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Gianni Lannes

IL GRANDE
FRATELLO
Strategie del dominio
La tensione tale che il Mondo freme. Gli eventi sono in pressione.
A tutti i livelli le energie della Luce sono impegnate a fondo per salvarlo
dalla distruzione, mentre le tenebre si insinuano, con maschere luminose,
decise ad annientare ci che la Luce crea e, dove possibile, a demolire le basi
stesse dellopera creativa. Nellepoca grave dellArmageddon specialmente
necessario sapere quali sono le forze che causano le azioni di ogni singolo
giorno, di ogni singolo evento, di ogni fenomeno; poich lora della
decisione, e non ci sono mezze misure sulla via del Mondo del Fuoco.
Maestro Morya
Immagine di copertina: Impianto sequestrato
dalla Procura della Repubblica di Pescara (foto Gianni Lannes)
Impaginazione grafica di Simona Murabito
Correzione bozze Monica Medici
Gianni Lannes

IL GRANDE
FRATELLO
Strategie del dominio

www.dracoedizioni.it deva@dracoedizioni.it

Copyright 2012
Dedico questo libro ad Andrea e Francesco
INDICE

Prefazione delleditore pag. 7



Introduzione pag. 13

Capitolo primo
Echelon Italia pag. 19

Capitolo secondo
Colonia tricolore pag. 43

Capitolo terzo
Guerre in santa pace pag. 61

Capitolo quarto
Bombe amare pag. 95

Capitolo quinto
Leucemie belliche pag. 133

Capitolo sesto
Sulla pelle viva pag. 147

Capitolo settimo
Onda letale pag. 171

Capitolo ottavo
Democrazia totalitaria pag. 205

Capitolo nono
Guerra ambientale pag. 245

Capitolo decimo
Euro crac pag. 265

Capitolo undicesimo
Razzismo extra pag. 291

Capitolo dodicesimo
Giornalisti a perdere pag. 307

Capitolo tredicesimo
Su la testa pag. 329
Quando i poteri pubblici violano le libert fondamentali e i diritti garantiti
dalla Costituzione, la resistenza alloppressione un diritto e un dovere del
cittadino
Giuseppe Dossetti

Sono le azioni che contano. I nostri pensieri per quanto buoni possano es-
sere sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il
cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo
Mohandas K. Gandhi
Prefazione delleditore

Io non sono nessuno, e continuer ad esserlo, mi basta es-


sere un uomo. Figuriamoci poi come editore che rilievo posso ave-
re, paragonato a chi oggi, in Italia e nel mondo, domina il mercato
dellinformazione. Mi chiedo quindi perch devo essere io a pubbli-
care questo libro di Gianni Lannes. Gianni un bravo giornalista,
ha fatto inchieste importanti, ha rischiato, e rischia, la vita, solo per
aver tentato di affermare la verit su alcune cose che gridano ven-
detta al cospetto di Dio. Perch nessuno in Italia si preso la briga
di pubblicarlo? Le scuse addotte possono essere tante, ma le vere
motivazioni sono sotto gli occhi di tutti, in ogni momento. Questo
mondo sta andando a rotoli, in primo luogo per colpa di ciascuno; c
troppo poco amore per la vita, per il pianeta e per il bene comune, ed
questa condizione limitata della coscienza umana che rende pos-
sibile il fatto che ristrette oligarchie di esseri spietati, nel nome del
proprio interesse, spadroneggino sui popoli della Terra, imponendo
condizioni inumane ad un mondo che potrebbe essere un paradiso
terrestre. Basterebbe fare della solidariet il motore non dello svi-
luppo, mito tragico dei nostri giorni, ma della vita, per trasformare il
pianeta in pochi anni. Eppure dobbiamo sopportare che la maggior
parte delle ricchezze mondiali siano impiegate, direttamente o in-
direttamente, per distruggere la vita, e per portare la democrazia
in paesi che, evidentemente, non devono per nulla avere il diritto di
autodeterminarsi.
Questi stormi di cavallette che dominano il mondo di sicuro non si
preoccupano di che cosa sta succedendo al pianeta pi di quanto
possa aver mangiato oggi un bambino che muore di fame. E venendo
al nostro contesto nazionale, che cosa cambia? Tragicamente nien-
te, i governi che si susseguono si preoccupano solo di partecipare al
grande banchetto internazionale, per terminare il loro pasto ferale
spolpando le ricchezze del nostro meraviglioso paese. Direi che la
cronaca di questi ultimi anni stata particolarmente prodiga per chi
avesse mai voluto rendersi conto di come funzionano veramente le
cose in Italia. Il problema che ancora troppi credono a quella che
ormai possiamo definire la ridicola propaganda di regime, fatta di
cretinate televisive e di informazione falsa. I gruppi di potere che si
esprimono anche attorno ai partiti sono al di l delle etichette, strin-

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gono accordi, si dividono fette della nostra vita, calpestano la nostra
dignit individuale e la dignit di un popolo. E ormai quasi nulla
sfugge al loro dominio, per questo motivo che pubblico io il libro
di Gianni Lannes, Il Grande Fratello, perch rientro in quel quasi.
Ripeto, io non sono nessuno, e non voglio erigermi a pilastro mo-
rale, ma rivendico lordinariet della dignit umana, quella dignit
di tutti quegli uomini semplici che hanno creduto e combattuto per
un mondo migliore, senza mai piegare la testa di fronte alliniqui-
t e alla prevaricazione. Difficilmente vedrete Gianni in televisione,
leditore non ha i mezzi per pagare alle cricche dominanti quei bei
passaggi televisivi che ti fanno vendere tante copie in libreria. E non
lo vedrete in quei bei salotti televisivi, composti e morigerati, perch
egli racconta delle semplici e scomode verit, che portano a galla la
vera natura di questo edulcorato, ed assassino, sistema, che mentre
passa al telegiornale le immagini del piccolo di foca nato in cattivit,
fa affondare nei nostri mari vecchie carrette sgangherate, cariche di
scorie radioattive. C solo un modo per uscire dalla situazione di
degrado che stiamo pericolosamente vivendo: alziamoci in piedi, ri-
prendiamoci la nostra dignit, riprendiamoci la nostra bella nazione,
riprendiamoci il pianeta, dalle mani grondanti di sangue di chi si
vende come paladino della pace e dello sviluppo e intanto schiaccia
il pulsante che far sganciare una bomba su un villaggio in Afghani-
stan. Se lo possono permettere perch ci stanno facendo il lavaggio
del cervello, ma non ci deve essere pi posto per la menzogna; dai
ragazzi, liberiamoci del Grande Fratello, insieme si pu fare.

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Introduzione

La fantascienza ha sempre intuito che lessenza dei totalitarismi


il controllo tecnologico delle informazioni personali. La realt le ha
dato ragione e cos, avanza lincubo quotidiano. Lo aveva profetizza-
to George Orwell nel celeberrimo 1984. Stati totalitari e tecnologia
deviata avevano ispirato allo scrittore inglese le telecamere a circuito
chiuso che, conficcate nei muri come lombra oblunga di un occhio,
sorvegliano costantemente la popolazione, libera, si fa per dire, sol-
tanto di riprodursi senza amare e di divertirsi con i programmi te-
levisivi, sotto lo sguardo onnisciente del Grande Fratello. Lo aveva
compreso Orson Welles. Ma il cinico protagonista di Quarto pote-
re fa sorridere se paragonato ai nuovi colossi dei media che hanno
incrinato uno dei gangli vitali della democrazia: il pluralismo dellin-
formazione e la libert di stampa. La macchina da indottrinamento
al servizio di potentissimi, e occulti, poteri finanziari per Noam
Chomsky il vero Grande Fratello della societ americana e occiden-
tale. Un sistema di propaganda perfetto che si regge su due pilastri.
Il primo sforna fiction, soap, reality show e sport per distrarre gli in-
teressi della gente dai problemi reali. Il secondo indirizza le opinioni
di lettori e spettatori, formando convenientemente le nuove classi
dirigenti. Gi nel 1932 eugenetica e controllo mentale conformavano
Il mondo nuovo di Aldous Huxley. La nuova societ basata sul
principio della produzione in serie: vale per i cervelli, come lauto
Ford T: la lettera vi sostituisce la croce. Aveva scritto nel 1992 Bru-
ce Sperling, autore di Cyberpunk: La gente che si trova nel mezzo
della rivoluzione tecnologica sta vivendo al di fuori della legge: non
perch intenda violarla, ma perch la legislazione vaga, obsoleta,
draconiana o inadeguata. La conoscenza potere, la crescita dei
sistemi informatici, dellInformation Society, diffonde effetti strani
e deleteri sulla distribuzione del potere e della conoscenza. Non
credo - concludeva - che la democrazia possa prosperare in un am-
biente e dove vasti imperi di dati sono criptati, cio di propriet di
qualcuno. La matrice spezzata di Sperling del 1985; il film dei
fratelli Wachowski che ha attinto al romanzo risale al 1999. Matrix
il sistema di controllo cerebrale con cui la razza umana tenuta
nellillusione di vivere in un mondo che non esiste pi da centinaia di
anni. Un hacker, Neo, deve liberare lumanit dal gioco delle macchi-

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ne e di Matrix, luogo virtuale di miliardi di programmi di controllo
cerebrale. La battaglia di liberazione un conflitto contro se stessi e
le dipendenze, le ideologie e le assuefazioni indotte.
Viviamo in unepoca in cui alleccesso di informazione corrisponde
un difetto di sapere: sovente lextra nasconde le questioni pi impor-
tanti e pi compromettenti. Ma basta scalfire con un p dattenzione
le apparenze che ad ogni costo ci vengono propinate, per compren-
dere quanto siano diverse le realt. Vi stiamo osservando. Suona l
allarme inascoltato: il futuro dei militari, nel senso di potere illimi-
tato nelle loro grinfie armate. Uno spettro attraversa il mondo globa-
lizzato e la crisi finanziaria non c entra. La presenza inquietante che
avanza il paradigma militarista, vale a dire il potere crescente degli
eserciti a tutte le latitudini. E il modello che ne consegue, gerarchico
e autoritario, coltivato da tutte le caste con le stellette, siano esse
democratiche o integralistiche, populistiche o rivoluzionarie, incom-
be sull immediato futuro dellumanit. Questo potere in divisa era
parso declinare dopo la fine presunta della guerra fredda anche a
seguito della caduta del muro di Berlino (1989); e invece oggi, smen-
tendo le utopie pacifiste, si dimostra pi vivo che mai: accompagna
non solo l ascesa economica della dittatura capital-comunista cine-
se, ma anche, parallelamente, del modello tecnocratico e dinastico
indiano, del nuovo militarismo gerarchico giapponese, delle rinno-
vate ambizioni imperiali russe, e sistematicamente di tutti i progetti
americani fondati sul monopolio della forza e la diffusione a oltran-
za della democrazia. Qui, dunque, sorge il dilemma: di fronte all
impoverimento del terzo e quarto mondo, allinquinamento globale
e all esaurirsi delle risorse (dal petrolio all acqua), come impedire
che il modello democratico ceda il passo a quello autoritario? Il bel-
licismo Usa colpisce non solo lessere umano a qualsiasi latitudine
nel suo presente, ma anche nelle generazioni future. Il fenomeno
ha un nome ed un cognome: sviluppo planetario di una biologia di
guerra, orientata verso la strategia della contaminazione territoriale
per creare situazioni di terrore e crescita dei fattori di rischio per
inedite malattie nelle popolazioni alloscuro, nonch aree di mercato
fertili per lindustria chimico-farmaceutica della iatrogenesi. Di con-
seguenza: distruggere il bene comune ed il senso di comunit degli
esseri umani. Siamo immersi in un mondo inquietante, in cui gli uo-

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mini duri e armati accrescono fatalmente il loro potere, influenzando
le scelte della politica. Oltretutto e soprattutto, i cosiddetti custodi
saranno destinati ad invadere spazi riservati alla sovranit popolare,
incrinando i pilastri stessi della democrazia. Nel bel mezzo c lIta-
lia che ha perso dal 1945 la sovranit militare ed ora ha abdicato a
quella monetaria. Avanza la crisi e miete una tragedia annunciata. Il
Belpaese alla deriva adesso affonda.
Ci sar unaltra guerra mondiale? Un conflitto globale decollato da
un bel pezzo, ma in sordina. Te ne accorgi dal clima che si ingurgita
da noi, dal cataclisma autoritario che spira sulle nostre perdute liber-
t. Nella societ del rischio lincertezza del futuro genera angoscia,
insicurezza ed infine intolleranza. Recita lo slogan: cose buone dal
mondo. Insomma, un cancro garantito e certificato a norma di legge.
La nocivit come strategia di selezione della specie. Tappa finale: la
progressiva rarefazione dei beni ambientali di prima necessit: aria
salubre, acqua pulita, terra sicura. I dati ufficiali parlano chiaro: 10
milioni di italiani sopravvivono in aree gravemente inquinate. E va
sempre peggio. Non a caso il codice penale del Belpaese ignora le-
cosistema. Il problema non la destra o la sinistra e tantomeno il
centro, come aveva intuito Giorgio Gaber. C dellaltro. Con le ma-
fie ben compenetrate nello Stato (organiche) che fatturano il 20 per
cento del prodotto interno lordo, in atto una pacifica e duratura
convivenza in vigore dallo sbarco degli Alleati. Segreti, misteri e san-
gue a fiumane per nascondere traffici di armi, occultamenti di rifiuti,
strategie offensive. Stragi, omicidi, omissioni, insabbiamenti della
verit per celare ruberie parastatali ed egemonie belliche. Vi siete
mai accorti di quanto sia bello vivere in un paese a sovranit ine-
sistente, che non pu prendere proprie decisioni senza il nullaosta
degli USA. Belpaese a sovranit limitata, o pi precisamente azze-
rata, almeno a partire dalle clausole misteriose (ignote perfino agli
storici di professione) dellarmistizio di Cassibile (anno 1943). Da
noi imperversano tuttora segreti militari regolamentati da un regio
decreto fascista del 1941 in aggiunta ad ombre di Stati e multinazio-
nali del crimine legalizzato. La nazione italiana occupata dagli Sta-
ti Uniti dAmerica, non sovrana n indipendente, ma succube. La
fragilit italica cova le radici proprio nella lunga sequela di misteri
alimentati a dismisura. Infine, un rosario di accordi internazionali

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ha annichilito la Costituzione: ultimi in ordine temporale i Trattati
di Prm, Lisbona e Velsen, che assoggettano ogni Stato del vecchio
continente ad una normativa sovranazionale, promulgata da legisla-
tori oscuri e ratificata da parlamentari sulla cresta dellonda. Tanti,
troppi, sotto controllo totale. Alzi la mano chi ha mai sentito parlare
di Eurogendfor: la nuova polizia militare europea che ha assunto po-
teri e compiti totalmente al di fuori del controllo democratico. Una
decisione ratificata anche dal parlamento italiano (opposizione com-
presa), soltanto nellanno 2010. LEchelon italiana, capitolo inter-
cettazioni e spionaggi una regalo a parte. Il controllo dello Stato si
esercita ogni giorno perfino sui nostri stili di vita individuali. Ormai,
con lausilio delle nuove tecnologie, i funzionari della norma frugano
ogni recesso della nostra esistenza. La nostra vita collettiva si dipana
in una gabbia a cielo aperto. Un esempio? Il nostro corpo appartiene
allo Stato: una legge del 1999 consente di prelevare i nostri organi
al momento della morte, se in vita non labbiamo rifiutato espressa-
mente. Questo padre degenere ha trasformato la piet in reato come
nel caso delleutanasia. In un termine: regressione: come quando in-
tralcia la sofferta scelta dellaborto. Allora, a chi rendere conto delle
scelte di Governo se le decisioni principali, ammantate dal segreto di
Stato, vengono adottate da soggetti come nel caso delleterodiretto
Monti (un maggiordomo dellAlta Finanza) e del suo entourage, che
il popolo sovrano non ha mai eletto? Consumatori sempre pi im-
balsamati, telespettatori lobotomizzati e utenti imbambolati, avanti,
fate il nostro gioco. Trivellano il cuore della Terra, oscurano il Sole,
mentre la Luna lhanno gi bombardata. E noi?

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Capitolo primo
Echelon Italia

We are watching you: Ti stiamo osservando. Dallo spazio, in-


fatti, qualcuno ci spia. Non si tratta di extraterrestri, ma di satelliti
controllati segretamente dai governi, in primis dal Pentagono, ma
non solo. A confronto le intercettazioni telefoniche di spioni pubblici
e privati che hanno coinvolto la Telecom (Tronchetti Provera, Ta-
varoli & soci), sono una bazzecola. Laria e il cielo sono intrisi di se-
gnali elettronici. Intercettarli facile come raccogliere la pioggia con
un secchio. Numerosi cittadini da qualche tempo risultano schedati
elettronicamente, grazie ai prodigi di un braccio supersegreto dellex
Sismi, specializzato in spionaggio dogni genere e guerra elettronica.
tutto documentato nei fascicoli personali: dalle credenze religiose
a quelle politiche, fino alle attivit professionali e del tempo libero.
Siamo controllati e sorvegliati da tempo, a nostra insaputa. Chi ge-
stisce questa struttura, quale tipo di informazione utilizza e di quale
mandato politico gode? Esistono fondati sospetti che tale sistema
di spionaggio, al di fuori del controllo parlamentare, possa venire
utilizzato per fini difformi da quelli della sicurezza e della pace? Ma
di che si tratta? Proviamo a spiegarlo, poich ben due responsabili
della Difesa, prima Ignazio La Russa, poi il successore Giampaolo Di
Paola, non hanno offerto chiarimenti. la struttura supersegreta e
pi potente mai realizzata in Italia, fabbricata anche per intercettare
senza alcuna autorizzazione della magistratura e allinsaputa di
una fetta consistente del Parlamento italiano particolari sogget-
ti: magistrati, giornalisti, industriali, politici scomodi (pochi in re-
alt), ecologisti, diplomatici; ma anche chi si oppone alla guerra, al
tracciato della Tav, a qualche inceneritore illegale di rifiuti speciali
della Marcegaglia, oppure allinstallazione di basi militari stranie-
re nel nostro Paese. Figurano sotto la lente dellIntelligence occulta,
addirittura poliziotti, carabinieri e finanzieri rispettosi dello Stato di
diritto. Una rete riservata che non fa capo ad apparati pubblici dello
Stato, ma al Reparto Informazioni e Sicurezza, il servizio segreto che
raggruppa i tre vecchi SIOS di forza armata e che ha il compito di
accedere, captare ed elaborare qualsiasi forma elettronica di comu-
nicazione in transito nel Mediterraneo ed anche oltre.

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unattivit cos gelosamente custodita che, qualche tempo fa, lal-
lora Capo di Stato Maggiore della Marina, Paolo La Rosa, interpella-
to da due parlamentari della commissione Difesa (Elettra Deiana e
Pier Paolo Cento), ne ha negato addirittura lesistenza, trincerandosi
dietro il segreto di Stato. Risponde infatti La Rosa, in una lettera
di cui siamo legalmente in possesso: Con riferimento alla richiesta
di autorizzazione alla visita avanzata dai parlamentari in oggetto, si
comunica che non risultano in Cerveteri e nel territorio nazionale
strutture denominate Echelon Italia. Infine, concludeva, lallora
vice capo di gabinetto del Ministero Difesa Si soggiunge che in
linea generale, quanto al regime delle autorizzazioni delle visite dei
Parlamentari ai siti protetti dal segreto di cui allart. 12 della legge
24 ottobre 1977, n. 801, vige il disposto della legge 24 giugno 1988
n. 206 e relativo regolamento dattuazione. Echelon o struttu-
re simili in Italia non esistono? Il cuore dellIntelligence fantasma,
collegato a varie stazioni di ascolto distribuite capillarmente nella
Penisola, mimetizzato allinterno di una caserma dellesercito nel
territorio di Cerveteri, fronte mare - in provincia di Roma. Un lun-
go recinto e poi un muro protetto allinterno da un terrapieno, filo
spinato e telecamere difendono due palazzine basse, una decina fra
antenne paraboliche (in collegamento col sistema satellitare Sicral
e Cosmo SkyMed) e alcune casematte per la sorveglianza. La base
viene utilizzata attualmente come orecchio elettronico per inter-
cettare comunicazioni radio militari e civili (Sigint), segnali elet-
tromagnetici militari (Elint), comunicazioni via satellite (Comint),
trasmissioni immagini (Imint), telefonia di vario genere, attesta la
documentazione riservata dello Stato Maggiore Difesa. I messaggi
vengono trasferiti, trascritti e analizzati a Roma, allaeroporto mi-
litare di Ciampino e a Forte Braschi. Ovviamente, sempre in nome
della lotta al terrorismo internazionale e della sicurezza generale.

In Italia non si pu intercettare nessuno senza lautorizzazione della


magistratura. Nel caso dei Servizi segreti occorre il nulla osta delle
Procure Generali della Repubblica, presso le Corti dAppello. Lasso-
luta discrezionalit e lassenza di regole democratiche sembrano ca-
ratterizzare i tratti essenziali del RIS, peraltro mai sottoposto finora
ad una verifica parlamentare. Sembra un scherzo: un organo dello

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Stato non sottoposto a controlli, che occupa due interi edifici a 37
chilometri da Roma. Ma la faccenda diventa seria se si pensa che il
RIS la mente operativa di carattere militare dellIntelligence italia-
na, dove si concentra la massima mole di notizie riservate esistente
nella Penisola: informazioni particolari su aziende e privati cittadini.
Singolare coincidenza. Lattuale normativa sulla privacy riconosce
ampie deroghe proprio ed esclusivamente per i servizi di informazio-
ne e sicurezza dichiara Antonio Martino il 20 ottobre 2004, allora
in veste di ministro della Difesa, nel corso dellaudizione presso la
Commissione Affari costituzionali. E aggiunge, a tale proposito: In
questo ambito, ho indicato soluzioni strutturali per assicurare un
rapporto sempre pi efficace tra il Sismi ed il reparto informazioni
e sicurezza dello stato maggiore della Difesa () Gli ambiti di com-
petenza del Ris sono complementari a quelli del Sismi. Il Ris realiz-
za un sistema informativo organico ed integrato, a disposizione del
capo di Stato maggiore della Difesa () In quanto servizio speciali-
stico a supporto diretto dello strumento militare in tutte le sue com-
ponenti, quindi non destinatario di un controllo politico diretto.
Un altro riferimento ufficiale racchiuso in uno scarno paragrafo
del Libro Bianco pubblicato dal ministero della Difesa nel 2002. A
pagina 41, a proposito del R.I.S. si legge: I SIOS (Servizi Infor-
mazioni Operative e Situazione) di Forza Armata sono stati sciolti
e lattivit informativa stata portata a livello interforze presso lo
Stato maggiore della Difesa. Il trasferimento di competenza stato
sancito dalla direttiva del Ministro della Difesa n.1/30863/14.8/97
in data 15 maggio 1997 e lattivit, dopo una fase sperimentale, ha
assunto una definitiva configurazione in data 1 settembre 2000 con
la costituzione del Reparto Informazioni e Sicurezza ed i dipendenti
Centro Intelligence Interforze e Scuola Interforze Intelligence/Guer-
ra Elettronica. E ancora: Lattivit di ricerca informativa e di si-
curezza sinquadra naturalmente in quella del SISMI che, operando
a pi ampio raggio, in grado di fornire linquadramento generale
della situazione ed il sostegno di riferimento con i servizi collegati.
Non va peraltro trascurata la funzione di sicurezza interna svolta a
tutela delle strutture ed infrastrutture militari in Patria, in stretto
collegamento, in questo caso, con lArma dei Carabinieri e con gli
organi specializzati del servizio stesso a tutti i livelli ordinativi.

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Chi controlla i controllori? Il Centro Interforze di Formazione In-
telligence/GE un istituto militare, dipendente dal II Reparto Infor-
mazioni e Sicurezza (RIS) dello Stato Maggiore della Difesa spiega
una nota ministeriale . In particolare il centro provvede a qualifi-
care ed aggiornare il personale, appartenente alla Difesa, per lim-
piego nel settore dellIntelligence. In tale ottica i corsi afferiscono
in maniera peculiare a tutte le discipline dellIntelligence (IMINT,
SIGINT, HUMINT, OSINT, ACINT, MSINT) e della guerra elettroni-
ca, in funzione di quelle che sono le necessit addestrative formulate
dal RIS o dagli Stati maggiori di singola Forza Armata. Computer
di ultima generazione sono la mente operativa. Software ultraveloci
in grado di entrare nelle nostre case, ascoltare e registrare le tele-
fonate, setacciare la posta elettronica e le altre forme di comunica-
zione che viaggiano su Internet, aprire e decifrare tutto quanto vie-
ne trasmesso dalle banche dati. Penetrare nel mondo della finanza,
svelare i movimenti di denaro, individuare le scelte strategiche dei
gruppi industriali, rivelare notizie riservate sulle indagini giudiziarie
in corso, sui politici sotto inchiesta, sui boss mafiosi sotto control-
lo, sui giornalisti ficcanaso. Una concentrazione senza precedenti
di informazioni sensibili, inaccessibile ai parlamentari della Repub-
blica, gestita da un ramo speciale dei servizi segreti e conservata
senza limiti di tempo. Il sistema attualmente in grado di captare
e analizzare miliardi di comunicazioni private al giorno che passano
attraverso il telefono, il fax, la rete internet. Creato nel 1997 dallam-
miraglio Fulvio Martini (direttore del Sismi dal 5 maggio 1984 al 26
febbraio 1991) il RIS ha avuto come primo responsabile lammira-
glio Sergio Biraghi. Il suo successore stato un altro ufficiale della
Marina, lammiraglio Sirio Pianigiani. Le voci ben mimetizzate di
spesa sui bilanci dellultimo quindicennio del ministero della Dife-
sa ne documentano inequivocabilmente lattivit. Un esempio? La
costruzione di un inceneritore per documenti classificati a Udine,
oppure la realizzazione di impianto palazzina Tlc a Jacotenente
in piena Foresta Umbra (Gargano). Quali satelliti utilizzano i ser-
vizi segreti? Il SICRAL (Sistema Italiano per Comunicazioni Riser-
vate ed Allarmi), costato 500 milioni di euro, il primo satellite
italiano per telecomunicazioni ideato completamente dalla Difesa

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e sviluppato dal consorzio Sitab (Alenia, Fiat Avio, Telespazio). Il 7
febbraio 2001 stato posto in unorbita geostazionaria. Il sistema
militare di osservazione da satellite HELIOS ed il sistema satellita-
re duale italiano COSMO Sky-Med sono utilizzati da parte italiana
tramite strutture risalenti alle responsabilit dello Stato Maggiore
della Difesa, in collegamento con il Sismi, decreta il 6 marzo 2006
il ministro Martino. Humint e Sigint corrono insieme, anzi volano.
Quando lIntelligence si interessa a personaggi su cui non avrebbe
titolo per indagare, usa la tecnica dei galleggianti: si apre cio un
fascicolo genericamente intestato a un certo affare, o ad una fonte, e
poi si allegano ad esso i fascicoli collegati al personaggio che interes-
sa. Un calcolo preciso impossibile farlo. possibile ipotizzare che
migliaia di persone siano state schedate dai nostri infaticabili 007 di
quartordine con la divisa e le stellette. Molto in voga labitudine di
archiviare faldoni particolarmente delicati non a Forte Braschi, ma
in uffici di copertura dislocati in tutto il territorio nazionale, e, perfi-
no allestero. Tali operazioni non richiedono e nemmeno presumono
che chi oggetto delle intercettazioni stia violando la legge. Gi nel
95 venne alla luce unattivit informativa prestata negli anni 1989-
91 al capo del Sismi, Martini, dal colonnello Demetrio Cogliandro: in
sostanza, unillegittima raccolta di informazioni di natura personale
su uomini politici, ed esponenti del mondo finanziario, sindacale ed
industriale. Il Comitato parlamentare che sovrintende allattivit dei
servizi aveva esaminato la documentazione concludendo il 5 marzo
1996: Salvo qualche nota sporadica, il contenuto delle carte del
tutto estraneo alle finalit istituzionali del Servizio () Essi appaio-
no destinati ad offrire strumenti di pressione e di ricatto () contro
soggetti politici ben individuati () Sono state raccolte informazioni
di ogni genere, notizie relative agli intrighi che si sviluppavano nel
sistema di governo. Non cambiato nulla, anzi peggio. Attual-
mente, gli archivi dei Servizi Segreti presentano unestensione sem-
pre pi smisurata. Nonostante il trascorrere dei decenni e malgrado
ripetuti segnali dallarme che hanno rivelato laccumulo disinvolto
di milioni di fascicoli e la loro illegale e spregiudicata utilizzazione,
il materiale scottante ora viene depositato in banche dati elettroni-
che. Unavvisaglia oscurata: il 17 novembre 1987, lex ministro della
Difesa, Attilio Ruffini, alla Commissione Affari Costituzionali della

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Camera aveva rivelato: Nessun governo in grado di controllare
singolarmente i milioni di fascicoli per verificare se rientrano o meno
nellambito dei compiti istituzionali dei Servizi. Ci si deve necessa-
riamente fidare di quanto affermano i direttori dei servizi o i loro su-
bordinati. La situazione verr confermata dallammiraglio Martini
alla stessa Commissione, il primo dicembre di 25 anni fa: Quando il
Presidente del Consiglio mi chiese se potevo affermare in Parlamen-
to linesistenza negli archivi di qualcosa che potesse prestarsi a un
giudizio negativo, gli risposi che potevo dargli questa assicurazione,
sottolineando come negli archivi di Forte Braschi esistessero circa 18
milioni di pratiche. Lo zio Sam con Echelon ha fatto scuola anche
in Italia: la base di ascolto di San Vito dei Normanni (attualmente
dismessa, ma non bonificata,), in provincia di Brindisi ha registrato
istante per istante la strage di Ustica (27 giugno 1980) e intercettato
i sequestratori dellAchille Lauro nel 1985. Eppure, nessuno ha mai
chiesto conto in sede ufficiale alle autorit Usa del chiarimento di
alcuni misteri dItalia. Intercettare, catalogare ed archiviare la vita di
chiunque una violazione dei diritti umani. La democrazia costru-
ita su diritti che prevalgono su qualsiasi interesse collettivo, indivi-
duale, economico, politico e di sicurezza. Ora stanno smantellando
un pezzo dopo laltro, senza dare troppo nellocchio, il concetto di
privacy individuale, uno dei diritti umani pi basilari.

Echelon un sistema di sorveglianza mondiale ideato nel 1947 e re-


alizzato successivamente da alcuni Stati durante la Guerra fredda.
Viene gestito da Usa, Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Ze-
landa (accordo Ukusa). Linfrastruttura spaziale stata insediata nei
primi anni 60, lanciando in orbita un gran numero di satelliti spia.
Responsabile di questi progetti la National Security Agency (NSA),
la pi grande agenzia di intelligence nordamericana, in collaborazio-
ne con la Cia e la Nro. I centri elaborazione dati terrestri sono ubicati
a Menwith Hill (Gran Bretagna) ed a Pine Gap (Australia). Anche
lItalia ha ospitato una struttura di questa rete spionistica (orecchio,
poi trasferita a Gioia del Colle) nella base di San Vito dei Normanni,
dal 1964 fino al 1994. Negli Usa nata nel 2001, la Total informa-
tion awareness, una banca dati unica che ha lo scopo di raccogliere
informazioni sui cittadini di tutto il mondo dal comportamento so-

28
spetto.
LEnfopol, in collaborazione con lFbi, nata ufficialmente il 23 no-
vembre 1995 grazie a un accordo di cooperazione europeo per un
sistema di controllo totale di tutti i mezzi di comunicazione. Le radi-
ci sono state sviluppate fin dal 1991 nellambito della conferenza di
Trevi dai ministri dellUe, e si sono concretizzate nel 1993 a Madrid.
Secondo lassociazione inglese per i diritti civili Statewatch esistono
intese segrete sotto forma di Memorandum of Understanding Con-
cerning the Lawful Interception of Telecommunications (Enfopol
112, 10037/95). LItalia svolge un ruolo di primo piano allinterno del
programma, perch ospita, in provincia de lAquila, la base terrestre
di Iridium, la rete di satelliti per le comunicazioni cellulari. Enfopol
coordina la collaborazione europea dei ministeri degli interni e della
giustizia. al di fuori dei controlli parlamentari europei ed italiani.
Lincubo fantascientifico diviene realt, sotto il naso della societ di-
stratta dal caos, alimentato ad arte da chi detiene il potere e giostra i
mass-media. Potere economico e bellico, al servizio degli USA (in
declino economico), per controllare definitivamente la societ civile
in ogni recesso del pianeta Terra, a partire dal vecchio continente.
Ben oltre il grande fratello di orwelliana memoria letteraria o addi-
rittura lo scenario tratteggiato dalla saga cinematografica di Matrix.
Uno spettro militarista, con conflitti resi permanenti, solca lEuropa,
e la crisi finanziaria non centra un fico secco. nota dagli addetti ai
lavori come Eurogendfor, ovvero Forza di Gendarmeria europea
svincolata dal controllo parlamentare e dalla dipendenza della magi-
stratura; nel 2012 soppianter la Polizia di Stato, relegata ad un ruo-
lo secondario su base locale mescolata alla bassa forza (sottufficiali)
dellArma. Ufficialmente questa Polizia multinazionale alle esclusive
dipendenze di un comitato interministeriale (esclusivamente Difesa
ed Esteri), denominato Cimin, stata originata dal Trattato di Vel-
sen. La genesi si rinviene per nella Dichiarazione di Petersberg
(anno 1992). Laccordo stato firmato a pi riprese e a prescindere
dallorientamento governativo (Martino e Parisi) dai Paesi che sono
dotati di Polizie militari: Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia
Civil), Portogallo (Guardia Nacional) e Olanda (Marechausse) e per
lItalia, i Carabinieri. Lo Stato del belpaese ha sancito definitivamen-
te laccordo con la legge numero 84, il 14 maggio 2010. Le cronache

29
parlamentari danno i numeri. Infatti: la Camera ha approvato la
Ratifica ed esecuzione della Dichiarazione di intenti tra i Ministri
della difesa di Francia, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna relativa
alla creazione di una Forza di gendarmeria europea, con Allegati, fir-
mata a Noordwijk il 17 settembre 2004, e quella del Trattato tra il
Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, il
Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica portoghese per listituzione
della Forza di gendarmeria europea, EUROGENDFOR, firmato a
Velsen il 18 ottobre 2007. Presenti 443, Votanti 442, Astenuti 1,
Maggioranza 222. Hanno votato s 442. Il 28 aprile anche il Senato
aveva approvato senza discussione seria n approfondimenti. Per
caso qualche onorevole anche a livello eurocentrico ha letto i 47
articoli elaborati a Velsen? Cos lEuropean Gendarmerie Force?
Allarticolo 3 si legge: la forza di polizia multinazionale a statuto
militare composta dal Quartier Generale permanente multinaziona-
le, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la
struttura del QG permanente, nonch il suo coinvolgimento nelle
operazioni saranno approvati dal CIMIN ovvero lAlto Comitato
Interministeriale. Costituisce lorgano decisionale che governa EU-
ROGENDFOR. Le caratteristiche portanti, definite dallarticolo 1,
configurano la EGF come una Forza di Gendarmeria Europea ope-
rativa, pre-organizzata, forte e spiegabile in tempi rapidi al fine di
eseguire tutti i compiti di polizia nellambito delle operazioni di ge-
stione delle crisi. Al servizio di chi? Larticolo 5 recita: EURO-
GENDFOR potr essere messa a disposizione dellUnione Europea
(UE), delle Nazioni Unite (ONU), dellOrganizzazione per la Sicurez-
za e la Cooperazione in Europa (OSCE), dellOrganizzazione del
Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni inter-
nazionali o coalizioni specifiche. Insomma mercenari istituzionali
di elevato grado e livello di addestramento protetti dalle bandiere
statali. E chi comanda su Eurogendfor? Un comitato interministeria-
le (appunto CIMIN) con sede a Vicenza, composto dai rappresentan-
ti ministeriali dei Paesi aderenti (Difesa ed Esteri). Il CIMIN esercita
in esclusiva il controllo politico sulla nuova Polizia militare e deci-
de di volta in volta le condizioni di ingaggio di Eurogendfor. LEGF
dipende solo dal CIMIN. In altri termini: lEuropean Gendarmerie
Force non risponde ad alcun Parlamento, n nazionale n europeo.

30
Non tutto, perch questa super Polizia sovranazionale gode anche
di una sorta di totale immunit a livello internazionale. Infatti, ana-
lizzando il trattato si scopre inoltre che: articolo 21) Inviolabilit
dei locali, degli edifici e degli archivi; articolo 22) Le propriet e i
capitali di EGF e i beni che sono stati messi a disposizione per scopi
ufficiali, indipendentemente dalla loro ubicazione e dal loro detento-
re, saranno immuni da qualsiasi provvedimento esecutivo in vigore
nel territorio delle Parti; articolo 23) Le comunicazioni indirizzate
ad EGF o da queste ricevute non possono essere oggetto di intercet-
tazioni o interferenza; articolo 28) I Paesi firmatari rinunciano a
chiedere un indennizzo per danni procurati alle propriet nel corso
della preparazione o esecuzione delle operazioni. Lindennizzo non
verr richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale
di Eurogendfor; articolo 29) Gli appartenenti ad Eurogendfor non
potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza
emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in
uno specifico caso collegato alladempimento del loro servizio. Mis-
sioni e compiti? Larticolo 4 illustra un ampio spettro di attivit:
EGF potr essere utilizzato al fine di: a) condurre missioni di sicu-
rezza e ordine pubblico; b) monitorare, svolgere consulenza, guidare
e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro
ordinarie mansioni, ivi comprese lattivit di indagine penale; c) as-
solvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, con-
trollo delle frontiere e attivit generale dintelligence; d) svolgere
attivit investigativa in campo penale, individuare i reati, rintraccia-
re i colpevoli e tradurli davanti alle autorit giudiziarie competenti;
e) proteggere le persone e i beni e mantenere lordine in caso di di-
sordini pubblici; f) formare gli operatori di polizia secondo gli stan-
dard internazionali: g) formare gli istruttori, in particolare attraver-
so programmi di cooperazione. Ergo: lEGF potr operare in qual-
siasi parte del globo terrestre, sostituirsi alle forze di Polizia locali,
agire nella pi totale immunit giudiziaria e, al termine dellingag-
gio, dovr rispondere delle sue azioni al solo comitato interno. A
quali crisi si fa riferimento? Si allude cripticamente a quelle inqua-
drate nel quadro della dichiarazione di Petersberg. Scarne righe
ufficiali avvertono che Il Consiglio ministeriale della UEO, riunito a
Petersberg, presso Bonn, approv, il 19 giugno 1992, una Dichiara-

31
zione che individuava una serie di compiti, precedentemente attri-
buiti alla stessa UEO, da assegnare allUnione Europea; le cosiddette
missioni di Petersberg sono le seguenti: missioni umanitarie o di
evacuazione, missioni intese al mantenimento della pace, nonch le
missioni costituite da forze di combattimento per la gestione di crisi,
ivi comprese operazioni di ripristino della pace. Uno degli innume-
revoli aspetti inquietanti la sede scelta per EGF: la caserma dei ca-
rabinieri Generale Chinotto a Vicenza. La medesima citt dove
situata la pi grande base militare Usa in Italia in fase di amplia-
mento (Dal Molin) multiforme fuori e dentro larea urbana , base a
disposizione soltanto del Pentagono, che vi mantiene un buon nu-
mero di testate nucleari (Site Pluto nel comune di Longare), con i
carabinieri di grado inferiore, ignari dei pericoli ambientali e sanita-
ri, usati alla stregua di cani da guardia. In buona sostanza i nordame-
ricani hanno voce in capitolo nellordinare le missioni per Euro-
gendfor. Per gli ufficiali, lArma aumenta il suo potere: dovr rispon-
dere solo al CIMIN (ovvero a ufficiali e rappresentanti del ministero
Esteri e Difesa); manterr i suoi poteri in Italia e nel mondo godendo
di privilegi impensabili in uno Stato di diritto, fino ad una totale im-
munit e insindacabilit. Sempre fedeli nei secoli: i sottufficiali e la
truppa confluiranno nella PS ormai degradata a polizia regionale di
secondo livello. Sotto il profilo operativo lattivit di EGF assicura-
ta dal comandante, attualmente il colonnello Jeorge Esteves. EGF ha
un bacino di capacit ad alta prontezza operativa, variabile a seconda
dellesigenza, che consente la possibile attivazione di 800 uomini e
2.300 di riserva entro 30 giorni. Singolare anomalia: la legge di rati-
fica risale al 2010, ma il quartiere generale stato insediato a Vicen-
za nel 2006. Anzi, secondo fonti autorevoli del ministero della Difesa
La EGF rappresenta uniniziativa joint, nata nel 2003 in seno allU-
nione Europea. Addirittura il bimestrale ufficiale del dicastero retto
attualmente dal ministro Giampaolo Di Paola, INFORMAZIONI
DELLA DIFESA (3/2010), attesta che il 18 gennaio, la Presidenza
del CIMIN ha incaricato il QGP di Vicenza di studiare un piano fi-
nanziario relativo alla potenziale missione. Il 2 febbraio il CIMIN ha
proposto luso della forza in ambito MINUSTAH - Missions des Na-
tiones Unies pour Stabilisation en Haiti. L8 febbraio, il CIMIN, con
procedura elettronica, ha approvato la partecipazione della EGF alla

32
missione. Il famigerato Edward Luttwak, che non ha esitato nel
2011 ad offendere in tv i familiari della strage di Ustica, spara a bru-
ciapelo ( ): Haiti completamente incapace di auto-governarsi.
Tutti i regimi come Haiti generano crisi che costringono ad un inter-
vento diretto dallesterno, per quanto questo non possa essere un
intervento definitivo e perci non di certo una colonizzazione. La
tentazione muscolare contagiosa: Romania e Lituania aderiranno a
breve allEGF. Lanalista Carlo Jean nel 2003 a capo della Sogin
(ramo smantellamento nucleare) sulla rivista Geopolitica scrive
senza scrupoli: Occorre smettere di considerare la pace come una
specie di diritto acquisito, garantito dallarticolo 11 della Costituzio-
ne, ma di fatto delegato ad altri. Occorre considerare le Forze Arma-
te come strumenti di guerra anzich come mezzi indispensabili per
qualsiasi pace possibile. Come dar torto al generale che intendeva
calpestare la volont popolare dei lucani per realizzare a Scanzano
Jonico il deposito unico di scorie atomiche nel novembre 2003? In
effetti il Trattato di Lisbona (13/12/2007) entrato in vigore il pri-
mo dicembre 2009, composto da numerosi protocolli, modifica il
Trattato sullUnione Europea e il trattato che istituisce la Comuni-
t Europea; stato ratificato e reso esecutivo in Italia con la legge
numero 130 del 2 agosto 2008. Il Trattato di Lisbona, approvato
dai parlamentari nostrani ma sconosciuto agli italiani, assoggetta
ogni Stato europeo ad una normativa promulgata da legislatori oscu-
ri. La questione cruciale il rapporto tra democrazia rappresentativa
e potere militare, retti notoriamente su principi diversi. La prima si
basa su libert e controllo pubblico, mentre il secondo su disciplina
e gerarchia. Le democrazie occidentali condizionate dal potere eco-
nomico rischiano di svuotarsi sempre pi, rinunciando alle garanzie
di libert e concedendo spazio alle caste militari. Non in gioco sol-
tanto il monopolio della forza, ma il controllo totale della collettivit.
In questa situazione si collocano attualmente i rapporti tra potere
politico e potere militare, tra governo di facciata e governo invisibile
ma sostanziale. in questo tipo di processo concretamente in atto
che rivestono un ruolo le lites militari, ossia il potere repressivo. In
uno studio della Kennedy School of Government (Harvard) si descri-
ve come ogni mese si tenga a Washington una riunione tra rappre-
sentanti dei principali media nazionali, del governo, del Congresso e

33
dei servizi segreti, per determinare il margine di manovra sulle infor-
mazioni da pubblicare, ossia cosa e quanto. In ultima battuta si deli-
nea un mondo inquietante in cui gli uomini armati accresceranno il
loro potere influenzando pi di oggi le grandi scelte della politica. Di
fronte al saccheggio di Gaia, allinquinamento globale e allesauri-
mento delle risorse naturali (dallacqua al petrolio), come impedire
che il sistema democratico ceda il passo a quello autoritario? Provate
a sciogliere il dilemma oligarchico.

A proposito di schedature di massa. Anche in Occidente i diritti


dellessere umano sono sempre pi carta straccia. Alzi la mano chi ha
mai sentito parlare del Trattato di Prm, sottoscritto da sette Stati
membri il 27 luglio 2005. In ossequio alle dottrine autoritarie Usa,
nonch ai Trattati di Velsen e di Lisbona (approvati in tutta fretta
dai parlamentari di stanza a Bruxelles e Strasburgo senza uno strac-
cio di coinvolgimento popolare), la libert risulta sempre pi vigilata
nel vecchio continente. Oltre Orwell: il codice ereditario umano in
balia di alcuni Stati europei. Il pretesto apparentemente nobile: la
lotta contro il terrorismo internazionale, la criminalit transfronta-
liera e la migrazione illegale mediante la cooperazione. In sostanza:
il Dna (acido desossiribonucleico), viene immagazzinato per 40 anni
in una banca dati istituzionale. Lo standard europeo ISSOL (Inter-
pol Standard Set Of Loci, ndr) aveva inizialmente solo 7 marcatori
pi amelogenina spiega lavvocato Giorgio Ponti . Nellaprile
2005 stata decisa lintroduzione di 3 nuovi marcatori ritenuti mol-
to sensibili. Non tutte (le banche dati, nda) utilizzano il medesimo
standard di archiviazione, anche se la risoluzione del Consiglio E del
9 giugno 1997 invita gli Stati membri alla realizzazione di uno stan-
dard comune. La pi affollata banca dati europea quella inglese con
3 milioni di profili. La legge numero 85, promulgata il 30 giugno
2009, a firma del presidente del consiglio Berlusconi nonch dei mi-
nistri Frattini, Maroni, Alfano, con la controfirma del Presidente del-
la Repubblica Giorgio Napolitano, si intitola appunto cos: Adesio-
ne della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005
tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno
di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il
Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica dAustria, relativo allappro-

34
fondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo
scopo di contrastare il terrorismo, la criminalit transfrontaliera e la
migrazione illegale (Trattato di Prm). Istituzione della banca dati
nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazio-
nale del DNA. Delega al governo per listituzione dei ruoli tecnici del
Corpo di Polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura pe-
nale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla liber-
t personale. Il primo progetto normativo per la regolamentazione
del prelievo coattivo risale al 1998: l allora Ministro della Giustizia
Giovanni Maria Flick (del Governo di centro-sinistra guidato da Ro-
mano Prodi) present al Senato, il 20 gennaio, un disegno di legge
(numero 3009 rubricato sotto il nome di Disciplina dei prelievi di
campioni biologici e degli accertamenti medici coattivi nel procedi-
mento penale) che non mai diventato Legge dello Stato. LItalia,
che non era tra gli Stati promotori dellaccordo di Prm, il 4 luglio
2006, a Berlino, nella persona dellallora Ministro degli Interni, Giu-
liano Amato, ha sottoscritto, insieme al collega tedesco, Wolfgang
Schaueble, una dichiarazione congiunta sullingresso dellItalia nel
Trattato di Prm. Larticolo 5 assicura una garanzia apparente-
mente al di sopra di ogni sospetto: presso il Ministero dellinterno,
Dipartimento della pubblica sicurezza, istituita la banca dati na-
zionale del DNA. Presso il Ministero della giustizia, Dipartimento
dellamministrazione penitenziaria, istituito il laboratorio centrale
per la banca dati nazionale del DNA. Ad ogni buon conto i danni
sono a responsabilit limitata, infatti, larticolo 4 dispone inequivo-
cabilmente: quando agenti di una Parte contraente operano nel ter-
ritorio nazionale, lo Stato italiano provvede al risarcimento dei dan-
ni causati dal personale straniero limitatamente a quelli derivanti
dallo svolgimento delle attivit svolte conformemente al medesimo
Trattato. Chi sono le prime cavie oggetto della disposizione norma-
tiva? Larticolo 9 stabilisce: i soggetti ai quali sia applicata la misura
della custodia cautelare in carcere o quella degli arresti domiciliari;
i soggetti arrestati in flagranza di reato o sottoposti a fermo di indi-
ziato di delitto; i soggetti detenuti o internati a seguito di sentenza
irrevocabile, per un delitto non colposo; i soggetti nei confronti dei
quali sia applicata una misura alternativa alla detenzione a seguito di
sentenza irrevocabile, per un delitto non colposo; i soggetti ai quali

35
sia applicata, in via provvisoria o definitiva, una misura di sicurezza
detentiva. La legge non risparmia i bambini. Larticolo 29 dispone
il Prelievo di campioni biologici e accertamenti medici su minori e
su persone incapaci o interdette. Un abominio? Lennesimo abuso
di potere? Oppure ordinaria amministrazione? Il prelievo coattivo
vincolato oggettivamente nel senso che pu aver ad oggetto solo il
materiale indicato in via alternativa dal legislatore: saliva o capelli;
la soglia massima dellintervento fisico sullindagato che non con-
sente un prelievo di saliva o capelli autorizzato dal pm puntua-
lizza lesperta Paola Felicioni, autrice del saggio Accertamenti sulla
persona e processo penale (Ipsoa 2007) Occorre chiedersi qual
la disposizione che trova applicazione in unipotesi di tal fatta in cui
non sussiste lurgenza dellintervento della polizia giudiziaria sulle
persone, diversi dalle ispezioni personali, possa essere compiuto un
rilievo-prelievo di materiale biologico. La Corte Costituzionale,
con la sentenza numero 238, risalente al 9 luglio 1996, aveva gi
chiarito la genericit del potere conferito al Giudice di emettere un
provvedimento coattivo per assicurare il compimento della perizia:
non sono infatti indicati i casi e i modi del prelievo coattivo da
persona vivente: carenza di precisazione circa la natura e la possibi-
lit di estensione della coazione; incompatibilit di tale genericit
con i principi dellarticolo 13 della Costituzione, che richiede, per
tutti gli atti di restrizione della libert personale, una duplice garan-
zia: la riserva di legge nei soli casi e modi previsti dalla legge, e la
riserva di Giurisdizione, atto motivato dallautorit Giudiziaria.
Larticolo 1 (comma 4) del Trattato di Prm prevede addirittura
che Entro e non oltre tre anni dallentrata in vigore sar presentata
una iniziativa in previsione della trascrizione delle disposizioni del
presente trattato nellambito giuridico dellUnione europea.

Fedele nei secoli, daccordo.. Ma a quale sistema di potere? Senza vo-


ler scomodare le rivelazioni del generale (in pensione) Nicol Bozzo,
braccio destro del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa cercare
di spiegare perch lanima nera, presente nellArma come del resto
altrove, abbia potuto affermarsi a scapito dei valori pi autentici ,
dopo i 70 milioni e passa di fascicoli custoditi illegalmente dallArma
dei carabinieri su italiane e italiani, vicenda emersa qualche tempo

36
fa grazie alla coraggiosa denuncia di un sottufficiale, subito messo
a tacere, siamo infine, ai prelievi biologici sul corpo umano. In al-
tri termini, siamo tutti un po meno liberi per ragioni di sicurezza.
Esiste gi da un bel pezzo larchivio delle tracce biologiche raccolte
attraverso le perizie delle forze dellordine e nei prelievi su indagati.
In un unico database, affidato alla gestione di un apposito organi-
smo (Ris dellArma, in seguito Eurogendfor, la super polizia militare
europea), vengono catalogati con un sistema di codici a barre tutti i
campioni raccolti. Lenome mole di informazioni custodita allin-
terno di un sistema informatico controllato a pi livelli e accessibile
solo dai diversi gradi dellautorit giudiziaria. Rispetto al passato,
la novit fondamentale nella possibilit di confrontare i campioni
in tempo reale attraverso un software speciale. Attualmente, infatti,
ogni campione di Dna rimane confinato allinterno del procedimento
giudiziario in cui stato raccolto, rendendo solo incidentali i con-
fronti. In realt, la creazione di una banca dati copre il vuoto legi-
slativo che ha consentito la nascita di archivi istituzionali al di fuori
della legalit. Come, ad esempio, quello del Ris carabinieri di Parma,
che custodisce migliaia di campioni biologici. Questo archivio segre-
to dellArma stato casualmente svelato durante un processo per
furto in cui limputato ha scoperto che il proprio Dna veniva da anni
conservato violando la normativa sulla privacy dagli uomini del
reparto investigativo scientifico.
Forza: il controllo generale. Basta essere fermati per una verifica di
routine per finire nel cervellone del Viminale anche senza aver com-
messo reati. Lanno scorso 15 milioni di cittadini italiani sono stati
inseriti nellarchivio delle forze dellordine. Ma non tutto nellera
del grande fratello militare. Siete in auto con il vostro amante o con
la compagna di universit il giorno in cui avete marinato le lezioni.
Una volante della Polizia o una pattuglia dei Carabinieri (ma anche
della Guardia di Finanza o della Forestale o della Polizia Penitenzia-
ria) vi intima lalt per un normale controllo. Voi esibite i documenti,
il vostro accompagnatore pure. Tutto in regola. Prego potete anda-
re, vi dicono cortesi gli operatori delle forze dellordine. Siete tran-
quilli, in fondo il vostro peccato non (ancora) reato, e alla polizia
che gliene importa se voi avete lamante o non siete andati a scuola?
Tornate a casa dopo esservi ricomposti (o ritruccate) e proseguite la

37
vostra vita di tutti i giorni. Ma a vostra insaputa, scattato un mec-
canismo infernale di controllo, denominato Sistema di indagine
(Sdi) dal quale non uscirete pi, per il resto dei vostri giorni. E che
potrebbe rendervi la vita molto dura, anche se siete un innocuo rap-
presentante di biancheria intima con qualche indecisione sentimen-
tale. Osserviamo come funziona e soprattutto quali problemi crea
questo sistema voluto dallex ministro dellInterno Enzo Bianco e
ampiamente sviluppato dal ministero dellInterno. Per comprendere
il meccanismo creato da quando lo Sdi ha soppiantato il vecchio Cen-
tro elaborazione dati (Ced), occorre fare un passo indietro e vedere
come operava fino al 2000 il cosiddetto cervellone del Viminale,
sede del ministero dellInterno. Fino a qualche anno fa la verifica
della vostra autovettura e dei vostri documenti finiva nelle statistiche
numeriche delle attivit di controllo del territorio. In passato, infatti,
il vostro nome veniva iscritto nel cervellone solo in caso di arresto o
denuncia, per un qualsiasi reato; oppure se presentavate un esposto
per lo smarrimento dei documenti. Nel 2001, secondo i dati del Vi-
minale, furono denunciate dalle forze dellordine 152.399 persone;
ne vennero identificate ai posti di blocco 14.897.666, su 7.870.021
veicoli controllati. Mentre prima dellentrata in vigore dello Sdi, nel
cervellone venivano iscritte solo le 152 mila persone denunciate, oggi
invece vengono registrati mediamente 15 milioni di cittadini identi-
ficati e assolutamente estranei a qualsiasi imputazione o sospetto e
quindi totalmente immacolati. Prima cerano limitazioni ben preci-
se, oggi tutto confluisce nel calderone di un sistema di indagine che
coinvolge alla lunga lintera popolazione. Secondo il Dipartimento
della Pubblica Sicurezza Il Ced interforze viene regolato dalla legge
121/1981 e dallarticolo 21 della legge 18 marzo 2001, n. 128. Prevede
la raccolta, elaborazione, classificazione e conservazione delle infor-
mazioni e dei dati in materia di tutela dellordine, della sicurezza
pubblica e di prevenzione e repressione dei reati, e di quelle a tutela
dellordine e della sicurezza pubblica. Il Sistema rispetta le norme
sulla protezione dei dati, individuando in modo univoco la persona
che effettua operazioni di immissione e di interrogazione della Banca
dati (mediante uso di password e user Id). La spiegazione inecce-
pibile, ma non esauriente. Il problema non come e da chi questi
dati vengano utilizzati, ma perch vengano raccolti e quali siano le

38
necessit di sicurezza che giustificano linserimento del nominativo
di un cittadino in una banca dati cos delicata per il semplice fatto di
essere stato identificato dalle forze dellordine. Il controllo del terri-
torio ha a che vedere con la prevenzione, quellattivit che si fa per
impedire i reati e che consiste nel fermare delle persone nellipotesi
che qualcuna di queste possa essere un latitante o un trafficante di
droga. Secondo quanto prevede la normativa in vigore, invece, que-
sta routine stata inserita nel pi complesso sistema dindagine, tra-
sformandosi in unattivit investigativa a carico di cittadini ignari di
questa schedatura. Con la legittima giustificazione di operare una
prevenzione dei reati, si creata una schedatura di massa dove sono
gi inclusi, a loro insaputa, milioni di cittadini. Nella lista dei poten-
ziali cattivi, dove una volta finivano solo quelli indagati o condan-
nati, adesso ci sono anche quelli colpevoli solo di essere stati identi-
ficati. Dal Ministero spiegano: Il compito principale del Sistema
informativo Interforze senzaltro quello della raccolta e gestione di
tutti i dati e le informazioni che derivano dalle attivit di prevenzione
e repressione dei reati. Il Sistema di Indagine Sdi, richiedendo la rac-
colta delle informazioni l dove sorgono, prevede lalimentazione da
parte di tutti gli uffici segnalanti e dai relativi operatori. Il che tra-
dotto vuol dire: non solo la Polizia, ma anche gli altri corpi raccolgo-
no le notizie e le inseriscono nel sistema. Precisazione che, invece di
tranquillizzare, preoccupa ancora di pi. Nessuno dovrebbe detene-
re informazioni sulle frequentazioni, sulle abitudini e quantaltro di
un singolo cittadino, a meno che non vi sia unesplicita richiesta del-
la magistratura, per indagini. E sembra chiaro che nessun giudice
pu aver autorizzato indagini su milioni di cittadini italiani. Il garan-
te della privacy non ha nulla da dire sul fatto che annualmente una
media di 15 milioni di cittadini, senza aver commesso alcun reato,
vengono schedati e inseriti in un cervellone che, da qui alleternit,
potr documentare ove erano alla tal ora, di tale giorno e con chi?
Dicono che dall11 settembre, anno 2001, siamo tutti un p meno li-
beri, per ragioni di sicurezza. In realt la genesi dello Sdi antece-
dente alla tragedia di New York e porta la firma di entrambi gli schie-
ramenti. Per la cronaca. Il Presidente emerito della Repubblica,
Francesco Cossiga, in unintervista al Corriere della Sera (30 novem-
bre 2007) aveva rivelato: dellattentato dell11 settembre alle due

39
torri in New York, mentre tutti gli ambienti democratici dAmerica e
dEuropa, con i prima linea quelli del centrosinistra italiano, sanno
ormai bene che il disastro attentato stato pianificato e realizzato
dalla Cia americana e dal Mossad con laiuto del mondo sionista per
mettere sotto accusa i Paesi arabi e per indurre le potenze occidenta-
li ad intervenire sia in Iraq sia in Afghanistan. LUnione europea ha
assemblato il Programma Europeo di Ricerca e Sicurezza (PERS).
Sulla carta, un piano destinato ad aumentare la sicurezza interna de-
gli stati membri. Il nodo oscuro: la crescita delle industrie legate ai
settori della sicurezza, delle tecnologie dellinformazione e delle co-
municazioni, ed anche della difesa militare, con la volont di creare
un complesso industriale della sicurezza in Europa. Il passaggio
stato incrementare, attraverso aiuti, la ricerca di societ che possano
implementare il PERS negli ambiti del controllo terrestre, maritti-
mo, aereo, spaziale e cibernetico. Indagini che a loro volta possono
essere usate per scopi civili, commerciali, sicurezza della polizia e di
difesa militare. Il PERS suggerisce che la sicurezza europea sia divisa
in due zone: una fuori dalle frontiere dellUE destinata a fornire co-
pertura alla sicurezza estera per esercitare funzioni difensive, con
forze di intervento veloce sotto comando militare; ed unaltra di sicu-
rezza interna, con una complessa rete di controlli fisici e virtuali in
mano alla polizia fornita di sofisticati sistemi di sorveglianza. Questo
complesso sistema di controllo e sorveglianza aumentato a seguito
delle misure adottate dagli Stati Uniti dopo gli attentati dell11 set-
tembre. Ed , in qualche modo, una copia dellhomeland security
(sicurezza nazionale) degli USA avviato nel 2002 per instaurare una
politica sulla sicurezza per il controllo totale del territorio compresi i
cittadini, attraverso agenzie statali interne alla sicurezza, mezzi mili-
tari, aziende private di sicurezza e le industrie produttrici di armi.
Nel caso europeo, il PERS stato creato nel 2003, ed il primo passo
stato quello di formare un gruppo di personalit nel quale erano
presenti: lAlto rappresentante della politica estera (Mr. PESC), lo
spagnolo Javier Solana, diversi Commissari europei per la societ
dinformazione, vari Commissari degli Affari Esteri e del Commer-
cio, rappresentanti della NATO, rappresentanti dellAgenzia per gli
Armamenti dellUE, rappresentanti delle quattro industrie militari
europee pi importanti, Thales, EADS, BAE Systems e Finmeccani-

40
ca, e quattro rappresentanti dellambito dellelettronica e delle tec-
nologie militari e civili: Ericsson, Siemens, Diehl e Indra (spagnola).
Questo gruppo di personalit ha elaborato un primo Rapporto
(2004) che ha indicato quali sono state le minacce alla sicurezza eu-
ropea su ci che dovrebbe essere impedito terrorismo, proliferazione
delle armi di distruzione di massa, conflitti regionali, la criminalit
organizzata e limmigrazione clandestina. Successivamente, il Rap-
porto affermava che la tecnologia era indispensabile per garantire la
sicurezza. E per ultimo, stabiliva i legami esistenti tra la sicurezza
civile e la sicurezza militare, consigliando una stretta collaborazione
tra i due settori. Il PERS ha ricevuto 200 milioni di euro per avviare
studi di sicurezza e per svilupparsi. Parallelamente, la Commissione
Europea ha creato un consiglio di amministrazione per consigliare il
PERS, composto da 50 membri, tra accademici, istituzioni, Europol,
Agenzia Europea della Difesa, e sette posti riservati ad aziende mili-
tari, due delle quali, EADS e Thales, si sono divise la presidenza per
periodi uguali. Delle 325 proposte nate da questa giunta, sono stati
approvati 46 progetti per 156,5 milioni di euro che sono stati conse-
gnati a Thales, Finmeccanica, EADS, BAE Systems, Saab e Sagem,
tutte legate alla produzione militare. Allo stesso tempo, hanno conti-
nuato a creare nuove piattaforme con importanti finanziarie: lESRIF
del valore di 1.400 milioni di euro, un Foro Europeo per lInnovazio-
ne e la Ricerca in Sicurezza (Berlino, marzo 2007), EOS (Organizza-
zione della Sicurezza Europea), ASD (Organizzazione della Difesa
Europea), tutte con lo stesso scopo e con una forte presenza di azien-
de militari. Uno dei progetti che ha ricevuto limpulso pi importan-
te di tutte queste piattaforme stato FRONTEX (2003), lagenzia di
controllo delle frontiere dellUE. Il risultato stato la militarizzazio-
ne delle missioni che questo organismo porta avanti contro limmi-
grazione clandestina. Soprattutto nel Mediterraneo, zona considera-
ta come la principale prima linea di difesa delle frontiere Europee.
La Frontex svolge missioni di polizia, aeree, navali di intervento ve-
loce, equipaggiate con materiale militare pesante, aerei ed elicotteri
da combattimento e navi da pattugliamento marittimo. Unaltra
conseguenza delle misure di sicurezza adottate, sono state le misure
legislative approvate per catturare ogni tipo dinformazione dei citta-
dini: impronte digitali sui passaporti, permessi di soggiorno e visti,

41
tutti i dati delle telecomunicazioni (mail e telefoni) e i dati di tutti i
passeggeri che circolano nello spazio aereo, sia dentro che fuori lEu-
ropa, ed anche tutte le transazioni finanziarie. Informazioni che sono
conservate dallInterpol System e la Schengen System, le due banche
dati di criminali in Europa. Ergo: accumulano una montagna di in-
formazioni private che permette uno stretto monitoraggio di tutti i
cittadini europei. La deriva repressiva si delineata con il Rapporto
Solana, elaborato da Javier Solana nel 2003. Un documento che ha
segnato il profilo della politica dellUE in materia di sicurezza. E che
annunciava una nuova cultura strategica che fomentava linterven-
to rapido e precoce e, quando necessario, un intervento robusto in
situazioni di emergenza al di fuori dellEuropa. Non si usa lepiteto
preventivo, sostituito qui con rapido, per evitare il parallelismo
con le guerre preventive del periodo della presidenza di Bush negli
USA, ma in definitiva vogliono dire la stessa cosa. In teoria, lobietti-
vo di tutta questa rete di agenzie e di risorse destinate ad aumentare
la sicurezza europea, come pure rilevano tutti i documenti e rapporti
elaborati dalla Commissione Europea, la difesa del proprio terri-
torio dellEuropa e la lotta di fronte alle minacce contro lo stile del-
la vita occidentale. Idee ultraconservatrici che ci portano ad una
pericolosa societ del controllo di impronta orwelliana. Sistemi di
sorveglianza sovranazionali che vedono tutto e tutto controllano, e
che vengono costruiti senza nessun controllo n regolamentazione
democratica. Sistemi che rendono vulnerabile il principio della pri-
vacy, uno dei fondamenti della democrazia. Ma con un grave perico-
lo aggiunto, questo controllo esercitato al di fuori degli Stati, con la
partecipazione di aziende private, con laggravante che la maggior
parte di esse sono militari. La risposta dellUE stata di praticare
misure di tipo palliativo, portando allestremo le misure di controllo
della polizia e dei militari, cosa che presuppone uninevitabile perdi-
ta di libert e diritti.
Anche a livello locale non si scherza. Dai Comuni si possono acqui-
stare a buon mercato milioni di nominativi e di dati. E perfino ri-
venderli senza alcun controllo del Garante, in barba alla sbandiera-
ta privacy. Altri punti deboli: Poste Italiane, siti Internet, vendite a
distanza, case farmaceutiche, sistemi di informazioni creditizie. Ad
alcuni pu far anche piacere trovarsi la cassetta postale imbottita di

42
pubblicit cartacea: tessere di partiti, offerte di vendita, proposte
economiche di banche, tranelli di finanziarie e inviti di persone mai
conosciute. I cittadini, per, la faccenda non riescono a digerirla, in
particolare quando anche la casella di posta elettronica intasata di
spazzatura commerciale, ma soprattutto elettorale di chi governa il
nostro Paese. E che dire delle chiamate delle maggiori compagnie
telefoniche a determinate ore per strappare ad ignari vecchietti con-
tratti telefonici capestro, alla stregua dellAgos-Financo che smercia
carte di credito per tutti e poi ti strozza, legalmente sintende? In tan-
ti si chiedono: come fanno le aziende ed alcuni schieramenti politici
a schedarci e a sommergerci di allettamenti postali? Dove prendo-
no gli indirizzi e i nominativi, le professioni e let di noi potenziali
elettori-clienti? A condannarci a perenne schedatura presso gli ar-
chivi dei cacciatori del marketing politico basta un ufficio pubblico:
lUfficio elettorale in cui risiediamo. Fino al 31 dicembre del 2003
chiunque poteva recarsi presso lufficio elettorale e chiedere tutti gli
indirizzi degli aventi diritti al voto. Addirittura divisi per fasce det.
Dal 4 gennaio 2004, in base al decreto legge 196/2003, la normativa
leggermente mutata, ma aggirarla semplicissimo. Per verificar-
lo, abbiamo provato a telefonare allufficio elettorale del comune di
Milano. Buongiorno. Vorremmo comprare i vostri indirizzi su cd.
Dallaltra parte del filo la funzionaria ci ha informato: Possiamo ce-
dervi un milione 74 mila indirizzi: il costo di 5 mila euro. Si posso-
no anche avere suddivisi per fasce det, per esempio tutti i giovani
di Milano dai 20 ai 30 anni. La selezione, per, costa 1 centesimo a
nominativo, pi 90 euro per il supporto. Per ottenerli basta una
semplice autocertificazione. In sostanza, bisogna dichiarare che si
useranno gli indirizzi solo a scopo di studio. La richiesta pu essere
fatta anche da soggetti privati purch luso sia culturale e statistico,
spiegano i responsabili degli uffici elettorali di citt piccole e grandi
dello Stivale. Addirittura in parecchie citt del Lazio, della Puglia e
della Sicilia ci sono autoscuole che ogni sei mesi chiedono ai Comuni
i nominativi dei diciottenni; il pretesto la ricerca statistica; ma
nessuno ha controllato se poi li contatta per offrire i suoi servizi a
caro prezzo. Pur con la nuova normativa in vigore anche possibile
incrociare i dati elettorali acquisibili con altre fonti. Il che consente
di avere pi informazioni sui cittadini, spiega il responsabile di una

43
delle aziende che offrono su internet la consulenza per mailing e che
forniscono liste di indirizzi. Anche le anagrafi comunali cedevano i
nominativi fino a qualche tempo fa, compresi quelli dei minorenni.
Controlli istituzionali? Pari a zero. Attualmente basta confrontare
i dati sui componenti familiari nelle varie professioni e fasce det,
con lelenco telefonico, pubblico, quindi legalmente utilizzabile per
il marketing. Cos, se volete contattare via posta giovani dai 20 ai
30 anni (sovente ancora in casa con i genitori) e non rischiare nul-
la, basta scrivere al capofamiglia che compare sullelenco telefonico,
sapendo gi, grazie appunto ai dati anagrafici, che ci sono nel nucleo
familiare giovani dellet desiderata. In questo modo la legge sulla
privacy formalmente rispettata da tutti (partiti, aziende, funzionari
comunali, ufficio del Garante), ma la riservatezza dei cittadini va a
farsi friggere. Eppure lAutorit Garante aveva stabilito al suo inse-
diamento un programma di accertamenti definendo criteri, principi
e priorit di intervento per verificare se chi gestisce banche dati rac-
colga, usi e conservi i dati personali dei cittadini lecitamente e nel
rispetto di quanto previsto dalle norme a tutela della privacy. Entro
il 31 marzo 2006 tutte le aziende che trattano dati personali (come i
database di clienti o fornitori) dovevano obbligatoriamente adegua-
re i propri sistemi informatici secondo i requisiti previsti dal decreto
legge n. 196/03 e redigere il Documento Programmatico sulla Sicu-
rezza (DPS). Almeno sulla carta il Codice in materia di protezione
dei dati personali in vigore e soprattutto sono gi in vigore tutti i
diritti dei cittadini.

Altro che diritto alla riservatezza: i nostri dati sensibili, vale a dire
salute, opinioni politiche, orientamento sessuale, fede religiosa,
idee, sono allegramente gestiti da uffici segreti a caratura militare.
La popolazione italiana non stata mai cos minuziosamente spia-
ta, schedata, etichettata. La nostra vita privata non ha mai subito
tante illegittime interferenze come da quando la cosiddetta priva-
cy (diamine esiste anche un Garante pagato lautamente con denaro
pubblico) assurta al rango di diritto. La legge Bossi-Fini, dal-
tronde, promulgata due lustri fa col pretesto di contrastare limmi-
grazione clandestina, ha stabilito lobbligo di prendere le impronte
digitali agli stranieri. Infine, questo obbligo stato esteso senza

44
colpo ferire, anche alla silente popolazione tricolore, inserendo i dati
biometrici sul passaporto. Le parole dello scrittore Antonio Tabucchi
(Loca al passo) risuonano attuali anche se lui, bont sua pi amato
in Portogallo e Francia che effettivamente rispettato in Italia, si da
poco congedato dallesistenza terrena. Se una volta vi vedeva loc-
chio di dio, ora vi vede un occhio fatto di titanio e altre leghe leggere
che ruota attorno al globo in unorbita impossibile che invia alla base
segnali sena sosta, panoramiche e dettagli; paziente raccoglie tutto
di voi: i vostri passi quotidiani e il giusto riposo notturno, la nascita,
il sesso, il decesso. Veramente i tempi sono bui. Il tutto ci vietato,
ma del tutto possiamo conoscere parti sufficienti a farci capire di pi
se riusciamo a collegarle fra di loro, a mettere insieme i frammenti
degli avvenimenti che accadono e che ci vengono forniti in materia
discronica, illogica, palindroma. Come non concordare appieno. E
sotto gli occhi dellopinione pubblica inebetita, lespansione esplosi-
va e preoccupante di sistemi di sorveglianza come se il genere uma-
no fosse ormai rinchiuso in una prigione invisibile che ci considera
tutti potenziali delinquenti da controllare, nessuno escluso. Ed fin
troppo evidente una medicina eugenetica, estranea alla democrazia,
tesa alla manipolazione e selezione del genere umano. Si affaccia un
pericoloso imperativo categorico che impasta nuovi autoritarismi,
bellicismo trionfante, razzismo a dosi massicce ed affermazioni tota-
litarie. Una nuova era di sonno della ragione annuncia le sorti del
mondo? Il virtuale annulla e sostituisce il reale. Cos, lo scopo della
comunicazione non informare ma intrattenere, non confutare ma
distrarre. Il tutto sotto controllo.

Cerveteri, Ris (Echelon Italia) foto Gianni Lannes

45
Capitolo secondo
Colonia tricolore

La sudditanza italiana decolla ufficialmente il 16 marzo 1949, quan-


do Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio, alla conclusione del
dibattito sulladesione allAlleanza atlantica, afferma alla Camera dei
Deputati: Nessuno ci ha mai chiesto basi militari, e daltra parte
non nello spirito dei patti di mutua assistenza fra Stati liberi e so-
vrani, come il patto atlantico, di chiederne o concederne.
Il beato De Gasperi, oggi in odore di santit, il 27 gennaio 1950, ha
impegnato il nostro Paese col primo accordo di mutua assistenza
difensiva dal quale prese avvio linsediamento di basi americane
e della Nato in Italia. Questo accordo e gli altri che seguirono sul
medesimo argomento furono sistematicamente sottratti allesame
del Parlamento italiano e sono tuttora segreti come il fondamentale
Bilateral Infrastructure Agreement o il pi recente Stone Ax.

Il BIA fu siglato a Roma il 20 ottobre 1954 dallambasciatrice Luce


e dal ministro Scelba, ad esso sono strettamente collegati undici an-
nessi per ciascuna base, un accordo tecnico aereo (30 giugno 1954)
ed un accordo tecnico navale. Tale accordo regola le modalit per
lutilizzo delle basi ed infrastrutture concesse in uso alle Forze Usa,
per unampia libert di manovra sul territorio nazionale. Il BIA vanta
unelevata classifica di segretezza: le sue clausole non possono essere
rese pubbliche unilateralmente, poich il regime top secret stato
deciso consensualmente dai governi americano e italiano. Il segreto
relativo alle infrastrutture, ai compiti, alla distribuzione di uomi-
ni e mezzi, al tipo di presenza militare nelle varie basi. Laccordo
bilaterale sulle infrastrutture trae fondamento dal Trattato di Wa-
shington, costitutivo dellAlleanza atlantica, che allarticolo 3 fissa le
norme sullassistenza militare secondo cui le parti manterranno e
svilupperanno la loro capacit individuale e collettiva di resistenza a
un attacco armato. Tale assistenza comprende sia i sistemi darma
e le installazioni della Nato sia gli accordi bilaterali in virt dei quali
lItalia accetta di ospitare in proprio basi e uomini e mezzi delle forze
armate Usa con intese specifiche che sarebbero state arricchite e mo-
dificate nel corso degli anni. Inoltre, laccordo ombrello trae origine
dalla Convenzione di Londra del 19 giugno 1951 per la costituzione

47
del Nato Status of Forces Agreement (SOFA), ratificata dallItalia nel
1955, che fissa le regole generali che si applicano alle forze armate di
ciascun paese membro dellAlleanza che operino in uno stato diverso
da quello di origine. Le forze armate godono di sostanziale extrater-
ritorialit. Il Parlamento sempre stato tenuto alloscuro. I negoziati
vengono condotti dal ministro Paolo Emilio Taviani che cos li ricor-
da in un suo libro: Gli accordi simili conclusi in Belgio e in Olanda
vennero ratificati dai rispettivi parlamenti. Noi abbiamo deciso di
non farlo. Per ottenere la definizione dellaccordo bilaterale con il
governo Scelba, il governo Usa appoggia la candidatura italiana per
lammissione allOnu. Nel settembre del 1955 le truppe doccupazio-
ne americane (5 mila uomini) vengono trasferite dallAustria a Vi-
cenza. Nasce il Setaf: una forza americana dotata di missili a breve
raggio Honest John e Corporal a capacit nucleare.

Un documento storico di fondamentale importanza una lettera che


reca la data del 12 aprile 1956. La missiva fu inviata dal segretario
di Stato americano dellepoca, John Foster Dulles, al segretario della
Difesa, Charles Wilson. Il documento stato reso pubblico, vale a
dire declassificato, il 20 ottobre 1995. Ecco il testo:

Caro signor Segretario, mi riferisco alla sua lettera del 22 dicembre


1955, concernente la richiesta dellufficio congiunto degli Stati mag-
giori di immagazzinare armi nucleari nella Francia metropolitana e
in Italia, e alla mia risposta interlocutoria del 24 gennaio 1956. La
questione concernente la Francia attualmente materia di discus-
sione fra le nostre amministrazioni. Lambasciatore Luce (Clare Bo-
oth Luce, ambasciatore degli Usa a Roma dal marzo 1953 al gennaio
1957, nda) ha discusso lo spiegamento di armi atomiche in Italia con
il ministro della difesa Taviani. Il ministro italiano della difesa ha
assicurato lambasciatore che gli Stati Uniti possono liberamente
procedere con lo spiegamento. Sono daccordo con lo spiegamento
di armi atomiche in Italia. Prendo nota dellassicurazione contenuta
nella sua lettera del 22 dicembre secondo cui il Dipartimento di Stato
verr informato in anticipo della data in cui avr inizio lo spiega-
mento in Italia di armi speciali. Quando questo spiegamento sar
completato, il Dipartimento di Stato si propone di autorizzare lam-

48
basciatore Luce, se lo ritiene necessario alla luce della sua conversa-
zione con Taviani, a informare il generale Mancinelli, capo di stato
maggiore, in merito alla generale ubicazione dei siti.

LArchivio storico del Senato una miniera doro da compulsare con


attenzione: in particolare le carte e i diari di Amintore Fanfani. Dalla
met degli anni Cinquanta del XX secolo in Italia, da nord (Veneto)
a sud (Puglia) sono state schierate alcune centinaia di armi atomiche
nordamericane, dalle devastanti testate termonucleari montate sui
missili balistici Jupiter e sui missili da crociera Gryphon destinati ad
essere lanciati direttamente contro lunione Sovietica, a quelle tatti-
che montate sui vari missili Corporal, Honest John (montavano te-
state nucleari W7 e W31), Sergeant e Lance, concepiti invece per es-
sere impiegati contro le forze armate del Patto di Varsavia. La logica
a cui rispondeva la scelta di accettare questi armamenti sul territorio
nazionale, i problemi politici che la loro presenza poneva sul piano
interno e internazionale, i dati relativi alla loro capacit distruttiva,
alla durata del loro schieramento e alle modalit del loro eventuale
impiego, non sono mai stati al centro di una disamina parlamen-
tare, n tantomeno pubblica. Nel dicembre del 56 Taviani era cos
contento da dichiarare, durante la sessione del Consiglio atlantico,
che il governo italiano auspicava che nel settore dellItalia centrale
e meridionale ci fossero altre unit di questo tipo. Nellagosto del
58 i generali Norstad e Disosway stabilirono che almeno una delle
due squadriglie di missili Jupiter fosse schierata in Puglia, riscon-
trando lapprovazione del governo italiano. Il documento formale
sottoposto allattenzione di Fanfani stabiliva che laccordo fosse con-
cluso tra il ministero degli esteri italiano e lambasciata americana
mediante uno scambio di note relativo sia allo schieramento dei
missili sia allingresso in Italia del personale statunitense, in confor-
mit degli accordi preesistenti relativi alle infrastrutture bilaterali
e alle forze americane in Italia. Fanfani rispose esprimendo il suo
assenso di massima e la piena comprensione per il bisogno di fare
in fretta, ma soprattutto sottoline limportanza di conservare il si-
lenzio sulliniziativa quanto pi a lungo possibile. In questa fase del
negoziato il segreto fu infranto da una notizia diffusa dallAssociated
Press, a New York, ripresa repentinamente dal quotidiano LUnit.

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Il 26 settembre anche il New York Times pubblic un altro artico-
lo sulla decisione italiana di schierare i missili atomici. Il 30 luglio
1958 Amintore Fanfani incontra alla casa bianca il presidente Dwigt
Eisenhower e Foster Dulles. Il presidente del Consiglio comunica
loro in segreto lintenzione di accettare la richiesta per linstallazione
nello Stivale dei missili balistici a raggio intermedio Jupiter. LIta-
lia il primo degli alleati europei ad accogliere armamenti nucleari.
Ottiene semplicemente la promessa di diventare la nazione favorita
negli scambi commerciali. La reazione dellUrss giunge il 21 ed il 28
aprile 1959. Chruscev avverte che, in caso di guerra, lItalia sareb-
be diventata uno dei primi obiettivi di distruzione atomica e quindi
avanza la proposta di una denuclearizzazione del nostro paese, in
cambio della creazione di una zona di pace nei Balcani. La proposta
non viene accolta. In compenso si aprono i negoziati Italia-Usa per
luso dellenergia atomica a scopo militare: reciproca difesa e stoc-
caggio in Italia di testate atomiche statunitensi. Fanfani annota che
lo schieramento dei missili diventato lelemento centrale e non
sacrificabile della politica estera italiana, tanto pi importante di
fronte alle nuove sfide che si stavano delineando sul fronte europeo
(Diario Fanfani, 15 ottobre 1958, in Archivio Storico Senato, Carte
Fanfani). Allinizio del 1959 iniziarono le spedizioni di materiale da-
gli Usa verso lItalia. Il primo missile fu collocato il 13 gennaio 1960.
I tre missili successivi arrivarono a Gioia del Colle in febbraio, segui-
ti da altre spedizioni in aprile, luglio e settembre 1960. Il 2 aprile
1960 lo Stato maggiore dellAeronautica istitu la 36 aerobrigata
interdizione strategica (Abis) che avrebbe provveduto al lancio dei
missili insieme ad alcune piccole unit di personale americano, si
legge nella Circolare 23 aprile 1960 dello Stato maggiore aeronautica
(In Memorie storiche 36 aerobrigata interdizione strategica (Abis),
Archivio Ufficio Storico Stato maggiore Aeronautica Aussma). La
36 Abis schier due squadriglie, ciascuna su cinque gruppi. Ogni
gruppo controllava tre piazzole di lancio in condizioni operative
permanenti. Le testate nucleari si trovavano permanentemente sui
missili e non erano custodite a parte da speciali unit americane, in
violazione della legge McMahon, che regolamentava la politica nu-
cleare americana. Nel 1961 un gruppo del Joint Committee on Ato-
mic Energy (JCAE), guidato dal deputato Chet Holifield, aveva com-

50
piuto unispezione a Gioia del Colle, dove erano posizionati i missili
Jupiter, dotati di testate nucleari, ciascuna delle quali era cento vol-
te pi potente delle atomiche esplose in Giappone. La conclusione
dellispezione era allarmante, poich i missili a combustibile liquido
erano legati a installazioni fisse e quindi soggetti a probabili attacchi
preventivi:

in ciascuna postazione ci sono due ufficiali e due avieri america-


ni () Gli ufficiali sono addetti allautenticazione per il lancio e gli
avieri sono i custodi della testata. I custodi che prestano servizio a
turno, si trovano in una posizione dalla quale possono prendere atto
che le testate sono sui tre missili in ogni momento () La chiave non
viene portata al collo dellufficiale, ma conservata in una cassaforte
nel centro di controllo del lancio (Report on Visit to Jupiter Sites in
Italy, dated September 18).

I piani Nato di lancio degli Jupiter erano coordinati con il SIOP, il


progetto generale integrato di Guerra atomica approvato dal presi-
dente degli Stati Uniti (Single Integrated Operational Plan). Allini-
zio del 1961 Kennedy concretizz una revisione strategica della Nato,
anche sulla base del rapporto Acheson. La lunga relazione fu ufficial-
mente adottata dal presidente Kennedy con la direttiva NSAM 40
del National Security Memorandum (21 aprile 1961). Nel loro primo
incontro con il presidente Kennedy (giugno del 1961), il presidente
del consiglio Fanfani e il ministro degli esteri Segni sottolinearono
apertamente che lItalia era il paese che aveva accettato i rischi
maggiori. Ci le dava il diritto di essere consultata pi di ogni altro
e che era necessario che ci fosse un adeguato livello di controllo
da parte del governo italiano in merito allimpiego di queste armi.
Nellautunno del 62 si sfior lapocalisse atomica, durante la crisi di
Cuba, a causa di minacciate ritorsioni dellURSS contro lItalia.

Il 13 dicembre 1962, a Parigi, il ministro della difesa Giulio Andre-


otti fu informato durante la riunione del consiglio atlantico che
gli Usa intendevano smantellare gli Jupiter entro il primo aprile del
1963, per rimpiazzarli con i missili Polaris, schierati nel Mediter-
raneo a bordo di sommergibili a stelle e strisce. Il 5 gennaio 1963

51
McNamara ribad lintenzione americana di rimuovere gli Jupiter in
una lettera indirizzata al ministro della difesa italiano. Nel diario di
Fanfani, nei giorni 16 e 17 gennaio 1963, scritto: Comunico alle 10
con Kennedy, discutendone le condizioni: quelle di ieri enunciate da
Rusk e concordate da me con Mcnamara, pi che i sottomarini Usa
non abbiano basi in Italia, pi che lItalia faccia parte del comitato
Nato per studiare, controllare e dirigere forza multinucleare multi-
laterale. Accetta e fa trascrivere queste mie condizioni in un foglietto
in due copie, una per lui e una per me. Gli chiedo di cancellare un
rigo a proposito di basi nel Mediterraneo, che poteva far supporre
in Italia, ed egli personalmente lo cancella nelle due copie. Il primo
aprile 1963 un sottomarino americano equipaggiato con missili Po-
laris stazionava nelle acque territoriali italiane.

Il primo luglio 1968 stato firmato, e successivamente ratificato da-


gli Usa e dalla Repubblica italiana, il Trattato di non proliferazione
nucleare, che contiene nel primo articolo lobbligo degli stati nucle-
ari di non lasciare a disposizione di nessuno, n in modo diretto, n
indiretto, armi nucleari. Per la base di Santo Stefano alla Maddalena,
i primi contatti risalivano al 1964, quando era stata espropriata una
vasta area privata dellisola e, successivamente, erano stati scavati in
gran segreto un bunker e chilometrici cunicoli nella roccia.
Lintesa bilaterale veniva perfezionata nel mese di luglio 1972 dal
governo Andreotti, senza una ratifica parlamentare. Gli americani
avevano ottenuto di poter attraccare nella base una nave a propulsio-
ne nucleare dotata di armamento missilistico atomico (Howard Gil-
more), la cui funzione era di approvvigionare i sommergibili nucleari
dattacco, i famigerati hunter-killer. Da tempo c la necessit di
assicurare nel Mediterraneo un valido e stabile equilibrio di forze
sosteneva il ministro degli esteri Medici. Nel discorso al Senato (6
ottobre 1972) Medici dichiara: il governo ha dato il proprio consen-
so, nello spirito dellalleanza, affinch una nave appoggio americana
possa stazionare alla Maddalena. Quindi il ministro minimizzava
i termini dellintesa: Si tratta soltanto di una nave appoggio e per-
ci non vi alcuna intenzione di costituire alla Maddalena una base
nucleare. Tale nave appoggio ha il compito di fornire ai sottomarini
nel Mediterraneo lassistenza di carattere ordinario di cui oggi pos-

52
sono fruire. Certo ammetteva Medici tra questi sottomarini ve
ne saranno anche a propulsione nucleare, ma questo non modifica i
termini del problema, posto che tale sistema energetico da tempo
collaudato sia nelle centrali per la produzione di energia elettrica sia
nella propulsione di navi commerciali. Loccupazione della sesta
flotta USA terminata soltanto nel 2008 con un pesante inquina-
mento radioattivo attestato dal Criirad (Commissione di Ricerca e
di Informazione Indipendente sulla Radioattivit) di Parigi e da uno
studio accurato delluniversit della Tuscia. Il 25 marzo 1986, lallora
ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, aveva pubblicamente di-
chiarato: Per quanto riguarda i rischi di esplosione di sommergibili
nucleari, questi rischi esistono in tutte le regioni e in tutto il mondo,
non soltanto alla Maddalena () Lho detto una volta in Parlamento
e lo ripeto, non sono in grado di impedire che il presidente Reagan
mandi nel Mediterraneo i sommergibili nucleari, che possono esplo-
dere presso le coste sarde, presso la Grecia, presso la Spagna, presso
le Baleari.
LItalia non si limit ad accarezzare il sogno dellatomica, ma si at-
tiv per realizzarla prima negli anni 50 in collaborazione con fran-
cesi e tedeschi, poi per conto proprio. Si eseguono tre prove di un
missile in grado di essere equipaggiato con una testata atomica. I
lanci di sperimentali avvengono in Sardegna, nel poligono militare
di Quirra, allestremo lembo sud-orientale della provincia di Nuo-
ro. Gli esperimenti sono ancora coperti da segreto. Il primo test del
missile Alfa, un vettore a due stadi, si svolge il primo febbraio 1973
mentre scorre la sesta legislatura del parlamento italiano. Presidente
del consiglio dei ministri Giulio Andreotti, responsabile della dife-
sa Mario Tanassi, mentre agli esteri siede Giuseppe Medici. Fino al
1976, data dellultimo lancio di prova, il quadro non muta: a Palazzo
Chigi siederanno Mariano Rumor e Aldo Moro, alla Farnesina pri-
ma Rumor e poi Forlani, alla difesa Andreotti, Forlani e Lattanzio. Il
progetto era effettivamente decollato nel 1971 con la denominazione
programma tecnologico diretto allo sviluppo di un carburante soli-
do ad alto potenziale per razzi per applicazioni civili e militari. Nes-
suna menzione della testata nucleare, nessun accenno alla vera na-
tura delloperazione. Bisognava dotare il missile Alfa della capacit
di trasporto e sganciamento di testate atomiche. La costruzione della

53
bomba non era un problema, le centrali nucleari civili allora erano
in piena funzione e garantivano lapprovvigionamento di plutonio e
le professionalit. Il primo lancio dellAlfa, a testata inerte, avvenne
nel 1973; lultimo noto nel 1976, dopo lo stop imposto dagli Alleati.
Sarebbe toccato al governo Spadolini nellagosto 1981 approvare la
decisione di destinare laeroporto di Comiso, in Sicilia, quale base
per i 112 missile Cruise, con i 28 lanciatori assegnati allItalia dalla
Nato. Programma che sarebbe stato confermato nellagosto del 1983
dal presidente del consiglio Craxi.

Ai giorni nostri, il primo Governo Prodi ha firmato nel maggio del


1996 il Memorandum dintesa per il piccolo scudo missilistico. Lac-
cordo quadro per lo scudo missilistico che coprir tutta lItalia sta-
to firmato dal secondo governo Prodi nel febbraio 2007 (grande scu-
do). La Meads International (joint venture internazionale con sede
in Florida) ha ricevuto un primo contratto per 3,4 miliardi di dollari
per il piccolo scudo. Il 17 per cento della cifra a carico dellItalia:
mezzo miliardo di euro di denaro pubblico solo come primo anticipo
di spesa. Durante gli anni successivi si pagher il resto. Se il gran-
de scudo un sistema di difesa contro i missili intercontinentali, il
piccolo scudo invece un sistema mobile, facilmente trasportabile
in lontani campi di battaglia, utilizzabile contro missili tattici, aerei
ed elicotteri () uno strumento non per la difesa ma per lattacco:
una sorta di testuggine destinata a proteggere i soldati statunitensi e
alleati alloffensiva in distanti teatri bellici.

A proposito di amnesie istituzionali, nel marzo 1999 il governo


DAlema, a seguito della strage del Cermis (20 vittime il 3 febbra-
io 1998), annunci labolizione del segreto sul trattato bilaterale
italo-americano del 1954 e su quello del 1995. Laccordo tuttora
segreto. Risaliva al marzo 1999, invece, la divulgazione di un altro
accordo Italia-Usa denominato Shell Agreement datato 2 febbraio
1995, che sancisce i poteri del comandante italiano della base situa-
ta sul nostro territorio e quelli del comando Usa. Accordi in forma
semplificata: nella prassi dei rapporti tra Stati parti di unalleanza
militare vengono frequentemente conclusi accordi in esecuzione di
altri accordi precedentemente conclusi nei quali si faceva esplicito

54
riferimento ad unulteriore normativa internazionale di dettaglio o
tecnica. Gli accordi in forma semplificata sono accordi che, contra-
riamente a quelli conclusi in forma solenne e che necessitano della
ratifica del Capo dello Stato e, quando occorra, dellautorizzazione
delle Camere (articoli 80 e 87 della Costituzione), entrano in vigore
grazie alla sola sottoscrizione del testo da parte dei plenipotenziari.
N in contrario pu opporsi che gli accordi in forma semplificata non
godano della necessaria pubblicit, dal momento che, fin dal 1984,
tutti gli accordi conclusi dal nostro Paese (e quindi anche quelli in
forma semplificata) devono essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale.
Roberto Rivello, magistrato e docente di Diritto e Organizzazione
internazionale, ha scritto a proposito: negli accordi internazionali
stipulati in forma semplificata si escludono le successive fasi, usual-
mente necessarie, della ratifica e dello scambio o deposito delle ra-
tifiche del trattato stesso. La prassi degli accordi stipulati in forma
semplificata estremamente diffusa, e lItalia ne ha fatto ampio uso
proprio in materie di natura militare: basti ricordare i trattati, talvol-
ta addirittura segreti, sulle basi NATO in Italia, ma anche i numerosi
SOFA (Status of Force Agreement) ed altre forme di Memorandum
dintesa stipulati in ambito di Alleanza atlantica, che non possono
che essere qualificati come tali. Inoltre nella pi parte delle opera-
zioni di pace keeping viene stipulato un SOFA fra il comando delle
forze multinazionali e il Governo dello Stato in cui la missione ha
luogo o dello Stato in cui avviene un transito delle truppe. Laccordo
tra Italia e Stati Uniti dAmerica, del 20 ottobre 1954, sottoscritto
dai rappresentanti dei governi dei due Stati e qualificato come se-
greto, evidentemente un trattato internazionale stipulato in forma
semplificata. La sua parziale comunicazione ai Comandanti militari
italiani, insieme a disposizioni dello Stato maggiore che ne prevedo-
no lapplicazione, pu essere intesa come atto di esecuzione nellor-
dinamento interno. Poich il trattato verte su materie rientranti fra
quelle di cui al disposto dellarticolo 80 della Costituzione, la sua
stipulazione in forma semplificata pu porre dubbi di legittimit
costituzionale, difficilmente superabili sulla base della tesi, che oggi
incontra solo sporadici consensi, secondo la quale in relazione agli
accordi NATO sussisterebbe una generale fonte di legittimazione di
accordi successivi nella presunta necessit di dare esecuzione al ge-

55
nerico disposto dellarticolo III del Trattato Nord Atlantico. Questo
non muta la natura giuridica dellaccordo, n comporta conseguenze
automaticamente declassificanti gli atti di esecuzione, in senso lato,
del trattato: solo dalleventualmente ritenuta incostituzionalit del
procedimento di formazione del trattato potrebbe derivare linvalidi-
t delle norme interne di esecuzione. Le successive intese intercorse
fra le Autorit militari e, rispettivamente, il Governo italiano, le Au-
torit militari e il Governo statunitense (Memorandum dintesa del
1993, Accordo tecnico del 1994, Memorandum del febbraio 1995), e
gli organi NATO (Memorandum del dicembre 1995), possono ana-
logamente qualificarsi come accordi stipulati in forma semplificata.
Lo stesso Trattato dellAtlantico del Nord, allarticolo 9, attento
ad esplicitare che gli accordi di cooperazione militare tra alleati do-
vranno essere applicati nei vari Paesi in conformit con le rispettive
procedure costituzionali.

