Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
PROGETTAZIONE STRUTTURALE
I N D I C E
1.1 INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
1.1.1 PRINCIPI FONDAMENTALI DEL D.M. 14.01.08 «NUOVE NORME TECNICHE
PER LE COSTRUZIONI» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
7
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 8
8
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 9
9
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 10
10
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 11
11
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 12
12
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 13
14
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 15
15
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 16
17
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 18
18
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 19
Capitolo 10 - FONDAZIONI
19
Prog_Strutturale_Layout 1 19/05/10 10:50 Pagina 20
BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 512
21
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 5
PREMESSA
«In ragione della necessità che la costruzione sia dotata di sistemi strutturali capaci, con costi accettabili, di
soddisfare i requisiti di sicurezza nei confronti sia dei carichi verticali che dell’azione sismica, in siti a sismicità
significativa i criteri di progettazione nei confronti delle azioni sismiche devono essere considerati già nell’impostazione
della progettazione strutturale».
5
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 6
(2) È ben vero che le nuove costruzioni dovranno rientrare in una delle due classi: alta (CD «A») o
AVVERTENZA
Ove le formule, le foto e le tabelle sono tratte dal D.M. 14.1.2008 «Nuove Norme
Tecniche per le costruzioni» e dalla Circolare 2.2.2009, n. 617 «Istruzioni per
l’applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni»», viene riportata tra
parentesi quadrata [ ] la numerazione presente nelle due disposizioni con le abbreviazioni:
[NT] per le Norme Tecniche e
[CNT] per la Circolare delle Norme Tecniche
6
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 358
Capitolo 8
L’impostazione generale data dal corpus normativo fornito dalle NTC prevede
che le costruzioni posseggano in ogni caso una adeguata capacità di dissipare
energia in campo inelastico per azioni cicliche ripetute, quali quelle che sorgono
in relazione al verificarsi di un evento sismico, senza che ciò comporti riduzioni
significative della resistenza.
Questo Capitolo deve intendersi come naturale prosieguo del Capitolo 4 in
quanto le procedure di calcolo che verranno descritte sono una conseguenza delle
trattazioni là riportate. Molti concetti, come ad esempio: la duttilità, il fattore di
struttura, la gerarchia delle resistenze e altri ancora, trovano qui gli algoritmi che
il progettista strutturale deve applicare al fine di una corretta progettazione anti-
sismica.
Prima di addentrarsi nell’esposizione di dette formule sembra opportuno avvi-
cinarsi mediante alcune esemplificazioni.
Nel paragrafo 4.4.3.2 intitolato «La Filosofia delle NTC» si sono evidenziati i
fattori che regolano la progettazione strutturale antisismica. Tra questi, uno dei
fondamentali, è rappresentato dal fatto che la rottura deve avvenire prima sulle
travi e poi sui pilastri.
Sia allora dato un nodo come quello rappresentato in figura 8.1 e si voglia
imporre, secondo le disposizioni delle NTC, che le cerniere plastiche si formino
nelle travi anzichè nei pilastri.
In campo elastico deve sempre essere soddisfatto l’equilibrio dei momenti:
dove con Mt sono indicati i momenti alle estremità delle travi convergenti nel
nodo e con Mp, quelli relativi al pilastro.
Considerando che sotto l’effetto del sisma, normalmente, i segni dei momenti
nelle travi sono concordi tra loro e quelli dei pilastri discordi, si può anche scri-
vere:
358
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 359
Figura 8.1
Progettando le sezioni delle travi in modo che i loro momenti resistenti siano
rispettivamente Mtr1 e Mtr2, sotto l’azione del sisma si avrà la seguente successione
di eventi:
1) Le azioni orizzontali aumentano per effetto dell’accelerazione al suolo
e, in una prima fase in cui i momenti non raggiungono i valori ultimi,
sarà rispettata la condizione equilibrata (8.2).
2) Continuando a crescere l’azione sismica, i momenti nelle travi (e nei
pilastri) cresceranno anch’essi fino a raggiungere i valori Mtr1 e Mtr2 in
corrispondenza dei quali siano Mps1 e Mps2 i corrispondenti valori del
momento sui pilastri. Per una generica trave è valida la relazione che vede:
359
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 360
Una conseguenza molto importante della gerarchia delle resistenze è che vanno
evitate sovraresistenze non esplicitamente previste dal progettista strutturale.
