Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
HANNIBAL LECTER
LE ORIGINI DEL MALE
(Hannibal Rising, 2006)
PROLOGO
La porta del palazzo della memoria del dottor Hannibal Lecter immer-
sa nel buio al centro della sua mente e ha una serratura che pu essere tro-
vata solo al tatto. Questo strano portale si apre su spazi immensi e ben il-
luminati, un po' barocchi, con corridoi e stanze che rivaleggiano per nume-
ro e variet con quelle del museo Topkapi.
Ci sono esposizioni ovunque, ben allestite e con le luci appropriate, o-
gnuna collegata a ricordi che portano ad altri ricordi in una progressione
geometrica.
Gli spazi dedicati ai primi anni di Hannibal Lecter sono diversi dalle al-
tre sale per la loro incompletezza. Vi sono scene statiche, frammentarie,
come ceramiche attiche tenute insieme dallo stucco. Altre stanze racchiu-
dono suoni e gesti, enormi serpenti che lottano e ondeggiano nell'oscurit,
e si illuminano in lampi improvvisi. Suppliche e urla echeggiano in anfratti
al pianterreno, dove lo stesso Hannibal non pu andare. Ma nei corridoi
non si odono grida, anzi, pu esserci della musica.
Il palazzo una costruzione che ha avuto inizio presto, quando Hannibal
era uno studente. Nei suoi anni d'isolamento lo ha reso pi grande e pi
bello, e quei tesori lo hanno sostenuto per lunghi periodi, quando i guar-
diani gli negavano persino i suoi libri.
Qui, nella calda oscurit della sua mente, cerchiamo insieme il chiavi-
stello. Una volta che lo avremo trovato, seguiamo la musica nei corridoi e,
senza guardare n a sinistra n a destra, andiamo alla Saia dell'Inizio, dove
le esposizioni sono pi frammentarie.
Vi aggiungeremo quello che abbiamo appreso altrove, negli archivi di
guerra e della polizia, dagli interrogatori e dalle indagini, dalle mute postu-
re dei morti. Le lettere di Robert Lecter, scoperte di recente, ci possono
aiutare a stabilire i dati significativi della vita di Hannibal, che alter a pia-
cimento le date per confondere le autorit e i suoi cronisti. Grazie ai nostri
sforzi potremo vedere come la bestia che dentro abbandoni il seno ma-
terno e, lavorando per emergere, appaia nel mondo.
Prima parte
Due lunghe ore di viaggio li condussero a una radura in mezzo alla fitta
vegetazione.
In oltre trecento anni il casino di caccia si era trasformato da un mero ri-
fugio a un confortevole alloggio nella foresta, in legno e muratura, con il
tetto spiovente per far cadere la neve. C'era una piccola stalla con due box
e una baracca annessa, e sul retro una latrina vittoriana elaboratamente in-
tarsiata, il cui tetto era appena visibile al di sopra della siepe.
Nelle fondamenta dell'edificio si potevano ancora vedere le pietre di un
altare edificato nel Medioevo da una popolazione che venerava la biscia.
E in quel momento Hannibal vide proprio una biscia strisciare via da
quel posto antico, mentre Lothar tagliava alcuni tralci di vite in modo che
la tata potesse aprire le finestre.
Il conte Lecter pass le mani sulla groppa del cavallo mentre l'animale
beveva i suoi sei litri d'acqua dal secchio del pozzo. Il cuoco avr finito di
impacchettare la roba in cucina per quando sarai tornato indietro, Berndt.
Cesar pu riposare qui, per questa notte, mentre tu e il cuoco vi rimetterete
in cammino non oltre le prime luci. Voglio che sgombriate il castello entro
la mattinata.
Vladis Grutas entr nel cortile del castello Lecter con la sua espressione
migliore, controllando le finestre mentre arrivava. Fece un saluto con la
mano dicendo: Salve!.
Grutas era snello, vestito in abiti civili, con i capelli di un biondo slavato
e gli occhi di un azzurro cos pallido che sembravano dischi di un cielo
vuoto. Chiam: Ehi, di casa!. Non ottenendo risposta entr in cucina,
dove trov casse di viveri impacchettate sul pavimento. Infil furtivamente
del caff e dello zucchero nello zaino. La porta della cantina era aperta.
Guard gi dalle scale e vide una luce.
Violare la tana di un'altra creatura il pi antico tab. Sotto certi aspetti,
introdurvisi provoca una strana sensazione d'eccitamento, come stava suc-
cedendo a lui adesso.
Grutas scese le scale nell'aria fresca dei sotterranei con il soffitto a volta
del castello. Scrut attraverso un'arcata e si accorse che la grata di ferro a
protezione della cantina era aperta.
Un fruscio. Grutas vide scaffali pieni di bottiglie di vino etichettate, alti
fino al soffitto, e la grande ombra scura del cuoco che si muoveva nella
stanza alla luce di due lanterne. Appoggiati sul tavolo da degustazione al
centro della stanza c'erano degli involti di forma squadrata, insieme a un
unico piccolo dipinto in una cornice elaborata.
Grutas digrign i denti quando quel gran bastardo del cuoco gli apparve
alla vista, l'ampia schiena rivolta verso la porta mentre lavorava chino sul
tavolo. Si sentiva il fruscio della carta. Grutas si appiatt contro il muro al-
l'ombra degli scalini.
Il cuoco avvolse il quadro e lo leg con dello spago, facendo un pacco
simile agli altri. Con una lanterna in una mano allung il braccio e tir un
lampadario di ferro che pendeva sopra il tavolo. Si ud un clic e in fondo
alla cantina l'estremit di uno scaffale oscill scostandosi di qualche cen-
timetro dalla parete. Il cuoco spost ulteriormente lo scaffale dal muro con
un cigolio di cardini. Dietro c'era una porta. Entr nella stanza che si na-
scondeva al di l e vi appese una delle lanterne. Poi inizi a portare i pac-
chi all'interno.
Mentre riaccostava lo scaffale per richiudere, sempre con la schiena ri-
volta alla porta, Grutas cominci a risalire gli scalini. In quel momento ud
uno sparo all'esterno e subito dopo la voce del cuoco sotto di lui: Chi
l?.
L'uomo gli arriv dietro per le scale, velocemente per uno della sua staz-
za.
Fermo! Non avresti mai dovuto venire qui.
Grutas attravers di corsa la cucina e il cortile, facendo cenni con le ma-
ni e fischiando.
Il cuoco afferr un bastone da un angolo e corse attraverso la cucina in
direzione del cortile, quando vide sulla porta una sagoma dall'inconfondi-
bile elmetto e tre paracadutisti tedeschi armati di mitra irruppero nella
stanza. Grutas era dietro di loro.
Ciao, vecchio mio disse al cuoco. Prese un prosciutto salato da una
cassa sul pavimento.
Mettilo gi disse il caporale tedesco, puntando la sua arma contro
Grutas come aveva fatto con il cuoco. Fuori, con la pattuglia.
La via del ritorno verso il castello era pi agevole; Berndt viaggiava co-
modo con il carro vuoto e avvolse le redini intorno ai braccio mentre ac-
cendeva la pipa. Avvicinandosi al margine della foresta pens di vedere
una grossa cicogna che se ne volava via dalla cima di un albero. Quando fu
pi vicino si rese conto che quel biancore svolazzante era il tessuto di un
paracadute impigliato nei rami, con le corde tagliate. Berndt si ferm. Pos
la pipa e scese dal carro. Mise la mano sul muso di Cesar e gli parl dol-
cemente nell'orecchio. Poi continu a piedi, cauto.
Appeso a un ramo pi basso c'era un uomo in modesti abiti civili, impic-
cato da poco con un cappio di metallo che gli aveva quasi fagliato il collo.
La sua faccia era livida, gli stivali infangati pendevano a circa venti centi-
metri da terra. Berndt ritorn in fretta al carro, cercando un posto per fare
marcia indietro lungo il sentiero, mentre i suoi stessi stivali gli apparivano
strani vedendoli procedere sul terreno sconnesso.
In quel momento balzarono fuori dagli alberi tre soldati tedeschi al co-
mando di un sergente e sei uomini in abiti civili. Il sergente si ferm un at-
timo a pensare e arm il mitra. Berndt riconobbe uno dei civili.
Grutas mormor.
Berndt. Il buon Berndt, che ha sempre fatto il bravo disse Grutas. An-
d verso di lui con un sorriso apparentemente amichevole.
Pu mettersi alla guida del carro propose al sergente tedesco.
Forse un tuo amico ribatt lui.
Forse no disse Grutas, e sput in faccia a Berndt. Ho impiccato l'al-
tro, no? Conoscevo anche lui. Perch dovremmo andare a piedi? E ag-
giunse piano: Gli sparo al castello, se mi ridate la pistola.
La famiglia Lecter sopravvisse nei boschi per tutti i terribili tre armi e
mezzo della campagna orientale di Hitler. Il lungo sentiero nella foresta
che portava al casino di caccia era coperto di neve in inverno e di erbacce
in primavera, e i terreni paludosi d'estate erano troppo insidiosi per i carri
armati.
Il casino di caccia era ben rifornito di farina e zucchero per sopravvivere
durante il primo inverno, ma soprattutto disponeva di sale in abbondanza.
Nel secondo inverno incapparono in un cavallo morto e congelato. Riusci-
rono a squartarlo con le asce e a salarne le carni. Misero sotto sale anche
delle trote e delle pernici.
Talvolta uomini in abiti civili uscivano dalla foresta nella notte, quieti
come ombre. Il conte Lecter e Berndt parlavano con loro in lituano e una
volta portarono un ferito con la camicia inzuppata di sangue, che mor su
un pagliericcio nell'angolo mentre la tata gli asciugava la faccia con uno
straccio.
Ogni giorno, quando c'era troppa neve per andare in cerca di cibo, il si-
gnor Jakov faceva lezione. Insegnava inglese e un pessimo francese, storia
romana con particolare attenzione all'assedio di Gerusalemme, e tutti assi-
stevano. Era in grado di trarre incredibili racconti dai fatti storici e dalle
pagine del Vecchio Testamento, arricchendoli talvolta per il suo pubblico
al di l dei rigidi confini dell'insegnamento scolastico.
Diede separatamente a Hannibal lezioni di matematica, dato che le sue
cognizioni avevano raggiunto un livello inaccessibile per gli altri.
Tra i libri del signor Jakov c'era una copia rilegata in pelle del Trattato
sulla luce di Christiaan Huygens. Hannibal ne era affascinato, seguiva il
percorso mentale di Huygens come se lo sentisse tendersi verso la scoper-
ta. Associava il Trattato con il riverbero della neve e i riflessi iridati sui
vecchi vetri delle finestre. L'eleganza del pensiero di Huygens era come la
nitidezza dei paesaggi invernali, o la struttura delle foglie. Una scatola che
si apre con un clic e, dentro, ecco un principio che funziona in tutti i casi.
Era ogni volta un'emozione palpitante, e lui l'aveva provata fin da quando
aveva cominciato a leggere.
Hannibal Lecter leggeva in continuazione, o almeno cos sembrava alla
tata. Lei aveva letto per lui per un breve periodo quando aveva due armi,
spesso da un libro dei fratelli Grimm illustrato con delle incisioni, su cui
tutti avevano lasciato le impronte. Hannibal ascoltava, con la festa inclina-
ta verso di lei mentre guardava le parole sulla pagina; finch lei lo aveva
scoperto a leggere per conto suo: premeva la fronte sul libro e poi la spo-
stava alla giusta distanza, per leggere a voce alta con l'accento della tata.
Il padre di Hannibal aveva una qualit peculiare: la curiosit. Questa ca-
ratteristica lo spnse a chiedere al maggiordomo di tirare gi dalla bibliote-
ca del castello i pesanti dizionari per il figlio. Erano quelli di inglese e te-
desco, oltre ai ventitr volumi del dizionario lituano; da allora Hannibal
pass tutto il tempo con i libri.
Quando ebbe sei anni, gli accaddero tre cose importanti.
Dapprima scopr gli Elementi di Euclide, in una vecchia edizione con il-
lustrazioni fatte a mano. Poteva seguirle con il dito e appoggiarci la fronte
sopra.
Quell'autunno gli nacque una sorellina, Mischa. Assomigliava a uno
scoiattolino grinzoso, e Hannibal riflett che era un peccato che non avesse
ereditato la bellezza di sua madre.
Usurpato su tutti i fronti, pens come sarebbe stato bello se l'aquila che
talvolta volava alta sul castello avesse potuto ghermire la sorella e portarla
in qualche paese felice in una regione lontana, dove tutti gli abitanti sem-
bravano scoiattoli e lei si sarebbe sentita a suo agio. Nel contempo scopr
che non riusciva a fare a meno di amarla, e quando lei raggiunse l'et in cui
poteva avvertire il senso della meraviglia, volle mostrarle delle cose e farle
provare l'emozione della scoperta.
Quando Hannibal aveva sei anni, il conte Lecter trov il figlio intento a
calcolare l'altezza delle torri del castello in base alla lunghezza della loro
ombra, seguendo istruzioni che diceva di aver imparato da Euclide stesso.
Il conte Lecter allora volle migliorare il livello dei suoi precettori... ed ecco
che nel giro di sei settimane arriv il signor Jakov, uno studente squat-
trinato di Lipsia.
Il conte Lecter present il signor Jakov al suo alunno nella biblioteca e li
lasci soli. Nella bella stagione la stanza conservava un odore di fumo
freddo che era parte integrante della pietra del castello.
Mio padre dice che lei m'insegner molte cose.
Se vuoi imparare molte cose, ti posso aiutare.
Dice che lei un grande studioso.
Sono uno studente.
Mio padre ha detto a mia madre che lei stato espulso dall'universit.
S.
Perch?
Perch sono un ebreo. Un ebreo askenazita, per la precisione.
Capisco. infelice?
Di essere ebreo? No, sono felice.
Intendo dire se si sente infelice di essere fuori dalla scuola.
Sono contento di essere qui.
Si chiede se valgo il suo tempo?
Ogni individuo vale il tuo tempo, Hannibal. Anche se di primo acchito
una persona sembra stupida, guarda meglio, guardale dentro.
L'hanno messa in una stanza con una grata di ferro sulla porta?
S.
Non chiude pi.
L'ho notato con piacere.
dove tenevano lo zio Elgar disse Hannibal, allineando le sue penne
in fila di fronte a s. Era nel 1880, tanto tempo fa. Guardi la finestra nella
sua stanza: c' una data che stata incisa con un diamante sul vetro. Questi
sono i suoi libri.
Una fila di giganteschi volumi in pelle occupava un intero scaffale. L'ul-
timo era carbonizzato.
La stanza avr odore di bruciato, quando piove. I muri erano stati pro-
tetti con balle di fieno per attutire i suoi sfoghi
Hai detto sfoghi?
Avevano a che fare con la religione, ma... sa cosa significa osceno op-
pure oscenit?
S.
Non sono sicuro di averlo ben chiaro, ma credo significhi un genere di
cose da non dire davanti a mia madre.
quello che intendo anch'io concord il signor Jakov.
Se guarda la data sul vetro, esattamente il giorno in cui la luce del so-
le raggiunge direttamente la finestra ogni anno.
Aspettava il sole.
Si, ed il giorno in cui bruciato quass. Appena arriv la luce, diede
fuoco alla paglia utilizzando il monocolo che portava quando scriveva
questi libri.
Hannibal pi tardi fece conoscere il castello Lecter al suo precettore con
un giro dei sotterranei. Passarono attraverso il cortile, con il suo grosso
blocco in pietra. Un anello di metallo era incastonato nella pietra e sopra la
cima piatta c'era il segno di un'ascia.
Tuo padre mi ha detto che hai misurato l'altezza delle torri.
S.
Quanto sono alte?
Quaranta metri quella a sud, mentre l'altra mezzo metro pi bassa.
Che cosa hai utilizzato come gnomone?
La pietra. Misurando l'altezza della pietra e la sua ombra e misurando
l'ombra del castello alla stessa ora.
Il lato della pietra non perfettamente verticale.
Ho usato il mio yo-yo come filo a piombo.
Hai effettuato le due misurazioni nello stesso momento?
No, signor Jakov.
Quale margine di errore ci pu essere per il tempo intercorso fra le due
misurazioni?
Un grado ogni quattro minuti, dato che la terra gira. chiamata Raven-
stone, la tata la chiama Rabenstein. Le stato proibito di farmici sedere
sopra.
Capisco disse il signor Jakov. Ha un'ombra pi lunga di quanto pen-
sassi.
Inverno 1944-45
Quando il fronte orientale croll, l'Armata Rossa dilag come lava attra-
verso l'Europa, lasciandosi dietro un paesaggio di ceneri e fumo, carestia e
morte.
Dall'Est e dal Sud i russi arrivarono su fino al mar Baltico dal terzo e dal
secondo fronte bielorusso, preceduti dalle unit in ritirata delle Waffen-SS
che tentavano di raggiungere la costa nella speranza di essere evacuate in
Danimarca.
Era la fine delle ambizioni degli Hiwis. Dopo aver fedelmente servito i
loro padroni nazisti saccheggiando e sparando a ebrei e zingari, nessuno di
loro era riuscito a entrare a far parte delle SS. Venivano chiamati. Osttrup-
pen, "Truppe orientali", ed erano a malapena considerati soldati. A mi-
gliaia vennero inquadrati in battaglioni di sussistenza e costretti a lavori
talmente duri da morirne.
Ma alcuni disertarono e si misero in proprio...
Una bella fattoria lituana vicino al confine polacco, aperta come una ca-
sa di bambola su un lato, dove un colpo d'artiglieria aveva fatto crollare il
muro. La famiglia, precipitata insieme al pavimento con il primo scoppio e
uccisa dal secondo, era morta nella cucina del pianterreno. Corpi di soldati
tedeschi e russi giacevano nel giardino. Un veicolo tedesco era rovesciato
su un fianco, sventrato da una granata.
Un maggiore delle SS era adagiato su un divano di fronte al caminetto
del soggiorno, con dei sangue rappreso sui pantaloni. Il suo sergente prese
una coperta da un letto e gliela mise sopra, poi accese il fuoco, ma la stan-
za aveva per tetto il cielo. Tolse gli stivali al maggiore e le dita dei piedi
erano nere. Quando ud un rumore all'esterno, il sergente prese il fucile e
and alla finestra.
Un'ambulanza semicingolata, un veicolo di fabbricazione russa tipo ZiS
44 ma con il simbolo della Croce Rossa Internazionale, avanzava rumoro-
samente sulla ghiaia del viale.
Grutas ne usc per primo, in divisa bianca.
Siamo svizzeri. Avete dei feriti? Quanti siete?
Il sergente guard al di sopra della spalla. Medici, maggiore. Volete
andare con loro, signore? L'ufficiale annu.
Grutas e Dortlich, pi alto di una spanna, tirarono fuori una barella dal
semicingolato.
Il sergente usc per parlare con loro. Fate piano con lui, stato colpito
alle gambe. Ha i piedi congelati, forse in cancrena. Avete un ospedale da
campo?
S, certo, ma posso operare qui rispose Grutas, e gli spar due colpi al
petto, facendo volare via la polvere dall'uniforme. Le gambe dell'uomo si
afflosciarono, Grutas gli pass sopra varcando la porta d'ingresso e spar
al maggiore attraverso la coperta.
Milko, Kolnas e Grentz si ammassarono fuori dal semicingolato. Indos-
savano un misto di uniformi della polizia e dei sanitari lituani, del corpo
medico estone, della Croce Rossa, e tutti portavano il distintivo medico su
una fascia ai braccio.
Bisogna chinarsi spesso per spogliare i morti: quegli sciacalli si lamenta-
rono per lo sforzo, mentre saccheggiavano i portafogli. Il maggiore era an-
cora vivo e alz la mano verso Milko, che gli sfil l'orologio dal polso e se
lo infil in tasca.
Grutas e Dortlich portarono fuori dalla casa un tappeto arrotolato e lo
buttarono dentro il loro semicingolato. Misero la barella di tela per terra e
vi ammassarono sopra orologi, occhiali d'oro, anelli.
Un carro armato usc dai bosco: era un T-34 russo con mimetizzazione
invernale. Aveva il cannone puntato verso il campo e il comandante era in
piedi nella torretta.
Un uomo che era nascosto in un capanno dietro la fattoria usc dal na-
scondiglio e corse attraverso il campo verso gli alberi, portando fra le
braccia una pendola di bronzo dorato e saltando sopra i corpi. La mitra-
gliatrice del carro spar una raffica e il ladro cadde ruzzolando in avanti, il
viso devastato cos come la pendola. Il suo cuore e l'orologio batterono an-
cora un colpo e si fermarono.
Prendi un corpo! ordin Grutas.
Gettarono un cadavere in cima al bottino sulla barella. La torretta del
carro armato ruot verso di loro. Grutas sventol la bandiera bianca e indi-
c il simbolo della Croce Rossa sul semicingolato. Il carro armato si allon-
tan.