Le procedure costituzionali dellItalia sono quelle sancite dagli ar-


ticoli 80 e 87 della Costituzione. In proposito lammiraglio (in pen-
sione) Falco Accame, gi presidente della Commissione Difesa, ha
le idee chiare: Tutta la problematica che riguarda le basi NATO sul
nostro territorio ha un aspetto comune: il fatto che il Parlamento
italiano tenuto alloscuro della materia, quasi come se le basi non
concernessero la sovranit del nostro paese. E questo veramente
sconcertante. Per capirlo occorre risalire alle clausole segrete del
trattato di pace e dellaccordo bilaterale Italia-USA del 1954. Laccor-
do bilaterale ancora in vigore e non se ne conosce neppure il con-
tenuto. Anzi, secondo quello che diceva il professor Giovanni Motzo,
ne esistono due versioni e non si sa quale sia quella vera. Sosteneva
Motzo: ora di dire basta a quei patti firmati solo dal Governo e
non sottoposti al Parlamento. Intese che riguardano anche le basi di
truppe e accesso ai missili. Visto che si va verso un quadro interna-
zionale in cui i conflitti locali tendono ad estendersi sempre di pi
e la presenza o il passaggio nel territorio nazionale di forze militari
e mezzi bellici stranieri sar sempre pi frequente, la disciplina do-
vrebbe essere cambiata (...) Si conoscono solo alcune clausole: si dice
che gli Stati si impegnano a prestarsi assistenza reciproca. Si prevede
limpiego di consiglieri militari in Italia. Si sta delineando una nuova

56
situazione e, quindi, ancor pi, si tratta di non accettare pi una Re-
pubblica fondata sul segreto, o meglio sulla clandestinit. La disci-
plina che regola la presenza delle basi deve essere cambiata, dovrem-
mo fare nuovi accordi internazionali, ma, questa volta, sottoposti al
controllo del Parlamento. Non devono esistere isole di segretezza
alle quali nessuno pu accedere. Le basi USA e NATO sono state co-
stituite sulla premessa di un presunto stato di necessit determinato
da quella che fu definita la minaccia sovietica. Oggi, che questa mi-
naccia scomparsa, le basi non sono per scomparse, anzi, si nota
addirittura un deciso incremento nella loro consistenza in uomini e
mezzi. Tutto il territorio, da Aviano a Lampedusa, disseminato di
basi americane. Esistono 12 piani di evacuazione per emergenza nu-
cleare dai porti italiani che potranno ospitare unit nucleari. I piani
di emergenza dovrebbero essere conosciuti, ovviamente, da tutta la
popolazione e sperimentati per valutarne la attuabilit. Sono invece
per lo pi sconosciuti. Di un solo piano si venuti a conoscenza:
quello che riguarda la base navale di La Spezia. Ma, con non poco
stupore, abbiamo appreso che il piano riguardava levacuazione dei
soli militari, e non dei civili.
Placido Nord-est, colonizzato in piena regola. Spuntano come i fun-
ghi nel vicentino i centri e le infrastrutture logistiche dellesercito
Usa. Mentre nellex aeroporto Dal Molin procedono i lavori ad al-
tissimo impatto ambientale per realizzare la grande base operativa
della 173 Brigata aviotrasportata, il reparto dlite impiegato negli
scacchieri di guerra mediorientali, ingegneri e tecnici del genio mi-
litare statunitense lavorano a decine di cantieri della provincia. Re-
centemente sono state consegnate due nuove facilities costate pi di
60 milioni di dollari, un complesso ospedaliero avanzato allinterno
della base di Camp Ederle e un centro di assistenza allinfanzia nel
cosiddetto Villaggio della Pace, il residence-bunker che ospita una
parte dei militari Usa di Vicenza.
LEnhanced Health Service Center stato realizzato in una super-
ficie di 14.170 metri quadri accanto al campo di calcio di Ederle ed
accoglie presidi medici, studi dentistici, un centro maternit, nume-
rosi uffici e ambulatori. Nel complesso lavorer unquipe medica
di oltre 200 persone. Si tratta del pi grande progetto di costru-
zione in Europa di un centro sanitario Usa negli ultimi 30 anni,

57
ha dichiarato il responsabile dellUSAG Vicenza Health Center, il
colonnello Lorraine T. Breen. Il presidio, costato 47,5 milioni di
dollari, amplier i campi dassistenza per i militari e i familiari, ag-
giunge Breen, avvertendo per che gli statunitensi continueranno
ad utilizzare lospedale San Bortolo dellAzienda Sanitaria Ulss 6 di
Vicenza per altri pi importanti interventi sanitari. Il nuovo centro
di salute dellUS Army stato progettato dagli studi R.L.F. della Flo-
rida e Nesco International di Roma, e realizzato da una joint venture
composta dallazienda tedesca Bilfinger e Berger (ditta che a bari ha
smantellato motrici e carrozze ferroviarie imbottite damianto, en
plein air) e da Pizzarotti Parma, una delle societ di costruzioni che
compongono il ristrettissimo circolo dei contractor di fiducia delle
forze armate Usa in Italia.
Il nuovo Child Development Center del Villaggio della Pace potr
accogliere sino a 348 bambini per programmi a tempo pieno o part-
time. Costato 13,1 milioni di dollari, sorge accanto al polo scolastico
di recente realizzazione, ed dotato di confortevoli aule, palestre,
sale-gioco. Il centro di assistenza allinfanzia stato realizzato dalla
CMC - Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, la stessa che
con il CCC - Consorzio Cooperativo Costruzioni di Bologna sta ese-
guendo i lavori al Dal Molin.
Le due infrastrutture realizzate e consegnate allUS Army fanno par-
te di un pacchetto di opere progettate dal Dipartimento della Difesa
Usa per fare di Vicenza, secondo quanto enfaticamente annunciato,
la capitale dellesercito statunitense di stanza in Sud Europa e mo-
dello per tutti gli altri presidi militari del Comando USA nel vecchio
continente con le facilities meglio mantenute, i servizi di pi alta
qualit, lambiente pi sicuro e la pi efficiente organizzazione. Lo-
biettivo quello di assicurare tutti i requisiti per ospitare nel modo
migliore a Vicenza 4.200 soldati Usa entro il 2015, pi ovviamente i
rispettivi familiari a carico. Un piano ambizioso per cui sono stati in-
vestiti 465 milioni di dollari, 289 milioni dei quali destinati allex ae-
roporto Dal Molin per la costruzione di caserme-alloggio per 2.000
militari, magazzini, spazi operativi, officine di manutenzione velivo-
li, uffici e centri comando, centri sportivi, eccetera.
Tra i progetti pi rilevanti gi completati: a Camp Ederle spiccano
due caserme-alloggio per circa 300 militari del 173 Airborne Brigade

58
Combat Team (lavori per 25 milioni di dollari appaltati alla Pizzarot-
ti Parma), un Centro sanitario neonatale (costo 3,2 milioni di dollari,
realizzato dallImpresa Costruzioni Andriolo Srl di Vicenza), un Kin-
der Garten (Andriolo Srl), unarena per spettacoli e attivit ludiche
con centro bowling, fast food, ristorante e piccolo casin (Maltauro
Costruzioni di Vicenza), e lEderle Inn, lhotel riservato agli ufficia-
li statunitensi con 58 suite familiari, lavanderia, ampi magazzini e
parcheggio, sale conferenze, breakfast room e finanche alcune stan-
ze per i cani mascotte al piano terra. Attualmente sono in via di
completamento a Camp Ederle lammodernamento ed ampliamento
del fitness center e la realizzazione di una nuova piscina hi-tech con
copertura vetrata in parte retraibile (costo complessivo dei due pro-
getti 4,3 milioni di dollari).
A fine 2007 stato portato a termine invece il cosiddetto Vicen-
za Installation Information Infrastructure Modernization Program
(I3MP), il programma di ammodernamento delle infrastrutture di
telecomunicazione del 509th Signal Battalion dellUS Army. Avviato
nellaprile 2002, esso servito a potenziare la rete a fibre ottiche e
ad alta velocit che collega tra loro i centri operativi di Camp Ederle,
il Villaggio della Pace, i depositi e magazzini di stoccaggio dellUs
Army di Lerino (frazione del comune di Torri di Quartesolo) e Lon-
gare (i lavori sono stati eseguiti dalla tedesca Siemens e da subap-
paltatori locali). Secondo fonti del MILCON, il Corpo del Genio della
Marina USA che sovrintende alla realizzazione delle opere, nel solo
biennio 2008-2009 sono stati finanziati pi di un centinaio di picco-
li progetti di costruzione, manutenzione e ammodernamento
nelle basi militari del vicentino, per un valore complessivo di 37 mi-
lioni di dollari. Top secret le finalit dei lavori avviati nel 2007 nella
base di Longare, lex Pluto Siteutilizzato per limmagazzinamento
di mine e testate nucleari per i missili a corto raggio dellUS Army.
Nelle profonde gallerie della base sarebbero stati ammodernati e ri-
attivati i depositi di stoccaggio armi, munizioni e attrezzature della
173 Brigata Aviotrasportata e dei reparti che saranno utilizzati in
ambito AFRICOM, il Comando USA per le operazioni nel continente
africano di recente costituzione. Dal dicembre 2008 lunit statu-
nitense della Riserva di stanza a Longare stata posta agli ordini
del 7 Civil Support Command dellUS Army con base in Germania,

59
lunico presente fuori dagli Stati Uniti dAmerica, responsabile della
gestione degli affari civili delle forze terrestri USA in Europa. Alla
vigilia dellattivazione del Civil Support Team di Longare, i militari
ad esso assegnati hanno condotto una controversa esercitazione di
76 giorni nel poligono di Fort Leonard Wood (Missouri) simulan-
do uno scenario realistico di guerra chimica con luso di gas nervini.
Successivamente il CVT di Longare ha avviato corsi basici per i resi-
denti USA di Vicenza sulle armi nucleari, chimiche e batteriologiche
e sullequipaggiamento personale di protezione.
I mass media propagandano limmagine dellItalia come di un paese
libero e democratico, in cui la popolazione gode di potere politico
ed economico. Ma davvero cos? Il sospetto che llite egemone
economico-finanziaria si sia appropriata del Belpaese e che lo stia
guidando verso il baratro, venuto persino al Financial Times. In-
fatti, in un articolo del 16 marzo 2006 si legge che LItalia sta se-
guendo la stessa strada dellArgentina verso la rovina. Lautore del
pezzo, Richard Perle, un esponente della destra americana, quindi
complicato immaginare che abbia voluto mettere in cattiva luce
Berlusconi. Il paragone fra lItalia e lArgentina nasce da considera-
zioni finanziarie, precisamente dalla scelta italiana di assumere leu-
ro come propria valuta, pur essendo il paese condannato ad avere
uneconomia debole, a causa delle scelte di politica economica effet-
tuate dai governi, che tendono ad avvantaggiare il capitale stranie-
ro piuttosto che lo sviluppo del paese, come accade in una colonia.
Anche lArgentina, agganciando la propria valuta al dollaro, si trov
a fare i conti con una moneta forte, mentre la sua economia era in
mani straniere.
Oggi lItalia il paese europeo meno competitivo e che ha pi azien-
de in mani estere. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Cen-
trale Europea stanno col fiato sul collo per controllare i pagamenti
del debito, ignorando il livello di benessere o di povert materiale dei
cittadini italiani. Infatti, pur di esigere i pagamenti, il FMI non esita
a chiedere tagli alla spesa pubblica (sanit, scuola, amministrazione
e ulteriori privatizzazioni). Lo scopo principale del FMI (un istitu-
to finanziario controllato dai banchieri anglo-americani) quello di
impoverire i cittadini italiani, in armonia con ci che gi nel 1998
svelava Zbigniew Brzezinski, nel suo libro La grande scacchiera: il

60
primato americano e i suoi imperativi geostrategici. Leccessivo be-
nessere dei paesi dellEuropa occidentale, secondo Brzezinski, era un
grave ostacolo, poich tale livello di ricchezza era pi elevato rispet-
to a quello della media dei cittadini americani, ed essendo lEuropa
considerata un protettorato americano, ci risultava inammissibile:
LEuropa ha una posizione fondamentale di fortezza geostrategi-
ca per lAmerica. LAlleanza Atlantica autorizza lAmerica ad avere
influenza politica e peso militare sul continente () LEuropa Oc-
cidentale in larga misura un Protettorato americano e i suoi Stati
ricordano i vassalli e i pagatori di tributi dei vecchi imperi.
LEuropa doveva essere indebitata e impoverita affinch il dominio
statunitense potesse imporsi su tutta lEurasia. Occorreva con ur-
genza impoverire i ceti medi. Le campagne mediatiche fanno credere
che il FMI e la BCE tengano alla stabilit del paese, o alla competiti-
vit delle aziende italiane, mentre lesatto opposto: vogliono tenere
in scacco lintera economia del paese, strozzandola con il debito e
rendendola poco competitiva attraverso varie strategie. Un paese
risulta soggetto al dominio coloniale quando non padrone del pro-
prio territorio e non sceglie liberamente la propria organizzazione
politica ed economica. I diritti degli indigeni coloniali sono subor-
dinati agli interessi della potenza dominante, che si erge al di sopra
delle leggi. Le autorit dei paesi coloniali esigono ingenti pagamenti,
come accade con le banche titolari del nostro debito, che impongono
alle nostre autorit di elaborare una finanziaria annuale per pagare
il debito. Il debito in realt una forma di tassazione imposta dalle
banche, architettata in modo tale che i cittadini credano di aver rice-
vuto qualcosa da dover pagare, mentre invece si tratta di una tassa-
zione di tipo coloniale, cio creata per impoverire i cittadini e arric-
chire il sistema di potere. Il debito imposto allItalia talmente alto
che nel 2002 equivaleva ad un terzo del debito pubblico complessivo
di tutti i paesi dellUnione Europea (che era di 4.707,7 miliardi di
euro). Nonostante le manovre finanziarie che hanno dissanguato il
paese, nel gennaio 2007 il debito era ancora di 1.605,4 miliardi, e
aumenta sempre pi; ed ora gonfiato artificiosamente, ha sfondato il
tetto dei 2 mila miliardi di euro. Non sar mai estinto, affinch lIta-
lia possa rimanere in eterno assoggettata alllite economica.
Le finanziarie hanno anche lobiettivo di stanziare denaro per la par-

61
tecipazione alle guerre del paese dominante, e nellultima finanziaria
il governo ha aumentato tali spese, addirittura per un paese che non
ha nemici e ufficialmente non in guerra. Si comprende tale spesa
soltanto se si pensa che ogni paese sottomesso ad un potere coloniale
obbligato a partecipare alle spese militari del paese imperiale. Gli
italiani pagano il 41 per cento del costo di stazionamento delle basi
americane, si tratta mediamente di 366 milioni di dollari allanno.
Proprio come una colonia, subiamo unoccupazione militare e siamo
anche costretti a pagarla a caro prezzo; e se a ci si aggiunge che noi
non abbiamo alcun potere sulle questioni finanziarie ed economi-
che dellItalia, si pu dire che la loro condizione simile a quella del
suddito sottomesso ad un potere che non accetta alcuna limitazione.
La popolazione italiana viene persuasa, addirittura con artifici su-
bliminali, di avere potere politico, in quanto alle elezioni possono
scegliere fra destra e sinistra, ma quando essi chiedono che venga
rispettata concretamente la loro volont (ad esempio nel caso della
no-Tav o della base Dal Molin di Vicenza), si scatena un putiferio
mediatico e politico, per evitare di concedere il bench minimo reale
potere.
Tre grandi banche, Morgan Stanley, Goldman Sachs e UBS, posso-
no far salire o scendere qualsiasi titolo, avendo nelle mani il 70 per
cento del credito speculativo mondiale, e potendo diffondere notizie
che condizionano il comportamento degli investitori. Manovrando
il valore delle azioni, si condiziona landamento dellazienda, e ci
consente ai grandi colossi bancari di preparare il terreno per appro-
priarsene a buon mercato, come gi accaduto con la Grecia.
Si taglia sui servizi e sui diritti, si mantengono i privilegi dei ricchi,
non si intaccano gli interessi dei produttori di armi. Il problema delle
spese militari non solo una questione sociale ed economica, si lega
a conseguenze materiali e indegne per un Paese che ripudia la guerra
nella sua Costituzione. Il problema non neanche circoscrivibile al
solo esercito italiano. Ultimo caso in ordine cronologico lHub. Ov-
vero il progetto di trasformazione dellaeroporto militare di Pisa in
un centro strategico fondamentale della Nato, a disposizione di tutte
le forze armate che avranno bisogno di spostarsi per via aerea per
tutte le missioni in teatri internazionali, come ha spiegato il porta-
voce della 46 aerobrigata.

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63
Capitolo terzo
Guerre in santa pace

LItalia in guerra? La battuta a prestito di Stefano Benni: Citta-


dini italiani. Qui Silvio W. Berlusconi che vi parla. Anche se la pro-
paganda comunista e vaticana cerca di convincervi del contrario, i
miei avvocati mi hanno rassicurato che: a) lItalia non belligerante
b) non solo non belligerante, ma non neanche in guerra c) non c
in realt nessuna guerra. Non abbiamo mai concesso n basi n spa-
zio aereo agli americani. Era gi tutto loro. Le basi americane sono
da tempo territorio Usa a tutti gli effetti, occupano uno spazio gran-
de come una regione e non sono ancora Stato Usa autonomo perch
stanno decidendo per il nome: Italiaska o New Pizzland. In quanto
alla spazio aereo, gli americani ci scorazzano gi da anni, basta pen-
sare al Cermis o a Ustica (Il Manifesto, 26 marzo 2003). I nostri
ufficiali sono inseriti a pieno titolo nel comando Nato/Isaf di Kabul,
che indica allaviazione Usa gli obiettivi da colpire, dove si presume
possano nascondersi i maledetti talebani. In Afghanistan dal cielo
piovono anche sui civili ordigni da 1 tonnellata e grappoli di mine. La
guerra aerea ha provocato un crescente numero di vittime tra la po-
polazione. Un esempio? Nella provincia di Kapisa, sono stati ripetu-
tamente disintegrati dai bombardamenti con bombe da demolizione
bambini, donne e vecchi. Il B-1B un bombardiere strategico Usa
per lattacco nucleare, che ci fa in Afghanistan? Durante una missio-
ne pu sganciare 24 Gbu-31 Jdam a guida Gps da 2 mila libbre (qua-
si una tonnellata), 8 Mk-82 da 500 libbre, 30 bombe a grappolo di
vario tipo e decine di altre munizioni letali. Anche i caccia italiani
(Tornado ed Am-x) sono equipaggiati con bombe Jdam. Chi lo at-
testa? A Roma, i bilanci del ministero della Difesa. Lultima fornitura
nota della Direzione generale armamenti aeronautici risale al 31 di-
cembre 2006: Acquisto di spolette multifunzione tipo ID 260 MF di
nuova generazione per bombe a guida precisa della serie MK 80, Pa-
veway, Jdam, Opher e Lizard impiegate sui velivoli da combattimen-
to dellA.M.. Ogni volta che i militari avvolti dal tricolore muoiono
nelle durature guerre allestero, scorrono, immancabilmente in di-
retta televisiva, copiose lacrime di coccodrillo. Dopo una pausa con
le squillo, il capo del governo in carica aveva trovato il tempo per
esternare in viva voce discorsi preconfezionati a tavolino. Berlusconi

65
Silvio, prima di cedere carica e poltrona a Monti Mario, aveva detto:
una giornata dolorosa. Bisogna mantenere le truppe italiane in
Afghanistan e far crescere la democrazia per evitare le infiltrazioni
terroristiche. Non stato da meno il ministro della Difesa, La Russa
Ignazio che qualche istante prima di congedarsi ha sbottato: Dolo-
rosa e triste circostanza. Un attentato che non ci fermer. Il trio non
al completo senza lintervento di Schifani Renato, presidente del
Senato: In Afghanistan noi italiani siamo dalla parte della giustizia,
della pace e della democrazia. E altrove? Insomma, siamo circon-
dati da unapocalisse di bont. La casta in scena non ha pi nemme-
no il coraggio di chiamare le cose col loro nome. Non guerra ma pe-
acekeeping o azioni umanitarie; non ordigni ma bombe intelli-
genti. In realt siamo invasori sotto legida Usa. Ormai lAlleanza
atlantica si trasformata nel braccio armato di unegemonia totalita-
ria, assumendo compiti e funzioni che hanno esautorato lOnu. LIta-
lia calpesta la sua Costituzione partecipando attivamente ad azioni
belliche in mezzo mondo, non certo difensive della propria integrit
territoriale. Tradotto: si fa la guerra. Le conseguenze, in primis, so-
vente si pagano con la perdita di giovani vite umane. Gli Stati Uniti
dAmerica attraverso la Nato hanno collaudato la subalternit
dellEuropa. A parte le amnesie affaristiche. LAfghanistan disse-
minato di mine nostrane sfornate dalla Fiat (Borletti e Valsella).
Conti alla mano, siamo tra i maggiori esportatori al mondo di armi,
in barba, tra laltro, alla legge 185 del 1990, sapientemente smantel-
lata (grazie al sostegno trasversale del centro-sinistra dallo stesso
unto del Signore, per mano del pregiudicato Previti Cesare, Rugge-
ro Renato, Martino Antonio e Selva Gustavo). Non quindi una sor-
presa, se nellottobre 2004, Berlusconi in persona partecipando alla
presentazione di un velivolo Aermacchi ha assicurato il proprio ap-
poggio allindustria della guerra: Mi chiedete che il vostro presi-
dente del Consiglio divenga il vostro commesso viaggiatore. Lo sto
facendo: credo che attirer lattenzione dei miei colleghi su questo
nuovo prodotto della tecnologia italiana allavanguardia nel mondo.
Si prevede di avere ordinativi cospicui. Abbasseremo i costi attraver-
so la quantit. Capito lantifona? Muti e fedeli alla consegna una
volta fascista, oggi berlusconiana: taci, il nemico ti ascolta. Linvio
di truppe italiane allestero solo lultimo passo di una escalation

66
interventista, iniziata e consumata da un bel pezzo. Nel 1991, con il
governo Andreotti, la Repubblica italiana combatte la sua prima
guerra, partecipando alloperazione Tempesta del deserto lanciata
dagli Usa. Sette mesi pi tardi, in ottobre, il ministero della Difesa
pubblica il rapporto Modello di difesa / Lineamenti di sviluppo del-
le FF.AA. negli anni 90. lavvio della mutazione genetica delle
forze armate: il loro compito, secondo il rapporto, non pi solo la
difesa della patria (art. 52 della Costituzione), ma la tutela degli in-
teressi nazionali ovunque sia necessario. Viene cos enunciata una
nuova politica estera, con funzioni contrarie a quelle stabilite dalla
Carta costituzionale. Una volta varato, il Nuovo modello di difesa
passa da un governo allaltro, dalla prima alla seconda Repubblica e
cos via, senza mai essere discusso in Parlamento. A elaborarlo e ap-
plicarlo sono i vertici delle Forze Armate, ai quali i Governi lasciano
piena libert decisionale, pur trattandosi di una materia di basilare
importanza politica repubblicana, ex antifascista. Nel 1993, mentre
lItalia partecipa alloperazione militare lanciata dagli Usa in Soma-
lia, e al governo Amato subentra quello Ciampi, lo Stato Maggiore
della Difesa dichiara che occorre essere pronti a proiettarsi a lungo
raggio per difendere ovunque gli interessi vitali, al fine di garan-
tire il progresso e il benessere nazionale mantenendo la disponibilit
delle fonti e vie di rifornimento dei prodotti energetici e strategici
(Stato Maggiore della Difesa, Aggiornamenti del modello di difesa,
1993). Nel 1995, durante il governo Dini, il medesimo Stato Maggio-
re fa un ulteriore passo avanti, affermando che la funzione delle
forze armate trascende lo stretto ambito militare per assurgere an-
che a misura dello status e del ruolo del paese nel contesto interna-
zionale (Stato maggiore della difesa, Modello di difesa, 1995). Nel
1996, durante il governo Prodi, tale concetto viene ulteriormente
sviluppato nella sessione 47 del centro alti studi della difesa affer-
ma il generale Angioni , diventa uno strumento della politica della
sicurezza e, quindi, della politica estera (Informazioni della Difesa,
suppl. al n. 4, 1996). Nel 1999 dopo che il governo DAlema ha
ordinato la partecipazione dellItalia, sotto il comando Usa, alla
guerra contro la Jugoslavia, in particolare con i bombardamenti ae-
rei in Kosovo ed il conseguente rilascio di ordigni nellAdriatico la
marina militare annuncia che lItalia, affermatasi quale media po-

67
tenza regionale, ha un crescente e solido ruolo geostrategico nel
Mediterraneo allargato: spazio geopolitico comprendente, oltre al
Mar Nero, anche le vie meridionali di accesso al Canale di Suez; vale
a dire il Mar Rosso fino allo Stretto di Bab el-Mndeb e, pi oltre, il
Golfo Persico che, attraverso lo Stretto di Hormuz, intimamente
collegato al sistema mediterraneo di rifornimenti energetici (Mari-
na militare italiana, Rapporto 1999). Su questa falsariga, dopo l11
settembre, il governo Berlusconi invia le truppe tricolori prima in
Afghanistan e quindi di nuovo in Iraq, offrendo pi recentemente un
gratuito sostegno in armi ai cosiddetti ribelli libici (la fornitura di
armamenti depositati nel bunker dellisola di Santo Stefano alla
Maddalena, frutto di un sequestro giudiziario). Infine, c la spesa
approvata in gran silenzio dalle commissioni Difesa della Camera e
del Senato per lacquisto di 131 aerei cacciabombardieri del costo di
100 milioni di euro luno (salvo lievitazioni: con 100 milioni di euro
si potrebbero costruire 400 asili nido o pagare lindennit di disoc-
cupazione ad 80 mila precari). Visto che la guerra fredda finita e
che non dobbiamo invadere la Cina, rinunciare a questi strumenti di
morte meglio noti con la sigla F-35, in grado di trasportare ordigni
nucleari, ci consentirebbe di risanare lItalia per 15 miliardi di euro.
Esattamente il bisogno finanziario stimato per la ricostruzione in
Abruzzo, congelato inspiegabilmente da tre anni.

Certe ferite non si rimarginano mai, almeno nella memoria di chi le


ha subite. Danno collaterale continuo. Si chiama cos il rapporto
redatto da Medact e dallorganizzazione International Physicians for
the Prevention of Nuclear War (IPPNW), premio Nobel per la Pace
nel 1985, secondo il quale la guerra in Iraq e le sue conseguenze han-
no inflitto un pesante bilancio tra i combattenti e tra i civili, che
hanno pagato e continuano a pagare il prezzo della guerra in termini
di morti, feriti e malattie fisiche e mentali. Questo conto dei morti,
chiaro, non aggiornato, ma offre una misura alla dilatazione pla-
netaria dellorrore. Il documento diffuso il 29 novembre 2003 a
Roma nel corso del Summit dei premi Nobel per la Pace, specifica:
tra 21.700 e 55.000 persone sono morte tra il 20 marzo ed il 20
ottobre 2003, mentre le conseguenze del conflitto sulla salute e
sullambiente saranno sentite per molti anni a venire. Tra i morti

68
iracheni il rapporto stima 10 mila civili e 45 mila militari molti dei
quali erano ragazzini in servizio di leva. Da allora ad oggi non si sa
quante siano le ulteriori vittime: impossibile verificare. Secondo
John Bolton, ex sottosegretario per la sicurezza internazionale pres-
so il dipartimento di Stato Usa, tale cifra piuttosto bassa se si con-
siderano le dimensioni delloperazione militare che stata intrapre-
sa. Lazione Iron Hammer (martello di ferro), ad esempio, ha
utilizzato anche laviazione: unescalation militare che entrata nel
vivo prima e dopo la cattura di Saddam Hussein, con i bombarda-
menti di caccia F-16 su Baghdad e Tikrit. Su Falluja, a parte il fosfo-
ro, gi adoperato durante la seconda guerra mondiale in Italia, sono
state sperimentate le micro bombe atomiche. Tanto per scrutare lef-
fetto che fa sugli umani di serie non classificata. Infatti, stato sca-
tenato dai militari Usa un inferno di fuoco, soprattutto dal cielo con
gli AC 130 H Spectre, bestioni ipertecnologici capaci di colpire due
obiettivi simultaneamente. Lesercito britannico ha ricoperto le aree
urbane di cluster bomb. Gli americani hanno fatto altrettanto e in
misura maggiore, aggiungendo munizioni alluranio impoverito, il
cui veleno radioattivo viene inalato inconsapevolmente da autoctoni
e stranieri in missione di pace. Secondo Landmine Action e Human
Rights Watch Usa e Gran Bretagna hanno usato circa 1 milione di
bombe a grappolo. Gli effetti delle bomblet sono facilmente preve-
dibili: diventano mine terrestri. Buoni, c di mezzo anche lItalia. Il
cartello che lo reclamizza recita: Low cost, hi volume production.
Loggetto pubblicizzato un esemplare del JDAM (una sigla che sta
per Joint Direct Attack Munition, munizione interforze per attacco
diretto) o, pi semplicemente, un missile a caduta libera di ultima
generazione. il contributo made in Italy alla penultima guerra
degli Stati Uniti dAmerica, prima della prossima aggressione calco-
lata alla Siria e allIran. NellAntica Mesopotamia gli Usa, oltretutto,
hanno sperimentato nuove tecnologie militari a suon di bombe a gui-
da satellitare Jdam che attualmente formano l80 per cento dellar-
senale (nel 91 erano appena il 10). Le bombe ad alto potenziale che
gli aerei anglo-americani hanno sganciato a tappeto sullIraq sono
dotate di un nuovo sistema di guida, costruito dallindustria italiana
Alenia Marconi Systems (azienda della Finmeccanica, di cui il prin-
cipale azionista il ministero del Tesoro), che le rende ancora pi

69
micidiali. Si tratta di un perfezionamento della Jdam (in produzione
alla Boeing dal 98): un sistema che permette di trasformare le bom-
be stupide, a caduta inerziale, in bombe intelligenti, capaci di diri-
gersi sul bersaglio con un errore compreso tra 13 e 30 metri. Leffetto
chirurgico, in teoria, reso possibile dallaggiunta di una nuova se-
zione di coda (un timone mobile controllato da un sistema elettroni-
co) che guida la bomba sul bersaglio attraverso il sistema satellitare
di posizionamento globale (Gps), abbinato al sistema di navigazione
inerziale (Ins). La bomba cos modificata abbastanza precisa
puntualizzano i tecnici dellazienda pubblica italiana, pur essendo
sganciata a unaltitudine che oscilla tra 9.150 e 10.675 metri per non
esporre laereo al fuoco nemico. Il targeting comunque ancora im-
preciso e per colpire un singolo bersaglio occorrono in media 6 di
questi costosissimi ordigni (per il modello jsbw il prezzo cadauno
di 375 mila dollari). Le JDAM alluranio sporco, il cui veleno radioat-
tivo viene inalato inconsapevolmente da autoctoni e mercenari stra-
nieri senza distinzione, sono identificabili in GBU-31 (bomba Mk-84
da 907 kg, disponibile anche con penetratore BLU-109), GBU-32
(bomba Mk-83 da 454 kg) o GBU-35 (Mk-83 con penetratore BLU-
110) e nella nuova GBU-38 (bomba Mk-82 da 227 kg). Lenorme po-
tenza esplosiva di questo ordigno da demolizione, usato contro strut-
ture in cemento armato come bunker, ponti e dighe, rende inevitabi-
li i danni collaterali in una vasta area attorno allobiettivo, soprattut-
to quando contro di esso si lanciano pi bombe da una distanza di
quasi 40 chilometri. Va da s: non fa distinzioni tra civili e militari. I
kits di guida JDAM sono di semplice realizzazione e si articolano nel-
le corte pinne poste intorno al corpo bomba, lunit di guida e il tail-
cone con le alette mobili per far manovrare la bomba. Il sistema di
guida un INS-GPS abbinato ad un sensore inerziale laser GPS: una
volta lanciata, nella JDAM vengono immessi i dati relativi al bersa-
glio forniti dallaereo che le trasporta, si attivano gli impennaggi cau-
dali e lautopilota mentre iniziano ad arrivare i segnali dei satelliti
NAVSTAR. Con queste armi si possono programmare attacchi con-
tro una vasta gamma di obiettivi selezionando per ciascuno di essi il
profilo pi opportuno. La procedura dimpiego stata denominata
dagli esperti italiani sgancia-e-dimentica in quanto dopo il lancio
la bomba si dirige autonomamente verso il bersaglio che gi conosce.

70
Singolare coincidenza. Il giorno consacrato allo scoppio dellultimo
conflitto in Iraq (20 marzo 2003), il Pentagono ha firmato con la
multinazionale di St. Louis un contratto per una extra fornitura di
Jdam da 690 milioni di dollari in 6 anni, che si aggiungono al miliar-
do e pi che gi questi kit hanno fruttato. La prima bomba Jdam
viene testata l11 febbraio 1998 nel poligono di China Lake, in Cali-
fornia, da un B-1B, aereo che pu trasportare 24 bombe da mille lib-
bre. Il successo procura alla Boeing un primo contratto col Pentago-
no da 20 milioni di dollari. Il test decisivo viene effettuato nel 99,
quando i nordamericani sganciano sulla Jugoslavia oltre 1200 bom-
be Jdam. La prestazione surclassa le bombe a guida laser e i missili
da crociera. Per la prestazione delle bombe Jdam nelloperazione
Allied Force, la Boeing riceve nel febbraio 2000 lAward for Milita-
ry Aviation, il pi alto riconoscimento conferito dallindustria aero-
spaziale internazionale, e un contratto da 162 milioni di dollari per la
fabbricazione dei primi 7 mila kit Jdam, a fronte degli 87 mila che il
Pentagono acquista successivamente. La Boeing, per migliorare le
prestazioni delle bombe Jdam, si fa aiutare dallAlenia Marconi Sy-
stems. Lazienda pubblica italiana sviluppa una nuova sezione di
coda, chiamata Diamond back, dalla forma a diamante che assume
dopo che lordigno stato sganciato. Il nuovo sistema di guida italia-
no viene testato nellaprile 1999, durante la guerra contro la Serbia,
e nel settembre 2000, con un buon margine di anticipo per essere
sperimentato dal vivo nella guerra in Afghanistan. Esso permette di
sganciare le bombe simultaneamente contro pi obiettivi, non pi da
13 ma da 40 chilometri di distanza. Linvenzione della bomba Jdam-
Er (Jdam a raggio dazione esteso) frutta allAlenia Marconi Systems,
trasformatasi nellottobre 1999 in joint-venture al 50 per cento con
la British Aerospace, un lucroso contratto con la Boeing. In soldoni:
20 mila dollari per un kit. Laccordo, firmato il 18 luglio 2001, stabi-
lisce che lAlenia commercializzer le Jdam-Er in gran parte
dellEuropa e del Medio Oriente e potr anche assemblare le Jdam e
armi derivate, che i suoi clienti acquisteranno commercialmente
(Boeing Alenia Marconi Teaming for International Jdam Activity,
Boeing New Release, St. Louis, July, 18, 2001). Il primo cliente este-
ro delle Jdam stato Israele, che ha acquistato kit di modifica per
bombe Mk-84, di cui sono armati i suoi F-16. Il conto da 45 milioni

71
di dollari stato pagato in contanti dal governo Usa. Sorpresa. C
anche un altro insospettabile cliente: Le bombe Jdam-Er infor-
ma la Boeing nel comunicato stampa del 18 luglio 2001, oltre che
sugli aerei Usa e israeliani sono installate su aerei italiani. Il
numero 29 (annata 2002) della rivista Analisi Difesa certifica: LA-
eronautica militare si doter presto di 900 bombe intelligenti JDAM
(Joint Direct Attack Munitions) che verranno prodotte dagli stabili-
menti Oto Melara, societ controllata da Finmeccanica, in coopera-
zione con Boeing. I 900 kit destinati a rendere pi precise e letali una
vasta gamma di bombe verranno assemblati a partire dal marzo
2003 ed entreranno in servizio presso i reparti in breve tempo. Le
JDAM italo-statunitensi andranno ad armare AMX e Tornado della
nostra Aeronautica Militare con lAlenia Aeronautica che si occuper
dellintegrazione di queste armi con i velivoli in questione.

Punto e basta. La cricca che detiene il potere nello Stivale ha deciso


di entrare nel ristrettissimo numero di nazioni che si assumono il
diritto di intervento immediato nelle aree di crisi del mondo, con una
fortissima capacit distruttiva. Come ha sottolineato la Boeing qual-
che anno fa, le Jdam-Er hanno il marchio di qualit combat-pro-
ven (provate in combattimento). Ieri sui Balcani e sullAfghanistan
(dove hanno mietuto migliaia di vittime civili) oggi sullIraq; domani
su Iran e Siria. Anche lItalia pronta a elargire il suo contributo.
Ed appunto in questo contesto e nel corso dellincontro (ottobre
2002) tra il ministro della Difesa Martino, Francesco Guarguaglini
(al vertice di Finmeccanica) e Rinaldo Petrignano (Boeing Italia) che
Jim Albaugh, presidente della Boeing, aveva ricordato che lItalia
il primo cliente internazionale del Jdam: Boeing e Oto Melara colla-
borano nella produzione di 900 kit Jdam in Italia e lassemblaggio
dovrebbe cominciare, tra cinque mesi, nel marzo 2003. Il pro-
gramma italiano per la costruzione delle JDAM - aveva dichiarato
Albaugh - un modello di collaborazione industriale per soddisfare
il fabbisogno difensivo di nazioni alleate. Il Parlamento alloscu-
ro, ma volutamente sonnecchia: il bilancio del ministero della Difesa
non include tutti i costi per lacquisto di armamenti che spesso sono
finanziati attraverso il bilancio del ministero dellIndustria sotto for-
ma di sovvenzioni ai produttori. La Breda Meccanica Bresciana (uni-

72
t di business dellOto Melara, del Gruppo Finmeccanica) nel 2001
ha concluso un accordo con la Boeing per la produzione di 900 kit
di guida consegnate allAeronautica Militare, in tre lotti di 300 cia-
scuno, dei quali i primi esemplari sono gi stati consegnati, mentre
gli altri sono stati forniti nellestate del 2004. Lazienda di Stato ha
gi provveduto ad addestrare gli specialisti della forza armata ed a
fornire il supporto logistico, costituito da alcune attrezzature speci-
fiche, dai manuali tecnici e dal sistema CAMBRE per il caricamento
dei programmi. Il valore di questo contratto per 900 unit di 40
milioni di euro si apprende leggendo i contratti - a trattativa privata
- pubblicati dal Segretariato Generale della Difesa/D.N.A. Le bom-
be Jdam italiane - versione GBU-31 da 450 kg - sono destinate ai
Tornado che ne possono caricare fino ad otto. Il capitolo di bilancio
1665 del ministero della Difesa (anno 2001) riferisce lacquisto kit
jdam per bombe MK 83 e supporto logistico. Ancora. Il bollettino
dei contratti Weag del Segretariato Generale della Difesa, nel nume-
ro 4, pubblicato ad aprile 2000 (sezione 1), segnala lassegnazione a
trattativa privata alla Finmeccanica spa dellappalto per la forni-
tura entro giugno 2001 di kit per bombe guida laser Gps (Egbu) e
kit Jdam (contratto n. 5315). E ancora: il bollettino 6 (giugno 2000,
sez. 1) documenta il contratto 5316 per la fornitura entro luglio 2001
di kit per bombe guida laser Gbu 12 E/B e Gbu 16 B/B con relativo
supporto logistico. La Breda intende usufruire della clausola quin-
to dobbligo - che consente di aumentare una fornitura di un quinto
senza dover ripetere la gara dappalto - affinch la Marina Militare
possa ordinare 180 dispositivi per i suoi caccia. Questi armamenti
sono impiegati dagli AMX-Ghibli. I kits GBU-31 e GBU-32 sono pre-
visti per le bombe da mezza e una tonnellata ma sono previsti anche
quelli per le bombe da 225 kg e per le SDB (Small Diameter Bomb,
bomba di piccolo diametro) da 129 kg. Nel 2002 il Libro Bianco della
Difesa annunciava con toni trionfalistici:

Una particolare attenzione verr rivolta nel quadriennio 2002-


2005 ai seguenti aspetti: completamento dellarmamento difensivo
e offensivo adeguato a sostanziare con credibilit gli impegni, sia as-
sunti sia prevedibili, anche in contesti fuori area; armamento di
caduta di precisione, a guida laser o satellitare, con capacit ogni-

73
tempo (programmi Jdam e Paweay III); ammodernamento delle li-
nee aerotattiche TORNADO e AM-X; partecipazione al programma
internazionale di sviluppo di un velivolo per attacco al suolo e rico-
gnizione da introdurre in servizio a partire tra il 2010-2012 (pro-
gramma JFS). Il recente acquisto di missili di crociera Storm Sha-
dow, aria-aria Iris-T e Aim-120 AMRAAM (140 pezzi) conferma
che sono definitivamente tramontati i tempi dellAeronautica che
non spara. Eppure, il 27 aprile il premier Berlusconi ha dichiarato
pubblicamente che in Iraq la nostra una missione di pace, labbia-
mo iniziata e intendiamo portarla avanti.

Mine anti essere umano, camuffate. Negli stock dellaviazione mili-


tare italiana ci sono perfino le Cluster BL 755, micidiali mine anti-
esseri umani: una circostanza che spiega laffossamento del disegno
di legge per metterle al bando. Dal ministero della Difesa britannico
si apprende che lItalia tuttora un paese produttore di mine intel-
ligenti. Oltre a fabbricarle in proprio partner in almeno 4 progetti
internazionali. In un documento di Human Rights Watch si menzio-
na un progetto su bombe cluster in corso che svilupper il modello
migliore. Si tratta di sistemi guidati il cui compito di perfezionare la
precisione del tiro rispetto allobiettivo. Il progetto Guided Multiple
Launch Racket System (Gmlrs) accomuna Francia, Germania, Italia
e Gran Bretagna. Ognuno di questi ordigni, gi testati con successo,
ha un raggio dazione sul territorio di una settantina di chilometri.
Le munizioni cluster sono armi di grandi dimensioni che si aprono a
mezzaria spargendo ad ampio raggio centinaia di submunizioni. Le
cluster possono essere sganciate da svariati tipi di mezzi aerei, tra cui
caccia, bombardieri ed elicotteri. Da terra, possono essere lanciate
da sistemi di artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili. Le munizioni clu-
ster sono particolarmente pericolose per una serie di motivi. Primo
tra tutti lingente numero di submunizioni inesplose che rilasciano.

Recita un vecchio adagio: il passato non muore mai e prima o poi


ritorna. Per lOnu sono Armi di distruzione di massa. I cittadini
comuni ignorano le categorie belliche 7 e 21. Nei palazzi di governo
se ne parla a bassa voce. Anzi, ufficialmente nellentourage che conta
non esistono. Eppure i nuovi materiali darmamento delle Forze Ar-

74
mate italiane comprendono Armi nucleari, biologiche e chimiche.
Lelenco completo si legge nel supplemento ordinario della Gazzetta
Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003. In effetti, con decreto 13
giugno 2003 il ministro della Difesa Antonio Martino di con-
certo con i ministri degli Affari Esteri Frattini, dellInterno Pisanu,
dellEconomia e delle Finanze Tremonti e delle Attivit Produttive
Marzano ha approvato lacquisto di Agenti tossici chimici e bio-
logici, gas lacrimogeni, materiali radioattivi, relative apparecchiatu-
re, componenti, sostanze e tecnologie. Negli anni Trenta del secolo
scorso, lItalia fabbricava segretamente aggressivi chimici (iprite,
fosgene, lewisite, adamsite, eccetera) proibiti dalla Convenzione di
Ginevra del 1925, poi adoperati nella spietata aggressione allEtiopia
e alla Libia. A pagina 17, il pi recente atto ministeriale specifica che
i militari italiani si dotano di Agenti biologici e sostanze radioattive
adattati per essere utilizzati in guerra per produrre danni alle popo-
lazioni od agli animali, per degradare materiali o danneggiare le col-
ture o lambiente, ed agenti per la Guerra Chimica. Si tratta, in par-
ticolare, dellautorizzazione allacquisto di gas nervini che uccidono
per inalazione a contatto con lepidermide nel giro di 1-15 minuti.
Tra questi, il Sarin (quello dellattentato alla metropolitana di Tokyo
il 20 marzo 1995, attuato dalla setta Aum Shinrikyo), il Soman, il
Tabun, il Vx. Non tutto. Ancora: agenti vescicanti per la Guerra
Chimica: ipriti e lewisiti. E poi: agenti inabilitanti e defolianti tra
i quali spicca il cosiddetto Agente Arancio, lo stesso utilizzato dai
soldati nordamericani in Vietnam (nel periodo 1965-75) e i cui terri-
bili effetti sulle popolazioni e sulla vegetazione si riscontrano ancora
oggi. Per quanto riguarda il nucleare lautorizzazione non si limita
al software in grado di simulare ogni aspetto di una esplosione,
ma fa riferimento allacquisto di sostanze radioattive, nonch alla
costruzione di Impianti per lottenimento (produzione) del plutonio
239 e loro apparecchiature e componenti appositamente progettati o
preparati. Inoltre si decreta lacquisto di apparecchiature nucleari
per generare energia o apparecchiature per la propulsione, compresi
reattori nucleari, appositamente progettati per luso militare e loro
componenti appositamente progettati o modificati per uso militare.
Il ministro della Difesa autorizza anche lacquisto di vari tipi di gas
lacrimogeni ed agenti antisommossa contenenti: cianuro di bromo-

75
benzile (CA), O-Clorobenzilidenemalonitrile (CS), fenil-acil-cloruro
(-cloroacetofenone) (CN), Dibenz-(b,f), -1,4-oxazepina (CR).
Evidentemente in previsione dellutilizzo nelle manifestazioni di
piazza sono comprese apparecchiature appositamente progettate
o modificate per la disseminazione delle sostanze chimiche oltre a
tecnologia per lo sviluppo, la produzione o lutilizzazione di agenti
tossici. Sulla vicenda il parlamentare Paolo Cento aveva indirizzato
l8 settembre 2003 uninterrogazione parlamentare (a risposta scrit-
ta) al ministro della Difesa. Tutto lelenco appare in netto contra-
sto con le convenzioni internazionali sugli armamenti convenzionali
sottolinea Cento che tale armamento destinato a supportare
azioni militari non solo difensive ma anche offensive in territorio
straniero. Lonorevole Cento, alla stregua di altri parlamentari,
aveva chiesto al governo Berlusconi di riferire sui motivi che hanno
determinato tale autorizzazione da parte del ministero della Dife-
sa, sul rispetto delle Convenzioni internazionali in materia di armi
e sulle previsioni di utilizzo. Quali sono i programmi di utilizzo in
territorio nazionale e internazionale di simili armamenti che violano
la Convenzione di Parigi? un fatto gravissimo aveva ammoni-
to Cento . Siamo in presenza di unescalation militarista dellItalia
che desta forte preoccupazione e che contrasteremo in Parlamento e
nel Paese. Il CS (ortoclorobenzilmalonitrile) rientra nella definizio-
ne di arma chimica (di cui alla Convenzione Internazionale firmata a
Parigi il 13 gennaio 1993), ed vietato dal protocollo per la proibizio-
ne e luso in guerra di gas asfissianti o velenosi firmato a Ginevra il 17
giugno 1925. Amnesty International lha messo sotto accusa in Gran
Bretagna, Bolivia, Corea del Sud, Svizzera. E il governo italiano dopo
l11 settembre lo ritiene possibile strumento di attacchi terroristi-
ci. quanto risulta da una circolare del ministero della Salute diffu-
sa il 12 ottobre 2002. Mentre non c traccia dellautorizzazione che
lo stesso dicastero dovrebbe aver concesso per limpiego di questo
veleno in ordine pubblico. Non strano? Unarma proibita in guerra
pu essere impiegata in una piazza pubblica. Per la legge italiana Dpr
359/91) deve essere bandito in quanto provoca allorganismo colpito
danni permanenti. Uno studio dell89 pubblicato dal Journal of the
American Medical Association ipotizza conseguenze a lungo ter-
mine sulla salute, come formazioni tumorali, malattie dellapparato

76
riproduttivo e dellapparato respiratorio causate dallesposizione
al CS. Altre ricerche parlano di effetti cancerogeni e alterazioni
cromosomiche dimostrate da sperimentazioni in vitro su cellule di
mammiferi, spiega il professor Nicola Loprieno. Un dossier sui gas
lacrimogeni al CS era stato recapitato il 15 giugno 2002 al pm geno-
vese Francesco Albini Cardona. Laveva depositato lavvocato Nicola
Canestrini del Genoa Legal Forum, a sostegno di nove denunce per
lesioni gravi e gravissime, abuso dufficio e getto pericoloso di cose a
carico dei responsabili delle forze dellordine del G8 del luglio 2001.
Ricordate la mattanza di persone inermi e lomicidio di Carlo Giu-
liani? IL CS da considerarsi sostanza dotata di attivit genotos-
sica, sintetizza il dottor Edoardo Magnone. Pericolosa per lessere
umano, in grado di alterare il ciclo cellulare, provocandone larresto
e il rallentamento. Inoltre aggiunge Magnone una delle carat-
teristiche del CS quella di entrare subito in azione, cio di avere
effetti istantanei sul soggetto che ne entra a contatto. Lallarme per
le conseguenze di quella nera cortina di fumo che avvolse Genova e i
polmoni di manifestanti, poliziotti, residenti, diventato ancora pi
alto dopo le denunce di molte persone, che hanno problemi, diven-
tati irreversibili, proprio da allora. I lacrimogeni incriminati funzio-
nano, sono efficaci: a Genova ne sono stati sparati ben 6.200. Una
guerra, ma era interna. Nel 1947 il Consiglio di Sicurezza delle Na-
zioni Unite indicava nelle armi atomiche esplosive, armi costituite
da materiale radioattivo, armi costruite da agenti chimici e biologici
e letali. Da allora le armi di distruzione di massa sono indicate con
la sigla CBRN: chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari. Nel 92
lOnu ha dichiarato che la proliferazione di tutte le armi CBRN co-
stituisce una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. Il
13 gennaio 1993 stata firmata a Parigi la Convenzione che proibisce
lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio e luso di armi chimiche e ne
regola la distruzione controllata. La Convenzione entrata in vigore
il 29 aprile del 1997. A tuttoggi stata ratificata anche dallItalia. La
Convenzione sulle armi chimiche conta su uno strumento operativo,
lOrganizzazione per il divieto delle armi chimiche (OPCW) che ha
lautorit per far rispettare gli obblighi di legge da parte degli Stati
che ne hanno ratificato laccordo.

77
Lescalation militarista non si arresta. Ecco il soldato hi-tech. Prima
sperimentazione segreta proprio in Afghanistan. Forza Nec: addio
missioni di pace. la punta di diamante dellesercito italiano. Uf-
ficialmente, a partire dal 2010 la prima unit operativa di cyber
soldati. Ogni kit di equipaggiamento costa 30 mila euro. In gran
segreto l82 reggimento fanteria Torino sperimenta lequipaggia-
mento bellico in Afghanistan. Cosa cambia in pratica? In sostanza gli
armamenti. A cominciare dal fucile dassalto Beretta, evoluzione dei
modelli esistenti AR-70/90 e CX4-Storm. Larma pi leggera con
una serie di optional, incluso il lancia granate di 40 mm con calco-
latore balistico a telemetria laser. La tecnologia consente prestazio-
ni impensabili: il sistema di mira optronico consentir al soldato di
scoprire, identificare e sparare a obiettivi (esseri umani) su distanze
che oltrepassano la capacit del nemico in ogni momento ed in ogni
situazione di luminosit, di giorno come di notte. Anche dietro gli
angoli degli edifici. Dati e immagini (di serie le combat camera mon-
tate su elmetto e fucile) sono trasmessi in tempo reale a chilometri
di distanza, dietro le linee nemiche, in modo da aggiornare costante-
mente il campo di battaglia. Canale termico, telemetro laser e com-
passo integrato, invece, per il sofisticato binocolo. Le nuove uniformi
assicurano maggiore protezione e minor visibilit. Sono pi leggere
del 20 per cento rispetto a quelle standard e, grazie al ricorso alle
fibre impregnate di carbone attivo, risultano efficaci contro la mi-
naccia Nbc. Nulla stato lasciato al caso. Ecco i sensori per tenere
sotto controllo costantemente lo stato psico-fisico del soldato, laptop
collegati in Gprs, navigatori satellitari palmari funzionanti con bat-
terie al metanolo. Le linee di tendenza della Difesa italica prevedono
un numero sempre pi limitato di soldati con elevate possibilit di
sopravvivere al combattimento.

Allora, nessun imbarazzo a giocare alla guerra in tempo di massacri


bellici reali e quotidiani. Si definiscono Blitzkommando, Incursori
della Magarella, Arditi di Parma, Divisione Napoli Borbonica, Legio-
ne Farnese, Diavoli Verdi, Le Belve, Iena Korps, Lupi di Sicilia, e con
altri mille nomi. Sono i 30 mila cittadini et media 35 anni, com-
prese le donne che in Italia praticano il Soft Air, la guerra virtua-
le allaria aperta importata dal Sol Levante e dagli Stati Uniti. Qual-

78
cuno dice che sono guerrafondai esaltati, altri li definiscono para-
militari neonazisti; i protagonisti replicano che si divertono a con-
tatto con la natura. Un campione italiano della disciplina racconta
che Le armi sono di libera vendita, acquistabili nella nostra provin-
cia presso larmeria Ciccarelli. Per chi volesse provare, pu trovare
gratuitamente nel nostro club tutta lattrezzatura necessaria. A un
tiro di schioppo, in quel di Civitanova e San Severino, si sparano ad-
dosso, per finta, altri due gruppi organizzati. Adesso la novit che
le esercitazioni a tema hanno inserito nuovi nemici, dopo lelimina-
zione di Osama bin Laden e Saddam Hussein. Recentemente, si fa
per dire, una dozzina di talebani sono stati trucidati nei boschi
dellAbruzzo. Il merito vanta con orgoglio il soldato Giorgio M.,
nome in codice faina delle micidiali mitragliette della nostra
squadra. Il gioco consiste nel dividersi in gruppi, eserciti e com-
mandos e portare a termine le missioni speciali ordinate dal coman-
dante. Si tratta di liberare ostaggi, eseguire rapimenti, sferrare in-
cursioni aggressive, conquistare la bandiera nemica e occupare il
campo avversario. Ma anche affrontare reazioni di difesa, lotta corpo
a corpo, fuoco contro fuoco. Per non dire delle missioni singole de-
gne di un vero eroe. Lepisodio che preferisco quando si simula la
caccia a un terrorista racconta Catia, 42 anni, di mestiere impiega-
ta . Ci esercitiamo in alcune cave abbandonate della Maiella, sem-
bra davvero di stare tra le grotte afghane. Laltra domenica siamo
stati sorpresi da un gruppo di talebani violentissimi e ho avuto molta
paura. Per fortuna abbiamo saputo distrarli e colpirli a morte. Tutti
tranne uno. Marco dei nostri rimasto gravemente ferito. Mi piace
impersonare i buoni, mi fa sentire importante e il mio senso di impo-
tenza diminuisce. Trionfa lo spettacolo in diretta della guerra simu-
lata, schermo e sipario strappato alla quotidianit. un gioco
esplorativo di ruolo e di societ: unattivit ricreativa e culturale,
assicurano i giovani praticanti. Ribattono i critici: un fenomeno
che rispecchia ciecamente la realt bellica. Almeno per ora, niente
cannonate, bens proiettili di gomma. Se ti centrano in parti vitali,
comunque, finisci allospedale. Per dribblare i nosocomi i guerrieri
del terzo millennio indossano imbottiture rinforzate e caschi di pro-
tezione. Eppure gli incidenti, a volte mortali (rubricati come inciden-
ti fortuiti), non si contano, soprattutto a danno di ignari malcapitati:

79
bambini, escursionisti, campeggiatori, fotografi, botanici, raccoglito-
ri di funghi e tartufi. Il 10 giugno 2001 sul fiume Adige, durante une-
sercitazione militare simulata, ha perso la vita Francesco Solofrizzi,
di 25 anni. Le forze dellordine tollerano, anzi chiudono gli occhi.
Gi, ma chi se n accorto? Il periodico Soft Air Adventures lo defini-
sce sport del ventunesimo secolo. I softgunners parlano di gioco
ma esultano soltanto quando si fanno fuori gli avversari scrivono
nel loro dominio informatico, Leo, Gigi e Domenico da Canosa di Pu-
glia, sfrenati praticanti. I luoghi prediletti per le battaglie domestiche
sono le aree naturali protette. Gargano, Gran Sasso, Maiella, Conero,
Gennargentu, Maremma, Circeo, Golfo di Policastro, Dolomiti Bellu-
nesi, Stelvio. Ovvero: i santuari boschivi, le zone umide, le zone co-
stiere scampate alla speculazione edilizia. Territori a rischio impalli-
namento, sempre pi inaccessibili ai comuni mortali anche per via
delle esercitazioni top secret dei militari Nato. I soldati della domeni-
ca non risparmiano gli scenari urbani nei paesi fantasma, come San
Valentino in provincia di LAquila. Ci sono gli incontri ufficiali (dal
nord al sud della Penisola: Bari, Rimini, Trieste, Viareggio, Reggio
Calabria, Palermo) e gli addestramenti clandestini con armi autenti-
che, in Svizzera, Ungheria, Romania, Israele. In questa insospettabi-
le galassia attinge adepti lExecutive outcomes, la pi grande multi-
nazionale di mercenari al mondo. I soldati di ventura provengono da
Belgio, Francia, Italia, Usa, Gran Bretagna, Russia, Ucraina, Suda-
merica. Da un paio danni danni ex ufficiali israeliani addestrano
praticanti di Soft Air nella terra promessa con armi vere. Ispiratore
lex capo di Stato maggiore Rafael Eitan, coadiuvato dal generale Re-
havam Zeevi. Il verbo di queste milizie a mano armata che combatto-
no guerre finte disarmante: Noi ci ispiriamo ai reparti speciali Seal
e Delta Force. Il concetto illustrato su Internet dallAcme Sat: La
filmografia dazione la musa ispiratrice di tanti games, cos come lo
la storia bellica. Per partecipare alla guerra virtuale occorre mu-
nirsi di un equipaggiamento standard: anfibi, occhiali protettivi, tuta
mimetica, elmetti, passamontagna, berretti chiazzati, cinturoni da
combattimento, porta caricatori, borracce, binocoli e fuoristrada.
Larmamento personale comprende pistole a gas o a molla, fucili e
mitragliette elettriche: strumenti identici a quelli reali. Sparano a 70
metri raffiche da 700 a 1200 colpi al minuto. I proiettili sono pallini

80
di plastica dura del diametro di 6 millimetri e peso variabile. Queste
armi sono dotate di sistemi avanzati come il dispositivo hop up, un
marchingegno che regola la rotazione nella fase di sparo, affinch il
colpo sia perfettamente lineare. Lo strumento bellico pi diffuso e
apprezzato il superkurz, un fucile superaccessoriato, davvero
speciale, almeno a giudicare dal portafoglio. Il costo base del bam-
bino parte dai 900-1.000 euro. Sono in commercio, a prezzi proibi-
tivi, una serie di optional allequipaggiamento che farebbero invidia
ai corpi militari di mezzo mondo. I soldati del fine settimana usano
mirini al laser, computer microscopici, telerilevatori, rompifiamma,
puntatori frontali, creme per il mascheramento, reti mimetiche, pu-
gnali dogni foggia e speciali bombe che trillano quando rovinano al
suolo. Gli incursori in erba, armi in pugno, voce grossa e viso incaro-
gnito, sperimentano anche il parapendio lanciandosi da rupi, burro-
ni e scogliere. Il copione pi gettonato pattuglia Bravo two Zero.
I rambo made in Italy entrano in azione nel cuore della notte o
allalba. Al buio i belligeranti si muovono con disinvoltura. Sono at-
trezzati di tutto punto: visori notturni a infrarossi, ricetrasmittenti
computerizzate, cellulari satellitari, sensori termici, che consentono
spostamenti rapidi e localizzazione del nemico. Non mancano tatti-
che di guerra studiate per ogni occasione e compiti precisi per ognu-
no, a partire dallesame della cartografia territoriale. Ci sono falchi,
cecchini, esploratori, cacciatori di teste e volpi in fuga. Lobiettivo
vincere: basta seguire le istruzioni che dettano i manuali operativi.
Ognuno dei combattenti specializzato in qualcosa: celerit di movi-
mento, mira infallibile, capacit di invadere il territorio nemico,
combattimento corpo a corpo, volont di annientamento. I comman-
dos italici lidea fondamentale lhanno recepita da film e telefilm in
circolazione: il fuoco-movimento, vale a dire, uno corre laltro co-
pre. Le battaglie si disputano in orari prestabiliti: i games possono
finire in 30 minuti ma anche dopo 3-4 ore. Lo scopo far fuori tutti i
nemici conquistando il territorio avversario. I contatti ravvicinati si
risolvono con un colpo di pistola. La vittima colpita muore, non
previsto il ferimento. La salma abbandona il gioco con le sue gam-
be e attende che i commilitoni portino a termine la partita, annoian-
dosi a morte. Per la miseria: quanto bella la guerra simulata.
Come si fa ad apprezzare, e incentivare ed esaltare lestetica della

81
guerra? Lo puoi anche definire gioco, la natura di simulazione bel-
lica non cambia. Testimonianze - Soft-gunner 1 (Rocco): Gioco a
soft-air da un anno ed diventata la mia passione. Ho comperato
unarma a gas in un sito straniero e tra equipaggiamento e tessera
annuale al club a cui sono iscritto ho speso 600 Euro circa, non mol-
to per essere uno sport a tempo pieno (mi occupa tutte le domeniche
e a volte anche il sabato), gioco con un mio amico, bello stare alla-
ria aperta, mi diverto a uccidere gli avversari e fa bene alla salute vi-
sto che si svolge completamente allaria aperta. Ci sono per troppi
invasati, esaltati e fanatici del genere che vedono questo gioco come
una guerra vera, ricca di odio verso gli altri, questi rovinano il gio-
co. Soft-gunner 2 (Anna): Il softair o soft air o tiro tattico sportivo
uno sport a tutti gli effetti, che consiste nella simulazione di scontri
armati e tattiche militari e per questo nella maggior parte dei casi
stato osteggiato e fortemente criticato, ma credetemi, non violento
n pericoloso ma basato sul corretto confronto sportivo. Il softair si
differenzia dalle altre attivit basate sulla simulazione militare per
lesclusivo utilizzo della air soft gun, che tradotto dallinglese lette-
ralmente significa arma ad aria compressa, da cui appunto prende il
nome. caratterizzato da una molteplice variet di modalit di gioco
da conseguire in un tempo prestabilito, che spaziano dalla modalit
della conquista di una bandiera avversaria al dover conquistare una
determinata postazione, oppure al mantenimento di una dislocazio-
ne, fino ad arrivare alla liberazione di un prigioniero, o (il pi gioca-
to) alla distruzione della squadra avversaria. In alcuni casi il gioco
diviene pi complesso trasformandosi in una vera e propria storia
da mettere in pratica. Un esempio? Certo, quella ultimamente gioca-
ta: recuperare un commilitone catturato in territorio nemico con una
squadra che lo deve riportare al campo base e una squadra nemica
che deve eliminare i soccorritori e portare il prigioniero nel suo cam-
po. In definitiva, unattivit che garantisce una buona forma fisica,
con un continuo allenamento anche mentale che rafforza il fisico, la
mente e aiuta a lavorare in gruppo e rafforzare i legami che si instau-
rano allinterno di esso. Soft-gunner 3 (Armando): La pratica del
Softair non rappresenta alcun pericolo per il giocatore perch si uti-
lizzano armi perfette repliche delle vere, ma sostanzialmente armi
giocattolo che sparano pallini di ceramica, oppure di materiali pla-

82
stici, biocompatibili o biodegradabili, del diametro di 6 mm e peso
variabile tra 0.10 e 0.50 grammi che risultano innocui. Le armi pos-
sono essere a gas o CO2, cio in cui il pallino sparato dalla rapida
decompressione del gas; oppure a molla cio dove una molla a spa-
rare il pallino. In questo modo si sviluppa generalmente una velocit
di sparo maggiore. Ed infine a propulsione elettrica, dove il pallino
sparato da un motorino alimentato da unapposita batteria, general-
mente di voltaggio variabile tra i 6 e i 12 V e di diversi tipi: si possono
trovare batterie di tipo NiCh, LiFe e LiPo, le quali offrono diverse
prestazioni. Ma tutte, sempre omologate nel rispetto delle regole.
Per questo lunico accorgimento durante il turno di gioco lobbliga-
toriet di indossare una protezione per gli occhi con occhiali o ma-
schere integrali appositamente studiate e chiamate gran facciali.
Per il resto, labbigliamento adeguato e comodo consiste in tute mi-
metiche, anfibi ed elmetti per la protezione del capo, nonch ginoc-
chiere o paracolpi per le braccia.
Larma un oggetto artificiale la cui definizione esaurita dalla fi-
nalit delloffesa. In altre parole, non tutto ci che fabbricato ar-
tificialmente e pu offendere unarma, ma tutto ci che creato
artificialmente per offendere unarma. Chiarissimo che ci sia la
meraviglia ingegneristica. Lesclamazione di stupore che ti sfugge
dalle labbra nel vedere la perfezione di uno strumento artificiale,
il concerto nettissimo del movimento di ogni parte delloggetto, la
pulizia del meccanismo, leleganza dei meccanismi, lingegnosit del
disegno generale, il reverenziale stupore per il design attento. E vuoi
mettere la funzionalit? Larma in s, intrinsecamente, un oggetto
che ha la sua sola ragione di esistere nellatto di offesa (a prescindere
dal motivo delloffesa stessa), ideata e progettata al fine di ottenere
lefficienza pi letale possibile, uccidere nella maniera pi pulita od
efficace, universalmente atta a spezzare la vita. Questo in assoluto
(ab-solutum, slegato da), cio in un contesto sciolto da ogni conte-
stualizzazione. Penso che questo si possa tranquillamente assumere
che larma in assoluto un oggetto che per vocazione ed essenza
mortifero. L interesse per le armi, in questa ottica razionale, ac-
quisisce delle connotazioni quantomeno spiacevoli, che certo fanno
storcere il naso a chi la adotti e vi rifletta. Infatti, pure se anche que-
sto interesse assoluto decontestualizzato e sciolto da concrete

83
situazioni e atteggiamenti di bellicosit non pu non avere una
struttura sofferente della radice fondante dellessenza dellarma,
unessenza finalistica offensiva, algesica. Linteresse per le armi (da
fuoco) affonda necessariamente secondo logica le sue radici intrin-
seche in un oggetto volto nella propria essenza a intimorire, ferire,
uccidere ed eliminare con un singolo clic. Ci pare strano e non trop-
po sano, e questo lapprodo del discorso sullestetica della guerra:
finch unarma verr in assoluto e astrattamente ritenuta fica e non
terribile foriera di morte, come sulla natura detta, si potr veramente
compiere il salto culturale che elimini guerra vera, armi vere e risolu-
zioni violente dei conflitti dal nostro pianeta? Oggetto di critica la
simulazione di unazione di guerra e linteresse per le armi, come
cita la ricerca di Kermel e Sorrentino del 2002. Il gioco influenza
sempre la persona, le sue rappresentazioni mentali e la sua gestio-
ne delle associazioni emozionali. Da solo non basta ovviamen-
te, niente basta da solo ma di certo ha una sua influenza nel far
credere che la guerra possa essere qualcosa di eccitante ed eroico.
Il pericolo sta nel fatto che non agisce sui circuiti coscienti ma su
quelli emozionali, coscientemente ingestibili. Informare sulla guer-
ra fondamentale per la coscienza, evitare tagli di rappresentazio-
ni emozionali positive o associazioni positive con lestetica bellica
fondamentale per la costruzione di una cultura nuova che disprezza
la guerra, come avvenuto con la schiavit. Non si tratta di censura,
il rifiuto dovrebbe partire dallinterno della persona stessa. Dovere
delladulto (individuo in costante formazione comunque) quello di
esemplificare una societ scevra da lordure riconducibili allestetica
bellica. Sul fatto che lo sport, marziale e non, rilassi, siamo tutti dac-
cordo. Anche io, andando a correre, quando torno sono rilassatissi-
mo e amo luniverso. E anche sullo status speciale delle arti marziali
in relazione alla violenza siamo tutti daccordo. Ci pu essere lesal-
tato, ma sappiamo che lo spirito dellarte marziale, per chi lo pratica
come noi per finalit spirituali, ben altro.

Adesso facciamo un piccolo esercizio di fantasia per scaricare lo


stress della routine quotidiana. Giochiamo a schiavo e padrone?.
Perch non giocare a schiavo e padrone? Facile rispondere. Perch
la schiavit unidiozia tale che anche solo la finzione degradante.

84
Ma solo un gioco! Non si ammazza mica nessuno! Lo sappiamo
che un gioco e che la schiavit sbagliata. Daccordo, gi qual-
cosa. Ma comunque sano giocare a schiavo/padrone? Seriamente,
lo voglio capire. Se si vedessero bambini o adulti giocarci che cosa si
potrebbe pensare? Ma un gioco del genere sarebbe immensamente
diverso da Soft Air. Schiavit e guerra sono due cose diverse. Tor-
niamo un p indietro nel tempo, allora. Poche centinaia di anni. La
schiavit accettata e addirittura indispensabile alla nostra vita.
uno dei grandi fatti del mondo, come lalba, la pioggia, le stagioni e la
guerra. Giocare allo schiavo e al padrone, anche fuor di gioco, diverte
i bambini e fa sorridere gli adulti. Tutte persone rispettabilissime. Al
giorno doggi lestetica della schiavit (che pure esiste) non cultu-
ralmente accettabile nemmeno per scherzo, nemmeno per gioco.
degradante, fa venire il voltastomaco. Lestetica della guerra invece
accettabilissima, indispensabile, si penserebbe. Come si pensava
della schiavit. Nonostante giocare alla guerra sia degradante esat-
tamente come vedere persone giocare a schiavo e padrone o a eretico
e inquisitore. Se si sapesse che ci sono persone che giocano allInqui-
sizione che cosa se ne potrebbe pensare? Se si sapesse che persone
giocano al latifondo dellAlabama, che cosa se ne potrebbe pensare?
Il vedere questi come orrori una conquista estetica prima ed etica
poi. Se si ama lesperienza a contatto con la natura si pu fare il corso
per guida alpina. una meraviglia. Se si vogliono fare giochi di ruolo
con gli amici nei boschi, le alternative ci sono. Ma giocare alla guer-
ra e sar sempre degradante come giocare agli schiavi, e coltiver
una visione estetica inaccettabile come inaccettabile lestetica della
schiavit. E mi fa ribrezzo che su qualcosa del genere venga montata
lemozione di adrenalina, gioco di squadra, nervi tesi, riflessi pronti.
vero, a Soft Air non ho mai giocato, ma so cos la guerra perch
lho vissuta con gli occhi ed il cuore del cronista in prima linea. Sa-
rebbe stato divertente durante lassedio di Sarajevo giocare a Soft
Air? Allora, non ho bisogno di giocare a schiavo e padrone per sa-
pere che non mi piace. Oltretutto, dispendiosi ed elaborati giochi di
guerra e violenza controllata mettono in luce una vasta categoria
di persone che quotidianamente ci stanno accanto ma che sognano,
nel tempo libero, di maneggiare un fucile che-sembra-vero in una-
zione di guerra che-sembra-vera sparando in un modo che-sembra-

85
vero ad altezza duomo. Persone non semplicemente idiote, ma che
su questa idiozia investono denaro a profusione, che coltivano, non
so se deliberatamente o incoscientemente, la patologica e pericolosa
estetica della guerra, e che forse, come suggerito da Seth MacFarlane
e pi o meno da ogni sceneggiatore comico che si sia pronunciato
a riguardo, tentano di puntellare lirrecuperabile debolezza del pro-
prio ego usando bellicosi falli di plastica e metallo. Persone cui fa
piacere farsi fotografare come manipoli di soldati veri nella guerra
vera. Come se fossero uomini valorosi, grandi guerrieri.

Dunque, ora e sempre Resistenza al totalitarismo. C una targa affis-


sa sul muro esterno al Palazzo Vecchio di Firenze che dice: Dall11
agosto 1944/ non donata ma riconquistata/ a prezzo di rovine di
torture di sangue/ la Libert/ sola ministra di giustizia sociale/ per
insurrezione di popolo/ per vittoria degli eserciti alleati/ in questo
palazzo dei padri/ pi alto sulle macerie dei ponti/ ha ripreso stan-
za/ nei secoli. Le armi sono gi state imbracciate a sufficienza. I
nostri popoli hanno gi versato abbastanza sangue, per liberarsi. Chi
morto per la nostra libert lo ha fatto con lintima speranza che
potesse essere lultima volta, coltivando una cultura di democrazia,
di dialogo e ripudiando la guerra in ogni sua forma (articolo 11 del-
la Costituzione repubblicana ed antifascista), in ogni sua allusione.
Il nemico attuale una forma di dittatura (in senso lato) fanatica,
cieca e violenta che nasce dal pus dellignoranza, nelle cloache della
miseria e dellemarginazione. Questo Soft Air potrebbe essere visto
come unonta per tutti i nostri avi che hanno combattuto realmente
per la libert, che hanno sentito davvero il dolore lacerante di una
pallottola di piombo incandescente che ti morde la schiena e i pol-
moni mentre tenti in mezzo a un bosco di tamponare la ferita di un
tuo amico fraterno morente stringendogli la coscia con la cintura,
sacrificando tutto pur di respingere un invasore che negava libert,
uguaglianza, fratellanza e amore agli uomini che tutti nascono liberi
su questa bella terra. Io non ho rispetto per la guerra, ma ho rispetto
per chi, morendo, mi ha permesso la libert.

Pecunia non olet: vero Sua Santit Ratzinger? Listituto per il so-
stentamento del clero, emanazione della Conferenza episcopale ita-

86
liana, ha aperto conti in 33 istituti di credito. 13 di queste banche
collaborano attivamente al commercio verso paesi dove non vige la
democrazia e i diritti umani sono calpestati con la violenza di Stato.
Tra le banche in questione figurano anche quelle del gruppo Intesa
San Paolo che hanno movimentato oltre 500 milioni di euro, vale
a dire un terzo dellintero volume daffari. Tuttavia dalla Relazione
governativa sullexport darmi italiane scomparso lelenco con il
valore monetario e il paese destinatario delle singole operazioni au-
torizzate alle banche. Tra laltro, in un rapporto della presidenza del
consiglio dei ministri, la tabella 16 errata: la prima banca armata
non Unicredit ma Banca di Roma (ora sono lo stesso gruppo ma i
valori raddoppiano).

Il marchio italiano non solo pasta e tarallucci del Mulino Bianco,


bens unione di finanziatori o meglio produttori di armi: ad esempio
il micidiale cannone 20 millimetri (Oerlikon) adottato da Hitler e dai
dittatori di mezzo mondo. Anda-Bhrle e Barilla: una saga di fami-
glie daltri tempi. Generazioni e identit accomunate dal senso della
produzione e vendita al miglior offerente, ingraziandosi il consenso
popolare mediante la pubblicit dilagante sui mass media. Occhio,
non tutta dun pezzo la propriet: la ditta parmigiana in attivit dal
1877 non quotata in borsa, ma vanta un socio imbarazzante. Per
dirla con uno spot, addomestica coscienze: Scopri il mondo di casa
Barilla, iscriviti e diventa protagonista. Detto e fatto: gratta grat-
ta. Laccordo finanziario latina affonda nel passato remoto, appena
sbianchettato. Infatti, nellanno 1979 Hortense Bhrle (maritata
Anda) figlia del famigerato Emil Georg (al soldo di Hitler) e sorella
del pregiudicato Dieter (responsabile della morte in Africa di milio-
ni di innocenti, prevalentemente donne e bambini, come accertato
dallOnu) nonch madre dellingegnere Gratian investe 10 milioni
di dollari per acquistare il 15 per cento della nota marca emiliana.
Hortense (nata il 18 maggio 1926, originaria di Ilsenburg ma natura-
lizzata a Zurigo nel 1937) ha sposato nel 1964 il pianista Gza Anda.
Nel 1969 la gentildonna ha un figlio di nome Gratian, che in seguito
diviene ingegnere elettronico, nonch consulente di direzione della
McKinsey. Secondo il Dizionario Storico della Svizzera (Historisches
Lexikon der Schweiz, Band, 1, 322) la signora a tutti gli effetti:

87
Coerede e grande azionista del gruppo industriale Bhrle, dal 1956
ha fatto parte dei consigli di amministrazione della Oerlikon-Bhrle
Holding AG, della Bally International AG e della Ihag Holding AG.
Chi sono i Bhrle-(Anda)? Scomodiamo a tal proposito, tra le innu-
merevoli fonti informative ben documentate a disposizione, proprio
uno studioso elvetico (mai smentito), ovvero Jean Ziegler che nel
1997 per la casa editrice Mondadori ha pubblicato il saggio, La Sviz-
zera, loro e i morti. Alle pagine 175-179 si apprende che:
I fabbricanti darmi svizzeri furono particolarmente preziosi per
Hitler. La Svizzera leader mondiale nella meccanica di precisio-
ne: i congegni di puntamento dei cannoni svizzeri, la precisione
delle mitragliatrici e dei mortai, i cannoni antiaereo a tiro rapido
erano (e restano) i migliori del mondo. Hitler ne ordin decine di
migliaia; laddestramento degli artiglieri sia dellesercito sia del-
le SS destinati a manovrarli si svolse sotto la direzione svizzera.
Lindustria bellica elvetica presentava un ulteriore vantaggio: poi-
ch produceva in territorio neutrale, non veniva bombardata dagli
Alleati. La fabbrica di armi di gran lunga pi potente del paese, che
era anche una delle maggiori del mondo, apparteneva a un figlio di
emigrati del Wurtemberg: Emil Bhrle. Le sue officine erano situate
soprattutto a Zurigo-Oerlikon. I suoi affari con il Reich gli fruttarono
guadagni considerevoli: tra il 1939 e il 1945 le sue entrate ufficiali
passarono da 6,8 a 56 milioni di franchi svizzeri e il suo patrimonio
personale da 8,5 a 170 milioni. Bhrle era amico personale di Al-
bert Speer, il ministro nazista degli armamenti e della produzione
di guerra, nonch del barone von Bibra, un consigliere di legazione
che fu forse lintermediario pi importante tra i dirigenti nazisti e gli
industriali svizzeri. Bhrle era un habitu delle cene offerte da Otto
Carl Kcher, lambasciatore tedesco a Berna. A partire dallestate del
1940 fino alla primavera del 1945, il gruppo Bhrle fu quasi esclusi-
vamente al servizio di Hitler. Nel 1941 offriva lavoro a 3.761 persone,
vale a dire tre volte di pi che allinizio della guerra. In origine, la
Bhrle-Oerlikon fabbricava macchine utensili, ma in seguito allin-
vasione della Polonia si riconvert agli armamenti: nel 1940 le armi
e le munizioni rappresentavano il 95 per cento di tutta la sua produ-
zione. Il punto forte del suo catalogo era il cannone antiaereo da 20
millimetri, molto apprezzato da Hitler, in quanto abbatteva un gran

88
numero di aerei alleati. Bhrle era il caratteristico padrone da lotta
di classe; aveva orrore dei sindacati, in special modo del coraggioso
leader sindacale e deputato di Zurigo Hans Oprecht () Per la cro-
naca, bisogna sapere che la vittoria spiacevolmente rapida degli Al-
leati imped a Bhrle di smaltire tutte le sue scorte di cannoni; molte
delle forniture ordinate dai nazisti restarono a Oerlikon dopo il 1945.
Tuttavia, anche dopo il suicidio del suo miglior cliente, Bhrle seppe
trovare una soluzione: cominci a esportare le sue armi di morte nel
Terzo Mondo. La guerra del Biafra dur dal 1967 al 1970 () Le Na-
zioni Unite decretarono il blocco economico e militare nei confronti
del Biafra e la Svizzera ader alla proibizione di esportare armi. La
guerra fece due milioni di vittime, principalmente donne e bambini.
Il Biafra capitol e nelle sue caserme gli ispettori dellOnu trovarono
dozzine di cannoni Bhrle. Alcuni recavano ancora la croce uncinata
e i numeri di serie tedeschi: si trattava delle forniture Oerlikon, gi
pagate dai nazisti e pronte a essere loro consegnate, che Bhrle ave-
va rivenduto a Ojukwu. Per questo eccellente affare, Dieter Bhrle,
erede di suo padre Emil, fu condannato dal tribunale federale a una
multa di 20.000 franchi svizzeri per non aver rispettato lembargo
() I fornitori svizzeri di Hitler facevano i loro affari in un ambito in
cui i valori etici non avevano importanza.

Nel dopoguerra, la famiglia Bhrle-Anda certificano le Nazioni


Unite ha venduto armi a paesi sotto embargo e regimi notoriamen-
te dittatoriali: Sudafrica, Nigeria, Indonesia. Secondo il quotidiano
spagnolo El Mundo, nel 1999 anche i bombardamenti con munizioni
alluranio impoverito in Kosovo sono stati realizzati grazie alla pro-
duzione di questa benemerita famiglia elvetica di origini tedesche.
LEuropean Network Against Arms Trade ha documentato con pro-
ve inequivocabili vendite di fucili dassalto, razzi e missili contraerei
allIndonesia per 1,8 milioni di franchi svizzeri tra il 1982 e il 1993
attraverso la controllata Contraves, nonostante lembargo in corso
per violazione dei diritti umani. Sempre nel 93, grazie alle forti pres-
sioni che la societ bellica mise in atto per convincere il Parlamen-
to Svizzero ad autorizzarle, furono venduti armamenti per importi
pari a 10 milioni di franchi. La fabbrica di armi Oerlikon-Contraves
stata tra i migliori clienti del poligono sardo di Quirra, dove sono

89
stati seminati a piene mani nellinerme popolazione civile orrori e
malattie mortali. Nel 2000 il gruppo Oerlikon-Bhrle si dato un
nuovo look cambiando il nome in Unaxis e diversificando gli inve-
stimenti in vari modi: ad esempio un grazioso hotel sul lato svizzero
del Lago Maggiore. I Barilla, comunque, entrano personalmente in
societ con questi spietati mercanti di morte. Il denaro insanguina-
to che ha alimentato conflitti a danno degli esseri umani pi inermi
(senza valutare i defunti a causa della seconda guerra mondiale, solo
in Biafra 2 milioni di vittime civili), senza alcuna ombra di dubbio,
frutto della produzione e del traffico di armamenti in paesi in cui
lunica regola la sopraffazione. Le armi, come noto, sono strumento
essenziale di tutte le forme peggiori del saccheggio globale moderno
a base di violenza. Nel 1999 il gruppo Bhrle passa di fatto a Gra-
tian Anda. Il 10 ottobre 2001 (e-mail delle ore 15:57:58, acquisita
integralmente e legalmente dal giornale Italia Terra Nostra), un di-
rigente aziendale di rilievo, tale Armando Marchi, scrive: Sono il
responsabile delle Relazioni Esterne del gruppo Barilla. Mi permetto
di osservare che, se si eccettua il periodo dal 1973 al 1979 (in cui
stata di propriet della multinazionale Grace), la Barilla dal 1877,
anno della sua fondazione, saldamente in mano alla famiglia Barilla,
che ha sempre vissuto dei frutti del lavoro in campo alimentare. Il
signor Gratian Anda, che tra laltro non nel Consiglio di Ammini-
strazione del Gruppo Barilla, rappresentava una quota di minoranza
(il 15%) detenuta da una Societ finanziaria olandese: un investitore
meramente finanziario, non unindustria bellica. Non abbiamo mai
utilizzato la correttezza come strumento di marketing, e ritengo an-
che che non sia immeritata la trasparenza che ci viene riconosciuta
dalla Nuova Guida al consumo critico.
Incongruenze o sgangherate menzogne dalle gambe corte? Il nipote
di Emil George Bhrle nel 2000 ha ricoperto la carica di vice pre-
sidente della Barilla; attualmente consigliere di Barilla Iniziative
S.r.l., anche se nel Bilancio 2009 il suo nome non si legge addirittu-
ra. Prove? A iosa. Il documento ufficiale di casa Barilla denominato
Corporate Governance indica nella societ a responsabilit li-
mitata Barilla Iniziative S.r.l. tra i consiglieri, vicino ad Emanuela
Barilla (sorella del presidente Guido Maria), proprio il convitato di
pietra, detto altrimenti Gratian Anda (nato a Zurigo il 22 dicembre

90
1969), in buona compagnia degli inseparabili Nicolaus Issenmann
e Robert Singer. Lo stesso Issenmann (per gli amici semplicemente
Nico) siede accanto a Guido Maria Barilla nella societ controllata
dal Gruppo, meglio detta Lieken AG. Se Pietro Barilla pagava tan-
genti miliardarie sotto spinta di Silvio Berlusconi da conti segreti
svizzeri, come hanno evidenziato i procedimenti giudiziari in cui era
coinvolto, il figlio Guido Maria, attuale presidente del Gruppo, ha
mai sfogliato un libro di storia non edulcorato? Al rampollo parmi-
giano erano stati chiesti chiarimenti che per latitano. Appunto la
morale di facciata, o meglio, fuori tempo limite che scomoda addi-
rittura Kant. Meno male che il consiglio di amministrazione della
Barilla (in zona Cesarini, si fa per dire) il 4 marzo 2005 ha recupe-
rato terreno almeno sulla carta, approvando un Codice Etico di 24
cartelle. Nel testo, a pagina 11 inciso: Barilla considera come punti
irrinunciabili nella definizione dei propri valori la Dichiarazione uni-
versale dei Diritti Umani dellOnu. Belle parole, o forse chiacchiere
al vento, anzi fumo negli occhi degli ignari consumatori. Ma la so-
stanza? Magari un ravvedimento dei fratelli e sorella Barilla (Guido
Maria, Luca, Paolo, Emanuela)? Nulla, per ora. Il dna parmense non
tradisce il lauto business. Narrano le cronache del quotidiano Il Cor-
riere della Sera (12 luglio 2008):
La famiglia Barilla premia il socio svizzero Anda-Bhrle. Accele-
ra il riassetto del gruppo: pi peso agli azionisti storici. La Finba Ini-
ziative concentrer altre attivit e sar partecipata all85% da Barilla
Holding e al 15% dagli elvetici. Riassetto al vertice del gruppo Barilla
che dopo molti anni ridefinisce i rapporti con il socio di minoran-
za storico (15%), la famiglia svizzera Anda-Bhrle, entrata alla fine
degli anni Settanta. Le modifiche nella governance e nelle relazioni
partecipative stanno entrando in questi giorni nella fase esecutiva
con la fusione in Barilla G e R Fratelli, la capogruppo industriale,
di quello che fino a ieri stato il veicolo societario dellalleanza, la
Relou Italia. Se i tempi saranno rispettati, gi dalla settimana pros-
sima la partnership dovrebbe trasferirsi nella nuova holding Finba
Iniziative. Tuttavia non solo unoperazione di facciata ma vi la so-
stanza di un riassetto societario che accompagna una riorganizzazio-
ne industriale al termine della quale il 15% della famiglia Anda avr
pi peso. Nella nuova configurazione, infatti, rispetto al passato

91
saranno concentrate sotto la societ comune alcune attivit che in
precedenza erano fuori dallarea di influenza degli svizzeri. Secondo
una versione che circola in Barilla, si tratta di una specie di premio
fedelt dopo un periodo di turbolenza finanziaria dovuta alla falli-
mentare acquisizione della Kamps, il gruppo tedesco del pane. Nel
dicembre scorso si era conclusa consensualmente la burrascosa sta-
gione di joint venture con la Banca Popolare di Lodi, entrata in Kam-
ps a sostegno della Barilla subito dopo lOpa del 2002. La cessazione
del contenzioso ha portato il gruppo della pasta al 100% di Kamps e
Harry s (prodotti da forno), e contestualmente stata delineata una
nuova struttura di rapporti con gli Anda-Buhrle. Il passo successivo
stato, a marzo, lannuncio che le bakeries della Kamps, cio la
rete di oltre 900 negozi (quindi non il business del pane industria-
le), erano in vendita. Poi un mese fa la vendita di GranMilano alla
Sammontana, e ora sono partite le operazioni pi prettamente fi-
nanziarie. La prima , appunto, la fusione al contrario di Relou in
Barilla Fratelli. Al contrario perch Relou socia al 49% di Barilla
Fratelli che, lo ricordiamo, la capofila industriale. E in questo modo
viene di fatto smantellato il vecchio schema della partnership azio-
naria con i soci di minoranza. Il successivo step, che in questi giorni
sta per essere messo a punto, il contestuale trasferimento dellal-
leanza in una nuova finanziaria, la Finba Iniziative, che sar dunque
partecipata all85% dalla Barilla Holding (100% famiglia) e al 15%
dagli svizzeri. E qui, come aveva scritto Il Sole 24 Ore anticipando
le linee della riorganizzazione, i due partner dovrebbero siglare un
patto parasociale la cui principale materia da regolare sar, quasi
sicuramente, il meccanismo di prelazione sulle rispettive quote. Il
gruppo emiliano, 18mila dipendenti, 64 stabilimenti in 11 Paesi, le-
ader mondiale nel mercato della pasta e primo in Italia nei prodotti
da forno (Mulino Bianco), ha chiuso il 2007 con 4,2 miliardi di euro
di ricavi (+.4,3%).
Allora chi controlla la Barilla? Nellinterrogazione parlamentare del
13 giugno 1985 (numero 3-00953) focalizzata anche sulla Ferrero
dei senatori Bonazzi e Riva indirizzata ai ministri del commercio
con lestero, dellindustria, del commercio e dellartigianato e del te-
soro, scritto: Premesso: che il 71 per cento della Barilla G. e R. f.lli
s.p.a. posseduto da soggetti di nazionalit non italiana, e cio per il

92
40 per cento dalla Financieringsmatschappy Relou N.V. di Amster-
dam, per il 16 per cento dalla Pagra A.G. del Liechtenstein e per il 15
per cento dalla societ svizzera Loranige S.A.; che l81,5 per cento
della P. Ferrero e C.S.P.A. pure posseduto da soggetti esteri, e cio
il 18,75 per cento dalla olandese Brioporte B.V. ed il 25 per cento,
per ciascuna, dalle svizzere Nelgen A.G. e Creitanen A.G.; che diversi
organi di stampa hanno dato notizia, non smentita, che le societ
estere che possiedono la maggioranza delle azioni delle due societ
farebbero capo a soggetti di nazionalit italiana, si chiede di sapere:
se sia vero che le societ estere che possiedono la maggioranza delle
azioni della Barilla G. e R. f.lli s.p.a. e della Ferrero e C.S.P.A. fanno
capo a soggetti di nazionalit italiana; come, in tal caso, stato pos-
sibile realizzare tale situazione; se tutto questo sia compatibile con le
vigenti norme valutarie e fiscali.

Scava e scava affiorano le maxi-tangenti di Pietro (padre di Guido


Maria, Luca, Paolo, Emanuela), il caso Sme, il piduista Berlusconi
Silvio (tessera gelliana numero 1816). E poi ancora il pregiudicato
Cesare Previti (condannato in via definitiva), un esperto in materia
di conflitto di interessi alla stregua del suo stesso padrone. Proprio il
soldato Previti: ossia il relatore del disegno di legge di riforma che ha
smantellato la legge 185 del 1990 imponendo un controllo reale sul
traffico di armi. Previti Cesare stato anche il primo vice presidente
dellAlenia e ha continuato a sedere nel consiglio damministrazione
dellazienda bellica fino al 1994. In un altro libro, stra-documentato
ed intitolato Mani Pulite, la vera storia (Editori Riuniti, 2002), si
rileva minuziosamente (pagine 472-474): Allo scandalo Sme il pool
arriva da solo, senza laiuto di Stefania Ariosto: indagando sui conti
del finanziere Franco Ambrosio, e risalendo da questi ai conti di un
imprenditore in affari con lui, Pietro Barilla (deceduto nel 1993, ndr)
si imbatte nel conto zurighese usato da Barilla per pagare tangenti a
Dc e Psi. Da quel conto il 2 maggio e il 26 luglio 1988 partono due bo-
nifici di circa 800 milioni e 1 miliardo per lavvocato Pacifico. Questi
versa poi 200 milioni al giudice Verde, 850 a Previti e 100 a Squillan-
te. Perch? Convocato dal pool, Guido Barilla, figlio del defunto Pie-
tro, non sa spiegare perch mai suo padre avesse versato tutto quel
denaro a due avvocati che non avevano mai lavorato per lui. Sembra

93
una storia gemella dellImi-Sir () Intanto luomo di Arcore invita a
cena in un ristorante di Broni due degli inserzionisti pubblicitari pi
affezionati delle sue tv, Pietro Barilla e Michele Ferrero. E li convince
seduta stante a costituirsi in una nuova societ, la Iar, che si propone
di rilevare la Sme al prezzo di 600 miliardi. La nuova offerta viene
ufficializzata dai Barilla e Ferrero nellultimo giorno utile, il 25 mag-
gio: il ministro delle Partecipazioni statali Clelio Darida si assenta
dalla stanza dove sta per avvenire la firma del contratto Prodi-De
Benedetti per ricevere, al telefono, limprovviso rilancio () La Sme
rester allIri. Ma Barilla e Ferrero sono contenti ugualmente: il loro
scopo era semplicemente quello di impedire a De Benedetti di dare
vita a un colosso alimentare che probabilmente li avrebbe schiaccia-
ti. Missione compiuta anche per Silvio Berlusconi.

Sempre per masticare la pasta dei Barilla, ovvero la pubblicit dei


buoni sentimenti, sfogliamo un altro testo basato sulle carte pro-
cessuali, titolato Mani Sporche (Chiare Lettere, 2007); a pagina 63
attestato senza tema di smentite: Il 2 maggio Barilla bonifica 750
milioni a Pacifico, che li preleva in contanti e li porta in Italia. Men-
tre la Cassazione esce con la sentenza definitiva, Verde comincia a
depositare decine e decine di milioni cash sul suo conto italiano. Il
26 luglio, due settimane dopo il verdetto di Cassazione Barilla ca-
pocordata della Iar riapre il rubinetto svizzero e accredita unaltra
provvista, stavolta di 1 miliardo, a Pacifico. Il quale la suddivide fra
Previti (850 milioni) e Squillante (100 milioni), stavolta per bonifi-
co bancario, riservando a se stesso appena 50 milioni. Perch mai
il socio di Berlusconi nellaffare Sme dovrebbe pagare un miliardo
e 750 milioni a due avvocati di Berlusconi che neppure conosce e a
un giudice di Roma, anchegli a lui sconosciuto, se nella causa Sme
fosse tutto regolare? () Laccusa non ha dubbi: corruzione in atti
giudiziari per compravendere la sentenza Sme che consent a Ber-
lusconi di sconfiggere De Benedetti. Esattamente come avvenne poi
nel 1991, con la sentenza Mondadori.
Dunque, la Barilla senza possibilit di smentita, annovera soci ed
alleati finanziari produttori e trafficanti di armi ed ordigni di primo
livello. Nel 2002 la multinazionale alimentare italiana si allargata
al mercato tedesco acquistando, per un miliardo di euro, la Kam-

94
ps, produttrice di pane e crackers. Lanno successivo ha comprato
per 517 milioni la Harrys, azienda francese dello stesso comparto.
I soldi necessari alla Barilla sono stati elargiti dalla Banca Popolare
di Lodi attraverso cui passano transazioni finanziarie per la com-
pravendita di armi anche a nazioni in guerra o prive di democrazia
in barba alla legge 185/1990 s.m.i. (cfr.: Relazioni al Parlamento
italiano) che ha costituito una nuova societ, la Finba Bakery, e
poi in marzo ha girato il 17 per cento del capitale della Finba a vec-
chie conoscenze della Barilla: tramite la solita finanziaria anonima,
la Gafina, la quota passata nelle mani della famiglia Anda-Bhrle,
presente nel capitale Barilla con una partecipazione del 15 per cento
dal 1979. Ecco la sorpresa. Nel Memorial Journal Officiel du Grand-
Duch de Luxembourg (edizione del 4 maggio 2004 C n 469)
riaffiora una societ anonima: Bakery Equity S.A. (capitale sociale:
di 337.139.060 euro, suddivisi in 33.713.906 azioni aventi un valore
pari a 10 euro cadauna), costituita dinanzi al notaio Paul Frieders il
3 dicembre 2002. In qualit di amministratore spicca il faccendie-
re Gratian Anda accanto agli italiani Francesco Mazzone e Fabio La
Bruna. Loggetto principale lacquisizione e il controllo di interessi
in Finbakery, Partner G, Finbakery Netherlands e Gibco. Allinterno
di questa scatola societaria ribolle un minestrone finanziario: Baril-
la Holding (Parma), Finba Bakery Holding (Dusseldorf), Finbakery
Netherlands (Amsterdam), Banca Popolare di Lodi (Lodi), Finbake-
ry Europe (Dusseldorf), Gafina (Rotterdam), Gibco o pi dettaglia-
tamente Lombok Limited (Gibilterra, un paradiso fiscale), Harrys,
Kamps, Ramisa (Convention principale dinvestissement et daction-
nariat reformule et amende) siglata il 4 novembre 2002 da Bpl,
Azionariato industriale e Barilla Holdind S.p.a.), Dutch Foundation
(Stichting Bakery Finance di Amsterdam), Finba Luxembourg. In
Bakery Equit S.A. figura anche una vecchia conoscenza di casa Ba-
rilla (attuale consigliere di Barilla G. e R. Figli S.p.A. nonch Lieken
AG, ovvero Nicolaus Issenmann, nato a Zurigo il 6 maggio 1950).
Ovvio, non tutto. Dopo una girandola di fusioni, apparentamen-
ti, capitalizzazioni e trasferimenti di capitali urgono gli approfondi-
menti al di l delle Alpi. Il 30 aprile 2009 Ticino Finanza rimarca:
E buonanotte ai suonatori... Arrivano Spagnoli e Italiani e se ne
vanno gli Elvetici. Infatti, se aprono CMB e Santander, esce dal

95
mercato luganese la banca zurighese IHAG. Al 31 dicembre 2008 il
profitto operativo lordo di IHAG Privatbank era di 21.6 mio CHF e
il profitto netto 14.6 mio. La banca impiega circa 93 dipendenti. Il
personale che operava a Lugano stato assorbito da altri Istituti, tra
cui quelli aperti di recente sulla nostra piazza finanziaria. La banca,
presieduta da Gratian Anda, nipote di Emil Georg Bhrle, ha parteci-
pazioni in Privatbank IHAG Zrich AG, AdNovum Informatik AG, la
fabbrica daerei militari e civili Pilatus Flugzeugwerke AG, Hotel Ca-
stello del Sole, Hotel zum Storchen, Stockerhof Immobilien, Terreni
alla Maggia SA, Private Equity Beteiligungen, Tenuta di Trecciano
SA. IHAG rimane dunque in Ticino con un albergo, vini, polenta e
la produzione del riso che cresce alla latitudine pi settentrionale
dEuropa, nel delta della Maggia. Gratian Anda siede inoltre nel CdA
della Holding Barilla in Italia, che per il 15% fa capo alla sua fami-
glia, mentre lazienda darmi storica di famiglia Oerlikon-Bhrle
stata ristrutturata, vendendo alcune attivit e nel 2000 cambiando
il nome in Unaxis. IHAG Privatbank dichiara di essere composta da
banchieri denen Sie Ihr Vertrauen schenken knnen ovvero in cui
possiamo credere e che caratterizzata da uno spirito di famiglia
das Familire kennzeichnet unsere Bank. Per famiglia, si intendo-
no forse i signori Bhrle e Anda che spendono cifre considerevoli nel-
la sponsorizzazzione di mostre darte della Foundation E. G. Bhrle
Collection nella Zollikerstrasse (Emil Georg Bhrle, 1890-1956,
stato il noto produttore di armi nella Oerlikon-Contraves e fondatore
della banca IHAG) e di concerti e concorsi musicali come il Concours
Gza Anda. Con i tempi che corrono per il Private banking, e visti i
risultati concreti di marketing e immagine di una forma obsoleta di
comunicazione quale ormai la sponsorizzazione, forse certe banche
dovrebbero smettere di sviolinare e di farsi suonare da improbabili
pifferai magici e mettersi a fare banca un po sul serio... Le banche
svizzere si sono buttate a tagliare in maniera decisa i costi a causa
dellattesa contrazione di questanno per la crisi economica globale,
il che si tuttavia tradotto solo in chiusure e licenziamenti diversa-
mente confezionati, ma sarebbe ora che si affrontasse in maniera
professionale competente quella che viene chiamata da tutti crisi
che in realt un profondo cambiamento strutturale che esige una
strategia chiara e illuminata e una politica forte. E quanto a questo,

96
abbiamo visto come finita con il segreto bancario....
L11 maggio 2009 appare sul Corriereconomia la classica toppa del
casato: Nella tabella pubblicata a corredo dellarticolo del 4 maggio
su Barilla, cambio al vertice e ritorno allindustria, si attribuisce
alla famiglia Anda-Bhrle, azionista di gafina BV, anche la proprie-
t della F. Relou BV. Il dato non corretto. La catena di controllo
del gruppo infatti la seguente: Barilla Holding e Gafina detengono,
rispettivamente, l85% e il 15% del capitale di Finba Iniziative (in
futuro chiamata Barilla Iniziative), la quale controlla direttamente o
indirettamente il 100% della Barilla G. e R. Fratelli S.p.A. Pi in par-
ticolare, Barilla Iniziative detiene il 50,62% del capitale della Barilla
G. e R. Fratelli e il 100 % della Finanziaria Relou BV, che a sua volta
detiene il 49,38% della stessa Barilla G. e R. Fratelli.
Per caso danzano le veline? Ecco un comunicato stampa aziendale:
Barilla, prima azienda italiana al mondo per reputazione. Il Repu-
tation Institute assegna a Barilla il primato per la reputazione tra le
aziende italiane e la prima posizione in assoluto nel settore alimen-
tare. Parma, 25 maggio 2010. Secondo una ricerca del Reputation
Institute di New York, condotta tra le 600 aziende pi importanti al
mondo, classificate per fatturato, Barilla si aggiudica la diciannove-
sima posizione tra quelle con la migliore reputazione, prima tra le
italiane e prima in assoluto nel settore alimentare. I risultati della
ricerca, pubblicati sul sito della rivista Forbes, sono stati ottenuti
attraverso la consultazione diretta dei consumatori in 24 paesi nei
diversi continenti.

Lo stile come sosteneva Pietro Barilla un modo di compor-


tarsi che implica tante cose. Tutto ci significa soprattutto ispirarsi
a principi e valori condivisi che si richiamano al consenso. A pagina
12 del Codice Etico aziendale scritto: uno degli aspetti centrali che
qualificano la condotta di Barilla costituito dal rispetto dei principi
di comportamento intesi a garantire lintegrit del capitale sociale.

Appunto, i soldi, ricevuti dalla produzione e vendita di armamenti;


utili poi investiti dai soci elvetici in strumenti di morte. Armi: unof-
ferta di qualit che aiuta a vivere meglio dentro e fuori casa Barilla.
Consigli per gli acquisti: infarinare bene le carte e censurare i critici.

