MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte

Monografie
9

2001
 MIN ISTERO PER I BENI E LE ATTlVITÀ CULTURALI
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL PIEMONTE
REG IONE PIEMONTE
ClT rÀ DI MONDO vT

DAI BAGIENNI A BREDULUM

Il pianoro di Breolungi tra archeologia e storia

a cura di
M ari ca Venturino Ga mbari

O MEGA EDIZ IONI

 ANALISI

Avvertenza
Sono state usate lt! seguenti ahb reviazioni: US: un ità strafigra fica;
d. : d iametro; L. : lunghezza; I. :!arghezz.a; ~.: spessore. Qua ndo non
divcrs~lIncnte ind icatO, i d isegni clelb (:<.::ramic..":.1 so no in scala 1:3,
quelli d e i manu fatti in pietra c dci repe rt i metall ici in scala 1:2.

Disboscamento, agricoltura e alimentazione vegetale nel primo mille nnio a.c.
Sila Mo rella De Carl o'
Una approfo nclita conoscenza cieli 'ambiente natura-
le in cui ,'uDlno è vissuto è attu almente uno dei piLI
ambiti obietti vi cle lia ricerca archeologica. l re pe lti or-
ganici, quali resti cii piante o animali, permetto no, g ra-
zie alla loro pe nl1ane nza incontaminata all'interno dei
depositi archeologici, cii reperire dati e di ricostruire si-
tua zioni 3rnbientali, sociali ed econo miche che non
trovano più riscontro in zone in cui l'attività antropica
ha p oltato raclicali camb iame nti rispetto al passato.
La ricostruzio ne clegli eventi relativi a lle moclifica-
zio ni cie l paesaggio vegetale è possibile grazie a lla
conoscenza e all 'interpreta zione dei resti botanici si-
gill ati ne i live lli a rcheo logic i: lo stuclio cle lia ricostru-
zio ne cle lia vegetazio ne consente ino ltre un ra ffronto
clire tto con la situazione forestale attu ale , pe r cle clurne
le va riazio ni clovute a l clima e/ o all 'intervento cl ire tto
dell'uomo; a ciò si riferiscono ad esempio "inserim en-
to, la conservazio ne o l'abba nclo no cii colture inclicati-
ve di un certo utilizzo del territori o. È in considera-
zione di queste osservazionj che la ri cerca archeobo-
tani ca si è inserita sempre più stabilmente nei pro-
gramm i di indagine archeologica; questi ultimi , in am-
bito pie montese, da ci rca un ventennio sono attu ati
seconclo un 'ottica inte rclisciplina re che conte mpla no n
solo lo stuclio de i resti vegetali , ma anche animali e
umani.
Per q uanto ri guard a l'archeobotanica, in Piemonte
una prima s intesi cle lle ricerche effe ttuate tra gli a nni
Settanta e O ttanta è stata rece nteme nte pubb licata';
essa rig uarcla nume ros i siti collocabili tra il Neo litico e
l'età ciel Ferro e clepositi cii ep oca meclioevale . So no
a ltresì in corso d i stuclio a ltri complessi a rcheologic i
come qu ello ci i Frasca ro (Alessanclria) , ch e copre un
arco cro no logico ci i quasi 2000 anni (età cie l Rame -
alto lneclioevo), mentre continuano le ri cerche sulla
c ittà cii Alba (Cuneo).
ln questa sede verranno esposti i risultati ottenuti
clall 'esam e de i resti bo tan ici rinvenuti ne ll 'a rea de l Ci-
mite ro (scavi 1991 e 1997) e de lla Pie ve (saggio
2/1991) a Breolungi'. L'obiettivo immecliato cle lIa ri-
cerca è quello di visu ali zzare, tuttavi a in modo ancora
p arziale, i mezzi ci i sussiste nza tratti clall 'a mbito vege-
tale e le linee ge ne rali cii sviluppo clell'attività uma na
in re lazio ne a lle coltivazioni , a lla manipo lazio ne, a lla
conservazione, al consumo e allo scambio delle risor-
se clei ca mpi e di que lle si lvestri; l'obietti vo finale è
qu ello di confermare, contrastare o alnpliare le cono-
187
sce nze s ull 'ambie nte vegeta le pie mo ntese ne l p rimo
mille nnio a .c., attraverso un confronto con i clati fino-
ra a disposizione.
f / 1invenimento d i ma cror esli vegetali
I mac ro resti vegetali tratti cla i giacime nti archeolo-
gici consisto no in fru sto li cii le gno bruciato o a llo sta-
to natura le e in semi , frutti o pa lti ci i en trambi , p ar-
zia lmente combusti . Il campio ne arch eobotan ico di-
pen de clalla sua situazio ne iniziale, q uincli da come e
perché s i è fo rmato, clalle moclificazio ni avve nute ne l
cle posito clopo il suo abba nclo no, o ltre che cla i p ro-
cess i, come la carbonizzazione, che ne hanno con-
sentito la clurabi lità fin o ai gio rni nostri . Ino ltre pe r
una corretta interpretazione di uno o più ca mpioni
a rcheobotanici ai fini clelIa ricostru zio ne clell 'eco no-
mia di un sito bisogna sem pre tenere in considerazio-
ne i fatto ri che possono ave re clistolto l'in sieme origi-
nario 3 .
D i norma un catnpione, proveniente da un am-
bie nte asci utto, p uò incl ucle re le segue nti categorie cii
Tnacroresti vege tali:
1. frammenti cii carbo ne di legna; essi rifletto no il
comb usti b ile usato nell 'insecl ia me nto e sono util i a
clescri vere la composizio ne clelIa vegetazio ne in-
torno al sito;
2. cariossicli cii cereali e semi cii leguminose che testi-
mo niano le coltivazioni agrari e prati cate presso un
insediamento;
3. ele me nti d elle spig he cle i cereali (rachicle, glume,
sp ig he tte) c he pro vengo no d alle fas i cii lavo raz io-
ne clegli stessi clop o il raccolto;
4. semi ci i p iante rucle rali, che crescono facil me nte
sul terreno smosso, e semi di piante infestanti che
passano attraverso il trattamento di quelle coltiva te
(clo po il raccolto) e che possono, ad esempio, atte-
stare il p erioclo cii m ie titura ;
5. resti cii frutti e/o ci i semi ci i piante s ilvestri che
danno ulteriori indicazio ni sull 'a mbiente naturale
ma anche sull'alitnentazione Ulnana e animale;
6 . cari ossidi, semi e frutti in cattivo stato di conserva-
zione che non sono identificabili med iante cri te ri
morfologici.
L:'l campionatura di sediInento ai fini della ricerca
cii macro resti organici vegetali a Breolung i s i è pre·
188 ANALI SI

