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I.

LAVORO ENERGIA POTENZA

Lavoro

Si definisce lavoro il prodotto tra la forza e lo spostamento, esso si misura in Joule.

L = F × s [J]

Esempio: per spostare una cassa del peso di 100 Kg occorre applicare una forza di
980 Newton. Se vogliamo spostare la cassa per un tratto lungo 100 metri che lavoro
compiamo?
Soluzione: L = 980 × 100 = 98000 [ J ]

Potremo affermare che il lavoro è ciò che spende un corpo, o un sistema, per
spostare, riscaldare, accelerare o deformare un altro corpo.

Energia

L'energia è ciò che possiede un corpo, o un sistema, che gli consente di produrre
lavoro.
Ad esempio il carburante delle nostre auto è l'energia del sistema auto, oppure il cibo
che ingeriamo è l'energia del nostro corpo.
Esistono diverse forme di energia, vediamone alcune:
1. energia cinetica, è l'energia che possiede un corpo in virtù del suo movimento;
2. energia potenziale, è l'energia che possiede un corpo in virtù della sua posizione;
3. energia termica, è l'energia che possiede un corpo quantificabile attraverso la sua
temperatura;
4. energia elettrica, è l'energia che possiede un corpo in base alla quantità di carica
distribuita su di esso.
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5. Energia chimica, energia che possiede un corpo in virtù di reazione chimiche che
avvengono al suo interno.

Anche l'energia, come il lavoro, si misura in Joule [J]

Potenza

Si definisce potenza il rapporto tra lavoro e tempo, è la sua unità di misura è il Watt.

L  Joule 
P=  sec ondi = Watt 
t

In pratica la potenza è la misura con cui un sistema compie un lavoro nell'unità di


tempo.

Potenza elettrica

La potenza elettrica si esprime attraverso la seguente relazione:

P = V × I [W ]

Spesso la potenza elettrica si misura in khilowatt, abbreviato kw, dove


1 kw = 1000 watt

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Energia elettrica

Definiamo energia elettrica il prodotto della potenza elettrica per il tempo, secondo la
seguente espressione:
E = P × t [ kWh]

Dove il kwh indica il kilowattore, cioè la potenza di 1000 watt applicata per un ora.
( 1 kwh = 3.600.000 J).

Esempio:
un apparecchio elettrico ha una potenza di 2 kw, viene utilizzato per 2 ore, quanta energia ha
consumato?

E = P × t = 2 × 2 = 4 [ kwh]

L'energia elettrica si misura con speciali apparecchi; ad esempio il così detto


"contatore della luce"

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EFFETTO JOULE
Il riscaldamento di un conduttore metallico attraversato da corrente elettrica è noto
come effetto Joule, dal nome del fisico che per primo ne determinò
sperimentalmente le leggi nel 1848.
Per effetto della d.d.p. fornita da un generatore gli elettroni di conduzione di un filo
conduttore si muovono in un resistore, come in figura.
Infatti abbiamo già evidenziato che gli elettroni di
conduzione in un circuito elettrico percorso da corrente si
muovono con una velocità media costante sotto l'azione
della d.d.p. esistente tra i poli del generatore. In tal caso il
flusso degli elettroni di conduzione è ostacolato dagli ioni
del reticolo cristallino.

Gli elettroni, negli urti contro gli ioni del reticolo cristallino, cedono a questi energia
cinetica, provocando un conseguente aumento di temperatura e quindi una
produzione di calore. Inoltre, poiché non si ha aumento di energia cinetica in quanto
gli elettroni si muovono con velocità costante, tutta l'energia elettrica della corrente si
converte in calore.
L'effetto Joule ha numerose applicazioni: le stufe elettriche, le cucine elettriche, lo
scaldabagno elettrico, il ferro da stiro, ecc.
Un'altra importante applicazione si ha nelle cosiddette valvole fusibili o
semplicemente fusibili, costituiti da un tratto di conduttore a basso punto di fusione,
come può essere, per esempio, un sottile filo di piombo, opportunamente inserito nel
circuito.
Quando la corrente supera un determinato valore, dannoso per gli apparecchi inseriti,
il filo, in conseguenza del riscaldamento per effetto Joule, fonde, interrompendo così
il passaggio della corrente.

