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B. Prov.
BIBLIOTECA
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76
BIBLIOTECA PROVINCIALE
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DTTLL A CALABRIA;
ILLUSTRATA
OPERA VARIA ISTORICA
DEL M.R.P* GIOVANNI FIORE
DA CROPANI,
Predicatore ,
Lettore di Sagra Teologia , e già Miniflro Pr vinciate
dell’ Ordine de’ Frati Minori Capuccini di S. Franceleo
della medefima Calabria ulteriore.
TOMO SECONDO*.
ìn cui fi deferivano il Culto divino nella Calabria
prima , e dopo
il Vangelo , Le vite de Santi
Martiri, Pontefici, Abati ,
Vedove ed altri Sei vi , e Serve
Corifefiori Vergini ,
, ,
OPERA
jù,e il Martirologio di Calabria.
D A
FRA DOMENICO. DA BADO LATO;
vengono
irteli' Ordine e Provincia , le cui addizioni notate
Predicatore deli’ ,
CONSAGRATA
D- MARCELLO
ALL'ECCELLENTISS.,
filomarini
E REVERE NDISS. SIGNORE
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t-r*
ECCELLENTISS. ,E REVER ENDISS. SIG.
Signori )
e Padrone femore Colendi/},
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-
fummas, qua faciliti i tefatigarc, quarti nos fati are, oranis ver
fus ingereret 5
perche troppo baftevolmente note ornai fi
Sì
rendettero 1* antica chiarezza del voftro nobiliffìmo fangue,
leimprcfc illuftri de' voftri gloriofi Antenati , gl’ impieghi
Pagri ,e politici , le lettere, e le armi , le fpade , e le toghe , le
Mitre, e le Porpore, quali decorò, e onde fu decorata la Fami-
glia Filomarina . Ne meno conti , e chiari fono i rifleftì di
gloria , cheda effa con perenne vantaggio derivano alla u-
miJe , e povera Capuccina Famiglia Vanta Ella, come due
.
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. .
,
benemerenza verfo la
pregi della vollra Illullre Profapia.e la
ReligionCapuccina nonfi umifero nella degnifiìma vollra
Perfona, Ja quale in fatti, e decora quell* colle fue virtù, e co’
ado«*an o prognoflici di più Emi-
caratteri luminofi,che 1*
,
CjOO?
.
!
nomate Republiche , che vi furon fondate , c pe’ magnifici,!
!
benché profani.Templi , che vi furono eretti 5 Poi per più
IChiefe Vefcovili che vi fi numerarono , per più Uomini di
,
!
provata, e finta vita, che vi fiorirono, pellocopiofo fangue,
che moitiflìmi Martiri vi fparfero pc’Santuarj infigni , e ,
Di V. Ecc. Reverendifs.
Napoli 30. Agoftoi743.
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a’chT
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à
AL BENEVOLO LETTORE-
D ecco ,Umaniffmo Lettore, fiutila quanto celebre , altrettanto
fofpirata
E Aaììn
Calabria Santa del riarmato Scrittore P. Giovanni Fiore da
puccino finora, dopo 6o.< e più anni dalla fina morte fiata
a /t Ilo vrsnrrhinttirufìpl tarln
trapani La-
/oggetto all ingiù-
CrnrÀti*(l iti tifi CQfltOÌÌC % 0 Cui Dt-iTC
prejente il -
Hai ione da Ferflctog’à Provinciale nella Provincia dì Peggio, e di
Napoli, in tempo dei egje
latore, e Comminano Generale ìnauefla Provincia di ~
1 tu
za lefu» Provincia, afar sì, del Padre Domenico da Badolato/i aJdfia
01 ine
ra dì raccogliere quanto avvenuto era dopo la morte dell' Auto* e fecondo
irta intetam-fi
de tempi, e°ddle materie per poterlo aggiungere all’Opera, e così
,
1
n ‘
chicli o, ed importunato (Jìj fiata mode/lìa, o ptji/fi*ufv neSliJvnzo )
non fi
cff
Ordini
que ri).'paniere mai ; Laonde non s’ammiri il Lettore ed alcuni
'
/fio'!
n
non fi ve de di nuovo regifirato moli», perche a clififecero le rie iefle, J V:- ’
La-
'
Capu et ino y Chi hafatto le aggiunte è Capt/ccino ; La Religione
L'Autore è
quella piu
\puccini nella Calabria forti le prime culle, anzi i primi rat ah ;ed in
ardì /piriti r i/o l.n de
.eie in altra Provincia fempre con ìfpeciale fervore di e ,
i
con chiara luce di fami! e finali» nte la pi ima idea, aitai mfi'e
;
V Autore a fen- 1
de’JuoiCapucci-
ce nella prefazione di tutto l'Opera al primo tomo, le zite, e g:, a
ni nazionali
. . ,
r
a‘ fifii-
Ancorché le notizie fifuffe cercato ritrarfi da /ergenti pure e limpide .
(aggetta )\ e
bilenon perdi (at/efa l ornar, a coedizione all" errar difina natura
•
di Pei, ed in
profana culto, ri. e apprejih la Codabria all'Idolatria in tanta varici
A., r i- I, Ha e ra-
J: ...... l~ il,. l,.Un .
,
refi alla
donarono
•rie dalle
nelle carnificine dall ’ empietà del a ani ifi nelle guerre
aaite^
! per Criflo la vita fi
fiade degl' Irfedeli, o fi nelle ptjìilenze acce dì carità in ajuto dePrcffm i. Urne p'i
Altari, e di
a Co»fejjbri,e di cohro.de Io Cbirfa come Santi.e Beati Cererà figli
» di coloro infine,
coloro che le penne de'Sagri Storici onorano con titolo di Eea.'i
,
;
che viJTutifi morti per virtù, e miracoli con fama ài Santi! à, chiamiamo
Servi di
/' Anfore a varj Sog-
Dio . Dove fi deve riflettere circa il titolo dì Beato , che dà
tanto
aetti illu/ìri, che »on l'hanno ancor fortitoJbllennement e da S. Chic fa ,che
, , . è, 1
il medium, quarto chi li trajcrive apertamente fi protejlano con ciò non pretea -
de re verfa coloro ombra alcuna th culto , o in menoma coj'a controventi e a Decreti
Sagrofantì de' Sommi Pontefici , ma folamente volerli continuare quel nom: ,ofia
onorano titolo, eie innocentemente finora gli hanno appjh le penne di celebri , cJ
~
antichi Scrittori .
A° Uomini Santi coll Ordine tra lor dovuto fieguonole donne Sanie, duali in
li
Calabi iafcr tiretto i natali, dopo di che come in Appendce arginane coloro,che nel-
la Calabria non ebbero il nascimento, ma il fepolcro ; Indi quelli, che in efili han
dato pegno di fe colle adorabili loro Reliquie, ed in fine quegli altri ancora ,che
con filo amore, e protezione dimorando in Calabria lonorano ,e le porgono ajuto
con grazie , e miracoli per mezzo delle loro Sagre Immagini
1 erminate le Perfine Sante nel primo Libro,feende alle efe tgre delle qua- £ ,
li con tanta accuratezza tratta nelfecondo , che in due parti eguali divifiolo, nella
primo, dopo difiepohe da fitto le rovine quelle Chiefie Cattedrali , che per l inon-
dazione de' Bai bari, e per l'ingiuria de' tempi erano giàfiparule,fa vedere all' occhio
tutte quelle ,
chefelicemente efijlono ne dì prefinti difiponendo ordinatamente
,
come in rafiegna le Suffragane! fitto le loro Metropoli, e collocando in difiparte le
Chiefi efinti, e quelle , che fi dicono nullius Dicecefis . Regifira in ogni Chic-
fa la ferie di tati i Cefcovi , che le rejfero di tempo in tempo
T Non vi mancano
delle interruzzioni ; colpa però è dell'antichità , che divori le memorie e non ha
,
gli altri in due parti . Nella prima con Vaga, e dilettevole erudizione parla delle
‘t’cfie celebravanjì
in Calabria mentre fu Ebrea , mentre
fu Greca mentre fu ,
Romana, e di quelle cel.brò mentre fu Ci i/liana antica , e celebra or, cb' è moder-
na ; in cui foggi ugne curiofa Appendice de' Mort orj , quali perche in efia ancor
firbano qualche Reliquia del cofiume avito , porgono motivo all' Autore di difen-
dere con giudizio, ed al Lettore di leggere con curiqfità . Termina la feconda par-
te, e con efia l Opera col Martirologio de'Santi, ed Uomini in fanti! à illuftri ’ch'è
un bell' Epilogo, per con' dire, del primo Libro , e che ad un occhiata fa vedere la
fertilità re!fui nazìo Cuoio nel produrre in tanta abbondanza refe di Martiri,
gigli di Cervini, viole di Penitenti , e tant' alt rifiorì dì virtù e grazie de' quali , ,
ranno forfè da altaiche tiepidezza finor avuta nel vivere Cnfliano, e ti ecciteran-
no all'immit azione delle loro fante , e gloriofe impreje . Ti dunque fivente fij
ovanti gli occhi l'Opera, che ti preferito, lev fila con occhio attento, e con cuor di-
voto, e ra mmentati, che ficcarne li Macabei fi confilavano nelle loro afflizzioni
* fi
confortavano ne' combattimenti con tenere in mano i libri fanti, habsntes prò
folatio lanftos libros i.Macab.c.a. ; Cosi tu ancora con rilegger fivente auefii
— ___ fyfi
"
ilmeiefimo P. Domenico di
^Per afjìlìere alt imprejpone era fato gii desinato ne
Provincia dalli cordoni , e contumacie, quali
Badatolo ma trattenutoci in fua
nomi per caufa del contagio di
correnti Infelici
fina , e di Me
tmpe-
difperft t fogli ; o li
guaito mancavano nellelio dell'Autore , per eferfi avanzato nel ruotavo-
7crì iZàZnfero tardi, e mentre il torchio fi trovava
gli aggiunti
ferva del Martirologio, in cui fa Velali
di Croci ; » u perche li medelim jl%Rmi
Ve il Ber non infra far tanto l'opera di man uzze* ciò beni éccpr-
riCcontr andarne Vite . Per tutto
.:i!triibO zìi
1 . / \\ v x^Vl I4i fv r
« .ì A, ii'..
H Ititi).' obi',
.l rtiw’-l rr
sVJ.iq ib i /ni xt
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1_ *4 - A f-
DigitiZ'
.
Loco * figlili : v
—A B-
.
Dtp.
CARMINUS ClOFPi EP1SCOPUS ANT1NOP. V1C. GEN.
rietale flurum v emani is , umnigenam erudltioncxn tum lacram, tura pr jphana'n_ , >
'
S. R. M. f
SIGNORE.
D Roteili publico Padrone di (lampa in quella fedeli (fi ma Città , umil-
omenico
mente proftrato a' piedi di V. M. fupplicando E cfponc , come defidcra (lam-
pare un libro intitolato Della Calabria IUnflrata Tomo II. del M.R. P. Giovanni Piote
:
da CtopaRi Capuccino. Pertanto fupplica Voftra Maeltà darne il permeilo, e l'avrà ut Deus
Rev. D. Caftrcnfis Scaia Regi* Universitari: Studiorum Proùiior revidcat, &i
(cripti: referat. Neap. die aa. menfis Septembns 1744. _ \
S. R. M. . \ . V
O T
tuo pare rem , S. M. , librum evolvi, cui titulus
juffill Calabria lUn/lrata
Tomo II. a Rev. Joannc Cropancnfi e CapdcoiJiorum familia cxaratum j nihil
in co, quod regia (tira, aut publicos bonus ore»- ve! minimum ledere , depre- m
:
hendi 5 quin potius, cum multa fit Se facra, Se profana crudicione refertus , ac
propterea ad mcntem fimul iiluftrandam , &
ad mure: pictatc imbuendo: plurimum
eunduccre poffit, cum pttblica luce dignum cxiftiinu.
Nespoli VIE Kal.Odobris cJnbccxlim.
M. Tu* V',
Humillimus, Addiclifs. Qbtequentifs. Famulus
' ' '
’
Caftrenfis Scaja.
' “
i •
Die i). menfis OSobris 1744. Arrapo#.
- '
. • .
Vili» referipto Exctilentiflimi Domini Eoe orate ncntis,& Capitanei Gencfalis fub dici
Ij.difti menfis Se anni , ac relatione fada per Rcvcrendum D.Caftrenfcm Scaja de/
commiftionc Rcver. Regii Cappellani Majoris de ordine Su* Regi* Maieitatis. I.
Regali: Camera Sand* Clan providet , decernit , atque mandat quod imprimatur !
,
cum inferma forma pr*fcntis fupplicis libelli, ac apprpbationis didi Rev dorisi Verum in
publicationc (ctvctur Regia Pragmatica, hot fuum, &c.
MAGIOCCO. DANZA. > ; •
,
1
IU.Marchio de Ipolito Pr*fts S.R.C.tempore fubfcripcionis impedicus.
s " Cancri Auiarum Prifedi non interfuerunt.
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. . 9-. .
TAVOLA
De'Libfi , DifcorG . Capitolile, co’Ioro argomenti
«jU-fto fecondo Tomo,
, de quali ècompoHo
p. aai.
Cap.IV, Dell’ Artivefcovad» tk Rafia -
fama vita.
no. p-ì 44 .
i.XlV. Eremiti,
Cap Di alcune L ar.ua. efenli. p. 3 4 , ,
PARTE Femmine
TERZA. $. 1
J
Della Cattedrale di Bifinano, p, \ 47 .
.
-
§11, Vetta Cattedrale di Rij/ano.
et!,!' P.349T
Delle Sante .
—
§.I .Delle Cbiefe figgete
t oHm.
$.11. Delle L'bicje Jogvjtte a
a' Padri Cer-
Ffn-
yadnjB?-
§.TI.
§.111.
§.l
Delle Monache Agofliniane. p. 4^ f
Delle Monache Penedittinc.p.4 3 [.
V Delle Monache
. Citlercienji. p. 4 }
.
'
1
nediltini, e poi a' Padri delta Com- Delle Monache Clàrill'e. P-4}i
pagnia. §. VI. Delle Al nache Domenicane. .4 ; 3.
§111. Delle Chie/è Joggette a’ Padri ài S-V1I. Delle Monache Carmelit. p.414.
Montecatini). §. V HI. Di alcuni Confervator] /M34
P-ìlf
Delle Cbiefe Soggette a Patri Do
-
§.l V , ' Appendice . Di altri Ordini di Milizie
menicani. p-ìf9 Regolari. p. 43 f.
§.V. Delle Cbiefe Joggette alla Religio-
ne di Malta.
§.VI. Della Chiefa della Cattolica di
PM9- libro terzo.
Remio Soggetta alla giurifdizionc DELLA CALABRIA FESTIVA.
ReT/e. P-V9
PARTE PRIMA.
parte seconda. Cap.I. Come Jempre , ed ogni
tempo fu
nel Mondo la f/llennicà delle fette
Calab ria Sagra Regolare.
Difcorfol. Antichità dello Jlaio Re li JfP'f P-41X-
Cap.lL Felle Jagre celebrate nella Co -
giofi> nella Calabria. p-16 o.
labria Ebrea. P-‘439.
Difcorfo II. Moltiplica à di Reti?™ lì ,~f
di Monajierj nella Calai; ria. p-\ ?
fa Ca -
Cap.III. Fejte Jagre celebrate nella
Cap.I. bella Religione Carmelit, P-ì64 labria Idolatra Greca. p. 440.
Cap.II. Della Religione BaJiliana.p-\6T- Cap.I V celebrate nella Ca-
tabria Idolatra Romana. 11.441.
Cap.I II. Della Religione IStneditt.p • } 7
Cap.V . Origine
, numero
S I. Della Religione Cittercienfe. p-ì7 6 , fitte, e fiatati
S.II. /V Clderici Regolari della CoMOa- §.II. Dello Svellere i capelli. p.461.'
gnia. p.416. §.III. Del gratfiarjì la faccia , e/pet-
§.1II. De' Chierici Regolari Minijiri de- j
^ Infermi. p.417. j
§.I V. De' Reputi, e Reputa triti, p. 464.
Cap.X. Di alcuni Ordini di Milizie Re-
golari. p.41%. PARTE SECONDA.
§!• De Cavalieri Gero!' limitani.p.Sìf. Martyrologium Calabricum. p.467.
( ~ap XT. Delle Monache ClaalìralÌ.p.4ìo Appendice Di alcuni Santi , Servi e
. ,
PROTEST AT IO AUTHORIS.
Eflor advcrtc, in hacmea hiftoria non pauca attingere, qui fandlitatem cxcellcnri
L vjitute Viris vidcntur adfcribere 5 perilringo nonnnnquara aliqua ab jis gcfia_>,
qu.x cum vircs humanas iuperent ,mira cula videri poflunt prtefagia futurorum , ar-
:
canorum manifcftationcs , iliuftrationes , & fi qute finn alia hujufinodi :beneficia etiam
in mifcros mortale» corum interceflìone coliata divini! us : deoique nonnunquam fan-
dlimonix vidcor appcilationem mu,,r rc Veruni hxc omnia ita rneis Ledtoribus pro-
pono , ut nolim ab iilù accipi tanquam a Sede Apoiloiica examinata , atquc approbata;
ièd tanquam qux a loia fuorum Authorum fide pondua obtincant ì atque adeo non.»
alitcr qulm humanam hiltoriam . Eroindeque i'olt olic uni Sacrx Congrcgationis
S.R.E. & univcrfalis Inquifitionis decretum anno iSaj. editum,
& i 5?4. confirinatum,
integre , atque inviolabiliter, juxta dcciarationem ejufdcm Ur’-rcti a SS. D.N. Urba-
no V 1 I 1 .& iff; 1. fadtam, fcrvari a me omnes inteiligerc 5 ncc volo mC ) V el cultum,
aut ventrationem aliquam per has meas narrationcs arrogare; vel famàm, aut opij
nionem fanflitatis induccrc , feu augerejnec quicquam corum ciiiiimationi adj ungere,
nuilumque gradum facere ad futuram aiiquando corum Bea rificanuncm , vel Canoni-
zationtm , aut miraculi comprobationcm ; ièd omnino in c o ila tu a me rclinqui , quem,
fecluia hac mea lucubratione, obtinerent, non obilantc quocumque Jongiffimi tem-
pori! curiu. Hxc tam fandiè profiteor , quìm decer cura, qui Seais Apoliolicx obe-
diemiifimus ha beri filius vult,& ab ea in omni fua fcriptione , & adlione dirigi
Eandcm protefiationem adamuffim replicant , Oc Confimi ant Quotquoc buie operi
addidcre , uti S. Marna Eccidi# obedientcs fiiii.
le
. , . ,
LIBRO PRIMO
DELLA 1
Calabria santo-sagra
OPERA POSTUMA
DEL P. GIOVANNI DA CROPANI
PROVINCIALE CAPUCCINO.
Culto divino tflh Calabria prima curo corruffrnt vidm fiutai ì il che di fila . K Rrevia-
dii Vaialo natura porta l'Atcifmo , e l’Idolatria fioifif Inir
Mil. trio
i
Pan»r.
peravventura non è egli così confillcnte il •
col modellino uomo nel prin- rono S. Epifanio (k) , San Gio: Deinafcc- tcx.7.
n Lib*r«-
cipio di tutt i fecoli 5 e quan- no ( 1 ) , S. Cirillo (m) , S. Clemente Romano cojnit.fuU
finnn.
tunque Adamo , e poi Cai- (n), S. Gregorio Nanzianzeno (o), S. Toni- oOrat Pt; f
no , e qualch' altro ancorai meli) (p) , Lattanzo (q) , Berolò (r) Calati- n Ju ia-
num n.9*
poco approdo , e finalmente la maggior nò (s).Saliano (t) , Cornelio (ti), Maldero (*), p Ji.q.óff.
pane degli uomini avdTcrain varie manie- francefilo Suarcz (y), Teohlo Raina ldo (z, ar.4.ad 2 »
‘
q»t.ib.pr*
re offe fa la Divina Maelli ; non pertanto e chi nò I Alfonfo di Cadrò (a) Inltìt-c.- 3 -*»*
4«Gcn. caj’.j.ri.
b ibidem» menti la fentirono Dionigi Cartufiano (a), rono i foli Tempi fenza datuc , o figure, fin y .
e Cronol. Mattia Turringio (d), Gcnebrardo (e), Tor- per detto di Dionigi AlicamzHeo (ci) , e di Nacur. d«-
-
Uin.'i.q.p.
tib.pr.
niello (f ) .Baliliò Ponce (g) , 1 Abate Se-
’ Varronc (e), foggiungendo , che forfè di
f Anfc. ar.i. n.,4.
mnndjj<. reno (h), e prima di rutti Tertulliano { i ) quella intefero quei primi Scrittori, che l’I- 4 ad tap.
g Ad cap
'
4.Sap.
quei primi fecoli l’Idolatria dolatria riconobbero ne' tempi avanti’ al di-
a.Gen.q.?. quali anche in b lib.de
cxpofiti va
vi riconobbero £ che per tanto Enos fi-
. luvio 5 Anzi ch'ella così folle continuale, Idoi. imi*
h Apuri e in Nm"
coll. gliuolo di Seth , e
nipote d’Adamo attui in- per qualche tempo , dopo quello, lo fcrilfc_»
Calli, ma.
con publico cul- Cornelio ( f ). Ma l’altra Idolatria , la qualcj d HiftorJ
vocare nome* Domini cioè
*.Crf|.
i Lib.de
to t affine diopporfi all' Idolatria gft ufciu
quanto è più compiuta, tanto piò è (acrile-' Rem. e SAug*
Idolatra
Anzi Tertulliano da quella riconob- ga , cioè con datuc , è con immagini 5 quelta lib a. de
fuori .
Civ.c.ai*
terra Omnis n tappi- e quella , di cui fi vuol la nafeita ne’ fecoli fnb fnp1 ,
be il diluvi” fopra la
:
Lo-
,,
» pi* par. 1
ai diluvio , eoo incertezza di
fupravegnenti fendu vifluio nel le colo dice crino velini o ,
h lib J.d* primo Inventore 5 Conciofiache
tempo, c di (c raccordo il fecolo per disbrigarmi dagli
(alfa Hcli.
per quello rimira la prima invenzione de-
i ;ib.*.
E- anni determinati di lui , c con ciò da’difpa-
thimdoj. gl’idoli il medefimo, che l’ Idolatria eoo fi- reri de’ Scrittori
c
, ) } quello egli fu il fcculo
T'>h* molacri , Eufèbio (g) Ja rapporta a’ fenici del primo principio ,
e delia prima Epoca
F.ufebuun
Uipr.
Lattanzo (h) a’ Cananei s cioè a Canaan Pa- deli idolariia : Con immagini, e dame infic-
r lib.pr
polteriore a Mosci Giulio (r) Higinio a Jàc- to di quella qual' ebbe da Mino coll’ ufo
I J abu Ui. ,
I 74* daio , figliuolo di Eutolamio. Sentimenti delie flatue , e con la pubblica auttorità, e
tutti , o apertamente falli , o fe pur veri , fcd quivi Riferivo a Giacomo Saliano (k), col- KFpifl.ad
huncanr.
veri in riguardo alle Provincie , c luoghi locandola con cffolui nell' anno quarto del
particolari : cioè che l'uno in una parte , e fuo Imperio fri gli Adir; quali fono 2000.
, ,
s ad rap.
I altro nell’ altra lo furono primi inventori: del mondo, 944. di Moè , 92 .di Tare, 205}.
14. fnp. Cosi Cornelio fecondo lui , ma 2000. iolamcnte giuda la
loloéa. (j) ; fiac inauam iti falfa
,
funi . iti intolligenda Jic ,tfuod/uii in locilt Cronologia, qoal’io degno prima fa nafei-
,
&
Vrovinciii dumlaxat fatrint primi ido- ta del Salvatore E quindi appruovarc non
.
liKpr.
latri* h vanterai* podo il detto di Lattanzo ( 1 ) , che Belo , il !
nft. <»P*
Addur.que il vero farà , che Sarug fetti- medefimo , che Mcmbrot , il primo, il qua- alt*
mo da Mocmo
quegli , qual diede il prin- fii le degli uomini abbia ricevuto la pubblica
cipio, dopo il diluvio, all' idolatria compiu. adorazione della Divinità dato folfe con-
,
ta coll’uro de'limolacri di fole Immagini : "iroporaneo a Saturno
t Init.lib.
, creduto Padre de-
I
,
coiur.Jul. piutamente la perfezionò con culto publi- tortt JptUra Orti ttrrarutntxhibenttt , mtr
d lib.j. ad
f
jt. 7 #
co , c per così dire giuridico , non offendo uamtnta ipferum vinti antri , ir ionio tem-
flato per l’ addieto, che privato , e lenza dia- pora poftea • Satura am ,
& &
Jtvem , Hhtamtjut
no Reggia , egli fu Mino primo Rè ae janonem ,
degli aliai drinrtpt Anzi fcefi .
Afiìrj, ti quale fatto un’Idolo a Belo, non più fu’l particolare Saturno, Giove, e fomi-
già fuo figliuolo , così nominato per memo- glianti , non fiorirono , che poco più d’ un
, come
ria dell’Avo parvero fentire Vittore lecoiu avanti la caduta di Troja j c Corne-
- a ft»d
MaflìJicnfe (a) , Sebaftiano Barrada (b) , e lio la difeorre così : Saturno regnando in
Cori», iop.
loi.Jéj» ma fuo Padre,
Guglielmo Parifienlè (c)j Creta , ma fugato dal figliuolo Giove, ven-
b io-4.in iufla il fentire comune di S. Agoflino (ci) ne nel Lazio , a cui fucccdè Pico, ed a que-
Fvanfel
iS. Cirillo (e) , di Eufèbio ( f) , di S. Am- lliFauno , Padre di Latino fuoccro d’Enea
c Mb. de
Lcgitueap brogio (g), di S.Girclamo(h), di Cornelio allora allora fuggito dall’incendio infelice
{i) , e <T altrii gii defonto , con decreto di Troja fua Patria 5 la dove da Belo fino
lib.
l
de cifrir
». reale il fèda tutti adorare, ordinandolo per agli affari Troiani Eufèbio vi frammezza
pei cip.11. afilo di ficurczzai onde poi tutti quei anti- anni 825., di poco differenti da quelli qua-
c libr.?.
toner. Jnl. chiffimi
Idoli vennero detti Bel , Baal , Baa- li fcguirebbono da’noftri principi, colla ca-
f Croni- .lim Belial, Bclfcgor, Belzebub,c fomiglian- duta di Troja ne’zSitJ. 0 Quindi abbiamo,
,
co*.
coire T avverte Cornelio , c l’interpetra, non pure contemporanei Belo , anzi Mino,
) % sdc.fr. ftj ,
XpiiloU ad che fu il medefimo Bei , o Baal ebreo che anzi Abramo, con Saturno, Giove , e l’ altra
,
Xoin.
h ad cap. il Data Dominai latino. turba degli Dii Gentili , che di vantaggio
a.Olee. Fin qui per la certezza dell’ Inventore ; riabbiamo quelli a quelli pofterion con un
ad cap.
ora pafiìamo all’ altra del tempo i ma fuppo- framezzo ai più feeoli . Ma le cagioni del-
i
fa.^apicn.
.conciò» fla quella , ne verrà fènz'altro in filo quella. lo sbaglio jn crederli contemporanei , le di-
Per intendimento maggiore vuoili ridire feorre il raccordato Cornelio perche , die’ :
in compendio, che rilooiatria ebbe come egli, i Latini, /limando, che i loro Dii , Sa-
tré Epoche cioè con fole Immagini, o pit-
: turno , Giove , e gli altri follerò li più an-
ture ,
e quella f i lòtto a Sarugo,il quale cf- tichi , e nella medefima credenza cofpiran-
do
. - .
il nome di Giove
, onde Juppinr
B tini ven- me la trasformazione da uomini in Dii , c i. de
pra-p.c.pr.
ne detto j e perciò Padre di lui Saturno : cosi il culto
c l’adorazione , fcrive Lattan-
,
&8 .
p n.q. 94 .
m 1 lì 1 InV « "I C— - ...m-.Uiìì -a inriri* _ n f IIIIO- limolacro di Serapide col deto alla bocca :
at.
» lib-;.
peno Cor- cioè , che fi guardalfcro coloro, quali ardi- JJ*
nei- fupr. K lib.it.
fol •*66» inganno mentaffero dire , che Serapide folle uomo, de Civ.c.f.
ni mie filium, Patrem, aut Vrin'cipem antan- Cosi addunque fiabiliti dell Idolatria i
ei impender unt . Seeundti fuit pulchrititdo po ammirarne , fe non piu tolto piagnerne
&• fagrileghi progredì ampliati per tutto il
Imapjnis , qua naturaiiter deleSautur , 1
capiuntUr bomines . Ter ti a fuit ignorano inondo , e continuati per tutt' i fccoli fino
;
attrtbue inficine di si gran turba di Dii , quali traile
hant bine Creaturis divini fatene
,
q fup.con.
T ....
. li»..: la- memoria o
I-» O ritida Provincie particolari : Altri bagola-
fobrica delle Immagini per
.
ci.4.
de'Maggtori, ode 'Principi ode’ ri cioè divinizzati , da quedo , o da quello
,
dc'tìgli, o
cfitnti 1 cd fenza oltre pallate Decorriamolo parti-
Benefattori, o degli Anici , già .
8- Imagi*
iuitìum liolorum fuit fabrica
num dtfunSorum . Fecerunt enim Idola , ut DEGLI DII UNIVERSALI.
filiorum , aut majorum , aut R egum, aut
ln-
runt, &
fili facrificari a dteeptie, è- predi-
degli Dii Dapprima furono dqdcci per nu-
.
. si. co ri- la teftimonianza di Sant' Agortino ^r) , di Ennio (b) in quei verfi: p.l0l.34t>.
era Fatali.
Erodiano (s) , di Tertulliano (t) , di Eufc- Jurto, tìr fa. Minerva, Cirilt Ditta , Ve-
C.*7»
t lib-pr. bio u) , di Lartanzo (x) , di San Cipriano nue . Mare,
(
A poi.— Mercuriuttjove Keptunus Vulcanus,
(y) > il quale cosi ne difeorre Deoe non ejje,
t : , ,
9»
Apollo.
a j.p rop.7- quot colie vul’ut , bine notameli . Regie olim c lib.a.de
hb-pr.c*
jutrunt ,c poteva aggiugner , o Padri , o fi- Eulèbio (c) v' aggiunfc il medefimo Satur- 'rzpar.
*»• . t u
gliuoli , od altro , come di fopra ) , qui oh no , con Bacco , ma però non faprci fc que-
y
de tdolac,
rtialem mtmoriam coli apud Juoe , poflmo- di 11 Dii raccordati da Ennio fodero i mc-
.
morti cttperuttt : Inde Mie definni 11 rapportati da Tullio predo Lat- fopr.c.
dum tirarti in
. i!
injliluta tempia , indi ad dtfuttclorum vultut tanzio (d) con nome deile Genti maggiori, «f-
t lib.i.qq.
per imaginem detincndot exprejja/tmalacra. e che Seneca (c) gli allignò per Cordiglie- aac. c. 4*.
quibui 8- immolabant hofliai , 8- diet fejlot ri ond' è , che Ctnfentet vengono
a Giove 5
dando bonoret celebrabant . Inde poflerit fa- detti , fia dal confcntimcntoalle cofc da_,
operarfi , come lo dimò il Vivcs ( f ) 50 fia f deCivit.
lla funt facra , qua primi t fuerant alium- cap.a?*
pia folatia . Indi oh rcpaffando neldifcor- per 1’ altra ragione accennata da Arnobio I
lib. J.n.
ifoil rafferma con una lunghiflfima mano d’ (g) , Hot Conjente t, 8- Compir cet Erbrujci ,
[efcmpli d’uomini ,
faliti dalla terra al Cie- aj unt , nominane , quod una oriantur , 8-
lo ,
all’ adorazione de’ Gentili 0 cosi come occidant una ,/rx ma-et , 8- totidem fantina,
A i
, . r . . C
jde Gì v i t -
di venti , chiamati baciti , piane Ne’ Latini Fauno (r) : ••
0 ua.l ,
f, leder fcrivc Agodino (h) debilitate cri- : Ne’Sabini Sanco (s) : Ne’ Mauri Juba (t): lib.p.c.if •
|
min Ut», non dìgnicate virtutum quali al- , Ne'Sicoli Adrano (u):Ne'Libici Psafòre(x): p ui. |
iri.
quanto più avanti con la tcftimonianza di Ne'Traci Phclcfloro (y) Ne’ Sciti llamolfi :
q ib'd;m.j
V airone (1) noma un per uno: Hot certi (z) Ne'Sirj Aliane (a)
:
Appo degli Adiri :
r ibidem.
s ìbtd.
|
Deli! filettili farro unint litri conrextiont Adad , Atargatim (b) , ed Adadesnefrone c Tert.l
commendai , Janum, Jovem ,Saturnu>it Ge~ (c): Appo degli Arabi Tyafare (d) degli
Apol.c.ai.r
, c
,
Arnob. libi
ninne , Mercurium, Apollinem. Martem.Vui Orici Tibilinco (e) , e degli Afri Cclelto S. contrai
eent.
canum , Hept unum , Minervam Rhtam » . ( f ) . Così fra i Cilici Moplò (g) , fra gli Ar-
U Pii-!
Dianone , Veneree», Soler», 0 rcum, Libera n cioni Aniìlocho Abani Anfirao
(h),fra gli tar.in Fi-
Entree» , Telleerem , Cererern ,J unonem mol.
Ve- . (i) , fra i Tebani. Trofonio (k) } ed altri x i»*id.
flam in qetibur omnibus firmi intinti duo-
i predò .ótre Nazioni. y Hcrod.]
decine mare! , olio junt fantina.
z Lucia- I
.
a pit, diceva
lib.a. Cicerone (a) ,
vita hominum,(f Nazione; ma fingolarì, voglio dire, che 22. S.Deot
J
Quirinum putant , quorum cum rimanermi Morto egli , e fueccdutogii nel trono Nino
animi , ss- aterni tate fruerentur , Dii riti fuo figliuolo, e quindi fuperati gli Aflìrj,
funi haliti , cum optimi efient, ss- aterni. gli Armeni , e i Medi , nell’ anno quarto
b E fonolimedcfimi, che l’Indigeti , cioè , del fuo Imperio , celebrandone i trionfi,
c lib.pr.
I ilecad.lib- inter Deor mentre predo Sedo Pompeo ,
parveii dover divinizzare fuo Padre Belo,
I P r* (b) , Livio (c) , Gellio ( d ) , Solino (e) , e_> così come fè, ergendogli una famofa lìa-
I d lib.s.C.
I I6. Microbio (f) , il quale così ne fcrive: tua , qual collimi per alilo di ficurczza a
e cap. P.
ìndi Peter Divi Fato fammi Jovis li tutt' i Rei di qualunque misfatto . Vcggafi Fj»it*
f lil». de
Saliano (a), il quale ne racconta i riti, e le ad ann
fom. àcip. funt , aooo.n.a.
c.?.
Quondam bominer , modo cum fuperis cerimonie Non didòmieiiante fù la divi-
.
b lib. p.
de Di il
bttmana tenente ntzazionc , qual fè Senofane Egizzio , per I
genr.
Largi , ac munifici , jut Regum nunc detto di S.Fulgcnzo (b) al fuo figliuolo A- c lib.tf.
g -Cneidt
iib< ia. Fra quelli Virgilio (g) annoverò ne' Ro- vantaggio, ch’eflò Senofane fofle colui, dei d‘lib. .
de Civit*
mani Enea: quale a velie favellato il Savio fui quar-
lndigetem jEncam feti ipfa , feire fa- to della Sapienza . Della diviniti d’ A- c 1 ib* 4. j
Jor-
terit leflandro il Grande parla fingolarmentej f lib. pr.
[Irb. If. df que recepit Tulliola figliuola di Cicerone , Lattanzo 14. C.JO.
Tali ancora fi furono predo i Maroiti Pa- (I) Di Trimegillo , Eufebio (m)
.
1 de fai
K Tao na, Ercolc.ed Ili (i) predò i Germani Thui- fa Rel.i lb-
MiL.de nio : pr. c.i
j
r b.Gcnn. fio, e Alunno fuo figliuolo (k) : Fri gli Ar- m lib pr.
de prarp,
cadi , ed abitatori deil’Eudino intorno alle Up.Llt
f. IV.
. t, , . t
Progrejjì più fordidi dell'Idolatria. fitmat , Jed tnmen ea ipfa vitia naturam
zebementiui f*pì pai,'ani : Util, totem igi-
Pur e de Ci-
egli è male non cosi deplorabile tur magnitudine conditati funt ii Dìi, qui
E 1 e(Tei(i
divinizati gii
ia fine, in tuito rigore di vcrirà,furon crea-
uomini, quali al- utilitates quafque pigne taut Cosi ancora
altri Etnici predò S. Agortino (e), dc’quali
Vlt. iib.4.
C~24.
t l heo-
,og. nat-
tiad immagine, c ìbmiglianza della Divini- la foltjnzadel difeorfo cosi rcrtrigne Teo-
aru a. lui.
ti. Male più grande fu ertali divinizati i filo Rinaldi ( f), quatti am [cubane ttemini
S«*
mortai più feonci della natura per quella tali a, nifi aliqua largente, concedi, pr afte-
,
fola picciola particella d’iimaniti che in rea, quorum Deorum nomina non inatti ir-
,
lqr li vedeva
attaccata. L'abbiamo nell H- ta a t , earum rerum nominibut appi /luffe
« Apoi. E'" 0 predo Tertulliano (al , ed Atamigio Deoi, quei ab eh fenliebant dori: Non divina
*V <- (
b ) > quale cosi li nominai Canicipitcs.Ser- ninnerà bonorantet ( idenim fammi fiuporii
eont. ufo) penticipitcs, Alìnicipitcs Concedafi , che .
dixit Sextui ) fed Deot ea conferente Ed .
'* quella piccioliflìma parte d' umanità ne alquanto più approdò con parole più ri-
naollri s avelie meritato tanto
} qual fordi-
rtrettc
,
qui igitur de nomine non agnofee-
dczza poi Foltrepalfare all’adorazione di bantur, colebantur in numeri fuo : fic pteu-
cofc non pur prive di ragione , ma di qua- niam.virtutem , honorem, concordiam , vi-
lunque maniera donerto.’ Parve dia profe- cloriam Deorum loco b, ibi tal diceboutiidefi,
zia da non poterli in conto veruno adem- qua kujujmodi dona confcrrent non ipfa ,
pire, quella di Enoch qualora per detto domi . Difeorfo , c ragione non ali'intutto
, ,
c Hb.de
Iib.de di Tertulliano (c), dirti: : Omnia dementa, fuori del dritto lènticro del vero} in riguar-
dnue.4.
dnl.c.4.
omnem mundi cenfum qua Culi quater- do però a quelle Deità, quali hanno dcll’o-
, ,
na, qua mari contiqentur.in ìdolatriam ver- nerto} ma come non fuori di ftrada per
Ma conto deifaltrc, clic fono tutte ofeene ì La
tenda nientemeno la fpcrienza davve-
ro, c forfè piu dì quello inrefè il Profetan- Dea Febre, la Dea Fornace , la Dea Cloa-
ca, e fomiglianti} fe pure dire non volcflè-
te,allargandola per ogni numero, e quali-
ro, che la Diviniti inchinata ne’bcni, quali
tà di cole più fchive, c più brutte. Qui egli
difpcnfa,folse la medefima adorata ne mali,
è d'uopo cfaminarc una cotal feudi di quei
da'quali ci libera . E fiali, che pur per que-
malvaggi adoratori della mentita Diviniti}
intelcro d a- lle porti aver luogo la finirti: come mai po-
Che pera v ventura eglino mai
dorare fomiglianti bruttezze , ma pili torto trà averla li, ove nun può cadervi cioè .’
—
Diefpiter , Mena,
Alt-
fi
.'..vi io"-,
7.ci.* j. I
r ,,,
Alemona , Lucina , Sena , Decima , Varcala, Egizi tenevano pronti agli affari dc'mcdeii-
Opre, Vetunna Statino, Vofluorta, Vrofa.Gìi
, mi già Infanti per detto di Macrobio (e)
ufficj delle quali leggonfi apprtflb de’ mc- o di t^ucll altri, quali Fulgcnzo ( f ) alfegnò
defimi , fingoiarmente di Profa , e di Po- a tute i membri particolari , o pure degli
ftuorta, qual' era d'invigilare ,
che il parto altri, quali Dclecampio (g) , c Culaccio (h)
ufeifle, non attraverfato per non mettere fecero fopraflonti a certe piu minuzzaglie
,
in periglio la madre Marcellino da Pifa
. di quelli.
(e) vi aggiunge due altre Deità, quali chia- Eccolo già uomo fu gli affari dell'umana
ma Egeria, epJuoniaj quella, ditono Mar- vita j ma però agitato dalle fortunofe tcra-
ziano Cappella ( f) .Arnobio (g),c Fcrto(h), pelle delle tiranniche affezioni , c pafftoni
affine perche trattenghi il fluìfo del fangue di quella. Ed ecco di pari quell' acciccatif-
dopo il concepimento ; c quella perche a- fimo Gcniiicfi.no Ibllccito a far in pezzi la
juti l'ufcita dei parto per detto di Fedo (i), fua Divinità, per fabricarnc altrettanti Nu-
di Livio (k), e di Plutarco (1) Gii abbiam .
mi, quante follerò le umane affezioni , e_>
fuori la Creatura , la Dea Lucina le darà la pafitoni, e quanti fulfero gli accidenti del-
luce negli occhi, quali di propria mano dif- l'umano vivere per iflabilirlo nel bene , c
ferra Così Plinio (m) , e Cicerone (n) , il
.
per fottrarlo dal male Adunque lo ren-
.
quale fcrive: Luna a lucendo nominata , ca- deranno pudico la Dea Pudicizia (i) , con
enim Lucina . Ita pur, ut riputi Gra-
detti eji fedeltà la Dea Fede (k) , Speranzofo la Dea
ciliDianarn, campite Luciferam fic apu/1 , Speranza (1) , Onorevole li Dio Onore (in),
nofirot Junonem I.ucinam in pariindo invo- Famofo la Dea Fama (n) , Giudo la Dea
cane , e le formolette d’ invocarla fono ap- Giultizia (o) Amante il Dio Amore (p),
,
preso Tercntio (o), così: Mifcricordiofo la Dea Mifericordia (q)
Juno Lucina fer opem, Clemente la Dea Clemenza (r) , Dmarolò
e di Virgilio (p) con qucll'altre parole: la Dea Pecunia (s) , c di qualunque danajo
La Dea Levana l’alzerà da terra , il Dio cato fempre il Dio Beneficio (ti) , Allegro
il Dio Gaudio (x)
Vaticano aprirà la bocca a’primi vaggiti } , o pur la Dea Fugia, così
La Dea Cunina preparerà la culla, c s'op- chiamata dal Vivcs,Fd(cggiante il Dio Ki-
porrà a'fafcini , cosi Lattanzo (q) 5 La Dea fo(y),ln pace con tutti la Dea Concordia(z)
Oflilaginc a (loderà le membra (r)?La Dea c la Dea Pacc(a);Cò quiete il Dio Paufo(b),
Rumina le (premerà dalle mammelle la Fortunato la Dea Fortuna(c), o pur Fortu-
dolcezza del latte, per detto di Teofilo nio (d),in piacere tempre la Dea Volupia
(s). Indi ufeita c dalle cune, c dal lattei La (e):Pcrche laDcaPellonia(f)gli terrà lonta-
Dea Maja, o pur Fatua, a Fando le fnode- ni li nemici, gli torranno dai cuore la paura,
rà la lingua al parlar bene ? lo Icrive Ma- c dalla faccia lo fquallore gli Dii Favore, c
crobio (t) La Dea Educa, come la chiama
. Pallore(g); Non avverrà mai di effore o im-
Vai rone, o pur Edufa, per detto di Nonio prudente , o contumeliofo per opera della
Marcello (u) , ('ecciterà nel mangiare. La Dea Contumelia (h) , ed Imprudenza (i), le
Dea Potina , o pur Potica , come Agodino Dee Febre (k),Podraga (l),Pcdc (m),lo ter-
(x) la chiama, nel bere . Vitflua, e Potua le ranno fempre fuori da malattie. La Dea Pe-
icrivc Arnobio (y) forfè perche, come pen- na (n) lontano da tutte le punigioni , La_,
fa Teofilo (z), quelle preficdevano al man- Dea Mala fortuna (o) da qualunque infor-
giare, c bere nell'età piti adulta , c quelito tunio ò La Dea vecchiezza (p) gli concederà
nell’età infantile, e ne reca perciò la tefti- una felice vecchiaia ì La Dea Orbona (q)
monianza di Donato (a) Finalmente la_» . o Suborbona lo confiderà nella morte de'fi-
Dea Cuba le acconciarà il letto ; lo fcrive gliuolij La Dea Povertà (r) nella mancan-
Varronc (b) ,
recandone perciò quel del za dell'Avere Le Dee Ventofità (s) , e
Poeta: Cloaca (t) gli Icaricaranno opportunamente
Nec Deut tunc menja. Dea nec digitata il Ventre j £ finalmente il Dio Viduo (u)
, e li mcdelimi , che
oltre pattare a gli altri nacem Deamìu de quali così icrirtèOvidio(ra) m iiUa*
Fell.
le Creature iniènfibili , pazzamente ado- Fotta Dea Pornax ; Luci fornace Coloni
rate da quegl' infelici . E pcrcii^chò it_> Orane, ut vires tempere t i/la fuoi.
conformità alla raccordata profezia di E- Ne furonominori i tributi delia Divinità ,
noch,quali non vi fu genere di cofc.chc egli- quali molti rccaronoall’Elemento dell’ Ac n m prò
no adorato non averterò,pertanto di tutti, e di qua cioè
: i Pcrfiam per detto di Clemente per.
o carni.:-
ciafchcduno volli partitamente favellare. (n), e di Sidoniu (o), la ove dille
“““ S tatuit uova formula fedite
1 DII STELLE. Procopio dittante ma' il juratur ai HHt
Itali , tf- una Deut.
Primieramente delle Stelle, delle quali, come anche Taletc.c fuoi feguaci, per rap-
E e loro divinità così difeorre Clemente orto del mcdefinio Clemente, ed i Magi de’
f erfi, ferofanti dell’Egitto, ed i Ginoofoti-
Aleflandrino (a): AIH flntim in Calo conttu* i
particolare, gl'Indiani.fcrjvc l'Autor medefi- de'quoli diceva Seneca(q),A/« ix»r»,« Flumi- q cpilt.
?
14.
mo adorarono per Dio il Sole,e i Friggi la_. nurn capita veneremurfuidita ex alidita vefli r lib.
Lima.qual’empietà anche poi li allargò ne' vi- amnit eruptìo arai balte. Coluntur aiju.tr uni n. il.
bit Her-
cs Helio*
cini Perfiani.cosl addottrinati da Tnmegirto, c aleuti um foniti, & /tatua tjuadam, ve/ opa- 4.n ,fS.
s orar.
x lib.pr.
deinontlr. no e tutte le volte eh
, , frà quelle Stelle , e
-• gortino(*).Furono i fuoi Adoratori.come lo u Msr-
Cap*i. wian.c.i^.
’ub. r-Moro occhi fi furtc Rapporta alcuna nuvola. lerive Clcmcnt e (y) Anartimcne Milefio , c
( ( .
^ k a ubi fu-
coni-Ort- Mapcravvcntura nè gl’indiani Friggi Diogene Apoiloniate , c lo foferive Tertul-
, nè i pra.
C
h ‘hom. furono quelli, quali primi adorarono il Sole, liano (z) . C osì come li Perfiani per detto di
io- ad pop. (a).Nè fu in ciò meno onorata la
S. Agallino
1
de u. ad
e la Luna, fcrivono Lattanzo(e),cd Eufebio
Ephtf. (f),c per detto di Diodoro Siculo, Tcodo re- terra l'ultimo degli clementi, quando cófor-
Dial.p. b li b* p.
i
K feru». to (g):ma gli Egizi, quelli, ripiglia Lattanzo, me al rapporto di Lacrcio (b) l’adorarono i c ubi n.-
P de pro- furono quelli, quali quelli Pianeti idolatra-
• Perfiani, che lo c6 tèrmi Agortino(c)»E molti pr.
vid.
1 lib. pr.
rono, ove anche la ragione ne rende. Empie- Filofofi, come Parmenide, c fuoi legnaci per
de hom.o- tà, contro della quale fingolarmcnte inalpri- detto di Clemente (d) . E di tutt’ jnfieme gli d in prò
pìf<C4'
Epjft. feono la penna Crifortomo (hi ,
Calario (i), Elementi conchiudon l’adorazione Giulio :.ep.
e »ib. He
7» Tcodoreto (k) , Nifleno (1) , Dioniggi (m), Finnico (e), c Crifortomo, il quale dalla vi- error.pro-
n fertn. phanor.
a. de Nat* Leone Papa (n),e chi nò degli antichi Padri,’ cendevole pugna, qual’hanno inficine, prefe par.j.cp.
motivo da Ibridarne la pazza temerità de’
I DII ELEMENTL loro Adoratori.
$. VII.
On pur le Stclle,ma gli Elementi ancora DEGLI DII DOMESTICL
a de nn- adorarono per Sovrani Numi quei cie-
bil. e. jt.
chi, e pazzi del Gentilefimo. E principiando Già che dal Cielo , lènza punto avve-
ri.
fequ.
f 7f. dr
b lib.pr.
dal fuoco, primo frà quclli^pertamente l’ab-
De’
E dercene, ci ritroviamo fedì giù alla ter-
ra in bufea degli Dii Gentili . Ecco dappri-
Mifrorhe-
biamo da Tiraqucllo (a), e da Scoto (b).
Lat-
q \ , ,
.,
Lattanzo , ove In lor madre anche Muta_, , le, devono avvolgerli } così che
nelle quali
chiama . Quello e il 4i vario tri gli Dii Ge- quando aprono per uteirne te fpighe, non
fi
ni^ tra gli Dii Lari, che quelli eultodi va- quella, ma
la Dea Patdena ne averi il pen-
no le perfune , così come tra noi Crilliani liero Ecco che uguagliandoli le mclfi per
.
nibìl /abito. Qual leggendo Diogene, cosi d' Agollino , c della fua naufea } non è
fiali
mordacemente dille: Et quomodo Dominai però, che io porta non ripigliare con Arno-
intrebit Attintati £ come fé un lolo non.» bio (c) ciò , ch'egli di certi Iddìi pur cam-
baflalTe a cudodirle per ogni parte, tre nc_> pertri fe non piu tolto bufcarccci ovc-
, ,
cullodivano la fola porta, Limentmo, For- ro alburillici, icrilfc } poiché a tutt' i bofehi
culo, e Cardea , Quella li cardini di quella, die egli Diu
( ) che la Gentilità allignò per
Forculo le porte,qual fi rivolgono,e Limen- il Dio Ncmcflripo } ma a gli Alberi frut-
tino i liminari , al quale Arnobio (g) v 'ag- t iteri non un lolo, ma più, c piu, e fra que-
l lib. «•
r. .
9.
giunte la Dea Lima, onde così leherzò S.A- lli alle pute di quelli la Dea Futa a lor
,
h lib. 4. gollino (h) Univa quifque domi fax po-
de Civit.
: Frutti perche fi generino U DioNodo ru-
,
rti! oftiarium , &• quia homo efi omnìnòfuf renfc, perche
c.f. li confervino nel mentre, fon
ficit . Tres Deoi ipB pofuerunt , Forculu-n dentro le buccic la Dea Patellana} c perche
fotibnt , CarAeam cardini, Limentinum li- sbuccino al di fuori la Dea Fate-Ila. Ne qui
mini, ita ut non poterai Forcala! [tatui ft- sò vedere , perche Arnobio non rapportò,
res , &
cardi asm, limenque fervori . Ar- o perche il Gcmiiciimo non propolc altri
i lib. 4*
nobio (i) vj riconobbe ii quarto tutelare-» Numi, li quali penderò avertele de frutti
a*. del Fuoco , quale chiamò Lacerano , così o gii maturi , o gii colti o gii ricondotti ,
detto, perche fomigliantc luogo da matto- in cara fino al confuramarli } fg non forfè,
ni crudi vico fabricato, chele medefinie Deitì propollc alle biade
per foiniglianti attori, non furtero le mede-
#• VIIL lime per gli altri de' frutti Quello è pur .
V.Lara.
I lddit Lari, dc’quali fin qui come Culto- tanzo (g), ed Agoltlno (li)} e fe ne celebra- *>»•>
Inft.c.io.
di delle Cittì , e delle Cafc private , furtero vano con molta pompa le felle, dette perciò h liti. 4*
altresì eultodi delle Campagne, onde diceva Rubigali, per rapporto di Plinio (i). Ed ol- Civ.c.ai.
Fot quoque /altea quondam nane pau- iib.ti.
«
non potea ctfcrlo mendica co’ campi } anzi poi li ne rendono imprat ticabili campi , c i
b lib. 4.
de Cirit.
come avverte S.Agollino (b), grondila! to- fe ne reca impedimento alle biade ed a ,
C.I. luminibut vix compr attendi pò! utile in- frutti, Aggiunge Agollino, che per diradi-
niutn De or um , dv Dearunt nomina, quali carle gii nate gravi tutto in faccende-il
fe prefidenti alle Campagne: concioliacchc Dio Spincnfc-E nulla di manco, che le mc-
per la generatiti di quclte ecco la Dea Ru. defimc fpine averterò adorato per Sovrani
fina , per le Valli la Dea Vallonia , per i Numi , lo ferirti: Giovan Damarcene (k)
K Hift.
ia4iQ.
Monti il Dio Montino, per la fommita de’
r
c.if.
'
1
‘
Apo- dio ,
perche infcgnato avelie lingraflo de’ mo nell’Egitto, ma fingolarmcntc 1 adora-
Campi. zione de'refci Clemente lo nota ne’ Feni-
ci} ed Origene (y) quella Cocodtilli nelle
t lib* p.
Inlti CA
^ | y parti dell’Egitto. Reda dunque di foggio- '
mentita divinità. E prima malittm getterà, J erpentet etiam veneri atot, ri"
trepr.
pio-
b in prò* predà Tebant il mede-limo, con altri mol-
i quodeumque eo/uerint, boc inviolabile, ir fa
cTXn,-
c in Ana- ti : Delle Colombe predo i Fenici CJcmcn- erutti putant , atede ai* lìrkes quoque apud
choi«o.
chorcco.
te Jteflò : De'Mibbj Epifanio (c) : Spar- De eoi ex animaliutu vocabulit tiuneupantnr .
«1 ibi J
3. Py- vicn
e l.'vy-
li
rapi fan lo (d) , Sello Empirico (ej, ej tenuto, CynotLqco, Bufitrit, Tbmnir ano! .
tron. hy-
hv- Filone ( f) : De 'Corvi Epifanio (g) Delle :
'
in terpr e tot ur hUrcus. E le avveniva di mo-
pocp.c.2 4.
’Tietlw
f de <-al« Tortori Anallallo (h), per rapporto dtTeo- rirne alcuno, ne tenevano pubiico lutto al
Se lib- de Loreto Degli Avolto) Eulcbio (i) : Degl’
:
pari , che nella morte de’ più congiunti :
v
Vita U
lup
'‘"rnp*
pùS
plic. Ibi uccelli Angolari nell’ Egitto , quali di Belluat in De or referunt jEgiptii , dice Ate-
g inAna
inAo» (jrpenti fi pafeono , per detto di S.jGirola- nagora (g) &, tondentur rum illa moriun-
, ,
eh.
C
h
h’q.f.in
q.f.in mo, c di Cicerone , foferitti dal Calepino tur qua, etiamin tempìit fepeliunt ,* ea .
,
script, accrcfciuto (K), Eufebio (1) ,e Filone (m) . de calila luBum pub/icum exritant- Solcri-
I
i Ab. 3*
'fib" 3
pryp.c’.i. Piace quivi aggiugnere le Mofche adorate VC Eulebio (h) , fìtte Animalia lìnteamitte
TOfr. dagli Acaronienfi per detto di Clemente.» pod mortem piangente t, & ptBrrt cum gè
1
i 3. de
prgp.c. 4 . Alcffandrino (n) , o Accaroniti per rappof- mi tu exdentet, in faerit fepeliunt loculi '
n in pio* to<
*' Tcodoreto (o’„e di Nanzianzeno tp),c e fingolarizandofi nella morte de 'Cani, fog-
trop.
tro'p". le Vefpe, effendo animali volatili, rributa- gitlgne: Fr aletta in quacumque domo Cani!
0 4*
o 4 . Rcg. te con babitant, n eam
q-3-
gì) Onori della divinità,per rappor- mortali i fuerit, omnet, qui
p or. a. ». to di Epifanio (q) , onde apparifee piu ra- niverfo carpare rafo, magno luBu adiri an-
in Jnl.
gionevole la Dea Meiloniajprepofta all’A- turi ntc vino, cut tritico,caterifque ai vi
"V q 'in in 7. .
num.
nuui. 7 .. vinicà zie» (i),che chi fi forte alimentato d’ucci-
DEGLI AQUATILI. dere alcuni di quelli o volatili , o animali
terreftri, come uccifore d'un Dio , torto fi
Hc i Pelei anche avuto avellerò i loro farebbe condannato alla morte} quando ciò
t
decaloc.
lib.de
C
tributi, ed onori divini, l’accennò Filo-
ne (s),ma có le rifa alla bocca.Pi/érr quoque
avvenuto forte a capriccio , come meglio
dichiara Eufebio, quorum fi quod Jponti ali-
integro!, aut membruti m confecrantujuod fine ami interficerit mortit mulratur fuppUcioi
p ‘°' fe flato forte l'uccifo.o'l
Gatto, o l’uccel-
tìep. r 'f" tl c ‘ Clemente (t) lo dichiarò
‘ ini
o per diffavventura o in altra ma-
meglio, recandoceli efempj di più Pefci, lo Ibi, ,
su'l panicoiarc degli Animai adorati»Dcl- lta eh altrove lì difeorre , come lramme-
4 Simia io teltineano i' Abate Apollo, fehiati eoo gli Afchenazzi, divenuti Aulfa-
j (k) ed Origene (I) i Delle Furmiehe prelTq nj.s’intrufero nel maneggio degli affari pu-
- i Tellali Clemente
Aleflàndrino (nj) : De' blici, così parimente introdurrò il culto
'
Sorci predo gli Abitatori intorno a Troa- della propria Religione Idolatra , difmef-
,
j de, il medefimo con Epifan o (n) . De’Bovi fo più antico, e vero» ma non tanto , che
il
ù predo i Samii Clemente fteflodin^olarmen-, rimalto non ne folle qualche picciolo bar-
te ii Vitello con nome di Api, Nanzianzc- lume Dinjoftra
. conghiettura J'an-
pò (o) De 'Scarabei Arnobio (p) , e Plinio»
. tichiffima formola di Giuramento , coftu-
(q) iùc
Gatti Origene (r) : Clemente, [s ) , e maca fri quei Popoli Idolatri , c raccorda-
Filone (t) : Delle Capre S, Cirillo (u) , ed ta dal fuqetco Gualtiero (m) , Giuravano
1
Origene (x) : De 'Lupi Filone (y) : De’ Ca- eglino per il fagro Quaternario , detto con
i.
proni Origene (z) , Filone (a) , ed Eufebio greca voce tetraìlitus : cioè per l'ammira-
(b) : De Tori Filone (c) : De Montoni il bile nome divino Tctagrammaton , e dice-
medcfimo j Così anche de'Cani, de Leoni; e vano cosi:
' de 'Lupi. Ma quello, qual più genera orro- T/Hor tum Numenuobit*rcqmt Quoterai,
. re ii è , che anche Serpenti più velenofi
i
Qui trikuit rerg caufu, Fon tifque perenni I.
non vennero efclufi da famigliami facrile- Cofa, qual derivar tjon poteva , che dall'in-
ghe adorazioni j conciofiache l'adorò i'E- vecchiata tradizione, tramandata fempre da
1
gitto per rapporto di Eufèbio (d), ed anche
Padre a figliuolo, c continuata da quel pri-
altri Popoli fuori dell Egittojcorne lo telh- mo principio per una iunghiffima ferie di
.
iicano Eulèbio medefi.no , con Nicefaro , fceoli. Sopravenuto poi Pittagora, avvalorò
(e) con Baranio ( f ) , e col BoTio (g) , cioè
alquanto più quel debil culto, c lo refe qua-
j Dragoni, come lo feri de l'Abate Apollo, li uniforme a quel degli Ebrei ì e può olfer-
(h), c gli Afpidi per detto di lui medelimo, varfi da'fuoi verfi, detti Aurei, de quali nel-
di Origene (i) , e di Filone (k) Quello ad- , fundicefimo libro» Fra' quali il primo è la_j
dunque era lo dato del mondo, p.r quello !
però lo non foferivo su quello affare ) per- diffufut, ex quo orniti* ,qua uafeuntur ani-
JO,
c 3 . aJ
latria Ti abbozzulfe in Sarugh, e f harc Anculn.
, e li videnza Difcorrca con fentimento vera-
•
•
pr i to'. re umano o buono o cattivo, dicono Cle- Deum, ©- lieli colai Religione , ac p etnie afe
,
c 4.thO-
mente (e) , e Tertulliano (d). Che pertanto, Hi, ut minime ab Arcadi!, qui tu Calabria
m. c.iJ. f°gg‘ u g n c Agoflino (c), egli infognava la_. confedere, aut ab Atbenien/ìbut, &• Romanie,
d de A-
mm.c.(4 tralmtgrazione deii’Anime.Ebbe lume dell’ qui compluret illucColoniat deduxerunt Atte-
Teofil. immortalità divina, infegnando , che Iddio nere! videantur -E vai argomentarli dall'im-
foì.yaf.
e de Ci- non avea corpo, nè forma alcuna vifibilc ; c menlà moltitudine de (agri Tempi , confa-
vit. «il che perciò avelie a giurarli per la fede, per-
I grati a quali tutti gli Dii'di quei lecoli cali-
1i.cap.17.
T«of. tot* che per quella egli era conofciuto-.Lo Tarif- ginofi, ne’quali c con fèlle, c con giuochi, c
f«7. ferò Onaco Pitagorico ( f ), c dc'nollri San con voti, c con làgrific; applaudivali alia_>
I lib.de
Divino. Cirillo (^) Nè fu minore il lumc,quarcgli
. loro mentita Divinità. Piace qui di rappre-
f. 6. 10 ebbe delt'immenfità ed ubiquità dell' eller fcnrarc alcuni di quclti bugiardamente lagri
,
Jul. ad * -
4 - Teofi 1 .
divino, concioliaehc, giuda il rapporto del Tempi, non tanto per la notizia di quei o-
fol.299. Martire S.Giuftino (h), così ne difcorrca:
h pa-m fcurilfimi fccoii,qiianto per argomento del-
rato. Deut un ut tf, non ut quidam fufpieantur ex - la Religione dell’antica Calabria.
« p.feru .
tra oput a fe ornatum, ac difpofitum , fed in
d.j 7 « difp.
Pr : !eipfotomi, tr in Orbe tato , cosà lo rappor- De Templi de’ fa Ifi Dii,
k «1.7
.
q. ta Paolo Palazio ( i ) , onde perciò 1 coli-
pr. art. 9 .
fol. 381. lo (k) faggiamente riprende Pozio, il quale $. 1.