Fig. '155 Mondovì, fraz. Breolungi. Area del Cimitero ( us 4042) . Carpirws
belllius L (carpino bia nco); fr. di legno ca rbonizzalo , sezione tnlsvcr.)ale
con lunghe file radiali di pori ed evidente r:1ggio aggregalo Cii rClw ngol0
grigio in basso a destra misura 233 ~ ).

male che non ha consentito in m olti casi una d ete rm i-

nazio ne certa a livello di sp ecie; in altri s i tratta anche
cii elementi frammentari ne i q uali m ancano parti an a-
to miche utili al riconoscime nto tassono mico.
Po ich é non sono state riscontrate evide nti diffe re n-
ze tra le unità stratig rafìche d e ll'età d el Bro nzo e
q uelle de ll'età del Ferro, i risultati d elle analisi vengo-
no considerati assieme.

L 'esplorazion e e / 'u tilizzo d el bosco

Pe r l'a nalisi dei resti antracologici sono state scelte

sentata esa ustiva e ha pe rmesso il vaglio d i un cospi-
cuo nume ro di unità stra tig rafi che 4 ; si tratta d i o ltre 40
per lo sca vo del Cimite ro e di o ltre 20 pe r lo scavo
della Pieve (cfr. tabb. 1-6). I cam p io ni sono stati lavati
in scavo su un caste llo di setacci a maglia di a mpiez-
za decrescente (d a 5 a 0,5 mm), restitue ndo una fra-
zione sed ilnentologica con granuli a d ilne nsioni m ag-
gio ri (frazio ne 2-5 mm) e d una con g ra nuli a dime n-
sio ni mino ri (0,8-2 mm); i res idui dei prelievi, in labo-
ratorio , sono stati vagliati al m icroscop io o ttico per la
sepa razio ne d e i resti o rganici d a quelli inorganici e
successivame nte analizzati pe r la de te rminazio ne del
laxon di apparte ne nza .
Siamo in presen za d i carbo ni disp e rsi ne l sed ime n-
to proveni enti da strutture collocabili tra l'Xl ed il Il
secolo a.C.; q uasi tutti i calnpioni, anche se in tracce
minime, hanno restituito frammenti di legno parzial-
mente bru ciato, frequentelne nte anche in scaglie m i-
nutissime tali da no n re ndere possib il e l'esa me antra-
cologico; tuttavia si è po tuto o pera re su di un numero
di ca rb oni su fficiente per avere informazi oni sull 'am-
biente foresta le.
Riguardo a i resti carpologici (1508 classifi cati) si è
veri ficato spesso uno stato di conservazione non otti-
alcune un ità stratigrafi che relative all 'età del Bronzo
fin a le e alcune de ll 'età del Ferro, in base a una pre-
se nza sufficie nte di resti analizzabili (tab . 1); si tratta
infatti, nella maggio r pa rte dei caln pioni esaminati , cii
fra mmenti mo lto piccoli di legno bruciato, le cui di-
me ns io ni sono freq uen te mente de ll'o rd ine d i 1-2 mm ,
tali da re ndere i carbo ni no n sottoponibili all 'esame a l
microscopio.
L'a na lisi di 159 frustoli d i legno ca rboni zzato ha
tuttavia permesso di eviden ziare atto rn o al sito la pre-
senza di un bosco composto prevale nte me nte dalle
que rce caducifog lie (Quer cus sez. Robur) , ins ieme a i
ca rpi ni (Carpinus belu/us L. , OSlrya/Cm pinus) (fig.
155) e con ev ide nze sporadiche d i o lmo (Ulmus sp .).
Siamo in p resenza di specie fo restali riferi b ili
all 'a mbiente di pian ura, come am p iam ente documen-
ta to in altri si ti del Pi emonte e di altre regio ni in Ita lia
se ttentrionale, a testimonianza del continuo fraz io na-
me nto de l bosco no n so lo pe r il prelievo d i legname
da consu mare per ri sca ldare , illuminare ambienti o
per preparare ceramiche, meta lli o cibi, ma anche per
ri cavare nuovi sp azi di terri tori o atti alle coltivazioni
agra rie e al pascolo.
A ciò si aggiunga, nei campio ni esa lrunati per l'età
del Ferro, la presenza d i albe ri come peri, me li, bian-
cospini ( Pomoideae) e del cornio lo (Comus sp.), col-
locabili in zone di margine del bosco; q ui possono
crescere a ltre specie , rinvenute a Breolung i sotto for-
In a cii semi e frutti in u n discreto nUlnero di campioni

