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COLLANA DIRETTA DA
Carmelo Crimi
Renata Gentile
Lisania Giordano
Maria Dora Spadaro
COMITATO SCIENTIFICO
Filippo Burgarella
Antonio Carile
Kristoffel Demoen
Claudia Giuffrida
Michael Grnbart
Jean-Nol Guinot
Sergej P. Karpov
Ewald Kislinger
Santo Luc
Chryssa Maltezou
Ramn Teja
COMITATO DI REDAZIONE
Margherita Cassia
Paolo Cipolla
Tiziana Creazzo
Giovanna Giardina
Daniele Iozzia
Carmela Mandolfo
Beatrice Marotta
Arianna Rotondo
Gioacchino Strano
Studi e rassegne su
ANTICO, TARDOANTICO
E MEDIOEVO
a cura di
Carmelo Crimi, Renata Gentile,
Lisania Giordano, Maria Dora Spadaro
BONANNO EDITORE
ISBN 978-88-7796-999-6
www.bonannoeditore.com
gruppoeditorialesrl@tiscali.it
Volume stampato con il contributo del Dipartimento di Scienze Umanistiche dellUniversit di Catania
EMANUELE MAFFI
__________________
*
Questo studio un primo risultato della mia attivit di ricerca svolta al-
linterno del progetto La dialectique aux coles platoniciennes dAthnes et dAle-
xandrie du V au VI sicle aprs J.-C. diretto dalla prof. Angela Longo e
generosamente sostenuto dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scien-
tifica. Un grazie particolare va perci ad Angela Longo e ai colleghi del gruppo
di ricerca (Lorenzo Corti, Nicolas DAndres e Davide Del Forno) per la di-
sponibilit, la competenza e la pazienza con cui hanno discusso con me di que-
sti argomenti. superfluo ricordare il grande giovamento che ho tratto da
queste discussioni. Mi preme inoltre ringraziare Mauro Bonazzi, David Sedley
e Franco Trabattoni che hanno letto una prima versione di questo lavoro: i
loro puntuali commenti mi hanno evitato ben pi di un errore. Di quelli ri-
masti invece io sono lunico responsabile.
1
stato P. Hadot, La logique partie ou instrument de la philosophie?, in
Hadot I. (d.), Simplicus. Commentaire sur les Categories, Vol I., Leiden 1987,
pp. 183-188, a mostrare che la causa del dibattito sullo statuto della logica
riconducibile a questa confusione di significati.
173
2. Il problema dello statuto della logica discusso dagli alessan-
drini nel Proemio ai loro commenti agli Analitici Primi2, con la sola
eccezione di Olimpiodoro che invece affronta il problema nei Pro-
legomena alle Categorie (p. 14, 13-18, 12)3. Data la somiglianza dello
sviluppo argomentativo user come guida il testo di Ammonio, se-
gnalando i punti in cui Olimpiodoro, Filopono ed Elia integrano
quanto scritto dal loro predecessore. Ci che rimane invariato lo
schema tipico della loro analisi della questione: 1) lenunciazione del
problema con relativa esposizione sintetica delle posizioni principali
in gioco; 2) la presentazione delle argomentazioni principali di que-
ste posizioni e poi le loro confutazioni; 3) la soluzione platonica
proposta dal commentatore.
Ammonio introduce la trattazione sulla logica dopo aver adem-
piuto uno dei sei punti introduttivi che il maestro doveva trattare
nel presentare lopera, ossia la spiegazione del titolo: poich gi per
Platone delle quattro parti (diairetica, oristica, apodittica e analitica)
della dialettica lanalitica era il metodo pi completo, non deve stu-
pire che per questo motivo Aristotele abbia intitolato due sue opere
logiche Analitici (8, 9-14).
Troviamo un discorso analogo anche in Filopono: costui per
giunta ricorda che ancor prima che Aristotele ordinasse i ragiona-
menti in schemi e figure il divino Platone procedeva in maniera sil-
logistica e apodittica nel Fedone e in quasi tutti i suoi dialoghi (6,
14). Prima di affrontare lo statuto della logica, cos gi affermata
__________________
2
Diversi sono per i luoghi in cui la trattazione inserita: Ammonio (in
An. Pr., p. 8, 15-11, 21 [Wallies]) e Giovanni Filopono (in An. Pr., p. 6, 19-
9, 20 [Busse]) la sviluppano dopo lesposizione dei sei punti introduttivi al-
lopera, Elia invece tratta subito la questione, ancora prima di introdurre lopera
(in An. Pr., p. 67 (134, 4)-71 (138, 13). Per quanto riguarda il proemio di Elia
agli Analitici Primi far riferimento alledizione di Westerink in Elias on The
Prior Analytics, Mnemosyne 14, 1961, pp. 126-139.
3
Olimp. Prolegomena et in Categorias Commentarium, p. 14, 13-18, 12
(Busse): egli pi precisamente colloca la discussione sul ruolo della logica tra
lintroduzione generale alla filosofia di Aristotele e lintroduzione specifica alle
Categorie. Sul contenuto di queste introduzioni cfr. I. Hadot, The role of the
commentaries on Aristotle in the teaching of philosophy according to the prefaces of
the neoplatonic commentaries on the Categories, Oxford Studies in Ancient
Philosohy, Suppl. Vol., 1991, pp. 175-189.
