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IL SONNO INFANTILE

Tradotto e ridotto dalla conferenza tenuta da Carlos Gonzlez a Basauri


(Spagna) nel marzo 2002 -trascritta da Jorge Garaventa.
[Testo originale: ]

Come dormono i bambini?


Dunque, tutti i bambini dormono e a dormire non si impara, si nasce sapendolo
fare. I neonati possono dormire anche 17 ore al giorno, quindi nessuno deve
imparare a dormire.
I bambini alla nascita sono totalmente dipendenti dalla madre. Non c
nessunaltra specie animale i cui piccoli dipendano cos tanto dalla madre come
la creatura umana. Alcuni animali vivono in nidi o tane e durante molto tempo
(giorni, settimane, persino mesi) i piccoli non fanno altro che stare l, non si
muovono, si fanno accudire dalla madre e basta: cos i conigli, i topi, i leoni
Altri animali appena nascono iniziano a camminare, come si vede ad esempio
nel cartone di Bambi. Lappartenere a un gruppo o ad unaltro dipende molto
dal tipo di vita che conduce ogni specie. I topi e i conigli essendo animali piccoli
possono vivere molto tempo nello stesso posto perch vi trovano cibo
sufficiente e quindi possono allevare i piccoli nella tana per settimane. Una
mucca o un cervo non possono fermarsi a lungo nello stesso posto perch
hanno bisogno di molta erba e quella intorno alla tana non basterebbe. Perci
mucche, cervi e simili devono spostarsi continuamente in cerca di nuovi
pascoli. E non potendo fermarsi in un posto solo devono portarsi dietro i loro
cuccioli. Ma dal momento che non hanno zampe libere per afferrarli lunica
soluzione possibile che il cucciolo cammini.
Ci sono anche altri animali grandi ma carnivori come i cani, i lupi, i gatti che
possono vivere in tane, probabilmente perch hanno bisogno di imparare. Un
cervo non ha bisogno di imparare a scappare dai lupi, pi precisamente non
pu imparare, perch la prima volta che vede un lupo viene mangiato e quindi
non pu imparare. Invece un lupo pu imparare, cio il primo cervo gli sfugge, il
secondo quasi riesce a prenderlo e infine caccia il terzo. Pertanto per il cervo
utile sapere camminare in modo assolutamente istintivo: nasce, si mette in
piede e parte di corsa. Ma il lupo non deve agire in modo istintivo, deve
pensarci.

Secondo gli esperti noi primati saremmo dovuti nascere camminando, in base a
quello che fanno gli animali che ci assomigliano di pi. Ma dal momento che i
primati vivono in genere sugli alberi deve esserci un modo per far s che le
scimmiette non si separino dalle loro madri, che non se ne vadano in giro da
sole fino a che non sono brave abbastanza per non cadere gi. Perch,
tornando al cartone, Bambi nasce, si mette in piede e anche se cade per terra
4 volte non ha importanza, ma se si cade dallalto di un albero la cosa cambia.
Quindi le scimmie neonate non possono vivere in un nido perch anche le
scimmie sono animali piuttosto grandi e non avrebbero foglie sufficienti per
mangiare, per non seguono la mamma camminando ma si spostano afferrate
ad essa. La scimmiotta si attacca con gambe e braccia alla pelliccia della
mamma e con la bocca al capezzolo e cos rimane ancorata da 5 punti al corpo
della madre.
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Tuttavia non tutte le scimmie si attaccano da sole, c uneccezione ed lo


scimpanz. Lo scimpanz ci assomiglia cos tanto che alla nascita non
nemmeno in grado di afferrare da solo il pelo della madre: bisogna prenderlo in
braccio, altrimenti cade per terra. Soltanto che questo accade per due
settimane e da l in poi il piccolo si attacca da solo. A quale et potete voi
portare in giro il vostro bambino cos, senza nemmeno una fascia o marsupio,
senza farlo cadere? Ai 9 mesi? Allanno? E questo per uscire in strada,
figuriamoci andare appesi di ramo in ramo con il bambino che si tiene da solo!
Cio, non esiste nessunaltra creatura nel regno animale che abbia bisogno di
andare in giro appeso alla madre fino ai 3 anni. Fino ai 3 anni non ci si sposta
autonomamente. Ma a quale et potrebbe un bambino vivere da solo e
separarsi completamente dai genitori? Se vediamo in TV dei bambini in Brasile
che a 12 anni vivono da soli non diciamo Che bello, guarda che svegli! ma
piuttosto poveri bambini abbandonati! A quale et non diciamo pi povero
bambino abbandonato ma che bambino intelligente!? Quando vive un figlio
da solo, a 18 anni? a 16 tuttal pi? E anche se teoricamente a 18 anni
possono vivere da soli, nella pratica vediamo che i tempi sono un po pi lunghi.
Quindi non esiste un animale legato per cos tanto tempo alla propria madre,
che per di pi abbia bisogno del padre e della nonna.
Probabilmente conoscete gi la teoria secondo la quale le nonne esistono
proprio per questo. Per la maggior parte gli animali, quando la loro vita
riproduttiva finisce, muoiono, non hanno la menopausa, non continuano a
vivere quando non possono pi avere figli. In natura a cosa serve un animale
che non in grado di riprodursi? Non ha senso. Ma dicono che il cucciolo
umano sia cos difficile da accudire che in quei casi in cui la madre era
supportata dalla propria madre, cio dalla nonna, cerano pi possibilit che il
bambino sopravvivesse. Cos in qualche modo la possibilit di vivere ancora
qualche decennio dopo la menopausa stato utile per la sopravvivenza della
specie umana. La maggior parte dei mammiferi entra in calore, si accoppia e
poi chi si visto si visto. Ma gli uomini, a parte certi che si vedono in giro,
sono l in trincea con la propria moglie a sopportare tutto: il bambino che piange
la notte, la cacca, la moglie con depressione post-partum che li ignora, tutto
sopportano e anche per anni. Perch abbiamo questo istinto? Perch
probabilmente per molto tempo non stato possibile che una sola femmina
badasse senza aiuto al proprio figlio e riuscisse a farlo sopravvivere. Se gli
uomini rimanevano ad aver cura della propria femmina e dei piccoli i loro
discendenti vivevano e loro riuscivano a trasmettere il proprio patrimonio
genetico. Se abbandonavano la femmina andandosene altrove quando
rimaneva incinta, i loro discendenti morivano e i geni non si trasmettevano. Di
conseguenza per la specie umana non stata possibile la strategia degli altri
mammiferi, ovvero avere rapporti con il maggior numero possibile di femmine
per lasciare il maggior numero di discendenti con il proprio corredo genetico. E
meglio avere 2 o 3 discendenti in grado di sopravvivere che andare a letto con
lintero villaggio per poi avere figli che non vivranno.

