ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO

NUOVI STUDI STORICI - 3

AGOSTINO PERTUSI

FINE DI BISANZIO E FINE DEL MONDO

SIGNIFICATO E RUOLO STORICO DELLE PROFEZIE
SULLA CADUTA DI COSTANTINOPOLI
IN ORIENTE E IN OCCIDENTE

Edizione postuma
a cura di ENRICO MORINI

ROMA
NELLA SEDE DELL'ISTITUTO
PALAZZO BORROMINI
1988
 Ouoniam nostris sunt aptius prophe-
tata temporibus, in quos finis seculo-
rum, sicut Apostulos inquid (/ Cor. 10,
Il), pervenerunt, ut iam per ipsa que
nostris cernimus oculis vera esset creda-
mus ea que predicta sunt a patribus no-
stris (Petri monachi praefaciuncula ad
Sancti Methodii episcopi Paterensis ser-
monem de regnum cantium, etc., E. SAc-
KUR, Sibyllinische Texte und Forschun-
gen, Halle a. S. 1898 [rist. anast. Torino

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1963], pp. 59-60).

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La pubblicazione stampata con il parziale contributo del CNR

dato alla Cattedra di Storia Bizantina dell'Ateneo di Bologna

ISSN 0391-8475
Stampato nello Stabilimento Editoriale Ptron- 40127 Quarto
Inferiore - Bologna - Dicembre 1988
 NOTA DEL CURATORE

l. Premessa

Nei sette anni trascorsi dalla prematura scomparsa di Agostino Pertusi

hanno visto la luce due opere delle quali il compianto studioso non era
riuscito a vedere la stampa: Martino Segono di Novi Brdo vescovo di
Dulcigno. Un umanista serbo dalmata del tardo Quattrocento, pubblicata
nel 1981 nella collana Studi Storici dell'Istituto Storico Italiano per il
Medio Evo, a cura di Chiara Faragg:iana di Sarzana; e Testi inediti e poco
noti sulla caduta di Costantinop oli, uscita nel luglio 1983 presso i tipi
della Casa Editrice Ptron in Bologna, a cura di Antonio Carile, nella
collana da lui diretta Il Mondo Medievale. Sezione di Storia Bizantina e
Slava, vol. 4.
I motivi del ritardo nella stampa della presente opera sono anche
intrinseci : nel momento in cui l'autore fu costretto dall'inesora bile progre-
dire della malattia a sospendere il lavoro, essa era !ungi dall 'essere ultima-
ta. Una prima stesura dattiloscrit ta, completa di note, era accompagn ata
da numerose integrazion i, di diseguale ampiezza ed ancora manoscritte ,
al testo ed alle note; questo stato di incompiute zza confermato dal fatto
che l'Introduzio ne resta incompleta , mentre la Conclusion e, a giudicare
anche dall'elevato numero di integrazion i, sembra provvisoria . La stesura
dell'opera mostra i caratteri di un testo scritto di getto, se non dettato,
destinato - mi stato testimoniat o che questo era il metodo di lavoro del
Maestro- ad una globale revisione linguistica. Lo stadio non terminale in
cui si trovava l'opera - ben avvertibile ad un'attenta lettura della presente
edizione - non era tale da incoraggiar e chi prima di me si accinto ad
approntare il testo per la stampa. Ho tuttavia preso in mano le cartelle
contenenti tutto il materiale dell'opera, dattiloscrit to o vergato a mano,
motivato dal desiderio di compiere un estremo gesto di gratitudine e di
omaggio verso il Maestro che, attraverso la Biblioteca Pertusi del Diparti-
mento di Paleografia e Medievistic a dell'Univer sit di Bologna ed attraver-
so le iniziative di ricerca sviluppate dalla scuola del Carile, ha continuato
ad esercitare nei miei confronti una concreta influenza. Ma ero soprattut-
VIII NOTA DEL CURATORE
to spinto dalla consapevol ezza che l'opera del Pertusi apre un campo di
ricerca in cui mi si offriva l'opportuni t di entrare. Mi ha ulteriormen te
stimolato a predisporre per la pubblicazio ne, nella massima aderenza alle
indicazioni dell'autore, tutto questo materiale, l'avere appreso quanta pre-
mura il Pertusi nutrisse per il presente lavoro, quanto ne fosse spiritual-
mente coinvolto per un'interiore partecipazi one del suo sentire, come mi
ha rivelato la consorte del Maestro.
La coscienza di tutto ci mi ha fatto sentire la responsabil it del
compito che mi veniva proposto; da essa scaturita la scelta di prendere
come criterio per la presente edizione la fedelt allo scritto del Maestro,
con il ricorso a procedimen ti assai vicini a quelli consueti nelle edizioni
critiche: quando parso opportuno, per ragioni stilistiche, espungere
qualche parola, mi sono limitato a porla tra parentesi quadre e, quando
ho trovato necessario modificare qualche espressione dell'autore, ho po-
sto a pie' pagina, richiamata da uno o pi asterischi, la forma originale.
Per evidenti ragioni di opportunit non ho per potuto denunciare l'ag-
giunta delle parole sulla caduta di Costantinop oli, che ho creduto di dover
apportare al titolo. Ho premesso al testo una breve introduzion e nella
quale pongo in evidenza i punti di maggior interesse di quest'ultim o
studio del Pertusi in ordine soprattutto ai miei interessi di ricerca.
A lavoro ultimato desidero esprimere un sentito ringraziam ento alla
Prof.ssa Franca Pucci Pertusi che mi ha incoraggiat o con stimoli preziosi
in questa mia fatica, al Prof. Antonio Carile, che mi ha proposto questo
lavoro e nello svolgiment o di esso stato nei miei confronti prodigo di
consigli e di suggerimen ti, al Prof. Girolamo Arnaldi, Presidente dell'Istitu-
to Storico Italiano per il Medio Evo, nella cui collana Nuovi Studi Storici
quest'opera viene pubblicata.
2. Le profezie su Costantinop oli fra escatologia ed ideologia politica
Per noi per i quali giunta la fine del mondo (I Cor. 10, 11). In
questa frase paolina si esprime la certezza che, in una scansione del
tempo che abbia come criterio la soteriologia , il tempo della Chiesa
rappresenta l'estrema fase di vita del tempo e della storia, asserzione che
di per s non esclude che la frase esprima anche la personale convinzione
dell'Aposto lo che la fine dei tempi non fosse cronologica mente lontana.
Questo inciso dell'Aposto lo nella sua prima lettera ai fedeli di Corinto
potrebbe essere estrapolato dal testo biblico e posto, anche nella seconda
accezione, sulla bocca o sotto la penna della maggior parte degli intellet-
tuali, sia ecclesiastic i sia laici, dell'ultima Bisanzio. Valga per tutti la
citazione di Giorgio Scholarios, monaco e patriarca col nome di Gennadio,
che nel Prinzo dialogo sulla processione dello Spirito Santo, del 1447,
afferma perentoriam ente: sono i giorni dell'Anticri sto, che deve apparire
NOTA DEL CURATORE IX
1
alla fine dei secoli >> Anche se nella sua Cronografia lo Scholarios appog-
gia la sua affermazion e sulla teoria escatologic a della settimana cosmica e
sull'interpr etazione tipologica dei giorni della creazione 2 , in realt alla ba-
se di questa credenza c' l'idea, fondamenta le nel pensiero politico bizanti-
no, che la aa.cn.da. dei Romei, cio l'Impero Romano Cristiano, monarchia
universale a riscatto della poliarchia precedente in stretto parallelo con la
vittoria del monoteism o sull'errore del politeismo, era destinato a durare
come istituzione sino alla fine dei tempi. Un testo tra i pi celebri nel
genere apocalittico bizantino e sicurament e tra i pi autorevoli, anche se
datato entro termini assai oscillanti (dal VII al IX secolo), l'Apocalisse
contenuta nella Vita di s. Andrea Salos, esprime in termini espliciti la fede
che Costantinop oli, la Nuova Gerusalemm e 3 , resister a qualsiasi nemico
1
Oeuvres compltes de Gennade Scholarios pubblies pour la premire fois par
L. PETIT, X. A. SIDRIDtls et M. JUGJE, t. II: Traits polmiques sur la procession du
Saint
2
Esprit, Paris 1929, p. 16, 11. 30-32.
Oeuvres compltes de Gennade Scholarios, cit., t. IV: Polmique contre Pl-
thon. Oeuvres pastorales, asctiques, liturgiques, potiques. Correspondance. Chro-
nographie , Paris 1935, pp. 511, \. 18-512, l. 10. In un'opera precedente, conosciuta
come Confutazion e dell'errore giudaico, composta forse nel 1464, lo Scholarios
aveva gi mostrato di credere alla scansione in sette millenni della storia del
mondo, per cui, essendo gli anni in cui egli scrive l'ultimo scorcio del settimo
millennio dalla creazione del mondo, cela fine vicina (Oeuvres ..., t. III: Oeuvres
polmiques. Questions thologiques . Ecrits apologtiques, Paris 1930, pp. 287, l.
25-288, l. 10). Nella gi citata Cronografia ne fisser in anticipo la data al 1493-94,
preferendo la cronologia biblica della Settanta a quella di Giuseppe Flavio: deter-
mina questa sua scelta il fatto che calcolando sulla base della Settanta la scadenza
del settimo millennio ravvicinata, conformeme nte alla constatazion e che al suo
tempo i segni della fine sono gi stati dati. Si veda su questo punto quanto ha
scritto il Pertusi alle pp. 60-62 ed alle nn. 179-180 del presente lavoro. La tensione
escatologica presente nel pensiero di Giorgio-Gennadio Scholarios stata presa in
esame soprattutto nei seguenti lavori: A. A. VAS!LIEV, Medieval Jdeas of the End of
the World: West and East, in Byzantion>>, 16 (1942-43), pp. 462-502, in part. pp.
497-499; l. SEvCENKO, The Decline of Byzantium seen through the Eyes of its lntellec-
tuals, in Dumbarton Oaks Papers, 15 (1961), pp. 167-186, in part. p. 184; C. J. G.
TURNER, Pages from the Late Byzantine Philosophy of History, in Byzantinische
Zeitschrift>>, 57 (1964), pp. 346-373, in part. pp. 365-372. Recentemen te ad un excur-
sus sulle concezioni escatologich e dell'uomo <<bizantino, con esplicito riferimento
alla cosiddetta settimana cosmica, ha dedicato alcune pagine C. MANGO nel suo
Byzantium. The Empire of New Rome, London 1980 (<<History of Civilisation), pp.
201-217 ( il cap. 11, dal titolo: The Future of Mankind). In esse sono prese in esame
anche
3
le convinzioni escatologiche di Gennadio Scholarios (ibid ., p. 213).
<<'H 1t6.~. i}!J.wv a.-.:"j i} va. 'IEpovo-a..--1)1-J.>>: The Andreas Salos Apocalypse. Greek
Text, Translation an d Commentary by L. RYDEN, in ,, Dumbarton Oaks Papers>>, 28
(1974), p. 201, l. 8. L'attribuzion e di questo titolo alla (3ao-L.Evouo-a. -r.6.Lc; costituisce la
pi esplicita testimonianz a di quel procedimen to mentale che si esprimeva in
un'insistente analogia tra i fasti dell'antica citt santa e quelli della nuova capitale
sul Bosforo: dallo stretto parallelismo stabilito da Eusebio tra le costruzioni co-
stantiniane a Gerusalemm e (come la Rotonda e il martyrion) e gli oratori, i marty-
ria e le chiese dal medesimo sovrano edificati nella Bisanzio rinnovata, all'afflusso,
x :--:OTA DEL CURATORE
Sino alla fine perch stata data alla Madre di Dio e nessuno la strappe- ta in Ioann. 10, 28 e 29) 4
r dalle sue mani>> (con evidente ripresa dell'espressione giovannea ripetu-
nella Costantinopoli del V secolo, di reliquie di provenienza palestinese, e princi-
palmente gerosolimitana, ad opera soprattutto di Pulcheria e di Eudocia, sino
all'ambizione di Giustiniano I di vincere Salomone, il costruttore del primo tem-
pio gerosolimitano nella sua riedificazionc di Santa Sofia- anche se E. Stein ha
avanzato sospetti sull'autenticit della celebre esclamazione giustinianea riportata-
ci dalla Narratio de Sancta Sophia ( 27, in Th. PREGER, Scriptores Originum Con-
stantinopolitanaru m, I, Lipsiae 1901, pp. 101 sgg.; cfr. E. STEIN, Histoire du Bas-Em-
pire, II: De la disparitiun de l'Empire d'Occident l la murt de Justinien (476-565),
Bruges 1947, p. 460, n. 3), il motivo, con tutta la sua pregnanza sul piano ideologico,
era ben conosciuto, c non solo in ambito retotico (cfr. il paragrafo dal titolo Vain-
cre Salomon , che il Dagron dedica a qu esto tema nel suo libro Constantinople
imaginaire, citato pi avanti, pp. 303-309, dove 1icorda l'espressione lam Salomo-
niaci sileat desctiptio templi ... >> di Flavio Cresconio Corippo [In /audem fustini
Augusti minoris, IV, v. 283, ed. AVEI!IL CAMEIW:>J, London \976; cfr. anche ed. U. J.
STACHE, Berlin 1976 e ed. S. ANTES, Paris 1981]) -,nonch le singolari corrisponden-
ze di misure tra edifici sacri costantinopolitani e la descrizione biblica del tempio
salomonico, per le quali rimanda a R. M. HARRISON, Salomon's Tempie and Excava-
tions in Byz.antium, New Scientist>>, 13 (1983) ed il gesto di Eraclio che, recuperata
la preziosa reliquia della croce sottratta dai persiani a Gerusalemme, non la resti-
tuisce alla citt santa, ma la porta con s nella citt imperiale. Si veda a questo
riguardo quanto ha scritto G. DAGRON, in Naissance d'une capitale. Constantinop/e
et ses institutions de 330 451, Paris 1974 (Bibliothquc Byzantine publie sous la ed all'esilio babilonese, con quelli che hanno portato alla caduta della Citt nelle
direction de P. LEMERLE- E.tudes, 7), pp. 389 c 408-409- dove sviluppa un accenno
presente in E. FENSTER, Laudes Constantinopolitan ae, Mi.inchen 1968 (<<Miscellanea
Byzantina Monacensia>> herausgegeben von H.-G. BECK, Hcft 9), p. 121, a proposito
dei cognomina della citt regia-, nonch in un suo pi recente lavoro (G. OAGRON,
Constantinop/e imaginaire. Etudes sur le recuei/ des Patria, Paris 1984 [<<Biblioth-
que Byzantine>> - E.tude, 8], pp. 18 e 303). Sul tema, che viene precisandosi nel V
secolo, di Costantinopoli come nuovo reliquiario>> della cristianit, si veda A. M.
0RSELLI in Antica e Nuova Roma nella storiografia del primo medioevo latino.
fsidoro e Beda, in EAD., Tempo, citt e simbolo tra tardoantico e alto Medioevo,
Ravenna 1984, pp. 49-80, in part. p. 55 e n . 38, e in Modelli di cultura cittadina
tardoantica: l'esempio di Sofronio di Gerusalemme, ibid., pp. 7-47, in part. p. 14 e n.
38. Dagron postula che il canone 3 della sinodo costantinopolitana del 381, nel
sancire -.ti 7tpE<7~ELa -.fjs "<Lflfi<; per la sede dell'antica Bisanzio immediatamente
dopo quella romana, se esplicitamente definisce Costantinopoli Nuova Roma, im-
plicitamente la consideri Nuova Gerusalemme, non potendo essere l'una senza
essere anche l'altra (DAGRON, Naissance d'une capitale, cit., p. 458). All'inizio del VI
secolo comunque, nella Vita di s. Daniele Stilita (IO), <<Bisanzio, la citt di Costan-
tino, detta una seconda Gerusalemme>> (H. DELEHAYE, Les saints stylites, Bruxel-
les 1923 [Subsidia Hagiographica>>, 47). p. 12, Il. 13-14). Per converso- ma si tratta
di un'espressione del medesimo processo di .assimilazione- nella Vita di s . Basilio
il Giovane (944 o 952), scritta dal discepolo Gregorio presumi bi! mente verso la fine
del X secolo, la Gerusalemme celeste descritta con tratti che volutamente richia-
mano la citt di Costantinopoli (Vita s. Basilii Junioris auctore Gregorio discipulo,
ed. A. N. VESELOVSKIJ, in <<Sbomik Otdelenija Russkago Jazyka i Slovesnosti Impe-
ratorskij Akademii Naub, 46 [1889-1890]. suppl., p . 12 sgg.). Come osserva arguta-
mente il Mango (Byz.antium. The Empire of New Rome, cit., p. 216) l'agiografo
presenta il Paradiso non tanto come la nuova Gerusalemme, quanto come una
NOTA DEL CURATORE XI
Una volta che la citt caduta ed i superstiti hanno assistito al succeder-
si inalterato dei giorni e delle notti in un mondo in cui non c' pi la
f3a.cn.da. dei Romei, il monaco Gennadio, divenuto il patriarca Gennadio II
ed ormai sul punto di abbandonare il trono patriarcale, sente il dovere, di
fronte all'immane tragedia che, oltre ai lutti, aveva portato sul piano cultu-
rale all'aporia teologica di una Chiesa senza impero, di indirizzare al suo
gregge cos provato una lettera pastorale. Ora proprio in questo scritto del
1455 lo Scholarios ribadisce le proprie convinzioni escatologiche, conti-
nuando ad affermare che <<l tempo della fine vicino 5 ; se il mondo
sopravvissuto alla fine della monarchia universale cr istiana ci dovuto
alla pazienza misericordiosa di Dio, che ha concesso ai cristiani ortodossi
un 'ultima opportunit per una personale conversione ', l'unica rimasta do-
nuova Costantinopoli. Questa corrispondenza Gerusalemme-Cos tantinopoli (cfr. G.
P. MAJESKA, New Rome to New Jerusa/em: the Evolution of Constantinople as a
Pilgrim Goal, 10 1h Annua! Byzantine Studies Conference, Cincinnati, Ohio, 1984.
Abstracts of Papers), a livello di procedimento mentale, rester in uso sino all'ulti-
ma Bisanzio: Gennadio Scholarios, nella sua lettera pastorale sulla caduta di Co-
stantinopoli ( 5), in un passo dal tenore chiaramente apocalittico, in cui pone in
rapporto i peccati di Israele, che avevano portato alla distruzione di Gerusalemme
mani dei Turchi, definisce <<la comune metropoli della piet, cio Costantinopoli,
questa nuova Gerusalemme>> (Oeuvres compltes de Gennade Scholarios, cit., t.
IV, cit., p. 217, li . 39-40). Per gli spiriti pi avvertiti dell'ultima Bisanzio un nuovo
elemento "di assimilazione della capitale dell'impero dei Romei alla citt santa
dell'antico Israele viene tragicamente ad aggiungersi a quelli sinora considerati:
l'ineluttabilit del castigo per la misura, ormai colma, del peccato.
4
The Andreas Salos Apocalypse, ed . cit., pp. 201-202, IL 14-17.
5
Oeuvres compltes de Gennade Scholarios, cit., t. IV, cit., p. 219, IL 6-7. Lo
Scholarios ritorna con insistenza su questa idea, che diventa quasi un motivo
ricorrente nella sua predicazione e nei suoi scritti ascetici e pastorali. Si legge nel
suo Panegirico dei santi Apostoli ( 12), del 1456, l'affe1mazione che la f01ma di
questo mondo passata (cfr. I Cor. 7, 31) ed vicino il giorno fissato per la fine di
tutti e di ciascuno>> (Oeuvres ... , t. I: Oeuvres oratoires. Traits thologiques sur la
Providence et sur /'ime, Patis 1929, p. 184, Il. 20-21), ripresa ancora dieci anni pi
tardi in un'omelia pronunciata nella festa del martirio di s. Giovanni il Precursore
( 1): l'esordio (-. 7tpoo([.ttov) della seconda venuta del Cristo lo si vede in atto
(vEpyw<; cpatvo[.tEvov)>> (!bid., p. 211, IL 14-15). Cos pure, in un'opera senile del nostro
autore, il trattatello scritto per giustificare perch i miracoli fossero cos rari ai
suoi tempi rispetto ai primordi del cristianesimo ( 10), riconosce che << segni della
fine (xa-.ci7ta.u<7L<;) ora appaiono sempre pi manifesti (7tpooE.w<;) (Oeuvres ..., ci t., t.
III, cit., p. 283, Il. 15-16). Del resto, gi nella sua breve apologia degli antiunionisti (
Il), scritta tra la fine del 1451 e l'inizio del 1452, il monaco Gennadio aveva scritto
che la fine, cio la trasmutazione di questo mondo, vicina, come si vede dalle
circostanze (Ibid., p. 94, Il. 27-28), alludendo all'assedio che sempre pi ineluttabil-
mente stringeva la citt, la cui caduta non poteva non coincidere con la fine del
mondo.
6
Oeuvres compltes de Gennade Scholarios, cit., t. IV, cit., p . 222, IL 11-20.
 XII NOTA DEL CURATOR E
poche l'appello ad un ravvedim ento della Citt non aveva ottenuto ascolto.
A questo punto le speculaz ioni sulla settiman a cosmica danno al
nostro
autore la certezza che il tempo residuo concesso all'uman it, nella situazio-
ne anomal a di una cristiani t senza impero, sar comunqu e di
breve
durata. La tensione escatolog ica, che traspare nel monaco- patriarca Genna-
dio e che doveva essere condivis a da molti altri fra gli intellettu ali
ed i
religiosi costantin opolitan i, pu forse offrire una spiegazio ne della
rarefa-
zione di nuove opere storiogra fiche nell'ultim a Bisanzio . Il Nicol si
soffer-
mato su questa assenza, singolare in quanto la storiogra fia un geneJ-e
di
letteratu ra che a Bisanzio , prima e dopo la cosiddet ta rinascen za dell'et
macedon ica attorno al X secolo, si era espressa quasi ininterro ttamente
. A questo nesso di timori e di speranze , sospesi tra la rassegna ta attesa
Notando che dal punto in cui hanno deposto la penna Niceforo Gregoras
e dell'inelu ttabile fine e la ferma fiducia in un definitiv o riscatto, l'indimen
Giovann i-Iosaf Cantacuz eno e cio rispettiv amente dal 14 novembr e
1359,
morte di s. Gregorio Palamas , e dall'S ottobre 1364, ritorno sul trono patriar-
cale di Filotea Kokkino s, nessuno ha ripreso a narrare i fatti, se non dopo
il
fatidico 29 maggio 1453, il Nicol attribuis ce questo fatto singolare ad
una
<<failure de nerve negli ambienti culturali dell'ultim a Bisanzio 7 Mi sembra
che la ragione vada cercata, anche a livello di mentalit , nell'atteg giamento
che vincolav a all'ormai prossim a ed ineluttab ile caduta della ~a.o.Ela.
dei
Romei la fine di tutte le cose, il termine ultimo della storia umana_
Pu
essere significa tivo, a riprova di ci, che subito dopo il 1453 la Bisanzio
senza ~a.<rL.Euc;, o meglio senza il monarca cristiano universa le, la Bisanzio
sopravvi ssuta ad un mancato appunta mento con la fine della storia,
espri-
ma proprio una fioritura di storici, da Sphrantz es a Dukas, da Kritobul
os a
Chalkoko ndyles. Se le Cronach e o le Storie registran o gli avvenim
enti a
memoria dei posteri, come si accorda la tensione escatolog ica con la
voca-
zione di storico? La storiogra fia si fa tramite della contesta zione alla
legitti-
mit metastor ica del nuovo potere, secondo l'analisi che il Carile ha
svilup-
pato nei suoi lavori sull'imm agine del Turco nella storiogra fia bizantin 8
a nuit testuale . Il legame tra queste Visiones e la loro fonte scritturis
Proprio ad alcuni di questi storici bizantini dell'ultim a ora, ormai
i non si manifest a solo nell'artif icio letterario (per cui, ad esempio, la cornice
primi esponen ti della cultura meta-biz antina, si deve una significa tiva
testi-
monianz a della diffusion e di queste attese escatolog iche in tutti gli ambien-
ti della societ bizantina , sino a divenire patrimon io comune nella coscien-
za collettiva del oij!J.oc;. In un moto spontane o di folla si manifest ano,
nel
7
Cfr. D. M . NzcoL, Church and Society in the Last Centuries of Byzantium
,
Cambridg
e 1979 (The Birkbeck Lectures, 1977), p. 121 e n. 65.
8
A. CARI LE, Assimilaz ione o amlientam ento. Il problema dei rapporti fra
arista
crazie alla conquista ottomana di Bisanzio, in Studi albanologici, balcanici,
ni e orientali in onore di Giuseppe Valentini s.j., Firenze 1986, pp. 247-259;
bizanti-
Io., La
crudele tirannide : archetipi politici e religiosi dell'immaginario turchesco
da Bisan-
zio a Venezia, in AA.VV., Venezia e i Turchi, Milano 1985, pp. 70-85; Io.,
Bi/d wzd
Wirklichkeit der turchischen Welt in der bnantinis chen Geschich tsschreib
ung bis
zum 12. Jahrhundert, in Rivista di Studi Bizantini e Slavi, 5 (1985), in
stampa. corso di
NOTA DEL CURATOR E Xlll
moment o pi dramma tico della caduta della citt, l'attesa apocalitt ica
e la
tensione escatolog ica, quando, come racconta no Dukas e Chalkok ondylcs,
il popolo mosso da un'attesa spasmod ica di improba bili eventi
che si
collocan o ormai in una dimensio ne metastor ica (pp. 126-127). Tali
attese
oltre le illusioni, sorte e fomenta te nell'ora della disperaz ione, trovano
pun-
tuale riscontro in un testo, sottopos to nel corso dei secoli e col variare
dei
luoghi a tanti interven ti o interpola zioni o adattame nti, da costituir
e a
posterior i un vero e proprio genere letterario , la Visio Danielis, corpus
di
testi che di queste istanze paiono essere a Bisanzio l'espress ione e, al
tem-
po stesso, il pi importan te veicolo di diffusion e.
ti-
cabile Maestro che il Pertusi ha dedicato la sua ultima fatica,
questo
lavoro sul signific ato e ruolo storico delle profezie sulla caduta di Costanti-
nopoli . Lo stimolo per la ricerca sicurame nte venuto allo studioso
scom-
parso dalle sue raccolte di testimon ianze sulla caduta della Roma d'Orien-
te . Nei testi da lui scelti e pubblica ti l'autore ha colto un risvolto di
quel-
l'avvenim ento non meno interessa nte, una proiezio ne dell'even to, peculiare
rispetto alla sua eco nel mondo, che non ha lasciato indiffere nte il
finissi-
mo studioso di storia della mentalit 10 : le profezie >>.
Il Pertusi estende la sua indagine a diversi moment i di questa tensione
profetica o apocalitt ica, dall'Apoc alypsis Methodii alla Visio Norsei,
dagli
Oracula Sibyllina e dagli Oracula Leonis ai monume nti figurati, sino
alle
profezie occident ali ed a quelle islamich e, ma alle Visiones Danielis
d nel
suo lavoro il maggior spazio. La pluralit di Visiones Danielis circolant
i in
diversi moment i ed in diverse aree dell'ecum ene bizantin a configur
a l'esi-
stenza di un vero e proprio genere letterario , che ha il suo prototipo
nel
libro biblico di Daniele, con il quale le Visiones si pongono in diretta
conti-
tica
del libro rapprese ntata di solito dal dialogo tra il profeta e l'arcange
lo che
gli rivela il significa to delle visioni), ma anche nella loro stessa struttura
Una serie di tre volumi: La caduta di Costantinopoli. I. Le testimoni anze
dei
contempo ranei. II. L'eco nel mondo . Testi a cura di A. PERTUSI, Milano 1976
(Sedi-
tori greci e latini, Fondazione Lorenzo V alla); A. PERTUSI, Testi inediti e poco
noti
sulla caduta di Costantinopoli, edizione postuma a cura di A. CARIL.E, Bologna
1983
(Il Mondo Medioevale. Sezione di storia bizantina e slava>>, 4).
1
Cfr. A. CARIL.E, Agostino Per/usi (1918-1979), in Accademia Tudertina, XVIII
Convegno, Todi 1983, pp. 13-45 (cfr. anche ID., Agostino Pertusi [1918-1979]:
ritratto
di un maestro, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, N.S. 17-19
[27-29]
[1980-82], pp. 323-350; !D., Commem orazione di Agostino Pertusi [1918-1979}, in
Studi
Bizantini e Neogreci, Galatina 1983, pp. 25-41; !D., Agostino Pertusi, in Medioev
Saggi e Rassegne, 5 [1980), pp. 211-229 e introduzi one a PERTUSl, Testi inediti o.
e
poco noti, cit., pp. I-XX).
XlV NOTA DEL CURATORE
che risulta- come il libro biblico di Daniele -composita grazie all'incontro
di due procedimenti assai diversi, perch rispondenti a diverse esigenze:
quello propriamente profetico e quello pi direttamente apocalittico. La
dimensione profetica si esprime mediante la presentazione di eventi, signifi-
cati da visioni spesso spiegate dall'angelo, preannunziati come futuri, ma
in realt gi accaduti, anche se da poco, o in via di svolgimento: il procedi-
mento della profezia post eventum, mediante la quale gli autori intendono
dare una lettura teologica dei fatti recenti (come nel testo biblico) oppure
emettere un giudizio politico sulla storia vissuta (come nelle Visiones Danie
lis). La dimensione apocalittica riguarda invece la rivelazione degli avveni-
menti che sono riservati strettamente agli ultimi giorni . Essa segue sempre,
come conclusione di tutta la rivelazione, la prima parte, che ho definito
profctica, ma nell'uso di questo procedimento testo ispirato e Visiones po-
steriori sono pi nettamente differenziati. Mentre nel primo l'oggetto di
questa parte apocalittica consiste essenzialmente in ci che la teologia
scolastica definir come i Novissima (cfr. Dan. 12, 1-4), nelle seconde il
contenuto propriamente apocalittico prospetta, per l'estrema fase della sto-
ria umana, e quindi ancora adun livello puramente terreno, degli sviluppi
assolutamente fantastici, ma che tradiscono preziosi riferimenti di caratte-
re ideologico. Perci dalla prima parte si deduce spesso l'orientamento
marcatamente politico dell'autore o dell'interpolatore della Visio, dalla se-
conda i suoi presupposti pi propriamente ideologici.
Attraverso i procedimenti della trasposizione e dell'attualizzazione
il ge nere letterario delle Visiones Danielis si mostra suscettibile di dilatarsi
nello spazio e nel tempo 11 Tale caratteristica risulta evidente da un esame
comparativo di alcune recensioni di questo testo, soprattutto quelle slave,
che il Pertusi ha riportato per esteso, in traduzione italiana. ~ opportuno
sottolineare l'importanza delle recensioni slave di qu('<;to testo: a parte la
singolare evidenza del processo di adattamento -per cui gi nella Cronaca
di Nestore Iskinder il paleoslavo rusii, cio rossicce>>, che traduce gli
E,a.vfi yvlJ, le Stirpi bionde >>, viene modificato in russii, cio abitanti di
Ros >>, in chiara funzione di supporto all'ideologia moscovita della terza
.
Il
?uesta caratteristica dei testi profetico-apocalittici orientali- dei quali i pi
drffusr sono I'Apocalypsis Methodii e la Visio Danielis nelle loro diverse recensioni
-, per cui ri_velano un'inesauri_bile capacit di dilatarsi nello spazio e nel tempo,
stata ~en nlevat~ dal Pertusr nel decimo capitolo Il pensiero politico e sociale
bzzantzno dalla ft~e del secol~ VI al secolo XIII della Storia delle idee politiche,
ec~nomzche e soctalt! a cura dr L. FIRPO, II, Torino 1983, pp. 667-816. Le pseudo-pro-
fezre, !'er la prerogatr:-ra della p:ofezia apocalittica di porsi sempre sul piano della
metafrsrca della stona o megho ... della teologia della storia universale che
~.n'a_mplifi?a~ione della teologia dell'uomo, acquisiscono la possibilit quasi ~i:
l mfr~rto ~~ nnnovarc ~a W~ri.a nella pr~fezia, cio di aggiornare una profezia con
nuovi epm recenti daLI stoncr presentati secondo i moduli della letteratura profeti-
ca (lbtd., p. 707).
xOTA DEL CURATORE xv
Roma>>- la Visio Danelis slava riportata alle pp . 81-89 il prezioso testimo-
ne di una recensione greca per ora perduta, che il Pertusi data a poco dopo
la conclusione del regno di !rene (inizio del IX secolo) e come tale rap-
presentante di una delle pi antiche recensioni del testo greco originale>>
(p . 95). Da parte sua la Visi o Danielis slava riportata alle pp. 96-102, nelle
varie fasi di formazione del testo e nelle recensioni forniteci da diversi
codici, differenti nella toponomastica, documenta in maniera emblematica
le modificazioni e le integrazioni a cui queste composizioni, per loro stessa
natura, erano soggette. In essa ii canovaccio originale della Visio Danielis,
com e testimonia la recensione del codice del monastero athonita di Kutlu-
musiu, adattato a pi riprese, come si vedr, alle vicende di un ambito
provinciale come quello siciliano. La recensione del codice di Belgrado
presenta una ripresa del medesimo testo in ambiente bulgaro - secondo
l'ipotesi dell'editore del testo, l'Alexander, giudicata ragionevole dal Pertusi
(p_ 103) - per utilizzarlo alla luce della rivolta bulgara contro Alessio I
Comneno in concomitanza con la spedizione antibizantina di Roberto il
Guiscardo tra il 1078 e il1081. Se poi si considera la recensione athonita del
medesimo testo, nella quale mantenuta l'originaria ambientazione sicilia-
na, si pu cogliere, sulla scia del Pertusi, che nella sua apparente unit esso
in effetti il frutto di due successive amplificazioni, legate a diverse contin-
genze storiche e, a mio avviso, determinate da intenti ben diversi. Alla
trasposizione in ambiente provinciale si accompagna dunque, in questa
Visio, pi di una attualizzazione, tutte legate a diverse circostanze stori-
co-politiche e, di conseguenza, determinate da intenti ben diversi. La prima
parte datata dal Pertusi, sulla base di elementi interni, agli anni 827-828, a
prima cio dell'assedio di Siracusa dell'828 e della morte del qadi Asad (pp.
107-108); a me pare che il tema di questa lettura profetica della storia
dell'isola, nel senso di una profezia posi eventum, sia la ribellione di un
<<tiranno, Eufemio, cio un atto di usurpazione nei confronti del ~a.cn.Ev<;,
piuttosto che il passaggio in Sicilia degli arabi aglabiti, la cui presenza
nell'isola, connessa con questa guerra civile, risulta, a questo punto del
testo, ancora incipiente e validamente contrastata dai Romei. La seconda
parte invece databile alla fine del secolo, almeno a dopo 1'878, perch in
essa l'isola, e la stessa citt di Siracusa, appaiono ora saldamente in mano
agli arabi (pp. 107-108). Questa volta il problema centrale che emerge dalle
pagine del testo , a mio avviso, il recupero dell'isola alla ~a.cr~.E(a. dei
Romei, liberandola dal dominio islamico. Questa parte della Visio viene
cos ad essere una pice propagandistica di supporto ad un tentativo bizan-
tino di riconquista dell 'isola. La natura intrinseca della Visio Danielis, che
nasce da una prospettiva rigorosamente stmica, quella della profezia post
eventum o del pamphlet propagandistico, per poi collocarsi, nella chiusa di
carattere apocalittico, in una dimensione metastorica, rende il testo adatta-
bile ad ambienti e contingenze storiche diverse, mediante procedimenti
consueti nelle traduzioni, come adattamenti dei toponimi, specialmente
XVI NOTA DEL CURATORE
nelle traduzioni slave, sino a costituire, nei suoi elementi di varietates e di
adsimilatio nes, un vero e proprio genere letterario.
La prima parte di queste Visiones, nella quale la storia viene rivissuta
nella profezia, in una lettura che il Pertusi definisce <<catartica (p. 151),
offre innumerevo li spunti di interesse per una lettura tematica della storia
bizantina. Si vedano le suggestioni che vengono dal tema dei rapporti del-
l'impero d"Oriente con la Cristianit d'Occidente : di tali rapporti possibile
cogliere per un'ampia diacronia tutta l'evoluzione nel circostanzia to capito-
lo che lo studioso aveva dedicato al tema delle stirpi bionde>> (pp. 40-109).
Questa espressione , secondo i moduli classici dello stile apocalittic o- dove
si designa, sotto il velo delle genericit rappresenta to da un attributo este-
riore, una realt ben nota ai contempor anei- nei nostri testi indica inequi-
vocabilmen te gli Occidentali : il termine tradizionale per presentare i Lan-
gobardi, o pi genericame nte gli Italiani, prima, e i Franchi, come erano
chiamati i crociati, o i Francesi, in seguito. Le testimonian ze raccolte ed
analizzate dal Pertusi permettono di constatare come il modo di porsi dei
nostri testi nei confronti della variegata realt univocame nte espressa con
questo termine descriva una parabola. Si passa infatti da una posizione
chiara di amicizia- che si esprime costanteme nte attraverso l'azione positi-
va del rappacific are le stirpi bionde-, se non di esplicita alleanza, verso
gli Occidentali , ad una connotazio ne invece negativa, di decisa ostilit dei
Romei nei loro confronti, per poi tornare ad avvertire gli Occidentali come
forze potenzialm ente amiche nel comune intento di ostacolare l'avanzata
dei Turchi .
Due testi, a questo proposito, sembrano emblematic i. Il primo l'Apoca-
lisse annessa alla Vita di s. Andrea Salos, testo della cui difficolt di datazio-
ne per l'estrema difformit di pareri degli studiosi gi si detto: il Pertusi
accetta l'opinione che vorrebbe questa agiografia composta nel IX secolo
(p. 43, n. 137), mentre la datazione pi bassa indubbiam ente quella propo-
sta dal Mango, cio la seconda met del VII 12 In essa per la prima volta si
parla delle Stirpi bionde n in termini di ostilit, ma nel contempo - e que-
sto sembra importante -, a pochi paragrafi di distanza, si allude ad esse
ancora in termini di amicizia. Infatti tiguardo a queste stirpi, senza alcun
dubbio gli Occidentali - solo in un punto, all'inizio dell'Apocali sse, questi
biondi sono esplicitame nte identificati con i Russi che nel 941 avevano
assalito Costantinop oli, ma si tratta d un passo che l'editore del testo, il
Ryden, si limita a segnalare in apparato, in quanto presente soltanto in due
codici, e che anche il Mango, che pure lo prende in esame, considera un'in-
terpolazion e 13 - , dapprima ci si esprime in termini di pace, con l'espressio
12
C. MANGO, The Life of St. Andrew the Fao/ Reconside1ed, in Rivista di Studi
Bizantini e Slavi, 2 (1982) (Miscellanea Agostino Pertusi, t. II), pp. 297313, in
part.
13
pp. 309-31 l.
Si tratta di un passo che compare in una versione pi ampia dell'Apocalisse
---------- ----------~N~O~T~A~D~E=L CURATORE XVII
ne tradizionale in questi testi apocalittici : (Dio) rappacifich er (h~Epwou)
le stirpi bionde ", per poi concludere con l'immagine del ~cwc.Eu escatolo-
gico che alle stesse stirpi porter guerra (cr'tpa'tEVCTE~) a Roma ". Da que-
sto momento in poi, come osserva il Pertusi (p. 47), sar il secondo atteggia-
mento, quello ostile, ad imporsi in maniera assoluta, sino a divenire topico,
nella letteratura apocalittica bizantina. Senza entrare nel merito della vexa-
ta quaestio della datazione dell'Apocali sse di s. Andrea Salos -questione
complicata dalle interpolazio ni (il Pertusi stesso, che data l'opera al IX
secolo, ammette in via di principio che il passo con il secondo accenno, in
termini di ostilit, alle Stirpi bionde possa alludere all'espugna zione nor-
manna di Tessalonica del 1185 [p. 47]) -, va posto in evidenza il molo
chiave di questa fonle come punto di passaggio in un radicale mutamento
di mentalit.
Soltanto con la Visio Danielis greca A, che paradossalm ente fu la pi
diffusa e comune a Bisanzio (p. 111), degli Occidentali (di cui pure si ricor
da, chiamando li figli della perdizionen , la dominazion e su Costantinop oli
per cinquantas ei anni, cio l'impero latino), si torner a parlare in termini
pi positivi, nella figura quasi messianica del grande Filippo (pp .
115-121 ), la cui venuta in Oriente con diciotto nazioni sintetizza l'impossibi
le attesa di un aiuto dall'Occide nte che inform di s, come un'ossessio ne,
gran parte del fervore politico dell'ultima Bisanzio. Si tratta per di un
testo che il Pertusi riconosce e ssere, nella sua recensione definitiva, relati
vamente tardo e di ambiente, come Creta o Cipro, pi vicino culturalme nte
al mondo occidentale (p. 121).
Il secondo testo sul quale mi soffermo , tra quelli relativi alle stirpi
bionde, il pi esplicito nel lasciar trapelare un aspetto di primaria impor
tanza nell'ostilit dei Romei verso i Latini, il dissenso ecclesiale. Si tratta di
un passo dell'Apocal isse apocrifa di Leone di Costantinop oli. Dobbiamo al
Pertusi il riconoscim ento dea piena affcr.enza del brano alla serie di quei
passi che parlano, in termini di aperta ostilit, delle stirpi bionde . Il
recente editore di questo testo, il Maisano, ha reso invece il termine !;avitcx.~
con sanguinari e, nella suggestione di precedenti euripidei 16 , ma bisogna
annessa alla Vita di s. Andrea Salos testirnoniataci dai codici Vat. gr. 2010, del sec.
XII, e Athen. gr. 2419, dell'anno 1296 (rispettivam ente C e K per l'editore). In questa
recensione lo !;a.vMv yvo esplicitamen te identificato con i russi- e precisament e
con la stirpe il cui nome incomincia con la diciassettesi ma lettera dell'alfabeto
(greco), cio con la pw (xa.t E.oc 'to pw, jyouv 'to.poucrou, specifica il testo): The
Andreas Salos Apocalypse, cd. cit., p . 201, in apparato alle Il. 14-20. Cfr. anche
MA)'.GO, The Life of St. Andrew the Fool Reconsidered, cit., p. 306 .
. The Andreas Salos Apocalypse, ed. cit., p. 202, l. 40.
1
' Ibid., p . 207, Il. 133-134.
" R. MAlSANO, L'Apocalisse apocrifa di Leone di Costantinopoli, Napoli 1975, pp.
7071, Il. 5662. Il passo euripideo al quale il Maisano fa riferimento Ifigenia in
Tauride, v.. 73 (cfr. Euripidis fabulae, ed. M. PLATNAVER, Oxonii 1938; ed. D. SA!IISONE,
XVIII NOTA DEL CURATORE
sottolineare che nella letteratura apocalittica bizantina questa espressione
un elemento topico per designare gli Occidentali. Il richiamo ad Euripide
non sembra dunque pertinente. In questo passo i termini in cui presenta-
ta l'ostilit dell'Occidente nei confronti della cristianit orientale, si tratti
dell'espugnazion e normanna di Tessa Ionica o dell'Impero Latino di Costan-
tinopoli, vanno al di l delle generiche denunce di annientamento delle
sante chiese di Dio e richiamano esplicitamente uno dei temi del dissenso
tra le due chiese. Si tratta precisamente della controversia sugli azzimi; il
Pertusi preferisce a ragione la versione 't aL,viJ.OV, traducendo Sanzioneran-
no il (pane) azzimo>> (p. 48), mentre il Maisano corregge in -cv iL,v!J.ov,
traducendo S impadroniranno dcll'(uomo) puro>>, ipotesi che vanifica la
testimonianza relativa all'uso del pane azzimo o del pane lievitato nella
celebrazione eucaristica, alternativa che ebbe un ruolo di primo piano nel
contenzioso tra la Chiesa romana e quella di Costantinopoli 17
La seconda parte della Visio, il momento propriamente apocalittico del
racconto, forse meno suggestiva per lo storico. Sarebbe facile, per il
commentatore del testo, tirarsi indietro osservando che da questo punto in
poi, esaurita la parte storica, il seguito della narrazione completamente
fantastico, farcito di immagini e di moduli narrativi topici del genere apoca-
littico. C' stato forse uno slittamento dal piano storico, presente e ricono-
scibile sotto il velo oscuro dell'allegoria e della profezia post eventttm, al
piano metastorico; il modello biblico, a questo punto del testo, muta: si
passa da moduli prevalentemente danielici (gli imperi come bestie cd i
sovrani come corni della Visio Danielis slava B) a tratti pi marcatamente
giovannei (il tema dei due testimoni uccisi dall'Anticristo). Ma quest'ultima
parte, se letta in controluce, lascia scorgere, nei pi significativi particolati
della narrazione, la filigrana dell'ideologia. L'ideologia imperiale bizantina
Lipsiae 1981), dove per, come osserva il Pertusi, il termine ha valore passivo
(rosse o meglio arrossate, perch insanguinate). Si veda la discussione che, in
ordine a questa traduzione del passo in questione, fa il Pertusi alla n. 146 (p. 48) del
presente lavoro.
17
Sulla controversia degli azzimi, che ebbe il suo momento cruciale alla met
dell'XI secolo, si rimanda a lavori pi generali dedicati al cosiddetto scisma del
1054>>, come il classico, anche se ormai invecchiato nella prospettiva, studio di A.
MICHEL, Hwnbert und Kerullarios, 2 voli., Paderborn 1924-30, e, con un taglio deci-
samente nuovo, lo stimolante lavoro di E. PETRUCCI, Rapporti di Leone IX con
Costanlinopo/i, in Studi Medievali, 14 (1973), pp. 733-831. Cfr. anche G. BIANCHI, Il
patriarca di Grado Domenico Marango tra Roma e l'Oriente, in Studi Veneziani, 8
(1966), pp. 19-125. Per quanto riguarda propriamente la controversia sugli azzimi, si
rimanda alle seguenti voci di repertori: F. CABROL, Azymes, in Dictionnaire d'Ar-
chologie Chrtienne et de Liturgie, I/2, Paris 1924, cc. 3254-60 e O. MICHEL, Azyrna,
in Reallexikon fiir Antike und Christentwn, I, Stuttgart 1950, cc. 1056-62, cd alle
monografie di G. GAl.AVARIS, Bread and the Liturgy, Madison (Wisc.) 1970 e MARLON
H. SMJTH III, 'And taking Bread .. .' Ceru/arius and the Azyme Controversy of 1054,
Paris 1978 (Thologie Historique, 47).
NOTA DEL CURATORE XIX
sottesa alla prospettiva escatologica, con cui si chiudono le Visio11es apo-
calittiche, culminante nella riconsegna a Dio sul Golgotha, da parte dell'ulti-
mo (3a.cn.Evc; che avr finalmente vinto tutti i nemici, della corona da Dio
ricevuta. Alla base di questo gesto ci sono due presupposti della concezione
teocratica del potere: la (3acn.da, in q-uanto data da Dio, non trasmissibile
n alienabile, ma deve tornare a Dio ed il (3a.cn.Evc;, a sua volta, per cos
dire l'icona terrena del celeste sovrano '". Il Pertusi riconosce come mode!-
'" A stretto rigore la B~crLda terrena ad essere immagine (dxwv) della
Bcx.crLE(~ del Padre, mentre il B~crLEu piuttosto imitazione (!-l(TJcrL) del Logos-Cri-
sto 7te<!-lBcx.crL),Eu. Cos gi nel pensiero di Eusebio: si veda su questo punto R.
FARI:-IA, L'impero e l'imperatore cristiano in Eusebio di Cesarea. La prima teologia
politica del cristia11esimo, Ziirich 1966 (Pontificium Athenaeum Salesianum, Faett!-
tas Theologica, Bibliotheca Theologica Salesiana>>), pp . 107-127. Questa idea, eli
cui F. DvoR:-JIK (Early Christian and Byzantine Politica[ Philosophy. Origins and
Background, Gluckstadt 1966 [Dumbarton Oaks Studies>>, IX]) ha messo in luce
dei precedenti in ambito mesopotamico (p. 36), pitagorico, prima ancora che plato-
nico (p. 249) cd infine pi genericamente ellenistico (pp. 269-277) fino all'epoca
romana (pp. 537-553), per quanto riguarda il mondo classico, nonch in Filone (p.
563), sar consegnata per sempre dall'opera del vescovo di Cesarea alla speculazio-
ne teologico-politica dell'impero cristiano d'Oriente. Basta vedere come essa ritor-
ni nell'antologia di testi di teorica politica curata da E. BARKER (Social and Politi-
ca/ Thought in Byzantium from Justinian to the Las/ Palaeo/ogus. Passages /rom
Byzantine Writers and Documents, Oxford 1957), soprattutto nelle pagine dedicate
a due opere del VI secolo, !'Esposizione dei capitoli parenetici di Agapeto diacono,
per cui cfr. la traduzione italiana di B. Cavarra in corso di stampa, cd il dialogo
Sulla scienza politica (pp. 54-88; Menae patricii cum Thoma referendario De scien-
tia politica dia/ogus, ed. C. M. MAZZUCCHI, Milano 1982; cfr. anche: A. PERTUSI, l
principi fondamentali della concezione del potere a Bisanzio. Per urz commento al
dialogo Sulla scienza politica attribuito a Pietro patrizio [secolo VI], in Bulletti-
no dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, 80
[1968], pp. 1-23), anche se sembrano esserci momenti, nella storia del pensiero
politico bizantino, in cui essa, pur senza essere rinnegata, risulta messa in ombra.
Il Pertusi fa osservare che cos avviene, ad esempio, nella legislazione degli impera-
tori macedoni: nel Procheiron e nell'Epanagoge tale idea non appare esplicitamen-
te testimoniata, a tutto vantaggio di un'altra accentuazione, che vede applicata
piuttosto alla legge la dottrina dell'origine divina (A. CARILE, L'iconoclasmo fra
Bisanzio e l'Italia, in Culto delle immagini e crisi iconoclasta, Atti del Convegno di
studi, Catania 16-17 maggio 1984, Palermo 1986 [Quaderni di Synaxis>>, 2], pp. 13-54,
in part. pp. 42-43; A. PERTUSI, Il pensiero politico e sociale bizantino dalla fine del
secolo VI al secolo Xlii, in Storia delle idee politiche, economiche e sociali, cit., p.
696 - nella stessa opera il Pertusi ha steso anche il contributo dedicato a La
concezione politica e sociale dell'impero di Giustiniano, ibid., II, l, Torino 1985, pp.
541-596 - ; ma i Capitoli parenetici al figlio Leone di Basilio I, il fondatore della
dinastia macedone, richiamano al sovrano il dovere di conservare pura ed incanta-
minata, mediante la temperanza e la bont, l'immagine divina che egli rappresenta
[Basi/ii imperatoris Romanorum exhortationum capita sexagintasex ad Leonem fi-
liwn, PG 107, c. XLIX A]). All'ideologia politica dell'impero cristiano d'Oriente, in
un momento cos determinante quale fu quello pre-giustinianeo e giustinianeo,
sono stati recentemente dedicati i seguenti contributi: C. CAPIZZI, Potere ed ideolo-
gia imperiale da Zenone a Giustiniano (474-527), in L'imperatore Giustiniano. Storia
xx NOTA DEL CURATORE
lo biblico di questo gesto il celebre passo paolina di I Cor. 15, 20-28, dove
preannunziat a la sottomissione finale del Cristo, vincitore di ogni nemico,
al Padre che gli ha sottomesso ogni cosa. Nei nostri testi, l'ultimo ~~!n.Ev
si sovrappone in questo gesto al Cristo, che pure sempre presentato in
atto di venire a concludere la storia. L'immagine adempie sino in fondo,
sino al limite estremo della storia, la sua funzione di imitazione>> del
prototipo, giusta l'osservazione penetrante del Pertusi, per cui la figura
centrale delle Visiones non il Cristo escatologico, ma il ~~oEu come
vendicatore ed ultimo rinnovatore della ~~o-t.d~; in conseguenza, la descri-
zione degli ultimi tempi, come genere letterario, non pi finalizzata alla
consolazione ed alla conversione, come nell'apocalitti ca classica, ma piutto-
sto all'esaltazione dell 'ultimo ~ML.Ev, cio dell'ideale della ~ML.EL~ (p.
154). Quest'opera postuma del Pertusi, materialment e scaturita dall'ampio
ventaglio di indagini che l'autore aveva tracciato nel corso dei suoi lavori
sulle testimonianze relative alla caduta di Costantinopo li e sull'eco di que-
sto evento nel mondo contemporan eo, attraverso i risultati a cui la ricerca
pervenuta, si colloca in stretta re'tazione con il filone di studio che il
Maestro ha dedicato al pensiero politico bizantino 19
Enrico Marini
Biblioteca A. Pertusi, Bologna, settembre 1986
e mito, Atti delle giornate di studio di Ravenna: 14-16 ottobre 1976, Milano 1978, pp.
3-35; A. CARLLE, Consenso e dissenso tra propaganda e fronda nelle fo11ti narrative di
et giustinianea, ibid., pp. 37-93; S. G. MAC CoRMACK, Christ and Empire, Time and
Ceremonial in Sixth Century Byzantium and Beyond, in Byzantion, 52 (1982), pp.
287-309. Cfr. anche A. Carile, Impero romano e Romnia, in Atti del II Seminario
Internazionale di Studi Storici: Da Roma alla Terza Roma. La nozione di roma11o
tra cilladinanza e universalit, Napoli 1984, pp. 247-261; Io., La Romnia fra territo-
rialit ed ideologia, in Atti del III Seminario Internazionale di Studi Storici: Da
Roma alla Terza Roma, Napoli 1986, pp. 409-419.
19
CARILE, Agostino Pertusi ... , Todi 1983, p. 36.
I.
INTRODUZIO NE
I secoli del tardo impero e del medioevo, sia in Oriente come in Occiden-
te, sono pieni di pseudo-profez ie, di apocalissi apocrife e di leggende, che
hanno a che vedere con le sorti dell'impero romano e delle citt capitali di
Costantinopo li e di Roma, (composte) nelle lingue pi diverse, dal latino al
greco, dal siriaco al persiano, dall'armeno all'arabo, dal copto allo slavo. Si
tratta di profezie o apocalissi che talvolta dipendono l'una dall'altra, talvol-
ta sono indipendenti e rispecchiano situazioni locali, frequentemen te poi
vengono attribuite alla Sibilla, a profeti dell'Antico Testamento, ad aposto-
li, a padri della Chiesa, a patriarchi ed a imperatori (Sibille Tiburtina ed
Eritrea, Daniele, Esdras, Elia, XII Apostoli, Giovanni, Tommaso, Metodio,
Nersete il Grande, Gregorio di Nazianzo, Giovanni Crisostomo, Tarasio,
Gennadio, Costantino Magno, Leone il Saggio, ecc.) 1
In generale, come gi stato osservato 2, i testi profetici e apocalittici
1
Tra le pi recenti introduzioni allo studio delle apocalissi apocrife dell'Anti-
co e del Nuovo Testamento, fornite di ampia e aggiornata bibliografia, ricordia-
mo: O. ErssFELDT, The History of the Formation of the Old Testament: An Intro-
duction including the Apochrypha and Pseudoepigrapha and also the Works of a
Similar Type from Qumran, Oxford 1965, pp. 512-529; A.-M. DENIS, Introduction
aux pseudpigraph es grecs d'Ancien Testament, Leiden 1970, pp. 91-96, 111122,
163-169, 194-200, 309-314; A. H. McNEILE, An Introduction to the Study of the New
Testament, Oxford 2 1953, pp. 260-265; M. ERBETTA, Gli apocrifi del Nuovo Testa-
mento, III, Lettere e apocalissi, Torino 1969, pp. 149 sgg. (introd. e trad. ital. dei
testi apocalittici)(; P. FRUCHON, Sur /'interprtation des apocalypses, in Apocalypse
el thologie de /'esprance (Congrs de Toulouse, 1975), Paris 1977, pp. 385-440; B.
McGINN, Visions of the End. Apocalyptic Traditions in the Middle Ages, New
York 1979.) Della bibliografia meno recente, ma tuttora valida, ricordiamo: F.
DELAUNAY, Moines et Sibylles dans l'antiquit judo-grecque, Paris 1874; M. STEIN
SCHNEIDER, Apokalypsen mit polemischer Tendenz, Zeitschrift der Deutschen
MorgenHindischen Gesellschaft, 28 (1874), pp. 627-660; W. BousSET, Beitriige zur
Geschichte der Eschatologie, Zeitschrift fiir Kirchengeschichte, 20 (1900), pp.
103-131 e 261-290; H. WEINEL, Die spiitere christliche Apokalyptik, in Euchariste-
rion H. Gunkel, Gittingen 1923, pp. 141-173.
2
Cfr. P. J. ALEXANDER, The Oracle of Baalbek. The Tiburtine Sibyl in Greek
Dress, Washington 1967 (Dumbarton Oaks Studies, X), pp. 75 sgg.; ID., Medieval
Apocalypses as Historical Sources, The American Historical Review, 73 (1967/8),
pp. 997-1018; ID., Byzantium and the Migration of Literary Worksand Motifs. The
2 l. l~TRODl'ZIONE
nascono e vengono poi ripresi in momenti di gravi crisi dell'umanit, di
sofferenze materiali e morali, di sconvolgimenti politici e religiosi, e voglio-
no esprimere la reazione dei contemporanei di fronte a tali avvenimenti
more apocalyptico. Il dolore sociale, apparentemente inspiegabile, sentito
come una colpa collettiva - specie nel medioevo - tende a ricorrere ai
simboli oscuri della profezia, presi a prestito dal popolo di Israele, per
ritrovare in essi la ragione di un presente di sofferenza e la speranza in un
domani migliore e pi giusto dell'oggi. Si tratta, in sostanza, di una specie
di filosofia della storia, o meglio di una teologia della storia che viene tratta
da un presente sentito come al limite della sopportabilit umana; [e] in
generale la profezia contiene un giudizio su un passato (recente o meno
recente), pieno di tristezze e di delusioni, e una promessa di un futuro
pieno di pace e di benessere morale, o anche materiale, fino a che non
sopravvengono gli ultimi tempi>> predetti dai profeti e da Cristo.
Se la profezia nasce o si rinnova in occasione di un avvenimento molto
grave (ex eventu) o a qualche anno di distanza dallo sconvolgimento (post
eventum), la promessa di un futuro migliore pu essere profetizzata o a
breve scadenza, se la normalit si gi ristabilita, oppure a lunga e lunghis-
sima scadenza, se la crisi continua, fino al punto da confondersi con le sorti
stesse del mondo, cio con l'escatologia, come se l'umanit, e per (lei) * il
profeta, che ne interpreta i sentimenti, sentisse il bisogno di calare la pro-
pria fede contingente in una fede a carattere universale, cos da rendere pi
sicura la propria speranza in un avvenire migliore.
Certe profezie ricorrenti a distanza di tempo (per esempio, le profezie
delle Sibille, dello pseudo-Metodio, dello pseudo-Daniele, ecc.), pur presen-
tandosi con testi pi o meno profondamente rimaneggiati, spesso non
sono altro che reinterpretazioni o aggiornamenti di testi pi antichi, cio
adattamenti in funzione dei nuovi fatti storici verificatisi, simili in parte a
quelli pi antichi: il neo-profeta cerca cos di rendere pi credibile la
propria profezia. Di qui anche quella partizione abbastanza caratteristica
che si ritrova in questi testi: la visio ex eventu, che tratta del periodo pi
lontano, cominciando talvolta addirittura da Adamo ed Eva; il vaticinium
*lui A.
Legend of the Last Roman Emperor, Medievalia et Humanistica, NS 2 (1971),
pp. 47-68. E si veda anche: A. VASILIEV, Medieval Ideas of the End of the World:
W est and East, Byzantion, 16 (1942/3), pp. 462-502; G. PoDSKALSKY, Byzantinisclze
Reichseschatologie, Miinchen 1972 (Miinchener Universitiits Schriften, 9), pp.
51-56. Accenni sul rapporto fra l'idea di decadenza a Bisanzio e il ruolo della
letteratura profetica si possono leggere in l. SEvc!::ENKO, The Decline of Byzantium
seen through the Eyes of its Intellectuals, Dumbarton Oaks PaperS>>, 15 (1961, pp.
167-186 e particolarmente p. 171; C. I. G. TURNER, Pages from Late Byzantine
Philosophy of History, Byzantinische Zeitschrift>>, 57 {1964), pp. 346-373.
I. INTRODUZIONE 3
post eventum, che tratta di un periodo pi vicino al neo-profeta; e infine
(ma non sempre), la prophetia de novissimis diebus, cio il discorso escato-
logico sugli ultimi giorni del mondo di impronta neo-testamentar ia (avven-
to dell'Anticristo, lotta contro l'Anticristo, parusia di Cristo, giudizio uni-
versale).
Non meravigli il fatto di trovare spesso associata la fine del mondo
alla fine di Costantinopoli o di Roma: rientra perfettamente nel discorso
escatologico di Cristo (M t. 24, 1-35; Mc. 13, 1-32; Le. 21, 5-32), in cui la fine
del mondo appare associata, bench distinta, alla fine di Gerusalemme,
per cui i neo-profeti si sentono in un certo qual modo autorizzati ad
applicare il discorso alla <<nuova Sion>> o alla <<nuova Gerusalemme>>.
Noi qui non ci occuperemo dei. testi profetici e apocalittici pi propria-
mente escatologici, ma solo di quelli cosiddetti storici>> cio di quei testi
che, pur ispirandosi a modelli biblici e pur contenendo talvolta parti finali
escatologiche, hanno un contenuto di carattere storico e fanno riferimento
alle sorti dell'impero romano e bizantino. chiaro che per i testi ricorren-
ti occorrer distinguere le redazioni pi antiche da quelle pi recenti o
recentissime e occorrer distinguere anche tra il valore in s, temporale e
locale, di un testo profetico (riferito cio ad un certo momento storico) e
l'interpretazione che stata data di quello stesso testo in un momento
successivo o da chi ha compiuto l'aggiornamento di esso o da chi lo cita o
da chi l'ha tradotto in altra lingua in epoca successiva, strumentalizzand o,
per cos dire, tale testo ai propri fini religiosi e morali o anche sociali. Di
qui, per noi, deriva la necessit di considerare tali testi nella loro strati-
ficazione nel tempo, allo scopo di comprendere meglio l'utilizzazione che
stata fatta di essi in periodi di tempo successivi. Si tratta di un'operazio-
ne di carattere interpretativo-sto rico difficile e delicata, ma che pu essere
oggi affrontata tenendo presenti le indagini che sono state fatte sui singoli
testi dagli eminenti studiosi che ci hanno preceduto in questo campo.
Ovviamente, trattandosi di testi che per loro natura sono volutamente
oscuri o vaghi, rimarr sempre un margine di incertezza sull'interpretazio -
ne che si pu dare oggi, temporalmente, di essi, e sul significato ultimo
che invece poteva darne il compositore originario o il rimaneggiatore o il
traduttore pi recente.
Possiamo suddividere tutta questa particolare letteratura profetica in
due grandi categorie : l) i testi di tradizione cristiana e 2) i testi di
tradizione islamica.
(l'Autore ha lasciato il testo dell'Introduzione interrotto a questo punto)
 Il.

LA TRADIZI ONE CRISTIAN A

A. Le leggende popolari ed i monumen ti figurati a Costantin opoli

Studiando i numerosi testi riguardan ti la caduta di Costantin opoli in

mano turca (1453), ci siamo imbattuti pi volte in allusioni o riferiment i
diretti a profezie e a leggende che in quel tempo si riteneva(n o) riferi(te) *
alla scompars a dell'imper o bizantino. opportun o forse riprender e qui il
discorso su di esse in modo assai pi approfond ito rispetto a quello svolto,
per ovvie ragioni di tempo e di spazio, in modo estremam ente sintetico nel
corso dei comment i ai vari testi, sia per precisare meglio certi punti, sia per
corregger e qualche errore in cui sono incorso, sia infine per chiarire, fin
dove possibile, i rapporti tra i vari testi apocalitti ci e profetici 3
Dalla massa dei testi di tradizione cristiana dobbiamo liberarci subito
di alcune leggende popolari, che non rientrano nel genere dei testi profeti-
ci che hanno avuto una pi lunga e pi costante tradizione letteraria, ma
che, ci malgrado , erano ben vive al momento della caduta di Costantin o-
poli e quindi vengono ricordate dagli scrittori del secolo XV.
Ecco, ad esempio, quanto scrive Nicol Barbaro alla vigilia dell'attacc o
finale dei Turchi:
Et anche l'eterno Dio volse dar questa cordial sententia per adimplir
tute profetie antiche, e masima la prima profetia che f san Costantin , el
qual xe a cavai suxo una colona aprexo de la giexia de Santa Sofia de
questa zit, che profetiza con la man e dixe: 'De qua vigner chi me desfa-
r', mostrand o la Natolia, zo la Turchia. L'altra profetia che dixe: 'quando
che el se trover uno imperado r che abia nome Costantin , fio d'Elena, soto
quelo imperio el se perder Costantin opoli'; l'altra profetia che dixe:
'quando la luna far signa! in cielo, de l a pochi zorni Turchi aver
Costantin opoli'; s che tute tre queste profetie si son stade, zo Turchi
pass in la Gretia, el se ha trovado l'imperad or che ha nome Costantin fio

* che si riferissero A

3
A. PERTusr, La caduta di Costantinopoli, I, Le testimonia nze dei contempora-
nei, II, L'eco nel mondo, Milano 1976 (Scrittori greci e latini, Fond. L. Valla), I,
pp. 357-358, 392-393, 448-449, 449-450, II, pp. 447-448, 456, 465, 470, ecc.
6 II. LA TRADIZIONE CR!STIA:-.IA
d 'Elena, la luna bano fato signa! in zielo, tuta son adimplido, s che Dio
cus bano determinado de dar questa cuss fata sententia contra cristiani
e masima contra l'imperio de Costantin ' .
Come abbiamo gi osservato altrove, il Barbaro allude a tre profetie: rappresentati in riquadri, in numero di ottanta, tutti gli imperatori, nell'al-
la prima riguarda non tanto la statua di Costantino Magno nel Forum
Constantini su colonna di porfido, quanto la statua di Giustiniano nella
piazza dell'Augusteon nei pressi di Santa Sofia, rappresentato a cavallo,
volto verso l'Oriente, che con la sinistra teneva un globo crucigero, simbolo
dell'impero del mondo, e con la destra voleva indicare ai popoli dell'Anato-
lia, secondo l'interpretazione data gi dai bizantini del secolo XI 5, di rispet-
tare le frontiere dell'impero. La seconda profetia sembra riferirsi a una
leggenda che nella forma in cui la tramanda il Barbaro ha testimonianza
soltanto nel secolo XV 6, ma che in altra forma viene attribuita addirittura
all'imperatore Leone il Saggio 7
4
Ed. E. CORNET, Giornale dell'assedio di Costantinopoli 1453 di Nicol Barbaro
P.V. corredato di note e documenti, Vienna 1856, p. SI ; PERTUSI, La caduta, cit., I,
pp. 29-30.
5
Cfr. Georg. Cedren. Synops. histor., I, p . 556 Bonn.; Ioann. Zonar. Epit. hist.,
Hl. p . 274 Biittner-Wobst; R. JANIN, Constantinopole byzantine, Paris 2 1964 (Archi-
ves de l'Orient Chrtien, 4 A), p. 74. Cfr. anche n. 23.
6 Cfr. soprattutto le
note di amanuensi sulla caduta di Costantinopoli pi o
meno contemporanee all'avvenimento, ed. P. ScHREINER, Die byzantinischen Klein-
chroniken, I, Wien 1975 (CFHB XII/l), pp. 370 (52, 4) e 684 (115, 1). Non sono sotto
forma di profezie, ma alludono chiaramente alla profezia di cui parla il Barbaro.
7
A Leone il Saggio, cio all'imperatore Leone VI (886-911), vengono attribuite
due profezie, una sulla caduta di Costantinopoli, l'altra sull'ultimo imperatore
della capitale d'Oriente. La prima si legge tra gli Oracula a lui attribuiti, l'Orac.
X, PG 107, 1136 C (da confrontare con l'Orac. VIII, ibid.), che la critica pi
recente (cfr. C. MANGO, The Legend of Leo the Wise, Zbornik Radova Vizantoloski
Institut, 6 [1960), pp. 62-65) ritiene non molto pi antico del secolo XII; tradotto
in latino nel secolo XIII e attribuito a Gioacchino da Fiore (cfr. Vaticinia sive
prophetiae abbatis Joachim et Anselmi episcopi Marsicani, ed. P. REGISELMUS,
Venetiis 1589, f. 43', Vaticin . XXV: Vae tibi civitas septem collis quando K littera
laudabitur in moenibus tuis ... >>; H. GRUNDMANN, Die Papstprophetien des Mittelal-
ters, Archiv fiir Kulturgeschichte>>, 19, l [1928), pp. 77-138; A. DANEU LATTANZI, I
'Vaticinia Pontificum' ed un codice monrealese del secolo XIII-XIV, in Atti della
R. Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, ser. IV, 3, 1944, pp. 757-792) ha
avuto una fortuna notevole in Occidente.
Credo che sia difficile oggi ammettere l'ipotesi del Grundmann (Die Papstpro-
phetien, ci t., pp. 96 sgg.) che la raccolta dei Vaticinia de papis sia dovuta in parte
a fra' Liberato, appartenente ai francescani spirituali del secolo XIII, il quale, di
ritorno nel 1304 dal suo esilio in Oriente (prima in un'isola del golfo di Corinto,
poi in Tessaglia), avrebbe portato con s e tradotto gli Oracula attribuiti a Leone
il Saggio facendone un'applicazione ai papi del suo tempo (Vaticinia I-
XV = XVI-XXXI delle edizioni a stampa), in parte invece all'ambiente dei frati-
celli fiorentini verso il 1375-1377 in lotta contro Gregorio XI (Vaticinia XVI-
XXX = I-XV delle edizioni a stampa). Gi, contro questa seconda ipotesi si era
l!. LA TRADIZIONE CRISTIANA 7
Secondo questa tradizione esistevano due dipinti sulla parete di destra
del nartece della chiesa del (monastero) * di S. Giorgio dei Mangani, fonda-
to un po' prima del 1046 da Costantino Monomaco: nell'uso erano stati
tro, pure in riquadri, in numero di cento, tutti i patriarchi, sino alla fine di
Costantinopoli. Che tali dipinti esistessero ancora nel secolo XV non c'
alcun dubbio 8 Tuttavia mentre al tempo del viaggiatore russo rimanevano
vuoti gli ultimi tre riquadri, al tempo di Leonardo di Chio e del Chalcocon-
dyles non ne rimaneva vuoto che uno solo, quello appunto dell'ultimo Co-
stantino (XII), avendo inizio la serie con il primo Costantino (Magno). La tav. 8
terza profetia infine allude all'eclissi parziale della luna verificatasi nella
notte del 22 maggio, come segnala lo stesso Barbaro in altro punto del suo
Giornale 9 Ma, per quanto si sa, nessuno aveva predetto che si sarebbe
verificato un fenomeno naturale del genere!
Ben pi antiche sono le leggende che correvano a Costantinopoli su
alcuni monumenti, colonne o statue, che decoravano alcune sue piazze o
* convento A.
pronunciato E. DoNCKEL, Studien i.iber die Prophezeiung des fr. Telesforus von Co-
senza (1365-1386), Archivum Franciscanum Historicum>>, 26 (1933), pp. (29-104),
osservando che la prima profezia della seconda serie (XVI = I) appariva citata
gi nel Vademecum in tribulatione di Giovanni di Rupescissa del 1356. Pi
giustamente la Daneu Lattanzi (l Vaticinia Pontificum', cit., pp. 769 sg:g.) ha
scritto: Non sembra che chi cur la traduzione avesse avuto l'intenzione di
farne la profezia di una serie di papi, poich, come dimostra l'esame dei codici
pi antichi contenenti tali profezie (Vat. lat. 3822 e Panorm. Monreal.) soltanto
una di tali profezie (VI = XXI) viene riferita esplicitamente ad un papa. E. chiaro
dunque che occorre distinguere fra la traduzione che certo molto antica, del
secolo XIII, eseguita forse in ambiente monacale dell'Italia meridionale, donde
poi anche l'attribuzione a Gioacchino da Fiore, e l'applicazione ai papi, che pu
beniss imo esser avvenuta nell'ambiente degli spirituali e dei fraticelli. La secon-
da profezia si presenta in una forma del tutto particolare, cio, come ora diremo,
sotto forma di dipinto a lui attribuito, ma che, come ha dimostrato il Mango (The
Legend, cit., pp. 76-68), databile della fine del secolo XIV - inizio del secolo XV.
Cfr. nota seguente.
8
L'esistenza di questi dipinti testimoniata: a) da una descrizione di un
pellegrino russo che ci pervenuta in duplice redazione, una databile del 1395
circa, l'altra del 1419-1422 (cfr. MANGO, The Legend, cit., pp. 74 n. 75, e 76 n. 90); b)
da una notizia in un'opera di canonistica di Macario di Ancira del secolo XV (cfr.
MANGO, The Legend, ci t., p. 76); c) da Leonardo di Chio, Epistola ... ad Nicolaum
papam, 4, ed. Ph. DETHIER, in Monumenta Hungariae Historica, XXI 1, pp. 565 e
in PG 159, 926 D - 927 A, di cui si parler pi innanzi; d) da Laonic. Chalcocond.,
Hist., ed E. DARKO, Budapest 1927, II, p . 169 (cfr. MANGO, The Legend, cit., pp.
76-77). Su questi dipinti cfr. anche R. JANIN, La gographie ecclsiastique de
l'Empire Byzantin, I, Le sige de Constantinople et le Patriarcat oecumnique, 3,
Les glises et les monastres, Paris 1969, p. 74.
9
CORNET, Giornale dell'assedio, cit., p. 46; PERTUSI, La caduta, cit., l, p . 26 e n.
106.
 8 IL LA TRADIZ IONE CRISTIA NA
II. LA TRADIZ IONE CRISTIA NA 9
10
luoghi celebri L'autor e dei Patria Consta ntinopo leos,
che scrivev a verso laboree en forme d'empe reor, et cele si cha!t contrev
la fine del secolo X, segnala un discret o numero di monum al (cio, che cadeva
enti che recava- verso il basso). Car de Ione tens ere profeit ici qu'i avroit
no o iscrizio ni o figure che preann unciav ano il futuro, un empere or en
cio gli ultimi gior- Consta ntinobl e qui devoit estre gitez aval cele colump
ni della citt o le ultime storie della citt e della presa ne: et ensi fu cele
di essa 11 Natura l- sembla nce et cele prophe tie averee 15
mente tutte queste iscrizio ni o raffigu razioni profeti che
erano molto miste- 3) Giinthe r de Pairis, a sua volta scrive: De pyrami de autem
riose e solo degli esperti detti O'"''l).wnxo, "''WV &.7tO"''E.EcrJ.lchwv 12 illa, de qua
, cio, all'in- iste (scii. Mortifl us, Alessio V Murzuf lo) proiect us est,
circa, astrol ogi delle statue , erano in grado di leggerl quam et pleriqu e
e e di interpr etarle. column am vocant, aliquid notabil e dici potest ... , cui etiam,
Si noti che la tradizio ne di queste presun te profezi e tratte ut dicunt, diver
dai monum enti sae rerum imagin es ab antiquo insculp tae sunt, quae
era ancora ben viva agli inizi del secolo XIII, come Sibylla e vaticin ia et
ci testimo niano gli maxim e superio rem regno (leg . de superio ribus regnis)
storici della IV Crociat a, da Robert de Clari a Villeha variis dicuntu r figu-
rduin 13 ris exprim ere. Inter quas erant et navium figurae et quasi
l) Robert de Clari ricorda tra le meravi glie di Costan scalae de navibu s
tinopol i: a) une erectae , per quas viri armati ascend entes civitate m nihilom
grosse colombe>> ( = colonn a), quella di Giustin iano, di inus ibi scul-
marmo ricoper to 'di ptam expugn are et capere videba ntur. Hanc sculptu ram
bronzo , alla cui sommi t, S avoit une pierre, su cui Graeci usque ad
si avoit un empe- hoc tempus contem pseran t, nil minus possibi le reputan
reeur jet de coivre, seur un grant cheval de coivre, tes quam ut tantae
qui tendoit se main urbi suae tale quid unquam posset accider e. At ubi videru
vers paienis me; et avoit letres seur lui escrite s qui disoien nt scalas in navi-
t que juroit que bus nostris erectas , tunc demum illius sculptu rae iam
ja li Sarrasi n n 'aroien t triwes de lui, et en s'autre main recorda ti, seriosi us
tenoit une pume coeper unt illud et quod diu spreve rant formid are . Unde
d'or et une crois seur le pume ; b) due statue di bronzo et quidem lapidi-
en forme de bus malleis ferreis easdem imagin es contun dentes, plurim
femme , di cui una tendev a la mano verso Occide nte e i eas deform ave-
portav a un'iscri zio- rant, arbitra ntes se hoc modo infaust um in nostros auspici
ne che predice va la conqui sta della Citt: De vers Occide um rotorqu ere.
nt venron t chil Quae spes omnino utique cassa fuit et praefat am sculptu
qui Consta ntinobl e conque rront ; c) due colonn e cocleat ram veri signific a-
e, molto grosse e tivam exstitis se, certus rei exitus declara vit >> 16
molto alte, su cui << estoien t pourtra ites et escrite s par
prophe tie toutes les 4) L'anon imo della Chroni que de More a sua volta
aventu res et toutes les conque stes qui sont avenue s en scrive: et entre lez
Cousta ntinobl e, ne autres choses si fist faire (au temps de Lion le Philoso
qui avenir i devoien t, anzi vi erano raffigu rate le navi
franche in atto di moult grant qui est encore s devant l'ecglis e de Saint
=
phe) i. ( un) pillier
attacca re la citt, con iscrizio ni che disoie nt que de Sophie ; et la drecha
vers Occide nt ven- hert, et y escript lettres entaill s, lezque! les devisen t et
roient une gent haut tondu a costele s de fer qui Consta dient ainxi: 'de cy
ntinobl e conque r- sera desrou pez li faulx empere or de Consta ntinobl e'. Et
roient " . quant li marqui s et
li autre baron oyrent et virent les lettres ainxi entailli
2) Geoffro y de Villeha rdouin parla invece di una colonn es, si s'accor derent
a en mi la ville tout et dirent que, puisqu e ceste prophe sie estoit escript
auques , cio nella piazza di Xerolo phos, dalla quale fu e en cel pillier, car
precipi tato Alessio il estoit raison que elle fust ores acomp lie par cestui faulx
V Murzuf lo, su cui sarebb ero state rappre sentate delle empere or qui
ymage s de mainte s ainsi faussem ent avoit moudr i son seigneu r. Et lors
manier es ovrees el marbre ; et entre celes ymages si en firent monter celui
avoit une qui ere Morchu fle sus le pillier, et puis le desrou perren t aval;
et murut en tel
manier e 17
A questo propos ito merita [di] sofferm ar(si) * un momen
10 to su una di
Cfr. CH. DIEHL, De quelque s croyances byzanti nes sur la fin queste cosidd ette profezi e. L'autor e dei Patria ricorda
ple, Byzantinische Zeitschrift, 30 (1929/30), pp . 192196; de Constantino- in un punto che nel
Forum Consta ntini esistev ano, poste su colonn e, delle
Ideas, cit., pp. 493-494; MANGO, The Legend, cit., pp. 72-73. VASILIEV, Medieval compo sizioni figura-
11
Ed. TH. PREGER, Scriptores Originu m Constan tinopoli tanarum
1907, pp. 176, 11-12; 178, 1516; 191, 14-15; 206, 15-16, ecc. , II, Lipsiae
12
Ibid., pp. 191, 19 e 206, 16-17. * sofferm arci A
13
. ~IEHL, De quelques croyances, cit., pp. 195-196; GRUNDM
tten, clt., p. 86, n. l; A. CARILE, La cronach istica vene ziana
ANN, Die Papstprophe-
(secoli XIII-XV I) di 15
Geoffroy de Villehardouin, La conquet e de Constantinople,
fronte alla spartizi one della Romani a nel 1204, Firenze 1968, ed. E. FARAL, Pa-
The Legend, cit., p . 173. p. 178, n. 8; MANGO, ris 1938-1939 (= Classiques de l'histoir e de France au rnoyen
ge>>, 19), II, pp.
" Robert de Clari, La conqut e de Constantinople, ed. Ph. 116-117.
(= Classiques franais du moyen age , 40), pp. 8689
LAUER, Paris 1924 16
Gunthe r de Pairis, Historia Constan tinopoli tana, ed. P. RIANT,
e 104; A. M. NADA PATRONE, Exuviae sacrae
Roberto di Clari. La conquis ta di Costant inopoli (1198-12 constan tinopoli tanae, I, Genevae 1877, p. 112 e in PL 212,
16}, Genova 1972 pp. 17 Chroniq ue
249 BC.
221-222 e 225226. de More, ed. J. LoNGNON, Paris 1911, p. 18 ( = T Xpov"cv
' Mopw, ed. P. KALONAROS, Athenai 1940, pp. 38-39, 'toii
vv. 875 sgg.).
 10 _ _ ::c_
II_ . _ceLA TRAD IZION E CRISTIANA
Il. LA TRAD IZION E CRIST IANA 11
tive (uv<r-tEt-Lcina. ivl,cpoa.) che narra vano
le storie di ci che avve rr della Si noti che sia l'ano nimo dei Patri a, sia
citt alla fine, opera di Apol lonia di Nicet a Chon iates, pong ono il
Tiana , <<Chiamato a quest o scopo presu nto simu lacro di Apol lonia nell'I
da Costa ntino il Gran de, e che su di ppod romo , e che nelle due fonti
esse il legge ndari o mago aveva appa re di bronz o, anch e se nel prim
inciso <<i nomi degli impe rator i sino alla o si parla di stele , nel secon do
fine del secol o 18 In un altro invec e di un'aq uila ad ali spieg ate. Molt
punto invec e ricor da che lo stess o Apol o proba bilme nte si tratta di due
lonia di Tiana avev a eleva to anche monu ment i diver si, l'uno a form a di stele
delle stele di bronz o nell'I ppod romo , su nell'I ppod romo , l'altro a form a
cui erano iscrit te <<tutte le storie d'aqu ila in un altro punto della citt, attrib
degli ultim i giorn i e delle cose futur e 19 uiti ambe due al famo so mago
Ora, a parte il fatto
nia visse nella secon da met del secol o che Apollo- e riferi ti al porte nto dei serpe nti. Non
I, ment re l'imp erato re Costa ntino diffic ile indov inare a quale
nella prim a met del secol o IV, ci che monu ment o dell'I ppod romo i Bizan tini
appa re veram ente curio so che allud esser o. Si tratta certo della
l'ano nimo dei Patri a aveva trasc ritto, cosid detta <<colonna serpe ntina (oggi
alcun e pagin e prim a, dalla Stori a in turco : Bur ma sutun , cio CO
roma na di Esich io Illust re di Milet o, lonna tronc a, perch non ne riman e
vissu to nel secol o VI, una legge nda che la parte inferi ore, poco pi d~
tutta diver sa sullo stess o Apol lonia . Esich cinqu e su otto metr i del monu ment o origin
io [avev a] racco nta[to ] che al ario), form ata da tre serpe nti
temp o del mitic o Byze s, presu nto fonda avvil uppa ti che un temp o soste neva no
tore della colon ia mega rese di con le loro teste un trepp iede d'oro
Bisan zio (seco lo VII av. Cr.), la citt venn con un vaso pure d'oro 22 Era un dono
e invas a da serpe nti e che il dio votiv o che gli Ateni esi aveva no
Nettu no li distru sse serve ndos i delle cicog fatto al temp io di Delfi nel 478 av. Cr.
ne. Ques te cicog ne per aveva - a ricor do e a ringr aziam ento della
no inqui nato le acqu e delle cister ne, perch vitto ria ripor tata sui Persi ani a Plate a
in ques te aveva no getta to i e a Salam ina. Costa ntino l'avev a
serpe nti uccis i. Allor a Apol lonia di Tiana fatta trasp ortar e a Costa ntino poli per adorn
avreb be scolp ito un grupp o di are l'Ipp odrom o, benc h fosse
tre cicog ne che si guard avan o [l'una . gi priva a quel temp o sia del trepp iede,
verso l'altra ] e ques to simu lacro sia del vaso d'oro . Ora, ~ not~
avreb be tenut o lonta no serpe nti e cicog 20 che alla base di tale monu ment o figur
ne ava un'isc rizion e in carat ten greci
Verso il secol o XII ques ta stess a legge arcai ci in cui erano ricor date le trent
nda prend e una nuov a forma : i uno citt confe derat e che aveva no
Bizan tini non aveva no meno fanta sia dei preso parte alla lotta contr o i Persi ani,
loro proge nitor i, gli Ellen i, che iscriz ione oggi in parte oblit erata
plasm avan o e ripla smav ano conti nuam dal temp o 23 Il monu ment o, riten uto
ente i loro miti! Lo storic o Nicet a certo molt o miste rioso per ~a su~
Chon iates, vissu to verso la fine del secol form a - e rimas e tale fino alla met del
o XII (t 1213), racco ntava , verso secol o XIX, quan do deglt scavi
la fine della sua Storia , che il famo so rivela rono l'iscr izion e -, eccit la fanta
mago Apol lonia di Tiana - non si sia degli astr ologi delle statu e, i
quali inven taron o la legge nda con varia
dice quan do - liber la citt di Bisan zio
dai serpe nti che l'avev ano invas a, zioni dei s~rpenti _e la libera~i?
costr uend o un'aq uila di bronz o ad ali spieg ne da essi da parte di un mago rimas to
ate che tenev a un serpe nte con famo so negli anna li della grecl ta.
i suoi artigl i e pone ndola su una colon Ma la stori a della libera zione dai serpe
na nell'I ppod romo . Pare che que- nti non dove va finire qui, anch e
st'aqu ila, che recav a incis i sulle ali i dodic perch essa era tropp o paga na, tropp o
i segni delle ore, funzi onass e poco Cos tantin iana , cos da esser
anch e come orolo gio solar e 21 credu ta e accet tata dai pii Bizan tini.
Quan do si sia form ata la nuov a
legge nda, ques ta volta cristi anizz ata,
diffic ile dire, ma certo prim a del
secol o XV. La cosa curio sa poi che essa
ci viene trasm essa da una fonte
slavo -russ a, cio nella parte proem iale
18
del Racc onto di Costa ntino poli di
PREGER, Scriptores, cit., p. 206, 14-20. Nesto re lskin der. Ecco quan to egli scrive
19
Jbid., p . 191, 13-22. :
20 " Quan do il luogo (in cui dove va sorge re
Ibid., I, Lipsiae 1901, pp . IO, 7-11, 5: cfr. la nuov a ~isan~io, ci? C?sta n- tav. l
B 270, 14-17. Semb ra che tale gruppo marm FHG IV 150-151 e F Gr Hist 390, III tinop oli) fu pront o, l'imp erato re riun i
poten ti, gli alti funz1 0nan ed L mae-
Strategion, cfr. JANIN, Constantinople, cit., oreo si trovasse nel quart iere dello stri; essi incom incia rono a proge ttare
le mura , le apertu~e, le ~orte del_l~
leggende di Apollonia di Tiana cfr. W. L. DULI pp . 104-105 e 405. Su quest a e altre citt e ordin di misu rare il luogo sotto
des anima ux nuisib les assure par Apall anius RE, Protection perma nente cantre lati di sette verst e in modo che tutta la tre ango latur e, di tr~cc1are tu~u .1
citt si trova sse tra 1 due ~an_: Il
11volution de san mythe , Byzantinische Zeitscde Tyane dans Byzan ce et Antioche. Mar Nero e il Mar Bian co ( = Mar di Marm
ara). E un serpe nte uscit o 1m
colarmente 252-262, con rinvio ad altre fonti hrift, 63 (1970), pp. 247-277 e parti
Credeno, ecc.). Inoltre, pi in generale, bizantine (Malala, Chron . Pasch.,
su
Apollonia di Tiana come fonte storica, Acm di lui cfr. F. GRosso, La vita di
e,
21
Nicet. Choniat. Hist., ree. l. A. van DIETEN, 7 (1954), pp. 333-532. 22 Cfr. JANIN, Canst antina ple,
cit., pp. 191-192; S. EYICE, Jstanbul, Petit
(CFHB 11/1), p. 651, 32-57. Forse esisteva un I, Berolini et Novi Eboraci 1975 travers les manu ments byzan tins et tures, guide
dromo, ma sulla collina detta 'AE"<6~ (=Aq monu ment o del genere non nell'Ippo- Istanb ul 1955, pp. 31-32.
lJ Cfr. H. SwoaoDA, Epigr
aphisch-histarische Beitriige. II. Die Jnsc~n .
pp. 306 e 490. Cfr. pure DuutlRE, Prote ctionuila), cfr. JANIN, Canstantinople, cit., Schlangensiiule van Kanst antin opel, Arch ft. der
perma nente , cit., pp . 263-264. aeologisch-Epigraphische Mittherlun
gen aus Oesterreich-Ungarn, 20 (1897), pp.
130-150.
 12 Il. LA TRADIZ IONE CRISTIA!I/1\
II. LA TRADIZ IONE CRISTIA NA 13
provvi sament e dalla tana, strisci attrave rso il luogo
dall'alt o un'aqu ila piomb gi per afferra re il serpen te (design ato). Subito serpen te 27 , che invece il tema central e della leggen da
e ritorn verso l'al-
to: il serpen te allora cominc i a stringe rsi intorno all'aqui riporta ta da Nesto-
re. Qui ci troviam o di fronte a una leggen da che
tutto il popolo guarda vano l'aquila e il serpent e. L'aquil la. L'impe ratore e nello stesso tempo
vista per molto tempo, (poi) riappar ve voland o verso il a scompa rve dalla <tpulogo (un aivoc; di tipo esiodeo : la lotta dello sparvie
ro e dell'usi gnolo) c
basso e cadde con il che, a nostro avviso, trae le sue origini dalle preced enti
serpen te nello stesso luogo, vinta dal serpen te. La gente, leggen de sulla lotta
serpen te e raccols e l'aquila . L'impe ratore venne preso accorsa , uccise il
da grande spaven to, dei Bizanti ni contro i serpen ti che avevan o invaso la
riun i dotti ed i saggi e raccon t loro il segno (avuto) . citt.
Dopo aver medita to Si aggiun ga che nelle fonti riguard anti la fondaz ione, o
dissero all'imp eratore : 'Questo luogo sar chiama to "dei meglio , il restau-
ro dell'an tica Bisanz io e la fondaz ione di Costan tinopol
famoso e si ingran dir in tutto il mondo pi delle altre sette colli", sar i da parte di Costan -
trova tra due mari, sar battuto dalle onde marine e sarcitt; ma poich si tino Magno , sopratt utto nelle fonti bizanti ne pi
28
recenti , si trova una
la il simbol o del Cristia nesimo , il serpen te il simbol sconvo lto. L'aqui-
o del male, e poich
il serpen te ha ucciso l'aquila , cos il male trionfe r sul
Cristia nesimo . E
poich i cristian i hanno ucciso il serpen te e raccolt o l'aquila
tempo il Cristia nesimo sconfig ger di nuovo il male, conqui , dopo un po' di Panorm . gr. I.E.8, sec. XVI (cfr. DANEU LATTANZI, Il codice
... , (cfr. nota seguente),
sette colli e in essa domin er'. Il grande Costan tino ster la citt dei
pp. 35 ssg.).
malgra do coman d di trascriv ere le loro parole 24
si turb molto, ci Mare. gr. VII 3 (= 546), sec. XVI, fase. l, ff. 1-8;' fase. 2, ff. 10-22;
' '
fase. 3, ff . 23 ' -3 s',
fase. 4, ff. 47' -49' (doublet del Panorm.).
Mare. gr. IV 34 ( = 1382), sec. XVI.
Se tutta la parte proemi ale del Raccon to di Nestor e arieggi Mare. gr. IV 38 ( = 1365), sec. XVI.
a da vicino
quanto detto gi nei Patria, non si trova per in essi Mare. Ital. Xl 6 ( = 7222), sec. XVI, ff. 69 ,-98 , bis, con traduziO . . .
la leggen da della ne Itahana .
lotta tra l'aquila e il serpent e; n serve, a nostro avviso, Mare. gr. XI 32 ( = 1143), sec. XVI.
citare a propos ito Taurin. B.V. 27, sec. XV (?).
tav. 2 di questa leggen da gli Oracul a e le figuraz ioni simbol iche
attribu iti all'imp e- Paris. suppl. gr. 82, a. 1617.
ratore Leone il Saggio - cio gli Orac. I e Il e le figg. B. LAOURDAS, '0 MapxLav xw&s -roii TEwpyLO , _ , , ,
l e 2, in cui sono v K.ov-rta XaL ol :n:Epl Kprfr'Y] XPT/Cf.J.OL,
raffigu rati appunt o separa tament e un serpen te e un'aqu Kp'Y]-c~x. XpovLxci., 5 (1951), pp. 231-245.
ila - o il tardo . .
comme ntatore degli Oracul a (France sco Patrio Dalma B. KNis, Les Oracles di Lon le Sage d'aprs un livre
ta?) 25 , perch se d'Oracles byzantzn~ zllustrs
vero che l'Orac. I parla di un serpen te che avrebb e scosso rcemm ent dcouvert, 'AcpLpw~a a-ci} ~-v{j~'YJ -coii Ma.vovi}. TpLa.v-ca.c
profon damen te pv..LO'IJ, Thes-
la citt imperi ale e nell'Or ac. Il del signo re dei volatili saloniki 1960, pp. 155-188.
, cio dell'aqu ila, A. D. KOMINIS, llapa-rrypf}aEL El -ro XPT/Cf.J.OV, Awv-ro, _ _ . t
che verr meno quando la stella del giorno avr raggiun -rov l:oqJo_v, E1tE-cTJ~ <;
to il punto media- 'E-tct.LpEla.<; Bvt;av-.:wwv :E1tovliwv, 30 (1960-61), pp. 398-412 (recens
no del cielo 26 , pur vero che non si parla di una wne a Knos,
lotta tra l'aquila e il v.s.). -"
A. MARKOPOULOS, "Eva XELpoypaqJO a:n: T f.J.E.EVLX CT~ {JL{J.LOVT h R l d -
/XT/ Jo n Y an S TOV
M6.v-raEa-rEp (1Jiwoo-t.wp6~w, Mwv a-r' o l:oqJ6),
Mv{j~wv, 5 (1975), pp. 35:4~.
(Sulle profezie attribui te a Leone il Saggio, cfr. anche A.
24
NESTORE ISKINDER, Povest' o Car' grade, ed. archim. LEONJD, ses grecques de l'Apocalypse l'poque turque (1453-1821). AR?YRIO~, Les ~xe~e
des courant s idologiques au sein du peuple grec asserv1, The~s~l _ ~une hzsto1r~
in Pamiatn iki Esquzsse
drevnej pis' mennos ti i iskusstva, Xl, St Petersb urg 1886,
Emanue la Folco).
pp. 2-3 (trad. ital. di
reia Makedonikon Spoudo n, Seira Philologike kai Theolog omkz 1982 (Hetai-
zke, ~-5), PP.
25
Cos, ad esempio, I. DUJCEV, La conque te turque et la prise 27 Malgrad o
il rinvio di Dujcev alle figure degli Oracula, non c e traccia1?3-348).
ple dans la littrature slave de l'poque, in Medioevo bizantin de Constantino- di una lotta tra l'aquila e il serpent e, perch i c[ue a~irnali m ess~
o-slavo, III, Roma ~en_gono rapprese~t~tl
1971, p. 424 n. 4. separat amente : cfr. A. DAN EU LATTANZI, Il codice deg/1 _Oracolz
26 ~~ Leon~ della_Bz~lw
Orac. Leon. I-II, PG 107, 1129 AB e 1129 C-1132 A. teca Naziona le di Palermo, in Atti dell'VII I Congresso mtemaz
(Inseria mo a questo punto un prospet to, trovato manosc ritto zonale d t Studz Bzzan-
tini Studi Bizantini e Neo-ellenici, 7 (1953), pp. 35-39 e
tra le carte dell'au- tav. ~II figg. _1-2; lo., I
tore, relativo ai codici contene nti gli Oracula Leonis (per ma~oscritti ed incunab oli miniati della Sicilia, I, Bibliote
riferimento a MANGO, The Legend, ci t., pp. 78-80) e ad alcuni tale elenco l'autore fa Roma 1965, pp. 15-16 e tav. Hl 1-2 (cod. Panorm . Ms. l.E.8,
ca Nazwna le d1 Palermo,
rimand i bibliografici:) sec. XVI); MANGO, The
Oxon. Barocc. gr. 170, a. 1577: Leonis VI Imperat oris Vaticini Legend, cit., p. 60 e tav. l figg. 1-2. Cfr. pi innanzi n. 164.
a latino sermon e . .
donata 6 /du.s Aprilae (!), 1577 (fatto fare in Creta da Frances 28 Cfr. E. GREN, Zu den
Legend en von der Grundu ng Konstantznopels, lzv_estJ-
l'ammir aglio Giacomo Foscarini); altra copia: Collection Lord co Barozzi per ja na Bulgars kija Arkheologiceski Institut . Bulletin de I'Institu
say, n' 28 (cfr. P. LAWRBNCE RosE, A Venetian Patron and Mathem Bute di Rothe- t Archolog1que
Bulgare, 16 (= Sbomik G. Kacarov, I), Sofia 1950, pp.
Sixteen th Century: Francesco Barozzi (1537-1604), Studi atician of the 151-15?; E. ~ANNl; La
Veneziani, NS l fondazione di Costant inopoli in un passo del Chron. Pasch.,
[1977), pp. 119-153 e partic. 144-145 e ISO). m Attz dell VIII
Congresso, cit., pp. 416-419 (sulla questio ne dell'oracolo a cll:i
tavv. 3-4 Mare. gr. VII 22, a. 1590 (Cronaca di Giorgio Klontza allu~e Chron._Pasch:
s). p. 517 Dind.). Gli studios i che si sono occupat i della fondazw
fr. ms. coli. Uvarov, a. 1584-1595. (J. MAURICE, Les origines de Constantinople, in Centena
ne di ~os~antmopoh
Berolin . gr. 297, sec. XVI. ire de la So~zte Natzonal~
des Antiqua ires de France, Paris 1904, pp. 281-290; Io., Numzsm
atzque constantz-
nienne, II, Paris 1911, p. 481 e sgg.; L. BR~HIER, La fondatio
n de Constantinople,
14 II. LA TRADIZIONE CRISTIANA
leggenda in cui, se non c' traccia di una lotta tra un'aquila e un serpente,
c' per ricordo di un prodigio in cui entrano come elementi molto impor-
tanti delle aquile 29 Queste fonti raccontano che Costantino, dopo aver scar-
tato le citt di Serdica (Sofia) e di Sigeo (Troia) come sedi possibili della
nuova capitale della pars Orientis>>, fiss la sua preferenza su Calcedone.
Ma qui, quando gi i lavori di restauro della citt, devastata dai Persiani in
una loro incursione, erano iniziati, tutt'ad un tratto apparvero in cielo delle
aquile, le quali pi e pi volte strapparono dalle mani dei costruttori le
funi o le pietre e le trasportarono fino su Bisanzio, !asciandole poi cadere
ivi, indicando cos prodigiosamente la sede voluta da Dio della nuova
capitale (anzi, in Cedreno si dice che a interpretare il prodigio fu un certo
Euphrats appartenente al seguito dell'imperatore) ' 0: Dunque, tra le non
poche leggende di cui si volle circondare, a un certo momento, la fondazio-
ne di Costantinopoli 31 , si nota la presenza sia di aquile, sia di serpenti; ma
ccRevue Historique, 119 [1915], pp. 241-272; D. LATHOUD, La conscration et la
ddicace de Constanti11ople, chos d'Orient, 23 [1924]. pp. 289-314 e 24 [1925), pp.
180-201; A. FROLOW, La ddicace de Constantinople dans la tradition byzantine,
Revue de l'Histoire des Religions, 127 [1944]. pp. 61-127; G. DAGRON, Naissance
d'une capitale. Constantinople et ses institutions de 330 451, Paris 1974, pp. 29 e
sgg.) o anche della leggenda di Costantino Magno (V. BURCH, Myth and Constanti-
ne the Great, London 1927; E. GERLAND, Konstantin der Grosse in Geschichte und
Sage, Athen 1937), hanno dedicato ben poco spazio all'analisi delle leggende
riportate dalle fonti, poich la loro attenzione era concentrata tutta o quasi sui
motivi politici che presiedettero alla scelta della nuova capitale orientale. Anche
l'a rticolo di A. KIRPTSCHNIKOW, Bine volkstii.mpliche Kaiserchronik, Byzantini-
sche Zeitschrift, l (1892), pp. 309 sgg., che si occupa di una cronaca assai tarda,
del 1572, attribuita a Damasceno Studita, metropolita di Naupatto e di Arta, non
contiene alcunch di nuovo rispetto alle fonti bizantine pi antiche circa il
dilemma della scelta fra Troade, Calcedone e Bisanzio.
29
Cfr. Georg. Cedren. Synops. histor., I, pp. 495, 22-496 Bonn; Ioann. Zonar.
Epit. hist., XIII 3, III, p. 13, 14 sgg. Btittner-Wobst; Const. Manass. Brev. hist., V, p.
2341 sgg. ; Mich. Glyc. Chron., pp. 248-249 Bonn. Per la Cronaca dello ps.-Simeone
inedita cfr. le indicazioni del p. Halkin, Une nouvelle Vie ..., pp. 83 nn. 23 e 84 n. l;
Le rgne ... , pp. 17-21 (cfr. nota seguente).
30
Sulla leggenda di Euphratas, architetto e consigliere di Costantino, cfr. ora
F. HALKIN, Une nouvelle Vie de Constantin dans un lgendier de Patmos, Analec-
ta Bollandiana>>, 77 (1959), pp. 83-84; lo., L'empereur Constantin converti par
Euphratas, ibid., 78 (1960), pp. 3-17; Io., Le rgne de Co11stantin d'aprs la Chroni
que indite du psudo-Symon, Byzantion, 29-30 (1959-60) = Mlanges Ciro Gial1-
nelli, pp. 7-27. Ma su Euphratas e la leggenda di Costantino profeta si veda pi
innanzi.
31
Nelle altre fonti riguardanti la fondazione di Costantinopoli, se non si parla
del prodigio delle aquile, si lascia per intendere che la scelta della citt avvenne
per volere di Dio: cfr. Sozom. Hist. ecci., 3, l (edd. l. BIDEZ- G. C. HANSEN, GCS 50,
Berlin 1960), pp. 51-53; Evagr. Hist. ecci., III 41 (PC 86 II, 2684 CD); Philostorg.
Hist. ecc/., II 9 (ed. J. BIDEZ, GCS 21, Leipzig 1913), pp. 20-22; Theod . Anagn. Hist.
trip., l, Epit. 27 (ed. G. C. HANSEN, GCS 54, Berlin 1971), pp. 13-14; Chron. Pasch.,
pp. 527-528 Bonn; Ioann. Malal. Chron., XIII, pp. 319-320 Bonn; Theoph. Chron.,
II. LA TRADIZIONE CRISTIANA 15
probabilmente sulla leggenda in cui figura Apollonia di Tiana, che sem-
bra esser stata imbastita la storia della lotta tra l'aquila e il serpente raccon-
tata da Nestore, storia che, per altro, ha una lunghissima tradizione nel
mondo orientale 32
Sono stati sollevati dubbi sull'autenticit della parte proemiale del Rac-
conto di Nestore e si detto che essa ha un carattere compilativo ed stata
aggiunta in un periodo successivo alla stesura del resoconto di Nestore 33 ;
(a noi pare) * che abbia invece ragione lo Unbegaun, il quale ritiene che i
due racconti, quello della fondazione e quello della presa della citt, formi-
no un sol blocco e appartengano <<de toute vidence >> allo stesso autore".
Baster osservare qui che il legame tra i due racconti duplice : l'autore
vuole infatti mostrare: l) che la citt, fondata per consiglio divinO>>, sareb-
be stata poi destinata nei secoli ad esser il fulcro della lotta del cristianesi-
mo contro il paganesimo, sia quello pi antico (greco-romano), sia quello
pi recente (arabo-turco); 2) che la citt, malgrado tutte le cure di Costanti-
no e dei suoi successori, perch fosse dotata ampiamente di edifici di culto
e fosse posta sotto la protezione della Vergine, cos che i suoi abitanti
potessero praticare liberamente e devotamente la loro fede cristiana,
caduta in mano degli infedeli, in quanto si era allontanata dalla religione e
aveva trasgredito le leggi divine. Si noti infine che esiste un terzo legame
tra i due racconti: l dove viene data l'interpretazione escatologica della
leggenda dell'aquila e del serpente si fa riferimento, senza alcun dubbio, a
* ma credo A
p. 23, 2 sgg. De Boor; Anast. Chron. trip., p. 84, 15 sgg. De Boor; Georg. Monach.
Chron. , II, p. 499, 8 sgg. De Boor, ecc. In Zosim. Hist. nova, ed. L. MENDELSSOHN,
Lipsiae 1887, p. 87 invece si parla del trasferimento da Troia a Bisanzio come di un
mutamento di pensiero di Costantino, ma poco pi avanti, pp. 93-95, cita un
XPlJ<T!J.O<, della Sibili a Eritrea, su cui si veda la nota dell'editore, p. 93, lin. 8 app. cri t.
E per l'oracolo, a cui si accenna in queste fonti, cfr. Anthol. Palat., XIV 115.
32
gi presente nel mito assiro-babilonese di Etana, cfr. G. FURLANI, Poemetti
mitologici babilonesi e assiri, Firenze 1954, pp. 5 e 63 sgg.; G. RINALDI, Storia
della letteratura della antica Mesopotamia, Milano 1957, pp. 135-137; G. FURLANI,
La civilt babilonese e assira, Roma 1929, pp. 201-202; S. H . LANGDON, The Legend
of Etana and the Eagle, <<Babiloniaca, 12 (1931), pp. 1-56; J. B. PRITCHARD, Ancient
Near Eastern Texts relating to the Old Testament, Princeton 3 1969, pp. 114118. Il
tema dell'aquila e del serpente si ritrova anche nella letteratura greca, cfr. F. R.
ADRADOS, El tema del aguila de la epica acadia a Esquilo, Emerita, 32 (1964), pp.
267-282; ed probabile che sia stato gi utilizzato in qualche altra leggenda di
fondazione di citt antica.
33
Cos afferma, ma senza alcuna prova, N. A. SMIRNOV, lstoriceskoe znacenie
russkoj 'Povesti' Nestora Iskindera o vzjatii Turkami Konstantinopolja v 1453,
Vizantijski Vremennik, 7 (1953), pp. 50-71 e particolarmente 55 sgg.
34
B. UNBEGAUN, Les relations vieux-russes de la prise de Constantinop/e, Re-
vue des tudes Slaves>>, 9, 12 (1929), p . 14 e in Selected Papers on Russian and
Slavonic Philology, Oxford 1969, p. 2.
16 II. LA TRADIZIONE CRISTIAN A
passi della Visio Danielis e dell'Apocalypsis Methodii 35, testi apocalittici
che tornano poi nel corpo del Racconto (sulla) * caduta dell~ citta.
Prima per di affrontare questo problema, dobbiamo liberarci ancora
di due altre pseudo-profezie a cui accenna soprattutto Leonardo di Chio.
Dopo essersela presa con i Bizantini che avrebbero fatto un'unione non
vera, sed ficta nel Concilio di Firenze (1439) e dopo aver affermato che la
catastrofe di Costantinopoli stata la conseguenza del loro atteggiamento
contrario alla Sede di Roma, (Leonardo) fa loro carico di non aver ascolta-
to quanto era stato predetto dai profeti 36 :
<<Idcirco non mirum si in poenam tanti criminis insperata mox tempe-
stas invaluit, quam Spiritu Sancto docti quoque a multis annis futuram
esse praedixerunt. Sane ut beatissimi patris Nicolai primi, summi ponti
ficis, execrationem in pravos Graecos per illud: 'Vergentis in senium saecu-
li corruptelam' etc., praetermittamus ... (ricorda a questo punto la "tabula"
dipinta attribuita a Leone il S aggio) ... Norsenus perinde, vir sanctus, sagit-
tariam gentem contra Constantinopolium futuram, cuius portum inclitum
caperet exterminandosque Graecos saeculis multis ante praedixit. Eri
threae autem nostrae de Graecorum iactura vaticinium legentibus patet.
* della A
35
La frase poich si trova tra due mari, sar battuto dalle onde marine e sar
sconvolto deriva da Vis. Dan. gr., p. 41, 8 sgg. (ed. A. A. VAS!LIEV, Anecdota graeco
byzantina, Moskva 1893) e Vis. Dan. gr. A, p. 46, 20 sgg. Vasiliev = p. 138, 7 sgg. (ed.
V. M. lSTRIN, Otkrovenie Mefodija Pawrskago i apokrificeskija videnija Daniila i
vizantijskoj i slavianorusskoj literaturach, tenia v Imperatorskomi Obsestvi Isto
rii i Drevnosteij Rossijskich pri Movskovskomi Universitety, 1898, l, II) = p. 140, 2
(ed. H. SCHMOLDT, Die Schrift 'Vom jungen Daniel' und 'Daniels letzte Vision' Herau-
sgabe und Interpretation z.weier apokalyptischer Texte, Diss. Hamburg 1972). L'al-
tra frase: <<il cristianesimo sconfigger di nuovo il male, conquister la citt dei
sette colli e in essa dominer , a sua volta, il succo della fabula de rege mendico
raccontata sia nella Vis. Dan. gr. B, p. 45, 18 sgg. Vasiliev =p. 137, 10 sgg. Istrin,
sia, in modo un po' diverso, nell'Apoc. Meth gr. A., p. 40, l sgg. Istrin (ed. cit., in
<< Ctenia v Imperatorskomi .. ., 1897, 4, I).
36
Poich il testo dato nelle edizioni del Dethier e in PG 159 molto manchevo-
le dal punto di vista critico, diamo qui un'edizione del passo (Epistola ... ad
Nicolaum papam, 4, gi cit., cfr. n. 8) sulla base dei migliori manoscritti
MTVRAZ, gi usati per la nostra edizione del testo di Leonardo (cfr. PERTUSI, La
caduta, cit., p. 121). Segnaliano le principali varianti : non mirum] nimirum Z
mox] mos R quam Spiritu Sancto] Spiritui Sancto Z futuram] um Z sane]
sante R patris] p. A Nicolai M Migne: N. TVRZ, ceti. edd. nostri A summi
Migne: s. codd. edd. vergentis] urgentis Migne curruptelam W(olfenb. 245) epist.
Innocent.: -la cett. codd. edd. Norsenus] Horsenus M Norserius Z Morsenus W
edd. futuram] venturam Migne autem] etiam Migne legentibus] de gentibus R
dum] cum edd. vae] vhe T veh Z manibus] moenibus Lonic. Belgran. destitu-
tam] la Migne rc'tciocpov TR: trc'tciacpov M Erc'ta~ov\lo\1 Migne trc'tci~oU\Iov Dethier
om. AVWZ Lonic. Belgran.
Il. LA TRADiZIONE CRISTIANA 17
Joachim autem abbas meo iudicio Constantinop olis iacturam in Papalista
denuntiat, cum dicit: 'Vae tibi, Septicollis, manibus truncatis, quasi auxilio
destitutam': Septicollis autem Graeci 1t't'cH.oq>ov vocant.
Lasciamo un momento da parte le allusioni alle predizioni di Norse-
nus, vir sanctus e della cosiddetta Sibilla Eritrea, su cui ritorneremo pi
innanzi, e fermiamo la nostra attenzione sulle altre due allusioni, cio a)
all'<<execratio attribuita qui al papa Nicol I e b) al vaticinio attribuito a
Gioacchino abate, cio a Gioacchino da Fiore. Pu sembrare curioso, ma
l'<<execratio che ha inizio <<Vergentis in senium non del papa Nicol I-
come del resto avevo gi segnalato 37 - , bens del papa Innocenzo III. In
realt di questo papa abbiamo due lettere con inizio molto simile, una del 5
gennaio 1199, inviata al vescovo di Siracusa (Lorenzo, 1189-1201), che inizia :
Vergente iam in senium saeculo, l'altra inviata al clero, ai consoli e al
popolo di Viterbo, del 25 marzo 1199, che inizia esattamente come quella a
cui allude Leonardo: <<Vergentis in senium saeculi corruptelam 38 Ma n
nell'una n nell'altra lettera - e la seconda addirittura una decretale- c'
traccia di profezia o di visione profetica. Come ora ben chiaro, dopo gli
studi di Hageneder e di Maccarrone 39, le due lettere fanno riferimento agli
eretici e in particolare ai fautori dell'eresia catara (o patarinica) diffusasi
da Viterbo ad Orvieto ad opera di un certo Pietro Lombardo - da non
confondere con l'omonimo maestro, di teologia -, detto nelle fonti <<doc
tor Manicheorum, che sfrutt la situazione politica della citt colpita dal
l'interdetto papale in sostegno della dura politica temporale di Innocenzo
III. Si tratta, in sostanza, di una condanna di ogni tipo di eresia e di tutti
coloro che in qualche modo la favoriscono.
Quanto all'altra profezia, chiaro che Leonardo si riferisce ai ben noti
Vaticinia de papis ( = Papalista) attribuiti a Gioacchino da Fiore e ad Ansel-
mo Marsicana, come abbiamo gi segnalato; [ma] quello (per) che si legge
in tale raccolta (Vaticin. XXV: <<Vae tibi, civitas septem collis, l quando K
littera laudabiliter in moenibus tuis l tunc appropinquabit, casus et de-
s tructio l tuo rum potentum etc.) non che la traduzione latina dell'Orac.
X famoso, attribuito a Leone il Saggio, e non reca lo stesso testo citato da
37
PERTUSI, La caduta, cit., l, p. 392.
38
PL 214, 471472 = 0 . HAGENEDER- A. HAIDACHER, Die R egister In nocenz.' III. l.
Pontifikatsjahr, 1198/ 99, Texte, Graz.Koln 1964, pp. 743-744; PL 214, 537-539, Corpus
Iuris Canonici, ed. E. FRIEDBERG, vol. Il, pp. 782-783.
39
O. HAGENEDER, Studien zur Decretale 'Vergentis' (X, V, 7, 10). Ein Beitrag zur
Hiireteikergesetzgebung Innocenz' III, Zeitschrift der Savigny-Stiftung fiir Re
chtsgeschichte. Kanonistische Abteilung, 49 (1963), pp. 138173 ; M. MACCARRONE,
Studi su Innocenza III, Padova 1972 (<<Italia Sacra, 17), pp. 30-40; O. CAPITANI,
Legislazione antiereticale e strumento di costruzione politica nelle decisioni nor-
mative di Innocenza /Il, <<Bollettino della Societ di Studi Valdesi, 140 (1976),
pp. 31-53, e altra bibliografia qui citata.
18 Il. LA TRADIZIONE CRISTIANA
Leonardo 40 E pur vero che esso si avvicina a quello stesso vaticinio che
ricordato anche da Isidoro di Kiev, ma quest'ultimo, come vedremo 41 , si
appella piuttosto alla profezia dello pseudo-Daniele. Per il momento rima-
ne un po' misterioso il testo iniziale del vaticinio citato da Leonardo.
B. Le profezie cristiane pi antiche
Le profezie cristiane pi antiche concernenti la sorte finale di Costanti-
nopoli e del mondo traggono la loro origine o ispirazione, come modello,
sia dall'Apocalisse canonica di san Giovanni, sia da Apocalissi pseudo-epi-
grafe attribuite a profeti dell'A.T. o ad Apostoli, sia da Vite agiografiche in
cui si trovano inserite delle visioni (Visio Macarii, s . IV; Visio Anastasiae,
s. IV; Vita Danielis Stylitae , s. V; Vita Eutychii, s. VI; Visio Diadochi
42
Photicensis , s. VI; ecc.)
(Oltre) A questi testi pi o meno apocalittici, ma di natura spesso molto
diversa, dobbiamo aggiunger(ne altri)*, come il Corpus degli Oracoli
* aggiungere altri testi A
4 Cfr.
n. 7. La raccolta, conosciuta anche sotto il titolo : Liber de surnmis ponri-
ficibus 0 Vaticinia circa apostolicos viros et ecclesiam romanam, pi~olte rista~
pata a partire dall'ed. pr. del 1484 circa (cfr. H. GRUNDMANN, Studterz uber Joachun
von Fiore Stuttgart 1966, pp. 196-198), ovviamente non ha nulla a che vedere con le
opere autentiche di Gioacchino da _Fiore. Anche il codice di Mo~reale (cfr. DANEU
LATTANZI, I Vaticinia pontificum', c1t., p. 788) reca la segue~te lez10ne ~el te_sto : <<V?
tibi civitas septicollis, quin (leg. quando) K !iter~ laudab1hter (leg. _-bJtur) '.n n:'cm-
bus tuis. Tunc apropinquabit casus et destJuctJo tuorum potencmm et mdtcan-
tium in usticiam ... .
1
' Cfr. p. 126 e n. 280. . . . . .
42 Tra gli apocrifi vetere-testamentari d carattere apocah~tJco-s~onco nc?rd.la-
mo, al di fuori degli Oracoli Sibillini, !'Apocalypsis Esdrae m vane recensiOni e
particolarmente quella siriaca (ed. J.-B. CHABOT, L'Apocalypse d'Esdras touchant
le Royaume des Arabes, <<Revue Smitique, 2 [1894]. pp. 242-250 e 333-3~), l'Apo-
calypsis Eliae, specialmente nella recensione copta (ed. G. STEINDORFF: Dze Apo~~
lypse des Elias, Leipzig 1899 [Texte und Untersuchungen, 17, 3], 1Ap?calypsts
Baruch siriaca (ed. R. H. CHARLES, The Apocalypse of Baruch. Translatton Early
Documents, I, London 1918), 1'Apocalypsis IV Esdrae (ed. Br. V!OLET- H. GRES-
SMANN, Die Apokalypsen des Esra und des Baruch in deutscher Gestalt,_ GCS 3_2,
Berlin 1924 su cui cfr. DENIS, Irztroduction, cit., pp. 91-96, 163-200; tra gh apocnfi
neo-testam~ntari di particolare interesse, perch storico-apocalittici, l'Apocalypsis
Thomae del sec. V, I'Apocalypsis S. Ioannis Theologi del sec. V-VI e I'Evangelium
XII Apostolorum del sec. VIII, su cui cfr. ERBETTA, GH apocrifi, cit., III, pp.
387-392 4{)9-414 e 431-440. Per la Visio Macarii cfr, BHG 3 nn' 999w, 999; BHG Auct.
nn' 999wb_999w1; per la Visio Anastasiae, BGJt nn' 1868-1870; per la Vi~io Danielis
Stylitae, BHd n" 489 (inserita nella Vita, ed. H. DELEHAYE, Les .~amts sly_lztes, Bru;x:el-
les-Paris 1923, p. 37, 16 sgg.); per la visione nella Vita Eutychtt (patr. d1 Cos\antmo-
poli, t 582) cfr. PG 86, II, 2297 D; per la Visio Diadochi Photicensis cfr. BHG n" 2470
e Auct. n" 2470.
_ __ _ __ _ __ _ 1-'"1'--._cL:.:.Ac_c_T:_c:R_::A.:_:D::_:ciZIOt-.i E CRISTIANA 19
Sibillini, giudeo-cristiani, composti in epoche diverse e successivamente
interpolati, che ebbero un ruolo fondamentale nella formazione delle pi
tarde profezie cristiane 43
necessario partire proprio dai Libri Sibillini per comprendere meglio
la struttura e il contenuto delle profezie successive. E, come giusto,
bisogna fermare la nostra attenzione, innanzi tutto, sulla cosiddetta Sibil-
la Eritrea. Abbiamo gi visto che Leonardo di Chio la ricorda expressis
verbis : Erithreae autem nostrae de Graecorum iactura vaticinium legen-
tibus patet. Si potrebbe pensare che Leonardo alluda al libro VIII,
conosciuto gi da Eusebio (Oratio ad coetum sanctorum, 18) e da s.
Agostino (de civ. Dei, 18, 23) come libro della Sibilla Eritrea, mentre, ad
esempio, Lattanzio (Divin. lnst., VII 19, 9; 20, 2; VII 24, 12 ecc.) chiama
-libro dell'Eritrea il III. In effetti il libro VIII- come noto, estremamente
composito - presenta in alcuni punti un tono fortemente antiromano
(soprattutto ai vv. l-49 e 73-130), oltre che contenere brani semi-storici ed
escatologici. Tra quelli escatologici il pi noto quello che appare in
un'antica traduzione latina in s. Agostino (cfr. Orac. Sibyll., VIII
217-243 = August. de civ. Dei, XVIII 23, 1-27) "". Tuttavia n questo n altri
passi del libro VIII hanno un significato particolarmente anti-imperiale e
men che meno contengono un vaticinio de Graecorum iactura. Non
possibile nemmeno che si tratti di un'altra traduzione medievale del libro
VIII, come il cosiddetto Seculare Sybyllinum, versione letterale verbum
de verbo anteriore al secolo IX, o dei Versus Sybille, un centone tratto in
parte dal libro VIII, anteriore all'anno 719 45 : n l'una n l'altra di queste
due traduzioni qualificata come Sibilla Eritrea, n si trova in esse il
vaticinium di cui parla Leonardo. Egli allude ad un altro testo medieva- l
l
le, piuttosto tardo, cio al Vaticinium Sibille Erithee (sic), che ci giunto
nella sua forma pi estesa nella traduzione latina attribuita all'ammira-
glio Eugenio di Palermo (s. XII) 46 proprio in questo Vaticinium, cono-
sciuto anche come Vasilographus o Basilographus, che si legge un chiaro
43
Ed. A. KURFESS, Sibyllinische Weissagurzgen, Ni:irdlingen 1951, con trad. ted.;
trad. ital. dei lib. I-II, VI-VIII di ERBETTA, Gli apocrifi, cit., III, pp. 497-525; e della
Sibilla Tiburtirza, ibid., pp. 530-535(; cfr. anche A. RZACH, in RE, II A (1923), cc.
2117-2183, specialmente il capitolo Sibyllinische Prophetie spaterer Zeit, cc.
2169-2181).
44
Cfr. KURFESS, Sibyllinische Weissagungen, ct., pp. 170.182 e 342-343.
45
Ed. B. BISCHOFF, Die lateinischen Vbe rse tzungen und Bearbeiturzgen aus den
Oracula Sibyllina, in Mlanges l. De Ghellinck, Gembloux 1951 (Museum Lessia-
num, Sect. Hist.>>, 13), pp. 121-147 e in Mittelalterliche Studien. Ausgewahlte
Aufsatze zur Schriftkunde urzd Literaturgeschichte, I, Stuttgart 1966, pp. 150-171.
46
Ed. O. HOLDER - EGGER, Italienische Prophetieen des 13. Jahrhurzderts . I.,
Neues Archiv der Gesellschaft fiir altere deutsche Geschichtskunde >>, 15
(1889-1890), pp. 155-173, e in una recensione pi breve e pi recente, ID., /talieni-
sche Prophetieen, cit., Il, ibid., 30 (1905), pp. 328-335.