Un ultimo sguardo alla casa. Il maggiore era ancora vivo. Si aggrapp
alla gamba di Grutas mentre passava, e non voleva pi lasciarla. Grutas si
chin su di lui e gli afferr le mostrine sul colletto.
Avremmo dovuto ottenere questi teschi disse. Magari i vermi ne tire-
ranno fuori uno nella tua faccia. Spar al maggiore nel petto. L'ufficiale
moll la presa e lanci un ultimo sguardo al suo polso nudo, come se fosse
stato curioso di leggervi l'ora della propria morte.
Il camion sobbalz nel campo, con i cingoli che maciullavano corpi, e
quando raggiunse il bosco la barella dondol fuori dal retro e Grentz butt
via il corpo.
Dall'alto, un bombardiere in picchiata Stuka si lanci all'attacco del car-
ro armato russo, con i cannoncini sotto le ali che sparavano a raffica. Sotto
il manto di vegetazione della foresta, ammutolito, l'equipaggio ud una
bomba scoppiare in mezzo agli alberi e una pioggia di schegge si abbatt
sul mezzo blindato.
Grutas aveva una catena sottile, che risult fredda sulla pelle quando la
mise intorno al collo dei bambini. Kolnas la chiuse con un pesante lucchet-
to, poi Grutas e Dortlich li incatenarono alla ringhiera del pianerottolo su-
periore delle scale, dov'erano fuori portata ma visibili. Quello chiamato
Guardapentola port loro un vaso da notte e una coperta da una camera da
letto.
Dalle sbarre della ringhiera, Hannibal li vide gettare nel fuoco lo sgabel-
lo del pianoforte. Infil il colletto di Mischa sotto le maglie di metallo del-
la catena in modo da proteggerle il collo.
La neve si depositava sempre pi alta contro il casino di caccia, solo la
parte superiore dei vetri delle finestre lasciava filtrare una luce grigiastra.
Con la neve che cadeva di lato e il vento che soffiava, l'edificio assomi-
gliava a un grande treno in movimento.
Hannibal si avvolse con la sorella nella coperta e nel tappetino del piane-
rottolo. I colpi di tosse di Mischa arrivavano smorzati, mentre la fronte era
calda contro la guancia di lui. Da sotto la giacca lui prese una crosta di pa-
ne secco e se la mise in bocca. Quando fu morbida abbastanza, la diede a
lei.
Ogni qualche ora Grutas guidava uno degli uomini all'esterno per spalare
l'ingresso e mantenere un sentiero verso il pozzo. E una volta Guardapen-
tola port una padella di avanzi nella stalla.
Con tutta quella neve, il tempo passava dolorosamente lento. Non c'era
cibo, anche se in realt ce n'era. Kolnas e Milko portarono la tinozza di
Mischa sulla stufa, coperta da una tavola di legno, che si bruci nella parte
che sporgeva. Guardapentola alimentava il fuoco con libri e ciotole di le-
gno. Con un occhio alla stufa aggiorn il suo diario e i suoi conti. Accu-
mul piccole parti del bottino sul tavolo per inventariarle. Con una grafia
sottile scrisse il nome di ognuno in cima alla pagina:
Vladis Grutas
Zigmas Milko
Bronys Grentz
Enrikas Dortlich
Petras Kolnas
10
Lituania, 1946
Hannibal Lecter, tredicenne, se ne stava in piedi da solo sulle macerie
dietro la riva del fossato davanti a quello che un tempo era il castello Lec-
ter, e gettava croste di pane nell'acqua scura. L'orto, con le sue siepi cre-
sciute a dismisura, ora apparteneva anch'esso alla cooperativa dell'orfano-
trofio, e per lo pi produceva rape. Il fossato era importante, per lui. Era
come una presenza costante: sulla sua superficie scura le nuvole riflesse ol-
trepassavano le torri merlate del castello come avevano sempre fatto.
Sull'uniforme dell'orfanotrofio, Hannibal indossava la camicia di puni-
zione con la scritta "Proibito il gioco". Pur essendogli vietato partecipare
alla partita di calcio degli orfani sul campo fuori dalle mura, non soffriva
per la privazione. La partita s'interruppe quando il cavallo da tiro Cesar e il
conducente russo attraversarono il campo con un carico di legna da ardere.
Cesar era felice di vedere Hannibal quando lui poteva andare a trovarlo
nella stalla, ma non si curava delle rape.
Hannibal guard i cigni che attraversavano il fossato, un paio di esem-
plari neri sopravvissuti alla guerra. Erano accompagnati da due piccoli an-
cora lanuginosi, uno a cavalcioni della madre, l'altro che le nuotava dietro.
Tre bambini pi grandi sul terrapieno soprastante fecero capolino tra i rami
di una siepe per osservare Hannibal e gli uccelli.
Il cigno maschio si arrampic sulla riva per sfidare Hannibal.
Un bambino biondo di nome Fedor sussurr agli altri: Guardate quel
bastardo nero che batte le ali allo scemo. Lo far cacare sotto come suc-
cesso con te quando hai provato a prendergli le uova. Vediamo se lo scemo
sa piangere. Hannibal alz i rami di salice e il cigno se ne torn in acqua.
Indispettito, Fedor tir fuori dalla camicia una fionda i cui lacci rossi e-
rano stati ricavati da una camera d'aria e cerc in tasca un sasso, che colp
il fango sul ciglio del fossato, schizzando la gamba di Hannibal. Lui guar-
d in su verso Fedor, senza espressione, e scosse il capo. Il sasso seguente
cadde nell'acqua vicino al cigno piccolo e Hannibal si mise ad alzare i rami
sibilando e strillando per mandare via gli uccelli.
Una campana suon dal castello.
Fedor e i suoi si voltarono, ridendo per il loro scherzo, e Hannibal usc
dalla siepe strappando una manciata di erbacce con una zolla di terra attac-
cata alle radici. La zolla colp Fedor in piena faccia e Hannibal, che era pi
piccolo di lui di tutta la festa, lo caric e lo spinse gi dal terrapieno fino in
acqua, azzuffandosi con il ragazzino stupefatto, e poi lo tenne sotto, tiran-
dogli a pi riprese l'elastico della fionda sul collo. Il volto di Hannibal era
stranamente privo di espressione, solo gli occhi erano vivi e arrossati agli
angoli. Hannibal si sollev per girare Fedor e colpirlo in viso. I compagni
dei ragazzino vennero gi di corsa, ma non volevano combattere in acqua e
gridarono per chiamare aiuto. Il capo sorvegliante Petrov, imprecando,
guid gli altri gi per la riva, sporcandosi gli stivali lucidi e coprendo di
fango il manganello che us ripetutamente.
Era sera nel vasto salone del castello Lecter, spoglio della sua eleganza e
dominato da un grande ritratto di Stalin. Un centinaio di ragazzini in uni-
forme, avendo finito di mangiare la zuppa, stava in piedi presso i tavoli di
legno a cantare L'Internazionale. Il direttore, leggermente ubriaco, dirigeva
agitando la forchetta.
Il capo sorvegliante Petrov, da poco promosso, e il suo aiutante in panta-
loni da equitazione e stivali camminavano fra i tavoli per essere certi che
tutti cantassero. Hannibal non cantava. Aveva un lato del viso blu e un oc-
chio semichiuso. A un altro tavolo, Fedor guardava, con una benda sul col-
lo, graffi sul viso e un dito della mano steccato.
I sorveglianti si fermarono davanti a Hannibal e lui si nascose nel palmo
una forchetta.
Troppo bravo per cantare con noi, signorino? disse Petrov superando
le voci. Non sei pi il padrone qui, sei soltanto un orfano come gli altri, e
per Dio adesso canti!
Il capo sorvegliante sbatt con forza il suo blocco per appunti sul viso di
Hannibal, che non cambi espressione n si mise a cantare. Un filo di san-
gue cominci a colargli dall'angolo della bocca.
muto disse l'aiutante. Non ha senso picchiarlo.
La canzone fin e la voce di Petrov risuon nel silenzio.
Per essere muto, riesce a gridare bene di notte disse, e fece per colpir-
lo con la mano libera, Hannibal arrest il colpo con la forchetta che teneva
in pugno, conficcando i rebbi nelle nocche di Petrov, che si mise a rincor-
rerlo intorno al tavolo.
Fermo! Non colpirlo ancora. Non voglio che gli restino dei segni. Il
direttore poteva anche essere ubriaco, ma sapeva comandare. Hannibal
Lecter, a rapporto nel mio ufficio.
L'ufficio del direttore conteneva un'ex scrivania dell'esercito, alcuni
schedari e due brandine. Era qui che il cambiamento di odore nel castello
infastidiva di pi Hannibal. Invece del profumo d'olio al limone per mobili
c'era un puzzo stantio di piscio nel camino. Le finestre erano spoglie, l'uni-
co ornamento rimasto erano gli intarsi di legno.
Hannibal, questa era la camera di tua madre? Si sente una specie d'at-
mosfera femminile. Il direttore era volubile, poteva essere gentile ma an-
che crudele, se si sentiva assillato dai propri fallimenti. I suoi piccoli occhi
erano rossi mentre aspettava una risposta.
Hannibal annu.
Dev'essere difficile per te vivere in questa casa.
Nessuna risposta.
Il direttore prese un telegramma dalla scrivania. Be', non ci rimarrai a
lungo. Tuo zio viene a prenderti dalla Francia.
11
La fiamma nel focolare della cucina era l'unica fonte di luce. Hannibal
nell'ombra guardava l'aiuto cuoco addormentato che sbavava in una sedia
vicino al fuoco, un bicchiere vuoto davanti a s. Hannibal voleva prendere
la lanterna che si trovava sullo scaffale proprio dietro di lui. Poteva veder-
ne il vetro baluginare alla luce della fiamma.
Il respiro dell'uomo era profondo e regolare, con un suono sordo di ca-
tarro. Hannibal si mosse lungo il pavimento di pietra, nell'odore di vodka e
cipolla dell'aiuto cuoco, e gli si avvicin.
L'impugnatura di ferro della lanterna avrebbe cigolato. Meglio prenderla
dalla base e dalla cima, tenendo il vetro fermo in modo che non tintinnas-
se, afferrandola saldamente e tirandola su con decisione dallo scaffale. Ora
la stringeva tra le mani.
Con un forte schiocco, un ciocco di legno, sibilando per il vapore, scop-
piett nel focolare scagliando scintille e pezzetti di brace, una delle quali
atterr a un paio di centimetri dal piede dell'aiuto cuoco e dal suo calzino
di feltro.
Quale attrezzo si trovava pi vicino? Su un ripiano c'era un contenitore
ricavato da un bossolo di proiettile da 150 millimetri, pieno di mestoli e di
cucchiai di legno. Hannibal mise gi la lanterna e con un cucchiaio mand
il pezzetto di brace al centro del pavimento.
La porta sulle scale che portavano al sotterraneo si trovava nell'angolo
della cucina. Si mosse lenta sui cardini al tocco di Hannibal, che la oltre-
pass nella pi totale oscurit, avendo in mente il pianerottolo superiore, e
la chiuse dietro di s. Sfreg un fiammifero contro la pietra del muro, ac-
cese la lanterna e scese le scale a lui familiari, l'aria via via sempre pi fre-
sca. La luce della lanterna oscillava tra le volte mentre lui passava sotto le
basse arcate fino alla cantina. Il cancello di ferro era rimasto aperto.
Il vino, rubato tanto tempo prima, era stato rimpiazzato da tuberi com-
mestibili, soprattutto rape. Hannibal si ricord di mettere in tasca un po' di
rape rosse: Cesar le avrebbe mangiate al posto delle mele, per quanto gli
tingessero la bocca e dessero l'impressione che avesse il rossetto.
Nel tempo trascorso come ospite dell'orfanotrofio, vedendo la sua casa
violata, le cose rubate, confiscate, maltrattate, Hannibal non aveva mai
guardato l nella cantina. Appoggi la lanterna su un ripiano in alto e tra-
scin via alcuni sacchi di patate e cipolle che stavano davanti agli ultimi
scaffali di vino. Si arrampic sui tavolo, impugn il lampadario e tir. Nul-
la. Prov di nuovo, facendolo oscillare con tutto il suo peso. Il lampadario
cedette di qualche centimetro con una scossa che ne fece volare via la pol-
vere, e si ud un cigolio dagli ultimi scaffali. Hannibal salt gi. Riusc a
infilare le dita nel pertugio e tir.
Lo scaffale si stacc dalla parete con uno stridere di cerniere. Hannibal
torn alla lanterna, pronto a spegnerla se avesse sentito un rumore. Nulla.
Era qui, in questa stanza, che aveva visto per l'ultima volta il cuoco, e
per un attimo la sua grossa faccia tonda gli apparve con estrema chiarezza,
senza l'appannamento che il tempo d alle immagini dei morti.
Hannibal prese la lanterna ed entr nella stanza nascosta dietro la canti-
na. Era vuota.
C'era solo una larga cornice dorata, con qualche filo di tela che penzola-
va l dove il dipinto era stato tagliato via. Era il quadro pi grande della ca-
sa, una veduta romantica della battaglia di algiris, che esaltava le imprese
di Hannibal il Sanguinario.
Hannibal Lecter, l'ultimo della sua stirpe, rimase l nel castello saccheg-
giato della sua infanzia a guardare nella cornice vuota, consapevole che in
un certo senso lui apparteneva a quella famiglia, e in un altro no. I suoi ri-
cordi erano legati alla madre, una Sforza, ma anche al cuoco e al signor
Jakov, provenienti da una tradizione diversa dalla sua. Li poteva vedere
tutti all'interno della cornice vuota, riuniti intorno al fuoco nel casino di
caccia.
Lui non era Hannibal il Sanguinario, per quanto poteva capire. Avrebbe
trascorso la sua vita sotto il soffitto dipinto della sua infanzia. Ma era sotti-
le come il cielo, e quasi altrettanto inutile. Almeno cos credeva.
Non c'erano pi i quadri con i volti che lui conosceva bene, come quelli
della sua famiglia.
C'era una segreta nel centro della stanza, un pozzo secco in pietra in cui
Hannibal il Sanguinario usava gettare i suoi nemici e dimenticarseli. Era
stato recintato negli ultimi anni per prevenire incidenti. Hannibal vi tenne
sopra la lanterna e illumin per met il collo del pozzo. Suo padre gli ave-
va detto che quando lui era bambino c'era ancora un mucchio di scheletri
laggi in fondo.
Una volta, per gioco, Hannibal era stato calato in un cesto gi nella se-
greta. Vicino al fondo vi era una parola incisa nella parete. Adesso non po-
teva vederla alla luce della lanterna, ma sapeva che c'era. Lettere diseguali
scalfite nell'oscurit da un uomo morente: "Pourquoi?".
12
I colpi diventarono il bastone del capo sorvegliante che batteva sul letto
mentre Hannibal urlava nel sonno: "Mischa! Mischa!".
Zitto! Zitto! Alzati, brutto bastardo! Petrov gli strapp via le coperte
dal letto e gliele gett addosso. Lo port fuori sul terreno gelato verso il
capanno degli attrezzi, pungolandolo con il bastone, e lo segu con una pa-
la all'interno, che era pieno di utensili appesi, corde, strumenti da carpen-
tiere. Petrov appoggi la lanterna su un barilotto e alz il bastone. Mostr
la mano bendata.
ora di pagare per questo.
Hannibal sembr farsi piccolo e si mosse in cerchio allontanandosi dalla
luce, in preda a una sensazione che non avrebbe saputo descrivere. Il capo
sorvegliante vi lesse la paura e lo rincorse, lontano dalla lanterna, dandogli
un colpo violento sulla coscia. Hannibal si riavvicin alla lanterna, prese
un falcetto e spense la luce. Si stese a terra nel buio, tenendo il falcetto con
le due mani sulla testa. Sent dei passi muoversi in fretta dietro di s e agi-
t freneticamente il falcetto nell'oscurit, senza riuscire a colpire, poi ud la
porta chiudersi e il rumore di una catena.
13
Guardando dalla finestra del direttore, Robert Lecter vide il proprio auti-
sta che barattava con il cuoco una piccola salsiccia e un pezzo di pane con
un pacchetto di sigarette. Robert Lecter era di fatto il conte Lecter, essendo
il fratello dato per morto. Si era gi abituato al titolo, avendolo usato ille-
gittimamente per anni.
Il direttore non cont i soldi ma se li mise in un taschino, con un'occhia-
ta al colonnello Timka.
Conte... ehm, compagno Lecter, voglio solo dirle che ho visto due dei
suoi dipinti al Catherine Palace prima della guerra, e alcune foto pubblica-
te su "Gorn". Ammiro enormemente il suo lavoro.
Il conte Lecter annu. La ringrazio, direttore. E della sorella di Hanni-
bal, che cosa sa?
La foto di una bambina non di grande aiuto ammise il direttore.
La stiamo facendo circolare negli orfanotrofi disse il colonnello Tim-
ka. Indossava l'uniforme della polizia di confine sovietica e i suoi occhiali
con la montatura d'acciaio scintillavano in sintonia con l'acciaio della sua
dentatura. Ci vuole tempo, sono talmente tanti.
E la devo informare, compagno Lecter, che la foresta piena di... resti
ancora non identificati aggiunse il direttore.
Hannibal non ha mai detto una parola? domand il conte.
Non a me. Fisicamente capace di parlare: grida il nome di sua sorella
nel sonno. "Mischa, Mischa." Il direttore fece una pausa, pensando a co-
me continuare. Compagno Lecter, starei... attento con Hannibal finch
non lo conoscer meglio. Sarebbe opportuno che non giocasse con altri ra-
gazzi fino a quando non si sar ambientato. Qualcuno potrebbe farsi ma-
le.
prepotente?
Sono i prepotenti che si fanno male. Hannibal non rispetta le gerarchie.
Sono sempre pi grossi di lui, ma riesce a colpirli con grande velocit e
spesso duramente. Hannibal pu essere pericoloso per le persone pi gran-
di di lui, mentre tranquillo con quelli pi piccoli, si fa anche fare i dispet-
ti. Alcuni di loro pensano che sia sordo oltre che muto e gli dicono che
matto. Lui fa loro dei regali, le rare volte che ha qualcosa da regalare.
Il colonnello Timka guard l'ora. Dobbiamo andare. La raggiungo alla
macchina, compagno Lecter?
Aspett che il conte Lecter uscisse dalla stanza, poi tese la mano. Il di-
rettore, con un sospiro, gli consegn il denaro.
Con uno scintillio degli occhiali e un ghigno che gli scopr i denti, il co-
lonnello Timka si lecc il pollice e si mise a contare.
14
15
Era sera quando Hannibal si svegli di colpo, come gli capitava all'orfa-
notrofio. Solo i suoi occhi si mossero finch non vide dove si trovava. Si
sentiva pulito nel suo letto pulito. Attraverso i tendaggi brillavano le ulti-
me luci del lungo crepuscolo francese. Un kimono di cotone era posato su
una sedia accanto a lui. Lo indoss. Il pavimento di pietra del corridoio era
piacevolmente fresco sotto i suoi piedi, e gli scalini avevano delle incava-
ture come quelli del castello Lecter. Fuori, sotto il cielo violetto, Hannibal
poteva udire dei rumori provenire dalla cucina: i preparativi per la cena.
Il mastino lo vide e batt la coda un paio di volte, senza alzarsi.
Dalla stanza da bagno giungeva il suono di un liuto giapponese. Hanni-
bal and in direzione della musica. Una finestra impolverata brillava alla
luce delle candele al suo interno. Hannibal guard dentro. Chiyoh sedeva
accanto alla tinozza pizzicando le corde di un lungo ed elegante koto. Ave-
va acceso le candele, questa volta. La caldaia faceva un rumore soffocato,
mentre il fuoco sottostante scoppiettava e le scintille fluttuavano verso l'al-
to. Lady Murasaki era nell'acqua. Nell'acqua, come le ninfee nel fossato
dove i cigni nuotavano e non cantavano. Hannibal guard, silenzioso come
i cigni, e apr le braccia come ali.
Si allontan dalla finestra e ritorn in camera sua, con uno strano peso
addosso, quindi si rimise a letto.
Nella stanza da letto padronale c'erano abbastanza braci da scintillare fi-
no al soffitto. Il conte Lecter, nella semioscurit, si rianim al tocco di
Lady Murasaki e al suono della sua voce.
Se non ci sei, mi sento come quando eri in prigione disse lei. Mi ve-
nivano in mente i versi di una mia antenata, Ono no Komachi, di circa mil-
le anni fa.
Umm...
Era molto passionale.
Sono ansioso di sapere cosa diceva.
Ecco la poesia: "Hito ni awan tsuki no naki yo wa / omoiokite / mune
hashiribi ni / kokoro yaki ori". Riesci a sentirne la musicalit?
