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Astronomia sferica 1

Astronomia sferica
L'astronomia sferica la branca dell'astronomia che studia i diversi sistemi di coordinate in rapporto ai quali si
determina la direzione del moto apparente dei corpi celesti in modo indipendente dalla loro distanza.

La sfera celeste e suo moto apparente


Tutti gli astri ci appaiono alla stessa distanza
dalla Terra e posti sulla superficie interna di
una enorme sfera, detta sfera celeste, di cui
noi occupiamo il centro. Ci dovuto al
fatto che gli astri, essendo ad un'enorme
distanza dalla Terra, hanno una parallasse
insignificante e sembrano quindi tutti alla
stessa distanza.

Essi sembrano, inoltre, ruotare, con un moto


collettivo da levante verso ponente, intorno
ad un asse, il prolungamento dell'asse
terrestre, chiamato asse celeste. Ci
dovuto al fatto che, al centro della sfera
celeste (che immobile) la Terra ruota
intorno al proprio asse da ponente verso
levante (moto diretto o antiorario),
compiendo una rotazione completa in un
giorno siderale (poco meno di un giorno
solare medio). L'osservatore posto sulla
Terra non avverte questo movimento La sfera celeste e le fasce di visibilit e invisibilit permanente delle costellazioni
circumpolari
proprio e attribuisce agli astri, e quindi alla
sfera celeste, un movimento in senso
contrario (moto retrogrado o orario) con velocit angolare uguale alla velocit di rotazione terrestre. Questo
movimento detto moto apparente della sfera celeste ed avviene intorno ad un asse immaginario, l'asse celeste, che
altro non che il prolungamento dell'asse terrestre fino ad incontrare la sfera celeste. Gli estremi di tale asse, ossia i
punti di contatto immaginari con la sfera celeste, sono detti poli celesti: uno di essi, il polo Nord celeste, si trova
molto vicino alla Stella Polare, che per tale motivo appare immobile.

Le stelle conservano sempre immutate le loro posizioni relative sulla sfera celeste (almeno nel corso di alcuni
millenni), mentre il Sole, la Luna ed i pianeti si spostano lentamente fra esse, passando da una costellazione all'altra.
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Elementi della sfera celeste


I piani passanti per l'equatore terrestre
e per i meridiani terrestri, estesi fino ad
incontrare la sfera celeste, determinano
su di essa circoli massimi detti,
rispettivamente, equatore celeste e
meridiani celesti. L'equatore celeste
divide la sfera celeste in due parti
uguali: quella che contiene il polo
Nord detta emisfero Nord o boreale,
mentre quella che contiene il polo Sud
detta emisfero Sud o australe.