&a donimi Pitagorici riponeva , eh' Iddio
talmente folle nel Ciclo , che non fuori da
TEMPLI DI GIOVE.
quello. Conobbe a gran chiarezza 1' unità
deila divina Eflcnza, che per tanto chiama-
va Dio Apollinc, cioè come dichiara Ploti-
no Unum pluritate carene , poi fofcrif-
G iove Iddio fognato (opra tutti gli altri
fa fommamcntc adotato nella Cala-
bria, come 1 additano le quali innuracrabiii
( 1 ), e
1 A e-
talmente Uno , che Uni- medaglie, o col fuo ritratto , o col fuo ge-
nead. f.
fc Plutarco (m) , e
B 1 $.11-
,
S£*-| lo fabricò Creile, allorché fi rifanò dalla., Lia è affai celebre la rottura della Sici-
pazzia, e per argomento del fuo amore vi
iafeiò la propria Ipada . Ibique diti fu/jje
E lia dal rimanente d’Italia , e già con_>
lungo difeorfo fe n’è veduto altrove la ve-
enjem . ty ab eo atdificatum ApoUìnit Tem- rità idonea (a). Antioco adunque hlofofan-
piuni, cu] hi loco Rj>e/inot , cum Delfo! prò- do sii quello neriilimo accidente , ed o che
ficìfctrentur , re divina fatia, la hi e ani decer- volcffe compatirla terra, o che volcffe met-
pere /olito! ,quam ferrea t fecum .non Ma terne in riverenza il Cielo, prefe a dire ,chc
inferiore o al grido, o alla magnificenza fu opra era fiata di Nettuno Dio del mare, e
quello, ch'ai meddìmo Nume confagrò Fi- del fuo fune Tridente. Che per ranto,affin e
lotette fuipromontorio di Chipruffa, quan- di non peggiorar le coic,doveffero i Reggi-
do dopo gii affari Troiani fianco di più ni placar la fua Ira, con edificargli un Tem-
pellegrinare, qui ftabilì le fuc dimore. pio, c dargli in protezzione la Città . Piac-
Cratis autern monumenta videbit occifi que a 'Reggini la propella; onde follo effe-
I contea pat arei Alti delabrum .
guirono l'uno, e 1 altro, ed aggiunfero, chia-
b Biifin- diffe Licoftonc(bì,e come aggìugnc Orione, mando la lor Città Poffedonia ; cioè Città
citato da Nola c), vi confagrò") arco d’Er- poffeduta da Nettuno;Tutto quello è di Gi-
'c'iib. pr- 1
: .4. cole, qual poi rapito a forza da’ Cotronefi , rolamo Maraffori (b) , ed è meglio riferito
ripiglia Ariftotilc (d), ripofero nel lor di nel libro delle Medaglie (c) . A
quello lo
leu li. Cotronc , eh e il terzo l empio di quello aggiungo qucfi'altro Tempio, raccordato da
c invi- [Nume, raccordato da’ Scrittori i Racconta Fra Leandro (d) nella parte aufirale della-.
u vyti. Jamblico ch’avendo Pittagora proibito
(e) , Provincia,attorno Bruzzano.Quivi(dic’cgli)
a’Corroncfi l'ufo delle Concubine , e di gii cravi un nobile Tempio , confagrato a Net-
ubbidito, lo fupplìcarono, e l’altro fe nc_> tuno, fabricato, com’ lo ftimo , da’medclimi
contentò, ch'uveffcro potuto parlare a loro Brettii , quali edificarono Bruzzano ; qual
figliuoli avuti di quelle , nel fudetto Tem- Tempio rivoltato ne 'tempi della Grazia in
pio di Apollinc. Monaftero lìafiliano , pigliò il cognome di
S. Maria di Tridetti , corrotto dal Tridente
TEMPLI DI MARTE. *. V.
TEMPLI DI ERCOLE.
Ebiam la memoria
di due Templi con-
A Marte, dell'uno in
lagrati a ropea,
c defilino in Cotrone 5 Di quel di Tropea
T
E Bbe Ercole i fuoi Templi in più luoghi
della Provincia,comc dimoltrano mol-
* lih- 1 lerive Marafioti (a), ch’ci fu in gran vene- ti rovinati vcfiigj conia fola tradizione,chc
ca
razione del gentilefimo, fino al foprarrivo furono fabrichc fagre a quell’ Eroe Fra .
della Crilliana Fede nella Ridetta Città. ln- quelle la piii memorabile fu quella gli de-
de Fedeli confagiato al Mar-
di dalla pietl dicarono i Cotroncli; conciofiachc perfuali
tire S.Giorgio, oggidì è la Cattedrale Rit- da Pittagora, che la lor Cittadinanza li fob-
to l'invocazione ai S. Nicolò Dell’altro
. ie originata da Ercole, a’fuoi configli gli e-
Pr
di Corrono riferì fee Nola (b), c’ e con fu- reffero un magnifico Tempio in mezzo alla
cap.x-'
perba mole s'alzava fui Monte Caudino, di piazza, con fìatua corrilpondenre , ed effi-
cui dille Boccaccio, Caudina! Calabr a Moni
:
giata in modo, che nellìtna delle mani tc-
il mcdefimo, ch’oggidì la Ritonda, allo- neffe in pugno una Città in geroglifico di
,fi,
ra dentro, in quelli tempi fuori la Cittì. Fu Cotronc. Così Nola (a) per fentimento di
egli fabricato per configlio di Pittagora, Jamblico. Cofiumanza , qual ritennero an-
dopo le debellate Città di Tcmp>fa,e di Cle- che dopo il Vangelo , fui mutando Ercole
ta, famulo per la ricca fiarua del medefimo in Dionigi TAreopagita , da cui ricevette-
Nume, di cui il corpo tutto era d’argento ro, oi primi raggi, ol'accrefcimento djlia
c ’1 capo d'oro con pari artificio,che maefià, luce vangelica.
.
cri a liar nemici Cotrone/ij Quando quindi- Giunone, detta Lacinia. La lua fondazione:
ci mila di quelli, e de' Reggini ebbero ani- llacio (e) la rapporta a’ Coti ondi , Loccac-i a ni».’,},
mo d affrontarfi non folo , ma di rompere-» ciò (d) ad Ercole , Servio (c). Appiano ( f ),
ancora cento venti, o pur trentamila di que- c Diodoro (g) ai Kè Lacinio, da cui forfè la
fti.E ragion ne fu l'indcfcflà adì (lenza-., Dea prefe il cognome di Laciniate non piu '
K t
quale dalla parte de'Locrelì , fecero Cado- rodo dal luogo eh' era il Promontorio La- t, o ’.
re, e Polluce. Quedi dunque fupplicari da’ cinio . Si ergeva la mole nel mezzo d' un
Locreiì, c Reggini non ebbero a fdegno di folto Bufcu, dicono Plinio (h), Valerio (1),
^ ib. p.
,
re l'eflcrcito, animarlo alla pugna, ed avva- folo appi cffìrvili metteva e riverenza, e ti-
lorarlo alla vittoria . Per il eh e non ingrati more. Per dentro vuiiva tutto follcnutoda
li Locrcfi luogo medclìmo,ov'cra fuccc-
fu’l fuperbiffime colonne, con di lòpra fingola-
duto il combattimento, ed ottenuta la vitto- riffimc pitture, opere tutte di Zelili, recato-
che fu il Fiume Sagra , edificati duo
ria, vi a grandi Ipcfc da' Cotroniani, dice Cice-
Templi, li confegrarono a quedi Numi tu- rune (1) } ed aggiunge , che molte lòpra eif-
aveano avuto, c l’onore del-
telari, da’quali fcro alla fua età Era quelle li amm.rava il
.
la Vittoria, e'1 teforo della Vita. Non diffi- cotanto rinomato di ELna, cavato dal natu-
miglievolmente rale dalle pili belle delle beliilfirae l anciul- m
i Reggini faticarono i lo- ubiJ ,
ro, confagrati a medelimi, li ove oggidì è le Cotroneli, c Valerio (m) fcrivc,che tanto up.7.
la Cbiefa de'PP. Conventuali j onde Tanno in lei li compiacque il gran Pittore , che le
iSSo. con occalionc di piamare alcuni albe- fcriflè a' piè alcuni veni d’ Omero, quali da
ri nelTOrto/i fcoverlcro le rovine di quel- Oliverio Arzigonelc refi latini, parlano così.
li}c fu odcrvato, che la fabrica era di acli- Haud turpe efi front , fuigtntiqur otre
catiffinu mattoni,con alcune tribune al rito pelafgot
antico grecoj i pavimenti lavorati a molai- Conjugepro tali diuturna; ferre lahortt
co con pietre variamente colorate con ap- =, JEttrais faciet muori efi ajuaada Bea-
prodo un Acquedotto di dagno, per il qua- tut- .
li((- ’ 5'
le conduce vali l'acqua in un vicino bagno. E quindi fi conofee lo sbaglio di Plinio (n\
qualora da'Cotronefi in Calabria tralportò
§. VII. ad Agrigentini in Sicilia il famofo r inatto,
come da Tullio, da Valerio, e dal rimanen-
TEMPLI DI GIUNONE te tutto de 'Scrittori, può agevolmente trar-
li. Li Minidri dei ligro Tempio erano raol-
{
Ono alquanto più luminofe le notizie ti per numero , ma tutti di vita incorrotta,
S de’ Templi
gii confagrati alia favolofa fra’ quali il primo fagrificava alla Dea su d'
;
• tik.c. Deita di Giunone. In Cotronc n' era l’ uno, uno feudo, come Drive Ifacio L'altare più .
j
t>no.pt. dice Paufania (a), foferitto da Nola (b) affai riverito era fulla porta , c rodo recava con
venerabile a quei Popoli , e foggiongono, la maraviglia la divozione $ conciolìacho
che v' era d' inedimabile prezzo la datua d' per quanto gli fremeflero all'incontro , c le
Affilo Coti onde , famofiflimo Atleta} ma tempede, c i venti ì mai però eran di tanta
perche egli rimado vincitore in una olim- forza, che via portaflèro le ceneri.dellc qua-
li veniva religiofamcnte coverto} Lo fcrive
piade^ compiacenza di Dionigi rifiutò di 0 ».
eflerCouonefe , e fi publicò anzi Siracifa- Plinio (o). E quantunque per ragion di vo-
no }
perciò infuriati li fuoi Cittadini oltre to’aveffc per qualunque tempo la concor-
molti villaneggiamcnri, gl infranfero la Ri- renza de'popoli, i'avca lingolarmente , dice
detta dtatua degoiffima di fopravivcre all’ Livio nel di fedivo della tua dedicazione ,
eterniti. Più famofo fu il Tempio di quella chiamato con greca voce t'a*egirii,Ma qua-
Dea in Sibari , mentre in quella vada Cittì le dalla Sicilia , dalla Grecia, c dall'Italia
era di tutti gli altri il primo L’ irriverenza
. tutta a fòlla inondava la gente d’ogui gra-
poco curata da' Sibariti del fuo cult o , e re- do, e feflò, altri per render li voti, altri pe.
ligione lor recò le rovine . Vedi il capi-
,
fupplicar le grazie , tutti
per la riverenza.,
tolo delle Cittì dedrutte nella Calabria abi- dellaDea. Qui furono , dice Licofronc do-
quale mi rapporto Quello folo ag-
tata, al . po la caduta di Tro;a , ad oflcrir doni Me-
giongo, che gii rovinata Sibari, c delle lue nelao, Achille, ed altri Greci : qui Enea. ,
•
pafeoli , mai pericolandone alcuno , o per marmi, e perciò aperto da tutti c quattro i
voraci ci di liete, o per rapacità di ladroni! latiadorava!! il iimolacro della Dea Avea .
Ed eranc cosi grande il guadagno , che per ne'piu ultimi penetrali una fegre'a cameri-
qualche tempo riferbato, avea potuto fon- no, da dove il Sacerdote parlava al popolo,
, lite 14 dere, dice Livio (s) in oro nudicelo nel
, c rendeva gli oracoli. Da quivi dentro fccn-
mezzo dei Tempio una fuparba colonna. Ed devali una lòtterranea (caia , ai fine della
ni, - è vero, fogginone Tullio ,c), poiché per ac- quale una gran porta s’incontrava , di cui la
ci aiyiii." certarfenc Annibale la perforo di mezzo, 06 chiave era ia lòia volontà della Dea Per .
dolo con voieo iiiaaeeevole, che fc ciò fe- delle Invocazioni.Nè qui finivano k fegrcte
guiile,gti a /renne cavato quell’occhio qual ftanze 7 concioliache da quella s'oltrcpada-
glierarunailo nella Tolda u onde sbi- : va alla terza pei mezzo d’un’altra porta di
gottito, non pur non coni uedò il facrile- bronzo artiiiciolàmente lavorata da Prafi-
giuj ina riuniti in unapicciola virgoletta, i tcle, c nera la chiave l’Invocazione della
minuzzoli, la ripule liitla fua eima.E pur lo Dea con quelle greche parole 6 uym Te
:
profanò, fe non col furio, dell'oro , alnen i,9i fifir ui pai S'yp^p dor. Aperta dunque la
con la lagrilega Itragc dimoiti, quali per porta vedeva!! ampio falone ,con dentro il
non partir con lui, Aerano rifugiti dent.u riechilfimo te foro , vali d’oro , c d'argento
quelle faere mura Ma vantaggiò
. ia pe. li- per l'ufo del Pagro altare, monete fomTglic-
dia d’ Annibaie quella di Fulvio Fiacco volmente d'argento, adoro per l’alimento
Ccffiòre, di cui racconta Livio (u) , che fa- de’Miniftri, ea altri affari j con divieto, che
u ub-4».
bricando in Roma un magnifico Tempio verun altro, che i Sacerdoti potellèro met-
alla fortuna Equeftrc , vi portò per fofficto tervi il piè, per avvalerli o degli uni, o dcl-
le tegole di marmi del medellmo 5 quindi l’altrc .Di qual preziola valuta A foife que-
fparfaicnc la fama per Roma, e datane que- llo telòni, egli è agevole l’argomentarlo
rela in Senato da Lucio Poltrendo Albitio.e daU’unWcrfaiiffimo concorfo "de’ Popoli,
da Mario Papilio Lanate ebbe fopraicri- che dalle piu rimotc parti , c per ogni tem-
prcnfionidi quei PP. con il difpogiio dall' po etri correvano ad otferir doni.o in rendi-
ufficio! e fu poco a riguardo di quello ope 1 mento di grazie per benefici ricevuti oper ,
redimite ! ma non trovandoli Artefice, che niati a quei di Locri, dubitevolì quelli che &•••?«>>.
,
iàpellc ricollocarle, andarono tutte a male, qualche furore dall'alto nemico non met-
c con ctloloro tutta la fuperba mole. tere faerileghe le mani al teluro, rifolfero
di trafportarlo daldi fuori le mura , ov’ egli
era, al di dentro ! ma la notte mcdclima s’udì
.
ni. L avvenimento dimortrò quello vero per dar confinolo all' inconlblauiic Si-
nefì
nelia perfona di Pirro Rè ddl'Epiro . Que- gnora prefero a
dire, che non Plutone Cor-
lti ritornando armato dalla Sicilia,dove non ma Plutone Iddio la vea rubata, per
laro,
potè forprcndcrc guerriero la Città, forprefe farfcla foco Dea * Ed alle parole aggiu
fagrilego il venerabile Tempio , ed imbar- gnendo le dimoltranze un magnifico Tem-
catoli con dentro le navi il Pagro teforo a pio le fabbricarono, fullcnato da una gran
profpcro vento, appena fu in alto mare, che Riva di fjperbiflima colonne, le mcdeumc
torto imperverfandofegli contro fiera una quali oggi giorno fi veggono nella Catte-
temperta, il rigettò ne lidi,da'quali poco di- drale, e nella Trinità di Mileto, traporta-
anzi s'era dilciolto, andando a male il tutto, tevi dal Conte Roggiero Tcmpiu.ehe poi
.
fuorché le venerate ricchezze : onde fatto refe famofo la Verità degli Oracoli Ma_. .
faggio a fue fpclè, relitti pentito il fagrile- qui prima d'oltrapaffarc è a'uopo mettere
go furto, e pur non badò in cartigo del fuo in accordio, fe farà poflìbile un gran di-
gran peccato ; a non molto
poiché da li ri- vario trà Storici. Sono moiti,e forlè li piu,
Argos. Somigliante ardimen- li quali dicono
mafe uccilo in , che la rapita Proferpina-.
migliante il fulmine del cartigo * conciofia- Ariftotilc Oppiano (k) , Claudiano , * Mem<
(i) ,
li Jat.Vo-
che querdafldofene in Senato gli Amba- furiofa uentc fegutti da Pietro Carrera . l.pr. Iìb. 2 .
feiadori Locrefi, come l'abbiamo predò Li- Altri poi , cioè Proclo Stradone
, , e Ma-
n Epi-
h
Liv.
vio (dì, e Valerio (e) , ne venne porto in.» ralioti vogliono Prolcrpina ITpponefe
,
l-o".
d
Jib carcere il fagrilego, ove difperato fe ne mo- ed il rapimento avvenuto nelle campagne!
ic'iioja.
• Valer,
d« ri, avendo prima redimito al doppio le ru- lpponcli, appunto come lì è raccontato fo-
lib. pr
nrglcft. bate ricchezze . E quantunque abbia lèm- pra. Altri finalmente tennero una via di
Rel.g.
brato.che Dionigi il vccchioTiranno di Si- mezzo, cioè, che Proferpina Hata forte la
racufa v'abbia avute le buone i poiché , co- Siciliana, figliuola di Cerere* ma che il ra-
me Valerio fcrive, avendolo fpogliato, e ri- pimento fia avvenuto nelle campagne Ip-
tornandofenc con prolpcro vento in Sicilia, ponefi Così Francefilo Alunno (1) , Giu-
.
Fabr. 1
ardito dirti: : f'itìetir^uam torta r/avifatio ab feppe Capialbi (m), Giulio Cefare Recupi- n «Su-
oi Ho',
ipfts Oiit immortalibat racrilr’it trikuaturt do (n), Paolo Meroia (o) , gli Autori del di Mona
nientemeno dritto fi mira,quanto egli poi nuovo Atlante del Tcatro(q), capa.
le (p), e l'altro n (Jete-
pati nel rimanente della vita, e nella polle- Nicoloflì (r) , A me piacerebbe il
ca altri . f-H/a!).
riti, di che ne fono piene le rtoric , tutto dirli,che (late fodero più Proferpine , e o Cym •
porti ain dire , che forte fegreia mina dello più rapimenti. Penfamento , che fu prima P in Ca-
lali*
fdegnu della Dea, che più tardi , ma pur al- ai Fra Girolamo da Fiorenza (s) , che il
S V.Go-
la fine lo colfe. traile da Antonio Ricciardo, ed è la ragio- VCl. fol.
Di pari grido , e magnificenza fu ne, ch'ella farebbe un'imprcfa affai difficile *3*
l’altro r Ercol.
Tempio di Proferpina nell'antico Ipponc; verificare il tempo del ratto,rapportando- P'g[.
s Mctap,
f Fpt.de di cui cosi fi racconta l’origine da Proclo fi da alcuni neTjpp., e da altri ne’ 177 j. ad aao.
OraT.iib.-l, predò Marafioti ( f*. Comandava alla Città Furono dunque due Proferpine , e due ra- * 711*
cap.
d’ippone Ermlppo, uomo per comando, per pimenti così , che il primo fiato forte ne'
nafciia , e per rutt’altro rinomato affai ito 1599. di Proferpina Siciliana , rapita da_>
quel tratto di paelè Cortui da Calais fua
.
Orco Re di Molofii.cd il lòcondo accadu-
moglie avuta una fanciulla, qual dirti: Pro- to negli anni 177;- di Proferpina Ipponc-
lèrpina,pafsò all'altra vita con dilpiaccre di fe dalSiciliano Corfaro, favoleggiato da-
tutti*conciofiache di tutti aveafi guadagna- gl'ipponcfi per racconciare la Vedova
to gli affetti. A quella prima dirtavventura Calais . Or ripigliando il filo dell'interrot-
fcgul la feconda , che fu il rapimento della to difeorfo, cosi famofo era divenuto aue-
figliuola. Era coftume in Ippone, che Icj fto Tempio, qhc li medefimi più accreaita-
giovani donne ufcilfero in campagna ad ti Oracoli mandavano quivi la gente per
le
CALABRIA SANTA LIBRO I.
lcconluite. Evvi riempio dOreltc, quan- (a) , e di tis Cretcfc (b) , da Uliflc dopo
Di t
do per matricidio divenuto pazzo , o per
ij gli affari diTro;a , e fu il motivo, che cor- 1
dir meglio, agitato dalle furie , confidan- rendo per quei mari , portato dall’ empito
do l’OracoJg di Diana Taurica .ebbe in ri- della tempeda fotto il Monte Circello 5 ma
fpoda, tb'anzi confultaire l'altra di Profer- però quivi fattigli! incontro e nuovi, c con-
pina Ipponiata . Venuto qui con la Torcila trari venti, perciò ri dipinto indietro ven-
Ifigenia, ed ambedue fupplieando la Dea, ne a dar in Scilla , ove per dar luogo alla
fu lororifpollo, cheandati in Reggio, ivi tempeda dimoiò alcuni giorni Ma , o che .
collocaflero il fiinolaero di Diana Fafecli- Iperadè dalla Dea lòccorfo per il nuovo
de, ed in tanto per il viaggio lavandofi O- viaggio, o che fe lo perdiadeue avuto nelle
ref e lette volte in fette numi , overo in un pallate tempede , fe non forlè per l'uno , e
fo|o, accrefciuto da lètte capi , giuda che per l'altro, tabricò ivi un faniofo Tempio,
variamente fi fefive , riceverebbe la falutei c lo dedicò al fuo nome , dal quale poi per
come ancora , lavandofi nel fiume Paecolt- lunga pezza dì tempo , e l’abitazione , ed il
no, od ultimo de fette , od unico accrefei- Promontorio fi differo di Mincrva.Cadel di
mento de Tette. Li Romani mcdefimi ebbe- Minerva Io leggo un luogo fabricato da’Sa-
ro in gran riverenza quello Tempio , onde lentini, allorché approdarono in Calabria,
per ridurarlo alquanto decaduto , fcrive-» che molti dimano FolTc l’oggidì Grotteria,
GabrielcBarrio(t) che vi fpefero fettecento ma con aperto sbaglio, eflèndo l’oggidì la
fettantamila, e novanta federzj , cioè die- Bafilicata, come Io lo difeorro altrove Ma .
cennove mila duecento cinquanta due du- qual ne foflc l’origine, o fe perche vi foflcj
cati, e lo trae dal marmo ferino, bafe allo- dato qualche Tempio confagrato alla Dea,
ra del fagro altare, oggidì foglia della Cat- o per altro accidente, fin ora non mi fovvie-
tedrale di Milco . Vedilo nella Calabria ne a dirlo,
dichiarata con licrizioni, f. XI.
non meno per la mole , ch'era tutta d'alrif- fenz 'altro, fe Cicerone non avelTc fclamato
fimc colonne jche per il fimolacro della me- a PP.che non conveniva metter violenza a
defima Dea lavorato con eccellente artifi- quelli quali andavano in conto di Cittadi-
,
cio di finitimo avorio. La fua Feda era ni Romani (a) : Quid arbitramini Rbe^inot ,
delle piti folenni in quella Republica , fo- qui jam Civet Romani funt , mtrtri valli, ut
Icnnizzj'a con fagritìzj, con giuochi , con ab bit marmorea Penui ilta ne auferaturl
concorli, con altro , che può render pom-
pofiffimo un fagro giorno Chiamavanlì. f. XII.
dalle più remote parti i pia chiari Oratori
a ridire lo glorie della Dea . Eri molti va- TEMPLI DI CERERE.
lentuomini, che v'orarono vi fu Archia,
il quale, oltre le grandezze del Nume, dirtè Republica Cotroncfc fingolarizata
tanto della grandezza de’ Reggini, che per
detto di Tulio (a) con li mola doni , glie-
LA in tante maniere dal gran Pittagora, in
u ante s’è difeorfo altrove, dimoiata perciò
ne fu data la Cittadinanza. 3alla gratitudine , oltre ad averlo oflervato
in vita , volle anche dopo morte venerarlo.
Mono dùque il buon Fdofofo.dice Valerio,
che dimando cofa indegna, che ia fua Cafa,
f. XIII. f. XV.
TEMPLI DELLE MUSE. TEMPIO DI CIBELE.
D Efcrive quello
più terribile , che venerabile
ftgnifica
Dice adunque, che fu opta d lppondì , che
*
.le
F-pit.’
'
b Epit.
«leot ac. diflc, che fu opra de'Locrefi, per ogni con- lo fabricarono in Meliano, Terra non mol-
to venerabile dalla gloria degli Oracoli in to dillante, onde poi li dilfc C-ftrum Cihelis.
poii e ne rende la ragione, accioche , dic'c- Era egli pio nelle offerte, e veritevolc negli
eli/ion dimezza ife i concorfi a quel di Pro- oracoli, ina poi crudele nell'alpctto , e nel-
Ferpina in Locri Poft AUanum ,
: Morde- & la fabrica li fiero Erario veniva fabricato
.
tela , edifica- erunt fi hi Locrenfes Oppidulum con pietre offitc , con calce , e folforc im-
(
Cinquefrondi interpetra Marafioti ) , uhi paliate a fangue umano : alla putta, veduto
Templum Muforum conftituerunt or acuii s da tutti, s'ergeva un gran cotoflo , chiamato
vecuum , ne forti Profcrpintt Locrenfcs ora- Paleondos, cioè, come di Leone , che con u-
tala deficerent . Con più favio accorgimen- mana favella diccflc } Quanto qui lì vede,
to fabricarono il loro i Cotroniati, in au- Ili tutto fotto il patrocinio di quella gran
il
gurio di domeftica concordia, giuda che lo Beftia. OdaliProclo con le fue medelime pa-
e de viti
Ph lof.
:
difeorrono lamblico (c) , Scutcllico (d) , e role Adcfl in Italia ab Hippone non longe Ci-
:
d invita Gelilo
pia.
(e) , riferiti, e foferitti dal Nola (f) Caftrum
belit j uxta quei , ipfìus Dea&
a lib.pr. Il Coro delle Mufc compiè la confonanza Phanum corflruBum apporci , Hipponienftum
f lii.pr.
eap.X.
del concento, e l'armonìa , con tutto altro opus , Pium in oblationibus frugum , (adii , 0-
dovuto alia concordia i onde iopravenuto viutn, atque aerei meliti , veritatifque verbo-
in Cornine Pitt agorai ritrovata quella Cit- rum Dea i crudele tamen edificium , co quod
itidata tutta aifcnlb, e perciò perigliofa- fubCaronda fuperflitionibus condir un efi Cu- .
rncntc fluttuante fra le difcordic famigliati jus Erarium ophite lapide , calce , fulpbureque
de 'mariti, e delle mogli, coniìgliò la fabri- bimano delibutum cruore , tantum avertenfium
ca di quello Tempio, quale leguì lopra d’ Hipponienftum bojìium, ut &
bxc Hipponcnftt,
un Monte all'ora dentro la Cittì , che dal aliorumque bominum genera HUd introire ex-
nome della Sacerdote!!!, figliuola di Appio pavefeerent 5 atque i facris pccuniis manus a-
Cotronefe, anche oggi giorno vien detta la verterent. Cui addidit, &
Carondas ftperflirio-
Cappellina, e ne feguì l'effetto ì condoli a- nibus conditum ftgnum cundis illue introcunti-
che abbandonate le Concubine, li riabbrac- butiram mini tane, quod &
7mur.it nuncupa-
:
ciarono le vere mogli 5 onde ne feguì la tur ì ideft fub hoc Leone omnia.
conco rdia folpirata nella Republica.
f. XVI.
f. XIV.
ALTRI TEMPLI.
TEMPLI DELLA VITTORIA.
LA
Calabria troppo fuperlliziofamente
O rapporto altrove una mano di meda- rcltgiofa conlàgrò Templi , ed Altari
I glie con l'impronto della Vittoria , co- non pure a’ Numi, creduti del Ciclo j ma e
m
,.
in Teme li , e fremendone d’ ira li Cittadini, rrebbe decorrerli, ftimo, che farà compiuta-
corfero a folla, ed a replicati colpi di pietre mente ballante per darci a divedere la gran-
uccifero il Lafcivo. Non fri pigro l'inferno a de Alma , che delle colè divine cbbcro.quc-
mcfcolarvi le fue fuperfliziom , che per tan- gli antichiffimi Popoli dai Gentilefimo.
to dedicatovi un luo fpirito , e fingendo d'
effere l’anima dell' uccilo foldiuo ,prefc con Culto Divino in Calabria dopo il
tanta rabbia ad infcilarc quel territorio, che Vantilo .
uarfi in dietro. Tutto ciò rilàputo da’ Turi- ino capo della lettera ferina a 'Romani : Et
ni,epodi a confittagli offequj deila grati- impediebar, dice 1 ’Appofkilo, plurtmùm veni-
tudine, flabiiirono, che al Vento benefatto- re ad voi, & probi bina futa ufque adbuc /fune
:
f,f£ polle all'imperio d’alcuno.e per tanto dilor Aigru falitiem contulit
un.jc m- arbitrio negli affari di pace, di guerra, c ncl- Ergo Columna regia
JJJ
uo l4 *'
la rifiuta, oabbracciamento delia Religione: Habreos , &
Ifdraelitiea
Non ahorum Regum , vel Ducuto obfcrvabant In terra opima tranflulil.
kgctfVelobnoxiaerant imperio ,fuo ritu,fuh Tu noi in Caftra ducilo.
mori bui lonfifiebant , eafira ducere, bella move- Summo Patri fit Gloria,
re, Religionem conftituere . A quelle,diCO,fin- Natoque Patri s unico.
golarmcntc drizzò l'Appoltolu il lume , co- Et Paracielo Numini
me a'Cupi, e Metropoli dell altre, elfendo fla- Cunei il in evum faculis.Amen.
to univerf.Uiaimo acidume di quei primi 'fr. Paulut Afelio lui devimi Xhegium.Alleluja.
Predicatori dar prima a famigliami Cittì, Ri. Et feminavit Eerbum Dei. AUeluja
conforme lo lcnlf.ro c Crifoltomo (g) , e-> OREMUS.
M.'Ja!'’
,
h* >a in.
i‘in rri.
-
Bajron < 0 (h) , e Cornelio (i) } e feguentemen-
te convien dire , che in quella prima volta-,
avvenuta folTe il gran miracolo in Reggio-
D
no
Eus, qui ad Pauli pradicationem lapidea
Columna divinimi ignefcenie fidei lumi-
E hegirali Populei iUuflrafli -, da quaf.umili,
ftoi. ad e- Non volevano quegl' Idolatri afeoltare ut quem Evangeli i praconem babuirnui in tet-
la predicazione di Paolo, perche edendo cic- ris ,
Intcrcefforcm babere marcamur in Calis.
chi non gradivano il lume, qual fc li aprivai Por Dominum nofìrum, irci
Pur l' Apoftoio , eh' avea cuore non frangi- Ma non pago il Cielo d'aver privilegiata
bile, e lingua anzi da romper marmi, otten- la Calabria, volle di vantaggio uccrefeerlc il
ne alla fin., che fui canto parladc,quanto ba- lume con la venuta dell’ altro Principe del!
dato farebbe ad un fuoco divoratore per Colicggio Appodolico S. Pietro alcuni an-
confummare quattro deta di candela. Fu ri- ni apprettò 1 cioè l'anno quarantèiimo quin-
cevuta la propuda, ma nell' alleggio di quel- to della Redenzione 5 eoncìoiiaehc viag-
T eloquenza di Paradifo , oltre modo invo- giando Pietro in Roma approdò per- prima
gliati, folpirando la brevità del tempo, pre- in Taranto lo pruova Giovanni Giovane
( )
fitta al Predicatore, e defedando la voracità c bagnatolo coll’ onde vivifiche del l'agro
(1)
di quel fuoco, che di gii portato avea al fi- battelimo, prefe a fare il mcdclimo nelle t_it- 1 hiitor.
ne la cera, v'accorlè provido il Ciclo con ri della contigua Calabria, ove fapeva d’ef- £«*"•. >i-
prodigioià maraviglia i perche gii decadu- fervi dato il Ino Collega Paolo , per o con- a òVo- ",
to il moccolo, mentre ii lume gii languiva fcrmare li nuovi Criltiani, o convertire li v,»s..vu-
moribondo , ecco con nuova fiamma ripi- vccchi Idolatri. La porta però , per la quale „ iib. t.
glia la forza fomminidratagii , non dal mor- ci entrò nella Calabria , vi in difparcrc tra'
to della «era, ma dal vivo dei marmo, su Scrittori. Gio: Battida Nola (in) 1 apre in-, un. ,f} .
del quale s' era poda l'edinta Candela: onde Cotronc, il Giovane (n), il Summontc (o)
ad un tempo medelìmo favellando c Paolo il Caraccioli (p) , il Gualtieri (q) l'aprono in -ep. c.à
con lingua di carne, ed il Ciclo con lingua Reggio} ma qualunque ne folle il migliore,
di accela pietra , talmente fi liquefecero i fu t Appodolo ricevuto con maraviglioli
marmorei cuori di que’ Barbari, che fcnz'al- applauli dalla novella Cridianitl . Intanto
tro s' arrefero all' Evangelio. Miracolo, che l'Evangelida S. Marco, difcepolo , e compa-
•penetratone il grido aliano troppo didante gno di Pietro, lafciato da lui in Taranto per
Medina, tutto che le fi frammezza ffc un ma- più dabilimento della Fede in quella Cuti,
re ,
talmente fe ne incalorì , che rodo fpe- bramofò di vedere il fuo Maedro, partì per la
diti Ambafciadori al Santo Appodolo fe lo volta di Reggio, ove finalmente arrivato, in-
chiamò a predicarle la Vangelica Fede del di a non molto partì con Pietro per la vol-
K C roccfof0 Padlo Belli (k) nota quedo paf-
•
ta di Roma, ov erano maggiori gl’intacffi
i iti. p
G tot. Mei- faggio di S.Paolo in Medina gii otto Settem- della fanciulla Cridianitl . Non laprei o fe
bre del 41. Si conferva oggigiorno queda nel venire, ofe nelToltrc paliate, divertito
prodigioià Colonna dentro un magnifico S. Marcodn Argentano,vi piantò la Rcligio-
. .
tori, lo difende in voce il Cardinal Sirlcti ) lle parti, ruminandovi la parola di Dio , Cum
onde poi ne prefe il nome, col dirft S.Marco, vero Luca! prodigi uni ìllud colimi!*, predican-
cosi defedando non pur ridolatria,ma il no- te Khefii Paulo , tacci , non Siracufilt , quando
me ancora di le mcdelìma Idolatra Quello Rhegium evcnifjc putanduoi - n a ni qui bus pre-
egli è certo, che amendue divertirono in Ve- ferii fuit fingi Patita fcripfifle Bar otti us referti
lia, o pur Olia, Cittì di Calabria, giuda che lo fed hoc tempore, quo Mefienaia accicune app li-
i. fentono Pomponio Mela (r), V alcrio (s),ed i tuijfe, ut noflra afieverat traditio.Or quelli fu-
fuoi Commentatori ACcnlio, e Oliverio, co- rono principi , ed progredì della cridia-
i i
e- me anche Codantino Lafcari (t), Qio: Batti- na fede nella Calabria , tu quale in meno d'
lf
da Caraifa (u) ,Colennuccio (x) , Gualtieri anni trema dopo la morte del Redentore.» ì
la Scalea, o altra all in- cioè dall anno quarantèiimo , in cui cadde la
(y), ed altri, oggidì
'
11
torno, ove fermatili alcuni giorni , la refero prima venuta d Paolo, al cinquantdimo,ncl
Cridiana. fu quello un grandiflìmo acqui do quale fa 1.1 l'opra venuta di lui, li vidde fan-
> per la l ede, non folo per diramarla nella-, ciulla, c matura, per non dir, che mai fu fan-
Calabria.ma anehc per introdurla dentro iiu- ciulla, che tré foli anni, fetnpre però matura
ma. Avea quella Città gran fama di tic ligi ir- nella pei fazione
ne, tanto che li Romani per i facrihej di Ce- Chi dunque, da quanto s'è difcorfo,not._.
rere ne portavano le Sacerdotelfe Cereris Sa- vorrì trarre il gran numero degli Eroi, qua-
cerdote! ,
tue Napolitai ,
aut P'elìenfes , dille liin ogni virtù , e per ogni tempo noi-,
[.' Carlo Sigonio (2) . Così dunque, dice Gual- partorì la Calabria atCiclo.’ Chi vorrà non
tieri, dimorarono in Calabria lo Ipazio di edere mediocremente veggente, perche da_>
tre tneft Pietro, e Marco con altri lor difec- una Religione, per così due originaria, tra-
poli da per tutto indefeflì predicando il Van- mandata da Padre a figliuolo , c per prima.»
gelo ; onde venghi in trio non debole la_, origine dalle nazioni, che anche fra' barbari
cunghicttura dell'Idolatria abbattuta, de'po- furono le più accreditate nel culto Divino,
j
,
poli idrutti, e delle Cittì refe cridiane, Reg- non tragga un numero lènza numero di San-
gio, Cotronc, Argentano,Tauriana, Mctau- tidìmi Eroi, Martiri, Pontefici , Confedori,
ro,Mcdama,Vibona, Velia, ed altre, rap- Vergini, ed ogni altro grado, qual riori tic» a irai,
portate dal fudetto Scrittore . E come fe ciò nell una , e nell'altra Chicfa , qui militante ,
dato folfe poco alla liiigolaritfì.nu dima, che lafsu trionfante 1 Imparilo chi non hi tanto c-us.
della Calabria volca farne il Cielo , le delti- lume per vederlo dall'Abate P ordinando U-
nò la feconda volta l'Appodolo S. Paolo , al- gbelli, il quale così ne difcorre(a) fune antri»
lorché andava prigione in Koma,pcr quello Calcitri erga Oeum, &
Cab coiai religione , ac
rilegge nell'ultimo degli Atti Appoltolici: piotate afidi, ut mimmi ab Arcadie, qui in Ca-
Inde circumlegentes devenimut Rhegium , & labria confedere, aut ab Athcnienfibm , aut no-
pofi unum die m fante Aulirò Quello avelli . . mami, qui comphtres illue Cotonile deduxernnt,
oprato qui l'Appodolo, altro più non fu, che degenera videantur. Hate p lurimos Ca Cabri a_
di confermare quella nobiìiilinia cridiana., calcolai tulli Mortyrce E quantunque molti
piantaggione, la quale (perche non avede a
, non per tanto ar-
di quelli egli nc annoveri,
dilfeccaiìi , per qualunque pioggia di brine rivo il vero numero: degno però di fcufa_,,
idolatic,lclafcio per diligente Agricoltore perch'egli non rcgiltrava gli annali ma iblo
,
S. Stefano fuo difcepolo, uomo di conofeiu- ili fuga toccava ti l'agro di C alabria.Piu me- colini,
ta fintiti, ordinando quella Chiefa per Me- glio toccò il punto Paolo Emilio Santoro
tropoli, cioè Santidìma Madre di ricca cri- Arcivefcovod’Urbino, il quale della Cala-
diana prole, bria, e definii Santi difcorrcndo didè(b):A^-
£ quindi viene in chiaro l'errore di colo- mina Sandorum illìe fioruerunt Molti ne an- .
ro, che torli fono li piu , quali non ricono- noverò Davide Romeo Altri più ne toccò :
feono, ch una fola venuta di Paolo in Reg- Barrio: pigliò di propofitu quell’ argomento
gio, che queda, e nella quale, foggiungono, Paolo Guoitieri,cd avendone dato alle llam-
che da avvenuto il miracolo della Colonna. pe un volume, prevenuto dada morte , non-,
Errore, dice il Morabito , perche come 1 E- potè profeguire la (lampa degli altri,chc do-
vangciida S. Luca avrebbe tacciuto un acci- vcano edere molti Io Ipcro agli ajuti del
.
dente sì notabile, quando non tacque avve- Ciclo , che oltre i deferirti da quelli Autori,
nimenti di minor conlìderazionc.’ Lo tacque nc ravviverò Jamemoria di non pochi Sari .
dire, che non quella volta, nella quale egli Confedori , con nell’ ultima le Santiflìmo
fu compagno del viaggio, ma che labbia o- femmine.
PAR- 1
. , :
ar
PARTE PRIMA.
DE’ MARTIRI.
Enfi il primo luogo a’ Martiri, punefque non e/fent, tir qui in Calabria commo-
alla fola fapienza di Dio , potendoli de' foli runt-, aut aliis Provinciit attributi.
noflri Martiri fcrivcre ciò , che di tutt’ odie- San Vittore Vcfcovo Uticenfc (e)trafcrit-
• lib. s
hift.vap.4. rne
della Chiefa diceva Eufcbio (a) Poffibiles to, e foferitto da Antonio Caracciolo ( f ) fti-
non e/l numero compì ehendi quanti quotidie pe- ma, eh anzi furono lcritti con ogni diligcn-
b Mare,
ni* /ìnguine quafque Urbci, Provincias Mar- & I
d Indi-
Impcrador Collantino ; onde potè fcrivcrc di molti dc’nortri llrafcinati nella vie uà Si-
rò Afon. ldelfonfo l)cÙtjtcs(<i)\flon Provincia, nò Civi- cilia, ove poi martirizzati, rollarono per quel-
Mari.
tas, non Oppidum, Vichi, Rus,Prxdium,Hartus,
lii>.
la: Tanto maggiormente, eh èlfendo in quei
4. part.pr.
c.a.o.nia. VclCxfx fuit , in qui bus deChriJlianisnonfue- primi lòculi del Criltianefmio un folo il
hgens mquifitto, et ammudverfio
rii ballila di principal Mimllro della giuflizia nella Ca-
undique ex fanguille Cbri/liano projiueutibus ri- ed abitando per lo pi r
labria, e nella Sicilia,
mi ì itaut c Gentilibus crederetur Chnftiana _. .
di là, come parte più cipri Ita alle in valloni
fida effe penimi fubjugata , omninò deperdi-& nemiche, e piu lontana dagli occhi del Re-
ta : Sari mai credibile , che la provocata po- gnante , ne viene in provevolc conghie(tura,
tenza degli inperadori , cde’fuoi Miniltri, che li di qui incolpati nella Religione li por-
crudele per tutto, folo nella Calabria abbia-, taflcro ivi al primo Giudice, ove poi renan-
voluto cllèr pictofa.’Nò, per ogni Provincia do morej, rimafero di pari per quella Pro-
fu inumana, e per ogni Città barbara, Ango- vincia, con difpoglio apparente della propria
larmente nell'Italia , e perciò ndla Calabria, madre. Molti numeri di Martiri lì rapporta-
quali Davano in fàccia, c sù gli occhi dcll’a- no martirizzati nella Sicilia da Ottavio Gae-
diratt Dominanti . Convicn addunque cre- tano, parte con certezza dein fola medcli-
dere, ch’ai pari della rabbia imperiale per la ma i parte con certezza del da fuori c parte :
difefa del Gentilcfimo averte corrifpollo la_, con incertezza, ofe del dr fuori, ofe del di
colìanza della Crillianità Calabre le, e quin- dentro, Bramitali fono:
di un gran numero diSanti Martiri, Frutto San Mercurio, ed altri dicccnnove nc’d e-
ben degno della perfidia degli uni , c della ce Deccmbrc del 25 j. (g)
fortezza degli altri. Che fe nientemeno non SS.Martiri 400. l’anno 294. (h)
fc ne vede a proporzione il rifeontro , egli SanClaudio , cd altri 81., li 2 r.Fcbrajo
è ciò avvenuto pcrl'una delle tre cagioni : o del 303. (i)
per la negligenza di quei antichi, che non li SS. Anipclo, e Cajo E 20. Novembre del
fcriflero} o per la malvagità de’tcmpi , chej
3° 4 (k)
I
-
SE-
. . , r
chioAro, quello igorgato dalle loro vene, Criftiana fede cono o de'fuoi nemici, cadde-
quello ulcito dalle penne de 'Scrittori j c de- ro fa ntificate vittime delie loro fpade.Martiri
gli uni , e degli altri và molto doviziofala e di fangue, Igorgato dalle ior vene, c d’in-
Calabria Cominciamo da'pi imi, Quelli fu- di ioltro (parlò dalle penne de scrittori, qua-
rono quelli, quali martirizzò la cruna barba- li pe difendono il martirio. Se un tal mo-
rie 4 c saraceni nefeeoli piu in quì.IJ Cardi- rire folle rigorofo martirio.o foiamentc pio- '
nal baronie (a) iitoriaudo l'inondazione fat- porzionak ( non rifiuta l'iiloria, le difpute
ta da'Saraccm nei] Africa fanno *58 , dalei . teologiche, quando le vengono in filo per
trac molti Martiri in quella Tru vincaie dal- fuoi affari, coro è quello) lònengono la par- I
la medclima molti altri nella fua Sicilia Ot a- te di nò Leonardo LeUio (a). Paolo Layma- 1
vio Gaetano (b).Non di Cordò da quelli fetv no (bl, Saim aticcn/i (c), Guglielmo Enti*
i
’im.,. tjmsnti Arnoldo Uv'ione(e), il quale per una (d) , che lo dice comune fcntirc di tutti , e
t> 1
*£.£*' famigliarne feorrerà di Saraceni nella Sici- T codio RainaJdo (c), che lo ruoic fcnlò uni- !
gomentar nella Calabria da lomigliami feor- toliomnixm 2 j-, q.fnmnl timore q,8.JadoèO
rerie per quafi due fecoli } fingoiarmente Damborderio (L) Giovanni Gruzettfchi (1) , .
monon fadisfatto deila finguinofa ftragge quale ver baimente traferitto, così favellai ;
recata dal figliuolo, vi pafsò in perfona , m- Obfcrvandum uh eri iti non effe contri ratitmem
finguinando il barbaro ferro da Reggio a M artyru, quod ani t contro fmuffare pugnet,
m \
'
cania in/ìcme fi viddero naufragare nel pro- Martyrct di tendi fum'ft «Bor-
fide hi pugnantes,
prio lingue: Rovinate k
Cattedrali co' loro imi indoliam volontarie ocecpennl. E per tur- ì
Vefcovi. Abbruggiati i fagri Monallcri dell’ to quello ne cita S.Tommafo nel luogo reca- 1
uno, e de.l’altro Tello, c loro Rebgiofi^c Re- to di fopra, cd oltre più nei 4. delle kntenze .1
iigiofe menati ahi di ipada. alla di(linzione4p.q.y. ari. j.qucitioncclla fe-
L'anno p8(L nei quale Locri con tutte le conda al fecondo. Rende la ragione: fi)ui,t— a
pertinenze all intorno caduto fotto al Sara- tummartyrìum in Adultit fu volnntarìì'per - •
1
cenico imperio provò incora il fuo tiran- pejfio,& acceptitio mordi prof ter fidem, tutte <
L’anno 1004. c 1014. , ne’ quali caddero fidem illtuam volontarie occeptit , quod fupra '
l
fotto al barbaro ferro, ivi Cofenza, quivi diximut contingcre ineo breviori fpatio , quod .
v
Calfano, allagati nel Lingue de 'propri Citta- vulnerati mortem realem antecedi t j illa cairn-
dini. mortis acceptitio to tempore babita,efl jjuf con.
L'anno 1027., quando per i’uitima fua ro- {litui! formali ter C> completi martyrium. Indi
vina, c per dentro, e per fuori ridde correre Così conchiude ; Hot catione Milita contro—
numi di fangue, foi contenta di vedervi nuo- Infide la prò fide puguantei Mirtyrtt veri funi,
tar atrionfo la confeflìone della Criiiiana fi mortem fibi infideiodium tllattm ab Infide -
fede. Nè perche lo mi (ingoiar izzo a quelli libai, contri quei pugnant, volontarie, ac ùbtn-
pochi avvenimenti, non però non ve ne- fu- tèrfùfeipiant E perche ièmbra , che colloro
rono degli altrii ma tacciati, perche non co. coiì combattendo , e morendo non Voltmtatc,
sì spetti, come gli altri. fei Neccffitatc muoiono , ch'era i'argomento
de'Contrarj, egli così il lodisfa: Nam fatis rfi
ad verum martyrium, quod illatam fitti ab lofi,
delibai mortem hbenti animo acccptent, aepro
fide fufeipiant . Hac catione veri Mariy eetfunt
.
PARTE PK f M A D E’ MARTI» I. 2)
ctiam i Iti , qui in carceri bus dettati argentar guai ione , qui fidem Chrifli corrumpcre mobun-
ab Infdeh bus ti fidei abiurati oncia , tir ned- tur , ir in tali defenfione mortem Jufiineat.
occid untori nam ncque hi moneta ifl'ugcre pofi- Credettero i Saziaticeli aver diiìtnpegna-
limi, cnm fiat in potrfi.-te Infide bum confluit- to il Dottore Angelico coll' interpetrar-
ila qui lumen illatam (ibi mortem vo/untarid 10 , ch'ei favelli di quei foidati , quali prc-
fufieipiunt, veri Martyres funi. In mi liti bus lu- 11 dagl' infedeli vengono perfualì, oa la-
men efl a Ut ratio fpecialis, qua pugnare ler.en- feiar la f ede , oarilalciaili da quaich'uu-,
tur ad opprimendo s bufici fidei , nude refifien- atto di virtù, come farebbe dalla difefa dcl-
tia & pugna milttum in acie non tam ad
, efl laRcpublica Criftiana , qualora così folle il
tutndam propri am vitam quam ad opprimen- ,
lor minifìcro. Ma li ripruova il Capifucchi :
do t & ad ipfam fidem propugnan-
bufici fidei, Nam hoc patio non effe tntclbgendum Divurn-»
dolo, linde fi feipfot, ac propri, un vicarii lueun- Thomam certum efi, quia de bis Santi us Dottor, (
tar, cam ut i neceffiariam ad fidei propugnatio- ncc ver bum quidem habet ,Jed provisi ait , eos
r.cutcentra infide Ics tuentur Alias enim . fiatis milites martyres fiore, qui Rcmpubticam tuean-
appare t ipfios propri tm vitam contcmncre ,
cum tur ab hoflibus, qui fidem Chrifli corrumpcre^
cam pericolo fieri certo mortis e.\ p onori , et alìo- moli uni ur
quin in acie perfiflunt, cum fingere pojfir.t Nè . Perciò addunque San Bernardo, Sant' An-
perche il Salvatore non combattè con armi, tonino, Giacomo Cardinal Vitriaco, Oldc-
ma con la pazienza , da ciò dee trarli argo- rico Rainaldo, Gottifitdo, Guglielmo Ti-
mento, cosi come Jo tralfcro coloro del par- no, Saneio , c Grctfero publicaruno Martiri
tito contrario , contro ia foffiltenza di uru quei Crocdignati, quali nella guerra di Ter-
tale martirio; Et quamvis Ckriflus, foggiugne ra Santa combattendo pcrdcruiiola vita_,;
quello Scrittore, prò fina divina dottrina ar- Perciò Antonio Valconceilo fè coirerc con
mis non pugnavtrtt , volici t tamert, ut prò e a fi- titolo di Martiri, queiii,quali per fomigliau-
de le s pugnatene, alias Chriflifidebbus ad imi- te alfarc morii uno combattendo contro de
tanium Chriflum , pugnai dum non cjfiet contro gl'infedeli in Portogallo. Perciò Santa 7 c-
Infide Ics , qitod (fi ertor.cum , demnatum a & ìcfa, c San franeeleo di Paola li uidiionu
Leone X. in bulla lontra Luther um , qui inter dichiarare Martiri, quella Ruderigo fuo fra-
alias errores cjfircbat , quod tura li ari adverj'us tello, uccifo nell Imi c d'Oceidcnte, c quclti
Ticrias efi repugnare Deo vifitanti iniquitates Nicolò Pi e arco luo Compatriota, c Capitan
noftras per i ilos: Onore Fide Ics pofifoni, imo te- de'Cavalli del Re ferdinando, tru-iduto da
ntntur fidem contro infide Ics propugnare, -Ir ve- Turchi nella guerra di Otranto l amio 1480.
riMari-gres crune, fi mortem fi hi inter pugnan- Ora perle ragioni mcdelìme di lopra ad-
do n prò fide illatam voluntarii Jufcipìant. In- dotte potreflimo anche noi attribuire il tito-
di poi nei paragrafo fcdicclimo propugnan- lo di Martiri a moltifimii lènza numero de'
do, cd inficine dichiarando la particella Pro nofiri, che pugnando volontariamente eolie
fide polla nella definizione del martirio, con armi alla mano in difefa della f cdc,c della
'ciò dimollrando efier necclfario al Martirio Kepublica crii liana, caddero citimi lòtto fé
il buon line, quale di rapportar a Crilio l’o- Ipade degl'infedeli.
perato, così foggiugne : he Miluibns vero, £ per venire al particolare l’anno I40.,4Z.,
qui prò defenpone Xcìpublica moriuntstr , quos e 4;. molti migliaia furono quei Soldati, che
Martyres efife dici t Santi us Thomas q. 114. cìt. paflati dalla Calabria in Sicilia folto la con-
art 5 ad f.fii bonum hnmannm,pro quo mcriun-
.
dotta di varj Capitani per opporli al furore
tur, referatur in Deum, &
efijitictur divmum . I
diApocrafe Principe Saraceno, dopo aveiio
Mot intclligeiium fi, ve Ica rationt qua dixi-
1
,
battuto, e vinto in divcric azzinili, pur aila_>
mus Martyrem effe i Uum,qui prò confitrvatione line la maggior parte di elfi ne rimafero uc-
honorum lemporaliii pugnai quatenus ex prfeep- ciii nel Campo.
10 Dei bon u ctiam temporali a fune confinando, L'anno 1 8 1. duemila làgrifìcaruno la pro-
vcl cosmibtes Martyres fiore, ft Rcmpubticam pria vita in un combattimento avuto contro
difendane ab hvflium impugnatone , qui fidem un'efercito di Saraceni , che sbaragliarono
Chrifli corrumpcre moliuntur , & in tali defi'en- folto le bandiere di Giordano da Miieto , di
fione mortem fubfiineant. Vnde D.Thomas in 4. Roberto di Guardavallc, c di Elia Cotronc-
fcntent.difi.4^.q.q.art.q quefliunc.i. ad ti.fic le, tutti e tre Capitani di Calabria.
atti Ad undecimum diccndum quod ctiam Bo- ,
L'anno 711. trovandoli llretcamcntc aflè-
num Increatum excedtt orane bonum creatum ; diata la Cittì di Napoli da Solimano Sultano
linde quicumquc finis creano fi ve fit bonurr- d'Egittojed accortivi tra gli altri alla di lei
tommune, fi ve bonum privatum,non potefi attui libeiazionc molti migliaia tra di Calabria, c
r Cu I-.
tantam boni totem profilare , quartane finis in- Puglia, la liberarono bensì dall’ alfedio(r) 3
cr colui, cum fictlicet ab quid propter Deum agi- ma non men di tremila di cfli vi perdettero (.capa)..
Capaci
turi, &
ideo cum quii propter bonum commune, la vita. E perche nel 779. vi ritornarono di fior. d:
sap.lib.i
non relatum ad Cbrtfium mortem fuflinct , au- bel nuovo, cd in maggior numero gl'Infedc-
reolam / on mere! uri fitd fi hoc referae adfChri- Ji per invadere la Beila Cittì di Napoli , di
ftum, aureolam merebitur, &
Martyr erit , ut nuovo furono fconlitti,c fugati da diece mi-
pula fi Bempubticam defendit ab hoftium impu- la foidati Auliharj fopragiunti opportuna-
mcnte
CALABRIA SANTA LIBRO I.
niente dalia Calabria , di quelli però ne ri- no le Mitre col proprio l'angue, e quelli co-
inalerò due mila e trecento uccifi nel Campo me Primi nella Gerarchia Ecciclultica , fa-
di battaglia . ranno mehe i Primi in quello Capitolo Al- .
quei fettecento Calabrc/t quivi condotti da la dottrina delia verità attendendo alle loro
trrigo Andalberto K.ilà Generaiiffimo dell greggie, ed iftruivano la già convertita , ed
diruto dell’lmperador Federigo Secondo. illuminavano l'ancor giace me addormita frà
Finalmente a già detti li pollone aggiun- le tenebre dell'Infedeltà . Furono perciò ac-
gere c quei non pochi,chc dalia Calabria an- curati al Prelidc della Città per nome Era-
dati con molte Galee ben munite (t) ad cio. Coftui altamente ferito nell’ animo per
unirli volontari alla gran lega fatta da’rrin- la nuova Religione, qual vedeva introdotta.,
cipì Criftiani contro l olle Ottomano , vi pe- nella Città, ea allargata nel di fuori, opporta
rirono nel contiitto maritimo fucceduto nel all'altra profèffara da fc,c da Tuoi Maggiori,
golfo di Lepanto tra ie due armate navali e che di già fi profertava in Roma , rifolfe di
annoi??!., e quei moltiflìmi ancora rima-
i foffogarla prima, che oltre crefcclfe, ne Tuoi
ni vittima del ferro dc’famoli Corfali Bar- medefitnt Promotori Carcerati dunque li
.
barorta, Dragutto, Cicala, cd Ucciali , quali due Santi Vefcovi Stefano , c Sucra, ordinò
.dal if 54. lino al i y98.pof.ro in ifcompiglio loro, che in vece del Crocififlò , adorartelo
Ila Calabi ia tutta (u) non litio co bottini, eo- gli antichi Dii delia Città. conolccndoli Ma
gl’incend) , e colle cattiviti i ina molto più per già provetti nel culto della nascente Re-
.olle uccilioni, e colle tiraggi. ligione , c che per tanto erano tutti vani li
Da ciò che lì è detto come in ifcorcio può tentativi delle parole, sì dolci, sì minaccevo-
farfene prudente conghiettuta del gran nu- le da quelle , che pur farebbono (late vale-
mero de’Martiri, che pot.ebbc annoverar ia voli a romper marmi , rifolfe di partire alla.,
Calabriai ma perche la Santa Sede Appolto- perfuafiva d una mano torminratrice Ordi- .
lica non fuol tenere firoiglianti morti in.» nò adunque, chegittati foffero , ad arder vi-
corto di Martiri , non perche nollo poffono vi in un'ardentiffimaFornace, apparecchia-
egire, e molti non lo l'uno ; ma perche nwu taper quello effetto.Furono inficine ed il co-
fon pochi gii Eretici, ed altri nemici di Dio, mandamento del Tiranno , c l’cfccuziun de’
che combat cono contro gl Infedeli, non per Minillri. Ed ecco Santi Martiri fra le fiam-
i
difender la Criftiani Religione, ma per loro me. Ma ò forza dei Cielo! li fuoco quantun-
privaci rifpetti, e particolari ragioni , E gii que accefo da un cuore crudele, divenne pic-
Beffi Fedeli ne anche Tempre combattono tofoconque!li,ed in vece d offenderli divo-
col folo line di difender la Fede , nè Tempre ratore, anz inoltrò farne ftima rei igiofo.tra-
i
fono adorni di tutte quelle difpofizioni , che mutandofi in un'aura piacevole.Otnle avven-
richiedonli al martirio i perciò noi in con- ne sì, che d una gran moltitudine concorlÌL»
formandoci S.Chiefa
alla , ci alleniamo an- al crudele lpettacolo, molti iafeiando gii an-
cora di chiamarli Martiri ; e fratanto partia- tichi errori abbracciarono ia novella Fede.
,
tiriu di quelli Sunti ne ferie del meli» di Lu- fupcriore alla rabbia di molti tormenti, fog-
iio deli della comune falutei come
anno 75, giacque a quella del ferro , che gii mozzò il
f abbiamo da un antichi (lima leggenda Gre- cullo
li -Gennaro del zjoìSepcUito ilei Ce-
-j
ca, e poi tela latina , al a quale foferilTcro meterio di Callido nella Via Appia da fa-
L Gabriele tari iu(c), Paulo Gualtieri (d), Mar- biano Prete, che poi gli fuccelfc nella Cat-
cantonio Politi (e), Girolamo Murati oti(fl, tedra, ed indi trasferito nella Chiefa di San
ed Silvcitro in Campo Marzio, venne poi l’an-
£ altri,
no fello del corrente fecolo trasportato in
II. DI S.TELESFORO PAPA- Napoli da Fri Tommafo Ciofelli Domeni-
Xi
• cano della Cittì di Rodano , che poi creato
N Acque S.Tcìcsforo
oggidì Terranova
tica Cittì di 'furio,
nella Calabria fupcriore circa gli anni pj.
fri di Noi nell'an- Vefcovo di Marfico l'anno 1 d14.il lafciò coni
altre Reliquie alla Chiefa della Saniti de'
frati Predicatori fuori la detta Cittì di Na-
del primo fecolo. Cosi pranccfco Coroglia- poli.
’• no a), Scipione Mazzella (b), QiotDomcni-
i
IV. DI SDIONIGI PAPA.
.. co ’] adoni (e), Gabriele barrio dì. Paolo
Gualtieri (e), Alfonfo Ciaccone; f), Prolpc» Origine di quello Santifiìmo Pontefice
L ’
i
ì- ro Parile (g) , Davide Romeo(h), Girolamo ofeura p»r molti fecoii a quei Scrittori,
'*
. Mar afiuti (n, AgoUino Oldoino (k), Giufep- quali poca diligenza vi pofero per incon-
t. pe Silos (J),Perdinando UghcIli(m),Gio:Bat- trarla/! refe chiara in quelli ultimi a Scipio-
j
,
I tifia Riccioli (n) ,
Ottavio Beitrano (o) ,
ed ne Mazzella (a), ad Alfonfo Ciaccone (b), a a
jltri. Salito al Ponteficato li p. Aprile dcll'an- Paolo Gualtiero (c), a Gabriele Barrio (d),a
,
no t;p. governò la Chiefa lotto gl Impera- Girolamo Marafioti (e), a Davide Romeo (fi, .
’
leonto della vita , eh' è l'argomento del Li-
Settembre del 1O1. Tali al Ponteficato , con-
jbro.rifèrbando alla Calabria purpurata il ri-
fidandolo Maflìmo Vefcovo d'Ofiia . Re-
Imancmc delle lue gloriofc ordinazioni nel co-
jPontcficato,
gnò anni 1 1., ed ordinate alcune leggi ,
me fi diri in fuo luogo ,
fono l’Imperio di
Claudio col proprio lìngue imporporò
la_.
III. DI S.ANTERO PAPA. Fede, Capite prò Fide troncato, dice
Panvinoj
Calliito.
c Icpcllito nel Cemeterio di
U' S. Anrero nativo dell'antica Cittì di
F oggidì Bclcaftro,come lo lo di-
Petilia,
V. DI S.EUSEBIO PAPA.
feorro altrove Lo fcrivono Alfonfo Ciac-
.
ir.
'
cone (a), Paolo Gualtiero (b), Giu-.Domcnì-
eoTalfone (c), Scipione Mazzella (d) , Ga-
C tre volte barellante , e Cancdrale , per
olfervazione di Paolo Gualtiero (a) , donò
bride Barrio (e), Davide Romeo (f ),Girola- t
„. alla Chiefa , ed alla Calabria quello Martire c,
mo Maralioti (g), Prulpero Parife (h), Ago- Pontefice. Lo trac da un antichiflimo matto-
Bino Oldoino (ij , Giuieppc Silos (k), Ferdi-
ne ritrovato nelle rovine d'alcune tabriche,
nando Ughcili (l),Gio:Baitifta Riccioli(m), c
creduta la Cattedrale, ove a grandi caratte-
*
.
Ottavio Oscillano (n) . Da Calabria pafsò in
ri fi legge;
c- Sardegna, per vivere feonofeiuto al mondo,
P. P. F.ttftb. P. P.
ma Iddio, qual fi è eompromcfib di daltar gli
Cafin. Orio
o- umili , lo collocò fui candeliere , allorché»
'* mancato Papa Fonziano, lo fcclfe per firn P°f.
n- Vicario, detto li 21. Novembre dell’anno cioè al Papa Eufcbio Padre della Patria 1 or-
dine de’Cavalieri da Callìgnana Per quello
2j8. Eletto dunque Pontefice tolto partì per
.
,
t_
1 fingolarpiqr.te de Sacerdoti , onde fatto
tlli,
giorno mcdcfinio fcpellito su la via Appi*
prigione da Vitaliano Prefetto Pretorio,c da Pel Cemete rio di Callifto.
~ D VI. DI
,, s ,
.6 CALABRIA SANTA L1 B R O I.
, tJ il
D I quello S .
dicono tiaifi da un libio titolato Rcliquia- in Roma dal Samp Pontcfice,perehe 1 addot-
ti inaile con le dilciplinepiu nobjii,ina
rium Laude aum , da me fin ora non veduto aven-
Vien'egli notato col nome della nazione, dolo r inorato di già morto j e per altro in-
cioè di Calabria , lenza lapeili alno della.. crudelendo tuttavia la pcrlccuziunc dell iui-
Patria, e della Chiefa, ov era Velcovo . Hi pcrador Adriano, egli per declinarla fe nc_»
mandato in bando dall'lmpcrador regnante giallo in Milano, dove accolto da Caflriano
a Citti di Nicotcra polla al mare Jià più un pi calamirofi , ne quali non pure giovò
L d una vola incontrate le feiagure de
nemici, non pur in quelli , mane tempi piu
col luo c (empio, e dottrina al popolo Alila-
ncie, ma a tmtalaLombardia , ed alla Ligu-
cj ria. Pei foche ebbe a follencr molto, furto la
antichi. Fra quelle fu da'Saraceni preio ,
pei locuzione di Aurelio Coumiodo
catturato un fuo Velcovo , il nome del qua- tti- , ;
Prdjcntibus Epij'copis
ne prefo da quelli inficine con una fua forci- Comprovinctalihus !
Oiltiana Religione .divenuto famofo , in-» Anno M. DCIX. die XXXI. Mali. [
no:i_>
profetata da quelli , cello alla fine vittimiti» j
•
fu-
.