20 II. LA TRADIZIONE CRISTIANA
cenno alla Graecorum iactura, in due punti, ma nell'un caso come
nell'altro il vaticinio ovviamente non allude alla caduta di Costantinopoli
in mano turca, bens alla conquista latina del 1204 47 E cos, in effetti,
viene interpretato dai cronisti veneziani pi antichi 48 Malgrado le appa-
renze, Salimbene de Adam nella sua Cronaca, in cui parla di una profezia
concernente la conquista latina come derivata da una Basilographya, non
allude alla Sibilla Eritrea, ma come vedremo ad una Visio Danielis 49
Un altro testo sibillino, quello che ha avuto il maggior ruolo nella
formazione delle profezie cristiane la cosiddetta Sibilla Tiburtina, il cui
testo greco stato pubblicato recentemente 50, ma che era conosciuto
attraverso un(a versione latina) * della seconda met del secolo IV (c. 360
d. Cr.) interpolato in epoca medievale (secoli X-XI) 51 .
In effetti, malgrado [che] la Sibilla Tiburtina si presenti con caratteri-
stiche diverse, esiste un certo rapporto strutturale tra la Sibilla Tiburtina,
la Visio Danielis in armeno e la cosiddetta Apocalypsis Methodii del
VII-VIII secolo nella sua fom1a pi antica 52.
*testo latino A
47Cfr. HOLDER- EGGER, Jtalienische Prophetieen, cit., p. 161: ceco preduce
(=Enrico Dandolo, doge dei Veneziani) hyrcum abigent, Bianciam prophana
bunt, edifcia denigrabunt, aururn eius per orbem et spolia dispergentur; virgines
humiliabuntur, optimates eius decalvabuntur, etc.; pp. 164-165: et cum pullus
(=Alessio IV, imperatore di Bisanzio) vorabitur, corruent in Bianciam, decus et
gloriam subvertent ipsius; denigrabitur aurum, sanctum prophanabitur, flammis
tradentur edificia, decus femineum decalvabitur et ve resonabit undique. Nella
recensione pi recente si legge invece (p. 330): et fiat Bizanie prophanatio,
abigatur yrcus, virgines humilientur, aurum dispergatur, portantibus per orbem
spolia clividentur, in predam et in derisum hominum habeantur.
48
In generale i cronisti veneziani pi antichi, a proposito della conquista
latina del 1204, fanno riferimento al vaticinio della Sibilla Eritrea (HOLDER- EG-
GER, Jta/ienische Prophetieen, cit., pp. 160-161); cos, ad esempio, Paolina da
Venezia (sec. XIV"') nella sua Chronica Venetiarum, Mario Sanudo Torsello
(t 1337) nel suo Liber secreton1m fdeliwn Crucis (ed. (J.) BoKGARS, Gesta Dei per
Francos, II, Hannoverae 1611, pp. 203-204, detto qui vaticinium Babylonicae
Sybillae>>) e Andrea Dandolo (t 1354) nella sua Chronica extensa (ed. E. PASTOREL
LO, RIS 12/1, Citt eli Castello 1938-1958, p. 279, 20-23). Si vedano i testi di Paolina
e del Torsello debitamente comparati in CARILE, La cronachistica, cit., pp. 178-180
e p. 180 n. l. Per altre profezie contenute nella cronachistica veneziana provenien-
ti da altre fonti (ps.-Daniele, Oracu/a Leonis, iscrizione della tomba di Costantino,
ccc ~ cfr. pp. 75-76 e nn. 203-204.
4 Cfr. pp. 67-68 e nn. 195-197.
50 ALEXANDER, The Oracle of Baalbek, cit., pp. 9-22.
51 KuRFESS, Sibyllinische Weissagungen, cit., pp. 262-278, ma il paragone con il
testo greco parallelo pubblicato dall'Alexander, anche se non identico, ci induce
a pensare che le interpolazioni siano assai di pi di quelle indicate dal Kurfess
sulla base della precedente edizione di E. SACKUR, Sibyllinische Texte und For-
schungen, Halle a.d.S. 1898 (rist. anast. Torino 1963), pp. 177-187.
52 Alludo qui ai seguenti testi: Sibilla Tiburtina, a) ree. greca (ALEXANDER, The
l
--- - -... _ _ _ _ _!_!_._L:.:.A:._:T:...::R.::.A.::D:..:I~Z:.:.IO-:.:..:N.::::E~C~R~IS~T~I~A~N'."A'___ _ 21
Lasciando per un momento da parte la Visio Danielis in armeno, che
presenta senza alcun dubbio punti di contatto con la Sibilla Tiburtina
assai pi che [non] con l'Apocalypsis Methodii, sia la Sibilla Tiburtina eh~
l'Apocalypsis Methodii hanno i seguenti punti in comune:
a) ambe~~e suddividono la storia del mondo in et millenarie; [ma]
ment_re_ la Szbzlla Tiburtina la divide in nove millenni (da epoca imprecisa-
ta, cwe dalla generazione del primo sole, fulgente, formata da uomini
liberi e veritieri, fino all'apparizione dell'Anticristo nella generazione del
nono sole, tenebroso con un sol raggio), la Apocalypsis Methodii la divide
(invece) in sette tempi (xp6voL) di un millennio ciascuno (da Adamo ed Eva
fino all'Antic:ist?, che appare 53 nel settimo settenario dei tempi>>, cio al
sabato, e qumd1 alla fine del settimo millennio);
b) in ambedue trattano di epoche storiche, e cio la Sibilla Tiburtina
dalla nascita di Cristo, posta nel(la quarta generazione) *, fino ad Anasta-
~io l (491-518), posto nell'(ottava generazione)**, l'Apocalypsis Methodii
mvece dalla caduta dell'impero persiano (629), alla fine del sesto millen-
* quarto millennio A
** ottavo millennio A
CJ_rac/e of Baalbek, cit., pp. 9:22); b) re~: lat. (KURFESS, Sibyl/inische Weissagungen,
CI t., pp. 262-278)- Apoca/ypszs Method!!, a) ree. siriaca (cfr. M. KOMSKO, Das Riitsel
des Pseudc::-Me~hodius Byzantion>>, 6 [1931], pp. 273-296; ALEXANDER, Byzantiurn
and the Mzgratwn, c_it., pp. 56 sg~.); ?l
ree. greca (ISTRIN, Otkrovenie, cit., Ctenia
1~97, 4, I, pp. 5-5?, m due redazwm); c) ree. latina (SACKUR, Sibyllinische Texte,
crt., P~ 60-96). Esrs~ono altre due recensioni latine dell'Apocalypsis Methodii pi
recenti, un~ pubbhcata da ISTRIN, Otkrovenie, cit., ibid., pp. 75-83 e un'altra
fortemente mterpolata pubblicata per la prima volta nei Monurnenta SS. Patrurn
orthodoxographa, I, Basileae 1555, pp. 387-389 e da ultimo nella Maxima Bibliothe-
ca Vete:urn_ Patru._rn, III, Lugduni 1677, pp. 727-734, che non necessario tener
~resentr qm per l nostri fini. Cos dicasi anche delle altre tre recensioni latine
u;terpolate ?eli~ Sibilla Tiburtina ricordate da Alexander (The Orac/e of Baa/bek,
crt., P 9), dr cur ~ue soltanto pubblicate (MGH, Scriptores, XXII, pp. 375-376; c.
ERD~AN~, E:zdkazsergla~be und Kreuzzugsgedanke irn 11. Jahrhundert, Zeit-
schnft fur Krrchengeschrchte>>, 51 [1932], pp. 396-398; Sibyl KINDLIMANN, Die Erobe-
rung von_ Konstantinofel als politische Forderung des Westens irn Hochrnittelal-
te_': _Studzen zur Entwzcklung der Idee eines lateinischen Kaiserreichs in Bvzanz,
Zunch 1969, pp. 146-149). Per la Visio Danielis armena, cfr. pi innanzi,' n. 57.
Secondo Komsko (Das Riitsel, cit., p. 285 sgg.) l'Apoc. Meth. syr. sarebbe stata
composta ne1 pnmi_ anni ~el regno di Mu'awiya I (661-680); la versione greca
de;,e .a~er fat~o segmto subito dopo e quella latina verso la fine del secolo VII 0
allrmz~o. ~eli V~II (cfr. Vat. Barb. lat. XIV 44, del secolo VII-VIII)(; sui testi
apocahttrcr attnbuiti a Metodio di Patara, cfr. ARGYRIOU , L es exegeses
, '
. grecques
crt., lP 96, 100, 103, 262, 271, 285, 348, 378 e 642). '
5
. _La ~or;rce~ione del~a storia totale del mondo come composta da sette millen-
m . di c~r l ultrmo cornspondente alla fine del mondo con la parusia finale di
Cnsto, ~ molt~ antica, in quanto affonda le sue radici sia nelle concezioni
astrologrche onentali (babilonesi e iraniche), sia nella letteratura apocalittica
22 li. L!\ TRADIZIONE CR!STIA~A
nio, fino alle invasioni arabe del VII-VIII secolo, poste nel settimo mil-
lennio;
c) ambedue giungono sino all'avvento dell'Anticristo , all'invio di Elia e
di Enoch da parte del Signore per combattere l'Anticristo, alla seconda
parusia di Cristo e al giudizio universale; [ma] mentre la Sibilla Tiburtina
greca passa direttamente dall'apparizio ne dell'lipxwv TI}<; a1tw.da, e dalla
descrizione dei suoi portenti per ingannare gli uomini, all'invio di Elia ed
Enoch, che vengono uccisi dall'Anticristo , e alla seconda parusia di Cristo,
il quale uccide l'Anticristo e giudica le nove generazioni 54, quella latina
presenta a questo punto una grossa interpolazion e, perch prima fa appa-
rire il princeps iniquitatis de tribu Dan, qui vocabitur Antichristus , che
fa prodigi e inganna il mondo, poi le genti ab aquilone>>, cio del nord, di
Gog e Magog, poi un rex Romanorum che combatte contro di esse, le
vince e va a Gerusalemme a deporre la corona e a consegnare il <<regnum
christianorum a Dio, infine l'Anticristo, che si insedia in domo Domini
in Jerusalem 55 Ora, questa parte, assente nella versione greca, certo
una interpolazion e tratta dalla Apocalypsis Methodii, perch proprio qui
che troviamo la stessa successione degli avvenimenti : apparizione dei
popoli del nord (=Gag e Magog) che arrivano fino a Joppe, andata a
Gerusalemme del re dei Romani (ove regna per dieci anni), comparsa
del figlio della perdizione (l'Anticristo) nato a Chorazin, allevato a
Bethsaida e divenuto re di Caphamaum , della trib di Dan, salita del
re dei Romani sul Golgotha, dove si toglie la corona e ia depone sulla
croce, consegnando a Dio la sua ~acn.ELa, e infine insediamento dell'Anti-
cristo nella casa di Dio a Gerusalemme 56 sempre nella Apocalypsis
Methodii che vengono descritti i prodigi dell'Anticristo , per ingannare gli
uomini, la lotta di Elia ed Enoch (o di Elia, Enoch e Giovanni Evangelista)
contro l'Anticristo allo scopo di smascherarlo e, alla fine, la parusia e il
giudizio universale del Signore.
Nella Visio Danielis in armeno 31 manca la suddivisione della storia del
giudaica, e si afferma gi agli inizi del III secolo: eli.. J. D~~ILOU, Lr: ~ypologie
millenariste de la semaine dans le christianisme primtt!{, V1g1hae Chnsuanae, 2
(1948), pp. 1-16. Nell'Apoc. Meth . gr. A, pp. 26,6 sgg.; 35,9 sgg.; 44, 14 sgg. Istr~n e
nell'Apoc. Meth. lat. A, pp. 80, 88 e 93 Sackur, si p~rla appu~to. ~el SettimO
tempo o del settimo secolo l dove si allude al penodo ormai v1cmo alla fine
del mondo.
" ALEXANDER, The Oracle of Baalbek, cit. p. 21, !in. 208 sgg.
55
KuRFESS, Sibyllinische Weissagungen, cit., p. 276 sgg. . .
56 Dell'insediame nto dell'Anticristo, o pi esattamente
dell'Imquo, danna-
to e avversario di Cristo nel tempio di Dio parla gi san Paolo nella Il Thess .
2, 1-4.
57 Ed. G. KALEMKIAR, Die siebente Vision Daniels, Wiener
Zeitschrift fur die
Kunde des Morgenlandes, 6 (1892), pp. 109-136 (testo armeno pubblicato sulla
base di tre manoscritti), 227-240 (trad. ted.); F . MACLER, Les Apocalypses apocry-
phes de Daniel, IV, L'Apocalypse armnienne de Daniel, Revue de l'Histoire des
Il. LA TRADIZIONE CRISTIANA 23
mondo in millenni, ma si ritrovano le epoche storiche (da Settimio Seve-
ro, forse, e poi pi chiaramente da Costantino I fino a Teoderico), l'avven-
to dell'Anticristo , il suo tentativo di corrompere il mondo e infine la
parusia di Cristo. Si noti per che anche in alcune recensioni dell'Apoca-
lypsis Methodii (greca) come pure nelle varie recensioni della Visio Danie-
lis greca manca la suddivisione delle et del mondo 58, ma spesso le
Apocalypses e le Visiones iniziano con la settima generazione. Si tenga
presente tuttavia che della Apocalypsis Methodii greca, o meglio di quella
profezia che passa sotto il titolo di Apocalypsis Methodii vengono recensi-
te ben nove redazioni greche 59, di cui per solo due sono abbastanza
vicine alla recensione pi antica siriaca, altre due di contenuto uguale ma
in redazioni diverse, altre tre di contenuto probabilment e vicino alle
precedenti ma inedite, due infine di contenuto completamen te diverso e
non identificabili quindi con le precedenti 60
La parte finale dell'Apocalyp sis Methodii appare gi diffusa a Bisanzio
verso la fine del secolo X, perch si trova un'allusione abbastanza chiara
(ad) * essa nei Patria Constantinopo leos, l dove si parla del palazzo
imperiale di Bryas, sulla costa dell'Asia Minore, il cui impianto originario
potrebbe risalire agli imperatori Tiberio II e Maurizio (fine del secolo VI),
ma che venne rifatto in stile arabo califfale da Teofilo (prima met del
secolo IX) 61 Secondo l'autore dei Patria 62 proprio in questo palazzo l'ulti-
*di A
Religions, 33 (1896), pp. 288-309 (trad. frane.); J. IssAVERDEN, The Uncanonical Wri-
tin~{ of the Old Testament, Venice 1907, pp. 219-234 (trad. ingl.).
Cfr., per esempio, la Apocalypsis Methodii, pubblicata da IsTRIN Otkrovenie
cit., Ctenia>>, 1897, 4, I. pp. 67-74, e 1898, l, II, pp. 145-150. ' '
59 Cf
r. B HG 3 nn. ; 2036-2036;r BHG Auct. nn.'. 2036-20368
60
Sono di contenuto affini alla recensione siriaca del VII secolo i testi BHG 3
2036 (IsTRIN, Otkrovenie, cit., Ctenia, 1897, 4, I, pp. 5-50, in duplice redazione); di
contenuto uguale ma in redazioni diverse i nn.' 2036b e 2036c (ISTRIN, ibid., pp. 51-66
e 67-74; di quella di pp. 67-74 esiste anche una traduzione armena inserita nel cap.
XXXII di Stphanos Orblian, Histoire de la Siounie, trad. de l'armnien par M.
B.ROSSET, r. S~int-Ptersbourg 1~64 . P~ 89-?5; ~fr. i?oltre.n. 29l ; di contenuto proba-
bilmente v1cmo alle precedenll ma med1te 1 nn. 2036 , 2036, 2036"; di contenuto
affatto diverso e non identificabili con le precedenti i nn.' 2036d e 2036' (!STRIN,
Otkrovenie, cit., Ctenia, 1898, l, II, pp. 145-150 e 151-155). Tutta la materia sarebbe
da ristudiare a fondo tenendo presenti anche quei testi delle Visiones Danielis che
figurano coome. exce.rpta a Methodio episcopo Patarensi: cfr. BHG 3 nn. 1 1874m,
Auct . .1875 . Esistono mfne tre verswm slave pubblicate da IsTRIN, Otkrovenie, cit.,
Ctema>>, 1897, 4, I, pp. 84-131 e una in ceco, cfr. N. M. PETROVSKIJ K istorii 'Otkrove-
nia Mefodija Patarskago ' v zapadno-slavjanskich literaturach, lz~estija Otdela Rus-
skafio Jazyka i Slovesnosti , 14, 3 (1909), pp. 75-94.
JANIN, Constantinople , cit., pp. 146-147 e 492.
62
PREGER, Script. Orig. Constantinop., cit., II, pp. 268, 10-269, 2 (e app. crit. ree.
B).
24 II. LA TRADIZIONE CRISTIANA
mo imperatore di Costantinopo li avrebbe sentito il digrignament o dei
denti (~puy~6c;) e il grido di dolore della citt al momento in cui si sarebbe
recato a Gerusalemme per deporre nelle mani del Signore il suo diadema
e il suo regno.
La Apocalypsis Methodii appare nota a Nestore Iskinder e ad Abraham
di Ankara. Nestore la ricorda in due punti del suo racconto: Questa era
la punizione inflittaci da Dio a causa dei nostri peccati, affinch si compis-
sero le profezie su questa citt fatte, durante il regno dell'imperato re
Costantino il Grande, dall'imperato re Leone il Saggio e da Metodio di
Patara. E ancora, alla fine : <<Voglio che tu sappia, o maledetto (s'intenda:
Magumet), che se tutte le predizioni fatte da Metodio di Patara e da
Leone il Saggio e i segni su questa citt si sono avverati, anche _gli altri
non andranno certo a vuoto, ma si avvereranno allo stesso modo>> 63
probabile che ad essa alluda anche Abraham di Ankara, quando nel suo
Lamento pone questa frase sulla bocca dei musulmani : Costantinopo li,
che mai la nazione turca era riuscita a conquistare, oggi nell'ultimo tempo
Dio ce la diede in possesso 64 L'espressione giovannea (I lo. 2, 18), ma
sembra alludere anche agli ultimi giorni descritti in alcune recensioni
dell'Apocalyp sis Methodii .
63 PERTUSI, La caduta, cit., I, pp. 277, lin. 334-338 e 296-297, lin.
972-975. In
realt, n l'Orac. X attribuito a Leone il Saggio (Guai a te, citt dei sette colli,
quando verr esaltata dentro le tue mura la ventesima lettera: allora sar vicina
la rovina e la perdizione ... : la ventesima lettera dell'alfabeto greco essendo K
ben presto venne interpretata come l'iniziale di Konstantinos e quindi identifica
to con l'ultimo imperatore di Costantinopoli), n la Apocalypsis Methodii (siro
greco-latina), avevano alluso chiaramente alla caduta della capitale. Ma si veda
come lo stesso Nestore aveva applicato alcuni passi dell'Apocalypsis Methodii e
della Visio Danielis alla leggenda della lotta tra l'aquila e il serpente (cfr. pi
indietro, n. 35) e alla fine del suo Racconto (cfr. pi innanzi, n. (205)).
64 PERTUSI, La
caduta, cit., Il, p. 514, lin. 109-111.
III.
LE PROFEZIE ISLAMICHE (ARABE E TURCHE)
Prima di passare a trattare delle altre profezie cristiane (ci sembra uti
le) * esaminare un poco le profezie islamiche, a cui fanno riferimento gli
scrittori turchi, cio gli hadith, propriamente narrazioni o <<detti attribui-
ti allo stesso Profeta. Ci sia permesso a questo proposito di citare alcune
pagine di uno specialista come M. Canard che ha analizzato a fondo tutta
questa letteratura 65 Integreremo di volta in volta le sue parole con indica-
zioni tratte da studi pi recenti in materia 66
Nessuno penser seriamente - egli scrive -che Mohammed abbia avu
to l'idea di una conquista di Costantinopo li. I fabbricanti di tradizioni si
sono compiaciuti di porre sulla bocca del profeta ogni sorta di predizioni
su avvenimenti che egli non poteva aver previsto, come ad esempio il cam-
biamento di dinastia (cio, dagli Omayyadi agli Abbasidi). Era naturale
per che gli si facesse(ro) predire le spedizi oni contro Costantinopo li e la
conquista della capitale bizantina e gli si attribuisse la conoscenza di tali
fatti in antecedenza nei loro minimi particolari. I numerosi hadfth che
parlano di questo avvenimento non possono risalire fino a lui. Essi sono
stati messi in circolazione non prima che Costantinopo li fosse diventata
uno degli scopi della politica musulmana, ed anche i pi antichi debbono
esser posteriori alle prime grandi spedizioni omeyyadi (cio, alla seconda
met del secolo VII). Sono stati inventati per scopi ben precisi. Alcuni di
* utile, io credo, A
65
M. CANARO, Les. expditions des Arabes contre Constantinople dans l'histoire
et dans la lgende, Journal Asiatique, 208 (1926), pp. 61-121 e particolarment e
105-112.
66
Cfr. A. ABEL, L'Apocalypse de Bahira et la notion islamique de Mahdi, An-
nuaire de l'Institut de Philologie et d'Histoire Orientales, 3 (1935) (Volume offert
Jean Capart), pp. 1-12; L. MASSJGNON, Le Mirage Byzantin dans le Miroir Bagda
dien d'il y a mille ans, ibid., 10 (1950), pp. 429-447; Io., Textes prmonitoires et
commentaires mystiques relatifs la prise de Constantinople par les tures en 1453
(= 858 Hg.), Oriens, 6, l (1953), pp. 10-17; G. LEVI DELLA VIDA, Costantinopoli
nella tradizione islamica, in Atti dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Rendiconti
delle adunanze solenni, V 8 (1953), pp. 363-373; VASILIEV, Medieval Ideas , cit., pp.
471-476. E per il periodo pi recente cfr. J. DENY, Les pseudopropht ies concernant
les Tures au XVI' sicle, Revue des tudes Islamiques, 10 (1936), p. 212 sgg.
26 !II. LE PROFEZIE ISLA:I-11CHE
essi rivelano una preoccupazione politica. Possono esser stati immaginati
al fine di legittimare le guerre lontane e di rafforzare le zelo dei credenti.
Tale lo hadfth di Umm Haram sulle spedizioni marittime, per le quali gli
A~ab~ sentivano una certa avversione .. 'I. primi combatte_nti del mio popolo,
d1ce Il Profeta, che faranno una spediZIOne sul mare, SI acquisteranno dei
meriti. -Io gli dissi allora', continua Umm Haram 'Sarei anch'io tra di loro
o Inviato di Dio? - Tu ci sarai, mi rispose, e aggiunse: I primi del mi~
popolo che attaccheranno la citt di Cesare vedranno perdonati i loro pec-
cati.- Sarei anch'io tra di loro, o Inviato di Dio?- No, mi rispose' 67 Tale
pure anche quest'altro: 'Voi conquisterete certamente Costantinopoli. Eccel-
lenti saranno l'emiro e l'armata che se ne impadroniranno' 68 Allo stesso
modo da considerare anche lo had!th riferito da Ibn 'Abd al-Hakam, dove
si parla ad un tempo di Roma e di Costantinopoli: questa cadr per prima,
Roma invece per seconda 69 Degli hadfth di questo genere hanno servito
cos bene agli scopi che si prefiggevano i conquistatori che essi li hanno
utilizzati per dare coraggio alle loro truppe ... Altri hadfth rivelano tendenze
di carattere pi propriamente dinastico. Mirano cio ad attribuire all'una o
all'altra dinastia la gloria della conquista. La propaganda abbaside (cio
dal secolo VIII in poi) si serviva del seguente detto: 'Ci saranno pi di
trenta califfi abbasidi. Sei di loro avranno lo stesso nome, altri tre avranno
un nome uguale: [!']uno di loro conquister Costantinopoli' 70 La predizio-
ne non doveva avverarsi . Tra i califfi abbasidi soltanto Harin ar-Rasld
potrebbe, a rigore, esser considerato come conquistatore di Costantinopoli
(cio nella sua spedizione del 781-782 giunta fino a Chrysopolis, sul Bosfo-
ro) 71 . Ed certo per lusingare il califfo omeyyade Sulayman bin 'Abd al-Ma-
lik che stata inventata la tradizione secondo la quale Costantino~oli sareb-
be stata presa da un califfo che portava il nome di un profeta' 2.
Sulayman ( = Salomone, consid erato come profeta dai musulmani) pen-
:-u che la conquista della citt fosse riservata a lui ed [egli] invi una
spedizione comandata da suo fratello Maslama (nel 715-717: passaggio del-
lo stretto dei Dardenelli ad Abido, sbarco sulla costa della Tracia, assedi
per terra e per mare di Costantinopoli, distruzione della flotta araba con il
fuoco greco, ritirata dei musulmani) 73 Pu essere che lo had!th sia nato
dopo i fatti ai quali esso sembrerebbe alludere, allo scopo di spiegare la
spedizione. Infine, possediamo tutta una serie di hadfth politico-religiosi.
Sono quelli in cui la presa di Costantinopoli viene associata alla venuta
67
Cfr. Buharl, Les traditions islamiques, trad . HoUDAS et MARAIS, II, p. 332.
Testo arabo di Buharl nel commentario di al-Kastalli.ni, VI. p. 230. Cfr. anche
Soyti, Jdmi' al-Sagir, nel commentario di ai-Hafni, I, p. 353.
68 Soyti-
Hafnl, I, p. 250. Cfr. Muntahab Kanz al-' Ummal, Muttaki, VI, p. 12.
Cfr. VASILIEV, Medieval ldeas, cit., pp. 472-473; MASSIGNON, Textes, cit., p. 11, e Le
Mirage, cit., p. 443. Il Massignon ha gi osservato che questo famoso hadfth
figurava iscritto fino a poco tempo fa sul portale esterno di Seraskierat e figura
tuttora nell'atrio di Santa Sofia.
IB Ibn 'Abd ai-Hakam, Futuh Misr, ed. ToRREY, p. 257. Muntahab Kanz al-' Um-
mal, cit., VI, p. 15.
70
Ibn 'Asak.ir, III, p. 288.
71
Cfr. CANARD, Les expditions, cit., pp. 102-105.
72
Cfr. CANARD, Les expditions, cit., p. 84.
73 Cfr. ibid., pp. 80-102.
lll. I.E PROFEZIE ISLAi\HCHE 27
dell'ultima ora e all'apparizione del Dajjal o Anticristo musulmano 7'. Cos
la conquista della citt rinviata alla fine dei tempi. Forse queste tradizioni
cominciano ad esser messe in circolazione per indurre alla pazienza i con-
quistatori, delusi per essersi sempre arrestati davanti alle mura di Costanti-
nopoli e al vedere la potenza bizantina che continuava a mantenersi salda
di fronte alla potenza musulmana ... Troviamo un indizio di questa preoccu-
pazione nel seguente hadith: 'Se il mondo non avesse a vivere pi che un
sol giorno, Dio lo prolungherebbe per permettere a un uomo della mia
famiglia di sottomettere le montagne del Daylam e Costantinopoli' 75
Ci significa che questi due centri di resistenza cadranno senza alcun
dubbio, ma che forse bisogner attendere a lungo. Il Casanova 76 ha dimo-
strato che gli hadfth, all'origine, associavano alla venuta dell'ultima ora,
non la presa di Costantinopoli, ma quella di Medina, considerata come il
fine che dovevano raggiungere i primi credenti. Fu soltanto pi tardi, quan-
do l'ideale dei musulmani divenne Costantinopoli, che venne sostituito ne-
gli hadith questo nome a quello di Medina 77 In ogni caso, evidente che
esso venne solo successivamente associato alla venuta dell'ora, perch nel
pensiero di Mohammed la capitale bizantina non aveva nulla a che vedere
con la venuta dell'ultima ora 78
Sono numerosi gli hadfth di questo genere. La presa della citt sar
preceduta dall'apparizione della Malhama ( = battaglia) e seguta da quella
del Dajjal. Tutto ci avverr in sette mesi, oppure passeranno sette anni tra
la presa di Costantinopoli e l'apparizione del Dajjal. Al momento in cui i
musulmani staranno per spartirsi le spoglie risuoner il grido: il Dajjal
presso di voi. Allora essi lasceranno tutto ci che hanno nelle mani e torne-
ranno a combattere il Dajjal 79 Questi hadith apocalittici sono p er loro
natura oscuri. E lo diventano ancor pi quando aggiungono alle indicazioni
vagh e sulla Malhama e sul Dajjal notizie pi precise sui segni precursori
dell'ora. :f:. su questo punto che l'immaginazione dei fabbricanti di hadfth si
sbrigliata di pi, accogliendo particolari numerosi che provengono da
fonti molto diverse. Gli uni possono essere molto antichi e provenire da
fonti giudeo-cristiane, come la maggior parte degli hadfth sull'ultima
74
Sul Dajjal (o ai-Dadjdjl), cio il mentitore, l'impostore, corrispondente
all'Anticristo, cfr. A. ABEL, art. al-Dadjdjal>>, in Encyclopdie de 1'/slam, II, Leyde-
Paris 1965, coli. 77-78; H. STIEGLECKER, Die Glaubenslehren des Islam, Paderborn-
Miinchen-Wien 1962, pp. 740-741.
75
Soyti- Hafnl, II, p. 267. Cfr. VASJLIEV, Medieval Ideas, cit., pp. 473-474.
MASSIGNON, Le Mirage, cit., pp. 444-445, ricorda, a questo proposito, che un certo
Hallaj, giustiziato nel 922 come falso profeta, al 400' colpo di frusta avrebbe
detto: in questo istante Costantinopoli presa, e che un giurista sostenitore di
Hallaj, Ab Bakr Qaffal, riusc a riunire un'armata di credenti del Khorassan per
andare alla conquista di Costantinopoli nel 966: in tale circostanza avrebbe
detto: Noi speriamo, per grazia di Dio, in una pronta vittoria e prenderemo
Costantina la Sacra.
76
P. CASANOVA, Mohammed et la fin du monde, Paris 1911, p. 46 sgg.
77
Cfr. anche VASILIEV, Medieval Ideas, cit., pp. 471-472.
78
Sull'escatologia musulmana cfr. STIEGLECKER, Die Glaubenslehren, cit., pp.
740-749; MASSIGNON, Le Mirage, cit., p. 443, n. 2.
'" Cfr. Soyti- Hafnl, II, p. 372; Muntahab Kanz al-' Ummal, VI, pp. 20-21 e 51-52;
Moslim, Sahf!z, nel commentario di al-Kastalli.'ml a Buhri e nel commento di Na-
wawi, XII, p. 330, ecc.
28 Il!. LE PROFEZiE ISLAI\!ICHE - - - - - - - - - -
ora ... 80 Cos, la conquista di Costantinopoli associata allo 'splendor~ d!
Gerusalemme' 81 E questo induce a pensare alla 'nuova Gerusalemme, d1
cui parla l'Apocalisse. . . . .
Si vede in esso anche la d1struz10ne d1 Yatreb ( = montagne d t Utrub),
perch un hadith dice che Medina sar l'ultimo pa~se. dell'Islam a e~se~
distrutto 82 Altrove la presa di Costantinopoli attnbUlta a 70.000 figh d1
!sacco: 'Avete mai sentito parlare di una citt di cui una parte guarda vers<;>
la terra e l'altra sul mare?- S, o Inviato di Dio! -L'ultima ora non verra
prima che i 70.000 figli di !sacco non l'abbiano attaccat":. Quando porranno
l'assedio ad essa, non combatteranno con le lC?ro. ar:~m e n';m ~anceranno
frecce Essi diranno - Non c' alcun Dio fuon d1 Dto, e- Dw e grande, e
l'una delle due parti .della citt cadr. Al terzo grido e~si v! entrera~no' 83 I
commentatori pensano che si tratti senza alcun ~ubbw d1 Costantm_opol~.
(Forse ) *un adattamento arabo ~ella leggend~ b1bhca della presa d1 Ger~
co ... Altri hadith sembrano provemre dalla stona stessa del_le lotte arabo-_bi-
zantine o dalle tradizioni che esse han fatto nascere. Certi ~J?lSOdl, reah o
leggendari, possono aver c?lpito gli sp!ri~i. a tal punto ~be SI _e pensato <;;he
potessero verifcarsene altn d~l _tut~o s_I~Ih all~ fine de1 tempi_ ... Un_ h-~~tth!
ad esempio, parla di tre spediZIOni, ~stmt<;: ciascuna _da fatt~ prec:!Sl. Vo1
farete tre spedizioni contro Costantmopoh. Nel~a. pnma vm _subirete un
disastro; nella seconda concluderete con i nemiC:I ':ma pace m base a~la
quale potrete costruire una moschea nella loro citta; comb":tteret~, voi e
loro, un nemico dietro la citt, poi voi ritorn.~rete.~.~o.st~ntmo~oh;,n<;:ll~
terza Dio vi far vittoriosi per effetto del solo tekbir lctoe del _gr_tdo D_w e
grande''): un terzo de~la ci~t _sar distrutto, un altre;> te_rzo sara_ mcen_~m~
da Dio, e voi vi spartirete 1l nmanente terzo come SI m1~u_rano 1_ gram. ... .
L'allusione alla moschea richiama la leggenda della spedtZIOJ?e d1 M~slama,
e il nemico 'dietro Costantinopoli' potrebbe essere la popolaziOne de1 Bulga-
ri terribili avversari degli imperatori bizantini, che cr~aronC? non po_che
difficolt a Maslama 85 Un altro hadith dice che la co_nqlll~ta d1 Cost~ntmo
poli sar preceduta da una spedizione dei Rfun ( = _Bzzanttnz) che arnver~n
no fino a Dabik o al-Amak (cio fino alla regione dt Aleppo) ... 86 e _un ~adtt~
descrive anche a lungo i combattimenti che avran~o luc;>go _tr~ 1 ~~m e I
musulmani prima che appaia il Dajjal ... lfl. Questi detti ongu~~tJSl dalle
profondit oscure delle tradizioni giudeo-cristiane comprese piU o meno
* possibile che non sia altro che A
80
Si veda ora, ad esempio, l'analisi delle fonti della Apoca!i7si di Ba~fra, fatt~
da ABEL, L'Apocalypse, cit., pp. 5-12. In e~sa sarebbero conflm,tJ e1ementl_ denvat1
dalla Visio Danielis greca, daii'Apocalypsts Esdrae araba e dallApocalypsts Metho-
dii. 81
Soytiti. Hafni, II, p. 126; Muntahab Kanz al-' Ummal, VI, p. 43; I b n H an b a l,
V, J?- 232; Ab Dawud, II, p. 136.
2
Soyti . Hafni, I, p. 98.
83
Moslim, Sahfh, nel commento di Nawawi, XII, p. 330. Cfr. anche MASSIGNON,
Textes, cit., p. 12 e Le Mirage, cit., p. 443.
84
Muntahab Kanz al-' Ummal, VI, p. 21.
ss Cfr. CANARO, Les expditions, cit., pp. 94-99.
86 Mos1im, Sahfh, cit., XII, p. 309; Muntahab Kanz al-' Umm{z!, VI, pp. 9-10.
B7 Moslim, Sahfh, cit., XII, p. 312.
III. LE PROFEZIE ISLAMICHE
29
bene dagli Arabi, confinano con la pura leggenda ... Nel loro insieme gli
hadith relativi alle spedizioni contro Costantinopoli e alla sua conquista
sono riusciti a far apparire come ineluttabile la presa della citt e hanno
contribuito a creare attorno ad essa una leggenda complessa 88
Fin qui il Canard e gli altri studiosi che hanno approfondito il problema
degli hadith arabi. I Turchi, eredi della religiosit islamica, che maturarono
nella loro coscienza di musulmani questi detti attraverso non pochi com-
mentari, testi apocalittici ed anche poemi epici, al momento della conqui-
sta di Costantinopoli trovarono del tutto naturale ricordare alcuni di questi
hadith. Il pi citato, ovviamente, il pi famoso, quello che dice: cc Eccellen-
ti saranno l'emiro e l'armata che si impadroniranno di Costantinopoli: lo
ricordano Qyvami, Mehemed Nesri e Kh6dja Sa'd ed-Din, anche ~e in mo-
89
do un poco diverso Ci che, in fondo, del tutto naturale.
Un po' meno naturale () forse trovare tracce del profetismo musulma-
no in fonti occidentali. Eppure esse cominciano abbastanza presto, cio
praticamente con le prime Crociate, durante le quali il mondo occidentale
venne a contatto con il mondo orientale. La prima testimonianza, a (no-
stra) * conoscenza, si legge nei Gesta Francorum et aliorum Hierosolimita-
norum, degli anni 1099-1100 90 Alla vigilia dell'assedio di Antiochia, conqui-
stata dai Crociati, posto da Kurbuqa, atii.beg di Mossul, che comandava il
corpo di spedizione seldjukida 91 , agli inizi di giugno del 1098, pare che il
capo turco avesse chiesto un consiglio a sua madre e questa l'avesse dissua-
so, facendogli presente la potenza militare dei Crociati. Kurbuqa allora
chiese a sua madre donde avesse informazioni cos precise ed ella rispose:
ccFili mi carissime, ecce sunt plus quam centum annorum tempora de
quibus inventum est in nostra pagina et in gentilium voluminibus, quo-
niam gens christiana super nos foret ventura et nos ubique victura ac super
paganos regnatura et nostra gens illis ubique eri t subdita, sed ignoto utrum
modo an in futuro sint hec eventura. Ego utique misera sum te secuta ab
* mia A
88
CANARO, Les expditions, cit., pp. 105-112.
89
Qyvimi, Racconto delle conquiste del sultano Mehmed, uad .. ted. di S.
GoKcE, Kivi.mi und Fetihni.me (Vergleichende Untersuchungen iiber Kiviimmi,
Den Geschichtsschreib er und Fichter Sultan Muhammed des Erobers und seiner
Zeit sowie ii.ber sein Fetihniime}, Miinchener Dissertation 1954, p. 52; Mehmed
Nesri, Libro che descrive il mondo, PERTUSI, La caduta, cit., II, p. 265, !in. 138-141;
Khdja Sa'd ed-Din, Il diadema delle storie, PERTt:SI, ibid., p. 286, !in. 142-143.
90
Gesta Francorum et aliorum Hierosolimitanoru m, ed. L. BRHIER, Histoire
anonyme de la premire Croisade, Paris 1924 (== ccClassiques de l'histoire de France
au moyen age, 4).
91
Su di lui cfr. R. GROUSSET, Histoire des Croisades et du Royaume frane de
frusalem, I, L'anarchie musulmane et la monarchie franque, Paris 1934, p. 96 sgg.
 III. LE PROFEZIE ISLA:>.llCHE
30 III. LE PROFEZIE !SLAMICHE _ _ __ _ _ __ __:31