Viene chiamato Zenit il punto Z della


sfera celeste posto sulla verticale
dell'osservatore O; Nadir il punto Z'
opposto allo Zenit.
La Latitudine, sulla Terra, la
La sfera celeste con i principali punti di riferimento
distanza angolare, misurata in gradi,
primi e secondi, fra l'equatore e
l'osservatore; analogamente sulla sfera celeste la distanza angolare fra l'equatore celeste e lo Zenit.
Il circolo massimo terrestre passante per i poli e per un dato luogo, suddiviso, per convenzione in meridiano e
antimeridiano; il meridiano celeste di un dato osservatore si suddivide convenzionalmente in meridiano celeste
superiore, che contiene lo Zenit, e in meridiano celeste inferiore, che contiene il Nadir.
Sono detti circoli orari i meridiani celesti; paralleli di declinazione i circoli minori paralleli all'equatore celeste.
Dicesi orizzonte sensibile il piano orizzontale (normale alla verticale), esteso all'infinito, passante per l'osservatore e
orizzonte astronomico il piano, parallelo al precedente, passante per il centro della Terra, la cui traccia sulla sfera
celeste un circolo massimo, detto anch'esso orizzonte astronomico. Considerando il ridotto raggio della Terra se
paragonato a quello grandissimo della sfera celeste, si pu ritenere, senza incorrere in errori apprezzabili, che sulla
sfera celeste orizzonte sensibile e orizzonte astronomico si confondano. Ci permette di considerare
indifferentemente l'osservatore sia al centro della Terra che sulla superficie di essa.
L'orizzonte astronomico divide la sfera celeste in due emisferi: visibile ed invisibile. L'emisfero visibile contiene lo
Zenit e il polo che ha lo stesso nome della latitudine dell'osservatore e che viene detto polo elevato; l'emisfero
invisibile contiene il Nadir e il polo che ha nome contrario alla latitudine, detto polo depresso.
Almicantarat o paralleli di altezza sono i circoli minori paralleli all'orizzonte astronomico, situati nell'emisfero
visibile; paralleli di depressione sono i circoli minori paralleli all'orizzonte astronomico, situati nell'emisfero
invisibile; verticali sono i semicircoli massimi passanti per lo Zenit e per il Nadir.
Altezza di un astro l'arco di verticale compreso fra l'astro e l'orizzonte astronomico.
L'intersezione dell'orizzonte astronomico col verticale che contiene il polo Nord il punto cardinale Nord.
L'orizzonte astronomico deve supporsi graduato da 0 a 360, a partire da detto punto cardinale Nord, nel senso
orario, cio verso E-S-W. I punti cardinali E e W sono definiti dai punti d'incontro dell'equatore con l'orizzonte
astronomico.
La linea Nord-Sud, intersezione del piano del meridiano dell'osservatore col piano dell'orizzonte astronomico, detta
linea meridiana.
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I verticali normali al meridiano dell'osservatore, passanti cio per i punti Est e Ovest, si chiamano primo verticale
Est e primo verticale Ovest.
I circoli orari che passano per detti punti cardinali Est e Ovest sono detti primo orario Est e primo orario Ovest.
L'altezza del polo elevato sull'orizzonte astronomico uguale alla latitudine dell'osservatore. Nell'emisfero Nord,
attualmente l'altezza della Stella Polare differisce sempre dalla latitudine dell'osservatore di circa 1.
I punti di intersezione dell'equatore celeste con i verticali identificano due punti: Q quello pi prossimo allo Zenit e
Q' quello pi prossimo al Nadir e vengono detti, rispettivamente, mezzocielo superiore e mezzocielo inferiore.
L'altezza del mezzocielo superiore, cio l'inclinazione dell'equatore celeste sull'orizzonte astronomico, detta
colatitudine.
Per convenzione nelle figure che rappresentano la sfera celeste si segna sempre lo Zenit in alto, il polo Nord a destra
dello Zenit e il polo Sud a sinistra in modo da avere sempre il punto cardinale Est sul davanti della figura.
Nota: Per un osservatore in latitudine Sud il movimento degli astri appare invertito
rispetto al movimento stesso nella sfera celeste disegnata per un osservatore in latitudine Nord.

Sistema solare - Eclittica - Zodiaco - Precessione degli equinozi


Il Sistema solare comprende il Sole, i pianeti, che compiono
rivoluzioni intorno al Sole, e i satelliti, che compiono rivoluzioni
intorno ai pianeti. La Terra un pianeta e la Luna il suo satellite.
Tutti i pianeti descrivono intorno al Sole, in senso diretto e con
moto non uniforme, orbite ellittiche di cui il Sole occupa uno dei
fuochi (Leggi di Keplero). La Terra, oltre al moto diurno di
rotazione su s stessa, gira intorno al Sole ad una distanza media di
circa 148 milioni di km, mantenendo costantemente il suo asse
inclinato di 2327' rispetto alla direzione della perpendicolare al
piano dell'orbita.

Dato il raggio praticamente infinito della sfera celeste, si pu


considerare l'orbita della Terra puntiforme, assimilandola al centro
della stessa, che anche il centro della sfera celeste. Il Sole,
quindi, oltre a partecipare al moto diurno della sfera celeste, come
qualsiasi altro astro, percorre apparentemente, in senso diretto,
La nutazione terrestre
cio contrario al moto apparente degli astri, un circolo massimo
detto eclittica inclinato sull'equatore celeste di 2327', pari
all'angolo che la direzione dell'asse terrestre forma con la perpendicolare al piano dell'orbita della Terra.
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Dei due punti in cui l'eclittica taglia


l'equatore celeste quello occupato dal Sole
all'equinozio di primavera, detto punto
vernale o primo punto d'Ariete e si indica
con la lettera (gamma), corrispondente al
simbolo della costellazione dell'Ariete, dove
il punto , ora nella costellazione dei Pesci,
cadeva anticamente. Il punto opposto a ,
occupato dal Sole all'equinozio d'autunno, si
chiama punto di Libra e si indica con '.