Per comprendere il concetto si faccia riferimento ad un nodo in cui confluiscano
una sola trave ed un pilastro.
Sia MEd = 1.000 daNm il valore del momento nei due elementi derivanti dalle
azioni conseguenti al sisma di una certa combinazione. Questo valore rappresenta
un valore di equilibrio del nodo in ottemperanza alla (8.2), o in altre parole: la
trave trasmette il momento dovuto all’azione sismica al pilastro.
Supponiamo che il momento resistente della trave sia stato progettato per:
360
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 361
361
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 362
Figura 8.2
362
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 363
8.2.1 CONGLOMERATO
8.2.2 ACCIAIO
(1) Una parete è un elemento strutturale di supporto per altri elementi che ha una sezione tra-
363
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 364
nella quale:
r2 = rapporto tra rigidezza torsionale e flessionale di piano(2);
l2s = (L2 + B2)/12
L e B = dimensioni in pianta del piano
(2)Cfr § 3.9.
(3)Non appartengono a questa categoria i telai ad un piano con i pilastri collegati in sommità
lungo entrambe le direzioni principali dell’edificio e per i quali la forza assiale non eccede il 30%
della resistenza a compressione della sola sezione di calcestruzzo.
364
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 365
qo
Tipologia
CD”B” CD”A”
da cui scaturisce la seguente Tabella 4.4 (cfr. § 4.5.1), valida per costruzioni
in calcestruzzo armato.
Per le costruzioni non regolari in pianta, si possono adottare valori di αu/α1
pari alla media tra 1,0 ed i valori di volta in volta forniti per le diverse tipologie
costruttive (vedi Tabella 4.5).
In relazione all’applicazione della Tabella 4.5 si possono determinare i valori
di q per gli edifici in c.a. non regolari in pianta secondo la Tabella 4.6.
Per prevenire il collasso delle strutture a seguito della rottura delle pareti, i
valori di q0 devono essere ridotti mediante il fattore kw
kw =
{1,00 per strutture a telaio e miste equivalenti a telai
0,5 ≤ (1 + α0) / 3 ≤ 1 per strutture a pareti, miste equivalenti a pareti, torsionalmente deformabili
365
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 366
Nel caso in cui gli α0 delle pareti non differiscano significativamente tra di loro, il
valore di α0 per l’insieme delle pareti può essere calcolato assumendo come altezza la
somma delle altezze delle singole pareti e come larghezza la somma delle larghezze.
Per tipologie strutturali diverse da quelle sopra definite, ove si intenda adottare un
valore q > 1,5. Il valore adottato deve essere adeguatamente giustificato dal progettista.
(Vengono riportate le tabelle 4.4, 4.5 e 4.6 già presenti nel paragrafo 4.5.1).
Tabella 4.4 - Valori di q per spettro di progetto orizzontale di edifici in c.a. regolari
in pianta
Regolare in Regolare in
Tipologia della struttura in c.a. pianta e in pianta e non
altezza in altezza
determinazione di q q = 1 x q0 q = 0,8 x q0
a2) strutture a telaio con più piani e una sola campata 5,40 3,60 4,32 2,88
a3) strutture a telaio con più piani e più campate 5,85 3,90 4,68 3,12
(*) Per prevenire il collasso delle strutture a seguito della rottura delle pareti, i valori di q0
devono essere ridotti mediante il fattore:
kw = 0,5 ≤ (1+α0)/3 ≤ 1
nel caso di:
a) strutture a pareti;
b) miste equivalenti a pareti;
c) torsionalmente deformabili
dove α0 è il valore assunto in prevalenza dal rapporto tra altezze e larghezze delle pareti.
Nel caso in cui α0 delle pareti non differiscano significativamente tra di loro, il valore di α0 per
l’insieme delle pareti può essere calcolato assumendo come altezza la somma delle altezze delle
singole pareti e come larghezza la somma delle larghezze.
(**) Secondo interpretazione letterale dell’ultimo comma del § 7.4.3.2 delle NTC che così
recita: «Per tipologie diverse da quelle sopra definite, ove si intenda adottare un valore q > 1,5, il valore adottato
deve essere adeguatamente giustificato dal progettista».