L'orecchio occidentale di Robert Lecter non poteva goderne, ma, sapen-
do in cosa consisteva la sua musica, ne fu entusiasta. Oh, s, cara. Dimmi
il significato.
Non c' modo di vederlo / in questa notte senza luna / io resto sveglia,
piena di desiderio bruciante / il fuoco nel petto, il cuore in fiamme.
Mio Dio, Sheba.
Lei si prese deliziosamente cura di risparmiargli ogni sforzo.
Nell'atrio del castello, la grande pendola dice che l'ora tarda, con i suoi
lenti rintocchi lungo i corridoi di pietra. Il mastino si agita nella cuccia, e
con tredici brevi ululati risponde alla pendola. Hannibal nel suo letto pulito
si rivolta nel sonno. E sogna.
Nella stalla l'aria fredda, i vestiti dei bambini sono tirati gi fino alla
cintola mentre Occhiblu e Manopalmata tastano la carne delle loro brac-
cia. Gli altri dietro a loro si muovono qua e l come iene in attesa. Ecco
quello che tende sempre la ciotola. Mischa tossisce, ha la febbre e disto-
glie il viso dal loro alitare. Occhiblu afferra la catena intorno al loro col-
lo. Il sangue e le piume dell'uccello che ha sbranato gli si sono appiccicate
sulla faccia.
La voce distorta dell'Uomo della ciotola: "Prendi lei. Tanto sta per mo-
oorire comunque. Lui rimarr freeeesco ancora per un po'".
Occhiblu a Mischa, in un crudele inganno: "Vieni, vieni a giocare!".
Occhiblu comincia a cantare e Manopalmata si unisce a lui:
Mischa, Mischa!
Le sue grida risuonano lungo i corridoi di pietra e il conte Lecter e Lady
Murasaki si precipitano nella stanza di Hannibal. Ha strappato il cuscino
con i denti e le piume volano in giro, mentre lui ringhia e urla, picchiando,
lottando, battendo i denti. Il conte Lecter gli si mette addosso con tutto il
suo peso, gli tiene ferme le braccia e gli blocca le ginocchia sotto le coper-
te.
Tranquillo, tranquillo.
Temendo per la lingua di Hannibal, Lady Murasaki si toglie la cintura
dalla vestaglia, gli chiude il naso finch lui deve prendere fiato e gli infila
la cintura tra i denti.
Hannibal ha un fremito e poi si blocca, come un uccello che muore. La
vestaglia di lei si aperta mentre si preme contro il petto il suo viso bagna-
to da lacrime di rabbia, con le piume del cuscino appiccicate alla guancia.
Ma al conte che lei domanda: Tutto bene?.
16
Hannibal,
mi farebbe molto piacere se potessi venire da me nel mio salot-
tino all'ora della capra. (Sono le dieci del mattino in Francia.)
Murasaki Shikibu
17
Il dottor J. Rufin esercitava in una villetta con un minuscolo giardino. La
targa discreta davanti al cancello portava il suo nome e il titolo: DOTTO-
RE IN MEDICINA, PSICHIATRA.
Il conte Lecter e Lady Murasaki sedevano su seggiole dallo schienale ri-
gido nella sala d'attesa tra i pazienti del dottor Rufin, alcuni dei quali ave-
vano difficolt a stare fermi.
Lo studio del medico era in stile vittoriano, con due poltrone ai lati del
caminetto, una chaise longue con un rivestimento a frange e vicino alle fi-
nestre un lettino con uno sterilizzatore in acciaio inossidabile.
Hannibal e il dottor Rufin, barbuto e di mezza et, stavano seduti nelle
poltrone, e il medico gli parlava con voce bassa e gradevole.
Hannibal, guardando il metronomo che oscilla e ascoltando il suono
della mia voce, entrerai in uno stato che chiamiamo di sonno vigile. Non ti
chieder di parlare, ma vorrei che tu emettessi un suono per indicare s o
no. Proverai un senso di pace, di rilassamento.
Tra loro, su un tavolo, il pendolo di un metronomo si muoveva da una
parte all'altra. Un orologio decorato con i segni zodiacali e degli angioletti
ticchettava sulla mensola del caminetto. Mentre il dottor Rufin parlava,
Hannibal contava i battiti del metronomo confrontandoli con quelli dell'o-
rologio. Andavano un po' all'unisono e un po' no. Hannibal si chiese se,
contando gli intervalli tra una fase e l'altra e misurando l'ampiezza del
pendolo del metronomo, avrebbe potuto calcolare la lunghezza del pendolo
nascosto dentro l'orologio. Decise per il s, mentre il dottor Rufin conti-
nuava a parlare.
Un suono con la bocca, Hannibal. Qualsiasi suono va bene.
Hannibal, gli occhi disciplinatamente fissi sul metronomo, emise un si-
bilo spingendo l'aria tra la lingua e il labbro inferiore.
Molto bene disse il dottor Rufin. Rimani calmo nello stato di sonno
vigile. E quale suono useremo per il no? No, Hannibal. No.
Hannibal emise un suono pi alto prendendo il labbro inferiore tra i den-
ti ed espellendo l'aria dalla guancia oltre la gengiva superiore.
Questo vuol dire comunicare, Hannibal, e tu lo puoi fare. Pensi che
possiamo continuare a lavorare ora, tu e io insieme?
L'affermazione di Hannibal fu abbastanza rumorosa da poter essere udita
nella sala d'attesa, dove i pazienti si scambiarono occhiate inquiete. Il con-
te Lecter accavall le gambe e si schiar la voce, mentre i begli occhi di
Lady Murasaki ruotarono lentamente verso il soffitto.
Un uomo che assomigliava a uno scoiattolo disse: Non sono stato io.
Hannibal, so che il tuo sonno spesso disturbato disse il dottor Rufin.
Restando calmo, adesso, in uno stato di sonno vigile, puoi descrivermi al-
cune delle cose che vedi nei tuoi sogni?
Hannibal, contando i ticchettii dell'orologio, emise per il dottor Rufin il
suono convenuto per "affermativo".
L'orologio aveva il numero romano IV anzich IIII, per simmetria con
l'VIII sul lato opposto. Hannibal si chiese se questo volesse dire che aveva
la "suoneria romana": due rintocchi di diverso tono, uno per il "cinque" e
uno per l'"uno".
Il dottore gli porse un blocco per gli appunti. Forse potresti scrivere al-
cune delle cose che vedi? Se chiami a gran voce il nome di tua sorella, rie-
sci a vederla?
Hannibal annu.
Nel castello Lecter alcuni degli orologi avevano la suoneria romana e al-
tri no, ma tutti quelli che avevano la suoneria romana avevano il IV invece
del IIII. Quando il signor Jakov apr un orologio e spieg cos'ora lo scap-
pamento, parl di Knibb e dei suoi primi orologi con suoneria romana. Sa-
rebbe stato bello visitare nella sua mente la Sala degli Orologi per esa-
minare lo scappamento. Pens di andarci subito, ma sarebbe stato un lungo
giro per il dottor Rufin.
Hannibal. Hannibal. Quando pensi all'ultima volta che hai visto tua so-
rella, puoi scrivere quello che vedi? Puoi scrivere quello che immagini di
vedere?
Hannibal scrisse senza guardare il blocco degli appunti, contando sia i
battiti del metronomo sia quelli dell'orologio.
Guardando il blocco, il dottor Rufin parve incoraggiato. Vedi i suoi
denti da bambina? Solo i suoi dentini? Dove li vedi, Hannibal?
Hannibal raggiunse e ferm il pendolo, ne guard la lunghezza e la posi-
zione del peso contro la scala del metronomo. Scrisse sul blocchetto: "In
una latrina, dottore. Posso aprire il retro dell'orologio?".
18
La lunga estate francese, una foschia di pollini sulla superficie del fiume
Essonne e anatre fra le canne. Hannibal non parlava ancora, ma aveva un
sonno senza sogni e l'appetito di un tredicenne in crescita.
Lo zio Robert Lecter era pi affettuoso e meno misurato di quanto fosse
stato suo padre. Aveva una sorta di rilassatezza d'artista che si era combi-
nata con quella data dall'et.
C'era un ballatoio sul tetto, dove si poteva camminare. Il polline si era
ammucchiato nei compluvi, indorando il muschio, e le ragnatele ondeg-
giavano nel vento. Tra gli alberi si poteva vedere la curva argentea del
fiume.
Il conte era alto e allampanato, la sua pelle appariva grigiastra nella luce
sui tetto. Le mani sulla ringhiera erano sottili, ma assomigliavano a quelle
del padre di Hannibal.
Nella nostra famiglia, Hannibal, siamo un po' particolari disse. Lo
impariamo presto, e mi aspetto che tu lo sappia gi. Ti sentirai pi a tuo
agio con gli anni a venire, se ora la cosa ti turba. Hai perso la tua famiglia
e la casa, ma hai me e Sheba. Non deliziosa? Suo padre la port a vedere
una mostra di miei quadri al Metropolitan di Tokyo venticinque anni fa.
Non avevo mai incontrato una ragazzina cos. Quindici anni dopo, quando
suo padre diventato ambasciatore in Francia, venuta anche lei. Non po-
tevo credere alla mia fortuna e mi precipitai all'ambasciata annunciando la
mia intenzione di convertirmi allo shintoismo. Mi disse che la mia religio-
ne non era tra le sue preoccupazioni principali. Non mi ha mai approvato,
ma le piacciono i miei quadri. Quadri! Vieni.
Questo il mio studio. Era una grande stanza dalle pareti bianche al-
l'ultimo piano del castello. Tele non finite stavano sui cavalletti e molte al-
tre erano appoggiate alle pareti. Una chaise longue era sistemata su una
bassa pedana e accanto, appeso a un attaccapanni, c'era un kimono. Su un
cavalletto vicino, un quadro coperto da un drappo.
Passarono in una stanza adiacente dove c'era un grande cavalletto con un
blocco di fogli di carta di giornale, del carboncino e dei tubetti di colore.
Ho fatto preparare uno spazio per te, un tuo studio disse il conte.
Puoi trovare conforto qui, Hannibal. Quando senti che stai per esplodere,
disegna! dipingi! Per emozioni intense, tanti colori. Non cercare di darti un
obiettivo o di usare trucchi quando disegni. Otterrai abbastanza consigli da
Sheba. Guard oltre gli alberi, verso il fiume. Ci vediamo a pranzo.
Chiedi alla signora Brigitte di trovarti un cappello. Andremo in barca nel
tardo pomeriggio, dopo le tue lezioni.
Quando il conte l'ebbe lasciato, Hannibal non and subito al cavalletto,
ma vag per lo studio guardando i lavori ancora da terminare. Appoggi
una mano sulla chaise longue, tocc il kimono sull'attaccapanni e lo tenne
davanti al viso. Si ferm di fronte alla tela coperta sul cavalletto e alz il
drappo. Il conte stava ritraendo Lady Murasaki nuda sulla sedia. Il dipinto
si impose agli occhi di Hannibal, punti di luce gli danzarono nelle pupille,
come lucciole nella notte.
Hannibal venne mandato alle classi speciali nella scuola del villaggio, ed
era oggetto di curiosit perch non sapeva enunciare. Il secondo giorno
uno zoticone sput dall'alto sui capelli di un bambino del primo anno e
Hannibal gli ruppe il coccige e il naso. Fu spedito a casa, ma la sua espres-
sione non cambi mai.
Seguiva invece le lezioni con Chiyoh a casa. Lei era stata fidanzata per
anni con il figlio di un diplomatico in Giappone, e ora, a tredici anni, stava
imparando da Lady Murasaki le arti di cui aveva bisogno.
L'istruzione era molto diversa da quella del signor Jakov, ma le materie
avevano una bellezza particolare, come la matematica del signor Jakov, e
Hannibal le trovava affascinanti.
Stando vicino alla luce della finestra nel suo salone, Lady Murasaki in-
segnava calligrafia, a dipingere su fogli di giornale, e riusciva a ottenere
effetti delicati anche con un pennello grosso. Ecco il simbolo dell'eternit,
una forma triangolare piacevole da contemplare. Sotto di essa, la frase sul
giornale diceva: "Medici sotto accusa a Norimberga".
Questo esercizio chiamato "Eternit in otto pennellate" disse lei.
Provalo.
Ala fine delle lezioni, Lady Murasaki e Chiyoh facevano ognuna l'ori-
gami di una gru, che poi avrebbero messo sull'altare in soffitta.
Hannibal prese un pezzo di carta per fare una gru. L'occhiata interrogati-
va di Chiyoh a Lady Murasaki lo fece sentire per un momento come un e-
straneo. Lady Murasaki gli tese un paio di forbici (e pi tardi avrebbe cor-
retto Chiyoh per la gaffe, che non sarebbe stata permessa nell'ambiente di-
plomatico).
Chiyoh ha una cugina a Hiroshima di nome Sadako spieg Lady Mu-
rasaki. Sta morendo per le radiazioni. Sadako crede che se riuscir a co-
struire mille gru di carta, lei sopravviver. La sua forza limitata, e noi
l'aiutiamo facendo ogni giorno per lei delle gru. Che siano o no utili alla
sua salute, mentre le facciamo Sadako nei nostri pensieri, insieme a tutti
coloro che sono stati avvelenati dalla guerra. Se vuoi piegare gru per noi,
Hannibal, noi lo faremo per te. Facciamo tante gru insieme per Sadako.
19
Il gioved nella piazza del paese si teneva un bel mercato sotto i tendoni,
intorno alla fontana e alla statua del maresciallo Foch. Il vento aveva un
odore salmastro che proveniva dal mercante di sottaceti e il pesce e i mol-
luschi disposti su letti di alghe portavano l'odore dell'oceano.
Alcune radioline rivaleggiavano nel trasmettere musiche differenti. Il
suonatore d'organetto, con la sua scimmietta - rilasciati dopo colazione da
una delle loro frequenti visite in prigione -, continuava a far girare il moti-
vo Sous les ponts de Paris, finch qualcuno diede loro rispettivamente un
bicchiere di vino e un dolcetto alle noccioline. Il suonatore tracann tutto il
vino in un solo sorso e confisc mezzo dolce per s, mentre la scimmia
prendeva nota con i suoi occhietti vispi della tasca in cui il suo padrone lo
metteva. Due gendarmi impartirono al musicante i soliti inutili am-
monimenti e andarono alla rivendita di dolci.
La meta di Lady Murasaki era Legumes Bulot, la principale bancarella
di verdure, per comprare dei germogli di felce. Erano uno dei cibi preferiti
del conte, e di solito andavano presto esauriti.
Hannnibal si trascinava dietro di lei portando un cesto. Si ferm per os-
servare come il venditore di formaggi oliasse una corda di piano e la usas-
se per tagliare una grossa fetta di grana. Il negoziante gliene diede un pez-
zo chiedendogli di raccomandarlo alla signora.
Lady Murasaki non vide germogli di felce in esposizione e prima ancora
di poter chiedere qualcosa Bulot il verduraio ne tir fuori un cesto da sotto
il banco. Signora, sono cos straordinari che non volevo che il sole li
sciupasse. In attesa del suo arrivo li ho coperti con un panno e inumiditi
non con acqua ma con vera rugiada.
Di fronte al verduraio, Paul Momund sedeva con il suo grembiule mac-
chiato di sangue a un tavolo da macellaio, a pulire pollame gettando le
frattaglie in un cesto e suddividendo stomaci e fegati in due ciotole. Era
grosso e muscoloso, con un tatuaggio sull'avambraccio: una ciliegia con la
scritta "Voii la mienne, o est la tienne?". Questa la mia, dov' la tua? Il
rosso della ciliegia era diventato pi pallido del sangue sulle sue mani. Il
fratello di Paul il macellaio, pi abituato ad avere a che fare con il pubbli-
co, lavorava al bancone sotto l'insegna MOMUND CARNI SCELTE. Por-
t a Paul un'oca da sventrare. Questi bevve un sorso dalla bottiglia di marc
che teneva accanto a s e si asciug il viso con la mano lorda, lasciandosi
sulle guance tracce di sangue e piume.
Prenditela con calma, Paul gli disse il fratello. La giornata sar lun-
ga.
Perch non la spenni tu quest'oca del cazzo? Sei di sicuro pi bravo a
spennare che a scopare disse Paul il macellaio, divertito dalla propria bat-
tuta.
Hannibal stava guardando la testa di un maiale in una vetrina quando ud
la voce di Paul.
Ehi, giapponese!
E la voce di Bulot il verduraio: Prego, signore! inaccettabile!.
Ma Paul di nuovo: Ehi, giapponese, dimmi un po', vero che hai la fica
di traverso? Con un ciuffettino di peli diritto come un fuso?.
Hannibal allora vide Paul, la faccia sudicia di sangue e piume come
quella di Occhiblu, come quella di Occhiblu che rosicchiava la pelle di un
uccello.
Paul si gir verso il fratello: Dammi retta, una volta ne ho avuta una a
Marsiglia che poteva prenderti tutto....
Il cosciotto di agnello si abbatt sulla faccia di Paul e lo scaravent al-
l'indietro, in un guazzabuglio d'interiora, con Hannibal sopra di lui ad alza-
re il cosciotto e a colpirlo ripetutamente finch gli sfugg di mano. Allora il
ragazzo cerc dietro di s sul tavolo il coltello da lavoro, senza trovarlo.
Trov invece delle budella di pollo e ne scaravent una manciata sulla fac-
cia di Paul, mentre il macellaio lo percuoteva con le sue grosse mani piene
di sangue. Il fratello di Paul diede un calcio a Hannibal dietro la testa e af-
ferr un pestacarne dal bancone proprio mentre Lady Murasaki si precipi-
tava su di lui e lo spingeva gridando: Kiai!.
Lady Murasaki teneva un coltellaccio contro la gola del fratello del ma-
cellaio, proprio nel punto in cui avrebbe infilzato un maiale. Disse: Resta-
te immobili, signori. Tutti si bloccarono come congelati per un lungo
momento. Intanto si sentivano i fischietti dei gendarmi, mentre le grandi
mani di Paul erano strette intorno alla gola di Hannibal e gli occhi di suo
fratello si torcevano verso il punto in cui la lama d'acciaio gli toccava il
collo; e Hannibal io sentiva, lo sentiva dietro di s. I due gendarmi, scivo-
lando sulle frattaglie, divisero Paul e Hannibal, liberando il ragazzo dalla
stretta e allontanando il macellaio.
Hannibal aveva la voce arrugginita per il prolungato disuso, ma il macel-
laio lo cap. Disse "Bestia" in tono estremamente calmo. Suon pi come
una classificazione tassonomica che come un insulto.
Era possibile che il conte, nel suo operoso isolamento al castello, non
venisse mai a sapere nulla dell'incidente. Ma la sera, mentre fumava un si-
garo, l'autista Serge torn dal paese con i giornali della sera e glieli mise
accanto.
20
Disgustato dal belare piagnucoloso dei salmi e dal ronzio monotono del-
la cerimonia funebre, Hannibal Lecter, tredicenne e ultimo della sua stirpe,
stava in piedi accanto a Lady Murasaki e Chiyoh all'ingresso della chiesa,
dando con aria assente la mano ai convenuti al funerale, a mano a mano
che gli sfilavano davanti. Le donne si scoprivano il capo appena uscite dal-
la chiesa, per via del pregiudizio postbellico contro i foulard in testa.
Lady Murasaki ascoltava, offrendo gentili e appropriate risposte.
Sentendo la fatica di lei, Hannibal si riscosse e si scopr a parlare in mo-
do da alleviarle la fatica, ma sent che la propria voce ritrovata degenerava
velocemente in una sorta di gracidio. Se Lady Murasaki fu sorpresa di u-
dirlo non lo diede a vedere, ma gli prese la mano e la strinse forte mentre
tendeva l'altra alla persona che si stava presentando a farle le condoglian-
ze.
Un gruppo di giornalisti da Parigi e cronisti di agenzie erano l per do-
cumentare la scomparsa di un grande artista che da vivo li aveva evitati.
Lady Murasaki non ebbe nulla da dichiarare.
Nel pomeriggio di quel giorno senza fine, l'avvocato del conte venne al
castello insieme a un funzionario delle tasse. Lady Murasaki offr loro del
t.
Signora, sono desolato di disturbarvi nel vostro dolore disse il funzio-
nario ma voglio assicurarle che avr tutto il tempo necessario per siste-
mare le sue cose prima che il castello venga messo all'asta per pagare le
tasse di successione. Vorremmo poter accettare le sue garanze, ma dato
che il suo status di residente in Francia sar ora messo in discussione, ci
impossibile.
Finalmente giunse la notte. Hannibal accompagn Lady Murasaki fino
alla porta della sua camera, dove Chiyoh aveva preparato un giaciglio per
dormire accanto a lei.
