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PONTIFICIO INSITUTO MISSIONI ESTERE

RISCATTO E REDENZIONE:
Il rapporto tra nella lettera ai Romani e di
Mc 10,45.

Elaborato scritto per il Baccalaureato in Teologia

Studente: Mateus Jensen Didonet

Docente: ch.mo prof. Matteo Crimella

Anno Accademico 2016 / 2017


SOMMARIO

INTRODUZIONE ................................................................................... 3

1 RISCATTO IN MARCO ............................................................... 5

1.1 Spiegazione dei termini .......................................................... 5

1.2 Analisi del contesto ................................................................ 8

1.3 Il versetto 45 e linterpretazione complessiva ....................... 11

2 REDENZIONE NELLA LETTERA AI ROMANI .......................... 15

2.1 Matrice cultuale (Rm 3,24-25) .............................................. 15

2.2 Matrice apocalittica (Rm 8, 23) ............................................. 22

CONCLUSIONI .................................................................................... 27

BIBLIOGRAFIA .................................................................................... 30
3
INTRODUZIONE

Perch Ges ha dovuto morire in croce? Qual il significato di una morte


cos violenta per il Messia?
L'inquietante domanda non pu che appartenere al nucleo stesso della
fede cristiana. Lavranno fatta gi i discepoli della prima ora; avevano lasciato le
loro barche e le loro sinagoghe per seguire questo rabbi che parlava di Dio in
un modo nuovo. rovarsi davanti allinaspettato fatto della crocifissione ha fatto
saltare ogni schema con cui vedevano il loro maestro: noi speravamo che
fosse lui a liberare Israele... (Lc 24,21) affermano i discepoli di Emmaus, in
modo che quasi si pu percepire la triste delusione nella loro voce.
Ma ecco che accade limpossibile: la risurrezione ugualmente
sconvolgente, un nuovo inizio. Il gioioso annunzio fa ardere il cuore: il Signore
veramente risorto. Nuovamente si ribalta il modo di veder la sua persona,
persino la visione del mondo viene capovolta. Si cercano interpretazioni. Una
delle prime visioni che si possono scorgere nella Bibbia della comunit che
raccolse i detti di Ges (la cos detta fonte Q), che tenta di inquadrare il maestro
nello schema deuteronomistico dellinviato di Dio rigettato dal popolo
disobbediente, oppure nella misteriosa figura del figlio delluomo 1. Ma sulla
morte tace misteriosamente e ci si capisce perch le tre predizioni della morte
sono raccontate solo dal Vangelo di Marco e la passione non raccontata da
Q. Lo stesso atteggiamento si trova nel discorso di Pietro nella Pentecoste 2,
che cita la crocifissione, ma non la interpreta.
Il Messia non poteva annunciare il Regno senza quella morte? Perch
bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze (Lc 24,26)? Bisogner
aspettare Marco, il primo evangelista, per avere un racconto autorevole della
vita di Ges che non ignorasse la sua morte, anzi ne facesse il punto centrale

1
Questo titolo cristologico, che con grande probabilit risale al Ges storico, stato
molto discusso quanto allorigine e interpretazione. Qui basta dire che per la prima comunit
un titolo centrale, usato 11 volte in Q, in modo che Ges presentato come molto pi di un
profeta. Cfr. R. PENNA, I ritratti originali di Ges il Cristo, vol.I, San Paolo, Cinisello Balsamo
2010, 139-149.
2
Il materiale di At 2-5 ritenuto dalla maggior parte degli studiosi come essere di
redazione lucana, pur conservando tradizioni arcaiche legate alla chiesa di Gerusalemme. Cfr.
R. PENNA, I ritratti originali di Ges il Cristo, vol.2, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011, 45.
4
della sua opera, vero filo rosso che accompagna lo svelarsi della trama. Allora
che senso dato in Marco alla croce? Il triplice annuncio della passione (Mc
8,31-33; 9,30-32; 10,32-34) descrive lavvenimento prossimo, ma non spiega il
perch Ges si consegnava. Tutto sembra inquadrarsi in qualche modo in un
piano pi ampio: il iglio delluomo doveva () molto soffrire (Mc 8,31),
compiendo quanto detto nelle Scritture, ma con quale scopo?
La prima indicazione pi esplicita del senso della morte viene in seguito:
l iglio delluomo infatti non venuto per essere servito, ma per servire e dare
la propria vita in riscatto per molti (Mc 10,45). Lultima parte del versetto per
problematica; sembra staccata dal contesto (che parlava del servizio dei capi
della comunit, come si vedr) e spiega la morte come un riscatto (),
parola che nel Nuovo Testamento compare solo qui e nel brano parallelo di
Matteo (Mt 20,28).
Per spiegare questa parola sorge una possibilit illuminante: un termine
derivato () compare tre volte nelle lettere autentiche di Paolo,
appunto quando lapostolo spiega il senso della morte di risto. Le stesse sono
state scritte sicuramente prima del Vangelo di Marco. Allora si pu dire che il
versetto 10,45 di Marco di influenza paolina? stato lapostolo a dare
linterpretazione che lo stesso Ges non ha dato? Questo sembra avallare la
tesi di Werde che stato Paolo a trasformare il cristianesimo in una religione
di redenzione, in modo da poterlo chiamare secondo fondatore del
cristianesimo3.
Lo scopo di questo lavoro presentare uno status quaestionis sulla
possibilit di stabilire un rapporto fra riscatto () in Mc 10,45 e
redenzione () nella lettera ai Romani.

3
Tesi di stampo modernista tipica di vari autori fra i sec XIX e XX, come per esempio
di Willian Wrede. Cfr. W. WREDE, Paul, Philip Greene, London 1907.
5

1 RISCATTO IN MARCO

Anche il Figlio dell'uomo infatti non venuto per farsi servire, ma per servire e
dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10,45)

.

L'interpretazione del versetto 45 implica in tre aspetti collegati: la


spiegazione dei termini, larticolazione con il contesto e infine lo sfondo
concettuale.

1.1 Spiegazione dei termini

1.1.1.

Su questo termine bisogna soffermarsi di pi, essendo la sua


comprensione, chiave per il lavoro. La radice il verbo greco (sciogliere,
slegare, liberare). Ad esso si aggiunge la terminazione , che indica
strumento. Nei termini pi recenti questo suffisso indica un compenso per una
prestazione, per esempio la paga per linsegnamento. os
il prezzo per il riscatto, che pagato per liberare un prigioniero di guerra, uno
schiavo4.
ella LXX lespressione traduce tre termini ebraici. Il primo kofer
(), tradotto sei volte5 come e significa sempre un compenso il cui

valore serve a coprire una colpa (diritto privato). Il secondo concetto gl (),
del diritto familiare, che designa il riscatto in favore di un parente prossimo. Se
egli caduto in schiavit il goel ha lobbligo di riscattarlo e se stato ucciso
pu vendicarlo. Se ha perso il patrimonio ha il diritto di riacquistarlo. Questo

4
Cfr. F. BSCHEL, , in Grande Lessico del Nuovo Testamento, Paideia,
Brescia 1970, vol. VI, 917-942.
5
Es 21,30; 30,12; Nm 35,31.32; Pr 6,35M 13,8. Originalmente kofer significava
copertura, ma ha perso il suo senso letterale e pass al senso di coprire una colpa , in
ambito laico. Gi il verbo kipper ha significato cultuale (espiare), e da esso deriva loggetto di
culto kapporeh del quale si parler.
6
contesto viene applicato a Dio soprattutto dal Secondo Isaia: YHWH il goel
del suo popolo, perch avendolo eletto si impegna come parente per riscattarlo
dal peccato. Lultimo termine che la LXX rende con pidjm (),
usata in tutto l'Antico Vicino Oriente per designare il prezzo del riscatto di un
uomo o di un animale6 preso dai nemici o destinato a Dio7.
un punto comune in tutte queste concezioni: non esiste equivalenza
fra il prezzo del riscatto e il riscattato, cio fra il denaro e la vita. La legalit di un
riscatto non dipende dalla equivalenza del valore, ma dallaccordo delle parti,
cio dal padrone che accetta di cedere il riscattato. Anche nel culto comune a
tutto il vicino Oriente che la divinit conceda il riscatto, dimostrando la sua
benignit.
Arrivando al Nuovo Testamento, il termine ricorre solo nel versetto qui
studiato (Mc 10,45) e nella versione di Matteo che lo riprende quasi immutato. Il
termine derivato compare in Tm 2,6 di cui si parler in seguito.

