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LE MISURE DI PREVENZIONE

LA VICENDA LEGISLATIVA DELLE MISURE DI PREVENZIONE

Le misure di prevenzione sono introdotte nell’ordinamento italiano con l. 1423/1956; la


legge in questione comprendeva una serie di restrizioni di libertà e di diritti adottabili
per i soggetti “pericolosi”. Nel corso del tempo, ci sono stati vari cambiamenti
legislativi fino al d.lgs. 159/2011, in cui è contenuta la disciplina attuale delle misure di
prevenzione. Nella disciplina originaria, erano previste le sole misure di prevenzione
“personali”, che possono applicarsi attualmente:
- a coloro che debbano ritenersi abitualmente dediti a traffici delittuosi;
- a coloro che per la condotta ed il tenore di vita vivono abitualmente con i proventi di
attività delittuose;
- a coloro che per il loro comportamento sono dediti alla commissione di reati che
offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica e morale dei minorenni, la sanità, la
sicurezza o la tranquillità pubblica.

Le persone in questione ricevono dal questore un avviso orale dei sospetti a loro carico
e l’invito a tenere una condotta conforme alla legge; di questo viene redatto un
processo verbale. Trascorsi non meno di 60 giorni e non più di 3 anni, se la persona
non ha cambiato la propria condotta e risulta pericolosa, il questore può avanzare al
Tribunale una proposta motivata per l’applicazione della “sorveglianza speciale di
pubblica sicurezza”. La sorveglianza viene disposta dal Tribunale, non può avere
durata inferiore a 1 anno né superiore a 5 anni. Alla sorveglianza possono aggiungersi
il divieto di soggiorno in Comuni o Province e l’obbligo di soggiorno nel comune di
residenza o di abituale dimora. L’eventuale inottemperanza comporta l’arresto,
quando riguarda solo la sorveglianza; la reclusione da 1 a 5 anni quando riguarda la
sorveglianza con obbligo o divieto di soggiorno.
Spetta esclusivamente al questore il “rimpatrio con foglio di via obbligatorio”: questo
provvedimento è adottato qualora le persone sospette si trovino al di fuori dei luoghi
di residenza e siano ritenute pericolose. Il foglio di via obbliga il soggetto a rientrare
nel luogo di residenza con conseguente divieto di ritornare nel comune dal quale viene
allontanato, per un periodo non superiore a 3 anni. L’eventuale inottemperanza è
punita con l’arresto da 1 a 6 mesi.

LE MISURE DI PREVENZIONE CONTRO LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

Con l. 575/1965 è stata introdotta l’applicabilità delle misure di sorveglianza speciale,


obbligo e divieto di soggiorno, nei confronti dei soggetti “indiziati ad appartenere ad
associazioni mafiose”. Nonostante l’intervento legislativo, non ci furono effetti
significativi nella lotta alla mafia. Questo portò all’emanazione della l. 646/1982 (legge
Rognoni-La Torre), con cui, oltre all’introduzione del “reato di associazione mafiosa” ex
art. 416 bis, l’art. 1 l. 575/1965 venne modificato per stabilirne l’applicabilità “agli
indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, alla camorra o ad altre
associazioni localmente denominate, che perseguono finalità o agiscono con metodi
corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso”. Nel corso del tempo, la
categorie di soggetti ai quali applicare le misure di prevenzione si è ampliato,
comprendendo: coloro che, operanti in gruppi o isolatamente, pongano in essere atti
preparatori diretti a sovvertire l’ordinamento dello Stato, con la commissione di delitti
contro la Personalità dello Stato, nonché alla commissione di reati con finalità di
terrorismo anche internazionale; coloro che abbiano fatto parte di associazioni
politiche disciolte ma che continuino a svolgere attività analoga a quella precedente;
coloro che compiano atti diretti alla ricostituzione del partito fascista; gli istigatori; i
mandanti e i finanziatori dei reati indicati; le persone che abbino agevolato gruppi o
persone che hanno preso parte attiva a manifestazioni di violenza in occasione di
manifestazioni sportive.

Nel 1982 sono state introdotte misure di prevenzione patrimoniali, quali il sequestro e
la confisca:
-SEQUESTRO. È disposto dal tribunale come provvedimento a natura provvisoria e
cautelare, in base al sospetto che i beni appartenenti all’indiziato siano il frutto di
attività illecite.
- CONFISCA. ?

Se la proposta di applicazione è respinta o se il soggetto riesce a dimostrare la


legittima provenienza dei beni, quest’ultimi saranno restituiti dal Tribunale; al
contrario, si applica la confisca, che consiste nella devoluzione allo Stato dei beni che
ne costituiscono oggetto.

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