Ale h (=Aleppo) urbe pulcherrim a, in qu~ speculando atque ingeniose Disperdet ur enim regnum Thurcorum tempore suo, quia sic est stabili-
p d respexi in celorum astra et sagaclter scrutata sum planetas et turo a Deo, et si(c) quidem, ut alloquitur, quod in mense iulio peribit re-
nman o signa sive sortes
duodecim m!lumer.as. 1n ets
omm.'b us repen
qu~m~am gens gnum et refugium Thurcorum . Et tunc verificabitu r pres(ci)enti a mea; ne-
t' a nos ubique est dev1ctura 1deoque de te t1meo valde, mm1s mesta, que menciar, quia illi populi successive venient prelia sicientes, et omnes
h
c ns 1an b o2
ne ex te remaneam or ata reges paganorum ab illorum populorum facie trepidabun t et formidabun t.
O Damieta! O D(amieta)! O D(amieta)! ve tibi et terminis circa te, in diebus
L'editore e commentat ore del testo, L. Brhier, ha gi mes~o in rilievo illius macri homini! Ubi est pulcritudo arborum tuarum et speciositas pal-
l' essione: in nostra pagina vuoi indicare il Corano, o meglio, direi marum tuarum? Omnes enim abscindent ur et vix eorum radices seu vesti-
c h e esattamente
espr . . a
d eg l'1 h a tt h ara b' gia remanere credantur. Ve campis Cayre! Usque ad forum enim camelo-
, la tradizione 1, mentre l' a l tra: m
. gentl-.
~~~m voluminibu s allude ai testi profetici cristiani (Apoc. Meth., Vis. Dan., rum prelia extendentu r et erunt belli corda dolore sonancia et parti nimia
angustia, noviter geniti infantes, noviter cooperti canicie veterascent ; et
ecc.) 93. L'indicazion e dell'anonim o dei Gesta m~ po' .tr?~~o ~aga per ~o t~~ occisorum cadaveri bus celi volucres saturabunt ur ac silvarum bestie suam
.
cog l1ere c on esattezza la fonte araba o greca .
a cm egh s1 e ISpirato, ma e g1a sitim extinguent sanguine mortuorum , et civitas Kayre subvertetu r ... 96
. s1gnificativo questo accenno m un testo cos1. ant1co . . ..
-e per d1 p1u
d 1 per se , .
. t timone oculare dell assedio dt. Antiochia . . .
- a profezie non solo Nulla in questa profezia ci permette di dire che sia veramente di origine
d l un es
. t' ma anche arabe. La stessa cosa s1. npete . . d l
m ue a tn. cromst1 . . d Il
e e islamica; anzi, tutto lascia credere che invece sia stata composta da un
b1zan 1ne, a
t cio nell'anonim o der. Gesta regts . H . .
enrtct secun t attn mta 'b B
a e- occidentale , il quale intravvide nella caduta di Damietta del 1219 un grave
Crocla e, f
d tt di Peterboroug h 94, il quale accenna pure a pro ez1e arabo-turch e colpo inferto alla potenza del sultanato, tanto pi che qui i seguaci del-
ne e 0 alla sconfitta d T
riguardo e1 urc h'1 se Id'JU k'd'
1 1: l'Islam sono detti pi volte pagani.
H
autem prophetia et astronomia Turcorum est, ql!od infra hoc Altro accenno di un occidentale a profezie arabo-turch e si legge in due
. " ~ec (ct'o nel 1188)
una pars Turcorum gladio p eribit, altera fugiet lettere di Bartolomeo di Giano degli anni 1438 e 1443 <n, cio al momento
t nenmum vero b b'
ultra arborem siccam, tert1a aptJZa 1tur. della grande invasione turca dei Balcani:
Nam publica inter Saracenos et Teucros fama divulgata defertur, insta-
Essa ripresa dal cronista Ruggero di Howden 95 : re tempus destruction is eorum, et iam praeteriisse , ut eorum quaedam
Erat tamen haec. prophetia et astronomia G:aeco~m et Turcorum prophetiae declarant.
f hoc trienmum una pars Turcorum gladiO penret et altera fuge-
quo d m ra . . b . <<Car la renommee est, entre eux Turs et Sarrazins, toute commune, que
ret ultra arborem s1ccam et tertla aptlzaretur .
j le tamps est venus qu'ilz doivent estre destruis, seloncq le tamps que
Ha ragione certo Ruggero di Howden a interpolare il testo precedente annoncha leur tres faux et tres mauvais prophete Mahomet.

agg1ungen do Graecorum,. perch in realt qui si accenna in modo speci- L'indeterm inatezza di questo accenno non ci permette di dire se Bartolo-
lico ad un passo della Vzs. Dan. gr. A. p. 46, 2-4.
lunga profezia giuntaci in quadruplic e redazione (in francese, in meo di Giano alluda proprio a un hadith coranico diffusosi nella zona
Una costantinop olitana nella prima met del secolo XV.
fi l'
spagno lo e ln latino) attribuita ora ad un certo Hannan, g 10 d'1 !sacco, .
uomo molto saggio della terra dei pagani, ora invece ad un non meglio
specificato figlio di Agap (o Acab), filosofo ~ scienzi.ato sd~rad~eno, parl~
1
96 Ed. R.
RoHRICHT, Quinti belli sacri scriptores minores, Pads 1882 (= <<Publi-
dell'assedio di Oarnietta del 1219 C del tentatiVO CrOCl;ltO l !Struggere l cation de la Socit de l'Orient Latin, sr. hist., t. II), pp. 205-228 e particolarmen-
sultanato ayyubita del Cairo. Non si sa quale sia la redazione originale: in te 218-219. Sulle intenzioni dei Crociati cfr. R. GROUSSET, Histoire des Croisades et
du Royaume frane de Jrusalem, III, La monarchie franque, Paris 1936, pp.
ogm cas 0 , tutte ripetono le stesse cose con parole diverse. Ecco, ad esem-

. . 207-242.
pio, quanto detto dJ Dam1etta: 97
Bartolomeo di Giano, Epistola de crudelitate Turcorum, PC 158, 1066 C
(lettera inviata al confratello Alberto da Sarteano a Venezia, datata 12 dicembre
1438); Epistola al priore di San Giovanni di Gerusalemme (data 3 febbraio 1443),
Gesta Francorum, cit., pp. 122-124.
92 ed. in Anchiennes cronicques d'Engleterre par Jehan de Wavrin, seigneur de
Ib 'd p 123. n. 3.
93 Foreste/, Choix de chaptres indits annots et publis ... par M11 e DuPONT, II,
94 c:si~ r~gis Henrici Il et Ricardi l, ed. W. STUBBS, The Chronicle
of the Reigns Paris 1859, p. 11 (la lettera datata 3 febbraio 1443 ci giunta soltanto in una
of Henry II. and Richa~-~ l. A.~. 1169-119~. Il, London ~867, pp. 52-53 (da una lettera antica traduzione francese). Su Bartolomeo di Giano e le sue lettere dall'Oriente
di ambasciatori inviati m One~te da F1hppo II, re di Francia). (Cfr. n. 192). cfr. A. PERTUSI, La situazione dell'Europa orientale dopo la caduta di Smederevo
95 Chronica Magistn Rogen de Hovedene, ed. W. STUBBS, II,
London 1869, p. (1439) in una lettera inedita di fra Bartolomeo di Giano, in Byzance et !es Slaves.
356. (Cfr. n. 192). Mlanges lvan Dujcev, Paris 1979, pp. 337-372.
32 III. LE PROFEZIE !SLAMICHE
Ben pi precisa invece l'allusione a un hadith arabo-turc o, quello gi
visto di Roma e Costantin opoli riferito da lbn'Abd al-Hakam , che si legge
in un passo dell'Orario ad regem Alfonsum tenuta dal greco-ven eziano Nico-
la Sagundino . Egli afferma che Mehmed II aveva organizza to la sua spedi-
zione contro Costantin opoli nnixus vaticiniis et praedicat ionibus
quibusdam quae sibi regnum Italiae et urbis Romae expugnati onem pro-
mittunt; ait sibi concedi. coelitus Constanti ni sedem, hanc vero Romam
esse, non Constanti nopolim videri aequum valdeque congruere quasi filiam
vi ceperit, hanc etiam matrem capere posse 98 Ma l'accenno non ci deve
meravigli are: il Sagundin o aveva partecipa to Costantin opoli alle trattati-
ve di pace con Mehmed, dopo la caduta della capitale bizantina, per conto
della Repubblic a di Venezia, come esperto, al fianco dell'amba sciatore Bar-
tolomeo Marcello (1453 luglio- 1454 aprile), ed possibile che egli abbia
avuto notizia di questo hadith proprio a Costantin opoli da qualche mem-
bro della corte sultaniale .
Ma la storia delle profezie islamiche non finisce qui. Si sa che il famoso
seikh Aq Sems ad-Din, al seguito di Mehmed durante l'assedio c la presa di
Costantin opoli, fece pi di una profezia a questo proposito . Lo afferma egli
stesso nella sua lettera a Mehmed, perch la sconfitta, subita dai Turchi nel
Mar di Marmara il 22 aprile 1453 sembrava aver reso le sue profezie prive
di fondamen to 99 . D'altra parte lbn Kemal conferma che Mehmed alla vigi-
lia dell'attacc o finale consult lo seikh Aq Sems ad-Din e questi lo assicur
che il giorno dopo sarebbe entrato trionfator e a Costantin opoli ""'. Nella
tradizione turca questa profezia collegata al ritrovame nto sotto le mura
di Costantin opoli della tomba del famoso porta-ban diera del profeta Abu
Eyyub, morto durante un attacco contro Costantino poli (672), scoperta mira-
colosame nte appunto da Aq Sems ad-Dino poco prima dell'attacc o finale, o
secondo un'altra tradizione , poco dopo la conquista della citt 101 Comun-
que sia, certo che lo seikh in questione ebbe un ruolo notevole come
profeta. Evliya Celebi racconta (come) *, dopo dieci giorni di assedio della
capitale, Mehmed dubitasse della vittoria finale, per la resistenza accanita
opposta dai Bizantini. Allora Aq Sems ad-Din rivoltosi al sultano pare che
gli abbia detto: Mio signore, non angustiart i. Tu sarai il conquista tore di
questa citt fortificata . proprio ci che noi ti abbiamo profetizza to. Ma
questo il compito, per ordine di Dio, delle armate che si trovano qui
*che A
98 PERTUS!, La caduta,
cit., Il, p. 132, lin. 68-73.
99 PERTUSI, La
caduta, cit., l, p. 301.
100 Cfr. PERTUSI,
La caduta, cit., l, p. 461.
101 Sulla leggenda di Abu
Eyyil.b, che avrebbe partecipato alla spedizione
contro Costantinopoli di Yazid, figlio di Mu'wiya, cfr. CANARO, Les expditions,
cit., pp. 68-77.
------------------~l~ll~.~L~E~PROFEZIE__I_S_L_A_
M_IC_H__
E________ ________ ~3~
3
sparse. C' nella citt fortificata un santone che si attribuisc e il nome di
Yavadud (cio Ya Vadud, 'o amante', uno degli epiteti di Alllih), che uno
degli aiuti dello seikh Maksud. Finch costui non morir, non c' probabili
t di conquista re la citt fortificata . Ma egli morir entro cinquanta giorni.
E dicendo ci indic l'ora e il minuto preciso della presa della citt fortifica-
ta e alla fine rivel il segreto: Tu per, mio signore, mantieni con gran
cura questo divino segreto, affinch resti tra noi. Fa' del bene ai soldati
islamici e mostra il tuo buon cuore 102 Si noti che questo santone Yvadud
Sultan, sotto il cui nome si nasconde un monaco cristiano (Gennadio ?),
avrebbe profetizza to a sua volta che Mehmed non avrebbe riportato la
vittoria 103 E c' infine un'ultima profezia , che sarebbe stata nota ai cri
stiani, riportata anch'essa da Evliy Celebi. <<l preti, i vescovi ed i patriar-
chi, egli scrive, riuniti in assemblea , avevano scoperto per mezzo dell'astro
logia che alla fine del tempo un Muhamm ad sarebbe venuto a distrugge re
alcune migliaia di chiese; e che i suoi seguaci avrebbero preso Antiochia ,
Gerusalem me, il Cairo e Costantin opoli; e dalla terra sarebbero venute
alcune migliaia di navi a vele spiegate. Ed egli avrebbe avuto sulla testa il
berretto di giudice, sarebbe stato assiso su di una mula e avrebbe avuto ai
piedi degli stivali azzurri. E sarebbero passati ottocento cinquant'a nni (s'in-
tenda: dall'inizio dell'Egira) quando questo Muhamm ad sarebbe venuto a
distrugge re le chiese e a vincere i popoli del Cairo, di Antiochia e di Gerusa-
lemme. Naturalm ente i cristiani non credettero che tale profezia si riferis-
se a Mehmed, osserva Evliya Celebi, perch le ragioni che essi portavano
contro tale interpreta zione erano vane e insufficie nti 104 Osserviam o che
l'anno indicato (850 dell'Egira ) corrispon de all'incirca al 1453 (pi esatta-
mente 857 dell'Egira) , ma ci che ci fa dubitare sulla <<verit di questa
presunta profezia che si d gi per scontata la conquista del Cairo: se
l'autore della profezia si riferiva alla caduta della dinastia dei Mamelucc hi,
questa non avvenne che nel 1517. E. difficile pensare che si riferisse alla
caduta della dinastia degli Ayyubidi (1250). L'espressi one alla fine del tem-
po ci riporta d'altra parte alla Jette1atur a apocalitti ca, sempre molto oscu-
ra e assolutam ente leggendar ia, mentre l'altra dell'avven to di un Muham-
mad ci riporta, come si gi visto, agli hadfth della propagan da abbaside.
102
PERTUSI, La caduta, cit., l, pp. 449-450.
103
Ma non pu trattarsi del patriarca Gennadio Scolario, ancora semplice
monaco nel 1453, perch, per quanto ritenuto interprete di una iscrizione profeti-
ca ritrovata proprio allora sulla tomba di Costantino I (cfr. pi innanzi, n. 176),
tav. 5
non solo non profetizz la vittoria dei Bizantini, ma era profondam ente convinto
del contrario: cfr. la sua lettera pastorale all'indomani della caduta della citt,
PERTUSI, La caduta, cit., l, pp. 242-252.
104
PERTUSI, La caduta, cit., I, p. 450.
 IV.

LE VISIONE S DANIELI S NELL'OR IENTE BIZANTI NO E IN

OCCIDEN TE FRA IL SEC. X E IL SEC. XV

Torniamo ora alle profezie cristiane. Esse ebbero sia in Oriente come in
Occidente una grande diffusione proprio per il loro carattere oscuro, misti
cheggiant e, apocalitti co; (erano) espresse per in un linguaggi o abbastanz a
vicino a quello popolare, cosicch anche un monaco non particolar mente
colto poteva essere in grado di darne una sua interpreta zione, applicand o
al suo tempo i presagi ivi descritti, con opportuni accomoda menti, tagli o
sostituzio ni o interpolaz ioni.

A. Le "Visiones Danielis orientali

Tutte le cosiddette Visiones Danielis, bench talvolta molto diverse per

contenuto , hanno come loro punto di partenza il libro biblico di Daniele ed
imitano soprattutt o la seconda parte di tale libro (capitoli 7-12, spiegazion e
dei sogni e delle visioni). altres important e ricordare che il libro di
Daniele citato esplicitam ente da Matth. 24, 15 a proposito della profezia
di Cristo sulla rovina di Gerusalem me: di qui, molto probabilm ente, un
altro motivo per attribuire a Daniele profeta molte di quelle Visiones che
trattavano profezie di carattere politico ed escatologi co. Abbiamo gi visto
che la stessa cosa successa anche per l'Apocalypsis Methodii, giuntaci in
pi versioni (siriaca, greca, latina, slava), ma nel caso delle Visiones Danie
lis la situazione ben pi complicat a e intricata 105 Abbiamo gi accennato
all'import anza della Visio Danielis armena 106 Queste recension i hanno per
noi un valore relativo, nel senso che non sembrano note agli scrittori del
secolo XV che parlano della caduta di Costantin opoli; esse tuttavia suscita
no il nostro interesse, sia perch costituisc ono un termine di paragone di
fronte alle varie recension i della Apocalyps is Methodii e della Visio Danie
lis, sia perch rappresen tano un punto di passaggio alle Apocaliss i compo
ste dopo le Crociate.

105
Un elenco di questi testi dato in BHd nn.' 1870' 1875 e Auct. 1870'1875b.
Ma si veda pi innanzi.
106
( Cfr. pp. 2122).
36 IV. LE VISIO:-IES DANIELIS
La pi antica, a quanto sembra, l'Apocalis se araba di Daniele 107, presen-
ta all'inizio notevoli punti di contatto sia con il libro biblico di Daniele, sia
con l'Apocalis se siriaca di Esdras 108 N questa, n le altre Apocaliss i danieli-
che orientali mostrano di aver presente le versioni pi comuni dell'Apoca -
lypsis Methodii e della Visio Danielis. Il punto che le accomuna la storia
pi o meno vaga dell'espan sione degli Arabi: da Maometto ad Harun arRa-
sid (Apocaliss e araba), o da Mansur a al-'Adid, secondo Macler, oppure da
Sulaiman e Ornar a al-Hakim, secondo Meinardu s (XIV Visione copta di
Daniele) 109, o da Ornar ad al-Mamun (Visione persiana di Daniele). I punti
chiave per comprend ere la data di composiz ione di questi testi storico-ap o-
calittici sono i seguenti : la lotta tra Arabi e Bizantini sull'Eufra te, in cui gli
Arabi rimangon o soccombe nti, cio, a nostro avviso, le grandi imprese di
Giovanni Tzimisks e di Niceforo Foca nella seconda met del secolo X
(Apocaliss e araba di Daniele); il riferimen to al califfo Salah ad-Din
(1169-1193) (XIV Visione copta di Daniele); conquista del re dei Romani
dal vestito rosso, cio del principe crociato Goffredo di Buglione (1099)
(Visione persiana di Daniele). Tutte terminano con la fine dei tempi, pre-
ceduti dal sorgere di un <<re dei Greci che distrugge r gli Ismaeliti, dalla
comparsa dell'Antic risto, dalla consegna del regno a Dio a Gerusalem me,
dalla lotta di Elia ed Enoch contro l'Anticrist o e infine dal giudizio universa-
le. Quest'ulti ma parte si presenta con notevoli varianti nelle tre Apocaliss i e
la pi particolar e come redazione quella che si legge nella Visione persia-
na di Daniele, in cui l'autore si rivela per un Israelita preoccupa to di salva-
re soprattutt o i suoi correligio nari.
Abbiamo cos esaurito l'esame delle profezie cristiane di origine greco-
orientale. L'impress ione generale che si ricava da esse che tutte queste
presunte profezie siano nate in particolar i momenti storici, e particolar men-
te in occasione della I Crociata, dei tentativi di altre Crociate, e (special-
mente) * della IV e di quella della prima met del secolo XIV, e infine del
progetto di spedizion e promosso dal papa Pio !1 110
B. Le [cosiddett e]
Visiones Danielis greche
Occorre osservare, prima di tutto che i codici contenent i le Visiones
Danielis appaiono tutti piuttosto recenti (dal XIV al XVI secolo) e che i
* particolarm ente A
107
Cfr. n. 120.
108 CHABOT, L'Apocalypse d'Esdras, cit., pp. 242-250 e 333-346.
109
Cfr. n. 119.
(' 10 Cfr. pp. 60).
IV. LE VISIONES DANIELIS 37
titoli di esse sono molto desultori: ora appaiono nella forma pi semplice, e
cio <<Visione del profeta Daniele 111 o <<Ultima visione del profeta Danie-
le 112 o <<Visione del profeta Daniele dal quindices imo giorno della prigio-
nia fino alla discesa di Cristo e dalla discesa di Cristo fino al compime nto
del secolo 113 o <<Visione del profeta Daniele sull'ultim o tempo e sul compi-
mento del secolo 114 o <<(Profezia) del monaco Daniele sulla Heptaloph os
( = Settecolli, cio Costantin opoli) e sulle isole, quale sar il loro futuro 115 ,
talvolta invece (sono) attribuite a Metodio: <<(Profezia) di san Metodio, ve-
scovo di Patara, sulla presa di Costantin opoli e sul futuro santissim o impe-
ratore che si sveglier come dal sonno e sull'Antic risto o Profezia del
santo padre nostro Metodio, arcivescov o di Patara, sugli avvenime nti che si
verificher anno alla fine del settimo secolo su richiesta dell'imper atore signo-
re Leone il Saggio (!) 116, talvolta infine (appaiono ) sotto forma di omelia:
<<Discorso del santo padre nostro Giovanni Crisostom o sulla visione di Da-
niele 117 Un po' pi uniformi appaiono i titoli nelle varie redazioni in lin-
gue orientali; in armeno: <<La settima visione di Daniele>> 118 (<<settima>> per-
ch il libro biblico di Daniele nella versione armena suddiviso in sei
visioni, e questa, posta di seguito, viene classificat a come settima), in cop-
to: La quattordi cesima visione di Daniele>> 119 (<<quat'tordicesima>> perch
anche qui il libro biblico di Daniele in copto suddiviso in tredici visioni),
(quando non sono) * senza titolo - [ma] deducibil e (per) dall'inizio del
*o A
111 3
BHG 1873 = lSTRIN, Otkrovenie, cit., 1898, l, II, pp. 135139(; allo pseudoDa-
mele fa frequenti riferimenti ARGYRlOU, Les exgses grecques, cit., pp. 96, 103 e
348).
112
BHG 3 1874 = VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 43-47; E. KLOSTERMANN, Analecta
zur Septuaginta, Exapla und Patristik, Leipzig 1859, p. 115-120; ma il cod. b (= Ven.
Mare. gr. VII 38, secolo XVI-XVII) ha: L'ultima visione del profeta Daniele su
Costantinopoli, sull'impera tore pacifico e sul compimen to (del secolo). Altro testo
simile reca invece il titolo: L'ultima visione del grande profeta Daniele manifesta-
taci da san Metodio di Patara, ed. E. KLOSTERMANN, Zur Apokalypse Daniels, Zeit
schf?ft fiir ?ie alttestame ntliche Wissenschaft, 50 (1895), pp. 148-150.
" BHG 3 1874' = IsTRIN, Otkrovenie, ci t., pp. 140-142.
1
BHG 1872 = VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 38-43; KLOSTERMANN, Ana/ecta, cit.,
p. 113, ha invece Apocalisse del profeta Daniele sul compimen to del mondo
(codd. Ven. Mare. gr. II 125, s. XV; Paris. gr. 947, a. !547; Paris. gr. 2180, s. XV).
115
BHG 3 1875 = IsTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 143-144.
116
BHQ 3 1873 = IsTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 135-139 (codd. Patmiac. gr. 529 e
Harleyan. gr. 5734).
117
BHG 3 1871 = VASILIEV, Anecdota cit. pp. 3338.
118
MACLER, Les Apocalypses, cit., p: 288: Cfr. n. 57.
119
Ed. WOIDE, in Appendix ad editionem Novi Testamenti graeci e codice
Alexa~drino, Oxonii 1799, p. 140 sgg.; trad. frane. MACLER, Les Apocalypse
s, cit.,
III, LApocalypse copte de Daniel, Revue de l'Histoire des Religions>, 33 (1896), p.
38 IV. LE VISIONES DANIELIS>>
testo - come nel caso della redazione araba: Visione del profeta Daniele di
cui inform il suo discepolo Esdras a proposito di ci che avverr dei figli
di Ismaele, figli di Agar la copta 120, o inserit(e) * all'interno di una Vita di
Daniele apocrifa, come il caso della redazione persiana 121
Rimane da chiarire un ultimo punto: va da s che noi faremo astrazio-
ne dalle visioni bibliche di Daniele nel testo greco dei Settanta o di
Teodozione IZ2, perch esse non rientrano nella categoria di testi che tratta-
no in sostanza della lotta tra Arabi o Turchi e Bizantini, dell'avvento
dell'ultimo imperatore (fabula de rege mendico), della venuta dell'Anticri-
sto e della parusia finale del Signore con relativo giudizio universale.
Anche in questo caso, come gi successo per l'Apocalypsis Methodii,
occorre chiarire che non tutti quei testi che sono attribuiti a Daniele, per
il loro contenuto, possono esser identificati con quelle Visiones Danielis, a
cui di solito fanno riferimento quegli scrittori dal XII al XV secolo che le
citano o che alludono ad esse in relazione alla caduta dell'impero d'Orien-
te. Cos, ad esempio, sono da considerare a parte le seguenti:
l) la Visio che passa sotto il titolo Discorso di san Giovanni Crisosto-
mo sulla visione di Daniele, perch non altro che un centone de!l'Apoca-
lypsis Methodii (siriaco-greco-lat ina) [ma) con interpolazioni dalla Vis .
Dan. gr. e syr. "';
* inserita A
165; trad. ingl. O. MEINARDUS, A Commentary an the XIV'" Vision of Daniel accor-
din?; to the Coptic Version, <<Orientalia Christiana Periodica, 32 (1966), p. 411.
2
F. MACLER, L'Apocalypse arabe de Daniel, publie, traduite et annote, <<Re-
vue de l'Histoire des Religions>>, 49 (1904), p. 274; ed. R. J. H. GoTIHEIL, An Arabic
Version of the Revelation of Ezra, Hebraica, New-Haven, 4 (1887-88), pp. 15-17 (da
un ms. arabo diverso da quello utilizzato dal Macler: per errore attribuita a
Esdras). Su di essa cfr. G. GRAF, Geschichte der christliche arabischen Literatur, I,
Die Ubersetvmgen, Citt del Vaticano 1944 (= Studi e Testi, 118), p. 216.
121
H. ZoTENBERG, Geschichte Daniels. Ein Apokryph. herausgeg. und aus dem
Persischen uberset~t., Archi v fiir Wissensch. Erforschung des A. T.>>, ed. A. MERK, l
4, 1869, pp. 385-427; trad. frane .: J. DARMSTETER. L'Apoca/vpse persane de Daniel, in
Mlanges Renier (<<Bibl. de l'Beole des Hautes Btudes, 73), Paris 1887, pp. 405-420;
MAcLER, Les Apocalypses, cit., II, L'Apocalypse persane de Daniel, <<Revue de l'Hi-
stoire des Religions, 33 (1896), p. 42 sgg.; trad. ebr.: A. JELLINEK, Bet-ha-Midrash, V,
Leipzig 1873, pp. 117-130; trad. ted.: A. WUNSCHE, Aus Israel Lehrhallens, II, Leipzig
1908, pp. 57-78. Cfr. H. BurrENWIESER, art. Apocalyptic Literatur Neo-Hebraic, 13,
The Persian Apocalypse of Daniel, in Jew. Ene., I (1901), pp. 684-685; ID., Outline
of the Neo-Hebraic Apocalyptic Literature, Cincinnati 1901, pp. 43-44.
112
BHC 3 nn.' 1870'-1870', e Auct. nn.' 1870xb_1870'h; cfr. PC 16, 2896-2901, 2840-2896,
2901 -2905; H. B. SwETE, The Old Testament in Creek, III, Cambridge 1894, pp.
577-585, 499-575, 587-593, ecc.
123
VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 33-38. Non qui il caso di darne la dimostrazio-
ne: ogni lettore potr rendersi conto della cosa comparando i due testi.
IV. LE VIS!ONES DANIELIS 39
2) la Visio (de consummatione saeculi) che appare in un codice Vatica-
no e in un codice del Trinity College di Cambridge, vicina alla precedente
redazione nella sua parte finale e alla redazione della Visio Leonis (cfr.
pi sotto) nella sua parte iniziale 124 ;
3) la Visio Leonis Costantinopolita ni, pubblicata recentemente nella
sua duplice versione dal Maisano, perch anch'essa non ha nulla a che
vedere con la Visio Danielis 125 Secondo l'editore sarebbe da collocare
all'inizio del IX secolo (c. 809-813) e la profezia farebbe riferimento alle
persecuzioni degli iconoclasti 126 Ma anche qui - dall'apparizione del po-
polo dell'Oriente (cio Gog e Magog), dell'imperatrice !rene (la nefanda),
poi di Costantino (il buono) e del <<giovane, qui di nome Archelao (<<inizio
del male, carestia, siccit, cataclismi, ecc.), infine dell'Anticristo inganna-
tore degli uomini (in quanto verr creduto Cristo stesso), che provocher
sconvolgimenti e morti, poi di Enoch ed Elia, che smaschereranno l'Anti-
cristo, fino alla nascita di un altro fanciullo, di nome Malchedone <<nelle
dimore imperiali, che diventer adulto nel giro di sette ore, e infine al
giudizio universale dell'Anziano dei giorni, mostra notevoli punti di
contatto con la versione pi comune (nella quale) rientra per la questione
delle Stirpi bionde;
4) la Visio s. Andreae Sali, che anch'essa una profezia su Costantino-
poli, ma tutta diversa 127 : l'unico punto che l'accomuna alla Visio Danielis
l'accenno alla consegna della corona e del regno da parte dell'ultimo
imperatore a Gerusalemme (cfr. sopra (e n . 254));
5) la Visio inedita del cod. Athen. gr. 2605, secoli XIV-XV, il cui conte-
nuto non noto, ma che dall'inc. e dall'expl. appare totalmente diversa
dalla Visio pi diffusa 128 ;
6) il Vaticinium Danielis Oa( a-o~ 1t6.~ ~1t-rci.ocpE ... ecc. 129, perch non
un testo a parte, ma si tratta di un'invettiva che si legge gi inserita nella
Visio pi comune e che ha dato luogo poi a un nuovo testo apocalittico,
attribuito questa volta a <<Daniele monaco di chiarissima origine cretese,
tardo e con italianismi ( = c, pi sotto) 130 Ma prima di affrontare il
124
BHd 1871", inedito.
125
R. MAlSANO, L'Apocalisse apocrifa di Leone di Costantinopoli, Napoli 1975,
pp . 67-112 e 117-120. = BHC 3 1871 e Auct. 1871.
126 MAlSANO,
L'Apocalisse, cit., pp. 33-41. Cfr. n. 130.
127
PC 111, 625-888 (capp. XXV-XXVI); VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 50-58. Sulla
sua interpretazione storica cfr. J . WORTLEY, The Warrior-Emperor of the Andrew
Salos Apocalypse, Analeeta Bollandiana, 88 (1970), pp. 43-59; L. RYDEN, Zum Auf-
bau der Andreas Salos-Apokalypse, Eranos>>, 46 (1968), pp. 101-117.
128
BHd 1874m.
129 3
BHG 1875 = IsTRlN, Otkrovenie, cit., pp. 143-144; KLOSTERMANN, Analecta zur
Septuaginta, cit., p. 121.
130
Pure di origine cretese l'altra versione della Visio Leonis che si legge nei
codd. Athen. gr. 2187, s. XV, e Sabait. gr. 128, s. XV-XVIII, ed. Maisano, pp.
117-125.
40 lV. LE V!SIONES DANIELIS
contenuto storico di queste profezie, (ci sembra) opportuno * tentare di
risolvere un problema di notevole importanza per la comprensio ne delle
profezie e per poterne dare un'interpre tazione storica, per quanto possibi-
le, accettabile.
C. Il problema delle stirpi bionde>> nelle profezie greche su
Costantinop oli e la fine d el mondo
Spessissimo nelle profezie su Costantinop oli si incontra un'espressi one
che sul primo momento ci lascia un po' perplessi. In quelle greche si parla
di l;a.vM yVTJ o di l;a.vi}v yvo, in quelle latine di natio flava cesarie>> di
flava gens>>o gens blunda>>, in quelle slave di rusii rod , che si sarebbe-
ro impossessa te di Costantinop oli. Ora, bene osservare che nelle fonti
bizantine l'espression e consimile, !;a.vi} ~i}vTJ, appare gi canonizzata tra la
fine del secolo VI e gli inizi del secolo VII a designare i popoli dei Franchi e
dei Longobardi e di quelli che hanno uno stesso genere di vita . Cos si
afferma gi nello Strategicon (di)** Maurizio 131 , sulla base, molto proba-
bilmente, di una precedente tradizione che sembra essersi diffusa nel seco-
lo V (con Prisco Panite, Claudiano, Agathias, ecc.) 132 La stessa espressione ,
l;avM EWTJ, si ritrova negli scrittori di strategia e di tattica militare dei
secoli IX e X (Leone VI imp., Problemata e Tacticae constitution es; Nicefo-
ro Uranos, Tactica); e ancora nel secolo XIII in Giorgio Pachimere 133 Di
conseguenz a, ogni volta che incontrerem o nei testi profetici un'espressi one
* opportuno, io credo, A
** dello ps.- A
13 1 Cfr. Mauricii, Strategicon, ed. H . MIH!I.ESCU, Bucurel}ti
1970, pr., p. 40, 6
(l;avi}oi: ~i}vE.,-~v o~ov <I>pa:yyo,, AoyyL~6.plioL); III 5, p . 106, 25 ('t'oc t;a... i}oc ~i}"ll); IV l,
p. 140, l e XI PR e 3, pp. 262, 7-8 e 274, 16 (-co l;a vi}oi: Ei}vE<rLv, olov <l>pa:yyoLc;,
Aoyy~~lipooL xat c~1toc; 6~oo~aL"t"OL<; a\rrw'.l) (cfr. ora G. T. DENNIS, Das Strategikon
des Maurikios, iibersetzung von E. GAMILLSCHEG, Wien 1981, CFHB 17); si veda A.
PERTUSI, Ordinamenti militari, guerre in Occidente e teorie di guerra dei Bizantini
(secoli VI-X), in Settimane di studio del Centro italiano di studi sull'alto medioe-
vo, XV, Ordinamenti militari in Occidente nell'alto medioevo, Spoleto 1968, pp.
673-675.
132
Cfr. Prisc. Panit., fr. 16, in FHG IV 99; Claudian. In Rufin., II 110, e Bell.
Goth., 419, ed. Th. BIRTH, in MGH auct. ant., X, Berolini 1892, pp. (38) e (275);
Agathiae Hist., I 3, 4, ed. R. KEYDELL, Berolini 1967 (CFHB 2), p. 13, 3 sgg.
133
Leon. imp. Problemata, ed. A. DAIN, Patis 1935; III 7, p. 31 ( = [ps.-]Maur.
Strat., III 5, 4); IV 3, p. 39 (= [ps.-]Maur. Stra!., IV, 1); XI 25, p. 72 (= [ps.-]Maur.
Strat., XI PR.); Leon. imp. Tact. Const., XVIII 80, PG 107, 965 AB (cfr. [ps.-]Maur.
Stra!., XI 3); Niceph. Uran. Tact ., 51, cfr. A. DAI N, La Tactique de Nicphore
Ouranos, Paris 1937, p. 21 ; Georg. Pachym. de Mich. Pal. , I 18, PG 143, 488 B.
._ __I_V_. LE VISIONES DANIEUS _>> _ _ __ ___ _ __ 4.:..::.1
del genere saremo indotti a pensare, salvo dimostrazio ne del contrario, che
lo pseudo-pro feta alluda ai popoli dell'Occide nte, e in particolare ai Franchi
(o Francesi) ed ai Longobard i (o Italiani: non necessariam ente della Longo-
bardia bizantina!).
Per comprende re bene il ruolo che queste stirpi bionde>> hanno nelle
profezie bizantine, occorrer esaminare la presenza di questa espressione
nelle profezie, considerate via via in ordine cronologico . Quanto alla crono-
logia delle singole profezie ci appoggerem o sulle opinioni gi espresse da
studiosi che ci hanno preceduto, sia per accettarle, sia per contestarle. Va
da s che tale cronologia si basa sul contenuto generale di ogni singola
profezia, non sul fatto specifico della presenza dell'espress ione Stirpi
bionde>>.
Uno dei testi, tra i pi antichi, a mia conoscenza , in cui appaiono le
stirpi bionde>> la Visio Danielis pubblicata dal Vasiliev, che allude, secon-
do l'Alexander, a fatti storici riguardanti la Sicilia verso gli anni 827-828 134,
ma che in verit giunge sino alla fine del secolo IX, come vedremo. Ecco
una traduzione per quanto possibile letterale del passo che ci interessa:
Il Signore Iddio consegner nelle mani dei romei ( = Bizantini) Ismae-
le ( == il capo dei Saraceni opp. i Saraceni) e si compir il detto del profeta:
'Consegner il peccatore nelle mani degli empi'. E voltosi indietro di nuovo
richied er il loro sangue. E dopo di ci lascer andare ( 1bto.VO"E~) i suoi
messi ('rtp<r~w:;) tra le stirpi bionde (d "t' l;avM y vTJ) e assie me inseguiran-
no Ismael nelle sue regioni, e si compir (il detto) che 'il leone e il cucciolo
inseguirann o assi eme' ... E l'imperator e dei Romei inseguir Ismael fino al
confine. Poi l'imperator e andr (n.l}E~) nella grande Roma nel luogo detto
Chalkn zodon ( == Figura di bronzo?) che si trova col elevato ((O""t'cXIJ.Evov) e
lo batter con il suo flagello e spezzer la figura (?"t' s~oov) caduta come
nube di polvere in un'aia estiva .. . E dopo di ci verranno (E),i}o u<r ~v) migliaia
di arconti (apxov"t"E<;) e porteranno a lui quantit enormi di oro, ed egli far
elargizioni (p6ya ) al suo popolo. E andr (H,l}E~) da Roma con una grande
moltitudine attraverso la terraferma sottometten do i popoli, e non c' chi
potr contrappor si a lui, perch il Signore Iddio con lui ... >>.
Ho citato questo lungo brano perch ci permetter ora di porlo a para-
gone con un testo parallelo, cio con il .Ayo x "t'TJ'V Spa.<T~v "tou 11a.v~Tj..
attribuito al Clisostomo , ma che in realt un centone dell'Apocal ypsis
Methodii (siro-greco- latina) con interpolazio ni tratte appunto da una Visio
Danielis molto vicina a quella che abbiamo ora (citato) * 135 Il brano che
ora tradurremo appartiene appunto a una di tali interpolazio ni :
* letto A.
13
' Vis. Dan. gr., p. 39 Vasiliev; e su di essa cfr. ALEXANDER,
Medieval Apocalyp-
ses, cit., pp. 1010-1017(; allo l;avi}v yvo accenna ARGYRIOU, Les exgses grecques,
cit., p. 103).
135
[Ioann. Chrysost.) Horn . de Vis. Dan. (= Vis. Dan. gr.), p. 36 Vasiliev. Cfr. pi
42 IV . LE VISIONES DANIELIS>>
E il Signore Iddio consegner Ismael nelle mani dell'imperato re
(~a.<n.wc;), e dopo di ci lascer andare (tbto<TU.Ei:) (i suoi messi?) nelle loro
( ?) regioni e far una costruzione di navi e le orner (6pvEv<TE~). E altri suoi
m essi (ci:yyouc;) invier (ci:?to<TnEi:) nelle parti pi interne di Roma e rappa-
cificher le stirpi bionde (TJJJ.Epwcm 't. t,a.vM EitvTJ) e insieme inseguiranno
Ismael. E allora si compir la profezia che dice: 'il cane e il cucciolo insegui-
ranno la bestia selvaggia'. E l'imperatore partito per Roma si diriger
(ELcr. ltE~) verso un luogo detto Longibardia e si opporranno a lui gli abitanti
di quel luogo; e avendoli mandati a chiamare entrer (EL<T.itE~) in Roma. E
direttosi verso un luogo in cui era stato rinchiuso un tesoro, batter (xpouEL)
con il suo flage llo verso l'immagine ('t" st!i8ov), in cui sta rinchiuso il tesoro.
Per ordine di Dio allora si aprir, e con esso far elargizioni (p6ya.c;) al suo
popolo. E uscir (:t,t..itE~) da Roma con molto popolo e si diriger (:Jt.ln)
attraverso la terraferma nella citt dai sette colli (:v "TI 'E1t'tct.6cpl!J
11:6.E~ = Costantinopo li?) e non ci sar nessuno che si possa contrapporre a
lui, perch il Signore Iddio sar con lui .. . >>.
opportuno far seguire (un passo della)* versione slava di un testo
che passa (sotto ) il titolo di Videnie Daniil, cio di Visione di Daniele 136 :
E il Signore Iddio consegner nelle mani dell'imperato re gli lsmaeliti,
dopo di che liberer tutti i suoi e costruir armi navali e invier le sue forze
nelle pa rti interne romane ( = di Roma), e rappacificher le barbe rosse (o
bionde: "rusye brady'') e cos caccer via lsmaele. E allora si compir il
detto: 'cos come il cane e il cucciolo di leone andranno a caccia insieme'. E
in questo modo l'imperatore andando a Roma arriver in un luogo che si
chiama Ivardja e resister anno (a lui) i Loing(h )i, che sono in quel luogo. Ed
egli acce ttando ci entrer in Roma ed arriver nel posto in cui nascosto
lo scrigno. E dopo aver dato un colpo con la sua spada-flagello l dove si
trova la casa di rame e la statua di rame in cui nascosto lo scrigno, questo
* qui subito di seguito ]a A
indietro n. 123. Nessuno, ch'io sappia, ha tentato di chiarire la datazione di
questo testo. L'Alexander (Medieval Apocalypses, cit., pp. 998-999) assegna ad essa
la data del IX secolo e credo che sia giusta, perch le interpolazioni sono tratte
da una Vis. Dan. molto simile a quella ora vista.
136
Videnie Daniil, ed. Istrin, p. 157. Ho tenuto presente anche l'edizione prece-
dente di questo testo (pi completo) di P. S. SRECHKovr, Zbornik Popa Dragolia,
<<Spomenik, Srpska Kraljevska Akademija>>, 5 (1890), pp. 10-11, e successiva di P.
A. LAVROV, Apokrificeskie Teksty, Sbornik Otdelenija Russkago Iazyka i Slovesno-
sti Imp. Akademija Nauk, 67, 3 (1899), pp. 1-5. A differenza dell'Alexander (Medie-
val Apocalypses, cit., p. 1003), che ritiene questo testo una traduzione da un
originale greco perduto, ma molto vicino alla Vis. Dan. gr., pp. 38-43 Vasiliev,
ritengo anch'io che derivi da un originale greco perduto, ma che a mezzo fra la
Vis. Dan. gr., pp. 38-43, e la Vis. Dan. gr., pp. 33-38, cio l'Omelia attribuita al
Crisostomo, perch presenta brani quasi identici o molto vicini, ora dell'uno ora
dell'altro testo .
IV. LE \"ISIONES DANIEL!S>> 43
per ordine di Dio si aprir. Eg li far regali con questo oro agli uomini. E
partir da Roma con una moltitudine di gente e andr alla Settecolli attra-
verso la stessa strada di terraferma. E nessuno si opporr a lui, poich con
lui il Signore Iddio ... >> .
chiaro che questo testo, bench (di solito)* segua la prima Visio
Danielis, a questo punto segue (o interpola) l'altro testo attribuito al Criso-
stomo, pur compiendo ogni sorta di fraintendimen ti e di errori di tra-
duzione.
Prima di tentare un'interpretaz ione storica di questi passi in cui un
imperatore rappacifica le stirpi bionde>> vediamo un altro testo piuttosto
interessante, perch, oltre ad un brano parallelo a quelli ora visti, ne
contiene un altro di sapore molto diverso. Si tratta della Vita di s. Andrea
Sals, lo Stolto, in cui si leggono in du e punti diversi i due seguenti
brani 137 :
* per la maggior parte A.
137
Vita S. Andreae Sali, Vaticinium de rebus .futuris byzantinis, ed. A. A.
VASILIEV, Anecdota graeco-byzantina, Moskwa 1893, pp. 51 e 54, e recentemen-
te in Acta Sane t. Mai VI, Coro!!., Antverpiae 1688, pp . 91 * e 93*. Sulla datazione
di questo testo i pareri degli studiosi sono diversi: SARA MURRAY, A Study of the
Life of Andreas, the Fool for the Sake of Christ, Inaugural-Diss ertation zur Erlan-
gung der Doktorwiirde der Philosophische n Fakultat Sektion I der Ludwig-Maxi-
milians-Universitat Mtinchen, Borna-Leipzig 1910, pp. 27-31 , ritiene che la Vita sia
una historical nove! il cui fondo storico posto al tempo di Leone I (457-474),
ma in realt scritta nel IX-X secolo; A. A. VASILIEV, Michael III in apocryphal
Literature, Byzantina-Metabyzantina>>, l (1946), pp. 237-248 e particolarment e p .
245, ritiene che vi sia descritto l'imperatore Michele III (842-867) e la sua lotta
vittoriosa contro gli Arabi; WoRTLEY, The Warrior-Emperor of the Andrew-Salos
Apocalypse, cit., pp. 43-59, ritiene invece che si tratti di Basilio I (867-886), perch
nel testo detto di origine povera (tbt 7tEv[a.), come fu in realt Basilio.
difficile decidere per l'una o l'altra tesi: anche Michele III proveniva da una
famiglia, quella di Michele Il, che era anch'essa non ricca, originaria di Amorio
in Frigia, la cui fortuna legata alla carriera militare di Michele Il. Le indicazio-
ni storiche, nella Vita, sono molto vaghe e nessuna di esse decisiva per attribuir
le all'uno o all'altro di questi due imperatori. Pi prudentemente sar sufficiente,
per i nostri fini, ritenere la Vita della seconda met del secolo IX. Cfr. RYDEN,
Zwn Aufbau des Andreas Salos-Apokalyp se, cit.; J. T. WORTLEY, The Life Andreas
the Fool, in Studia Patristica, X, Berlin 1970, pp. 315-319(; Il Mango, in un contri-
buto assai recente, propone una datazione molto alta per la Vita di s. Andrea
Salos, ritenendola composta all'inizio del regno di Giustiniano II, tra il 680 ed il
685 (C. MANGO, The Life of St. Andrew the Fool Reconsidered, Rivista di Studi
Bizantini e Slavi, 2 [1982] [Miscellanea Agostino Pertusi, II], pp. 297-313, in part.
pp. 305-308). Sulla Vita di s. Andrea Salos si veda anche ARGYR!OU, Les exgses
grecques, cit., pp. 96, 100 e 262).
 44 IV. LE VISIONES DANIELIS
- - - - - - ---- - -
(Iddi? adir~to contro l'empiet dei figli di Agar, cio contro i Saraceni
suscttera un zmperatore . che li distrugger;) porr poi la sua man~
oo
destra .sul ~a_r~ e ral?paczfi,c~1er le stirpi bionde ('I!-IEPWcm >t. l;avM yv'lJ) e
ren~e_ra u~nh 1 suoi nem1c1 sotto le sue mani e il suo scettro (durer)
dod1c1 anm "
<~Dopo che l'imperatore avr deposto la sua corona e l'avr consegnata
a D10 a Gerusalemme (_sul G.olgo~a) e avr dato a lui anche la sua anima,
allor~ sorgeranno tre g10vam (vEW>tEpoL) in questa citt, impudenti e pazzi
che s1 far~nno la guerra l'un l'altro, e il primo di questi andr a Tessaloni:
c~, portera .la gu~rra alla _POPO!azione di essa per sette anni, e far portare
a1 sacer~ot1 ed a1 m~mac1 ~rm1 da guerra, e costruir grandi navi e andr
a Ro~a, e stando du;manz~ alle sue porte (porger il suo saluto) Allora 000
portera !fu_erra alle stzrpz bwr~:de (cr>tpanvcrEL >t. l;avM yv'l]) e far navi e se
n?e a~dra ,m ,mezzo al conoscmto e allo sconosciuto e accoglier gli stessi
(. 'tOV<; ctV'tOV<;) oo . Saraceni; 3) all'alleanza tra Basilio I e Ludovico II, tra 1'869 e 1'871, in
. Ecco un caso in cui lo stesso tema profetico, quello delle stirpi
biOnde, sembra esser stato usato pi di una volta per esprimere due
situazioni storicamente diverse. Se il primo testo allude in generale a fatti
storie~ svoltisi nella prima met del secolo IX e pi in particolare ad
avvemmenti della Sicilia bizantina invasa dagli Arabi aglabiti dell'Ifriqiya
138
(Tunisi) , possibile che l'accenno ad uno scambio di ambascerie o ad
un invio di ambasciatori sia da riferire ai tentativi fatti dall'imperatore
Teofilo prima con Ludovico, nel!'839-840, poi con Lotario, nell'842, per
ottenere aiuti militari allo scopo di combattere l'invasione araba in Sici-
lia 139
13a A h .
. ne e se ntengo che I'A1exander (Medieval Apocalypses, cit., p. 1010 sgg.)
abbia ragiOne a porre gli avvenimenti a cui si allude in questo testo fra 1'827 e
1'829, nella Sicilia bizantina agli inizi dell'invasione araba non mi sembra arbitra-
rio_ ampliare il periodo stori.co a c~i ess? fa riferimento, ~per due ragioni: l) per-
eh~, c?me se~pre accade d~ ~uesti testi, lo pseudo-profeta scrive post eventum, e
q.m~dJ ~opo 1829; ~) perche l accenno alla rappacificazione delle stirpi bionde,
CIOT3fei Franchi, nmarrebbe senza spiegazione plausibile.
Cfr. Genes . .Reg., pp. 71-72 Bonn.:. Theoph. Cont. Chron., p. 135, 37; Georg.
Cedren. ~ynops. hzst., Il, p. 138; Prudentn Annales Bertiniani, in MGH SS I, p. 434;
Joann. D1ac. Chron. ven., ed. G. MONT!COLO, in FSI, IX, Roma 1890, p.(I09); Dandul.
Chron. per extens. descr., ed. E. PASTORELLO, in RIS, XII l, Bologna 19381958,
IV. LE VISIONES DANIELIS>> 45
Si noti che nel secondo testo, oltre [che] all'invio di ambasciatori,
(comune al) * primo, si specifica che essi verranno spediti a Roma e che
addiverranno ad una pace e ad un'alleanza con <<le stirpi bionde; non
solo, ma si chiarisce che gi pronta una flotta per una spedizione per
portar guerra agli Ismaeliti, dopo che stata sancita una pace con loro, o
comunque dopo aver loro inflitto una grave sconfitta. Se [anche] questo
testo del secolo IX, come si ammette in generale, molto probabile che
in esso si alluda: l) alla grave sconfitta subta dagli Arabi a Poson
nell'863, in cui mor l'emiro di Melitene; 2) all'invio della flotta bizantina
prima a Ragusa, nell'868, per Jiberarla dall'assedio dei Saraceni, poi nel-
l'Adriatico, nell'869, per aiutare Ludovico II a liberare Bari e la Puglia dai
vista delle operazioni in Italia meridionale, alleanza che peraltro dur
breve tempo, a causa delle dispute insorte tra i due imperatori sulla
questione del titolo imperiale; 4) alla riconquista bizantina di Bari
dell'876, a seguito della richiesta della citt rivolta al governatore bizanti-
no di Otranto; 5) all'alleanza del papa Giovanni VIII con Basilio l,
nell'877-878, (perch) non spera** pi nell'aiuto di Carlo il Calvo, e al
riconoscimento o alla riabilitazione di Fozio nel Concilio Costantinopo-
li dell'879-880; 6) alle imprese vittoriose contro gli Arabi in Asia Minore
(878, alle Porte Cilicie), nello Ionio e in Sicilia (879-880, battaglia davanti
alle isole Lipari), in Italia meridionale (885, Niceforo Foca riconquista le
piazzeforti della Calabria e assoggetta i governatori longobardi, oltre che i
principi di Salerno, di Napoli e di Benevento, a Bisanzio) 140
* come nel A.
** non sperando A.
p.(ISI). Su queste ambascerie, prima a Ludovico il Pio, a Ingelheim (839), poi a
Venezia (840) e contemporaneamente in Spagna (839) presso il califfo omayyade
'Abd ar-Rahmin, infine di nuovo a Lotario (842) cfr. A. VASILIEV, Byzance et les
Arabes, I, La dynastie d'Amorium (820-867), d. fran. par. H. GRGDIRE, M. CA-
NARD, C. NALLINO, E. HONIGMANN, C. BACKVIS, Bruxelles 1935, pp. 177-178. Come
noto, Venezia, dietro sollecitazione dell'ambasciatore bizantino, il patrizio Teodo-
sio, invi una flotta di 60 navi che venne distrutta dagli Arabi davanti a Taranto
(840); Ludovico il Pio invece non pot accedere alle richieste dei due ambasciato-
ri bizantini, Teodosio, vescovo di Calcedonia, e Teofane spatario, di attaccare gli
arabi d'Africa, perch mor lo stesso anno (840); cos pure 'Abd ar-Rahmn, mal
grado le promesse, non pot inviare aiuti, perch impedito da difficolt interne.
L'ambasceria dell'842 doveva iniziare colloqui con Lotario per un matrimonio
tra la figlia di Teofilo e il figlio di Lotario, Ludovico; ma tutto and a monte per
la morte dello stesso Teofilo (842). Il Vasi!iev, l.c., ha cercato di dimostrare che
tali ambascerie furono provocate non tanto dalla terribile sconfitta di Amorion
(838), quanto dalla presa di Taranto (839) da parte degli Arabi di Sicilia.
140
Cfr. VASILIEV, Byzance et les Arabes, cit., I, pp. 249-256, e II, l, La dinastie
macdonienne (867-959), d. fran. par. M. CANARD, Bruxelles 1968, pp. 10-13, 14-21,
66-68, 68-70, 82-83, 95-99, 110-111, e le fonti ivi citate.
46 TV. LE VISIONES DANIELIS
Quanto segue nella prima Visio Danielis, nel Discorso pseudo-crisosto-
meo e nella versione slava della Visio, anche se detto in modo un po'
diverso - e cio andata dell'imperatore a Roma, flagellazione del X(J.
xv s~L0\1 ( = Figura di bronzo o Animale di bronzo) e sua distruzione,
anivo degli arconti con l'oro, elargizioni al popolo, viaggio da Roma per
terraferma sottomettendo i popoli; oppure: andata dell'imperatore a Ro-
ma passando per la Longibardia, i cui abitanti gli si oppongono, entrata in
Roma, ricerca del tesoro c flagellazione del(lo) s~LOV (figura o animale),
apertura del tesoro ed elargizioni al popolo, viaggio da Roma per terrafer-
ma verso la Citt dei sette colli (= Costantinopoli?) - potrebbe alludere
appunto all'assoggettamento della Longobardia per opera di Niceforo Fo-
ca nell'885. chiaro che tutto ci visto o immaginato come una gloria
personale dell'imperatore Basilio l, anche se questo imperatore non fu
mai in Italia meridionale n a Roma. Ci che rimane abbastanza misterio-
so questo monumento che vien detto X(J..Xv s~1.ov O semplicemente
S~L0\1, flagellato e mandatO in frantumi dall'imperatore, (che] Sia CS
so * o no il luogo in cui stava nascosto il tesoro. Mi chiedo se qui non si
alluda alla famosa statua di bronzo di Marco Aurelio a cavallo, il cabal-
lus Constantini dei Mirabilia e degli Itinerari(a) medievali, che, prima di
esser trasportato sul Campidoglio (nel 1530), stava a fianco della grande
sala pluriabsidata del concilio del Patriarchio Lateranense, (la prima) **
residenza medievale dei papi 141 . L'atto della flagellazione e della distruzio-
ne che si suppone compiuto dall'imperatore bizantino certo simbolico, a
denotarne la pietas cristiana. Ma non che un'ipotesi in attesa di poter
dare una spiegazione pi fondata storicamente.
La profezia inserita nella Vita di s. Andrea, anche se molto pi breve,
non presenta nel primo passo una versione diversa rispetto a quelle ora
viste. Dove invece cambia sostanzialmente nel passo successivo, in cui,
dopo l'andata dell'ultimo imperatore a Gerusalemme, la consegna della
corona a Dio e la sua morte, uno dei tre giovani, impudenti e pazzi>>,
prima andr a Tessalonica, e vi porter la guerra, poi a Roma, e anche
qui porter la guerra alle Stirpi bionde>>. Mi sembra difficile che qui si
* esso sia A.
** l'antica A.
141
Cfr. F. HERMANIN, L'arte in Roma dal secolo VII al XIV, Bologna 1945
( = Storia di Roma, XXIII), pp. 101-107; F. CASTAGNOLI C. CECCHELLI G. GIOVAN
NONI -M. ZoccA, Topografia e urbanistica di Roma, Bologna 1958 ( = Storia di
Roma, XXII), pp. 211-228 e particolarmente pp. 217-218. E pi in generale: Ph.
LAUER, Le Palais du Latran, Paris 1911; C. CECCHELLI, Il Laterano, in Roma
nobilis, a cura di I. CsccHEITI, Roma s.a. (ma 1952), pp. 789-824.
_ __ _ _ _ _ _ _ __ _::_IV. LE VISIONES DANIELlS
47
alluda alla spedizione normanna del 1185 contro Tessalonica, 142 anche se
tale ipotesi non interamente da escludere, ma certo che in questo
passo della profezia si parla dei rapporti con le Stirpi bionde non pi in
termini di pace, bens di ostilit. E in effetti nelle profezie che ora segui-
ranno vedremo che si parler delle stirpi bionde>> sempre come popoli
ostili ai Bizantini.
Uno dei passi pi significativi forse in cui si accenna alle stirpi
bionde>> come profondamente ostili all'impero di Bisanzio si legge nella
[gi ricordata] profezia composita del Laud. gr. 27 . Barocc. 145 143 in cui si
allude con sicurezza all'impresa contro Cipro di Riccardo Cuor di Leone
durante la III Crociata nel 1101 (inc. Ai: (].'t aoL, 'tlj!J.ov, xExa.v!J.VTJ Ku7tpo.;):
"O'ta.V -;: savuov .ET].(].TlJO"EL XOO"!J.OV
axa.vi)(]. * 7tVp. TOU TE O O"\1 T )._ .
oT(J.v \jiExaE vETou aoL 7tEaouvT(J.L
(J.U aTE f.i.[).. -r:o 6f.l.OlOV -r:i!J axpLO(,
7topl){JO"EL ltOO"!J.OV v apva!;L l;v.Cva.L<;
acpay] 7tEaouvT(J.L X(J.. 7tpa.-rTljaovTa.L vi'jaoL
Jt(J.. !-LXPL O"Tlji)ovc; TW\1 r7t7tW\I a!!J.(]. pEUO""lJ"
i)pl]v'T)aov, xauaov X(J.. 7tvi)T)aov, i).C(].
T. vTLIX. y.p !J.PTJ Tou xt!J.O.T6<; aov
X(J.1:EX7topi)ljaEL T \ji(J.UXE\IOV lfl)vo<; ...
Quando la bionda (stirpe) depreder il mondo (ci sar) una spina di
fuoco (?) di O con L; quando le piogge torrenziali cadranno su di te (o
Cipro), allora il rosso ( = crociato) simile alla cavalletta distrugger il
mondo sulle (sue) arche di legno ( = navi), le isole cadranno e saranno
soggette alle stragi e il sangue scorrer fino al petto dei cavalli. Leva
lamenti, piangi e rattristati, o misera: le parti settentrionali della tua
regione saranno distrutte da un popolo altero ... >>.
Una delle profezie pi antiche - se delle pi antiche si tratta - in
cui riappare questa situazione di ostilit nei confronti delle stirpi bion-
de quella di Leone di Costantinopoli, nella sua De fine mundi homilia
(sicut praevidit Daniel propheta) ' 44 . Ecco quanto si legge in questa profe-
* t ii.xo:v}a. corruptum? A, ma cfr. p. 180, v. 243.
2
,. Cfr. Eustazio di Tessalonica, La espugnazione di Tessa/onica, ed. St. KYRIA
KIDES, trad. ital. di V. RoTOLO, p. 140, 15 sgg. in cui si allude a sogni di uomini
virt1'ipsi>>, rivelatori del futuro.
Cfr. pp. 70 e 180.
144
MAlSANO, L'Apocalisse apocrifa di Leone di Costantinopoli, cit. L'editore
ritiene che questo testo sia stato composto al tempo di Niceforo I (802-811) o
subito dopo. A parte le gravi difficolt che insorgono circa le identificazioni
dell'imperatrice !rene, Originaria della citt di Metone, brutta ed empia, del
successivo imperatore Costantino, originario dell'Arabia, della citt di Ausitide>>,
restauratore della fede, e del principe fanciullo di nome Archelao, deforme e
48 !\'. LE VISIONES DA.:-<IELIS
zia ''5:
<<Ascolta come sar il principio di quei giorni brutti, amari e crudeli,
odiosi ai buoni e degni di compianto. Sorgeranno infatti all'inizio di essi le
stirpi crudeli, bionde (~avi}o:C) e malvagie nella Settecolli e annienteranno
le chiese di Dio e sanzioneranno il (pane) azimo (xupLOucrw 't\1 IH;u~ov
Mais.; xup(wcr)oucrw -rv IH;u~ov legendum, cfr. infra) e fuggiranno via da
esse (opp. verso di lui) non pochi dell'ordine sacerdotale delle chiese di
Dio e dei monaci: da ci tutti conosceran'no che la fine vicina (Matth.
24, 32)>>.
Ha avuto torto, a nostro avviso, il recente editore di questo testo a
correggere pesantemente e a dare di questo passo la traduzione che ha
dato, perch in tal modo ha svisato interamente il significato di questa
profezia l<. Qui senza alcun dubbio si allude ai Latini (Normanni o Fran-
guercio, predecessore dell'Anticristo, rispettivamente con !rene di Atene (797-802),
con Costantino VI (780-797) e con Niceforo I (802-811), proposte dal Maisano
(ibid., pp. 39-40), a parte queste notevoli difficolt, rimane il fatto che in questo
testo, come gi nei precedenti, si parla delle stirpi bionde, e in termini non di
pace, come nei testi del secolo IX, ma di guerra o di inimicizia (crudeli ... e
malvagie), come nelle profezie pi tarde.
145
MAlSANO, L'Apocalisse, cit., pp. 70-71, !in. 56-62.
146
Ecco la traduzione del Maisano (op. cit., p. 125): Ascolta come sar il
principio di quei giorni tristi, amari, crudeli, pietosi e disgraziati. Si leveranno
infatti al principio di essi delle stirpi crudeli, sanguinarie e malvagie nella Citt
dei sette colli e faranno scomparire le chiese di Dio, e si impadroniranno dell'uo-
mo puro, e fuggiranno da loro non pochi dell'ordine sacerdotale, della Chiesa di
Dio e dei monaci ecc.. L'espressione !;cx.v~cx.C non ha affatto senso negativo,
come crede il Maisano (op . cit., p. 125, n. 57) e il rinvio a Eur. /ph. Taur., 73 non
ha alcun senso, perch in questo verso l'aggettivo !;<iv~' assume il valore di
rossicce, arrossate insanguinate in quanto le chiome ('tp~)(WIJ.CX.'tcx.) sono (sarai) Circondata da molt1 eserc1t1 e signoreggiata da un esiguo comando
sporche di sangue (t!; cx.l!J.<i'twv); e oltre tutto, insanguinate non sanguinarie,
il primo ha valore passivo, il secondo invece attivo. Quanto poi alla frase
xupLoiiaw 't\1 li~u!J.ov si noti che il Maisano ha corretto 't dei manoscritti in 'tv,
trasformando il neutro in maschile (cosa davvero incredibile!) senza alcuna
ragione valida, e che il verbo xupLoiicrLv appare sospetto: o si deve leggere
xup(wcr)ouaw o anche xupaiicrLv (presente con valore di futuro, usato spesso nelle
profezie), oppure xupL(Eu)oucrLv; ma credo che la prima correzione si adatti meglio
al testo, perch qui si allude all'uso latino del pane azimo nell'eucarestia, uso che
i Latini cercarono di imporre durante la loro dominazione. Come noto, la
questione degli azimi, insorta al tempo di Michele Cerulario (secolo XI), continu
con particolare veemenza polemica da una parte e dall'altra nei secoli XII e
XIII, fino al Concilio di Firenze (cfr. M. JUGIE, Theologia dogmatica Christiano-
rum Orientalium, I, Theologiae dogmaticae graeco-russicae origo, historia, fontes,
Parisiis 1926, pp. 311-344; II, Theologiae dagmaticae ... expositio de sacramentis
seu mysteriis, Parisiis 1930, p. 232 sgg.; M. GoRDILLO, Theologia Orientalium cum
Latinorum comparata. Commentatio historica, I, Romae 1960, p. 208 sgg.); ma
un'azione particolare svolsero i polemisti latini appartenenti all'Ordine dei Fratres
Praedicatores, cio dei Domenicani, fra il 1228 e il 1252 (cfr. M. GORD[LLO, Theolo-
gia Orientalium, cit., pp. 263-265 e bibliografia quivi citata).
IV. LE \'ISIONES DA.NIELIS 49
eh~ che ~ssi ~iano)_ come a genti crudeli e malvagie>>, che distruggono le
ch~ese bJZanti~e e Impongono (o cercano di imporre) l'uso latino del pane
azimo, per cm <<non pochi appartenenti al clero cercano di sottrarsi con
la fuga a tale imposizione. difficile dire a quale periodo faccia riferimen-
to la profezia, se alluda alla spedizione dei Normanni contro Tessalonica
(1185), che era diretta contro Costantinopoli (sconfitta dei Normanni di
Sicilia a Mosinopoli e a Dimitritza, 7 novembre 1185) - e in Tessalonica
stessa devastarono chiese e monasteri facendosi beffe della liturgia bizan-
tma, come racconta Eustazio di Tessalonica: [che] anch'egli allude a profe-
zie di <<uomini virtuosi 147, i quali avrebbero predetto i mali di cui avreb-
be sofferto l'impero; e Guglielmo II; sollecitato ad intervenire dopo il
massacro dei Latini a Costantinopoli nel 1182, avrebbe detto che ccavrebbe
coperto la stessa Costantinopoli con nembi di soldati e che da tali nubi
avrebbe fatto piovere morte e avrebbe inondato Andronico (I Comneno) e
148
i suoi>> -, oppure se alluda alla spedizione, ben pi grave per i Bizanti
ni, della IV Crociata, che si concluse con la conquista di Costantinopoli
l'insediamento dei Latini in essa e l'imposizione della liturgia e del cler~
latini.
In ogni caso, comunque si voglia interpretare sto~icamente il passo
sopra riportato della profezia di Leone di Costantinopoli, certo che esso
fa riferimento ad un momento in cui a Bisanzio le <<stirpi bionde sono
considerate nemiche dell'impero. Del resto ad una situazione consimile ci
portano anche le altre profezie. Ecco, ad esempio, il passo della Visio
Danielis greca pi comune e pi diffusa a partire almeno dal secolo XIV -
i codici pi antichi che la riportano non vanno al di l del 1332/3 149 - in
cui si parla della stirpe bionda>> 150 :
<<~ua~, guai a te, o Set~ecolli,_ ~ ca17sa di u~a tale ira (di Dio), quando
e le tue ~ura cadr~nno come. fichi s_cossi (cruxL-f}.o:-ra) e il giovane marcer
contr<;> dr te, (?PP- t1 calpestera), o misera Settecolli, porr il (suo) scettro e
n(;m nmarra m esso (? tv o:u-r~) e getter le sue mani sui santi altari di
Dw; e le c?~e sante s_ar~nno ~is~~tte (.7toxp-f}croucrw) e saranno date ai figli
della perdrzwn~. E SI nsveghera 1l serpente che dorme e colpir il giova-
ne, avendo egh appeso la sua corona alla veste, render glorioso il suo
nome t:Jer breve t_e mpo, ~a i _figl i della perdizione saldamente fermi volge-
ranno 1 loro volti verso l occidente del sole, e cos il serpente che dorme
147
Cfr. n. 142.
148
149
Eustazio di Tessalonica, La espugnazione, cit., p. 58, 26 sgg.
150 C~r. SCHMOLDT, Die Sch~ift, cit., pp. 115-116 (Vat. gr. 1700, a. 1332-1333).
Vzs. Dan. gr. A;p. 44 Vas1hev; KLOSTERMANN, Analecta zur Septuaginta, ci t., p.
116; ID., Zur Apok~lypsis _Dan~els, ci t., p. 148; lsTRIN, Otkrovenie, cit., 1898, l, II, p.
136; SCHMOLDT, Dze Schnft, Clt., pp. 126-127; MACLER, Les apocalypses cit. V pp.
312-313. ' ' '
50 IV. LE \'ISIONES DA:\IELIS>>
dar la morte santa, e dominer nella Settecolli la stirpe bionda per sei e
cinque anni (app. seicinque = 65?). E saranno piantat(i) * in essa dei
legumi e molti ne mangeranno per la vendetta dei santi ... .
Se da una parte l'accenno al giovane che marcia su Costantinopoli e
la conquista richiama da vicino un passo della Visio Danielis armena del
secolo VII 151 :
Malheur aux hommes qui seront dans ce temps-l! Et le roi tournera
son visage vers l'ouest; ensuite, malheur toi, la Ville aux sept collines,
quand ton roi sera un jeune homme! En ce temps-l une grand affliction
t'a ttendra ...
che, a sua volta, allude ad Apoc. 12, 5 ed a Orac. Sibyll. VIII 196, ed anche
a un passo della Visio Danielis slav. B :
152
E ci saranno presagi sul giovane: in quei giorni gli altari di Dio
saranno orbati ... E il serpente che dorme si erger contro il giovane ... e il
giovane volger il suo viso verso il (suo) popolo insensato, dove i principi
sono molti, e governer con pochi beni, e il giovane lottando vincer il
serpente e soggiogher un cucciolo ... ,
dall'altra [qui], in questa profezia, non si possono avere molti dubbi che si
alluda alla IV Crociata 153, ma bisogna pensare che essa sia stata redatta
dopo la riconquista bizantina del 1261, tanto pi che la durata del domi-
nio della stirpe bionda [fatta durare] sei e cinque anni- da intende-
re o sessantacinque o cinquantasei -, [cio] all'incirca quanto dur la
dominazione dei Latini su Costantinopoli (1204-1261 = cio 57 anni effetti-
vi). Si pu invece avere qualche dubbio su chi sia il giovane che marcia
contro Costantinopoli o la calpesta, che porr il (suo) scettro e rimarr
in esso, che getter le sue mani sui santi altari e li dar ai figli della
perdizione; e chi sia il serpente che dorme il quale dar la morte
santa al giovane. Il Bousset 154 emise l'ipotesi che il <<giovane fosse da
* piantate A.
151
MACLER, Les apocalypses, cit., IV, p. 305.
152
IsTRIN, Otkrovenie, cit., 1898, l, II, pp. 159-160.
153
Non credo che sia accettabile l'opinione dello Schmoldt (Die Schrift, cit.,
pp. 165-166): Zweifellos sind in der LVD (Vis. Dan.) mit dem 'blonden Ge
schlecht' germanische Vilker gemeint, aber nichts zwingt dazu, sie hier (wie
BousSET, Beitrage, p. 290 es tut) mit dem Kreuzfahren zu identifizieren, zumal
dann bewiesen werden miisste, dass diese in Konstantinopel Gemiise angepflanzt
haben. vero che nella profezia si dice: E saranno piantate in essa dei legumi
ecc., ma la frase, a nostro avviso, da intendere in senso metaforico, ad
indicare lo squallore della dominazione latina.
154
Cfr. BOUSSET, Beitrage, cit., p. 290.
IV. LE VISIONES DANIELIS 51
identificare con Alessio IV Angelo, [co-]imperatore con il padre Isacco II,
riposto sul trono di Bisanzio dai Latini (l agosto 1203), il quale aveva
accettato di sottomettersi a Roma e aveva promesso di pagare le spese
dei Crociati, e che il <<serpente che dorme potesse esser identificato con
Alessio V Ducas detto Murzuflo, il quale suscit una sommossa, si fece
proclamare imperatore, gett in prigione !sacco II e fece strangolare
Alessio IV. Ora vero che Alessio IV era molto giovane- di circa 14 anni
-, che marci contro Costantinopoli ed entr in essa assieme ai Latini (17
luglio 1203), che il suo regno ebbe breve durata (l agosto 1203- 5 febbraio
1204) e che venne considerato come un eretico per aver fatto atto di
sottomissione al papa 155 e un traditore per aver consegnato la citt nelle
mani dei Latini; ma se Alessio V Ducas volle vendicare il suo tradimento
uccidendolo (qui, la <<morte santa), non si vede perch venga considerato
come un <<Serpente>>, che l'immagine biblica del demonio (Apoc. 12, 9: <<il
serpente antico, che detto Diavolo): un appellativo che non si adatta
bene alla sua figura. lo credo invece che qui il <<giovane sia da identifica-
re con l'ancor giovane Baldovino I di Fiandra, poco pi che ventenne,
proclamato imperatore il 9 maggio 1204, tanto pi che la menzione del
<<giovane che <<porr il suo scettro (cio che diventer imperatore, non
che sar restituito sul trono, come fu il caso di Alessio IV) fa seguito al
crollo delle mura, cio alla seconda entrata dei Latini (12 aprile 1204). Il
regno di Baldovino dur in effetti per breve tempo (9 maggio 1204- 14
aprile 1205 e l'istituzione del nuovo impero latino comport gravi conse-
guenze sul piano religioso, come la sottomissione al papato, la creazione
di un patriarca latino, l'introduzione del clero e del rito latino, l'uso degli
azimi, ecc., cose tutte che erano viste dagli ortodossi come espressioni di
eresia. Il <<serpente, che risvegliatosi colpir il giovane, si render
glorioso per breve tempo, ecc. deve esser identificato con lo zar bulgaro
Kalojan, tradizionale nemico di Bisanzio - e per questo detto <<serpente
-, ma che in quell'occasione si affianc ai Bizantini contro i Latini, scon-
figgendo davanti ad Andrinopoli Baldovino l (14 aprile 1205) 156, che venne
fatto prigioniero e mor in carcere a Trnovo.
La presenza di un <<giovane che si impossessa dell'impero d'Oriente si
fa sempre pi frequente nelle profezie greche, e cos pure quella delle
<<Stirpi bionde. Ecco un altro curioso esempio tratto da una frammenta-
ria Visio Danielis che sembra da collocare anch'essa nel secolo XIII e che
appare imparentata con la precedente profezia 157 :
<<Sorger un giovane (~Ep6.xLov) dal fianco di una zanzara e (venendo)
dalla Libia con la stirpe bionda entrer nella Settecolli e la sottometter a
155
Lettera del 25 agosto 1203, PL 215, 236-237.
156
Cfr. J. LONGNON, L'empire latin de Constantinople et la principaut de
More, Paris 1949, pp. 77-80 e 87-88.
157
Cfr. IsTRIN, Otkrovenie, cit., 1897, 3, II, p. 318.
 52 IV. LE VISIONES D
_A
_N_IE_L_I_S_>>_ _ _ _ _ __ _ _ _
se stesso. Ed in quei giorni il Signore invier la sua ira sul volto della
Settecolli ed il fuoco la brucer e come un fico scosso sar distrutta (?). E
la stirpe bionda entrer nella Settecolli ed in essa rimarr per trecento
giorni. E allora il Signore Iddio far sorgere l'uomo suo giusto e ricostrui-
r le chiese bruciate e le far risorgere>>.
A questa profezia fanno eco due oracoli in poesia 158
:
l) Reggia di Bisanzio, casa di Costantin o,
Roma, Babilonia e altra nuova Sion,
anche tu impererai per tre volte trecent'an ni
meno una decina (opp. ventina).
Raccoglie rai l'oro delle genti come polvere
e impererai su tutte le province vicine.
Ma te l'infocata (opp. l'ultimo fuoco) e (opp. e (la)) bionda gente
tutta ridurr in cenere e distrugger il tuo impero.
Sarai di nuov'o come se tu non fossi mai stata prima,
finch il dito di Dio apparso dall'Orien te
riempir due dita della mano dissolta
che portano le lance, come soffi da fornace,
con cui vendicher anno la morte paterna (app . l'eredit paterna) ... .
2) Pensa al numero di mille due volte per tre
quando essi portano la fine con il settimo secolo:
la stirpe bionda giunger a Bisanzio ...
Si noti che nel primo di questi due ultimi oracoli la data abbastanz a
trasparent e: 3 x 300 = 900- 10 (app. 20) = 890 (opp. 880), la quale cifra
sommata al 330 (o meglio al 325), anno della fondazion e di Costantin opoli,
d un anno che varia dal 1205 al 1220. Ci che invece non chiaro il
fatto che nella precedent e profezia il giovane conquista tore di Costanti-
nopoli con la stirpe bionda>> fatto venire dalla Libia>> e nascere (?)
dal fianco di una zanzara. Quanto al toponimo Libia non credo che si
tratti di errore. Qui Libia>> potrebbe stare per Etiopia o per Africa>>,
pi in generale. Rimane invece per (noi) * piuttosto misterios a l'espressio -
ne: << dal fianco di una zanzara>>. Se essa ha la sua origine in Gen. 35, 11
(reges de lumbis tuis egredientu r, riferito a Giacobbe) , qui il termine
xwvwtjl rimane oscuro, a meno che non si tratti di un nome di luogo (cfr.
Plin. n.h. IV 12, 24: isola alle foci del Nilo), o del nome K6vwc,, per cui vedi
al comm. Vis. Dan. sl.A.
*me A.
158
Pseudo-Leonis imp. Oraculum de restitution e Constantinopoleos, PG 107,
1149; N. A. BEES, Jlf:p -roii ltnopT}fi.vOu XPTJ!7f.I.Oloy[ou -rfg -xpa-r:t-xf] Bt{J.toiJf}xT} -roii
BEpo.f.vou (Codex Graecus fai. 62 = 297) xal -r:ou iJpu.ou -r:ou Mapfi.apwfi.
vou Ba!7t.tii .. ,
Byzantinisch-Neugriechische Jahrbiicher , 13 (1936-37), p. 244 WDiamo tra paren-
tesi le varianti pi importanti delle due edizioni. E per l'altro oracolo, cfr. !STRIN,
Otkrovenie, cit., 1897, 3, II, p. 321; BEES, llEp -r:oii ltnOPTJfi.vou XPTJI7f.I.Oloy[ou, cit., pp.
222-223.
IV. LE VISIONES DANIELIS>> 53
Altra profezia che ricorda l'avvento della Stirpe bionda assieme ad
un giovane biondo>> conservat a in un codice di Vienna ed indicata
come Oracolo del profeta Daniele 159 Ecco l'inizio:
Guai a te, o Settecolli, quando lo scettro angelico dominer e su di te
regner un biondo giovane e con la stirpe bionda entrer in te ... >>.
Si noti che uguale inizio hanno altre due profezie pseudo-da nieliche,
ma in particolar e una di esse, che dice 160:
Il Signore dice: 'Guai a te, o terra, quando lo scettro degli angeli
regner su di te' ... >>.
Tuttavia, in quest'ulti ma non c' accenno alla Stirpe bionda e nemme-
no nell'altra, che inizia 161:
Guai a te citt Settecolli, le tue belle mura cadranno in rovina e un
giovane ti calpester e porr il suo scettro ed in esso non rimarr per il
fetore degli uomini ... .
Non inverosim ile supporre che il redattore dell'Oracolo del codice di
Vienna abbia coniato il suo testo basandos i su un(a) * di quest(e) due
ultim(e profezie) **. [Si tenga presente, tra l'altro, che] L'espressi one <do
scettro angelico o lo Scettro degli angeli pu essere interpreta to in
duplice modo: o lo scettro, cio il regno, degli angeli di Dio (ma poco
probabile ) oppure lo scettro degli Angeli, cio della dinastia bizantina
degli Angeli, da !sacco II Angelo ad Alessio V Ducas, sotto il quale ultimo
nel 1204 Costantin opoli cadde in mano dei Latini 162 [E si ricordi che] La
terza profezia qui citata, derivata a sua volta da un Oracolo attribuito a
Leone il Saggio, espressam ente menziona ta da Isidoro di Kiev e da Leo-
nardo di Chio a proposito della caduta di Costantin opoli in mano turca nel
163
1453
Lasciamo *** da parte altre profezie o oracoli pi tardi in cui si ritrova
menzione della stirpe bionda o di re germanici o francesi che in qualche
modo potrebber o essere delle identificaz ioni del giovane biondo>> di alcu-
* uno A.
** questi due ultimi testi A.
*** Lascio A.
159
Vindob. Suppl. gr. 172, ff. 38-39', secolo XVI; cfr. SCHMOLDT, Die Schrift,
cit., p. 243 (trad. ted.).
160
Vis. Dan. gr., p . 43 Vasiliev; p. 140 Istrin; p. 122 Schmoldt.
161
Vis. Dan. gr., p. 149 Istrin; p. 190 Schmoldt.
162
Cfr. SCHMOLDT, Die Schrift, cit., p. 157.
163
Cfr. p. 126 e n. 280.
 _5_4_ _ _______.:_IV:_c__c:L:.::E:___\c='ISIONES DANIELIS
164
ne profezie , e veniamo ad un'altra profezia, attribuita questa volta all'im-
peratore Costantino I. Si legge in duplice trascrizione, la prima del secolo
XV, la seconda del secolo XVI, inserite l'una appresso l'altra nel cod. Oxon.
Laud. gr. 27, cartaceo miscellaneo, ai ff. 24'-25v e 58'-59v. ma la seconda pare
una copia della prima.
La leggenda di un Costantino profeta non interamente nuova. Come
vedremo [un po'] pi avanti, ad un certo momento, verso la fine del secolo
tav. 5 XV circolata una profezia attribuita a Costantino I, cio la presunta
iscrizione sulla sua tomba in caratteri tachigrafci interpretata, secondo la
tradizione, dal patriarca (Gennadio) Giorgio Scolario. Cos, anche il vene-
ziano Nicol Barbaro nel suo Giornale sulla caduta di Costantinopoli nel
1453 parla di profetie antiche, come si visto 165, e masima la prima
profetia che f san Costantin 166 Non sembra dunque che la tradizione di
un Costantino profeta sia molto antica, anche se, in ogni caso, anteriore al
secolo XIII, perch di questa profezia greca, che ora leggeremo, esiste
una traduzione latina nel cronista veneziano Marco (c. 1292), ((cfr. pp .
70-72)) *. Eccone il testo:
llp6ppT)m; ?:OU v ay[o~ Kwvrn:avdvou ?:OU fUYCXou rrEp 1:f};
ci:va.wcrEw f} JI.Eyri.T) ?:WV rr6.Ewv
ME't. 't cl.7ta.p'tLcri}TjvaL 't. v '~"TI 1t6EL 1tci.V't1X 1tap: MLXIXTJ 'tOV
'Acppci.-ou 'tci. n ouo EiJ.~o.a. 'tWV i}EIJ.E.LW(..I.Ci'twv, -.: 'ltEpCcr-rua. 'tWV xa.vci..wv
5 xa.. -, omci., cpi}a.crci.v-wv o CT'tT)L'tEiicraL xa.. -rT)v CT'tTJT)V -ou IJ.Eyci..ou
Kwvcr-a.v-rCvou crv 0 cr-raup{ii xa.t x-rLaci.v-.wv -rv va.v E7t' 6v6[.!.a-rL -rou-.ou,
Tj).i}EV o ~acrLE<; V TI 1t6EL, xa.. OTJ i}Ea.crci!-LEVoc; -rT)v xa..LCT"rT}V 'ta.U"rT}V
1t6.w xa.. EUq>pa.vi}dc, v a.'tji xa.. v -ra.~c, cr-r'l')wcrEcrw a.-ra.~ 'ltci.cra.L<; xa..iJ.TJV
xa.t -rai:c; oucr.v -rwv yuva.LXWV cr-ru.a.Lc; -ra.~c; EYOiJ.Va.Lc; Ka.ava. xa.. Ma.p(a
* come vedremo A.
Codicis L fol. 24" madoris causa multum evanidum passirn vix legi potest.
Vetustior transcriptio saec. XV cod. L indicatur sigla L, recentior autern saec.
XVI eiusdern codicis sigla L'
4 ouo ~[.l.~o.a cfr. Malal. Chron. Patr. Const. CO!Texi: oua[J.~oa. LL' 7ttpCa-rua
correxi: 7ttp(a-..'!)a LL' 5 .om: L': ). ... -c ... L o L': ... L 8 au-..a.i:c; correxi: av-..oi:c; LL'
9 a-..u.a.tc;-Map(a L': :ouva-..a. L Ka.L~cip-cupat * (LL')
* donne martiri sante (cfr. Du CANGE, (c. 553)).
'" Cfr. Leon. Sap. Aenigmata (cod. Paris. Colbert. gr. 5104), in Du CANGE, Glossa-
rium mediae et infimae graecitatis, p. 1012; Orac. Theophili presbyteri romani, ed.
ISTRIN, Otkrovenie, cit., 1897, 3, II, pp. 319-320. Un testo molto tardo, del 1623,
identifica le stirpi bionde con i Kazaki, cfr. !STRIN, ibid., p. 273.
\'66" Cfr. p. 5).
Cfr. p. 6 e n. 4.
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _..:.!..:.V:...._:_L:.:E:._'::..'\.:...:.:'TSIONES DANIELIS 55
lO <i xpci.l,ova. croLXE~a. x a. t 1tupt .va.LcrX[J.EVa., x a. t 1tL ohoLc;
xa>.xoupyfj[J.a.OW i]crlMc;, .M. ol] xa.t v v cii vtlnJ(ii XLOVL cra.upv
i}Eacrci.[J.Evoc; 1tpOq>TJ'tELac, .6yov cpi}y!;a.-o ov-wc, ELm~v 0\hoc, cr-a.upc, -oii
Kup(ou 1tECTE~'ta.L v -ra.~c; ouvl]pa.~c; T)[.I.pa.Lc; -rwv crxawv xa.Lpwv>>. Ka.t t h
lEu-rpou 1tL'tl]p1}crEwc; tlwv -rl]v 1t6w vE{JpwfJCTa?:o 0 rrvdJJf.a?:G xa.t 1tpc;
15 -oc; 1ta.pEcr-rw-ra.c, a.u-ri;! -rn pW[.i.O.LXTI q>wvji Eq>l] ' "!l ~(a, ola. w aea
yEv-f}crna.L
-rji 1t6EL -ra.1h11 V -rji ~OOIJ.O."rLXTI ~OO[J.OU a.[wvoc; YJ!J.pq: ova.( CTOL, 1t-rci.oq>E
Ba.~u.wv, O"rL o XL.Lci.CTEL<; ' OL xa.t oua.t q>W E1tL ero(, OTE xpa?:f}rm T
ci:yyEwvuJI.OV crxf}rr-rpov JI.ET -rou JI.dpaxo xal rruppou liJvou avEpxoJI.vou
o-rE crnvoxwp(a. xa.t i}).(tjJEL<; Ecr-ra.L xa.t XE"rOL oa.xpuwv xa.. [.i.1tpT)CTIJ.<; xa..
20 1tOLopx(a. li.vEU L!J.OV, xa.t -r: -rdxTJ crou .1t iJ.1tpT)cr[J.oii xa.-a.crxa.cp-f}crov-ra.L
LXiJ.-f}CTH y.p UC, i}ELOUC, va.oc, -r 1tVp WC1EL XOVLOp'tOV. Ka.L fiVEVIJ.O.
(,)"AyLov v -ra.~c, TJ!J.pa.L<; hdva.Lc; (1;T)"rT)crOucrL) xa.t ox EupEi}-f}crE-ra.L, xa.t
xa.ui}-f}crE'taL va.c; (prec(isamente) S. Sofia) v ~ 1tap(cr-aiJ.a.L li.vEU -rfjc;
CT'tTJTJ<; -oii 'tL(..I.Lou cr-a.upoii 'tolhou. Ka.. ot li.vi}pw1toL -fic, 1tOEwc, q>Eu!;ov'ta.L
25 E'tEpoc; 1tpc; hEpov xa.t OLXO'tOiJ.l]i}-f}crov'ta.L v -a~c; TJIJ.pa.Lc; crwiJ.a-ra. .vi}pw1twv
iJ.EYLCT'tci.vwv xat l)vwv. Ka.t - OLIJ.OLpov -fic, 1tO.Ewc; o cr-a.i}-f}crE-ra.L xa.t
1ta.pa.aa.EUCTEL xa.t -, .v'tLxp -fjc, Bul,a.v-(ooc, XpLl,wl)-f}crov-a.L xat ot
lJ.vl)pW'tOL ot cpuy6vnc; v -oi:c; opEcrL xa.t ~ouvo~c; 'tO.XTJCTOV'taL U1t LIJ.OU xa.t
xa'ta"riJ.T)i}-f}crov-a.L 1to..o. v1t 'TI iJ.axaCpq., xat v i}a.).ci.crcrn /lLcp-f}crov-a.L, EVLoL
30 o v -o~c; opEcrw u1t 1t'tT)VWV xa.. l)l]p(wv .yp(wv (locrxl]}-f}crov-ra.L. Ka.
.xoucra.v'tEc; ot iJ.EYLcr't!ivEc; -a.iJ-a. .v-cpT)crav a.u-r(ii .:lL. ,t -ra.v-a.
yEv-f}crov-ra.L, wiJ.YLCT'tE xa.. TjLOELOa'ta'tE ~a.crLEV>>; Ka. ~a.crLE<; d1tEV'
10 a-..oLXEi:a L': -xa L 7tupt L': 1taupL L 13 post xcd lac. suspicor, cfr. text. lat.
1tL't'TJp1Jatw L': 7tL ... wc; L 14 vt~PLI-11Jaa-..o scripsi: vEi}pu- L' 16 -..fj' L'L': -..au-rn L
~OO(J.a't'LXfj l.~l61-1ou scripsi: tuOo(J.a't'tXfj Evo61-1ou LL' 19 xt-co L: xhot L' 20 .L~-LO L:
.ot~o L' 21 wud L': Etat L 22 -.. addidi 1','!)-..T]aouaL supplevi (cfr. !in. 36-37) ... oLc; ...
L: om L' 23 ifvtu L': ifvwv L 29 xa-..a'tl-1'!)ll1]aov-caL L: -ll'l'jaov L' 29-30 ~VLOL-7t suppl.
in mrg. L' 31 ~EyLa-..civtc; L 1 : 1-LEYLU'tciva.tc; LL' 32 i)toELOu-..a-..E L: ocLoEL- L'
14 Joann. 11, 33 16-18 cfr. Tzetz. Chil. IX 649-650 Oval aot, w 'Er--ccH.ocpt, iht ov
XLtciaEtc;, l XP'll"'l-lc; 7tijpxtv it-ctpo Kwva-..av-cLvou7to.(-caLc; ... Vis. Dan. gr. A, p. 44 Vas.-
136 Istr. x cd oua( C'O L, 'E1t-rciocpE, X -..ijc; 't'O La V't'f)<; pyijc; ... Vis. Da n. gr. c. p. I 43 Istr.
Oua.C croL, 1tLc; 'E1t-raocpE ... Cfr. etiam Apoc. Leon. X l 19-21 Apoc. Meth . gr. A, p . 35
Istr. xa. v -..<;i xa.tp<;i XELVI{J, i]-..oL 't'{ii ~001.1Cl't'LX<;i ~O[.l.l{l xpvi{J ... 7t.'f)fruvl)T]uE-ra.Ln
frHlj!Lc; 7tL -roc; .vllp<~mouc; xa.. 7t. -..: x-..T]v'f), xa.. itcr-..aL oq1c; xat L~c; ... Apoc. Me t h. gr.
C, p. 71 Istr. xa. dc; xt~vov -..v xatpv 1\-roL v I:~Oo[J.a't'LxQ ~06~w. xp6vw. ... xa.t
1tT)lluvlh'laE-caL 'I'J \}(ljitc; 1tL -coc; .vllpt:mouc; xat 7tL -..: x-..-f)vT) ita-cat t~-LS xat OLI.16c; ...
20-21 Vis. Dan. gr. A, p. 44 Vas.- 136 Istr. xat 't'cl wpai:<i O'OU n(x~ 1tEO'OUV't'O.L wc;
auxLTja-a ... 21-22 Apoc. Meth. gr. A., p. 33 Istr. tyoll-f)aE-..aL (-aov-ca.t) O v -..Q xa.tpQ
XELVW. (VI!") 't' 1tVEI-1Cl ...
 56 IV. LE VISIONES . ::_D:.:_A.:.:N..::TI::E::L:::l.:.:S__ _ __ _ _ _ _ __
IV . LE VISIONES DANIELIS _ _ _ _ __ __ _ _ 5:...7_

0( -rlj 7tO.Ew 'tctV'tT]<; ~!;ctpxo~ cpovox-rovljcrctL EXOUCTL\1 lfvopct o(xa;~o\1

nuovo dunque in questa profezia torna l'allusione abbastanza chiara alla
.o(xwc;, h ~~<i xpa;uyljc; .yov-rEc; ' '.7tox-ra;vi}1]-rw .crE~Tjc;, 8v 1tciv-ra; -r.
conquista latina di Costantinop oli del 1204 e alle conseguenz e assai gravi
35 ~i}vT] xcpo~T]i}Tjcrov-rct~ xa;t -rpo~!;oucrw, o-r~ opE7tctvT]cp6poc; cr-rt xctt
per gli abitanti di essa e per la sorte dei suoi monumenti e dei suoi tesori.
-rE-rpci~T]voc; '. Kcd v 'tcti:c; CTX(hct~ Tj~pct~ 7t ~ttpctxo ~ctcr~.wc; crv -ri!J
Il fatto qui presentato in forma fortemente apocalittica : incendio del
mvE~ TJ~W\1 '.VEPXO~vou ~T]'tTJCTOUCT~\1 ct't\1 o( /ivi}pw7to~ -rljc; 7tO.EW<; XctL OUX
tempio (di Santa Sofia), terremoto che distrugge met della citt, sradica-
EpTjcroucr~. XctL oOE[ CTT!V EWV au-rou Ex O -rljc; 7t.Eup<ic; ctthou
mento o distruzione della zona di fronte ad essa (di Crisopoli o Dskiidar),
'.\lct~T]'tljcra.~ EXn ('tL<;) 't\1 ~Op0\1 O.U'tOU, O~ XO.L 7ta.paX.Tj'tO\I (Xct.)CTOUCTW o(
fuga della popolazion e e suo annientame nto o per fame o uccisa dalla
40 'tfic; 7tO.EW<; Xctt '.PXTJ)'\1 Xct'tGtCT'tTJCTOUCT~v '.vE.EL y.p -rv ~Gtcr~.EVO\I'tct XGtL -r.
spada o divorata dalle belve 1610 Tutto ci avverrebbe, secondo la profezia
Vct7to~ECva:v-ra: ~i}vT], xa:t o( cpuy6nEc; -rljc; 7t6.Ewc; crwi}Tjcrov-ra:~ v xct~pi!J -rou
di Costantino, perch gli t'!;a:pxoL, cio i capi della citt, si sarebbero
7tO.~ou, civl]p ot 'tO'tE ou XVPLEVCTEL -rljc; 7tO.Ewc; 'tGtV'tT]c;, xa:t ~acrL.EUCTGtL ~XEL
macchiati del sangue di un uomo giusto, considerato come empio, in
XVpLO<; ElE<; dc; -rl]v 7tO.L\I 'tGtV'tT]\1 !:wc; ou ~.i}n cX7tOXEL'tGt~, oc; CT'tL\1 6 .EW\1
quanto OpE7tctvTJcp6poc;, falcifero o falcato, e n-rp<i~T]voc;, di quattro
o
7t-rwxouc;, ctu-rou ~crov dcrt -r. 7tv-rE 7tpw-r6.Lct, l:lc; 7tl cr-rT].TJ<; t'er-ra: Lx a; t v
mesi>>. Poi, per incitamento di un giovane imperatore e del popolo suo
45 cr-rpoyyu.ttJ .(i}ttJ xa:lh'J~Evoc; 7tctp~cr-rct~vou a.u"tou xa:t cicr-rpoc; .
latino) sopraggiun to nella citt- cos intend(iamo ) * la frase introdotta da
1t6 -, i cittadini di Costantinop oli avrebbero fatto ricerche dell'uomo
Questo testo nuovo e sotto pi punti di vista interessant e contiene una
giusto, ma non l'avrebbero trovato; fatte per altre ricerche h "tljc;
nuova testimonian za sulla stirpe bionda. Rinviando ad altra sede un
7t.EVp<ic; a:u"tou, cio dalla parte sinistra di lui (oppure della citt, come
esame approfondi to di essa 167, limitiamoci qui ad osservare che anche in
in altre profezie?), trovato lo, l'avrebbero invocato come 7ta.p6.xT]"toc;, inter-
questa presunta profezia di Costantino Magno si prevede a Bisanzio nei
cessore, o consolator e, e posto a capo della citt. Il nuovo capo avreb-
settimo giorno del settimo secolo- espressione che si ritrova gi nei testi
be cos annientato il precedente giovane imperatore ed il suo popolo
profetici a partire da quello dello pseudo-Met odio: nel settimo periodo
(latino) e salvato in una battaglia i cittadini che si erano dati alla fuga. Da
settenario, cio nell'anno del mondo 7000 (- 5508 = 1492)- la dominazio-
quel momento per sulla citt avrebbe regnato non un uomo, ma il
ne di uno scettro dal nome angelico o dal nome d'angelo, e quindi di
Signore Iddio, fino a quando, dice la profezia, verr ci che riposto,
un imperatore della dinastia degli Angeli, assieme ad un giovane, cio,
cio colui che ha piet dei poveri e in mezzo a lui stanno le cinque
penso, di !sacco II Angelo (1185-1195, 1203-1204) assieme al figlio Ales-
primizie (?), il quale sar sulla colonna e assiso sulla pietra rotonda
sio IV (1203-1204), durante il cui regno un 7tUppv ~~oc;- si noti l'espressio-
circondato da una stella. assai difficile dare un'interpre tazione storica
ne nuova al posto di quella pi comune !;a:vi}v yvoc; - entrer in Costanti-
di questa seconda parte della profezia, ma non affatto da escludere che
nopoli, per cui ci saranno calamit, incendi, tribolazioni , fame, distruzione
ci fosse l'intenzione nello pseudo.pro feta di esprimere l'idea del ritorno
delle mura e delle chiese, dispersione della popolazion e della citt. Di
degli imperatori legittimi bizantini. E ci sembra legato all'idea di una
giusta vendetta contro coloro che condannaro no un ''uomo giusto, rite-
nendolo falcifero, cio simile all'Anticrist o 169, le cui mani (sono) ** ap-
35 [wT] L: [lVTJXO:L L' 39 <ivo:sTJ-riicro:L L: sTJ'tOCTO:~ L' "tL<; addidi: cfr. lat. quidem punto a forma di falce, e di quattro mesi. Credo che qui si alluda ad
1to:pax.TJ-rov xo:.crouow correxi: xo:po:x.TJ-twvcroucrw L 1to:po:X.lJ"toLoucrLv L' 42 Alessio V Murzuflo; (egli) *** si era effettivame nte macchiato di un grave
xup~EVCTH L L': xupLEvcrE L ~o:cr~.Evcro:L correxi: ~o:cTL.Evu L ~o:crL.EvCTEL L' 43 ou L: crou
1

L 8 scripsi: LL' ..Ewv L: ~..o:Lwv L' 44 8c; 1L'L: wc; L'

35-36 Cfr. Orac. Leon. IV 3 apE1tO:VT]<p6pE, 'tE"tpa~l]Vv O"OL ypciq>w (de Andronico
Comneno); x 5 oc; ~XE~ -ro oo:x-rv.ouc; O:V"tOV OpE1tO:VW"tOV<;, l o ECT"tL Op"Tto:vov -riic;
~PTJ~wcrEwc; ... 36 Vis. Dan. gr. A, p. 44 Vas- 136 Istr. xo:t ltCL"tTJCTH -. t.mp<ixtov Elt( erE,
'E1t-rci.oq>E ..mvi}, "t crxlj1t-rpov i}TjcrEL ... Vis. Dan. gr. C, p. 143 Istr. xo:t 7tCL'tTJCTEL -r
~ELpax1ov xat -r crxlj1t"tpov i}TjcrH ... 38 cfr. Est h. 13, 6
167
Cfr. A. PERTUSI, Le profezie su Costantinop oli del cronista Marco e le loro
fonti bizantine, Studi veneziani, NS 3 (1979), pp. 13-46.
* intendo A.
** erano A.
*** che A.
168 Ci furono certamente incendi, morti (circa 2000 secondo le fonti occidenta-
li) e soprattutto saccheggi di ogni genere: cfr. C. M. BRAND, Byzantium confronts
the West, 1180-1204, Cambridge Mass. 1968, pp. 260.265; A. CARJLE, Per una storia
dell'Impero latino di Costantinop oli (1204-1261), Bologna 1972, pp. 162166.
169
L'espressione si trova gi in Leon. Sap. Orac., IV 3, applicato ad Andronico I
Comneno che aveva ucciso il suo predecessor e al trono, Alessio II; cfr. MANGO, Tlze
Legend, cit. p. 64.
 58 IV. LE VISIONES DANIELIS
------------------------
delitto- lo strangolamento del cugino Alessio IV [e la morte in prigione di
!sacco II e di Nicola Canabos] 170 - e [che] era considerato un traditore dai
Latini, ma [che] agli occhi dei Bizantini appariva come l'esponente della
resistenza militare contro i Crociati 171 Il suo periodo di regno dur in
effetti quattro mesi (elezione 28 gennaio; incoronazione 5 febbraio; caduta
13 aprile 1204). Dopo [di] aver tentato una estrema resistenza a Tzurulon
(orlu) in giugno e poi a Mosinopoli, assieme ad Alessio III, che lo fece
accecare [per vendicare la morte di !sacco II e di Alessio IV], caduto nelle
mani dei latini (verso la met di luglio) venne da loro giustiziato in modo
crudele; (fu) precipit(ato) * dall'alto della colonna di Teodosio il Grande 172
Di qui la giusta vendetta di colui che invocato come intercessore poi
messo a capo della citt, perch uccida l'imperatore (latino) e distrugga il
suo popolo, salvando cos la citt e gli abitanti di Costantinopoli, cio di
Michele VIII Paleologo tornato nella capitale nel 1261. Tuttavia lo pseudo-
profeta non sembra cos sicuro che l'impero si salvi, perch si augura che
regni sulla citt Iddio stesso finch non torni un imperatore che ha piet
dei poveri e <<che sta su una colonna, cio, penso, un nuovo Costanti-
173
no
E veniamo alla famosa iscrizione che, secondo una tradizione tarda
sarebbe stata scoperta sulla tomba di Costantino I pochi anni prima della
caduta di Costantinopoli, alla quale abbiamo gi accennato 174 Tale iscii
zione nella sua forma crittografica e in quella sciolta si legge nella ben
nota opera lmperium Orientale di Anselmo Banduri, il quale l'ha tratta, a
sua volta, dall'edizione data(ne) da Matteo Cigala in un libro piuttosto
* precipitandolo A.
170
Sulla fine di Alessio IV, di !sacco II e di Nicola Canabos cfr. BRAND,
Byzantium,
171
cit., p. 251; CARILE, Per una storia, cit., pp. 144-147.
Geoffroy de Villehardouin, La conqute, ci t., p. 222; Nicet. Choniat. Hisr ., p.
565, 5 sgg. ed. van DIETEN, ed anche 570, 39 sgg.; Nicol. Mesarites, Epitaphios, ed. A.
HEINSENBERG, Neue Quellen zur Geschichte des lateinischen Kaisertums und der
Kirchenunion , I, in Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie der Wissenschaf-
ten, Philos.-Philol. und Hist. Klasse, 1922, Abhandl. 5, Mi.inchen 1923, p. 44; cfr.
anche BRANO, Byzantium, ci t., p. 251 e n. 43 di p. 379; CARILE, Per una storia, ci t., p.
144.
172
Nicet. Choniat. Hist., pp. 608, 61-609, 72; Villehardouin, La conqute, cit., pp.
116-117; Gi.inther de Pairis, Historia Constantinopolitana, cit., PL 212, 249 BC;
Chronique de More, ed. LONGNON, p. 18 (cfr. qui pi indietro n. 13). La tradizione
poi largamente seguita da tutti i cronisti veneziani, cfr. n. 202. Cfr. pure JANIN,
Constantinople byzantine, cit., p. 82.
173
L'espressione o &.1txn>taL fa pensare che si alluda qui ad un imperatore
tavv . 6-7
che giace, cio morto, e quindi alla leggenda del (3auL.E I-LCtPI-LC1PWJ.Lvo, che si Le le sorti dell'impero in scritture criptografiche e in figure (MANGO, The Legend,
presenta anch 'egli sotto le vesti di un povero e posto su di una colonna.
174
Cfr. n. 103.
IV. LE <<VTSIONES DANIELTS 59
175
raro Nei non pochi manoscritti che la riport ano, contenenti in genera-
le gli Oracula attribuiti a Leone il Saggio 176 , spesso accompagnata da tav. 5
una illustrazione in cui rappresentato il sepolcro di Costantino I e al
suo fianco il patriarca Gennadio in atto di scrivere l'interpretazione del-
l'iscrizione. E in effetti, alla fine si dice che l'interpretazione venne
data dal patriarca Gennadio sotto il regno di Giovanni VIII Paleologo, <<a
1101 anni di distanza dalla morte del primo Costantino ; e poich il
redattore pone la morte di costui nel 329, l'iscrizione sarebbe stata inter-
pretata nel 1430. A parte il fatto che Costantino non mor nel 329, ma nel
337, e quindi la data pi esatta sarebbe quella del 1438, gi questo
indicare gli anni non secondo l'era bizantina (cio 5508 + 329 = 5837,
opp . 5508 + 337 = 5845, e quindi 5837 + 1101 = 6938, opp. 5845 + 1101
= 6946), ma secondo l'era occidentale, appare abbastanza sospetto. Inol-
tre il testo dell'iscrizione lascia chiaramente intendere quando essa venne
fabbricata. Eccone una traduzione quasi letterale 177 :
175 A.
BANDURI, Imperium Orientale, Parisiis 1711, I. lib. VII, p. 185 (e cfr.
commento, II, pp. 871-872): Matthaei Cigala Cyprii de sepulcro Constantini Magni
narra/io, cfr. M. CIGALA, Nova variarum historiarum synopsis, Venetiis 1637. Il
Banduri segnala anche un'altra edizione contemporanea, quella posta alla fine
dell'edizione del Chronicon di Doroteo, metropolita di Monembasia, Venetiis
1637. I seguenti manoscritti contengono l'iscrizione della tomba di Costantino:
Mare. gr. VII 3 (546), s. XVII, fase. 3, ff. 40'-41'; fase. 4, ff. 40' bis-41' bis; Correr
1048 (Cron. Morosini), ff. 151"-153', con interpretazione italiana; Correr 1052 (Cron.
Morosini), f. 90'; Cicogna 2306 (2613), ff. 57'-58v, con traduzione italiana. Cfr. anche
BEES, flEpt TOU la-ropryJ.IVOU XPT/11J.IOOy{ou, cit., pp. 220-222.
m Cfr. BEES, flEpl .-ou lumpryJ.Ivou XPT/11J.IOoy{ou, cit., pp. 220-222; MANGO, The
Legend, cit., pp. 78-79. Tra i pi importanti oltre il Berolin. gr. 297, da cui sono tav. 2
state tratte le immagini pubblicate dal Bees, ricordiamo i codd. Hafniens. gr.
2147, Scoria!. gr. Y. I. 16, Oxon. Barocc. gr. 145 e 170, Oxon. Laudian. gr. 27,
Vindobon. gr. 208, ecc. L'esistenza di un libro di XP"Ilr1!-LOL, con disegni e figure,
riguardanti gli imperatori e le sorti di Costantinopoli, nella biblioteca imperiale
testimoniata gi ai tempi di Leone V l'Armeno (813-820). Cfr. Theoph. Cont.
Chmn., I, 22, p. 36 Bonn. ( = ' O o XP"Ilr1!-L<; i) v L c(3v1..w:x, ov ><wc !3c!3.i'-!' d ><'i] v
!3<1r1L.cx'ijv !3L!3.LoV-i)XT]V VCl1tOXEL[.I.EVo, ou XP"I]r1[.1.0 [LOVO~ '.1t.w, '... XClL [.I.Opcp< XCl
axiJI-'-0.'<0. EXOUI1Cl 'tWV YEV"!]CTO[.I.VWV !3o.r1L.wv OL< XPW[.I.chwv, i'jv oilv .wv V"l]pLOV
[J.E[J.Opq>W[J.VOV, XL r1'tOLXELOV XEXClPClY[.I.VOV '.1t >tf} pd:XEW<; [J.XPL >tf} YClr1>tp au>to
'tOIJ"<OU xo.>tmv &.v-i) p "<L<; mVwv l6pa><L xo.LpLo.v tli(liou 1t."!]y'i]v ><0 OL< ><O XL). Cfr.
(K.) KRUMBACIIER, Geschichte der byzantinischen Literatur, Mi.inchen 1897, pp.
627-628, ma cfr. ps .-Sym. Cron. e Cedren. Comp. Hist ., II, p. 63 Bonn., che riferisco-
no in modo un po' diverso (MANGO, The Legend, cit., p. 62, n. 17); Nicel. Choniat.
Hist., pp. 41, 10-13; 169, 93-99; 222, 68-70; 351, 72-73; 353, 34-354, 47; 355, 8-15; 419,
7-10 Bonn. cita spesso gli Oracula attribuiti a Leone, li definisce e ne d interpre-
tazione applicata a certi imperatori della dinastia comnena, su cui MANGO, The
Legend, cit., pp. 62-65; Niceph. Gregor. Rom. Hist., I, p. 463 Bonn. parla anch'egli
di un libro di autore sconosciuto in possesso degli imperatori in cui erano indica-
cit., pp. 65-66). .
177 Si tenga presente che
il testo sciolto dell'iscrizione presenta un greco assai
pi vicino al demotico che a quello letterario, mentre il testo introduttivo e finale
 60 IV. LE VISI ONES DAJii!ELIS
IV. LE VlS! ONES DANlELIS>>
61
Nel la prim a indiz ione il regn o di Isma
la stirp e dei Paleo logi, si impa dro nir ele, detto Moa meth , distm gger preta zione , ne gara ntiva in un certo
colli, Cost antin opoli ) e regn er in essa; di Hept aloph os (=ci tt dei sette qual mod o l'aute ntici t, e in seco ndo
luog o perc h il falsa rio dove va esser
r le isole fino al Pont o E usino ( = Mar impe rer su molt i popo li, deva ste avev a Genn adio a inter preta re profe
e a cono scen za della tend enza che
dell'I stro ( = Danu bio). Nell' ottav a indizNero ), comp ir distr uzion i alle foci ticam ente gli avve nime nti del suo
( = Marea). Nella nona in dizio ne comp ione sotto mett er il Pelo ponn eso temp o. Di ques ta sua incli nazio ne abbi
amo pi di un docu ment o, ma uno
sette ntrio nali. Nella decim a indiz ione ir una sped izion e verso le regio ni in parti colar e meri ta di esser e qui
ricor dato: una brev issim a Chronogra-
altro temp o, si volg er cont ro i Dalm scon figge r i Dalm ati. Di nuov o, in phia che va da Adam o fino al 1472 179
parte li distr ugge r. E delle molt itudiati, susc iter una gross a guer ra e in anno tato alcun e curio se coincidenze>>
Vers o la fine di essa
Genn adio h~
foglie, in comi tiva porte rann o guer ra ni di Occi denta li, (num eros e come ?) stori che qual i segn i di una pross J
no Isma ele. Il suo disce nden te regn erper mare e per terra e scon figge ran- ma fine del mond o:
stirp e bion da assie me ai prec eden ti posse(anco ra) per poch issim o temp o. La l) fra il nom e del fond atore di Cost antin
opol i, Cost antin o I, e il .n~me
Isma ele, si impa dron irann o di Hept alopssori di struggera nno tutto quan to dell'u ltimo impe rator e, Cost antin o XII,
ci che rient ra in una tradl Z!on e
scate nera nno una guer ra civile atroc hos con i (s uoi ) privilegi. Allor a ben salda e molt o diffu sa verso la tav. 8
risuo ner per tre volte : 'Ferm atevi , ferme fino alla quin ta ora e una voce met del secol o XV;
2) fra il nom e del patri arca al temp o
gran de atten zione verso la parte destr atevi con timo re. Affre ttatev i con di Cost antin o I, cio Metr ofan e I
mira bile e corag gioso . Cost ui avret e a (e) trove rete un uom o illust re, (306/7-314), e il nom e del patri arca
come signo re, poic h mio amic o; e che resse la chies a greca poco prim
scegl iendo lo comp irete la mia volon della cadu ta della citt, cio Metr ofan a
t'. e II (1440-1443), poich , essen do il
patri arca Greg orio Mam mis dimi ssion
Le allus ioni stori che sono anch e tropp ario ed esule a Rom a, Genn adio
o chiar e, dall'i ndica zione delle riten eva che nel 1453 la sede fosse
indiz ioni (I= 1453; VIII = 1460; IX= vaca nte;
1461; X= 1462) all(e) [allu sione 3) fra la data della fond azion e di Cost
delle ] conq uiste succ essiv e di Meh med, antin opol i, 11 magg io -in realt
e cio dalla conq uista di Cost anti la data della cons acraz ione uffic iale della
napo li (1453), a quell e della More nuov a capi tale- , l'iniz io della sua
a (1460), delle coste del Mar Nero (1461 fine, 3 magg io - decis ione final e di Meh
e della Bosn ia (1462-1463). La sped izion ) med di attac care la citt - e la sua
e comp iuta da una molt itudi ne per cadu ta, 29 magg io;
mare e per terra non che la 4) fra quan to avev a pred etto un vatic inio,
croc iata prom ossa dal papa Pio Il seco ndo il quale sareb be stato
(1463-1464), la qual e non ebbe luog o l'iniz io della fine quan do aves se regn
a caus a del dece sso dello stess o papa ato un impe rator e il cui nom e fosse
(15 agos to 1464), ma che qui si d inizi ato con lO ( = Ioan nes) e aves se
anco ra come possi bile. Si noti infin gove rnato la chies a un patri arca con
che la parte finale della pres unta iscriz e le stess e inizia li ( = Iosep h), e quan
ione, dove si parla della Stirpe to avve nne con l'azio ne di Giov an-
bion da che distr ugge r Isma ele, si ispir ni VIII Paleo logo e del patri arca Gius
a diret tame nte alla Visio Danielis. eppe nel Conc ilio di Firen ze, per cui,
t evide nte dunq ue in qual e anno e per (con l'ade sione ) * all'un ione, si sareb
quale scop o stata fabb ricat a be verif icato uno scon volg imen to gra-
l'iscr izion e e la sua inter preta zione : vissi mo nella chies a e nell'i mper o;
cio verso il 1463, alla vigil a della
proc lama zione della croc iata di papa 5) infin e tra il racco nto bibli co della
Picco lomi ni, e allo scop o di prop a- creaz ione del mond o, seco ndo i~
gand arla press o le popo lazio ni grech qual e Dio al setti mo giorn o . si rip~s,
e del conti nente e delle isole in pred e .l a coi~ciden~a n~n lon~a~~ orma 1
al panic o, cos da dar loro una spera a con il comp imen to del setti mo m1ll
nza nella ricon quist a della liber t e enmo dell era b1za ntma (ctoe ~l 6980,
della pace . corri spon dent e al 1472), e quin di con
la fine stess a del mon do prev ista nel
Rima ne apert o un prob lema : come 7000 (cio , nel 1492), di cui la cadu
mai ques ta inter preta zion e della ta di Cost antin opol i non era che uno
presu nta iscriz ione costa ntini ana venn dei segn i prem onito ri.
178 e attrib uita al patri arca Genn a-
dio ? Inna nzi tutto perc h ques to nom Si noti che Genn adio avev a gi espre
e dava una certa auto rit all'in ter- sso ques t'ulti ma idea ** nel 1464,

sul luogo e l'epoca del ritrov amen to oltre

letterario. Ci sono due punti dell'iscrizi che dell'interpretazione in greco * adere ndo A.
one ** quest 'ultim a idea Gennadio l'aveva gi espre
circa si legge: xo:t -toc 1t1]~'!] xa.t 1:oc q>u.a che dann o adito a dubbi: l) a met ssa A.
. truvolij ecc.: forse da legge
1t1]~'!] w 1:oc q>va. ecc.; 2) un
po' pi innanzi, si legge: -t o !;a.v~v yvoc; re xa.t -toc
,;wv 7tpox-t6pwv ecc.: gi il Band uri lf.JJ.a. J.l.E-toc l'interpretazione, e difatti essa non figura
aveva spuri e: cfr. L. PETIT . X. A. SIDR IDS M.nemm eno tra le opere a lui attrib uite o
correzione che ci semb ra accettabile . Si propo sto di leggere -twv 7tpOXTIJ1:6pwv,
noti che nello ps.-Phrantzs, Chron., p. Scho larios, t . VIII, Paris 1936, App. IV, JUGIE , Oeuvres compltes de Georges
462, 20..21, ed. GREC U, si legge 7tpa;x-
sfacente.
t6pwv, che non d per un significato
soddi- 179 pp. 17 *19 *.
PETIT. SIDR !DS. JUGIE , Oeuvres compltes,
178
Va da s che il patri arca Gennadio E su di essa si vedano le osservazioni, ci t., t. IV, Paris 1933, pp. 508512.
non ha nulla a che spart ire con ibid., I, Paris 1928, pp. XIX-XX e IV, P
XXIX .
62 1\' . LE VJSIO NES DA\IIELIS
in un passo del suo trattato Contro l'errore degli Ebrei 180, ci che comba-
cia con le credenze chiliastiche di derivazione pseudo-metodiana del seco-
lo XV.
D. Il problema delle stirpi bionde nelle profezie di tradizione
occidentale latina e slava
Senza alcun dubbio l'Occidente conobbe molto presto le Visio n es stori-
co-politiche dei Bizantini, o libri pseudo-profetici consimili, come la Sibilla
Eritrea, la Sibilla Samia, il <diber qui dicitur Vasilographus e via dicendo
che contenevano predizioni sul futuro dell'impero orientale. Tuttavia di
una stirpe bionda o di un re biondo che avrebbero conquistato Costan-
tinopoli non si trova traccia prima del secolo XIII.
Liutprando di Cremona, che fu a Costantinopoli in missione diplomati-
ca nel 968, scriveva a questo proposito nella sua Legatio 181 :
Habent Greci et Saraceni libros quos pricm sive visiones Danielis
vocant: ego autem Sibyllanos, in q uibus scriptum reperitur quot annis
imperator quisque vivat, que sunt futura eo imperitante tempora, pax an
simultas, sec unde Saracenorum res an adverse.
chiaro che qui Liutprando non allude ai cosiddetti Coniectoria attri-
buiti anch'essi a Daniele, cio agli Oneirocritica o interpretazioni dei sogni
che correvano nell'alto medioevo orientale e occidentale sotto il nome di
Daniele o di altri illustri personaggi, di cui parla Giovanni di Salisbury (c.
1115-1150) nel suo Policratico (Il, 17) 182, bens alle Visiones Danielis che
hanno un notevole posto, come si visto, nella storia delle profezie. Ora,
poich nella profezia, a cui alludeva Liutprando, si diceva che sotto un re
malvagio e pacifico praevalere de ben t ad es o Assyrii ( = Saraceni), ut in
Chalcedoniam usque ... potestative cuncta debeant obtinere, si deve pensa-
re che alluda ad un testo di una Visio Danielis, perduta, molto simile a
quello della Sibylla Tiburtina (e quindi, in parte, simile alla Visio Danielis
armena), in cui si legge 183 :
180
PETIT- SIDRIDS- ]t;GIE, Oeuvres compltes, ci t., III, Paris 1930, p. 287, 8
sgg.
18 1
Cfr. Liudprandi
3
Rel. de /eg. constantinop. , 39 (ed. J. BECKER, Hannoverac et
Lipsiae 1915 , in MGH, Script. rer. Gernz. in usum schol., 41, p . 195). KLOSTERMANN,
Analecta zur Septuaginta, cit., p . 114, aveva gi visto che la testimonianza di Liut-
prando si riferiva alla Vsio Danielis.
182
Joannis Saresberiensis ... Policratici sive de nugis curialium et vestigiis
philosophorum libri VIII, ed. Cl. C. l. WEBB, l, Oxonii 1909., pp. 97-98; cfr. J. A.
FABRICIUS, Codex pseudepigraphus Veteris Testamenti, Hamburgi 2 1722, pp.
1130-1136.
183
Cfr. ALEXANDER, The Oracle of Baalbek, cit., p. 20, !in. 80 sgg.; e si veda
IV. LE VISIONES DAI\:IELIS 63
... Ka;t ECTOV""t"!X' OL 'Acrcrvp'o' w T] ii.~-t~-to ""t"Tj ila;.riCTCTT] riva;pCil~-t1]""t"O' xc:d
1t!Xpa;.ri(3wcr' 1to.M. xwpa; ""t"i'j 'AV!X""t"o.i'j EW Xa;.X1]OVL!X ...
La citazione di una Visio Danielis in Liutprando ci pone il problema
delle traduzioni latine di questo testo, o meglio di una delle (sue) non
poche recensioni [di questo testo]. curioso osservare che, mentre ci sono
pervenute traduzioni latine dell'Apocalypsis Methodii siro-greca, di cui una
molto antica, invece delle varie recensioni della Visio Danielis non ci sono
pervenute traduzioni latine attraverso la tradizione diretta. L'unica tradu-
zione latina di una Visio Danielis, [dal greco] - molto probabilmente dal
testo (greco) pi diffuso e pi comune verso la met del secolo XV -,
purtroppo, a quanto sembra, perduta, molto tarda. Si sa che Ubertino
Pusculo, l'autore del poema Constarztirzopolis 184, aveva posto quasi in ap-
pendice al suo poema la traduzione latina della Visio Danielis. Abbiamo la
testimonianza molto chiara del Mazzuc(c)helli 1"'.
In fine del testo a penna, egli scrive nei suoi appunti sulla vita e le
opere del Pusculo, ch'esisteva presso al mentovato P. ( = P~dre Giusepl?e
Maria) Gervasi, da noi veduto, del poema intitolato Conslantmopoleos (src)
riferito di sopra ... , si leggeva la traduzione d'una profezia di Daniele e in
fine di essa queste p a role: 'Prophetia praeficta de libe llo graeco vetustissi-
mo et per multa saecula ante descripto de verbo ad verbum t ranscripta fuit
et in Latinum sermonem translata per Ubertinum Pusculum Brixiensem
anno scilicet post captam Constantinopolim 1454 in Pera' .
La testimonianza non di poco conto, anche se, (lo ripetiamo) *, tale
traduzione sembra perduta, tanto pi se si tiene presente che essa rientra
nella storia dell'interpretazione di questa profezia applicata proprio alla
caduta di Costantinopoli. Ci malgrado, come dimostra gi la citazione di
Liutprando e come dimostreranno altre citazioni che ora esamineremo,
l'Occidente dovette conoscere una delle recensioni della Visio Danielis o
direttamente in greco, o -ci che pi probabile- attraverso una versione
latina anteriore al secolo XIII.
Un discorso a parte meriterebbe il Liber Vasilographus che appare in
Occidente verso la fine del secolo XII, pubblicato da O. Holder-Egger 186 ; il
* come ripeto A
anche Vis. Dan. armen., MACLER, Les apocalypses, cit., p. 293 (ove Cartagine sta
certo per Calcedone, errore dovuto a un cattiva lezione dell'originale greco:
Ka:px'!Jowv per Xa.x1]wv).
184
Sul Pusculo e il suo poema Constantinopolis, cfr. PERTUS!, La caduta, cit., l,
pp. 198-199.
I&S Vat. lat. 9283, s. XVIII, fase. 94 intitolato Pusculo, di 4 fogli. La nota si
legge al f. 4 v.
186
Cfr. nn. 46-48.
64 lV . LE VISIONE$ DA>l!ELIS
titolo il seguente 187
:
Hic liber est extractus de libro qui dicitur Vaslogra pho, id est impe-
rialis scriptura, quam Sibilla Eriteha (sic) Babylonic a condidit ad petitio-
nem Grecorum tempore Priami regis Troie ; quem Vedoxa (Brucell.: Doxo-
pat, Doeopate r, Doctapate r, Daxopetri cett. codd., legend. Doxopate r) peri-
tissimus (pater) in Grecum transtulit de Chaldeo (sermone) , tandem de
erario Emanueli s imperator is Grecorum eductum Eugenius regni Sicilie
admiratus de Greco transtulit in Latinum .
Non qui nostro compito chiarire chi sia questo Doxopat er che
avrebbe tradotto per primo questo testo dal caldeo , cio dall'arabo -
possibile che si tratti di Nilo Doxopatri s, il ben noto autore dell'Orda dei
seggi patriarcal i I l!>! - , o quale sia il testo greco dal quale avrebbe fatto la
sua traduzion e Eugenio di Pale1mo (c. 1130-1203) e se esso provenga
effettivam ente <<de erario dell'impe ratore Manuele I Comneno . Una cosa
per ora certa, che non si tratta di un testo greco conservat o e che esso
ha ben poco a che vedere con i testi profetici pseudo-da nielici greci a noi
giunti. Certamen te in questo testo si fa riferiment o esplicito alla conqui-
sta latina di Costantin opoli del 1204, ma in termini diversi da quelli usati
nelle profezie greche 189
187 HOLDER . EGGER,
Jtalienisch e Prophe tieen, cit., p. 155. Il termine << Basilogra-
fus ritorna in una recensione pi tarda della Sibil!a Eritrea: Verba Erithee (sic)
phetonisse excerta de libro qui dicitur Basilograf us, quem Erithea Babillonica
tempore Priarni ad petitionem edidit (HOLDER- EGGER, Italienisch e Prophetieen,
cit., IV, Die spiitere Bearbeitun g der Sibylla Erithea, Neues Archiv, 30 [1905], p .
328).
188 Su Nilo Doxopatris
cfr. V. LAURENT, L'oeuvre gographique du moine sici-
lien Nil Doxopatris, J:.chos d'Orient, 36 (1937), pp. 5-30.
189 (Il testo
ripreso da Paolino da Venezia, da Marin Sanudo Torsello e da
Andrea Dandolo (CARILE, La cronachistica, cit., p. 180, n. 1)). La redazione pi
completa (HOLDER - EGGER, ltaltenisch e Prophetieen, cit., pp. 155-173) r eca glosse
esplicative molto interessant i. Ci si pu porre qui il problema se, ad esempio,
Gioacchino da Fiore (1130-1202) abbia conosciuto la Visio Danielis o l'Apocalyps is
Methodii , dato che qualche studioso, come L. ToNDELLI, Gioacchino da Fiore, Il
libro delle figure, I, Introduzio ne e commento , Torino 1940, pp. 18-19, ha parlato
appunto di derivazion e da tali testi, anche se in modo un po' troppo vago,
dimostrand o cio di non conoscere bene tali testi. In realt, quando si esamina il
contenuto della parte pi propriame nte apocalittic a del Liber figurarum (ed. L.
ToNDELL!, Gioacchino da Fiore, Il libro, cit., II, Testo e tavole, Torino 1940, tav.
XIV; B. M. HlRSCH- REICH e M. M. REEVES, The Figurae of Ioachim of Fiore,
Oxford 1972 (Oxford-Warburg Studies), tav. 21 , 22 e 23; cfr. H. GRUNDMANN ,
Neue Forschung en iiber Jo achim von Fiore, Marburg 1950, pp. 20 sgg. e 85 sgg.;
M. M. REEVES, The influence of Prophecy in the later Middle Ages. A study in
Joachimism , Oxford 1969, pp. 293-392), si vede chiaramen te che Gioacchino non
ebbe a propria disposizion e n la Visio Danielis, n l'Apocalypsis Methodii. Baste
r qui osservare: l) che Gioacchino, in contrasto con la tradizione grecoorien ta
le, fa nascere l'Anticristo in Occidente (Surget autem, ut putanms, ab Occidente
et veniet in adiutorium illius regis qui erit caput paganorum ... , cfr. ToNDELLI,
IV. LE <<VISIONES DANIELIS 65
Ecco il passo in questione con accanto le antiche interpreta zioni 190 :
<<Hinc Eneaden gloria in Bian-
ciam deducetur . Eritque nidus deli
catissimu s, qualis non fuit. Robu-
stum decus in muliebrem molli-
ciem convertet ur. Eruntque Danay
in robore delicato usque ad leo-
nero * LX pedum, donec catulos * id est Munucule ( = Manuele
eius ursus ** devoret, optimates Bi- Comneno )
ancenos obtenebre t, decus decal- ** s. Andronicu s tutor filiorum Ema-
vet femineum ; hinc aquila d esp ec- nuelis et pupillos decapitab it et sibi
ta ursum devoret, aquilam hyr- dyade ma imperii arrogabit
cus *** obtenebre t, *** Alexius fr ate r eius
pullum **** **** s. Alexium filium Ysaac
voret aquile, sa ngui s effusus phy-
sis offendicu lum ***** in conspec- ***** id est peccatum contra
tu trinodi numinis clamitet fietque naturam
potantium in aquis Adriati-
cis ****** co ngregatio ; ceco predu- ****** s . Veneciis
ce t hyrcum abigent, Bianciam t s. duce Venetorum , qui erat cecus
pro phan abunt, edificia denigra- ( = Enrico Dandolo)
bunt, aurum eius per orbem et spo-
lia dispergen tur. Virgines humili a-
buntur, optimates eius decalvabu n-
tur, hyrcus tt non balabit, gallu s tt s . imperator i Grecus
non cantabit, usque dum XLIII! or
pedes ttt novemque polices tttt se- ttt id est anni
mique r,re men surati discurran t, tttt id est menses
aquila Ht i' triceps volet et revolet, ttttt Hec cecinit e imperator e Frideri-
hyrcus iugalis in Bianciam reduce- co, propterea recapitula ntur inferius
tur .. .
Come si vede, qui e in un altro passo un po' pi innanzi, in cui sono
ripetute all'incirca le stesse cose 191 , si segue un testo diverso da tutti
op. cit., tav. XIV); 2) che i tre ultimi re sono: Mahomet, Mesemoth us e
Salahidin us , il quale ultimo proprie dicitur Antichristu s (TONDELLI, ibid.);
3) che i rinvii a Daniele (dicitur in Danyele ... >>, legitur in Danyele ... >>,
ecc.)
riguardano il libro biblico di Daniele, non la Visio Danielis. Soltanto nella parte
finale, in cui si parla dell'avvent o di Satana, degli ultimi due Anticristi e della
loro opera di seduzione, dell'annien tamento igne et sulpure da parte di Dio e
della parusia finale di Cristo, c' qualche punto di contatto con le apocalissi
medievali grecoorien tali. Ma basti vedere la confusione che viene fatta tra l'inter
vento contro l'Anticristo di Elia e di Enoch nelle visioni orientali e l'intervento
del solo Elia nel Liber figurarum (TONDELLI, ibid., aille qui designatus est in
capite VII (scii. Salahidinu s) veniet occultus, sicut Johannes Baptista qui nescie-
batur esse Helyas ... Unus enim Helyas premissus est a Domino, et tamen duo
venturi erant, quorum singulus dicebatur Helyas ... >>). chiaro che Gioacchino
segue a questo punto una tradizione molto diversa - e diciamo pure, molto
confusa e contraddit toria - da quella seguta dai greco-orientali.
190
HOLDER EGGER, Italienische Prophetieen, cit., I, pp. 160161.
191
Ibid., pp. 164165.
_6_6_ _______ _ 1\_'. LE \'lS!ONES DAN:.:IE:.:L:.:l:::S.....>> _ _ __ _ _ _ __
quelli conosciuti, e in ogni caso - cosa estremamente importante - non si
fa ancora alcuna allusione alla stirpe bionda>> conquistatrice di Costanti-
nopoli.
La prima volta - a (nostra) * conoscenza - in cui invece si allude
chiaramente alla <<Stirpe bionda>>, o meglio ad un <<rex flavus>> che conqui-
ster Costantinopoli, ()** in due storici anglosassoni. Si tratta dell'anoni-
mo autore dei Gesta regis Henrici Il et Ricardi I, attribuiti a Benedict of
Peterborough, e di Roger of Howden, autore di una Chronica, che si
limita a riassumere quanto detto gi nei Gesta 192 Esaminiamo dunque
questa testimonianza. L'anonimo dei Gesta sta parlando di un'ambasceria
che sarebbe stata inviata da Filippo II Augusto, re di Francia, all'impera-
tore Isacco II Angelo a Costantinopoli nel 1188. Gli ambasciatori avrebbe-
ro inviato verso il 1190 una lettera al re di Francia per informarlo sulla
situazione in Siria in vista del progetto di Crociata. Ed ecco il punto in
cui si allude ad una profezia di Daniele 193 :
Est autem et indubitabilis, sicut dicunt omnes, prophetia David (leg.
Danielis, ut in Chron. Rogerii) Constantinopolit ani, quod eo anno quo
Annunciatio Domini in die Paschae contingit, Franci restaurabunt Terram
Promissionis et stabulabunt equos suos in palmaria de Baldac et fgent
tentoria sua ultra arborem siccam, et lolium separabitur a tritico ... Ver-
bum autem illud quod senex Graecus de Astralix dixit domino Waltero
Templario, unde ceteri Graeci offensi fuerunt, nunc implebitur, sicut di-
cunt: scilicet quod Latini imperabunt et dominabuntur in civitate Constan-
tinopoli; quia scriptum est in Porta Aurea, quae non fuit aperta ducentis
anni s retro : 'Quando veniet rex flavus Occidentalis, ego per memet ipsum
aperiar' ... >> .
Si noti che qui la profezia duplice : (dap)prima *** fa espresso riferi-
mento alla riconquista della Palestina - e sarebbe quella di Daniele -,
(poi)**** alla conquista di Costantinopoli da parte dei Latini. Quest'ulti-
ma viene attribuita a un vecchio greco <<de Astralix>> (?), il quale l'avrebbe
mia A
** si legge A
*** la prima A
**** la seconda invece A
192
Cfr. Gesta regis Henrici Il et Ricardi I, cd. STUBBS, cit., (cfr. n. 94); Chronica
Magistri Rogeri de Hovedene, ed. STUBBS, cit., (cfr. n. 95). Per le relazioni fra la
Chronica di Roger of Howden (t 1201 circa) e i Gesta attribuiti a Benedict of
Peterborough, cfr. la prefazione dello Stubbs all'edizione del testo di Roger of
Howden, The Chronicle, cit., l, London 1868, pp. LI-LXIV: Roger ha ripreso (dopo
il 1192), in una riedizione della sua opera, i Gesta attribuiti a Benedetto [dopo il
1192 A].
193
Cfr. Gesta regis Henrici II, cit., pp. 51-53 e il passo parallelo, ma abbreviato
in Chronica Magistri Rogeri, cit., pp. 355-356.
lV. LE VIS!ONES DANIELIS>> 67
riferita ad un certo Walter, un cavaliere dell'ordine dei Templari, suscitan-
do il risentimento dei Greci. Ma in sostanza essa appare una strana
mescolanza tra la profezia pseudo-danie\ica e la leggenda dei monumenti
istoriati, di cui si fanno eco, da una parte, Robert di Clari, Geoffroy de
Villehardouin, Giinther de Pairis e la Chronique de More, come si gi
visto 194 , dall'altra, come ora vedremo, Salimbene de Adam.
opportuno riportare qui alcuni passi di Salimbene 195 :
<<Cum Blacherne palatium obsiderent (scii. Latini), Odighitria, id est
beate Virginis ycona ab evangelista Luca Virgini conformata, ad confusio-
nem hostium menibus superponitur, sed a La tinis reverentius adoratur.
Deinde Basilographya, id est regalis scriptura cuiusdam prophete Danielis
Achivi, qui de imperatorum Co nstan tinopolitanorum successionib':ls enig-
mata scripsit, producitur in medio. Ubi cum legeretur quod natta flava
cesarie ventura esset urbis excidio urbemque gravi expugnatura prelio,
tamen ad ultimum - quod in ipsos decidat - peritura, hoc facto confissi
Achivi repente irruunt in Latinos ... Adimpleta est itaque prophetia, quam
mathematicus quidam predixit Achivus: 'gaudete septem montes, sed non
mille annos'. Nondum enim a Constantino millesimus advenerat annus,
quando Septemsolium, id est Constantinopolis , a summo gaudi.o tristicie
ruit in yma ...
Verba supraposita, sive sint Sibille sive alterius, intelligat unusquisque
secundum quod sibi videtur, quia in Constantinopolit ana civitate in eccle-
sia sancte Sophye est quedam columna et quedam porta, in qua sunt
historiate sculpture, que non intelliguntur, nisi cum fuerint comple ta que
continent ...
Et tunc cognoverunt Greci quod completa erat illa prophetia que
sculpta erat in porta, siquidem multe prophetie ibidem sculpte sunt sive
in porta sive in porte columna, que non conoscuntur nisi cum fuerint iam
complete ... >>.
Si noti che Salimbene chiama qui <<Basilographya la regalis scriptu-
ra contenuta nella Visio Danielis greca, mentre Eugenio di Palermo
chiama <<liber Vasilographus >> la imperialis scriptura>> della cosiddetta
Sibilla Erithraea 196 Inoltre Salimbene conferma quanto ci raccontano i
194
Cfr. pp . 8-9.
195
Chronica fratris Salimbene de Adam Ordinis Minorum, ed. O. HOLDER
EGGER, in MGH SS XXXII, Hannoverae 19051913, pp. 23-24, 25, 546 e 612. Su
Salimbene de Adam cfr. N. ScrvoLETTO, Fra Salimbene da Parma e la storia
politica e religiosa del secolo decimoterzo, Bari 1950; C. VIOLANTE, Motivi e
caratteri della Cronica di Salimbene, in Annali della Se. Norm. Sup. di Pisa,
Lett.-St.Fil., Ser. II, 22 (1953), pp. 108-154; R. MANSELLI, art. Adam, Ognibene
(Salimbene) de , Diz. Biog. !tal., l, Roma 1960, pp. 228-231; A. CARILE, Salimbene e
la sua opera storiografica, Bologna 1971 (ma non tratta del passo qui citato:
tuttavia da tenere presente che Salimbene, o.f.m., era guelfo e seguace delle
dottrine gioachimite).
196
Pare che effettivamente, secondo alcune testimonianze, le raccolte di profe
zie concernenti le sorti degli imperatori e dell'impero venissero dette Basilogra-
68 IV . LE VISIONES DANIELTS _ _ __ _ __ _ __ _
cronisti delle Crociate sulle misteriose iscrizioni di Costantinopo li riguar-
danti la fine della citt. In ogni caso, Salimbene, a differenza dell'autore
dei Gesta Henrici II e degli altri cronisti della IV Crociata, questa volta
allude sicuramente ad una recensione della Visio Danielis, in cui era detto
che natio t1ava cesarie ventura esset urbis excidio urbemque gravi expu-
gnatura prelio, e ad un oracolo in cui era detto: gaudete septem mon-
tes, sed non mille annos, che ricorda da vicino quello trasmessoci da
Tzetzes 197.
E veniamo ad un'altra testimonianza latina ben pi importante, quella
del cronista veneziano Marco (del 1292 circa), riferentesi alla IV Crocia-
ta 198. Questa volta, come ora vedremo, ci troviamo di fronte a tre testi
profetici tradotti dal greco gi prima della fine del secolo XIII e disposti
dal cronista Marco in successione continua come se appartenesser o ad un
solo testo originario 199
pheia e che un codice della Visio Danielis, il Paris. gr. 2180, porti tale iscrizione
al suo inizio : cos almeno afferma il Du CANGE, Gloss. med. et inf. graec., s.v., che
rinvia a Pachym. De Mich . et Andr. Pal., VI 24 e al cod. Paris. 2980 (un errore per
2180? ma n il KLOSTERMANN, Analecta zur Septuaginta, cit., p. 115, app. crit., n lo
ScHMOLDT, Die Schrift, cit., p. 122, app . crit., che hanno utilizzato il codice per le
loro edizioni, danno un'indicazione del genere).
197 Tzetz. Chil., IX, 278, vv.
649-651, 662-663. Il valore della testimonianza di
Salimbene per datare il testo originale della Vis. Dan. greca era gi stato messo
in rilievo dal GRUNDMANN, Die Papstprophetie n, cit., pp. 83-86.
198 Sul cronista veneziano
Marco cfr. A. CARILE, Aspetti della cronachistica
veneziana nei secoli XIII e XIV, in La storiografia veneziana fino al secolo XVI.
Aspetti e problemi, Firenze 1970, pp. 77 e 90 sgg.; Io., La cronachistica, cit., p. 179,
nn. 1 5 e 188; E. PALADIN, Osservazioni sulla inedita cronaca veneziana di Marco
(sec. XIIIex-XI0"), in Atti dell'Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, 128
(1969-1970), pp. 429-461 (e la sua tesi di laurea: L'inedita cronaca veneziana di
Marco, secolo XIIJ'x, Fonti e testo, Fac. di Magistero dell'Univ. di Padova, a.a.
1965-66, con un'edizione provvisoria del testo, purtroppo a me inaccessibile); G.
CRACCO, Societ e stato nel medioevo veneziano, Firenze 1967, pp. 344-346; ID ., Il
pensiero storico di fronte ai problemi del Comune Veneziano, in La storiografia
veneziana, cit., pp. 66-71; A. CARILE, Le origini di Venezia nella tradizione storiogra-
fica, in Storia della cultura veneta, I, Dalle origini al Trecento, Vicenza 1976, pp.
150-152; G. ARNALDI- L. CAPO, I cronisti di Venezia e della Marca Trevigiana dalle
origini alla fine del secolo XIII, ibid., pp. 397-399. Salvo il Carile (La cronachistica,
cit., Le.), che ha segnalato la profezia, tutti gli altri studiosi non hanno osservato
l'importanza della profezia inserita da Marco nella sua Cronaca, ivi compresa la
Paladin (Osservazioni, cit., pp. 458-459).
199 Nel codice, ai ff. 76r-77v
precede il patto di Enrico Dandolo: /ne. lncipit
pactum et concordiam factam inter dominum Enricum Dandulurn dux Vene
cum principibus anno Domini MCCIII!. Nos quidam Henricus Dandulus Dei
gracia Veneciarum atque Croaciae dux pro parte nostra vobiscum etc.; Expl.
debeant iurarnenta teneri ad omnem honorem imperatori et irnperium facien-
dum iuxta omnem ordinem superius declaratum. Data Constantinopol i anno
Domini MCCIIII Mense Marcii Indictione VII. Segue subito dopo la prophe-
cia. Si noti che nella Cronaca di Marco si trovano inserite altre due profezie,
IV. LE VISIONES DANIELIS 69
Il Carile 200 ha giustamente osservato:
l'una al f. 79v, dopo la versione dell'Oraculum attribuito a Leone, e l'altra ai ff.
51'-53v. La prima, intitolata Profecia Merlini suona: Annis miHenis trecentis
triginta duobus l Septuaginta tribus destructio Paduanorum l Visuum marcha
trium tota pessumdabitu r ipsa. l Venecie retem filii fletumque parentum l Causa
erit salis bellumque inducet eosdem. Questa profezia, che fa riferimento al
secolo XIV, molto probabilmente un'aggiunta posteriore alla Cronaca di Marco.
L'altra riguarda l'avvento dell'Anticristo: << De Antichristo scire volens primo
notabitur quare sic vocatus est. Ideo scilicet, quia Christo in cunctis contraria
facit. Christus venit humilis, ille superbus. Christus venit humiles regere (leg.
erigere) et iustificare, ille econtra deiciet humiles et magnificabit peccatores,
impios exaltabit et vicia que sunt contraria virtuti docebit, lege~ evangehcam
disputabit (leg. dissipabit), demonum culturam in munto revocab1t, vanam glo-
riam queret et omnipotentem deum se norninabit. Hic itaque Antichristus multos
habebit sue malignitatis ministros, ex quibus iarn multi in mundo precessenmt,
qualis fuit Antiochus, Nero et Domicianus. Nunc quoque nostro tempore Antichri-
stum novimus esse. Quicumque enim laycus vel clericus, sive etiam monacus ,
contra justiciarn vivi t et sui ordinis regulam impugna[vi]t et q~od bonum _es~
blasphemat, Antichristus est et minister Sathane. Sed iam exordn~rn Ant1chnst1
indicarnus (leg. videamus). Non autem dico ex proprio sensu, sed stcut cogor ve!
cogito, et in libris relegendo hec omnia scripta invenio. Sicut ergo aucto~es nostn
(do cqncell.) dicunt Antichristum de populo Jude~rull_l nasc1tur ?e tnb_u pa~,
secundum prophetarn, qui dicit: 'Fiat Dan coll~;~ber m via ce;astes_m se~mt~ -- Sic
enim serpens in via sedebit et in semita ent, ut eos qu1_ s_em1taJ? ]Ustlctam
ambulabit (leg. justicie ambulant), feriat et veneno sue mahc1e occ1~at etc.''. A
parte alcuni spropositi, compiuti o da Marco o dall'amanuens e del codice venezia-
no, e a parte qualche lacuna, si tratta qui del testo di Adso~e, De ortu et tempore
Antichristi, di cui si hanno pi redazioni (cfr. Adso Dervens1s, De ortu e_t tempore
Antichristi necnon et tractatus qui ab eo dependunt, ed. D. VERHELST, m Corpus
Christianorum XLV Tumholti 1976, pp. 22-23). Che si tratti della versione di
Adsone, qua ~ l le~gerrnente interpolata con quella di Alboino, provato da
alcune varianti (venit humiles; econtra; contraria virtuti [leg. -tibus]; m~lto~
ha be bit sue malignitatis; enim laycus; si ve etiam; etc.) che sono propne . d1
Adsone. Dopo il cap. Vita Antichristi, ff. 51r.53v (expl. <<postquam vero ege~nt
potenciam quam tum temporis fiat quousque dominus veniat nullus est qui sc1~t,
sed in dispossicione Dei maneat, quia ea divisim iudicabit quam ante omma
secula iudicandum prefixit in secula seculorum. Amen>>) seguono 1 Versus de
judicijs mundi, ff. 53v-54' (!ne. ludicijs signum tellus sudore rna?es~ e t l Ex celo
Rex adveniet per secla futurus l Scilicet in carne presens ut md1cet orbem;
Expl. <<Et celum novum erit et tera nova et candida et mare jam non erit et Deus
regnabit con (sic) suis sanctis in secula seculorum._ Ame~). Ma tutt~ la pa_rte
finale della Chronica un mlange di cose strane, m cui a fianco de1 Nomma
(ff. 54v-62v). delle Novem pene inferni, dei Signa XV ante diem judicij (pp. 62'_-
63') ed altre scritture del genere, si leggono le Convenciones quas r_ex Baldo~r
nus fecit beato Marco et domino Dominica Michaeli (1118-1129) ducr Venec (w-
rum) anno Domini MCXXV indictione sexta VI non. maij (ff. 65'-67'"). un De
pasagio regis Francie Aluisio (a. 1248, ff. 67v-68'), poi un De virtutibus rosmarini
(ff. 68r-69v), Versi Michaeli Scoli (ff. 70r-7JV), De visione Tripoli Tyrie quod manus
aparuit scribens super corporale (ff. 71"-72'), poi due lettere di papa Bonifacio,
ecc.
200
CARILE, La Cronachistica, cit., pp. 178-179.
_7_0_________ lV. LE VTSIONE_S_ D_A_N_I_E_L_T_S__ _ __ _ _ _ __ _
<<L'intento apologetico dei Veneziani si esprimeva in un altro genere di
co~posizioni, le 'profezie': libelli sorti da precisi interessi politici, rac-
chmdono le tesi della propaganda politica nella forma di vat icinii , proba-
bilmente post eventum. Non sfugge che il vaticinio, riferendo la serie dei
fatti accaduti a decreti ineluttabili, stabiliti da Dio e 'letti' dai vaticinanti,
gi prima dell'accadimento, toglie ogni dubbio morale circa il fatto stesso:
gli conferisce anzi un alone misterioso e fatale di sentenza che si adem-
pie, seguendo il ritmo imperscrutabile di una volont che trascende la
volont umana. Il valore di tali composizioni va ricercato dunque nell'am-
bito della storia della mentalit; esse ci illuminano soprattutto sugli umo-
ri, sull'atteggiamento di chi, componendole, riflette sugli avvenimenti. Le
profezie veneziane sulla presa di Costantinopoli nei 1204 sono dunque la
risposta che si dette a Venezia, nel corso del '200, a quella perplessit
d'ordine morale, che non poteva non gravare anche sui conquistatori di
Costantinopoli>>.
Ci sembra opportuno darne qui per la prima volta l'edizione. Il primo
testo greco , a partire dalla linea 11 sgg., una profezia attribuita a
Costantino Magno e si legge, ch'io sappia, in un solo codice, come si gi
visto 201, nell'Oxon. Laud. gr. 27, chart., secoli XV e XVI, ai ff. 24r-2S" a ai
ff. 58r-59v, in duplice trascrizione; il secondo e il terzo testo, conservato
invece in due manoscritti, cio nei gi citati Oxon. Laudan. gr. 27, ff. 25v e
60r e Barocc. gr. 145, f. 70r, sono rispettivamente il secondo, pubblicato
dall'Istrin, una recensione molto abbreviata e particolare di una Visio
Danielis e il terzo, testimoniato in pi manoscritti e pi volte pubblicato
con lezioni diverse, un Oraculum attribuito a Leone il Saggio.
Ven. Mare. ltal. XI 124 (n" 6802 di colloc.), cart., cm. 20 x 30, secolo
XV-XVI (datato 1503, ma copia di un codice del 1430), ff. 78r-79"
lncipit prophecia de Constantinopolim inventa in quodam {Vasilo)gra-
pho.
Narracio de Constantinopolim, quomodo condita est a Magno
Constantino, sicut dicit sanctus Ypolitus, in anno mdcccxviii maii
5 die xi" indictione xiii <>: Tunc enim inceniata est civitas. Nam ab
l Vasilographo correxi (cfr. !in. 56): paragrapho V 5" addidi
4-5 cfr. Patr. poleos, 55, II, pp. 142-143 Pr. 4> EW~ (= 5827) i:-rn -ro x6cr"'ov ... -rii
EVOEX<hn 'tOU Mai:ov "''l'JV<; -r. (yxalvLa -rTjc, 7tOEtOC, yty6vacrL xat 7tp00'1')'YOPEVI}'l'J n 7tOL<,
Kwvcr-rav-rLvotmoL<,. Zonar. Epit. hist., XIII 3, 5, p. 14, 11, sgg. Biittner-Wobst xa-r.
't'ijv EvOEXcl't'l']V 'tou Ma'iov "''Y]vc; 'tEE:'taL -r. 'tO:V't'YJC, (scii. K7t6EW<,) yEvi)La ti:-rouv
(yxalvLa E'tOVS EVLCT'ta"'vov 7tEV'taXLCTJ(LLOCT'tOV OX'taXOCTLOCT'tOV 'tpt.a:XOCT'tOV oyl6ou
(= 5838-5508 = 330). Qui il profeta (.cr'tp6vo"'oc;) Valente profetizz che la citt du-
rer 696 anni (cio 696 + 330 = 1026), ci che contestato da Zonaras. Malal.
Chron ., XIII, p. 321, 22 sgg. Dind. xat rm-rEcrEv op-.;i}v "'yci'Y]v "''l'J"L Mai~ -r4> xa'
Bu<;av'tl~ ... Chron. Pasch ., p. 520, 15 7tp 1tvn tliwv Ma!wv, -i}"'pq: liEU>pq: >'iic;
~{3/ioJ-Lciloc;, tvliLx,.wvoc, -.;p("n'Jc; (sub anno 330).
201
( Cfr. p. 55).
IV. LE VTSTONES DANTELTS >> 71
incarnacione Domini usque ad primam synodum sunt ann cccxviii.
Et consilidata est in solio columpna magna Constantini qui dicitur
Anilius. Et in dextera sua portabat malum sp(h)ericum, in qua
scriptum erat latine: Tibi, Christus Deus, commendo urbem istam
1O annos dcccvc et de revelacione qua revelata sunt que accident huic
urbi in novissimis diebus. Et posteaquam perfecta sunt omnia que
in pallacio sunt edificata a Michaele Eufrato, duo emboli fundamen-
torum columpnaria camerarum cum canalibus et residuis contin-
gentibus usque ad Placoton, et erigentibus in ipso columpnas desu-
15 per crucem Domini et columpnam Magni Constantini, edificantibus
autem in eodem loco templum sub nomine huius, venit imperator
in urbem et videns omnia edificata de novo in ipsa et eius decorem
et columpnarum erectiones omnes et columpnas duarum mulierum
que erant in Placoto(n) dictas Calamna et Maria, que clamant ele-
20 menta et igne consumpta omnia, sed et crucem stantem in colum-
pna alta, exiluit super hec omnia, et incepit prophecias dicere in
conspectu omnium dicens : Ista crux ffi Domini, quam videtis,
cadet in diebus dolore plenis ultimorum temporum. Et post alte-
rum diem conservabunt eam magnates sui in urbe>>. Et videns eam,
25 divino spiritu motus, infremuit et dixit voce latina sic: O violencia
pure magna .fiet in urbe hac, in die septenario septimi seculi, sed
veh tibi, civitas Septicollis, quia non venies ad mille. In septenario
autem septimo anno erit tibi angustia et tribulacio magna, qualis
nunquam fuit, et clamor et rivuli lacrimarum, incendium et urbis
30 captio sine fame quidem, et incendiis menia tua suffodientur, et
tempia divina ignis tollet vento et turbine. Et Spiritus Sanctus in
illis diebus non erit in hac urbe, sed templum istud, cui assistimus,
comburetur absque columpna ista preciose crucis. Et homines
huius urbis fugient alius ad alium, et incidentur per medium corpo-
6 cccxviii V: leg. cccxxv (i.e. Concilium Nicenum) 8 Anilius (scii. 'Av-f}wc;)
sphericum scripsi: spe- V 12 edificata scripsi: hediffi- V 12 duo emboli-13 con-
tingentibus V, corrupta videntur, cfr. gr. 14 Placoton (cfr. gr. II.axw-r6v) 17 edi-
ficata scripsi: he- V 19 P\acoton correxi (cfr. lin. 13-14): P1atoco V 21 exiluit
correxi: enituit V 24 conservabunt eam correxi: conservabant eum V 26 septena-
rio corr.: -rii V 32 assistimus scripsi : asi- V
11 sgg. cfr. Ilp6pp'!JCTL<;, l sgg. 14 e 19 Placoton, cfr. Zonar. Epit. hist., XIII 3, 24,
p. 18, 2 sgg. Biittner-Wobst xa:t 7to. 7tpc; x6cr"'ov 'taV>'!J<; (scii. K7t6Ew<;) rrovacrLv,
E7tL 1tliCTL o xat 6 xuxo-rtpi}c; xlwv 6 1topcpupovc;, cv (x 'Pw"'TJ<;, w yoc,, xo"'Lcri}v'ta:
xa-.;. 't')v .yopciv ECT>'!JCTEV, 7 xa-.;cr-rpw'taL )..,!}(vaL<, o.a~lv, cp'wv IIaXW'tV
'ltapwvo"'acr-.;aL, XaL 1t'a1hou )(ciXEOV v(/ipvCTE\1 aya"'a ... .yE>aL O 'tO 'Ao.6)..)..wvo
ElvaL cni]n 't' l:l.yaJ,Ut(ma in realt Costantino sotto forma di Apullo).
 72 IV. LE <<VISIONES DANIELJS>>
35 ra optimatum virorum et gencium. Et due partes huius urbis ab
incendio comburentur et ea que sunt inter Biancium eradicabun-
tur, et homines fugientes in montibus et collibus tabescent a fame,
et concidentur multi e gentibus gladio eorum et proicientur in
mare; quidam autem in montibus a feris et avibus devorabuntur ,
40 similiter autem et homines qui sunt in circuitu urbis fient. Et hec
audientes optimates eius dixerunt ad eum: Et quare evenient hec
nostre urbi, o imperator?. Et imperator respondit ad eos quare:
Quia homines huius urbis in illo tempore occident virum iustum
iniuste, ex uno clamore dicentes: 'Occidatur, quero omnes gentes
45 timebunt et trement, quia falcifer est'. In diebus illis surget adole-
scens cum gente nostra contra hanc urbem et eam; et tunc
pla(n)gent et lugebunt viri huius urbis et mulieres requirentes vi-
rum illum quero occiderunt, et nullus erit qui miser(e)atur eorum.
Post hec autem a latere interfecti viri requirere habetur quidam
50 mortem eius. Hunc homines huius urbis rogabunt et principem
constituent, qui habet iudicare paternum sanguinem suum, et peri-
met imperante(m) cum reliqua gente. Et qui fugerint ab hac urbe in
tempore belli salvabuntur. lpse autem constitutus p1inceps non
dominabitur huius urbis, sed regnare habet Dominus, Deus noster,
55 donec cui adiciet miserans qui est sedens super rotundum lapidem
in Vasilographio , stella sibi assistente; ipse autem est in medio
quinque principum, ut hyrci percucientes sua capita. Ascende signi-
fer, omnia enim vexilla ad te venient tuumque sceptrum veniet in
Jerusalem. David resil(i)ens olim, David et(iam) salvatus est olim .
60 2. De Vasilographio de Urbe, quomodo incendenda erat et traden
da Latinis
In septenario septimo resurget adolescens de lombo culicis a
Lybia cum flava gente contra hanc urbem et intrabit in eam et
35 partes correxi: -tis V 38 e correxi: a V proicientur scripsi: prohy- V 41-42 hec
nostre correxi: hiari V 44 gentes correxi: gentet V 45-46 adolescens: adho- V 47
plangent correxi: plagent V 48 rnisereatur correxi: misera- V 50 rogabunt correxi:
-bant V 52 irnperantern correxi (cfr. gr. avEEi: ... ~ClO'LEuov-ca) curn correxi: con V
ante reliquia scripsit religq et delev. V 55 adiciet correxi (arz adiacet [cfr. gr. o
ci.'ltoXEL-ca.L)?): adiecet V 56 Vasilographio scripsi: -fio V 59 resiliens correxi: -si-
lens V etiarn explevi: et V
60 Vasilographio scripsi: -fio V 61 de Latinis tamquam textus in V, sed titulus
novus videtur
59 II Reg. 6, 16 vidit regem David subsilientern I Reg. 19, 18 David autern
fugiens, salvatus est - sed in Vis. Dan. gr. A, p. 47 Vas.-139 Istr. xawc; y<L
'ltpo<pi}-cT]c; Lla~[o ... 'JtL ohov Lla~tl cp~oc; ~Lyac;>>.
IV. LE V!SIONES DANIELIS>> 73
65 subicietur ab eo. Et in diebus illis emit(t)et Dominus Deus iram
suam in Septicollem et igne comburet eam, et aratro arabitur, et
tamquam agitata a cane faciet. Et ingredietur flava gens in Septicol-
lem et in eam faciet ebdomadas quinque [ccclxv]; et post consuma-
cionem huius numeri suscitabit Deus iustum et sanctum hominem
70 suum, et reedificabit Septicollem et iterum eam restituet reginam
et dominam omnium civitatum, et sanctas ecclesias combustas su-
scitabit, et erit gaudium et exultacio fideli populo.
65 subicietur correxi (cfr. gr.): subicientur V ernittet scripsi: ernitet V 68
ccclxv seclusi
67-72 Exc Vis. Dan. gr., p. 318 (Istrin, 1897, 3 II) 'Avau-cnu<Hx.L IJ.ELpcixLov H', ucpuoc;
(cfr. Gen. 35, 11 : reges de lurnbis tuis [scii. Iacob) egredientur) Kwvw1toc; xat C.1t
AL~UTJ<; J..LE-c savl}ou yvouc; <v -cfi 'E1t-ca:6cp<!J EiuEEuO'E-ca:L xat "Jto-cayi}uE-caL au-cTJ
'ltap' a-cou. Ka EV -cai:c; niJ.pa:Lc; xEiva:Lc; ESIX1tOO""tEEi: KupLoc; -c"jv py"jv a-cou E'JtL
npuwnov -cijc; 'En-ca:cpou xa: 'ltUP xa-caxauO'EL au-c"]v xa: wc; (u)ux(L)fJa-cov C.'ItEpyC.O'E"tClL.
Kat ELO'EEUO'E"tClL -c savi}v yvoc; v -cfi 'E1t-ca:6q><!J xat v au-cfi 'JtOLTJO'EL "iJJ..Lpac;
-cpLaxoulac;. Ka -co-c< c.vau-cfJuEL KupLoc; El<c; -cv /J.vl}pwnov a-cou -cv olxa:LOv xat
c.voLxoboiJ.i}O'E'ta:L xxaul}duac; EXXT]ulac; xat c.vayELpEL a-cc.c; ... Orac. Gr., ibid., p. 321
Ate; -cptc; c.pdJ..LWV XLLov-cciooc; v6EL, l il-cav -cpiJ.a q>pouaL uv E~OOJ..LOV a(wva, l savi}v yvoc;
opiJ.TJ"tO:L 1tpc; Bul:,av-c[~ ... Vis. Dan. gr. A, p. 44 Vas. 136 Istr. xal xpaTf)O'EL E'JtL -ciJv
'E1t-cC.ocpov -c savi}v Ei}voc; hl] ES xal nv-cE (<!;a'ltv-c<) ... Vis. Dan. Mare. (Klost. p.
118) -c IJ.ELpclXL0\1 ... XCl"tOLXi}O'EL t'Jt'a-cT]v wc; ~OOIJ.C.oac; -cpEi:c; ... cod. Mare. App. Class.
VII, 22, L 165'.(ed. Istrin, Otkrovenie, 1897, 3, II, p . 274).
L = Laud. gr. 27
B = Barocc. gr. 145
'Ex TWY opaaewv -co ii ay!ou rrporpf}-cou Llczvtf}.l..
'Ava.u-cnu-ca:L IJ.ELpcixLov ES ucpuoc; Kwvw1toc; xa c.n AL~uTJ<; IJ.E-c -tou savi}ou yvouc; <v
-cfi 'E'It-ca:<p<!J duEEvuE-ca.L, xat v'Jto-ca.y'l]u<-ca:L au-cTJ 1tap' a-cou xat (v -c ace; TJIJ.paLc;
EXELVaLc; ~ct'ltoO'-cEEi KupLoc; 9< -cT]v 6pyT]v a-tou 1tl 1tp60'W'Itov -cljc; 'E'It-ca.<pou, xa.t
'ltUp xa-caxa.UO'EL av-c"jv xa.t wc; O'UXL'l]a-cov C.'ItEpyaO'E"tClL. Kat duEEUO"E"tClL -c savi}v yvo
EV -cfi 'E1t-taM<ptp, xa. tv a-cfi "JtoLi}O'EL i!IJ.pac; -cpLa.xouta.c; xa.t -c-cE c.vau-ci}uEL KupLoc;
9Ec; -tv /ivl}pw'ltOV a-cou -cv lCxaLov xat c.voLxoloiJ.'I]O'E'tClL xxaui}ELO'a.c; xxT]O'La.c; xa.t
C.vEyEpEL a-tcic;.
4 6 Ec; orn. B 5 wc; O'UXL'l]a-cov Vis. Dan . gr. A, p. 44 V., 136, I. 116, 30-31 Kl wc;
cruxT][a-cov L woud x'l].a-cov B 8 :vEyEpEL L c.va.yELpEi: B.
 74 IV. LE <<VISIONES DANIELIS
IV. LE VISJONES DA:-IIELIS 75
Byzancii tverbumt, mansio Constantini,
Si noti che in queste tre profezie si ritrova costante l'accenno alla
Roma, Babilon et Syon alia nova.
75
conquista di Costantinopoli da parte della Stirpe bionda con o senza un
Ter ter centum et tu regnabis annos,
adolescens (a: Surget adolescens cum gente nostra contra hanc urbem
Una in eis deficiente decima.
et incedet eam ... ; b: <<resurget adolescens ... cum flava gente contra hanc
Sicut pulverem congregabis gencium aurum
urbem et intrabit in eam ... ; c: <<sed te focus ultimus et gens blunda [
Et omnes tenebis circumstantes principatus.
totam comburet et tuam solvet potenciam ... ). [ed] Anche il cronista
Sed te focus ultimus et gens blunda
80 Marco, come gi Eugenio di Palermo e Salimbene de Adam, afferma che
Totam comburet et tuam solvet potenciam.
sono state <<trovate in un Vasilographus (liber) o Vasilographius de Urbe,
Eris tamen sicut non habens principium
cio in un Basilografo, raccolta di profezie riguardanti Costantinopoli, gli
Usque dum Dei digitus apparebit ab Oriente,
imperatori e la fine dell'impero d'Oriente. Ma c' pure un altro accenno
Manus extenta digitos implebit duos
che ci colpisce: l'allusione ad un Vasilographus figurato, simile quindi ai
Astas ducentes tfervenst sicut de camino
85 codici contenenti gli Oracula attribuiti a Leone 202, l dove dice: <<mise
Vindicaturas patrum mortem
rans qui est sedens super rotundum lapidem in Vasilographo stella sibi
Augebunt item circumquaque tui filii
assistente. Ma nessuno dei codici figurati (a noi pervenuti) contenenti
Tramites rectos sicut in circuitu stimulus,
gli Oracula * contiene una rappresentazione del genere, per cui bisogna
Item iuste vindicabunt passionem.
pensare che l'autore della prima profezia greca, quella di Costantino
Nova ergo vacua item erit
90
Magno, avesse ancora tra le mani una raccolta diversa dalle nostre.
Et melius regnabis in gentibus plusquam prius.
Ci che appare piuttosto straordinario il fatto che a Venezia circolas-
Et tua vestigia adorabunt qui sunt vicini,
se verso la fine del secolo XIII una traduzione di un testo greco profetico,
Glorie quidem domus Dei tueris.
quando la conoscenza del greco era ancora molto rara. Ma a Venezia
circolavano diverse profezie di origine greca, e ad un certo momento i
cosiddetti Vasilografi vengono attribuiti nel loro insieme al profeta Danie
le. Ecco, ad esempio, come citano tali fonti alcuni cronisti veneziani:
73 verbum V, corruptum ut videtur: /eg. vestibolum ve/ atrium (cfr. gr.) 76 deci-
ma: leg. vicena? (cfr. gr.) 78 omnes correxi: omnis V 81 principium correxi (cfr. Fazandosse uno d questo Andronicho imper.ador_[feze] lezer uno l!_bro
gr.): principatum V 84 fervens V, correctum, ut videtur: /eg. auras? camino corre (che) se chiamava Vasilografo, che sancto Dame! drxe ~aveaJato, ~ rera
xi: cainsvo V 85 patrum: /eg. patemam? 92 glorie correxi: gloria V scripto che uno Hursach (=!sacco II Angelo) ed cazena dellmpeno ...

... El corpo suo (cio, dell'imperatore Alessio V Murzufl9) fuo gitado

apresso una cellona in nela qual iera intaiade molte profecre, che dovea
73-92 Orac. Leonis de Cpoli: Bul;tzv"<o au'A.T}, trn(a Kwvcr"ttzv"t(vou, l 'PwfJ.'Y], Ba~u'A.wv vignir se diceno Daniel profeta la fece far quella, e m essa collana fuo
xa :Ecwv li'Y] va, l "<PLS "<PLS txa1:v xa cruvcip~Et E"t'YJ (xprho), l {J.t<i (lu) v au'toi: trovada intaiada de la morte del dito Marsiflo ... 203
cr"tEpOUCT'Y]. [ 5 ['O xouv i}po(cret "<WV wwv "t xpucr(ov [ XtzL 1tcicra /ip!;et "t 7tpt~
rpu'A.apx(cx] l 'A'A.'A.ci ('A.'A.'w) ere 1tup 0cr"tcx"tov (7tuptcr'tov) xcx ~cxvi}v yvo [1t<icrcxv "<E<ppwcrn
chiaro che a Venezia non si faceva molta distinzione tra le Visiones
xcxt 1: crv 'A.Ucrn xpci"to. l ifcrec (ifcrn) yp, 1tacv (1tci.cv yp) wcr1tep oUi'p~CXfJ.V'YJ [IO ifw
eeou l<ix"tuo rpcxvd (6rpi}e) s EW (if~w) l XEtp puE(CT'Yj (pwv-f}crne) ocxnu'A.ou 7tT}crn Danielis, gli Oracula attribuiti a Leone il Saggio e le leggende sulle colonne
ouo l CXLXfJ. (cxuxfJ.) q>poncx cxupa w ll: (ifw) XCXfJ.L\IOU. l E( (cxt) "t\1 7ttx'tp!iiov istoriate facendo di tutto un fascio. Come se ci non bastasse, i cronisti pi
ExOtx-f}croucrt {J.6pov (xijpov), [lf~oucrt (llsoucrt) O'cxui}c XUX.Oi}E\1 (XWXwi}ev) 't cr "tXVCX f tardi, c;me Paolo Morosini, ne aggiungono altre pi recenti, come quella
15 eui}ECcx (eui}w) WCT7tEp x xuxou 7tp XEV'tp(ov (cr'tpoui}(ov), l rp'or o(xcxcov (otxcx(oc)
x~t~<icrec (-~<icrcx) 't']v o(x'Y]v,l xatv'] "t omv Tj xacv'] 1tacv l'crec (ifcrn). l xa xpEL't"<ov
/ip~Et<; ,-wv i}vwv-!l7tEp (E'L7tEp) 7tatzt, l 'tOLS '(XVECTL CTOU 7tpOCT7tECT6V"tW\I 'tW\1 (om.) 7tcx[20
o6!;'Y] yp OLXO<; cr eeov XPl]fJ.CX"tLCTEt<; (o!;'Y] ... XPlJfJ.CX"t(crn l 'toi:c; LXVECTt ... 1tcx). * contenenti gli Oracula a noi pervenuti A.

202
3 xa cruvlip!;ec hl]: cruyxcx'tap!;Et<; d ii"t'Y] L 4 fJ.t<i L v cx\hot: VVtX'tl]<; L S-6 203
Cfr. n. 176.
'OrpucxpxCcx om. L 7 .'A.'A.ci L 1tvp 0cr'ta"<ov: 7tEptCT7tcxcr"tov L 8 'tE<ppwcrn: "<Erppwcrn L CARILE, La cronachistica, ci t., pp. 322, lin. 248 sgg. e 341-342, lin. 652 sgg. Cfr.
UCTEL xpa'to: xpa"to Mcrn L 9 ECTEL: e'C'Y] L yp: O L 10 <pCXVEi:: wrpi}'Yj L 11 anche per la prima di queste due profezie, ibid., pp. 354, 71 sgg.; 375, 78 sgg.;
puElCT'Y]: pu-f}creL L 12 rppov"tcx: rppov"tE<; L 13 Et usque ad finem orn. L 390, 101 sgg.; 426, 68 sgg.; 476, 65 sgg.; e per la seconda, ibid., pp. 372, 404 sgg.;
381, 311 sgg.; 400, 459 sgg.; 410, 94 sgg.
 76 IV. LE VISlONES DANIELIS>>
IV. LE VISIONES DANIELIS>> _ _ __ 77
della presunta iscrizion e trovata sulla tomba di Costanti no Magno,
di cui si
gi parlato 204 testo si prestava , in quanto bastava operare una piccola sostituzi
one, o
meglio, tradurre l'aggettiv o greco l;o:vit6c;, che vale biondo>>, fulvo>>,
con lo
* * * slavo rusii>>, che vale biondo o fulvo>>, per passare a russii,
cio a
russO>>, e quindi interpret are la Stirpe bionda>> come Stirpe russa>>.
Que-
Veniamo ora alla tradizion e slava. I popoli slavi hanno tradotto sta sostituzi one, come ora vedremo , gi operante al tempo di
nella Nestore
loro lingua almeno tre volte l'Apocaly psis Methodii e tre volte, da tre Iskinder . Ecco i testi compara ti:
diver-
se recension i, la Visio Danielis 205 Ovviame nte non ci occupere mo
qui dei
testi pseudo-m etodiani, ma di quelli pseudo-d anielici, perch in
questi Nestore zoa pseudo-D aniele greco 209
ultimi che ritroviam o il problem a delle stirpi bionde>>. Non sappiam
o pur-
troppo quando tali traduzio ni siano state fatte, ma una di esse (risale)
certo ... La stirpe russa assieme ... e su Heptalop hos domi-
(a) prima della met del secolo XV. Si tratta soltanto di un brano
inserito ai preceden ti fondator i vincer ner la stirpe bionda per sei e
da Nestore Iskinder nella sua Povest' o Car'grad e (Raccont o di Costantin
opo- tutti gli Ismaeliti , riconqui ster cinque anni e saranno piantati
li) 206 Per renderei conto di quale testo abbia avuto tra le mani Nestore
sar la citt dei sette colli con i pos- in essa dei legumi e molti ne
opportun o porre a paragon e il testo dato da questo autore tradotto 5
in sessori preceden ti. Governe ran- mangera nno a vendetta dei san-
italiano, con il testo, pure tradotto in italiano, della Visio Danielis
greca no e reggeran no la citt dei set- ti ...
nella sua recensio ne pi diffusa e pi comune nel secolo XV, tenendo
ben te colli i Russi, popolo sesto e
presente che, a sua volta, Nestore deve aver utilizzato una traduzio ne
palco- quinto (opp. sessanta cinquesi -
slava a lui preceden te. Purtropp o nessuno dei testi slavi della Visio
Danie- mo), e sar piantato il grano e
lis, giunti fino a noi attravers o una tradizion e indipend ente, corrispo
nde a lO molti mangera nno da esso in
quello utilizzato da Nestore, per cui la citazione di questo autore
rimane vendetta ai santi ...
l'unica testimon ianza dell'esist enza di un testo slavo della Visio Danielis
di
cui si detto.
L'esame di questa traduzio ne ci riveler che i Russi, ad un certo momen-
Var. l-2 dominer ... bionda: dominera nno K stirpe: gente V 2-3 per
to, hanno interpret ato questa profezia in funzione di una loro ideologia
, cinque: per seicinque KADW 3 anni om. KAD 3-4 e saranno ... mangeran sei e
quella detta della terza Roma, secondo la quale il regno russo no om.
avrebbe K
dovuto prendere il posto dell'imp ero bizantino nel dominio mondial
e 2ffl. Il
Eroberun g Konstant inopels nach der Nikon Chronik iibersetzt und erliiutert,
zig 1943, p. 33, n . 75; DUJtEv, La conquete turque, cit., pp. 441-446; W. K. Leip-
2 MEDLIN,
D-ICfr. n. 175. Moscow and East Rome, Geneva 1952 (= tudes d'histoire conomiq ue,
politique
2il5 lsTRIN, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 84-100, 102-114 e 115-131 (prima, et sociale, I); D . STREMOUKHOFF, Moscow the Thirde Rome: Sources o[ the
seconda e terza trad. slava dell'Apocalypsis Methodii); 1898, l, II, pp. Doctri-
ne, Speculu m 28 (1953), pp. 84-101; N. ZERNOV, Moscow the Third Rome,
156-158 e London
15~-~62 _(prima e seconda trad. slava della Visio Danielis; 1937; W. PHILIPP, Ansatze zum geschicht lichen und politische n Denken
ma per la prima cfr. le im Kiewer
ediZIOni alla n. 136); una terza, come ora vedremo, citata da Nestore Russland , Breslau 1940; N. S. CAEV, 'Moskva Tretij Rim' v politicesk oj
Iskinder. praktike
Per 1'Apocalypsis Methodii e le prime allusioni ad essa nella letteratur a mssa moskovsk ogo pravitel'stva XVI veka ('Mosca terza Roma' nell'amm inistrazio
cfr ne
S. H. CROSS, ~he Earliest Allusion in Slavic Literature to the Revelatio politica di Mosca del XVI secolo), Istorices kie Zapiski, 17 (1945); D. OsoLENSK
Pseudo-Methodzus, Speculum 4 (1929), pp. 329-339. Gi nella Povest' ~s of
Russia's Byzantiu m heritage, Oxford Slavic Proceeding, l (1950); T. WASILEWS Y,
vremme- KI,
nych l~t (Racconto dei tempi passati, detta anche Cronaca di Nestore) del La p/ace de l'Etat russe dans le monde byzantin pendant le Moyen Age,
secolo "Acta
XII, SI. accenna in due punti (alle stirpi bionde,): a proposito Poloniae Historica>>, 22 (1970); F. v. LILIENFELD, Russland und Byzanz im
delle trib dei 14. und
Cumaru e delle genti rinchiuse nelle montagn e boreali da Alessand ro il 15. Jahrhund ert, in Proceedings o/ the XIII Intern. Congr. of Byz. Studies
Macedo- (Oxford
ne (cfr. Racconto d_ei tempi passati. Cronaca russa del secolo XII, a cura 1966), London 1967, pp. 105-115 = Suppl. Papers, Summari es,
di HoLA pp. 25-30 e partic.
PIA SBRIZIOLO, Tonno 1971, pp. 132 e 146). pp. 28-29; E. HoscH, Byzanz und die Byzanzide e in der Russische n Geschicht
206
Su que~to autore e il suo Racconto cfr. PERTUSI, La caduta, cit., I, e,
pp. Saeculum, 20 (1969), pp. 6-17.
261-266 e la b1bliografia ivi citata. 208 PERTUSI,
La caduta, I, cit., pp. 297-298.
2ffl Su cui cfr. H. ScHAEDER, Moskau das 209 ISTRIN, Otkroveni
e, cit., pp. 126, 18-19 e 137,3-138, 2; VASILIEV, Anecdota, cit.,
dritte Rom. Studien zur Geschichte
der politis~hen Theorien in der slavische n Welt, Hamburg 1929 (= <<Osteurop pp. 44, 26-29 e 45, 11-46, 13. In calce diamo le varianti dei codici: B = Barber.
sche StudJen, l), p. 30 sgg.; M. BRA UN- A. M. SCHNEIDER, Bericht a"i- gr.
iiber di e III 3; P = Patmiac. gr. 529; H = Harleyan . gr. 5734; K = Kutlumus .
gr. 217;
V = Vindob. philos. gr. 211 (58).
 78 IV. LE VlSIONES
E sorger il grande Filippo
con diciotto popoli ed essi si ra-
duneranno nella citt dei sette
l 5 colli, e scoppier una lotta co-
me non se n' mai vista un'al-
tra, e scorreranno per le valli e
per le vie della citt dei sette
colli fiumi di sangue umano, e
20 il mare si agiter per il sangue
sino alla foce del Tes. Allora Vo-
vus si lamenter e Skerolath in-
comincer a piangere e Statho-
rin dir: 'Fermatevi, fermatevi,
25 pace a voi e vendetta per coloro
che non ascoltano. Andate nella
parte destra della citt dei sette
colli e troverete un uomo che
sta presso due colonne con i ca-
30 pelli canuti, saggio e buono,
che porta povere cose, dallo
sguardo acuto, mite di animo,
di media altezza, con un segno
sulla gamba destra all'altezza
35 del polpaccio. Prendetelo e inco-
ronate lo imperatore'. E quattro
angeli, datori di vita, lo prende-
ranno e lo porteranno in Santa
Sofia e lo incoronerann o impe-
DA~IELIS
..~ e si lever anche il grande
Filippo con diciotto lingue ed
e ssi si raduneranno a Heptalo-
phos e faranno scoppiare una
guerra quale non avvenne mai e
scorrer, come fiume, verso i
portici e verso le piazze, il san-
gue degli uomini, e il mare si
intorbider per il sangue fino
agli stretti di Abido. Allora
Bous ( = il Forum Bovis) gride-
r e Xerolophos ( = la collina
del Forum Arcadii) pianger e
lo Stathorion dir: 'Fermiamo-
ci: pace a voi, a me basta que-
sta vendetta sui sordi. Andate
verso le parti di destra di Hepta-
lophos e troverete un uomo che
sta su due colonne, con gli oc-
chi bassi, bianco (di capelli),
giusto, misericordios o, con ve-
sti povere, dallo sguardo severo
ma di sentimenti miti, carico
d'anni, che ha in mezzo al piede
destro un cavicchio di canna.
Prendetelo e incoronatelo impe-
ratore. E quattro angeli, portato-
ri di vita, lo prenderanno e lo
IV. LE \"ISIONES DANIELIS
40 ratore e gli daranno nella mano
destra un'arma, dicendogli: 'Fat-
ti coraggio e vinci i tuoi nemici'
(cfr. Dan. 10, 19). Noi allora
prenderemo l'arma dell'angelo
45 per vincere gli Ismaeliti, gli
Etiopi, i Frigi (o Franchi?), i
Tartari e ogni altra stirpe. Ed
egli divider gli Ismaeliti in tre
gruppi: il primo lo vincer con
50 l'arma, il secondo lo battezze-
r, il terzo lo scaccer con gran-
de furia fino a Edynodubnj
(= ad una quercia?) e al suo
ritorno si apriranno i tesori del-
55 la terra, tutti si arricchiranno e
nessuno sar pi povero, e la
terra d~tr otto volte di pi il
suo frutto, le armi degli eserci-
ti si trasformeran no in falci.
60 Ed egli regner trentadue anni
e dopo ci un altro sorger da
lui. E avendo previsto cos la
morte, andr a Gerusalemme
per con$egnare il suo regno a
65 Dio ( cfr. I Cor. 15, 24); e dopo
di ci regneranno i suoi quat-
tro figli : il primo a Roma, il
secondo ad Alessandria, il ter-
79
porteranno in Santa Sofia e lo
incoronerann o imperatore e
porranno nella sua mano destra
una spada dicendogli : 'Fatti co-
raggio e sii forte e vinci i tuoi
nemici' (cfr. Dan. 10, 19). Ed egli
sollevata la spada licevuta da-
gli angeli colpir gli Ismaeliti,
gli Etiopi, i Franchi, i Tartari ed
ogni altra stirpe. E gli Ismaeliti
Ii divider in tre gruppi: il pri-
mo Io colpir con la spada, il
secondo lo battezzer e il terzo
lo inseguir con grande corag-
gio fino a Monodendrio n ; e al
suo ritorno si apriranno i tesori
della terra e tutti si arricchiran-
no e nessuno sar pi povero, e
la terra dar il suo frutto sette
volte di pi, e le armi da guerra
diventeranno delle falci. Ed egli
regner per trentadue anni, e
dopo di lui regner un altro na-
to da lui per dodici anni. E que-
sti prevedendo la morte andr a
Gerusalemme per consegnare il
suo regno a Dio (cfr. I Cor. 15,
24). E allora regneranno i suoi
quattro figli: il primo a Roma,

14 essi si raduneranno : saranno turbati K 14-15 a Heptalophos : nella citt V

16 mai : mai cos grande K 17 scorrer: muover W 17-18 verso ... le piazze om.
W 18 piazze : piazze di Heptalophos K piazze della citt CD 21 agli stretti: alle
profondit PW di Abido: dell'abisso KPHW 23 Xerolophos: Xerolaphos ABCD
24 pianger: grider C
25-27 lo Stathorion ... sordi: lo Stathorion dir: 'pace a voi questa vendetta' R
lo Stathorion dir: 'Fermiamoci. Pace a voi (noi ABC), questa () la vendetta sui
sordi' ABCD lo Stathorion rimarr in attesa: 'Vi basti questa vendetta sui sordi'
V allora si fermeranno i cavalli e una voce dal cielo grider: 'Arrestiamoci,
arrestiamoci. (Pace a voi, add. W). Basti a me questa vendetta sui disubbidienti
ed i sordi' HW 27 andate: del resto andate KPH 30-31 con gli occhi bassi: in
atteggiamento umile KPHW 34-35 carico d'anni : sar pieno (d'anni?) ma splen-
dente nel volto essendo un Elleno H 36 cavicchio: chiodo V dopo di canna add.
e una voce da parte di un angelo annunzier HW 38-39 portatori di vita:
portatori di fuoco V om. H
40 in Santa Sofia: nella santa chiesa di Dio detta Sofia W 43-44 fatti ... forte :
fatti coraggio, Giovanni K fatti coraggio Giov<~nni e sii forte PHW 44 vinci: e
domina e vinci K tuoi om. KPH 45 ed egli: in seguito V 47 colpir: sottomette-
r V 48-49 gli Etiopi ... stirpe om. K 48 Franchi: Frigi, Franchi W Tartari : Atari
ABC dopo Tartari add. gli Assiri V 49 gli Ismaeliti om K 50-52 il primo ...
battezzer: il primo lo battezzer, il secondo lo colpir con la spada D 51
colpir: spezzer B 53-54 inseguir ... Monodendrion: soggiogher in Oriente H
54 fino a Monodendrion: fino a Monodendro VABC fino a Colonia di Monoden-
dro D 55 ritorno : volgersi indietro KPHV 56-57 e tutti si arricchiranno om. V
58-59 sette volte; cento volte P 60 delle falci : degli aratri H 61 trentadue:
trentacinque BW trentasei A om. K 61-62 e dopo ... un altro om. K 62 dopo di
lui: dopo la sua morte HW nato da lui om. W .64 la morte om. H andr: andr
da Heptalophos PB andato K 66 a Dio: a Dio e Padre VB suoi om. RV
80 - -- -- - --"I_V_. -'LE VISIONES DANIELIS
10 a Costantinopo li, il quarto a il secondo ad Alessandria, il ter
70 Selum. zo a Heptalophos e il quarto a
Tessalonica ... .
Da questo paragone tra i due testi appare chiaro che Nestore e/o il suo
modello, pur commettendo non pochi errori di interpretazion e, si sono
serviti di un esemplare pi vicino a RVABCD che a KPHW. E in realt ha
torto I'Istrin ad accogliere nel proprio testo le varianti di KPH al posto
delle lezioni di RV, accolte invece dal Vasiliev. Stretto parente di KPH
sembra essere in effetti W, le cui varianti sono state pubblicate dal
Klostermann, perch questi manoscritti recano due lezioni piuttosto im
portanti: l) allora si fermeranno (opp . si terranno ritti) i cavalli e una
voce dal cielo grider: 'Arrestiamoci , arrestiamoci. Basti a me questa
vendetta sui disubbidienti ed i sordi' ; 2) Fatti coraggio, Giovanni, e sii
forte ... . Ora, mentre sarei incline ad accettare la prima di queste due
varianti, perch potrebbe restituirei la lezione pi esatta in quel punto - e
si tratterebbe in realt negli altri manoscritti di una corruzione paleogra
fica -, mi sembra meno accettabile l'inserzione del nome Giovanni. Si
tenga presente che qui il profeta gi in piena atmosfera apocalittica
(cio non-storica, ma puramente fantastica), per cui ogni dato troppo
preciso diventa controproduc ente agli effetti della profezia. Ed quindi
vano cercare di identificare questo Giovanni - dato e non concesso che lo
pseudo-Danie le l'abbia scritto - dal punto di vista storico.
Del resto, che le menzioni di Filippo o di Giovanni nella Visio Danielis
siano interpolazion i tarde rispetto ad una redazione originaria priva di
esse, pu essere provato attraverso un esame delle altre due versioni
slave della Visio Danielis pubblicate dall'Istrin.
Come sempre accade per le traduzioni slave di testi greci ben difficil-
mente si trova il testo greco esattamente corrisponden te ad una traduzio-
ne, o perch il traduttore ha avuto sotto gli occhi un testo rimasto ai
margini della tradizione o perch il traduttore ha rimaneggiato a modo
suo il testo originale 210 Il testo greco a cui sembra ispirarsi il primo testo,
di cui pubblichiamo qui per la prima volta una traduzione italiana, sem-
bra in parte molto antico, perch (all'inizio) * appare molto vicino al testo
* agli inizi A
69-71 il terzo ... a Tessalonica: il terzo a Tessalonica, il quarto a Byza W
21
Forse queste ultime due traduzioni sono state fatte in Bulgaria fra il X e il
XII secolo e passate poi in Russia nel secolo XIII o XIV, come successo anche
per le traduzioni delle Apoc. Meth. : cfr. ISTRIN, Otkrovenie, cit., 1897, 3, II, pp.
30-47; DUJCEV, La conquete turque, cit., p. 442.
IV. LE VISIONES DANIELIS 81
della Visio Danielis armena, per il resto invece apparentato alla Apocalyp
sis Methodii gr. e qua e l alla Visio Danielis gr. B . Ecco il testo con i
rinvii in calce ai loci paralleli 211
Visione e rivelazione del profeta Daniele
Nel terzo anno del regno di Ciro sui Persiani fu inviato l'angelo
Gabriele dal profeta Daniele c gli disse: Uomo prediletto, inclina
il tuo orecchio e dedica il tuo cuore, ed io ti riveler ci che si
5 compir negli ultimi tempi in quel giorno . Proprio io (sono), Gabrie-
le, che annunci alla Vergine la buona novella, la parola sovranna
turale del segreto che supera ogni intelletto. Iddio stesso e Signore
salver molti nella (terra di) Israele. Dedica il tuo cuore e ascolta
ci che accadr in ogni citt e paese. Dopo il compimento di ci
10 egli parl in modo profetico dell'Asia, del Ponto, della Frigia, della
Galazia, della Cappadocia, della Kambania (leg. Karpathos?), di
Smirne, di Antiochia, di Alessandria, dell'Egitto, di Nicomedia, di
Calcedonia, di Byza (=Bisanzio) e di Roma. (Ci sar allora) pianto
e carestia, (la gente) chieder il pane, perch tutto il raccolto (era
15 stato) distrutto. Il fiume Nilo tremer e le sue figlie piangeranno
(.. .) Nicomedia verser il sangue degli uomini giusti e diventer
216 cfr. Vis. Dan. arm., pp. 290-295 M . <<Dans la troisime anne (de Cyrus le
Perse) ... l'ange Gabriel, qui lui(= Daniel) avait dej t envoy auparavant, fut
encore envoy par le Seigneur et lui dit: 'Daniel, homme dsir (cf. Dan. 10, 11), je
te suis envoy par le Seigneur pour te dire des paroles et te montrer l'accomplis
sement des jours, ce qui arrivera aprs la venue de la Parole qui est annonce
par mon entremise ... Il y aura une Vierge en Israel; de la Parole elle concevra la
Parole (cf. Luc. 1, 26-33; Io. 1, 14), et celle-ci deviendra homme cause du monde,
et elle en fera vivre beaucoup d'entre Israe!. Fais bien attention et coute l'vne
ment imminent (qui arrivera) la fin des jours dans toutes !es vil!es et contres,
cause de l'iniquit des hommes' ... Et aprs qu'il eut achev de prononcer
toutes !es paroles prophtiques, il me parla au sujet de differentes villes et
contres : l'Asie, le Pont, la Phrygie, la Galatie, la Cappadoce, Karpathos, Smyrne,
Antioche, Alexandrie, l'gypte, Nice, Nicomdie, Chartage (leg. Calcedonia), By-
zance, Babylone, Rome. Les pleures des fils et l'augmentation de la famine
(3 prediletto: desiderato apprendi e, var. di trad. )
2
ll Il testo in versione slava antica si legge in ISTRIN, Otkrovenie, cit., pp.
159-162. La traduzione italiana di Emanuela Folco. A lei desidero esprimere qui
il mio vivo ringraziamento .
82 IV. LE <<VISIO!\:ES DASIELIS
deserta; gli ultimi scacceranno i primi e il nome del Signore sar
oltraggiato e (gli uomini) perderanno la loro fama (... ).
E dopo di lui sorger lo scettro della religiosit e sar potente, e
20 durante il suo regno si gioir; e dopo di lui sorgeranno due scettri e
regneranno molti anni in pace e in concordia e costruiranno citt e
molti santuari. E dopo di loro sorgeranno dieci corni e regneranno
su di te, Babilonia dai sette colli; e dopo di loro sorger un (altro)
corno e regner per molto tempo, imporr la pace a tre re e
25 nascer oltraggio contro di lui. Un giovane sar suo difensore e uno
scettro, portante il nome di una grande belva (... ) E i principi del
suo regno saranno in pace e ci sar una grande calma, e quattro
eserciti si abbatteranno su di lui, ma egli non sar sottomesso a ma-
ni umane e la mano ( = la forza) dei suoi potenti non gli porter
30 oltraggio. Dopo aver letto molti scritti, non diventer prudente, ma
inventer molte eresie che renderanno famoso il suo nome. E non
ci sar in quei tempi fame di pane n di vino, ma in verit (anche)
ascoltando la parola divina far dell'eresia la (sua) fede e distrugge-
ruinent la terre productive ... Les f.ls de l'gypte s'enfuiront, frapps par la
famine; tes richesse seront ananties; le Nil sera sec; tes princes seront extermi-
ns. Les filles de Nice seront dans le deuil et l'affliction cause de la captivit
de leurs parents et de leurs maris emmens par des hommes puissants ... Mal-
heur toi, Nicomdie ..., tu seras ruine cause du sang des hommes justes ... et
tu tombera jusqu'en enfer ... (cfr. Matth 19, 30 et 20, 16; Mare. 9, 34 et 10, 31 ; Lue.
13, 30) - Vis. Dan. eopt., p. 411 Mein. And in the third year of Cyrus the Persian ...
a word was revealed to Daniel ... (Dan. 10, 1)>>.
19-22 Vis . Dan. arm., p. 15 M. Et un autre sceptre aussi est lev, il deviendra
tonnement fort et lev cause du nome et de la proclamation du Seigneur ... et
par la joie qu'il causera tous Jes hommes se rjouiront ... Et d'un sceptre sorti-
ront deux sceptres ... - Leonis Cpolit. de fine mundi horn., p. 88 Mais. Kat 'thE
y Ep~l]O'E'taL f:lacrL.E Enpo .ya~ xrxt cpo[:lOIJJ.LEVoc; 't\1 ElE6v, :>eat 'ltOLl\crEL ro).).. xrx..
dc; 'tV X60"IJ.OV ... .
22-25 Vis. Dan. eopt., p. 414 Mein. The fourth beast I saw being like a lion ... I
saw Len horns which carne up upon its head ... (cfr. Dan. 7, 8: Apoe. loann. 12, 3).
Cfr. etiam Vis. Dan. arm ., p. 296M. Un autre sceptre dominera en toi; il sera un
animai sauvage ... son cou comme le cou du taureau et ses yeux camme les yeux
du lion ... .
25 nascer - difensore: gli nascer un figlio (di nome) Ponnos che gli succede-
r, var. di trad. Cfr. Vis. Dan. Mare. App. gr. VII 22, ed !STRIN, Otkrov. 1897, 3, II,
p. 274: Ka'tE.~crE'taL o:'tQ Kvw J.LELpclXLov civ'tL:{jr'twp a.,.ou xat 't crxijr-rpov a-roii
J.LEy<i.ov ~TJPLOV J.LW\1 (!). Ko:t oL apxovn 'tijc; f:lo:crL.Elac; a'tOU ilrovv 'tOU 'lta'tp6c; 'tOV v
Elpl]vn, Ecr'taL ( = E'crov'taL) xat ya.l\vn J.LEy<i.n. Kat ro.EJ.LOL 'tcrcrapEc; il~ovcrtv au ... v xal
o xvpLEvil-f)crE'taL \rn: XELpwv J.LEp-n:wv xo:t T) xii: p 'tWV J.LEYLCT't.vwv a1hoii ou J.L+t
.8tx1\crovcrtv a'tv. 'Avayvoc; ro).).. ypo:cp. xat J.LTt crvvLEL O'.LpCTEL() ro)...c; a somno vini, quem extimabant homines tamquam rnortuum esse ... Hic exiet
l:mcr'tp\jiEL 'toii 86~acr~aL 't ovoJ.La a'tou xo:t oux ECT'tCLL v 'teLe; xatpoi:c; xElvotc; .LJ.Lc;
ap'tOV oihE o'tvov, .).).'.).TJ~W 'tOU .xoiicro:L 't\1 BEo\1.
IV. LE VISIONES DANIELIS>> 83
r un grande santuario; e i templi saranno oltraggiati come vedove
35 e questo scettro sar propenso alla guerra e amante della Croce (di
Cristo).
In quei tempi ci saranno terremoti e segni sui mari e lotte e
tumulti di eserciti. Colui che fa(r) rimproveri, sar oggetto di
rimproveri da parte dei suoi potenti, ma non sar dominato da
40 mani umane. E ci saranno presagi sul giovane: in quei giorni gli
altari divini saranno violati come vedove ed i figli della disubbidien-
za lo oltraggeranno . Un serpente che dorme si erger contro il
giovane, il cui nome significa Arta(s ), e il giovane volger il suo viso
verso il popolo imprudente, dove sono molti i principi e vincer per
45 cose piccole. E il giovane lottando vincer il serpente e soggiogher
un cucciolo di leone.
Allora il Signore dir all'angelo della pace: Scendi e togli la
pace dalla terra, affinch gli uomini si uccidano l'un l'altro >>. Il sole
si oscurer e ci saranno segni nei cieli fino a 7600 anni, e allora
SO =
(soltanto) Iddio Pantocratore ( che tutto domina) calmer la sua
ira. E poi sorger uno scettro come da un lungo sonno, creduto
come morto, e sorger dall'Occident e e conficcher la sua spada in
Oriente, e la sua destra (leg. sinistra) verso le ossa (?) del Settentrio-
ne, e vivr a lungo, e ci sar una grande letizia in quei giorni; e far
55 risorgere degli uomini e costruir molti altari in tutta la terra e
tutto l'universo si riempir d'oro e d'argento, e la fertile terra dar
il suo frutto sette e cento volte, e si moltiplicher il vino e l'olio.
42-43 Vis. Dan. gr. A, p . 44 Vas., 136 Istr. Kat yEp~TJCTE"<CLL ocptc; XOLJ.LWJ.LEvo xat
1Cc:t't'ciJ;eL "t' IJ.ELpciXLOV ... )),
47-48 Vis. Dan. gr. A, p. 43 Vas., 135 Istr. T'tE pE~ Kupwc; rav'toxpchwp l:vt 'tWV
.yy.wv a1hou .ywv 'KchE.~E xat pov 'tTt\1 ..l]~ELCLV xo:t 'toftV Elpl\VTJV c.r Tij yij
xrxt 'ltOLTJ0'0\1 i:va rp<iywcrL\1 o( av~pW'ItOL .).).-f).wv 't. crapxa atnwv ... (cfr. Zaehar. 11,
9)' ..
4S-49 cfr. Matth. 24, 29; Mare. 13, 24.
50-51 cfr. II Par. 12, 12; 29, IO; 30, 8; I Esdr. 10, 14; etc.
51-57 Apoe. Meth. gr. A, pp. 40-43 Istr. To'tE alrpvt8lwc; havacr'tl]CTE'taL (r'a'toc;
~r:tcrL.E 'E).).-f)vwv ij'tOL 'PwJ.Lr:tLWV J.LE'tc. J.LEya.ov ~VJ.LOU xu.t ~V1tVLO'~l]crE'tr:tL XO'.iM'ItEp
av~pwro c.r U'lt\IOV xa~wc; 'ltLW\1 OL\IOV, 0\1 .oyCl;ono oL av~pwroL wcrd \IEXpv ... oiho
i~E.EUCTE'tat l:r' CLI'toc; x 'tij ~a.<icrcrTJc; Al~wr(wv , xat [:l<i..EL poJ.LcpaCav xat pl\J.Lwcrw
E'wc; 'E~pCJ.Lf:lov ... Ko:t v 'tQ 't.EL 'tou o:lwvoc; E'cr-rcXL Eucppocrl!vTJ rl 'tijc; yii xat
xo:'totxl]crovcrtv iiv~pw'ltoL l:v dpl\vn xat <ivotxoOoJ.Ll\crovcrLv 't.c; r6.ELc; xat
.EU~Epw~-f)crov'tat oL LEpELc; x 'tW\1 <ivayxwv a'tWV ... v 'taU't!J 'totyapoiiv 't1j Etl'llvn
xa~(crovcrtv o[ il.v~pwroL l:rt 'tijc; yii J.LE't. xrxpli xo:t EcppocruvTJc; 'tpwyovn xo:l
rlvovnc; ... - Apoc. Meth. lat. A, pp . 89-91 Sack. Tunc subito ... exiliet super eos
rex Gregorum sive Romanorum in furore magna et expergiscitur tamquam homo
super eos a mare Aethiopiae, et rnittit gladium et desolationern in Ethribum ...
Erit enim laetitiam super terram et commorabunt ur homines in pace et reedifica-
bunt civitates et liberabuntur sacerdotes de necessitatibus suis ... In hac igitur
84 IV. LE \'ISIONES DANIELIS>>
Questi scettri faranno terminare ogni lotta sulla terra, e le armi
di guerra e le spade affilate saranno (trasformate) in falci, e gli
60 uomini decideranno di astenersi dalle guerre, e in quei giorni non
ci saranno lotte. E quel principe si volger e ricorrer a Dio celeste,
poich da lui saranno date tutte le cose buone, quali non c'erano
mai state in altro tempo. Nel dodicesimo anno del suo regno gli
uomini non pagheranno tributi, non ci saranno n offesi n offenso-
65 ri; ci sar gioia durante i suoi giorni ed egli terminer (la sua vita)
in pace.
In seguito sorger lo scettro dell'Etiopia e avr potere su un
forte regno, e lo temeranno coloro che abitavano nelle grandi terre,
e la gente lo odier, e tremeranno davanti a lui coloro che abitano
70 nelle isole vicine. E sorger uno scettro dall'Occident e e diranno gli
uomini: In verit il cane scaccia il leone. E l'Etiope volger il suo
pace sedcbunt homines super terra curn gaudio et laetitita cornedentes et sese
potantes ... . Cfr. ctiam Horn. de Vis. Dan. gr., p. 36 Vas., p. 230 Schm.: Apoc.
Meth. gr. E, p. 146 Istr., et C, p. 72 Istr.
56-61 Vis Dan. gr. A, p. 46 V., 137 Istr. << ... :voLxih]crov-ra.L ol 111]cra.upol -rii yii xa.t
;t<iv-rE 'lt~ou-r-f]cro,ucrL, ~a.t ouo,d EO''t(l\ 1tV'!<;' XO:L -~ Yii, OWO'EL -rv xa:pnv a:u-rii
E1:-ra:na.crLova. xa.L -ra. ona. -ra. noEI-ILXO: yEv1Jcrov-ra.L EL<; opEna.va. ... - Apoc. Me t h. gr.
E, p. 147 Istr. Ka.l yEv-i]crov-ra:L i}ucrLa.cr-r-f]pL<I 1tO OEX-r -rt;> BEt;> v on -rii
olxou1-1vn ... xa.l na.vlJ-i]crE-rO:L (leg. n<ova.cril-f]-) cr(-ro xa:l oivo xa.l -r EA<ILOV xa:l
XPUcr X<IL -r apyupov v 'ltacrn -rn YTI XO:L XCL't0:1tO:UO'EL (3a.crL<<; XELVO<; ntiv-ra: '1tOE!-10V
7tL -rii yii X<IL 1tOL-i)CTWO'LV -r ap!-10:-ra. llU'tWV d op1t<IV<I ... .
61-63 Apoc. Meth. gr. E, p. 147 Istr. Kcd oo~ticrn (3a:crLE<; XEL'JO<; -rv B<v O'tL v
-rii (3a.crLEL~ a:-ro EOWXEV a:-rt;> BE<; -r aya.il -rii y-~. ii ox EOWXEV ar, xa:-ra.(joii
X60'iJ.OU ... >>.
63-65 Vis. Dan. gr. A, p. 46 Vas., 137 Istr. Ka.l ... (3a:crLEucrn h<poc; ~ a:-ro E-.11
W ... - cfr. Vatic . de rebus fut. ap. Vitam S. Andreae Sali, p. 51 Vas. T0 o
SwoExti-rt;> E-rn >iic; (3a.crLda.c; a:u-ro (scii. -ro (3a.crLwc; -rwv 'PwiJ.a.twv) xiivcrov xa:t
OWiJ.O:'tll ou Tj<jiE'tO:L (corr. Vasiliev: TJ'tO\I'tO:L cod.) ... X<IL o(x-~ oux EO''t(1L ;:-,-, OU'tE
:OLXWV OV'tE :OLXOUIJ.EVO<; ... XO:L EO''tCXL 7tO'] xa.p X<IL .ya.LO:CTL<; ... - Vis. Dan. gr. ,
p. 41 Vas., p. 212 Schrn. Ka.l oux itcr-ca.L l .oLxwv l :oLxouJJ.EVO<; v -rotc; xa.Lpoi:
X<tvoL ... ; cfr. Vis. Dan. gr. C, p. 144 Istr., p. 196 Schm.
65-66 Apoc. Meth . gr. E, p. 147 Istr. Ka.l cruvxoL-r1]11-i]crE't<IL (3a.crLEc; v
Elp-i]vn ... .
67-74 Vis. Dan. (exc.), p. 311 Istr. (Oktrov., 1897, 3, II) Ka.l 1-lE-r'a:-rv
.va.cr-r-i]crE't<IL -r crxii7t-rpov ci7t -riic; Al11Lo1tCa: xa.l (3a.crLEucrEL U'ltp -riic; lcrxupic;
(3a.crLE(a.. Ka.l (jl0(31]11-f]crov-ra.L a:-rv ol xa.-roLxov-r<c; v -ra.tc; iJ.<ytia.L xwpa.L xa.l ol
7toi:'t <IL iJ.Lcr-l]croucrL a:u-rv x a. l -rpiJ.oucrL ol xa.-roLxoJv-r<c; v -ra.i:c; npa.~ vTjcroc ... xa.l owcrn
o ALLo<jl -r npcrwnov au-ro EL<; 't']v r.pa.!; viicrov X<IL .va.yxticrn X<IL xpa.-r-i]crn EW<; -rii
crxchl] .va.'ltvoii xa.l (jlOVEu-i]crE-ra.L n -cwv .vlJpw1ttvwv XELpwv. - cfr. Vatic. de reb.
fut. ap. Vitam S. Andreae Sali, p. 53 Vas. T-rE EPXE't<IL (x) ALlLonta. :1t -co
npw-rou. x<p~-ro~ ~v (jl<ICTLv E't1J L(3' xa.-rXELV -riic; (3a.crLEta. o'a.xa. o-roc; :ya.l xa.l
(ja:crLEUO'EL EV ELp1JVU ... .
71 Vis. Dan. arm., pp. 296-298 M. Un autre sceptre dominera en toi; il sera un
animai sauvage et ... sera battu par le chien ... Le chien opprimera l'animai
sauvage ... et l'animai sauvage sera ananti par le chien ... .
IV. LE VISIONES DANIELc:I:.:S:__ __ __ _ _ __ _-8-::_5
viso alle isole circostanti, user violenza su di esse e imporr pace
(a tutti) fino all'ultimo respiro; (poi) sar ucciso dalle mani degli
uomini. E cos finir colui che venne dall'Occidente . E dopo di 'lui
75 sorger un altro (scettro) dalla Cappadocia, il quale far scorrere il
sangue di sacerdoti e di molti saggi, e porter disonore a un grande
santuario, e per i cieli ci saranno dei segni: il sole (si cambier) in
oscurit, la luna in sangue, la terra fertile non dar i suoi frutti e ci
saranno morti repentine per gli uomini e molti crolli e molte malat-
80 tie a tavola. E sorgeranno tre scettri : il primo regner a Sette Colli
(= Costantinopoli), il secondo a Roma, e il terzo a Silei ( = Silen,
per Salurn, Tessalonica).
Ed Ismail entrer nella Sette Colli e non distrugger le isole
adiacenti ed avr un numero di 70.000 navi, e il terzo (giorno?)
85 entrer in citt. E verser molto sangue e grider con voce che
dice: Dov' il difensore della Sette Colli?>>. E allora ci sar un
grande frastuono nel cielo e un terremoto sulla terra all'unisono
con il (rumore) del cielo; e allora avr compimento la voce che
dice: (Come) uno scaccia mille, (cos) due scacceranno diecimila.
90 E ingagger contro di loro una grande battaglia e non rimarr di
quel popolo che le abitazioni degli uomini, e lo Spirito divorer la
gente di Ismail, e per anni essi saranno fatti schiavi nei bagni della
77-78 Sib . Tib. gr., p. 22 Al. Tv ijLOV E'ltLO''tpE\)iEL (scii. apxwv -rii .nwda:) EL<;
crx6-ro xa.t -r']\1 crE-i]vl]v d <ILJJ.a: ... - Vis. Dan. arm., p. 308 M. Aiors le soleil se
changera en tenbres, la lune en sang .... - Apoc. Meth . gr. A, p. 47 Istr.
ME'tllO''tp<jiEL (scii. 6 ut -clic, a'ltwE(a:c;) -rv i]LOV EL<; O'XO'tO<; xa.t 't']V crE-i]Vl]V Etc;
a.riJ.a. - Apoc. Meth. lat. A, p. 94 Sack. convertit (scii. filius perditionis) enim sol
in tenebris et lunam in sanguinem - cfr. etiam Apoc. Meth. gr. B, p. 65 Istr. (cfr.
/sai. 13, IO et 24, 23; Ezech. 32, 7, etc.; Matth. 24, 29; Mare. 13, 24; Apoc. loann. 6,
12-13).
80-82 cfr. aliter Vis. Dan. gr. A, p. 46 V., 137-138 Istr. Ka.l h-ro-cE ~a.crLEucroucrLv
ol -r.cr~a.pEc; ~tol , 1-l,v . npw-ro !v 'PwiJ.n, , oEv-rEpo v 'AE!;a.vopd~. -rp-
-ro EV En-ra.o(jlt;> xa.L o >E-ra.p-ro v ElEcrcra.ovLxn ... .
83-85 Moslim, Sahih, ap. Kastallani, Comm. di Bu.hari, XII, p. 330: La dernire
heure de la ville ( = Constantinople ) ... ne viendra pas sans que 70.000 fils d'Isaac
ne l'attaquent. Quand I'assigereont ... ils diront: 'Il n'y a Dieu que Dieu .. .'; au
troisime cri, ils entreront dans la ville (trad. CANARO, Les expditions, cit., p.
109).
83-88 Apoc. Meth. gr. E, pp. 145-146 lstr. ... xa.l s<<ucrov-ra:L EL<; -r']v I-IEY<i1]V
Ba.(juwvCa.v -rii "Aya.p ulot ... xa.l XXEL a.rJJ.a: -rwv 'PwJJ.a:Cwv ... xa.l xpti~n iJ.Eytin -rii
<PWVTI 'IcriJ.a.-I} vxa.uxJJ.Evo xa.l ywv 1to cr-cLv BE -rwv 'Pw1-1a.Cwv; ox itcr-rLv 6
~o11lwv a.u-rou ... Ka.l yEvTjcrE-rttL i'ixo 1-1ya. h -co opa.vou xa.t crELCTIJ.<; <Pof3Ep xa.l
(jlWV'] x 'tOU ciyyou ~ OVp<IVOU ... .
88-89 Ibid., p. 147 Istr. Ka.l -r6-rE 7t1]pwl-i]O'E-ra.L yo 7tpocp1Jnx6 'llw
oL<i!;E'ttl.L 6 d XLCou XO:L SUo 1-lE'tG.XLVTJO'OUO'LV iJ.UpL<ilia.c;;' (cfr. Deu.t. 32, 30).
90-94 Ibid., p. 146 Istr. Ka.t ... O'UV<iqlEL 1tOE!-IOV iJ.ya.v 1-lE't. -roii l'lvouc; xa.t -rwv
ulwv -riic; "Aya.p ... xa.l O'uyxpo-r-f]crEL '1t6EiJ.OV tcrxupv iJ.E-r. -roii <'lvou xa.t xa.-ra.x<)JEL
a.v-roc; ... xo.t cruyxonTjO'E-rttL 'IcriJ.a.'I. xa.l ol ulol -cfj "Aya.p lfw -ro ... .
86 lV. LE VIS!ONES DANlEUS
Sette Colli, ed Ismail diventer deserto e la stirpe greca cercher di
trovare le tracce di lsmail.
95 Allora tre scettri entreranno in grande lotta tra di loro e gli
uomini suddivideranno i sacerdoti, i vescovi e gli igumeni, metteran-
no armi nel santuario, rivestiranno armi di guerra e ci saranno
guerre intestine, e ci sar un grande spargimento di sangue, come
non c'era mai stato. E il sangue si mescoler con il mare per dodici
100 miglia. Allora sorger un popolo fin allora sconosciuto, e la gente
che era rimasta sulla terra ferma si rifuger nelle isole vicine, e le
isole si spartiranno a palmi.
La signora 'ugorskaja' ( = ungherese, leg. 'tzesarskaja' =: imperia-
le) si consolider come all'inizio, e ci saranno segni nel cielo e sulla
105 terra carestie e terremoti ed anche morti repentine.
E dalle costole del sud sorger una donna di altra stirpe e
immonda e comincer a regnare sulla Sette Colli. Guai a te, Babilo-
nia dai sette colli, quando ella regner sulle tue viscere: sar sop-
presso il tuo splendore e sar rigettato ci che sacro! Guai a te,
110 maledetta Babilonia dai sette colli, poich tua la ricchezza, tua
la gloria! Infatti tu hai detto: <<Sono vestita con una veste di spine
senza purpurea e con un manto regale e non c' niente in me di
miserabile, poich grazie a me regnano i sovrani, vivono i principi e
tutta la schiatta dei nobili. Guai a te, maledetta Babilonia dai sette
95-100 Vatic. de reb. fut. ap. Vitam S. Andreae Sali, pp. 54-55 Vas. T6~E
&.vaO"~-IjO"ov~cu VEW~EpoL ~pEre; (~!lO"L.Erc;) ... xat ... av~oc; lwO"oVO"LV <i...-Ij.wc; 7t6.Ei.J.OV
xail'av~oc; !c;xupv ... xat o 11:pw~oc; if.i}n [v 9EO"O"a.ov(xn ... xe~.t ~oc; LEpErc; xat ~oc;
IJ.OVa!;ov~ac; (jlOpO"EL /1.pi.J.!X~!X 1tO.EIJ.LXa ... ~U (o( ~pEre; ~!XO"L.Erc;) Xpo~-ljO"OVO"L 1t6.EIJ.OV
IJ.yav ... X!XL YEVOIJ.VT]<; X01tij<; xui}-ljO"E~IlL !XLIJ.Il 'PWIJ.!XLWV .. . ~~E O"VYXEpaO"i}-ljO"E~!XL "i}
ila.aO"O"a ... h ~ou ai:IJ.a~oc; a.~wv .,.~al(ovc; LW ... - Apoc. Meth. gr. E, p. 146 Istr.
T"tE xat o! (EpErc; "tWV 'PwiJ.a(wv l.piJ.a"ta. cpopO"oVO"Lv 1tO.EIJ.LX. xat o! t"JttO"XO"ltOL xa.t
"i}yOUIJ.EVOL o( EpLO"X61J.EVOL ... X!XL "t!XU~a. O ~a.O"L.E<; ExErvo O"V\Ia!;_ac; ... XllL yEv-ljO"E~!XV
1t.qJ.o<; xat !XLIJ.!X"tOXVO"La IJ.Eya.Tj, o!a o yyOVEV !l:11: X!l"ta~o.ijc; x60"1J.OV" X!XL
(xE)paO"i}-lj.,.E"taL "t aliJ.a v ~n ia..6.<TO"TJ cr~al(ovc; LW ... - cfr. etiam Vis . Dan. gr. A, p.
46 Vas., 138 Islr.
103-105 Apoc. Meth. gr. E, p. 147 Istr. Kat o!xoloiJ.-Ij<Tov~aL 1tii<Ta 11:6.Lc; xat
xtia't'pcx. ... .
106-110 Ibid., pp. 147-148 Istr. Ka.t ~6~ XE..EUO"EL xupLO<; 9Ec; 1tUp E!; opavou ...
xat 1tt<Tw au~ou ~aO"L.EVO"EL yV\I"j t11:t 'E11:"t6..ocpov IJ.Lap. xat 6...6cpv.oc; xat
O"uyxabl]crE~!XL E"ltL ~ 1t.EVpv "tOV vw~ov ~iic; 'E1t~a..cpov ... Kal oa.( O"OL, 1t"t6..ocpE
Ba~v.v, o~L ... 'J 6.yLo0"UvT] c;ov xat ot vaot O"ou 6.11:6 O"ou <pEu!;ov"taL xa.t 'J l6!;a. O"ov
1tEO"Er~aL. Kat oa( croL, 7t"t6..ocpE Ba~v..v, ... - Vatic. de reb. fut. ap. Vitam S.
Andreae Sali, p. 55 Vas. T"tE lL. ~ i.J."l ElvaL l.vlpa 1t "tLIJ."JV ... "t6~E &.vaO"~{]c;E~aL sommets; Apoc. apocr. Esdrae gr. et Apoc. apocr. Joann. gr. San oeil droit
yvva,o(v) a!O"Xpv ... xat ~ac;L.Eu<TEL v ~n 11:.EL ~au~n ( == Kwvcr"tav"twov"Jt.EL) ... ~~
X1tp'!' i.J.La\IEL ([eg. IJ.L!XVEi:) "tcX iyLa. i}uO"LilO"~{]pLa ... X!XL O"~p<jJEL "t 1tpO"W1tOV a.~c; (sci!.
~iic; "Jt.Ewc;) xax6v ... cfr. etiam Vis. Dan. gr. B, p. 46 Vas., 138 Istr.
111-112 cfr. Matth. 27, 29; Ioann. 19, 2.
113-114 cfr. Prov. 8, 15-16.
lV . LE <<VISIONES DANIELIS 87
115 colli, quando Dio riverser dall'alto il vaso pieno di fuoco e ci
saranno i segni e l'acqua sommerger le tue alte mura e non
rimarr in te neppure una colonna; e singhiozzeranno per te i
sovrani che navigano il mare e fuggiranno i poveri ed i mercanti e
pianger ogni citt, paese ed isola, e diventer deserto l'impero
120 romano. E verr tolto lo scettro e verr dato ai Giudei a Gerusalem-
me, e gli abitanti sulle isole vicine saranno violati.
Sotto il regno di Dan apparir l'Anticristo nato da una vergine
maledetta e sar come uno schiavo che predica iniquit, e sar
molto amato e buono: di dodici cubiti, i capelli suoi giungeranno
125 fin sotto ai piedi, avr al di sopra (della testa} tre sommit, i denti
nella parte superiore saranno di ferro (... }, la sua mano destra sar
di bronzo e le sue unghie e la mano sinistra saranno di due cubiti
di lunghezza, avr un naso lungo, i suoi occhi sono come stelle che
brillano al mattino e sulla fronte Cristo scrive tre righe che rinnega-
130 =
no questi ( Cristo?).
114-120 Apoc. Meth. gr. E, p. 148 Istr. Oua( O"OL, ~a..a("JtopE Ba~v.v, ... o-oL x.tVEL
KvpLo<; "t"]v pyi]v a-oou m1tIJ.1toucra(v) 11:up6c;. Kal -o <JiTJ.. -o "LXTJ xa_~a."JtEO"Er~aL
xat o IJ.T! 6.1to1J.VEL tv crot d IJ."l <T"tu.oc; ~ou 1J.Ey6..ov KwvO"-oav~(vov (cfr. Leonis Orac.,
XIII 5, PG 107, 1137 C), LVa XEI ilPT}v-i]crWO"LV ot 1t.OV"tE<;, ~"Dv il6..acrcra_v. 'A1ta_pi}1]~naL
O xat 'J ~aO"L..Eta 6:11:' a_~ou xat loi}{]O"E~a v ~n 'PwiJ.n. Kat &.vaO"TTJO"E~a ;:_.pov
crxij11:~pov IJ.yav <x ~ii<; 'Iovla(ac;, OVOIJ.!l a~ou <l6.1J. ... .
122-123 Vis. Dan. arm., pp. 206-307 M. <<Alors l'Antichrist dorninera ... sera
conu et nai:tra d'une vierge souille ... - Sib .Tib. lat., p. 185 Sack. In ilio
tempore surget princeps iniquitatis de tribu Dan, qui vocabitur Antichristus ... -
Apoc. Meth. gr. A, pp. 45-46 Istr. Kal ... cpav{]O"E~!XL 6 vic; ~iic; .1tw..dac; oil"toc;
yEvvii"ta.L Ei<; Xwpa~lv xat O:va.~pa<p{]O"E~aL Ec; BT]i}O"ai:l ... l vic; -oijc; .1tw.dac;
yEvvii~aL h cpv.ijc; "tou <liiv ... - Apoc. Meth. lat. A, pp. 93-94 Sack. apparebit filius
perditionis: hic nascitur in Chorozaim et nutrietur in Bethsaidam ... Est autem
hic de tribu Dan '' - cfr. etiam Apoc. Meth. gr. B, p. 64 Istr.
123-130 Apoc. Meth. gr. E, pp. 148-149 Istr. Kat ylvE~aL 11:apa.l6.crxa.oc; xat
!p!XVTJO"E"ta.L \O"V)(O<; xat 1tpaocpv..i]c; xat li.xa.xoc;. T u<jloc; ~iic; '}.LXL!X<; a"tOU 1tTJXWV L xat
al ~pt)(E<; ~c; i)..Lxlac; au~ou i.J.XP "tWV 11:olwv a.~ou, 1J.yac; lt. xat ~px6puqJOc;, xat ~
~xvoc; ~wv nolwv a"tou !J.ya, o[ cpila.IJ.ot a~ou wc; 6 cr~i]p npwt O:va-o..wv, ot
l6v~c; au"tou ot x6.-ow cr(oT]poc; xat ~ x6.~w crayvLov au-oou &.la.IJ.<iv~Lva, xat ~pax(wv
a~ou lE!;L<; O"(OT]poc; xat EWVVIJ.O<; au~ou xa.xc;, i) O XErp au~ou 'J OE!;,L. 1tTJXWV 8',
1J.axp6<j~Tjc; IJ.IlXpop6.1TJ<; EOL<iilE"toc;. "EXEL o xal tic; "t 1J.hw1tov e~.~ov yp6.1J.IJ.a~a ~p(a., <i x
i xa.l ~ a OTJ.or '&.pvouiJ.aL', ~ x 'xat H;,a_pvoui.J.a'' (l Ioann. 2, 22), ~ i ~v
IJ.EIJ.Lilpoi.J.vov lp6.xov~a'- (cfr. Apoc. Zorob. hebr., Orat. Symeon. ben Yochay hebr.,
Signa Messiae hebr.: il sera long de douze coudes ... et (sa tete} aura deux
camme l'toile du matin ... sur son front une inscription, Antichrist: M. PHILO-
NENKO, Pseudopigraphes de l'Ancien Testament et manuscrits de la Mer Morte,
Paris 1967, I, pp. 46, 52, 47-48) - Leonis Const. de fine mundi hom., p. 93 Mais. Kat
O"TJIJ.Ei:ov t11:t "t IJ."twnov a~ov noyp6.cpov-oa ~p(a. ypa!J.IJ.a~a. ci ;;; xat , ~ov"tO""V
'l.pVT]O"L<;' ... .
 8__8______ _ __.::._IV_ .-=L=E VISIONES DANIEL!S
[La gente di] Dan morir e ci sar una carestia, come non c'era
stata da secoli, e la terra sar distrutta da un'altra carestia, e ci
saranno visi moribondi di uomini e apprtriranno in tutto l'universo
i tremendi demoni. Guai a coloro che in quei giorni portano nel
135 loro grembo dei piccoli! Giunger infatti per gli uomini la sofferen-
za, e il giusto a stento si salver, poich appariranno gli spiriti
impuri come sabbia del mare e tormenterann o gli uomini, e verran-
no strappati alle donne i loro piccoli che ancora succhiano il latte
materno e uccideranno gli uomini; e gli uomini invocheranno la
140
morte, scoprendo le tombe dei (loro) morti, li invidieranno dicendo:
<<Benedetti, benedetti tre volte, perch non siete vissuti sino a (que-
sti) ultimi giorni!. E chiederanno alle montagne e al mare di
inghiottirli. Guai alla gente che vivr allora e a quelle che portano
in grembo (un figlio) in quei giorni! Allora ogni essere singhiozzer,
145
e allora diranno in Giudea: <<Facciamo colui che possiede le Scrittu-
re Cristo re.
Sotto il regno dell'Anticristo in quel tempo la terra sar fertile,
la vite lunga un cubito produrr mille grappoli e ci sar la mietitu-
ra delle spighe, e (leg. ma?) in futuro non si otterr che una misura
131-134 Apoc. Meth. gr. E, p . 149 Istr. Ton ytvi}crt-r~X~ .o~!J.c; j..I.y~Xc;, Se; ox
yvt-ro mlmon liwc; -rou 11lwvoc; xtCvou x11t licrov-r~XL oL /fvi1pw7to~ ."TtovtxpW!J.EVOL. 'O
l(x~XLoc; !J.6.~c; crw~ETIXL ... x11t -r6-rE l;,E.Eucrov-r~XL -r. .x11i111pT11 7tVEU!J.I1T11 x11t -r.
Oa.L!J-6VLI1 ..., wc; "i) /f!J.!J.O<; -rfj i1a..!iCT<rr)<; ... .
134-135 et 143-144 Sib. Tib. gr., p. 21 AL O11t -r11i:c; v y11cr-rpt XoUCT~X~c; x11t -r11i:c;
ih].IX~OUCTIX~c; v -r11i:c; -i}!J.pl1~<; xEiv~XLc;! ... - Vis. Da n. arm., p. 308 M. Malheur aux
fernmes enceintes et celles qui allaitent dans les demiers jours - Leonis Const.
de fine mundi horn., p. 95 Mais. <<O11t o -r11i:c; tv y11cr-rpt txoucr11Lc; x11t -r11i:c;
i11].11~oucr11L<; v txEivaLc; -rai:c; -i}!J.paLc;l (cfr. Matth. 24, 19; Mare. 13, 17; Luc. 21, 23).
135-146 Apoc. Meth. gr. E, p. 149 Istr. K11t xo..T]i1-i}crov-r11~ x11t 11-rot 7tE~p!i~ov-rtc;
-roc; XP~CTTLavoc; xat civaLpouv-r~X~ -rwv yuva~xwv -r. (3pcp1J xat ~X"rot i11].acroucr~v 11-rai:c;.
KIXL TTE ~CTOV"raL o( avi1pw7tOL mxa.OU!J.EVOL -r\1 i1!i\IO'.TO\I xat ci\laCTXIi7t"r0vtE<; "r.
!J.Vl)!J.a""<a xat .yov""<tc; 'M11xapLoL xat ""<PLCT!J.ax!ip~oL CT""< CTEi:c; oL 7tpo-rt.w-rr)CTGt\l-rtc;, (),~
ox tcpi1.cra""<E -r.c; '!J.pac; "ra.u-r~Xc;'. K11t aL xanpxo!J.Evo~ \1 -r"fi 1~a.acrcrn xat .yo\1-rtc;
'Ka"ra"TtL"rW "T!J.<ic; i1u~J.c; "rW\1 XU!J.<i"rwv CTOU XIXL ayi!X M..IXCTCTIX'. Kat "rO""tE i1PTJ\I"I]CTEL
7t<iCTI1 cr.pl; TW\1 'PW!J.IXLW\1. Kat CTU!J.f3ou.ov 7tOLljcroucrL ""<WV 'IouliaCwv E:i1voc; ... .yo\l""<tc;
'OEU"rE 7t0~-f}CTW!J.EV "rO\JTOV ""t\1 7tEp((3.E7t""tO\I /fv/p11 (311CTL.I1V'.
146-168 Apoc. Meth. gr. E, pp. 149-150 Istr. 'Ev ""<0 x11~p0 XEL\Itp yE\I"I]CTE""<aL
Ecpop(~X crC-rou ... xat d-.crxc; -rou x.l)!J.a-roc; x(311.Ei: (36-rpuc; p' ... x11t ECTTIXL XI1P7totp6poc; -i)
yTj ... XO'.L \1 -rc!J 7tpW"rlp ETEL IXTOU (scii. TOU 'A\1-rLxpicr-rou) X.EL\jlE~ 7t<iCTI1 x6p-roc; 7tL -rijc;
yijc; XIXL o !J.1 Epti1"fj Etc; o.ov "rV XOCTIJ.0\1 -il!J.LCTUV "TtL\I<iX~0\1 CTLTOU ... "rO"rE yE\I"I]CTETIXL
.o~!J.c; (crxupc; ... xat yEvljcrETIXL -i) yij WCT7tEp X~X.xc; x11t !;TJp~Xvi1ljcrE-r11L 1ti.CT11 (3o"r<i\11] ...
X!XL !;1]pa\li11)crov-raL IXL .L!J.\IE<; xat o( 7tOTO'.!J.OL ... xat -r6-rt 'A \ITLXPLCT-roc; cipti: )..(fro\1 v
-rai:c; XEpcrtv a-rou xat .-ytv 'IlLCT""<Eucra-r !J.OL x11t yw -roc; .Chouc; -rou-rouc; 7toL1)crw
ifp""<ouc;'. K11t -r6-rE 7tpocrxuvl)croucrw aL 'Ioul~XLoL aL .yovnc; ':E EL Xp~cr-rc; 0\1 -i}!J.EL<;
i!;wx6!J.Ei1a XIXL l~!i CTE 7to... ..U7tT)CTEV Tj~<ic; -r yvoc; TW\1 XPLCTTLIX\IW\1' ... XO'.L O'.LpEL
cpw\I"}v 'Av-rCxpLcr-roc; 7tp ""<\1 tixp"rO!J.0\1 7t-rpav .yov"rl1" Tvou &p-roe; .. .'. K11t Vis . Dan. sl. A, quanto come testi in parte paralleli. Questa Vis. Dan. sl. A tratta
7t11pl1x~X.oucrl1 1 1t"rp11 yCvE-ra.~ lp!ixoc;. K11t .yEL lp!ixoc; 7tpc; -r\1 'Av-r(xpLCT"ro\1 '"n dal cod. Tolstoi sl. I 56, ff. 150-154, del secolo XVII (?), contenente un Chrismolo-
IV. LE <<VISIONES DANIELIS 89
150 di frumento in tutto il mondo. Infatti la terra sar scossa, turbata e
annientata da un 'altra carestia e il cielo sar come di bronzo e le
acque della terra si seccheranno, e secchi saranno i golfi ed i fiumi,
e ci sar una grande sofferenza, come non c'era mai stata e i volti
degli uomini recheranno i segni della morte per fame.
155 Allora l'Anticristo prender nella sua mano (un pezzo) di pietra
dicendo ad alta voce: Credete in me, ed io trasformer questa
pietra in pane>>. Ed i Giudei a Gerusalemme si inchinernann o davan-
ti a lui dicendo : Tu sei Cristo, colui che noi attendevamo e per te
il popolo romano ci ha offeso>>. Allora l'Anticristo dir alla pietra
160 tagliata all'estremit: lo ho creato il cielo e la terra. Ti dico:
'Pietra tagliata all'estremit, trasformati in pane' . E la pietra si
trasformer in serpente. E dir ad alta voce all'Anticristo: Hai
fatto ogni genere di iniquit. Dal momento che non sai creare,
perch mai ti sei offerto?. E allora usciranno due uomini dalle
165 nuvole ( == Enoch ed Elia) e un terzo dalla terra ( = Giovanni Teolo-
go) e si presenterann o davanti all'Anticristo distruggendol o e dicen-
dogli: <<Guai a te, (uomo) iniquo!. E allora egli uccider Enoch,
Elia e quello che era uscito dalla terra. E avranno fine gli anni ed i
mesi affinch gli eletti possano salvarsi. Allora ogni popolo si con-
170 vertir al Signore.
chiaro che il testo slavo della Visio Danielis ora visto non corrispon-
dente a nessun testo greco conservato. Se le linee iniziali (2-18) ricalcano
un testo simile alla Vis. Dan. arm. e in parte minima alla Vis. Dan. copt.,
in quanto coincidente con quella armena, quindi un testo molto antico
(sec. VII-VIII circa), ma con enormi lacune imputabili forse al testo greco
che aveva dinnanzi il traduttore slavo, per il resto la versione slava
appare una specie di mosaico di testi pi recenti, come l'Exc. Vis . Dan. gr.
conservato nel Mare. gr. App. VII 22 (n. 1466 inv.), la Vis. Dan. gr. B,
L'Apoc. Meth. gr. E ed anche, in parte, I'Apoc. Meth. gr. A 212 Se cos ha
agito il redattore greco originale, possibile che lo abbia fatto di proposito,
7tlXCTTJ<; <VO!J.i!Xc; XIXL d-.l~x(~X 7tE7t.TjpW!J.\IE, li eu OUVI1CT(1 ~ TL 7t0~Ei:c;;' ... XIXL -r6-rE
!;t.tucro\1-r~X~ a\llpEc; y' ... xat ai /f.vopE<; o-roL o( y', ai luo x -rou op~Xvou x11t tic; x -rijc;
-yfic;, x11t mpl7t11""<oucr~v E~7tpoui1E\I -tou 'A\1-tLXPLCT""<ou x11t .yo\1-rtc; 'Ov~X( croL, tp-y<i""<~X "tijc;
.o~xLo.c; ...'. K11t Epwv o 'A\1-r(xp~cr-roc; -rou-rouc; -y' /fvlip~Xc; <\I~X.wcrtL 11v-roc; E\1 ~aX~XLPI:f ... >>.
212
evidente che qui noi indichiamo questi testi non tanto come fonti delta
gion (cfr. ISTRIN, Otkrovenie, cit. 1897, 3, II, pp. 299 sgg.) attribuito a Nicola
 90 IV. LE VISl ONES DANI ELIS
IV. LE VISI ONES DANI EL!S 91
cio acco mod ando tali testi ad una parti
colar e situa zion e stori ca, a cui egli legge re Z-f]vwv, chiar o che si tratt
volev a fare rifer imen to con la profe zia: a del gene ro, non del figlio, di Leon
ma non affat to da esclu dere che a I, un capo isaur ico di nom e Tara e
sua volta , il tradu ttore slavo abbi a a sicod issa, nom inato da Leon e come~
sua volta inter pola to qua e l il te:to mest icoru m '', (spos o di)** Arian na, sorel do
origi nale, oggi perd uto. la dell'i mper atore , e [che dtven
Si pu tenta re di ident ifica re gli impe ne] impe rator e (474-475) alla mort
rator i qui elenc ati ed i fatti a cui e di Leon e I. Se invec e, come (noi
si allud e, ma evide nte che, tratta ndos credi amo) *'''', il guas to pi grav e
i di un testo apoc alitti co, in cui la e il nom e KwvO"'tO.C,, possi bile che
stori a spess o mesc olata alla visio ne sia da rifer ire ad altro impe rator e
fanta stica e profe tica, le ident ifica- bizan tino, cio ad Erac lio (610-641),
zioni hann o un carat tere ipote tico. Lasc salut ato spess o come <<nuovo Cost antin
iando da parte le linee inizia li che o per aver risca ttato la reliq uia
rical cand o il testo della Vis. Dan. della croce (Geo rg. Pis. In rest. S. Cruc
ann., semb rano fare rifer imen to ai is, 47, 49, 62); (egli )**** com batt
secol i II e III , a parti re dalla !in.
213 effet tivam ente <<quattro eserc iti, come
19 l'imp erato re ivi desig nato come dice il profe ta, [con tro] quell o
dell' usur pato re Foca e [con tro] quell
Sce ttro della religiosit>> non amm
ette dubb i: si tratt a di Cost antin o i dei Persian~, degli. Avar i. e .degl~
(324-337), su cui la Vis. Dan. ann. 214 I Arab i; dura nte il suo regn o si ebbe
si diffo nde con parti colar i molt o pi ro mol te eresi e (de1 sev~nam, de1
preci si. I <<due scettri>> che regn eran mono fisiti , dei mono teliti , ecc.); egli
no <<in pace e in concordia>> per molt fu <<amante della Croce>>, m quant~
anni cont inua ndo la polit ica relig iosa i (ne) ricup er la reliq uia vince ndo
di Cost antin o Mag no sono certo i il re persi ano Khos raw II. <<In quel
suoi figli, Cost antin o II e Cost anzo tempi>>, dice il testo , ci furon o <<ter
remoti e segn i sui mari>>,. e in eff~tt
350 e poi, da solo, Cost anzo II dal 350
II, che regn aron o assie me dal 327 al terre moti ci furon o a Cost antin opol i i
al 361. I diec i corni>> che segu ono nel 611, a Rom a nel 618, m Pale stma
dovr ebbe ro comp rend ere gli impe rator nel 632 m. Quan to ai <<presagi sul giova
i che vann o da Giuli ano (361-363) a ne>>, cred o che siano da riferi re al
Marc iano (450-457), inclu dend o tra giov ane figlio di Erac lio e di Eudo cia,
essi sia quell i dell'O rient e sia quell cio a Cost antin o III, mort o impr ov-
dell'O ccide nte, come l'aut ore avev a gi i visam ente dopo soli tre mesi di regn
fatto per Cost antin o II (in Occi den- o (11 febb raio- 12 magg io 64.1), avvel~
te) e per Cost anzo (in Orie nte) 215 nato, si dicev a, da Mart ina e da
L'im perat ore che segu e appa re sul Erac lona. E molt o prob abilm ente
serpente>> di cui si parla subit o dopo Il
prim o mom ento diffic ile da ident ifica da ident ifica re appu nto in Eracl~
re, in quan to si dice che rapp aci- na, cons idera to il respo nsab ile della
fiche r tre re e gli nasc er un figlio mort e di Cost antin o III, contr o 1l
(di nome ) Ponn os, che gli succeder> qual e moss e l'arm eno Vale ntino Arsa
opp. imp orr la pace a tre re e nasc > cide (Arsa kuni) , con le trupp e del-
er oltra ggio cont ro di lui. l'Asi a Mino re. Malg rado che Erac lona
[ma] L'ind icazi one che egli porte r si affre ttass e a inco rona re Cost ant:
il nom e di una gran de belva ci II, figlio di Cost antin o III, come co-im
perm ette di ident ifica rlo con Leon
e I (457-474), quali ficat o allo stess perato~e (~ettembre 641), [q~e~~l]
mod o nella Vis. Dan. arm. e copt. 216 o non riusc a sottr arsi alla depo sizio ne,
Certo , non rapp acifi
alla mut1 lazw ne del naso e all es1ho
ebbe un figlio di nom e Ponn os: ma c <<tre re>>, n a Rodi , con la mad re Mart ina, e cos
a ques to punt o ci deve esser e un il giov aniss imo Cost ante II sal al
guas to nel testo e forse anch e una trono a soli undi ci anni (fine sette
lacun a. Tra l'altr o, nel testo greco mbre 641), rima nend ovi fino al 668.
paral lelo, cons ervat o nel Mare . gr. App. A ques to punt o nel testo si inter calan
VII 22, f. 165' , il nom e del figlio o pass i che ritro viam o simil i
K6vwc:;, prob abile corru zione per nella Vis. Dan. gr. B e nell'Apoc. Meth
Z-f]vwv o per KwvO"'ttxc,. Se da . gr. A. Tutta via all'in izio si dice che
<<ci saran no segn i nei cieli fino a 7600
anni>>. Anch e amm etten do che ci sia
un error e nella tradi zion e del testo ;
non si sa poi come corre ggere , perc h
Spata rio. In effetti, se noi amm ettess imo se si legge <<6700 (ann us mun di) avre
App. V:II 22, una stran a Cronaca di base che l'Exc. Vis. Dan. gr. del Mare. gr. <<6600>>, (arri verem mo)* **** all'an no
mmo la data del 1192; se si legge
verso Il 1590 (cfr. G. MORAVCSIK, Byza ntino apoca littic a redat ta da Giorgio Klontzas 218
1092 Il prob lema vero non tanto
der Geschichte der Ti.irkvolker, Berlin 2 turcica, I, Die byzan tinisc hen Quellen
1958, pp. 275-276), fosse la fonte delle !in.
25-33, ne deriv erebb e che la prese nte Visio
tavv. 3-4 occor re tener prese nte che a sua volta slava poste riore al secolo XVI. Ma * come s dome stico rum da Leone A.
mento di diverse apocalissi e visioni apocr la Cronaca del Klontzas un raffazzona-
** che aveva sposa to A.
pu ritene rsi valida. Certo i testi abba ife pi antiche, e quind i l'ipotesi non *** io credo A.
stanz a recenti come la Vis. Dan. gr. B
~secol~ XIV) e ~'Ap.o~. Meth. gr. **** che A.
E (secolo
1 pass1 paral leh, c1 mduc ono a crede re XV), che pure figurano ampi amen te tra ***** ci porte rebbe A.
che la nostr a Visio slava nel suo testo
ori~i?ale greco non sia anter
iore al secolo XV.
Cfr. il comm ento di MACLER, Les apoca
214 lypses, cit., IV, pp. 290293.
Ibid., pp. 293-294. Cfr. GRUMEL, Chronologie, cit., p. 479.
2 17
215
E in effetti sono dieci in totale. 218Si potre bbe supp orre che tale data rappr
216 ha trasc ritto la profezia camb iando quell esent i l'ann o in cui l'aman1;1ense
Cfr. i passi in calce al testo . a origi naria del testo greco; ma m ta!
caso occo rrere bbe supp orre che il camb
iame nto sia stato voluto allo scopo dt
 92 IV. LE <<VlSIONES DANIE LIS
----- ----- ---------- ----- ----- ----- ----- -- IV. LE VTSTO NES DANTE LIS
93
nella data, quant o nell'in terpre tazion e che si
deve dare di ci che detto facend oli uccide re (qui !'Etio pe ucciso da mani
in seguit o. Chi quest o scettrO>> che sorge r uman e e lo scett ro occi-
dall' occide nte del sole>> e dental e che finisce allo stesso modo ). L'altro
porter la sua spada cont ro l'orien te, appor scett ro dalla Cappadocia>>
tando gran de gioia>>, ric- pare propr io che sia Leone III, origin ario forse
chezza , fecond it, pace, duran te i suoi dodic i di Germ anicia , nella Siria
anni d regno ? E chi l'altro
Scett ro Etiope>> il cui forte regno>> sar temut setten triona le, ma ritenu to comu neme nte dell'Is 222
o da tutti e partic olarm en- auria , region e confin an-
te dagli abitan ti delle isole? chiaro che nel te con la Cappa docia, il quale si sollev con le
primo caso ci trovia mo di sue trupp e del tema (degli )
fronte alla ben nota leggen da dell'im perato re Anato lic(i)* contro il debol e Teodo sio III, venne
o re che sorge come da un procla mato imper atore
lungo sonno , credu to come morto , che si (18 aprile 716) ed entr in Costa ntinop oli il25
trova gi nell'A poc. Meth. marzo 717. Di questo imper a-
A siro-g reco-l atina del secolo VII-V III tore si dice infatti che far scorre re sang ue di
e che ha dato origin e alla leggen - sacerd oti e di molti saggi .
da neoell enica del IJ.IJ.PIJ.a.pw~J,\Ioc; ~a.cn.Liic;; nel Pare chiara qui l'allus ione alle persec uzion i
secon do caso all'alt ra leg- contro gli Ebrei (editto del
genda legata al roman zo di Aless andro in India 21 9 722 con cui li obblig ava al battes imo) e contro
(cf. anche la Vis. Dan. gli icono duli (contr oversi a
si. B). possib ile tuttav ia che il profet a abbia inseri icono clasta a partir e dal 726, editto contro
to qui questi due le icone del 730) 213 Molto
scett ri, miti ci in funzio ne simbo logica , tanto proba bilme nte i segni>> nei cieli e sulla terra
pi che, un po' pi avanti , prean nunci ano il grand e
con lo scett ro dalla Cappadocia>> (ci)'' sembr evento svolto si in quegl i anni, a cui il profet
a che si ritorn i ad un a allude chiara mente in
imper atore ben precis o, cio a Leone III detto chiave apoca littica subito dopo, cio il grand
l'Isaur ico. Se cos stanno le e assedi o di Costa ntinop oli
cose, da veder e nella lotta qui descri tta tra posto da Masla ma fra il 15 agosto 717 e il 15
lo scett ro che sorge dall'oc - agosto 718. Si noti che tale
cident e del sole e lo scett ro Etiope>>, comp evento fatto prece dere dalla profez ia della
endia ta nell'es pressi one pro- forma zione di tre scettri>>: a
verbia le: il cane scacc ia il leone>>, la lotta per Costa ntinop oli, a Roma , a Tessa lonica . Se
il potere fra Giusti niano II quelli di Costa ntinop oli e di
(685-695, 705-711) e gli usurp atori, Leonz io, gi Roma non prese ntano diffico lt (a Roma in
strate go dell'E llade -prov e- quel tempo domin ava il re
niente quind i dai territo ri occide ntali dell'im Liutpr ando, che nel 742 attacc l'esarc ato raven
pero -, che regn dal 695 al nate), quello di Tessa loni-
698, e Apsim aros, gi drung ario del tema maritt ca invece lascia sul primo mome nto un po' perple
imo dei Cibirr eoti, che ssi. Ma credo che qui s
regn col nome di Tiberi o III dal 698 al 705, alluda al regno dei Bulga ri al tempo di Terve
qui forse indica to come lo l. vero che il confin e del
scettr o etiope>> temu to dalle isole>> 211l_ noto primo imper o bulga ro non arriva va ancor a
che Giusti niano II, depo- fino a Tessa lonica , ma nei
sto nel 695, mutil ato del naso ed esiliat o a pressi di Filipp opoli, e che alle porte di Tessa
Chers on, riusc a rientr are a lonca non arriv che (alla
Costa ntinop oli nel 705 grazie all'aiu to di Terve line del secolo IX)** , ai tempi di Simeo ne,
l, khan dei Bulga ri - qui ma questo errore potreb be
proba bilme nte indica to come scett ro da occide essere un indizi o del tempo in cui la profez ia
nte>>, <<il cane che scacci a il venne redatt a o tradot ta in
leone 221
-, cos che pot trarre vende
zona slava. In ogni caso, certo che il regno
tta sia di Leonz io che di Apsim aros bulga ro aveva gi assun to
vaste propo rzioni al tempo d Aspar uch (verso
il 680) e che contin uava ad
espan dersi. Nel 712 Terve l, che aveva aiutat o
Giusti niano II a rientr are a
Costa ntinop oli nel 705, invase e devas t tutta
mi A. la region e della Tracia e
giunse fin sotto le mura di Costa ntinop oli
con il pretes to di vendi care
l'uccis ione di Giust iniano II. a questo punto
aggiornare, per cos dire, la pi antica profezia, che si parla nella profez ia
adatta ndola a tempi a lui pi dell'at tacco di Ismai l con 70.000 navi contro
vicini. come successo, ad esempio, per l'altra Vis. Costa ntinop oli e della sua
219 Dan. sl. B (cfr. pi innanzi). entrat a in citt nel terzo giorno . Evide nteme
Cfr. SACKUR, Sibylli nische Texte, cit., pp. 27-31. Di nte qui si allude appun to al
pia che comba tter contro un decimo como un impera tore di Jufio- grand e attacc o sferra to da Masl ma nell'es tate
e del 717, previs to gi nel
anche nella Vis. Dan. slav. B, come ora vedremo, rimarr soccombente si parla 715, quand o Anast asio II, per parar e l'offen siva,
aveva fatto conce ntrare a
220 ma in un contesto diverso.
Il nome Apsimaros sembr a di origine orientale. Rodi una flotta di notevo li propo rzioni , ma
parlan o di lui come drungario dei Cibirreoti Purtro ppo le fonti che risolto si, sia pure dopo un
(Theoph. Chron., p. 370, 24; Ni-
ceph. Syn. Chron., p. 40, 2) non ci dicono da quale
regione dell'impero provenisse.
Si noti per che in queste fonti si dice che egli era Anatolico A.
dei Coricioti, cio di una formazione milita re di un coma ndate dello stratos prima dell'inizio del secolo X A.
gente impor tata nella zona di H
Corico e l stanzi ata da altra regione forse orient
Porfrogenito, De thema tibus, Citt del Vaticano ale (cfr. A. PERTUSI, Costantino
1952, pp.
221
E noto che nella lettera tura apocal ittica il Cane>> 151-152). Sul proble ma dell'origine di Leone III cfr. OsrROG
222
capo barbar o, mentr e il leone un imper atore bizant design a in generale un ORSKY, Storia, cit., p. 188,
ino: cfr. MACLER, Les apoca- n . 43.
lypses, cit., IV, p. 290. Cfr. F. OOELGER, Regest en der Kaiser urkund en des
223

von 565-1453, I, Miinchen und Berlin 1924, p. 35, Ostrom ischen Reiche s
nn. 286 e 288 e p. 26, n. 294.
 94 IV. LE VISIONES DA1\;IELIS>>
- - - - -- - -
anno di dura lotta per la difesa della capitale, in favore dei Bizantini. Si
sa che il khan Tervel, tornato amico dell'imperatore bizantino, contribu
con i suoi Bulgari al successo delle armi bizantine. Ma qui si dice che
Ismail entrer>> nel terzo giorno nella capitale, anche se poi si ammette
che venne scatenata contro gli Ismaeliti una grande lotta>> a tal punto da
annientarli. Ricordiamo, prima di tutto, che, secondo la relazione del
Kitfb al-' Uyun, un'antica profezia islamica avrebbe promesso la conquista
della capitale ad un califfo portante il nome del profeta; ed era il caso di
Maslfuna, il cui nome completo era quello di Sulaymn bin ' Abd al-Malik
Maslma; in secondo luogo, che un'antica leggenda, riportata da Dionigi
di Tell-Mahre e da Karamni, vuole che Maslma abbia costruito la
cittadina fortificata di fronte a Costantinopoli, cio Galata, e che di l per
sette anni abbia sferrato attacchi contro la capitale, finch, venuto a patti
con Leone III, abbia ottenuto di visitare la citt. Entrato a cavallo dalla
Porta di Andrinopoli, vestito di bianco, cinto di due spade e con la lancia
in mano, si sarebbe avanzato fino a Santa Sofia, poi ottenuto l'omaggio di
Leone che gli avrebbe baciato la mano, sarebbe entrato nella chiesa
sempre a cavallo, si sarebbe impadronito di una grande croce ornata di
pietre preziose e finalmente se ne sarebbe ritornato all'accampament o
accolto da grida di giubilo 214 Non da escludere che l'autore della
profezia abbia avuto presente una leggenda consimile, diffusasi gi alla
fine del secolo VIII.
Nel seguito della nostra Visio Danielis si afferma che <<allora i tre
scettri saranno in lotta tra di loro. A parte i fronzoli apocalittici nella
descrizione di questa guerra, credo che qui si alluda da una parte al
conflitto ideologico venutosi a creare tra Roma e Bisanzio, cio tra Costan-
tino VI (780-797), sotto la reggenza della madre !rene, e Carlomagno
(773-814) - a seguito della creazione del Sacro Romano Impero occidenta-
le, in cui si vide a Bisanzio una contrapposizione all'idea dell'unicit
dell'impero e della legittimit stessa dell'unico impero orientale -, dall'al-
tra al conflitto reale tra Bisanzio e il sempre pi forte impero bulgaro al
tempo di Krum (803-814). Non si dimentichi che nell'811 la spedizione
contro i Bulgari condotta da Niceforo I e da suo figlio Staurakios si
risolse in una spaventosa catastrofe per le armi bizantine, in cui trov la
morte lo stesso imperatore. Una sconfitta non meno grave subirono i
Bizantini combattendo contro Krum nell'814 a Versinikia, presso Andri-
nopoli, a tal punto che il khan dei Bulgari sferr poi un'offensiva che
arriv fin sotto le mura della capitale bizantina. Il confine dell'impero bul-
garo si stava avvicinando minacciosament e ad Andrinopoli e Filippopo-
li. Per fortuna dei Bizantini Krum mor improvvisament e (13 aprile 814)
224
Sulla leggenda di Maslma cfr. CANARO, Les expditions, cit., pp. 80-102 e
particolarmente 99-102.
IV . LE VISIONES DANIELIS>> 95
c con il suo successore, Omurtag, i Bizantini riuscirono a concludere una
pace trentennale che permise loro di riparare i danni inferti al territorio
bizantino dai Bulgari. Di qui si spiega l'allusione a lotte cruente attorno a
Costantinopoli (e il sangue si mescoler con il mare per- dodici miglia ... >>)
e alla ricostruzione <<come all'inizio>> della <<signora imperiale.
Infine nella Visio si accenna ad una donna di altra stirpe e immonda
che sorger dalle costole del sud>> e che regner su Costantinopoli. L'allu-
sione ad !rene, madre di Costantino VI, mi sembra qui trasparente. !rene,
moglie di Leone IV, era originaria di Atene e per di pi di famiglia
iconodula. Prese il potere nel 797 dopo aver compiuto un atto disumano e
crudele, cio dopo aver indotto la guardia imperiale a tradire il proprio
figlio Costantino VI durante una spedizione in Asia Minore, a portarlo a
Costantinopoli e a farlo accecare (15 agosto 797). noto che la politica
sconsiderata di !rene provoc il malcontento dei seguaci dell'iconoclasmo
e quindi vari tentativi di complotto contro di lei ed i suoi ministri eunu-
chi, Ezio e Staurakios, cosicch il 31 ottobre 802 !rene venne deposta ed
esiliata prima a Prinkipo e poi a Lesbo. Si comprende dunque perch il
profeta elevi il suo lamento su Costantinopoli: Guai a te, Babilonia dai
sette colli, quando ella regner sulle tue costole, quando sar soppresso il
tuo splendore e sar rigettato ci che sacro!>> 225 Come scrive il Brhier:
<<Irne laissait l'Empire troubl et appauvri l'intrieur, diminu et sans
prestige l'extrieun>. Si noti che una posizione consimile nei confronti
della donna malvagia e straniera>> si ritrova anche nella Vis. Dan. gr. B e
nell'Apoc. Meth. gr. E, oltre che, in modo diverso, nella Vis. Dan. sl. B. !in.
31-33, per cui pensabile che anche queste versioni siano nate in un
tempo abbastanza vicino al [periodo del] regno di !rene.
Quanto segue nella profezia rientra nella tradizione degli scritti apoca-
littici: consegna dello scettro a Gerusalemme, avvento dell'Anticristo e
fenomeni naturali conseguenti alla sua comparsa, tentativo dell'Anticristo
di convertire a s i popoli, comparsa nei cieli dei profeti Enoch, Elia e
Giovanni il Teologo, uccisi poi dall'Anticristo, ritorno alla fede.
Se la nostra interpretazione storicamente corretta, occorrer ritenere
questa versione slava della Visio Danielis come rappresentante di una
delle pi antiche recensioni del testo greco originale, collocabile a poco
dopo il tempo dell'imperatrice !rene (797-802). Di conseguenza questo
testo pi antico, a nostro parere, del testo slavo e greco, di ongme
siciliana, che ora far seguito, collocabile nella sua forma pi pura, secon-
do l'Alexander, verso 1'827-828, ma in realt un po' pi tardo, come
vedremo.
225 L. BRHIER, Vie et mort de Byz.ance, Paris 2 1969, p. 90.
 96 IV . LE <<VISIONES DANIELIS>>
Ecco l'altro testo della Vis. Dan. slava:
Visione del profeta Daniele sugli imperatori, sugli ultimi giorni e sulla
fine del secolo
p. 10 Sr. Venuto l'angelo Gabriele dal profeta Daniele disse parlando co-
s: Daniele, uomo ben accetto, sono stato mandato da te per
5 annunciarti e mostrarti gli ultimi giorni. Riponile ( = queste parole)
nel tuo cuore. Ascolta coloro che vogliono opporsi alle genti a
causa dei loro peccati, perch essi vogliono vivere al di fuori di essi
(?). Dopo avermi preso l'angelo mi pose su di un alto monte, dove
non c'era alcuna traccia umana, e l'angelo mi disse: Riponile nel
10 tuo cuore e ascolta. Ed ecco, quattro grandi bestie uscirono dal
mare ed anche quattro venti. E dissi all'angelo: Signore mio, chi
sono queste bestie venute fuori dal mare?>>. E l'angelo disse: Sono
i grandi imperi negli ultimi giorni. La prima bestia, che hai visto
simile ad un leone, l'impero di Savr. Esso si sollever contro
15 l'altare e lo distrugger, e terr l'impero suo duramente e fortemen-
te per ventidue anni e quando sar finito con faccia impudente
oo
contro il sommo Dio. Egli rimuover il sacerdote dal suo trono e oo
di Vaimij a causa di lui (?). E si lever dalla sua stirpe e da questo
impero uno che lo caccer dal suo trono. Dopo tre anni torner
20 l'imperatore, ma non lo uccider. E avranno paura i suoi maggioren-
p. 10 Sr. ti. E sorger un altro l scettro dalla radice del suo trono e si chia-
mer di nome Firnonum, il quale si dar questo nome di animale(?),
p. 156 Istr. e prender in moglie una donna della citt di Jelad (= Ellade, Gre-
p. l Lavr. cia). E sorger un altro scettro dal suo lombo, il cui nome si scrive
25 nella scrittura greca con la prima lettera dell'alfabeto, ma che in
lettere romane inizia con l'ottava lettera. Egli, regnando con sua
madre, far risuscitare i morti. E quando far ci con perfidia, sua
madre porr le sue mani su di lui, cos come dissi io, Daniele,
all'angelo: Signore mio e principe degli angeli, ho visto questi
30 corni: sono gli imperi romani. Essi sorgeranno negli ultimi giorni.
l Visione- secolo B(elgrade(n)se) om. K(utlumusiens e) 3-21 om. K, mutilo 6
ascolta-7 essi: traduzione congetturale, testo molto oscuro 16 espressione in-
000
comprensibile: avendo tirato il suo vestito (o il suo cappello) 17 espressione
000
incomprensibile: il vestito (o il cappello) 27 madre K: madre Vasilia B i
morti om. B 30 sono- romani K: l'impero romano B essi sorgeranno K: esso
sorger B
3-10 cfr. Vis. Dan. slav., p. 156 Istr. (cfr. Dan. 10, Il sgg.)
10-14 cfr. Dan. 7, 2 sgg. e 17 sgg.
IV. LE <<V!SIONES DANIEL!S>> 97
Il primo corno, ponendo la mano sul proprio figlio, regner in
seguito per cinque anni. Guai a te, Babilonia dei sette colli ( = Co-
stantinopoli), perch regner in te colei che ha un solo seno
(= l'Amazzone). Sorger un altro corno, un altro imperatore della
35 stirpe Go fina ( = Gotica), che aveva il numero 812 (?), e il suo regno
sar solido e forte. Durante i suoi giorni poi apparir un popolo
p. 2 Lavr. vigoroso l e combatter con lui; e questo popolo fuggir davanti al
suo cospetto, e poi questo popolo torner, poich (l'angelo?) disse:
L'imperatore si indebolir; render la sua anima in modo molto
40 miserevole a causa della malattia. Allora sorger dal suo seme un
altro corno, ma sar di breve durata. E si lever un altro corno che
vivr molto poco, ma pi degli altri; e sorger un altro corno con il
nome di un angelo ed egli posseder il suo (del suo predecessore)
trono. Il quinto corno sorger e passer sette anni, e poi sorger un
45 altro corno dalla prima lettera imperiale. Mentre egli avr il trono,
apparir un altro corno; bestemmier contro l'Altissimo e per la
sua bestemmia morir miserabilmen te, e lo condurranno al Caccia-
tore ( = Kynegion). E dopo di lui sorger un altro corno sul trono,
crudele all'inizio per tutti quelli del territorio del suo impero. Du-
50 rante i suoi giorni sorgeranno quattro imperatori, due dall'Oriente,
due dall'Occidente , quattro venti che uscivano fuori e turbavano il
mare. Questi (imperatori) saranno cos: si affronteranno in una
battaglia furiosa e si taglieranno l'un l'altro come l'erba dei campi,
e vi sar molta confusione sulla terra. E si lever l'imperatore dalla
55 =
Citt del sole ( Heliopolis, Baalbek) e li uccider e riporter una
vittoria gloriosa ed entrer nella Settecolli e dar la pace agli
uomini. E dopo questo massacro beati saranno coloro che sono
morti nella fede. E invier alle forze (?) e alle parti occidentali delle
persone che in modo simile sono fedeli a lui e, arrivate queste nella
60 terra ad occidente, gli abitanti della citt chiamata Tyranidi ( la =
31 ponendo K: dopo aver posto B 34 corno K: scettro B 35 812 B: 81218 K
4041 un altro como K: un'altra stirpe, suo figlio Gabriele B 42 como K: scettro
B 46 apparir K: dopodich apparir B corno K: stirpe di nome Edzla B 58
fede K: mia fede B 58 delle persone - 60 chiamata om B 60 Tyranidi, cfr.
gr. Tvpo:wlc;: Tyinaridi K Turinidy, citt Sradica ( = Sredi = Serdica [Sofia] B
54-55 cfr. llis. Dan. gr. A, p. 46 Vas. <<Ka.l ifx'to'tE ~o:crLEucrovow ot 'tCTcro:pec; vlot
(scil. 'tov ~txcrLw<;) ... (a Roma, Alessandria, Settecolli, Tessalonica) xo:t o'toL
aT]Oj..La.XTJCTO:V'tE<; CT'tptx't07td)EuCJ'OVCJ'LV oo XO: crvyXpO'tTJCTOVCJ'L '!tOej..L0\1 aTJ.WV Xa.
oUiidc; S a.{m;:,v crwil't]cre'ttxL ... .
54-56 cfr. Sib . Tib. gr., p. 21, 205-206 Alex. <<Ko:t 1-LE't. 'ttxV'ttx vo:CT'tTJCTE'ttxL ~a.crLEc;
.1t 'H.(ov 7tO.ewc; xo:t 7tO.Ej..LTJCTH 'tV !3o:crLtx 't'ij 'Avtx'tO'ijc; xa.t ilo:vtx'tWCJ'EL tx'tOV ... cfr.
Apoc. Elijah, 30, 5 (vers. Steindorff, p. 85: <<in jenen Tagben wird sich erheben ein
Konig in der Stadt, die man die 'Stadt der Sonne' nennt).
 98 IV. LE VISIONES DANIELIS
Citt Ribelle, cio Siracusa) si ribelleranno, faranno una sortita e
inizieranno a far loro delle offese. E in seguito si solleveranno
coloro che erano in quella citt, ed ecco uccideranno costoro con la
spada. Ed essi si solleveranno l'un contro l'altro e si faranno guerra
65 l'un l'altro. E sorgeranno due tiranni ( = ribelli), il primo dall'orien-
te di questa (citt), il secondo dall'occidente, e si incontreranno l'un
p. 157 lstr. con l'altro l nel posto chiamato Akrodunij ( = Achradina) e si uccide-
ranno l'uno con l'altro, cosicch il mare si tinger del loro sangue.
E verr una donna incinta dalla parte di quella citt, dove in quei
p. 3 Lavr. 70 giorni era avvenuto il presagio, l e dopo aver visto suo fratello
disteso morto, battendosi il petto partorir il figlio suo e rimarr in
preda al dolore per molto tempo. E gli Ismaeliti penetrati all'estre-
p . 11 Sr. mit di quell'isola l faranno molti saccheggi. Quando essi aniveran-
no al posto chiamato Marijainij ( = M ariani), il tiranno ( = ribelle)
75 li stabilir in questo posto; ed arrivati nel luogo chiamato Juennei
(= Enna), si dirigeranno in fretta l, (ma) non riusciranno a conqui-
starla.
[Il.] E Daniele disse all'angelo: Dimmi, Signore mio, per quale
ragione sopraggiungono queste afflizioni in tutto il mondo. E l'an-
66 dall'occidente K: dall'occidente, da Glavinica B 67 Akrodunij K: Krodunii
B 70 presagio (lett. segno) K: segno a Pernik B 70-71 disteso morto K: essendo
diventata madre B (Alex.) .71 partorir om K 71-72 rimarr in preda al dolore K:
abbraccer suo figlio B (Alex.) 73 isola K: isola del Danubio B 74 Marijainij K:
Marijainii e in Mraka B 75 Juennei K: Jennei Veliklud B ma om. KB
72-77 aliter Vis. Dan. gr., p. 39 Vas. Kcxl J.!E"t "tCX"tcx x7t:f]~ouO"LV xcxl )..oM~ouO"LV
ulol 'IO"~a;Tj).. 7toqm)yovnc; ti.c; McxpLcxv xcxl J.!ET "ttxtha; E7tE.EUO"OV"tCXL 1tci.L\I ot utol 'I<1~T).
Etc; 1:-i]v yfiv 1:fjc; 'E.Lvccxc; ol ~v x.l}"tOL, ot O lix.l}"tOL Ei.c; 1t6.w Tupawou ... >>.
78-119 cfr. Horn. de Vis. Dan. gr., pp. 36-37 Vas. K<Xl El7t0\l EyW ~CXVLTj. "t<\i ayy)..~
'KvpL ~ou, oL .,( 7tELO"fjMov cxl l)).(lj/EL<; aU..cxL 1:oi:c; XPLO""tLcxvoi:c;;' xal EL7tv ~oL li.yyE.oc;
'Ovx ~"tL aya;1tq. KvpLoc; @E<; "t\1 'Jq~T). OLOWcm CXU"t(!i "tTl\1 ~OUO"La\1 "tO xpcx-.fjcrcxL Tfjc; yfic;
"tW\1 'Pw~(wv, a.. OLOC "toce; ci~p-r(cxc; X<X"tOLXOVV"tWV v CXV"tij. Kcxl ciplll]O"E"tCXL T) "t L~ T) "tW\1
LEptwv xcxl xtttjiEL T) ilu<1a ci1t -rwv hx.l}<1LWv ... xcxl ~O"O\I"tCXL lEpEL<; Wc; xowc; cx6c;. 'Ev -r<!J
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Tfjc; 0\J\ICXCT"tELa<; CXV"tWV, Tic; X<X"tEXpci"'l}CT<X\1, xcxl rwfJ~wcrcxv 'Pw~v(cxv "tE xcxl IILCTLOLa\1 X<XL
1:occ; .omocc; vl]O"ouc; EpLO"xo~vouc; 7t.TJO"tov 'Pw~T}c;, Kcx.cx(3pav xcxl l:LxELcxv, -rT)v
xaou~Vl}v Tupcxw(ocx 7tO.Lv. T61:E (3.aO"q>T}~l]crcxv-.:Ec; o( 'Icr~T].t-taL poO"LV hL ox E)(OUO"LV
civappuO"Lv tx -.:wv )(ELpwv"J)J.!WV ot 'Pw~i:oL . T61:t cxtcpvLStwc; t!;lilwcrLv ot 'tijc; 7tO.Ewc; hE(Vl}c;
"tfic; xcx.ou~Vl}<; TupcxwCSoc; xcxl EpoO"L\1 s, cX7toxaM\jiEwc; @EOU ~CT0\1 Tfjc; CXV"tW\1 7t6.Ewc;
livilpw1t6v "tLvav ... xal -rou"tov xpcx"t-f}O"anEc; ciml.!;oucrLv cx-rv J.!)(pL o(Vl}c; (leg.
(' Axpcx)o(vl}c; ?) xaxEi: xpLO"ouO"Lv aV-tv Ei.c; (3cxcn..a;, ov Eixov ot /lvilpw7toL w<1El vtxpv ... OU..oc;
E~EkEU<1E"tCXL dc; -.:oc; 'IO"~aTJ.(-.:cxc; tv -.:6mp "tLVL EYOJ.!v~ IIE"tp(v~ (v. l. Ilcxp-.:TJvfic;, cfr. Vis.
Dan. gr., p. 36) xcxt O"Uyxpo-.l]O"O\JO"L\1 7t.EJ.!OV LO")(Up6v. 'Ev s~ -t0 -t61t~ txdv~ E<1"tL\I cpptap
li(O""tOJ.!ov xcixti: cruyx6\jlov-tcxL ci..i}.ouc;, WO""tE x "tWV cxt~a-rwv "tWV 'Pw~(wv xcxl
IV . LE VISIONES DANIELIS 99
80 gelo mi disse: Poich il Signore Iddio ama Ismaele, gli d la forza
di impadronirsi della terra romana. Per i peccati di coloro che
vivono in essa, verr tolto l'onore del sacerdote e verr meno il
sacrificio della chiesa ed i sacerdoti saranno come le genti. In quel
tempo, nel settimo secolo, quando finir il numero degli Ismaeliti e
85 il loro potere, che essi possedevano su di loro, e devasteranno
Persia e Romnia ed altre isole esistenti vicino a Gerusalemme, sia
Lakrija (leg. Kalabria, Calabria), sia Skilija ( = Sicilia). E dopo aver
bestemmiato, diranno: 'Ed i Romani usciranno dalle nostre mani',
senza dire ci segretamente. Partiranno da quella citt chiamata
90 Tyranidij ( = Siracusa), e troveranno qualcuno con il segno di Dio
al centro di questa (citt) portando due recipienti di rame per
metterei le briciole. Quando l'avranno preso - egli ha nome Stolke-
faleu -, lo condurranno ad Akrodunij ( = Achradina, sobborgo di
Siracusa), e qui subito lo ungeranno perch egli sia imperatore. Le
95 genti lo ritenevano come morto. Egli uscir contro gli Ismaeliti con
grande ira e con una gran quantit di gente, incontrer gli lsmaeliti
in un luogo chiamato Perton (leg. Petrino, app. Pertene ?) e ingagge-
r una battaglia furiosa contro di loro. E c' in quel posto una
sorgente con due bocche, in cui il sangue dei Romani e degli
100 lsmaeliti si mescoler. E il Signore Iddio consegner nelle mani
dell'imperatore gli Ismaeliti, dopo di che liberer tutti i suoi e
costruir armi navali e invier le sue forze nelle parti interne
romane e rappacificher le barbe rossicce (bionde) e cos caccer
p. 4 Lavr. via Ismaele. E allora l si compir il detto, che il cane e il cucciolo (di
86 Persia: lett. Persida KB (forse gr. IILO"LO(cxv) 90 Tyranidij, cfr. gr. TupcxwCc;:
Turinadij K Turanidy Sradica(= Sredi, Sofia) B 93 Akrodun' B: Askrodun' K
97 dopo Perton aggiunge ci sono due colline dall'altra parte di Sredi ( = Sofia)
B 99 Romani K: Ryrnsei B 103 cos B: anche K
-.:wv 'lO"~aT)L"tWV J.!EO"-.:v yEv<7ilaL -.: cppcxp. Kal 7tapaowO"EL KvpLoc; 6 8Ec; -.:v 'IO"~ocT) Ei.c;
)(ELpcxc; -rov (3cxO"L.wc; xocl ~ETOC -.:cx-tcx ci7t0<1"tEEi: EL<; 1:.c; )(Wpcxc; CXU"tWV xcxl 7tOLtlO"EL
XCX"tCXO"XE\JTl\1 7t.o(wv XCX pVEV<1EL tx"tci. Ka( /f)...ouc; ciyy.ouc; CX"tou ci1to<1"tE.Ei: dc; "tOC
tvo61:Epcx J.!Pll 1:fj 'PWI-l'IJ<; xat T)~EpWO"EL -.:oc ~a;vll ~llVl} xcxl ~oii OLw~ouO"L\1 -.:v 'lO"J.!a-{]..
Kcxl "t"tE 7t.l}pwill]O"E"tCXL T) 7tpOCjll}"tELa ., .yO\J<1CX hL XUW'J xcxl crxu~vo OLW!;OUO"L\1 ciyp6v.
Kcxl ci7tEp)(o~vou -roii (3aO"L.wc; v ""TI 'Pw~T) EL<7MEL Et 1:61tov .Ey6~Evov AwyyL(3cxpSCcxc;, xcxl
civ"tL-ra~ov-tcxL cui"tv o( -roii 1:61tov txdvou, Kcx -.:ou-rouc; 7tapcxxcx.crcxc; dO".ilEL tv -rii 'PWI-l!l
Kcxl tMwv tv 1:61ttp -rwl ov Tjv XEXEt<r~voc; ill}O"txup6c;, xpouEL J.!E-roc 1:o cppcxyytCou cx-ro Etc;
-.: 1;61iov, i'vilcx t<1-.:lv il'l]<7txvpc; ci7toxExkELO"~vo, 1tpo<1-.:ci!;EL O @Eoii civoLxa-f]O"ov-rcxL (leg.
-i)l]<rE-.:cxL), xcxt t!; oc<toO 1toLl]<1n pwya -r(!i .cx<(i cx1:o. Kcxl t~MEL ci1t 'Pw~TJc; ~E-.:oc 7tkdO"-rou
.aoii xa;l cX7t.ilEL OLC 1:fjc; O""tEpEic; E.v. "tij 'E7t-t<XMcp~ 7tO.EL, xocl ox ~<1"tCXL civ-tLXELJ.!EVoc;
cx-.:(!i, o-.:L KupLoc; 9E Tjv ~E-.:c cx"tou. Kcxt axoU<Til-f}crE"taL cp(3oc; cxu-.:oii lv 7ta"1]7t6kEL xcxt
)(Wp(!' XC1L cXXOV<1CX<; b dc; 0LaX0<1LOO""tV XEq>cik<XLOV "tOU -tpLCXXOO""tOU xtcpcx.cx(ou cX1tOOpci<7EL ci1t
-.;fie; 7t6.Ewc; -rfic; 'E1t"tCXcpov EL<; "t vo6"ttpov ~poc; -tfic; avcx-.:o.ijc; xcxl ci1tokEL"tCXL xcxxwc; .. .'
(cfr. Vis. Dan. gr., pp. 39-40 Vas.)
 100 IV. LE VISIONES DANIELIS
105 leone) andranno a caccia assieme. E in questo modo l'imperatore
andando a Roma arriver in un luogo che si chiama Ivardija
(= Longobardia) ed i Loinghi ( = Longobardi), che sono in quel
posto, resisteranno (a lui). Ed egli accettando ci entrer in Roma
ed arriver nel posto in cui nascosto lo scrigno. E dopo aver
110 battuto con la sua spada-flagello l dove si trova la casa di rame e
la statua di rame in cui nascosto lo scrigno, questo, per ordine di
Dio, si aprir. Egli far regali con questo oro agli uomini. E partir
da Roma con una moltitudine di gente e andr alla Settecolli
attraverso la stessa strada di terraferma; e nessuno si opporr a lui,
p . 158 Istr. l15 poich con lui il Signore Iddio. l E si sentir la paura dell'impera-
tore, il cui nome di 300 lettere [300]; in tutte le localit sentito
(invece) di 200 lettere [200]. La sua crudelt si diffonder dalla
Settecolli (fino) alle parti interne orientali della terra e morir
malamente. Ecco sorger un decimo corno che durer meno di un
120 anno e combatter con un imperatore di Jutiopia (=Etiopia); e
molti dei suoi maggiorenti fuggiranno verso di lui. Egli sterminer
l'imperatore di Jutiopia ed entrer nella Settecolli dall'Occidente e
terr il suo impero con tutta la forza, e si misurer con i suoi
nemici e li subordiner sotto i suoi piedi. E questo scettro regner
125 per trentadue anni e la sua collera e la sua ira sar contro coloro
che hanno rinnegato il Signore. E il paese si placher e ci sar una
grande gioia sulla terra, quale non ci fu mai. E i maggiorenti
saranno uguali agli imperatori ed i poveri ai ricchi. Invier delle
genti ai quattro angoli del mondo ed esse raccoglieranno gli uomini
130 di buona fede e che temono Dio, cercando di vendicare il sangue
106 lvardija K: Vardija B 107 Loinghi B: Loighi K 114 stessa strada B:
strada K di terraferma (o terrestre) KB 116-117 i numeri 300 e 200 ripetuti
derivano probabilmente da una glossa marginale 122 Jutiopia K: Jefiopia B ed
entrer nella Settecolli K: il primo giorno del mese corrente di agosto passer,
Michail prender il potere imperiale e cominceranno i monti a fendersi, i pesci a
morire nei fiumi e il Signore sar con lui sempre ed entrer in Salonicco B 124
scettro K: scettro in Salonicco B 125 trentadue K : trentatre B 126 il paese K:
tutto il paese B
112 sgg.: cfr. Vitam s. Andreae Sali, p. 53 Vas.
12~121 Vis. Dan. gr., p. 40 Vas . Kctl ol !J.EYLo"t.vt a.. oii cptv!;ov"=ctL cbt' a,.ou ... .
124-127 cfr. Vis. Dan. gr., p. 41 Vas. Kpct"'i}cm o "' crxfi7t"=pov a.. ou h'l] )..W xat
l!cr,.a;L 6 lu~ a .. ou d "'oc; cicrt~ovv"'ctc; 1tl KvpLov .. v 9t6v. Kctl ECT"=ctL dpi)v'l] 1tl
"=fie; yijc; o:a. o ytyovtv ci1t xct"=ct~o.fic; x6cr~ou oo' o p.'i) YEvTJCTE"=ctL P.XP' "'.o ... .
127-135 ibid., p. 41 Vas. Kctl ECTOV"=GtL ol ~EyLcr.. .vtc; ct .. oii wc; ~GtCTL.ti:c; XctL o( 1t"=WXOL w
7t.OVCTLOL. T6"'t cl7tOCT"=E.ti: ~O.CTL.tc; c:l.7tctv'tctXOV xctl cruvctlpoicrtL miV"=ctc; nc; y(ouc; xctl
XOLXTJCTEL a;[p.a; cilJwwv XO.L U~pLV XX.'I]CTLWV ... XO.L tVOLXOOWP,TJCTEL 'tO<; vctoc; "=WV y(wv XGtL
"'c. lucrLctCT'tTJpLct, xa;l ox EO"'=ctL i oLxwv i cioLxoup.tvoc; tv 'toi:c; xctLpoi:c; txdvocc; ... xat
'TE.EU"t-f}a'EL 't O"Xfi1tTpOv a.'toi:i V E.pi]''oiTI ,l>.
IV . LE VISJONES DANIELIS 101
--------------------~
innocente e le bestemmie contro la chiesa. E saranno molti all'as-
semblea, e l'imperatore sieder con loro, e si interrogheranno insie-
me e rinnoveranno questa chiesa dei santi e (con) dei simboli, e
ricostruiranno gli altari distrutti. E non ci sar un umiliato ed un
p. 5 Lavr. 135 offeso in l quei tempi, e lo scettro terminer con la pace. Dopo di
lui sorger un altro scettro; durante i suoi tempi sorgeranno dodici
imperatori dalle porte di diaspro e tremer la terra a causa dei loro
visi e gli uomini avranno paura e si rifugeranno sulle montagne e
nelle caverne, e molti periranno, e non ci sar alcuno per seppellire
140 i (loro) cadaveri. Perch anche gli impuri di questa terra discende-
ranno dalle montagne e mangeranno i corpi dei morti. E la terra
sar macchiata da loro e nessuno riuscir ad opporre resistenza a
loro fino al tempo destinato ad essi. E quando finir il loro tempo,
il Signore invier uno degli archistrateghi e li sterminer. E poi
145 sorger l'imperatore romano e si installer a Gerusalemme per
dodici anni, e in seguito apparir il figlio che fa perire ( = della
perdizione). Costui nascer a Sichuza ( = leg. Chorazin) e verr
educato a Vitsaida ( = Bethsaida) e governer a Kapernaum ( = Ka-
pharnaum). Guai a te, Chuzina ( = Chorazin), perch in te nato, e
135 dopo la pace aggiunge e il Signore Iddio lo placher B 141 mangeranno
K : cominceranno a mangiare la carne umana e bere il sangue delle bestie e
mangeranno B i corpi dei morti K : i corpi impuri dei morti B 147 Sichuza K:
nel villaggio di Chuza a Strumica K
136 Vis. Dan. gr., p. 41 Vas. Kctl civacr..i)cr"=ctLS htpov crxfi7t"=pov xa l 7tOLp.a;vE[ "'v
.ctv v dpi)vn ... ...
138-141 ibid., p. 42 Vas. Ton cpEu!;ov.. ctL ol /ivlpW7tOL 1tL .. c.c; o7t.S "=fis yi'jc; xa.l ... oihwc;
lv'r]!;oucr~v . T. y.p iilv'l] "=OU ~opp. crl(wv crcipxctc; civlpW7tWv XctL 7tCVWV ctlp.ct wc; ilSwp .
144-161 cfr. ibid., p. 42 Vas. << Ka.l !J.n. "=ctV"=ct b:t.tvcrE"=ctL ~ctcrL.Ec; "'w" 'Pw-
>Lctiwv XGtL XlX"=OLXTJCTEL V ' !tpoucra..-/j~ E~Oo~ciO L XPOVOV, ... XlXL ~E"=. 't 7t.'I]pWlfiVctL "=V
OWOXct"=OV xp6vov XctL i]p.LO'U cpctv{]crt.. GtL utc; "=fie; t7tw.dctc;. Oihoc; y.p ytwchct~ Etc; xwp(ov
ZiJ11 (leg. Xwpal,tv, cfr. Apoc. Meth . gr., p. 45 Istr.) xal civalpl..jlt"=a.L dc; Bulcra~o: (lcg.
Btl) xal xct'tOLXTJCTEL d c; Kct7t Epv ao~ (... lac. suspicor) (cfr. Apoc. Meth . gr., p. 45 Istr.:
oa;[ CTOL Xwpa, oua;( CTOL B'l]cpCTct'S: XctL CTOL Kct7tEpVctOU~ ... ) OL6 .. , ~ctCTL.EUCTE\1 v ctU't'i; , 'E v
'tcti:c; 'J~pctLc; xtCvaLc; civa~{]crt'tctL ~ctCTL.tc; "'"'" 'Pw~a;Cwv xat 7tpocrtv!;t"=ctL 7tpc; KupLov
xatm .. cicrEL "=C.<; XE~pa.c; 1tcivw "'o opa.vou. Kat xa.. t.lEL MLXct'i}. cipxciyyt.oc; xal p~ "'
cr"'1J.p.ct au.. oii crv "=0 !;u)..~ "'cii cr"'aupo v cJ hctvu (cr)l'l] oMtcrcr(a, oKvpLoc; 'J!J.wv 'l'l]croc;
XpLCT't6c; (cfr. contra Apoc. Meth. gr., p. 45 Istr.: xat cipti: ~ctCTL.tc; "=Wv 'Pw~a;(wv "'
CT"=(P,~O. ct1l..o Xctl 7tLl{]CTEL GtU"= V "''ci> Cl'"=GtUpci> XO:L x7tE"=ciCTct<; "=C<; XEtpa.c; ct'tOV dc; "=V
oupctvv XctL 7tctpctOWCTEL 't'i)V ~ctCTL.tCa.v ct&tou "=ci> 8t0 Xct llct"=PL ... ). T6"=E 1tctpctOWCTEL
~ctcrL.tc; "'"'" 'Pw~a;Cwv "'1)" ~ctcrL.tCa.v 'tQ 8tw xa;l na.. pC. Kat 't6'tE cpctvi}crE"=ctL u(c; "=fie;
ci1tw.da.c; 7toLwv CT'IJP.Ei:a. ... (cfr. Apoc. Meth. gr., p. 47 Istr.: !J.E"=O.CT'tp.jln "'v ij.Lov Etc;
crx6.. oc; xat "'TJ" crE.{]v'l] v dc; a[p.a). Kal Eulc; ci1tocr"'E.ti: KvpLoc; "'oc; ltp&.7tov'tctc; a."tou 'Evwx
XGtL 'H).,(a;v ..., vwmov 7tclV'tWV .y!;oucrw ct .. v wc; .jiEUO'"='IJ" ... T6"=E 6pyLcrldc; utc; "=fie;
ci7tw.tiac; .vt.ti: "'oc; y(ouc; xdvouc; p.o.xaipq.. T6'tE cpavicrtL a,.v KvpLoc; ..., c;i Tj S6!;o: ...
 r ~t~
102 IV. LE VISIONES DANIELIS
150
a te, Vitsaida, perch in te stato educato, e a te, Kapernaum ,
P:rch in te governa. Quando apparir il figlio della perdizione,
l'Imperator e romano arriver al luogo del Cranio ( = Golgotha), por-
r la sua corona sulla croce e pregher Dio, e levando le mani verso
il cielo egli consegner l'impero cristiano a Dio e al Padre. Dopo di
155
che il figlio della perdizione comincer a fare prodigi e miracoli. E
si prosciughe ranno le sorgenti, e il sole egiziano (?) cambier in
colore di sangue; ed apparirann o due uomini che non hanno prova-
to la morte, Junoch (= Enoch) (e) Ilija (=Elia), e con loro combat-
ter il figlio della perdizione e li uccider, e saranno crocefissi sul
160 legno. Ges, Dio nostro, prender la loro anima dalla loro bocca.
Gloria a Dio nostro nei secoli. Amen
Prima di tentare di dare un'interpre tazione storica di questa seconda
Visio Danielis slava, sulla traccia gi segnata dall'Alexan der 226, opportu-
no, io credo, fare qualche considerazi one sul testo. Ci trasmesso da due
codici, uno del monastero atonita di Kutlumus(i u), l'altro di Belgrado,
andato distrutto purtroppo per eventi bellici. Quello di Kutlumus(i u), che
non presenta le interpolazio ni di quello di Belgrado, di cui parleremo tra
poco, mutilo all'inizio (fino alla linea 21 della nostra traduzione) , e
quindi non ci rimane che il codice belgradese per supplire la lacuna. Ma
questo codice, oltre che difficolt testuali (frasi quasi senza senso) e proba-
bilmente anche qualche lacuna all'inizio, presenta in pi punti delle inter-
polazioni, perch si trovano delle aggiunte di toponimi bulgari accanto a
dei toponimi siciliani e non siciliani e inseriti anche alcuni nomi propri:
27 madre K: madre Vasilia B
40-41 un altro corno K: un'altra stirpe, suo figlio Gabriele B
46 corno K: stirpe di nome Edzla B
60 Tyranidi: Tyinaridi K Turinidy, citt Sradica (= Sredic ' Serdica ' Sofia)
B
66 dall'occiden te: dall'occiden te da Glavinica B
70 segno K: segno a Pernik B
73 isola K: isola del Danubio B
74 Marijainij K: Marijainii e in Mraka B
75 Juennei K: Jennei Veliklud B
90 Tyranidij: Turinadij K Turanidy Sradica (= Sredic Sofia) B
97 dopo Perton aggiunge: ci sono due colline dall'altr~ parte di Sredic B
153 Dio K: il Signore Dio B 158 e om. KB 159 figlio K: principe B
226
Cfr. ALEXANDER, Medieval Apoca/ypses , cit., pp. 1010-1017; Io., Les dbuts des
conquetes arabes en Sicile et la tradition apocalyptiqu e byzantino-sla ve, Bolletti-
no del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, 12 (1973), pp. 1-37.
IH,.
IV. LE VISIONES DA:-.IIELIS>> 103
122 ed entrer nella Settecolli K; nel primo git?rno qel me_se con:ente _di
agosto passer, Michail prender i_l pote;e tmP_erza!e e_ t montt c~mzn
ceranno a fendersi, i pesci a monre net fiumt, e tl Stgnore sara con
lui sempre, ed entrer in Salonicco B
124 scettro K: scettro in Salonicco B
147 Sichuza K: nel villaggio di Chuza a Strumica K
Secondo l'Alexander 227 , che ha studiato a fondo recentemen te le inter-
polazioni del codice di Belgrado, ci troveremm o di fronte a un interpolato-
re che, utilizzando la traduzione slavo-bulga ra pi antica, avreb~e, ~er
cos dire, bulgarizzato>> il testo, cio lo avrebbe adattato ad una situazw-
ne storica locale pi tarda. Sempre secondo l'Alexander , (egli) avrebbe
voluto fare riferimento al periodo 1078-1081, in cui, durante la spedizione
di Roberto il Guiscardo, la Bulgaria si sarebbe ribellata contro Alessio I
Comneno affiancando si al Normanno in sostegno del falso ex-imperato re
Michele VII. L'ipotesi ci sembra ragionevole , anche se i dati storici sono
applicabili alla profezia cos interpolata in modo piuttosto approssi~ato.
Pi importante , ovviamente , stabilire il significato della traduzi?ne
slava non interpolata . Occorre notare, innanzi tutto, che mentre la pnma
parte (lin. 3-77) non ha riferimento preciso ad una Vis. Dan. gr. conserva-
ta salvo qualche punto particolare in cui possibile procedere a un
p~ragone con un testo greco parallelo - ma anche in questo _caso ,il tes~o
slavo d una versione differente -, la seconda parte segue pnma l Homtl.
de Vis. Dan. gr. attribuita al Crisostomo (lin. 78-119), pur con _fraintendi-
menti ed errori talvolta piuttosto grossolani, poi di nuovo la Vts. Dan. gr.
A sino alla fine (lin. 121 e 124 sgg.), ma interpoland ola talvolta con l'Apoc.
Meth. gr. A. Si osservi anzi che ad un certo punto il testo slavo (!in.
147-151) permette di integrare una lacuna del testo greco. . .
E veniamo al significato storico. La profezia inizia in modo simile ad
altre, cio con l'apparizion e a Daniele dell'angelo Gabriele, il quale
incaricato di svelare il futuro del mondo e gli ultimi giorni>>. Le quattro
grandi bestie>> ed i quattro venti sono certo deri;ati_ ~a Dani~le: e cos
pure la prima bestia simile ad un leone>> [pure] di ongme daruehca. Ma
mentre nel Daniele biblico ed in molti testi apocalittici vengono elencate
tutte e quattro le bestie (1. leone con ali d'aquila, 2. orso co_n tre costole
tra i denti, 3. pantera con quattro ali e quattro teste, 4. bestia m~s.truos~
con dieci corna) - e in esse gli interpreti moderni identificano gh Impen 228
dei Babilonesi, dei Medi e Persiani, dei Greco-Mace doni e dei Seleucidi
227
P. ALEXANDER, Historical interpolation s in the Zbornik Papa Dragolia, in
Actes du XVI' Congrs Internationa l des Etudes Byzantines (Bucarest 6-12 sept.
1971), publis par !es soins de M. BERZA et E. STANESCU, III, Bucarest_l976,_ pp .. 23-38:
22l! Cfr. Dan. 7, 1-7 e il commento in La Sacra Bibbia tradotta
dai t~st1 ongmah
e commentata a cura di S. GAROFALO F. VATTIONI- L. ALGISI, II, Tonno 1964, pp.
 104 IV. LE VISIONES DANIELIS>>
-, nel nostro profeta si parla soltanto della prima bestia, simile ad un
leone identificata con 1'<dmpero di Savr. Credo anch'io, come ha gi
229
visto l'Alexander , che si tratti non pi dei quattro imperi danielici o
post-danielici di altre Apocalissi o Visioni apocrife, ma del regno di Leo-
ne III l'Isaurico (Savn> per <savn>), il quale, bench non abbia regnato
22 anni, come dice il nostro testo, ma 24 (717-741), chiaramente riconosci-
bile, in quanto di lui si dice che si sollever contro l'altare e lo distrugge-
r e terr l'impero duramente e fortemente ... impudente contro il sommo
Dio ... rimuover il sacerdote dal suo trono ... >>. L'allusione alla controver
sia iconoclasta e alla rimozione del patriarca Germano I abbastanza
trasparente. Il secondo imperatore il cui nome possibile che figurasse a
questo punto del testo, che appare corrotto, certo Costantino V
(741/2-775), suo figlio, che dovette lottare contro l'usurpatore Artavasdo,
suo cognato (e in effetti il testo dice: dalla sua stirpe>>), il quale aveva
sposato Anna, sorella di Costantino V (741-742). L'imperatore Costantino
non <<torn dopo tre anni>>, ma alla fine del 742, e in realt non uccise
Artavasdo, ma lo fece accecare. La frase: e avranno paura i suoi maggio-
renti>> certo da riferire al regno di Costantino V in cui, dopo il concilio
di Hieria (754), impervers il terrore contro gli iconoduli 230 II terzo impe-
ratore, chiamato nel testo <<Firnonum>> (e si tratterebbe del nome di un
animale), avrebbe preso in sposa una donna di Jelad>>, cio dell'Ellade.
Malgrado la stranezza del nome Firnonum>> -derivato dal nome cazaro
della prima moglie di Costantino V, di cui era figlio? -, non difficile
riconoscere in lui Leone IV (755-780), che spos !rene, originaria di Atene.
Il quarto imperatore certo il giovanissimo Costantino VI (780-797) - la
cui lettera iniziale del nome non certo la prima dell'alfabeto greco n
l'ottava di quello latino, come dice il nostro testo: ma si tratta, io credo,
di una mascheratura voluta, cos da impedire una troppo facile identifica-
zione - che regn sotto la reggenza della madre Irene. Che cosa voglia
dire l'espressione: <<far risuscitare i morti, non chiara, a meno che non
si alluda qui al concilio di Nicea del 787 in cui venne ristabilito il culto
delle immagini. Poco chiara pure la frase successiva: quando far ci
1086-1087. Tuttavia sull'identificazione dei quattro imperi cfr. J. W. SWAIN, The
Theory_ of th~ Four Monarchies. Opposition History under the Roman Empire,
Clas,~Ical _Ph!lo_logy, 35 (1940), pp. 1-21, secondo il quale, gi dal I-II secolo d.
Cr., !IdentificaziOne era la seguente: Babilonesi, Medi e Persiani Greco-Macedo-
ni, ~OII_Iani._ Nella Vis. Dan. copt. appare di nuovo cambiata ~egli imperi dei
Persiani, de1 Romani, degli Elleni (cio dei Bizantini) e degli Ismaeliti (cfr. anche
n. 332).
229
ALEXANDER, Les dbuts, cit., p. 12, n. 19.
230
Cfr. le testimonianze di Teofane, delle Vite di alcuni santi e dei testi
co~nessi co~ il concilio del 754 in H. HENNEPHOF, Textus byzantinos ad iconoma-
chram pertmentes, ed. H. H., Leiden 1969 (= Byzantina Neerlandica Ser A
Textus 1), pp. 7, 28 sgg. e 58 sgg. '
IV. LE <<VISIONES DAN!ELIS>> 105
con perfidia>>; ma forse allude ai misfatti di Costantino VI perpetrati
contro lo zio Niceforo e gli altri fratelli di suo padre, contro i suoi
ex-sostenitori del tema (degli) Armeniac(i) * e contro soprattutto la moglie
legittima Maria (questione moichenica). La serie degli imperatori roma-
ni>> continua con una caratterizzazione non sempre fedele di coloro che
regnarono da !rene a Michele II e a suo figlio Teofilo
231
In effetti, gi nel caso del primo corno>>, l'espressione <<ponendo la
mano sul proprio figlio>> appare per lo meno strana, a meno che non
abbia un significato ostile, come fu in realt, in quanto !rene, opponendo-
si ai continui misfatti del figlio, lo fece catturare e accecare, divenendo
cos, attraverso un grave crimine, imperatrice unica sul trono di Bisanzio.
II suo regno dur esattamente cinque anni (797-802), come dice anche il
nostro testo, e l'espressione usata per designare la sua personalit dispoti-
ca (<<l'Amazzone>>) quanto mai significativa. L'altro <<corno>> sembra c~e
sia Niceforo I, l'ex-logoteta del tesoro imperiale (802-811), ma non sappia-
mo se fosse veramente di stirpe <<gotica>> e non facilmente comprensibile
quel numero 812. Fu per durante il suo regno che si verific~ ~n~ guerra
contro un popolo vigoroso>>: si tratta, io credo, delle tre spediZIOni contro
il khan dei Bulgari Krum, la prima arrestata da un complotto militare
ad Andrinopoli (807), la seconda pure arrestata da una rivolta dei capi
militari (809-810) e la terza svoltasi vittoriosamente con la conquista di
Pliska, ma conclusasi in modo tragico con la morte sul campo dello stesso
Niceforo (26 luglio 811). Dopo di lui sal al trono il figlio (<<dal suo seme)
Staurakios che regn in effetti per brevissimo tempo (dal 26 luglio al 2
ottobre 811), deposto a seguito di una rivolta delle armate e del senato
contro il tentativo del giovane imperatore di far riconoscere come impera-
trice la moglie Theophano. Qui probabilmente nel testo c' una ripetizio-
ne, perch fra Staurakios e il successivo imperatore con il n~m~ di un
angelo>>, cio Michele I, viene inserito un altro corno>>, che viVra ~olto
poco, ma pi degli altri>>, come dice il testo, mentre fra Staurakws e
Michele I non ci furono altri imperatori. Michele I Rhangab (811-820)
era il cognato di Staurakios, ma dovette superare un complotto dei soste-
nitori dei figli di Costantino V per assidersi sul trono. Il quinto <<como>>
che dura per sette anni certo Leone V (813-820), detto l'Armeno,
ex-stratego degli Anatolici. Quello successivo deve essere Michele II
(820-829), fondatore della dinastia amorica, il quale, subito dopo la sua
elevazione al trono, fece incoronare il figlio Teofilo. L'espressione <<della
prima lettera imperiale>> o allude al fatto che fu il fondatore di q~esta
nuova dinastia di Amorion oppure al fatto che, appena eletto, emano un
* Armeniaco A.
231 Su di essi e la loro identificazione cfr. anche ALEXANDER, Medieval Apocalyp-
ses, cit., p. 1000, n. 10, e In., Les dbuts, cit., p. 12, n. 9.
 106 _ _ _I_V_._ LE << VISIONES I)A NIELIS>>
- - - - -
decreto che interdiceva ogni discussione sul culto delle immagini. Certo,
n Michele II n Teofilo poi, quando fu imperatore (820-829), furono
favorevoli al ristabilimento del culto delle immagini, ma pi [contrario fu]
Teofilo che Michele II, in quanto nell'832 scaten una nuova persecuzione
contro gli iconoduli (<<bestemmier contro l'Altissimo>>) 232 Tuttavia non
affatto vero che sia morto <<miserabilmente>> dopo esser stato condotto al
Kynegion, luogo in cui venivano fatte molto spesso le esecuzioni, bens di
morte naturale.
Nella frase che segue : <<e dopo di lui sorger un altro como sul trono,
crudele all'inizio per tutti quelli del territorio del suo impero >>, sembrereb-
be che il profeta voglia continuare la serie storica degli imperatori succes-
si a Michele II e a Teofilo; e la frase, in realt, potrebbe alludere, pi che
al successore Michele III (842-867), al ribelle Tomaso, uno slavo del-
l'Asia Minore gi compagno d'armi di Michele II, il quale cerc di farsi
passare per il deposto Costantino VI e che venne incoronato imperatore
dal patriarca di Antiochia (821). Alla fine di quell'anno giunse a porre un
lungo assedio alla capitale, (ma fu) stroncato dalle forze militari fedeli a
Michele II e dall'aiuto del khan bulgaro Omurtag (823). In ogni caso
quanto detto subito dopo sui quattro imperatori, due dall'Oriente e due
dall'Occidente>> e sulla lotta accanita fra di loro, e cos pure sull'apparizio-
ne dalla Citt del sole di un altro imperatore che eliminer duramente i
quattro precedenti contendenti, non ha nulla a che vedere con la storia. Si
tratta di una reminiscenza della Vis. Dan. gr. A e della Sib. Tib. gr. e
quindi di carattere nettamente apocalittico.
Ci malgrado, la storia riprende subito dopo, l dove si parla della
conquista araba della Sicilia. I punti base che risultano da un'analisi di
questo passo (lin. 58-77), integrato con le notizie date dalle fonti arabe e
greche, secondo l'Alexander 233, sono i seguenti: l) L'imperatore bizantino
(certo Michele II, verso 1'821-823, a seguito delle difficolt create dalla
rivolta di Tomaso lo Slavo con l'assedio di Costantinopoli) invia dei
messaggeri nelle province occidentali (cio in Sicilia e in Calabria). Questi
arrivano a Siracusa e richiedono, molto probabilmente, nuove imposizioni
fiscali per finanziare la guerra contro Tomaso. 2) Scoppia una ribellione
a Siracusa, la citt si divide in due fazioni ; a capo di una di esse si pone
l'ex-turmarca della flotta siciliana Eufemio ed alcuni ribelli vengono ucci-
si. 3) Insorgono altri disordini a Siracusa: due ribelli (o meglio, due capi
di fazioni) si scontrano ad Achradina, sobborgo a ovest dell'isola di Orti-
gia. Si tratta probabilmente di altri disordini verificatisi a Siracusa dopo
il processo intentato contro Eufemio per aver sposato una religiosa, fo-
mentati dallo stesso Eufemio. L'ex-turmarca della flotta riesce ad avere la
232
Cfr. H ENNEPHOF, Textus, cit., pp. 16-17 (testimonianza di Teofane Conti-
nuato).
233
AL EXAN DER, Medieval Apocalypses, cit., p. 1010 sgg. e Io., Les dbuts, cit., pp.
1-37.
IV. LE VIS IONES DANIELIS>> 107
meglio sui partigiani lealisti e a impadronirsi della citt. Poi nomina
[come] governatore di una provincia uno della sua fazione, chiamato
Balata nelle fonti arabe, il quale, a sua volta, si ribella a Eufemio e cerca
di impadronirsi del potere. I due si scontrano in battaglia nel sobborgo di
Achradina: Eufemio battuto e fugge in Africa per chiedere l'intervento
degli Arabi Aglabiti (presso l'emiro Ziyadat-Allah di Qayrawan) in suo
favore. 4) Da Siracusa viene una donna incinta, muore suo fratello ed ella
d alla luce un bambino ed profondamente addolorata. L'allusione non
chiara, per l'Alexander 234, ma potrebbe trattarsi della sposa di Eufemio
da lui abbandonata a Siracusa quando fugg in Africa. 5) Gli Arabi Aglabi-
ti (sott~ il comando di Asad) sbarcano all'estremit della Sicilia occidenta-
le (a Mazara del Vallo, 17 giugno 827), devastano l'isola e passando per
Calatafimi (Qal'at Euphimi, Castello di Eufemio) giungono a Mariani (pro-
babilmente l'attuale Marianopoli a nord di Caltanissetta) e qui il ribelle
(Eufemio), che accompagna le truppe arabe, riesce a consegnare ad essi la
citt. 6) Da Mariani gli Arabi marciano su Juennei o Jennei (Enna), dove
tentano invano di impossessarsi della poderosa fortezza, dissuasi dall'in-
tervento di rinforzi giunti in aiuto degli assediati. Fin qui le allusioni del
testo della Visio. Ci che pu apparire strano che in essa non si parli
affatto dell'assedio di Siracusa dell'828, in cui a seguito di un'epidemia,
che fece strage nel campo arabo, mor anche il qadi Asad, cosicch gli
Arabi furono costretti alla ritirata. Questo potrebbe far supporre che la
profezia sia stata scritta prima dell'inizio dell'assedio di Siracusa.
Tuttavia la profezia non si arresta a questo punto, ma continua mu-
tuando prima dal testo greco dell'Rom. in Vis. Dan. attribuita al Crisosto-
mo (!in. 78-119), poi da quello della Vis. Dan. gr. A. (!in. 119-161). Qui, anzi,
abbiamo una possibilit di controllo sul modo (in cui)* il traduttore slavo
si comportato nei confronti del testo originale greco, e risalta subito
all'occhio dal paragone fra i due testi, che lo slavo molto spesso non ha
capito affatto il greco : spesso traduce meccanicamente, travisando il sen-
so o facendo dire addirittura il contrario di quanto [detto] nel testo
originale. Per l'analisi storica di questa parte sar quindi opportuno basar-
si sul testo greco, non su quello slavo. Qui gli Arabi appaiono come gi
padroni di una buona parte della Calabria e della Sicilia, e in particolare
di Siracusa, pieni di tracotanza nei confronti dei Bizantini (affermano che
i Romei non avranno possibilit di redenzione dalle loro mani ). Ora,
Siracusa cadde in mano araba dopo sette attacchi per mare e per terra
nell'878. Di conseguenza la profezia, tal quale a noi giunta, non
* come A
234 ALEXAN DER, Les dbuts, cit., pp. 17-18.
 'l

108
' ll
\

IV. LE VISIONES DANIEUS>> IV. LE <<VISIONES DANIELIS>>

l
109 'l

dell'827-28, come afferm a l'Alexa nder, ma di cinqua

nt'ann i dopo. Anzi, di . d r . contra con gli Arabi a Petri ne/Per tene/P erton \!
~~~~: ch~~~lee;o~:~i~o sia da identificare c~n. la :~~e~!~l~~ i~o:e~;:o-d~
pi di cinqua nt'ann i dopo, perch nel seguit o si precon ,
izza addiri ttura la
liberaz ione della Sicilia dal giogo arabo. ~ chiaro
~t~~!:u~~o,~;as:t:e::~,s~ae~~~~:~:~f::mq~~~i ~~ ~eggere <<Parthen6fn>>. La
che tutto ci visto
sub specie apocal ittica e per di pi innest ando
a questo punto la fa-
mosa leggen da dell'im perato re <<come mortO>> che ' h
risorge per vendic are , to da identif icare da una 1
l'onta della sconfi tta, ma non pi a Costan tinopo li,
come in altre Vis. Dan. ~org~nte ~.::e~u~~c~ ;a~~~:a con il cosidd etto Occhioparte con a amosa
della Zillica, cio
gr., bens a Siracu sa stessa. Infatti nel nostro
testo greco- slavo si dice che c~~ ~n~ue palle d'acqu a dolce sul lato sud-ov est dell'iso la di
gli abitan ti di Siracu sa trover anno per rivelaz ione Ortigia , poco
divina>> un uomo in distan ti dal <<Parthen6n>> (Duom o). h
mezzo alla citt - e nel testo slavo prend e il nome
di Stolke faleu, cio di Il resto del testo greco- slavo non a per nm. .molta import anza, perch
capo della sedia o <<del tronO>> -, lo condu rranno
nel sobbo rgo di Achra- puram ente apocal ittico. Per l'impe ratore di Etwpi. . -
dina e lo incoro nerann o imper atore. E questi marce a (e le vicend e succes
r contro gli Ismae liti . ** da la)*** Vis Dan. sl. A.
e si scontr er con loro a Petrin o (o Petrin e; oppur
e, second o altra lezione siveCert~l ~~esto testo gre~o-slavo della Vis_io Dani~lis, ancdh~ s~n~~ri~s , .1
della Vis. Dan. gr. A. Perten e o anche, second o la
versio ne slava, Perton ), . . d' uesto genere ~
dove, dice il nostro testo, <<c' ... una sorgen te con pi a~tico a_ noi g!Unt~l l S~ T al mo~eneto tuttav ia uno e1 P
della conqu ista araba. ~