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CORRENTE CONTINUA

Dicesi corrente continua una corrente che circola sempre nello stesso senso, cioè gli elettroni
partono sempre dallo stesso polo del generatore (polo negativo), e giungono all’altro polo (polo
positivo) dopo aver attraversato il circuito esterno. Il senso della corrente non cambia mai: i due
poli del generatore sono sempre, uno invariabilmente negativo, e l’altro invariabilmente positivo.

verso di percorrenza
della corrente

+ -
interruttore
pila

La corrente continua si può quindi definire come un’uscita costante di elettroni, che scaturiscono
sempre dallo stesso polo del generatore (ad esempio una pila o una dinamo), e cioè essa è una
corrente il cui verso e la cui tensione non variano mai nel tempo.
Se vogliamo schematizzare su un grafico una corrente continua, essa sarà rappresentata
da una retta. Tracciando il grafico, si vede appunto che l’andamento della corrente
continua è espresso da una retta orizzontale e cioè la tensione non varia al passare del
tempo: essa è cioè costante.

tensione
(Volts)

tempo (secondi)

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CORRENTE ALTERNATA

La corrente alternata, a differenza di quella continua, inverte il senso di percorrenza, all'interno di


un circuito, da orario ad antiorario un certo numero di volte al secondo.
Immaginiamo di avere la situazione descritta in figura:

verso di percorrenza
della corrente

+ -
interruttore
pila

come si può notare il verso di percorrenza della corrente è quello orario (la corrente circola nel
verso che va dal polo positivo a quello negativo).
Se invertiamo le polarità della pila del circuito, cioè se il polo positivo diventa negativo e viceversa
quello negativo positivo, il verso della corrente cambia da orario in antiorario. (vedi figura
seguente).

verso di percorrenza
della corrente

- +
interruttore
pila

Il principio su cui si basa la generazione della corrente alternata può essere dunque schematizzato
immaginando che la pila inverta le sue polarità più volte nell'unità di tempo. Cosicché se si
invertissero le polarità della pila 50 volte in un secondo la corrente cambierebbe il suo verso di
percorrenza 50 volte. Otterremmo, quindi, una corrente alternata a 50Hz.

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Grandezze caratteristiche della corrente alternata

tensione Verso di percorrenza positivo


(Volts) (antiorario)
T = Periodo

A B
tempo
(secondi)

Verso di percorrenza negativo


(orario)

AB = ciclo della forma d'onda


T = Periodo , intervallo di tempo in cui si sviluppa un ciclo della forma d'onda
f = T-1 frequenza (Hz) numero di cicli che si ha in un secondo
La corrente alternata è una grandezza Periodica, cioè si ripete sempre allo stesso modo ad intervalli
di tempo regolari. Perciò essa è descritta attraverso dei parametri caratteristici come il Periodo,
indicato con la lettera T, che è il tempo necessario affinché si completi un ciclo della forma d'onda,
e la frequenza, indicata con la lettera f, che è il numero di cicli che si sviluppa nell'unità di tempo.
In un conduttore percorso da corrente alternata, si produce dunque il seguente fenomeno. La
tensione della corrente parte da zero Volts, diventa sempre più elevata, fino ad arrivare al suo valore
massimo positivo, poi diminuisce progressivamente fino a zero Volts; a questo punto la corrente
comincia a percorrere il conduttore nel senso contrario, cioè la tensione comincia ad aumentare
nuovamente fino ad arrivare al valore massimo, che però questa volta è negativo; poi si abbassa fino
a zero ed il ciclo ricomincia nell'alternanza positiva. Ad una alternanza positiva fa seguilo una
negativa e questo avviene parecchie volte al secondo.