Hannibal rimase sveglio in camera sua a lungo, e quando il sonno arriv,
arrivarono anche i sogni.
La faccia di Occhiblu imbrattata di sangue e piume che si trasformava
in quella di Paul il macellaio, e poi cambiava di nuovo.
Hannibal si svegli nel buio e l'immagine non svan, i volti come olo-
grammi sul soffitto. Ora che poteva parlare, non url.
Si alz e sal lentamente le scale verso lo studio del conte. Accese i can-
delabri su entrambi i lati del cavalletto. I ritratti alle pareti, finiti e incom-
pleti, avevano guadagnato intensit ora che il loro autore se n'era andato.
Hannibal sent che s fendevano verso lo spirito del conte come se potesse-
ro ritrovarlo vivo.
I pennelli puliti dello zio stavano in un barattolo, i pastelli e i carboncini
in vaschette scanalate. Il quadro di Lady Murasaki non c'era, e lei aveva
anche tolto il suo kimono dall'attaccapanni.
Hannibal cominci a disegnare con grandi movimenti del braccio, come
il conte gli aveva consigliato, cercando di lasciarsi andare, tracciando ampi
segni diagonali sulla carta e macchie di colore. Non funzionava. Verso
l'alba interruppe i suoi sforzi; smise di esercitarsi e si limit a osservare
che cosa gli rivelava la sua mano.
21
22
La morte violenta di Paul il macellaio non fu una tragedia per molti del
paese, il cui sindaco e parecchi anziani erano stati uccisi dai nazisti per
rappresaglia contro le attivit della Resistenza durante l'occupazione.
La maggior parte di Paul giaceva su un tavolo di zinco nella camera
mortuaria dell'impresa di pompe funebri Roget, dove aveva preso il posto
del conte Lecter. All'imbunire, una Citron nera Traction Avant si spinse
fino a l. Un poliziotto che stazionava di fronte si affrett ad aprire la por-
tiera dell'auto.
Buonasera, ispettore.
L'uomo che ne usc era sulla quarantina, vestito con un abito elegante.
Restitu il saluto al poliziotto con un cenno amichevole, si gir verso la
macchina e parl all'autista e a un altro ufficiale che sedeva sul sedile po-
steriore. Portate la custodia alla stazione di polizia.
L'ispettore trov l'impresario di pompe funebri, il signor Roget, e il co-
mandante di polizia nella camera mortuaria, piena di rubinetti, tubi e su-
perfici smaltate, con degli utensili riposti in vetrinette.
Il comandante s'illumin alla vista del poliziotto venuto da Parigi. I-
spettore Popil! Sono felice che sia arrivato. Non si ricorder di me, ma...
L'ispettore guard il comandante. Certo che mi ricordo. Comandante
Balmain. Ha consegnato De Rais a Norimberga ed era seduto dietro di lui
al processo.
Complimenti. un onore, signore.
Cosa abbiamo?
L'assistente dell'impresario di pompe funebri, Laurent, tir indietro la
coperta.
Il corpo di Paul il macellaio era ancora vestito, con lunghe strisce rosse
che lo segnavano in diagonale dove il tessuto non era intriso di sangue. Gli
mancava la testa.
Paul Momund, o almeno una parte di lui disse il comandante. il
suo dossier?
Popil annu. Breve e tremendo. Imbarcava gli ebrei da Orlans.
L'ispettore osserv il cadavere, gli cammin intorno, sollev la mano e il
braccio di Paul, con il tatuaggio che ora risaltava maggiormente in contra-
sto con il suo pallore. Parl in modo assente, come pensando tra s. Ha
ferite da difesa alle mani, ma i lividi sulle nocche sono vecchi di qualche
giorno. Deve aver lottato di recente.
E spesso disse l'impresario.
L'assistente Laurent rincar la dose. Sabato scorso ha fatto una rissa in
un bar e ha spaccato i denti a un uomo e a una ragazza. Mosse la testa di
scatto per mostrare la forza dei colpi, i capelli tutti all'indietro sul piccolo
cranio.
Una lista, grazie. Dei suoi pi recenti avversari chiese l'ispettore. S
chin sul cadavere, annusando. Ha fatto qualcosa al corpo, signor Ro-
get?
No, signore. Il comandante mi ha specificamente proibito di...
L'ispettore Popil lo chiam con un cenno al tavolo. Anche Laurent si av-
vicin. Questo l'odore di qualcosa che usate qui?
Sento del cianuro disse il signor Roget. stato prima avvelenato!
Il cianuro ha l'odore di mandorle tostate puntualizz Popil.
Sa di qualcosa contro il mal di denti disse Laurent, grattandosi la ma-
scella.
L'impresario si volt verso l'assistente. Cretino! Dove li vedi i denti?
S, olio di camelia ed essenza di garofano concluse l'ispettore Popil.
Comandante, possiamo vedere il farmacista e i suoi registri?
23
Mezzanotte, Lady Murasaki era a letto. Dalla finestra aperta una dolce
brezza portava il profumo di una mimosa in fiore in un angolo del cortile
sottostante. Lady Murasaki spinse via le coperte per sentire l'aria che si
muoveva sulle braccia e sui piedi. Aveva gli occhi aperti, guardava verso il
soffitto buio e poteva udire l'impercettibile rumore delle sue palpebre che
sbattevano.
In cortile la vecchia femmina di mastino si muoveva nel sonno, le narici
dilatate. Alcune pieghe corrugarono la sua fronte, poi si rilass di nuovo in
un bel sogno di caccia e di sangue in bocca.
Al di sopra di Lady Murasaki, nel buio, il pavimento della soffitta scric-
chiol. Era un peso sulle assi, non lo squittio di un topo. Lady Murasaki
fece un respiro profondo e mise gi i piedi sul freddo pavimento di pietra
della camera da letto. Indoss il leggero kimono, si tocc i capelli, sistem
i fiori in un vaso dell'ingresso e portando un candeliere sal le scale verso
la soffitta.
La maschera intagliata nella porta le sorrise. Lady Murasaki vi pose la
mano sopra e spinse. Sent la corrente d'aria premerle il vestito addosso,
come una spinta leggera, e lontano, nel fondo della soffitta buia, vide il
fievole tremolio di una luce. And verso di essa, con il candeliere che bril-
lava sulle maschere no che la guardavano e la fila di marionette appese che
gesticolavano al soffio del suo passaggio. Oltre i cesti di vimini e i bauli
stipati dei suoi anni con Robert, verso l'altare di famiglia e l'armatura dove
bruciavano le candele.
Un oggetto scuro stava sull'altare davanti all'armatura. Ne vide la sago-
ma contro le candele. Pose il suo candeliere su una cassa vicino e guard
fissa la testa di Paul il macellaio in un suiban, un basso contenitore di ce-
ramica. La faccia di Paul pulita e pallida, le labbra sono intatte, ma man-
cano le guance e un po' di sangue gli colato dalla bocca nei suiban, dove
ristagna come l'acqua sotto una composizione floreale. Ai capelli attacca-
ta un'etichetta, con una scritta a mano: "Paul Momund, carni scelte".
La festa di Paul fronteggiava l'armatura, con gli occhi girati verso la ma-
schera del samurai. Lady Murasaki gir anch'essa la faccia in su e parl in
giapponese.
Buonasera, onorevoli antenati. Vi prego di scusare quest'omaggio ina-
deguato. Con tutto il rispetto, non il genere d'aiuto che avevo in mente.
Automaticamente prese un fiore appassito e un nastro dal pavimento o lo
mise nella manica, muovendo gli occhi di continuo. La spada lunga era al
suo posto, e cos pure l'ascia, ma mancava la spada corta.
24
25
La camera mortuaria era buia e silenziosa, tranne che per il lento goccio-
lio nel lavandino. L'ispettore stava sulla soglia con Hannibal, entrambi ba-
gnati di pioggia sulle spalle e sulle scarpe.
Momund era l. Hannibal ne poteva sentire l'odore. Aspett che Popil
accendesse la luce, curioso di quanto sarebbe durato l'intervallo drammati-
co creato dal poliziotto.
Pensa che potrebbe riconoscere Paul Momund se lo vedesse di nuovo?
Far del mio meglio, ispettore.
Popil accese la luce. L'impresario di pompe funebri aveva spogliato
Momund e messo i suoi indumenti in sacchetti di carta, come da istruzioni.
Aveva chiuso l'addome con una sutura grossolana e un pezzo di im-
permeabile, e aveva messo un asciugamano sul collo reciso.
Si ricorda il tatuaggio dei macellaio?
Hannibal cammin intorno al corpo. S, ma non ho letto che cosa c'era
scritto.
Il ragazzo guard l'ispettore Popil, al di l del cadavere, e gli colse negli
occhi uno sguardo d'intesa.
Che cosa dice? domand l'ispettore.
"Questa la mia, dov' la tua?"
Forse dovrebbe dire: "Questo il tuo, dov' la mia?". Questo il tuo
primo assassinio, dov' la mia testa? Che cosa ne pensa?
Penso che probabilmente non degno di lei. Lo spero. Si aspetta che le
sue ferite sanguinino in mia presenza?
Che cosa ha detto alla signora il macellaio per farla andare fuori di te-
sta?
Non mi ha fatto andare fuori di testa, ispettore. Le sue parole hanno of-
feso chiunque l'abbia udito, me incluso. Era volgare.
Che cosa ha detto, Hannibal?
Ha domandato se fosse vero che la fica giapponese di traverso, ispet-
tore. Si rivolto a lei con un: "Ehi, giapponese!".
Di traverso. L'ispettore Popil segu con il dito le linee dei punti sul-
l'addome di Paul Momund, quasi sfiorandone la pelle. Di traverso cos?
L'ispettore scrut il volto di Hannibal in cerca di qualcosa. Ma non lo tro-
v. Non trov nulla, cos pose un'altra domanda.
Come si sente, vedendolo morto?
Hannibal guard sotto l'asciugamano che copriva il collo. Distaccato
rispose.
Lungo gli argini della strada che portava in paese una moto viaggiava
senza fari e a motore spento. Il conducente indossava una tuta da lavoro e
un passamontagna neri. Silenziosamente la moto volt l'angolo in fondo
alla piazza deserta, scomparve per un attimo dietro il furgone parcheggiato
di fronte all'ufficio postale e se ne and, con il guidatore che spingeva a fa-
tica la moto, senza accendere il motore prima di essere ben fuori dal paese.
L'ispettore Popil e Hannibal sedevano nell'ufficio del comandante. L'i-
spettore lesse l'etichetta sulla bottiglia del digestivo e pens per un attimo
di berne una dose.
Poi appoggi il rotolo con il grafico della registrazione della macchina
della verit sulla scrivania e lo spinse con il dito. Il rotolo si apr parzial-
mente, mostrando le linee con tanti piccoli picchi, che sembravano colli-
nette di una montagna oscurata dalle nuvole. Ha ucciso il macellaio,
Hannibal?
Posso farle io una domanda?
S.
un lungo viaggio da Parigi a qui. Lei specializzato in omicidi di
macellai?
La mia specialit sono i crmini di guerra, e Paul Momund era sospetta-
to di averne commessi parecchi. I crimini di guerra non svaniscono con la
guerra, Hannibal. Popil fece una pausa per leggere la pubblicit su ogni
lato del posacenere. Forse sono in grado di capire la sua situazione pi di
quanto lei pensi.
Qual la mia situazione, ispettore?
Lei rimasto orfano durante la guerra. vissuto in un istituto, chiuso
in se stesso, con tutta la sua famiglia morta. E alla fine, ecco che la sua bel-
la matrigna ha compensato ogni cosa. Nel tentativo di stabilire un'intesa,
Popil pose la mano su una spalla di Hannibal. Solo il suo profumo basta a
spazzare via qualsiasi odore del passato. Ma un giorno il macellaio vomita
oscenit contro di lei. Se lo ha ucciso, lo posso capire. Me lo dica. Insieme
potremmo spiegare al magistrato...
Hannibal si mosse all'indietro sulla sedia, sottraendosi al contatto di Po-
pil.
"Solo il suo profumo basta a spazzare via qualsiasi odore del passato"?
Posso chiederle se si diletta a comporre versi, ispettore?
Ha ucciso lei il macellaio?
Paul Momund ha ucciso se stesso. morto per la sua stupidit e volga-
rit.
L'ispettore Popil aveva una notevole esperienza e conosceva l'orrore, e
l'orrore era questa voce che stava udendo, anche se aveva un timbro pi in-
certo e, sorprendentemente, proveniva dal corpo di un ragazzo.
Non aveva mai sentito quella lunghezza d'onda specifica, ma la riconob-
be come "altro". Era da tempo che non avvertiva l'eccitazione della caccia,
la qualit prensile del cervello che si oppone a un altro cervello. La sent
nel proprio cranio e negli avambracci. Viveva per essa.
Una parte di lui desider che fosse stato lo scassinatore a uccidere il ma-
cellaio. Una parte di lui pens quanto sarebbe stata sola e bisognosa di
compagnia Lady Murasaki, con il ragazzo in istituto.
Il macellaio stava pescando. Aveva del sangue e delle squame sul col-
tello, ma non aveva pesci. Lo chef mi ha detto che lei ne ha portato uno
splendido per cena. Dove lo ha preso?
L'ho pescato, ispettore. Teniamo una canna da pesca nell'acqua dietro
la rimessa delle barche. Gliela mostro, se vuole. Ispettore, ha scelto lei di
occuparsi di crimini di guerra?
S.
Perch ha perso la sua famiglia in guerra?
S.
Posso chiederle come?
Alcuni in combattimento. Altri sono stati spediti a Est.
Ha catturato chi lo ha fatto?
No.
Ma erano quelli di Vichy... uomini come il macellaio.
S.
Possiamo essere davvero onesti l'uno con l'altro?
Assolutamente.
Le dispiace vedere morto Paul Momund?
Sul lato pi lontano della piazza del paese, il barbiere, il signor Rubin,
usc da una stretta via alberata per il consueto giro notturno con il suo pic-
colo terrier. Dopo aver parlato con i clienti tutto il giorno, di sera il signor
Rubin continuava la conversazione con il cane. Lo spinse via dalla striscia
d'erba di fronte all'ufficio postale.
Dovresti aver gi fatto i tuoi bisogni nel prato di Felipe, dove nessuno
ti poteva vedere disse. Qui rischi una multa, e visto che non hai soldi
toccher a me pagare.
Di fronte all'ufficio postale c'era una cassetta delle lettere su un palo. Il
cane tir il guinzaglio in quella direzione e alz la zampa.
Vedendo una faccia spuntare da sopra la cassetta, Rubin disse: Buona-
sera, signore e rivolto al cane: Attento a non sporcare il signore!. Il ca-
ne fece i suoi bisogni e Rubin not che non si vedevano gambe dall'altra
parte, al di sotto della cassetta.
I fasci di luce dei fari della polizia convergevano sulla testa di Paul Mo-
mund in cima alla cassetta delle lettere. Aveva scritto in fronte "Boche" -
l'epiteto dispregiativo con cui i francesi chiamavano i tedeschi - proprio
sotto l'attaccatura dei capelli. Qualche ubriaco ritardatario e alcuni lavora-
tori notturni si erano riuniti l per vedere.
L'ispettore Popil fece avvicinare Hannibal e lo guard mentre la luce si
concentrava sulla faccia del morto. Non percep alcun cambiamento nell'e-
spressione del ragazzo.
La Resistenza ha finalmente ucciso Momund disse il barbiere, spie-
gando a tutti come lo aveva trovato, omettendo opportunamente la piccola
trasgressione del cane.
Alcuni nella folla pensarono che Hannibal non avrebbe dovuto guardare.
Una donna anziana, un'infermiera di notte che stava tornando a casa, lo di-
chiar a voce alta.
26
Popil entr con la sua piantina e una scatola di dolci comprata da Fau-
chon. Ci fu un attimo di imbarazzo quando cerc di levarsi il cappello, a-
vendo entrambe le mani occupate. Fu Lady Murasaki a toglierglielo.
Benvenuta a Parigi, Lady Murasaki. Il fioraio mi ha giurato che questa
pianta star benissimo nella sua terrazza.
Terrazza? Ho l'impressione che lei stia indagando su di me, ispettore...
Ha gi scoperto che ho una terrazza.
Non soltanto questo... Ho accertato la presenza di un ingresso e ho il
forte sospetto che abbia anche una cucina.
Cos, lavora stanza per stanza?
S, il mio metodo, procedo stanza per stanza.
Fino ad arrivare dove? Vide che lui stava arrossendo e lasci perdere.
Mettiamo questa pianta alla luce?
Hannibal stava liberando l'armatura dall'imballaggio quando gli si avvi-
cinarono. Era accanto alla cassa, con in mano la maschera del samurai.
Non si gir verso l'ispettore Popil, ma volt solo la testa come un gufo per
guardarlo. Vedendo il cappello di Popil nelle mani di Lady Murasaki,
Hannibal stim le dimensioni e il peso della sua testa rispettivamente in di-
ciannove centimetri e mezzo e sei chili.
Ha mai provato a indossarla, la maschera? domand l'ispettore Popil.
Non me lo sono meritato.
Mi meraviglio.
Lei indossa mai le sue tante decorazioni, ispettore?
Quando il cerimoniale lo richiede.
Cioccolatini di Fauchon. Un pensiero delicato, ispettore Popil. Toglie-
ranno l'odore del passato.
Ma non il profumo dell'essenza di garofano. Lady Murasaki, ho biso-
gno di discutere con lei la questione della sua residenza.
Popil e Lady Murasaki si misero a parlare in terrazza. Hannibal li guard
dalla finestra, rivedendo la sua stima della grandezza del cappello di Popil
in venti centimetri. Nel corso della conversazione l'ispettore e Lady Mura-
saki cambiarono posto alla piantina diverse volte per variarne l'esposizione
al sole. Sembrava che avessero bisogno di fare qualcosa.
Hannibal lasci perdere l'armatura, ma s'inginocchi accanto alla cassa e
indugi con la mano sull'impugnatura della spada corta. Osserv il poli-
ziotto attraverso gli occhi della maschera.
Vide Lady Murasaki che rideva. L'ispettore Popil doveva aver fatto
qualche goffo tentativo di essere spiritoso e lei stava ridendo per cortesia,
suppose Hannibal. Quando tornarono dentro, Lady Murasaki l lasci soli.
Hannibal, all'epoca della sua morte il conte Lecter stava cercando di
scoprire cos' successo a sua sorella in Lituania. Posso provarci anch'io.
Nel Baltico sono tempi duri... talora i sovietici cooperano, ma per lo pi
non lo fanno. Ma la cosa non mi scoraggia.
Grazie.
Che cosa ricorda?
Vivevamo nei casino di caccia. Ci fu un'esplosione. Rammento di esse-
re stato raccolto dai soldati e portato in paese sopra un carro armato. Ma
non so cosa sia successo in mezzo. Cerco di ricordare, ma non ci riesco.
Ho parlato con il dottor Rufin.
Non ci fu alcuna reazione visibile.
Non intende discutere alcun dettaglio delle conversazioni che avete a-
vuto.
Di nuovo nessuna reazione.
Ma mi ha detto che lei molto preoccupato per sua sorella, naturalmen-
te. Pensa che con il tempo la memoria possa tornare. Se dovesse ricordare
qualcosa, la prego di informarmi.
Hannibal guard fisso l'ispettore. Perch non dovrei? Desider udire
un orologio. Sarebbe stato bello udire un orologio.
Quando abbiamo parlato dopo... l'incidente di Paul Momund, le ho det-
to di aver perso dei parenti in guerra. Mi richiede un grande sforzo pensar-
ci. E sa perch?
Me lo dica, ispettore.
Perch penso che avrei dovuto salvarli. Ho il terrore di scoprire qualco-
sa che non ho fatto e che avrei potuto fare. Se lei ha la mia stessa paura,
non le permetta di soffocare qualche ricordo che potrebbe essere utile per
Mischa. Mi pu dire qualsiasi cosa.
Lady Murasaki entr nella stanza. Popil si alz e cambi argomento. Il
liceo una buona scuola e lei pu farsi strada. Se posso aiutarla, lo far
volentieri. Verr a trovarla a scuola, di tanto in tanto.
Ma preferir fare una visita qui comment Hannibal.
Dove il benvenuto disse Lady Murasaki.
Buon pomeriggio, ispettore salut Hannibal.
Lady Murasaki accompagn alla porta Popil e ritorn adirata.
Tu piaci all'ispettore, glielo leggo in faccia disse Hannibal.
E cosa pu leggere nella tua? pericoloso provocarlo.
Lo troverai noioso.
Trovo te maleducato. Non da te. Se desideri essere scortese con un
ospite, fallo a casa tua disse Lady Murasaki.
Lady Murasaki, io voglio stare qui con te.
La rabbia le sboll. No. Faremo le vacanze insieme e anche i weekend,
ma devi andare in collegio, secondo le regole. Sai che la mia mano sem-
pre sul tuo cuore. E gliel'appoggi l.
