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LE PROPOSTE SITUAZIONALI DELLA METODOLOGIA OPERATIVA

NEL PROCESSO DI SVILUPPO TECNICOTATTICO DEL GIOVANE


CALCIATORE, a cura di Raffaele Di Pasquale

l gioco del calcio è classificato come sport di situazione e questo condiziona tutte le
procedure metodologiche indirizzate alla formazione tatticostrategica.
Spesso, però, nel sistema calcistico l’allenamento viene utilizzato per addestrare
calciatori a svolgere un lavoro monotono, ripetitivo e privo di emozioni personali.
Il senso della metodologia operativa è invece quello di promuovere e consolidare nei
calciatori attraverso un atteggiamento autorevole e non-direttivo da parte dell’allenatore
l’abitudine a scegliere in maniera consapevole tra le varie opzioni strategiche quella
situazionalmente la più efficace, attraverso:

• Lo sviluppo di conoscenze e competenze tecnico-tattiche flessibili, polivalenti, di


elevato profilo, nonché l’interazione degli aspetti teorici e cognitivi dell’apprendimento
del progetto di gioco con quelli tecnico tattici, operativi ed emozionali;
• La sollecitazione dell’apprendimento attivo per educare i calciatori a sapersi
cimentare con la realtà dinamica della gara in continuo cambiamento;
• La progettazione e programmazione in maniera efficace dell’attività didattica e
l’adozione di volta in volta di strategie, tecniche e tecnologie più idonee e funzionali
alla promozione ed allo sviluppo di apprendimenti costruttivi.

La metodologia operativa esprime una logica processuale ( dinamica del cambiamento e


non statica della riproduzione), sistemica ( dell’interconnessione e dell’interazione, e
non della separazione e della parcellazione), complessuale ( problematica e plurilaterale,
e non parcellizzata e monodirezionale ).
COMPLESSITA’
DELLA
PRESTAZIONE
DEL CALCIATORE:
UNITA’
SIGNIFICATIVA

Formazione tecnica quindi collegata costantemente in ambito tattico ed in costante


integrazione con la sfera cognitiva ed emozionale del giovane calciatore.
Il gesto tecnico è lo strumento operativo per risolvere i problemi di gioco che possono
essere identificati per esempio nell’ ”addomesticare” un pallone che ha avuto un
rimbalzo a terra imprevisto, dal “dosare” un passaggio in profondità sulla corsa di un
compagno particolarmente veloce, oppure decidere in pochissimo tempo se calciare in
porta o tentare un dribbling. È la situazione che giustifica il comportamento tecnico e
quindi condiziona la scelta operativa e il tipo di esecuzione. Solo grandissimi fuoriclasse
sono riusciti con la loro maestria tecnica a influenzare la situazione e a modificarla con
la propria azione tecnica.
La formazione tecnica non può prescindere da quella tattica e viceversa, in ogni atto di
gioco, il calciatore esegue (tecnica) solo dopo aver elaborato più o meno velocemente
una risposta su come risolvere problemi legati alla situazione di gioco (atto tattico). La
formazione tattica è un processo integrato che nasce dal gioco stesso e rappresenta (nella
genesi della evoluzione calcistica) un costante riferimento didattico. Laddove esiste
un’attività cosciente, una sistematica attività di elaborazione e di risposta a stimoli
ambientali, dobbiamo parlare di tattica. L’automatizzazione di certi gesti (abilità
tecniche) sposta su piani elaborativi più complessi il comportamento del calciatore,
impegnato adesso a raccordare le proprie azioni con quelle dei compagni in fasi di gioco
dove diventa sempre più indispensabile la presenza dell’avversario. I piani didattici
elaborati per la formazione tattica devono contenere attività che sono in linea e in stretto
rapporto con :
- l’età del calciatore;
- le sue qualità tecnico/tattiche;
- il suo grado di maturazione psico-fisica;
- le motivazioni.
Per questo, abbiamo pensato di codificare e assemblare il complesso delle proposte
operative funzionali al conseguimento consapevole di quelle che noi consideriamo le
“scelte operative efficaci” in quattro categorie:
- situazioni di libera sperimentazione;
- situazioni di scoperta guidata;
- situazioni di contesto;
- situazioni complesse o di gara.

Situazioni di libera sperimentazione,


ovvero tutte quelle attività, dove in spazi ridotti il giovane calciatore applica le sue
conoscenze tecniche in regime di gioco, con la presenza di compagni e avversari, senza
nessun vincolo comportamentale imposto dall’allenatore; sovente si utilizzano situazioni
in soprannumero o sottonumero per facilitare il comportamento tecnico-tattico. In
situazioni individuali e collettive i calciatori sviluppano il bagaglio di opzioni operative,
risolvendo in forma autonoma i problemi del gioco. Si favorisce così l’ampliamento di
quelle che vengono chiamate capacità tattiche.