Tutto questo per dire che le creature umane sono assolutamente dipendenti
dalla madre per molto tempo. Cos dipendenti che la madre a doverle tenere
in braccio ma non abbastanza indipendenti da poter controllare il
comportamento della madre. Cerco di spiegarmi meglio. Nelle prime settimane
Il sonno infantile Pag. 3.

e mesi, listinto di proteggere il cucciolo proviene sopra tutto dalla madre. Un


neonato abbastanza passivo, vero che chiede diverse cose ma
abbastanza passivo ed la madre quella che nei primi mesi ha una necessit
folle di non separarsi di suo figlio per niente. Sar successo a tutte voi di avere
il bambino che dorme nella culla ed andare l per vedere se respira, tutte le
mamme lo fanno. Ed inevitabile che tutti i padri, che non possiedono questo
istinto, dicano loro: Ma dai, figurati se non respira! Certo che respira, chiudi la
porta che lo svegli. Ma la mamma ha bisogno di andarci. Perch? Perch non
a posto. Se passa troppe ore senza vedere suo figlio sta male, non sa
spiegarlo ma sta male. Poich i mariti non hanno questo istinto cos radicato
arriva un momento in cui il marito preme per andare fuori a cena o al
cinema;voi fatte resistenza: il bambino troppo piccolo, non potete uscire
perch non volete lasciare il vostro bimbo ma il marito si ostina al punto che
alla fine dite di s e chiamate la vostra mamma. Ed infallibile: siete al
ristorante e andate a chiamare per telefono o col cellulare per vedere come sta
il bambino. E il marito: ma come? Vuoi sapere come sta il bambino? ma senti,
non con tua madre? Non pensi che lei lo stia accudendo bene, se lei tua
madre e lui tuo figlio? E s che vi fidate, ma dovete chiamare perch non
potete passare tanto tempo lontane da vostro figlio.

Ma non cos per tutta la vita, voglio dire questa cosa di alzarsi nella notte per
controllare se il bimbo respira lavete fatta tutte ma quando? A 1 mese, a 1
mese e mezzo, a 2 mesi. Non lo fatte a 9 mesi, ameno che il bambino non
abbia la febbre e allora andate a controllare. A una certa et quellimpulso
irresistibile della madre si affievolisce sempre di pi ed il bambino, che inizia
a diventare indipendente, a chiamare la madre. Qualche ricerca ha evidenziato
che i bambini di 4 mesi allattati al seno, specifico quelli allattati perch quelli
che prendono il biberon per motivi ad oggi sconosciuti non lo fanno o lo fanno
di meno, quelli allattati al seno dicevo, normalmente a 4 mesi di notte si
svegliano pi spesso che a 2 mesi. E questo scientifico ed io lo vedo di
continuo nel mio ambulatorio: Questo bimbo tirava le 6-7 ore di fila ma da due
settimane si sveglia ogni ora. E frequentissimo e allora tutti certo, colpa tua,
perch lo allatti la notte, perch lo vizi, perch questo o quellaltro Invece no,
che il bambino sta diventando indipendente: Ma noi abbiamo un concetto
sbagliato di che cosa essere indipendente. Quando la gente dice: io voglio
che mio figlio sia indipendente, che cosa intende? Voglio che mio figlio mangi
quello che vuole e se non vuole che non mangi. No. Voglio che mio figlio se
vuole andare a scuola vada e se non vuole no. Nemmeno questo. Voglio che
mio figlio metta i vestiti che vuole lui. Nooo, neanche. Voglio che mio figlio
guardi tanta TV come ne abbia voglia. Voglio che mio figlio faccia il bagno se
vuole e se non vuole non lo faccia. Niente di tutto ci. Tutti vogliamo un figlio
indipendente che faccia esattamente quello che gli diciamo noi. Quando la
gente dice indipendente, indipendente in realt sta pensando: Voglio un figlio
che mangi tanto ma senza disturbarmi; che dorma molte ore ma senza
chiamarmi; che stia a giocare da solo mentre io faccio quello che voglio senza
dovermi preoccupare di lui. Questo chiamiamo indipendenza. Ma questa non
indipendenza, questa una presa in giro.