Sul suo cuore. La mano che aveva tenuto il cappello di Popil stava sul
suo cuore. La mano che aveva tenuto il coltello contro la gola del fratello
di Momund. La mano che aveva afferrato i capelli del macellaio e messo
la sua testa in una borsa per appoggiarla poi sulla cassetta delle lettere. Il
suo cuore batt contro il palmo di lei, il cui volto rimase impenetrabile.
27
Un anno di luce grigia dalle finestre di scuola. Almeno la luce era abba-
stanza diffusa per disegnare, e le stanze cambiavano a mano a mano che
gli insegnanti io passavano in una classe superiore, e poi un'altra e un'altra
ancora.
Ora, finalmente, una vacanza da scuola.
Durante il primo autunno dopo la morte del conte e la partenza di Chi-
yoh il senso di perdita di Lady Murasaki si era fatto pi pungente. Quando
suo marito era vivo, lei organizzava delle cene su un prato vicino al castel-
lo con il conte Lecter, Hannibal e Chiyoh, per vedere la luna di settembre e
ascoltare gli insetti d'autunno.
Ora, sulla terrazza della sua residenza a Parigi, lesse a Hannibal una let-
tera di Chiyoh che parlava dei preparativi per le nozze, e insieme guarda-
rono la luna quasi piena. Ma non si sentivano i grilli.
Hannibal si alz al mattino presto dalla branda in salotto e and in bici-
cletta lungo la Senna fino al Jardin des Plantes, dove fece un'altra delle sue
frequenti ricerche nel serraglio. La novit di oggi era un appunto con un
indirizzo... Poco pi a sud di Place Monge e Rue Ortolan trov il negozio
che vendeva pesci tropicali, uccellini e animali esotici.
Hannibal prese una busta dalla borsa della bicicletta ed entr.
Nella piccola vetrina c'erano file di vasche e gabbie, ed era tutto un cin-
guettio e un cigolio di ruote da criceto, con un odore di granaglie, piume
calde e cibo per i pesci.
Da una gabbia dietro il registratore di cassa un grosso pappagallo si ri-
volse a Hannibal in giapponese. Un vecchio giapponese dalla faccia simpa-
tica emerse dal retro del negozio dove stava cucinando.
Gomekudasai, Monsieur? permesso? disse Hannibal.
Irasshaimase, Monsieur. Si accomodi, rispose il proprietario.
Irasshaimase, Monsieur ripet il pappagallo.
Ha un grillo suzumushi in vendita, signore?
Non, je suis dsol, Monsieur disse il proprietario.
Non, je suis dsol, Monsieur ripet il pappagallo.
L'uomo lo guard di traverso e pass all'inglese per confondere l'animale
invadente. Ho una variet di eccellenti grilli da combattimento. Lottano
fieramente, vincono sempre, sono famosi ovunque.
Si tratta di un regalo per una signora giapponese che si strugge per il
canto del suzumushi in questo periodo dell'anno disse Hannibal. Un gril-
lo normale non va bene.
Non mi permetterei mai di suggerire un grillo francese, il cui canto
piacevole solo durante i suoi accoppiamenti stagionali. Ma non ho suzu-
mushi da vendere. Forse la divertirebbe un pappagallo con un vasto voca-
bolario giapponese, le cui espressioni abbracciano ogni campo della vita.
Per caso ha un suzumushi personale?
L'uomo guard in lontananza per un momento. La legge sull'importazio-
ne di insetti e delle loro uova era approssimativa in quell'inizio di nuova
repubblica. Vuole sentirlo?
Ne sarei onorato rispose Hannibal.
Il vecchio proprietario scomparve dietro una tenda nel retro del negozio
e ritorn con una piccola gabbia da grilli, un cetriolo e un coltello. Piazz
la gabbia sul bancone e sotto lo sguardo avido del pappagallo tagli una
fettina sottile di cetriolo e la spinse nella gabbia del grillo. In un attimo ar-
riv il chiaro suono come di scampanio del grillo. Il proprietario ascolt
con un'espressione beata quando il canto si ripet.
Il pappagallo imit il canto del grillo come pot... forte e ripetutamente.
Non ricevendo nulla in cambio, divenne scurrile e s'infuri finch Hanni-
bal pens allo zio Elgar. Il proprietario mise un telo sopra la gabbia.
Merde! esclam il pappagallo da sotto il telo.
Pensa che potrei affittare il suzumushi, noleggiarlo insomma, a setti-
mana?
Quale compenso riterrebbe adeguato? domand il proprietario.
Ho in mente uno scambio rispose Hannibal. Prese dalla sua busta un
piccolo disegno a penna e acquerello di un coleottero su uno stelo.
Il proprietario, tenendo con cura il foglio per i margini, lo gir verso la
luce. Lo appoggi alla cassa. Posso chiedere tra i miei colleghi. Pu tor-
nare dopo l'ora di pranzo?
Hannibal girovag, compr delle susine al mercato e le mangi. C'era un
negozio di articoli sportivi con dei trofei esposti in vetrina: uno stambecco
e un cervo. In un angolo c'era un elegante fucile a due canne, un Holland
& Holland. Era ben montato, il legno sembrava cresciuto intorno al metal-
lo e insieme esibivano la sinuosit di un bel serpente.
Il fucile era elegante e bello, com'era bella Lady Murasaki. Questo pen-
siero, all'ombra dei trofei, non lo metteva a suo agio.
Il proprietario lo stava aspettando con il grillo. Mi riporta la gabbia do-
po ottobre?
Non c' nessuna possibilit che sopravviva all'autunno?
Pu durare fino all'inverno, se lo tiene al caldo. Mi restituir la gab-
bia... a tempo debito. Consegn a Hannibal il cetriolo. Non glielo dia
tutto in una volta raccomand.
Con il tempo lui avrebbe detto che il grillo era stato preso a nolo e dove-
va riportarlo indietro al calare della luna. Meglio non tenerlo troppo a lun-
go in autunno.
28
Lady Murasaki conduceva la sua esistenza con una certa eleganza, cosa
che le riusciva grazie alla disciplina e al gusto, e lo faceva con i fondi che
le erano rimasti dopo la vendita del castello e il pagamento delle tasse di
successione. Avrebbe dato a Hannibal qualsiasi cosa le avesse chiesto, ma
lui non chiedeva nulla. Robert Lecter aveva provveduto per la retta scola-
stica di Hannibal, ma non per gli extra.
L'elemento principale del budget di Hannibal consisteva in una lettera di
sua composizione. Era firmata "Dottor Gamil Jolipoli, allergologo", e in-
formava la scuola che Hannibal soffriva di una grave allergia alla polvere
di gesso che lo costringeva a sedere il pi lontano possibile dalla lavagna.
Dato che i suoi voti erano eccezionali, Hannibal sapeva che gli inse-
gnanti non si sarebbero curati granch di quello che faceva, finch gli altri
alunni non lo vedevano e non seguivano il suo cattivo esempio.
Libero di sedere da solo nella parte pi lontana della classe, era in grado
di usare inchiostro e acquerelli per realizzare disegni di uccelli nello stile
di Musashi Miyamoto, mentre ascoltava distrattamente le lezioni.
A Parigi le cose giapponesi andavano di gran moda. I disegni erano pic-
coli e adatti allo spazio limitato sulle pareti degli appartamenti parigini, e
potevano essere messi facilmente in valigia dai turisti. Li firmava con un
ghirigoro che in giapponese significava "Eternit in otto pennellate".
C'era un mercato per questi disegni nel Quartiere Latino, nelle piccole
gallerie lungo Rue des Saints-Pres e Rue Jacob, anche se alcune gallerie
gli chiedevano di consegnare il lavoro dopo l'orario di negozio, per assicu-
rarsi che i clienti non venissero a sapere che i disegni erano fatti da un ra-
gazzino.
Nella tarda estate, dopo la scuola, quando c'era ancora luce nel Jardin du
Luxembourg, ritraeva le barchette giocattolo nel laghetto aspettando l'ora
di chiusura. Poi camminava fino a Saint-Germain per lavorare nelle galle-
rie. Si avvicinava il compleanno di Lady Murasaki, e lui aveva messo gli
occhi su un pezzo di giada in Place Frstenberg.
Poteva vendere lo schizzo di una barca a vela a un decoratore di Rue Ja-
cob, ma si teneva i suoi disegni in stile giapponese per una piccola galleria
di ladroni in Rue des Saints-Pres. I disegni facevano miglior figura con il
vetro e la cornice e Hannibal aveva trovato un buon corniciaio che gli fa-
ceva credito.
Li portava in uno zaino lungo il Boulevard Saint-Germain. I tavolini al-
l'aperto dei caff erano pieni di gente e i clown di strada infastidivano i
passanti per il divertimento del pubblico del Caf Flore. Nelle stradine vi-
cino al fiume, come Rue Saint-Benot e Rue de l'Abbaye, i jazz club erano
ancora chiusi, ma i ristoranti erano tutti aperti.
Hannibal cercava di dimenticare il suo pranzo a scuola ed esaminava i
prezzi dei menu con estremo interesse mentre passava. Sperava di avere
presto il denaro per una cena di compleanno e andava in cerca dei ricci di
mare.
Il signor Leet della Galene Leet si stava facendo la barba in vista di un
appuntamento serale quando Hannibal suon alla sua porta. Le luci della
galleria erano ancora accese, anche se le tende erano abbassate. Leet aveva
l'impazienza tipica dei belgi con i francesi e uno spasmodico desiderio di
fregare gli americani, che secondo lui avrebbero comprato qualsiasi cosa.
La galleria esponeva opere di costosi pittori figurativi, piccole sculture e
antichit, ed era nota per i paesaggi marini.
Buonasera, signor Lecter disse Leet. Felice di vederla. Spero che stia
bene. La prego di aspettare mentre imballo una tela. Deve partire stasera
per Filadelfia, in America.
In base all'esperienza di Hannibal un benvenuto cos caloroso in genere
mascherava opportunismo. Diede al signor Leet i disegni, con il suo prez-
zo scritto con mano ferma. Posso dare un'occhiata?
Si accomodi pure.
Era piacevole essere lontano da scuola, intento a guardare dei bei quadri.
Dopo un pomeriggio passato a disegnare barchette sul lago, Hannibal si
concentr sull'acqua, sulla difficolt di dipingerla. Pens alle foschie di
Turner e alle sue sfumature, impossibili da emulare, e and da un quadro
all'altro osservando l'acqua e l'aria al di sopra. Arriv a un piccolo dipinto
su un cavalletto, con il Canal Grande in pieno sole e Santa Maria della Sa-
lute sullo sfondo.
Era un Guardi proveniente dal castello Lecter. Hannibal lo sapeva ancor
prima di rendersene conto, come un flash della memoria; e ora quel quadro
si trovava davanti a lui nella sua cornice. Forse era una copia. Lo prese e lo
osserv attentamente. La superficie era macchiata da alcuni piccoli puntini
marroni nell'angolo superiore sinistro. Quando lui era piccolo aveva udito i
suoi genitori dire che le macchie stavano sbiadendo: non si trattava di una
copia. La cornice gli bruci tra le mani.
Il signor Leet entr nella stanza. Aggrott le sopracciglia. Non si tocca
se non si pronti a comprare. Ecco un assegno per lei rise Leet. una
discreta somma, ma non basta per il Guardi.
No, non oggi. La prossima volta, signor Leet.
29
L'ispettore Popil irritato dai toni melensi del campanello, batt alla porta
della Galerie Leet in Rue des Saints-Pres. Accolto dal proprietario, and
subito al punto.
Dove ha preso il Guardi?
L'ho comprato da Kopruk, quando abbiamo separalo le nostre attivit
spieg Leet. Si asciug il viso e pens a quanto Popil appariva orribilmen-
te francese con la sua giacca senza spacchi. Mi disse di averlo avuto da
un finlandese, ma non ne precis il nome.
Mi mostri la fattura chiese Popil Dovrebbe avere qui la documenta-
zione sui furti d'arte della commissione di controllo alleata. Mi faccia ve-
dere anche quella.
Leet confront la lista delle opere rubate con il proprio catalogo. Ecco
qui, il Guardi descritto in modo diverso. Robert Lecter indic il quadro
rubato come Veduta di Santa Maria della Salute e io ho comprato questo
come Veduta del Canal Grande.
Ho un mandato del tribunale per confiscare il quadro, quale che ne sia
il titolo. Le dar una ricevuta. Mi trovi questo Kopnik, signor Leet, e si ri-
sparmier un sacco di grane.
Kopnik morto, ispettore. Era mio socio in questa ditta. Si chiamava
Kopnik e Leet, ma Leet e Kopnik sarebbe suonato meglio.
Ha i suoi registri?
Li avr il suo avvocato.
Li cerchi, signor Leet. Li cerchi bene disse Popil. Voglio sapere co-
me ha fatto questo quadro a finire dal castello Lecter alla Galerie Leet.
Lecter... disse Leet. Non il ragazzo che fa quei disegni?
S.
Straordinario.
Gi, straordinario ripet Popil. M'incarti il quadro, per favore.
Leet si present al Quai des Orfvres due giorni dopo con alcuni docu-
menti. Popil fece in modo che sedesse in corridoio vicino alla stanza indi-
cata come Auditon 2, dove l'interrogatorio di un sospettato di violenza
carnale era movimentato da tonfi e grida. Popil permise a Leet di "cuoce-
re" in quest'atmosfera per un quarto d'ora prima di farlo entrare nel suo uf-
ficio privato.
Il mercante d'arte esib una ricevuta. Dimostrava che Kopnik aveva
comprato il Guardi da un certo Emppu Makinen per ottomila sterline.
Lo trova convincente? domand Popil. Io no.
Leet si schiar la voce e guard il pavimento. Passarono circa venti se-
condi.
Il pubblico ministero ansioso di avviare un procedimento contro di
voi, signor Leet. un calvinista convinto, lo sapeva?
Il quadro era...
Popil alz la mano, zittendo Leet. Per il momento voglio che dimenti-
chi il suo problema. Tenga conto che io posso intervenire in suo favore, se
scelgo di farlo. Voglio che mi aiuti. Guardi qui. Tese a Leet un fascio di
lucidi. Questa la lista di opere che la commissione di controllo alleata
sta portando a Parigi dal Munich Collection Point. Tutte rubate.
Esposte al Jeu de Paume.
S, gli aventi diritto possono vederle l. Vada alla seconda pagina, sotto
la met. Ho cerchiato Il Ponte dei sospiri di Bernardo Bellotto, 36 x 30
centimetri, olio su tavola. Conosce questo quadro? domand Popil.
Ne ho sentito parlare, naturalmente.
Se quello autentico, stato preso dal castello Lecter. Sapr anche che
accoppiato a un altro quadro che ha come soggetto il Ponte dei sospiri.
Del Canaletto, dipinto lo stesso giorno.
Anch'esso portato via dal castello Lecter, forse rubato nella stessa oc-
casione e dalla stessa persona continu Popil. Quanti soldi farebbe in
pi se vendesse la coppia di quadri insieme, rispetto al venderli separata-
mente?
Quattro volte tanto. Nessuno che abbia un po' di raziocinio li separe-
rebbe.
Quindi furono divisi per ignoranza o per sbaglio. Due quadri del Ponte
dei sospiri. Se la persona che li ha rubati ne ha ancora uno non vorrebbe
riavere anche l'altro? domand Popil.
Sicuramente.
Il quadro sar pubblicizzato quando sar al Jeu de Paume. Lei verr alla
mostra con me e staremo a vedere chi gli gironzoler intorno.
30
31
Trebelaux, maldestro per gli zoccoli troppo corti, pass attraverso varie
stanze in cui si trovavano uomini adagiati sui sedili piastrellati.
Le cabine private potevano essere affittate per quindici minuti. Trebe-
laux entr nella seconda, l'ingresso era gi stato pagato. L'aria era satura di
vapore e lui si asciug gli occhiali nell'asciugamano.
Che cosa aspettavi? disse Leet nella nebbia del vapore. Sto per cuo-
cere.
Mi hanno dato il messaggio solo quando ero gi a letto spieg Trebe-
laux.
La polizia oggi ti stava osservando mentre eri al Jeu de Paume, sanno
che il Guardi che mi hai venduto scotta.
Me li hai messi addosso tu?
No di certo. Pensano che tu sappia chi ha i quadri del castello Lecter.
Tu lo sai?
No. Ma forse lo sa il mio cliente.
Se riesci a prendere l'altro Ponte dei sospiri, li posso piazzare entram-
bi disse Leet.
Dove li potresti vendere?
Sono affari miei. Un grosso cliente in America, diciamo pure un'istitu-
zione. Sai qualcosa o sto sudando inutilmente?
Mi far vivo rispose Trebelaux.
32
Leet rimase vivo, ma senza quadri. Furono messi in un caveau del go-
verno per anni mentre la corte era bloccata sulla questione se l'accordo
croato sui danni di guerra fosse applicabile o meno alla Lituania. Trebe-
laux invece fissava, senza vederlo, il fondo della Marna dal suo bidone,
non pi calvo, ma con una chioma verde di alghe che ondeggiavano nella
corrente come i riccioli di quando era giovane.
Nessun altro dipinto proveniente dal castello Lecter apparve sul mercato
per anni.
Grazie ai buoni uffici dell'ispettore Popil, negli armi seguenti Hannibal
Lecter ebbe di tanto in tanto il permesso di fare visita ai quadri in custodia.
Furioso di sedere nel silenzio del caveau sotto gli occhi di un guardiano, a
portata d'orecchio del suo respiro nasale.
Hannibal guarda il quadro che aveva ricevuto dalle mani di sua madre e
sa che il passato non affatto passato; la bestia che ansimava fiato puzzo-
lente sulla pelle sua e di Mischa continua a respirare, sta respirando tuttora.
Gira Il Ponte dei sospiri verso il muro e fissa il retro del quadro per qual-
che minuto ogni volta. Cancellata la mano di Mischa, rimasto solo un
quadrato vuoto dove proiettare i suoi sogni agitati.
Hannibal sta crescendo e cambiando, o forse realizzandosi per quello
che sempre stato.
Seconda parte
Quando dissi che la Piet stava entro il margine del bosco, mi ri-
ferivo alla bestia indulgente, con artigli e mascelle possenti gron-
danti sangue
LAWRENCE SPINGARN
33
34
35
Sal i cinque piani di strette scale fino al suo alloggio nella mansarda so-
pra la facolt di medicina, e dorm. Il soffitto era inclinato e la parte bassa
della stanza era ordinata, armoniosa, in stile giapponese, con un letto bas-
so. La scrivania si trovava nella parte pi alta della stanza, le cui pareti e-
rano piene d'immagini, disegni di dissezioni, illustrazioni anatomiche. Gli
organi e i vasi sanguigni erano resi alla perfezione, ma i volti dei soggetti
erano facce che lui aveva visto in sogno. Al di sopra di tutto, il cranio di un
gibbone dalle lunghe zanne osservava da uno scaffale.
Hannibal riusc a togliersi di dosso il puzzo di formalina, e l'odore chi-
mico del laboratorio non raggiungeva quella parte dell'edificio alta e piena
di spifferi. Non portava nel suo sonno le immagini grottesche dei morti e
dei cadaveri sezionati, n quelle dei criminali, impiccati o ghigliottinati,
che talvolta riusciva a raccogliere nelle prigioni. C'erano solo un'immagi-
ne, un suono, che potevano risvegliarlo di colpo. E non sapeva mai quando
stavano per arrivare.
La luna tramontava. La sua luce si diffuse sui vetri irregolari delle fine-
stre, scorrendo sul viso di Hannibal e muovendosi lenta e silenziosa lungo
la parete. Sfior la mano di Mischa nel disegno sopra il letto, si spost sul-
le mezze facce degli schizzi di anatomia, si mosse sopra i volti dei suoi so-
gni e arriv infine al cranio del gibbone, brillando bianca dapprima sulle
lunghe zanne e poi sulla fronte sopra le grandi orbite. Dall'oscurit del suo
cranio, il gibbone osservava Hannibal addormentato. Il suo viso sembrava
quello di un fanciullo. Hannibal emise un suono e si volt di lato, toglien-
do il braccio da una stretta invisibile.
Sia in piedi con Mischa nella stalla accanto al casino di caccia, tenen-
dosela vicina, e lei tossisce. L'Uomo della ciotola palpa la carne delle loro
braccia e parla, ma non esce alcun suono dalla sua bocca, solo un orren-
do respiro visibile nell'aria gelida. Mischa affonda il viso nel petto di
Hannibal per distoglierlo dal fiato dell'uomo. Occhiblu dice qualcosa, e
ora stanno cantando, per ingannarli. Hannibal vede l'ascia e la ciotola. Si
getta su Occhiblu, sente un sapore di sangue e di barba ispida, mentre
portano via Mischa. Hanno l'ascia e la ciotola. Liberandosi corre verso di
loro, con i piedi che si muovono troooppo leeeenti verso la porta. Occhi-
blu e l'Uomo della ciotola tengono Mischa per i polsi sospesa da terra. Lei
volta la testa per guardare disperatamente verso di lui in mezzo alla neve
insanguinata e lo chiama...
