da utilizzare, pi
attenta allambiente, e accessibile a chiunque.
Carica wireless
Un'idea che sta generando sempre maggiore interesse in vari campi.Utilizza un campo
elettromagnetico per trasferire energia tra due oggetti; l'energia viene inviata attraverso la bobina
del trasmettitore a quella del ricevitore dove viene trasformata in una tensione utile a ricaricare le
batterie di uno smartphone, un tablet, una consolle di gioco portatile, un navigatore o alimentare
qualsiasi altro apparato elettronico.I campi di utilizzo sono tutti quelli in cui necessario un
trasferimento di energia senza utilizzo di conduttori quindi con un isolamento galvanico tra
trasmettitore e ricevitore con una distanza massima tra le bobine di 8mm.Il trasmettitore deve
essere alimentato con una tensione in continua da 19v 300mA; in uscita dal ricevitore si avranno
5V 1A.
Iltrasferimentodienergiaelettricasibasasulconcettodirisonanza,
che si ha quando due corpi che vibrano alla stessa frequenza, sta-
Alla base del progetto ci sono dunque due principi sici: la legge
gnetica tra due risonatori, mentre nel secondo (far- eld communi-
cation) sfruttata la propagazione delle onde elettromagnetiche
Accoppiamento induttivo
ricevono lalimentazione.
Fig. 3 - Esempio
di ricarica di tutti
i dispositivi
di bassa potenza
in ambiente
domestico
Dispositivi impiantabili
wireless per questi dispositivi (e non solo), visti gli enormi vantaggi
dimostrazioni.
Fig. 2 - Circuito
equivalente di
un link
induttivo-
capacitivo
Fig. 3 - Esempio
di ricarica di tutti
i dispositivi
di bassa potenza
in ambiente
domestico
TRASMETTITORE
RICEVITORE
Un fattore chiave nella trasmissione wireless di
Applicazioni
Standard
Grazie alla tecnologia a microonde, il team ha inviato 10 kW a 500 metri di distanza, senza l'ausilio
di cavi elettrici
Immagine Navy_Space_Solar
La possibilit di catturare lenergia solare fuori dal nostro pianeta e utilizzarla per soddisfare il
fabbisogno energetico della popolazione della Terra, potrebbe non essere solo fantascienza. C
ancora tanta strada da fare, ma un test completato con successo dallazienda giapponese
Mitsubishi Heavy Industries fa ben sperare. Grazie allausilio di una tecnologia a microonde, il
team riuscito ad inviare 10 kW di potenza sufficienti ad alimentare dei comuni attrezzi da
cucina- ad un ricevitore posto a 500 metri di distanza, in assenza di cavi elettrici: lavvenuta
trasmissione stata confermata dallaccensione di alcune luci a LED installate sul pannello di
ricezione.
Le distanze percorse non sono ancora molto vaste, ma il successo dei test spiana la strada ad
ulteriori ricerche, che potrebbero permetterci presto di sfruttare limmenso quantitativo di energia
solare dello spazio, un flusso costante non ostacolato dalle condizioni atmosferiche o dal momento
della giornata. Tuttavia, secondo i ricercatori, bisogner aspettare almeno il 2040 per usufruire di
questa nuova tecnologia.
uBeam apre la sua tecnologia: lenergia elettrica senza fili possibile
uBeam un azienda americana che si occupa da qualche anno di ricerca nel campo della ricarica
wireless ed ha sviluppato un trasduttore che pu trasmettere o ricevere onde sonore ad una
specifica frequenza tra i 45 e i 75 kHz, con intensit in uscita tra i 145 e i 155 dB (o 316 W/m2
3kW/m2)
Il trasduttore progettato per erogare un minimo di 1,5 watt di energia elettrica ad uno
smartphone, sufficiente a non fargli perdere carica anche quando usato per attivit intense.
Secondo il numero di dispositivi connessi e alla distanza dalla sorgente uBeam in grado di
fornire quantit di energia comparabili a quelle di un normale alimentatore.
Il tutto basato su un sistema di trasmettitore e ricevente che invece di trasportare lenergia come
onde elettromagnetiche o flusso di elettroni, lo fa trasformando la corrente in onde sonore. Potete
pensare al tutto come un altoparlante che alimenti un microfono riproducendo particolari suoni,
nello specifico ultrasuoni.