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Traduzione e riduzione della conferenza tenuta dal Dott. Gonzlez nel marzo 2002.
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Lessere umano un essere sociale e pertanto il suo obiettivo ultimo non


riuscire a vivere da solo. Cio, noi viviamo in societ: un imprenditore che non
ha operai non pu far niente, un generale che non ha soldati non pu fare
niente. Ma non per questo diciamo che il generale dipende dai soldati o che
limprenditore dipende dagli operai. Un bambino senza madre non pu fare
niente ma non per questo dipendente. Chi dipendente deve ubbidire ed in
cambio non pu esigere niente. Un mendicante che chiede la carit alla porta
della chiesa dipendente perch dipende dalla tua buona volont: se vuoi gli
dai qualcosa e se no, no. Un lavoratore che ha un contratto firmato e a fine
mese viene a riscuotere lo stipendio non dipendente perch pu esigere
quello che gli aspetta. Un bambino che quando piange la mamma arriva
indipendente perch lui pu decidere quando arriva e quando no. Un bambino
che piange e se la mamma in vena arriva ma se ha la luna storta non viene
dipendente, perch dipende da come becca la mamma. Allora ecco che,
curiosamente, il metodo che ci dicono che serve a creare i figli indipendenti,
cio non prenderli in braccio, no dargli retta, farli dormire da soli nella propria
stanza, ecc, ecc tutto lopposto, il metodo per creare figli dipendenti che
dipenderanno dalla nostra volont, dal fatto che a noi ci venga voglia di
prenderli o meno, di guardarli o meno. Il bambino quello che fa preparasi per
diventare indipendente. Ma come definiamo noi un adulto indipendente, come
uno che vive da solo su unisola come Robinson Crusoe? No. Ladulto
indipendente quello che vive insieme agli altri adulti ed in grado di chiedere
ed ottenere dagli altri aiuto per raggiungere i propri fini, allo stesso modo
coerentemente in grado di offrire anche agli altri aiuto nel raggiungimento dei
loro obiettivi. Questa indipendenza perch per lessere umano lindipendenza
significa inter-dipendenza. Per cui il bambino che si abitua ad avere una
risposta quando chiama il bambino che sta diventando indipendente. Quando
sar grande sar in grado di vivere in societ.

Questa cosa pi reale di quanto la gente possa pensare. Qualcuno magari


dir questo tizio un esagerato, ma che cretinate sta sparando. Ho qui con
me qualche brano che ho trascritto da un manuale di puericultura pubblicato
nel 1942 in Spagna (N.d.T: appena iniziato il regime dittatoriale di Franco),
nellintroduzione vengono spiegati quali sono gli obiettivi della puericultura ()
e si legge quanto segue: dal primo giorno di vita ed in ogni momento il
bambino deve sapere che qualcuno al di sopra di lui, la madre, se ne prende
cura non solo nutrendolo, tenendolo al caldo, ecc ma anche frenando i suoi
istinti. () Il figlio sa di essere assoggettato a qualcuno che lo accudisce, lo
dirige e lo punisce anche se con lunico fine della sua felicit. A questo
bambino, poi diventato uomo, quanto pi facile risulter lubbidienza a ogni
altra autorit o superiorit! Ma se quelluomo non stato educato cos fin dalla
culla, si ribeller alla minore occasione di dissenso, scontrandosi con la sua
maestra, con il suo capo, con il vigile urbano, con lo Stato che lo governa.
Insomma, non una coincidenza. E stato prodotto un metodo per educare i
bambini con un obiettivo preciso. E () noi seguiamo ancora le stesse direttive.
Allora, se non vogliamo avere sudditi ubbidienti ma cittadini con i loro diritti,
bisogner tirare su i figli in modo diverso. ()
Il sonno infantile Pag. 5.

Bene, credo di essermi perso perch non mi ricordo che centra questa cosa
Ah, s, centra con il fatto che il bambino inizia a svegliarsi pi volte la notte
perch sta diventando indipendente. Ovvero, mentre la madre di un bambino di
un mese va a letto tutta preoccupata oh mamma, vado a controllare a
mezzanotte cosa fa mio figlio, la madre di un bambino di 5 mesi pu
addormentarsi tranquillamente tanto mi chiamer lui. Vi potete fidare
completamente delle capacit di vostro figlio per cavarsela in questa
circostanza.