366
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 367
Tabella 4.5 - Valore del rapporto αu/α1 per costruzioni in calcestruzzo armato non
regolari in pianta
b1) strutture con solo 2 pareti non accoppiate per direzione orizzontale 1,00
Tabella 4.6 - Valori di q per spettro di progetto orizzontale di edifici in c.a. non
regolari in pianta
determinazione di q q = 1 x q0 q = 0,8 x q0
a2) strutture a telaio con più piani e una sola campata 4,95 3,30 3,96 2,64
a3) strutture a telaio con più piani e più campate 5,17 3,45 4,14 2,76
367
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 368
G1 + G2 + P + E + Σjψ2jQkj (8.5)
[NT 3.2.16]
in cui ψ2i assume valore diverso secondo la tabella 8.3, dove il significato dei
simboli è riportato al § 5.5.
È evidente che in detta combinazione si ha anche:
γG1 = γG2 = γP = 1
Vento 0,0
368
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 369
_ per T1 ≥ TC
μϕ ≥ { 12q+ 2 1(q
0
0
_ 1)T /T
C 1 per T1 < TC
(8.6)
[NT 7.4.1]
La duttilità di curvatura μϕ può essere calcolata come rapporto tra la curvatura
cui corrisponde una riduzione del 15% della massima resistenza a flessione (ovvero
il raggiungimento delle deformazioni ultime del calcestruzzo εcu o dell’acciaio εuk)
e la curvatura al limite di snervamento. Tale rapporto deve risultare almeno 1,5
volte la duttilità di curvatura calcolata con le espressioni (8.6).
Nella valutazione della duttilità di curvatura per le verifiche di duttilità nelle
zone critiche, il contributo in termini di resistenza e di duttilità dovuto al con-
finamento del calcestruzzo va considerato utilizzando modelli adeguati. A tal fine,
la sola parte di calcestruzzo contenuta all’interno delle armature che garantiscono
il confinamento può essere considerata efficacemente confinata.
In presenza di sforzo normale, per conseguire il limite di 1,5 è necessario
tener conto del confinamento prodotto dal calcestruzzo dalla presenza delle staffe.
Si evidenzia che tale problema nelle usuali strutture intelaiate riguarda soltanto
le sezioni al piede dei pilastri.
La Circolare 617/09 ha semplificato molto le formulazioni di cui sopra poichè
si è espressa nel seguente modo:
Le verifiche di duttilità previste al § 7.4.4 delle NTC(4) si intendono implicitamente soddisfatte
se si seguono le regole per i materiali, i dettagli costruttivi e la gerarchia delle resistenze indicate al
§ 7.4 delle NTC(5) per le diverse tipologie ed elementi strutturali.
In sostanza, l’applicazione delle NTC mediante l’adozione di:
1) diagrammi di comportamento ideale dei materiali (§ 7.3.1.1) e i
coefficienti dei materiali;
2) regole di dettaglio (che vedremo al Capitolo 9);
3) coefficienti di amplificazione γRd in riferimento alla gerarchia delle resistenze;
consentono di soddisfare i requisiti di duttilità.
8.4.3 TRAVI
369
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 370
Figura 8.3. - Equilibrio dei momenti per il calcolo delle sollecitazioni di taglio di
calcolo VEd
In altre parole il valore del taglio alle estremità delle travi non è direttamente
valutato dallo schema di calcolo, bensì è funzione della resistenza flessionale della
sezione moltiplicate per il fattore γRd.
Per ciascuna direzione e ciascun verso di applicazione delle azioni sismiche,
si considerano due valori di sollecitazione di taglio, massimo e minimo, ipotizzando
rispettivamente la presenza e l’assenza dei carichi variabili e momenti resistenti
Mb,Rd,1,2, da assumere in ogni caso di verso concorde sulla trave.
Questa regola viene richiamata anche nell’EC8. L’Eurocodice prescrive che il
valore di progetto delle forze di taglio deve essere determinato in accordo con il
criterio della capacità, considerando cioè l’equilibrio della trave sotto un appropriato
carico trasversale e una scelta combinazione sfavorevole dei reali momenti resistenti
relativi alle sezioni di estremità nel modo seguente (vedere figura 8.4):
a) In corrispondenza di ogni sezione terminale, si devono calcolare due
valori per la forza di taglio agente, per esempio il massimo V1 ed il
minimo V2, corrispondenti ai momenti resistenti positivi e negativi
relativi alle cerniere plastiche delle zone critiche.
b) Questi momenti devono essere valutati considerando l'area effettiva
dell'armatura soggetta a trazione come pure il fatto che l'acciaio possa
raggiungere una tensione più alta dei valori di progetto. Quest'ultimo
fatto è tenuto in conto aumentando i valori nominali mediante
l’applicazione del coefficiente moltiplicativo γRd.