174
la superiorit di Platone rispetto allo Stagirita: dei due il primo, de
facto, il fondatore dei metodi del corretto ragionamento, dei quali il
secondo piuttosto il formalizzatore4.
Per introdurre il problema dello statuto della logica Ammonio si
propone di esaminare i ragionamenti sottesi alle principali opinioni
in gioco: allora, per quanto riguarda coloro che su questo argo-
mento hanno opinioni differenti, elenchiamo dunque le loro con-
vinzione e i ragionamenti grazie ai quali, come credono, rendono
forti le loro convinzioni (8, 18-20). Egli illustra cos le tre posizioni
principali: quella degli Stoici i quali ritengono che la logica non sia
n strumento n una sottoparte ma una vera e propria parte della
filosofia, quella di alcuni Platonici i quali sostengono addirittura che
la logica sia la parte pi nobile della filosofia e quella dei Peripatetici
(in particolare di Alessandro dAfrodisia) secondo cui la logica stru-
mento della filosofia.
La prima posizione presentata da Ammonio quella degli Stoici.
Il loro primo argomento si fonda sul seguente assunto: posto che la
logica ha una relazione diretta con la filosofia in quanto suo pro-
dotto, tale relazione pu essere intesa solo in una forma che faccia
della logica una parte o una sottoparte della filosofia5. Sulla base di
questo assunto gli Stoici spiegano il rapporto tra la medicina e la
chirurgia: la medicina ha prodotto e usa la chirurgia, e poich nes-
sun altra scienza o tecnica ha prodotto e usa la chirurgia come sua
parte o sottoparte, bisogna concludere che la chirurgia non stru-
mento della medicina. Analogo il ragionamento concernente la fi-
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4
Un argomento di questo genere proposto anche da Elia (136, 26-32) e
Olimpiodoro (18, 3-10), di cui riporto il passo in traduzione perch mi sembra
unefficace formulazione di una tesi comune a tutta la scuola. E non bisogna
ritenere per questo [per il fatto che Platone non ha formalizzato gli schemi del
sillogismo] che Platone sia inferiore ad Aristotele, ma al contrario che sia anche
migliore; infatti Platone nelle dimostrazioni non ebbe bisogno del metodo apo-
dittico di Aristotele, ma al contrario Aristotele ebbe bisogno delle dimostrazioni
di Platone. Cos dunque anche Omero e Demostene non hanno avuto bisogno
n della Poetica di Aristotele n dellarte di Ermogene, ma al contrario questi
ultimi hanno avuto bisogno di quelli [Omero e Demostene] per formalizzare i
metodi a partire dalle loro opere. Le traduzioni dal greco sono mie.
5
Cfr. 9, 1-2: Gli Stoici dunque affermano che la filosofia stessa ha pro-
dotto la logica e che perci questultima dovrebbe essere una parte di quella
[della filosofia].
175
losofia e la logica: poich la filosofia ha prodotto e usa la logica che
non parte o sottoparte di nessun altra scienza, bisogna dunque
concludere che la logica non strumento della filosofia ma una sua
parte o una sua sottoparte (9, 7-15).
A questo punto Ammonio menziona tanto una possibile obie-
zione a questo ragionamento quanto la relativa controreplica: qual-
cuno potrebbe sostenere che anche altre arti si servono della logica
dal momento che la medicina e tutte le altre arti si servono dei me-
todi sillogistici; ma a costui si pu replicare che, sebbene anche quelle
arti utilizzino i metodi logici, esse non sono vere conoscitrici di que-
sti metodi perch non se ne occupano nella maniera migliore. Il me-
dico, per esempio, non sinteressa principalmente del metodo
sillogistico e per tale ragione non si oserebbe mai dire che la logica
parte o sottoparte della medicina. solo per quanto gli serve nella
dimostrazione dei teoremi medici che il medico apprende dal dia-
lettico la logica e la usa come suo strumento. La logica pu cos essere
strumento della medicina ma pu essere solo parte (o sottoparte)
della filosofia poich solo il filosofo il massimo conoscitore di que-
sta disciplina (9, 16-20).
Una volta riportata largomentazione stoica sulla natura non-
strumentale del rapporto logica-filosofia, Ammonio presenta poi le
ragioni per cui costoro non ritengono possibile che la logica sia sot-
toparte della filosofia. Allinterno di un quadro di divisione della fi-
losofia che ricorda molto quella di Alcinoo6 la logica non pu certo
essere n una delle tre parti della filosofia pratica (etica, politica ed
__________________
6
Cfr. la divisione proposta in Didasc., 3, pp. 153-154: una divisione che,
come notato da I. Hadot (Simplicius. Commentaire sur les Categories, vol. I, p.