due bocch e, in cui si
mesco ler il sangu e dei Roman i e degli Ismaeliti>>
(cos il testo slavo), perc~e. ambhienltato. ne apar~~~ ~~a un pezzo pi antico , databi
possib ile c e a pnma le gli anni
oppure : dove c' una fonte con due bocche , e l . do 0 al mome nto
si scontr eranno gli uni 827-828, riutiliz zato ~uc_cessivamente c~~c~ s:s~~~
contro gli altri, cosicc h la fonte sar piena di sangu
e dei Roman i e degli in cui Bisanz io tento disper atame nte l neo
~=~'isoia, cos come la
Ismaeliti>> (testo greco) . In seguit o egli contin uer durant e la rivolta della
traduz ione slava ~enne_ ri~tilizza:~ l:e!t~~~l~i ~~tti
la sua lotta contro gli
Arabi, arman do una potent e flotta e invian do forze questi testi profeti ci o
notevo li nelle parti Bulga ria contro Bisanz w. c un P
intern e roman e >> (testo slavo), oppure : <<invier nelle
loro region i e prepa- apocal ittici.
rer delle navi e le armer , e mande r altri messa
ggeri suoi nelle parti pi
intern e di Roma>> (testo greco) , poi rappac ificher
le barbe rossicc e (bion-
de)>> (testo slavo) o le <<Stirpi bionde (testo greco)
e Cos caccer via * trasfor mata A
Ismaele>> (testo slavo) o insiem e darann o la caccia
a Ismaele>> (testo ** etc. A
greco) . Quant o segue non si stacca molto dai testi
consim ili gi visti, in *** cfr. A
cui si parla della rappac ificazi one delle <<Stirpi
bionde>> e abbiam o gi
fatto l'ipote si che in essi si alluda agli avveni menti
verific atisi fra 1'863 e
1'885 ai tempi di Basilio I. Di conseg uenza la nostra
profez ia greco- slava
da protra rre ancora nel tempo e da colloc are almen
o alla fine del secolo
IX.
Qui non rimane da chiarir e che un punto: la localit
di Petri no/Pet ri-
ne>> o Perte ne o Perto n 235 Sul primo mome nto
si sarebb e tentati di
identif icarla con la Petrine>> dell'/ti ner. Anton. , p.
96, a cui si fa corrisp on-
dere l'attua le <<Petralia Soprana>> sul versan te meridi
onale delle Madon ie
a sud di Cefal . Ma a parte il fatto che tale cittadi
na si trova a 1147 m.,
occorr e osserv are che non c' traccia nella storia
della conqu ista araba
della Sicilia di una battag lia di una certa impor tanza
nella zona di Petra-
lia Sopra na (ma vicina ad essa Geraci , conqu istata
nell'840); inoltre qui
si dice che <<in essa c' una Sorge nte a due bocche>
> . Dato che l'incor ona-
zione dell'im perato re posta ad Achra dina, sobbo
rgo di Siracu sa, e che

235
L'Alexander nei suoi due studi citati non si sofferm a
abbast anza curioso. su questo toponimo
 v.
IL PROBLEMA DELL'INTERPRETAZIONE STORICA DELLE
VISIONES DANIELIS

La Visio Danielis pi diffusa e pi comune a Bisanzio

Dobbiamo ora affrontare una questione piuttosto importante : quella

della datazione della Visio Danielis. Premettiamo che tale Visio si presenta
sostanzialmente in tre redazioni abbastanza vicine l'una all'altra, e le distin-
gueremo in A, B, C 236 La A sembra la versione pi diffusa (A = 10 codd.
recensiti: Istr. 135-139, Vas. 43-47 - 19 codd. Schmoldt) e pi Vera, nel
senso gi detto; B (B = l cod.: Istr. 140-142; Schmoldt manca) molto
vicina ad A, ma presenta qualche breve interpolazione e qualche omissione,
forse per difetto di traduzione; infine C (C = 2 codd.: l lstr. 143-144 e l
Klost. 121 - Schmoldt sec. edd. lstrin e Klostermann) si allontana notevol-
mente da A e da B, sia perch presenta molte omissioni, probabilmente
volontarie, opera cio del redattore, sia perch presenta delle interpolazio-
ni notevoli, tra cui la pi caratteristica quella in cui si specifica che
!'ultimo imperatore risorger dalla morte: ci che da collegare con la
versione del <<Re dei Romani della Apocalypsis Methodii, in cui si parla
appunto del risveglio di un imperatore creduto morto 137, versione che dar
poi origine alla favola tanto diffusa nella letteratura neo-ellenica del
Ma.p~a.pw~voc; Ba.cn~Iic;, cio del Re pietrificato o Re sepolto, studiata tavv. 5-6
largamente dal Bees 238
Veniamo dunque alla questione della datazione. Il Macler, dando una
versione francese della redazione greca pi comune della Visio Danielis,
osservava che, a differenza delle Visiones orientali (armena, araba, persia-
na e copta), quella greca lasciava molto a desiderare dal punto di vista
storico e, fermatosi unicamente sulla menzione del grande Filippo, con-