T.b.d i
meo (e), Gabriele Barrio (d), Girolamo Ma- gii famofa per li molti latrati, favoleggiati
fc
Calab. ratìoii (e), Gregorio di Laude ( f ), il Gual- nelle Cetre de Pocii Tutti e tredici adun-
c InHitc
tieri (gl, il Ferrari (h), ed altri ; ed abbrac- que, fatti prigioni in odio della Crifliana_>.
d«*SS.
d lib. tJ. ciarono la crifiiana Fede toflo , che in quel- Fede, furono condoni in Cartagine nell’ A-
fol.
la Citiìl la predicò l’Evangelifla S.Marco frica, acciochc bandati e dalla patria, e dagli
« lib. «•
C.*4- Quindi (limando lor debito diramare in al- Amici perdano, o la vira, o la Fede Era ivi .
f Mir.b.
tri quella Fede, quale nc’loro cuori col mez- Proconfolc Saturnino , il quale fattifcli con-
co*.
g lffc.pt* zo del Santo Ev angclifla avea piantato i:i-> durre davanti diflè loro , Voi fenz’ altro po-
cap.X.
b Calai. Cielo , non furono pigri alTeflcciizionc di nete confeguirc il perdono da'noftri Impc
SS. ad diè quello. Così dunque predicando, modero a radori Severo, ed Antonino, fe di buon cuo-
4 . S«pt.
(degno Sacerdoti del Gcntilcfimo , e quelli
i
re farete ritorno agli Dii noflri antichi. Ri-
potè levar loro dal cuore Grillo 1 Anzi rete, l’impunith io vi prometto Soggiunte.» .
maggiormente li fiabilì in quei fanto propo- Sperato , lo non mi so qual fi folle il genio
fitu^ Sdegnato perciò l’Idolatra Giudice, li del tuo Imperadore, o Proconfolc 5 sò bene
condanno alla morte, principiando la carni- a dirti, che lo non mi conofco d'aver cos al-
ficina da Cafliodoro, ch'era il più frefeo nel- cuna rubato, e fc talora ria avvenuto daver
l’etì. La qua' iti del martirio fu
il capo tron- comprato, ne hò pagato il tributo; mi rima-|
co, il luogo frù li due fiumi di Molufa , e di nenie il mio Dio adoro , così inacccfl biie_>
Follone; aove anche fu la fcpoltura ; da do- per li (plcndori della luce , che non l’hè vc-j
ve tras feriti nella Cattedrale, oggidì vi li ri- duto, o'I vegga uomo vivente Taci, dille-:
.
pudino. Le lor Immagini per ordine del Re allora Saturnino , indi agii altri molto.
Manfredi furono dipinte nell' Arcivcfcovilc Guardivi il Cielo , dilfc loro , che voglia-
di Monreale, argomento della fua devozio- te entrar a parte della coltui pazzia, me-
ne.ll giorno del martirio fu il quattordicefi- glio fari, che Voi temette gl Impc raduticeli
mo di Settembre, l'anno incerto di numero , ollcquiofi a'ioro mandamenti. Ma toflo il ri-
ma ccrtiffimo, che fia flato del primo fecolo. pigliò Citino ; Eh via su gli dille:Noi altro
Re, altro Imperadore non abbiamo, che t’Im-
11 . DE’SS. TEODOLO, E COMPAGNI. pcr»durc, cl Rè dcGieli; quelli folo temia-
mo, e da lui folo le voci afcoltiamo.Vcggcn-
Urono quelli per numero nove , cioè do dunque Saturnino, che gli affari delia Tua
F Teodolo , Candido , Protho , Crifogo-
no, Artheone, Quinz.ano,Nivito, Canziano,
Religione peggioravano, rompendo il hlo al
difeurfq, comandò, che follerò rientrati in
e Canzianilla,c per patria daTauriano, Cit- prigione, e che liano polli nel legno fino al
ta deflruita , e poi riforta in quella di Scmi- dì legucnte.il dì fegueme aflìfo in Tribuna-
a Anna' nara. Carlo Murabito (a) ne rapporta il mar- le di Giudice, ordinò, che fè gli riconduccf-
dalla Ch »
tino ne i 5 . Giugno dcli85. La qualità della fero le fole femine, alle quali così prefe egli
fa di Meli.
morte fi tace, ed il luogo del martirio fi con- a dire: Vi eompatifeo figliuole , ma pigliate
troverte, volendoli da quelli nella Sicilia il eonliglio.qual vi dò, non Giudice, ma Pa-
da quelli nell* Calabria, e da altri nella Lu- dre, incninate gl’Impcradori, e làgrificatc a
cania. Veggafi la Calabria redimita , ove fi I
gliDiùAlfora rifpolc Donara:Noi onoriamo
dilputa, e per con o della Patria , e per con- Cefare in quel tanto gli conviene ; nei rima-
to del luogo del martirio. nente al noflro, e veto Dio,c diamo gli ono-
ri, ed offeriamo li facrìtìe): loggiunic Velli-
n ta,
e
Ma veggendo profittar nulla , runcnatc iu_> gittgne, eh' il iuu /agro cadavere fu ritro-
vato l amio 1 1 So. da Arnoldo Veitovo del-
prigione quelle , ordinò gli vcnillcro alfa-,
prclènza gli malchi} Già vennero , ondigli la medeiima Cittì.
rivolto a Spcratu-.Perlcvcri ancorai gli dine:
Per fé vero, rifpofc l’altro, ed uditemi, quan- V. DI S. COCOFAATX.
ti qui m'afcoltate : lo fono Ciriftiano , a cui
con nobiT eco rifpofero
cò il Tiranno, non vogliate
tutti. Dunque
la liberti
repli-
1 l i
M '
Acque quello Martire nella Cittì di
Scilla da langue molto nobile, e come
quel ti aggrada, dille Sperato } Noi qui tutti fu ali’etìjVenne dcltinato ad apprendere fu-
inoriamo volcticri.Ma qual fono ltbri,ripi- i mane lettere nella Cittì di Celai èa Maurita-
gliò Saturnino, quali voi adopriate? Li quat- na. Apprelc le fetenze fccoiari , ma non tra-
tro Evangeli, foggiunfe Sperato , le lettere iafeiò la f ilolofia crjftiana i onde difpcnlk-
di S. Paolo ed ogn altra fcrittura , dettata
,
to il fuo avere a’ poveri pellegrinando ven-
dallo Spirito Santo. Non occorre far più pa- ne in Barcellona Cittì di Spagna , dove pre-
role, conehiufc il Giudice: Tre giorni rulla- dicando la fede di Cirillo fu prelò per ordi-
no per Voi per coniigliarvi, o la morte , o la ne di Caler io Procunlolc , e mentre perfid-
mutazion della Religione) f tigli però datut- io a fagrificarc a gli Dii del Gcntiicfimo,
ti rifpolto, eh erano immobilmente Crillia- con rualehia cullanza il rinuta , da piu Mi-
ni, eche del più egli lei eonftgliaife. Final- cilìii di giuflizia,
gli uni fuecedendo a eli
mente fcortali immobile la fede de Martiri, altri, talmente venne flagellato, che Brace ia-
fulminò l’empio Giudice 1 ultima fentcnza_. to il corpo gli ufcivano ruoti i’inteftina! Era
di morte, cioè, ciie loro fullè tronco il capo: ilniluiodcl Martire lorazionc, nella quale
temenza ricevuta a ginocchio piegato , e riufeì cotanto ctticace, che e li Miniliri di-
con molte grazie al Crcio, al Tiranno , ed a vennero ciechi>c'J Proconfole con tutt’i fuoi
tutti Miniltri , ed eifeguita li i7Xuglio del adorati Dii fii alìorbito dalla terra , riouAo
tanno ìoz. fioro fagn Cadaveri raccolti I ta tanto fono il Martire, ricucite miracolo-
con devozione, furono poi ne’ tempi più in lamente le carni, e ritornate ne loro luoghi
qui trafportati, quel di Superato in Leon di le vifeerc gii pendenti. Accidenti, che noni
franerà, ove oggidì ti ritrova nella Chiefa di purnon rcleru migliori quc'Fagani, eh’ anzi
S. Gio: Bardita, e quelli degli altri in Roma, vie più infuriandoli r ncarcnato Cocufìùc,il
e collocati nella Salifica de SS. Giovanni , e prclcntaruno al Prcfide Malfimiano, il qua-
Paolo. le tulio ordinò, che folte arrotino su d’una
Si fu avvertito il Leggitore , che la-, craticola, ed inafprite le plaghe con fenape,
„ lìtuata in faccia al faro di Meflìna , nella me. Riraeflò perciò egli in un fuoco piu ar-
„ Dioeelì di Reggio, come par che iintenda dente, appena otò,chc il fuoco s climie.On-
„ l'Autore , ma bensì fuoi Concittadini, lui de rimenato in prigione nel mentre un lun e
„ motivo forfè , che Squillate ferivendofi dilcefo dal Cielo ricrea il Santo, illuminan-
„ ScylUcaum in latino , potè dar luogo a’ M
do li indir cuitodi dei carcere , li porta al
ì
„ glioni della fua Cattedrale. Qual,'però Zìa polvere gildoli , a 'quali conlitgiva . Onde
„ m venti la patria felice de 'SSTMartirUò- per tutto ciò un immenfà moltitudine dipo-
,,
predetti, fe Scilla, o Squillate , a noi per polo lì convertì alla Fed..E nientemeno luc-
„ non recar pregiudizio ail'una , o all'altra ccduto nell'officio il Frelìde Ruffino fè car-
Cittì), non appai tiene il deciderlo , Intan- cerare il Santo
,, , e finalmente decapitarlo li
ai to ùcgue l'Autore. ay.Lugfiodcl . Le cui fagtc Reliquie poi
.
tom .4.
e
pi ilradc della Cittì , c la fera al tardi rime- 1 a. anni un giorno ufeito a diporto fuori la
nato nella prigione . Non gli fu Icario Cittì, fe gli prefentò avanti una vaghiilima
il Ciclo
; poiché nel piìt profondo
della., Cerva, la quale facendo molila ora di falciar-
notte vilìtato dagli Angioli venne redimi- li prendere, ora di fuggire, portò il giovinet-
to alla primiera bellezza , e falutei ma noiij to in una lpelonca , da dove ufiito un vene-
gii per godere , ma per ritrovarli più be- rando vecchio, lillrutTe nel fervizio di Dio,
ne dante a' tormenti del giorno avveni- e nella fua vera Fede, che per tanto ritorna-
re . Tratto dunque di carcere loggiacque toacafa, raccontò il tutto a' Genitori, li
al manirio , fcarnificato con uncini , o quali raccordatili del fon no avuto, ed abbrac-
da Terza a Vefpro fofpclo da piedi , finche ciata la Fede criftiana , diliribuirono il loro
ritornato nel carcere rigodè di nuovo la fa- avere a'povcri. Cosi dunque operando die-
migliarità degli Angioli per tutta quella not- dero nelle mani della giultizia , acculati co-
te . Rapportato tutto ciò a Ruffino , ordinò, me Criltiani, e quindi condotti inSiracufa^
che con le mani legate in dictTe folle gius- al Confile. Battuti con piombi , c ritrovati
to in mare, come fuyna la potenza del Cic- collanti, furono ricondotti alla prigione La .
lo fciolti quei legami, c chiamati al Tuo of- notte loro fecfe dal Ciclo un Angiolo pieno
fequio gli Angioli , camminando per quell' di luce, il quale rilloratili con alimento por-
onde, approdo felicemente ne lidi. Sdegnan- tato dal Ciclo, aprì le porte a Fantino , che
dolo perciò il Minidro, ed itone in rabia, lo andaflc, ove lo guidale il Signore , ed ani-
fè fcorticare, c flagellare fin'airofTa 3 ficchè mò Fanzio, e Deodara al martirio, quat'cra-
finalmente refe al Cielo il fuo fpirito.chc fu no per finire il giorno feguente Fantino a- .
al primo Agodo del . . , Giacque il fuo dunque ritornò in Tauriana, c li beati Geni-
corpo fenza fcpoltura giorni lette, c poi fc- tori, troncate loro le cervici, refiro lo Ipiri-
pelliio li fette dell ifteflo mefe . Scrivono di to al Signore Avvenne quello man ino ne-
.
lui Zaccaria iJppeloò Caitufiano tom.j.Vita gli anni 304. li gl. Luglio.
SS. ad diem primam Angufii. Pietro di Nata- Pietra Etjmlino Calai SS. lib. 6. cap. 1S0.
li Fcfc. Equi tino Calai. SS.lib. 7. r.p. SJtnlo- Francefco Manrolico Martirolog. li 31. Luglio.
gio mtm.SS.Gregorio TuronenJe de gloria Mare. Giovanni Molano. Martirolog. Filippo F erra-
i
e.91. Vinctnxp Spemi, tib.i f.cap. 1 34., Crcaf. rlo.li r S aulii 1 Itati: .Ottano Chetano Vita SS.
111-CafarJlaron.In Martyrol.ad diem luta-, Sicnlt om. 1. fot. 1 12 . Arturo o Monajicrio Socr.
gufi, ove anche cita Feda , V[nardo , Adone, Girtigema ad diem jl.Aug.
Pruderne, ed altri,
Vili. DE'BB.DOROTEO, ED ARSENIA.
VII. DE’SS- F ANZIO , E DEODATA.
,
nitori di
li
i benavventurati Ge-
S.Domcnica Vergine,
quali eflendo per nafiita della Città
e Mar-
ito fodero denunciati , lòggiacquero anche maperche non è mio difegno fcrivere qui,
quelti all imperiai' editto, onde c denuncia- che de nollri, fido baderà di quello Capere,
ri, c cattur ati furono condotti alla prefenza che S. Modellino fu e Cittadino , c Vefcovo
del raccordato lmperadorc , il quale fiffo il della Città di Antiochia,da!la quale per divi-l
i'uo Tribunale nella campagna, non era cru- no mandamento paffuto in Italia, la prima.,
deità immaginabile alia mente , c fattibile.» Città, che quivi prefe fu quella di Locri, og-
allamano, qual non effcrcitaffc contro de’ oidi Gieracc. Entrato dunque il Santo Pre-
sami Mortiri.Coji dunque recati alla prefen- Iato nella fudetta Città, venne accolto con
za delflinperadorc tutti c tre, e perfuaii,che ogni amorevolezza da quei Popoli, dc'quali
abbandonata la Fede Criftiana , feguiffero ancora, cosi volendo il Ciclo , intelè il lin-
quelhr, qual’cgli adorava , ma fenza frutto , guaggio ì onde gli venne facile il predicar
rifoluti o di viver Criftieni , o di morire ani- foro l'Evangelio con maravigliofo acquifto
moramente, vennero podi in prigione , ed d'infinite anime, quali refe criftiane con l’ac-
indi con empia crudeltà battuti Parve all’
. que falutevoli del {agro battemmo Era que- .
I
l.ia.1 o piedi de 'Santi , li /applicavano della nori, che diramandoli con lnercdibiie,c prc-
I vita, con o fiata della loro ei iltiana ereden- ! dezza, e vigoria nella Calabria , profilile a:
1
za. Se ne contentarono gli alni, onde Mode- 1
proporzione e Fiori, e Frutti limone peri :
to di (degno! ed oi dinò, che ipogliati ignu- dunque la dovuta facoltà da Frac' Elia Ge-
di i Martiri fodero vediti con vdti di rame nerai Miniltro dell Urdine , partirono da'
infuocato! ma nulla incendo loro il fiero Cadroviiiarc, ov abitavano,e pailati iniki-i
tormento , riordinò, che podi vcnidcro den- vedere, da quindi le tollero aria volta del' •
tro una caldaia bollente di olio, pcccprclìna, Adita . Ma prima di partire voile il Ciclo!
ed altre midure di fuoco! nè pur quivi pa- autenticare con fingour miracolo, quanto!
tendo ledono alcuna, furono rimcnati dentro gli gradtllc quell unprela! ConCiotiiachc vo-
un'ole ur ifTuna prigioneiaccioehc li riiòlvcf- lendo quel In ne eli ic 1 o procederli d acqua, c
fe altro piu crudele martirio . Altro però ne non avendola vicina , dileguava mandar al-;
il Cielo, t fu, che mandato loro den-
rifolfc trovc. Nò, dille il b.Padrc, non rechiamo im-j
tro le caiccri l'Arcangioio S. Michele , ne li pedimemo al viaggio! filavate qui (addi cari-'
Halle al di fuori, e condottili nel lido del vi- do un luogo a canto la uve dei mare ) , elle <
cino mare , rimbarcò in un miracololò le- la ritrovatele . Ubbidì 1 altro , e ritrovata l'I
gno, e li condude nella campagna in un luo- acqua, nop pur p.ovidde in quel viaggio, ma ;
go detto Pictoi io, oggidì Pietuio, non mol- cangiala in Fonte perenne, oggi giorno la'
to didantc dalla C.tta d Ai eli irta a piedi del dui a eoi nome d Acqua di S.Dauieie Arri- .
Sagro Monte, detto Monte Vergine , con li- v ati dunque 1 Santi Martiri nell Africa, e fat-
gnifica. loto, ebe Iddio l'avea prefervati da to capo aria Città di Ccuta , fui 0110 ricevuti
quei tormenti, perche atrendedero al fruito in un vicolo fuori le muta da alcuni Cri-
dcll anime. 1 auto lignificò il gloriofo Ar- itiani!da dove, dopo un lungo apparecchio
cangiulo.c tanto cllcguirono gl invitti Cam- fridazioni, e digiuni, (parlo il capo di ce-
pioni della ciadiana Fcde.prcdicandu da per nere ( argomento aliai nobile del vivo in-
tutto il Sagro Evangelio, e battezzando inli- cendio ardeva ne cuori ) in giorno di Saba-
niti Idolatri, accetti a popoli, accetti al Cic- to, pei aver propizia ia proiezzionc della
lo, il quale dopo tante ottenute vittorie li Vergine, entrati nella Città , cominciarono
chiamo l'un dopo 1 altropna tutti tré intorno a predicar l'Evangclo a quei liarbariiglorin-
al 195. alle corone della gloria ìMarùri.non caronu Crilto, c la iua fama Lcgge,ingiuria-
perche morti (otto al toiehio dc'tormenti i rono Maometto, c i fuo Alcorano.
ina perche folto qnello lungamente tenuti, a A voci tanto inaipcttatc commofli a fde-
fomiglianza di S. Giovanni Evangelida, di gno quegl'idolatri , lor furono addolio , e
S.
'1
cela, di S. peliec di Nola , e di altri de- tot temerne legati li conduilcro alla prefen-
canuti per Martiri dalla Chiefa, fblo perche zadei He. Egli anche dalle furie agitato,fat-
in varie maniere tormentati. Uiacqucio fc- ti prima lui lulare i capi, ordinò fulfero bat-
pelliti i loro corpi in luogo onello fino al tuti fin al langue) ben e vero, che Compatiti
legnare dcll'lmpcrador Cullammo, da dove come pazzi, lui uno polli in catena lo lpoziu
poi vennero uasfciiti in un fagro Tempio di giorni otto . Non mancarono tra quclto
gii confagrato a Mercurio predo Mercuglia- mentre alcuni miniltri dell Infedeltà di pcr-
no ! ma poi dedicato a'iòro glorioft nomi , e fuader loto con le buone , che ab jaiidonaia
pur quello rovinato da Saraceni circa il 954! la legge di Citilo, feguilleio l'altra dell Al-
da quivi diflcpciliti fono al regnarceli Gu- corano! ma indarno, 1 oliando apertamente-)
glielmo il buono Normanno,venncro ricon- convinti dalie ragioni de Franeefeani.E però
dotti nella Chiefa Maggiore della medelima vennero dati nel potere d' un Giudice, per
1 erra, ovepittime lì adorano con tito-
di nome Arbaldo! aitine, che lafciandoli li di-
lo di Protettori , edebrandofene la feda con feurfi, li venille all upi a, o per premiarli pei
molta pompa a' 14. Febrajo. fidi, o per ealtig.u li ostinati.L uno , c l'altro
Leggenda antiqua M.SJe r orn.vi vita Paolo .
di quclto partito fupcrò laeollanza de'Mai-
1
Afggto Catat.de SSjdcl Rigno Davide Romeo .
tiri ! e pertanto conno di loro venne fulmi-
De hauti del Regno, fi lippa ferrati de'SSJta- nata fentenza di morte. Sentenza anzi di vi-
han.a 14. febrajo, e lo.Gmgno D. Giacomo .
ta, e perciò tutti alzate le mani all insu , ne
Giordano,Croniele di Monte t ergine lib. I z.14. ringraziarono benefattore il Cielo Il ile .
N On così rodo
tò nelFUmbria
il Serafico Patriarca pian-
1 Ordine de' Frati Mi-
erctata murre, e cominciando dal Santo Pa-
dre Daniello, gli fé tutti uccidere li li. Ot-
tobre
"
CA LA HK I A SAIN TA LIBRO I.
tobre del i xn. Cosi li fsreviarj Braccareii- qualunque venirti eletto , non erano a lui
ilc'Francc- drizzate le lettere pontificie. Nei viaggio in-
fc, e Minoritano, il Martirologio
fvoni, Lorenzo Surio, Celare rsaronio, Gio-
eontratofi in alcuni di quei Barbari , e da_.
Marco iti Lisbona, Ridolfo To'.lignani,.Ma- pu quelle contrade! rilpofe.ch égli era Ita-
liano, Keligiofo dell Ordine defrati Mino-
riano, e qualcji'aliiq rimettano qiicltu mar-
1 martirizzati corpi ru- ri, e che ritornava dai Prete Janni
tirio aii'anno 7 tp , , Legato
dell Apportolica Sedia, anzi di Cri fio crocc-
bati da'Mcreadanti tìcnovcfi, e Pilàni ,
l'eb-
be il Kè di Portogallo, condotti in Lisbona fifìo, per portare a quei Hegni la luce del
con gran pompa, ove oprando un infinità di Vangelo, ai quale pur crtòrtava loro medefi-
miracoli, lui ono da Papa Lcope dichiarati mi , le volcano dopo la morte goder di Dio.
nel numeri) de Martiri e hi Religiyn de Mi- ,
Difpiacqueagii Empì la propofta , onde fa-
nori ne ordinò i’ujhcio li 15. Ottobre, pon liti in colera barbaramente f uccilcro a i},
potendolo follenjJzzare li 12, giurilo della Gennaro. Sorgono qui due divari tra Scrit-
lor morte , per il rilcontro con l'ottava del tori,lunopcr illuogo del martirio, e l'altro * ,om.p.
1
Serafico Patriarca, Ma oggidì li Beati Corpi per iliempo, per quefto Boflìo (a) , e Guai- a?.,'”' !'
di S.Daniello , e di S.Angiolo riputano in ticro (b) lo rimettono all'anno 1482, Marco
pr '
S
°X,I. DEL B. ELIA CAVALLEP.O, diflegna il Cairo, e Borio Gerofolima. ór.i. e- ia-
sr.i.c'11.
Cron ti
PI- Ub-S
uglielmo Mala'erra (a) lochiamo Car- XIV. DE'BB. ARCANGIOLO E
G tomenfc, e ve ancora chi lo fcrivej
Camotenfe, ira e gii uni, e gli aitri , con er-
ÒUO COMPAGNO.
,
• fd
dii
ed avendo lotto i ‘esercito ni Eonaviro , e di per quelle parti, veftiti da fecolari per is-
,
Lcttemurio valoroit condottieri di quelli, fuggirc le infidic degli Eretici, quali infefta- !
perche portato dal caldo delia virturia, oltre vano quel Regno, s’ac<;oppiarono con alcuni !
lor poteri. Rallegrò li feonfitti Capitani la pa, e della Chiefa Romana,! Rcligiofi prefe-
ir. olili,, del Ca vallerò, e tentandone la tede, ro a difendere la fovranità dcli'uno , e dell' 1
li ritrovarono Eroe non meno nell anni, ohe ultra cosi, che tofto fi accollerò gli Eretici,
•
nella K Gigione ; onde pei filali non puter che fortéto Cattolici , onde gii Caricarono j
XIII. DEL B. GIOVANNI, del delitto, loro (cantarono in bocca alcuni ! . A „nii.
archibuggi, nel qual tormento ipirarpuo la- i> Cren,
N On ti
e lòto
ne, cioè Calabrcfè
si la Patria di
nota con il nome della Nazio-
li
£\.
u
pranccfcano, e per virtù, e zelo emincntiUì- e tré dell Ordine de’Mirrinii , Gabriele Bar-
}
mo. Inlieme con aitri del mcdefimu Ordine rio (d>,e Fra Girolamo Marafioti (e) Fran-
, c, r.p.
andò con Prà Giovanni Gigaro Spaglinoli), cefcano, e del leccio Paolo Gualtieri ( f', t V
;
R '-
ì.l.odui.
dettinato da Papa Silio IV- Ambalciadore al ,
l’Autore del Teatro (g), ed altri.
Prete Janni. Arrivata ia nobil compagnia a|
Cairo, e quivi infermatoli il Legato Spa- XV. DI DUE ANONIMI FRATI MI-
gnuolo, e perciò fatto ritorno in Italia, gli NIMI, E COMPAGNI,
fu foftituiro Giovanni il noftio Pulsò dun-
.
Regno in tumulti per la creazione dei Ric- 1 urclii, quali non paghid'aver loro tolto la
ucitore, rifolfe di ritornar!, nei concioliachc libertà, cercarono ancora di torli Crifto.e la
,
ta da tutti, (ìnguiarmcntc tla'Rcligiufi , che fiovalina nacque Camdiq; dove Ipefa parte
dimenticati dclfer prigiunien.ri Ipofcro con d ai alle lettere umane , ed alla pictì, pafsò
liberti criftianj,che faranno prima a perder in Napoli afio Itudio delle leggi civili, Abi-
la vita, tagliati in pczzj,ehe quella fede, nel-, tavano in Napoli alcuni fuoi Compatrioti
la (mate erano e nati , e vili liti Così dunque ma di(TÌ|luti,li quali veggendo la vita imma-
proiettando gli uni , e non confcmcndo gli coiata dei Giovane, nioifero cambiarlo in
altri, cioè Turchi, quali |>er tutto conto li
i un di loro. Accordata dunque tuia giovane.»
volevano Maumettani, fi venne al fccroiqn- donna bella, ma lafciva , mentre Camillo fu-
dc barbaramente fcannati, furono buttati in litariq una fera di Carnovale attendeva arti
mare li jo.Maggio circa li tj 1 ?- fuoi liuti), introduflcro quella nelle fue dan-
Atta Capitali Generali: fratrum Minimo - ze , e'i ftceru pregare, a lafiiarla in un can-
THmic anno t jzp.c.td Paolo Gualt.h^.i , c.jp, torino delia camera, per non capitarla ma-
|
le quella notte . Ma egli avvertito del tiro,
XVI. DI NICOLO' PICARDO, I fenza dir altro, fi la cavò d avanti ; indi ab-
bracciatoli con un Croccfiflò,nientre lo rin-
A notte
L medefima ,
naqquej
nella quale
S.F rancefio Patriarca de Minimi, ven-
ne alla luce da altiflìmo lignaggio Nicolò
graziava della vittoria ottenuta, gli entrò il
Servitore, fgridandolo, perche nun lia itato
più coi tele alla me Tellina , a cui egli aitra-,
Picardo ; cosi onorando la medefima Cittì rifpofta non diede , che due fihiaft. Pre veg-
di Paola F’ranccfio Confetture , e Nicolò gendo però il catto Giovane,chc quella non
Man ire L° notano Monfignor Paolo Keg-
. doverti: edere l'ultima volta , occa/ìone al
8*° l *)» P aolo Gualtiero (b), ed lfidoro Tq-
1 precipizio, torto entrò nella Compagnia, ef-
i »i«. dì
*.Fr»oc. icona (cj. Venuto intanto Niculò agli anni fendo d anni zo„ ed il trentèlimo di fua vi-
1
fi applico alla milizia , nella quale ridicendo ta venne dertinato alle Millìoni della C bi-
cJ-JJj
e vie. di yakuofo, il Rè Pcrdinando lo fé Capitan di na, da lui medefimo con ardentirtime brame
cavalli della fua guardia, pafsò poi Capitan richieda.
fib.u*ov
di cavalli con Alfonfo Duca di Calabria-, Partì dunque d’Italia per Goa il i 5oz. , e
nelle guerre d Otr-uuo attediato dal Turco. da Goa per Malacfia, c Macao , ove arrivò
Non erano nò fenza fangue nemico, qè fen- 1 anno 1 <504., e nel mentre credeva mettere
?a gloria e fua, e dc'futai le fpellc fcaratquc- in terra ferma nella China lì trovò aura-
cie, che concio di quelli, quali ogni d‘ egli vcrfatalaftrada da' Portoghefi , rifoluti di
fortiva; onde mezzo confidi non fapevano, noq permettere ad Italiani il patfaggio in
come ó averlo nelle mani vivo,, qlevarfelo quei Regni, Gli convenne dunque oiirepaf-
da dietro le ipalie, mortai. Ordinò per tanto fare nel Giappone : nè pur quivi ebbe facile
Agmct General de’Turchi.che contro di lui l’entrata, impeditagli eia una fiera tcmpella,
lingolarmcntc li drusa itero, qualunque cile- la quale fu vicina, a, mandar ai fondo tutte le
no li fodero, le offefe, Scavata dunque una-, Navi. Avviliti tutti, anche li Marinati , Ca-
gran falla, e covertala dinfidiofi fiondi , il millo fqlo fu collante, tantoché non pur gli
di fegucnce veì portarono i perfidi , fingen- animò per ia CUutc del corpo , ma e vie più
do paurofa la fugai onde cadutovi incauto, all’altra dell’anima, riportando da tutti i Cri-
l cbbcra viva nelle mani.Che non fecero gli ttiani la compunzione del cuore , e d alcuni
empi, ora con prumollc, ora con minaccio Idolatri la converfiqne d’un Cinofe . Appro-
:r guadagnarlo a MaomeitoìMa egli faldq dò dunque in Naganfachi li 17. Agoltu del
r Crilto , per amor di cui avea ìntraprclb
a Grillo intraprefq il 1 (S05. dove fermatofi un'anno per apprender
combattere, rifiutando ogni offertSjC Ipreg- la lingua; da quindi pafsò nel Regnu di il u-
eiando ogni qualunque minaccia, fu perciò gea, e da quello in Sacai, lima delle quattro
fiotenziaio alla mone , qnaf incontro a gi- primarie Provincie del Giapponc;ncUa qua-
nocchio piegato, con occhici alzato ad Cie- le m menu di Tei anni fé acquirto di 8oo.ani-
lo, e conia nocca tempre ripetendo la con- me così ferme , che in una fieriflìnu per-
feflìon della fede, unica, cfoja cagione del fecuz ione, qual figuì, appena ne vacillarono
fuo morire. Cqsi moriva Nicolò in Otranto, t rè, o. quattro. Furono, iua induftria li primi
e così vedeva di Paola S.f rance fio, on.de to- fimi della Fede nelle Terre famòfe. del Olez-
rto il publicò Martire, nella Chicli e glq- zo, ferainqfcvi Fanno iffij., fi non di fua
,
riofo nel Cielo, mano, almeno di liio conrtgiio, e l’occafione
fu, che dovendo partir ivi a fervir di Medi-
XVL DI CAMILLO COSTANZO, co un Criftiano fuò difccpolo,cgli l’ammae-
ftrò d'accoppiar infieme la cura de’ corpi
'
fi
-
54
CA LABRIA SA MTA LIBRO L
v-nne dcUmaiu a uei uua lrcpc di oamni ingraticolati, ebbe
iaMilSonc, alta quale poi intorno una gran moltitudine d' Idola-
Angclis.Sortaia perfeeuzio- all'
P. Girolamo de
io soandimento de tri, e Criftiani, con anche molti Eretici, In-
nè del i 4 t 4 , camelia -
glcfi, e di Olanda. Or il Sant'uomo inviato-
Cannilo ritorno in Macao,
dove non
PP. fe pochi palfi , che pui
l'animo alla corn- li alia cqtalta fe quei
oerdendo tempo applicò eran cento , con tanta velociti , che chi 1
dira altrove,
atura d. quiTiibn.de qual. I.
un bofeo vicino, c dal pus, animata antan non poffiint oecidere , Di-
arfert» fenza riparo*
caie, ov'egli abitava’,
tempo eh egli ta- feorfe alla Giapponefe dell immortalità del-
arrivato alla fua camera , a
tutto che i anima, e dell eternità o felice, o dilfavven-
rava, li ridette, fenza Offenderlo ,
fecco Ma quello turata Dille lin che volle , ed allorché fi
.
fi chiamaf-
roeatu, chi egli fi folle > c come tjnitoii rttacque . Tutti lo credevano mor-
fe , rifpoic eh'
era Sacerdote delia C,o.npa-
to , ma
egli alzate le voci continuò la pre-
nome Camilio Collanzo * Sog-
gnta c per
dicazione con dicitura tri latina, e Giappo-
giuntogli» a. qual Hi* era pa£ato nei G.ap-
nc(c,c poi có voce piu alta a frali foloGiap-
ifone, non dilli; altro, ma oden loro un A-
ponefe tre. volte, dilfc; oh Bene , o piacere!
noiugia feritta a penna. GL fu ‘. P^**° »
C
di Xjngun Molti credevano da ciò, ch'egli non fcntifl'c
perche non uabidilie gli ordim
Che 1 ubbidir il tormento, il vero li fu,che 1? fiamme fat-
Signor del Giappone, rifpofé:
della tede » “ on te piu vicine crebbero si , che f involfero
aVnneipi in pregiudizio
tutto. Era veltito a nero , conforme all' ufo
all udir di ciò, alza-
1 01 dina a la fra legge, della Compagnia c nientemeno comparve
della mor-
un grido, ch'egli era degno
,
te^, candido come neve , indi per il cocimcnto
gn venne gittato.in colio un
capeftro •
te,
fcreno.mol- del fuo*o bronzino , e annerito Gii li cre- .
allegrezza incredibile
£E ii lo ricevè con
.
del
colonna di legna, ozz. Gio-F.afebio Nerimbergh , illa
[ciuciti} dove piantata una
lati, I
IX. epif. Nel qual trattato, qual intitola De marti- refe lo fpirito ai Signore , che fu circa il
116 .
e in Ho-
rio per peflem, mollra colloro non pure vc- mezzo giorno, apparve ili Convento a F rat’
feain rifiìini Martiri , ma giorioli , c prcziofi ( 1 ) :
cap. Antonino da Reggio, c pieno di giubilo gli
n.
F de An-
/lofi m contendere Martyres charitatis i Usi dille, vieni meco (era in Celiaf.Dubitò l’al-
tidoti* ad- firiùs,& exprejjiùs configurati Cbrifto Marty- tro d’ accollaiTcgii per tema della pelle , c
ver fu* pe-
lle mc.t. mmPrincipiy atque adeo,quia per vteiniam ad non dipendo cola alcuna di morte : ma egli
g de bel- pnmum in unoqucque genere , quod cfl men- non temere , vieni meco } Andati addunque
lo divino
p.p. cap.*». fttra
ctterorum attcnditur perfidi lì omnium , inficine , cd appena pollo il piè nel Sanila
h PrcUDd. qua fune fiub eo genere, conftare inde poterle , Sar.cloram diiparve; cd ecco dalla Città i'av-
ad Ann.
Clcricor. quanta ,
quamque pr atrofia fu Martyrii hujus vifo della lua morte j onde lì fe argomento,
miniti, n perfie3io(m).T anto cheli fopravanza di per- che quella era fiata l’ora, nella quale il Mar-
69 ir ni*
.
\ deChri- fezione agli altri morti,pcr la difefa della Fe- tire della carità era cimato nel Sanila San-
lliana fo»-
t tu J.c. :
mano in mano da mol-
de, e’1 vi traendo di ilorum dei Paradifo . fra Giacomo anch egli
5.6 A: 7. capi Quello fentimcnto lì portò addotto
ti .
morto fidiamola del giorno vegnente, pic-
K tom oppolizionc di molti , fingolarmontc di
1'
chiò al punto medefimo la Cella del Guar-
il. opc
rum pari- Raimondo Capifuochi madiro del fagro Fa- diano , Bernardino da Reggio il giovane , e
3- langiti (n) , il quale cosi ne forille : Dicen- dille Benedicite. Conoleiuta la f ta voce da
:
1
P-4.C.
in cap.* dum tamen aditionem voluntariam periculi quello, td ufeito per l ederlo , no’l ritrovò,
n.4.
ad Prosimi falutem curandai» , ttiam morte c cercandolo s ineunti ò in Prat’ Antonino
n contr
eonfecut a,non effe proprie’, ac preftè martyrium, Ridetto, che gli dille, non cercar. Padre, i rà
lice eoi qui juvandis pefte contaci il immoriun- Giacomo, egli è mono, td è venuro a licen-
tur, effe proprie, ac prxfsi Martyres Hic pro- . da voi , per andaiTene al Cielo
ziarli Li .
feto efi communi! Ecc lefitte fienfui 7 Nujquam Corpi di quelli Santi Rcligiofi dati alla fe-
enim Ecclefia , ut veri ac rigorosi Martyres poltura nella Chiefa di San Salvadorc, final
colui t eoi, qui voluntarii peritulum ali quod ad iorno d’oggi , avvegnaché incerti di fito,
proximi falutem curandam adeuntes , ex bac f arricchì feono.
inortuifuni. Htc eli am e/i, ac fui t fiempercon- Zaccaria Boverio . Annali Ann. 151S1. n.
cors Theologorum fiententia.Hoc ipjum cfl com- Paolo Gualtieri Martiri di Calabria . Itb. p.e. \
cd or porgendoli anche gli alimenti del cor- che non li fono ancor potute avere le noti-
po rocco ancor egli dalia ferocia zie appurate, ttante che quei luoghi fi man-
, lino che
del male a 4-Febraio dell’ anno fudetto an- . tengono con ftretti.e rigorofi cordoni ; per-
dò aricevere da JDio il premio della fua ca- ciò li riferba di regittrarne in aldo luogo 1
rità,
loro nomi con le particolarità , dopo che
M
i£
Sarebbe ancor quello il proprio luogo lì faranno ricevute le indubitate certezze .
parte seconda
de* confessori.
H| Lia Calabria bagnata di fin- di Lucio d'Orfo <k), di GioiBattifia Riccio-
fa] gue , faccio fegùire l'altra ba- e d’ altri , per il che sbagliò Ottavio
li ( 1 ) ,
g
vi de
sSSl
guata di lagrime penitenti,ch'
39 e la pane alfegnata a’ Confef-
^11 fori . Di quelli molti ne rac-
39 colfero Barrio, Marahoti, Da-
Romeo. Ne accrebbe il
fclfori fioriti in qucfl’ ultimi fccoli. £ prima fieato , è fua mone fe ne difeorre nell» Ca-
labria dominante
De’ Confeffori Tor.tefci ,
IL DI S. AGATONE PAPA
CAP, I.
Ome quelli mentre ebbero li pri. P Erdifeorfo nella Calabria fpogHara , e ri-
C
venevole , che l®abbjno dopo la morte in
viflcro
mi luoghi nella Chicfa,così egli è con- vettila. ove mi rimetto. Per la Vita , fcrive
D. Agollino Invcges (a) , che Sant’ Agatone * «•
quella Storia ; accioche non meno vivi con ebbe moglie , dalla quale poi cercò difeior- "itk
fa prefenza, che morti con la memoria, pof- fi, per renderli Monaco nel Monaftero di
fano godere dell’ onore fi meritò la lor vir- S.Ermcte in Palermo ,oggi di San Giovanni
tù. degli Eremiti. £ dice trarli dalla lettera fcrit-
i,b.j. fu parimente di Paolo Gualtieri (d), di Gio: difacconcia alle cofc operate da lui . Con-
‘
’ Domenico Taflonc (e ,di Scipione Mazzel- vien dunque conchìuderc, che Agatone Pa-
h lib. ja ( f ) , di Gabriele Barrio (g) , di Girola- pa non ila Aato quello , del qual favella 1»
Dm.p'r-
*
mo Marafioti (h), di Ferdinando Ughelli(i), lettera di San Gregorio: Monaco sì, ma non
. }, ,
|
dell Ordine di Sm
Benedetto, ma 4 i S.Equi- conio: Qsllaerimantibus omnibus , tanjuaai
Zio, Agito in Provincia ulteriori s pruni Mo- A punico parente orbatis Morì dunque Ir z8.' .
nachus Ordirti s S.£:jnitii,Cù rive Alfoufi, Cia-- Giugno dei 78 j., ed ebbe fepoìtura nella
j
} 1 ì
honoris ,
ingiurie con li benefici. Le grondi opere del
decor at mori bus, arte ecrit.
Offici uni
fua Pontcficato fi rimettono nella Calabria maf.lib,/,
frettimi bic mentii Antiftes fummusAgatbo
dominante. Ricco di lanciti, c di ineriti nel-
Sedie Apojfolice federa firma tenet
la Chicli, morì li 15. Marzo del 7jz. repel-
En pietas , en prifca fides infsgnia Patrum
lilo in San Pietro.
Intemerata manenf nifibsts alme tuis.
tìuis vero enumerai morum documenta tuo*
V. DI 5 . JMERIO VESCOVO,
rum
formula virfutum , dum tua Vita fora
” cmi.
s <-
><l
J
[non folo il , -
Brctij , cioè nella Calabria da oncfti pa-
'
ne , v ,„a',
‘greche, datine ,alle quali aggiunfe la peri-,
. Vedi l' abito di Canonico
rcntiiChe appena toccò gli anni della difere-
zia nella mufica d;
zione, che guidato da lume interno, lafcia- ss.a; irai,
regolare nel Monafterio delia Bagnare , do-
ta la Patria ed parenti fuggì in un Dola
i
££
ve fi perfezione non pure nella dottr ina,ma , fa Jr
affai dillante , ma
deferta , menando quella Vp.V
nella virtù. Alrbnfo Ciacconio fcrive, eh' ei
vita, quale portava T afprezza, e la folitudi- «!•
fumeravigliofo nella Religione , (ingoiare
ne del luogo} Però conofeendo , che quella
nella demenza ; onde c con fatti , e con pa-
animava Tempre gli altri alla giuftizia, maniera di vivere non fóffe troppo ficura, fi
role
Reti rio mira , riduffe a vivere in un Monallerio di Rcligio-
alla fortczza,ed alia benigniti:
offervanza} onde argomen-
pietas , &
clementia fuit , Homi ne s verbo , ir fi di grandiffima
, ed
ogn' altra maniera di af-
Jimo S81. Nell' amminiftrazionc del grado vigilie , cilicj
Anallafio riconobbe in lui tré fingoiariflimc fliggere il corpo , che toflo fe ne diffufe il
nome, non folo nel Chioltro, ma c fuori da
doti, cioè l' eloquenza nel maneggio dc'ne-
quello, fino a Roma, al Pontefice regnante.
gozj, la diligenza nelle colè lagre, e la libe-
Quindi mancando di Pallore laChiefad’A-
ralità con poverelli'. Stngularem eloqueniiam,
mdia, loper fuo Vefcovo , eono-
li cleffe
cxattum in divinis mjfiertis judicium,denique
fauperum turami ella qualultima virtù tan- feiuto per fola fama , c n' ebbe gli efpreffi
to li vantagiò, che quando ei morì, fi meri- comandi da Roma} onde fi convince lo sba-
tò fé lagrime univerlaii di tutti ,dilfe Ciac- glio di chi io volle Vefcovo d’ Imeria:Non
iofe.
e„ ,
infcenai a cofa, clic tolto non la confermai-' inuiue per la fatuità delia vita, c per Ja glo-
le o coll cfcnipio ilei vivere, o con la inzra- riade Miracoli. Quindi dal fuo grido porta-
)
viglia de miracoli , de' quali ebbe dono An- to venne da Ravenna Aia Patria S. Leone a
golare. Mori li 17. Giugno , ed il fuo fune- mcttcrfi fotto alla fua difciplina , e non s’in-
rale venne accompagnato dalle lagrime di gannò ì coneiortiache da lui irtrutto nello
nitro il popolo, li luu Corpo è in Cfcmona, fpirito, ordinato Sacerdote, e fiuto Archidia-
ove venne trasferito per olitine di Ottone I. cono, div enne cosi famulo, che Ja Criftìanitì
li ip. Ottobre del ptfj. e riporto nella Cat- di Catania lo chiamò per futi Prelato : Cnjns
tedrale in un idpolcro di mar mo, da cut trat- opinioni t Leo fama pcrMotus, butte txpetendnm
to l'anno 129^. da Sicardo Vedovo di Cre- venir, dille io Scrittoremcdcfimo.Ora elfen-
mona, fu riporto in altro fcpolcro piu nobile do egli morto , perche non averte a perde rii
in tempo alcuno la fua memoria, i fuoi Con-
VI. m S.SISINIQ VESCOVO. cittadini fabricarono
nome
un Villaggio, c dal fuo
io di Acro S. Cirillo.
U" la patria di quello Santo (a Città di
f Reggio, ove poi profittandofi non meno Vili. DI S .EUSEBIO VESCOVO,
nelle lettere, che nelle viriti , divenne infi-
lane in quel Clero. Non
Due
era rji lui p piti umi-
j!e, opiu caritativo , o più catto, infomnìa_>
'tale, che mancando a quella Chiefa |1 fuo
A or ora deferitti piace d'aggiunge-
terzo Cittadino, e Vedovo di
re il
! Prelato , Silinio per reggerla venne foliitui- la ma vita, e virtù, (è non che quando tutta
tocun applaufo di tutti. Se fu Santo prima . la (. alabi ia,e Biiilicata furono putte a facco,
della Prelatura, io fìi parimente , p con più ed a fuoco dal furor Saraccnico, la fola Cit-
vantaggio dopo quella, onde fp.u falene la tà di Reggio ne andò prelérvata dalle ora-
li ioni di quclto S.Prelato
fama da per tutto, traile per riverirlo il Mar- . Virtù egli nella di-
tire S.Placido, e fuoi Compagni, all'ora che gnità anni quattordici , e riposò nel Signor^
partiva in Sicilia, con penderò di piantarvi l'anno 9id,'
Religione , che poi Ìndi ad alquanti
la fu a
giorni paisà in Mefltna , lafeiando molto IX. DI S. GIORGIO VESCOVO,
confolara la Citò con la fperanza di dover-
vi fondate il A o monadico irtituto; E molti iù ofcurc Amo le memorie de 'Santi Pon-
puntano, che il santo Prelato gli abbia dato P leguenti, c per prima di S, Giorgio
tefici
difccpoli delpacic, per ritrovarti iflrutti, già Vedovo di Taunana Ville circa gii an- .
quando era per ripartirvi} E farebbe dnz’ al- ni filò, ed crtendo poi morto, fu fepellito nel
tro fcgiiitoje e quello, e quelli non fircbbo- vicino lempio di s. fantino di Monaci Ba- i
no volati al Cielo, refi Martiri dalia fpada_, filiafii.CoM Davide Romeo fa) . '
s
j
[
f»Uq. eo tempore Cxlabricis in partitila f'ir excellen-
udendo luminofi dal lepodro rifanarono !
Indico lo de' Vefcovi di Gierace. voi ! Nò nò. Quali querele intefe dal Cardi-
nale^ riferite al Papa , fi lolpelè la fua pro-
XIV. DEL B. MATTEO VESCOVO. mozione Di . ad otto giorni punto da Iti-
lì
moli della cofcienza per non aver ubidito,
dìcatorc, c compagno di S.Bcrnardino. Mof-J avvenimento non fu per la fabrica del Duo-
fo perciò dalla Ria' fama Papa Nicolò V.vol- mo , ma del Mcnadcro del fuo Ordine, fiot-
le promovcrlo alla Chiedi Arcivefcovile! to titolo di S. Bernardino Governò Matteo .
anni
, .
anni 21. , c Tempre Tantamente quella Chie- ma di qual Religione, ed in qual Monallero,
Ta,e mut con grand'opinione
i di Tintiti l'an- non e picciolo il divario. Tritemio (a)
, Ar-
t lib. a.
de Vix ii-
no 1481. TepUiito nella Cattedrale con que- noldo U viene (b), Piòppo da Bergamo (c) f Juf.
llo Epitaffio Cabriolè Barrio (d), -Girolamo Marafioti;e), b tign.
V.t.
Mane ,
quam cernii , ille cu] ics latti eft ed altri lo vogliono Monaco , pd Abate Be- c Zuppi,
perenni!, nedettino nei Monallero polto in Ravenna. lib.
d lib. j.
Tranjlultt in latinum Eccleffam de graco DiTpiacque quello Temimento al Cardinal fol.
ad cult um Divinum , Baronio(f) } onde riprendendo alcuni di e Crome.
Ji0.a.cic.
Cui nomea eff Malteut ,quem in Pr afo- quella Religione, peroehe quanti ritrovaro-
ad ta I
am. 1 44p. (
1 $ - , e torti. S. ann. 1450. (. 36. per ì Cajjiodorum prò animi arbitrio fub ejuf-
Gite limi , Comm. Pii 2. lib . Bgovio , ad ann. 4 dem Sanai Benedilli Bcgula Monaiumrcfc-
14<?0. T-27- Paolo Gualtieri , lib.p.c .54. Ferdi- rum, cnm agentipje de Monachi! a /» colle Oh
nando Vgbelli, It al.iai rJom.cp.Arcb. Xoj], Mar- in Commentario de divini1 legioni busi nei ulta
>
tire log. trancili., Ad diem 13 .Novembri:. quidem ( cum in eo argumento verjdtur San-
)
ili Benedilli, vel Regularum ipfiut habuerit
,
XVII. DEL B. NICOLO’ VESCOVO. menlionern.^ue certe ante omnia ipfis j'uis Mo-
acini oh oculoi pone da erant . Conicità Gio:
li
Criflc la Vita di quello làntirtimo Prela- Bardita Lczzana (g) non volendolo Benedet- C tom-}.
S to \ alerio Pappalìdcro , quale però non tino, e lòggiugne , che anzi fiato Tulle Car-
Aniul. ad
Inè avvenuto fin' ora di vederci Un lolo melitano} onde dopo di aver riferito il len-
l'quarcio del foglio diaecTetteTuno le ne reca timento di Sello Scntfe , del Baionio , del
nella Vita di Giovanni da Cali , nel quale lì Bellarmino, di PolTevino, di Gualtieri , c di
accenna egli edere dato Abate nel Monade- Spondano, che Monaco lo vogliono, ed A-
ro di S.N'icolò, c che ivi divertito il raccor- batc, co’nchiude , quod innut datar veiujtum
dato Cali, gli preTagì le glorie Vedovili. E- illud altudMonachorum genut E lunata, 6' pro-
letto adunque VeTcovodi Cadano ripugnò phetictm, non nuperum illud Z>. Benedilli pul-
quanto potè, ma lilialmente l’accettò, aven- lulare lime exptum , smulatum fuijj'e . E piu
dovi il Cielo impegnato il Tuo potere con al- giù. Mac porro . fufficiai ter convincane
. .
LA
digniti Abazialc quantunque non., mento T aver egli fondato il Tuo Monade-
uguagli la Pontificia , non per tanto rio nell' ultima parte d’ Italia , non molto
non la licgue nelle prerogative, avendo- dall'Africa lontana , in cui fioriva il nollro
ne molte communi Onde avendo nel prece- . Agolliniano Monacato: L'cfl'cr egli fiato
dente Capitolo diTcorlo de Santi, e de' Bea- grandemente divoto del P. S. Agofiino, co-
ti, quali gii illullrarono la Calabria in quali- me fi cava dalle Tue opere } l'avere altresì
ti diConTcdori Ponteficiircfìa da tener rac- avuta fircita famigliarità con un dotto, c ve-
cordo nel prednte di quelli, quali le fioriro- nerabile Abate Africano, chiamato’ Pietro,
no in dno, accoppiando con la Tintiti Ja_> c per confegucnza Agolliniano, il quale com-
prerogativa Abazialc- pilò Topere dello Hello Tuo P.S.Agollino, co-
me teftifica lo fieflo Cafiiodoro nel cap. 8. de
I. DI S.CASSIODORO ABATE. divinii IcWontbus e tanto più facilmente a
:
C Ke
Abate
S. Caff.odoro Tode fiato Monaco,ed
, egli è coromune dntirc di tutti}
egli avuto due Tue parenti del mede fimo no-
firo lllituto, cioè a dire S.Proba, e S.Galla „
fin
.
Fin qui il Tircili, a cui io fofcrivo per quel- timorate del Signore . Ancor egli fanciullo»
lo tocca la prima pane, cioè, che Caffiodoro dimoftrando portata di vecchio , fu dato ad
non avelie veltiro abito alcuno di Religiofo allevare nel vicino Monaflero, dove con
iiliruto da altri fondato ; ma un'altro diffe- l'Abito Religiofo vifle vita d’ Angiolo Fu .
Così dunque flabilitala profeifione Reli- può a pieno riferirli la prudente vigilanza,
giofo del Santo, uopo egli e di metterci su'l con la quale governava il Sagro Cenobio, la
alo della fua vita Nacque egli nella Città
. carità , e l’amorevolezza verfo de’ Monaci
di Squillacc, come io dimoflro altrove, cir- fuoi Ridditi Ulu Arato da lume Divino, pre-
.
ca il 458., o 4<5 i., da'Genitori di altiflìmo veggendo le crudeliflime calamità, quali fo-
legnaggio, ed applicato alle lettere li profit- praltavano alla Calabria dal furor Saraceni-
tò tanto, quanto danno 4 vedere , c gli utile) co , e le grandi ftraggi , quali era per patire
tenuti, e i libri ferirti da lui Ingombrata in-
. l’Ordine monadico, a gnifa di novello Gie-
tanto l'Italia da Goti, ed effóndo celebre nel- remia prefc a deplorarle ; e perciò notte , e
la virtù, e nelle fetenze il nome di Cafliodo- giorno vifirandu le fue Chiefc con occhi ba-
ro, venne allignato per Maellro nella Filo- gnati di lagrime fofpirando dicc.iiehe fopra-
fotìa a Teodorico , che poi fu K#’ d'Italia, Rava tempo , così calamitofo , che le Sagre
nel qual officio diportatoli qual fi conveni- Bibliche doveano tramutarli in iflaile 4 i toz-
va, 11 avanzò a piu gradi Canccliicro, Segre- zi gitmienti , e i Sagri Libri gittati per di-
tario, Senatore, Cunfole ordinario, Qutilo- fpreggio a fagrilego fuoco . Se a calò s’in-
redell Imperiai Palaggio, Patrizio Romano, contrava con alcuno de’fuoi,ah figliuolo(gli
c Prefetto di tutta india ; non foio fono al diceva) io ti piango per morto } e così cam-
Rè Teodorico , ma ancora lotto Alarico , ed minando, c piangendo non volea prender ci-
olt re più avrebbe tirate le fue glorie , fe fa- bo alcuno , c fe poi ftracco volea riitorarfi,
(lidito delle cofc del mondo,o cumc altri di- fol'cra d’erbe crude , raccolte nelle campa-
cono, iiomacato delle gotiche crudeltà , ab- gne . E quantunque avvifato dal B. Nilo (che
bandonando il fecolo,c fabricato a fue lpefe non lungi dai fuo Monaflero di b. Mercu-
il nobile Monaflero nel Territorio di Squil- rio in una grotta affliggeva il fuo corpo in
lare fua Patria , non aveffc profelfato vita penitenza) a voler ritornare fra’fuoi Mon a-
monaftica : Nell' ozio , e quiete della quale ci ^ egliperò non lo confcntì mai : onde fo-
intefo non mono al profitto dello fpirito,che pr a venute le feorrcrie dc'Barbari , quali po-
a reg dtrar le fue dotte fatiche,come in quel- fero a ftragge, ed a fuoco la Calabria , fenza
lo 1 avanzò sì,che ne riportò il nome di Bea- perdonarlo a Chiefc , ed a Mjnaftcr) , dopo
to , e di Santo 5 così in quelle s’ acquiftò il l'aver egli tollerati infiniti itrapazzi, prefi in
nome di Principe de’Letterati del fuo foeolo: fua compagnia Virale, e Niceforo fuoi difee-
Leggali la Calabria erudita. Confummato fi- poli di iàntiflima vita, abbandonata la Cala-
nalmente dalle fatiche sì corporali nella det- bria, andò pellegrino pel Mondo Vidde il .
tatura da tanti libri, come fpirituaii dall'afti- Pelo pone (io , ove nella Città di Chiafló per
nenza , vigilie, ed orazione , in età affai de- lungo tempo rifplcndè con la luce de’mira-
crepita di anni 94., o 97. riposò felicemente coli.Pafsò in Atcne,a riverire il Sagro Tem-
nel Signore l’ anno corrente di quel fecolo pio delia Vergine Venne in Lirillà al Se-
:
j. Per quello tocca la dottrina fcrivono di polcro del Santo Martire Achiilco.Di là paf-
S infiniti Autorii e per quello tocca la San-
i
sò in Teflalonica , ed altre Città della Gre-
tità eoa titolo, o di Beato, o di Santo cia, nc 'quali pellegrinaggi confumò anni ot-
Arnoldo Uvion Lignum vita, Paolo Gualtie- to, fenza mai rilafciarfi tial già prefo rigore
ri lib. f . c. alt, Davide Romeo Indice de’ Santi. di vita penitente . Già molto vecchio volò al
Gabriele Barrio de antiqu. lib.q. Girolamo Fa- Cielo dopo il 9 jo.li jo . Agoflo 5 però la fila
br i mem.di Ravcn.pf. foL$10. fella fi celebra li Menologio
Z4- Luglio . Il
lauto lèrvizio di Dio. fioriva di quel tempo gendo dunque mancargli gli umani a/uti, si-
in Argirò con gran fama un Mo-
di Sicilia corfcroa’divini , fupplicando i’interceflionc
naltero di Monaci onde il Giovi-
Batrliani 5 del S anto Abate Luca . Intenerito 1’ uomo
netto tratto dalla lor fama pattato ivi, fu del Tanto alle lagrime de fuppiichevoli fi pofc
Pagro abito ve dito dall' Abate Saba Sorto . a chieder il iòlpirato foccorfo dal Ciclo c
,
intanto il grido di S-Elia di Reggio , il quale fu effaudito, avendone in rifpolla , eh’ efea
fatta una lettola di Santiflìmi Monaci, fra’ aniraofo incontro a’ nemici precedendo 1’ ,
quali gii videro S.Filareto,S.Zaccaria,ed al- efferciti de’ Terrazzani col fuo batto nc. U-
tri, erano Ipettacolo al mondo, egli motto da Ici, ma veduto da nemici in forma d’armato
quella Tanta fama ritornò in Calabria^ s’ac- gucrricro,aflifo d'un bianchimmo caval-
sii
compagnò con quei Servi del Signore. Il Si- lo, circondato tutto di fpiendori
; quella ve-
gnore però , che ne Tuoi configli è occhiuto duta talmente atterrì gli empi , che voltato
per amplificare le glorie del fuo nomej le fpalle, fi dicrono a vergognofa fuga. Ric-
quanti proiettavano d'efler difccpoli nella-, co adunque di tanti meriti refe l’anima al
icuola di S.Eiia, tariti ordinò Macilri di lpi- Signore li ij. Ottobre del ppp. accompa-
rito, con dcftinarli in varie parti della Cala-
gnandolo anche dopo morte una sì gran co-
bria, della Sicilia, e della Eafilicata.Del nu- pia di miracoli, che l’Abate Luca fuo quarto
mero di quelli fu il nottro Ab. Luca, il qua- fuccefiore fobrieatagli una Chicli, vi trasfe-
rì le fue reliquie, e con autorità appolìolica
le partito dalle parti di Reggio, andò ne’con-
fini della Calabria fupcriore , propriamente
cominciò a celebrargli gli ecclefiaSici uffici.
in un Gattello detto Noja,dove in una Ghie- Crebbe la fua venerazione con la Protetto-
ria, e Padronanza di lui, alla quale fi fotto-
ra, confagrata ali’Appoftolo S. Pietro , e po-.
Da dentro una gran felva, tratte la vita fra la- pofero quei d’ Agrumento.
grime, e digiuni anni lette . E quantunque-» Paolo Emilio Santoro Ifior. Carbou. Paolo
Gualtieri lib.f.
avelie disegnato di vivere foio a fe medefi- Ottavio Cajetan. Pitti SS.
c.jiS.
re, dicono alcuni, che li caso, altri, che co- gnorc, fchiodata la delira tré volte io bene-
nobbe libidinofàrnentc una tal donna dalla dille; onde tolto tranquillò Ja tempcrta,ed al-
,
rifoluto d abbandonare a tutto conto il mò- nel corpo, benché torto dalla divina libera-
do ve 01 l'abito rcligiofò di S.fialilio nel Mo- lità rifanatonc, ebbe a (limar quelle piaghe.»
naftero di S. Nazarto , non avendo ancora.» aperte motlrc d'amore . Ebbe grande fpirito
compiuto l'anno trentèlimo dell'età fua.Così d umiltS,ondc perciò mai voile ordinarli Sa-
dunque paffiro dal fccolo alia Religione, col cerdote, c tai'ora eflendo mancato l'Arcive-
nuovo abito intraprefe un nuovo modo di feovo di Rodano, avvegnaché concordevol-
vivere, anzi di penare. Concioliachc comin- mente eletto dal Clero, c dal Popolo,non pu-
ciando dal òfi ine nza in caltigo delie delizie
l re non conienti , ma fuggito nei vicino de-
date al corpo, per quaranta giorni non man-’ ferto, tanto v i ftiè nafeofto , finche intefc-»,
giò che frutti, nè beve che acqua . Indi poi che queilaChicfa era di già provveduta. Gli
mai beve vino, nè mangiò, che una forte di fu famigliariffimo lo fpirito della profezia..;
mineitra, c Tempre dopo la caduta del Sole . onde potè predire al Principe di Capua la
La Quareiima avanti Pafca ia digiunava con perdita del Principato , ed all'Imp.rator Ot-
folo pane, ed acqua, e talvolta vidde il quin- tone, cd a Papa Gregorio V. la lor morte.»
to giorno lenza cibo veruno, ed altre volte.» Non ebbe fc.ma ia rtanza; conciofliuvhc ve-
in venti, o coinè altri dicono, feifanta gior- lino dei fagro Abito nel Monaftero di S.Na-
ni non fi rifiorii , che due volte , lafciando zario, indi pafsò a quel di S.Mercurio , poi a
qucli'altra maraviglia, cioè, che fi allenile dal quel di S.Adriano Anzi abbandonando la_. .
auficro il veftire, quaJ’era il capo fcovcrtu,li dove fu ricevuto da quei Monaci, e dalla no-
piè nudi, e’1 corpo coverto con una fola io- bili} Capuana proccrtì umilmente, con Croce,
nica, inceduta di peli di capra ; e perciò piu candele, incenfo , c da Sacerdoti ponti! caì-
torto cilicio, che verte 11 dormire cosi par-
: mente vertitipippiinro come fe forte S. Bene-
co, che mai fopravanzò l'ora, e Tempre fulla detto lor Patriarca. Oltre pafsò in Gaeta, fa-
nuda terra If tempo così i'avea ripartito
. : ticando il Monartcro di Scrpcntcri qual a-
,
Dal Mattutino a Terza ferivea libri fingo- ,
bitò con feifanta Monaci Tuoi diLcpoii . In-
larmentc Salmi non eflendo ancora intro-
,
tefa fratauco ia carcerazione di Pilogato fu o
dotto l'ufo delle (lampe: Da Terza a Sciia_. Cócitradino,ehc da Vefco o di Piaecnza per
cantava il Salterio , piegando mille volte le_> opera di Citfcenzu Confido era fiato eletto
ginocchia avanti un legno di Croce : Da Se- Papa, contro Papa Gregorio V. andò in Uo- ’
da a Nona fedeva contemplando lì divini ma per l'uà intercefiione, ed alle porte fu fo-
Mirterj,ora ipareendo fiumi di lagrime*, ora iennemcntc ricevuto da lèdetti Papa Grggo-
rapito in ertali ; Indi cantaro il Veipro, rifiu- rio,ed Ottone imperatore, quali poitufclo in
tava k» fpirito, palleggiando,e recitando Sal- mezzo lo condulfi.ro nelle loto danze; sì
mi: Sponeva la (agra Scrittura, adoprando in grande era l'opinione della fua limita. Palio
ciò l'operc di S-Kaltiio, di S. Gregurio Nan- in 1 ulcolo, oggidì Prafeati , ov’ edificato il
ei,ed altre volte anche molti de' PP. Latini . rimanente della fua vita, la quale attivata fi-
indi prendeva quel poco cibo gli era in co- no all'anno 9;. lafciata la terra volò al Cic-
fiumc, e del quale alquanto piu Copra. lo li ifi Settembre del 1000.
.