77-79), verr in gran parte ripresa (soprattutto per quanto riguarda la tripar-
tizione delle sezioni teoretica e pratica) dai commentatori neoplatonici di Ari-
stotele, come sembra fare appunto Ammonio. Che questa divisione della
filosofia possa accordarsi con la classificazione degli Stoici giustificando
quindi il fatto che Ammonio la applichi nellesposizione delle loro tesi sug-
gerito dal fatto che la tripartizione della filosofia offerta nei manuali platonici
di et imperiale risente fortemente dellinflusso delle dottrine stoiche; non a
caso, per riprendere unespressione di Ilsetraut Hadot, in questi manuali la
terza parte della filosofia (la parte dialettica) viene ad essere una qewriva tw~n
lovgwn. Sullinflusso della tripartizione stoica sulla divisione della filosofia nei
sistemi medioplatonici cfr. P. Hadot, La division des parties de la philosophie
dans lAntiquit, Museum Helveticum 36, 1979, pp. 211-212.
176
economia) n una delle tre parti della filosofia teoretica (teologia, fi-
sica e matematica). La logica differisce da entrambe sia per la materia
(u{lh) che per il fine (tevlo"): la materia della logica non concerne
n le cose umane (parte pratica) n gli affari divini (parte teoretica)
ma i lovgoi (le proposizioni e i discorsi); mentre il suo fine non n
la felicit della vita umana, n la divina felicit della contemplazione
ma la conoscenza dei metodi apodittici, giacch le parti della logica
sono volte al solo obiettivo di fornire dimostrazioni veritiere. Poich
dunque la logica si occupa tanto delle cose divine quanto di quelle
umane, ma non unicamente n delle une n delle altre, come fanno
invece le due parti della filosofia, la logica non potr essere una sot-
toparte della filosofia ma sar la sua terza parte (9, 30-35).
Se si riassume tutta largomentazione degli Stoici da un punto
di vista complessivo ci si rende conto che Ammonio lha presentata,
come probabilmente facevano gli Stoici stessi, nella forma della
quinta figura del sillogismo stoico (il quinto degli anapodittici): la
logica o parte o sottoparte della filosofia; ma sottoparte non , dun-
que parte. Il primo argomento (o prima premessa) volto a mo-
strare che la logica in quanto prodotto della filosofia non pu che
esserne o sua parte o sua sottoparte, ma che di certo non un suo
strumento, dal momento che non vi pu essere una relazione stru-
mentale tra due scienze di cui la prima (logica) stata prodotta dalla
seconda (filosofia).
Il secondo argomento (o seconda premessa) elimina il secondo
corno della dicotomia: poich la logica non condivide con le altre
due parti della filosofia n i fini n la materia, non pu in alcun
modo essere considerata sottoparte delle altre due parti. Che la logica
sia la terza parte della filosofia perci la conseguenza di quanto
esposto nelle due premesse.
Molto simile a quella di Ammonio, che rimane lesposizione pi
organica, la presentazione degli argomenti stoici a favore della lo-
gica in quanto parte della filosofia offerta dai brani di Filopono,
Olimpiodoro ed Elia.7
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7
La differenza soprattutto a livello terminologico e riguarda la materia
della logica: per Filopono essa consiste nelle protavsei", per Olimpiodoro e
Elia nelle fwnaiv mentre per Ammonio nei lovgoi (lo stesso termine usato da
Alcinoo (III, p. 153, 30) per indicare il dominio della dialettica).
177
Ammonio formula due obiezioni contro le argomentazioni dei
sostenitori della logica-parte della filosofia; due obiezioni che, intro-
ducendo la possibilit che la relazione logica-filosofia possa avere un
carattere strumentale, sono volte a introdurre la posizione dei Peri-
patetici. Di costoro vengono perci presentati due argomenti. Il
primo si basa sulla natura del rapporto parte-intero: se a un intero
togli una parte esso viene meno, se alla filosofia togli la logica essa
non viene meno, dunque la logica non parte della filosofia.
Il secondo afferma che la superiorit della filosofia sulle altre
scienze garantita solo dal fatto che la logica considerata un suo
strumento: se, al contrario, la logica fosse parte della filosofia allora si
dovrebbe giungere allassurda conclusione che tutte le altre scienze e
tecniche (comprese quelle meccaniche), le quali si servono della logica
come loro strumento, sono superiori per valore e dignit alla filosofia.
Subito dopo il commentatore rivolge la sua attenzione ad alcuni
Platonici (tine;" tw~n Platwnikw~n) i quali, in virt di quanto Pla-
tone afferma sulla dialettica nel Fedro e nel Filebo, sostengono che
la logica non solo una parte della filosofia, ma fra tutte la parte
pi nobile. Una volta concesso a costoro che la logica pu essere
parte della filosofia, ma che di certo non la parte pi nobile poich
di essa ci serviamo per la costruzione e la dimostrazione delle altre
parti della filosofia, di quella teoretica e di quella pratica (10, 26-
27), Ammonio procede alla soluzione del problema: per Platone la
logica pu essere sia parte sia strumento della filosofia.
Si torner in seguito su questa soluzione, ora conviene concen-
trare lattenzione sulle obiezioni che Ammonio solleva contro le ar-
gomentazioni stoiche e sulla posizione dei Peripatetici cos com
presentata e recepita allinterno della scuola alessandrina.
