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Capitolo 1

PRECIPITAZIONI

Con il termine precipitazione si indicano gli afflussi meteorici sia liquidi (pioggia) che solidi (neve, nevischio,
grandine).
Laltezza di precipitazione (h [mm]) caduta in un determinato intervallo di tempo d [ore] rappresenta lo spessore
della lama dacqua che si accumulerebbe su una superficie orizzontale, qualora tutta lacqua caduta rimanesse
sul suolo.
Lintensit media di precipitazione il rapporto tra laltezza h di precipitazione e la durata d della stessa:

=

Lintensit istantanea di precipitazione il limite dellintensit media al tendere a zero della durata d.

IMMAGINI DA INSERIRE (pag. 1-3 a 1-18)

Giorno piovoso: giorno in cui stata misurata unaltezza di precipitazione uguale o superiore ad 1mm.

Gli annali sono formati da 6 tabelle:

Tab. 1: per ogni stazione riportata la quantit di pioggia caduta giornalmente ed i totali mensili ed annui della
precipitazione e del numero di giorni piovosi. Le osservazioni sono eseguite ogni giorno per 24 ore dalle ore 9
e il risultato viene attribuito al giorno stesso della misura: il valore segnato, quindi rappresenta laltezza di
pioggia caduta nelle 24 ore comprese fra le 9 del giorno precedente e le ore 9 del giorno in cui si effettua la
misura. In grassetto evidenziato il massimo misurato per ogni mese.
Tab. 2: per le stesse stazioni della tabella precedente sono riportati i totali mensili ad annui delle quantit di
precipitazione. Per ogni stazione riportato in grassetto il valore massimo ed in corsivo il valore minimo.

Tab. 3: riporta i dati relativi ai valori pi elevati delle precipitazioni registrate nellanno per 1, 3, 6, 12, 24 ore
consecutive appartenenti o no allo stesso giorno. Sono considerate le precipitazioni iniziate dopo lo 0 dell1
gennaio a quelle terminate dopo le 24 del 31 dicembre.
Tab. 4: riporta i massimi valori verificatosi in 1, 2, 3, 4, 5 giorni consecutivi appartenenti o no allo stesso mese;
ovvero la sommatoria dei valori della 1 tabella.

Tab. 5: riport6a il valore, la durata e la data della precipitazione di maggiore intensit e di breve durata
registrate dai pluviografi.
Tab. 6: riporta i mesi da gennaio a maggio e da ottobre a dicembre nei quali possono verificarsi precipitazioni
nevose.
REGIMI PLUVIOMETRICI ITALIANI

I regimi pluviometrici che si incontrano nelle diverse regioni italiane presentano in genere caratteristiche
intermedie tra quelle dei due tipi estremi, il regime continentale e il regime marittimo.
Il regime pluviometrico continentale caratterizzato da un massimo di pioggia in estate e da un minimo in
inverno. In Italia si ritrova solo in una stretta striscia di territorio posta lungo lo spartiacque alpino in Lombardia
e nellAlto Adige.
Il regime pluviometrico marittimo caratterizzato da una distribuzione delle piogge nellarco dellanno
esattamente opposta a quella del regime continentale. Il massimo si presenta in inverno e il minimo in estate.
In Italia si incontra sulla costa tirrenica dalla Maremma alla Lucania, in Sicilia, in Sardegna.
La maggior parte del territorio della penisola si trova in un regime intermedio. Questi regimi intermedi sono tutti
caratterizzati dalla presenza di due massimi e di due minimi di pioggia. I massimi si presentano in autunno e in
primavera, i minimi in estate e in inverno.
Il regime sublitoraneo alpino si incontra in buona parte della pianura padana e presenta un massimo principale
in autunno e uno secondario in primavera e un minimo principale in inverno.
Il regime sublitoraneo appenninico si incontra nelle parti interne della penisola italiana ed caratterizzato da
un massimo principale in autunno e da un minimo principale in estate.
VARIABILI CASUALI

Una variabile si dice casuale quando i valori che essa pu assumere dipendono da un numero elevatissimo di
cause poco conosciute o per niente conosciute.

Le variabili casuali possono essere discrete o continue. Ad esempio il numero di giorni piovosi in un anno una
variabile discreta, potendo assumere solo valori interi positivi compresi tra 0 e 365. Il volume dacqua contenuto
in un serbatoio invece una variabile casuale continua, potendo variare con continuit tra zero ed il massimo
volume immagazzinabile.

Le variabili casuali possono essere limitate o illimitate, a seconda che sia limitato o meno il campo dei valori
possibili. Ad esempio il volume dacqua contenuto in un serbatoio una variabile (continua) limitata
inferiormente e superiormente. Invece la variabile casuale altezza di pioggia una variabile continua limitata
inferiormente e illimitata superiormente in quanto pu assumere, almeno da un punto di vista teorico,
qualunque valore nullo o positivo.

Per ogni fenomeno idrologico, le osservazioni disponibili forniscono solo alcuni valori della variabile che lo
descrive. Sorge quindi spontanea la domanda circa la possibilit di estendere le conclusioni, cui si pu giungere
esaminando le unit osservate, a tutti i valori possibili e circa la ricerca dei limiti di validit e di attendibilit di
tale generalizzazione.

Linsieme dei procedimenti che consentono di pervenire a conclusioni valide in termini generali, sulla base di un
gruppo limitato di osservazioni, prende il nome di inferenza statistica.

Alcune definizioni:

POPOLAZIONE di una variabile casuale: insieme degli infiniti valori (non tutti necessariamente diversi tra loro)
che la variabile pu assumere.
CAMPIONE di dimensione N di una variabile casuale: insieme finito di N elementi estratti dallinsieme di tutti i
valori che costituiscono la popolazione.
AMPIEZZA del campione: differenza tra il massimo valore del campione e il minimo valore del campione.
CLASSE della variabile casuale X, limitata dagli estremi Xi e Xi+1: insieme di tutti i valori della X tali per cui
Xi<XXi+1.
FREQUENZA ASSOLUTA DI CLASSE: numero di elementi che ricadono in ciascuna classe. La somma delle
frequenze assolute di classe pari a N.
FREQUENZA RELATIVA DI CLASSE: rapporto tra la frequenza assoluta e la dimensione N del campione. La
somma delle frequenze relative di classe pari a 1.
FREQUENZA CUMULATA RELATIVA: Se il campione di ampiezza N viene ordinato in maniera crescente e
suddiviso in k classi possibile associare allestremo superiore della classe i-esima Xi+1 il rapporto tra il numero
degli elementi minori o uguali a Xi+1 ed il numero totale N. Tale rapporto si definisce frequenza cumulata
relativa.

Esempio: Altezze di pioggia massime


annue di durata 1 ora alla stazione di
Fontanaluccia (bacino fiume Secchia)
Formula di Sturges per individuare il numero di classi k:

= 1 + 3.322 10 ()

La frequenza cumulata relativa pu svincolarsi dal concetto di classe. Infatti, per ogni elemento xi dellinsieme
di dati, si definisce frequenza cumulata relativa il numero i di dati minori o uguali allelemento xi diviso per la
dimensione N del campione:


( ) =

Probabilit: Si definisce probabilit (incondizionata) di un evento E il rapporto P tra il numero m dei casi
favorevoli al verificarsi di E e il numero totale n di casi ugualmente possibili.


() =

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