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La terminologia temporale

del quarto vangelo


nelle Enarrationes in Joannem
di Sant'Alberto Magno

Nella vasta opera esegetica di sant'Alberto Magno1 che lo


rende uno dei principali rappresentanti medioevali dell'interpreta
zione biblica 2 i commenti ai vangeli sono tra gli scritti pi maturi3

1 Le opere esegetiche di Alberto Magno comprendono 5 dei 21 volumi dell'e


dizione lionese di Jammy (7-11) e 11 dei 38 volumi della edizione parigina di Bor
gnet (15-24. 38). Il commento a Giovanni non ancora pubblicato nell'edizione cri
tica di Colonia. Cf. P.G. Meersseman, Introductio in opera omnia B. Alberti Magni
o.p., apud Carolum Beyaert editorem pontificium, Brugis Parisiis Romae Taurini
1931, pp. 82-98; il commento a Giovanni presentato a pp. 95-96. Il commento ai
Salmi e il commento all'Apocalisse contenuti nelle citate edizioni non sono ritenuti
opere di Alberto Magno, cf. A. Vaccari, S. Albertus Magnus Sacrae Scripturae in
terpres, in; Alberto Magno. Atti della settimana albertina celebrata a Roma nei
giorni 9-14 novembre 1931, Federico Pustet, Roma 1931, 128-136; I.M. Vost, S.
Albertus in Apocalipsim, in: Angelicum 9 (1932) 328-335. Esistono altre opere ese
getiche di Alberto Magno non pubblicate nelle citate edizioni, cf. F. Pelster, De tra
ditione manuscripta quorundam operum Sancii Alberti Magni, in: Alberto Magno,
Atti della settimana albertina, o.c., 99-105.
2 Gli studi sull'esegesi di Alberto Magno non sono numerosi; tra essi oltre gli
articoli gi citati segnaliamo: A. Vaccari, S. Alberto Magno e l'esegesi medievale, in:
Biblica 13 (1932) 257-272; 369-384; I. M. Vost, Sanctus Albertus Magnus Evange
liorum interpres, in: Angelicum 9 (1932) 239-298; cf. inoltre C. Spicq, Esquisse d'une
histoire de l'exgse latine au Moyen Age, Librairie philosophique J. Vrin, Paris
1944, 293-298; H. De Lubac, Esegesi medievale, I quattro sensi della Scrittura. Tra
duzione di G. Auletta, Edizioni paoline, Roma 1962, 749; 1163 n. 61; nel saggio bi
bliografico M.H. Laurent -M.J. Congar, Essai de bibliographie albertinienne, in:
Revue Thomiste 36 NS 14 (1931) 422-462 non troviamo indicazini di studi riguar
danti l'esegesi biblica; cf. F.J. Catania, Bibliography of S. Albert the Great in: The
Modem Schoolman 37 (1959) 11-28; 39 (1961) 61-64.
3 La data di composizione dei commenti di sant'Alberto Magno ai quattro
vangeli che avvenne successivamente nel tempo secondo l'ordine dei vangeli stessi
fissata tra gli anni 1270-1276 (cf. I.M. Vost, Sanctus Albertus Magnus Evangelio
rum interpres, u.c., 248). Il vangelo di Giovanni era stato commentato a voce presso
la Curia Romana Papale sotto il pontificato di Alessandro IV nell'anno 1256 (Cf.
A. Vaccari, S. Albertus Magnus Sacrae Scripturae intepres, a.c., 137).

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90 GIUSEPPE FERRARO, S.l

e tra i pi caratteristici per conoscere il mo


tore. Nel presente studio intendiamo offrir
scritturistica e di conseguente dottrina di q
cos anche un contributo alla conoscenza dell'ermeneutica biblica
medioevale. Scegliamo come tema la terminologia temporale del
quarto vangelo consistente soprattutto nei vocaboli: ora ()
tempo (), giorno (), e adesso (). La ragione di
questa scelta sta nell'interesse che tale terminologia suscita presso
l'esegesi contemporanea che vi vede una chiave ermeneutica per
comprendere la concezione storico-salvifica degli agiografi e in
particolare la peculiarit dell'escatologia giovannea4.
Dato un cenno alla divisione del quarto vangelo proposta da
Alberto Magno passeremo in rassegna le spiegazioni dei singoli te
sti evangelici contenenti termini temporali, raggruppandole secon
do le loro affinit di svolgimento tematico e ne osserveremo gli
spunti di sintesi dottrinale che riguardano soprattutto la cristolo
gia; coglieremo cos l'attivit esegetica del nostro autore nel suo
esercizio concreto e saremo in grado di ricavare alcuni principii
metodologici e di proporre un confronto con i risultati dell'esegesi
contemporanea sui medesimi temi.

I. Articolazione del quarto vangelo

Alberto Magno propone l'articolazione e la divisione del


quarto vangelo sulla base dello scopo dell'evangelista che egli scor
ge nell'idea della manifestazione della divinit del Verbo incarna
to 5. Il vangelo viene cos diviso in due parti; la prima, assai breve,

4 Cf. . Cullmann, Cristo e il tempo. La concezione del tempo e della storia nel
cristianesimo primitivo, Traduzione di Boris Ulianich, Societ editrice II Mulino,
Bologna 1965; Idem, Il mistero della redenzione nella storia. Traduzione di Gino
Conti, Societ editrice II Mulino, Bologna 1966. Sul valore della terminologia tem
porale come espressione dell'escatologia giovannea cf. R. Schnackenburg, Excur
sus quattordicesimo. Il pensiero escatologico nel vangelo di Giovanni, in: Il vangelo di
Giovanni, parte seconda, commento ai capp. 5-12, Paideia, Brescia 1977, 699-717;
G. Ferraro, L'ora di Cristo nel quarto vangelo, Herder, Roma 1974.
3 Iste liber... ut de subiecto est de Verbo increato in se, et in carne assumpta.
...Joannes omnia quae inducit, ad hoc inducit, ut divinitas Verbi manifestetur (1,1;
24 a). Citiamo dall'edizione parigina: Volumen vicesimum quartum, Enarrationes
in Joannem, Parisiis 1899. Nelle citazioni i primi due numeri indicano il capitolo e il
versetto a cui la spiegazione si riferisce, il terzo indica la pagina, la lettera a indica
la prima colonna, la lettera b la seconda.

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 91

tratta del Verbo considerato in se stesso (1, 1-5): le propriet del


Verbo in riferimento alle persone divine (1, 1-2) e in riferimento al
le cose create (1, 3-5); la parte seconda tratta della manifestazione
del Verbo alla creatura razionale (1,6-21,25), manifestazione che
avviene attraverso la testimonianza di Giovanni Battista (1, 6-51)
e attraverso la testimonianza del Verbo stesso (2-21), in quanto
egli opera e insegna (2-11), in quanto egli santifica (12-21), in
quanto egli glorifica (20-21)6. Ciascuno di questi punti viene a sua
volta diviso e suddiviso fino alle ultime unit, secondo il metodo
caratteristico dell'analisi scolastica; studiando questa complessa
articolazione si coglie il legame delle varie parti fra di loro e si rico
stituisce il disegno sintetico dell'insieme ottenendo una visione di
grande chiarezza.
Le spiegazioni dei singoli passi evangelici che ora verremo
esponendo si collocano all'interno di questa grandiosa e complessa
architettura; l'ordine che esse assumono nel nostro studio animato
da un procedimento per descensum che genera una nuova sintesi at
torno al tema dei vocaboli temporali; partiamo dal significato pi
alto dell'ora e del kairs in rapporto a Cristo e da questo valore cul
minante discendiamo alla connessione dei termini con i discepoli
onde cogliere il valore anche ecclesiologico della temporalit; da ul
timo riferiamo le interpretazioni simboliche per poi passare agli
aspetti di sintesi dottrinale e di metodologia ermeneutica.