Il tempo che impiega il Sole a tornare ad


uno stesso punto equinoziale detto anno
tropico ed uguale a 365,2322 giorni medi:
il suo spostamento giornaliero sull'eclittica
pari a circa 1 (4 min).
Oggigiorno l'asse terrestre orientato su un
punto del cielo molto prossimo alla Stella
Polare, ma non sempre stato cos e non lo
La precessione degli equinozi
sar in futuro, a causa del fenomeno della
precessione degli equinozi: in un ciclo di
25.700 anni, l'asse terrestre descrive, intorno all'asse dell'eclittica, un cono il cui raggio di 2327'; a causa di ci il
polo celeste Nord compie un lentissimo ma continuo spostamento fra le stelle e descrive, nel periodo indicato, un
cerchio intorno al polo dell'eclittica. Fra 12.000 anni il polo celeste Nord sar nella costellazione della Lyra,
prossimo alla stella Vega.

Il movimento ora descritto causa anche uno spostamento del punto sull'eclittica di circa 50" di arco all'anno in
senso retrogrado od orario anticipando di circa 20 minuti il momento dell'equinozio.

Volta celeste fissa dell'osservatore


Nei problemi dell'astronomia sferica si considera sempre l'osservatore al centro della Terra, la Terra immobile e la
sfera celeste animata dal suo moto apparente da levante e ponente (retrogrado od orario).
Zenit, Nadir, meridiano celeste superiore, meridiano celeste inferiore, orizzonte astronomico, punti cardinali,
verticali, almicantarat e paralleli di depressione, sono tutti punti e circoli della sfera celeste legati all'osservatore, cio
alla Terra, che si considera immobile e, pertanto, non partecipano al moto apparente della sfera celeste. Tali punti e
circoli, che costituiscono la volta celeste fissa dell'osservatore, si possono immaginare come proiettati dal centro
della Terra sulla superficie interna della sfera celeste che in continua rotazione con tutto ci che le appartiene:
equatore celeste, paralleli di declinazione, eclittica, punto e tutti gli astri.
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Coordinate sferiche degli astri


La posizione di un astro sulla sfera celeste viene determinata mediante valori detti coordinate celesti, alcune delle
quali sono indipendenti dalla posizione dell'osservatore mentre altre ne sono una variabile dipendente.
Esse sono:
1. Coordinate equatoriali, che hanno per riferimento l'equatore celeste e si suddividono in:
Coordinate uranografiche (indipendenti dalla posizione dell'osservatore);
Coordinate locali orarie (dipendenti dalla posizione dell'osservatore).
2. Coordinate locali azimutali, che prendono a riferimento l'orizzonte astronomico dell'osservatore e dipendono
pertanto dalla sua posizione.

Coordinate equatoriali uranografiche


Hanno per punti e circoli di riferimento i
poli celesti, il punto e l'equatore celeste e
sono indipendenti dalla posizione
dell'osservatore. Esse sono:
ascensione retta
declinazione
a). L'ascensione retta si misura
sull'equatore celeste a partire dal punto ,
nel senso diretto, contrario cio a quello
della rotazione apparente della sfera celeste.
Il suo valore dato dalla misura in ore da 0h
a 24h, o in gradi da 0 a 360, dell'arco di
equatore compreso tra il punto e il piede
del cerchio di declinazione dell'astro.
Le coordinate celesti equatoriali
sempre positiva. L'ascensione retta v del
Sole vero varia di 24h all'anno, in modo
continuo ma non uniforme, l'ascensione retta m del Sole medio varia sempre di 3m56,6s ogni giorno: essa si ricava
dalle effemeridi mediante la relazione m=Ts-Tm+180 (Si aggiungono 180 perch il Ts misurato a partire dal
meridiano superiore di Greenwich); quella della Luna varia con ritmo 13 volte pi rapido di quella del Sole, nel
senso diretto; quella dei pianeti varia in modo irregolare, potendo avvenire sia in senso diretto che retrogrado:
ossia i valori di in alcuni periodi crescono, in altri restano costanti e in altri diminuiscono. L'ascensione retta *
delle stelle subisce piccole variazioni annue dovute alla precessione degli equinozi.