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tensione
corrente a bassa frequenza
(Volts)
tensione
(Volts)

tempo
(secondi)
+ +
tensione
corrente ad alta frequenza
(Volts)
tempo
(secondi)
- -
tempo
(secondi)

Se rappresentiamo questo fenomeno su un grafico, otteniamo la curva riportata in figura. Questa


curva si chiama “sinusoide”. La corrente della rete di distribuzione elettrica, cioè la corrente che
entra nelle nostre case, è una corrente alternata, ed in Italia la frequenza è di 50 periodi al secondo
(50 Hz), cioè la polarità nella presa si inverte ben 50 volte al secondo.
La corrente alternata viene prodotta nelle centrali elettriche da un apposito apparecchio detto
alternatore. Per mezzo di opportuni strumenti elettronici, è possibile variare la frequenza di una
corrente alternata: è cioè possibile aumentare, o diminuire la frequenza.
Le correnti alternate sono distinte in:
correnti a bassa frequenza : da O a 300 Hz
correnti a media frequenza : da 300 a 10.000 Hz
correnti ad alta frequenza : più di 10.000 Hz
Su di un grafico, esse sarebbero rappresentate cosi:

tensione
corrente a bassa frequenza
(Volts)

tempo
(secondi)

tensione corrente ad alta frequenza


(Volts)

tempo
-8- (secondi)
Correnti Variabili
Sono correnti variabili tutte le correnti la cui intensità varia nel tempo, secondo formule assai varie,
in rapporto alla forma e alla durata degli impulsi, alla presenza e alla durata degli intervalli, alla
direzione del flusso. Vedremo come gli effetti biologici delle correnti variabili differiscano da quelli
della corrente continua soprattutto nei riguardi della loro azione eccitante sulla motilità come sulla
sensibilità. È questa loro caratteristica attività, che ne rende prezioso l'impiego in terapia.
Negli ultimi decenni sono state descritte e riprodotte numerosissime forme di stimoli elettrici che
hanno in comune il carattere della variazione dell'intensità
Le più importanti correnti variabili terapeutiche possono essere raggruppate arbitrariamente in
alcuni sotto-gruppi:

1. corrente continua interrotta;


2. corrente faradica;
3. correnti pulsanti con impulsi regolabili;
4. correnti a bassa frequenza;
5. correnti a media frequenza.

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CORRENTE ELETRICA E CORPO UMANO

Analizziamo quali rischi comporta il passaggio della corrente elettrica nel corpo
umano ed, in tal caso, quali sono le condizioni di maggior rischio per l'uomo. Com'è
noto il passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo umano può provocare una
serie di effetti fisiopatologici ed alterazioni dell'organismo tali da arrivare a
determinare anche la morte. E' altresì noto che differenti livelli di corrente elettrica
che fluisce nel corpo umano, provocano altrettanti diversi effetti.
Ustioni
Le ustioni da elettrocuzione possono essere causate dal riscaldamento provocato dal
passaggio della corrente (per effetto Joule) attraverso il corpo umano, possono essere
inoltre causate dall’arco elettrico. Il danno da ustione è accentuato nei punti di entrata
e uscita della corrente dal corpo umano.
Le ustioni si possono classificare in tre tipi:
• Ustioni localizzate sulla cute detti "marchi"
• Ustioni localizzate in particolari distretti detti "folgorazioni"
• Grandi necrosi distrettuali, le parti colpite sono carbonizzate e la necrosi è
profonda e coinvolge cute, muscoli etc.; il rischio di morte in questo caso è
elevatissimo.
Tetanizzazione
Quando si applica uno stimolo elettrico a una fibra nervosa, l’azione che esso
provoca si propaga dalla fibra nervosa fino al muscolo, che si contrae
involontariamente.
Se gli stimoli si susseguono senza dar tempo al muscolo di rilassarsi, gli effetti si
sommano e il muscolo tende a contrarsi completamente e a mantenere questo stato.
Questo effetto viene chiamato appunto tetanizzazione e si verifica quando il corpo

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umano è attraversato da corrente, sia alternata che continua, quando questa è di durata
e valori sufficienti che vedremo in seguito.