97
Con le buone o con le cattive: il risultato non muta, ma fa il suo luri-
do effetto. Complimenti e buon appetito.
Capitolo quarto
Bombe amare

Mediterraneo in agonia: testimone silenzioso della guerra balcanica


e custode degli orrori, risalenti allultimo conflitto planetario. Un
mare di armi chimiche e nucleari: un milione di ordigni proibiti e
convenzionali inabissati dagli Alleati nel Mare Nostrum, dal 1943
ai giorni nostri. Ma il numero a conti fatti, seppure desunto dai do-
cumenti sepolti negli archivi istituzionali National Archive di Lon-
dra, Department Defense USA, Archivio di Stato italiano, Archivio
Storico della Marina Militare pur sempre sottostimato. Due le
aree particolarmente colpite dalle discariche subacquee di scorie bel-
liche, disposte dagli statunitensi: il Tirreno e, soprattutto, lAdriati-
co, un mare chiuso che impiega 100 anni per il ricambio delle acque
superficiali. Il rapporto dellUS Army (29 marzo 2001) denominato
Off-Shore Disposal of Chemical Agents and Weapons Conducted by
The United States, a parte il riscontro diretto, unaltra prova tan-
gibile. Nel testo ufficiale, a pagina 12 si fa esplicito riferimento allaf-
fondamento di un notevole quantitativo di ordigni imbottiti di ag-
gressivi tossici: nella Baia di Napoli, allisola di Ischia, nel Golfo di
Manfredonia, al largo del porto di Bari e in un luogo non indicato. In
una relazione pi recente (3 gennaio 2007) al Congresso USA (U.S.
Disposal of Chemical Weapons in The Ocean), lanalista David M.
Barden sottolinea che considerevoli, ma sconosciute, siano la quan-
tit e la tipologia di munizionamento affondato dalle Forze Armate
USA. In uno studio (11 novembre 2010) realizzato dallassociazione
indipendente Global Green USA (diretto da Paul F. Walker) per con-
to dellOnu, sono indicati - nella mappa geografica a pagina 8 - come
siti di affondamento, proprio lAdriatico (Gargano) ed il Tirreno. Il
report evidenzia che gli USA nel periodo 1918-1970 hanno affondato
migliaia di bombe e missili, particolarmente nel ventennio 1946-
1965. La testimonianza dellufficiale Ugo DAtri (con esperienza da
alto ufficiale della Marina Militare) di un addetto ai lavori di primo
piano: Lopinione pubblica italiana non stata messa sufficiente-
mente al corrente. Soprattutto nellAdriatico, ma non solo, dal 45 c
stato un diluvio di bombe, probabilmente un milione: iprite e gas
nervino, roba veramente pericolosa. Di queste bombe, soprattutto a
Molfetta dove ho avuto da giovane unesperienza di comando, ne tro-

99
vavamo, si pu dire, una al giorno. E le trovavamo sotto costa nel
periodo 92-93. A poche decine di metri dalla spiaggia, a Torre Ga-
vetone. Le prime ordinanze le ho fatte io. Poi abbiamo cominciato
con la Marina militare una lunghissima opera di recupero. I nostri
fondali marini, anche non tanto al largo, cio sotto costa, sono disse-
minati di ordigni. I fondali del basso Adriatico sono strapieni di
bombe. Anche sul Tirreno, a Napoli e dintorni, a Salerno, i fondali
marini sono pieni di bombe. Questi residuati bellici sono pericolosis-
simi. E poi la cifra delle bombe NATO non sar mai quantificabile e
indicabile con precisione, perch le hanno buttate a casaccio dove
capitava. Nel 1899 il Congresso internazionale per la pace, allAja,
propose la risoluzione di astenersi dalluso di tutti i proiettili che
mirano alla diffusione di gas asfissianti o dannosi, con la motivazio-
ne che un tale metodo di guerra appariva inumano. Tra le grandi
potenze soltanto gli Stati Uniti dissentirono basandosi sul fatto che
laspetto disumano degli aggressivi chimici non era chiaramente di-
mostrato. Il governo Usa ha sempre mantenuto questo punto di vi-
sta. Nel 1925 il Protocollo di Ginevra ripropose il bando degli aggres-
sivi chimici ed esso fu insabbiato in sede di discussione al senato
statunitense per lopposizione dellAmerican Legion e dellAmerican
Chemical Society; nonostante la dichiarazione di Roosvelt (1943), di
Eisenhower (1960) e di altri ancora, determinati tipi di gas, detti ge-
nericamente riot-controll (contro le sommosse) furono usati per
motivi di ordine pubblico. Nel 1941 inizi a funzionare a pieno regi-
me larsenale di Edgewood (Maryland), sede dello U.S. Army Medi-
cal Research Institute of Chemical Defense. In loco 8 mila addetti,
tra militari ed operai, fabbricavano iprite (mustard gas) su larga
scala (Brophy L., Fisher G., The Chemical Warfare Service: Orga-
nizing for War, Office of the Chief of Military History, Washington,
1959). Nel corso della seconda guerra mondiale i timori pi volte
espressi da Washington su un possibile uso di armi tossiche da parte
dellAsse vennero alimentati da un rapporto confidenziale (353/6)
redatto l11 settembre 1943 dal maggiore Stewart F. Alexander, con-
sulente medico di chimica bellica del quartier generale per il Medi-
terraneo. Occorreva come sempre un pretesto, anche se nel rapporto
Alexander specificato in conclusione che non risultano segnala-
zioni di impiego tattico di tale agente chimico. LIntelligence, pom-

100
pata a dovere dai comandi centrali, gonfi i resoconti paventando la
minaccia che Hitler fosse intenzionato ad usare il gas contro le trup-
pe alleate impegnate nel sud Italia. Ne deriv unautentica psicosi
che contagi anche il presidente Roosvelt, il quale in un discorso alla
radio minacci ampia e completa ritorsione nel caso in cui le po-
tenze dellAsse avessero fatto qualsiasi uso di gas. Luso di tali mez-
zi di guerra stato dichiarato fuori legge dalla coscienza della civile
umanit. Il nostro Paese non li ha mai usati e spero che non sar
costretto ad usarli. A tale riguardo, dichiaro categoricamente che
non useremo mai in nessuna circostanza tali mezzi, se non saranno
prima impiegati dai nostri nemici. Come Presidente degli Stati Uniti
e Comandante delle Forze Armate Americane intendo chiarire al di
sopra di ogni dubbio ai nostri nemici che limpiego di tali metodi
barbari e disperati e che atti di questa natura contro una qualsiasi
nazione alleata debbono essere considerati come diretti contro gli
Stati Uniti stessi e, pertanto, trattati in conseguenza. Noi promettia-
mo ad ogni autore di tali crimini pronta ed immediata ritorsione con
gli stessi mezzi, e mi sento obbligato in questo momento ad ammo-
nire le armate e i popoli dellAsse che le terribili conseguenze di qual-
siasi impiego di tali metodi inumani ricadranno prontamente e sicu-
ramente sulle loro teste. Pertanto, qualsiasi uso di gas velenosi da
parte di ciascuna delle potenze dellAsse sar immediatamente se-
guita dalla pi ampia e completa ritorsione sui centri fortificati, sui
porti e altri obiettivi militari per lintera estensione del territorio di
tale Paese. Alle parole seguirono presto i fatti, anche se le forze ar-
mate dellAsse (oltretutto i Tedeschi avevano a disposizione il mici-
diale Tabun, mentre il regime mussoliniano non era da meno, aven-
done gi fatto uso in Etiopia e Libia) non usarono mai gas velenosi
contro gli angloamericani. Sin dallo sbarco in Sicilia, i gloriosi Allea-
ti sperimentarono a tutti gli effetti munizionamento al fosforo e al
napalm. Nellagosto del 43 il presidente Roosvelt concesse lautoriz-
zazione ad imbarcare congrui rifornimenti di bombe contenenti ipri-
te con destinazione lItalia. Il mercantile John Harvey, appena vara-
to, fu scelto per trasportare il carico della cosiddetta Levinstein H.
Ben duemila bombe M 47 A1, contenenti 32 chilogrammi di gas ca-
dauna, progettate nel 1930 dal Chemical Warfare Service, furono
caricate su un treno allEastern Chemical Warfare Depot nel Mary-

101
land. Il capitano Elwin F. Knowles ricevette lordine di portarsi alle
banchine della Curtis Bay Depot di Baltimora per caricare gli ordi-
gni. Il 28 novembre del 1943 il piroscafo approd a Bari con un cari-
co di 100 tonnellate di iprite: ogni bomba aerea era lunga poco pi di
un metro e venti, con un diametro di 20 centimetri. Gli ordigni proi-
biti dovevano servire a sfondare la linea Reinhardt. Il 2 dicembre del
43, tuttavia, i Tedeschi bombardarono il porto barese. Lex ufficiale
Glenn B. Infield nel libro Disaster at Bari (The Macmillan Company,
New York, 1971; tradotto e pubblicato dalleditore Adda nel 77) ha
documentato in prima linea gli avvenimenti: Fu il pi grave episo-
dio di guerra chimica nel secondo conflitto mondiale. Uno dei sei
segreti mai svelati della seconda guerra mondiale era costituito dalle
circostanze in cui nella notte del 2 dicembre 1943 oltre un migliaio di
militari alleati e inermi civili italiani morirono a Bari per effetto della
diffusione di un centinaio di tonnellate di gas velenoso. Si trattava di
iprite, il letale gas usato nella prima guerra mondiale, allepoca della
vicenda considerato ancora uno dei possibili estremi mezzi di guer-
ra. Quella sera non fu dato lallarme generale per la presenza del
gas. E non venne fornita alle autorit sanitarie degli ospedali civili
alcuna informazione sullesposizione alliprite. Un paio di settimane
pi tardi, fu il Washington Post a scrivere che quello di Bari stato
il pi grave, improvviso bombardamento subito dopo Pearl Harbor.
Delle 30 navi nel porto almeno 17 sono state affondate, fra le quali 5
mercantili americani e 8 molto danneggiate. Le perdite in uomini
sono state almeno un migliaio. Nel 49 il generale Eisenhower diede
alle stampe il libro Crociata in Europa. Ike scrisse: il porto fu sog-
getto ad unincursione e subimmo la pi grave perdita inflittaci con
attacco aereo dellintera campagna militare nel Mediterraneo e in
Europa. Ma ci che lautorevole quotidiano americano prima ed Ei-
senhower dopo volutamente non rilevarono, fu che tra le navi di-
strutte cera la John Harvey, esplosa con il suo carico di iprite non
registrato. Un veleno che gli Alleati intendevano utilizzare in Euro-
pa. Bisognava impiegare larma chimica per sfondare la linea Rein-
hardt. Ma quel gas fin in fondo al mare italiano. Sullincursione te-
desca cal una strana cortina di silenzio. La ragione di quel mistero
era la riprovazione umana, luso proibito a livello internazionale.
Churchill in persona imped che si aprisse uninchiesta sulle conse-

102
guenze del bombardamento. I morti di Bari furono seppelliti come
deceduti per ustioni. Cos lesatto numero delle vittime civili non fu
mai conosciuto. In quella fase gli Alleati erano congelati davanti alla
linea di difesa tedesca, distesa attraverso le montagne a nord di Iser-
nia e la cresta di San Salvo fino a Vasto. Davanti alla Reinhardt scor-
reva il fiume Trigno, subito dietro il Sangro. Un baluardo quasi insu-
perabile, dietro al quale la Wermacht bloccava lavanzata verso il
nord. Gli attacchi a questo muro difensivo si erano succeduti inutil-
mente e le perdite erano stati gravi. Cera il sospetto che, pur di sfon-
dare, gli Alleati sarebbero ricorsi alliprite: perch altrimenti non si
comprende cosa facessero cento tonnellate di bombe caricate con
questo gas a Bari, se non essere prontamente caricate sui bombar-
dieri di stanza nel Tavoliere delle Puglie, per la bisogna. Non si cono-
sce quale altro uso sia ipotizzabile in una guerra, per liprite, tranne
limpiego per scopi militari. Ancora oggi se ne pagano le conseguen-
ze volutamente ignorate a livello governativo. La segretezza del cari-
co indusse il comando Usa a nascondere sia ai militari sia ai civili
italiani lenorme gravit della situazione. I contaminati morirono tra
atroci sofferenze per tutelare un granitico segreto; una rigidissima
censura militare blocc ogni informazione. Il 9 aprile 1945, sempre a
Bari, alle ore 11.57 esplose il piroscafo americano Charles Hender-
son. Era un Liberty che trasportava 6.675 tonnellate di bombe di va-
riegata tipologia, partito da Norfolk il 14 marzo 1945. Non stato
mai appurato se fu incidente o sabotaggio. Mancavano pochi giorni
alla fine della guerra in Italia. Che ragione cera di ammassare ancora
gas letali in Europa, se di l a poco sarebbe stata sganciata sulla citt
di Hiroshima la prima bomba nucleare? Le conseguenze furono in-
calcolabili. Un ammasso caotico di macerie di ogni sorta si legge
nella relazione ufficiale del Genio Civile, curata dallingegner Giu-
seppe Geraci . Del piroscafo, che pochi minuti prima dominava con
la sua mole la scena della calata, non restavano che due enormi spez-
zoni. La prua e la poppa ridotte ad un ammasso informe di ferraglie.
Della parte centrale dello scafo non si scorgeva alcuna traccia. La
calata denominata n. 14, dove trovavasi attraccata la nave per una
lunghezza di 75 metri, era del tutto sparita. Grave il tributo pagato
dalla popolazione civile. Anche la Henderson, al pari della Harvey,
custodiva aggressivi chimici, dichiara Vito Antonio Leuzzi, diretto-

103
re dellIpsaic. Una rigorosa censura sul carico della nave venne im-
posta dalle autorit alleate, ma anche da quelle italiane. Ancora
non si spiega perch riflette ancora Leuzzi gli alleati accumula-
vano armi letali, proibite dalle convenzioni internazionali, in una
fase in cui il conflitto poteva dirsi concluso. E in una realt distante
dai teatri di guerra. In attesa di risposte rimane agli atti bibliotecari
la testimonianza inedita di Nicola Bottalico, uno dei pochi operai del
porto sopravvissuti allesplosione: Il sottoscritto, destinato con la
squadra 39 della mattina, stava in attesa perch la nave Henderson
dalla banchina 17 doveva passare alla 13. Arrivate le undici e trenta,
il caposquadra ci ordinava di avvinarci alla nave. Io ero destinato alla
stiva numero 3 dove era un carico di bombe di 250 chilogrammi.
Passarono pochi muniti e venne lo scoppio. Mi trovai sbattuto vicino
a una scaletta che portava in coperta. Per dopo che il cielo divent
chiaro ci trovammo diversi operai salvi. Per nessuno si permetteva
di buttarsi a mare perch la nafta ribolliva nellacqua () Uscimmo
allesterno del porto completamente ricoperti di nafta. La gente ci
scambiava per negri. LUnion Jack - giornale delle forze armate al-
leate che si stampava in citt - defin lincidente del 9 aprile 1945
uno dei maggiori disastri della guerra nel teatro del Mediterraneo.
Un disastro di cui non compare traccia nei libri di storia. Segreto
militare a parte, la Marina italiana per il recupero degli ordigni ha
utilizzato un sistema arcaico dichiara Angelo Neve, presidente
dellassociazione San Nicola per la pace , ha ritenuto opportuno
raggrupparli e farli brillare direttamente in mare, causando un grave
danno alla flora e alla fauna marina. Perch non sono stati interpel-
lati gli americani, visto che in massima parte sono loro gli artefici di
questa sciagura?. Gli ultimi conflitti bellici, pi o meno preventivi,
ci hanno indotti a considerare il lato oscuro delle strategie militari.
La guerra chimica uno degli eventi ancora oggi meno conosciuti del
secondo conflitto mondiale. Sempre pi spesso, a battaglia termina-
ta, emergono circostanze scomode per la propaganda delle forze in
campo vincenti. Liprite un liquido bruno, oleoso, volatile che at-
tacca e distrugge tutte le cellule viventi. Il solfuro di etile biclorurato
aggredisce, se respirato, lapparato cardiovascolare. Colpisce con ve-
sciche e piaghe, senso di arsura, difficolt a respirare, cecit. La Iarc
(agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha stabilito: a

104
rischio di cancerogenicit per lessere umano. Produce esiti neopla-
stici argomenta la letteratura scientifica a carico dellapparato
respiratorio ed emolinfopoietico anche dopo singole esposizioni.
Usata per la prima volta dallesercito tedesco in Belgio, a Ypres
(1917), liprite stata messa al bando dalla Convenzione di Ginevra
nel 1925. Le potenze occidentali, tuttavia, hanno continuato a pro-
durla, mascherata dallindustria del cloro. Le fonti storiche parlano
chiaro: basta esaminarle. Occultate dai segreti insabbiati, malamen-
te oscurati, spesso intrappolati nelle reti dei braccianti del mare, in-
fine dimenticati. Eppure attuali: infatti seguitano a colpire, anzi sono
programmati per manifestare lazione ritardata a distanza di tempo,
specie sulle generazioni future, in ottemperanza a quanto avevano
indicato tre luminari americani alla Casa Bianca. Il Memorandum
Groves (segretato fino al 1975) prospettava di inquinare unarea e
danneggiare le forme di vita presenti, per continuare a colpire le ge-
nerazioni future. In altri termini, creare menomati per sempre. Gli
autori di quella famigerata indicazione (James Bryant Conant, retto-
re delluniversit di Harvard nonch presidente del National Rese-
arch Defense Council, ed i premi Nobel Arthur H. Compton e Harold
C. Urey) suggerivano il 30 ottobre del 43 al governo USA di utiliz-
zare luranio sporco per inquinare le citt nemiche con nuvole di na-
noparticelle radioattive. Non proprio un mistero, il fenomeno
sempre pi palese: la nocivit come strategia globale di dominio. Dal
46 andato in onda quotidianamente uno stillicidio invisibile allo-
pinione pubblica, di pescatori infortunati, gravemente ammalati e
deceduti per cause misteriose. Lo studio scientifico di Adamo Ma-
strorilli (Esiti a distanza di lesioni di vescicatori), analizzava il caso
di 102 pescatori molfettesi, ipritati dal 46 al 54, e venne pubblicato
nel 1958 dal Giornale di Medicina Militare (numero 4). NellAdriati-
co fra il 1950 ed il 1960 la frequente contaminazione con casi morta-
li della gente di mare da iprite, fosgene, fosforo, lewisite e napalm, ha
assunto le caratteristiche di massa. Nel 1960 la Rassegna di Medici-
na industriale e di Igiene del Lavoro pubblicava lo studio a cura di
Nicola Mongelli Sciannameo, Infortunio collettivo da solfuro di etile
biclorurato in un gruppo di pescatori. Tirando la rete avvertiva
bruciore alle mani provocato probabilmente da sostanze tossiche
(Gas Iprite?), emerge da una una denuncia del 14 marzo 1966: l

105
infortunio occorso al pescatore Francesco Andriani, a bordo del pe-
schereccio Maria Giuseppa Madre. Un gravissimo incidente di cui si
abbia notizia ufficiale risale al 25 luglio 1996. Nel pomeriggio di quel
giorno il peschereccio Marco Polo, impegnato in una battuta di pesca
a venti miglia dal Gargano, ha preso una bomba che ha mandato
allospedale con gravi ustioni tre uomini dequipaggio. Alla fine del
mese di giugno del 96, al largo del litorale veneziano, nei pressi di
Chioggia, una misteriosa sostanza giallognola descrivono le crona-
che , cerosa e viscida faceva incendiare le reti dei pescherecci a
contatto con laria. Le analisi di laboratorio svelarono che si trattava
di fosforo bianco, un liquido altamente tossico, normalmente impie-
gato nellindustria bellica per le bombe incendiarie. Uninchiesta
giudiziaria della Procura della Repubblica di Venezia accert che La
sostanza diffusa in maniera puntiforme e non omogenea, quindi
difficilmente localizzabile. Il 15 dicembre 1999, Nicola Freda, co-
mandante della capitaneria portuale di Manfredonia, documentava
ufficialmente: Soltanto nellultimo semestre sono stati rinvenuti tre
ordigni bellici nelle acque antistanti il porto di Manfredonia. Il pri-
mo ordigno, una bomba daereo di fabbricazione statunitense, sta-
to rinvenuto il 9 settembre da un peschereccio a circa 4 miglia dalla
costa. Il successivo il 7 ottobre dal peschereccio Smeraldo a circa 3
miglia ad est del porto. Infine il 18 ottobre il motopesca Isacco ha
recuperato e prontamente rilasciato in mare un ordigno bellico, ov-
vero una bomba da mortaio al fosforo a 3 miglia dalla costa. Nello
stesso periodo uninterrogazione parlamentare del senatore Buccie-
ro, indirizzata il 21 ottobre 99 al governo, confermava che Numero-
si fusti di iprite, apprestati per una guerra chimica degli angloameri-
cani, da questi furono gettati in mare tra Molfetta e Manfredonia nel
1943, onde distruggere le prove della violazione della Convenzione di
Ginevra. Nel 2001 a farne le spese il sommozzatore Lorenzo Ciani,
che aveva rimediato due settimane di prognosi allospedale di padre
Pio di San Giovanni Rotondo. Il sub aveva sfiorato a quattro metri di
profondit logiva corrosa di una bomba chimica, rimettendoci quasi
una mano. Nella disattenzione generale prosegue lo stillicidio gior-
naliero, inferto ai pescatori di mestiere dai residuati della seconda
guerra mondiale. L8 ottobre dello stesso anno ne sono stati portati a
galla undici caricati al fosforo, che una volta issati a bordo, a contatto

106
con laria, hanno preso fuoco ustionando due pescatori di Manfredo-
nia in provincia di Foggia. Angelo Salvemini, 33 anni, e Walter Gra-
natiero, 26 anni, hanno riportato ustioni di primo e secondo grado
agli arti superiori e alla schiena. Ferite non gravi giudicate guaribili
in quindici giorni dai sanitari dellospedale di Monte SantAngelo.
Salvemini e Granatiero formano il giovane equipaggio del pescherec-
cio Partenope di circa 9 tonnellate di stazza, che a tre miglia e mezza
dalla costa sipontina ha agguantato i pericolosi residuati bellici. Le
bombe erano lunghe pi di un metro e avevano la circonferenza di
una trentina di centimetri racconta Walter . La carcassa era del
tutto arrugginita. Siamo riusciti a buttarle a mare, per ci siamo bru-
ciati. Angelo fa un po di conti: Abbiamo subito danni alla nostra
salute, alla barca, alle reti e ai calamenti ripete il comandante con
moglie a carico e tre figli . Perch la zona delle bombe non indica-
ta sulle carte nautiche?. In assenza di divieti i lavoratori del mare
hanno seguitato a sudare il sangue per un tozzo di pane onesto nelle
aree infestate, esponendosi a sostanze letali come liprite e larsenico
fuoriuscite dagli ordigni corrosi. Sui fondali presente armamento
convenzionale (bombe daereo, mine, proiettili dartiglieria) e chi-
mico spiega il biologo Ezio Amato che, per conto dellIstituto cen-
trale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, dal 97
al 99 ha monitorato limpatto dei residuati bellici sugli ecosistemi
marini . Questultima tipologia costituita da una carica di iprite,
fosgene, fosforo e composti contenenti arsenico (lewisite, adamsite,
Clark I, Clark II). Lesposizione a tali sostanze provoca nellessere
umano danni molto seri, data lazione di tipo vescicante, asfissiante,
irritante e tossica. I pesci dellAdriatico sono particolarmente sog-
getti allinsorgenza di tumori, subiscono danni allapparato riprodut-
tivo, sono esposti a vere e proprie mutazioni che portano a generare
esemplari mostruosi. Nella relazione dello studio campione (otto-
bre 1999) una sorta dago in un pagliaio i biologi Amato ed Al-
caro hanno documentato: Si accertata la presenza sui fondali del
Basso Adriatico di almeno ventimila ordigni con caricamento costi-
tuito da aggressivi tra cui varie formulazioni di iprite e composti a
base di arsenico; in totale si sono individuate ventiquattro diverse
sostanze costituenti il caricamento speciale, di queste, diciotto
sono persistenti e in grado di esercitare effetti nocivi per lambiente.

107
Nellarea pilota sono stati individuati centodue bersagli di interes-
se; tra questi ne sono stati ispezionati mediante robot filoguidato
sedici, e undici sono risultati essere ordigni a carica chimica corrosi.
I campioni prelevati, acqua, sedimenti e pesci, sono stati sottoposti a
quattro diverse metodologie danalisi che, nel complesso, indicano la
sussistenza di danni e rischi per gli ecosistemi marini determinati da
inquinanti persistenti rilasciati dai residuati corrosi. In particolare,
grazie ai confronti effettuati con esemplari prelevati nel Tirreno me-
ridionale, le analisi hanno rivelato, in alcuni campioni, tracce signi-
ficative di arsenico e derivati delliprite e la sussistenza di condizioni
di sofferenza nei pesci attribuibili alle sostanze fuoriuscite dai resi-
duati bellici. Il governo italiano non ha fatto nulla se non barcame-
narsi annegando nel vuoto. Pesci malati e mutageni continuano a fi-
nire sulle nostre tavole, come se niente fosse. Anche lItalia fascista
ha prodotto munizionamento proibito, utilizzandolo in Etiopia e Li-
bia. Nel Belpaese gli stabilimenti di produzione degli aggressivi chi-
mici (Avigliana, Rho, Bussi sul Tirino, Foggia) attendono ancora una
bonifica. Una missiva, indirizzata dal ministero della Difesa il 18 giu-
gno 1948 al prefetto di Foggia, apre uno squarcio sugli impianti di
produzione segreti, a ridosso di una citt e di campi coltivati a vigne-
ti, grano ed ortaggi. Oggetto: Foggia Lavori di bonifica dellex
centro Chimico Militare. Con riferimento a quanto segnalato con il
telegramma a cui si risponde, si fa presente quanto segue: a) i lavori
di bonifica e di sgombero macerie e materiali degli ex impianti di
produzione aggressivi chimici di Foggia non possono essere eseguiti
che da personale specializzato, in quanto il personale stesso, durante
il lavoro, deve essere munito di maschere antigas, guanti e indumen-
ti protettivi, dato che esistono ancora sotto le macerie apparecchi
contenenti quantit considerevoli di iprite e disfogene; b) i menzio-
nati aggressivi chimici, per il modo col quale vennero effettuate le
distruzioni dai Tedeschi, hanno inquinato, oltre le parti costituenti
gli impianti, anche le macerie dei fabbricati crollati. Questo Ministe-
ro, pertanto, dopo attento e ponderato esame della questione, allo
scopo di evitare possibili gravi infortuni, venuto nella determina-
zione di far effettuare i lavori sopraccennati da personale di questa
A.M., pratico di maneggio delle sostanze tossiche. Gli arsenali inu-
tilizzati sugli umani di pelle nera e razza inferiore finiscono in mare

108
su disposizione degli Alleati. A parte le testimonianze eroiche del
Nucleo Sminamento delle Puglie, preposto alla bonifica dei porti con
uomini che, nonostante la paga da fame, hanno sacrificato la vita,
molteplici rapporti della Questura di Bari (reperibili nel locale Archi-
vio di Stato) rivelano gli affondamenti di zatteroni inglesi colmi di
munizionamento a base di gas, al largo del capoluogo regionale,
dopo il 45. Il 31 luglio del 1947 il Servizio Porti Demanio e Pesca
della Marina Mercantile, con una semplice circolare (5661/1/M.A.)
firmata dal ministro Cappa, ha stabilito le Norme per la rimozione
di navi aventi a bordo ordigni esplosivi o aggressivi chimici. Al pun-
to 2 del testo scritto: Il materiale esplosivo e chimico estratto
dallacqua dovr essere subito allontanato dal posto di lavoro ed af-
fondato in mare in alto fondale. Le zone di affondamento verranno
determinate dalle autorit Militari Marittime periferiche, di accordo
con le capitanerie di Porto, tenendo presente che i fondali non deb-
bono essere inferiori ai 150 metri e che le zone stesse non debbono
essere frequentate da navi da pesca e debbono essere prive di cavi
sottomarini. Per laffondamento degli aggressivi chimici le zone pre-
scelte, oltre ai requisiti di cui sopra, debbono avere un fondale mini-
mo di metri 460 ed essere distanti almeno 20 miglia dalla costa pi
vicina e 10 miglia dalla pi vicina rotta di traffico. Una disposizione
dello Stato Maggiore della Marina (reparto O.B.S., protocollo 44198,
a firma Pecori) il 4 novembre del 47, aveva confermato la opportu-
nit di trasportare sollecitamente al largo e di affondare i materiali
esplosivi che per le difficolt di cernita e confezionamento rappre-
sentano un maggior pericolo () Pertanto in accordo con la D.G. del-
le armi e degli Armamenti Navali questo Stato maggiore: prescrive
che gli esplosivi di risulta siano distrutti mediante bruciatura e che le
munizioni cariche che non fosse possibile sconfezionare in sicurezza
da parte della ditta siano distrutte mediante brillamento in alti fon-
dali. Stabilisce che tutti gli altri materiali e congegni esplosivi o il
munizionamento di qualunque tipo e impiego, non specificato al
precedente comma a), siano come per il passato accantonati per il
pi breve tempo con ogni accorgimento per la incolumit pubblica e
alla prima occasione trasportati al largo ed affondati nei punti gi
stabiliti. Nel Rapporto di fine lavori, sottoscritto dal maggiore V.
Martellotta (19 giugno 1948), si apprende che sono stati richiesti

109
interventi per la bonifica ad abitazioni e cure ad incidentati da iprite
in diverse localit del litorale Adriatico Pugliese e anche per alcune
localit dellAlto Adriatico (Ancona, Rimini e Cattolica). Gli ordigni
non convenzionali furono trafugati dai soldati tedeschi in un deposi-
to fascista di Urbino e poi, per ordine di Hitler, vennero inabissati di
fronte al litorale marchigiano. Linterrogazione parlamentare (nu-
mero 6324) del 20 novembre 1951, indirizzata da Enzo Capalozza al
ministro della Marina Mercantile, esigeva interventi urgenti: Per
conoscere quali urgenti misure voglia prendere per il rastrellamento
delle bombe alliprite che sin dal 1944 sono state gettate in mare dal-
le truppe tedesche in ritirata e che oggi infestano il tratto dellAdria-
tico da Ancona a Pesaro e specialmente da Fano a Pesaro che
provocano lesioni gravi e incapacit al lavoro ai nostri pescatori. Il
sottosegretario di Stato Tambroni confermava la pericolosa presen-
za dell arsenale fornendo sei coordinate di affondamento: lufficio
circondariale marittimo di Cattolica, sulla base delle denunce di rin-
venimento ricevute dal 1945 in poi e di quelle di infortunio dei pesca-
tori locali per contaminazione da aggressivo chimico, ritiene di poter
affermare che la zona in cui le bombe ad iprite sarebbero state affon-
date si troverebbe fra Pesaro e Castel di Mezzo. La quantit degli
ordigni risalenti alla seconda guerra mondiale incalcolabile: le navi
americane hanno trasportato in Italia circa 10 mila tonnellate di
bombe aeree alliprite. Al termine del conflitto bellico furono affon-
date su disposizione Usa, dinanzi alla costa pugliese. Lo storico Vito
Antonio Leuzzi, responsabile dellIstituto pugliese per la Storia
dellAntifascismo, per anni ha cercato le prove dellaffondamento del
materiale bellico disposto dalle autorit marittime italiane e le ha
scovate: I fondali di alcune zone di mare comprese fra Molfetta e
Manfredonia furono utilizzati dal 1946 al 1955 come discarica
dellimmensa quantit di bombe chimiche proibite dalla Convenzio-
ne di Ginevra del 1925, che gli angloamericani custodivano a Bari
nellAdriatic Depot e nel grande campo daviazione del Tavoliere.
La richiesta al governo italiano fu indirizzata dal governo Usa per
occultare prove compromettenti. Nellagro di Manfredonia gli Alle-
ati avevano allestito, accanto alle basi aeronautiche della 15 Air For-
ce, il campo munizioni che si estendeva su di una superficie di 20
chilometri quadrati rivela lanziano Raffaele Occhionero, Clerk

110
Supervisor del Town Major (comandante del presidio delle forze mi-
litari di occupazione) . Al termine del conflitto le bombe alliprite,
fosgene e fosforo sono state scaricate a un paio di miglia dalla costa,
al largo di Manfredonia, dai prigionieri tedeschi e dai lavoranti ita-
liani. Lo Stato italiano e quello inglese sono tenuti al segreto milita-
re fino al 2018 e i loro archivi risultano quasi inaccessibili. La prima
censura fu ordinata da Churchill per celare le responsabilit britan-
niche nelluso di un aggressivo chimico vietato dalle norme di guer-
ra. Anche le autorit militari e civili del Belpaese, per, non hanno
sfigurato, tanto da distruggere le cartelle cliniche degli infortunati
argomenta il professor Nico Perrone, docente universitario . Oc-
cultando le cause degli infortuni i governi italiani hanno impedito
che i numerosissimi malcapitati venissero curati efficacemente. Di
recente, nel 2011, i pescatori ipritati di Molfetta si sono visti negare
laccesso alle proprie cartelle cliniche dai responsabili del Policlinico
di Bari. Un solo esempio a portata di rete: accaduto a Vito Tedesco
e a suo fratello, contaminati alle mani e agli occhi. Le indagini della
cattedra di Igiene industriale delluniversit di Bari e una ricerca
dellIstituto di Medicina del lavoro hanno concluso che La frequen-
te contaminazione da iprite dei pescatori ha assunto caratteristiche
di massa. Un rapporto dellex ministero della Marina Mercantile ha
riconosciuto che un quarto dellintera superficie marittima del bas-
so Adriatico inutilizzabile per la pesca a strascico. Il problema
che, nonostante le promesse istituzionali, non si sa come recuperare
e smaltire accumuli di iprite e fosgene ingentissimi e ormai privi di
ogni protezione esterna. Alla fine della Seconda guerra mondiale la
parte pi a sud del Mare Adriatico rappresentava la principale area
di seppellimento del Mediterraneo. La maggior parte del materiale
bellico scaricato in mare proveniva dai depositi di armi convenziona-
li e chimiche che i tedeschi prima e gli Alleati dopo avevano installa-
to nei pressi di Foggia e Bari. A peggiorare la situazione, linabissa-
mento di ordigni recuperati dalle navi USA affondate nei porti pu-
gliesi. Da molte interviste coi pescatori locali (pugliesi, ma anche
maltesi, albanesi e croati) risulta evidente lesistenza di dumping
sites non officially reported (discariche non denunciate ufficialmen-
te). Al largo del Gargano (parco nazionale) stata segnalata, dagli
operatori dellIstituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologi-

111
ca Applicata al mare, unarea contenente armi convenzionali e chi-
miche alla profondit di 230 metri, su unarea estesa approssimati-
vamente 10 miglia nautiche. Sempre al largo del Promontorio garga-
nico stata individuata dagli operatori dellIcram, e confermata
grazie alle interviste coi pescatori, la presenza di armi chimiche con
iprite a profondit variabile tra i 200 e i 400 metri, su una estensione
di circa 14 x 29 miglia nautiche, distante dalla costa di Vieste appros-
simativamente 30 miglia nautiche (circa 55 km). Unaltra area di for-
ma circolare, nelle acque del Gargano, segnata sulle carte nautiche
come discarica di armi e munizioni inesplose: profondit 50 metri,
distanza dal centro dellarea alla costa di Vieste approssimativamen-
te 5,5 miglia nautiche (poco pi di 10 km), raggio dellarea 1,4 miglia
nautiche (2,7 km circa). Per quanto riguarda gli effetti sullambiente
marino delle sostanze chimiche contenute nei residuati bellici, grazie
al progetto ACAB (Armi Chimiche Affondate e Benthos) realizzato
dallICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica
Applicata al Mare) e al progetto REDCOD (Research on Envi-
ronmental Damage caused by Chemical Ordnance Dumped at sea),
nato dalla collaborazione tra lIstituto Centrale per la Ricerca Scien-
tifica e tecnologica Applicata al Mare, il Consorzio Nazionale Interu-
niversitario per le Scienze del Mare, il Dipartimento di Scienze Am-
bientali dellUniversit di Siena, lIstituto di Biomedicina e di Immu-
nologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Centro
Tecnico Logistico Interforce NBC, pubblicato nellottobre del 2006,
la comunit scientifica dispone di dati attendibili che preoccupano
gli studiosi. Da un punto di vista generale, gli alti livelli di arsenico
rintracciati negli organismi marini pongono serissimi interrogativi
sulla salute umana. Gli studiosi non escludono che le cause dellele-
vata presenza di arsenico riscontrata nelle aree di studio siano dovu-
te esclusivamente agli ordigni inesplosi adagiati sui fondali marini.
Non sono state rilevate tracce di iprite negli organismi marini, e que-
sto dovuto probabilmente al rapido passaggio nella circolazione
sanguigna. Il professor Giorgio Assennato, ex direttore dellIstituto
di Medicina del lavoro di Bari ed attuale direttore dellArpa Puglia,
avverte: Le conseguenze della guerra di oltre mezzo secolo fa rica-
dono ancora oggi sulla gente di mare. Sono caduti nel vuoto per gli
avvertimenti della comunit scientifica internazionale che da tempo

112
ha messo in luce le conseguenze di lungo periodo e lalto rischio can-
cerogeno. La National Academy of Science aveva pubblicato nel 93
una monografia sulliprite intitolata Veterans at risk. Lattualit del
gas era legata al fatto che in quegli anni alcune riviste mediche come
il Journal of the American Medical Association e Nature avevano
denunciato la sperimentazione fatta dai governi sui propri soldati
allinizio della seconda guerra mondiale. Il prezzo pi elevato valuta-
to in perdita di salute e di vita viene costantemente pagato dalle
ignare popolazioni. A Mattinata, un paese garganico di 6 mila resi-
denti privo di industrie ed insediamenti inquinanti che si affac-
cia sullAdriatico, stato registrato un aumento del 100 per cento
dellincidenza di tumori. Quattro medici di famiglia hanno scritto al
sindaco: Allarme inquinamento ambientale. Negli ultimi due anni
il numero delle persone malate di cancro raddoppiato. Soprattutto
leucemie, ma anche polmoni, colon e prostata. Gli esperti le chiama-
no neoplasie multi genere, a persone dogni et. Il dottor Raffaele
Ciuffreda ha rilevato nel solo 2010 dieci nuovi casi di malati oncolo-
gici, a cui aggiungere una mezza dozzina di recidive. Rispetto agli
anni passati vuol dire un inquietante pi cento per cento dellinci-
denza tumorale. Per ogni medico di famiglia, ed ancor pi in un
paese piccolo come Mattinata, i pazienti sono la propria grande fa-
miglia spiega il dottor Michele Falcone . Se uno muore perdiamo
un amico con cui magari avevamo giocato da bambini. Ecco perch,
scoprendo che ogni collega aveva notato lo stesso considerevole au-
mento di patologie tumorali, abbiamo deciso di sollevare il problema
rivolgendoci al sindaco Roberto Prencipe, la massima autorit sani-
taria locale. Una lettera in cui i quattro medici (inclusi i colleghi
Anna Maria Latino e Filippo Palumbo) non si limitano ad indicare lo
spaventoso incremento delle neoplasie, ma ne indicano le cause
nellinquinamento ambientale. A poca distanza, nel parco marino
delle Isole Tremiti (area protetta) si consumata unestate esplosi-
va. Ci siamo immersi a mezzo miglio dallisola di Pianosa per am-
mirare le praterie di Posidonia ma abbiamo sfiorato con mano un
tappeto di bombe inesplose raccontano visibilmente storditi Ma-
rio e Luigi . Potevamo saltare in aria. Perch nessuno segnala que-
sto grave pericolo?. Ma possibile che una riserva naturale marina
con fondali cristallini e una variet di flora e fauna unica nel Medi-

113
terraneo covi un arsenale esplosivo? Pianosa la pi remota dellar-
cipelago delle Diomedee da cui dista 12 miglia , ultimo lembo di
suolo italiano prima del confine con le acque internazionali e, poco
oltre, con quelle della Croazia, si staglia a 18 miglia dal Gargano. La
minuscola e disabitata isola prende il nome dal suo inconfondibile
aspetto pianeggiante. Dal 14 luglio 1989 zona A, area di maggior
integrit e rispetto ambientale: il cuore delle Diomedee. Attualmente
numerosi involucri esplosivi inclusi quelli risalenti al recente conflit-
to nei Balcani perdono il loro micidiale contenuto, alterando lhabi-
tat marino con gravi conseguenze ambientali e sanitarie. La scoperta
dellIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che
ha censito una minima parte degli ordigni. Le indagini hanno evi-
denziato un notevole stress per gli animali marini campionati ri-
vela Luigi Alcaro, ricercatore dellIspra , segni di sofferenza e alte-
razioni a livello biochimico e istologico che possono essere diretta
conseguenza del Tnt disperso dalle bombe. Il Tnt, secondo la lette-
ratura scientifica, un composto solido, giallo e inodore prodotto
dalla combinazione di acido nitrico e solforico. Numerosi studi han-
no dimostrato la tossicit di questa sostanza sullorganismo umano
che si manifesta a diversi livelli provocando epatite e anemia emoli-
tica, danni allapparato respiratorio, eritemi e dermatiti. Inoltre, il
Tnt stato qualificato a livello internazionale anche come potenziale
agente cancerogeno. Un esame pi attento mostra sul suolo tracce
dellimpatto di bombe costituite da metallo fuso sulla roccia. Il pro-
blema noto da tempo; in merito allinquinamento bellico e ai rischi
derivanti per la navigazione vi anche una successiva ordinanza del-
la Capitaneria di Porto di Manfredonia (n.16 del 3 giugno 1991).
Dopo anni passati in fondo al mare gli involucri delle bombe iniziano
a sgretolarsi e disperdere le sostanze nocive. Gli ordigni contengono,
infatti, il Tnt, che un composto solido, giallo e inodore prodotto
dalla combinazione di acido nitrico e solforico. Ed altamente noci-
vo per tutti gli esseri viventi. Numerosi studi scientifici condotti su
operai delle fabbriche di armi hanno dimostrato la tossicit di questa
sostanza sullorganismo umano che si manifesta a vari livelli provo-
cando epatite e anemia emolitica, danni allapparato respiratorio,
eritemi e dermatiti. Effetti nocivi sono stati rilevati anche su animali
di laboratorio: ratti e cani nutriti con cibo contenente Tnt hanno evi-

114
denziato tremori e convulsioni. Il Tnt stato qualificato anche come
un potenziale agente cancerogeno. I ricercatori dellIspra hanno
scelto proprio Pianosa per approfondire le ricerche e lo hanno fatto
analizzando mitili, ricci e un pesce stanziale che vive a contatto con il
fondo: il grongo. Le indagini riferisce Luigi Alcaro, ricercatore
dellIspra che ha soggiornato per qualche tempo sullisola hanno
evidenziato un notevole stress per gli animali marini campionati, se-
gni di sofferenza e alterazioni a livello biochimico e istologico che
possono essere diretta conseguenza del Tnt disperso dalle bombe.
Possibile che almeno le autorit locali non sapessero nulla? Almeno
il prefetto di Foggia, Antonio Nunziante, stato debitamente infor-
mato, ma inspiegabilmente non ha mosso un dito. Comunque, pres-
so la Capitaneria di Porto di Manfredonia, in provincia di Foggia,
scoviamo un faldone impolverato con lordinanza numero 27, risa-
lente al 18 ottobre 1972. Il documento, firmato dal tenente colonnel-
lo Mariano Salemme, rende noto che Nella zona di mare circostan-
te lisola di Pianosa, per una profondit di metri 100, sono depositate
su fondo marino un numero imprecisato di bombe aeree che rendo-
no quella zona pericolosa alla navigazione, ancoraggio e sosta di
qualsiasi natante, la pesca, la pesca subacquea e la balneazione.
Pertanto Dalla data odierna fino a nuovo ordine, nella zona di mare
sopra indicata per una profondit di mare di metri 500 (cinquecen-
to) vietata la navigazione, lancoraggio e la sosta di qualsiasi natan-
te, la pesca, la pesca subacquea e la balneazione. Strano. Il Portola-
no della navigazione non fa menzione degli ordigni, e neppure le
carte nautiche pi aggiornate. Sullisola e attorno ad essa vietata
lalterazione con qualsiasi mezzo dellambiente geofisico o delle ca-
ratteristiche biochimiche dellacqua, nonch lintroduzione di armi,
esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura, nonch sostan-
ze tossiche o inquinanti, stabilisce il decreto interministeriale del
14 luglio 1989. Non tutto. Sulla scogliera fa bella mostra un ordigno
inesploso risalente alla guerra nei Balcani. Un esame pi attento mo-
stra al suolo tracce di deflagrazioni costituite da metallo fuso sulla
roccia. Ma il Governo non interviene? Interpellati nel 2011, i ministri
dellAmbiente (Prestigiacomo) e della Difesa (La Russa) non hanno
offerto alcuna spiegazione. Lunica risposta istituzionale risale al 14
ottobre 2005, quando il ministro della Difesa, Antonio Martino, si

115
limit ad ammettere il rinvenimento di un numero imprecisato di
ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale senza comun-
que predisporre la bonifica dei fondali. C un rischio effettivo in
questarea dal pregevole e fragile habitat, scarsamente controllata
dalla guardia costiera? Nelle acque di Pianosa operano abitualmen-
te pescatori di frodo e in prossimit dellisola transitano petroliere e
spesso gettano lancora natanti fuoribordo, circostanze che rendono
possibile lesplosione degli ordigni una volta che essi venissero a
contatto con gli scafi, attesta linterrogazione parlamentare (4-
10469) indirizzata il 13 luglio 2004 da Mauro Bulgarelli ai ministri
dellAmbiente e della Difesa. Il deputato dei Verdi aveva chiesto inol-
tre: quali iniziative si intendano adottare per rimuovere nel pi bre-
ve tempo possibile gli ordigni giacenti sui fondali, fonti di gravissimo
pericolo per lecosistema, per la navigazione e la salute delle popola-
zioni dellarcipelago delle Tremiti?. Chi ha bombardato lisola ad un
soffio dal Gargano? Un inchiesta della Marina militare italiana ha
accertato la responsabilit degli Usa. Ci sono anche bombe non
convenzionali, alliprite e al fosforo. un retaggio dellultimo conflit-
to mondiale: lisola serv agli Alleati quale campo di tiro per lAero-
nautica, che peraltro distrusse il faro, i pozzi e i rifugi dei pescatori,
rivela lanziano Raffaele Occhionero, testimone oculare dellevento
in veste di interprete presso il comando anglo-americano di stanza a
Manfredonia. Una nota del capitano di fregata Domenico Picone, da-
tata 13 gennaio 1996, conferma: sui fondali dello specchio di mare
circostante lIsola di Pianosa, che classificata zona di riserva inte-
grale della Riserva marina Isole Tremiti, in una fascia ampia circa
cento metri dalla costa stessa, sono state a suo tempo identificate n.
48 bombe daereo (oltre alla probabile esistenza di altre nascoste
dalla vegetazione) risalenti alla 2 guerra mondiale. Lalto ufficiale
insisteva: Lo scrivente ha pi volte interessato vari Organismi della
Marina Militare, nonch il Ministero dei Trasporti e della Navigazio-
ne per la rimozione dei suddetti ordigni bellici, sia allo scopo di eli-
minare lo stato di potenziale pericolosit per la pubblica incolumit,
sia al fine di rendere fruibili gli specchi acquei dellisola di Pianosa.
Le pi alte sfere dello Stato giocano ancora allo scaricabarile? Che
senso ha salvaguardare un ambiente se non si elimina una pericolosa
insidia? osserva il velista Antonio Di Carlo. In realt, qualcuno ha

116
tentato di porvi rimedio. Il 22 giugno 95 Domenico Picone, coman-
dante della Guardia costiera sipontina, interpellava i superiori: Si
prega di far conoscere le proprie determinazioni in ordine agli ordi-
gni bellici che rivestono notevole rilievo ai fini della salvaguardia del-
la pubblica incolumit. Il direttore generale del ministero dei Tra-
sporti e della Navigazione replicava il 19 settembre dello stesso anno:
Sembrano sussistere i presupposti necessari per lintervento della
Marina Militare in quanto stata accertata la presenza di ordigni
esplosivi che possono pregiudicare lincolumit della vita umana in
mare ed essere pericolosi per la navigazione. Tre mesi pi tardi, il
18 dicembre, il contrammiraglio Sirio Pianigiani innestava la marcia
indietro tutta, a nome dello Stato Maggiore: La Marina Militare in-
terviene solo a titolo di concorso ed allorquando gli Enti richiedenti
assumono formalmente gli oneri di spesa. Linizio delle operazioni di
bonifica potr avvenire solo allorquando saranno note lassunzione
degli oneri di spesa e lavvenuta disponibilit dei fondi necessari da
parte dellAmministrazione civile interessata. Strano. La bonifica di
ordigni esplosivi stata sempre effettuata, a partire dal 18 settembre
1963, dai nuclei Sdai della Marina militare. Non sarebbe il caso di
applicare il principio di chi inquina paga? chiede Elisabetta Zam-
parutti, deputato dellopposizione in Commissione Ambiente. Maga-
ri i responsabili potrebbero essere indotti dallo Stato italiano a farsi
carico dei danni sociali ed ambientali prodotti, causati dallaffonda-
mento indiscriminato di questi ordigni bellici e della loro lunga per-
manenza in un habitat marino che tutto il mondo ci invidia. La Con-
venzione internazionale di Ginevra del 1925 proibiva luso in guerra
di gas asfissianti, tossici o simili, nonch di tutti i liquidi, materiali o
procedimenti analoghi. Questo Protocollo non vietava la produzio-
ne e limmagazzinamento di armi chimiche e non escludeva luso dei
gas asfissianti come rappresaglia a un eventuale attacco militare con
luso di armi chimiche. Ci spiega la presenza sul territorio pugliese,
durante la 2 Guerra Mondiale, di un vastissimo arsenale alleato. La
Convenzione sulla loro proibizione firmata a Parigi il 13 gennaio
1993 stabilisce che tutti gli Stati Membri devono procedere alla di-
struzione di tutte le armi chimiche nei territori sotto la loro giurisdi-
zione; devono, inoltre, provvedere alla rimozione delle armi lasciate
sul territorio di altri Stati. Queste disposizioni non si applicano a

117
discrezione dello Stato Parte, alle armi chimiche sotterrate nel suo
territorio anteriormente al 1 gennaio 1977 e che rimangono sotter-
rate, o che sono state scaricate in mare anteriormente al 1 gennaio
1985. Il recupero delle armi chimiche rilasciate in mare di assolu-
ta responsabilit dello Stato che effettua il recupero, senza distinzio-
ne tra acque territoriali o internazionali. La Convenzione di Parigi
non affronta limpatto sullambiente delle sostanze chimiche rila-
sciate dagli ordigni inesplosi. Gli esperti affermano tuttavia lassolu-
ta necessit di localizzare i luoghi dove si trovano le armi chimiche,
approntare studi ecologici per valutarne limpatto sullambiente e
raccogliere informazioni sullo stato di corrosione delle munizioni.
Nel suo mare vietata lalterazione con qualsiasi mezzo dellam-
biente geofisico o delle caratteristiche biochimiche dellacqua, non-
ch lintroduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo
o di cattura, nonch sostanze tossiche o inquinanti attesta un de-
creto interministeriale. I fondali cristallini presentano una variet di
flora e fauna marina unica nel Mediterraneo; ma conservano un se-
greto esplosivo. Nel 2005, in risposta ad uninterrogazione parla-
mentare (numero 4-10237), il ministro della Difesa Antonio Martino
ebbe a riferire giocando al ribasso stile Ponzio Pilato senza adot-
tare alcun provvedimento: Relativamente agli ordigni bellici affon-
dati in basso Adriatico, risalenti alla seconda guerra mondiale, lIsti-
tuto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al
Mare (ICRAM) ha condotto, su commissione del Ministero dellam-
biente e della tutela del territorio, tra dicembre 1997 e ottobre 1999,
un programma di ricerca denominato A.C.A.B. (Armi Chimiche Af-
fondate e Benthos), volto a localizzare le aree di fondale interessate
dalla presenza di residuati bellici a carica chimica, ad accertarne lo
stato di conservazione ed a valutare i rischi ambientali. Il program-
ma ha visto la partecipazione anche del Consorzio Nazionale inter-
universitario per la Scienza del Mare (Co.Ni.S.Ma.) e dello Stabili-
mento militare Materiali Difesa nucleare Batteriologica e Chimica di
Civitavecchia. Il citato Istituto, che ha, tra laltro, pubblicato un ma-
nuale illustrativo delle misure precauzionali da adottare in caso di
recupero di tali residuati, ha in atto anche il cosiddetto progetto RED
COD (Research on Environmental Demage caused by Chemical
Ordnance Dumped at sea), finanziato dalla Commissione Europea,

118
per approfondire le conseguenze derivanti dai residuati bellici gia-
centi sui fondali dellarea interessata. Solo a conclusione di tale stu-
dio (dicembre 2005) verranno valutate le opportune iniziative e le
specifiche competenze dei diversi Enti Istituzionali coinvolti nella
problematica. Ci premesso, in merito alle attivit di bonifica del
fondo marino da ordigni (ovvero, materiali esplodenti ad essi assi-
milabili), preme sottolineare, in generale, come la normativa vigente
stabilisca che interventi di tale natura siano suddivisi in occasionali
e sistematici. In particolare, previsto che: la bonifica occasionale
sia effettuata a seguito di ritrovamento di ordigni esplosivi e limita-
tamente allintervento su di essi e per motivi connessi con la salva-
guardia della pubblica incolumit; la bonifica sistematica sia effet-
tuata, a scopo preventivo, nelle aree dove si presuppone la presenza
di ordigni nascosti da fenomeni naturali o, comunque, non indivi-
duabili a vista. Lurgenza dellintervento non pu, comunque, pre-
scindere da considerazioni di effettiva sussistenza del rischio per
lincolumit pubblica in mare, secondo una scala di priorit che col-
loca allultimo posto interventi su pericoli considerati solo potenzia-
li. Peraltro, fatta salva la competenza dellautorit del Governo a ri-
chiedere in ogni caso lintervento di bonifica, per le bonifiche di ca-
rattere occasionale potr essere richiesta lazione di reparti militari
specializzati per il tramite dellAutorit militare territorialmente
competente. Nel caso, invece, di bonifiche sistematiche, la Prefettura
cos come disposto dal Dipartimento della Protezione Civile in
data 16 maggio 1996 si dovr avvalere, di massima, di ditte specia-
lizzate, in possesso di specifici requisiti, coinvolgendo eventualmen-
te lapparato militare solo in operazioni preventive di ricognizione
delle aree da bonificare, atte a valutare fattibilit e stima dei costi e,
se necessario, nella fase finale di alienazione e distruzione degli ordi-
gni. Con specifico riferimento alla bonifica dei fondali delle acque
prospicienti lisola di Pianosa, auspicata dallinterrogante, si rileva
che nel 1972, a seguito del rinvenimento di un numero imprecisato
di ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale, stata effet-
tuata dal Nucleo Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi (SDAI) del-
la Marina Militare la relativa bonifica che, per, non stata portata a
termine per le intervenute proteste degli abitanti. Per tale motivo
stata emanata lordinanza n. 27 del 1972, cui cenno nella premessa

119
allatto, con la quale stata vietata qualsiasi attivit per un raggio di
500 metri dalla costa, nella zona antistante lisola. Al riguardo, si
precisa che lordinanza del Capo del Circondario Marittimo ha la
funzione di regolare determinate situazioni connesse a specifici av-
venimenti caratterizzati da peculiarit contingenti e, quindi, in
astratto, non estensibili ad ogni fattispecie; la stessa rimane, comun-
que, valida ed applicabile per espressa previsione delle prescrizioni
in essa contenute. Successivamente, la Capitaneria di porto di Man-
fredonia ha interessato il competente Ufficio territoriale del Gover-
no, al fine di provvedere allo stanziamento dei fondi necessari per la
bonifica. Richiesta, peraltro, reiterata in tempi diversi. Le iniziative
della Capitaneria di porto di Manfredonia sono state condivise dallo
stesso Ministero dellambiente e della tutela del territorio e dallEnte
Parco del Gargano, proprio in ragione della complessit e del carat-
tere di sistematicit che assume lintervento. Nel merito, il Comando
in Capo del Dipartimento Militare Marittimo di Ancona ha condotto
uno studio di fattibilit, con il quale sono state individuate le moda-
lit tecnico-operative inerenti alleventuale intervento di bonifica
dellarea circostante lisola. Le risultanze di tale studio sono state
partecipate alla competente Prefettura, auspicando lavvio delle
azioni necessarie alla risoluzione della problematica. Quanto allap-
plicazione del principio chi inquina paga, il Ministero dellam-
biente e della tutela del territorio ha comunicato che, non appena
disporr di materiale probatorio rilevante, tale da risalire con certez-
za agli autori dei fatti di cui trattasi, nonch di documentazione atte-
stante la sussistenza e lentit dei danni arrecati alle risorse marine,
valuter se sussistono i presupposti per attivare le procedure finaliz-
zate ad ottenere il risarcimento del pregiudizio arrecato, ai sensi
dellarticolo 18 della legge n. 349 del 1986. Si aggiunge, in ultimo,
con riferimento al rilascio di ordigni da parte di aerei NATO in
emergenza, nel corso di operazioni militari in Kosovo, che il Gover-
no ha disposto lesecuzione delle operazioni di bonifica riguardanti
lintero bacino del Mare Adriatico e che tali attivit sono state svolte
dalla Marina militare italiana e da unit NATO nel periodo compreso
tra il 1999 ed il 2001. Inoltre, la Marina militare italiana svolge pe-
riodicamente operazioni di sorveglianza dei fondali sulle principali
rotte e linee di comunicazione marittime, con limpiego delle proprie

120
unit di Contro Misure Mine (Route Survey), fornendo, quindi, una
continua opera a salvaguardia della sicurezza della navigazione. Sin
dallo sbarco in Sicilia, gli alleati usarono munizionamento al fosforo
e al napalm. Dallestate del 43 venne impiegata unaltra nuova arma
che sarebbe diventata tristemente famosa negli anni 60, durante la
guerra del Vietnam. Infatti, a partire dallo sbarco a Salerno, furono
affidati alla fanteria americana 15 mila lanciafiamme caricati con il
napalm. Tecnicamente questa miscela un composto di petrolio con
addensante di alluminio, acido palmitico e acido natftoleico. Leffica-
cia distruttiva ottenuta dalle operazioni terrestri convinse lUSAAF a
lanciare nel giugno 1944 ordigni riempiti di napalm contro le fortifi-
cazioni tedesche in Normandia. Prima ancora, lisola di Pantelleria
venne usata come laboratorio a cielo aperto per verificare se il na-
palm era in grado di uccidere gli uomini allinterno dei bunker. Il
napalm stato adoperato su larga scala dalle forze alleate contro
citt e in campo aperto. Secondo lo storico inglese Andrew Brookes,
il primo bombardamento aereo con ordigni al napalm sul Nord Ita-
lia venne effettuato nellinverno 1944 da alcune squadriglie di P-47
(Brookes A., Air War Over Italy). I documenti del National Archive
di Londra dimostrano che non si tratt di episodi isolati. Nella rela-
zione intitolata Developments in the Napalm Bombs (12 novembre
1944) report on Experimental texts of napalm and permanent gel
for Fire Bombs) si fa riferimento ad una escalation bellica sulla
Penisola. Loperazione Pancake (dieci giorni di bombardamenti a
tappeto) con lo scopo di sostenere con laviazione la fanteria nella
zona del fiume Senio sta a dimostrarlo. Nel rapporto segreto allAir
Ministry, firmato brigadiere generale Howard (Report on Effect of
Bombing in Support on Fifth Army Attack on 12 October 1944, no-
vembre 1944, in Pro AIR, 23/6597, Incendiary Bombs) si apprende
che Cessato il raid, lungo la strada si era alzata una gigantesca nu-
vola di fiamme e fumo e in breve tempo tutta larea circostante era
avvampata di un terribile fuoco che bruciava molto rapidamente.
Tanti soldati erano rimasti gravemente ustionati ed era difficile re-
spirare. Sulle strade dirette ai passi della Futa e del Giogo furono
sganciate ben 237 tonnellate di napalm per distruggere le officine e
le pompe di benzina lungo le strade. Il professor Solly Zuckermann,
al soldo del Dipartimento Ricerche ed Esperimenti del ministero

121
della sicurezza nazionale di Londra, aveva compiuto studi tali da
comprendere quale fosse il tipo di ordigno in grado di provocare il
numero pi alto di feriti sia tra i soldati sia tra i civili. La sua conclu-
sione (relazione del 6 agosto 1944, in PRO, Ho, 196/26, Research
and Experiments Department) fu che un attacco aereo effettuato
con il lancio di 100 bombe avrebbe potuto provocare in media 750
feriti, quindi consigliava di privilegiare le bombe incendiarie riempi-
te con le nuove miscele che risultavano assai efficaci perch causava-
no profonde bruciature alle vittime. I rapporti segreti dellOpera-
tional Research Section (Chemical Officer Louis Rosett, 12 february
1945, in PRO, WO, 205/501, Report on Experimental Texts of Na-
palm and Permanent Gel for Fire Bombs) provano che le bombe
incendiarie sono state utilizzate da questa forza (lUSAAF, ndr) dopo
un brevissimo periodo di sperimentazione e di sviluppo, e sono di-
ventate un tipo di munizione standardizzata, nonostante i considere-
voli dubbi di coloro che non hanno familiarit con armi di tale natu-
ra e con le loro particolari propriet incendiarie. Infatti, gli ameri-
cani adattarono alluso le bombe da 1000 e da 2000 libbre, aggancia-
te sotto le ali dei P-38 e P-47. Le fiamme sprigionate dal napalm
consumavano qualsiasi metallo e uccidevano ogni forma vivente in
unarea di un centinaio di metri. Se ne consigliava luso per bombar-
dare le concentrazioni di truppe oppure per colpire i centri abitati.
Il napalm pu essere utilizzato con successo contro palazzi, stabili-
menti industriali o abitazioni, se sganciato a bassa quota a unelevata
velocit. In Italia gli alleati colpirono con il napalm tra marzo e
aprile 1945, anche alcune zone dellEmilia (Novellara, Reggio Emilia,
Viadana, Fidenza) e del Nord est (Rovereto, Stino di Livenza, Vero-
na, Venezia e Trieste). Non si tratta di residuati bellici dellultima
guerra mondiale. Sonnecchiano sui fondali ed ogni tanto da Grado a
Gallipoli, solleticati dalle correnti o dalla pesca accidentale, fanno
capolino sulle spiagge e i litorali: proiettili alluranio sporco, cluster
bomb, missili Tomahawk, granate al fosforo, bombe a guida laser, a
volte addirittura siluri. La Marina militare italiana un decennio fa
aveva assicurato la bonifica, promessa da vari Governi, mentre in
Parlamento centinaia di interrogazioni attendono risposte esaurien-
ti da pi di mezzo secolo. Il 18 giugno 1999, lammiraglio Umberto
Guarnieri in qualit di capo di Stato Maggiore della Marina Militare,

122
aveva dichiarato al Tg 3 nazionale, smentito in diretta dalle eviden-
ze:

La Marina sta lavorando nellarea pi a nord, che la zona pi peri-


colosa su un fondale di tre metri. Oltre a bonificare la zona propria-
mente detta stato bonificato un canale che dalla zona va al porto
di Chioggia. In queste aree ci sono due tipi di bombe: bombette che
derivano dallapertura di cluster bomb, oppure bombe normali da-
ereo. Le bombette contenute nelle cluster bomb non possono essere
spostate. Tant vero che un magistrato ne voleva alcuni esemplari
per completare la sua inchiesta, ma noi gli abbiamo detto che era
rischioso prelevarle e portargliele. Le abbiamo localizzate, fra tutte
24, e credo che oggi cominceranno a controminare le bombe non tra-
sportabili per farle saltare in aria. Quelle che saranno fatte deflagrare
sul posto, lo saranno con una tecnica innovativa creando intorno alle
bombe una camera daria, contro la quale sinfrange londa durto,
barriera che preliminarmente spaventa i pesci e quindi li allontana.

E a chi denuncia seri pericoli per lecosistema dellAdriatico la Mari-


na ha replicato: Per compiere queste operazioni usiamo tecnologie
sofisticate a tutela dellambiente. Le conseguenze belliche sono ri-
cadute in prima battuta sulla gente di mare, infine, a chiudere il cer-
chio della morte programmata, sulle popolazioni ignare. Sono spro-
fondati nel vuoto, per, gli avvertimenti della comunit scientifica
internazionale che aveva messo in luce le conseguenze di lungo pe-
riodo e lelevato rischio cancerogeno, genotossico e mutageno. Nel
frattempo, chi nel mare ci lavora giorno e notte, sovente ci rimette la
vita nel silenzio generale. Di che si tratta? lultimo di una lunga
serie di incidenti legati allesplosione di ordigni bellici in Adriatico.
Un peschereccio nuovo di zecca (il Rita Evelin) che affonda con
mare calma piatta dinanzi alla costa marchigiana il 26 ottobre 2006.
Tre pescatori (Francesco Annibali, Luigi Lucchetti e Ounis Gasmi),
inghiottiti dal mare Adriatico, sono finiti in una cartellina sottile,
quasi come un foglio di giornale, gi impolverata come una noiosa
pratica amministrativa. tutto l il dossier su una tragedia dimenti-
cata troppo rapidamente, in comunicati, dispacci e relazioni istrutto-
rie. Documenti riservati e conservati negli archivi della Capitaneria

123
portuale di San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno.
Allincirca alle 5,30 del mattino, il natante colato improvvisamente
a picco dinanzi a Porto San Giorgio, adagiandosi su un fondale di 80
metri (43 gradi e 12 primi di latitudine nord, 14 gradi di longitudine
est). Le scarne informazioni relative allaffondamento dellimbarca-
zione sono state fornite dallunico sopravvissuto, il comandante Ni-
cola Guidi (41 anni), sotto shock ma non in pericolo di vita: Ho
sentito soltanto un forte botto e subito dopo la Rita Evelin ha co-
minciato ad imbarcare acqua ed affondare in pochi minuti. Fine
delle rivelazioni: il marittimo non parla. E neppure i suoi colleghi
che lo hanno tratto casualmente in salvo dopo alcune ore, a bordo
del peschereccio pugliese Luna Nuova di Bisceglie. La consegna
delle autorit istituzionali e marittime semplice: Bocche cucite.
Le cause? Ufficialmente imprecisate. Linchiesta ha stazionato a
Fermo, nelle mani del giudice Piero Baschieri. Sar soltanto un caso,
ma larea del cosiddetto incidente coincide con una delle 24 ampie
zone di affondamento degli ordigni (un terzo delle quali dinanzi alle
coste della Puglia) e, non 6 come dichiarato dalla Nato (allura-
nio impoverito e non) abbandonati da velivoli dellAlleanza atlantica
nel mare Adriatico di ritorno dai bombardamenti in Kosovo nel
1999. E prima ancora in Bosnia Herzegovina nel 1994-95. Lo attesta-
no le mappe e le coordinate della Nato, nonch i dati secretati dalla
nostra Marina Militare. Bombe in Adriatico: la NATO si scusa, ti-
tolava il 17 maggio 1997 il quotidiano La Repubblica. S, la Nato
ammette tutto e chiede scusa allItalia: le bombe inesplose trovate
nellAdriatico sono state sganciate dai caccia dellAlleanza. Da Bru-
xelles arriva il mea culpa nelle parole del portavoce, Jamie Shea:
Ora abbiamo informato, dettagliatamente, il governo italiano, cosa
che in precedenza non avevamo fatto. I dettagli erano stati forniti dai
piloti ai rispettivi comandi, ma le informazioni non erano state co-
municate a chi di dovere. LAlleanza sta comunque conducendo delle
indagini per stabilire se ci siano state delle mancanze e degli errori
nelle operazioni di abbandono dei missili e delle bombe non utiliz-
zate. In altri termini, lAlleanza ammette lerrore, fa marcia indietro
di fronte alle proteste di Palazzo Chigi, con Solana che oggi ha perso-
nalmente telefonato a Massimo DAlema. Abbiamo ottenuto quello
che volevamo, scritto in una nota di Palazzo Chigi. Tutto risolto,

124
insomma, anche se c da registrare il durissimo commento del mini-
stro degli Esteri Lamberto Dini che attacca in particolar modo il por-
tavoce Shea: La nostra reazione, come si dimostra ora, era assolu-
tamente giustificata, viste le scuse della Nato () sarebbero sei le
zone scelte dalla Nato per il rilascio degli ordigni. Per evitare altri
incidenti nei giorni scorsi una bomba esplose, provocando tre fe-
riti secondo la procedura e gli accordi internazionali i pescatori e
tutte le imbarcazioni vengono avvisate da annunci radio delle zone
pericolose. Le aree, che hanno un diametro pari a 18 chilometri, non
coincidono n con le aerovie civili n con quelle navali di carattere
militare e si trovano su una sorta di linea mediana che taglia in ver-
ticale lAdriatico, tra la costa italiana e quella croata, montenegrina,
albanese e greca. Ecco la mappa delle zone a rischio, quelle nelle
quali la capitaneria ha sconsigliato le operazioni di pesca: a nord
Chioggia e la citt croata di Parenzo (10 miglia nautiche, fondale 32
metri); tra Rimini e la citt di Lussino (fondale di 50 metri); tra Pe-
saro e Zara (79 metri); tra Bari e Durazzo (ma il fondale raggiunge i
400 metri); e pi in gi nella Penisola, tra Brindisi e Pojah e Santa
Maria di Leuca e Corf (800 metri di fondale). Scenario congelato?
Il gioco delle correnti sposta e rimescola il contenuto delle acque ma-
rine. Golfo di Trieste e laguna di Venezia sono i principali bersagli di
affondamento a settentrione anche per i velivoli Nato (a capacit di
bombardamento nucleare, compresi i Tornado dellAeronautica ita-
liana) stanziati ad Aviano e Ghedi. In quellarea marittima si movi-
mentano ogni anno ben 30 milioni di tonnellate di greggio. In unin-
terrogazione parlamentare, rivolta il 22 settembre 2004 da Franco
Danieli al presidente del Consiglio dei Ministri, si menziona la pre-
senza in Adriatico oltre che di residuati chimici della seconda guer-
ra mondiale di produzione Usa, proibiti dalla Convenzione di Gine-
vra del 1925, soprattutto di bombe a grappolo del tipo blu 27 e pro-
iettili alluranio impoverito. Il premier Silvio Berlusconi non ha mai
risposto; n tantomeno il suo successore Romano Prodi si sentito
in obbligo di fornire una minima spiegazione. Il senatore Danieli con
dovizia di prove fa riferimento anche al fatto che ancora oggi, in
alcune zone, oltre le 12 miglia marine (ad esempio al largo di Fasano
in Puglia e Cupra al largo di Cupramarittima nelle Marche) vengono
rilasciate in mare bombe o serbatoi ausiliari da aerei militari italiani

125
in emergenza. Al capo di Stato Maggiore della Difesa, Paolo La
Rosa, chiede spiegazioni, ma lammiraglio nega un chiarimento. Ad
ogni buon conto il 25 maggio 1999 la poco nota deliberazione 239 del
Consiglio regionale delle Marche prendeva atto che in questo ulti-
mo periodo continuato lo sganciamento di bombe da parte di aerei
Nato nellAdriatico, anche a ridosso della costa marchigiana. Gi
allora lassise regionale considerava il grave danno arrecato alleco-
sistema marino, e paventava il pericolo di esplosioni a danno dei la-
voratori della pesca. Altre singolarit. stata la Pravda (versione
online) tra i primi al mondo a dare la notizia: Affonda peschereccio
nellAdriatico: 3 dispersi. Quello che allora sorprese fu linsolito
interessamento manifestato dal ministro degli Esteri. Massimo DA-
lema in persona invi al sindaco Giovanni Gaspari un telegramma di
solidariet alle famiglie dei marinai deceduti, alla marineria e alla
citt di San Benedetto. Semplice cortesia? Che ragione cera? Istitu-
zionalmente nessuna. Tant che per laffondamento tra le Marche e
lAbruzzo di un altro peschereccio, il Vito Padre il 30 maggio (2
vittime), il titolare allepoca della Farnesina non si era scomodato. E
cos il 17 dicembre 2006, quando i flutti avevano sommerso il Maria
Cristina di Silvi Marina (Pescara) provocando la morte di un lavora-
tore del mare. La comunit dei pescatori locali ha rispedito al mit-
tente: Non sappiamo che farcene di questa solidariet a parole.
Piuttosto il governo bonifichi finalmente il mare in cui siamo nati e
lavoriamo. Due fatti sono attualmente certi. Primo: le salme dei tre
lupi di mare potevano essere recuperate immediatamente, ma le au-
torit hanno preferito ripescarle con tutto comodo e dopo aver ispe-
zionato il natante, ben 19 giorni pi tardi, soltanto a seguito della
dura protesta della marineria locale col blocco della linea ferroviaria
adriatica, nonch dei familiari delle vittime. Eppure la magistratura
aveva disposto il recupero dei pescatori il 31 ottobre. I subacquei si-
ciliani della societ Under Hundred erano pronti a portare in su-
perficie i corpi dei marittimi, ma le autorit militari non hanno gra-
dito occhi indiscreti. Meglio tenere alla larga i civili. Secondo: la
Rita Evelyn non sar tirata in secco, precludendo la possibilit di
accertare le cause dellaffondamento. Quei bontemponi dello Stato
maggiore Difesa avranno pensato, come al solito, che meglio non
far sapere nulla allopinione pubblica a proposito dei rischi e dei pe-

126
ricoli che si annidano in questo mare disseminato di bombe. Infatti,
lAdriatico, sordo alle ragioni di Stato e agli accordi segreti dei nostri
militari con il governo degli Stati Uniti dAmerica, seguita imperter-
rito a vomitare proiettili alluranio impoverito abbandonati dagli ae-
rei Usa A-10, soprattutto a sud (erano di stanza a Gioia del Colle).
Ma non solo: emergono saltuariamente, senza per raggiungere la
ribalta della cronaca nazionale, anche bombe a grappolo (cluster) e
al fosforo di fabbricazione Usa. Quei cosi li peschiamo un giorno s
e laltro pure rivela Nicola, che chiede lanonimato perch non
vuole problemi . Se avvertiamo le Capitanerie passiamo un guaio.
Meglio ributtarli in acqua. Gli ordigni sonnecchiano sul fondo ma-
rino. Finora la Nato non riuscita a spiegare come mai le bombe in-
telligenti sono diventate allimprovviso cos stupide. In situazioni
demergenza i bombardieri alleati avrebbero dovuto gettarle per si-
curezza ad almeno 70 miglia dalla costa, nelle cosiddette jettison
areas. Invece un ordigno con la scritta U.S. 97 era affiorato nella
laguna di Marano, ad appena 6 miglia dalle foci del Tagliamento, fra
Grado e Lignano Sabbiadoro. E l il fondale non supera i 17 metri
assicura Giuseppe, che sul suo peschereccio s trovato la bomba di
80 centimetri impigliata nelle reti. Sono imprevedibili: possono es-
sere ovunque, grazie al gioco delle correnti. Basta allungare lo sguar-
do, oltre il manto dellacqua, per distinguere i letali cilindri metallici.
Bombe sono, ripete Antonio di Pescara, volto marchiato dal sole
come quello degli altri colleghi. Alcuni ufficiali della Marina confer-
mano le dichiarazioni dei pescatori, che da Trieste ad Otranto ormai
convivono con questi indesiderati ospiti e lintenso traffico di petro-
liere, fino al prossimo incidente. Il bollettino di guerra prosegue con
30 bombe non a grappolo ripescate nel golfo di Venezia. Nel Medio e
Basso Adriatico i piloti NATO hanno avuto pochi scrupoli. Tra Pesa-
ro e Ancona, nei paraggi delle piattaforme metanifere, dalle quali il
gas raggiunge la raffineria Api di Falconara, si sono liberati di tre
ordigni a grappolo e di una decina di bombe a guida laser, lunghe
quasi tre metri e mezzo e pesanti una tonnellata, precisano i dati
delle capitanerie di porto marchigiane. Mentre pi a sud, a lambire
la Montagna del Sole (Rodi Garganico, San Menaio, Calenella),
sono approdate 3 bombe al fosforo di fabbricazione americana. I cac-
ciamine? Chi li ha visti? Nel Salento, cittadini ed istituzioni locali

127
hanno iniziato a far sentire le proprie ragioni. Lo Sportello dei dirit-
ti della provincia di Lecce, infatti, aveva lanciato una campagna di
sensibilizzazione. La guerra nei Balcani ha aggravato la situazione,
gi preoccupante a causa della presenza di ordigni imbottiti di iprite
e fosgene osserva Carlo Madaro . La questione pi paradossale
il rimbalzare di competenze tra apparati dello Stato, concretizzatosi
in un indecoroso scaricabarile tra ministri e ministeri. Per questi
motivi conclude Madaro lo Sportello dei Diritti della provin-
cia di Lecce ritiene doveroso rilanciare la questione del disinquina-
mento dellAdriatico dai pericolosi ordigni e residuati bellici, nel si-
lenzio dei mezzi di informazione, ed interverr presso tutte le com-
petenti sedi ed in particolare presso il nuovo Governo affinch la
questione sia valutata sotto unottica unitaria e sia implementata
una bonifica globale delle acque del nostro preziosissimo mare.
Una miriade di interrogazioni parlamentari sottolineano che gli in-
terventi di bonifica delle acque del mar Adriatico conclusesi nellago-
sto 2001, nonostante le dichiarazioni dei vertici della Marina milita-
re, che garantirono il raggiungimento di un grande coefficiente di
sicurezza, lasciarono gravi ombre su tutta loperazione, contraddi-
stinta sia dal segreto militare che da unevidente impreparazione ad
affrontare unemergenza prevista e determinata dagli stessi organi-
smi militari. A proposito di uranio impoverito, la senatrice Cele-
ste Nardini aveva chiesto al ministro della Difesa Parisi, se il Gover-
no non ritenga necessario assicurare un impegno straordinario per
la bonifica delle aree contaminate al largo delle coste pugliesi e per
misure di protezione sanitaria delle popolazioni. La parlamentare
di Rifondazione intendeva anche sapere se il Governo intenda im-
pegnarsi da subito per la messa al bando di tutte le armi alluranio
impoverito, iniziando unilateralmente a vietarne luso nei poligoni
daddestramento e lo stoccaggio nelle basi militari, anche internazio-
nali, collocate sul territorio nazionale. Mai pervenute risposte. La
Convenzione di Barcellona, dal 1995, non consente la discarica defi-
nitiva a mare, nel Mediterraneo, di materiali che possono costituire
pericolo per lambiente marino, per lattivit di pesca e per la naviga-
zione, e quindi labbandono definitivo di bombe o materiale esplosi-
vo. Rilasci di tali materiali, accidentali o motivati da condizioni di
emergenza o da incidenti, devono comportare azioni di recupero,

128
messa in sicurezza e bonifica delle aree interessate con verifica dei
danni e conseguente azione di risanamento. Non possibile pensa-
re che i ministri europei non sapessero nulla delluso di proiettili
alluranio impoverito afferma Massimo Cocchi, docente di biochi-
mica della Nutrizione allo Scottish Agricultural College di Edimbur-
go. Nel 1999, una lettera aperta inviata dallallora ministro federale
dellAgricoltura della Repubblica Jugoslava, Jagos Zelenovic, ai col-
leghi dei Paesi dellUnione europea, denunciava il disastro ecologico
causato dai ripetuti raid aerei della Nato. In particolare si segnalava
luso sistematico di proiettili alluranio impoverito da parte dei cac-
ciabombardieri statunitensi A-10. Per i prossimi 50 anni ne paghe-
remo le conseguenze insiste il professor Cocchi. Danni ambientali
la cui entit stata dimenticata, ben sapendo che leffetto del disa-
stro causato non immediato. Documenti ufficiali della NATO dimo-
strano come fosse evidente, fin dai raid contro la Bosnia del 95, lu-
tilizzo delluranio sporco. Loperazione venne battezzata Deliberate
Force, e un lungo rapporto descrive nei dettagli gli 11 giorni di bom-
bardamenti, fra lagosto ed il settembre 95. La relazione presente
alla biblioteca pubblica della marina degli Usa e sul sito di Afsouth, il
comando NATO per il Sud Europa con sede a Bagnoli, fin dal 1997, e
venne rese nota nellottobre 95. Il vicecomandante della base era il
generale italiano Duilio Mambrini. Nellallegato 2 del rapporto ven-
gono elencati, divisi per nazionalit, le decine di aerei che partecipa-
rono alle missioni sui cieli della Bosnia. Gli USA, che hanno compiu-
to 2.318 sortite (65,9 per cento del totale), schieravano ad Aviano
uno squadrone di 12 ammazzacarri A-10. Il rapporto elenca,
nellallegato 3, genere e numero di ordigni utilizzati, compresi
10.086 proiettili Pgu-14 Api (fabbricazione Oerlikon-Contraves:
soci finanziari della Barilla), imbottiti duranio sporco. Il dato si dif-
ferenzia dal totale rivelato dal ministro Mattarella, di 10.800 colpi,
perch mancano i dardi utilizzati durante la precedente operazione
Deny Flight nel 94. I generali italiani sapevano. Il generale Andrea
Fornasiero (ex capo di Stato maggiore dellAeronautica) il 29 agosto
95 riceveva dalla NATO lordine di eseguire il piano dattacco sulla
Bosnia. Fornasiero era il Comfiveataf, ossia il comandante della V
Forza aerea tattica alleata a Vicenza, responsabile per la pianificazio-
ne e la gestione dei bombardamenti sulla Jugoslavia. Laumentata

129
incidenza di alcuni tipi di cancro e malformazioni genetiche verifica-
tasi negli anni successivi alla guerra del Golfo nel sud dellIraq or-
mai accertata. A tracciare il quadro dei rischi che il metallo del
disonore pu arrecare agli esseri umani il professor Sandro Deget-
to, dellIstituto di Chimica e delle Tecnologie Organiche e dei Mate-
riali Avanzati del CNR di Padova. Degetto ha analizzato i rischi per
lorganismo umano, in particolare per il rene, sui cui tessuti gli effet-
ti delluranio possono provocare gravi casi di insufficienza renale
nonch la comparsa di proteine, glucosio e creatinina nelle urine.
Lintossicazione acuta pu portare a danni irreversibili e alla morte,
in presenza ovviamente di dosi molto elevate. In letteratura, infatti,
si riportano diversi valori di massima concentrazione ammissibile
nel rene (valori compresi tra 150 g e 3000 g di uranio per chilo-
grammo di tessuto renale). Per gli usi bellici il pericolo principale per
la popolazione dato dalle elevate concentrazioni di DU (Depleted
Uranium) che potrebbero essere inalate immediatamente dopo lim-
patto dei proiettili. Per le bombe inesplose e sganciate nellAdriatico,
il ricercatore calcola che 1 km cubico di acqua marina contenga cir-
ca 3 tonnellate di uranio. Si pu quindi osservare che una bomba
inesplosa rappresenta un pericolo notevole per la sua carica esplosi-
va. Gran parte della letteratura scientifica dice Mauro Cristaldi,
docente del Dipartimento di biologia animale delluniversit La Sa-
pienza di Roma evidenzia i danni da contaminazione da uranio
impoverito e contrasta la minimalizzazione del rischio portata avan-
ti dai governi e dalla stessa IAEA (International Atomic Energy
Agency). Gran parte delle prove sulle conseguenze delluso dellura-
nio impoverito provengono dallIraq. Luso di queste armi ha deter-
minato conseguenze epidemiologiche ancora in parte sconosciute. Il
professor Albrecht Schott, chimico del World Uranium Center di
Berlino, nelle sue ricerche ha scoperto la capacit mutagena dellu-
ranio impoverito, evidenziando la capacit di formare rotture a dop-
pia elica sul DNA senza possibilit di riparo. E i posabili effetti di
uninformazione genetica alterata sono tristemente noti: tumori,
leucemie e quantaltro, compresa la trasmissione di un carico geneti-
co alterato sulle generazioni future. Era bella la guerra di baffino.
Voglio confermare dinanzi al Parlamento che il contributo specifico
delle Forze armate italiane limitato alle attivit di difesa integrata

130
del territorio nazionale. Cos parl Massimo DAlema, presidente
del Consiglio, il 26 marzo 1999, ovvero il secondo giorno di guerra in
Kosovo e Serbia. Vengo qui in Parlamento a dire le cose come stan-
no, e soprattutto cosa il Governo possa realisticamente fare, e non a
indicare equilibri alchemici o a ricercare soluzioni verbali. Potrem-
mo annunciare che ci ritiriamo, ma non possiamo decidere da soli di
sospendere la guerra. Perch per farlo serve lintesa con la Nato, i
serbi, lUck. Cos si espresse il premier Massimo: il calendario se-
gnava il 19 maggio. Dopo 58 giorni di guerra italiana allex Jugosla-
via, i velivoli dellAeronautica militare avevano gi compiuto un mi-
gliaio di sortite bombardando gli obiettivi nella regione di Pristina e
le colonne del terzo Corpo dArmata serbo tra Nis e il Kosovo. In so-
stanza, bench il governo continuasse a blaterare di difesa integra-
ta, i top gun italiani erano in pieno conflitto bellico. Ponti, caserme,
edifici pubblici, ferrovie e strade sono stati colpiti anche dai nostri
aerei. LAeronautica militare italiana ha partecipato a tutte le opera-
zioni di bombardamento pianificate dal Comando della Nato e gesti-
te dalla Quinta Ataf (Allied tactical air force) di Vicenza. Con ben 54
jet messi a disposizione della Nato, lAeronautica tricolore stata la
pi importante forza aerea coinvolta nelle operazioni belliche, se-
conda soltanto allo schieramento degli Stati Uniti dAmerica. Duran-
te le ultime settimane del conflitto gran parte degli aerei stata tra-
sferita nelle basi pugliesi (Gioia del Colle e Amendola) per dimezzare
i tempi delle operazioni. Una decina le missioni effettuate ogni gior-
no dai piloti italiani, a bordo di Tornado ed Amx, portate a termine
con intelligente precisione, come testimonia il carico bellico im-
barcato da ogni velivolo limitato a una bomba a guida laser da 450
chilogrammi, Paveway. In qualche caso i velivoli italiani sono rien-
trati alla base senza aver potuto sganciare il loro micidiale carico, a
causa del maltempo, o semplicemente perch i bersagli erano stati
distrutti da altri aerei. Ovviamente, non prima di essersene liberati
nellAdriatico. Per saperne qualcosa di pi sufficiente guardare un
filmato della CNN che l8 maggio 1999 ha trasmesso un briefing del
generale Wald dellUsaf, durante il quale sono state mostrate le im-
magini di un deposito di munizioni dellesercito serbo in Kosovo
mentre veniva centrato da una bomba a guida laser, lanciata da un
Tornado italiano. Lalto ufficiale americano ha colto loccasione per

131
esprimere apprezzamento e soddisfazione per limpegno e la preci-
sione dei piloti italiani, complimenti ribaditi durante la sua visita a
Gioia del Colle, in provincia di Bari, dallo stesso generale Wesley
Clark. Dai partner atlantici DAlema ha ottenuto chiarimenti e piena
soddisfazione, a suo dire, sulla questione delle bombe buttate in
Adriatico dai piloti alleati. Per la prima volta la NATO ha comunicato
allItalia il numero esatto, 143 ordigni, e le coordinate delle aree nel-
la quali sono state rilasciate. Peccato che la cifra sia abbondantemen-
te sottostimata, come hanno evidenziato in seguito, ed attualmente a
distanza di 8 anni, i numerosi ritrovamenti. Da Bruxelles, ai cronisti
il presidente del Consiglio ebbe a dire che ora lItalia in grado di
valutare in modo compiuto la pericolosit di questo fenomeno, che
ha creato allarme nel Paese. Secondo DAlema, le bombe nellA-
driatico certamente non rappresentano un pericolo per il turismo,
perch sono state rilasciate ad una distanza minima di 30 miglia dal-
la costa. Da Solana, in quelloccasione (20 maggio 99) giunse la
promessa, non mantenuta, che la Nato parteciper alla bonifica
dellAdriatico, inviando dei dragamine alleati nelle aree di scarico
degli ordigni. Nel 2000, la Commissione ambiente del Senato, su
proposta del senatore diessino Lorenzo Forcieri, approv un provve-
dimento che prevedeva laffondamento nei mari italiani di relitti
militari e carcasse di navi e cargo per trasformarle in percorsi turisti-
ci sottomarini per subacquei. Il governo italiano sapeva anche
delluranio sporco. Nella seduta del Senato del 27 luglio 99, nel cor-
so della quale si discuteva la conversione in legge del decreto che
prorogava la missione italiana nei territori dellex Jugoslavia, la se-
natrice diessina Tana De Zulueta prese la parola per chiedere che il
governo italiano si facesse parte dello sforzo per affrontare i danni
derivanti dalluso delluranio impoverito, domandando che lo stesso
diventasse protagonista della battaglia internazionale per mettere al
bando le armi pericolose: Vi sono gi gli elementi scientifici suffi-
cienti per considerare rischioso per lambiente il rilascio di queste
sostanze, a causa dei noti effetti cancerogeni e dellimpatto sul siste-
ma cromosomico dei giovani. Il gruppo diessino applaud con una
convinzione degna delle migliori cause, molti senatori scesero dal
loro banco per stringere la mano alla De Zulueta. Gli atti parlamen-
tari registrarono le congratulazioni e il sottosegretario diessino Mas-

132
simo Brutti accett lordine del giorno sottoscritto dalla De Zulueta e
dal presidente diessino della commissione esteri del Senato, Gian
Giacomo Migone. Nel testo si diceva che linquinamento da uranio
impoverito, per tempi di decadimento e rischi radiologici e tossico-
logici pu creare seri problemi a lunga scala temporale una decina
di anni alla salute degli strati pi giovani della popolazione sotto
forma di un aumento di malattie tipo leucemie. Parole chiarissime,
scritte nero su bianco negli atti parlamentari. Insomma, il governo
DAlema, almeno grazie alla senatrice De Zulueta, sapeva. E, per una
volta, Tana non libera tutti. Lopinione comune che la guerra in
Jugoslavia del 1999 sia stata fatta per fermare una strage di civili,
una pulizia etnica in corso. Ma gli spietati dati sul cost-benefit di
guerra sfornati dalla NATO offrono il quadro reale della situazione.
Tra marzo e maggio 1999, lAlleanza atlantica effettu circa 7 mila
missioni in 78 giorni di bombardamento. Sono state sganciate bom-
be per un totale di 22 mila tonnellate di esplosivo (compresi 31.500
proiettili alluranio impoverito). Gli effetti immediati sono stati: 676
militari jugoslavi uccisi, circa 2.500 civili assassinati e 6.000 feriti,
di cui molti per bombe al fosforo e a grappolo. La cosiddetta guerra
chirurgica ha provocato perci 4 morti civili innocenti per ogni mi-
litare ammazzato. Sono stati distrutti o danneggiati: 77 obiettivi in-
dustriali, 39 energetici, 16 raffinerie ed impianti chimici, 18 com-
plessi agricoli, 41 ponti su strade provinciali, 14 ponti ferroviari im-
portanti, 6 stazioni ferroviarie, 16 linee ferroviarie principali, 6 via-
dotti, 4 stazioni di bus, 4 uffici postali, 2 porti fluviali, 120 tra ospe-
dali e case di cura, 327 scuole elementari (120 nel Kosovo), 100
scuole medie (20 nel Kosovo), 26 facolt universitarie (4 nel Koso-
vo), 15 scuole secondarie superiori e 20 ostelli studenteschi, 19 sta-
zioni televisive e ripetitori, 7 aeroporti, 24 monasteri, 33 chiese, 16
monumenti e 25 centri citt. Le perdite economiche jugoslave am-
montano a 146 miliardi di euro, mentre quelle della Nato a 1,7 mi-
liardi di euro. Le conseguenze ambientali e sanitarie non sono mai
state valutate.

133
Capitolo quinto
Leucemie belliche

Non si sa che effetto avr sul sistema immunitario dei siciliani di


Lentini la radioattivit delle scorie nucleari nascoste dagli americani
nel suolo si legge in un passaggio del libro scritto dal professor J.W.
Gofman, Radiation and Human Health (Sierra Club Books, San
Francisco). Dove sono stati occultati i rifiuti della vicina base milita-
re Usa di Sigonella, durante gli anni in cui venne scritto quel saggio?
Forse, in qualcuna delle 27 cave dismesse etichettate apri e chiu-
di del comprensorio locale. Gli investigatori della Direzione inve-
stigativa antimafia hanno rilevato che la base di Sigonella compare
tra gli enti che per anni hanno scaricato rifiuti nella discarica abusiva
di Salvatore Proto, un prestanome del clan Santapaola-Ercolano. C
poco da stare allegri. Le ricerche scientifiche concordano nel ritenere
lesposizione a grandi quantit di radiazioni come il maggiore fattore
di rischio per il tumore del sangue. La leucemia associata al plu-
tonio, responsabile della perdita dellimmunit biologica che colpi-
sce un numero crescente di persone argomenta lillustre scienziato
Gofman. Un p di storia ignota ai pi non guasta. Il 21 gennaio 1968
un bombardiere B-52 americano che trasportava 4 bombe H cadeva
nel nord della Groenlandia, disintegrandosi e spargendo rottami ra-
dioattivi su unarea vastissima di terra e di mare. Nel giro di qualche
anno le persone che erano venute inavvertitamente a contatto con i
rottami si ammalarono di leucemia. Ed in quel luogo proprio la leu-
cemia divenne una delle pi frequenti cause di morte. Se si scava
emergono delle singolari analogie con due incidenti aerei (di carat-
tere militare) che hanno funestato la Sicilia orientale a met degli
anni Ottanta. Il 12 luglio 1984, alle ore 14,45 puntualmente a Lentini,
un quadrigetto Lockeed C141B Starlifter dellUs Air Force, con un
carico di 44 tonnellate si schiant ed esplose in contrada Sabuci-San
Demetrio, dopo essersi levato in volo da Sigonella, diretto in Ger-
mania. Nellimpatto morirono sul colpo 9 militari nord-americani.
I marines giunsero sul luogo del disastro pochi minuti dopo ed
ostacolarono militarmente lintervento dei mezzi di soccorso locali
e laccesso addirittura delle forze dellordine italiane; lindagine fu
sottratta alla magistratura italiana rivela il sostituto commissario
della Polizia di Stato, Enzo Laezza, che l11 agosto 1987 ha perso la

137
figlia Manuela, colpita dalla leucemia mieloide acuta. Le autorit
americane mantennero il massimo riserbo sul carico trasportato dal
velivolo. La zona dove precipit laereo Usa venne transennata e, per
una quarantina di giorni, la statale 194 che collega Catania a Ragusa
fu interdetta al traffico veicolare. Un altro incidente aereo, del qua-
le per si hanno solo scarne notizie, si verific nel giugno del 1985.
Nelloccasione un velivolo dellaviazione Usa, in volo verso la base di
Sigonella, perse quota negli agrumeti di Lentini. Laereo si disinte-
gr nellimpatto con il suolo. Larea rimase impenetrabile ai comuni
mortali siciliani per diversi mesi, fino a quando tutti i frammenti del
velivolo furono raccolti dai marines. Cosa trasportavano i due aerei
in missione per il Pentagono sui cieli siciliani? Oltre ai velivoli e agli
uomini che persero la vita nei due incidenti, cosaltro compenetr
il suolo della grande isola? A bordo vi erano materiali nucleari o
soltanto uranio sporco usato come contrappeso dei velivoli? Conse-
guenze letali a prova di scienza. A Lentini, Carlentini e Francofonte
i bambini muoiono di leucemia pi che in ogni altra parte dItalia.
In provincia di Siracusa negli ultimi anni si osservato un aumento
della mortalit per leucemie. Estendendo losservazione ad 8 anni
i tassi provinciali si attestano intorno a quelli regionali e nazionali,
ad eccezione del distretto di Lentini dove si osservano tassi di gran
lunga maggiori. LAtlante della mortalit per tumori (volume 2)
realizzato da alcuni epidemiologi coordinati da Anselmo Madeddu
con il contributo delluniversit di Catania - pubblicato dallazien-
da sanitaria locale, parla chiaro. Questo dato nellultimo periodo di
osservazione non solo si consolidato, ma cresciuto e sembra ine-
luttabilmente destinato a moltiplicarsi. La mortalit e lincidenza dei
tumori del sangue, in particolare leucemie e linfomi nella zona nord
della provincia siracusana, caso totalmente diverso dalla situazione
di Augusta, Priolo e Gela, sta divenendo sempre pi preoccupante.
Sarebbe utile verificare se esistono fattori di rischio legati a determi-
nati rifiuti tossici che hanno inquinato terreni e falde freatiche non
distanti dallinsediamento militare di Sigonella denuncia il dottor
Pino Bruno, un medico della Cgil. Nellarea vivono 60 mila persone
su un totale di 403 mila dellintero territorio provinciale. Il 30 gen-
naio 2006 lassociazione Manuela-Michele, che dal 1991 si batte
per far luce sul gran numero di bimbi e ragazzini deceduti a causa

138
di questa particolare forma di cancro, ha presentato una denuncia
alla Procura della Repubblica di Siracusa, sollecitando unindagine
sulla tangibile possibilit che i numerosi casi di leucemia possa-
no essere causati dalla commistione di reati contro lambiente. Se-
condo lavvocato Santi Terranova tocca alla magistratura indagare
e capire perch in questa zona della Sicilia i bambini muoiono in
percentuale maggiore rispetto ad altre aree del Bel Paese. Lincan-
descente fascicolo giudiziario aperto pi di un lustro fa, giace nelle
mani del sostituto procuratore Maurizio Musco. Il pubblico ministe-
ro, per, non si sbottona di un millimetro. Il documentato Rapporto
specialistico dellAzienda sanitaria siracusana ipotizza una causa di
inquinamento scatenata dalla presenza sul territorio di discariche
illegali di scorie radioattive. Infatti le radiazioni ionizzanti sono as-
sociate ad un aumento di rischio per leucemie e possono avere due
origini: origini nucleari, per disintegrazione di radionuclidi naturali
come il radon, o per disintegrazione di radionuclidi artificiali come
nel caso delle centrali nucleari o delle bombe. Il volume ha ricevuto
anche la prefazione del professor Donald Maxwel Parkin, membro
dellInternational Agency for Research on Cancer (IARC): Si spe-
ra che gli autori di questa eccellente monografia avranno lenergia,
il tempo e la pazienza per preparare una terza monografia, quando
saranno disponibili i risultati scientifici. Il terzo volume dellAtlan-
te, la cui presentazione era prevista per ottobre 2006, ha subito un
brusco stop dalla Regione sotto il regno del governatore Tot Cuffaro
(condannato a sette anni di reclusione in via definitiva per favoreg-
giamento della mafia, tuttavia osannato pubblicamente dai parla-
mentari Casini e Cera).
A Lentini e dintorni, numerosi cittadini, soprattutto i genitori che
hanno perso prematuramente i figli in tenera et, continuano a chie-
dersi con insistenza inascoltata se esista un qualche nesso di cau-
salit tra lelevato tasso di mortalit infantile per leucemie e i due
incidenti aerei. Non si pu far finta di nulla o girarsi dallaltra par-
te, anche se le radiazioni letali sono invisibili allocchio umano.
un crimine latente che sfiora i governi ma annienta i bambini. Non
molto lontano. La base militare di Sigonella smaltisce i propri rifiuti
prodotti in enorme quantit nellampio complesso militare in
territorio di Lentini, in contrada Armicci. Sempre in loco vengono

139
smaltiti i rifiuti speciali ospedalieri prodotti nel grande ospedale del-
la vicina base americana che si occupa della salute degli 8 mila sol-
dati di stanza a Sigonella e di tutti quegli altri assegnati alle diverse
altre basi della marina militare Usa dislocate nel Mediterraneo. Chi
li controlla? Nessuno. Per lo Zio Sam non valgono le leggi italiane
ed il nostro governo non ha mai fatto rispettare la sua (apparente)
sovranit. Neppure lEpa (agenzia federale americana di protezio-
ne ambientale) ha lautorit di monitorare le basi militari allestero.
Alladdetto stampa della base Usa, giriamo i quesiti, ma otteniamo
un seccato No comment. Comunque, alla Giano Ambiente, una
societ a responsabilit limitata, che la marina US Navy ha affidato
lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri speciali. Fondata nel 1983, la
Giano Ambiente fa parte del Gruppo Giano S.p.A. con sede a Messi-
na e ufficio di rappresentanza a Milano. Lazienda opera nel settore
della bonifica, trasporto, smaltimento e trattamento dei rifiuti dogni
genere prodotti in Italia, Germania, Francia ed Austria; la societ
vanta ufficialmente un fatturato annuo di 4 milioni di euro. Essa
anche una delle aziende di fiducia della marina militare italiana: la
Direzione Commissariato in Sicilia affida alla Giano la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti delle basi navali di Augusta, Messina e Cata-
nia; limpresa esegue, inoltre, lo smaltimento dei rifiuti industriali
e tossici prodotti negli impianti di Priolo e Gela di propriet delle
principali aziende petrolchimiche. Amministratore e principale azio-
nista della Giano il manager Gaetano Mobilia, rinviato a giudizio
nellaprile 2004 con laccusa di turbativa dasta, falso e abuso duf-
ficio. Gi nel febbraio 2002 il Tribunale aveva interdetto il Mobilia
per 2 mesi dallesercizio dellattivit dimpresa. Il nome di Gaetano
Mobilia poi comparso nel Rapporto Ecomafia 1998 di Legambien-
te: il manager messinese legato alla Odm del faccendiere Giorgio
Comerio, pi volte sotto inchiesta per traffici di rifiuti radioattivi e
tossico-nocivi, ovvero affondamenti di navi e siluri nel Mediterraneo
e in alcuni Oceani, nonch occultamenti in Africa (alla voce Somalia
ma non solo). Mobilia ha fatto anche parte del consiglio dammini-
strazione della Servizi Ambientali di Filippo Duvia, societ coinvolta
nello scandalo dei rifiuti occultati nella discarica di Pitelli a La Spe-
zia. Un dato generale: soltanto il Dipartimento della Difesa Usa pro-
duce mediamente 800 mila tonnellate di rifiuti nocivi, cinque volte

140
quelli prodotti dalle cinque maggiori multinazionali chimiche, senza
contare quelli nucleari.