370
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 371
Figura 8.4 - Valori delle forze di taglio alle estremità delle travi nell’ottica del criterio
della capacità
Nei casi in cui le cerniere plastiche non si formino nella trave ma negli elementi
che la sostengono, le sollecitazioni di taglio sono calcolate sulla base della resistenza
di questi ultimi.
I momenti resistenti sono da calcolare sulla base delle armature flessionali
effettivamente presenti, compreso il contributo di quelle poste all’interno della lar-
ghezza collaborante di eventuali solette piene, se ancorate al di fuori della campata
in esame.
La larghezza collaborante è da assumersi uguale alla larghezza del pilastro
bc (v. Fig. 8.5a) su cui la trave confluisce più:
371
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:28 Pagina 372
a. due volte l’altezza della soletta da ciascun lato, nel caso di travi confluenti
in pilastri interni (v. Fig. 8.5b);
b. due o quattro volte l’altezza della soletta da ciascun lato in cui è presente
una trave trasversale di altezza simile, nel caso di travi confluenti
rispettivamente in pilastri esterni o interni (v. Fig. 8.5c e 8.5d).
372
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 373
Se nelle zone critiche il rapporto tra il taglio minimo e quello massimo risulta
inferiore a _0,5, e se il maggiore tra i valori assoluti dei due tagli supera il valore:
( ∣———— ∣)⋅f
VEd,min
VR1 = 2 _ ctd⋅bw⋅d (8.10)
V Ed,max
[NT 7.4.2]
dove
bw = la larghezza dell’anima della trave
d = altezza utile della sua sezione,
fctd = resistenza di progetto a trazione del calcestruzzo (§ 7.3.1.1.2),
allora nel piano verticale di inflessione della trave devono essere disposti due
ordini di armature diagonali, l’uno inclinato di +45° e l’altro di _45° rispetto all’asse
della trave.
La resistenza deve essere affidata per metà alle staffe e per metà ai due ordini
di armature inclinate, per le quali deve risultare
As⋅fyd
VEd,max ≤ ————
— (8.11)
√2
[NT 7.4.3]
8.4.4 PILASTRI
dove:
γRd = 1,30 per le strutture in CD «A» (8.13)
γRd = 1,10 per le strutture in CD «B» (8.14)
MC,Rd = momento resistente del generico pilastro convergente nel nodo, cal-
colato per i livelli di sollecitazione assiale presenti nelle combinazioni sismiche
delle azioni;
Mb,Rd = momento resistente della generica trave convergente nel nodo.
Nel caso in cui si sia adottato il modello elastico incrudente di fig. 7.16, i
momenti MC,Rd e Mb,Rd si determinano come specificato nel §§ 7.4.1, 7.4.2, 7.4.3,
assumendo la deformazione massima dell’acciaio εs = 1%.
373
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 374
Nella (8.12) si assume il nodo in equilibrio ed i momenti, sia nei pilastri che
nelle travi, tra loro concordi. Nel caso in cui i momenti nel pilastro al di sopra
ed al di sotto del nodo siano tra loro discordi, al membro sinistro della formula
(8.12) va posto il solo valore maggiore, il minore va sommato ai momenti di pla-
sticizzazione delle travi.
La Circolare 617/09, in merito a questo specifico punto, ha precisato:
Nei telai, per scongiurare l’attivazione di meccanismi fragili globali, come il meccanismo di «piano
debole»(7) che comporta la plasticizzazione, anticipata rispetto alle travi, di gran parte dei pilastri di
un piano, il progetto delle zone dissipative dei pilastri è effettuato considerando le sollecitazioni cor-
rispondenti alla resistenza delle zone dissipative delle travi amplificata mediante il coefficiente γRd che
vale 1,3 in CD «A» e 1,1 per CD «B».