Arresto della respirazione


Quando il passaggio di corrente elettrica interessa i muscoli responsabili della
respirazione, essi si contraggono non consentendo più l’espansione e la contrazione
del diaframma.
L’arresto della respirazione può verificarsi quando l’organismo viene sottoposto ad
una intensità di corrente superiore a 10 mA. Se in tale situazione non si interviene
tempestivamente, l’individuo può perdere conoscenza e morire soffocato.
La soglia di rilascio, cioè il massimo valore di corrente che attraversa la persona e per
cui la stessa riesce autonomamente a liberarsi dagli elettrodi con cui è a contatto,
dipende da più parametri: quali l’area di contatto, le caratteristiche fisiologiche
dell’individuo, la forma degli elettrodi, le condizioni ambientali.
Arresto cardiaco
Questo efetto verrà approfondito successivamente dove si analizzerà il fenomeno
della fibrillazione ventricolare.

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Effetti della corrente sul corpo umano (Pubblicazione IEC 479-1)

zona 1: abitualmente nessuna reazione


zona 2: abitualmente nessun effetto fisiologicamente
pericoloso
zona 3: abitualmente nessun danno organico ma disturbi
reversibili quali contrazioni muscolari e difficoltà respiratoria e
fibrillazione
zona 4: in aggiunta agli effetti che si hanno in zona 3, sono
probabili arresto cardiaco, arresto respiratorio, ustioni gravi. Le
probabilità di danni fisiologici aumentano con l'aumentare del
valore di corrente e del tempo

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Macroshock

I rischi di natura elettrica ai quali possono essere sottoposti pazienti, in caso di


contatti indiretti, sono schematizzati in due definizioni ormai ben note: Macroshock e
Microshock.
Si è in presenza di Macroshock quando il contatto avviene tra una parte
accidentalmente in tensione (ad esempio una massa, oppure una massa estranea) ed
una parte di superficie esterna del corpo umano. In questo caso la corrente fluisce, in
massima parte, attraverso una ampia sezione del corpo e soltanto una piccola quota di
essa può interessare direttamente il cuore (bassa densità di corrente nel muscolo
cardiaco).

MACROSHOCK
Valore "ragionevolmente" sicuro secondo diagramma tempo/corrente (IEC 479-1):
Ic ∗ 10 mA

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Microshock

Per i pazienti sottoposti ad interventi di cateterismo cardiaco o anche a semplici


esami con applicazioni di sonde od altri elementi che operano internamente e vicino
al cuore, al rischio di Macroshock si deve aggiungere anche il rischio di Microshock.
In questo caso la corrente fluisce tutta o in massima parte attraverso il cuore che
viene interessato quindi da una elevata densità di corrente.
Questa corrente estranea induce una perturbazione elettrica agli equilibri
elettrofisiologici che regolano l’attività del muscolo cardiaco ed in grado di provocare
la fibrillazione ventricolare, evento assolutamente da impedire perché irreversibile,
se non intervenendo tempestivamente mediante opportuni apparecchi defibrillatori.
La probabilità che avvenga l'innesco della fibrillazione ventricolare è funzione sia
del valore di corrente, sia della sua durata. Il verificarsi della fibrillazione
ventricolare è probabile quando la corrente attraversa il cuore durante il periodo di
vulnerabilità, che varia tra il 10 ed il 15% della durata dell'intero battito cardiaco, in
corrispondenza della fase di espansione (diastole).