Hannibal si dest di colpo, senza fiato, appeso alla fine del suo sogno, e
strinse gli occhi nello sforzo di superare il punto in cui si era svegliato.
Morse l'angolo della federa del cuscino e si costrinse ad andare oltre il so-
gno. Come si chiamavano quegli uomini fra di loro? Quali erano i loro
nomi? Quando aveva perso il ricordo del suono delle loro voci? Non era in
grado di ricordare il momento in cui era svanito. Voleva sapere come si
chiamavano l'uno con l'altro. Doveva terminare il sogno. And nel suo pa-
lazzo della memoria e cerc di attraversare il terreno che portava ai recessi
bui, di oltrepassare il cervello del signor Jakov sulla neve, ma non vi riu-
sc. Poteva sopportare di vedere i vestiti di sua madre in fiamme, i suoi ge-
nitori, Berndt e il signor Jakov morti nel cortile. Poteva vedere gli sciacalli
che si aggiravano nel casino di caccia. Ma non riusciva ad andare oltre
quell'immagine di Mischa sospesa per aria, che voltava la testa per guar-
darlo. Non poteva ricordare nulla di ci che era accaduto subito dopo, po-
teva solo rievocare qualcosa molto pi tardi, sopra un carro armato, quan-
do era stato trovato dai soldati con la catena chiusa intorno al collo.
Voleva ricordare. Doveva ricordare. Dentinellalatrina. Questo lampo di
memoria non arrivava spesso e lo fece sedere sul letto. Guard il gibbone
alla luce della luna. Denti molto pi piccoli di quelli. Denti di bambino.
Non zanne, simili ai miei. Devo udire le voci portate dal loro fiato puzzo-
lente, so che odore hanno le loro parole. Devo ricordare i loro nomi. Devo
trovarli. E lo far. Come posso interrogarmi?
36
38
39
Hannibal era disteso nel suo letto basso nella stanza in soffitta. Le luci
delle candele tremolavano sulle facce che aveva disegnato sulla base dei
suoi sogni e le ombre giocavano sul cranio del gibbone. Fiss lo sguardo
sulle orbite vuote e digrign i denti come per fare un confronto con le zan-
ne dell'animale. Accanto a lui c'era un grammofono con una tromba a for-
ma di giglio. Hannibal aveva un ago nel braccio, attaccato a una siringa i-
podermica riempita con il cocktail di ipnotici usati nell'interrogatorio di
Louis Ferrat.
Mischa, Mischa. Arrivo. Il fuoco sui vestiti di sua madre, le candele
votive sfolgoranti davanti a santa Giovanna. Il sagrestano disse: " ora".
Fece partire il piatto del grammofono e abbass il braccio con la puntina
sul disco di canzoni di bambini. Era graffiato, e il suono metallico e debo-
le, ma lo trafisse.
Sotto un basso cielo grigio a Vilnius, in Lituania, una koda berlina del-
la polizia svolt nella trafficata ventaragio e in una stretta via nei pressi
dell'universit, suonando il clacson per indurre i passanti a spostarsi e fa-
cendoli imprecare nei loro colletti alzati. Si ferm di fronte a un palazzone
di appartamenti costruito dai russi, la cui bruttezza risaltava anche in un
quartiere di edifici decrepiti. Un uomo alto con l'uniforme della polizia so-
vietica usc dall'auto e scorrendo con il dito lungo una fila di pulsanti,
premette quello a nome "Dortlich".
Il campanello suon in un appartamento al secondo piano dove un uomo
anziano stava disteso a letto, con una quantit di medicine poggiate su un
tavolo accanto a lui. Sopra il letto c'era un orologio a pendolo, dal quale
pendeva sul cuscino una cordicella. Il vecchio era un uomo risoluto, ma di
notte, quando il terrore lo assaliva, poteva tirare la cordicella, udire nel
buio l'orologio battere l'ora e capire cos di non essere ancora morto. La
sua mano minuta si muoveva a scatti. L'uomo fantasticava che la pendola
stesse decidendo il momento della sua morte.
Aveva confuso il campanello con il proprio respiro stridulo. Ud la voce
della domestica alzarsi nell'ingresso e poi la donna fece capolino nella
stanza, i capelli ispidi sotto la cuffia.
Suo figlio, signore.
L'ufficiale Dortlich le pass accanto sfiorandola ed entr.
Ciao, pap.
Non sono ancora morto. troppo presto per venire a rubare. Il vec-
chio trov strano che la rabbia ora fosse tutta nella sua testa e non arrivasse
pi al cuore.
Ti ho portato dei cioccolatini.
Dalli a Bergid quando esci. E non violentarla. La saluto, ufficiale Dor-
tlich.
tardi per comportarti cos. Stai morendo. Sono venuto a vedere se c'
qualcosa che posso fare per te, oltre a provvedere a questo appartamento.
Potresti cambiare nome. Quante volte hai cambiato bandiera?
Abbastanza da restare vivo.
Dortlich indossava l'uniforme verde della polizia di confine sovietica. Si
tolse un guanto e si avvicin al capezzale del padre. Tent di prendergli la
mano, cercandogli il polso con il dito, ma lui spinse via la mano sfregiata
del figlio, la cui vista gli fece inumidire gli occhi. Con uno sforzo il vec-
chio si alz e tocc le medaglie che pendevano sul petto del figlio mentre
era chino sul letto. Tra le decorazioni spiccavano la medaglia al valore del-
la polizia, quella dell'istituto di formazione dei dirigenti dei campi di pri-
gionia e quella di merito del genio pontieri. L'ultima era una forzatura:
Dortlich aveva s costruito alcuni ponti di barche, ma per i nazisti in un
battaglione di lavoro. Eppure aveva una bella faccia tosta e interrogato in
proposito era in grado di reggere il gioco.
Te le hanno tirate fuori da una scatola di cartone?
Non sono venuto per le tue benedizioni, ma per sapere se avevi bisogno
di qualcosa e per salutarti.
gi abbastanza brutto vederti in un'uniforme russa.
Il Ventisettesimo fucilieri disse Dortlich.
Ma era peggio vederti con l'uniforme nazista. Loro hanno ucciso tua
madre.
C'erano molti di noi, non solo io. Cos ho una vita. E tu hai un letto in
cui morire invece di una fogna, hai di che scaldarti. tutto quello che pos-
so fare per te. I treni per la Siberia sono pieni, con la gente che si calpesta e
si caca in testa. Goditi le tue lenzuola pulite.
Grutas era peggiore di te, e lo sapevi. Il vecchio dovette fare una pau-
sa per prendere fiato. Perch lo hai seguito? Vi siete uniti a criminali e
sciacalli, avete rapinato case e spogliato i morti.
Dortlich replic come se non avesse udito le parole di suo padre.
Quando ero piccolo e mi bruciai, ti sedesti accanto al letto e intagliasti la
testiera per me. Fu un regalo, una bella testiera con sopra tutti gli animali,
e ce l'ho ancora. Grazie. Mise i cioccolatini ai piedi del letto dove il vec-
chio non poteva buttarli a terra.
Tornatene alla tua stazione di polizia, tira fuori il mio schedario e scri-
vici sopra "Famiglia sconosciuta" disse il vecchio.
Dortlich prese un foglietto dalla tasca. Se vuoi che ti mandi a casa
quando muori, firma questo e lascialo per me. Bergid far da garante sul-
l'autenticit della tua firma.
Risalito in auto, Dortlich rimase in silenzio finch si trovarono nel traffi-
co della Radvilaites.
Il sergente Svenka al volante offr a Dortlich una sigaretta e gli doman-
d: stata dura vederlo?.
Per fortuna non sono nei suoi panni rispose Dortlich. Quella fottuta
domestica... avrei dovuto andarci quando Bergid era in chiesa. Chiesa...
Rischia la prigione andandoci. Pensa che non lo sappia. Mio padre morir
entro un mese. Lo spedir in nave nella sua citt natale in Svezia. Avremo
forse tre metri cubi a disposizione sotto il corpo. Tre metri proprio un
bello spazio.
Il tenente Dortlich non aveva ancora un ufficio privato, ma poteva usu-
fruire di una scrivania nella stanza comune della stazione di polizia, dove il
prestigio era attestato dalla vicinanza alla stufa. Ora, in primavera, la stufa
era spenta e vi erano impilati sopra dei documenti. Le carte che ingombra-
vano la scrivania di Dortlich erano per il cinquanta per cento inutile buro-
crazia e met di esse avrebbe potuto essere buttata via senza problemi.
C'era scarsa comunicazione trasversale tra i dipartimenti di polizia litua-
ni e quelli delle vicine Lettonia e Polonia. La polizia nei paesi satelliti del-
l'Unione Sovietica era organizzata intorno al Soviet centrale a Mosca come
una ruota con i raggi ma senza cerchione.
Tra le cose che Dortlich doveva controllare c'era la lista arrivata via te-
legrafo degli stranieri che avevano un visto per la Lituania. Dortlich la
confront con il lungo elenco dei ricercati e con quello dei politicamente
sospetti. L'ottavo della lista di coloro che avevano un visto era Hannibal
Lecter, appena diventato membro dell'associazione giovanile del partito
comunista francese.
Dortlich diresse la sua Wartburg due tempi all'Ufficio dei telefoni di Sta-
to, dove lavorava circa una volta al mese. Aspett fuori finch vide Svenka
che entrava per cominciare il suo turno. Poco dopo, con Svenka al quadro
di commutazione del centralino, Dortlich si ritrov da solo in una cabina
telefonica con una linea diretta, per quanto gracchiante, con la Francia.
Mise un rilevatore di intercettazioni sul telefono e osserv l'ago per assicu-
rarsi che nessuno stesse ascoltando la chiamata.
41
42
43
Al limitare del bosco un grande albero era stato messo di traverso sul
sentiero. Un cartello diceva in russo: PERICOLO - MINE INESPLOSE.
Hannibal dovette guidare il cavallo intorno all'albero caduto e in mezzo
alla foresta della sua infanzia. La luce pallida della luna che filtrava attra-
verso il manto della vegetazione creava macchie grigie sul sentiero coperto
di erbe. Cesar procedeva con cautela nel buio. Hannibal accese la lanterna
solo quando furono ben dentro il bosco. Camminava davanti, con i grossi
zoccoli del cavallo che calpestavano l'estremit del fascio della luce della
lanterna. Accanto al sentiero la testa di un femore umano sbuc dal terreno
come un fungo.
Ogni tanto Hannibal parlava al cavallo: Per quante estati hai percorso
questo sentiero con il carro, Cesar? Con Mischa, me, la tata e il signor Ja-
kov?
Tre ore di cammino fra le erbacce li condussero al margine della radura.
Il casino di caccia era ancora l, per fortuna, e a Hannibal non apparve
cos cadente. Non era piatto come il castello, incombeva proprio come nei
suoi sogni. Hannibal si ferm al limitare del bosco e guard fisso nel punto
dove le bambole di cartapesta sembravano accartocciarsi ancora nel fuoco.
L'edificio era mezzo bruciato, alcune parti di tetto erano cadute, ma i muri
di pietra avevano impedito il crollo totale. Lo spiazzo era ricoperto di er-
bacce e cespugli ad altezza d'uomo.
Il carro armato incendiatosi di fronte al casino di caccia era ricoperto di
vite, con un tralcio che pendeva dal cannone, mentre la coda dello Stuka
abbattuto spuntava fuori dall'erba come una vela. Non c'erano sentieri nella
vegetazione. I tutori per le piante rampicanti del giardino svettavano anco-
ra al di sopra delle erbacce.
L, nell'orto, la tata mise la vasca da lagno di Mischa, e quando il sole
ebbe scaldato l'acqua, Mischa si sedette dentro e agit le mani verso le
bianche cavolaie che le volavano intorno. Una volta lui recise il gambo di
una melanzana e gliela diede perch Mischa ne amava il colore, il suo vio-
la nel sole, e la sorella strinse fra le mani la calda melanzana.
Il prato di fronte all'ingresso non era calpestato, c'erano cumuli di foglie
sui gradini e davanti alla porta. Hannibal osserv il casino di caccia mentre
la luna si spostava lenta nel cielo.
Tempo... era giunto il tempo. Hannibal venne fuori dal riparo degli albe-
ri portando il cavallo alla luce della luna. And alla pompa, le vers sopra
un po' d'acqua da un otre di pelle per sbloccarne il meccanismo e pomp
fino a quando il sifone cigolante tir su acqua fredda dal terreno. L'annus
e l'assaggi, poi ne diede a Cesar, che bevve pi di quattro litri e mangi
due manciate di biada dalla sacca. Il rumore della pompa si diffuse nei bo-
schi. Un gufo grid e Cesar orient le orecchie in direzione del suono.
Cesar notava due tipi di cose nelle mani degli uomini: il primo erano
mele e sacche di biada, il secondo fruste e bastoni. Non sopportava di esse-
re avvicinato con un bastone in mano, perch da puledro era stato cacciato
dall'orto da un cuoco infuriato quando era un puledro. Se Dortlich non a-
vesse avuto in mano un manganello quando usc dagli alberi, Cesar l'a-
vrebbe forse ignorato. Ma cos il cavallo sbuff e fece qualche passo di la-
to, trascinando la corda lungo gli scalini del casino di caccia, e si volt per
affrontare l'uomo.
Dortlich arretr fra gli alberi e spar nel bosco. Si allontan di un centi-
naio di metri, in mezzo alle felci che gli arrivavano fino al petto, bagnate
di rugiada, e lontano dalla vista delle finestre vuote. Estrasse la pistola e
mise una pallottola in canna. Una latrina vittoriana con vistosi ornamenti
sotto il cornicione si trovava a circa quaranta metri dietro il casino di cac-
cia, coperta dal timo piantato un tempo sullo stretto sentiero, cresciuto alto
e selvaggio, e dalle siepi aggrovigliate che la nascondevano alla vista. Dor-
tlich pot a malapena farsi largo, con rami e foglie che gli sfregavano il
collo, ma la siepe non oppose resistenza. Con il manganello in una mano e
la pistola nell'altra, avanz lentamente verso una finestra laterale del ca-
sino di caccia, quando una pala lo colp di taglio sulla colonna vertebrale
facendogli piegare le gambe. Spar un colpo a terra mentre cadeva e la pa-
la lo colpiva di piatto sul cranio con un rumore sordo. Vide solo l'erba da-
vanti al proprio volto prima del buio.
Un canto di uccelli tra gli alberi e la luce dorata del sole del mattino, sul-
l'erba alta piegata dove erano passati Hannibal e Cesar.
Hannibal si appoggi contro il carro armato bruciato, con gli occhi chiu-
si, per circa cinque minuti. Ritorn alla vasca da bagno e rimosse i tralci di
vite con il dito, abbastanza per vedervi dentro i resti di Mischa. Fu quasi di
conforto per lui notare che aveva tutti i suoi dentini da bambina... questo
scacciava una delle sue tremende visioni. Tolse una foglia d'alloro dalla
vasca e la butt via.
Dai gioielli sulla stufa scelse una spilla che ricordava di aver visto sul
petto di sua madre, una fila di diamanti che formava un anello di Mbius.
Prese un nastro da un cammeo e mise la spilla l dove Mischa usava indos-
sare un nastro nei capelli.
In una collinetta davanti al casino di caccia, affacciata a est, scav una
fossa e la foder di tutti i fiori di campo che riusc a trovare. Vi pose den-
tro la vasca e la copr con alcune tegole del tetto.
Rimase in piedi accanto alla tomba. Al suono della voce di Hannibal,
Cesar alz la testa dal prato dove stava brucando.
Mischa, ci conforta sapere che non esiste alcun Dio. Che tu non sei
schiava in un paradiso, costretta a baciare il culo di Dio per sempre. Ci
che hai meglio del paradiso, un felice oblio. Sento la tua mancanza o-
gni giorno.
Hannibal riemp la tomba e compatt la terra con la mano. Copr il tu-
mulo con aghi di pino, foglie e ramoscelli finch apparve uguale al terreno
circostante del bosco.
In una piccola radura a qualche distanza dalla tomba, Dortlich sedeva
imbavagliato e legato a un albero. Hannibal e Cesar lo raggiunsero.
Accovacciandosi, Hannibal esamin il contenuto dello zaino di Dortlich.
Una mappa, le chiavi di un'automobile, un apriscatole militare, un san-
dwich avvolto nella carta oleata, una mela, un paio di calze di ricambio, un
portafoglio. Dal portafoglio tir fuori un documento d'identit che confron-
t con le piastrine trovate nel casino di caccia.
Herr... Dortlich. A nome mio personale e della mia ex famiglia, voglio
ringraziarti per essere venuto fin qui oggi. Per noi, e per me in particolare,
la sua presenza significa molto. Sono felice di avere questa opportunit di
parlare seriamente con te del fatto che vi siete mangiati mia sorella.
Gli tir via il bavaglio e Dortlich parl immediatamente.
Sono un poliziotto e vengo dalla citt. Ci avevano informato che il ca-
vallo era stato rubato disse. l'unica cosa che voglio: avvertirla di ripor-
tare il cavallo. E dimenticheremo questa storia.
Hannibal scosse la testa. Mi ricordo il tuo viso. L'ho visto tante volte. E
la tua mano su di noi con quelle dita palmate, mentre ci tastavi per sentire
chi era pi grasso. Ti ricordi la vasca che bolliva sulla stufa?
No. Della guerra ricordo soltanto di aver avuto freddo.
Avevi in mente di mangiare me, oggi, Herr Dortlich? Ecco qui il tuo
pranzo. Hannibal esamin il contenuto del sandwich. Quanta maionese,
Herr Dortlich!
Verranno a cercarmi molto presto disse l'uomo.
Ci hai palpato le braccia. Hannibal gli tast il braccio. Ci hai palpato
le guance prosegu, dandogli un pizzicotto sulla guancia. Ti chiamo
"Herr", ma tu non sei tedesco, vero? N lituano, n russo. Tu sei cittadino
di te stesso... un cittadino di Dortlich. Sai dove sono gli altri? Sei in contat-
to con loro?
Morti. Sono tutti morti in guerra.
Hannibal gli sorrise e sleg l'involto fatto con il suo fazzoletto: era pieno
di funghi. A Parigi le spugnole costano cento franchi all'etto, e queste
crescevano su un tronco! Si alz e si avvicin al cavallo.
Dortlich si dimen nel momento in cui l'attenzione di Hannibal era rivol-
ta altrove.
C'era un rotolo di corda sulla groppa di Cesar. Hannibal attacc il capo
libero ai tiranti della bardatura, poi srotol la corda e port l'altro capo, le-
gato a formare un cappio, verso Dortlich. Apr il sandwich e ingrass la
corda con la maionese, mettendone un bel po' anche sul collo dell'uomo.
Cercando di divincolarsi, Dortlich grid: Uno rimasto vivo! In Cana-
da... Grentz... Guarda la piastrina. Potrei testimoniare.
Su che cosa, Herr Dortlich?
Su quello che hai detto. Non vero, ma giurer che l'ho visto.
Hannibal sistem il cappio intorno al collo di Dortlich e lo guard in
faccia. Ti sembro arrabbiato con te? Ritorn al cavallo.
l'unico, Grentz... fuggito su una barca di rifugiati da Bremerha-
ven... Posso giurarlo...
Bene, allora vuoi cantare?
S, canter.
Allora cantiamo per Mischa, Herr Dortlich. Conosci questa canzone, a
Mischa piaceva. Fece voltare Cesar in modo che desse la groppa a Dor-
tlich. Non voglio che tu veda disse in un orecchio al cavallo, e cominci
a cantare.
Ein Mnnlein steht im Walde ganz still und stumm... Fece uno schioc-
co nelle orecchie di Cesar e gli cammin davanti. Canta per divertimento,
Herr Dortlich. Es hat von lauter Purpur ein Mntlcin um.
Dortlich gir il collo da un lato all'altro nel cappio unto di grasso, guar-
dando la corda che giaceva nel prato.
Non stai cantando, Herr Dortlich.
Dortlich apr la bocca e cominci in un grido stonato: Sagt, wer mag
das Mnnlein sein....
E a questo punto stavano cantando insieme: Das da steht im Walde al-
lein.... La corda cominci ad alzarsi sull'erba e Dortlich url: Porvik! Il
suo nome era Porvik! Lo chiamavamo Guardapentola. rimasto ucciso nel
casino di caccia. Lo hai gi trovato.
Hannibal ferm il cavallo e torn indietro da Dortlich, si chin e lo
guard in faccia.