6 Dividitur autem iste liber totus in duas partes: quarum prima de proprieta
tibus personalibus et essentialibus Verbi increati in se considerati est; secunda au
tem est de proprietatibus Verbi in creaturam rationalem ad sanctificandum eam
procedentis (1,1; 24 a). Prior autem harum partium dividitur in duas partes, ita
quod primo ponit proprietates personales et essentiales, per quas Verbum refertur
ad personas divinas; secundo autem ponit Verbi essentiales proprietates, secundum
quas refertur ad creata per ipsum (Ibid.) Hic incipit, secunda pars libri, quae est
de manifestatione Verbi per proprietates processionis temporalis, qua procedit in
creaturam rationalem ad sanctificandum eam. Et dividitur in duas partes secun
dum duo testimonia quibus manifestatur; quorum primum est testimonium factum
per alium, et secundum est testimonium factum per seipsum (1,6; 39b). Hic inci
pit pars quae est de manifestatione Verbi facta per seipsum, in qua suiipsius manife
stai deitatem. Dividitur autem in tres partes: in quarum prima manifestat se Ver
bum prout est operativum et eruditivum. Sed quia per eruditionem et operationem
intenditur creaturae rationalis sanctificatio, in secunda parte ostenditur qualiter
per Verbum incarnatum creatura rationalis sanctificatur: et incipit in capitulo XII.
Quia autem per sanctificationem venitur ad glorificationem, ideo in tertia ostendi
tur de glorificatione per resurrectionem et ascensionem, et haec incipit in capitulo
XX (2,1; 87 a). Cf. I.M. Vost, Sanctus Albertus Magnus Evangeliorum interpres,
u.c., 266-267.

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92 GIUSEPPE FERRARO, S I.

II. LE INTERPRETAZIONI
DEI TESTI EVANGELICI CON TERMINI TEMPORALI

1. L'ora e il kairs di Cristo: la passione, la libert, la glo


cazione, il mistero di Cristo.

In rapporto a Cristo la terminologia temporale ha come co


tenuto la sua passione e morte, la libert dell'offerta di se stes
glorificazione mediante la risurrezione, la totalit del suo mist
L'esegeta coglie e mette in luce di volta in volta questi aspetti.
Spiegando il difficile testo delle parole di Ges a Cana di G
lea: Che ho da fare con te donna? Non ancora giunta l
ora (2, 4) il nostro autore si riferisce al commento di sant'A
no che d come contenuto dell'ora il mistero della croce, se
supremo della umana debolezza che Ges ha assunto da Ma
L'ora di Ges coincide con la sua passione; preannunciata d
sto passo iniziale del vangelo essa trover compimento quando
Signore sar crocifisso. Questo stesso contenuto viene dato al

7 Hoc est ergo quod Augustinus ante dicit quod iste est sensus: 'Quid mihi
bi est mulier?' supple, commune unde miracula facere possum? Quod enim ex
beo mihi et tibi commune, non est nisi infirmitas humana: et ex illa habeo posse
et ad hoc quod hoc ostendam, et te in hoc matrem recognoscant. 'Nondum venit
mea' sed in cruce pendens, et in hoc (quod ex te et tecum habeo moriens) te e
trem sub cruce recognoscam et de discipulo loco mei recommendabo cum ill
venerit. Ex Patre autem habeo unde miracula perficere possum (2,4; 93 b). I
lungo commento a Gv 2,4 sant'Agostino argomenta contro due categorie di av
ri, gli eretici che negano la maternit di Maria nei confronti del Figlio di Dio
astrologi che affermano la dipendenza di Ges dal fato. Contro i primi egli as
la vera identit di Ges; Nostro Signore Ges Cristo era Dio e uomo. Com
non aveva madre, come uomo l'aveva. Maria quindi era madre della carne di lu
dre della sua umanit, madre della debolezza che per noi assunse; ora il miraco
egli stava per compiere era opera della sua divinit, non della sua debolezza; e
rava in quanto era Dio. ... come se dicesse: quel che di me compie il miracol
l'hai generato tu; tu non hai generato la mia divinit, ma siccome hai generato la
debolezza allora ti riconoscer quando questa mia infermit pender dalla cro
questo il senso della frase: Non ancora giunta la mia ora. Sulla croce ricono
madre. La riconobbe nell'ora in cui stava morendo ci che ella aveva parto
Poich Maria non era madre della divinit e il miracolo che ella chiedeva dove
compiersi in virt della divinit, per questo disse: Che c' tra me e te donna
credere per Maria che io voglia rinnegarti come madre; gli che non an
giunta la mia ora, allora quando l'infermit di cui sei madre pender dalla croc
riconoscer (Sant'AGosnNo, Commento al Vangelo di San Giovanni 8, 9; Intro
ne e indici a cura di Agostino Vita, traduzione e note di Emilio Gandolfo, revisio
Vincenzo Tarulli, Citt Nuova Editrice, Roma 1968, 203). A queste spiegazi
Agostino fa riferimento Alberto Magno nel nostro passo.

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 93

scorso di Ges sul suo kairs: Il mio tempo non ancora venuto,
il vostro invece sempre pronto. ...Io non vado a questa festa per
ch il mio tempo non ancora compiuto (7,6.8). Per spiegare que
ste parole l'esegeta ricorre alla citazione di un testo su l'ora8.
Ora e kairs convengono nella passione; ad Alberto Magno preme
di mettere in luce e di insistere sulla libert con cui Cristo assume la
propria sofferenza, non per soggezione a una fatalit ma per vo
lontaria elezione. L'illustrazione della piena consapevolezza di
Ges e della sua conformit a ci che Dio Padre ha stabilito su di
lui ricorre a commento dei passi in cui l'ora non giunta manda in
fallimento i tentativi dei nemici di arrestare il Signore.
'Et nemo misit in illum manus' potentia Dei prohibiti... 'Quia
nondum venerai hora eius'. Non quidem fatalis: eo quod, sicut ante
diximus, Christus fato non subiacebat; sed hora dispensationis
quam Deus praefinivit in Scripturae impletionem et ad nostram sa
lutem. ...Io 13,1: 'Sciens Iesus quia venit hora eius, ut transeat ex
hoc mundo ad Patrem' (7,30; 311 b).
'Nemo apprehendit eum' cum tamen ad hoc conarentur...
'Quia necdum venerai hora eius' non fatalis, sed electionis. Io 13,1:
'Sciens Iesus quia venit hora eius ut transeat ex hoc mundo ad Pa
trem' (8,20; 342 a).

Questa ora in cui si esprime il disegno del Padre sul Figlio e la


libera consapevole accettazione di Ges diviene, secondo Alberto
Magno, una rivelazione della divinit del Signore. La sua divinit
infatti la causa della impossibilit da parte dei nemici di impadro
nirsi di Ges a loro arbitrio 9 e sta alla radice della piena e perfetta
consapevolezza che egli ha della sua ora10. Nell'esegesi di questi

8 Dicit ergo 'tempus meum' congruitatis ad patiendum. Hoc enim tempus


suum erat, et non tempus fatale, ut generatici dixerunt; quia facta Christi fato non
subiacebant. ...'Tempus autem vestrum' negotiis vestris opportunum; quia ea quae
omnibus horis mundus exhibet quaeritis, sicut divitias, delicias et honores, et ideo
tempus vestrum 'est semper paratum' (7,6 299 b). 'Ego enim non ascendam' ...Et
reddit causam 'quia tempus meum' hoc est passioni opportunum, 'nondum imple
tum est'. Io 13,1: 'Sciens Iesus quia venit hora eius, ut transeat ex hoc mundo ad Pa
trem' (7,7; 300 b).
9 'Nemo apprehendit eum, quia necdum venerat hora eius'. Incipit hic pars,
in qua ostenditur deitas Christi in eo quod licet provocaret eos verbis, tamen in eum
nihil facere potuerunt antequam voluit. Quia divinum aliquid lucebat in fronte il
lius, unde exterriti fuerunt (8,20; 342 a).
10 'Sciens Iesus' et praesciens sicut Deus. Eccli 23,29: 'Domino Deo ante
quam crearentur omnia sunt agnita; sic et post perfectum respicit omnia'. Io 18,4:
'Sciens omnia quae ventura erant super eum'. 'Quia venit hora eius' non electionis
stellarum vel fati, sed impletionis sacramentorum, quando omnia quae dieta et

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94 GIUSEPPE FERRARO, S I.

testi notiamo il reciproco richiamo dei pass


testo sul kairs l'esegeta aveva addotto quell
per spiegare questo richiama quello; inoltre s
assente il termine temporale ora ma affer
di Ges che a tale ora legata. Spiegando po
di nuovo quello della coscienza dell'ora; ne
zione dell'arresto di Ges scrive:

'Iesus itaque sciens' ut Deus, et praesciens 'omnia quae' ex di


spositione divina 'ventura erant super eum' ad generis humani re
demptionem. Io 13,1: 'Sciens Iesus quia venit hora eius'... 'Proces
sit' a quo aufugere poterai si voluisset, 'et dixit eis' offerens se vo
luntarie... 'Dicit eis Iesus' semetipsum offerens: 'sciens quia venit
hora eius ut transeat ex hoc mundo ad Patrem': 'Ego sum' quem
quaeritis (18,4,6; 629 a b).

