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Indice :
1.1 Premessa
Origine del Flauto Letteratura del Flauto nel XVI e XVII secolo
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1.1 Premessa
Pan era fondamentalmente un dio silvestre che amava la natura, amava ridere e
giocare. Am e sedusse molte donne tra le quali la ninfa Eco e Piti, la dea
Artemide e Siringa, figlia della divinit fluviale Ladone, della quale si innamor
perdutamente. La fanciulla per non solo non condivideva il suo amore ma
quando lo vide fugg inorridita, terrorizzata dal suo aspetto caprino. Corse e
corse Siringa inseguita da Pan e resasi conto che non poteva sfuggirgli inizi a
pregare il proprio padre perch le mutasse l'aspetto in modo che Pan non
potesse riconoscerla. Ladone, straziato dalle preghiere della figlia, la trasform
in una canna nei pressi di una grande palude. Pan, invano cerc di afferrarla ma
la trasformazione avvenne sotto i suoi occhi. Afflitto, abbracci le canne ma pi
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nulla poteva fare per Siringa. A quel punto recise la canna, la tagli in tanti
pezzetti di lunghezza diversa e li leg assieme.
Fabbric cos uno strumento musicale al quale diede il nome di "siringa" (che ai
posteri anche noto come il "flauto di pan") dalla sventurata fanciulla che pur di
non sottostare al suo amore, fu condannata a vivere per sempre come una canna.
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tipologie di flauti erano muniti di una pivetta a forma di becco, ed
avevano tre fori di cui uno era nella parte posteriore; si
suonavano in posizione dritta e con una sola mano, la sinistra,
mentre quella destra era impegnata a battere su un tamburello.
Da queste tipologie di Flauti derivarono i Flauti Dritti o chiamati
anche Flauti a Becco. Con lapparire del Flauto Dritto la
denominazione dello strumento cambi da Tibia a Flauto. Flauto
deriva dal latino flatus flare = soffio soffiare o come
sostengono alcuni studiosi dalla composizione di tre note
musicale Fa La Ut.
I Flauto Dritti si costruivano in bossolo ed erano di diverse
grandezze e diverse tonalit. I principali Flauti Dritti erano il
Discanto, l Alto , il Tenore, il Baritono e il Basso, in
corrispondenza alle voci umane. Non esistendo un manuale per
suonare queste tipologie di Flauti, la posizione e la diteggiatura
era a libera scelta dello strumentista.
In quello stesso periodo apparirono in Inghilterra i Recordes che
si differenziarono dai Flauti Dritti solo per un leggero
rigonfiamento sotto limboccatura, apparirono in Francia i
Flageolets che erano muniti di chiavi per semitoni, pi facili per
intonarsi. In Italia in quegli anni si svilupp il Flauto Dolce.
1.5 Origine del Flauto Letteratura del Flauto nel XVI e XVII secolo
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tubo cilindrico di forma piuttosto tozza, intonato allincirca al re.
Nella parte superiore chiusa da un tappo, si praticava il foro
dellimboccatura; altri sei fori si praticavano nel tubo, in
corrispondenza delle dita centrali delle mani. Il Traversiere non
ottiene grande successo tra gli amanti della musica, deve
trascorrere un po di tempo prima che si affermino nel campo
musicale. Merito di ci va dato soprattutto alla Francia, all
Inghilterra, alla Germania e alla Svizzera.
Con lavvento del Traversiere si pu affermare che inizia
ufficialmente la storia del Flauto Traverso. Levoluzione del
Traveersiere inizia nel XVII secolo con la costruzione degli
strumenti con legni pregiati (bossolo, ebano, granatiglia, cocco,
avorio) e ornamenti in oro, argento e madreperla. Lo strumento
venne costruito concependo la sua direzione da sinistra verso
destra, arrichendolo di fori per ottenere trilli, semitoni con
relative chiavi. Venne irrobustito per ottener maggior intensit
sonora. Il primo foro praticato fu quello per ottenere il Re# con
chiave azionata dal dito mignolo della mano destra. Se ne
attribuisce linvenzione al flautista e fabbricatore Philibert.
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il suonare in diverse tonalit. I flauti di Zieger avevano
unestensione molto ampia: potevano partire dal la, dal si o dal
si b grave fino al do sopracuto.
