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INDICE
- IL CANTO GREGORIANO
- Il cristianesimo religione di stato
Anticamente la musica nacque dal bisogno dellessere umano di esprimere i propri
sentimenti. Nonostante la forma pi antica fosse quella vocale, anche quella strumentale
cominci il proprio sviluppo come accentuamento dei suoni e dei movimenti. Da questo
punto in poi la musica proceder con il proprio sviluppo, dove quella strumentale e quella
vocale gareggiarono per la supremazia. La musica non era intesa solo come lo studio dei
suoni combinati ma anche come una profonda e sensibile concezione metafisica; Pitagora
infatti scopr che le conoscenze musicali erano basate su semplici rapporti numerici e che
larmonia intesa come unit dei contrari era visibile in ogni aspetto della realt umana.
Per quanto nel mondo classico la musica avesse la stessa importanza delle altre arti e un
ruolo fondamentale nella vita sociale e religiosa, questa non ha potuto rappresentare un vero
e proprio modello di classicit. La mancanza di concrete testimonianze storiche, nonostante
le notizie che ci sono state tramandate da personaggi di spicco dellantichit e dai miti
riguardanti essa e che ne indicano limportanza, non dovuta a un incidente storico, ma al
fatto che la musica fosse ritenuta una disciplina da non tramandare alle generazioni future.
Infatti, solo grazie a queste testimonianze, alcune delle quali sono: un frammento
dellOreste di Euripide, due inni delfici, uno scolio da un epitaffio di Tralle, tre inni di
Mesodeme (di incerta autenticit) e alcuni riferimenti che si trovano nelle opere di Omero,
che possiamo farci unidea precisa sulla musica degli antichi greci; a differenza delle altre
civilt (egizia, ebraica e fenicia), i greci svilupparono un arte musicale in un contesto pi
laico e addirittura educativo, anche se spesso tendevano a mescolare la realt con i loro miti.
Nel periodo pi antico, la musica era difficilmente distinguibile dalla poesia poich i valori
ritmici erano pressoch gli stessi. Il centro pi antico ritenuto essere lisola di Lesbo,
patria di Terpandro (a cui viene erroneamente attribuita la creazione della lira a sette corde)
e di Arione (al quale viene attribuita linvenzione del ditirambo). Ma la tradizione musicale
greca raggiunse lapice nel IV sec., con una lenta trasformazione che port a modificare il
concetto stesso di musica sulla quale si reggeva la tradizione musicale del tempo. Questa
fase di passaggio fu di grande importanza soprattutto grazie a Timoteo di Mileto: port a
undici il numero delle corde della lira per fare in modo che i musicisti potessero utilizzare
pi di un armonia nello stesso canto; questo processo aiuter la graduale distinzione tra
musica e poesia rendendo la prima pi indipendente dal metro poetico. Questa distinzione si
venne a riscontrare soprattutto nella tragedia (genere poetico-musicale pi in voga durante il
V sec.) di cui Euripide fu il pi grande sostenitore. Cos la tragedia pass da rito civile e
religioso a un vero e proprio spettacolo. con lintroduzione di intervalli enarmonici, che i
musicisti non si sentirono pi obbligati a seguire la stessa melodia per tutta la durata della
loro esecuzione; in questo modo il melodizzare divenne pi flessibile ma allo stesso tempo
lesecuzione divenne pi complessa. Dunque fu cos che nacque la professione
dellesecutore dato che non si poteva pi affidare lopera a dei semplici dilettanti.
Al contrario di quanto si pu credere basandosi sui reperti che ci sono pervenuti, i Greci non
trascurarono la musica ma tramandarono i loro testi oralmente. Possiamo affermare la
presenza della musica nella civilt greca attraverso pittura, opere letterarie e dieci frammenti
musicali. Tuttavia la concezione moderna della musica era ben diversa da quella dei greci:
mousikos era quel cittadino educato completamente nelle arti e nelle scienze; Mousike era
invece quel termine che non solo indicava larte dei suoni ma anche la poesia e la danza.
I Greci educavano i loro figli con questa disciplina poich filosofi come Platone e Aristotele
affermarono che le varie tipologie di musica modificano il carattere sia positivamente che
negativamente. Pensavano inoltre che diverse melodie facessero scaturire diversi stati
danimo nelle persone che andavano dallaggressivit allaiuto alla concentrazione. Durante
lespansione della civilt ellenica la musica, che fino a quel momento si limitava ad un
accompagnamento delle esibizioni poetiche, si estesero al teatro; da qui nacquero le varie
correnti liriche sia in forme chiuse (lirica corale) che in forme aperte (lirica solistica). I
Greci durante il corso degli anni ampliarono sempre pi la loro tecnica musicale: si pass
dal genere diatonico e quello dei metri epici con luso della lira a quattro corde fino ad
arrivare alla grande orchestra del ditirambo e del teatro.
I Greci preferivano i generi cromatico e enarmonico dei modi orientali piuttosto che la
musica drammatica. Utilizzavano gli strumenti a fiato come lauls insieme alle percussioni.