236
A= ISTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 135-139; VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 43-47;
KLOSTERMANN, Analecta zur Septuaginta, cit., pp. 115-120 e in Zeitschrift f. altte-
stam., cit., pp. 148-150; B = IsTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 140-142; C= ISTRIN, Otkro-
venie, cit., pp. 143144; KLOSTERMANN, Analecta zur Septuaginta, cit., p. 121.
237
238
Cfr. !STRIN, Otkrovenie, cit., p. 143, 28-29 con ibid., p. 40, 2 sgg.
BEES, liEpl -rou iu-ropT)p.vou XP1Jup.oJ..oy[ou, ci t., pp. 203244 ..c;' e particolarmente
244y~244c;:
112 V. INTERPRETAZIONE DELLE VJSIONES _:_
D_A_N_I_E_L_IS_>_
>- - -- - V. INTERPRETAZIONE DELLE << VISIONES DANIELIS 113
eludeva rapidamente - e un po' superficialmente - che la Visio greca era prando e di Salimbene de Adam 247 , la Visio Danielis greca originaria (pa
nata al tempo delle Crociate e che il grande Filippo era da identificare re) * anteriore al secolo X, ma (sembra essersi) ** diffusa[si] soprattutto
con Filippo I, re di Francia (1052-1108), mentre il Giovanni, di cui si parla all'inizio del secolo XIII; nel secolo XV tradotta in latino dal Pusculo ed
nelle redazioni A e C era da identificare forse con Giovanni III Ducas Va- citata, come abbiamo visto <2' 8>, da Nestore Iskinder, ma nella forma (in
tatzs (1222-1254) 239 Il Bousset 240 ha pensato a Filippo II di Francia e lo cui)*** giunta fino a noi. t probabile per che tra il secolo X e il secolo
Schmoldt 241 a Filippo di Svevia, ma senza approfondire l'ipotesi; il Kam- XV questo testo sia stato sottoposto a dei rimaneggiamenti per <<aggiornar-
pers 242 infine riteneva che si trattasse di Filippo di Macedonia e che il lo agli eventi che si andavano verificando nella storia dell'impero bizanti-
Giovanni delle altre due redazioni (fosse) * una chiave apocalittica per Ales- no. Tuttavia, c' un punto essenziale, a nostro avviso, nella Visio Danielis
sandro Magno e (che) i quattro figli (fossero) i Diadochi. Il testo, a nostro greca, qu ale essa ci pervenuta, per affrontare il problema della sua
avviso, merita un pi attento esame dal punto di vista storico. t chiaro che datazione, ed l dove si parla di un'invasione dei <<popoli del nord>> che
trattandosi di un testo storico-apocalittico riesce difficile distinguere ci discenderanno <<fino al grande fiume e qui divisisi in quattro gruppi ,
che pu essere storico da ci che prospettato come futuro profetico, cio l'uno sconvolger la zona di Efeso, un altro quella di Malagina, un altro
immaginato, specie nella parte finale, di carattere pi chiaramente escatolo- ancora la regione di Pergamo e l'ultimo la provincia della Bitinia 24 9
gico. In ogni caso, non credo che possa costituire un punto di appoggio la
glossa su richiesta dell'imperatore signore Leone il Saggio che figura nel
titolo di un manoscritto 243 Il collegamento con Leone il Saggio (886-911)
poteva sembrare del tutto ovvio a quel lettore o a quell'amanuense che * sembra A
pensava agli Oracula famosi attribuiti a questo imperatore o alla tabula ** diffusasi A
nel nartece della chiesa di S. Giorgio dei Mangani, di cui si gi parlato 244 *** che A
Cos, l'altra glossa che si legge a proposito dell'espressione ~cxcn.EuCTEL v ero(
nel cod. Patm. 529: EwoEi: o -.: -.:wv IIcx.cxLo.6ywv 245 , pu essere la nota di un
247
lettore del tempo dei Paleologi (secoli XIII-XV). Potrebbe essere una spia Cfr. pi indietro, nn. 48, 181 e 195.
invece l'aggiunta di AltHo1tcx <l>pciyxouc; Tcx-.:cipouc; xcxt 11:icra.v a.u-.:wv yEvEv dei )""
49
Cfr. pp. 63 e 7680).
ISTR!N, Otkrovenie, cit., p . 136, 22-137, l = VASILIEV, Anecdota, cit., p . 45, 49.
codd. Patm. gr. 529 e Harleyan. gr. 5734 prima di 'lcrJJ.cxE.hcxc; del cod. Ku-
tlum. gr. 217 246 Mentre la menzione dei soli Ismaeliti, che dovrebbero esser Vis. Dan. A, p. 45 Vas., Apoc. Meth. interp., p. Vis. Dan. B, p. 140 Istr.
stati distrutti dall'ultimo imperatore, potrebbe portarci, al pi tardi, al tem- p. 136 lstr., p. 130 39, 5 Istr., p. 280
Schm. Schm.
po in cui i Turchi Seldjukidi ebbero il sopravvento sugli Arabi in Asia
minore (secolo XI), l'aggiunta dei Franchi e dei Tartari ci porta a un perio- T6-rE -rapaxh)uov-raL T6-rE .EU<TE't<XL T6-cE -rcxpa.xli}uE-raL -r:
xa -r: [xc1HH.l.EV<:t] ~)vl], 'Iu11a:i). f.v ilp~-L<X<TL xa. 1tC~oppa !lPlJ xa xctli}
do post-Crociate (secolo XIII). Ma non sono punti su cui ci si possa basare : li-rLVct d<TLV btt -r ~6pEL<X i:mtoLc; Jc.LVPLO'lt.auioLc;, H;E J.lEVCl mV!] OX yEV<T<X'tO
troppo nebulosi o troppo vaghi . Una cosa certa: [che] sulla base di Liut- !J.plJ, -r: cx(.lo~6pp<:t. Ka ).Eu<TE'tClL -r{jl 1CpWU'l !1-TJVl iip-rou d IJ.TJ xpa.c; xa 1;w-
XLV-f}<TOU<TL }.J.E't. OpU(.LU'tct -rf} YlhT] 1ClYE/lf}<;Ew JJ.6v. Ka uuyxwi}uouuL
-cou lu(.loii xa xa-ra~i}uov X<X uu.Mi~l]'tCl.L -r:c; 1tO- E<; apx:c; 't<T<T<Xpa.<; XCX
't<XL EW<; -cv !J.Y<XV 'JtO"t<X- ).EL<; djc; civcx-ro).'ijc; xa- owuou<TL -r. 1tp6uw1ta a.
* sia A (.LOV. Kct xopL<Tli}uov-r<XL -caxM1;wv 'ltct<Ta.c;. MEpL- -cwv E'lt OUCT(.L:c; (.LE't: opu
dc; -rucrcxpctc; ci.pxac;. Ka. crlT}CTE"tCXL o EL<; -rpia., xa. IJ.OU lu}.J.o xa xa-ra~i)<TE
YJ ~,.LV 1tpW'tl] XELJc.La<TEL -c Jc.LV ~v Jc.Lpoc; XE~,.L<i -ra 'wc; -rv ~-Lyav 1to
'" MACLER, Les apocalypses, cit., V, L'Apocalypse arabe de Danie/, Revuc de dc; -ri)v "ErpEaov, -i) o OEU <TEL EL<; "ErpEUOV, "t o -raJc.LV xa v-roJc.Lf> 7tctV
l'Histoire des Religions, 33 (1896), pp. 309316. -rpa. c; -r: Ma.ay~va, '>l hEpov EL<; llpy a!lov x<X "tE<; 'ltE<TW<TLV '>'J }.J.V JJ.a-
240
BoussET, Beitrage, cit., p. 290. o -.;phl] v 'AxpaXrX/l1WU -c /i).).o EL<; Ma.tfylva. XL~-LWV dc; "ErpE<TOV, T] O
241
SCHMOLDT, Die Schrift, cit., p . 174. lj-ro~ El -ri}v llpya!lov, -i) oEU-rpct dc; Lla11-a.'v ( =
242
F. KAMPERS, Alexander der Grosse und die Idee des Weltimperiums in o: -.:E-.:ap-rl] dc; Bd}uv[av. Bd)uvLo;? [Bosforo]), '>l
Prophetie und Sage, 1901, p. 148. O ( = Mct).liyLV<X ?) 't PL't'T]
243
44
Cfr. pi indietro, n. 116. dc; Euyo.ayavov, T] o:
{
45
Cfr. p. 7). -rE-rctp-clJ f.v 'AxpodJ!li;J
6
lSTRIN, Otkrovenie, cit., p. 135, 2 (app. crit.). ( = 'Axpaxci}.J.'ltOU / IIEp-
" Ibid., p. 137, 19 (app . crit.); VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 45, 28-46, l accetta ya~,.Loc;) rnou p}.J.l]VEUE"tClL
l'aggiunta.
llpya!lo.
114 V. INTERPRETAZIONE DELLE \'ISIONES DANIELIS
Possiamo fare tre ipotesi: l) Il profeta alludeva alle invasioni arabe,
quando cio gli Arabi giunsero nel 795 ad Efeso, nel 796 ad Arnorion
(presso Pergamo), nel 798 a Malagina e sul Bosforo (su cui si affaccia la
regione della Bitinia) 250 Ma con[tro] questa prima ipotesi si scontrano
due difficolt gravi: I) difficile identificare gli Arabi con i popoli del
nord, i quali sono (interpretati)* di solito apocalitticamente (come) ** i
popoli di Gog e Magog e pi tardi (come)*** Turchi; II) non possibi-
le che qui il profeta alluda agli Ismaeliti, perch di essi aveva parlato
soltanto alcune righe prima come gi sconfitti, inseguiti fino a Colonia
( = Qaliniyat al-'Aufi degli Arabi; Sabin Qarahisar dei Turchi, a sud-ovest
di Trapezunte) e distrutti. 2) Il profeta alludeva ai Turchi Seldjukidi,
quando cio questi, varcato il Sangario ( = il grande fiume?), giunsero
sino a Dorileo ( = EskiSehir dei Turchi, a poco pi di 200 km. a sud-est di
Izmit, l'antica Nicomedia di Bitinia) e poi, fra il 1081 e il 1092, conquistaro-
251
no le citt costiere (Nicomedia, Nicea, Pergamo, Focea, Smirne, ecc.)
Bench siano state conquiste di breve durata, che furono quasi annullate
pochi anni dopo dalle riconquiste dei Crociati e dei Bizantini (1096-1097),
ci malgrado questa ipotesi interpretativa non completamente da scarta-
re: potrebbe rappresentare qui il testo nella sua prima elaborazione,
anche se l'affermazione dei Seldjukidi in Asia Minore avvenne pi tardi,
fra il 1182 e il 1184. La linea dei loro possessi tuttavia non andava al di l
di Dorileo, Cotieo ( = Kiitahya), Apamea ( = Mudanya), Laodicea ( = De-
nizli). :t. possibile per che all'inizio del secolo XIII fosse questa l'interpre-
tazione che veniva data del passo in questione. 3) Il profeta alludeva ai
Turchi Osmanli e alle loro conquiste, quando costoro giunsero nel 1301 a
* identificati A
** con A
*** con A
Secondo la Schmoldt (p. 175), la redazione della Vis. Dan. sarebbe pi tarda di
quella dell'Apoc. Meth. interp.; ma non ha tenuto presente l'altra redazione, la
Vis. Dan. B. A proposito dell'espressione primo mese della nona indizione (-rQ
1tPW'<<!l iJ.TJVl -rfis v<i-rT) t7tLVE!J.TJCTEws) lo Schmoldt (pp. 172173) si chiede a quale
data si riferisca questa indicazione cronologica. Suppone che si alluda ad un asse
dio di Costantinopoli da parte degli Arabi: I) 674-678; II) 717-718. Ma tali date non
corrispondono ad una IX indizione (che sono 666 e 711), come egli osserva, e
quindi l'indicazione non di nessun aiuto.
250
Theoph. Chron., pp. 456 (a. 6274), 463 (a. 6281), 465 (a. 6282) e 473 (a. 6291): cfr.
BRf:HIER, Vie et mort, cit., p. 90.
251
R. GROUSSET, L'Empire du Levant. Histoire de la question d'Orient, Paris
1946, pp. 170-173; F. TAESCHNER, The Turk.s and the Byz;antine Empire to the End of
the Thirteenth Century, in The Cambridge Medieval History, IV, l, Cambridge 1966,
pp. 740-741; D. E. PITCHER, An Historical Geography of the Ottoman Empire, Leiden
1972, p. 25.
V. INTERPRETAZIONE DELLE VISIONES DANIELIS 115
Nicomedia (= Izmit), nel 1302 a Cizico (= Edincik), ove massacrarono gli
abitanti, nel 1308-9 in Bitinia e a Efeso ( = Ayasuluk), nel 1331 a Nicea
(= Iznik), nel 1337 di nuovo a Nicomedia e poi a Pergamo ( = Bergama), e
infine nel 1340 sul Bosforo 252 Credo che questa terza interpretazione sia
quella che veniva data nel secolo XV anche perch, come ora vedremo, si
accorda con gli altri indizi che si possono trarre dal nostro testo. :t.
possibile, certo, che il profeta del secolo XIV abbia ripreso un testo pi
antico ; e ci gli sarebbe stato facilitato dal fatto che le conquiste degli
Osmanli in parte coincisero con quelle, ben pi antiche, degli Arabi e dci
Turchi Seldjukidi.
Ora che le cose stiano proprio in questo modo pu esser provato dalle
allusioni che si leggono in altri punti della Visio Danielis. Per esempio, si
dice a un certo punto che la razza bionda dominer su Heptalophos,
cio su Costantinopoli, per sei e cinque anni 253 Subito dopo questo
(passo circa la) * razza bionda>>, e poco prima di parlare delle conquiste
dei popoli del nord>>, si dice che <<n Oriente domineranno due (app. tre)
pronoetai, cio previdenti (s'intenda: delle sorti dell'impero), e un altro
(previdente) indipendente in Occidente 254 >>. Malgrado la variante. (tre>> al
posto di due>>), pare qui evidente l'allusione alla ricostituzione di una
parte dell'impero bizantino all'indomani della conquista latina, e cio
all'impero di Nicea, all'impero di Trebisonda e al despotato di Epiro,
creati appunto fra il 1204-1205 255 Come se ci non bastasse, subito dopo si
dice che <<quello d'Oriente>> assieme ad un <<lupo selvaggio>> scorticher gli
Ismaeliti e li inseguir fino a Colonia 256 Ci che sembra una chiara
allusione alla campagna condotta da Teodoro I Lascaris di Nicea assieme
a Leone II di Cilicia, re armeno, conclusasi con la sconfitta dell'emiro
Kai-Khusraw ad Antiochia nel 1211 257 .
[Non] Rimane [dunque che] l'ultimo punto da chiarire, [quello] in cui
si parla del grande FilippO>> (E sorger anche il grande Filippo con
diciotto lingue e si radureranno presso Heptalophos (var.: e saranno
* punto, in cui si parla della A
m GROUSSET, L'Empire, cit., p. 605 sgg.; BRHIER, Vie et mort, cit., p. 340 sgg.; F.
TAESCHNER, The Ottoman Turk.s to 1453, in Cambridge Medieval History, cit., p. 758
sgg.; PITCHER, An historical geography, cit., p. 37 sgg.; H. lNALCIK, The Ottoman
Emfsire. The Classica[ Age 1300-1600, New York- Washington 1973, pp. 68.
53
!STRIN, Otkrovenie, cit., p. 136, 18-19 (app. cri t.); VASILIEV, Anecdota, cit., p. 44,
26-27.
254
!STRIN, Otkrovenie, cit., p. 136, 19-21; VASILIEV, Anecdota, cit., pp. 44, 29-45, 2.
255
BRf:HIER, Vie et mort, cit., p. 304 sgg.; OsTROGORSKY, Storia, cit., p. 391 sgg.
256
!STRIN, Otkrovenie, cit., p. 136, 21-22; VASILIEV, Anecdota, cit., p. 45, 24.
257
BRHIER, Vie et mort, cit., p. 2308; GROUSSET, L'Empire, cit., p. 595.
 116 V. INTERPRETAZI ONE DELLE VTSIONES DAN!ELIS
turbati in Hepta1ophos) e scateneranno una guerra quale non ci fu mai, e
il sangue scorrer per i portici e per le piazze ... 258 Potrebbe trattarsi qui
di un Filippo del tutto immaginario, proiettato in un futuro apocalittico:
in tal caso non si porrebbero problemi di identificazion e storica. Ma
poniamo che il profeta alluda ad un Filippo, principe o monarca, effettiva-
258
lsTRIN, Otkrovenie, cit., p. 137, 3-8; VASILIEV, Anecdota, cit., p. 45, 11-16. -
Secondo Bousset (Beitriige, cit., p. 290) i popoli del nord sarebbero i Bulgari, il
gran fiume il Danubio- in effetti nel 1205 i Bulgari con Kalojan, sollecitati dai
Bizantini, assalgono i latini ad Andrinopoli e li sconfiggono (Baldovino preso
prigioniero e Luigi di Blois muore); nel 1206 rinnovano gli attacchi in Tracia
contro Enrico di Fiandra - e i popoli della regione del sud>> forse i Normanni.
Lo Schmoldt (Die Schrift, cit., p. 174) giustamente sostiene che questa congettura
non provata; secondo lui pure inverosimile l'ipotesi che nel grande Filippo
sia da vedere Filippo II di Francia (cio Filippo Augusto), come ha ipotizzato
Bousset: Dieser ist nie in Kleinasien gewesen und hat K.pel nie bedroht. E.
vero che Filippo II non ha minacciato Costantinopoli, ma stato, se non in Asia
Minore, certo in Siria, nella terza crociata con Riccardo Cuor di Leone! Sarebbe
forse meglio l'ipotesi del Macler, che si pronuncia per Filippo I, cos dice
Schmoldt (ibid.; ma Filippo I s che non partecip mai ad alcuna crociata!).
Forse, dice sempre lo Schmoldt, il grande Filippo, le 18 lingue, ecc. un'allu-
sione mitologico-apocalittica ai popoli del nord di Ezech. 38, 6. 15 e 39, 2, che
secondo i'Apoc. Meth. gr. A, pp. 17 sgg. e 44 sgg. sarebbero stati chiusi con porte
di ferro da Alessandro Magno ai confini del nord>> (-,;. y.p PXOJ.l.EVa: EWTJ !i1t
~oppq. [.<; xa:-,;x.ELa-Ev 'A.~a:vlpo<; Ottobon.] ai}(oua-L a-cipxa:<; livllpw1twv xa.t 1tLVOUO"L
rt.rJJ.rt. ilTJpiwv w<; llwp xa:t a-il(oua-L -,;. lixrilla:p-,;a: xa:t o~c; xa:t a-xopn(ou<; xa:t 1tciv-,;a: -,;.
J.l.UO"rt.p. xrt.t ~ot.ux-,;. ilTJpLrt. xrt.t p7tE"t<. -,;. Ep1tOV"trt. !1tt 1:1j<; yijc; -,;ci "tE X"tTJVWOTJ xa:t -,;.
vtxp. <rWJ.l.ll."trt. xa:t -,;. tx-,;pwJJ.a:"ta: -,;wv yuva:Lxwv, xa:t crcpci!;oucrLv v-i}ma: xa:t 1ta:pcicrxoucrL
"trt.L<; J.l.T]"tplicrLV ll.U"tWV Xrt.L \jJTjcroucrL "t<. xpa: a:-,;wv X<XL X!11:OOV"tll.L a:-,;: xa:t cpilEpovcrL
-,;T}v yijv, etc.: Apoc. Meth. gr. A, p. 44 lstr.; cfr. Apoc. Meth. gr. B, p. 63, 11 sgg.;
Apoc. Meth. gr. C, p. 73, 6 sgg.; Apoc. Meth. lat. A, pp. 91-92 Sackur; Apoc. Meth.
lat. B, pp. 81-82 Istrin). Lo Schmoldt segue Kampers (Alexander der Grosse, ci t., p.
148) e crede che il grande Filippo sia Filippo di Macedonia. Ma allora meglio
l'ipotesi fatta da Istrin che nel testo della Vis. Dan. gr. A sia da leggere (p. 276):
"tO"tE -,;a:prt.xlll]a-ov"ta:L EilvT] -,;: xa.illjJJ.EVa. 1tL vo-,;ou yov(a.c; (. xa.ilELp~Ev 'A)..f.~a:vlpo<;)
Myrt.<; ( -,;cv) <l>LL1t1tou (ul6). OEXrt.ox-,;w E'llvTJ, etc.
Forse meglio si potrebbe correggere:
"tO"tE "ta:pa:xil-i)a-ov-,;a:L i'llVT] "t<. xa:il(tLpy)jJ.Va: 1tL v61:ou yovta.<; (C.1t 'Ahl',livopou nv)
Mtyli(.ou -,;cv) <l>LL1t1tov (u~ov), oExa:ox-,;w Eilvn. etc.
Ma sia il testo della Vis. Dan. gr. A, sia il testo della Vis. Dan. gr. B hanno:
Vs. Dan. gr. A, p. 137 Istr. Vis. Dan. gr. B, p. 140 Istr.
... xa:t "trt.pa:xil-i)a-ov-,;a:L -,;. E'w., -,;. ... -,;6-,;t -,;a:pa:xll-i}a-ov-,;a:L ~ilVTJ 1tt vw-,;ov
xa:il-i}~Evrt. !1tt vo-,;ou yovla:c;.
xal hwa. EWT] oux crli.Eucra:v 1tW1tO"tE Eic;
iyEpiJf}aETm 6 fl.yat; <P[..-n:not; fJ.ET 1t6.EjJ.OV )..i)trv oij.ov XLVT]ilijva:L
y.waawv GExaox-rw xai -rapax1Jf}aov-rat tv mpaxiJ-f}a-ETa! o xal cl fJ.lya <P[.!nno
0 'Enm.OtpC(J xal cruyxpo-rf}aoum n6- fl-ET y .wacrwv 1r/ xa cruvaxiJf}aov-ra! tv -rfl
.Efl.OV ... 'Enm.6<pf1 xal cruyxpo-rf}crwa! n6.EfJ.OV ...
Di conseguenza mi sembra che n l'identificazione con Filippo di Macedonia
n la correzione siano accettabili.
V. INTERPRETAZI ONE DELLE VISIONES DANIELIS>> 117
mente esistito. C' da osservare che non ci furono imperatori di questo
nome a Bisanzio n re orientali (per esempio, in Armenia) che possano
rivendicare per s un tal onore. Questo nome invece appare molto diffuso
in Occidente, nelle case regnanti di Francia e di Navarra, tra i titolari
dell'impero latino di Costantinopo li e tra i duchi di Borgogna. E poich
questo grande FilippO>>, secondo le nostre ipotesi, potrebbe sorgere o
dopo le prime conquiste dei Turchi Seldjukidi o dopo le grandi conquiste
dei Turchi Osmanli, occorrer cercarlo tra quei monarchi o quei principi
occidentali che ebbero almeno l'intenzione di [ri]conquistar e Costantinopo-
li o di combattere contro i Turchi. Si possono anche qui formulare pi
ipotesi, ma quattro di esse ci sembrano quadrare meglio dal punto di
vista interpretativo : l) Potrebbe trattarsi di Filippo II Augusto che prese
parte (1190-1192) alla Terza Crociata con Riccardo Cuor di Leone, dopo la
morte di Federico I Barbarossa (t 10 giugno 1190, annegato nel fiume
Selef nei pressi di Tarso). Si sa che i due principi soggiornaron o a lungo
in Sicilia (settembre 1190-marzo 1191), a Messina, alla corte di Tancredi,
conte di Lecce, nipote bastardo di un figlio di Ruggero II, successo nel
regno nel gennaio 1190 a Guglielmo II e che infine partirono per la
crociata in Terra Santa. Filippo Augusto, partito il 30 marzo 1191, sbarc
davanti a S. Giovanni d'Acri il 20 aprile, mentre Riccardo Cuor di Leone,
partito il 10 aprile, non arriv in Sicilia che il 7 giugno, dopo aver con-
quistato l'isola di Cipro. Come si gi visto <' 59 >, la spedizione di questi
due principi era stata collegata gi al loro tempo a due profezie danieli-
che diffusesi proprio allora in Occidente e possiamo qui soggiungere che
essa fece un grande effetto sui contemporane i. Il continuatore di Gugliel-
mo di Tiro scrive:
Tantost come il arriva, il fu reeu hautement et honoreement, ensi
come il afi.ert si haut home come est le roi de France. Les gens de l'ost
furent moult resbaudi et joiant de sa venue. Il amena en sa compaignie
grant estoire de naves charges de vitaille et de maintes autres bones
choses; et assez i ot en sa comrraignie barons et chevaliers, si come il
aferoit la corone de France>> '
E lo storico arabo Baha'ad-Din Ibn Shaddad scrive tra l'altro:
Quanto all'esercito del nemico, essi prome ttevano prossima ai nostri
esploratori e altri avamposti la venuta del re di Francia, gran personaggio
riverito, uno dei loro maggiori sovrani, cui obbedivano tutti gli es~rciti , in
quanto giungendo lui assumeva il supremo comando ... Il suo arnvo fece
un'enorme impressione : arriv con 25 galere piene d'uomini, armi e appa-
259
1 Cfr. p. 66).
260L'estore de Eracles empreur et la conqueste de la terre d'autremer, in
Recueil des historiens des Croisades, A, Historiens Occidentau.x, I, Paris 1844, pp.
155-156; GRoussET, Histoire des Croisades, cit., III. Paris 1936, p. 47.
118 V. INTERPRETAZIONE DELLE VISIONES DANI_E_L_IS_>_>_ _ __ ~
recchi, e i Franchi dettero gran segni di gioia, tanto da accendere quella
notte dei gran fuochi nelle loro tende. Questi fuochi erano impressionanti,
di proporzioni tali da dimostrare l'immenso loro apparecchio ... 261
Si ricordi che oltre alle due profezie gi dette gli storici inglesi ne
aggiungono una terza turca:
Haec autem prophetia et astronomia Turcorum est, quod infra hoc
triennium una pars Turcorum gladio peribit, altera fugiet ultra arborem
siccam, tertia vero baptizabitur 262
possibile dunque che il grande Filippo sia da identificare con
Filippo II Augusto, re di Francia, ma come capo di una Crociata in
Oriente, non come conquistatore di Costantinopoli <263 >.
2) Potrebbe trattarsi di Filippo di Svevia, fratello di Enrico VI (re)* di
Germania (e aspirante al titolo imperiale), diventato, dopo la morte di
Tancredi (1194), re delle Sicilie, il quale sposando !rene, figlia di !sac-
co Il, aveva sollevato pretese al trono costantinopolitano (dopo il 1195)
presentandosi come vendicatore di !sacco II, deposto e accecato; [e fu]
Filippo di Sevia [che] fece pressioni sui Crociati nel 1202 perch riponesse-
ro sul trono di Bisanzio il principe Alessio III Angelo, figlio di !sacco II,
e quindi suo cognato, riparato in Occidente dopo la morte del padre suo;
ma, come noto, la storia della conquista di Costantinopoli nel 1204 vide
poi sul trono Baldovino I di Fiandra e di Hainaut 264 Di conseguenza
(ci)*" sembra difficile che il grande Filippo sia da identificare con
Filippo di Svevia.
3) Potrebbe trattarsi di Filippo di (Courtenay) ***, figlio di Baldovino
II, imperatore titolare latino di Costantinopoli. Con il trattato di Orvieto
tra il papa Martino IV, Carlo d'Angi e Filippo di (Courtenay) *** (3 luglio
1281) si addiveniva a un progetto di restaurazione dell'impero latino, e nel
1282 Carlo d'Angi, con gli alleati Giovanni di Tessaglia, Stefano Uros
Milutin di Serbia e poi Giorgio I Terter di Bulgaria, cerc di procedere
alla r:iconquista di Costantinopoli; ma l'impresa venne stroncata ai suoi
* imperatore A
**mi A
*** Taranto A
261
Nella sua opera An-nawadir as-su/taniyya wa 1-mahasin a/-yusufiyya (Gli
aneddoti sultaniali e le virt giuseppine), in F. GABRIELI, Storici arabi delle Crocia-
te, Torino 1957, pp. 199-200.
262
Gesta regis Henrici II, cit., pp. 52-53; Chronica Magistri Rogeri, cit., p. 356
(che aggiunge Graecorum prima di Turcorum).
263
( Cfr. S. K.rNDLIMANN, Die Eroberung von Konstantinopels als politische For-
derung des Westens, Wiesbaden 1975).
264
BRHIER, Vie et mort, cit., pp. 294-297; 0STROGORSKY, Storia, cit., pp. 370-373.
V. INTERPRETAZIONE OELLE VISIONES DAMELIS 119
inizi a causa della rivolta di Palermo (Vespri Siciliani) contro gli Angioini,
sobillati da Pietro III d'Aragona e sostenuta da Michele VIII Paleologo 265
Ma anche questa ipotesi ci sembra fragile, perch questo tentativo fu di
breve durata e non sembra che abbia avuto una particolare risonanza a
Bisanzio.
4) Potrebbe trattarsi infine di Filippo VI di Valois, re di Francia
(1328-1350). Non si dimentichi che questo re, bench non sia mai stato in
Oriente e non abbia mai partecipato ad una crociata, fu al centro di una
campagna propagandistica in favore di una grande spedizione contro i
Turchi. A lui il papa Giovanni XXII indirizzava le sue bolle (1330-1333)
per la liberazione della Terra Santa e lui stesso, Filippo, si crociava a
Melun (25 luglio 1332); a lui dedicava il suo Directorium il domenicano
Brocardo, (o (Burcardo) o Guglielmo d'Adam) che aveva preso parte attiva
all'unione tra la chiesa armena e quella latina ed era vissuto a lungo,
predicando la fede cristiana, in zona orientale, nel 1332; a lui, nello stesso
anno, Marin Sanudo Torsello * inviava il suo Liber seaetorwn fideliwn
Crucis, che era un vero e proprio manifesto in favore della crociata 260 , e
quasi contemporaneamente il Sanudo aveva informato con lettere (1324 e
1326) l'imperatore Andronico II Paleologo della promozione dell'impresa, e
questi nel 1327, gi alla fine della sua vita, aveva espresso il suo desiderio
di addivenire a un accordo per una nuova unione religiosa. Nel 1332 suo
figlio, Andronico III, che aveva sposato Anna di Savoia, si fece rappresenta-
re alle conferenze di Rodi dagli inviati di Venezia e concluse un'alleanza
con Venezia e con i cavalieri di Rodi contro i Turchi. Fu a questa alleanza
che ader anche Filippo VI nel 1334, e con lui il papa Giovanni XXII c il re
di Cipro 267 Nello stesso periodo di tempo, come ci informa Burcard, si era
* il Vecchio A
265
BRHIER, Vie et mori , cit., pp . 328-329; OsTROGORSKY, Storia, cit., pp. 370-373.
266
Cfr. Brocardus, (( ?)), Directorium ad passagium faciendum, in Recueil des
historiens des Croisades. F. Documents armniens, II. Paris 1906, pp. 367-370; la
dedica ad serenissimum principem et dominum dominum Philippum, Francie
regem illustrem , in cui tra l'altro si dice: De Celsitudinis vestre sancto proposi!?,
domine mi rex in Romana curia fama celebri divulgata, exultat et JUbtlat orb1s
totus, quod scicet ... pro emulacione Jegis, pro zelo fidei, pro liberacione terre
Christi sanguine consecrate, sumitis bellum Dei ... (ibid ., p. 368). -Marino Sanu-
do ... dictus Torsellus, liber secretorum fidelium Crucis super Terrae Sanctae re-
cuperatione et conservatione, in (J.) BONGARS, Gesta Dei per Franois, Il, Hannove-
rae 1611, II, pp. S-6 e 303 (ep. XIV). L'opera, composta fra il 1306 e il 1321, era
stata dedicata al papa Giovanni XXII (cfr. F. STEFANI, Della vita e delle opere di
Marin Sanudo Torsello, <<Atti dell'1st. Ven. di Se. Lett. e Arti>>, ser. V, 8 [1881-82],
pp. 939-940; A. S. ATIYA, The Crusade in the Iater Middle Ages, New York 2 1965);
cfr. D. JACOBY, Catalans, Tures et Vnitiens en Romanie (1305-1332): un nouveau
tmoignage de Marino Sanudo Torsello, Studi Medievali, 15. (1974), pp. 2.17-261.
267
ATIYA, The Crusade, cit., pp. 95-99, 125-126; BRilHIER, Vte et mort, c1t., pp.
 120 V. INTERPRETAZI ONE DELLE VISIONES DANIELIS"
diffusa tra i Saraceni" una profezia secondo la quale gli Ismaeliti, cio i
Turchi, sarebbero stati sconfitti e distrutti da un principe di Francia>> 2 "'.
pur vero che la crociata prevista per il 1335 sfum subito a causa, da
una parte dello scoppio della guerra dei Cento anni tra Filippo VI ed Edoar-
do III, e dall'altra [a causa] delle discordie insorte tra Venezia e Genova,
ma non c' alcun dubbio che essa suscit grandi speranze, sia in Occiden-
te come in Oriente. Tutto sommato, (ci) * sembra che la prima e l'ultima
ipotesi siano quelle che si accordano meglio al testo della Visio Danielis
greca; e l'espressione usata dal profeta: il grande Filippo con diciotto
lingue 269 , cio con popoli di diciotto nazioni, rimane pi comprensibile
se rapportata sia all'impresa di Filippo Augusto e di Riccardo Cuor di
Leone, sia a quella progettata da Filippo VI di Valois in cui erano coinvol
ti Francesi, Italiani, Veneziani, Ciprioti, i cavalieri di Rodi e gli stessi
Bizantini. In ogni caso, comunque si voglia identificare questo grande
Filippo" della Visio Danielis, pare ormai certo che esso sia da ricercare
tra i Filippi dell'Occidente . In tal caso la Visio ci pone il problema della
mi A
353-354; L. BR~HIER, L'Eglise et l'Oriente au Moyen Age. Les Croisades, Paris 3 1911,
pp. 266-267. Brocardus, Directorium, cit., pp. 513-514: Ipsi (scii. Turchi) et Sarace-
ni ... quandam adinveniunt prophetiam quod, in istis temporibus, debet eorum
secta aborninabilis et immunda per quendarn Francorurn principern destrui et
deleri; et ideo quandocumqu e audiunt passagium ordinari, excidiosum prestolan
tur cum magna formidine finem suum; quod et ego veraciter sum expertus cum
essem in Perside ... Cum enim dominus papa Clemens passagium indixisset et
apud illos de Perside verbum huiusmodi sonuisset, tantus timor et tremor eorum
corda percussit ac si Francorum gladios ad spatulas habuissent. Cfr. anche
ATIYA, The Crusade, cit., p. 109, n. l.
268
Les Sarrasins ... ont trouv une prophcie que, au temps prsent, leur
abhominable et orde secte estre destruite et dffaite par un prince de France ...
Et quant nostre sainct pre le pape Clment commanda le passage d'oultremer,
et que !es nouvelles en vindrent jusques ceulx de Perse, une si grande freur et
paour leur navra !es cuers, camme s'ilz eussent j eu leur dos ]es espes des
Franois: cfr. ATIYA, The Crusade, cit., p. 109, n. l.
zuo L'espressione ywcrcro: nel senso lingue parlate da popoli diversi e quindi
<<popoli gi nella Bibbia in riferimento alla confusione delle lingue della torre
di Babele (Gen. 11, 7) e alle lingue parlate dagli Apostoli dopo la discesa dello
Spirito Santo (Act. 2, Il; congiunto con cpui], o:, Ei}vo: Apoc. 5, 9; 7, 9; !0, 11;
11, 9; 13, 7; 14, 6; 17, 15; I Cor. 14, 14; ecc.), cos inteso anche dai Padri della Chiesa
(cfr. Larnpe, s.v., p. 316). In vari passi biblici lo scambio lingua, populus o tribus
evidente (2 Esdr. 13, 24: loquebantur iuxta linguarn populi et populi; !sai.
43, 24: <<et iurabit omnis lingua; 66, 18: <<venio ut congregem cum omnibus genti
bus et linguis; Dan. 3, 4: <<vobis dicitur populis, gentibus et linguis; 5, 19:
populi, tribus et linguae tremebant; 6, 25: universis populis, tribubus, linguis;
7, 15: populi, tribus et linguae servient; Rom. 14, 11; <<et omnis lingua confitebi
tur Deo; Philip. 2, 11 : et omnis lingua confiteatur qui a Dominus Iesu Christus
in gloria est Dei Patris).
V. INTERPRETAZI ONE DELLE VISIONES DANIELIS" 121
sua origine <<filo-occidentale, per cos dire, visto che viene esaltato in
essa non un imperatore bizantino, ma un monarca o un principe d'Occi
dente. Bisogna supporre dunque che essa sia nata o almeno (sia stata)
interpolata in un ambiente greco favorevole all'Occidente: potrebbe esser
Cipro o Creta. E non meraviglia quindi che una delle recensioni di questo
testo sia di chiara impronta veneto-cretes e 270
Ma vediamo, comunque, i punti salienti della Visio:
l) Il Signore ordiner la distruzione di due terzi degli uomini che
abitano sulle coste, nelle isole, in Occidente e in Asia minore, dalla Frigia
alla Siria, ad opera dei suoi angeli.
2) Invier poi delle locuste voraci che in diciotto mesi distruggerann o
gli uomini carichi di peccati; poi fuoco e acqua si abbatteranno su Hepta-
lophos.
3) Heptalophos sar circondata da armate, le sue mura crolleranno, e
un giovane prender il potere, ma <<non rimarr in esso (sic: cio non
regner a lungo?), stender le sue mani sugli altari, li distrugger e li dar
=
ai figli della perdizione ( Baldovino I di Fiandra, nato nel 1171, a 33
anni, nel 1204, imperatore latino di Costantinopo li, e passaggio della
Chiesa bizantina ai Latini).
4) La <<razza bionda dominer su Heptalophos <<per sei e cinque anni
e si pianteranno in essa dei legumi ( = dominazione latina a Costantinopo
li per 56 anni e distruzione di ricchezze o di opere d'arte sacre e profane).
5) Due <<previdenti domineranno in Oriente e uno in Occidente; quello
d'Oriente assieme ad un lupo selvaggio scorticher gli Ismaeliti e li
perseguiter fino a Colonia ( = imperatori di Nicea e di Trebisonda in
Oriente e despota di Epiro in Occidente; Teodoro I Lascaris di Nicea con
Leone III di Cilicia sconfigge l'emiro, Ka1-Khusraw ad Antiochia sul Mean
dro in Siria nel 1211).
6) I <<popoli del nord,, che si nutrono di sangue, si metteranno in
movimento, giungeranno fino al <<grande fiume e di qui si dirigeranno in
quattro distinti gruppi verso Efeso, Malagina, Pergamo e la Bi tini a ( = tri
b dei Turchi Osmanli condotte prima da Osman poi da Urkhan che
varcano il Sangario e che entro il primo quarantennio del 1300 arrivano
appunto sino al Bosforo).
7) Turbamento dei <<popoli del sud: si lever il <<grande Filippo che
con <<diciotto lingue, concentratesi a Heptalophos, porter una guerra
spietata contro i <<popoli del nord, correr il sangue a Heptalophos e si
arrosser di sangue il mare fino ad Abidos ( = si esprime la speranza in
una grande spedizione, formata da genti di diverse nazioni, comandata o
27 Cfr.
IsTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 143-144. Cfr. anche nel cod . Mare. ital. Xl 6
(n. 7222 dell'inventario), cart., s. XVI (c. 1571-1588), ff. 172v174': <<Pronostici di
Daniele monaco (su Costantinopoli, Candia, ecc.).
_1_
2_2____V_. _l_NTER_P_R_E_T_A_ZI_O_N_E__ _DELLE VISlONES DANIELIS
da Filippo II Augusto o da Filippo VI di Valois, re di Francia, che possa
distruggere i Turchi a Costantinopo li e nell'Asia Minore).
8) Allora Bous muggir, Xerolophos pianger e Stathorion dir: Ba-
sta, la vendetta sufficiente ( = la piazza del Forum Bovis, la collina di
Xerolophos e (il quartiere? di) Stathorion della citt di Costantinopo li
cercheranno di far cessare la carneficina) 271
9) In quel momento, se andrete nella parte destra di Heptalophos, dice
il profeta, troverete un uomo su due colonne, con gli occhi bassi, coi
capelli bianchi, giusto, misericordios o, vestito poveramente, dall'aspetto
severo ma di sentimenti miti. Quattro angeli lo porteranno in Santa Sofia,
lo incoronerann o imperatore, gli porranno nella mano una spada e lo
inviteranno a sconfiggere i nemici; ed egli colpir gli Ismaeliti [gli Etiopi,
i Franchi, i Tartari e ogni sorta di stirpi), una parte di essi colpendol(a) *
con la spada, una parte battezzandola (cio convertendol a al cristianesi-
mo), un'ultima parte infine perseguendol a fino a Monodendrio n (=cfr.
pi innanzi, a proposito della fabula de rege mendico e della tradizione di
essa nel secolo XV).
10) Dopo un periodo di pace e di ricchezza durante il suo regno di 32
(o 36) anni, sorger un altro re che regner per 12 anni, e costui andr a
* colpendoli A
271
Cfr. Tzetz. Chil. IX 617: <<Bous stesso grider e Tauro pianger>>. Sul Forum
Bovis e sulla collina di Xerolophos cfr. JANIN, Constantinople, cit., pp. 69-71 e
439440. Il Forum Bovis era una piazza molto importante e vicino ad essa, sulla
collina di Xerolophos, si trovava il Forum Arcadii, altra piazza di una certa impor-
tanza. Lo Schmoldt (Die Schrift, cit., p. 313) vede in Bous il Bosforo; G. V. ZER-
SCHWITZ (Das mittelaltesliche Drama von Ende des romischen Kaisertum deutschen
Nation und von der Erscheinung des Antichrist, Leipzig 1877, p. 179) ritiene che
Bous sia Bisanzio stessa. Che cosa fosse lo Stathorion o Stathorin non saprei dire :
non lo trovo registrato nell'opera del Janin, n nel Ducange, n in altri lessici o
repertori. Si tratta forse del Forum Tauri, altra piazza famosa della citt, il cui
nome qui potrebbe essere stato storpiato, oppure da leggere Statorium, un
possibile latinismo per colonna, come ha supposto il Klostermann (Analecta zur
Septuaginta, ci l., p. 117, n. 62), in riferimento allo u-,;u.oc:; di cui Orac. Lem1. Xlii, 5,
Orac. Leon. IV, 1; BEES, llEpl -rou lrrrop"Y)fJ.vou XP"YJUfJ.O.oy[ou, cit., p. 214. A proposito di
Xerolophos a nulla serve la Lltf}y7)ut lJaufJ.aUTTj xal navu wpa[a ln xal wrp.tfJ.O 7rf.pl
-rij UTf}.7] TOU EEpo.rkpou, onoii f.pGUXf.Tat -r viiv lv 'V Kwvu-ravnvoun6.EG, 6no xa.f.LTat
6 -r6no uf}fJ.f.pOV nap TWV 'Ayap"Y)VWV 'Afipp na6.pt, pubbl. in PG 107, 1121-1140 dal
Lambeck (Lambec(c)ius) e pi recentemente, tenendo presente oltre al cod. Amste-
lodamensis gr. 70, gi utilizzato dal Lambeck, anche il cod. Vindob. Suppl. gr. 72,
del secolo XVI, ff. 43'-63' da Jeannine Vereccken in una thse de licence dell'Univer-
sit di Lovanio, edizione di cui ho potuto prendere conoscenza grazie alla gentilez-
za dell'autrice. Sulla colonna dello Xerolophos sarebbero stati scolpiti -,;o~ ~a<TL.Ec;
o.ouc:; xal1tciv"ta "t. <TU~~civ"ta EW<; Tic; <TU\I"tE.dac:; "tOU atwvoc; in base ad una profezia
fatta da un certo <<filosofo Giovanni al tempo dell'imperatore Severo. Ma in realt
poi non spiega nulla!
V. INTERPRETAZI ONE DELLE <<VISIONES DANIELIS 123
Gerusalemme , poco prima di morire, per consegnare il regno a Dio
(= cfr., come sopra).
11) Quattro suoi figli regneranno nel mondo, a Roma, ad Alessandria, a
Heptalophos (cio a Costantinopol i) e a Tessalonica, ma si faranno reci-
procamente la guerra, arruoleranno anche i sacerdoti e si distruggerann o
a vicenda 272
12) Non trovandosi pi un uomo capace di regnare, succeder ad essi
una donna abominevole che regner su Heptalophos in modo tirannico, si
creder dio e chieder di esser adorata.
13) Allora Heptalophos sar scossa a fondo e sar inghiottita nell'abis-
so e non rimarr visibile che (la collina di) Xerolophos; cos pure avverr
di Tessalonica e poco dopo di Smirne e di Cipro, travolte anch'esse da
una tromba marina.
14) Apparir l'Anticristo, compir prodigi e portenti, e dominer per
tre anni e mezzo. Si verificherann o pesti, terremoti (e) inondazioni* .
15) In seguito Dio far piovere sulla terra del fuoco e la terr sar
bruciata per trenta cubiti; invano la terra grider Sono vergine davanti a
te, o Signore, i cieli si accartocceran no come fogli di carta, gli angeli
suoneranno le trombe, si sveglieranno i morti e Dio porr alla sua destra i
giusti, destinati al Paradiso, e alla sua sinistra i peccatori, destinati alla
condanna eterna.
Se si prescinde dalla parte pi propriamente apocalittica (dei paragrafi
8-15), in cui c' la solita venuta dell'Anticristo e la discesa del Signore per
giudicare gli uomini, come in molte altre apocalissi o visioni anepigrafe -
ma qui si noti che mancano: l'intervento di Elia e di Enoch, la lotta da
loro sostenuta contro l'Anticristo per smascherarlo ora come vittoriosi ora
come perdenti, la vera e propria consegna del regno nelle mani di Dio da
parte dell'ultimo imperatore che sale sul Golgota, ecc. -, ci sembra che
nella prima parte (paragrafi 1-7) i fatti storici a cui si allude siano abba-
stanza chiari. Le altre due recensioni del testo della Visio Danielis, per
quanto, come (abbiamo)** gi detto, con interpolazion i ed omissioni, non
intaccano l'interpretazio ne storica che noi diamo della profezia.
(Circa i) paragrafi 9-12 riguardanti la cosiddetta fabula de rege mendi-
co, (cio) la storia di un re degli Elleni o dei Romani che verr dal
* inondazioni e sommersioni A
**ho A
272
Lo Schmoldt (Die Schrift, cit., p. 183) ritiene strano l'avvento dei quattro figli
a Roma, Alessandria, Heptalophos e Tessalonica; BoussET (Beitrage, cit., p. 280) e
MACLER (Les apocalypses, cit., p. 315) ritengono che il regno di Tessalonica sia
quello creato nel 1179 e dato da Manuele Comneno a suo genero, Ranieri da Mon-
ferrato, passato poi a Bonifacio da Monferrato e nel 1232 riunito all'impero di
Nicea.
 124 V. INTERPRETAZIONE DELLE VISJONES DANIELIS>>
mare degli Etiopi>> o di un rex Grecorum, cuius nomen Constans, et ipse
erit rex Romanorum et Grecorum che assoggetter gli Ismaeliti o che
distrugger le citt dei pagani ed i templi degli idoli, e poi di un altro re
dei Romani che, dopo l'avvento dell'Anticristo e il sommovimento dei
popoli del nord>> (cio Gog e Magog), andr a Gerusalemme ove deporr
le insegne regali e consegner il suo regno a Dio (sul Golgotha), (essa)
g~ presente nella Apocalypsis Methodii (siro-greco-latina) e nella interpola-
zwne finale della traduzione latina alto-medievale della Sibilla Tiburti-
na m. Questa storia si trasforma per in quella dell'uomo vecchio, povero
273
l) a) Apoc. Meth. gr. A, pp. 45-46 Istrin: il ~aO'~.E -rwv 'Pw~aCwv dopo aver
sconfitto l popoli del nord, chiusi dentro da Alessandro Magno andr a Gerusa-
len:u~e, quando apparir l'Anticristo \1 .. ~ 'lt.T]pWJ.UXTL -ro OEX<i-rou 'I~LO'EW xp6vou,
sahra sul Golgota, l dove fu crocifisso Cristo, prender la sua corona (apE~ ... -r
O'T~~a a.-ro) e la porr sulla croce e stendendo le sue mani verso il cielo
consegner (1tapaowcm) la sua ~a.O'LELa a Dio, e sar sollevata nel cielo la croce
as~ieme alla corona dell'imperatore (ultimo), perch la croce apparir di fronte a
lut nella sua parusia come segno di vituperio per gli infedeli; b) Apoc. Meth. gr.
A, pp. 45-46 Istrin app. crit.; c) Apoc. Meth. lat. A, pp. 93-94 Sackur: dice, invece
che. ~aO'~.da, regnum christianorum>>. Inoltre, si noti che la versione latina pi
antica dell 'Apocalypsis Methodii, anteriore al secolo VIII, segue il testo del!'Apoc.
Meth . gr. B {in apparato nelJ'ed. Istrin, e cio la lezione dei cod. Ottob. Vat. 192
e Vindob. Medie. gr. 23) in cui si dice che cos si compiva la profezia di Davide
(Ps. 67, 32): in novissimis diebus Aethiopia praeveniet manus eius Deo (ma nel
test~ del_la Vulgat~ greca e latina manca in novissimis diebus>>, mentre in quello
eb;atco li testo mteramente diverso: cfr. La Sacra Bibbia, cit., vol. II, p. 188) e
pOI: <<et cumque exaltabitur crux in coelum sursum, etiam tradet continuo spiri
turo suum Romanorum rex. Tunc distruetur ornnem principatum et potestatern.
~) ~ib. Tib. lat., p. 1~6 ~ackur: il <<rex Romanorum>>, dopo aver sconfitto i po-
poh dt . ~og ~ Magog, chiust d~ Ales.sandro Magno, veniet Ierusalem et ibi deposi
to c~pitts diademate et omm habttu regali reliquet regnum christianorum Deo
Pat_n et Iesu Christo filio eius. Et cum cessaverit imperium Romanum, tunc revc-
labttur manifeste Antichristus ... >> (cfr. anche De tempore Antichristi ed. VERHELST
(cit. pi sotto), pp. 134-136 = ed. KAMPERS, cit., p. 233). ' 89-90; manca nella Sibilla Tiburti11a latina. Come ha gi annotato il Sackur (op.
3) Vaticiniurn Sibyllae, ed. R. USINGER, MGH, SS XXII, Hannoverae 1872, p.
. 376 {del tempo di Enrico IV): dopo aver sconfitto Gog e Magog <<ascende t re x
Romanorum in Hierusalem in Golgotha locum, et tollet coronam dc capite suo el
ponet super cruccm sanctam et expandet manus suas ad coclum et reddet re
g_num christianorum Deo et Patri, et cum assumpta fuerit in coclum crux sancta
Simul cum corona regis, tunc veniet dominus Iesus Christus vindicare seculum
per ipsum =anche Siby/la Cumana, ed. ERDMANN, Endkaiserglaube, cit., p. 398.
4) Adso Dervensis, De ortu et ternpore Antichristi, ed. D. VERHELST, Tumholti
1~76, P: 26, 109-123: lnde ergo dici t Paulus apostolus (Il Thess. 2, 3), 'nisi venerit
dts_ces~Io primu~ id est, nisi prius discesserint omnia regna a Romano imperio,
qlll pndem_subdlta erant. Hoc autem tempus nondum venit, quia, licet videamus
Romanum 1mperium ex maxima parte desttuctum, tamen, quandiu reges Franco-
rum duraver!n~, qui .R<?man~m imp~rium ~enere. de ben t Romani regni dignitas ex
toto non penb1t, quta m regtbus sms stabtt. Qutdam vero doctores nostri dicunt
quo.d ~nus ex regibus Francorum Romanum imperium ex integro tenebit, qui 'i~
novtsstmo tempore' (Iudae 18) erit et ipse erit maximus et omnium regum ulti
V. INTERPRETAZIONE DELLE <<VISIONES DANIELIS>> 125
e mite, trovato a destra di Heptalophos, posto su due colonne, che verr
incoronato in Santa Sofia e che con la spada degli angeli ricaccer gli
lsmaeliti fino a Monodendrion, mentre il regno sar consegnato a Dio dal
suo successore a Gerusalemme. Abbiamo gi notato che a questo punto le
recensioni A e C della Visio Danielis presentano una notevole variante, in
quanto il re, di nome Giovanni, <<apparir come risorto dai morti>>. Ma si
tratta di una contaminazione con la versione dell'Apocalypsis Methodii, in
cui si dice che il <<re dei Romani>> <<S sveglier come un uomo dal sonno,
quasi come un ubriaco, e gli uomini lo crederanno come morto e ridotto a
nulla>>, e questi porter guerra agli lsmaeliti e li assoggetter in schiavi-
t 274 Cos, nella recensione C dell'Apocalypsis Methodii troviamo gi l'in-
mus. Qui postquam regnum suum feliciter gubemaverit, ad ultimum Hierosoli
mam veniet et in monte Oliveti sceptrum et coronam suam deponet. Hic eri t finis
et consummatio Romanorum christianorumque imperii>>, ripreso dal rimaneg-
giatore anonimo (ibid., pp. 46, 117-47, 131), da Alboino (ibid., pp. 71, 126-72, 140),
da altro anonimo sotto il nome di sant'Agostino (ibid ., pp. 101, 107-102, 122), da
Alcuino (ibid., pp. 122, 133-123, 147), nel De tempore Antichristi (ibid., pp.
134, 82136, 126: interpolato, qui l'ultimo imperatore detto Constans, da Sib. Tib.
lat., pp. 185-186 Sackur), attribuito a Metodio (ibid., p. 139, 82-94) e ad Anselmo
(ibid., pp. 163, 77-164, 90). curioso osservare che tutti coloro i quali si sono
interessati delle profezie che parlano della leggenda dell'ultimo imperatore dei
Romani (Kampers, Sackur, Kurfess, Erdmann, ecc.) non abbiano posto in relazio
ne questa leggenda con la concezione politico-religiosa dei Bizantini. Il Sackur
(Siby/linische Texte, cit., pp. 41-45), che meglio ha analizzato questo punto della
profezia, ritiene che esso rispecchi idee siriaco-gerosolimitane: ci che possibi
le, tanto pi che la redazione originaria deli'Apocalypsis Methodii in siriaco.
Tuttavia non mi sembra che questo sia sufficiente a spiegare l'origine della
leggenda, secondo la quale l'ultimo imperatore, dopo aver sconfitto tutti i suoi
nemici, consegner a Dio Padre la sua corona regale.
274
IsTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 40, 1-41, l; SACKUR, Sibyllinische Texte, cit., pp.
cii., p. 89, n. 3) si tratta di una reminiscenza del Ps. 77, 65: et excitatus est
tamquam donniens dominus, tamquam potens crapulatus a vino e di una
leggenda di origine orientale. Cfr. gi l'Orac. XIII (attr. a Leone il Saggio): Il
morto, il cui aspetto (app. forma) e volto non sono conosciuti, noto a molti,
anche se nessuno !'(ha) [abbia A] mai visto. Apparendo improvvisamente come
da ubriachezza, prender lo scettro di questo impero (app. di questa citt impe
riale). Una colonna infatti apparendo fatale (opp. chiusa, racchiusa) in cielo, un
araldo invisibile per tre volte grider fortemente: 'Affrettatevi ad andare verso la
parte occidentale di Heptalophos: troverete un uomo, mio amico, che vi abita.
Conducetelo al palazzo imperiale, sapiente (cos trad. lat.: ~'11'116xpa\lov, non regi
strato in nessun dizionario), amabile, mite, di acuta intelligenza, abilissimo so-
prattutto a conoscere il futuro'. E tu, o Heptalophos, avrai di nuovo l'impero
(xp6.'to) (PG 107, 1138; BEES, llEp -roii l!lTDPrtf.Lvou XPT/Uf.LO.oy{ou, cit., pp. 226 e 235).
MANGO (The Legend, cit., pp. 60-61) dice che tutto il gmppo degli Orac. XII-XVI tav. 2,
riguardano l'apparizione e la consacrazione del <<JiberatorKing. Cfr. N. PoLITES,
figg . 12-16
napa86aEL, Athenai 1904, I, p. 22 e II, pp. 658-674 c BEES, art. cit., pp. 244.

126 V. INTERPRETAZI ONE DELLE VISIONES DANIELIS
serzione della donna abominevole , che stata tratta, forse, dalla pi
275
antica Visio Leonis Constantinop olitani, in cui ha pure un nome (!rene) 276,
inserzione che si ritrova anche in due recensioni della Visio Danielis 271 ,
oppure dall'Orac. Sibyll. VIII 278
La Visio Danielis greca, nella recensione pi diffusa e pi comune,
chiaramente ricordata in diversi scrittori del secolo XV a proposito della
caduta di Costantinopol i. A parte la traduzione latina (perduta) di Uberti-
no Pusculo, gi ricordata <"'>, che ci dimostra quanto tale Visio tosse po-
polare e quanto gli uomini di quel tempo la ritenessero profetica, ricor-
diamo che ad essa fanno espresso riferimento Isidoro di Kiev, gli storici
Ducas e Cbalcocondyl es, l'anonimo autore del Compianto di Costantinopo-
li e soprattutto Nestore Iskinder. Isidoro cita nella sua Epistola ad Bessa-
rionem l'invettiva: Vae tibi, civitas septicollis, cum te adolescens obsede-
rit, quia tua moenia fortissima demolita sunt 280, che tratta senza alcun
dubbio proprio dal nostro testo 281 Ducas, a sua volta, in un brano della
sua narrazione della presa di Costantinopo li, ci conferma quanto fosse
nota la profezia di Daniele. Egli racconta che al momento in cui i Turchi
irruppero nella citt la gente corse verso la chiesa di Santa Sofia, perch,
dice Ducas, aveva sentito dire gi molti anni prima da alcuni falsi profeti
che la Citt sarebbe stata data ai Turchi, e che questi vi sarebbero
penetrati con la forza e avrebbero fatto a pezzi i Bizantini fino al punto in
cui si trova la Colonna di Costantino Magno; allora un angelo disceso dal
cielo con la spada in pugno avrebbe consegnato con la su& spada il regno
ad un uomo sconosciuto, semplice e misero, che si sarebbe trovato in
quel momento davanti alla Colonna, e gli avrebbe detto: 'Prendi questa
spada e vendica il popolo del Signore'. Allora i Turchi si sarebbero volti
in fuga e i Bizantini li avrebbero inseguiti e fatti a pezzi, cacciandoli non
solo dalla Citt, ma anche dall'occidente e dalle regioni orientali fino ai
confini della Persia nel luogo detto Monodendrio ... Tale er<t la credenza
dei Bizantini, fatta propria da loro molti anni prima, su ci che stava ora
accadendo 282 A parte il particolare della Colonna di Costantino, che non
corrisponde esattamente alla profezia danielica - ma si tratta, molto
1
V. INTERPRETAZI ONE DELLE VISIONES DANIELIS 127
probabilment e, di una contaminazio ne con altra profezia riguardante ap-
punto la colonna di Costantino Magno, a cui allude gi il Barbaro -, tutto
il resto proviene sicuramente dalla Visio Danielis. Anche il Chalcocondy-
les allude allo stesso testo o ad uno consimile. Egli narra che, ad un certo
momento, vedendo la rotta dei propri concittadini, coloro che erano addet-
ti alla custodia delle porte della citt gettarono al di l delle mura le
chiavi delle singole porte, cos da costringerli a combattere fino alla
morte, e questo lo avrebbero fatto perch, secondo il Chalcocondyl es,
erano convinti, Secondo una profezia diffusa per la Citt, che i nemici,
una volta giunti fino al quartiere detto del Tauro inseguendo gli abitanti,
sarebbero stati ricacciati indietro 283 Un'allusione alla stessa profezia,
bench rielaborata poi in una leggenda un po' pi recente, si trova anche
alla fine del pi bel Compianto di Costantinopol i. Di fronte alle rovine
della citt e allo scempio delle cose sacre il poeta esclama: Vegliava
forse l'angelo, come gli era ordinato? Lui che un giorno di l'ordine
all'antico fanciullo, dicendo: 'Rester fin quando non verrai'. Il giovinetto
giunge, l'angelo se n' andato; ma non il giovinetto figlio dei fondatori:
un altro figlio giunto, prodromo d'Anticristo, e gli angeli ed i santi non
ci aiutano pi 284 La Visio Danielis parlava s di un giovane (cfr. paragra-
fo 2), ma come conquistatore di Costantinopo li; e questo sia nella recen-
sione greca pi comune, sia gi nella pi antica recensione armena 285 Fu
facile identificare poi il giovane con il precursore dell'Anticristo , applican-
do la profezia a Mehmed.

275
!STRIN, Otkrovenie, cit., p. 147,36-37.
276
MAlSANO, L'Apocalisse, cit., p. 89, lin. 412-417.
277
ISTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 138, 4-7; 141,29-33.
278
Orac. Sibyll. VIII 1945 (qui Cleopatra): cfr. H. JEANMAIRE, Le rgne de la
Femme des derrziers jours et le rajeunissement du monde, in Mlanges F. Cumont,
Paris 1936, pp. 296-304.
9
(
80
Cfr. p. 63),
PERTUSI, La caduta, I, cit., p. 70, !in. 74-76 (qui per errore ho rinviato al'Orac. 283
Ibid., p. 216 e n. 29.
Leon.
281
X, pur riconoscendo che in parte era diverso). 284
Ibid., pp. 376-377.
lSTRIN, Otkrovenie, cit., pp. 139, 7-10; 143, 1-3; VASILIEV, Anecdota, cit., p. 285
MACLER, Les apocalypses, ci t., IV, L'Apocalypse arrnnienne, cit., p. 305: Mal-
44, 15-19.
282 heur toi, la ville aux sept collines, quand ton roi sera un jeune homme! En ce
PERTUSI, La caduta, Il, cit., pp. 180-183 e n. 26.
temps-l une gran.de affliction t'atteindra ... .
 VI.

LA VISIO NORSEI, PROFEZIA DI S. NERSETE IL GRANDE E

IL SERMO DE ANTICHRISTO DELLO PSEUDO-EPIFANIO

Citando il passo di Leonardo di Chio in cui elenca le profezie su Costan-

tinopoli abbiamo tralasciato di proposito di trattare di una profezia a cui
egli allude cos dicendo: Norsenus perinde, vir sanctus, sagittariam gen-
tem contra Constantinopolim futuram, cuius portum inclitum caperet exter-
minandosque Graecos saeculis multis ante praedixit. Il passo merita un
commento particolare, perch la profezia del cosiddetto Norsenus inedi-
ta ed anche molto rara nei manoscritti. Si legge in due soli codici, a mia
conoscenza: nel Vat. lat. 3822, s. XIV, ff. 112rv e nel Vat. Regin. lat. 132, s.
XIV, ff. 9Sv-97' 286 Ecco il testo completo di questa profezia con in calce le
varianti dei due codici:

V= Va t. lat. 3822, s. XIV, ff. 112rv

R = Vat. Reg(in). lat. 132, s. XIV, ff. 95v-97'

286
Il cod. Vat. lat. 3822, secolo XIV, cm 23 X 16, una miscellanea, scritta da
varie mani e contenente diverse profezie, ;oprattutto pseudo-gioachimite. La
Visio et prophetia Norsei si trova alla fine, dopo due pagine vuote di scrittura
(ff. 110-111). al f. 112'-v. Il suo contenuto stato descritto ampiamente da HoL-
DER- EGGER, Italienische Prophetieen, ci t., III, pp. 97-105. Qui anzi, a p. 105, dice di
aver trascritto la Visio, molto probabilmente con l'intenzione di studiarla e di
pubblicarla, ci che non fece, impedito, credo, dalla morte (t 1-11-1911, cfr.
Neues Archiv, 37, [1911-12], pp. 822-854, necrologio). Il cod. Vat. Regin. lat. 132,
secolo XIV, cm. 29,5 X 19,5, scritto da due mani. La l'i ff. 1'-48', che firma ivi:
Anno domino M'CCC'XL'VI' isti quaterni sunt scripti per manus Conradi indi-
gnissimi eruditoris parvulorum scole Pilgrimensis civitatis; la n i ff. 49'-105', in
cui compreso il nostro testo. La prima mano trascrive opere agostiniane, la
seconda invece opere di Gioacchino da Fiore (Super Apocalypsim), la Visio Nor-
sei, gli Excerpta de libro qui dicitur Vasilographus, i Versus Sibylle, una profezia
fatta a Roma nel 1293, .ecc. Anche questo codice stato brevemente descritto
da HoLDER- EGGER, Italienische Prophetieen, cit., III, p. 119 (ma scrive ff. 201"-202
al posto di 95v-97' e Fursei al posto di Norsei). Ringrazio qui di cuore l'amico
Augusto Campana che ha avuto la pazienza di rileggere con me i due codici.
Avverto che in generale seguo la grafia dei codici, salvo in pochi casi: per
esempio, !in. 4, ho scritto adhuc (al posto di aduc dei codd.), !in. 49 comederit
(cos R, ma commederit V), lin. 66 nondum (cos R, ma nundum V), !in. 106 paradi-
sus (cos V, ma paradysus R).
130 VI. LA VISIO NORSEI E IL SERMO DE ANTICHRISTO
Visio et prophetia Norsei viri Dei
Postquam Bap, rex Armenorum, dedit potionem mortis sancto
viro Norseo, iuxta paucos dies vocavit ad se episcopos et religiosos
et principes Armeniae et Georgianorum, qui erant praesentes, et di-
5 xit eis: Appropinquate ad me, filii et conservi mei, dum adhuc sum
in carne: praedicam vobis tribulationes et mala tempora quae ventu-
ra sunt in mundo a gente sagittaria et a regibus orientalibus, qui
destruent terram et plenitudinem eius . Et prosperitatem quae ventu-
ra est post finem illorum, sicut Deus ostendit mihi in insula inhabita-
10 bili, in qua proiectus fui; quae volui annunciare vobis usque ad diem
mortis meae. Cum appropinquabunt tempora illa gravia, reges Grae-
corum debilitabuntur et minuentur et imbecilles erunt, et auferetur
ab eis fortitudo hominis et equi, et praedabitur terra eorum ab alieni-
genis et multiplicabuntur iniquitates. Et propter hoc consurgere fa-
15 ciet Dominus ab Oriente gentem cuius natura levis et agilis, et erit
magnae astuciae, non de Persis, non de Corosinis, sed de genere
Hysmael, terribilis aspectu et mirabilis longorum capillorum; cincti
erunt arcu et sagittis, currente per totum mundum et destruent fines
mundi, habentes equos veloces et pacientes laboris. In vindictam
20 nationum cruentabunt sagittas suas sanguine omnium gentium et,
secundum quod dicit Ysaias 'sagittis parvulos interficient'. Et post
primum regem illius gentis, secundus erit eiusdem nominis peior
1 Visio-Dei V. Incipit Visio-Dei R 4 Georgianorum RV 1: -ginorum V 5 aduc V
11 illa tempora V 14 alienigenis iter. V 18 sagittis RV 1: -as V
20 cruentabunt ... suas, cfr. Deut. 32, 42: Inebriabo sagittas meas sanguine 21
sagitlis ... interficient, !sai. 13, 18
2-5 Vie de saint Nerss, 12 <<Aprs cela, le roi Bab invita par trahison le grand
Nerss un festin, au vi!lage de Khakh dans le canton d'Egghiatz, afin de le faire
mourir par le poison ... Le roi Bab ... lui versa boire et, jetant du poison dans la
coupe, il la prsenta au saint. Lorsque Nerss eut bu, il remercia (Dieu) en disant:
'Sois bni, 6 Dieu, de ce que tu m'as jug digne de boire la coupe du martyre .. .'. Il
se leva et retourna son monastre. Tous !es princes et tous les gnraux arm-
niens ... , !es nobles, !es gouverneurs de provinces le suivirent en deuil et accabls
de tristesse ... (Et ceux-ci), ai n si que !es veques, le conjuraient de prendre l'an ti do-
te. Mais le saint patriarche refusait, en disant: 'Je puis, de moi-meme avec l'aide de
mon Dieu, chasser de mon corps les souffrances .. .'
11-20 Vie de saint Nerss, 13 Les guerriers grecs perdront de leur nergie;
leur pays sera opprim parla nation des archers (Turks); ils tomberont sous leur
joug, et beaucoup de provinces deviendront dsertes. Le monde sera dans l'anxi-
t; il y aura des incendies, des inondations et des tremblements de terre et il se
manifestera des prodiges et des phnomnes dans tous !es pays ... (cfr. 64-65)
VI. LA VISTO NORSET E I L SERMO DE ANTICHRISTO 131
primo, semen nequam, filius sceleratus. Ille destruet regnum Arme-
norum et comedet et non saturabitur, et farniliae suae non parcet, et
25 sicut aquila velox erit. Et poculo martis potabit omnes gentes, et
capiet quendam dominum Graecum in terra Armenorum, et induet
gentem Christianorum periculo et dolore et tristicia, libertatem San-
ctae Ecclesiae destruendo. Et alii reges regnabunt de eadem gente,
donec perficiatur eorum tempus. Et postea auferentur quasi non
30 fuerint, contremiscet a facie eorum terra, auferent pacem de terra.
Et in illis diebus interfectores erunt iudices, et partem Orientis dimit-
tent aliquantulum, ut confidant homines in eis. Et qui sapiens est
fugiet ab Oriente in medio terrae et in Occidente et in maritimis. Et
praevalebit tribulacio et fletus multiplicabitur, sanctitas delebitur,
35 altaria dissipabuntur, fames invalescet, inte rfectio Christianorum
exardescet, civitates vacuae remanebunt, castra munita diruentur.
Et erit miser qui in illo tempore erit in eis: gens enim illa honoratos
et magnates sicut iumenta reputabit nemini deferens. Et terrebunt
etiam insulas, et nemo audebit exire contra eos in proelium ; et qui
40 egredietur contra eos, ex eorum ululatu territus fugiet. Altaria Dei
immundis manibus tractabunt, sine misericordia viros .et mulieres
interfcient, iuvenes in servitutem redigent in regiones suas. Civitas
autem quae vocatur Van integra manebit cum regione sua propter
sanctas mulieres, scilicet sanctam Proximam et socias eius quae fue-
45 runt LXXII, quae venerunt de Roma, et ibi religiose Deo servierunt,
in qua cum veniet Filius Dei secundo adventu inveniet fidem. In toto
autem orbe erunt tempora amara, et non invenietur semen ad semi-
29 quasi V: .q. (i.e. quae) R 33 maritimis R: -ma V 44 sanctas V: dictas R
Proximam VR (sed Rhipsimam legend., ut videtur) 46 tum R 47 amara R: ama-
ta(?) V
24 comedet ... saturabitur, cfr. !sai. 9, 20: Cornedet ad sinistram et non saturabi-
tur 25 sicut ... erit, cfr. Iob 9, 26: Sicut aquila volans ad escam 30 contremi-
scet ... terra, cfr. Nahum 1, 5: Contremuit terra a facie eius; Joel 2, 10: A facie eius
contremuit terra 46 cum ... fidern, cfr. Luc. 18, 8: Verurntarnen Filius hominis
veniens ... inveniet fidem in terra?
23-24 ibid., 13 Est le pays sera boulvers de fond en comble; des fortresses
inaccessibles seront emportes d'assaut par la nation des archers (Turks) ... Les
saints lieu.x des siges du patriarca! deviendront !es demeures et !es habitations
des nations palennes; !es routes frequentes deviendront dsertes par le manque
d'hommes ... et !es hommes seront dans I'anxit, et la terre entire deviendra
inquite et agite; !es gens instruites se rfugieront dans !es contres de I'Orient ....
46 ps.-Epiphan. Sermo de Antichristo, XXXI, lin. 1299-1300 Et Filius hominis
veniens inveniet utique fidem in terra? 46-62 Vie de saint Nerss, 13 Avant cela
( = la venue de l'Antichrist), la duret dominera et la charit se tairira; il y aura des
132 VI. LA VIS IO NORSEI E I L SERMO DE ANTICHRISTO >>
nandum, neque messis erit ut metatur, sed terra fructifera vertetur
in sterilitatem, et pro nimietate famis comedent homines hominum
50 carnes multociens et in multis locis, et qui non comederit sine miseri-
cordia morietur fame, et pro siti bibent homines urinas suas, et cor-
pora hominum erunt proiecta avibus coeli et non erit qui sepeliat.
Timor magnus erit habitantibus in terra; non poterunt ad plana con-
fugere nec latere in nemore nec in cavernis terrae refugium habere;
55 nec usquam invenietur pax. Capientur civitates et castra, terra Chri-
stianorum dividetur in hereditatem infidelibus, partes Orientis subiu-
gabunt sibi et dimittent vivere in pace habitantes in eis, et partes
Aquilonis subiugabunt sibi et meridiei et partes Occidentis usque ad
mare Graecorum, et pulchrum portum Constantinopolis capient, quo-
60 niam a Deo dirigetur omne iter eorum in vindictam impiorum. lpsi
autem non esurient neque sicient, nec nocebit eis aestus prae nimia
laetitia, sed praecurrent orbem sicut praecursores Antichristi. De
nostris autem principibus multi adhaerebunt eis qui multi erunt in
refugium. Reges autem Graecorum sicut ebrii et dorm1entes erunt
65 prae angustia. Exibunt Franci et Romani et in locis plurimis pugna-
bunt cum gente sagittaria et salvabunt multos, sed non poterunt una
53 ad R: a V 55 nec R: ne V post capientur scr. ci et delev. V 59 pulcrum R
Constantinopolis V: -in R 63 multi correxi (an inulti legend.?): multis RV
49-50 comedent ... carnes, cfr. !sai. 9, 20: Comedet ... unusquisque carnem bracchii
sui vorabit 51-52 corpora ... sepeliat, cfr. Ps. 78, 3: Posuerunt morticina servorum
tuorum escas volatilibus coeli et non erat qui sepeliret 60 iter ... impiorum, cfr.
Ps. l, 6: Iter impiorum peribit; Prov. 12, 26: Iter autem impiorum decipiet eos 62
Antichristi, cfr. I Ioann. 2, 18: Et nunc Antichristi multi facti sunt
famines, des tremblements de terre et une grande mortalit ... On ne rcoltera
point ce qu'on aura sem, et on ne mangera point ce que l'on aura plant, et il y
aura beaucoup de prodiges lors de la venue de l'Antichrist ... Les hommes de cette
nation dvoreront la chair de leurs bras, c'est dire !es leur concitoyens, selon la
prophtie d'Esa'ie (9, 20) et la parole de Jean (2, 18) qui dit: 'Il y a beaucoup
d 'Antichrists dans le monde .. .' 64-65 Vie de saint Nerss, 13 Les monarques
grecs vivront peu de teinps; ils s'occuperont point de la guerre, mais des impts,
du changement des institutions (re!igieuses), de l'examen de la foi que !es trois
conciles apostoliques ont tabli; ils branleront la croyance chrtienne d'une foule
de gens, et ce sera l que porteront leurs efforts et leurs proccupations. Les
guerriers grecs etc. (cfr. 11-19); ps. Epiphan. Sermo de Antichristo, VI, !in. 294-299
Tamen fiet et praevaricatio in eo (scil. regno Graecorum), quia reges eorum,
enervati cum sint, persequuntur corporum voluptates et languentes imbecilli sunt
in be!lis impiarum gentium Aelymaeorum et Tagik, Persarum et Curdistanorum,
dantes in manus illorum magna Dei dona ... 64-68 Vie de saint Nerss, 13 <<Ensui-
te toutes !es contres chrtiennes seront sauves par !es braves armes romaines.
Le monde vivra en paix et sera dans la voie droite pendant longtemps; il deviendra
VI. LA <<VI SIO NO RS EI >> E IL SERMO DE ANTIC H RISTO>> 133
vice eos de medio tollere, quia tempus eorum nondum impletum
erit. In Constantinopoli plures nobiles morientur fame, quia ipsi an-
gustabunt portum et non dimittent naves intrare, et Dominus addu-
70 cet multas naves in manus eorum, et omne thesaurum Graecorum et
Armenorum portabunt in terram Persarum. Terram autem quae su-
biugabitur eis, pacem cum eis ipsis habens, prae nimia exactione
angustabunt usque ad portas mortis, ita ut pater det eis filium pro
tributo solvendo.
75 Dum autem haec Joqueretur eis, dixerunt ei: Rogamus te, sancte
pater, annuncia no bis de tempore ilio malo, si in diebus nostris futu-
rum est. Respondit: <<Non erit hoc in diebus vestris nec in diebus
nepotum vestrorum, sed postquam implebuntur DC anni [in alio
DCC), cum erunt principes vestri in servitutem Graecorum, in diebus
80 illis rapient regem Romanorum in terra Graecorum ; et dominabitur
gens illa multo tempore, non tantum pro tempore unius hominis, sed
multo plus. Et post illam magnam victoriam rex gentis illius cum
omnibus exercitibus suis in magna moltitudine sicut aquae diluvii
veniet in partes Occidentis, et habitabit in litore maris Mediterranei,
85 et implebit totam patriam sua virtute, et multos portus angustabit.
Et mittet simulatorem nuncium, cui nomen Hostisan, quod interpre-
tatur sapiens, in civitatem regiam Constantinopolis, ut oboediant ei;
quasi pacifice veniens, volens tamen ibi regnare, nuncius vero in-
trans civitatem et videns Christianorum fidem convertetur ibi Deo
90 favente. Postea consilium faciet cum rege Romanorum, cuius nomen
K, et cum Normannis et Francis, qui cum eo venerunt in auxilium
civitatis, post revertetur ad dominum suum. Et rex cum Normannis
et Francis, qui sunt cognati nostri, de consilio illius exibunt, et subi-
to interficient regem gentis sagittariae, et tunc exercitus illius corde
95 trepido fugiet, illi vero persequentur eos et omnes occident. Exerci-
70 omne V: omne in R 78-79 in alio DCC seclusi, glossa in mrg. translata in
textu, ut videtur 79 cum V: cum vel tum R 84 partes R: parte V 85 sua V2 :
suam RV 86 quod V: et R 87 Constantinopolis om. R. 90 post favente add. ve!
faciente V 91 venerunt R: -erint V 92 post: legend. postea
comme un jardin produisant abondamment toutes choses ... (cfr. 105-113); ps.-Epi-
phan. Sermo de Antichristo, VII, !in. 324-335 ... impavide exeunt exercitus Romano-
rum qui et magno et acri bello feriunt caeduntque gentem Kham seme! et bis
atque etiam ter et pluries ... saeve caedentes omnes impios gladio quoscumque
forte inveniunt in ea (scii. Jerusalem). Et manent illic per annos multos in armis
cum sint erga omnes hostes qui circa eos (sunt). Neque tamen possunt ferre victo-
riam magnam su per alienigenas nationes ... >> 86-90 ps.-Epiphan. Sermo de Antichri-
sto, XV, !in. 802-807 Et statim venit (scii. Antichristus) in urbem Constantinopo-
lim manens ibi ... Et ipse fingit se ante christianos tamquam christianum cum
Iudaeis autem curn sit tamquam sit nuntius illorum ... '

134 VI. LA VISIO NORSEI E IL SERMO DE ANTICHR!STO
tus vero illorum qui eri t in medio terrae, hoc est in partibus Iheroso
limitanis, hoc audito fugiet, et Romani et Franci post illos euntes
occident illos. Tercia pars illorum qui fugerunt, in deserto Arabum
similiter Arabes velociores equis persequentes eos interficient. Tunc
100 complebitur verbum Domini dicentis 'Percuciam et sanabo', quia
non in perpetuum irascetur neque in aetemum comminabitur. Et
tunc exaltabitur regnum Christianorum, et dispersi congregabuntur
a quatuor parti bus orbis et ab insulis maris, et iterum plantabit eos
Dominus in locis suis et irrigabit eos rore misericordiae sua et aufe-
105 ret priora mala. Confortabitur autem gens Latinorum et Francorum
vehementer et capient civitatem sanctam Iherusalem et reaedifica
bunt destructa orbis. Et adhaerebunt eis de toto mundo et qui reman
serunt de Armenis, et eri t terra Christianorum sicut paradisus Dei, et
auferetur ex toto gens sagittaria a facie terrae a gente catholica Fran
110 corum. Tunc eri t orbis in pace et reaedificabuntur ecclesiae, et infide-
les erunt sub servitute Francorum. In tempore autem ilio dicent vivi
defunctis: 'Vae vobis, eo quod non pervenistis ad ista felicia tempo
ra!'. Tunc parum seminis multam messem afferet, et arbores fruc
tum dabunt tamquam fontes et quiescet quilibet sub ficu sua et sub
96-97 Ihero V: Iero R 100 complebitur iter. in mrg. v verbum add. in mrg. R
107 et' VR: /egend. etiam? 107-108 Remanserunt R: -erint V 108 eri t o m. R sicut
V: quasi R 112 eo om. R
100 percuciarn ... sanabo, Deut. 32, 39 101 non ... comminabitur, Ps. 102, 9
102-103 dispersi ... orbis, cfr. I sa. 11, 12: Et dispersos Juda colliget a quatuor plagis
terrae; Ezech. 20, 34 et 41 103-104 plantabit ... suis, cfr. Ierem. 32, 41: Et plantabo
eos in terra ista; Amos 9, 15 114-115 Quiescet ... vite sua, cfr. III Reg. 4, 25: Unusquis
que sub vite sua et sub ficu sua; Mich. 4, 4: et sedebit vir ... subtus fcum suam .
101-lll ps.Epiph an. Senno de Antichristo, XXX, !in. 12481254 Et statim cum
cxiverint ad aedificandas deletas ab immundo (scil. Antichristo) ecclesias Christi,
necnon domus suas, omnes paritcr ad opera bona prompti animo (sunt); neque
est species peccatorum in corde cuiusquam, quoniam inventar malorum, qui effi.
ciebat ut peccarent constanter, nusquam iam in medio (est) ... ; ]in. 1269-1275 Ab
Oriente usque ad occasum solis et a septemtrione usque ad meridiem in omni
bus terminis orbis terrarum, quocumque etiam fugerunt, cum exiverint, cito ve
niunt in suam quisque regionem ; et incipiunt acdifcare innocenter deletas eccle-
sias Christi necnon serere quae edant et bibant ... 105-113 Vie de saint Nerss,
12 La cit sainte (Jrusalem) ne restera plus au pouvoir des Grecs; les Ismali-
tes s'en empareront, imposeront tribut aux Grecs jusqu'au temps o la nation
des braves s'approchera. Alors Jrusalem sera prise par la nation des Romains,
qui s'appelle ]es Franks, et ils deviendront !es Grecs de leur tribut ... ; 13 Les
infdles seront repousss et tomberont sous le joug de la servitude rornaine. Les
hornmes plaindront ceux qui les auront prcds dans la vie et ceux qui n'auront
pas proft de toutes ces flicits ... 113-121 ibid., 13 Les cieux se renouvelle-
1
l
Vl. LA VISIO NORSEI >> E IL SERMO DE ANTICHRISTO 135
115 vite sua: ordinabitur regnum et dominium in omni loco, et erit multo
tempore in pace, et debita ordinatione ordinabitur et erit ecclesia;
principes vero de gente nostra, qui tunc erunt mixti curo Francis et
Latinis, capient civitatem Coris et eius regionem, et multas regiones
liberabunt ab infdelibus. Et Christiani habitabunt ibi, et implebitur
120 terra omni bono multis temporibus, ad laudem Dei onnipotentis Do-
mini nostri Ihesu Christi, qui regnat in saecula saeculorum. Amen.
Pu sembrare abbastanza strana, a prima vista, questa Visio et prophe
tia attribuita a un non meno curioso <<Norseus, vir Dei. Eppure non
apparir poi tanto strana, se il nome Norseus - e non quindi Norse-
nus come scriveva Leonardo di Chio- lo intenderemo come una cattiva
trascrizione o corruzione medievale del greco Nopcr<TTJc;, trascrizione a sua
volta dell'armeno Nerses 287 Si tratta, in sostanza, di una profezia attribui
ta a Nersete il Grande, patriarca armeno, discendente dalla famiglia di s.
Gregorio Illuminatore, evangelizzatore dell'Armenia, vissuto sotto i re
Arsk III (349-368) e Pap (369-374), che resse la sua chiesa dal 353 al 358 e
dal 364 al 373, anno della sua morte 288 Di lui possediamo una Vita in
116 ecclesia correxi: -as V etclesia R 118 Cmis R: Toris V 121 Christi Amen
R: Christi Amen fat V post Amen add. Explicit V Explicit visio et prophecia
Norsei viri Dei R
ront alors, la terre se renouvellera aussi et se couvrira d'une agrable verdure. Le
paradis produira trente pour un, comme le paradis terrestre soixante pour un et
les cieux cent pour un. Il n'y aura plus ni labeurs, ni fatigues sur la terre ... , mais
il y aura cles arbres aux fruits inpuisables. Il n'y aura plus ni peines, ni tristesse,
mais seulement de la joie et de l'allgresse. A quelques-uns le Seigneur donnera
le paradis sur la terre ...
287
Per le varie trascrizioni del nome armeno Nerses cfr. G. GARITTE, La 'Narra
tio de rebus Armeniae', Louvain 1952 (Corpus Scriptorum Christianorum Orienta
lium 132, Subsidia t . 4), pp. 62, 402, ecc.
288
Su di lui in generale, cfr. R. GROUSSET, Histoire de l'Armenie des origines
1071, Paris 1947, pp. 135-136, 145 sgg. e 148-149; N. AKINIAN, Die Reihenfolge der
Bischofe armeniens de 3. und 4. Jahrhunderts (219439), Mlanges P. Peeters, I
Analecta Bollandiana, 67 (1949), pp. 85-86 (assegna a Nerses gli anni 339-372); M.
0RMANIAN, L'Eglise armnienne, Antlias-Liban 1954, pp. 14-15, 172; P. PEETERS, Un
miracle des SS. Serge et Thodore et la Vie de S. Basile dans Fauste de Byzance,
Analecta Bollandiana, 39 (1921), pp. 65-69 e 76 (sul periodo della sua consacra
zione episcopale); S. DER NERSESSIAN, Le Synaxaire armnien de Grgoire VII
d'Anazarbe, Mlanges P. Peeters, II, ibid., 68 (1950), pp. 261-285 e particolarmente
268-284; GARITTE, La 'Narratio', cit., pp. 57, 62, 74-75, ecc.; M. VAN EsBROECK, Chro
nique armnienne, Analecta Bollandiana, 80 (1962), pp. 423-445 e soprattutto
433-435 (assegna le date 353-373, seguendo P. ANANIAN, La data e le circostanze
136 VI. LA VJSJO NORSEI E IL SERMO DE ANTICHRISTO
armeno, tradotta in francese da J.-R. Emine, di notevole interesse stori-
co 289 Certo ha ragione il traduttore quando osserva che in essa, a fianco
di passi antichi autentici, si trovano, a pi riprese, interpolazioni di note-
vole estensione e aggiunte di epoca molto pi tarda 290 Pi recentemente
M. van Esbroeck esprimeva l'opinione, certamente esatta, pur non dando-
ne le ragioni, che la Vita di Nersete, tal quale essa ci giunta, dati
<<almeno dal secolo XII 291 e di opinione molto simile anche il recente
della consacrazione di S. Gregorio Illuminatore, Le Muson, 74 [1961], pp. 43-73
e 317-360); ID., Tmoignages littraires sur les spoltures de Saint Grgoire I'Illumi-
nateur, Analecta Bollandiana, 89 (1971), pp. 387-420.
289
Gnalugie de la famille de Saint Grgoire Illuminateur de l'Armnie et Vie
de Saint Nerss, patriarche des Armniens par un auteur anonyme du V' sicle,
in Collection des historiens anciens et modernes de I'Armnie, par V. LANGI.OIS, Il,
Paris 1869, pp. 17-44. Per le edizioni del testo armeno e per la Vita metrica di
Arakhel di Ani, cfr. P. PI::ETERS, Bibliotheca Hagiographica Orientalis, Bruxelles
1910, pp. 795, 174-176; 804. Fonti importanti per la storia del patriarca Nerses sono
le seguenti: Fausto di Bisanzio, Biblioteca storica, IV 3-7, 12-13, 15, SI; V 21-25, in
Collection, cit., pp. 236-243, 247-249, 250-254, 267-268, 289-292; Lerubna di Edessa,
Storia di Abgar, VIII, ibid., I (1867), p. 330 (lettera di Abgar a Nerses); Giovanni
Mamikonian, Storia di Daron, l , ibid., p . 361; Mos di Chorene, Storia dell'Arme-
nia, II 33 e III 16, 2021 , 24, 27, 29-30, 33, 36-37, ibid. , II, pp. 97-98, 141-143, 145-150,
153 (ed. anche in Mo'ise de Khorne, Histoire d'Amznie, texte armnien et traduc-
tion franaise ... par P. E. LE VAILLANT DE FLORIVAL, II, Venise 1841, pp. 35, 43-47,
53, 61, 67, 69-71, 73, 77, 85, 89, 93); Lazzaro di Pharp, Storia dell'Armenia, XIII e
XV, ibid., pp. 270-272; GARITTE, La 'Narratio', cit., pp. 27, 18 e 62, 7475, 402, 406,
417-148, ecc.
290
Gnalogie, cit., in Collection, cit. Il, pp. 19-20.
291
VAN EsBROECK, Tmoignages, cit., p . 400; Pseudo-Epiphanii Sermo de Anti-
christo (armeniaca de fine temporum), introd., testo critico, vers. lat. e note di G.
FRASSON, Venezia 1976 (<<Bibliotheca Arrneniaca>>, Textus et Studia, 2), pp. LXVI,
n. 38 e LXXIX: <<E probabile, scrive il Frasson, che la parte autentica di que-
st'opera risalga ad uno scrittore classico del secolo V>> (e in effetti viene attribui-
ta o a Mesrop il Grande, discepolo di Nersete, o a Mos di Chorene o anche a
Mesrop presbitero); ma egli fa rilevare che in alcuni manoscritti la parte profeti-
ca si presenta staccata dalla Vita stessa, senza titolo e senza nome d'autore. E
pi innanzi aggiunge che la Vita stata certo amplificata in epoche diverse con
parti addizionali di carattere escatologico, fino ai tempi della prima Crociata. A
poco serve oggi Io studio di B. SARGISEAN, Mecin Nersisf ancayouac margarow-
t'ean yoyn bnagira ew anor veray e)ac krkin xmbagrowt'iwnk' (=L'originale greco
della profezia attribuita a Nerses il Grande e le sue successive redazioni), Bazma-
vep, 51 (1893), pp. 565-571 e 52 (1894), pp. 25-32, di cui ho potuto prendere
conoscenza grazie all'aiuto della dott. G. Uluhogian. Il Sargisean, dopo aver
ricordato che esistono traduzioni armene delle profezie dello pseudo-Metodio
(segnala, oltre che la gi citata traduzione inserita da Stefano Orblian nella sua
Storia della Siunia (cfr. n. 60), anche un'altra traduzione che sembra inedita nel
cod. 20 della Biblioteca dei PP. Mechitaristi di S. Lazzaro di Venezia, un Oske-
p'orik cio una miscellanea di profezie contenente anche uno scritto Del nostro
santo padre Metodio Patrunio [ = di Patara] vescovo, dal commento del profeta
Daniele, che fece in seguito alle sue parole, dal commento alla visione dei quattro
VI. LA VISTO NORSEI>> E lL <<SERMO DE ANTlCHRISTO 137
editore del Sermo de Antichristo attribuito a s. Epifania di Salamina, cio
G. Frasson. Tuttavia occorre osservare subito che una Vita di Nersete ben
pi antica, databile a prima del secolo V, doveva esistere, perch ad essa
sembra fare riferimento lo storico armeno Lazzaro di Pharp (c. 388-485), il
quale nella sua Storia dell'Armenia accenna pi volte all'anatema lanciato
dal patriarca Nersete contro il re Pap 292, episodio raccontato diffusamente
nella Vita 293 E, d'altra parte, la Vita giunta a noi deve essere certamente
anteriore, di poco, all'inizio del secolo XII, perch alla nostra Vita e alla
profezia in essa contenuta accennano chiaramente gli storici armeni del
secolo XII, cio Matteo di Edessa (c. 1136) e Gregorio Prete (secolo XII),
continuatore di Matteo 294 , che la applicano alle Crociate.
venti e delle quattro fiere, vera storia dei quattro re autocrati, e sul dominio dei
pagani e le angustie che avverranno e sui re che morirono ([sic]) e sulla venuta di
Cristo, Dio nostro e una traduzione di un'omelia attribuita a san Giovanni Criso-
stomo di contenuto simile, contenuta in altro codice dei Mechitaristi, molto proba-
bilmente di quella che ci giunta anche in greco e pubblicata da VASILIEV, Anecdo-
ta, ci t., pp. 33-38), tenta di chiarire soprattutto se il testo armeno sia una traduzione
dal g1eco. Purtroppo il Sargisean non conosceva allora che il solo testo latino
interpolato dello pseudo-Metodio pubblicato nei Monumenta SS. Patrum orthodo-
xographa (cfr. n. 52), e quindi ogni illazione, anche per quanto riguarda la profezia
inserita nella Vita di san Nersete, rimane estremamente aleatoria, per difetto di
informazione.
292
Lazzaro di Pharp, Storia dell'Armenia, XIII, ed. cit., p . 270: ils (=!es grands
d'Armnie) attirrent sur eux l'anathme du saint homme de Dieu, Nerss le
Grand, qui !es condemnait etre assujettis au joug de la servitude paienne (a. 428
circa); XV, p . 271 : camme l'avait prdit le bienheureux serviteur de Dieu, le
patriarche saint Nerss le Grand, et la nation tomba sous le joug ... des Perses ... >>;
p. 272: en accomplissement de l'anathme du pontife Nerss le Grand etc .... C'est
dans ces !ermes et en d'autres encore plus sevres que le saint pontife frappa
d'a na th me la famille des Arsacides ... .
293
Gnalogie, ci t., in Collection, ci t., II, p. 36 sgg.
294 Cfr. Recueil des historiens
des Croisades, Documents armemens, l, Paris
1869 (rist. anast., Fambourg 1967), p . 24, Matteo di Edessa, Cronaca: En l'anne
545 de l're armnienne (26 febbr. 1096-24 febbr. 1097), s'accornplit la prophtie du
patriarehe saint Nerss, relative l'expdition entreprise par les Romains
(Franks), et qu'il rvla aux satrapes et aux chefs de l'Armnie et leur annona
bien des annes auparavant. Ce qu'il avait prdit l'heure de sa mort ce grand
saint, ce thaumaturge, cet homme de Dieu, nous l'avons vu de nos propres yeux
se raliser dans notre sicle ... ; p. 193, Gregorio Prete, Cronaca: Dans la faibles-
se et l'impuissance de mon esprit, il me semble que si !es secours qui nous
taient arrivs nous ont fait dfaut, il ne faut en chercher la cause que dans la
haine conue contre nous et dans l'accomplissement de la prdiction du saint
homme de Dieu, le grand Nerss, notre Illuminateur, lequel, clair par une
intuition suprieure et par une inspiration cleste, consigna dans son livre vridi-
que au sujet des souverains des Romains 'qu'ils n'auront plus qu'une existence
trs-courte, qu'ils n'accorderont dsormais aucune attention la guerre, et n'au-
ront d'autre occupation que de lever des impts et de susciter des discussions
_13_8_ _ __ VI. LA VISIO NORSEI E IL SERMO DE A:-.ITICHRISTO>_> _ __ _
Che rapporto c' fra la nostra Visio Norsei e la Vita di s. Nersete? C'
uno strettissimo legame, perch la Visio si ispira senza alcun dubbio alla
Vita armena. Non qui il caso di analizzare tuttavia la Vita, ma solo
quella parte di essa che contiene appunto la profezia di Nersete fatta in
punto di morte. Vediamone brevemente il contenuto 295 :
l) Nersete, visto il comportamento peccaminoso del suo re Pap e il suo
persistere nell'adulterio e nella depravazione, lo rimprovera duramente e
alla fine, disperando di farlo recedere, lo maledice e gli impedisce di
entrare in chiesa. Allora Pap invita Nersete a un banchetto nel villaggio di
Khakh, nel cantone di keteac', e fattolo sedere sul suo trono lo invita a
bere una coppa contenente vino avvelenato. Nersete, bench comprenda
l'inganno del re, beve il veleno, poi torna al suo monastero accompagnato
dai grandi e dai nobili am1eni. Rifiuta di prendere un contravveleno, e
dopo aver espresso la sua gioia di lasciare questa vita in vista della
ricompensa celeste e aver perdonato i nemici che hanno voluto la sua
morte, d inizio alla sua profezia. Egli predice che cinquant'anni dopo la
sua morte (375 + 50 = 423) la dinastia degli Arsacidi scomparir e nello
stesso periodo di tempo anche la carica patriarcale passer dalla famiglia
di s. Gregorio Illuminatore ad altra famiglia.
2) Centocinquant'anni dopo la sua morte (373 + 150 = 523: in realt
quasi duecentocinquanta, a. 614) i Persiani prenderanno Gerusalemme, si
impadroniranno della s. Croce e questa non far pi ritorno alla citt
santa. Anzi la citt santa cadr poi in mano degli Ismaeliti ed i Greci
diventeranno loro tributari, fino a quando arriveranno i Romani, cio i
Franchi, i quali li libereranno da tributo e conquisteranno Gerusalemme.
La rovina dell'Armenia sar determinata dai dissensi interni e dai tra-
dimenti.
3) I monarchi greci domineranno per poco tempo, si occuperanno pi
di imposizioni fiscali che di guerre, il loro paese sar oppresso dalla
nazione degli arcieri ( = Turchi) e alla fine cadr sotto il loro giogo. Ci
sar un gran panico nel mondo e seguiranno incendi, inondazioni, terre-
moti. Il patriarcato armeno rimarr vacante per diversi anni e le fortezze
armene cadranno anch'esse sotto i Turchi. Gli uomini aivoreranno la
carne delle loro braccia e appariranno nel mondo molti Anticristi, i luoghi
santi diventeranno abitazioni dei pagani, le strade deserte, il cuore degli
uomini indurito per la paura, i sapienti si rifugeranno nelle contrade
thologiques'. Gregorio, citando il passo della profezia di Nersete, fa riferimento
al comportamento dell'imperatore Manuele I Comneno nella II Crociata, che fece
di tutto per impedire la spedizione contro l'atabeg Nur ad-Dine l'assedio di Aleppo
nel 1159, cfr. GROUSSET, L'Empire, cit., pp. 229-231; BR~HIER, Vie et mori, cit., pp .
272-273, che definisce la spedizione di Manuele une vritable promenade militai-
re"i 950STROGORSKY, Storia, cit., pp. 350-351.
Gnalogie, cit., in Collection, cit., II, pp. 36-40.
VI. LA \' ISIO NORSEl>> E IL SERMO DE ANTICHR!STO 139
d'Oriente. Ma le regioni cristiane saranno salvate dalle armi dei <<Romani>>
(=Franchi?), il mondo torner in pace, ci sar di nuovo l'abbondanza dei
frutti della terra. Gli infedeli cadranno sotto il giogo dei <<Romani
( = Franchi?). Gli uomini compiangeranno coloro che li hanno preceduti e
che non hanno potuto approfittare di questa felicit.
4) Alla fine apparir l'Anticristo. Non regner n sugli Arabi, n sui
Persiani, n sui pagani, ma sui servitori della Croce trionfante>> e sar
anzi un rimprovero per gli Ebrei. Il segno della sua venuta sar il seguen-
te: dopo un tempo di felicit ci sar la discordia tra gli uomini e il regno
dei Greci sar annientato, come l'ha predetto Daniele, dall'Anticristo.
Questi sar un uomo perverso, della trib di Dan, nato nel villaggio di
Khorazin, della razza di Israele, figlio di Hrovmela e di Nerghimine (o
Neghidine o Melichine) e si chiamer Hrasim. Andato a Bisanzio, rag-
giunger ivi le pi alte dignit imperiali, poi si impadronir del potere e
affermer la sua dominazione sul mondo, sieder nella Chiesa di Dio, si
far adorare come un Dio e riempir il mondo di ogni male. Dio allora
invier i profeti Enoch ed Elia per liberare gli uomini e preparare la
seconda parusia di Cristo sulla terra. La terra si corromper e ci sar
fame, sete, peste, mali. Allora l'Anticristo prender Enoch ed Elia e be-
stemmiando l'Altissimo li far morire. Ma a quel punto apparir Cristo
nell'alto dei cieli, annienter l'Anticristo, e purificher il mondo; i morti
risorgeranno .e Cristo divider i giusti dai peccatori. Dopo il giudizio
universale non ci saranno pi n pene, n tristezze, ma gioia, allegrezza,
abbondanza di frutti, come nel paradiso terrestre.
Se si procede ad un'analisi di questa profezia, ci si accorge subito che
essa composta di quattro blocchi, che potrebbero rappresentare anche
ampliamenti successivi della profezia originaria di Nersete, cio di quella
profezia, molto probabilmente, che appariva gi nel testo del secolo V. Un
primo blocco riguarda la storia interna civile e religiosa dell'Armenia sino
alla met circa del secolo V. Baster qui ricordare che effettivamente la
dinastia degli Arsacidi scomparve con Ardasir IV, detronizzato nel 428,
anno in cui ha inizio la dominazione persiana sull'Armenia. Qasi contem-
poraneamente, cio dopo il patriarca Sahak il Grande (t 439), ultimo
discendente della famiglia di s. Gregorio l'Illuminatore, si ebbe la breve
reggenza di Mesrop, poi la successione di Hovsep I di Hogotzim
(440-454) 296 Il secondo blocco ha inizio con il ricordo della conquista di
Gerusalemme da parte dei Persiani (614) fino alla riconquista dei Crociati
(1099). Si ricordano infatti, dopo la conquista persiana, il breve periodo
della riconquista bizantina d Eraclio (630-635) m, ma s dice anche, giusta-
mente, che la s. Croce non torn pi nella Citt santa, perch essa venne
296
GROUSSET, Histoire, cit., pp. 182-189.
297
Ibid., pp. 273-287.
 140 VI. LA VISTO NORSEI E IL SERMO DE ANTICHRISTO
portata a Costantinop oli 298 ; poi la ripresa della citt da parte degli Arabi
(637), cosicch i Bizantini diventerann o tributari degli Ismaeliti (pratica-
mente per le regioni della Siria e della Mesopotam ia fino alla conquista
crociata); infine la situazione turbata all'interno dell'Armeni a, caduta pri-
ma, nel 652, sotto gli Arabi, poi nel 1021 sotto i Bizantini, fino al 1064 299 Il
terzo blocco ha inizio con il ricordo dell'inerzia della dominazion e bizanti-
na in Armenia di fronte alla nazione degli arcieri, cio di fronte ai
Turchi Seldjukidi, i quali nel giro di un cinquanten nio (dal 1040 al 1092) 300
giungerann o a conquistare quasi tutta l'Asia minore (sultanato di Rum), e
si estende sino alla met del secolo XIII, cio, cred(iamo) *, sino al
periodo dei regni latini d'Oriente. importante ricordare qui quanto
scriveva Matteo di Edessa verso il 1136: Chi potrebbe descrivere le
disgrazie della nazione armena, i suoi dolori e le sue lacrime, tutto ci che
sofferse a causa dei Turchi nel tempo in cui il nostro regno aveva perduto
i suoi capi legittimi che avevano tolto di mezzo i suoi falsi difensori, cio
l'impotente , l'effeminata , l'ignobile nazione dei Greci! ... Essi hanno distrut-
to il nostro trono nazionale, abbattuto questo muro protettore che forma-
vano le nostre truppe e i nostri guerrieri intrepidi ... Pieni di ripugnanza e
di disprezzo per le lotte di guerra e per il valore militare, essi cercarono
di introdurre nella chiesa le dispute e i torbidi, abbandona ndo ogni resi-
stenza in fretta e furia contro i Persiani (cio i Turchi Seldjukidi) .. . 301
Molto probabilme nte questa consonanza con la profezia attribuita a Nerse-
te non casuale. In effetti, dopo il disastro bizantino di Mantzikert (1071),
gli Armeni, volenti o nolenti, furono costretti ad emigrare in Cappadocia ,
e poi nell'Anti-Ta uro, e solo a caro prezzo ottennero dal sultano Malik-sah
una certa protezione per la loro chiesa (dopo il 1098) 302 un periodo
difficile per la chiesa e spesso fra il 1036 e il 1166 si hanno degli anti-pa-
triarchi. Inoltre, per quanto riguarda gli Armeni che gravitavano verso la
contea di Edessa, bene chiarire che, dopo un periodo di torbidi durante
i quali Baldovino I afferm il proprio dominio, gli Armeni godettero di
un periodo di discreta tranquillit in quanto associati al potere e stretta-
mente legati da vincoli di parentela con la casata dei conti di Edessa, fino
alla caduta della citt nelle mani dell'atabeg Zengi di Mossul (1144);
* credo A
298
Sulla storia della S. Croce, cfr. A. PERTUSI, Giorgio di Pisidia, Poemi, I,
Panegirici epici, Ettal 1960 (Studia patristica et byzantina, 7. Heft), pp. 230-237.
299
GROUSSET, Histoire, cit., pp. 296 sgg. e 569 sgg.
300
GROUSSET, L'Empire, cit., pp. 170-176.
301
Matteo di Edessa, Cronaca, cap. 84, pp. 113-114, ed. (Ed. ) DULAURIER, Biblio-
th~ue historique armniem1e, Paris 1858; GROUSSET, L'Empire, cit., pp. 174-175.
02
GROUSSET, L'Empire, cit., pp. 182-185.
VI. LA VIS10 NORSEl E IL SERMO DE ANTICHRISTO 141
anzi furono gli 'Armeni a organizzare la riconquista con Jocelin II di
Courtenay (1146), sia pure per breve tempo perch, poco dopo, dovettero
fuggire davanti alle forze turche di Nurad-Din, figlio di Zengi, che ne
compirono un vero massacro 303 Il quarto blocco infine chiarament e
apocalittico . Non necessario intravveder e nell'Anticri sto, che regner
sui servitori della Croce trionfante>>, il primo sovrano di stirpe osmana,
cio Osman I (1284-1324), che nel giro di pochi anni conquister tutta
l'Asia minore, mentre la Siria, la Palestina e la Persarmeni a cadranno
sotto il dominio dei Mamelucch l. Si noti che quest'ultim a parte segue da
vicino, pi che la Visio Danielis - malgrado quanto afferma l'autore della
profezia di Nersete -, l'Apocalyps is Methodii siro-greca-l atina. La specifica-
zione che l'Anticristo verr dalla trib di Dan [ch]e nascer nel villag-
gio di Khorazin>>L ecc.] viene proprio da quest'ultim o testo 30-1, ma si
303
GROUSSET, L'Empire, ci t., pp. 297-301, e per un quadro dei rapporti di parente-
la tra principi armeni e latini cfr. Recueil des historiens des Croisades. Documents
arm nens, cit., I, pp. CXX.Ill-CXXIV.
304
!STRIN, Otkrovenie, ci t., pp. 45, 246, 6; SACKUR, Sibyllinische Texte, ci t., PP
93-94. Cfr. anche !STRIN, Otkrovenie, cit., pp. 64, 5-26 (altra recensione dello ps.-Me-
todio), 82,7-24 (trad. lat.) 99,3 sgg., 113, 16 sgg. e 128, 19 sgg. (trad. sla~e). La ~rase
.de tribu Dan figura gi nella traduzione latina interpolata della Stbtlla Ttbur-
tina, cfr. KURFESS, Sibyllinische Weissagungen, cit., p. 276. La stessa espressione
si ritrova in Adsone di Montier-en-Der, Epistola ad Gerbergam reginam de ortu et
tempore Antichristi, SACKUR, op. cit., p. 106, e in Aimone ~i Auxerre, _Expositio in
epistolam II ad Thessalonicenses, PL 117, 7-79 D-780 A, su cui cfr. da u!ttm?: .t;-'1 RAN-
GHERI, La 'Epistola ad Gerbergam reginam de ortu et tempore Anttchnstt dt Ad-
sane di Montier-en-Der e le sue fonti, Studi medievali, 14 (1973), pp. 677-732, e
particolarm ente 697, 719-724; pi tardi si incontra in un curioso e assai raro in-
cunabolo figurato intitolato: Antichristus. Auctoritates sanctorum doctorum de
adventu Christi ad iudicium cum preambulo et malicia Antichristi (alla fine: Im-
pressum Mediolani per Maistro Philippo ditto Cassano et Alexandrum de Piliz~
nis del MCCCCLXXXXVI adi VI de Luio: Bibl. Braidense, AM. IX, 61c), fol. 2 :
Danielis CI capit.: 'Nascetur equidem Antichristus ex semine_lu~eorum de ~ribu
Dan.' Genesis quadragessi mo nono capitulo: 'Fiat Dan coluber m via cerastes m sc-
mita mordens ungulas equi, ut cadat ascensor eius retro salutare tuum', id est
iudicium tuum expectabo Domine. Et ideo tribus Dan non ponitu: in cat~alogo
sanctorum neque in numero signatorum (cfr. Apoc. loann. 7, 4-17) mdestatwne~
(leg. in testationem? ) pessimi Antichristi, e fol. 3': <<Ut dicit be~tus Metho (stc)
martir ... : 'Nutrietur a Babilonis et Malachitis in civitate Corrozrum e~ Beths,ayd~
et regnabit in Capharnaum '. Su tale incunabo!o cfr. L. D?N~TI, La vtta dellAn_tt-
cristo <<La Bibliofilia, 78 (1976), pp. 37-65. chiaro che qm viene fusa la tradiZio-
ne deilo pseudo-Dan iele con quella dello pseudo-Metodio. Sulla leggenda dell'An-
ticristo in san Paolo cfr. B. RIGAUX, L'Antchrist et l'opposition au royaume
messianique dans l'Ancien et le Nouveau Testament, Gembloux-Paris 1932, p. 174
sgg.; Io., Saint Paul, Les pitres aux Thessaloniciens, Paris-Gembloux 1956, pp.
259-280; e pi in particolare sulla leggenda della sua nascita dalla trib di Dan,
cfr. W. BousSET, Der Antichrist in der tlberlieferung des Judentums, des Neuen
Testaments und der alten Kirche, Gottingen 1895, p. 112 sgg.; J . TuRMEL, art.
142 VI. LA VIS!O NORSEI E IL SERMO DE ANTICHRISTO
allontana da esso l dove la profezia di Nersete lo fa andare a Bisanzio e
(fa che l si impadronisca) * del regno bizantino imponendo poi la sua
dominazione sul mondo. su questa parte apocalittica, di pura fantasia,
che veniva esercitata l'interpretazione o la reinterpretazione della profezia
in epoca successiva.
Esaminiamo ora il contenuto della Visio Norsei. Per quanto riguarda
la sua dipendenza - diretta o indiretta, qui poco importa - dalla Vita di
* e l li fa impadronire A
Antchrist, in Dict. de la Bible, I l, Pa1;s 1912, coll. 658-660; L. G!NZBl!Rl;, art.
Antichrist>>, in The Jewish Encyclopaedia, I, New York-London 1901, pp. 625-627;
G. GONTHER, Der Antichrist, Oesterreichisches Jahrbuch, 50 (1970), pp. 141
175; M. E. STONE, art. Antichrist>>, in Encyclopaedia Judaica, III, Jerusalcm 1971,
coli. 60-62. L'Abel (art. al-Dadjdjah, ci t., p. 77) ha affermato che la prima tcstimo
nianza di questa tradizione si troverebbe in s. Efrem Siro, Senno Il de fine extremo,
913, ed. T. J. LAMY, Sancii Ephraemi Syri hymni et semwnes, Malines 1882-1902,
t. III, pp. 187-212, ma non esatto. S. Efrem parla dell'Anticristo non solo nel Ser
ma II de fine extremo, ma anche in altre omelie intitolate In adventum Domini
et de consummatione saeculi (edd. J. S. et S. E. AssEMANI, Sanati Ephraem Syri ope
ra omnia quae exstant graece et latine, Il, Romae 1743, pp. 222-230 e III, Romae
1746, pp. 134-143), dove viene variamente definito (<<figlio della perdizione, udra
go o <<serpente, belva, ecc.), ma non si dice affatto che esso venga dalla trib
di Dan, bens solo dal popolo giudaico. Nel Sermo II citato dall'Abel si parla
anche di un populus, discendente da Agar, che verr fuori dal deserto, ma
come legatus filii perditionis, cio come uno dei segni dell'avvento dell'Anticri-
sto. Del resto, gi il Bousset (Der Antichrist, cit., p. 109 sgg.) aveva chiarito che gli
autori pi antichi (Commodiano, Efrem, Cirillo, Gerolamo, ecc.) parlano soltanto
dell'origine giudaica dell'Anticristo e che la prima testimonianza di una sua
provenienza dalla trib di Dan si legge nel Commentum in Apocalypsim, 16, 12 di
Andrea di Cesarea (secolo VI-VII), ripreso da Areta di Cesarea (cfr. PG 106, 281 B,
301 B, 386 C e 605 D, 632 A, 709 A; l'edizione di J. SCHMIDT, Studien zur Geschichte
des griechischen Jlpocalypsis-Texte, Leipzig 1956, a me inaccessibile). Gli studiosi
pi recenti (Turmel, Ginzburg, Stone, ecc.) ritengono che questa leggenda abbia
la sua origine nelle tradizioni giudaiche che volevano l'Anticristo come discenden-
te dalla stessa trib materna del Messia. Tuttavia, la combinazione tra Deut.
33, 22 (<<Fiat Dan coluber in via, etc.), Genes. 49, 17 e Ierem. 8, 16 con Matth. li, 23
e Luc. 10, 13 (Vae tibi Corozain, etc.) sarebbe una tradizione che si incontra per
la prima volta nello pseudo-Metodio (cfr. BoussET, Der Antichrist, cit., p. 113). Per
i vari ritratti dell'Anticristo nella letteratura pseudo-epigrafa dell'Antico Testa
mento, cfr. M. PmLONENKO, J.-C. PICARD, J.-M. ROSENSTIEHL, FR. SCHMIDT, Pseudpi-
graphes de l'Ancien Testament et manuscrits de la Mer Morte, I, Paris 1967, pp.
45-60. A questi aggiungerei lo pseudo-Epifanio, Sermo de Antichristo, e Apocalyp-
sis de Daniel, ed. DARMSTETER, par. 27. Sulle leggende nate in Occidente attorno
all'atmosfera di risveglio delle Crociate, cfr. Libe/lus de Antichristo di Adsone,
Plrinage de Charlemagne Jerusa/em, anteriore alla prima Crociata, ecc.; P.
ALPHANDERY, La chrtient et l'ide de Croisade, I, Paris 1954 (= L'evolution de
l'humanit, XXXVIII), pp. 50-56 e 133-135 ((ed. it. a cura di A. M. ORSELLI, La
cristianit e l'idea di crociata [trad. di B. FosCHI MARTIN!], Bologna 1974, pp. 54-59
e 325-327)).
VI. LA VISIO NORSEI E IL <<SERMO DE ANTICHRISTO 143
Nersele, (abbiamo)* gi annotato in calce al testo quei 'passi che posso-
no considerarsi paralleli. Ci che ci colpisce, a un certo punto, quanto
dice l'autore della Visio a proposito dei Franchi e dei Normanni: qui
sunt cognati nostri. Ci che sostanzialmente vero, se si pensa ai rappor-
ti di parentela tra i conti di Edessa, i principi di Tiro e Sidone, d'Antio-
chia e di Cipro, ed i sovrani armeni discendenti di Rupen e di Hetum I,
dinasti della Piccola Armenia (Cilicia) 305 Questa frase pu essere una spia
e pu indurci a pensare che l'autore della Visio sia un armeno latinizzato,
per esempio, della regione di Edessa. Ecco, in breve, i punti pi salienti
del suo contenuto:
l) Quando si avviciner l'ora della tribolazione la dinastia degli impera-
tori bizantini sar fortemente indebolita, avverranno incursioni e depreda-
zioni di <<stranieri nelle regioni bizantine. lvi, in Oriente, appariranno
degli lsmaeliti, provenienti non dalla Persia e nemmeno dal Khorassn,
una <<gens sagittaria terribile a vedersi, con lunghi capelli, armata di
archi e di frecce su veloci cavalli ( = Turchi). Dopo un primo loro re, ce ne
sar un secondo dello stesso nome, pi crudele del primo, malvagio e
perverso, che attaccher il regno degli Armeni e lo distrugger, catturer
poi un <<dorninus Graecus in terra Arrnenorum, getter la popolazione
cristiana nell'angoscia e sopprimer la libert della chiesa armena. Poi
regneranno altri re della stessa gens: la terra tremer di fronte a loro e
alle loro azioni di guerra.
2) Per un po' una parte dell'Oriente verr lasciata in pace, ma i pi
saggi fuggiranno dall'Oriente verso l'Occidente (cio, verso le regioni occi-
dentali dell'Oriente) e verso le zone costiere. Avverranno distruzioni, sac-
cheggi, uccisioni, profanazioni: le citt rimarranno deserte, [ed] i loro
governatori locali considerati alla stregua di giumenti (e) le popolazioni
tratte in schiavit. Solo la citt di Van rimarr intatta, protetta dalla
santa vergine Prossima ( = Rhipsima) 306 e dalle sue compagne. Ci saranno
tempi duri, di carestia, di farne, di siccit; la terra sar senza pace in
*ho A
305
Cfr. n. 296.
306
Credo che occorra leggere Rhipsimam nel testo (!in. 44), come ho annota-
to nell'apparato critico, e non Proximarn, perch una santa di questo nome
venerata dagli Armeni non esiste, mentre ben nota la loro venerazione per s.
Rhipsime e le sue compagne (cfr. V. GRUMEL, La chronologie, Paris 1958 [Trait
d'tudes byzantines, I], p. 329). Le sante, provenienti secondo la tradizione da
Roma, sono legate alla storia della vita di s. Gregorio Illuminatore narrata nel
Libro di Agatangelo, Acta SS. Sept, VIII, Anversae 1762, pp. 320-400; P. DE LAGAR-
DE, Agathangelus, in Abhandlungen der kaiserl. Gesel/schaft d. Wissenschaft zu
Gottingen, 35, l, 1888, pp. 4-87; G. GARIITE, Documents pour l'tude du livre
d'Agathange, Citt del Vaticano 1946 (Studi e Testi, 127), p. 362 sgg.
144 VI. LA VISIO NORSET E IL SERMO DE ANTICHRISTO
preda a un panico grandissimo. Le regioni cristiane cadranno sotto il
dominio degli infedeli, che giungeranno fino <<ad mare Graecorum, si
impadroniranno del bel porto di Costantinopoli e percorreranno le terre
come precursori dell'Anticristo. Molti nostri principi>> (cio, armeni)
aderiranno ( = si alleeranno) agli infedeli, mentre gli imperatori dei Greci
rimarranno inoperosi e passivi, come se dormissero>>. Giungeranno infine
i Francesi ed i Romani>> e combatterranno in pi luoghi questa gens
sagittaria salvando molte persone, ma non riusciranno a distruggerla. A
Costantinopoli molti nobili>> moriranno di fame per il blocco operato
dagli infedeli. Le regioni a loro sottomesse, bench in pace con loro,
saranno oppresse dai tributi.
3) La pienezza dei tempi avverr seicento (o settecento) anni dopo la
profezia, quando l'Armenia sar sotto dominio dei Greci. In quel tempo
gli infedeli rapiranno uri rex Romanorum in terra Graecorum>> e qui
domineranno a lungo. Poi un loro rex>> giunger con un grande esercito e
si stabilir sulla costa del MediterraneO>> e di l compir scorrerie verso i
porti (cristiani). Invier poi un suo messaggero, di nome Hostisan, un
simulatore, alla citt regia, per ottenere la sottomissione di essa, ma
vedendo la fede dei suoi abitanti si convertir al cristianesimo. Poi far
un Consilium con un rex Romanorum>>, il cui nome inizia con K ( C), =
e con i Normanni ed i Franchi, ma far in seguito ritorno al suo signore;
cos il rex>> ed i suoi alleati, Normanni e Franchi, usciranno anch'essi dal
consilium>> e uccideranno il rex>> della gente sagittaria. L'esercito di
costui, che si trover dalle parti di Gerusalemme, allora fuggir, inseguito
dai Romani e dai Franchi, i quali ne faranno a pezzi la terza parte.
4) A questo punto si avr la pienezza dei tempi: ci sar un ritorno dei
cristiani nelle regioni orientali, Latini e Franchi riprenderanno coraggio,
riconquisteranno Gerusalemme e ricostruiranno ci che era stato distrut-
to. Gli Armeni torneranno ad allearsi con loro, la terra diventer come un
paradiso terrestre e la gens sagittaria sar cancellata dalla faccia della
terra; ci sar infine la pace e l'abbondanza, l'ordine e la tranquillit
religiosa e i nostri Armeni uniti ai Franchi ed ai Latini riconquisteranno
la citt di Kars e la regione che sta attorno ad essa. l cristiani potranno
prendere di nuovo dimora in quelle regioni e la terra diventer feconda e
ricca di ogni cosa buona per lungo tempo.
Si noti che anche qui, come gi nella Vita di Nersete, c' uno stacco
abbastanza netto tra la prima e la seconda parte. Nella prima si allude a
fatti storici effettivamente accaduti. Si allude, ad esempio, abbastanza
chiaramente, alla situazione dell'impero bizantino all'indomani della mor-
te di Basilio Il, quando, approfittando della guerra contro la Georgia,
venne compiuta l'annessione dell'Armenia all'impero tra il 1021 e il 1048.
Ed effettivamente in quello stesso periodo di tempo avvenne la prima
grossa penetrazione di bande di Turchi Seldjukidi nella zona del Vaspu-
\'I. LA VISJO NORSET>> E IL SERMO DE ANTTCHRISTO>> 145
rakan in Armenia (1021) 307 Se la nostra interpretazione esatta, chiaro
che il profeta della Visio parte dal terzo blocco dei fatti elencati nella
profezia della Vita di Nersete. Cos facile intravvedere nei due primi re
della gens sagittaria>> Tughril Beg, che marcia con le sue bande contro il
Vaspurakan (1055-1062), e poi Alp Arslan (1063-1071) 308 , il quale nella
famosa battaglia di Mantzikert (26 agosto 1071) inflisse ai Bizantini una
grave sconfitta e fece prigioniero lo stesso imperatore bizantino, Roma-
no V Diogene 309 L'Armenia si trov al centro del ciclone turco: cos,
scrive Matteo di Edessa, la nazione armena fu ridotta in schiavit e tutto
il nostro paese fu inondato di sangue. La casa dei nostri padri venne
distrutta, fu smantellata e croll sino alle fondamenta>> 310 I reges>> turchi
che succedettero ad Alp Arslan finirono per togliere la pace alla nazione
armena, per cui la popolazione con i suoi monarchi dovette emigrare in
zona un po' pi tranquilla verso l'occidente, cio in Cappadocia (quelli del
Vaspurakan a Sivas, l'antica Sebaste; quelli di Ani a Lykandos. a sud.est
di Cesarea; quelli di Kars ad Amasia e a Comana, fra il 1021 e il 1064 311 I
Bizantini, che avrebbero dovuto essere i loro protettori, anzich difender-
li, distrussero per animosit religiosa gli ultimi rappresentanti delle tre
dinastie armene (1079-1080). Cos gli Armeni furono costretti di nuovo a
emigrare a sud-ovest della Cappadocia nella zona dell'Anti-Tauro, verso la
piana della Cilicia, a Haras, a Tarso, a Duluk, a Edessa (fondazioni delle
dinastie della Piccola Armenia, di Rupen I a Bartzeberd, e di Hetum I a
Lampron, fra il 1080 e il ll50 112 Se la citt di Van, nel Vaspurakan, sia
rimasta integra>>, come dice l'autore della Visio, in quanto sotto la prote-
zione delle sante Ripsimite (cio Ripsime e le sue compagne), cosa che
rimane da chiarire, (dato che) * tutta la regione del Vaspurakan cadde
sotto dominio turco dopo il 1071 1" . E rimane da chiarire anche l'altro
punto a cui accenna l'autore, cio (il) ** monastero o luogo di culto
dedicato alle sante Ripsimite a Van. Il luogo ufficiale del loro culto
posto normalmente a Vafarsapat, a nord-est di Dwin, la capitale religiosa
* in quanto A
** al A
307
GROUSSET, Histoire, cit., pp. 547-556; ID., L'Empire, cit., pp. 153-159.
308
GRoussEr, Histoire, cit., pp. 585 sgg. e 610 sgg.; Io., L'Empire, cit., pp. 159 sgg.
e 161 sgg.
309
GROUSSET, Histoire, cit., pp. 626-629; ID., L'Empire, cit., pp. 164-168; C. CAHEN,
La campagne de Mantzikert d'aprs les sources musulmanes, Byzantion, 9 (1934),
pp. 310
613-642; OsrROGORSKY, Storia, cit., p. 313; BRHIER, Vie et mort, cit., pp. 231-232.
311
Matteo di Edessa, Cronaca, cit., cap. 88, p. 126.
GROUSSET, L'Empire, cit., p. 175.
312
Ibid., p. 176 sgg.
313
Cos ritiene GROUSSET, L'Empire, cit., p. 174.
146 VI. LA V!SIO NORSEI E IL SERMO DE ANTICHRISTO
degli Armeni (Ejmiacin) Intanto, come noto, i Turchi Seldjukidi
314
conquistavan o quasi tutta l'Asia Minore, costituivano il sultanato di Rum
(1092) e ritenevano quasi vassalle le principali citt della costa: [come]
Nicea, Nicomedia, Focea, Smirne[. ecc.]. L'allusione successiva a una pre-
sunta conquista del bel portO>> di Costantinopo li- a meno che nel testo
non sia da leggere cupient al posto di capient>>, ci che corrispondere b-
be meglio alla storia - da mettere in relazione, (crediamo ) *con il
blocco operato dai Turchi e dai Peceneghi nel 10901091. Come si sa, in
quel tempo bande di Peceneghi, dalla parte di terra, e truppe turche, dalla
parte di mare, comandate queste ultime da Tzacha, emiro di Smirnc,
strinsero d'assedio Costantinopo li 315 . La capitale visse un inverno di mise
ria e d'angoscia, a causa anche delle abbondanti nevicate 316 probabile
che la frase pi innanzi: in Constantinop oli plures nobiles morientur
fame, quia ipsi angustabunt portum et non dimittent naves intrare>>, sia
da riferire appunto allo stesso blocco del 10901091. verissimo in ogni
caso quanto scrive l'autore della Visio sul fatto che molti principi armeni
aderiscono>>, cio vennero a .patti con i Turchi, mentre i Greci rimaneva-
no inoperosi nelle zone orientali. Basti pensare all'intervento del patriarca
armeno BarseV I presso il sultano Malik-sah dopo la caduta di Antiochia
in mano turca (1098) e al patto intervenuto tra Filareto e lo stesso Malik
sah dopo la conquista di Edessa (1086-1087), ci che permise poi a Thoros
di ristabilire la sovranit armena su Edessa (1095), fino a quando non
giunsero i Crociati 317 Ed effettivament e, l'anno dopo i Crociati iniziavano
la loro conquista conclusasi con la (presa) ** di Gerusalemme nel 1099.
Quanto dice in seguito circa l'anno del compimento dei tempi (cio 373,
anno di morte di Nersete + 600 opp. 700 anni = 973 opp. 1073) ci condur-
rebbe di nuovo a poco dopo la sconfitta bizantina di Mantzikert, ma credo
che il calcolo oltre che incerto deve esser anche molto approssimato .
Tanto pi che, subito dopo si dice che un rex Romanorum>> sar rapito
in terra Graecorum. Non si tratta di una ripetizione di quanto ha detto
precedenteme nte: l era un rex Graecus>> che veniva catturato in terra
Armenorum>>, qui invece [di] un rex Romanorum in terra Graecorum,
*io credo A
** conquista A
314 Ivi infatti si erano rifugiate e ivi furono martirizzate. Nel Libro di Agatange-
lo si dice anzi che a Va,larsapat furono costruite tre cappelle in loro onore sul
luogo stesso del martirio, in cui s. Gregorio Illuminatore depose i loro corpi (cfr.
Storia di Agantangelo, vers. ital. illustrata dai Monaci Armeni Mechitaristi rivedu-
ta ... da N. Tommaseo, Venezia 1843, pp. 137-138).
31 5 OSTROGORSKY, Storia,
p. 329; BRHIER, Vie el mort, cit., pp. 249-251.
316 Cfr. Anna Comnena,
Alessiade, Il, 134-144 (ed. Leib).
317
GROUSSET, L'Empire, cit., pp. 182-185.
VI. LA \' ISIO ~ORSEI>> E IL SERMO DE At-:TICHIUSTO>> 147
cio, se ben intendo, un re o principe latino dei Crociati fatto prigioniero
dai Turchi in zona appartenente gi (o ancora) ai Bizantini. Si possono
avanzare almeno tre ipotesi: si tratta o della cattura nella zona di Malatya
(Melitene) di Boemondo I di Taranto, conte d Antiochia, da parte del
turco Gumuctekin ibn Danismend, e della sua prigionia a Niksar (Neocesa-
rea) nel 1100; o di quella di Baldovino II, conte di Edessa, caduto prigio-
niero dei Turchi nella battaglia di Harran nel 1104; o di quella di Joce-
lin I di Courtenay, pure conte di Edessa, che cadde anch'egli prigioniero
dei Turchi nel 1123 318 A chiunque di questi personaggi il nostro autore
alluda, il fatto rimane storicamente esatto. Ma a questo punto che i fatti
storici non hanno pi nulla a che vedere con il resto della profezia, e
quindi si deve pensare che quanto segue (insediamento del rex>> infedele
sulle coste del Mediterraneo , invio del messaggero Simulaton> Hostisan
nella citt regale>>, sua conversione al cristianesimo , consilium>> del re
infedele con il <<re dei Romani>>, con i Normanni ed i Franchi, ecc.) non
altro che la parte vera e propria di carattere apocalittico, cio di una
prospezione al futuro dei desideri del profeta. Che sia cos, possibile
dedurlo da almeno due punti: l) la profezia di un supposto <<rex Romano-
rum>> che avrebbe avuto un nome che iniziava con la lettera K. ha un
esatto corrisponden te con quanto si legge nel testo interpolato in epoca
medievale della Sibilla Tiburtina (<<Et post hos surget rex Salicus de
Francia de K nomine; ipse erit magnus et piissimus .. . [ecc.]>>) e con
quanto detto nell'Orac. Leon. X 1-2 ripreso alla lettera nel Vaticin. XXV
attribuito a Gioacchino da Fiore (<<Vae tibi, civitas septem collis, quando
K littera laudabitur ... [ ecc.]>>) 319; 2) l'andata qui del reX>> della gens
sagittaria o del suo <<nuntius>> a Costantinopo li sembra essere una traspo-
sizione dell'andata a Bisanzio dell'Anticristo Hrasim 320 di cui parla gi la
profezia della Vita di Nersete: ambedue si impadronisco no del trono e
affermano la dominazione sul mondo. Ma qui nella Visio ucciso dal <<rex
Romanorum>> (alleato dei) * Normanni e (dei) ** Franchi, l invece viene
annientato da Cristo nella sua seconda parusia. Ci che meraviglia un po'
assieme ai A
**ai A
318
319
GROUSSET, L'Empire, cit., pp. 203, 298, 300.
KURFESS, Sibyllinische Weissagungen, cit., p . 270; ERDMANN, Endkaiserglaube,
ci t., p. 397; MGH, SS. XXII, p. 376; Orac. Leon. X, PG 107, 1136 C; cfr. BEES, Jlp mu
lcrrop'T)p.vou XP'TJOtw.oy[ou, cit., p. 234.
320
<<Hrasim>> nome biblico: il sovrano Rasin I della Siria, che Iddio
avrebbe spinto a muover guerra contro Achaz, re di Giudea, e ad assediare
Gerusalemme (cfr. IV Reg. 15, 37 sgg.; [sai. 7, l sgg.). Ma forse c' un'allusione ad
Hasim, figlio di Maometto, in quanto i figli di HaSim>> nel linguaggio escatologi-
co indicano gli Ismaeliti (cfr. ABEL, L'Apocalypse de Bahtra, cit., p. 5).
148 VI. LA VISIO NORSEI>> E IL SERMO DE ANTICHRISTO VI. LA VISIO NORSEI E IL SERMO DE ANTICHRISTO 149

nell'ultimo quadro idilliaco di gioia e di felicit degli uomini dopo la
distruzione dei Turchi l'accenno alla riconquista di Kars da parte degli
Armeni. Ma ha tutta l'aria di essere questo un desiderio tutto particolare
dell'autore della profezia: non solo quindi un armeno latinizzato della
zona di Edessa, ma originario molto probabilmente della citt di Kars,
sede di una delle pi antiche dinastie armene, quella dei Bagratidi!
Un testo armeno recentemente scoperto e pubblicato, il Sermo de
Antichristo attribuito a s. Epifania di Salamina 321, conferma indirettamen-
te le conclusioni a cui siamo giunti a proposito della Visio Norsei. L'auto-
re del Sermo de Antichristo, un contemporaneo o quasi dell'autore della
Visio Norsei - poich egli scriveva, secondo le ricerche dell'editore, G.
Frasson 322, verso il 1113-1149, quando la capitale armena di Ani era stata
da poco riconquistata dal re David II di Georgia (nel 1124) 323 - , an-
ch'egli convinto che i Crociati siano stati dei liberatori per gli Armeni, ma
predice anch'egli, come l'autore della Vita Norsei, che i Franchi non
riusciranno ad avere completa vittoria sui Turchi, malgrado le spedizioni
condotte contro di essi. quanto mai istruttivo porre qui a paragone due
punti del testo della Visio Norsei con quanto scrive lo pseudo-Epifanio:
Visio Norsei ps-Epifanio 324
62-63 Sermo VI , 294 sgg.
Reges autem Graecorum sicut ebrii Tamen fiet et praevaricatio in eo
et dormientes erant prae angustia. (scil. regno Graecorum), quia reges
eorum, enervati cum sint, perse-
quuntur corporum voluptates et
languentes, imbecilli sunt in belli
impiarum gentium Aelymaeorum
et Tagik, Persarum et Curdistano-
rum, dantes in manus illorum ma-
gna Dei dona.
sagittaria et salvabunt multos, sed feriunt caeduntque gentem Kham
non poterunt una vice eos de me- semel et bis atque etiam ter et plu-
dio tollere, quia tempus eorum non- ries ... saeve caedentes omnes im-
duro impletum erit. pios gladio quoscumque forte inve-
niunt in ea (scii. Jerusalem). Et ma-
nent illic per annos multos in ar-
mis cum sint erga omnes hostes
qui circa eos (sunt). Neque tamen
possunt ferre victoriam magnam su-
per alienigenas nationes .. .
Anche lo ps-Epifanio convinto, come gli autori della (Vita di s.
Nersete) " e della Visio Norsei, che si verificher non solo la riconquista
dei territori perduti (bizantini e armeni), ma anche l'avvento di un regno
pacifico in cui gli ultimi rappresentanti rispettivamente dell'impero bizan-
tino da una parte (un Costantino) e del regno armeno dall'altra (un
Tiridate), (con)** a[! loro] fianco il papa di Roma e il katholiks degli
Armeni, rinnoveranno il patto di un tempo, cio il patto concluso al
momento della conversione al cristianesimo del popolo armeno 326 [e]
Dopo la morte degli ultimi re e l'avvento dell'Anticristo (anche qui suo
arrivo fino a Costantinopoli, suo dominio in tutto il mondo, intervento di
Enoch e di Elia, lotta di questi contro l'Anticristo, morte dell'Anticristo) 3v,
(lo ps .-Epifanio) ** convinto che vi sar di nuovo il ritorno di un periodo
di pace e di felicit, in cui le genti, scacciate un tempo dai loro territori,
potranno ritornarvi, rientrare nelle loro case, riedificare le loro chiese
distrutte dagli empi e vivere in amore e in comunione evangelica fino
all'ultima parusia di Cristo 328
Questa Visio - lo si noti - fu nota non solo al nostro Leonardo di Chio,
che la ricorda, ma anche ad un autore armeno che scrisse un Lamento per