Contro il primo argomento, ossia quello per cui se la logica
prodotta dalla filosofia allora tra le due pu esistere solo la relazione
parte-intero o sottoparte-intero, Ammonio porta il caso, gi presen-
tato da Alessandro (in An. Pr. 2, 20-22), del fabbro: anche se il fab-
bro produce lincudine, non si potr certo affermare che lincudine
sia parte dellarte del fabbro, della quale essa solo uno strumento.
Da tale considerazione nasce la replica al secondo argomento. Se
parte o sottoparte non la sola forma del rapporto tra logica e fi-
losofia allora lassunto per cui, se una scienza ne produce unaltra al-
lora questultima o sua parte o sua sottoparte, in realt incompleto
poich nella costruzione dellargomento gli Stoici non hanno consi-
178
derato lipotesi che ci di cui si serve una scienza possa anche essere
strumento, e non solo parte o sottoparte, di quella scienza8.
Nella possibilit che la logica sia strumento della filosofia risiede
la condizione fondamentale per salvare la superiorit della filosofia
rispetto a tutte le altre scienze e tecniche. E proprio in questa direzione
Ammonio menziona il secondo dei due argomenti peripatetici da lui
riportati. Quest argomento, ampiamente ripreso dai suoi successori,
parte dalla seguente constatazione: se qualcosa fattore costitutivo di
una certa tecnica ed strumento di unaltra, quella che se ne serve in
quanto strumento migliore di quella che lha prodotto come suo
fattore costitutivo. Tale , ad esempio, il caso anchesso gi men-
zionato da Alessandro (in An. Pr. 2, 29-30) dellarte di fare le briglie
rispetto allippica: della prima, le briglie sono il fattore costitutivo e
il prodotto, della seconda invece lo strumento (10, 11-14).
Se per applichiamo questo assunto al caso logica-filosofia par-
tendo dal presupposto che la logica parte e prodotto della filosofia
non si pu che giungere a un esito manifestamente assurdo: che la
filosofia, arte delle arti e scienza delle scienze, inferiore a tutte le
altre arti e scienze, le quali si servono come strumento di una sua
parte e prodotto (10, 18-20).
Se la medicina si serve della logica, allora la medicina superiore
alla filosofia dal momento che utilizza una parte di questultima come
suo strumento. Il discorso vale ovviamente per tutte le scienze e le
arti, persino, come ricorda Filopono, per le arti meccaniche: anche
quelle infatti, secondo il pensiero comune, ragionano per sillogismi
deducendo da qualcosa che viene prima qualcosa che ne consegue9.
Cos per salvare la superiorit della filosofia rispetto a tutte le altre
scienze bisogna ammettere, recuperando limmagine gi utilizzata da
Alessandro, che la relazione tra la logica e la filosofia in tutto simile
alla relazione tra lincudine e il fabbro, ed pertanto una relazione
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8
Cos Ammonio: in risposta al secondo argomento affermeremo che essi
[gli stoici] hanno commesso un errore: non bisogna infatti dire che, se una
tecnica si serve di qualcosa che non parte o sottoparte di unaltra, questo
qualcosa di cui si serve sua [della tecnica che se ne serve] parte o sottoparte,
bisogna invece aggiungere anche lo strumento e dire qualora ci di cui si
serve non sia parte, sottoparte o strumento di unaltra tecnica (10, 2-5).
9
Lesempio suggerito da Filopono quello dellarchitetto, un esempio uti-
lizzato con lo stesso intento anche da Elia (135, 23-25).
179
strumentale: la filosofia, pur avendo prodotto la logica, se ne serve
come suo strumento nello stesso modo in cui il fabbro, pur avendo
costruito lincudine, se ne serve come strumento della sua arte.
Anche il primo argomento peripatetico riportato da Ammonio
trova in Filopono uno sviluppo interessante. Il ragionamento di Am-
monio suona cos: la logica strumento della filosofia perch non
un fattore costitutivo della filosofia nella sua essenza: se si toglie la
logica la filosofia rimane in s compiuta (10, 9-11).
Nel testo di Filopono invece ci che interessante la riflessione
che segue da questa argomentazione:
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10
Lo stesso discorso vale per Ammonio (9, 3-5) e Olimpiodoro (17, 4-6).
180
che questi commentatori considerino la funzione strumentale della
logica pi confacente allo statuto della filosofia. Ci dovuto al fatto
che solo una relazione strumentale tra logica e filosofia salva il pri-
mato della filosofia rispetto a tutte le altre scienze.
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11
Mi riferisco a Philoponus on the Nature of Logic, Apeiron 37, 2004, pp.
251-54.
12
Formulazioni quasi identiche si trovano in Elia (136, 17-19: [la logica
] strumento negli schemi, ad esempio nella prima figura: da due [premesse]
universali affermative segue una [conclusione] universale affermativa; e in
Ammonio (11, 5-7): [Aristotele] infatti propone meri schemi senza conside-
rare gli oggetti che ad essi (agli schemi) si riferiscono ma applica questi schemi
alle lettere. Per fare un esempio: A si predica di ogni B, B si predica di ogni G,
quindi A si predica di ogni G.
181
Allinterno della scuola di Alessandria quindi la logica aristotelica
come strumento della filosofia concepita come una disciplina che
si occupa delle forme e delle figure delle argomentazioni senza alcun
riferimento ai contenuti propri della filosofia. N Aristotele n Ales-
sandro per intendono la logica in questaccezione13.