Non dormiva però a Tuoi danni l'Inferno, 5 . Bartolomeo Abate Vi la di lui. Nico li Ban-
i)quale fpinto sì dal nazìo furore, sì dall’in- diteci , Vi ta di lui. Gabriele Barrio de anhqu.
vidia a tante opere fante, fperto il combatte- Uh. . . fot. . . Girolamo Maraf.Crou.lib. . .
va, ora al di dentro con maligne fiiggertio- caf. . . Paolo Gualtieri lib.i.c. . . Cej'arr_
nì,ora al di fuori con aperti contraiti. Sov- Baron. Not.ad Martir.die itì.Scft.
4<S
CALA BRiA SANTA LIBRO I.
rnm-i. A*
gente a prender da lui i nccel- •velini duos fuiftì- Elias fanBitate praftantes, rum. ai vi
dofia gara la
ammaeftramenti .
alteralo Siculum in Urbe Etnia, alterum Rhegii ram S. F-
farj .
iar I « n ìo«
in Calabria natura, tjuot perperam plerique con- n* foi.
1
Roma il Santo Abate , per averne nut in Sicilia alienando fuerit , Elias Enncnfis
chiamò in
iti Calabria fu verfatui ; quod uterque ,
configlio • Dille eon intrepidezza il fuo pa-
diutiùs
Jit orfirn tanni, diverftfque
temporibus, Romani
rere, e fu, ch'egli più non s' accodarti
al fa-
adiverte ad invifendas StnBorum reliquia ;
gro Altare L' abbracciò volentieri il vera-
.
vero , che di ciò non abbiamo rifeontro nel- faltmica in Macedonia anno Chnfìt 90J. XVI.
la vita del raccordato Pontefice d.fcritta-, Rai. Augufti, bic in Monafterio fuo in monti bus
Seminari am in Calabria anno Cbrifti
dal Platina, c da molti altri Aveva il nofiro
. flipra
Santo fmgolariflimo affetto a poverelli, (oc- 1050. HI. Id us Seprembris. Igitur fnperftes E-
correndoli in tutto quello gli era poflìbilc, lia fmorì fui t annts LV1I. Nacque il nollro
ed avvenne , che incrudelita la fàune per il Elia in Reggio dalla Famiglia Bozzctta ori-
paefe all’intorno, egli difpensò a'poveri, o ginaria di Kcggio-.fuo Padre ebbe nome Pie-
pellegrini, quanto teneva in caft;ma r.on cefi, tro, Lconzia lua Madre , da'quaii applicato
(andò la fame, ed c (Tendo mancata la provi- alle umane lettere , vi fi profittò fopra tutti
none, egli per fottrarfi dai vedere tanti, che gli altri dell'età Tua.Effendo d’anni diciotto
languivano, prefe Jafuga per Roma. Stracco una volta , che li communicava gli apparve
intanto dal viaggio, e forprefo da leggicriflì- un Monaco di venerabilifiimo afpctto , e gli
mo fonno gii apparve Papa S. Gregorio , lo diflc , Mio figliuolo , tu feinelnumero de’
riprefe della fuga , esortandolo al ritorno; Prcdcftinati, c perciò procura defili Santo;
perche Iddio l aurcbbc provveduto Ritor- . c ’1 confcguirai, col renderti Monaco Ani- .
nò, e torto fu a ritrovarlo un nobile,e ricco, mato adunque dalla vilione con un compa-
offerendogli per fervigio de Monaci , c de’ gno di fuo fodisfacimcnto pafsò in Sicilia.,
poveri molte mifurc di grano , con le quali ne'monti predo la terra di S. Auxcnto, dove
per
.
zio. Viaggando adunque Elia la volta di Ro- miracolofo,jchc la terra, ove ripuliva il fuo
ma , poitò la congiuntura d' accoppiarli con prcziofo corpo, operò molti miracoli.
un fanto Monaco Ruffiano , per nome Igna- .Gabriele Barrio de antiqu.lib.z.foL.
. .Gi-
zio, dal quale ifirutto nelle Regole monadi- rolamo Marafioti Cron.lib.pr.e.iS. Davide Bo-
che, dopo la vilita de fanti Luoghi , e delle llico Indice de' Santi.
fagre Reliquie, fu avviato inRcggiu.Arriva-
to in quella Cittì venne accolto in un Mo- X. DI SAN TOMASO ABATE.
nadcrio faafdiano, dove da S.Arfcnio Abate
fu poi vedilo delie lagre monadiche vedi.
Intanto avendo Iddio rivelato sì all'Aba-
te Arfenio, si al Monaco Elia l'imminente
C ittadino altresì di Reggio
parimente di S.Balìlio tù S. Tomaio, ed
Abate del Monadcrio podo su l Calale di
, e Monaco
dragge di Reggio, perciò non avendo cuo- Tir reti, villaggio della medelìma Città Il .
re di ritrovami! prefenti. partirono jn Lipa- di piu delia lua vira giace fcpeilito fri le
ri , ed ivi abitarono anni otto , fin tanto fi molte tenebre dell' antichità.
tranquillò la fiera tempcila-Ritornati poi al- Gabriele Barrio de antiqu. lib.Z. foL . . .
la Patria non tirarono al Monadcrio}ma lì ri- Girolamo Marafioti Cron. lib.pr. c.zS. Davide
tirarono in una Chielà, dedicata al Santo Bomeo Indice de' Santi. ,
L
!
Abazialv, l'amminillrò con incredibile vigi- litello, oMcJito r.el fi amezzo trà uimiglia-
lanza Ma poi o che faltidilfe la vicinanza
.
no, c T avcina . Ch ei lia fiato di lintillima
della Patria, o che volerti isfuggirc i'inquie- vita, e tale, eh’ abbia potuto recargli gl’ap-
titudinc de’numerofi concorfi , lafciato que- plauii di Santo, l’abbiamo dallo Scrittore me-
llo Monadcrio, polso ne’Monti fopra Semi- defimo} ma quali fiati nc follerò i particola-
nata, dove fabricato un’altro Cenobio mena- ri,e T ultimo della fua beata morte, l’ ofeu -
va vita troppo auftera. La moltitudine sì de’ rezza di quei tempi cc’l tiene nafeofio
miracolici delle profezie rodo lo refe famo- Daniele Monaio ferittore della vita di San
fo da per tutto onde da per tutto correndo-
: Bartol. Ottavio Gaetano vite SS.Sicul. tom.z.
gli dietro la gioventù , relè numcrofo quel fol.ljG. i
po. de quali <J8.n’avea logorato alla peniten- Om’ egli è comune lèntirc de 'Scrittori,
za, riposò nel Signore gli undeci Settembre
dei iojo. 11 fuo Corpo trasferito nel Mona-
C che la Patria di quedo Santo folle Sim-
mari} così poi non è picciolo il divario tra’
derio di S.Elia fopra Galarro giace nafeodo medefiini del luogo , c del lito , ov’ ella folle
m vie*:
agli occhi umani} il capo però oggidì fi con- funata quella terra Ottavio Gaj’ctano (a),
.
SS. Sicul.
icrva nel Monaderio vicino Seminata di Giufcppe Bonfiglio (b), Placido Samperi(c). t.mui.lol.
• 36 .
Monaci Baiiiiani, detto S. fìlarcto. cd altri non cosi ben intelì della Topografia h itlor.d:
Fra Bernardino Giorgio vita ejur . Ottavio di Calabria vogliono, che quella folle f an- di Me M> b.
c Itone-
Cajet.vita SS.Sicn i. lom.i. ammali.fol.xiS. Giro- tica Sibari , cotanto famoia nc’ tempi della !og. Iib J.
lamo Mar afio:i Cron.hb.l c. jo. Gabriele Bar- Gran Grecia: Soggionge Gaetano,eh ella al- c.jodigteL
rio de antiqui t.fol. . , Filippo Ferrari de meno folle una qualche reliquia di quella, e
SS. Itali a. nc reca in pruova le rovinate vedigia non
'
molto didanti di lito, con l’ autorità di Gio-
van
48 CALABRIA SANTA
vari Puntano . Mail vero fi è , che Simmari, erbe, e non bevendo, eh’ acqua, e l’ ime , e 1'
la felice Patria di quello Santo e una piccio- altra con mi fura. Non ufava fuoco, e per al-
la abitazione nel leno di Squillaci , così co- tro e (laudo il paefe molto freddo,c incredi-
nie lo fcrive Daniele antichifiimo greco bile il dire qui, quanto ci parlile dal freddo.
Scrittore della vita di lui , qual refo latino dalle nevi,e dalle piogge,
cosi favella. Tube bone SanBum Virar» , quoti Non mancava 1 interno a quelli, eh’ erari
vos non latet quotquot propé aieftis fiera , Cr parimenti di natura aggiungere i Tuoi , ora
divinimi io Ut fi a Congregatiti baud ampia ali- con apparifeenze terribili, ed ora con preci-
pua,tir ornata Vrbs,jed vile objcurumque op- pitare da alto a badò per quelle Valli piog-
piaulum in hit Calabria partibns fitto», qua ge di (idi. Egli però fé ne Khcrmiva con l'ar-
uteridie JpeRat, Nomea vtro Tairix Sommari. mi fpirituali della Croce , e verfetti de’Sal-
Or in quella Terra nacque Bartolomeo, e mi. Occorfe un dì, che l'Abate S. Cirillo, e’1
furono fuoi Genitori Giorgio, ed Hlena, no- vecchio Eremita raccordati di fopra, anda-
mini primari, ma non gii Signori del luogo, rono a ritrovarlo ì ma come furono appretta
com’ altri li credè- La principal cura di que- il luogo , ov’ egli orava , ecco dalla terra al
Ili beati Genitori era come Cielo una Colonna di fuoco , la quale poi
allevar il lari-
ciullo nella legge del Signore, ed egli potè- fvanita,comparve ivi S. Bartolomeo tutto lu-
va farlo vie piu con l’ ctlempio , che con le minofo, fingolarmcnte la faccia} onde accol-
parole di quclli.Indi palfato alla giovinezza tifiinficme refero grazie al Signore di tanto
venne applicato de’ fagre lettere , alti (ludi gran beneficio Volle il Signore all'ultimo
.
delle quali tutto intefo , di breve fi profittò riportarlo al Mondo per falutc di molti , c_>
tanto, che parve fuperar l’età. Si dilettava quella ne fu la maniira.Taluni Cacciatori in
della frequenza de' fagri Tcmpj, ne' quali vece di fiere s'abbatterono in quclloSanto.c
confumava tutto il tempo difuavita, can- non fofpettando in quel luogo uomo abiu-
rando Inni , e Salmi llpirato dal Padre de'
. no, attimoriti fi pofero in fuga } ma egli ac-
lumi lafciato il fecolo , c la Patria , andò a eotgcndofidcl fatto , loro fu appreffo , ani-
vcllirfi Monaco nel Monallerio , qual fiori- mandoli a non temere, poich' egli eia uomo
va in molta làntità fiotto la difciplina di San della medefima natura , ma ivi ritirato per
Cirillo predo il Fiume Melito , frammezzo piangere le lue colpc.Aflìcurati adunque raf-
rra Gimigliano , e Taverna } ma
per pruova fermarono il palio, rivolti fi racconlòlarono,
del fuo fpirito efelufo dal Santo Abate fiotto racconfolati fi dipartirono.Quindi tratti dal-
pretelto, ch’eflcndo un giovane delicato mal le maniere così dolci ritornarono la feconda
poteva reggere al pefo della vita monadica, volta , c finalmente per opera divina pubi i-
Anzi , gli nipote , per quello me ne vengo carono l'uomo di Dio, quantunque per altro
qui, Padre Santo} acciò motto fiotto al pa- n' avellerò rigido mandamento 1 olio che
.
timcnto viva al mio Grillo, e quando avver- fc n’udì la fama concorfc da per tutte le par-
rà muoja fiotto l’aratro della pcnitcn-
eh’ io ti la gente , onde venne nccifli tato ritirarli
ti religiofi,prcfa licenza
da S.Cifillo cammi- v o di Dio a beneficio de’Popoli , quali anda-
nò altrove a piè nudi , con una fola tunica, vano a riverirlo. Una notte dopo il Mattuti-
cinto con una Zona di pelle, con in mano un no così parlò afuoi Frati Figliuoli abbiam
:
ballone , a cima del quale era la Croce , per finito il Mattutino , ci manca il pane per of-
fempre portare fu gli occhi la paffionc del ferir di mattina il fàcrificio; ma non dubita-
Salvatorc. Arrivò nell' Oratorio di San Sili- te, che la divina Providenza non c’abbando-
nio Martire ove abitava un Santo Eremita narà, c raccontò molti ciómpi di quella libc-
vccchio per nome Biagio , dal quale riCcvti- raliffima Provvidenza. Ecco adunque all’ora
to con carità, lo trattenne ficco per alquanti di Terza,ora del fanto Sacrificio un Rcligio-
giorniì e nulla di meno oltre più dimoiato fó di quei contorni , il quale recando del
dal fuo fpirito priegò l'Eremita, che lo con- pane, c candido, e frefeo , lidie comincia-
duceflè in un altro luogo più lcqueftrato,co- mento al tremendo facrificio Non piaceva-
.
gumi per il l'odcnimento della vita. Quivi il animo, come lafciatc quella Congregazione,
nuovo Anacoreta , quanto più travagliato c rinfelvarfi ne’ bofehi, quando una notte nei
dal freddo , c d' altre inclemenze di tempo, mentr’egli con fervore più grande del fedito
tanto più racconfolato nello fpirito con la orava, gii apparve circondata di gran luce
dolcezza dell' orazione , c contemplazione, l’ alta Reina de) Cielo, e gli commandò, che
dun-
e
ci, si conl'aiuto de 'piti ricchi, fingul.irm.n- | di libri pe' Monaci , e di (agre vedi per il
re di un tal Criftodolo Ammiiato di molta Tempio 5 ond' egli navigò in Conrtantino-
j
la qualitì de' tempi ne procurali-- da Papa giero, prima poich'egli quanto bui-ava tut-
'
Palqualc, ch'era l aro e. caro l'anno 1099. 1 to donava a' parenti , e confumava in altri
immunitlì così come fu, poiché conolciu- ufi illeci-iic fecondo, perch'ci foffè Eretico.
ta dal S. Pontefice , e da' primi del
Clero la Rcftò attonito il principe 5 onde tofto chia-
firmiti di Bartolomeo, ottenne quanto vol- mò da Calabria in Sicilia il Santo inficine
le. a
,\ quamo
era caro a' Principi da bene, con li calunniatori } li quali comparii avanti
tanto fi rendeva terribile a Tiranniionde più lui , e gii uni incolpandolo di tali delitti, e
volte novenne la liberti per miriti gii con- l' altro non ifcufiinduli, ne fi partito decre-
metterla dcntro,fabricò al di fuori un gran- re fere attoniti: v’ accorre quali rutta Ja Cit-
de Ofpizio per riiioro de’ Concorrenti Oc- . tì di Medina : onde ftupefatti fc gli buttano
corfa una gran carcftia , qual toccava tutta a' piedi, fupplicandp il perdono . Sciolto il
la Calabria , e perciò ricorrendo a lui una Santo cominandò il Come , che nel fuoco
gran moltitudine , non fapendo che fi fare , medefimo fi buttartelo Calunniatori , e fa- i
rieorfe alla dilpenfa della divina Previden- rebbe f-guito, s’ egli non avelie interceduto
za per mezzo di fervente orazione \ ed ecco per loro. Quello 5:, che in d.tto luogo poi fi
una gtan quantitl di farina, e di pan cotto, tabricò il gran Monafterio detto del Salva-
con le quali potè fov venite a tanti affamati. dorè, dove da Calabria chiamati S. Lu.a con
Navigando alcuni de' fuoi Monaefin gior- altri 1 1 di gran Semiti, -he lo govcrnaflèro,
.
no di Sabato li i}. Luglio , giorno fagro a egli ritornò a! fuo Monafterio Calabria^. m
S. ApollinareMai tire , diedero ne' Saraceni: Indi a non multo conolcendo per divino lu-
erano di gii vicini all'ultimo lupplicio:Prc- me la fua beata morte, preparato con tutt’ i
viele egli m ifpirito periglio de' fuoi fi-,
il Sagramtnti il dì fedivo alla Vergine Affini-
gliuoli } onde chiamati nel Tempio i Tuoi tà, chiamati a fc i fuoi Monaci, ed avviliti-
1 . . -
ITddlj gii ili ante morte , collimi per loro . cune difficolti i (loriche, quali non difciolte
capo il b Luca , altro da quello andato iiu pocrebbono rendere dubiofa la fua nafeita, la
Meffina; Indi racconfolatili per la fua mor- l'uà mone, ed altri particolari della fua vita,
te , ed animatili alla virtù , riposò placida- Sono queltc per numero tré; come a dire , fe
mente nel Signore li tp- Agoito del j 140.ll Siciliano di Palermo ; o le noltroda Stilo, o
firn corpo venne fepellito nella Cappella ver Carfano egli dire fi debbia Se Signori :
Bcrdin.Ughclli Jtal.Sacra ArcbJtojJ. metto, per non ridire con tedio le colè me-
defime . E quanto alla prima tutti i Scrittori
X1U. DI s. LUCA III. ABATE. Siciliani di quell’ argomento , Ottavio Caje- ]
corfiituimus illuni , qui in r.ovo Monejhrio Dei forprefa l’ abitazione da’ Saraceni , e uecifo
Genitrici!, quod in Roffano efi, Abbai cxtittr.it, il Padre ; la Madre gravida di lui fu portata
bonefliffivium Monacbum Lucani, p'inim fapicn- in Palermo , ove a fuo tempo partorì Gio- <
tem quidcm in divinis rebus, CT valdd probnm à vanni , il quale cflèndo ancor Fanciullo a ,
paventate in et s educatimi ,
atque ex mollibns confegli della Madre l ipufsò in Calabria,ove
unpiu bus vitam monafiicam J’eciitum , tir in ea e vilfe, e morì Così di eomun parere tutti i
:
prx multis aliti prxjlantein,&c. Ma più ampio Scrittori della fua vita, Angolarmente l’anti-
egli è 1' elogio della fua fantini , quale Col- chiflùno Greco Scrittore , qual relò latino
pitogli dopo la mone filila lapida della lè- predò Cajctano , così introduce la nobile
il
poltura a carattere greco , cosi favella , refo Signora , che favellò a Giovanni fanciullo.
latino. pioveris fili, hùc (Palermo) d Barbari! Jervam
Die Lucam inclitum Archimandrjtam , me ad àlibi am ; quare non cft htee Patria nefiraj
Qui Virtutibus fplcnduit, luciferi infiar, non hic Genitor tutu ; jid Patrem tuum fciai
Multifque apparvi t cauj'a falliti s , velim unum fuifii ex primatisti Carfani op-
cft ìnCalabria ad Promontorium
pidi,quod Sti-
Bt foli Deo vixit tempore loto ;
lati propè flavi um Epanocrtt, jnxta Monafie-
Bt corpus mortificavi t ante mortem,
Abfconiit terna , tavquam filtra tiubes rium, quod ajunt Romtanum : onde in confor-
Tertio ante fai. Marcii menfis. miti a’noftri principi , che la vera Patria fu,
ove avvengono primi Natali bifogneri
Brat autem dtes Sabati , bora vero tenia i ,
Altro di particolare non abbiamo della fua nifque opibus , manente matte , Calabriam pro-
fantiflima vita , la quale con difpiacerc di fetiti!etjoames Paterni dico l'errore ; che
tutti li terminò in giorno di Sabbato li *7.
non cflèndo (lati li fuoi Genitori Siciliani,
Fcbraro dei 1175. non poteva, pattcndofi da quell’llòla, lafciar!
Daniele M-nato nella vita di S. Bartolomeo. le paterne ricchezze; che anzi, giulla il rap-
,
ABATE. e lo faiebbomo, quando il più volte raccor-
dato D.ApoJlinarc non ci avertè tolto il tra-
1} Rima quello
d'olire paffare nella vita di vaglio con un volumetto di quello argomen-
1 Santo, egli è ncccffario di feiogliere al- to ; al quale ci rimettiamo ; traferivendone
qui
m , .
qui follmente i pumi principali . Nacque dro; ed egli e certo, che quedi concorli dal-
adunque il Santo in Palermo , gii concepito 1 Italia non poterono edere dalla Calabria
in Carfano, terra di Calabria, e fu la cagio- insù . Paolo Gualt.ero più fpecihcatamcn-
ne , che in una feorreria di Barbari circa il te li crede nati in Ciridà, e loggiongc che
,
uoo.uccifo il Padre, Cabila fua Madre gra- ritrovati furono la cagione, che a morti Vil-
vida di lui venne condotta in Palermo Ve- . laggi di quella Baronia lor li mutò il nome
nuto il fanciullo a qualche cti , dubitando ptoprio Greco , e fu preda quello di quedi
Cabila, ch’ci non rimanefTe affaicinato dalle Santi, onde che frà quelli, ed altri vicini, ii
faraccnichc lujinghe per farlo Saraceno , in- odono li nomi di S. Pietro , di S. Gregorio,
llruttolo,pcr quanto le fu potàbile, ne' mi- e di S. Demetrio Vie più Ipinofa e la diffi-
.
ller) della tede criltiana , lo rimandò in Ca- coltà intorno al tempo , nel qual videro .
labria, do ve ritrovando diffabitaro Curfano Giufeppe f radica diee, che furono contem-
fua Patria, pafsò in Stilo, e quivi dal Vefeo- poranei al Rè Rogiero,c che poi liano mor-
vo Giovanni maggiormente illrutto , e poi ti l'anno 1 140. Concorda f Abate Mauroii-
battezzato, per piu meglio fervile lddio,ve- co, quale li vuuic Synchronos a S. Conone
liì l'Abito Monadico di S. Baftlio tù eletto . Monaco BafiJiano, quale pafsò al Ciclo l'an-
Abate, e poi Atchiinandrita } offici ammini- no 1 1 _}<?., ma li ripruova Ottavio Cajetano,
llrati da lui con ogni Santità di vita , e vigi- e li addietra all’ anno 800., prima che la Si-
lanza di Padre . Scorfi finalmente anni 70. cilia folle infettata dai Saracenico furore^.
circa, accompagnati con ogni Reljgiofa virtù Sofcrivo ancor io, non per la ragione reca-
riposò felicemente nel Signore li 24. Pebra- ta dal Cajetano , che fc loderò viticci oltre.)
ro del 1070X2 feda lì celebra li 24-Giugno, li 800. non li farebbor.o fmarrite le loro me-
ch e quello delia Confcgrazione della Chie- morie , quando d' altri non pure del tempo
fa .Maralioti dice celebrarli li 2. Marzo . del Rè Kogicro,ma ne tempi piu in quà non
Rilplendè con la luce di molti , e fmgolari abbiamo le notizie ncccliaric : fiui irono
miracoli , sì in vita , sì dopo morte , fra' adunque circa gli 800. , perche per detti
quali è quello , ond egli prete a cognomi- tempi era affai ufuale il pellegrinaggio de’
narli Tcredì b cioè mietitore , e fù quando Rcligiofi dalla Sicilia alla Calabria, e dalia
avuta compatrono di alcuni giornalieri Calabria alla Sicilia. Nafee la terza difficol-
quali battuti dal Sole mietevano le biade del tà intorno alla qualità di quedi Santi : cioè
Monaflerio, gli ordinò che ripolìno alquan- fc Confàr.guinei, fc Reiigion L’ accennato
.
to, ed egli fra tanto con le lue orazioni ot- Gualtiero ii fuppone fi atolli ; ma non può
tenne dal Cielo , che tutta la mede cadcde negarli , che almeno non fodero in giado
fegata, ed avvolta in fafeieJli Le lue Sagre . tiretto di parentela per queflo , che con dTi
Reliquie lungo tempo ripode nel Monade- loro cunduileruEiiiàbctta già Vedova, non
rio, tré miglia diftantc da Stilo , futono poi permettendo nè l’ onedà di queda, nè la gra-
trasportate l’anno i 5 5 . . nella Chic(a,c Mo-
< . vità di quelli vivere infieme in unamedeiì-
naderio de’PP Paolani, predò la Città, gii ma giotta mafehi , e femine non congiunti
foppieflò dalla Bolla di Papa Innocenzo X., di langue perche non c vero quello Drive
:
e conceduto a Battilani , ove con molta fre- Piòppo Ferrano, come oflcrva Ottavio Ca-
quènza ,
e divozione vengono riverite da jetano, che fodero vidùti in didime, e Spa-
tutto ilpacte all’intorno Anonimo Greco vi-
. rate cellette. Per quello poi riguardale Kc-
ta iffiut . Ottavio Cajetano vita SS. Siati. ligioli, e di qual famiglia Arnoldo ii vuole
.
fol.17. tom.z. Ag' fimo Inveges Ann. di Falena, Monaci Benedettini .La communc credenza
tom. }. an. io SS. Carlo Mur abito Ann. Ecclef. li dima Rcligio/ì dell’ Ordine di San Bafiiio:
MejJin. Gabriele Barrio de antiqu.lib.4. Girola- Così come {timo ancor io , partiti da qual-
mo Marafioti Cron. bb.f. r.jtf. Paolo Gualtieri che Monattcrio di Calabria, tratti da piu fer-
Ub.p. e. z8.Apolli nate Agri fi. vita ipfius. Filip- vore di fpirito ì che quello propriamente
po Fcrrario de SS.Italii ad dieta ì.Martii. porta il nume di Afccti , cunfcntito loro da
più Scrittori
XV. DI S. NICANDRO ABATE E , Disbrigatici adunque da quelle ofeurezze,
SCOI COMPAGNI. venghiamo al tenore della loro vita Nac- .
Patria l’Italia^ cioè la Calabria, come io con- quale era per arrivare col tempo; conciofia-
ghietturo da due motivi , 1' uno perche da chc nicchiando per fuo alimento il latte ma-
quindi lor divenne facile il palléggio alla Si- terno gli altri dà della fettimana , le quarte,
cilia, l’altro perche all’ udirli delle maravi- ! e fette ferie non il fucchiava ,cbe una fola
lie, quali operavano, fra molti quali dall’ I volta il giorno , c quella nella fera alla ma-
,
fcalia vi concorfcro , fù il P. di S. Nican 1 niera avea prccorfo la fua fantità San Nico-
. ,
ai di fuori gradire il proponimento pater- do loro Dio col minirtero degli Angioli
no i ma occaiione di notte tempo fi
prela l’ preparato un degno Sepolcro di pietra. Dal
fingi dalla Cafiasc mentre così pellegrino an- qual difeorfo vico ripruovato il parere di
dava cercando luogo acconcio , li abbattè f ilippo ferrarlo , quale li volle partati ali’
nel Vefeoyo della Cittì , ov'cra giunto (chi altra vita in diverti giorni, ed anni j cosi co-
sì fe folte Reggio! ) e nell' alpetto cono- me lo ripruovano Primo Vefcovo Cabilo-
fciutolo , qual egli fi forte per edere , con nenfe, 1 Abate Maurolico , cd Ottavio Che-
molte preghiere ottenne di rimanerli con tano, quali feri volto efferc morti , conforme
clfolui . In quello mentre qual non fu il alla loro orazione l'anno , il giorno , c fora
tenore della vita di Nicandro li fludj del- medefima . Ora fe quelli Santi per amore
le fagre lettere, le veglie della notte tutte in del loro Dio fi naicofero dagli occhi del
orazione, l’ aftinenze, il dormire fulla nuda Mondo ) il mcdeiìmo Dio per la gloria de’
terra: opere quali mirate ed ammirate da
, medefimi li dilafcofe con maniera gloriofa.
quel Santo Velcovo , e quindi argomentan- Un tal E allure per declinare li rigori dell'In-
done la futura Santitì del giovanetto, fumi- verno fi ritirò con la lùa gregge nella fiudet-
garono ad ordinarlo Sacerdote, come gii fé, ta fpclonca: ma come fu ivi li vide foprafat-
quantunque con molta ripugnanza del San- to da un infolito, e timore, e calore, veggen-
tOjConoftendofene indegno, coni ci dicca.per doli avanti gli occhi un Imaginc venerabile,
altro (limatone degniffìmo dal Cielo Ordi- . c dai fepojcru ivi reggendo ufeirc ttniuct-
nato Sacerdote, c crefciuto nello Audio del- diflimo taggio , accompagnato da un odore
la perfezzione, accrebbe le penitenze , li di- fuaviflimu) c fatto animo a fi: mcdcJìmo fi fè
giuni, le difciplinc, le orazioni, e tutte l'al- fopra il fcpolcro,e vide quei bcatiflìmi Cor-
tre macerazioni della Carne ) onde divenne pi tutti Juminufi , e rifplcndenti ) onde cor-
norma d'ogni virtù , con tal credenza , che rendo alla Cittì raccontò al Vefcovo quel-
nè prima, ne dopo ne folfe, o farebbe per cf- lo gli era occurfo , tulio fù conehiufo d'an-
ferne comparii) altro firn ile Ne mancava . dar a riverire le Sagre Reliquie. S'iftituì una
Iddio di appruovarc la fua Santitì co la vir- fulennc proceffiuue di tutto il Clero col fuo
tù de' miracoli ) conciofiachc gli concedè Vefcovo, c Popolo col fuo Magiftrato, qua-
una tal forza di rifanare gl 'infermi) che non li venuti ritrovalono li Sagri Cadaveri
, con
vera morbo, chcgli con la fua orazione non qucftu di più , che fcaturtvano un prezjofo,
rifanalfe Udita la fama del Santo vennero
. e odorofu liquore, quale applicato a diver-
a ritrovarlo , fe non più torto da lui medefi- fe infermiti quafi tutte le i ifanava Anche .
mo chiamati Gregorio, Pietro, Demetrio,ed molti riebbero la falutc col toccare il Sagro
Elifabetta , o fratelli , o almeno rtretti con- Sepolcro) col tocco dei quale anche ricupe-
gionri,efrìdi loro avuto fcgrcto configlio rò la vita un giovinetto recatovi dalla pro-
di fuggir il fccolo, e vivere in folitudinc, di pria madre Era la malinconia di tutti , che
.
notte tempo valicato il faro , e prefa terra di tutti , e cinque Santi rtavano fepcllite le
non troppo lungi da Medina, cioè un miglio memorie, anche nomi medefimi ) ma Iddio
i
per oflu vazione di Ottavio Cajetano, Ialiti vi provide cosi Fri molti, quali dalla Cala-
.
in un di quei Monti ritrovarono per Divi- bria concorfero a venerare le Sagre Reli-
nadilpofizione una fpclonca, quale ftabili- quie vi /ti il Padre di S.Nicandro ,il quale
rono per loro communc abitazione Quivi .
vtggcndoli per numero cinque, e fri quelli
dunque raccolti , quella fu la prima orazio- una donna, fubito gli corlc nel pcnficro , fc
ne di tutti : Signore tuo fia il pcnficro di fri loro vi foffe il Figlitioio Nieandro ( a-
guardarci , tua la cura di provederci Cosi : dunque gli altri non erano fuui Figliuoli , e
come fiamo cinque per numero, ma un folo perciò Fratelli) ma folo confitnguinci per la
per confentimcnto di animo ) aitretanto ti ragion detta) , c conofciutolo fe nc confidò
fupplichiamo : Ut unum idemque ftt tetnpus, eftrtmamentc, c nc ringraziò il Cielo)c per-
dici, Ima, pundus nobis omnibus, quando par- che di tutto ciò re rendelfc certa la fua fa-
tiremo daiJa vita prefente ; non permetta la miglia con la moglie, ttoncò un deto a Ni-
fua mifcricordia : Noflram balio focietattm candro , qualora per certa nota conofcittto
conjundionemqt, fiparari^sut in variai dijìrabi alla madre, quale ben cuflodito, recando al-
portesi fed fiout in hoc tornii contubernio con- la moglie, la refe certa della morte , e della
tundi fumiti , ita in ccelejlcs delicias translati, gloria del figliuolo: E per quella via anche
neptiquam divelti, aiti fejungi pattare vennero a faperfi li numi degli altri. Per più
Quello di particolare averterò operato riverenza loro fu edificato un Sagro Tem-
e quanto tempo qui l’ averterò durato, non pio, dove dentro ad un Sagrario furono rac-
l'abbiamo di certo) Certo folo è, che tutto il ehiufe le vcnerande loro Reliquie , cd ordi-
(
tempo videro qui la lur vita non fu, che una nato il giorno fcrtivo , eh' quello dell In-
è
vcn.
. . ,
Paolo Guati. Ub.l. SS.Calab. Oli. G'aet. tom.i, teno maiavigliofcjcd orribili le cofe qua-
,
Anim.fol.iy. li, c vide, e pati p.r quella Itrada
, a legno,
Criltoforo era 1 Abate del Monallerio pref- mente in Gierulàlcmmc vilitò con molta di-
fo M
jm. icone, ali ora che vi venne a pren- vozione quei Luoghi fagri, Angolarmente il
der l'Abito S.Lco Luca, cd egli f i, a cui Id- Monte Taboric , nel quale in un profondo
dio rivelò fi venuta dei Santo, e diè il man- di cillcrna avallilo digiunato una quareliina,
damento per accoglierlo con umanità. Teo- la notte del dì dì Palea , circondato da un
doro poi fu , che morendo il Santo lafciò gran lume gli furono aperti tutti quei mi-
Abate del venerabile M
mallcrio , come il llerj
,
quali poi egli traienlle ne' Libri delia
pfu Santo frà tanti Monaci fantillìmi ? nè Concordia, e dell' Apocaliffe Di là palìato
.
auro fi lià di quelli due Beati Abati. in Sicilia, e dimoraro per qualche tempo al-
le radici del Monte Etna fe ritorno in Cala-
XVII. DEL B. G IOV AN-G ACHINO I bria, portato dall'amore della Patria , c de'
ALATE Parenti , co quali avendo rcligiofamcme
compiilo, palio alla Sambucina dell' Ordine
s~r Elico famofo Villaggio di Cofcnza por- Ciltelcienle, ove ricevuto da quei Padri , e
f Va tò alla luce quello (aiuto nel i j r i come poi lpcrimcntato per uomo di molta virtu ,
Angiolo M anriquez (a) , e di Gia- F Abate Simone lo diflegnò Portolano
io» Cnf« contro d' di
«a la.'itfc conio Greco (b), quali il volicio nato F an-
I quella fama Cala. Qui gii avvenne , che u-,
difputa Gregorio de Laude (c) Iciio all’orto a contemplareli divini millerg
b"crono- no 1 145’
1 .
toj. Suoi Genitori furono Mauro Giova-hino, fividde avanti un'uomo di maravigliofc fa -
t Minb. pg,.profeflìone Noujo, e Gcuiiiu, anienduc rezze, che porgendogli a bere un gran vino
de'primi di quel Villaggio, di m.diocu ric- gii dille, bevi, o Giovanni , e benché no i
chezzcì ma di tutta bontà di vita. Tolto che ucbbetu'.to,gli foggionfejfe tutto il bevevi,
fu concepito ne fu dato 1 avvifo alia madre, non vi farebbe rinulla fetenza
, qual non ti
una moltitudine d’ Angioli , quali vediti a Accefo deli' amor di Dio volle predicar
bianco con gran giubilo cantavano: l’iter ria- la fila parolai ma dimando non poterlo fare
mi efi nobis Alle tuja, & Filini daini eft nobis con frutto, le non Sacerdote, perciò andato
Alleluja. Venuto all' età d'apprender lettere in Catanzaro , prefe gli ordini da quei Ve-
fu mandato alia fcuola , ove tanto fi profit- feovo. In quello viaggio divertito nel Mo-
tò , che l’ anno fuo qutttordicefimo fi ritro- nalkrio di Corazzo , rcilò prefo dal fuo a-
vò profeflò d' umanità i onde avendone il more , tanto che ritornato Sacerdote velli
Padre concepito ottime (peranze l'applicò a quell’ Abito, c profcfso il fagro Illituto Ci-
gli affari Curiali nel Tribunale di Cofcnza, ftcrcienfe Inai a non molto venne eletto
.
ne quali lippe portarli con muravigliofa pru- Priore, e finalmente Abate, qual dignità aven-
denza, sì che potè guadagnarne gii appiaufi do prima rifiutato fino al fugirfene, accettò
del qui i pnlat puer ifle cric} Ma non piacen- poi ad illaiiza di Arnolfo Arcivescovo di
do al Giovane qucUa vita , itimanduia po- Cofcnza, di Simone Abate, e d' Ilario Prio-
tergli col tempo aprirli le porte deli' Infer- re delia Sambucina, di Mclle di Rende Giu.
no , rivolle l'animo al lungo pellegrinaggio liiziero, e d altre pcrfonc di conto , frapo-
di Terra Santa ,
qual intraprefe , clicndo d’ ftevi da' Monaci della medcfima Abazia di
anni zo. ,c correndone del Mondo rifiorato Corazzo. Non ha dubio, che quello Muna-
1 1 jff.
,
non già i rdj. , come fcrilfe Manri- ftcrio fioriva in molta famità $ ma nulla di
quez. Arrivato a Terra Santa, quando la di- meno s avanzò a gran palfi folto la difei-
vozione di quei fanti Luoghi dovea portar- plina del Santo Abate, così nell' ollcrvanza
gli penficri di fintiti, non sò come degene- Monadica, come nel temporale medefimo ,
rando , gli portò (piriti di vanità , e prole a coll' acquillo di molti -privileg) conccdu-
,
T4 CALABRIA S AN TA LIBRO I.
tigli a fua con tcmplazionc da due Gugliel- per altro non volendo abbandonare quella
mi, confermati, e riconfermati daCoftanza, iòiitudinc , di comun voto s'ebbe ricor fo a
e da f ederigo. Non mancò Iddio d’ onorar Roma , e fi operò sì , che Giovanni rimafe
quello fuo Servo, con la gloria de miracoli; affoluto dalla dignità Abazialc di Corazzo.
conciofìachc rifanò in Scigliano una donna Divoratali in rantola fama, ch’il Santo Uo-
dal mal caduco , con darle a bagiare alcune mo sera ritirato a far vita Anacoretica nel
facre Reliquie} In Taverna una moglie d'un deferto, molti ft gli accompagnarono , così
Prete Greco dai mal della gotta,c in Mavda della Religione ,
come del fccolo ; ond’egli
due dallo fpirito. Viaggiando in Palermo , lafciato quel luogo s' inoltrò alquanto più
Luca fuo compagno acccfo d Ictc , non fa- :
nella fila,due fiumi , Ncto , ed Arno , in
tri
ceva che farfi, non avendo pronta 1' acqua, dirtanza di quattro miglia da qualunque abi-
o altro licore, egli cftinfc in lui quella lctc, tato } dove principiata la fabrica d'un nuo-
col folo commandargli , che non beva In vo Monaftcrio , fi profeguiva a tutta voga
Palermo ragionando coll’Abate di Santo da' fimi compagni , c djfcepoli Non pia- .
Spirito, perche un Uccello gracchiando lo- ceva quella fabrica all' Inferno, preveggen-
ro impediva l’ intenderli, Giovanni gli com- done molte fue rovine , onde le morte con-
mando, che li tacerti, e torto fi tacque. Refe tro alcuni de minirtri Regi , fotto pretcrto,
fciolto di lingua Luca Abate della Sambuci- che fi occupartelo le robe del Fifto Quella .
na, balbuziente ; qual poi anche rifanò da fu cagione , che io nccyffitò di ripartine in
un ardentiflima febre Liberò un Rcligiofo
. Palermo, ove dal Re Tancredi non folo ot-
da una perigliofa tentazione , col dargli a tenne la fofpirata licenza della Fabrica, ma
mangiare alcune delle fue cofcllc: Ad un'al- un annovalc rendita di cinqucccluo falmcj
tro di fiacca memoria impetrò , che mandò di grano per li bifogni di quella , c de Tuoi
ri mente tutt' Salmi di Davide In Longo-
i : Monaci . Crebbe adunque quel Monarterio
bucco raflerenò unatempefladi fette giorni con titolo di San Giovanni a Fiori , non_>
cosi, che parve mai piu per I’addietro aver pur di mura, ma di Rcligiofi, cdi ricchezze:
piovuto. Non tralafciò in tempo alcuno gli e vie più crebbe al fopravenire dell lmpe
dfercizj della Virtù , c della mortificazio- rador Errigo VI., a cui all’ entrar nella Ca-
ne: Arti duo nell’ orare, c contemplare: tutto labria ito all’ incontro l’ Abate , ottenne da
lagrime nel celebrar la Mcfla: Nc giorni frn- lui, e la conferma dell’ annovalc tributo del
golarmentc della Domenica di Paflione lino grano, ed una nuova conceflìone di cinquan-
a Pafca , nc' quali diceva lcntirc tanta-dol- ta feudi bizantini all'anno.
cezza, che defiderava non finirfi mai Ar- . Col nuovo Monaftcrio principiò il nuo-
dentiffirao nel lérmoneggiare con mirabile vo ordine Monadico FJorcnfe.che poi creb-
frutto di chi l'afcoltava , fenza generar te- be in molte Provincie, arricchito di Mona-
dio la lunghczza.Cclcbrava ogni giorno,an- flcrjj c Rcligiofi, e di ricchezze , c privileg;
che fuori di Monallcrioper viaggio, c nel- concedutigli da’Pontcfici,da'Prdati, da Rc-
le Montagne , portando fempre Icco a que- j,da Imperatorie da altri Grandi del Mon-
llo effetto li fagri vertimcntùlndefeffo ne’di- to . Divenuto per tanto ftmofirtr.no , non
giuni, c nelle vigilie: Uinaniffimo con Fora- pur nella Calabria, cd in tutto il rimanente
ìiieri,e Pellegrini , co' quali compliva con del Regno , ma c nella Sicilia fingolarmeme
ogni poffibile cariti : Libcralifiìmo con po- nella Corte , qual di quei tempi refideva
verelli , tanto che talvolta avendo lor dato in Palermo , vi fù deltinato dalla Città di
le proprie vedi ,
gli convenne andar lungo Cofenza per la conferma de' Tuoi privile-
tempo mezzo ignudo: Oltre modo caritate- gi . Viaggio da lui intraprefo volentie-
vole con gl' Infermi , quali fcrviva ne' Info- ri , c portato con molta gloria al fine ; con-
gni più fchivi , c non potendo in altro gio- ciofiache accolto con molta onorcvolezza
varli , moflrava fentire come propri i loro da Errigo , e da Cortanza, da’mcdefimi ot-
perche nell' Ordine Cillcrcicnfe ciò non po- finalmente da tanti meriti, c di tante glorie,
teva farfi fenza licenza , o del Capitolo Ge- volendolo Dio chiamar a fc , s’infermò nel
nerale, o del Papa , andò a' piedi
di quello, Convento di S.Martino del fuo Ordine; In-
all ora Lucio 111., dal quale ottenuto quanto fermiti , qual poi refa più pcriglioft , gli
bramava, ed anche poi lettere a parte da Pa- portò la vilita degli Abati di Corazzo, della
pa Clemente III. ; quindi lalciato il Mona- Sambucina di Sau Spirito , e d’un’ immen fa
fterio fi ritirò in un luogo , detto Pietra La- moltitudine di Monaci, c di lècolari. Fattoli
ta, e poi Pietra dell' Olio, nel quale con po- più vicino alla morte fé a’ Monaci un brie-
chi compagni attcndca non meno allacom- ve , ma fcrvorolò fermonc sù l' ortirvanza
polizione de" Libri , che alla contemplazio- della legge Criftiana, c deila propria Rego-
ne de’ niiltcrj del Cielo Ma non potendo i
. la, fingolarmeme della fraterna cariti ,
iov-
rimarti Monaci di Corazzo tollerare per sì vente replicando. Hoc vobis memoranduiarc-
lungo tempo 1' affenza del lor Abate, cd egli Iniquo , ut diligati! inviccm , ficut Dtìàiwa
'
"
iik-
.
diUxìt nos Indi' preli tutt'i Sagramenti con fe immerfa alcune dcilc fue Reliquie Vedi .
placido fonno, refe lo fpirlto al Signore, ef- no la Santa Sedia per la lor revilione, come
lindo d'anni pi., il Marzo del noz. Onde lo fcrivono il fudeito Greto (r) , ed il Man- » Croco!.
vanno a terra le molte opinioni , quali per riqucz(s).
i^An'njl
, il tempo della fua morte vanno attorr.c;eioè Luci1 fuodifeepob vita ejus.Gabriele Barrio Ciocie iti
rt “.
'
di Muzio Matura (d), ch'il volle mono 1 an- de antiqu.lib.z.Girolamo Mirratoti Cronit.lib.
no 1 100. di Girolamo Hcnriqucz (e) , e
di 4.C.14. Giacomo Greto Cronolog. Joaihim An- .
|
I
Aubcrto Mirco (f ), che non ’l fanno lopra- gioia Manriquex AnnaLCiflerc Girolamo Hcn- .
che non l’oltre palla il x x<y<9 .,di Filippo Ber- Vvion Lignum Vitti lib. j cap.il 6 . Gregorio de
.
il
M A quantunque
quello fintiflìmo Aba-
ogni parte ammirabi-
te flato foire in
le , Angolarmente lo fu nel dono della Pro-
izoo., di Angiolo Manriquez (o),che la fua fezia .Hò voluto rimetterne qui il racconto
vita allunga al 121 1. , c finalmente di Gia- per difeioglier loro a piè P oppoJÌZiun;,qua-
como Greco (p),chelo porta vivo al 1214- ii molti le han fatto contro. Adunque cllcn-
Che poi quello Beato fia morto il noz. lo do Abate di Corazzo un Martedì di Pafqua
dimultra Gregorio de Laude (q), perche gii alzatoli dall' orazione, c pollati feto in luo-
egli era vivo il Settembre dell anno ìzoi., go rimoto, Pellegrino, e Bonazio fuoi difee-
come fi fi chiaro dall’ illrumento per la fon- poli ,
rivelò loro , che dibieve Aguir do-
dazione del Monafttrio di Fonte Laureato, in vcano nella Sicilia crudeliflime guerre j e
cui Simon Mainiltra , Signor di Fiume Fred- prediflc il vero, poiché morto Guglielmo il
-
do col Santo Abate per netto tempo nc dille Buono, e pollo nel Tiono Tancredi , gli f i
gnano il iuogojdovc poi il Giugno del 1101. fopra Errigo VI., qual riempì di Angue, e di
da un Breve di Papa Innucenzo lll.abbiamo Al agi amendue li Regni All' iltcflb Eriigo
.
fcrodi tralportarlo in San Giovanni a Fio- ed il Aio ellèrcito disfatto predò Caftrovil-
re . Maappena fi fparfe la fama del trasfe- larc: A avverò poi l'altro,pcrche fpedito da-
rimento, che ecco nei di prcftflo un Popolo gli affari di Germania, e ritornato con F ar-
innumciabile d' ogni feiro , e grado , al pari mata de’ Gcnove/i, e Pifani , rientrò con ap-
d im immenfa moltitudine di Keligiofi dell plaufo in Napoli} e d' indi nella Sicilia , do-
uno , e dell' altro ordine licche accompa--,
ve caftraio il picciolo Re Rogiero, e carce-
gnato proccflìonalmcnte da fudetti Religio- rata Sibilla fua madre , ebbe in inano li due
li, c feguito da quel
Popolo fparfamcntc per Regni fenza contrailo . Quella caduta della
quelle campagne , venne ripollo nella Cap- Cala di Tuncredsmolto tempo avanti l'avca
pella delia Vciginc avanti la Sagrcitia , do- preveduta il B-Servo del Signoic,c fu il mo-
ve fin al giorno prclcntc con molto concor- tivo, ch'avendo avuto Tanciedi la notizia di
lòdi Popoli, e devozione fon riverite quel- quanto l’Abate avea preveduto di gloriofo
le Sagre Reliquie . Ma fe Dio ancor in
vita ad Errigo nel fuo rituino,e perciò oltre mo-
onoro il fuo Servo con la gloria de'miraco- do andatone in furia , lo minacciò nella ro-
li,certamente non glie la tulle dopo la mor- vina del fuo Ordine in una lettera, qual gli
teiconciofiachc il giorno mcdefimo del tras- fcrifle così conchiufa : Qmproptcr igitur te-
ferimento rifanò Guglielmo Abate Quarta- fior Deum, ut excufatum me habeat, fi brevi
in
ti argomenti lene fcrivo.no altri più,dequa- l-p. Compcnd. Ridolfo Tofjignani ifior. Seraph.
lli dovendone far raccordo alquanto più ap- lib.p. Martino Paiono Cron.fatto E117cn.HI.
Gio-
predò, nc folpendo qui il racconto, per non va» Gcrfonc de Virib.lUnfir. Ord.Prad.i11 vita
j
aver a replicare piti volte le colè medefime. S. Damili. Lconico Calcondiio lib.6. de rebus
j
Singolarmente li fegnalò quello làuti (fi- t tacici t. Arnoldo Uvioti. Lignum Vita
z.pMb.q.
mo Profeta nel deferivere, avanti che venif- ram.tj.ctp.86. Lorenzo Surio vita di S.Domsn.
fcro al Mondo, la nafeita di molte Religio- Dante Poeta p.y. de parad. cani. n. Luta Uva-
• ni.Così della Domenicana l’ attcllano Stefa- dingo Ann.tom.p.prxfat.f.y z. Tomafo Mal ven-
no di Salame» (a). Fiat Umberto (b) , Teo- da Centut pr. Crifofiomo
. Henriqueg Menobg. .
jt*vr5i'.
l>
dorico d'Apoldia (c), Vincenzo Brande Ili (d), E
C ifierc.ad 14. al.] unii. Agallino Barbofa cap.
b vi. Lorenzo Surio (c),e Tomaio Malvcnda f ). (
damnamut.Afcanio Tamburino dejure Ab.to m.
nb.ic.p!
Cella I rancelcana lo (òggi ungono Pietro z.difp.z^.tf.y .num.yS. SilveflroMauroli Ocean.
c ’v.i/z Rodolfi (g), Roberto da Lecci (n), Bartoio- Re ligio. lib.}. Luigi Concateni Giardino di ej-
S
"amu- nieoPifano (i),Luca W'adingo (k), ed altri, fempj. Zaccaria Rover. Ann. Capite, ann.l
J24.
c. ». tracndolo così gli unicorne gli altri da quel- I n.zp. Angelo MauriquegAnn. Circerfi.tom.z. ad
s!oom*
J *°f' l- r * vc fui 4-> ed ir., e t;. capodi Gt- ann.l i6yxap.z. num.pr ., &
alibi Bartolomeo .
! Cent.p remia, e fu'l 7., c 1 ;. di Ifàia e onde un lèco- rafano con/orm.p.z.frulì.p. Stefano de Salanaco
lo prima potè effigiar ai vivo li ritratti d' Nifi, de' Domenic. Teodorico de Apoldia vita
Sarai, tib amendue li Patriarchi nella BalilicadiS.Mor- S.Domin.Vineengo Brandelli confi. difi.pr., e 15.
P
h Vacali.
coinVenegia ( 1 Della Religion Carmeli,
)
. Roberto de Lecce de excell.S. Frane, fer.^y. Si-
s. Frar.! tonalo traggono da ciò eh '
-i /cri Ile fu'lpri- mone dello spirito S. Tavole Crono/. dc 'Carmc-
confo., mocapo di Geremia ,e fu i 17. dell’ Apuca- litanrSilvefiro Mencio Fpif.ad Fgidi.i Cardin.
.». f
A
pc lilfc. Caputi (m) , Sitnonc delio Spirito
. . & Fpif.ad Vincent ium & Bcrnardinum. An-
,
i
c mr.ti. ligion Eremitana di S. Agoltino io dicono Giufcppc Silos Ann. de' Teatini lib.S. ad ann.
'
^' to r . dal 1 4-capo fopra l'Apocanlfe Sii veltro Men-
1
1555. Tomafo Slapletonio Promptuar. Maral.
pamf. ciò (qì, S. Antonino (r) , Angiolo Manriqucz Domin. infra oClav. Natalis. Giù Francefco :
“ *1 de Laude t)
s ) ’, c
n Taro*! |((s)
nTa.ol cd il ue
aid. mafo Stapletonto (X) dal iib.y. della concor- or- Bivario Apoi. prò Flavio Dextro.f.S.Gabrie le
, |
't!'
.'"Ìdia cap.Sj., cd il de Laude cap. 1 S.dci mede- de- Barrio de antiqu. Calabr. lib.z. Girolamo Ma-
Ki',c"an
mo libro dtlJa concordia , come anche
1
:he rafioti Cron.hb.^.c.i^.
Cron.hb.^.c.14. Leonardo Chiefto lib.de
,
>00, .7. Idal cap.;. tex.p. dell' Apocalisse dal cap>4.
tM.iab. di Ocremtatavvcgnache Francefco Spina
4. captiv. & jaOura
jaSlnra Giufeppe Carnovale
Confi.
(y) Ifior.di Sicilia lib. I.
1. Giufeppe Bonfigtio
Bonfiglio Ifior.
Ifior
0 cip»;. qui ri conofca 1 Preti deli' Oratorio , e non
!
lon di Sicil.p.p.lìb.7:
Sicil.p.p.lìb.q:Tomafo Cofio lib
4 ad Colenn.
hb.+.ad Colenn
x p.o- delia Compagnia. Che più ! vaticinò fopra pra Gronicon Magifirortim General. Ord. Tradirai.
m
OT.' pr'.‘ tutt Kcgni,e Città del Mondo,de' quali va-
i va- Coglie tino Pepino Scrm.de S.Dom. Sedulio d •_
ticinj leggi il fudetto Gregorio de Laude tde S.F ranci[co. Carlo Cala Ifi.de'Svevi hb. r
a'oaìv" I .p.4.
(z). Vaticinò /òpra de’ Pontefici da Nicolò alò Grcgor.de Laude mirab.cap.y7. Diego dell .fi-
r nb. de jji. a d Innocenzo Vili., formandone un
in- qui le Dicerìa
y fot 444.
ut», tieru libro qual poi commentarono Gtrola- ila- Oltre quelle, quali pur farebbono reftimo-
* 'imi. 1X10 GiovinianOjPafcalino Regilèlmo,c Gre- rc- niar.ze gravifTìmc.il de Laude aggiunge 1 al-
p.i 6. ‘ gorio de Laude. Per il che d aver egli avu- 'U- ! tre, quali tono d uomini celebri
j periantità,
io fpirito di vera profezia lo foferivono in-
|
*
cioè del B. Giovanni Bonagio de
Jpirt tu prò-
j
per edere celeberrimo, infognerà riferirlo to, cosi gli foggionle: tiuarai igitter prxdtdo-
alquanto piu diftefu Dedi dunque Capere, . rum librai, ) riphcrósf &
Cune tu a cut
• & fa-
che celebrando quello Santo su 1 Monte Car- difadum volitatati , er quid in ipfte libris re-
melo ad onor di S. llarionc , gli curri parvo periti fcriptum, aliti prò tua
,
&- ipforum fa-
un'Angiolo , con in mano un giglio c con llite indica, &arevcla. Cercò, ritrovò li-
nell'altra due tavole d'argento fcolpite ,
,
o bri ,
da quelli trafcriflc, quanto raccon-
e
i
caratteri greci , ed offerendogliele cosi gli ta in quel i'uo De magni! tributatimibus Ee-
favellò 'Has tabulai argentea! Bette magniti
: clefi.t .
libi diritte, tauquam Familiari ftto , CT preco- Non deve recar maraviglia ad alcuno, che
ni fidelifimo , ut ftaeim miffam compleveiit , io abbia qui l'atto sì lungo catalogo di Scrit-
tranfcribas, &
demum conflato tabelloni ut ar- tori ,
quali ebbero in conto di Profeta que-
gento, caùcem, & tburibulum ad fatnficandum llo Salito s' è fatto, acciò con
Abate; poiché
Domino Beo ejjiaei-, ut fu* B.Majeflati facri- l'autorità dì quelli ribatta l'opinione di cer-
fieare valeas . Così cominciava la lettura-.Tew- ti altri, che la léntirono altrimenti.
pore armar um Cbrifli mi Ilefimo , ducentefimo S.Tomafu (i) (limò, che l'Abate Giachi- i 4. Cene.
quinquagefìmo quarto , &re. Ripartita in diece no non avelie avuto vero Ipirito di profezia, d.4J. u.).
Iti .a
^api abbracciava quanto dumo la morte del ma lulo una fina conjettura di mente , la
Santo era per fucccdcre nel Mondo. £ quan- quale altre volte dille il vero, altre volte re-
tunque Cirillo mediocremente intendelfegl' ità ingannata: A'o» prophetieo fpiritu,fed eon-
oracoli , tutta volta per maggior certezza li je dura mentis human* , qua aliquando ad ve-
-
trafmeflc all Abate Ciiachino, accompagna- rum perre lui, aliquando fallitur de futuri s ab-
ti con una graviflima lettera,dovc fra il mul- ilita predi riffe veda tradir , in tUqttibue &
to, qual fegucrac ; Cum Beus ubi,
fcnvc è il deceptum fuiffe.Vni mordace giudizio ne for-
K *d *n .
velut fedendo Evangebfl* Joanni miram futu- marono Barellilo (hi, Tritolilo (1) , Pratcolo rigo. j
ra nofccndi gratiam coHtMkrit, bumibter que- (m), Cadrò (n). Guidone (u) , a’ quali anda- m Piene.•(
- . . I
2.
Frange nula», denta revela , ut Iplendeat cuti - data conjettura di mcntc;ma in varie manie- o eodem
dii è laritae Barifimi Solit. Cosi Gregorio de re l'ingiuriarono, Baronio lo dilli; Plèu- ar t .
ti Joaebim, Paupcr Grillai PrtnbuerJL quan- per ritrovarci più fpcditi alla feconda . Già
tunque Manriquez metta in dubio la verità egli medefimo prevenne l' accufa , c ne recò
di i] ella lettura, non per tanto dia è dubia;
11
le difcolpe nel (ine della concordia con
perche oltre il confervarfi nelle Bibliote- quelle, quali l'uno lue medelìme parole: Con-
che, Vaticana, e di S -Fidi, Monalterio Ciftcr- fammo vero hoc opufculo, cotonante noe gratin
cicnfc, vicino Ccfiiraugiifia in Upagna, fan- (Baronio, Guidone, Pratcolo, Ca-
Cbrifli, tis
no raccordo delia medelima Giacomo da drò, c famigliami ) qui me prajumptorem, &
Voragine (b), Giacomo Greco (c),Silveltro non magie nccejfarium indicane , per modiium
Mauruli (d), Pietro di Natale (e] , Gio: Bar- refpondere compellor: f'upern et itaque charita-
dila Mantuano ( f ), Gregorio di Laude (g), tis human * grati* appendo ( A-
intuita non
ed altri, Angolarmente San Teiesforo Prete dunque non già gloriam affé dande ) , ftiene
(h) .Quelli avendo lungo tempo lùpplicato fcriptum effe in pfaemorum vahemine, Domi-
il Cielo, che gii dimoftri le calamiti future; niti diffipat offa eorum qui hominibus piacene-
,
mentre nell'Aurora delia Pafcadcl ij 8<S. Sciane ergo
i
V
hoc oro, ut ftiant , non ex prx-
(lava più che mai fuppiicando fu quello par- Jumpeionc juperbi*, nec abcujus pietads tccu*
H ritate
. . s .
CALABRIA SA NT A LIBRO I.
ntr.te bac me allentare voluiffc , aut meo in. podcroia armata , padkndo all' acquido di
jtM ut ìfta Mando loquererjnvenijfe ( fiche Terra Saura, vollero confultar l' Abate Gia-
,
multipUtia operatur,£r tomplet quotando vali, Abate a lor dichiarare la vifionc nell Apo-
calille de' fette Rè, e nel difeorfo diflc, che
Ù- quando vali mjfieria fecreioruui fuorum, vo-
un di quelli era Saladino , occupatorc di
tai/ in hot opere ned farti magli,
quatti curio- 1
recipiatttr inter eos qui jai- andata Nò, rifpofe l'altro, Iddio cllaltua il
ex E ami fi a Noe ,
approvato dall' Appoftolica Sede, co- Riccardo fopra la dichiarazione degli altri
Jibro
me non poflbno foggiaccrc ad inganno, cosi Rè, ombreggi nell Apocatilìe, dille l'Aba-
che un altro n' era l' Amicrido , gii ve-
con evidenza dimoltrano.chc lcprcdizziont
te,
nate da lcgiercz- nuto in Roma Tutto quedo f racconto di i
e da fpirito di vanagloria , ma
Rogcrio fi uveduoio Scrittoi Germano , da
za d' aniino ,
cui poi il prefe Baronio con inficine J oeca-
dalla dìfpolizione della Providenza non
er-
Rè di Francia venuti in Medina con medefimo, che Iddio molto bene J cflàltò ,
Filippo
, -
cujus in tempore faHus fuit magnili terremotili, than Profeta , S. Caterina Senefc.S. Ediabet-
quia magna perfequntio in Etitefa . Alla quar- ta (c), ed altri. Saranno adunque tutti quelli. c tmn.p.
tu Lz-fiti.
ta della vicinanza del tirai giudizio, rifpon- Ingannatori, e Pftutfoprofctil quello no, di-
de Laude efler ella un apertidìma irn-
dc il reobe Papa San Gregorio , poiché Aliquan-
poiché nel cap. VI., e X. dell Apo-
pofliira, do propheta Sanili , dum conJUlumur ex magno
caiifle anzi feriva , difendendo l'oppuito. ufn frophe tanti, qufiam ex Jbofpiritu profcrwth
Difeorre ben egli di quello tempo } e ripar- fed fi exfpiritu prophetia dii ere J'ufpi cantar :
titolo in un, che Ila iaigo , ed in u.i , che lia Così foni, glie, 'oimcntc S.Tomajo 11. q.ijt
1
cebit rerum expcricntia , quatti nmc ai perfe- per. X. Gregorio de Laude mirab.cap.qy.
lian homimrn intclligentiam vate: confi qui. £ Ma elici lai anno dunque mite vere le pro-
quando pure ci panato avelfe del giudizio fezie, o vaticini, quali vanno attorno di
que-
nella fua piu rillretta lignineazione , dice il llo B. fervo del Signore.’ lo qui per
vhiu-
Manriquez, che deeiì intendere nun di gior- •fura del difeorfo appongo la corruzione
ni, ma d anni, al modo che parlato a vca Da- quaiii le ai Libro del piu volte raccordato
niele nelle fuc tddommade. Alla quinta, ehc de Laude, l a uve trattò ui quello r;,ed-iìmo
Federigo anzi ha dato (èmpi e ainiedfimj argomento, fjhti vero attinet ad Joatbimi
y Cent.
B«*n«ioo6. della Cniefa , odali Tomaio Maivenda (y),
z Man. predi il Manriquez (z), il quale contro
1
d un
prof betta! , qua, ih dìvcrfis Jcrif torma
Libri! !ffini refero, nutlamcis fidem
, &«
an.lou.v. effe abbi -
fi' folo Tritoni > argoinentaaao.rifpufc a tutti. bendavi afirmo, nifi bumanam, ir quantam per-
I
Sei vix crcdrderimTritcmium latta fcripftffe mtttit Santi a Romana EccLfia, c.ijus
efi de ve-
.
ti fiottìi, ir ab ipfts exeommumeatum, ir imperio to, c quegli per uomo ippoci ita: Gf uni Dot-
pnvaium fniffi. Ccrtiffimumque tn re Joa- , & tore Cattolico, e di verità: gli altri ignorati-
cbimum t'atem extitijfc , rutti cecini t Friieri- tc,ed eretico^ cialchedun formandone con-
ttan faceta Italia, & FecUfix nafeiturum. cetto a fuo ai biu io far abat interim Cifier-
.
I H 1 ufqne
. . . . -
tur
per la fan- Equi le dtcer.'j .fo 1.444 ThepbiLKay». totn.lt.
difeorfo nell'altra o nervazione, e
Erot etnei a de bonis, oc malie libris Partititi p.
ali nella prefente
Erotem.lp.fol.qyp.Joaebimm Abas.qucm Be-
Adunque perch'egli mando fuori contro
libello, qual poi cor- nediSini fuma effe va lune, Ciflercitnfes, autem
di Pietro Lombardo un
corrotto prefentato ftbi vcndifane.Vtr,ir doCtrina,& fanlluate cla-
rotto dagl Emuli, c cosi
venne ri- rus, tefte Guglielmo Pariftenft libAcFirtutibus.
al General Concilio di Laterano ,
na quella
di lui li condanna ove (oprai onde cttpila
! San Jeptnio . Riposò nel Signore li zj. Ago- dall' inclemenza de tempi, confagrarono lo-
i ilo per detto d Ottavio Gajctanojma la ma ro (tuffi alla penitenza , al ritiro , all orazio-
Fella fi celebra li zy. Maggio. ne, nè da lì fi partivano giammai , te non , o
Gabriele Jlarrio lib.z. Davide Romeo Indi- per limottnarc il ncccflanu lottar amento, o
ce de' Santi. Girolamo Marafiati hb. z. cap.ll. per predicare a peccatori la pcnitenza.il San-
Apollinare Atrofia vita di S. Bafil'o . Filippo to Abate llarionc capo di tutti , feorrciido
Ferrari ad diem zy. Maii. Paolo Reggio Cata- quei Bacii ne riportava dalla tua predicazio-
logo de’ Santi . Paolo Gualtieri lib. 1. Ottavio ne frutto non ordinario, in maniera, che ve-
Gaetano vita. SS. Situi, toni. z. animad.fot.qz. niva venerato, c faiutato da tutti col nomo
di Precurfore di Crilto. Fra le quali fatiche,
XIX. DI S. ANTONIO ABATE ed opere di penitenza, refe glonul, unente lo
fpirito aj Creatore. Morto dunque il S.Padre
rit* te predo Ottavio Gaetano (a)con occalione, onde ii convennero di buttare le forti ii_,
ss. Sic»i.