b). La declinazione la distanza angolare dell'astro dall'equatore celeste. La declinazione pu assumere valori
compresi tra -90 e +90, se la stella si trova nell'emisfero boreale avr declinazione positiva se si trova nell'emisfero
australe avr declinazione negativa e se ha declinazione pari a zero vuol dire che l'astro giace sul piano dell'equatore.
La declinazione , per un astro, quello che la latitudine per un punto terrestre. Parallelo di declinazione il circolo
minore passante per l'astro e parallelo all'equatore. La declinazione del Sole, della Luna, dei pianeti, delle stelle, si
indica, rispettivamente, con , , , *. La declinazione del Sole varia fra 2327'N e 2327'S: la variazione
massima ai solstizi e nulla agli equinozi. La declinazione della Luna varia con periodo di 18 anni e , fra valori
massimi Nord e Sud compresi fra 23,5 6. La declinazione dei principali pianeti (Venere, Marte, Giove, Saturno)
compresa fra 26N e 26S. La declinazione delle stelle subisce minime variazioni annue legate alla precessione
degli equinozi.
Astronomia sferica 6

Coordinate equatoriali locali orarie


Hanno per punti e circoli di riferimento il polo elevato, l'equatore celeste e il meridiano dell'osservatore: sono quindi
dipendenti dalla posizione dell'osservatore. Esse sono:
declinazione
distanza polare p
angolo orario t
angolo al polo P
a). La declinazione comune al precedente sistema di coordinate equatoriali uranografiche.
b). La distanza polare p la distanza angolare dell'astro dal polo elevato, ovvero, l'arco del circolo orario
compreso fra il polo omonimo alla latitudine dell'osservatore e l'astro. Si conta da 0 a 180, dal polo elevato verso
l'astro. Se (lat.) e hanno lo stesso nome (N o S), avremo p=90-||, cio p<90: in tal caso la distanza polare il
complemento della declinazione; se e sono di nome contrario, sar p=90+||, cio p>90: in tal caso la distanza
polare differisce di 90 dalla declinazione. Le dette regole sono riassunte nella relazione:
p=90-() alg.
con la convenzione di assumere positiva se astro e osservatore nello stesso emisfero, negativo nel caso opposto.
c). L'angolo orario t l'angolo sferico che ha per vertice il polo elevato ed misurato, sempre in senso retrogrado,
in due modi:
modo astronomico: a partire dal meridiano superiore verso Ovest ed espresso in gradi da 0 a 360;
modo civile: a partire dal meridiano inferiore verso Est ed espresso in ore da 0h a 24h.
A causa della loro diversa origine, angolo orario civile ed angolo orario astronomico di uno stesso astro differiscono
di 12h o 180. L'angolo orario identifica la posizione istantanea del cerchio di declinazione dell'astro, in continua
rotazione apparente, rispetto al meridiano superiore dell'osservatore, che invece fisso e che dobbiamo immaginare,
come detto precedentemente, proiettato luminosamente sulla sfera celeste. Tutti gli astri che si trovano sullo stesso
circolo orario hanno il medesimo angolo orario; quelli che sono sul meridiano inferiore hanno t=180, quelli che
sono sul meridiano superiore hanno t=0.
Gli angoli orari si indicano con t o T a seconda che siano riferiti al meridiano dell'osservatore o a quello di Gr.,
seguiti dal simbolo dell'astro. Gli angoli orari del punto si indicano con ts e Ts.
Gli angoli orari sono misurati dall'osservatore con elementi forniti dal cronometro e dalle Effemeridi.
Gli angoli orari del Sole medio e gli angoli orari del punto si identificano rispettivamente con le ore medie e le ore
sideree e precisamente:
Tm...Ora media di Greenwich;
tm...Ora media locale (riferita ad un dato meridiano );
Ts...Ora siderea di Greenwich;
ts...Ora siderea locale (riferita ad un dato meridiano ).
Nel seguito l'angolo orario t o T sar sempre espresso in gradi e cio in modo astronomico. Il solo angolo orario del
Sole medio (Tm, tm) sar espresso in modo civile per uniformit con gli usi in vigore.
d). Angolo al polo P l'angolo sferico, minore di 180, che ha per vertice il polo elevato ed formato dal meridiano
superiore dell'osservatore e dal circolo orario dell'astro. Si misura sull'equatore celeste da 0 a 180, dal meridiano
superiore fino al piede del circolo orario dell'astro, verso E e verso W: quindi, assieme al valore di P, si deve sempre
indicare se l'astro a E o ad W.
Le relazioni che legano t e P sono le seguenti:
Astro ad E ... t*>180 ... P=360-t* ... t*=360-P
Astro ad W ... t*<180 ... P=t* ... t*=P
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Punto subastrale
Poich la sfera celeste ha un moto apparente continuo rispetto alla sfera terrestre, considerata immobile, in un dato
istante la congiungente del centro della Terra con la posizione di un astro, determina sulla sfera terrestre, un punto
che si definisce punto subastrale. Sopra una carta geografica la posizione del punto subastrale di un astro A in un
certo istante, sar il punto la cui latitudine uguale a a per tale istante, in valore e segno, e la cui longitudine
uguale all'angolo al polo dell'astro riferito al meridiano di Greenwich. Chiariamo con un paio di esempi quanto
descritto:
1. Siano in un dato istante le coordinate orarie (risp. a Gr.) di Venere: =1421'N; T=21611'15
Le coordinate del punto subastrale saranno: =1421'N; =14348'45E
2. Siano in un dato istante le coordinate locali orarie risp. a Gr. di Vega: *=3844.1'N; T*=5538'30
Le coordinate del punto subastrale saranno: =3844.1'N; =5538'30W