4023 4042 4184 tot.p . tOI.% 4236 4252 4254 4284 4323 217PV lOL p. tot. %
US
laxa
Calptnus betu!us 2 1 4 7,84 3 4 3,7
OSllya1Carpinus I 3 5 4,02
Quercus sez. Robur 23 14 9 46 90,19 lO 8 26 18 19 12 93 86, 1
Ulmus cfr.minor 1,96
Pomoideae 1 3 2,77
Conuls sp. 3 3 2,77
lotali 25 lO 51 99,99 lO 9 30 19 24 108 99.4
Tab. 1 - Mondovì , fraz. BreolungL Analisi dei carboni: le entità tassono miche relative alle piame arboree. In gnt ~~etto sono indicate le us
lttribuite all 'età del Bronzo fi nale, le altre appa rtengono all'età ciel Ferro.
 DISBOSCAMENTO, AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE NEL l'RIMO MlLLENNIO A.C.
esaminati sia per l'età del I3ronzo fin ale che per l'età
del Ferro, come il nocciolo (Corylus avellana 1.), il
sambuco (Sam bucus sp. ) e la vite selvatica (Vilis vi-
nifera L.) (fig. 156); l'abbo nda nza di queste specie
non esclude la presenza di siepi vive intorno ai c31npi
coltivati , fatto ritenuto verosimile in mo lti s iti
dell 'Italia settentrio nale a panire dal Neolitico.
Le pianle collivate
l CEREALI
Sono le piante coltivate più abbondanti nei cam-
pioni esam inati (tab. 2-3; 8); domina nell 'area del Ci-
Inite ro, per numero di presenze, un "cerea le minore ",
il miglio ( Panicum miliaceum L.); tra i frumenti è ac-
cenato lo spelta (Trlticum spella L.) (fig . 157) grazie
al ritrov31nento di un cospicuo numero di spighette.
Alcune cariossidi risultano con caratteristiche internle-
die tra T dicoccum e T spella, dicocco e spe lta.
Sono poi rappresentate le varietà nude del frumen-
to (T aeslivumlcompactum), l'orzo ( Hordeum vulga re
L.) e, ne ll 'età del Ferro (us 4136), la segale (Secale ce-
reale L.) (fig . 158). A un gru ppo piuttosto nume roso
di cariossidi incomplete è stata attribuita la dicitura Ce-
realia, ad indicare cariossidi Inolto fram.m entate, ero-
se e bucherellate per le quali no n è possibile una mi-
glio re distinzione a livello sistematico; altre carioss idi
sono attribuite al genere Trilicum senza poterne iden-
tificare la specie.
I cereali compaiono in I1Ulnerose unità stratigrafì-
che tra quelle anali zzate per Cimitero (tabb. 2-3) ed
in un numero limitato di unità strati grafiche ciel sag-
gio 1 de lla Pieve (tab. 8). La ripartizione è dunque
piuttosto disomogenea ma la distribuzione no n ci ha
consentito ci i indicare con certezza le zone di attività
all 'interno ciel villaggio; per l'età del Bronzo fin a le
l'unità stratigrafica che ha restituito il maggior nume ro
di resti no n solo cii cereali è us 4023, per l'età del Fer-
ro us 4136.
Higu ardo all'inizio ciel primo mille nnio i confronti
disponibili in ambito piemontese si riferiscono a lla
necropoli di Morano sul Po, in provincia di Alessan-
dria (età del I3ronzo fina le)'. dove cariossidi cii cerea li
(Cerealia) sono attestate in alcuni contesti tomba li ;
ne i periodi successivi il quaclro si presenta mo lto più
articolato: ad Alba ne lla medio-tarda età del I3ronzo
compaio no i frume nti nudi ( Trllicum aestivuml
compaclum) e que lli vestiti (T. m onococcum, T di-
coccum), o ltre all 'orzo ( Hordeum vulgare ) ecl a una
cariosside di sega le (Secale cereale)"
Nell'età del Ferro a Montaldo', nel Monrega lese,
compaiono Avena sp., Secale cereale L., Hordeum vu.l-
gare L. (forma vestita) , Setarla ilalica (L) l3eauv.; Tri-
ticum cfr. compactum Host. ; ne llo stesso periodo a
189
Frascaro Panicum 1niliaceum, Panicum/Setaria, I-Ior-
deum vulgare, Trlticum aestivumlcompaclum, T. mo-
nococcum, T dicoccum T. spelta.
J
Un cenno a parte me rita lo spelta che , per l'età del
Bronzo fina le compa re per la prima volta in Pie monte
a Breolungi; per l'età del Bronzo si ha nno cospic ui ri-
trova menti in Europa centrale"' In territorio e lvetico lo
spe lta è stato riconosciuto s ia per l'età de l Bro nzo fi-
nale che per l'inizio dell'età del Bronzo"; per l'Italia si
hanno segnalazioni a Cisano, Hoc del Col (media età
del Bronzo) 1O ed a Fiavé!!. È presente anche ne l Neo-
litico a Sammardenchia (Neolitico antico) come cfr. T
spella!', al Castellaro ciel Vhò come cfr. T spella!3, a
Palù di Livenza (Neolitico tardo)!4 ed a S. Ilario
d 'Enza (età del Hame).
LE LEGUM INO SE
Le leguminose sono discretamente abbonclanti a
Breolungi nonostante esse non siano in gene re faci l-
mente reperibili ne i campioni archeobotanici (tabb. 4;
8). Sono la le nticchia (Lens culinam L.), il favino
(Vicia fa ba ssp. minor) e il pisello (Pisum sativum L.);
sono documentati inoltre alcuni semi indicati con Vicia
sp. e Vicia/Lathyrus che, per il loro no n perfetto grado
di conselvazione, non hanno p otuto essere identificati
con maggior precisione. Altri resti, ancora più proble-
lnatici, sono stati indicati con la dicitura Leguminosae.
Tracce di leguminose (cfr. Vicia faba) sono atte-
state a Morano su l Po, all 'inizio del mille nnio; ne lla
medio-tarda età ciel Bronzo ad Alba compare il favino
(Vieia faba ssp. minor)!' .
A Castello cii Annone sono presenti nei livelli
dell'età del I3ronzo e del Ferro; ancora per l'età del
Ferro abbiamo rinvenimenti di leguminose a Montal-
do: Pisum sativum (L.) Po ir., Lens culinaris Medie. ,
Vicia ervilia WilcI. ecl a Frascaro: Lens culinaris, Vieia
sp., Pisum sativum .
LE MALElmE E LE PI ANTE DEI LUOGHI INCOLTI
Sono diffuse in molte unità stratigrafi che ne lla fra-
zione più fine della setacciatura ad acqu a eseguita in
sede di scavo (tabb. 5-6; 8).
Chenopodium album L. (farine llo comu ne) e Poly-
gonum aviculare L. (poligono) compa iono ne lle zone
incolte, presso i rucleri; il primo infesta le colture esti-
vo-autu nnali. Galium aparine L. (attaccamano) e Vi-
burnum lantana L. (viburno lantana) crescono in
mezzo alle siepi e nella boscaglia; Galium palustre L.
(caglio delle pa ludi) e Saponarla qfficinalis L.
(saponaria) (figg. 158; 161,2) sono ti piche di ambienti
incolti umidi, in prOSSilTIità di corsi d 'acqua.
Molti dei semi determinati cii farinell o, poligono ,
caglio delle paludi e sa ponaria non sono combusti e
pertanto possono ritenersi d i d eposizione secondaria:
tuttavia, essendo presenti anche semi parziahnentf
190 ANAUSI