1.1.2.

Il termine , che traduce il termine ebraico nepe (), pu essere


tradotto come anima, vita o persona. el versetto qui studiato, il termine ha
il senso di vita, inteso nella totalit della persona: Donare la vita (
) un chiaro riferimento alla morte di Ges. Questo si vede dal
paragone di Mc 10,45 con 1Tm 2,6

(Mc 10,45)
Dare la propria vita in riscatto per molti

(1Tm 2,6)
Che ha dato se stesso in riscatto per tutti

La sostituzione di con naturale, poich possiedono


lo stesso senso e il verbo composto ritenuto pi elegante nel greco

6
Cfr. Es 34,20.
7
I primogeniti, per esempio, sono destinati a Dio e devono essere riscattati. Cfr. Es
13,13; Nm 18,15.
7
8
ellenistico . In questo modo si vede che i versetti sono paralleli e 1Tm ricalca
Mc in un greco pi preciso ed elegante9. Si conclude inoltre che donare la sua
vita ( ) di Mc una perifrasi tipicamente semitica10 per donare
se stesso ( ).

1.1.3.

La preposizione , ha il significato originale di fronte, ma nel uovo


estamento pu significare anche invece di, in luogo di, a favore di, per,
in modo che il contesto a determinarne il senso esatto. ar linterpretazione
data a Mc 10,45 a determinare la sua traduzione. F. Bschel e H. Frankemlle11
affermano che il versetto ha lidea di una sostituzione vicaria, di cui si parler in
seguito, e sostengono come traduzione: al posto di.
Quanto allespressione , essa pu designare una quantit
indeterminata o la totalit di cui si parla12. una questione delicata perch
lespressione / evoca un passo fondamentale per lintero
angelo: lultima cena. elle parole sul calice, Ges dice:


Questo il mio sangue, il sangue dellalleanza versato per molti
(Mc 14,24)

Linterpretazione di questo termine ha fatto scorrere fiumi di inchiostro,


che scopo del presente lavoro riprendere. Basta a questo studio per dire che
la maggior parte dei commentatori per linterpretazione di totalit13 e, in

8
Cfr. F. BSCHEL, , 942.
9
Cos Buschel, Kertelge.
10
Cfr. Sal. 109,31 e il suggestivo Is 53,10 con sim npsw.
11
Cfr. H. FRANKEMLLE, , in Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento
(Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi 15), Paideia, Brescia 2004, 289.
12
Questa interpretazione di totalit, anche se meno comune, possibile sia in ambito
greco (Cfr. ARISTOTELE, Metafisica, 9,6, 1056b-1057a), sia in ambito semitico. Anche Paolo lo
usa in senso di totalit, come evidente dal paragone di Rm 5,12ss e 1Cor 10,33, in e
sono usati in parallelismo sinonimico. Cfr. G. NEBE, , in Dizionario Esegetico del
Nuovo Testamento (Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi 15), Paideia, Brescia
2004, 1045-1052.
13
eguendo J. Jeremias, schel dice che luso senza articolo si avvicina pi delluso
di quantit indeterminata, sebbene il senso rimetta a una portata universale della morte di
Ges. Gi G. Nebe sottolinea che, dal parallelismo di Marco e 1Tm 2,6 citato sopra, si deve
optare per linterpretazione di totalit. Cfr. F. BSCHEL, , 924; G. NEBE, ,
1050.
8
questo modo, che questo un termine chiave per interpretare la morte di Ges
nel Nuovo Testamento.

1.2 Analisi del contesto

Inserire un brano nel contesto deve aiutare a rispondere a una


domanda che sar fondamentale per la comprensione del versetto: esso
staccato dal contesto oppure ne parte coesa? unaggiunta estranea o fa
parte della trama del testo di Marco?
La pericope di Mc 10,32-45 si inserisce come punto di arrivo e chiusura
di una unit letteraria a cui Marco ha dedicato il tema del cammino. Ges inizia
il suo pellegrinaggio da Cesarea di Filippo, confine con il mondo pagano, punto
suggestivo per lidea di missione universale, cara a Marco. Lui camminer
deciso verso Gerusalemme, verso la Passione e lungo la via (Mc 8,27), rivela
ai suoi discepoli il destino che lo aspetta. In questo cammino ci sono tre
annunci della passione (8,31-33; 9,30-32 e 10,32-34) seguiti da episodi di
incomprensioni da parte dei discepoli, sicch i tre episodi sono interconnessi.
Gli esegeti identificano la sezioni 10,2-12.17-27.35-45 come una
raccolta catechetica che forma ununit letteraria. Le caratteristiche che
giustificano questa divisione sono: in essa i tre branni compati per contenuto e
forma e cosistono in apoftegmi, cio dialoghi di tono parenetico plurimembri
(con ogni cambiamento di soggetto segnato da un ) con sussequente
ammaestramento dei discepoli. ono separati uno dallaltro da dalla
benedizione dei bambini (10,13-16) e terza professia nella passione (10,32-34).
Dopo la racolta, il scenario cambia: non pi il cammino ma Gerico, non pi
lambito catechetico ma taumaturgico. os il bloco chiaramente delimitato 14,
avendo come chiusura appunto il v. 45.
Il terzo annuncio (10,32-34) molto pi particolareggiato dei due
precedenti: un vero e proprio riassunto del racconto della passione, in modo
da elencare tutti i verbi di azione ed i personaggi che compariranno sul

14
Cfr. R. PESCH, Il Vangelo di Marco, vol. 2, Paideia, Brescia 1982, 236.
9
Calvario. Segue una pericope (10, 35-45) della gi citata raccolta catechetica
che composta da due scene che trattano di temi diversi, rispettivamente: i
posti donore nella gloria celeste vv. 35-40 e la gerarchia della comunit, vv. 41-
44.
La prima scena si avvicina al genere di dialogo didattico, ma con la
differenza che non tratta una questione di dottrina ma un problema pratico: la
richiesta dei figli di Zebedeo. Loro chiedono di sedersi con Lui nella sua
gloria. Nel contesto marciano la la magnificenza celeste del Figlio
delluomo, per cui la richiesta non tanto unattesa politica, quanto una attesa
del giudizio escatologico15. Quanto a bere il calice un riferimento a
accettare il martirio16 e si ricollega con il tema del calice dellultima cena17.
Anche il battesimo, nella sua idea, di affondare nelle acque, collegata al morire
(Cfr. Sal 42,8; 69,2?), accenna al martirio. Probabilmente nella comunit di
Matteo, allepoca della redazione, il termine era gi usato come termine
specifico per il sacramento, sicch si decise di rimuoverlo da questo brano (Cfr.
Mt 20,22).
La seconda scena viene allargata ai dodici che, ascoltando quanto
successo nella prima, cominciano a mormorare ( ), come
mormoreranno contro la donna dellunzione di etania alla soglia della passione
(Mc 14,4). La risposta di Ges paradigmatica e costituisce uno sviluppo della
regola dellumilt di 9,35 (secondo annunzio), fatta anchessa in modo solenne,
per cui il v. 45 in questo parallelo sembra pi naturale. Inoltre, il v. 45 presenta
in un parallelismo una forma normativa tipica18 che la collega con 8,34 (primo
annunzio). ncora a favore dellinterpretazione del v. 45 integrato c un terzo
argomento: questo versetto, come accennato sopra, rimanda alle parole sul