Tuttavia Correia trova strano che Filopono non si accorga di aver
travisato il valore della logica aristotelico-peripatetica riducendola a
una disciplina formale e senza utilit euristica proprio quando per
Aristotele e Alessandro ci che formale e privo di utilit non pu
essere considerato strumento. Lo studioso per chiude il suo lavoro
senza domandarsi quale fosse la causa di questa errata comprensione.
Per rispondere a questo interrogativo occorre riflettere sullin-
tento e sul fine che muove la riflessione di Filopono e degli altri com-
mentatori e sulla conseguente immagine che essi hanno della
filosofia di Platone.
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13
Non c qui lo spazio per prendere in esame la concezione della logica
presentata da Aristotele e poi ripresa da Alessandro. Mi limito a rimandare ai
lavori di K. Ierodiakonou, Aristotles use of examples in the Prior Analytics, Phro-
nesis 37, 2002, in part. pp. 135-137, di J. Barnes, Osservazioni sulluso delle
lettere nella sillogistica di Aristotele, Elenchos 27, 2006, pp. 277-304 e dello
stesso Correia, Philoponus on the Nature of Logic, pp. 253-254. In questi ar-
ticoli sono spiegati alcuni passi aristotelici che lasciano intendere sia un uso
non formalistico delle lettere nella costruzione del sillogismo sia un uso del sil-
logismo costantemente legato a termini che hanno un significato preciso nella
realt empirica e dove la forma sillogistica mette in luce luniversalit del tipo
di argomentazione.
182
modo, sostengono in maniera unilaterale una sola della due funzioni
della logica, solo il primo invece riconosce lampiezza di questa di-
sciplina che pu essere parte e strumento della filosofia
A sostegno di una tale tesi si possono portare numerose evidenze
testuali. Olimpiodoro, ad esempio, immagina che Platone, erigen-
dosi ad arbitro della contesa tra Stoici e Peripatetici, cos si rivolga
loro:
In Platone trovano cos spazio tanto le istanze che fanno della lo-
gica una parte della filosofia quanto le istanze che la ritengono uno
strumento. Come non manca di notare Ammonio, a differenza di
Aristotele che propone meri schemi a cui applica le lettere:
Platone invece usa la logica sia come parte sia come strumento: quando
infatti applica questi schemi alle realt e si avvale su di esse di sillogismi,
ad esempio quando afferma lanima se-movente, ci che se-mo-
vente in moto perpetuo, ci che in moto perpetuo immortale,
quindi lanima immortale, in questo caso, nellusare la logica insieme
agli oggetti che ad essa soggiacciono, la usa come parte. Quando invece
anche lui propone solamente metodi formali e meri schemi senza realt
cui applicarli, usa la logica come strumento (11, 8-14).
183
Ecco la spiegazione di Ammonio:
e com possibile, o Platone, che una medesima cosa sia tanto parte
quanto strumento di uno stesso oggetto? []E anche adesso Platone
risponderebbe: ma la logica parte, [quando inserita] nelle realt in-
184
tellegibili, ad esempio [quando si afferma] lanima se-movente, ci
che semovente sempre in movimento, lanima dunque sempre in
movimento, [la logica ] invece strumento negli schemi, ad esempio
nella prima figura: da due [premesse] universali affermative segue una
[conclusione] universale affermativa (136, 10-19).
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14
Come mostrato da A. Longo, La rcriture analytico-sillogistique dun ar-
gument platonicien en favour de limmortalit de lme (Plat. Phaedr. 245 c 5-
246 a 2): Alcinoos, Alexandre dAphrodise et Hermias dAlexandrie, Philosophie
Antique 9, 2009, pp. 145-163, largomento dellimmortalit dellanima tratto
dal Fedro stato oggetto di numerose traduzioni in forma sillogistica anche da
parte di autori platonici al fine o di mostrarne la sua coerenza con i metodi
propri della dialettica esposti in astratto nel Parmenide (Alcinoo) o di ordinare
logicamente largomento di Platone cos da esplicitarne la sua inconfutabilit
e la sua capacit di comprendere al suo interno lapparentemente diversa po-
sizione aristotelica (Ermia). plausibile pensare che questa riscrittura anali-
tico-sillogistica dellargomento platonico fosse ben nota ad Ammonio e agli
altri commentatori alessandrini e che essi labbiano utilizzata come esempio
della dialettica in quanto parte della filosofia, in cui ai meri schemi di conca-
tenazione logica si accompagnano i contenuti filosofici.
185
del corretto argomentare riempita dagli oggetti della filosofia15. Ci
daltro canto era gi emerso quando Ammonio parlava di quei Pla-
tonici che considerano la logica la parte pi nobile della filosofia.
Posta questa identificazione dei significati di logica e dialettica plau-
sibile individuare in questi tine;" tw~n Platwnikw~n Plotino e i suoi
allievi16. Da buon platonico Plotino, distinguendo lambito della
logica da quello della dialettica, faceva della prima una disciplina
propedeutica alla seconda: in questo quadro la dialettica era la parte
pi nobile (timiwvtaton) della filosofia (enn. I 3, 5, 23) e la logica,
in quanto insieme di yila; qewrhvmata kai; kanovne" (I 3, 5, 11),
uno strumento introduttivo alla dialettica. Una volta sancita liden-
tit di logica e dialettica la soluzione plotiniana per Ammonio ina-
deguata sia per difetto troppo riduttivo fare della logica a uno
strumento introduttivo, sia per eccesso esagerato ritenere che essa
sia la parte pi nobile della filosofia.