Visio Norsei ps.-Epifanio 325

63-66 Sermo VII, 324-335
Exibunt Franci et Romani et in lo- ... impavide exeunt exercitus Roma- * profezia di s. Nerses A
cis plurimis pugnabunt cum gente norum, qui et magno et aeri bello ** e A
*** dopo tutto ci A
321
Cfr. n. 291.
322
Pseudo-Epiphanii Sermo, cit., introd., pp. XLV-LIV. 326
Pseudo-Epiphanii Sermo, ci t., VIII, !in. 344 sgg., p. 38 sgg.; comm., p. 216 sgg.
323
Pseudo-Epiphanii Sermo, ci t., VIU, !in. 367-368; comm., p. 226. Nella profezia 327
Pseudo-Epiphanii Sermo, cit., XV-XVII, pp. 88-143; comm., p. 264 sgg. Si noti
si accenna pure alla liberazione di Antiochia e di Gerusalemme nel 1098-1099 (ibid., che anche qui, come nello pseudo-Metodio (cfr. n. 284) l'Anticristo designato
VI, !in. 318-320 e VII, !in. 327-331) e al patto del patriarca Gregorio III Pahlavouni come discendente de genere Dan, Khurazin, ab immundo adulteroque patre et
del 1113-1114 (ibid., VIII, !in. 470; introd., pp. L e LXXI sgg.). meretrice matre ... patris eius Romela et matris eius Melitene, ipsius autem Ra-
324
Pseudo-Epiphanii Sermo, cit., VI, !in. 294-299, pp. 31-33; comm., p. 210 (sulla sim ... Et ipse abalienatus a Deo, incolit Capharnai (Pseudo-Epiphanii Sermo, cit.,
questione della praevaricatio, gi all'interno della chiesa armena, di cui si parla a XV, !in. 772-777, pp. 90-91 e XVII, !in. 868-869, P 101; cfr. comm., pp. 269-276), mentre
VI, !in. 267 sgg.). l'altro particolare, che l'Anticristo facit bellum adversus sanctos et praevalet su-
325
Pseudo-Epiphanii Sermo, ci t., VII, !in. 324-335, pp. 34-37; introd., p. LXXXII e per eos (ibid., XVI, !in. 838-839, pp. 96-97), proviene da Vis. Dan. 7, 20.
comm., p. 211 sgg. 328
Pseudo-Epiphanii Sermo, cit., XXX, pp. 146-157; comm., p. 327 sgg.
150 \"r . LA VISLO :'\ORSEl >> F. TL SER!\.10 DE t\ NTJ CHR!STO
la capitale Istanbul, Arakhel di BaYes 319, poco dopo la caduta della citt.
Dopo aver compianto Bisanzio, profanata e distrutta dai Turchi, il Lamen-
to termina con una specie di profezia che opportuno porre qui a
paragone con la profezia de lla Visio. Ecco il testo tradotto dall'armeno:
Giacch il popolo dei Franchi si muover per volere del re immortale,
cosa di cui parlarono gi un tempo i santi padri divini, i quali parlavano
ispirati dallo Spirito Santo e raccontavano il futuro, circa la venuta del
popolo dei Franchi nel tempo dell'ultimo giorno. Tutto insieme il forte
popolo si muover, uniti insieme si accenderanno di amore divino. Verran-
no per mare e per terra, come le stelle innumerevoli, esortando tutti alla
guerra mandata da Dio. Prima prenderanno la citt di Costantinopoli, per
volere del Salvatore fortissimo, poi oseranno di pi e si slanceranno per
tutto il mondo. Entreranno nella terra d'Oriente e dist rugge ra nno tutto,
ruggendo come leoni si slanceranno contro gli infedeli. P re nde ranno la
citt di Gerusalemme, il luogo della vita del Signore, orneranno d'oro la
porta del Sepolcro della Resurrezione, poich li avr raggiunti la pienez~a
(dei tempi) secondo gli ordini di Cristo, come aveva detto nel Vangelo gi
da tempo il Figlio di Dio. Il popolo dei Cristiani esulter nella santa citt
di Gerusalemme e i pagani andranno in rovina, come polvere scompariran-
no annientati. Beato il giorno in cui vi incontrerete con (questa) buona
novella come il vecchio Simeone, che desider vedere il Salvatore. Si
afferm~r il vanto della Croce, del re gloriosamente crocefisso; il popolo
dei pagani tutto insieme andr in rovina. Innumeri saranno le truppe dei
Franchi, come la sabbia sulla riva del mare; nessuno pu vincere la forte
stirpe dei Franchi. Come scintilla nella paglia si slanceranno contro gli
infedeli e assaliranno il popolo turco, poich avverso alla santa Croce;
prenderanno tutte le terre ~e~ GI~ec~, giungeranno sino a ~~r ( ~gitto), = metastorico: ma la storia del mondo, soprattutto se vista in chiave dramma-
demoliranno le dimore degli 1doli, Il luogo del patto degli mfedeh ( = le
moschee). Giungeranno fino alla terra degli sah, e avanzeranno fino a
Dawrez ( = Tabriz), entreranno nel Khorassfm e faranno tutti prigionieri.
Tutto il mondo si illuminer ad opera dei credenti in Cristo, tutto il
mondo dei pagani sar cacciato dal mondo. Le chiese, che erano state
distrutte in ogni luogo, saranno riedificate; con il canto di benedizione a
Cristo questa terra tutta sar glorificata... I Franchi si uniranr:o agli
Armeni, e (gli Armeni) diventeranno ora guida del. fo~te. popolo dei Fran-
chi verranno per mare e per terra e saranno a nor dr amto, prenderanno
la ;egione dell 'Airarat, che la terra di (S. Gregorio) l'Illuminatore, regne-
ranno a Ejmiacin, la citt santa di VaYarsapat .. . .
Due momenti, due desideri espressi in modo diverso, ma tendenti
ambedue a far risorgere un giorno la patria perduta degli avi.
Credo che poche volte sia dato nella storia delle profezie di poter
documentare in modo cos organico e continuato l'evoluzione attraverso i
secoli di un testo profetico.
329
Ed. H. A. ANASJAN, Haykakan aJbyowrner Byowzandiaji ankrnan rnasin
Arrnienskie istocniki o padenii Vizantii ( = Le fonti armene sulla caduta di Bisan-
zio), Erevan 1957, pp. 64-73 (testo armeno) e 129-140 (trad. russa). La traduzione
italiana di Gabriella Uluhogian, a cui va il mio pi vivo ringraziamento.
VII.
CONCLUSIONE
(Seconda stesura provvisoria)
Quale fu dunque il significato e il ruolo storico delle profezie concernen-
ti la caduta di Bisanzio e la fine del mondo durante il medioevo bizantino?
In che rapporto stanno le profezie con la storia politica e sociale di Bisan-
zio e del mondo orientale? Occorre premettere che la storia del mondo ha
un senso per il Cristianesimo, perch essa considerata un movimento
ordinato e continuo verso un destino migliore- che quello della liberazio-
ne dell'uomo -, in quanto il cristiano crede che dopo la Croce esista un
principio di rigenerazione cosmica. La profezia apocalittica si pone sempre
sul piano della metafisica della storia, o meglio, pi esattamente, della
teologia della storia universale, che , a sua volta, un'amplificazione della
teologia dell'uomo. Di conseguenza il piano su cui si pone il <<profeta>>
tica e, oserei dire, catartica, ha un suo valore, in quanto in essa l'uomo
conquista il passaggio verso la vita trascendente e verso quella soluzione
escatologica dell'universo che conoscibile attraverso la rivelazione. Di qui
la possibilit quasi all'infinito di rinnovare la storia>> nella profezia>>, cio
di <<aggiornare una profezia>> con nuovi e pi recenti <<dati storici presen-
tati secondo i moduli della letteratura profetica biblica e secondo le imma-
gini, i ,.-67toL usati gi dai profeti autentici dell'Antico e del Nuovo Testa-
mento (da Daniele a Giovanni).
Abbiamo visto nella parte introduttiva che la profezia assolve sostan-
zialmente a tre esigenze: 1) spiegare le <<cause>> di un presente di dolore
sentito come al limite della sopportazione umana; 2) infondere una speran-
za in un futuro migliore o pi giusto dell'oggi; 3) concatenare il << passato>> e
il presente>>, quasi sempre di sofferenza, non solo con un futuro miglio-
re>> pi o meno vicino, ma anche con gli ultimi tempi>> predetti dai profeti
e da Cristo stesso, cio con le sorti finali del mondo.
Ma al di l del significato religioso e metastorico della profezia apocalit-
tica, nella quale le genti del medioevo credevano fermamente e in cui rico-
nosciamo uno degli aspetti pi salienti della mentalit medievale, la lettera-
tura profetica pi tarda, a partire gi dall'apparizione dell'Apocalypsis Me-
thodii siro-greco-latina (secolo VII-VIII) come anche della Visio Danielis
152 Vll. CONCLUSIONE
armena (secolo VI-VII), viene ad assumere anche un altro significato, quel-
lo di carattere storico-politico, e quindi ideologico, che non pu essere
sottovalutato 330 Tra l'altro, uno degli aspetti pi curiosi e permanenti in
tali profezie l'associazione o, se si preferisce, l'identificazione tra la fine
del mondo e la fine dell'impero romano-bizantin o. Questa identificazione si
appella a due concetti fondamentali e molto antichi: in primo luogo all'idea
gi biblica e poi anche romana e cristiana della aeternitas imperii, cio
della durata sino alla fine dei secoli dell'impero cristiano concepito come
impero universale e identificato con il <<regno di Cristo. Gi in Dan. 2, 44 si
legge: <l Dio del cielo far sorgere un regno che non perir mai, la cui
sovranit non sar trasmessa ad altro popolo e che stritoler e distrugger
tutti quei regni (precedenti) e rimarr per sempre 331 Gli interpreti sono
tutti d'accordo nel vedere in questo regno imperituro o eterno il regno di
Dio millenario e messianico che ha inizio con l'avvento di Cristo. La trasfor-
mazione dell'impero da pagano a cristiano al tempo di Costantino Magno
ha permesso ai profeti pi recenti di identificare il <<regno di Dio danielico
con il regno romano-cristiano , cio con l'impero romano-bizantino . Di con-
seguenza, come il <<regno di Dio ha inizio e fine con Cristo, cos anche il
<< regno cristiano temporale, che ha avuto inizio con l'adozione della religio-
ne di Cristo, non potr finire che quando finir il regno di Cristo nel mon-
do. La profezia quindi, pur esprimendo la sua fede profonda in tale
aeternitas soprannaturale, esprime per anche il timore che questa aeterni-
tas, legata temporalmente alla teoria danielica delle quattro monarchie 332
e ai sette o nove millenni del mondo previsti dai profeti, sia in realt molto
limitata e molto vicina al suo compimento.
33
KoMSKO, Das Riitsel, cit., pp. 273-296. Infatti il Komsko aveva gi osservato a
proposito dell'Apoc. Meth.: Pseudomethodiu s war namlich ein warmer, sogar ein
fanatischer Anhiinger des byzantinischen Kaiseridee. Seine Apokalypse ist eigen
tlich nichts anderes als ein politisches Pamphlet, im byzantinischen Interesse ver-
fasst, um die Idee der Zugehdrigkeit zum Reiche in den von der Arabe m besetzten
Gebieten wach zu erhalten und zu verhindem dass sich die christlichsyrische
Bevdlkerung in den neuen Stand des Dinge ohne Weitcres fri.ige ... Wir mi.issten
somit veraussetzen, dass Pseudomethodius, als Anhiinger der byzantinischen Kaise
ridee, zugleich ein iiberzeugter Anhiinger der Reichskirche d. h. ein Melkite war (p .
291).
331
La Sacra Bibbia, II, Daniele, a cura di F. VATTIONI, Torino 1964, p. 1066.
332
Mentre nella visione biblica di Dan. 7, 1-28, le quattro bestie sono inter-
pretate normalmente come i quattro regni dei Babilonesi, dei Medi, dei Persiani
e dei Greco-Macedoni, nella Vis. Dan. copta (cfr. anche Vis. Dan. araba) i regni
sono ormai identificati in quelli dei Persiani, dei Romani, degli Elleni ( = Bizanti-
ni) e degli Ismaeliti. SWAIN, art. cit. (cfr. n. 218). (Cfr.) G. PoosKALSKY, Byzantinische
Reichseschatologie . Die Periodisierung der Weltgeschichte in den vier Grossreichen
(Daniel 2 und 7) und dem Tausendjiihrigen Friedensreiche (Apok. 20). Eine motivge
schichtliche Untersuchung, Mi.inchen 1972, pp. XII, 114 (= <<Mi.inchener Universitiit
s-Schriften, Reihe der philosophischen Fakultat>>, 9). (Segue un prospetto della
successione dei regni:)
Vll . CONCLUSIONE 153
In secondo luogo (la profezia) si appella al concetto della <<sacralit,
della ~etcn.ELet data da Dio>> (ed anche del ~etcn.Euc; <<voluto da Dio), cio di
origine divina, punto fondamentale della concezione teocratica del potere
dei Bizantini, per cui la ~acn.det data da Dio, non essendo trasmissibile
n alienabile ad altri, dovr tornare a Dio. Ma la concezione teocratica
bizantina, che era basata sulla dottrina della imitazione di Dio>>, richiede-
va che l'imperatore assomigliasse in tutto al suo Creatore- per cui, quando
egli veniva meno al suo impegno spirituale, morale e politico, poteva essere
considerato indegno della ~etcn.det. Di qui nelle profezie quelle raffigurazio-
ni negative tra lo storico e il fantastico di imperatori ritenuti indegni, spe-
cie quelli del periodo iconoclasta, immagini che sono da considerare alla
stessa stregua di critiche rivolte contro il potere imperiale, il quale, con la
sua condotta indegna, affrettava l'avvento degli ultimi tempi>>. L'imperato
re doveva sempre apparire non solo all'altezza della sua dignit, ma circon
fuso di gloria e di trionfo. Cos, nella profezia, l'ultimo ~etcn.Euc;, prima
dell'avvento dell'Anticristo e della fine del mondo, dopo aver sconfitto tutti
i nemici dell'impero, riconsegner nelle mani di Dio sul Golgotha quella
corona che stata a lui concessa da Dio. Si noti in quest'ultimo concetto
l'inscindibilit del rapporto fra il ~etcn.Evc; ed i suoi nemici, di volta in
volta identificati nei Persiani, negli Arabi, nei Franchi, nei Turchi. Ma la
consegna della corona imperiale (da parte) dell'ultimo imperatore non
potr avvenire che dopo la vittoria sull'ultimo suo nemico, cosicch egli
possa presentarsi al momento degli <<ultimi tempi come salvatore>> e
<<restauratore>> dell'impero. In tal modo la descrizione della fine non pi
l) 4 bestie = 4 monarchie (Dan.): Velleio Patercolo, Dionigi di Alicamasso, Claudia-
no.
l. Babilonesi (Assiria) (leone con ali di aquila: Nabucodonosor)
2. Medi (Media) o Medi e Persiani (orso con tre costole tra i denti)
3. Persiani (Persia) o Macedoni (pantera con quattro ali e quattro teste)
4. Greco-Macedoni (Macedonia) (mostro con dieci coma [dieci re Seleucidi])
5. Roma (Dionigi di Alicamasso)
2) dal I secolo (Orac. !st., Orac. Sib., pseudo-Salomone, Ass. Moisis):
l. Babilonesi
2. Medi e Persiani
3. Elleni (Macedoni)
4. Roma
Eusebio-Gerolamo:
l. Babilonesi (Assiri)
2. Persiani
3. Macedoni
4. Romani
cfr. La Sacra Bibbia, II, Daniele, cit., pp. 1086-1087, interpreta:
l. Babilonesi
2. Medi e Persiani
3. Greco-Macedoni
4. Seleucidi
 154 vrr. co:-~cusJONE
\ .l l. CO:-ICLl:S JONE 155
un mezzo per un invito alla penitenza, come era nella letteratura apocalit lo greco ha voluto esprimere quelle speranze e quelle aspirazioni ad una
tica pi antica, ma un mezzo per esaltare il trionfo>> dell'ultimo imperato ris urrezione che h an dato luogo (al)l'ideale politico nazionale ellenico del
re; e in effetti la figura centrale delle profezie escatologiche bizantine non Risorgimento (e) poi a quella che si suole chiamare <da grande idea*.
tanto Cristo, che pure appare nella parusia finale, quanto il BetcnEu
come vendicatore ed ultimo rinnovatore della Betadet. [ chiaro che] A
sua volta questa ideologia non che una trasposizione sul piano tempora- * poi ... ideaL cio] prima di l'ideale ... Risorgimento A
le di quanto dice s. Paolo di Cristo e del suo regno:

Ora, invece, Cristo davvero risorto dai morti, primizia di quelli che si
sono addormentati nel sonno della morte. Poich la morte venne per opera
di un uomo, anche la resurrezione dai morti viene per opera di un uomo.
Come infatti tutti muoiono in Adamo, cos pure tutti in Cristo saranno
richiamati in vita. Ciascuno per nel suo ordine : primizia Cristo; quindi
quelli che alla sua venuta saranno di Cristo; poi, la fine! Allora egli (=Cri-
sto) rimetter il regno a Dio, il Padre, dopo aver dist1utto ogni principaw e
ogni dominazione e potenza (cio ogni potere ostile a Dio e al suo regno).
Bisogna infatti che, finch non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi
piedi (Ps. 111, 1), egli regni. L'ultimo nemico a essere eliminato sar la
morte. Dio, infatti, tutto ha posto sotto i suoi piedi (Ps. 8, 7). Ma quando
dice che tutto gli stato sottomesso, fa evidentement e eccezione colui che
tutto gli ha sottomesso ( = il Padre). Solo quando tutto gli sar sottomesso,
allora anche lo stesso Figlio si sottometter a colui che gli ha sottomesso
tutte le cose ( = al Padre), .affinch Iddio sia tutto in tutti>> (I Co r. 15,
333
20-28)

C' dunque al fondo delle profezie bizantine un'ideologia politico-religio-

sa ben precisa: come la fine dell'impero non pu avvenire che dopo aver
riportato l'ultimo trionfo sui suoi nemici terreni e poco prima dell'avvento
dell'Anticristo , os la fine del mondo non pu avvenire che dopo la vittoria
finale riportata da Cristo sull'Anticristo nella sua ultima parusia.
Si comprende quindi bene come nella met del secolo XV, in Oriente
come in Occidente, Mehmed II, il conquistatore di Costantinopo li e il di-
struttore dell'impero bizantino, sia stato presto identificato con l'Anticristo.
Caduta Costantinopo li non potevano non verificarsi i prodromi della disso-
luzione finale del mondo. [Ma] L'idea popolare che l'ultimo imperatore,
tav. 8 Costantino XII, non fosse morto nella battaglia disperata per la difesa del-
la citt, (ma) fosse stato [invece] sottratto da un angelo di Dio e nascosto
in una grotta sotto terra presso la Porta d'Oro, e da l sarebbe stato fatto
risorgere al momento in cui Dio avrebbe deciso di ricostituire l'impero
bizantino, divenne, sotto dominio ottomano, una tradizione tenace che,
affondando le sue radici nelle profezie pi antiche (Apocalypsis Methodii,
tavv. S-6 Visio Danielis, Oracula Leonis, ecc.), venne poi tramandata nella leggenda
del "etp"etpw"voc; Betcn~a, cio deil'impera tore pietrificato '' in cui il popo-

333
La Sacra Bibbia, III, La prima lettera ai Corinzi, a cura di N. PALMARINI,
Torino 1964, pp. 450-451.
 APPENDICE I

Il vaticinio del 'filosofo' Brusone sulla conquista araba della Sicilia

ne/l'827

Quasi cinquant'anni fa S. G. Mercati segnalava al III Congresso inter-

nazionale di studi bizantini tenuto ad Atene nel 1932 l'esistenza di una
poesia inedita contenente un vaticinio attribuito al filosofo Brusone sulla
rivolta di Eufemio e la conseguente conquista araba della Sicilia (S. G.
MERCATI, Sur une posie indite dont on connait seulement les trois pre-
miers vers relats par le Pseudosimon et par d'autres chroniqueurs au
sujet de la rvolte d'Euphmius, in Actes du III' Congrs international des
Etudes Byzantines, Athnes 1932, pp. 111-113, riassunto della comunicazio-
ne). Malgrado l'importanza della scoperta e la sollecitazione in quella
sede del bizantinista H. Grgoire, che invit a pubblicarne il testo per
poterlo utilizzare nella traduzione dal russo dell'opera fondamentale di A.
A. Vasiliev (Byzance et les Arabes), tale poesia non venne mai pubblicata.
Anche chi pi recentemente ha ripreso lo studio della rivolta di Eufemio e
della conquista araba della Sicilia, pur accennando ad essa, non ha pensa-
to di darne un'edizione, sia pure provvisoria, n di approfondire in qual-
che modo l'analisi di tale testo (cfr. P. ALEXANDER, Historiens byzantins et
croyances eschatologiques, in Actes du XII' Congrs international d'Etudes
Byzantines, II, Belgrade 1964, p. 6; In., Les dbuts des conquetes arabes en
Sicilie et la tradition apocalyptique byzantino-slave, Bollettino del Centro
di studi filologici e linguistici siciliani, 12 [1973], pp. 16-17). Le ragioni
che finora hanno trattenuto gli studiosi dall'occuparsi di questo testo
appaiono ben comprensibili quando si va ad esaminare il codice vaticano
che unico lo contiene. Per s il codice non presenta grosse difficolt di
lettura, salvo qualche punto in cui le pagine sono mal ridotte, soprattutto
nei margini, ma il testo, tal quale si presenta nel codice, impone all'edito-
re un incredibile lavoro di restauro, sia per l'ignoranza crassa del copista,
che compie ogni sorta di errori nella trascrizione, per cui bisogna spesso
tirare a indovinare quali fossero le lezioni originali dell'autore, sia per il
senso oscuro e ambiguo della profezia, nella quale si allude a cose e a
fatti a noi ben poco noti.
Questo vaticinio non era completamente sconosciuto, perch i primi
tre versi di esso si trovano citati in quattro cronisti, nello pseudo-Simeone
Logoteta, in Teofane Continuato ripreso poi da Cedreno, in Giovanni
158 APPENDICE l
Skylitzes e in Giovanni Zonara. Il primo di essi li cita a proposito di un
incidente che si sarebbe verificato tra l'imperatore Michele II il Balbo e il
magistro>> Ireneo all'indomani della conquista araba di Creta e della
Sicilia (826-827). Rivolgendosi ad Il-eneo Michele gli avrebbe detto: <<Mi
rallegro, o magistro, poich la Sicilia si rivoltata>>. Al che Ireneo avrebbe
ribattuto: <<Ma non c' alcuna ragione di rallegrarsi, o signore >>. Poi,
rivoltosi verso alcuni dei maggiorenti della corte avrebbe citato appunto i
primi tre versi del vaticinio di Brusone:
<<L'inizio dei mali sopravverr sulla terra,
quando inizier a regnare il drago di Babilonia,
assolutamente incapace di parlare e molto avido di danaro.
Se qui il drago di Babilonia>> Michele Il, come tutto lascia a crede-
re, pare difficile, molto difficile ammettere che il magistrO>> Ireneo abbia
citato questa profezia, in cui il suo signore era cos manifestamente
indicato in termini tutt'altro che benevoli. Il vaticinio - chiaro - venne
composto post eventum, cio molti anni dopo la conquista araba della
Sicilia e la morte dello stesso Michele Il (829), da un itala-greco che non
ha amato il regno di Michele II e che l'ha ritenuto in qualche modo,
come ora vedremo, responsabile della catastrofe siciliana. E in effetti i
cronisti pi tardi ricordano questo dopo la morte di Michele Il. Certo
avanti il secolo X, perch la citazione pi antica, quella dello pseudo-Si-
meone, del secolo X, e perch il codice che ci ha conservato nella sua
integrit il vaticinio del secolo X (opp. X-Xl).
Si tratta del Vat. gr. 1257, membranaceo del secolo X, di cm. 21 X 17,
di mano itala-greca, proveniente dal monastero di s. Bartolomeo di Trigo-
na (diocesi di Mileto, in Calabria), fondato da s. Bartolomeo di Simeri,
egumeno di S. Maria Hodigitria di Rossano (Patir), nel primo ventennio
del secolo XII (cfr. G. MERCATI, Per la storia dei manoscritti greci di
Genova, di varie badie basiliane d'Italia e di Patmo, Roma 1935, pp . 110,
114, 304; R. DEVRESSE, Les man.uscrits grecs de l'Italie Mridion.ale. Histoi-
re, classement, palographie, Citt del Vaticano 1955, pp. 14, n. 3, 18 e 19;
M. SCADUTO, Il monachismo basiliano nella Sicilia medievale. Rinascita e
decadenza.- secoli XI-XIV, Roma 1947, pp . 194-195; S. G. MERCATI, Sul tipico
del monastero di s. Bartolomeo di Trigona, Archivio Storico per la Cala-
bria e la lucania>>, 8 [1938], pp. 197-223), donato alla Vaticana dal card.
Antonio Carafa (DEVREESSE, Les manuscrits, cit., p. 18) assieme alla sua
collezione di manoscritti. Il nostro testo contenuto nei ff. 36'-39'. Alla
fine si legge: 1' ( = -c.oc,) :ETIXOI :Pfi X(PI:ET)E BOH(EI). In realt i versi
non sono p1t' ( = 180), ma 181; tuttavia bisogna sottrarre i primi cinque
versi, perch non fanno parte del testo originale della profezia, ma sono
un elogio di un lettore o dell'amanuense del cod. Vat. della perspicacia
profetica del poeta; e quindi in tutto 177.
Chi sia il Brusone autore del vaticinio difficile dire. possibile, tra
APPENDICE l 159
l'altro, che si tratti di un nome fittizio, come pensa il Mercati (Sur une
posie indite, cit., pp. 112-113), visto che tale nome figura nella prosopo-
grafia greca e latina come proprio di un discepolo di Pitagora, ma non
nemmeno da escludere, a mio avviso, che si tratti di un nome reale di un
itala-greco, conservatosi ancora nel secolo X, ed esistente del resto nel-
l'onomastica italiana attuale. Il termine cpt.crocpoc, non da intendere nella
sua accezione pi comune, trattandosi di un profeta, ma in quella pi
propriamente bizantina di monaco>>, cio di colui che si occupa della
vera>> filosofia, quella divina o spirituale (cfr. F. DoELGER, Zur Bedeutung
von gnJ..6crorpo und rptoaorpla in byzantinischer Zeit, in Byzanz und die
europiiische Staatenwelt, Ettal 1953, pp. 197-208).
Rimane il problema dell'interpretazione storica della profezia, proble-
ma davvero arduo, perch, malgrado qualche scolio marginale che ci
aiuta a chiarire le allusioni del vaticinante, il testo rimane di una oscurit
notevole, ben al di l dei testi profetici pi comuni.
Facciamo un tentativo, pur essendo ben consci delle difficolt, poich
conosciamo male la storia della rivolta di Eufemio e dell'invasione araba
della Sicilia dell'827 (su cui cfr. A. A. VASILIEV, Byzance el les Arabes, l, La
dynastie d'Amorium (820-867), d. fran. par H. GRGOIRE, M. CANARO, C.
NALLINO, E. HONIGMANN, Cl. BACKVIS, Bruxelles 1935, pp. 61-88, e ]e fonti
arabe, pp. 287, 340-346, 356-359, 374-376, 379-381).
Il drago di Babilonia>> durante il cui regno inizieranno i <<mali>> sulla
terra certo l'imperatore Michele II (820-829), perch detto balbuzien-
te>> e <<avido di danaro. L'espressione <<Babilonia, al posto di Costantino-
poli, non deve meravigliare: normale quando si voglia designare la
capitale come citt del peccato. Notiamo subito che il profeta Brusone
collega pi o meno direttamente la conquista araba della Sicilia, che ebbe
inizio il 17 giugno 827 (cfr. VASILIEV, Byzance, cit., p. 73) a due fatti: l) a
<<gravi imposizioni (fiscali)>> sulle isole (Creta, Sicilia, Cicladi); 2) a quan-
do ancora imperversava la pi furibonda tempesta>>, cio, come ci chiari-
sce uno scolio marginale, all'epoca della rivolta di Tomaso lo Slavo. Ora,
mentre possibile che Michele II abbia aumentato la pressione fiscale
per risanare l'erario e per far fronte alla rivolta di Tomaso scoppiata
all'indomani della sua ascesa al trono, invece da escludere che la rivolta
di Eufemio e la conquista della Sicilia sia avvenuta quando ancora
imperversava>> la rivolta di Tomaso, conclusasi ad Arcadiopoli con la sua
uccisione nell'823. Forse Brusone vuoi mettere in rapporto la rivolta di
Tomaso con quella di Eufemio non tanto da un punto di vista temporale,
quanto effettuale, cio di causa ed effetto. O meglio, sia Eufemio, da una
parte, sostenuto da un settore dell'armata navale siciliana, sia gli Arabi
d'Africa, dall'altra, avrebbero approfittato dei turbamenti provocati dalla
rivolta di Tomaso lo Slavo, per scatenare l'uno la sua rivolta contro il
potere centrale, gli altri l'offensiva contro le isole di Creta e di Sicilia (cfr.
anche VASILIEV, Byzance, cit., pp. 22 sgg., 49 sgg., 61 sgg.). In realt,
160 APPENDICE I
Eufemio pare che sia stato nominato comandante della flotta siciliana
dallo stratego del thema di Sicilia Costantino Suda (o Sudes) verso
1'826-827, poco dopo che Costantino aveva preso possesso della sua carica
di governatore dell'isola. Si noti, inoltre, che il profeta Brusone parla, a
questo proposito, della banda dei quattro lupi selvaggi, e non difficile
scorgere in questa espressione personaggi di grande rilievo, e cio Miche-
le il Balbo (poi Michele II), Leone l'Armeno (poi Leone V) e Tomaso lo
Slavo, tutti un tempo alle dipendenze del comandante supremo dell'eserci-
to dell'Asia Minore Bardanio Turkos, che si era rivoltato contro l'imperato-
re Niceforo I nell'estate dell'803. L'origine dei mali dunque, secondo
Brusone, risaliva ben al di l dei tempi di Michele II il Balbo. Leone
l'Armeno si era impossessato del potere, all'indomani della sconfitta sub-
ta da Michele I a Versinikia presso Andrinopoli (22 giugno 813) combat-
tendo contro Krum, facendo irruzione in Costantinopoli con gli eserciti
dell'Anatolia (10 luglio); Michele il Balbo, accusato di complotto contro
Leone V nell'820 e condannato a morte, era stato posto sul trono dai suoi
amici che erano penetrati nel palazzo imperiale e che avevano trucidato
Leone V in Santa Sofia.
Qui Siracusa, come ci chiarisce la glossa marginale al v. 14, detta la
Tiranna, come in altre profezie greche e slave riguardanti la conquista
dell'isola (cfr. ALEXANDER, Les dbuts, cit., p. 12, n. 21), forse in ricordo dei
famosi antichi tiranni della citt, o anche, pi semplicemente, a indicare il
suo ruolo di sede principale del governatore del thema di Sicilia, cio
dello stratego Costantino. In effetti Costantino si lev a difendere i diritti
dell'imperatore contro Eufemio, ma poi, come dice il nostro testo (sar
presto serva del vorace), cadde nelle mani di Eufemio, che fece prigionie-
ro lo stratego e lo uccise. Nei versi che seguono (vv. 19 sgg.) (ci)* sem-
bra che si alluda appunto alla lotta tra i due, oppure alla lotta che si sca-
ten subito dopo l'eliminazione di Costantino Suda, tra Eufemio, che si era
fatto proclamare imperatore, e un suo ex-partigiano, chiamato nelle fonti
arabe Balata (o Palata) - cio un alto funzionario o un generale insignito
del titolo aulico di curopalata o di palatino -, il quale era passato
dalla parte degli imperiali e con l'aiuto di suo cugino germano Michele,
governatore di Palermo, era riuscito a mettere in gravi difficolt Eufemio.
Che la seconda ipotesi sia pi accettabile mi sembra che si possa dedurlo
dal fatto che, secondo il nostro testo, <<l'astro (cio il ribelle, la cui stella
sembrava essergli favorevole) ... dopo aver combattuto con durezza per tre
giorni, invier ambasciatori al suo peggiore amico e poi <<Spinger i
serpenti intelligenti (o accorti) che con il loro capo avvolgeranno il suo
nemico (Balata) inseguendolo in modo invincibile con forza potentissi-
ma (vv. 19-27). (Ci) ** sembra che qui si alluda al fatto che Eufemio co-
*mi A
**Mi A
APPENDICE I 161
stretto alle corde, fu indotto a rivolgersi all'emiro arabo Ziyadat-Allah, gi
suo amico per un soggiorno precedente alla corte di Kairuan, il quale,
non senza contrasti interni, accett di inviare una ilotta ed un esercito di
uomini scelti in Sicilia al comando del <<qadi Asad Ibn al-Furat (cfr.
VASILIEV, By~ance, cit., pp. 67-74).
Se l'analisi che abbiamo dato del primo brano di questo vaticinio di
Brusone esatta - pur rimanendoci molti dubbi ed incertezze -, avremmo
qui uno stralcio dci precedenti che condussero all'invasione araba della
Sicilia ncll'827 . Si noti che in esso non c' alcuna allusione alla storia
romanzesca del matrimonio di Eufemio con una (monaca) * che egli avreb-
be strappato con la violenza da un (monastero)**, come narrano alcune
fonti bizantine (Theoph. Cont., pp. 81-82; Cedren., II, p. 97), storia che
posta all'origine della 1ivolta di Eufemio, perch l'imperatore sollecitato
dai fratelli della sposa avrebbe ordinato di arrestarlo e di sottoporlo al
supplizio.
Quanto al secondo brano (vv. 46 sgg.) dobbiamo dire che, malgrado la
sua apparente chiarezza di dettato, non per niente chiaro a che cosa si
riferisca. Forse una descrizione more apocalyptico della tragedia provo-
cata nell'isola dalla prima invasione araba e delle lotte tra la popolazione
e l'esercito di Asad che da Mazara del Vallo raggiunse, seguendo la costa
meridionale dell'isola, Siracusa. Sembra di capire che quando si scaten
l'offensiva di Asad la gente piena di paura si rifugi nelle grotte dell'inter-
no -e non mancano certo zone nella Sicilia meridionale in cui la gente ha
vissuto a lungo in grotte scavate sui fianchi di torrenti e di fiumare, come
Ispica -, cercando di sopravvivere alla bufera delle razzie e dei combatti-
menti, ora facendo atto di sottomissione per ottenere una tregua, ora
resistendo con energia all'avanzata delle truppe arabe. Si sa, tra l'altro,
che anche gli abitanti di Siracusa si rifugiarono nelle caverne, cio nelle la-
tomie attorno alla citt (cfr. VASILIEV, By~ance, cit., pp. 78-79, c ivi, Ibn
al-Athir, pp. 357-358; an-Nuwairi, p. 381) e che pi di una volta Eufemio
fece il doppio gioco, incitando i Siciliani alla resistenza, cos che i Siracu-
sani riuscirono a salvarsi grazie anche ad un'epidemia scoppiata nel cam-
po arabo di cui rimase vittima lo stesso Asad (nell'828, cfr. VASILIEV,
Byzance, cit., p. 81). Tuttavia, ripeto, il contenuto di questo secondo brano
non cos trasparente: troppe allusioni ci sfuggono e troppe lezioni del
testo sono incerte o ambigue o discutibili. Ci rimane quindi il desiderio di
saperne di pi e di avere a disposizione un testo pi sicuro su cui poter
lavorare dal punto di vista interpretativo con maggiore tranquillit.
* suora A
** convento A
162 APPENDICE
APPENDICE I 163
A.6yot Bpuawvo rpGoa6rpou & t6p.{3wv nEpl rwv taxfnwv f}fJEpwv xal
(Traduzione provvisoria in fogli manoscritti)
;[ r autJ{Jqa6tJEVa El rf}v ouatv
Vaticini del filosofo Brusone espressi in giambi sugli ultimi giorni e
My~crn Bpuaov, T) crocpw't"ci"t1l Mp~. su quali saranno gli eventi futuri in Occidente
6 1tciv"ta. TJIJ.L\1 !J.cp~vwc; x~"~uycicr~c;.
dlcp1")1J.O, ocpt'!]c; civOpcicr~\1 \IE\IEUXOcr~
O grandissimo Brusone, poeta abilissimo, tu che hai rivelato tutto
cro "tTI ypa.cp'[i "tW\1 IJ.E"tP1"\1J.vwv cr't"LXW\1,
5 EcX\1 \IOTJCiYJ wc; 17~J.~<; "t~<; #wc;. chiaramente a noi, di buon augurio tu apparisti agli uomini che acconsen-
tono ai tuoi scritti composti in versi commisurati, se qualcuno pensa che
'Apx'J Xa.XW\1 yE 7tpocrop~IJ.EL"t(J.~ "tTI xlJovt essi siano degnamente (espressione della) giustizia (divina).
O't"~\1 Xa.'t"cip~YJ 't"fj, Ba.~uwvoc; opcixwv,
L'inizio dei mali sopravverr sulla terra l quando inizier (a regnare) il
UcryW"t"to<; lX.p01")\I x~. cp~Mxpucroc; .(av
drago di Babilonia l ( = Costantinopoli ; Michele II il Balbo 820-829), com-
v-f]crouc; ovTjcrE~ IJ.ELsocr~ o' cix1J11o6cr~. pletamente incapace di parlare e molto avido di denaro; l sconvolger le
10 a.\1 "tll.ltEW\1 ~a.\la.7t.~E~ OO.O~<;, isole con pi gravi imposizioni (fiscali), l avvolger l'umile popolo (in) *
ov xa.. "t~pci~E~ "tE"tpc; ciyp[wv uxwv, inganni, quel popolo che sar turbato da una masnada di quattro lupi
E't~ xpa."t0u(J1")<; 7ta.yxa.XEIJ"tct"t1")<; ;,ci1"),. selvaggi ( = Bardanio Turkos, Leone Armeno poi Leone V, Tomaso lo
llOcrE~ Xpa."ta.~cX TJ X~.OUIJ.\11") 1tct.~~ Slavo, Michele il Balbo poi Michele Il?), l quando ancora imperverser la
cpwvn Tupa.woc; ~~va.cr't"TjaE~ xcip~v. pi furibonda tempesta (cio la rivolta di Tomaso lo Slavo 820-823). l (La
15 1-l~x-f]cra.c; a.u"tt;i xa.. "tup[a.v]voucra.c; Ma.v, citt) per sorte potente chiamata un tempo l col nome di Tiranna ( = Sira-
wc; Ecr"ta.~ lJaHo\1 otx"t1")(<;) "tOV 7ta~J.q>ciyou cusa) sollever il capo, l avendo combattuto contro di lui e dominato
assai, l cos che sar presto serva (o schiava) del vorace(= Eufemio?), l
~\11") CTUIJ.IJ.~XL(a.) "tt;i ~EXXE~IJ.Vtp,
strana alleanza con colui che si trova in (tale), l lui che le spade persegui-
ov xa.. ~J.cixa.~pa.~ xo~w[~ou]aw 't"o~J.wc;

*con A
:E 7 bta.w<rELEV li.v <rE -.wv <jJL<pp6vwv 12 6 E>wj.lci 14 1) 1tOL :Eup&.xou<ra. TJ
Tupa.w(

Tit. Bpvtrw\lo) Bpu<ro- v t&.1-1~wv] -~wv v <ru1-1~TJ""61-1va.] au1-1~'aw- v Su<rLv] SVm

v
l Bpv<T0\1 V: O"W\1 v' O"Oq>W"<<i"'TJ] <rocp- v 2 ucpet\IW<;] W<; v' - v 3 \IE'VEUX6trL] -6 .. ,
v 4 !J.E"'PTJ!J.'VW'V] !J.E"<pL v 5 :v] iv v \IOTJ"1J V: \IOEL- v' 6 .pxT) ps.-Sym., Theoph.
Cont., Io. Scylitz., Zonar.: .px'Jv V yE ps.-Sym., Theoph. Cont., Io. Scylitz.(VB),
Zonar.: o Io. Scylitz.(F) o lo. Scylitz.(ACMN) o lo. Scylitz.(E) 1tpotr8pa.!J.Ei:"<etL)
1tpotr8pa.!J.fi-c V 1tpornE<rEi:-ca.L Io. Scylitz., Theoph. Cont., Zonar.: 1tE<rEL"'et' ps.-Sym. -.fj
V 1: "''V xltov ps.-Sym., Theoph. Cont., Io. Scylitz., Zonar.: y;v6\IL V 7 ~-.a.v] ~ .. &"V
8 ovay.w..-.o (vel-y.waao) ps.-Sym., Theoph. Cont., Io. Scylitz., Zonar. : li
-.6-yoy-co V li.pOTJ\1 V ps.-Sym. : o .. o Theop. Con t., Io. Scylitz., Zonar. 9 \ITJ<rou] v(-
V !J.ELSO<l"L 8' &.xiJTJ06<rL coni. Alexander: ~~T]SW<l"EL oa.xiJTJOWO"EL v lO t;a.va.1t!;EL] -;T] v
06)..oc] -ou v 12 hL] ~..T] v 13 So<rEL] 8w- v xpa. .. a.L.] -a.L.v v' -E.v v f) xa.oU!J.VTJ] v
T]XEXOU!J.'VT] V 15 !J.CtXTJ<ret) !J.CtXOU<ra.c; V 16 fa-rt:tL) EhetL V o(X"<T]) o(xa.L"'U V 17
O"U!J.!J.CtXLet] !J.CtX'l v OLEXXEL!J.Vtp) OEXT]EX!J.\10\1 v 18 !-lci.XetLpetL] !J.CtXet(pa.c; v "<O!J.Wc;]
"<O!J.W<; V

6-8 ps.-Sym. p. 622, 5-7; Theoph. Cont. p. 84,7-9 (Cedren. Il, p. 99, 12-15); Io.
Scylitz. p . 48, 3-5 Thurn; Zonar. III, p. 352, 9-11 .
164 APPENDICE l
iitr-.pou 8p6IJ.o yp '].Lov -.Tj!;,EL 'tO'tE
20 8utrL 8 -.ou-.ou 1-l-TJ trXO'tLsoutra ~TJO"EL.
'Atr-.Tjp cpu-.wtrciiJ.Evo a-.tiJ Tipotr~ci.oL
xat 'tpEi: IJ.axT]tra 8utriJ.Evw ovv i}IJ.pa
nptr~n nponiJ.I)iEL np xaxtr'ta-.ov cpt.ov.
"Etr'taL 8 nupp XaL xaxw-.a-.o IJ.polji,
25 Otr'tL<; XLVTJO"EL 'to voOUiJ.vou ocpEL<;,
o~Ev xwT]tra -.v xa-.' au-.oii 8utriJ.cixw
n.T]!;EL 8Lw!;a E.v tr~vEL xpa-.Etr'tci-.w
15-.av xa-.cip!;a yxat[ T]] trE L '<TI n6.E.L
Tici.w 8' d au-.v E.!;avEtr'tw iJ.a[xaCp~]
30 [a-.]v xa-.atr't-f}troutrLV, .}.}.' ov d 't.o
[n]iJ.n'tov yp oihw EiJ.iJ.avw iJ.ciXTJV ~.EL
[xci]xn 8o\IT]tra '<L<; -.upavv68ou() -.p6nou
[ ... ]Lva xa-.cip!;EL 'tWV 'tupaVVOUV'tWV xpci-.o
( ... ]L't'tEi:'taL Q:V'ttiJ 7tp00"7tE.citraV'tE<; 8o.oL
35 iJ.poi)JL 'tOU'tOV W<; VXUO"O"L swd 'tE
46 O'tQ:V 8 IJ.axpv 'taii-.a 7tiJ.7t'tTI cruvopaiJ.EL
't: 'tpLtrtr X<XL IJ.YLO"'ta 8T] 'tWV tauiJ.ci'tWV,
trELO"iJ.ou, .aC.cmo xat xa-.aLyi8o .yw,
8C8patrxE TI6ppw xat IJ.OVai: ..w7txwv
so ErtrLtL tci-.-.wv xat IJ.ovciswv viiv 1ti:o
i!trn trxo.ciswv E.v 8ETjtrEtrLv IJ.ovai:.
"A7t.E'ta yp cppoutrL 8ELv trv TiovoL,
miv-.E 8ovouv-.aL o~ xaxwv .pxTJy'taL,
EL 8' av-.. -. aiJ.cpW iJ.TJ 'tE.Etr~WtrL 'tO'tE,
55 ~6.n 7tp itr-.pov xat ~paxEi: xEi: xpo\lou
APPENDICE T 165
teranno in modo acuto. l Il percorso dell'astro ( = il ribelle) infatti strugge-
=
r allora il sole ( lo stratega Costantino), l ma la caduta di quest'ultimo
sopravverr senza coprire di tenebre. l L'astro ( = il ribelle) generato si
getter contro di lui ( = lo stratega) l e, dopo aver combattuto con animo-
sit per tre giorni, l invier ambasciatori al peggiore (suo) nemico. l Egli
(=Eufemio?) sar un uomo (app. L'uomo sar) odiosamente fulvo (app.
biondo) e malvagissimo, l il quale scuoter (app. spinger) i serpenti in
cattive condizioni ( = Arabi?), l donde (app. per cui) scuotendo(li) (opp.
spingendoli) colui che () contro (app . in favore) di lui in modo invincibile
l avvolger inseguendolo con forza ( = esercito) potentissima. l Quando
inizier (la sua azione) si assider nella citt ( = di Siracusa); l di nuovo
egli solleva tosi verso di lui ( = l'imperatore) con la spada, l (essi) lo
ridurranno (in angustie?), ma non in fin (di vita). l Per la quinta volta
infatti vorr la battaglia in modo cos furibondo, l con malvagit (opp.
con vilt) avendo scosso i modi dispotici l ... inizier il potere di coloro
che signoreggiano l ... infurier contro di lui avvicinandosi gli inganni agli
uomini l ... come morti e vivi e annientando tutti gli inganni con le forze,
(dominer con inganno le teste degli inflessibili ... ) l ... quando il quinto
(giorno) da lontano accadranno l tre di queste cose gravissime e tremen-
de, l voglio dire il terremoto, la bufera e il turbine, l fuggi lontano e nelle
tane delle volpi entra al pi presto l e vivendo dunque solitario l diverrai
grasso, attendendo alle sole necessit (o bisogni, o preghiere). l Esse
apportano infatti terrori infiniti con travagli: l tutti i principi dei mali
sono scossi, l se l'una o l'altra di queste cose non si compiano allora, (se)
vada verso l'astro e brevi tempi (vengano) allora, l passa il tempo atten-
166 :\PPEN DlCE l
APPENDICE l 167
oLa:rpL~E xpa:tLO""t"TJV 06!:,cx.v 1tpoa~J.vwv.
dendo la gloria migliore. / Non giover mescolare alla sola (gloria) questa
M6vn yp "t"c.tU"t"l]\1 ouo' vf}aEL O"U!.J.i.J.i:!;c.tL, (?), l poich due volte innanzi tutto subito al potere giunger l del
E1td etc:; "t"c.tU"t"TJV 1tpw-.ov c.tihc:; 't0 xpcl.'tH potente e ai piedi (suoi) si getter (?) / con voci incessanti e sagge parole
''lSEL Xpc.t"t"OV\I'tOt:; Xc.tL 1tOO"L\I "t"E 1tp00"1tEO"Er di augurio; l rimane ostile a un tal modo di onorare; l di nuovo per
60 <pwvc.trc:; ci1tc.tua-.c.tLc:; xc.tt ao<pc.trc, EU<JlTJ!J.Lc.tL, avendo applaudito (app. avendo preparato) invia (ambascerie) al potente,
"t"OU'tOU "t"Li.J.WO"c.tL OUCTIJ.EV')c; 'tp01tOU i.J.EVEL, l uccide, scuotendolo, il cane che digrigna i denti e che fortemente
1tcl.w o 1t!J.7tEL cruyxpo't-f}crc.t yxpc.t"t"Et, selvaggio, l facendo cessare le pene dei congiunti l e lui purificando
XU\Ic.t ~PUXO\I'tc.t Xc.tL riypLOUI.J.E\10\1 IJ.yc.t interamente con le spade, l avviciner quei liberati che egli un tempo
X"t"EL\IEL ov-f}crc.t 7tPOCTjE\IW\I 1tc.tUW\I U1tc.tt;
sfugg, (troppo manifestamen te battagliero per coloro che percuotono e
tutte queste cose avendo compiuto sano e salvo.)
65 xa.t -.ov-.ov ll.pTJV xxa.~cx.Cpwv <pc.taycl.voLc:;
-f}crEL uMv'tct.C, ouc:; cX7tpcx.O"E\I 1taCX.L

[ ] integrazione di lacuna di ampiezza nota.

( ) integrazione al testo tradito.

56 xpa-.(tr"';'Y]V] xp<X't'Y]tr'ta v 1tpO<rJ..LVwv] J..LVOVv 57 ouo' v'l'jcrE~] OVOOVLO'W v

<TVJ..LJ..Li:~a:L] <TLVJ..LL~<XL V 59 i\l;u] i\l;n V 7tpO<T'1tE<rEi:] 7tpcr 1tO'EL V 60 EU<p'Y]J..Lt<XL<;] J..LELaL<; V
61 -.ou-.ov] -.o-.ovV OV<TJ..LEV')<;] J..LEVE;;c; V J..LEVEi:] J.LVE~ V 62 crv-yxpo-.i}crac;] crvvxpo- V
63 xal] x V
 APPENDICE Il

La profezia pseudo-danielica dei codd. Laud. gr. 27 e Barocc. gr.

145 della Bodleiana di Oxford

Il testo che diamo qui in appendice quasi interamente inedito, salvo

le prime 73 linee pubblicate piuttosto male, con errori, lacune e senza le
parti poetiche, dall'Istrin, che conobbe soltanto il cod. Barocc. gr. 145. Si
tratta di un testo abbastanza curioso, perch, malgrado il titolo, non
soltanto un insieme di excerpta da apocalissi apocrife (ps.-Daniele, ps.-Me-
todio, Vaticinium s. Andreae Sali, ecc.), ma anche una rielaborazione
personale e, in parte, critico-esegetica, di questi testi fatta da qualche
studioso anteriore in ogni caso al secolo XV, ma collocabile forse, come
ora vedremo, tra la fine del secolo XIII e la seconda met del secolo XIV.
La cosa pi interessante costituita dal fatto di contenere brani di testi
apocalittici non giuntici per altra via, salvo quei passi che sono stati
indicati in calce al testo.
Non chiaro per quale ragione i singoli paragrafi, specie nelle pagine
iniziali, siano introdotti dalla formula: v-.o.v&o. SLCT'>OpEL'>O.L (opp. tcr-.opEL'>o.L,
lcr-.opovv'>(U, ecc.). Potrebbe semplicemente valere: <<vi (o qui) si racconta
(o si indaga, o si espone), ma potrebbe anche significare: <<vi (o qui) si
rappresenta (o viene rappresentato), come se l'autore del trattatello aves-
se avuto sotto gli occhi nello stendere queste note un libro di profezie
figurate, simile a quello, ben noto, attribuito a Leone il Saggio.
Quanto all'epoca in cui il presente trattatello sarebbe stato scritto
meritano di esser qui segnalati alcuni punti interessanti:
l) alla linea 135 indicata una data, A.M. 6660, cio l'anno 1152, e si
legge all'inizio di un brano che per il resto tratto da una recensione
della Vis. Dan. gr. B;
2) poche righe prima (lin. 132) si dice che la spada impugnata dal terzo
angelo sar diretta contro i Latini;
3) un po' pi innanzi (lin. 200 sgg.) si allude ad un imperatore
yyEWVUIJ.o<; che avrebbe compiuto stragi a Costantinopoli e che definito
l}.oLWiJ.voc;, cio <<mutevole o anche cattivo, <<alienato: possibile che
si alluda ad un imperatore della dinastia degli Angeli (!sacco II o Ales-
sio IV, ritenuti normalmente nelle profezie responsabili della conquista
latina della capitale), come qualche studioso ha interpretato una frase
 170 APPENDICE Il
APPENDICE II 171
consimile della Vis. Dan. gr. B; e non si dimentichi che uguale indicazione
e che cerca di valutarie, propendend o alla fine per quella espressa dal
si ha gi nella profezia attribuita a Costantino Magno dove l'tiyyE.WvvJJ.ov
Crisostomo .
crxfj7t"tpov viene associato ad un <<giovane e al 1tuppv Ei}voc; (cio alla
In conclusione , l'autore pare una persona abbastanza colta, largamen-
stirpe bionda);
te interessata al problema delle apocalissi apocrife pi diffuse, ma un po'
4) nelle lin. 216 sgg. si allude poi ad una flotta <<alata che entra nel
arruffona, propensa a mescolare un po' troppo testi di varia provenienz a e
porto di Costantinop oli, ma il cui attacco, considerato un affronto, viene
di origine dubbia. C' da chiedersi, ad esempio, donde abbia tratto certe
poi vendicato col sangue da un altro imperatore tiyyE.Wvuf..Loc;: possibile
indicazioni o certe descrizioni (come quella dell'Anticri sto, che non corri-
che si alluda alla conquista latina di Costantinop oli del 1204 e alla ricon-
sponde a nessuna di quelle conosciute) o certi brani profetici. Ci si pu
quista di Michele VIII nel 1261;
chiedere pure se i brani poetici in dodecasilla bi di valore modesto e in
5) infine alle !in. 327 sgg. si allude chiarament e all'isola di Cipro in
fondo poco utili ai fini esplicativi siano opera sua. Comunque, che questi
preda alle fiamme e alle devastazion i: quasi certo che qui si allude alla
versi siano suoi o di un altro autore sconosciuto , ha un'importa nza relati-
III Crociata e alla conquista di Cipro da parte di Riccardo Cuor di Leone
va, perch anche il nome di chi ha composto il trattatello ci sfugge.
(1191); certe espressioni nella poesia che segue mi sembra che non lascino
Il testo conservato in due codici, per quanto mi consta: nel Laud. gr.
adito a dubbi (per esempio: , l;o:vi}v, per indicare il popolo conquistato -
27, cartaceo, miscellaneo , dei secoli XV e XVI, e nel Barocc. gr. 145,
re; f..lL.oc; <<il rosso, cio il crociato; u\jlo:uxEvov ~l}vo, <<gente superba,
membranac eo, miscellaneo , pure dei secoli XV e XVI. opportuno, (cre-
ecc.).
diamo) *, tenere presente il contenuto del cod. Laudian., perch il catalo-
Ora, se questi passi permettere bbero di collocare questa parte della
go del Coxe tutt'altro che chiaro su questo punto (cfr. H . O. CoxE,
profezia fra il 1152 e il 1204-1261 -e tra queste indicazioni ci sembra che
Catalogi codicum manuscript orum Bibliotheca e Bodleianae. Pars prima
rientri anche l'allusione ad una spedizione di un imperatore verso Tessalo-
recensionem codicum graecorum continens. Oxford 1853, pp. 508-509) .
nica per liberarla dai l;avM yvl] (!in. 456 sgg.), cio dai Normanni che la
Non vero che il codice contenga ai ff. 2450 e 58-65 una Constantini
conquistaro no e la tennero dal 24 agosto al 7 novembre del 1185 - altri
Magni praedictio, ma pi esattament e i seguenti pezzi:
passi invece ci porterebbe ro ad altre epoche. Per esempio l dove si parla
l) ff. 24'-25' llp6ppTJrn rou iv ay{ot Kwvrnavr{vou (copia pi antica, del
della 'Icr1tavCa e di 'PJJ.~Eva ( = Ravenna?) e della Ao:yyou~ap8Co: ( = Longo-
secolo XV) e 58'-60' (copia pi recente, del secolo XVI);
bardia bizantina, cio Italia meridionale ) come distrutte (lin. 361 sgg.), o
2) ff. 25'-46' (48) 'Ex rwv op6.aewv rou rcpoqrfp:ou !J.avdJ (copia pi antica
dove si allude all'impresa di un bulgaro di nome Argiro che avrebbe
del secolo XV) e 60'-65' (copia pi recente, incompleta , del secolo XIV),
sottomesso i popoli occidentali e fatto una ~vwcr1c; 7tCcr"tEwc; (lin. 439 sgg.).
costituito a sua volta di tre pezzi.
Se nel primo caso ci potrebbe essere un'allusion e alla caduta dell'Esarca-
a) 'Avacr-rT]aE"tc.tl JJ.E1pcix1ov X"t.., f. 25' (copia pi antica) e 60' (copia pi
to ravennate (756), e .quindi un'eco di una profezia molto antica, nel
recente), testo pubblicato gi dall'Istrin;
secondo riesce assai difficile dare una collocazion e cronologica all'impre-
b) Lr{xo 'taJ.Lf3ot d rflv rcu.7Jv r7} va 'NJJ.L7], inc. Bu1;avoc; o:).Tj x, ff.
sa di questo presunto bulgaro Argiro, perch di essa non si ha notizia
25'-26' (28) (copia pi antica) e 60' (copia pi recente), testo dell'Oracul um
nelle fonti storiche (cfr. J.-F. VANNIER, Les Argyroi, IX'-Xll' sicles, Paris
de Constantino poli attribuito a Leone il Saggio (PG 107, 1149-1150, con
1975).
varianti);
Abbiamo detto che l'autore del trattatello si propone anche degli inten-
c) flapex{36J..aGOV ... f.x rwv par7EWV x<, ff. 26' (28)-46' (48) (copia pi
ti critico-eseg etici. Baster segnalare qui che l'autore mostra di aver pre-
antica) e 60'-65' (copia pi recente, incompleta , fino alla lin. 222, lipcixovnc;
sente non solo pi di una versione dei testi apocalittici apocrifi segnalan-
crup(1;ouCTI "tWV EI~oxMvwv ).
done le diversit (cfr. lin. 546 sgg.; 699 sgg.; 842 sgg.), ma anche le diverse
Quanto al cod. Barocc. 145, come aveva gi indicato il Coxe (Catalogi ... ,
interpretazi oni che vennero date dai padri della Chiesa di alcuni punti
I, cit., pp. 247-251), contiene ai ff. 70'-79' (e non 80) l'operetta intitolata 'Ex
particolari, come sulla questione della Atl}lo7tCo: biblica (cfr. !in. 729 sgg.), e
rwv paaEwv rou rcporpfrcou !J.avt~, ma composta qui soltanto di due dei tre
pi ancora sul significato del termine "t xaxov usato da s. Paolo in II
pezzi gi indicati nel cod. Laud.:
Thess. 2, 6, a proposito del quale non manca di citare l'opinione di Giovan-
a) 'AVO:CT"tTJCTE"t<kl f..lEipOCXIOV X"t.., f. 70';
ni Crisostomo , ma mostra di conoscere anche le opinioni di Severiano di
b) llapEx{36J..awv ... ix rwv paaewv xr.l.., ff. 70'-79'.
Gabala, di Teodoro Mopsuesten o e di Teodoreto di Ciro. Non facile dire
se queste opinioni elencate a !in. 768 sgg. siano il frutto di letture dirette
o siano state mutuate da qualche catena esegetica; certo che le conosce
* io credo A
 172 APPENDICE II
APPENDTCE TI 173
L'amanuense del Barocciano un pessimo trascrittore che compie
O"TJI-I.Ei:ov -r ~..ov -ri}v 1t.w ..wvo:L ohwc; ~La-ropEL"tO:L O
ogni sorta di errori, evidentement e perch comprende assai poco ci che
legge nel suo esemplare e ci che scrive egli stesso, a tal punto che il 5 oihwc; xo:ltw<; ypcicpTJ, o a..-Cxo
testo in pi di un punto diventa quasi incomprensib ile. Qua e l un L--ro:vp<; ..- xpci-ro<; 7tp<; 1]~wv .v-ro:..ci1;o:
lettore o un revisore ha corretto qualche parola. Ma ci che meraviglia di 't"TJV xcipLV "tO:V't"T)V "tTJV "lIJ.WV 7tpoaoxo:.
pi in questa trascrizione l'assenza di tutta la parte poetica, omessa, io 'Ev..-o:vlto: E~LO"'t"OpEL"t O: L &px-roc; xo:.xi} x o: t 'TtL "tV VW"tOV
credo, di proposito, perch ritenuta forse non essenziale ai fini della a..-Tj cpLci.TJ, xat ovo o-xv1-1.voL tmoxci..-wltEv o:-ri'j<; OE~L~ xat ovo
comprensione del testo profetico. Ma non c' alcun dubbio che il trascrit- 10 xvvE<; .uE:<; ltT].o:sovo-o:L o:..-!j, ile; ol IJ't"LXDL"
tore del cod. Barocciano avesse sotto gli occhi un testo fornito anche delle Ilo..ci, -rci.o:c; xcixLO""tE, ..-fj Owp(E)~ yvT],
parti poetiche: ne rimasta traccia l dove si accenna alla triste sorte 't"TJV EJO"'t"pocpov yp X~L~OV~VT] itctV
riservata a Cipro, in cui il Barocc. ha conservato il primo verso (Iin. 329) ..-l)v xltpo7toLv i:'vooltEv xpv7t-rEL<; 7t.civT]v,
della poesia dedicata appunto a tale isola.
wc; E~EVEt<; O xvvac; x--rpcpEL<; vovc;;
Il cod. Barocc. fece parte della biblioteca di Francesco Barozzi
15 xvvac; &:pT]yoc; XLVOVVWV EXEL<; ~aov,
(1537-1604), umanista, bibliofilo e matematico veneziano, che ebbe interes-
.).).' a'ltO:..cX~EL "rV .oyLO"~V xp6voc;,
si anche per le profezie : appartenne alla sua collezione il cod. Barocc. gr.
170 contenente gli Oracula attribuiti a Leone il Saggio, splendidamen te ocpL<; O 'ltciv..-n XCl't"O:VO:.WIJEL 't"cXXEL.
miniati (cfr. P. LAWRENCE Rose, A Venetian patron and mathematicia n of L..-Cxoc; ..-Tjc; 7t6.Ewc; L -.f)v lfpx..-ov xat -roc; ovo a-xv~vov<; xat
the sixteenth century: Francesco Barozzi [1537-1604}, Studi Veneziani, "tO<; OVO XVVO:<; 't"O<; yo:.OVXOVV"rO:<; O:'t"TJV"
NS I [1977], pp. 119-178 e particolarmen te pp. 144-145 ; C. MANGO, The 20 Xo:.xov7tO.L<; O ~ap~cipov<; 7tcl.Lv OXOV"
Legend of Leo the Wise, Zbornik Radova Vizantoloski lnstitut>>, 6 [1960), o-ro:v yp xvvwv ipxnv .{]\jln ~TJ't"pa,
pp. 78-79). otx-rCa..-a't"E, }p{JvT]o-ov dc; 1t.ou 1t.ci-roc;,
l due codici L ( = Laud.) e B ( = Barocc.) non sono copie di uno stesso 01tW<; EOV O"OU "rTJV c.PXTJV a'lto.ci~n<;.
archetipo, ma discendono da due subarchetipi diversi che hanno errori e 'Ev-ravlta E~Lo-..-opEi:'t"o:L avTJp ~aaL.Ec; h livo IJ.Epwv
lacune ciascuno in proprio, e quindi li terremo presenti ambedue per la 25 EtO"EPX~Evoc; dc; -ri}v ~O:O"L.LOO: 1t6.w 1t ciyy.ou OTJYOV~Evoc;, o
critica del testo. Purtroppo per la parte in poesia non rimane che L, e
o-..-Cxoc;
quindi il testo in questi punti meno sicuro, anche perch non si pu dire
L'ltEVOE, ivEp, olxi'jao:L 7tp<; ~o:aL.Coa,
che il poeta sia sempre molto perspicuo nelle sue modeste composizioni .
O~a:L 't" owpov Ex XELp<; O"'t"O:.i.J.VOV,
dp{]VTJc; -il~EL -r xpci-ro<; aov 7tpo}v~w;
flapEX{i6.atoV !JV @ijJ ay[~ X TWV opaaEWV '"COU ay[ou 7rporpf}'r:OU 30 ..-pt<; ..-p.c; XpO:'t"lJO"EL VLO:V"tO<; xo:. E~L
Llavti) xal x &aq;6pwv ay[wv .vapwv wv 6 {iaat.<; xo:~cp}d v y{jpEL ~"11 7tp<; yi'j<; 7tvlt~vo: .
q;t.oaorpw-ca-co; J\.wv auv'ijf,E., Exnaf. tawz?ou.E.vdxwt xal tf,ta-c6prpEv. 'Ev..-o:vlto: Lo-npOVV"tO:L 't"pEi:<; 7tEPL7tE7t.Ey~VOL opcixovnc; xo:t
-rpEi:c; VOL EU7tpE1tEL<; L7t7t6"tClL xpo:-rov-rEc; o6pu EV -ro:i:c; XEPO"LV
Etc; -r6vOE -rv LEpocpwv-r'r)V -rv v o:-rwv, xo:l. T} ~o:o-L.Evouao: 7t.L<;, xa. 7tpoa7topEvov..-o:L EV -r4>
t;) -rE--rpcmEVP(() a-rG"rw.
~o:p~cipl!J, oc; ~OE"tO:L ~V dvo:L -rv 'HEpo:X.o: bt'lt"rT]V, XO:L v -rQ 35 'l7t7tOOpo~C~ EL<; -roc; "Epw-ra<;, wv oL cr..-CxoL

~~'ltpoo-ltEv od;LQ 'TtOOL "tOV L'lt'ltOV o:"tOV i:'voov "tOV ovvxoc; dvo:L "t" AitT]~ v ~Vl!J ap~EL<; -rQ xpci"tEL,
..-oi:c; o-oi:<; YEVVTJ't"O:L<; v ..-pLO"L -roi:c; 7tpOO"W7tOL<;
cr-rEcpl]cpopovv-rwv 7tapX"1J -r xpci-ro,
l sgg. cfr. Patria Constantinop., ap. Script. Orig. Constantinopol., II, p. 137, 3
(xl.wv -cE-cpcbtEVpoc;)
4 .WVCl.\ ou-cw] Cl.UW'JCl.\OU "t"OU (sic.) B post oihwc; add. L1 8 "t"'J 'IW"t"O'I] "t"W'I 'JO"t"W'I
B lO .uti:c; correxi: \Ei:c; LB lTJa.sou<ra.\] -sa.uO""!J<; B 11 lwpEtf correxi: lwp~ L 16
.na.ci~E\ scripsi : -<i~'J L 21 Tji\J1J scripsi: Tji\JE L 25 fla.<r\(oa. n6w] (lMLECa.v B
Tit. l :y(~ om. L 3 <rwilouEn(xw L, corruptum : -cou ilEoii "!]p\"t"\XW B fort.
crv~-t~ouEU"t"\xwc;- l (Epoq>wv-c"l]'l LB: an lEpoq>civ-c"l]V <jl LB: -cQ Istr. <r-cw-ca.] l<r-cw B
30 -cptc; -cptc; scripsi: -cpEi:c; -cpEi: L 33 l6pv] lwpu L 34 npocrnopEuov-ca.\] -.tpono- B 36 v
~v~ dub. correxi: E'IE~v<;> L
 174 APPENDIC E li
APPENDIC E Il 175
x-.w Exciowv -.')v ljriicpov h-.E.O"cx.c; 'Ev "tcx.i:c; iJ!J.paLc; :xdvcx.Lc; iicr-.aL 1] ~cx.crLELa 1:wv 'Pw~a(wv
40 lipOYJV -.oc; li~cpw OLCX.O~E'tCX.L ~6po. TtE<pUp!J.VT].
'Ev-.cx.ui}cx. tO"-.opE'L"tcx.L ~cx.O"L.E Eu1tpETt') xcx.t ~E't' a.u-.ou 'Ev'\aui}cx. lcr'\opEi:-.cx.L ~1t1to XEpcicr'\'Y] xcx.. :rtcivw cx.u1:ou :E't<;
~ELpciXLOV EX.WV O"'tOLX.ELOV 't ~~ OV tav. 2,
o O"'tLX.oc:; 75 tcr"tci!J.EVO<; bd '\OU "tpcx.x.'i]ou '\OU L1t1tou xcx.. v -.0 CT"tOIJ.IX"tL
'tOU figg. 2-3
L'tOL)(.ELov 't EWCX.'tOV K6vwvo .yw ciE"t'OU cr>cx.up6. L'\LX.OL 1:ou ciE"tou
xpcx.-.TjO"EL O"v ~dpa.xL -.pt oExcx.uo
'ne; .yai}v rtcpi}axEv i}~pa x.p6vwv
45 XCX.L yCp 'tCX.TtELVWO"EL ~.v 'tpEL<; ~ao'L.dcx.c;,
V iJXp1X'\TJC1EL CT'tc.tUpLXOU "tU1tWV ~crwv
au-.oc; x 'tOU K6vwvoc; ouod LoxucTEL'
o Ttcx.~~yLcr"toc; pv(i}wv "'&va!; ~6voc;
1tpocpMO'!] ycip O"E :v X.ELp. ElEou K6vwv 80 oihoc:; ycp &.px.T]v cx.~wv :x ~ECT'YJ~~p(a
~6poc; :v "taupoLc; xa-.aO")(.Ei}d ciiJ.Cwc;.
v L1t1t~ TtCX.UO'!J xEpcicr-.n "''TJV i}~pav
Kcx.. 'tO'tE civa.CT'tTJCTE'tiXL av')p Ex 'tOU OE~LOU CX.U'tOU ~T]pou EX.WV
1t6ou ~Ecrouv"toc; cicr-.poc; -.ij crTtpa.
so ou'lV EL -. OE~LV ~poc; 'tOU 1tpOCTW1tOU, xcx.. vcx.oc; 'Pwp.aCw
v L'tLX.OL "rOV L1t1t0U'
-.a.TtELVWO"EL xcx.. 't LEpCX.'tLXv -.cl.y~a ci-.L~WO"EL' -.ou"to xE'L-.aL
dc; Ka. l}pe~.O"c:; wc; ~ci.Lcr-.cx. xcx.. 'taxc:; 1tELc;
1t'tWCTLV 1tO..wv. Ka. 't')V 'ETt-.ci.ocpov 1t0LTJCTEL wc; 'TtwpocpuaXLOV
xcx.. oyou ~aO"cpTj~ou a:i]crEL xa.-.c -.ou ElEou.
85 xcx.. 1tpc; ~cixcx.c; i:'"toL~oc;, w BusYJc:; yvoc:;
ltx.nc:; 8' .xo.c; >o'Le; .yoLc; xExELcr~vac;
tav. 2, 'Ev'taGi}a tcr-.opEL"tCX.L 15cpL xoL~W~Evo t:v'tE'tELT]y~voc:;t xa..
fig. l XCX.. X.PE~E'tLl,EL<; li-.Ep TJVLWV cp(oL
55 :mivwi}Ev au-.ou x6paxEc; uo :cri}Cov-.E a.u-.6v . L-.Cx.ov xa. "tTJV aYji}Ei: TtELi}<{) o'ou TtCX.pCX.XLVEL<;,
1
"ApX'tOV 0 E't')p OV 15cpL 'tcia.c; ~6voc; .),),' ucr"ci"Tl cro. xEpia.vE'L .a~n Myouc;
o1tw yEvT]crn ~pw~a onvwv xopcixwv 90 "r01toL v uypoi:c; xa.t 1tcx.p' 1tLOCX. 1tC1TJ<;.
yovo y.p :x.i}pv 'tOV ~cpu.(ou 1twv L-.Cx.oL -.ij TtO.Ewc;
otx-.pwc; xovT]crnc:; au-.v c'i~ xa. 1t6ov 'Ev Ti y.p .px.T] xa.. -..o xpa 1t.EL'
60 xat crou CT'tEvay~v 't<{) i}pEL OWCTEL y6~. a't: a'L -.ci.cc.LVcx. "tT]1tai}Ecr"rci"t'Y] Tto.L
ITEp. "tOU'tOU 'tOU ~dpcx.xoc; xa.. ~IXVLTJ E<p'Y)' (( 'Ev oic; "t. oxa oLx-.pv y.p oLx"rpv -iv mcpMO'!] cpcio
xpa-ra., li :v -.0 'tE'tcip>~ i}YJpL<p :i}Ecicra"to. Ka. ~E"t'C "tcx.G-.a. 95 crcpaycx.. y.p v cro. xcx.. 1tpO)(.UCTL<; al~ci'twv
yEvTjcrov'ta.L -.apcx.x.at Ttoa. xat cipxa. ouvwv :v -.0 x6cr~~ Kat 1:ij VOEXcX'tT]<; dpy~VT]<; ox x'i]\jJEL.
-.6"t'E -. ~ELpcixLov owcrn 't 1tp6crw1tov cx.u-.ov 1t. 't')v civcx.-.oT 'Ev-.aui}cx. ESLu'tOpEL"rCX.L O oupavc; cXVE~y~voc; xa.. "rO'O'apE
]v
65 'tOV "i])..(ou xcx.. 1tOLTJCTEL VLXl]V ~Eyci'Y]v, xcx.. v -.0 mcr"tp<pE
LV liyyE.oL xa-cEpx.6~Evov o
~v Ttpw-.oc; xpa"rwv 1tup, o
o OEU"rEpo
au-.G,l v --0 McipvaXL <ivcx.wi}TjO"E'tCX.L. Ka. 'tO'tE 't ~ U1t 'tOU o
~ cpaO"yavov, o -.p(n ~cixaLpav, o "r"tap-coc; crw86va xcx..
!J.v o
&.va-..wi}TjcrE"t'a.L. 100 > 1tup 1:v 'IO'i.J.c.t'l atv(TtE'tcx.L, o '\ cpa11yavov -cv .rt ~opp<i
'Ev-.aui}a lcr>opE'L-.aL ~ELpcixLov u1to -cou toCou Tta-cpc; :px.6~Evov, o
o "'l'~ ~J.cix.aLpav -.o Acx."r(vou, o -.')v O"Lvo6va
rtpoQ'xuvou~Evov, !tx.wv 1t "t'TJV XEcpcx..T]v au"tou ~ L'tL)(.OL' crx1twv -. xpci"ro -.wv XpLO''ttavwv.
70 XpLcr-.ou oExcioa ~cx.px'i]cra. ~Ei:pa~ 'Ev y.p -.<{) , X
~ hEL -.ou ~OO!J.ou cx.Lwvoc; ooi}TjO'E'tCX.L :!;oucrCcx.
X'tW 'tOL<; Ttpocri}Ev ~E!J.OVW!J.Vo lip~TK 't<{) ayy.~ "rfjc; dp'i)VT]<; Ex "rOU EJEou 1tc.tV'tOXpchopo .ywv

6162 cfr. Dan. 7, 7

43 K6\lw\loc; L (cfr. Istrin, Otkrov., 1897, 3, II, p . 274): an Kw\lwnoc;?

(cfr. ibid., p.
318) 54 \I'H"tH.l]y~\Ioc; LB, corruptum : legend. t~nEn.Ey~\Io vel
\l't'E't'E.E<rJ,Jivoc; 77 n<pila.XE\1 L; fort. itq>ila.xE\1 87 XPE~E't' (1;EL<; correxi: xpa.LIJ.a.'t'(1;ELc; L
ve] quid simile 56 't'a.a.c; ~6\loc; L, vix sanum: 't'a.),a.cTiwp Ei:? 58 l:xilp\1 89 <r't'<i"1J
correxi: <ro xEpoa.\ld correxi (an <r't'a't'n <r x poa.\IEtc; ?) : <r"<a"lJ"''
<TXP\1 L 't'OU ~q>u.(ou L: 't'W\1 ciq> ''I'].(ou coni. in mrg. L 1 L 90 n"1J<; correxi: n<rEc<;
61 olc; LB: legend. w? 66 L 94 mq>lt<icrn correxi: -C'EL L 97 't'<r<ra.pEc; B: "t<r<ra.pEc<; L 102 x pchoc;
M&.p\la.XL L: -\laxL B ~ L: ~ B 69 s L: ~ B 103 yip L: add. mrg. B 1 ~86~ou scripsi (hic et infra): Euli6(.1ou LB
L: y{voc; B
(hic et in fra)
 176 APPENDIC E li
105 Ka't"E.~E d .. v xoCTf.J.ov xa.L a. pov 't"TJV dpl}v"f]v E. x 't"fj yfi, ~va.
XCt.'t"Ct.CTcpal:,WCTLV a..TJ.OV<; OL /ivl}pW1tOL, OU 't" 1tOCT't"pij;et.L f.l.E 't"
1tpOCTW't"OV f.J.OU &.1t'et.'t"wv OL: 't":<; &.oLx(a. xcd &.vof.J.(a. et.'t"WV .
Ka.t ").Lo<; o OWCTEL 't" cpyyo a.tho, xa.t CT"f]f.J.ELCt. xa.t 't"pet.'t"Ct.
XCt.L cp6BoL j"EVijCTOV't"Ct.L EL<; Ex1t.l]l:,LV 't"WV XCt.'t"OLXOUV't"WV EV 't"TI yfi.
110 Ka.t .. 6.. E E.pE"L KupLo ElE .. ~ 11:pw"~ &.yy.~ <<Ka't"E.l)E d 't"v
x6crf.,1.ov xa.t CTcppayLCTov (f.,i.oL XL.Laoa.c; oLa.x6crLa.) dc; .. &. ou't"Lx
f.,i.pTJ, xa.t pi:lj;ov 't" OLf.J.OLpov xa.t 't" 't"pt't"ov Ea.CTov . Eha. pd 't~
OEV't"p~ &.yy.W Lq>payLCTOV 't"TJV MECT01tO't"Ct.f.J.LCt.V xa.t 't":<;
Kvx.aoa. 't"WV vl}CTwv xa.t clpov XL.Liioa. ii. Ka.. "~ "PL"~ pEi:
115 &.yy.~ <<!:cppayLCTov 'AO"Ca.v, Ka.pCa.v, Ket.1t1tet.ooxCa.v, Bd}uvCa.v,
'Apf.J.EVLet.V xa.t 't"TJV f.l.TJ't"pa.v 't"WV 1tO.Ewv 't"TJV 'E1t't"a.ocpov xa.. clpov
XL.Laoa.c, p-ii:>> . Et.. a. pE"L .. ~ &.yy.~ 't"wv pwv .ywv <<AE't"E ..
1tE't"ELV: 't"O opa.vo xa.. 't": l)T]pCa. 't"fjC, yfjc,, OEL1tVijCTa.'t"E d 't"V l)uf.J.V
Kup(ou 1ta.v't"oxpa't"opo, xa.. xa. .. a.cpciyE't"E CTtipxa. a... wv 't"WV f.l.TJ
120 7tLcpEpof.J.vwv 't"TJV CTcppa.yCoa. KupCov, ohLvE<; oux f.l.E't"Ef.l.E.iJ~TJcra.v v
't"Ct.L<; &.V.Of.J.LCt.L<; Ct.V't"WV. Ton E'L'tE 1t. 't"WV 1tet.pE."f].v~6't"WV, E'C'tE 1t.
't"WV f.J.E..V't"WV, xa.t OL: 't"O 'EsEXLTJ. 't"O 1tpocpij't"OU .Ol}.WCTE KupLo<;
EL1tt~V o\hwc, Pf} (i)) f.:v C.f.J.cZP't"TI f.J.OL 't"O 1tet.pet.1tECTELV 1ta:pa1t't"Wf.l.Ct.,
xa.. OX 1tOCT't"pet.cpfi 1tpo f.J.E l:,a.1tOCT't"E.W EL<; Ct.'t"TJV 't":<; 't"CTCTCt.pa<;
125 f.J.OV XOLXf}CTEL<; 't":<; 1tOVT]pci, pOf.,i.Cj)Ct.Let.V XCt.L .Lf.J.V XCt.L ~T]pCa. 1tOVT]p:
xa.. }!ivet.'t"OV, xa.t 't"Lf.J.wpijCTw a.U't"TJV xa.. ECT't"Ct.L d &.cpet.vLCTf.,l.v. Ka..
Mv mCT't"pij;wCTLV (ilt 't"wv xa.xwv a."t"wv f.J.E't"et.voijCTw x:yw 1tEp.
't" WV xa.xwv w v .E.a.T]XCt., OLO"tL E.yw EL f.,~. LKupLO &.7tOOLOo XaCT't"~
E~VEL xa.'t" 't": i!pya. et.'t"WV, xa.t o cpdCTE't"et.L 6 cp~a..f.,l.6c, f.J.Ou, xa.. o
130 f.J.TJ .EijCTW 't"O<; 1tOVT]pOC, xa.. 't":<; Oo<; a.'t"WV CTVV't"p(lj;w xet..
&.cpa.vCCTw EL<; 't".oc,.
'Ev't"a.l)a. E.l:,LCT't"OpEi:'t"a.L liyyE.o E.l:,a.11:.wv f.l.E't": -ro XL't"wvoc,
a:"t"o &.y.l]c; &.xplowv xa.. Ef.J.1tpoCT~Ev a.v .. o 7t.L't"et.L 1ta..oC,
Kof.J.avoL, I:xui}a.L, Olv(v)oL yvf.J.voi: -ro~ cpa.CTyavoL<; 1tp cp6vov
105-107 et 110-112 cfr. Vis. Dan. gr. A, pp. 4344 Vas .; p . 135, 212 Istr.; p. 115
Klost. 1 ; p. 124, 2-8 Schm. 123-126 cfr. Ezech. 14, 13; 14, 21; 14, 15 129-131 ibid.
5, 11
106 xa:-ca:crcpcil:,wcrLv correxi: -l:,ouaw LB 111 IJ.OL _XL.L6.oac, OL((x6crta: addidi ex_ Vis.
Dan. gr. B 112 pCijJov) pCE,ov B 113 crcpp6.ytcrov-114 f-'O om. Vis. Dan. gr. B 114 IJ.S L:
ii-ii B. 115 KapCav LB : <l>puy(a;v ra.a-cCa~- Vis. Dan. gr. B 115-116 Bd)uvCav 'ApiJ.EvCa:v
LB : :!:upCa:v Vis. Dan. gr. B 117 pit LB : -c!; Vis. Dan. gr. B bpwv L: 6p(wv B 121
Ei:-cE
L: voEc-cE B 122 'E~Ext"]. L: 'IE~Ext"J. B 123 + addidi cl. Ezech. 14, 13 <iiJ.cip-cn
7ta:p<i7t-cWIJ.O: L Ezech.: <iiJ.a:p-cT)IJ.6.-cou 7ta:p. 1tap.1t-cwxa 124 7tocr-cpa:cpfi L: -cpEc B a:u-c"]v
L: a:v-cv B 126 a:u-c"]v L: a:v-cv B 128 lt6-ct] lt6-ct xa:t B 129 a:V-cwv L: a:v-coii
B LB
cpdcrE-ca:t B Ezech.: cpa~n~crE-ca:t L 133 <iy.T] LB: an <iy.a:t? 134 Ouvvot scripsi:
OuvotLB yu;.wo<c,] yuiJ.vEc B
APPENDIC E Il 177
135 :1tO't"Of.J.OL. Ka.t 't"O't"E :va:ct't"ijCTOV't"Ct.L 't": 7tpW't"O.Let. 't"fj<; 'E1t-ra:.6cpou
XCt.L f.J.O:Xl}ctona.L (ilt 1tpW't"T]<; wpa. EW<; Wa't""f]<;" xa.t
CTcpa.yf}crov't"Ct.L v a.'t"fi .l:,cixL<; 1t't": XL.LliOE<; f.J.E't"pouf.J.EVCt.L. Ka..
f.l.E't": 't"OU"tO &.va.CT't"TJCTE't"Ct.L yyE.WVUf.,i.O<; Tj..OLWf.J.VO<; XCt.L CTXTj1t't"poV
}Eof.J.a.xouv 't"WV E.!; &.vet."t"o.wv xa.. xa.'t"a.CT't"pI);EL va.oc; tEpoc, xa.t
140 1tO.ELC, 1tLCT't"WV :va..WCTEL, xa.. o\hw XEpa.vvwi}Ei: XCt.L XCt.XW<;
:1tO.EL"tCt.L f.J.E't": 't"WV CTV Ct.'t"~. L't"LXOL 't"O .yyE.WVUf.J.OU"
Ka.t CTXfj7t-rpov oew6't"(7.-'t"OV :yyE.WVUf.J.OU,
B.a:ct't"ouc, 'tE xa.. op1tl]Xet.c; -rwv 1tpW't"o.Cwv
OpE7tlivou .vci.wf.J.et. 7tOLijCTEL 't"aXEL"
145 CT(jlCt.yTJ y:p j"EV{jiTE"tCt.L f.l.Ef.J.E't"pT]f.J.f.J.Vl]
pul}f.J.L<:;ov-rEc; CTa.paxona. .. ptc, XL.Laoa.c;
1tpW't"O.Let. 1tlXV't"Ct. O 't"fjc; 'E1t't"et..6cpou
ExCt.C1't"OV Ecpf}f.J.LCTf.J.Ct. 't"PCt.VW<; ~OWV't"Ct.
CT7tOUOTJV E1tLC1't"pij;ouCTLV V ~Ct.CTL.ELOLC,,
150 xa.. 1tti.LV 'E1t-ra.OcpE El:,EL<; CTcppa.yCoa..
'Ev-ra.l)a. .l:,Lcr't"opov't"et.L 1t.oi:a. 1to..: 1t't"EpW't": ~PXOf.l.EVCt. OL:
i}a..O-CTCT"f]c; v "TI ~et.CTL.LOL xa.. :yyE.WVUf.J.OC, Ba:CTL.Ec;
f.l.E"' a.thwv noLwv E.xoCxTJCTLv oL' et.~f.J.a."t"oc; wv oL CT't"LXOL"
Ka.. nvu 7tpw-r6.La: "t"fjc, f.J.ova.pxCa.c;
155 opaxov"t"EC, CTupC1;ouCTL 't"Wv .EL~ox~6vwv
CTapxa.c; f.J.TJ CTi}LOV't"E<; "t:<; 't"OU't"WV CTapxa.c;,
Xet.. 1tpC, ~Xet.<; ~"tOLf.J.OL Wpj"LC1f.,I.VOL
vijpLi}f.J.OV pu}f.,I.V 't"Ct.pX{jCTOUCTL 't": l:,LcpT]
1tp XL.Laoa. et, E.n.. &. f.l.E't"pouf.J.va.,
160 xa.t mie, .CTEBT]c; x a. t cp6v~ XEXP"fJ f.l.voc;
f.J.OLX<; x6.a.l:, 'tE /ipna.l:, :ppEvocpMpoc;
't" .oCCTi}Lov p(lj;ouCTL 1t't"Wf.J.et.'t"oc; cpaoc;.
'Ev't"a.l)a. tcr't"OpEL't"et.L i.vl)pw1tOC, voc; lJ1tOf.J.Ct.Upoc; ct't"Ef.J.f.J."IIo,
Xet.. 1t 't"O<; 1t00Ct.<; Ct."tO 1t.fji}o ECT(jlpCt.j"LO"f.J.VOU .et.OV XCt.L
165 CT't"OLXEi:a. x J:i. y, tnt o "t"fj xEcpo:.fic; a.v.. o ypaf.J.f.J.Ct.'t"et. i!xwv ohwc;
136 iwc, B : add . supra L 137 crcpa:yfjcrov-ca:t L,: crcppayCcrov-cat B IJ.EPOIJIJ.EVO:L L:
iJ.EpouiJ.Eva:t B 138 yyE.wvuiJ.o<; LB: cfr. Vis. Dan. gr. A, p . 43 Vas. etc.: o-ca:v -c
-cwv
ayy.wv [ve! 'Ayy.wv] ax-ij1t-cpov ~a:crt.EUCTTJ v ero( x-c. crxfj7t-cpov B : crx-ij1t-cop L
- (hic
et infra saep) 140 xEpa:uvw~EI L: BEpEvwltfi B xa:xws] xCLxwv B 146 puliiJ.Csov-cE<;
correxi: puliiJ.o-cE L 148 Eucp-fJIJ.tCTIJ.O: correxi: cp-f]- L 153 7totwv correxi : 7totov
155 .Et~oxMvwv L: qui d? 157 wpyLCTIJ.vot correxi: pytwiJ.VoL L 158 v-f]pd}iJ.oV
scripsi: v-f]puliiJ.ov L -ca:px-f]croucrL L: legend. -ca:pxucroucrL? 164 crcppa:ytcriJ.vou
B:
crcppCLyiJ.vou L 165 xEcpa:.fi<; L: xopucpfj B
178 APPENDICE II
a. p x TJ, d o -tl]v E~L:v a.-tou c'ip7tTJ, d o -tl]v .a.t:v p68ov .
Ehcx. tnCxo -ti) 7t.Ew
Ka.~ J.l'JV -t OELVv o{hw O''tOLXE'Lov ~.1tE'
.cx.~wv y:p &p7tTJV wcr-tE -tJ.lVELv -t'Jv xMTJv
170 o qJELO'E'tCLL crou x (lv 1ta.p'apxl)v J.lJ.lEVTJ<;
opc:t y:p a.-tV cimipXE'tCLL i}EpLSEL\1 '
-t poov cppwv E:v 1tcicrw EXEL -t.o
v iii -,; .oL1tV EUMIJ.T]0'0\1 w J.lcX:tT]\1 '
ayEL y:p cri}.: XCJ.. J.lVLIJ.CL 't ECLp,
175 XELIJ.WV 8' 1ta.xld }-f}pE aypLOL !;voL,
w aya.v f.xi}p: -t: -tpt-,;a -,;wv 1tpo-ttcr-twv
Opc:t YOU\1 'lta.tv Xc:t~ !;V0\1 0\l'tWC, -tp1tO\I
Op'ltCL\10\1 !J.ya XIX~ p00\1 01tEp cppEL'
'tpL't0\1 O OLO'O'OVJ.lEVOC, 1tpW'ttp O''tOLXELtp
180 OLO''tl]O'av ovv -t: mi.at O'UVTJJ.lJ.lLIX
'tE-tpiXJ.lTJVc:ti:av -tT}v cipx'Jv .a~wv -tci..a
py'i)v EOU O'OL cpo~Epv 1tL0'1taCT"Tl.
Ka~ v -tai:c; -IJJJ.pc:tL<; XELVat EO''tc:tL T] ~acrL.Eta -twv 'PwJ.l(XCwv
1tEqJUPJ.lVT], xcx.. E!;E.EVCTE'tc:tL xpac; a1t A~iho1ttcx. xa~ .lwv E1tL
185 -t J.lPTJ I:LXE.tcx. xa. -ta1tELVWO'EL IJ.EYLO'-tci.vou xcx.~ 'ltOLTJO'EL
IJ.Eyci..T] V pTJJ.lWO'W v -toi:c; v-f}crotc; xa. mxpcx.-tTJO'EL vtau-tv i:'va
xa. J.liiva. 1tV'tE.
'Ev-tauita (crnpEi:-taL 1t.i)lo -twv uLwv 'IcrJJ.a'J. L'lt1tEL<; xa..
'ltEoC, !;EpXJ.lEVOL f1t pTJJ.lOU 'E}p(~ou XCL~ 'ltEpcivw -t'ij XEcpCL.'ij
190 IXU'tW\1 O''tOLXELCL 'tc:tU'tiX' 'lO'J.lCX.T].L'tCLL 0\IOL iypLOL. Kc:t. 'ltELO')
EO'OV'tiXL o~ &vlpW1tOL 1ta\l'tEC, d cX.o6XLJ.lOV \IOU\1 xa. 1tOpEUIJ.EVOL
xa-t: -t: 'ltLluJ.lCa au-twv, oL: -,;ou-to 1tcx.pa.owcrEL a.u-to KvpLo
E d XEi:pac; cicrE~wv vtwv 'lcrJ.l(X')., xa. 1tciv-tc:t -t: a-twv
au-toi: EO'OV'tCLL.
195 Ta.U'tc:t o xa~ lEi:o LEpoJ,lci.p-,;u MEloto lla-tcipwv cp1)0'L\I' v
--~ ~ooJJ.a.-rtx~ xp6vcp -tTi ~oJ.lTJ<; XL.tcioo J.l..ovcrw
o( 'lCTJ.liXT].L'tiXL !;LvaL XCl.. 1top}'ijcrc:tL xa. XCl.'tiXXUPLEUO'IXL 't')\1
'tW\1 'E..T}vwv yljv a1t Alyv1t'tOV i:'w ALlL01tta, xa. 1t
Ecppci-tov i!w 'IvoCa, xa.. 1t ~oppci i:'w BtilvvCa., xa..
200 1t 'AcppLxfi ~w ll6v-tov, xa.. 1t 'PWJ.ll] i:'w 'ApJ.lEvCa. -rpt-tl]c;,
166 a.L:\1 (cfr. lat. laevam) p6oo\l L: E:'J p-v (sic) B 168 xa.t L 1 corr. supra: -va.t L
169 "t"~-vw correxi: "t"~'VT)'V L 170 ~~E\IT) scripsi: I:~~VT) L 176 Xilp: correxi:
tuxp: L 179 ltcrcrou~E-vo, novurn (ex litcrcr6w?) 180 CTUVT)~~ta.. novurn (i.q.
crv'V<i!J.~"ta.?) 185 "t"C. om. B 188 bmd L (ex corr.): tmt6"t"a.L B 189 tpT)~ou] lpT)~o\1 B
195 o om. B
APPENDICE II 179
XCl.~ a1t va-to.wv i:'w OUO'IJ.WV. Ka. a-t 'ltCX.paxa'tLWV a.vlL
(j)T)O'L' ll.l]pWildO'T) o -t'ij ~CLO'L.dcx. IIEpO'WV civCX.O''tTJO'O\I'tc:tL
ot 'Aycx.p'r)voC, oO t..cx.vt'J. ~pa.xCovcx. v6-,;ou xa.EO'E. Ka.
a\l'tL-tci!;onc:tL 'tWV 'PwJ.lCX.LW\1 ~CX.O'L.ELCX.\1 1t. apLliJ.~ ~OOIJ.c:t'tLXOU
205 xp6vou v y:p -,;~ O'VJ.l1t.'r)poucrlc:tL -r: <P hl] -t'ij s
XL.Lcioo
E1tPLS0U'tiXL T] 'tWV llEpO'W\1 ~IXO'L.ELc:t.
'Ev-,;a.ula lcr-topouv-taL cpci.a.yyE 7t.t-,;wv 'lcrJJ.c:tT].t-,;wv v
ra~a~ xcx.. a'ltOX'tELVOVO'L\1 ovvcicr-tc:t 'E..-f}vwv XL.Lcioa it. I:-,;Cxoc;
'PCT] 1tOVT]p: xa. ~.ciO''tT)IJ.IX a.ywoE
210 avc:tLO xa. aO''lt0\100\1 ~OE.VyJ.lVOV,
-,;.'ijiJ.OV ra~c:tW, XCd~E.EL O'OV -,;(): }pciCTT]'
o:JJ.w!;ov xa. }p-f}vT)crov d 1t.ov 'lt.ci-,;o
'ltpW-tO.LW\1 O'OV xa.lE.EL'tCLL p1tTJXELC,'
o. rrapcixov'tc:t XL.LciO'L x !J.'tpou
215 -,; oc:t. oa. xpcisELC,, (;) Motxa.Coc:t,
w 1t't1XLXWO'IX 'tOU 1t.cirrnu 0'0\J 't')V OLXT)\1'
xalw yci.p crot 'ltE'ltOLTJXc:t, o{hw yEvr)crEL.
'Ev-,;aulc:t LO''tOpEL'tiXL ayyE.o x 'tOU oupavou XCX.'rEPXOJ.lEVO
xa.. xpc:t'tW\1 v -tfi OE!;Lq. XELp. J.lTJVTJV w EO'W1t1:pov xa.. EXWV EV00\1
220 ypciJ.lJ.la-ta -rrrrrapa. o ci i > E. Av-tcx.C drrt 1t.T]ya.. -rrrrrapE
O.Elpo, a'ltW.ELCL, cp}op: xa. EPTJIJ.WO'LC,. Tau-ra xa. lEi:o
'A7t6rr-,;o.o 1tporravacpwvwv Ecpl] <<'Ev -rai: f.rrxci-taL TJIJ.pa.t
i:'rrov-taL xatpo. xa..E'ltOL, xa. i:'rrov-,;at ot lfvlpw1tOL cpCku-roL,
cpt.T]oovoL JJ.i..ov l cpL.lEoL EXOV-tE !J.pcpwrrw EVCTE~da, -t')v o
225 ovva.IJ.LV a.u-tfi T]pVT]IJ.voL>>. t..t: -,;ou-to youv 7tapaowcrEL Kvpto 6
E a-to d XELpa. ~a.p~cipwv a1tL0'1:WV, cp' W\1 1tEO'OU\I'tCLL d
cha.laprrCav. Ka. at vficrot -tfi la.cX.O'O'TJ<; xa. at TCapci..toL dc;
Ccpc:t \ILO'IJ.V EO'O\I'tCX.L.
'Enaulcx. trrnpEhc:tL -1} vficro Kv1tpo, f]c; 6 rr-tCxoc;
202-206 cfr. Apoc. Meth. gr. A, p . 26, 2-9 Istr. 207-208 cfr. ibid., p. 26, 15-17, 2
Istr. 222-225 cfr. II Tim. 3, 1-5 229 cfr. fl<pl T7j v~aou K{m:pou, ed. Klost. 1, pp.
122-123.
204 "t"Gl\1] "t'j'V "t"W'V B 205 ci> L: lT' B 207 o7tL"tW'V] 7tt"t"a.L B 211 xa.VEE correxi :
o
xa.ild.fi L 213 p7t'I']XEL<; correxi: 6p7t(!:,EL L 220 v el L: o o B 1trrya.t] 1t llY<; B 222
"t"a.i: om. II Tim. 223 xa.t ltcro-v"t"a.L LB : -vcr"t1}cron a.L yp II Tim. 224 ante .pLT)IovoL
verba complura II Tim. om . LB ~xo-vn L II Tim. : ~xwcrL\1 B 225 yoii'J] ov B 226
a.vn om. L
 180 APPENDICE II
230 A'(. a'(. Cl'oL, -r:iil-lov, xExau!-lVTJ KuTCpo,
-ra.a l;ocpwOT]<; xat ~E~op~opW~J.VT],
-raupou Cl'-roLxd~ a.oue1a 'Aq>pooL-rTJc;
'EPI-l'ii rJ"v Kp6v~ -re-rp<i~J.TJvov -re-rp<ioa,
TCO.UTCaL<; OrJ'a, l}T].aSOL<; TC.ELrJ''taXL<;"
235 TC.avlj-rL<; o~x-rp 6:ppEVW1tWV -rpwy.Uwv
xopc; y.p V Cl'Ot TCOpvdac;, ciel'E.yda,
1twpwr1'LS o'Cx-rou La-r.v -rou ~o~6.ou,
OaL!-lOVLW<; ~Cl'IJ.a pW'tLXWV PXTJa'ELc;
xat -r q>EU .OL1tV (i'Jt Cl'OU OX x.dt.j;EL
240 1to..o xpa\inc; !-l\1, ... x.pa\il)oc; at!-lchwv
-rw\1 YEWTJ!-l<i-rw\1 -rlj ydac; e1ou TCpoq>p6vwv,
o-ra\1 -r !;a\il)\1 ET]a-rTjrJ"EL xoa'IJ.0\1
aXa\il}a 1tUpt 'tOU 'tE O rJ'V 'tO ~.
o-rav t.j;EXaOE<; E'tOU rJ'OL 1tErJ'OUV'taL,
245 a ihE 1-lL-ro IJ.OLOUV Tji cixpLOL
1topl)1}rJ"EL x6rJ"!-lOV E\1 .apva!;L !;u.(vaLc;,
Cl'q>ayfi 'ltECl'OUV'taL xat -rpaTCTJCl'O\i'taL \iljrJ'OL
xat 1-lXPL Cl'-r-f}l)ou -rw\1 :1t1tWV al:l-la pEUCl'TJ "
l}pl)VT]CTOV, X.aUCl'OV xa. 1tVl}T]Cl'OV 6:l))...(a
250 -r. v6-rLa y.p 1-lPTJ -rou x.(1J.a-r6c; a-ou
xa-rEX1t0pl)-f}crEL 't ut.j;aUXEVOV ifl)vo
x o -r. ~oppci 1-lPTJ xa-raxa.ut.j;EL
Xlii-la X II6v-rou 6:-r .a\1-rLxou ')1tELpou
IJ.ELVav-ra !-lOVa -r. -rpL-ra a-ou -rljc; ya(T]c;
255 ElEou y.p pyi}v xq>uyEi:v o ouv-f]Cl'EL.
'Ev-raul)a to--ropei:-raL 1-lELp<ixwv xa-rixwv dc; -r.c; XEi:pa a-rou
x.Ei: xa. E!-l1tPOO"l)Ev a-rou -rljc; 'Pw!-lTJ<; vac; II-rpou xa.
IIau.ou, xa. EIJ.1tpoel'l)Ev a-rou del'. yp<i~J.IJ.a-ra -rp(a iP !:i 1:, -r o
OVO!-la au-rou pl)!;. Ka. 'tO'tE 'Pw!J.T] aU'tO!-l<i-rwc; -ra1tELvwl)1}a-E-raL,
260 'lCl'TCav(a xa. 'P~aLVa f:!;o.ol)pEUl}TjCl'ov-raL, Aayyou~apo(a xa. ot
Cl'UVEyyuc; -r61toL 1-lEyci.wc; -rapaxl)-f}a-o\1-raL.
'Ev-raul)a LCl'-ropouv-raL -rpEi:c; ~aa-LEi:c; xa. 1) ~aa-L.Euoucra n6.Lc;
xa. ot 1-lV ouo a-UvEyyuc; -rljc; n6.ewc; l:cr-rav-raL, o dc; n6ppwl)Ev xal.
230 a:'C - Ku7tpo hab . etiam B 231 ~E~op~opw~v11 correxi: -poJ.lvoc L 234
fi1']ci!;ot correxi: -!;wot L 235 -rpwylUwv L: quid? 238 OClLJ.lOVLw correxi : -~6vw
L 239 txld<jln correxi: .)..[<jln L 240 xpcivfin dub. legi 242 .ET)M-r"l]an correxi:
E.a- 252 lx L: legend. d? 256 a:Ytou om. L 259 p"!]!;] p(!; B 260 'Ia7tav(a: L : -f!
L7ta:vCa B 'P~ClLVCl L: 1! 'Pt~~Eva B tl;oofipEUlh]aov-rac] -fiTjO"E"t"ClL B 261 auvEyyu]
a-uvEytl B 263 Suo om. L auvEyyu] auvEyy B
APPENDICE II 181
dc; -roc; Cl'UVEyyuc; -roc; ouo, dc; -rv EVa l)p6voc; ut.j;T].<; xal. E1tclVW
265 ~<i-roe;, dc; o -rv OEU'tEpOV y .auxa -r OpVEOV. dc; O -rv n6ppwl)Ev
o6pu IJ.E't: q>.a!J.ou.ou xa. EVOOV yEypa!-l!-lVa ~w-ra xa. q>L. L'tLXO<;
-rljc; 1tO.Ew<;
BaCl'L.LCl'Cl'a x6crl-laPXE 1) va 'Pw!-lT]<;
-rljc; mi!-l1tO.u 1-lTJ'tpc; crou -r. -rxva oxou
270 1tp6c; Cl'E 1-loouv-ra 1-lfiVL xal. 1-ll}TI n.l)pT]
xa(ov-ra l)u!J-0 xa. ~p!J.ov-ra -r0 cp6v~.
opnT]xoc; 'CxvoLc; 1tO!-lEva crTCouoatwc;
xa. .UO"O"T]V q>LOXPLO"'tOV VEVOl)EU!-lVa
itoov-raL -r.c; a-<ipxac; a-ou xa. -roc; 1-lacrl)ouc; a-ou,
275 l)T].clel'OUV TCLXpW<; Xl}poi:c; VIJ.OV'tE<; XclPLV"
't Xa..O<; 'tOCT0\1 a'tL!-lOV TCEq>Up!J.VOV
!-lEav6xpouv aL!-la-rLxlj t~oW!-lvovt
OEL!:,OUCTLV au-r-f}v Xa. !-l.aLVa\1 OCl'a\1
a'L a'L Bul;av-r(, ot!-lw!;ouO"LV at xwpaL
280 aL xux.~ xa. TCOppwl)E\1, O'tE 'tOV V0\1
~.t.j;OUCl'L 1tp0<; O"E L'lt'JtOV TCE'lta'tT]!-lVOV,
0
x-fJpav x -rxvwv TCciCl'av UO"'tEPTJ!-lVT]V,
O'tE xux.wl)Ei:cra a.wCTL!-lO<; -r0 M~oa
-r0 -rpLaxoCl'-r0 Cl''tOLXEL~ oovou!-lVT]
285 opaxv-rw\1 -rpLa-crwv xal. EaL\IT]<; EV O"XUIJ.V~
oc:pl}fic; q>WEW<; !J.XPL -rpLTC.'ijc; dxciooc;
xopcixwv 1t.1}l)TJ xa. !-lOVLc; xa. xoi:poc;
X.OX!-la'tLXW\1 CjlEU EaLVLSOUO"L O"OL
TCa(ov-rEc; yyc; xa. TC6ppwl)Ev v ~.EL.
290 ~a-r-f}v XOP'tOq>OpOV O"E OpciV q>UO!-lVT]V
xa. ~ci-roe; -r oEu-rEpov -rljc; xEpoouc; TC.ov
-r.c; ciiJ.TCE.ELa<; xa. xwpac; -rou crou liCl'-rEW<;
xu!-lVTJ -rou -rdxou a-ou a-v -rai:c; mi!;Ecn
O:vl)p -rv lia-1topov t.LIJ.OX-rax-f}crac;t
266 yEypa:~~va:] yEypa;~~ B 269 mi~7tou correxi: 7t0:~7tou L 270 ~iivt L:
legend. ~"ijvLL 7tTjpIJ correxi: 7t."l]p1'] L 272 7to~Eva: correxi: -~EVOL L 275 ih]ciaow
L: legend. VT)ciaouat? 277 J.lEa:v6xpouv corr. in mrg. L 1: xEov6xpouv L ~owJ.lvov
L, corruptum 278 ~a:tva:v dub. correxi: ~EcivLJ.lOV L 279 otw;,!;ouacv correxi:
o(~w!;wacv L xwpa:c correxi: xwpE<; L 283 xuxwlki:aa: correxi: -Vd L -.~ correxi: -.
L 284 -.~ correxi: -. L 286 cpl}!i iter. L cpwEw L: legend. cpwEuwv? 288
hox~a:-;cxwv L, novum (cfr. .X~11) mcv(!;ouac scripsi Ea:v[- 290 cpuo~V1']V corre-
xi: cpuouo L 291 XEpOou correxi: xEpow L 293 xuJ.lV11 dub . legi: xu~EV1'] ve! uJ.lV11 L
bcil!;Ecn correxi: miI;n L 294 .t~ox-ra:x"!]aa: L, corruptum: legend. c-
~ox-rov"!]a-a:?
 182 APPENDICE II
APPENDICE 11 183
295 he.cn 1-.W.xpoi:c; e. cbte.Lpycicrov-ra( CTOL
.vcxer-r-f]erov-,;a1. o[ v -rfi 'En-racp~ o[ 1tpOEXl1v-,;e.c; -,;pe.i:c; vol. xa.
't" 't"pLCTCTOVV~OV XCI. ~OVOCT't"OLXOV xpci't"oc;
~a.er1..e.uerouerw "J~pac; ~ 7i: y, 't"I.V. o 't"WV cXV't"l.ypcicpwv XPOVOUC, ~- '0
't" -rp.c; ~W't"CI xaxwc; ere. .yam'Jere.t,
~V 7tpw-roc, e.LerH...lJe.L e.Lc, 'tTJV 'PW\l'r)V xa.. 1tOtljere.1. 7t.E\lOV \-1-j'CJ.V xa..
-r EV mpt.Ii~n ere. -.; x I:up(ac;
x yvovc; -rou cp'L -rfic; CTLOT]pcic; dc; cp1] pac;, vtx"T]ere.L, O oe.u-ce.poc; cX1tl1n dc; G>e.ercra.OVLXTJV xa. XCT-rpa-rEUerEI.
300 335 miv-ca -,;. ~avlJ. yVTJ [ElJVTJ) , XCI. 1tOLTJCTEL 1tOLa XCI. dcre.EUCTE't!XL
XCI.XEVlJc, WC, liVLX~OV 't"CIX 't"TJV cpuerw
.va~erov ~cpcxou yfic; xa.. xa-,;cxcr-rpcx-re.ucre. Me.erono-ra.~Ca.v xa. -r.c;
dc, ~O.U~OOV Oer't"pCIXOV ~E't"CI~.T]lJ"T]erEL.
Kuxcioac, -rwv v"T]erwv, o -cp(-coc; er-cpa-co1te.oe.ucrEL 'Acr(av xa.
'Ev-raulJa ler-rop{L't"CII. .vi]p lmt6't"T]c; 1t.L't"TJC, xa1. e.-re.poc; avTJp
Ka.1t1ttXOOXLCl.V, ct>puyCav xa. raa.""CLCXV. Mn. O -r eruvcxxlJfival.
1t.L't"TJC, lmt6-rTJc; xa-rvav-rL au-rou ...-f].wv noe.~ou~e.vov o-rot o
xa-rvav-r1. .-f]wv -c6-ce. cruvciljloucrw 1tE[.I.OV ~yav xalJ'av-rwv
ouo erxfin-rpli der1., -r EV I.1t At~6c;, -r o E-re.pov I.1t ALl11.07tLaC,, xa.
305 340 v rtCXL~, xa.. I.1tOX't"a.vl1]erov-rcu xa. OL -,;pe.i:c; ~(Xeri.e.i:c;, xa..
vtx"l]ere.L .1t -,;ou At~6c;, xa. pouertv o[ &vl1pw1tov " xuwv otwxe.t
.OV't"CI. eruyxe.pa.erl11]ere.-raL 1] lJa.a.crera x -rou a.i:~a.-.;oc; -rou 1to.[J.ou cr-rcio~.a.
'Ev-,;aulJa [er-.;ope.i:-,;at ECfJL1t7toc; ~aerte.c, xpa-,;wv [paxa E:v "'TI i:~.
T0 O he.L XELV~ ECT't"Cl.L 1t.CTa yuvi] x-fJpa, wer't"E n-r. yuva'Lxe.c;
XELPL" xa. omerlJe.v 't"OU L1t1tOU CI't"OU er-rwc; dc; .pxte.pe.c; EXWV crxfi~a
sTJ-r-fJCToUeri.V &vopa. EVa. xa.. ovx e.p-Tjeroucrw . Ka.. [.I.Cl.X.cipi.OI. OL v opEerl.
~e.-,;. -rou e.uayye..Cou v -rfi e.wvu~~ xpcnwv xe.1.p. xa. ~e.-,; -,;fie;
310 oe.~tcic, cr-,;pwve.t. O er-rCxoc;
345 xa.. CT1t'r).CILOI.C, -r0 KvpC~ ooue.uov-re.c;, O't"L -,;. EV ~CT~ xcxx. o
i)e.cierov-,;cxt, o-r1. ECTov-rat o[ e.uptcrx6~e.vol. &vl1pw1to1. v ncicrn
'O [paxa cppwv v -,;ji xnp( erov
.xcxlJa.pCTL~ x.a.. ~OUCT[.I.CX't"L, um:p"T]cpaVOI., IJ.CT1tCXXVOI., 1t.EOVX""rEC,,
xa. -,;v AL~uxv :1mov, T::. -,;ai: v(xatc;
lip1taye.c;, 1t6pvo1., ~otxoL. cippe.voxoi:-,;cx1., cxl~o~Cx-.;o1. ~e.-.;. -.;wv
owoe.xcixvx.ov 't"V .ptlJ~v 't"WV XPvwv,
~TJ't"pwv xcx. .oe..cpwv xa.. o1.. -,; 1t.'r)luvlfiva.L -ri]v .vo~Ccxv
EXEtc; (ere.) OTJyv 7tpooOTJYTJx6-,;a
350 I.1tOCT""rE.e.i: Kupi.OC, e.c; ElVT] wc; xuva.c; I.VT]\-1-POVC, xa.. .va.WCTEL
315 xa. 1tCI~~yter't"ov xpci-,;oc; cx.u-roxpa-,;6pwv
xcx. cplJe.Cpn nc; .ere.~e.i:c;. T1.vc; o cr-roxas6~e.vo .1t -r.c; pcicre.tc; -.;ou
Eauve. .omv 1tpc; -.; -,;fie; o6~TJc; xpchoc;
1tpocp-f]nu .<ia.v1.1]., o-rL 1t.e.pov~vwv ip hwv -rou ~o6~ou cx~wvoc;
"T]pE~E erlJ.WV W<; 't"CIX<; 1taV't"WV 1t.ov
't" erV X.oc; y.p OX .erEL 't"OC, XPOVOUC,,
o
ECT""CCl.l. -r xupi.OV lvoc;, CT""ri.V OL Xpl.erna.vo. wc; lJVI.XO. EV 't"oi:c; Epyol.c;
E:v ncicrn .xocxcr(~ xa. .xa.lJa.pcr(~ cr-rpe.cp[J.EVOI., xa.. ~a.xcipoc; EXWV
.pxi]v .a~wv, xpci-,;ter-,;e., o.c, E~ ou 1t.ov
355 'Cxvoc, -r1. va.phou ~Cov.
320 yXUXLOV ~aLer't"CI 1tpc, XPVWV 't"OC,,
-,;v owoxa-,;ov E:v erXTJ1t't"ouxC~ &p~ac; 'Ev-raula. tcr-rope.i:-.;a1. yuv-1] pxo~VTJ E:x v6-rov 1tpc; ..-?jv
'E7t't"ci.ocpov 't"OV XPI.CTlJf}va.l. ~CICTL.I.CTCTCX. o cr-r(xoc,
~avlJv -r yvoc; plJo-ro~-fJO"TJc; 'Pw~TJc;
-,;v 'Ier~a-i] y.p 01.w~ac; -rwv p(wv
v EPTJ~L~ 7tapc.mw)inc; .~Cwc;.
325 O-roc; wc; cpaerCv E:er-,;w .vi]p Bouyapoc; "Apyupoc; -rouvo~a, oc; 331-342 cfr. Vatic. de reb. fut. ap. Vitam S. Andreae Sali, pp. 54-55 Vas. 343-347
U1tO't"ci~EL -,;; OU't"I.X. Elvl] xa. 1t01.-f}erEI. av-r. dc; EV, xa. -,;i)v E1tCXpCTI.V cfr. Vatic. de reb. fut . ap. Vitam S. Andreae Sali, p. 55 Vas.
au-rwv X!X't"CXXCXUerEI. xa. xal1u1to-rci~EI. 1tcXV Elvoc; xa. yvoc;
.v-r1.xd~e.vov a-,;0, xa.. 7tot1]o-n v -rai:c, Tj~pa1.c; a-,;ou (vwerw 356-357 cfr. Vis. Dan. gr. A, p. 46 Vas.; p. 138, 46 Istr.; p. 119, 89-91 Klost.' et p.
1tLer't"EWC, xa. CfJW't"LerEI. nc; 1tE1ttXVT]~vouc; v 'AyC~ llve.u~CI'rL o0 2
149 Klost. ; p. 138, 66-67 Schm.
330 .'r)lJdac;. Ka. ~e.-r. -rou-,;ov, wc, -,;wa -,;wv .v-,;typlicpwv xouer1.v,
331 7tpO.EXllV"tE<; L: 7tpo).ullv"tES B 335 !;a;vll. yvT] scripsi et EW1] seclusi: !;o:vM
yvEL itllv1] L !:,a;vlloyVT] B 336 .va;IJ.aov] IJ.awv L 337 xcxt o m. B 339 a;u-.wv] --.v
295 <.7tEWr<icrov-.cu L: legend. GE"ta;L? 299 ds cpf)pa;c; correxi, sed non intelligitur: B 340 n).a;(w L: fL.Ew B 340-1 xa;t otauyxEpa;allf)aE"ta;L om. B 344 iivlpa; (va; L
Ets cppa;s L, legend. crcpa;Cpcxs? 309 -.ou om. L 314 EXELS (erE) con. Carile 317 9-fJpa (va; iivlpa; B . 345-6 o DEciaov-.a;L) oux llEciaov-.a;L B 347 7t.EOVX"tES, sic LB, pro
L: pro "E p a? 318 6Hcm corre xi: cm L 329 cpw-.LaEL L: cpwv-f)aEL B l0 L: lv B 7t.EovX"tCXL 348 7topvoL B: cp6v11 (i.e. cp6voL) L <ippEvoxo("ta.L correxi: -xoL"tOL LB -.wv]
wv B 351 a"toxa;1;61J.EVOI. scii. der( 352 7t.EpOuiJ.vwv] -pouiJ.Evov B
 184 APPENDICE Il
APPENDICE II 185
uAp1tt]1; 1t0Vt]p: 't"O Lo(36ou ocpEW<;
ci1t6pwv 1t6po (3aO"Ltoo xEL1tTI,
x v't"ou -Jl!;E 1tp6 O'E 't"ou 't"fi<; i)aciO"O"r]<;,
360 l}pfivov IJ.Ep01tWV IJ.o ctV't"E!;ouO"ta
390 7tvi)o !J.Ep67twv ot x
cixouO"TI<;
TJIJ.pa, xfJ.v O''t"ELct<; O x 7tELwv CfOEL.
(3M't"<; y:p ctLO'xp, (3oEuy1J.VOV l}fiu,
T6n Xct't"i)EL lfyyEo KupCou xa~ EL7tEL 't"TI 'E7t't"ct6cpcp 7t6EL"
xauvoi)t]uvl} d 't"OU 1t't"EpVLO''t"OU BELctp,
TcioE yEL KvpLoc; 7ta.vuxpci't"wp O'o~ yw 'TI 7t6EL, d).Cxi)TJ't"L
TJ (3pO't"OX't"6Vo<; i)'T]UIJ.ctV']<; cippV'T],
't"pL't"OV W0'7tEp JJ.fiov xa.~ Xct't"ct7tOV't"LO"i)'TJ't"L v 't"TI i)aciO"O"TI, xa~
l) O"uxocpciv't"o<; 8Eou LxaCa tXTK
365 ov't"w yp o(x'T)v choci(3nc; cil}).Ca
395 E)w civaxoxciO"oUO"L 't"cX uct't"ct 't" (3a.O"'t"ci1;ov't"ct ct't"']v xa~
ctLpOUO'LV ctU't"l)V d u\j;o W<; jJ.fjov XELpo(3oOU!J.EVOV Xct~
W<; "Ayap aLO'xp Xct~ (3(3'T]ct 1tOLOUO'ct
il:rtEp ov1tw WEciO"ct -ro 't"TIOE 1tLO''t"pa.cpv't"ct xaU\j;ouO'LV ctU't"TJV XctL ov 1..1.1 !J.ELVEL v 't"TI 'E7t't"ct6cpcp
.
a't: a't: Bul;av.. ~ civ-r'Eucp'TJ!J.Lct<; Tj!;E
EL I..I.TJ dc; O''t"uo, 'Lva. oL 7t.onE<; 't"TJV i)ci).a.O"O"ctv 'LowO"w xa~
7tEVMJO"OUO'W TI' ctV't"TI TJIJ.pa IJ.. Ta.u't"a oL TIEP~ 't"OU't"WV
E't"vw (3ui)(O'i)'TJTL [.lya Tctp't"cipcp
370 400 O'uy-ypalj;cijJ.EVOL OLEL.i}cpctO'LV. TQ o ciy(cp LEpOIJ.cXp't"upL MEl}ol(cp
O"Jv 'TI yay(y)paCvn 'TI 1tctVctLO"XPq ouO"wOEL
Ila't"cipwv ou't"w E'Lpl)'t"a.L c't"L IJ.E't" 't"v hlT}IJ.OV (3ouv, ll't"OL 't"V x
6pyi]v ElEou O"OL l!voov dO"ayo!J.VTJ.
7tEVLCl<; civctO''t"l)O'OjJ.EVOV (3ctO"Lct 't"DV<; jJ.E't"ct!;,J pl)i)V't"ct<; Xct~
AthT} OL 't" IJ.TJ ELVctL avopa 1tLO"r]IJ.OV dc; (3ctO'Lct dO"EEUO'E't"ctL
pl])'r]O"O!J.vou, 7tctp' oL<; 't" EO'Xct't"OV 7tcXV't"WV .vctO''t"l]O'O!J.EVOV E:!;
v 'TI 'E7t't"ct6cpcp Xct~ (3ctO'LEUO'EL xaxw v ctV't"TI, Xct~ OLctO''t"p\j;EL
ALl}LoTitct<; o-xfj1npov 7tp 't"OU 'AV't"LXPLO''t"OU EVO"E(3fj (3ao-ta 7t'ctv't"i]v
vao ElEou xa~ 'Pw!J.ctLWV v!J.ou xa~ !J.LctVE~ 't"cX i)uO'LctO"'t"'l'jpLct -cou
375 405 't"TJV 't"fj 'E7t't"Cl..6cpou YEVO'}ctL Xct't"ctO''t"pocp']V v 't"'fi i)acXO"O'TI
ElEOU Xct~ !J.7tUpLO'EL Xct~ XCl'tctXClUO'EL 7taO'ctV i)fCav rpacp']v XctL
XCl.'t"COUO'LV E'Lpl)XEV, W<; !J.E't"' otyov dpi)O'E't"cto.
XCl't"ctO''t"p\j;EL 't"TJV 't"pcX7tESctV 't"OU IJ.Eyci.ou VctOU XctL pE~ you
'Ev't"aui)a LO''t"OpE~'t"ctL opcixctLVct UXOELOTJ<; Xct~ 7tctLOLOV !J.OUO'ct x
(3aO"cp'l'j!J.OU<; 7tp<; 't"V EJEV 't"V U\j;LO''t"OV.
't"OV O''t"6!J.ct't"O<; ct't"fj. L't"LXOV
'Ev't"aui)a. LO"'t"OpE~'t"ctL li.yyEo ai:pwv dc; ulj;o 't"cl LEp O'XEU'T) xat
IIpc; luo !:va lt'l']vuO"a .i)).Ca.
't"cX EL\j;ctva 't"WV ciy(wv. L't"tXot
380 410 vtxT)v cil}).Ca ciTioci(3nc; ci)).(ou.
A't a't: O'UV't"'I'j!J.WV xa~ Bul;ctV't"L<; cii)).(a
L't"LXOL dc; 't"V ciTI 't"OU O''t"6jJ.Cl.'t"O<; ClV't"fjc:; !;,EpXOIJ.EVOV VLctU't"O<; 't"PE~
't" yp cpEu .OL7tV a1t O'OU OUX XEL\j;EL
'PtsT)<; TIOVT)p (30EUY!J.VOV y6vo
(ha.v EL<; ulj;o /ipi)n tl7t VOcX't"WV,
'E7t't"cXocpE, O'Ou xai)d.E 't"C l}pciO't)
wc; !J.fi.ov ELuOUO'ct Xct~ XcX't"W VEUOV,
i)t]p<; lpctXctLVTK hctv yp p'l']!;,n O''t"OIJ.Cl.
cppLXTI Xct~ (3!J.(3tp !J.Ep07tWV 1t'I'ji)EL O''t"VWV,
385 415 .vi}p 7tELOV<; XctL Xct't"EO''t"UYVCI.O'!J.VO<;
ci(3uO'O'OU (3cii)EL 't"Q ciXctVE~ oLx'l'jO"EL<;,
xa~ XE~pct<; ctLpEL 7tp<; ulj;o (3ctO'Cj>'r]!J.Lct<;,
x Ilv't"ou XU!J.ct ci't"ctV't"LXOu 7tE.ciyou
cpuyT}i)L cpuy. El}J d O'W't"T]pLctV
O''t"UO<; EL<; .!J.ELVTI O"r]IJ.ELOV !J.(3ct't"EUWV.
!J.XPL<; fJ.v LOTI<; x ElEOU O'OL 't"TJV XclpLV
Ouat (ou)a'L (3po't"wv O'UO''t"T]!J.ct, xpaso!J.V'T],

372-375 cfr. fontes ad !in. 356-357.
358 "Ap7tTJ!;, novum ocpEw<; correxi: ocpL L 362 xctuvoilT)vvilEt correxi: XctvvoilT)W
L 370 yctyypctlvn sc1ipsi: yctypctl L 372 7tL<Tl'J~ov] m<Tl'J~ctlvov B ~cta"Lct] ~ctul.tcract
B 374 ~lllVE~ correxi : ~LciVEL B ~Lcivn L 375 7trXUllV rpctcpT]v B: ildav rpa.cpTjv 7tC<1ctV B
378 a.i:pwv] a.'pov L <YXEuTJ] ux~TJ L 381 xEL\jlEL] .L\)lEL L 385 cl.xa.vE~ correxi: cixa.vij
L 387 U't"uoc; dc;: cfr. !in. 398 ~~a.nuwv L: legend. ~~CJ.'t"Ev(6vhwv ve! ~~civ't"wv
388 oua.t a.'L corr. Carile pro oua.t oua.t
392 E'L7tEL (pro pE~?) scripsi: EL7tE~ B E'L7tT} L 393 d}.tx)TJ't"L correxi: EclcrilT)'t"L LB
394 ~ijov (cfr. !in. 396) L: ~ov B 395 't"c 2 om. B 396 a.'Lpoucrl\1] povcrtv B ~ijov]
~.ov B 397 ~ELVEL ] ~Elvn L 398 d 11T!J d~t L dc; cr't"uo<;, i.e. SEpo.bcpoc; (cfr. Vis.
Dan. gr. A, p. 46 Vas.; p. 138, 70-71 etc.: xa.t ~6voc; ZEpo.6cpoc; EU't"CJ.L cpa.tv6!1E'Vo) 399
-.a.u't"a] a.1h. B 400-401 't"~ Ila-c<ipwv L: 't"WV O d:y(wv (tpo~a.p't"upw\1 Md}ol(ou
rra. .. cipwvo B 401 -.v ifxlTJ~Ov correxi (sed fort. etiam X luu!lwv legend.): -.v
hluullov L 't"WV l:xoi)!lwv B 402 ~a.crt.a.] E~ B 404 uxij7t't"pov ] uxij7t't"Op L EU<YE~Tj
~a.uLa. correxi: Ecrt~ii ~aaL.E~ L tcrE~E~ ~aaLE~ B 7t'a.'t"Tjv] ciJt'a.u't"o B 411 a't"ij<;,
scii. lipa.xa.lvTJ<; i:!;Epx!ltvov, scii. 7ta.t&lov 414 pi)!;n correxi : pij!;EL L 416 a.'pEL correxi:
i:l.pEL L
 ~------- APPENDICE II
APPENDICE II 187
EMc, xcna~c.dvoucrav dc, i"cr'ltW<;i" C,vw,
420 "tou-cov l'H.oucra ov 'ltap'C,Cav lCxTJ
'Ev-ca.vi}a cr-cp<pE"taL o voc; Xl'l.L C:CT'ltcti:;,E-caL -cv ypOV'ta O o
C''ttXoc;
xa "t']V 1taa.~ cr-cpyOUC'aV cX'ltOOT)IJ.LaV
yvWIJ.TJ<; 'ltOVTJp x ~po-cwv xaxo<pp6vw,
455 'O.s 1tcivu xa.tvc; o
-cp61toc; -.i)c; q>L.La.c; ./
xp6vou y.p v-c<; 'tOV xpci"t"OUC, 'ltapELiJ.VOU
wc, EuxaptC'O~ 1tp iJ.OUC'av dpi]VT)V.
-c~ 1tp<; @EOV C'OL 'ltCX.paxwpEt<; dpyiJ.V~
'Ev"taui}a .C'-cOpEi:m~ i] ~aC'LEUOUC'a 'ltO~s xa ayyEoc, KupCou
425 cr O -c6'ltOLC, OOEUE xal. C'XT)VCX.t<; svaL<;
cr-cw EiJ.'ltpoC'i}Ev -cij 'ltV.TJ<; xa v -cii XELPL xpa-cwv -cT]v dpi}VTJv wc,
dc, <pu.axi]v, xpa'tLO'-cE, 'ltEJJ.<pi}dc; -.ou xpcl.-.ouc,
vov EV'ltpmij, <popwv lLciOT)JJ.a xat ELC'ciyouC'a -cav"t"TJV V"t"c:; -cij
460 XaL 't~ 'ltO.L~ 'ltCX.pcL'ltEIJ.'ltE "t" C''t<po.
'ltO.EW<;, Tj C'"t"LXOS'
Kcx.L v -c~ C'ViJ.'ltTJpovcri}aL "t. XLLa. E'rTJ 'tijc:; -.o KupCou
KcipL~L 'ltav"tciatva Ba~uwv va,
'lta.yyE.La<;, (hL 'Eyw diJ.L iJ.E~'iJ.WV EW<; "t"ij<; C'Uv"t"EELa<; 'tOU
C'XLp-cwC'a l' a x6pEucrov t;Jiaic:; xa UIJ.VOL<;
430 aiwvoc,. ai.wv yp 'ltap. "TI rpa<pfl o -cwv XLLWV -.;wv .pL~iJ.S
Llwv yp EllE E<; !:, ut)Jouc:; IJ.OVO<;
.yE'tl'l.L' -c6-cE 'lt.T)pwi}i]crE-caL -. ovat -.aie; v yaC''tpL xouC'aL<;
xa. crou xa-coLX"t"ELpTJC'E C'UV-cpL~']v i.xpac;,
465 xal. -.aie; i}T)at;ouC'aLc:; v xdvaLc; -c aie, TJJJ.patc;>> m~.tjJEL y.p
.OL'ltV O o!:,aL -cTjv xcipLV EV~UIJ.Ll'l.
KvpLoc; Ec; v pyfl 'ltL ~oppiv xat .voLxi}i]C'ov-.aL aL m).aL -cov
xa -cTjv dpi]vT)v cicr'ltcicrat xExapiJ.vw
~oppi Cis i!x.ELCTEv 'A.!:,avlpoc; MaxEowv xa sE.EvC'ov"taL aL
'i]XEL yp V C'O 1tp EOU C'-ca.iJ.VT)
435 luvcl.iJ.EL<; -.wv i}vwv ai: ELO'L xa.i}ELPYIJ.va.L EC'wi}Ev -.ov ~oppi,
dpiJVTJV ~.1tWV !:, ciyy.ou KupCou
E'CxoC'L luo JJ.Lap yvTJ, .1t Ka.CT'ltta.c; 1tu.a -cov iJ.pous ~oppi xa
Xa"tl'l.YWJJ.VT)V 1t CT 1tap'1tLOa
470 .1t 'lvo(ac;, xat .1t l:wJJ.a 'ltO'tl'l.IJ.OV EWC, 'A.JJ.a'tLOU 'ltO'tl'l.iJ.O
Ba~uwv va. -cTjv l:Lwv vuv C'uyxa.Cpou.
II6v-cou, xa C'a.Eufri]crE-ta.L 'ltiC'a i] yij .1t 1tpocrw1tou CJ.'twv -..
''E'tEpo OJJ.(OLO<;) dc; av-ci]v
y.p SEPXOIJ.EVa. l:'itvT) XEtva. C'ctpxa.c; .v~pW'ltWv l:;,wv'tWV C'i}(oucrL
Na Ba~u.wv, x6pwE, C'Xtp'ta iJ.ya,
440 xa itT)pLWv xa.t ..6ywv 'ltav-co(wv, xa.. 't a!J.La CJ.U"''Wv 'ltLVOUC'Lv
'tTJV xapav C'OU JJ.iJVUCTOV XaL 'tOt<; V lf.oou
wc; ulwp xal. ovlds EO''ta.L OUVcXJJ.EVOC, CJ.V'tOtc; .v'tLC''tijvaL ~wc;
'tTJV yp dpi]VT)V iv xa-cC'XE<; -c 1tpWT)V,
o'tav :1t."tw XOPEVE<;, 'lt.ov-cEL<;,
475 XCX.Lpov, xa.l. oval. 'tfl OLXOUIJ.VTI 'ltcXCTTI v n o-coL 'ltOpEVC'Ov'taL' -.;6-.;E
i').LOC, C'XO'tLC'i}i]C'E-.;CJ.L xa.. TJ C'E.i}vT) EL<; aLJ.La yEvi]C'E'tCJ.L xa.. 'tC.
xa E<; ci<pda-co x C'OU :.xtiJ.Wc;,
CT"t"OLXEtCJ. 'ltciv-.;wv crxo.cLC'OUCTLV OL -c IJ.LC'OC, O'ltEp "t. JJ.Lap. l:'i}vT)
ai}L 'taU'tT)V O o!:,aL XELp yy~
445 xEi:va pycit;,ov"t"CJ.L.
E<; C'UIJ.'ltai}w xat mi.Lv wx-cELp C'OL.
'Ev"tavi}a. .C'-cOpEt'taL ~l'l.CTLE<; Vo YXELPLSWV -cTjv ~l'l.C'LEtav
't~ 1tpocrq>L.Et au-cou ypov-cL. l:-ctXOL'
Epwv xa..wv -ccixLcr-ca -cov "t".ouc; <pciouc:;
iJ.OVaOa XVxOU -cij ~aC'L.Eta<; ap!:,ac:;
450 462-463 cfr. Matth . 28, 20 464-465 cfr. Sib. Tib. gr., p . 21 Alex.; Leon. Cpol. de fine
.OL'ltV cX'ltO~OV "t"TJV 'E'lt-cao<pov, q>LE ' mundi hom., p. 95 Mais. (cfr. Matth. 24, 19; Mare. 13, !7;Lue. 21, 23) 466-469 cfr.
.ao() JJ.iJVuC'aL 'tTJV !:,EUC'LV 'tOV'tOU Apoe. Meth. gr. A, p . 18, lO sgg. Islr. 475-476 cfr. Stb. Ttb. gr., p. 22 Alex.; Apoe.
Meth. gr. A, p . 47 Istr. (cfr. !sai. 13, 10; 24, 23; Ezeeh. 37, 7, etc.; Matth . 24, 29;
iJ.axpMEv ~1twv -ci}v ~uMC'-cpa<pov x.Ccnv.
Mare . 13. 24; Apnc. loann. 6, 12-13).