Fig. "156 Vitis vitti/era L. (vite selvatica) (da Storia Naturale di J3l([(on,
1812)

I
~, ~
'l ' us - -- - - ' 4"'0"23; -"
40"'4"'
2 4058 4142 4184 (otaTI
CEHEA LIA

, ..:t Cf. ' o. .., . . . . . . . .. '.

~ •• ~~
• . . . ... . . ... 'd
I-Iordeum vu./~are s. I.
cfr./-Iordeum vulgare
Trilicum/Hm'deum
T.aeslivum!compactunl,
1+4fr
lO
5 1
5
11
6
.3
3
7:dicoccuml spella 1 l
Triticum ~-pel'a 15b 15
cfr. Triticllm ~p . 13 15
Panicl.lm miliaceum 'I 1
Pan icumlSetaria 31 31
Cerealia 151 2 4 158
to tali 235 4 4 l 2 246
Tab. 2 - Mondovì, fraz. Breolungi, Area del Cimitero. Analisi pale-
ocarpologica: i cereal i nell 'età del Bronzo fina le.
fr=frammento; b"" base el i spighe na

Sono ino ltre prese nti alcu ni ipo teci di g hianda

(Quercus sp.), testimoni di ambie nte foresta le; potreb-
be tratta rs i di resti apparte ne nti a lla stessa que rcia ri n-
ve nuta sotto fo rma di resti di legno bruciato ma no n
possiamo escl udere che il frutto cii qu esto a lbero , no-
nosta nte non sia stato rin venuto ne i campioni anali z-
zati , fosse utilizzato a scopo alimentare, com e è am-
piamente attes tato da fonti archeobotan iche prece-
denti 17 .