'(jig portando da Sicilia in Calabria il rae- queito modo Ognun di loro , che Rendette
.
tom.
toill. pr.
fol.* 7 . y jtaie,C fermandolo nel Monte la propria p.ntola nel vicino fiume, ed iio
detto Lapora.hi predo Cattino (b),cosi ne_> qual delle pentole avelie entrato un pelcc, il
b lom.i
& fot.?» fcrivc Hoc igiìur in Monte turn ageret , ob-
• padrone di etto folte eletto in Supci iore.Scc-
viaia fibi venienlem videi Antonium Abba- li dunque i vaft nel fiume, nel trarli fuora fu
tem ( cioè quello nollro) illuni quidùnjumo- ritrovato il peti c in quello di Nicolò, il qua-
remq verini ab illius primi mori bus haud mul- le bircio il volere del Signore , foggiacque
lo longiis difirepantem. quippe à tenera alate volentieri al peto, qual s addolsò con mol-
bonis openbus delilui trai, tamtam, angclieam- to Ipirito , c portello con Ibmma prudenza,
que in Fremii, oc Monti bus vitam diurni Ed .
c giaiidiflìma ceriti. Ita breve tempo cinque
altro piu non abbiamo delia tua vira Si ce- .
dt loro volarono al Ciclo , chiari per ianti-
lebra la tua memoria con diverfità di pare- tà, c per miracoli , e da Badi vicini furono
ri, rimcrtendula altri aiii 13. Agollo, altri a eletti per loro Tutelari . Uno di elfi nomato
25. Maggio. S.Faloo trovali nella Terra di Baléna ,
di
Ottavio Gaetano ubi fupra Filippo Ferrari
.
cui celebrati la fr ftività la Domenica fra
1'
Q
Monaci,
Uefli per le penile di molti Scrittori
vanno lotto nome d Eremiti s ma che
'
la detta Ortigia
dove S .Nicolo
,
c poi nel Callello di Braca,
lini gioì iofatncmc la vita a
na, luogo tempre fiorito di Religiolì Santi L’uno de' compagni aggravato dalla f«-
Come lo rettifica il B. Pietro da Bulica rac- brccotidiana fi fcclle per lua abitazione una
cordato nel Monologio greco, il quale, aflc- Chiefa di S-Marii a Capo d' Acqua, diftantc
rilcc edere fiata Abazia di Monaci Battilani, un miglio da Ortucchio. Quivi diedi da per
oggidì vuota di Rcligiofi, c foltamo abitata tutto all’ orazione . Ufcitu un giorno per
da Romiti, che fervono a quella Chiefa Da . prevederli del vitto bifognevole, tra perche
quivi dunque partiti al numero d’ otto , fcr- veniva rattcnuto dalie genti , che icntivanfi
. , . .
non potca caulinare , ritornò alla Chieftu» Ferdinando Ughclli Italia fagro tom. p. Filip-
troppo tardi, ed in tempo che il Cudofto po Ferrari calai. Paola Reggio Indice de Sann-
chiulé le porte, fc n’ era gito altrove i laon- ite andrò Alberti de' Seri tt. d' Italia. Girolamo
de non lapcndo che fi fare, coricofii fopra_. Nicolino IJÌor. Teatr. Ub. i.fot. 1 ;. Confante
1
certi fartnenti di viti, che
trovavanfi fuori hijlor .Sant.fol^ij. Malto F ebonia ie'SS. della
la Chicfa. Quivi raflègnato al divino volere, Dioc. di MariJ
pulluli in ginocchio , colle mani giunte , e'1
volto alzato al Cielo, refe l' anima Aia feli- XXI. DI S. GERARDO ABATE.
ce al Creatore. Al punto medelìmo delia ina
monchi udirono tuonare con giulivo fuono
Campane delle Chicli; d Ortucehio , non
le
per opta umana,ma da fa ftelfc.A $1 inafpct-
Q Uedi fu l'uno de’difcepoli del B. Gio-
van Giachino , che dotato da Dio di
molte virtù (tori in famiti di vita .Nacque
tato fuono dettatali la gente , accorfc fiotto nella Citta di Cofenza, e morì nel Monadc-
alla Chicli Madre, per fapcr la cagione, ma ro di S. Giovanni a Fiore a z8. Giugno del
nandù fi videro le Campane Tuonare da fc, 1 10 j. Altri vogliono, che filili morto in
?vcglìolfi un tumulto d’ allegrezza uni vcr- Paterno, e da qui irasiatato il Tuo corpo nei
falc, cd inficine di curiofa divozione , bra- Munallerio florcnfe.
mando tutti d' indovinar il motivo di tal
lòvrumana melodia Spuntati peto i primi XXII. DI S. NICODEMO ABATE.
albori del dì vegnente portatifi alcuni Uo-
mini alla Chicfa , ove abitava il Servo di Crilfc ulcimatamentc di quedo celebre
Dio, videro i lecchi far.ncmi , che (lavano S Santo 1 Abate D. Apollinare Agreda Ge-
avanti quel piano , tutti rinverditi con fron- neral de Baiiiiani in un libretto a parte, ed io
de, c con uve, onle accortivi per vedere il da lui quanto baderà al dìlfcgno del libro, ri-
gran prodigio , trovarono il Santo Pelle- mettendo il leggitore al medelìmo per il fo-
grino nella maniera accennata, con accanto pra piu.Nacque egli neli’oggidt Zirò , o pur
il bordone , fpirantc dal Tuo pallido volto Cirò,o veramente IpficròTu medelìmo che
raggi fpicndciici di Cantiti. Qual notizia per- l’anticaCremi (la , poi Paterno , di che vedi
venuta al Clero, al Magillratu , ed al Popo- me delio nella Topograna di quedo luogo
lo,furono prciti coli a venerare il Tanto Ca- E fuoi Genitori furono a heufunu, e Patita,
davere. Celcsraronfi frattanto li Pagri fune- amenduc per chiarezza di lingue, e di Reli-
rali con quella pompa, c divozione , che ri- gione depiu primi , A quali udendo per na-
chicdevafi. Cinterò di mura quel luogo, ove tura deriii , a furza di voti, e di prieghi ot-
il Santo lpirò, aggiogandolo alla Chicfa in tennero dal Cielo con Nicodemoia fJfpirata
qualità di famola Cappella , ove collocaro- prole circa li 900. Un figliuolo già pano del
no nobiiiflima (tatua, in cui vedevafi al na- Ciclo, perche dell orazione,non potca avan-
turale (colpito il fuu ritratto , e viene fin al anni , che per il Ciclo ; onde todo,
zarli agli
prcicntc riverita da t convicini, e lontani Po- che 1 età potè permetterlo dipartendoli da
polile perche non lapcvafi il di lui nome, nè trattenimenti fanciuilcfohi, tutto fi confagrò
tampoco la patria, lo chiamarono S.Urante, a quelli delio fpirito, con ergere altarini, su
alludendo alia politura, ncltaqualc lo trova- de quali fàgr ideava tutto fe medelìmo , ed i
rono in forma di orare . L’ anno in cui vo- fuoi affetti j foitanto tempo rubbando loro,
lò al Cielo quell’ anima benedetta fu il quanto gii convenne impiegarle ailàcquidò
i«j 8. anno appunto, che fè pianger qua- dellumane lettere (otto la dilciplina d’un ve-
li tutta l’Italia piagata dal flagello della pe- nerabile Sacerdote, per noma Calatone Ld .
lle ì per la bual cauli fuggiti dalla Città di avvegnaché quedo ('offe il minor tempo,non
Milano due famuli Scultori capitarono qui- per quedo non lì profittò a maraviglia dive-
vi, e fecero voto al Santo d' erigergli un su. nuto in poca età, cd in minor tempo perfet-
Cappella, ed un (limolo difinitiimo marmo to in tutte quali le difcipline, ed arti libera i,
a loro fpelt,pcr ivi trasferirli il fagro depoii- con anche le divine, quanto potca convenir-
to, Tempre che fi degnava camparti dalia pe- li ad un Giovane del fccolo. Ma più accreb-
lle. Ottennero i Scultori la grazia, ed adem- be li iludj della perfezzione criitiana, con la
pierono al voto. La loro divozione li ipinfe frequente vifita delle Chicle , ed elfereizio
a rubbarfi un poco di terreno di quello , ove giornale delle Confeffioni , c Communioni;
ripofava il fagro Cadaveroìondc immaniiné- ond e che ne veniva nella bocca di tutti,pro-
te rtdarono ciechi . Confutato il Vefcovo gnodìcandolu ciafchcduno qual poi diven-
di tal fatto, c rivelato da loro il divoto fur- ne. Frà le file molte virtù di quell'età non
to, ebbero comandamento di redimirlo; co- fu dell'ultimc quella dell'ubbidienza, la dirò
me già fecero, ed immantinente fu redimita cieca, a'fuoi Genitori, Maedri, e Confederi,
loro la vida già perduta cun allegrezza com- come fe d’allòra avelie voluto addedrarfi al-
nume e meraviglia di tutti . La feda vicn 1 altra Kcligiofa, e monadica
, , così come av-
follcnncmente celebrata stili j. di Marzo
. o, ,
oitrepafiafie il ginocchio, quello usò femprc no .'dormiva forfè Ibnnacchio/b nulla pcn-i
che ville , femprc con piede ignudo , e capo findo del fervo del Sigr.oie ? Anzi dalle pri-
feoverto La terra Ibi coverta di poche pa- me ore, ch'il vjddc già vefiito del lìgio Abi-
glic,quctta tù l'ordinario fuo letto,ove pren- to cominciò le fue batterie con le fuggefiio-
deva quel legicrifiimo fonno, era icarfamen- ni mettendogli in mente le commodità la-
tc ballante a tenerlo in vita lèiatc nella cala paterna , i leghimi diletti,
Di cibonun occorre favellarne s poiché quali averebbe potuto avere con una moglie
non erano, che calhgnc ,
che lupini che di fuo gufio » la difficoltà , che li fupralkva
ghiande , ed altri frutti fecchi,
molti de’qua- in quella nuova vira ,c li pericoli , a’quali fi
ii ridotti in polvere con frumento (Uvcllrc cfponeva ine reggendo di operare a diilè-
formavano il pane , di che fi fervil a in
quei gnoiperochc il rifoluto Giovane tutto ciò
giorni nc quali fi cibava i efkndo che i più
, avea prima ben maturato con ia fua mente
ciano quelli ne 'quali non gullava cofa alcu- riordinò una piti pericolofa batteria, rappre-
na s c fe tal ora gli veniva oftetta cofa da re- lèntandogli , che non per tanto egli fi ci*_,
galarne la fcnfualith , egli cosi la leccava , o‘ profittato nella virtù conte moli altri j onde
al Sole , o al fuoco , che lì rendeva acconcia nc farebbe fiato lenza dubiczza condannato
più alla mortificazione, ch'ai gulto . Nel be- dall'eterno Giudice al fuocotNe perciò pro-
re oltrepafsò ogni crcdtnza.perche non fulo fittando, perche Nieodcmo con (uggia Cipo-
mai affaggiò vino; ma nè pur acqua, fai diffe- lla le gli dichiarò, che molto fi compiaceva
tandofi con quei brodi , dove s erano bollite degl'avanzi de compagni, c che nel rimanen-
le cafiagnc,od altro amareggiarne frutto.Pcr te Iddio era Signore della fua vita* Pertanto
pruova di quanto porcile patire un corpo rifolfc ufeire all aperta in campagna ì Cosi
umano, l'elià non cercava la frefenra degli addunque finakhetandofi fono finte larve di
alberi : poco, perche allargandoft il piu
dilli Leoni, di Cignaii,e d'altre crudeli fiere, prc-
poteffe cfponeva a’ caldi raggi del Sole ,
fi fe ad infefiario con raugiti,con illridi,c con
quando erano più focofi s ma nell' Inverno altro, perfualb di doverlo almeno fugare da
fuggendo ogni rifioro di fuoco, ed anche quel Monte , altre volte confagrato da'fuoi
del lemplicc riparo del coveico, ufeiva al di Idolatri al fuo culto £ nientemeno accor-
.
fuori ignudo berfaglio delle grandini , de’ gendoli non far nè pur piccola breccia nel
venti, delle ptoggtc , c delle nevi i onde piu cuor di diamante del Santo , Tempre pii! in-
d una voltane fu ritrovato mezzo fpirante . trepido, quanto più atterrito, volle venir all’
Contemplando fovvente quanto per fuo ultime con quella battaglia, dove è rara ia
amore» era degnato patire il Dio della glo- vittoria dc'Criltianii cioè con le lufinghe
ria 5 però aitine di mollrarfcne grato , ora fi del fenfo ì Onde, che rapportandoli ali im-
ftringeva le mani con imitandolo
alprc funi , maginativa quante donne veduto uvea per
legato ni quei fagrileghi miniflri , ora fi di- l’addietro, quanto belle, tanto lufinghicrc, e j •
tutte
, . . }
tutte con gefli, e provocarmi lafcivi, con gru va con lagrime, e con folpiri Altre vol- .
ciòprefe ad infocarne il fenfo , e ad accen- ora con 1 un de difcepoli, ed ora con l'al-
te
derne il cuore Conobbe il bantu il pericolo
. fi portava a 'Cimiteri de 'morti, per veder
tro
della battaglia , ed implorato prima 1 ajuto non lulo;tm e per favellare ancora con quel-
dell'Arcangioio b. Michele, e quindi tagliate l’otta, così come favellava con tante lagrime
in fafeetti alcune pungentiftìme ortiche , fc agli occhi, che cortringeva anche a pianger-
ne dilacerò cosi le carni , che cambiato il ne compagni e più S una volta prendendo
i
mento di grazie Colsi addunque rimarti pena, ch'oggidi oc parlici ì Colloqui , quali
perdenti tutti quei demonj non ardirono mai detti da lui con molta tenerezza di cuore, ira-
più per l’avvenire d'infeflarlo s Anzi lor fe pietofivano le orecchie, c bagnavano di la-
n' accaggionò un timore cosi fiero , eh' all’ grime gli occhi
udirne, o il nome, o la voce impcriofa, tolto Ebbe gran lume da vedere fri gli ofeu-
fi fugivano da corpi offerti , come lo dimo- ri dei futuro le cofc avvenire , e fe nc rac-
ftraiono li molti cufi feguiti nella pcrfona_, contano gli effempt , quando ad un Cava-
fingolarmcnte di quattro , lungamente tra- liero non molto dittante , qual fi area ru-
vagliati da quelli fenza rimedio. bato la moglie d'un uomo delia plebe , co
fi gii che ci è caduto in filo il raccordo corretto da lui , che la reftituifea , ma lenza
d’alcune grazie compartite dal Cielo a' fuoi profitto , predilTc la morte , la quale gli av-
prieghi afiifognevolt, egli vuol qui fuppor- venne la mattina feguente all' infruttuofij
fi, che h fua miracolofa interceflionc anche correggimento , ch'era del Sabbato Santo
fi ftefe a ciechi , a fordi , a muti , a zoppi , e quan.lu ufccndo di cafa una tagliente fpada
lomiglianti j avvegnaché non ne Tappiamo i lcefa vifibile dal Cielo , gli troncò lo ltaine
particolari , toltici non faprci, o fi; dalla ne- dell'indegna vita Ad una Cerva qual dan-
.
gligenza di que primi Padri, o fe dalla vora- ncggiava 1 Orto de' fuoi Monaci , come mi-
cità del tempo, non ce n è rimafto altro rac- nacciandola le ditte , che più non tornallc
cordo di quello ce ne reca la fama Quanto . ivi j poiché ci averebbe lalctata la vitato
più Nicodemo cercava T ombre dcllo”ièlvc cosi fu ) poiché da lì a pochi giorni , tratta
per vivere foio conolciuto a Dio ì tanto più dalla dolcezza dc'pafcoli, eficnOovi ritorna-
Iddio lo rimetteva fu '1 candelicro della pu- ta, reliò mifera preda d’un cotal ammalacelo
blica luce j onde avvenne si, che molti rapi- filveftrc, non conolciuto , ne mai piu , o ve-
ti dal fuo grido gli furono a piedi, fuppiican- duto, oche potè vederfi, per argomcnto.che
dolo a riceverli per difcepoli. Nicgollo egli era (lato come miniftro di Dio per la 'venti
1
Monaci, che ivi Servivano con grand' esem- nafterio ad un Cartello vicino s'abbattè àn_>
planti al Signore. Ma però replicando quel- alcuni di quei Barbari , quali torto legatolo
li le fupplichc fino a proiettargli la propria lo conducevano inficine con altri Indiani
perdita, coftrinlcro il Santo ad accettarli per ad una Città vicina di lor dominio ma in :
Itanza di molte miglia a piedi del Santo, dal giornale, c più grondile lagrime deglinfeli-
quale benedetti, li ricondu fiero nella loro ei Contadini Rapportato il tutto al Santo,
.
Patria » Tempre glorificando Iddio nel fuo mcntr'cgli una tal volta folo camminava per
beaciifimo fervo Nicodemo. Ma tuttavia ri- quei boi. hi, cccogli agli occhi la ficltia,ehc
bollendo le feorrcrie faraeeniche nella Ca- filmandolo uno della plebe nemica , A era_>
labria , Angolarmente nelle parti abitate dal molla ad invcltirlo.AUora il fervo del Signo-
Santo, come pia profiline alla Sicilia » onde re con voce imperioAi le comandò , che- dc-
che giornalmente fe ne rovinavano le abita- pofia la fierezza A lafeiallè legare . Così or-
zioni, c con effe loro anche i Sagri Monafic- dinò il Santo Abate, così ubbidì la Bcltia-, j
rj Bailliani-; pertanto veggendo il venerabile onde leggiermente iegata con funi , avve-
Abate, che pi i non poteva fervidi il Signo- gnaché molto llretra dal comando del Servo
re in quei l uoghi con la qnictc,qual fi doveri di Dio, di fuo ordine venne portata ad un
perciò ripartiti i fuoi difcepoli ne Monaliti) Gentiluomo amorevole di quei Moiuflci io,
meno pcricolofi con altri poehi fi ri-
,
egli che fc ne fervi nelle nozze di una fua fi-
coverò in un Monallerio del meddimo or- gliuola.
dine due miglia ddtante dallaCitti di Gcra- Finalmente avendo Nicodemo cotanto
ce, ove con molta cariti venne ricevuto da’ egregiamente combattuto nella palclira di
Santi Antonio, c Jejunio. quello Mondo ic perciò volendolo aldi pa-
Ebbe Nicodemo un'altro motivo di abban- ri coronare ncila gloria il Sovrano Giudice,
che affai famofo in quello veniva del conti- avvili» per mezzo d' un gran calore come di
nuo onorato da quei popoli a lui ricorren- febre. Si avvide della chiamata il buon At-
do , come a comune refugio in quelle uni- lcta,ondc mininoli prima co' Sogramcnti del-
verfali calamitile per tanto egli per rifuggir- ia Chiefa, c poi chiamati a fe tutt i fuoi Mo-
ne, c gli applaufi , e l'inquictitudinc , venne naci, fc loro una vcemcntilfiina cflortazionc
ncll’acccnnato motivo di partenza Ma per- . al profitto delle virtù , cd all' offervanza_>
che ancora quivi cominciava , conforme all’ della prufeftione monadica , accollandolo
efler conofciuto per veduta , cosi come lo tutti aj occhi piangenti Quindi rivoltatoli
.
era per l'addictro per fanu.cd in confcgucn- con al Cielo depenno lamina fu a_.
la faccia
za ad efier applaulo con mirabili concoidi di felieiflìma in mano di quegli Angioli , che.»
popoli perciò prefo congedo da quei fan-
i multi di numero erano ledi per accompa-
tifiimi Òipiti, cd oltre parlando in Pacfi po- gnarla all'Empireo 325. Marzo eir.a il 990.
co abitati, ritrovato un Monte tré miglia di- e 91. dell' cti fua. Rimale il fuo corpo come
nante dalla terra di Mammola , di fua fodis- di tal uno qual dolcemente dorinifle , notu
fazzione , quivi raffermò il fuo pellegrinare. bruttato di pallido colore, anziché arricchi-
Non potè abitarvi all' intutto Iconofciutoi to d’ un gloriofo lume , che ben 1’ additava
Acche viAtato da alcuni del paefe , vennej abitatore del Paradifoj cd in cotal lèmbiante
animato a ftabilirviii per Tempre con la fa- la durò non folo per quel tempo, ma per al-
brica d'un fagro Monafterio , così come av- tro più lungo ancora fin dentro la fepolt ura.
venne con l'opera de'fuoi Monaci, e con gli Piangevano in tanto li fuoi figliuoli , feor-
ajuti de'fuoi devoti. ivi d' un Macftro co'anto caro.
gcndofi pi
Ora nuovo Monafterio , co-
in quello Concorreva la gente da tutt’ i luoghi con-
me per all'ora incorni nciaflè I' ciicrci-
fc , mefcolando
vicini con quelle de Monaci
zio della perfezione , non è egli agevole.» le proprie lagrime , qucrelaiidofi di runaner
il raccontare
1'
ammirabile Iftiruto del vi- foli,ed abbandonati , ma poi lutti glorifica-
vere del Sant' Uomo , c de’fuoi difcepoli, vano Iddio nei fuo Beato Servo ; licche ac-
il falmcggiar nel Coro, l'aflì fiere a’ divi- crebbero, c di lagrime, c di lodi il fuo fune-
ni Sagrili.; , 1 orare a Ilio col lègrcto del- rale, qual riufeì affai gloriofo,c ben adegua-
'
l’orazione mentale, l'impicgarfi agli efer- to al merito del Santo Abate dcfboto.Giac-
cizj manuali, cd a gaia a 'più umili , l'aju- ucro le prcziolè Reliquie in quello Mona-
tar’ 1 proftimi r.on folo ne’bifogni fpiritua- 1
crioi.no all'anno 1 500., o alquanto dopo;
li,ma nc corporali ancor a. Opere tutte, che :
e però trasferitili nella Cbiefa di S. Raggio Deodara , li quali elfendo Acrili , Applica-
non lungi dalia ferra ai Mammola, e Gì ra- rono il Cielo per la prole , c l' ottennero,
gia dei Monallerio medeUmo , c„n elio loro avendone amendue nel fogno ricevuto 1 av-
tiasRt irono 1 infrenabile tefui o con l’afii-
1 vilo. h per legno , che fantino ( così chia-
(ienza dell' uno , c f altro Clero di tutu la marono la fofpirata prole ) nafeeva dal Cic-
Dioceli di Gierace,e toneorfodi tutt' i .Po- lo , c per il Cielo , c che dovea feguirc ia_,
poli d' amendue i lofli.Anconio Cardinal Ca- Croce della mortificazione , Iddio lo fegnò
lafa Abate Commendatario v’ ottenne In- nel petto dalla parte Anidra con una Croce
dulgenza plenaria per il giorno terzo di Pai- di tré dita in lunghezza , c a color di lìn-
qua di Rilurrezione , c 1 altro della fua Pe- gue. Ancor fanciullo alzato di letto , e pie-
na, la quale li IbUcnnizza a iz, Marzo, non gate le ginocchia a terra orò alquanto , ed
potendoli celebrare li 2j. , che fu quello indi alzato fenza infegnamento altrui , pro-
delia fua morte , come che per lo più avve- ferì il Santiflìmo nome di Gesù. Effondo in
nente nella Ammana Santa Quello Porpo- . età d' anni 12. ufeito fuori in campagna A
rato Principe vie piu accendendoli nella di- vidde ali' incontro una Ccrva,con nelle cor-
vozione dei Santo, ordini), che da fondamenti na molte Cruci , dalla quale cun voce uma-
fe gii fabrichi una fomuofa Chiefa , con in na articolata venne invitato , eh' il leguilic,
fronte il fuo gloriofo nome,così come prin- Aggiungendogli , che già era il tempo in-,
cipiata dal 1583. fu compiuta nel 1588. , e cui, e fotfe cacccgiato,e cacccgiaffc. Cammi-
If anno fudetto a 16. Ottobre confagrata da nò addunque dietro la Cerva lo fpozio di
Monlignor OttavianoPafqua,vi furono tras- due miglia, ed ebbe all'incontro nciic porte
ferite le reliquie del Santo con più pompa , d'una lpclunca un venerabile Vecchio , al
che 1 altra volta dal Munallerio alla Chiefa
’
quale la notte dianzi apporlo Crilto, gli co-
di S.Eiaggio, aprendovi anche perciò i tefo- mandò , che venendogli la mattina fantino,
ri di S.Chiefa Papa Siilo V. con una plena- l' iAruifle nella fua fede. Cosi fe 1 Eremita,
rjflima Indulgenza ì quali reliquie vennero pr.lì loccaAonc della Croee,quale gli ino-
r ipoite dentro 1 A Par Maggiore, cecetto il ltrò il giovanetto iuiprcAa nelle fuc carrài
venerabile Capo , qual li adora dentro una Indi la notte battezzandolo fu veduta Ren-
mezza llatua di Rame indorata. La moltitu- dere dai Cielo una lmninoAffuna Croce, che
dine de' fuoi miracoli, ed antichi, e giorna- fugate quelle tenebre , refe l’aria come di
li li traile , c li trae dietro la divozione di giorno Rinato il Sole Fantino A ricondulle
.
molti Popoli , Angolarmente della Terra di alia cafii paterna, dove falutò il Padre cqn_>
Mammola , che le lo feelfe Protettore a 14. tal maniera , che in quella portava il nome
Marzo del it?j8. di Gesù Forte fi maravigliò il Padre del
.
Nilo Monaco vita del Santo.Paolo Gualtieri nuovo faluto,e quindi rfihicAonc il figliuo-
ltb.X.vite de Santi. Apollinare Aprcjlt vita di lo, egli raccontò per ordine il tutto, ed a-
Ini. menduc raccontandolo alla Madrc,aniendue
De' Conjeffòri non Pontefici. A rifolfi.ro al battcAmo. Addunque divenu-
ti Criltiani,e perciò diipcniànuo tutto il lo-
Confclfori non
per luogo, ma non forfè per fintiti i
Pontefici, non Abati , e cosi
ti panzio,e Deodara Martiri. Tratto da car-
lo
.
tra ripa, che fi fernialfe , ed oltre piu non-, fe implorato il fuo foceorlb , obbligandoli
proccdcHc, anziché ritornane indietro,e nel- per volo non Colo a crederli, ma a predicar-
la l’anta legge 1 illruillc Orò fantino , e di
. Celebrandoli con gran coneoi lo la lu»_,
li.
Chiefa per afeoitar la Meda Al line alzate . litranquillo il mare Arrivali alia Corte in-
.
le mani al Cièlo , mentre con gli occhi veg- contratomi piu boi ai e olà la temprila nelle
jeva il fuo Grillo, e con la bocca recitava-, furie dell Lupa adorc; però rilupplieandu di
fè parole In inaimi inai Domine commendo fpi- nuovo S.l amino, fi ritranquiliò la boi alea,
ntum meum , refe lo fpiritu al Signore con-, licenziati dalla Coi te non lido con la grazia,
molta dolcezza della fua anima Intanto af- . perla quale erano iti; ma col donativo di
fibbilo il prcziolb cadavere da un immenfa molti regali . Intorno all anno , clic quello
luce feda dal Cielo , non potè vederli per Santo volò al Ciclo egli fu circa il jd.Dcl
3
due ore (eguenti, mandando fuori un'odore giorno delia fila morte v' è qualche divario
cosi grato , che rcltò attaccato alla Chicli irà Scrittori. Pietro Vefeovo tquilino, fran-
per trenta giorni fegucnti.Ripofloncl fepol- cefilo Mauroli , e la Chiefa Siracufana lo ri— |
cro mando fuori un oglio foavirtìmo di tan- mettono a' ji. Luglio. Ottavio Gaetano, ej
ta virtù , che potea rifiutare i corpi da varie Pietro Vefeovo di Tauriauo a 14. Luglio.
infermità , e 1 anime da diverfe tentazioni. Altri al primo di Agofio.
11 Cadavere, che fepellito in un tal luogo, di Pietro Vefeovo ii 'Icuri ano oratj'n ejtti fefr.
cui col tempo s era perduta la memoria, ven- ritiro Vefeovo Eefteilino appendice.
ne ritrovato con la luce di molti Iplenduri Fraticello Mauroli Ifroratì Meft.
difccil dal Ciclo Operò quello Santo molti
. Ottavio Cafetiitt Srjtcu forum torri.
miracoli, fra 'quali furono li feguenti.
Un tal per nome Teodoro, la cui cafa era H Y M N U S
attaccata alla Chiefa del Santo , aveva pa-
gata certa fomma di danaro al Regio fifeo
con la ricevuta, ma perche morto 1 Efattore
IN S. FANTINI! M
veniva molcllato dai fucceflòre , fenza rac- E* M. S. Greco Codi.ee Monaflcrii
cotdarfi della finltura fatta; perciò ne andò S- Philipp! fragalatis
incarccrc.Supplicò per tanto il Santo,il qua-
le elicomparve con in mano la ricevuta-, P tendidilfimo yrtutum brinine divinitòt
dellEflàttorc; onde redo libero da qualun- S corde, CT animo Uuftratus provarmi lebi-
1
que molcfiia. Un Tuo figliuolo per nome Ni- dinum tenebrai diJfipafii,Vir admirandr, ai pe-
cela Arcidiacono dclfi
fa Ciucia, travagliato renni mirai «forum gratin ditalm, lutale t nìur-
1 bus,
tìby
. i . , , , . .
nacradonem cclebraiues, t uum fepulcrunt vene- à materia face alienai vitamegeris, mifiericor-
rami^, unanimique vote e oncUmamus : impetra diam i Deo maxime miferi corde , baufifici , i ;
Beate Fantine, tpucm divina pitia afflavi!, Haud ab) turi cine ofitcndifiti , qui divinam
tuam graliata perfurto confpurcavit, jubens ex
j
rem tamii luta arapledntncr. io labor antan, & limili!, quibus crutiabatur do-
fi
me caleflì attui immixtus, ac forte fa Udore fir paratifi detcneus ad tuas reliquia! cu ni
ineffabili ter Deo adbarens, gancio, glori
aqu act effigie, ea Ubcratus efit , quibus edam vebe-
jrxomprthtnfa natia! ,
mcmiwris lucri , ir noi mtnhr nitrititi mifcricordiam negus efit, qui
miferia ir fiacri lego ore in dia dona per blafipbemi am f
e lui! prccationibus ab omni ae-
ferva > ,
& dilucidi fiyngrapbam bomini ofitcndifiti. di tu uà vertute ad f'aludi por tum qmtidie ad-
Lucidam immortaliteli i vejtem indatusjam duci! .
jncolumitati reddidifiti, 1
de’ foli Apro, e Giovanni , c li vuole amen- folto bollo , ivi prefe a vivere vita d Angio-
due Sacerdoti} c foggiongc, che Eraclea è la lo in digiuni, c penitenze. Avvenne intanto,
medeùma, che 1 oggidì 1 Amcndoiara, polla ch’ufcito il Conte Padre a caccia , li poli in
fri li due Fiumi Sibari , e Siro La lor Fella .
traccia d'una Fiera ,
qual lo portò ov’era il
fi celebra agli ottu Luglio ; Nè alno dicono Sar.tuiNon lo conobbe dlppiuna, ma poi nel
della lor V ita « diicorfo fcoitolo per fuo tigiiuolo,piangcn-
Davide Romeo Indice de' SS. Filippo Ferra- donc per tenerezza fc l'abbracciò, c brillio
ri Catal.ad diem fa’. Julti . Paolo Reggio Calai. al petto Ma quantunque l avelfc forzato di
.
Di alcuni Santi , e Beati Èajìliani. fiero, non però potè confeguire nè I uno, nè
l'altro , riloluto di terminar i fuui gior-
III. DI SAN GIOVANNI MONACO. ni fià quelle li ere j anzi feco trafle a vive-
re in fua compagnia Llena fua lordla , dcl-
o
D EH’ Ordine di
famigliare di San Nilo Abate fu San
S. Ealilio
va per riverenza la terra ealpcltaca da lui. tempo riùputo da Monaci il fuo felice paf-
Fii anche uomo di lettere,e vcrlatiflimo ncl- l aggio , portarono il fuo corpo nel vicino
r opere de' Dottori Greci, lingolarmentc di Monalìu io, qual poi dal fuo nome vanno
San Gregorio Nazianzcno . Ville circa gli detto S.Onofrio, appreffo di cui non è un fe-
anni ppo. Girolamo Maraiioti moiira con- cole, che fi piantò un nobile Villaggio del
fonderlo coll' altro Torelli } ma lo ft altro, incdefiDio nome Le fuc venerabili reliquio
.
com' egli fìi,;Apu limare Agrclla , a cui Ri- non dillo verte ancora, avvegnaché di cer-
ferivo. to nel fudetto Monallerio , fi fanno fofpira-
I
T fon le memorie di que-
llo fa auto} poiché oltre leder egli nato
in Bombicino , e d'aver profelfato 1 iftituto
• Ila ove jcp. Girolamo Marafioti ove j'op. Paolo | di San Bafilio nel Monaficrio ivi vicino, o
Gualtieri ove [opra. che morto , c icpcilito in quella Chicfa , fu
)
I
poi
E . .
poila Chicli detta dal Tuo nome 5 Ciriaco: . furono Monaci Baliliani,e videro per lo più I
che penitenza, taltidito del fecolo , qual nè egli Monaco antichiflimoGrcco,e folle Bafi-
pur eonofeeva col vi2io,vedì l'abito di S.Ba- lianoic le ne celebra lafeda li ìo^cttembrc.
Jilio, (otto del quale s'avanzò non folo nel- Filippo Ferrari ad diem 10. Sepiem. Davi-
udio della perfezione religiofa , ma ej de Romeo Indie dc'Santi Paolo Reggio Ub.z.de
|
lo It
nell’altro delle lettere, c delle feienze, onde Santi. Paola Gualtieri lib.z.
divenne doitiflirao in ogni buona difeiplina.
tu S. Abate Nilo , dal qualej
dilVepolo del XII. DI SAN LE 0,0 LEONE
fri molti veniva teneramente amato Moti . MONACO.
fantamente nel Monaftcrio di S.Adriano,du-
vc fcpellito , giornalmente fi riceve Jin’ al Ortò quedo Santo un Villag-
alla luce
giorno d’oggiai li tiibuti dell'adorazione P gio detto A fi ieo, predo Bova Si eder- .
S. Bartolomeo RojJi vita di S. Nilo.Gabriele eitò nel miniderio delia pece , così che del
Barrio lib. . Girolamo Marafioli Cron.Ub.4.
. prezzo dede die fati -he n alimentava pove* i
t.i8. Davide Romeo Indite de Santi. ^pollina- reili: Sovvcnte digiunava con talkggc,chc
re Agrcfla vita di S. Bufilo. il lopravanzo Jo dilpcniava a' mendi-m, o
tutta via defidci olo di maggior penitenza-,
IX. DI SAN GERASIMO MONACO. per edinguerne la fete bene Ipelio fi tuffava
ignudo nell' acque, quando quelle erano più
morto li folle fcpellito nel Tempio di S.An- liiio, nella qual Religione avvegnaché No-
giolo nella medelima Terra , Ma occulto ci vizio potè edere Ma- Urli di molti . Rifplcn-
il tenore della fua vita ,
è e vario il giorno dc con la luce di molti miracoli , fingolar-
della lua feda : tilippo Ferrari la mette li mcnte in redimire la favella a' muti , e vo-
14. Maggio, e cita per quelto le Croniche, e largli in pugno prender-
gli Uccelli, affine di
le tavole di Calabria , e Monfignor Paulo vi il neceflurio alimento Ma fu iingolarej
.
Reggio nel z.de Santi del Regno: Barrio, ej quello egli operò diquedi tempi per fervi-
Romeo li 14. Giugno. zio della fudetta Cittì di Bova, quando que-
Filippo Ferrari Catal.de' Santi ad diem 14. da aggravata nella numerazione de 1 uo.hi,
Mali. Gabriele Barrio de anliqu. Bb.l fola.ll . .
qual li portava multa lpefu,Il Santo in forma
Paolo Reggio lib. z. SS. Regni . Davide Romeo viva di Monaco Bafiiiauofi prefentò al Vie.
Indice de Santi.Girolamo Marafioli Cron.lib. . del Rcgno,c si bene difefe 1 aggravio,chc nc
riportò il favorevole difgruvio. Le fue Re-
X. DE’ SS. NICOLO', AMBROGIO, liquie fi confervano con molta divozione
BARTOLOMEO MONACI. nella fudetta Cittì di Bova in un magnifico
Tempio dedicato al dio nome 5 c con molta
Uc divar; s' incontrano tra’ Scrittori,
Dper le notizie di qnedi Santi } Davide
Romeo, e Paolo Gualtiero fcrivono, chej
pompali rivendono ogni anno da quei po-
poli, come di Protettore , li cinque Maggio.
Gabriele Barrio lib. Giro lami Marajioti
furono due con nomi di Nicolò, e Bartolo- lib.i.c.jo. Paolo Gualtiero lib.p. c.uU., e lib.z.
meo, Apollinare Agrcda li ferivo Nicolò,cd Davide Romeo Indice de’ Santi . Paolo Reggio
Ambrogio.il Gualtieri li vuoi Macdri di San Catal.lib.z. Filippo Ferrariai dic.n 5 . Mali.
Giovanni Torchi , f Agrcda anzi difccpoli. Apollinare Agrefia vita di S.BaJ'.
Chi sì, fe dati tollero non due , ma tré Ni-
colò, Ambrogio, c Bartolomeo, de' quali , o
XIII. DI SAN SIMONE MONACO
1 uno, o lì due dati fodero Macdri ,e'l terzo I Genitori di quello Santo furono amen-
dilccpolo } Comunque lì folle la cofa* tutti L due di Calabria , avvegnaché non ncjj
. fap-
,
onde nacque lo sbaglio del P. Ottavio Caje- Conte , il quale non ingiato al beuelieio gii
tauo in crederlo nato in Siragufà Dia par- . cdilicò un Monaltero poco dittante da Ca-
lando il Padre in Codantim»poli portò fòco lano, ove ville , c mori, e dopo la fua morte
Simonc, c lo vi fè attendere alle lcuolc.Crc- ne prefe il nome di S.Pietro Spina, o Spanò.
feiuto poi all'età pellegrinò in Gerufalcm- Apollinare Agrefta vita di S. Baf. fot. 270 .
mc, ed indi a configli d un Tanto Kcligiolò Paolo Gualtieri ConfcJJ'.tib.i.
fi racchiufe a fai penitenza dentro una fpe-
lonca predo il lido del mar rodò Oltrc- . XVI. DI S. LORENZO MONACO.
palfa in pellegrinaggio al Monte Sinai, poi
in Babilonia , dove creduto fpia , gli con- \ Ggiongo a quedi due il terzo Santo
venne patir molto Ritorna in Italia a_,
.
cioè S.Lorenzo differente dall alno, di
Roma per vifitare le fagre Reliquie de'glo- cui piti fopra Pii Monaco Baliliano, e ville
.
mo: Il fuo funei ale venne onorato col c .n- Apollinare Agrejìa vita di S. Baf.foL 271 .
cuore,no nel volte. Altre vole avedo prepa- giate le paterne ricchezze, e le glorie, e de-
I
tezza.Quando il Santo Abate aveffe voluto, torno , c fra quella beata compagnia lpirò
1 anima, per mandarla al Ciclo.
o riprendere, o caftigare alcuni di quei Vec-
Monaci di rifpeito, lo faceva nella pcr- Arnoldo Vion. Lignum Vii* lib.q. lit.R.
chi
tollerando il Servo di Dio Pietro Diacono de Sanili i Caff.e.66.
fona di Stefano ,
. Girolamo
a gran cuore tutti quei affronti . Ando col Gabriele Barrio lib. 1. fol. . .
bidienza lpirò la fua anima. All ora il Santo pitolo precedente, e li BB. Matteo , c Ber-
Padre bagnato il volto di lagrime: Stefa- O nardo nel Capitolo de’ Confclfori Pontefici.
no, dille, o Stefano buon lòldato del
Signo- Li fopradetti adunque tutti furono lènta , ej
martire di pazienza^ , ricca prole del Santo Abate, quali egli alle-
re, mio compagno, e
vanne vanne a godere l’ eterne feliciti nel vò fintamente nel fervizio di Dio ; ma le
virtù particolari, le penitenze, le grazie , le
Apolbnare Agrefia vita di S.Baftlio fol.ipO. moni, ed ogn 'altra cola ipcttante all’ intiera
Ella Vita di S. Luca Abate fi fi raccor- dinando Ugbelli DaUom.g. Francefilo Maurolt
\ r
Paolo Gualtieri Itb.i • Ottavio Cajet.Animad- favcrlo fidamente accennato come di fuga,
vcr.ad liram tom.l.foUpT. che pur non è picciolo freggio di tutta in-
ficine l'opera .
1
L’ nieano dall'altro, gii ffrettameme uni-
ti, e nella profeffiune, c nella lanciti quan-
,
pcr la nafeita delia vita;poichc avendo fprc- tunque poi per altro divi/i di tempo.c di pte-
1
hi anelò in Cantina, replicando l'altro, che v' t |o in Taverna, agitata tu fieriflìmo dolore
era flato, gli lòggiunk, che andaflc di nuovo, di parto , avendo mandato a raccomandurfl
e confidalfe in Dio. Ubbidì il Refcttoricro, a u c fue orazioni, egli le mandò non sò che,
ed andato ritrovò la botte piena con maravi- avvilendola , che partorirebbe con alkgicz-
glia di tutti. Fioriva nc'1470. e poi ricco di Z1 Un malchio, come avvenne . Mori nella
molti meriti riposò felicemente nel Signore fuduta Cittì di Taverna fanno 1599. Di
In Altomonte, dove la fua Immagine , come lui così fcilfe Giovanni Hys (a) : Fucrm.t, & * ««ut
negli altri Conventi di Rogiiano, di Belca- atti fiuta hujut Ordini s Sanili , nec ufque ni
Uro, c di Catanzaro, vi dipilata con quelle bodiermm iiem dcj'unt Sanili lìti , bum orai - ninne,
d'altri Beati . nem vita fanliitate decorante , &
miracultt
Piò lib.ppartl. 11.42. Marafioti hb.Z.c.16. Ulufirantcs, qui etiam nofiro hoc Jaculo uixe-
c Uh. 4. c. 1 j. Romeo Indice de’SaMi . Barrio rune, & ex hac vita j am pridem dtj'ujjurunl.
44 .2./oi.I J 5 Paolo Gualtieri lib.l.
- Ut B. Lndovicus Belirandus , qui obiit anno
1 5 8 1 .cnjm meritis , & invocatione modernus
XXIII. DEL B. GIROLAMO DI Rcx Hyfpaniarum, adirne puerilità miracutosé
G 1 ERACE. foni t anni obliami , C> prò hujus Sanici Uri
canoniTatione apud fuam S alititi atem mflare_.
fa ,avvenuta per intercedimento del Beato nipotens quotidie mira cxhibet figlia , pro-&
tervo del Signore Frat' Antonino da Reggio .Giacque ièpciliro per qualche tempo
Cappuccino, a cui raccomandatali la Madre nel Coro de i- rati* indi per ordine del Rcve-
pcr un figliuolo, le diflc egii:Ralkgratevi Si- rendiflimo deH'Ordinc Gaiamino trasferito
gnora, Voi darete alla luce un bel figliuolo nella delira parte dell' Altare.Era venuto in
mafehio* ma inficine raccordatevi d ùr.por- dimenticanza de’ Rcligiofi moderni * quan-
gli il nome di Franccfco. Concepì la donna, do il Cielo volendo far pompa del fuo bca-
ed a fuo tempo nacque il fanciullo , il quale t0 Servo con P occalionc di farli un nuovo
viffe per qualche tempo con nome di 1Pan- .
pavimento alla Chiefa , sfabricandefi il più
cefco Scriva. Andato in Napoli per occafio- vecchio, fu ritrovata la calla col fuo pie-
ne di Audj vedi l'abito di S. Domenico,con tiofo cadavere intatto , che fu li 20. Oito-
nome di Girolamo nel Monaftcrio della Ri- bredel 1 «78, di che poi fc nc fè l’ atto pu-
fornu.Divéne così lctterato,chc mai s’agitò blieo li 2}. Novembre dell’anno medefimo,
difputa di grado, che a lei nò fi fofle ricorlò, coll' affluenza dei Clero, c del Magillrato.e
come ad Oracolo, per la dccifionc.Non ca- di molti Rcligiofi, fra quali fui 10 , veegen-
pitò nella Cittì Forafliero lctrcrato,chc non do ad occhio proprio l' incorruttibilta del
fofle ito a vifitarlo, reftando tutti foprafatti cadavcro, il venire ancor molle , così come
dalla fua letteratura.T enne ftrettifflma cor- F unitura del colio, c le lividure dei!' ulcere
rifpondenza con Sigifmondo Rè di Polonia, nelle gambe.
il quale nelle fue lettere il chiamava Padre, Iddio hi operato molti miracoli per l’in-
e Macflro.Dcftinato Ambafciadore dalla fua tcrccffione del Beato, fra’ quali fi racconta ,
tire ilkgcr interno di morbo : Raccom anda- l'autorità di Ferdinando Re di Napoli, e dei
toli intanto al Beato , il cui cadavere ave» Pontefice Siilo IV. Parti gii il Santo per la
venerato due giorni avanti, gli fe votud'jn- Francia, e pel palleggio , che fc per Napoli,
datc a viziarlo cinque volte con recitare a gli venne incontro tuori le porte deila città
lua gloria cinque Pater, e cinque Ave, le lo j ideilo Rè; e portatoli in Roma per ricever
ulinare. Ma udita la fama del B.Scrvo del Si- Reame della f ran-ia, furono ulfcquiofc tu
gnore , fatta forza a fe medclima , fi porto accoglienze fattegli da quel Monarca Lui-
nella Chiefa de' PP. Domenicani , ove flava gi Xi. Mori finalmente 1 Como Santo nella
elpolto il fagro Cadavere ; ebbe parte del feria fetta della maggior Eddomada, fopra^
iuo Capuccio della cappa , col quale tocca- una Croce a due d'Aprile del 1507 ncllt-j .
toli il ginocchio gonho, non ufcì di Chicfa, Città di Tours. Fu eanonizato da Leone X-,
che non li vedeffe fgonnaro il membro, c rc- c da molte Città,c Caltella prefeelto lor Pro-
itituito l’ ufo di quello Catarina Arratta per
. tettore , muffirne da Napoli Metropoli del
un atuio , c mezzo ritrovandofi attratta per noflro Regno . La Francia
, fortunariffimu
j
la metà della per fona , lenza poterle giovare maulòlco delle fue adorabili ceneri gode
,
rimedio alcuno , in udire la fama di qucltu con tanti fegni di giubilo della fua tutelar
Servo del Signore , aiutata da Tuoi , fi portò padronanza. Che fe poi vogliam raccontare
alla vifita del lùo Cadavere, a tempo flava le perfonc Reali , che tributarono gli omag-
efpoflo. Arrivata ivi, e toccata la pai te offe- gi a quello gran Santo, c fe 1 prefedfero per
fa col Cadavere di lui , proiettando lemprc loro Avvocato predò la Macltà Divina , tro-
non partire fcnzala folpirata grazia , lilial- veremo un Carlo Nono;il Terzo, cd il Quar-
mente: dopo P cilen i Hata da un ora, col mo- to tingo, ii Tredicennio , e'1 Quattordicefi-
dellino ajuro li partii ma come fu alla porta mo Luigi ; Francdco il Primo ; Catarina , e
miracoiofamcntc li (enti libera , fiche tona Maria de 'Medici ; Elifabctta, ed Anna d'Au-
molta fua confutazione fc nc ritornò in cafa. Itria ; Lodovico di Lorena ; Claudia di Ber-
Gioì' inni fjys vita S.Dominiii.l'aolo Gual- tagna, tutti Rè, c Reine di Francia France- .
ita,e prodigi da Jui opcratii laonde per non Muinpolier,la Frincipefla di Condè;la Con-
accrcfccrc con nojofa lunghezza quello li- tefladi Soiliòns ; la Duchella di Lungavil-
bro, hò peniate raccordare fol tanto a’divo- la , cd altri , che per ovviare al tedio , li
ti Leggitori alcune particolarità della fua_> taccio
vita, torlc non fapute da tutti. Mi piace foggiongere qui ciocché ferif-
furono fuoi Genitori Giacomo d’Aleffio, fc il dottiffimo Cardinal Bellarmino a_,
nobile Cufcniino , che primiera.,
traili la lode del Taumaturgo di Paola , tradotto dai
(chiatta dagli Alefsj di Mcfsìna , per detto latino in italiano da liidoro Tofcano, ecco
dei 1 rimarchi Nè facci il cafo il trovarlo
.
le fue parole : Ultimamente in quello noflro
preffo alcuni di Prognome Martolilla , attc- ,, fecolo, quafi in quel tempo ,
che Martino
lòchè l'errore provenne da ciò , che il men- „ Lutero buttò la cocolla al vento, France-
tovato Giacomo, per contradifiinguerfi da_. „ fio di Paola fi cuoprl d'un'abito religiofo;
un altro Giacomo d’Aleffio, volle arrogarli il ,, Lutero intignò, eh il digiuno vai a nulla,
[cognome del Padre, che noma vali Giacomo ,, c che l’aftlncnza di certi cibi fiamera fu-
Eai rollilo, cpoi per corruttela muroflì iiu ti perdizione; Francefilo jfliiuì la fua Rcli-
Martolilla. Sua Madre ftt Vienna Fufcaldo, ,, gionccol voto del digiuno perpetuo Qua-
famiglia nobiliflima. Nacque egli in Paola, li refimale, fenza poter mangiar carni, o lat-
crcfviuto alquanto. Tu la di lui vita così be- ti ticinj:Lutero deteiiò il Celìbato, FUbbi-
ne intralciata di Jàntità, e di miracoli , che n dienza, c la povertà volontaria, come in-
venne creduto il Taumaturgo del fuo feco- „ venzione d'uomini sfacendatj ; Francefilo
le. 1 Itimi la fua Religione, per opporla,come ,, abbracciò le incdefitne virtù, come confi-
idi già foppofe olii dogmi di Lutero, e fuoi tigli di Gesù Criflo Lutero fè lafciar’
: i
|
allccì i-Divenuto cotanto celebre, volle il Rè „ Chioftri a molti Religiofi, e Rcligiofej ,
I Criftianiflimo averlo con fc; onde interi ufe I
,, Francefilo tirò nella Religione molti uo-
mini
DE CONFESSORI NON PONTEFICI CAP. III.
•j, miri, c donne: Lutero volle, che Leon X Montaya Epit.lfmoro Tojiano vita di S.Frlic.
folle venuto p«rAnricrifto;Francefcopre XXVII. *B. Giovanni daS.Lutido. Com
’
dille al mcdelimo il Ponteficato lin dalla egli nacque da Genitori poveri, ed umili ,
fanciullezza; Francefco, che fu figlio ub- così gli fuoi Cllerciz) non furono elle di
biditnte alla Chicfa Cattolica Romana o- Campagna. A quelli li aggiungeva una fem-
prò tanti inmtmcrabili,e (tupcndi prodigj: plicillima natura , che lo rendeva alquanto
’
Lutero, che lacerò la vede inconiiitiie di !ciocco;onde nel dargli f abito di oblato, fu
”,Crillo non potè dar la vita a un pulce. Id- ncttllarioal Sanio Padre di pari adeguargli
” dio condannando le falfe dottrine di Lu- un MatUro, che lo dirozzadc E pure a ri- .
più libri di quello argomento, non pollo periore vollero alcuni giovani far pruova
non dcfcrivcrc le gella d' alcuni fuoi compu- della fua fcmplicùìt Così dunque riempito
.
nti, notati colnome di Beati da alcune cc- un piatto d' arena, linièro , che follò afizi ri-
penne, fra' i quali fono li feguenti.
fet ri
pieno d' anguille; onde gli ordinarono , thè
XXV.B.Bcrnardino da Crepolati ; Nac- 10 portaflc in Refettorio; ma Iddio, che mol-
que egli dalla Famiglia Otranto nobile , ej to li compiace della fchicttczzj, accompa-
ricca in quella ! erra ; ma lafciando
il tutto gnata dalla vita,opcrò si che portato in Kc-
-
fuperate due , e tré volte le contradizzioni punto all orazione; onde non Capeva, nè co-
1
rc.Non fu di molte lettere , fu si bene d ef- la. Prefe 1 abito de' Minimi datogli dal nic-
quifita religiofa onde il niedcli-
prudenza ; dtfimo Santo Patriarca nel Romitaggio . tra
mo Santo Patriarca, venuto morte l’ illitul a di complcdionc molto gagliarda ; onde potè
vita molto con molta afprczza macerar la carne Dor-
fuo Vicario Generale Ville una . .
innocente, accompagnata da gran zelo , lin- miva poche ore in un. letto di fiumenti ; per
golarmente per la manutenenza del quarto non dir eh' anzi fi tormentava ; poiché ora
Voto per la vita quarelimalc perpetuai onde vi prendeva quel poco ripolo inginocchiato
potè governare con molta lode la Calabria avanti il letticciuolo ponendovi le braccia,
in qual ù di Provinciale , c la
Religione di c mani in forma di Croce ; ora appogijndo
Vicario Gencrale.Compiuto il corlo de Tuoi 11 capo fu le proprie braccia ; fiche piu rollo
beati giorni glicomparve San l'ranccfco, e I orava, che dormiva; e nulla di meno rimpro-
avvisò del tempo, c dell ora della liia motte, verando fc mcdelimo , come fc dormjllc fo-
»'
quale gli forti li 2j. Ottobre del 1520. ile, verehio, vie più infervorava all'orazione.
Napoli, fepcllito con molte lagrime ai lato Non mangiò, che pane , ne bebbe , che ac-
finillro dell' Aitar maggiore, ove fin ai dì qua, c quello una lòia volta il giorno. A que-
prefentc fi venera c ui molta riverenza. lle, quali erano penitenze volontarie , ii de-
Gabriele Rarrio lib. . . . Autore del teatr.V. monio aggiungeva le fuc ; poiché fovvente
Re ligio, fot.. Ifidoro Tofcano vita di S.Frane.
.
apparendogli il batteva, il contrallava; onde
XXVI. B.Balda(Tarre da Paola , quelli fu alle volte veniva neceffirato mandarne la-
ta canti, pazienza, prudenza, e dottrina;on- gioni così Santo , clic il Santo Padre l'alie-
dc con elio lui confidava il Santo tutti gli af- gnò per compagno , c per guida al Conte d’
fari più rilevami dell' Ordine , per l' indu- Arcna,quandoci andò nel ioccorlò d Otran-
zione del quale travagliò non poco apprefib to, ove Dio dimollrò la (alititi del lue Ser-
dell’ Areivcfcovo di Cofcnza Pirro Carac- vo con un iiluflrc miracolo Colpito in uu .
A. * f/Cn-UC
CALABRIA SANTA LIBRO I.
.
perche Iddio fi compiaccia dargli pazienza bambacc, riufeì miracolofo antidoto a mul-
nel taglio, volle egli vedere il braccio, e re- te infermità . Mentre portò la barba.,
ville
plicando l'altro, cn’ era l'afciato , e non po- lunga, qual poi nell ultima infermità per or-
teva feiorii fenz'acerùiflìmo dolore, dils’egli, dine de Medici gli fu ralà. Morto poi, e por-
che confidane in Dio Si feioife il braccio*
. tato il cadavere m
Chicli , a villa di tutu gli
10 legnò il B.Servo del Signorcjcd al punto rinacque così folta , e lunga , come gli fu
mcdejimo confoiidato potè di Cubito 1 infer- tronca nell'infermità Ma ciò riferito ad un
.
mo ripigliar l’ arme, ed ulcire a com battere. Sacerdote con barba lunga,egli maneggian-
Dopo una vita di tanta fumiti , volò al Cie- dolcla così motteggiava il racconto : Aver
lo in Napoli, ed ebbe si numerofi li Concor- egli avuto la barba rafa, come quella mia,,
fi de’ popoli , che fu d' uopo tenerlo molti hìjravigliofo avvenimento ! tulio gli cadde
giorni infepolto , nel che pure fi viddero fenza né pur renargliene un folo filo. Atter-
molte meraviglie , non folo non fpirando rito perciò dall'accidente , ma non dillìdatu
mal odore * ma avanzatoli nella bellezza , e dcHintcrccrtione del Santo , ito al Corpo cù
macftà del volto. gran pentimento, anche a villa di tutti gli ri-
Ifidoro Fofeanovitadi S. Frane. nacque come prima la barba Pò finalmente .
XXIX. B. Paolo Rcndacc da Paterno, Re- dato alla fcpoftura in un luogo fotterranco il
ligiofo di gran fantità lira quanti n abbia Ca- Cadavere, ove fino ad oggidì fi conferva in-
puto produrre la Religione de 'Minimi , Pii tiero.Tétaronomoiti la difeela per vederlo,
egli vellito dal B.Patriarca Canno 1448,', e e riveritio,ma invano, foprapreii da gran ti-
perche con lume profetico lo lcorlè da riu- more . inrraprefe la difeefa il Reverendfs.P.
lcire chiariilimo per bontà;pcrtanto fovven- Francefco Binet Generale dell’Ordine , con
te l'ammetteva nella fua famigliarità , ragio- penderò di furarne qualche parte perla fua
nando lèmpre di Dio, e delle Iute opere. Cube francia,c la prevenne col digiuno di tre gior
molto zelo dclfollervanza Regolare 5 onde ni, e con molta orazionc.Scele finalmente con
fu piu volte Provinciale qualora il Santo una proceflione d alcuni divoti Reiigioli , e
Padre partì per Francia, liftiruì fuo Vicario nel me tre s'apparecchiava a legargli un òra>
Cenci aie pei 1 Italia, l'ondò molti Mollarte- ciò, ecco eh il cadavere tutto cosi , come fi
li per la Calabria, quali ordinò al vivere rc- ritrovava, con le braccia incrocicchiate ai
ligiofuion molta prudenza. Accompagnò il petto, alzatoli gii dille: Padre Generale , che
zelo colla carità, ed umiltà,perche quantun- avete in penderò di fare Per amor di N. S.
.*
que molto invigilane alPoficrvanza della fua contentatevi di lafciarmi dare nei mio ripu-
Regola, mai però dimenticò gli ollìcj delia., di* c così detto fi prollefe di nuovo, con Ipa-
carità a chi li dovea , rigoroiìfiimo con fe vento di tutti. L'anno poi 1570. e 7i.c(fcniiu
medefimo, piaccvoliflimo con gii altri Uo- . Provinciale il P. Maturino Fraacefc , c vitì-
mo di molta orazione , perla quale riufeiva tando quel Convento defiderò di portarli fo-
aliai terribile a'demunj , quali fovvenrc i’i-» co il deto grullo del piè , ma le diligenze fi
lòrme terribili apparendogli, fovveme da fe refero tutte vane. Così dunque l'ultimo del-
11 fugava. Ebbe lume di feorgere il da veni- la partenza, fcefo a riverire il l'acro cadave-
re, c da penetrare al di dentro delle cofcien- re, nelmentre bagnato tutto di lagrime ba-
zcj onde potè predire molti avvenimenti fu- giava quel deto , ecco fe gli fpicca da fe me-
turi, e far avvertita una divota del fuo Or- defimo , egli cade nelle mani* quale fecu
dine di certi peccati dimentichi nella con- portando , oggidì fi conferva nella Trinità
fezione Operò multi miracoli , rifanando
. di Roma.
gl’infermi col Tignarli , e recitar le parole, Mancllo Saufeverino lib.i.c. 4. Domenico
juper agro;, Cre. PrcdilTe al fuo compagno il Gravina vox tnrt.cap. z+.Jfidoro Toccano Vita
giorno, d
ora della fua morte, qual appun- di S.FranceJco lib. , . .
to avvenne, com'era fiata predetta da lui in XXX. B -Nicolò da S.Lucido. Fu egli per
Paterno l'anno .... A vrebbono voluto i profeflìone Laico , e l imo de' primi dicco
fuoi Religiofi occultar la fua morte, temen- Compagni del Santo Patriarca . Non abbia-
do li concorfi de popoli* ma ciò non piacen- mo altru della fua Vita , fe non che fu fiato
do al Cielo, mamfeftò quella col Tuono del- di vita fama, ed innoccnte,c tale deferitto da
le campane tocche dal iòlo minifiero degli Francefco Maurohco Ocean.Relig.Barria de fila
Angioli* onde non pur da Paterno * ma da_, Calab.lib.j. Ifidor.Tofcano vita di S. Frane.
quaii tutta la Calaoria fupcriorc concerie la XXXI. B. francefco Majorana da Fiu-
gente a venerare il fuo cadavere, c fu sì gran- mefreddo Compagno del medefimo Santo
de la folla, e'1 concorfo, che bi fognò tener- Padre , eletto nel luogo fello fra quei luoi
lo infepolto lo fpazio di quaranta giorni, primi ti. Compagni, c fecondo nel numero
operando un infinità di miracoli con ciechi, deSacecdoti del iuo Ordine. Fù quello Bea-
con mutoli, con Tordi , con unifichiti , con to fervo del Signore di vita incolpabile
, c-
aifidrati, con felicitanti, con invafati Non . fercitato inogm genere di virtù, lingolar-
folo in'sì lungo tempo non relè cattivo odo- mente nella penitenza, cd alprezza del vive-
re * ma dalla faccia grondò Tempre grati (li- re^ d’aitifliina contemplazione , ed orazio-
mo fudorc ,qual'accolto in piùcurahnc , o ne, nella quale fovvente fi rapiva in eftafi * E
.
talora avvenne, che rapi tu in Dio gli fu ve- to fulla nuda terra, confilmando il rimanen-
duta una bianchiffima
aiìtftcrgii all'orccciiic te della notte nella contemplazione de' di-
Colomba, Rimata da tutti lo Spirito Santo , vini raiftcrj: tré giorni delia fettimana li di-
che gl’indettafle le pie meditazioni. FU Cor- giunava con erbe crude , fenza condimento
rettore in S. Luigi di Napoli , ove governò veruno: Quindi Iparfa la fama delia fua vinù
con tanto zelo di difcipltna regolare, c carità non pur nelle piu vicine pani delia Provin-
di paterna benevolenza che li actjuillò il
, cia,ma nelle piu rimote ancora, c filori d'efi
nome di vero Rettore. L'Uni vermi di May- fa nella Sicilia, e nell' Italia
, da tutte quelle
da intefa la fama dei Patriarca S-Franccfco, conconeva la gente a confultatio ne’ioro af-
e de’fuoi gran miracoli delìderò d’aver Con- farle fi chiamava felice chiunque avelie po-
vento di quell’ordine. A quello effetto ordi- tuto avere una qualche particella del fuo abi-
nata una lbicnnifftma ambafeiaria ne fiip- to,o altro qual folle a fuo ufo . Operò molti
plicò il Santo Padre. Confentì egli, e vi de- miracoli, e fra' quelli la reltituita luce ad un
ttino a fondarlo il B. Majorana, avvertendo- Cicco. Predille il giorno della fua morte , e
lo nel dipartire , che lo pigliaffe vicino ad dopo anni cinquanta di penitenza volò al
una bclliffima fontana . Arrivò il Santo Fra- Ciclo ottogenano circa il 1 Suo.
te in Mayda circa li principi deU’Agofto del Daga Cren. p. 4. lib. 4. cap 1 Martirologio .