L'arresto di Ges nell'orto, inizio della passione, segna l'av


vento dell'ora; la libera accettazione, la consapevolezza perfetta
mostra Ges in un aspetto che fa emergere la luce della trascenden
za divina: sciens Iesus et praesciens sicut Deus e il valore dell'of
ferta di se stesso. Anche nella preghiera di Ges: L'anima mia
turbata e che devo dire? Padre salvami da questa ora? Ma per que
sto sono giunto a questa ora (12,27) l'ora ha come contenuto la
passione e la sua libera volontaria accettazione che la rende salvifi
ca per noi e glorificante per lui11.
L'originalit del quarto vangelo rispetto ai sinottici nell'uso
del termine ora consiste appunto nel riunire in essa ambedue gli
aspetti del mistero di Ges e cio la sua passione e morte e la sua ri
surrezione, la sua esaltazione e la sua glorificazione, mentre nei si
nottici l'ora segna unicamente il primo momento, quello della sof
ferenza: Pregava che se fosse possibile passasse da lui quell'ora
(Me 14,35) Questa la vostra ora e l'impero delle tenebre (Le
22,53). Nell'episodio in cui i Greci chiedono di vedere Ges il
quarto vangelo riferisce questa dichiarazione solenne: giunta
l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo (12,23). Con piena in

praefinita sunt de eo, adimpleta sunt. Io 7,6: 'Tempus meum nondum advenit, tem
pus autem vestrum semper est paratum' (13,1; 499 b).
11 'Pater salvifica me ex hac hora'. Hoc est salva me, educens ex hac hora an
gustiae. ...'Sed propterea' supple, ut per passionem clarificer, 'veni in hanc horam'
passionis. ...Et in hoc patet quod voluntate passus est, licet sensualitas mortem
abhorruerit. Is 53,7: 'Oblatus est quia ipse voluit'. Ps 53,8: 'Voluntarie sacrificabo
tibi' (12,27; 485 b -

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 95

telligenza del pensiero giovanneo sant'Alberto Magno spiegando


queste parole concepisce la glorificazione di Ges come una realt
salvifica di diffusione della fede in lui e la connette con la sua mor
te12. Altri due testi giovannei affermano la glorificazione di Ges
nella sua attualit esprimendola con la particella temporale
nunc e con il termine ora. Nella spiegazione di ambedue l'ese
geta usa l'esclamazione di Ges sulla propria glorificazione di
12,23. Anzitutto a commento delle parole di Ges: Adesso il Fi
glio dell'uomo stato glorificato (13,31) pronunciate dopo aver
predetto il tradimento di Giuda e dopo l'uscita del traditore dalla
sala13; poi nell'esegesi dell'inizio della preghiera sacerdotale di
Ges: Padre giunta l'ora glorifica il tuo Figlio (17,1) in cui il
commentatore fissa lo sguardo nella gloria eterna del Verbo e nella
gloria concessa al Figlio di Dio nell'incarnazione.
'Clarifica Filium tuum'... Cum autem in se secundum divinam
naturam clarior esse non potest et secundum naturam assumptam
plenus claritate gratiae ab instanti conceptionis extiterit ...oportet
quod haec claritas quam petit, petatur ut fiat ab hominibus. Et hoc
duobus modis: uno modo, ut et membra mystica eius clarificentur et
tam claro capiti congruant; et secundo, ut claritas nominis Filii tam
secundum humanitatem quam secundum divinitatem eius omnibus
manifestetur. De prima claritate dicitur Io 13,31 ubi unum mem
brum extra congregationem fidelium tamquam putridum et foeti
dum eiectum est: 'Nunc clarificatus est Filius hominis'. De secunda

12 'Venit hora ut clarificetur Filius hominis'. Hoc est ut claritas eius diffun
datur amplius quam diffusa est. Et ideo tali metaphora claritatis usus est in Is 49,6:
'Dedi te in lucem gentium, ut sis salus mea usque ad extremum terrae'. Haec est
enim claritas eius de qua dicitur Sap 7,26: 'Candor est enim lucis aeternae'. Nubes
enim infidelitatis Iudaeorum obstabat, quod in claritate sua sol iste redire non pote
rai. Sed modo exhibentibus se gentibus ad fidem, venit hora ut clarificetur. Mt 5,15
ut lucerna ponatur super candelabrum et non amplius abscondatur sub modio, hoc
est in terminos unius gentis cohibeatur, ut luceat omnibus non Iudaeis tantum, sed
omnibus qui in domo sunt, hoc est in mundo. 2 Mac 1,22: 'Tempus affuit quo sol re
fulsit, qui prius erat in nubilo'. Modo enim me occidendo repellunt verbum, et ideo
tempus est et hora, quod Filius hominis in gentium vocatione clarificetur. Is 60,3:
'Ambulabunt gentes in lumine tuo' (12.23; 481 a).
13 Dupliciter clarificatur Christus, in se et in suis membris. Et de utraque cla
rificatione hic loquitur. Dicit ergo: 'cum exisset' sicut impurum separatum a puro
'dixit Iesus' de suo et de mystico corpore: 'nunc clarificatus est' in se in causa, non in
efTectu, 'Filius hominis' quia modo inchoata est traditio passionis, cuius merito ex
congruo datur ei claritas resurrectionis et ascensions. Similiter et in corpore mysti
co est clarificatus; quia Iudae exitus malorum a bonis significai segregationem. De
primo Io 12,23: 'Venit hora ut clarificetur Filius hominis'. De secundo Le 3,17:
'Cuius ventilabrum in manu eius et purgabit aream suam' (13,32; 517 b).

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96 GIUSEPPE FERRARO, S I

claritate dicitur Io 12,23: 'Venit hora ut clarificetu


Hoc enim dictum est quando-gentiles notitiam Ch
derabant. De utroque ergo istorum modorum dici
lium tuum' (17,1; 603 b - 604 a).

L'ora e la sua attualit indicata con il nunc h


contenuto, insieme con la passione, anche la glor
s; nella sua totalit essa presuppone la gloria im
del Verbo, la gloria attribuita alla sua umanit n
si realizza poi nel tempo per la persona di Ges
e ascensione al cielo e con la diffusione della conoscenza di lui e
della fede in lui tra tutti i popoli; si realizza anche per il suo corpo
mistico con la separazione dei cattivi dai buoni. Questa visione
cos comprensiva dell'ora come espressione del mistero totale del
Signore era stata intuita ed espressa da Alberto Magno gi nell'e
sposizione del testo che annuncia il tempo del nuovo e autentico
culto di Dio: Viene l'ora ed questa in cui i veri adoratori adore
ranno il Padre in Spirito e verit (4,23).
Dicit ergo: 'Sed venit hora' hoc est in veniendo est hora. Et
hoc dicit quia hora ista non est indivisibilis; sed iam per incarnatio
nem et baptismum incepit et per complementum passionis et resur
rectionis et ascensionis est divulgandae per mundum veritatis et
continuo in veniendo. ...'Et nunc est'. Quia iam in sacramentis ince
pit in quibus veritas patescit. ...Iam enim finiti sunt anni promissio
num et revolutus est annus in quo veritas est manifestanda. ...Et
hoc est quod dicit: 'Et nunc est' quia veritas Christus est post quem
alius expectandus non erit (4,23; 171 b - 172 a).