15
Contro E. Lohmeyer, Mark. Il fatto significativo perch indica che oggetto
dellinsegnamento del brano non il passaggio alla fede messianica, ma ad accettare un
messia che deve passare per la croce.
16
I riferimenti pi immediati sarebbero Is 51,17; Ger 25,15; Ez 23,33 che parlano per
del calice del giudizio, che non si armonizza con il potete bere di Ges. pi vicino dunque
lapocrifo Martirio di saia 5,13, che dice che Dio ha versato il calice a me solo parlando del
martirio.
17
Cfr. G. BENZI, Venuto per servire (Mt 20,28 e Mc 10,45). Il servo e il suo
sacrificio, Parola Spirito e Vita 54 (2006)153-166.
18
In modo (molto) tecnico, un periodo ipotetico con protasi relativa ed apodosi
allimperativo, per cui simile Mc 8,34. Cfr. PESCH, Il Vangelo di Marco, 238.
10
calice dellultima cena, allo stesso modo della risposta ai figli di Zebedeo sopra
(10,38).
n argomento contro lintegrazione del v. 45, che la scena parallela,
presente solo in Lc 22,24-30, non riporta questo versetto. stato Bultmann a
dire che Marco avrebbe aggiunto questa sua interpretazione su una tradizione
pi antica19. Ciononostante, ci sono differenze sostanziali fra i racconti. In Luca
inserito dopo listituzione dell ucarestia ed legato, non al governo della
comunit, ma allambiente del banchetto. ali differenze sono dovute, non a
unaggiunta di Marco componendo il v. 45, ma alla redazione lucana, che fa una
trasposizione della tradizione20 nel contesto dellultima cena21.
ltro argomento sarebbe quello di vedere come unaggiunta il v. 45c: la
prima parte si inserisce bene nel contesto perch presenta lidea di Ges come
modello di servizio per gli apostoli (tema della pericope); con la seconda parte
(45c) non c questa connessione, infatti, dare la vita in riscatto non
possibile ai discepoli, sicch il versetto sarebbe unaggiunta. noltre, esso risulta
lunico versetto del angelo in cui la morte salvifica e il titolo glorioso Figlio
delluomo si trovano insieme. Benedetto Prete dice che il v. 45 esorbita il
contesto ma non lascia chiaro se difende unintegrazione del versetto o
meno22. Pesch, con Kertelege, afferma che il detto unitario, legato al contesto
e scelto come chiusura dalla raccolta catechetica.
A conclusione, si vede come il cammino verso Gerusalemme tutto un
crescendo della rivelazione della missione di Ges. Nel primo annuncio Ges
afferma che per seguirlo bisogna cercare non il peso della gloria ma portare la
propria croce, fino a dare la propria vita per amore. Nel secondo annuncio rileva
la necessit di farsi umile e servo. Qui, unisce entrambe le affermazioni
mostrando che il servizio dare la vita per gli altri. Marco fa culminare dunque
nel v. 45 la rivelazione della sua missione, punto pi alto della sezione del
cammino.
19
Cos R. BULTMANN, The History of Synoptic Tradition, Harper & Row, New York
1963, 97.
20
Per Pesch, Lc 22 dipende da Mc 10, per Gnilka sono redazioni indipendenti di una
stessa tradizione pre-esitente. Cfr. J. GNILKA, Marco, Cittadella, Assisi 1987, 569.
21
Cfr. PESCH, Il Vangelo di Marco, 250.
22
Cfr. B. PRETE, Il loghion di Ges: dare la propria vita in riscatto per molti (Mc
10,45), Rivista Biblica 44 (1996) 309-335.
11

1.3 Il versetto 45 e linterpretazione complessiva

Questa sezione discute i legami intertestuali del v. 45 per dargli


uninterpretazione, in modo da rispondere ad alcune domande: la morte di Ges
secondo Mc 10,45 era un sacrificio? Aveva il carattere espiatorio? Era intesa
come sostituzione vicaria?
Inserire il versetto in un quadro concettuale il punto chiave e sono
state formulate diverse interpretazioni. In primo luogo J. Jeremias nel 1971
situava il detto in una comunit semitica, per cui lo sfondo interpretativo Is 53
nella versione ebraica. Cos Is 53,10:

Trad. Cei Massoretico LXX


Ma al Signore piaciuto
prostrarlo con dolori.

Quando offrir se stesso in

sacrificio di riparazione,
vedr una discendenza,

vivr a lungo, si compir
per mezzo suo la volont
del Signore.

Il termine ebraico m () , era tradotto dalla Cei 1974 come


espiazione23 e dalla versione 2008 come sacrificio di riparazione. La LXX
invece non lo traduce mai come . J. Jeremias difende per una libera
traduzione dellevangelista, appunto perch il detto formulato in ambiente

23
Il termine m, come anche hattt, pu significare sia peccato, sia sacrificio per
il peccato: n am 6 quando i filistei restituiscono larca, aggiungono unofferta (m, LXX:
). Lincessante riflessione sul peccato e purit port laggiunta del termini m,
originalmente usato per sanzioni giuridiche, allambito cultuale, in cui designa lofferta di
espiazione per peccati contro beni morali e fisici del tempio e di altri israeliti. Cfr. I.
D LL , il sacrificio dellantico sraele: visione complessiva, Parole Spirito e Vita 54
(2006)13-36, 27. D. KELLERMANN, m, in Grande Lessico dellAntico Testamento,
Paideia, Brescia 1988, vol. I, 931-950.
12
semitico. Con lui concordano molti autori: B. Prete, G. Gnilka e pi
recentemente, . aisner, che arriva a proporre lautenticit pre-pasquale del
detto di Ges24.
. esch daccordo con il riferimento a s 53, situandolo per in una
comunit giudeo-cristiana di lingua greca. Non sarebbe dunque un riferimento
al m ebraico, ma al contesto generale del IV carme di Isaia, come anche
lidea di martirio che si evoluta nella letteratura ebraica. Su questabisogna
soffermarsi.
Quando nel 167 a.C., il re Antioco IV Epifane volle imporre usanze
pagane per indebolire le pratiche della legge mosaica e integrare gli israeliti in
un impero di cultura ellenistica, scoppi la guerra. Nei libri dei Maccabei,
compaiono personaggi che diverrano tipologici, esempi di fede e obbedienza. Si
sviluppa lidea teologica che la fedelt fino alla morte compensata da Dio25. In
diversi scritti furono aggiunte successive interpretazioni, arrivando ad attribuire
alla morte dei martiri un potere espiatorio, che porrebbe fine allira di Dio dovuta
alla disobbedienza26. In questo contesto si inserisce il quarto libro dei Maccabei,
che probabilmente da situare ad Antiochia della Siria nel I secolo a.C.27 Si
sviluppa in esso il tema della supremazia della ragione sulle passioni e sulle
sofferenze, in modo a compiere la Legge, fino alla morte se necessario. Il libro
una rillettura di 2Mac, in particolare del martirio dei sette fratelli di 2Mac 7,1-
14, al quale dedica ben 9 capitoli. Bench il libro sia espressione della fede
giudaica nella Legge, rissente fortemente dellinfluenza della filosofia ellenistica.
Alcuni passi hanno grande somiglianza con i brani studiati:
[Preghiera di Eleazaro] Tu sai, o Dio, che bench avessi potuto salvare
me stesso, per amore della legge muoio fra atroci tormenti. Sii
misericordioso col mio popolo, e basti per loro la nostra punizione. Fa