I bambini hanno cicli di sonno della durata di unora e mezza, due ore. Nessuno
mette in dubbio che i bambini ogni 1,5/2 ore siano svegli o sul punto di
svegliarsi, dal momento che hanno un risveglio parziale per cui a volte non
sono svegli del tutto ma il minimo rumore li sveglia completamente. Perch
hanno questi cicli? Immaginate che 100.000 anni fa due madri vanno a dormire
con i rispettivi figli. Come dormivano gli antenati? Non lo sappiamo ma lo
possiamo immaginare in parte da come adesso dormono le popolazioni
primitive o i nostri cugini primati. I scimpanz non hanno letto matrimoniale, lo
scimpanz e la scimpanz non dormono insieme probabilmente perch lo
scimpanz adulto s che ormai maturo ed gi in grado di dormire da solo.
Ma il piccolo scimpanz dorme con la madre fino allet di 5 anni (che per noi
sarebbe come dire fino a che si sposa, poich hanno una vita pi breve della
nostra ed una pubert pi precoce). Se con una vita pi breve, una pubert pi
precoce ed essendo pure un animale pi indipendente di noi fin da piccolo, lo
scimpanz ha comunque bisogno di 5 anni, di quanti ne ha bisogno lessere
umano? Non sappiamo ma probabilmente nella note dei tempi i nostri piccoli
dormivano con la madre pressappoco fino ai 14-15 anni, vale a dire, potete
immaginare un bambino di 8 anni dormendo da solo nel bosco, buttato gi da
qualche parte per terra? Gli umani non dormivano nemmeno sugli alberi ma per
terra, senza fuoco, senza armi, senza vestiti, senza case semplicemente
come fanno ancora alcuni scimpanz, si fanno una sorta di giaciglio con foglie
ed erbe ed ogni giorno cambiano posto perch quello precedente si riempito
di schifezze e non il caso di tornare l. Per forza di cose i nostri cuccioli fino ai
12-15 anni o forse anche di pi dovevano dormire con la madre, non potevano
dormire separati o tuttal pi saranno stati a pochi centimetri. Se andate in uno
zoo potete vedere come dorme la maggior parte degli animali, in gruppi
completamente ammucchiati.
Allora, ammettiamo che in quellepoca due madri vanno a dormire con i
rispettivi cuccioli e verso luna del mattino per motivi che non conosciamo si
alzano e si mettono in motto lasciando i bambini per terra. Uno dei cuccioli di
quelli che si svegliano ogni 2 ore, laltro ne dorme 8 di fila. Quale sopravviver?
Uno dei cuccioli si sveglia e che strano, mia mamma non c. Vabb, fa
niente. Aspetta mezzora e toh, mia mamma non ancora tornata. Adesso
vedo di disturbare un pochino (piagnucola). Ancora mezzora: oh, ma ancora
non torna (piange un po pi forte). Aspetta unaltra mezzora e quando sono
gi passate 2 ore da quando si svegliato piange ormai con tutti i polmoni
perch disperato. Laltro cucciolo si sveglia e in quello stesso minuto, non
trovando la madre, si mette a piangere con tutte le sue forze. Quale
sopravviver?

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Traduzione e riduzione della conferenza tenuta dal Dott. Gonzlez nel marzo 2002.
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Uno dei cuccioli piange per 2-3 minuti e se non arriva nessuno smette perch a
quanto pare non arriver nessuno, laltro continua a piangere 15-20-50 minuti
fino a quando non ce la fa pi. Quale sopravviver?
Sopravviver il cucciolo che faceva la guardia con la sufficiente frequenza e
piangeva sufficientemente presto, sufficientemente forte e per il tempo
sufficiente a far s che sua madre lo sentisse prima di allontanarsi troppo nella
foresta. Quello che si svegliava dopo 8 ore la madre non lo poteva sentire
perch era ormai a 2 km di distanza e veniva mangiato dal leone, ecc. Pertanto
quando ci dicono: il bambino piange per rompere. Perch per rompere? Oh,
te ne vai un minuto e sembra che lo stiano ammazzando. Non posso nemmeno
andare in bagno. Ma certo, per un milione di anni si trattato di questione di
vita o morte, se non facevano cos morivano. Certo che piange come se lo
stessero ammazzando, voi che ne sapete se lo stanno ammazzando per
davvero o no, meglio prevenire. Ma non pu essere che dopo un minuto gi
disperato. E logico che si metta a piangere appena voi sparite dal suo campo
visivo, perch quello che vuole che voi lo sentiate e tornate. Se piange dopo
unora che ve ne siete andate ormai non serve pi, deve piangere subito.
Senti, ma come pu piangere cos tanto a lungo?. Ma no, che piangere per
5 minuti e poi smettere senza che la mamma sia tornata non ha senso,
piuttosto non piangi. Se bisogna piangere allora si piange fino a che la mamma
torna o fino alla morte, perch fa lo stesso. ()

Nel famoso libro Fate la nanna si dice che i bambini mettono in atto ogni
strategia per attirare lattenzione: ho fame, ho sete, ho paura, accendi la
luce Io sono stato a una conferenza del Dott. Estivill nella quale egli arriv a
dire: Certo, se vostro figlio vi dicesse: mamma, per farmi dormire devi ballarmi
il tango, non ballereste il tango? Allora io pensai: b, e allora come mai non
chiedono di ballare il tango? come mai non chiedono niente che desiderano,
niente che vogliono avere? Non esiste un bambino che dica: Mamma,
comprami una bici e mi addormento oppure mamma, se mi dai la cioccolata
mi addormento. Persino un bambino che al mattino piangeva perch voleva un
cavallo o andare sulle giostre o mangiare il gelato o chiss che altro, la notte
non vi dir mamma, se domani mi prendi il gelato vado avanti a dormire. E se
glielo dite voi, se cercate di comprarli: Dai, se non ti svegli pi domani ti prendo
il cavallo, il gelato, la playstation quello che vuoi, se riuscite a plagiarlo bene
ed un bambino un po pi grande, perch il piccolo nemmeno accetter,
allora forse far lo sforzo per riuscirci, ma per quanto ci tenga non ci riuscir.
Perch tutte le cose che vi chiede hanno un fattore comune ed che voi
dovete andare a dargliele. Se vi dice: voglio lacqua, voglio lacqua, voglio
lacqua ogni santo giorno, quella volta che voi prendete il bicchiere dacqua
e glielo lasciate sul comodino, quella volta non avr pi sete. Allora vi dir che
buio e non so che altro. Gli lasciate una luce accesa tutta notte in camera e
allora vi chiede una fiaba. Gli lasciate una cassetta che racconta una fiaba e
allora non vuole pi la fiaba, vuole qualcosa altro. Lunica cosa che vuole che
voi andate. Allora, perch chiede lacqua, la fiaba, la luce? Perch se vi
chiede quello che veramente vuole, cio se vi dice mamma vieni, voi non
andate. Siete voi a prenderlo in giro.
I bambini alla nascita non sanno parlare. Come imparano che cosa un gatto?
Ogni volta che ne passa uno voi dite :guarda, un gatto. Se ogni volta che
Il sonno infantile Pag. 7.