Diagramma dell’attività elettrica cardiaca (Elettrocardiogramma)

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In caso di microshock, il limite di pericolosità della corrente si riduce ad alcune
decine di microampere, mentre una persona in condizioni ordinarie può tollerare una
corrente di alcune decine di milliampere. In altri termini, nel microshock la corrente
elettrica è mille volte più pericolosa che in condizioni ordinarie.

MICROSHOCK
Valore "ragionevolmente" sicuro secondo dati statistici:
Ic ∗ 10 µA

Il valore di 10 µA quale corrente ammissibile come limite di sicurezza dal pericolo di


microshock, è stato fissato sulla base di considerazioni probabilistiche circa la
possibilità di innesco della fibrillazione ventricolare con un determinato valore di
corrente. Tale valore è stato desunto da dati statistici secondo i quali in presenza di 10
µA corrisponde una probabilità di evento pari a circa lo 0,15 %. Questa probabilità di
rischio, relativa allo stimolo elettrico, viene considerata accettabile in quanto molto

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prossima a quella dovuta a stimolazioni meccaniche sul muscolo cardiaco (0,1 %).
Con una corrente di 50 µA, la probabilità di fibrillazione ventricolare sale all’1%.
Nel diagramma seguente vengono riportati i dati statistici relativi alla probabilità di
innesco della fibrillazione ventricolare, in relazione alla corrente che interessa la zona
cardiaca.

Diagramma CORRENTE/PROBABILITA' DI FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE

FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE

E' l'effetto più pericoloso causato dal passaggio della corrente nel corpo umano ed è
quello che provoca il maggior numero di decessi per folgorazione elettrica. Il cuore
infatti è "pilotato" da stimoli elettrici paragonabili a correnti simili a quelle presenti in
un comune circuito elettrico. Se invece delle normali correnti elettriche fisiologiche il

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cuore viene interessato da correnti elettriche anomale e di intensità superiore, si può
provocare l’alterazione nel naturale equilibrio elettrico corporeo. Infatti se agli
impulsi elettrici prodotti dai centri nervosi si sommano altri impulsi elettrici estranei,
gli ordini trasmessi dai centri nervosi ai muscoli risulteranno alterati e quest’ultimi
non svolgeranno più adeguatamente i loro compiti.
Questo è ciò che accade alle fibrille del ventricolo. Quando le fibrille ricevono
segnali elettrici esterni eccessivi e non regolari iniziano a contrarsi in modo caotico,
l’una indipendentemente dall’altra producendo il fenomeno della fibrillazione che
non permette al cuore di funzionare adeguatamente sino a portare all’arresto cardiaco.
La soglia di fibrillazione ventricolare, dipende sia da parametri fisiologici (anatomia
del corpo, funzione cardiaca ) sia da parametri elettrici (intensità e frequenza della
corrente). La fibrillazione ventricolare può innescarsi con probabilità 100% con
valori di corrente superiori al limite di pericolosità e con durata pari a quella del ciclo
cardiaco. Con valori di corrente inferiori al limite di pericolosità e con durata di 1
secondo, la probabilità scende di 10 - 15 %.
Di contro, l'innesco potrebbe non avvenire con correnti di valore anche molto elevato
ma che attraversano il cuore per tempi brevissimi al di fuori del periodo critico.
Tra i diversi fattori che influenzano la pericolosità dello stimolo elettrico, troviamo:
• la frequenza
• la costituzione dell'individuo
• il percorso e la direzione della corrente
• l'affidabilità degli apparecchi elettromedicali

Tutti questi fattori contribuiscono sostanzialmente a determinare quell'impedenza


complessiva che si oppone alla corrente fluente attraverso il corpo umano e di cui
solo una parte interessa il cuore. Non è possibile valutare quanto vale questa frazione
per cui ci si deve riferire ai valori totali della corrente.

Frequenza

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Con valore costante di corrente, al crescere della frequenza diminuisce la probabilità
di interferire sul campo elettrico fisiologico e di perturbare le cellule dedite
all'innesco della normale attività elettrica cardiaca.