Un covo nucleare sotto lEtna. Sigonella, anzi Saygonella, come


dicono gli yankees, stata posta a disposizione delle Forze Armate
degli Stati Uniti dAmerica sulla base di un Memorandum firmato l8
aprile 1957 e mai ratificato dal Parlamento italiano. Il 18 dicembre
2003, stato predisposto segretamente un nuovo Accordo Tecni-
co tra Italia e Stati Uniti per regolare lutilizzo delle installazioni
militari della base militare. Nassig ricopre un ruolo fondamentale
nello stoccaggio e nella manutenzione di testate e munizioni per le
unit della VI flotta e i reparti dellaviazione Usa e Nato. Linfrastrut-
tura classificata dal Pentagono quale Special Ammunition Depot
(deposito di munizioni speciali), in quanto a Sigonella che viene
effettuato lo stoccaggio delle bombe nucleari del tipo B 57 (stimate
in 100 unit) utilizzate per la guerra antisommergibile. Una ventina
circa di queste testate nucleari sono destinate ai velivoli Atlantic in
forza al 41 Stormo dellAeronautica italiana. Il numero degli ordigni
atomici occultati nella base siciliana cresce in particolari periodi di
esercitazioni o di crisi internazionale, quando linsediamento aero-
navale funziona da centro di manutenzione per le armi nucleari de-
stinate alle unit navali della VI flotta e ai velivoli imbarcati. Perio-
dicamente vengono dislocate a Sigonella anche le testate nucleari del
tipo B 43, B 61 e B 83 con potenza distruttiva variabile da 1 kiloton a
1,45 megaton rivela un alto ufficiale dellU.S. Navy, di origine italo-
americana. A 39 chilometri si erge il vulcano Etna con le sue eruzioni
e a 16 la citt di Catania. La base sorge nei territori di Lentini (Sira-
cusa) e Motta SantAnastasia (Catania) e si compone di due sezioni:
Nas 1 e Nas 2 (Naval Air Station 1 e 2). Il primo settore ospita gli uf-
fici amministrativi e di sicurezza, gli alloggi per gli ufficiali, servizi e
strutture per il personale, un centro commerciale. Nas 2 sorge invece
a 15 chilometri di distanza e comprende le due zone militari opera-
tive degli Usa e della Nato, un Air Terminal, altri centri residenzia-
li, due piste datterraggio di 2.500 metri, due aree di parcheggio in
grado di garantire la prontezza operativa ad unottantina tra aerei da
trasporto, cacciabombardieri, pattugliatori ed elicotteri da combat-
timento, depositi munizioni, e sistemi radar e di intercettamento. A

141
circa 3 chilometri da Nas 2, nel territorio di Belpasso, presente una
terza area militare in cui sono stati realizzati un centro trasmissio-
ni ed una decina di depositi sotterranei colmi di munizioni e siste-
mi darma. Infine, nelladiacente porto di Augusta, frequentemente
attraccano e stazionano sommergibili a propulsione ed armamento
nucleare, sotto controllo diretto del Pentagono (fanno fede oltre alle
testimonianze fotografiche, le ordinanze della Guardia Costiera).
Operazioni speciali Usa. Gli USA hanno riposizionato le proprie pe-
dine sulla cartina del vecchio continente. Con lobiettivo di rendere
pi efficiente la loro attivit, gli Stati Uniti hanno stabilito una nuo-
va centrale operativa che avr tra i suoi principali scopi la lotta al ter-
rorismo globale. Singolare coincidenza: questa strategia interessa le
principali installazioni della Nato in Italia. Il Bel Paese, infatti, gra-
zie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo particolarmen-
te adatto a controllare il Medio Oriente e lAfrica Subsahariana. Il
nuovo orientamento era scaturito dalla relazione che il comandante
delle forze Usa e alleate in Europa, James L. Jones, aveva presentato
a marzo del 2006 al Congresso e al Senato americano. Lalto ufficiale
chiedeva ingenti finanziamenti per rafforzare la presenza a stelle e
strisce. Il generale Jones aveva precisato che la sede ideale per tale
unit era Sigonella, in Sicilia. Dopo queste dichiarazioni, che avevano
suscitato lapprovazione dellallora ministro della Difesa Martino e le
interpellanze preoccupate di alcuni parlamentari, la base siciliana
stata trasformata in un centro strategico di attivit di intelligence, di
sorveglianza e di sostegno agli interventi nella realt mediorienta-
le. Dallinizio degli anni 90 Sigonella diventata il fulcro di tutte le
operazioni militari, dalla guerra nel golfo Persico del 91, ai Balcani,
allinvasione dellIraq, ai bombardamenti in Libia e alla program-
mata aggressione in Iran. In altri termini, un cantiere permanente
dove le imprese (spesso in odore di mafia) lavorano in condizioni di
extraterritorialit. una base di mercato nero per il carburante e per
una quantit di altre merci che arrivano in condizioni di duty free.
una base che spreca acqua e divora energia. Dal 1984 la base ospita
lHelicopter Combat Squadron Four HC-4 Black Stallion, lunico del-
la Marina statunitense dotato di nove elicotteri pesanti MH-53E Sea
Dragon per il trasporto di uomini, mezzi e munizioni. Lo squadrone
assicura il sostegno alle operazioni militari Usa in Europa, Africa e

142
Medio Oriente e garantisce il ponte aereo con le portaerei in navi-
gazione nel Mediterraneo e nel Mar Rosso. Durante lultima guerra
allIraq sono atterrati dodicimila aerei che hanno trasportato circa
30 mila soldati.
Dal Molin dalle parti di Vicenza, Sigonella nel comprensorio di
Lentini. Due localit geograficamente lontane ma accomunate da un
medesimo destino: il decollo degli investimenti bellici. Dal Molin do-
vr presto ospitare una nuova base militare Usa di pronto intervento
aviotrasportato nel cuore della citt, mentre Sigonella in provincia di
Siracusa (ma pi vicina a Catania) subir un adeguamento aereo-
navale di enorme rilevanza. Le due basi nei piani del governo Usa
dovranno diventare degli avamposti di rapida risposta del Comando
Usa in Europa. Mentre in Veneto si manifesta con determinazione
per dire no alla militarizzazione territoriale e levento viene a cono-
scenza dellopinione pubblica nazionale, in Sicilia, dove la posta in
gioco addirittura maggiore, leco delle proteste non sfiora il Belpa-
ese. In soldoni: un limaccioso filo daffari lega le due zone. A Lentini
una necropoli greca non ancora esplorata e le famose e gustose aran-
ce Moro, Tarocco e Sanguinello hanno i giorni contati. Una colata di
670 mila metri cubi di cemento su cento ettari nelle contrade Xiru-
mi, Tirir e Cappellina, la pi pregiata area di coltura agrumicola
della Sicilia, sottoposta a vincolo paesaggistico e archeologico. Tot
Cuffaro aveva gi fornito il via libera e il Comitato regionale urbani-
stico prontamente approvato. Proprio dove crescono le arance pi
buone dItalia e dove sorgono insediamenti archeologici non ancora
portati alla luce, nasce unesclusiva citt per i militari Usa (6 mila),
inaccessibile ai cittadini italiani. Larea verr modernizzata da palaz-
zine a 4 piani, da depositi, mensa, fast food, centri sportivi, megasto-
re ed altro, che funzioneranno in regime di autarchia e senza contat-
ti con il territorio circostante. La progettazione coordinata dallar-
chitetto Matteo Zapparrata, capodipartimento della provincia regio-
nale di Catania al settore programmazione opere pubbliche. Di rilie-
vo nel business, anche gli altri due tecnici: Antonio Leonardi, diri-
gente dellAusl 3 di Catania e segretario provinciale dellordine degli
ingegneri; Rosario Garozzo, direttore generale del comune di Adra-
no. Lintervento parte ufficialmente il 2 febbraio 2006: Mauro De
Paoli, il presidente della societ Scirumi Srl di Catania, presenta al

143
comune di Lentini una richiesta di cambio di destinazione duso dei
suoli di sua propriet, per realizzare un complesso insediativo chiu-
so ad uso collettivo, destinato ad esclusiva residenza temporanea dei
militari americani della base Sigonella U.S. Navy, per un investi-
mento complessivo di circa 300 milioni di euro. Il 18 aprile 2006 il
Consiglio comunale di Lentini a maggioranza di centro destra, 45
giorni prima delle elezioni, in tempi record e con il voto favorevole di
13 su 16 presenti in aula (3 gli astenuti) ha proceduto alla variazione
del Piano Regolatore Generale deliberando durgenza il cambio di
destinazione duso dei terreni ricadenti nelle contrade Xirumi, Cap-
pellina e Tirir, con relativa trasformazione di aree agricole E in zone
residenziali CE4. Poco dopo, colpo di scena, muta la maggioranza
(stavolta di centro sinistra sotto le direttive del sindaco Alfio Man-
giameli) ma la sostanza non cambia: la delibera 52 del 16 ottobre (11
favorevoli ed 8 astenuti) approva lintervento edilizio. La delibera-
zione di approvazione comunale cita il parere espresso dalla Soprin-
tendenza ai BB.CC.AA. (il 23 gennaio 2006, prot. 497), la quale,
per, si esprime cos: entrambe le aree individuate in planimetria
con le lettere A e B risultano sottoposte a vincolo paesaggistico di cui
al decreto del 7 agosto 1995 pubblicato nella GURS del 21 ottobre
1995; il vincolo paesaggistico non esclude a priori lattivit edificato-
ria, ma impone tuttavia la salvaguardia di quelle caratteristiche pro-
prie che ne hanno determinato lemissione. Ad opporsi in loco al
mega progetto sono stati soltanto i Verdi, Parrinello, La Manna e
Aulicino (con uninterrogazione il 20 novembre al governatore Cuf-
faro), e il Centro Studi Territoriali Ddisa che ha provato a fermare la
lottizzazione edilizia con unosservazione alla variante del Prg. Con il
benestare del Comitato regionale urbanistico, in attesa che il parere
diventi decreto, raggiunge il traguardo finale con spettacolare veloci-
t unoperazione iniziata nel 2005. Infatti, nel verbale della riunione
consiliare del 18 aprile 2006 sono riportate anche le parole del con-
sigliere Sebastiano Ramaci, che nel ricordare come lamministra-
zione Neri abbia risposto prontamente alla richiesta della Scirumi
Srl, riconoscendone linteresse pubblico, sottolinea che lammini-
strazione Neri ha lavorato non dal 17.02.06, ma un anno circa. Ci si
domanda in che modo e perch la compagine di centro destra abbia
lavorato a questa operazione ancora un anno prima che il presidente

144
della Scirumi De Paoli presentasse al Comune la sua richiesta di va-
riante al Prg. Secondo il responsabile allUrbanistica del Comune di
Lentini, larchitetto Salvatore DAnna, sarebbero gi una decina i
progetti approvati nel catanese finalizzati a insediare complessi
chiusi ad uso collettivo per militari Usa di stanza a Sigonella. Tutti
con la medesima procedura utilizzata a Lentini: una ditta costituita
ad hoc fa la proposta al Comune per cambiare la destinazione duso
dei terreni agricoli sintetizza Antonio Mazzeo ; il Consiglio vota
la variante in tempi record; lAssessorato regionale approva la va-
riante al Prg in via definitiva. Il tutto senza che lamministrazione
Usa abbia espresso alcun interesse per il programma immobiliare.
Un iter assai poco ortodosso che scavalca piani regolatori e legittima
gravi danni ambientali. Per gli amministratori pubblici limportante
non farsi trovare impreparati quando uscir il bando per gli alloggi
da dare in leasing ai militari della pi grande base nucleare a stelle e
strisce del Mediterraneo. Male che va ci si ritrova dinanzi a fondi che
hanno triplicato il loro valore senza sforzo alcuno. Relaziona infatti
la Scirumi Srl: In conformit agli usi ed alle disposizioni, non dero-
gabili del Governo Americano, ottenuta la variante urbanistica, sar
cura della Societ richiedente produrre in uno al progetto di lottizza-
zione relativo idoneo documento rilasciato dalle competenti Autori-
t americane, da cui risulta laccordo sottoscritto riferito alla realiz-
zazione dellopera in questione. E le leggi italiane? Semplicemente
calpestate. A rendere singolare il caso di Lentini, soprattutto luffi-
cialit delle notizie che emergono dal comando militare Usa. Infatti,
come da comunicazioni allo stesso comune nellambito della varian-
te al Prg, gli Usa dovrebbero rientrare nellaffare Xirumi, Cappellina
e Tirir soltanto adesso, a fronte di un orientamento che non sem-
brerebbe giustificare la necessit di nuove case per i militari. Eppure
Il cosiddetto piano Mega III spiega il ricercatore Mazzeo che
impegna una cifra pari a 675 milioni di dollari, infatti, oltre a rifare il
look alle due stazioni aeronavali di Sigonella, prevede per il qua-
driennio 2004-2007 mille e cento nuovi alloggi familiari. E un
complesso residenziale di 220 unit abitative prender il posto del
desueto Residence degli Ulivi. Ad oggi, per, questo lunico piano
insediativo ufficialmente progettato dal Dipartimento della Difesa
Usa che, nei suoi pi recenti documenti del Congresso, segnala tra

145
laltro una consistente diminuzione del personale in forza a Sigonella
(nel 2003 cerano 4.267 unit, mentre il 30 settembre 2005 solo
3.098). Lanno 2004 a dir poco emblematico. Il braccio operativo
di questo macroscopico attacco al territorio ha un nome e diversi
affiliati. La Scirumi S.r.l. viene registrata il 3 dicembre 2004 e vanta
un capitale sociale di 50 mila euro. Non ha alcun dipendente, ma ha
contratto un mutuo ipotecario che sfiora i 5 milioni e 400 mila euro
con la banca San Paolo Imi (attualmente Intesa-San Paolo), quattri-
ni intascati da alcuni soci come i Ciancio a titolo di pagamento per
lacquisto delle terre nellagro di Cappellina-Xirumi. La societ ha
sede a Catania in viale XX settembre, presso lo studio di Gaetano
Siciliano (a capo dell ordine dei commercialisti, nonch presidente
del collegio dei revisori dei conti al comune di Catania). La societ ha
un oggetto sociale di carattere agricolo, che esula dalla realizzazione
di complessi edilizi: lacquisto e/o la compravendita di terreni agri-
coli e/o lassunzione e la gestione degli stessi. Per tale ragione
stata partorita nel dicembre 2005 la Nuova Scirumi Srl, che fa capo
alla Sater Srl (Societ agricola turistica ente riviera). La Scirumi
presieduta da Mauro De Paoli. Tra i suoi consiglieri figurano Carme-
lo Garozzo (figlio di Francesco e tesoriere del Kiwanis), Stellario
Gentile (appartenente agli albi degli intermediari e dei promotori
della Consob), Ezio Trentin e Gianalberto Balasso (con il padre nella
Noemi Sro di Praga). Ma a chi appartiene la Scirumi? Ufficialmente
cos ripartita: allImpresa Costruzioni Giuseppe Maltauro (25.500
euro), a Da.Ca Service (16.250 euro), Cappellina Srl (5.000 euro),
Giuseppe Celano (2.000 euro) e Francesco Siciliano (1.250 euro), gi
direttore di un cantiere della A 20 gestito dal gruppo Ira-Ferrari e
ora appartenente a Maltauro. La S.p.A. Giuseppe Maltauro, che a Vi-
cenza (citt di Balasso) si accinge a trasformare laeroporto civile in
militare, ha stretti rapporti con Catania. La societ che ha acquisito
recentemente limpresa Ferrari di Genova, gi proprietaria dellIra di
Graci e della Fratelli Costanzo, prendendone leredit, diretta da
Maurizio Trentin. Oltre al tratto ferroviario Patern-Adrano, la Spa
ha realizzato anche Etnapolis a Belpasso e aderisce alla Fiera della
Provincia di Catania Srl, che dovrebbe intervenire, sempre a Belpas-
so su unarea di 180 mila metri quadrati accanto al citato centro
commerciale. Inoltre a febbraio ha siglato con la Mc Arthur Glenn di

146
Roma ed il comune di Fiumefreddo di Sicilia, un protocollo dintesa
per una struttura ricettivo alberghiera di 167 mila metri quadrati. La
Da.Ca Srl nata il 22 aprile 2004 con capitale sociale di 12 mila euro,
amministrata da Gesualdo DAmico. La Cappellina Srl, venuta alla
luce il 30 novembre 2004, vanta un capitale sociale di 10 mila euro,
ha un oggetto sociale identico, letteralmente a quello della Scirumi.
La Srl appartiene in parti uguali ai familiari di Mario Ciancio Sanfi-
lippo (editore e direttore de La Sicilia, nonch editore del quotidiano
pugliese La Gazzetta del Mezzogiorno): Angela (Telecolor e Rtp
Messina), Carla (nel direttivo associazione editori), Rosa Emanuela,
Natalia e Domenico (segretario di redazione de La Sicilia). Ad ammi-
nistrarla Francesco Garozzo, padre di Carmelo e allinterno dellaf-
fare per la realizzazione dellospedale San Marco di Librino (in qua-
lit di rappresentate di proprietari di terreni confinanti con quelli
dello stesso Ciancio). Cappellina sta per la masseria che sorge in con-
trada Scirumi, dove, nella parte ricadente nel comune di Scordia, ha
una residenza Mario Ciancio Sanfilippo. E di agrumeti, a Lentini le-
ditore ne possiede un bel p. Compresi i terreni agricoli incettati dal-
la Scirumi nel 2005, gli stessi per cui ha chiesto al comune di cam-
biare la loro destinazione duso e renderli edificabili. Anche il depu-
tato di Rifondazione comunista, Elettra Deiana, si era accorta della
singolare coincidenza e, in uninterrogazione (tuttora lettera morta)
al ministro della Difesa Parisi, aveva annotato il 6 dicembre 2006:
Tra i proprietari della Scirumi Srl figura anche limpresa Costruzio-
ni Giuseppe Maltauro S.p.A. di Vicenza ( la stessa che ha presentato
il progetto per laeroporto di Vicenza - US Army). Inoltre ha eseguito
opere ad Aviano - US Air Force - nellambito del Piano Aviano
2000. La Deiana aggiungeva che la consistenza dellinsediamen-
to fa pensare che ci troviamo di fronte ad un consistente progetto di
allargamento della capacit operativa della struttura militare Statu-
nitense e chiede se il Governo precedente, come avvenuto per
la proposta di trasformazione dellaeroporto Dal Molin di Vicenza in
una nuova base Usa, ha sottoscritto con il governo degli Stati Uniti
un protocollo o accordo in forma semplificata che consenta agli Usa
di potenziare la base di Sigonella e se non intenda informare il Par-
lamento. Unaltra interrogazione l11 dicembre era stata indirizzata
dalla Deiana e da Paolo Cacciari ai ministri dellAmbiente e dei Beni

147
Culturali. Il fine quello di provvedere urgentemente alla salvaguar-
dia di quel territorio, poich le caratteristiche proprie sono quelle
della ruralit del paesaggio, che sono incompatibili con il complesso
chiuso ad uso collettivo per residenza esclusiva di militari america-
ni. Secondo i due parlamentari di Rifondazione linsediamento
proposto dalla societ Scirumi srl rovinerebbe irrimediabilmente il
contesto paesaggistico di importanza storica e culturale del vasto in-
sediamento rupestre sul colle S. Basilio che domina il vasto paesag-
gio rurale della zona di Xirumi, Cappellina e Tirir che interessata
da almeno due aree archeologiche.

Allora Global Hawk: il pi sofisticato modello di jet senza pilota at-


terrato nella base siciliana, ma il governo Berlusconi non ha preven-
tivamente informato il Parlamento italiano. Sulla medesima falsari-
ga omissiva anche il successivo Governo Monti. Lo stesso comando
della Nato a Bruxelles rivela che linclusione dei velivoli Uav dar
maggiore flessibilit ai sistemi Ags. Ags dovr trattare tutte le in-
formazioni raccolte dai velivoli radar. A Sigonella gli Usa hanno in-
stallato il comando del sistema di sorveglianza della Nato. La corsa
bellica del governo italiano continua sempre pi intensa, sempre
pi in silenziosa. Teatro, appunto, delle nuove operazioni di guerra
ancora la base militare di Sigonella, dove in gran segreto lUs Air
Force ha posizionato il maggior centro operativo degli Unmanned
Aerial Vehicle, UAV, aerei senza pilota. Ufficialmente, lo scopo
assicurare la sorveglianza su tutto il globo terrestre, ma lobiettivo
pi ambizioso del Pentagono di fare in modo, entro il 2012, che
un terzo della sua flotta da combattimento sia costituito da velivoli
teleguidati. Loperazione decolla nellottobre 2005, quando il sotto-
segretario alla difesa Usa Dyke Weatherington rilascia unintervista
al National Defense Magazine parlando di Uav: lultima frontiera
della guerra ad altissima tecnologia. Tra loro i Global Hawk, pro-
dotti dalla Northrop Grunmann, frequentemente adoperati in Iraq
e Afghanistan. Quaranta di questi velivoli saranno dislocati nelle
basi di Kaneohe nelle Hawaii, Jacksonville in Florida, Diego Garcia
nellOceano Indiano, Kadena ad Okinawa e Sigonella in Italia. Detto
e fatto. Per il Dipartimento della difesa Usa un anno cruciale per
la localizzazione effettiva delle principali basi operative dei Global

148
Hawk, al punto che nel bilancio annuale le voci relative al luogo e
ai costi delloperazione sono indicate come classificate, ossia se-
grete. Se la difesa Usa omette di indicare la sede della base per
possibile ricostruirne le caratteristiche a partire dalle funzioni del
Global Hawk. Laereo teleguidato associato al nuovo pattugliatore
P-8 Mma, destinato alle basi aeronavali Usa. E il dipartimento della
Marina indica, tra i siti, a cui destinato il P-8, anche Sigonella, sede
fissa del 25 Squadrone antisommergibile e del Centro di supporto
tattico, che coordina le operazioni di pattugliamento della Marina
militare Usa.

Codice etico zero, in compenso milioni di euro fatturati con le Grandi


Opere dal devastante impatto ambientale (ponte sullo Stretto, TAV,
Quadrilatero Marche-Umbria), compresa la nuova base dellesercito
USA al Dal Molin di Vicenza. Lappetito vien mangiando. Il 24 set-
tembre 2010, il Comando dingegneria navale del Dipartimento della
Marina militare degli Stati Uniti dAmerica ha assegnato alla CMC di
Ravenna i lavori per realizzare a Sigonella un mega-complesso per le
attivit di manutenzione dei Global Hawk, i sofisticati aerei di spio-
naggio telecomandati delle forze armate Usa e NATO, buona parte
dei quali destinati ad operare dalla base siciliana. La CMC avr tem-
po 820 giorni per completare quella che stata definita dal Penta-
gono come unopera dimportanza strategica per gli interessi USA
in Europa, Africa e Medio oriente. Il Dipartimento della difesa ha
dovuto sostenere un faticoso braccio di ferro con il Congresso per ot-
tenere lautorizzazione a realizzare il cosiddetto Global Hawk ACFT
Maint Facility Sigonella Sicily. La richiesta stata per accolta: 31
milioni e 300mila i dollari posti in budget. Il contratto firmato di
16 milioni e 487 mila dollari. Secondo il bando di gara pubblicato
dal Comando dingegneria navale per lEuropa, lAfrica e lAsia sud-
orientale (NAVFAC EURAFSWA), il nuovo complesso per i Global
Hawk sar composto da un hangar con una superficie di 5.700 me-
tri quadri e quattro compartimenti per le attivit di manutenzione,
riparazione ed ispezione dei velivoli senza pilota. Lhangar si
legge nella scheda tecnica predisposta dallUS Air Force sar com-
posto da una struttura di acciaio, costruzioni in muratura, tetto con
giunture metalliche, pavimenti in cemento, infrastrutture varie, pa-

149
vimentazioni e reti per la comunicazione. Ancora pi dettagliata la
descrizione delle finalit operative dellinfrastruttura. Il velivolo
Global Hawk richiede uno spazio coperto per gli interventi del per-
sonale specializzato, utilizzabile in qualsiasi momento, che garanti-
sca le ispezioni standard, una migliore manutenzione dei sistemi di
approvvigionamento carburanti, il riparo delle componenti aeree, le
operazioni pre-volo cos come quelle di miglioramento e modifica-
zione di ordine tecnico. Lhangar assicurer unarea per i depositi di
macchinari e per supportare la manutenzione delle infrastrutture,
ricevere componenti aeree, eseguire le operazioni di carico e stoc-
caggio ed ospitare gli spazi per gli uffici e i centri amministrativi. Il
Complesso di Sigonella sar in grado di intervenire simultaneamente
su quattro Global Hawk. In base alle previsioni dei general manager
della Northrop Grumman, lazienda produttrice, entro il 2013-2014
Sigonella ospiter sino ad una ventina di aerei-spia. Oltre allUS Air
Force, anche lUS Navy intenzionata a installare nella base i Glo-
bal Hawk ordinati nellambito del nuovo programma di sorveglianza
aereo-marittima BAMS, mentre la NATO prevede di trasferire in Si-
cilia otto Global Hawk nella versione Block 40 per il nuovo sistema
di sorveglianza terrestre alleato AGS (Alliance Ground Surveillance),
i cui centri di Comando e controllo saranno installati a Sigonella. Il
Wall Street Journal non ha dubbi: Gli Usa pronti ad armare i droni
italiani. Infatti, il Presidente e Premio Nobel per la Pace, Obama sta
per vendere i missili e le bombe a guida laser per i Reaper in dotazio-
ne allItalia, versione avanzata dei Predator. Cos anche il Belpaese
potrebbe entro il 2012 essere in grado di uccidere i terroristi dallalto
attraverso velivoli senza pilota, come dfa da tempo lo Zio Sam. Ba-
rack Obama vuole armare la flotta italiana di sei droni Reaper.

150
Capitolo sesto
Sulla pelle viva

Voglio la verit sulluranio. Mi sto curando un cancro a 28 anni,


adesso voglio la verit sul Poligono di Salto di Quirra e sulla mia ma-
lattia. Una soldatessa anonima ha scritto una lettera al portale Vit-
timeuranio.com. Ha denunciato di essersi ammalata in conseguenza
del suo servizio nel poligono interforze sardo. La donna soldato ora
in cura presso lospedale oncologico di Cagliari, dopo aver scoperto
di avere il linfoma di Hodgkin. Per due anni e mezzo ha prestato ser-
vizio al poligono di Perdasdefogu e ha partecipato ad esercitazioni
anche nella base di Teulada. lennesimo caso di una verit che sta
emergendo con fatica da alcune sentenze. Lultima delle quali stata
emessa dal tribunale di Cagliari, che ha condannato il ministero della
Difesa a risarcire i familiari del soldato Valery Melis, morto nel 2004
per un linfoma dopo aver partecipato alle missioni del contingente
internazionale nei Balcani, alla fine degli anni Novanta. Vittime sem-
pre invisibili. Un lancio dellagenzia Agi il 2 aprile 2007 avvertiva:
Capo Frasca: Accame, avieri sgombra-bossoli morti o ammalati.
Nel poligono militare di Capo Frasca, in Sardegna, giovani avieri era-
no impiegati nella raccolta a mani nude degli ordigni sganciati da-
gli aerei durante le esercitazioni militari. Lo denuncia il presidente
dellAnavafaf, lAssociazione nazionale assistenza vittime arruola-
te nelle forze armate e famiglie dei caduti, in riferimento ai casi di
Ugo Pisani, Gianni Fredda e Maurizio Serra, che prestarono servizio
come Vam, addetti alla vigilanza dellaeroporto, nel poligono sardo.
Lassassino conosciuto con la sigla U 238: uranio di scarto che ha
tolto la vita a Gianni Fredda e Maurizio Serra, due Vam del poligono
di Capo Frasca costretti a sgomberare a mani nude e senza nessu-
na protezione dalle polveri di uranio impoverito i proiettili sganciati
dagli aerei nella base addestrativa. Nel 2006 il padre di uno dei due
avieri morti, Antonio Serra, aveva incaricato lavvocato di avviare la
battaglia legale per il risarcimento dal ministero della Difesa ai sensi
della legge 308/81, che prevede elargizioni speciali per infortunio o
decesso in servizio. Ma undici mesi pi tardi il ministero ha negato
lindennizzo.

Sa die de sa vardiania: il giorno della sorveglianza, recita il cartel-

151
lo. A Quirra, minuscola frazione di Villaputzu in provincia di Cagliari,
la popolazione muore a causa dellinquinamento bellico. 14 persone
uccise dalla leucemia in un paese di 150 abitanti e 14 bambini nati
con gravi malformazioni. Numeri (purtroppo certificati) da scenario
di guerra. Abbonda luranio artificiale a Quirra: qui aleggiano se-
condo gli accertamenti ufficiali valori di radioattivit cinque volte
superiori alla norma di uranio arricchito. Lo hanno scoperto il 26
febbraio 2011 gli esperti inviati dalla Procura di Lanusei per unispe-
zione nel poligono. Lo hanno trovato allinterno di cinque cassette,
sistemate in un deposito di materiali speciali, compreso il munizio-
namento rimasto inesploso dopo le esercitazioni e in attesa di una
futura distruzione. Magazzino senza nessuna misura di protezione o
di sicurezza, senza nessun cartello di pericolo, dove laccesso era libe-
ro per chiunque lavori allinterno della base mi spiega Mariella Cao,
antica combattente civile dellassociazione Gettiamo le basi. Il de-
posito si trova a Capo San Lorenzo, ad un soffio dalla spiaggia e dalla
zona dove, secondo i veterinari delle Asl di Lanusei e Cagliari, si sono
ammalati di cancro nel sangue 10 pastori su 18. una solida confer-
ma nellinchiesta del procuratore Domenico Fiordalisi. Il deposito di
Quirra stato sequestrato e sigillato, le cinque cassette metalliche
altamente radioattive sono state consegnate al professor Paolo Ran-
daccio, fisico nucleare dellUniversit di Cagliari. Si tratta di partico-
lari proiettili in grado di perforare qualsiasi corazza? Oppure di pezzi
di radar o di barre stabilizzatrici di missili? Lispezione scaturita
dalle denunce presentate alla Procura della Repubblica di Lanusei e
alla Squadra mobile di Nuoro. Gli inquirenti hanno potuto appurare
che in quei depositi diversi soldati che lavoravano come magazzinieri
si erano ammalati tutti della stessa patologia: linfoma di Hodgkin.
Uno dei tumori pi aggressivi. La Procura di Lanusei indaga per
omicidio plurimo, danni ambientali e omissione di controllo. Il
poligono di tiro del ministero Difesa viene utilizzato anche da altri
eserciti e da multinazionali degli armamenti che testano armi di ogni
tipo, coperti dal segreto di Stato, dagli omissis della Nato e delle in-
dustrie di morte. La magistratura ha scovato nellordine: un missile
con 100 chili di esplosivo impigliato nelle reti di un peschereccio, una
discarica sottomarina fatta di vecchie bombe e rottami di radar e un
sito abusivo pieno di bersagli. Ma solo il classico ago in una discari-

152
ca a cielo aperto dello Stato italiano. Semplicemente: un inferno. A
Quirra si arriva attraverso una strada che solca un far west. Una
manciata di case e nessuna industria. La gente viene qui a raccogliere
i funghi e a fare qualche bagno nel mare proibito. Sotto le sferzate del
maestrale ondeggiano gli agrumeti: grosse arance e limoni che i sardi
ti regalano con fierezza. Cerano, una volta, le pecore. Ora difficile
scorgerle: i pastori versano lacrime di sangue, molti agnelli sono nati
malformati. A un tiro di schioppo dal centro abitato si staglia una
lunga cesoia di filo spinato e un check point: dodicimila ettari di labo-
ratorio in natura, su misura per eserciti della NATO che giocano alla
guerra e multinazionali degli armamenti. Piombano in mimetica, ma
anche in giacca e cravatta. Dal microcosmo dei civili si avvertono solo
esplosioni. Quirra si accorta di essere malata quando venuta a
sapere del primo militare sardo ucciso dalluranio impoverito, rac-
conta Mariella Cao. Brucia il 1999: lItalia sta combattendo una guer-
ra in ex Jugoslavia. Si inizia a balbettare di Sindrome dei Balcani. In
Sardegna, invece, si contano gli ammalati e si sotterrano i morti. Sot-
to accusa i proiettili alluranio sporco, arma potente e a basso costo
capace di trasformare le corazze in burro. Se nei teatri di guerra
usavano quel tipo di proiettili continua Cao da qualche parte
dovevano pur testarli. Nel 2001 si inizia a parlare degli effetti dellu-
ranio impoverito sulla salute umana. Contemporaneamente Antonio
Pili, allora sindaco di Villaputzu, denuncia otto casi sospetti nella vi-
cina frazione di Quirra. Otto casi su 150 abitanti e Pili, che di profes-
sione fa loncologo, si riferisce solo ai suoi pazienti. Affiora qualche
inchiesta giornalistica. Cos, nel dicembre 2002, il ministero della
Difesa affida unindagine ambientale allUniversit di Siena. Lo sco-
po neanche tanto recondito di insabbiare. Infatti, per lo Stato
Tutto a posto. Nel 2006 si affaccia finalmente la Regione Sardegna:
un campione di 26.130 abitanti su un territorio di 10 comuni, sotto la
lente di ingrandimento. Il periodo di riferimento va dal 1981 al 2001.
Risultato? Si rileva una crescita di tumori del sistema linfo-emopoie-
tico. Significa mielosi e leucemie. Trentasei morti. Sopra la media,
ma non abbastanza da rappresentare una prova diretta e inequivoca-
bile. In effetti, per verificare se in quel territorio ci sono troppi tumo-
ri basta fare una banale operazione aritmetica. Bisogna incrociare i
dati dellindagine della Regione con le cifre fornite dallAsl 8 sui casi

153
a Villaputzu tra il 1998 e il 2001 e su quelli a Muravera-San Vito
nellanno 2000. Risultato? Il 75 per cento dei morti 27 su 36
sono concentrati in un piccolo pezzo di terra tra Villaputzu, Muravera
e San Vito. Unarea, nemmeno troppo popolata, che non ha nulla at-
torno, se non il poligono militare. E, per la cronaca, i 14 morti di Vil-
laputzu sono quasi tutti nella frazione di Quirra, che conta 150 abi-
tanti. Nel gennaio del 2011 piomba unulteriore conferma. Due vete-
rinari dellAsl di Cagliari e Lanusei, insospettiti dalleccessivo nume-
ro di pecore malformate, iniziano a contare quanti uomini e quanti
animali si ammalano. Risultato? Appunto, dieci pastori su 18 che la-
vorano entro un raggio di 2,7 chilometri dalla base hanno la leuce-
mia. Gli ultimi a sbarcare sono stati gli israeliani. Ma da quelle parti
hanno sperimentato in tanti, perfino i libici. un centro deccellenza
per testare nuove armi. Nuovi clienti: al poligono arrivano nel 2007
soldi interstellari. Dalla ricerca aerospaziale atterra sullOgliastra
una pioggia di denaro. Un milione e duecentomila euro per tre anni
con la possibilit di rinnovare laccordo per ulteriori dieci anni: que-
sta la somma che il Centro italiano di ricerche aerospaziali (Cira) ver-
sa al ministero della Difesa per lutilizzo del Poligono Sperimentale
Interforze del Salto di Quirra. Lo ha detto il sottosegretario alla Dife-
sa, Emidio Casula, secondo cui si tratta di un primo concreto esem-
pio di impiego per scopi civili delle professionalit e delle attrezzatu-
re del Pisq, che dimostra concretamente di essere una risorsa prezio-
sa per i programmi di sviluppo aerospaziale nazionale. Per fare un
giro di giostra, bastano unautocertificazione e tanti quattrini. In Sar-
degna in tempo di pace si fa sempre la guerra. Pi che unisola sem-
bra ununica, immensa base militare. Da un primo esame, il materia-
le potrebbe essere stato usato dallAeronautica tedesca durante eser-
citazioni effettuate negli anni 60-70 e poi interrato dopo la bonifica,
ma spetta ora agli specialisti analizzare pi approfonditamente i re-
perti. I controlli nei due magazzini sarebbero stati decisi dopo le de-
posizioni testimoniali di due militari, un siciliano e un campano, che
hanno lavorato per due anni al Pisq, con mansioni di magazzinieri
nei depositi dei materiali speciali. I due si ammalarono di linfoma
Hodgkin quando erano ancora in servizio. Sottoposti a chemiotera-
pia, erano rientrati in servizio, ma sono stati riformati dopo una reci-
diva della malattia. I due ex militari avrebbero segnalato agli inqui-

154
renti anche i nomi di altri colleghi colpiti dalla stessa malattia dopo il
servizio al Pisq. Secondo la Procura di Lanusei dal 1970 ad oggi sono
state compiute numerose operazioni di distruzione, mediante enor-
mi esplosioni di munizioni di vario genere, probabilmente anche
alluranio impoverito e di armi, nel territorio del poligono. Alcuni ca-
mion senza nemmeno essere scaricati venivano fatti esplodere assie-
me al loro carico. Il procuratore di Lanusei, Fiordalisi, ha sentito
anche lex deputato della Lega, Edouard Ballaman, che denunci lu-
so delluranio impoverito in Sardegna. Ballaman, nel 2000, present
una interrogazione parlamentare, al ministro della difesa Mattarella,
sul caso di una partita di proiettili alluranio impoverito acquistata
nel 1985 dallItalia e poi utilizzata dallesercito in Somalia nel 1993.
Ma una parte del munizionamento torn nel nostro Paese e fu spara-
to, secondo Ballaman, nei poligoni in Sardegna. Il Piano di caratteriz-
zazione-monitoraggio del poligono della morte Salto di Quirra (Pisq),
mirato a tranquillizzare (cio narcotizzare) la popolazione locale
nonch il personale del Pisq, gestito da ministro della Difesa, Forze
Armate e Namsa (agenzia NATO) con gran dispendio di pubblico de-
naro extra budget Difesa. La ricerca stata appaltata alla SGS, una
partecipata FIAT, linquilina fissa da mezzo secolo del Pisq, presumi-
bile corresponsabile del disastro sanitario e ambientale. La SGS cerca
le nano-particelle, come da contratto, con microscopi che non sono
in grado di vederle (ingrandiscono fino a 8.000, non scendono agli
80.000/120.000 necessari per individuarle). La Procura della Re-
pubblica di Lanusei ha iscritto nel registro degli indagati un ex uffi-
ciale dellAeronautica (Tobia Santacroce, 67 anni di Chieti, colonnel-
lo allepoca dei fatti e oggi in congedo col grado di generale) per il
reato di disastro ambientale, per aver fatto brillare armi e munizioni
nel poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra, con possibili danni
allambiente, alla salute umana e animale. Il procuratore di Lanusei,
Domenico Fiordalisi, che indaga sulla possibilit che nel poligono si-
ano stati utilizzati armamenti con uranio sporco, ha appreso dei bril-
lamenti di munizioni esauste, che giungevano da varie parti dItalia,
grazie allintercettazione della conversazione di un ex militare che
aveva prestato servizio nel poligono durante gli anni dopo il 1997.
Lex colonnello era il responsabile dei soldati di leva usati come cavie.
Il magistrato che indaga sullincidenza che le esercitazioni militari

155
possono aver avuto sulla salute di persone ed animali, il 21 aprile
dellanno scorso ha dato il via libera alla riesumazione delle salme di
20 persone, soprattutto pastori. Lapocalisse si tocca con mano: il 65
per cento dei pastori che pascolano le greggi nel raggio di tre chilo-
metri dalla base, secondo i rilevamenti sanitari dellAsl, in questi
anni stato colpito da neoplasie tumorali al sistema linfatico ed
ematico. In pi c un altro contorno agghiacciante: 24 militari af-
fetti da tumori, 68 richieste locali di indennizzo su 439 nazionali per
patologie causate dalluranio sporco, numerosi aborti spontanei e di-
versi allevamenti di pecore contaminati da qualcosa di cos strano da
far nascere agnelli con due teste e altre mostruosit. il cancro ino-
culato a Quirra dallingordigia di Stato. Si tratta di 120 chilometri
quadrati su cui da 50 anni qualunque esercito (a suo tempo anche
libico) ha sparato e provato di tutto. Le venti salme riesumate sono
quelle di altrettanti pastori ogliastrini morti per tumore dal 1990 al
2010. Tanti e troppi, i morti, per chi ha sempre contestato quella ser-
vit e denuncia ancora: Il poligono un muro di gomma autocerti-
ficato, dicono da un decennio gli accusatori, nel ricordare che gli
ospiti stranieri ed italiani (sempre con le stellette) hanno da sempre
due soli doveri. Il primo pagare laffitto, 50 mila euro per ogni ora
di war-games, laltro autocertificare che nelle prove non stato
utilizzato qualcosa di nocivo per la popolazione e lambiente. Non
stato sempre cos: a Quirra non cos tutto pulito, come hanno scrit-
to finora due commissioni parlamentari dinchiesta ed il governo.

Gli ordigni sono adagiati sul fondo del mare. Basta allungare lo
sguardo, oltre il manto trasparente dellacqua, per distinguere i letali
cilindri metallici. Ecco le bombe esclama Antonio Loru, volto mar-
chiato dal sole come quello degli altri pescatori di Teulada e SantAn-
na Arresi. I lavoratori del mare, appese reti e nasse al recinto del Po-
ligono militare di Capo Teulada, hanno scioperato per far valere le
loro ragioni vitali. dal dicembre 2003 che protestano pubblicamen-
te, ma le istituzioni statali non ascoltano. Quando le condizioni me-
teo-marine lo consentono, escono sui loro pescherecci a sfidare i gio-
chi di guerra, rallentando una macchina bellica che non ammette
soste forzate. Stazionano giornate intere nelle acque su cui il transito
permanentemente vietato. E rischiano anche di prendersi qualche

156
cannonata, scendendo in mare a manovre iniziate. Infatti, proprio
come i civili che nellisola portoricana di Vieques hanno costretto gli
americani ad abbandonare la base, i pescatori occupano le zone di
tiro durante le esercitazioni. Qui hanno gettato le reti per decenni nei
giorni in cui non si sparava. Adesso non possono pi farlo. Da qual-
che tempo fioccano le multe: due, tre, cinquemila euro e passa. E i
settanta pescatori invisibili allopinione pubblica nazionale si sono
ribellati. Chiedono a gran voce la bonifica di almeno qualche miglio
lungo la costa. Hanno barche piccole, nasse e tramagli devono essere
calati su fondali non troppo alti. Fondali che pullulano di bombe.
Questa zona, che va allincirca da Porto Pino allIsola Rossa, perma-
nentemente interdetta al transito dei mezzi e delle persone per la pre-
senza di residuati esplosivi di cui non possibile o conveniente la
bonifica, asserisce lo Stato maggiore dellEsercito italiano. Lopera-
zione di ripulitura comporterebbe dieci, quindici anni di lavoro. I pe-
scatori chiedono di svolgere la loro attivit nellimmensa zona a mare
interdetta, lunica accessibile alle loro piccole imbarcazioni, ed esi-
gono che larea, come impongono leggi e regolamenti delle Forze
Armate italiane, sia bonificata, ripulita dallaccumulo di ordigni bel-
lici esplosi e inesplosi. Per poter ripulire il tratto di mare sottoposto
da 50 anni a schiavit militare e mai bonificato, a detta di alcuni mi-
litari, bisognerebbe sospendere tutte le attivit del poligono per circa
15 anni. Un ammiraglio ha valutato a occhio i costi delloperazione
e ha affermato (rifiutando che fosse messo a verbale) che per la Di-
fesa sarebbe economicamente pi conveniente regalare una villetta
in Tunisia a tutti i teuladini accollandosi anche le spese di trasferi-
mento. Quante sono le bombe? Un numero indefinito, gli stessi mi-
litari non sanno dire. Sono un omaggio per quasi mezzo secolo di at-
tivit del Poligono militare di Capo Teulada. Alcune forse inattive,
altre solo inesplose. Ma chi potrebbe distinguerle? Io combatto da
66 anni. Cera la guerra quando sono nato e non ancora finita,
commenta ancora Loru. Da 35 anni mi sveglio alle 4 del mattino per
prendere il mare, ma sono a casa mia. Aveva 12 anni quando la sua
e altre 250 famiglie furono costrette a svendere la casa per quattro
lire per consentire la costruzione del Poligono. un conflitto lungo,
estenuante, complicato, perch le forze militari internazionali paga-
no salato, per martoriare con ordigni dogni genere (compreso lura-

157
nio impoverito, come documentano le relazioni di servizio della
Nato) questi 7.200 ettari di terra e uno specchio di mare largo
allincirca un quinto dellisola acquistati dalle famiglie che abitava-
no l. Ma il peso contrattuale di questo nugolo di pescatori cresce. Nel
frattempo, la popolazione del comune di Teulada, dimezzatasi dac-
ch esiste il Poligono, registra ufficialmente il notevole incremento di
svariate forme tumorali e gi nel 2000, prima che fosse di dominio
pubblico la questione delluranio impoverito, sui muri del paese si
leggeva: Benvenuti a Uraniopoli. Le esercitazioni navali come
quelle della Seconda flotta Usa, che viene a sparare qui soprattutto da
quando stata cacciata dallisola di Vieques, segnata dallalto grado
di tumori e malattie polmonari, cardiache, cardiovascolari, da diabe-
te e alta mortalit infantile si effettuano con cannonate che dal
mare puntano verso terra e comportano linterdizione di un tratto di
acqua molto ampio. Un esempio illuminante quanto alla considera-
zione militare per lincolumit della popolazione civile proviene addi-
rittura dagli States. Dal 1977 ogni tre mesi la US Navy svolge eserci-
tazioni a pochi chilometri dalla costa statunitense, sparando proietti-
li alluranio impoverito che vengono cos disseminati in mare, in aree
che sono al tempo stesso dedite alla pesca. Palanx il nome del
cannone prodotto dalla Raytheon e installato su quasi tutte le navi da
combattimento statunitensi; spara fino a 4.500 proiettili da 20 milli-
metri al minuto, contenenti un penetratore di uranio impoverito da
15 millimetri. Noncurante dei gravi rischi ambientali, la US Navy ha
da sempre optato per leconomico ma letale uranio impoverito, e con-
tinua ad utilizzarlo nonostante tempo fa avesse annunciato linten-
zione di passare al tungsteno. Glen Milner del gruppo pacifista
Ground Zero venuto in possesso di un documento che dimostra
come la Marina Militare continui ad utilizzare per queste esercitazio-
ni proiettili alluranio impoverito, e le svolga in aree vicino alla costa
di Washington e Seattle. Ci ha suscitato notevoli preoccupazioni tra
i pescatori e nella popolazione locale, anche perch sono note le con-
seguenze delluso di queste armi nellambiente durante le guerre in
Iraq, Jugoslavia e Afghanistan. La Us Navy non ha fornito informa-
zioni ulteriori su come si svolgono queste esercitazioni, ma i cittadini
delle zone coinvolte sono comunque determinati a fare chiarezza e in
caso a denunciare la Marina Militare statunitense. comunque diffi-

158
cile per gli autoctoni, che di incidenti ne hanno visti e subiti parec-
chi, credere che sia tutto sotto controllo. Sanno bene, infatti, che le
bombe inesplose nei fondali vengono trascinate dalle correnti anche
miglia e miglia oltre le zone interdette. Spesso le cannonate sparate
dal Poligono piovono sulla zona libera di Porto Pino, sorvolando le
teste dei residenti e degli occasionali visitatori. E succede anche che i
carristi finiscano sempre per errore con i loro cingolati in qualche
centro abitato. Le maggiori preoccupazioni, tuttavia, riguardano i ri-
schi per la salute. Lincidenza di leucemie, tumori e malformazioni
alla nascita nelle zone intorno alle basi militari una coincidenza che
spalanca squarci inquietanti e imbarazzanti. Un sempre maggiore
numero di cittadini sardi, sostenuti dal Comitato Gettiamo le Basi,
chiede che i poligoni e la basi dellisola siano sottoposti a indagine
super partes, a controlli permanenti e scientificamente qualificati: da
Teulada a Quirra, da Perdasdefogu a Decimomannu, fino a Capo Fra-
sca e alla base Usa di sommergibili a propulsione ed armamento nu-
cleare di Santo Stefano (arcipelago La Maddalena), abbandonata da-
gli USA nel 2008. A Capo Teulada vengono utilizzati proiettili al fo-
sforo bianco, gli stessi della strage di Falluja in Iraq. scritto in una
relazione firmata dal generale Giorgio Cornacchione, che lo Stato
Maggiore dellesercito ha consegnato a novembre dellanno 2005 al
Comitato paritetico sulle servit militari. Nella relazione dellalto uf-
ficiale appare un elenco di armi convenzionali e di armamenti chimi-
ci. Tra questi sono indicati, al punto c della seconda pagina, anche i
proiettili al fosforo: WP munition with fosforus, la formula preci-
sa. Sono utilizzati nelle esercitazioni che si svolgono a Capo Teulada,
nelle simulazioni di risposta agli attacchi portati da carri armati.
Sempre contro i carri, rivela la relazione, sono utilizzati anche i mis-
sili Milan e Tow. Quando colpiscono il bersaglio, tali missili rilascia-
no amianto e torina. La zona di Capo Teulada talmente inquinata
che i ricercatori dellIstituto di scienze marine del Cnr, incaricati dal
ministero della Difesa di dare un quadro scientificamente attendibile
della situazione, hanno risposto: pi conveniente dare un vitalizio
ad ogni singolo pescatore dellarea di Capo Teulada piuttosto che
procedere alla bonifica del mare. La Sardegna dal mare alla terrafer-
ma occupata dalla pi estesa servit militare dEuropa. In questiso-
la concentrato l80 per cento dei centri di sperimentazione bellica

159
in Italia. Nellisola il demanio militare permanentemente impegnato
ammonta a 24 mila ettari; in tutta la penisola italiana raggiunge i 16
mila. A questa cifra vanno sommati i 12 mila ettari gravati da servit
militare. Gli spazi aerei e marittimi sottoposti a schiavit militare
sono di fatto incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di
mare annessi al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari
supera la superficie dellintera isola (kmq 23.821). Correva lanno
2006 (29 novembre) in unaudizione alla Camera e lallora Capo
di Stato Maggiore dellaeronautica, Vincenzo Camporini, non lascia-
va spazio a dubbi: Le elevate potenzialit delle strutture militari del-
la Sardegna per laddestramento operativo di forze aeree sono diven-
tate oggetto di interesse di vari Paesi alleati e amici. In particolare di
francesi e tedeschi. La Francia infatti disposta a integrare le struttu-
re gi presenti in Corsica. Mentre la Germania orientata a ottimiz-
zare gli oltre 13 milioni di euro che versa ogni anno allItalia per luti-
lizzo di unaltra base sarda, quella di Decimomannu. Capo Frasca,
Capo Teulada e Salto di Quirra sono gli scenari di occupazione mili-
tare. Solo a Capo Frasca ci sono a disposizione 1.416 ettari. A gestire
il poligono proprio laeronautica, ovvero la fonte diretta della noti-
zia dellampliamento. E a Capo Frasca insistono un eliporto, impian-
ti radar e basi di sussistenza. La Difesa ci ridia la baia: lammini-
strazione comunale di Tertenia chiede al Poligono di Quirra la resti-
tuzione agli usi civili dei quattro ettari in riva al mare dove alloggia la
postazione militare di Punta Is Ebbas. Per comprendere la vicenda
sin dalle origini passiamo la parola alla Difesa, che in un ampio ed
illuminante articolo di Luca Peruzzi, pubblicato dalla Rivista Marit-
tima (giugno 2006), dal titolo Il poligono sperimentale e di adde-
stramento interforze compie 50 anni, offre informazioni basilari:

La creazione del Poligono Interforze del Salto di Quirra risale alla


seconda met degli anni Cinquanta quando lAeronautica Militare
avvert lesigenza di dotarsi di un poligono di tiro, ove potessero svol-
gersi attivit scientifiche, per ricerche nel campo meteorologico e
spaziale, sperimentali, per la valutazione di nuovi sistemi darma e
infine addestrative, con tiri reali () Il 20 agosto 1956 venne pertanto
istituito il Poligono di Armamento Aeronautico del Salto di Quirra,
che venne posto per lattivit operativa alle dirette dipendenze della

160
Direzione Generale delle Armi e Munizioni (DGAM) mentre per gli
aspetti di carattere amministrativo-logistico-territoriali la competen-
za ricadde sul Comando Aeronautico della Sardegna. Nellottobre
dello stesso anno, fu approntato il primo nucleo di infrastrutture
operative della base di Perdasdefogu e fu autorizzato dal Comando
della DGAM a effettuare le prime attivit operativo-sperimentali. Nei
giorni 25-27 ottobre vennero lanciati con successo 4 missili a carica
combustibile ridotta della Contraves. Segu unintensa attivit di spe-
rimentazione nel campo della missilistica e della ricerca spaziale, con
prove effettuate da diverse ditte private fra cui, oltre alla Contraves,
la Sispre, la FIAT e Finmeccanica. Gli importanti risultati realizzati
presso il Poligono, fra cui la sperimentazione del missile aria-aria con
guida IR C-7 di produzione interamente italiana, portarono lo Sta-
to Maggiore della Difesa alla decisione di assumerne la diretta dipen-
denza, il che avvenne il 1 luglio 1959, subordinandolo al Consiglio
Tecnico Scientifico della Difesa (CTSD) e rendendolo interforze con
la seguente ripartizione del personale: 50% Aeronautica, 35% Eserci-
to e 15% Marina. Linteresse non soltanto italiano allutilizzo del Po-
ligono e la sua espansione negli anni successivi non dipesero in pri-
mo luogo da attivit militari, ma dalla fruttuosa collaborazione nel
campo scientifico fra i vertici del Poligono e il professor Luigi Broglio,
allora a capo del Comitato delle Industrie Spaziali Italiane, che ope-
rava di concerto con la NASA. Tale attivit era stata preceduta nel
luglio 1960 dal lancio (il primo effettuato sul Poligono con finalit
scientifiche) del razzo C-41, destinato allo studio degli strati pi
bassi dellatmosfera, realizzato con mezzi di fortuna ma coronato da
successo. Il 21 gennaio 1961 un razzo Nike-Cajun, rappresentato
da una sonda a due stadi spinta da motori a propellente solido, lunga
8 m e del peso di circa 700 kg, raggiunse la quota massima di 170 km,
diffondendo nellatmosfera un composto atomizzato di sodio e litio.
Si cre cos una nube arancione ampia circa 90 km () A partire dal
novembre 1961, la societ Vitroselenia realizz, nel tratto di costa
compreso fra Capo Bellavista e San Lorenzo, una serie di postazioni
per le attrezzature di inseguimento dei sistemi testati presso il Poli-
gono, mentre nella zona a terra furono ampliate e, ove necessario,
ammodernate le infrastrutture gi esistenti. In concomitanza di tali
lavori, lAMI istitu il Distaccamento del Poligono del Salto di Quir-

161
ra, con sede a Capo San Lorenzo, mentre nel frattempo veniva in-
corporata la striscia di costa compresa fra questultimo e Torre Mur-
tas. Con il completamento dei lavori alla fine del 1962 e la visita nel
novembre dello stesso anno da parte dellallora ministro della Difesa,
On. Giulio Andreotti, il PISQ assunse le connotazioni attuali. Sebbe-
ne la notoriet del Poligono fosse stata raggiunta con lattivit scien-
tifica, la sperimentazione e laddestramento nel settore militare ne
hanno rappresentato fin dalla sua costituzione il filo conduttore e
lattivit principale. Accanto ai numerosissimi lanci di missili realiz-
zati nei primi anni di attivit, in particolare della Contraves, fra cui il
sistema riutilizzabile per laddestramento RSC-50, nonch razzi
AR 15 e HVAR, fra il 1962 e il 1964 si svolsero i primi lanci del
sistema superficie-aria Raytheon HAWK, che i reparti dellEsercito e
dellAeronautica stavano immettendo in servizio. Ci richiese un
adeguamento delle infrastrutture del Poligono. Oltre allampliamen-
to del Posto Centrale di Comando dove venne istituita una sala ope-
rativa da cui seguire tutte le attivit in corso, furono installati i nuovi
radar monopulse RIS-3C, che permettevano una maggiore preci-
sione dinseguimento dei bersagli nelle diverse condizioni operative.
Lattivit addestrativo-valutativa con l HAWK a favore delle Forze
Armate italiane e dei Paesi NATO utilizzatori del sistema, si protrasse
fino al 1974, dopo che nel gennaio 1960, per la prima volta al di fuori
dei poligoni americani, il sistema aveva intercettato con successo un
missile terra-terra Honest John che fungeva da bersaglio. Nei pri-
mi anni Sessanta, dopo aver utilizzato prima radio-bersagli Meteor
P-1 e in seguito P-X, il ministero Difesa scelse quale sistema uf-
ficiale del Poligono il CT-20 con propulsione a getto, sviluppato
dalla francese Nord Aviation. Nel 1965 la gestione di questi sistemi
venne affidata alla Meteor che dal 1967 produsse su licenza per la
Marina Militare anche il bersaglio KD2R-5, velivolo subsonico ad
elica prodotto dalla Northrop, ribattezzato per lItalia NVM-1
(Northrop Ventura-Meteor 1) () Nel maggio 1967 si tenne una delle
pi importante manovre a fuoco della Marina Militare, che coinvolse
ben 5 unit maggiori (Garibaldi, Duilio, Doria, Impavido e Intrepi-
do), che lanciarono con successo 4 missili superficie-aria Terrier e
3 Tartar contro radio-bersagli CT-20. Nel febbraio dello stesso
anno, lUS Navy e gli incrociatori Daniels e Yarnell della 6 Flotta,

162
nello spazio di poche ore, lanciarono 3 Terrier contro altrettanti
CT-20. Sempre nel 1967 lAMI decise di trasferire presso Capo San
Lorenzo unintera batteria di missili superficie-aria a lungo raggio
Nike, per laddestramento a rotazione dei reparti operativi () Il
poligono viene utilizzato anche per la sperimentazione di sistemi
darma terrestri, come nel caso del lanciarazzi campale multiplo
MLRS. Una delle pi recenti campagne di tiro ha riguardato il siste-
ma aria-aria a corto raggio IRIS-T () Sulla base delle attivit di svi-
luppo e sperimentazione svolte da Contraves dalla prima met degli
anni Sessanta con il sistema superficie-superficie antinave Sea Kil-
ler Mark 1, la societ italo-svizzera svilupp il modello Mk.2, che
venne testato sul poligono e in seguito acquistato dalla Marina ira-
niana. Nel febbraio 1970 venne sperimentato dalla Marina un missile
Terrier appositamente modificato per lattacco contro un bersaglio
navale. Dal 1971 fu la volta della sperimentazione e del successivo
collaudo del nuovo missile antinave Otomat, sviluppato dallOTO
Melara e dalla Matra francese () Lanno successivo part invece la
sperimentazione del sistema missilistico Albatros Mk.1 sviluppato
dalla Selenia, che utilizzava il missile superficie-aria Raytheon RIM-
7 Sea Sparrow. Con il 1972 si concluse presso il PISQ unimportante
campagna di lanci a carattere scientifico-spaziale iniziata otto anni
prima. Nellambito dellattivit dellEuropean Space Research Orga-
nization, istituita nel 1964 per la ricerca e lo sviluppo della tecnologia
spaziale, furono infatti effettuati numerosi lanci di razzi di costruzio-
ne francese Centaure e inglese Skylark, i cui risultati vennero
analizzati dai pi importanti studiosi e fisici mondiali. Per lo studio
degli strati pi alti dellatmosfera terrestre, vennero effettuati test an-
che con razzi ancor pi potenti: fu proprio un Dragon che nel mag-
gio 1968 permise di raggiungere un apogeo, record per il Poligono,
ben 395 km di quota! Nel 1971 invece, il Comitato dei capi di Stato
Maggiore affid al CTSD lo sviluppo del progetto ALFA, che venne
seguito dal GRS (Gruppo di Realizzazione Speciale), guidato da per-
sonale della Marina Militare. Scopo del programma fu la realizzazio-
ne di un razzo bistadio, utilizzabile, a scopi civili, per mettere in orbi-
ta un satellite, ma capace di portare un carico bellico di 1.000 kg,
rappresentato da una testata nucleare, ad una distanza di 1.600 km.
LItalia, non aveva sottoscritto il trattato di non proliferazione nucle-

163
are entrato in vigore nel 1968. Alla realizzazione del nuovo vettore
parteciparono numerose industrie italiane. Presso il PISQ vennero
effettuate, fra il settembre 1975 e laprile 1976, 3 prove in volo del
primo stadio del missile, con il secondo stadio inerte () Nel corso
degli anni Settanta continuarono, senza sosta, sperimentazioni e va-
lutazioni di nuovi sistemi darma, oltre che attivit addestrative na-
zionali e alleate () Fra il 1975 e il 1977 presso il Poligono si tenne la
campagna di sperimentazione e valutazione del sistema missilistico
Aspide. Questultimo divenne operativo con il complesso di con-
trollo e lancio Albatros Mk 2 nel 1979, seguito dalla versione su-
perficie-aria Spada nel 1983 e nella versione aria-aria per i velivoli
da difesa aerea F-104 Starfighter nel 1988. Continu nel frattempo
lattivit addestrativa delle Forze Armate della NATO legate alle cam-
pagne dei tiri dellHAWK e dei missili da difesa aerea imbarcati.
Verso la fine degli anni Settanta iniziarono anche sperimentazioni e
valutazioni del velivolo europeo per linterdizione aerea lontana
Tornado. Anche il sistema HAWK fu oggetto di lanci di valuta-
zione della nuova versione migliorata HELIP. Nel giugno 1980,
con lo scioglimento del CTSD, pur mantenendo un carattere interfor-
ze, il Poligono pass alle dipendenze dirette dello Stato Maggiore Ae-
ronautica () Tra gli anni Ottanta e Novanta si susseguirono lo svi-
luppo e la sperimentazione di sistemi che ancor oggi sono in servizio,
cos come attivit addestrative sempre pi realistiche grazie agli svi-
luppi della tecnologia e dei sistemi utilizzati. Verso la met del decen-
nio venne collaudata la versione migliorata Mk 2 dellOtomat
cos come la versione Mk 2 del missile antinave Marte, acquista-
to dalla Marina Militare () Dopo il 2000 entrata nel vivo la speri-
mentazione del velivolo europeo Eurofighter e di nuovi sistemi
darma, fra cui munizionamento a guida laser, GPS ed infrarossi,
missili aria-aria AMRAAM, ASRAAM e IRIS-T, spalleggiabili Stin-
ger e aria-superficie stand-off Storm Shadow () Il Poligono si
estende a cavallo tra le province di Nuoro e Cagliari con un ampio
entroterra che si sviluppa in prevalenza sullaltopiano del Salto di
Quirra e unarea in prossimit della costa, che si estende dal golfo di
Arbatax alla foce del Flumendosa () Al vertice nord occidentale del
quadrilatero, infine, vi labitato di Perdasdefogu, sede del Comando
Poligono e delle principali infrastrutture. Le installazioni fisse del Po-

164
ligono a mare si articolano su unarea demaniale di circa 1.100 ettari,
compresa tra la punta di Capo San Lorenzo e il rilievo di Serra Longa,
per una lunghezza di circa 10 km. Questa zona comprende, tra laltro,
le 4 zone di lancio Alfa, Hawk, Nike e Sperimentale, non-
ch il Comando del Distaccamento di Capo San Lorenzo. Lungo la
costa orientale sarda, per circa altri 40 km, dal rilievo di Torre Mur-
tas fino a Capo Bellavista (Arbatax), invece presente la serie di Po-
stazioni di Rilevamento. Infine occorre menzionare lo spazio aereo e
marittimo antistante le coste, che viene utilizzato per le attivit a fuo-
co. Secondo le esigenze, esso pu avere unestensione che varia da
2.200 ad 11.300 miglia quadrate e unestensione che si spinge fino a
100 km dalla costa () Negli ultimi anni il Poligono ha visto un note-
vole incremento delle attivit ed una maggiore attenzione verso cicli
addestrativi mirati con temi complessi e scenari realistici. Oltre ad
essere lunica struttura in Italia ove poter svolgere attivit di valuta-
zione e di addestramento al tiro a fuoco reale con sistemi darma a
lunga e media gittata, nonch operare con velivoli senza pilota (UAV),
il PISQ dispone di unarea per laddestramento allimpiego di muni-
zionamento a guida laser, ospita aree per accertare gli effetti di scop-
pi e incendi di missili e siluri ed effettuare test su gasdotti. Di recente
divenuto sede del poligono di guerra elettronica dellAMI. Nel corso
degli ultimi anni continuano a registrarsi le esercitazioni a fuoco del-
le Forze Armate e dei Corpi dello Stato, fra cui reparti altamente spe-
cializzati come il Col Moschin, COMSUBIN e gli Incursori dellAMI
() Tra i numerosi impegni nazionali ed internazionali, il Poligono
continuer in futuro la sperimentazione del missile Storm Shadow
e dei munizionamenti Davide e Vulcano rispettivamente per
cannoni da 76/62 e 127/54 mm, della nuova versione Mk2A del
Teseo e Mk2/S del Marte, oltre che delle componenti realiz-
zate dalla Avio per i razzi vettori Ariane e Vega ().

Non risparmiano niente e nessuno: perfino i giochi di guerra contro


i cetacei del Mediterraneo. Un dato per certo: la Marina Milita-
re USA attualmente sta sperimentando nei mari italiani dei cannoni
pneumatici che sparano sugli abissi onde sonore fino a 270 decibel
con intervalli di 20 secondi. La tolleranza acustica massima di balene
e capodogli di 150 decibel. La Cetacean International Society pub-

165
blica bollettini di cetacei uccisi da questo tipo di contaminazione acu-
stica. Tra laltro questo organismo scientifico indipendente da lobby
economiche e governi ha denunciato una dozzina di esperimenti re-
alizzati in gran segreto nel mar Ligure. Contaminazione causata non
solo dai cannoni acustici calibrati, ma anche dai meno conosciuti
Surtass Lfai dellUS Navy e dellAlleanza atlantica. Si tratta di sistemi
sonori per individuare sommergibili con uso di onde sonore di 250
decibel a bassa frequenza di 450-750 Hz. Greenpeace ha denunciato
lo spiaggiamento di due cetacei, due rari esemplari di zifio, sulle co-
ste vicino Siracusa, mentre era in corso unesercitazione NATO con
uso di apparecchiature sonar. Questo spiaggiamento afferma il
velista Giovanni Soldini non una coincidenza. Anche se non ci
sono prove certe, non sarebbe la prima volta che questi cetacei spiag-
giano perch disturbati da sonar militari. I nostri mari sono gi in un
grave stato di degrado: doveroso prendere ogni misura necessaria
per evitare che le minacce aumentino. I due animali, due zifi di 6 e
8 metri, sono stati recuperati vivi e riportati al largo dalla Guardia
Costiera. Loperazione militare, nota come Proud Manta 11, prose-
guita con limpiego di sei sommergibili a propulsione ed armamento
nucleare e sofisticate apparecchiature sonar. Ancor prima i guerrieri
dellarcobaleno avevano lanciato lallarme perch la NATO era stata
autorizzata a sperimentare attrezzature sonar subacquee addirittura
nelle acque di Pianosa, nel Parco dellArcipelago Toscano e dentro il
Santuario dei Cetacei. A seguito delle proteste, lEnte Parco Nazio-
nale Arcipelago Toscano ha inviato allorganizzazione un documento
con cui il NATO Undersea Research Center (NURC) di La Spezia so-
stiene di aver provveduto a minimizzare gli effetti nocivi sui mam-
miferi marini delle sperimentazioni che prevedono suoni sottomari-
ni. Il documento parla esplicitamente di spiaggiamenti in massa
di zifi, ma poi afferma che la relazione specifica di causa ed effetto
tra luso del sonar e gli spiaggiamenti di mammiferi marini ancora
ignota. Eppure che questa relazione ci sia certo, almeno da quan-
do nel 2002, al largo delle Isole Canarie, durante unesercitazione
NATO ben 27 zifi spiaggiarono e 14 morirono. Dopo il drammatico
episodio, il Governo spagnolo decise di interdire la zona a queste pe-
ricolose attivit. evidente che le procedure usate dalla NATO
rimarca Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace

166
non garantiscono alcuna sicurezza per i cetacei. Queste esercita-
zioni sono pericolose e il fatto che non siano vietate in aree protette,
come il Santuario dei cetacei, uninaccettabile scempio. I sonar
militari possono provocare effetti sui cetacei fino a 100 chilometri
di distanza, producendo non solo disorientamento, ma molto spesso
danni fisici che possono causarne anche la morte. Greenpeace chie-
de al ministero dellAmbiente di fare chiarezza sullo spiaggiamento
di Siracusa, e di vietare queste esercitazioni soprattutto nelle aree in
cui gli zifi sono pi diffusi: lo Ionio e lalto Tirreno. In particolare,
Greenpeace chiede con forza limmediata revoca dellautorizzazione
alle esercitazioni NATO/NURC a Pianosa e in tutto il Santuario dei
Cetacei che rimasto un parco di carta per troppo tempo. Nel bel
mezzo del Santuario, di fronte a La Spezia, si svolgono periodicamen-
te delle esercitazioni militari che prevedono lutilizzo di sommergibili
da guerra e lanci di siluri. Il ministero dellAmbiente ha messo nero
su bianco che al largo della Toscana non ci sarebbero cetacei. Per
una balena morta il 28 gennaio 2011. Altro che ingestione di sac-
chetti di plastica, come aveva sostenuto senza uno stracico di prova
il professor Giuseppe Nascetti (docente delluniversit della Tuscia,
ma gi consulente dellente nucleare Enea). Nel dicembre 2009, ben
sette capodogli sono deceduti su una spiaggia del Gargano, a causa di
unembolia gassosa a livello coronarico, provocata dalle sperimenta-
zioni segrete dellAlleanza atlantica.
L11 ottobre 2012 ricorre lundicesimo anniversario dalla legge ita-
liana di ratifica dellAccordo sul Santuario siglato da Italia, Francia e
Monaco, ma larea ancora minacciata dalle manovre militari della
NATO in costante aumento. Sono mammiferi come gli esseri uma-
ni e non grandi pesci. Nel tempo sono diventati frequentatori delle
grandi profondit oceaniche da cui emergono per respirare, giocare e
riprodursi. Laffondo acustico dei sonar militari spaventa e disorien-
ta i cetacei, spingendoli ad una risalita troppo rapida, in cui trovano
frequentemente la morte. I sonar militari possono provocare effetti
sui cetacei fino a 100 chilometri di distanza, producendo non solo
disorientamento, ma molto spesso danni fisici che possono causarne
anche la morte. Cetacei e balene sono i nostri antenati evoluti. Sono
la specie simbolo dello stato di salute dei nostri mari. La loro voce
viaggia fino a 1500 chilometri di distanza: se si ascolta attentamente

167
si comprende che chiede aiuto. I cetacei non conoscono frontiere: si
muovono liberi in mari ed oceani. Cinquanta milioni di anni fa i loro
antenati hanno abbandonato il pianeta Terra e si sono adattati alla
vita acquatica nel grembo di Gaia.

Alimenti legalmente inquinati? La lobby nucleare riuscita a far mo-


dificare i regolamenti internazionali per ottenere lautorizzazione alla
presenza di inquinanti radioattivi nei generi alimentari. La ratifica di
queste modifiche stata siglata nella disattenzione generale a
Roma, nel luglio del 2005. Il risultato che la normativa emanata
dallAgenzia per la promozione del nucleare civile prevede che i limi-
ti di contaminazione degli alimenti saranno considerati accettabili
senza alcuna limitazione temporale e che la loro applicazione verr
estesa alla situazione di crisi della gestione dei rifiuti delle centrali
stesse. La logica non sar pi di tollerare per un periodo limitato
una dose di radioattivit nel caso di incidente grave, ma di autorizza-
re definitivamente la presenza di inquinanti radioattivi nei nostri ali-
menti ha denunciato Corinne Castagnier del Criirad di Parigi (Com-
missione di ricerca e informazione indipendente sulla radioattivit).
Trattandosi di sostanze notoriamente cancerogene e mutagene, lAiea
non poteva tacere sulla questione dei rischi. Di fatto la nuova diretti-
va (Codex Alimentarius: nome in codice ALNORM 04/27/12) qua-
lifica gli alimenti la cui radioattivit non supera i limiti descritti come
sicuri per la consumazione umana. Il problema emerge quando si
verificano i calcoli spiega lesperta Castagnier . Ci si rende infatti
conto che le dosi di rischio fissate dallAiea superano da 100 a 2.000
volte la soglia ritenuta accettabile dagli autori del progetto di norma-
tiva. Non siamo pi nellambito della soglia di rischio irrilevante ma
bens a livelli di pericolo decisamente inaccettabili. Ed ecco lante-
fatto. Il ministero della Salute italiano, con un decreto pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre 2004, aveva avviato un pro-
gramma di monitoraggio sugli alimenti provenienti dal Kosovo e dal-
la Bosnia Erzegovina alla ricerca di due contaminanti chimico-fisici:
uranio e arsenico. Recita la normativa in vigore: Visto il decreto del
Ministero della salute del 22 ottobre 2002, ed in particolare larticolo
3, comma 1, che prevede ladozione di un programma per il controllo
delle sostanze alimentari importate dai territori della Bosnia-Herze-

168
govina e del Kosovo; visto il medesimo articolo 3, comma 2, in base al
quale il predetto programma prevede sia leffettuazione di controlli
allimportazione, a sondaggio e a solo titolo conoscitivo, diretti ad
accertare la presenza di eventuali contaminanti chimico-fisici, sia
lindividuazione, con il supporto tecnico dellIstituto superiore di sa-
nit, delle matrici alimentari da sottoporre ai controlli, delle frequen-
ze degli stessi e le procedure operative da seguire per campionamen-
ti ed analisi. Si tratta di un monitoraggio in particolare su funghi,
cereali, altri vegetali, prodotti lattiero-caseari e prodotti ittici. Questa
iniziativa, a cos grande distanza dal termine del conflitto, pone alcu-
ne domande inquietanti. Ci si chiede se il ministro della Salute sia a
conoscenza dei nuovi sviluppi sulla questione uranio impoverito e
sulla cosiddetta Sindrome dei Balcani (causa di morti sospette di
militari ritornati dalla missione in Kosovo e Bosnia), oppure se si
tratti solo del solito ritardo burocratico italiano e cio se liter sia sta-
to avviato nel 2000 e solo oggi portato a compimento. Certo che se
da queste analisi si riscontrasse la presenza di uranio e arsenico negli
alimenti, ci significherebbe che la radioattivit in Bosnia e Kosovo
a tuttoggi molto elevata, con gravi rischi per la popolazione di quei
Paesi. E anche per quella dei Paesi che importano da Bosnia e Kosovo
derrate alimentari. Chiamato in causa sugli accertamenti in corso, il
ministro della salute Fazio taceva inspiegabilmente: non dato cono-
scere leventuale livello di pericolo. Ci si chiede, quindi, se i bombar-
damenti con proiettili alluranio impoverito abbiano causato forti
contaminazioni a distanza di tempo dal conflitto in Bosnia e Kosovo.
In passato una ricerca svolta dallUnep (agenzia dellOnu) in Bosnia
aveva riscontrato livelli di radioattivit nelle zone colpite con proiet-
tili alluranio impoverito percentuali ritenute in quelloccasione
non pericolose per la salute umana ma Pekka Haavisto, responsa-
bile di quella missione avvenuta nel 2002, aveva tenuto a precisare
che in ogni caso si era intervenuti tardi e che quindi le analisi fatte in
quelloccasione poco potevano dire rispetto ai tassi di contaminazio-
ne raggiunti negli anni precedenti. Ora il monitoraggio italiano inter-
viene a sua volta ad anni di distanza dalla gi ritardataria missione
Unep. In ogni caso nelle zone della Bosnia Erzegovina colpite dai
proiettili alluranio il tasso dei tumori ha subito un notevole incre-
mento, anche se i dati statistici non possono essere precisi, poich i

169
registri del conteggio dei tumori precedenti al conflitto sono andati
perduti. Anche sulle morti dei nostri soldati c unipotesi che sta ve-
rificando la dottoressa Antonietta Gatti delluniversit di Modena e
responsabile del progetto Approccio bioingegneristico alla sindro-
me dei Balcani. Come rivela lOsservatorio sui Balcani: Secondo la
dottoressa i tumori e le leucemie riscontrate nei militari italiani non
sarebbero direttamente legati allesposizione alla radioattivit dellu-
ranio impoverito, bens alle nanoparticelle non biocompatibili che si
formano durante le esplosioni ad alte temperature, tipiche dei proiet-
tili alluranio impoverito e al tungsteno. Polveri che poi entrano nella
catena alimentare e cos nel corpo umano. Dunque, in base ai risul-
tati ottenuti dalla dottoressa Gatti, la presenza di queste nanoparti-
celle non biocompatibili nei tessuti umani di soggetti affetti da tumo-
ri da ritenersi altamente correlabile allinsorgenza della malattia.
Secondo la studiosa, quindi, non basterebbe riscontrare la bassa ra-
dioattivit per affermare che i proiettili alluranio impoverito non
sono pericolosi anche per il cibo. Inoltre, ci si chiede: perch il decre-
to del ministero della Salute cita anche larsenico? Nel 1999 venne
bombardato il petrolchimico di Pancevo dal quale venne rilasciato
arsenico. Questo episodio non sembra comunque giustificare la ricer-
ca di questo elemento nelle derrate alimentari provenienti da altre
zone come la Bosnia e il Kosovo. Al mosaico delle verit mancano
senzaltro alcune tessere fondamentali. Il rapporto dellIstituto Supe-
riore di Sanit (numero 7/8, luglio/agosto 2003, vol. 16) Uranio im-
poverito e linfomi di Hodgkin nei soldati italiani in Bosnia e Koso-
vo segnala limportanza di proporre nelle opportune sedi interna-
zionali campagne di monitoraggio nei territori in cui siano utilizzati
proiettili alluranio impoverito, allo scopo di rivelare a tempi lunghi
eventuali contaminazioni delle popolazioni civili residenti e dellam-
biente (possibile presenza futura di questo inquinante nellacqua e in
genere nella catena alimentare). In effetti, i rischi per la popolazione
residente possono venire, a medio e lungo termine, dalla contamina-
zione del suolo e delle falde acquifere. La prima pu causare unespo-
sizione da inalazione per risospensione, mentre ambedue possono
dar luogo a esposizione da ingestione (trasferimento delluranio alla
catena alimentare). E ancora si legge nel notiziario dellISS: Ulte-
riore importante raccomandazione quella di promuovere, a livello

170
nazionale e internazionale, ricerche sugli effetti dellesposizione a
uranio impoverito e di svolgere ricerche approfondite sulle possibili
altre cause di aumentata incidenza di linfomi. Inizia a materializ-
zarsi qualcosa di pi inquietante. Rifiuti radioattivi, i militari france-
si li avrebbero gettati nei laghi vicino Sarajevo. Uno studio indipen-
dente conferma il disastro nucleare. una delle pagine pi buie della
storia della Bosnia. Qualcuno avrebbe approfittato del caos seguito
alla guerra in ex Jugoslavia, del controllo straniero del territorio e
della missione di peacekeeping per smaltire scorie nucleari. E da
quelle parti i segreti, soprattutto quelli pi scomodi, rischiano di ri-
manere nascosti per sempre. Ma ora iniziano ad arrivare conferme,
testimonianze, tumori, morti e nomi dei siti dove sarebbero nascosti
gli scarti radioattivi. Dopo luranio sporco che ha invaso il Paese in
seguito ai bombardamenti della NATO, ora saltano fuori anche i fusti
nucleari. Occultati in giro per la Bosnia, avrebbero provocato unim-
mensa catastrofe ambientale che un debole governo come quello lo-
cale difficilmente in grado di affrontare. Nel 1995, dopo la firma
degli accordi di Dayton, venne creata a tavolino la Federazione della
Bosnia-Erzegovina. Nel Paese giunse il contingente internazionale
Ifor incaricato di applicare e mantenere la pace. La nuova nazione
nata dalle ceneri della Jugoslavia, venne divisa in tre aree: la zona
ovest (con Banja Luka e Bihac) a comando inglese, quella nord (Tuzla
e Brcko) degli Stati Uniti e infine la parte est (Sarajevo, Mostar e Sto-
lac) controllata dai francesi. A raccontare nel dettaglio questa opera-
zione segreta e scoperchiare il vaso di Pandora stato un ex membro
del Sis (Security information service), i servizi segreti bosniaci, ora
diventati Foss (Federal security intelligence service). Questo 007 pri-
ma di scomparire nel nulla ha consegnato un malloppo di documenti
compromettenti al Vecernji list (il Foglio della sera), il quotidiano
pi letto della Croazia, venduto anche in Bosnia. Secondo lagente, i
servizi segreti di Sarajevo avrebbero provato a indagare sullo smalti-
mento di rifiuti radioattivi mettendo insieme un fascicolo. Ma il go-
verno avrebbe bloccato il dossier top secret, accusando i propri agen-
ti di controllo illegale delle forze Sfor, nuovo nome del contingente
internazionale Ifor. In pratica avrebbero messo tutto a tacere, per
necessit: il Paese ha ancora bisogno della NATO. Soprattutto in que-
sto particolare momento politico, in cui la Repubblica Srpska, lentit

171
a maggioranza serba della Federazione bosniaca, preme per ottenere
lindipendenza e congiungersi a Belgrado. Lagente racconta che nel
1996 Parigi inviava nella zona sotto il suo comando una speciale uni-
t che si occupa del trattamento e dello smaltimento di rifiuti radio-
attivi. Un battaglione utile anche in patria, pronto e attrezzato per
intervenire in caso di incidente nucleare, ed evitare la brutta fine dei
ripulitori di Chernobyl. Uomini dellesercito sovietico, che dopo il
disastro alla centrale ucraina effettuarono le prime operazioni di
messa in sicurezza senza le attrezzature adeguate. Tanto che in segui-
to morirono quasi tutti. Lo speciale battaglione francese secondo il
racconto dellex agente segreto attendeva le navi, cariche a suo dire
di rifiuti radioattivi, nel porto montenegrino di Bar. In questa citt,
distante poche decine di chilometri dallarea bosniaca sotto il coman-
do di Parigi, arrivavano molti rifornimenti destinati alla NATO. Ma
questi carichi speciali venivano trasportati via terra con una scorta di
ingenti proporzioni fino alla base francese di Stolac. Qui i fusti radio-
attivi sempre secondo lo 007 venivano poi ricoperti da tonnel-
late di calcestruzzo, fino a formare dei pesanti blocchi quadrati. A
quel punto i cubi di cemento carichi di scorie venivano trasportati in
elicottero, appesi a degli speciali cavi dacciaio, verso la loro destina-
zione finale. Lobiettivo secondo le informazioni raccolte dallagen-
te erano tre laghi situati sempre nellarea sotto il comando france-
se: Busko (vicino Livno), Ramsko e Jablanicko (nei pressi di Jablani-
ca). Questi tre bacini idrici bosniaci sarebbero diventati, stando alla
testimonianza dellagente segreto, vere e proprie discariche radioat-
tive. Gli abitanti della zona confermano che durante quel periodo sui
laghi arrivavano spesso elicotteri in piena notte. Anche volendo,
non abbiamo gli strumenti per verificare spiega Lamija Tanovic
docente della facolt di Fisica di Sarajevo . LAgenzia per la prote-
zione radioattiva in Bosnia stata costituita da poco. Ma siamo a cor-
to di mezzi, fondi e attrezzature. Unopinione condivisa anche da
Jovan Savic, capo del settore prevenzione radiologica e chimica della
Protezione civile bosniaca: La situazione critica, troviamo di con-
tinuo fonti radioattive, ma per ora meglio lasciare tutto cos. Pro-
blemi politici e sociali, carenza di attrezzature, organismi di controllo
inadeguati, corruzione, indifferenza e paura degli enti locali per le
conseguenze internazionali, aiuto e supporto tuttora necessario dei

172
Paesi europei, mettono in secondo piano i timori e la rabbia della
popolazione che vive nelle zone in questione. Negli anni sono stati
numerosi i casi di ritrovamento di scorie radioattive, poi caduti nel
dimenticatoio, come nel caso di Goranci a venti chilometri di Mostar.
I cittadini hanno raccontato di camion militari francesi che scarica-
vano materiali in una cava. La Francia spieg che non si trattava di
rifiuti pericolosi, quindi nessuno analizz il terreno. Anche alle mi-
niere di Jajce, a ovest di Sarajevo, aleggiava il sospetto di smaltimen-
to di scorie da parte di militari Sfor. Si riferiva, infatti, di vagoni fer-
roviari radioattivi arrivati a Zenica oltre che di varie fonti trovate in-
torno a Sarajevo. Tra queste, il monte Igman, da cui proviene lacqua
potabile della capitale. Quella che sempre pi persone chiamano la
Chernobyl balcana stata confermata dalle uniche analisi indipen-
denti. Riguardano proprio larea che era sotto il controllo francese.
Lo studio, presentato dalla facolt di Scienze delluniversit di Sara-
jevo, ha misurato la contaminazione nucleare di nove siti del cantone
della capitale. I dati sono poi stati confrontati con quelli raccolti in
seguito allincidente nucleare di Chernobyl, quando le particelle ra-
dioattive si depositarono sui terreni di mezza Europa. Il risultato
conferma i timori: in quasi tutti i campioni analizzati la radioattivit
specifica supera quella registrata dal 1986 all88. La situazione, al po-
sto di migliorare, peggiorata. Ma questo delluniversit di Sarajevo,
primo studio di questo tipo, riguarda solo larea della capitale. Per
escludere o confermare lo smaltimento illegale di scorie radioattive
servirebbero analisi indipendenti nei luoghi indicati. fondamen-
tale creare le condizioni per prevenire il trasferimento illegale di so-
stanze radioattive in Bosnia, dichiarava nel 2008 a Sarajevo il diret-
tore dellAgenzia internazionale per lenergia atomica Mohammed
el-Baradei. Fino a ora lunica conferma della presenza di rifiuti radio-
attivi arrivata nel 2006. Nel comune di Gradiska anche le truppe
ungheresi sono state accusate di traffico illecito di scorie. Lallora
ministro della Sanit Ivo Komljenovic aveva disposto delle indagini
in seguito alla morte di 45 persone. Vicino al fiume Sava i soldati
magiari avevano costruito un deposito. Gli abitanti hanno raccontato
che il cantiere era sorvegliato da un numero di soldati insolitamente
alto, impedendo a chiunque di avvicinarsi. A trenta metri dalla base
di atterraggio degli elicotteri ungheresi le radiazioni misurate anda-

173
vano da 80 a 130 nanosievert. Scavando 50 centimetri salita a 170,
fino ad arrivare a 220 nano-sievert a un metro di profondit. Livelli
tali da costituire una minaccia per la salute umana, tanto che tra i
residenti della zona i tumori si sono moltiplicati. Non solo. stato
registrato un forte aumento, fino anche al 200 per cento, dei casi di
cancro nelle zone del Kosovo pi colpite dai bombardamenti della
NATO (anno 1999), ai quali hanno partecipato in prima linea anche i
bombardieri italiani. Kosovo, piccola Hiroshima, ha titolato in
prima pagina il giornale belgradese Politika, che cita un libro della
studiosa Mirjana Andjelkovic-Lukic, esperta in armi ed esplosivi al
Centro tecnico-scientifico dellesercito serbo e vedova di un militare
ammalatosi proprio in queste circostanze. Il saggio racconta infatti di
alcuni alti ufficiali serbi morti di cancro dopo aver effettuato nel
2000 ricerche sul terreno per indagare sui risultati dei bombarda-
menti della NATO. Dal 2000 ad oggi sono state fatte rilevazioni in
112 localit: secondo i documenti citati nel libro il livello radioattivo
dei raggi gamma e beta due volte superiore alla norma. La zona a
pi alta contaminazione radioattiva da uranio impoverito, secondo
una cartina pubblicata da Politika, quella del Kosovo occidentale,
dove sin dallinizio del dispiegamento stazionano le truppe italiane
inquadrate nella Kfor. Un team di medici guidato dal professor Na-
boisha Srbljak, dellospedale principale di Kosovska Mitrovica, ha
indagato sul territorio di tale localit dove stato riscontrato un
drammatico aumento dei casi di tumore, fino al 200% in pi ri-
spetto a prima dei bombardamenti, scrive il giornale. In alcune zone
i casi sono cresciuti addirittura di quattro volte. Mentre infatti fino a
prima dei raid NATO su 300 mila persone in Kosovo i malati di can-
cro erano dieci, dopo i bombardamenti tale rapporto salito a 20 casi
su 60 mila. Politika che cita il caso del ministero della Difesa italia-
no condannato a risarcire un ex militare italiano ammalatosi di can-
cro dopo una missione in Somalia afferma che il professore Srbljak
ha inviato i risultati delle ricerche allOrganizzazione mondiale della
sanit (Oms), ma che finora non vi stata alcuna reazione. Anche la
Serbia tace al riguardo, ha aggiunto amareggiato. I bombardamenti
dellAlleanza atlantica contro obiettivi militari in Serbia e Kosovo du-
rarono 78 giorni, dal 24 marzo al 10 giugno 1999.

174
Capitolo settimo
Onda letale

In materia non valgono le normative a difesa della salute: la legge


quadro (numero 36 del 22 febbraio 2001) e il decreto 381 del 98.
Allora, ecco i radar con licenza di uccidere. Aiutateci a non morire.
Siamo assediati da un nemico invisibile e silenzioso: un super radar
militare che uccide lentamente con i suoi impulsi a microonde.
Mentre lAeronautica si trincera dietro il segreto militare, Giovan-
nella Maggini Mazzarella, insegnante in pensione, ha raccolto le pro-
ve del disastro. Una vicenda che un membro della New York Aca-
demy of Sciences, Gianfranco Vals Pantellini, aveva definito la
strage degli innocenti. Non esistono alibi per le istituzioni: questa
volta c il nesso di causalit (dimostrato a tutti gli effetti). La provin-
cia di Macerata, in particolare Potenza Picena, registra un macabro
primato italiano: un numero record di tumori, morbo di Crohn, ic-
tus, cardiopatie ischemiche, suicidi, interruzioni di gravidanza, steri-
lit maschile, nascita di bambini con patologie congenite, convulsio-
ni senza febbre, sclerosi, cataratte e disturbi psicosomatici. E ancora:
neonati colpiti da palatoschisi e labbro leporino. Il 12 novembre
1982 la circolare 69 del ministero della Sanit (Radiazioni non io-
nizzanti. Protezione da esposizione a campi elettromagnetici a radio-
frequenza e microonde. Informativa generale), avverte che quelle
dei radar sono le sorgenti elettromagnetiche pi pericolose per lor-
ganismo umano. In barba al principio di precauzione, lo Stato non
prende alcuna contromisura. Gi allepoca attesta la disposizione
ministeriale, sepolta in un cassetto ad ammuffire , Il numero dei
radar attualmente impiegati elevato ed in continuo aumento. Non
sono disponibili dati precisi, perch segreti, sui radar militari, ma
nota la continua richiesta di sempre nuovi e pi sofisticati dispositivi
di questo tipo. Il rapporto dellIstituto Superiore di Sanit (Istisan
numero 89/29) documenta che lesposizione a campi elettroma-
gnetici pu causare diversi effetti nocivi alla salute. Tali effetti inclu-
dono la cataratta negli occhi, il sovraccarico del sistema di termore-
golazione, lesioni termiche, quadri comportamentali alterati, con-
vulsioni ed una minore capacit di resistenza alla fatica. Devono es-
sere condotte indagini su tutte le installazioni e su tutti i dispositivi
probabili emettitori di radiazione a RF eccedente i limiti accettati.

175
Molte sorgenti di radiazione a RF emettono in modo non confinato
(emissioni radio, tv, radar e simili) e le loro radiazioni si propagano
su vaste aree. Prima di scegliere un sito sono necessari uno studio
appropriato ed unattenta analisi dellimpatto sanitario ed ambienta-
le () le raccomandazioni per la riduzione delle esposizioni a livelli
accettabili devono essere messe in atto il pi presto possibile. Quel-
la marchigiana una storia comune ad altre eluse situazioni italiane
(che segnano particolarmente Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Pu-
glia, Sardegna e Sicilia), dimenticata per anni nonostante lavvi-
cendarsi di governi di svariato colore sulle scrivanie dei ministeri
della Sanit, dellAmbiente, della Difesa, del Tesoro e delle Finanze,
del Presidente della Repubblica, della Magistratura, dei Carabinieri,
dellEnea, dellIspesl, del Parlamento Europeo, della Prefettura,
dellAutorit Sanitaria Locale. La signora Mazzarella, coadiuvata da
alcuni ricercatori universitari, ha riunito anni di indagini, ricerche,
dati, relazioni, denunce, lettere. La sua battaglia per il diritto alla
salute comincia nel 1986, quando muore il marito per un tumore al
cervelletto. Nell87 lAviazione italiana potenzia limpianto radar
presente nel territorio comunale (unarea sottoposta a vincolo pae-
saggistico). LAeronautica installa un Argos 10, sostituito nel 99
da un dispositivo automatizzato dellAlenia ancora pi potente. Le
accresciute dosi di radiofrequenza e microonde si avvertono subito:
cancelli radiocomandati che si aprono e si chiudono da soli, televiso-
ri impazziti, computer e apparecchiature elettroniche in tilt, radio e
impianti stereo che si accendono autonomamente, stimolatori car-
diaci che si bloccano, frutta che non matura, conigli che non prolifi-
cano, neonati colpiti da palatoschisi e labbro leporino, anomali inci-
denti stradali. La Rai comunica che Le interferenze sono dovute
alla presenza, a poca distanza dalle abitazioni, di impianti radar
aventi caratteristiche tali che limpianto ricevente di utente esce dal-
le condizioni di normale funzionamento. Anche lAmministrazione
delle Poste e Telecomunicazioni imputa alla postazione Nato la cau-
sa degli inconvenienti: Gli accertamenti tecnici hanno evidenziato
lesistenza di interferenze ai servizi di radiodiffusione dovute alle
emissioni radar prodotte dalla locale base dellAeronautica milita-
re. Il 2 febbraio 1990 si costituisce lAder (Associazione per la difesa
dalle emissioni radar) che inizia a dar battaglia allArma Azzurra per

176
conoscere i dati operativi e valutarne limpatto sulla salute umana.
Ma il segreto militare una barriera impenetrabile. LAder, ostacola-
ta dallamministrazione comunale e dalla regione Marche, non po-
tendo studiare le cause, analizza gli effetti di quei campi elettroma-
gnetici. E riscontra un aumento sospetto di tumori e disturbi su per-
sone, animali e piante. I cittadini si rivolgono pure allIstituto Supe-
riore di Sanit che si defila senza spiegazioni. Ancora una volta lo
Stato latitante. Le istituzioni balbettano: ministri e sottosegretari
dicono che tutto sotto controllo, compreso il verde Edo Ronchi,
e perfino il marchigiano Valerio Calzolaio, che in quel momento oc-
cupa una decisiva poltrona ministeriale, non interviene. Nellindiffe-
renza generalizzata dei rappresentanti governativi, le persone segui-
tano ad ammalarsi e a morire. Tutti si arrendono tranne lanziana
signora Giovannella. Lei ha raccolto i dati in un dossier: et, profes-
sione, abitazione delle vittime, riportando caso per caso su una map-
pa topografica. Operazione che ha ripetuto per ogni patologia. Mi-
gliaia di fogli segnati con cerchietti rossi: tumori, aborti, suicidi, ca-
taratte. Ogni disegno corrisponde a un nome: un bambino, una
mamma, un pap. Andrea, Lucia, Alberto, Giuseppe, Enrica. Un
piccolo nato con una malformazione; un altro con gravi complicazio-
ni allintestino. Centinaia di casi allanno su 14 mila residenti
che dovrebbero far riflettere. La donna si mette alle ricerca di tutti
quei cittadini che hanno cercato le cure e sono morti a Bologna, Ge-
nova, Milano, Roma, Lione. Ottiene i certificati necroscopici e scopre
che il suo paese ha sui decessi per tumore una percentuale del 36 per
cento (confermata dallIstituto Centrale di Statistica e dallUniversi-
t di Ancona) superiore di 9 punti al trend nazionale. Alle indagini
sul campo si affiancano i sostegni scientifici delluniversit di Came-
rino. Roberto Monti, primo ricercatore del Cnr di Bologna attesta
che certi casi si spiegano con labnorme intensit dei campi elettro-
magnetici presenti nella zona. LAder chiede pi volte, ma invano,
un monitoraggio epidemiologico e sporge denuncia alla Procura del-
la Repubblica di Macerata per strage continuata, ma i giudici ar-
chiviano in fretta. L11 febbraio 1999 il ministro dellAmbiente Ron-
chi certifica che Non possibile delocalizzare il radar di Potenza
Picena perch manca una normativa di supporto. Si tratta di una
zona di inquinamento elettromagnetico non regolata dalla normati-

177
va. Infatti, sia il decreto 381 del 98 sia la legge quadro sullelettro-
smog (numero 36 del 22 febbraio 2001) non si applicano ai radar
civili e militari. Scaviamo un p. A Potenza Picena, nel 1956, lo Stato
italiano impianta un sensore General Electric Anf-Ps8. Sei anni
prima si era materializzato a Ferrara il primo radar (di fabbricazione
canadese). Lantica Montesanto diventa Bracco: un anello della
nascente catena difensiva che salda il vuoto tra la postazione ferrare-
se e quella di San Giovanni Teatino (CH). Nel 1962 la difesa aerea
della penisola italiana viene integrata in quella Nato, entrando a far
parte del Nadge (Nato Air Defence Ground Envinronment), lom-
brello statunitense che si protende dalla Norvegia alla Turchia. Il si-
stema Argos 10 della Selenia, oggi Alenia-Marconi Systems (azien-
da Finmeccanica, ovvero dello Stato in joint-venture con la britanni-
ca Gec), viene configurato nel 1987. Quel radar aveva unantenna che
girava 5 volte al minuto, con lemissione di un fascio elettromagneti-
co ottimizzato per la scoperta alle alte quote (fino a 70 mila piedi),
anche se poteva intercettare bersagli mobili al di sotto dei 2 mila. Il
circuito radar dellAlleanza atlantica utilizza i segnali che arrivano da
Potenza Picena, inseriti nel sistema di controllo dei due Roc (centri
operativi di regione) di monte Venda e Martina Franca. Nel 1999 il
sistema Rat-3lSl d il cambio allArgos 10. un impianto che fun-
ziona automaticamente, i cui segnali arrivano al Cofa (Centro Opera-
tivo del comando della Forza Armata) in un bunker a Poggio Renati-
co (Ferrara). Il Rat-3lSl ha una portata di oltre 300 miglia nautiche
(circa 600 chilometri), capace di intercettare oggetti volanti oltre
100 mila piedi (una trentina di chilometri). Qualche caratteristica?
Distingue un piccolo deltaplano di plastica su Belgrado: se il pilota
ha un bottone di metallo o un orologio al polso (o una carta di credi-
to) gi scoperto. Densit di energia elettromagnetica? Top secret
dichiara il ministero della Difesa. Il potentissimo radar di guida (at-
tacco e difesa) in contatto con satelliti, aerei-spia (U-2, Awacs) e
bireattori Prowler in grado di concentrare gli impulsi intorno al
bersaglio, ed intercettare le emissioni radar avversarie, disturbando-
le con contromisure elettroniche. Anche altrove i limiti di sicurezza
sono accessori. Qualche esempio. A Marsala in provincia di Trapani
il radar dellAeronautica dista 200 metri dalle abitazioni. A San Gio-
vanni Teatino, in Abruzzo, una potente sorgente di radiazioni incon-

178
trollate sbuca in mezzo alle case, illuminando le citt di Pescara e
Chieti. Su Monte Filau, lungo la costa sud occidentale della Sardegna
nellagro di Domus de Maria, lo Stato ha installato un radar tridi-
mensionale nonostante il diniego della Regione; e a Cagliari lim-
pianto Tlc della Marina opera sul centro abitato alla stregua delle
strutture gemelle di Sassari, Olmedo, Monte Limbara e Tavolara. Il
90 per cento dei radar dellAeronautica italiana dal 2002 sono diven-
tati sensori remoti. Ufficialmente nellex giardino dEuropa i siti
radar dellAeronautica sono 15, tutti collegati tra di loro. La base
Imaz, in provincia di Taranto, uno dei centri nevralgici delle rete di
comando e controllo della Nato. Le sue antenne ascoltano, commu-
tano e rilanciano tutte le informazioni che passano per le linee colle-
gate con il comando dellAlleanza atlantica nel Mediterraneo. Imaz
coordina anche la difesa radar di Jacotenente (nel cuore del parco
nazionale del Gargano), Licola (Napoli) e Siracusa, che svolgono
compiti di avvistamento e guidacaccia nei cieli meridionali. Lammi-
raglio in congedo Falco Accame punta il dito sulle antenne a stelle e
strisce: A Coltano in provincia di Pisa installato un potente siste-
ma di telecomunicazioni. A Verona c lAir Operations Centre. A Vi-
cenza operano la Setax Support European e ununit di supporto
chiamata Camp Ederle. Nei dintorni di Napoli, presso il lago Patria,
a Giuliano, si trova una stazione di comunicazione Satcom, ed unal-
tra stazione di comunicazione si trova a Montevergine (Avellino). A
San Vito dei Normanni cera lElectronics Security Groups, ovvero
lEchelon italiana. Questultima base, alle porte di Brindisi, stata
prima abbandonata e poi data alle fiamme da ignoti. Le antenne sta-
tunitensi non risparmiano le nostre isole. Nella stazione di Sigonel-
la c la stazione aeronavale prosegue Accame , mentre a Nisce-
mi situata una stazione di comunicazione Navcom Telsta. A Lam-
pedusa vi uninstallazione per la navigazione Loran. A Tempio
Pausania vi un impianto radar della Nato e a Decimomannu ope-
rativo un poligono elettronico. Sempre in Sardegna, a Monte Arci
(OR) e a Santulussurgiu (OR), risultano attive stazioni di telecomu-
nicazioni di supporto al sistema Nato.

