Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
Ombra e luce
La mobilità della cinepresa è funzionale al racconto, quindi, ma anche la scelta di
accentuare il giallo accecante dei campi di grano ha come fine quello di rendere più
fragrante il contrasto con l'oscurità del luogo in cui è rinchiuso Filippo.
Lo stesso regista, Gabriele Salvatores, lo conferma nelle numerose interviste rilasciate in
occasione dell'uscita del film quando dice che "l'uso dei grandangoli che mettono tutto a
fuoco, o la fotografia pervasa dei colori primari" vogliono rendere le immagini così come
sono "nello sguardo dei bambini".
Una delle maggiori qualità del film è quella di saper arrivare all'intimismo proprio
attraverso la bellezza delle immagini, che accostata all'innocente semplicità dei dialoghi,
riesce a costruire un quadro perfettamente plausibile e allo stesso tempo esteticamente
accattivante.
Lo spettatore adotta il punto di vista del bambino protagonista, Michele, che ci conduce,
accarezzando le vaste e magnifiche distese di campi di grano, in un mondo fiabesco
violentato dalla mostruosa crudeltà degli adulti. Ma tra il mondo degli adulti e quello dei
bambini non c'è legame, scambio, dialogo: il primo è spazi chiusi, ombra, violenza; il
secondo è spazi aperti, luce, gioco, agonismo.
La musica
Impeccabile anche la musica originale, che su consiglio dello stesso scrittore, si affida al
suono teso e incalzante degli archi del maestro Ezio Bosio, primo contrabbasso del Teatro
dell'Opera di Roma. Una scelta coraggiosa e vincente: riesce, infatti, a segnare
perfettamente gli stati d'animo del protagonista, e degli spettatori, costantemente tra
tensione e dramma.