passa un gatto voi gli diceste: guarda, un cane, allora lui vi direbbe che un
cane. La stessa cosa () serve per i concetti immateriali. Come sa il bambino
che si fatto la bua? Perch quando cade voi gli dite: oh, ti sei fatto la bua.
Quando il bambino piccolo vi chiama e voi non andate pensa: devo essermi
sbagliato, questo non significa vieni. Io credevo di dire vieni ma devo aver detto
unaltra cosa perch non viene nessuno. Unaltra volta prova a dire acqua e
allora voi andate, ah, vieni si dice acqua perch dicendo acqua la mamma
viene: Siete voi ad ingannarlo, siete voi ad insegnargli a chiedere cose di cui
no ha assolutamente bisogno. Probabilmente molte paure infantili nascono
cos. Voglio dire, se il bambino non singegna a chiederci lacqua o unaltra
cosa concreta, dal momento che nella nostra societ si ritiene impensabile che
un bambino normale chiami i genitori di notte perch sarebbe segno di
maleducazione, noi cerchiamo una giustificazione per questo comportamento.
Quando nostro figlio ci chiama la notte anzi che dirgli: Cosa c, ti sentivi solo,
sentivi la mia mancanza gli diciamo: Cosa c, avevi paura? e il nostro bimbo
fa di s, perch sempre dice di s, () pensa che noi glielo diciamo con buona
intenzione. Allora lui sa che quella sensazione si chiama paura. () I bambini
che dormono con i genitori e quelli che dormono in unaltra stanza ma i cui
genitori accorrono senza indugi normalmente non hanno queste paure.

E dove ho perso il filo principale? Dunque, eravamo arrivati al bambino che


indipendente, per questo si sveglia un sacco di volte, per questo ci chiama.
Secondo alcune teorie il bambino si sveglia perch siamo noi ad averlo
insegnato in modo sbagliato. Ci fanno vedere problemi di sonno o insonnia
infantile dovuti a cattive abitudini imparate. Questo si incastra con le teorie
comportamentistiche. Il comportamentismo quello del topo nella gabbia che
ogni volta che schiaccia la leva ottiene una nocciolina. Cos il topo impara a
schiacciare la leva. E certamente ci dicono che la stessa cosa succede ai
bambini, che se ogni volta che piange o si sveglia di notte noi andiamo gli
stiamo insegnando a svegliarsi perch il nostro accudire equivale alla
nocciolina che si da al topo, un rinforzo positivo.
Ma c un problema in questo modello ed che se ogni volta che il topo
schiaccia la leva c la nocciolina, il topo schiaccia la leva molte volte fino ad
ottenere le noccioline che gli bastano. Quando il topo non ha pi fame non
schiaccia pi la leva. E se ogni volta che il topo schiaccia la leva gli dai un euro,
stai tranquillo che non schiaccer la leva. N per un euro, n per un dollaro, n
per un diamante, n per un orologio da polso. Il topo schiaccia la leva solo se
soddisfa una sua esigenza. () Vale a dire, se sosteniamo che quando i
genitori vanno dal bambino la notte agiscono da rinforzo positivo allora stiamo
ammettendo che i bambini hanno bisogno che i genitori vadano. Il bambino ha
bisogno che noi genitori andiamo da lui cos come il topo ha bisogno di
mangiare. Allora se davvero questo fosse un processo di apprendimento nel
quale esiste un comportamento acquisito, che svegliarsi la notte e un rinforzo
positivo, che accorrere i genitori, dovremmo ammettere che questo rinforzo
corrisponde a una necessit del bambino.
Quello che ci dicono : allora non andate pi e vedrete che se non arriva
nessuno il bambino smette di svegliarsi, che come dire allora non date da
mangiare al topo e non trovando pi cibo non schiaccer pi la leva. Certo che
non schiaccer pi la leva ma morir di fame. Allora se noi non andiamo pi

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Traduzione e riduzione della conferenza tenuta dal Dott. Gonzlez nel marzo 2002.
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quando il bambino chiama lui smetter di chiamarci, ma si star perdendo


qualcosa. Morire, non morir, ma qualcosa dovr pur succedere quando si sta
perdendo qualcosa che per lui era importante quanto il cibo per il topo.