In tali casi, generalmente, il meccanismo dissipativo prevede la localizzazione delle cerniere alle
estremità delle travi e le sollecitazioni di progetto dei pilastri possono essere ottenute a partire dalle
resistenze d’estremità delle travi che su di essi convergono, facendo in modo che, per ogni nodo
trave-pilastro ed ogni direzione e verso dell’azione sismica, la resistenza complessiva dei pilastri sia
maggiore della resistenza complessiva delle travi amplificata del coefficiente γRd, in accordo con la
formula (8.12).
In particolare uno dei modi per soddisfare tale formula consiste nell’amplificare i momenti flettenti
di calcolo dei pilastri derivanti dall’analisi per un fattore di amplificazione γRd dato dall’espressione:
ΣMb,Rd
α = γRd⋅————— (8.15)
ΣMC,Sd
in cui
Mb,Rd = momento resistente di progetto della generica trave convergente nel nodo
MC,Sd = momento flettente di calcolo del generico pilastro convergente nel nodo;
le sommatorie sono estese a tutte le sezioni delle travi e dei pilastri concorrenti nel nodo.
Nel caso in cui i momenti di calcolo nel pilastro siano di verso discorde, al denominatore della
formula (8.15) va posto il solo valore maggiore, mentre il minore va sommato ai momenti resistenti
delle travi; tale prescrizione non va invece applicata quando si considera la formula (8.12) delle NTC
che, operando in termini di resistenze flessionali, considera i valori assoluti delle grandezze indipen-
dentemente dal verso.
È opportuno sottolineare che l’utilizzo della formula (8.15) rappresenta solo uno dei possibili
modi per arrivare al rispetto della formula (8.12) delle NTC che rimane l’unica condizione di norma
da rispettare per proteggere i pilastri dalla plasticizzazione prematura.
Per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si adotta come momento di calcolo il maggiore
tra il momento risultante dall’analisi ed il momento MC,Rd della sezione di sommità del pilastro.
374
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 375
MsC,Rd + MiC,Rd
VEd = γRd⋅————————— (8.16)
lp
[NT 7.4.5]
ESEMPIO 8.1
Calcestruzzo Classe C25/30
CD «A»
fck = 25 N/mm2
fcd = 0,55 x 0,85 x 25 N/mm2 / 1,5 = 7,80 N/mm2
CD «B»
fck = 25 N/mm2
fcd = 0,65 x 0,85 x 25 N/mm2 / 1,5 = 9,20 N/mm2
375
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 376
Si definisce nodo la zona del pilastro che si incrocia con le travi ad esso con-
correnti. Essi svolgono un ruolo fondamentale nei confronti della duttilità, o, in
altre parole, nei confronti della capacità della struttura di dissipare l’energia accu-
mulata durante l’evento sismico, senza che intervengano fenomeni di collasso com-
portanti il crollo o la perdita di equilibrio.
In generale la resistenza del nodo deve essere tale da assicurare che non per-
venga alla rottura prima delle zone di trave e di pilastro che vi convergono. A
tale scopo è sempre buona regola generale evitare eccentricità tra gli assi degli
elementi che vi convergono.
Le NTC definiscono due tipi di nodi:
a) Nodi interamente confinati: quando in ognuna delle quattro facce
verticali si innesta una trave. Il confinamento si considera realizzato
quando, su ogni faccia del nodo, la sezione della trave copre per almeno
i 3/4 la larghezza del pilastro e, su entrambe le coppie di facce opposte
del nodo, le sezioni delle travi si ricoprono per almeno i 3/4 dell’altezza.
376
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 377
Figura 8.7 - Forze di taglio orizzontali agenti sui nodi trave e colonna
378
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 379
ESEMPIO 8.2
Sia Vc = 3500 N (forza di taglio agente al di sopra del nodo in condizioni di
azione sismica); sia inoltre:
As1 = As2 = 6 φ 14 = 923 mm2
fyd = 391,3 N/mm2
In condizioni di giunto interno si ha:
Vjbd = 1,2 x (2 x 923 mm2) x 391,3 N/mm2 _ 3500 N = 863,3 kN
In condizioni di giunto esterno si ha:
Vjbd = 1,2 x 923 mm2 x 391,3 N/mm2 _ 3500 N = 429,9 kN
——————
√ νd
Vjbd ≤ η⋅fcd⋅bj⋅hjc⋅ 1 _ ——
η
(8.19.a)
[NT 7.4.8]
in cui:
f
η = αj (1 _ ———
ck
250
) con fck espresso in MPa (8.19.b)
[NT 7.4.9]
379
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 380
con
αj = 0,60 per giunti interni,
αj = 0,48 per giunti esterni,
νd = forza assiale nel pilastro al di sopra del nodo normalizzata rispetto alla
resistenza a compressione della sezione di solo calcestruzzo,
hjc = distanza tra le giaciture più esterne di armature del pilastro,
bj = larghezza effettiva del nodo. Quest’ultima è assunta pari alla minore tra:
a) la maggiore tra le larghezze della sezione del pilastro e della sezione
della trave;
b) la minore tra le larghezze della sezione del pilastro e della sezione della
trave, ambedue aumentate di metà altezza della sezione del pilastro.