24
Cfr. S. McKNIGHT, Ges e la sua morte (Introduzione allo studio della Bibbia 65),
Paideia, Brescia 2015, 185.
25
Cfr. 1Mac 2,51-53.64: Ricordate le gesta compiute dai padri ai loro tempi e traetene
gloria insigne e nome eterno. Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e ci non gli
fu accreditato a giustizia? Giuseppe nell'ora dell'oppressione osserv il precetto e divenne
signore dell'Egitto. (...) Figli, siate valorosi e forti nella legge, perch in essa sarete glorificati.
26
Cfr. 2Mac 7,37; Anch'io, come gi i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi
dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e
flagelli, debba confessare che egli solo Dio
27
Cfr. E. NOFFKE, Introduzione alla letteratura mediogiudaica precristiana (Istrumenti
18 Biblica), Claudiana, Torino 2004, 133.
13
del mio sangue la loro purificazione e prendi la mia vita in cambio
della loro ( ) (4Mac 6,27-29)

E mediante il sangue di questi uomini devoti e la loro morte come


sacrificio di espiazione ( ), la divina provvidenza preserv
Israele che in passato era stato maltrattato (4Mac 17,22)

Per mezzo loro la nazione ottenne la pace (4Mac 18,4)

in questo sfondo della letteratura martiriologica che il versetto di Marco va


letto, secondo Pesch. Il termine citato sopra riferito al martirio quale
offerta della vita in luogo di altri, percui equivalente a .
Per questi autori, la morte di Ges un sacrificio e ha valore espiatorio
(il giusto mio servo giustificher molti, v.11; portava il peccato di molti,
v.12). Inoltre, un sacrificio quale sostituzione vicaria (il castigo che ci d
salvezza si abbattuto su di lui, v.5; fece ricadere su di lui liniquit di tutti
noi, v.6).
G. Benzi invece segue J. Jeremias nell' indicare Is 53 ebraico come
sfondo per il brano, ma cerca di precisare, citando De Vaux e Beauchamp, che
il brano di Isaia non implica esattamente un sacrificio di sostituzione vicaria:

on si punta laccento su di un indennizzo o una riparazione,


ma si svela una situazione di obbligazione l dove lofferente
riconosce nella sua responsabilit il danno perpetrato e ne
comprende la gravit28

econdo lautore, il carme indica la conversione di una comunit


dopo la visione retrospettiva della passione del servo di YHWH. Questo
sarebbe lo sfondo per leggere la morte di Cristo e non un sacrificio vicario.
Una visione simile emerge dallo studio sul Ges storico di S. McKnight.
er lui, il v.45c uninterpretazione fatta dalla comunit sul senso della morte di
Ges nella scia di Is 53. Essa si aggiunge allinterpretazione di Ges stesso,
che si vedeva come profeta che, sull'esempio di altri profeti rigettati e di
Giovanni attista, doveva morire. ugualmente importante per lautore lo

28
G. BENZI, Venuto per servire (Mt 20,28 e Mc 10,45). Il servo e il suo sacrificio,
163.
14
sfondo di Dn 7 dellapocalittica giudaica, che vede dellavvento del Messia la
fine del dominio del peccato29.
Gi S. Lgasse discorda sulla corrispondenza con Is 53, per cui Mc
10,45 non avrebbe un valore di sacrificio, ma di martirio. Il brano gi citato di
4Mac conclude che il martire muore come riscatto, per e al posto della
moltitudine umana peccatrice30, per cui un gesto di espiazione, ma non un
sacrificio cultuale.
Come lui, anche G. Perego insiste che il contesto della frase non
cultuale. Lo sfondo concettuale invece sarebbe da cercare in Is 43,3-4:

Trad. Cei Massoretico LXX


poich io sono il Signore, tuo


Dio,
il Santo d'Israele, il tuo


salvatore.
Io do l'Egitto come prezzo per il

4 4
tuo riscatto,

l'Etiopia e Seba al tuo posto.
Perch tu sei prezioso ai miei
occhi,

perch sei degno di stima e io ti
amo, .
do uomini al tuo posto
e nazioni in cambio della tua
vita.

Questo riferimento indica secondo Perego il riscatto come il culmine


della logica del servizio: la capacit di farsi carico del prossimo fino a
riscattarlo, non perch questo non pu pagare di propria tasca un debito, ma
semplicemente perch un dono prezioso e irrinunciabile31.
Questa sarebbe anche la posizione di W. Grimm, che cita diversi testi
dal rabbinismo in cui si interpreta Is 43 come salvezza di Israele, compensata
29
Cfr. S. MCKNIGHT, Ges e la sua morte, 358.
30
S. LEGASSE, Marco, Borla, Roma 2000, 542.
31
G. PEREGO, Marco (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi 38), San Paolo,
Cinisello Balsamo 2011, 225.
15
con la condanna dei popoli pagani. Secondo lautore, Marco capovolge lidea
dicendo che Dio si fa servo (ebed) dellumanit in Ges, idea prossima a
YHWH come goel, come si visto.
nfine, K. Kertelge ha una posizione intermediaria, in cui lavvicinamento
a Is 43 possibile come tema teologico, ma il testo di Marco non fornisce
sostegno sufficiente per derivarlo da questo sfondo. Non neanche possibile
accostarlo allinterpretazione rabbinica di saia, che lontana da Marco
(geograficamente e temporalmente). Lo sfondo dunque da trovare nello
stesso s 53, sebbene con riserve. er esempio, Marco sottolinea liniziativa di
Ges, la sua autodonazione, non presente nel Cantico del Servo. Un altro
punto che in entrambi presente lidea di sostituzione vicaria, ma
levangelista ne consapevole, pur nei suoi limiti.
Per riassumere, un termine di origine commerciale legato al
riscatto di uno schiavo, liberato mediante il versamento di una valore
pecuniario. Viene usato in Mc 10,45 come punto di arrivo di una sezione che
svela progressivamente limminente morte di Ges e il suo misterioso senso. l
quadro interpretativo, secondo alcuni, il brano di Is 53, per altri Is 43 o il
martirio giudaico di 4Mac. Ma quanto allinfluenza di aolo? Lelaborazione di
queste interpretazioni teologiche, avrebbe potuto essere influenzata
dallapostolo delle genti? er rispondere, si parte dellinterpretazione da lui data
della morte di Ges.

2 REDENZIONE NELLA LETTERA AI ROMANI


2.1 Matrice cultuale (Rm 3,24-25)

Perch tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono
giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che in Cristo
Ges. lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo
della fede, nel suo sangue. (Rm 3,23-25ab)
,


.
16
2.1.1 Spiegazione dei termini

Il v. 24 introdotto ex abrutto e senza connettivi in modo un po


inelegante e inarticolato. Innoltre, i termini usati sono rari nel vocabolario
paolino, sicch alcuni autori diffendono che Paolo ha usato un frammento innico
preesistente di origine giudaico- cristiana32. nanalisi di ogni vocabulo del
versetto, alcuni di grande portata teologica, esce dallo scopo di questo lavoro.
Ci si atterr a sottolineare alcuni aspetti grammaticali rilevanti allinterpretazione
del termine .