Ignazio La Russa ce lha fatta prima di passare il testimone al nuovo


ministro Giampaolo Di Paola, uno che di guerre se ne intende, non

179
solo a parole. Lo aveva promesso il postfascista nel giugno 2008:
faremo di Sigonella una delle pi grandi base dintelligence del
mondo. Dallanno 2011 certezza assoluta: la stazione aeronava-
le sotto diretto controllo dellUS Navy ospita il nuovo sistema AGS
(Alliance Ground System) dellAlleanza Atlantica per la sorveglianza
della superficie terrestre e la raccolta e lelaborazione dinformazio-
ni strategiche. Il governo italiano ha sbaragliato unagguerritissima
concorrenza: a volere i sofisticati impianti di spionaggio cerano
Germania, Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna
e Turchia. Gli investimenti in infrastrutture per oltre un miliardo e
560 milioni di euro facevano gola a tutti. Gli Stati Uniti dovevano
per ripagare in qualche modo lincondizionata fedelt dei governi
dItalia alle scelte pi scellerate di questi ultimi anni (guerre in Af-
ghanistan e Iraq, nuova base militare di Aviano, comandi AFRICOM
a Napoli e Vicenza, stazione radar satellitare MUOS a Niscemi, inter-
venti in Libano, Darfur, Somalia e adesso Gaza). Il Governo tricolore
ha sborsato 150 milioni di euro. LAlliance Ground System si divide
in tre componenti: una stazione fissa terrestre dove opera il Centro
di commando e controllo; una stazione terrestre che pu essere facil-
mente trasportata su velivoli o navi in caso demergenza o conflitto;
le Software Grounds Stations costituite da sofisticati sistemi com-
puterizzati che permettono di ricevere, decodificare e trasmettere le
informazioni raccolte. Le stazioni terrestri sono state tutte progetta-
te per supportare le operazioni di dispiegamento in tempi rapidis-
simi, in qualsiasi scacchiere internazionale, di forze terrestri, veli-
voli aerei, navi, sottomarini, unit missilistiche. In base ai dettami
dellAlleanza Atlantica: lAGS lo strumento chiave per rendere pi
incisiva la forza di risposta della NATO (NRF). Pi specificatamen-
te: La capacit alleata di sorveglianza terrestre AGS, un elemento
fondamentale per dare alle forze schierate i mezzi per colpire i loro
bersagli con grande precisione, proteggendole contemporaneamen-
te dagli attacchi, ha illustrato il relatore USA John Shimkus, alla
Sottocommissione per la cooperazione transatlantica dellAssemblea
Parlamentare della NATO. LAlliance Ground System segna un
grosso progresso tecnologico per quanto riguarda la cooperazione
alleata in materia di difesa. Grazie ad esso, i comandanti disporran-
no di unimmagine completa, in tempo reale, delle attivit sul campo

180
di battaglia man mano che esse si evolvono. Ci consentir unindivi-
duazione molto efficace degli obiettivi ed aumenter la precisione dei
tiri in ambienti complessi. Lelemento cardine del sistema rappre-
sentato da un tecnologico velivolo senza pilota equipaggiato con si-
stemi radar e sensori in grado di rilevare, seguire ed identificare con
grande accuratezza e da grande distanza il movimento di qualsiasi
veicolo sul terreno. Si tratta dellEuro Hawks UAV, una variante spe-
cifica dellRQ-4B Global Hawk acquisito da US Air Force e US Navy,
che offre maggiori benefici in termini di supporto logistico, manu-
tenzione ed addestramento. La brochure un fenomeno: Con un
peso di 13 tonnellate, questo aereo senza pilota pu volare a circa
600 chilometri allora a quote di oltre 20 mila metri; ed in grado
di monitorare unarea di 103,600 chilometri quadrati grazie ad un
potentissimo radar e allutilizzo di telecamere a bande infrarosse. Le
immagini registrate vengono poi trasmesse via satellite ai comandi
terrestri. Lautonomia del Global Hawk di 36 ore con un solo pieno
di carburante. La sua rotta fissata da mappe predeterminate, ma da
terra gli operatori possono cambiare le missioni in qualsiasi momen-
to. Il mostro alato stato costruitda Northrop Grumman ed EADS.
I velivoli senza pilota della NATO stanziati a Sigonella sono sei, a cui
si aggiungeranno i quattro RQ-4B che lUS Air Force ha dislocato in
Sicilia.LAGS uno dei pi costosi programmi di acquisizione intra-
presi dallAlleanza, dicono a Bruxelles. Per lintero sistema di rile-
vazione la spesa ammonta a 4 miliardi di euro. A beneficiarne stato
un consorzio costruito ad hoc da imprese statunitensi ed europee:
oltre a Northrop ed EADS ci sono pure General Dynamics, Thales e
litaliana Galileo Avionica, societ del gruppo Finmeccanica. A suo
tempo ha destato sorpresa il riferimento del Capo di Stato Maggiore
della Difesa, Vincenzo Camporini, all allestimento a Sigonella del
sistema SIGINT (acronimo di Signals Intelligence, nda). Infatti, ha
dichiarato Camporini: Abbiamo scelto questa base dopo unattenta
valutazione e per la sua centralit strategica nel Mediterraneo che le
consentir di concentrare in quella zona le forze dintelligence ita-
liane, della NATO e internazionali. Nella grande isola sono state
centralizzate le attivit di raccolta dinformazioni ed analisi di comu-
nicazioni, segnali e strumentazioni straniere, trasformando la Sicilia
in unimmensa centrale di spionaggio mondiale. Un Grande Fratel-

181
lo sotto legida USA e NATO , ma non solo. I sistemi di Signals
Intelligence hanno infatti una funzione determinante per scatenare
il first strike, convenzionale o nucleare che sia. Sono lo strumento
chiave di ogni guerra preventiva. Una delle articolazioni SIGINT
la cosiddetta ELINT (Electronic Intelligence), che si occupa in parti-
colare dindividuare la posizione di radar, navi, strutture di comando
e controllo, sistemi antiaerei e missilistici, con lo scopo di pianificar-
ne la distruzione in caso di conflitto.

Non tutto. Nuovi impianti radar per potenziare la rete operativa


dellAeronautica militare italiana ed integrarla maggiormente nella
catena di comando, controllo, comunicazione ed intelligence dellAl-
leanza atlantica. Dodici sistemi Fixed Air Defence Radar (FADR)
RAT31-DL sono stati commissionati alla Selex Sistemi Integrati,
societ del gruppo Finmeccanica, e sono in via dinstallazione in al-
trettanti siti dellAMI sparsi in tutta Italia. Ad essi si aggiungeran-
no anche due sistemi configurati nella versione mobile DADR (De-
ployable Air Defence Radar) che saranno consegnati entro il 2013.
Si tratta di un progetto dallalta valenza tecnica, importante per la
sicurezza aerea nazionale e necessario per migliorare la nostra ef-
ficienza militare, ha spiegato il generale Mario Renzo Ottone, co-
mandante del COA, il Comando Operazioni Aeree nazionali e del
Combined Air Operations Center della NATO, di stanza a Poggio
Renatico (Ferrara). Il FADR costituisce la struttura portante del
programma con cui lAeronautica militare ha avviato la sostituzio-
ne dei propri sistemi di sorveglianza aerea per rendere disponibili
le frequenze necessarie allintroduzione della nuova tecnologia Wi-
MAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access) di accesso
internet ad alta velocit in modalit wireless. Decisamente espliciti
sulle finalit belliche del nuovo sistema radar i manager della societ
produttrice: Il RAT31-DL stato sviluppato per rispondere ai fu-
turi bisogni della difesa, dove la superiorit delle informazioni e dei
comandi giocher un ruolo sempre maggiore, recita la brochure di
Selex Sistemi Integrati. Il sistema ha eccellenti capacit di scoprire
e tracciare i segnali radio a bassa frequenza di aerei e missili, pu
supportare diverse funzioni come la difesa da missili anti-radiazione
e da contromisure elettroniche. In Italia, il FADR consentir di con-

182
trollare anche la presenza dei missili balistici, comunicher con gli
altri punti di controllo nazionali e della NATO e apporter grandi
elementi di innovazione, tra cui un migliorato telecontrollo e tele-
diagnosi, riducendo quindi la necessit di personale, con un occhio
anche alla riduzione dei costi di gestione. Il primo impianto entra-
to in funzione quello installato presso la 112^ Squadriglia Radar
Remota di Mortara (Pavia). Gli altri undici radar RAT-31DL stanno
per essere installati presso il centro meteorologico dellAeronautica
di Borgo Sabotino (Latina), a Capo Mele - Savona (115^ Squadriglia
Radar Remota), Crotone (132^ Squadriglia), Jacotenente - Foggia
(131^ Squadriglia), Lame di Concordia - Venezia (13 Gruppo Ra-
dar GRAM), Lampedusa (134^ Squadriglia), Marsala (35 GRAM),
Mezzogregorio Siracusa (34 GRAM), Otranto (32 GRAM), Pog-
gio Renatico (Comando Operazioni Aeree) e Potenza Picena Massa
Carrara (14 GRAM). Come per Mortara, alcune di queste stazioni
radar erano state automatizzate negli ultimi tre lustri. Il Fixed Air
Defence Radar (FADR) appartiene allultima generazione dei sistemi
3D a lungo raggio: ha una portata sino a 500 chilometri di distanza
e 30 chilometri in altezza, una potenza media irradiante di 2,5 kW
e una potenza dellimpulso irradiato di 84 kW. Lantenna opera in
una frequenza compresa tra 1,2 e 1,4 GHz (L-band), allinterno dello
spettro delle cosiddette microonde, le onde molto corte estrema-
mente pericolose per luomo, la fauna e la flora. Il radar pu essere
controllato anche da centri posti a notevole distanza e la configura-
zione meccanica con cui stato disegnato consente facilit di assem-
blaggio e smontaggio nei campi di battaglia. La progettazione e la
costruzione delle torri radar e degli impianti ausiliari e linstallazio-
ne dei nuovi sistemi nelle dodici basi dellAeronautica stata affida-
ta alla Vitrociset S.p.A. di Roma, una delle maggiori aziende private
operanti nel campo della sicurezza, oltretutto vincitrice della gara
per il sistema multiradar ARTAS di Eurocontrol, lagenzia europea
per il controllo aereo. La Vitrociset stata per anni legata al nome del
suo fondatore, Camillo Crociani, uno dei protagonisti dello scandalo
delle tangenti per lacquisto negli anni 70 dei velivoli C130 prodot-
ti dalla statunitense Lockheed. Il pacchetto azionario della societ
ancora oggi interamente controllato dalla vedova Edoarda Vessel
Crociani con una presenza pi che simbolica della holding Finmec-

183
canica (1,4 per cento). Presidente del consiglio di amministrazione
invece il generale Mario Arpino, capo di Stato Maggiore della difesa
fino al 2001, direttore generale lammiraglio Lorenzo DOnghia, am-
ministratore delegato Antonio Bontempi, ex amministratore delega-
to di Alenia Marconi Systems poi Selex Sistemi Integrati. Insomma,
dalla strage di Ustica in poi, il clan azzurro ha fatto furore.

Si risveglia il perenne incubo Nato. Il Pentagono, in barba alle nor-


mative di salvaguardia ambientale, e grazie alla solita compiacenza
dello Stato nostrano, ha ricoperto abusivamente gran parte dello
Stivale; attualmente sta installando in unarea protetta a Niscemi,
in Sicilia, previo disboscamento di una sughereta, il potente Muos
satellitare. Unazione illecita vietata dalle leggi italiane mes-
sa in atto nella provincia di Caltanissetta, nonostante il conclama-
to diniego dei cittadini e dellamministrazione comunale. I cartelli,
spuntati dal nulla, ora avvertono: Warning U.S. Navy Installation
(Installazione militare della Marina statunitense). I sugheri secolari
in contrada Ulmo (area naturalistica protetta sulla carta) stritolati
dai bulldozer a stelle e strisce, cedono ora il passo ad una spianata di
cemento, estesa per 2.059 metri quadrati, su cui sorger il M.U.O.S.
(Mobile User Object System). Si tratta di una stazione terrestre (ne
sono previste altre tre) dotata di antenne con un diametro di circa
20 metri ciascuna. Il loro scopo fondamentale quello di ottenere
il controllo totale di tutte le comunicazioni militari (navali, aeree e
terrestri) nonch civili, da parte del Pentagono. Il sistema oggetto
Utente Mobile composto da 3 trasmettitori parabolici basculanti
ad altissima frequenza e 2 antenne elicoidali UHF che sono collegate
tra loro tramite un dispositivo satellitare. Inizialmente lerezione del
Muos era prevista in prossimit della base Militare USA di Sigonella,
ma i potenti campi elettromagnetici, notevolmente al di sopra dei li-
miti di legge italiana, avrebbero interferito pesantemente su qualun-
que apparecchiatura elettronica, e soprattutto avrebbero facilmente
detonato ordigni come bombe atomiche e convenzionali (depositate
ai piedi dellEtna), o missili a distanza di chilometri; per questo che
i militari Usa hanno preferito optare per la distruzione di una riserva
naturale come la sughereta di Niscemi. Allorigine, il ministro della
Difesa Ignazio La Russa, di origine sicula, non ha obiettato nulla:

184
era impegnato con la guerra ad oltranza su vasti fronti. Lintervento
delle forze armate doltre Atlantico non stato sottoposto a valuta-
zione dimpatto ambientale, ed contro il parere comunale, oltre al
fatto che calpesta la convenzione europea di Aarhus (ratificata dal-
la legge italiana numero 108 dellanno 2001). Proprio dieci anni or
sono decolla liter in base ad un accordo bilaterale tra gli Usa e lItalia
siglato dal governo Berlusconi e ratificato nel 2006 da Romano Prodi
con una clausola: la Regione Sicilia doveva fornire il nulla osta. Con
un decreto del 2007 la competenza per il rilascio della Valutazione
di impatto ambientale passata al Comune di Niscemi. Il primo
nulla osta stato annullato, il secondo non stato concesso, rivela
il consigliere comunale Massimiliano Ficicchia. Sempre invisibili ed
inascoltati: migliaia di cittadine e cittadini (anche dei paesi limitrofi)
hanno sfilato nel cuore dellisola chiedendo che i radar finissero al-
trove. Il governatore Raffaele Lombardo ha rassicurato gli animi di-
chiarando pubblicamente: Se non mi fossi convinto della sicurezza
del MUOS, che non barattabile con nessuna compensazione, io non
sarei qui assolutamente a parlarvi, perch non c n punto nascita in
un ospedale, n Ponte sullo stretto che tenga, rispetto alla salute dei
cittadini. Parole al vento: la Regione non si opposta e gli Usa spia-
nano a tutta birra. Il dispositivo di Niscemi sar una delle quattro
infrastrutture militari che assicureranno il funzionamento dellulti-
ma generazione della rete satellitare che collegher tra loro i Centri
di comando e controllo delle forze armate USA, i centri logistici e
gli oltre 18 mila terminali militari radio esistenti, i gruppi operati-
vi in combattimento, i missili Cruise e i velivoli senza pilota Global
Hawk, buona parte dei quali destinati alla vicina base di Sigonella.
Il sistema MUOS consentir di propagare universalmente gli ordini
di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. Uno
strumento di altissimo valore strategico, dunque, che si caratterizza
per il suo violentissimo impatto ambientale. Sotto accusa ci sono in-
fatti le pericolosissime onde elettromagnetiche che saranno emesse
dalle tre grandi antenne circolari e dalle due torri radio del sistema
satellitare che sorger allinterno della Riserva naturale Sughereta
di Niscemi, Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Un progetto dis-
sennato fortemente osteggiato dai cittadini e dagli amministratori di
tre province (Caltanissetta, Ragusa e Catania) e di decine di comuni

185
del sud-est della Sicilia.
I tecnici chiamati dal Comune di Niscemi ad analizzare lo studio per
la valutazione dincidenza ambientale presentata nel 2008 dalla Ma-
rina militare statunitense in vista dellinstallazione del MUOS hanno
evidenziato un impressionante numero di lacune ed omissioni del
progetto, rilevando la scarsissima attenzione prestata dai militari
statunitensi allo straordinario patrimonio ospitato in una delle pi
importanti riserve ecologiche siciliane. A questo megaprogetto mili-
tare il Pentagono ha destinato 43 milioni di dollari (13 per la predi-
sposizione dellarea riservata alla stazione terrestre e 30 per gli shel-
ter e le attrezzature tecnologiche del sistema satellitare). Il governa-
tore Lombardo della Sicilia ha offerto contropartite e compensazioni
per rendere pi digeribili le microonde del MUOS: la possibile ri-
mozione a medio termine delle 41 antenne gi esistenti nella base
dellUS Navy di Niscemi, utilizzate per le telecomunicazioni con i
sottomarini nucleari. Crediamo che sino ad oggi non sia stata data
la giusta attenzione alle analogie esistenti tra il MUOS e il cosiddetto
HAARP - High Frequency Active Auroral Research Program, il su-
persegreto Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequen-
za che dal 1994 lUS Air Force e la US Navy portano avanti dalla base
di Gakona (Alaska), 200 chilometri a nord-est del Golfo del Principe
Guglielmo, affermano i rappresentanti della campagna di protesta.
In questa grande infrastruttura sono state installate centinaia di an-
tenne che trasmettono in banda bassa (da 2,8 a 7 MegaHerz) e
banda alta (da 7 fino 10 MegaHerz), cio lo stesso range delle fre-
quenze del MUOS. Secondo il Pentagono, lo scopo di questa installa-
zione sarebbe quello di studiare la ionosfera per migliorare le tele-
comunicazioni, ma sono numerosi gli scienziati che denunciano
che con il programma HAARP gli Stati Uniti, al di fuori di ogni con-
trollo internazionale, stanno creando nuove armi geofisiche integrali
che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta
frequenza. Oltre ad interferire sulle comunicazioni radio, televisive
e radar, le antenne HAARP possono influenzare i circuiti elettrodi-
namici delle aurore, consistenti in una corrente naturale di elettrici-
t che varia da 100 mila ad 1 milione di megawatt. In questo modo
possibile utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e le ap-
parecchiature installate sui sistemi missilistici nemici. Secondo il fi-

186
sico indipendente Corrado Penna, da anni impegnato nel denunciare
il controverso fenomeno delle scie chimiche, forte il sospetto che
il sistema di antenne del MUOS possa servire anche per fini non di-
chiarati di modificazione ambientale in sinergia con il sistema
HAARP. La modificazione ambientale realizzata attraverso luso di
forti campi elettromagnetici e scie chimiche responsabile di alcuni
disastri recenti. Sappiamo con certezza che queste tecnologie posso-
no servire a causare terremoti o altri disastri naturali (siccit, uraga-
ni, inondazioni), sia indirizzando le emissioni sul nucleo della terra
(influendo cos sul magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla
ionosfera. Violentano il pianeta Terra nellindifferenza generale.
Unarma elettromagnetica a stelle e strisce - tecnologicamente obso-
leta rispetto ai sistemi di dominio e morte gi inventati - capace co-
munque di scuotere la crosta terrestre in punti vulnerabili ed altera-
re a piacimento il clima. La guerra ambientale gi in atto. Il siste-
ma per provocare terremoti e tsunami non una novit per la ricerca
militare aveva avvertito 5 anni fa il generale Fabio Mini (Limes,
novembre 2007). Infatti, la High Frequency Active Auroral Research
Program uninstallazione militare in uso da tempo - munita di pa-
ravento civile nordamericana, collocata in una base della United
States Air Force. Naturalmente il segreto ferreo sulle stragi indotte
con sistemi apparentemente invisibili. Lesperimento italiano, dopo
il successo ad Haiti e le performances asiatiche e mediorientali, ri-
uscito a meraviglia: chiss se gli yankees in divisa hanno brindato
come allora. Top secret? Proviamo a sfondare il solito muro di gom-
ma, perch altrimenti sar la fine per il popolo italiano. Gli scettici
storceranno il naso, ma levidenza innegabile, ormai. Aldil dei pa-
raventi pseudo-scientifici, HAARP un generatore di energia per
scopi distruttivi. Il segreto ben custodito: non lo troverete sui libri
di scuola e neppure alluniversit (facolt di geologia e fisica). Non
scritto in nessun testo accademico, eppure i manuali Usa di speri-
mentazione bellica sono espliciti da almeno tre decenni. Sanno cau-
sare terremoti da mezzo secolo e lo fanno sparando una colossale
quantit di energia nella ionosfera. Il principio scientifico lo aveva
intuito nel secolo scorso il genio di Nikola Tesla, ma non certo per
sottomettere il genere umano. Avremmo potuto ottenere energia
gratis per lintera umanit, invece prevale lingordigia di pochi. Prin-

187
cipalmente i militari a stelle e strisce, ma non solo, anche i russi non
scherzano, sono passati dalla pura teoria alla pratica per fini di do-
minio globale. Regolando le possenti vibrazioni contro un bersaglio
territoriale , le onde radio attraversano la crosta terrestre e causano
terremoti. Energia a comando iniettata da 50 anni nelle tempeste
tropicali per scatenare tsunami, alterando la pressione atmosferica.
Ben tre continenti, Asia, America ed Africa ne sanno qualcosa, prima
ancora che qualche commentatore da strapazzo italiota fosse nato,
gi sperimentavano nel Sudest asiatico. Il gioco apparentemente
semplice: basta spingere in alto la ionosfera ed attendere che ricada
con conseguenze disastrose sulla zona che si vuole colpire. Alcuni
disastri apparentemente naturali sembrano seguire e pilotare a do-
vere, ben precise dinamiche politiche. Ora c da convincere i gover-
nanti europei recalcitranti (sempre meno in realt) a scatenare la
terza guerra mondiale. Perch la prossima aggressione allIran, sca-
tener un conflitto globale, come sanno gli analisti internazionali.
Alle 4.04 del 20 maggio 2012 una fortissima scossa di terremoto ha
sconvolto lEmilia Romagna: il bilancio provvisorio di cinque mor-
ti e almeno 50 feriti. Tre sussulti, il pi forte di magnitudo 5.9. Tra
le vittime operai schiacciati dal crollo di un tetto e due donne dece-
dute per lo spavento. La scossa avvertita anche in Lombardia, Tosca-
na, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Un dettaglio significativo: la profondit registrata dallIstituto Na-
zionale di Geofisica e Vulcanologia di dieci chilometri. Singolare
coincidenza: dagli Stati Uniti dAmerica viene corretto il grado del
sisma che ha colpito questa notte lItalia del Nord. Per gli esperti del
servizio geologico degli americano, lUsgs, si parla di magnitudo 6, e
non 5.9. Per i rilevatori americani la scossa ha avuto ipocentro 5,1
chilometri di profondit, e non ai 10,1, comunicati in Italia. Incro-
ciando i dati degli ultimi terremoti di Earthquakes e dellIstituto Na-
zionale di Geofisica e Vulcanologia con quelli dellattivit HAARP a
basse frequenze (onde Hertz 0-5 Hz) emerge una diretta correlazio-
ne con il sisma che ha colpito e piegato lEmilia Romagna. Basta in-
crociare i grafici bellici e le registrazioni dei sismografi italiani. Dob-
biamo per tenere presente che trattandosi di attivit criminale co-
perta ai massimi livelli - e negata ostinatamente - c lalta possibilit
che questi diagrammi siano stati alleggeriti e non rispecchino lesatta

188
attivit svolta. Si ricorda che tutti gli orari sono calcolati sul tempo
civile (UTC), vale a dire con uno scarto pari a circa 2 ore di differen-
za con lora italiana. Fate attenzione. Dunque: 19 Maggio 2012 ore
23:13 (UTC), Pianura Padana, Magnitudo 4.1. Si pu notare come
lattivit a frequenza 0-2 Hz sia piuttosto intensa. Onde cos basse
hanno unalta capacit di far vibrare rocce e terreni sabbiosi ma non
solo, queste vibrazioni scuotono le particelle dellacqua portandole a
un potente surriscaldamento improvviso. Dalla scossa delle 23 e 13
(UTC) stato un susseguirsi di micro sismi uno dietro laltro, nel
lasso di tempo che va dalle 2.03am (UTC) fino al terremoto pi forte
delle 3.02am (UTC) di magnitudo 4.9. Durante tutto il giorno di do-
menica 20 maggio lattivit HAARP stata intensa e le scosse tellu-
riche in Pianura Padana si sono susseguite senza tregua. Da notare,
in particolare, la fascia orari che va dalle 12 alle 16 (UTC). Poco dopo
le 12 (UTC) si nota un picco di intensit in correlazione con 2 forti
sismi (2012/05/20 13:21:06 44.882 11.383 2.4 Ml:4.1 Pianura_pa-
dana_emiliana; 2012/05/20 13:18:02 44.831 11.49 4.7 Ml:5.1 Pianu-
ra_padana_emiliana). Per poi ripetersi ai seguenti orari: 2012/05/20
17:40:17 44.95 11.25 10 Ml:3.5 Pianura_padana_lombarda 2012/05/20
17:37:14 44.88 11.38 3.2 Ml:4.5 Pianura_padana_emiliana. Una gola
profonda che invoca lanonimato, poich teme ritorsioni vitali, spie-
ga senza mezzi termini: Lo ionogramma, ovvero un diagramma
tempo/frequenza della riflessione ionosferica, mostra un marcato
livello F con una ionizzazione di picco. Vi anche un meno ovvio li-
vello E. Il diagramma mostra come il segnale di sonda digitale si di-
vide in onde riflesse ordinarie (in rosso) e straordinarie (in verde).
Lo ionogramma ed il parametro FoF2 nel diagramma mostrano la
pi alta frequenza che stata riflessa dalla ionosfera con incidenza
verticale (onda radio perpendicolare al terreno). Terremoti con epi-
centri superficiali, come in questo caso italiano (10 chilometri di pro-
fondit come ha registrato lINGV) e sismogrammi che evidenziano
un unica grande oscillazione sono ritenuti dagli scienziati, senza al-
cun dubbio, essere terremoti artificiali generati dalla concentrazione
di onde HAARP in determinati punti sensibili del globo terrestre.
Rivela lo stimato generale Fabio Mini: Non ho prove che ci sia stato
un esperimento nucleare o convenzionale capace di provocare un de-
terminato terremoto, ma sono abbastanza pessimista per non pen-

189
sarlo. In 45 anni di carriera militare in giro per il mondo, ne ho viste
di tutti i colori. Un geologo di chiara fama, A.V., conferma: Gene-
ralmente i terremoti hanno epicentri molto pi in profondit, nelle
viscere della terra e soprattutto presentano sciami sismici, cio a dire
prima e dopo della vibrazione massima presentano oscillazione pi
piccole, definite di attenuazione. Da tempo gli Usa hanno scatenato
una guerra ambientale non dichiarata ufficialmente, contro lItalia;
ora lescalation sempre pi evidente. Meno male che notoriamente
la Pianura Padana classificata zona a rischio sismico quasi nullo. Il
bilancio provvisorio dellultimo esperimento bellico nello Stivale
agghiacciante, se gli aggettivi hanno ancora senso: 7 morti, 53 feriti e
circa 6 mila sfollati. Non tutto. Particolare non trascurabile: Il si-
sma ha mietuto unecatombe di rondini e rondoni. Una intera gene-
razione biologica sparita - dichiara Piero Milanin, responsabile del
centro di recupero della fauna selvatica Il Pettirosso di Modena -
Sono venuti gi i palazzi dei centri storici, chiese e torri, i merli dei
castelli. Tutti punti privilegiati dalle rondini e dai rondoni per nidifi-
care. Per giunta successo in un periodo dove le uova vengono depo-
ste o sono appena nati i piccoli. Come accaduto alle persone, il ter-
remoto ha sorpreso gli uccelli mentre dormivano. Sono rimasti tutti
l sotto. Anche leconomia di una regione locomotiva in ginocchio:
5 mila posti di lavoro a rischio. I due segretari delle Camere del La-
voro di Modena e Ferrara hanno fatto i conti. Per Giuliano Guietti
nel ferrarese ci sono 700-1000 lavoratori le cui aziende questa mat-
tina non erano in condizione di far ripartire le attivit produttive.
Per Donato Pivanti, invece, 3-4.000 i dipendenti del modenese. Il
conto si riferisce solo alla industria, e non tiene conto di terziario e
agricoltura. E poi, c da considerare la distruzione di numerose
abitazioni ed edifici pubblici e di culto, molti dei quali autentici gio-
ielli del patrimonio artistico italiano. A chi giova? Calma. Monti Ma-
rio - gi al soldo di potentati internazionali, ha dichiarato lo Stato di
emergenza ed ha lanciato un appello allunit nazionale per essere
vicini a chi soffre. E stata questa la prima reazione del Presidente
del Consiglio (abusivo), alla notizia del sisma che lo ha raggiunto a
Chicago, poche ore prima dellapertura del vertice Nato. Il premier si
detto molto preoccupato e, anche alla luce dellattentato di Brin-
disi, ha deciso di anticipare la partenza dagli Usa. Grazie, Primo Mi-

190
nistro, pro tempore. In effetti noi non siamo mai stati uniti cos tanto
come adesso. Da notare il a chi soffre scritto tra virgolette. Ovvia-
mente, la fregatura pregressa: i danni provocati dal sisma dora in
poi sono a carico dellignara popolazione. Il governo dei tecnocrati
taglia le pensioni ai disabili che hanno casa e se la prende perfino con
i pi deboli: i vecchi, i poveracci; hanno stangato anche i ciechi, par-
don non vedenti che, appunto non si accorti ancora di nulla. Non
dimentichiamo che a LAquila la ricostruzione lampo propagandata
dal piduista di Arcore (tessera 1816) in trattativa con le mafie, in-
spiegabilmente al palo. Una torta di 2 miliardi di euro nel cassetto
con il corollario della sorellina di Gianni Letta, gi presidente della
Croce Rossa abruzzese, a dettare legge, si fa per dire. In altri termi-
ni, al peggio non c mai fine, in termine di corruzione e clientelismo,
neanche di fronte al dolore umano. Ma torniamo alla scienza ed ai
connubi con la politica. Secondo Michael Chossudovsky, docente
allUniversit di Ottawa, Il sistema H.A.A.R.P. un potente mezzo
per la modificazione delle condizioni atmosferiche e del clima. La
letteratura scientifica parla chiaro: Le antenne di H.A.A.R.P. bom-
bardano e riscaldano la ionosfera, generando frequenze elettroma-
gnetiche che rimbalzano sulla terra, penetrando ogni essere vivente
ed ogni oggetto inorganico. E ancora: H.A.A.R.P. genera forti im-
pulsi nella banda Ulf ed Elf. Dodici anni fa, alcuni ricercatori indi-
pendenti (tra cui Robert Fitrakis) verificarono che le trasmissioni a
14 hertz, rilevando che quando i segnali erano emessi ad elevata po-
tenza, la velocit del vento raggiungeva le 70 miglia orarie, spostan-
do i fronti temporaleschi. In particolare le frequenze H.A.A.R.P. ir-
radiate su specifici bersagli possono causare terremoti catastrofici,
esattamente come il sisma che nel dicembre 2003 uccise migliaia di
persone in Iran. In una Relazione di iniziativa della Commissione
per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa del Parlamento
europeo il 23 settembre 1998 e contenente una proposta di risoluzio-
ne (mai effettivamente adottata dal Parlamento) viene affermato
che malgrado le convenzioni esistenti, la ricerca militare si applica
attualmente alla manipolazione dellambiente come arma, come il
caso ad esempio del sistema HAARP. Nella medesima relazione la
suddetta Commissione reputa che il sistema HAARP sia da consi-
derarsi, a causa del notevole impatto sullambiente, una questione

191
mondiale ed esige che le sue conseguenze giuridiche, ecologiche ed
etiche vengano analizzate da un organismo internazionale indipen-
dente prima di ogni nuova ricerca e di qualsiasi esperimento e
chiede al gruppo di esperti per la valutazione delle opzioni scienti-
fiche e tecnologiche (STOA) di accettare di esaminare le prove scien-
tifiche e tecniche fornite in base ai risultati esistenti della ricerca
sullHAARP onde valutare la natura esatta e il livello di rischio posto
dallHAARP per lambiente locale e globale e la salute pubblica in
generale. In tale atto si considera il sistema militare USA di mani-
polazione ionosferica, HAARP, con base in Alaska - che solo una
parte dello sviluppo e dellimpiego di armi elettromagnetiche ai fini
della sicurezza sia interna che esterna - un esempio della pi grave
minaccia militare emergente per lambiente globale e la salute uma-
na, dato che esso cerca di manipolare a scopi militari la sezione della
biosfera altamente sensibile ed energetica, mentre tutte le sue conse-
guenze non sono chiare; invita inoltre la Commissione, il Consiglio e
gli Stati membri ad esercitare pressioni sugli Stati Uniti, della Russia
e di qualsiasi altro Stato impegnati in tali attivit affinch vi pongano
fine e si giunga ad una convenzione globale contro questo tipo di
armi. Chiede in particolare una convenzione internazionale per una
messa al bando globale di tutte le ricerche e di tutti gli sviluppi, sia
militari sia civili, volti ad applicare le conoscenze del funzionamento
del cervello umano nel settore chimico, elettrico delle vibrazioni so-
nore o altro allo sviluppo di armi che possono consentire qualsiasi
manipolazione degli esseri umani, ivi compreso un divieto di qualsi-
asi impiego reale o possibile di tali sistemi. La guerra ambientale
attualmente intesa negli ambienti militari come lintenzionale mo-
dificazione di un sistema ecologico naturale, come il clima, i fenome-
ni metereologici, gli equilibri dellatmosfera, della ionosfera, della
magnetosfera, le piattaforme tettoniche, allo scopo di causare distru-
zioni fisiche, economiche e psico-sociali nei riguardi di un determi-
nato obiettivo geofisico o una particolare popolazione. Parola del
generale italiano Mini gi espressa nel documento Owning the We-
ather in 2025: La strategia della negazione e il cinismo adottati per
la guerra ambientale consentono dimpiegare armi e tecnologie sofi-
sticate o brutali senza che ci faccia scalpore. Consentono di camuf-
fare azioni di guerra camuffandole e perfino di distruzione di massa

192
camuffandole per ricerche scientifiche.

In una relazione di iniziativa adottata dalla Commissione europea


per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa del Parlamento
europeo il 23 settembre 1998 - contenente una proposta di risoluzio-
ne (mai effettivamente adottata dal Parlamento) - viene affermato
che malgrado le convenzioni esistenti, la ricerca militare si applica
attualmente alla manipolazione dellambiente come arma, come il
caso ad esempio del sistema HAARP. Nella medesima relazione la
suddetta Commissione reputa che il sistema HAARP (High Fre-
quency Active Auroral Research Project) sia da considerarsi, a causa
del notevole impatto sullambiente, una questione mondiale ed esige
che le sue conseguenze giuridiche, ecologiche ed etiche vengano ana-
lizzate da un organismo internazionale indipendente prima di ogni
nuova ricerca e di qualsiasi esperimento e chiede al gruppo di
esperti per la valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche
(STOA) di accettare di esaminare le prove scientifiche e tecniche for-
nite in base ai risultati esistenti della ricerca sullHAARP onde valu-
tare la natura esatta e il livello di rischio posto dallHAARP per lam-
biente locale e globale e la salute pubblica in generale. Un consiglio
di lettura: Guerra senza limiti. Il documentato libro stato scritto da
due colonnelli dellaeronautica Cinese, Qiao Liang e Wang Xiansui.
Nel testo si legge: Utilizzando metodi che provocano terremoti e
modificando le precipitazioni piovose, la temperatura e la composi-
zione atmosferica, il livello del mare e le caratteristiche della luce
solare, si danneggia lambiente fisico della terra o si crea unecologia
locale alternativa. Forse, presto, un effetto El Nino creato dalluomo
diverr una super-arma nelle mani di alcune nazioni e/o organizza-
zioni non-statali. I padroni Usa possiedono armi ambientali capaci
di creare terremoti, tsunami, distruzione dellequilibrio ecologico di
un vasto territorio, modificazioni delle condizioni atmosferiche -
nubi, precipitazioni, cicloni e uragani - modificazioni delle condizio-
ni climatiche, delle correnti oceaniche, dello strato di ozono o della
ionosfera. Da anni stanno sperimentando in gran segreto nel nostro
Paese, come sa chi detiene il potere nella Penisola. Secondo gli esper-
ti creare un sisma o uno tsunami tecnicamente possibile. Sono
cose vere, scientifiche, provate. Esistono linee di frattura e faglie as-

193
sai evidenti e note sulla superficie terrestre. Ci sono mappe precise
che rivelano i punti deboli e vulnerabili, sui quali un giochino da
ragazzi poter intervenire. Ecco una dichiarazione di William Cohen,
ex segretario di Stato per la Difesa USA, del 28 aprile 1997:Others
[terrorists] are engaging even in an eco-type of terrorism whereby
they can alter the climate, set off earthquakes, volcanoes remotely
through the use of electromagnetic waves. So there are plenty of in-
genious minds out there that are at work finding ways in which they
can wreak terror upon other nations.Its real, and thats the reason
why we have to intensify our[counterterrorism] efforts. Secretary of
Defense William Cohen at an April 1997 counterterrorism confer-
ence sponsored by former Senator Sam Nunn. Quoted from DoD
News Briefing, Secretary of Defense William S. Cohen, Q&A at the
Conference on Terrorism, Weapons of Mass Destruction, and U.S.
Strategy, University of Georgia, Athens, Apr. 28, 1997. Traduzione
politica: Altri terroristi sono impegnati in un tipo di azione ecologi-
ca, nel senso che essi possono alterare il clima, far scatenare i terre-
moti, le eruzioni vulcaniche, utilizzando onde elettromagnetiche.
Molte menti ingegnose stanno lavorando attualmente per mettere a
punto i mezzi per terrorizzare intere nazioni. Tutto questo reale ed
per questo che abbiamo intensificato i nostri sforzi nella lotta con-
tro i terroristi. Segretario della Difesa William Cohen, aprile 1997.
Conferenza dedicata al contro-terrorismo organizzato dal senatore
Sam Nunn. Dichiarazioni segnalate al Dipartimento della Difesa
(DoD). Conferenza contro il terrorismo. Armi di distruzione di mas-
sa e la strategia degli Stati Uniti. Universit della Georgia, Atene, 28
aprile 1997. In altri termini, si ammette: Noi sappiamo che questo
possibile perch da tantissimi anni noi (americani) abbiamo tali
armi. Una simile tecnologia ha dei costi accessibili, al contrario della
tecnologia nucleare. I terremoti e le eruzioni vulcaniche artificiali
non sono impossibili, infatti una minima causa, ben localizzata, pu
generare un cataclisma. I terremoti sono legati al movimento delle
placche, lungo le faglie. Esiste una tecnica che permette di agire sugli
strati profondi del sottosuolo con delle onde elettromagnetiche. Un
altro esempio: Indonesia, 26 dicembre 2004. Migliaia di chilometri
di coste sono state spazzate via a causa di un maremoto spaventoso.
Un fenomeno simile potrebbe essere di origine umana, per camuffa-

194
re un test di unarma nei fondali marini, in una regione in cui gli ef-
fetti sismici possano essere confusi con dei fenomeni naturali? Con-
doleeza Rice al Senato Americano il 18 gennaio 2005: Lo tsunami
stato una meravigliosa occasione (wonderful opportunity) di mo-
strare il cuore del popolo americano. E io penso che gli utili sono
stati molto importanti sul fronte diplomatico. Il luogo era ideale
per la presenza di una fossa oceanica che protegge le coste e la base
americana di Diego Garcia (si sa che pi il fondo marino risale velo-
cemente, pi il tsunami devastante) e anche lora giusta per far si
che ben due satelliti USA passavano l per caso, per constatare gli
effetti di questa arma sismica. E una nuova forma di guerra discreta
(silent war), dove indebolire un avversario pu semplicemente con-
sistere nel fabbricare dei fenomeni naturali sul suo territorio. Non
escludendo di proporre, in seguito, un aiuto umanitario. La scienzia-
ta Elisabeth Rauscher, esperta in Fisica delle alte energie, avverte
che si stanno artificialmente irradiando energie spaventose allin-
terno di una configurazione molecolare estremamente delicata qual
la ionosfera, una sorta di bolla di sapone che si muove a mulinello
intorno alla superficie terrestre. Un foro sufficientemente grande po-
trebbe farla scoppiare. La dottoressa Rosalie Bertell denuncia che
gli scienziati militari statunitensi si stanno occupando dei sistemi
meteorologici come potenziale arma. Le metodologie comprendono
laumento delle tempeste e la deviazione delle correnti di vapore
dellatmosfera terrestre allo scopo di causare siccit o inondazioni
mirate. Anche il fisico Daniel Winter puntualizza che le emissioni
ad alta frequenza potrebbero unirsi con le pulsazioni ad onde lunghe
presenti nella griglia terrestre (la magnetosfera n.d.a.) e causare ef-
fetti non previsti e collaterali alla danza della vita nella biosfera. Le
emissioni in Gigawatt (miliardi di W) del Centro H.A.A.R.P. incide-
ranno un lungo taglio sulla ionosfera come un coltello a microonde.
H.A.A.R.P. potrebbe far vibrare ogni corda armonica di Gaia con fre-
quenze discordanti. Questi rumorosi impulsi scombussoleranno le
linee di flusso geomagnetico, distruggendo le bio-informazioni che
mettono in risonanza le corde della vita, predisponendo ogni cosa
alla malattia ed alla morte. Due dei maggiori oppositori al sistema
globale di distruzione di massa H.A.A.R.P., gli scienziati indipenden-
ti Begich e Manning, autori del libro Angels dont play this H.A.A.R.P.

195
Advances in Tesla Technologies, avvertono che addizionare energia
al substrato ambientale potrebbe avere effetti molto vasti, indefinibi-
li ed incontrollabili. Gi il consigliere della sicurezza nazionale del
presidente Carter, Brzezinski, metteva sullavviso che una societ,
dominata da un gruppo elitario e non ostacolato dalle restrizioni
tradizionali dei valori liberali, non esiterebbe ad usare le tecniche pi
moderne per influenzare il comportamento pubblico e tenere la so-
ciet sotto stretta sorveglianza e controllo. del resto un fatto ormai
assodato che la U. S. Air Force punti sui sistemi elettromagnetici
(E.M.) e sulle armi vibrazionali per produrre scompiglio psicologico,
distorsione percettiva o disorientamento, per annullare da una parte
le capacit di combattimento del nemico e dallaltra accrescere le po-
tenzialit paranormali di altri. Come conferma il geofisico Gordon
Macdonald, bombardamenti elettronici prodotti artificialmente pro-
durrebbero pannelli o vortici magnetici in determinate zone terrestri
che potrebbero danneggiare seriamente le funzioni cerebrali dintere
popolazioni. Tra le ripercussioni fisiche ricordiamo le seguenti: dolo-
ri articolari, mal di testa, vertigini, bruciore agli occhi, nausea, affa-
ticamento, difficolt respiratorie, allergie, asma, disordini circolatori
e cardiaci (infarti che aumentano di circa il 50 per cento), caduta
della capacit reattiva, embolie polmonari e trombosi... A livello psi-
cologico, le onde H.A.A.R.P. provocano squilibrio emozionale, irrita-
zione, avversione alla vita, al lavoro ed alla scuola, insicurezza, ansia
e depressione (specialmente tra i 40-50 anni), tendenza al suicidio
(aumentata del 20 per cento negli ultimi tempi, un milione di morti
allanno specialmente tra i giovani), tossicodipendenza ed omicidi. Il
sistema ha la capacit in connessione con lo Spacelab, di produrre
energie elevatissime, paragonabili alla bomba atomica e pu provo-
care distruzioni epocali e di massa in qualsiasi parte della Terra. Na-
turalmente il programma pu modificare lambiente vibrazionale
naturale e scatenare inondazioni, uragani e terremoti di qualsiasi
entit. Eppure esso sar venduto e spacciato al pubblico come
unarma di difesa, ossia lo Scudo stellare o addirittura di studio
sullAurora Boreale. Il piano antimissile e di laser orbitali Joint Vi-
sion 2020 estremamente pericoloso: il suo fine il dominio degli
U.S.A. su tutto il mondo. Sono state osservate delle correlazioni tra
lattivit sismica e la ionosfera di HAARP. I terremoti in cui la pro-

196
fondit linearmente identica nella stessa faglia, sono provocati da
una proiezione lineare di frequenze indotte. Dei satelliti coordinati
fra loro consentono di generare delle proiezioni, concentrate, di fre-
quenze in punti specifici (detti Seahorse). Un diagramma mostra che
i terremoti considerati artificiali si propagano linearmente alla stes-
sa profondit. Anche le repliche sono state osservate a circa 10 chilo-
metri di profondit. Ed proprio il caso del sisma che ha colpito lI-
talia, come ha registrato lINGV. In sintesi, cosa fa lH.A.A.R.P.?
Ecco due rivelazioni di esperti Usa, messe a confronto. Il progetto
High-Frequency Active Auroral Research Program non altro che
unantenna che ci consente di direzionare lenergia ad alta frequenza
verso le zone pi alte dellatmosfera, cos produciamo in scala ci che
fa normalmente il sole. Il compito di gestire il programma stato
affidato alla Marina e allAviazione militare. Inizialmente, le applica-
zioni comprendevano la distruzione di missili sovietici, il controllo
delle comunicazioni del nemico e il loro disturbo. Nel programma,
agli albori, era gi inclusa la possibilit di modificare il clima, solle-
vando la porzione dellalta atmosfera verso lo spazio in maniera, ap-
punto, da deviare i missili balistici intercontinentali dellUrss. Certo:
Haarp pu creare degli effetti molto simili a quelli che il sole crea
durante le aurore boreali. Per la cronaca, due indizi rilevanti, a par-
te la profondit del sisma a 10 chilometri, registrata dallIstituto Na-
zionale di Geofisica e Vulcanologia: il 20 maggio scorso stata regi-
strata una caduta di energia nei cieli dellEmilia Romagna. Sono
stati inoltre avvistati dei bagliori che non hanno alcun nesso natura-
le. La Pianura padana non ai Poli del pianeta Terra. Oppure c
stata sotto il naso uninversione di cui non ci siamo accorti? A parte
lironia: tutti geni e scienziati (improvvisati) mentre tutti gli altri, i
cosiddetti visionari e complottisti devono tacere? Ma state scherzan-
do? Qui in gioco lesistenza ed il futuro. Il 25 gennaio c stato un
precedente terremoto in Emilia Romagna nonch Veneto, una sorta
di prova generale che ha avuto un secondo test il 13 aprile in Sicilia.
Fateci caso: in Italia cambiano i politicanti sulla scena, ma non mu-
tano i poteri occulti. Sar una combinazione fortuita? Davvero singo-
lare. Lilluminato premier Monti stato convocato dai padroni della
Nato in coincidenza del sisma? O sbaglio? Per caso la terza guerra
mondiale gi iniziata, a nostra insaputa? Vi bastano questi preavvi-

197
si o siete totalmente lobotomizzati? La tv ed internet vi hanno dato
alla testa? Un consiglio di lettura risalente al 19 marzo 1997: Advan-
ced Weapon Instrumentation Technologies. Haarp: dalla simula-
zione alla realt. Buon risveglio e non abusate a negare levidenza
delle scie tumorali. Questa folle macchina di morte planetaria va fer-
mata, questi criminali armati di tutto punto vanno arrestati definiti-
vamente; hanno gi mietuto troppe vittime. Non dimenticate: gli
yankees sono in possesso di tecnologie incredibili e pur di non rinun-
ciare al loro malsano stile di vita, sono disposti a tutto. E dopo lE-
milia Romagna, ora toccher sicuramente ad una regione del Sud
avverte un esperto del Consiglio nazionale delle Ricerche.

Prepariamoci al peggio. Nello Stivale, mentre le antenne militari


(ma non solo) si moltiplicano, i controlli scarseggiano. Lo Stato non
rispetta la legge. La scienza, compulsata a dovere, non ha dubbi, no-
nostante la distorta vulgata generale, esiste una letteratura pondero-
sa. Le evidenze esistono, eccome. Addirittura nel 1978, uno studio-
so italiano, Franco Sarto, avvia unindagine sul campo. E nel 1981,
pubblica sulla rivista di Medicina del Lavoro una prima conclusione
sui danni provocati dai radar militari. Lanno successivo, per conto
dellIstituto di Medicina del lavoro dellUniversit di Padova, Sarto
coadiuvato dalle colleghe Rita Scarpinelli ed Isabella Cominato
d alle stampe, sempre sulle pagine del Giornale Italiano di Medi-
cina del Lavoro, lo studio Aberrazioni cromosomiche nel lavoratori
dei radar. In sintesi, le conclusioni: I lavoratori delle postazioni ra-
dar vanno incontro a numerosi rischi: radiazioni non ionizzanti, ra-
diazioni ionizzanti per cui vengono discusse le modalit con cui esse
si possono produrre. Abbiamo eseguito un check-up generale e lo
studio delle aberrazioni cromosomiche sui linfociti periferici ad un
gruppo di 41 radaristi, di et media 35 anni, operanti in alcune basi
dellEsercito italiano. Questultimo esame considerato il pi sensi-
bile indicatore di danno biologico indotto dalle radiazioni ionizzanti
mentre non ancora stabilito se le radiazioni non ionizzanti siano in
grado di provocare aberrazioni cromosomiche. Le aberrazioni di tipo
cromosomico negli esposti erano aumentate in maniera altamente
significativa rispetto a quelle riscontrate in un gruppo di controllo
di 26 soggetti maschi di et simile () Allo stato attuale delle nostre

198
conoscenze sembra che il principale responsabile dellaumento di
aberrazioni cromosomiche nel gruppo dei radaristi sia la presenza di
radiazioni ionizzanti anche se non possibile escludere un sinergi-
smo tra tutti i tipi di radiazioni elettromagnetiche presenti nellam-
biente di lavoro ().

Il dottor Sarto ha documentato rotture dei cromosomi (anticamera


del cancro) con una frequenza superiore alla norma su 41 sottufficiali
preposti alla manutenzione di potenti radar contraerei Hawk nelle
basi militari tra Mestre e Rovigo. 10 anni dopo, nello stesso gruppo
di radaristi ci sono stati 6 morti per leucemia e mieloma. Le autori-
t militari hanno impedito al dottor Sarto di proseguire lindagine
scientifica: le sue ricerche hanno inequivocabilmente documentato
che lelettrosmog bellico scompagina il dna umano. Tradotto: mal-
formazioni genetiche e tumori assicurati per sempre. A met degli
anni 80 si scopre che nei radar Hawke, allepoca tra i pi diffusi
nel sistema di difesa dei Paesi Nato, c qualcosa che causa tumori.
Ufficialmente non si sa cosa. Ma il rischio concreto: tanto reale
che tra i sottufficiali addetti alla manutenzione dei radar del secon-
do gruppo artiglieria missili contraerei, con postazioni fra Mestre e
Rovigo, si notano i primi morti. Su circa 150 uomini che dal 1968
all88 si sono succeduti alla manutenzione delle apparecchiature ra-
dar, infatti, si sono verificati sei casi di leucemia, linfoma e mieloma,
due di sterilit e ben 27 di anomalie cromosomiche. Almeno quattro
valvole usate in questi radar rientrano fra quelle che gi nel 1968 un
decreto del presidente della repubblica (numero 1428) classifica a
rischio per lemissione di radiazioni, con lobbligo di misure di ra-
dioprotezione individuale e ambientale. Gli addetti lavorano senza
manuali informativi sui livelli di pericolosit di radiazioni, microon-
de e isotopi radioattivi. Gli addetti militari italiani non sono mai stati
dotati di dosimetri per verificare la quantit di radiazioni cui sono
sottoposti. Il dottor Sarto, che allepoca era il responsabile del labo-
ratorio di Citogenesi delluniversit di Padova, dopo aver rivelato i
danni biologici elevatissimi non pot completare lindagine. A cau-
sa del segreto militare non sono disponibili dati relativi allambiente
di lavoro. Lo studio ha dimostrato che il gruppo esposto presentava
un netto aumento della prevalenza delle aberrazioni cromosomiche

199
significative per lesioni da radiazioni dichiara Sarto . In base a
studi internazionali questi dati significano che il gruppo presentava
un aumentato rischio di tumore. E le alte gerarchie della Difesa lo
sapevano. Alla fine del 1981 rivela Sarto venne a trovarmi un
capitano medico. Gli spiegai cosa significavano quei risultati. Mi fece
capire che lalta gerarchia militare non era entusiasta delle mie ricer-
che e che i miei esami creavano ansiet nei tecnici. Nel 1979, in quel
clima di segretezza, tre marescialli che lavoravano da dieci anni ai ra-
dar (due con anomalie cromosomiche e uno con la leucemia) fecero
causa al ministero della Difesa, davanti al tribunale di Venezia. Dalle
deposizioni emerse che lavoravano senza schermi protettivi e senza
controlli medici preventivi. Come avviene tuttora. Ancora una volta
fu imposto il segreto militare. E i tre sottufficiali persero la causa.

In Germania 69 soldati addetti ai radar militari si sono ammalati


di cancro. Nel 2001, il ministro della Difesa Rudolph Scharping ha
ammesso: 24 militari che hanno lavorato sui radar sono morti tra il
1976 e il 1996. I risultati di uno studio presentato dalla televisione
pubblica Zdf confermano: Le patologie tumorali sono state provo-
cate dalle onde elettromagnetiche. Secondo la ricerca dellUniversi-
t di Witten-Herdeck citata nel programma Laenderspiegel di Zdf,
99 soldati, tecnici e operatori radar hanno gravi problemi di salu-
te. I 69 casi rintracciati sono solo un campione: il numero di milita-
ri esposti alle radiazioni non ionizzanti si aggira, secondo una stima
per difetto, intorno alle 900 unit. Let media dei soldati deceduti
per leucemia, tumori cerebrali, cancro ai nodi linfatici, carcinomi
polmonari, di 40 anni. Gi alla fine degli anni 50 la Bundeswehr
era al corrente dei rischi ma non ha mai preso alcuna misura di pre-
cauzione. Ancora negli anni 90 i valori massimi sono stati superati
nel sistema difesa Patriot. Con sicurezza si legge nella relazione
sanitaria si pu affermare che le soglie di tolleranza massima sono
state ampiamente superate. I soldati non sono stati n informati n
protetti. Secondo la Zdf lindagine era gi da due anni in possesso
delle autorit militari che per lavevano tenuta sotto chiave. Gli ex
militari danneggiati hanno sporto denuncia. Il primo lex sottuffi-
ciale radarista Peter Rasch, che si ammal negli anni 60. Rasch ha
esibito in tribunale documenti inequivocabili: gi nel 1958 il suo po-

200
sto di lavoro era a rischio. Le autorit sanitarie, infatti, raccomanda-
vano allo Stato maggiore di porre protezioni di piombo intorno alle
apparecchiature. Ancora nel 2000 una misurazione aveva rivelato
valori 15 volte superiori ai livelli di guardia. E in Italia dove operano
apparati e congegni simili, vige il silenzio assoluto. Lunico caso noto
quello di Carmine DAmbrosio, addetto radar allisola di Tavolara
(Sardegna), ammalatosi di leucemia.

In Europa si registrano attualmente valori di campo elettromagneti-


co da un milione a un miliardo di volte pi alti che nel 1950, docu-
menta lOrganizzazione mondiale della sanit. Colpisce il silenzio
attorno a questo tema e la mancanza di una normativa europea ed
italiana che preservi la salute dellessere umano e protegga lambien-
te denuncia Greenpeace fornendo limiti di esposizione e distan-
ze di rispetto da queste fonti di inquinamento. Ed ecco le radiazioni
eterne. Luranio sporco fra noi. Per molti anni stato usato uranio
impoverito su aerei ed elicotteri. Lattestazione della Federal Avia-
tion Administration (lente americano per la sicurezza del volo) risa-
le al dicembre del 1984 e raccomanda le precauzioni da seguire in
caso di incidente. A parte il Douglas DC-10 e KC-10, molti altri aerei
commerciali usano uranio come contrappeso nelle superfici di con-
trollo. Pesi dello stesso tipo sono usati sui Boeing 747, sui Lockheed
L-1011, sui C-141, sui C-130 e sui modelli C-5A: questa dichiarazio-
ne ufficiale contenuta in una lettera che la Mc Donnell Douglas in-
vi a tutti gli acquirenti del DC-10 nel 1983. Unaltra area di appli-
cazione in aeronautica delluranio come contrappeso delle pale nei
rotori di elicotteri.... Ma quali? LAgusta della Finmeccanica costru-
isce lelicottero Bell 412 A, su licenza della Bell americana: le sue pale
contengono 13 chili di U-238. Diversi aeromobili commerciali, at-
tualmente in linea di volo, contengono nella loro struttura svariate
centinaia di chilogrammi di Uranio-238 noto come Uranio impove-
rito aveva denunciato Medicina Democratica. Il movimento di
lotta per la salute si era rivolto nel 2000 alla magistratura italiana,
ma senza riscontro, chiedendo di verificare lesistenza di pericoli per
la salute e lambiente. Dalla documentazione di alcune case produt-
trici si evince che lUranio 238 stato impiegato sui seguenti aero-
mobili: BOEING 747, MC DONNELL DOUGLAS DC 10,

201
LOCKHEED L1011, HERCULES C130, MC DONNELL DOUGLAS
MD11. Si tratta di aerei di linea tuttora operativi e diffusi, e non si
pu escludere che altre societ del settore aeronautico abbiano uti-
lizzato il metallo del disonore nella costruzione di componenti per
i loro aerei ed elicotteri civili e militari. dagli anni 60 che luranio
viene usato per bilanciare il peso degli aerei da caccia conferma un
ingegnere aeronautico che invoca lanonimato. Basta sfogliare i ma-
nuali di manutenzione degli aviogetti o esaminare le licenze di espor-
tazione e le certificazioni emesse dalla statunitense NRC (Commis-
sione Regolatrice Nucleare) per rendersi conto che luranio impove-
rito adoperato da 35 anni negli aerei passeggeri delle compagnie di
tutto il mondo. Ad eccezione della Japan Air Lines che dopo linci-
dente di Nikko (il 12 agosto 1985 cadde un Boeing 747) utilizza dal
96 sulla propria flotta contrappesi di innocuo tungsteno. Nella bro-
chure della STARMET (fornitrice ufficiale della BOEING) e in quella
della COGEMA, risultano dettagliatamente indicati tutti gli usi com-
merciali (dal 1968) delluranio 238 e i principali clienti (a partire
dalla PHILIPS). Gerald R. Mack, vice presidente della BOEING
(Europa), rivela: Parecchi fornitori di aeroplani, compreso Boeing,
Lockheed e Mc Donnell Douglas, hanno usato luranio impoverito
come contrappesi per i piani di comando del velivolo perch il mate-
riale fornisce una quantit significativa di peso in spazi limitati.
Mentre luranio impoverito stato usato nei modi differenti su veli-
volo differente pu essere trovato generalmente come componente
dei complessivi dellelevatore e del timone come la parte posteriore
di grandi getti e, su alcuni modelli, come componente dellalettone
montato sullala completa. Il manager ammette: Tutti i DC-10
sono stati consegnati con pesi di equilibrio di uranio impoverito in 5
posizioni: alettoni esterni, ala, wing-mounted, timone superiore ed
elevatori esterni. Il peso totale su ciascun aeroplano era di circa 729
libbre (330,6 chilogrammi, ndr). Attualmente il 747 contiene allin-
terno della sua struttura 1.500 chilogrammi di uranio impoverito. Le
note di istruzione della Douglas Service, nonch i protocolli della
FAA (Federal Aviation Administration), avvertivano gi nel 1983-84
di evitare di avvicinarsi agli aerei alluranio. Le circolari avvisava-
no quanti dovessero entrare in contatto con luranio impoverito du-
rante le indagini sugli incidenti aerei, di non respirare ed ingoiare

202
in vicinanza di aerei che hanno i contrappesi alluranio danneggiati.
Questi scrivono i responsabili nazionali di Medicina Democrati-
ca, Luigi Mara e Fernando dAngelo lentamente emettono polveri
altamente tossiche e radiotossiche che possono essere inalate o inge-
rite, liberando direttamente nellorganismo la loro dose di radiazioni
con conseguenze molto negative per la salute degli esposti. Ovvero:
tecnici manutentori, vigili del fuoco, operatori sanitari, forze dellor-
dine, personale ausiliario e, pi in generale, passeggeri. Ossidi e
diossidi di uranio nebulizzati nellaria possono essere respirati anche
a varie decine di chilometri dal luogo di emissione, a seconda delle
condizioni atmosferiche. Le strutture manutentive aeronautiche
italiane non sembrano adeguatamente informate o istruite al riguar-
do segnala MD cos come non risulta che i rischi derivanti da
tali esposizioni a uranio impoverito e alle possibili emergenze siano
stati previsti nei documenti di valutazione stabiliti dal decreto legi-
slativo 626/94. In Italia grazie a una deroga dallobbligo di denun-
cia (stabilita da un decreto ministeriale del 15/12/1970) la presenza
di consistenti quantit di uranio esaurito negli aerei non assogget-
tata ad alcuna comunicazione preventiva alle autorit di controllo.
Le compagnie aeree, peraltro, non sono assicurate contro ipotetici
rischi di intossicazione e contaminazione. Date unocchiata alle po-
lizze assicurative dellex compagnia di bandiera nazionale Alitalia -
Generali ed Assitalia - che escludono dalla loro copertura i rischi di
contaminazione o avvelenamento legati ad eventuali incendi delle
parti in uranio dei velivoli. Per Medicina Democratica Nonostan-
te lAlitalia abbia nella propria flotta svariati velivoli contenenti ura-
nio 238, attualmente non esistono piani di evacuazione o di deconta-
minazione contro questo tipo di irraggiamento nucleare. Aerovie e
aeroporti sono collocati in zone a ridosso di popolose citt. Secondo
la Nuclear Regulatory Commission anche se non vi fossero mai in-
cidenti, i contrappesi alluranio 238 si consumano in misura del 5
per cento annuo a causa dellerosione e il pulviscolo radioattivo cir-
cola nellaria che respiriamo. Un rapporto informativo ormai sepolto
dalle scartoffie dei Vigili del Fuoco di stanza a Malpensa dove
transitano milioni di passeggeri e lavorano 15 mila dipendenti
aveva segnalato che il 14 gennaio 2000 durante lassistenza alle
operazioni di rifornimento carburante dellaeromobile MC-DON-

203
NELL DOUGLAS DC 10 siglato F-GNEM della compagnia CUBA-
NA-AOM volo CU 425, i contrappesi esterni delle parti mobili dei
piani di coda del velivolo, costruiti in uranio 238, presentavano evi-
denti segni di ossidazione. Non stato possibile effettuare le misu-
razioni poich lidonea sonda per misurazioni alfa non in dotazio-
ne al comando. I pompieri sono perfino sprovvisti di dosimetri
elettronici ed autoprotettori. In condizioni di alte temperature (su-
periori ai 500 gradi centigradi) o di forti pressioni, luranio sporco
brucia, trasformandosi in ossido di uranio che diventa pericolosissi-
mo se inalato o ingerito. Numerose ricerche attestano che pu pro-
vocare tumori, leucemie e malformazioni. Il fisico Robert L. Parker
ha riferito sulla rivista NATURE (vol. 336, 22/29 dicembre 1988)
che il peggior scenario ipotizzabile gi verificatosi il 4 ottobre 92 a
Bijlmermeer (quartiere popolare di Amsterdam), e il 22 dicembre
99 a Stansted in Inghilterra, nda derivante da un crash di un
Boeing 747, vedrebbe 250 mila persone correre rischi di salute o di
imminente avvelenamento conseguenti alla contaminazione da ossi-
di di Uranio. In Italia risultano scarse e frammentarie le notizie su-
gli incidenti e non sono mai state accertate le conseguenze epidemio-
logiche. Cruciali riferimenti. Il 3 marzo 1977 precipita nel cielo di
Pisa un aereo militare da trasporto C-130. Perdono la vita un ufficia-
le e 38 allievi dellaccademia navale di Livorno, tre ufficiali e due
sottufficiali dellequipaggio. Un altro incidente di cui si ha conoscen-
za, che ha coinvolto personale italiano, avvenuto a Kukes a pochi
chilometri dalla frontiera del Kosovo l11 giugno 1999. A 200 metri
dal campo profughi esploso un Hercules C-130 della Lockheed (con
la targa cancellata) in missione segreta poco prima dellinvasione
Nato. Quanta gente quel giorno ha respirato i fumi tossici nucleari?
Perch stato detto che il campo veniva evacuato per allontanarsi
dal teatro del conflitto e non per il grave incidente avvenuto? Se da
noi nessuno lo sapeva, in che condizioni sarannno gli aerei che con-
tengono questi contrappesi nucleari? Sar mai stata fatta la manu-
tenzione? Chi ha ricevuto in Italia i documenti della Boeing e della
Mc Donnell Douglas? Di chi sono le responsabilit? Cosa ha fatto
lANPA in merito? E il RAI, il Registro Aeronautico Italiano, poteva
forse non sapere? E la SEA? Gli ultimi incidenti di una certa consi-
stenza e conseguenze sanitarie trascurate, si sono verificati pi re-

204
centemente a Piacenza e a Pisa con la caduta di un secondo Hercules
C -130 con militari a bordo. La dispersione di uranio impoverito a
seguito dei disastri aerei, noti e ignoti, non mai stata indagata da
monitoraggi epidemiologici sulla popolazione coinvolta. Accanto ai
morti accertati vi sono un numero imprecisato di vittime invisibili,
diluite sotto traccia e nel tempo.

Un attentato alla salute planetaria. Laggettivo per erroneamente


fuorviante: impoverito. In inglese, depleted, ridotto, esaurito.
Ma il Depleted Uranium notoriamente cancerogeno, mutageno,
genotossico. stato accertato dalla letteratura scientifica prodotta
da istituti, istituzioni ed organizzazioni prestigiose: International
Physicians for the Prevention of Nuclear War, International Ac-
tion Center, Union of Concerned Scientists, Canadian Coalition for
Nuclear Responsability, Office of Radiation, Chemical & Biological
Safety (Michigan State University), Gulf War Veterans, Istituto Ra-
mazzini. Quando la parola dordine familiarizzare le giovani gene-
razioni. Nel videogioco Starcraft commercializzato in Italia dalla
Blizzard possibile utilizzare luranio 238 per rinforzare i proiettili.
Il manuale italiano a pagina 43 riporta: Ricerca proiettili U 238;
queste munizioni in uranio impoverito sono in grado di migliorare
la portata di tiro dei fucili Gauss. E ancora a pagina 41: Inalazio-
ne: ununit nemica presa come bersaglio di questo dispositivo viene
immersa in un fluido altamente energetico di particelle radioattive,
in grado di infliggere notevoli quantit di danni... Il campo radioat-
tivo provocher seri problemi .... In ogni settore relativo alluranio
impoverito facile trovare dati manipolati per fare in modo che il
pubblico accetti lidea di un vasto e generalizzato riciclaggio anche in
prodotti destinati al contatto con lessere umano. Nel mondo circo-
lano oltre 300 brevetti per prodotti dove si usa uranio sporco. Rivela
il LANDAU NETWORK - CENTRO VOLTA di Como: Lufficio bre-
vetti europeo ha approvato 696 progetti che prevedono limpiego di
uranio impoverito, tra questi ci sono palle da baseball e leghe per le
otturazioni dentali. Ci che non pi un segreto diventa un inquie-
tante interrogativo. Decine di migliaia di tonnellate di questo scarto
pericoloso sono state impiegate per anni nella costruzione di aerei
(civili e militari), di elicotteri, di satelliti, di barche a vela, di navi, di

205
yacht da competizione, di schermi per le stanze di ospedali, di trivel-
le petrolifere, in munizioni e mine, nellasfalto stradale, per blinda-
re i carri armati, nella costruzione di container, come contrappeso
per le centrifughe e nei muletti per il sollevamento pesi, nelle mazze
da golf, nei proiettili da caccia e negli elettrodi per la saldatura?.
Gli Stati Uniti (il maggior produttore) hanno accumulato, secondo
dati del Dipartimento per lEnergia (Final Plan for the Conversion
of Depleted Uranium Exafluoride: Rapporto del DOE al Congresso
del luglio 1999), 750 mila tonnellate di uranio impoverito. Scorie
che si accrescono al ritmo di 30-40 mila tonnellate annue. Nella re-
lazione del DOE si legge che il contributo dellindustria, attraverso
il parziale riutilizzo di questi materiali, pu far diminuire in modo
significativo i costi dei programmi relativi al loro stoccaggio. Stime
ufficiali attestano che la quantit stoccata di DU si aggira sui 10
milioni di tonnellate. Alcune aziende, tra cui spicca la statunitense
STARMET, riciclano queste scorie gi da diversi anni, rivendendole
e disperdendole sul pianeta. La Commissione dei diritti umani delle
Nazioni Unite aveva chiesto al segretario generale con la risolu-
zione 1997/36 di preparare un dossier sulluso delluranio im-
poverito e di altre armi di distruzione di massa o con effetti indiscri-
minati, incompatibili con il diritto umanitario internazionale e con
le leggi sui diritti umani. Del rapporto mancano notizie da molti
anni: disperso in guerra. Anche la Commissione europea non ha mai
risposto ad un europarlamentare. In uninterrogazione scritta (E
0419/00) presentata il 7 febbraio 2000 da Erik Meijer scritto:
Stop ai rischi connessi allimpiego di uranio impoverito nellavia-
zione civile. 1. la Commissione a conoscenza della relazione pub-
blicata da New Scientist del 15 gennaio 2000, che prende in esame
lincidente del Boeing 747 della Corean Airlines, avvenuto nellEs-
sex - Gran Bretagna - nel dicembre 1999, e da cui tra laltro risul-
ta che il velivolo civile trasportava nella parte posteriore 300 kg di
uranio impoverito, non come carico, ma come contrappeso? 2. Sa la
Commissione che luranio impoverito viene utilizzato su vasta sca-
la soprattutto nei velivoli di pi vecchia concezione? 3. Sa altres la
Commissione che luranio impoverito un materiale che comporta
gravi rischi per la sanit pubblica, come dimostrano il disastro aereo
di Bijlmermeer (Amsterdam, Paesi Bassi) e ancor pi la guerra del

206
Golfo in Iran? 4. Pu indicare la Commissione quali sono le norme
a livello europeo o mondiale che disciplinano limpiego delluranio
impoverito nella costruzione aeronautica? 5. Pu la Commissione
indicare quali sono le norme che disciplinano il trattamento dellu-
ranio impoverito allatto dello smantellamento dei velivoli e in caso
di calamit? 6. Quali iniziative intende adottare la Commissione per
porre definitivamente termine ai rischi connessi allutilizzo dellura-
nio impoverito nei velivoli?.

Chi pensa che luranio sporco si trovi soltanto negli scenari di guer-
ra dovr cambiare idea. Ci conviviamo: dalle strumentazioni medi-
che fino ai brevetti per mazze da golf e collari per cani. Si tratta del
maggiore scarto dello sfruttamento del nucleare per la produzione
di energia elettrica. Si calcola che conservati nei siti di stoccaggio di
tutto il mondo ne siano stati accumulati diversi milioni di tonnellate.
Una cifra destinata a crescere, dato che il processo di arricchimento
volto a ottenere il combustile produce un residuo di uranio impoveri-
to sette volte superiore a quello delluranio arricchito ottenuto a fine
ciclo. Ecco perch, assieme alla questione dei costi e della sicurezza,
la gestione dei rifiuti radioattivi uno dei nervi scoperti del partito
del nucleare. Che ha tutto linteresse a sperimentare nuove forme di
smaltimento e a trovare impieghi alternativi, anche in campo non
militare. Ma a quale costo?
Secondo il professor Massimo Zucchetti, docente di Radioprotezio-
ne allUniversit di Torino, Luranio impoverito diviene pericoloso
quando viene inalato o ingerito. Viene inserito nella punta dei pro-
iettili per lalta capacit che possiede nel forare le corazze degli auto-
mezzi blindati. Quando il proiettile colpisce il bersaglio ed esplode,
si forma una nube radioattiva che investe le persone che si trovano
nel raggio dazione di quella nube. Diverso lordine di rischio nel
caso in cui luranio sporco venga utilizzato negli aerei, laddove viene
applicato sulla punta delle ali e nei piani di coda con funzione di bi-
lanciamento del velivolo durante latterraggio. evidente il rischio
di inalare particelle radioattive per un lavoratore che utilizzi, ad
esempio, una fresa nella parte del velivolo impregnata dalluranio. O
ancora, nel caso di disastro aereo, laddove lincendio che si sviluppa
non solo chimico ma anche radioattivo. Nessuna autorit prose-

207
gue il professor Zucchetti ha mai informato ufficialmente i vigili
del fuoco in servizio presso gli aeroporti di questa eventualit.

208
Capitolo ottavo
Democrazia totalitaria

In Italia i rifiuti si riciclano soltanto in politica. Attenzione: un og-


getto fragile da maneggiare con cura. Non un soprammobile di
porcellana, ma un architrave su cui si reggono la vita sociale, le rela-
zioni tra le persone e il mondo. Il Paese in ostaggio commentava
con acume il presidente dellEurispes, Gian Maria Fara, in occasione
della presentazione del Rapporto Italia 2008 . LItalia un Paese
ormai prigioniero della propria classe politica che ha steso sulla so-
ciet una rete a trame sempre pi fitte impedendone ogni movimen-
to, ogni possibilit di azione, ogni desiderio di cambiamento e di
modernit, riducendo progressivamente gli spazi di democrazia e
mortificando le vocazioni, i talenti, i meriti, le attese, le aspirazioni di
milioni di cittadini. Siamo di fronte concludeva ad una classe
politica che aumenta il proprio potere e la propria capacit di con-
trollo sociale in termini inversamente proporzionali alla sua autore-
volezza, credibilit e consenso. Il Belpaese privo di una classe di-
rigente, non archivia il trapassato remoto ed annaspa alla deriva.
Fateci caso, perfino in caso di elezioni: i cittadini sono trattati come
sudditi analfabeti, a cui si chiede solo di apporre una croce su candi-
dati imposti dal sistema di potere. C una simpatica congrega di non
eletti calati dallalto che aspira ad entrare nel casting di unaltra
commedia allitaliana. Silenzioso colpo di Stato in atto. Dove? Bana-
le: nella discarica dEuropa. In Italia: democrazia calpestata, futuro
a rischio per la gran massa di popolazione ed un premier gi dipen-
dente della banca speculativa Goldman Sachs e della Coca Cola
comandato a distanza dalla Commissione Trilaterale (espressione
del gruppo di potere Bilderberg, nonch socio dellAspen Institute)
senza alcuna legittimazione popolare, sfacciatamente osannato dai
mass media e dai politicanti da strapazzo in circolazione televisiva.
Ma diamo unocchiata a qualche macroscopico conflitto di interessi
di mister Monti che in una botta sola diventato senatore a vita e
primo ministro. Un colpo di fortuna per chi potrebbe ambire, in uno
Stato di diritto, al massimo alla carica di vice-capo condomino?
Unocchiata al passato (sbianchettato) illumina lo scenario. I Com-
missari Mario Monti, Erikki Liikanen, Pedro Solbes Mira, Gunther
Verheugen, Antonio Vitorino e Frederik Bolkestein hanno, in passa-

209
to, partecipato a riunioni del Gruppo Bilderberg e sono, pertanto,
membri di fatto, dato che vengono mantenuti informati sulle sue at-
tivit. Romano Prodi, Presidente della Commissione, stato mem-
bro del comitato direttivo di tale gruppo negli anni 80, epoca in cui
il Presidente della BCE, Wim Duisenberg, era tesoriere. Tre Com-
missari sono o sono stati membri della Commissione Trilaterale:
Mario Monti, Chris Patten e Pedro Solbes Mira. Pu la Commissione
indicare il nome dei Commissari che parteciperanno alle prossime
riunioni del Gruppo Bilderberg e della Trilaterale, precisare se essi
parteciperanno a nome della Commissione o a titolo apparentemen-
te privato e se beneficeranno di indennit giornaliere o di altri rim-
borsi per le spese associate a tali riunioni? Pu la Commissione assi-
curare che tali adesioni vengano menzionate nella dichiarazione di
interessi finanziari di ogni Commissario?. Il 4 aprile di 9 anni fa,
leurodeputato Patricia McKenna ha depositato questa interrogazio-
ne parlamentare in cui chiede chiarimenti in merito alle partecipa-
zioni di Mario Monti, commissario UE alla competitivit, alle confe-
renze del gruppo Bilderberg ed alla sua qualit di membro a tutti gli
effetti della famigerata Commissione Trilaterale. In precedenza, il 4
gennaio 1999, la stessa parlamentare europea Mckenna aveva pun-
tato lattenzione proprio sullattuale presidente del consiglio dei mi-
nistri. Oggetto: Partecipazione del Commissario Mario Monti ad un
appuntamento particolare. In relazione allincontro Bilderberg che
ha avuto luogo dal 30 maggio al 2 giugno 1996 a Toronto, al quale ha
partecipato il Commissario Monti, pu la Commissione far sapere: 1.
Quali elementi compongono il costo totale del viaggio? Le spese sono
state rimborsate a suo tempo e, in caso contrario, chi le ha sostenu-
te? 2. Dato che di regola Bilderberg si assume le spese di un lussuoso
alloggio, il Commissario dovrebbe dichiararle? 3. Il Commissario ha
beneficiato dellindennit giornaliera di missione per la durata del
soggiorno? 4. Il Commissario ha preso dei giorni di congedo per que-
sto viaggio? La Commissione ritiene che il Commissario Monti
avrebbe dovuto dichiarare di essere membro del comitato direttivo
Bilderberg? In caso contrario, per quale motivo?. Lunica risposta
stata fornita il 15 maggio 2003 da unautorit di garanzia, eviden-
temente avariata. Romano Prodi in veste di Presidente della Com-
missione UE ha certificato che Numerosi membri della Commissio-

210
ne sono stati invitati e hanno partecipato alle riunioni del gruppo
Bilderberg, alcuni durante il loro mandato alla Commissione, altri
sono stati invitati e hanno partecipato prima di essere membri della
Commissione e non hanno pi partecipato durante il loro mandato.
necessario precisare che la qualit di membro del gruppo non
prevista dallo statuto di tale gruppo. Esiste solo la figura di membro
dello Steering Committee. Nessun membro della Commissione
membro dello Steering Committee. Persone non appartenenti allo
Steering Committee del gruppo Bilderberg possono essere invitate
alle sue riunioni. La partecipazione occasionale a una riunione non
giustifica una citazione sulla dichiarazione dinteressi prevista dal
Codice di condotta applicabile ai Commissari. Infatti, la partecipa-
zione occasionale a una conferenza o il fatto di ricevere informazioni
sulle attivit di un gruppo non implicano necessariamente lapparte-
nenza o la qualit di membro di un gruppo. Quanto alla partecipazio-
ne alla prossima riunione del gruppo Bilderberg, che avr luogo dal
16 al 18 maggio 2003 a Versailles, necessario precisare che tre
Commissari hanno accettato linvito che hanno ricevuto a causa del-
le funzioni che essi esercitano, anche se non partecipano a nome del
Collegio. Si tratta di M. Monti, F. Bolkestein e P. Lamy. La loro tra-
sferta si effettuer sulla base delle norme generalmente applicabili in
materia. Per quanto riguarda la Commissione Trilaterale, il suo sta-
tuto esclude la partecipazione di un membro che esercita una funzio-
ne pubblica. Nessun Commissario quindi membro della Commis-
sione trilaterale e nessun Commissario ha manifestato, fino ad oggi,
la sua intenzione a partecipare a una delle prossime riunioni della
Commissione trilaterale. Mario Monti non era nuovo alla Commis-
sione Europea. Era gi membro dellassemblea precedente, la Com-
missione Santer, la quale vanta linvidiabile primato di essere stata la
prima ed unica costretta alle dimissioni in blocco. Le accuse gravi e
circostanziate, come ben delineato da un rapporto della House of
Commons il Parlamento Inglese erano di cattiva gestione, di-
strazione di fondi e atti di nepotismo. Sul banco degli imputati, tra
laltro, anche lufficio presieduto da Emma Bonino e Manuel Marn,
lECHO, lo European Community Humanitarian Office, sotto accusa
dallUnit di Coordinamento per la Lotta Anti Frodi (UCLAF) per
questioni che affondavano le radici negli anni 80, inerenti a una cat-

211
tiva gestione dei fondi, spesi per lassunzione di burocrati europei
scelti in maniera conveniente anzich per gli aiuti umanitari. Dopo le
dimissioni, e nonostante il loro spettro che aveva minato la credibili-
t della Commissione Europea come istituzione, Monti si riaccredit
alla corte della successiva Commissione Prodi, da perfetto burocrate
UE. Mario Monti sarebbe divenuto di l a poco non un semplice invi-
tato alle conferenze del Gruppo Bilderberg, ma addirittura un mem-
bro del Comitato Direttivo (vedi Bilderberg Meeting Governance). Al
contempo, sarebbe divenuto non un semplice membro della Com-
missione Trilaterale, ma una delle sue tre cariche pi significative,
assumendo la rappresentanza della pi importante area di influenza
attuale, quella dove si stanno giocando i futuri interessi della gover-
nance mondiale: lEuropa. Non tutto: c anche Emma Bonino nel
sistema. Linterrogazione europea di Patricia McKenna datata gen-
naio 1999 (E-3899/98) inequivocabile: Partecipazione della
Commissaria Emma Bonino allincontro Bilderberg 1998. In rela-
zione allincontro Bilderberg che ha avuto luogo dal 14 al 17 maggio
1998 a Turnberry, Scozia, al quale ha partecipato la Commissaria
Bonino, pu la Commissione far sapere: 1. Quali elementi compon-
gono il costo totale del viaggio? Le spese sono state rimborsate a suo
tempo e, in caso contrario, chi le ha sostenute? 2. Dato che di regola
Bilderberg si assume le spese di un lussuoso alloggio, la Commissa-
ria dovrebbe dichiararle? 3. La Commissaria ha beneficiato dellin-
dennit giornaliera di missione per la durata del soggiorno? 4. La
Commissaria ha preso dei giorni di congedo per questo viaggio?.
Circola un video su You Tube che rivela linsidioso pensiero politico
dellilluminato. Dichiara Monti senza vergogna: E qui, naturalmen-
te io ho una distorsione riguardo allEuropa. Ed una distorsione
positiva che riguarda lEuropa. Anche lEuropa, non dobbiamo sor-
prenderci che lEuropa abbia bisogno di crisi e di gravi crisi per fare
passi avanti. I passi avanti dellEuropa sono per definizione cessioni
di parti delle sovranit nazionali a un livello comunitario. chiaro
che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini
alla collettivit nazionale, possono essere pronti a queste cessioni
solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa supe-
riore al costo del farle e c una crisi in atto, visibile, conclamata.
Abbiamo bisogno delle crisi come il G 20, come gli altri consessi in-

212
ternazionali, per fare passi avanti. Quando una crisi sparisce, eh
(balbetta, nda) rimane un cedimento perch si sono messe in opera
istituzioni, leggi, eccetera, per cui non pienamente reversibile. Ba-
sta veder anche per quanto riguarda il comportamento dei poteri
pubblici, ci sono meccanismi simili a quelli che stamattina sono stati
cos sapientemente spiegati. Mi dicono che sono pronti dei sistemi
software che permettono che permettono, insomma, luomo poli-
tico legge il suo discorso sul leggo elettronico, viene condotto listant
polling, le frasi successive, le pagine successive del discorso possono
essere automaticamente adattate a seconda della reazione, dellau-
dience del consesso. Questo che cos? il colmo della democrazia,
cio un referendum istantaneo, o il colmo della leadership ma della
followership? Non lo so? Ehm, la (attimo di esitazione, nda) certa-
mente occorrono delle autorit di enforcement rispettate, che si fac-
ciano rispettare, che siano indipendenti e che abbiano risorse e mez-
zi adeguati. Oggi abbiamo in Europa troppi governi che si dicono li-
berali e che come prima cosa hanno cercato di attenuare la portata,
la capacit di azione, le risorse, lindipendenza delle autorit che si
sposano necessariamente al mercato in uneconomia anche solo libe-
rale. Gli fa eco il sodale Mario Draghi durante laudizione al Parla-
mento Europeo del 16 gennaio scorso: Se i Paesi sono disposti a
cedere parte della sovranit nazionale verso ununione fiscale, allora
questo un inizio della fiducia, e se vi la fiducia poi gli altri passi
seguiranno, da parte degli stessi paesi. Che singolare sintonia. Sono
Monti Mario e mi co-manda Zio Sam? Solo in Italia ovviamente
con il beneplacito della Santa Sede un dipendente di una banca
nordamericana a delinquere (Goldman Sachs), gi al soldo della
Commissione Trilaterale (fondata da David Rockfeller), nonch
membro dellAspen Institute, senza essere eletto democraticamente
diventa capo del Governo. Cos, dalla padella di Berlusconi siamo
transitati direttamente nellaltoforno del governo tecnico imbotti-
to di contraddizioni e conflitti di interessi, senza nemmeno fare una
sosta nella brace sinistroide. Il professor Monti stato commissario
europeo dal 1994 al 2004, agitandosi a dovere. La commissione San-
ter, la prima di cui ha fatto parte, nota ai pi per essere di gran
lunga la commissione pi vergognosa della storia europea. Infatti fu
costretta alle dimissioni anticipate onde evitare una inedita sfiducia

213
da parte del Parlamento europeo, dopo una serie di scandali partiti
dalla commissaria francese Cresson, la quale aveva nominato nel suo
staff il suo amante Philippe Barthelot. Laffaire Cresson era solo la
punta delliceberg e di l a poco emerse tutto il marcio. La commis-
sione dinchiesta del parlamento UE concluse che vera una respon-
sabilit collegiale dei commissari nei casi di frode e nepotismo.
Sebbene coinvolto negli scandali come tutta la commissione Santer,
Mario Monti rimase al suo posto anche nella commissione Prodi.
Alla scadenza del suo secondo mandato Monti si reinventa banchiere
ed entra nella squadra della piovra Goldman Sachs, la banca che ha
aiutato per anni i governi greci di Simitis, Karamanlis e Papandreu a
truccare i conti, nel ruolo di consulente internazionale, a scapito del
popolo ellenico. Quanto utile ogni tanto ripassare i quotidiani pa-
dronali. Cos titolava Il Sole 24 ore l8 novembre 2011, un attimo
prima dellinvestitura ufficiale del suo stretto dipendente, la banca
che ha contribuito ad innescare la crisi: Goldman Sachs: elezioni, lo
scenario peggiore per i mercati. Governo tecnico per abbassare lo
spread. Che preveggenza. Ecco cosa dichiarava il datore di lavoro
Monti Mario sulla situazione politica italiana. Per Goldman Sachs le
elezioni sono lo scenario peggiore, mentre sarebbe auspicabile un
esecutivo di unit nazionale: la soluzione pi gradita ai mercati per-
ch nel tempo porterebbe a un declino negli spread sul debito sovra-
no e a un calo del premio pagato al rischio Italia pi in generale.
Secondo il quotidiano di Confindustria Nel breve termine lo spread
Btp-Bund cadrebbe a 350 punti base sui titoli decennali. A proposi-
to di bufale in doppiopetto: Leuro fa da scudo ai conti pubblici:
grazie alla moneta unica europea se i problemi delle finanze pubbli-
che e lincertezza politica in Italia non si riflettono sullandamento
dei tassi di interesse aveva dichiarato lo stesso Monti al giornale Il
Sole 24 ore, 7 anni fa (17 aprile 2005). E passiamo in rassegna un
giornale che non pu certo essere accusato di estremismo: a caso, Le
Monde. Il celebre quotidiano francese partito proprio dagli affiliati
Mario Monti & Mario Draghi per accusare la banca daffari statuni-
tense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare,
in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi
governare la crisi delleuro. Secondo i colleghi doltralpe il novello
premier italico ha collezionato non solo lincarico di consigliere in-

214
ternazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche
le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione
Trilaterale e di socio del Bilderberg Group. Anche negli Usa non
risparmiano gli affondi. La Commissione Trilaterale viene sovente
accusata di non essere non soltanto un think tank dedito al coordi-
namento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di
potere occulto creato argomentava il senatore repubblicano Barry
Goldwater per sviluppare un potere economico mondiale supe-
riore ai governi politici delle nazioni coinvolte. Ricorda Le Monde
che Ben peggiori sono per i sospetti che circondano Mario Draghi,
lattuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della
carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel
fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finan-
ziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nelleuro.
A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce
non poco Lucas Papadmos, il passato premier greco sospinto dai
poteri forti membro come Mario Monti della Commissione Trilate-
rale. Una patria accompagnata da lui stesso sullorlo del precipizio
quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Pe-
tros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellera-
to ritocco dei conti ellenici. Tra i Goldmans Boys nostrani c pure
Romano Prodi. A puntare il dito sullex primo ministro dellUlivo (ex
Iri, ex Nomisma, insomma ex) ci pensa nel 2007 il Daily Telegraph
accusandolo di esser stato sul libro paga della Goldman una prima
volta tra il 1990 e il 1993 e poi di nuovo dopo il 1997. Ma assai inte-
ressante anche il cursus honorum di Massimo Tononi, il manager
bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario allEconomia del go-
verno Prodi, dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato
alla Goldman dopo quellesperienza, Tononi oggi il presidente di
Borsa Italiana, la societ di propriet del London Stock Exchange
che controlla Piazza Affari. Sarebbe stato impossibile per il Gruppo
Bilderberg sviluppare il proprio piano per il mondo se fosse stato
soggetto alle luci dei media in questi anni ha dichiarato David
Rockfeller ex presidente della Chase Manhattan Bank. Ed utile ri-
cordare questa dichiarazione del fondatore della Trilaterale: What-
ever the price of the Chinese Revolution, it has obviously succeeded
not only in producing more efficient and dedicated administration,

215
but also in fostering high morale and community of purpose. The
social experiment in China under Chairman Maos leadership is one
of the most important and successful in human history (Qualunque
sia stato il prezzo della rivoluzione cinese, si ovviamente riusciti
non solo a produrre unamministrazione pi efficiente e dedicata,
ma anche a promuovere lalto valore morale e una comunit di inten-
ti. Lesperimento sociale in Cina sotto la guida del presidente Mao
uno dei pi importanti successi nella storia umana). Un governo
tecnico oggi rappresenta il fallimento democratico italiano. Secondo
un anonimo banchiere svizzero intervistato dal movimento WeAre-
Change il 30 maggio 2011 ormai palese che il Bilderberg usa le
banche svizzere per attivit di riciclaggio di denaro, finanziamento
per rovesciare i governi, per gli assassini e per mandare in bancarot-
ta le nazioni, espressioni riportate in un interrogazione parlamen-
tare presentata dal senatore Elio Lannutti nel giugno di un anno fa.
Il banchiere elvetico ha aperto uno squarcio sulle relazioni nascoste
tra i manager di alto livello della banche svizzere e il club Bilderberg.
In particolare, il potente uomo daffari assurto a gola profonda, rife-
riva di essere stato coinvolto nel pagamento diretto in contanti di
una persona che uccise il presidente di un paese straniero. Diversi
servizi segreti provenienti dallestero, soprattutto di lingua inglese,
diedero lordine di finanziare azioni illegali, compresa luccisione di
persone che non seguirono gli ordini del Bilderberg o del FMI o della
Banca Mondiale, attraverso le banche svizzere. Posso confermare
quello che John Perkins ha scritto nel suo libro Confessioni di un
Sicario Economico. Esiste veramente un solo Sistema e le banche
svizzere hanno le mani in pasta in esso. Aveva ribadito lo stesso
banchiere (informatore): Perch il prossimo Bilderberg meeting si
far in Svizzera. Perch la situazione mondiale peggiora sempre di
pi. Infine perch le maggiori banche Svizzere sono coinvolte in atti-
vit non etiche. La maggior parte di queste operazioni sono al di fuo-
ri del bilancio. Non sono sottoposte a verifica e non prevedono tasse.
Si parla di cifre con molti zeri. Somme enormi, si parla di triliardi,
illegali, non sottoposti a controllo fiscale. Fondamentalmente si trat-
ta di una rapina per tutti. Voglio dire le persone normali pagano le
tasse e rispettano le leggi. Quello che sta accadendo qui completa-
mente contro i nostri valori svizzeri, come la neutralit, lonest e la

216
buona fede. Negli incontri dove fui coinvolto, le discussioni erano
completamente contro i nostri principi democratici. Vedete, la mag-
gior parte degli amministratori delle banche svizzere non sono pi
locali, sono stranieri, soprattutto anglosassoni, sia americani che
britannici, non rispettano la nostra neutralit, non rispettano i no-
stri valori, sono contro la nostra democrazia diretta, basta loro usare
le nostre banche come mezzi per fini illegali. Utilizzano enormi
quantit di denaro creato dal nulla e distruggono la nostra societ e
distruggono le persone in tutto il mondo solo per avidit. Cercano il
potere e distruggono interi paesi, come Grecia, Spagna, Portogallo,
Irlanda. Una persona come Josef Ackermann, che un cittadino
svizzero, luomo di punta di una banca tedesca (Deutsche Bank) e
usa il suo potere per avidit e non rispetta la gente comune. Ha un
bel paio di casi legali in Germania e ora anche negli Stati Uniti. un
Bilderberg non si preoccupa della Svizzera o di qualsiasi altro pae-
se. Alla domanda dellintervistatore se alcune di queste persone ci-
tate parteciperanno allimminente riunione del Bilderberg a St. Mo-
ritz il banchiere risponde di s ed aggiunge che i partecipanti sono in
una posizione di potere: Hanno enormi quantit di denaro disponi-
bile e lo utilizzano per distruggere interi paesi. Distruggono la nostra
industria e la ricostruiscono in Cina. Dallaltra parte hanno aperto le
porte a tutti i prodotti cinesi in Europa. La popolazione attiva euro-
pea guadagna sempre meno. Il vero obiettivo quello di distruggere
lEuropa. Inoltre riguardo ai mass media in Occidente che se ne
stanno pi o meno completamente in silenzio per quanto riguarda il
gruppo Bilderberg il banchiere sostiene che esiste un accordo tra
loro e i proprietari dei mezzi di comunicazione. Alle riunioni vengo-
no invitate anche alcune personalit di spicco del mondo dei media,
ma viene detto loro di non riferire nulla di ci che vedono o sento-
no. Infatti, giusto per fare un esempio: nel belpaese avete mai sen-
tito nominare il signoraggio dai guru sulla scena? Solo nel Belpaese
un cameriere del potere finanziario nordamericano, gi membro di
societ massoniche occulte, viene promosso senza meriti a presiden-
te del consiglio dei ministri, calpestando in un lampo lo Stato di di-
ritto e demolendo senza alcuna seria reazione lo Stato sociale. or-
mai chiara laggressione allItalia per annullare definitivamente la
residua sovranit economica: Goldman Sachs ha innescato londata

217
di vendite di Btp, poi seguita dagli hedge fund e dalle altre banche
doltreoceano. E qui saltano fuori i conflitti di interesse. Mario Mon-
ti attualmente presidente europeo della Trilateral Commission (or-
ganizzazione fondata tra laltro da David Rockfeller ed Henry Kissin-
ger), nonch socio del Club Bilderberg, anche se il 24 novembre 2011
ha solo annunciato di aver congelato queste cariche. Infine: il nuovo
presidente del consiglio sul libro paga, in qualit di consulente (in-
ternational advisor), della banca daffari Goldman Sachs, specializ-
zata in speculazioni illecite dogni genere sul pianeta Terra; inoltre
ha lavorato per la Coca Cola. Lassociazione a delinquere Bilderberg
usa le banche per attivit di riciclaggio monetario, finanziamento per
rovesciare i governi, omicidi su commissione per mandare in banca-
rotta le nazioni. Date unocchiata alle interrogazioni parlamentari
del senatore Elio Lannutti numero 4/04265 e numero 4/05452
emblematicamente senza risposta. Come mai n Berlusconi n
Monti hanno risposto? Forse, nascondono qualche macroscopico
conflitto di interessi? La Goldman Sachs nel remoto anno 2010 sta-
ta incriminata dalla Securieties and Exchange Commission (Ente
Usa per la vigilanza della Borsa) per frode e truffa ai danni dei propri
clienti. Di chi si tratta? Solo per fare un esempio a portata di mano:
sono i padroni di quelle societ paravento (Petroceltic International,
Northern Petroleum, eccetera) che estrarranno petrolio e gas dai no-
stri mari con danni ambientali incalcolabili. Grazie anche al benepla-
cito del governo Berlusconi e alla benevola disattenzione dellam-
bientalista a chiacchiere, Nichi Vendola. Quando sono i mercati fi-
nanziari a dettare lagenda politica ad un intero paese, vuol dire che
la democrazia morta e sepolta. Provocazione politica? A buon dirit-
to, c molto di pi: un Belpaese che va a rotoli, consegnato alle oli-
garchie finanziarie straniere, con il sistema Giustizia, o meglio in-
giustizia che colpisce solo i poveracci ed i pericolosi non allineati.
Solo una donna poteva osare tanto, nel silenzio assordante degli ad-
domesticati mass media, mentre gran parte degli individui di sesso
maschile (sulla mera carta didentit), tremano solo allidea di espri-
mere verbalmente unidea non allineata alla melassa dominante. In-
fatti, qualche giorno fa, precisamente il 2 aprile, il giovane avvocato
Paola Musu ha sporto denuncia nei confronti del Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, e conseguentemente del Primo Mi-

218
nistro Mario Monti, ed infine dei ministri in carica compresi i docili
membri del Parlamento. Il punto nodale dellatto daccusa riguarda
la sottrazione al Popolo italiano della sovranit in materia di politi-
ca monetaria, economica e fiscale che si risolve in una deprivazione
della facolt di determinare il proprio destino, il suo essere e in una
compromissione della sua stessa esistenza. I reati ravvisabili nello-
perato di Napolitano che la denuncia indica sono: 241 c.p Attentato
contro lintegrit, lindipendenza o lunit dello Stato; 270 c.p. Asso-
ciazioni sovversive; 283 c.p Attentato conto la Costituzione dello
Stato; 287 c.p. Usurpazione del potere politico; 289 c.p Attentato
contro gli organi costituzionali; 294 c.p. Attentato contro i diritti po-
litici del cittadino; 304 c.p. Cospirazione politica mediante accordo;
305 c.p. Cospirazione politica mediante associazione. La denuncia
scattata a seguito delle vicende degli ultimi mesi, conseguenza del-
la crisi economica e del diktat della Bce che hanno suggerito al Presi-
dente della Repubblica la formazione di un nuovo governo, cosiddet-
to tecnico, a guida di Mario Monti. Un governo non legittimato dal
voto popolare. Infatti si legge nellatto della Musu: in un chiaro ed
evidente sovvertimento dellimpianto repubblicano e democratico
dello Stato, in quanto la sovranit popolare ed il Parlamento ne risul-
tano totalmente svuotati di contenuto ed il cui culmine stata la re-
cente destituzione di un governo, ultima espressione di una sovrani-
t popolare di cui rimasto solo il nome, avvenuta in modo del tutto
anomalo e totalmente al di fuori dai principi e dalle norme previste
nel nostro ordinamento, nonch in aperta violazione dellart.94 della
Costituzione, oltre che illegittimamente sostituito con un soggetto
che rappresenta, gi solo nella persona del Presidente del Consiglio,
una chiara espressione della gi citata oligarchia. La prima viola-
zione, secondo lavvocato Paola Musu, sarebbe allarticolo 1 della Co-
stituzione: LItalia una Repubblica democratica, fondata sul lavo-
ro. La sovranit appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e
nei limiti della Costituzione. E poi: Contenuto essenziale della
sovranit di un popolo dato dalla propria sovranit in materia di
politica monetaria, economica e fiscale: con essa, ed attraverso i
suoi strumenti, che un popolo determina le sue sorti. Svuotare un
popolo e la sua sovranit di quello specifico contenuto significa, e
comporta, privarlo della sovranit stessa, in quanto lo si priva della

219
facolt e del potere di determinare il proprio destino ed il proprio
stesso essere, compromettendone la sua stessa esistenza. La sovra-
nit monetaria oggi non appartiene pi al popolo italiano, ma effet-
tivamente alla Banca Centrale Europea che ha dettato, negli ultimi
mesi, le politiche economiche del Governo Monti. Purtroppo, la de-
nuncia non avr alcuna conseguenza pratica. Sei anni fa, infatti, con
la legge numero 85 del 24 febbraio 2006 (Modifiche al codice pena-
le in materia di reati di opinione) 40 giorni prima delle elezioni,
con il Governo Berlusconi agli sgoccioli, ed unopposizione di carta
velina il Parlamento introduce modifiche al codice penale, nella
parte in cui si difende lo Stato democratico da reati che possono sov-
vertirlo: sin dal primo articolo ci si rende conto che i mutamenti pi
importanti apportati dalla normativa hanno ben poco a che vedere
con i reati di opinione. Infatti vengono modificati gli articoli 241 (at-
tentati contro lindipendenza, lintegrit e lunit dello Stato); 283
(attentato contro la Costituzione dello Stato); 289 (attentato contro
organi costituzionali e contro le assemblee regionali), ovvero le figu-
re di attentato alle istituzioni democratiche del paese. Certo sono
stati anche cambiati, e abrogati, alcuni articoli che incidono sulla li-
bert di espressione (vilipendio, propaganda e apologia). Tali modi-
fiche, per, non hanno la rilevanza di quelle apportate agli articoli
che concernono le figure di attentato. Prima della modifica operata
dalla legge 85/2006, per integrare una delle fattispecie di attentato
contro la personalit dello Stato, trattandosi di delitti posti a presi-
dio di beni di rango particolarmente elevato (Integrit, indipendenza
ed unit dello Stato; Costituzione ed organi Costituzionali), era suffi-
ciente un qualsiasi atto intenzionalmente diretto a ledere il bene pro-
tetto, indipendentemente dalla sua idoneit a raggiungere lo scopo.
Il legislatore, per, si spinto ben oltre perch sia integrata la fatti-
specie, che gli atti, oltre ad essere idonei e diretti, debbano essere
anche violenti. E, ad oggi, non ci pare di aver mai visto Giorgio Na-
politano con un detonatore in mano, pronto a far esplodere qualche
sede istituzionale. Tale ulteriore restrizione della fattispecie, non
giustificata da esigenze costituzionali (larticolo 25 della Costituzione
subordina la sanzione penale ad un fatto e non ad un fatto violento),
espone le istituzioni democratiche del paese ad un grave rischio, pri-
vandole, nei fatti, di qualsiasi tutela. Ci siamo: arrivato il giorno in