Questa equivalenza di logica e dialettica comune a tutta la scuola
alessandrina come si pu notare da questo passo di Filopono17:
__________________
15
Proprio in riferimento a questo passo di Ammonio P. Hadot, La logique,
partie ou instrument de la philosophie?, p. 188, parla di una confusion totale
tra logica e dialettica che dar luogo a quelle ambiguts du vocabulaire che
caratterizzeranno tutta la storia del problema concernente lo statuto della logica.
16
Cfr. P. Hadot, La logique, partie ou instrument de la philosophie?, p.
187. Sulla possibilit che Ammonio apprenda dellesistenza di questi tine;"
tw~n Platwnikw~n non dalla lettura diretta del testo plotiniano ma dalla me-
diazione di Proclo il quale cita la posizione di Plotino senza nominarlo diret-
tamente cfr. le interessanti osservazioni di A.C. Lloyd, The Anatomy of
Neoplatonism, Oxford 1990, pp. 19-20.
17
Lo stesso fanno Olimpiodoro (14, 20-27) e Elia (136, 3-7).
186
verr usata come schema di ragionamento e come strumento, applicata
alle realt sar invece parte (9, 3-9, 17-20).
__________________
18
Cfr., ad esempio, H.D. Saffrey, Recherches sur le noplatonisme aprs Plo-
tin, Paris 1990, pp. 173-184, il quale mostra che la teologia platonica di Proclo
lesito finale delle diverse interpretazioni della seconda parte del Parmenide,
partendo da quella metafisicadi Plotino e passando per le esegesi di Teodoro
dAsine e Siriano.
187
allora che proprio a questopera sia attribuito il valore di spiegazione
tecnica della logica di Platone?
Il fatto ha tuttavia una sua ragion dessere perch, come suggerito
da Proclo19, vi stata una corrente di pensatori platonici, attivi nei
primi due secoli della nostra era, che aveva interpretato il Parmenide
come un esercizio logico senza scorgere in esso la sua dimensione
metafisica e teologica.
Nelle divisioni di et imperiale delle opere di Platone il Parmenide
fa parte dei dialoghi logikoiv, i quali sono una sottospecie dei dialo-
ghi uJfhghmatikoiv, ossia i dialoghi istruttivi. Perci questi dialoghi
devono istruire il lettore sulla dottrina logica di Platone: ils nous
enseignent les diffrents moyens de connatre la vrit: la dmons-
tration, la dfinition, la division et lanalyse20. Il Parmenide si ritrova
in questo gruppo perch costituisce una presentazione importante
del metodo dialettico e del sillogismo ipotetico. Non allora un caso
che Alcinoo utilizzi proprio il Parmenide per illustrare la logica di
Platone che egli presenta nel suo manuale21.
Non deve quindi stupire che, nel tentativo di trovare un dialogo in
cui la logica sia trattata solo nella sua funzione strumentale, i commen-
tatori alessandrini abbiano guardato con interesse allesegesi mediopla-
tonica che vede nel Parmenide una logikh; gumnasiva, un esercizio
dialettico e una tecnica dellargomentazione per alcuni aspetti antici-
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19
Cfr. in Parmen. 631, 5-14 (Cousin). Per quanto concerne la testimonianza
procliana di questa lettura logica del Parmenide in et imperiale cfr. leccellente
articolo di C. Steel Proclus et linterprtation logique du Parmnide, in L. Be-
nakis (ed.), Noplatonisme et philosophie mdivale, Turnhout 1997, pp. 68-92.
20
Cos C. Steel, Proclus et linterprtation logique du Parmnide, p. 78.
Do qui per accettate le osservazioni di Steel sulleffettiva esistenza di questa
interpretazione logica del Parmenide e rimando al suo lavoro per quanto ri-
guarda le ragioni della ricezione del Parmenide nel cosiddetto medioplatonismo
(in part. pp. 74-80). Sulle ragioni di questa lettura logica del dialogo si veda
anche quanto scritto da Dillon nella General Introduction alla sua edizione in-
glese dellIn Parmenidem (Proclus Commentary on Platos Parmenides, transla-
ted by G.R. Morrow-J. M. Dillon with introduction and note by J.M. Dillon,
Princeton 1987) alle pp. XXV-XXVI.
21
In pi di un passo del Didaskalikos Alcinoo fa riferimento al Parmenide
e alle ipotesi in esso trattate presentandoli come esempi dei differenti tipi di
dimostrazione e di sillogismo. Ecco un elenco dei passi principali: V, p. 156,
24-33; VI, pp. 158, 42-159, 3; 159, 4-6; 9-14; 16-19; 25-27; 42-43.