Legalo! Lega il cavallo, un'ape potrebbe pungerlo preg l'uomo.
S, ce ne sono parecchie nel prato. HannibaI controll le piastrine.
Milko?
Non lo so. Non lo so, lo giuro.
E adesso veniamo a Grutas.
Non lo so. Lasciami andare e testimonier contro Grentz. in Cana-
da.
Qualche altro brano, Herr Dortlich.
HannibaI condusse avanti il cavallo, la rugiada luccic sulla corda, or-
mai quasi tesa.
Das da steht im Walde allein...
Arriv il grido strozzato di Dortlich: Kolnas! Kolnas in contatto con
lui.
HannibaI ferm il cavallo e torn indietro per avvicinarsi a Dortlich.
Dov' Kolnas?
A Fontainebleau, vicino a Fontainebleau, in Francia. Ha un bar. Gli la-
scio l dei messaggi, l'unico modo per contattarlo. Dortlich guard Han-
nibaI negli occhi. Giuro su Dio che era morta. Era morta in ogni caso, lo
giuro.
Fissando il viso di Dortlich, HannibaI schiocc le dita ai cavallo. La
corda si tese ancora e la rugiada schizz a mano a mano che i fili si solle-
vavano. Un ultimo grido si spezz in gola a Dortlich mentre HannibaI gli
ululava la canzone in faccia:
44
45
46
Dieter? Dov' Dieter? Grutas batt contro la porta di una cabina sul
ponte inferiore e la spalanc con una spinta.
Due giovani donne spaventate erano sedute sulle loro cuccette, entrambe
incatenate per il polso alla testiera del letto. Dieter, venticinque anni, ne
teneva una per i capelli.
Se le riempi il viso di lividi o le rompi il labbro, incassiamo di meno
disse Grutas. E quella per ora mia.
Dieter lasci andare i capelli della donna e si frug in tasca cercando una
chiave. Eva!
La donna matura entr nella cabina e rimase vicino al muro.
Dalle una ripulita e poi Mueller la porter a casa disse Dieter.
47
Sapendo che non sarebbe venuto da lei finch non si fosse ripulito e non
avesse avuto un aspetto curato. Lady Murasaki lo aspett nella sua man-
sarda. Lui non l'aveva mai invitata l e lei non curios intorno. Guard i di-
segni sulle pareti, le illustrazioni anatomiche che riempivano met della
stanza. Si stese sul letto in perfetto ordine che si trovava nella parte arre-
data in stile giapponese. Su un piccolo scaffale accanto al letto c'era un
quadro incorniciato e coperto da un panno di seta ricamato con degli airo-
ni. Girandosi su un fianco Lady Murasaki lo raggiunse con la mano e alz
la seta. Era un bel disegno di lei nuda nel bagno del castello, a matita e
gessetto e colorato a tinte pastello. Era firmato con il simbolo giapponese
per "Eternit in otto pennellate" e quello, seppure non troppo corretto, per
"ninfee".
Lo guard a lungo, e poi lo copr e chiuse gli occhi, mentre le venivano
in mente i versi di Yosano Akiko:
Poco dopo il sorgere del sole del mattino seguente lei ud dei passi per le
scale. Una chiave nella serratura, ed ecco Hannibal, in disordine e stanco,
con lo zaino in mano.
Lady Murasaki era in piedi.
Hannibal, ho bisogno di sentire il tuo cuore disse. Il cuore di Robert
diventato silenzioso. Il tuo cuore si fermato nei miei sogni. And ver-
so di lui e pose l'orecchio contro il suo petto. Puzzi di fumo e sangue.
Tu profumi di gelsomino e t verde. Profumi di pace.
Sei ferito?
No.
Il viso di lei premeva conto le piastrine bruciacchiate che pendevano in-
torno al collo di Hannibal. Le tir fuori dalla camicia.
Hai preso queste dal morto?
Quale morto?
La polizia sovietica sa chi sei. L'ispettore Popil venuto a trovarmi. Se
vai da lui ti aiuter.
Questi uomini non sono morti. Sono fin troppo vivi.
Si trovano in Francia? Allora consegnali all'ispettore Popil.
Darli alla polizia francese? Perch? Scosse la testa. Domani dome-
nica... giusto?
S, domenica.
Vieni con me, domani. Ti porto con me. Voglio che tu veda una bestia
e che mi dica se pu far paura alla polizia francese.
L'ispettore Popil...
Quando vedi l'ispettore Popil, digli che ho della posta per lui. Hanni-
bal stava annuendo con la testa.
Dove vai a farli il bagno?
Nella doccia nel laboratorio disse lui. Vado gi adesso.
Vuoi qualcosa da mangiare?
No, grazie.
Allora dormi disse lei. Verr con te, domani. E nei giorni successi-
vi.
48
Sopra l'altare della Chiesa del Redentore c'era una rappresentazione del
Cristo in croce particolarmente cruenta, che risaliva al diciassettesimo se-
colo ed era stata trafugata in Sicilia. Sotto il crocifisso, il prete stava cele-
brando l'eucaresta.
Prendete e mangiatene tutti: questo il mio corpo, offerto in sacrificio
per voi... Prendete e bevetene tutti: questo il calice del mio sangue per la
nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei pec-
cati. Fate questo in memoria di me.
Kolnas, con i bambini in braccio, prese l'ostia in bocca e ritorn al banco
vicino alla moglie. La fila si esaur e poi qualcuno pass con il piatto per la
raccolta delle offerte. Kolnas sussurr qualcosa al figlio e il bambino e-
strasse la monetina dalla tasca e la mise nel piatto. Poi sussurr alla figlia,
che sembrava riluttante a dare la sua offerta. Katerina...
La bimba mise la mano in tasca e pose nel piatto una piastrina bruciac-
chiata con il nome Petras Kolnas. Lui non la vide finch l'inserviente non
la prese dal piatto e la restitu, aspettando con un sorriso paziente che ve-
nisse rimpiazzata con una moneta.
49
50
Seduto dentro un camion dall'altra parte della strada, Zigmas Milko at-
traverso le alte finestre della facolt di medicina poteva seguire gli sposta-
menti di Hannibal nella sala. Milko aveva un corto grimaldello infilato nel-
la manica della giacca e una pistola con silenziatore nella tasca. Pot vede-
re meglio quando Hannibal accese le luci del museo. Le tasche del suo
grembiule erano piatte, non sembrava armato. Lasci il museo portando
con s un vaso di vetro e le luci si spensero via via che ritornava al labora-
torio di anatomia. Adesso era l'unica stanza illuminata, con le finestre sme-
rigliate e il lucernario che risaltavano nel buio.
Milko pensava che la faccenda non avrebbe richiesto molto tempo, co-
munque decise di fumarsi prima una sigaretta... ammesso che l'investigato-
re dell'ambasciata russa gliene avesse lasciata almeno una prima di svi-
gnarsela. Sembrava che quello scroccone testa di cazzo non avesse mai vi-
sto del tabacco decente. Gli aveva fregato tutto il pacchetto? Dannazione,
c'erano almeno una quindicina di Lucky Strike. Adesso fai quel che devi
fare e dopo ti prenderai qualche sigaretta americana al Bal-Musette. Cos
poi ti rilassi, ti strofini un po' contro le ragazze del bar, con il silenziatore
nella tasca dei pantaloni, e le guardi in faccia mentre te lo sentono duro. Il
pianoforte di Grutas andrai a recuperarlo domattina.
Quel ragazzo aveva fatto fuori Dortlich. Milko si ricord che una volta
Dortlich, con un grimaldello nella manica, si era scheggiato un dente ac-
cendendosi una sigaretta. Coglione, saresti dovuto venire via insieme a
noi disse a Dortlich, ovunque si trovasse, all'inferno probabilmente.
Milko attravers la strada con la scala a pioli nera, e una gavetta per in-
gannare eventuali osservatori, e la port al riparo delle siepi accanto alla
facolt di medicina. Mise il piede sul primo piolo e borbott: 'fanculo la
fattoria!. Era stato il suo mantra fin da quando era scappato di casa a do-
dici anni.
Hannibal complet le iniezioni blu nelle vene e fece uno schizzo del
proprio lavoro con le matite colorate a un tavolo da disegno vicino al cor-
po, osservando di quando in quando il polmone conservato nel vaso di ve-
tro con l'alcol. Alcuni fogli tenuti da un portablocco a molla si sollevarono
leggermente per un colpo d'aria. Hannibal alz gli occhi dal suo lavoro,
guard verso il corridoio e poi fin di colorare una vena.
Milko chiuse la finestra del museo di anatomia dietro di s, si sfil gli
stivali e, scalzo, strisci tra le teche di vetro. Si mosse lungo la fila dell'ap-
parato digerente, sost vicino a un vaso che conteneva un paio di enormi
piedi torti. La luce bastava appena per muoversi. Non voleva sparare l
dentro e rischiare di spargere quella schifezza dappertutto. Si tir su il ba-
vero per non sentire l'aria dietro il collo. Poco per volta si sporse in corri-
doio per sbirciare oltre la gobba del proprio naso in modo da non esporre
nemmeno l'orecchio.
Le narici di Hannibal fremettero sopra il tavolo da disegno e la luce della
lampada da lavoro si riflett rossa nei suoi occhi.
Osservando dal corridoio attraverso la porta del laboratorio, Ivlilko po-
teva vedere la schiena di Hannibal mentre lavorava intorno al cadavere con
il suo grosso ago ipodermico pieno di tintura. Era un po' troppo lontano per
sparare, dato che il silenziatore gli impediva di prendere accuratamente la
mira. Non voleva ferirlo ed essere poi costretto a dargli la caccia, rove-
sciando roba dappertutto. Dio sa cosa poteva schizzargli addosso, con tutti
quei fetidi liquami.
Respir a fondo, come si fa quando ci si prepara a uccidere.
Hannibal usc dal suo campo visivo e Milko pot vederne solo la mano
sul tavolo da disegno, che continuava a fare schizzi, e poi una piccola can-
cellatura.
D'improvviso Hannibal pos la matita, venne in corridoio e accese la lu-
ce. Milko arretr, poi la luce si spense di nuovo e lui torn a fare capolino
dallo stipite della porta. Hannibal stava lavorando sul corpo coperto.
Milko ud la sega da autopsia. Quando guard di nuovo, Hannibal era
fuori campo. Disegna ancora. Che cazzo! Entra dentro e sparagli. Digli di
salutare Dortlich quando arriva all'inferno. Facendo lunghi passi a piedi
scalzi nel corridoio, silenzioso sul pavimento di pietra, tenendo d'occhio la
mano sul tavolo da disegno, Milko alz la pistola e varc di scatto la so-
glia, ma vide solo la mano e la manica, oltre al grembiule gettato sulla se-
dia. Ma il resto dove diavolo ? Hannibal gli balz alle spalle e gli infil la
siringa ipodermica piena di alcol nel lato del collo, sorreggendolo mentre
le gambe cedevano e gli occhi si rivoltavano all'indietro, poi lo appoggi a
terra.
Una cosa per volta. Hannibal rimise la mano del cadavere al suo posto e
la riattacc con qualche veloce punto di sutura. Mi spiace disse al corpo.
Includer un ringraziamento particolare nella mia nota.
51
Il seminterrato era quasi buio, con una sola lampadina accesa vicino alle
scale. La musica risuonava debolmente dal piano di sopra.
Una parete era coperta da scaffali di vino. Vicino c'erano parecchie cas-
se, alcune aperte, con trucioli sparsi. Un lavello nuovo in acciaio inossida-
bile era appoggiato per terra accanto a un jukebox con gli ultimi dischi e i
rotoli di monetine in nichel da infilarci dentro. Accanto alla parete con il
vino una cassa etichettata con PER LA CANTINA e PER IL CANTINIE-
RE: TENERE IN FRESCO. Un debole scricchiolio provenne dalla cassa.
52
53
Nel suo ufficio al Quai des Orfvres, l'ispettore Popil lasci Hannibal da
solo e lo fece aspettare circa mezz'ora perch assaporasse l'atmosfera.
Quando rientr nella stanza, lo trov che sistemava l'ultimo stelo di una
composizione floreale in una caraffa d'acqua sulla scrivania di Popil. Le
piace? disse Hannibal.
L'ispettore lo colp con un piccolo manganello di gomma e si sedette. E
questo le piace?
Il pi grosso dei due poliziotti sbuc da dietro Popil e si piazz accanto a
Hannibal. Risponda alla domanda: le ho chiesto se le piace questo ripet
l'ispettore.
pi onesto della sua stretta di mano. E almeno pulito.
Popil prese da una busta due piastrine legate con uno spago. Sono state
trovate nella sua stanza. Questi due sono stati accusati in contumacia a No-
rimberga. Domanda: dove sono?
Non lo so.
Non li vuole vedere impiccati? Il boia usa il metodo inglese, ma non
sufficiente a rompergli l'osso dei collo. Non fa bollire n dilata la corda.
Scalciano per un bel po' prima di morire. Dovrebbe essere di suo gusto.
Ispettore, lei non sa nulla dei miei gusti.
La giustizia non le importa, l'unica cosa che conta che sia lei a ucci-
derli.
Conta anche per lei, vero, ispettore? Li guarda sempre morire. di suo
gusto. Pensa che potremmo parlare da soli? Prese dalla tasca un biglietto
macchiato di sangue, avvolto nel cellofan. Posta da parte di Louis Fer-
rat.
Popil fece segno al poliziotto di uscire dalla stanza.
Quando ho tagliato i vestiti del corpo di Louis ho trovato questo per
lei. Lesse a voce alta la parte sopra la piegatura. "Ispettore Popil, perch
mi tormenta con domande alle quali non risponde lei stesso? Io l'ho vista a
Lione". E poi va avanti. Hannibal pass il biglietto a Popil. Se vuole,
asciutto, adesso. Non puzza.
La carta frusci quando Popil apr il biglietto, scaglie scure caddero dal-
la piegatura. Dopo aver finito di leggere, l'ispettore sedette tenendosi il fo-
glio vicino alla tempia.
Qualcuno della sua famiglia le ha forse fatto ciao ciao con la mano dal
treno? disse Hannibal. Stava per caso dirigendo il traffico al deposito,
quel giorno?
Popil tir indietro la mano che teneva le piastrine.
Nei suoi panni non lo farei osserv Hannibal piano. Se sapessi qual-
cosa, perch dovrei dirglielo? una domanda ragionevole, ispettore. Ma-
gari vorrebbe fargli avere un passaggio per l'Argentina.
Popil chiuse gli occhi e poi li riapr. Ptain era sempre stato il mio eroe.
Mio padre e mio zio avevano combattuto sotto di lui nella Prima guerra
mondiale. Quando costitu il nuovo governo ci disse: "Mantenete la pace
finch buttiamo fuori i tedeschi. Vichy salver la Francia". Eravamo gi
poliziotti, ci sembrava solo di continuare il nostro mestiere.
Ha aiutato i tedeschi?
Popil alz le spalle. Ho mantenuto la pace, e forse questo li ha aiutati.
Poi ho visto uno di quei treni, cos ho disertato e mi sono unito alla Resi-
stenza. Non si fidavano di me finch non ho ucciso uno della Gestapo. I
tedeschi per rappresaglia hanno sparato a otto persone del paese. Mi sono
sentito come se li avessi ammazzati io. Che razza di guerra questa? Ab-
biamo combattuto in Normandia, usando questo come mezzo di ricono-
scimento. Prese un "cicalino" dalla scrivania. Abbiamo aiutato gli Allea-
ti che sbarcavano sulle spiagge. Questo significa che sono un amico, non
infierisca. Non m'importa di Dortlich. Mi aiuti a trovarli. Come sta dando
la caccia a Grutas?
Attraverso alcuni familiari in Lituania e le conoscenze di mia madre
nella Chiesa.
Potrei trattenerla per la storia dei documenti falsi, solo sulla base della
testimonianza del condannato. Se la lascio andare, mi giura di dirmi tutto
quello che scoprir? Lo giura davanti a Dio?
Davanti a Dio? S, lo giuro davanti a Dio. Ha una Bibbia? Popil aveva
una copia dei Pensieri di Blaise Pascal su uno scaffale. Hannibal la prese.
Possiamo anche usare il suo Pascal... Pascal.
Giurerebbe sulla vita di Lady Murasaki?
Un attimo di esitazione. S, sulla vita di Lady Murasaki. Hannibal rac-
colse il cicalino dalla scrivania e lo fece scattare due volte.
Popil tir fuori le piastrine e Hannibal se le riprese.
54
Nel palazzo di Lady Murasaki in Place des Vbsges la guardiola era buia,
la porta con i vetri smerigliati era chiusa. Hannibal entr nell'edificio con
la sua chiave e corse su per le scale.
Dentro la guardiola, seduta sulla sedia, la portinaia aveva la posta sparsa
davanti a s sul tavolo, suddivisa inquilino per inquilino come se stesse fa-
cendo un solitario. Il cavo di un lucchetto da bicicletta era quasi comple-
tamente affondato nella carne del suo collo e la lingua le penzolava dalla
bocca.
Hannibal buss alla porta di Lady Murasaki. Ud il telefono squillare al-
l'interno e il suono gli parve stranamente acuto. La porta si spalanc appe-
na infil la chiave nella toppa. Corse attraverso l'appartamento, guardan-
dosi intorno, e indietreggi di un passo quando spinse l'uscio della camera
da letto, ma la stanza era vuota. Il telefono, intanto, continuava a squillare.
Hannibal alz la cornetta.
In una gabbia nella cucina del Caf de l'Est, alcuni ortolani aspettavano
di essere affogati nell'Armagnac e scottati in una grossa pentola di acqua
bollente sulla stufa. Grutas afferr per il collo Lady Murasaki e le port la
faccia vicino alla pentola, mentre reggeva la cornetta con l'altra mano. Le
mani di lei erano legate dietro la schiena e Mueller la teneva per le braccia.
Quando ud la voce di Hannibal al telefono, Grutas parl. Per continua-
re la nostra conversazione, vuoi vedere la giapponese viva? domand.
S.
Ascolta e indovina se ha ancora le guance.
Cos'era quel rumore in sottofondo? Acqua che bolliva? Hannibal non
sapeva se il suono fosse reale: sentiva dell'acqua bollire anche nei suoi
sogni.
Parla al tuo fottuto ragazzo.
Lady Murasaki riusc a dire: Mio caro, NON... prima di essere strap-
pata via dal telefono. Lott per divincolarsi dalla stretta di Mueller ed en-
trambi andarono a sbattere contro la gabbia degli ortolani. Gli uccelli emi-
sero un verso stridulo e pigolarono.
Grutas parl a Hannibal. Mio CARO, hai ucciso due uomini per tua so-
rella e hai incendiato casa mia. Ti offro una vita per una vita. Porta tutto, le
piastrine, l'inventario di Guardapentola, ogni fottuta cosa. Altrimenti la
sentirai urlare.
Dove...
Stai zitto. Al chilometro 36 sulla strada per Trilbardou c' una cabina
del telefono. Trovati l all'alba e verrai chiamato. Se non ci sarai avrai le
sue guance per posta. Se vedo Popil o un qualsiasi poliziotto riceverai il
suo cuore in un pacchetto. Magari potrai usarlo per i tuoi studi. E poi vedi
un po' se potrai ancora guardarti in faccia. Una vita per una vita?
Una vita per una vita disse Hannibal. La comunicazione fu interrotta.
Dieter e Mueller portarono Lady Murasaki a un furgone fuori dal risto-
rante. Kolnas cambi la targa sulla macchina di Grutas.
Grutas apr il retro del furgone e tir fuori un fucile di precisione Dragu-
nov che diede a Dieter. Kolnas, porta un vaso di vetro. Voleva che Lady
Murasaki udisse e osserv la sua faccia con una specie d'ingordigia mentre
dava istruzioni.
Prendete la macchina. Uccidetelo mentre al telefono ordin a Dieter
dandogli il vaso. E poi portatemi le sue palle alla barca.
55
Nella voliera fuori dal Caf de l'Est gli ortolani si agitavano e pigolava-
no, irrequieti sotto la luna splendente. Il tendone del patio era arrotolato e
gli ombrelloni chiusi. La sala da pranzo era buia, ma in cucina e nel bar le
luci erano ancora accese.
Hannibal pot vedere Hercule che spazzava il pavimento. Kolnas sedeva
su una seggiola del bar con un registro. Hannibal si ritrasse nell'oscurit,
poi sal sulla moto e se ne and via senza accendere i fari.
Fece a piedi gli ultimi trecento metri verso la casa di Rue Juliana. Una
Citron Due Cavalli era parcheggiata nel vialetto d'accesso e un uomo se-
duto al posto del conducente stava tirando le ultime boccate da una sigaret-
ta. Hannibal lo vide lanciare il mozzicone lontano dall'auto e le braci si
sparsero sulla strada. Poi l'uomo si sistem sul sedile e appoggi la testa
allo schienale. Fra poco si sarebbe addormentato.