La musica nomica ebbe grande importanza soprattutto per parlare durante gli eventi pubblici
e era accompagnata dalla Kithara e dallauls. Esisteva anche una musica composta
appositamente per determinati strumenti come ad esempio lauletica per gli strumenti a fiato
e la citaristica per Kithara e lirica. Questa si svilupp per tutto lo svolgimento della civilt
classica. In tutti i generi della musica greca si ritrova un nucleo generatore formato da
quattro note (tetracordo) separate da intervalli che differiscono a seconda del genere.
Levoluzione della musica ellenica inizia dal canto nomico di Terpandro e si conclude al
tempo di Euripide quando raggiunge anche la sua massima complessit.
LA DOTTRINA MUSICALE
La sensibilit musicale si pu dividere in tre gradi: ritmo, melodia e musica vera e propria.
Il ritmo, considerato l elemento pi sensuale di questa disciplina, capace di influenzare l
uomo a livello fisico; la melodia possiede un efficacia sulla psiche a livello emotivo; la
musica vera e propria considerata come pura contemplazione artistica. I Greci
consideravano la musica come un entit che agiva sulla loro anima e sulla loro volont, e
per questo la concepivano come una forza demoniaca. Da questa convinzione nacque la
dottrina dell ethos musicale che affermava che la musica non solo in grado di
determinare il nostro stato d animo ma anche capace di agire sulla nostra volont.
Proseguendo su questa strada, fu stabilito che la musica avesse tre tipi di azioni
fondamentali a seconda della produzione: l atto di volont ( ethos energico), il paralizzare
la volont stessa ( ethos snervante) e il provocare uno stato di estasi ( ethos estasiante).
Dunque la musica era divisibile in diastaltica, sistalitica ed esitastica, anche se questa
classificazione non appare n chiara n precisa. Pi attendibile invece sembra la
suddivisione dei grammatici alessandrini in: genere diatonico, cromatico e enarmonico.
Quello diatonico, limitatamente creativo a causa del fatto che comprendeva soltanto due
semitoni, anche se era ritenuto energico, austero e virile; quelli cromatico e enarmonico
sono invece pi raffinati e progrediti e venivano utilizzati per riprodurre stati d animo come
amore e dolore.
MUSICA E MATEMATICA
I Pitagorici concepirono la musica come un elemento che, con la matematica, coinvolge
tutto il cosmo. Altri filosofi come Platone ripresero dai Pitagorici lidea di dare alla musica
un valore educativo che in quanto arte era legata allarmonia delluniverso. Ogni armonia
possedeva un suo ethos specifico, forse generato dall altezza diversa della sua posizione
( alta, media, bassa ). I Greci ritenevano che la musica avesse qualit terapeutiche, ci che
essi chiamavano katharsis ( catarsi ), o guarigione della mente mediante la purificazione
dell anima.
Anche i Romani ereditarono questo stile musicale pi liberale; anche riguardo la loro
musica c rimasto poco, ad eccezione di testimonianze letterarie e figurative. Anche se
inizialmente, a causa dellinfluenza etrusca, lo spettacolo era dominato dalluso di strumenti
a fiato, dopo la conquista della Macedonia, risent del peso di quella greca. Da quel
momento in poi la loro musica fu segnata anche dalle influenze egiziane e orientali. Tuttavia
i Romani si limitarono ad ereditare dai Greci il sistema musicale, gli usi, le forme e la teoria,
a causa dei significati epici e pedagogici, la musica rimase estranea alla mentalit del
cittadino romano. Nonostante che, durante il II sec a. C., a Roma fossero presenti molti
musicisti ed esecutori provenienti dalla Grecia, nella societ romana si continu a non
attribuire un particolare carattere formativo di questa disciplina, che infatti veniva lasciata
eseguire da schiavi e da liberti. In netto contrasto con la semplicit e la raffinatezza della
musica greca, la musica romana suonata in varie occasioni sia pubbliche che private,
risultava essere pi vivace a causa anche della grande quantit degli strumenti a fiato
utilizzati, e dalle influenze italiche. A Roma la musica era usata anche per accompagnare la
pantomima e gli spettacoli dei gladiatori.
LA MUSICA A ROMA
Con la caduta dell Ellenismo ad opera dei Romani, la cultura greca fu acquisita dai nuovi
conquistatori che la portarono a Roma, e da qui si diffuse prima in Italia e poi in Europa.
Questo non vuol dire che la cultura ellenica rimase invariata. Roma aveva una civilt troppo
materialistica , e di conseguenza non fu in grado di comprendere a pieno limmenso
patrimonio culturale greco. I canti mistici utilizzati in Grecia presso gli oracoli e capaci di
trascinare moltissime persone nella contemplazione, si trasformarono in delle fanfare
utilizzate nel Circo Massimo per coprire le grida di dolore dei gladiatori oppure per
acclamare le legioni dopo una vittoria.