220
cui avremmo dovuto pentirci di una legge che, apparentemente, ave-
va lo scopo di favorire la libert di offesa della Lega Nord. In sostan-
za: depistare, mentire ed occultare prove allo scopo di impedire alle
istituzioni di svolgere i propri compiti (quandanche ci comporti
una minaccia per la stessa sopravvivenza dello Stato democratico)
non costituisce pi reato ex art. 289 del codice penale. Oggi chiun-
que attenti agli organi costituzionali con atti diretti violenti ed idonei
non rischia praticamente nulla. Ma supponiamo, per assurdo, che
venisse in qualche modo dimostrata la caratterizzazione violenta in
termini legislativi del presunto attentato del Presidente Napolitano
contro gli organi Costituzionali: vediamo a quale sanzione dovrebbe
sottostare. Oggi attentare agli organi costituzionali con atti idonei,
diretti e violenti (la cui previsione di pena massima 5 anni) viene
punito meno gravemente del furto di un oggetto (la cui pena massi-
ma 6 anni). Sempre nel 2006 con 543 voti, al quarto scrutinio, il
Parlamento italiano ha eletto Giorgio Napolitano Presidente della
Repubblica. In quello stesso anno, a Corleone (di cui cittadino ono-
rario lattuale presidente del Senato, Renato Schifani, socio negli
anni 80 della Sicula Brokers), i poliziotti della squadra mobile di
Palermo arrestano il capo della cupola mafiosa, ossia la manovalan-
za del sistema di potere imperante, Bernardo Provenzano (73 anni),
dopo una latitanza spudoratamente favorita da organi ed alte cariche
dello Stato per mezzo secolo. Basta dare unocchiata alla voce tratta-
tiva Mafia & Stato, comprese alcune stragi come Capaci e via DAme-
lio, che hanno eliminato due magistrati (Falcone Borsellino) netta-
mente al di sopra della media nazionale nella rispettiva categoria,
non succubi del potere e neppure addomesticabili come altri ripu-
gnanti togati. Mario Monti non stato eletto dal Popolo Italiano, ep-
pure sta facendo a pezzi il nostro Paese, senza alcun mandato eletto-
rale. La denuncia dellavvocato Musu contiene anche unaccorata
difesa della Costituzione Italiana e si rivolge non solo al Governo e
alle Istituzioni attualmente in carica, ma a tutti coloro che, dal 1992
ad oggi, secondo lavvocato hanno consegnato la sovranit del po-
polo italiano in materia di politica monetaria, economica e fiscale
() e, con essa, la sostanza essenziale ed intangibile della sovranit
popolare, nelle mani di organismi esterni alla Repubblica (BCE,
SEBC, Commissione), di struttura e composizione prettamente oli-

221
garchica e privi di alcun fondamento democratico e, tanto meno, re-
pubblicano e senza che il popolo vi abbia mai manifestato espresso e
formale consenso. Lassociazione Alba Mediterranea aveva deposi-
tato fin dal 21 giugno 2010 ben dieci diverse denunce contro le pi
alte cariche dello Stato, tra cui ben tre per alto tradimento. Ecco la
loro esortazione: DA ORA BASTA LIMITARSI A FARE CLIC COL
MOUSE BASTA DARE SEGNI DI APPREZZAMENTO BASTA
CONDIVIDERE LE CONGRATULAZIONI DA ORA IN POI INCO-
MINCIATE ANCHE VOI AD ASSUMERVI LA VOSTRA PERSONA-
LE DOSE DI RESPONSABILIT NON POTETE RIMANERE IN
PANTOFOLE DAVANTI AL COMPUTER MENTRE QUELLI COME
NOI E LA PAOLA MUSU FANNO LA RIVOLUZIONE PER VOI.
Basta dare unocchiata ai provvedimenti legislativi varati dal 1992 in
poi, ai danni del popolo italiano, per rendersene conto. Il Governo
Berlusconi in prima battuta ed in seguito quello Monti non hanno
risposto. Come mai? Come si legge nellinterrogazione parlamentare
numero 4-04265, presentata dal senatore Elio Lannutti il 13 dicem-
bre 2010 il Bilderberg opera nel segreto assoluto e per 50 anni non
si saputo nemmeno che esistesse. Solo di recente ha aperto un sito
realizzato in grande economia e che dice di fatto pochissimo. Non si
conoscono le sue finalit, i suoi membri, curiosamente, non vantano
lappartenenza al gruppo nei curricula vitae. Quando il club si riuni-
sce in seduta plenaria ai giornalisti non permesso avvicinarsi; tra i
promotori del gruppo Bilderberg ci sono Bernhard van Lippe-Bie-
sterfeld, presidente del Bilderberg fino a quando nel 1976 diede le
dimissioni per lo scandalo di una tangente da 1,1 milioni di dollari
dalla Lockheed Corporation per la vendita di aerei caccia allaviazio-
ne olandese; Joseph Retinger, economista polacco, il quale fu tra i
fondatori e segretario generale fino al 1952 dellUnited European
Movement presieduto da Winston Churchill e finanziato dallACUE
(American Committee for United Europe); (...) il gruppo ha svolto i
seguenti incontri: 29-31 maggio 1954: Oosterbeek, Olanda; 18-20
marzo 1955: Barbizon, Francia; 23-25 settembre 1955: Garmisch-
Partenkirchen, Germania dellOvest; 11-13 maggio 1956: Fre-
densborg, Danimarca; 15-17 febbraio 1957: St Simons Island, Geor-
gia, USA; 4-6 ottobre 1957: Fiuggi, Italia; 13-15 settembre 1958:
Buxton, Inghilterra; 18-20 settembre 1959: Yesilky, Turchia; 28-29

222
maggio 1960: Brgenstock, Svizzera; 21-23 aprile 1961: St Castin,
Canada; 18-20 maggio 1962: Saltsjbaden, Svezia; 29-31 maggio
1963: Cannes, Francia; 20-22 marzo 1964: Williamsburg, Virginia,
USA; 2-4 aprile 1965: Villa dEste, Italia; 25-27 marzo 1966: Wiesba-
den, Germania dellOvest; 31 marzo-2 aprile 1967: Cambridge, In-
ghilterra; 26-28 aprile 1968: Mont Tremblant, Canada; 9-11 maggio
1969: Marienlyst, Danimarca; 17-19 aprile 1970: Bad Ragaz, Svizze-
ra: 23-25 aprile 1971: Woodstock, Vermont, USA; 21-23 aprile 1972:
Knokke, Belgio; 11-13 maggio 1973: Saltsjbaden, Svezia; 19-21 apri-
le 1974: Megve, Francia; 25-27 aprile 1975: esme, Turchia; 22-24
aprile 1977 (nel 1976 non ci fu alcuna conferenza poich il principe
Bernhard fu coinvolto nello scandalo Lockheed): Torquay, Inghilter-
ra; 21-23 aprile 1978: Princeton, New Jersey, USA; 27-29 aprile
1979: Baden, Austria; 18-20 aprile 1980: Aachen, Germania dellO-
vest; 15-17 maggio 1981: Brgenstock, Svizzera; 14-16 maggio 1982:
Sandefjord, Norvegia; 13-15 maggio 1983: Montebello, Canada; 11-
13 maggio 1984: Saltsjbaden, Svezia; 10-12 maggio 1985: Rye Bro-
ok, New York, USA; 25-27 aprile 1986: Gleneagles, Scozia; 24-26
aprile 1987: Villa dEste, Italia; 3-5 giugno 1988: Telfs-Buchen, Au-
stria; 12-14 maggio 1989: La Toja, Spagna; 11-13 maggio 1990: Glen
Cove, New York, USA; 6-9 giugno 1991: Baden-Baden, Germania;
21-24 maggio 1992: Evian-les-Bains, Francia; 22-25 giugno 1993:
Atene, Grecia; 3-5 giugno 1994: Helsinki, Finlandia; 8-11 giugno
1995: Zurigo, Svizzera; 30 maggio-1 giugno 1996: Toronto, Canada;
12-15 giugno 1997: Lake Lanier, Georgia, USA; 14-17 maggio 1998:
Turnberry, Ayrshire, Scozia; 3-6 giugno 1999: Sintra, Portogallo;
1-4 giugno 2000: Genval, Bruxelles, Belgio; 24-27 maggio 2001:
Gothenburg, Svezia; 30 maggio-2 giugno 2002: Chantilly, Virginia,
USA; 15-18 maggio 2003: Versailles, Parigi, Francia; 3-6 giugno
2004: Stresa, Italia; 5-8 maggio 2005: Rottach-Egern, Monaco, Ger-
mania; 8-11 giugno 2006: Ottawa, Canada; 31 maggio-3 giugno
2007: Istanbul, Turchia; 5-8 giugno 2008: Chantilly, Virginia, USA;
14-16 maggio 2009: Atene, Grecia; cui si aggiunge lincontro avvenu-
to il 3-6 giugno 2010 a Sigtes in Spagna. Ma diamo unocchiata rav-
vicinata agli italiani associati. Ecco alcuni dei partecipanti agli in-
contri Bilderberg degli scorsi anni: Franco Bernab, John Elkann,
Mario Monti, Tommaso Padoa Schioppa, Paolo Scaroni, Giulio Tre-

223
monti, Gianni Agnelli, Umberto Agnelli, Alfredo Ambrosetti, Emma
Bonino, Giampiero Cantoni, Lucio Caracciolo, Luigi G. Cavalchini,
Adriana Ceretelli, Innocenzo Cipolletta, Gian C. Cittadini Cesi, Ro-
dolfo De Benedetti, Ferruccio De Bortoli, Paolo Zannoni, Antonio
Vittorino, Ignazio Visco, Walter Veltroni, Marco Tronchetti Provera,
Ugo Stille, Barbara Spinelli, Domenico Siniscalco, Stefano Silvestri,
Renato Ruggiero, Carlo Rossella, Virginio Rognoni, Sergio Romano,
Gianni Riotta, Alessandro Profumo, Romano Prodi, Corrado Passe-
ra, Cesare Merlini, Rainer S. Masera, Claudio Martelli, Giorgio La
Malfa, Francesco Giavazzi, Gabriele Galateri, Paolo Fresco, Mario
Draghi, Gianni De Michelis. Il senatore Lannutti aveva posto qual-
che quesito imbarazzante: se il Governo non ritenga che lassoluta
segretezza che ha sempre caratterizzato le riunioni Bilderberg non
sia accettabile considerato che politici e capi di Stato dovrebbero
sempre render conto di tutte le riunioni che fanno ai propri cittadini,
consentendo quindi ai mass media di seguire levento e fare doman-
de circa lagenda dettagliata dellincontro Bilderberg e delle decisioni
che si prenderanno in merito ai piccoli ed ai grandi problemi che
coinvolgono tutti; se non intenda, vista la partecipazione agli incon-
tri del gruppo Bilderberg di Ministri ed esponenti dei vertici di azien-
de pubbliche italiane, favorire, nelle opportune sedi, la massima tra-
sparenza delle riunioni, considerato che la riservatezza maniacale
alimenta il sospetto e il mistero in democrazia malsano; se negli
incontri riservati vengano decisi anche i rapporti di affari tra i ban-
chieri, i governatori delle banche centrali, i capitani di industria ed i
vari faccendieri che possono cos effettuare allegre speculazioni.
Mario Monti International Advisor di Goldman Sachs ( anche par-
te del consiglio damministrazione della Coca Cola). Goldman Sachs
una delle pi grandi banche daffari del mondo, in altri termini un
istituto bancario che, a differenza delle banche commerciali, non
permette depositi ma offre servizi e specula con elevato rischio. Ha
speculato abbondantemente sulla crisi dei mutui subprime (riferita
dal Time) e ha speculato nel debito della Grecia, aiutando il governo
ellenico a mascherare le reali condizioni del proprio debito pubblico
(attesta Der Spiegel). Per la cronaca: la Goldman Sachs, nel 2010,
stata anche incriminata dalla SEC (Securities and Exchange Com-
mission, ente statunitense per la vigilanza della borsa) per frode e

224
truffa ai danni dei propri clienti. In soldoni: lalta finanza non si ac-
contenta pi di speculare economicamente, vuole anche poter spe-
culare politicamente, senza pi bisogno di nascondersi. Il 3 giugno
dellanno scorso, dinanzi al Parlamento europeo, Daniel Estulin (au-
tore del best seller Il club Bilderberg) stato ancora pi esplicito:
Lidea dietro ognuna di queste riunioni Bilderberg di creare quel-
lo che loro stessi chiamano Laristocrazia del proposito, sul modo
migliore per gestire il pianeta tra le lite dellEuropa e del Nord Ame-
rica. In altre parole, la creazione di una rete di enormi cartelli, pi
potente di qualsiasi nazione sulla Terra, destinata a controllare i bi-
sogni vitali del resto dellumanit, ovviamente dal loro punto di vista
privilegiato, per il bene di noi tutti, la classe inferiore o The Great
Unwashed, come loro ci definiscono.
Le solite compagnie di giro: quanto piccolo il mondo; ma al bando
le dietrologie. Non ci vuole granch per smascherare lapprovazione
di Beppe Grillo per il premier Monti. Il canale si chiama Aspen Insti-
tute e ci porta direttamente allo spietato gruppo di potere Bilderberg
e alla Commissione Trilaterale. Tradotto: Fmi, Bce, multinazionali,
eccetera. Vi ricordate la mappa del potere esibita dal comico? Do-
manda non concordata. Perch non vi compare nessuno della Casa-
leggio Associati n la societ stessa che gestisce il blog del comico
milionario? In particolare Enrico Sasson, gi responsabile del men-
sile di management Harvard Business Review Italia (rivista edita
da StrategiQs Edizioni, di cui co-fondatore e amministratore dele-
gato), Presidente di Leading Events (The Ruling Companies Associa-
tion) e Presidente di Global Trends, societ di studi, ricerche e comu-
nicazione. Il giornalista Sasson, socio Casaleggio, soprattutto gi
director della Camera di Commercio Usa in Italia. Al suo interno fi-
gurano personaggi che allepoca avevano ruoli di rilievo: il vice di
Microsoft Italia, Umberto Paolucci, Gian Battista Merlo, presidente
e amministratore delegato Exxon Mobil Mediterranea, Gianmaria
Don dalle Rose, amministratore delegato della Twentieth century
Fox home entertainment Italia, Massimiliano Magrini, country ma-
nager di Google Italia, Luciano Martucci, presidente e amministrato-
re delegato di Ibm Italia, Gina Nieri, consigliere di amministrazione
Mediaset, Maria Pierdicchi, direttore generale Standard & Poors,
Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo, Cristina Ravelli, count-

225
ry legal director The Walt Disney co. Italia, Dario Rinero, presidente
e numero uno di Coca-Cola Hbc Italia, Cesare Romiti, presidente
onorario Rcs. Micromega nel 2010 segnalava che oggi nellAmeri-
can chamber of commerce in Italy troviamo altre figure di spicco
come Gianluca Comin, dirigente Enel, e Giuseppe Cattaneo dellA-
spen Institute Italia, il prestigioso pensatoio, creatura di Gianni Let-
ta, presieduto da Giulio Tremonti. E lAspen Institute pesa, ovunque
agisca. Luogo di incontro fra intellettuali, economisti, politici, scien-
ziati e imprese. NellAspen transita llite italiana, che faccia riferi-
mento al centrodestra o al centrosinistra. Nel sito dellAspen Insti-
tute la presentazione di rito: Identit. Aspen Institute Italia
unassociazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e
senza fini di lucro caratterizzata dallapprofondimento, la discussio-
ne, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori. La comunit
Aspen composta di Soci Sostenitori, Soci Ordinari, Amici di Aspen
e, dal 2001, dagli Aspen Junior Fellows. Dai loro contributi lIstituto
trae le risorse necessarie per il proprio funzionamento. Il network
internazionale Aspen composto da altri centri di attivit indi-
pendenti ma coordinati con sede negli Stati Uniti, in Francia, Ger-
mania, Giappone, India, Romania e Spagna. The Aspen Institute
nasce negli Stati Uniti nel 1950 per iniziativa di un gruppo di intellet-
tuali e uomini di affari americani convinti della necessit di rilancia-
re il dialogo, la conoscenza e i valori umanistici in una realt geopo-
litica internazionale complessa e in evoluzione, appena uscita dalla
devastante esperienza della Seconda Guerra Mondiale. In Italia lI-
stituto inizia la propria attivit nel 1984 con una forte caratterizza-
zione transatlantica, oggi ancora ugualmente molto presente. La
missione di Aspen Institute Italia linternazionalizzazione della le-
adership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un
libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e pro-
muovere valori, conoscenze e interessi comuni. LIstituto concentra
la propria attenzione verso i problemi e le sfide pi attuali della poli-
tica, delleconomia, della cultura e della societ, con unattenzione
particolare alla business community italiana e internazionale. Il
metodo Aspen privilegia il confronto ed il dibattito a porte chiu-
se. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale,
economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di

226
assoluta riservatezza e di libert espressiva. The Aspen Institute, con
sede oggi a Washington DC e centri dattivit ad Aspen (Colorado) e
a Wye River (Maryland), nasce nel 1950 e, da allora, promuove e fa-
vorisce lo sviluppo di una leadership illuminata, formata al dialogo e
in grado di affrontare le sfide della societ globale. Partecipano agli
incontri organizzati dallIstituto personalit di primo piano della po-
litica, delleconomia, della scienza e dei media nazionali e internazio-
nali. Lintensa attivit editoriale testimonia ulteriormente limpegno
per la missione di creare negli Stati Uniti e nel mondo una leadership
illuminata e consapevole, formata su valori umanistici universali.
Un circolo di eterodiretti: dal produttore al consumatore di bufale a
pagamento, ora anche utile elettore. Casaleggio plasma gli orienta-
menti di Beppe Grillo il quale forgia le politiche del Movimento cin-
que stelle. Il video aziendale di Casaleggio Gaia prevede nel 2045
un mondo controllato da internet dove la politica sar morta. Allin-
terno di Casaleggio figurano esponenti dellAspen Institute, un tink
tank conservatore americano che ha il chiodo fisso puntato sulla ri-
duzione drastica della popolazione. Di che si tratta? Di un potente
sodalizio di personaggi influenti: studiosi, politicanti, professionisti
affermati, giornalisti; che hanno il ruolo di elaborare le nuove strate-
gie politiche e anche le nuove ideologie come il neoconservatorismo
americano, che ha fatto da guida ai 10 anni di Presidenza e governo
di George W. Bush, inclusa la guerra al terrore e tutto ci che com-
port nella riduzione delle libert civili dei cittadini americani ma
non solo. Banale sorpresa. Nel comitato esecutivo dellAspen Italia,
tra gli altri si annoverano Mario Monti, Giuliano Amato, Lucia An-
nunziata, Francesco Caltagirone, Giuseppe Cattaneo, Fedele Confa-
lonieri, Gianni De Michelis, Umberto Eco, John Elkann, Franco
Frattini, Enrico Letta, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Paolo Mieli,
Romano Prodi, Cesare Romiti, Paolo Savona, Carlo Scognamiglio,
Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Giuliano Urbani. Per una mappa del
potere sarebbe fondamentale sottolineare i collegamenti che ci sono
tra questi personaggi di sgrido ed alcune societ. La Aspen ha come
scopo (si legge nel sito web) linternazionalizzazione della leader-
ship imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso il me-
todo Aspen che privilegia il confronto ed il dibattito a porte chiu-
se. Alcuni di quei personaggi fanno parte del Bilderberg Group,

227
della Commissione Trilaterale e il Consiglio per le Relazioni Estere.
Per quale ragione una societ che ha al suo interno membri del gene-
re che si vedono a porte chiuse non stata inserita nella mappa del
grillo parlante? Dalle mie parti, in lingua dialettale si dice: Sput
cadduin (sputa che indovini). Dal comico ligure stata nascosta
volutamente una parte dellorganigramma di potere? Singolare coin-
cidenza: proprio quella collegabile alla Casaleggio e quindi a Grillo.
Per la cronaca: sulla rivista Aspenia (edita dallAspen Institute Italia
e sfacciatamente favorevole al nucleare civile e militare) scrive il ge-
nerale Carlo Jean, gi protagonista in negativo sotto il governo Ber-
lusconi del tentativo di realizzare, nel novembre 2003, in Lucania un
deposito illegale di scorie atomiche, in seguito arrestato dalla mobi-
litazione popolare. Unaltra singolare coincidenza: Marta Dass, gi
direttore generale per le attivit internazionali di Aspen Italia stata
recentemente nominata sottosegretario al ministero degli Affari
Esteri (governo Monti). Allora, da chi influenzato la star Beppe?
Serenetta Monti, grillina romana della prima ora dice che Beppe
prende ordini da Gianroberto Casaleggio. Beppe Grillo stesso, nella
prefazione di Web ergo sum, racconta: Lo incontrai per la prima
volta a Livorno, una sera di aprile del 2004. Venne in camerino e
cominci a parlarmi di rete. Di come potesse cambiare il mondo.
Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco.
Ebbi un attimo di esitazione. Casaleggio ne approfitt. Mi parl allo-
ra di Calimero, il pulcino nero, Gurdjieff. Il guru del guru fa il suo
esordio nellOlivetti di Roberto Colaninno, poi transita in Webegg,
unazienda allora controllata da Telecom. Casaleggio appunto il
manager che ha persuaso Grillo dellutilit della rete. La societ che
presiede, la Casaleggio associati (fondata nel 2004 a Milano), ha lo-
biettivo dichiarato di sviluppare in Italia la cultura della Rete. Ha
creato e gestisce, tra le altre cose, non solo il blog del comico genove-
se ma anche la distribuzione di tutti i suoi gadget (video, libri).
Casaleggio non ha traghettato su internet solo Grillo: nel gennaio
2006 il manager convinse anche Antonio Di Pietro ad aprire un suo
blog. Per comprendere la strategia di Casaleggio basta leggere la di-
chiarazione rilasciata al Corsera il 25 maggio 2011: La Rete condi-
zioner il potere e cambier le forme di rappresentanza democratica.
Passando dalla delega alla partecipazione diretta. Gli Usa sono da-

228
vanti anni luce e noi siamo il fanalino di coda. In soldoni: la demo-
crazia diretta che dalle antiche arene in pietra si sposta nellarena
della Rete e si fa democrazia digitale, per dirla come la annuncia lui:
La Rete che spossessa i governi della rappresentanza e i media del-
la gestione dellinformazione, mettendo in crisi il sistema della
delega democratica, quella che passa attraverso il Parlamento. Ora
Grillo spieghi la faccenda ai suoi fans. Grillini non fate i grullini.
Allombra, tutto torna. Non ho alcuna simpatia per Berlusconi Silvio,
ma come si fa ad approvare Monti Mario, al servizio del sistema di
potere imperante? Recita un vecchio adagio pugliese: Dall e dall e
ci tiech pur u metall . Tradotto: a furia di ripetere a m di litania
tutto ed il contrario di tutto, anche le cose pi assurde, qualcuno fi-
nisce per crederci. Rammentate la polemica circa alcune dichiarazio-
ni di Beppe Grillo sul governo Monti. Il comico genovese, ad un certo
punto, non ha perso tempo e attraverso il suo blog ha lanciato strali
striduli: Certi giornalisti leggono il blog per affermare lesatto con-
trario di quello che scrivo. il loro mestiere. Io ho detto in un incon-
tro pubblico, in una libreria, che Monti una brava persona, una
frase che stata trasformata in un appoggio incondizionato al Gover-
no (alla Bersani style per intenderci). Ho detto che Monti deve fare
tre cose: cambiare la legge elettorale, risolvere i conflitti di interesse
e bloccare laumento del debito. E anche che deve dare ascolto ai
movimenti. Lo far? Ne dubito, ma se lo facesse non potrei criticarlo
per questo. Ho anche detto che chiunque pu fare meglio del prece-
dente governo. Oggi voglio fare il portavoce di me stesso e inviare un
messaggio ad alcuni giornalisti: Andate a fanculo. Per favore, non
travisatelo. Ps: Non ho rilasciato alcuna intervista al settimanale
Oggi. Ci vuole una faccia di bronzo, meglio, di tolla. Eppure il new-
smagazine RCS numero 51 pubblicato il 21 dicembre 2011 riporta
testualmente 4 pagine di unintervista a Grillo. Laudio sul sito web
della rivista. Il servizio intitolato Io vi dico: Monti non male.
Tra laltro a pagina 38 il giornalista intervistatore (Roberto Alessi)
pone la seguente domanda: Abbiamo un governo tecnico. Sarebbe
stato meglio andare alle elezioni?. Risponde Grillo: Io credo che
ora questo Paese abbia bisogno di persone credibili, come lo Monti,
per traghettare questo paese alle elezioni del 2013, cambiando la leg-
ge elettorale, il conflitto di interessi e bloccare il debito. Non ha ini-

229
ziato male, io non mi permetto di dare un giudizio negativo su di
lui. Insomma: Beppe Grillo appoggia il governo Monti, con parole
inequivocabili. Ho chiesto un chiarimento personale al predicatore
web, ma non risponde. Il guru ligure si iscrive cos, di fatto, come
ultima ruota del carro, alla maggioranza politica di governo. Al fian-
co dello Psiconano, del Pidimenoelle, e di tutti i partiti unti e de-
funti. E vi si iscrive non nel momento delleuforia postberlusconiana,
del voto di fiducia di mister Di Pietro, dellapertura di Nichi Vendola.
No, vi si iscrive nel momento del massimo disincanto popolare,
quando la manovra lacrime e sangue del governo eterodiretto dallo
Zio Sam colpisce le pensioni da fame, aumenta la benzina, bastona
la prima casa, colpisce i diritti di chi lavora, annienta la speranza dei
giovani e di chi ha perso il lavoro. Uno si chiede: ma Grillo ci , op-
pure ci fa? A quanto pare, per Grillo, vale la prima e la seconda ipo-
tesi che ho pronunciato. il suo mestiere di comico-affarista: in ef-
fetti la battuta sul Monti nemico del conflitto di interessi dopo che ha
assegnato a Banca Intesa tutte le leve delleconomia, sbaraglia,
quanto a comicit, ogni possibile concorrenza di Crozza. A conti fatti,
chi Grillo? Un ricco borghese, che non pu comprendere cosa si-
gnifica la manovra Monti per la povera gente: persone in carne e
ossa che non raggiungono la fine del mese. Lavorare pi anni per
prendere una misera pensione, aggiungere al mutuo la tassa sulla
prima casa (la fregatura nellacronimo Imu), sommare un insoste-
nibile prezzo del carburante ad una nuova addizionale Irpef, riguar-
da milioni di lavoratori (compresi cassintegrati e disoccupati, immo-
lati oggi come ieri sullaltare del capitalismo e della sua crisi). Ma
non riguarda il ricchissimo, in denaro sonante sintende, Beppe Gril-
lo, n il suo business aziendale, n la sua concezione del Belpaese. A
lui interessa che Monti vada avanti con la macelleria antipopolare
sino al 2013, quando il Movimento 5 Stelle avr pronte le proprie li-
ste. Naturalmente di Opposizione tra virgolette. Ma opposizione
a chi? Ai partiti, risponde sicuro il grillo straziante. Ma i partiti non
sostengono forse il governo Monti, al pari di Beppe Grillo? Monti
una persona credibile afferma Grillo. Ha ragione. infinitamente
pi credibile Monti per banchieri e industriali, di quanto lo sia Grillo
per lavoratori, inoccupati e pensionati. Senza distinzioni tra realt e
palcoscenico, tanto per alimentare il caos. Qualche brindisi di troppo

230
ha dato alla testa? La parabola comica in vertiginosa picchiata. In
campagna elettorale, a Palermo, Beppe Grillo elogia la mafia come
un ministro Lunardi qualsiasi. Eppure, anche lui, alla stregua di Giu-
lio Andreotti prescritto per associazione mafiosa, ce lha eccome una
scatola nera. Certo, di altra natura etipologia. Per sostenere il candi-
dato sindaco Riccardo Nuti, infatti, lex ragioniere ligure, condanna-
to con sentenza passato in giudicato per un duplice omicidio, sbotta:
La mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, i propri clienti,
si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo unaltra mafia che
strangola la propria vittima. Parole che hanno scatenato una pole-
mica proprio tra i familiari delle vittime e di tutti quelli che da sem-
pre si battono contro le mafie istituzionali e non. Grillo parla come
un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti
prima di lui li hanno gi utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badala-
menti. E come lultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di
confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni affer-
ma Claudio Fava, figlio del mitico Beppe Fava, il giornalista assassi-
nato da Cosa Nostra il 5 gennaio 1984. Grillo parla come un mafio-
so. Affermando che lo Stato peggio di Cosa nostra, Grillo non solo
si pone sullo stesso livello culturale che porta a legittimare la mafia
buona in opposizione alle istituzioni cattive, ma soprattutto offen-
de la memoria di tutti quei servitori dello Stato che sono morti per
sconfiggere Cosa nostra ha replicato Massimiliano Lombardo del
Pd. Grillo ha aggiunto lesponente politico dovrebbe leggere
un p di storia e informarsi meglio, magari ripassando la grande le-
zione di Pio La Torre. La mafia non solo strozza le proprie vittime
con il pizzo, ma un cancro delleconomia che sottrae risorse allim-
prenditoria sana, uccidendola. Un conto criticare la politica, un
altro delegittimare lo Stato e tutti quegli uomini delle istituzioni
che rappresentano il pi alto baluardo contro la mafia. Anche An-
gela Ogliastro, sorella di Serafino Ogliastro, un ex poliziotto ucciso
dalla cosca di Brancaccio nel 91 con il metodo della lupara bianca,
non si trattenuta e ha cos dichiarato: Le parole di Beppe Grillo,
che ieri a Palermo ha detto che la mafia non strangola i suoi clienti
limitandosi a prendere il pizzo, sono unoffesa nei confronti di tutti i
familiari delle vittime di Cosa Nostra e un insulto al lavoro svolto in
questi anni dai magistrati e dalle forze dellordine. Io e i miei geni-

231
tori spiega la sorella dellex poliziotto non abbiamo nemmeno il
corpo di Serafino da potere piangere. Come si permette Grillo a fare
lelogio della mafia in una citt che gronda sangue di vittime inno-
centi?. Del delitto Ogliastro si autoaccusato il pentito Salvatore
Grigoli: nel processo che riguarda decine di omicidi di mafia la fami-
glia Ogliastro stata lunica a costituirsi parte civile. Grillo dice che
la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti limitandosi a prendere
il pizzo? Forse dimentica che ha anche ucciso le persone che il pizzo
non hanno voluto pagarlo. Pina Maisano, vedova di Libero Grassi,
limprenditore assassinato da Cosa Nostra per essersi ribellato al ra-
cket delle estorsioni, sconcertata quando apprende delle dichiara-
zioni pronunciate dal comico genovese. Per fortuna non avevo an-
cora letto i giornali, altrimenti mi sarei sentita male, ha riferito
allANSA aggiungendo di condividere pienamente il coro di prote-
ste che si levato dai familiari di vittime della mafia. Inizialmente
spiega provavo una certa simpatia per Grillo. Adesso mi sembra
solo un populista che cerca di cavalcare lavversione della gente ver-
so i partiti. Pina Maisano, che stata anche parlamentare dei Verdi
ed ha condotto numerose battaglie civili, contesta anche lantipoliti-
ca di Grillo: La politica la cura della Polis, la difesa dellinteresse
dei cittadini. Insomma qualcosa di nobile. Se la mafia uccide le per-
sone, la corruzione e la cattiva politica uccidono il Paese. Io perso-
nalmente non ho ricette, ma quello di Grillo mi sembra davvero un
modo di fare politica pressappochista e superficiale. Qualcuno usa
lironia: Don Beppe, Vossia ha ragione. La mafia solo uninvenzio-
ne dei giornalisti. Non esiste. lo Stato il vero assassino. Cos la
coordinatrice nazionale dei club di Grande Sud, Costanza Castello.
Mi perdoni una vastasata, per. Ma Libero Grassi aggiunge le-
sponente del movimento arancione , Raffaele Granata, Rocco Gat-
to, Fortunato Furore, Antonio Longo, Giuseppe Falanga, Raffaele
Pastore, Antonino Buscemi, Salvatore Bennici, Giorgio Villan, Nico-
la Ciuffreda, Francesco Pepi, Luigi Staiano, Antonino Vicari, Luigi
Gravina, Rocco Gatto e tanti altri non furono ammazzati dallo Stato
ma da amici degli amici perch non pagavano il pizzo. Vossia deve
stare accorto prosegue non che dicendo quelle cose che ha
detto ieri, poi, qualche cane di mannara se ne esce con: Grillo viene
a Palermo per uccidere di nuovo chi stato vittima della mafia, op-

232
pure Grillo un killer di memorie. Uomo avvisato, mezzo salvato,
don Beppe. Beppe Grillo torna ad attaccare i partiti, ma non dice
nulla di nuovo, perch gi nel luglio del 1981 Enrico Berlinguer, nella
famosa intervista concessa ad Eugenio Scalfari, aveva sentenziato la
loro fine. Che cazzecca? Siamo in guerra: il titolo del testo pubbli-
cizzato nella predetta intervista al settimanale OGGI, a firma anche
di Gianroberto Casaleggio (gi webmaster del Tonino nazionale).
Comunque, c un altro testo che mi ha colpito: Gaia Terra. 21 testi-
monianze dautore. Nel blog di Sonia Toni (prima moglie di Grillo)
reclamizzato il sinistro buonismo, politicamente corretto: In que-
sto libro, introdotto da Gianluca Ferrara, la giornalista Sonia Toni ha
raccolto le testimonianze di personaggi della cultura, dello spettaco-
lo e della politica (Beppe Grillo, Don Luigi Ciotti, Marco Columbro,
Luciano Ligabue, Antonio di Pietro, Dario Fo, eccetera) uniti da un
obiettivo comune che quello della salvaguardia dellambiente e del
bene comune. Un libro indispensabile nel suo genere, che rappre-
senta un punto di riferimento per chi crede che uno stile di vita so-
stenibile sia lunico possibile se si ha cuore la nostra salute e quella
del pianeta che ci ospita. Un libro che raccoglie testimonianze di
grande prestigio, un bellissimo libro da Striscia la Notizia. Che
strano: Di Pietro arruolato tra gli ecologisti. Vi racconto in breve un
aneddoto. Correva lanno 2009, precisamente il 12 dicembre, a Pa-
lermo: unoccasione pubblica per ricordare Paolo Borsellino. Salva-
tore, il fratello del magistrato assassinato dallo Stato italiano (con la
complicit di Cosa nostra) mi chiese di fare un intervento assoluta-
mente non programmato. Parlai a braccio per un p ad una vasta
platea in piedi. Accanto a me sedevano, tra laltro, Di Pietro, De Ma-
gistris, Sonia Alfano, Beppe Lumia ed altri politicanti della prima ed
ultima ora. In quelloccasione raccontai dellinchiesta in corso sulle
navi dei veleni: sulla strage silenziosa in atto nei mari italiani che
colpisce direttamente la nostra esistenza. Qualche magistrato prese
appunti, nulla pi. Tutti questi personaggi in cerca di prebende faci-
li e poltrone a buon mercato sostengono di avere a cuore le sorti
dellItalia, ma nessuno di loro a tuttoggi ha mosso un dito, almeno
per sfiorare il fenomeno. Anzi, proprio il parlamentare De Magistris
in sede europea ha votato a favore del nucleare. Miss Alfano, invece,
va a braccetto con Forza Nuova. Alfano e De Magistris sono stati pu-

233
pilli di Beppe Grillo o no? Non sono Grillo e Di Pietro in carne e ossa,
ad aver sponsorizzato e sostenuto la loro campagna elettorale? Di
Pietro prima di aprir bocca dovrebbe quantomeno restituire il mi-
liardario rimborso elettorale, apprendere la sintassi italiana e dare
un taglio netto con le giravolte. Di certo per tanti sinceri grillini e
dipietrini che avevano creduto ai loro Guru si preparano giorni ama-
ri. E siamo solo allinizio. Buona fortuna.
Posto fisso vicino a mamm? Macch. Una ricerca della Fondazione
Studi Consulenti del Lavoro certifica che i giovani italiani sono bam-
boccioni per necessit. Ben l88 per cento, infatti, non pone alcun
limite geografico alla ricerca del lavoro. Benone: vediamo che cosa
fanno i figli di pap e mamm dei governanti. La primogenita della
Fornero ha ben due lavori, uno dei quali nellateneo dei protettivi
genitori. Il figlio del ministro Cancellieri (tal Peluso) a 42 anni, dopo
essere stato super-manager di Unicredit, diventato d.g. di FonSai.
E il pargoletto del premier si diletta di certo e, grazie alla posizione
privilegiata del paparino, passa da una mega-banca allaltra. Famili-
smo amorale? Banfield centra. Insomma, il maggiordomo dellAlta
finanza e i ministri predicano bene e razzolano male. Il nostro attua-
le Primo Ministro imposto dal sistema di potere dominante ma
non eletto dal Popolo Italiano, e quindi privo di legittimit che,
dallalto del suo conquistato budget mensile che ammonta a pi
di 40 mila euro, chiosa in una nota trasmissione televisiva (Media-
set) che per i giovani il posto fisso una noia e che molto bello e
stimolante cambiare lavoro. Ma da quale pulpito. Il professor Mon-
ti, alla luce delle sue dichiarazioni, si presenta come lindividuo pi
annoiato del mondo, dal momento che nel corso della sua vita ha
sempre sofferto della condanna di un posto fisso e non contento di
ci, ha condannato a questa sorte anche membri della sua famiglia.
Risulta, infatti, che il figlio del Premier non alla eccitante ricerca
di un posto di lavoro per sbarcare il lunario ma, al contrario, risul-
ta piacevolmente impegnato ed annoiato a saltare da una poltrona
ad unaltra fin dalla tenera et di 25 anni dopo laurea conseguita,
ovviamente alla Bocconi: tuttaltro che uno sfigato. Le poltrone oc-
cupate dal rampollo Monti sono di tutto rilievo; sul noto sito Lin-
kedin fino a qualche mese addietro si poteva leggere il curriculum
e gli attuali impegni lavorativi di Giovanni Monti, di anni 39 figlio

234
di Mario Monti. Oggi questa informazione risulta improvvisamente
cancellata. Comunque, per tranquillizzare chi non ha avuto la fortu-
na di leggerlo, si rileva che il dottore Monti figlio non occupa posti
in catena di montaggio o come commesso, impiegato di banca o con-
tabile, ma si annoia da presidente o vicepresidente in multinazionali
italiane ed estere del calibro, solo per citarne un paio, di Citigroup o
di Morgan Stanley. A ben vedere il ragazzo annoiato risulta impa-
rentato anche con diverse investment banks e i suoi rapporti daffari
sono intrecciati nellalta finanza internazionale come, per il resto,
tradizione di famiglia (al soldo dei potentati Usa). Ma sembra che
la noia in certi ambienti sia una malattia contagiosa che colpisce
prevalentemente la categoria dei politicanti con o senza incarichi di
governo. Solo per restare nellambito del Governo Monti unaltra an-
noiata illustre la dottoressa Silvia Deaglio, ricercatrice in genetica
medica e professore associato alla facolt di Medicina dellUniversit
di Torino, dove insegna anche il padre Mario Deaglio, gi direttore
de Il Sole 24 Ore, marito e collega della professorona Elsa Fornero
(quella che vuole licenziare anche gli statali), docente dello stesso
ateneo: insomma un altro caso di annoiamento acuto. Ma, si sa,
le disgrazie non vengono mai da sole, e cos la dottoressa Deaglio
anche casualmente diventata responsabile di una unit di ricerca
internazionale sarebbe interessante vedere con quali risultati
assegnatale dalla HuGeF, fondazione che ha come scopo la ricerca
di eccellenza e la formazione avanzata nel campo della genetica, ge-
nomica e proteomica umana. Per la cronaca e per chi vuol sapere, la
HuGeF unistituzione creata e finanziata dal Politecnico di Torino,
dallUniversit di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, ente del
quale la Fornero stata vicepresidente dal 2008 al 2010 e per conto
della quale stata designata alla vicepresidenza della Banca Intesa,
carica lasciata solo dopo aver ricevuto la nomina ministeriale. Va da
s che la Fornero ed il marito insegnano alla Facolt di Economia
dellUniversit di Torino. Viene spontaneo rivolgersi a queste fami-
glie di geni, evidentemente annoiati, per dire loro che in tutta sin-
cerit, sono contento per questi ragazzi e per i giovani appartenenti
alle vostre famiglie, ma queste realt abusive non fanno testo nello
scenario della disoccupazione selvaggia che affligge il nostro Paese,
anzi lo offendono, mortificando i giovani che sono culturalmente

235
uguali e preparati come i vostri figli, che non possono annoiarsi per-
ch non hanno una appartenenza illustre e sono troppo impegnati
a sopravvivere e cercare un posto di lavoro qualunque. Parliamo
degli stessi giovani che, grazie a questa politica, sono costretti a vi-
vere in un Belpaese dove si riscontra uno dei tassi di disoccupazione
giovanile pi elevato di Europa. Tuttavia vorrei aggiungere che la
filosofia daccatto del professor Monti potrebbe andare ancora bene
in una realt sociale e lavorativa dove ci si licenzia per un posto mi-
gliore, o dove la meritocrazia esiste e fa la differenza e dove risulta
normale, dunque, passare da un lavoro ad un altro costruendo ed
arricchendo il proprio curriculum. Cari super tecnici, Primo Mini-
stro Monti, vi dico che questo accade solo nel mondo dorato della
vostra casta e che nella vita reale, quella che voi dimostrate di non
comprendere, le cose funzionano in modo molto diverso. Nella vita
normale tutti i disoccupati giovanili, che sono moltissimi, sarebbero
felici di annoiarsi cos come si annoiano i vostri figli. Comunque
pi si scende, o si sale, nella graduatoria dei figli illustri annoiati,
pi si scopre che i quozienti intellettivi appaiono direttamente pro-
porzionali alla carriera politico-economica dei padri o delle madri,
o alla storia delle famiglie di appartenenza. Mal si comprende come
mai non si riesca a trovare un/una figlio/figlia di ministro, Deputato,
Onorevole o appartenente alla casta che sia disoccupato o operaio
alla Fiat in catena di montaggio o precario o a fare la fila in qualche
Ufficio per lOccupazione per un sussidio. Ma in fondo che male c
a volere pensare al bene dei figli o a quello personale: basta una te-
lefonata, portare un cognome illustre, perch tutte le porte si aprano
magicamente e le cose accadano cos, da sole, allinsaputa degli stessi
interessati: ci si ritrova ad avere una cattedra Universitaria o una
presidenza di una banca, cos senza averlo chiesto e senza saperne
nulla, ci si ritrova dentro una bella casa vicino al Colosseo a Roma
e ci si chiede ma come mai?. Ci si accorge che qualcuno ha pagato
le nostre vacanze e si pensa di avere vinto una lotteria, sempre sen-
za saperne nulla. E cosa dire del Ministro Cancellieri, detta lady di
ferro, che minaccia di applicare misure repressive ai movimenti che
protestano cercando anche di delegittimarli sul piano della credibili-
t, affermando che gli stessi sono infiltrati dal potere mafioso? E cos
quotidianamente assistiamo al teatrino della politica sempre pi di-

236
stante dalla gente comune (maggioranza silenziosa): le dichiarazioni
e le tasse di Monti, le sparate di Martone, le lacrime della Fornero in
diretta televisiva, forse versate perch commossa dal colpo di fortu-
na giunto inaspettato, dal momento che mai nella sua vita avrebbe
osato pensare di diventare Ministro cos senza saperlo e senza averlo
chiesto; e assistiamo con rassegnazione alle numerose apparizioni
da divo televisivo del Premier che, annoiatissimo, dallalto dei suoi
innumerevoli posti fissi, e afflitto dalla pesantezza dei suoi innomi-
nabili guadagni, tartassa il popolo ridotto alla disperazione e assolve
miracolosamente, anzi premia, le padrone banche, le compagnie te-
levisive, le assicurazioni ed il sistema dellalta finanza internazionale
di cui fa parte attiva.
Dulcis in fundo: la censura totale. La libert di pensiero non gradita
a chi detiene il potere per conto terzi. Ora tocca al web italiota: la
democrazia va annichilita per sempre, tanto la popolazione italiana
non reagir mai, avranno pensato i soliti boiardi di Stato. Al totali-
tarismo soft del terzo millennio imposto da un potere straniero in
salsetta tricolore non basta controllare le leve delleconomia, le forze
armate, la stragrande maggioranza degli organi di informazione o ri-
cattare i morenti partiti. Adesso che iniziano a manifestarsi i veri ef-
fetti delle manovre governative, ovvero fallimenti di massa e suicidi
a catena, spunta fuori la proposta ministeriale di Paola Severino: una
regolamentazione per i diari liberi che navigano su internet. Niente
di nuovo: ci aveva gi provato il piduista di Arcore, con tessera 1816
rilasciata dalla loggia P 2 di Eugenio Cefis (il mandante degli omici-
di Mattei, De Mauro e Pasolini). Lo ha annunciato proprio il mini-
stro della Giustizia, non eletta democraticamente, ma imposta con
un golpe presidenziale in barba alla Costituzione repubblicana e
alla sovranit popolare intervenendo al Festival del giornalismo di
Perugia, evento gi sponsorizzato dallEnel con tanto di propaganda
nuclearista. Nessun giornalista di fama ha reagito: latonia intellet-
tuale pi che completa. Il cittadino ha il diritto di interloquire
con un altro cittadino ha detto il guardasigilli abusivo ma lo
deve fare seguendo le regole: credo che questo sia un dovere di tutti,
anche di chi scrive su un blog. Il fatto di scrivere su un blog ha
aggiunto non ti autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se
stai trattando di diritti di altri. Ricordiamoci che i diritti di ciascuno

237
di noi sono limitati dai diritti degli altri, io non posso intaccare il di-
ritto di unaltra persona solo perch sono lasciato libero di esprimer-
mi. Sui blog, in particolare, Severino ha sottolineato come il pro-
blema non vederli con sfavore ma reprimere gli abusi che vengono
fatti, anche se su internet pi difficile. Non c un preconcetto ha
ribadito ma questo mondo va regolamentato altrimenti si finisce
nellarbitrio. Lautentico problema italiano, almeno per il ministro,
quello di reprimere i cosiddetti e presunti abusi. Il giornale ha
detto la Severino ha una sua consistenza cartacea. Il giornalista
individuabile e leditore anche ed dunque possibile intervenire.
Il blog ha invece una diffusione assolutamente non controllata e
non controllabile. in grado di provocare dei danni estremamente
pi diffusi. Ecco perch bisogna vederne anche la parte oscura.
un fenomeno certamente positivo per certi aspetti ma nel quale si
possono annidare anche cose negative (pu essere un punto crimi-
nogeno). Questo mondo va regolamentato e pur nella spontaneit
che ne rappresenta la caratteristica non pu trasformarsi in arbitrio.
Mi devo sentire libero di scrivere e i blog hanno questa grandissi-
ma capacit di diffondere il pensiero in tempo reale, un grandissimo
pregio che riconosco. Ma questo non deve far trasformare la libert
in arbitrio. Questa una regola che tutti dovrebbero seguire. Del
resto molto difficile configurare un obbligo di rettifica per i blog.
Secondo lavvocato Severino nelle fasi interlocutorie delle indagi-
ni che pi di frequente avviene la comunicazione e la diffusione della
notizia. La selezione spetta quindi, secondo il ministro, al pubblico
ministero o al giudice, a seconda dei momenti. Lidea di base la-
sciare al magistrato il compito di escludere le notizie che non sono
rilevanti e attengono esclusivamente alla sfera personale delle per-
sone interessate dal provvedimento, anche in quelle fasi nelle quali
il provvedimento stesso viene consegnato alle parti ha spiegato. In
pratica quella cui sta pensando il ministro una regolamentazione
imperniata su tre cardini. Primo fra tutti la libert della magistra-
tura di secretare informazioni che metterebbero in crisi le indagini
e allo stesso momento salvaguardare la sfera personale. Perch,
sostiene il ministro non utile, neppure ai giudici, che si divulghino
elementi non riconducibili alle indagini. I tre punti sono: il diritto-
dovere del giornalista di informare su fatti che hanno una rilevanza

238
sociale, quello del magistrato di portare avanti le proprie indagini
con una tutela della riservatezza indispensabile in alcune fasi e infine
il diritto del cittadino, anche sotto indagine, di vedere pubblicate no-
tizie che attengano allinchiesta ma non esclusivamente alla sua vita
privata e anche di non vedere sui mezzi dinformazione contenuti
di intercettazioni non rilevanti per il procedimento. Insomma, in
questa ottica, dopo la sentenza decalogo della Cassazione, saranno i
magistrati a stabilire come e cosa scrivere o raccontare. I blog pos-
sono fare pi danni dei giornali, ha detto Severino, accennando a
una regolamentazione in sede di Unione europea per evitare che i
provider si possano trasferire in Paesi dove le maglie della legge sono
pi larghe. Il cittadino ha il diritto di interloquire con un altro. Ma
deve seguire le regole, ha concluso la Severino. Sarebbe invece op-
portuno introdurre nel codice penale un nuovo reato: ossia lostacolo
alla libera informazione. Una norma positiva per rafforzare la difesa
di un diritto sancito dalla Costituzione e dalla carta fondamentali dei
diritti europei. Scusi ministro. Ma lei sa che i diari pubblici sulla Rete
sono fondamentali per la circolazione delle notizie, del pensiero e
della cultura? Non c bisogno di leggi restrittive perch le norme
attuali gi sono sufficienti contro la diffamazione e la circolazione di
notizie false. I blog sono un esempio di libert, un fenomeno cultu-
rale e informativo da coltivare e sostenere, non certo da controllare
o imbavagliare. I blogger sono una risorsa, i problemi dellinforma-
zione sono ben altri.

Sereni e sorridenti e spensierati. Ridere senza pensare: limperati-


vo categorico. Ci vogliono come tifosi lobotomizzati, mentre ingiusti-
zia, corruzione e mafie statali imperversano. Al popolo italiano ven-
gono tenute nascoste verit inconfessabili, ad esempio la presenza
sul suolo nazionale di centinaia di ordigni atomici targati USA, in
violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucle-
are (TNP). Per la cronaca: in Parlamento giace dal 4 ottobre 2010
una scottante interrogazione parlamentare (numero 4-08890) indi-
rizzata da ben sei deputati radicali (prima firmataria Elisabetta Zam-
parutti) al presidente del consiglio, ed inoltre, ai ministri di interno,
ambiente e sviluppo economico. Nonostante ben 11 solleciti, lultimo
il 15 febbraio scorso, sia il governo Berlusconi sia quello Monti non

239
hanno trovato ancora il tempo di fornire una bench minima rispo-
sta. Eppure il tema, di rovente attualit, tocca la sicurezza dello Stato
nonch la mafia. Di che si tratta? Semplice: il parziale smantella-
mento della centrale nucleare di Caorso, affidato dalla Sogin, cio
dallo Stato italiano, alla societ Eco Ge di Genova che, secondo al-
cuni rapporti della Direzione Investigativa Antimafia, organica alla
ndrangheta. La ditta risulta amministrata da Ines Capuana, moglie
di Gino Mamone (recentemente condannato dal Tribunale di Geno-
va a tre anni di reclusione). Al popolo italiano vengono tenute nasco-
ste da pi di mezzo secolo questioni essenziali. Per dirla con il grande
presidente Sandro Pertini: Libert e giustizia sociale costituiscono
un binomio inscindibile. A quando la concretezza di una nuova re-
sistenza che salvaguardi le libert e i diritti fondamentali? LItalia,
come abbastanza noto, al 75 posto della classifica mondiale della
libert dinformazione. Vogliono farci retrocedere allultimo gradino
planetario con tanto di decreto governativo? Il peggio, forse deve an-
cora arrivare: il Parlamento stato gi platealmente esautorato da
ogni facolt. Ci vogliono sudditi, non cittadini e cos tentano di pri-
varci anche della libert dopinione. Il Pentagono - a cui fa comodo
questa ignoranza diffusa in materia, un p come alla chiesa cattolica
nel Medioevo - ha affidato ad un pool di 11 generali ed ammiragli in
pensione, un rapporto con la conclusione che il riscaldamento glo-
bale della Terra costituisce una sfida per la sicurezza nazionale degli
Stati Uniti. Nel marzo 2007 lU.S. Army War College aveva tenuto
un seminario di due giorni presso lIstituto Triangle per gli studi sul-
la sicurezza dal titolo Implicazioni del cambiamento climatico per
la sicurezza nazionale. Nel rapporto si rileva tra laltro, che loro blu
sar un problema cruciale, perch circa la met dellacqua potabi-
le consumata quotidianamente dal 40 per cento della popolazione
mondiale ricavata dallo scioglimento estivo dei ghiacciai di monta-
gna, che si stanno rapidamente esaurendo. Inoltre, il riscaldamento
globale potrebbe destabilizzare gli Stati africani e asiatici pi vulne-
rabili, innescando unemigrazione di massa verso i paesi pi ricchi
e pu agire da minaccioso fattore di aggravamento dellinstabilit
di alcune regioni pi instabili del mondo. Uno scenario predisposto
dal ministero britannico della Difesa e pubblicato dal Guardian, in-
dica in 90 pagine, un rapporto che, oltre alla citata scesa competitiva

240
della Cina e dellIndia e ai mutamenti climatici e ambientali, prevede
per il 2037: Microchip impiantati direttamente nel cervello rende-
ranno possibili a Stati, terroristi e gruppi criminali di avere informa-
zioni in tempo reale e di muovere attacchi eludendo i controlli. Sul
terreno sociale la distanza sempre tra i pochi super ricchi e il resto
della popolazione, destinata a diventare sempre pi povera e a vivere
in periferie urbane sempre pi disperate, porter la classe media che
ha accesso alla conoscenza e alla tecnologia a lottare per affermare
i propri interessi e a combattere le diseguaglianze. Il dottor John
Dylan Haynes del Max Planck Institute, sostiene che possibile en-
trare nel cervello di una persona e anticiparne le mosse. Non a caso,
da un lustro sta compiendo esperimenti in proposito (Le Monde del
7 maggio 2007). Il profitto della Corporation si trasformato in un
enorme potere economico, strutturalmente oligarchico ed in contra-
sto con il principio di legittimit che almeno formalmente regge le
societ occidentali, quello della sovranit popolare. La libert di in-
formazione vitale per la democrazia rappresentativa. Se le guerre
imperiali, pur a bassa intensit, la mettono in discussione, il termine
consenso assume un significato diverso da quello abituale: sul piano
internazionale determinato dalla forza dellimpero, sul piano inter-
no dalla sua reticenza. Il nodo cruciale il rapporto tra democrazia
rappresentativa e potere militare (crescente) che si reggono su prin-
cipi diversi: su libert e controllo pubblico la prima; su disciplina e
gerarchia il secondo. Il vittorioso generale Eisenhower, presidente
uscente dopo 8 anni, lasciava la carica mettendo in guardia il po-
polo nord-americano dal potere militare industriale, che avrebbe
potuto insidiare la democrazia, in seguito effettivamente incrinata.
E in questa situazione che si collocano i rapporti tra potere politico
e potere militare, tra governo visibile e governo invisibile. Le demo-
crazie occidentali attualmente corrono il rischio di uno svuotamen-
to che possa comportare un mantenimento solo apparente di forme
democratiche. La libert non una conquista data per sempre: si
assottiglia per tutti e infine svanisce, se non viene difesa. Vi basta
la possibilit di consumare merci per sopravvivere felici e contenti?
Singolari coincidenze? Solo in Italia la realt supera la fantascienza.
Dopo lattentato di Brindisi ed il terremoto stragistico in Emilia Ro-
magna imminente la guerra allIran? Cosaltro ci vuole a persuade-

241
re i recalcitranti? Diamo unocchiata allultima trovata. Norme in
materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa
e della sicurezza nazionale, nonch per le attivit di rilevanza strate-
gica nei settori dellenergia, dei trasporti e delle comunicazioni: il
titolo della recente legge dello Stato italiano, numero 56, promulgata
l11 maggio 2012 e passata inosservata alla gran massa dellopinione
pubblica. Strano. In calce reca la firma del Presidente della Repub-
blica Giorgio Napolitano e del Primo Ministro non eletto dal popolo
tricolore. Il proponente proprio il maggiordomo dellalta finanza
speculativa a cui mancavano i super poteri. Il Premier abusivo -
recentemente volato in Usa a prendere nuovi ordini - precisamente
il 9 marzo scorso aveva indicato tale auto-attribuzione (mediante il
Decreto-legge 21) giustificata dalla straordinaria necessit ed ur-
genza. Il Parlamento ha approvato allunanimit: infatti al Senato i
contrari risultano zero, mentre i favorevoli 246 (20 gli astenuti). Alla
Camera, infine, hanno votato a favore ben 401 deputati (42 contrari
e 2 astenuti). Quali saranno i criteri desercizio di tali poteri specia-
li? Lesercizio del golden share lo specchietto per le allodole. C
ben altro: larbitrariet del concetto di minaccia effettiva. Ovvero di
grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicu-
rezza nazionale. Chi attenta allItalia? E un pretesto per restringe-
re ulteriormente la sbandierata libert (di impresa) in democrazia?
Come mai neanche unapertura di tg (locale) per questa clamorosa
notizia? Strano che nessun impiegato della comunicazione in servi-
zio permanente effettivo (la ditta Travaglio & Santoro) abbia detto
alcunch. E Grillo, pardon Casaleggio, tace inspiegabilmente? Come
mai nelloccasione Vendola non ha pontificato, visto che mette il bec-
co su tutto, peggio del prezzemolo avariato? Latita perfino Saviano
(neanche uno sfondo su Repubblica). E Fabio Fazio che balbetta-
va dinanzi a Ligabue che aveva accennato alla scie chimiche? Che
peccato: unoccasione bruciata per dirne quattro allo Zio Sam. Caos
programmato dallIntelligence Usa alle porte. Una domanda spon-
tanea. A parte il Memorandum bellico stipulato fra Italia ed Israele
(siglato da Berlusconi), perch le forze militari del Belpaese si sono
esercitate recentemente nel deserto del Negev? E davvero singola-
re che il Regolamento dellUnione europea (264) concerne misure
restrittive nei confronti di determinate persone, entit e organismi

242
in considerazione della situazione in Iran (Gazzetta Ufficiale, serie
speciale Unione Europea, numero 41 del 24 maggio 2012). Forse an-
drebbe letto alla luce del Trattato di Lisbona e del Trattato sullUe,
che assoggettano il Vecchio Continente in termini militati alla Nato?
Cos sia: Guerra infinita. Amen. Barack Obama in persona il 16 mar-
zo scorso ha siglato un ordine esecutivo che potrebbe conferirgli il
potere di istituire la legge marziale negli Stati Uniti dAmerica in
tempo di pace. Latto - denominato Preparazione Nazionale Risorse
per la Difesa - visibile sul sito ufficiale della Casa Bianca. Dopo la
firma dellHR 347 ( Trespass bill) e lancora pi terrificante Natio-
nal Defense Authorization Act (legge di autorizzazione sulla Difesa
Nazionale), che permette al presidente di detenere e torturare citta-
dini americani senza un giusto processo. Insomma, giochi da Premio
Nobel. E solo una questione di tempo prima che un grande attacco
terroristico - orchestrato come al solito dallIntelligence - venga
messo in atto in una nazione occidentale. E quando avverr, ci sar
una forte scossa in tutto il mondo, anzi un panico di massa globale.
Verrebbe introdotta una legge marziale economica. Posta in essere
come misura temporanea, ma una volta realizzata rimarr al suo po-
sto. I diritti civili verranno sospesi e, particolarmente in America, la
sicurezza Interna, gi intollerabilmente intrusiva, raggiunger
unonnipresenza orwelliana. Ci sar bisogno di un solo evento al
momento opportuno che venga sospinto dai media mainstream e si
scatener linferno. Attenzione. Gli ordini esecutivi presidenziali
sono gi stati approvati, i campi di detenzione dei Fusion Center e
quelli della FEMA sono gi operativi e 20 mila soldati sono stati ad-
destrati per intervenire brutalmente, in caso di collasso economico e
rivolte popolari. In parole banali: la legge marziale un sistema di
governo che si ha quando i militari prendono il controllo della situa-
zione. Occhio al fronte interno. chiaro che c stato un movimento
continuo nella direzione dei preparativi per la legge marziale, una
tendenza che stata tanto continua, quanto inattesa (Peter Dale
Scott, La guerra, la legge marziale e la crisi economica in, Global
Research, 23 febbraio 2011). Non pi solo per le guerre in Afgha-
nistan e in Iraq. Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale interes-
sato ad un impianto di telecamere che possono sbirciare su quasi
quattro chilometri quadrati di territorio americano (costituzional-

243
mente protetto) per lunghi, lunghi periodi di tempo. La Sicurezza
Nazionale non ha un particolare sistema in mente. Proprio ora, esso
sta solo sollecitando la risposta dellindustria ad una formale richie-
sta per questo Sistema di Sorveglianza su Vasta Area. Ma lultima
indicazione di come la potente tecnologia di sorveglianza militare,
sviluppata per trovare gli insorti stranieri e terroristi, stia migrando
sul fronte nazionale (Spencer Ackerman, La Sicurezza nazionale
vuole spiare su 4 Km quadrati simultaneamente in Wired, 23 gen-
naio 2012). C un vero e proprio, pericoloso scollamento tra gli
apparati di politica estera di Washington e la maggior parte del po-
polo americano nel suo complesso. Penso che abbiate visto la prova
di questo il 15 febbraio (2003), quando ci sono state manifestazioni
di pace in oltre 300 citt americane. E penso che ci sia una differenza
reale tra quella che io chiamo loligarchia americana, che ora pratica-
mente controlla non solo la Casa Bianca ma anche il Congresso, e la
Corte Suprema e la democrazia americana (Lewis Lapham, LAt-
tacco di Lewis Lapham attack alla plutocrazia americana Allan
Gregg, 20 gennaio 2011, trasmissione originale: marzo 2003).
Quanto in basso dobbiamo affondare, Sig. Obama? Ha ritratto se
stesso come un uomo donore e un difensore del costituzionalismo,
ma ha aperto le porte alla regola dellillegalit e dellautoritarismo
(Philip Giraldi, La creazione dei terroristi americani, in The
Council For The National Interest, 19 gennaio 2012). Un perimetro
della Sicurezza Nazionale del Nord America va ben al di l del tenere
al sicuro la gente da eventuali minacce percepite. un mezzo per
difendere il commercio, le risorse, come pure gli interessi corporativi
ed un pretesto per il controllo del continente (Dana Gabriel, Il
pretesto per un perimetro della Sicurezza Nazionale del Nord Ame-
rica in Be Your Own Leader, 11 dicembre 2011). Tutto il potere e la
politica delluomo non possono mantenere un sistema molto a lungo
dopo che la sua verit ha cessato di essere riconosciuta o unistituzio-
ne molto a lungo dopo che ha cessato di contribuire al servizio pub-
blico. altrettanto vano, come aspettarsi di preservare un albero, le
cui radici sono state tagliate. Esso pu presentarsi come verde e fio-
rente come prima per un breve periodo, ma la sua condanna segna-
ta, il suo principio di vita perduto e la morte gi al suo interno
(Anna Letitia Barbauld, Selected Poetry & Prose, p. 275-276). Im-

244
maginate che cosa far lo Stato occidentale in uniforme ai manife-
stanti ed alla popolazione quando sar dichiarata la legge marziale.
Le aree di guerra mediorientale sembreranno abbastanza tranquille
in confronto alle zone di guerra in occidente. Le normative dello sta-
to di polizia - dopo gli attacchi dell11 settembre - hanno contribuito
al processo di costruzione dello stato gendarme e allistituzione di un
sistema universale di schiavit globale. Sotto questo nuovo sistema
internazionale ci sar unlite criminale in cima, una classe manage-
riale nel mezzo, e i consumatori senzanima nella parte inferiore. Se-
condo lo storico Webster Tarpley, il conduttore radiofonico Alex Jo-
nes, ed altri, grandi comparti della classe media e del sottoproleta-
riato saranno sterminati. Il lavoro sporco stato affidato alla Sicu-
rezza Nazionale. E stata istituita come una macchina extragiudiziale
per uccidere e spiare. Ma le sue operazioni, sotto copertura antide-
mocratiche ed eugeniste, sono state nascoste dietro narrazioni false
come la guerra al terrore e falsi obiettivi come la sicurezza interna.
La portata tirannica della Sicurezza nazionale si gi estesa al Cana-
da. Dana Gabriel ha evidenziato il consolidamento sul potere politi-
co e sulle risorse naturali dei plutocrati in Nord America l11 dicem-
bre 2011, in un articolo intitolato, Il pretesto per un perimetro della
Sicurezza Nazionale del Nord America : Il 7 dicembre, il presiden-
te Barack Obama e il primo ministro Stephen Harper hanno annun-
ciato Sicurezza perimetrale al di l delle frontiere e piano dazione
per la competitivit economica. Il nuovo accordo si concentra sulle
minacce alla sicurezza, la facilitazione degli scambi, la crescita eco-
nomica e loccupazione, il rafforzamento della legge sullintegrazione
transfrontaliera, nonch il miglioramento delle infrastrutture e della
sicurezza informatica. Mentre laccordo sul perimetro viene fatto
passare come vitale per la sicurezza e la prosperit di canadesi e
americani, c il piccolo dubbio che significher un buon compro-
messo tra la sovranit e la sicurezza. Qualsiasi accordo che d al Di-
partimento della Sicurezza Nazionale pi informazioni personali
pone un grave rischio per il diritto alla privacy. Man mano che en-
trambi i paesi vanno avanti, la sicurezza perimetrale sar ulterior-
mente definita e dominata dagli interessi americani. Questo potreb-
be costringere il Canada a rispettare eventuali nuove misure di sicu-
rezza statunitensi, indipendentemente dai pericoli che possono co-

245
stituire per le libert civili. Un perimetro della Sicurezza Nazionale
del Nord America va ben al di l del tenere al sicuro la gente da even-
tuali minacce percepite. un mezzo per difendere il commercio, le
risorse, come pure gli interessi corporativi ed un pretesto per il con-
trollo del continente. In uno stato di legge marziale, dissidenti, blog-
ger, giornalisti che si basano sui fatti, gli attivisti anti-guerra, i pos-
sessori di armi, gli attivisti di Occupy Wall Street e gli attivisti del Tea
Party saranno tutti ritenuti terroristi domestici e portati in prigioni
segrete da pedine che hanno subto il lavaggio del cervello dello stato
corporativo globale. Tom Burghardt ha scritto l11 ottobre 2008, nel
suo articolo, Militarizzare la Patria, in risposta alla crisi politica ed
economica : Lo spionaggio indiscriminato sugli attivisti da parte
dellormai defunta Counter intelligence Field Activity (CIFA) del Pen-
tagono, come pure le rivelazioni secondo cui le agenzie dello stato di
polizia nel Maryland spiavano abitualmente gli organizzatori contro
la guerra, condividevano queste informazioni con la National Securi-
ty Agency e li classificavano come terroristi nei database gestiti dal
governo, sono visti come mezzi esemplari per mantenere la genta-
glia in riga- e sotto silenzio, se necessario. Una segnalazione alta-
mente inquietante di Christopher Ketchum nel maggio giugno 2008
pubblicata di Radar Magazine, sottolineava come il nucleo principa-
le del database top secret legato alla pianificazione delleventualit di
Continuit del Governo, include i dissidenti e attivisti di varie fasce,
politici e manifestanti contro le tasse, avvocati e professori, editori e
giornalisti, possessori di armi, clandestini, cittadini stranieri e molte
altre innocue persone comuni. Il giornalista investigativo Tim Shor-
rock ha detto - dopo averlo appreso da una gola profonda e verificato
- che quel nucleo principale un sistema di dati per unemergenza di
sicurezza interna progettato per essere utilizzato dai militari in caso
di una catastrofe nazionale, una sospensione della costituzione o
limposizione della legge marziale. ... Il suo nome deriva dal fatto che
essa contiene copie del nucleo principale o lestratto di ciascun ele-
mento delle informazioni di intelligence americana prodotte dallFBI
e da altre agenzie della comunit di intelligence degli Stati Uniti. Il
Nord America viene gi trattato dalle lite e dalle autorit di governo
come un teatro di guerra. Sono state disseminate le trappole per topi:
il recinto della schiavit stato progettato fino allultimo dettaglio.

246
Ultima notizia utile. Rockfeller-Rothschild: matrimonio dinteresse.
Fusioni finanziarie a spese del pianeta Terra e dei suoi esseri viven-
ti. Da loro dipende il destino dellEuropa dormiente. Rothschild e
Rockfeller insieme: due delle maggiori dinastie finanziarie del glo-
bo terrestre si alleano per rafforzare i loro imperi, acquistando asset
da banche o da altri ipotetici venditori sotto pressione. La partner-
ship strategica siglata, cementa lamicizia fra il nobile inglese 76enne
Lord Jacob Rothschild e il 96enne David Rockfeller, nipote di John
D. Rockfeller. Con lalleanza transatlantica i due patriarchi puntano
a capitalizzare sui nomi importanti delle loro famiglie acquistando
asset manager o i loro portafogli, grazie anche alle i loro contatti che
gli assicurano un posto a sedere in ogni tavolo di trattative. Laccordo
prevede che Rit Capital Partners, presieduta da Lord Rothschild, ri-
levi il 37% di Rockefeller Financial Service. Ci conosciamo da molto
tempo. Non avevamo una presenza negli Usa e questa intesa unisce
due formidabili nomi della finanza afferma Lord Rothschild, sotto-
lineando che lobiettivo della partnership capitalizzare sulle attuali
condizioni di mercato dove le banche stanno vendendo asset no-core
per rafforzare il capitale. In un momento in cui le grandi banche
sono destabilizzate, ci sono anche delle occasioni. Possiamo acquista-
re una societ di asset manager o farne crescere una. Rockfeller ha gi
34 miliardi di dollari di asset sotto la propria amministrazione spie-
ga Lord Rothschild. Con Lord Rothschild ci conosciamo da 50 anni.
La connessione fra le nostre famiglie forte e sono contento di poter
dare il benvenuto a Jacob e Rit come azionisti e partner - afferma
Rockfeller - nello sviluppo delle nostra attivit. Il Club Bilderberg
di questi due potentati, di cui il Primo Ministro pro tempore, Monti
Mario gi dipendente insieme ad altri politicanti italioti come Prodi
Romano, ha sul groppone lomicidio di Aldo Moro e della sua scor-
ta. Date unocchiata alle carte del processo alle Brigate Rosse. Da chi
pensate fossero manipolati i terroristi daccatto italioti? Come noto
lo statista italiano intendeva dare stabilit al suo Paese attraverso la
piena occupazione, la pace industriale e politica Il compromesso sto-
rico con Enrico Berlinguer), facendo in modo che la destabilizzazio-
ne del Medio Oriente fosse pi difficile da ottenere. Moro, inoltre, si
opponeva alle politiche di riduzione della popolazione pianificate dal
Club Bilderberg di Rockfeller.

247
Capitolo nono
Guerra ambientale

Senza tregua. Strane scie popolano i nostri cieli con unintensit sempre
maggiore. Restano sospese per ore, si allargano e spesso riflettono
colori insoliti. Il mantello chimico (chemtrails) aumenta e sinfitti-
sce sempre pi sconvolgendo la meteorologia naturale. Se non si vo-
gliono indossare maschere antigas, ormai, per una boccata daria
pura invece di salire in montagna occorre scendere in cantina. Barbe
finte e disinformatori di professione rigorosamente anonimi al soldo
di noti potentati minimizzano sul web con espressioni standard del
tipo innocue velature, mentre gli esseri umani respirano metalli
pesanti in caduta libera dal cielo e si ammalano. Va in onda un gior-
no s e laltro pure, la congiura del silenzio sui canali incardinati sul
pensiero unico. Chi dissente un visionario. Dispaccio dordinanza:
non disturbare i sacerdoti stellati. Zitti, buoni e non fiatate, altri-
menti si passano i guai. Il tema un tab per i mass media italioti e
la miriade di pennivendoli al guinzaglio dei potenti di turno. Al Pre-
sidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Difesa, al Mini-
stro dei Trasporti, al Ministro dellAmbiente, al Ministro del Lavoro,
al Ministro della Salute. Iniziano tutte cos le interrogazioni parla-
mentari depositate dal 2002 ad oggi, per chiedere al Governo italia-
no (Prodi, Berlusconi, Monti) se sa qualcosa di anomale formazioni
nuvolose, rilasciate quotidianamente da aerei militari sui cieli dellI-
talia. Ben 16 atti firmati da decine di deputati e senatori, ma nessuna
esauriente risposta; non solo in Italia, ci sono anche quelle degli
onorevoli tedeschi e olandesi indirizzate al Parlamento Europeo. In-
numerevoli siti internet raccolgono le inquietudini documentate di
tante persone, troppe per far finta di niente: da chi dimora in mon-
tagna a chi vive sul livello del mare. Tanti col naso allins a rimasti-
care ununica domanda. Perch le scie degli aerei un tempo svaniva-
no con il vento, mentre adesso persistono per ore? Le ipotesi alimen-
tano una nutrita letteratura: infatti passano dal verosimile al bizzar-
ro, ma tutte sostengono, sulle basi di prove oculari (filmate e foto-
grafate), che le scie chimiche nebulizzate dagli aerei siano un espe-
diente bellico per il rilascio programmato di sostanze destinate
allambiente oppure direttamente al genere umano: molecole per in-
fluenzare la piovosit o modificare il clima. Negli interventi parla-

249
mentari i firmatari bipartisan sospettano di ricerche militari per con-
fondere i radar e manipolare le mappe metereologiche. In una rara
risposta del ministro della difesa Ignazio La Russa, datata 2008, si
legge che dallesame delle letteratura scientifica internazionale non
possibile confermare lesistenza delle cosiddette scie chimiche e si
aggiunge che lAeronautica militare non ha in dotazione aeromobi-
li adibiti allo spargimento di sostanze chimiche. Il Ministero della
Guerra, insomma, fa spallucce, premettendo che largomento non
investe profili di esclusiva competenza della Difesa e che, per quan-
to ne sa, il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di
vapore acqueo che normalmente viene rilasciato dai motori a com-
bustione interna. Per la soluzione che metta fine al mistero delle
scie, quindi, sarebbe necessario autorizzare approfonditi campiona-
menti in alta quota, affidati ad organismi scientifici super partes. Il
Governo tricolore si decider a commissionarli? Ecco la sfida dei
cittadini: dateci le prove che non esistono. Gran parte dei siti inter-
net specializzati nellincandescente materia non hanno dubbi: Le
scie che noi segnaliamo come anomale non seguono le leggi della fi-
sica che determinano la formazione e leventuale esistenza delle nor-
mali scie di condensazione degli aerei. Inizialmente avevamo pensa-
to che fossero dovute allaumento del traffico aereo civile che cresce
del 5 per cento ogni anno, ma poi lEnte nazionale aviazione civile
(Enac) ha smentito che il fenomeno fosse a loro imputabile. Effetti-
vamente tali scie sono visibili anche in spazi aerei non adibiti a traf-
fico civile. Inoltre, mentre le scie di condensazione sono corte e si
dissolvono velocemente, le scie da noi segnalate sono sia corte che
lunghe, a volte si espandono a volte no, possono essere segmentate.
Le risposte pi plausibili ci appaiono quelle relative al tentativo di
controllare il clima con lapplicazione della geo-ingegneria. Esistono
brevetti e documenti ufficiali dove viene menzionata lirrorazione ae-
rea di specifiche sostanze chimiche come mezzo di modificazione
climatica; esiste un sistema di antenne chiamato Haarp, il quale ha
ufficialmente lo scopo di studiare la ionosfera ma che considerato
unarma militare sia dal Parlamento europeo che da quello russo;
esistono brevetti in grado di correlare Haarp con lo spargimento di
sostanze chimiche in atmosfera. I tentativi di controllare il clima
sono iniziati negli anni 40: oggi esiste la tecnologia per farlo; esisto-

250
no progetti militari e di geo-ingegneria che descrivono nel dettaglio
sostanze chimiche e quantit da irrorare in atmosfera per influenza-
re il clima. Dopo Haarp c Amisr. Attenzione, non un amico ara-
bo della macchina da guerra Usa, bens la sua evoluzione tecnica con
tutte le disastrose ripercussioni, ignote a gran parte della popolazio-
ne mondiale e a quella italiana in particolare (dura di comprendonio
dopo decenni di lavaggio televisivo del cervello). LAdvanced Radar
Modular Scatter Incoherent uno sviluppo impiegato nel program-
ma scientifico mondiale, o meglio bellico, di controllo dellatmosfera
per possedere il tempo. Il classico effetto paravento. Davanti a que-
sto acronimo c un sistema radar ufficialmente creato per studiare
gli strati alti dellatmosfera e quindi la ionosfera. Dietro, c la possi-
bilit di realizzare la guerra ambientale. Le sue funzioni possono es-
sere correlate ai brevetti di Bernard Eastlund, come nel caso di
H.A.A.R.P.. In altri termini, A.M.IS.R. consta di apparati modulari
per implementare le operazioni gestite con H.A.A.R.P. Ecco cosa re-
cita la brochure divulgativa: LAdvanced Radar Modular Scatter In-
coherent (A.M.I.S.R.) impiega apparati modulari allo stato solido e
tecnologie che produrranno misure dellalta atmosfera e della iono-
sfera con versatilit e potenza senza precedenti. A.M.I.S.R. stato
gi installato al Poker Gamma Research Flat (PFRR), Chatanika,
Alaska (65 N, 147 W) per studiare le aurore boreali. Secondo il
fisico di chiara fama Fran De Aquino Un riscaldatore ionosferico
invia onde ad alta frequenza e alta intensit contro la ionosfera. La
parte pi bassa di questa, la cosiddetta regione D della ionosfera,
ricca di elettroni, la cui temperatura viene aumentata dalle suddette
radiazioni elettromagnetiche. Queste radiazioni ad alta frequenza
(dellordine dei Mega Hertz, ovvero che vibrano un milione di volte
al secondo) vengono inviate contro la ionosfera con una intensit che
non costante, ma varia ciclicamente. La frequenza di questa varia-
zione di intensit relativamente bassa ovvero intorno ai 2,5 Hertz
(cicli al secondo). Ci vuol dire che ogni due secondi tali onde au-
mentano e diminuiscono di intensit per 5 volte di seguito, mentre la
vibrazione di tale segnale elettromagnetico circa mille volte mag-
giore. Questo sistema fa s che laumento di temperatura degli elet-
troni (e quindi dellintera zona della regione D su cui vengono invia-
te le onde dal sistema HAARP) sia intermittente. Questo provoca

251
una modulazione della conduttivit (grandezza fisica che misura la
facilit con cui passa la corrente) ed quindi si ottiene una corrente
(circolante nella ionosfera stessa) che varia alla stessa frequenza di
modulazione (circa 2,5 Hertz), e che a tale bassa frequenza emette a
sua volta radiazioni. In tal modo possibile generare onde elettro-
magnetiche a bassissima frequenza, che altrimenti sarebbe difficilis-
simo generare, perch la bassissima frequenza corrisponde ad una
grandissima lunghezza donda, che richiederebbe antenne altrettan-
to lunghe (svariati chilometri). Il professor Fran de Aquino - che
riuscito a realizzare la quantizzazione della gravit e dello spazio-
tempo - ricorda in un suo studio su tale soggetto la vasta bibliografia
di lavori che mostrano tale comportamento. La produzione delle
onde a bassissima frequenza (ELF ) interagendo con gli ioni presenti
nelle fasce di Van Hallen, possono, a causa dellinterazione fra cam-
po elettrico e campo gravitazionale scoperta dal professor Fran De
Aquino, portare ad una riduzione della gravit sopra una certa area
della terra. Tale diminuzione di gravit porta ad una diminuzione
della pressione della colonna daria posta sopra tale area della super-
ficie terrestre generando un effetto che pu portare ad un solleva-
mento della terra. Per comprendere questa situazione con unanalo-
gia, potete posizionate sulla vostra mano la punta di una siringa sen-
za ago e tirate lo stantuffo: a causa della diminuita pressione sopra la
mano vedrete la pelle sollevarsi. Secondo i calcoli del professor De
Aquino un riscaldatore ionosferico pu causare persino un terre-
moto del nono grado della scala Richter. Due consigli di lettura:
The Gravitational Spacecraft; e poi, High-power ELF radiation gen-
erated by modulated HF heating of the ionosphere can cause Earth-
quakes, Cyclones and localized heating.
Piedi a terra: scendiamo in Italia. A meno di un clamoroso abbaglio,
ecco la testimonianza diretta di un pilota civile. Tom Bosco ha assi-
stito al fenomeno per la prima volta nel 1999: Ho visto due aerei
bianchi senza insegne volare paralleli a non pi di 4 mila metri di
altitudine rilasciando una scia densa, che non si dissipava e attraver-
sava il cielo da orizzonte a orizzonte; queste scie inoltre si formavano
in corrispondenza della fusoliera o dei bordi di uscita delle ali, quin-
di ben lontani dai motori. A cosa siamo di fronte? Sono giunto alla
conclusione che si tratti di dispersione di aerosol in atmosfera, in

252
particolare metalli pesanti, i cui scopi non sono chiariti dalle autori-
t. Ma c anche lo scienziato negazionista. A ritenere infondata li-
potesi dellesistenza di scie chimiche per il controllo del clima il
professor Franco Prodi, fisico delle nubi, docente di fisica dellatmo-
sfera e direttore dellIsac (Cnr). Quello che abbiamo davanti agli
occhi va sotto il nome di contrail, cio scie aeree di condensazione
del trasporto civile. Queste nubi cirriformi di tipo particolare posso-
no senzaltro avere qualche effetto sul bilancio di radiazioni elettro-
magnetiche e ci sono effetti inquinanti che possono rimanere in stra-
tosfera. Non mi consta che esistano esperimenti militari con disper-
sione di aerosol. Se ci fossero sono certo che noi lavremmo comun-
que saputo. Il generale Fabio Mini, un esperto militare di chiara
fama e indiscussa professionalit tecnica taglia corto e conferma in
unintervista: La guerra ambientale, in qualunque forma, proibita
dalle leggi internazionali. Le Nazioni Unite fin dal 1977 hanno appro-
vato la convenzione contro le modificazioni ambientali che rende
ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sullambien-
te. Ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 stata
ignorata ed ha anzi accelerato la ricerca e lapplicazione della guerra
ambientale facendola passare alla clandestinit. La guerra ambien-
tale oggi definita come lintenzionale modificazione di un sistema
ecologico naturale (come il clima, i fenomeni metereologici, gli equi-
libri dellatmosfera, della ionosfera, della magnetosfera, le piattafor-
me tettoniche, eccetera) allo scopo di causare distruzioni fisiche,
economiche e psico-sociali nei riguardi di un determinato obiettivo
geofisico o una particolare popolazione. E cos, ad esempio, si modi-
ficano le condizioni meteo locali per consentire i bombardamenti
aerei. Non un caso che uno dei pi moderni programmi di ricerca
militare di questi ultimi tempi si chiami proprio OWNING THE
WEATHER IN 2025, data entro la quale si ritiene di riuscire a pos-
sedere il tempo meteorologico, e quindi il clima, aumentando le pro-
prie capacit di intervento militare e annullando le limitazioni impo-
ste dalla natura. La strategia della negazione e il cinismo adottati per
la guerra ambientale consentono dimpiegare armi e tecnologie sofi-
sticate o brutali senza che ci faccia scalpore. Consentono di camuf-
fare azioni di guerra e perfino di distruzione di massa spacciandole
per ricerche scientifiche. Il sistema per provocare terremoti e tsuna-

253
mi non una novit per la ricerca militare. Oltretutto, nella puntata
di Tg2 Dossier storie di sabato 14 giugno 2008 stato dedicato uno
spazio alla guerra ambientale. Nel servizio Le armi ambientali del
terzo millennio: dalle trombe daria agli interventi sullo strato dello-
zono ancora una volta il generale Fabio Mini aveva parlato di bom-
bardamento delle fasce di Van Allen con onde elettromagnetiche, di
tsunami e di cambiamenti climatici determinati da armi. In altri ter-
mini, il Governo Usa gestisce e programma i fenomeni atmosferici,
avendo la presunzione di potersi sostituire in tutto e per tutto alla
Grande Madre. Nel 1999 lAir Force ha lanciato un programma di
sperimentazione dal titolo Il clima come forza moltiplicatrice: pos-
sedere il clima entro il 2025, il quale propone nuove risorse e nuove
tecnologie aventi lo scopo di assicurare agli Stati Uniti dAmerica,
appunto, il controllo del clima; vale a dire del Pianeta. Non sono
mancate azioni di facciata. Il Parlamento Europeo (con Atto Delibe-
rativo A 40005/99) del 14 gennaio 1999 si espresso contro la
sperimentazioni HAARP (High Frequency Active Auroral Research
Program). Nel 2002 lItalia ha firmato un accordo bilaterale con gli
Usa sulla ricerca climatica: il capo dei ricercatori italiani nientedi-
meno che il professor Franco Prodi. Successivamente, nel 2003, lal-
lora Ministro della Difesa Antonio Martino ha autorizzato laviazione
Usa a sorvolare gli spazi aerei italiani per questo genere di attivit.
Sempre nello stesso anno, esattamente il 6 marzo, lAeronautica Mi-
litare ha stipulato un Protocollo di intesa con la societ Tecnagro per
stimolare a dovere le nubi. Il Ministro della Difesa (in carica fino a
met novembre 2011) Ignazio La Russa interpellato a dovere ha pre-
ferito tacere. A conti fatti, illuminante no? Conflitti bellici camuffati
da ricerche scientifiche, col paravento di accordi internazionali igno-
ti alla societ civile. Si distrugge la natura per annientare il nemico e
controllare le risorse strategiche, annichilendo gli esseri viventi. In
altri termini: avidit senza fine, ma guai a ribellarsi contro questo
genere di sperimentazioni su milioni di cavie, ignare, inermi o indif-
ferenti. in atto da tempo un programma militare clandestino (de-
collato inizialmente negli USA e nellex URSS , ma poi massiccia-
mente esteso ai Paesi satelliti) a livello planetario di manipolazione,
che non ha solo finalit climatiche, bens il controllo della crescita
demografica. Perch negare ostinatamente levidenza? Cosa c die-

254
tro? Due anni fa: una cittadina ha scritto al Presidente della Repub-
blica. Ecco la risposta fornita da un addetto del Segretariato Genera-
le del Quirinale: Gentile Signora, mi riferisco alla Sua lettera del 31
marzo 2010 fatta pervenire al Capo dello Stato. Nel merito di quanto
prospettato, pur comprendendo le motivazioni ed il coinvolgimento
morale ed emotivo che hanno originato la Sua istanza, devo mio mal-
grado informarLa che risulta impossibile intervenire su materie re-
golate da specifiche disposizioni di legge, la cui applicazione spetta ai
competenti Ministeri e su cui la Presidenza della Repubblica non
pu in alcun modo intervenire. Premesso quanto sopra, la informo
che la Sua istanza stata nuovamente portata allattenzione del com-
petente Ministero della Difesa, per un sollecito esaustivo diretto ri-
scontro. Risposte a tuttoggi? Pari a zero assoluto. Il Comitato na-
zionale No scie chimiche ha ottenuto una mezza ammissione. Il
Generale Luca Goretti in persona ha scritto su carta intesta del gabi-
netto ministeriale: si ritiene verosimile affermare che gli episodi
descritti non sono attribuibili a velivoli dellAmministrazione della
Difesa. E allora a chi? Qual la posta in gioco? Perch non si misu-
ra il livello di bario e di alluminio presente nelle acque piovane su
tutto il territorio nazionale, promuovendo verifiche dopo le piogge
provocate dalle operazioni militari? Perch non si misura il tasso di
inquinamento dellaria correlato ad alcuni metalli? Perch non si de-
termina il rischio ambientale che le operazioni militari segrete han-
no avuto dal 2003 a tuttoggi sulla salute della popolazione italiana?
La risposta ai quesiti disarmante: in materia incombe un segreto di
Stato ed uno strettamente militare. Date una lettura alla Gazzetta
ufficiale del 16 aprile 2008. Sorpresa: Criteri per lindividuazione
delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle atti-
vit, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto di
Stato recita il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, fir-
mato dal progressista Romano Prodi. E ancora: Visto il regio decre-
to 11 luglio 1941, n. 1161 recante: Norme relative al segreto militare e
successive modificazioni; vista la direttiva del Presidente del Consi-
glio dei Ministri in data 30 luglio 1985 (il defunto latitante Bottino
Craxi, ndr); visto il parere n. 4247/2007 reso dal Consiglio di Stato
(); acquisito il parere favorevole del Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica, reso in data 24 gennaio 2008. Il punto

255
1 allegato specifica: La tutela di interessi economici, finanziari, in-
dustriali, scientifici, tecnologici, sanitari ed ambientali, ma in evi-
dente violazione della Convenzione europea di Aarhus (25 giugno
1998), ratificata dalla Legge 108 dellanno 2001, che sancisce la co-
noscenza nonch la partecipazione attiva di ogni cittadino a decisio-
ni e questioni che interessano la sfera ambientale ed esclude catego-
ricamente qualsivoglia segreto. Il piduista Silvio Berlusconi (tessera
numero 1816), per non essere da meno, ha sfornato il Decreto 22
luglio 2011, denominato Disposizioni per la tutela amministrativa
del segreto di Stato e delle informazioni classificate. Ovviamente in
base al Trattato del Nord Atlantico ratificato con legge 1 agosto
1949, numero 465, allAccordo tra gli Stati membri per la tutela del-
la sicurezza delle informazioni approvato dalla Nato il 21 giugno
1996, ed inoltre al DPCM 11 aprile 2003 (Norme di sicurezza per la
tutela delle informazioni UE classificate). Eccetera, eccetera, ecce-
tera.
Insomma, Stato e Governo dello Stivale risultano fuorilegge. Scie
chimiche sullItalia da cartolina? Le massime Autorit nazionali
mentono spudoratamente, ma sono state smascherate a pi riprese.
In Italia si inizia a parlare di scie chimiche nel 1999. La loro presenza
nei nostri cieli si manifestata in maniera particolarmente intensa
nel 2003, anno in cui si sono registrate una strana siccit e unestate
torrida. Verso la fine del 2006 e i primi sei mesi del 2007 c stata
una massiccia irrorazione. Il 22 gennaio 2007 da tutta Italia sono
pervenute segnalazioni di un abnorme numero di scie chimiche, visi-
bili anche in spazi aerei dove di solito non passano aerei di alcun
tipo. Sono stati fotografati e filmati autentici reticolati di scie chimi-
che e si sono contati un numero incredibile di aerei: 5-6 al minuto.
Difficilmente un tale via vai pu essere riconducibile al normale traf-
fico aereo civile. Una situazione simile si verificata il 7 e l8 maggio
2007, giorni in cui si assistito a livello internazionale ad una mas-
siccia irrorazione. Sono pervenute segnalazioni da tutto il centro-
nord dItalia, da molti altri stati europei, dal Canada e dagli Stati
Uniti. Quesiti e denunce non hanno avuto alcun esito serio. Allora
diamo i numeri della Politica nostrana. Soltanto 14 atti parlamentari
nelle ultime tre legislature, sovente senza risposta, sul tema dei vele-
ni disseminati quotidianamente nel cielo dello Stivale, isole compre-

256
se. La prima interrogazione (a risposta scritta 4-05922) stata pre-
sentata dal deputato Italo Sandi, mercoled 2 aprile 2003 nella sedu-
ta n.291. Dopo 9 anni il governo italiano non ha fornito ancora una
risposta. Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: sono
pervenute numerose segnalazioni da parte di singoli cittadini, asso-
ciazioni specializzate e organi di stampa circa il fatto che nel nostro
spazio aereo operano velivoli che rilasciano scie persistenti di natura
sconosciuta, cosiddette chemtrails, cui segue un cambiamento nelle
condizioni del cielo, con la formazione di nuvole, generalmente di
tipo a strato; le poche spiegazioni ufficiali, non sempre convincenti,
spiegano il fenomeno come risultato dello scarico di carburante da
parte delle aviocisterne KC-135 e KC-10, che le chemtrails sono sem-
plici pesticidi oppure le normali scie di condensazione; parte della
opinione pubblica si chiede invece se le scie chimiche siano collegate
con alcune malattie e in particolare con lelevata incidenza dei tumo-
ri come nel caso della vallata Feltrina che ha il maggior numero dei
malati di tumore (34,5 per cento mortalit maschile e 23,3 per cento
femminile) in tutta Italia; se il ministro abbia mai preso in conside-
razione simili fenomeni; se ritenga opportuno avviare un monitorag-
gio sulle cause dellanomalo livello dei tumori nel Feltrino; se ritenga
inoltre opportuno fornire spiegazioni sulle conseguenze che le scie
chimiche rilasciate dagli aerei possano avere, nonch chiarire se vi
stato un aumento del traffico aereo che sorvola la regione del Veneto
in particolare sulla Val Belluna; infine se sia a conoscenza che siano
stati mai effettuati esperimenti per variazioni microclimatiche con
sostanze chimiche. In seguito (27 ottobre 2003) stato il turno, ma
senza esito, dellonorevole Piero Ruzzante che ha interrogato 4 mini-
stri: Al Ministro dellambiente e della tutela del territorio, al Mini-
stro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute, al
Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: sono rilevabili a
quote diverse nel nostro spazio aereo scie persistenti di natura non
determinata, denominate dagli organi di stampa e da associazioni
specializzate con il termine di chemtrails; sulla base di osservazioni
dirette riportate anche dagli organi di stampa levoluzione di tali scie
determinerebbe anche cambiamenti nelle condizioni del cielo con la
formazione di strati nuvolosi o di piccoli nembi; non appare univoca-
mente definita la natura e lorigine di tali scie dove comunque sono

257
rivelabili tracce di silicio e metalli di altra natura con la possibilit di
produrre effetti sui sistemi di comunicazione e controllo a fini mili-
tari e di difesa; secondo ricerche condotte da vari soggetti privati non
sono da escludere pericoli per lambiente e conseguenze sulla stessa
salute delle persone () se il fenomeno sia oggetto di rilevazione o di
studio, per la parte di competenza di ciascun dicastero direttamente
o attraverso ricerche affidate a soggetti specializzati; se siano gi in
possesso dei dicasteri interessati, ciascuno per la parte di competen-
za, dati o ipotesi che possono in qualche modo far luce sul fenomeno;
se in particolare il Ministro della difesa sia in possesso di elementi
raccolti direttamente o indirettamente sul fenomeno sopra descrit-
to. Il 3 febbraio 2005 il deputato Severino Galante ha guadagnato
una replica evasiva, di circostanza. Linterrogazione a risposta scritta
4-12711 attesta che da almeno 5 anni lo spazio aereo italiano sol-
cato da aviogetti militari che rilasciano scie chimiche molto diverse
dalle normali scie di condensazione liberate dagli aerei civili. Queste,
infatti, permangono a lungo in atmosfera e, anzich disperdersi, ten-
dono ad allargarsi in una massa gelatinosa, tanto da trasformare am-
pie sezioni di cielo limpido in un uniforme ammasso nuvoloso e stra-
tiforme di colore lattiginoso; tali scie vengono rilasciate, in genere,
da 2 o pi aviogetti che seguono rotte non consuete a basse quote e
che, incrociandosi, formano figure geometriche, in genere delle ics,
dei triangoli o vere e proprie griglie; sono inoltre pervenute numero-
se segnalazioni da parte di singoli cittadini i quali, avendo fatto in-
grandimenti dei filmati e delle foto scattate, affermano che gli aerei
in questione sarebbero privi di contrassegni e che le scie verrebbero
emesse da uno o due erogatori posti, di volta in volta, in punti diver-
si del velivolo; la stessa Associazione piloti civili ha notato il fenome-
no delle scie anomale e chiesto informazioni in merito; sembrerebbe
che le scie contengano anche cristalli di bario e forse di alluminio; se
tali fenomeni siano stati presi in considerazione dal Governo; se gli
aviogetti siano di nazionalit italiana o straniera; se sia accertato
quali elementi chimici contengano realmente tali scie, e se siano
dannose per la salute. Il 14 giugno di sette anni fa, il ministro della
Difesa, Antonio Martino (aspirante piduista), ha insabbiato leviden-
za: In via preliminare si precisa che, secondo le indagini svolte, i
velivoli dellAeronautica militare non sono coinvolti nella generazio-

258
ne o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla
condensazione del vapore acqueo. In particolare, il fenomeno delle
scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmen-
te viene rilasciato dai motori a combustione interna. Ci si manifesta
generalmente a basse temperature e a quote normalmente superiori
ai ventimila piedi. Il combustibile usato dai velivoli militari analo-
go a quello usato dai vettori civili e limpatto ambientale, in relazione
alla concentrazione di idrocarburi, risultato molto minore di quello
normalmente rilevabile nelle comuni aree urbane. Per quanto con-
cerne la permanenza delle citate scie, si precisa che a temperature
appena superiori allo zero il vapore acqueo contenuto nellatmosfe-
ra, allimpatto con una superficie quale ad esempio la fusoliera di un
aereo, pu congelarsi allistante per effetto dellimprovvisa variazio-
ne di pressione e dare, quindi, quellimpressione gelatinosa alla qua-
le si fa riferimento nellatto in esame. Inoltre, in assenza di vento, la
permanenza delle scie cos prodotte pu protrarsi anche per diverse
ore. In tal caso, lincrocio delle rotte di pi velivoli che, in contempo-
ranea o successivamente, vengono ad intersecarsi, possono dare ori-
gine a figure geometriche. Inoltre i velivoli in dotazione alla Pattuglia
acrobatica nazionale (Frecce Tricolori), durante le manifestazioni
aeree, producono fumi (e non scie), derivanti da prodotti a norma
CEE, non tossici e che non arrecano alcun danno alla salute pubbli-
ca. In ultimo, non emerso alcun elemento relativamente alla pre-
senza di velivoli in volo senza contrassegni di nazionalit. Verde per
caso? Neanche gli ambientalisti al timone di comando, riscontri alla
mano, hanno brillato per trasparenza, coerenza ed acume politico. In
effetti, nel 2006, il ministro dellAmbiente Alfonso Pecoraro Scanio
risponde allinterrogazione di Gianni Nieddu (n. 4-00053) rispolve-
rando argomentazioni esilaranti: Dallesame della letteratura
scientifica internazionale e del contenuto dei siti web specialistici
non possibile confermare lesistenza delle scie chimiche. I siti spe-
cialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risulta-
no carenti dal punto di vista scientifico. Si possono, tuttavia, fare le
seguenti considerazioni. Linterpretazione pi plausibile del feno-
meno che i presunti episodi di scie chimiche siano in realt comuni
scie di condensazione che sono durate pi a lungo ed hanno assunto
forma peculiare per effetto delle condizioni meteorologiche. Non si

259
pu escludere che, assieme alle condizioni meteorologiche, anche il
combustibile ed il tipo di motore degli aerei possano concorrere a
produrre scie di condensazione dallaspetto peculiare. Solo ulteriori
e complessi studi, che coinvolgano gli operatori del trasporto aereo
civile e militare e gli enti preposti al loro controllo, potrebbero even-
tualmente dare una risposta definitiva. Va in ogni caso sottolineato
che non sussiste alcun elemento per ipotizzare una qualsiasi specifi-
cit dei fenomeni di scia per i cieli della Sardegna. Dunque, conflit-
ti non convenzionali. Lo studio Air Force 2025 uno studio commis-
sionato dallo Stato Maggiore dellAeronautica Militare USA nel 1996
sugli scenari futuri di guerra che prevede, tra laltro, il controllo del
tempo atmosferico come elemento strategico. Nel 2001 il governo
nord-americano parla di chemtrails in un documento ufficiale.
Viene presentata una proposta di legge (HR 2779) per chiedere il
bando delle armi nello spazio, firmata dal democratico Dennis J. Ku-
cinich, e sottoposta allesame di tre commissioni (scientifica, eserci-
to, relazioni internazionali) della House of the Representatives degli
USA. In questo testo istituzionale appare il termine chemtrails. Esse
vengono definite come una tipologia di arma e vengono menzionate
nella sezione armi esotiche insieme ad altri voci quali: armi al
plasma, elettromagnetiche, soniche, ultrasoniche, psicotroniche, si-
stemi ULF (Ultra Low Frequency) ad alta quota, sistemi di armi la-
ser, armi biologiche e ambientali. Lo Space Preservation Act 2001
non viene approvato. Lanno successivo viene approvato lo Space
Preservaction Act 2002: il capitolo riguardante le armi speciali, e
quindi la voce sulle chemtrails, scompare. La guerra del terzo millen-
nio intesa come lintenzionale modificazione di un sistema ecolo-
gico naturale allo scopo di causare distruzioni fisiche economiche e
psico-sociali nei riguardi di un determinato obiettivo geofisico o una
particolare popolazione. Il 5 giugno (atto numero 20084/00280),
il deputato Sandro Brandolini ha interpellato il Ministro dellam-
biente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infra-
strutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro, della salute e delle
politiche sociali, il Ministro della difesa: in tutta Italia, nella Regione
Emilia Romagna ed in particolare nel territorio delle province di
Forl-Cesena, Ravenna e Rimini, da alcuni anni e in modo sempre
pi intenso vengono rilevate scie chimiche (chemtrails), rilasciate da

260
aerei militari non meglio identificati; diversamente dagli aerei civili,
i quali su rotte predeterminate rilasciano scie di condensazione, le
scie chimiche riscontrate sono di natura gelatinosa e vengono nebu-
lizzate da aerei che volano a bassa quota e sono irrorate nellaria at-
traverso sistemi di distribuzione ben visibili con normali cannoc-
chiali; non possono essere normali scie di condensazione in quanto
nella maggior parte dei casi rilevati non sono presenti le condizioni
per la formazione di scie di condensa, le quali sono dalla NASA cos
definite: 71 per cento di umidit, temperatura di -40 C e dunque una
quota di volo non inferiore agli 8.000 metri alle latitudini italiane;
da denunce di cittadini, alcune dirette anche alle autorit giudiziarie,
emerge che da tali scie chimiche derivino conseguenze pericolose
sulla salute dei cittadini; il CNR nel 2005 e ricercatori indipendenti
hanno rilevato, nelle analisi effettuate su campioni di pioggia coinci-
denti con il rilascio delle scie chimiche e su piante bagnate da questa
pioggia, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chi-
miche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, sali di bario, sicura-
mente pericolose per la salute e, secondo alcune fonti, anche cance-
rogene alle numerose interrogazioni parlamentari presentate, anche
di recente, ai dicasteri competenti, non sono mai arrivate risposte
chiare, convincenti ed esaustive e tale silenzio ha rafforzato il con-
vincimento che si tratti di fenomeni da tenere nascosti perch peri-
colosi; i numerosi esposti presentati alle Procure della Repubblica da
diversi cittadini singoli, o associati, supportati da una documenta-
zione imponente sul tema, sono stati, ad oggi a quanto risulta allin-
terrogante completamente ignorati -: se il fenomeno sia oggetto di
rilevazione o di studio, per la parte di competenza di ciascun dicaste-
ro, direttamente o attraverso ricerche affidate a soggetti specializza-
ti; se siano in possesso dei dicasteri interessati, ciascuno per la pro-
pria parte di competenza, dati o ipotesi che possono in qualche modo
far luce sul fenomeno; se il Ministro della difesa sia in possesso di
elementi raccolti direttamente o indirettamente sul fenomeno sopra
descritto ed in particolare: a) congrue informazioni riguardo alle so-
stanze chimiche che vengono irrorate nellaria e al loro grado di in-
quinamento e pericolosit per la salute pubblica; b) quali circostanze
e significato abbiano i voli aerei che rilasciano queste scie chimiche e
per quali ragioni vengano eseguiti con tali caratteristiche di rotta (al