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patrice dei Topici aristotelici22. Recuperare uninterpretazione logica del
Parmenide significava trovare nella filosofia di Platone un dialogo nel
quale egli si occupava in senso tecnico-strumentale della logica, e quindi
avere la possibilit di opporre allanalitica e alla dialettica aristotelica un
analogon platonico, che attesti, gi in Platone, lesistenza di una dialet-
tica come studio delle corrette forme dellargomentazione accanto a
una dialettica intesa come scienza dellintellegibile.
Se indubbio che i commentatori neoplatonici abbiano attinto
a piene mani dal proemio agli Analitici Primi di Alessandro dAfro-
disia nella loro disamina sulla natura della logica, anche molto pro-
babile che, oltre allesegesi medioplatonica del Parmenide, gli
alessandrini accettino anche il legame istituito da Alessandro tra la
concezione e luso della dialettica nei Topici e la concezione e luso
della dialettica nel Parmenide. Anche la relazione tra i due testi sta-
bilita da Alessandro confermava, nella sua esegesi, il fatto che in Pla-
tone era presente unidea della dialettica, intesa come studio sui
metodi argomentativi da utilizzare in una discussione, da contrap-
porre a quella di Aristotele.
chiaro che in una prospettiva di questo genere Platone poteva
essere considerato la sintesi delle istanze peripatetiche e stoiche sulla
natura della logica, giacch nei suoi testi dimorava una concezione
che rendeva ragione della logica sia in quanto parte sia in quanto
strumento della filosofia. Per di pi linterpretazione logica del Par-
menide rendeva altrettanto manifesta la superiorit filosofica di Pla-
tone rispetto ad Aristotele.
Queste ragioni spiegano il motivo in forza di cui i neoplatonici
alessandrini abbiano privilegiato linterpretazione logica del Parme-
nide e abbiano considerato platonica la tesi che la logica sia tanto
parte quanto strumento della filosofia.
Daltro canto che il Parmenide potesse essere letto in chiave logica
era reso necessario dalle parole stesse con cui Platone indicava leser-
cizio dialettico di Parmenide, ossia gumnasiva e ajdolesciva. Elia
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22
Sulle possibili affinit tra lesercizio del Parmenide e i Topici si veda Alex.
Aphr. In Top., p. 27, 27-31 (Wallies). Al riguardo non posso che rimandare di
nuovo alla disamina di C. Steel, Proclus et linterprtation logique du Parm-
nide, pp. 70-73, il quale mette in luce, usando come spettro il commento
procliano al Parmenide, somiglianze e differenze fra la dialettica di Parmenide
nel dialogo omonimo e quella descritta da Aristotele.
189
spiega che i due termini non erano affatto casuali: perci egli [Pla-
tone] chiama la logica che consta di schemi esercizio e vana chiac-
chiera: esercizio nella misura in cui essa ci prepara alle cose, vana
chiacchiera nella misura in cui essa ci allontana dalle cose23.
Per Elia per non solo il Parmenide a certificare lesistenza, in
Platone, di una logica come tecnica dellargomentazione: come fa
Aristotele nei Topici possibile che anche Platone affermi che la lo-
gica strumento della filosofia quando sostiene che la dialettica
coronamento di tutte le cose che sono; e infatti gli schemi, dal mo-
mento che sono giustamente fuori dal coronamento, custodiscono
i contenuti (137, 1-3).
Elia qui sembra fare un ragionamento di questo genere: la dia-
lettica, in quanto sistemazione e disposizione dei contenuti della fi-
losofia, costituisce, per questo suo legame con i contenuti, il
coronamento di tutte le cose che sono, ma nel coronamento non
c spazio per i kanovne", i quali, pur ordinando i contenuti, sono
altro da essi e quindi, presi di per s, non possono fare parte del co-
ronamento delle cose che sono.
Questa battuta di Elia, insieme a un gi citato passo di Filopono
(8, 23-27), un prezioso segnale che rivela a costo di quali defor-
mazioni della sua filosofia Platone pu essere considerato la sintesi
delle posizioni stoiche e peripatetiche sulla natura della logica.
Nella prospettiva dei commentatori alessandrini si pu ipotizzare
che Platone esponga la sua dimostrazione sullimmortalit del-
lanima, che una dottrina di natura teoretica, attraverso i metodi
argomentativi da lui stesso presentati nel Parmenide.
Ma in un quadro di questo genere resta irrisolta la natura di tale
dimostrazione: quale parte della filosofia concerne se, per contenuti,
essa dovrebbe rientrare nella parte teoretica ma, in quanto dimostra-
zione, dovrebbe piuttosto rientrare nella parte logico-dialettica in
cui, appunto, ai vuoti schemi di ragionamento si accompagnano
contenuti filosofici positivi?
Nei termini del cubito e del sestiere si pu dire che intesi in
quanto parte il cubito e il sestiere possono certamente essere fatti di
qualsiasi materiale solido o liquido e poi essere usati per definire tale
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23
Cfr. al riguardo anche Olimpiodoro (14, 24-27).
190
materiale: un legno di quattro cubiti o tre sestieri di vino. Ma ci
non toglie che il contenuto di queste parti soltanto o legno o vino.