Questa pagina sintetica esprime la complessit dei significati


dell'ora di Cristo fin qui esposti; essa ha inizio con la venuta del
Verbo incarnato in questo mondo, prosegue con la sua manifesta
zione, si compie con il suo ritorno in cielo presso il Padre; il valore
dell'ora consiste nell'esprimere in modo unitario il mistero e la vi
cenda del Signore. Attraverso il contenuto dell'ora si rivela l'uma
nit e la divinit di Ges, si rivela la sua libert e unit con il Padre
nel concepimento e nel compimento del disegno salvifico, si rivela
la piena identit di Ges.

2. L'ora della rivelazione e dello Spirito Santo


Alberto Magno connette il termine ora anche con la persona
dello Spirito Santo come dono elargito ai discepoli. Spiegando la

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 97

promessa della perfetta rivelazione futura espressa da Ges: Que


ste cose vi ho detto in similitudini ma viene l'ora in cui non vi parle
r pi in similitudini ma apertamente vi parler del Padre (16,25),
il nostro autore richiama un detto dei vangeli sinottici scrivendo:

Sed quod dictum est (Mt 13,11): 'Vobis datum est nosse', non
dicitur ideo quia tunc perfectionem sensus habuerunt ad intelligen
dum, sed quia intelligere aliqualiter inceperunt. Et hoc in adventu
Spiritus Sancti impletum est. Et ideo hic dicitur 'haec', scilicet
omnia quae dixi vobis 'in proverbiis locutus sum vobis' docens vos
de divinis per humana, sed 'venit hora' hoc est iam in veniendo est,
sive illa hora sit Spiritus Sancti receptio, sive aeterna in beatitudine
visio 'cum iam non in proverbiis loquar' sed per internam Spiritus
acceptionem et beatitudinis in mea resurrectione demonstratio
nem, 'sed palam' per eam qua me Pater clarificat lucem 'de Patre
annuntiabo vobis' (16,25; 597 b).

Questa spiegazione di Alberto conferisce all'ora valore trini


tario; in essa agiscono i tre autori della salvezza; lo Spirito reso
presente e operante come dono interiore, il Padre glorifica di luce il
Figlio, Ges rivela pienamente il Padre attraverso l'interna azione
dello Spirito Santo. Questa ora escatologica, sia perch l'effusio
ne dello Spirito dono escatologico per eccellenza, sia perch la
gioia della risurrezione del Signore anticipazione della beatitudi
ne eterna concessa come eredit ai discepoli. Nella spiegazione del
nostro esegeta l'ora assume significato di manifestazione e di rive
lazione dei tre autori divini nelle loro reciproche relazioni persona
li e in rapporto con gli uomini nell'operazione della salvezza.

3. L'ora dei credenti: le persecuzioni, la risurrezione, la salvezza.


L'ora di Cristo avendo come contenuto centrale il suo mistero
di morte e risurrezione riguarda di riflesso anche i credenti per la
chiamata che essi ricevono alla conformit con il Signore. Alcune
delle spiegazioni finora riferite hanno gi esplicitato questo aspet
to di relazione ai discepoli. Prendiamo adesso in esame quelle
esposizioni di Alberto Magno in cui l'ora viene connessa con le
persecuzioni dei seguaci di Ges, con la risurrezione dei morti, at
tuale e futura, e con la salvezza e redenzione del genere umano.
Dall'insieme di questi brani risulter il significato specificamente
ecclesiale dell'ora.

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98 GIUSEPPE FERRARO, S.I.

La partecipazione dei discepoli alla sorte d


lui preannunciata nelle parole che profetizz
ne nel futuro. Egli dice: Viene l'ora in cu
creder di rendere culto a Dio (16,2). Sant'A
sto discorso con altri testi e adduce l'attegg
tro i cristiani.

'Sed venit hora' scilicet perfidiae de qu


'Haec est hora vestra et potestas tenebrarum'
cit vos' tamquam maleficos homines et no
quium se praestare Deo'. Act 9,2: 'Petiit ab
scum ad synagogas ut si quos invenisset huiu
res, vinctos perduceret in Ierusalem' (16,2; 58

Una realizzazione di questa profezia vist


vangelo nella condotta ostile dei Giudei in o
di guarigione del cieco nato14. La profezia d
cuzioni ha valore di conforto della fede dei
dimostrazione della divina prescienza di Ges
Conformi a Cristo nelle persecuzioni i su
simili a lui anche nella risurrezione. L'ora della risurrezione dai
morti infatti gi presente e attuale come anticipazione e prefigura
zione nei segni operati da Ges in Lazzaro, nel figlio della vedova,
nella figlia di Giairo; si realizzer poi definitivamente per tutti gli
uomini nel giorno finale. Ecco la spiegazione di Alberto Magno per
il testo: venuta l'ora ed questa in cui i morti udiranno la voce del
Figlio di Dio e quelli che l'avranno ascoltata vivranno (5,25).
Haec hora est duplex, scilicet in signo probante futuram re
surrectionem; et haec hora nunc est, quando Filius quosdam susci

14 'Iam enim conspiraverant Iudaei'...'Ut si quis eum confiteretur esse


Christum' hoc est messiam in lege promissum et unctum a Deo divinitatis unctio
ne, 'extra synagogam fieret' tamquam anathema ab omnibus eiiceretur. ...Io 16,2:
'Venit hora ut omnis qui interficit vos arbitretur obsequium se praestare Deo'
(9,22; 385 a b). L'esegesi contemporanea vede in Gv 9, 22-23 un commento dell'e
vangelista; esso metterebbe in evidenza i due piani storici sui quali proiettato il
racconto, il piano della vita di Ges e quello della vita della chiesa di Giovanni
verso la fine del primo secolo in cui la comunit giudaica perseguitava quella cri
stiana, cf. R. Schnackenburg, o.c., 423-424.
15 'Sed haec' scilicet quae dixi de persecutione 'locutus sum vobis' ut Deus
omnium futurorum praescius 'ut cum venerit hora eorum' quando complebitur,
'reminiscamini' tunc 'quia ego' nunc 'dixi vobis'. Continentia enim verborum Do
mini confirmat fidem in ipsum et immobilitat cor a dictis et facit ut ea etiam quae ab
hostibus fiant minus laedant (16,4; 582 b).

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 99

tat ut probet in se esse potestatem omnes suscitandi... Et est hora


venturae generalis resurrectionis; et haec non est nunc, sed conti
nuo venit, hoc est in veniendo est. ...'Audient vocem Filli Dei'. Vel
particulariter ut nunc Lazarus et filius viduae et puella archisyna
gogae filia. Audient autem sicut dormiens expergefactus audit.
...Vel in futuro universaliter quando Filius Dei mortuos ad iudi
cium vocabit (5,25; 217b-218a)16.

Il valore caratteristico di questa esegesi si incentra nell'idea di


segno; il richiamo alla vita compiuto da Ges verso Lazzaro e gli al
tri due morti, che accade nel tempo presente dell'esistenza mortale
del Signore, segno che offre la certezza della risurrezione futura. Si
tratta di una spiegazione classica17. Nell'esporre il medesimo testo,
tuttavia, Alberto Magno non ignora che l'affermazione dell'attuali
t dell'ora di risurrezione pu conferire a questa un significato spiri
tuale; risorgere spiritualmente significa credere in Ges. Anche que
sta idea era gi stata esposta nel passato e viene riferita18.