ESEMPIO 8.3
Giunto interno, sia (come sull’esempio determinato in precedenza):
Vjbd = 1,2 x (2 x 923 mm2) x 391,3 N/mm2 _ 3500 N = 863,3 kN
Siano inoltre queste le dimensioni della trave e del pilastro:
Trave:
hw 250 mm; bw = 400 mm
hjw = 200 mm
As1 = As2 = 6 φ 14 = 923 mm2
Pilastro:
hc = 300 mm
hjc = 240 mm
αj = 0,6 (giunto interno)
Nc = 70.000 N
νd = 70.000N/(14,1 N/mm2 x 300 mm x 300 mm) = 0,055
η = 0,6 (1 _ 25/250) = 0,54 (Calcestruzzo C 25/30)
bj = 400 mm
———
η x fcd x bj x hic x √(1_νd/η) = 0,54 x 14,1 N/mm2 x 400 mm x 240 mm x
———————
√(1 _ 0,055/0,54) = 692,7 kN < Vjbd = 863,3 kN
La verifica non è soddisfatta nei confronti della rottura della biella di calcestruzzo
compresso del nodo. Evidentemente bisogna intervenire sulla geometria del nodo
in quanto, generalmente per costruzioni di tipo corrente il parametro η è fissato
dalla qualità del calcestruzzo C25/30 che è quello comunemente usato.
Alla verifica con la (8.19.a), per evitare che la massima trazione diagonale del
calcestruzzo ecceda la fctd deve esserne aggiunta una che preveda un adeguato
confinamento. In assenza di modelli più accurati, si possono disporre nel nodo
staffe orizzontali di diametro non inferiore a 6 mm, in modo che:
380
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 381
Ash x fywd ≥ γRd x As2 x fyd x (1 _ 0,8 νd) per giunti esterni (8.22)
[NT 7.4.12]
dove
γRd = 1,20
As1 = area armatura superiore
As2 = area armatura inferiore
νd = la forza assiale normalizzata agente al di sopra del nodo, per i nodi
interni, al di sotto del nodo, per i nodi esterni.
fywd = tensione di snervamento delle staffe
fyd = tensione di snervamento delle barre
ESEMPIO 8.4
Con i dati precedenti per un giunto interno si ha:
Ash = area totale delle staffe orizzontali all’interno del nocciolo (nel pilastro) = φ
10 a 4 bracci ogni 4 cm = 6 φ 10 x 4 = 1.884 mm2
fywd = 391,3 N/mm2
bj = 400 mm
hjw = 200 mm
As1 = As2 = 6 φ 14 = 923 mm2
Vjbd = 1,2 x (2 x 923 mm2) x 391,3 N/mm2 _ 3.500 N = 863,3 kN
hjc = 240 mm
fctd = 1,79 N/mmq / 1,5 = 1,19 N/mmq
νd = 70.000N/(14,1 N/mm2 x 300 mm x 300 mm) = 0,055
fcd = 14,1 N/mm2
Applicando la 8.20 si ha a primo membro:
Ash x fiwd / (bj x hjw) = 1.884 mm2 x 391,3 N/mm2 / (400 mm x 200 mm) = 9,2
N/mm2
A secondo membro:
[Vjbd / (bj hjc)]2 / (fctd + νd x fcd) _ fctd =
= (866.300 N / 400 mm x 200 mm)2 / (1,19 + 0,055 x 14,1) _ 1,19 = 58,47 N/mm2
La disuguaglianza non risulta verificata in quanto 9,2 N/mm2 < 58,47 N/mm2
N
Ash x fywd = 1.884 mm2 x 391,3 ——— = 737,2 kN
mm2
A secondo membro:
γrd x (As1 + As2) fyd x (1 _ 0,8 νd) =
= 1,2 x (2x923 mm2) x 391,3 N/mm2 x (1 _ 0,8 x 0,055) = 828.7 kN
Con il che la disuguaglianza non risulta ancora verificata, come ci si doveva aspet-
tare essendo quest’ultimo calcolo alternativo al precedente.