-
enza entrare nellinterpretazione teologica, qui interessa mettere in
risalto solo che questo termine con cui il versetto inizia, un participio isolato e
privo di un preciso tempo verbale. Potrebbe essere tradotto come presente
seguendo Rm 3,28; come passato (cfr. Rm 5,9) o come futuro (Cfr. Rm 2,3).
Laspetto temporale diventa importante perch a secondo di come il versetto
venga situato nel tempo, la redenzione () legata a Ges Cristo si
riferir ad un evento storico preciso, a un processo attuale o ad una attesa
futura.

-
Voce del verbo , che ha due significati: sia mettere davanti,
esporre, sia proporsi, decidere di fare qualcosa. commentatori sono divisi
su come tradurlo. Con il secondo significato, gi presente in modo chiaro in Rm
1,13, linterpretazione sarebbe che Dio ha deciso di designare risto per
33
lopera della salvezza, cio parte di un disegno formato . Altri preferiscono

32
Cfr. K. KERTELGE, Giustificazione in Paolo. Studi sulla struttura e sul significato del
concetto paolino di giustificazione (GLNT Supplementi 5), Paideia, Brescia 1991. Anche Pitta,
che riduce al massimo le attribuzioni prepaoline, contando solo tre nella lettera, tra cui, questo
versetto. Cfr. A. PITTA, Lettera ai Romani (Libri Biblici: Nuovo Testamento 6), Paoline, Milano
2
2001 , 30.
33
er questinterpretazione, secondo Lgasse, si schierano rigene, mbrosiaster,
Crisostomo tra gli antichi, e Lightfoot, Lagrange, J. Cambier, Zeller, Maillot e lui stesso tra i
contemporanei. Cfr. S. LEGASSE, Lepistola di Paolo ai Romani, Queriniana, Brescia 2004,
197. Noi aggiungiamo gli autori italiani: Penna, Pitta, Romanello, Perego.
17
34
lidea di esporre, nel senso di manifestare pubblicamente , scelta questa che
si abbina con la traduzione di , come loggetto del tempio di cui si
parler in seguito.

-
Pu essere inteso come aggettivo maschile, tradotto come espiatorio,
oppure come aggettivo neutro, per cui offerta o sacrificio di espiazione, luogo
di espiazione. Questo secondo senso compare nella grecit profana per
indicare un dono votivo o espiatorio offerto alla divinit35.
ella LXX compare 25 volte, sempre con larticolo. Di queste 20 volte
traduce la parola ebraica kappret, che secondo Es 25,17-22 loggetto pi
importante del culto. robabilmente era il coperchio dellarca dellalleanza,
avvolto delle ali dei cherubini al centro della stanza pi sacra del tempio, il
anto dei anti. on la distruzione del tempio da parte delle truppe di
abucodonossor nel 586 a. , larca andata perduta, ma i riferimenti al
kappret persistono, senza che si sappia esattamente a che cosa
corrispondesse. i che loggetto, il valore simbolico di luogo della presenza
di Dio36.
Con le altre 5 occorrenze di , la LXX traduce zrh,
piattaforma dellaltare davanti al tempio. La scelta della traduzione di questo
termine, essendo hapax nel uovo estamento, dipende dellinterpretazione
data al v.25 che sar data in seguito.

2.1.2 Analisi del contesto

I versetti studiati (Rm 3,24-25) sono parte della Seconda Propositio


(Rm 3,21-31), brano di importanza capitale perch riassume il tema centrale

34
Cos Michel, Kuss, Barrett, Leenhardt, Cruce, Nygren, Schilier, Wilckens, Dunn,
Fitzmyer, sempre secondo S. LEGASSE, Lepistola di Paolo ai Romani, 198.
35
BSCHEL F. - HERRMANN J., , in Grande Lessico del Nuovo Testamento,
Paideia, Brescia 1970, vol. IV, 951-1012.
36
Cfr. G. BELLIA, Per un buon uso del sacrifico: espiazione e sostituzione vicaria,
Parola Spirito e Vita 54 (2006) 99-114, 103.
18
della lettera. ella prima propositio, aolo aveva esposto lessenza del suo
Vangelo usando quattro termini coordinati: potenza di Dio, salvezza, giustizia di
Dio e fede, essendo questultimo il pi importante, attorno al quale ruotano gli
altri. Il significato esatto dei termini non si poteva capire allora e sar capito
lungo la lettera.
Dovendo scrivere a una chiesa che non conosceva personalmente,
fatto a lui inconsueto37, Paolo spinto da diversi motivi. Aveva l alcune
conoscenze (cfr. Rm 16,1-23), voleva anche rispondere ad alcuni problemi
pastorali, come le divisioni interne e il rapporto con le autorit (Rm 14-15). Ma
la ragione principale sicuramente era quella di esporre la sua percezione del
Vangelo, sia perch cera chi lo accusava di lassismo (cfr. Rm 3,8), sia perch
era prossimo il suo viaggio a Gerusalemme e poteva intuire il rischio che
correva. La lettera dunque una specie di testamento o carta di identit
teologica38.
Lapostolo aveva un pubblico difficile al quale parlare, tra cui si
annoveravano avversari di tendenza giudaizzante. Perch lo scritto sia recepito
pi facilmente, inizia con una prima propositio che propone il tema generale
della lettera senza specificare i termini. Solo nella sezione 1,18-3,21 sar chiaro
che la giustizia di Dio citata in 1,17 non la tradizionale giustizia retributiva. In
tale sezione si dimostra che tutti gli uomini sono peccatori e che non c
differenza tra giudeo e greco. Lumanit si trova dunque in una terribile
situazione, bisognosa di giustizia ma incapace di realizzarla, con vincoli che la
legge indica ma che non pu sciogliere.
La seconda propositio (Rm 3,21-31) sorge dopo questo scenario buio
come la luce dopo la notte: introdotta dalle parole avversative ora invece (
), Paolo annuncia un nuovo eone, cio una nuova situazione. Karl Barth dir
che quando parla l rigine, quando parla la reminiscenza della nostra patria
presso il Signore, si scoprono le tombe, il sole si ferma su Gabaon39. La novit
si d nell' evento-Cristo, cio nella sua morte e risurrezione, oggetto della prima

37
Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il vangelo se non dove
ancora non era giunto il nome di Cristo (Rm 15,20; 2Cor 10,16).
38
R. PENNA, Lettera ai Romani, vol.I, EDB, Bologna 2004, 49.
39
K. BARTH, Lepistola ai Romani, Feltrinelli, Milano 1962, 66.
19
parte della propositio (v. 21-26), e nella fede delluomo, che il corrispondente
soggettivo di quell'evento, tema centrale e oggetto della seconda parte (v. 27-
31). un doppio livello in cui si d la giustizia di Dio e la redenzione:
cristologico e antropologico. I vv. 24-25, che interessano qui, appartengono alla
prima parte, cio inseriti nel tema della manifestazione storica della giustizia
salvifica di Dio, come si vedr.