16 Spiegando la risurrezione di Lazzaro sant'Alberto vi vede la realizzazione


dell'enunciato di 5,28: 'Lazare veni foras'. ...Sic ergo iam incipit impleri quod di
xit, Io 5,28: 'Venit hora, in qua omnes qui in monumentis sunt, audient vocem Filii
Dei'... Le 7,14 'Adolescens tibi dico: surge' (11,43; 455 b).
17 Tra gli antichi commentari del quarto vangelo troviamo questa spiegazio
ne in Teodoro di Mopsuestia e in Giovanni Crisostomo; cf. G. Ferraro, L'ora di
Cristo e della chiesa nel commento di Teodoro di Mopsuestia al quarto vangelo, in:
Augustinianum 15 (1975) 291-293; Idem, L'ora di Cristo nel commento di San Gio
vanni Crisostomo al quarto vangelo, in: Studia Patavina 23 (1976) 384-385.
18 Quaedam glossae istud totum videntur exponere de spirituali resurrectio
ne quae est a morte animae. ...'Audient vocem Filii Dei'... Glossa tamen dicit
quod...hoc convenit solis iustis, qui sic audiunt de incamatione eius ut credant
quia Filius Dei est. Sed haec glossa est de resurrectione spirituali (5,25; 217 b -
218 a). Tra i commentatori antichi sant'Agostino aveva lungamente svolto il tema
della attualit della risurrezione come fede in Cristo; cf. G. Ferraro, L'ora di Cri
sto nel commento di S. Agostino al quarto vangelo. Aspetti di Cristologia agostiniana,
in: Rassegna di Teologia 13 (1972) 329-332, tema che era stato ripreso da san Tom
maso d'Aquino; cf. G. Ferraro, L'ora di Cristo e della chiesa nel commento di San
Tommaso d'Aquino al quarto vangelo (aspetti di esegesi tomista), in: San Tommaso e
l'odierna problematica teologica. Saggi (Studi Tomistici 2), Pontificia Accademia di
San Tommaso d'Aquino, Citt Nuova Editrice, Roma 1975, 138-139, 144-145.
Sant'Alberto Magno pone la connessione tra la vita, come ricupero della salute fisi
ca, e la fede nell'esporre la guarigione del figlio dell'ufficiale: 'Cognovit ergo pater'
per eamdem mensuram temporis dicti Iesu et sanitatis perceptae 'quia illa' eadem
'hora erat' sanitatis filii 'in qua Iesus' auctor salutis 'dixit ei': Vade 'filius tuus vivit'.
Et sic dictum Iesu causam salutis filii esse scivit; quia causa est qua posita statim se
quitur effectus. ...'Et credidit ipse' dominus familiae 'et domus eius tota'. Et ex tunc
perfectus fuit in fide iam non regulus, sed rex in familia sua existens (4,53; 191 b);
Ges che d la guarigione corporale denominato 'auctor salutis' e l'effetto della
sanit fisica la fede di tutta la famiglia.

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100 GIUSEPPE FERRARO, S I

Attraverso questi svolgimenti appare che i


a significare il mistero della salvezza dei cred
zione al mistero di Cristo e nella conformit a lui secondo il dise
gno di Dio Padre. Illustrando la ragione data dall'evangelista del
fallimento dei tentativi di impadronirsi di Ges da parte dei suoi
nemici il commentatore aveva definito l'ora del Signore come ora
della nostra salvezza19. Esponendo poi il racconto dell'arresto in
cui si attua l'ora, parla della redenzione del genere umano20.
La salvezza si configura anche come vocazione dei pagani alla
fede, secondo l'esegesi di 12,23, e come partecipazione delle mem
bra del corpo mistico alla gloria del capo, secondo i commenti gi
esposti di 13,22 e di 17,121. L'ora di Ges dunque anche l'ora
della salvezza degli uomini che lo accolgono credendo e aderendo
a lui e in tale modo l'ora della comunit ecclesiale.
Si delinea cos nel pensiero e nell'insegnamento di Alberto Ma
gno esposto nel commentare il quarto vangelo l'intelligenza del va
lore complesso e insieme unitario della temporalit secondo la con
cezione giovannea. Il tempo, l'ora, il nunc riguardano anzitutto Cri
sto Verbo incarnato, Dio e uomo, contengono e rivelano il suo mi
stero di incarnazione passione morte e risurrezione e ascensione, in
termini giovannei il suo mistero di esaltazione e glorificazione, e in
Cristo raggiungono il Padre e lo Spirito Santo, e attraverso Cristo
permeano il mistero della chiesa, suo corpo mistico, e le singole
membra nell'attuazione della loro risurrezione e della loro salvezza.

4. Interpretazioni simboliche del tempo.

In alcuni testi evangelici i termini temporali sono uniti ai nu


meri: ora decima, ora sesta, ora settima, le dodici ore del
giorno. Questi numeri offrono ad Alberto Magno l'occasione per
indugiare in interpretazioni simboliche secondo l'esempio dato da
molti altri commentatori precedenti22.

19 'Nondum venerat hora eius' ...Hora dispensationis quam Deus praefinivit


...in nostrani salutem. ...Io 13,1: 'Sciens Iesus quia venit hora eius' (7,30; 311 b).
20 'Iesus itaque sciens' ut Deus et praesciens 'omnia quae' ex dispositione di
vina 'ventura erant super eum' ad generis humani redemptionem. Io 13,1: 'Sciens
Iesus quia venit hora eius' (18,4; 629a). Sul testo 13,1 che rivela la consapevolezza
di Ges circa la sua ora di passaggio dal mondo al Padre Alberto Magno scrive: 2
Cor 6,2: 'Ecce nunc tempus acceptabiJe, ecce nunc dies salutis' haec enim fuit hora
Christi quantum ad operationem salutis (13,1; 499 b).
21 Cf. i passi citati nelle note 12 e 13; l'esegesi di 17,1 riferita nel testo.
22 Tra gli autori antichi, Isidoro di Siviglia ha scritto un trattato sul significa

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 101

La prima volta che nel quarto vangelo ricorre il termine ora


esso congiunto con il numerale decima. I primi discepoli nel se
guire Ges per suo stesso invito: Andarono e videro dove abitava
e quel giorno si fermarono presso di lui; era l'ora decima (1,39).
Su questo passo il nostro esegeta intesse una spiegazione che asse
gna il simbolo per ognuna delle ore, offrendo cos un affresco di
tutta la storia della salvezza23.
Il commento alle parole di Ges: Non sono forse dodici le
ore del giorno? Se uno cammina di giorno non inciampa perch ve
de la luce di questo mondo (11,9) d modo di delineare un quadro
completo del mistero di Cristo; egli contemplato come il sole che
illumina il giorno spirituale in cui ognuna delle dodici ore segna
una tappa, a partire dall'assunzione della natura umana da parte
del Verbo di Dio fino alla sepoltura del Signore.

Hae autem horae etiam in die spirituali quo Sol iustitiae diem
perficit, erunt inter ortum suum et occasum suum, de quo dicitur in
Ps 112,3: solis ortu usque ad occasum laudabile nomen Domini'.
Prima hora, naturae sanctificatio in assumpta natura ...Duodecima
est hora sepulturae. ...Istae ergo sunt duodecim horae diei in quibus
illuminamur, in quibus homo ad opera illuminatur... 'Quia lucem
huius mundi videt' quae eum dirigit. ...Quia ego sum lux et ideo vi
deo gressus meos; nec vos offenditis mecum euntes et me sequentes
(11,9; 440 b-441 a b - 442 a).