, 419 crn:wc;. L, corruptum, ut vid~tur 423 Exap(crot correxi: ExapE~crot L 425
n:u'r]c; L corr. m mrg. B : n:oEW<; B 't'rJV om. B 426 cpopwv L: cppwv B dcr<iyoucra LB :
legem .. _d~<iywv? 430 llw~ cor~exi: dl~v ,L 438 OJ.J.OLo<; explevi: OJ.J. L 443 :cpE(a'to
correJU . acpLa'to L 450 a1toilou correx1: ar.6ilou L 451 J.J.l)vucrat correxi: J.J.'r]vucraL L
452 x(crtv (an ><Ei:crw ve! x'iicrLv ?) correxi: xucrtv L
455 wc; correxi: Se; L 457 'tl;> correxi : 't L n:apaxwpE~<; correxi: n:apaxwplc; L 459
TtE!J.cpEl<; corre xi : 1tEIJ.cpEl<; L 460 't l;> correxi: "'TI L post CT'tcpoc; ad d. Mtilo?(ou OLou
(sic) ltaE!;,L<; ltEL vaw-ij L MEMiLo<; yn in rnrg. B 463 post y:p add. EyE'taL L
1t<tp.] 1tEpl L 464 't] o>hoc; B 466-467 xat-(3oppq. om. L 468 xailELpyJ.J.VaL] J.J.voL L
470 l:wJ.J.a L l:wJ.J.Ii B 472 <ivltpw7twv] a>hwv B 473 :6ywv 1tav-ro(wv orn. B 474
w] (~CTd B 477 J-1~110<; LB: legend. J..IVCTo?
 188
------ ------- ------ -------APPEND
- ICE []
------- ------ ------ ------ -----
T6-.E EpE'C KupLO<; --0 't"E't"cip-.~ ayy~ << TApov 't"TJV OU\IT)\1
a1t
480 ..;v xO"!J.OV -.Tjc; yijc; i!wc; xcupoii 't"LVo<;. Kat 1tL~!lE
~ il.yyEoc;
KupCou 1tE!J.OV 1tL -.ljv 1t!lPE!J.~oi]v a't"W\1 IJ.E't"! ~OOIJ.!l'
t"LXv
XPVOV, TJVLX!l X!l't"aci~wcnv 't"i)V 1tLV 'l61t1tTJV, X!lL
mx.-.cil:,EL
a-.oc; v IJ.Lq. xaLpoii po1tfj. Kat IJ.E't" -.aii-.a ci.vo:cr-.T}
crE't"!lL
~CXO"LE<; C.yyEoq>po<; O<; OY)y'l]J}fj 1t Eoii J}Ecicracr
i}aL 't"TJV
485 xo:-.acr-.pocpl]v -.Tjc; 'E1t-.ci6cpou xat xaucrEL 1t' a-.T}v.
'lcr-.opE~'t"CXL XCXL ayyE),oc; EO"'t"W'-, IJ.E't"' O:'t"OU V
't"fj XWP~
CX!J.CXO"'t"pwc; 1t'l]O"LOV Bu!;av-.Coc;, 1toxci-.w opuc; 515
Ovopou
tcr-.ci!J.EVO<; xat 1tcivw -.Tjc; XE<paTic; EXWV oihwc; MX
xat
il.yyEO<; KupCou -. crxij'lt't"fJ0\1 YXELPLSEL --0 ~(1C1LE'C XO:L
o6pu !J.n
490 ..;oii 't"LIJ.LOU cr-.aupoii xo:t EXWV oihwc; ~ ft. L't"LXOL'
'Q a1t 't"OU ayyou 1tp<; 't"\1 ~acrLCX
.vao:~wv, xpci-.LCT't"E, nii -..ouc; EXWV,
OsaL -. owpov, IJ.TJ XO:'t"OX\IEL IJ.OL il.vEp,
xat 1tpocrxa.wv d!J}uvE -.ljv O"X'!J'lt't"ouxCav
495 -.il...a 't"E miv-.a !J.TJ OEOOLXW<; -.v 1}p6vov
xat y!p il.vwi}Ev -.ou-.ov d)...T}cpnc; !J.vov
't"fJL't"CX'C<; o' .p1taya'Cc; Eyxux.OU!J.VOU xp6vou
IJ.Lci<; OExciooc; &.cr-.pwv 1t.Y)pou!J.vwv,
XCX.W<; 't"E.Eu't"q_ 't"0 xai}LEpW!J.V~
500 -.ijv -.pLTJxcioa -.wv xp6vwv EX't"E.crac;,
IJ.Lci<; OExciooc; cr\1 't" O~<; a..OL<; xpo;--f)crac; '
xq,.Tjc; cipxiic; yp xat xa.oii -..ouc; oCoou.
'Ev-.aui }a lcr-.opEi:'t"aL ~acrLE<; Y'!JPCXL<; xpa-.wv EV -.fj
OE!;Lq.
XELPL cr-.cpoc; xat h -.fj aLq. -.v 't"LIJ.LOV cr-aup6v, xcd
~!J.1tpocri}Ev
505 a-ou -.wv '!Epocro.U!J.WV va6c;, 1tapa8Cwv -. cr-.cpoc;
xat -.v
't"LIJ.Lov cr-.o:upv crv -.fj \);uxfi a-.oii dc; XE~po:c; Eoii. Ko:t
1t -.oii .yy.ou 1tpc; -.v dp'l]!J.vov .Eyo!J.EVCX . .E-.Cxov
-.au-.a
APPEND ICE Il 189
TfilE -.J}'l]'lto:c;, &.yyE.Cav dcroxou
acpdc;, apLO"'t"E, "t"TJV <punii XCX't"OLXLCX\1 ' l
E1tOU xa.oiiv nc; "t"TJ\1 'ltfJOXEL!J.V'l]\1 o6!;av
510
XO:W<; 0CX.'VELC1CX<; "t"TJV V .pxo:'C<; TJ!J.fJCX\1,
xa.oii 't".ouc; E!J.1t.'l]C10\I a'ltCXO"CX\1 X't"LCiL\1
xat 1tpc; !J.ovc; oOEVE -.!c; opo:vCac;
v crot y!p cipxi) -.wv ciyai}wv xcx.t -..o<;.
IlEp. 't"OU"t"OU ypciq>EL 't"WV Ila"t"cipwv 1tLCTX01tO<; XCXL
lkLoc;
LEpO!J.cipuc; Mdt60LO<; XCXL 'Avopa<; xa. ol oL1tOL chL CLVCXCT'
t"TJCTE't"CXL
~acrLE<; a1t A(J}Lo'ltLCX<; XCX"t"EJ}wv dc; ' lEpocr.U!J.CX' xa. olxi]CTEL
v
a-.fi ~acrLEuwv vLau-o<; t:ii. IlTJpOV!J.vou o -ou-.ou
cpa~~E"t"~L
6 ulc; 'tij<; a'ltw.dac;, '')'t"OL 6 ,AV't"LXPLO""t"O<;' xa. 1t!1V!lcp!1VEL<; o 't"TJ'-,
520 a'ltWELCXC, EXE'Lvoc; ulc;, 't"O't"E VEUCiEL EOU !J..EL ci.vaq>CXLV
EC11}(1L
E!J.'ltpocri}Ev whoii -.oii ~acrL.wc; "t"LIJ.LO<; cr-.aupc; oii
.Ew-fipoc;
TJIJ.WV 'l'l]croii XpLcr-ou dc; EEyxov -wv 1t!lpav61J.WV 'IouoaCw
v. Ka~
a-.c;, 6 ~!lCTL.Ec;' 1tCX.fJ!lYEVOIJ.EVO<; v -.0 't"O'lt~ Kpav,Cou
x,aL
otcx.'ltE-rcicrcx.c; -r!c; XEi:pac; cx.-roii 'ltpocrEul;E-raL 1tpc; KupLov
-.ov Eov,
525 xa. .a~wv -r cr-.IJ.IJ.a cx.1hoii 1tLJ}TjcrEL 1t. -.v cr-rcx.upv
xa.
C.\I!l"t"ELVCX<; -.c; XE:p!l<; cx.-.oii 1tp<; -. ul);oc; 't"OU opavoii
xat
'ltcx.pcx.owcrEL ..;l]v wv XpLcr"t"Lcx.vwv ~acrLECav -r0 ,lEcr~6'T
l. x~t
~CX.CiLE~ 't"W'V oWV @E0 Ilcx.'t"p. 'ltO:V"t"OXpci't'OfJL, XCXL
CTUV aU"t"OL~
1tcx.paowcrEL 6 ~acrLE<; xat -.l]v I)Juxi]v aoii dc; XE'Lpac;
E~u
530 au-rov xat ~.m6v-.wv 'ltciv-.wv civaTJq>J}TjcrE't"aL 6 "t"LIJ.Loc;
cr-.aupoc;
dc, -.oc; opavoc; v cx.-.fi -.fl wpq. 1tcx.p -.wv ciyCwv ciyy.w
v.
'Icr-.ov o ihL -. <<C.vacr-.TjcrE't"CX.L ~cx.crLEc; C.1t Ali}Lo7tCac;
ou '4v
Ali}LO'!tLCXV yEL, wc; OL dp'l]!J.VOL .youcrL\1, C.. 't'TJV 't'W\1
'PWJ-I.!lLW~
~CXCTLELCX\1 , rpcx.q>l] odxvucrL OL' !lL't'L!l\1 't"OL!lU't'TJV' O't'L Bu!;ac;
o
535 ~acrLE<; -.T)v Bu'av-rCocx. x-.Ccrcx.c; yuvai:xa , EY'!JIJ.E Xoucrl]l}
J}uya-rpcx.v 't"OU <llw ~cx.CTL.~W<; Ali}L01tLCX.c;, X!lL l.!; au't"Tjc; -.Tjc;
Xovcrl]-) 6
Busac; E't"EXE J}u-ya-.pav xa. xci.EcrEv cx.-r-f}v Busav-rCcx.v,
1t' 6v6~J.cx.'t"L

503-506 et 515-531 cfr. Apoc. Meth. gr. A, p. 45 sgg. Istr.; Vatic.

de reb. fut . ap.
Vitarn S. Andreae Sali, p . 53 sgg. Vas.
515-531 cfr. fontes ad !in. 503-506 534-539 cfr. Apoc. Meth . gr.
A, p. 20, 20.21, 16
Istr.
480 Tv xa-~av (an TO xa-~au ?) L: Tij yij B 482 Tjvtxa] iv B
2 'Imt'T]V L mrg.
B : om. B 485 x),au<TEL] xau<TaL B 487 Aa~ctO'"t'pwc; L: Aa~LCITpw
c; B (cfr. Ta
Aa~aTp T:7ta6.TLa, Scr. orig. Const., II, p. 269,
34 Preg.; JANIN , Const. byz., p. 496)
508 TJOE correxi: 't'ii 8-~ L Til'T]7tCI<; correxi: 't'i\EL- L 515-516
488 oV<wc;] ou B MX om. B 489 crxij7tTpov] O'Xij7t"''Op L 490 -n~tou]
Tj~LO'EW B ::1! D- xa-iEpo~<i~Tu]
LB 492 Tau 't'ouc; L: lcgend. '! Toc;? 494 'ltpoO'xawv correxi: lEpo~<ip"''uS xal B 519 t7tavarpavElc, correxi: 1ta.varpavc; B 1tavarpavij
-xav L 495 miv"''Cl L 520 XELvac;]
XELVT) L 525 mil-f}O'EL] bmm'T]O'LV B ?33 wc;_cl EL~'T]~VOL
correxi : 7tvTa L 500 '<PL'T]x<ioa correxi: 't'pLOEx<ila L 501 lEx<iooc;
correxi : oEx<ioa L ] al dp~~~OL wc; L .535
504 aL~ (i .e. laeva) L: TLE. B Xoucri}il) -O"il B (hic et infra) 536 iluya'tEpav (h1c et, mfra)
LB '!OU <l>w correXI cl.
Apoc. Meth. gr. A : rppwv L ~rppw H 537 Bu1;av't'Lctv] 't'LOa. B

190 APPENDICE II
-rijc; cx.unu n6..Ewc;, xcx.t -rcx.v-rTJv EYTJI-LE 'PwJ..~,v..oc; 6 'Ap!-L..cx.oc;
Scx.cn.wc; 'PwJ..~,cx.Cwv. 'Ex ou -rotov-rou auvcx.....ciy!-La-roc; .yE"Tat i]
540 Saat.da -rwv 'E..1}vwv xat 'Pw!-L(X.iwv AL~tonCa, ile; -rv1tov Eq>EpEv -r
EV -rwv -rEcrcrcipwv ~TJpiwv wv cin '!ijc; ~cx..ciacr]c; SEPXO!-Lvwv, 1]-roL
-r -rp"Tcx.p-rov "T i!x~a1-1S6v -rE xat cpoSEpv xcx.t civ6J..~,oLov "TWV &..wv
ouv nciv.wv SacrL.ELwv xa.-rcx.pn~ncrwv cx.u-rTJ 'cry;a-rov U7to.ELcpflEincx.
oux Ex.EL\)JEL 1-LXPLS lhou civacpavijvaL "t"v iic; civo!-Licx.c; ul6v. Kcx.t
545 oiho 0Lapp1}0T]V OT].WV 6 J..I,ycx.c; an6cr-ro.oc; Ilau..oc; v -rorc;
?E~cra.oVTJ~Euat ow-rpa.c; EnLa-ro.ijc; 'ypai)JE .ywv <<'Ev 1-LTJ AJn
TJ a7tocr-racrLa. npw-rov xat ci1toxa.ucp}ji 6 &vi>pwnoc; -rijc; cinw.ECac;,
6 utc; "i'ic; ciJ..~,ap-r(ac; ,. xat J..I.E-r'6..(yov .yEL' <<Kat vuv -r
xcx.-rxov o'Coa-rE, dc; -r ci7toxa.ucp~ijva.L a.u-rv tv -r<!) xatpw
CX.U"TOU" <<J..I,OVOV '! Xa"TXOV fip-rL EWc; o x J..I,aou yVT]"TCX.L. <<To-r~
550
ci7toxcx..ucp~-i}aE-rat 6 &vo!-Loc;, ov 6 KvpLOc; civa.waEL -r<!) TIVEVJ..I,a-rt
-rou CT"!OJ..I,a-roc; au-rou xat xcx.-rapy-i}aEL -rn mcpavd~ "Tijc; 7tcx.peua(cx.c;
CX.U't"OU, -rjj ~v -rQ -r.EL -rwv cx.twvwv.
Ka.-rxov a-rLv -r xw.vov, -r t!-L7too(sov -rC cr-rL -rou-ro; OL 1-LV
555 cpacrt '!TJV xciptv '!OU IlVEUJ..I,CX.'t"Oc;, OL O "TTJV 'PwJ..~,a(wv cipx1}v, olc;
xcx.t 6 -r-Tjv y.w-r-rav xpuaouc; 'IwcivvT]c; CTUV"TL~E'!CX.L. EL 1-LTJ yp
au't"jj xa-ra.ui>jj, oux liv CTXOLT] ncipooev 'Av-tLXPLCT't"ec; 1tOLijacx.t 8
Sou.e-rat 'wc; 1-LV yp 6 nu-reu cp6~ec; n.
ouodc; '!IXXwc;
7to't"a.y1}crE"TCX.L au"t"Q. TLVc; O nci.Lv "T xcx-rxov 'fTJV dow.a.,p(av
540542 cfr. Dan. 7, 7 546-553 cfr. II Thess. 2, 3-8 554-,556 cfr. Jo. Chrys. horn.,
4, 1, PG 62, 485 (cfr. Seve:r. Gabal. Comm . in II Thess., p. 334, ed. J. ZELL!NGER
Severzan von Cabala, Mi.inster 1926) 559-561 cfr. Theodoret. Comm. in II Thess'.,
PG 82, 665 A
. 5~8 p~~v).,o , 'Ap~~r.to , LB: 'Ap~cD.. ELo 'Ap~r.t..E Apoc. Meth. gr. A (sed
Pw~u..o ~. Ap~~..w ve! ~P~E..";? codd. V~ndob. Med. gr. 23 et Athon. Kutlurn. gr.
~l) 541 Ev L:_Ev B "tEaar.tpwv) r.t..wv B El;Epxo~vwv) ~w~vwv B 543 ov orn. B
E~r.t-;:ov c~rrexl (~n ax<iTJ ?); --ccc; LB tnto..wp~Eiao:) - TJ<p~Eiao: B 544 K.Eitjlu)
:~TJtJ;Et B ~EXpt] ~EXP' B 547 o:1tcKo:..ucp~"fi com;1xi cl. II Thess. 2, 3: -.ucp~ljvr.tt LB
o:v~pr.;7tc-:~o:p-c(r.t L: ut -cljc; :1tW.Eio: iiv~pw1tc -clj .~o:p-c(o: B 548 ci.~r.tp-c(o:
LB: .r.tvol-l~o:<; II Th7ss. ~ 6 550 -c Kr.t-cxcv LB: xr.t-cxwv II Thess. 2, 7 K) v B
551 r.tv~.w.aEL LB:, r.tvE.EL Il Thess. 2, 8 552 -cn mcpo:vE(~ ... -cn correxi cl. II Thess.
~ 8: "tTJV E;'"Pr.tVELo:V ... -c-f)v LB 554 xw..ucv J x..Ucv B 555 <pr.tat correxi : tpT]O"L LB
Pw~Cwv) pw~tx-f}v L 557 CTJ(CtT]) CTJ(c( B 558 ~v orn. B orn. E -ccu-ccu) -co:u-co:
B 558-559 cvii Et<;- o:u-cQ o m . B 559 -cT)v] -c t 558
F
APPENDICE II 191
560 VVOT]CTCX.V ' o-rav ycip q>T]CTLV l xa-.lf.xouacx. n..ciVT] xd ELOW..o..a-.pCa
cr~d}fi, -.6-rE 6 'Av-.CxpLaoc; nE(cri}n xat 6 Kuptoc; ELnE
KT]PVX~TJCTE-.CX.L 't Ea.yy.LOV 1tcX.crrJ 'tfl x-.(Cl'EL Etc; 1-LCl.P'tUPLOV
cx.u-.oi:c; (,oi:c; 'DvEtrLV), xat -r6'tE ]~EL "T 't.o. "A..oL o. -.
xa-.xov WVOJ..I,Cl.CTav "TV -.eu E>EoU opev O'tCX.V ycip cpT]CTL 7t..Tjpwi}fi 6 l
565 -.eu @Ecu opoc;, o vuv xcx.-.xwv "TTJV "TOU 'Av-.Lxp(a-reu napoucr(cx.v
xat ma-.jj 6 xaLp6c;, -.6-.E ci7toxa...ucp~-i}aE"TCLL. Ei:p'Y]'t"aL o O"TL xat
-r IlVEUJ..I,CX. "t" UAyLOv dvaL -. xaxov o-.av yp "Teu-.o OLcX -.Tjv
-.wv v~pw1twv xaxCav x [J.crou yvT]-.at xat cinocr-.jj, -.6-.E
xwpcx.v E~EL i.voJ..I,ec; n.Tjv O. ol 7C..ELCT"TOL "TWV ~T])'T]"TWV 'tTJV '!OU
570 Xpuaoa-.61-Lou Uxov-.at STJY'YJCTLV w ci...T]i>Ecr-.pav, O'tL YE xcx.t 7tp
i)c; "TOU 'AvLXPLCT"TOV .EVCTEWS 1-L..ouaav yEvai>a.t, wc; E'LpT]"TCX.L,
v n axcin "TWV 'tOU axci-.ou XELVOU xp6vwv ~CX.Cl'L.wc; XELPWV
cin6oocrLV i)c; -.wv 'PW!-LCX.LWV ~cx.cn..dac; npc; "TV 0E6v. t'a-.ijc;
ov 6 ~Eroe; 7tpocp1}"T'Y]S CX.VL-i}.., wc; OLJ..I,CX.L, .)'EL' <<ALi>LOTILCX.
575 npocpM.crEt XEi:pa cx.u-.i)c; -.Q G>EQ.
'Ev-.auDa ta-repEi:-ra.L i}p6voc; "i'ic; hoLI-LIXCl'La.c; xcx.t ncivw -.ou
~p6vou tr"Tcpec; XELJ..I,EVOV xat ovo i.yyE..oL 'v~Ev xcixe~~Ev 1-LV dc;
xpcx.-.wv cr-.cx.up6v, 6 o. hEpoc; ~Ei:ov Eucx.yy.tov. I;,...(xoc;
T( o'ciyai}v 'Cooti-LL -.T)v "TW1}!-Lpav,
580 ),'cin yi)c; cppet -. npc; 1t6..ev ~Ei:ov;
ov-.wc; cr-.EvcisEL xat xcx.-.eLJ..I,W~EL XOCTJ..I,O<;,
au-.oxpcX.-ropcx. "TV XOCTJ..I,OXpci"Tepa. EXWV,
ME-. youv -r-Tjv -.wv dpTJJ..I,vwv ncivwv ci7t6~aaLV fJoTJ
yEVV'Y]~dc; xa.t cruvau~T]v~dc; 6 i)c; civoJ..~,Gcx.c; utc; xa.t 'ti)c;
1tw.da.c; i.vi>pw7toc; 'Av'ttXpLa-.oc;, xa-r nc1.v'tcx. va.v't"Loc; -.ou
585
562-563 cfr. Matth . 24, 14; Mare. 16, 15 563-566 cfr. Theodor, Mops: Co~m. in
II Thess., p. 54, 18-19, cd. H. B. SwETE, Theodori episcopi Mopsue11tem m epzstol~s
beati Pauli commentarii, II, Cambridge 1880 566-569 cfr. Sever. Gabal. Comm. m
II Thess., ci t., p . 334, 20-24. 548 cfr. Jo. Chrys. hom., ci t. 552-553 cfr. Ps. 67,32 (cfr.
Apoc. Meth . gr. A, pp. 22, 15 sgg. et B 64, 20 sgg. Istr. 565-567 et 568-575 cfr. Apoc.
Meth. gr. C, p. 64, 24 sgg. et E, p . 148, 2 sgg. Istr. 578-580 cfr. Apoc. Meth. gr. A,
cit.; Vatic. de reb. fut. ap. Vitam S. Andreae Sali, cit.; ps. Theognost. (op. de-
perdit. ?)
561 t7tEicr~rJ] 1ttcr-c'ij L 563 r.t-ccc) o:v-clj E -ccc Ei}vEcrtv addidi cl. Matth. 24, 14
564 -cv) -c B <pT]O"L orn. B. 565 XCL't)(WV] -xcv 567 'tOU'tc) -cocr-c (sic) B 569 xwpr.tv L
xwpr.t B 571 ~...cuar.tv] -cuao: B 572 'tCU CTJ(cX'tCU) taxa-cwv B 573 &t'au-cijc;] &~
-co:u-cT]<; B 575 7tpocpMcrEL) -an L 577 EvilEv) Ev~o: B 582 xca~cxpci"tcpo: correx1:
-xpci-cop L
192 APPENDICE lT
t;wol6-r:ou 'I'TJO'Ou Xp~a-r:ou -r:ou eou xa. KupCou xa. I:w-r:fipoc; -r:ou
6pfrol6t,ou O'U0'1:TJJ..L<X.-r:oc; -r:wv Xp~a-r:~avwv . O-r:oc; J..LV ~x yvouc; Tjv
-r:wv 'E~paCwv, X cpu.fic; l: -r:ou C:...v YEVV'T]frdc; v n
ra..~.aL~ x
yuva.~xc; loxovO"T]c; 7ta.pitvou, !J.ii..ov l: 7t<X.!J.~E~T).ou xa.
590 va.youc;, xa. dc; au"t"V OLXTJO'E~ 6 I:a"t"aviic; xa. l~' au-r:ou 7tiiO'a.V
xaxCav xa. pa.lLOupyCav ci7tth'T]c; xa.. cpav"t"ciO'J..La"t"a "t"Epawl'T] xa.
7tE7t.aV'T]!J.Va pytiaE-r:a.~ . Ka.. civa.a-r:TjO'E"t"a.~ dc; axfi7t"t"pov
~<X.O'LE~ov U7t ' Ioula.lwv xa. ~a.a~EVO'E~ v 'IEpouaa-IJ!J. -r:fic;
'loula.Cac; xp6vouc; PEL<; ilJ..L~O'u xa. auva.xfrf)aova~ d axop-
595 ma!J.vo~ 'loulai:o~ ci1t 7t<X.O'WV wv y.waawv xa. "t"<X7tELVWO'E~ l:ivo-
J..Loc; xEi:voc; -r: yvoc; -r:wv Xp~a~avwv Ewc; f.axti-r:'T]c; civa7tvofic; xa..
O"Uv-r:pli)JE~ 1tiiaav cipx-i)v xa. H;oualav dc; -r:.oc; xa.. m~a.Ei: 7tOEJ..LOV
LO')(Upv 7t. -...c; Kux.tilac; "t"WV vTJO'WV xa. tt)...Cij!E~ au-...c; U7tEp~o.~
xwc;. T~vc; J..LV oihwc; O'UVEyptiljia.v-r:o, -r:~vc; b x -r:wv O'UYYP<XJ..Lj..l.ti-
600 -.wv -r:ou lEpoJ..Ltip-r:upoc; MefrolCou xa. -.ou l)y~a.O'J..Lvou 'Avlpou
-r:ou l~.. Xp~a-.ou aa.ou, (,~ l: xa.. xa.. v .yov Eoyvwaou
-r:~vc; oihwc; l~a.yopEvoua~v. ~~ 7tp -r:ou 'Av-.~xplaou yEpitf)aov-
-.a.~ 7to..o. l)iwl6xp~a-.o~ xa. l)iwool~Ociaxa..o~ xa. lj!Euoo7tpocpfi-
-r:a~ xa. "t"Epa-r:o7to~o. 7tpa.y{.Ui-r:wv 7to..wv civoaCwv xa. 7tOV'T]pwv,
605 wa-r:E 1t.a.vf)aoua~ 7tO.ovc; av -r:ou-r:o~c; l: yEpitf)aE-.a.~ civ-l)p
x -r:fic; 7to~6-r:'T]-r:oc; -.ou 'A.Ei:,civopou xa. 7tpox61)JE~ xcz.-r:.. 7tO.-
wv V 'IEpouaa.T)J..L. O-r:oc; b O'-r:LV, wc; .youO'LV, 6 7tp61poJ..Loc;
-r:ou 'Av-r:~xpCa-r:ou, xa.. 1to~f)ae~ l~la.xi}v tlCcz.v i:,v'T]v Eou xa..
civitpw7tWV XCZ.. 7t6.0'1']<; rpcz.cpfi a7t'T]..o-r:p~W!J.V'T]V X<X. "t"~J..LTJO'E~ "t"
610 yvva.~ov -r:fic; ciyopiic; EUtp'TJJ..LLa~c;. xa.. O'"t"TJO'EL -r:oc; -r:wv 'IoulaCwv
voJ..Lol~la.axci.ouc; v -r:ai:c; ciyopa.i:c; !J.Eya.Uvov-r:cz.c; -r: ovo!J.a. ou
l)iwlo7tpocpf)-r:ou l~a.~6ou xa. auvcit,e~ -r: xa6.o~7tov -r:ou 'lapcz.-I}.
dc; (itvoc; !J.ycz. xa.. av -r:oi:c; dp'T]J..Lvo~c; l)iwlo7tpocpf)-r:a.~c; l:ipt,n
v~a.u-r:oc; -r:p~tixov-r:a..
615 'Ev-r:a.uitcz. LO""t"OpEL1:Ct.~ voc; au-r:oxp6.-r:wp xa.. 6 va.c; -r:wv
'lEpOO'O\)j..l.WV E!J.7tpo0'itEV a.u-r:ou, xpa."t"WV EV n
od;~~ au-r:ou XELP.
o--r:cpoc; xa. 7tC7--r:wv "t"v "t"L!J.~Ov a-r:aupv ou Xp~a-r:ou U7t -r:oc;
7t6lac; a.u-r:ou E!J.7tpOO'itEv fie; 7tU.'T]c; "t"OU vaou, xc:d l:iyyEO~ Civo
602604 cfr. Matth . 24, 24; Mare. 13, 22
590 a.-rv] a.-r-f]v B post a.-rv add. d L otxi]crE~] crnv B 591 cpa.v-rcicr!J,a.-ra.]
cpcicr!J,a.-ra. B 592 'ltE'lt..CJ.vT]!J.va.] 'ltE'lt..a.cr!J.va. B l:pycicr<-ra.~J CT1']-ra.~ L 603604 xa
ljiwooLcicrxa...o~ xa. ljiwo'ltpoq>ij-ra~ om. B 604 'lto~6"<1']"<c] m6"<1']"<o L 609 -rL!J.TJO"EL]
-ft~crn B yuva.~ov] 610 yvva.~ov B
APPENDICE II 193
cz.'CpoV1:E<; dc; ul)ioc; -r:v O'"t"aupv "t"OU Xp~O'"t"OU xa. "t" ltei:ov
620 Euayy.~ov . I:Cxo~
Tn Iii} 1t6~c; itp-f]v'T]aov 1t-r:.. xpa~vE !J.OV
0'1:tpO<; y..p V O'O. -r: 0'1:cpo 01:Ct.V l:ip'!J,
7tpc; ul)ioc; i:lo~c; 7tet.1:1']ltfi o-au-r:-l)v xtip~v
la.a.-r:a.~..t, -r:wv x.xwv, a'L a'L, cpEu tpEu
625 7tet."t"WV "t"TJV xtip~v 7tet."t"'T]itTJO'E~ i:,Cwc;
O'v ~ cipX'TJY-r:E~ v !J.uxoi:c; -r:ou Ta.pcipou.
'Ev-r:a.uita laopEi:-r:a~ i} t.a..~Ocic;, 1) -r:ou ' Av~xpCa-r:ou 7tOV'T]p..
-r:6xoc;, 7tEp6.vw1Ev !1-r:pw!J.vfic; 7tO~XL'T]<; 7ta.Va7ta.Uo!J.V'T] xa.
OTtLO'JEV a.u-r:fic; O'-r:wc; 6 o~ti~o.oc; v O'XTJIJ.Ct."t"~ O'a.-r:upou, XCXELvoc; b
630 6 I:a.avci,c; oma1Ev a.U"t"OU E0'7t<Xpyavwj..t.voc; W0"7tEp v-f]mov, EXWV
O 7tEp6.vwJEV -r:fic; XEcpa.fic; <X.1J.ou O'"t"O~XEL<X "t"p(a X ~ ;;, XciXELV'T]
O itEwpwv -r: civa.~lc; au-r:fic; 7tpOO'W7tOV -r:v o~ciBo.ov, "t"V
atiupov, xa.. xa.xwv v n xnp. a.ufic; aw86va.
'Ex Mo~xa.Cooc; -r:~vc; !J.OVCt.O'"t"pLa.c; ofi1ev j..l.~apiic; xa.
635 o-m.w!J.v'T]c;. I:-r:Cxoc; -r:fic; yEwf)aEwc; a.uou
Ka.. x61)iea.~ Ttti!J.Ttoa. -r:wv ~powv yvoc;
i:ixp~ oxou "t"E xa. -r:.ouc; ciat;6voc;,
67t'T]VLXIX j..t.V SWV1:E<; dc; ~lT]V -r:pXOV-r:E<;
oc; v ticpo~c; O'TtEuloua~ xa..ouv-r:Ec; Et,w,
640 -r: l'EUO"E~c; O'UO'"t"'T]!,La. X07t1:E1:<X~ i:,Ccpn
x fie; ciTtti"t"'T]<; ou -r:6..a.voc; BElap,
cipxha.xoc; wv oc; EUO"E~Ei:c; .acpvt,E~.
rEVTJO'E'ta.~ O, wc; cpaaw, 6 Av-r:Cxp~O'-r:oc; Tta~loltlcio-xa..oc;
l~l6.axwv -.~v.. -r:Epa-r:wl'T] xa. i:,va. Tt.ciaJ,La-r:a c.7t6.-r:'T]c; xa..
645 7t.6.v'T]c; !J.EO"-r:6., xa. Ttav-r:oC~ Exvtit;e-r:a.~ -r:p67t~ -r:ou cicpavCacu
ovo!J.a. nu Xp~a-r:ou xa.. -r:T]v l~la.axa..Ca.v cz.u-r:ou !J.TJ 6voJ..Lcit;EO'1a.~
cpa.a.v y..p -r: !J.v dloc; ou TtpoawTtou a.-.ou t;wcpwlEc; EO'Eaita.~. a.[
"PLXE<; -r:fic; XEq>afic; a.u-r:ou J..I.Eyci.a.~, a.[ ocppVE<; au-.ou wc; O'uciypou
6 OEt,~c; 6cp1a.J.J.c; a-.ou Ct.LJ..La.-.~ XEXEp<XO'!J.voc;, 6 O EWVUJ..LO<; wc;
650 cia-.T]p .<XJ..L7tp6c; o[ 616v-.ec; a.u-.ou wc; xa..xo. -.ou x6.-.w1ev !J.povc;,
-. l l:ivwitEv j..t.poc; 616v-.a.c; ox EXE~ 1) xdp a.-.ou i} EUWVUJ..LO<;
7tTJXE~<; EXOUO'a -.p e'Le;, 1) lEt,~.. a.-.ou xdp la.x-.u.ovc; EXOVO'<X E!;.
621 xpa.(vE correxi : xpcivE L 623 '!tCJ."<11~ii correxi : -~ii: L 626 ciPX11Y-rEL correxi:
.pxi}-rE~ L 628 -r6xo correxi: -r6xa. B -rox L 'lta.va.'lta.vo!J.V11] !J.VT] B 631
x.xdv11] xa.xEi: B 634 ante x add. yV1']<n -rou 'Av-r~xp(cr-rou L l:v '(CT1'] -rou
'Av-rcxp(cr-rov B Mo~xa...(oo] M~xa.- B 637 -r..ov corr exi : -d..o L ...a.l;6vo cor
rexi: -vov L 644 s~cicrxwv] crxE~ B 645 'lta.v-ro('l') --ro!w B 648 cppuE correxi:
crcppua.~ LB crvciypov scripsi : crva.ypou corr. mrg. L crE~ypov L l.tiypov B
194 APPENDICE II
EO""rL O OpE1tct.\IOOciX"rU.oc;, a\IEU yxwvoc;, y6va."roc; O EO""rct.L.
1toc; pLO""rEpc; EXW\1 1t1lXEL<; ouo liJ.Lcru, o OE~Lc; 7tfixuv IJ.(a.v
655 1tL o "0 !J.E"r6mp whoG EX.W\1 O""rOLX,Ei:a. "rpCa. ~ x ;;.
Ba.crL.Eucrn o:
O"roc; 1t. 'IEpoucra..Tj!J. x.p6vouc; "rpEi:c; liJ.LO"U' E!J.<pCX.\ILO"iJ\I"rOS o
"rOU"rOU 1tUO'T] a..T] px.-f} Xct."ra.pyT)iJ-f}crE"rct.L, xa.. 1tricra. cpu.Tj
'E~pct.LXTJ 1tpocrxuv1}croucrL\I ct.1h0 wc; iJE0 .yovnc; <<L d XpL-
O""r<; 0\1 'JIJ.EL<; 1tpocrooxwiJ.E\I xa.. OLa erE "r yvoc; "rW\1 XpLO""rLct.-
660 \IW\1 .V1tTJO"E\I xa.. :xaxwcrEv 'J!J.ric; crcp6opa.. T6"E 1t.T)pwiJ1}crE"rct.L
VLct.U"r\1 "r tm "rOu XpLcrnG ELPTJ!J.\Io\1 7tpc; "roc; 1tct."rpa.c; a.1hwv
jW\1' 'Eyw \1 "r0 \IO(.lct."rL "rOU Ila."rpoc; !J.OU il.iJov Xct.L o
.a.(.l~U\IE"r (.lE' (.\1) a..oc; o E.iJn \1 "0 0\IO(.l.Cl."rL "0 LO(~.
xXEL\10\1 .Tj(!J.)\j~EcriJE' 1tEp. ct.\hW\1 Xct.L iJEi:oc; 1tOO""rO.oc;
665 w
IlaG.oc; v Ecrcra..ovLxEucrL ypcicpwv <<'AviJ' v "TJ'~ y<i7tTJ'I "fie;
.T)iJECa.c; oux o~a.no dc; "r crwiJijva.L a.u"rouc; OL!. "rOU"rO
.EUO"E"rct.L, a.u"roi:c; 1tct.pa.x.wp1}crEL Eou vpjELct. 1t.U\IT)S 1tL .YX~
"rW\1 !J.E..O\I"rW\1 1tLO""rEUO"a.L "r0 \j~EUEL, ~Va. XpLiJWO"L xa..
cpa.vEpwiJwcrw ot !J.TJ mcr"rEUcra.nEc; "TI ri.TJiJdq., ..' EuooxTjcra.v"rES
670 "TI oLxCcp.
"Ecr"rL (.l.\1 'Av"rLXPLO""roc; 'E~pa.i:oc; "r yvoc; x cpu.fjc; "rOV ll.v
xa... "TJ'~ 1tpocpTJ"rELa.v .. oG 1ta."rpLapxou 'Ia.xw~ "rTJ\1 .youcra.v
<<ilav, xa.. ct.U"r<; 1tOL(.la.\IEL "r\1 .a.v ct.U"rou, wcrd xa.L !J.Lct.V cpu.Tjv
v "0 'lcrpa.T}. xa.. yEwT)iJ"r~ Jlv ocpLc; xa.iJT](.lE\Ioc; :cp' oG
675 oaxvwv 1t"rpva.v ~1t1tou, xa.. 1tEO"EL"rct.L L1t1tE<; dc; "r mCcrw,
1tEpLIJ.vwv "rTJ\1 crw"r'T)p(a.v KupCou. '11t1toc; (.l.\1 ov O""rL\1 1') .TjiJELct.
xa.. 1 EUO"~ELa. "rW\1 LXa.LW\1, 1t"rpva. 1 :crxa"rT) 'J!J.pa.. Ka.L OL
\1 "r0 "rO"rE X.P0\1~ ayLOL E1tL~E~T)XO"rES dcr.v (1t. "r\1 L1t1t0\l),
655 sgg. cfr. fontes ad lin. 568-575 658-660 cfr. Apoc. Meth. gr. E, p.
149, 36-38 Istr. 662-664 cfr. Ioarzn. 5, 43 665-670 cfr. II Thess. 2, 10-12
671-697 cfr. Apoc. Meth. gr. A, pp. 46, 6-47, 9; Apoc. Meth. gr. B, p. 64, 25-66, 8 Istr.
673-675 cfr. Gerz. 49, 16-17
653 tiyxwvoc;] tiyuvwc; L 660 xa.l om. B 661 vca.u"v "] " dc; a."oc; L
662 .ywv om. L v - i'jMov LB: .1}.ula. v "Q ov!-let.'tc "eu Ila."pc; 1-1ou Ioanrz. 663
).a.l-l~<ivE'tE] -'ta.c L v addidi cl. Ioarzn. om. Ioarzrz. 664 ).1)1-l<JiEalE correxi cl.
Ioarzn.: ).1}<j!Eala.c L ).d<jJEalE B a.1hwv] a.u"v L 666 li!;cx.vn L II Thess.: -!;ct'to B
667 .Ev<TE"cx.'- vpy.ccx. LB: 1t!-11tH cx.u"oL<; ElEc; vpy.ccx.v II Thess. 2, 10 667-668
1tl YX4> (L -nwv B) - ma"Euacx.c LB: dc; " ma"Euacx.c cx.u"oc; II Thess. ibid. 668
post xpclwac add. Tt<iv"Ec; II Thess. 668-669 xa.l rpcx.vEpwlwacv om. II. Thess. ibid.
673 xa.l cx.u't<; 1tOC!-Ict.vEi: L: -1-1cx.vfi B) LB: xpcvEi: Gerz. !-ILC<.v rpu).Tjv LB: IJ.LCX. rpu.Tj Gerz.
674 'tQ om. Gen. xa.l1}1-1Evoc; rp'liou LB: trp'oou xcx.MJ!-IEvoc; 7tl "PC~ov Gen. 675
7tEO'Ei:"cx.'] 7tEO'Ei: B 676 7tEpc!J.vwv - Kup(ou om. B post Kup(ou add. 'Ep!J.'T]vdcx. L
676-677 r1t1toc; - licxcx.lwv om. B 678 "Q om. B 1tl "v r1t1tov addidi cl. Apoc. Meth.
gr. C, p. 65, 2-3
APPENDICE II 195
"rOU"rO""rL\1 1t. "rTJ\1 C;.T}iJL'ITJ\1 1tLO""rL\I' xa.. oa.x.iJwaw 1t nu ocpEW<;,
680 t]youv "rou utou "rfjc; 1tw.da.c;, v "TI 1t"rpvn. (t]youv) v "TI
:crx<i"TI 'JIJ.pq: ij.ov on dc; .. &.c; cpa.v .. a.crCa.c; xa.. dc; .. 1\JEuaTJ
xa.. 1tct."rT). O"TJ!J.Ei:a. a.u"rou (.l..EL 1tOLEL 1tpc; 1tU"rTJ\I, xa.. v
"rOU"rOL<; "rOL ct.U"rOU O"T]!J.ELOL<; xa.. cpct.\l"rct.O"LWOEO"L "rpa.crL U\Ict."r\1
1t.a.v1}crELV xa.. "roc; x.Exnuc;, 1tOLTjO"EL o ocra. xa.. XpLO""r<;
685 1tOLT)O"E' "rUcp.oc; va.~.\jla.L, x.w.oc; 7tEpL1tct."rEL\I, xwcpoc;
xoucra.L, oa.L!J.O'ILOU\I"ra.c; a.iJfjva.L xa.. !J.E"rct.O""rp\jiEL "r\1 l.Lo\1 dc;
crx6nc; xa.. "TJ'~ crE.-f}vT)v dc; a.L!J.a., ox .T)iJwc;, .. \jiEUowc; xa..
OL cpa.v"ra.crCa.c;. Tou"ro xa.. iJEi:oc; 'A1t6cr"ro.oc; E'LpT)XE\1' << O O""rL\1
1') 1ta.poucrCa. xa."r' vpyELa.\1 "rou La."ra.vri, v micrn ouva!J.EL xa..
690 O"TJ!J.ELOL<; xa.l. "rpa.crL \j~Euouc;, xa.l. v 1tacrn 1ta"rn "rfjc; oLxCa.c;
w
a.u .. oi:c; 1to..u!J.'IoLc;, viJ' v "rTJ\1 ya1tT)\I "fie; .T]iJda.c; oux
o~a.\l"rO dc; "r crwiJfjva.L ct.U"rOU<;>>.
A"rE\ILcra.c; o\1 1tct."rpLapx.TJc; 'la.xw~ "rOL<; "rijc; OLa.vo(a.c;
cpiJa..(.lOL, Xct."rct.\IO-f}cra.c; "rTJ\1 IJ...oucra.v 1t "rOU .L"rT)pLOU "rOU"rOU
695 ocpEwc; jL\IEcriJa.L 1tl. "rOL<; viJpw1toLc; iJ.C\jlw xa.l. vayXT)\1,
1tpOT)jOpEUO"E\I .ywv << X 1tpocrw1tou "rOU viJpw1tL\IOU yvouc; "rTJ\1
cpwv-}v 1tOLT)O"n(.lE\Ioc; "rTJ\1 crW"rT)pLa.v crou, KupLE, 1tEpL!J.'IO!J.E'I, t]nL
"rTJ\1 1ta.poucrCa.v crou i)v ouva."ro\1 E1tLO""rfjvaL 1tU\I"rwc; 11:p "rfjc;
nu A \lnX,pLO""rOU E1tLOT)(.l.La.c; ~ W\1 ofj.o\1 6 A1tOO""rO.oc;
700 Ecr-a..O\ILXEUO"L ypacpwv 'EpW"rWIJ.E\1 (.lric;, oE.cpoL, 1tEpL "rfj<;
1tct.poucrCa.c; "rou KupCou TJ(.l.W\1 'IT)croG XpLO""rOU dc; "r p.Tj iJpoEi:criJa.L
hL !J.ric;, lhL E\IO""rT)XE\1 i] 1!J.pa. "rfjc; 1ta.poucrCa.c; KupCou !J.TJ "rLS
688-697 cfr. II Thess. 2, 9-10 675 cfr. Gerz. 49, 18 678-685 cfr. II Thess. 2, 1-5
679 'tOV"O''tcv] "OU'tO''tCV B ocx.xlwacv LB Apoc. Meth. gr. C: 8cx.x-~O'OV'tCI.C Apoc.
Meth. gr. A 680 1t"pvn] Tt"pvq. L 1jyouv addidi 681 <j!Euo~ L: tiJEUii(a. B tVEVo1toc
Apoc. Meth. gr. A, p. 47, 5 682 I7te<."'TJ).] ti.cx.1tM'T]Xc; B om. Apoc. Meth. gr. A
cx.u"ou] cx.u'tQ B 682-683 7tpc; &.7t<i't'T]V - xa.l o m. L 684 1t.cx.v1}am] -v1}a.c L 685
tivct.~.<jlct.c] -~.tVEL B 1tEpL1tct."Ei:v] -"1}aEL B 686 Oe<.L!J.OvLouv'tct.<; correxi: -vcwna.c; LB
lcx.l~vet.L] iluvct.L B 688-689 eu - LCI."cx.vi post 689-690 v 1t<ian - <j!Euliovc; hab. B 689
2
ouv<il-1" L add. mrg. B : om. B 690 'tijc; om. II Thess. 2, 9 691 a.'toi:c; ti1to..u!J.vocc;
correxi: cl. II Thess. 2, 9: v "ccc; tiTto..u!J.vocc; L a.u'tijc; &.7to..u!-Iv'T]c; B 692 o!;a.v"o]
C<."O B 695 YLVEO'la.c LB: yEvala.c Apoc. M eth. gr. A 696 h] dc; L 699 oij.ov] O'T]).wv L
700 8Eaaa..ovcxEuac] 7tpc; 8EO'O'. B 7tEpl] 7tp II Thess. post lpoEcalct.c multa verba
ep. II Thess. om. LB 702 v<T't'TJXEv L: &.v- B -.'ijc:, 1ta.pova(a.c:, om. II Thess.
196 APPENDICE II APPENDICE II 197

f1,<ic; l:!;cx.7tcx.'t{j01l XCX.'t. f!.i]Ovcx. 'tp01tOV, chL ECX.\1 fl.lJ E.i}TI YJ
.1tOO"'tCX.Cl"LCX. 7tpW'tOV xcx.t .7toxcx..vq>i}TI livi}ptomoc; 'tfjc; C.f!.CX.p'tLcx.c;,,
705 VLc;, 'tfjc;, .1tW.ELcx.c;,, .V'tLXELf!.EVOc;, XCX.L 7tEpCX.Lp6f!.EVOc;, bd miV'tCX.
.e:.y6f1,E\IO\I i}e:.v 1 cr~CX.Cl"f!.CX., WO"'tE cx.t'tv dc; 't\1 vcx.v 'tOU ee:.ou wc;
i}e:.v xcx.i}Lcr'tCX.'tCX.L .1toOELXVUV'tCX. CX.V'tV chL O"'tL\1 i}e:.6c;.
llcx.pcx..cx.~W\1 o\hoc; .v'tLXELf!.EVOc;, 'tlJV ~CX.O"L.ELCX.\1 V f!.V 't~
7tpl.;m~ XPOV~ 'tfjc;, ~CX.O"L.ELcx.c;, CX.'tOU xcx.p7toq>op{jcrEL YJ yfi 1tCX.V'tOLWV
710 dowv, v O 't~ 'tp~ VLCX.V't~ ox e:.pe:.i}n l:v o.~ 't~ XOO"fl.~ 740
YJfl.LXOLVL!; O"L'tOV xcx.t dc; xoCvL!; xpCi}ov xcx.t o'Cvov .p'tci~] f!.LCX., xcx.t
.1tOX'tCX.Vi}{jO"OV'tCX.L oL livi}pW1tOL XCX.L 't. X'tELVi] .1t 'tOU O"Ofl.VOV
.Lfl.OU, xcx.t !;i]pcx.vi}{jcre:.'tcx.L 1) yfi xcx.t 1t<icrcx. X.iJ, xcx.t CX.L 7ti]ycx.t
x.dljlovcrL XCX.L OL 1tO'tCX.f!.O. !;i]pcx.vi}{jcroncx.L xcx.L 't i}cx..cicrcrL0\1 uowp
715 0"1tCX.VLSE'tCX.L. XCX.L 't D'tE l:!;e:..EUO"O\I'tCX.L ot .xcii}cx.p'tOL OCX.Lfl.OVEc;, wc; 1]
lif1,f1,0c;, 1:fjc; yfic; xo.cx.q>LSOV'tEc;, 't yvoc; 't WV .EEL vwv 't D'tE
.vi}pclmwv xcx.. 't ocx.. oucx.. xpcil;,ov'te:.c; v .o.vyf!.oi:c; .e:.wcioLc;
7tEVMJO"EL 'tO'tE xcx. 1:. Cl"'tOLXEi:cx. 'tOU xocrf!.ov 1:. f!.Eyci.cx 'tlJV
YEVOf!.Vi]V xEL\Ii]\1 1tcx.ywy{]v, OLO'tL ox EO"'tL\1 e:.xcx.pLO"'tLCX. ee:.ou,
720 o i}e:.i:oc; ljlcx..f1,6c;, o i}vcrCcx., o i}vf!.LCXfl.CX.. Kcx. ye:.v{]crov'tcxL ljJ6q>oL
q>pLXWOELc;, xcx. 'tCX.PCXXCX.L, Cl"ELO"f!.O. ...e:.7ta..i].OL xcx.. crci.oc; 'tW\1
ljlvxouv'twv .vi}pw7twv .1t 1:ou q>6~ov xcx.. 'tpof!.ov 1:wv
Cl"Vfl.1t'tWf!.a'tWV.
T61:e:. l:!;e:.'.e:.ucre:.'tcxL &cr1:pov .1t .vcx.1:o.wv xcx.. .cif!.ljJEL i:'wc;
725 l:vcrf!.WV, x.i]i}1}cre:.'tcx.L o &cr1:pov xe:.i:vo 'AijJCvi}Loc; xcx.t e:.i}wc;
f!.E'tCX.~.i]i}{jcrov'tcx.L 1:. l;,wi]p. uocx.'tcx. dc; .ljJCvi}Lov xcx.. ve:.xpw-
i}{jcrov'tcx.L 1:. crwf!.cx.'tcx 1:wv .vi}pw7twv, xcx.. oux EO"'tLv i}ci7t'tWv
cx.u1:ouc; xcx. ljle:.u!;ov'tcx.L &..oc; ...cxx6i}e:.v xcx.L he:.poc; he:.p6i}e:.v,
XCLL 1tCX.V't{jO"O\I'tCXL ...{j.oLc;, XCLL 7tEpL1t'tVO"Cl"Ofl.E\IOL i}vflcrXOVO"L
730 i}cxvci't~ l:!;cx.LO"L~ xcx.. q>o~e:.pQ.
'Ev'tcx.ui}cx I:!;LO"'tOpEL'tCX.L ,AV'tLXPLO"'toc; wc; ~CX.O"L.e:.c; 7t. i}p6vov
xa,i}{jf!.EVOc;,, fl..cxc; 'tTI oljle:.L XCX.L 't. lhe:.pcx. CX.U'tOU Ofl.OLWf!.CX.'tCX. wc;
708 sgg. cfr. Apoc. Meth. gr. E, p. 149, Il sgg. Istr. 727-728 cfr. Ps. 78, 3; Ierem.
14, 16; I Macc. 7, 17 etc.
703 ~aTta-.'l'jO"tJ correxi cl. II Thess.: -O'EL LB 706 .EYOJ-I.Evov] .yoJ-LEv B 707 llEv]
llEoU B xallLO''t'a't'aL] xall(O'aL B 709 ~aO'L.ELa<; au-.ou] au-.ou ~aO'L},_da<; B 711 1IJ-LLXOLVL~
correxi: ELJ-I.LXLVV~ L EUJ-I.LXLVU~ B d<; correxi: -.pEi:<; B -.pl<; L xo(vL~ correxi: x(vu~ B
.p-.<i~'l] J-I.La correxi: .p-.a~aO'J-I.La LB 713 TtaO"a xM'll] TtaO"av x},_6'l]v B 715 w<; -1}] wO"El
L 718 -.ou XOO'J-I.OU -.. J-I.Ey<i;l_a] -.. J-I.Ey<i},_a -.ou x60'J-I.OU B 721 't'W'V] .Tt B 724 liO"-.pov] -.
O'VOJ-I.a -.ou liO"-.pou xEi:vo L 729 \ma'V-.'l'jO'o\l't'aL] .Tta-.'l'jO'oUO'Lv B 7tEpL1t't'UO'troJ-1.E'VoL]
1tEpL1ta't''l]0"6J-L"oL B 730 ~aLO'LtJ.l] souO"(q. B
1tpoe:.ypaq>i]O"CL\I' xcx.. 1t.fji}oc; .cx.ou omcri}e:.v CX.U'tOU LO"'taf!.E\IOL
Ef1.7tpocri}e:.v CX.U'tOU xcx.. OL 'tpe:.i:c; ayLoL, 'Evwx, 'H.Ccxc; xcx. i}e:.o.yoc;
735 'Iwcivv'T]c;,, xcx. omcri}e:.v CX.U'tW\1 7t.fji}oc; cx.ou OL O CfyLOL wc; ofji}e:.v
.yxone:.c; CXU't~ wc; .v'tLO"'ta'tEL xcx.. 1tciv~ xcx. fl.LCX.p~. L'tLXOL
CX.'tou
Kuwv .vcxLol}(c;), ~ui}Le:. 1:ou Tcx.p1:cipov,
wc; .nLcr'ta't'TJc; 1:fic; xv1t1:ouxov e:.uxhCcxc;,
1:!; opcx.vou 7t7t'twxcx.c; .xi}dc; ~cx.pcii}p~
XCX.. X.'I]pOVOf!.Oc; ~PVYfl.OU 'tOU 'tfjc;, re:.w'T]c;,,
ot .pLt;,'T]oL 1:pe:.i:c; &.xp6'tcx.'toL q>L.oL
ee:.o 'tOU l;,wv'toc; .'T]OOVEc;, OL i}e:.i:oL
7tpoc;, Cl"E fl.O.OUO"L\1 .y!;cx.L Cl"E 'tV 7t.aV'T]V'
745 <<Av'tWEE, &vof!.E, 1t.cive:. xcx.t OCX.Lfl.WV,
'Evwx 'H.Ccx.c; xcx.. 'Iwcivv'T]c;, .yov'te:.c;,
licr1tovoe:. l:xi}p vt 'tfjc; .vof!.Ccx.c;,
7twc;, d1tcxc;, - cr d 't OVOf!.CX. 'tOU 7t.CXO"'tOU
"'Eyw dfl.L XpLcr'toc;; 1:0c; 1tcxpcx~ci'tcx.c;
750 'tOc;, fl.TJ Cl"VVV'tCXc;, 't q>wc;, 1:fjc;, ..'T]i}ELcx.c;,
xcx.xwc;, 7t.cxv1}cre:.Lc;, XCX.L 't~ Cl"XO'tEL 7tE.acre:.Lc;,
crv cro. 7tope:.v6f!.EVOL o1te:.p 7toi}ouow.
"E1:e:.poc; cr'tCxoc;
ot o &xcx.xoL &pve:.c; OL 'tO LW'tfjpoc;
755 'Eof!. .1tocx.ucrovcrLv x crou 'tOU 1t.avov,
crq>cxyn 8' &yov1:cx.L 7tope:.vi}fivcxL l:v 1t6.~,
dc; 8v 1t7tovi}cx.v x7t.'T]pwcrcx.L 'tV OpOf!.0\1'
OL f!.CX.i}6v'te:.c; CX.'t\1 wc; 1tCXpcx.~ci't'T]V,
cx.oL &.7te:.y!;wcrLv cx.u1:v 7t.cxv1}'t'T]V
760 xcx. O"'tq>ctvov lpovcrw ot 'tLfl.Wf!.EVOL
0\l'tWc;, Cl"'tEVci!;e:.L xcx. XCX.'tOLfl.W!;EL XOO"fl.Oc;
cx.'toxpci'topcx. 1:v xocrf!.oxpci'topcx. E:xwv.
ll)..,T}i}vvof!.V'I]c; O 1:fjc; i}),.Cijle:.wc; 'tWV 'Jf!.e:.pwv l:xdvwv o q>pwv
O 8e:.c; 'tlJV 'tWV .vi}pw7tWV ci1tw.ELCX.V o0c; 't~ tOL~ CX.Lfl.CX'tL cx'tOU
734 sgg. cfr. Apoc. Meth. gr. B, p. 65, 19 sgg. Istr.
733-734 LO''t'aJ-I.E'VOL EJ-1.7tpoO'llEv au-.ou om. B 735 aU't'W'V] au-.ou B 736 au-.w] au-.\1 't'\1
'A'V't'LXPLO''t'O'V B 7t.a'VtJ.l ... J-I.Lapi;>] 7ta'VO'V (sic) ... J-I.Lap6" B 738 .'VaLi~<; correxi:
.'Vatl'i] L 740 7t7t-.wxa<; correxi: -x<; L 745 'lt},_a'VE correxi: 7t},_a'VaL L 746 .yo'V-
n<; correxi: Hyw'V L 751 't'<J correxi: -. L 757 1t1tovllav, i.e. 1tE7tvllaO'L'V 760
't'LJ-I.WJ-I.EVOL correxi: -J-LWJ-I.'Vou, ut vid., L 762 xoO"J-I.oXp<hopa correxi: --.op L
198 APPENDICE Il
765 ~'Y)y6pctr1Ev, ~ct'ltO!T'tE.EL nc; "(V'Y)!T(ouc; aunv oou.ouc; 'tV 'Evwx
xat 'H.Cav xat 'Iwcivv'Y)v 'tV l}e:o.6yov 'tV -f]ya'lt'Y)iJ.Vov av'tov
iJ.ctl}'Y)'tTJV dc; E.e:yxov xat xct'tcl'lt'two-w 'tov 'A V'tLXpCo-'tou xat
'ltctpoucrCq. 'ltclV'tWV 'tWV Wvwv 'lt.avf)'t'Y)V au..-v xat il}e:ov
r::'ltood~ovcrLv xat ljle:u!T't'Y)V xat cX.1tw.dac; ona utv li1te:.y~oucrw,
770 'ltpo.ci~ovcrL O 'tTJV aunv 'tUpctVVLXTJV EVCT'tctCTLV VLctU'toc; 'tpEi:c;
1\iJ.LCTv, X'Y)pU't'tOV'tE<;, xa.t oLMcrxov..-e:c; 'toc; .aoc; ..- IJ.E"(ct.Ei:a.
..-ov KupCou 1iJ.WV 'lt)o-ov XpLCT'tov, xat ..-Tjv E.EUCTLV av'tov 1twc;
ELCTE.EUITE'tctL E~ oupa.vov IJ.E't: OO~'Y)c; xat OUVcliJ.EW<; 'ltO..Tjc; xat
mcr'tp\jlouo-L xapoCac; 'ltct'tpwv E'ltL "txva, 'tOV'tIT'tL cX.7toxa-
775 'tctcrTf)cre:L aunc; XctL cruvri~EL 'ltct'tpac; OV'tctc; dc; 'tV XpL-
CT'tV XctL dc; 't x-f}puyjj.ct 'tWV 'A'ltOIT'tO.Wv XctL vwl}wo-Lv 1iJ.LV
..-oi:c; utoi:c;.
T o (l}v'Y) pWV'tll ctU'tV ctL!TXUVOIJ.EVOV 'ltctp 'tW\1 'tOV Ele:ov
l}e:pct'ltOV'tWV xa.t 'tTJV 'lt.clV'Y)\1 ctU'tOV .E(y)xl}e:i:o-av (j)EU~OV'tctL xat
780 'ltpocrxo..'Y)l}-f)o-ov'ta.L 'toi:c; riyCoLc; xdvoLc;. 'O o 1t.rivoc; xe:i:voc;
'Av'tCXpLIT'tO<; pwv ctU'tV .E"(XOIJ.EV0\1 xctL U'ltO 'ltclV'tW\1
Xct'tct(j)povouj..l.EV0\1 l}uiJ.~ XctL pyfi scrac; cX.vE.EL 'toc; riyCouc; xd-
vouc; OL: IJ.axa.Cpac; xat ..- !TW!J.ct'ta av'twv (crov'tctL ppLIJ.(!J.)va
1tL ..-Tjc; yfjc; v 'tfi 1t.ct'tdq. ..-Tjc; 1t.e:wc; 'ltL 1iJ.pac; ..-pe:i:c; 1\iJ.L
785 cru, xat 'tO'tE e:Lo-.l}EL IIVEVIJ.ct swfic; v a.v'toi:c; XctL s-fJo-oV'tO.L x.at
av.l}wcrw dc; 'tV oupav6v. ot o .ctOL "(VW\I'tE<; 'tTJV 'lt.ttVl]\1 av-
'tOV x.at 't:c; cpctv'tcto-Cac; povo-L 1tpc; ctv'tv .yovuc; OvaC
ero L, 1t.rive: x.at 'ltctplivo!J.E, cr EL 'AnCxpL!T'toc; x.at oux XpL-
!T't6c; cX.v'tLJ}Eoc; X.ctL ou l}e:6c; oua. 1IJ.LV hL o- 1t.ttvl]!Tctc; X.ctL
790 1t.i}pwo-ac; 't:c; xapoCac; 1iJ.WV 'tov 'ltLCT'tp\jlaL a1t KupCou 'tov
Ele:ov. 1iJ.Wv 'I'Y)o-ov XpLo-'tov 'tov h cpu.Tjc; 'Iouoa x.at .6.auto
7tpoe:.Mv..-oc; xat o-wo-av"toc; 7tttv"tac; "toc; dc; au..-v .7tCsov"tctc;. Kat
'tO"tE l}uiJ.Wl}dc; ci.aCT"tWp ci'ltOX.'tEVEL v pojj.cpct(q. 7tO..oc; oUc;
ouvi]ITE"tctL o-u..a~Ei:v oihoC EL!TL 't X.ct'ta.ELIJ.IJ.!t 'tOV 'Io-pa-Tj. 't
795 jj...ov o-wl}TjvctL X.ctL iJ.ctp'tupfjo-ctL oL "t OVO!J.ct "tOV XpLCT"tOV. Kat
766 post 'H.Ccx.v add. v E>Ev~L"t"r]V B 768 1tCX.pouvC~ correxi cl. Apoc. Meth . gr. B,
p. 65, 20 769 <c1tE.yl;ouvLV] l;ouvLV B 770 1tpo<i~ouvL] -cx.~oiivCIL B -ri}v cx.v-rou
upcx.wLxi)v] cx.\noii iJv upcx.wLxi)v B 771 -ro<; .cx.o<; om. B 772-773 xcx.t -r-f]v -
!; ovpcx.voii om. L 779 .EyXJEi:<rCiv correxi: -EXJEI<rcx.v B EXJfi<rcx.v L 780
1tpo<rxo"r]Jf}vo\l"tC1.L] -xo.uJf}<TO\I"tCl.L B 782 Ju~0 ... opyfi] Ju~v ... pyi)v B rlVEEL]
civEL.Ei: B 783 ppL~~vcx. correxi: ppL~- LB 787 "tr.<; cpcx.vcx.<rcx.<;] 'TJ" cpCiv"tcx.<rCcx.v B .
788 ] xcx.t B 790 1t.Tjpw<rCL<;] 'Jtwpw<rcx.<; L 790-792 cii <9Eou ... 'I"r]<rou XpLv"tou ou ...
1tpOE.i6v"to<; ... <TW<TCX.V"tO<,] "tV <9EV ... 'I"r]<TOU\1 XpL<T1:V "tV ... 1tpoE.J6vcx. ... <TW<Tcx.ncx. L
794 eu] cx.vou B 795 ~cx.pup"ij<TCI L) -pEi:<rcx.L B
APPENDICE Il 199
'tO'tE aVEIJ.OL 'tIT!TctpE<; CLVct!T't-lj!TOV"tctL :1t 'tWV 'tECTCTclpWV "(OVLWV "tfjc;
riic; XctL vwl}wcrL X.ctL ITELCTOUCTL 'tYJV 7t' ovpa.vv 7tiicrcxv yijv XctL
x.Lxjj.i}!ToUrrL "t 'ltpOITW'ltOV ctU'tfjc; X.ctL o{hwc; ~E.EUCTOV'tCXL ayyE.OL
xctL o-ct.'ltLITOUITL\1 a7t'axpwv "tOV oupavov ewc; axpwv ctv'tov xa. IJ.E"t
800 j..l.Eytt.l]c; cpwvijc; ..-ijc; o-ri.m yyoc; X'Y)pU't'tOUCTl]<; XctL iJ.E't: cppLX'Y)<;
.E"fOUCT'Y)<;" 'Eye:(pE!Tl}E OL ci'lt'ctLWVO<; XEXOLIJ.l]IJ.VOL, yELpEcrl}e: OL
xa.l}e:uoov..-e:c; :v ..-cicpotc;, xat cX.vcio-"'ll"E :x ..-wv ve:x.pwv too yp
f}.l}e:v oCxa.Loc; xpL'tTJ<; 'tOV cX.7tOOOV\I<I.L xa!T"tl!J xa.'t ..- Epya a.u..-ov
~PXEITJ}E ot cpC.oL a...-ov dc; ci'ltaV't'Y)CTLV ctV'tOV. Ka.. e:Mwc; ..-
805 IJ.vfJIJ.O-"tCX !TELO)J.EVct rivotxl}-f}o-ov"tctL, xa.t 1 rfi "tpo)J.ci~ao-a. riva.~prio-EL
"toc; v a.u..-n XEL!J.vouc; ve:xpouc; iJ.oCwc; xat 1 l}ci.a.o-o-a.
~'Y)pavl}Tjo-e:..-a.L xat tivaowcre:L nc; v au..-fi ..-e:l}v-f}~av..-ac; v cpwvfl
cX.yy.ou xa.L v o-ci.1tLI"(L Ele:ov. T'tE ot oupavot EL.l]l}i]o-ov'tctL wcrd
xwowv xa. t~J.ri..-Lov 'ltE'ltct.aLoiJ.Vov, xat "t &o-..-pa 7tE!Tovv"tctL,
810 '].LO<; !TXO"tLITJ}-f}crE'tctL XctL TJ !TE.i}V'Y) li..oLwl}Tjo-E'tctL, XctL o-a.myyctL
j..l.Eyci.wc; ~oi}o-oUITL\1 x "tOV u\jlouc; 'tOV oupavov Xct'tEPXO!J.EVctL XctL
cpwvctL x 'tWV oupavwv cX.xoucrl}Tjo-ov'ta.L li1t' axpwv 'tOV opavov
i:'wc; axpwv 'tW\1 !TXO'ltLW\1 ..-Tjc; yfjc; Xct"tEPXOIJ.EVctL.
Kat "tO'tE cpavi]o-E'tctL Kuptoc; )J.E"t: OUVaj..l.EW<; XctL o6~'Y)c; 'ltO.-
815 .Tjc; 1tp07tOpEUO!J.VOU 'tOV O''Y)IJ.ELOU "tOV 'tLIJ.LOU O"'ta.Upov Ex 'tWV ovpct-
VWV 'ltL riic; Xct'tEPXO!J.VOU o-a.ms6v'tWV "tWV cX.yy.wv EIJ.'ltpo-
crl}Ev xa.t o-uyxa..ou!J.vwv 7tclV"tct 't: !::l}vlJ dc; a'ltaV'tlJITLV 'tijc;
ct'tOV 'ltpoo-xuvf)cre:wc; 'tO"tE xal}Co-e:L utc; "tOV Ele:ov wc; l}Ec;
't.ELO<; xctL avl}pw7toc; 't.ELO<; iJ.E't: 'tfjc; riyCac; ctU'tOV !Tctpxc;
820 wc; xpL'tTJ<; 'ltL l}pvou OO~'Y)c; ct"tOV 'tOV cX.7toOOVV<I.L xa!T'tl!J "tWV
~E~LWIJ.VWV 'tTJV CLV'tLOOITL\1.
T'tE 'lt.'Y)pwl}i]aE"tctL 't EITXct'tOV 'tfjc; prio-e:wc; ..-ov 7tpocpi}..-ou
.6.ctVLTJ. 't :J}e:wpOU\1 EW<; O l}pvoL 'tJ}l]!TctV XctL Ilct.ctL<; 1iJ.E
pwv :xril}to-e: xa.. IJ.E't'.Cyov, xa. f.l}Ewpouv xa. toov IJ.E't "tWV
825 VEcpE.WV 'tOV oupa.vov wc; utc; vl}pw7tOU ~EPXOIJ.EVO<; XctL EW<; o
Ila..a.L<; 'tWV TJ!J.EpWV (cpl}a.o-EV xa.. VW'ltLOV a.'tOV 'ltpO!Tl]Yri-
IE'tO 1tii.cra 1tvo-f] xa. au..-~ :S6l}'ll ,; "tLIJ.TJ x.at -1] ~acrL.e:Ca. aLw-
vtoc; X.ctL 'ltaV'tE<; ot .a.oL, cpu.aC, y.WIT!TctL ct't~ oou.EVITOU!TLV'
796 ii.vE~OL "t<T<TCipE<; riva.<r-rf)<rov-rcx.t] riva.<T1:'~<T0\11:C1.L ii.vE~OL -r<r<ra.pE<; B 798
1
xLx~f)vou<rL] vEX.Lx~f)- B 799 /J.xpw/ correxi: /J.xpov L lixpou B 805 <TEL6~Evcx. LB :
<T"rJ~ELO~Evcx. B &.vcx.~p<i<rEL] -~pci"!l B 810 xcx.t om. B 811-812 xcx.-:Epx6~EVCX.L - opcx.vou
om. L 813 O"Xo'JtLwv] <TX01tWV B 816 'twv om. B 817 1t<ivcx. 'tr. E1v"rJ] 1tcx.11wv wv
Jvwv B 821 ~~w~vwv] ~E")' LW~VW\1 L 822 pci<TEW<;] wpcx.<; B 823 't LB : legend. o?
825826 ov Ilcx.cx.L<; correxi: ou Ila.aLoii LB 827828 CiiwvLo om. L
 200 APPENDICE II APPENDICE II 201
T) soucrCet et1i-tou l;oucrlet etLWVLOc;, f\nc; o 7tetpetcret.EvCTE"t'etL, cr EL ~etcrL.Ec; aLwvwv .Ja.vci"t'wv,
830 xett T) ~etcrL.det etv"t'ou o oLacpJapTjcrE"t'a.L. 865 wc; 1taV"t'WV X"t'LCT"t'T]C, "t'W\1 ~T] OV"t'WV xa. OV"t'WV,
'Ev"t'auJet LCT"t'apE~"t'etL xett 1 oEu"t'pa. 'ltapoucrCet, xaJwc; v "t'a~c; WC, 1t.aCT"t'T]C, xa. xupLOC, "t'WV C.opa"t'WV'
ayLaLC, "t'OU ElEoU xX.T]CTLaLC,. L"t'LXOL dc; "t'TJV OEU"t'pa.v 'ltetpoucr(av "t'. 1tp6crxa.Lpa. y.p T]UOOXT]CTa<; "t'OU dva.L
"AJpEL "t' .aL'ltv xd XpLcr"t'ou 'lta.poucrCa.v, yvov ~Ep01tWV ~a.CTL.ELC, Xet"t'a.O'"t'TJCTa.C,,
Be; xa.t 7tpowv ~v "t'WV xpa."t'ovv"t'wv xpcinL, "t'ac; x.Exnuc; crov ~cpav[o-ac, .u.ouc,,
835 liva.!; .vcix"t'wv "t'uyxcivwv oihoc; ~6voc; 870 "t' ~po"t'OX"t'vov ~~eroe, :Ea."t'.v x.d\jlac,,
a.JLC, O 'ltaV"t'!X CTUV"t'E.ECTJtV"t'a. XOCT~OV "t'OU ~TJ CTUVELVa.L V"t'C, ~Ep01tWV q>UCTEL
OLOoc; 'ltcipEcr"t'a.L "t'.c; xa."t'' ci!; Ca.v o6crELC, "t'OC, oupa.VLOVC, Xa."t'. yfic, V XEUJ~WCTL'
Xa.L yfiv X.OVTJCTEL Xa.L Xa."t'a.CT'ltaCTEL 1tO.OV "t'Q y.p xo. cr .Javch4l onxvuELC,,
Xa.. "t'i)V X"t'LCTLV a'lta.cra.v ~1t.TJCTEL cppLXT]C, "t'V Let"t'.V dc, rEvvav bm~1tELC,
840 xa.. q>EV "t'D't'E ~Tjcra.crw i)~E.T]~vwc;. 875 v "t'Q ~ocpEpQ Tap"t'ciP4l "t'ou .cr~cr"t'ov,
"E"t'Epoc; CT"t'txoc; "t'WV O 1tPOSWV"t'WV "t''i]V ~oi:pav Xa."t'a.CT"t'TJCTELC,
Tfic; 1tp.v xa.. "t'fie; vuv X"t'LCTEwc; cr d ~owv, 'E~ "t'TI xwpq. "t'OU v a.u"t'fj CTVVELVa.L,
cr EL xa.. X"t'LCT"t'T]C, xa.t XpL"t'i]c; "t'WV a'ltaV"t'WV, a1tEp OU "t'LC, JEaCTet"t'O "t'fjOE,
cr d "t'. ~i] ov"t'a. dc; "t'C. dva.L 1tetpfixa.c;, "t'OLC, cr C.ya'ltWCTL "t'av"t'a 1tpOE"t'OL~cicra.c,
845 cr xa.. "t'. OV"t'O. C...oLwJfiva.L opcicra.c;, 880 wc, ~wv cpa.vE.c, L'l]~wv CTW"t'T]ptav
wc; .Mva."t'oc;, wc; ~i} .'llywv "t'Q ~L4l, X.T]pOVO~OUC, ELsa<; .Ja.va"t'OU CTOU OOsTJ<;-
wc; "t'WV au.wv xa.. "t'WV s U.T]c; 'lt.aCT"t'T]C,'
"t'fie; .Ja.va"t'OU CTXT]1t"t'OUXOC, CT EX.da.c;,
x/lv v Tfj 7tpwn "~'TI ya.Cq. "~'TI 7tpocrxa.tp4l 876 1tpo1;wv-rwv dub. correxi: 1tpo~w-rwv, ul vid., L
850 ExpLva.c;, i}l).T]CT!XC, "t'OU ~CJ.CTL.EVELV
l)VT]"t'OC, ~a.CTL.E~C, dc; EfEYXOV .vJpW'ltWV,
i:v' ~cpa.vlcrnc; "t'oc; x.EX"t'oc; crou lou.ouc;
xa.. xa."t'a.cr"t'Tjcrnc; "t' E.oL1tov 1t.1Jpwcra.L,
W<; ~i] OOXTJCTEL "t'V La."t'.V xwpa.v EXELV
855 xa.. ~a.crL.EvELV 1t. "t'Q 'lt.cicr~a."t'L crov
nc; y.p xo~xoc; OELXVUELC, oupa.vCouc;
xa.. "t'i]v \jn].l]v cppuv xa."t'a..mtvELc;
EL<; licr~ECT"t'OV 1tUp dc, "t'61tOV "t'fie; rEVVT]C,,
X.T]pov6~ou O "t'fie; 'E~ "t'OU xwpCou
860 "t'OC, 1tLCT"t'OC, C.1tEpyci~TI "t'fie; ~O.CTL.EL!XC,.
"Enpo CT"t'LXOC, 'Ca.~~oc;
"Ava.pXE ElE X!X. XpL"t'. "t'W\1 C.1taV"t'WV,
CT EL 1taV"t'a. Xa."t'XWV "t'Q paXEL CTOU,

829 cx(wvLOc:; om. B 840 'lj[!E.TJj..Lvoc:; scripsi: 'ljj..Lj..LE- L 844 1tcxpi'jxcxc:; L: legend.
mxpELxwc:;? 852 j..LrpcxvCcrnc:; correxi: -eme; L 853 xcx-rcxcr-rf)crnc:; correxi: -cr-rf)crELc:; L
1t.TJpwcrcxL correxi: 1t.TJpwcrcxcrL, ut vid., L 857 xcx-rcx.rcx(vEL correxi: xcx-rcx.rvn L
863 lip<ixrL correxi: lipcxxl L
 APPENDICI III E IV

(Mancano le introduzioni alla III ed alla IV Appendice. Ci limitiamo

perci ad indicarne il contenuto, secondo le indicazioni forniteci da due
schede trovate tra le carte dell'Autore).

Appendice III: Profezia supposta fatta nel 1450, riguardante la presa di

Costantinopoli ed altre future vicende tra Venezia, l'impero turco e il
papa nella seconda met del secolo XV, di Giovanni Stupan (Venezia,
secolo XV).
[ne.: In Christi nomine, amen. Memoria chome del 1450 fezi prenzi-
pio a questo dire ... (in dialetto veneto).
Contenuta nel codice Vat. lat. 13683, ff. 1-4 (secoli XV-XVI).

Appendice IV: Anonima Prophetia de civitate Venetiarum *

!ne.: Ve tibi Adriana, ve ve, que abstulisti sancta de regia Urbe,
qui bus es decorata!.
Expl.: sua piena plumis et varietate quasi aquila grandis, si sola
superbia non obsistat.
Contenuta nel codice Vat. lat. 6085, ff. 195'196v (secolo XVI).

In Christi nomine, amen. Memoria chome del 1450 fezi prenzipio

a questo dire chome el Turcho ad ogni muodo aver Constantinopo-
li, per ch l'eterno Dio vuolle dar prinzipio de renovare la soa
Santa glexia, ma non tropo tenpo driedo Constantinopoli abiter lo
5 imperador de christiani.
Item lo Turche ad ogni modo andar a Roma et avanti che lui
vada, el far una grande e potente armada per mare e per tera et
ander xoto el Danubio e l se fortificher con grande previsione de
zente e de munizione azoch Ongari n altri christiani non posa
10 pasare n dare inpazo a Chonstantinopol li.

* (attribuita nell'explicit a Abbas Joachim astrologus summus (attribuzione

pseudo-epigrafa a Gioacchino da Fiore?))

10 ne dare iterato e poi cancellato

 'l
204 APPEND ICI III E IV
APPEND ICI lll E IV 205
ltem el Turcho aver indried o tute le tere che l'aver
donade a papa non abia atexo la promes a del!? inp~rio; lo imp_era
Grezi senza bataiar, da poi ch lui aver fortific ado dor sapi~n:
el Danub io do che 'l papa lo vor privare , ch1ame ra lo c?ns~w.
moltip lichand o I'armad a per mar con potente exerzit o e _apone r_a h
e per tera se molte chose al papa e a li garden ali e persegU ltera _h
drezer per vegnir a Roma, et vigner descho rendo e [h~parlati ~
disipan do li preti e frati, fazendo morire una gran zente, e beati
15 christia ni e !or zittade , e molti signori christia ni per 55 serano queh
schamp ar la che non serno chiama ti chieres i.
sua furia li mande r la carta bianch a e sottom etersi . .
alla soa Item ser tolta la obedie nza al papa e ser una gran sisma
obedie nzia, e lui Ii choma nder chi vadano al suo campo m la
chon galie giexia de Dio; el Turco vigner chon una_ g_ra~disi
e nave over zente segond o la !or posibil itade e chontin ma arm~d.a e
uamen te potenti simo exerzit o de zente e ronper chnstia m chon
moltip licher el suo exerzit o; el papa zerche r de unire ~r~ndisima
la christia ni-
20 tade, ma non ser obedid o e, ordend o lui la ruina de 60 vittoria e despoi er Vinizia ni de ttute le sue tere, e Vemex 1a roma-
christa nitade, gner solla col popollo suo; e li zentilo meni levern~ p~rte
si mande r a dir a lo impera dor, che se lui non fa fra loro,
el suo dover ma per la bona e merito ria orazion e de uno, santiSS
chome debitor e, che lui el priver della dignita de imperia l~O- orno, el
lle per quale in Veniex ia, tosto se chondu rno a l acordo
la qual cosa lo impera dor se mover e non far per ms1em e con
niente. bona pase.
ltem el papa far provixi one a uno imperi ale signore de ,
christia - ltem el papa ser privato de questa vitta, el Turco
25 ni della dignita de imperia le, se lui por deliber are la christia 65 a~dera
nit de seguita ndo la sua vittoria fina a Roma chon tanta
tanta [e] ruina, promet ando pur el papa de manten irlo chrude htade:
inperad ore;
e co~ h
quanta fose mai vezuta in questo mondo , e prenzip alment
el papa de fare el suo dovere e far asai potente armata
. preti e frati, roinan do le citade e Ile g~ex~e, e ~olti
ltem la signori a de Veniex ia aver perfett a paxe. garden ah e
parlati se taiern o tuti a pezi e tutta la giexia sera orfana
ltem la signori a de Veniex ia far una potente armada tta, e no~
30 col papa intrer in el mar Andria no e ser alla mano
e insiem e 70 ser pi pote(n) zia umana che abia speran za de poder solv_er~ n~
chon la liberar e dalla chrude litate del Turco; e quela pocha d_ella
armada del Turco e ronper no quela per modo che puochi chnstla m-
fugir- tade che ser romase non sperer altro ch'a destruz wne;
no; el Turco per tera ser malme nado e rotto e el Turc?
star a gran non (ser) conten to de eser venuto sollam ente a Roma,
pericho lo chon quela pocha zente che li ser romasa , ~a destruz i:
fuzend o ande- r s'el por tuto el resto della christia nitade; aparera
r in suo paise e questo prome ter el signor Dio, azoch de grandi
questo per
35 segno lui posa cognos ere e cogitar e ch'el Dio de christia 75 segni a Roma et el Turco star tuto st~pefa~t~- . ,
ni vero Item lo nostro signor miser Jesu Chnsto VIsibel mente
Dio, el qual puoi ogni chosa. ch1ame ra
uno santo orno de I'orden e de san Piero el quali~ f~ma,
Item el Turco invoch er tuti queli che adoran o la leze ma no~
chogno suta la suo santita de, Dio li dar uno de~h su~I
metto dizend oli che tuti i christia ni si orgnen o adoso
de Macho-
archan~olh,
per roinar !or vesibel mente mande rlo al Turco dizendo che lu1 lo ~1eba
Saraxin i, onde che tuti !or farno una potenti ssima armata amaist ra-
re in la fede christia na, perch eso die l' eletto Im~era
40 ch'a la prima, con gran provixi on; christia ni avern o defforn
, mazor 80
christia ni onde lo Turco per li grandi miraco li, che lUl
do~e de
ita una vedera per
la predid~azione de quel santo orno, se far el Turco vero
grande parte della soa armata , chreda ndo che ma(i)
pii el Turco
posa tornar contra christia ni. .e perfett o
christia no, e serli dado a Dio lo Spirito Santo per
Item quel prenzip al signor, el qual i ser promes o lo inperio r:-d~eza ~e e
dal conven ire tuta la christia nitade; et univers alment e
papa, doman der la degnita de dello inperio al papa segand tut! h sm se
o che lui farno christia ni e lla leze de Macom eto ser anulatt
45 si aver promes o, dizend o che lui i fato el suo dover; 85 a totalme nte.
el papa Item tuto el mondo univers alment e ser conten to eh~
respon der che i signori Venizia ni serno stadi queli el Turco
che avern o sia impera dore e che questo santo orno sia papa e
vento con lui e che loro merita r la degnita de inperia pien~mente
lle. aver la obedie nzia per tuto el mondo ; e quanto el Turco
Item questo signor se desdeg ner e zerche r de tuor la sera stato
obedien - pi chrude lle e infedel e, tanto pi ser mixeric~rd~oxo
zia al papa de tuti i suo parte e ttere, e achord erse e _fdele_-
col Turco e ltem quando el Turco veder eser destrut a la g1eX1a de
SO chon el secorso dela soa potenz ia el chondu r a Roma 90 DI_o, _zo~
e zerche r per li grandi fati che senpre s'erano ~~o~erati contra
de deffar Venizia ni, chrede ndo lui che !ori siano stadi chnstla m
chasn che 'l eziandi o contra el Turco preditt o, e pm ms1em e chon
quelo sa~to
orno, che fa 'l papa, el Turco si render t~t~ le s_ue_ terr~
e ameran o
41 mai ho integrato ma V (forse ma').
anbidu o la signori a de Veniex ia sopra tut1 h altn s1gnon
~el ~ondo
e doterl i de grandis imi brevele zi e duplich er la lor
95 s1gnon a.
l

l
206 APPENDICI III E lV
Item quel papa santo mandar per li chieresi christiani e chon-
manderli che 'l vada predicando la fede, i qual chieresi predichar-
no e dirno: costui sie Antichristo, e stando loro ostinati in
questa opinione, serno portati vixibelmente dai demoni, e per
100 questo muodo se redur la giexia de Dio in nel primo stato, e tuti li
altri infedeli diventerno veraso christiani; el Turco doner la tera
santa a Veniziani infiancata dalle gabelle.
ltem lo luogo del Soldano doner a Veniziani e sar bona e
perfetta pase per tuta el mondo; in tanta perficione vignerno
105 christiani, che una sinplize bosa estimerno uno grandisimo
pechado.
E tuta questo missterio sera chonpido in tuta la christianitade
zo per tuto el mondo perfetta paxe e longisima, e questo ser in
nel milf;:!ximo :519 el qual dura per fina al :520.
110 ltem dicho non pasar tropo mexi che de tuta questo misterio
ser revelado al pontifico de Veniexia, idest quello santo orno che
ditta di sopra che dover eser papa.
Et quoniam bee superius disi hic idest anzelus ora proprio
michi partulit, ego propter verba sua et terminus vobis dichtum.
115 frater Joanes Stupan ait que audivit et sunt aprobata a beato fratre
Alberto etc.
Finis
(Prophetia de civitate Venetiarum)
Ve tibi Adriana, ve ve, que abstulisti sancta de regia Urbe,
quibus es decorata! Ex adipe tibi superabundabit iniquitas et dices
in corde tuo: ego dominus et non alius. Declinabis a licitis ut in
illicitis te involvas et aliena propria faciens recalcitrabis contra
5 dominum, ut flia subiugalis, et ad excusandas excusationes in pec-
catis absentie tue comenta nequiter pa(l)liabis, quoniam noluisti
intelligere ut bene ageres, sed iniquitatem mediatata es in cubili
tuo. Cadet processu turpis superbia tua, eo quod potuisti bona
facere et noluisti declinare ab inviis viis tuis et non declinast, sed
10 evacuabis frustra loculos tuos, et cilicia nequitiam tuam ex(s}pec-
tent ad cribrandum, quoniam vulpis africha fugiens ca(l)ide novit
1 sancta: vel sacra 5 subiugalis: al(iter) subiugaberis excusationes: al(iter)
extorsiones
APPENDICI !Il E IV 207
accipere catulos persequentes et molas leonum confringere; grifo-
nis audacia fugitivi et lacerabit viscera ventris sui et posteriora tua
deteget in tanta ignominia et contemptu, ut pro nihilo postmodum
15 habeat conculcare te, sicut et Sodomam sororem tuam; in te enim
est pestis efficax ad nocendum, quoniam nutris in sinu tuo ignem,
serpentes regulos, qui incendii flatu et morsu te vastare nituntur
tamque genimina viperarum. Tu autem in longa superbia tua meti-
ris pugillo acquas et terras palmo concludis et appendens tuis
20 digitis molem terre axem vitrientem dodrantem in quintuncem et
quadrantem in sextuncem dividens tuum excidium et exte(r)mi-
nium non attendens. Verum ressumpta superbia leo rugiens
flam(m)am evomet et domum incendet auream et clibanum vi-
treum concremabit et africorum castra ventosa comminuet, tam-
25 quam potens, et si extendentur longius rabies eius truculentes,
caput arietis magni capra trucidantes conterit et concludit in exi-
cium laniatum colubrum tortuosum et filios excussorum, sed sus
luridus et ranunculus trepidus, qui in freno et chamo maxillas
leonum cohibent, ad paludem ad volugranum solitum revertentur,
30 et ad explendam leonis hyantis ingluviem nidus relinquetur, preda
fugiet nex curabit de carne et sanguine taurorum pinguium et
reluctantium asinorum. Hec siquidem facient tua stulta consilia,
tua prudentia insensata, quia non est apud te acceptio personarum,
sed sepe postponendus eligitur et postponitur eligendus, et dicis
35 bee lex iusta, bee equa iuditia, hec statuta nobilia, bi ritus rationabi-
les et prescripti; et gloriaberis tanquam stulta, eo quod dissipaveris
lustra fugientium bestiarum. Vulpis autem africha catulorum tuo-
rum exterminium sueque pestis emergens desidium deplorabit et
depilabitur eius cauda, in qua gloriabatur hactenus ridens lepores
40 incaudatas. Tu autem elatis cornibus gloriaberis, quasi turgens, et
irreflexa cervice pre multitudine adipis stulta superbia tua non
volans, sed evolans, flatu solo grifonem rapidum credens deiicere
in profundum, sed nec sic vincere de facili, quem armabit rabies
preconcepta, quero agitabit desperatio stabilita, quem multiplicata
45 vexatio truculentius animabit; ipse autem suo aliqualiter compara-
to vel computato desidio propter impulsus multiplices quos fugiens
persepe substinuit, evaginabit rabiem, quam longe concepit et vali-
dis confertisque roboribus discerpet uterum ventris tui. Tu autem
delicata, fatua et indisciplinata superbia prope C deflebis infortu-
50 nium tuum et eclipsabitur decor tuus et operieris sicut diploide
confusione tua. Barbati quidem arietes portantes grifonem in dexte-
ra et catulos in sinistra plaudentes manibus in id ipsum: Heccine,
inquient, est urbs perfecti decoris, urbs prenominate fortitudinis, et
contriti sunt fortes eius, robuste eius obtinuit tremar, sic ut allidan-
55 tur ad petram omnes filii meretricum, ut cum pereuntibus pereant
208 APPENDICi li! E lV

et cum resurgentibus non resurgant, contra victuros non satagent

recalcitrare, mel ef(f)undentes labiis corde virus. Grifo autem fulmi-
nans gloriabitur super te et de sacrilega gaza tua ditabitur et col-
lum vel cel(l)am pariter et colibam se conculcasse letabitur super
60 spoliis tuis ridens Jano suo, quem pro idolo statuit adorandum
pingue et luminosum offerens holocaustum, sed frustra habebit
respectum ad Sodomam sororem tuam, dum sataget te conterrere,
sicut contrivit eamdem, quia mentietur iniquitas sibi. Occursum
enim tuum corroborabit humilitas et reclinabis cervicem tuam du-
65 rissimam, et desines alta sapere loquique superba propter hyantem
rabiem adversarii arrogantis, et recuperatis viribus incipies in sen-
su senescere et iuvenescere in virtute, unde confertis undique viri-
bus in rotundo circulo uterque fulgebit exercitus, et si duplici
agitato certamine finalis neutri victoria censetur, in tertio tante
70 stragis sequetur exicium vel excidium, quod victor vix poterit dici
vieto r. Conteret J anus et in pulverem redigetur et qui transiet dice t:
hic colebatur Janus. Cadet superbia, regnabit upupa, leo rugiet,
vulpis deserta ganniet, gemet Africha, ululabit Ternacria, Emonia
destruetur, quia cantabit gallus sub pedibus proterens turgidas
75 spicas septem, leo cruore male olidus in arietem immaniter compie-
bit residuum ire sue. Draco claudus in Asinum, Aquila in Galinam,
triumphabit enim epops in unitate Galli et Galine, Aquile et Draco-
nis, et recuperabit nidum perditum et nomen excelsum, quod eius
regulus gloriabatur inaniter acquirere poterit prefectum, et in C et
80 C collisa in C vel B coronabitur et gloriabitur in virtute sua piena
plumis et varietate quasi aquila grandis, si sola superbia non ob-
sistat.
Explicit prophetia abbatis Joachim Astrologi summi.

Tav. l - La lotta dell'aquila con il serpente (cfr. Leggenda sulla fondazione

di Costantinopoli) (Costantinopoli, palazzo imperiale, particolare di un
mosaico pavimentale).
 ORACVLVM l. ORACVLVM Il.
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OR A C VLV M V. ORACVLVM VI.

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FIG. FIG. 2
ORACVLVM III O R AC VL VM I V.

FIG. 5 FIG. 6
O.RACVLVM VII. ORACVLVM V Il I.

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1.
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FIG. 3 F'l G. 4
Tav. 2 Serie illustrata degli Oracoli di Leone VI il Sapiente (da C.
MANGO, The Legend of Leo the Wise, Zbornik radova Vizantoloski Insti
tut, 6 [1960), pp. 59-93, che riproduce le illustrazioni dell'edizione di P. FIG. 7 Fl G. 8
Lambeck [ = Lambeccius], Lutetiac Parisiorum 1650, gi riprese in PG 107,
cc. 1151-58).
(segue)
(segue tav. 2) (segue tav. 2)
O R AC V L V M l X. OR A C V L V M X.
ORACVLVM XIII. ORACVLVM XIV.

FIG. 9 FIG. 10
FIG. 13 FIG. 14
ORACVLVM Xl. OR.ACVLVM XII. ORACVLVM XV
OR.ACVLVM XVI.

Fl G. 11 FIG. 12
(segue) Fl G 15 FIG. 16
 ,

Ta\. 3 Costantino XII Dragazes c la Morte, di Giorgio Klontzas (dal Cod.

Mare. gr. VII 22 [1466], sec. XVI, della Biblioteca Nazionale Marciana di
Venezia, f. 89'}
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. .

Tav. 4 - Mehmed II conquistatore di Costantinopoli, di Giorgio Klontzas

(dal Cod. Mare. gr. VII 22 [1466], sec. XVI, della Biblioteca Nazionale
Marciana di Venezia).
 T 7T' T , ' r ,\ T l C, fL '- >., 1\L

Tav. 6 - Immagine del j..La.pj..La.pwj..Lvoc; Ba.O'L.L.<; (a commento dell'Oracolo di

Tav. 5 - Sepolcro di Costantino I e a fianco il patriarca Gennadio Schola- Leone: 'O vExpc; ')E, etc.) nel Cod. Berolin. gr. 297 (fol. 62), sec. XVI, f. 9v (da
rios intento a scrivere l'interpretazione dell'iscrizione trovata sulla tomba, BEES, IIEpt "tOV (O'"tOpT]j..Lvou XPTJO'j..LO.oy[ou, cit., p. 236).
nel Cod. Berolin. gr. 297 (fol. 62), sec. XVI, f. F (da N. A. BEES, IIEpt "tov
(O'"tOpTJj..Lvou XPTJO'j..LO.oy[ou "tfj<; Kpa."tLxfjc; BL~.Lolh]XTJ<; "tOV BEpo.[vou [Codex
Graecus fol. 62 = 297] xcd "tOV frpu.oii "tov 'Ma.pj..La.pwj..Lvou Ba.O'L.L.', Byzanti-
nisch-neugriechische Jahrbi.icher , 13 [1936-37], p. 221).
Tav. 7 - Immagine del J-lCtpJ-lapwiJ.vos ~acn.L.S in Stephanitzes (da BEES,
TIEpL -rou lcnopTJ!J.vou XPTJCTJ-lo.oy(ou, cit., p. 237).
Tav. 8 _ Bolla aurea d1. Costantmo
, . XII Dragazes (Wicn, Kunsthistorischen
Museum, Mi.inzkabinett Zl 578/PP/74).
INDICI
 MANOSCRITTI E FONDI ARCHIVISTICI

Amsterdam - Universiteits Bihliotheek

Amstelod. Gr. 70: 122
Athcnai - Ethnikc Bibliothekc
Athen. Gr. 2605 : 39
Athen. Gr. 2187: 39
Athen. Gr. 2419 : XVI
Athos Hiera Mone Koutloumousiou
Kutlumus. Gr. 2 I 7 : XV, 77, 96, 112
Kutlumus. Gr. 251: 190
Bcogracl - Narodna Biblioteka
Sl. 466 (632): XV, 102, 103
Berlin (Ost) - Dcutsche Staatsbibliothek
Berolin. Gr. 297: 12
Berulin. Gr. fol. 62 = 297 : 52
Citt del Vaticano - Biblioteca Apostolica Vaticana
Vat. Barb. Gr. III, 3: 77
Vat. Barb. Lat. XIV, 44: 21
Vat. Gr. 1257 : 158
Vat. Gr. 1700: 49
Vat. Gr. 2010: XVI
Vat. Lat. 3822: 7, 129
Vat. Lat. 6085 : 203
Vat. Lat. 9283 : 63
Vat. Lat. 13683: 203
Vat. Ottobon. Gr. 192: 124
Vat. Regin. Lat. 132: 129
Jerusalem - Orthodoxon Patriarcheion
Hierosolym. Sabait. Gr. 128 : 39
K0benhavn - Kongelige Bibliothek
Hafniens. Gr. 2147 : 59
London - British Museum
Harleyan. Gr. 5734: 37, 77, 112
Madrid - Biblioteca Nacional
Scoria!. Gr. Y. I., 16 : 59
Oxford - Bodleian Library
Oxon. Barocc. Gr. 145: 47, 59, 73
Oxon. Barocc. Gr. 145: 47, 70, 169, 171, 172
Oxon. Barocc. Gr. 170 : 12, 59, 172
Oxon. Laud. Gr. 27: 47, 54, 59, 70, 73, 169, 171, 172
224 MANOSCRITTI E FONDI ARCHIVISTICI

Palermo Biblioteca Nazionale

Panorm. Gr. l. E., 8 : 13
Panorm. Monreal. Lat.: 7, 18
Paris Bibliothque Nationale FONTI''
Paris. Gr. 947: 37
Paris. Gr. 2180 : 37, 68
Paris. Gr. 2980 : 68
Paris. Suppl. Gr. 82: 13
Patmos Hiera Mone tou Hagiou Ioannou tou Theologou ABRAHAM ANKIWRAC'l (Abraham di Ankara)
Patmiae. Gr. 529: 37, 77, 112 Lamento sulla presa di Costantinopoli (ed. Alishan), in Dcthier, Monu-
Torino Bihlioteea Nazionale menta Hungmiae Historica, XXII, I, pp. 915-933; H. A. Anasjan, Hayka
Taurin. B. V., 27: 13 kan A/tbyowmer Byowzandiaji Ankman Masin - Armianskje lstocniki o
Venezia Biblioteca Nazionale Marciana Padenii Vizantii, Erevan 1957, pp. 35-55; trad. it.: A. Pertusi, La caduta di
Mare.- App. Class. VII, 22 ( = 1466): 12, 73, 82, 89, 90 Costantinopoli, II: L'eco nel mondo, Milano 1976, pp. 412-419)
Mare. Gr. II, 125 : 37 24
Mare. Gr. IV, 34 ( = 1382) : 13 AB DAWUD AS-SIGISTANI
Mare. Gr. IV, 38 ( = 1365): 13, 37 KitG.b as-Sunan
Mare. Gr. VII, 3 ( = 546) : 13, 59 II, 136 : 28
Mare. Gr. XI, 32 (= 1143): 13
Mare. !tal. XI, 6 (= 7222): 13, 121 Acta SS. Gregorii episc., Ripsime virg. et soc. mm. auctore Agathangelo
Mare. Ital. XI, 124 (6802): 70 (BHG 3 712; AA. SS. Sept. VIIJ3, pp. 320-400; Storia di Agatangelo, Vers.
Biblioteca di S. Lazzaro ital. illustrata dai Monaci Armeni Mechitaiisti, riveduta ... da N. Tomma-
Cod. 20: 136 seo, Venezia 1843)
Museo Civico Correr 143
Correr l 048 : 59 137-138 (Tommaseo): 146
Correr l 052 : 59 ADSO DERVENSIS
Cicogna 2306 (2613): 59 Epistola ad Gerbergam reginam de ortu et tempore Antichristi, seu Libel-
Wien National Bibliothck lus de Antichristo (ed. D. Verhelst, in Adso Dervensis. De ortu et tempore
Vindob. Gr. 208 : 59 Antichristi necnon et tractatus qui ab eo dependunt, Turnholti 1976
Vindob. Medie. Gr. 23: 124, 190 [C.Chr., c.m. XLV], pp. 19-30; E. Sackur, Sibyllinische Texte ~md For-
Vindob. Philos. Gr. 211 (58): 77 schungen. Pseudomethodius, Adso und die Tiburtinische Sibylle, Halle
Vindob. Suppl. Gr. 172 : 53, 122 A. S. 1897, pp. 97-1 13)
142
106 (Sackur): 141
22-23 (Verhelst) : 69
26 (Verh.): 124
AGAPETUS DIACONUS
Expositio capitum admonitoriorum (PG 86, cc. 1154-1185)
XIX
AGATHIAS MYRINAEUS
Historiarum libri quinque (ed. R. Keydell, Berolini 1967 [CFHB 2]; ed. S.

* Le cifre in tondo rimandano alle pagine del presente volume. Per quanto
riguarda luoghi particolaii eventualmente citati, li abbiamo indicati prima, sepa-
rati dai due punti. Le cifre in corsivo rimandano al libro, al capitolo o al
paragrafo della fonte, quelle in tondo al volume, alla pagina e alla riga del-
l'edizione.
 r

226 FONTI FONTI 227

Costanza, Messina 1969 [Biblioteca di Helikon, Testi e Studi, 7); ed. B. G. ANDREAS CAESARIENSIS
Niebuhr, Bonnae 1828 [CSHB l]) Commentarium i11 Apocalypsin (PG 106, cc. 216-457)
40 218 B: 142
l, 3, 4: 40 301 B: 142
AL-BUHARI 386 c: 142
Sahfh (trad. fr.: Houdas et Marais, Les traditimzs islamiques) ANNA COMNENA
26, 27, 85 Alexias (Anne Comnne, Alexiade, ed. B. Lcib, Paris, 1937-1945, 3 voli.)
II, 332: 26 Il, 134-144: 146
ALBUINUS
Annales Bertiniani aa. 835-861 = Prudentius Galindo ep. Treccnsi
De Antichristo qzwmodo nasci debeat (ed. Verhelst in Adso Dervensis. De
ortu et tempore Antichristi, cit., pp. 55-74) AN-NAWAW1 (Yahya Ibn Saraf an-Nawawi)
69 Al-Minhfig ff .~arh Sahih
71, 126-72, 140: 125 XII, 330 : 27, 28
ALCUINUS AN-NUWAIR (Abu 'l-'Abbas Ibn 'Abdalwahhab an-Nuwairi)
Vita Antichristi Nihfiyat al-Arab fi fwzim al-Adab
vedi anche Pseudo-Alcuinus 161
AL-HAFNI
Comm. a Soyuti, ]ami' as-Saghir ANSELMUS
I, 98 : 28 Liber de Antichristo
I, 250: 26 vedi anche Pseudo-Anselmus
I, 353: 26 ANSELMUS MARSICANUS = Vaticinia sive prophetiae ...
II, 126 : 28
II, 267 : 27 Anthologia Palatina (Anthologia Graeca, ed. H. Bec~by, I-IV, Miinchen
II, 372: 27 19582; Anthologie Grecque, ed. P. Waltz, I-VII, Pans 1928)
XIV, 115: 15
AL-KASTALLANI
Comm. a Al-Buhari, Sahih Antonini Placentini Itinerarium (ed. P. Geycr, in ltinera Hierosolymitana
27 saeculi IIII-Vlll, Vindobonae, Pragae, Lipsiae 1898 [CSEL 39], pp.
VI, 230: 26 157-191 et 195-218)
XII, 330: 85 108
'Ava.xa.TJJ-i.CX. 't-~c; Kwvo-'ta.v'tLvo;coTJc;
(Compianto di Costantinopoli) Apocalypsis Bahfra . . .
(cd. E. Kriaras, Thessaloniki 19653; A. Pertusi, La caduta di Costantinopo- (trad. lat.: J. Bignami-Odier et G. Levi della Vzda, Une verswn _latzn_e de
li, Il: L'eco nel mondo, cit., pp. 367-377) l'Apocalypse syro-arabe de Serge-Bahira. in Mlanges d'Archeologze et
126 d'Histoire [c. Fran. de Rome], 1950, pp. 125 ss.)
376-377 (Pertusi): 127 25, 28, 147
ANASTASIUS BIBLIOTHECARIUS Apocalypsis Baruch
Chronographia tripertita (in Theophanis Chronographia, ed. C. de Boor, (The Apocalypse of Baruch, Translation, Early Documents by R. H. Char-
Lipsiae, 1885, II, pp. 31-346) les, London, 1918)
15
18
ANDREA DANDOLO
Chronica Estensa (ed. E. Pastorello, Citt di Castello, 1938-1958 [RIS Apocalypsis Danielis
12/1]). (L'Apocalypse arabe de Daniel, publie, traduite et annote par F. Ma-
64 der, Revue de l'Histoire cles Religions, 49 [1904])
279, 20-23 : 20 36, 152
151 : 44-45 274: 38
309-316: 112
 fl
228 FONTI FONTI 229

Apocalypsis Heliae Coptica Apoc. Meth. Gr. C (lstrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 67-74)
(Die Apokalypse des Elias, ed. G. Steindorff, Leipzig 1899 [Texte und 23
Untersuchungen, 17, 3]) 71 : 55
18 72 : 84
30, 5: 97 73, 6: 116
Apocalypsis Esdrae Arabica Apoc. Meth. Gr. E (lstrin, Otkrovenie, cit., 1898, l, II, pp. 145-150)
28 23, 90, 95
145-146: 85
Apocalypsis Esdrae Svriaca 146 : 84, 85, 86
(L'Apocalypse d'Esdr;_s touchant le royaume des Arabes, Revue Smiti- 147 : 84, 85, 86
que, 2 [1894], pp. 242-250 e 333-346) 147-148: 86
18, 36 148: 87
Apocalypsis IV Esdrae 148-149:87
149: 88
(Die Apokalypsen des Esra ~md des Baruch in deutschner Cesta/t edd 149, 11: 196
Br. Violet- H. Gressmann, Berlin 1924 [CCS 32]) ' .
18, 87 149, 36-38 : 194
149-150: 88
Apocalypsis Leonis = Leo presb. const. Apoc. Me t h. Gr. Interp. (H. Schmoldt, Die Schrift Vom Jungen Daniel
und Daniels letzte Vision, Dissertation, Hamburg 1972, pp. 280-282)
Apocalypsis Methodii Craeca
280 : 113
(V. Jl.:1. Is_tri~, Ot~_rov~n_ie Me(odija Patarsakago i Apokrificeskija Videnija
Danz1la 1 Vlzantl]SkOJ 1 Slavtano-Russkoj Literaturach, Ctenia v Impera- Apocalypsis Methodii Latina
torskomi Obsestvi Istorii i Drevnostcij Rossijskich pri Moskovskomi Apoc. Meth. Lat. A (E. Sackur, Sibyllinische Texte und Forschungen,
Universitety, 1897, 4, l, pp. 5-74; 1898, l, II, pp. 145-155) Halle A. S. 1898 [rist. anast. Torino 1963], pp. 188-201)
XIII, XIV, 2, 20, 21, 22, 23, 28, 30, 35, 36, 38, 41, 56, 62, 63, 64, 76, 80, 81, 27-31: 92
111, 124, 125, 136, 137, 141, 142, 149, 151, 152, 154, 169 80, 88: 22
Apoc. Meth. Gr. A (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 5-50) 89, 91 : 83
91, 92, 103 91-92: 116
20, 20-21, 16: 189-190 93 : 22
22, 15: 191 93-94: 87, 124
26, 6: 22 94: 85
33: 55 Apoc. Meth. Lat. B (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, l, pp. 75-83)
35, 9 : 22 81-82: 116
40-43: 83
Apocalypsis Methodii Slavica
40, l : 16
Apoc. Meth. Slav. A (lstrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 84-100)
44: 116
23, 76
44, 14: 22
Apoc. Meth. Slav. B (Istrin, Otkrovenie, cii., 1897, 4, l, pp. 107-114)
45 : 188
23, 76
45-46: 124
Apoc. Meth. Slav. C (lstrin, Otkmvenie, cit., 1897, 4, I, pp. 115-131)
46, 6-47, 9: 194-195
23, 76
47: 85, 187
Apoc. Meth. Gr. B (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, t, pp. 51-66) Apocalypsis Methodii Ceca (N. M. Petrovskij, K'istorii 'Otkrovenia Mefodija
63, 11: 116 Patarskago' v zapadno-slavjanskich literaturach, <dzvcstija Otdela Rus-
64 : 87 skago Jazyka i Slovesnosti, 14, 3 [1909], pp. 75-94)
64,20: 191-192 23
64, 24: 191-192
64, 25-66, 8 : 194 Apocalypsis S. Andreae Sali = Nicephorus presb.
65 : 85 Apocalypsis S. Iohannis Theologi (C. Tischendorf, Apocalypses Apocryphae,
65, 19: 197 Leipzig 1866 [rist. anast. 1966], pp. 70-94; trad. it.: M. Erbetta, Gli Apocri-
65, 20: 198
 r
230 FONTI FONTl 231

ti del Nuovo Testamento, III: Lettere e Apocalissi , Torino 1969, pp. BASILIUS IMP .
409-414) Exhortati onwn capita sexaginta sex ad Leonem filiwn (PG 107, cc.
18, 87 XXI-LVI)
Apocalyps is Thomae (F. Wilhelm, Deutsche Legende und Legendare , Leipzig XLIX A : XIX
!907, pp . 40''-42''; trad. it.: M. Erbetta, Gli Apocrifi del Ntwl'o TestameiZ- Basilogra phus = Vaticinium Sibille Erithee
to, III: Lettere e Apocaliss i, cit. , pp. 387-392) BENEDIC TUS A BURGO S. PETRI VEL PETROBU RGENSIS (Benedict of
18
Peterboro ugh) 1 f th
Apocalyps is Zorobabel is Hebraica (A. Jellinek, Bel ha-Midras ch , Leipzig Gesta regis Henrici Il et Rhardi l (W. Stubbs, The C1uomc e o e
1853-1871, II, p. 57) Reigns o{ Henry II. cmd Richard I. A.D. 1169-1102, London 1868-71)
87 68
ARAK'EL ANEC'I (Arakhei di Ani) Il, 51-53 : 66
Vita metrica di s. Nersete (BHO 802 ; Historia vitae mortisque viri Dei S. Il, 52-53 : 30, 118
Nersetis Magni, Constanti nopoii 1737, pp. 223-243) B iblia Sacra
136 Gen . 11, 7 : 120
ARAK'EL BALYSEC'I (Arakhel di Bals) 35, 11 : 52, 73
Lamento per la capitale Stambul (H. A. Anasjan, Haykakan albyownze r 49, 16-17 : 194
Byowzand iaji ankman masin - Anniansk je istob1iki o padenii Vi zantii 49, 17: 142
[Le fonti armene sulla caduta di Bisan~io], Erevan 1957, pp. 64-73) 49, 18: 195
64-73 (trad . russa 129-140): !50 Deut. 32, 29: 134
32, 30: 85
ARETHA CAESARI ENSIS 32, 42: 130
Commenla rius in Apocalyps in (PC 106, cc. 493-785) 33, 22: 142
605 D: 142 I Reg. 19, 18 : 72
632 A: 142 II Reg. 6, 16: 72
709 A : 142 III Reg. 4, 25: 134
Assumptio Moisis IV Reg. 15, 37 : 147
(R. H. Charies, The Apocryph a and Pseudoepi grapha of the 0/d Testa- II Par. 12, 12 : 83
meni, li: Pseudoepi grapha, Ox[ord 1973, pp . 407-424) 29, 10: 83
153 30, 8: 83
l Esdr. 10, 14 : 83
AUGUSTI NUS (Aurelius A.) II Esdr. 13, 24 : 120
De civitate Dei (edd. B. Dombart- A. Kalb, Turnholti 1955 [C.Chr., s .I. Esth. 13, 6: 56
XL VJI-XL VIII]) l Macc. 7, 17 : 196
XVlll, 23, 1-27 : 19 Ps. l, 6: 132
BAHA'AD-DIN IBN SHADDAD 8, 7: !54
An-Nawad ir as-sultani yya wa I-mahasin al-yusufiy yia (Recueil des histo- 67, 32 : 124, 191
77, 65 : 125
riens des Croisades, C: Historiens Orientawc , III, Paris 1884; trad. it. : F.
Gabrieli, Storici arabi delle Crociate, Torino 1957, pp. 85-109, 180-85, 78, 3: 132, 196
188-91, 195-96, 199-200, 202-10, 211-19, 231-37) 102, 9: 134
199-200 (Gabrieli) : 117-118, 118 111, l: 154
Prov. 8, 15-16 : 86
BARTHOL OMAEUS DE APONE (Bartolom eo di Giano) 12, 26 : 132
Epistola de crudelitat e Turcorum (PG 158, cc. 1055-1068) lob 9, 26 : 131
1066 c : 31 Amos 9, 15: 134
Epistola ad priorem Sancti Joha11nis Hierosoly mitani (Anchienn es c ronic- Mich . 4, 4 : 134
ques d 'Engleterr e par Jehan de Wavrin, seigneur de Foreste/, choix de Ioel 2, 10 : 131
chapitres indits annots et publis ... par M 11 Dupont, II, Paris 1859) Nahum l , 5 : 131
Il : 31
232 FONTI
----------------
FONTI
-------~-----------------------
233
!sai. 7, l : 147 Mare. Y, 34: 82
9, 20: 131, 132 10,31:82
11, 12: 134 13, 1-32: 3
13, 10: 85, 187 13, 17: 88, 187
13,18:130 13, 22: 192
24, 23: 85, 187 13, 24: 83, 85, 187
43, 24: 120 16, 15: 190
66, 18: 120 Luc. l, 26-33: 81
Ierem. 8, 16: 142 10, 13: 142
14,16:196 13,30: 82
32, 41: 134 18, 8: 131
Ezech. 14, 13: 176 21, 5-32: 3
14, 15: 176 21, 23: 88, 187
14, 21: 176 Ioann. l, 14: 81
20, 34: 134 5, 43: 194
20, 41: 134 10, 28-29: XI
32, 7: 85 11, 33: 55
37,7: 187 19, 2: 86
38, 6: 116 Act. 2, 11 : 122
38, 15: 116 Rom. 14, Il : 120
39,2:116 I Cor. 7, 31 : XI
Dan. 2, 44: 152 10, 11 : VIII
3, 4: 120 14, 14: 120
5, 19: 120 15, 20: xx
6, 25: 120 15, 20-28: 154
7, 1-7: 103 15, 24: 79
7, 1-28: 152 Philipp. 2, 11 : 120
7, 2: 96 Il Thess. 2, 14: 22
7, 7: 190 2,1-5:195
7, 8: 82 2, 3: 124, 190
7, 15: 120 2, 3-8: 190
7, 17: 96 2,6:170
10, l : 82 2,7:190
10, 11 : 81, 96 2, 8: 190
10, 19: 79 2, 9: 195
12, 1-4: XIV 2, 9-10: 195
Matth. l l, 23: 142 2,10:194
19, 30: 82 2,10-12:194
20, 16: 82 II Tim. 3, 1-5: 179
24, 1-35: 3 I Ioann. 2, 18: 132
24, 14: 190, 191 2, 22: 87
24, 15: 35 Iudae 18: 124
24, 19: 88, 187 Apoc. 5, 9: 120
24, 24: 192 6, 12-13: 85, 187
24, 29 : 83, 85, 187 7, 4-17: 141
24, 32: 48 7, 9: 120
27, 29: 86
10, 11 : 120
28, 20: 187 11 , 19: 120
 234 FONTI FONTI 235
12,3:82 De tempore Antichristi (ed. Verhelst in Adso Dervensis. De ortu et tempore
12, 5: 50 Antichristi, cit., pp. 129-137)
12, 9: 51 134, 82-136, 126: 125
13,7:120
14, 6: 120 DIONIGI DI TELLMAHRE
17, 15: 120 94
BURCHARDUS DE MONTE SION vedi BROCARDUS TEUTONICUS DIONYSIUS HALICARNASSENSIS
Antiquitates Romanae (ed. C. Jacoby, I-V, Leipzig 1885-1925)
BROCARDUS TEUTONICUS (ve! BURCHARDUS DE MONTE SION ve!
GUILLELMUS ADAM) 153
Directorium ad passagium faciendwn (Recueil des historiens des Croisa- DOROTHEUS MONEMBASIENSIS
des, F.: Documents Armniens, II, Paris 1906, pp. 365517) Chronicon (Venetiis 1637)
119, 120 59
367-370 : 119
513-514: 120 DUCA (MICHAEL?)
Historia Turco-byzmztina (Ducas, !sturi a Turco-bizantina [l 341-1461}, ed.
Chronicon Moreae V. Grecu, Buuresti 1958; ed. L Bekker, Bonnae 1834 [CSHB ~6]; pp.
(Chronique de More, ed. J. Longnon, Paris 1911; T il xp~vtxv 1:o M~pcuc;, 311-379 ed. Grccu parti m rursus ed. Pertusi, La caduta di Costmztmopolz,
ed. P. Kalonaros, Athenai 1940). II: L'eco nel mondo, cit., pp. 162192)
18 (Longnon), 38-39 (Kalonaros): 9, 58, 67 XII
Chronico11 Paschale 39, 18: 126
(ed. L. Dindorf, Bonnae 1832 [CSHB 7-8]; PC 42, cc. 691023)
IO Epanagoge
(J. et P. Zepos, Jus graeco-romanum, VI: Epanagoge aucta [ed. Zacha-
517 (Dindorf): 13
520 (Dind.) : 70 riae], Athenis 1931)
527528 (Dind.): 14 XIX

CLAUDIANUS (Claudius C.) EPHRAEM SYRUS .