Ma questo sarebbe cos se davvero fosse un comportamento acquisito, ma il


fatto che non si tratta di un comportamento acquisito ma di un
comportamento innato. Vediamo, quello che ci dicono : la tendenza normale,
naturale, spontanea del bambino dormire 10 ore di fila, 11 ore di fila, questa
la norma, impara a svegliarsi ogni 2 ore perch sei tu che lo abitui, che accorri,
che questo o quello. Ma allo stesso tempo ci dicono: per insegnargli a
dormire tutta notte devi seguire questo metodo alla lettera, parola a parola,
minuto a minuto e non saltare niente per giorni, settimane e mesi. Altrimenti
non funzioner. E mai, per nessun motivo o circostanza devi fare retromarcia e
andare a tenere compagnia a tuo figlio una notte o portartelo nel tuo letto,
perch allora avrai perso tutto il lavoro realizzato e bisogner ricominciare
daccapo. E allora io mi domando: che metodo questo che per ottenere il
comportamento pi spontaneo, che sarebbe il dormire 10 ore, hai bisogno di
impararlo su un libro e devi seguire alla lettera le istruzioni? Invece il
comportamento acquisito sarebbe cos facile da insegnare che qualsiasi
madre, senza esserselo nemmeno proposta, in un solo giorno lo insegna a suo
figlio. B, gente, se siete cos bravi come insegnanti allora passate alla
matematica che avrete dei geni, visto che in un giorno solo avete insegnato a
vostro figlio una cosa cos difficile e contronatura come sarebbe lo svegliarsi
ogni 2 ore.
Ma no, al contrario. La cosa pi semplice la tendenza del bambino, ovvero
svegliarsi ogni 2 ore. La difficolt invece insegnargli qualcosa di artificiale,
dormire tutta notte. Anzi, non che il bambino impara a fare qualcosa di nuovo,
che smette di fare qualcosa che farebbe. Ovvero il comportamento cessa e
questo fenomeno si produce in mancanza di rinforzo positivo. Che cosa ottiene
il bambino ogni volta che noi non andiamo da lui? Non ottiene niente, non c
rinforzo, c lassenza del rinforzo. Ogni volta che noi non andiamo lui ha meno
rinforzo per svegliarsi di nuovo. Fino al punto che, () in qualche modo, giunge
alla conclusione: Per quanto io possa piangere i miei genitori non arriveranno.
Quindi tanto vale smettere di piangere. Il bambino piange solo quando ha la
speranza che noi andiamo, altrimenti non sta a perdere tempo. Pertanto che lui
pianga significa che ci vuol bene e che si fida di noi. Certo, ci sono alcuni
bambini che non piangono perch non piangono, che da soli e senza che
nessuno deva fare niente dormono tutta notte congratulazioni. Io e mia
moglie volevamo un bambino di questi, ci abbiamo provato per 3 volte e non ci
siamo riusciti: come il Lotto, a chi tocca, tocca. Ma il bambino che non cos
di suo ma che ha imparato a non piangere di notte, ha imparato che non si pu
fidare, che non pu chiedere aiuto a nessuno. Certamente questo non grave
quanto lo sarebbe se non ricevesse attenzione n di giorno n di notte.
Evidentemente quello sarebbe il peggio del peggio. Tuttavia il bambino che
riceve attenzione di giorno ma non di notte sta bene per met ma non sta bene
come quello che riceve attenzione a tutte le ore.
E questo su che cosa si rifletter a lungo termine? Non lo sappiamo, ma a
lungo termine quello che vogliamo che i nostri figli si fidino di noi. Vale a dire,
se vostro figlio ai 15 anni esce una sera con amici e qualcuno vuole mettergli in
Il sonno infantile Pag. 9.

mano delle pasticche, voi vorreste che lui ve lo raccontasse e vi chiedesse che
cosa deve fare, se quelle pasticche fanno bene o no ma come volete che a
15 anni vi chieda questo, se quando ne aveva 2 vi ha chiesto di aiutarlo
semplicemente tenendoli compagnia la notte e voi non avete voluto andarci? In
qualche modo stiamo insegnando ai bambini ad arrangiarsi da soli.

Ma poi c un altro argomento curioso che ci raccontano, la storia che il


bambino rimane fissato sullultima cosa che vede prima di addormentarsi. Ci
dicono che se il bambino si addormenta avendoci accanto, dal momento che
siete lultima cosa che ha visto, se quando si sveglia a mezza notte noi non ci
siamo lui si metter a piangere. Se invece noi ve ne siamo andati prima che lui
si addormenti, non avendoci visti mentre si addormentava non ci cercher
nemmeno al risveglio. Questa cosa non ha nessun fondamento scientifico, si
basa semplicemente in una piccola ricerca condotta negli USA. Ci dicono che
dobbiamo lasciare accanto al bambino cose che non spariscono durante la
notte. Cio, se noi gli lasciamo il ciuccio, il pupazzo questi non se ne
possono andare e lui li vedr quando si sveglia, rimarr tranquillo e si
riaddormenter. Invece se c una cosa che poi sparisce come ad esempio la
mamma, il bambino non vedendola pi dir non c pi e si metter a
piangere.
Ipotizzando che ci fosse vero, ci sarebbe allora una soluzione semplicissima
ed che la mamma rimanga tutta notte. La mamma nel lettino un po a
disagio ma il bambino nel lettone sta da Dio. Ma sarebbe cos semplice se
questa teoria fosse vera. Ma non lo e basta fare un piccolo esperimento per
accorgersene, anzi basta immaginarlo, uno sperimento mentale come viene
chiamato. Immaginate di mettervi a dormire con vostro figlio un orsacchiotto
(), il bambino in centro sul lettone, lorsacchiotto a destra e voi a sinistra.
Alluna di notte () vi alzate e lasciate il bambino con lorsacchiotto. Un altro
giorno invece fate al contrario: () voi rimanete e qualcuno porta via
lorsacchiotto. Credete che il bambino pianger allo stesso modo in un caso
che nellaltro? Cio, voi credete che se il bambino sta con la mamma si metter
a piangere perch lorsacchiotto che cera prima di addormentarsi non c pi?
Voglio dire, lo stesso linguaggio sta gi ad indicare un atteggiamento: lultima
cosa che vede. Ma non stiamo parlando di cose, stiamo parlando di persone.
Non lultima cosa che vede, la sua MAMMA, accidenti, ben diverso. Non
la stessa cosa aver visto la mamma che aver visto un orsacchiotto, un
cartellone, un ciuccio. Non la stessa cosa. E non importante che fosse
lultima, se una notte il bambino rimane con una babysitter sconosciuta ma che
gli tiene compagnia fino a che si addormenta e voi tornate a mezzanotte e
rimanete con lui mandando via la babysitter si sveglia forse nella notte e si
mette a piangere perch sente la mancanza della babysitter? No, ci siete voi.