2.1.3 Interpretazione complessiva

Per R. Penna, Paolo usa vocaboli di ambiti diversi (giudiziario, sociale e


cultuale), e in questo versetto ricorre allambito commerciale con il termine
. senza per sviluppare lidea di un prezzo pagato. er intendere la
morte di Cristo come il pagamento del riscatto, la frase dovrebbe avere senso di
passato, ma Paolo non lo specifica; anzi, in altri passaggi, lo cita
come presente (Cfr. 1Cor 1,30). on sarebbe decisiva dunque lidea del
pagamento del riscatto, della liberazione, della redenzione. Sono dello stesso
parere Pitta e Lgasse, che accenano alluso del termine in senso di
liberazione fatto in Dn 4,34 nella versione dei LXX40.
Per analizzare il v.25 si vorranno chiarire dallinizio due possibili sfondi
concettuali per accostarsi al versetto. l primo il Giorno dell spiazione (Yom
Kippur), che assume importanza centrale nel giudaismo del secondo tempio.
lunico giorno in cui il sommo sacerdote pu accedere al Santo dei Santi per
aspergere il sangue della vittima sopra il kappret. Il rituale dettagliato di Lv 16,
che ha lobiettivo di perdonare il peccato del popolo, di interpretazione
dibattuta. econdo von ad, lespiazione non si d per mezzo di unazione
materiale, ma perch la parola di YHWH per bocca del sacerdote faceva della
liturgia un avvenimento salvifico41. Leggermente diversa linterpretazione che
sottolinea il perdono gratuito di Dio celebrato nello Yom Kippur come sacrificio

40 LXX
In Dn 4,34 , Nabucodonossor ringrazia Dio di averlo guarito dalla pazzia dopo
sette anni, dicendo: venne il tempo della mia redenzione (
).Gli autori accenano anche alla liberazione dell sodo come possibile sfondo, senza
svilupparlo. Cfr. S. LEGASSE, Lepistola di Paolo ai Romani, 196.
41
Cfr. VON RAD G., Teologia del Antico Testamento (Biblioteca teologica), vol. I,
Paideia, Brescia 1974., 300.
20
42
di comunione . Il riferimento nel versetto alla non comune parola
insieme al sangue di Cristo, rimettono a questo sfondo.
Si ripropongono le domande gi fatte nella prima sezione: il brano
attribuisce alla morte di Cristo un valore espiatorio? Essa sarebbe un sacrificio
cultuale? Sarebbe una sostituzione vicaria? Esiste il valore di propiziazione alla
divinit?
Per la prima domanda, una risposta affermativa sembra abbastanza
consensuale43. Le diverse possibilit di traduzione della parola e il
contesto di riscatto hanno in comune lidea di espiazione, sicch si pu dire che
Dio ha realizzato una espiazione mediante risto.
La domanda sul sacrificio pi delicata e dipende da come si traduce
. Come aggettivo maschile, lespiatore sarebbe Ges in persona, ma
in nessun altro caso luomo oggetto di una azione di espiazione e risto il
soggetto. Pi coerente leggerlo come neutro, che apre la doppia possibilit di
capirlo come lo specifico oggetto del tempio (kappret) o in modo generale. Per
la prima possibilit si schierano vari autori44, ma la maggioranza segue la
seconda, per cui fanno una traduzione pi generale come
oggetto/luogo/offerta di espiazione. Tra questi autori bisogna ancora citare il
sottogruppo di coloro che traducono risto come espiazione, cio sacrificio
di espiazione (la vittima). Questi presentano come argomento: lassenza di
articolo che, come visto, accompagna sempre lidea di oggetti del tempio, e il
riferimento al sangue, che allude a Cristo come vittima45.
Una via di mezzo pi plausibile tradurre come luogo o
strumento di espiazione. Lassenza dellarticolo va spiegata per questioni di
stile nella frase. Il fattore simbolico principale non dunque il rito di aspersione
del sangue, ma il perdono; cio Ges come il luogo in cui si effettua

42
Cfr. I. CARDELLINI, l acrificio dellantico Israele: visione complessiva, Parola
Spirito e Vita 54 (2006) 13-36. Vedere anche la definizione citata sopra che Bschel d per Il
riscatto nel riguardo di Dio.
43
Cos R. Penna, S. Romanello. B. H. McLean invece vede il riferimento non
allespiazione, ma al rituale apotropaico greco, in cui un animale o eccezionalmente anche un
uomo (schiavo, criminale o povero) veniva espulso dalla citt come vittima per allontanare un
male (peste, ecc.). Cfr. B. H. McLEAN, The Crused Christ, apud R. PENNA, I ritratti originali di
Cristo, vol. II, 145.
44
N. S. L. Fryer, R. H. Bell e D. Stokl ben Ezra
45
Kasemann 85, Schlier 102, Lohse 149.
21
46
lespiazione . . enna va in questa linea, ma preferisce strumento, in
quanto Cristo e la sua morte rappresentano il mezzo, la forma, che Dio ha
scelto per espiare/cancellare i peccati47.
enna precisa ancora che lidea propriamente di sacrifico cultuale non
presente nel versetto, argomentando che mai nelle lettere paoline la morte di
Cristo legata a (offerta, vittima)48. Anche S. Romanello di questo
parere, affermando che fenomenologicamente impossibile leggere la morte di
risto nellinterezza delle categorie sacrificali bibliche. econdo lautore, aolo
usa queste categorie in forma polemica: La sua ha funzione kerigmatica e
polemica allo stesso tempo, quella di dichiarare raggiunti in Cristo gli obiettivi
inutilmente perseguiti dal culto sacrificale49. Lgasse di un parere
leggermente diverso, dicendo che presente lidea di sacrificio espiatorio
perch Paolo la riceve dalla tradizione giudeo-cristiana:

stata linterpretazione rituale della morte di risto nel


cristianesimo primitivo a provocare questa insistenza sul suo
sangue, essendo questo un elemento essenziale nel
cerimoniale dei sacrifici espiatori50

La seconda domanda citata: La morte di Cristo intesa come


sostituzione vicaria? n caso si ammetta lanalogia del versetto con lo Yom
Kippur, bisognerebe vedere se la liturgia di questa festa ebraica comprende
lidea di sostituizione, questione che dibattuta51. Penna propende per una
risposta negativa e aggiunge che neanche nella martiriologia giudaica lidea di

46
Cos Stuhlmacher, Wilkens e J. Roloff. er questultimo, aulo si riferisce al nuovo
luogo di espiazione: al posto del kapporet nascosto nel tempio, Dio ha fatto subentrare Ges
che, mediante il suo sangue, cio mediante il dono della sua vita, ha compiuto lespiazione.
Cos il venerd santo diventato lescatologico grande giorno della riconciliazione. J. ROLOFF,
, in Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento (Introduzione allo studio della
Bibbia. Supplementi 15), Paideia, Brescia 2004, 1732-1737.
47
R. PENNA, Lettera ai Romani, vol. I, 338.
48
Si precisa che Paolo usa una volta il verbo corrispondente, (1Cor 5,7: Cristo
nostra pasqua stato immolato). i riferisce cos all gnello pasquale che non era un vero
sacrificio cultuale n aveva valore espiatorio. Per la pasqua come sacrificio di comunione con
Dio, cfr. M. P. SCANU, La Pasqua come sacrificio, Parola Spirito e Vita 54 (2006) 37-55.
49
S. ROMANELLO, Hilasterion, Hilasmos, propiziatorio, espiazione (Rm 3,25; 1Gv
2,2; 4,10), Parola Spirito e Vita 54 (2006) 167-179,172.
50
S. LEGASSE, Lepistola di Paolo ai Romani, 202.
51
G. Deiana nega lidea, come anche il gi citato articolo di G. Bellia, che legge nella
liturgia dello Yom Kippur la struttura di un rb, il processo di riconciliazione giuridico praticato in
Israele. Cfr. G. BELLIA, Per un buon uso del sacrifico: espiazione e sostituzione vicaria, 104.
22
sostituzione presente. Egli preferisce tradurre con genitivo, struttura
frequente in aolo, come a favore di, per: Cristo mor per i nostri peccati,
oppure come rappresentativit (a nome di). Lidea di sostituzione sarebbe pi
propria della preposizione invece di, in cambio di pi genitivo, che per
Paolo non impiega mai52. ono ugualmente contro lidea di sostituzione vicaria
Pitta, Perego e Romanello.
Infine, la quarta e ultima domanda accenna alla propiziazione. Basta
notare che il soggetto grammaticale del v.25 Dio: lui ad attuare () il
piano di salvezza in Cristo. da escludere dunque qualsiasi idea di realizzare
una propiziazione ad una divinit offesa o adirata, come succedeva in alcuni
riti greci. Qui il proprio Dio a fare una espiazione del peccato, mediante ()
Ges.
A conclusione, si pu dire che Paolo si avvale di diverse sfondi
concettuali per accostarsi al mistero della morte di Cristo, ma con nessuno di
essi ha una corrispondenza totale. e c un riscatto, chi il destinatario del
prezzo pagato? Se un sacrificio cultuale, chi lo realizza? Cos interpretta Pitta:
Luso del linguaggio commerciale o cultuale metaforico,
senza richiedere di essere decodificato, interrogandosi sulla
questione del destinatario: non unallegoria ma una
simbologia nella quale alcuni elementi non trovano n possono
riscontrare corrispondenze53.