Diagramma FREQUENZA/ENTITÀ DEL PERICOLO

Costituzione dell'individuo

Parlando di rischio elettrico e degli effetti della corrente elettrica sul corpo umano si
ritiene utile studiarne la resistenza elettrica opposta al passaggio della corrente.
La resistenza del corpo umano varia da individuo ad individuo e per ogni individuo
dipende dalle condizioni fisiologiche ed ambientali del momento; ad esempio
diminuisce all'aumentare della tensione di contatto e dell'umidità della pelle, mentre
aumenta dove la pelle è indurita. La resistenza del corpo umano dipende quasi
interamente dagli arti.
Nella zona cardiaca quindi la resistenza elettrica dei tessuti è minima.

Percorso e direzione della corrente

La quota di corrente che va ad interessare la zona cardiaca è funzione del percorso

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che la corrente totale assume nell'attraversare il corpo umano. Il percorso determina
anche la direzione del campo elettrico dal quale dipende la probabilità di innesco
della fibrillazione.
Il fattore di percorso F rappresenta l'indice di probabilità di un determinato percorso
della corrente (costante) di innescare la fibrillazione ventricolare; al percorso
mano(i)-piedi, preso come riferimento, è assegnato il valore 1. Il percorso più
pericoloso è quello mano sinistra-torace (F=1,5), tra i meno pericolosi quello mano
sinistra-mano destra (F=0,4).

FATTORE DI
PERCORSO DELLA CORRENTE PERCORSO (F)
Mano sinistra-piede sinistro, piede destro 1,0
o piedi
Due mani-piedi 1,0
Mano sinistra-mano destra 0,4
Mano destra-piede sinistro, piede destro
0,8
o piedi
Schiena-mano destra 0,3
Schiena-mano sinistra 0,7
Torace-mano destra 1,3
Torace-mano sinistra 1,5
Glutei-mano sinistra, mano destra o
0,7
entrambe le mani

Affidabilità degli apparecchi elettromedicali

Gli apparecchi elettromedicali devono essere costruiti in modo tale da avere requisiti
elettrici e meccanici in particolare conformi a specifiche norme tecniche. Le norme
stesse impongono inoltre che detti apparecchi disperdano, in uso ordinario o in caso

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di primo guasto, determinati valori massimi di corrente sia attraverso gli involucri sia
direttamente nel paziente attraverso le parti applicate.

Schema Apparecchio Elettromedicale di tipo CF

Secondo la norma CEI 62-5 le apparecchiature elettromedicali con parti applicate di


tipo CF (destinate ad interessare la zona cardiaca) devono avere l'isolamento verso
terra ulteriormente aumentato. Devono infatti essere realizzate in modo tale da
limitare la corrente di dispersione massima nel paziente a valori inferiori a 10 µA
(probabilità di fibrillazione ventricolare 0,15%) mentre, in condizioni di primo
guasto, la corrente nel paziente massima ammessa è di 50 µA (probabilità di
fibrillazione ventricolare dell’ 1%).

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LE SITUAZIONI DI PERICOLO

II contatto diretto

Per contatto diretto si intende il contatto fra il corpo umano e una parte
dell'impianto elettrico normalmente in tensione.
Alcuni esempi di contatto diretto:
— difetto d'isolamento dei cavi di collegamento presa-apparecchio; il
danneggiamento dell'isolante del cavo può essere causato da azioni meccaniche
accidentali o dall'esposizione del cavo a fonti di calore; può capitare, ad esempio,
che il ferro da stiro venga posto vicino ad una stufa, il calore determina un
aumento della temperatura dell'isolante del cavo e quindi un suo possibile
danneggiamento;
— presa che consente l'accesso agli alveoli tramite oggetti metallici;
— cassetta di derivazione lasciata senza coperchio e con conduttori scoperti;
— porta lampada senza ghiera di protezione.