Si diceva dunque che normale che i bambini dormano tutta notte. In specifico
su Fate la nanna si indica che ai 7 mesi la normalit dormire 11 ore di fila.
Non dice, perch non c bibliografia, su quale ricerche si basa questa cosa ma
quasi certamente si basa su una ricerca, o qualcuna di molto simile, che ho
trovato io: una ricerca dove sono stati ripresi con la cinepresa ad infrarossi, per
vedere cosa facevano durante la notte, i bambini nei loro lettini o culle. Dunque,
i bambini che rimanevano nel lettino dalle 00.00 alle 05.00 del mattino erano il

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Traduzione e riduzione della conferenza tenuta dal Dott. Gonzlez nel marzo 2002.
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44% a 2 mesi e il 78% a 9 mesi. Che il 78% degli americani di 9 mesi dormono
dalle 00.00 alle 05.00 del mattino era scritto in caratteri piccoli e quello che era
evidenziato a grandi caratteri nella ricerca, quello che molti leggono e ci
cascano, che la maggior parte dei bambini dorme tutta notte a partire dai 9
mesi.
Ma non tutta notte, dalle 00.00 alle 05.00 sono cinque ore. Quello che
succede che in gran parte delle ricerche americane la fascia 00.00-05.00
viene definita come tutta notte. Ora, potendo io vorrei dormire 8 ore. Quindi se
il bambino si sveglia alle 04.30 o alle 05.30 mi rompe allo stesso modo. Non ci
guadagno niente comunque. Allora ecco che i bambini che rimangono nel
lettino da quando li mettono i genitori la sera fino a quando questi si alzano al
mattino, che sarebbe davvero tutta notte, a 2 mesi non sono pi il 44% ma il
20% che la met. E a 9 mesi non pi il 78% ma il 56%. Dunque abbiamo un
44% di bambini che dormono 5 ore di fila ma 10-11 no. E questo normale.
Ora, dal momento che filmavano con gli infrarossi non potevano sapere se i
bambini erano svegli o no, perch alcuni bambini si svegliano ma non
chiamano i genitori e si riaddormentano da soli. Questo lobiettivo del
famigerato Fate la nana, l non si dice che il bambino dorma, si dice che
quando il bambino si sveglier non chiamer nessuno, ma che svegliarsi si
sveglier lo stesso perch i cicli di sonno dei bambini sono cos.
Allora, abbiamo bambini che non chiamano perch sono cos, bambini che non
chiamano non perch sono cos ma perch sono stati obbligati a diventarlo
dallapplicazione di quel metodo e poi ci sono altri bambini rimasti nel lettone
ma che potrebbero star piangendo con disperazione senza che nessuno li tiri
fuori. Ma dal momento che ci sono le riprese si dice bambini che rimangono
addormentati tutta notte intendendo per addormentati senza svegliarsi, senza
aprire gli occhi da quando si mettono a letto fino a quando si alzano al mattino:
a 2 mesi il 6%, a 9 mesi il 16%. Qui non pi la maggior parte, uneccezione.
La normalit che il bambino non rimanga addormentato tutta notte, quindi
quello che dicono nella ricerca una spiegazione incompleta di alcuni dati
scientifici mal esposti.
Quando i bambini dormono accanto alla madre quello che fanno ogni 2 ore
quando si svegliano parzialmente o del tutto , in alcuni casi semplicemente
sentire la mamma, annusarla per poi tranquillizzati riaddormentarsi senza
essersi svegliati completamente; altre volte cercano il seno e iniziano a
poppare.