Lo studio sul termine paolino nella lettera ai Romani deve


essere completato per lo studio della seconda occorrenza del termine.

2.2 Matrice apocalittica (Rm 8, 23)


Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo
interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Rm 8,23)
,
,
.

i seguir la stessa procedura con estensione allanalisi del vocabolario


perch i termini che interessano sono gi stati citati.

52
Questa esattamente la preposizione di Mc 10,45 come visto.
53
A. PITTA, Lettera ai Romani, 168. Cos anche S. ROMANELLO, Hilasterion, 178.
23
2.2.1 Analisi del contesto

La sezione Rm 8,1-30 uno dei vertici della lettera e una pagina


fondamentale del Nuovo Testamento. Sono presupposte le acquisizioni della
sezione precedente (6,1-7,6), soprattutto sul morire e vivere in (e con) Cristo,
ma ora questa nuova vita si sviluppa in pienezza attorno al tema dello Spirito.
Questa luminosa sezione riceve ancora pi enfasi per il contrasto con loscuro
brano di 7,7-25 che, parlando del dramma del peccato e della condizione
delluomo nel mondo, finiva con un angosciante grido di supplica (7,24): Sono
uno sventurato! hi mi liberer da questo corpo votato alla morte?. La
situazione si scopre sorprendentemente mutata nel v.8,1: non c dunque pi
nessuna condanna per quelli che sono in risto Ges. Luomo, schiavo dei
suoi sforzi inutili per seguire la legge (Rm 7) si scopre liberato.
Il capitolo sviluppa in tre parti questo cambiamento, che costituisce la
specifica identit cristiana, data per la presenza dello Spirito. questo il filo
conduttore che guida luscita dalla schiavit della carne verso la libert dei figli
di Dio (prima parte: 8,1-17). Le sezione finisce con unapertura escatologica
(8,17: partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria).
La seconda parte inizia con una specie di nuova propositio (8,18). Ripetendo la
formula solenne (ritengo infatti), indica una convinzione forte e
importante54 e apre lo sguardo allintero contesto cosmico: tutta la creazione
(55) associata al destino delluomo.

2.2.2 Interpretazione complessiva

llinterno dell'ampio quadro universale che volge a un fine, i vv. 23-25


riprendono la questione antropologica in sospensione dalla prima parte (8,1-
17). Paolo fa tre affermazioni, essendo la prima da interpretare in modo
causale: noi che possediamo le primizie dello Spirito cio perch

54
Cfr. R. PENNA, Lettera ai Romani, vol. II, EDB, Bologna 2007,172.
55
ermine che deve essere inteso come lintero universo non umano, secondo la
maggior parte degli esegeti (Cfr. Dunn, 1469; Penna, 133)
24
56
possediamo le primizie. ench il termine primizie appartenga al linguaggio
tecnico cultuale indicando i primi frutti di un raccolto da presentare al tempio
(cfr. Es 23,19; Lv 22,12), il campo semantico qui non cultuale (ci sar
importante dopo). el caso, non luomo che deve offrire le primizie ma Dio
che le offre gratuitamente come assicurazione o caparra (termine usato in
2Cor 1,22; 5,5; Ef 1,14).
La seconda affermazione riguarda il gemere relativo alle sofferenze dei
cristiani nel tempo presente. La sofferenza e il gemito sono temi ricorrenti nell'
Antico Testamento (cfr. Gb 24,12; Sal 6,7; 12,6; 31,10). La terza affermazione
quella che qui interessa: loggetto dellattesa la filiazione adottiva, (cio) la
redenzione () del corpo. oggetto dellazione Dio, che realizzer
ladozione e la redenzione.
da notare che nel versetto si aspetta ancora la filiazione, ma in 8,15
Paolo ha detto che i cristiani hanno gi ricevuto uno Spirito di filiazione
adottiva, nel quale gridiamo: bb, adre. Lo stesso contrasto si applica alla
redenzione, che qui si aspetta, ma che in 3,21-27 sembrava gi avvenuta
(bench il tempo non fosse definito, come si visto). la tensione
escatologica, del gi, ma non ancora, resa pi evidente nel prossimo versetto:
poich nella speranza siamo stati salvati. Questo lunico caso in cui
(salvare) usato in tempo passato (pi precisamente: aoristo passivo). Paolo
normalmente riserva il verbo per lidea di salvezza definitiva alla fine dei tempi,
ma in questo versetto non si d un uso anomalo der termine. La salvezza,
bench presente rimane come orizzonte futuro perch Paolo aggiunte nella
speranza, che collega passato e futuro in una tensione escatologica.
Laccostamento di questi termini fa sicch riscatto e salvezza siano
quasi sinonimi, fatto che rende ancora pi evidente che il contesto originale di
prezzo del riscatto si perso. i conclude che e si sono
dissociati a livello semantico, e il primo assunse il senso generale di
liberazione, redenzione, salvezza57, gruppo concettuale pi importante per

56
Cos va tradotta la sentenza subordinata:
. Cfr. PENNA, Lettera ai Romani, vol.2, 185.
57
Cfr. F. BSCHEL, , in Grande Lessico del Nuovo Testamento, Paideia,
Brescia 1970, vol. VI, 943 - 959. K. KERTELGE, , in Dizionario Esegetico del
25
Paolo. Assomiglia dunque ad altri termini paolini: -, comperare
(1Cor 6,20;7,23) e , liberare ( m 6,18.22; 8,2; Gal 5,1).
Questo studio su conferma la famosa interpretazione di E.
P. Sanders sulla lettera ai omani: in essa, secondo lautore, si affiancano due
modelli diversi di religioni58. l primo denominato nomismo di patto espresso
nei capitoli Rm 1-5: la libera elezione di Dio propone un patto (alleanza).
Lobbedienza ai precetti il modo di rimanere nel patto, per singoli trasgressori
esiste possibilit di espiazione59, e la promessa finale la salvezza gratuita
data da Dio. Questo modello condiviso fra giudaismo e molti versioni del
cristianesimo, sia antico (giudeo-cristianesimo per esempio), sia
contemporaneo (molte volte la pratica parrocchiale cattolica va per questo
versante). Il fatto su cui insiste Sanders che lidea di meritarsi la salvezza o di
conquistarla per le opere realizzate non inerente a questo modello, ma ne
costituisce una degenerazione.
Nei primi capitoli della lettera ai Romani, Paolo si sforza di assimilare la
tradizione ricevuta, per cui assume questo modello intrecciandolo con idee
proprie. Queste divengono, nei cap. 6-8, propriamente un altro modello,
chiamato da anders escatologia partecipazionista. n questo aolo riesce a
esprimere meglio la novit del mistero cristiano. Appropriando espressioni
qumraniche, ma principalmente dellapocalittica giudaica, lapostolo esprime
insieme due dimensioni: personale e comunitaria, mistica e soteriologica, la vita
personale nello spirito insieme allessere salvato con la comunit. Questa
doppia valenza riassunta nellespressione paolina essere in risto.