Questa simbologia delle ore presenta una visione che si di


stende su tutto il corso del tempo e si innalza al suo momento cul
minante e centrale, dato dall'evento di Cristo; l'illuminazione vie
ne dalla manifestazione della grazia di lui e della luce di lui, sole di

to dei numeri nella Bibbia raccogliendo egli stesso le interpretazioni simboliche de


gli scrittori precedenti. Sancti Isidori Hispalensis Episcopi, Liber Numerorum qui in
sanctis scriptum occurrunt, PL 83, 179-200. In quest'opera tuttavia non vi nessun
accenno alla numerazione delle ore nei vangeli. Troviamo invece la simbologia del
sabato settimo giorno, segno di riposo escatologico: Aeterna requies septenario
numero significatur, cum dies septimus in requiem Domini sanctificatus vocatur in
quo iam fit vespere quia nullis finibus temporum requies aeternae beatitudinis
coarctabitur (o.cc. VII, 36, p. 186 C). Sull'esegesi simbolica cf. H. De Lubac, o.c.
capitolo Vili: L'allegoria senso della fede, 869-981; M.D. Chenu. Thologie symbo
lique et exgse scolastique au XIle XlIIe sicles, in: Mlanges Joseph De Ghellinck,
Tome II, dition Duculot, Gembloux 1951, 509-526.
23 Sull'ora decima conclude: Decima hora est redemptionis factae per Chri
stum et in illa cum Christo manserunt... per istas decem horas gratia Christi manife
statur (1,39; 76 b).

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102 GIUSEPPE FERRARO. S I

giustizia. L'interpretazione totale e sintetica d


squisitamente cristologica; le dodici ore signi
manit e al centro di essa significano la storia e i
L'ora sesta inquadra due momenti impor
giovanneo; il primo l'incontro di Ges con
presso il pozzo, il secondo la presentazione
Giudei nel corso del processo davanti a Pilato
viene introdotto da queste parole: Ges stan
presso il pozzo, era l'ora sesta (4,6). Questa
porale riceve una triplice interpretazione sim
viene connessa con l'idea di Cristo sole di gius
'Hora erat quasi sexta' hoc est meridies qua
coeli consistit et undique per cardines orbis lum
maximi caloris existit. Quod etiam congruit q
Christus Deus noster lumen suum etiam ad ge
quando calorem suae charitatis ad omnes expan

Una seconda spiegazione simbolica pone


cazione di quella et del mondo nella quale
Ges24. Tale idea era gi presente nel comme
al quarto vangelo ed era stata ripresa da sa
nella sua lettura sullo stesso vangelo25.
Un ultimo valore simbolico di questa ora se
nell'esposizione delle parole che introducon
conto dell'unzione di Ges a Betania: Sei giorni prima della Pa
squa (12,1). Dopo aver svolto l'allegoria dei sei giorni Alberto
Magno prosegue:
Post iter suum perfectum hora sexta 'sedit super fontem' quia
sex diebus praeparavit nostram ablutionem et tunc fonte nos lavit
sanguinis sui (12,1; 467 b).

Tutte le spiegazioni hanno in comune la centralit della per


sona di Cristo e della sua opera di salvezza. La temporalit viene
messa in luce come rivelazione cristologica.

24 Vel sexta hora significat sextam aetatem mundi in qua venit Christus in
mundum, ut ipsum et maxime gentilem populum reformaret (4,6; 158 b).
25 Perch nell'ora sesta? Perch era la sesta et del mondo. ...Era l'ora sesta
perch era la sesta et del mondo (Sant'AoosTiNo, o.c., 15,9; 355). Mystica autem
causa assignatur...quia Christus in sexta aetate saeculi in mundum venit carnem
assumens (S. Thomae Aquinatis Doctoris Angelici, Super Evangelium S. Joannis
lectura, cura P. Raphaelis Cai, Editio V revisa. Taurini 1952, IV,I,IX, 565).

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 103

Il secondo episodio nel quale ricorre l'ora sesta sta al culmine


della passione di Ges: Era la parasceve di Pasqua, circa l'ora se
sta; Pilato disse ai Giudei: Ecco il vostro re (19,14). Il testo pone
all'esegeta il problema classico della differente notazione di tempo
tra gli evangelisti; al termine egli svolge un parallelismo simbolico
tra l'ora del peccato compiuto da Adamo e l'ora della redenzione
compiuta da Cristo26.
L'ora settima nel vangelo indica il tempo in cui il figlio del
funzionario regio cominci a stare meglio in coincidenza con la pa
rola efficace di Ges. Alla domanda dell'ufficiale sul miglioramen
to del ragazzo i servi gli risposero infatti: Ieri all'ora settima la
febbre lo ha lasciato (4,52). Sant'Alberto svolge un molteplice si
gnificato spirituale. Le sette ore indicano i sette momenti della pe
nitenza mediante cui l'uomo risorge dal peccato: la compunzione,
la verit della confessione, la semplicit della confessione, l'inte
grit della confessione, il digiuno, la preghiera, l'elemosina (cf.
4,52; 192 a - 194 a)27. Ritorna poi all'immagine del sole di giusti
zia, Cristo; le sette ore indicano le irradiazioni della sua luce e la
memoria di lui che viene celebrata nella liturgia della preghiera uf
ficiale della chiesa; infine il numero sette indica la liberazione da
altrettanti mali connessi con il peccato, liberazione operata da Cri
sto per la nostra salvezza28.
L'indicazione temporale del terzo giorno che d inizio al rac
conto delle nozze di Cana di Galilea suscita una esegesi allegorica
che procede a ternari e viene esposta rapidamente.
Et signant hi dies allegorice quidem lumen legis naturae, et lu
men legis scriptae, et lumen legis gratiae in quo lumine Verbum se
manifestavit. ...Vel dicatur, quod tres dies sunt tres Verbi manife
stationes: in visione sensibili, in visione imaginaria, et in visione in
tellectus. ...Vel tres dies sunt tres illuminationes: ad credenda, ad
operanda, ad appetenda sive quaerenda. ...Sic enim discipulos per

26 Evangelistae diversimode nominant hanc horam: quidam nominantes ex


tremas horas, quidam autem mediam. Et hoc est probabilius. ...Illa enim hora
Adam cecidit et Deus 'deambulans in paradiso ad auram post meridiem...vocavit
eum et dixit ei: Adam ubi es?'. Et ideo probabile est quod eadem hora Christus
Deus clamavit in cruce solvens Adae debitum (19,14; 653 a).
11 Ecco la conclusione di questo primo significato: Istae septem horae signi
ficantur 3 Reg 4,35 ubi dicitur quod puer resuscitatus ab Eliseo 'oscitavit septies' et
rediit ad vitam; quia istis septem resurgitur a portis mortis ad vitam (4,52; 194 a).
28 Al termine di questo complesso e lungo svolgimento il commentatore con
clude: Sic ergo omnibus his modis hora septima reliquit eum febris spiritualis
(4,52; 194 b).

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104 GIUSEPPE FERRARO. S I

credenda ad operanda, et per operanda ad ap


xit, et ideo tali tempore opportuno miraculum

Anche con le tre coppie di ternari di ques


la persona di Ges Verbo Luce che viene illu
zioni e manifestazioni salvifiche a favore deg
Il tema del sabato occupa un posto rilevan
della controversia che essi descrivono tra Ges e i suoi avversari sul
problema dell'osservanza del riposo sabatico prescritto dalla legge.
Il quarto vangelo a questo proposito approfondisce la rivelazione di
Cristo riportando la sua affermazione: Il Padre mio opera fino al
presente e anch'io opero (5,17) e spiegandola nel discorso sulle
opere (cf. 5,19 - 30) ove il Padre e il Figlio sono presentati nella
uguaglianza della loro dignit trascendente attraverso la comunio
ne dell'operare divino. Alberto Magno offre un'esposizione accura
ta ed estesa di questa pagina evangelica nella quale coglie la teologia
del sabato come un segno della santificazione degli uomini attraver
so il riposo con cui essi imitano la quiete di Dio stesso e si uniscono a
lui con adesione interiore del cuore. Del vasto commento riportia
mo le espressioni che riguardano direttamente il sabato.

Et ideo quies Dei fuit sanctificatio sabbati ut requiesceret, qui


longo labore confractus fuerat. Is 28,12: 'Haec est requies mea, refi
cite lassum et hoc est meum refrigerium'. Unde haec est optima sab
bati, hoc est divinae quietis observatio (5,9; 206 b). Sanctificatio
autem sabbati est sanctam cordis quietem confirmato corde in Do
mino retinere (5,10; 207 a). Hoc est significatio quietis scilicet ut
quies cordis firma et munda servetur (5,17; 209 b).