La maggior parte delle madri sa quante volte si svegliato il bambino durante


la notte. Ogni famiglia si organizza in un modo, c chi si sposta nel letto del
bambino, c chi mette il bambino in unaltra stanza. () Allora, io non sto
consigliando che le madri dormano con i bambini, le madri dormano come
vogliono. Quello che non mi sembra corretto che certa gente stia a
consigliare alle madri di dormire separate dai figli, peggio, a raccontare loro che
dormendo con il proprio bambino gli causeranno problemi di sviluppo, problemi
psicologici, insonnia persistente e una caterva di altre cose quando non
scientifico e niente fa sospettare che sia cos.
Per esempio in Inghilterra stata pubblicata nel 99 una ricerca su 300 bambini
specificamente pensata per studiare il rapporto fra il dormire con i genitori o
solo con la madre e la SIDS. Fra le molte cose chiedevano ai genitori dove
Il sonno infantile Pag. 11
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dorme di solito vostro figlio? e dove ha dormito vostro figlio questa notte?.
Nella propria stanza era la risposta del 32% alla prima domanda (dove dorme)
e del 23 % alla seconda (dove ha dormito). Nella stanza dei genitori ma nel
suo lettino veniva indicato dal 63% per dove dorme di solito e solo dal 19% per
dove ha dormito. Nel letto dei genitori rispondeva il 6% alla domanda dove
dorme e il 29% alla domanda dove ha dormito questa notte, si trattava di
bambini sotto lanno. Vale a dire che per una di quelle coincidenze della vita un
23% di bambini che non dormivano quasi mai coi genitori giusto quella stessa
notte s che avevano dormito con i genitori, guarda a caso! Che cosa succede?
Che devi chiederlo cos per tirare fuori la verit. La gente al primo momento ti
dice: Ah, no, nostro figlio no, lui non dorme mai nel nostro letto, macch!. Ma
se insisti viene fuori. ()
Ora, in un paese vicino a Barcellona sono state rivolte domande simili ai
genitori ed venuto fuori che dai 5 ai 12 mesi il 51% dei bambini dorme con i
genitori e cos anche il 28% dei bambini dai 13 mesi ai 3 anni. (questi sono
genitori che confessano). Un fatto curioso che dei genitori che dormivano
abitualmente con il proprio figlio solo uno ogni 5 aveva chiesto aiuto al pediatra
per affrontare il problema. Se io avessi trovato questo risultato per cui entro il
primo anno sono pi della met dei bambini e fino ai 3 anni sono la quarta
parte e 4 madri su 5 non vedono motivo per lamentarsi, la mia conclusione
sarebbe stata: dormire con i bambini normale, una variante della natalit,
come ci sono persone bionde o more c chi dorme con i bambini e chi dorme
senza ed ognuno sceglie, per di pi non c un problema grave di salute ma
anzi per la maggior parte dei genitori che lo fanno non rappresenta un
problema.
Ma curiosamente gli autori di questa ricerca, che avevano delle idee molto
diverse in merito, hanno tratto la seguente conclusione: dormire con i bambini
un problema di salute molto pi diffuso di quanto avessimo pensato, i genitori
non sono abbastanza consapevoli della gravit della situazione ed per questo
che lo fanno. ()

Questo quello che io non tollero. Cio, non voglio che la gente venga
ingannata in questo modo, non voglio che gli si faccia vedere malattie che non
esistono. I genitori sono contenti e pi felici mettendo il figlio a dormire nella
propria stanza? Benissimo, congratulazioni, anchio lho fatto, non succede
niente. Vogliono mettere il bambino in unaltra stanza ed il bambino felice e
contento e non si lamenta? Benissimo. Non tutti i bambini sono uguali, ci sar
chi ha bisogno di stare con i genitori tutto il tempo e chi invece non abbia
bisogno di cos tanto tempo. Il bambino invece piange ma viene applicato il
metodo Estivill e dopo 3 giorni il bambino dorme come un angioletto?
Congratulazioni lo stesso. Io non dico che il metodo non funzioni, anzi funziona
molto bene. E, attenzione! se volete fare cos probabilmente il metodo
migliore. Fra questo, fra lasciare il bambino un minuto il primo giorno e 3 minuti
il secondo e 5 il terzo e che dopo i 5 minuti il pap entri nella stanza dicendo
figlio mio ora di fare nanna e il metodo classico, che consisteva nel lasciare
il bambino piangere fino allesaurimento, senzaltro meglio il primo. () Ora,
quello che non possibile che se i genitori non vogliono fare cos si cerchi di
convincerli che fanno male, che stanno causando dei danni psicologici, che il
loro bambino malato No, no. ()

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Traduzione e riduzione della conferenza tenuta dal Dott. Gonzlez nel marzo 2002.
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Non vero che gli si crea insonnia, non vero che gli si creano dei problemi
psicologici. Lunico studio mediamente serio che si mai fatto per verificare se i
bambini che dormono con i genitori hanno pi problemi psicologici venne fatto
da alcuni psichiatri militari presso una base della marina americana. Il testo
venne pubblicato da un giornale circa 6-8 anni fa. () Uno psichiatra e uno
psicologo infantile decisero di verificare che percentuale dei bambini assistiti
dal servizio di psicologia infantile della base dormivano abitualmente con i
genitori e che percentuale dei bambini che usufruivano del servizio di controllo
pediatrico facevano lo stesso.() Ebbene, in questo studio i bambini che
andavano dallo psicologo dormivano con i genitori meno degli altri, i bambini
sani invece lo facevano di pi. () E questo uno studio fatto per verificare
effettivamente se dormire con i genitori crea problemi psicologici o no. ()

N.d.T.: Carlos Gonzlez, medico pediatra, Presidente dellAssociazione


Catalana per lAllattamento Materno e docente dei corsi di formazione OMS e
UNICEF sullallattamento. E autore dei libri: Mi nio no me come (Il mio
bambino non mangia) sullinappetenza infantile e Bsame mucho (Baciami
tanto) sulleducazione e i rapporti con i figli.

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