Se trasponiamo lesempio nei termini del rapporto tra la dialettica
e le due parti della filosofia si pu asserire che la dialettica in quanto
parte, proprio per il suo legame con gli oggetti della filosofia, deve
rientrare o nella parte teoretica o nella parte pratica della filosofia:
non basta sostenere che un determinato argomento espresso in una
forma dialettica perch esso appartenga alla parte dialettica della fi-
losofia, in forza delle realt di cui tratta esso rientrer necessariamente
in una delle altre due parti. In sintesi: un argomento teoretico vero
automaticamente anche un argomento vero e corretto dal punto
di vista logico e dialettico, per cui tale argomento ha naturalmente
in s entrambe le nature (teoretica e dialettica); non pu tuttavia va-
lere linverso perch un argomento corretto sul piano logico non
necessariamente un argomento corretto sul piano teoretico.
Se ci vero allora quel che rimane della dialettica, una volta che
i commentatori alessandrini ne hanno sancito la sua identit con la
logica, il suo carattere di tecnica dellargomentazione, di teoria
degli schemi di ragionamento: ci che rimane della dialettica , in
una parola, la sua funzione di strumento ma si perde del tutto il suo
valore di parte.
Questo svuotamento della dialettica platonica dovuto al fatto
che i neoplatonici alessandrini, sulla scia delle divisioni in parti della
filosofia, fanno della filosofia di Platone un sistema di dottrine ca-
pace di raccogliere al suo interno tutte le posizioni apparentemente
divergenti.
La filosofia di Platone per non uno strutturato insieme di teo-
rie positive catalogabili nella tripartizione ellenistica della filosofia,
dal momento che il pensiero platonico pi che teoretico e pratico
sostanzialmente dialettico: dialettico infatti il procedimento euri-
stico che porta alla formulazione di logoi, che sappiano descrivere
nel modo pi veritiero possibile loggetto che si scelto di indagare.
Perci una difficolt di cui i commentatori sembrano non tenere
conto nella loro ricostruzione, ma che in realt emerge chiaramente
dai loro stessi presupposti, la difficolt a individuare con chiarezza
il campo specifico e autonomo della dialettica in quanto parte della
filosofia dal momento che tutto ci che concerne la sfera dialettica
appartiene, ultimamente, alla parte teoretica o a quella pratica che
sono, come scrive Filopono, ci che per natura la filosofia. Que-
191
sta difficolt dovuta al fatto che in Platone vi soltanto la parte
dialettica della filosofia, o meglio, che la filosofia di Platone essen-
zialmente dialettica.
Ora, poich il punto di partenza dei neoplatonici alessandrini
invece la tripartizione di quel sistema dottrinale compiuto che la
filosofia, va da s che essi non possano farvi rientrare la filosofia di
Platone se non al prezzo di quella confusione totale tra dialettica e
logica che emerge nei loro proemi; tale confusione non solo il sin-
tomo di una perdita delleffettivo significato che Platone attribuisce
alla dialettica ma anche il segno di un paradosso: se portata fino alle
sue ultime conseguenze la soluzione dei commentatori alessandrini
fa della logica in quanto parte della filosofia un insieme vuoto, o me-
glio un insieme che non c. Cos la dialettica, che era il cuore della
filosofia platonica, la parte che meno si accorda con la concezione
della filosofia di Platone elaborata dai commentatori alessandrini.
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24
Il tentativo di rispondere platonicamente a problemi posti dalla tradi-
zione peripatetica accomuna la scuola neoplatonica alessandrina a quella ate-
niese. M. Bonazzi (Siriano, gli efettici e lorthe doxa, in A. Longo (a cura di),
Syrianus et la mtaphysique de lAntiquit tardive, Napoli 2009, pp. 439-460)
dimostra che anche Siriano, per eliminare lo scetticismo come opzione filoso-
fica, non esita ad armonizzare Platone e Aristotele integrando argomentazioni
aristoteliche con dottrine platoniche e chiarendo dottrine platoniche sulla base
di riflessioni di Aristotele. Il che se da un lato conferma una certa unit din-
tenti e una certa continuit di pensiero tra le due scuole, soprattutto riguardo
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ABSTRACT
The paper intends to examine the discussion on the role that the logic plays
in relation to philosophy in the commentaries of the commentators of the
neoplatonic school of Alexandria. The aim of this analysis is to show that their
treatment of the status of the logic is a paradigmatic example of the impossi-
bility to harmonize the two main philosophers of the Antiquity. The assimi-
lation of Aristotles philosophy in the Platos one can be obtained only by
assigning the same meaning to two different theoretical activities as the logic
and the dialectic. This confusion of meanings implies a complete misunder-
standing of Platos philosophy and points out the opposite goal to the one the
Alexandrian Neoplatonics want to reach: instead of highlighting the superiority
of Plato towards Aristotle, their treatment of logic shows that its impossible
to answer, more platonico, to an Aristotelian problem.
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linterpretazione di Aristotele da un punto di vista neoplatonico (come affer-
mato da I. Hadot, The role of the commentaries on Aristotle, pp. 176, 188-
189); dallaltro segnala che proprio il ricorso ad Aristotele, a cui fare spazio
allinterno di un unitario sistema platonico, rischia di rivelarsi per un platonico
dogmatico un abbraccio mortale (cos M. Bonazzi, p. 460).
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