Nuovo Testamento (Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi 15), Paideia, Brescia
2004, 370-373.
58
Pattern of religion un termine tecnico che anders adatta dallo strutturalismo per
affrontare il problema della diversificazione di linee teologiche, comunit, tendenze esistenti
nella Palestina al tempo di Paolo. Quanto cerca di descrivere un modello, fa riferimento a come
una religione funziona (e non a tutta la sua teologia o a una sua essenza astratta), cio
come viene percepita da coloro che la vivono. Cfr. E.P. SANDERS, Paolo e il giudaismo
palestinese: Studio comparativo su modelli di religione, Paideia, Brescia 1986.
59
Si veda per esempio che in Rm 1-5, peccato usato 13 volte come sinonimo di
trasgressione (quelli che hanno peccato senza la Legge, 2,12), e solo una volta (Rm 3,9)
con il senso che diventer dominante in Rm 6-16 (37 volte): peccato come luogo, forza,
potenza che schiavizza: restare nel peccato (6,1), vivere nel peccato (6,2), libero dal
peccato (6,7).
26
Il modello partecipazionista espresso pienamente in Rm 8, e in esso
si capisce luso di , che, come spiegato, sinonimo di redenzione,
liberazione, e ha come sfondo lapocallitica. Seppure lo sfondo di Rm 3, 21-30
risulti diverso, Paolo non intendeva unaltra verit. i appropria di vocaboli e
idee cultuali60, e per captatio benevolentia, e per conservare una tradizione, ma
luso che gli proprio rimane sottinteso: lazione realizzata da Dio in modo
gratuito, nella tensione del tempo escatologico del gi, ma non ancora.

60
fr. nel versetto studiato, m 3,23, aolo fa uninserzione un po maldestra, dice
Penna, il complemento mediante la fede ( ): ia o no unaggiunta paolina a una
confessione di fede anteriore, la menzione della fede costituisce una sottolineatura del concetto
che regge lintera sezione. fr. . , Lettera ai Romani, vol. II, 340.
27
CONCLUSIONI

Questo lavoro partito dalla precisa domanda: Mc 10,45 pu essere


interpretato alla luce di Rm 3,24-25? ellelaborare uno status quaestionis su
questo rapporto, si giunti ad una domanda di fondo: quale sarebbe, per
queste pericopi, il significato della morte di Cristo? presente lidea di
sostituzione vicaria, di propiziazione o di sacrificio espiatorio?
ellanalisi del versetto di Marco, si visto che i commentatori si
dividono in base a quale testo appoggiarsi per interpretare il versetto. La
maggior parte degli autori tendono a Is 53, sebbene Is 43 o unallusione alla
letteratura martiriologica sembrino anche possibili. Ciascuno di questi paralleli
fa risaltare un aspetto della passione: nel IV carme isaiano, il servo innocente
porta il peccato del popolo che cambier prospettiva dopo la sua morte. In Is 43
proprio Dio che versa il riscatto per liberare Israele. Gi i martiri maccabei,
nellofferta volontaria della vita, erano obbedienti fino alla morte sicch
diventarono causa di espiazione per il popolo.
La stessa caratteristica poliedrica si trovata nellinterpretazione di m
3,24-25. Se il termine (v.24) legato al contesto commerciale di
liberazione dello schiavo o prigioniero, il versetto seguente rimanda al culto nel
tempio. Lentroterra concettuale da cercare in Lv 16 e per alcuni autori, anche
nel martirio di 4Mac. Comunque sia, il senso di riscatto mediante versamento
di un prezzo gi non evidente. Lo stesso valido Rm 8,32, il cui sfondo
apocalittico rende il senso generico di liberazione e salvezza, qui
chiaramente diverso del senso di liberazione mediante riscatto.
In questo modo, ci che sembrava una connessione evidente fra Marco
e Paolo si rivelata fuorviante. vvicinare lespressione del Vangelo che
sembrava avulsa dal contesto alla teologia paolina si scoperto essere
unintuizione falsa. Lannalisi fatta ha rilevato prima che Mc 10,45
profondamente inserito nel contesto della trama marciana, poi che ha uno
sfondo concettuale diverso e, infine, che teologicamente differente. Quanto al
primo punto, dal contesto si vede che Marco dispone il triplice annuncio della
passione come un crescendo di rivelazione, che culmina con Mc 10,45.
28
econdo, nonostante laspetto poliedrico di entrambi le pericope, si vede che le
immagini usate da Paolo e Marco per interpretare la passione sono diverse. Il
possibile riferimento sia a 4Mac che al libro di Daniele rimane una somiglianza
formale. Ha alcuni termini comuni a cui viene attribuito un contenuto molto
diverso. Da questo fatto deriva il terzo aspetto della differenza: i concetti
teologici sono diversi, bench condividano lidea di espiazione. Marco non
pensa a un sacrificio cultuale, ma al martire / servo che d la vita e cos diventa
sacrificio di espiazione o riscatto per il popolo. In Paolo invece Dio che
dispone Cristo come strumento di espiazione per attuare la sua liberazione /
giustificazione.
In conclusione, alla domanda che ci siamo posti, abbiamo trovato
risposta a un doppio livello: storico-critico e teologico. Cercando la storia della
redazione, il metodo storico-critico interroga sulla possibile influenza di Paolo
sulla redazione marciana. A questa si deve rispondere che non ci sono elementi
testuali per affermarlo61 e il versetto di Marco si spiega meglio come
elaborazione dellevangelista che cerca di interpretare direttamente la vicenda
di Ges. Sono ancora attuali le parole di Bschel nel lontano 1942:
Da nessuna teoria sui sacrifici, ma solo dalla realt della vita, morte e
risurrezione di Ges risulta fino a qual punto i molti abbiano perduto
questa vita (di intimit con Dio) e come Ges intervenga per essi
donando la sua vita. Di proposito le parole di Ges sono puramente
allusive. Esse svelano un mistero che devessere adorato umilmente e
tenuto nascosto a una curiosit cavillosa; anche per questo hanno una
forma metaforica. Esse potranno essere capite solo partendo dalla storia
narrata dai vangeli62.

Il secondo livello della domanda sar: le interpretazioni teologiche della


morte di Cristo che emergono dallattuale testo di Marco e dallEpistola ai
Romani sono le stesse? A questo si deve rispondere che non sono coincidenti
ma complementari. La passione non pu essere totalmente spiegata con
nessun concetto n per analogia. La prima comunit, consapevole di questo
aspetto apofatico, ha scelto nel Nuovo Testamento di avvicinarsi alla passione

61
Pochi sono gli autori che lo difendono, per esempio B. W. BACON, Is Mark a Roman
Gospel? citato da DONAHUE J. R. - HARINGTON D. J., Il Vangelo di Marco (Sacra Pagina 2),
Elledici, Torino 2006, 37.
62
F. BSCHEL, , 926.
29
da diversi versanti, con il giusto timore di fronte al mistero e senza la pretesa di
spiegarlo totalmente.
30

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