381
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 382
8.4.6 PARETI
382
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 383
Figura 8.10 - Diagramma di inviluppo delle forze di taglio nelle pareti di strutture
miste
———————————————
1,5 ≤ q⋅ √(γrd MRd 2
——⋅———
q MEd ) Se(TC)
+ 0,1 ————
Se(T1)( )
≤q per pareti snelle (8.23)
[NT 7.4.13]
MRd
γrd⋅——— ≤ q per pareti tozze (8.24)
MEd
[NT 7.4.14]
intendendo per snelle le pareti con un rapporto tra altezza e larghezza superiore
a 2, e in cui:
γRd = 1,2
MEd = momento flettenti di calcolo alla base della parete,
MRd = momento flettenti resistente alla base della parete,
T1 = periodo fondamentale di vibrazione dell’edificio nella direzione del-
l’azione sismica,
Se(T) = ordinata dello spettro di risposta elastico.
Se il fattore di struttura q è superiore a 2, si deve tener conto delle forza
assiale dinamica aggiuntiva che si genera nelle pareti per effetto dell’apertura e
chiusura di fessure orizzontali e del sollevamento dal suolo. In assenza di più
accurate analisi essa può essere assunta pari al ±50% della forza assiale dovuta
ai carichi verticali in condizioni sismiche.
383
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 384
8.4.6.2.1 Pressoflessione
Per tutte le pareti, la forza normale di compressione non deve eccedere rispet-
tivamente il 40% in CD»B» e il 35% in CD»A» della resistenza massima a com-
pressione della sezione di solo calcestruzzo.
Le verifiche devono essere condotte nel modo indicato per i pilastri nel §
8.4.4 tenendo conto, nella determinazione della resistenza, di tutte le armature
longitudinali presenti nella parete.
Per le pareti estese debolmente armate occorre limitare le tensioni di com-
pressione nel calcestruzzo per prevenire l’instabilità fuori dal piano, secondo quanto
indicato nel § 7.11.3 per i pilastri singoli.
8.4.6.2.2 Taglio
Per le strutture in CD»B» le verifiche devono essere condotte nel modo indicato
per i pilastri nel § 8.4.3.3 e devono considerare anche la possibile rottura per
scorrimento.
Per le strutture in CD»A» nelle verifiche si deve considerare la possibile rottura
a taglio compressione del calcestruzzo dell’anima, la possibile rottura a taglio trazione
delle armature dell’anima, la possibile rottura per scorrimento nelle zone critiche.
in cui
lw = l’altezza della sezione. (8.28)
384
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 385
in cui:
ρh = Ah / Acls,h rapporto fra area di armatura orizzontale e sezione di cls oriz-
zontale,
ρv = Av / Acls,v rapporto fra area di armatura verticale e sezione di cls verti-
cale,
fyd,h = valore di progetto della resistenza dell’armatura orizzontale,
fyd,v = valore di progetto della resistenza dell’armatura verticale,
bw = spessore dell’anima,
NEd = forza assiale di progetto (positiva se di compressione),
VRd,c = resistenza a taglio degli elementi non armati, determinata in accordo
con il § 7.5.4, da assumersi nulla nelle zone critiche quando NEd è di trazione.
dove VRd,S è il valore di progetto della resistenza a taglio nei confronti dello
scorrimento dato dalla seguente:
[ΝΤ 7.4.19]
385
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 386
[ΝΤ 7.4.21]
386
Prog_Strutturale_sett10_Layout 1 26/08/10 09:29 Pagina 387
Essendo
α = angolo minimo tra ciascuna delle due diagonali e l’asse orizzontale;
As = area totale dell’armatura disposta in ciascuna delle direzioni diagonali
VSd = 2MSd / l = valore di progetto della sollecitazione tagliante sugli elementi
di accoppiamento
l = luce netta della trave di accoppiamento fra gli elementi verticali.
Travi aventi altezza pari allo spessore del solaio non sono da considerare efficaci
ai fini dell’accoppiamento.
387