L'agricoltura e la dieta

L'uo mo de l primo mille nnio sembra essere , o ltre

V I." .
ca rbonizzati , è da ricorda re che frutti di pia nte de ll a
famiglia delle che no podiacee (Chenopodiaceae) e
de lle poligonacee (Polygonaceae) veniva no raccolti e
consumati durante l'età del Ferro , com e testimo nia il
contenuto dell 'intestin o di alcuni esseri umani rinve-
nuti in Svizzera (To l/und e G rauba lle)16
SEMI E FRUIT I COMMESTIBILI D EL BOSCO
L'attività di raccolta a l ma rgine de i bosc hi no n è
stata trascurata a Breolungi, sia durante l'età del Bron-
zo fin ale che nell'età del Ferro (tabb. 7-8); gli alberi e
i cespugli de lle radure del bosco p roducono frutti
eduli la rgamente consumati ne lla preistoria e nelle
epoche successive, CQlne è ampiamente documentato
anch e dalle fonti b ibliografiche.
Framme nti di gusci di noccio lo (Corylus avellana
L.) e resti di vinaccio li selvatici (Vitis vinifera L.) atte-
5tano una raccolta autunnale ; in alcune unità stratigra-
~i c he sono inoltre presenti acheni non carboni zzati cii
n o ra (Rubus sp.) e di sambuco (Sambucus sp.),
ch e un buon metallurgista e ceralnista , un contadino
previde nte: continuando a coltiva re diverse specie cii
cereali e leguminose si assicura regolarmente il nutri-
mento.
L'alimentazione gioca da selnpre un ru olo essenzia-
le ne Ua vita umana e animale rendendo possibile
l'esistenza e lo sviluppo degli organismi viventi; abbia-
mo assisti to nel corso della storia a radicali cambia-
lnenti passando da un 'alLmentazione prevalentemente
basata su cereali e leguminose a quella attuale mirata a
un forte consumo ci i ca m e a scapito de i vegetali.
I ce rea li sono, a livello nutriz ionale, mol to impor-
ta nti pe r il lo ro conte nuto in carboid rati, g rassi e pro-
te ine e , a seconda del loro quantitativo in glutine, s i
prestano in m odo più o m eno effi cace a differenti
preparazion i; il ffLllnento in particolare è il p iù com-
pleto dal punto di vista null"iziona le rispetto agli altri
cereali .
Le legu minose g ioca no un ru o lo s ig nifi ca ti vo
no n solo nell a a limentaz io ne umana m a anch e in
qu e ll a a nimale pe r il loro elevato conte nu to prote i-
co ( pi ù de l 20%). Queste ultime sono colture c he,
p o ich é mi gli o ran o sotto vari as p etti le condi zioni
d e l te rre no, sono ri te nute le p iù ada tte a prece d e re
 DISBOSCAMENTO, AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE N EL PRIMO MILLENN IO A .C. \9 \

Fig. 157 Mondovì, fraz. Breolungi. Area del Cimitero (us 4254). Trilù.:um
spella L. (spella): fr. di rorcd la (il rellangolo grigio in basso a destra
misura 355 1.1).

la coltivaz io ne del frumento .