Da una siepe fuori dalla cucina Hannibal pot guardare all'interno della
casa. La signora Kolnas pass davanti a una finestra parlando con qualcu-
no che era troppo piccolo per essere visto. Le finestre erano aperte nella
notte calda, la porta a vetri della cucina si affacciava sul giardino. Il pugna-
le scivol facilmente nell'interstizio e liber il gancio. Hannibal si pul le
scarpe sullo zerbino ed entr in casa. L'orologio della cucina gli sembr
particolarmente rumoroso. Ud rumore di acqua che scorreva e schizzava
provenire dal bagno. Ne oltrepass la porta, tenendosi rasente al muro per-
ch il pavimento non scricchiolasse. Poteva sentire la signora Kolnas che
parlava con un bambino nella stanza da bagno.
La porta successiva era semiaperta. Hannibal intravide degli scaffali
pieni di giocattoli e un grosso elefante di peluche. Guard nella stanza.
Due letti. Katerina Kolnas dormiva in quello pi vicino. La sua testa era
girata di lato, il pollice che toccava la fronte. Hannibal pot vedere le sue
tempie pulsare e sentire il suo cuore battere. La bimba indossava il braccia-
letto di Mischa. Hannibal percep i propri occhi sbattere alla luce calda del-
la lampada e il respiro della bambina. Ud la voce della signora Kolnas.
Piccoli suoni, percepibili al di sopra del grande dolore che gli ruggiva den-
tro.
Su, tesoro, ora di asciugarsi disse la donna.
56
Era buio accanto alla chiusa, il cielo era chiaro e coperto di stelle. La lu-
ce dell'albero della casa galleggiante avrebbe dovuto confondersi con le
stelle pi basse all'orizzonte una volta che l'imbarcazione avesse raggiunto
la chiusa.
L'albero era quasi arrivato in posizione quando si ripieg, con la luce
che abbassandosi descrisse un arco come una stella cadente. Hannibal vide
il filamento scintillare nel grosso riflettore della chiatta. Si abbass mentre
il fascio luminoso passava sopra di lui fino alle paratoie della chiusa e la
sirena della barca risuonava. Una luce si accese nella casetta del guardiano
e dopo meno di un minuto l'uomo usc fuori tirandosi su le bretelle. Hanni-
bal fiss il silenziatore sulla pistola di Milko.
Vladis Grufas usc dal boccaporto di prua e si ferm sul ponte. Si stir e
butt un mozzicone in acqua. Disse qualcosa a Mueller, mise il fucile sul
ponte tra le fioriere, lontano dalla vista del guardiano, e poi torn gi.
Gassmann a poppa mise fuori i parabordi e prepar gli ormeggi. Le para-
toie a monte della chiusa rimasero aperte. Il guardiano con gli stivaloni si
avvicin al canale e accese le luci a ciascuna estremit della chiusa. La
barca scivol sotto il ponte e il capitano fece macchina indietro fino a fer-
marsi. In quel momento Hannibal si lanci sul ponte e si accovacci sotto
il parapetto di pietra.
Abbass lo sguardo sulla casa galleggiante mentre scivolava sotto di lui,
e scrut in coperta attraverso i lucernari. A un certo punto, solo per un i-
stante, vide Lady Murasaki legata a una sedia.
Ci vollero circa dieci minuti per equiparare il livello dell'acqua con il la-
to a valle, mentre le pesanti porte restavano aperte, e Gassmann e Mueller
ritiravano gli ormeggi. Il guardiano torn alla sua casetta. Il capitano spin-
se in avanti la manetta e l'acqua riboll dietro l'imbarcazione.
Hannibal si sporse dal parapetto. A una distanza di mezzo metro spar a
Gassmann alla testa e poi salt gi, atterrando sul morto e rotolando sul
ponte della chiatta. Il capitano sent il tonfo del corpo che cadeva e guard
verso gli ormeggi a poppa, vedendo che erano incustoditi.
Hannibal prov la porta della scala di boccaporto a poppa. Era chiusa.
Il capitano si affacci dalla timoniera: Gassmann?.
Hannibal si rannicchi accanto al cadavere e gli tast con la mano la cin-
tola: non era armato. Avrebbe dovuto oltrepassare la timoniera per avanza-
re, e Mueller era a prua. Indietreggi sul lato di destra. Il capitano usc dal-
la timoniera sulla sinistra e vide Gassmann steso a terra, con la testa che
perdeva sangue.
Hannibal scatt in avanti piegandosi nel passare accanto alle cabine del
ponte inferiore.
Sent che la barca andava in folle e mentre correva ud sparare dietro di
s, il proiettile che colpiva un'asta di sostegno del parapetto e frammenti di
metallo che gli pungevano la spalla. Si gir e vide il capitano chinarsi die-
tro la cabina di poppa. Vicino al boccaporto successivo vide per un attimo
una mano e un braccio tatuati che afferravano il fucile da dietro le fioriere.
Hannibal spar ma senza successo. Sentiva il braccio caldo e umido. A-
vanz chino tra le due cabine e poi sul ponte di babordo corse avanti te-
nendosi basso e rialzandosi mentre passava accanto alla successiva cabina
verso il ponte di prua, con Mueller era accovacciato proprio in quel punto
e si alz quando ud Hannibal. Si gir di scatto con il fucile e colp con la
canna l'angolo del boccaporto, poi si gir di nuovo e Hannibal gli spar
quattro volte nel petto premendo il grilletto il pi velocemente possibile,
mentre anche dal fucile a canne mozze partiva un colpo che fece un buco
nel legno accanto alla porta della scala di boccaporto. Mueller barcoll e si
guard il petto, poi cadde all'indietro morto, seduto contro la ringhiera. La
porta della scala di boccaporto era aperta. Hannibal scese e la chiuse dietro
di s.
A poppa il capitano, accovacciato sul ponte accanto al corpo di Gas-
smann, armeggiava cercando le chiavi in tasca.
Hannibal si affrett gi per le scale e lungo lo stretto passaggio del ponte
inferiore. Guard nella prima cabina, dove c'erano solo corde e catene.
Spalanc la porta della seconda cabina, vide Lady Murasaki legata alla se-
dia e si lanci verso di lei. Grutas, appostato dietro la porta, gli spar tra le
scapole e Hannibal cadde sulla schiena, mentre una pozza di sangue si al-
largava sotto di lui.
Grutas sorrise e si avvicin. Gli punt la pistola sotto il mento e lo per-
quis. Allontan l'arma di Hannibal con un calcio. Poi prese uno stiletto
dalla cintola e gliene conficc la punta nelle gambe. Non si mossero.
Colpito alla spina dorsale, mio caro Mnnlein disse Grutas. Non sen-
ti pi le gambe? Che peccato! Non sentirai nemmeno quando ti taglier le
palle. Grutas sorrise a Lady Murasaki. Te ne far un portamonete per i
soldi delle mance.
Gli occhi di Hannibal si aprirono.
Riesci a vedere? Grutas agit la lunga lama davanti al viso di Hanni-
bal. Ottimo! Guarda questo! Si mise davanti a Lady Murasaki e strisci
lentamente la punta dello stiletto lungo la sua guancia, segnandole appena
la pelle. Posso metterle un po' di colore sul viso. Conficc lo stiletto nel-
lo schienale della sedia dietro la testa di lei. Creare qualche nuovo buco
per fare sesso.
Lady Murasaki non disse nulla. I suoi occhi erano fissi su Hannibal. Le
dita di lui ebbero uno spasmo, la sua mano si mosse piano verso la testa, i
suoi occhi si spostarono da Lady Murasaki a Grutas e di nuovo a lei. Lady
Murasaki alz lo sguardo verso Grutas, con un'espressione di eccitazione
mista ad angoscia sul suo viso. Poteva essere bella quanto voleva. Grutas
si chin e la baci con violenza, spingendole le labbra contro i denti e te-
nendo la faccia premuta contro la sua. il volto di lui era vuoto e pallido, gli
occhi chiari e impassibili mentre la palpava dentro la camicetta.
Hannibal riusc a estrarre da dietro il colletto il pugnale, che era insan-
guinato, piegato e ammaccato dal proiettile di Grutas, e a colpire.
Grutas sbatt le palpebre, la faccia contratta per il dolore, poi, con i ten-
dini delle caviglie tagliati, cadde azzoppato su Hannibal, che cercava di li-
berarsi dal suo peso. Lady Murasaki, con i piedi legati, sferr un calcio a
Grutas sulla testa. Lui cerc di alzare la pistola, ma Hannibal, voltandosi,
gli afferr il polso costringendolo a mollare l'arma, che cadde e scivol sul
pavimento. Strisciando, Grutas cerc di raggiungerla, tirandosi su con i
gomiti, avanzando sulle ginocchia, cadendo di nuovo e rimettendosi a
spingere con i gomiti, come un animale ferito. Hannibal liber le braccia di
Lady Murasaki e lei strapp lo stiletto dallo schienale della sedia per libe-
rarsi le caviglie e si spost verso l'angolo accanto alla porta. Hannibal, con
la schiena insanguinata, si mise tra Grutas e la pistola.
Grutas si ferm sulle ginocchia davanti a Hannibal. Una calma lugubre
lo invase. Alz lo sguardo verso Hannibal con i suoi occhi pallidi e freddi.
Salpiamo tutti insieme verso la morte disse. Io, tu, quella puttana
della tua matrigna, gli uomini che hai uccso.
Quelli non erano uomini.
Di che cosa sapeva Dortlich, di pesce? Hai mangiato anche Milko?
Lady Murasaki parl dall'angolo in cui si trovava. Hannibal, se Popil
prende Grutas non pu prendere te. Hannibal, resta con me. Dallo a Popil.
Ha mangiato mia sorella.
L'hai fatto anche tu rugg Grutas, Perch non uccidi anche te stes-
so?
No. una menzogna.
Oh, s che l'hai fatto. Gentilmente Guardapentola te ne diede un pezzet-
to nel brodo. Devi uccidere chiunque lo sappia, non vero? Adesso che la
tua donna lo sa, sarai costretto a uccidere anche lei.
Hannibal si copr le orecchie con le mani, una delle quali reggeva ancora
il pugnale insanguinato. Si volt verso Lady Murasaki, cercando il suo vi-
so, and verso di lei e la tenne contro di s.
No, Hannibal. una bugia disse lei. Dallo a Popil.
Grutas scatt verso la pistola, sempre parlando. L'hai mangiata anche
tu, senza saperlo, e hai leccato con ingordigia il cucchiaio!
Hannibal url verso il cielo: NOOO! poi si scagli su Grutas con il
pugnale alzato, allontan la pistola con un calcio e tracci una M per tutta
la lunghezza della faccia di Grutas mentre urlava: M per Mischa! M per
Mischa! M per Mischa!. Grutas cadde all'indietro sul pavimento e Hanni-
bal continu a squarciarlo incidendogli grandi M su tutto il corpo.
Un grido dietro di lui. Indistinto nella nebbia rossa un fucile. Hannibal
sent lo sparo, ma non cap se era stato colpito oppure no. Si volt. Il capi-
tano stava dietro di lui, con la schiena rivolta a Lady Murasaki, il manico
dello stiletto che spuntava dalla sua clavicola, la lama conficcata nell'aorta.
Poi il fucile gli scivol dalle dita cadde a terra in avanti.
Hannibal ondeggi, il volto trasformato in una maschera rossa. Lady
Murasaki chiuse gli occhi. Tremava come una foglia.
Sei ferita? le domand lui.
No.
Ti amo, Lady Murasaki disse Hannibal. E si mosse verso di lei.
Lei apr gli occhi e allontan le sue mani lorde di sangue.
Cos' rimasto in te da amare? Poi corse via dalla cabina, su per la sca-
la del boccaporto e con un tuffo perfetto salt oltre il parapetto nel canale.
La casa galleggiante avanzava piano lungo le rive del canale.
Sulla Christabel Hannibal era rimasto solo con i morti dallo sguardo ve-
lato. Mueller e Gassmann erano sui ponti inferiori adesso, ai piedi della
scala di boccaporto. Grutas, il corpo tutto striato di rosso, giaceva nella ca-
bina in cui era morto. Ognuno di loro teneva in mano un lanciarazzi Pan-
zerfaust come una bambola dalla testa grossa. Hannibal prese l'ultimo Pan-
zerfaust e lo leg in sala macchine, mettendo l'arma anticarro a mezzo me-
tro dalla tanica del carburante. Dall'attrezzatura in dotazione alla chiatta
prese un rampino e attacc il cavo intorno al grilletto del Panzerfaust. Ri-
mase con il rampino in mano mentre la barca si muoveva lenta, sbattendo
delicatamente contro gli argini di pietra del canale. Vide delle luci sul pon-
te, ud delle grida e un cane che abbaiava.
Lanci il rampino in acqua. Il cavo serpeggi lentamente sopra la fianca-
ta mentre Hannibal saltava sulla riva mettendosi a correre nei campi. Non
si volt a guardare. Aveva percorso quattrocento metri quando sent l'e-
splosione. Avvert l'onda d'urto sulla schiena e la pressione lo sovrast in-
sieme al fragore dello scoppio. Un pezzo di metallo cadde poco dietro di
lui. La Christabel avvamp e una colonna di scintille s'innalz verso l'alto,
avvolgendosi in spirali. Altre esplosioni fecero volare tizzoni ardenti nel
cielo quando le ultime cariche dei Panzerfaust brillarono.
Da oltre un chilometro di distanza, Hannibal vide i lampeggiatori delle
auto della polizia alla chiusa. Non torn indietro. Cammin in mezzo ai
campi, dove lo trovarono all'alba.
57
Durante i mesi estivi, all'ora di colazione, le finestre sul lato est del quar-
tier generale della polizia di Parigi erano affollate da giovani agenti che
speravano di vedere Simone Signoret prendere il caff sulla sua terrazza
nella vicina Place Dauphine.
L'ispettore Popil lavorava alla sua scrivania, senza alzare gli occhi
nemmeno quando qualcuno disse che le porte della terrazza dell'attrice si
stavano aprendo, e rimase indifferente al brontolio generale, quando ne u-
sc solo la domestica per annaffiare le piante.
La finestra di Popil era aperta e lui udiva a malapena la protesta dei co-
munisti sul Quai des Orfvres e il Pont-Neuf. I dimostranti erano per lo pi
studenti, che gridavano: Hannibal libero, Hannibal libero!. Portavano
dei cartelli con scritto MORTE AL FASCISMO e chiedevano l'immediato
rilascio di Hannibal Lecter, che era diventato un vero e proprio caso. Lette-
re su "l'Humanit" e "Le Canard enchan" ne prendevano le difese. "Le
Canard" pubblic persino una foto dell'incendio e del naufragio della Chri-
stabel con la didascalia "Cannibali arrosto".
Un commovente ricordo d'infanzia sui benefici della collettivizzazione
era apparso su "l'Humanit" in un articolo dello stesso Hannibal, fatto usci-
re di nascosto dal carcere, che aveva dato ulteriore appoggio ai suoi soste-
nitori comunisti. Avrebbe scritto con altrettanta prontezza anche per le te-
state dell'estrema destra, ma questa era un po' fuori moda e non poteva di-
mostrare in suo favore.
Davanti a Popil c'era un memorandum del pubblico ministero, che vole-
va sapere quali prove sicure esistevano contro Hannibal Lecter. Nell'impe-
rante spirito punitivo - l'puration sauvage - conseguente al conflitto, una
condanna per l'assassinio di un gruppo di fascisti e criminali di guerra a-
vrebbe dovuto essere inattaccabile, e comunque, anche se giustificata, era
politicamente impopolare.
L'assassinio del macellaio Paul Momund risaliva ad anni addietro, e l'u-
nica prova consisteva nell'odore di essenza di garofano, sottolineava il
pubblico ministero. A cosa serviva tenere in prigione la signora Murasaki?
Poteva essere stata sua complice? L'ispettore Popil diede un parere contra-
rio alla detenzione della signora Murasaki.
No disse Lady Murasaki. No, ora c' solo ghiaccio. finita. Non
cos?
Sei la persona che amo di pi al mondo rispose Hannibal sinceramen-
te.
Lei chin il capo davanti a lui e lasci la stanza.
Terza parte
58
59
Il mausoleo della famiglia Dortlich era di granito grigio, con una croce
incisa sopra la porta e una serie di belle vetrate, con pannelli a colori.
Il custode del cimitero, un uomo coscienzioso, aveva pulito il sentiero
che conduceva alla porta del mausoleo e scopato i gradini. La grossa chia-
ve di ferro era fredda nonostante i guanti e lui dovette usare entrambe la
mani per girarla, con i cilindri che stridettero nella serratura. Gli uomini
dell'impresa aprirono la grande porta a due battenti e trasferirono al-
l'interno la bara. Ci fu qualche mormorio da parte dei parenti a proposito
dell'emblema dell'Unione dei lavoratori comunisti sul coperchio, che veni-
va esibito nel mausoleo.
Consideratelo come un fraterno commiato da parte di coloro che lo
hanno conosciuto di pi disse l'impresario di pompe funebri, coprendosi
la bocca con il guanto mentre tossiva. Era una bara costosa per un comuni-
sta, riflett, o almeno cos sembrava, e cerc di immaginare quanto poteva
essere stato il margine di guadagno.
Il custode aveva in tasca un tubetto di grasso al litio bianco. Fece dei se-
gni sulla pietra perch i piedi della bara potessero scivolarvi sopra mentre
entrava lateralmente nella nicchia, e i portatori furono contenti quando do-
vettero semplicemente farla scorrere al suo posto, spingendola da una parte
senza bisogno di sollevarla.
I componenti del corteo si guardarono a vicenda. Nessuno si offr di
pregare, cos chiusero il mausoleo e si affrettarono a tornare ai loro veicoli
mentre la neve continuava a cadere.
Sopra il suo letto di opere d'arte il padre di Dortlich giaceva tranquillo e
silente, con il cuore che gli si ghiacciava.
Le stagioni vanno e vengono. Dal sentiero di ghiaia all'esterno proven-
gono deboli voci e ogni tanto si vede agitarsi un tralcio di vite. I colori del-
le vetrate si fanno sempre pi tenui a mano a mano che la polvere le rico-
pre. Le foglie spuntano, e poi di nuovo arriva la neve, e ancora e ancora. I
quadri, con i loro volti cos familiari a Hannibal Lecter, rimangono arroto-
lati nel buio come le volute della memoria.
60
Grandi e soffici fiocchi di neve cadono nell'aria quieta del mattino lungo
il fiume Livre, nel Qubec, e si posano leggeri sui davanzali del Caribou,
un negozio specializzato in tassidermia.
I fiocchi cadono come piume sui capelli di Hannibal Lecter mentre per-
corre il viale alberato che conduce all'edificio di legno. aperto. Pu senti-
re O Canada! provenire da una radio nel retro mentre una partita di hockey
sta per cominciare. Trofei di caccia coprono le pareti. Un alce sovrasta tutti
gli altri e sotto, in bella mostra, ci sono quadri con una volpe artica, una
pernice, un cervo, una lince rossa.
Sul bancone c' un vassoio con diverse file di occhi per animali impa-
gliati. Hannibal depone la borsa e fruga con un dito tra gli occhi. Ne trova
un paio di un azzurro pallido destinato a un cane husky. Li prende dal vas-
soio e li posa vicini sul bancone.
Il proprietario arriva dal retro del negozio. La barba di Bronys Grentz
brizzolata, ora, e le tempie sono grigie.
S? Posso aiutarla?
Hannibal lo guarda, fruga nel vassoio e trova un paio d'occhi che com-
baciano con quelli marrone brillante di Grentz.
Di cosa si tratta? chiede Grentz.
Sono venuto a prendere una testa risponde Hannibal.
Quale? Ha la ricevuta?
Non la vedo qui sulla parete.
Dev'essere nel retro.
Hannibal ha un suggerimento. Posso venire anch'io? Le faccio vedere
quale.
Hannibal porta la borsa con s. Contiene qualche vestito, una mannaia e
un grembiule di gomma con la scritta PROPRIET DELLA JOHNS HO-
PKINS.
Si fece buio e il cameriere della carrozza ristorante port una candela per
il suo tavolo e il vino rosso color sangue trem nel suo bicchiere con il
movimento del treno. Durante la notte si svegli una volta a una stazione,
udendo gli operai della ferrovia che toglievano il ghiaccio dai binari con
un idrante, e grandi nuvole di vapore sfioravano il suo finestrino sotto la
sferza del vento. Il treno ripart con un leggero strattone, sfilando poi sotto
la striscia liquida di luci della stazione, mentre si muoveva ritmico nella
notte verso sud, verso gli Stati Uniti d'America. Il suo finestrino si disap-
pann e lui pot vedere le stelle.
RINGRAZIAMENTI
FINE