E’ evidente che, nella maggior parte dei casi, i contatti diretti possono essere evitati
curando l'isolamento e sostituendo tempestivamente la parte difettosa dell'impianto.
L'installazione di un interruttore differenziale ad alta sensibilità (10 - 30 mA)
costituisce una efficace protezione contro i contatti diretti.
La soglia di pericolosità della corrente elettrica assunta comunemente è:
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I = 30 mA;
se l'interruttore differenziale presenta una sensibilità di 30 mA; il suo intervento
(apertura del circuito) è assicurato non appena nell'impianto si verifica una
dispersione di corrente a terra uguale o superiore a 30 mA. Se il contatto diretto
determina un passaggio di corrente nel corpo umano pari o superiore a 30 mA (soglia
di pericolosità della corrente elettrica = sensibilità dell'interruttore differenziale),
l'interruttore differenziale apre il circuito in tempi molto brevi (centesimi di secondo)
evitando traumi cardiaci (vedi Fig.).

II contatto indiretto
Gli apparecchi utilizzatori dell'energia elettrica sono spesso racchiusi entro
involucri metallici (lavatrice, cucina elettrica, macchine utensili, ecc.). Gli
avvolgimenti dell'apparecchio sono accuratamente isolati e l'involucro metallico
normalmente non è in tensione. Un difetto d'isolamento può determinare il
contatto avvolgimento-involucro metallico, determinando, se non è presente un
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impianto di messa a terra coordinato opportunamente con l'interruttore
automatico, una situazione di pericolo (Fig.1); l'involucro metallico si trova sotto
tensione e l'apparecchio, in genere, continua a funzionare; se una persona tocca
l'involucro metallico dell'apparecchio (Fig. 2), fra mano e piede si stabilisce una
differenza di potenziale Vc. (tensione di contatto) e quindi il passaggio di una
corrente:

Vc
Iu =
Ru

dove Ru [ς ] è la resistenza del corpo umano


Iu [A] è la corrente che attraversa il corpo umano.
Assumendo:
Vc = 220 Volt
Ru = 2000 ς (resistenza del corpo umano), risulta

VC 220
Iu = = = 0,110 A = 100 mA
Ru 2000

molto superiore alla soglia di pericolosità (30 mA)

MESSA A TERRA
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L'impianto di messa a terra costituisce la protezione fondamentale e obbligatoria
per gli impianti elettrici: L'impianto di messa a terra deve essere realizzato seguendo
scrupolosamente le norme CEI 64.8 capitolo IX: «Messa a terra e conduttori di
protezione».
L'impianto di terra è costituito dalle seguenti parti:
— dispersore Di
— conduttore di terra CT
— collettore principale di terra MT
— conduttori di protezione PE

II dispersore ha il compito di disperdere facilmente nel terreno le correnti


elettriche che si manifestano in caso di guasto (correnti di dispersione a terra).
Il sistema migliore per realizzare un buon dispersore è quello di posare una corda di
rame nuda di sezione minima 35 mm2 a una profondità minima di 0,50 m dalla
superficie originale del terreno, che giri intorno al fabbricato.

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Nel momento d'inizio della costruzione del fabbricato, quando si fanno gli scavi per
le fondazioni, occorre fare anche lo scavo per posare la corda di rame. Posata la corda
sul fondo dello scavo, si deve coprire con humus ben costipato evitando ghiaia e
ciottoli. Se non è possibile posare il dispersore ad anello intorno al fabbricato
(edifici già esistenti o per i quali l'anello non è stato tempestivamente posato),
bisogna impiegare dispersori a picchetto di acciaio zincato o di rame disponendoli ai
vertici del fabbricato; i 4 picchetti devono essere collegati fra loro da apposito
conduttore. Per fare un buon impianto di terra occorre posare il dispersore (corda di
rame intorno all'edificio) nel momento in cui si effettuano gli scavi delle fondazioni
del fabbricato; intervenendo in una fase dei lavori edili più avanzata, è più difficile
realizzare un buon impianto di terra.