Coordinate altazimutali
Hanno per punti e circoli di riferimento lo
Zenit, l'orizzonte astronomico e il verticale
N o S dell'osservatore. Sono, ovviamente,
legate alla posizione dell'osservatore e
possono essere misurate dall'osservatore
stesso. Esse sono:
altezza h
distanza zenitale z
azimut a
angolo azimutale Z
amplitudine sorgere ampl. so.
amplitudine tramonto ampl. tr.
almicantarat
a). L'altezza h la distanza sferica
dell'astro dall'orizzonte astronomico, cio
l'arco di verticale dell'astro compreso tra
l'orizzonte astronomico e il centro dell'astro.
Si misura da 0 a 90, positivamente Le coordinate altazimutali
dall'orizzonte verso lo Zenit e
negativamente dall'orizzonte verso il Nadir. L'altezza negativa si chiama anche depressione. Pi precisamente
l'altezza ora definita detta altezza vera e si indica con hv. Al simbolo h si fa seguire quello dell'astro cui si riferisce:
h, h, h, h*.

b). La distanza zenitale z la distanza sferica tra lo Zenit e l'astro, contata da 0 a 180, dallo Zenit verso l'astro.
Per h positiva il complemento dell'altezza (z=90-h); per h negativa, la distanza zenitale >90
(z=90+depressione).
c). L'azimut a si misura sull'orizzonte astronomico, dal punto cardinale Sud verso Ovest, da 0 a 360, fino al piede
del verticale dell'astro. anche l'angolo sferico, che ha per vertice lo Zenit, formato dal verticale N e dal verticale
dell'astro, contato da 0 a 360 in senso orario. Gli astri che sono a levante hanno a<180, quelli a ponente a>180. Il
simbolo a si fa seguire dal simbolo dell'astro cui si riferisce: a, a, a, a*.
d). L'angolo azimutale Z l'angolo sferico, minore di 180, avente vertice nello Zenit, misurato dall'arco di
orizzonte compreso fra il verticale Nord o Sud, che ha lo stesso nome della latitudine, e il verticale dell'astro: E o
W a seconda che l'astro sia a levante o a ponente. Mentre l'azimut a si conta sempre a partire dal punto cardinale N e
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si misura da 0 a 360, l'angolo azimutale Z, invece, si conta a partire dal punto cardinale N se Nord, dal punto
cardinale S se Sud e si misura da 0 a 180, verso E o verso W.
Fra Z ed a esistono le seguenti relazioni:
Emisfero nel quale si trova l'astro:............................ Nord................ Sud