Rigu ardo alla lavorazione dei campi , la maggior
parte de i cereali rinve nuti a Breolungi riguarda le col-
ture estive delle nostre latitudini , ad eccezione de llo
spelta che è un cereale d 'inverno; ciò può indicare
per il sito una continuità ne ll'uso de i campi coltivati.
Tuttavia non siamo in grado di stabilire se le colture
cerealicole fossero di una singola specie o di più spe-
cie assie me né il momento in cu i presumibilmente in-
terve niva la rotazione: teo ri camente infatti le colture
dei cereal i posso no succedersi per più annate e in
modo ancor più proficuo se alternate a quelle d e lle
leguminose .
È limitato il nume ro di ma croresti rinvenuti per
p ote r ri costruire anche le diffe renti fa s i di prepara-
zio ne d e i ce reali ch e rim a ngono ancora ipotetiche;
ciononostante le osservazioni Fatte sui rep e rti vege-
tali s uggeriscono qua lche deduzione. Ad esempio,
il rinv enime nto a Breolungi, com e a Frascaro, di di conservazione; ma , al momento, si tratta più pro-
un discreto quantita tivo di basi di s pig he tte ( T. di- babilmente di lIna ca rbonizzazione accidentale nel
coccum e T. spella) potrebbe s pi egare che le sp i- corso de lla preparazio ne de i semi o dei frutti di a ltre
ghe venivano conservate e lavo rate a seconda d e lle piante commestibili.
necessità d o mestiche; p e rc iò è probabi le che le O ltre ai cereali e ai legum i, la dieta s i fondava sul
messi fossero d eposte in loca li aerati, a ll'inte rn o di consumo di altri frutti, come ad esempi o le noccio le,
case, depositi, g ranai ed a l riparo da a nim a li o da che p otevano essere conservate secche e costituire
alt ro in previs ion e del cons umo d e i semi o d e l loro una fonte di cibo anche durante il periodo inve rnale .
stoccaggio (fig. 160). La presenza di frutti commestibili provenienti da lle
Rigua rdo ai legumi , conservati a Breolungi in di- aree boschive fa pe nsare che la raccolta , a l pari
screto quantitativo, è ancora da verificare la pratica de ll'agricoltura, abbia giocato un ruo lo impo rtante a
d e lla "to rrefazione": è noto infatti che l'esposizione a Breolungi pe r tutto il primo millennio a.c. I prodotti
una temperatu ra elevata, fino a una parziale ca rboniz- de lla raccolta sono di solito un complemento ai pro-
zazione, rende questi semi più digeribili, trasfo rman- venti dell'agricoltura ; tuttavia essi p ossono ovviare ad
do l'amido in carboidrati più semplici, e fa lo ro per- un ca ttivo raccolto e assicurare C01TIUnque il nutri-
d e re la capacità di germina re prolungandone il tempo mento.

us 232 247252 4021 4034 4112 413641404146 4212 4221 423642544284 4286 4291 4293 43 11 4323- w l;;J;
CEREALIA
I-Iordeum v. l
cfr. Hordeum l
Secale cereale 3
T. aest/comp. 7
T. cfr. dicoccwn 2
T. clic/.spella 2b 3b 11>
Trilicum spetta 1f
Triticum ~p. 2 'Ib lb
cfr. Tn'licum sp. 2
Pan icum m. 199 7 20'
Echinicloa cr.g. 1f
Cereaiia 6 2 2 2 2 203 20 4 2 6 3 2 2 23 28
totali 7 2 - 3 2 2 422 28 I 2 5- -3 10 3 2 3 'I 26 52
Tab . 3 - Mondovì, fraz. Breolungi, Arca del Cimitero. Analisi pa leocarpologica: i cerea li nell 'età del Ferro.
b=rrammento cii hase di spighena; f=scme non combusto
 192 DISBOSCAMENTO, AGRICOLTURA E ALIMENTAZI ONE NEL PRIMO MILLENNIO A.C.

Fig. 158 Secale cereale L. (segale) (da Storia Naturale di BlIifon, 1812)

US 4023 4042 4184 247 268 4019 4034 4136 4'140 4236 4246 4252 4284 4293 4323 to tali
I.EG UMINO"Sc;AE
c---=""--2="--'=~~--'=--"'''----'''=-
Lens culinaris 3 3
Pisum saliuul1/ ] 2fr 3
cfr. Vicia sp. 1 l
Vicia faba minor lfr lfr Ifr 4
Lens culil1arb.' 2+1fr 3 6
cfr.Lens c. 1 1 4
Leguminosae l 10 5 4 26
tota li 7 1l 14 6 1 1 3 5 44
Tab. 4 - Mondovì, fraz . Breolungì, Area del Cimitero. I legumi nell'età del Bronzo final e ( us in grasselto) e nell 'età del Ferro.

us 4023 4042 4044 40584]424 184 4297 totali taxa - -e/a.a. Ga. p. Ch .a . Vi.l. Vi .o. PO.a. Sa.o. totali
Galium apa rine 12 1 13
US
G'alium ptlluslre 3+1f H l 7
Chellopodium album 25 1 25 4 55 232 l 2
PoJygonum aviculare 15 1f 1 8 25 49
Sa{XJ1U1ria of[lCinalis 1 1 14 lO 26 245 4 4
totali 56 2 2 40 5 19 26 150 247
Tab. 5 - Mondovì, fmz. Breolungi, Ared del Cimitero. Anali"i paleocar-
pologic'J: le piante infestanti e ruderaU nell'età del Bronzo nnale. 268 2 2
f= seme no n combusto 11001 1f 10 3 14
4019 1f 2
4021
4030 3 3
4071 8 3 11

4097 21 7 71 16

r 411 2
4136
4140
1f
l
11
11
50
8
7 60
lO
2
4146

III 4212
4221
4236
11 20r

4lf+29
81
Ifr
201
31
12
9
7
53
20
78
42 38 31 4
4246 7 2 9
4252 1f 20+101 12 44
4254 31+1 17+31 4 9 38
4284 2 3 7
4286 1 5 Ifr 8
4291 1 51 35 41
4293 ]91 19
4299 5 7
4311 3 6 9
4323 14+41 7 25
tota li 8 '16 282 3 66 11 5 491
Tab. 6 - Mondovì, fraz. BreoIungi , Area de l Cimite ro. Analisi paleo-
ca rpolgica : le piante infestanti e rllde rali nell'età de l Ferro.
Ca.a .- Calium aparifl.e, Ca.a.= Calinm palustre, Ch .a.= Chenopo-
dium album, Vi ./.= Viburnum lantana, Vi.Q .... Viburnum opulus,
PO.a. - Polyginum aUieulare, Sa.o .= Sapollaria officinalis
f=seme no n combusto, fr=framme nlO
 ANALISI \93