261
di fuori delle rotte ordinarie) e di quota; c) chi autorizzi e con quali
obiettivi la manipolazione climatica attualmente in atto attraverso le
operazioni di aerosol clandestine, visto che leggi internazionali vie-
tano tali interventi sui fenomeni meteorologici e climatici. Quattro
mesi pi tardi (5 settembre 2008) si fatto vivo il Sottosegretario di
Stato per lAmbiente, Roberto Menia, fornendo la solita risposta
standard, gi abusata in altre occasioni: Va in ogni caso sottolinea-
to che non sussiste alcun elemento per ipotizzare una qualsiasi spe-
cificit dei fenomeni di scia per i cieli dellEmilia Romagna.
Sbarchiamo nellex California dEuropa, governata (a far data 2005)
dal sedicente ecologista Nichi Vendola. Alla bisogna gli aeroporti
militari utilizzati sono Amendola (Foggia), Gioia del Colle (Bari) e
Grottaglie (Taranto). Un esempio a portata visiva. Venerd 30 marzo
2012: su Brindisi aerosolterapia militare in gran quantit. Due setti-
mane prima era toccato alla citt di Bari subirne le conseguenze. Le
sostanze tossiche adoperate per le operazioni militari di aerosol sono
composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri. Lalluminio,
come noto, una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema
nervoso centrale che i processi omeostatici cellulari (lalluminio un
fattore determinante nellAlzheimer). La letteratura scientifica parla
chiaro: lintossicazione da metalli produce un abbassamento delle
difese immunitarie: lalluminio uccide la flora batterica dei terreni;
le piogge prodotte dalle scie chimiche modificano i valori di acidit
dei suoli. Per tagliare una buona volta la testa al toro, occorre map-
pare con precisione la qualit attuale dei terreni; misurare il livello di
bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio naziona-
le promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni
militari; misurare il tasso dinquinamento dellaria specificamente
in relazione alle miscele utilizzate nelle operazioni di aerosol; de-
terminare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei
territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti; chiarire
in chiave epidemiologica linfluenza che le operazioni delle scie chi-
miche hanno avuto sulla salute degli italiani; stimare la correlazione
dellaumento di determinate patologie in rapporto alle sostanze uti-
lizzate nelle scie chimiche.
I dati ministeriali di sanit pubblica recitano senza equivoci che in
Italia ogni anno, a causa dellinquinamento, muoiono 35 mila perso-

262
ne e mezzo milione approdano in ospedale. I tumori infantili sono
aumentati dell1,2 per cento negli ultimi dieci anni, con picchi del 10
per cento. La mancanza di rispetto per la sacralit della vita ha sfon-
dato livelli criminali, ed resa possibile dallimpenetrabile coltre di
segretezza e connivenza istituzionale che copre le attivit belliche.
Luomo lunico vivente che in modo regolare orienta la propria ag-
gressivit non solo nei confronti di specie diverse, ma anche allin-
terno della specie cui appartiene. Secondo il padre della pediatria
italiana Alberto Burgio, Se la natura perde la salute, la perde anche
luomo. Gli agenti tossici determinano nei bambini effetti a livello
immunitario, endocrinologico, genetico e a livello degli organi. Ri-
sultato: allergie e malattie autoimmunitarie sono in aumento, cos
come lautismo. Soltanto nella provincia di Venezia ci sono quasi 5
mila bimbi afflitti da dislessia. Dati medici segnalano che il 30 per
cento dei bambini italiani ha difficolt di apprendimento. Infine,
anzi, prima di tutto: va abrogato il segreto militare e di Stato. Il livello
di una civilt si misura dal grado di attenzione per i pi piccoli. Non
dimentichiamolo, mai. Come si fa a scegliere di non respirare? Un
bimbo su sei nei Paesi industrializzati ha qualche disturbo dello svi-
luppo neurologico, come problemi di apprendimento, deficit senso-
riali, ritardi nello sviluppo, paralisi cerebrale e autismo. Epidemia
silenziosa: la definizione del professor Philippe Grandjean (inse-
gna allIstituto di salute pubblica delluniversit di Odense in Dani-
marca e lavora a ricerche presso il Dipartimento di salute ambienta-
le alla Harvard school of public health di Boston negli Usa), autore
insieme al professor P.J. Larrigan (docente al Mount Sinai school of
medicine di New York) di uno studio pubblicato dalla rivista medica
The Lancet. Questo fenomeno dovuto in buona parte allesposizio-
ne massiccia dei bambini ad agenti chimici tossici; esposizione che
pu avvenire attraverso linquinamento ambientale, lalimentazione
e a volte anche attraverso alcuni farmaci. Si tratta di unautenti-
ca emergenza spiega Grandjean. Una commissione di esperti del
National Research Council americano ha stabilito che il 3 per cento
dei disturbi dello sviluppo sono il diretto risultato dellesposizione a
certe sostanze, mentre un altro 25 per cento deriva dallinterazione
tra fattori ambientali e suscettibilit genetica individuale; ma poich
questi dati sono basati su scarse informazioni sulla neuro-tossicit

263
di tante sostanze chimiche, assai probabile che siano sottostima-
ti. Gli agenti tossici presi in considerazione nello studio vanno dal
piombo ai sali di mercurio, dallarsenico ai Pcb, dai solventi ai pesti-
cidi e altre sostanze sulle quali si stanno ancora conducendo studi o
di cui non sono noti gli effetti. I bambini sono immersi attualmente
in un bagno chimico fin da prima della loro nascita, gi durante la
vita intrauterina. Su oltre 100 mila sostanze chimiche in circolazio-
ne, soltanto di una decina sono noti gli effetti sugli esseri umani. I
danni neuro-comportamentali provocati dagli agenti chimici sono
in teoria prevenibili argomenta Larrigan ma perch questo av-
venga, occorre conoscere molto bene ci che si utilizza e si diffon-
de nellambiente e oggi queste conoscenze non ci sono o non sono
sufficienti. In Italia i dati diffusi dagli enti istituzionali non sono
rassicuranti. Secondo lAgenzia nazionale di protezione ambientale
(Apat) dal 1990 al 2007 le emissioni totali di gas serra espresse in
anidride carbonica sono aumentate del 12,6 per cento. Un rapporto
del Programma ambientale dellOnu ha scoperto una crescita allar-
mante di zone morte negli oceani a causa dellelevatissimo tasso di
inquinamento. ancora uno studio dellOrganizzazione mondiale
della sanit, commissionato dallApat, ad affermare che ogni anno
in Italia muoiono circa 9 mila persone a causa dellinquinamento
atmosferico. Sono stati invece i ricercatori delluniversit di Udine
e dellospedale Burlo Garofalo di Trieste ad aver messo in guardia
sullaltissima incidenza di mortalit da inquinamento in Europa, che
coinvolgerebbe 100 mila tra bambini e ragazzi da 0 a 19 anni. Cosa
fare? Il problema che la maggior parte degli inquinanti non pu
essere controllata semplicemente da un genitore volenteroso o in-
formato afferma Grandjean poich sono diffusi nellambiente
dalle industrie, attraverso la contaminazione chimica che arriva an-
che ai cibi. assolutamente necessaria la costituzione di agenzie di
controllo che diano regole per contenere le emissioni dannose per
lo sviluppo cerebrale. Si deve cominciare subito tenendo sotto con-
trollo le sostanze chimiche di cui ci gi nota la tossicit; poi occorre
studiare e testare quelle di cui ancora sappiamo poco nellintento di
un generale contenimento. Roberto Bertollini, direttore salute e
ambiente dellOms Europa, categorico: Le constatazioni cui giun-
gono Grandjean e Larrigan arrivano da unaccurata lettura dei dati

264
scientifici che mostrano attraverso casi reali la neurotossicit delle
sostanze chimiche. Su 202 sostanze prese in esame, solo quattro o
cinque sono ben conosciute; non sappiamo quante delle altre so-
stanze immesse quotidianamente nellambiente abbiano effetti neu-
rotossici sui bambini e, se il rischio stato intuito, non se ne conosce
lentit n la soglia massima di tossicit al di sopra della quale si
manifestano gli effetti negativi. Esistono fenomeni preoccupanti
conclude Bertollini come la tendenza allaumento di alcuni tumori
infantili e di patologie neurologiche come ad esempio lautismo.
Cosa accade alla Terra? Terremoti a ripetizione in Sudamerica ed
Asia. Catastrofi naturali o eventi artificiali? Nulla pi come sembra.
Non lasciamoci ingannare dalle apparenze. Chi scombussola la cro-
sta terrestre e con quali finalit? Il dominio geopolitico di una sola
super potenza fuori luogo? Anche lItalia, a causa della strategica
posizione nel Mediterraneo usata a piacimento. Il Belpaese trema
il 20 maggio 2012. Ma cosa sta accadendo allex Giardino dEuropa?
Cosa stanno testando sulla nostra pelle i militari Usa col beneplacito
delle autorit tricolore? C un nesso con le sperimentazioni della
Nato in questa nazione? Nel report stilato dallIstituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia si legge: Lattivit sismica degli ultimi tre
mesi si concentrata maggiormente a nordest della zona colpita dal
terremoto di oggi (13 aprile 2012, ndr), pi in prossimit dellisola
di Ustica. La distribuzione del numero di terremoti nel tempo mo-
stra due picchi di attivit, intorno al 27 febbraio e quello odierno.
Il sito dellIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia segnala
una seconda scossa localizzata in mare alle 8,44 di stamane (inse-
rire data?) facente seguito a quella delle 8,21. Lintensit di questo
secondo evento sismico, come riporta lo stesso sito nel suo breve co-
municato, stata rilevata in 2.4 gradi Richter 10 km di profondit
al largo della costa palermitana. A fine febbraio, a livello ufficiale,
era in atto lesercitazione militare Proud Manta 12. Cos hanno tre-
mato Palermo e Trapani (magnitudo 4.3), mentre alle 22 e 13 minuti
una scossa di magnitudo 3.3 stata avvertita in Toscana (epicentro
a 16 chilometri NW da Pistoia: 44.08 N; 10.88 E), segnala il Centre
Sismologique Euro-Mditerranen. A mezzanotte e 22 minuti del 14
aprile, ha tremato Ascoli Piceno (magnitudo 2.1). Non tutto. Come
registra lINGV, negli ultimi 30 giorni (ma non solo) tremori e scuo-

265
timenti tellurici hanno interessato gran parte dello Stivale. Partico-
larmente colpite le seguenti aree: Tirreno, Medio Adriatico e Ionio.
Singolare coincidenza: si tratta di zone marittime (aree di nota peri-
colosit sismica) dove sono in corso da mesi a grandi profondit
subacquee manovre militari segrete della Nato, comunque a co-
noscenza del Governo italiano, e particolarmente del ministero della
Difesa. Perch gli USA stimolano le faglie sismiche della Penisola,
mari territoriali inclusi? Un dettaglio non trascurabile: gli Alleati
Usa custodiscono illegalmente centinaia di ordigni nucleari da nord
(Aviano, Ghedi, Vicenza, Livorno) a sud dellItalia, Sicilia compre-
sa. Soltanto a Sigonella, per fare un documentato esempio, decine di
bombe e mine atomiche sono depositate ai piedi del vulcano Etna,
mentre nella stazione aeronavale di Augusta stazionano sommer-
gibili a propulsione ed armamento nucleare dellU.S. Navy. Inoltre
una dozzina di porti italiani delle principali citt costiere attraccano
unit nucleari, ma non sono noti o non esistono, oppure risultano
obsoleti in violazione delle normative nazionali ed internazionali
in materia i piani di sicurezza per la popolazione civile. Allattuale
presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, Monti Mario, si
chiede se sia mai tollerabile tale grave situazione di manifesta viola-
zione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare. Ai
parlamentari della cosiddetta opposizione si domanda di battere un
colpo, se ancora esistono e contano qualcosa. Le attivit pre-belliche
dellAlleanza Atlantica nel Mediterraneo, perfino nelle acque terri-
toriali (allinterno delle 12 miglia dalla costa), mettono a rischio la
vita di milioni di italiane ed italiani. Si attende una catastrofe per
recuperare la sovranit nazionale e garantire immediatamente totale
sicurezza per la popolazione? A quanto pare, anzi, senza ombra di
dubbio, alcuni sommergibili a propulsione ed armamento nucleare
USA giocano alla guerra a ridosso delle faglie sismiche attive del Bas-
so Tirreno, proprio dove sorgono numerosi vulcani sottomarini (vedi
il Marsili). E poi attraccano nei porti civili italiani, dove non esistono
piani di sicurezza noti alla collettivit come stabiliscono le normative
di sicurezza in vigore. Al Presidente del Consiglio pro tempore, Mon-
ti Mario, ed allattuale Ministro della Difesa Di Paola Giampaolo (che
pure ha frequentato lAccademia Navale), si chiede di smentire prove
alla mano queste attivit clandestine dellalleato, pardon, padrone

266
nordamericano. Si obietter: bella scoperta, il Paese delle meraviglie
tutto un tremolio. Gi, se si vanno a sfruculiare le faglie sensibili
non si acuisce il fenomeno? Il giornale inglese The Guardian (edi-
zione del 9 febbraio 2012), avverte: Pochi comprendono appieno
che la geo-ingegneria principalmente una scienza militare e non ha
nulla a che fare con il raffreddamento del pianeta o il ridurre il CO2
. Anche se sembra ancora fantascienza, il meteo stato trasformato
in unarma. Almeno quattro paesi (Stati Uniti, Russia, Cina e Israele)
possiedono la tecnologia e lorganizzazione di modificare periodica-
mente eventi atmosferici e geologici per varie operazioni militari e
black-operation, e sono legati ad obiettivi secondari, tra cui quello
demografico, energetico e la gestione delle risorse agricole. In effetti,
la guerra ora include la capacit tecnologica di indurre, migliorare o
indirizzare gli eventi ciclonici, terremoti, inondazioni... luso di aero-
sol polimerizzati ed agenti virali e particelle radioattive trasportate
attraverso sistemi meteorologici globali. Avvertimenti piombati nel
vuoto? Ce ne sono a iosa. In tempi non troppo sospetti (anno 1966)
Gordon MacDonald, in qualit di direttore associato dellIstituto di
Geofisica e Fisica Planetaria della University of California di Los An-
geles, aveva scritto un libro intitolato Unless Peace Comes (A meno
che non venga la pace). Di particolare interesse il capitolo Come
distruggere lambiente. Il professor Gordon ha descritto, tra le altre
cose, Lo scioglimento o la destabilizzazione delle calotte polari, le
tecniche di impoverimento dellozono, lingegnerizzazione di sismi,
il controllo delle onde oceaniche e la manipolazione delle onde ce-
rebrali usando i campi energetici del pianeta. MacDonald stato
membro dellOrgano di Consulenza Presidenziale Usa ed in seguito
componente del consiglio per il controllo tecnologico a scopo di pro-
positi militari. Il suo pi profondo commento rilasciato come geo-
fisico stato Le chiavi per una guerra geofisica lidentificazione
dinstabilit ambientali alla quale in aggiunta di un piccolo aumento
denergia potrebbe autorizzare vastissimi accumuli denergia.
Per dirla con Bertolt Brecht (Vita di Galileo): Col tempo potrete
scoprire tutto quello che c da scoprire, eppure il progresso sar solo
un allontanamento dallumanit. Allora, pi scorie per tutti, neo-
nati compresi, altro che fantascienza. Al bando le leggende metro-
politane, le paranoie subliminali ed il catastrofismo a buon mercato.

267
Perch non rendere visibile linvisibile? Laccusa gratuita di com-
plottismo non altro che il modo concreto per il discorso dellordine
totalitario di travestire, escludere, eludere o negare quei contenuti
che rischierebbero di mettere in pericolo la sua legittimit, le sue
certezze, il suo potere assoluto. In Italia ridotta ad una portae-
rei dei nordamericani i veleni intrisi nellaria hanno contaminato
acqua, cibo, terra e mare. Il pericolo incombe nei gesti pi semplici
e vitali: respirare, bere, nutrirsi. Finale di partita o dipartita finale
in attesa della terza guerra mondiale? Ora tocca allIran e alla Siria.

268
Capitolo decimo
Euro crac

prossima la fine delleuro? LItalia potrebbe presto rispolverare


la lira? Non unipotesi fantascientifica o catastrofista. A certificare
lelevato rischio, nero su bianco, un rapporto di una delle pi im-
portanti banche italiane, consegnato il 4 gennaio 2012 alla Consob.
Lanalisi spinosa emerge da un documento ufficiale: il prospetto in-
formativo che ha fissato il prezzo dellaumento di capitale a 7,5 mi-
liardi. Le preoccupazioni relative allaggravarsi della situazione del
debito sovrano dei paesi dellarea euro potrebbero portare alla rein-
troduzione, in uno o pi paesi, di valute nazionali o, in circostanze
particolarmente gravi, allabbandono delleuro si legge nel report.
Inoltre, da pagina 66 in poi: Luscita o il rischio di uscita dalleuro
da parte di uno o pi paesi dellarea euro e/o labbandono delleuro
quale moneta, potrebbero avere effetti negativi rilevanti sia sui rap-
porti contrattuali in essere, sia sulladempimento delle obbligazioni
da parte del Gruppo UniCredit e/o dei clienti del Gruppo UniCredit,
con conseguenti effetti negativi rilevanti sullattivit e sui risultati
operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria
del Gruppo UniCredit. la prima volta che un atto ufficiale di una
potente banca italiana parla di una tale ipotesi decidendo di met-
tere in guardia i risparmiatori anche da una possibile dissoluzione
della moneta unica. UniCredit poi lo fa proprio nel momento in cui
ha chiesto denaro ai propri azionisti. LIstituto bancario vale oggi la
met di quanto capitalizzava a fine ottobre 2011. Il valore della banca
si aggira attualmente attorno a 8,6 miliardi. I tempi in cui lUniCre-
dit in Borsa quotava circa 100 miliardi (primavera 2007) sembrano
appartenere ad unepoca remota. Un segno dei tempi che mutano.
Nellera della Guerra Fredda si sarebbe citato come evento High
Risk, un eventuale missile atomico contro la sede della Banca,
mentre dora in poi si citer regolarmente leventuale deflagrazione
dellEuro. Del resto questi prospetti sono regolati da precise norma-
tive: risulta dunque molto pi difficile e pericoloso dissimulare certi
rischi che non possono pi essere ignorati. Questo prospetto non ha
lo scopo di rendere note le previsioni del Gruppo rispetto ai mercati,
bens di avvertire linvestitore degli eventuali rischi dellinvestimen-
to. E per lex capo economista del Fondo Monetario Internazionale

269
(FMI), Raghuram Rajan, intervenuto sulla Cnbc, larea euro potreb-
be non sopravvivere alla crisi cos come , ovvero come un blocco.
La menzogna lassoluta protagonista del discorso contemporaneo.
Infatti. Monti: leuro protegge lItalia dai tassi. Leuro fa da scudo ai
conti pubblici, grazie alla moneta unica europea se i problemi del-
le finanze pubbliche e lincertezza politica in Italia non si riflettono
sullandamento dei tassi dinteresse aveva dichiarato 7 anni fa lat-
tuale Primo Ministro (Il Sole 24 ore, 17 aprile 2005). A conti fatti da
quando il cameriere di Goldman Sachs Premier, senza essere stato
eletto dal popolo sovrano, il debito pubblico aumentato di ben 59
miliardi di euro certifica la Ragioneria dello Stato. Anche la disoc-
cupazione non fa sconti: Oltre un milione di posti lavoro in meno
tra i giovani attesta lIstat. Il primo gennaio 2002 in Italia fu intro-
dotto fisicamente lEuro (a livello interbancario aveva gi iniziato ad
essere usato dal 1999, solamente come moneta scritturale). La nuova
valuta ci fu imposta - senza una consultazione popolare, a differenza
di altri Paesi europei - dallallora Governo Prodi, con il plauso di qua-
si tutta lopposizione, come la panacea di tutti i mali cronici della
nostra nazione. I bassi tassi dinteresse, la riduzione dellinflazione,
la stabilit dei cambi, la forza economica dei Paesi aderenti allunio-
ne monetaria, leliminazione dei costi sulle transazioni valutarie dei
Paesi Ue, avrebbero dato sicuramente slancio alleconomia e alloc-
cupazione del nostro Bel Paese. Per quello storico evento venne fatta
anche pagare una tassa agli italiani: appunto la tassa sulleuro, che
non venne poi mai restituita del tutto, nonostante le promesse dei
politicanti di allora, ben presenti tuttora. Dopo due lustri lItalia ha
risolto, se non tutti, almeno una parte dei suoi problemi economici,
finanziari e sociali? L esito stato senzaltro negativo. In particolare:
il costo reale della vita, ad oggi nellarco di 10 anni aumentato
in media dell85 per cento, in alcuni settori anche del 100 per cento,
nonostante le inattendibili, inaffidabili e poco trasparenti rilevazio-
ni dellIstat che ci raccontavano il buon andamento delleconomia,
almeno fino a quando, nel 2008, anche lEnte pubblico ha dovuto
ammettere che effettivamente il caro vita ha avuto incrementi mag-
giori di quelli pubblicati. Lo Stato e le principali amministrazioni
pubbliche subito dopo lintroduzione delleuro hanno aumentato le
tariffe postali, quelle dei pubblici servizi, dei trasporti, hanno per-

270
messo lincremento delle bollette energetiche e non hanno attuato
nessun tipo di controllo sui prezzi. Ci ha naturalmente legittimato
anche le altre categorie private ad attuare le identiche manovre spe-
culative. Le Banche Centrali delle singole nazioni europee, prima del
Trattato di Maastricht, avevano unindipendenza dal potere poli-
tico variabile tra il 40 e il 65 per cento; attualmente, dopo lintro-
duzione dellEuro, lindipendenza si aggira intorno al 95 per cento.
Dunque, mentre nessuna influenza pu giungere dal potere politico
alla Bce, dai vertici monetari giungono invece ai nostri governanti
continue indicazioni, parametri cui attenersi, rigidi vincoli che coin-
volgono lintera vita e leconomia delle nazioni. Inoltre, larticolo 4
del Trattato non menziona la Bce tra le Istituzioni della Comunit
(Parlamento Europeo, Consiglio, Corte di Giustizia, Corte dei Con-
ti e Commissione); alla Bce per il Trattato conferisce personalit
giuridica e lo Statuto ne riconosce la pi ampia capacit di agire
allinterno di ciascuno degli Stati membri. Sotto il profilo giuridico-
formale, la Bce non dunque unIstituzione Comunitaria, ed i singoli
Paesi aderenti allUnione Monetaria non possono interferire in alcun
modo con la sua politica economica; essa pu quindi fissare a suo
arbitrio il livello del tasso ufficiale di sconto, la quantit di denaro
da immettere sul mercato, decidere la disponibilit ed il costo del
finanziamento del sistema bancario e qualsiasi altra azione di sua
competenza, in modo indipendente (articolo 7 del Protocollo Sebc:
Indipendenza). Oltretutto, le riunioni del Consiglio Direttivo della
Bce sono assolutamente segrete. Infine, i dirigenti della Bce godono
di una sostanziale immunit: non sono infatti previste, allinterno
della Bce, sanzioni per comportamenti impropri degli stessi dirigenti
(articolo 12 del Protocollo: Responsabilit degli organi decisiona-
li). Senza esagerazioni, il Trattato di Maastricht ha fatto di loro
dei membri intoccabili di una Societ privata, autonoma e segreta,
che condiziona Stati e Popoli. I singoli Stati dellUnione Monetaria
hanno perso la sovranit monetaria e legislativa in campo moneta-
rio. Numerose Banche Centrali sono di propriet delle stesse Banche
controllate. Lesempio eclatante offerto dalla Banca dItalia, il cui
pacchetto azionario posseduto per oltre il 90 per cento da Banche
private (Intesa-San Paolo e Unicredit-Capitalia possiedono oltre il
40 per cento delle azioni di Banca dItalia). A questo punto, ogni cit-

271
tadino, sano di mente voterebbe per luscita dellItalia dallEuro, ma
purtroppo nel Belpaese sono dichiarati anticostituzionali i referen-
dum che hanno come oggetto materia fiscale e finanziaria. Non di-
mentichiamo che la classe politica, sia per ignoranza in materia, sia
perch controllata dal potere finanziario (che sponsorizza le loro
campagne elettorali ed altro), alquanto restia prendere iniziative
su queste tematiche.
Prima i Trattati di Velsen e di Lisbona ignoti ai pi, ma firmati e
ratificati in sordina da tutti i governi e dalla maggioranza silente di
europarlamentari e di onorevoli italiani che hanno annichilito la
Costituzione Repubblicana ed Antifascista. Ora siamo alla soluzio-
ne finale: il Fiscal Compact, legge comunitaria ed italiana. Questa
la democrazia dei tempi correnti: 25 Stati su 27 hanno approvato,
senza neanche uno straccio di consultazione con i propri cittadini.
Le pagine del Treaty on Stability, Coordination and Governance in
the Economic and Monetary Union, meglio noto come Fiscal Com-
pact, firmato il 31 gennaio 2012 dai capi di Stato e di Governo della
zona Euro sono undici. Entrer in vigore il 1 Gennaio del 2013 se
nei prossimi 11 mesi non sgorgher dal basso una rivolta in piena
regola. Ecco cosa succeder. Traduzione alla lettera. Uno Stato che
d ai propri cittadini e alle proprie aziende pi denaro di quanto glie-
ne tolga in tasse, cio che spenda a deficit di bilancio, sar illegale e
anti costituzionale. Dovr come minimo fare il pareggio di bilancio
(cio darci 100 e toglierci subito dopo 100), ma meglio ancora se
far il surplus di bilancio (ci dar 100 e ci toglier 200, ma anche
pi a piacimento), ossia dovr impoverirci, scientificamente. Questa
regola dovr essere inserita nella Costituzioni degli Stati firmatari, o
in leggi egualmente vincolanti (Fiscal Compact nel titolo III articolo
3/1 a) - 3/2). Se uno Stato non iscrive nella Costituzione o in leg-
gi egualmente vincolanti lobbligo di impoverire i propri cittadini e
aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, ver-
r giudicato dalla Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sen-
tenze sovranazionali, cio vincolanti per tutti gli Stati aderenti. (Fi-
scal Compact, premessa a pagina 2). Uno Stato che volesse ignorare
questo scempio verr messo sotto accusa automaticamente e dovr
correggersi presentando un piano dettagliato di correzioni, che sono
le famigerate austerit. Le correzioni saranno dettate dalla Commis-

272
sione Europea di tecnocrati non eletti che, come doviziosamente
dimostrato, rispondono alle lobby finanziarie di Bruxelles (Fiscal
Compact nel titolo III articolo 3/1 e) - 3/2). Se lo Stato sotto accusa
si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pa-
reggio di bilancio o il surplus di bilancio, la Commissione Europea
lo denuncer agli altri Stati, che lo denunceranno alla Corte Europea
di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali, cio vincolanti
per tutti gli Stati aderenti. Se questa Corte condanner lo Stato recal-
citrante, e se questultimo comunque si rifiuter di impoverire i pro-
pri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus
di bilancio, la Corte potr condannare lo Stato disubbidiente a una
multa che per lItalia sarebbe di 2 miliardi di Euro (Fiscal Compact
nel titolo III articolo 5/1 a) articolo 8/1 8/2). Il potere di denun-
ciare alla Corte Europea di Giustizia uno Stato che si rifiuta di impo-
verire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il
surplus di bilancio, e quindi di sottoporlo al processo ulteriore della
Corte per le punizioni monetarie finali, riservato anche a un solo
singolo Stato della zona Euro, e anche se la Commissione Europea
non ha dato alcun parere negativo conto lo Stato sotto accusa (Fiscal
Compact nel titolo III articolo 8/1 8/2). Il risultato della condanna
da parte della Corte Europea di Giustizia di uno Stato che si rifiu-
ta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio
di bilancio o il surplus di bilancio, non sar solo una pesantissima
multa di miliardi di Euro, ma si traduce anche in una costrizione
assoluta per questo Stato di correggere il bilancio verso il pareggio o
il surplus (Fiscal Compact, in premessa a pagina 3). Quando scatta la
procedura di denuncia di uno Stato che si rifiuta di impoverire i pro-
pri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus
di bilancio, gli altri Stati della zona Euro si prendono limpegno di
sostenere quella denuncia. Potranno rifiutarsi solo se troveranno un
sostegno da parte di una maggioranza qualificata dei medesimi Stati.
Vale a dire: per contrastare lazione punitiva e arbitraria anche di un
solo Stato, tutti gli altri dovranno trovare una maggioranza (Fiscal
Compact nel titolo III, articolo 7). Dalla firma del Fiscal Compact
in poi, uno Stato della zona Euro dovr chiedere approvazione alla
Commissione Europea e al Consiglio Europeo prima di emettere i
propri titoli di Stato. Anche qui la funzione primaria di autonomia di

273
spesa dello Stato sovrano cancellata (Fiscal Compact nel titolo III,
articolo 6). Allunico organo europeo legittimamente eletto dai citta-
dini, cio il Parlamento Europeo, riservato questo: il suo presiden-
te potrebbe essere invitato ad ascoltare le decisioni dei tecnocrati
della Commissione e del Consiglio. Basta. Ai parlamenti nazionali
e al Parlamento Europeo concesso di formare una conferenza di
rappresentanti che potranno discutere le decisioni prese dai tecno-
crati (Fiscal Compact nel titolo V, articolo 12/5 articolo 13). Il Fi-
scal Compact richiede a tutti gli Stati della zona Euro di promettere
sostegno e fedelt alla Moneta Euro e allunione economica, al fine di
promuovere crescita, impiego e competitivit (Fiscal Compact nel
titolo I articolo 1/1). Se uno Stato dovesse aver bisogno di sostegno
finanziario europeo attraverso un salvataggio da parte del Mecca-
nismo Europeo di Stabilit, non avr un singolo Euro se prima non
avr firmato il Fiscal Compact e non lo avr obbedito in toto (Fiscal
Compact, in premessa a pagina 4). Infine, il Fiscal Compact impone
il rispetto a tutti gli Stati firmatari dellEuropact. Adottato dai capi
di governo dellEurozona il 24 marzo 2011, stabilisce che la compe-
titivit sia giudicata solo in rapporto al contenimento degli stipendi
e allaumento della produttivit; che gli stipendi pubblici debbano
essere tenuti sotto controllo per non danneggiare la competitivit;
che la sostenibilit del debito nazionale sia giudicata a seconda della
presunta generosit di spesa nella Sanit, Stato Sociale, e ammortiz-
zatori sociali; che le pensioni e gli esborsi sociali devono essere rifor-
mati allineando il sistema pensionistico alla situazione demografica
nazionale, per esempio allineando let pensionistica con laspettati-
va di vita (Fiscal Compact nella premessa a pagina 4). Conseguen-
ze finali. LItalia perde tutta la sua sovranit di spesa per i cittadini
(welfare State) e la sua sovranit di spesa per le aziende (a favore
di modernizzazione, infrastrutture, acquisti diretti, sgravi eccetera.).
Il Fiscal Compact impone per legge sovranazionale limpoverimento
sistematico e automatico da parte dello Stato dellItalia produttiva
e delle nostre famiglie. In tal modo lo Stato perde totalmente la sua
funzione democratica primaria. Il parlamento italiano non conta pi
nulla in questo, di fatto esautorato. Siamo alla merc delle puni-
zioni inflitte da tecnocrati non eletti da noi, e del giudizio devastante
della Germania che, com noto ed ampiamente provato, lavora da

274
40 anni per distruggere le economie dellEuropa del sud, dellItalia
in particolare. Saremo costretti ad austerit continue imposte dalla
Commissione Europea che nessun italiano elegge. Questo significa
povert imposta su altra povert, e solo per gli interessi di Berlino e
di pochi speculatori internazionali.
LItalia non ha solo rinunciato alla propria sovranit monetaria e fi-
nanziaria nel contesto di questa Europa, ma ha anche rinunciato alla
propria autonomia giurisdizionale visto che una recente sentenza
della corte dellAia ha di fatto annullato una sentenza della corte di
Cassazione italiana che riteneva i tedeschi responsabili per la strage
di SantAnna, in cui la Wehrmacht assassin numerosi civili italiani
nel 1944, condannando lo stato tedesco al risarcimento danni. Non
siamo pi nemmeno sovrani di giudicare i crimini commessi sul
nostro suolo. E non abbiamo pi nemmeno unautonomia politico
elettorale visto che per la designazione del nostro premier contano
di pi i pareri illuminati della Merkel e di Sarkozy piuttosto che il
responso delle urne, vale a dire la legittimazione del popolo italiano.
Si avverato il vecchio sogno di Hitler con altri mezzi, la Germania
domina lEuropa non pi con le armi ma col potere finanziario. E
sempre pi si avvera il disegno degli Illuminati di un mondo amor-
fo privo di nazioni in cui le decisioni sono prese non dai popoli ma
da una minoranza di managers e finanzieri che non ha nemmeno la
legittimazione di un voto popolare, ma solo la sponsorizzazione del
capitale. La redistribuzione di ricchezza unaltra menzogna. Quello
che conta la produzione di ricchezza; poterla produrre con uno Sta-
to sovrano a moneta sovrana. La nostra unepoca in cui il sistema
di potere dominante, grazie anche alla nostra indifferenza, ha reso
plausibile linimmaginabile.
Affari a gonfie vele e puzzo di mafie dai colletti inamidati. Il Parla-
mento della casta neanche sfiora questo gioco di potere, pur di man-
tenere i privilegi. Ecco cosa accade quando il gioco dazzardo lega-
lizzato dallo Stato ai concessionari. Avanti con la lista dei grandi
evasori: la societ Atlantis dellonorevole Amedeo Laboccetta (An,
poi Pdl) deve allErario ben 31,5 miliardi. Seguono: Cogetech (9,4
miliardi di euro), Snai (8,1 miliardi di euro), Lottomatica (7,7 miliar-
di di euro), Cirsa (7 miliardi di euro), Hbg (7 miliardi di euro), Code-
re (6,8 miliardi di euro), Sisal (4,5 miliardi di euro), Gmatica (3,1

275
miliardi di euro) e Gamenet (2,9 miliardi di euro). A distanza di 6
anni le sanzioni non sono state ancora pagate, mentre lo Stato, o me-
glio, il governo Monti, si accinge a fare il maxi sconto, nonostante un
processo in corso. Il totale fa quasi 100 miliardi di euro, consideran-
do che le cifre sono arrotondate per difetto e vanno calcolati gli inte-
ressi di mora e le sanzioni sul mancato prelevamento del Preu, il
prelievo che i Monopoli dovevano esigere su ogni giocata delle slot
machine. E senza tenere conto delle sanzioni che erano state richie-
ste nei confronti dei vertici dellamministrazione dei Monopoli e che
potrebbero essere confermate. Cifre a nove zeri, basti pensare che al
direttore Giorgio Tino stato contestato un danno per 1,2 miliardi di
euro. Dulcis in fundo: le sale Bingo gestite da compagni del Pd. Vero
Bersani? Chiss se Prodi, Visco e compagnia bella rammentano il
clamoroso inghippo e la relazione della Commissione Grandi. Tutte
le slot machine esistenti sul territorio nazionale avrebbero dovuto
essere collegate in via telematica alla Sogei, mentre secondo unin-
chiesta fatta dalla Guardia di Finanza si era accertato che le societ
concessionarie erano state inadempienti e un gran numero delle ap-
parecchiature non erano collegate. Solo nel caso di impossibilit a
collegarsi era prevista una tassa forfettaria, ma sembra che tale ecce-
zione sia diventata quasi una regola e per arginare tale comporta-
mento fu stabilita una multa di 50 euro per ogni ora di mancato col-
legamento. I Monopoli di Stato (struttura preposta al controllo), che
avrebbero dovuto incassare la multa, non hanno mai applicato le
sanzioni. Una serie di inchieste giudiziarie ha accertato che alcune
delle societ concessionarie sono riconducibili alla criminalit orga-
nizzata. Da tempestive azioni di recupero e da una corretta gestione
di tali concessioni potrebbero emergere risorse per affrontare le nu-
merose questioni economico-sociali che riguardano il futuro del Pa-
ese e le attuali condizioni di vita dei giovani, dei lavoratori e dei pen-
sionati. Purtroppo il governo non ritiene di promuovere tempestivi
chiarimenti n concretizza quali azioni di recupero mettere in atto
per recuperare le somme evase. Numerose interrogazioni parlamen-
tari non hanno ricevuto risposta da ben tre governi: Prodi, Berlusco-
ni & Monti. A conti fatti: 98 miliardi di euro sono tre volte le riserve
auree del nostro Paese, proprio quelle che il Presidente del Consiglio
voleva vendere per ridurre il debito pubblico. Se si facesse pagare

276
questa evasione con tanto di interessi e adeguate multe si arrivereb-
be ad avere una cifra di almeno 150 miliardi di euro, che sono deci-
samente molto di pi di tutte le riserve auree del paese, e con questa
cifra si potrebbe ridurre decisamente il debito pubblico italiano che
il pi alto dEuropa, o ridurre la pressione fiscale che strozza il pae-
se e il progresso economico. Invece no: si massacrano di nuove tasse
i lavoratori, strozzando i disoccupati. Non si pu chiedere ai cittadini
di pagare le tasse e, allo stesso tempo, non dare risposte su 98 miliar-
di di euro di evasione fiscale. In una nuova interrogazione a risposta
scritta (4-06477), depositata il 21 dicembre 2011, il senatore Elio
Lannutti chiede al Governo di recuperare le somme evase, pari a
98 miliardi di euro, che potrebbero pagare gli interessi sul debito
pubblico per un anno intero. Nellatto parlamentare che riprende la
vicenda delle penali slot, Lannutti domanda al Governo quali azioni
intenda intraprendere per recuperare le somme evase considerato
che non si pu chiedere ai cittadini di pagare le tasse e, allo stesso
tempo, non pretendere il pagamento dei 98 miliardi di euro commi-
nati per evasione fiscale, sottolineando che ci sono 98miliardi di
euro che lo Stato potrebbe riscuotere, e che basterebbero a pagare gli
interessi sul debito pubblico nazionale per un anno intero, ma a cui
non sembra per nulla interessato, mentre vara una manovra lacrime
e sangue per i contribuenti, la quale decurta le pensioni e prolunga
let pensionabile e mentre le accise sulla benzina aumentano e fare
un pieno diventa un salasso. Il senatore Lannutti chiede inoltre al
Governo Monti se non ritenga che alle societ concessionarie che
hanno recato un ingente danno erariale non dovrebbe essere preclu-
sa ladesione a condoni per evitare il pagamento della somma in que-
stione e, di conseguenza, quali iniziative intenda adottare e se,
oltre ad un auspicato aumento dei controlli, non intenda inasprire e
rendere effettive le sanzioni per punire tutti i fenomeni di gioco abu-
sivo e clandestino, al fine di limitare al massimo levasione nei con-
fronti dellerario e lintensificarsi di fenomeni criminali connessi al
gioco dazzardo e da questo indotti. Lannutti sollecita un intervento
nelle opportune sedi al fine di individuare strumenti legislativi che
consentano di controllare con precisione la diffusione sul territorio
dello Stato degli apparecchi per il gioco lecito. Nella sua interroga-
zione, il senatore ricorda che le dieci concessionarie che gestiscono

277
le slot machine devono allo Stato 98 miliardi di euro. il maggio del
2007 quando anche il Gruppo Antifrodi tecnologiche della Guardia
di finanza, al termine di una lunga inchiesta ed in parallelo ad una
intensa indagine parlamentare, comunica i risultati alla Corte dei
conti. E sono dati sconcertanti. Le dieci maggiori societ concessio-
narie che gestiscono le slot machine avrebbero contratto un debito
col Fisco per gli anni 2004-2007 pari a circa 100 miliardi di euro. La
truffa erariale pi grande che la storia della Repubblica ricordi. Nel
dicembre 2008, il procuratore della Corte dei conti Marco Smiroldo
porta sul banco degli imputati le dieci potentissime concessionarie
delle slot machine in Italia, con una richiesta di danno allerario di
98 miliardi di monopoli di Stato. Nellinchiesta si menzionano inter-
rogativi su specifici comportamenti, tenuti dai Monopoli in partico-
lari occasioni che riguardano sia la fase di avvio delle reti telematiche
e, in particolare, lesito positivo dei collaudi allora condotti, subito
dopo smentiti dallesperienza applicativa, sia laccelerato rilascio di
nulla-osta di distribuzione per apparecchi nellimminenza dellen-
trata in vigore di una disciplina pi stringente, sia infine lomessa
applicazione di sanzioni previste dalla legge e linvenzione di regimi
fiscali forfettari. Secondo quanto dichiarato al Secolo XIX (31 mag-
gio 2007) da un membro della Commissione che ha condotto lin-
chiesta i Monopoli hanno autorizzato persino macchinette appa-
rentemente innocue, giochi di puro intrattenimento, senza scoprire
che premendo un pulsante si trasformavano in slot-machine. Lap-
plicazione di forfait ha permesso il dilagare di anomalie, perch la
cifra fissa assai pi bassa di quella che potrebbe essere rilevata
dalle macchine. Cos in moltissimi casi sono state dichiarate avarie,
guasti, difficolt di collegamento dei modem solo per poter pagare di
meno, con una perdita secca per lo Stato di miliardi di euro. I Mo-
nopoli, in sostanza, avrebbero permesso e facilitato la dilagante eva-
sione delle societ concessionarie, rinunciando a qualunque forma
di sanzione che avrebbe dovuto essere attuata. Oltre ai vertici dei
Monopoli, gravi accuse di corruzione sono state rivolte dalla Com-
missione a singoli funzionari che, attraverso anomale procedure e
retrodatazione delle autorizzazioni, avrebbero permesso ad alme-
no 28 aziende (alcune delle quali oggetto di indagini da parte della
magistratura per presunti reati di corruzione nei confronti di diri-

278
genti dei Monopoli) di eludere le disposizioni introdotte successiva-
mente dalla legge. Inoltre, a quanto risulta allinterrogante, pesanti
responsabilit, se non addirittura connivenze, sembrano ricadere
anche sullAgenzia dei Monopoli. Tangenti e slot machine (Il Cor-
riere della Sera, 26 giugno 2006): Dopo due anni di indagini partite
da un giro di usura nel Potentino, il pm Henry John Woodcock arriva
a scoprire un filone che porta a una serie di illeciti nella gestione
delle licenze per i videogiochi in Basilicata e ai nullaosta per i video-
giochi dei casin di Campione dItalia. In pratica il pm ricostruisce
un sistema tangentizio per ottenere i nullaosta dai Monopoli di Stato
per lintroduzione di macchinette poi taroccate per guadagnare di
pi Gli indagati sono 24. Al vertice del giro di tangenti e macchi-
nette taroccate il pm colloca il principe Vittorio Emanuele. Sarebbe
lui luomo dalle conoscenze giuste, che utilizzando i suoi legami
istituzionali e massonici poneva le basi per accordi corruttivi. Nel
giro ci sarebbero pure il sindaco di Campione dItalia, Roberto Sal-
moiraghi, il portavoce di Fini, Salvatore Sottile. Nellinchiesta finisce
anche il principe Emanuele Filiberto le accuse Sesso e corruzio-
ne Per Vittorio Emanuele di Savoia laccusa di associazione per
delinquere finalizzata a corruzione, falso e sfruttamento della prosti-
tuzione. Salvatore Sottile sotto inchiesta per concussione sessuale
nella vicenda che coinvolge la Gregoraci. Emanuele Filiberto accu-
sato di pirateria informatica e frode. Roberto Salmoiraghi avrebbe
fornito, insieme con altri, pacchetti completi per il Casin, com-
prensivi di prostitute dellEst. Slot, colpo di spugna sui novanta mi-
liardi di euro (Il Secolo XIX del 14 maggio 2008): SILENZIO gene-
rale. Laccordo stato siglato, ma nessuno se n accorto. I Monopo-
li e le societ concessionarie delle slot machine hanno firmato la
nuova convenzione. Il punto chiave? Non prevista alcuna penale in
caso di tardato pagamento del Preu (Prelievo Erariale Unico), la tas-
sa del 12 per cento sulle cifre incassate. In parole povere: se le socie-
t non pagheranno per tempo limposta prevista per ogni giocata...
non succeder niente. stata di fatto abolita la sanzione che aveva
portato la Corte dei Conti a chiedere alle societ concessionarie (ma
anche ad alcuni funzionari dei Monopoli, tra cui il numero uno,
Giorgio Tino) il pagamento di oltre 90 miliardi di euro di cui ha par-
lato il Secolo XIX in una lunga inchiesta. Per il futuro non sar pre-

279
vista alcuna sanzione, quindi. Proprio quello che desideravano le
concessionarie. Ma questo, forse, il meno. La nuova convenzione
potrebbe privare lo Stato degli oltre novanta miliardi di euro richie-
sti dalla Corte dei Conti. Una fonte del Secolo XIX lo aveva previsto
chiaramente: Se fosse abolita la sanzione per il futuro, probabil-
mente anche le somme richieste per il passato sarebbero cancellate o
almeno rimodulate. Annota lagenzia di stampa Jamma: Sono die-
ci le societ convenzionate con lAmministrazione dei Monopoli di
Stato per la conduzione in rete delle newslot. Dieci sono quindi i con-
tratti di convenzione tra queste imprese e lente di regolamentazione
italiano per il gioco firmati a seguito della revisione delle concessioni
disposta gi nel luglio scorso e che prevede per lapplicazione delle
penali per eventuali disservizi principi di ragionevolezza e propor-
zionalit. Il nuovo testo della convenzione il risultato dellintesa
raggiunta tra Aams e i Concessionari ed il frutto di un confronto tra
le parti. Un accordo importante per il mondo del gioco, ma anche per
le casse dei contribuenti. Eppure nessuno, o quasi, ne ha saputo nul-
la. Le modifiche introdotte riguardano in particolare la circostanza
che le penali debbano essere applicate secondo i richiamati principi
di ragionevolezza e proporzionalit. Che debbano essere commisu-
rate al danno effettivamente arrecato allErario. Come? Prevedendo
una graduazione delle penali stesse in caso di inadempimento del
Concessionario agli obblighi relativi alla conduzione della rete. Ma
non basta: con latto aggiuntivo della nuova convenzione stata eli-
minata lapplicazione della penale nellipotesi di ritardato pagamen-
to del Preu, la tassa. Un particolare questo sicuramente gradito alle
societ che solo un anno fa si erano viste recapitare provvedimenti
sanzionatori per diversi milioni di euro annullati nelle settimane
scorse dai giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio. Con la
nuova convenzione le somme che potrebbero essere invece richieste
alle concessionarie sono vicine allo zero. Adesso, visto che gli stessi
Monopoli hanno rinegoziato le penali, le nuove convenzioni potreb-
bero spalancare le porte a un clamoroso colpo di spugna. Del resto
lipotesi era emersa chiaramente quando molti protagonisti dello
scandalo slot-machine erano sfilati davanti alle commissioni parla-
mentari. Maggioranza (allora centrosinistra) e opposizione (centro-
destra) avevano sostenuto le ragioni delle concessionarie. Lex vice-

280
ministro dellEconomia, Vincenzo Visco, si era rifiutato di fornire
una qualsivoglia spiegazione dellaccaduto ai cronisti del Secolo
XIX: Con voi non parlo perch non mi siete simpatici, aveva liqui-
dato la questione. Non ci sar alcun condono, aveva promesso Ro-
mano Prodi. Dopo pochi mesi, ecco le audizioni in Parlamento. E la
sensazione, chiara, che la storia dei 98 miliardi dimenticati dai
Monopoli non appassionasse granch nessuno. Del resto, come di-
mostra chiaramente lelezione di Amedeo Laboccetta, le societ con-
cessionarie hanno molti amici nella palude politica. In entrambi gli
schieramenti. Ma qualcuno ha anche messo nero su bianco linten-
zione di perdonare le concessionarie. Chi? Angelo Piazza e Giovan-
ni Crema, due deputati della Rosa nel pugno, prima della discussio-
ne in commissione, avevano inserito questa frase: Appare necessa-
rio adottare iniziative legislative volte a rivedere, anche retroattiva-
mente, le condizioni convenzionali e il termine del 31 ottobre 2004.
Cosa vuol dire? Che la convenzione, quella che prevedeva pesanti
sanzioni, andava rivista anche per il passato. E che la data ultima
sulla quale doveva essere operativo tutto il sistema telematico di
controllo delle slot poteva essere spostata in avanti. Effetto finale? La
sparizione dei 98 miliardi di euro. La crisi incombe e si sente. Lo
vediamo dal numero sempre pi crescente di persone intorno ai cas-
sonetti della spazzatura in cerca di rifiuti ancora commestibili. Non
si tratta solo di immigrati. E che dire degli anziani a Roma dinanzi ai
supermercati che mendicano cibo? Al contempo cresce la febbre del
gioco dazzardo alimentata dai governi dogni sfumatura. Lavete no-
tato? Due esercizi restano affollati: i negozi delle ricariche telefoni-
che e le ricevitorie. Nel primo la responsabilit soltanto nostra.
Non sappiamo rinunciare al superfluo. Diversa la responsabilit a
caccia della fortuna facile. Lo Stato, che dovrebbe proteggere da
questa debolezza rovinosa i suoi cittadini, ne promuove e incremen-
ta la dipendenza. Addirittura inventa nuovi giochi, li reclamizza,
promette vincite facili. Rammenta Bersani le sue normative ministe-
riali? E il giocatore accanito si strozza per star dietro ai suoi numeri,
si indebita sempre pi, ma non smette. Padri e madri con le tasche
vuote e le mani piene di illusioni. Perch chi governa consente que-
sta felpata violenza? Ovvio: ci guadagna. Altrimenti come si mantie-
ne a sbafo la casta? Lusura gi a livelli mondiali nel Belpaese fiorisce

281
e si alimenta anche di questa fragilit.
Si pensa alle Forze armate e sbucano le spese folli. LItalia gi in
guerra dalla met degli anni 90 per smembrare e distruggere la Ju-
goslavia (grazie anche a Prodi, DAlema & Berlusconi) calpestando
la Costituzione ai giorni nostri vanta pi militari (178.600) di Ger-
mania, Inghilterra e Spagna. Abbiamo gi pagato 13 miliardi di euro
per gli Eurofighter ed il premier antidemocratico Monti Mario conta
di spenderne altri 9 per sommergibili e navi sottraendoli al popolo
italiano gi stremato e in preda ai suicidi. Il decreto Legge numero
59 (Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile), con-
tiene una sterminata serie di capitoli di spesa del Ministero bellico.
Ecco i conti bucati della nostra Difesa, mentre la popolazione sborsa
sempre pi tasse senza ribellarsi. Caccia- F-35: lItalia ha in piedi
una commessa da 15 miliardi di euro per lacquisto dalla Lockheed
Martin (Usa) di 135 aerei dal costo unitario di 124 milioni di euro
(salvo ulteriori lievitazioni). Eurofighter: lultima tranche del pro-
gramma coster ai contribuenti (fessi) del Belpaese altri 5 miliardi
di euro, dopo i 13 gi sborsati. Aerei senza pilota (Uav): il governo
abusivo Monti intende acquistarne otto dal costo complessivo (per
ora) di 1,3 miliardi di euro. Elicotteri: lo Stato tricolore ha appena
comprato 116 (+1 in opzione) nuovi velivoli NH 90 per la modica
cifra di 3,2 miliardi di euro. Navi da guerra: lItalia ha acquistato 10
fregate Fremm per una spesa di 5 miliardi di euro. Sommergibili:
lItalia ha comprato altri 2 sottomarini da guerra per 1 miliardo di
euro. Sistemi digitali per lEsercito: il progetto Forza Nec serve a
dotare le unit di terra e da sbarco di un sofisticato sistema tecnolo-
gico per ammazzare facilmente il nemico. Solo la progettazione in
atto ci gi costata 650 milioni di euro. La stima di spesa comples-
siva si aggira per il momento sui 12 miliardi di euro. Lanno prossi-
mo saranno acquistati dal ministero della Difesa ben 249 blindati
Freccia per una spesa di 1,6 miliardi di euro. Nel 2015, due fregate
antiaeree Orizzonte per altri 1,4 miliardi di euro. Mentre nel 2012
termineremo di pagare la portaerei Cavour e quattro sommergibili
U-212 saldando i restanti 3,2 miliardi. Attualmente sul bilancio dello
Stato riformulato dai servitori della banca speculativa Goldman Sa-
chs, ovviamente sotto la supervisione del Club Bilderberg e della Tri-
laterale, gravano ben 71 programmi di cosiddetto ammodernamento

282
e riconfigurazione di sistemi darma, che ipotecano la spesa di guerra
fino al 2026, salvo aumenti ed imprevisti. Domande in libera uscita
al premier pro tempore in scadenza. Professor Monti, sono tutte ac-
quisizioni necessarie e indispensabili? E in rapporto a quale modello
di difesa e su quale visione del ruolo dellItalia nello scacchiere in-
ternazionale? Per caso, ancora e sempre offensivo? E lanomalia del
personale? Manteniamo a sbafo tante stellette, decisamente troppe:
511 tra generali e ammiragli (69 sono i generali di corpo darmata:
ovvero pi del doppio dei corpi darmata attualmente operativi. Ce
ne sono 50 tra Esercito, Aeronautica e Marina, 10 nellArma dei Ca-
rabinieri e 9 nella Guardia di Finanza), 2.600 colonnelli e 23 mila
ufficiali. Addirittura due terzi del bilancio Difesa sono assorbiti per
mantenere tali addetti. Anche lex capo di Stato Maggiore delle Forze
Armate, generale Vincenzo Camporini, ha confessato il rischio con-
creto che lEsercito si trasformi in uno stipendificio. I sottufficiali
ammontano a 71.837: di cui 55.974 marescialli e 15.858 sergenti. In
sostanza: un numero spropositato rispetto ai comandanti. La truppa
volontari conta 83.421 unit, in servizio permanente 48.173 e 35.248
in ferma prefissata. Ne risulta un organico con unet anagrafica
molto avanzata. Attualmente le missioni allestero impegnano 7.435
unit. In totale le spese per il personale si assestano sulla cifra di
9,4 miliardi di euro. Secondo i dati SIPRI (Stockolm International
Peace Research Institute), lItalia la decima potenza militare al
mondo. Spendiamo addirittura pi dIsraele con cui facciamo affari
in materia (grazie ad un memorandum di stampo berlusconiano in
parte segreto): la nazione pi bellicosa del Pianeta Terra. Conti in
tasca. La casta passa lo scettro alla cricca massonica ma non rinuncia
ai privilegi. Dopo il referendum del 1993 che ha abolito il finanzia-
mento pubblico ai partiti, il sistema di potere ha mutato solo il nome
in rimborso elettorale. In soldoni pubblici ha calcolato la Corte
dei Conti a fronte di 579 milioni di euro certificati per le spese
elettorali tra il 94 e il 2008, i partiti hanno incassato 2,25 miliardi
di euro, sottratti alle tasche dei lavoratori. Ergo: 1,67 miliardi in pi.
Altro sperpero di denaro pubblico deriva dalla macchina parlamen-
tare. Nellanno 2001 la camera dei deputati costava 750 milioni di
euro; oggi ha superato il miliardo. Unimpennata mostruosa anche
al Senato: un decennio fa costava alla collettivit 350 milioni di euro,

283
adesso ha toccato 574 milioni di euro. Il Quirinale, poi, ha aumentato
a dismisura le spese, ma senza controllo. Tanto paghiamo noi. Vero
Presidente Napolitano? Non tutto: ben 186 tra deputati e senatori
sommano lo stipendio di parlamentare ai guadagni di unaltra atti-
vit professionale. Giusto per fare un esempio a casaccio: lex com-
pagno Vendola (lauto candidato premier) incassa ogni mese uno sti-
pendio da fame di appena 19 mila euro netti, mentre la Puglia vanta
una cifra spaventosa di cassintegrati e disoccupati.
Monti di piet. A ben vedere, la manovra Finanziaria non tocca, anzi
neanche sfiora i ricchi, i furbi, le banche, le caste, gli evasori totali
e nemmeno parziali. Allora, a che serve? Al fine di raccattare una
ventina di miliardi per questa mossa del sistema di potere (un golpe
in piena regola) non occorrono professoroni, dottorini e gente con la
puzza sotto il naso, basta compiere alcune azioni di rottura con lan-
dazzo tricolore. Dunque, i soldi per sanare i conti pubblici dissan-
guati dalla casta di politicanti italioti e dai boiardi di Stato almeno
dagli anni 60 ai giorni nostri, si possono incassare in breve tempo:
Imu sugli esercizi commerciali del Vaticano in primis, e, tutte le altre
chiese a seguire: recupero stimato ufficialmente: 2 miliardi di euro.
Abolizione integrale delle Province: 12 miliardi di euro. Auto blu:
taglio di 650 mila veicoli e relative scorte: 120 miliardi di euro. Fre-
quenze televisive: pagamento diritti allo Stato: 10 miliardi di euro.
Tassazione dei capitali italiani in Svizzera (150 miliardi di euro): re-
cupero di almeno 4 miliardi di euro. Annullamento acquisto inutile
del Cacciabombardiere Jsf: 13 miliardi di euro. Totale: 161 miliardi
di euro. Altro che tagliare le pensioni dei poveracci.
Toc toc: pronto mafie. Le stime ufficiali parlano chiaro da tempo:
le organizzazioni criminali propriamente dette (cosa nostra, ndran-
gheta, camorra, sacra corona unita, batterie foggiane, basilischi, ec-
cetera) sommano il 20 per cento del prodotto interno lordo. Le sfide
che si pongono davanti allItalia non sono poche, n banali. Le dif-
ficolt risultano moltiplicate, poi, dalla zavorra delle cattive usanze
che il Paese si porta dietro, quali levasione fiscale. Secondo rileva-
zioni della Corte dei Conti, il nostro Paese il secondo nella gra-
duatoria internazionale per ammontare di gettito sottratto al Fisco.
Lallarme arriva in unoccasione ufficiale: Luigi Giampaolino, pre-
sidente della Corte dei Conti, a certificare durante unaudizione in

284
commissione finanze al Senato che levasione fiscale in Italia al 18
per cento del Pil, un dato che pone il nostro Paese al secondo posto
della graduatoria internazionale dellevasione, alle spalle della sola
Grecia. Particolarmente indigesta (o forse troppo facile da evadere)
risultata limposta sul valore aggiunto, la famigerata Iva. In base
ai calcoli della Corte dei Conti, il tasso di evasione dellIva arriva al
36 per cento. LIva italiana, inoltre, secondo Giampaolino raccoglie
meno fondi di quanto faccia lo stesso tipo dimposta in ambito medio
europeo perch il rendimento dellimposta italiana risulta intaccato
dal livello e dallestensione delle basi imponibili diverse da quella
ordinaria, oltrech dai regimi speciali e di esenzione. In base ai nu-
meri, gi oggi il Fisco si impossessa di quasi il 43 per cento del reddi-
to degli italiani in regola con i versamenti e tale quota, nei prossimi
anni, potrebbe salire ulteriormente (fino al 44,8 per cento nel 2013 e
ancora oltre successivamente) per effetto del taglio delle agevolazio-
ni fiscali previsto dalla manovra di agosto e sulla scorta degli aumen-
ti delle imposte locali che regioni e comuni saranno quasi obbligati
ad adottare. Ecco perch non si fa una vera lotta alle mafie: sono or-
ganiche anche non riconosciute ufficialmente a livello istituzionale.
Leconomia, si fa per dire, andrebbe a rotoli.
Cera una volta destra, sinistra e centro: Giorgio Gaber aveva colto
nel segno tanto tempo fa. Prendiamo lalta velocit. Il meccanismo
truffaldino ideato e messo in pratica dai governi di centro sinistra e
centro destra, nessuno escluso, semplice. Il Tav infatti un model-
lo che si impone di trasversalismo affaristico a scatola chiusa, une-
voluzione, molto sofisticata, di tangentopoli. La figura del general-
contractor ideata nel 1991 dallex dicc Paolo Cirino Pomicino (mini-
stro e membro della Commissione parlamentare antimafia) ha reso
ogni cantiere un grandioso banchetto a cui partecipano le grandi
imprese tricolore, le banche, le regioni, i comuni, i partiti e, ovvia-
mente, le organizzazioni criminali propriamente dette. Un debito
pari a 90 miliardi di euro: il costo dei profitti delle imprese trasfor-
mati in debito pubblico. Legge obiettivo: stata promulgata dal go-
verno Berlusconi (numero 443 del 27 dicembre 2001) insieme alla
delibera di attuazione del Cipe datata 2002, con la quale si definisce
lelenco delle opere strategiche, vengono introdotti un modello fi-
nanziario e contrattuale garantiti dal general contractor e dal project

285
financing. Il contraente generale un concessionario con la esclu-
sione della gestione dellopera, ossia costruisce ma poi non gestisce.
Tradotto in parole povere: deresponsabilizzato rispetto alla qualit
e alla durata dei lavori, inoltre pu agire in regime privatistico, affi-
dando a chi vuole i lavori, senza gara pubblica, e qualsiasi cosa faccia
non sar mai accusato di corruzione: essendo un privato potr far
passare eventuali tangenti per provvigioni. Il tutto in barba alle nor-
mative europee sulla trasparenza degli appalti pubblici. I finanzia-
menti invece arrivano dal project financing, prestiti raccolti nel mer-
cato finanziario privato. Ma qui si nasconde il trucco: i prestiti sono
totalmente garantiti dal pubblico attraverso Infrastrutture Spa, so-
ciet di capitale pubblico, ma di diritto privato, e, dal 2007, dalla
Cassa depositi e prestiti. E il conto? I grandi profitti delle solite im-
prese private li paghiamo sempre noi, sotto forma di un indebita-
mento pubblico che ha superato i 90 miliardi di euro, e per questo 13
miliardi in contante (l1 per cento del prodotto interno lordo) sono
stati trasferiti alla fine del 2006 per pagare parte degli interessi in
conto capitale e per parte degli investimenti effettuati dal tesoro per
Tav Spa. Ma il salasso degli ignari contribuenti non si arrestato qui.
Infatti, con la Finanziaria del 2007 altri 3.300 milioni sono stati pre-
levati per lAlta velocit fino al 2009. E cos via fino ai giorni nostri ed
oltre. Che qualcosa non filasse per il verso legale nei cantieri Tav ave-
va iniziato a segnalarlo Ferdinando Imposimato, ex magistrato che
nel 1996 aveva presentato una relazione sui cantieri della Tav nella
tratta Roma-Napoli, basata su indagini di polizia, in cui denunciava
la partecipazione di imprese direttamente collegate alla mafia. Attra-
verso la scelta delle societ concessionarie, che avviene per trattativa
privata, comincia il balletto degli appalti e subappalti, per cui alla
fine le ditte che eseguono i lavori ricevono il 10 per cento della cifra
destinata allAlta velocit, il restante 90 per cento va alle organizza-
zioni criminali (associazioni dello Stato italiano ma non riconosciute
ufficialmente) e alla endemica corruzione politica. Il dettaglio spiega
perch lItalia al primo posto in Europa per morti nei cantieri, pro-
prio a causa delle condizioni di lavoro da terzo mondo. Era di Paglia-
relle, in provincia di Crotone, il giovane di appena 23 anni morto il 31
gennaio 2000 nella tratta Bologna-Firenze progettata da Pietro Lu-
nardi (il ministro che aveva legittimato ufficialmente la convivenza

286
tra Stato & Mafia), 60 chilometri in tunnel sotto lAppennino, in un
contesto geologico delicatissimo, ormai stravolto; non hanno galle-
rie parallele di soccorso e in caso di incidente o attentato diventereb-
bero una trappola per topi. I costi sono lievitati dai 13,76 milioni di
euro al chilometro previsti nel 1991 ai 73,66 del 2006. Da allora, le
condizioni nei cantieri non sono mutate. La torta allepoca era di 10
mila miliardi di lire e andava spartita per sei decimi ai partiti ed il
resto alle organizzazioni criminali. Le indagini dello Sco (Polizia di
Stato) individuarono tra le ditte che lIri aveva fatto entrare nel con-
sorzio Iricav 1, la Icla, impresa (propriet di Cirino Pomicino) che
evidenziava strane connessioni con esponenti del crimine legalizza-
to. Nel 2007 il ministro Padoa Schioppa ha sancito la collaborazione
tra la Cassa depositi e prestiti con un Fondo infrastrutture formato
da nove banche e fondazioni come Intesa-San Paolo, Unicredito,
Fondazione Montepaschi, Fondazione Cariplo, Lehman Brothers e
Goldman Sachs (gi dipendente Mario Monti). Nel 2002 il governo
Berlusconi ha modificato la definizione del contratto di concessione
sulla base del quale si basano le operazioni di project-financing, af-
fermando la possibilit di affidare in concessione la realizzazione di
lavori pubblici con una gestione per la durata affidata senza alcun
limite per quanto riguarda il prezzo che il committente pu garantire
al privato concessionario spiega lingegner Ivan Cicconi, gi della
Nuova Quasco che si occupa di qualit degli appalti e sostenibilit
ambientale . Mentre la legge Merloni dal 1994 stabiliva che lam-
ministrazione pubblica poteva dare a integrazione dei ricavi che il
privato ottiene attraverso la gestione un massimo del 50 per cento,
dal 2002 questo limite stato eliminato, di fatto garantendo alla fine
il 100 per cento dellinvestimento. Ci significa che lamministrazio-
ne pubblica si assume in toto i costi dellopera che verranno scaricati
nei bilanci futuri dei committenti pubblici. Infrastrutture Spa sta-
ta cancellata e riassorbita da Cassa e depositi e prestiti. grazie a
quella societ inventata dallallora ministro Lunardi rivela linge-
gner Cicconi che lUnione europea ha aperto una procedura di in-
frazione per le operazioni finanziarie in contrasto con le direttive
europee sugli appalti pubblici e ha imposto di rimettere tutti i debiti,
mutui e titoli dal 1994 al 2005, nei conti pubblici. Cos Trenitalia,
Tav Spa, Rsi Spa sullorlo del fallimento qualche anno fa, sono state

287
liberate dai debiti contratti, che sono stati assorbiti da Cassa deposi-
ti e prestiti e dunque sono rientrati nella contabilit pubblica. La col-
lettivit deve pagare la restituzione del debito e degli interessi. Il
paradosso che cos sgravate, queste societ hanno attivato opera-
zioni dello stesso tipo. Dove? In Val di Susa. Disastri ambientali: pre-
ordinati, annunciati e realizzati con la connivenza dello Stato italia-
no e dei vari governi. Il professor Marco Ponti, docente di economia
dei trasporti al politecnico di Milano, non ha alcun dubbio: una
follia insensata, che fa inorridire per i costi: le linee ferroviarie che ci
sono attualmente sono in grado di portare tre volte quel che ci passa
adesso, ma non c domanda e per far quadrare i conti con lalta ve-
locit ci vogliono grandi flussi, che non ci saranno mai. In Italia poi
si scelto di far viaggiare anche le merci sullalta velocit; ma le mer-
ci in ferrovia non hanno mica fretta. Il pi grande sistema ferroviario
merci del mondo, quello degli Usa chiosa lesperto viaggia a 30
chilometri allora, ed ha un enorme successo economico. Da questa
spesa non rientra un euro: sono tutti soldi a sbafo. Per tappare il
buco dellalta velocit hanno dovuto versargli 13 miliardi di euro in
contanti. La Comunit europea ha sentenziato che i debiti di Infra-
strutture Spa sono debito pubblico. Nel Mugello si sono seccate o
depauperate ben 73 sorgenti; colpiti e affondati siti di interesse natu-
ralistico europeo, come la millenaria Badia benedettina di Moscheta,
dove lacqua risale dalle gallerie alle vecchie sorgenti. Ai danni evi-
denti della Tav si aggiunge lo sfracello dellAddendum, una serie di
interventi per mitigare gli impatti idrogeologici indotti dai lavori di
scavo. 53 milioni di euro per il Mugello finanziati con il solito siste-
ma: dallo Stato per 27, 5 milioni di euro e da Tav per 245, 5 milioni
di euro. Allora perch perseverare nellerrore? Per colossali interessi
costituiti. La Comunit europea rende difficilissimo distribuire quat-
trini alle imprese, se non con questi meccanismi perversi, concretiz-
zati dallonorata societ mafiosa che domina il Belpaese.
Illegalit, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevol-
mente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono
di gran lunga superiori a quelle che vengono spesso faticosamente
alla luce ha rivelato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giam-
paolino, in occasione dellinaugurazione dellanno giudiziario alla
presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La

288
corruzione dunque ancora dilagante, dice la Corte, e per il Pre-
sidente Giampaolino una sconfitta non avere fatto una efficace
riforma della pubblica amministrazione ma avere operato sempre
chirurgicamente, insistendo sullaspetto penale. Contro la cor-
ruzione, invece, bisognerebbe fare quello che stato fatto per la
mafia, costruire un movimento di lotta, rileva il presidente. Fiumi
di denaro, dunque, se ne vanno ogni anno, da una parte con la cor-
ruzione, il cui peso di circa 60 miliardi di euro lanno, dallaltra con
levasione che vale 100-120 miliardi di euro. Per la sola Iva si calcola
unevasione al 36 per cento. La lotta allevasione sacrosanta ha
detto ancora il presidente ma altrettanto sacrosanta la lotta allo
sperpero di denaro pubblico. La Commissione europea ha infatti
stimato che la corruzione costa alleconomia dellUnione 120 miliar-
di di euro lanno, ovvero l1 per cento del Pil della Ue e poco meno del
bilancio annuale dellUnione europea. La Corte dei Conti ricorda co-
munque che il nostro Paese nella classifica degli Stati percepiti pi
corrotti nel mondo stilata da Transparency International per il 2011
assume il non commendevole posto di 69 su 182 paesi presi in esame
e nella Ue posizionata avanti alla Grecia, Romania e Bulgaria. Per
la magistratura contabile, quella contro la corruzione, latamente
intesa, rappresenta davvero un impari battaglia: basti pensare che
a fronte del costo plurimiliardario del fenomeno come stimato dagli
organismi sopra citati, la Corte dei Conti nel 2011 riuscita a inflig-
gere condanne in primo grado per soli 75,25 milioni di euro, mentre
in sede dappello sono state definitivamente confermate condanne
per limporto di 15,05 milioni di euro (danno patrimoniale pari a
13.189.771,21 + 1.862.032,37 euro per danno allimmagine) relative
a giudizi trattati negli anni precedenti. Anche incarichi e consulen-
ze illegittime, fuori dalle regole, onerose, ed elargite a piacimento
anche quando allinterno ci sono le professionalit giuste, restano
una spina nel fianco della pubblica amministrazione. Nonostante le
sentenze e le leggi, ci sono ancora casi macroscopici, avverte la
Corte, in cui si perseguono obiettivi personalistici cui estraneo
linteresse pubblico. Lex giudice Gherardo Colombo non ha dubbi
e taglia corto: Mani pulite ha perso, la corruzione continua.
Numeri poco noti: tanto pagano i fessi che piegano la schiena in si-
lenzio. La somma dei soldi erogati dallo Stato, ovvero sborsati dai

289
cittadini, alle formazioni politiche dal 1994 ad oggi ammonta a 2 mi-
liardi e 300 milioni di euro. Il tutto in barba ai 31 milioni di italiani
che nel 1993 hanno votato SI al referendum promosso dai Radicali
per abolire il finanziamento dei partiti. In queste cifre si nasconde
il bottino della partitocrazia: sono 1.700 milioni di euro, ovvero
la differenza tra i 2,3 miliardi di euro gi incassati e i 580 milioni di
euro di spese elettorali documentate. Dopo il finanziamento saltato
fuori il rimborso per fregare italiane ed italiani che lavorano. I partiti
devono restituire il malloppo maltolto. La politica una missione
al servizio della collettivit. Allora, vuoi fare il politicante a Roma?
Accontentati di un migliaio di euro al mese, altrimenti a casa. Niente
di nuovo: lo ha gi dettato la Costituzione. Lo stipendio equo per
senatori e deputati italiani 1.138 euro netti al mese. Lo hanno sta-
bilito i costituenti con la legge 9 agosto 1948, numero 1102: Deter-
minazione dellindennit spettante ai membri del Parlamento. Le
firme sono tutte di uomini daltri tempi e tempra. La prima quella
di Luigi Einaudi, la seconda quella di Alcide De Gasperi, la terza
quella di Ezio Vanoni, ministro del Bilancio e delle Finanze, e la
quarta quella di Giuseppe Pella, ministro del Tesoro. Timbro posto
dal guardasigilli Giuseppe Grassi. Ai membri del Parlamento cor-
risposta una indennit mensile di lire 65 mila. Una somma che con
linflazione e la rivalutazione monetaria in 64 anni equivale attual-
mente a 2.204.800 lire, pari appunto a 1.138 euro. Netti. Ai parla-
mentari era concesso un rimborso spese per i giorni delle sedute
parlamentari alle quali essi partecipano. La misura di tale diaria sar
stabilita dagli uffici di presidenza delle rispettive Camere, tenendo
conto della residenza o meno nella capitale di ciascun membro del
Parlamento. A differenza di oggi dunque si rimborsavano le spese
di alloggio a Roma per fare i parlamentari solo per i giorni in cui
cerano sedute e solo ai parlamentari che effettivamente erano pre-
senti. Era vietato il cumulo della indennit parlamentare con gettoni
di presenza o qualsiasi tipo di incarico conferito dallo Stato o da un
ente pubblico. Quella legge stata abrogata dalla successiva legge 31
ottobre 1965, numero 1261 (trattamento economico dei parlamen-
tari) che ha aperto una gran confusione sullo status degli onorevoli,
affidando i loro stipendi agli interna corporis (con un tetto massimo
non quantificato, ma legato allo stipendio di un presidente di sezione

290
della Corte di Cassazione).
Oltre l angusto orizzonte corrente. Ma quanto costa la vita? Ecco il
mercato umano. Nel vecchio continente occorrono circa 3 anni per
una donazione legale e molti pazienti muoiono prima di ottenerla.
Risultato? Il traffico di organi umani va a gonfie vele. Un rene viene
pagato 3 mila euro allofferente e rivenduto a circa 200 mila dollari.
I donatori vengono reclutati a pagamento in alcuni nazioni dellEst
Europa dove i redditi sono striminziti e il costo della vita gioca al ri-
basso. Una Commissione del Consiglio dEuropa ha denunciato a
Strasburgo un traffico di reni umani da diversi Paesi dellEst euro-
peo. Dalle nostre indagini in Moldavia - scrive la relatrice Ruth
Gaby Vermot-Mangold - i donatori tutti giovani, vengono portati in
Turchia, dove si effettuano le analisi di compatibilit, dopo le quali si
fissa in cliniche private il trapianto. I riceventi sono israeliani, russi
e cittadini dei Paesi arabi ma si sospetta che vi siano anche tedeschi
e austriaci. Al mercato degli organi umani, un corpo integro vale
attualmente 45 milioni di dollari. Per i trapianti e anche per lutilizzo
di cellule, tessuti e proteine per lindustria medica il nostro corpo
una miniera. In teoria, perch le norme internazionali sono restritti-
ve e leffettiva capacit di estrarre parti e sostanze riutilizzabili resta
per ora limitata. Una volta nellocchio del ciclone figuravano India e
Brasile, ma oggi il commercio clandestino di organi umani sempre
pi vicino alluniverso occidentale. Dislivelli? Nel mondo le inegua-
glianze aumentano - attesta lOrganizzazione mondiale della sanit
- Il pericolo del calo della vita media riguarda il 50 per cento degli
europei. In Russia la vita media scesa a 65,4 anni, mentre nellAfri-
ca subsahariana, bench fosse gi bassa, calata ulteriormente negli
ultimi 10 anni. Analoghe disparit sono presenti anche nel ricco
occidente: a Glasgow, fra un distretto e laltro, la differenza della spe-
ranza di vita di 10 anni. E a Torino - documenta uno studio uni-
versitario dellateneo cittadino - si arrivati a un livello simile. Se
uno dei tre esseri umani economicamente pi ricchi del mondo mo-
risse in un incidente (in tre superano il pil dei 48 Paesi poveri censi-
ti dallOnu) la sua quotazione sarebbe stratosferica. Irrisoria per i
non abbienti. Cos dice il codice civile: la vita vale per ci che si gua-
dagna. In teoria la vita umana non ha prezzo. In realt c un cartel-
lino indicativo che tende al ribasso per le classi sociali agli ultimi

291
gradini. Lo straniero vale la met. In Turchia, ad esempio, un italia-
no morto per colpa pu essere liquidato meno che in Italia. E anche
gli stranieri dei Paesi in via di sviluppo che periscono nel nostro Pa-
ese vengono contrattati al minimo, dato che si tiene conto della loro
provenienza da zone povere. Inoltre, molte assicurazioni invocano il
principio di reciprocit: se la vittima di un Paese arretrato che non
riconosce il danno a valori europei, bisogna comportarsi allo stesso
modo. Di fatto: la vita di uno straniero in Italia vale la met di quella
di un italiano. Nella realt, a parte Europa, Giappone e Usa, ci sono
ben poche possibilit che la vita venga risarcita. E quando avviene, si
tratta di pochi spiccioli. Contano pi di tutto e tutti, le merci. Se si
prova a ordinare uno stereo, un computer, una moto a un rivenditore
di Caracas, Citt del Messico, Nuova Delhi o Nairobi, si pu consta-
tare che il bene di consumo costa anche pi che in Europa (parecchi
stipendi locali). La vita umana invece, o non ha prezzo (perch non
viene risarcita) o pu valere nei risarcimenti meno di un telefonino.
I risarcimenti per la perdita della vita umana, infatti, sono inferiori
al costo di molti beni di lusso. Per legge, la vita ha un valore biologi-
co, morale e patrimoniale. Paragonandola alle merci che viaggiano
per la Terra, protette da leggi internazionali, ci si chiede: vale pi un
telefonino o la vita di un bambino ammalato di malaria in Zambia?
Un fuoristrada nuovo o un italiano che viene investito da un pirata
della strada? La vita non ha prezzo, un bene supremo, ma per le
assicurazioni, le multinazionali farmaceutiche, i giudici chiamati a
valutare i danni di un incidente colposo sul lavoro, la vita deve avere
un prezzo. Quale? Abbiamo provato a scoprirlo, partendo da unevi-
dente anomalia: il costo di una moto, una macchina fotografica o un
orologio di marca abbastanza stabile fra le varie aree del globo ter-
restre. Il prezzo della vita umana no: si va infatti da qualche spiccio-
lo a milioni di euro. Fino agli anni 90 il danno di una persona anzia-
na che moriva in Italia per colpa di un automobilista, poteva essere
liquidato dalle assicurazioni con cifre inferiori al costo di un auto di
segmento medio-alto. Oggi, va un po meglio, ma la valutazione
comunque pi bassa di quella di una Ferrari di tre anni (vale meno di
90 mila euro). Se un auto del genere va a fuoco, il risarcimento per il
proprietario sar pi alto di quello dovuto ai familiari di un anziano
che muore in un incidente stradale. E anche di un figlio minore vitti-

292
ma di uno scontro in motorino. Se si finisce allaltro mondo per colpa
di qualcuno, sono tre i criteri adottati per il risarcimento: danno bio-
logico (il diritto alla salute viene leso totalmente), danno morale da
lutto (uningiustizia anche ai parenti), danno patrimoniale (la perso-
na deceduta non dar pi il suo apporto economico alla famiglia che
ha quindi diritto a un risarcimento). Un capo famiglia vale in teoria
circa 500 mila euro. Stabilendo invece una media fra le sentenze, la
fine della vita di un italiano per responsabilit altrui costa oggi 250
mila euro, se si dimostra leffettiva responsabilit. Facile a dirsi, se la
vittima stata investita; pi difficile nel caso di una collisione fra due
macchine, ancora pi difficile nel caso di morti da parto o per soccor-
si ospedalieri errati. Quasi impossibile per le malattie gravi, provoca-
te da lavorazioni sospette o pericolose sul posto di lavoro. Ostruzio-
nismo. La persona muore e, solitamente, nei casi meno dimostrabili,
lassicurazione sposa la tesi della non responsabilit o del concorso
di colpa e si va a un processo che pu durare a lungo. E difficile che
i familiari ottengano un risarcimento completo se non si affidano a
studi legali specializzati. C sempre un margine di discrezionalit
sul valore della vittima. In pratica parte una trattativa commerciale
fra avvocati, supportata dai periti di parte. Il valore finale della vitti-
ma pu variare fino al 20 per cento. Quando per si tratta di ricono-
scere il danno da perdita della vita in se stesso, si va oltre i danni
patrimoniali, non esistono pi criteri oggettivi. Alcuni tribunali non
lo riconoscono affatto, altri lo valutano 200 mila euro; altri ancora
solo 2-3 mila euro. Si considera spesso il danno biologico, il cui risar-
cimento trasmissibile agli eredi. Ma per produrre effetti economi-
ci, secondo la Cassazione, necessario un periodo di sofferenza e
di cure prima della morte della vittima, che il magistrato pu quan-
tificare proprio come per linvalidit temporanea, con vari punteggi.
Se per lagonia dura poco, molti tribunali non tengono conto della
perdita della vita. Paradossalmente, la morte non considerata un
danno biologico. Oltre il limite della morte, secondo lorientamento
della Cassazione, non si paga pi in denaro perch interviene la pu-
nizione penale. Secondo i giudici favorevoli a riconoscere il danno
biologico anche per agonie brevi, la perdita della vita da considera-
re un danno al 100 per 100 alla salute, la cui integrit viene garantita
dalla Costituzione. Inoltre si ritiene in giurisprudenza che il danno

293
inizia nel momento dellazione colposa. Quindi, anche se la vittima
resta in vita poco tempo, avrebbe comunque diritto al risarcimento,
da pagare agli eredi. Se si riconoscesse il danno biologico per morte
causata si dovrebbe anche riconoscere un prezzo per la vita in quan-
to tale, indipendentemente dalla professione o dal ruolo sociale della
vittima. Qui si arriva al terzo aspetto del risarcimento: il danno patri-
moniale, che varia enormemente secondo i Paesi. E c pure una ma-
croscopica eccezione. Per i profughi non si pagano i danni. Nelle
guerre difficile che venga rimborsata la vita dei civili. Malnutrizio-
ne ed epidemie, anche mortali, hanno superato negli ultimi confitti
bellici guerre i danni causati direttamente dalle armi.

294
Capitolo undicesimo
Razzismo extra

Fare ponti e viaggiare leggeri ripeteva Alex Langer, prima di stac-


care la spina e andarsene per sempre. Cosa spinge un individuo ad
avventurarsi in luoghi sconosciuti, ad affrontare zone della Terra ine-
splorate? Qual la molla che fa scattare il desiderio di lasciare tutto
quanto di sicuro intorno a noi per vivere unesperienza ai limiti del
possibile, per inseguire un sogno ritenuto irrealizzabile? Un gruppo
di scienziati israeliani ha approfondito largomento. Hanno cos sco-
perto che in alcuni individui presente una mutazione nel Dna che
li predispone allesplorazione e lhanno battezzata fattore Ulisse.
Ecco spiegato scientificamente perch ci sono esseri umani sedentari
e altri invece votati allavventura. Ma il viaggio non solo esplora-
zione geografica, non spostarsi fisicamente da un luogo allaltro:
anche e soprattutto un percorso interiore, una scoperta continua di
se stessi a contatto con la Grande Madre. Eterni migranti? Gli esseri
umani camminano da sempre. Per migliaia di chilometri, solcando
mari e monti a costo della vita. Si muovono nel tempo e nello spazio,
in fuga o in avanscoperta, per allontanarsi o avvicinarsi, per conosce-
re o per dimenticare. Il movimento, il ricordo, la nostalgia, la ricerca
e il desiderio di nuovi orizzonti, il mutamento e lavventura fanno
parte dellesperienza umana. Le immagini delle donne africane che
affrontano il pericolo di interminabili cammini in teatri di guerra,
per portare lacqua alla propria famiglia, raccontano che cosa signi-
fica essere una popolazione in movimento. Quel passo delle donne
nelle terre senza apparente futuro ha solcato il Mediterraneo, fino
a raggiungere le nostre sponde. Lemigrazione perenne del Sud:
il presente ancorato al passato. Se vero che i confini sono fatti da
coloro che li attraversano, quella dei popoli in cammino una storia
di coraggio prometeico, di continua trasgressione, di limiti superati
ogni volta. I popoli si sono spostati sempre per migliorare le proprie
condizioni. Pensiamo agli esodi dei popoli nordeuropei migliaia di
anni avanti Cristo: dal Mediterraneo sudorientale verso lEuropa,
unonda di avanzamento inarrestabile che, popolando nuovi territo-
ri, contribu alla graduale diffusione delle pratiche agricole. I Greci
giunsero sulle sponde dellodierna Italia (che gli ebrei chiamavano
Italya, ovvero isola delle meraviglie) e i Celti fino allIrlanda e

295
perfino alla Groenlandia. Perch noi umani siamo nati per migrare.
Siamo fatti per spostarci e superare barriere, geografiche e linguisti-
che. Creati per assorbire culture. Impedire questo destino genetico
vuol dire privare il genere umano della sua libert. La migrazione
una predestinazione, una compiutezza genetica dellumanit. La
guerra al diverso declina unaltra forma di dominio, certo pi subdo-
lo. Accogliamo gli stranieri trattandoli come extra-terrestri, peggio
come schiavi. Non a caso li definiamo extra-comunitari, alla stre-
gua di alieni. Il seme dellintolleranza ha messo radici nel Belpaese.
Il primo rifiuto che rompe ogni vincolo di solidariet verso laltro.

Il nome di mio padre, Giuseppe Di Vittorio, intimamente legato


alla storia dei lavoratori delle campagne pugliesi. Un secolo fa, in
provincia di Foggia, nel Tavoliere, a Cerignola, i lavoratori dei campi
vivevano in condizioni terribili. Miseria, analfabetismo, fatica. Ma
soprattutto, una assoluta assenza di diritti racconta Baldina, figlia
del mitico Peppino. Unassenza cos totale da farci dire che quegli
uomini, quelle donne, quei bambini che partivano allalba da quei
paesi per andare sui campi non erano persone libere. Ci che fece
mio padre, allora, fu innanzitutto questo: far capire ai suoi compa-
gni, ai braccianti e alle loro famiglie, che la prima cosa cui ha diritto
chi lavora la dignit: la dignit che non pu mai essere negata a un
essere umano, a un lavoratore, a un cittadino. Baldina non ha dub-
bi: Apprendere che a cinquantanni dalla scomparsa di mio padre,
proprio nelle campagne pugliesi, si sono ricreate condizioni disuma-
ne di lavoro e di vita che mettono in questione la dignit e la libert
dei nuovi braccianti, stato per me motivo di profondo dolore. E il
fatto che questi braccianti siano in maggioranza lavoratori stranieri
unaggravante che rende ancora pi netto, per noi italiani, il dovere
di reagire a una situazione insopportabile. Di reagire, naturalmente,
coinvolgendo nella lotta noi tutti e i nostri nuovi vicini di casa.
Chiss cosa avrebbe pensato Di Vittorio dei tempi correnti che corro-
no a perdifiato verso lautodistruzione. La terra che viene divorata, la
violenza delluomo sulla natura e sui suoi simili. Sicuramente Peppi-
no avrebbe osato, perch la forza di unidea libera pu cambiare il
mondo. Tempi correnti: vip su piazza a spararle grosse per laudien-
ce. I Rom sono una bomba a tempo. Va disinnescata. Chi lha det-

296
to? Banale: Beppe Grillo, frase pescata nel noto blog nellartico-
lo I confini sconsacrati. Correva lanno 2007. Scusate, lavevo persa
questa perla oscurantista. Il post campeggia tuttora nella vetrina
luccicante del novello politicante, gestita dagli associati in marketing
Casaleggio. Certe parole che toccano la patria, si trasformano in
armi. Secondo Gad Lerner Grillo capace di prendere applausi sol-
leticando i pregiudizi della gente. Dunque, il razzismo. Il Grillo non
si premura di distinguere tra criminalit romena, che non proviene
dai rom, e rom rumeni, che sono arrivati in Italia perch nel loro
paese sono vittime di ogni sorta di ingiustizie e privati dei pi ele-
mentari diritti civili. Il guru omette di rammentare che sono proprio
le politiche espulsive, praticate dallItalia verso la Romania, attraver-
so i famigerati centri di permanenza temporanea, che hanno fatto
lievitare la criminalit rumena, sottraendo allesecuzione della pena
in carcere centinaia di rumeni che avevano commesso reati e che fino
al dicembre del 2006 sono stati espulsi verso il loro paese, piuttosto
di scontare in Italia il loro debito con la giustizia. Tra questi romeni
appartenenti ad organizzazioni criminali non cerano rom. I rom ru-
meni sono vittime e non compartecipi di quel clima diffuso di illega-
lit che conviene tanto ai nuovi partner commerciali europei della
Romania. Ancora una volta i rom definiti un pericolo per la convi-
venza e la sicurezza degli Italiani. Il discorso vale per i rom rumeni,
che sono cittadini comunitari, ma nella sua logica sottesa costituisce
il pretesto per un ennesimo attacco agli altri rom, che non sono citta-
dini comunitari, e a tutti gli immigrati, dopo le campagne estive con-
tro i lavavetri ed i venditori ambulanti. Si dimentica, ancora una vol-
ta, che nella Costituzione italiana la responsabilit penale indivi-
duale e che il contrasto della criminalit su base etnica riproduce
solo pregiudizi che non giovano n alle indagini n alla punizione dei
veri (e non dei presunti) colpevoli. Grillo non menziona gli impren-
ditori italiani che in Romania fanno accordi con le mafie e speculano
sul lavoro schiavistico di uomini e donne pagati con una elemosina;
nessuna riflessione sul fatto che la popolazione rumena sta risenten-
do della liberalizzazione selvaggia, conseguenza di un ingresso acce-
lerato in Europa imposto dalle ragioni del mercato globale. Nessun
pensiero per le donne e le bambine rumene vendute sui marciapiedi
agli italiani benpensanti, cos attenti alla loro famiglia, alla loro sicu-

297
rezza e alle loro case. Il populismo di Grillo, che si scaglia contro
certi stranieri, costituisce una vera e propria bomba ad orologeria
per la gi martoriata democrazia italiana. Perch farsi abbindolare
dalle battute ciniche e invece non trovare il senso dello stare assieme
attorno ad un progetto politico di trasformazione della societ e di
difesa dei soggetti pi deboli? La presenza dei Rom in Italia serve
ancora una volta a distogliere lattenzione dai veri problemi che af-
fliggono il popolo italiano: la insicurezza nel lavoro, la insicurezza
nellabitazione, la insicurezza nella fruizione del diritto alla salute e
ad un ambiente sano. Le facili ricette di Grillo, che si rivolgono con-
tro gli ultimi arrivati solo in nome della sicurezza dei cittadini, favo-
riscono il perpetuarsi di quei rapporti di forza e di quello stato vio-
lento con i deboli e sempre flessibile con i poteri forti, che reprime il
vero dissenso sociale, massacra lambiente ed annienta il welfare.
Non basta prendersela con i singoli rappresentanti di un sistema di
potere che si rinnova continuamente, sempre sulla pelle delle fasce
pi deboli della popolazione. Controfigura del potere? Il personaggio
cos, un comico abituato a recitare a copione su di un palco, come
quando nei suoi spettacoli ultramilionari Antonio Ricci scriveva per
lui, e la folla, quella stessa imbonita ogni sera da Striscia la notizia,
dalle sue veline e dalla sua satira al servizio del potente di turno,
applaudiva beata, convinta di avere trovato uno che irrideva e com-
batteva il potere. Il nodo cruciale investe il modello manipolatorio
che Grillo rappresenta, il significato del consenso che raccoglie, i va-
lori che veicola, il modo con cui si inserisce la crisi della politica e
dei soggetti organizzati. Grillo a conti fatti un fenomeno del berlu-
sconismo decadente, intriso della stessa mentalit demagogica e po-
pulista. Un giullare che dalla grande ribalta mediatica degli spettaco-
li commerciali si riciclato nel tentativo di dare una sponda e uno
sfogo agli istinti bassi, volgari e viscerali di uno Stivale a questo gi
ampiamente abituato. Il razzismo e lomofobia che traspaiono sono
la prova che la sua crociata contro il Sistema una variante del si-
stema stesso, un diversivo assolutamente compatibile con la sua es-
senza. Non un caso che la sua stella sia esplosa in concomitanza
con la fase del Basso Impero: perch il comico genovese la contro-
figura di Berlusconi e Bossi, di quel contro-potere che si presenta
come eversivo e per questo popolare, in sintonia con i desideri pro-

298
fondi. Grillo il guru che parla direttamente al popolo, scavalca le
gerarchie, le burocrazie di partito, vive con fastidio il rapporto con la
politica e con la stessa democrazia. E, quel che peggio, non con-
trappone alle storture della politica e alle malattie della democrazia
la cura della partecipazione, del protagonismo del popolo e, al suo
interno, di quei soggetti sociali che subiscono il Basso Impero. Al
contrario, chiede al popolo di seguirlo, di identificarsi in lui e attra-
verso il suo corpo e la sua voce di sfogare la propria frustrazione. Un
vaffanculo salver il mondo. cos riemerso il populismo. torna-
to a galla uno dei caratteri latenti del nostro Paese, quello che ha reso
possibile il fascismo e il sostegno ventennale ad esso, le varie mag-
gioranze silenziose e i fenomeni mafiosi e criminosi in vastissimi
settori del Paese e delle sue pi elevate istituzioni, compresi i governi
dogni colorazione. Sia chiaro, una volta per tutte: il numero dei rom
rumeni arrivato in Italia non tanto pi elevato del numero dei no-
madi arrivati in altri paesi europei. Nei campi rom italiani, anche in
questi giorni, piuttosto che interventi di integrazione e di avvio al
lavoro e alla scuola, per i quali si tagliano i fondi, si assiste a continue
incursioni della polizia e dei carabinieri, sollecitate anche da qualche
sindaco sceriffo, allinsegna del motto tolleranza zero, per rassicu-
rare i cittadini preoccupati, per rendere concreta la minaccia di una
deportazione al di fuori dei quartieri urbani. Ad esempio: ad Orta
Nova, in Puglia, c un consigliere comunale del Partito della Libert
(un carrozzone in avanzata decomposizione), tale Gerardo Taranti-
no, che ha alimentato una caccia allextracomunitario. Un bel giorno
questo medico del Pdl ha tappezzato di manifesti di tenore razzistico
il borgo agricolo che annovera 18 mila anime, senza contare i mi-
granti massacrati di fatica nelle campagne ad 1 euro e 50 centesimi
lora, privi di qualsiasi tutela. Nel testo della locandina, firmata da
questo medico di pronto soccorso, scritto: Il sindaco di Orta Nova
e la giunta di centro sinistra stanno lavorando alla costruzione
dellalbergo diffuso per immigrati senza riflettere sui problemi gi
esistenti causati dallinsediamento di un campo nomadi abusivo.
Non si preoccupano della salute pubblica e delledilizia popolare per
gli ortesi, che ferma per lincapacit di Vendola, n tutelano la sicu-
rezza di cittadini e dei proprietari terrieri di Orta Nova. Noi diciamo
NO allinsicurezza. CHIEDIAMO LO SGOMBERO DEL CAMPO

299
ABUSIVO SITO IN CONTRADA LA PALATA. Paure pubbliche e
private si convertono in pulsioni intolleranti ed autoritarie. Giacch
luomo moderno come annotava Freud nel 1929 (Il disagio della
civilt) ha rinunziato alla possibilit dessere felice in cambio di
un po di sicurezza.
Non latitano le buone notizie. Il Consiglio di stato ha decretato la fine
dellemergenza nomadi, che ha esposto le comunit Rom a gravi
violazioni dei diritti umani da quando stata introdotta qualche
anno fa. Porre fine allemergenza nomadi un passo nella giu-
sta direzione, questa era illegittima e non sarebbe dovuta mai essere
stata dichiarata, ha affermato Nicola Duckworth, direttrice del Pro-
gramma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Il gover-
no italiano ha ora la responsabilit di fornire rimedi effettivi a tutte
le famiglie Rom che hanno subito sgomberi forzati e altre gravi viola-
zioni dei diritti umani durante lemergenza nomadi, puntualizza
Amnesty. Nel maggio 2008, il governo italiano dichiar uno stato di
emergenza in relazione agli insediamenti di comunit nomadi nelle
regioni di Lombardia, Campania e Lazio. Questo per affrontare, pre-
sumibilmente, una situazione di grave allarme sociale, con possibili
ripercussioni per la popolazione locale in termini di ordine pubblico
e sicurezza. Lemergenza stata successivamente estesa alle regioni
di Piemonte e Veneto. Sulla base dellemergenza nomadi, ai prefet-
ti dei capoluoghi delle regioni interessate stato conferito il potere
di agire in deroga alla legislazione che protegge i diritti umani, e gli
sgomberi forzati delle comunit rom sono stati molto frequenti ed
eseguiti con sempre maggiore impunit. Lemergenza nomadi ha
esposto migliaia di Rom a violazioni dei diritti umani e ha aggravato
la discriminazione nei loro confronti, ha concluso Duckworth
Il nuovo governo italiano deve porre fine a politiche e pratiche di-
scriminatorie che colpiscono persone rom da anni. Questa di sicuro
non la fine della storia, ma pu essere un nuovo inizio. Chi ricor-
da che il Presidente della Repubblica di Francia, tale Sarkozy, aveva
decretato ufficialmente guerra agli zingari: Rom, Gitani, Manouche.
Parola dordine: caccia alla gens du voyage. Lattrice e regista Fan-
ny Ardant era sdegnata: I Rom hanno unito lEuropa prima ancora
della politica, dal medioevo che attraversano paesi e fanno circola-
re idee, non possiamo dimenticarlo. Nel Belpaese quanto a ferocia

300
istituzionale e personale non siamo da meno: lintolleranza non ha
limiti al pari della repressione del diverso. Noi siamo una nazione
e non vogliamo uno Stato. Noi vogliamo vivere da europei, come gli
altri e con gli altri; cittadini a prescindere dalla nazionalit, dalla re-
ligione che si professa, dalla lingua che si parla spiega Emil Scuka,
presidente dellInternational Romani Union (Unione Internazionale
Rom) . Rivendichiamo una cittadinanza europea per noi, gente di-
scriminata e spesso perseguitata, marginalizzata. il caso dei circa
150 mila Rom che sopravvivono ai margini delle principali citt ita-
liane. Fantasmi in carne e ossa con passaporti della Jugoslavia, uno
Stato che non esiste pi. Tagliati fuori dalla possibilit di ottenere
abitazioni civili. La loro lingua, il romans, non riconosciuta e tu-
telata in Italia. I cosiddetti zingari, che parlano solo quellidioma,
non hanno diritto a traduttori nei tribunali e negli uffici pubblici. La
denuncia del Cerd (Committee on the elimination of racial discri-
mination), la Commissione per leliminazione delle discriminazioni
razziali, organismo dellOnu con sede a Ginevra. Oggetto di nume-
rosi episodi di intolleranza razziale documentati dallErcc, il centro
europeo per i diritti dei Rom: unorganizzazione internazionale con
sede a Budapest che compie monitoraggi sul rispetto dei diritti uma-
ni nei confronti dei Rom in Europa e organizza assistenza legale nei
casi documentati di violazione dei diritti umani. Sotto accusa non
sono solo le condizioni di estremo degrado, ma lesistenza stessa dei
campi nomadi, considerati strumenti di segregazione fisica anche
da Amnesty International e causa dellisolamento economico, politi-
co e culturale dei Rom. LErcc segnala il ripetersi di episodi di in-
tolleranza razziale, talvolta non riconosciuti come tali dalle autorit
e quindi perseguiti. Molte sono le segnalazioni di assalti armati e
violenti raid in diverse citt del Belpaese in campi nomadi e presso
abitazioni di Rom per i quali non cera il ragionevole sospetto di atti-
vit criminali. Quella degli sgomberi dei campi nomadi una prassi
ormai classica. Ordinario razzismo, esclusioni, brutalit, abusi, pe-
staggi e minacce da parte dei tutori dellordine o di comuni cittadi-
ni. Quello che manca la volont politica di affrontare le questioni
sostiene Massimo Converso dellOpera nomadi . Per cui si va
avanti per inerzia sostenendo che il problema non esiste. Invece
sono migliaia le donne e gli uomini Rom (compresi i bambini) che

301
abitano nei campi sosta, senza tutele minime, spesso senza acqua
e corrente elettrica, in mezzo a cumuli di immondizie e fango, veico-
lo di malattie ed epidemie pericolose, con unalimentazione ai limiti
della sussistenza, e senza alcuna possibilit di rivendicare una vita
dignitosa. Secondo lErcc, poi, non esiste quasi nessuna differen-
za tra chi vive in un campo abusivo (sono circa il 40 per cento dei
campi italiani) o autorizzato, perch nemmeno in questultimo caso
aumentano le possibilit di ottenere un permesso di soggiorno o di
residenza, oppure di trovare un lavoro che consenta di mandare i
figli a scuola. Nel capitolo intitolato Violenza e cattiva condotta
da parte della polizia, i rapporti dellErcc, dopo aver puntualizzato
che la violenza da parte della polizia in Italia diretta anche contro
i non Rom e si basa su un autoritarismo dei pubblici poteri che
tradizionale nella societ italiana e solo lentamente modificato dal
regime democratico, sostengono che nel caso dei Rom latteggia-
mento autoritario seriamente aggravato da motivazioni razziste.
La polizia usa le offese verbali, la tortura, le armi da fuoco che, anche
quando non si arriva a sparare, vengono spesso utilizzate per minac-
ciare o intimidire le persone. Gli archivi di Amnesty International
trasudano di testimonianze e prove: la questione tortura reale e in
costante aumento. Pregiudizi e sospetti infondati minacciano quoti-
dianamente i Rom, anche anziani e bambini inermi, terrorizzati da
mitra e pistole puntate alle loro tempie nel corso delle perquisizioni
nei campi. I raid delle forze dellordine avvengono di solito allalba:
carabinieri o poliziotti entrano nel campo armati come se entrassero
in guerra e procedono tugurio per tugurio, minacciando le perso-
ne inermi, spesso con le percosse, o distruggendo quanto trovano
nelle baracche o roulottes, per poi andarsene senza esibire alcuna
motivazione o autorizzazione della magistratura alle loro azioni. Ca-
pita anche che rubino, ricattino o estorcano, senza ovviamente che
le vittime siano in grado di ribellarsi. I rapporti dellErcc illustrano
anche casi di perquisizioni corporee nei confronti di donne arre-
state, compiute anche da uomini in divisa e accompagnate spesso da
maltrattamenti e molestie sessuali.
Sarebbero i primi a sentire il cuore ed i proclami abusati, ma in re-
alt, la societ occidentale poco si cura della salute psicologica dei
bambini, dimenticando che dalla loro educazione dipende la qualit

302
del futuro. Non dimentichiamo linfanzia negata. Invisibili agli occhi
dei benpensanti. In Italia sono 32.000 i minori che vivono al di
fuori della famiglia, vittime di incuria, abbandono, maltrattamenti e
violenze. Di questi oltre 15.000 sono affidati a strutture di accoglien-
za. Lincidenza media di circa 1 minore affidato ogni mille. Nell80
per cento dei casi laffidamento disposto dal Tribunale dei Minori.
I minori stranieri rappresentano il 14 per cento del totale di quelli
affidati alle strutture di accoglienza. Sono i dati denunciati dalla
Fondazione LAlbero della Vita Onlus. Le statistiche istituzionali
(rapporti: Caritas, Ministero Interno, Istat) fotografano una realt
agghiacciante. Nel Belpaese almeno 2 milioni di bimbi sopravvivono
in stato di povert, 500 mila costretti a lavorare, 50 mila obbligati
a mendicare proprio dove il cibo si spreca. E tanti minori, stranieri
e non, svaniscono ogni anno nel nulla. In Italia spariscono media-
mente ogni anno 1.800 minori, det compresa fra i 6 e i 14 anni:
rivelano le cifre ufficiali. Non si ritrovano pi e si ignora la loro fine.
Gli inquirenti ipotizzano la riduzione in schiavit e la tratta degli or-
gani umani. Diamo sempre i numeri: in esponenziale diffusione
il mercato della pedo-pornografia online e arriverebbero a 1 milione
i bambini e le bambine testimoni di abusi e maltrattamenti ai danni
soprattutto di fratelli e madri. Sono alcuni dei dati che emergono
dal rapporto I diritti dellinfanzia e delladolescenza in Italia rea-
lizzato da Save the Children. I bambini, in relazione alle altre fasce
det (giovani e anziani), presentano lincidenza pi alta di povert,
pari al 17 per cento della popolazione infantile. Sul totale dei minori
poveri 2 terzi vive nel Sud Italia dove povero un bambino su 3,
con la Sicilia a detenere il triste primato (il 41 per cento di bambini
poveri). E dire che nello Stivale si sprecano annualmente tonnellate
di cibo, per un valore di 4 miliardi di euro: met di quanto desti-
niamo agli aiuti internazionali. Laccattonaggio ha investito lEuropa
e registra ora un notevole incremento nella Penisola. Il fenomeno
coinvolge quasi sempre bambini stranieri appartenenti per la mag-
gior parte alle comunit di nomadi Rom di origine slava. Seguono
in misura minore, ma in forte crescita, quelli giunti da Romania,
Marocco, Albania, Paesi dellex Urss. A differenza dei bambini Rom,
per i quali questo sistema parte integrante della propria cultura
e metodo per contribuire al sostentamento della famiglia, i minori

303
provenienti dallEuropa dellEst sono pedine in mano alle organizza-
zioni criminali. Limpiego redditizio dei bambini in attivit di accat-
tonaggio rappresenta un forte incentivo per la tratta dei minori, che
la peggior forma di riduzione in schiavit. Secondo il VI Rapporto
nazionale sulla condizione dellinfanzia e delladolescenza, i percor-
si della tratta, sono principalmente due: quello gestito dalla malavita
ucraina, le cui vittime, passando per il confine con la Slovenia, arri-
vano da Ucraina, Russia, Moldavia, Bulgaria e Paesi Baltici; quello
gestito dalla mafia albanese, le cui vittime partono dallAlbania e dai
Paesi dellEst per approdare nei porti di Bari e Brindisi. In Italia
sono almeno 50 mila i bambini fra i 2 e i 12 anni costretti a mendi-
care. Solo nel Lazio, sono pi di 8 mila i bambini che chiedono lele-
mosina per strada e che riescono a raccogliere, in una grande citt,
fino a 100 euro al giorno. Lalta percentuale (circa il 63 per cento)
di segnalazioni di sfruttamento di bimbi in attivit di accattonaggio
segnalate al numero verde dellOsservatorio sul lavoro minorile ha
evidenziato lesigenza di interventi specifici da parte degli enti terri-
toriali. Lazione si concretizzata nella creazione di una rete attra-
verso cui 116 comuni italiani si sono impegnati a controllare che nel
proprio territorio non si verifichino casi di sfruttamento dei minori
e a rimuoverne le cause. Il maggior numero di segnalazioni allOs-
servatorio giunge da Napoli, Roma e Torino, tre centri che hanno
promosso interventi localizzati. Dalle indagini svolte dallOsservato-
rio emerso che lo sfruttamento dei piccoli mendicanti si manifesta
in maniera pi consistente a Napoli, dove negli ultimi due decenni,
a causa dei conflitti che hanno devastato i Balcani, divenuta al-
larmante la presenza di bambini romeni provenienti dalla Romania
orientale, dalla Moldavia e soprattutto dalla citt di Calarasi, situata
al confine con la Bulgaria. Il comune di Roma ha istituito nel 2003,
in collaborazione con il tribunale e la procura dei minori e con le
forze dellordine, un Centro per il contrasto alla mendicit infantile.
I bambini trovati a mendicare per le strade vengono accompagnati
al centro e, subito dopo il riconoscimento, il personale sanitario ne
controlla lo stato di salute. Verificata la possibilit di un suo rientro
in famiglia, il bambino torna con i genitori; altrimenti viene assegna-
to a una struttura di accoglienza e il suo caso viene segnalato allAu-
torit giudiziaria minorile. Ma una civilt democratica non si misura

304
dal rispetto che nutre per linfanzia?
Il liberismo che avvelena lUnione Europea ha imposto un abbatti-
mento delle frontiere che va solo a vantaggio delle mafie, degli spe-
culatori di ogni risma e dei grandi gruppi economici. Mentre i muri
di Schengen continuano ad uccidere i migranti. Il Mediterraneo
una tomba a mare aperto per migliaia di persone in fuga dalle rapi-
ne neocoloniali e dalla fame. Adriatico, Jonio e Tirreno sono la pi
grande fossa comune dEuropa. Non passa giorno che il mare non
restituisca corpi senza identit. trascorso solo qualche anno, ma
sul pi grande naufragio nel Mediterraneo in tempo di pace non si
ancora dissolto il mistero. Coinvolta la Iohan, uno sconquassato
cargo con bandiera onduregna, di propriet dellarmatore greco Zer-
vodakis Fepticos; il comandante era il sedicente libanese Youssef El
Allah e lequipaggio composto da greci, pakistani, libanesi e siria-
ni. Il 25 dicembre 1996, la Iohan ha un appuntamento nel canale di
Sicilia con la Friendship, una nave libanese che stiva 600 migranti
imbarcati in un porto turco e ad Alessandria dEgitto. Gli accordi
prevedono il trasferimento del carico dei dannati sulla nave ondu-
regna e poi, quando questa si sar avvicinata allItalia, un secondo
trasbordo su imbarcazioni maltesi che porteranno i malcapitati sulle
coste calabresi o siciliane. Nonostante la loro precariet, le barche
che devono affrontare lultimo tratto della traversata vengono cari-
cate a dismisura. Durante le manovre la Iohan urta uno dei natanti
che sinabissa col suo carico umano. La strage resta quasi ignota, ep-
pure costata la vita ad almeno 289 persone di nazionalit cingalese,
pakistana e indiana. A livello ufficiale, non si sa ancora nulla sulle
circostanze e le responsabilit della sciagura. Non stato neppure
accertato se la tragedia avvenuta in acque internazionali, italiane
o maltesi. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria si di-
chiarata incompetente, quella di Siracusa, che ha raccolto le testi-
monianze dei sopravvissuti, ha aperto uninchiesta, ma i magistrati
maltesi sostengono che spetta a loro far giustizia. La Iohan, dopo la
strage di Natale, continua a far viaggi verso lItalia stracarica di car-
ne umana. Diventa sempre pi malconcia e, nel febbraio del 1997,
quando arriva nelle acque ioniche della Calabria con un altro gruppo
di disperati (curdi, pakistani e tamil), imbarca acqua e rischia di af-
fondare a un miglio dalla terraferma. I passeggeri vengono sbarcati

305
con gommoni e barchette. Il comandante e lequipaggio abbandona-
no la nave dopo aver cancellato il nome dalla fiancata e distrutto la
documentazione di bordo. In primavera il comandante Youssef El
Allah ritorna in Calabria con unaltra nave negriera e scende a terra
mescolato ai fuggiaschi asiatici. fermato, poi liberato, nuovamente
arrestato e definitivamente rimesso in libert. Il naufragio di Natale
non mai esistito per i media e per le Autorit italiane. La senatrice
Tana De Zulueta a suo tempo ha interrogato il ministro degli esteri.
La risposta del sottosegretario Patrizia Toia giunge dopo 9 mesi, il
30 settembre 1997. Due pagine e mezzo in cui la vicenda viene mal-
destramente ricostruita. inutile cercare qualcosa sopra lacqua: le
vittime si trovano sotto, chiuse nelle celle frigorifere del peschereccio
maltese colato a picco in pochi minuti dopo lurto con la Iohan, 30
miglia a nord-est di Malta e 40 a sud di Capo Passero. Nella tardiva
risposta della Farnesina non si fa alcun cenno alla possibilit di recu-
perare i corpi dei ragazzi, chiesta pi volte dai loro parenti. Per quale
ragione non stato ancora possibile tentare di ripescare il relitto e
le salme? Perch aveva rivelato lallora sostituto procuratore di
Reggio, Stefano Billet occorrerebbe unapposita richiesta del mi-
nistero di Grazia e Giustizia. Ma la richiesta non pu essere inoltrata
perch dalle informazioni a nostra disposizione non certo che il fat-
to sia avvenuto in acque territoriali italiane. A novembre del 2011
lacqua del Mare Nostrum ha annientato il respiro dei migranti in
fuga dalla guerra, dalla fame, dalle persecuzioni. La cronaca minore
racconta lultimo affondamento: si ribalta un barcone al largo della
Puglia (in localit Santa Sabina nel territorio di Carovigno) ed un
numero imprecisato di esseri umani annega, stritolato dal gelo. I
dati ufficiali rivelano che oltre duemila persone sono state inghiotti-
te dal Mar Mediterraneo a seguito di incidenti. Tanti, pochi? Grecia,
Turchia e Albania, grazie al beneplacito Usa e dellEuropa, sono in
conflitto su tutto tranne che sul traffico di merce umana. Le organiz-
zazioni criminali di questi Paesi gestiscono la rete delle carrette del-
la morte che trasportano in Italia, via mare, migliaia di clandestini
dellIndia, del Pakistan, del Bangladesh, dellAfghanistan, dellIraq
e di etnie perseguitate come quelle dei curdi e dei tamil. La centrale
di smistamento ad Istanbul con diramazione periferica a Valona.
I punti di raccolta degli immigrati provenienti dallOceano Indiano

306
sono nel Punjab (a Lahore) e nellAzerbaijan. La mafia russa incas-
sa da ognuno di loro 7-8 mila dollari per scaraventarli sulle rive del
Mar Nero e farli entrare in Turchia. I negrieri turchi e greci si fanno
pagare altri 5-6 mila dollari per abbandonarli davanti alle coste pu-
gliesi e calabresi. La nazione del vessillo tricolore ha contribuito al
genocidio foraggiando le prigioni libiche. Utili ragguagli potrebbero
essere richiesti a Berlusconi, Frattini, Maroni e La Russa. Gheddafi
non potr spifferare nulla perch, come noto, lhanno scannato pri-
ma, senza un regolare processo. E poi, in Italia, volutamente, la me-
moria politica ha le gambe corte. Il 10 novembre 1938 entr in vigore
il Manifesto della Razza, che segn linizio della persecuzione per i
47 mila ebrei italiani dellepoca. La legge fu firmata da Vittorio Ema-
nuele II. Nel 1997, al Tg 2 della Rai, lerede Vittorio Emanuele aveva
detto: Io per quelle leggi non devo chiedere scusa. E poi non erano
cos terribili. L11 novembre 2002 lonorevole Parlamento, in barba
alla Costituzione Repubblicana e al sangue di chi si battuto contro
la barbarie nazifascista, ha spalancato le frontiere ai famigerati Sa-
voia, come se nulla fosse accaduto.