Come per la musica anche per quanto riguarda gli strumenti musicali, i Romani non
inventarono niente di nuovo, ma semplicemente si limitarono ad importarli dalle terre
conquistate. Il loro strumento preferito era il flauto, utilizzato in moltissimi eventi che
andavano da solenni servizi divini ai riti baccanali. Venne introdotto nella cultura romana
anche il teatro: quello greco e quello etrusco ( 336 a. C. ) che era ricco di musica. I Romani
quindi misero fine alla precedente epoca culturale e la musica si ridusse all
accompagnamento di orge sensuali e spettacoli crudeli.
Il timore, nato soprattutto in epoca repubblicana, che la musica potesse indebolire gli animi,
spinse i romani a preferire suoni pi decisi come quelli degli strumenti a fiato. Questi erano
utilizzati per incitare gli uomini e a favorire lo svolgimento di ogni genere di attivit. A
Roma si concentr un' incredibile quantit di strumenti diversi provenienti da ogni angolo
del mondo conosciuto che furono affiancati anche dagli strumenti preesistenti.
AUTORI E MUSICA
Roma mantenne rapporti stretti con la civilt greca che furono possibili anche grazie alla
mediazione degli etruschi. Oggi sono rimaste solo poche testimonianze del canto e delle
danze romane e nessuna testimonianza scritta di epoca precristiana. Non ci pervenuto
infatti quello che si pensa sia stato il primo trattato di musica in lingua latina: il De Musica,
scritto da Marco Terenzio Varrone ( 116-28 a.C. ). Le trombe e le tube erano suonate nel
corso di spettacoli che erano utilizzati per distrarre la popolazione dagli eventi politici. Nel
240 a.C. Livio Andronico rappresent a Roma un dramma greco in cui si alternavano parti
dialogate a parti cantate. Nerone stesso era un appassionato di musica e in particolare
dllHydraulis. Nerone inizi a studiare musica dopo la sua elezione ad imperatore avvenuta
nel 54 d.C.. Spesso cantava i suoi versi poetici accompagnandosi anche con la cetra.
STRUMENTI A PERCUSSIONE
Rhombus: uno strumento a rotazione aerea formato da una tavoletta romboidale di
lunghezza compresa tra 10 e 30 cm.
Tympanum: un tamburo a cornice rotonda di 30- 45 cm di diametro.
Sgabellum: una calzatura con una doppia suola di legno battuta a terra dallauleta.
Crotola: strumento simile alle nacchere.
Sistrum: strumento in bronzo o argento formato da una manico e da una verga in cui sono
inserite orizzontalmente dei ferretti con lamine doro. Era utilizzato principalmente il culto
della dea Iside.
STRUMENTI A CORDA
Kithara: conosciuta a Roma anche come Lyra anche se queste avevano alcune differenze. I
Romani lo perfezionarono e crearono numerose varianti.
Lyra: era costruita utilizzando un carapace di tartaruga o una zucca. In queste veniva tesa
una pelle di bue con due legni posti a forma di corda. Le corna sono poste tra un ponticello e
i due legni.
IL CANTO GREGORIANO
Dopo la sua decadenza assistiamo nellantica Roma alla nascita di una cultura nuovissima:
quella in cui viviamo da circa duemila anni. La splendida citt di Roma cominciava a
tramontare inesorabilmente senza che i contemporanei se ne accorgessero. Allo stesso
tempo nacque nel sottosuolo della citt, dentro cunicoli e catacombe, una nuova epoca della
storia romana. I seguaci del maestro di Nazareth vi si radunarono in numero sempre
maggiore. Odiavano la stessa musica romana, ma una vera rivoluzione ne ha bisogno,
pertanto il cristianesimo non pot sottrarvisi. I primi credenti tentarono di alzare i propri
cuori a Dio con canti di lode, ma non conoscevano n melodia n suono capace di esprimere
i loro pensieri. Nel 54 d.C. giunse a Roma lapostolo Pietro che insegn con grande
entusiasmo una preghiera piena di bellezza alle giovani comunit. Questo canto era
strettamente legato alla diffusione del cristianesimo. I missionari se ne servivano per
convertire i popoli pagani ai quali daranno una nuova religione e una nuova musica. Questo
era un canto, cos definito perch non era accompagnato da strumenti, che, anche se a lunghi
intervalli, la chiesa cattolica non ha mai finito di coltivare. Il pontefice che raccolse e ordin
tutte le melodie allora usate per il servizio divino fu Gregorio Magno.
Anche SantAmbrogio, vescovo di Milano, verso il 400 acquis grandi meriti per la musica
della chiesa dOccidente. Importante fu anche Santa Cecilia protettrice e secondo alcuni
testi inventrice della musica, mentre, secondo altri, solo dellorgano. Tuttoggi nella data
della sua morte, ovvero il 22 novembre, celebrato il giorno della musica.
BIBLIOGRAFIA:
Progetto di:
Bernardi Eleonora, Boldrini Silvia, Cresti Giovanni, De Blasi Alessia, Fallaci Sara, Giganti Cosimo, Perugini Alessia