Situazioni di scoperta guidata,


ovvero tutte quelle attività che sottintendono alla capacità di apprendere schemi di
movimento “tipo”, stereotipi comportamentali base che fungeranno da segnale di
riconoscimento ogniqualvolta in gara si individueranno determinati segnali. Mi riferisco
in particolar modo ad esercitazioni senza la presenza di avversari attivi, dove l’accento
viene posto sulle modalità di apprendimento di certi movimenti p.e. sovrapposizioni,
movimenti a scalare, diagonali, gioco a muro , incroci ecc.

Situazioni di contesto,
cioè l’applicazione di determinate opzioni in regime di gioco, dove l’influenza attiva
dell’avversario/ i determina l’apprendimento di comportamenti flessibili e funzionali.
Possiamo classificare questi mezzi d’allenamento come proposte altamente significative
in grado di generare risposte efficaci alle mutevoli richieste della gara. Verranno in
questo modo acquisiti pattern comportamentali, con una qualità di riconoscimento che
con l’esperienza diverrà sempre più efficace.
Situazioni complesse
rappresentano ambiti di gioco di gara o simili. Partite a tema o con variazione di regole
che rilevano il tipo di comportamento che si vuole fare apprendere. Il comportamento
collettivo, in relazione all’obiettivo tattico, viene attraverso queste attività reiterato e
reso funzionale alle dinamiche del gioco (fase di possesso e di non possesso). In
relazione al tipo di comportamento ricercato verranno modificate le variabile
quantitative e qualitative presenti nel gioco p.e. spazio, numero di giocatori, tempo di
gioco, numero di tocchi, zone neutre, giocatori jolly ecc. La capacità di gioco
individuale e collettiva ha il suo codice genetico nella capacità di saper gestire in
maniera funzionale il proprio comportamento tecnico. L’azione tecnica rappresenta un
divenire in stretta simbiosi con l’evolversi della situazione, deve quindi adattarsi,
trasformarsi e coniugarsi efficacemente con le richieste del gioco.

Le proposte situazionali sopradescritte rappresentano un momento imprescindibile per


costruire capacità di gioco altamente qualificate. La loro distribuzione nella formazione
calcistica ha uno sviluppo pluriennale che possiamo sintetizzare aderente alle fasce di
età nell’attività calcistica giovanile. Una analisi quantitativa, riferibile al decorso delle
attività, orientate a favorire la formazione tattica nel corso delle varie fasce d’età, può
essere così concepita: Il carico d’allenamento orientato alla formazione tattica
individuale e collettiva, rappresenta una quota complessiva rilevante nella formazione
del giovane calciatore. Tale quota va concepita in stretto collegamento con la parte
tecnica, che assume sempre maggior significatività come strumento per risolvere
problemi tattici. Come chiaramente viene espresso nel quadro sopra esposto, la
componente mirata a costruire comportamenti adeguati al gioco in forme di attività
semplici e non rigidamente controllate assume rilevanza nelle categorie di avviamento.
La strutturazione di comportamenti più specifici, verrà realizzata quando le esigenze di
prestazione abbinate a una maggiore maturità psicofisica richiederanno una più spiccata
specializzazione e maggiori capacità di attenzione da parte del giovane calciatore.

Riassumendo,questi sinteticamente sono gli aspetti caratteristici tra di loro connessi che
sostanziano l’azione della Metodologia Operativa:

• carattere attivo del sapere, il giovane calciatore elabora e non subisce quando è
chiamato a cimentarsi con situazioni problematiche da protagonista;
• carattere partecipativo della creazione, il giovane calciatore risponde in modo non
stereotipato quando è in una situazione di autoapprendimento;
• carattere investigativo della creazione dei saperi, il giovane calciatore matura
nuovi saperi e non riproduce saperi in forma ripetitiva quando è posto di fronte a
questioni da risolvere;
• carattere rappresentativo della realtà nella creazione dei saperi, il giovane
calciatore perviene a saperi inediti quando lavora attorno alla sua (individuale e/o di
gruppo) rappresentazione della realtà e non con saperi da essa disgiunti;
• carattere trasformativo della creazione dei saperi, il giovane calciatore che
modifica arricchendola la sua rappresentazione della realtà personale e quella del gruppo
in cui opera, anziché chiudersi nella sua semplice conservazione.
Quindi l’assunto metodologico è: partire dalle situazioni concrete e dalla
sperimentazione attiva del progetto di gioco.
Il tutto in coerenza con il principio di autodeterminazione personale che tiene conto
dell’individualità dei calciatori, per orientare le attività in modo da agire come “guida al
loro fianco” e rendere l’apprendimento tecnico-tattico un’impresa collaborativa in cui i
calciatori si aiutino reciprocamente, perseguendo la logica dell’interazione e della
cooperazione.

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