Il peggio in conclusione. Mentre aumenta a dismisura il consumo


ed abuso di psicofarmaci cosaltro ha escogitato il Governo Monti
per riportare al Medioevo la nostra vita terrena? Sicuramente non
avranno dormito la notte i sacerdoti illuminati delle nuove regole. Al
via il testo per la riapertura dei manicomi: il Trattamento sanitario
obbligatorio (Tso) diventa Trattamento sanitario necessario per ma-
lattia mentale (Tsn): ha la durata di 15 giorni (non pi gli 8 del Tso)
e pu essere prolungato con proposta motivata del responsabile del
servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Infatti, sar presto istituito
il trattamento necessario extra-ospedaliero prolungato, senza con-
senso del paziente, finalizzato alla cura di pazienti che necessitano di
trattamenti sanitari per tempi protratti in strutture diverse da quelle
previste per i pazienti che versano in fase di acuzie, nonch ad av-
viare gli stessi pazienti a un percorso terapeutico-riabilitativo di tipo
prolungato. Il trattamento necessario extra-ospedaliero prolungato
ha la durata di sei mesi e pu essere interrotto o prolungato ma
non protratto continuativamente oltre i dodici mesi. E ancora: nei
casi in cui la convivenza con la persona affetta da disturbi menta-

307
li comporta rischi per lincolumit fisica della persona stessa o dei
suoi familiari, il dipartimento di salute mentale, in collaborazione
con i servizi sociali del comune, trova una soluzione residenziale
idonea nellambito degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Lo
psichiatra Salvatore Lupo di Psichiatria Democratica non si trattie-
ne:34 anni dopo la legge 180 si viene ancora ricoverati in ospedale
psichiatrico e nelle strutture pubbliche e private si fanno tuttora gli
elettroshock In Italia, infatti, lelettroshock non proibito da alcu-
na legge. Per il Consiglio Superiore di Sanit possono essere sotto-
posti a terapia elettro-convulsivante, ossia a scariche nel cervello di
corrente elettrica alternata fra 100 e 130 volt pazienti affetti da epi-
sodio repressivo e rallentamento psicomotorio (classificazione ICD
10), quando non possono attuarsi terapie farmacologiche, ovvero nei
casi di vera ed accertata farmaco-resistenza e nei casi nei quali con-
troindicato luso di psicofarmaci, nei casi documentati di precedenti
e gravi effetti collaterali imputabili agli antidepressivi, in pazienti af-
fetti da forme maniacali resistenti alla terapia farmacologia o effetti
da sindrome maligna da neurolettici nei casi di catatonia maligna.
Quanto a garanzie il testo specifica: Nei casi in cui il paziente, in
ragione della sua malattia, non sia in grado di esprimere liberamente
il proprio assenso, il trattamento pu essere praticato con il consen-
so del tutore legale e tramite la procedura del Tso. Al riguardo la
letteratura scientifica parla chiaro: lelettroshock provoca amnesia,
deficit cognitivo, lesioni cerebrali, ipertensione cronica, emorragia
endocranica, infarto miocardico, distacco retinico, malattie dege-
nerative dellapparato osteo articolare, stati confusionali. Perch
si alimenta la Tec? Semplice: altamente lucrativa e non sporca le
mani dellindustria sanitaria. Eppure in vigore una circolare del
ministero della Sanit che recita: Lelettroshock si pu fare in un
unico caso peraltro rarissimo di depressione resistente a tutti
i farmaci. Insomma, di follia si muore nel Belpaese: dal suicidio
cruento, allannientamento invisibile a base di psicofarmaci. Quando
ti dimettono da un reparto psichiatrico restano in corpo i gonfiori
diffusi, la mente intorpidita dai sedativi, le paure in camice bian-
co. Sono i segni visibili di un passaggio infernale della modernit: il
trattamento sanitario obbligatorio. una pratica che isola, punisce,
a volte uccide. Garanzie giuridiche a difesa dei comuni mortali? Pra-

308
ticamente formali. Parliamo di una diffusa modalit terapeutica
adottata dai medici con la tacita o superficiale connivenza di sindaci
armati di ordinanze prestampate, sovente tollerata (o ignorata) dalla
magistratura. Accade sempre pi spesso. Sar un caso? Gi, ma chi se
n accorto? In Italia i funzionari della norma propongono e conva-
lidano accertamenti anche sui minori non benestanti. I dati ufficiali
del ministero della Sanit parlano chiaro: Le caratteristiche socio-
demografiche prevalgono sui motivi predisponenti e individuano i
Tso nella popolazione. Sono le classi sociali prive o con scarsi conti
in banca a farne le spese. I Tso si subiscono. Per effettuare un trat-
tamento sanitario obbligatorio necessita la proposta motivata di un
dottore. Il sanitario con lintervento coatto non incorre nel reato di
violenza privata e sequestro di persona. Ma dov lurgenza psichia-
trica quando il Tso si materializza in accordo con le famiglie? Un
grave disturbo dellideazione o delle percezioni che saccompagna-
no ad immotivato rifiuto del trattamento sono sufficienti. quanto
recita la legge. Il medico non ha lobbligo di formulare una chiara
diagnosi. Basta la presenza di un quadro sindromico: agitazione
psicomotoria, stato delirante, stato confusionale. Un Tso dura in
media 7 giorni, ma potrebbe prolungarsi oltre. Il ricovero deve av-
venire nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, ubicati negli ospe-
dali generali dotati di un numero di posti letto non superiori a 15.
I malati di mente vengono segregati in reparti psichiatrici angusti
dove non possono comunicare con i familiari; sovente finiscono lega-
ti ai letti. Il Tso una via senza ritorno. In caso derrore diagnostico,
la normativa prevede la possibilit di conferma o di rifiuto della pro-
posta sanitaria da parte di un secondo medico in veste di pubblico
ufficiale. Non capita quasi mai. Dal momento dellospedalizzazione
si avvisa lufficiale di Stato Civile. Segue, entro 48 ore, unordinanza
del sindaco che assume carattere di tutela; poi un provvedimento di
convalida del giudice tutelare. Allo scadere della settimana solo se il
paziente viene dimesso mantiene i suoi diritti e non rischia di essere
posto in regime di amministrazione controllata. Che dire sui matta-
toi di Stato? Dentro vi sono segregati un migliaio di matti che non
hanno mai avuto un processo. Vi sono rinchiuse perfino persone che
non hanno commesso reati. una barbarie unica in Europa, frutto
di riforme mancate, disinteresse e abbandono. Questi essere umani

309
non contano niente. Gli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia sono
attualmente: Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Napoli, Aver-
sa, Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere
(femminile). Opg nei documenti istituzionali: sigla che ha sostitui-
to la definizione di manicomio criminale. Restano sul piano formale
le norme con cui nel 1903 un Regio Decreto istitu queste prigioni
in cui devono soggiornare i folli che avevano commesso reati. E
sono ancora in vigore norme del codice Rocco del 1930, nonostan-
te il recente interessamento del senatore Marino. Quanto basta per
offrire allItalia il primato dunico paese dEuropa con strutture del
genere, condannate dallOnu e dalla Commissione europea per i diritti
delluomo.

310
Capitolo dodicesimo
Giornalisti a perdere

Poco dopo le stragi di Ustica e a seguire di Bologna, Graziella De Palo


ed Italo Toni spariscono a Beirut il 2 settembre 1980, mentre indaga-
no su un traffico di armi. Scomparsi senza lasciare tracce, insomma
volatilizzati e in preda alloblio. I loro nomi non compaiono neppure
nelle numerose statistiche dedicate agli operatori dellinformazione
e della stampa caduti in ogni parte del mondo. Erano approdati nel-
la terra dei cedri il 23 agosto. Allambasciata italiana avevano detto
che intendevano visitare i campi palestinesi. Il portavoce dellOlp,
Mahmoud Labadi, ricorda infatti di aver avuto un colloquio con loro
e di averli indirizzati al Fronte democratico per la liberazione della
Palestina di Nayef Hawatmeh. Un rappresentante di questo gruppo
conferma che la visita ai campi era stata organizzata per il 2 settem-
bre. I due italiani, per, non si erano presentati allappuntamento.
Sulla vicenda pesa pi di un macigno, un segreto di Stato italiano:
imposto dal premier Bettino Craxi in veste di presidente del Consi-
glio dei ministri. I due free lance, liberi e indipendenti, non sono mai
stati ritrovati. Graziella era nata a Roma il 17 giugno 1956; Italo a
Sassoferrato (Ancona) nel 1930. Una fitta nebbia istituzionale copre
ancora i documenti occultati dallo Stato, la cui proroga scaduta il
31 dicembre 2010, termine entro il quale avrebbe dovuto essere sve-
lata la vera natura e le condizioni del Lodo Moro. Le carte che atte-
stano i rapporti tra lallora Servizio segreto militare italiano (Sismi)
e lOrganizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) non sono
consultabili. Il tono della lettera che il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi ha inviato nellottobre 2009 al Comitato parlamentare
per la Sicurezza della Repubblica (Copasir), sul punto ambiguo.
Il 12 ottobre 2009, il premier, Silvio Berlusconi, scriveva allallora
presidente del Copasir, Francesco Rutelli:
Gentile presidente, rispondo alla sua lettera concernente la proro-
ga fino al 31 dicembre 2010 del Segreto di Stato, di cui stata data
comunicazione al Copasir nelle forme di rito, ai sensi dellarticolo 39
della legge 124 del 2007, sui rapporti in Libano tra il Sismi e lOlp,
in occasione della scomparsa dei giornalisti Toni e De Palo. A tale
riguardo, desidero preliminarmente ricordare che si ritenuta ne-
cessaria la proroga del Segreto per la protezione degli stessi interes-

311
si che furono a suo tempo motivo dellopposizione e della conferma
del Segreto al Tribunale di Roma, da parte dellallora presidente del
Consiglio (Bettino Craxi, nda). Pur tenuto conto del tempo trascor-
so e dei mutamenti intervenuti nel contesto internazionale, infatti,
il disvelamento di delicati rapporti intrattenuti allepoca dal Sismi,
potrebbe tuttora provocare ripercussioni nellarea Mediorientale,
comunque ancora connotata da elementi di forte criticit, con possi-
bili ricadute sulla sicurezza del nostro Paese. Desidero al contempo
darle assicurazione che gi in occasione della proroga sono state at-
tentamente prese in considerazione le aspirazioni dei famigliari dei
giornalisti De Palo e Toni a conoscere ogni eventuale informazione
che possa riguardare la scomparsa dei loro congiunti. Si infatti de-
ciso di non utilizzare tutto il periodo di proroga previsto dalla legge
che avrebbe consentito di prolungare il Segreto che si ripete, at-
tiene ai rapporti Sismi/Olp fino al 2014 (venne opposto nel 1984
dal colonnello Giovannone e poi confermato, nda), ma di fissare il
nuovo termine del vincolo al 31 dicembre 2010. In parallelo, proprio
per corrispondere alle aspirazioni dei familiari dei giornalisti, nello
stesso giorno in cui stata disposta la proroga, lo scorso 22 settem-
bre, sono state date apposite indicazioni allAise (i servizi segreti,
nda), tramite il direttore generale dei DIS (Dipartimento informa-
zioni per la Sicurezza, il cui direttore Giovanni De Gennaro, nda)
affinch fosse compiuta unattenta rivisitazione del carteggio. La do-
cumentazione di interesse verr infatti attentamente selezionata in
modo da isolare in modo puntuale e quindi circoscrivere al minimo
indispensabile gli atti che ancora appaiono meritevoli della massi-
ma protezione, in relazione al richiamato interesse alla sicurezza e
ai corrispondenti fattori di rischio nello scenario libanese, tenuto
conto anche della presenza in quel Paese di un contingente militare
italiano. In questo modo verr verificata per ogni specifica informa-
zione che dovesse riguardare la scomparsa di Italo Toni e Graziella
De Palo, leventuale attinenza alloggetto del Segreto e conseguen-
temente, in linea con quanto auspicato dal Comitato, si potr pren-
dere in considerazione la possibilit di liberare dal vincolo, anche
prima del termine del 31 dicembre 2010, tutta la documentazione
non strettamente pertinente agli interessi protetti. Nel quadro della
consueta collaborazione istituzionale, il Copasir verr tempestiva-

312
mente informato degli esiti dellattivit di rivisitazione del carteggio.
Alla scadenza della proroga, infine, verr compiuta una rivalutazione
complessiva dellattualit del Segreto alla luce degli eventuali fattori
di rischio per lItalia che ancora dovessero essere presenti nellarea
Mediorientale, tenendo a tal fine nella dovuta considerazione anche
il parere dei ministri interessati.
Tuttaltro tono aveva la lettera che il 19 gennaio 1983 il presidente
della Repubblica Sandro Pertini, invi al presidente libanese Amin
Gemajel:
I latori della presente sono i giornalisti Ettore Tito, Giorgio Ricord
e Marcello DAngelo, nonch la signora Renata De Palo ed il figlio di
questa, Giancarlo De Palo. I De Palo sono i familiari della giornalista
Maria Grazia, scomparsa in Libano insieme al giornalista Italo Toni
nel settembre del 1980. I tre giornalisti vengono in Libano per in-
contrare le Autorit di questo Paese nella speranza di avere qualche
elemento utile per poter far luce sulla vicenda. La prego di ricevere
questa delegazione e di favorirla in tutti gli incontri con le Autorit
di Governo, in particolare con i funzionari di polizia che a suo tempo
si interessarono del caso.
Nessuno ha ripreso in mano n riesaminato le carte di un caso che i
dirigenti delle istituzioni hanno congelato in un limbo imperscruta-
bile. Ai parenti pi stretti dei due giornalisti stata consentita solo
la lettura di 1.240 scarni documenti, di cui per vietata la divulga-
zione. Altri, quelli significativi, restano celati dal segreto permanen-
te, un muro che sarebbe dovuto crollare il 31 dicembre 2010. Dalle
carte spiega Giancarlo De Palo, fratello di Graziella dovrebbe
riemergere la verit sul caso Toni-De Palo e sul Lodo Moro, un pat-
to noto a tutti ma mai certificato da alcun documento. Il sospetto
che quelle carte possano svelarlo e metterlo nero su bianco, facendo
diventare verit storica una vicenda su cui per anni sono state fatte
solo ipotesi. Nonostante questo conclude De Palo nessun gior-
nale n alcun cronista sembra interessarsi seriamente alla vicenda.
Il calendario si inceppato al 2 settembre 1980 per i familiari dei
due giornalisti, dimenticati anche dalla categoria di appartenenza
(che poco o nulla ha fatto per accendere una luce dattenzione) e, di
conseguenza, ignoti a gran parte dellopinione pubblica. Italo Toni
e Graziella De Palo erano giunti in Libano, senza alcuna copertura

313
editoriale ed economica, per indagare con lo spirito puro dei segugi
di razza (ormai in via di estinzione) sui traffici di armi organizzati dai
boiardi attanagliati al timone dello Stato tricolore. Il 27 maggio 1981
vengono resi noti (dopo il sequestro giudiziario a Castiglion Fibocchi
disposto dalla Procura della Repubblica di Milano) gli elenchi degli
affiliati alla loggia massonica deviata P 2. Cos emerge che buona
parte delle autorit che si sono torbidamente occupate del caso fi-
gurano nella lista di Licio Gelli. Tra essi il segretario generale del
ministero degli Esteri e membro di diritto del Cesis, Francesco Mal-
fatti, il direttore del Sismi Giuseppe Santovito, il capo del gabinetto
di Forlani, Semprini, il segretario dellonorevole Mazzola, Massimi-
liano Cencelli, compreso il colonnello Cornacchia. Il capo del gover-
no, Berlusconi Silvio (tessera P 2 numero 1816), pur sollecitato alla
stregua dei precedenti colleghi di poltrona, non rimuove il segreto
di Stato, rimodulato maldestramente dalla legge 124 del 2007, che
ancora comprende il segreto politico, o meglio fonde e confonde il
segreto politico-militare. Aldo Toni (fratello di Italo) e Alvaro Rossi
(cugino) non hanno pi dubbi: Loro conoscono la verit in ogni mi-
nimo dettaglio, ne siamo certi, altrimenti non ci opporrebbero, come
fanno dal 1984, il segreto di Stato. Ci addentriamo in un intrigo
internazionale in cui primeggiano il ministero degli Esteri, i nostri
servizi segreti (allora Sismi, in particolare il colonnello Giovannone
e il generale Santovito), lOlp (organizzazione per la liberazione della
Palestina). un mistero non risolto in cui si intrecciano depistag-
gi e manomissioni della verit, oltre a menzogne infinite di marcata
impronta istituzionale. Lobiettivo ufficiale del viaggio di questi due
cronisti investigativi accreditati da una lettera di presentazione di
Nemmer Hammad (capo della delegazione italiana dellOlp) un
rportage sui campi palestinesi in Siria e Libano, particolarmente
critica oggi, drammatica come a quel tempo. Nel 1985 il presidente
del consiglio Bettino Craxi ufficializza il segreto di Stato sui rapporti
tra la nostra repubblica e lOlp. A fronte del lavoro di un magistrato,
il pubblico ministero Giancarlo Armati della Procura della Repub-
blica di Roma, che indag puntando il dito verso la direzione oggi
ritenuta pi corretta (i movimenti palestinesi), ci fu invece un altro
pezzo di Stato che gioc contro. Ne fece parte il giudice istruttore
Renato Squillante che, malgrado prove e palesi depistaggi, arriv a

314
sentenza di proscioglimento per George Habbash, il referente dei
gruppi pi radicali dellOlp, lOrganizzazione per la liberazione della
Palestina. E ne fecero parte ufficiali dei servizi segreti asserviti alla
loggia massonica P2, come il generale Giuseppe Santovito. O il suo
sottoposto, il colonnello Stefano Giovannone. Che scamparono alle
imputazioni per le menzogne propinate ai giudici solo perch, prov-
videnziale, morte li colse. Appare illuminante la richiesta di rinvio a
giudizio (4 febbraio 1985), inoltrata dal pubblico ministero Armati al
giudice istruttore, nel procedimento numero 9195/84A:
Il P.M. Letti gli atti; RILEVA La estensione in ogni direzione e con
ogni possibile strumento investigativo e la analiticit dellistruttoria,
sinora compiuta avrebbero certamente consentito di fare piena luce
sulla complessa vicenda della scomparsa allestero dei giornalisti
Toni Italo e De Palo Graziella, se resistenze ed ostacoli di diversa
natura non avessero reso estremamente arduo laccertamento della
verit, impedendo ancora oggi di chiarire alcuni profili oscuri della
vicenda () laccertamento delle responsabilit ha altres incontra-
to un ulteriore pi complesso limite solo in parte superato nel
coinvolgimento nella vicenda in esame di esponenti del SISMI, il
cui ruolo, proprio nel periodo della scomparsa dei due giornalisti,
presenta aspetti oscuri certamente estranei ai suoi fini istituzionali
() dalla nota in data 15.11.1983 inviata dallAmbasciatore Stefano
DAndrea al Direttore generale presso il Ministero degli Esteri Sergio
Berlinguer ( vol. II, foglio 418) risulta che Faruk Abillamah, allepo-
ca capo della Suret Nationale in Libano, in un colloquio riservato
e confidenziale avuto con lo stesso DAndrea a Parigi, ha affermato
che i due erano stati uccisi dal gruppo di Habbash, subito o quasi
() proprio del Giovannone si avvaleva il Santovito per introdurre
Michele Pazienza nei centri decisionali del mondo arabo. Lo stesso
Giovannone, peraltro, ha ammesso lesistenza di un rapporto privi-
legiato con lOLP, fondato su una sorta di patto di non belligeranza
terroristica palestinese in territorio italiano e di aiuto palestinese
per le forniture petrolifere, in cambio dellappoggio del nostro Paese
alle aspirazioni dellOLP al suo riconoscimento in campo interna-
zionale () chiede che il Sig. Giudice Istruttore in Sede, dichiarata
chiusa listruzione formale, ordini il rinvio a giudizio, dinanzi alla
Corte dassise di Roma, competente per materia e territorio, di: 1)

315
JORGE Habbash () per avere, in concorso con altre persone non
identificate, cagionato la morte di Toni Italo e De Palo Graziella; in
Beirut il 2 settembre 1980 o in epoca immediatamente successiva. 2)
GIOVANNONE Stefano e BALESTRA Damiano, per rispondere dei
reati ad essi rispettivamente ascritti, modificata limputazione di fa-
voreggiamento personale come sopra precisato; dichiari non doversi
procedere contro Santovito Giuseppe in ordine ai reati a lui ascritti,
perch estinti per morte del reo; disponga la separazione dal pre-
sente procedimento di copia degli atti relativi alla vicenda Ciolini.
A parziale modifica delle requisitorie in data 4.2.1985, chiede che la
S.V. dichiari di non doversi procedere contro Giovannone Stefano in
ordine ai reati a lui ascritti perch estinti per morte del reo; confer-
ma per il resto le requisitorie in data 4.2.1985.
Si arresta la magistratura competente, nonostante lottimo lavoro
svolto dal giudice Armati. Secondo il giudice istruttore Renato Squil-
lante (noto alle recenti cronache giudiziarie) non possibile emet-
tere un mandato di cattura internazionale contro George Habbash
per insufficienza di indizi. Infatti, il Giudice istruttore Squillante il
25 febbraio 1986 risolve limpiccio con lordinanza sentenza di pro-
scioglimento: DICHIARA Non doversi procedere nei confronti di
Stefano GIOVANNONE perch estinti per morte del reo; nei con-
fronti dello stesso SANTOVITO perch non punibile per intervenuta
ritrattazione; nei confronti di George HABBASH in ordine ai delitti
di sequestro di persona ed omicidio a lui attribuiti come in rubrica
capi D), E) per insufficienza di prove.
Nella storia dei due desaparecidos italiani si allungano sinistre,
alcune delle maggiori inchieste della storia repubblicana: limman-
cabile traffico di armi, la P2, la strage di Bologna, il terrorismo in-
ternazionale; infine la scomparsa delle carte compromettenti che
custodiva il generale Dalla Chiesa. Furono proprio le triangolazioni
impunite di armi fabbricate in Italia che spinsero Graziella ed Italo
a partire per il Libano, imboccando la via per Damasco, in veste di
ospiti dellOlp. Graziella nella primavera del 1980 aveva scritto nu-
merosi articoli sul traffico clandestino di armamenti, mentre Toni
sembrava pi interessato al passaggio degli alti gradi delle forze
armate dal libro paga dello Stato a quello delle industrie belliche.
Infatti, aveva chiesto delucidazioni a Falco Accame che ora confer-

316
ma in pieno quella curiosit. Il Libano in quel periodo un crocevia
fondamentale: la guerra Iran-Iraq alle porte (23 settembre). Il 7
giugno 1980 Paese Sera pubblica lultimo articolo di Graziella. Il ti-
tolo : Elicotteri per lIran, un giallo. Dopo il veto Usa e le sanzioni
applicate dalla CEE che ne sar si chiede Graziella degli arma-
menti commissionati alle aziende italiane da Teheran? Una com-
messa, soltanto degli elicotteri, di circa 120 miliardi. Scorriamo pi
attentamente i punti salienti della vicenda. Il 22 agosto 1980 i due
giornalisti partono per Damasco sotto la protezione palestinese. Poi
attraversano clandestinamente il confine con il Libano e prendono
alloggio allhotel Triumph nel settore ovest di Beirut. Il due settem-
bre si recano allambasciata italiana e al primo consigliere Tonini
dicono: Domani abbiamo appuntamento con gli uomini del fronte
democratico; se fra tre giorni non torniamo veniteci a cercare. Da
quel momento svaniscono per sempre. Il 17 ottobre 1980 lambascia-
tore DAndrea, con telegramma 521 classificato Urgentissimo - Ri-
servato comunica alla Farnesina: Gli specialisti libanesi seguono
una traccia precisa: rapimento da parte di Fatah su richiesta siria-
na. A Roma, invece, stranamente prende corpo lipotesi del rapi-
mento da parte dei cristiani-maroniti. A comunicarlo alla famiglia
lo stesso presidente del consiglio di allora, Arnaldo Forlani, alla
presenza del generale Santovito: Signora dice alla mamma di
Graziella sua figlia viva, prigioniera dei falangisti () blandendo
e minacciando riusciremo a farcela ridare. Nel 1986 il fratello del
generale Dalla Chiesa, Romeo, afferma che tra le carte del genera-
le che non si trovano pi cera anche qualcosa che riguardava i due
giornalisti De Palo e Toni. Alla lettera di spiegazioni di mamma De
Palo, risponde scusandosi per aver riaperto la piaga e concludendo:
preferisco tornare al mio silenzio. Chi era Italo Toni? Sicuramente
un giornalista di razza indirizzato alle radici umane dei fatti. Nato a
Sassoferrato in provincia di Ancona, muove i primi passi professio-
nali nel 1960 occupandosi prevalentemente di temi politici e sociali.
Italo racconta ci che vede o sperimenta direttamente sul campo con
generosa umanit. Oggi avrebbe 82 primavere al suono dellamata
musica jazz. Nel 1978 pubblica Quale movimento, un libro-inchiesta
sul mito di Che Guevara, insieme a Graziella De Palo. la sua com-
pagna di lavoro e di vita. Allanagrafe il suo nome era Maria Grazia

317
De Palo. Ma tutti la chiamavano Graziella. A 24 anni si era gi lan-
ciata in prima linea: da giornalista raccontava traffici darmi e trame
politiche che avvelenavano lItalia sana e il Medio Oriente. Di lei,
per, a tuttoggi non sono rimasti che i suoi scritti. Memorabile il
pezzo di uninchiesta pubblicata da Paese Sera il 21 marzo 1980, in-
titolata False vendite, spie, societ fantasma: cos diamo armi, che
svela la rete sotterranea delle esportazioni clandestine italiane: La
prassi delle armi deviate rispetto alla destinazione originaria non
nuova. successo in Mauritania, nellIran di Pahlevi, in Rhode-
sia e, soprattutto, in Sudafrica. La stessa Oto-Melara, insieme alla
Breda Meccanica, protagonista di una storia del tutto simile alla
prima. Stavolta il paese proibito verso il quale sono dirette armi
italiane il Sudafrica. I cannoni, formalmente acquistati dal gover-
no di Tel Aviv, sono montati su sei motovedette lanciamissili isra-
eliane della classe Reshef e poi spedite lungo la rotta del Capo (e
non un mistero per nessuno il rapporto privilegiato tra Israele e il
paese dellapartheid). Questo accordo truffa risale al 1974. Il 28
aprile 2010, il ministro per i rapporti con il parlamento, Elio Vito,
in risposta allinterrogazione (numero 4-1014) dei senatori Poretti e
Perduca, afferma:
il DIS rende noto che per quanto di competenza del comparto
informativo, lAISI ha comunicato che, agli atti dellAgenzia, nulla ri-
sulta in ordine allo specifico quesito riguardante il cosiddetto Lodo
Moro. LAISE, a sua volta, ha rappresentato che i rapporti intercorsi
tra il SISMI, i suoi dipendenti e le organizzazioni palestinesi mate-
ria coperta dal segreto di Stato, opposto dal colonnello Giovannone
nel 1984, e confermato dal Presidente del Consiglio pro tempore on.
Craxi. Sullattualit di tale vincolo, peraltro, si pronunciato lattua-
le Presidente del Consiglio de ministri, on. Berlusconi, prorogando-
ne la durata fino al 31 dicembre 2010, sulla base di quanto disposto
a suo tempo, motivo dellopposizione e della conferma in sede giu-
diziale.
Precedentemente (il 25 gennaio 2006) il senatore Luigi Malabarba
aveva interrogato il presidente del Consiglio Prodi, senza ottenere
risposta:
sulla vicenda sono state presentate presso i due rami del par-
lamento numerose interrogazioni parlamentari, tra cui le seguen-

318
ti: 5-02007 del 24.3.81, 4-13727 del 1.4.82, 4-08423 del 19.5.81,
4-01865 del 5.7.88, 4-13098 del 3.3.82, 4-01638 del 19.5.88, inoltre
sono state svolte indagini giudiziarie; sulla vicenda calata una fitta
cortina di silenzio anche per lopposizione del segreto di Stato ai ma-
gistrati inquirenti da parte dellallora Presidente del Consiglio Bet-
tino Craxi. In particolare tale segreto fu opposto il 28 marzo 1985,
con il rifiuto di consegnare alla magistratura alcuni documenti dei
servizi. Nel giugno 1985 il magistrato chiese allon. Craxi di rivedere
la decisione, ricordando che in base alla legge 801/77 in nessun caso
potevano essere oggetto di segreto di Stato fatti eversivi dellordine
costituzionale. Nella vicenda, infatti, erano coinvolti operatori armati
che operavano allestero al di fuori delle forze armate che fanno capo
al Presidente della repubblica; la vicenda ha visto il coinvolgimento
di personaggi iscritti alla Loggia P2, come il segretario del Ministero
degli affari esteri Malfatti di Montetretto e il capo del Sismi genera-
le Santovito e ha visto, inoltre, la partecipazione del colonnello dei
carabinieri Stefano Giovannone, gi capo del servizio di sicurezza a
Beirut dal 1972 al 1981. Il colonnello Giovannone fu arrestato una
prima volta il 19 giugno 1984 con laccusa di aver segnalato allOLP e
allFPLP larrivo dei suddetti giornalisti a Beirut, fu successivamente
scarcerato e poi nuovamente arrestato per favoreggiamento il 6 feb-
braio 1985 dal magistrato Mastelloni nel quadro di unindagine sul
traffico di armi tra lOLP e le BR; a questa inchiesta del magistrato
Mastelloni, e a quella che si riferiva alla caduta dellaereo Argo 16,
laereo di Gladio, venne opposto il segreto di Stato. Laereo di Gla-
dio era stato, tra laltro, laereo che aveva fatto rientrare clandesti-
namente in Libia i terroristi arrestati a Fiumicino nel tentativo di un
attentato antisraeliano, aereo che cadde in circostanze mai chiarite
a Mestre durante il decollo; si chiede di conoscere, visto che ormai
le operazioni clandestine di Gladio in Italia sono note dal 1990 e an-
che le operazioni di Gladio allestero sono note almeno dal 1997, e
inoltre anche le inchieste sulla Loggia P2 sono concluse e che quindi
le principali motivazioni per lopposizione del segreto di Stato sulle
vicende citate sono cadute, perch non venga tolto il segreto di Stato
(tra laltro a distanza di un quarto di secolo) su vicende per le quali i
cittadini hanno il diritto di conoscere la verit.
Poco altro, ma non la macchina fotografica, fu restituito alla fami-

319
glia della giornalista Graziella de Palo, dopo la scomparsa alluscita
dellhotel Triumph di Beirut. E quelle scarpe che mai compr n
indoss, comparse solo a scopo depistante per dimostrare falsamen-
te il passaggio della ragazza nellarea falangista della citt sono
anche il simbolo di uno Stato che fece di tutto per impedire laccer-
tamento della verit sulla loro sorte e il recupero dei loro corpi. La
memoria dei loro cari ha accolto il sorriso di Graziella ed Italo, in una
fotografia che li ritrae poco tempo prima dellultimo viaggio fatale.
Per onorarli le famiglie hanno continuato a battersi in questi tren-
tuno anni, affinch segreto di Stato, tuttora valido, e labilit della
memoria non avessero la meglio su una vicenda tuttaltro che chiusa.
Ha lottato suo fratello, Giancarlo De Palo, che, inorridito dal silenzio
sulla sorte di sua sorella, si mise alle costole di Giovannone diven-
tando lombra di una barba finta e raccogliendo gli elementi neces-
sari per far partire linchiesta di Armati. E combattono ancora oggi
anche laltro fratello e la madre. Come non si arreso al tormento
delloblio il fratello Aldo e il cugino di Italo, Alvaro Rossi, che ha al-
lestito un sito internet. Mentre il piduista Berlusconi non ha rimosso
il segreto di Stato, Monti, addirittura, non pervenuto. Di Graziella
ed Italo rimane il ricordo di due giornalisti determinati a praticare il
loro mestiere senza compromessi e senza vendersi lanima.

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: un altro delitto di Stato italiano. Il mo-


vente? Il traffico istituzionalizzato dallo Stato tricolore di scorie ed
armi. Somalia: uccisi due giornalisti italiani a Mogadiscio - Moga-
discio 20 marzo. La giornalista del Tg 3 Ilaria Alpi e il suo operato-
re, del quale non si conosce ancora il nome, sono stati uccisi oggi
pomeriggio a Mogadiscio nord in circostanze non ancora chiarite.
Lo ha reso noto Giancarlo Marocchino, un autotrasportatore italiano
che vive a Mogadiscio da dieci anni. Il caso Alpi-Hrovatin si apre
con queste scarne righe, ancora frammentarie, battute alle 14,43 del
20 marzo 1994 dallAnsa, agenzia giornalistica italiana. Ansa, Roma,
20 marzo, ore 17,51: E stata una vera e propria esecuzione. Hanno
sparato per uccidere. Lo afferma il generale Carmine Fiore, coman-
dante del contingente italiano in Somalia, raggiunto telefonicamente
dallAnsa. Il 23 marzo 94 il sostituto procuratore della Repubblica di
Trieste, Filippo Gullotta, dispone lautopsia per Hrovatin. Il referto

320
stabilisce che Miran stato ucciso da un solo colpo darma da fuoco
del calibro di poco superiore ai 5 millimetri, sparatogli alla tempia
destra, che ha attraversato il capo si conficcato alla base del cra-
nio. Il 4 maggio 1996 su disposizione del pm Giuseppe Pititto (se-
condo titolare dellinchiesta) viene riesumata la salma di Ilaria ed
effettuata la prima autopsia. La seconda perizia disposta da Pititto
(medico-legale e chimico-balistica) viene consegnata il 31 gennaio
1998 dopo larresto di Hashi Omar Assan. In tale documento si af-
ferma che il colpo mortale stato sparato a distanza ravvicinata e che
laggressore, in piedi sulla strada, spar aprendo la portiera posterio-
re sinistra o dal finestrino. Il 20 luglio 1999 si conclude il processo
con lassoluzione del giovane somalo.
Il 24 novembre 2000 si conclude il processo di appello contro Hashi
Omar Assan, colpevole di omicidio premeditato. Pena: lergastolo.
Il 10 ottobre 2001 la Corte di Cassazione annulla parzialmente la
sentenza della Corte dAppello. Il processo in Corte dAppello -dopo
la sentenza della Cassazione- si chiude il 26 giugno 2002 con una
sentenza di condanna a 26 anni di carcere ad Hashi Omar Assan (un
classico capro espiatorio).
Le motivazioni vengono depositate il 22 luglio 2002. Il 18 marzo
2006 Il Manifesto pubblica la mia inchiesta che Il Corriere della
Sera aveva rifiutato con un pretesto di mettere in pagina - Il secondo
omicidio di Ilaria targato Taormina. Ignoti, alla ricerca di prove
scottanti, il giorno seguente devastano la mia abitazione a Roma,
dopo le minacce dellavvocato Carlo Taormina. Traffico di armi e ri-
fiuti pericolosi dal belpaese al terzo mondo africano. Biglietto di sola
andata senza giustizia. Ecco il movente che ha subito depistaggi di
carattere istituzionale, a partire dalle menzogne di Taormina, spara-
te in qualit di presidente della Commissione parlamentare dinchie-
sta (23 febbraio 2006): Nessuno scoop messo a tacere con la morte.
I cittadini devono sapere fin da ora che mai nessuno ha inteso ucci-
dere i due giornalisti, vittime di una manica di banditi senza che i
banditi sapessero di chi si trattasse e agendo unicamente in un con-
testo di ritorsione criminale. La gente, inoltre deve sapere che Ilaria
Alpi e Miran Hrovatin non erano depositari di alcun segreto nelle
materie che un giornalismo daccatto per dodici anni ha invece ten-
tato di propinare. E falso che i due giornalisti fossero a conoscenza

321
di cose inenarrabili nei campi della cooperazione, del traffico darmi,
del trasporto di rifiuti. I due giornalisti nulla mai hanno saputo e in
Somalia, dove si recarono per seguire la partenza del contingente ita-
liano, passarono invece una settimana di vacanze conclusasi tragica-
mente senza ragioni che non fossero quelle di un atto delinquenziale
comune. Spregevole premeditazione. Suggerita da chi? Nel 2005
ho avuto modo di intervistare lex Onorevole di Forza Italia, a pi
riprese nel suo studio romano di via Cesi, nei pressi del palazzaccio
della Cassazione. Allestero conservata, in mani sicure, la registra-
zione di queste sue dichiarazioni preconfezionate con largo anticipo:
Ilaria e Miran erano andati a passare una vacanza in Somalia uc-
cisi nel corso di una rapina da fondamentalisti islamici rifer nel
corso dellintervista concordata. Lex Sottosegretario del governo
Berlusconi non aveva dubbi: La dinamica si basa sullanalisi balisti-
ca dellauto. Abbiamo fatto una perizia al balipedio della polizia di
stato e quindi abbiamo potuto ricostruire al millimetro ogni cosa.
Nessun colpo alla nuca, a contatto. Nessuna esecuzione disse te-
stualmente. In realt, Ilaria e Miran, vennero assassinati poich in
procinto di rivelare, al Tg 3 (diretta senza filtri in edizione naziona-
le), il coinvolgimento dello Stato italiano nel traffico illecito di scorie
e di armi. E un grave reato penale anticipare di oltre un anno - la
Relazione della Commissione sarebbe stata chiusa e votata solo il 23
febbraio 2006 - dichiarazioni depistanti senza attendere lesito finale
dei lavori di indagine parlamentare. In parole povere: un depistaggio
istituzionale. La relazione finale della Commissione bicamerale din-
chiesta presieduta Taormina - approvata soltanto dalla maggioranza
- nel 2006 recita: Il contributo determinante e risolutivo alla rico-
struzione della dinamica dellagguato stato fornito, dopo la perizia
medico-balistica del prof. Pascali, dalla perizia eseguita dalla Polizia
Scientifica sullautovettura su cui viaggiavano i due giornalisti, rin-
tracciata e acquisita dalla Commissione. Non vi alcuna prova
scientifica che lauto oggetto desame sia la stessa sulla quale sono
stati ammazzati i due giornalisti. Fondati dubbi motivati dal magi-
strato Franco Ionta, titolare di uninchiesta stralcio - ancora contro
ignoti - sul duplice omicidio, che afferma di aver subito uno sgam-
betto poco onorevole da Taormina. Se innegabile che la suddetta
Commissione parlamentare ha il potere di compiere atti di indagine,

322
la decisione della stessa assunta di procedere autonomamente ad ac-
certamenti sul veicolo, con esclusione della possibilit di analogo
intervento dellautorit giudiziaria, provoca un pregiudizio alla Pro-
cura perch le impedisce di esercitare le funzioni che le attribuisce la
Costituzione; che difatti risulta precluso il proseguimento delle inda-
gini che la ricorrente ha tuttora in corso, essendole in particolare,
inibito di raccogliere tutti gli elementi necessari ai fini delle proprie
determinazioni in ordine allesercizio dellazione penale, con palese
violazione del principio dellobbligatoriet dalla stessa sancito
dallarticolo 112 della Costituzione, oltre che di quelli di indipenden-
za ed autonomia della magistratura. La Procura della Repubblica di
Roma, inoltre, stata privata della possibilit di sottoporre a se-
questro lautovettura su cui viaggiavano Ilaria Alpi e Miran Hrova-
tin, nonch di effettuare rilevamenti ed accertamenti sul veicolo
stesso ai fini dellesatta ricostruzione della dinamica dei fatti, attivit
queste tutte essenziali nellambito del procedimento penale in ogget-
to e la cui mancata effettuazione ha determinato una vera e propria
paralisi del medesimo. Con lordinanza numero 73 depositata il 24
febbraio 2006 in cancelleria, scritta dal giudice Alfonso Quaranta, la
Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il ricorso per con-
flitto di attribuzione proposto, ai sensi dellarticolo 37 della legge 11
marzo 1953, nei confronti della Commissione parlamentare dinchie-
sta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, presentato dalla Pro-
cura di Roma. A volte per finire fuori strada, basta un veicolo taroc-
cato al punto giusto, da chi se ne intende. Il pool del pm Franco Ion-
ta aveva fatto ricorso alla Consulta nellottobre 2005, dopo aver ap-
preso dellarrivo in Italia della Toyota. I magistrati avevano chiesto a
Taormina di svolgere congiuntamente le analisi dellautomobile.
Lavvocato aveva rifiutato ogni collaborazione sostenendo che gli
accertamenti, irripetibili, riguardano anche le carenze istituzionali,
comprese quelle attribuibili ai molteplici passaggi giudiziari che
hanno interessato la vicenda. La Consulta ha poi riconosciuto la
legittimit della Procura a poter effettuare esami balistici e tecnici
sullauto per lespletamento delle indagini di propria competenza.
Quanto alle nebulose modalit di rinvenimento del veicolo, lavvoca-
to Taormina a pagina 12 della sua Relazione (conclusioni finali) rive-
la che Il rinvenimento della Toyota, effettuato al termine di una

323
estenuante nonch difficilissima ricerca per il suo trasferimento in
Italia ed il sequestro immediatamente disposto, hanno consentito di
accertare la dinamica dei fatti senza nessuna possibilit di dubbio o
perplessit. A smentirlo il vice questore Alfredo Luzi che nel suo
Rapporto preliminare del 4 ottobre 2005, abbozza soltanto ipoteti-
che dinamiche. La consulenza tecnica congetturata su tesi proba-
bilistiche dal direttore della sezione balistica della P.S. (10 novem-
bre 2005), evoca molteplici dubbi sulla genuinit del ritrovamento
automobilistico basato sulla scarna comparazione video-fotografica:
a partire dalla mancata rilevazione del numero di telaio e dellanno
di fabbricazione del veicolo, dellidentit reale del proprietario e dei
mancati rilievi tecnici in Somalia. Dottor Luzi, lei ha recuperato lau-
tomobile Toyota sulla quale sono stati assassinati Ilaria e Miran? Si
recato in Somalia? Siamo andati negli Emirati Arabi. E quanto
tempo fa non mi ricordo la data risponde il lalto funzionario di
polizia. Quindi la Polizia di Stato e i servizi di Intelligence italiani
non si sono mai recati in Somalia per trovare lautovettura. E peri-
coloso: non si poteva andare in Somalia ha confermato a denti
stretti la giornalista Serena Purarelli, assistente e consulente del pre-
sidente Taormina. E stato il sostituto commissario Antonio Di
Marco a tenere i contatti con Giancarlo Marocchino confida Clau-
dia Passa, laltra consulente di Taormina, in anticamera sei anni fa al
Giornale della famiglia Berlusconi. Unaltra dom,anda al dirigente di
P.S. Dottor Luzi potrebbe indicarmi con certezza assoluta la prova
scientifica che lauto esaminata sia la medesima sulla quale sono sta-
ti assassinati i due giornalisti? Risposta: silenzio assordante. Inspie-
gabilmente, non stata fatta neppure unanalisi comparativa fra il
profilo DNA delle tracce ematiche rilevate allinterno dellauto e i
familiari dei giornalisti uccisi. Dottor Luzi il suo incarico risale al 17
settembre 2005? Io sono andato, mi pare, ai primi di settembre.
Sulle date non. In realt il consulente tecnico a pagina 3 del rap-
porto annota: In data 10 settembre 2005, la S.V. (Taormina, nda)
inviava lo scrivente presso lhangar 10 dellaeroporto civile di Dubai
(Emirati Arabi) allinterno del quale era custodita una autovettura
marca Toyota mod. Hilux simile al tipo di auto sulla quale viaggiava-
no la Alpi e Hrovatin. Quali difficolt ha incontrato per scovare
lauto e condurla in Italia? Per riconoscerla bisognava individuare

324
le caratteristiche balistiche che avrebbero dettato la possibilit o
meno del veicolo. Non avevamo nessun elemento: abbiamo tutto do-
vuto riproporre a livello sperimentale puntualizza il funzionario di
PS che vanta esperienze professionali nordamericane. Questa mac-
china era stata abbandonata o era in un deposito? Come lavete rin-
tracciata a migliaia di chilometri di distanza se nessuno dei poliziotti
italiani ha messo piede nel Corno dAfrica? Com finita a Dubai visto
che Mogadiscio ancora un inferno di guerra? Risposta del super
poliziotto: imbarazzante pausa di riflessione. Comunque a pagina 37
della sua relazione si legge: La vettura in sequestro marca Toyota
mod. HiLux targata Somalia 61208, corrisponde alla medesima vet-
tura sulla quale, il 20 marzo 1994, sono stati uccisi Ilaria Alpi e Mi-
ran Hrovatin. Le perplessit si moltiplicano vertiginosamente, an-
che perch il fuoristrada su cui viaggiavano Ilaria e Miran spar dalla
circolazione e fin in un garage di propriet di un ex ministro di Siad
Barre. Tra laltro, il collega dellAnsa Remigio Benni, nellaudizione
del 19 maggio 2004 aveva dichiarato: il pick up, la vettura con la
quale Ilaria era arrivata allhotel Hamana era dello stesso tipo e degli
stessi colori della macchina di Cervone. Non so se fosse proprio la
stessa, ma era molto simile.
Unaltra testimonianza oculare (audizione del 18 marzo 2004), quel-
la delloperatore della televisione svizzera Francesco Chiesa, speci-
fica che La macchina si presentava con il parabrezza rotto e piena
di sangue. La macchina era veramente vetusta. Era una vecchia pick
up. Eppure lauto esaminata in Italia sembra spuntata da un set
cinematografico. Chi ha effettivamente recuperato il veicolo costa-
to allignaro contribuente italiano ben 18.200 euro? -intascati da
Ahmed Duale, deputato del fantasmagorico parlamento somalo.

Il fuoristrada noleggiato dai giornalisti assassinati una prova fon-


damentale su cui poggia la dinamica dellomicidio plurimo: due
colpi letali alla testa di AK 47 kalashnikov, calibro 7,62x39mm as-
serisce Luzi. Tesi probabilistica non suffragata interamente dalla pe-
rizia (depositata il 20 luglio 2004) del professor Vincenzo L. Pascali
(direttore dellIstituto di medicina legale e delle assicurazioni dellU-
niversit cattolica del S. Cuore) che a pagina 69 ammette: Delle nu-
merose ipotesi in ordine alla rispettiva posizione aggressore-vittima,

325
nessuna pu essere inoppugnabilmente provata con elementi di fat-
to. Della scena del crimine si conosce solo la posizione assunta dalle
vittime nellautovettura (Ilaria Alpi sedeva sul lato destro del sedile
posteriore; Miran Hrovatin occupava il sedile anteriore destro). Le
approssimative notizie sulla posizione degli aggressori e le invitabili
impressioni con cui la posizione dei fori di proiettili nellautovettura
stata ricostruita in base a materiale iconografico (e non a indagi-
ne di sopralluogo) impediscono invece di trarre rilievi affidabili.
Il consulente medico legale della famiglia Alpi, Costantino Cialella,
nellesame testimoniale del 21 settembre 2004 ha ribadito invece che
Ilaria Alpi nella mia ricostruzione stata attinta da un colpo darma
da fuoco al capo con le mani poste a protezione dellovoide. Allora,
dove stato ritrovato il fuoristrada e in quali condizioni? E sulla base
di quali riscontri scientifici incontrovertibili? Il pick up lha scovato
lallora vice questore aggiunto Luzi o qualche confidente particolare?
Ebbene, il consulente segreto di Taormina Giancarlo Marocchino,
che il casellario giudiziale italiano indica fin dal 1982 in qualit di
pregiudicato. Sconcertante, commenta Rosy Bindi che il princi-
pale sospettato diventi il teste chiave della nuova ricostruzione. In
una memoria difensiva consegnata al pm Franco Ionta, lavvocato
Domenico DAmati, legale dei coniugi Alpi, accusa con documen-
tazione probante il noto collega: Taormina ha improvvisamente
sposato, senza riserve, in ripetute dichiarazioni pubbliche, la tesi so-
stenuta dallimprenditore Giancarlo Marocchino, secondo cui lomi-
cidio sarebbe stato commesso casualmente nel corso di un tentativo
di sequestro. Tesi questa, rileva lavvocato DAmati disattesa dalla
Corte dAssise di Roma per la sua manifesta illogicit e contraddetta
anche dai risultati dellultima perizia balistica, secondo cui contro i
due giornalisti furono esplosi dieci colpi di kalashnikov da una per-
sona distante cinque metri. E ancora, si legge nella memoria mes-
sa a disposizione della magistratura: il presidente Taormina si
avvalso largamente, nelle indagini, della collaborazione dello stesso
Marocchino, utilizzando, tra laltro, informatori da lui indicati.
Quanto alle singolari garanzie, a pagina 54, nota 117 del capitolo Re-
sponsabili ed eventuali mandanti scritto che proprio Ahmed Dua-
le E la persona che si adoperata per il recupero della macchina
a bordo della quale viaggiavano i giornalisti, in quanto tuttora socio

326
in affari con Marocchino e grazie a questo contattato da Di Marco
(il sostituto commissario, nda). La Relazione di Taormina (parte I,
sezione I, capitolo 5, pagine 17-18 ) rivela inoltre che E stato propo-
sto a Giancarlo Marocchino tramite un consulente ufficiale di p.g.
(il sostituto commissario Antonio Di Marco) di cooperare con la
Commissione, anche al fine di consentire alla Commissione stessa di
entrare in possesso delle due autovetture coinvolte nel delitto, quella
a bordo della quale viaggiavano i giornalisti e quella degli assalitori.
Insomma, chi ha fornito materialmente lauto? Un uomo al di sopra
di ogni sospetto: il cittadino somalo Yusuf Cariiri, che uninformati-
va del Sisde Roma 1, indica per Sheikh Abdi Yusuf, detto Iriri, gi
segnalato il 16 settembre 1997 nota N. 97 RM1. 3960/34570/180
(2) perch implicato in truffe finanziarie. E la Land Rover az-
zurra degli assalitori che fine ha fatto? Taormina non lo rivela. Non
tutto. A pagina 23 del resoconto parlamentare di Taormina si leg-
ge: la dinamica dei fatti rappresentata dalla Polizia Scientifica ri-
sultato perfettamente compatibile con quella descritta dal cittadino
somalo individuato dalla Commissione come testimone. Il signor
B., lasso nella manica utilizzato da Taormina, nientemeno che
una guardia del corpo di Giancarlo Marocchino. Singolare coinci-
denza: lonorevole Taormina ha sigillato gli atti significativi per 20
anni col segreto di Stato ed in particolare gli esami testimoniali (13
settembre 2005) di Gianni De Michelis, Giampaolo Pillitteri, Fran-
cesco Forte e Fabio Fabbri.

Il procedimento giudiziario per la morte di Ilaria Alpi e Miran Hro-


vatin, assassinati a Mogadiscio il 20 marzo 1994, ha registrato con la
deposizione del direttore del Sisde elementi nuovi, che potrebbero
risultare determinanti ai fini dellaccertamento della verit, consi-
stenti nel fatto che fonti ritenute attendibili dal servizio di sicurezza
sono a conoscenza dellidentit dei mandanti del duplice assassinio;
nella stessa deposizione ci si avvalsi della facolt di non rivelare
lidentit della fonte per motivi di sicurezza; venuta cos a deter-
minarsi una situazione per cui lo Stato attraverso il potere esecutivo
conosce i presumibili assassini, ma rinuncia a perseguirli attraverso
il potere giudiziario sottraendogliene la possibilit; siamo di fronte
ad una lesione grave di diritti fondamentali rappresentati in primo

327
luogo dalla necessit di rendere giustizia a chi ha perso la vita per
garantire il diritto dei cittadini ad essere informati e realizzare cos
concretamente il diritto alla libert dinformazione. Cos linterro-
gazione parlamentare a risposta orale numero 3-01046, presentata il
10 giugno 2002 da Piero Ruzzante e Giuseppe Giulietti (seduta 155),
indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi Silvio,
sollecitata il 19 marzo 2003, e a tuttoggi che non ha ancora ottenuto
una risposta governativa. Il generale Mario Mori a cui si fa riferi-
mento - direttore del Sisde dallottobre 2001 al dicembre 2006 - gi
sotto processo per la trattativa Stato & mafia non vuota il sacco. Ma-
rio Mori una vecchia conoscenza attualmente sotto processo pena-
le per la trattativa intercorsa fra Stato e Cosa Nostra, che ha portato
alleliminazione dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Sono transitate due legislature, ma la farsa di regime continua, pur
di occultare il lucroso commercio in salsa tricolore, in cui banchetta
limmarcescibile gruppo di comando. Nel giugno del 1992, poco pri-
ma di essere disintegrato da un ordigno con la sua scorta di Polizia,
il pentito Leonardo Messina - come ha confermato lex procuratore
nazionale antimafia Pierluigi Vigna - rivel al giudice Borsellino che
nella miniera di Pasquasia in Sicilia erano state occultate dallo Sta-
to - con la complicit remunerata di Cosa Nostra - micidiali scorie
radioattive. Niente di nuovo, prima petrolio, poi armi e rifiuti scot-
tanti: il sistema di potere operante in Italia, grazie alla complicit
dello Stato e dei vari governi tricolore, ha eliminato prima Enrico
Mattei, poi Mauro De Mauro ed infine Pier Paolo Pasolini. Lo stesso
omicidio, avvenuto il 20 marzo 1994, di Ilaria Alpi, inviata nel paese
somalo per conto della RAI allepoca delloperazione Restor Hope,
per gli elementi acquisiti in Commissione, appare ricollegabile ai
dati venuti in possesso della giornalista con riferimento al traffico
di armi e rifiuti attesta la Relazione stilata otto anni fa (trasmessa
il 28 luglio 2004 alla Presidenza delle Camere (XIV legislatura, doc.
XXIII, n. 9), dalla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti, pre-
sieduta da Paolo Russo. Inoltre si legge: Sottoposte ad intercetta-
zione le utenze di Scaglione (Ezio, nda), gli inquirenti ricostruirono
la rete che il medesimo aveva instaurato. In particolare, vennero in
rilievo i numerosi contatti con Marocchino, i quali dopo poco tempo
di ascolto si concretizzarono in telefonate estremamente esplicite

328
in cui questultimo invitava Scaglione a spedire in tutta fretta, nelle
more di operazioni pi consistenti, due o tremila fusti da sistemare
in qualche sito, contemporaneamente confortandolo sul fatto che
erano in fase di avanzata autorizzazione le concessioni che il capo
clan, egemone sulla zona, Ali Mahdi, stava accordando proprio per
una discarica di tipo C per i materiali pi pericolosi, in unarea che
poi venne individuata nella zona di El Bahraf. Nelle conversazioni
successive Marocchino e Scaglione concordavano sul fatto che la rea-
lizzazione della discarica dovesse essere giustificata con il paravento
della costruzione di un inceneritore per rifiuti urbani; entrambi con-
cordavano sulla necessit di ottenere, con sollecitudine, consistenti
arrivi di rifiuti e sul fatto che una parte degli introiti doveva andare
ad Ali Mahdi, che doveva rifarsi delle rilevanti spese sostenute nella
guerra civile. Ulteriori elementi pervenuti allattenzione della Com-
missione, in particolare dalling.Vittorio Brofferio, impegnato alla
fine degli anni 80 in Somalia nella realizzazione per conto della LO-
FEMON (Lodigiani-Federici-Montedil) della strada di collegamento
fra Garoe e Bosaso, nel nord del paese africano, testimoniano linte-
resse, di gruppi locali e soggetti stranieri, a sfruttare tali lavori per
interrare containers. Infine: I dati provenienti da organizzazioni
anche non governative presenti sul territorio somalo, relativi, poi,
ad un sensibile aumento di patologie verosimilmente connesse alla
presenza di materiali tossici, inducono la Commissione a proseguire
nellesame delle vicende di tale paese africano, e di ogni altro paese
in qualche modo versante in condizioni analoghe, attraverso lacqui-
sizione di utili elemento conoscitivi.

329
Capitolo tredicesimo
Su la testa

Perch negare levidenza? Scie chimiche ed Haarp sono argomenti


tab. Anche se migliaia di persone ogni giorno nel Belpaese vedono
con i propri occhi veleni in cielo e sperimentano in terra, sulla pro-
pria pelle malattie tumorali e malformazioni nei bambini. Nono-
stante una montagna di prove scientifiche, c ancora chi si ostina a
rifiutare la realt. Incredibile. Allora, proprio vero. Nella storia la
verit ha sempre avuto tre fasi, la prima e quella di essere derisa e
non creduta possibile, la seconda fase quella della tentata demoli-
zione delle sue basi, o pi semplicemente cercar di renderla inoffen-
siva, ed ostacolarla con qualunque mezzo a disposizione, la terza ed
ultima fase quella di essere accettata univocamente perch reale e
partecipe dellumanit. Se te ne occupi vieni istantaneamente accu-
sato di essere nella migliore delle ipotesi un complottista, anche se
per un quarto di secolo hai fatto il giornalista investigativo (freelan-
ce) libero e indipendente in prima linea, ed hai accumulato un cur-
sus honorum internazionale. Chi detta quotidianamente i temi
nellagenda informativa globale? Sotto le sedicenti notizie? Niente,
se non impiegati mediatici al servizio del potere. Avete mai sentito
nominare in Italia dai giornalisti famosi i legami fra mafie e le au-
torit Usa? Oppure, avete mai sentito citare dagli stessi manager
della comunicazione, la corruzione della banca centrale europea?
Non dico il signoraggio o il controllo assoluto della Banca dItalia da
banche private? Figuriamoci se qualche vip ha mai blaterato di so-
vranit perduta. Non si argomenta in maniera dialettica, ma si offen-
de chi argomenta - prove alla mano - una tesi che si discosta dalla
vulgata generale. Gi, ma chi imbocca (imbecca) lopinione pubbli-
ca? Caos ad arte. Prendiamo nuovamente lo Stivale. E fin troppo
evidente: siamo nuovamente alla strategia della tensione. Ancora
titubanti: chiedete alla Nato e agli apparati di Intelligence dello Stato
italiano, quando realizzeranno la prossima strage in Europa, ma
particolarmente in Italia. Torno sullargomento. Ecco allora a voi la
figura del gatekeeper che tradurrei in falso dissidente, oppure in
disinformatore o mistificatore della realt, che pu anche essere de-
finito un hoaxer quando opera sul web. Questi soggetti non parla-
no mai in modo limpido ed esauriente di alcuni fatti importanti, ad

333
esempio: multinazionali dellalimentazione colte in flagranza di reati
ambientali e sanitari (vedi amianto alla Barilla o latte in polvere ava-
riato della Nestl); esistenza di un gruppo di potere che cerca di na-
scondersi per non essere spodestato; sistemi dittatoriali creati e con-
trollati dalle autorit locali; verit sullo Stato o su quel ministro; ve-
rit sulle scelte della politica locale; verit sui legami fra mafia e au-
torit politiche; tecniche di controllo mentale per evitare che il siste-
ma possa essere minacciato anche dallinterno; uso criminale degli
strumenti di potere. E non toccano mai la Nato o gli Usa. Ci sar un
motivo? Se i soggetti in questione non trattano in modo chiaro argo-
menti e soggetti scomodi perch altrimenti perderebbero quei
privilegi mediatici che i veri dissidenti non hanno, proprio perch
trattano anche questi argomenti senza riguardi per i padroni del va-
pore. Dunque, quando non viene detta tutta la verit su una questio-
ne scottante o della finta opposizione politica al governante di tur-
no, allora sapete con certezza che si tratta di individui assoldati per
ispirare fiducia, ma interessate soltanto al proprio tornaconto, non
certo ad abbattere il sistema o a difendere i vostri diritti. Questi sog-
getti, spesso anonimi o con nomi verosimili, comunque di fantasia,
vogliono far credere di essere dalla nostra parte, ma occorre non cre-
dere alle loro parole se non sono accompagnate dai fatti. Essi tendo-
no ad alimentare il sistema anche attraverso le beghe su questioni
superficiali o comunque non fondamentali, come ad esempio: me-
glio un inceneritore che una discarica. In altre parole, non fuorie-
scono dalla propaganda, anche se, usando gli stessi argomenti usati
da autori indipendenti (disinformazione, ingiustizie), vorrebbero far
credere di esserne estranei. Possono usare frasi fatte, etichette o il
gesto provocatorio, per distogliere lattenzione dai problemi. Creare
beghe su contenuti di poco conto, evocare la frase detta dal tal dei
tali, o parlare dei comportamenti privati di alcuni politicanti, distrae
lattenzione da quei contenuti pericolosi per il sistema, inducendo a
rimanere agli aspetti superficiali degli eventi. E troppo comodo, ora
che grazie al web e a diversi studiosi onesti sappiamo come stanno
veramente molte cose, creare una sorta di scontro fra (falsi) e pre-
sunti complottisti per far credere che si tratti di un gruppo ragio-
nevole contro un gruppo di paranoici. Forse nemmeno Orwell
avrebbe saputo fare di meglio. Il termine appropriato potrebbe esse-

334
re hoaxers. Questo vocabolo significa in inglese truffatori, imbro-
glioni, falsari, burloni. Infatti, chi si intrufola nelle discussioni sul
web per creare confusione, per distogliere lattenzione dagli argo-
menti trattati, o per gettare discredito su chi scrive, pu essere con-
siderato a tutti gli effetti un hoaxers. Il meccanismo pi usato in
questi casi quello di accusare gli altri di ci che sono loro stessi, in
perfetta armonia con la realt orwelliana (la pace guerra, la guerra
pace, i dissidenti sono terroristi, mentre i corrotti diventano dissi-
denti, i corrotti sono onesti, gli onesti sono corrotti) in cui siamo
costretti a vivere attualmente. In altre parole, vogliono creare confu-
sione e seminare divisioni e diffidenze, per minimizzare quanto pos-
sibile gli effetti del discutere di argomenti spinosi, come ad esempio
la strage in Emilia Romagna, causata dallalleato-padrone Usa. Dun-
que, questi personaggi hanno il compito di riportare le discussioni
alle mistificazioni volute dal sistema di potere imperante, oppure di
screditare chi fa ricerche su argomenti pericolosi o di creare un
clima non costruttivo (accuse, insulti, polemiche sterili, puntare lat-
tenzione su aspetti insignificanti). Per riconoscerli basta porsi alcune
domande: Questa persona sta discutendo i contenuti o sta usando
metodi emotivi?, Sta sollevando accuse infondate?, Accusa gli
altri di ci che lui sta facendo?, Oppure difende ad oltranza ci che
rispecchia la propaganda di regime?, Cerca di colpire lautore con
argomenti emotivi?. E chiaro che, se anche non siamo daccordo
con ci che viene detto o scritto, possiamo essere capaci di ribattere
in modo civile, piuttosto che usare frasi che non argomentano nulla,
passando addirittura agli insulti e alle minacce. Purtroppo non sem-
pre questo ovvio, dato che viviamo in una realt in cui lo scontro, la
bega o linsulto vengono presentati come normali. La situazione
anche il prodotto di questa Tv (e degli altri media) rissosa dove pre-
vale la contrapposizione sterile. Per il sistema attuale pi utile lo
scontro e la tifoseria ideologica o politica piuttosto che una societ
fatta di persone tolleranti e capaci di usare di pi e meglio la testa.
Alcuni credono che non ci siano affatto hoaxers, e che si tratti sem-
pre di persone normali che magari usano modi di fare alquanto
discutibili. Alcuni addirittura pensano che parlare di persone assol-
date dal sistema per produrre caos o limitare le risorse positive del
web, sia da fissati, o che comunque non sia opportuno toccare que-

335
sti temi perch si rischia di essere considerati paranoici. Ma in realt
esistono realmente personaggi pagati per difendere a tutti i costi il
politico, il comico o il pensatore che va di moda. In fondo, cosa ci
sarebbe di nuovo o di strano? Fior di politici, giornalisti e intellettua-
li sono remunerati per sostenere il sistema o per denigrare chi, inve-
ce, onesto e indipendente. Questo meccanismo imperversa anche
su Internet, anche se la Rete non del tutto controllabile. Ovviamen-
te, non sempre si tratta di disinformazione pilotata o di volontario
intervento distruttivo, a volte si pu trattare di individui che cercano
sfogo alle frustrazioni inondando il web di idiozie. Oppure di perso-
ne che non sanno uscire dalla propaganda e credono che sia oppor-
tuno criticare aspramente chi se ne allontana, percependo tale realt
come pericolosa. Di solito i commenti di personaggi in malafede si
riconoscono perch puntano a destabilizzare con mezzi emotivi, sen-
za porre una seria critica. Gli hoaxers sono molto attivi quando sui
blog vengono trattati argomenti fuori moda come la devastazione
ambientale o la guerra nel Darfur (magari senza sapere se si tratta di
un dentifricio o di una regione africana), la questione meridionale,
oppure quando si accarezzano gli cosiddetti intoccabili. Quando ven-
gono sfiorati questi tasti arrivano commenti da persone che conten-
gono paragoni improponibili, insulti, frasi insensate o addirittura
minacce o tentativi di intimidazione con la chiara intenzione di cer-
care di destabilizzare emotivamente chi osa scrivere cose non gradite
a chi detiene il potere. Gli hoaxers non usano alcuna argomenta-
zione razionale, e tanto meno si rivolgono ai fatti. La loro maggiore
arma la situazione di irrazionalit in cui il sistema attuale ci com-
prime, rendendoci normali anche discussioni fondate sul nulla. Il
loro atteggiamento pi comune quello della persona di buon sen-
so un p come personaggi tuttologi che si arrogano il compito di
ricondurre gli altri alla ragionevolezza (presunta). Sono convinti
che la scienza sia tutta nelle loro mani, e chi non abbraccia il loro
punto di vista sia uno sprovveduto, ingenuo, credulone oppure un
ignorante o un paranoico con manie di persecuzione. Come se un
mondo in cui la maggior parte delle persone vive in miseria o muore
di fame o in cui produrre sempre pi energia anche a costo di estir-
pare piantagioni e/o demolire siti archeologici o in cui esistono ce-
mentifici ad ogni angolo di strada fosse un mondo ragionevole o

336
accettabile. E chi lo rifiuta matto. La presunta razionalit di questi
personaggi nasconde lindifferenza verso la sofferenza del prossimo.
C molto cinismo nel portare il discorso su dettagli insignificanti,
anche quando si sta parlando di attentati alla salute, al patrimonio
artistico o di altri gravissimi crimini. Altri metodi si basano sulle cri-
tiche manipolative, ovvero atte a minare lautostima del vero dissi-
dente o del blogger indipendente. Ad esempio: sputare critiche che
vogliono creare senso di incompetenza, insicurezza, ansia, oppure
inefficacia. Ad esempio, frasi che non si riferiscono per nulla agli ar-
gomenti trattati, come: questo un complottista, oppure, questo
folle; oppure ma dove vivi?. Le loro critiche spesso non hanno
alcuna attinenza ai contenuti dellargomento criticato. Ad esempio,
se si parla di energie rinnovabili, essi non toccheranno per davvero
questo argomento ma cercheranno un pretesto per sostenere che la
persona in questione matta, fissata, tratta cose risapute, oppure
non ha citato il tal articolo. In sintesi, le accuse pi frequenti rivolte
agli autori indipendenti sono: egocentrismo; invidia verso i perso-
naggi avallati dal regime; disinformazione (come se i media ufficiali
informassero); arroganza; di essere irrazionali (come se un sistema
basato sul crimine e sulla truffa fosse razionale); voglia di mettersi in
mostra (come se non fosse pi facile emergere dicendo bugie piutto-
sto che la verit); non essere competenti (come se i personaggi di
regime fossero tutti cervelloni con una cultura da Nobel); essere fa-
ziosi o schierati (come se quelli assoldati dal sistema fossero indi-
pendenti); non aver citato la tal fonte o il tal personaggio; essere
banali (come se gli altri media fossero sempre di grande originalit o
come se per denunciare un crimine uno dovesse essere creativo o
intrattenere in modo originale); avere manie di persecuzione (come
se i crimini denunciati fossero infondati). Si tratta di tentare di crea-
re un clima emotivamente carico, per cercare di escludere una vera
discussione sul vero argomento, che non riguarda certo i difetti pos-
sibili dellautore. Si tendono ad utilizzare le stesse categorie della
propaganda per definire un dissidente. Il dissenso o la protesta ci-
vile esistono quando non c una vera libert; quando il sistema poli-
tico non tutela gli interessi di tutti, ma soltanto di alcuni, e quando si
vuole imporre al popolo un dominio senza scrupoli. La solita oligar-
chia che dice di difendere i diritti umani e professa in maniera pro-

337
pagandistica di voler costruire una civilt superiore, negando in tal
modo la natura criminogena del sistema. Questa propaganda non
ammette lesistenza di dissidenti. Ma il dissenso esiste e le autorit
(con i suoi assoldati) si prodigano a minimizzarlo a negarlo o a crimi-
nalizzarlo, etichettandolo negativamente ( fanatico, terrorista,
talebano, estremista, fondamentalista, anarchico). In realt il
dissidente semplicemente colui che non abbraccia il sistema vigen-
te nel suo paese, e si sente in diritto/dovere di denunciarne alcune
caratteristiche negative. Non c nulla di arrogante o di egocentrico
in questo, dato che si preferirebbe non essere dissidenti e vivere in
un mondo in cui i diritti umani fossero rispettati e in cui tutti potes-
sero vivere dignitosamente e in pace. Per destabilizzare i dissidenti si
utilizzano le critiche manipolative. Hanno lo scopo di manipolare o
destabilizzare gli altri colpendoli emotivamente, in modo tale da di-
fendere interessi ed esercitare un controllo sul loro comportamento.
Lo scopo fondamentale quello di creare imbarazzo, senso di incom-
petenza, di ignoranza, di colpa per manipolare gli altri in modo da
soddisfare i propri interessi, come il potere, il controllo, lattribuzio-
ne ad altre persone delle proprie responsabilit. Un modo pi sottile
e pi pericoloso di usare queste critiche di essere abilmente vaghi,
in modo tale che le ambiguit delle critiche rivolte ad una persona
vengano interpretate nel modo peggiore possibile (ad esempio que-
sto pazzo, oppure non ha capito niente). Nelle critiche manipo-
lative vengono spesso utilizzati avverbi e frasi in modo fuorviante: ad
esempio, questo tizio non ne azzecca mai una, oppure sei un com-
plottista, ti sbagli sempre, mi hai fatto applaudire, non vero
che ho oscurato un giornale. Un altro scopo degli hoaxers quello
di far pensare ai lettori dellarticolo/post in questione che molte per-
sone che lo hanno letto non hanno apprezzato, oppure di far credere,
anche quando questo palesemente falso, che lautore ha scritto cose
infondate o dovute a caratteristiche emotive come linvidia, la vana-
gloria o, addirittura, lo squilibrio emotivo. Utili riferimenti: per la-
mianto alla Barilla ci sono le balle di tal Luigi Boschi che imperversa-
no sul web. Per Vendola (collusione con don Verz) sono scesi in
campo - al grido Pugliamo lItalia - svendolini alla mazzetta e vi-
detta. In realt i post inviati sono scritti da una percentuale minima
di persone e, dunque, anche se fossero tutti negativi, e non lo sono,

338
non potrebbero dare alcuna notizia circa il fatto che larticolo/post
sia stato apprezzato oppure no. Le persone che cercano un mondo
migliore sono quelle vere, e sono ovviamente in quantit ben mag-
giore rispetto ai pochi burattini assoldati, in libera uscita o desidero-
si di mettersi in mostra anche se nessuno li ha interpellati. Come ha
scritto lanno corso Antonella Randazzo in un mirabile approfondi-
mento: I falsi dissidenti agiscono come fossero nellarena e doves-
sero provocare una catarsi della rabbia dei cittadini, e si scagliano
contro chi sanno che suscita rabbia e frustrazione, guadagnando le
ovazioni e gli applausi scroscianti della folla. Lattuale sistema ha di-
speratamente bisogno di personaggi che godano della fiducia dei cit-
tadini. Non soltanto di quelli che si informano alla Tv, ma anche di
quelli assai pi smaliziati che amano anche leggere linformazione su
Internet. Occorre dunque che vengano creati personaggi che appaia-
no dalla parte dei cittadini, ma siano a servizio del sistema. Queste
persone saranno contrapposte ad altre, per avere uno scenario varie-
gato, che nasconda il consistente controllo mediatico. Quali sono i
nomi che vanno per la maggiore? Attenzione alle barbe finte. Cosa
c meglio di un classico? I TRE GIORNI DEL CONDOR (regia di
Sidney Pollack). Questo film del 1975 mostra la realt, nuda e cruda.
Buona visione.

Nelle democrazie compiute, la stampa il cane da guardia del funzio-


namento istituzionale. A tutti i livelli. Nella nostra democrazia, quel-
la italiana, se abbaia una seccatura e basta. Meglio il chiacchiericcio
della notizia. Meglio il commento. Il commento divide, ma non fa
male. La notizia s. Figuriamoci un approfondimento. Figuriamoci se
un giornalista comincia a scavare, indagare, porre quesiti, pretende-
re risposte. Nella nostra democrazia, i cassetti sono pieni di misteri,
di scandali, di verit negate. La trasparenza non la regola, unop-
zione. Spetta appunto alla stampa dare notizie. Anche se fanno
male. E lopinione di Marco Paolini (attore) e di Andrea Purgatori
(giornalista e sceneggiatore). Allora, bentornati in Italia, culla del di-
ritto e tomba della giustizia. La meglio giovent? Sfruttata, derisa,
oppressa, ignorata, insultata, frustrata, vilipesa, umiliata, offesa, de-
nigrata, raccomandata allinferno sola andata. In altre parole conge-
lata, poi marginalizzata, infine espatriata. Ma ora nuovamente morta

339
ammazzata, come negli anni Settanta. Giovani usati come manodo-
pera schiava. Parcheggiati in studi legali o tecnici che succhiano il
sangue e rimborsano due centesimi. Tenuti alla larga da qualsiasi
luogo di responsabilit. Derisi se non finiscono di studiare in tempo.
Umiliati se costretti a vivere ancora coi genitori. Tartassati se non
possono permettersi specializzazioni allestero (mica sono tutti figli
di padre Monti o madre Fornero). Presi in giro con promesse di lavo-
ro inesistenti. Spremuti da giornali famosi. Frustrati ogni giorno nel
loro desiderio di autonomia. Insultati se provano a cambiare le cose.
Minacciati se osano ribellarsi. Picchiati se manifestano pacificamen-
te per le vie. Sottomessi a cinici e perversi matusalemme che conti-
nuano a comandare in tutti i settori, anche a 80 anni suonati. Co-
stretti allemigrazione come i bisnonni. Mantenuti ai margini di
qualsiasi processo decisionale. Ed ora, appena affacciati alla vita,
brutalmente assassinati da chi, stufo di mettere bombe in stazioni,
treni e piazze, ha ben individuato le nuove vittime sacrificali. Alle
donne va anche peggio. Le pari opportunit vegetano nel libro dei
sogni. Sempre e solo maschi. Mai allaltezza, privi sensibilit, di ani-
ma; figuriamoci di cuore e intelligenza. Prevalgono i peggiori, ovvia-
mente raccomandati, e lo Stivale sprofonda non solo di vergogna.
Vite precarie: niente passato, niente presente, niente di niente. Un
Paese che non valorizza i giovani, uno per uno, non ha futuro. In una
terra che seguita a produrre emigranti la giovent sopravvive consu-
mando nel vuoto i giorni e lintelligenza. Cos, sebbene sia assente
nel Belpaese la pena di morte, vige legale e inesorabile la morte per
pena, lenta e apparentemente inarrestabile. normale che prevalga-
no lapatia e lindifferenza. Parole, parole, parole e numeri sempre
secondi, mai primi, soprattutto nel Mezzogiorno. Nel nato Sud, in
dieci anni ben 700 mila giovani laureati sono stati costretti a recide-
re le radici. Nel 2011 i giovani occupati, tra i 15 e i 34 anni, sono di-
minuiti di oltre un milione di unit rispetto al 2008, passando da 7,1
milioni a 6 milioni e 56 mila nel 2011. quanto emerge dalle statisti-
che dellIstat. Le cifre ufficiali per una volta non mentono: da quando
Monti al Governo il debito pubblico aumentato di 59 miliardi di
euro, toccando quota 2 mila miliardi. E il miracolo annunciato dai
mercati? Macch? Il professor Monti? stato il mio principale col-
laboratore fra il 1989 e il 1992, quando ero ministro del Bilancio del

340
governo di Giulio Andreotti. Parola dellex dicc, Paolo Cirino Po-
micino. A quel tempo il sedicente risanatore di conti contribu a mol-
tiplicare il debito pubblico italiano. Infatti, con lui per tre anni sotto-
segretario al Bilancio, il disavanzo pass da 553 a 779 miliardi di
euro e le spese lievitarono di oltre il 45 per cento. Basta leggere con
un p dattenzione due documenti, uno studio della Banca dItalia ed
una relazione della Ragioneria Generale dello Stato, per appurare
questa scomoda verit, opportunamente sbianchettata dal curricu-
lum vitae del rettore bocconiano, dotato di buen retiro in Svizzera.
Un record da prima Repubblica: una crescita del debito pubblico
pari al 44,43 per cento, sotto i saggi consigli dellesperto Monti. An-
che la spesa pubblica in quel periodo schizz da 254 a 371 miliardi.
Nella lettera inviata alle autorit italiane lo scorso agosto, lallora
presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, ed il successore designa-
to Mario Draghi (entrambi come Monti membri del club daffari Bil-
derberg) chiedevano di riformare ulteriormente il sistema di con-
trattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello dim-
presa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esi-
genze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi pi rilevan-
ti rispetto ad altri livelli di negoziazione. Insomma, il lavoro deve
essere privato di qualsiasi tutela: assunzioni e licenziamenti facili,
senza pi alcun controllo. C di pi: ridurre lessere umano a mero
fattore disumanizzato, al pari delle materie prime, dei semilavorati.
Un mondo allincontrario dove il superfluo costa meno del necessa-
rio. Aumentano le diseguaglianze e dilaga la corruzione. Predomina
unEuropa dove conta soltanto il denaro delle banche. Ridurre al mi-
nimo il contante disponibile costituisce il massimo del controllo e
dunque del dispotismo. Dov lItalia della cultura, della musica, del
cinema, del teatro, del giornalismo, se predominano le regole del Pil?
C un grande riflusso: che siamo sempre pi di legno, di paglia
come scriveva Thoreau. Ossia: che troppi cittadini in Italia hanno
perso la capacit di indignarsi in modo costruttivo, vivendo nel tor-
pore, deambulando come anestetizzati. In un mugugno collettivo,
facendo il funerale alla grandezza di essere cittadini e non audience
di spettatori che possono fare il tifo da una parte, o dallaltra, ma solo
spettatori restano. Il mondo quel disastro che vedete, non tanto
per i guai dei malfattori, ma per linerzia dei giusti che se ne accor-

341
gono e stanno l a guardare. La coscienza al di sopra dellautorit,
della legge, dello Stato ammoniva Albert Einstein. La libert non si
esaurisce nella garanzia formale di un diritto, ma piuttosto nella ca-
pacit daccedervi in concreto. La formazione delluomo totalitario
anticipa e precede lassestamento di un regime totalitario e ci riman-
da allantico conflitto tra diritto e legge. Il primo deve prevalere sulla
seconda. Ogni individuo alla presenza di valori non disponibili ad
alcuna maggioranza, deve seguire i dettami della propria coscienza.
La disobbedienza civile unassunzione aperta di responsabilit in-
dividuale nel violare una legge iniqua, insieme con la dichiarata di-
sponibilit a subire in prima persona le pene da questa previste, pur-
ch venga riconosciuto un problema, e si trovi una soluzione norma-
tiva altra, diversa, migliore. Tutte le strade, anche le pi buie, hanno
un sole che accompagna il cammino e un vento di pacifici colori che
danza annunciando la primavera. Non c davvero pi tempo da per-
dere: sta ad ognuno di noi opporsi a questo sistema distruttivo di
sfruttamento. Per farlo necessaria una consapevolezza che parte
dalla conoscenza. Io ho un concetto etico del giornalismo. Un gior-
nalismo fatto di verit impedisce molte corruzioni, frena la violenza
e la criminalit, impone ai politici il buon governo parole di Giu-
seppe Fava che non si dimenticano . Un giornalista incapace, per
vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori uma-
ni che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffazioni, le cor-
ruzioni, e le violenze che non stato mai capace di combattere. Il
sistema di potere teme il risveglio delle coscienze, la consapevolezza
critica, ed ha una sola risposta: la repressione violenta. Ma in questo
non c onore. Lattuale Governo illegittimo: non la rappresenta-
zione del volere del popolo che controllano cos disperatamente, e se
protesta lo fanno tacere brutalmente. Che fare? Semplice: uno scio-
pero generale ad oltranza che paralizzi pacificamente il Belpaese,
fino a quando la sovranit torni effettivamente al popolo. Piantiamo
subito quel seme buono a far germogliare di nuovo la sapienza delle
madri, il coraggio dei padri, labnegazione dei nonni, di quelli che
hanno fatto grande lItalia, prima che legoismo e il criminale calcolo
del privato profitto riducesse lo Stivale in polvere. Rompiamo ora i
compromessi e le compromissioni, i giochi delle parti, le mafie, gli
intrallazzi, i silenzi, le omert. Insieme possiamo piantare un seme

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importante. Insieme possiamo mutare le cose. Insieme possiamo di-
sintegrare la rassegnazione. Le nostre straordinarie risorse sono sto-
ria, natura ed intelligenza creativa. Lunico modo di combattere la
paura di tanti costruire speranze per tanti. Il vento muta le cose, fa
sorprese, regala luce e dona cieli migliori, fa sperare e incute paura
come la vita. Certe azioni non si compiono per coraggio, si fanno per
potersi svegliare la mattina e guardare serenamente negli occhi i
propri figli senza dover abbassare lo sguardo per la vergogna. Siamo
in missione per conto della storia: non lasceremo questa tremenda
eredit alle future generazioni. Gandhi con la nonviolenza ha ottenu-
to lindipendenza per lIndia dalla tirannia britannica. Se non ora,
quando? giunto il momento di liberarci dalle catene. Unesplosio-
ne sociale pi temibile di una deflagrazione nucleare.

343
ATMAN
Associazione per lo studio del Raja Yoga
e dellesoterismo
www.associazioneatman.biz

La scuola presente a Torino, Milano, Bergamo, Padova, Modena, Firenze, Roma, Lecce
www.scuolaenergheia.it

www.dracoedizioni.it deva@dracoedizioni.it

IL DISCEPOLO
un porto sicuro per tutti coloro che cercano
la via, la verit e la vita
La prima rivista esoterica on-line: www.ildiscepolo.it
info@ildiscepolo.it

Tutto questo :
LE COLLANE DELLA DRACO EDIZIONI

I libri rossi - Divulgazione esoterica


- La sfiga non esiste
- Corso pratico di meditazione - Volume I
- Corso pratico di meditazione - Volume II (prossima uscita)

- Corso pratico di meditazione - Volume III (prossima uscita)

I libri azzurri - Scienza esoterica


- Sul Sentiero degli Angeli (prossima uscita)

I libri bianchi - Storia esoterica

I libri fuori collana


- Scie chimiche: la verit nascosta. Le prove
- Il seme magico - Fiaba
- I 7 colori del cielo
- Exalux erbe di luce (prossima uscita)

Le fiabe della Manu - Fiabe esoteriche


www.dracoedizioni.it deva@dracoedizioni.it
LA DRACO EDIZIONI PRESENTA:

Nel 2012 il mondo finir? Immani catastrofi spazzeranno via luma-


nit dalla faccia della Terra? Oppure finir soltanto il Grande Fratel-
lo e alla televisione inizieranno a trasmettere solo cose intelligenti?
Agli autori di questo libro non importano particolarmente gli aspetti
catastrofici delle profezie sul 2012, e luniverso continuerebbe tran-
quillo nei suoi moti perfetti anche senza il genere umano. Il proble-
ma che la catastrofe siamo noi, questumanit ormai alla deriva
senza unapparente direzione da seguire. Come facciamo ad uscire
dallo sfacelo che stiamo provocando? Come facciamo a salvare que-
sto bellissimo pianeta che stiamo distruggendo con la nostra igno-
ranza e con la nostra avidit? In tutto ci qual il monito del 2012?
Quali sono gli insegnamenti nascosti nei cicli cosmici? Quali erano
i segreti delle antiche civilt che avevano predetto gli avvenimenti
del 2012? E soprattutto, il 2012 ci aiuter ad imparare ad amarci, a
rispettarci e a rispettare la vita in tutte le sue forme?
La Draco Edizioni, lassociazione Atman e la scuola Energheia
sostengono lopera di queste associazioni di solidariet.
HEWO Attiva in Etiopia ed Eritrea
www.hewo-modena.it

e OMEO BON BON Attiva in Madagascar


www.omeobonbon.it
Finito di stampare nel mese di giugno 2012
da Nuovagrafica s.c. di Carpi (MO)
La fantascienza ha intuito che lessenza dei totalitarismi il controllo tecnologico delle
informazioni personali. La realt si spinta oltre. Viviamo in unepoca in cui alleccesso
di informazione corrisponde un difetto di sapere: sovente lextra occulta. Ma basta
scalfire le apparenze per comprendere la realt. E il lavoro di ricerca sul campo che
un giornalista freelance, di chiara fama, come Gianni Lannes ha condotto in prima li-
nea. Il testo spazia, prove alla mano, dallattivit di spionaggio Echelon sulla popolazione
italiana e occidentale, alla democrazia totalitaria che ormai imperversa nel Belpaese,
solcando in mare le bombe amare e la terapia bellica che oscura i cieli. Il futuro sembra
militare, mentre la democrazia si restringe sempre pi. Ci sar unaltra guerra mondiale?
Consumatori sempre pi imbalsamati, telespettatori lobotomizzati e utenti imbambolati,
avanti, fate il nostro gioco. Trivellano il cuore della Terra, oscurano il Sole, mentre la Luna
lhanno gi bombardata. E noi?

Gianni Lannes dal 1987 svolge allestero e in Italia il mestiere di giornalista e fotografo libero e
indipendente. Specializzato nel traffico di esseri umani, armi e rifiuti pericolosi. Ha lavorato per Rai e
La7, ed inoltre nei settimanali LEspresso, Panorama, Famiglia Cristiana, Io Donna, D La Repubblica
delle Donne, Il Venerdi di Repubblica, Avvenimenti, Diario. Ha scritto inoltre, per i mensili Airone, La
Nuova Ecologia, Medicina Democratica, Il Gargano Nuovo. Ha collaborato ai quotidiani Il Manifesto,
Liberazione, La Repubblica, LIndipendente, La Stampa, Il Corriere della Sera, LUnit. Nel 2009 ha
pubblicato per la casa editrice La Meridiana, il libro NATO: COLPITO E AFFONDATO, un saggio sulla
base del quale la magistratura ha riaperto un caso di strage archiviato nel 1997. Nel corso di questi
ultimi due anni a causa della sua inchiesta sulle cosiddette navi dei veleni ha subito alcuni attentati
e minacce di morte. Dal 22 dicembre 2009 al 22 agosto 2011 ha vissuto sotto scorta della Polizia
di Stato. Il 19 luglio 2011, senza alcuna motivazione, ma con una semplice telefonata il ministero
dellInterno gli ha revocato la protezione dello Stato italiano.

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.


(Mahatma Gandhi)

15,00

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