40, 153 In adventum Domini et de consummatione saeculi sermones (Sanctz
Ephraem Syri opera omnia quae exstant graece et latine, ed. J. S. et E. S.
Carmina (ed. Th. Birt, Berolini 1892 [MGH, Auct. A11t. X])
Assemani, II, Romae 1743, pp. 222-230; III, Romae 1746, pp. 134-143)
V (In Rufinum liber secundus), 110: 40
XXVI (De Bello Pollentino sive Gothico, 419: 40 142
Sermo II de fine extremo (Sancti Ephraemi Syri hymni et sermones,
CONSTANTINUS IMP. Malines 1882-1902, III, pp. 187-212)
Oratio ad Sanctorum Coetum (apud L A. Heikel, Eusebius Werke, I: 9-13: 142
Uber das Leben Constantins, Constantins Rede an die Heilige Versam
mlung, Tricennatsrede an Constantin, Lipsiae 1902 [GCS 7], pp. 151-192 EUGENIUS PANORMITANUS
18: 19 19, 64, 67, 75
vedi anche Vasilographus (Liber)
CONSTANTINUS MANASSES
EVLIY CELEBI ., .
Synopsis Historica (ed. L Bekker, Bernae 1837 [CSHB 27/1]) Seyahtnimze (Istanbul 1895-6; trad. fr.: H. Turk~va, Le sze~e de C~nstantz
I, 495-496: 14
nople d'aprs le Seyahtnc1me d'Evliya Celebz, Byzantmoslavica, 14
CRITOBULUS IMBRIOTA = Michael Critobulus [1953])
10: 32, 33
Daniel monachus = Vaticinium Danielis monachi
EURIPIDES ..
Descriptio cuiusdam sapientis de Antichristo (cd. Verhelsl in Adso Derven- Iphigenia Taurica (Euripidis Fabulae, ed. M. Platnaver, Oxonu 1938; ed.
sis. De ortu et tempore Antichristi, cit., pp. 33-49) D. Sansone, Lipsiae 1981)
46, 117-147, 131: 125 73 : XVII, XVIII, 48
 236 FONTI
FONTI 237
EVSEBIUS CAESARIENSIS
IX, XIX II, 99 (Bekk.) : 162
Chronicon (R. Helm, Eusebius Werke, VII: Die Chronik des Hieronymus, II, 138 (Bekk.) : 44
Berlin 1956' [GCS 47])
153 GEORGIUS HAMARTOLUS = Georgius Monachus

EUSTATHIUS THESSALONICENSIS GEORGIUS KLONTZAS

Chronicon ( = Mare. Gr. VII, 22)
De expugnatione Thessalonicae (Eustazio di Tessalonica, La espugnazio- 12, 90
ne di Tessalonica, ed. S.T. Kyriakides, Palermo 1961 [Istituto Siciliano di
Studi Bizantini e Neoellenici: Testi e Monumenti, Testi 5]) GEORGIUS MONACHUS
58 : 49 Chronicon (ed. C. De Boor, l-II, Lipsiae 1904 [Teubn.]; PC 110, cc.
140: 47 41-1033)
EUSTRATIUS PRESE. II, 499: 15
Vita
3
Eutychii Patriarchae Cmzstantinopolitani (BHG 3 657; AA. SS. Aprii. GEORGIUS PACHYMERES p l l . ( d I Bekker I-II Bonnae 1835
! , LI-LXX = PC 86, cc. 2273-2390) De Michaele et Andronzco a aeo ogzs e . . ' '
2297 D : 18 [CSBH 34-35]; PC 143, cc. 443-996 et 144, cc. 15-716)
EVAGRIUS SCHOLASTICUS I,18:40
VI, 24: 68
Ristori a Ecclesiastica (L. Parmentier- J. Bidez, Evagrius. The Ecclesiasti-
ca/ History, London 1899, Amsterdam 1964'; PC 86, cc. 2416-2885)
III, 41 : 14 GEORGIUS PISIDES
t. m Sanctae Cruczs _ . d"1 Pisidia Poemi ' I: Panegirici
. (G"wrgw
.r~stztu
]
In
epzcz, zonePertus1,. Ett a l 1959 [Studia Patristica et Byzantina, 7 ' pp.
ed. A.
Evangelium XII Apostolorum
230-237)
(J. Rendcll Harris, The Gospel of the Twelve Apostles, ll'ith the Apocalyp- 140
ses of each of them ... , Cambridge 1900; trad. it.: M. Erbetta, Gli Apocrifi 47: 91
del Nuovo Testamento, III: Lettere e Apocalissi, cit., pp. 431-440 49: 91
18
62 : 91
FLAVIUS CRESCONIUS CORIPPUS
S SCHOLARIUS (Gennadius II, Patr.)
In laudem fustini Augusti minoris (edd. S. Antes, Paris 1981; U. J. Sta GEORGIU
Opera Omnia (L. Petlt, l e_n"d'es, M . Jugic ' Oeuvres compltes de
. X. S'd'
che, Berlin 1976; Av. Cameron, London 1976)
IV, v. 283: X Gennade Scholarios, 8 voli., Pans 1929-1936)
I (1928), 184, 20-21 : XI
FLAVIUS JOSEPHUS = Joseph Flavius 211, 14-15: XI
II (1929), 16, 30-32: VIII-IX
GENNADIUS II, PATR. = Georgius Scholarius
III (1930), 94, 27-28 : XI
GEOFFROY DE VILLEHARDOUIN 283, 15-16: XI
La conquete de Constantinople (ed. E. Farai, Paris 1938-1939 [Classiques 287, 8 : 62
de l'histoire de France au moyen age, 19]) 287, 25-288, 10: XI
8, 67 IV (1935), 217, 39-40: XI
II, 116-117: 9 219, 6-7: XI
II, 222: 58 222, 11-20: XI
GEORGIUS CEDRENUS 508-512: 61
511, 18-512, 10: IX
Synopsis historiarum (ed. I. Bekker, Ceorgius Cedrenus, Ioannis Scylit-
zae Opera I-II, Bonnae 1838-1839 [CSHB 4-5]; PC 121, cc. 24-1165 et 122, GEORGIUS SPHRANTZES , ii" 14011477 pp
l o, 157, cc. 9-368])
Chronicon (V. Grecu, Georgius SphrantzMes, Ta -~a Mwevlts~ni Chron,ico~
I, 495-496 (Bekker) : 14 A Pseudo-Phrantzes: acarn ' .
I, 556 (Bekk.) : 6 1-147. In nexa - f 1966 pp. 94-104 ed. Grecu partlm rur:
II, 63 (Bekk.) : 59 1258-1481,
sus ed. A. pp. 14~-SL91'a ca
Pertus1, Budcu/re~/
u a Costdntinopoli, I: Le testimonimzze dez
II, 97 (Bekk.) : 161 contemporanei, Milano 1976, pp. 216-224)
XII
 f

238 FONTI FONTI 239

Gesta Francorum et aliorum Hierosolimitanorum IBN HANBAL (Ahmad Ibn Mansur Ibn Hanbal)
(Histoire anonyme de la premire Croisade, ed. L. Brhier, Paris 1924 AshG.b al-had!t
[Classiques de l'histoire de France au moyen age, 4]) V, 232: 28
29 .
122-124: 30 IBN KEMAL
Tevd1.rich-i 0.1-i 'Osman (Storia della dinastia di Osman) (ed. S. Turran,
Gesta Regis Henrici II et RiLardi l = Benedictus a Burgo S. Petri Ankara 1954-1957; pp. 53-58 trad. it.: Pertusi, La caduta di Costmztinopo-
li, l: Le testimoniarz;:.e dei contemporanei, cit., pp. 458-467).
GRIGOR ERC' (Gregorio Prete) 461 (Pertusi) : 32
Cronaca (Recueil des historiens des Croisades. Documents tzrmniens I
Paris 1869 [rist. anast. Farnbourg 1967]) ' ' JOACHIM ABBAS FLORENSIS
193: 137 18, 64, 65, 129, 203, 208
Liber Figurarum (L. Tondelli, Gioacchino da Fiore. Il libro delle Figure,
GUILLELMUS ADAM vedi BROCARDUS TEUTONICUS I: Introduzione e commento, II: Testo e tavole, Torino 1940)
64
GUNTHERUS PARISIENSIS
Tav. XIV: 65
Historia captae a latinis Constmtinopoleos (cd. P. Riant, Exuviae sacrae vedi anche Vaticinia sive prophetiae ...
constantinopolitanae, I, Genevae 1877, pp. LXVI-XCIV et 57-126; PL 212,
cc. 223-256) JOANNES DE RUPESCISSA (Jean de Roquetailladc)
67 Vademecum in tribulatione (in Appendix ad Fasciculum rerum ex.peten-
112 (Riant), 249 BC (PL) : 9, 58 darum et fugiendarwn prout ab Orthuino Gratio ... Editus est Coloniae ...
1535... una cum appendice ... cura et studio Edwardi Brown, impensis R.
HAYMO HALBERSTATENSIS (ve! Antissiodorensis?) Chiswell, 1690, pp. 494 ss.
Expositio in epistolam secundam ad Thessalonicenses (PL 117, cc. 7
777-784)
779 D-780 A: 141 JOANNES CHRYSOSTOMUS
170, 171
HESYCHIUS MILESIUS In epistolam secundam ad Thessalonicenses commentarius (PC 62, cc.
Historiae (C. Mliller, Fragmenta Historicorum Graecorum, IV [1885], pp. 467-500)
1~3-155; Th. Preger, Scriptores Originum Constantinopolitanarum, I, Lip- Hom. IV, 11 (c. 485): 190, 191
siae 1901, pp. 1-18; F. Jacoby, Fragmenta Graecorum Historicorum n
390 [338]) . ' . JOANNES DIACONUS
150-151 (Mliller), 10,7-11,5 (Preger), III B 270 (Jacoby): 10. Chron. ven. (G. Monticolo, Cronache veneziane antiquissime, I, Roma
1890 [FS! IX], pp. 59-171)
HIERONYMUS 109 : 44
142
JOANNES MALALAS
Chronicon (R. Helm, Eusebius Werke, VII: Die Chronik des Hieronvrnus Chronographia (ed. L. Dindorf. Bonnae 1831 [CSHB 24], [=PC 97, cc.
Berlin 1956' [GCS 46]) - '
153 65-717])
10, 54
IBN AL-ATHlR ('Izz al-Din Abu'l-Hasan 'Ali Ibn al-Athir) 319-320 (Dindorf): 14
Al KG.mil 321-322 (Dind.) : 70
161
JOANNES SARESBERIENSIS
IBN 'ABD AL-HAKAM Policratici sive de nugis curialium et vestigiis philosophorum libri VIII
Futuh Misr (Ed. C. C. Tonev, New Haven 1922) (ed. Cl. C. I. Webb, I, Oxonii 1909)
32 - 97-98 : 62
257 : 26
JOANNES SCYLITZES
IBN 'ASAKIR ('Ali Ibn al-Hasan Ibn 'Asi.kir) Synopsis historiarum (ed. l. Bekker, Georgius Cedrenus, Joannis Scylit-
Arba'in fz 'L-igtihG.d fz iqG.mat al-gihad zae Opera, Bonnae 1839 [CSHB 5], II, pp. 43-638)
III, 288: 26 157-158, 162
240 FONTI FONTI 241

JOANNES TZETZA XII, 126

Chiliades (Th. Kiessling, Joam1is Tzet(.ae historianmz variarum chi/ia. II, 159-160 (Dark6) : 127
des, Lipsiae 1826) II, 169 (Dark6) : 7
IX, 617: 122
IX, 649-650: 55, 68 I.AZAR P'ARPEC'l (Lazzaro di Pharp)
IX, 662-663 : 68 Storia dell'Armenia (V. Langlois, Collection cles historens anciens et
modernes de l'Armenie, Il, Paris 1869, pp. 254-368)
JOANNES ZONARAS XIII: 136, 137
Epitome historiarum (ed. L. Dindorf, I-VI, Lipsiae 1868-1875 [Teubn.]; xv: 136, 137
edd. M. Pinder- Th. Bi.ittner-Wobst, I-III, Bonnae 1841-1897 [CSHB
47-49]; PC 134, cc. 40-1414 et 135, cc. 9-326) I.ERUBNA URHAYEC'I (Lerubna di Edessa)
158, 162 Storia di Abgar (V. Langlois, Collection des historiens anciens et moder-
XIII, 3: 14 nes de l'Armenie, I, Paris 1867, pp. 314-331)
XIII, 3, 5: 70 Vll/: 136
XIII, 3, 24: 71 LEO IMP.
III, 274 (Bi.ittner-Wobst): 6 Problemata (ed. A. Dain, Paris 1935)
JOSEPH GENESIUS III, 7: 40
(ed. C. Lachmann, Bonnae 1834 [CSHB 46]; PC 109, cc. 992-1156) IV, 3: 40
71-72 (Lachmann): 44 XI, 25: 40
Tacticae Constitutiones (PC 107, cc. 672-1093)
JOSEPHUS FLAVIUS XVIII, 80: 40
Antiquitates Iudaicae (ed. S. A. Naber, l-IV, Lipsiae 1888-1896 [Teubn.])
IX LEO PRESB. CONST.
Visio (vel Apoca/ypsis Leonis ve! De fine mundi homilia) (BHC 3 1871a,
ISIDORUS CARDINALIS RUTHENUS V (lsidoro di Kicv) Auct. 1871"; R. Maisano, L'Apocalisse apocrifa di Leone d Costantinopo-
Epistola ad Bessarionem (G. Hofmann, Ein Brief des Kardinals Isidor li, Napoli 1975)
von Kiew an Kardinal Bessarion, <<Orientalia Christiana Periodica, 14 39, 47
[1948], pp. 405-414; partim rursus cd. Pertusi, La caduta di Costantinopo- 33-41 : 39
li, I: La testimoniam.a dei contemporanei, cit., pp. 64-80). 39-40: 48
70, 74-76 (Pertusi): 18, 53, 126 67-112 : 39
KARAMANI 70-71 : 48, 49
94 88 : 82
89: 126
KHODJA SA'D ED-D!N 93 : 87
TO.dj al-TewO.rfch (Il diadema delle storie) (ed. in Tarfch, lstanbul 95 : 88: 187
1861-1863, I, pp. 416 ss.; trad. it.: Pertusi, La caduta d Costantinopoli, II: 117-120: 39
L'eco nel mondo, cit., pp. 282-289) 125 : 48
286, 142-143 (Pertusi) : 29 x. l: 55
LACTANTIUS (Lucius Caecilius Firmianus C.) LEONARDUS CHIENSIS
Divhzae Insttutiones (ed. S . Brandt, Vindobonae 1890 [CSEL 19]) Epistola ... ad beatissimum dominum nostrum Nicolaum Papam Quin-
VII, 19, 9: 19 tum [de urbs Constantinopoleos captivitate] (Ph. Dethier, Monumenta
VII, 20, 2: 19 Hungarae Hstorica, XXX, 7, pp. 553-616; PC 159, cc. 923-944; partim
VII, 24, 12: 19 rursus ed. Pertusi, La caduta di Costantinopoli, l: Le testimonianze dei
LAONICUS CHALCOCONDYLA contemporanei, cit., pp. 124-170).
Historiarum Demonstrationes (E. Dark6, Laonic Chalcocondylae Histo- 926-927 A (Migne): 7, 16-17, 17, 18, 19, 53, 129, 135, 149
riarum Demonstrationes, I-II, Budapestini 1922-1927; ed. I. Bekker, Bon- Leonis Sapientis Aenigmata
nae 1843 [CSHB 6]; PC 159, cc. 13-556; II, pp. 147-167 ed. Dark6 partim (ex Cod. Paris. Colbert. Gr. 5104, in Du Cange, Clossarium mediae et
rursus ed. Pertusi, La caduta di Costantinopoli, II: L'eco nel mondo, cit., infimae graecitatis)
pp. 196-227) 1012 : 54
242 FONTI FONTI 243

L'estoire des Eracles empreur et la conqueste de la terre d'autremer Menae patricii cw11 Tlwma referendario de sciellfia politica Dialogus
(Recueil des historiens des Croisades, A: Historiens Occidentaux I Paris (cd. C. M. Mazzucchi, Milano 1982)
1844) ' '
XIX
155-156 : 117
MICHAEL CRITOBULUS
Liber de swnmis pontificibus = Vaticinia sive prophetiae ... Historianmz libri quinque (Critohuli Imhriotae Historiae, ree. D. R.
LIUDPRANDUS Reinsch, Berolini el Novi Eboraci 1983; V. Grecu, Critobuli Imbriotae De
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SlS opera, cd. J. Beckcr, Hannoverac et Lipsiac 1915 3, pp. 175-212 [JvfGH,
137-157 ed. Grecu partim rursus ed. Pertusi, La caduta di Costalllinopoli,
Scnpt. rer. Genn. in uswn schol., 41]) II: L'eco nel mondo, ci t., pp. 230-251)
39: 62, 63, 112-113 XII
MARCUS MICHAEL GL YKA
Chronicon . Venetwn ab origine ad a. 1266 (ex. cod. Mare. XI, 124 [n" Chronicon (ed. I. Bekker, Bonnae 1836 [CSHB 18]; PC 158, cc. 28-624)
6802]; partJm ed. in Archivio Storico Italiano, 8 [1845], pp. 257-267 248-249 (Bekkcr): 14
n~~) , MOROSINI PAOLO = Paolo Morosini
54, 56, 68, 69, 75
ff. 78~"-79': 70-73 MOUSES XORENAC'I (Mos di Chorene)
Storia dell'Armenia (Mo"ise de Khorne, Histoire d'Armnie, textc arm. el
MARIN SANUDO TORSELLO trad. fran. par P. E. Le Vaillant de Fioriva!, Il, Venice 1841; Langlois,
Liber secretorum fideliwn Crucis (Bongars, Gesta Dei per Francos, II, Collection des historiens anciens et modenzes de l'Anne11ie, II, cit., pp.
Hannoverae 1611) 46-175)
119 II, 33: 136
203-204 : 20, 64 III, 16:136
MATT'EOS URHAYEC'I (Matteo di Edessa) III, 20-21 : 146
Cronaca (Recueil des historiens des Croisades. Docwnents armniens I III, 24: 136
P~ris 1_869 [rist. ?r:ast. Farnbourg 1967]; ed. Ed. Dulaurier, Bibliothdu~ III, 27: 136
Hzstorzque Armemenne, Paris 1858) III, 29-30: 136
24 (Recueil) : 137 III, 33 : 136
84: 140 III, 36-37: 136
88: 145 MUNTAHAB KANZ AL-'UMMAL
MATTHAEUS CIGALA CYPRIUS VI, 9-10: 28
De sepulcro Costantini Magni narratio (Id., Nova variarum historiarum VI, 12 : 26
synopsis, Venetiis 1637) VI, 20-21 : 27
58, 59 VI, 21 : 28
VI, 43: 28
MAURICIUS IMP. VI, 51-52: 27
Strategi~on (G. T. Dennis- E. Gami!lscheg, Das Strategikon des Mauri-
kws, Wzen 1981 [CFHB 17]; ed. H. Mihaescu, Buuresti 1970) Narratio de Sancta Sophia
Pr.: 40 (Th. Preger, Scriptores Originwn Constantinopolitanarum, l, Lipsiae
III, 5: 40, 1901 [Teubn.], pp. 74-108)
IV, l: 40 27: x
XI, Pr.: 40 NESTORE ISKINDER
XI, 3: 40 Povest' o Car'grade (Racconto di Costanti11opo/i) (ed. Archim. Leonid, in
MEHEMED NESRI Pamiatniki drevnej pis' memwsti i iskusstva, XI, St. Petersburg 1886)
Kitab-i-Djihim-nwna (Libro che descrive il mondo) (edd. F. R. Unat et M. XIV, 16, 76, 113, 126
A. Kiymen, l-II, Ankara 1949-1957 [Turk Tarich Kurumu]; trad. it. 2-3: 11-12, 13, 15
delle pp. 686-702 in Pertusi, La caduta di Costantinopoli, JJ: L'eco nel 17, 11. 296-297 : 24
mondo, cit., pp. 261-266) 19, ll. 334-338 : 24
706 : 29
244 FONTI FONTI 245

40, Il. 972-975 : 24 NICOLAUS MESARITES

40, Il. 977-1010: 77-80 Epitaphius in fratrem (A. Heisenberg, Neue Quel/en zur Geschichte des
Lateinischen Kaisertums und der Kirchenunion. l. Der Epitaphios des
NICEPHORUS GREGORAS Nikolaos Mesarites auf seinen Bruder lohannes, S.B. der Bayer. Akad. d.
Byzantinae Historiae Libri XXXVII (I-II: ed. L. Schopcn, Bonnae Wiss., Philos.-Phil. u. Hist. Kl. 1922, 5, Mi.inchen 1923)
1829-I830 [CSHB 30-31]; III: I. Bekker, Bonnae 1855 [CSHB 32] (= PG 44 : 58
148, cc. I20-I44 et 149, cc. 9-501])
XII NICOLAUS SAGUNDINUS
Oratio ad regem Alfonsum (V. V. Makusev, Monumenta Historica Slavo-
I, 463 (Schopen) : 59
rum Meridionalium Vicinorumque Populorum, I, Varsaviac I874, pp.
NICEPHORUS PATR. 295-306: N. Jorga, Notes et extraits pour servir l'histoire des Croisades
au XV sicle, Paris I902-1915, III, pp. 316-323; parti~ rursus ed. Pertusi,
Synopsis Chronccm (C. de Boor, Nicephori arclziepiscopi constantinopo-
La caduta di Costantinopoli, II: L'eco nel mondo, cl/., pp. I28-I41)
litani Opuscula historica, Lipsiae 1880 [Tcubn.], pp. 79-135; PG 100, cc.
1001-60) 132, 68-73 (Pcrtusi): 32
40, 2 (de Boor) : 92 NICOL BARBARO .
Giornale dell'assedio di Costantinopoli (Giornale dell'assedio di Costantz-
NICEPHORUS PRESB. nopoli [1453] di Nicol Barbaro P. V. corredato ~i note e documenti, c~.
Vita s. Andreae Sali (BHG 3 117; AA. SS. Mai i VJ 3, cc. 4'"'-I 02'' = PG 111 E. Cornet, Vienna 1856; partim rursus ed. Pertus1, La caduta dz Costantz-
cc. 625-888) ' nopoli, I: Le testimonianze dei contemporanei, cit., pp. 8-38)
cc. XXV-XXVI = Visio s. Andreae Sali (ed. etiam: The Andrea Salos 51 (Cornet), 29-30 (Pertusi) : S-6, 54, I 27
Apocalypse, Greek Text, Translation and Commentary by L. Ryden, 36 (Cornet), 26 (Pertusi) : 7
Dumbarton Oaks Papers, 28 [I974], pp. 201-214; A. Vasiliev, Anecdota
graeco-byzantina, Mosquae 1893, pp. S0-58) Oracula Leonis
39, 46, 169 (PG 107, cc. 1129-1140; N. A. Bees, DEpl -ccv lo--copT]J.J.vou XPTJO"J.!.Ooyl~u, -:~~
201 (Ryden): IX, XVII xpa.-t~l<"~S B~~~ofr-ipn}<; -co BEpolvo" [Codex Gr~e~us fol. 62 .= 297] xa.~ -cc"
201-202 (Ryd.): XI puo -co Mcx.pi.J.cx.pwi.J.vou Ba.o-~Lii, ByzantJmsch-NcugnechJsche J ah-
51 (Vasiliev): 43-44, 84 rbiicher, 13 [1936-1937])
53 (Vas.): 84, 100, I88, 192 XIII, 6, 13, 20, 59, 70, 75, 112, 154, 172
54 (Vas.): 43-44 I-II: 12
54-55 (Vas.): 86, 183 IV, l : 122
55 (Vas.): 183 IV, 3: 56, 57
202 (Ryd.): XVII x: 17, 24, 53, 126, 147
207 (Ryd.): XVII XIII: 125
XIII, 5: 87
NICEPHORUS URANUS
Oracula Sibyllina
Tactica (A. Dain, La "Tactique" de Nicphore Ouranos, Paris 1937) (A. Kurfess, Sibyllinische Weissagungen, Nordlingen 1951)
51 : 40
XIII, 8-19, 19, 153
NICETAS CHONIATA VIII: 50, 126
Historiae (l. A. v an Dicten, I, Berolini et Novi Ebmaci 1975; I. Bekker, Oracula Theophili presbyteri romani . . ._ .. . ..
Bonnae 1835 [CSHB 33]; PG 139, cc. 320-1057) , (V.M. Istrin, Otkrovenie Mefodija Pa~a~skago z apokrz{lc~skZJCI vzdem]a
608, 61-609, 72 (van Dicten): 58 Daniila i vizantijskoj i slaviano-russkoJ lzteraturach , C:tema v lmpe:ato~
651, 32-57 (van Dieten): IO, 11 skomi ObSestvi Istorii i Drevnosteij Rossijskich pri Movskovskom1 Um-
41, 10-13 (Bekker) : 59 versitcty, 1897, II, pp. 319-320)
169, 93-99 (Bekk.) : 59 54
222, 68-70 (Bekk.) : 59
351, 72-73 (Bekk.): 59 Oratio Svmeonis ben Yochay Hebraica
353, 34-354, 47 (Bekk.): 59 (A. J~llinek, Bet ha-Midrasch, Lcipzig 1853-1877, IV, p. 124)
355, 8-15 (Bekk.): 59 87
 l
i

246 FO!\:TI FO~TI 247

PAOLO MOROSINI tiae 1979; C. Mi.iller, Fragmenta Historicorwn Graecorum, IV, [1885]. p.
Cr?naca (codd. Correr 1048, Correr 1952, Cicogna 2613 [2306]; cod. Paris. 99)
[B1bl. du Roi] 9955) Fr. 16: 40
Cod. Correr 1048, ff. 134-135: 75
Prochiron
Papalista = Vaticinia sive prophetiae ... (J. et P. Zcpos, Jus graeco-romamtm, VII: Prochiron auctum [ed. Zacha-
riae]. Athenis 1931)
Patria Conslantinopoleos
XIX
(Th. Pregcr, Scriptores Originwn Constantinopolitanarunz, II, Lipsiac
1907 [Teubn.ll PRUDENTIUS GALINDO EP. TRECENSI
':!, Il, 12, 54 Anna/es Bertiniani aa. 835-861 (ed. G. Waitz, Hannoverac et Lipsiac 1883
137, 3: 172 [MGH, Script. rer. Germ. in usum schol., 5], pp. 11-54; ed. G. H. Pertz,
142-143: 70 Hannoverae 1826 [MGH, SS I]. pp. 429-454)
176, 11-12: 8 434 (Pcrtz) : 44
178, 15-16: 8
PSEUDO-ALCUINUS
191, 13-22: IO Vita Antichristi ad Carolum Magmtm ab Alettino edita (ed. Verhelst, in
191, 14-15: 8 Adso Dervensis. De ortu et tempore Antichristi, cit., pp. 105-128)
191, 19: 8 122, 133-123, 147 : 125
206, 14-20: 10
206, 15-16: 8 PSEUDO-ANSELMUS
206, 16-17 : 8 Liber de Antichristo (ed. Verhelst, in Adso Dervensis. De ortu et tempore
268, 10-269, 2: 23 Antichristi, cit., pp. 153-166)
163, 77-164, 90 : 125
PAULINUS A VENETllS
Chronica Venetiarum (Cod. Vat. Lat. 1960) PSEUDO-AUGUSTINUS
20, 64 Sermo de Antichristo (ed. Verhelst, in Adso Dervensis. De urtu et tempo-
re Antichristi, cit., pp. 91-104)
P'AWSTOS BIWZAND (Fausto di Bisanzio) 101, 107-102, 122: 125
Biblioteca Storica (Langlois, Co/lection des historiens anciens et moder-
nes de l'Annenie, I. cit., pp. 201-310) Pseudo-Chrysostomus = Homilia de visione Danielis
135 Pseudo-Danie/ = Visio Danielis
IV, 3-7: 136 (2, 18, 20, 21, 22, 37, 53, 64, 67, 76, 77. 80, 141, 169)
IV, 12-13: 136
IV, 15: 136 P SEUDO-EPIPHANIU S
IV, 51 : 146 Senno de Antichristo (Armeniaca de fine temporum) (ed. G. Frasson,
V, 21-25: 136 Venezia 1976 [Bibliotheca Armeniaca, Tcxtus et Studia, 2])
129, 136, 137, 142, 148
PHILO IUDAEUS VI, Il. 294-299: 132, 148
Opera Onmia (edd. L. Cohn, P. Wendland, J. Rciter, Berlin 1896-1930) VII, Il. 324-335: 133, 148-149
XIX VIII, Il. 344 sgg.: 149
PHILOSTORGIUS VIII, Il. 367-368: 148
Historia Ecclesiastica (ed. J. Bidez, Lipsiac 1913 [CCS 21]; PC 65, cc. XV-XVII: 149
459-625) xv, 11. 772-777: 149
II, 9: 14 xv. 11. 802-8Q7 : 133
XVI, 11.838-839: 149
PLINIUS (Gaius P. Secundus) XVII, Il. 868-869 : 149
Naturalis Historia (ed. B. Mavhotl. 1-V, Lipsiae 1892-1933 [Teubn.]) xxx: 149
IV, 12, 24 : 52 .
XXX, Il. 1248-1254: 134
PRISCUS PANITES XXX, 11. 1269-1275: 134
By;:.antina Historia (Prisci Pcmitae FraRmenta, cd. Fr. Bornmann, Floren- XXXI, Il. 1299-1300: 131
 248 FONTI FONTI 249
PSEUDO-LEO IMP.
Seculare Sibyllinum
Oraculum de restitutione Constantinopoleos (PG 107, c. 1149; N. A. Bces, (A. Kurfess, Sibyllinische Weissagungen, Nordlingen 1951, pp. 170-182)
IlEpL 'tO L<T'toprHJ.vou XPTJO'J.!.o.oy(ou ~ XpO:'tLJ<"~ BL~.Loil1}x'r} 'tO BEpo.(vou 39
[Codex Graecus fol. 62 = 297] xa:t 'to ilpu.o 'to Ma:pJJ.a:pwJJ.vou
Ba:crL.L., Byzantinisch-Neugriechische J ahrbiicher, 13 [1936-1937], p. Septuaginta (Id est vetus Testamentum graec; iuxta LXX interpretes edidit
244 w Alfred Rahlfs, 2 voli., Stuttgart 1935, 1965 )
52, 69, 74 IX
PSEUDO-METHODIUS Sermo de Antichristo = Pseudo-Augustinus
Epstula de Antichristo (ed. Verhelst, in Adso Dervensis. De ortu et tem-
pore Antichristi, cit., pp. 139-152) SEVERIANUS GABALENSIS . z Il'
134, 82-136, 126: 125 Conzmentarium in secundam epistolam ad Tlzessalomcenses (J. e m-
vedi anche Apocalypsis Methodii ger, Severian von Cabala, Miinster 1926)
PSEUDO-PHRANTZES 170
334: 190
Macarii Meliseni Chronicon 1258-1481 (V. Grecu, Georgius Sphrantzes,
T xa:iYa:u'twv 1401-1477, Bucureti 1966, pp. 149-591)
462, 20-21 : 60 Sibylla Cumana d k 1J. Jahrhun-
(C. Erdmann, Endkaiserglaube un~ Kreuzzugsge an e zm
Pseudo-Salomon Syriacus dert, Zeitschrift fiir Kirchengesch1chte, 51 [1932])
398 : 124
(J. Rendell Harris, The Odes and Psalms of Salomon, Cambridge 1909)
!53
Sibvlla Tiburtina
PSEUDO-SYMEON -1. 19, 62
Chronikon (I. Bekker, Theophanes Continuatus, loannes Cameniata, Sy- Graeca: P. Alexander, The Oracle of Baalbek. The Tiburtine Sibyl in
meon Magister, Georgius Monachus, Bonnae 1838 [CSHB 43], pp. Greek Dress, Washington 1967 (Dumbarton Oaks Studies, X), pp.
603-760) 9-22.
14, 59, 157, 158, 162 20, 21, 106
21 : 88, 97
QYVAMI (ed-Din Qasim?)
Racconto delle conquiste del sultano Mehmed (F. Babingcr, Fetihname-i 22: 85, 187 N" di' 1951 pp
Latina: A. Kurfcss, Sibyllinische Weissagungen, or mgen
Sultan Mehmed. Miiellifi: Kivdmi, Istanbul 1955; trad. it. dei 2-5 in 262-278; E. Sackur, Sibyllinische Texte und Forschungen, Balle A. S.
Pertusi, La caduta di Costantinopoli, 1!: L'eco nel mondo, cit., pp. 1898 [rist. anast. Torino 196], pp. 177-187
256-258)
20, 21
29
185 (Kurfess) : 87
ROBERT DE CLARI 186 (Kurf.): 124
La conquete de Constantinople (ed. Ph. Lauer, Paris 1924 [Classiques 270 (Kurf.): 147
franais du moyen age, 40]; A. M. Nada Patrone, Roberto di Cim-i. La 276 (Kurf.): 141
conquista di Costantinopoli [l 198-1216], Genova 1972) 89 (Sackur) : 125
86-89 (Lauer), 221-222 (Nada Patrone): 8, 67 . Hebrazca (A . Jellinek. Bel ha-Midrasch, Lcipzig 1853-1877, II,
M esszae
104 (Lauer), 225-226 (Nada Patrone): 8, 67 S zgna
p. 60)
ROGERUS DE HOVEDENE (Roger of Howden) 87
Chronica Magistri Rogeri de Hovedene (W. Stubbs, The Chronicle of the
SOYTl
Reigns of Henry II. and Richard I. A.D. 1169-1192, London 1868-71)
II, 355-356 : 66 !ami' as-Saghir
II, 356 : 30, 118 26, 27, 28
SALIMBENE DE ADAM SOZOMENUS 1 h._
Historia Ecclesiastica (J. Bidez- G. C. Hansen, Sozomenus Kzrc tengesc L
Chronica (ed. O. Holder-Egger, Hannoverae 1905-1913, [MGH, SS
XXXIi]) chte, Berlin 1960 [GCS 50]; PG 67, cc. 843-1630)
23-24, 25, 546, 612: 20, 67, 68, 75, 113 3, l : 14
 250 FONTI
FO"'TI 251
THEODORUS ANAGNOSTA
His:oria Ecclesiastica (G. C. Hansen Vaticinia sive prophetiae abbatis Joaclzim et Anse/mi episcopi Marsi cani
schzchre, Berlin 1971 [GCS 54]) ' Tlzeodoros A11agnostes Kirchenge- (ed . P. Regiselmus, Venetiis 1589)
1, Ept/. 27: 14 7, 18
Vatic. XXV: 6, 17
THEODORETUS CYRRHENSIS
Commentarius in secundam e t 1 . Vaticinia de Papis = Vaticinia sive prophetiae ...
657-673) pzs o am ad Th essalomcellses (PG 82, cc.
Vaticinium Sibyllae
665 A: 170, 190
(ed. R. Usinger, Hannoverae 1872 [MGH, SS XXII], p. 376)
THEODORUS MOPSUESTENU S 124
Commentarius ilz seczmd . l
te, Theodori episcopi Mo;~::e;:;~ztioil~'; (:~ Th~ss~lo;zicen.~es (H. B. Swe-
Vaticiniwn Sibille Erithee
pzstolas beatt Paulz Commemarii, (0. Holdcr-Egger, ltalienische Pruphetieen des l 3. Jahrhwzderts, I,
Cambridge 1880)
Neus Archiv der Gesellschaft fiir altere deutschc Geschichtskunde >>, 15
54, 18-19: 170, 190 [1889-1890], pp. 155-173; II, ibid., 30 [1905], pp. 328-335)
THEOPHANES CONFESSOR 19, 62, 63
Chronographia (C de B Th l . I, 155 : 64
[Teubn.] rist. an~st. ~~~esh~i~~ u;~~~~~;nographia 1/1, Lipsia~: 1883 I, 155-173: 64
1839-1841 [CSHB 45] PG 108 56 , . L C1asscn, I-II, Bonnac I, 160-161 : 20
104 ' ' CC, 1009)
I, 164-165: 20
23 (de Boor): 14-15 li, 328: 64
370, 24 (de Boor): 92 II, 330: 20
456 (de Boor) : 1 14 Vaticiniwn S . Andreae Sali = Nicephorus prcsb .
463 (de Boor) : 114
465 (de Boor) : 114 VELLEIUS (Gaius Velleius P.)
473 (de Boor): l 14 Historiae Romanae (ed. C. Stegmann, Leipzig 1932)
153
THEOPHANES CONTINUATUS
Chronographia (I. Bekker, Theophwzes C . . Versus Svbille
Symeon Magister Georgi M h ontmwztus, Ioannes Cameniata, (cd. B. Bischoff, Die lateinischen Ubersetzurzgen ltnd Bearbeitungen aus
3-486; PG 109, cc.' 15-500) us Olzac us, Bonnae 1838 [CSHB 43], pp. den Oracula Sibyllina, in Mlanges l. de Ghellink, Gembloux 1951 (Mu-
157 seum Lessianum, Scct. Hist., 13], pp. 121-147 = Id., Mittelalterliche Stu-
36 (Bekker) : 36 dien. Ausgewi.i.hlte Aufsi.i.tz.e zur Schriftkunde und Literaturgeschich te, I,
81-82 (Bckk.) : 161 Stuttgart 1966, pp. 150-171)
84 (Bekk.) : 162 29, 129
135 (Bekk.) : 44 Videnie Daniil = Visio Danielis Slavica
113 (Migne): 106
Visio Anastasiae
UBERTINU~ PUSCULUS BRIXIENSES (BHG 3 1868-1870b; R. Homburg, Apocalypsis Anastasiae, Lipsiae 1903)
Constantznopolis (ed. G. Ber anti . . . .
A. S~ Elli~~/:t~cellanea dz varz~ operette, Vene-
18
zia 1740, I, pp. 225-447 =
chzschen Literatur III Lei . 1857 ' nalekten der nzzttel-und neugrie- Visio Danielis Graeca
d
' pzzg
L a ca d uta di Costantinopoli . ' pa1ti m rursus e . Pertusi,
. . . 12-83
I L ' PP (V. M. Istrin, Otkrovenie Mefodija Patarskago i apokrifieskija Videnija
pp. 200-212) ' . e testzmomanze dez contemporanei, cit., Dm1iila i vizantijskoj i slaviano-russkoj literaturach, Ctenia v. Impera-
63, 113, 126 torskomi Obsestvi Istorii i drevnosteij Rossijskich pri Moskovskomi Uni-
versitety, 1897, 4, I, pp. 135-144; A. A. Vasiliev, Anecdota Graeco-Byzanti-
Vas;~og7raphus (Liber) o Vasilographus de Urbe na, Mosquac 1893, pp. 38-47; E . Klostermann, Analecta zur Septuaginta,
' 2, 75, 129
Hexapla und Patristik, Leipzig 1895, pp. 115-121; Id., Zur Apocalypse
vedi anche Vaticinium Sibille Erithee Daniels, Zeitschrift filr die Alttestamentlich e Wissenschaft>>, 50 [1895],
Vaticinia circa apostolic . . pp . 148-150; H. Schmoldt, Die Schrift Von Jzmgen Dmziel>> und Daniels
phetiae... os vzros et eccleszam romanam = Vaticinia sive pro- letzte Vision, dissertation, Hamburg 1972, pp. 122-236).
 '(

252 FONTI
FONTI 253

XIII, XVI, 16, 20, 23, 24, 28, 30, 35, 36, 38, 39, 41, 43, 44, 46, 51, 60, 62, 63,
64, 65, 67, 68, 70, 75, 76, 80, 89, 94, 95, 103, 108, 109, 111, 113, 114, 115, 120, Visio Danielis Armeniaca . . D . /s Wiener Zeitschrift fiir die
123, 125, 126, 127, 141, 154 . D e bente Vzswn
(G. Kalem k Jar, ze sz [1892]
ame. 109-136;
" d b d p
trad. te .: l l ., ~ .
Vis. Dan. Gr. A (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 135-139 = BHG3 Kunde des Morgenlandes, 6 A
- p"!;calvpses apocryphes de Dame!, \
1873; Vasiliev, Anecdota, cit., pp. 43-47 = BHG 3 1874; Klostermann, 227-240 trad. frane.: F. Macler, Les _Pl R.evue de l'Histoire dcs Reh-
Analecta, cit., pp. 115-120; Id., Apocalypse Daniels, cit., pp. 148-150; '
IV L'Apocalypse armem enne de Danze
. l " I verden Tile U11canomca z
Sehmoldt, Die Schrift, cit., pp. 122-144) 6] 288-309 trad. mg .: 1 ssa '
gions, 33 [189 . PP ' V . !907 pp. 219-234)
XVII, 103, 106, 107, 108, 111
43 (Vasiliev ), 135 (Istrin) : 83
43-44 (Vas.), 135 (Istr.), 115 (Kiostermann), 124 (Sehmoldt): 176-177
Writings of tile Old Testament, emee
22-23, 35, 37, 62, 89, 90, 111, 151-152
15 (Macler) : 82
'
\ \

44 (Vas.), 136 (Istr.): 49, 55, 56, 73, 83 290-295 (Mael.): 81-82
45 (Vas.), 136 (Istr.), 130 (Sehm.): 113 293 (Mael.) : 63
46 (Vas.), 137 (Istr.): 84, 97 296 (Mael.) : 82
46 (Vas.), 137-138 (Istr.): 85 296-298 (Mael.) : 84
46 (Vas.), 138 (Istr.), 119 (Klost. 1), 149 (Kiost. 2), 138 (Sehm.): 86, 183, 30 5 (Macl.) : SO, 127
185 306-307 (Mael.) : 87
46, 2-4 (Vas.): 30 308 (Mael.) : 88
46, 20 (Vas.), 138, 7 (Istr.), 140, 2 (Sehm.): 16
137 (Istr.) : 116 Visio Danielis Coptica . d d"( em Novi Testamenti Graeci e codice
47 (Vas.), 139 (Istr.) : 72 (ed. Woide, in ApP_~ndzx a e l wn . trad. frane.: Macler, Les ApocalyP_-
Alexandrino, Oxonu 1799, pp. 140dsgj5 zie/ Revuc de l'Histoire des Reh-
Vis. Dan. Gr. B (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 140-142 = BHG 3 ses cit., III: L'Apocalypse copte ed ~~ l .'O Meinardus, A Commenta?
1874C)
81, 89, 90, 91, 95, 114, 169, 170 gi;ns, 33 [1896], pp. 165 ~gg.; t:a cimgt~ th~ Coptic Version, Otientaha
140 (Istr.): 113 t the XIV'h Vision
oChristiana . .
of Dame/ accor mg
32 [1966] pp. 411 sgg.
)
Penodtea,
Vis. Dan. Gr. C (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp. 143-144 = BHG 3 36, 37, 89, 90, 104, 111, 152
1875; Klostermann, Analecta, cit., 121; Sehmoldt, Die Schrift, cit., pp. 411 (Meinardus): 82
190-198)
414 (Mein.): 82
111
143 (Istr.) : 55, 56 Visio Danielis. Ara b"zca = Ap oealypsis Danielis
144 (Istr.), 196 (Sehm.): 84 Visio Danielis persiana = Vita Danielis
Aliae Recensiones (Vasiliev, Anecdota, cit., pp. 38-43; Sehmoldt, Die
Schrift, cit., pp. 202-218 = BHG 3 1872) Visio Danielis Slavi~a (':idenie Da7;il) . 155-162; P. S. Sreehkovi, Zbomik
42 (Istrin, Otkroveme, czt., 1~98, l, k~piraljevska Akademija>>, 5 [1890], pp.
39 (Vas.) : 98 Papa Dragolia, <<Spomem~ ~rps. kstv Sbornik Otdelenija Russkago
99-40 (Vas.): 99 10-11 P. A. Lavrov, Apoknfzckes~ze ~-~ N~uk 67 3 [1899], pp. 1-5)
40 (Vas.): 100 Iazyka i Slovesnosti Imp. A a emt]a ' '
XIV, XV, 52, 8_9. 92, 9 , . ~ k ~~~) 1-5 (Lavrov): 96-102
41 (Vas.), 212 (Sehm.): 84, 100, 101 5 96 1 2
41, 8 (Vas.): 16 155-158 (Istnn), 10-11 (Sree ovle '
42 (Vas.) : 101 157 (Istr.) : 42-43
Homilia de Visione Danielis (Pseudo-Chrysostomus) (Vasiliev, Anecdota, 159-160 (Istr.): 50
cit., pp. 33-38; Sehmoldt, Die Schrift, cit., pp. 220-236 = BHG3 1871) 159-162 (Istr.): 81-89
37, 38, 42, 43, 46, 103, l 07, 137 Vis. Dan. SI. A
36 (Vas.), 230 (Sehm.): 41, 84 52, 89, 109
Excerptum ex Visione Danielis (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 3, II) Vis. Dan. SI. B
311 : 84 92, 95
318 (Istr.) : 73 . . Dame. zzs Stylz"tae =Vita s. Danielis Stylitae
Vzsw
Vaticinium Danielis monachi (Istrin, Otkrovenie, cit., 1897, 4, I, pp.
143-144; Klostermann, Analecta, cit., p. 121; Schmoldt, Die Schrift, Visio (de consummatione saeculi)
cit., pp. 190-198 = BHG 3 1875) (BHG 3 1871 ")
39 39
 r
254 FONTI FONTI 255

Visio Diadochi Plwtcenss ZOSIMUS 1 d

(BHG 3 2470 et Auct. 2470; cd. V. Benescvic, in Mmoires de l'acad. imp. Historia Nova (ed. F. Paschoud, Paris 1971, 2 t., 3 vi.. [:<Col ectiOn es
de st.-Ptersbourg. se srie, VIII, Il [1908], pp. 2-9) Univcrsits de France]; L. Mendclssohn, Zosimi comrtrs et exadvocatr
18 fisci Historia nova, Lipsiac 1887 [rist. anast. Hildesheim 1963])
87 (Mendelsshon) : 15
Visio Leonis Costantnopolitani = Leo presb. const.
Vsio Macarii
(BHG 3 999", 999' et Auct. 999"b999''' 1; PC 34, cc. 385-392)
18
Visio Norsei
XIII, 129, 130-135 (testo), 138, 142, 143, 145, 146, 147, 148, 149, ISO
Vsiu s. Amlreae Sal = Nicephorus prcsb.
Vita Daniels
(A. Zotcnbcrg, Geschichte Daniels. En Apokrypll. Herausgeg. und aus
dem Persischen Ubersetz.t., Archiv fur Wissensch. Erforschung dcs
A.T., ed. A. Merk, I, 4, 1869, pp. 385-427)
36, 38, III
Vita s. Andreae Sali = Nicephorus presb.
Vita s. Basilii Junioris
(BHG 3 263; ed. A. N. Vcsclovskij, Sbornik Otdelenija Russkago Jazyka i
Slovesnosti Imperatorskij Akadcmij Naub, 46 [1889-1890]. pp. 3-89; 53
[1891-1892], pp. 3-174; AA. SS. Mart. IIJ3, pp. *20-''32)
12 (Veselovskii): X
Vita s. Danielis Stylitae
(BHG 3 489; H. Dclchayc, Les saints stylites, Bruxelles 1923 [Subsidia
Hagiographica, 14], pp. 1-94)
12, 13-14: x
37, 16: 18
Vita s. Eutychii = Eustratius presb.
Vita s. Nersetis
(Gnalogie de la famille de Saint Grgoire Illuminateur de l'Annenie et
Vie de saint Nerss, patriarche des Annnierzs par w1 auteur anonyme du
V" sicle, in Langlois, Collection des historiens anciens et modernes de
l'Armenie, II, cit., pp. 17-44)
136, 142-143, 144, 145, 147, 149
12: 130, 134
13: 130, 131, 132-133, 134-135
36: 137
36-40: 138

YOUHANNES MAMIKONEAN (Giovanni Mamikonian)

Storia di Daron (Langlois, Col/ection des historiens anciens et modemes
de l'Armnie, I, cii., pp. 358-382)
I: 136

NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI
Abbasidi, dinastia : 25, 26
'Abd ar-Rahman, emiro di Cordova:
45
Abgar Xl, re di Edessa : 136
Abido (Abidos), stre tti di : 26, 78, 121
Abidos = Abido
Abu Bakr Qaffal, giurista arabo: 27
Abi Eyyub, profeta: 32
Acab = Agap
Achaz, re di Giudea : 147
Achradina (Akrodun, Akrodzmij,
Askrodun, Krodunii), sobborgo di
Siracusa: 98, 99, 106, 107, 108
Adamo : 2, 21, 61, 154
Adriana: 203, 206
vedi anche Venezia
Adrianopol i = Andrinopol i
Adriatico, mare: 45, 65 , 204
Africa: 52, 107, 208
Agap (Acab), filosofo e scienziato
saraceno: 30
Agar, schiava di Abramo: 38, 44
Airarat: 150
Akrodzm = Achradina
Akrodunij = Achradina
Al-'Adid, califfo abbaside : 36
Al-Amak, regione di : 28
Al-Dadjdjal = Dajjal
Al-Hkim, califfo fatimidc: 36
Al-Mamin, califfo abbaside : 36
Alberto, frate: 206
Alberto di Sarteano: 31
Aleppo: 28, 30, 138
Alessandria : 79, 80, 81 , 97, 123
Alessandro il Macedone (o Magno) :
76, 92, l 12, I 16, 124
Alessio I Comneno, imperatore : XV,
103
Alessio Il Comneno, imperatore : 57,
65
l
Alessio III Angelo, imperatore : 58,
118
Alessio IV Angelo, imperatore : 20,
SI, 56, 58, 169
Alessio V Ducas Murzuflo (Morchu-
fle , Mortiflus), imperatore : 8, 9,
51, 53, 57, 75
Alessio Comneno, pr6tosebast os: 65
Alp Arslan, sovrano selgiuchide :
145
Amasia: 145
Amorion: 45, 114
Amorion, dinastia di : 105, 159
Anastasio I, imperatore : 21
Anastasio Il, imperatore : 93
Anatolia (Natolia): 5, 6, 160
Anatolici, thema degli : 93, 105
Andrinopol i (Adrianopo li): 51, 94,
105, 116, 160
Andronico I Comneno, imperatore:
49, 56, 57, 65, 75
Andronico II Paleologo, imperatore :
119
Andronico III Paleologo, imperato-
re: 119
Angeli, dinastia: 53, 56, 169
Angioini, dinastia: 119
Ani: 145, 148
Anna di Savoia, imperatrice : 119
Anna Porfirogeni ta, sorella di Co-
stantino V: 104
Anselmo, vescovo di Marsica : 17
Anticristo: XVIII, 3, 21, 22, 36, 37,
38, 39, 48, 57, 64, 65, 69, 87, 88, 89,
95, 123, 124, 127, 131, 132, 133, 134,
138, 139, 141, 142, 143, 147, 149,
153, 154, 171, 206
Antiochia (sul Meandro): 115, 121
Antiochia (sull'Oronte ): 10, 30, 33,
81, 106, 143, 146, 147, 148

258 NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI
Antioco IV Epifane, re seleucidc di
Siria: 69
Anti-Tauro: 140, 145
Anziano dei Giorni: 39
Apamea (Mudanya): 114
Apollo: 71
Apollonia di Tiana: 10, 11, 15
Apsimaros = Tiberio III
Aq Sems ed-Din, seikh: 32
Arabi: 18, 22, 26, 29, 36, 38, 45, 91,
107, 108, 109, 112, 114, 134, 139,
140, 153, 157, 159, 165
vedi a11che Assiri; Ismaeliti; Sara-
ceni
Arabi Aglabiti, di Africa (1/riqiya):
XV, 44, 45, 107, 159
Arabi di Sicilia: 45
Arabia: 47
Archelao: 39, 47
Arcadiopoli: 159
Ardasir IV, re di Armenia: 139
Argiri, famiglia: 170
Argiro, uomo bulgaro: 44, 170
Ariadne (Arianna), imperatrice (so-
rella di Leone I, moglie di Zeno-
ne): 91
Arianna = Ariadne
Armeni : 130, 131, 133, 134, 140, 141,
143, 145, 146, 148, 149, 150
Armenia: 117, 130, 135, 136, 137, 138,
139, 140, 144, 145
Armeniaci, thema degli : 105
Arsacidi, dinastia: 137, 138, 139
Arsak III, re di Armenia, 135
Arsakuni = Valentino Arsacide
Arta: 14
Artas: 83
Artavasdo, usurpatore: 104
Asad Ibn al-Furat, qadi: XV, 107, 161
Asia Minore: 23, 45, 81, 91, 95, 106,
112, 114, 116, 121, 122, 140, 141,
146, 160
vedi anche Anatolia
Askrodun = Achradina
Asparuch, khan dei Bulgari: 93
Assiri : 62, 79, 153
vedi anche Arabi; Ismaeliti; Sara-
ceni
r
NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI 259
Assiria: 153 20, 23, 45, 47, 49, 51, 52, 56, 65, 72, Cartagine: 63, 81
Atene: 95, 104, 157 74, 81, 94, 105, 109, 111, 117, 118, Catalani: 119
Ateniesi: 11 119, 139, 142, 147, 150, 151, 157, Catari: 17
Athena (Parthenos): 109 159, 161 Cefal: 108
vedi anche Parthenos vedi anche Babilonia; Costantino- <<Cento anni, guerra dei: 120
Ausitide: 47 poli; Istanbul Cesarea di Cappadocia: 145
Avari: 91 Bitinia: 113, 114, 115, 121 Cesarea di Palestina: XIX
Ayasuluk = Efeso Boemondo I di Taranto, conte di An- Cherson : 92
Ayyubidi, dinastia: 33 tiochia: 147 Chorazin (Chorozaim, Coroz.ain, Cor-
Bonifacio da Monferrato, re di Tes- rozaim, Khurazin), 22, 87, 101. 141,
Baalbek (Heliopolis): 97 salonica: 123 142, 149
Bab = Pap Borgogna: 117 Chorozaim = Chorazin
Babilonesi: 103, 104, 152, 153 Bosforo: IX, 26, 113, 114, 115, 121, Chrysopolis = Crisopoli
Babilonia: 52, 74, 81, 82, 86, 95, 97, 122 Chuza, villaggio presso Strumica:
141, 158, 159, 163 vedi anche Bous; Costantinopoli 101, 103
vedi anche Bisanzio; Costantino- (Forum Bovis) Chuzina: 101
poli; Istanbul Bosnia: 60 vedi anche Chorazin; Sichuza
Bagratidi, dinastia: 148 vedi anche Dalmati Cibirreoti, thema dei: 92
Balata (Palata): 160 Bous: 78, 122 Cicladi, isole: 159
Balcani: 31 vedi anche Bosforo; Costantinopo- Cilicia: 145
Baldovino I di Fiandra e di Hainaut, li (Forum Bovis) Cilicia, regno di: 115, 121, 143
imperatore: 51, 116, 118, 121 Bruson~. filosofo: 157, 158, 159, vedi anche Piccola Armenia
Baldovino II, imperatore: 118 160, l61, 163 Ciprioti: 120
Baldovino II, re di Gerusalemme: 69 Bulgari: 28, 92, 93, 94, 95, 105, 116 Cipro: XVII, 47, 117, 119, 121, 123,
Baldovino I. conte di Edessa: 140 Bulgaria: 80, 103, 109, 118 143, 170, 172
Baldovino II, conte di Edessa: 147 Bvz.a = Bisanzio Cirillo di Gerusalemme, vescovo:
Banduri Anselmo: 58 Byzes, fondatore di Bisanzio: 10 142
Bardanio Turkos: 160, 163 Ciro, re dei Persiani: 81, 82
Bari: 45 Cairo: 30, 31, 33 Cizico (Edincik): 115
Barozzi Francesco: 12, 172 Calabria (Kalabria, Lakrija): 45, 99, Clemente V (Bertrand de Got), pa-
Bartolomeo di Simeri: 158 106, 107, 158 pa: 120
Bartolomeo Marcello: 32 Calcedone = Calcedonia Cleopatra, regina d'Egitto: 126
Bartzeberd: 145 Calccdonia (Calcedone): 14, 45, 62, Colonia (Qaliniyat al' Aufi, Sabln
BaseVI, patriarca armeno: 146 63, 81 Qarahisar): 114, 115
Basilio I il Macedone, imperatore: Calatafimi (Qal'at Euphimi, castello Colonia di Monodendro: 79
45, 46, 108 di Eufemio): 107 Comana: 145
Basilio II il Bulgaroctono, imperato- Caltanissetta: 107 Commodiano: 142
re: 144 Cam (Kham), gente di: 149 Comneni, dinastia: 59
Belgrado: l 02, l 03 Canabos Nicola = Nicola Canabos Corico: 92
Benevento: 45 Candia: 121 Corinto: VIII, 6
Bergama = Pergamo vedi anche Creta orlu = Tzurulon
Bessarionc di Nicea, cardinale: 126 Capharnaum (Kapernaum): 22, 101, Corozain = Chorazin
Bethsaida (Bethsayda, Vitsaida): 22, 102, 141, 149 Corrozaim = Chorazin
87, 101, 102, 141 Cappadocia: 81, 85, 92, 93, 140 145 Cosroe = Khosraw
Bethsayda = Bethsaida Carafa Antonio, cardinale: 158 Costante II (o Costantino IV), impe-
Bianco, mare = Marmara, mare di Carlo I (o Magno), imperatore: 94 ratore: 91
Bisanzio (Byz.a) : VIII, IX, XI. XII, Carlo II il Calvo, imperatore: 45 Costantino I il Grande, imperatore:
XIII, XVII, XIX, 10, 11, 13, 14, 15, Carlo d'Angi, re di Sicilia: 118 X, l, 5, 6, 7, 10, 11, 13, 14, 15, 20,
 260 NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI
23, 24, 33, 52, 54, 56 57 58 59 61
67, 70, 71, 74, 75, 16 90 12
6 '152 '
170, 171 ' ' ' '
Costantino II, imperatore d'Occid -
te: 90
Costantino III, imperatore: 91
Costantino V Copronimo, imperato-
re: 104, 105
Costantino VI, imperatore (39) (47)
48, 94, 95, 104, 105, 106 ' '
Costantino VII Porfirogenito, impe-
ratore: 92
Costantino IX Monomaco, imperato-
re: 7
Cost~ntino XI (o XII) Paleologo, im-
peratore: 7, 23-24, 61, 154
Cos.tantino Suda (Sudes) stratecro
d1 Sicilia: 160, 165 ' "'
Costantinopoli, X, XI, XIII XVI
XVII, XVIII, XX, l, 3, 5, 7, B, 9, 10:
11, 13, 14, 16, 18, 20 24 25 26 27
28 Z9, 31, 35, 37, 39: 40: 42: 49: so:
51, 52, 53, 54, 56, 57, 59, 60, 61, 62,
63, 64, 66, 67, 68, 70, 75, 76, 80, 85,
91 92 93, 94, 95, 97, 106, 108, 114,
115, 116, 117, 118, 121, 122, 123
126 12 7, 129, 132, 133, 140, 144, Dajjal (Al-Dadjdjal), anticristo mu-
14 6, 147, 149, 150, 154, 159, 160,
163, 169, 170, 171, 203
vedi anche Babilonia; Bisanzio;
Istanbul
Santa Sofia (chiesa): x 5 6 9
26, ss, 57, 67, 78, 79, '94, 2 ' Dan, trib di Israele: 22, 69 87 88
125, 126, 160
S. Giorgio dei Mangani (mona-
stero): 7, 112
Augusteon (piazza): 6
Forum Arcadii (piazza): 7-8, 122
Forum Bovis ( = Bous?) (piazza) Daniele, profeta: XIII, l, 35, 37, 38
78, 122
Forum Constantini (piazza): 6, 9
For!;m Tauri (Stathorion 1 Statho-
rzn ?): 122, 127
Xerolophos (collina): 8 78 122
123 ' '
Blacherne (palazzo): 67
Bryas (palazzo): 23
Ippodromo: l O, 11
Aquila (collina): 10
Kynegion: 97, 106
Porta Aurea: 66, 67, 154
Porta di Adrianopoli: 94
en
Costantinopoli, Chiesa di: XVIII
Costantinopoli, Concilio di
(879-880): 45
Costantinopoli, Impero lati
XVIII no 1
Costanzo II, imperatore: 90
Corano: 30
Cotieo (Ktitahya): 114
Cr~ta: XVII, 12, 121, 158, 159
~nsopoli (Osktindar): 26, 57
Croazia: 68
Crociate: 29, 30, 35, 36, 60 66 68
7, 4
11~, 117, IIS, 119, 120, 13 1 2 '
Pnma: 29, 36, 136, 142
Seconda: 138
Terza: 47, 117, 170
Quarta: 8, 36, 49, 50, 68
Crociati: 29, 31, 51, 58, 114, 118 139
146, 147, 148 ' '
Dabik, regione di: 28
sulmano: 27, 28, 142
Dalmati: 60
' Elia (Ilija), profeta: l, 22, 36, 39, 65,
vedi wzche Bosnia
Damasceno Studita, mctropolita di
Naupatto e Arta: 14
Damietta: 30, 31
' 139, 141, 142, 149 ' ' '
Dan?olo Enrico = Enrico Dandolo
Dan~el Achivus = Daniele, monaco
Damele, monaco (Daniel Achivus)
37, 39, 67, 121
. Filippo di CoUItenay, imperatore ti-
53, 62, 63, 65, 66, 75, 81, 82, 96 98,
103, 126, 136, 139, 151, 152 lSJ '
Danubio (Istro): 60, 98 102 6 203
204 ' ' ' '
Dardanelli: 26
' Eraclona, imperatore: 91
Dav!d, re di Israele: 66, 72
Dav1d II, re di Georgia: 148
Dawrez = Tabriz
Daylam, montagne del: 27
NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI
Delfi: 11
Denizli = Laodicea
Diadochi: 112
Dimitritza: 49
Domenicani (Fratres Praedicatores):
48
Domenico Michiel, doge: 69
d .. Domiziano, imperatore: 69
Dorileo (Eskisehir): 114
Duluk: 145
Dwin: 145
vedi anche Ejmiacin
Ebrei (Giudei): 62, 69, 87, 89, 93, 139
Edessa: 136, 140, 143, 145, 146, 147,
148
Edessa, contea di: 140
Edincik = Cizico
Edoardo III, re di Inghilterra: 126
Efeso (Ayasuluk): 113, 114, 115, 121
Egitto (Msr): 81, 82, 150
Egira: 33
Ekclac', cantone dell'Armenia: 130,
138
Ejmiacin: 146, 150
vedi anche Dwin
Elena, imperatrice (madre di Costan-
tino): 5. 6
8~ 95, 102, 123, 139, 149
Elleni: 123, 152, 153
vedi anche Greci; Romani; Romei Filippo I, re di Macedonia: 112, 116
Enna (Juennei, Jennei): 98, 102, 107 Filippo I, re di Francia: 112, 116
Ellade, (lelad) thema: 92, 96, 104
vedi anche Grecia
Enoch (Junoch), patriarca: 22, 36,
39, 65, 89, 95, 102, 123, 139, 149
. Enrico Dandolo, doge: 20, 65, 68
Enrico di Fiandra, imperatore: 116
Enrico IV, imperatore: 124
Enrico VI, re di Germania: 118
Epiro, despotato di: 115, 121
Eraclio, imperatore: X, 91, 139
Erithea = Eritrea
Erithraea = Eritrea
Eritrea (Erithraea, Erithea), sibilla:
l ' 15, 19, 20, 62, 64, 67
261
Esarcato (di Ravenna): 170
Eschilo: 15
Eskisehir = Dorileo
Esdra, scriba: l: 38
Etana: 15
Etiopi: 79, 84, 92, 93, 122, 124
Etiopia (Jefiopia, Jufiopia, Jutiopia):
52, 83, 84, 92, 100, 109, 124
Eudocia, imperatrice (moglie di Teo-
dosio II): X
Eudocia, imperatrice (prima moglie
di Eraclio): 91
Eufemio, turmarca della t1otta sici-
liana: XI, 106, 107, 157, 159, 160,
161, 163, 165
Eufrate: 36
Euphratas, indovino: 14
Euphratas Michele, architetto di Co-
stantinopoli: 71
Eva: 2, 21
Ezio, ministro di Irene: 95
Fabula de rege mendico: 16, 38, 122,
123
Federico I Barbarossa, imperatore:
65, 117
Filareto Vahrm, re della Piccola Ar-
menia: 146
Filippo, grande (menzionato nella
Visio Danielis): XVII, 78, 80, Il l,
112,115,116,117,118,120,121
Filippo Il Augusto, re di Francia:
30, 66,112,116,117,118,120,122
Filippo VI di Valois, re di Francia:
119, 120, 122
Filippo di Svevia, re delle Sicilie:
112, 118
tolare di Costantinopoli: 118
Filippopoli: 93, 94
Filoteo Kokkinos, patriarca di Co-
stantinopoli: XII
Firenze, concilio di: 16. 48, 61
Flava gens = Stirpi bionde
Foca, imperatore: 91
Focea: 114, 146

262 NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI
Foreste!: 31
Foscarini Giacomo, ammiraglio: 12
Fozio I, patriarca di Costantinopoli:
45
Francesco Patrio Dalmata: 12
Francesi: XVI, 41, 53, 120, 143
vedi anche Franchi
Franchi: XVI, 20, 40, 41, 44, 48, 66,
79, 112, 118, 119, 120, 122, 124, 132,
133, 134, 135, 137, 138, 139, 143,
144, 147, 148, ISO, 153
vedi anche Francesi
Francia: 117, 118, 119, 120, 122, 147
Fratres Praedicatores = Domenica-
ni
Frigi: 79
Frigia: 81, 121
Gabriele, arcangelo: 81, 96, 103
Galata: 94
vedi anche Pera
Galazia: 81
Gennadio II, patriarca di Costanti-
nopoli = Giorgio Scolario
Genova: 120
Gens bhmda = Stirpi bionde
Georgia (lberia): 144, 148
Georgiani: 130
Geraci: 108
Gerico: 28
Germania: 118
Germanicia: 93
Germano I, patriarca di Costantino-
poli: 104
Gerusalemme (lherusalem, Jerusa-
lem): X, XI, 3, 22, 24, 28, 31, 33, 35,
36, 39, 44, 46, 72, 79, 87, 88, 95, 99.,
101, 123, 124, 125, 133, 134, 138,
139, 144, 146, 147, 148, 149, 150
vedi anche Sion
Basilica del S. Sepolcro: 150
Rotonda: IX .
Martyrium: IX
Golgotha: XVIII, 22, 44, 102, 123,
124, 153
Monte degli Ulivi: 125
Gerusalemme (Nuova): X, XI
vedi anche Costantinopoli
T
NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMINI NOTEVOLI 263
Gervasi Giuseppe Maria: 63 Grecia (Gretia): 5, 96 !lija = Elia
Ges Cristo: XI, XX, 2, 3, 21, 22, 23, vedi ar1che Ellade India: 92
35, 36, 37, 39, 65, 69, 71, 83, 87, 124, Gregorio XI, papa: 6 Ingelheim: 45
134, 135, 137, 139, 141, 147, 149, Gregorio di Nazianzo, vescovo di Co- Innocenza III, papa: 17
150, 151, 152, 154, 203, 205 stantinopoli: l Ionio, mare: 45
Giacobbe, patriarca: 52, 73 Gregorio III Mammis, patriarca di Ippolito di Roma: 70
Giacomo Foscarini Foscarini Costantinopoli: 61 Irene di Atene, imperatrice: XV,
Giacomo Gregorio Illuminatore, evangelizza- (39), (47), 48, 94, 95, 104, 105, 126
Giaffa = Joppe tore dell'Armenia: 135, 136, 138, !rene (Porfirogenita), figlia di !sac-
Giano (fanus): 208 143, 146, ISO co II: 118
Giorgio I Terter, zar dei Bulgari: 118 Gregorio III Pahlavouni, patriarca h-eneo, magistros: 158
Giorgio Scolario (Gennadio II, pa- armeno: 148 Isacco II Angelo, imperatore: 51, 53,
triarca di Costantinopoli): l, 33, Gregorio VII d'Anazarbo, patriarca 56, 58, 65, 66, 75, 118, 169
54, 59, 60 armeno: 135 !sacco, patriarca: 28, 85
Giovanni I Tzimiskes, imperatore: Gregorio Palamas, arcivescovo di Isaia, profeta: 130, 132
36 Tessalonica: XII Isauria: 93
Giovanni III Duca Vatatzes, impera- Gretia = Grecia Ismaele (Hysmael, lsmail), figlio di
tore a Nicea: 112 Guglielmo II, re di Sicilia: 49, 117 Abramo: 38, 41, 42, 60, 85, 86, 93,
Giovanni VI Cantacuzeno, imperato- Guglielmo di Tiro: 117 94, 99, 108, 130
re: XII Gumuctekin Ibn Danismend: 147 Ismaeliti: 36, 43, 45, 77, 79, 94, 98, 99,
Giovanni VIII Paleologo, imperato- 104, 108, 112, 114, 115, 120, 122,
re: 59, 61 Hadfth (detti del profeta): 25, 26, 27, 124, 125, 134, 138, 140, 143, 147, 152
Giovanni VIII, papa: 45 2~ 29, 3~ 31, 3~ 33 vedi anche Arabi; Saraceni
Giovanni XXII, papa: 119 Hallaj, pscudo-profeta islamico: 27 Ismail = Ismaele
Giovanni (menzionato nella Visio Hannan, figlio di !sacco: 30 Ispica: 161
Danielis): 80, 112, 125 Haras: 145 Israele: 2, 81, 139
Giovanni, apostolo cd evangelista (il Harran: 147 Israeliti: 36
Teologo): l, 22, 89, 95, 132, 151 Harem ar-Rasid, califfo abbaside: Istanbul: 11, ISO
Giovanni, il Battista (il Precursore): 26, 36 vedi anche Babilonia; Bisanzio;
65 Hasim, figlio di Maometto: 147 Costantinopoli
Giovanni di Tessaglia: 118 Heliopolis = Baalbek lstro = Danubio
Giovanni Stupan, frate: 203, 206 Heptalophos: 37, 60, 77, 78, 79, 80, Italia: XIX, 32
Giudea: 88, 147 115, 116, 121, 122, 123, 125 Meridionale: 45, 46, 170
Giudei = Ebrei vedi anche Settecolli vedi anche Longobardia
Giuliano l'Apostata, imperatore: 90 Hetum I, re della Piccola Armenia: Italiani: XVI, 41, 120
Giuseppe II, patriarca di Costantino- 143, 145 lvardija = Longobardia
poli: 61 Hieria, Concilio di: 104 Izmit = Nicomedia: 114
Giustiniano I. imperatore: X, XIX, Hodigitria, icona della Vergine: 67 Iznik = Nicea
6, 8 Hostisan: 144, 147
Giustiniano II Rinotmeto, imperato- Hovsep I di Hogotzim, patriarca ar- Janus = Giano
re: 43, 92, 93 meno: 139 Jefiopia = Etiopia
Glavinica: 98, 102 Hrasim (Rasim), nome dell'Anticri- Jelad = Ellade
Goffredo, conte di Buglione, primo sto: 147, 149 Jennei = Enna
re di Gerusalemme: 36 Hrovmela = Romela Jerusalem = Gerusalemme
Gog e Magog: 22, 39, 114, 124 Hysmael = Ismaele Jocelin I di Courtenay, conte di
Greci: 9, 130, 132, 133, 134, 138, 139, Edessa: 147
140, 144, 146, 148, 150, 204 Iberia = Georgia Jocelin II di Courtenay, conte di
vedi anche Elleni; Romani; Romei Iherusalem = Getusalemme Edessa: 141
 264 NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMIN I NOTEVO NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERMIN I NOTEVO
LI 265
LI

Joppe (Giaffa): 22 Leone IX, papa: XVIII Maome tto (Mahom et, Moame th, Mo- Metrofa ne l, vescovo di Costant ino-
Jufiopia = Etiopia Leone Il il Grande, re della Piccola hammed ), profeta: 25, 26, 27, 31, poli: 61
Juennei = Enna Armeni a : 115, 121 36, 60, 65, 147, 204, 205 Metrofa ne Il, patriarc a di Costant i-
Junoch = Enoch, patriarc a Leonzio , stratego dell'Ella de: 92 Marang o Domeni co, patriarc a di nopoli: 61
Jutiopia = Etiopia Lesbo: 95 Grado: XVIII Michele I Rhanga be, imperat ore :
Liberato , frate : 6 Marcell o Bartolo meo = Bartolo - 105, 160
Kai-Khu sraw, sultano selgiuch ide di Libia: 51, 52, 72 meo Marcell o Michele Il il Balbo, imperat ore: 43.
Rum: 115, 121 Lipari: 45 Marcian o, imperat ore : 90 105, 106, 158, 159, 160, 163
Kairuan (Qayraw fm): 107, 161 Liutpra ndo, re dei Longob ardi: 93 Marco, evangel ista: 69 Michele III. imperat ore: 43, 106
Kalabri a = Calabri a Loigni = Longob ardi Marco Aurelio, imperat ore: 46 Michele VII, falso imperat ore: 103
Kalojan , zar dei Bulgari : 51, 116 Loingni = Longob ardi Maria Vergine : X, 81 Michele VIII Paleolog o, imperat ore:
Kamban ia (= Karpath os?): 81 Longob ardi (Loingn i, Loigni): XVII, Maria, imperat rice (moglie di Co- 58, 119, 170
vedi arzche Karpath os 40, 41, 42, 100 stantino VI): 105 Michele I Cerular io, patriarc a di Co-
Kapern aum = Cafarna o Longob ardia (Ivardija , Vardija): 41, Mariani (Marijai nij): 98, 102, 107 stantino poli: XVIII, 48
Karpath os: 81 42, 46, l 00, 170 vedi anche Mariano poli Michele Euphra tas = Euphra tas
vedi anche Kamban ia vedi anche Italia meridio nale Marijain ij = Mariani Michele
Kars: 144, 145, 148 Lotario I, imperat ore: 44, 45 Mariano poli: l 07 Michele , governa tore di Palermo :
Kazaki: 54 Lovanio : 122 Marmar a, mare di (Bianco , mare): 160
Khakh, villagio dell'Arm enia: 130, 138 Luca, evangel ista: 67 Il, 32 Michele Scoto: 69
Kham = Cam Lucania : 158 Martina , imperat rice (second a mo- Michiel Domeni co == Domeni co
Khorass an: 27, 43, 150 Ludovic o I il Pio, imperat ore: 44, 45 glie di Eraclio) : 91 Mi chic l
Khorazi n: 139, 141 Ludovic o II il German ico, imperat o- Martino IV, papa: 118 Mileto : 158
Khosraw (Cosroe ) II, re dei Persia- re: 45 Maslam a (fratello di Sulaym an bin Mirabili a Urbis: 46
ni : 91 Luigi VII, re di Francia : 69 'Abd al-Malik): 26, 28, 93, 94 Moame th = Maome tto
Khurazi n = Chorazi n Luigi di Blois: 116 Maurizi o, imperat ore: 23 Moham med == Maome tto
Kitdb al-'Uyun (antica profezia isla- Lykand os : 145 Mazara del Vallo: 107, 161 Monode ndrion: 79, 122, 125, 126
mica): 94 Morchu fle == Alessio V Ducas Mur-
Meandr o: 121
Krum, khan dei Bulgari : 94, 105, 160 Macario di Ancira, canonis ta: 7 Medi: 103, 104, 152, 153 zuflo
Kurbuq a, atabeg di Mossul: 29 Macedo ni: 103 104, 152, 153 Morea (Pelopo nneso): 51, 60
Media: 153
Kiitahy a = Cotieo Macedo nia: 153 Medina: 27, 28 Morto, mare: 142
Kutlum usiu, monast ero del Monte Madoni e : 108 Mediter raneo, mare: 133, 144, 147 vedi anche Qumri.n
Athos : 102 Magog = Gog c Magog Mehme d (Magum et, Muham mad) Il Mortiflu s = Alessio V Ducas Murzu-
Magunz et Mehme d II il Conqui- il Conqui statore, sultano ottoma- t1o
Lakrija = Calabri a statore no: 24, 29, 32, 33, 60, 6\, 127, 154 Mosca: 77
Lampro n: 145 Mahdi : 25 Meliten e (Malaty a): 45, 147 Mosino poli: 49, 58
Laodice a (Denizli) : 114 Mahom ct = Maome tto Meliten e, madre dell'ant icristo: 149 Moslim : 27, 28, 85
Latini: XVII, 169 Maksid , seikh: 33 Melun: 119 Mossul: 29, 140
Lecce: 117 Ma!agin a: 113, 114, 121 Merlino , mago : 69 Mraka: 98, 102
Leone I. imperat ore: 43, 90, 91 Mala,tya = Melitcn e Mesopo tamia: 15, 140 Msr = Egitto
Leone III !'Isauric o, imperat ore: 92, Malche done: 39 Mu'wi ya I, califfo omayya de: 21,32
Messia: 142
93, 94, 104 Malham a: 27 Messina : 117 Mudany a = Apamea
Leone IV, imperat ore : 95, 104 Malik-s ah, sultano selgiuch ide di Muha~mad == Mehme d II il Con-
Mesrop il Grande: 136
Leone V l'Armen o, imperat ore: 59, Rum : 140, 146 Mesrop , presbite ro: 136 quistato re
105, 160, 163 Mamelu cchi: 33, 141 Mesrop, reggent e al trono patriarc a-
Leone VI il Saggio, imperat ore: Mansir , califfo abbasid c: 36 Nabuco donosor . re di Babilon ia: 153
le armeno : 139
XIX, l, 6, 9, 12, 16, 17, 24, 37, 40, Mantzik ert: 140, 145, 146 Metodio di Patara (o Patrunio ): l , Napoli : 45
53, 59, 69, 70, 75, 112, 125, 169, 171, Manuel e I Comncn o imperat ore: 21, 23, 24, 37, 125, 136 Natio flava cesarie == Stirpi bionde
172 64, 65, 123, 138 ' Metone : 47 Natolia = Anatoli a
 266
_ _ __ .:'N-:::0:::1\1~1! l)l --- --
PERSONA -~G
E l)! I O
, NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E
TERM INI l"OTEVOLI
C TER\1 IN1 NOTC \OLI 267
Naup atto: 14 Palat a = Bal a ta 147, !48, 152
Nava rra: 117 Porte Cilici e: 45 vedi anche Ellcni ; Greci ; Rome i
Paleo logi, dinas tia : XIX 60 112 Poson : 45
Ncoc esarc a (Niks ar): 147 Paler mo: 119, 160 Roma nia: XX, 99
' ' Priam o, re di Troia : 64
Ne ro, mare: Il' 60 Pales tina : 66, 91, 141 Roma no V Dioge ne, imper atore : \45
Neron e, imper atore : 69 Prink ipos, isola di : 95
Paolo di T a rs o, apost o lo 22 124 Romc i: XVI, XVII. XV, 107
Nersc s = Nerse te il Grand e Profe ta = Maom etto vedi anche Elleni ; Greci ; Roma ni
141, 154, 170
Nerse
il G te (Ne Jses,
,Norsen us, Norse us)
.
Pap (Bab), re di Arme nia 130 13
Proxi ma = Ripsi me Rome la (Hrov mela) , padre dell'a nti-
rande , patria rca armen o: l, 16 137, 138 Pugli a: 45
. ' 5, Pulch eria (sorel la di Teodo sio Il), cristo : 139, 149
17, 129, 130, 131, 132 134 135 136, Parthe1zos: 109 Ross a no: 158
137, 138, 139, 140, 141, 142 146 ' imper atrice : X Rugg ero Il, re di Sicili a: 117
vedi anche Athen a
Ne ttuno : 10 ' Rum, su\tan ato di: 140, 146
Patar ini: 17 Qalun iyat al'Auf i = Colon ia
N~cea (Iznik ): 81, 82, 114, 146 Patir = S Maria H d . . . Rupe n I, re della Picco la Am1e nia:
N~cea, I conci lio di : 71 Patmo s: 14 tgllna Qayr awan =
Kairu an
143, 145
N~cea, II conci lio di: 104 Qumr an: l Russi : XVI, 76, 77
Pecen eghi: 146 vedi anche Morto , mare
N~cea, imper o di : 121' 123
Nicef oro I, imper atore : 47 48 94
Pelop onnes o More a = Russi a: 80
Pera: 63 Ragu sa: 45
105, 160
Nicef
' vedi anche Galat a Ranie ri da Monf errato . re di Tessa lo- Sabin Qarah isar = Colon ia
N' f oro II Pl10cas., .Imper atore: 36 Perga mo (Berg ama) 113 Sahak il Grand e, patria rca arme no:
N:~e oro, fratel lo di Leone IV : 105 Pcrni k: 98, 102 nica: 123
. , 114, 121
. eforo Phoca s, gener ale: 45 46 Pcrsa rmen ia: 141
Rasim = Hrasi m 139
Salh ed-Din, sultan o d'Egi tto e di
Nicol a I, papa: 7 16 17 Rasin I, re di Siria: 147
' Persi a: 99, 126, 143 153 Rave nna: 170 Siria: 36, 65
Nicol a Canab os: '58 '
Nicol a spata rio : 89-90
Persia ni: X, Il, 14: 21, 81, 91, 103 Razza biond a = Stirpi biond e Salam ina: 11
Saler no: 45
NI~~:,nedia (Izmi t) : 81. 82, 114, 115,
104, 130, 132, 133, 137, 138 139.
140, 148, 152, 153
Rhips ima = Ripsi me
Ricca rdo Cuor di Leone , re d'Ingh il- Salom one, re di Israel e : X

vedi anche Turch i Sclgi uch'd ' terra: 47 , 116, 117, 120, 170 Salon icco = Tessa lonic a
Niksa r = Neoc esare a Perte ne = Petrin e Ripsi me (Prox ima, Rhips ima), san- Sami a, sibilla : 62
I l
Nilo : 52, 81, 82 Pert on = Petrin e Sanga rio: 114, 121
ta: 131. 143, !45 S. Barto lome o di Trigo na, mona ste-
Nilo Doxo patris : 64 Petra lia Sopra na: 108 Ripsi mite, sante : 145
Norm anni: 47, 48, 49, l 03, 116, 133, vedi anche Petrin e vedi anche Setta ntadu e sante ro: 158
143, 144, 147, 170 Petrin e (Petrilw, Perte ne Robe rto il Guisc ardo, duca di Apu- S. Giova nni d'Acri : 117
Norse nus = Nerse te .Il G1- i
N 99, 102, 108, 109 Pertoll): S. Maria Hodig itria (Patir) , mona ste-
anc c lia: XV, 103
~rseus = Nerse te il Grand e ro: !58
ve~i anche Petra lia Sopra na Rodi : 91, 93, !19
Nur ad-Din, emiro di Alepp o e di D - Petrm Sarac eni: 8, 31, 41, 44, 45, 62, 120,
o = Petrin e Rodi, caval ieri di: 119, 120
masc o : 138, 141 a Picco la Arme nia: 143, 145 Roma : XVII, XVIII . XX, l. 3, 16, 26, 204
. vedz anche Cilici a, regno di 31 , 41, 42, 43 , 44, 45, 46, 51, 52, 61, vedi anche Arabi ; Ismae \iti
Omr II, _califf o omay yade: 36 P~ccolomini Enea Silvio = Pio 74, 79, 81, 85, 91. 93, 94, 97, 100, Satan a: 65, 69
Omayyad1, dinas tia : 25 II Sebas te (Sivas ): 145
P~etro, apost olo : 205 108, 123, 131, 143, 149, 153, 203,
Omt~rtag , klzan dci Bulga ri 95 Selef: 117
106 P~etro III d'Ara gona: 119 204, 205
Onetr ocriti ca: 62 ' Seleu cidi: 103, 153
Pwtro Lomb ardo, Docto r Manic heo- Caba llus Const antini , 46
Onga ri = Ungh eresi rum: 17 Selwn == Tessa lonic a
Camp idogl io: 46
Orvie to, tratta to di: 118 Pio II (Enea Silvio Picco lomin i) pa Patria rchio \atera nense : 46 Septe mcoll is = Septic ollis
Orkh.an, sultan o ottom ano: 121 pa: 36, 60 ' - Roma (Nuov a): X
Septe msoli wn = Septic ollis
Osma n (Othm an), sultan o Pitag ora, filoso fo 159 vedi anche Babil onia; Bisan zio; Septic ollis (Septe mcoll is, Septe mso-
no : 121, 141 ottom a- Platea liwn): 17, 67, 71, 73, 126, 147
: 11 Costa ntino poli; Istan bul
Othm an = Osma n
Otran to: 45
Pliska : 105 Roma (Terz a = Mosc a): XIV, XX. vedi anche Settec ol1i
Serbi a: 118
Ponn os: 82, 90 76, 77
Ponto : 81 Roma ni : 104, 111, 123, 124, 125, 132, Serdi ca == Sofia
Padov ani : 69 Ponto Eusin o = Nero, mare 133, 134, 137' 138, 139, 144, 146, Sergi o, santo : 135
 --268 - ---- NOMI
----- DI- PERSO
--- NA
--- E- DI
--LUOG E TERMINI NOTEVOLI
-- O---- - --- ----- ---- - - - - NOMI DI PERSONA E DI LUOGO E TERM INI NOTE VOLI 269
S e tta nladu e sante , comp agne di
s. vedi anche Foru m Taur i Tessa lonic a, regno di : 123 Turc hia: 5
Ripsi me: \3\ Staur akios , impe rator e: 94, 105
vedi anche Ripsi mite, sante Teuc ri : 31 Tyina ridi = Tiran na
Staur akios , minis tro di !rene : 95 Tyran idi == Tiran na
Sette colli: 12, 17, 24, 37, 42, 43, 46, vedi anch e Turc hi
Stefa no Uros II Milut in, re di Ser- Thor os (Teod oro II), re della Picco - Tyran idij == Tir~nna .
48, 49, 50, 51, 52, 53, 60, 74, 82, 85,
bia: 118 Tzac ha, emiro dl Smn ne: 146
86, 95, 100, 103 la Arme nia: 146
Stirp i biond e (Flava gens, Gens blu n- Tzur ulon (orl u): 58
vedi anche Hept aloph os Tiber io II, impe rator e: 23 .
da, Natio flava cesarie; Razz a Tibcr io III (Apsi maro s), Impe rato-
Settim io Sever o, impe rator e : 23, 122
biond a): XVI, XVII , 39, 40, 41, 43, Umb erto da Silva Cand ida, cardi na-
Sibill a: 2, 9, 67 re: 92
Sichu za: 101 , 103
44, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54, Tiran na (Tura nidy, Turin adij, Turz_-. le: XVII I
56, 60, 62, 66, 67, 68, 73, 75, 76, 77, nidv Tvinaridi, Tyranidi, Tyranz- Umm Mara m, haditlz di: 26
vedi anche Chor azin; Chuz ina 108, 115
Sicili a (Sikil ija): XV, 41, 44, 45, 49, dij ~ ~itt ribell e): 97, 99, 102, Ungh eresi (Ong~ri): 2?3
Stupa n Giov anni= Giov anni Stup an Uski. indar == Cnso poh
99, 106, 107, 108, 109, 117, 118, 157, 160, !63
Strum ica: 101, 103 vedi anch e Sirac usa; Sofia Utrub == Yatre b
158, 159, 161 Sulay man bin 'Abd ai-Ma lik, califf o
vedi anche Trina cria Tirid ate, nome di re arme ni : 149
omay yade: 26, 36 Val{l rsapa t: \45, 146, ISO
Sicili a, them a di: 160 Tiro : 143 .
Sicili ani: 161 Tugh ril Beg, sovra no selgi uchtd e: Valen te, astro nomo : 70 .
Tabri z (Daw rez) : 150 Valen tino Arsac ide (Arsa kum) , gene-
Sidon e: 143 145
Tanc redi, conte di Lecce , poi re di Tom aso lo Slavo , usurp atore : 106, rale arme no: 91
Sigeo = Troia
Sicili a: 17, 118 Van: 131, 143, 145
Sikili ja = Sicili a 159, 160, 163
Taran to: 45, 118, 147 Tomm aso, apost olo: l Vasp uraka n : 144, 145
Silei = Tessa lonic a Taras icodi ssa = Zeno ne
Silen = Tessa lonic a Trac ia: 26, 93, 116 Velik lud: 98, 102
Taras io, patri arca di Costa ntino po- Trap ezun te (Trebison~a): 114 Vene zia: XII, 31, 32, 45, 68, 69, 7 0 '
Sime onc, il Theodochos: 150
li: l Trap ezun te, impe ro dl: 115, 121 75, 119, 120, 203, 204, 205, 206
Sime onc, zar dei Bulga ri: 93
Tarso : 117, 145 Treb isond a = Trap ezun te vedi anch e Adria na
Sion: 3, 52, 74
vedi anche Geru salem me
Sirac usa: XV, 17, 98, 99, 106, 107,
Tarta ri: 79, 112, 122
Telcs foro di Cose nza: 7
Trina cria: 208
vedi anch e Sicili a
Vene ziani : 70, 119, 120, 204, 205, 206
Versi nikia : 94, 160
l
Teod erico , re degli Ostro goti : 23 Vien na: 53
108, 160, 161, 163, 165 Tripo li (di Siria ): 69
Teod oro, santo : 135 Viter bo: 17
vedi anch e Tiran na
Duom o (Parthenon): 109
Teod oro I Lasca ris, impe rator e a Ni-
cea: 115, 121
Trno vo 51
Troia (Sige o): 14, 15 Vitsa ida = Beth saida .l
Fonta na d'Are tusa : 109 Tunis i: 44
Teod oro II = Thor os Yatre b (Utru b): 28
Occh io della Zillic a (fonte ): 109 Tura nidy = Tiran na
Teod osio I il Gran de, impe rator e: 58 Yva dud Sult n: 33
Ortig ia (isola ): 106 Turin adij = Tiran na
Teod osio III, impe rator e: 93 Yazid I. califf o omay yade : 32
Sirac usani : 16\ Turin idv = Tiran na
Teod osio patriz io: 45 Turc hi: . Xl, XII, XVI. 5, 24, 25 , 29,
Siria: 66, 93, 116, 121, 140, \41 , \47 Teod osio, vesco vo di Calce donia : 45 30, 31, 32, 38, 53, 114, 117, 119. 120, Walt er (Wal terus ), temp lare : 66, 67
Sivas = Seba ste Teod ozion e: 38
Smed erevo : 31
Teof ane spa tario: 45
122 126, 130, 131, 138, 140, 143, Walt erus = Walt er
Smir ne: 81 , 114, 123, 146 146: 147, 148, 150, 153, 203, 204,
Teof ano (Theo phan o), impe ratric e Zeng i, atabe g di Moss ul: 140, 141 . .
Sodo ma: 207, 208 205, 206
(mog lie di Staur akios ): 105 vedi anch e Teuc ri Zeno ne (Tara sicod issa), tmpe rator e.
Sofia (Serdica, Sredi, Sradi ca) : 14, Teofi lo, impe rator e: 23, 44, 45, 105,
97. 99, 102 Turc hi Osma nli: 114, 117, 121 XIX, 91
106 Turc hi Selgi uchid i: 29 , 30, 112, 114, Ziyad at-Al lah, emiro aglab ide di
vedi anche Tiran na Theo phan o = Teofa no
Solum = Tessa lonic a 117, 140, 144, 146 Qayr awan : 107, 161
Terra santa : 117, 119
Spag na: 45 vedi anch e Persi ani
Terve l, khan dei Bulg ari: 92, 93, 94
Sradica = Sofia Tessa glia: 6, 118
Sredi = Sofia Tessa lonic a (Salo nicco , Silei, Silw ,
Stath orin = Stath orion Solum ) XVII , XVII I , 44, 46, 47, 49,
Stath orion (Stathorin): 78, 122
80, 85, 93, 97, 100, 103, 123, 170
 NOMI GRECI DI PERSONA E DI LUOGO

'ABpp na.~&.pt: 122 Bw:n,Ec; rw.p~\t:tp<D[J.voc, =

'AE-coc;: 10 Mt:tp[J.t:tpw[J.voc, [lw:n.cCi.c.
"Aya.p: 85, 184 Ba(n).lc;, BanEuou~a (-.6.cc,): IX, 173,
'Aya.pl)vo(: 122, 179 177, 185, 186
"AyyE.oc: 177 BEika~aci (B-rJGai:o&., B!J<pl1a'Co&.,
A'iyu;;;-coc;: 178 Bu<iai:OU.): 87, 101
AL(o;;;E: 82, 112 BE(a.p: 184, 193
ALLOTILt:t: 84, 170, 178, 182, 185, 189, B,uvla.: 113, 176, 178
190 Bou yapoc;: 182
Allot\1: 84 Bpu<7wv: 162
'Axpa.x<i[J.TIOC, ('Axp6-cu[J.oc;): 113 Bu~U.vnov (Bu1;a.vda, Bu~a.vdc;): 55,
'Axp6-cu[J.oc; = 'Axpa.x<i)L;;;oc; 70, 73, 181, 184, 188, 189
'AE~a. vo pda.: 85 Bu~wrcla. = Bu1;6.vnov
'AUE,a.vopoc; 6 Mya.c; (6 Ma.xEowv): Bu~a.v-clc; = Bu1;a.v-nov
116, 187, 192 Bu~a.c;: 74, 171, 175, 189
'A[J.a.-c(o,,: 187
'Ava.-coklj: 63, 97, 99 ra(3a.w: 179
'Avopa.c; (6 2::a.Mc;): 189, 192 fa.a.-cla.: 176, 183
'Av-f]toc;: 71 l'ata.la.: 192
'Av-rLXPL<i'COC,: 88, 89, 185, 189, 190, fEvva.: 197, 200
191, 192, 193, 194, 195, 196, 198 l'Et~pycoc; Kov-c1;Ci.c;
'A;;;6wv: 71 fEwpycoc;
[~a,oc;: 183
'A r;6cr-co.oc; = nau).oc;
"Apyupoc;: 182 ~a.(3l8 (~a.ul): 72, 198
'Ap[J.a..Euc; = 'Ap[J..a:oc; ~a.cOci: 193
'Ap[J.a.oc; (' Ap[J.a.Euc;): 190 A<i[J. = ~ci.v
'Ap[J.Evla.: 176, 178 ~a[J.M-cpl: 188
'A<ilr.c 176, 183 ~<iv (~6.[.!.): 87, 192, 194
'Auuupcm: 63 ~a[J.a..,c;: 113
'Acppcx-f]: 178 4a.vc-f).: 41, 98, 171, 172, 174, 179, 183,
'Acppool-cTK ISO 191, 199
'Axpa.olva.: 98 Aa.ulo = ~a0lo
'At\Jlvtoc;: 196 f!.pE7taV'f]Cp6poc.: 56, 57

Ba.(3u.wv (Ba.Buwvla): 55, 74, 85, 86, 'E(3pa.tx6c;: 194

87, 162, 186 'E(3pa.,oc;/oc: 192, 194
Ba.(3uwvla = Ba.(3uwv 'Eo>: 200. 201
272 \0.\H GRECI DI PERSONA E DI LuOGO NOMI GRECI DI PERSONA E DI LUOGO 273

'E~<XL'h. ('IE~mN,): 176 Ka..a~pGa: 98 SEpoMrpoc;: 122, 185 <l>(mr.oc;: 116

"EilpLet~cc;: 83, 178 Kri.a. va.: 54 Suyo.riyavov: 113 <l>p6:yyot (<l>priyxoL): 40, 112
'E.Lv(a.: 98 Ka.mpva.ouiJ.: l Ol <l>priyxoL = <l>priyyoc
"E'I]VE<; : 83, 178, 190 Kcm-r-aooxia.: 176, 183 <l>puy(a: 176, 183
Ovvvot (OvvoL): 176 <t>w.: 189
'Evr;; x : 101 , 197, 198 Ketp(cc 176 Ouvot = OvvvoL
''E!;a.pxot: 57 Ka.pXTJOt~v: 63
'E;;1:ci:orpc: 16, 17, 39, 42, 44, 55, 56, 'l'EuOo-~wp6iEOc;: 13
Ka.<T7t(a.: 187
Ilct.ctt6.oyot: 112
73, 85, 86, 99, 116, 174, 176, 177, K.Ov'1:1;tic; fEwpywc;: 13
Ila.ct.L<; 'tWV h~tEpwv: 199 Ia.1:6:v (Ia1:avac;): 180, 192, 193, 195,
183, 184, 185, 186, 188 Ko(J.rivot: 17 6
Ilap6:x.Tj'tOc;: 57 200, 201
"EpEBc: 182 K6vwv = K6wc;
'EPe'~s: 180 K6vwc; (K6vW';): 52, 82, 80, 174
Ila.p'tEV'~ = IlE'tpLVOV Ia-avac; = Ia1:riv
Ilavoc;: 180, 190, 194 ItxE.(a: 98, 178
"EpronE: 17 3 Kpa.v(ou 'to;;:oc;: 189
Ilpya.~LOS: 113 Itwv: 74, 186
"ErpEGcc;: 113 Kp-~'tT): 13
Evrppa-c-IJc;: 178 Ilp<TctL: 179 IxuiJaL: 176
Kpo'Joc;: 180
IlE'tpLVOV (Ilctp'tEV1]): 98 Iup(a: 17 6, 182
KuxriEc;: 44, 176, 183, 192
Ilhpoc;: iso Iw!J.ct (r.o'taiJ.6c;): 187
8EoyvlS>o'tOC: 192 Ku7tpoc;: 47, 179, 180
Ilt<TL(a: 98
8Eo'70:.OVLX.Et:;: 190, 194, 195 Kwv<T'tG<Yt(voc; 6 Myac;: 54, 74, 87, 171
IlctXW'tOV: 71 T6:p'tctpoc;: 184, 193, 197, 201
8Eo-o-aJ.ovix11: 44, 85, 86, 183 Kwv<T'tO.V'ttvou;;:o.tc;: 70, 71, 86, 122
IT6v-oc;: 178, 180, 184, 187 T6:'tctpot: 112
G~pE~oc;: 182 Kwv<T'tO.V'tLVou;;:o.i:-:a. t: 55
Iluppv i'ivoc;: 56 TE'tprX!J.TjVO<;: 57
Kwv<T'tac;: 90, 91
'H),ia.c;: 101, 197, 198 Kwvwlji: 73, 174 Tupavvic; (Tvpavvoc;): 98, 162
"H).,,oc;: 97 'N~ctLVct ('PiJ.~Eva.): 170, 180 Tvpavvoc; = Tupavvic;
Hpa.x.o:: 172 Aayyou~apo(a.: 170, 180 'PIJ.~Eva. = 'N~a.LVct
Act'tLVOL: 175 'PWIJ.CLLOL: 83, 84, 85, 86, 88, 98, 101, Xa..XT)Oov(a. = Xa.xTjowv
ZfJIJ. = Xwpa.iv Awv <T't' Iorp6c;: 13, 172 124, 174, 175, 178, 179, 184, 189, Xctx71wv (XaxTJOovia): 63
z~vwv: 90, 91 At~uTj: 73, 182 190, 191 XapxT)wv: 63
Zt;>iov: 41, 42. 99 At~ux6c;: 182 'PwiJ.av(a: 98 Xou<Tiji: 189
Ail)i: 182 'Pwwll: 44, 71, 74, 85, 87, 98, 99, 178, XpL<T'ttavo(: 175, 183, 189, 191, 192,
'Ia.xr~~: 194, 195 Aoyyt~ripot: 40, 99 180, 182, 183 194
'Iepo<T6.u~w = '!Epou>Ja.).-~IJ. 'PwiJ.Tj, h Na.: 171, 181 Xpu<To<T'tOIJ.O<;: 191
'PwiJ.uoc;: 190 Xwpa.~(v (ZiJIJ.): 87, 101
'!Epouo-a..Tj~L ('TEpo<T).uiJ.a.): 101, 188, Mct.riytva.: 113
189, 192, 194 Ma.p(a.: 54
'!Epouo-a.f.-~~t. h Na.: IX Maptav6:: 98
'!Tj<Tovc; Xpt<T't6c;: 88, 101, 174, 189, 191, MctpiJ.a.pw~tvoc; ~a.n.ttic; (Ba.n.Evc;
192, 193, 194, 195, 198, 200 iJ.O.piJ.aptJ.JfJ.Vcc;): 52, 58, 92, 111, 154
'b(a.: 178, 187 Mripva.~: 174
'I6;;;;n: 18 s MEiJ6toc; Ila't6:pwv: 178, 185, 187,
'Iou8o:Ca.: 87, 192 189, 192
'Icu8a.i:ot: 88, 189, 192 ME<T07tO'tctiJ.La: 44, 176, 183
'Iovo:c;: 198 ME<T<Tia.c;: 101
'1-r--;-;oopo~tiov: 173 MtxafJ: 101
'[o-p.a.L'ta.L = '!<TiJ.O:TJ.L'tO.L 1hxa~ 'Arpp6:'t11c;: 54
'l<TiJ.a.~).: 85, 98, 99, 113, 175, 178, 182 MLxa.Lc; = Motxa.ic;
'lO'iJ.CI.'I]L'ta.L ('l<Tp.a.E.i:'ta.,): 98, 99, 112, Motxa.( (Mtxa.ic;): 179, 193
178, 179
'l<T;;a.via.: 170, 180 Sav-v yvoc; (Sa.vilv Elvoc;): 40, 41,
'l <Tpa.~.: 192, 194, 198 42, 44, 47, 48, 56, 99, 182, 183
'Iw6.vvl]c; b 8ec.6yoc;: 190, 197, 198 Sav-i:v i'i}voc; = Saviv y'JO<;
 AUTORI

Abel, A.: 25, 27, 28, 142, 147 Cabro!, F.: XVIII
Adrados, F. R.: 15 Caev, N. S.: 77
Akinian, N.: 135 Cahen, C.: 145
Alexander, P. J. (abbr. Alex., Al.): Cameron, Av.: X
xv, l, 20, 21, 22, 41, 42, 44, 62, 85, Campana, A.: 129
88, 95, 97, 102, 103, 104, 105, 106, Canard, M.: 25, 26, 28, 29, 32, 45, 85,
107, 108, 157, 160, 162, 187 94, 159
Algisi, L.: 103 Capart, J.: 25
Alphandery, P.: 142 Capitani, 0.: 17
Ananian, P.: 135 Capizzi, C.: XIX
Anasjan, H. A.: 150 Capo, L.: 68
Antes, S.: X Carile, A.: XII, XIII, XIX, XX, 8, 20,
Argyriou, A.: 13, 21, 37, 41, 43 57, 58, 64, 67, 68, 69, 75, 182, 184
Amaldi, G.: 68 Casanova, P.: 27
Assemani, J. S.: 142 Castagnoli, F.: 46
Assemani, S. E.: 142 Cecchelli, C.: 46
Atiya, A. S.: 119, 120 Cecchctti, I.: 46
Chabot, J.-B.: 18, 36
Backvis, C.: 45, 159 Charles, R. H.: 18
Banduti, A.: 59, 60 Coxe, H. 0.: 171
Barker, E.: XIX Carnet, E.: 6, 7
Becker, J.: 62 Cracco, C.: 68
Bees, N. A.: 52, 59, 111, 122, 125, 147 Cross, S. H.: 76
Berza, M.: 163 Cumont, F.: 126
Bianchi, G.: XVIII
Bidez, 1.: 14 Dagron, G.: X, 14
Birth, Th.: 40 Dain, A.: 40
Bischoff, B.: 19 Daneu-Lattanzi, A.: 6, 7, 13, 18
Bongars, J.: 20, 119 Danilou, J.: 22
Bousset, W.: l, 50,112,116,123,141, Darmsteter, J.: 38, 142
142 Dark6, E.: 7
Brand, C. M.: 57, 58 Delaunay, F.: l
Braun, N.: 76 Delehaye, H.: 18
Brhier, L.: 13, 29, 30, 95, 114, 115, Denis, A.-M.: l, 18
118, 119, 120, 138, 145 Dennis, G. T.: 40
Brosset, M.: 23 Deny, J.: 25
Burch, V.: 14 Der Nersessian, S.: 135
Buttenwieser, H.: 38 Dethier, Ph.: 7, 16
276 AUTORI AUTORI 277

Devreesse, R,; 158 Grgoire, H.: 45, 157, 158 Kirptschnikow, A.: 14 Mazzucchi, C. M.: XIX
Diehl, Ch.: 8 Gren, E.: 13 Klostermann, E. (abbr. Klost.): 37, Mc Ginn, B.: l
Dieten, I. A. van: 10, 58 Grcssman, H.: 18 49, 62, 68, 73, 80, 111, 122, 176, 179, Mc Neile, A. H.: l
Dilger, F.: 93, 159 Grosso, F.: 10 183 Medlin, W. K.: 77
Donati. L.: 141 Grousset, R.: 29, 31, 114, 115, 117, Knos, B.: 13 Meinardus, 0.: 36, 38, 82
Donckel, E.: 7 135, 138, 139, 140, 141, 145, 146, 147 Kominis, A. D.: 13 Mendelssohn, L.: 15
Dt.i Cangc, Ch. D.: 54, 68, 122 Grume!, V.: 91, 143 Komsko, M.: 21, 152 Mercati, S. G.: 157, 158, 159
Dujcev, I.: 12, 13, 31, 77, 80 Grundmann, H.: 6, 8, 18, 64, 68 Krumbacher, K.: 59 Merk, A.: 38
Dulaurier, Ed.: 140 Gunkel, H.: l Kurfess, A.: 19, 20, 21, 22, 125, 141, Miche!, A.: XVIII
Dulire, W. L.: l O Giinther, G.: 142 147 Mihescu, H.: 40
Dupont, M.: 31 Kyriakides, St.: 47 Monticolo, G.: 44
Dvornik, F.: XIX Hageneder, 0.: 17 Moravcsik, G.: 90
Haidacher, A.: 17 Lagarde, P. de.: 143 Murray, S.: XVII, 43
Eissfeldt, 0.: l Halkin, F.: 14 Lambeck, P. (Lambeccius): 122
Emine, J.-R.: 136 Hansen, G. C.: 14 Lampe, G. W. H.: 120 Nicol, D. M.: XII
Erbetta, M.: l, 18, 19 Harrison, R. M.: X Lamy, T. J.: 142 Nada Patronc, A. M.: 8
Esbroeck, M. van: 135, 136 Heisenberg, A.: 58 Langdon, S. H.: 15 Nallino, C.: 45, 159
Erdmann, C.: 21, 124, 125, 147 Hennephof, H.: 104, 106 Langlois, V.: 136
Eyicc, S.: Il Hermanin, F.: 46 Lauer, Ph.: 8 Obolensky, D.: 77
Hirsch-Reich, B. M.: 64 Laourdas, B.: 13 Ormanian, M.: 135
Fabricius, J. A.: 62 Holder-Egger, 0.: 19, 20, 63, 64, 65, Lathoud, D.: 14 Orselli, A. M.: X, 142
Farai, E.: 9 67, 129 Laurent, V.: 64 Ostrogorsky, G.: 93, 115, 118, 119,
Farina, R.: XIX Honigmann, E.: 45, 159 Lavrov, A.: 42 138, 145, 146
Fenster, E.: X Hisch, E.: 77 Lawrence Rose, P.: 12, 172
Firpo, L.: XIV Houdas: 26 Lemerle, P.: X Paladin, E.: 68
Falco, E.: 12, 81 Le Vaillant de Fioriva!, P. E.: 136 Palmarini, N.: 154
Foschi Martini, B.: 142 Inalcik, H.: 115 Leonid archim.: 12 Pastorello, E.: 20, 44
Frasson, G.: 136, 137, 148 Issaverden, J.: 23 Levi della Vida, G.: 25 Peeters, P.: 135, 136
Friedberg, E.: 17 Istrin, V. M. (abbr. Istr.): 16, 21, 22, Lilienfeld, F. V.: 77 Pertusi, A.: IX, XIII, XIV, XV, XVI,
Frolow, A.: 14 23, 37, 42, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, Longnon, L: 9, 51, 58 XVII, XVIII, XIX, XX, 5, 6, 7, 16,
Fruchon, P.: l 56, 70, 72, 73, 76, 77, 80, 81, 82, 83, 17, 24, 29, 31, 32, 33, 40, 43, 56, 63,
Furlan, G.: 15 84, 85, 86, 87, 88, 89, 96, 98, 100, Maccarrone, M.: 17 76, 77, 92, 126, 140
101, lll, 112, 113, 115, 116, 121, Mac Cormack, S. G.: XIX Petit, L.: IX, 61, 62
Gabrieli, F.: 118 124, 125, 126, 141, 169, 171, 174, Macler, F.: 22, 36, 37, 38, 49, 50, 63, Petrovskij, N. M.: 23
Galavaris, G.: XVIII 176, 179, 183, 187, 188, 189, 191, 90, 92, lll, 112, 116, 123, 127 Petrucci, E.: XVIII
Gamillscheg, E.: 40 194, 195, 197 Maisano, R. (abbr. Mais.): XVII, Philonenko, M.: 87, 142
Garitte, G.: 135, 136, 143 XVIII, 39, 47, 48, 82, 87, 88, 126, Picard, J.-C.: 142
Garofalo, S.: 103 Jacoby, D.: 119 187 Pitcher, D. E.: 114,115
Gerland, E.: 14 Janin, R.: 6, 7, 10, 23, 58, 122, 188 Majeska, G. P.: X Podskalsky, G.: 2, 152
Ghellinck, J. De: 19 Jeanmaire, H.: 126 Mango, C.: IX, XVI, XVII, 6, 7, 8, 12, Polites, N.: 125
Giannelli, C.: 14 Jellinek, A.: 38 13, 43, 57, 59, 125, 172 Preger, Th.: 8, 23, 188
Ginzburg, L.: 142 Jugie, M.: IX, 48, 61, 62 Manni, E.: 13 Pritchard, J. B.: 15
Giovannoni, G.: 46 Manselli, R.: 67
Gikce, S.: 29 Kalemkiar, G.: 22 Marais, W.: 26 Ranghcri, M.: 141
Gordillo, M.: 48 Kalonaros, P.: 9 Markopoulos, A.: 13 Reeves, M. M.: 64
Gottheil, R. J. M.: 38 Kampers, F.: 112, 116, 124, 125 Massignon, L.: 25, 26, 27, 28 Regiselmus, P.: 6
Graf, G.: 38 Kcydell, R.: 40 Maurice, L 13 Riant, P.: 9
Grecu, V.: 60 Kindlimann, S.: 21, 118 Mazzucchelli, G. M.: 63 Rigaux, B.: 141
278 AUTORI
Rinaldi, G.: 15
Rohricht, R.: 31
Rosentiehl, J.-M.: 142
Rotolo, V.: 47
Ryden, L.: IX, XVI, 39
Rzach, A.: \9
Sackur, E. (abbr. Sack.): 20, 21, 22,
83, 85, 87, 92, 116, 124, 125, 141
Sargisean, B.: 136, 137
Sbriziolo, M. P.: 76
Schaeder, H.: 76
Schmidt, Fr.: 142
Schmidt, J.: 142
Schmoldt, H. (abbr. Schm.): 16, 49,
50, 53, 68, 84, 111, 112, 113, 114,
116, 122, 123, 176, 183
Schneider, A. M.: 76
Schreiner, P.: 6
Scivoletto, N.: 67
Sevcenko, I.: IX, 2
Sidrids, X. A.: IX, 61, 62
Smirnov, N. A.: 15
Smith III, Marlon H.: XVIII
Srechkovi, P. S.: 42
Stache, U. J.: X
Stanescu, E.: 103
Stefani, F.: 119
Stein, E.: X
Steindorff, G.: 18, 97
Stieglecker, H.: 27
Steinschneider, M.: l
Stone, M. E.: 142
Stremoukhoff, D.: 77
Stubbs, W.: 30, 66
Swain, J. W.: 104, 152
Swete, H. B.: 38, 190
Swoboda, H.: 11
Taeschner, F.: 114, 115
Tommaseo, N.: 146
Tondell, L.: 64, 65
Torrey, Ch. C.: 26
Trianlaphyllides, M.: 13
Turmel, J.: 141, 142
Turner, C. I. G.: IX, 2
Uluhogian, G.: 136, ISO
SOMMARIO
Unbegaun, B.: 15
Using, R.: 124
Valentini, G.: XII
Vannicr, J.-F.: 170 Nota del curatore . . . . . . .. . .. . . .. .... ................................ ... ....... Pag. VII
Vasiliev, A. A. (abbr. Vas. o V.): IX,
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VII
2, 8, 16, 25, 26, 27, 37, 38, 39, 41, 42,
43, 45, 49, 53, 55, 56, 72, 73, 77, 80, Le profezie su Costa11tinopoli fra escatologia ed ideologia politica ,, VIII
83, 84, 85, 86, 97, 98, 99, 100, 101,
111, 112, 113, 115, 116, 126, 137, I. Introduzione ... .. ......... ... ... ................................. ... .. . .
157, 159, 161, 176, 177, 183, 185, 188
Vatlioni, F. : 103, 152
Vereccken, J.: 122 II. La tradizione cristiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Verhelst, D.: 69, 124 A. Le /egge11de popolari ed i monume11ti figurati a Costanti-
Violante, C.: 67 110poli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Violet, Br.: 18 B. Le profezie cristia11e pi antiche . . . . .. . .. .. . . . . . . .. . .. . . . . . . . 18
Wasilcwski, T.: 77
III. Le profezie islamiche (arabe e turche) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Webb, Cl. C. I.: 62
Woide: 37
Wortley, J. T.: 39, 43 IV. Le " Visiones Danielis '' nell'Oriente bizantino e in Occi-
Wunsche, A.: 38 dente fra il sec. X e il sec. XV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
A. Le " Visio11es Danielis , orientali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . '' 35
Zellinger, J.: 190
Zernon, N.: 77 B. Le [cosiddette] Visiones Danielis '' greche . . .. .......... 36
Zcrschwitz, G. V.: 122 C. Il problema delle stirpi bionde '' nelle profezie greche
Zocca, M.: 46 su Costantinopoli e la fine del mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
Zotenberg H.: 38 D. Il problema delle " stirpi bionde ,, nelle profezie di trad
zione occidentale latina e slava . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
V. Il problema dell'interpretazione storica delle " Visiones
Danielis '' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
La " Visio Danielis '' pi diffusa e pi comune a Bisanzio 111
VI. La " Visio Norsei >>, profezia di san Nersete il Grande e il
Senno de Antichristo '' dello pseudo-Epifanio . . . . . . . . . . .. . '' 129
VII. Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . .. . .. . . . . . . ... .. . . .. .. . . .. . . . ... . . . . . . . . . . . . . 151
 STUDI STORICI
280 SOMMARIO pubblicati sotto la direzione di
(1953-1982)
Appendice I .................................................................... . Pag. 157
Voi I. Fase. 1-4. GIOVANNI TABACCO, La
Il vaticinio del 'filosofo' Brusone sulla conquista araba della Sici- casa di Francia nell'azione politica di
Papa Giovanni XXII, Roma 1953, pp.
lia ne11'827 ...................................................................... . 157 xvi-372.
Vol. Il. Fase. 5. RAoUL MANSEU.I, Studi
Appendice II 169 sulle eresie del sec. XII, Roma 1953,
pp. vm-125. (esaurito)
II edizione ampliata, Roma 1975, pp.
La profezia pseudo-danielica dei codd. Laud. gr. 27 e Barocc. gr.
VI-341.
145 della Bodleiana di Oxford .... .. .. .. .................................. . 169 Vol. Ili. Fase. 6-7. ARSENIO FRUGO~!, Ce-
lestiniana, Roma 1954, pp. vn-189.
(esaurito)
Appendici III e IV ........ . ...... ... ......................................... . 203
Vol. IV. Fase. 8-9. ARSENIO FRUGONI, Ar
naldo da Brescia nelle fonti del sec.
Tavole 209 xu, Roma 1954, pp. x-200. (esaurito)
Vol. V. Fase. 10. EDITII P.lszTOR, Per la
storia di San Ludovico d'Angi (1274--
Indici 1297), Roma 1955, pp. rv-88.
223
I. Manoscritti e fondi archivistici .................................. . Vol. VI. Fase. 11.13. CINZIO VIOLANTE,
II. Fonti ..................................................................... . 225 La Pataria milanese e la Riforma ec-
clesiastica. I. Le premesse (1045-1057),
III. Nomi di persona e di luogo e termini notevoli ............. . )) 257 Roma 1955, pp. xn-224. (esaurito)
IV. Nomi greci di persona e di luogo ............................... . )) 271 Vol. VII. Fase. 14--18. PAOLO l.AMMA, Com
V. Autori ................................................ .. ...... ... ......... . )) 275 neni e Staufer. Ricerche sui rapporti
fra Bisanzio e 1'0cciden Le nel sec. XII,
Roma 1955, vol. I, pp. xx-322.
Vol. VIII. Fase. 1921. RAoUL MANSELLI,
La Lectura super Apocalipsim di
Pietro di Giovanni Olivi. Ricerche sul-
l'escatologismo medioevale, Roma 1955,
pp. rv-246. (esaurito)
Vol. IX. Fase. 22-25. PAOLO LAMMA, Com
neni e Staufer. Ricerche sui rapporti
fra Bisanzio e l'Occidente nel sec. Vol. XXV. Fase. 80-82. CHIARA SETTIS
XII, Roma 1957, vol. Il, pp. Iv-344.
Vol. X. Fase. 26-27. Tuu.xo GREGORY, Stu
di sul platonismo medievale, Roma
1958, pp. 159. (esaurito)
Vol. XI. Fase. 28-30. Luoovico GATTO, Il
pontificato di Gregorio X (1271-1276),
Roma 1959, pp. \'I-261. (esaurilo).
Vol. XII. Fase. 31-34. RAoUL MA~SELLI,
Spirituali e Beghini in Provenza, Ro- Vol. XXVIII. Fase. 93-96. RANitRO 0RIOLI
ma 1959, pp. VI-358. (esaurilo)
Vol. XIII. Fase. 35-39. BRUNO NARDI, Dal
Convivio alla Commedia (Sei Vol. XXIX. Fase. 97-98. GIOVANNA PETTI,
saggi danteschi), Roma 1960, pp. IV
384. (esaurito)
Vol. XIV. Fase. 40-41. GIOVANNI MtCCOLI,
Pietro Igneo. Studi sull'et gregoria-
na, Roma 1960, pp. vr-358.
Vol. XV. Fase. 42-44. PAOLO LAMli!A, Mo-
menti di storiografia cluniacense, Ro-
ma, 1961, pp. vx-208. (esaurilo)
Vol. XVI. Fase. 45-47. G. FASOLI, R. MAN
SEU.I, C. G. MoR, G. ARNALDI, E. lUI-
MONDI, M. BoNr, P. ToscHI, Studi Ez
zelinianl, Roma 1963, pp. 227. (esaurito)
RAFFAELLO MORGHEN
Vol. XVII. Fase. 48-50. GIROLAMO ARNAL
DI, Studi sui cronisti della Marca Tre-
vigiana nell'et di Ezzelino da Ro-
mano, Roma 1963, pp. xn-253 (esaurilo)
Voli. XVIII-XIX. Fase. 51-68. ELio CoNTI,
La formazione della struttura agraria
moderna nel contado fiorentino.
Vol. I. (Le campagne nell'et prcco-
munale), Roma 1965, pp. xu-480.
Vol. III, parte 2. (Monografie e la
vole statistiche sec. XVXIX), Roma
1965, pp. 470.
Vol. XX. Fase. 69-70. NICOLA CILENTO, Le
origini della Signoria Capuana nella
Longobardia minore, Roma 1966, pp.
200.
Vol. XXI. Fase. 71-72. FRANCESCO MANA
CORDA t. Ricerche sulla dominazione
dei carolingi in Italia, Roma 1968,
pp. 190.
l fascicoli 73-74 11011 so11o stati pub-
blicati.
Vol. :X'XII, Fase. 75-76. ANDRI1 GUILLOU,
Rgionalisme et indpendance dans
l'empire byzantin au VII sicle.
L'exemple de l'exarchat et de la pen-
tapole d'Italie, Roma 1969, pp. 348.
Vol. XXIII. Fase. 77. ANNA MoRISI, Apo-
calypsis Nova. Ricerche sull'origine e
la formazione del testo dello pseudo-
Amadeo, Roma 1970, pp. 96.
Vol. XXIV. Fase. 78-79. CLAUDIO S.<NCHEZ
AI.BORNOZ, Estudios Visigodos, Roma
1971, pp. 380.
FRUGONI, Historia Ale.'tandri elevati
per griphos ad aerem Origine. ico-
nografia e fortuna di un tema, Roma
1973, pp. 350.
Voli. XXVI-XXVII. Fase. 83-92. Studi su!
Medioevo cristiano offerti a R. Mor-
ghen, Roma 1975, vol. I, pp. 1-552; vol.
II, pp. 553-1081.
e LORENZO PAOLINI, L'eresia a Bologna
fra XIII e XIV secolo. Roma 1975, parte
I, pp. 174; parte II, pp. 158.
Genova e Corsica nel Trecento, Roma
1976, p. 195.
Vol. XXX. Fase. 99. PAOLO BERTOLINI, Fi
gura velut que Christus designatur.
La persistenza del simbolo della croce
nell'iconografia numismatica durante
il periodo iconoclasta: Costantinopoli
e Benevento, Roma 1978, pp. 129.
Vol. XXXI. Fase. 100-102. MARTA CRISTIA
NI, Dall'unanimitas all'universitas, da
Alcuino a Giovanni Eriugena, Roma
1978, pp. 196.
 Vol. XXXII. Fase. 103105. Studi su Pie
tra da Eboli, a cura di Raoul Man-
selli, Leonida Pandirniglio, Carla Fra-
va, Teresa Sarnpieri, Marta Gianni e
Raniero Orioli, Massimo Miglio, Chia-
ra Frugoni, Roma 1978, pp. 216, tavv.
27.
Vol. XXXIII. Fase. 1()6.108. Ernesto Buo-
naiuti storico del Cristiane simo a tren
t'anni dalla morte, a cura di Raf
faello Morghen, Alberto . Pincherle ,
Raoul Manselli, Boris Ulianich, Fau
sto Parente, Roma 1978, pp. 194.
Vol. XXXIV. Fase. 109. SlEFANO GASPARRI,
I duchi longobardi, Roma 1978, pp. 116.
Vol. XXXV. Fase. 110-111. Studi Malate-
stiani, a cura di .P. J. Jones, A. Vasina,
Ch. Mitchell, P. Sampao! e's i, P. G. Pa
sini, F. Gaeta, Roma 1978, pp. 196.
Vol. XXXVI. Fase. 112-114. RAFFAELLO
.MoRGHEN, Tradizio ne religiosa nella ci
vilt dell'Occidente cristiano , Roma
1979, pp. XII, 292; tav. I-X.
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