Fig . 159 Mondo vì , t'm .... IJrco lungi. Area del Cimitt:!fQ ( us 4236).
SapoY/aria officilla/is L. (saponaria) (il reltangolo grigio in b asso a d estra
misura TI l ).1).

US 4023 4297 232 4071 42 12 4221 4236 4252 4254 4284 4293 4323 total i
laxa
Comus mas Irr
Co rylus avellana l fr Ifr 2fr 2fr I fr I fr 5
Quercussp. l ip 1 ip lip Ifr 6
Nuhus!>p . 3fr 2f If 7
Samhucu.'ì sp. l
Vitis vin i/e ra Ifr l fr Ifr Ifr l frf 4
totali 3 l 3 2 3 2 5 23
Tab. 7 - Mondovì, fr-J z. Breol ungi, Are,] del Cimitero. Ana lisi pa leocarpologica: i ffuni ciel bosco nell 'età del Bro n zo fina le (us in grasset-
la) e ne ll'età del Ferro.
r-non com busto, fr""frammento, ip=ipotecio
US 217 239 24 1 24 5 24 7 276 289 294to ta1i
Consideraz ioni conclusive
laxa

Possiamo riaSSU1l1ere in alcun i punti schematici le cfr. Hordeum v. 3

conclus io ni che e me rgo no dal presente lavoro: T. dic/spelta l 2
1. la frantumazione d el bosco è u n fe nomeno b e n
Trlticttm spella 1
noto, già intensalnente tnan ife sto in Italia setten-
trio nal e durante il Subboreale, è prodotto dallo Cerealia 2 4
sfruttame nto sempre crescente dell'a mbie nte natu- Lens cfr.culina ris Hr 2
rale da parte de lle comunità uma ne. Questo modo Vicia/lens
di procede re p e rdura infatti durante tutta l'e tà de l
Bronzo e del Fe rro e durante l'epoca storica ; pe r il ViciaiLathy rus 3
Pi e monte in particolare i dati su lla deforesta zione Vicia.faba ssp. minor l
s i riferiscono alle province di Alessand ria (Frascaro leguminosae 3fr 5
e Morano sul l'o) e di Cuneo (Alba e Breolung i)
co n l'attestazione di un inte nso utilizzo del patri- Corylus avellana Hl'
mo nio boschivo. Questa incessante attività ha tut- ViLis vin.i/era Hr 3
tavia a nche favo rito , ne ll'ambie nte di radura, la Sambu cu s sjJ. 1 2
crescita di una serie di piante co n frutti COlllmesti-
bili (sambuchi, cornioli , noccioli , viti , mo re) ; Vibumum I.
2. pe r quanto riguarda l'agricoltura Breolungi mostra (o tali 4 5 3 3 8 4 29
una novità per il Pie mo nte: la presenza celta dello Tab. 8 - Mo ndovì, frn . I3reolungi, Area de lla Pieve. Risultati del-
sp e lta nei primi secoli del primo mille nnio a.c.; l'analisi paleoca rpologica (età del Ferro).
questa sp ecie, che è docume ntata anche in Italia fr=fralllm c nto
centro-n1eridionale I A, si è rin venuta in PietTIonte
a nche durante l'e tà del Fe rro.
Le altre specie cerealicole sono d ocumentate in
Ita lia sette ntrio nale fin dal Neolitico, pe riodo du-
rante il quale è attestata la presenza, e q uindi la
coltivazione, di più specie contemporaneamente
all 'interno d i un insediamento. Stud i rece ntj19 han-
no a questo pro posito confutato l'idea di una PID-
g ressiva introdu zione di cerea li in Italia sette ntrio-
nale durante il Neolitico, idea conside rata valida fi -
no a tutti g li anni Ottanta . Negli inse diame nti neo-
litici infatti, dove s i dispon e di una campionatura
sufficie nte , cOlnpaio no insiem e farro , m o nococco,
orzo e frumenti nudi ; pe r quanto riguarda le legu-
minose, sono attestate le nticchia, pisello, favino e
vecce. Durante le e poche successive le conoscen-
ze agricole g ià affermate in precede nza continua-
no a essere sfruttate e con tutta probabilità miglio-
ra te con l 'introduzione o !'intensificazione di nuov i
 194 DISBOSCAMENTO , AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE NEL PRIMO MILLENN IO A. C