In queste parole la definizione del tempo sabatico data at


traverso l'immagine del riposo divino. Un'altra idea consiste nel
vedere il settimo giorno come la tipologia della perfezione dell'o
pera divina compiuta nella creazione del mondo29.
L'interpretazione simbolica delle varie ore determinate, del
terzo giorno e del sabato delineano cos una visione completa del
tempo intimamente permeato dai misteri divini, eventi di salvezza.

29 Aliud significabatur in praecepto sabbati quod est diei unius in septimana


ad feriandum determinatio; quod antiquitus propter mundi perfectionem (cum
nullum aliud maius opus divinum Deus ostendisset) determinatum est ad diem sep
timum (5,17; 210a).

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 105

III. Aspetti di dottrina

La lettura del commento di Alberto Magno ai testi del quarto


vangelo contenenti vocaboli temporali ha mostrato l'intelligenza
dottrinale dell'esegeta riguardo al tema evangelico. Abbiamo gi
notato di volta in volta gli spunti teologici; ora cerchiamo di espri
merli sinteticamente.

1. Temporalit e cristologia.

All'inizio delle sue esposizioni il commentatore aveva colto


lo scopo dell'evangelista nella rivelazione della divinit di Cristo.
Orbene pi volte nelle singole spiegazioni abbiamo trovato tale
affermazione con differenti enunciati. Nella risurrezione dei
morti virtutem vocis Christi propter Deitatem in se manentem
audit omne quod est, quia habet obedientialem rationem ad
ipsam (5,25; 218 a). Nella impossibilit di impadronirsi di Ges
prima della sua ora ostenditur Deitas Christi in eo quod... in eum
nihil facere potuerunt antequam voluit (8,20; 342 a). La consape
volezza della propria ora mette in luce Ges sciens... et praesciens
sicut Deus (13,1; 499 b. Cf. 18,4; 629 a); anche nell'enunciare le
profezie delle persecuzioni dei discepoli egli pu dire: 'Locutus
sum vobis' ut Deus omnium futurorum praescius (16,4; 582 b).
Insieme con la divinit, l'ora e il kairs di Ges, avendo come con
tenuto la sua passione e morte e glorificazione, e mettendo in evi
denza la libert e volontariet del suo sacrificio in aderenza al vole
re del Padre, mostrano la sua vera umanit. Cosi la spiegazione da
ta della terminologia temporale la indica come una delle espressio
ni della verit dell'incarnazione del Verbo eterno di Dio, del Figlio
del Padre nella unit e dialettica tra il divino e l'umano, tra l'eterno
e il tempo. Appare quindi il rapporto tra temporalit e cristologia.
La legge dell'incarnazione pu venire enunciata in termini di tem
poralit; come l'umanit di Ges il segno, il simbolo, la rivelazio
ne sensibile del suo essere divino, cos la temporalit di Cristo lo
spiraglio attraverso il quale appaiono i bagliori dell'eternit. Cri
stologia e temporalit si compenetrano nell'unica persona divina
del Signore. Nell'unico io di Cristo si incontrano il tempo e l'eter
nit: Prima che Abramo fosse io sono (8, 58): Non dicit: fui,
vel: eram, quia aeternitas non habet nunc praeteritum. Sed... nunc

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106 GIUSEPPE FERRARO, S I

stans et non movens sese semper facit aetern


nitatis cui ...omnis difTerentia temporis praes
Attraverso la persona di Cristo il tempo attin
di Dio nelle sue operazioni salvifiche; nel te
dre glorifica di luce il suo Figlio, nel tempo
viene mandato nei discepoli per dare loro una
illuminazione delle parole di Ges.

2. Temporalit e soteriologia.

Concentrata nella persona di Ges, nella su


rs, nel nunc della glorificazione la temporal
guenza il mistero della redenzione che accade
ralit tocca la comunit dei discepoli e i singo
della loro esistenza in questo mondo, attrav
cuzioni, li raggiunge nell'ora della risurrezion
della salvezza definitiva; raggiunge perci il m
corpo mistico di Cristo, associata nella sorte
ria del suo capo. Anche le interpretazioni sim
dei termini temporali proposte dal nostro com
buiscono a delineare un panorama vasto e c
svolgersi della storia; essa appare illuminata d
ce di Cristo30, illuminata dal sole di giustizia
Sol iustitiae Christus Deus noster lumen suu
158 b).
Un attento studio dell'esegesi di sant'Alberto Magno riguar
dante il vocabolario temporale del vangelo giovanneo consente la
possibilit di una costruzione dottrinale molto ricca nella quale
trovano posto le verit fondamentali della divina rivelazione e del
la fede. Consente inoltre la possibilit di elaborare una concezione
della storia a cui il grande dottore medioevale stato educato e for
mato dalla frequentazione e dalla mediazione dei testi biblici31.

30 Nel dare la spiegazione delle parole di Ges: Abramo vostro padre esult
nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e se ne rallegr (8,56) Alberto Ma
gno qualifica il giorno di Ges come luce: 'Diem meum' hoc est lucem quae de me
fulget (8,56; 369 a).
31 Sul senso della storia maturato attraverso l'accostamento, la conoscenza e
familiarit della Sacra Scrittura cf. H. Dt Lubac, o.c., capitolo VII: Il fondamento
della storia, 751-868.

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 107

IV. Aspetti di metodo

. Osservazioni generali.

Le caratteristiche generali dell'esegesi del decimoterzo secolo,


illustrate da C. Spicq32 si ritrovano in Alberto Magno che di quel
tempo rappresentante eminente. Non intendiamo dare una enu
merazione completa degli aspetti del suo metodo, ci limitiamo ad
accennare a quelli riscontrabili nei saggi esegetici che abbiamo pre
so in considerazione.
Una prima caratteristica, gi accennata all'inizio nel riferire
la struttura generale proposta da Alberto Magno per il quarto
vangelo, la divisione e suddivisione del libro fino alle sue ultime
parti; essa ha lo scopo di mettere in evidenza l'ordine di insieme
che d unit al vangelo e i legami che uniscono tra loro le singole
composizioni e ha come risultato una grande chiarezza didattica; il
criterio ispiratore di tale articolazione quello che proviene dalla
logica del contenuto33.
Una seconda caratteristica la grande abbondanza di citazioni
scritturistiche addotte per spiegare, i singoli versetti; nel commento
al vangelo si incontrano a volte intere pagine occupate da citazioni
legate fra loro da poche parole; nei passi esegetici che abbiamo ri
portato, omesse molte citazioni, abbiamo lasciato tutte quelle in cui
un testo evangelico contenente il termine temporale ora viene
spiegato da un altro che contiene la stessa parola; nella sua attivit
esegetica Alberto Magno disponeva certamente, tra gli strumenti di
lavoro, di concordanze e di repertori34 ma per la conoscenza che
egli aveva della Bibbia, per la eccellente memoria di cui era dotato,
per l'assidua frequentazione del libro sacro si pu dire che la sua
stessa mente era una concordanza vivente; nel leggere spiegare un
detto spontaneamente affluivano al suo spirito tutti i passi paralleli
verbali reali utili a darne l'intelligenza. Anima profonda di questo

32 C. Spicq, o.c., 142-288; in queste pagine che descrivono l'esegesi del secolo
decimoterzo il nome di Alberto Magno ricorre con grande frequenza; frequenti so
no pure le esemplificazioni tratte da lui.
33 Nelle analisi di strutture proposte dall'esegesi contemporanea il criterio di
divisione quello letterario. Spesso tuttavia i risultati dei due metodi convergono e
coincidono. Sulla differenza dei due modi di dividere cf. A. Vanhoye, De struttura
lilteraria Epistulae ad Hehraeos, in: Verbum Domini 40 (1962) 73.
34 Cf. C. Spicq, u.c., 172-173.