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Il conduttore di terra CT ha il compito di collegare il dispersore al collettore
principale di terra. La sezione minima del conduttore di terra è 25 mm2 se è in rame,
50 mm2 se è in ferro zincato.
Il collettore principale di terra MT è costituito da una sbarra o da un morsetto,
situato in genere nello scantinato, dove convergono:
— il conduttore di terra;
— il conduttore di protezione;
— i conduttori per il collegamento a terra dei tubi metallici dell'acqua (calda, fredda,
dei termosifoni, di scarico) e del gas.

I conduttori di protezione PE (cavi di colore giallo-verde) hanno il compito di


collegare al collettore principale di terra, e quindi al dispersore, tutti gli involucri
metallici degli apparecchi utilizzatori (cucina elettrica, lavastoviglie, scal-dacqua,
lavatrice, ecc.).
Prima di effettuare il getto di cemento nei pilastri e nei travi (struttura in cemento
armato dell'edificio) occorre collegare il ferro della struttura all'anello dispersore.
Prima della finitura dell'edificio (intonaci e pianellamenti) occorre collegare fra loro e
a terra tutte le tubazioni metalliche.

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PROTEZIONE MEDIANTE INTERRUTTORE DIFFERENZIALE

L'interruttore differenziale è un apparecchio sensibile allo squilibrio di corrente che


si verifica quando nell'impianto si crea una dispersione verso terra. II dispositivo è in
grado di interrompere il circuito prima che possa essere arrecato danno alla persona.
La soglia di pericolosità della corrente elettrica per il corpo umano è 10 mA. Se
l'interruttore differenziale ha una sensibilità {corrente differenziale d'intervento) di 10
mA. esso apre il circuito non appena la corrente di dispersione a terra supera 10 mA;
se una persona, in caso d'incidente, viene attraversata da una corrente /„ inferiore a 10
mA (non pericolosa) l'interruttore non interviene; se invece la persona viene
attraversata da una corrente superiore a 10 mA (corrente pericolosa) l'interruttore
interviene (apre il circuito) prima che la persona colpita subisca danni. Gli interruttori
differenziali di sensibilità 10 mA devono essere installati nelle camere dei bambini,
nei bagni, a protezione degli utilizzatori più pericolosi (lavatrice, cucina elettrica,
frigorifero, ecc.); l'interruttore generale differenziale di un appartamento deve avere
sensibilità 30 mA.
Spesso 30 mA viene assunto come soglia di pericolosità della corrente in realtà le
correnti comprese fra 10 mA e 30 mA non sono pericolose purchè il tempo di
contatto sia molto breve.

Principio di funzionamento di un interruttore differenziale


Quando un circuito funziona regolarmente, cioè in assenza di guasti, la corrente di
fase è esattamente uguale alla corrente di neutro. (la corrente che esce dalla presa, If,
corrente di fase, è uguale alla corrente che esce dalla presa, In, corrente di neutro). In
questo caso, l'interruttore differenziale che esegue la differenza tra corrente di fase e
corrente di neutro, leggerà una differenza pari a zero:

∆I = I f − I n = 0

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∆I = I f − I n ≠ 0
quando, invece, il circuito funziona in presenza di guasto accade che la corrente di
fase è maggiore di quella di neutro, perciò, il differenziale rilevando un valore
diverso da zero della differenza tra le due correnti scatta e interrompe l'erogazione
della corrente.

∆I = I f − I n = I t

INTERRUTTORI MAGNETO-TERMICI

Gli interruttori magnetotermici hanno lo scopo di preservare l'integrità dell'impianto


elettrico. Infatti essi intervengono nel caso in cui si manifestino, nell'impianto,
cortocircuiti o quando su un cavo elettrico si richieda valori dell'intensità superiori
alla sua portata. In entrambi i casi l'interruttore è automatico e interrompe
l'erogazione della corrente la dove si manifestino gli inconvenienti sopracitati.

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