Fig. 160 Mondovì, fraz. Br(.-'Olungi. Area del Cimilero. Reperti carpologici:
1) Hordeum vu/ga re L (orzo) , cJ.riosside; 2) Pan{cum miliaceum
L. (miglio), seme; Trilicum spelta L. (sJX!lla), forcella; 4) 1.ens culinaria
L. (Iemicch ia) , seme; 5) Galium palustre L. (caglio del le paludO, seme;
6) Vitis vim/era L. (vile selvatica), vinacciolo 0-5: ll S 4023; 6: us 425ti ) (il
rife rimento m elrico m isu.-.! 5 111m) .

tipi d i coltivi come lo spe lta; poche e isolate sono
infatti le tracce di questo cereale per il Neolitico ,
almeno fino a questo mome nto.
Cons iderando i dati di Breolungi, mancano al mo-
mento le evide n ze di alcune spec ie, come il mo-
nococco; permane per tutto il primo mille nnio la
presenza dei "migli". Anche le legumin ose sono at-
testate in Piemo nte fin da l Neolitico.
Queste cons ide razio ni sugge riscono l'idea che la
p opolazione di Breolungi d el primo millennio ab-
bia ereditato un 'economia agricola e silvestre già
consolidata.
3. Il recupe ro dei macroresti vegetali implica il cam-
pio name nto e il trattame nto di grandi volumi di

3 4 5

6
 ANALI SI 195

Fig. 161 Saponalia officinalis (saponaria) (da Stan'a Naturalc di Buffon ,

1812)

te rre no per arrivare a con sid e razio ni attendibili.

Occorre perciò continua re a integra re la pratica
della campionatu ra archeobotanica duran te gl i sca-
v i con que lla d egli altri re perti. Per Breolungi la ti-
pologia dei campioni arc heobotanic i rispecchia
qu ella rinven uta presso gli altri s iti che dispo neva-
no di un 'ampia campio natura di sedimento eia sot-
toporre ad analis i.
4. Pe r il Pie monte Sono pochissimi i dati a rcheobota-
nici relativ i all 'età romana, ch e sp erialTIO p ossa no
essere studiati e resi noti in un prossimo futuro ;
c iò costitu irebbe un e le mento essenzia le di raccor-
ci o p er cono scere le trasform azioni ch e si avviano
durante l'e poca storica, d i cu i abbiamo significati-
ve attestazioni per il Medioevo.

1 , lJ f il ' l t O . :.t , S nponari,a ..:J. LiIlO .

NOTE

• l<Ibormorio d i Archcobio logi:l, M usei civki d i Como. xi lotom iche c Clrpo logiche ncl sito d i Breolungi, rel .......io ne ined ita per
conto della Soprintendenza Archeologica d el Pie monte, 1994).
I CAS'ITI.l.ETn _ M OTELLA D E CARLO 1998a; 1998b con bibliografia spec ific a. ~ M OTELI.A DE CARLO 1999.
1 Cfr. G1ARETTl et a!., L 'indagine archeolo~ica, !,ufJrtI. l, MOTELlA DE CARlO, 1995 .

, N ISIlET 1990. • Nlsmr r 199 1.

, Nel 1994 Samuel P. Evans aveva analizzato 23 cam pi o ni di sedimento " KOSTElt ]99 1; K..,<ORZER 199 1.
prove nient i dagli scavi 1991 p resso il Cimitero; si 11<111,1 di preli (;:v i relativi ') JACQUAT 1989.
a 3 u nità stratigrafiche cronologicamente amibuibili all<l scconcb età del 1<> NISBJ:.' 1991.
Ferro ( fase 3): u s 218 (16 campioni), us 246 (3 t:ampio ni) e lIS 247 (4 CH n· I l JON ES - RQWLEY CONWY 1984.

pion i). L'a nalisi archcobotanica è st;ua e~gllita su 5R7 repen i; per qua nto I l CA$TEu.n11 - Ra r rou 1999.

ri guarda l'esame dci carboni i laxa maggiormenl c rdpprcsc ntati sono: I .' ROTJ"OU 1997.

Quercu.s peduncolata vcl sessiJlora ( farni a/rovere), CoryllLç avellana L. I , COlf]"] et al. 1998.

(nocciolo), Co m us mas vel sanguinea (corniolo). Ostrya vel Carpinus I~ M OTEI.LA DE CAlu.o 1995 .
(C'd rpi no / o rniello), Ulmus ~p. (olmo), Frcm gula alllllS ( fra ngola) c da al- Ho JACQUAT 1989.
cu ne specie del genere l'rtmus (pruno). l.·esame carp o logico ha p o rtato 11 N tSUET 1990; 1996.
all'idenlificazio ne di alcuni Lipi di cereali , COIllI..: Triliclllll aestivum- III COSTANTIN! - LHNTlNI 199 1; M o n·:u.A DE CARLO inedito .
compacll/m (frum ento Lcncro) e oo.() ( Hordeutl/ s. \jJ.) e d i legumi nose. l') CASTEll.l,T Il - RalTo1J 1999.

Vieia Jaba (fava m inore) c Vici" ssp. (veccia) (Samuel P. Evans, Anal isi