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108 GIUSEPPE FERRARO. S I.

criterio ermeneutico l'unit di tutta la rivelaz


testamenti35; impressionante, infatti, il num
l'antico Testamento nei commenti evangelici.
Una terza caratteristica la conoscenza dei santi Padri e l'at
tenzione alle loro interpretazioni. Nei brani esegetici che abbiamo
esaminato ritornano soprattutto due grandi commentatori antichi
del quarto vangelo, Agostino e Crisostomo; la loro presenza si sen
te lungo tutta l'opera36. Tale esegesi dunque 'tradizionale', por
tatrice della grande Tradizione che resta sempre fondante e illumi
nante nella ricerca del senso della parola di Dio per la chiesa.
Un'ultima caratteristica consiste nell'indole teologica. L'ese
geta attento al senso del testo e lo accosta con tutta la ricchezza
dottrinale che gli viene dalla sua formazione; da questo incontro
nasce un nuovo arricchimento; il testo viene capito e interpretato
al di dentro di tutta la conoscenza di fede gi acquisita e d'altra
parte la sintesi dottrinale gi operante viene permeata dal testo e
riportata alla vitalit della sua fonte. Perci da questa esegesi na
sce una teologia biblica di cui la nostra analisi, che aveva come
oggetto un tema particolare, ha offerto un saggio.

2. Paragone con i risultati dell'esegesi contemporanea.

Paragonando la dottrina di Alberto Magno risultante dalla


sua analisi dei vocaboli temporali del quarto vangelo con la dottri
na che nasce dall'esegesi contemporanea del medesimo tema no
tiamo anzitutto che quanto all'ora e al kairs di Cristo il nostro in
terprete ne coglie e spiega molto bene il contenuto esponendolo nel
mistero di sofferenza e di gloria del Signore in consonanza con le
interpretazioni odierne; la differenza tra l'esegeta medioevale e gli
esegeti di oggi consiste in questo che mentre egli distingue i due
momenti del mistero, cio la passione e la risurrezione, gli esegeti
contemporanei tendono piuttosto a vedere significata nel termine
ora l'unit del mistero di Ges. L'evangelista Giovanni infatti, ri
spetto ai Sinottici, ha accentuato questa unit designando il conte

35 Cf. . De Lubac, o.c., capitolo V: L'unit dei due testamenti, 549-657.


36 Nel commento a Giovanni di Alberto Magno sono state trovate 196 cita
zioni di Agostino e 139 citazioni di Giovanni Crisostomo; vengono citati inoltre
sant'Ambrogio 21 volte, san Gregorio Magno 55 volte, san Girolamo 29 volte; cf.
I.M. Vost, Sanctus Albertus Magnus Evangeliorum interpres, a.c., 271.

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LA TERMINOLOGIA TEMPORALE DEL QUARTO VANGELO 109

nuto dell'ora con i termini esaltare-glorificare. Anche ad Alber


to Magno tuttavia non sfugge che il significato dell'ora abbraccia
la totalit della vicenda di Cristo e lo dice espressamente nel riferi
to commento al testo 4,23: Hora ista iam per incarnationem et
baptismum incepit et per complementum passionis et resurrectio
nis et ascensionis est divulgandae per mundum veritatis (171 b).
Parimenti consona con l'esegesi contemporanea la spiegazione
del testo su l'ora della rivelazione aperta del Padre (16,25) che vie
ne interpretata da Alberto Magno come il tempo dell'azione inte
riore illuminatrice dello Spirito Santo nel cuore dei credenti; gli
esegeti di oggi sono orientati in questo stesso senso nell'esporre i
detti di promessa del Paraclito37.
Quanto all'ora che riguarda i fedeli abbiamo gi notato l'ac
cordo tra il nostro interprete e quelli contemporanei nel trattare il
testo della profezia su l'ora delle persecuzioni. Un punto delicato
sul quale nasce il confronto tra le due esegesi il problema dell'e
scatologia attuale e futura; si tratta del testo 5,25.28 nel quale l'ora
della risurrezione dei morti presentata dialetticamente prima co
me attuale poi come futura. Alberto Magno seguendo Giovanni
Crisostomo vede l'attualit dell'ora verificarsi nelle risurrezioni
miracolose compiute da Ges durante la sua vita terrena, vede l'o
ra futura nella risurrezione finale. L'esegesi contemporanea a par
tire da R. Bultmann insiste sull'attualit della risurrezione intesa
in senso spirituale e conseguentemente dell'escatologia vedendo in
questa concezione l'originalit propria del quarto evangelista38.
Alberto Magno si accosta al pensiero dell'esegesi contemporanea
riferendo il pensiero di sant'Agostino che interpreta l'attualit dal

31 Cf. I. De La Potterie, La veril dans saint Jean (Analecta Biblica 73), Roma
1977, 442-448; F. Porsch, Pneuma und Worl. Ein exegetischer Beitrag zur Pneuma
tologie des Johannesevangeliums (Frankfurter Theologische Studien 16 Band),
Frankfurt am Main 1974, 295-297; Idem, Anwall der Glaubenden. Das Wirken des
Geistes nach dem Zeugnis des Johannesevangeliums. Stuttgart 1978, 37-96.
38 Cf. R. Bultmann, Das Evangelium des Johannes, Gttingen 1953, 194-197;
il testo 5, 28 a causa del carattere futuro dell'escatologia che esprime viene conside
rato come aggiunto dal redattore ecclesiastico e come estraneo al pensiero giovan
neo. Cf. Idem, l'escatologia del vangelo di Giovanni, in: Credere e comprendere, Qui
riniana, brescia 1977, 147-175. A partire dal Bultmann il dibattito sul tema dell'e
scatologia giovannea si ampiamente sviluppato. Cf. G. StXhlin, Zum Problem der
johanneischen Eschatologie, in: Zeitschrift fiir die neutestamentlische Wissenschaft
33 (1934) 225-259; B. Aebert, Die Eschatologie des Johannesevangeliums, Wiirzburg
1936; M. E. Boismard, L'volution du thme eschatologique dans les traditions johan
niques, in: Revue Biblique 68 (1961) 507-524; P. Ricca, Die Eschatologie des vierten
Evangeliums, Ziirich 1966; G. Ferraro, L'ora di Cristo nel quarto vangelo, o.c.

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1 10 GIUSEPPE FERRARO, S.I.

la risurrezione dei morti in senso spirituale,


l'incredulit alla fede. Affermando l'unione del
Cristo con il suo capo nel nunc e nell'ora della g
stro autore coglie anche il significato ecclesiale
messa ampiamente in rilievo dalla teologia bibli
ni. L'esegesi di Alberto si discosta da quella co
complesse interpretazioni simboliche e allegoric
lui suggerite dai numeri che accompagnano d
porali; anche tra' gli esegeti contemporanei, tut
la tendenza a valorizzare il simbolismo ricco di intenzione rivela
trice presente nel quarto vangelo.
Possiamo concludere queste rapide osservazioni dicendo che
la dottrina e il metodo esegetico di Alberto Magno, quale appar
so nel presente saggio su l'interpretazione della terminologia tem
porale, e conseguentemente della concezione escatologica di Gio
vanni, rimane valido e illuminante per la sua fedelt alla grande
Tradizione e per la sua penetrazione del testo evangelico.

Giuseppe Ferraro, S.I.

RSUM

L'tude examine l'exgse du vocabulaire temporel du quatrime


vangile propose par saint Albert le Grand dans son oeuvre: Enarratio
nes in Joannem.
On considre avant tout les expositions des textes vangliques qui
contiennent les mots heure kairs dixime heure sixime heure
septime heure le troisime jour et sabbat. Les interprtations du
Maitre mdival dans leur ensemble offrent une doctrine sur le rapport
entre temporalit et christologie, entre temporalit et eschatologie dont
l'tude expose les lments et la synthse.
L'analyse du commentaire du saint docteur donne la possibilit de
connaitre dans son exercice concret la mthode exgtique de l'Auteur; les
rsultats en ce qui concerne le thme du vocabulaire temporel vanglique
concordent avec les interprtations donnes par l'exgse contemporaine.

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