Astro ad Est.....a<180 a=Z a=180-Z

Astro ad Est.....t<12h Z=a Z=180-a

Astro ad Ovest...a>180 a=360-Z a=Z+180

Astro ad Ovest...t>12h Z=360-a Z=a-180

Per indicare l'angolo azimutale Z, si premette al suo valore il simbolo N o S, secondo il nome della latitudine, e si fa
seguire dal simbolo E o W, secondo che l'astro sia a levante o a ponente. Ci facilita il passaggio da Z ad a (es.
Z=N40W...a=320; Z=S120E...a=60).
e). f). Amplitudine al sorgere, amplitudine al tramonto ampl.so. - ampl.tr.. Sono gli archi di orizzonte compresi
fra il punto cardinale E o W e il punto in cui sorge o tramonta l'astro. Si misurano da 0 a 90, a partire da E o da W,
verso N o verso S: nel primo caso si dicono Nord, nel secondo Sud. Quali che siano il valore e il segno della
latitudine, gli astri con declinazione Nord hanno sempre, al sorgere e al tramonto, amplitudine Nord, quelli con
declinazione Sud, hanno sempre amplitudine Sud. Per indicare l'amplitudine, si premette al suo valore il simbolo E o
W, secondo che l'astro sia al sorgere o al tramonto, e si fa seguire dal simbolo N o S della declinazione dell'astro.
Ci facilita il passaggio dall'amplitudine all'azimut (ampl=E10N...a=80; ampl=W10S...a=260).
g). Nella sfera celeste l'Almicantarat il parallelo all'Orizzonte celeste definito come il luogo dei punti che
aventi la medesima altezza

Triangolo di posizione
La determinazione di un triangolo di posizione l'obiettivo dell'astronomia sferica. Grazie ad esso si possono, infatti,
risolvere i problemi relativi al movimento degli astri, alla loro posizione ed alla posizione dell'osservatore.
Il triangolo sferico che ha per vertici lo Zenit, il polo elevato e l'astro, si chiama triangolo di posizione. In esso il lato
PZ la colatitudine c=90-, il lato PA la distanza polare p=90, il lato ZA la distanza zenitale z=90-h,
l'angolo ZPA l'angolo al polo P, l'angolo PZA l'angolo azimutale Z e l'angolo PAZ l'angolo all'astro. L'angolo
all'astro non viene mai preso in considerazione. Il lato c sempre <90; il lato z generalmente <90: assume valori
>90 se si considerano astri sotto l'orizzonte; il lato p, infine, < o > 90, a seconda che e siano dello stesso
nome o di nome contrario. Nel triangolo di posizione figurano sia le coordinate orarie (p e P), sia quelle azimutali (z
e Z).
Per la risoluzione del triangolo di posizione si trasformano le coordinate locali orarie dell'astro nelle simultanee
coordinate azimutali. Dati cio gli elementi , e t ed essendo quindi noti, nel triangolo di posizione, il lato
90-=c, il lato 90=p e l'angolo al polo P, si determinano la distanza zenitale z e l'angolo azimutale Z: da tali
valori si passa all'altezza h e all'azimut a dell'astro.
Le seguenti relazioni di trigonometria sferica legano tra loro gli elementi del triangolo di posizione:




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Collegamenti esterni
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it
[2] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Celestial_coordinate_systems?uselang=it
[3] http:/ / www. codas. it/ home2/ index. php?option=com_docman& task=cat_view& gid=41& Itemid=37
Fonti e autori delle voci 10

Fonti e autori delle voci


Astronomia sferica Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=59948404 Autori: 5Y, Alfio, Auro, Cav, Codas, Danilo, Davide, Ft1, Guam, Marcok, Marcorai62, No2, Pil56, Sarah, Snow
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