I4<5p ricevuto da quel publico con ogni dt- framif.ad dic a z. Aprii.
moflranza d’onore, e diipotte le colè necef- XXXIV. B.Francefcoebbe inCropani la
farie alla labri ca/i pittarono le prima fonda- fua nafeùa, dove ancora a vendo profelfato
menta li 7. del mele (tettò, concorfu la gente 1 umane lettere, c quindi entrato tra'PP.dcl-
’
a gran folla. Morì quello fervo del Signore, l' Offervanza , fi applicò a’ lludj pili alti del-
vedere in qualità di Giudice, (lava in punto -01 po livcncracon molta divozione da quei
di condannarlo ; onde atterrito il poverino popoli , mercè alle molte grazie , quali per
piante tanto, fupplicò tantoché molle a pie- fua inrcrccflionc ricevono da Dio
tà l' Eterno Signore, lino a perdonarlo, e dar- Franccjco Gongagap.z. Luca tfadingo tom.
gli lungo tempo di far penitenza de' falli J.aun.I jio. f.8. Martirologio Francefcano ai
luci. Cosi dunque rientrato nell'Oflcrvanza, dtem zi. Scptcmb.
ed applicanti da dovcro alla correzzionc XXXVI. B. Girolamo da Mefuraca Sa-
della vita pattata, fiorì in ogni genere di vir- cerdote fi refe iiluttre tra’ PP. dcll’Ollèrvan-
tù Rcligiofa , in maniera clic rcndevalì ini- za nell’ integrità della vita , c nel candoro
mitabile . Quindi volle Iddio compcnfarlo dell’animo.Un giorno, mentre ogn altra co.
collo lpirito delia profezìa , e colla grazia fa penfava, fuorché alla morte ; avvegnaché
de' miracoli sì prima, che dopo mone Dc- di continuo la portalfe (colpita nella memo-
pofe finalmente la caduca falrna. nella Città ria ,
gli apparve il Signore , affittito dalla-,
di Nicosìa in Sicilia nell'anno idoj. B. Vergine , e dal iiio Serafico Patriarca
, e
Domemc.Gravin.vox torturi! p. I. cap. 24. l’ avvisò , che quel giorno medefimo voleva
Martyr.Francifc.iy.Decembr. rapirlo a fe; onde tutto riticatofi in Cella , c
XXXIII. B.Francefco da Bovalina; entrò pottofi ginocchione avanti al fuo letticciuo-
quali fanciullo tra' PP. dell' Ott'crvanzu, fra’ io ,
orando con la faccia rivolta al Cielo.,
quali riufeì perfettiflìmo maeftro di Mulica, mandò l'anima fuapuriffima al Paradifo nel
e di lpirito. Riflettendo alla gran purità qual Convento dcli'llòla l’anno 1 y ;4-li d.Agotto.
lideve ali' ordine Sacerdotale, fempre rifiu- Francefco Congaga p. 1. Conv. 18. Fareggo
tò d' ordinarli Sacerdote, onde e ville, e mo- lib.z.c.y I . Daga lib.p. c-ja. Mar tiro log.F rane,
ri fcmplice Chierico, non già negli olficj , o ai du m fi.Augufl.
del Coro, o della Sagrettia , ma della porta, XXXVII. B.Martino da fiifignano venne
e delia cucina.Durmiva poco, e inginocehia- alla luce nella fudetta Città dotta Famiglia
. e e
Ji.15. Martini. Franai, ad diem 6. Septembr. uomo di grand'orazione , nella quale fpcn-
Girolamo Marafioti Uh. 4.c.i8.- deva quanto di tempo, sì di notte, sì di gior-
XXXV 1 I 1 B.Matteo dal Cetraro fi. relè il-
.
-
veggcndolo in tal bifogno Replicò egli 1 . Martir.C:.nv.p. 4. 8. 14. 19.10. li Igear 10 Uh.}.
iltanze, prutedaudo , che della lua morte in capMBacrMont.OUv. Daga p4.ltb.pr. cap i 3.
quel giorno n’ avea avuto avvilo dal Si- 1
’
Marafioti Ub.p.c. 33. Barrio lib . . .
•
. IFadnigo
gnoie: finalmente atrefodil Superiore , e f tom.f.ar.n. I43f.f.i8. & ann. 1444 (46., e f?4-
XXXIX. h.Mattcoda Mcfuraca della Fa- in luogo piu onorevole viiitato da molta.,
miglia Invidia entrato ancor fanciullo tra’ gente. Vivca 1 anno 1 jzo.
PP.dcli' Offcrvanzafi avanzò a tanta fornirà, Gongaga ProvJCalab. p. 1. Coma. 5. Bareggo
che Iddio V onorò con molti miracoli. L'an- p4Mb.P c.40. Waiingo tom. 5. ano. 1419.$. io.
no 1515- predicando nella Tua Patria, perche Martirol.Francific .ad diem 3, Septcmb.
la gente non capiva nella ChicTa ufcì fuori XLII. B. Pietro da Palude Villaggio di
alla campagna. Era tempo d’ edà ; onde al- Rodano non si torto vedi l'abito de Prati
cune cicale col loro dridolo cantare impe- Minori, che l'accompagnò con molta virtù.
divano, che non cosi bene s’ udiffe da' più Fù Confefforc della Principeffa di Rodano,
lontani la fua predica-: Comandò loro per- alla quale confidò F ora della fua morte , la
ciò nel nome del Signore, che fi taceffero , e quale; avvegnaché bene dante di falutc, av-
todo fi tacquero Più grande tù la maravi-
. venne l’ ora predetta nella Città di Rollano
glia, quando entrato dentro una fornace ar- l' anno 1540. con molto difpiacere di tutti,
dente di calcina, qual minacciava rovinarli, fìngolarmcnte della divota Signora , che te-
pio vidde al bifogno, e n’ ufcì illefo. Rende- neramente 1 amava Recò a tutti contento
’
:
va così molli le pietre , avvegnaché duridi- la virtonc qual s' ebbe dal Governatore del
me, cheaguiladi legna le acconciava op- Luogo, c da altre pcrfonc di conto, veggen-
portune a' luoi affari. Molti de' fuoi miracoli do la fua anima aguifadi lucidiffìma Stella
fi leggono apprefiò del Gonzaga nel 5,14, volarfcnc al Paradifo Confcgnato alia fc-
.
15. Luoghi di Calabria ; morì con gran fama poltura il fuocadavero , indi a molti giorni
di fatuità nella Città di Taverna appreffo fù ritrovato mancgcvolc.e piit bel-
Girolamo Marafioti lib.f.cap. 2;. Francofico lo di quando vi fù pollo ; onde dalla novità
Gonvagap.u,bi J'up. Bareggo p.4.1 ib.pr. c. 40. ì
Popoli corlèro tutti a rive-
rifvegliati quei
Domenico Gravina vox torturi s p. 1. cap. 24. ! nè fenza lor utile per le molte grazie
rirlo,
Luca iMadingo tom4.ann.14zg. (.10. Martirol. i
giornalmente ne ricevono .
Gon-
0 . -, 1
ore volca rapirlo dalia terra , per coronarlo Ilio aperti légni della fua futura fatuità]
Ciclo} benché (ano di corpo, e con molte
nel Cieloì conciuiiachc in tutto quel tempio , nel quale
forzai Chieda adunque, ed ottenuta 1 direni» fu o pargoletto nelle fafeie , o fanciullo pri-
Unzione, e fattoli leggere il Pallio di S. G 10- ma di au 1 vare all ufo della ragione, auro
vanni,come li venne a quelle paioli :£t miti- .
non ebbe di quell'età, eh il tempo , inoltran-
«aro capite, anifu fpiritum, anch'egli mandò |
do per altro (cimo, mode dia, e virtù , come
la fua anima al Paiadifo, con inai avigiia di di perfetto adulto. Applicato alle umane let-
rutti, quali li ritrovarono preferiti. Av iene la ièmbrò d’averle divorate } poiché cor-
tere,
fua morte nella Città di Cariati l'anno 1540. rendo troppo nel codi, di quelle, appena era
Barczjp p.^Mh.f. c.i ;. ìVìdittgo tora.j. am. pollo nella dalie de’Primi,ehe già lì l'eorgc-
1540.^. j4. Gon^agap.i. C.nv.lp.Calab. Mar- va maturo all altra degli ultimi Quello pa-
.
lirolog. Francif.au dicm j. Marni. rò in lui recava piu maraviglia , era l’olier-
XL 1 V. ii.Vmccnzo da Nicotera , il quale vatlo non fccoiarc nel mondo , ma rcligiofo
però non (apici, o le Keligiofo,o le leeolarc ne Chiiultri.l uggiva la convcrfazione di tut-
paflato in Palermo, quivi e ville, e morì . Fu ti , fc non folo di pochi vecchi , c timotati
Rvligiofo di molta a.illerità di vita,qualc ac- di D.o: Non parlava , che o di lettere , o di
compagnava con un’ ardcnriiiìma divozione virtù} confumando tutto il tempo gli Jòpra-
alla B.V., lenza di cui pareva non potellcj vanzata in far orazione ad alcuna Chìcla E
vivere. Iddio 1 illulìrò con la luce di molli come fe d allora saddcflraflc al fuave giogo
miracoli, de quali non lappiamojlltro Mori . dell ubbidienza rcligiofà , a cui poi foggia.
in Palermo l amio iffoa. nel giorno , ed ora que, ubbidiva a centri , non pure a'fuur Ge-
da lui moito avanti previdi. nitori, ma a qualunque altro voleva fervir iè-
Do meni co Gravina vox Turi, p.i.c. 14. ne per affari domeltiei,cd acconci all ctàton-
Martirolog.FraneiJ.ad dicm zo. Decembr. de tra per le fattezze del volto , chetano af-
XLV. B. Zaccaria da Colenza Laico ofler- fai belle, e trà per la bontà del coltumc , il
vò con molta puntualità la fua regola, già luo piu frequente nome appo tutti era quel
promtfla a Dio , ed al luo Seraheo Pati iar- d’Angiolo. lutane formavano prognollici
ca- Morì con gran fama di fantità in Colon- nobili, e gioriofijfra quali il piu volgare era
ia circa il 15 Jo.,e nell edere fepeIJito fi vide d'un qualche gran Santo Rcligioiò ; c tanto
la maraviglia tocca nella vita del B.Angiolo avvenne } poiché come prima toccò l'anno
da Cofenza } cioè, che quelli molto tempo 18. della fua vita, veftì l’abito dauftrale dei
avanti lépellito nei medclimo fcpulcro , gli Terz Ordine Serafico, nei Convento di detta
lìfè da parte , cedendogli il luogo piu ono- Religione, fondato poco dianzi fuori le mura
re vole. del mogo, correndoli zo.Marzo del 1450.
Francefco Gtn%aga p.l. Conv.l. Caiabr. Ba- Ma te nella cala paterna era villino Rcli-
reno ij.p.lib.l.cap.ip.Daxa lib.p.c.Ji.lfading. giofo, che poi non fu in quella del Signore?
lom.a.an.l jpp.ff l Marttrol. FranciJ'.ad dicm
. Come qui e Ja palellra della virtù, cosi il no-
iS.Febr. vello foldato vi s applicò con tanto ardore
d'animo, che in un Convento, dove di quel
LXVIJDEL B. PAOLO D’AMBROSIO DEL tempo fioriva la fantità , non fu veduto Ke-
TERZ'ORDINE DI S. PRANCESCO. ligiofo alcuno , anche de' più confummati
Criflerodi quello B. fervo del Sig. molti, nella pcrfezionc,di lui ,0 più frequente nei
S fra'quali il più copiofo fu Francefco Bor- Coro, o piu attinente nella menza , o più u-
dono,al quale andò avanti un antico Ieri ito a mile negli efereiz;, o piti profondo nc-rfilen-
penna, qual fi confcrvava nell'Archivio della zio, e quantunque giovane per l'età, c novel-
mcdclima Religione in Cropani: ma più pri- lo nella Religione, icmbriv a ero il più prò-
|
ma ferino n'avca in ottava rima Italiana con vetto ncll’una, e nell'altra . Compiuto il No-
frali cropanefe un tal per nome Franccfco,il viziato con tanta lode, e fatta la profeflione,
quale per eficr nato, e videro cieco, difinclfo non fi rilafciò dai lcntiero intraprefo : anzi
il nome della Famiglia,veniva detto volgar- che vie pili incaloritoli nell'oflirvanza rcli-
mente Francefco 1 ho , che per clfcr fiato
. giofa non » 'or dinò Sacerdote , clic fu l'anno
nc tempi più in là prolfimi al Santo , potè 1458. che al fido imperio dell' Ubbidienza
del tutto eficr amo. adirato della publica fa- che per altro tifo l'occhio all’ efempio del
ma'. Dopo tutti cucili prendo a lerivcrnc io fuo Serafico Patriarca , avea rifoluto di li-
CALABRIA SANTA LIBRO I.
per confuolo ne travagli, tutti per glorifica- alla contemplazione de divini Miller/ i puri-
re Dio nel fuo fervo , tanto maggiormcii- ficò la fua cofcicnza eoi lavacro della peni-
tc, che molti fenza anche favellare li udi- tenza, e preparò ogn'altra cofa, qual gli par-
vano difeuverta la cagione della loro an- ve neeclUriapcr quell'ultimo paffaggio. In-
tanto forprefo da una ieggierilfima febric-
j
data ,
rimedio preparato a loro bifogni.
c'1
Ma l'uomo di Dio, che piu gultava la fiuni- ciuola in einque giorni relè lo Ipirito al Si-
gnore li 24. Gennaro del 1480. avendo pri-
j
già ti , cominciando ad abitare , ( che fù il regola gii promdfa a Dio , cd al lor Padre
tempo più lungo della fua vita) un Convcn» S.t-iajiccfco: Difcoifo , che lor traflè dagli
tino oggidì rovinato, tira allora di molta fui- occhi un fiume di lagrime j conlidcrando la
titì, fra Cropani , c ficlcaltro , detto Santa grave perdita , quale tutti facevano nella
Maria dello Spirito Santo , in una tenuta di morte di lui. Tolto ne fu data parte ai
mottc al Mi-
Terre, dette Sccvigna Ma quanto egli Itu-
. uiltro Provinciale , qual li ritrovava inBùi-
diava come /èpeliirli fri le tenebre d-rie fq- gnano.e fra tanto fu rifojuto riporre il fagro
litudini, tanto piu lludiava il Ciclo, come di- Cadavere dentro una calfa di legno, accioc-
fcoprirlo con la luce de fuoi favori .Danno ché, eonfoinrc al fuodetiderio dichiarato ne-
adunque 1488. andato con fra Bernardino gli ultimi rclpiri, vernile portato nel Mona-
da Bihgnano, altri diconu al Capitolo gene- tterio del Salvatore in Giupani , sì perche
rale, qual li celebrava in Montebcllo di Ló- prevedeva la brieve rovina , qual avvenne
bardia, altri, che alia vilita de'Luoghi Santi, all' altro di Scavigna , sì per ripofar morto,
celebrando Mcffa nella Chiefa di S. Maria la ove vivo avea profefl'ato il regolar illituto .
gliante concetto di fintiti Con l’uccafione nel laccordato Monaflerio del Salvatore,nei
.
di quello viaggio vifitò tutti gli altri Santua- cui trasferimento occorlèro due maravi-
rj piu famuli d Italia, avendovi confummato glie. L una, che coloro il portavano fenti-
piu d’un’anno , dopo del quale, fatto ritorno vano così leggiero il pefo, che per certo Ili-
* ri ’ r. ..X „ J «1 li.n- .Ann. nn ^.£.. A l
do loro molte divoziunccllc, portate da quel quello B. Servo dei Signore, che in più gior-
viagglo. Gioiva la buona Madre nel vederli ni, ne’ quali (liè infepolco , per contentare.»
dapprellò chi tanto amava , ma poi terminò il concorfo dc’popoli convicini, non purej
la gioja in una grave amarezza, e fu, che nel non li mutò di colore, ma li migliorò i poi-
prender congedo le dirti l’altro , che quello che per altro pallido , cd eftenuato per iiu>
Uovea cflerc 1 ultimo loro abboccamento , macerazione della carne , fit veduto colori-
mentre da lì ad otto giorni, qual’cra il felli- to, c bello, appunto come di uomo qual a-
vo alla Convcrlione deli’ Appo(lolo,l avreb- dagiaiamenre dormirti:, tutto Ridante l'udore
bc chiamato a le: doverti però racconfolai- odorifero, in tanta copia, che da molti ven-
eh amendue per la divina mifcricordia fri
fi, ne raccolto in fazzoletti, quali poi operar o-
breve fi avrebbonorìaboccato nell'altra, e ! no molti miracoli. Compiute lcirequic,e fo-
miglioj- vita: Indi abbracciatala tcncramen- ! disfatto alla divozione dc’popoli, fu lipoilo
fono
. , t
Un lai F rance feo della Terra di Cropani, Flavius Urfimut Dei , & Afoliali e* Sedi!
ferito dal colpo d una pietra nel ginocchio grati» Epijcopus Muranus , Sanitifimi Papa,
li ritrovava inabile al cammino , invocò la- cpufquc Camerarii ,
necnon Cari a caujarum Ca-
juto del Beato , e tolto fvanì colla piaga il mera Apoflalic a Getter alti Auditor, Romaneque
dolore . Un altro per nome Giovan Pao- Curia Judex ordinaritu , fententiarum quoque,
lo della mede! ima Terra vecchio , infer- iy ceufurarum in eadem Romana Curia , ex- &
mo, c moilruofanicntc gibolo , fattoli con- tra laterum , & lilterarum Apoftolicarum qua-
durre al fuo fèpolcro, ebbe immantinente la rumcnmque univerfalis,& mcrut exequutor, Uni-
fattiti. Crcfcenzo di Marco Cittadino, e all' versi, &
fingala Domini s Abatibut , Priori-
intutto Tordo, appena ebbe invocati li meri- bui, Prapofitii , Decani s , Arcidiaconi! , Seo-
ti del Beato, che ricuperò l'udito. Fri quelli lafiìcis, Cantori bus , Collodi bui ,
Tbefauraxiis,
quali con fazzoletti rafciugaruno il rudere Sacrifiis, tdm Catbedralium, Metropolitana- &
poco dianzi raccordato, fu Marco Biondi da rum, quam Collciiatarum Canonici!, Paroehia-
tdefuraca, matllro di limola in Cropani i c_> linmque Redoribns’, feu Locatenentibus tarum-
con fuo utiiciconciofiachc chiamato da'fuoì dem, caterifque Proibitela, Clerici! fiqotarin,
per aflificrc al funerale duna Tua morta lì- & Tabe llicnt bus publicit , quibnfcumqae per
, e
gli itoli; ito pollo il fazzoletto sìi’l cada- Civitatem, &
Diatefirn Catacenfem , aliis &
vere deli'cftinta ; quella di fubito riebbe 1*_» ubi libri conftitutis, illique, ve l illis , ad que i»
vitanD-Fiorina della medefima Terra di Me- ve l ad quo s prafentes nofira liner a pervetfe-
furaca coll'apporvi un fruftolo del Tuo abito rini, falutem in Domino, &
prafentibus noftrit
li tifano da un tumore sii dun labro, che la Iidem indubitato. Noveri tit, quod nuper prò par-
rendeva abominevole; cosi come col mede- te, & ad infilati am Fratrtm Monaflerii S. Sal-
fimo fruitolo ricuperò la gii perduta falu vatorià Tcrtii Ordina S.Francifci Terra Cro-
te Conrado Pandolfo fuo Concittadino. Per pani Cathacenfis Dtacefa , Nobis expofitum
la miracolofa intercefl'tone di quello Beato fuit, quod cum ipfi Fratres corpus ,feu e adaver
in Cropani D. Solda fi liberò dal mal cadu- aut offa B. Paoli de Ambrofiis de Terra Cropa-
co, D-Domcnica da una morale infermiti, ni praditia in quodam tabernacolo mondi tum,
ed una fua figliuola moribonda rìacquiltò lo feu recondita capfa, tam hominet, quam populut
jpirito fuggitivo .Cola Greco redo fono da di da Terra, quam aliorum locorum circumvi-
una infermiti , che non gli permetteva nè il linoni m majori devo! ione ditti B. Pauli acce-
mangiare, nè U bere , Giacomo d'Ambrolio dente , & iltud univerfo popoli afiendentes in
fratello del Santo li disgravò da una gamba qnodam loco eminenti in Cappe Ua Sanda Lucia
ronfiata in groflezza d’un barile con molto fica in prefata JEcclefìa S. Salvatori! c lev ave-
dolore. D.ralomba moglie di Cola Barone rmi, tir pofuerint, nec debuerint,poffentque,nec
non più li Tenti travagliata da un' enfiatura debeant faltem iegitimi, &de pure a quoquam
di capo jper la quale le le fmoveano tute’ i moleftari ,
vexan ,
fuperturbari : Nibitominui
,
denti della bocca In Bclcaltro poi per la
. nominili in extquutione prajentium nomi nardi
forza della medefima intcrcdfìonc rcltarono refliterunt, quo fpiritu dodi ,
aut quo puro fuf-
libere D.llaria , ed un fuo figliuolo da certe f»lti,dittos Domino s infiante i de,tr fnper ele-
ampolle negre per tutta la pcribna, avendo- vatione dilli corpora ,fe u cadaveri s B. PauS,
vi prima impiegate , ma inutilmente molte &
aut alias occaftone primiffa indebiti , inju-
medicine Dionigi Diacono poco mcn eh'
.
fti molefiare , &
perturbare Je velie pattar uni,
opprdfo da un graviflimo dolore. In Coiro- Cr'pattant, ac forfan molefìanmt & perturba- ,
no una tal moribonda riebbe la vita, perche runt, tir moleflant,& penurbant de preferiti in
(òpra di lei una fua figliuola chiamò il no- non modicum diQorum Dominorum tnfiantiam,
me del Beato i che poi la gii rifiutata col ri- fuorumque purìum prepudici usn damnum & , ,
petere il medefimo nome lòpr 2 d’un fuo fi- pattar un: luterfitque orum Dominar um infian-
e
gliuolo lo guarì da una rottura . Un tal per tiam e caufa praditta i ditti moteftiis, & t
nome Giovanni due anni cieco implorando perturbalionibus via purit escimi & , libcrdri.
1aiuto del Santo riacquillò la vilh.D.Arfae- Idcirco prò torumdem Domtmrum inflantium
nia le forze, ed un fuo figliuolo zoppo, la fa- parte fuimus requifiti, quaterna eis de opportu-
iute riebbero , fol con chiamare in loro prò no puri! remedio providere dignaremur.
l'intcrccfiionc del Santo. Attendente s Noi Flavius Urfiiuu , Auditor
£ nientemeno molti furono, quali portati ordinario s requifttionem bone fiore pufiam , &
da zelo indifereto, dimando non veri quelli cationi confonam , Vobis omnibut tir fingo li
miracoli, c perciò da non farne ftima,molto fupradittii tenore prafentium comminimi!!, &
meno da venerarne le fuc reliquie , ne fpar- in minute Santi» Obedientia,& foli exeommu-
lavano alla peggio , e nc impedivano la pu- uicationis patta pracipimus,& mandamms, qua-
blica elpofiziunioper il che molto da ottimo terna fiatim vifis prafentibus, Fot,ve t quifque
zelo Frat'AJfònfo Bacchio Rcligiofb di que- •veflrum fuerit requifitus ex parte nofira me-
. ,,
<J- percmp torre «notar, & /iugulai ditto! Domi- attaccato a quello, che fu l'anno iSix. , co-
mi inflantèr oecafione premi{forum moleflan- me io dico altrove, li trasferì la preziofa re-
la, [cu moteflarc -volente! in excquutione pre- liquia con la maggior l'olcnnità fu poflibiie
fentium nofirarum nominando!, cijqnc nihiiomi- a quel popoluiconciofuchc accoppiati i due
nus in virtute S.Obedientie, <Sr [uh exeommu- ordini fceolarc, cd Eccklìailico, eoi Rego-
vicationis, aliifque tee lefiaflicis [ententiis, con- lare ancora, per mano del P-Franccfeo Spe-
futi!, &
qutngentorum ducetorum unti de Co- ranza allora Guardiano, ma alquanto prima
rner t ,
Corner * Apoflolite appiic andar un pu- Provinciale, furono le fagre reliquie porta-
tii s, precipiatis, ér mandetis,quibus Noi etiam te nel fudetto Convento. Ma poi rimallo fup-
tenore prefentium, fie precipita , mandamus, prcll'o per la Bolla di Papa Innocenzo l'an-
no . furono quelle ripodc nella Chicli
te requinmus, Cr monemui eofdcm,q»acennt in- 1 65. .
ma in premi fin babenl, feu quomodolibet ba- to, mezzo inaridito, con non leggier fofpet-
fe,<&
prumijfu fe fare gravato! fcnftrinl ,
modo , cr ne cavar fuori il Beato Cittadino, come gii
cnretii fecero, accompagnato dall uno , c dall'altro
ferma prtmiffii peremptorie citare
prout, &
no! citarne! eofdem , quaterna vigefi popolo Venuta la proccflìone dentro ììj
.
coram Nobit per fe , vel per pro- l' acre, all’ ufeir del Beato prefe a dillillarfi
tcr Irritimi
futa idoneo! caufam corion
curatore!
grava-
,
in piacevole pioggia, che poi continuò lino
Notano TuUejut Lup. Protbonotarìu, V. che continuando lino alli zo. del mede-limo
.
lunga dimora nella Sicilia difmcliò il nome ni , la maggior parte del tempo , e orando
«vili Patria, veniva detto di Calabria : Fu con le ginocchia proArare a terra le dicce, c
Kcligiofo del Terz Ordine, di inulta aufie- le dodici ore intiere. Nel Convento di S.Fi-
nrà di vita, qual menò Tempre, orando , di- lippodi Cinquefrondi , andato a vilìtare un'
giunando, vegliando , ed in altre maniere^ infermo, dopo averlo effòrrato alla confor-
macerandoli. Morì nella Città dt Paicrmu E mità del divino volere, ritiratoli in dilpaite,
unno i JP7- avendone toa. di età, onorato c piegate su de'zoccoli le ginocchia tirò in
il tuo Funerale da incredibile concertò
di lungo la Tua orazione per ore fei , con felice
..poli utile del moribondo, conciofiache , corno
j
Domenico Gravina vox tmt.f.x.c.v 4. vidde Frar'Antonino da Reggio fuo compa-
Martirolog.Frtncefcutd diem xx.Dectmb. gno, mclle in fuga con quella Tua lunga ora-
zione un demonio,qual teneva come oppref-
fo quel mefehino, il quale poi riposò quie-
V alcuni Beati Capacci ni.
tamente nel Signore. Con 1 orazione accom-
pagnava l'aullerità della vita fra digiuni , c
XLVI 1 I. BXodovico da Reggio: Que- diicipline, cinto tempre da un alpio cilicio,
lla Città Tempre illuArc per la naftita di inteli uto di peli di animali Nè perche per
.
qualificati Toggctti ,
non mancò d' clfir la maggiormente attendere atli (tudj delle divi-
mcdelima nel" dare alla luce il B. Lodovi- ne lettere folle mandato in Brcfcia lòtto la
ri balli , ma onelli , con nome dj Criftaldo altri della virtù,dell aulicrità di vita , e dell'
t urni. Fu dal Padre applicato alle lettere, ovazione} anzi faccrcbbc,rimuneratone per-
ma venuto poi meno con la morte ,
e cor-, ciò dal Signore con la frequenza degli ec-
cllolui le facoltà della cala, quali erano le fa-
cedi mentali, e dcilcAafi del corpo,lòv ven-
ie rapito nell'aria.
tiche proprie, dalla Madre venne traporta-
alle campagne. Mal volentieri tollerava-, Divenuto più fervorolb Predicatore, che
to
CriMaldo una tale permutai onde vivendone fonile lcolaftieo , diffin.inava da per tutto
con gran fervore la parola divina, -un frutto
in continua amarezza , ed applicata
dalla.,
donna alla morte del Padre, prefe quella una non ordinario depopoli. Non man-ava Id-
volta a racconf diario. Ma egli, io, dille, non dio anche in quello /laro d'autenticare la.,
vivomello per la fola morte del Genitore, fantità del fuo Servo, e con profezie , e con
vivo me(Ìo,pcrche dalla Tcuola mi vedo paT- miracoli-Mcim c la Calabria l'anno 1 528. ve-
fato alla campagna. Stupita la donna di tali niva coverta dall’ arme Francc/ì , ed Impe-
l'cntimcnti,ed indiane ferita dal rimprovero, riali, Fra Lodovico ne porgeva ftippJi-he-
tulio lo rcilituì alla Tcuola , nella quale tan- voli preghiere al Ciclo, una mattina di Do-
po, modello di faccia, piacevole nel difior- fctrorio}lupra venne alquanto apprelfo il
fvtroriu,lupravcnne li Ser-
io, ignorile ncll’afpetto , grave di portata} vo di Dio, non per rillorarlì dalla fame , ma
onde u traeva ad amarlo chiunque l'avdlè,o Frati : fiimoneggiò de’
per fi-nnoneggiare a 'Frati de
leduto, c di quelli notano mol-
o afe oliato, nel difiorfu dille, ciie
benefici divini, e ilei che Tin-
rin-
le Itrcttofi in , erano
amicizia di loro elle»-
i
tèpeAa di quel
brieve crali per tranquillare la ifpclta
eizj le videe degli Ofpedali, la frequenza-, l'arme, come fa, con la rotta dc Franccfi.Ncl
rutta dc’Franccfi.Ncl
delle Chicfc,e de Sagr amenti, li difeorfi del- 11 mcdelimo Convento di Terranova mancato
fofpelò il pranzo: Avvilito in-
pane, seta fofpefo
la virtù, c del Cielo, c la famigliar conver-
il
]
iezione co'PP. dell'Oflcrvanza nel Convcn- 1 tanto egli della mancanza , dopo fatta b ric-
tu dell Annunziata di da quali poi
Reggio ,
ve orazione, comandò a FratAnconino dt,
vennero ammetti arocndue nel giorno mede- Calanna,che andallc a veder nella eaffa. An-
jjiiio, fra di loro. Così entrato in detto Or- dò quclfi piu per ubbidire, che per alno .la-
dine quello Beato eoi nome di Lodovico, pendo di certo non cflèrvene , ma contro il
tolto divenne un'efftmplarc d'ogni religio- fuo parere la ritrovò piena, con iltuporc di
tutti
fa virtù, Angolarmente dclToncftà del conti-
me, ficchè mai A vidde in lui leggicrczza di ,
Qui cadcrcbbe in «lo quello egli patì , ed
opero per rifòimar la Calabria } ma perche
force alcuna folle, onci geAo, o nel guardo, !
L 1 dive-
u CALABRIA SANTA tfSRO t.
divenuto i'.ulrc di sì mimcrofa prole gli par- di M tintele onc , che Tua moglie l'avrebbo
ve di lìti in obligo di preceder tutti culi* .
dati tre figli malchi,c ire alue fcmminc,co-
ckmpUi H’i della vitti pertanto a’ rigori an-
;
mc fj-Ad una nobile Matrona, eh; io richic-
fichi aggiunte li nuovi. Non mangio, ebo !
.
! li, dif-iplmò la carne tanto a lungo , che a- di porgli il nome di Lodovico , il quale poi
giatamente porcile recitare li fette Salmi pe- venuto all'età , ed entrato trà Capuccini , fi
nitenaiali. Linfe il corpo con cilicio non piu chiamò Lodovichclio , a differenza dei filo
nitclluio di peli di animali , ma fbnnatu di IntercefTurc Ad un'altra donna di Rorrcllo
t
maglie di f. rro. Camminò a piè nudi, avve- prcdilfc il ritorno di Tuo marito , qual fi r i-
gnaché fodero , e lunghi , e fpefiì li viaggi. trovava in Napoli con duòbiofa fperonziLj
La cariti l'aveva foiauiente con gli altri, del ritorno, ed una ottima figliolanza.
quali, volca, li fervillcro da tutti con vifcc- Nè meno arricchito veniva dal Cielo con
te di madre Eletto Provinciale nel primo
. la grazia de miracoli j in Gerace rdìituì la
Capitolo, celebrato nella Chicli dc'PP.Do- viltà alla madre di Girolamo Kcggiranu In.
otlcrvanza regolare , e muffirne deU'cvang»- fuo baffone oppoffo ad alcuni cani rabbiolì,
lica povertà, profedata da'Erati Minori: on- liberano un Terziario dille loro morditure.
:
de non permetteva li Taccile cerca, non dico In Urfigliadi, villaggio delia Motta rcAituì
di cofe fovcrthie , ma ne anche delie puro alla vita un fanciullo già morto . Aveva fa-
!
ncceffaric er lungo tempo , per non dimo-
|
migliariflimc ('citali co' follcvamenti da ter-
ltrare, che li facciic proviftone j ed ancho rai poiché, oltre quello te accennato di fò-
per voler dipendere dalla fola Providcnza_> pra , predicando una Quareiima in S. Maria
del Signore. Anche quando viaggiava , non del Carmine in Mclfina, un Prat'Elifeo Sa-
permetteva, che li compagni poi tallero pro- greffano lo ritrovò pi i notti alzato da terra
viiione alcunajma quanto ciò piaceffe a Dio, col corpoionde gli fervi d occalione per paf-
lo dunoltrò il eafo qual lìcgue : Camminan- fare da Carmelitani a'Capuecini . In Monrc-
do adunque una volta così fproviAo, il Tuo leone andato a vifitarc un'infermo,avanti al
compagno cominciò a languire per la fame, quale poi poi'oli in orar ione, fj veduto dal-
c non vi cllcndu maniera umana di Ibccot- la gente di eafa folle varo in aria, con la fac-
To, ceco su d una rupe un bel pane bianchii^ cia rivolga ai Cieio.Altre volte recitando in
fimo, c cosi grande , che poni ballata ad a- Coro l’ure canoniche, a viAa di tutti s alza-
incnducì onde ringraziato il Signore, c ripi- va da terra per un braccio , ed altre volte o-
gliate le fmarritc forze ,
prokguirono culi rando foio in Chicfa,gli fu oflcrvaro un glo-
ùllegiezza il lor viaggio. Predicava , corno bo di fuoco, qual'uf.uidogii dal capo, fi al-
s é netto di fopra , con appoAolico fervore zava all’inaù . Così adunque ricco di tanti
la parola di Dio, in cui, o ebe minar. iaffe, o meriti l'Uomo Tanto, avendo in piu maniere
che con folcile , lovvtnte Iddio avverava le piedetta la Tua mone, infermatoli di pleuri-
lue paiole, dimofirando , che quelle etano ride,e prelì li Santi Sugramenti della ditela,
date anzi profezie , che (empiici dettature : dopo 1 aver efiortati i Tuoi Rcligioii alla ca-
J
gio un Giovedì Santo, il demonio non aven- più, e più abiti, tutti dirottamente piangen-
i
do come impedire quella Tua predica , fi fé do, e gridando mifericordia.Sriè multi gior-
J
ivi preiìutc Tutto lcu.biante di giovano ni infcpolto , nel qual tempo mai diè legno
|
Itr.oi tu per la paura , gì idaudo ad 5te voci, alcuno, o di pallidezza, o di mat'odorc, che
ichc già i Turchi erano dati al lidu : Mula anzi fi dimultrava d’afpctto affai venerabile,
!
perciò in bisbiglio 1 Udienza , Tri Lodovico e fpirava un’odor tanto grande, che oltre ai
il’afltcuròjthe quello era inganno del demo- diffonderli da per tutto , in molti reffò per
!
nio, c tanto li avverò. Non foto da' Pulpiti, lungo tempo attaccato nel bagio de piedi ,e
Ima fuori di quelli ancora ebbe affai famieli*- delle mani. Quclti concorfi de popoli Iddio
I
re lo fpitito della profezia-onde potè ameu- (autenticò con molti miracoli , fra' quali è
;rare a Gio: batti (la di Pranza , Gentil’uomo rimaffa la fola memoria d’ un paralitico di
&NÌ-
e,
zoppo, il quale non cltcndo potuto andare a della f iloiunu! tanto che un giorno avendo
riverirlo di prcfcnza.coi lolo chiamar Idpra ibllenurc alcune publt-he conclulioni
, altri
di fc la fua intcrcctiìonc , tolto li vide rad- dicono in Medina in grazia del Vice-Re di
drizzato. Celebrò li funerali il Vefeovo di Sicilia , altri in un Capitolo generale nella
Nicoteraptclla cui Diocch , è il luogo della Francia,fu così felice nelle rifpodc.che dalla
Motta, e riallcttata la calca della gente, ven- pubblica acclamaziunc fi guadagnò il co-
!
ne rcpcliùo in una calla di legno, fotte ter- gnome di Giorgio,qua! poi ritenne per Tem-
ra . Ma non celiando Iddio di operar molti pre . Apprefe tanto adeguatamente 1 idioma
miracoli per la Tua intcrccITionc ì quindi di- greco, che parve naro fri Greci,e tanto pro-
moiati quei Kc ligio!! tré anni approdo , cioè fondamente li applicò alla dottrina di Seo-
il 1540. riloifèro di traportarlo in luogo piu to.chc nccompulc alcuni Commentai). Non
onorevole Non potè ciò fard con molta fo-
. era però minore J integriti delia vita , ed il
greterza, dante 1 opera d'alcuni focolari per zelo dclfodervanza della fua regola ! tanto
il lavoro d una nuova calla, e del
luogo! on- che volendola piti perfettamente oflcrvurc,
de pattandone la fama dagli imi agii altri fi trasferì in Roma con fra Lodovico, ed in-
ecco nel giorno predilo di nuovo le turbe.* ficine ottennero da Papa Clemente VII. la
de popoli d'opni grado, e fello a venerare^ Chiefa de SS. Appolloli per darvi qualche
cuci iagro Cadavere! e tanto più crefceva il principio alla lolpirata Ritbrmu Ma veg- .
c'oncorló , quanto che fu ritrovato intiero, gcndo, che dall oppofizioni domeniche non
con le membra arrendevoli , con la podtura poteva prognodicuifi cola di propolito , ri-
tanto compolla, che fembrava anzi un uomo tornati in Calabria, ed uniti 1 anno 1 jz. all'
5
vivo, che placidamente dormine, accrefccn- altra poco dianzi iltituita dal B. Matteo da
do la maraviglia la fragranza così accefa, Balbo, ve la piantarono, e d indi la propaga-
come fc fulie di Paradifo £ perche una Si-
. rono nell'uno, e nell'altro Regno di Napoli,
gnora principale del luogo, portata da mol- e di Sicilia. V edito adunque 1 1 a bernatdino
ta, ma indifereta divozione , gli fvelfc con col nuovo Abito, egli fi rende incredibile il
denti un deto , com'clla ne rimafe cadigara, raccontare l'afprezze, fri le quali ordinò il
tinche lo tenne , così re fulo poi a prati di- tenore della vita, Uno fulo, e lemprc lacero,
venne idrumemo di molti miracoli di fini- alpro, e vile era il Tuo abito Somigliante ti
:
ti inperfona d alcuni , fra quali furono Ce- mangiare , il bere , il dui mire, ed ogn altro
rare Pignatdli, Francefeo Tropea, e Fr.Bcr- particolare del fuu vivere , regolato Tempre
nardino da Reggio il giovane . Giacque il al modello della povcrti Set anca.Ciò eh egli
benedetto Corpo fcpeluto lòtto l'Altar mag- fe, ed operò nel fondare ,c fondura ftabiii-
giore fino adulino 1498 ..quando Fri Bona- re, e (labilità diffondere , ed allargare nelle
ventura Ayerbes d' Aragona Catanzarefo , contigue Provincie la Riforma Capocchia,
Provinciale, lo traportò in Sagredìa , folle- alrroven'c il fuo luogo'Piu volte venne mi-
vaio da terra, dove oggi giorno li ritrova. racolofamentc foccorlo dalla Previdenza^
Davide Romeo de feftem Urbit ProtcBorib. del Signore. Partito da Reggio per la piana ,
Cr Indite de SS. e SB. del Regno. Angiolo Spa- come fu nella falita di Fiumara, abbondonu-
glinolo de rebus Sbeginis. Proj'pcro Rarife tab. to dalle forze, era per ifvcnire, quando ec-
Calabr. Zaccaria Bovcr.tom.i .ann. 1557. Do- co , che un Cavaliere aflìfu sù di un bian-
mentto Grav.vox turt.p.i t. 24. Paolo Guati.
. chiflìmo delirici o 1 invito a cavalcare ! ca-
lib.ixap.S}. Marc' Antonio Politi Cron.di Reg. valcò, e come fu al piano gli fvant dagli oc-
bb.i. i.fartirolog. Frantifc. ad diem 18. Aprii chijlal’eiando lui con forze badanti al rima-
Gabriele Bare10 de anticjuit. lib. I. Girolamo nente del uiaggio Hilendo Guardiano in
.
Marafioti lib i. r.zdV Silvefler Mauro i Ocean. Reggio, e mancando il pane, li pofe in ora-
Francefeo Longo BrevGronolog. zione a ùpplicarnc la Divina Liberalità, e lo-
I
I lì
M . ;
sìdunque prcvidde fin mdazion: del fuoco e quantunque il Boverio lo n a l'anno t e 17.
I
tuttavolra rimane incerto l'anno , c'j or.to
I d'Etna fopra la Cittì di Catania, qual'avvcn- t g
del fuo morire.
ne l’anno ty J7- e U Brage, qual poi ebbe «-> !
!
Reggio fanno 154 J. dall'
patire la Cittì di !
ma amorevolmente riprcfolo del luogo da'o Infermi, alla prefenza de quali inteneriva!!
nemico, l’alficurò poi, che la Rcligiuii Ca-
al qual madre co propri figliuoli, onde col Pe-
puccina era pono fieuro per approdare al gno della Croce molti nc reflitui alia falutc.
Cielo.L’anno iyjy.fi eletto Provinciale, in- Mori nella Motta di Pilocallro l’anno iy}7.
di andato in Roma al Capitolo generale ,
ri- ed il fuo funerale venne celebrato dal con-
tornò in Provincia, e s ‘infermò gravemente cordi di molto popolo.
•_ r/r -i „ll’ Rover. ad ami.
Zaccaria Bovtr. p.fijl 1 Martir
l;
. ?
Effortò Prati all’ ollervanza de’ ann.ip}y.fi.Si.Martira-
1 y
i n Reggio.
j i
conceduto operare a fua gloriai predille il tra’PP- dell Ollervanza, da quali poi più ma-
giorno, e l'ora della l'uà mortei ed accorgcn- turo inficine eo'BB. Lodovico, c Bernardino
dofi, che feentieva ad alfe Bergli Cròio con palliò a' Capuecini . Portata in Sicilia dal
una ipimcnfa moltitudine - Angioli, alzi) con Giorgio la Riforma venne eletto Guardiano
molto g ubilo le voci ,e fri quei giubili vo- nel Convento gii fondato in Melfiiia , nel
lò felicemente al Ciclo , verfo d» cui
poco qual tempo, ritornando vitroriofo dall'Afri-
dianzi avea alzate, c le mani,c la facciaicor- ca flmpcrator Carlo V. , egli con litui Fra-
rcndo gli anni iy8<f. di Crillo , c li tfo, della ti gli ufeì proeeifionalmeute all’ incontro,
Ita vita. S uditoiio immantinente le muliehe con in mano alcuni rami di verdeggiante o-
degli Angioli, celebrando non funerali, ma i livo Incontro molto gradito da quel Catto-
j
Jc ploric, e per legno , che la fua Anima era lico Principe, ravvifando in quei rami quel-
fallii Cittadina del Cielo, divenne la fua car- la pace, qual defignava all Italia. Veggcndo
ne cosi molle, e delicata , come fe data folle Fra Francefeo le licrilfimc tempefte , dalle
dim fanciullo: Le mani, le braccia , C Falere quali veniva agitata la Riforma Capuccina,
membra arrendevoli, come quelle dc'Vivi ,c c perciò enti atone in folpetto , s ella folle
tutta la compolitura del corpo come d un
, cai a al Ciclo, nc fupplicò a cald’occhi il fuo
che placidamente durmilfe Alquanti anni
. Crillo, il quale perciò vifibilmentc compar-
dopo, per trasferirli in un'altro fcpolero, fit fogii lo levò di dubbio, e gli comandò , che
ritrovato intiero, cd incorrotto nella manie- perfeverafle in quella fino alla morte Cosi .
ra, nella quale eia dato ripollo nel primo. adunque confortato dal Signore , principiò
Zaccaria Saver, dnn.ad an .\ y )6.fi. jp.Fran- un nuovo tenore di vita aullcra, e peniten-
ccico (. m%aga p Davide Romeo indice. Do-
i te, vcflito d'un foto, c pungente abito, non
me aito Gravina vox turi. p.z. c.Zfi. Gabriele mangiando, che una foia volta il giorno , e
Batrio lib.l. Girolamo Mar afidi lib.1cap.z6. molto parcamente, anzi fenz altro cibo , che
Paolo Gualtiero lib.p.c.Sl. Martirolog.Fraucìf poco pane, ed acqua le Vigilie della E. Ver
ad diem zi. Decemb. ginc, c d altri Santi, aggitignendo alli digiu-
L. b.Giunipcro dal Campo, territorio di ni della Chicli, c della Regola, quelli delle
infermi. Giunto fri gl'cffercizj di quelle vir- fuo molto contento, e l'Ottia, e’1 Calice, io-
tù all’anno ottantennio di Tua vita, e fatta di riuniteli le mura , recarono grand'occa-
la generai confeflìonc,non vi fi ritrovò mac- fionc a tutti , ch'il (èppero , d ammirare la-,
chia alcuna grave, onde li folfe in tempo al- virtù del ileatu-Accciù della brama del mar-
cuno lordata la cofcicnza } nel rimanente tirio, ottenne licenza di navigare
all Africa
preparatofi bene co Santi Sagra menti , il di fopra un' armata dell' lmpcrador Carlo V.,
fedivo alla Affunzione della B. Verginea , nel qual viaggio non potendo far altra lì po-
conforme alle molte replicate richiede, fat- li con tanto affetto a ferviix glinfermi del-
tene alla mede-lima , relè lo fpirito in mano iarmata, che multi ne riacquiltarono la falli-
del fuo Creatore, in Milcto fanno 1544- te dei corpo , c tutti quella dell aniina . Ma
Zacc. Rover, dimoi, ed ori. 1 5 44 Momenti 0 cosà dilponcndo il Signore, ch’il volca mar-
Gravina. Fox tnrt.p.l. r.24. Martirolog. Fran- tire di penitenza, non di fangue, ritornò in
cif.ad diem 1 S.dngtf. Calabria applicato tutto al fervizio degl'in-
LUI. B. Giovanni Candela anch' egli fermi Mancato una volta il pane, c non cf-
.
Cittadino di Kcggio,fclicc rampollo della-. fendo cosà pronto il foecorlo , r teorie egli
Famiglia Candela } c f uno di quei primi, alla liberaliflima difpcnza del Cielo , dalla
quali llabiliruno nella Calabria la riforma quale n'impetrò tanto, che ballò al bil’ogno
Capuccina. Fu cosi affiduo nell'orazione, Ebbe molte rivelazioni, e viiioni, delle qua-
che toltone il tempo, qual eonfummava per li tralcurati da'nodri li particolari,n 'è rima-
fervizio dell' ubbidienza , il rimanente lo lto il nudo nome Caduto infermo,
. e rivela-
fpcndcva orando in Chicfa Condottofi all'
. togli dal Signore l'ultimo cltremo, fi fé chia-
ultimo di fua vira,c palettate a'Frati l’ultimo mare il Guardiano.a cui così favellò Vici- .
del fuo vivere , già rivelatogli dal Signore, no è già l'cdrcmo della mia vita.lo ringrazio
fra' canti d un non conofciuto uccellino , il Signore , il quale per foia fua liberalità
quale entrato nella Cella, prefe a dolcemen- mi concede di poter partire dal mondo per
te cantare, mandò fuori il fuo beato fpirito il Ciclo, qual appunto venni dal ventre ma-
in Reggio ii primo Novembre del ijéj. In terno , Dio ti lai vi , e ti priego ad avermi
tedimomo dc|Ja fua Santità divenne la fua raccommandato nelle tue urazioni.Così dil-
carne morbida, e molle come di fanciullo, c le, e quindi tutto raccolto in Dio , terminò
odorala come di Paradilò. la carriera della prefeme vita in età d anni
Zaicar.Bover.Ann.ad 411.1544. (.iS.Marti- 80., l'anno 1575. Per argomento, eh ci avef-
rolo$.ì'ranc:f..iddiem i.Novembr. fe parlato da vero accennando la fua con-
L1V. B. Bonaventura da Radicina .Vil- fcrvata verginità, divenne la fua carne can-
laggio della Città di Terranova, Laico, ma dida, c molle , fpirantc per otto giorni con-
cosi effcmpljrc , che il minidro deglOffcr- tinui una fragranza cusì grande , che fe ne
vanti quattro anni (è nc fervi di fuo compa- riempì , e la Chicfa , c i luogo . 11 fuo capo
gno - Sorta in tanto nella Calabria la rifor- linài giorno prefentc fi vede , e fi odora an-
ma Capuccina, non fii degl ultimi a vcftirnc cor foavcmcntc nel Coro di Terranova.
l'abito quello B. fervo del Signore , comcj Zacc.Bov.ad coi. 1575 .mi».;;. Paolo Gual-
non fu degli ultimi ad oflcrvarnc il rigore. tieri lib. p. c. Martin tò». FrancifM diem 25.
Prefe a domar la carne con una legge rigo- Febr.
1olii lima di digiuno, aggiongcndo alle qua- LV. B. Silvcdro da Rodano anche pri- ,
rciimc ordinate dalla Chicfa, c dalla Regola ma di nafcerc fu preconizato per Santo La .
Serafica, 1 altre confagratc col fuo ctlcmpio di luiMadre per nome Margarita non fa-
, ,
dal B. Patriarca, nelle quali tré giorni la fet- pendo deflcr gravida n ebbe 1 avvifo da una
tiinana li conlàgrava col digiuno di pano, perfona molto grave quale apparendole
, la
ed acqua Abbracciò con ogni Itudio gl'cf-
. nel fonno le dille : Donna voi fletè gravida
fcrcizj della povertà , dell umiltà ,dclfora- d'un figliuolo mafehio , come prima il da-
zionc Angolarmente} onde era divenuto tan- rete alla lucc.glimporrcic il nome delia vo-
to avaro del tempo, che quando non veniva i
dra Parrocchia, eh era di S.Nicolò} cosi co
occupato, o dall ubbidienza , o dalla carità, me avvenne. Effondo ancor fanciullo cadde
fempre fi vedeva rapito nella contemplazio- da una fcala, e rottoli un braccio vi s’impc-
ne dc'Divini miltcrj.Dimodrò Iddio quanto gnò la perizia di molti medici, ma fenza pro-
gradilfc quell cflcrcizio d'orazione col fc- ntto rii rifanato da Prà Girolamo da Pa-
-.
guentc infìgne miracolo } poiché dando oc- lude nodro (àpuccino co'l fognarlo sa
la
. ,
la rottura , ammonendo la
Madre , che l' al- 1 fionc ,
qual n' ebbe al punto medeiimo Fri
lievi nel Tanto timore di Dio , perche Iddio |
Manfucto da Corogliano Laico Capuccino
l'avea disegnato a molto utile della fua_> di molta virtù nel Convento di Belvedere
;
Chiefa.Comc venne all'età fri ordinato Chie- veggendo uà forino , e vigilia il B. Servo di
rico , c piu crefciuto negl' anni veli ito Ca- Dio in mezzo ad una proecffionc di Capuc-
pucctno nella Motta di Klocallro con nume cini, vcftito di bianco, quali Udivano al Cic-
|
! di Silveftro Quantunque in età d’ anni 18., lo. Più raccertarono É moiri miracoli, quali
.
i
quando vedi 1 abito, non perciò avea molte Iddio operò a fua interccffionc-Lanno 1599.
umane ietterei ma poi nella Religione , aiu- ritrovandoli dilpcrato da Medici C90: Pie-
tato dailaGrazia Divioa/i profittò tanto nel- tro Greco da Rodano , la moglie mandò a_.
ledivine , che divenne profondiffimo Tco- raccommandar lo a Fraù, indi ritiratafi per
Jogo , c non
meno in/igne Predicatore di fuoi affari dentro una Camera, vidde venirli
quel Tuo tempo* onde con molta Tua lode, c , all'incontro Frà Silveftro, che J’afficurò del-
della Religione potè predicare in Roma, in la vita del marito , come fìi , ritrovandoli al
Venezia, in Napoli,in Palermo, in Mcilìna, punto mcdcfimu fenza febre Perche prima .
ed in altre piu umore Cleti d'Italia , c con di mandarlo alla fcpoltura gli furono fvclti
i tanto frutto, di quanto poflbno renderne tc- li capelli del capo, e i peli della barba, c ta-
i Dimonianza le Compagnie, gli Ofpcdaii , e gliate fungine , c le velli , molte di quello
Monti di Pieri cretti , ed iiiituiti in raoitcj preziofe reliquie operarono alcuni miraco-
delle raccordate Città L'anno 1575. predi-
. li Una tal donna, la quale avendo attraver-
.
cando in Fiorenza erede la Confratcrnità fata la creatura con un braccio di fuori, fla-
del Sangue di Grido, ed il primo a lcrivcrli va in molto periglio , appena fe le poli fu i
fu il Duca Franccfco , lcguitu poi da tutta ventre una particella del fuo abito, che par-
quella nobiltà: Nè ha maraviglia* conci opa- tori a falvamento . L'anno rtfto., una Barca
che, come più volley da piii palone fu ve- vicino Paola,ritrovandoii in aperto periglio,
duto, nel mentre predicava gli affi (leva vili- con un lol Gentil' uomo da Munì alto , ef-
hiic, in forma di Colomba lo Spirito Santo. fendoli li Marinari fuggiti per metterli in /al-
Cunicrvò Illibato il note della Verginità , e vo , perche a quello fpettacolo erano con-
quantunque foliccitatu all'opera del mal fa- corri molti, e frà quelli alcuni Capuccini, co-
re da vedova Donna In Matcra Cini di Pu- me li il Gentiluomo, tofto gli venne
vidde
glia , ove predicava, non voile a prighiera alla memoria Frà Silveftro, che fubno chia-
alcuna contaminarlo Era oltre modo cari-
. mò in fuo aiuto, dicendo, o Frà Silveftro , o
tativo con poverelli , alle neceffità de' quali B. Servo dei Signore , /occorretemi in que-
oltre le tante Cafc erette di Ofpcdaii , e di llo biiògno, e di fubito la Barca da fe lòia li
Monti , lo vveniva loro con ckmolìne men- canduflc al lido con maraviglia di ciafchc-
dicare da’più Ricchi Pii Uomo di pratica-
. duno. Unugnia , cd un officctuoio del fuo
ta prudenza , perciò eletto più volte Guai- deto più tempo ti fentirono fpirar una gran
diano, Diffinitore, Provinciale , e Procura- fragranza
tore dell'Ordine , c fc avelie con/cnrito , fa- 2accitr.tover.iul .1w.159y.11.4i. Paolo Gual-
rebbe anche llato promulfo da Papa Grego- tiero 8.
rio XilLallaChieladi Milcto.Ma più l'ono-
rò Iddio , operando a fua intcrccffionc mol- LVI. DEL B.FRANCESCO ZUMPANO
li miracoli . Lanno tj 89. mentre li pianta- AGOSTINIANO.
va la Croce alla Fahrica del Convento nella •
terra di Carolci , nacque tal difòrdine tri Ztimpano una delle più nobili Baglive
'
a difturbare queir opera pia , fatto il feguo Luglio del 145 f. da Agoftino Marini , c da
della Croce, pofe in fuga 11 nemico tentato- Tibcria fua moglie , aincnduc d onefta Fa-
re, c rappacificò gli animi difeordi Ad una . miglia quali allattandolo con molta dili-
,
Donna di Rogliano predille , qual avvenne genza nel finto timor di Dio , d all'ora lo
ua patto mafenio* che poi riitfcito piangoli- rclcro acconcio a quell altezza di Santità, al-
1 no con gran faltidio della Madre, come l'eb- la quale poi fi vide fibre . Affine ch'adulto
be legnata , divenne quieto Ad un'altra di
. non arche a ribcllarfcgli il corpo prciè a_,
,
Mont alto, la quale per un aborto era dive- domario tcncrello, affliggendolo con conti-
nuta Iterile, impetrò la prole Covi adunque
. nuato digiuno, ed a dargli il fonno a mi fura,
benemerito della Religione, c della Chicfa, o sii la nuda terra , u ,11 di ruvide legna E .
avendo in loro fervizio travagliato anni quantunque la commodità della cafa paterna
quaranta, predicando in Mont'aitu , relè lo non lo ncccffiraflc ad cfTerciz; baffi * nulla
{piritoal Signore in età d anni y 8-, qua l'era di meno (co»i portato dail'umiic fallimento
il 1 5 p<S. del Mondo redento , c fu lepellito di lemcdefimo prclc a coltivare una lùa vi-
con numcrolò concorfb di Popoli, fccolare, cina polfcffionc, con quella legge però che
,
cd Ecclcfiaftico . Accertò la fua gloria la vi- |
mentre in quelli eflcreizj manuali travaglia-
, 1
pore, ma con l'antico rigore: onde con l'aju- ed augurandoli la pioggia della divina gra-
to d'altri Religiofi del medefimo fpirito , e zia, quale per l’jnterceilionc di lui, e de luoi
della meddìma Religione fondò molti Con- Religiofi dovea per tempre diluviare su dei
venti, cioè di Aprigliano, di Campo d atato, luogo Volendo poi collocarvi un'Immagi-
.
morte per mandamento de’ Superiori , nel almare una tale, molto acconcia al fuo dif-
quale vanno citati tefiimonj di veduta , o di fegno: La richiede dai Padrone, il quale non
altra qualificata feienza . Scopriva le cofej fu ritrofo a concedala , fupponcndo l'iin-
occulte, c preveggeva le da venire: Prefe sù poflìbiltà del Frate per trarla di fondo } ma
le nude mani carboni ardenti perrifealdar appena egli proltraro a tara ne fuppiicò il
un tal'avaro all'amore de poverelli : Soficn- Ciclo, che ad occhi veggenti da tutti fu ve-
ne , che non rovinafiè un' acccfa fornace di duta la pietra nuotar a galla, e porti nel lido.
calcina: Fè learurirc ove non erano più fon- Ma quantunque il Ciclo tanto favoriflc la
ti d' acque per il bifogno de' Tuoi Religiofi: fabrica di quello Convento} non perciò tra-
Refe raanegiabili alcuni legni, e molte pietre lafciò Untano d’ impedirla } conciofiachc
di fmifurata grandezza , col folo toccarle commofie tante furie contro del Beato , e
efl'endolì per altro refi fermi alia forza , ed per conto d'alcuni fecolari malvaggi , c pa
alla diligenza di centinaia di perfone: Guarì conto d'alcuni della propria antica Religio-
molte infermità incurabili , adoperandovi ne , quali mal volcntiai lentivano li feiici
alcune erbe più per ricuoprire la virtù del progredii di quella Riforma, che più volte
miracolo, che per elici loro confaccntuMol- furono in ncccfluì) di arreitarfi, c forfè fi fa-
tiplicò Ipeflo il pane, per il bifogno de Tuoi rebbono arruffatale impictofita del fuo Bea-
Religiofi, e di quelli travagliavano nelle fa- to Servo l'alta Reina dc'Cicli^tna volra,che
brahe de Conventi Refe manfueti , ed ub-
. traggittava il Fiume Savuto non l 'avelie ani-
bidienti alcuni animali indomiti, col iblo,o malo, che oltre piu profeguifea l'opera co-
chiamarli ,0 legnarli . RcAituì alla vita più minciata , afiicuranoolo , eh' ella era opera
motti , e Angolarmente in Cafielvctere Pie- molto cara a le , cd al fuo Figliuolo } con la
tro Valicano motto per precipizio d'un'al- qual vifia, e molto pi u con le care offerte,
90 CALABRIA SANTA LIBRO I.
reti» talmente animato, che mettendo non m perciò traiafeiav» d'intervenire nel Refctto-
caie guanto gli opponeva llnfcrt>o,baftò per rio communi, ov'era de 'primi, non gii per
fupcrurc tutte k
dilfi-oltà . l'avidità de' cibi del corpo quali rinata va,
,
r oralmente coniamotelo non meno dalle ma per quelli della Sagra Scrittura coltuma-
fatiebc penante fabriche, che dalle lunghe ta in quel luogo per nitore dell' Anima...
nia.erazioni del fuo corpo, come anche dal- Non pago di macerar la carne con l'altincn-
la cadente età , avendo anni 75. palio al Si- za de cibi , la marririzava ancora con lo
gnuic li jO. Aprile dei 1 5 ) 0. nel luogo me- punture de’ cilici con'emo d’ una fòla tu-
delimo di Sovcrato, dctto,da quella di votiR nica, e cocolla, co' pie lcalzij onde fembra-
iima limnagin. della B.Verginc col Figlino- va ignudo,punto non abbattuto da’piii afpri
lo morto in braccio, La Pietà Concorfe al
. rigori deli Inverno Vegliava lungamente
.
fuo funerale un Popolo innumcrabile do in orazione, e Tempre era il primo ne' Ma-
tutte le convicine abitazioni, e fuonorcvol- tutini ; tanto che quafi Tempre ti ritrovava
mente fcpeJlito inuna Cappella, frequenta- avanti le porre della Chicli , affienando il
ta fino al giorno prefentc da' m edefimi Po- Sagrcltano ad aprirle. E più di una volta av-
poli per le molte grazie , quali nc ricevono venne a tirar cosi lunga l’ orazione , che o'I
alia giornata. Dopo la Tua morte fi trattò la giorno fi ricongiungeva con la notte , ola
Tua Canonizazionc , e fe nc formò veridico notte veniva fopragionta dal giorno Celc- .
procelfo. Cominciò a chiamarfi con titolo di brò per ogni mattina, eh ’ei poteva, la S.Mcfla
Beato, non pure nella Calabria, ma in tutto della Beau (fiuta Vergine , che fu per molti
l'Ordine Eremitano, ed anche in molte boi- anni ,c per altri appreffo quella della San-
ie de' Pontefici. La cafa,ovc nacque in Zum- tiflima Trinità $ ed allo fpc/fo con raaravi-
p.no, fu convertita in Chicfa , dedicata al glioli rapimenti da lenii. Quanto fuffo l' cf-
medefimo beato, ove piu d' una volta fi fo- ricada delle Tue orazioni, congiunta inficine
no intefe al-unc Angeliche melodie. li gior- con lo fpirito delia profezia l’ abbiamo 1 in-
no della l efta fi ornano quelle mura con al- gularmente nella pcrlbna dell' lmpcradur
cuni rami verdi, quali feeehi all'ouibre han- Callo V.Ritornato egli vittoriofo da Tunc-
no virtù di operare alcune maraviglie , fin- fi in Napoli, ed udita la fama del Beato Ser-
I
gì, ove in vece della laurea del Dottorato vidde 1' uno , e l' altro in D. Giovanni d’
p; -fe
1'
Abito de' Cartufiani nel celebre Mo- Aulirla, figliuolo di Carlo già deitinato Ge-
nalterio di S.Martino, effondo d'anni diecct ncraliffìmo nella lega contro dei Turco.Ap-
iette. Entrò in quella Religione vergine , e predato in Napoli nel paflàggio per Medi-
tai continuò finche vide, aecrcfcendo li fio- na , e rapito dalla fama del beato fu a vifi-
n della Verginità, co’ frutti deU'altrc virtù, tarlo, e tal ne fu la divozione , che gli prefe
Talmente veniva rapito dall' amore della.. (
mercè alla modella rcligiofa in tutù por-
foli tedine, che nel lungo fpazio d' anni ein- tamenti^d a quella fcmplicità di fanciullo,
j
va un'orticcllo con vai) frutti, ed erbe, del- richielc delle fnc orazioni, con iniicme del-
le quali tal'ora diflribuendone a' Monaci Il Servo del Signore pro-
1’ labenedizzione .
acunnpagnava con quel del Salmo: Eient mclfc I unc, c diè l'altra con quelle parole:
f doperei , & Jaturthumur . Fu Reiigiofo di Beneiicat te Deut ex Sym , &
viitas bon e.
rande aftinenza; poiché mai mangiò , non Hierufaltm omnibus diebus vita tu* Dee :
S ico carne, interdetta a tutti di qucflo Idi- tibi Jecundum cor tuum , & omne
confi bum
luto ; ma nè ova , nè cafo , nè pefee , fol tuum confirmet Eruat te de mambui inimico-
:
contento del pane e di pochi frutti, con er- rum («torni»,& de nanu centra legem agenti s,
fct, cd acqua.gìaehc non mai beve vino fuO- 1 cSf iniqui ; Cosi fognandolo nel fronte gli
"
V*
1 s
tjue multiplicce in
nomine Patris, Filii, & & fcarurì lungo tempo miracolofo liquore,con
Spiritili Stalli. Amen
E quindi oltre bor-
. cui guarivanlì diverfe infermità,ne mai ccf-
rendo apertamente gli predillo la vitturia sò il prodigio, fe non dopu, che un mal' ac-
con alcuni particolari , quali poi avvennero corto delia delia Città di Cocrone,con poco
conforme alla predizzione del Beato. Tutto rjfpetto del Beato lervo del Signore , i'cr-
ciò ti ebbe dal Marchefc di S.Crocc, qual lì vitlene del liquore, app Beandolo sù le feri-
ritrovò prefcnte a quel congrclfo . Partì te d’un fuo cane.