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primo modello di flauto Bhm, ossia il definitivo passaggio ad
una foratura cromatica e non pi diatonica, l'uso di fori di
dimensione omogenea, la loro disposizione acusticamente
corretta lungo il tubo e la possibilit di controllare pi fori
attraverso le chiavi ad anello, con una meccanica che consentiva
lutilizzo di una diteggiatura assai simile a quella moderna e
senza il continuo ricorso alle posizioni a forchetta (fig. 8). Questo
modello di flauto, nonostante gli indubbi miglioramenti,
manteneva tuttavia un forte legame con gli strumenti gi in uso,
era di legno, aveva una testata con cameratura cilindrica ed un
corpo con conicit inversa ed i fori, seppur di dimensioni
maggiori rispetto agli altri flauti, erano notevolmente pi piccoli
al confronto dei flauti moderni, poich essi erano ancora chiusi
direttamente con i polpastrelli e non, come fu successivamente,
attraverso dei piattelli. Lobiettivo seguente fu quello di far
conoscere e apprezzare lo strumento, cercando di convincere
flautisti e costruttori della bont e della praticit delle nuove
soluzioni. Bhm inizi cos a insegnare e a suonare in pubblico
esclusivamente con il nuovo modello, esibendo il suo flauto nei
centri pi importanti. A Londra lo strumento trov subito
estimatori nei flautisti John Clinton e Richard Carte e nei
costruttori Gerock & Wolf e in seguito in Rudall & Rose. I
rapporti tra il costruttore tedesco e Gordon, iniziati a Londra nel
1831 e proseguiti cordialmente e fattivamente nel laboratorio di
Monaco, diedero vita nell'Ottocento a una controversia
riguardante la paternit dell'invenzione della meccanica Bhm.
Successivamente, sulla base di una ricca documentazione, si
riconobbe l'onest morale di Bhm. N egli, n Gordon si
dichiararono mai propriamente inventori del principio delle
chiavi ad anello ed i meriti di ciascuno riguardano, invece, lo
sviluppo di un sistema meccanico razionalmente concepito.
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risulta essere, ad un esame che utilizzi gli strumenti di cui ora
disponiamo, leggermente crescente sulle note pi prossime alla
boccoletta ed plausibile che queste venissero corrette attraverso
una particolare tecnica di imboccatura; per ovviare a questo
difetto la distanza dei fori stata ricalcolata da Albert Cooper
negli anni settanta del Novecento ed in seguito anche da altri
costruttori. Il nuovo flauto aveva il corpo cilindrico, era
discendente al do centrale e la conicit presente nel corpo dei
flauti precedenti, necessaria all'intonazione delle armoniche, era
spostata in corrispondenza della testata, elaborata con un lieve
disegno parabolico; cos la struttura del tubo dello strumento
diveniva esattamente l'inverso rispetto a quella dei flauti
precedenti.13 Lo strumento era costruito in metallo, solitamente
argento (anche se negli ultimi anni della sua vita Bhm ritorn ad
usare flauti in legno) e lampio corpo cilindrico consentiva di
ingrandire ulteriormente i fori laterali per dare maggior potenza
al suono. I fori pi ampi richiesero che dalle chiavi ad anello si
passasse a quelle a piattello pieno per consentirne la perfetta
chiusura; tutto il meccanismo delle chiavi fu realizzato in modo
ancor pi razionale, incernierandole su due lunghe stanghe poste
sul lato interno dello strumento. Come gi detto la promozione
del nuovo strumento fu organizzata con grande attenzione dal
suo ideatore, a Parigi Bhm concesse i diritti in esclusiva a Clair
18 Goderono ed al suo socio Louis Lot, che in seguito divenne il
pi rinomato costruttore di flauti francese; a Londra il flauto
Bhm venne messo in produzione da Rudall & Rose, presso il cui
laboratorio diversi flautisti elaborarono successive migliorie
meccaniche, tra questi Giulio Briccialdi che nel 1849 invent la
leva del si bemolle oggi universalmente adottata. Lo strumento
venne premiato all'Esposizione Universale di Londra (1851) e di
Parigi (1855); in quest'ultima vennero premiati anche un oboe e
un fagotto costruiti da Tribert con sistema di chiavi Bhm. E
importante ricordare anche linteresse di Bhm per le taglie pi
gravi della famiglia del flauto, per le quali scrisse diverse
composizioni.
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Bibliografia
Johann Joachim Quantz, Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso, Milano,
Rugginenti Editore 1992 (edizione italiana)
Domenico Vinci, Appunti sulla storia e letteratura del Flauto, Bologna, Bongiovanni Edizioni
Theobald Bhm, Il flauto nei suoi aspetti acustici, tecnici e artistici, Pompei (NA), Falaut 2006
(edizione italiana)
Gianni Lazzari, Il flauto traverso, storia, tecnica acustica (con Il flauto nel Novecento di Emilio
Galante), Torino, EDT 2003
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