D. Giovanni , andò , combatte , vinfe ne' 7. Btrtolom. tifano Frati iUuflri de Ut Pro-
Ottobre del 1571. in giorno di Domenica, vincia di Caiabr.p.i.Fraac. Gonzaga de Beati
nel qual giorno celebrando il Beato, e prefo Ord.p.p.LucaWadingo r.4. Marurol. Frtincefc.
ch'egli ebbe il SS. Sagramento ù fullcvò in dìe ip.OBobris.
citali,così durandola un'ora, e mezza, con- L 1 X. B.Angioio da Cofcnza vedi l'abito
correndo a quello fpcttacoìu, e Kcligiofi , c di frate Minore nella medciìma Città , ove
focolari, Quindi rifvcgliato prefe a gridare, ancora riposò nel Signore Paflàti alquanti
.
vittoria, vittoria, vittoria, BenedtBa fu San- anni dopo la fua morte, riaperto il fcpolcro
Bt Trinità ,
alzate i'una , e l'altra mano al per fepeilirvi fr -Zaccheo, il Beato alzatoli a
Ciclo .Tanto maggiormente maravigliata-, vida di quanti erano pi elènti, fi ritirò in un’
la gente concorfa cercava di faperne il per- angolo del fcpolcro , per dar luogo al cada-
chè^ onde dimoiandolo il P.Priore del Con- vere dell’altro.
vento, dille, che in quei tempo D. Giovanni Luca IFadingo t. 4. Martyr. Francefcan .IO.
d'Auftria raccoglieva le palme della vitto- Novembris.
ria, lòvventc replicando con grandi lagrime LX. B. Antonio della Famiglia Scozzctti
di tenerezza , Benedilla fu Sonila Tnnitas. nacque nella Città dcil'Amantea , ed appli-
Cola, quale divulgatali per tutto , il Nunzio cato da fuoi Genitori alle lettere umane, di-
[Apottolico a partecipò al Papa Pio V. , il venne in brieve tempo profedò.lndi bramo-
quale ne prefe grand' allegrezza , onde poi fo d abbandonar il leccio, abbracciò la Re-
iloprarrivandone i’avvifo da Veuezia,cbbe a gola de triti Minori lòtto 1 abito Conven-
dire, che tempo fi n’avea avuto la felice no- tuale. Cunofciuto da' Superiori per giovane
I velia. Quindi ritornato in Napoli vittoriofo di ottimo talento ki ddlinaiono in Venezia
D. Giovanni , andò tolto a ringraziarne il alli Audi di filoluha,e Teologia. Quivi pa-
no in quello luogo , acciò liano tutti in un’ evidentemente pioggia, e tempeda , il per-
ifìcìfoCapitolo. che atterritali 1 Udienza, labiata la predica,
LVI 1 I. B. Pierio , o Pietro di Calabria fu cercava partirli. Se n'àccorfe il Beato, c tut-
uno de'Compagni del Serafico Patriarcale to fède in Dio Fermatevi, diflè, non dubi-
:
portò nella Calabria 1 Idituto de’ Frati Mi- tate punto perche non abbiamo di che te-
,
nori. Per la fua vita fanta fu eletto Minidro merete tanto avvenne , mentre fvanita la_»
Provinciale, ed efercitò il minidero con in- -
turbolenza redituidi l'aria nella primiera-,
dicibil prudenza, zelo, c cariti. Riposò nel ferenità Profeguì dunque la predica, e fat-
:
~ M a fidò
'
I . . . . -
.
fiflo dinon lafciar a' Padri Oflèrvanti alzar faciU peffimus ) ispirante tamen fpiritn ,
qui
le fabbriche del Convento , onde nacquero ubi vultffpirat, exoro voi Civet mei in vifcc-
multi dift urbi , ed inquictitudini in danno ribus Jcfii, ut fi quando invenictur bue . . . .
de poveri Frati: appena fini di prcdicare,che ftatim in loto . . . jcjuniis, fletibus arem &
jl legno di morte dato dalla campana avve- ut nova Civttati dignclur pascere,
rò la predizione. Fiorì circa il 1485. imminente pojlbac vindida, quam afferei Urfa
frane. Gonzaga tonv.ii Calabr.p.i. Fadingo Latina ...
. &
inuuet tempora m.rgnun_.
t. 7.Mariir. Frane. 0 .]an, Cali culmen, Cometa cruentus liber ire.
LX 11 . B.Appoftolo ebbe i natali in Vinco- j
Qual Epitatìo trafineffo da Filippo Longo
iifi piccol Villaggio della Cittì di Taver- Cavaliere Cofentino a Giovanni Cali, que-
na Vedi l'abito del Terz’ Ordine Clauftra-
. lli così l’interpetrò: Che rovinata la Cittì dì
le Francefcano nel Convento di S. Lucia del Cofcnza dagli Agarcni fcorrenci ia Calabria
Monte in Napoli , ed ivi s'allievò in ogni ne '970., regnando Ottone I. Impcradorc , c
genere di religiofa virtù , onde venne pre- fedendo nella Cattedra di S.Pictro Giovanni
miato da Dio colla grazia de'miracolLquali X HI. , a capo dell’anno fi raccolfe in più ri-
dimoftranfi oggi giorno nelle tabelle appefe firctto fito, cosi che dove prima occupava.,
in quella Chidà, ove depofe le fpoglie mor- fene Colli, indi appena potè riempire il-fo-
tali a 11. Settembre del x jza. o come altri lo di S. Pancrazio, dove ancora venne tras-
vogliono a x 7 Jrebrajo. ferita la Sedia Vcfcovile Viveva di quelli .
ccrefccudo allctti, crebbe alia modellia, cd revelat Altiffmniq Pcrcutieus pertuffi Civita-
! alla virtù) non meno che poi alle Ictterc.ncJ- tem ingrasam, q noni am prò fa pugnavi, ini- &
l maravigliufamcntc fi profittò. Or-
le quali mico.1 fugavi Ì Ipfa tamen magii cor fuum ob-
dinato Sacerdote parendogli, che la conver- duravit, &
fiat im compie x a tfl pcjus, ac prius
[con gran fervore ne fupplicava la Maelfr nìum Civitatis bujut novee, nifi couvertatur ad
divina, quando ecco ritrovandoli in Tebbe, me populus in loco corde fuo , ac fmuffivi in
oggidì i Luzzi, l'aurora del di di Pafqua del fUcat l'emina ejnsjuxta vias meas j Appare
1 } 5 5., o pure J7- ecco , dico ,
l'Angiolo del inni in tempore indtgnationis meafulgura hot -
Signore in altezza di due gomiti, vertice a_. ribilia, & fydera cadent de Culo Ciò è in ri-
bianco , con ali Ipkndidiflime , il quale fa- ftretto ,
che la Cittì antica venne difirutta
vellandogli gli dille , che cercaffc con dili- da'Saraccni per giulto filegnodel Cielo, in
genza i fiori di S. Cirillo, c del B. Giovato riguardo a non avere corrifporto a' Tuoi be-
Giachino, che nella lettura di quelli rimar- nefici j e chela Cittì nuova ,
quell'era la ri-
rebbe contento Ubbidì, e cercando li ritro-
. fiorata, anche dovea edere fulminata, quan-
vò nel luogo medeiiino, con inliemc gii al- do non aveffe fatto il fuo debito col fuo Dio.
tri del B. Luca Arcivcfcovo di Coienzao. E quello lugli anni 14; 1 come lo dimoftra- .
Viffe lunga età , c mori fintamente , circa ii no li primi capi delle fette ultime dizzioni
1 3 so.
deli Epitaffi». Fioriva addunque quello San-
, Barrio ile antiqu.Ub.i. Matafioti libica 8. cHlimo Eremita nc '970., nè altro abbiamo
Vghclli Jtal.SagrJom.p. Grtg.de Lande mirab. della fua vita
'
Paolo Gualtieri lib.i. Filippo Longo epifl.adjoan. Cali.
taf. . .
più
.
durlo al peccato, ohe pur gir convenne di la- Prelati delie Chicle, fiore della ricreazione.
feiarla, fugato dal dolcifiuno Nome di Ge- La lua converfazione era tèmpre con Preti
s !» qual gl implorò contro Altre volte fin-
. di Ipcrimemata virtù quali tempre voleva
,
gendo la perioda di tal Uomo del paefe , gli alfiimorno ì ed una volta l'anno attendeva-,
‘addimandò quella danza, come non fua-, on- agli clfercizj dello fipirito, ritirato per otto,
dagli cedutagliela, fe ne palio nella Città o diecc giorni fri Capticcini , e fequcltrato
d'Andria. Dopo var; avvenimenti vorendo- da tutte le cure del leculo Tutte le fcftività
:
fene ritornare all antica fua Ciltcrna , mori dell'anno confiigrava con banchettare molto
nel frammezzo di f oggia, c di Manfredonia» numero di poveri, aquaJi egli di perfona fcr-
pertiche nacque tri leduc Città non picciol viva, prima del fuo pranzo. Ebbe a lolicncre
contralto per il lagro Cadavere. Accadde la molte calunnie, recategli dalla propria bon-
fua beata morte nei primo di Maggio , ac- ti, e pcruicficgli dal Ciclo per .iccrclcimen-
compagnata con quanta allegrezza del Cic- to di vinù, nelle quali inoltrò fempre l'ani-
lo, con alcrctantc lagrime delia terra. mo fuo non alterato . Morì finalmente cuim
difpiaccrc di tutti , accompagnato dalle la-
Di altri Confejfiri. gitmc di tutti, muffirne de roveri.
VI. Giovanni Velèovo, e Cittadino di
CAP. IV. Cotrone ville con tanta finititi , czcld di di-
...... lèipiinaRcligiofia, che da Papa Onorio III.
pvEfcT'itti giù nepafiiti Capitoli quei Con- intieme coll Abate di Grotta ferrata venne
xJ telluri Pontefici, c non Pontclici.o che deftinato alia riforma de Munaltcrj Greci
godono il titolo di banti , o che finora lòn_> della Calabria»c si gli piacque la riforma in-
contenti del titolo di beati predano qui a de- trodotta, che rinunziata la fua Chiefa velli
ferì verfi quegli lltri,chc non Santi, non Bea- l'abito monacale, quaie onorò e con la vir-
ti» ma famoh per virtù, e miracoli, non fono tù,ccon la gloria Ui molti miracoli.
di minor iuliru, e decoro alla Provincia. Di VII. Coltamino Vefcovo di Gcrace , e_>
quelli adunque fari il prelcnce Capìtolo ri- fuo Cittadino, ammacftrato dal P. S. Agolìi-
partito per maggior chiarezza in piupara- no, che la fabtica della perfezione dovetlcm
grafi,giulla il grado dcb'illimto quale pro- alzarli filile pietre fundamcmali dcll’Umiltì,
feffarono ebbe così a cuore quella virtù, che le fuc or-
#. I. dinarie Ritenzioni, erano, Eg» imperJtSia-
Di Alcuni Prelati di Santa vita. Confimnms » ma quindi alzatu ad ogni cri-
itiana perfezione poteva fervóre d’cllempla-
lati, Pallori deU'animc.e la chiufe con egual gra fccolare,dilcorrcndo delia Chicli mede-
decoro, accetto a Dio, ed agli uomini. bina» che per tanto mi tolgo qui d'impaccio
Galparcdel PofTo anche fiiArcive-
III. a refcrivcrnc per la cagione accennata di
feovo di Reggio, fu Prelato incomparabile, tbpra
di cui vedi gii Arcivefeovi di quella Chiefa, X. Tomafo Sirleti anche egli Vefcovo
alfine di non avere a replicare ip più luoghi di Squillace di tanta bontà, c fintiti di vita,
Domenico Gravino vox tnrt. f.i.c.i4 . altri fuoi particolari , offervò tempre quelli
Ferii nanio Ughclli Itat.Sogra tom.g.Efifc. preferivonu lelor Regole a' Capuccini ; ma
i Vcncrd'1,0 non guftò cofa alcuna
, o fc
Cariai. pur
*• II. le fatiche l’ averterò oppreflò, non prefe, che
la fera al tardi , che poche frutta , o legumi
Di alcuni Preti fecolari di Santa Fatta una raccolta di Chierici dei mede fimo
vita. Ipirito cantava l’ ore Canoniche in Chiefa,
anche il Maturino , anche quando parevano
L Clero antico della Città di Taverna.. d oppord le ftagioni più inclementi. Dorato
I parve fra tutti della Provincia ritratto al di Imgolar talento nel predicare la Paro-
modello Appollolico , cosi per 1 cfkmpla-
'
la divina , F efferato con gran fervore-,,
! tra quei venerabili Sacerdoti, o ambizione., chia con utile immenfo delle anime Legge
.
Erro fatti non folfe data troppo tarda 5 cioè do affezzionate alla virtù del Servo di Dio,
a tempo , che morti quei loro contempora- non fapevano dipartird dalla Tua oneltiflìma
nei, non fi ritrova chi di loro, almeno di tut-
convcrfuzionc. Ónde nel mentre h ritrova-
ti polfa ridire colà di veduta, cofa indubita- va in quclt' impieghi gli avvenne quello io
ta ella farebbe che averebbemo che imita- racconto altrove, per il difeuoprimento del-
,
re, e che ammirare , ed in che lodare la Sa- l'Erede ne' Paci! delia Guardia , ed altri all’
intorno , ove mi rimetto
(a) ; foio foggion-
gcndo ,
che più d’ una volta preparatogli il
• paco piu che li nudi nomi quelli aaro qui veleno da quei malvaggi , Tempre ne venne
,
I raccolti, quantunque volati al Cielo con-. prefervato dalla cura qual ne tcnca il Ciclo.
I
differenza di tempoìE faranno primi a tut- i
Dopo aver tanto fcrvito i fuoi proflìmi , ri-
ti gli altri raccolti in quedo parafrago,
dal- posò nel Signore in età matura, oltre li 1575.
l’ altre parti. 11 Leandro Preti, figliuolo d’Afcanio , c
.
I. Giovan Antonio Anania fu figliuolo di Catarina Pidoja, l'uno, c l' altra de primi
di Michele e di Sigifmonda Teutonica , a- della Città di Taverna, fu Dottore di Cano-
,
nrendue Famiglie nubili c fratello di Gior ni, c Cantore nella Parrocchiale di S.Maria.
,
III. Aleflàndro Poerio , nobile della me-, dell' Abitu Capuceino non focili l' afTeuo a
definii Cittì , altresì fu Sacerdote di cono- quella maniera di vivere , imbcvutagli col
feiuta virtù ,
attinente , cado , c tutto dato latte di quei pochi giorni; poiché , c prima,
all' opere della cariti. Quanto era luo,o rac- c dopo 11 ordinò Sacerdote,e divenuto Can-
colto da'bcni patcrni,o p.o venuto dall'ordi- tore in Santa Maria ,
Tempre il ritenne inal-
ne Sacerdotale, tutto lo liberalizzava a' po- terabile; non portando
alle carni camicia di
veretti dtCritto; c quando non aveva del tela, ortervanuodigiuni di quella Religio-
li
fè per T ertezza del fito , ove avea celebrato che finirono prima quelli il lavoro, che egli
la S.Mcrta, s’ incontrò con un Uomo quale l’orazione . Nè fia maraviglia mentre il Si-
,
folleprime gli parve un Zingaro ; ma guar- gnore fpcflb lo careggiava col dono dcllc-
datolo piu fidò , e con lume fovranaturalej Itafi, c talvolta ancora, (com'egli rtclfo con
fcortolo per quello egli era, cioè per demo- fidò a Diego Morrone fuo difccpolo ) appa-
nio, quindi rraendofi dal petto un Crocefif- rendogli vifibile , fe l'abbraccio nel petto ,
fo, qual di continuo portava su l cuore , ej e gli donò a bere le fuc confolazioni nel Pa-
con quello vibratogli contro il Pegno fagro- gro coftato Fù uomo di grandiflima cariti
.
fanto della Croce, lo pofe in fuga , lardan- co' poverelli , per alimento de' quali dava
do per ovunque fuggiva un pelìifero odore quanto poteva, anche il proprio cibo; onde
d’inferno. bilògnava, che forte affittito dalla gente di
, ,
cala, perche dando il tutto non ri.nmeflo vclliti due fuoi fratelli, sì per l’ inchinaziu-
totalmente digiuno. Una donna di qualche nc alla rigidezza di quell irtituto . Con sì
n alUtai ma povera, lo richiclc di ajutoa vc- buona fuppelicttilc dì fantità promotto alla
'
Itirlì, e per allora non occorrendogli altro cuia dell anime Parroco nella Chic-fa di San
andato da un macftro fartorc , e cavatoli da Nicolò, e poi Arciprete in quella di S. Bar-
fpalla iJ manto fé tagliarne alla povera una bara, non è credibile con quanta carità,e ze-
gonnclla,rìtirandof! tra tanto egli così lenza lo accumpagnatt'c quelle cariche . Era egli
manto in cala Ebbe grazia di moltiplicare
. di natura dolce, compaflionevole, ed inchi-
il pane,come lo dimoltra quello calo figui- nato all'amore de’Pt ottimi, onde gli venne
:
10. Andato in un fuo giardino di celli, detto facile coll'accoppiatura della virtù, avvalo-
l'Orlo, ove erano alcune donne al numero di rare quel fuo femplice naturale-, ficchè veni-
diece giornaliere della cala, per l attare del va mttu incelo al foccorfo delle pecorelle a
num.a'o, le ritrovò lenza provinone di vi- fe commette, lingolarmcmc povere, e fopra
vere, e quali Ipiranti dalla fame j Perciò in- tutto inferme, quali non folo (petto vifitan-
teneritone per compatitone, avendo con etto do racconlòiava con le parole ; ma a tutto
lèco potiato un pane, con poche fettucciej fuo potere lòvvcniva con la mano clcmofi-
dì calicavallo per lua provifione,tofto fatto- nicra; dilponcndo così i frutti de’ benefici
lo in pezzi, con proprie mani , crebbe così, che toltane una fcarfiifima parte per fc me-
-he divenne ballante alla fame di quella.» defimo, il rimanente andava con ogni cfat-
moltitudine . Addunquc ricco di quelle , e tczza in loro beneficio: diche fovvcntc am-
d’altre fantiflime opere fi accodò alla mor- moniva coloro, quali nc ave-ano la cura per
te ,
la quale addivenne li zz. Maggio del raccorli . Non minore era la fua carità più
r«zj. in un giorno delle Rogazioni, avendo frutte vole dell' anime , che io rapiva a' pec-
anni 7Z. d età . Il fuo funerale venne ac- catori, a’ quali mottrò femprc,c per qualun-
compagnato dal concorfò , e lagrime del- que luogo, ed occafionc ogni poflìbilc pia-
ia Cuti, e Cuoi Vili aggi. Nè manco il Signo- cevolezza, con acquillo grande de’ perduti,
re d'autenticare la fantitì del fuo fervo an- quali cannati di tanta umanità, volentieri
I che dopo la morte: Le lenzuola, fra le qua- afcoltavano le lue parole ; onde n’avveni-
li morì, reltarono
profumate d'un grand' o- va, che molti già invecchiati nc' viz), dato
dore di rofe (argomento della fua virginità) loto bando, fi rcrtituivano alla virtù ,cd al-
quale continuò per lungo tempo Un fuo . i
la frequenza de’ Sacramenti. Era in lui cola
coppolino applicato a molti infermi recò mirabile, che quantunque per nafeita Gcn-
loro la falute Eli-ndo motti in cala tutti li
. til'uomo , per vita incolpato , e per le fue
bigatti , e perciò la gente di quella mezzo applicazioni ccnofciuto da tutti , non per
confufa , venne ifpir.>ta ad afpergcrgli con tanto veniva nelle confettftoni fuggito d’ al-
un odorifero, qual il Servo del Signore , in- cuno, che anzi a follalo lèguivano le fune-
férmo avea tenuto in mano; così tè , implo- re deli uno, e dell'altro fello, d ogni grado,
rando 1 ajuto di Ottavio 5 onde quelli torto c condizione , con tanta confidenza , che
•ebbero la vita , e fruttarono maravigliofa- non v' era peccato , avvegnaché per orrore,
mente. Più maravigliofe furono le attefta- c per giavczza da mettere rottole ad ogni
zioni della fua gloria. D.Dicgo Moirone,di piu conolciuto federato, che- a lui , e fuori,
cui apprettò, non ancora fcpellito il corpo, e dentro a quelle non fi confidaflc, c li. (net-
volcnuo per lui celebrar la Malfa di Requie, tamente non li feopnflc. Ben è vero, eli cgli
fi lènti interiormente dirc^h'anzì celebrale con fiamma prudenza , e lòllecitudinc veia-
dì tiloriajma non ridando a lè medelimo,ri- mcntc di Pallore, più volte all'anno , fingo-
folfe celebrar di Requie, non potè ; omle_j larmente nelle felle della ina Ghie-la , anch’
venne allrctto dir la Metta delia SS.Trinita. ufando della forza paterna adunava ad altri
Fri Girolamo dell Albi noftro Capuccino Confcttori quei luoi ordinar; penitenti ;
Ipriegando per lui, lo vidde fedente sù d un avendo con cfpcricnza conofciuto quanto
|
gran Trono di gloria , c richicftolo dclper- importi al laido delle cofcicnze quella li-
|
che, rifpofe l’altro , che per tré virtù fingo- cenziata; e quanto polla nuocere alle mede-
lari, cioè: Per la purità del corpo:Per la ca- fime l'indifcreta ufhnazione nel fempre ri-
jrità co 'poveri: c Per la diligente cura dell Da ciò nafeeva il gran
tenerli apprettò di le.
anime a fc commette. zelo quale avea dcU'anime, anche non com-
VE Diego Morrone anch'egli nobile Ta- mette alla fua partoral cura ; ficchè non te-
vernefe rifpiendè in quelli ultimi tempi con mendo per 1 amor di quelle faccia alcuna d'
la luce di molte virtù, quali apprefe lotto la uomo potente , più d una volta fù in forfè
difciplina del raccordato Ottavio Jazzoiino. di pciderfcgli lo riipctto, con anche molto
Ordinato Sacerdote divenne un’ efcmplare periglio della vita medefima. Sovventc ufei-
duetti criftiana perfezione . Conciofiache va alle Miflìoni appoftoljchc , c dentro , c
prefe a macerar la fua carne con cilicj , con fuori la Città, ed anche più lontano , trava-
dìfciplinc, con attinenze; avendo fempre sù gliandcral tempo medefimo, c collo ttrapaz-
gli occhi la vita dc’Capuccjni, de 'quali vide zo della vita , non ammettendo maniera al-
famigliariflìmo, sì per avervi di quell’abito cuna d'accarczzamcmo , e con gli cttercizj
DI ALTRI CONFESSORI CAP. IV. 97
delle predicazioni, confezioni, ed altre ope- mune a tutti , ch’egli folle motto verginea,
re di tal impiego Non li accollò mai al là-
. Ebbe facoltà mediocri , così proprie della.,
grò Altare, che Tavelle prevenuto con mol- caia, come
degli emolumenti della Chiefa j
te ore d'orazione mcntak,così come poi ac- ma e T une , e f altre volentieri impiegava
compagnatoio per lungo tempo con Tefer- al Ibvvcnimento de povcri, Angolarmente
cizio mcdciimojj cui veniva si forzofamen- de' Nobili, de’ cjiiaii, perche ignobilmento
te rapitole rubando ogni tempo fuori del- non operalfero, tenne diiigcnttHiraa cura. V
la cura,tutro l'applicava ad orare,e contcm- anno idi 8. ritrovandoti di pretidio in Giuii-
plare i mifteri dei Cielo . Le folennità mag- giìano Bcrlinghicro Condubeth con cento
giuri dell'anno , con la compagnia d' alcuni ira' Spagnuoli, ed Italiani, perche il Sìndico
Tuoi difccpoli, le preveniva dalia Icra al tar- avea iral’curato le dovute rimeife , era per
di nel Coro dc’Capuccini, co'qualt cantava nafecrne qualche gravidìmo fcandalo ina =,
i fagri matutini , e fpendeva il rimanente preveduto dai zelante Arciprete , sborzò del
della notte in altre opere di crilliana vinti, Tuo ducati cento , quali poi rilafciò a bene-
finche fopravenuto il nuovo giorno, ritiran- fido dell' Univerfità. L'anno 1 «14. incrudc-
dofi nella propria Chiefa, atrendeva alle fuc Uva la fame per tutto , e li frumenti era-
pecorelle. Ebbe famigliaridimu il lume del- noialtri a carlini a8. il tumulo : .Vittova-
ia profezia, con cui feorgeva come prefìttiti glia non ne compariva , le diligenze del Sin-
le eofe avvenire , e fe ne raccontano molti dico , ed' altri panicólari erano andate a
clcmpj A D. Ludovico Teutonico, ed l,
. vuoto , la gente arrabbiata era per rompere
X). Giulio Carpanzano motto tempo prima in qualche grave dilturbo. All ora il buon
predille le cure parrocchiali, quali poi effer- Arciprete procurò del fuo tumula zoo. di
citarono, Tuno nella Chiefa di S.Martino , e frumento , quale fmaltì a carlini undeci , a
Taliro in quella di S.Maria. A due Monache ragione di tumula fei il giorno , ( che tanta
neU Annunziata,Munaiterio di Vcrgini,qual era la neceflìtà de poveri). 11 denaro dell'un
egli per lungo tempo guidò, predille all' una giorno lo dilpenfava a bifognevuli , perche
lamorte non afpcttata, ed all’altra la profeti- avellerò a comprarne pane T altro feguciite,
bone, non cosi predo creduta. Su punto del 1 T ultimi* di Maggio, che fu Tultimo delbi-
morirc alzate le deboli voci gridava,oh Dio fogno , e de' fiutnenti,non ti ritrovò avere,
ajutala ^ ndi .^replicai .unente commandò ad
i che ducati lei, e tati tré 5 onde per quelle,
un Saccrdtìtcjfhe Taffitieva,chc corredi; nel ed altre fomiglianti opere, non veniva chia-
tal luogo adar Taflbluzione ad una poveri- maro, con altro nome , thè di Padre, ora
na,qu.tine teneva bifogno. Corfc il Saccrdo- de' Poveri, ed ora della Patria.Viflc anni 90.
te,e fi’titrovò opportuno per alLlvcrc una de’ quali cinquanta ne fu Arciprete , e cin-
Giovinetta, la quale a pugnalate la finiva un que gli ultimi confumò in letto con dolori
malvaggio. Finalmente logorato dalle fati- acerbiflìmi di podagra, per eonfolo de’ qua-
che, e ricco d'opere buone, volò al Ciclo li li altre parole non ebbe in bocca, che dol- i
30 .Luglio del 1554. , ed il tiro funerale li ciflimi Nomi di Gesù , e di Maria. Murili
flrafcinò dietro un concorfo innumerabile ^Novembre del 1641. , repellilo nella
di popolo , cavando dagli occhi di tutti, e Chiefa Matrice , ma nel fepokro della Fa-
fonti ,
e fiumi di lagrime . miglia , accompagnato colle lagrime uni-
vi!. Giovanni Pavoneflà nacque in Gì- verfali.
migliano!' anno 1551., e come fu all’ età Vili- Gio.Cefare Lemmo da Gicracc,Par-
’
applicato alla fcuola ti profittò lodcvolmcn- roco di S .Piaggio, e Vicario Generale lutto
te, e più lodevolmente li profittò nella vir- più Vefeovi di quella Città,fù Prete di fan-
tù folto la difciplina d’ alcuni venerabili Sa- utiìma vita» e perciò in molta (lima, e credi-
cerdotiionde vellito l’Abito di Chierico , e to delia nobiltà , e plebe , qual iflruiva nel
poi di Sacerdote , arrivò finalmente ad ell'er fanto timore di Dio Dopo morte fu intefa
.
Arciprete di quella Chiefa . Attefe alio tiu- nella fua fcpoltura una maravigliofa fragan-
dio dell’ orazione , e contemplazione cosi , za, come di Paradilb. Suor Franccfca Gera-
che non gli pareva di far cola alcuna , le la ce gentildonna Terziaria Capuccina, trava-
maggior parte del tempo non T avelli: Ipcfo gliatada un accrbifiìmu dolore di cofcia_j
in quella j e perche quando fu Arciprete gli andò a porli su quella l‘cpolrura,ovc implo-
conveniva impiegarne molto alla cura Pa- rando fmterccflionc del Beato Servo del Si-
fiorale dell anime, egli il rubava, quanto era gnorc ,cd altre volte fuo Padre fpiritualcj,
poffibilc all' umana fiacchezza, per darlo al- immantinente rcftò libera,
la contemplazione de divint mtficrj Coll’ . IX. Matteo Scorza ebbe Tuoi natali a 1 J.
i
orazione accoppiava tanto zelo dell'onor Ottobre del 1 jyd.in Gimigliano da GioiLo-
di Dio, e ^>cr il governo della fua greggia , rcnzo,eSofia Folino , amenduc de’ primi
che Nicolo de Horatiis Vclcovo di Catan- della Terra fudetta. Non ancora compiuto il
zaro era folito chiamarlo 3gius EU*. Cullo- nono mele, e parlò, e camino, accelerando-
diva con diligenza affatto incredibile il ti in lui T uno, e T altro tempo. Venuto poi
fragile telerò (iella Callità , e nella fua per- all' età,vcnnc anche di volo alla perfezzio-
fona, e nell' altrui, onde lafciò opinione co- ne, sì delle lettere, sì dello fpirito^onde br-
ìi dina- b
Calabria santa libro i.
un perigliofo fputo di fangue , qual gli fò- in Gimigliano con molto appi a ufo, si per lai
pravcnnc.Fuggiva la converfazione di tutti, bontà de talenti, jì per il grave bifogno, che
iingoiar mente de' giovani rilafciati , e delle nera in quella terra} poiché l'invecchiato, e
donne di qualunque mano , colie quali mai podagrolo Pavoneffa non potendo a tutta
parlò , che ailretto da graviffima neceffitV voga attendere alla cura delie anime , fi pa-
Tutto il tempo adunque, qual gli fopravan- tiva molto nello fpirirualc. Morto finalmen-
]
[zava dagli affari proprio lpendcva, o nell’ te il Pavoneffa, dati concorde applaufo, c del
orazione , o nella lettura de libri lpirituxli, Oero,c dei Popolo gli venne foilituito Mat-
ne' quali effcrcizj veniva favorito dal Si- teo .Che non fece 1 e quali effcrcizj. di cri-
gnore da un dono fingolariflimo di lagrime. rtiana virtù non ordinò il novello Arcipre-
Morto il Padre gii convenne fott' entrare-, te! Per ogni giorno di Domenica iflituì due
al pefo della cala , pefo vie più aggrava- effcrcizj di dottrina crirtiana ,
1’ uno dopo il
to con gli altri fucceffivameme dalia cu- velproper l'infegnamcnto dc’ligliuoli,la fe-
ra della Congregazione , e dal carico di ra l'altro per l’ iltruzzione degli uomini di
ConfciTore , ne’ quali moflrò tanta favicz- campagna Riformò la Congregazione de’
.
za, e prudenza ,chc da tutti ne riparta va_, fecolari , che pareva come fe folle di Preti,
lòmma lode . Poiché per quello tocca gli un'altra di nuovo n' creffe per li foli Preti,
affari della cafa , mai li viddero tanto ben.» che fembrava fagra radunanzFdi Rcligiofi
regi (Irati, quanto folto di lui j gli altri della clauftraii Ordinò 1’ orazione^ dcgl’Aguni-
.
l’ amminifirazione dei Sagramcnro delia pe- Tetti vitò della medeiima la Meflà folcnnc. I
nitenza} conciofiache fubodoratala fua vir- Erede la lèconda Cappella del Crocchilo,
tti, tolto fi vide dietro a folla le turbe de’ nella quale ogni lira di Venerdì con molti
Penitenti. E perche quelli publici,e raddop- effcrcizj di pietà dicevoli al giorno , ed all'
piati affari gl’ involavano molto tempo dal- Altare vi fi accoppiava il fermonc corri-
(f orazione, egli il rifareiva la notte, impie- fpondentc Ordinò, dopo funi ver fale com-
.
alzatoli , e ravvoltoli in un manto di lana avanti l'Aitar maggiore ^cr li foli Preti , e_>
afpra in forma di cilicio , confumava il ri- profetizando dille , eh egli farebbe fiato il
manente, femprc orando, c contemplando . primo a lipellirvifi, come avvenne . intro-
Non l'apeva, come vendicarlène il demo- durti per ogni cala l'Immagine di Crifto cro-
nio, alla fine rìfvegtìò alcuni fcandalofi di- ccfiffo, artine, che col continuo vederla fòr-
fturbi in cala de’ iuoi Fratelli , ond' egli per te s'imprima, e nella memoria, c nel cuore
dar luogo all'altrui furore li ritirò in Catan- de'Crirtiani. Studiò come limpre tenere net-
zaro con tutta la Famiglia Benvcro , che.,
. ta quella Terra dalle meretrici pubikhe, cd
con pochiflimo guadagno dell’lnfcrno, poi- altre pcrfonc iiandaiofe } così anche dalle.,
ché le l’avca faputo dilturbare in una parte, liti civili, diiiioglicndole
,
quanto gli era
non feppe tenerlo oziofo nell’ altra , fiche poffibilc, prima riattaccarli E perche per
.
non abbia intraprefe con accrefcimcnto le l’occafione delle proceflìoni pareva qualche
meddime fatiche a prò de Tuoi profiimi. Ar- vt Ita nafccrne qualche dilturbo.le tolfc tut-
rivato adunque in Catanzaro,cd intefa la fua te fuoriche l’univerfali, ordinate dalla Chie-
virtù da Gio: Domenico Cartelli Vicario fa, ed in quelle proibì il concorfo delie.,
Generale Appoftolico di quella Catredalo, donne, fe non Ibi quando vi fi conduceva il
l ordino lòtto Cappellano, e
ConfciTore nel- Sagramemo Ter vietare alle medefime il va-
,
Tolfe.ma non fenza avervi incontrato gran un fuo cognato pcrlcguitato a morte da
travaglio, le prattiche de' fpofi non giuratile un uomo ribaldo* onde acconciava le cofo
che le donzelle , e monache di cafa non tc- per fuggirfenc dalla Patria, ordinò , che a-
nc fiero a battefimo * c che nelle lòlennitì Ipcttallc un tantino , polche farebbe libero
nuzziali non ballaifero infieme Mafchi , c da quel travaglio* cosi come fu con la mor-
Femmine * anzi ne tenne a Sfatto lontane lo te dei malvaggio Previdde a fe meddimo
.
donne non maritate, o gravide, quelle per il la morte , e prima dell' anno la confidò a_>
periglio delTaborto,e quelle pernon conce- molti , fingolarmentc al Confefiore Otto .
pirti» fpiriti di concupifcenza Sfabricò al- . giorni adunque avanti a quella cominciò ad
cuni Tedili di fabriche, quali erano avanti aggiufiar le cole delia caia , c della Chiefa:
le porte della Chiclà , non folo per vietare cola qual olfervando una fua forclia , c ri-
a' sfacendati le chiacchiarc , ma cbicltolo di quell' affitto di cofc* Orfola To-
1' occaliune
ancora di non (indicarli le donne nell' en- rcila, le dille, io da qui a quattro giorni fa-
rrare, e nell' ufcire dalla Chiefa * onde per rò fuori di vita , guardati di non pianger la
i
tutte quelle diligenze , e per la frequenza., mia morte, e frequenta li fanti Sagramenti,
de' Sagramenti lcmbrava redimito a quella 11 giorno adunque del Corpus Dumini, che
Terra lo dato della primitiva Chiefa. erano li 8. Giugno, andato in Chicli fi pofe
Ebbe una fingoiariffima cariti con gl' in- ad afcoltar le confcffioni* poi caocò la ri- M
fermi , diligente nell' amminidrazionc de' fa, c predicò ai popolo, 31 quale con parole
Sagramenti, non meno , che nel provcderli, alquanto tronche lignificò la fua vicina mor-
fodero poveri, delle cole necedàric , e s' te, c gli raccomandò 1 anima fua , c la fua_,
"
(è
ha per certo , che inficine con D. Mafiimi- Chiefa. Finita la proecflione, li ritirò in cala
liano, Prete fantidimo ,di cui appreflo , ab- molto debole * ma non lafciò la fera d' an-
biano fpefo in lor fowcnimcnto feudi joo. dar a cumulare un infermo, al quale pur bif-
Non meno liberale fu con le Chicfe , quali !
fe: Chi sii qual di noi debbia elitre il primo
ridorò, e di fabriche, c di vedimcnta. ben e a morire Lo laro io fenz altro , c cosi av-
vero, che non fu fcarfo il Signore ad aiutar- venne, perche quegli rifanò, ed egli morì il
lo in A bell' opere di carici ; poiché piu d’ giorno fegucntc* La mattina del quale chia-
una volta ebbe ad ammirare moltiplicato il mati i Tuoi di cafa gli ordinò,chc acconciaf-
fuo oglio, la farina, c'1 vino, c iingolarmcn- fcro le cofc per il luo funerale, e che fratan-
te fi racconta , che nel ridorare la Chiefa di to lo lafciallcro quieto, per abbracciarli, ed
S. Biaggió avendo dato fondo ad una botte unirfi col fuo Dio. Fattoli dunque venire un
di vino v perche gli Opera) ne cercarono CrocefifTo , ed un Bambino , or con T uno,
dell'altro, e quei di cafa rifpofero , che non or coll' altro favellò , ipandendo dagli oc-
ve n era ritmilo nè pur una gocciola*Anda- chi fiumi di lagrime Si fo portare i Oglio
.
j
te, di (Tè TArciprcte, a fame più diligenza-,* Santo dal fuo Confcflbre , dopo del quale-»
andarono , e ritrovarono piena fino alla ci- Bando ancor con tute' i lenii , e favellando
ma la botte Fu d una pazienza ammirabile,
. ardentemente di Dio ad ore 14. del medefi-
c per pocodiffi da pareggiarli con l’altra di mo giorno, Venerdì, nove di Giugno 1S5 1.
Giobbe. Anni i4.fodcnne un dolor di capo, con voito ridente refe lo ipirito al Signore.
(bltanto allegcrito nelle folcnniti per Tufo Due ore apprclfo vefiito delle velli Sacer-
de Sagramenti , e della predica Viddc la-, . dotali, mentre alcuni Sacerdoti fi Indiava-
morte del Padre, e della Madre, c la violen- no come mettergli il calice nelle mani , fi
N a pi-
,11
gridarono miracolo, miracolo . Il fuo cada- to nell' imparare a’fanciulii ia dottrina cri-
vcio fu icpcllito nel fepolcro nuovo de 'Pre- ffiana, ed in Spiegare al popolo ne giorni di
ti nella Matrice,avvcrandofila fua profezia, fella gli Evangeli correnti . Eredito ancora,
che iareobe (lato il primo in quella fepoltu- ed in Simigliano, e fuori le Quarefime, tan-
ra . Purono celebrate le fu: eicquie più dal to che potè fare i8.quarelitn.tii con intmen-
pianto, che da'canti , dolcndofi tutti d'aver fo mite di chi l'afcoltava . Di conferva con
perduto il Pallore delle lor'anime. D.Mattco Scorza, e Giovanni Pavonci!a,dc’
X. Maifimiano Scozzafava figliuolo di quali più addietro, riformarono ia Congre-,
Pompeo gentiluomo di Gimigliano , e di gazione de'fecoiari , illituiroiro quella de’!
Prudenza Mannarino, nobile di Catanzaro, Preti, ed trufferò il Monte della Pietà. Trat-
1 1
laggi Monfign or Fabio Olivadizio , tra’ fer- mo a due Sacerdoti , dc'quali non ritrovali-
moui publici, c privati ne diffe al numero di doli, che l Olivadifio lo creò Cappellano in
|
ucnta.Couipiutu dunque il corlb delle uma- S.Pictro, con la cura della Biblioteca Vati-
ne lettere fu deffinato in Napoli a' itudj di cana. Rettore de Catecumeni , c della Sabi-|
I amendue le leggi ,
nelle quali fi profittò sì nai indi l'anno ifiij.Vefcovo di Lavello ,c
maravigliofaminte che ne ricevè la laurea
, poi il 27. di Bova. Arrivato alla Patria atte-
lanno 1S01., c 18. dell’età fua, diipenfato re alla predicazione del V angelo fenza voler
nel tempo a contemplazione dei fuo graiu pagamento alcuno .Nè fqlo dalla predica-ma
laperc Con le leggi accoppiò lo ffudiu di
.
nè pur dalia Meffa ricevè mai ekmofina al-
vaij idiomi. Greco, opagnuolo, c fcrupolu- cuna, dicendo, die gii era fovcrchia la paga
lò ’i oleano , sì che poteva fervire di Segre- della carità.
tario a qualunque Principe, non folo nella., Hffendoft fondato perfua opra, e confida
dettatura, ma e nel carattere mtdclimo lin- ilMonte delia Pietà, al quale fe porre quella 1
gula)] iliino . Non trovava però Mal inniano lfcrizioneiC. al Hit e Pictntit A
rarìun in Aj'j- I
in fumigli ami impieghi quella quiete di fpi- lui» tgtfiatii U. tOC XXVII. , perche fi gli
rito, quai avrebbe dcfidcraio ; onde pafsò a’ attraverfarono alcune gravi diflkoàtà,pcrciò
fiuti;piu profittevoli della Pilofofia,Tcolo- affine non li difineaa il caritativo fulfidio,
gia,c lettura de PP.,c ne divenne gran Teo- prefe la feconda volta il viaggio di Kuma_,,
logo, c vaicntiflìmo Predicatore Si dilettò . ma con tanta premura , che la fua venuta
ancora dell' una, c dell altra poefia latina^,
'
non penetraik all' otccchio di Papa Urba-
cd Italiana, e compofc in amendue le facol- no, che appena disbrigato il negozio parti
tà alcune operette, degnìflime della lucc,fc fuggendo. Publicata da per tutto ia fama di
la fua umiltà non l' aveffe condannato alle DjSuflìmiano accefc il delidcrio di Moniì-
tenebre del filenzio Con tanto capitale di
. gnor Pauflo Cafarelli Arcivefcovodi S. Se-
letteratura ritornato alla Patria fù più vol- veiina per averlo nella fua Chiefa ìonde gl’
te importunato dal Padre, per accaiarlo; ma inviò un fuo Gentiluomo a lupplicarncJo
egli tempre fè le fuc feufc con dirc.che per con comitiva di geme, e di cavalcature. Pc il
non fervire al Mondo in matrimonio , ma a fervo di Dio le lue feufe,chc per all ora non
Dio Rcìigiofò, o almeno Sacerdote avea in- poteva fervirc il Prelato , l averebbe fervilo
traprefo quei ftud; ; e talmente fi oltinò in apprefio, e di brieve. Patti il Gentiiuomo,ed
quella deliberazione , che non vi fù argo- egli tuffo preio un baffonccilo lo feguì a piè
mento, ch’avelfe potuto diffuadcrnelo Anzi . con un frammezzo di miglia circa 40. , onde
talmente con le fue ragioni coffrinfe il Pa- come l'Arcivcfcovo int eie il fuo venire a piè
dre al confentimcnto, ch'ebbe a dire , che la all ora intendendo , che il non ctfer venuto
fua Famiglia già fiorita per quattro fecoit col fuo Gent duomo, fiderà (lato per non an-
gradiva piu , che fi fpegneife in un buon Sa- dare con quell'onoranza , ebbe a llupirc del-
cerdote , che fi propagane in qualunque fo- la fua virtù, prima di praticarla . Si tratten-
colare onorato . Di confentimento dunque ne in quella Chiefa per lungo tempo, vi pre-
del Padre prdc ii pómo ordine l’agro fanno dicò due quarciìmali con molto utile di
1 <So8.cd indi felicemente gli altri fino al Sa- quei popoli , c iòdisfazione de) Prelato , il
,
cerdozio. Ordinato Sacerdote s’applicò tute j
quale mai l'avrebbe licenziatole per nccci-
‘
Piti
e, ,
j
era piu comparfo in quel fagro Luogo, e tan- gì.Succeduco al Caputi 1 Giivadilìu,fc 1 chia-
foltre ne crebbe la fama , eh arrivò ali'orec- mò con lettera ubuidicnzialc ,
mandandovi
chicdi Papa Urbano, il quale tulio diè l'or- a Jevatloun Gentil uomo di cafa . Ri lpole ii
dine, che li fotte condotto alla fua prefenza. Servo di Dio ,
che per allora non poteva
Subodorò quell ordine ii Servo dei Signore, venire, v tur ebbe appiedo, rutto per i»i uggi-
onde partì di fubito,fenza ne pur prendere.» re 1 onore della chiamata^ la fera medeliuia
le fuc cofcllc, cd ufcjrg Ja fera ai tardi fuori fu in PalazzOjVcnutovi a picdi.Lo creò fuo
nella campagna di Roma fi vide iòpra uio iV icario, obliganduloaciò con rigido pre-
gran turbine, qual poi Rancandoti in una cetto d ubbidienza Sottopofc egli il. collo
.
gran pluvia parve dailagare tutte quelle non all'onore, ma al pefo, ed ebbe occalione
campagne. Non feppc egli far altro, che porli di inoltrare quanto ardente folle ii fuo zelo.
in 01 azione, nella quale fenù una voce, qual Succeduta la rivolta del Regno , e
tumul-
dirte, Patir fi pofibilc tfls al qual tuono ripi- tuando i popoli di Catanzaro, il zelante Vi-
gliato d'animo, e trattoli fuori di ftradaquan cario mandò fuori alcuni ordini concernenti
tu. un tirar di pietra, ritrovò amico ricovero, la riverenza delle Chicle . Corfe quel popo-
ma miracolo», perche all' apparir dei gior- lò infuriato dal Vcfcovo , il quale nulla di-
no, citrini il ricovero , e fi ratlèrenò l'aria, pendo di quegli ordini, venne chiamato ilVi-
formulerò alèiuttc,quali prima le Itrade. Gli cario , cd intefo il tutto, li cominciò a far
dava però rincrcicimcnto un viaggio cosi pratica di rivocar gli ordini Allora D..VU1-
.
lungo a piè, e lenza provifia di fcarpe,chc le limiano, che, dille, Monfignor,(ìam fanciul-
già teneva nc'picdi cran quali lacere. Suppli- li I a cui il Capitan del popolo ivi prefentc.
cò dunque Dio , che le conferva®: quali Taci tù , e Uà nel tuo luogo ! quello, ri fpo-
erano, tinche folte arrivato alia cala, e ne fù fc il Vicario, è il mio luogo , la difclà •delie
contento. Come ^rima s'inrefe il vicino arri- Chiefc, c tanto dille, che,c l'infoiente parti
vo del Servo del Signore , parve fpopolarfi Confufo,c gli ordini rollarono nel ior vigo-
Gimigliano per andargli all'incontro ma_, =, re . Se taJ'uno li raccommandava , ( che pur
pi e fi mito da lui per detto d’alcuni pochi I erano molti) alle fuc orazioni , torto grida-
uali aveanprecorfo gli altri , cambiata la_> :
va , deh o Signore A
lor conolcerc il mio
2 radanolo
. Ji portò nella cafa paterna. Sopra nulla, o compiacciali la tuaD. M. farmi qual
tutto veniva rapito ail' amore della povertà, eglino fc l'immaginano .Quantunque tanto
che per tal 'effetto s'avca lecito per (ingoiar dotto, quanto li dirte di fopra , mai però ne
ladrone, cd Avvocato iJ Serafico S-France-i dièifcgnoi mai diffe parola greca , o fpa-
fco. V erti femprc poveramente panni co»-: gnuòla , le non fol quando per reprimere 1'
uitini, c mai n'usò di feta, avvegnaché pollo infoicnza di un Capitano Ipagnuolo gli par-
.n grado di Vicario Generale Venduto' il . lò nei proprio idioma con tanta naturalcz-
IO* CALABRIA SANTA LIBRO I.
za , che quello lo giurava per nafeita fpa- (quadra di foldati in numero di trenta* feri-
gnuolu. Era fama collante , appruovata da to da più archibugiarc , non potè mai mori-
mille conghietture, ch'egli , e vide , e morì re , che prima confcfiato , e communicaro,
vergine Ebbe molto famigliare lo Ipirito
- non gli avellerò tolto di dodo la corona.Eb-
delia profezia, onde a molti predifl'e lo Dato, bc li fuoi travagli , c Spirituali , e corporali,
o di Keligio(o, o di Prcte.quai di breve do- co’ quali Iddio pruovò la fua pazienza} con-
vcano abbracciale» e fra quelle fu Angolare ciofiachc , quanto a quelli dello fpirito fu
quella fatta a Pietro Paulo Poiino Pi edilfe
. acerbamente travagliato da lcrupoli,da'qua-j
a quelli il Sacerdozio ì ma egli non troppo li non rcllò libero , che anni quattro avanti !
appreffo prefe moglic.Morì Ja moglie, e t’ai- alla fua beata mortejper quello rocca il cor-
tro ordinò Sacerdote Suor Anna Scozza-
fi . po patì tempre di itomaco , di fegato , di ri-
la va terziaria franccftana (.(tendo ancor
,
tenzion d’ urina, quali tempre crebbero coU
giovinetta Je nacque nel deliro piede una_. l’ età, colf aggiorna d'un moro nel palato,
pofiema fredda più volte priegò quello Sa-
: e d’ un Htillo ìli (angue , che lo portò all' ul-
cerdote , che vi faccia l'opra il legno della-. timo Infermatoli dunque a mone ebbe l'o-
.
fu parimente arricchito di gran lume da dunque de' Santi bagramenti della Chicli-,
penetrare fin a dentro l' altrui cofcicnzc > e fettuagenario all'ore fette di notte del di if.
vedervi le cole piu occulte. Un tale il prie- Settembre 1655. Ipirò l’anima , la quale da|
gò, che l’ avelie confcliato: «ì, dille il Servo una gran Serva del Signore le fù veduta u-
! del Signore , perche con ciò rinvaliderai 1 feirdi bocca a fomiglianza d un gran lume,
altra confelTione già fatta fagrilega .Si ilupì c nel punto mcdclìmo da molti fu veduto
I* altro , e fatto diligente 1' elTamc , ritrovò un gran lume nella fua cala Morto gli di-
vero, quanto gli tra (lato avvertito Venne . venne la carne candida qual neve, con una~>
altresì favonio da Dio con la gloria de' mi- maeltà di volto , qual lì traeva la riverenza
racoli. Due fpoli impediti per opera diabo- da tutti, le fùe membra molli, c maneggevo-
lica nell' ufo del matrimonio, ricorfero alla li come difanciuiio Fù sì grande la calca
.
iua intere tlìionciOrò per quelite rollo ven- della gente, che per dar luogo a tutti info-
nero di feiulti dall' impedimento con buona gnò tenerlo per tré giorni infcpolto , (trac-
prole. Predicando in Scigliano fi attaccò il ciando (egli le vedi , c tagliandofcgii li ca-
fuoco ad un Qaartiero di quello lenza ri- pelli , e 1’ unghie -Indi ripolto in una calta
medio Corlèro dal Predicatore gridando
. di legno fu (cpcllito con la pompa piu gran-
tutti mitericordia* all’ora egli intenerito nel de, e più potìibilc in quella Terra Monli-.
fiero accidente , vibrò contro delle fiamme gnor Fabio Indetto nc celebrò ptiblicu fu-
il (alutifèro fegno della Croce
, e le fiamme
nerale nel Vefcovado ì e così anche lì fè
rellarono cltintei Un capo Bandito per nome in Taverna, in Scigliano, cd in altre par-
Vitaliano Bruno, perche alcuni di Gimiglia- ti, ov’ craconofciura la fua virtù.
no gli aveano uccifo un figliuolo , entrato XI. Gio: Battilfa Guercio della Rocca.,
armato nella Terra carie per uccidere uu_. Bernarda fù Parroco di S. Maria Maggiore
Sacerdote, parente degli Uccilòri , che fi ri- in Napoli , e ville più da penitente Keiigio-
trovava in Chiefa^i ritrovò preséte D.Maf- fo, che da tecolarc ne’ tumulti del Mondo.
fimiano , c dove ogni altro sforzato dal ti- Per quello tocca la fua vita, com’ ei la me-
more fuggiva qui, c là* egli prefo dal petto nò tempre folitaria dentro una cameretta
quel malvaggio con fòrza fòvranaturalc il fenza fcrvimcnto alcuno,così non può aver-
ritenne. Ma intanto raccoltili i fuoi nemici, li notizia de’ fuoi digiuni , vigilie , cilici ,e
cd accupati i podi, l’ avrebbono fenza dif- fomiglianti alprczzc Ma per quello tocca
.
ficoltà uccifo nel ritorno : All’ ora il Servo ai di fuori,eì fu diligtntiflìmo nei fuo obli-
del Signore gli polo in collo una fua coro- gli di Parroco, non tralaiciandu dimofiran-
na, c licenziandolo gli dille : Vattene fenza za alcuna di vero Pallore delie anime : im-
paura, come fui poiché quantunque gli Bif- mortalò il fuo nome nella liberalità delle
ferò Brancate addoffo diccc archibuggiare, mani,prodigalizando a prò de poveri quan-
non per tanto fu colto d' alcuna. Fatto dun- to gli entrava dalle fuc rendite : ma con tal
que accorto quanto gli folle giovata quella legge drdcfticzza , che ne anche porca ac-
LOrona,non ft la cavo pili di /opra,e confef- corgertene un fuo Chierico , dell’opera di
fitva.chc per la Aia virtù avelie sfuggito mol- cui fi fcrviva nelle fatiche della fua Parro-
ti perigli. Alcuni anni appreflò allaluo da una chia: mercè al rigorofo fiicnzio , qual impo-
j
neva
. ,
per arbem circumduccndis dii verfatar fatjfet quello del Venerdì in pane , ed acqua , così
iUis etminendis, &
prò illit inopia la- come nelle Vigilie delie Fclìività della Ver-
baranttbus extraxiffet . . . dinar mari tir Deo ginea d'altre lue divozioni finguìari. Mace-
fpirilumreddidit Soma annofalntis ijpj.die rò la fua carne con un aiprifiimo cilicio ,
!J. Februarii .
Saputine tfl in ante qual' era una Croce d un palmo in circa di
aram maximam . larghezza leminata d’ acutìfiìmi chiodetti.
,
Patio Gualtiero lib.l.cap. Non dormiva, che fupra una nuda tavola,
XIII. Fernando Ritura da Francica Sacer- con dì lutto al capo un guanciale dì legno .
dote non meno letterato , che Santo Da_. . Uomo di grand'orazione , in fcrvizio della
fanciullo attefe alle umane lettere .'quali a- quale logorava tutto quel tempo poteva rub-
vendo come divorate divenne ottimo gram- bare del puro ncceflàrio dalia natura, c dall'
matico, e miglior Poeta : Indi apprelè le fa- abbondante della carità Per tutto ciò rite-
.
gre , riufeì uno de' migliori Predicatori del nuto famulo, da Vefcovi regnanti vcnSc mi-
fuo tempo . Quello però , che in lui è più d' piegato alla riforma delle Monache Dome-
aitimi rare, è la Sanciti della vita,cflèndo (lato nicane in Catanzaro , quali portò ad un vi-
uftffmolscro di tutte le virtù , dtU’aftinen- vere oggidì cfempiariiiìmo a tutta la Pro-
zi, della mortificazione , dell' orazione , d' vincia Che perciò non gli mancarono gra-
.
ogn altra, qual può abbellire un'anima di Pa- villìmc pcriecuzioni recatogli da' minillri
radifo . Scquelirato dall' umano commercio dell'inferno 5
quali egli lòilcnnc a gran cuo-
per vie più unirli al fuo Dio , fabricatofi re, cosi come moire nojofe infermità , fra le
fuori l'abitato in diflanza d' un miglio un., quali confumò una gran parte della lùa vita.
Convcnticciuoio con una Chiefa, confagra- Impiegò tutto le medcfnno alluperò deila.,
ta alla Vergine, ivi fi ritirò con Nicolò Lui- carità, limofmando a larga mano c di tutto ,
4
gi Baronia , e Marco Candioro ,
Sacerdoti quello poteva i mendichi, 'quali lòmprc vif-
del medefimo fpirito fuoi Concitadini . L 1 - fe inchinato, non meno che alle Chicle} An-
ffituto del lor vivere era veramente Angeli- golarmente a quella dell'Ailimta in Follato,
co} poiché dato bando ad ogni colà di mon- e vie più ch'altroluogo fagro,alla Cappella
do, tutti erano , e nc'pcnfamenri, e nelle pa- del Soccorfo, quale non fapeva nominare^
role, e nell'opere al Cielo. Ma per non man- fenza liquefategli per tenerezza il cuorcjon-
care alla carità depredimi volle aprire una de fempre ne portò avanti la divozione , 0
publica fcuola di grammatica, c d'altre let- con ciò l'accrefcimcnto delia fagra fuppei-
tere umane però fenz'altra mercede , eho
, lettile , la quale per fua opera divenne pre-
della fola carità Scuola frequentata non da
: ziofa, e ricca di meglio , che docati cinque-
foli giovinetti , ma da gli altri più adulti , e cento. Due anni avanti alia fua morte infer-
nell'età di anni trenta , per quello Angolar- matofi gravemente veniva con mofia aflecu-
mente , che con le buone lettere anche la_. ranza diiperato da'Medici } ma egli afferma-
Santità del coflumc apprendevano Non . tameme rifpondeva, che quella non era l'ul-
tn.alciò l’ altra parte c più nobile , e più
, tima della fua vita } ma un'altra a capo deLT
fruttevole della carità , qual' era 1 eflcrcizio anno, che così gii uvea aiTerito per ai certo
della predicazione appollolica 5 1' cflercitò unaperfona rcligiofa ; fono la quale inten-
con tanto fervore, con tanta feverità nel ri- deva la Beatiìltma Vergine Cosi addunque
.
prendere i difciolti collumi del fccolo , che munito co’Sagramcnti della Chicfa,e difpo-
parve aver ereditato il fuoco di Paolo.E per fto delle fue facoltà mille, c duecento feudi
difeompagnarfi all 'intutto dal mondo, anche in fcrvizio delle Chiefe , c de' poveri placi-
nel veitjrc medefimo , fcclfe per quello un_> damente riposò nel Signore li aj. del mefe
.
di Ottobre del 1(174, pianto con molte lagri- nedittas Fruttai verurit tot Jcfas : refe 1 ’ ani-
me da tutti ma ai fuo Creatore . Si celebrarono |i fune-
nafeita del nomo Gio: fiattifla al fuo Geni- pa funebre il fuffraggio del fagrofanto Sa-
tore, il quale trovandoli tra fonno, c vigilia gritelo 11 benedetto Cadavero fu fcpolto
.
in tempo , che la lui moglie (lava in punto ve Aito da Capuccino, ficocne richiedo avea,
di partorire, intefe dal mentovato Santo Pa- mentre giaceva infermo , volendo veftir in
dre, che la medefima darebbe alla lu :e un fi- morte quelle làgre lane , che per divino vo-
gliuolo, che farebbe flato tutto di Dto Par- . lere non aveva potuto in vita Soni quello .
torì Elilabctta un inafehio , che dimoflrava felice tranlito agli otto di Settembre, giorno
1
nel volto aver più dell'angelico , che dell'u- in cui nacque la Madre di Dio deli anno
I mano onde al fido afpctto dava indizio del 1 6. . .
a non poterfi learnare . Li fuoi ordinar; di- Maggio dell' anno i tfao. , lafciandofi die-
giuni erano di quattro giorni la fettimana tro gran fama di fantità.
in pane, ed acqua. Superava le avverfità con XVII. Onofrio Pifano della Serra, fin
una fo(fercrza,che non era inferiore a quel-
la del pazientiUimo Giobbe , e faccialmente
J da' primi anni di fua puerizia diede
manifelli indiz; d efler fiata quell' anima.,
ni ufar la carità con i fuoi pcrlccutori ,
c_> dagli eterni configli preordinata , e formata
madrine .con i poveri, le lagrime de quali al- all idee perfettiffime di uomo Appofiolico,
ienarono dopo la fua morte , ch'avean per- h<è fallirono punto i nobili proguullici fo-
duto il loro Padre . Laonde, perche conliim- pra di lui concepiti) pofciacchc appena prò-
mato nella virtù explevit tempora malta ,& moflb al Sacerdozio , efercitò quei lanto
piacila crai Dea anima ipfias, propcravit edu- minifiero con tanto di fervore , c di fpirito,
r ... r.. i J* • ...
cete enm de medio inii\uitat«m, c forprelo da
i
1 affiltefle al fuo pedaggio all'altra vita. Arri- do qual giufiizia doveafi a' meriti deli' otti-
vato quelli in Olivadi, cd olfervato già fin- mo
i loro Prete , 1 obligarono ad efcrcitar 1
'
ci at eo le pupille al Croccfiffo Signore, in- ta. Rifplendè nella virtù dclf umiltà , noie
di comincio a recitare la Corona di fettanta- folo ne’ difeorii, ma molto più nelle opera-
due Ave della Vergine Santiffima , e giunto zioni, fentendo così baflimenre di le lieflù,
all ultima Ave, ne) proferir le parole: Et be- che (limava!! di tutti gli uomini il maggior
.
tre le continue fatiche , colle quali lo tene» fuori ilei Mondo ; Perpetuo ditpregiatorc
in ferviti!, giamai li concedeva un tantin di del fuo corpo, gafligavaiu con continue vi-
ripofo, ricucendoli per anche a non gultar gilie,con partita di cibi , con attinenze di
forte veruna di carne, digiunando quali lem- carni, permettendogli foriamo erbe, c legu-
prc in pane, ed acqua, onde poteali dire, eh’ mi Ditprezzando egli ie colè terrene , oi-
.
egli vivca di Ipirito piu , che di qualunque 1pollava laigauientc a’ povai tutto ciò,chc
altro cibo materiale Quello però , che co-
.
gii proveniva dalle propirc cntradc, c dalla
ronava quelle fue attinenze , era la pruden- Chicta. Cultore indefetlò deli’ anime
, non
za, con cui fapea nafcondcrlc agli occhi de' ommetteva fatica in udire le confezioni, in
fuoi familiari , onde non poteano sì facil- miniflrar Sagramcnti,in predicar la divina
i
e da Medici a rilalciar/i da così dura morti- immortali del Ciclo,comc piamente fi fpcra.
ficazione ,
come di molto pregiudizio alla Sortì quello felice trafililo del ièrvo di Dio
falutc , egli per non controvenire all' ubbi- a io. del mele di Gennaro dell anno 1740.,
dienza, liattenne di dormire siile tavole; elicndo egli pervenuto all'anno einquantdi-
ma non fi pcrmctTe, che un augurio tacco di mofeflo di iua età. li di lui cadavero f.i por-
paglia, ove prendea pochiflimo ripofo,fpen- tato alla Chieta Matrice, dove per riidislare
dendo quali tutte le ore d.lla notte in ora- alia pietà de popoli
, fu d’uopo Jafciarlo in-
zioni, contemplazioni, c lezioni di libri fpi- ièpoito per due giorni continui Indi fu fc-
.
rituali . Dalle tante penalità angufliato il di pcilito nei nieduimo luogo, che Onofrio fi-
lui corpo venne a contrarre fra l'altre indi- lino lùo Madiro di Ipirito.
ipolizium una herilluua idropitia , che io XIX. Giovanni Augimeri nacque in.,
tormentò per tre anni continui ; £ quantun-
que fe ne avvide egli bcniliimo , che la ma-
J Diocefi
Scido
d
villaggio di Santa Criflina nel-
la Oppido ; Ed ancor fon-iul-
lizia del morbo dava per dilperata la tua iii- lo occupavafi in cfcrcizj di pietà , c più
lute, non perciò li è veduto in elfo menomo che in ogn' altro nel contemplare la rat
feguu di turnazione; anzi dimoflrava anche fionc da Redentor CrocififTu
I , affliggen-
al difuori la pienezza di quella gioja , che do l’innocente tuo corpicciuolo con dìfei-
I
gli ricolmava io Ipirito, luiia conlider azio- pline, c cilizj, qual coltume di mortificazio-
J
ne, che avviclnavali alla meta de’ fuoi deri- ne pi attico finche ville, oltre le varie peni-
der) , e che flava con un pie nella iòglìa di tenze, nelle quali eferciiavaii con tanta pru-
quella Patria felice, per cui tanto avea fati- denza, c cautela, thè a llento poteanfi pene-
cato^ fofferto. Con limili lentimenti di giu- trare da luoi dimettici. Crefcmto in età
, cd
bilo pollalif anima fua fulle penne dc’lolpi- clkiido dotato di ringoiar talento, applicofiì
ri amorotì accompagnati da tencrillìme gia- alio Audio delle lettcrc,e nelle fetenze sì fi-
culatorie, dopo aver ricevuti i Sautiffimi Sa- lofofiehc, che teologiche. Volendo arrollar-
cramenti, apriifì la Arada al Cielo, chiuden- li alla milizia chericale, e penfando, che i
do il corio di fua vita mortale ai dì nove d Miniftri dell’Altare, per le cui mani offerir fi
Aprile del 17J 8. Molte furono le lagrime deve all’Eterno Padre l’Agnciio immacola-
fparfe da’ fuoi Compatrioti in atteftaziono to,non devono efler, che immacolati, puri,
c
del dolore , che llntirono per la perdita del confervarc illibato il candor vergi-
ftabilì
loro commuti Padre, laonde venne accom- nale; a qual effetto portatoli avanti l’Altare
pagnato il di lui Cadavero nella Chiefa Ma- della Santiffima Vergine del Soccorri] Pro-
li kc da tanto popolo
, che poteali appena., tettrice di Scido, le confagrò il proprio cor-
dar luogo alla celebrazione de’ funcrali.Ve- po con voto di perpetua vaginità. Ordinato
nutoii finalmente ali’ atto di dargli lipoitu- Sacerdote, c vacando in quel tempo la Chie-
ra , volle il Padre Priore D. Domenico Ca- la Panocchiale diPcdavoii per la morte del
ntili contradiflingucre il merito d’ un tanto fuo Abate Curato, venne conferita a lui, non
uomo con farlo iepcllire in luogo feparato fenza profitto fpirituaie dtqucii’Anime;mer-
dagli altri Sacerdoti defonti, depofitandolo cechc oltre il gran zelo della loro falutc , la
dentro il Curo, vicino l’ Immagine del San- vigilanza su i coftumi depravati, e la carità
tiflitno Ecce Homo. verfo tutti , mailìme verri) i poveri , rinovò
XV 111 . Ginfeppc Manino fùillècon- la Congregazione del SS. Sagrarne nto già
do loggetto , che la Sara partorì al difmefla: creile l’altra detta la Segreta.e Si-
Paradilo, Uomo illuftre di malti , e per la bili quella dell’Oratorio de Filippini, quale
1
veniva animala culla Tua continua prcfcnza, Rimale il di lui Cadavero coH'iltctfa eie-
e col fervore de Tuoi fpirituali dilcorlì,pre- ganza e fcrenità di volto , che vivo , onde
,
liedcudo si m quella, come nell'altrc in qua- concorfero le genti per procacciarli qualcht
liti di Prefetto, di Rettore, e di Padre fpi- particella delle fuc vclti, che eon/èrvarono
rituale: ed in altre quattro radunanze i:io come reliquie.
qualità di fratello, nelle quali faccvalì a co- r? XX. Ignazio Marincola forti i natali
nofccre miglior Mocftro eoU operc,chc col- nella Città di Catanzaro da Girola-
le paiole, nè per molti , eh erano i fuoi im- ino, ed Anna Maria Marefcano Patrizi del
pieghi a tali opere pie , cd alla cura del fuo luogo } E fin da' primi albori dell' età Tua li
gregge, railcntofliinai dall'orazione, c dalli fèconofeere oi imamente dilpofto ad un_>
i
molti efercizj divoti , che prattieava folita- virtuofo operare ) mercè che ancor fànciul-
rio quotidianamente , de’ quali andarebbej lo diè faggio di quella modcllia , cd oneflà,
troppo a lungo rammemorarne il catalogo, che T accompagnò fin dopo morte } Impcr-
Rccitava l oi e Canoniche a ginocchia piega- ciuchc non permetteva fe gii facellcro dalla
te, tifando tutta la diligenza di non coni- Balia, o dalle fuc Congiunte quei vczzi,c ca-
mctter in azione cosi fanta difetto , benché rezze, che foglimi farli a’bambini anzi pcr-
mcnomo.Non diflòmiglianti erano le prepa- che dormi» a nel medefimo letto con quelle,
razioni , che premett-va alla celebrazionej frametteva il parapetto de' guanciali , acciò
della Santa Mefià , c fullègucntemenie nel poterti ripararfi da’ loro baci , e tratti aflfct-
rendimcnto delle grazie 5 pofciacchè erano mofi, dicendo , che non volea ertir toccato
j
tanto fenlibili glinccnd) di carità rimanigli da donne , perche dover clfcr Sacerdote di
nell anima, clic prorompevano vifibilmcnte Gesù Crilìo In fatti venuto aU’ctàcompc-
.
al di fuori ,
ficome l'atieltarono perfone di tenie, ed applicatoli alle lettere , non tanto
fede, che viddero più volte ufeire dalla fua-, profonda» ali nell'intelligenza di quelle..»,
bocca fiamme infuocate. quanto nella contemplazione delle cofe cc-
Si compiacque la Madia Divina di auten- le/li, c nclfcfercizio deU'or.izione, fui pcn-
ticare la lantita di quello fuo Servo con vari fiero di vcllirfi Religiofo Gclormino , o Ca-
doni, merccchè gli concerte ampia poterti puccino»e tanto feguito farebbe, (è la volon-
'
l'opra de /piriti maligni che non potevano , ,à del Genitore fi fulfe piegata alle reiterate
.non ubbidire alla forza defuoi comandi: co- fuppliche del figliuolo } Ciò non oliarne-» ,
me pure la prerogativa di penetrare i na- tuttocchc fi rinuncile nel Secolo , vif-
feondigli de 'cuori umani , c di conofcer lo fc come nel Chiollro , non clfendo i fuoi
flato d-ll’altrui cofcicnze.Gli communicò in trattenimenti, che in cafa a ftudiare , nella-,
terzo luogo la grazia di predire gli avveni- Scuola ad imparare, e nella Chiefa ad orare,
menti futurijé per ultimo il privilegio di co- lenza punto /vagarli nelle con ver /azioni de'
nofecr lo /lato di alcune anime nell'altro Compagni, o d'altri fuoi pari Nello Audio
.
mondo, cume a evenne, qualora ri velò al fuo dunque delie feienze diede faggi tanto ma*
fratello germano, che 1 anima di Franccfca-, ravigliofi de' fuoi talenti , che iafeiatrfi ad-
ì Potilo loro Madre , odi Giulia Giocolano dietro iCondilcepoli, non celiavano li Mae»
lor nipote erano falve : qual vifione ven- (tri d" ammirare in lui la facilità d' appren*
ne. confermata da Pevfcvcranda Paone di derc, c la felicità di ritenere ciochc una vol-
Varapòdi Terziaria di S.Franccfco, che illu- taaveva apprclb } laonde ficome coll' appli-
miuata nella via di Dio e favorita di molte ,
cazionc alle lettere divenne (oienziaro nelle
grazie, vide l'anima delia connata Giulia-, , facoltà Filofofichc, Teologiche, Matemati-
nell'orj iflèlfit, che refe lo fpirito al Creato- c hc, Geometriche , Aftroiògiche , e fopra_,
re, falirf-nc in Paradifo} laonde conferita ia tutto nelle rn tifiche} così coliefefcizio dell’:
vifione di Giovanni in Seido, con quella di orazione fé profitti non ordinar) neJl’acqui-
Perfcveranda in Varapòdi,fi trovarono con- ilo delle Criftianc virtù , maliime nella ca-
I cor dj , riti verfo Dio, ch'era l'unico oggetto de'
Pervenuto fratanto il Servo del Signore fuoi amori} qiundi caminavadi continuo al-
ai termine di fua vita, fo/ferendo con mvit- la prefenza di Dio, di continuo lo aveva in
I
ta pazienza i fintomi del morbo epidemico, mente, e lo conlcrvava nel cuore} tanto che
dal quale venne allalito , rcticiaio col Pane fc per urgente ragione fi metteva in difeor-
degli Angioli, dopo d’eflerfi purgato molte fo con perfonagg; anchedi sfera, conofcc-
voltc nel bagno della Sigtanicntal Con- vafi beniflimo nell’ iftelfo difeorfo , che Ita-
feflionc, ftringendofi il Croccfi/fo al pct- va colla mente fifli nelle cofc ceiefli. pruno
io, conquelli teneri accenti: Urtarsi petti pur anche di quello amore era l’ ingegnarli
die Domine, batic requiro , ut inhabiiem
,
a tutto potere d' incontrar il genio del fuo
in dono tua in fumimi , J'xculi , c pendilo Signore in tutte ie fue operazioni) a qual ri-
colf Oglio Santo , fpuniando T aurora del «erto ftudiava le manicrepiù propie di fem-
VeiicrtS 14. d Aprile de! 1741. in età d’ an- pre avanzarli nella perfezione:di nudrir par-
ni 54. ben impiegati per la gloria di Dio, co camcntc ii fuo corpo , perche non ricatcl-
fjute dell' aninic , Ipirò la fua bell' an ima traile contro lo fpirno:di sfuggire tutto ciò,
al Creatore . che potcllè imbrattargli , anche di paleggio
’
~ la
. . , . . . . ,
,
qualora tenendo egli la cuia d’ criggere la_> notte .
iChiefi. dei Sagto Monte nella fua Patria , 10. Propongo d’efaminarmi la cofe lenza per
non ildcgnavadi efercitarfi in ajuro dcilsL. ogni jera, [pecia Imcnte fopra gli ejercizj ordi-
fabbrica in mezzo de giornalieri , anche in nar}, fcpr a la mortificazione della lingua, jo-
quelle fatiche , foitanto convenevoli a’ piu pra la virtù dell' umiltà , e fopra la manfi, an-
vili della plebe s e comeche in si fatta gen- dine, e dolcezza di trattar incaj'o dì urgenza
.
taglia per io più regna l' inurbanità del pro- col proffìmo mio.
cedere , e dei parlare , non eran poche Icj I I . Propongo alzarmi Jempre da tavola con
volte, che il Servo di Dio n'cfiggtva da co- appetito : di mortificare il gì,fio in quei cibi
floro lconvenicnze , affronti , ed obbrobri che più mi dilettano : di non mangiare, nè bere
non confacenti ai fuo carattere , ed al fuo fuori di menfa,di cenar poco,o localmente afie-
decoro 5 nè perciò rifiuti vali egli, poco , o ncrmi la fera: di mangiar poche frutta in pe-
,
molto, inoltrando figno di difpiaccrc } anzi na del poco frutto , che ho ricavato da Sagra-
riceveva quell’ ignominie con fcntimcnti di menti, d offervar modcfiia, e ftUnzio nel man-
giubilo, e di compiacenza giare,rammentandomi , che Dio mi vede: di di-
Ma quando alti e cognizioni non s’aveflc- re per ogni boccone : Signore liberatemi da me
ro della virtuali, c fama vita di quello buon fitffo, e dalla [chiavitidel mio corpo : di pen-
Sacerdote, baderebbe dar un occhiata allej farc, che ciajckcdun boccone potrebbe dar l'ulti-
fante determinazioni mo crollo al viver mio : di non lagnarmi, 0 com-
, e propaliti fpirituali
da lui fatti, c puntualmente cfeguiti per re- piacermi della qualità, e quantità de' cibi firn
gola del fuo vivere , attribuendoli a cclpa_> difguficfi, 0 piacevole e di ringraziare la San-
non lieve il tralgredirne pur una per me- tiffima Triniti , che l ha creato
noma, che fuflc. Si ricavarono queltc deter- 11. Propongo non ufeir di ‘afa, fe non per
minazioni , c proponimenti si da ceni fuoi celebrar la Santa Mcffa e vifitare il Santijji-
,
manuferitti, che dalla prattica codante, che mo Sagrcmento dopo 1 1 «reggo giorno 3 e quan-
egli ne fece de ’medemi, quali per altrui am- do pur doviffi ufeire per cofa ncccffarìa, ed uti-
maedramento, è llimato bene qui inferir-
fi le al bene Spirituale dell anima depravimi de-
li, tonte ficguono. termino nm divagar la ente, ma tenerla tut- m
i- L' unico negozio, cui da me Ignazio Ma-
ta raccolta in Dio, nè guardar donne infaceta,
rincola devefi con ogni attenzione badare al-
, ma tener gliocchi fiffi in terra.
tro non i che il p
, enfierò d’ accertare la mi I Propongo d offervar filengio prima di
I J.
falute eterna e di piacere a Dittò e per ciò prò. celebrar la Santa MeJJd, e fatta la celebrazione
,
. ,
non parlar , che ti cofe nccejfarie , o fpirituaU, di Dio con quelle precife parole: francefilo,
ed in col cajo non proferir parola , elee pojfa ri- f’rancefco che fai f Da cui conolciuta benif-
dondare in mia lode, o riputatone-, e fe mai vi fimo la voce, rimafe ftupido, e fuori di lei c
faffe alcuno, che parlajfe tiene di me , determi- s a Henne dal precipitofo attentato.
no non compiacermene, ant da ciò prender mo- Al medefimo Franccfco Mofchella , ed al
tivo di confondermi, ed umiliarmi, falla confe- Signor D. Antonio Senatore manifellò con
deratone, che non fon qual mi credono, ni qual termini molto efprelfi il tempo della lor
effer dovrei. £ per l' oppojlo rallegrarmi ,
qua- morte , qual forti dopo alquanti meli a teno-
lora intendo, che fi parla bene degli altri r_- re della predizione.
muovermi a fanti emulatone d’imitare le lo- Afcoitava il buon Servo di Dio la Con-
ro buone operatoti. feflione Sagramentale d'un Saccrdote,il qua-
14. Propongo , fendo incolpato dì qualunque le aecufatoiì delle colpe, diflè, che non ram-
difetto non ifcufarmi , e molto meno buttar la
,
mentavafi altro da conferire E come ì (ri- .
talpa fopra d altri, ni anche col penficro. pigliò il Confeflbre ) vi dimenticane le di-
1 5
Propongo creder ognuno miglior di me, e
. ftrazioni nel recitare 1’ ufficio divino , che
mio fupcriore ì onde dovrò portarmi verfo tutti mentre giocavate col vollro cane , non fu-
con Jbmmiffione, e rifpetto. rono, che volontarie} Accettò la colpa il di-
1 6. Propongo non isfuggir le oecafioni ,
che mentico penitente , perche era in fatti cosà,
mi porgeranno materia di dijpiacenga , e tolle- ma non fenza ftuporc , in vederli feoperto d'
rar patentemente qualunque avverfità per do- un'azione, che per averla fatta in fua cafa fen-
Icroja , e fcnfttiva, che fta, credendola venuta _> . za intervento d'altri, non poteva faperfi , che
dallemani di Dio per ifperi entare le mie de- da Dio.Vi farebbono altre molte predizioni,
bolezze: augi abbracciarla con piacere , ed al- apparizioni , fegni miracolo!! , e manifelta-
legreiza , ad efemplo del mio Redentar Gai zioni di cofe lontane, ed occulte, ma perche
Criflo ,
che per mio amore fopportò volentieri l'oziofità delle penne non curò compilarle, c
la morte di Croce. farle autentiche, perciò fi lafciano.
17. Propongo non mormorare, o palefar CaU Era già pervenuto Ignazio al cinquantefi- |
'
trui difetto per menomo, certo , e publico , che mo degli anni Tuoi ,
quando ammalatoli
fi luffa, ma di tutti tener buona oppiatone
,r lut- di grave infermità ,
diede chiaramente a
ti Jlimare , amare con carità perfetta , far loro comprendere , che quella dovea torlo da vi-
fervi gj , ed ajutarli fin dove fi fenderanno k ta; che però munitoli degli ultimi Sagramen-
mie forze. ti, raccuife tutto lo fpirito per difporli colle
1 8. £ finalmente propongo mortificar i mici maniere piu propie a ben morire. Correndo
fenfi, e le potente interne , ed eflerue , impie- dunque l'anno 1715. , nel ventefimo giorno
ganaole foltanto in quelle cofe , che ridondano di Novembre alla prima ora di notte , mefe,
a gloria della Maefa Divina , ed utile onefio giorno, ed ora da lui preveduti , c predetti
del Proffimo. invocando il Santifiimo nome di Gesù , iè_»
Da proponimenti , e dall’ inviola-
si fatti ne volò l'anima fua benedetta, come piamen-
bile offervanza di eflì, ben fi può argomenta- te fi fpera, a godere gli eterni ripoii in Fa-
re a qual grado di perfezione folle falito il radi fo .
Coll'aria fteflà di volto giulivo,colla qua-
|
car fe dello in più luoghi, di predire le cofe le di lui carni morbide , c le gionturc Hefiibi-
future , e di penetrare lo fiato delle cofcien- punto di quella pallidezza, c di quel-
li, fenza
(
nella Città di Napoli, c quali in punto d'efa- ferve di cafa a vefiir il cadavero,ma con po-
jlarc 1 ultimo fiato, gli apparve perlònalmcn* ca riferba ; mentre nello fvcftirlo , quali lo
te il Servo di Dio, e io afiìcurò della faiurej denudarono j ma non fòftèrcndo il pudico
1cicche predille nel tempo ilìcflb alla tna- Sacerdote, che le fuc carni,tutto che morte,
Idrc dell infermo in Catanzaro , foggiugnen- fuffero vedute da donne , immantinente co-
dolc, che fe il di lei figliu farà per ritornare prini colle proprie mani le parti pudende, c
altra volta in Napoli, vi lafciarebbc la vita, ciò a villa di tutti circoflanti, tra quali mol-
fi-oine avvenne da fi a pochi anni ti e Sacerdoti focolari, c Regolari nè porc- :
Dimorava nella Città di Mcflìna France- ronfi giamai difiaccar Jc braccia da quella
feti MofchcJJa parimente Catanzarefe, firct- modella pulitura, fina tanto, che mandate
t idillio amico del buon Sacerdote, ove per via le donne, non fi prefero i marchi la bri-
al-une inopinate contingenze flava in pro- ga di veflirlo.lndi interrato il benedetto Cor-
cinto di perder fe ftclTo, c di metter a ripcn- po nella Chicfa de’ PP. Gcfuiti con qu.gli
tagìio la fua cafa, quando nel punto dell irre- onori , che fi dovevano al fuo merito, fu pa-
’
goiaic rifoliiziune s udi chiamare dal' Servo rimente onorato dall' Altifiìino colla grazia
. • de’
. L ,,
[de'miracoli per mezzo delle lue Reliquie.} betta Mclìa, che morì a 14. Giugno del
mercecchè [anco i pezzet-
capelli, quanto le 1/07.
te delle lue vedi applieatc a diverti infermi, III. Del Sacerdote D. Carlo Martino di
operarono maraviglie. Badolato, figlio di Domenico, e d'Anna Ro-
mano, che muri a 7. Gennaro del 1417.
f. II IV. Del Sacerdote D. Angiolo Conti di
Tropea, figlio di Nicolò, c di Catarina An-
Di alcuni Santi Monaci BaJUìani. geletti, che morì ad 8. Dcccmbrc dell armo
1207.
EU’anno 1722. , rìrrovandofi nella V. Del Sacerdote D. Elia Pittcllis di
Monteroflò, figlio di Bruno, e di Domenico
_ Terra di Bivongi un ofieflò no-
Valle, che motta 1. Gennaro del 1597.
mato Tommafo Grazian! andava divul- , 1
gando ritrovarli nella Chiefa del vecchio VI. Del Sacerdote D. Domenico Riccio
Monallcrio di S.Giovanni Terellì , nella fo- di S- Nicolò di Vallclunga, figlio di Giufep
rella molti Corpi di Santi quivi fepolti. Qual pc ,e di Maria Rocca , che mori a 1. Otto-
notizia pervenuta in Roma al Tribunale del- bre del 1214.
la Sagra Congregazione , fu da quello fpedi- VII. Del Sacerdote D. Giovanni Em.ua-
to ordine premutolo alla Vcfcovil Corte di nuelc di Scminara , figlio di Carlo , e d An-
Squiilace d' indagar /ulla verità di tal fatto . giola d'Alelfandria , il quale inori a 25. De-
Sedendo dunque nella Cattedra Squillacenfe cembrc del 747-
Monlìgnor D. Marc Antonio Atratfi , fu da Vili. Del Laico Francefilo Babilonia di
quello fidato cominella ia ricognizione de’ Reggio, figlio di Vincenzo , e di Maria So-
cennati Corpi Santi a D. Saverio terra- riano, che morì a 19. Luglio del 902., in età
ri allora Vicario Generale in clfa Diocclì, d anni 75., e di Religione 50.
e poi Vefcovo di Martorano , il quale ac- IX. Del Sacerdote D. Leonardo Napoli
compagnato da molti Sacerdoti , Rcligio- di Medina, figlio di Gregorio, c di Virginia
ft , e Nobili del Contado di Stilo
,
fi poitò 1
Emmanucle , che morì a ;i. Dcccmbrc dell'
pcrfonalmcnte nella mentovata Chiefa della anno 1 100., in età d anni 90.,di Religione 70.
torcila , ove fatto eforcizarc 1' oilellb alla X. Del Sacerdote D. Nicolò terreno di
ptelcnza di tutti , fi Teppe per bocca del me- Stalattì, figlio di Carlo , e di Catarina Geni-
derno la relazione degl infrafcritti Corpi. to, che morì ad 8. Settembre del 1 jou.in età
Quello però , eh’ è degno d' ammirazione fi d'anni 8 1., e di Religione fp.
fu, che non cflendovi documento di trovarli XI. Del Sacerdote D-Giofjfatto Carrcra
in ella Chiefa alcun Cadavero fcpolto , nè di Squiilace, figlio di Giufcppe, c d’Angiola
tampoco comparendovi menomo fegno di Badolato, che morì a 14. Febraro del 900,111
rottura nel pavimento, dovunque l’ofleflo di- età d’anni 8 j., di Religione fio.
ceva ritrovarli il Corpo Santo, ivi fcavata la XII. Del Laico Giufcppe Pietà di Reg-
terra , ritròvavafi puntualmente , ed egli in gio, figlio di Pietro , e di Veneranda Rocca,
|
•vederlo diceva qual fulfe fiato nome, il co- il che morì a ij.Agolto del i/;p.,in età d’an-
gnome, la Patria, Geni tori, I anni della Re-
i ni 7j., di Religione 47.
ligione, e della morte di ciafeheduno . XIII. Del Sacerdote D. Crifloforo Coni-
Avuta la Vcfcovil Corte di Squiilace una glio di Catanzaro, figlio di Prancefco , e d’
|
tal notizia dalla bocca dcll'oficflb , c doven- Angiola Marino, che morì a 4. Dicembre.}
! do corri fpondere al debito del fuo ufficio, del 12;;., in età danni pi-, di Religione 71.
diede diltinra relazione in Roma £ quan- . XIV. Del Sacerdote D. Paolo Squiilacio-
tunque ia fudetra confcflionc non fullc giu- te di Scminara, tìglio di Bruno , edi Livia_>
dicata bafievole ad autorizarc la credenza Calabrefc, che morì a 9. Febraro del 945.,
della Santità de nominati Rcligioli ; nulladi- in età d anni S7., di Religione 45.
racnu diede fufficicnte motivo a quella Sa- XV. Del Laico Andrea Verdiglionc di
gra Ruota d'ordinare a’ Rcligioli fiafiliani Monteroflò, figlio di Nicolò , e d' Angiola-,
che dovclìcro tenere con ogni venerazione Micelotta , che morì a 1;. Luglio del 1292.
quel luogo, ove i detti Corpi fepolti fi trova- in età d’ anni 82. di Religione Sfi.
no , ciochè fi adempì fubitamente ed oggi , XVI. Del Sacerdote D. Bernardo Scola-
giorno s’ adempie con tutta ia poffibil ciac* rlo , figlio di Nicolò , e di Terefa Romano
rezza della Serra , che morì ai;. Novembre del
122;. in età d’anni fi;, di Religione jp.
I Corpi ritrovati fono i fruenti. XVII. Del Sacerdote D. Antonio Spa-
gnuolo di Arena , figlio d’Elia, e di Prance-
I.Del Sacerdote D. Gregorio Caracciolo fca Pittclli.che morì ad 8.Gennaro dei 1 ; 1;.
di Tropea, figlio di Prancefco, c d Eiifabct- in età d' anni 4;. di Religione 20.
ca Coniglio, che inori a i J. febraro del XVIII. Dei Sacerdote D. Domenico
1400. Acquaro di Poiìa, figlio di Bruno, c di Giu-
II. Del Sacerdote D. Francefilo Alfarano ditta Pignatcili , che mori a ij. Agolto dei
di S. Catarina , figlio di Giufcppe c d £1 fa-
i 1007. in età d' anni 77. di Religione 47.
,
XIX.Del
,
nelli di Galparina , figlio d'Andrca , e Rofa rollo carcerato venne condotto a Roma ;
Maraloo , che morì a 15. Agofto del 1400., Non ria credibile la pazienza , con la quale
in età d anni <St., di Religione 37. fi diportò in sì grave infrangente } altro piò
XXIV. Del Sacerdote D. Domenico So- non diceva, le non che fu nomea Domini be-
riano di Squiilace , figlio di Giolàfatto , e di ncdilium. Ma Iddio , che dal Ciclo reggeva
Paulina Morano , che morì a {.Aprile , del il tutto, e l permetteva per arricchire di piu
1100., in età d anni 96., di Religione s 8. merito il fuo Servo, ordinò gli affari così,che
XXV. Del Sacerdote D. Lorenzo Patullo feo verri bugiardi li teltimonj j il malvaggio
di ociacc, figlio di Giufeppe , e di Lucrezia ebbe a conteflàre di propria bocca ellère fia-
Vaiente, clic muli ad 8. Ottobre del 1 ;oo., te tutte calunnie l'oppolizioni fatte al Tanto
in età d anni 85 ., di Religione 57. Uomo} onde difprigionatu quegli, e dichia-
1
XXVI. Del Sacerdote D. Bartolomeo rato innocente, con anche reintegrarlo al fuo
Seuten di Caltclmonardu, figlio di Lorenzo, officio, quelli catturato fu pollo nel modell-
e Catalina Piccirella, che morì a aj.Novetn- ino carcere, da cui pocodianzi era ufeito il
bre del i{ 1 7., in età d anni 7 6. di Religio- Cartufiano. Nè qui ferma la giutlizia divina
ne {7. oltrepalsò contro il Calunniatore, e permef-
XXVII. Del Sacerdote D. Balìlio Poten- fc, che già divenuto pazzo , e delirante una
za di Munteliunc ,
figlio d Ugone , trdi Ma- mattina li folfe r itrovato morto, con lo Aer-
ria Marzano,chc moi 1 a aj.Agolio del eo inbocca } degno cafligo di chi l’avea po-
in età d anni 91., di Religione 54. llo fagrilega nel Cielo Rcfìituito dunque il
.
XXV iil. Dei Sacci dote D. Michele Mar- Lucilàno agii onori, cd all'innocenza , ricco
itino di Valleiunga, figlio di Vittorio, c d'A- di meriti riposò nei Signore nella medolima
naitalia Curto,chc morì a z.t'cbrajo del 809., Ccrtofa di Capri il primo Aprile del nSoa.
j
1 in età d anni 57., di Religione 79. Camillo latini ffrfl. Carili. kb.l 4.0.14-
X
XXIX. 1 1 Sacerdote D. Martino Caftclli Paolo Gualt.lib.l.e.io.
di Gciace, figlio d Antonio, e di Veneranda II. D. Michele di Caftelvetcre fu Rcli-
Pedulla , che morì a 14. Marzo del 1 1{4-, in giofo, qual fi dcfciive in un'elogio comporto * lih.de
11 -
età d anni SS., di Religione 40. da D. Innocenzo Cclentano (a) della mede- Viti*
ìnttr*
XXX. Dei Laico Giufeppe Giannetti di fima Religione, in quella forma Miehacl a :
XXX 111 . Dei Sacerdote D. Gio: Battiila unum ex Patribu! Anachoretit judicabanf.Tan-
V arano di Squiilace, figlio di Petronio, c di dèm in fenettute fanti a ,f tenui operi boi bona
Dui inda Baldaja , che morì a 17. Marzo del in pace quievit anno Domini 1578. Cioè, eh
1050., in età d anni 100., di Religione 8z. egli fu Profeffo di Chiaromontc , ove anche
fu Priore, cosà come di Capri, e della Padula.
Uomo di molta Religione, devozione, pietà,
e purità: Semplice, c giufto: Non bebbe vino,
1
*
fe
,
ta Maria nel bofeo. Religiofo molto cofpi- veri, vedove, pupilli, ed orfani , che con lar-
cuo per dottrina , c per elfcmplarità di co- ghe limoline manteneva ne limiti dell’one-
llumi, c quindi cognominato del Croce-fido* Ito lontani da’ peccati Non meno mife-
.
,
mcrcccchc in tutte le lue operazioni moltrol- ricordiofo davali aconofeere con taluni, che
fi fedcliflìmo ièttatorc , ed amante della_. invecchiati nelle prigioni, per caufi di debiti
Crocei nè vi fu a giorni fuoi chi aveflè po- civili dilpcrando veder l’ ufcitu per elferli
,
tuto uguagliarlo nell’ aufterità della vita.,, contradata dalli povertà , egli il pictofo Pa-
nell'umiltà , e dilpregio di li llclfo 5 tantoc- dre, non rantolio giugneva a faperc la verità
che ogni volta,chc veniva prefeelto a digni- delle loro miiòrie,che fodisfaccndo quel tan-
tà Rcligiofe ricufava accettarje rapprefentà- to doveano a loro creditori, redituivali alla
do colle fuppliche,e colie lagrime le fuc ina- dcliata libertà. Prelcclto Vifitatore della Pro-
bilità ì ma forzato poi dall’ ubbidienza lau- vincia, lippe tenerla in tanta pace, e concor-
ta c conofcendo che il pefo venivagli ad-
, dia, con cgual edàttezza di regolar odèrvan-
dogato dal Cielo, alla cui volontà rclillcrej za , che non vi fu memoria d’aver avuto li-
nondovea, li acquietava, ed ubbidiva * non mile tra predccellbri Pieno finalmente di
.
di meno procurò (èmpie cuftodirc colle pa- virtù fante , e di meriti , Ipogliatolì in quello
role , c coll’ opere quel detto dell’ Ecclefia- mondo dalla filma caduca, e mortale, andof-
llico al }2. Redorem tc pojuermt, »oli extoL fene a vedirfi della dola immarccfcibile nel
li', efto in i Hit, quali unuj ex ipftt. E veramen-
Ciclo a fi. d' Ottobre del 15q.fi. Al cui felice
te quello buon Religiofo ttittocchc Superio- tranfito non fu chi non celebrane i funerali
re portavalì da fuddito, trovandoli pronto a con fiumi di lagrime , piagnendo inconfola-
tutte l’ opere fervili , e piu abjette del Mo- biimcntc la perdita del loro Padre.
naflerioj e qualora vcdcvafi recinto, od im- D. Vincenzo Manerio nacque da^
ti V.
pedito dall urbanità de' Sudditi , lagnavali
4(* nobile llirpc nella Città di Terranuova
con quelle parole: A che, dileteiflimi ngli , c nella Calabria ulteriore. Applicatoli alle let-
fratelli non mi lafciatc caminarc la drada.» tere, riufeì dottilfimo in ogni feienza, madi-
infegnataci dal noftro Maeflro Gesù i Voi
me nella greca favella, e nella poefia Avan- .
ben làpete , eh’ Egli humiliavit femetipfuou. zato in età , e volendo appigliarfi allo dato
ufqut ad mortem Crucis, Cr noh venit miniflra- Religiofo , imitò lèlTcmplu d'Àbramo , mer-
ri,fedmimfirare,c fece tutto quello a noltro
clfcmplo, com’Egli llellò colla propria boc-
cecchèt Egrc/fus de eognatione fua , de domo &
Patrie fui portoni di lancio alla Ccrtofa di
:
co:
. s
co:Trc de Afetnfime Domtni.Vno de laudi bus oltre l' obligo recitava per intieio il Sal-
Uno Summula Cajnnm
S. Calharinse Virginis . : terio di Davide 11 fuo divertimento cra^
.
Confi lem ìi, ed uno De l'iris Illuflribus Ordini nel commentare con erudite, c fondate dot-
Carrhufienfis Quello Servo di Dio fu molto trine f Epittole dell' A portolo, che non cu-
intento all opere della pietà Criftiana, nè per rò darle al torchio , per Sfuggire la gloria .
mortale nel Ciclo a 18. Luglio del 1551. finalmente di anni, e di meriti virtuofi,lafciò
eZ VI. D. Lorenzo Vallone conofce i Tuoi di vivere al Mondo , nel Monafterio di Na-
k 4 natali nella Terra di Francavilla , e_> poli a 20. Febra;o del ij88.dopo averno
tra 1’ altre fue lingolari vinti , fiorì di tal fintamente vifluto cinquantotto nella Tua
cariti verfo i poveri di Gesù Crifto , che.» Religione.
trovandoli in qualità di Priore nella Cer- k? Vili. D. Pietro Buono della Terra del-
tofa della Padula , in tempo che quella.. ie la Grotteria Diocefi di Squillace , of-
Provincia per la cardila de' viveri veniva fendo confagrato al Crocefiflò per mezzo 11 -
oppreffa dalla fame , comandò , che s’aprif- ftituto tartufi,ino nella Certola di S. Stefano
fero i magazini del Monafterio alle turme al Bofco, fi diè a conofccrc fin dal fuo tiro-
dc'famcliei: £ febbene vi erano di coloro,ehe cinio per uomo faggio , difereto , e maturo;
vedendo quali efaulti i grana; , lo perfuade- non pafsò guari, c li viddero in lui copiofi i
vano al rilparmio , per non mancar l'annona doni della grazia Divina, a' quali cooperan-
a'Rcligiofi ; egli ciò non ottante , ripotta la do efficacemente venne a lalir di brieve i
Aia fiducia nella Provvidenza Divina , non gradi piii alti della perfezione . Una aellej
1’
ardi confervare per i prop; figli quel, che bi- lue piu premurofe follccitudini era per
lognava a'poverelJi-anzi quantoppiù veniva- efercizio della (anta orazione , in modo che
gli pcrfuala la rcllrizzione , egli tantoppiu fembrava vivelfe foltanto per orare, dimen-
inollravali liberale a foftentar i miferi , e ri- tico d' ogni altra neccffità del corpo Coftu- .
fondeva loro colle parole di Davide :JaCla mava il Buon Padre ftarfene con iftraordi-
1 ]ufer Dominum curam inani, &
iffe te enutner-, nario filenzio applicato al raccoglimento di
e giù le ne viddero gli effetti niiracololì, che tutto le,
per non divagarli in ragionamenti
riunirono a lui di lomma gloria, c di confu- inutili;c quantunque venirti: non poche vol-
fione a'diffidcnti;mcicccche i granai già vuoti te aflrctro con iftanze a difeorrer , anche di
di frumento, fi viddero in una notte per man fpirito , giamai vi s' induceva , fe non obbli-
celelle di bel nuovo ripieni; c nella Grangia gato da precifo comando , o dal conofcercj
di S. Bafilio,tncntrc i Coloni foltavano ir ter- con evidenza l' utile, che ricavar ne potette.
reno, fc l'aprì una fotta ben grande, piena di All' accennate perfezioni del Servo di Dio
tanto grano , che fu d'efuberanza non fol a aggiugneva bel luftro, e Iplcndorc la pover-
poveri, e Religioli; ma di vantaggio venduta- tà , che tanto gli era a cuore L’ amore, e la
.
1 li buona parte d ettò, venne ad aeerefccrli non divozione alla Beatiflima Vergine refero il
poco il valfentc del Monafterio Così ricco . buon Padre così catto, c mondo di cuore,
di vino , volle Iddio chiamarfclo all' eterne che fu collante opinione avertè confcrva-
retribuzioni ad 8. Giugno del i;dp. to fin alla morte illibato il fior verginale .
A VII. D
.Silvio Badolato nacque nella Cit- Le Prclature.cd governi cran alla fua umiltà
i
la perline di tante- , e si belle virtù , trovan- Ordine quali frutta di perfezione doveanfi
'
doli nell'impiego di Procuratore nella Gran- raccogliere da così buona pianta; laonde di-
gia de' SS.dodeci Appo fieli, venne chiamato lavatolo dal pefo de' governi , che cotu
dal Signore, per mezzo di mortifera febre, a latita follccitudinc, e morigeratezza avea cf-
godere nel liegno de Cicli il meritato gui- fereitato in qualità di Priore, e di Vicario
derdone. Cercarono i Filici periti con pki i nel Monallcrio di Capri, ed altrove, lo prc-
proporzionati fàrmachi ovviare alla malizia feclfero Macllro de’ Novizi nella Certofa di
del mor^o, ed allungar la vita del moribon- S.Stcfano al Bofeo , ove Egli avea fatta la
do Servo di ; a nulla però giovarono
Dio fua fole nne profeflìone. Corrilpofe al dife-
tutte le epurazioni ineraprefe ; mcrcechej gno de’ Padri 1 efito dell’ impiego dato all’
'
avanzandoli la ferocia del male , aumema- ottimo ileligiofo ; mercechc dalla fua pru-
ronfi di pari le anguftie,c parufilmi mortali
i dente , ed e ifcmpJarifltma condotta pullula-
dell' ammalate; nun che poterono
tali però ,
rono alla Religione Cartufiana germogli tio-
torgli la ferenùà della fronte , o peiruibar- riti in ogni genere di virtù , che mantenne-
gli la tranquillità del cuore, con cui, e colla ro con lullro , c decoro la regolar Oflcrvan-
Bocca invocando li Sar.tiflìmi Nomi di Ge- za Fu molto dedito all'orazione, per la qua-
.
abbracciò l’ Iflituto Catulliano , nclMona- Pelle fottopoPo allo fpirito Giva di pari
.
fterio di S.Stcfano al Bofeo, ove applicatoli in lui colf altre virtù rcligipfe quella della
da dovero agli efcrcjzj della vita religiofa , povertà detta da S.Ambrogio:Parem queclam,
riufei in brieve tempo quel foggcttu,chc me- gencratioque virtutum ; quindi tutto ciò , che
ritò d' eflcr, come per antonomafta, chiama- dovea fcrvirgli ad ufo proprio , dovea indi-
to dal fuo Padre Generale: Forma della fer- Ipenlabilmente pafldrc per lo fcrutinio d'
fejfùotK Cartafrana . A tenor del fuo merito, una PrettiPìtna necclfitj, e poi confutarli
prudenza , dilcrezione , ed clfemplarità de’ colle regole del fuo lllituto , alle cui mifurc
I
coltumi.fj riconofciuto dalla Religione col- ordinar ledeva qualunque Aia operazione^.
I le replicate onoranze di Procuratore , e di Era tatto ufualc al noPro buon Padre nel
Priore nella Certofa di S.Stcfancscd in mol- cantare Divini Officj, e nelle fue profonde
i
te altre, ne' quali governi pareva il fuo più contemplazioni perderli rapito nelle dolcez-
tofto fervirc, che lovraParc, invigilando con ze ccleiti, c rimanerli privo di fen/i, c moto;
indefefla attenzione alla cura delùdditi,fen- in maniera che godeva preventivamente in
z alcuna foPenutczza,o rigidità, onde avef- quelta terra alcuna parte delle fruizioni del
fero a temere di accoParlegli; ma diportava- raiadifo. Per le tante virtù, che illuPrarono
fi tanto più piacevole , quanto piu quelli n' la vita di quclto grande Uomo , fù da tutti
erano bi fognali . Zelantiffimo cultore della riputato Santo fin che vide- , e l’ iPelfa opi-
'
gloria di Dio, operava in modo , come le 1 nione accompagnò la fua felice morte , che
avelie vifibile agli occhi del corpo ; quindi forti nel cennato Monallcrio del Bofeo a zi
fù, che giamai proferì parola , qual (aperte ;
Ottobre del 1 6oi.
di vano, u di oziolò. Pervenuto agli anni di ;
ri XI. D.Gio: BattiPa Manduci della-,
fua vecchiaia, e fcarmato di forze corpora- to Città di Seminata fu Religiofo così
cadde ammalato, per non più riaverii-.on-
li,
1
anima al Tuo Creature a 17. Ottobre del 1anima nel bagno d una generai confc dia-
1 640. fu quelto Padre eminente in dottrina, ne , c ricevuto con effcmplare pietà , e pari
illibato nellabontà delia vita , zelante della divozione il Santidimo Viatico , c poco do-
regolar Ollervanza, ammirabile nella morti- po I Lltrcma Unzione , ripieno d' immenfu
treazione del proprio corpo, feuza pari nel- giubilo , lafciò fua fpoglia mortale nel Mo-
1 umiltà, e dilpregiodi le fteflb, diligentiifi- nallcrio di fua profeflìone a 1 j. Novembre
mo negli affari del governo, indurato nell’ del 1 rfq o., per vcltirli dell' incorruttibil ed 1
,
economia, caritatevole co' vaffalli , e così eterna in Ctelo . /
ctlcinplare nelle fuc gelta, che badava la lui gt XII 1. D.Domenico Accetture di Roglia-
loia prefenza a comporre i licenzio!! , a mo- *6 no Villaggio della Città di Cofenza, Vi-
rigerar i feoftumati, a riformar i libertini, a cario, Procuratore, c Priore della S»nta
Ca-
tuar tutti alla via dello Ipirito, e della perfe- fa di San Stefano ai Bofco, indi Conviiìtuto-
zione^ Qrrindi ficome in vita meritò gli ap- fc della Provincia, fu Religiofo cosi perfet-
plufi di vero Padre , c Paltore , così nella., to , che ftudtavaJì a tutto potere di trasfor-
morte fu compi anta la perdita di un Uomo marli, mediante 1 cfcrcizio delle virtù, al fuo
Danto. Santo Patriarca Bruno , acciò poteffe dire a’
tx XIL D. Urbano Fiorenza della Terra limi Religioni quelche l'Apoftolo a’ Corinti:
4f di Badolato , nell'anno 1584. prole f- Imitatore 1 mei ejlotc, fitta, &
ego Cbrifti. Col-
so la Regola Cartulìana nel Monaficrio de' la fantità de 'collumi
, ed avvenenza de trat-
SS. Bruno, c Stefano al Bofco , e colla fua_, ti hà faputq cattivarft l'amore la venera-
, c
eminente virtù, accompagnata da rari effem- zione sì de’ Vaffalli fecoiari , che de Sudditi
pli di prudenza , molle 1 animo de’ Padri ad RcligìoH, mcrcccchè in ordine a gli uni , ed
clcgcrlo Priore mChiarumonte , c nella Ca- a gli altri accoppiava così bene 1 oglio della
fa Santa Ridetta , nelle quali Prelature (pic- Carità col vino della giullizia.e del zelo, che
carono con rimarco angolare di gloria 10 lo ringraziavano compariti , nè fapeano la-
fuc procedure, gravità, e decoro Affabile , . gnarli caltigari . Menava fua vita quali Tem-
ed avvenente con quallifia forte di pcrfonc, pre in orazione, c contemplazione sì di not-|
fembrava impaliate di dolcezza ; mercecchc te in Coro, che di giorno in cella, quale te-
lolamcntc veduto , non che udito difeorre- neva così denudata di ornamenti , che lem-
1
rc , fpirava tanta grazia , che innamorava-, brava piu rollo d Eremita folitario , che di
chiunque feco pari affé Confiderava tutti i
. Monaco dauftralc Parco nei vitto , fcarfo
.
fudditi indifferentemente come figli , e fra- nel vclìito, c vero cultore della povertà,cer-
telli, nè in loro fapea diftingucr altra cofa , ca va d'inferire sì bella virtù ne petti de figli
che il inerito. Nel correggere gli eccedi bra- lìioi non meli coireflèmplo,chc colie dottri-
mava foltanto , che il reo confeflaffc , e co- ne, quindi fu, che vi giunte a quell altiUima
nofceflè la gravezza del reato , acciò mo- grado di perfezione, onde venne riputato da
llandogli la feonvenienza , fulfe l’ ilìclfo tuttiper Uomo Santo, finalmente morì qual
colpevole giudice del proprio fallo ; nè fi vide a 14. Deccmbre del i<S8 1. , rimanendo
legge che alcun di coftoro partiffe dalla lui la fua faccia da fqualida , c fmagrira ch’era,
prclcnza mal fodisfatto, o Icorucciatoj Do- bella, elegante, c trattabile,
con ammirazio-
mava la carne con ogni forte di aufterità , ne de’lpectatori, che medi, e lagninoli com-
con digiuni, vigilie, e difcipline , affinché^ pianfcro la perdita d'un tanto Padre.
lìeffe totalmente lòggctta allo fpirito.Qain- rt XIV. D. Lodovico Mcrcnzi delia Terra
di avveniva, che potealì profondare cosi be- di Pizzuni nella Calabria Ulteriore, vitfe
ne nell' orazione , e contemplazione deile-> nella Religione Certolina con molta cticm-
cofe cclelìi, che per niuna occupazione di- plarità di vita ,
perfettiffima offervanza de’
ltraevali dal fuo raccoglimento , ed unione fuoi (latuti, povero in fijmmo grado , zelan-
con Dio. fanno di ciò veridica rellimonian- te dcll'onor di Dio , indefcflb nell’ alla ! len-
£ la narrazione della vita romita, che il Pa- avvenente nel tratto.ed efficace nel pervade-
triarca San Bruno menò nelle bofeaglie del- re,che rendeva confidato chiunque da lui ri-
la Calabria >Così pieno di meriti giunto all' correva angulìiato da gravi triboiazioniSeb-
anno fettantanove dell'età fua, cadde nell'ul- ben egli non folle fiato Uomo di gran dottri-
tima infermità, che terminar dovea perio- i na; lenite nondimeno molte opere di Ipiri-
di del di lui vivere , c coronare il bel corfo to, c Ipccialmente un libro fopra le propofi-
di tante fuc virtù
5 onde fi dilpofe per quel zioni di Michele Molinos contro l'orazione
palio ellremo con tutte le forme convcnevo- di quiete, prima che fuflèro condannate dal-
a P cf ^- tt ° Religiofo Purificata dunque
. i la Chiefa, qual compolizionc confiderai da
DI A LT R T CONFESSORI CAP. IV.
Savi, che conofcevano detto Padrc.aflcriro- rt 11. Frà Grifofiomo Malino dell’ iftellàj
no che non porca e (ter opera del medemo,
, 4J che il lòpradctto, fu
Patria, e Religione,
fe non (è da lume fupcriore communicata- rceligiofo , decorato d ogni vitto . t (Tendo
gli Un Giovedì Santo dando in oraziono
. Vicario Provinciale fi fé conolcere vero mo-
alla prefenza del Venerabile , fi viddero da' dello, c Ijxcchio di perfczionc.Ne rofiri più
Padri e irto flauti ufeire alcuni raggi dalla.» famigerati facondiflnuo oratore,ed clficacif-
fua faccia , che corrifpondevano al Sagro lùno nell'appollolica pcrlualì va, riducendo i
Depofito.Pervenuto all'anno cintjuantaquat- peccatori più carenati dal demonio alla li-
tro dell'età fua, e trentaquattro di vitalteli- bertà de’ figliuoli di Dio Morì fintamente
.
giofa ,
infermò nella Grane!» di S. Anna, in Cottone nel idzj.
dove munito de’ Santiffimi Sagramenti con III. Frà Giiifeppc Prato Sacerdote Car-
attidi vera umiltà , e fervoroia divozione , J melitano della Terra di Corogliano,fio-
pollali in ginocchio con fune al collo, rice- rì in povertà di Ipirito , nella virtù dell'ub-
vè il Sagro Viatico . Indi fattoli cantare dal bidienza, e dell'umiltà, efercitandofi di con-
Clero il Salmo Lauda Jerufalem,z la Sequen- tinuo nell'impiego dcll'operc più vili, ed ab-
za Lauda Sion, tenendo nelle mani l’imtm- iette . Ville con gran fama di Santità, c colle
ginc del Crocchilo, Ipirò l'anima al Creato- fue predicazioni Appoltoliche traile alla via
re a 19. d’Agolto dei 1701. del Cielo molte anime perdute , riducendolc
Oltre a Religioli Certolini già detri, vi fo- a vivere , c morire col S’anro timor di Dio .
no ancora altri vifluri con lode di virtù , c Chiufe Feltrano de giorni Tuoi nel Conven-
morti in concetto di Santitàima perche non to di Corogliano , compianto da tutti i Tuoi
oflanti le diligenze tifate , non fi potè aver Cittadini nel tdaj.
notizia particolare delle loro gclla , pertan- pi IV. Frà Vincenzo Comitò della Città
to li notano qui fidamente i nudi nomi di cf-
fi col giorno della lor morte Eglino dun-
.
0 di Reggio fu foggetto degniflimo da_j
rammemorarli tra Carmelitani di Santa vi-
que fono D. Nicolò Riccio di Taverna Sa- ta D.morò egli lunga pezza nella Città di
.
cerdote morto in S. Stefano al Bofco a 9. Fe- Meflìna, affine di riltorarc quel Convento
braro l'anno 1591 Frà Benedetto da Gafpa- del fuo Órdine, come fece, non folo toccan-
rina Laico ProfelTo, morì nel medefimo Mo- te a’bìlbgni materiali , ma molto più a’ for-
naflcrio a io. Giugno del nSo S. D.Maurizio mali, illùfirandoio colla Santità della vita, e
franchino da Terranova Sacerdote nell’ colla moltiplicità de’miracoli, avendo fanati
ilteflb Convento, pafsò al Signore a 17. Ot- non pochi ammalati di morbr incurabili col
tobre del r?t }. Frà Girolamo lfabella da tocco della fua mano Sorta un orribil tem-
.
Melicoccà Laico ProfcfTo, mori ivi a j.De- pefta in tempo , che il fuo Convento trova-
cembredei 170J. D. Gio: Battilla Colènza vafi feoperto per occalion di fabrica, la fedo
di Cropani Sacerdote, riposò nel Signore in col fegno della Croce , richiamando in uiu
detto Convento agli ir. Aprile del 1710. ifiante la bramata lerenità. Gli altri prodigi
Frà Stefano Meli» da Squillace Laico Pro- fatti da quello Servo di Dio fi rapportano
felfo , fini il corfo de Tuoi giorni a zi. De - dal P. Placido Samperi Gefuita nella fua I-
ccmbre del 1714. Frà Gio: Battilla Luci da conologia Ub.i.fol.ig). Pieno finalmente di
Grottcrìa Laico ProfelTo , terminò il viver virtù , c di meriti morì qual vide nella bef-
mortale nella medefima Cafa a 17. Febraro fa Città, concorrendo alli fuoi funerali quali
ilìì- Frà Michele Spagnuolo da Pazzano tutti li Cittadini, che cercavano qualche re-
Laico ProfelTo cambiò quella coll' altra vita liquia del benedetto Cadavero , per confer-
a 14. Febraro del 1740. varfela come prcziofo teforo Soni quello .
lebre. Fu fepolto nel 1619. fù quella dell" anima, eh' egli fé coU'cflem-
plarità de ’coftumi , e colia iantità delia vita,
P ì che
e 1
Santo nei fuo Convito di Curinga nei iSjS. d ugni morbo da lui guariti , quanti furono
«[VII. Fri Nicolò Mczotcro della mede- coloro, che ricorfcru alla fua intcrccflionej
Q fima Terra di Corogliano , appena pro-
reflato nell Ordine Carmelitano , volle col
Quindi avvenne , che iicorne fù venerato in
vita, cosi fu creduto Santo dopo la fua mor-
I
pcrmeflbdc'Superiori imitar la vita , e vedi- te , che feguì nel Convento di Reggio , nel
|
|
di allogatori in un antro villarccciu fuori « XIII. Fri Elia Ccrfolimo conobbe per
dell abitato, vi fi trattenne fin che vide, ve- te Patria la Città di Cadano , c per madre
j
KV III. Fri Pietro d' Inzillo di Soriano tivo co povereìii, che mancandogli qualche
te Maeflro, e Vicario Provinciale de 'Car- volta il bramato alimento per riltorarli,crc-
melitani, fu lìcomc nelle feienze, cosi cccel- fccvagli nel Ceno il pane, con cui potea co-
i
lente nelle virtùi diede alle (lampe un Poe- ptamente faziarc tutti i famelici concor-
j
ma Eroico de Venatione, Stemmate, &
Proge- renti Così affettuofo con gl'infermi, cho
.
nie Excellentijjimi Dncit Nnceri * , Ma viep- non così la madre co ’propj tigli uoiiipofciac-
più dampò ne'cuori de Popoli la fua maia- chè (ludiavali di ferverli efattamente, anche
|
vigliofa umiltà, e l’illibatezza della vita , fi- ne bifugni piu badi del corpo . Così amante
cume ne’ Reiigiufi dei fuo Ordine la difei- di riformare la Religione , che veniva chia-
plina regolare. Dal Convento di Montclionc mato da Superiori maggiori per aummentar
fe ne volò al Cielo nel 164:. l'ollervanza in molti Conventi d'Italia.Dor-
pi 1X. Fri Marco Romeo Laico fiorì in miva su'! nudo fuolo, e non erano poche le
te Santità di vita, qualora fioriva nella Ter- lotte , che faceva coll'Inferno , quale colla_>
ra di Cardinale il Convento di quella Reli- virtù della Croce volentieri fugava Final- .
vento della fua Patria, e di Mont’alto sì nel ilinato Macltro di Novizj , dalla di cui con-
temporale, che nello fpirituale , tirando più dotta pullularono alia fila Religione Uomini
anime dalla colpa alla grazia, coll'effempla- di fegnalati coltumi Divotidìmo delia af-
rità di fua vita , e coll’ amminiftrazione del finile del Redentore diffondeva!! in conti-
Sagramento della Penitcnza;onde venne co- nue lagrime , maflìme nel celebrare il Santo
gnominato communementc il Padre Santo. Sagrilicio della Meffa , ove rapivafi quali
Ccfsò di vivere in quello Mondo nell iltcflo tempre, rimanendo citatico,ed immobile per
Convento della fua Patria nel t«Sj4. molto tempo Per la fua vita così cffempla-
.
pi XI. Fri Domenico Angì della Cittì di re , cercava ogn uno raccomandarli alle lue
te Montelione oflervamiflimo Religiofo, c orazioni, del che fentiva egli non poca tri-
Macltro Carmelitano della primiera Regola dczza ó mentre avrebbe veduto , che tutti lo
non mitigata, vide in continuo fiicnzio , fo- credeflero quel peccatore , ch'egli ftimava-
litudinc, c penitenza. Indi ottenuto l'aflenfo fi Morì fantamentc nel Convento di Caro-
.
de Superiori pafsò a PP. Scalzi di S. Tcrefa lei, lafciando a poderi molto da imitare per
in Napoli, dove ardendo di cariti, egli fu il giungere alla perfezione Religiofa , cd alla
primo a fagrificarfi nel miniflcro di aflidcre Santità della vita . Surtì quello felice tran-
a gli oppreifi dalla pelle, nel qual caritativo fito nel 1719.
impiego , pur egli fatto volontar ia vittima, pi XV. Fri Gregorio d’Amato nella Città
relè lo Ipirito al Creatore nell'anno tdjy. te di Moni alto fu Maedro , Provinciale,
XII. Fri Francefco da Reggio dciriftcfs' Commiflario Generale deli' Ordine Carme-
» Ordine, fu di /ingoiar fama preflb i pia- litano , la di cui vita fu una continua peni-
poli, non foto per la piena di tutte Je virtù tenza, ed una contemplazione non interrot-
Religiofc , che l'adornarono s ma molto più ta de Midcrj Divini Niuno ardiva alla di
.
per la grazia delle eurazioni concedagli da lui prefenza proferir parola, che oneila non
, ,
perche lo credevano Uomo di poca autori- del ci boi concionatile dato bando a qualun-
tà , e fuperior mercenario . Caritativo cogl’ que forte di mmefira , o di pefee , o di car-
infermi, e molto piu co 'poveri piangeva quel ne , o d'altro , ch'avertè del prcziofo , nou_>
giorno , che non dillribuiva loro limoline. mangiava, che legumi, ed erbe fenza condi-
Scrifle molte opere pertinenti alla vita fpi- mento alcuno, maniera qual mai aiterò , nè
rituale, allamiltica Teologia, ed al Jus Ca- per varietà di Ragione, ne per indifpofizio-
nonico , di cui era valente profdlbre Ca- . nc di corpo, nè per nacchezza d età; ed av-
duto nell’ultima infermità nel Convento di venne.che talvolta alcuni fimi Religiofi im-
Carolèi cambiò la vira mortale coll' Eterna. piccoliti di quell'acerbità di vivere, avendo-
Al comparir il fuo Cadavcro, tutti i popoli, gli con inganno framefehiati alcuni pezzetti
che trovavanli radunati , proruppero in di- di carne co' legumi , tolto che fe n’avvidde
rottiamo pianto, dicendo ad alta voce, che l'uomo penitente , ne andò in amarillime la-
reflavano vedovi del loro Padre, della guida grime, e le continuavate non che iddio,an-
delle lur anime, c del conciatore delle loro ch’ egli impietofito del fuo Servo con bel
afflizioni ; onde in coiai guifa canonizarono miracolo, li convertì in legume come 1 altra
la Santità dell Uomo di Dio nel 1711. parte. Le fuc delizie erano la contemplazio-
ne de'Divini Mifterj , nella quale confura-
f. VI. mava il piu del di, e della notte j nè perche
alle volte veniva il giorno foprafattu dalle
Di alcuni Religiofi Agojliniani di fatiche corporali per occalione de’ molti
Santa vita. Conventi, che fabrjcò, fi refiava la notte da
fpenderne gran parte nell'orazione , cd era
N
uno fcritto a penna del P. M. Domeni- folito dire, che in quella ritrovava il ripofo
I co Lembo , Perfona grave , ed erudita, depravagli , ed il riftoro dalle fatiche ber .
due volte Provinciale , con altre cariche in tutto ciò divulgata la fua fama gli correva
quella Religione,!! traggono le feguenti no- 1
a follala gente, per goderne , o la prefenza
tizie,onde forma il prefence paragrafo.
li per neccflità di Ipirituali configli , o l’inter-
1 Guglielmo da Tarlia, quantunque
. la ceflione apprelfo Dio per bilogno dc'fuoi
lunga dimora in Strangoli gì’ abbia dato il affari, onde fi raccontano innumerabili gra-
cognome della medeliraa Città, fu Religiofo zie, ottenute per l'orazione di quello beato
de più Ordine Nacqu’egli
Ulurtri di quclt . Servo dei Signore ..
nella Ridetta Terra di Tarlia da’Genitùri più Un figliuolo , che per un'alta caduta s’in-
torto ricchi , che nobili , ed avendo fcorla_> franfe in due parti le gambe, il rifanò come
buona pane della giovinezza nel fccolo , ri prima col folu porfelo in braccio Un muro .
folfe di cunfagrarc il rimanente nella Reli- della Chicfa del medefimo Ordine in Tarila
gione Agoftiniana,come già fè. Vide in que- in lunghezza di tfo. palmi , c 40. d' altezza.,,
llaReligione fino al Sacerdozio vita, le non slogato dal rimanente minacciava rovina
apertamente Riandatola, almeno non troppo con irreparabile danno 11 Servo di Dio
:
volto adirato , c con voce fiera oh guarda: morte le rifa; ma fonico felice l'effetto, trai-
di più arrogarti quello nome di Guglielmo, li.' ammirazione In quello medefi-
tutti in .
bagnato di lagrime prefc a gridare con quel tolo alquanti giorni, gl'ordinò , che fc n’an-
poco di voce gfera rmufh^ai mas Damine daflc in cafa , con promelfa , ch’il Signore
demonjlra mi hi. Ora per approfittarli có l'opra, 1 avrebbe racconfolato . Come fu alquanto
’
come gii premerti) avea col cuore, c perche difiante , ma non oltre la tenuta del Mona-
a tato l'illuminava la ricevuta grazia del Cie- iterio, gli cadde di capo il cappello, levato-
lo , lafciate le commoditl anche permeile a' gli via da una furia di vento; onde fè cenno
buoni Religiofi , abbracciò una manieradi al Carrettiere ,
che glie l’ averte riportato.
vivere folo degli eremi Depofe le Ciarpe
. Quelli non folo no'l prefc , ma cominciò a
sbor-
. . , ,
sburbottare , c fri il molto qual diflc , dille che Iddio a fua intcrccttionc avette oprato
come per ifcherzo, feendetc voi a pigliarlo} alquanti miracoli , de’ quali li è perduta la.,
poiché per le ciarle della gente abbijin len- memoria
za frutto fatto sì lungo viaggio. All'ora l’at- V. A quetti io aggiungo Fri Bernardo da
l tratto non folo non dilpcro} mafentiffi nel Rogliano, la cui vita già ferina da Gio:Lco-
cuore dellare una qualche fcintilla di fpc- nardo Tufurclli, fu qualficguc-Nacquc egli
|
ranza, la quale accrefciuta con viva fède, ri- dunque in Rogliano l’anno 1 5 jp. Suo Padre
folfc farti forza allo fcenderc}fccfc ma fenza ebbe nome Roteilo Milizia , lua Madre Pal-
difficolti, prefe il fuo cappello , e li ritrovò ma Dodcra, amendue di onorata condizio-
intieramente guarito} onde tolto rivoltando ne, quali poi morti, c rimatto il fanciullo in
in dietro il cammino , ringraziò l'amico in- età di anni novc,fu da un fuo Zio, per nome
tercettore , c per più certezza della riavuta Bernardino Parife condotto in Rende,ed ap-
finiti, fè tutto quel viaggio a piedi Alcun' . plicato alle lettere, alle quali attefe anni fet-
altra coiàrcila di quello Servo del Signore te con mediocre profitto Privo anche del .
li tocchcri nella fabbrica del Convento di Zio pafsò in Cofcnza , c da Cofcnza in Ca-
Strangoli della fua Religione, ove mi rimet- ftroviliare,ovc non avendo di che vivere, fi
i to.Egiì finte opere cefsò di
to.Eeli in tanto ricco di Cinte poli: a Gio: Batti Ila Romano } ma
fervizi di
|
più vivere in quello mondo, per ctcrnamcn- forfè non piacendogli la maniera del vivere,
I te godere nell' altro , in Strangoli circa il s’applicò all' arte di Calzolaio Ben' è vero .
idra., e tal ne fu il grido per tutta la Caia- che in tutti quelli impieghi vide più da Reli-
! bria, e la Religione Agoltiniana , che viene giofo, che da focolare . Non traiafeiò gior-
annoverato fra li più illultri nella fatuità di no alcuno, o o di recitar
d'afcoltar la metta,
quelfOrdine , e perciò collocato nel teatro Vergine , con altre molte ora-
l'officio della
della Religione alia parte delira , Rampato zioni Fuggì Tempre il convcrlàr famigli ar-
.
in Roma l'anno 1S14. mcntc con tutti quelli, quali conolceva me-
II. Giovanni d'Apc , quetti per nafeita fu no profittevoli al fuo lpirito: E quantunque
da Torre di Spatola, e perprofeffioneAgo- da molli perfualò a prender moglie,egli pe-
Itiniano, compagno del B.l lancefco da Zum- rò iempre rimafe fermo alla caltità , tinche
pano, e nientemeno , che il fuo Maeitro ce- finalmente per porti in luogo tteuro , dittri-
lebre nella penitenza Ebbe cuore di tenerli
. buito a' poveri quel fuo poco avere, e fvcfti-
affondato lino alla gola allorché il freddo to da feeolarc, vcftì un abito nero , c rozzo}
veniva più alpro nel cuore dell'Inverno, in e cambiato il nome di Leonardo in Bernar-
un lago pretto la fua Patria, c non molto di- do , prefe ad abitare una Chicfà, detta Sant’
ttante dal fuo Convento, fondò alcuni Con- Angiolo , frà Caftrovillare , c Morano lòtto
j
venti, ne'quali lungo tempo vitti: continua- l'ubbidienza di Gio: Angiolo de 'Medici ali’
ta la rigidittìma ollervanza , tratta dal fuo ora Vefeovo di Cattano, e poi Papa col no-
ettempio me di Pio IV. In tutti quetti affari ebbe per
IH. Agottino dalla Roccella , compagno direttori D. Leonardo d'Atri , e Bernardino
aneli egi; del meddimo Beato, meditava del Calà,pcrfone di fperimentata virtu.Due an-
continuo le piaghe del fuo Critto Croccfif- ni appretto afeefo al Sacerdozio, avendo có-
fo , avanti al quale /pendeva, liquefatto in pagnoMurco Calà pcliegr mobilitando i più
amaro piamo , tutto quel tempo gli era per- rinomati Santuari uell'ltaJia, da 'quali poi ri-
metto . Non fu fcarfo il Signore , a ricom- tornato, andò ad abitare un luogo tré miglia
penfarnclo } coneiofiachc ritrovandoci nell' dittante da Morano, detto Coloreto, cosi ri-
antico Convento di Reggio, ed orando con- ducilo da quei Cittadini.ove fabbricata una
forme al fuo cottume avanti un Croccfilfo , Chicfa, e accolti alquanti compagni , fondò
quetti Refe le fue piagate braccia , c fc lo laCongregazione degliAgottiniani di Colo-
ftrinfe amorofamence nel petto . rato,
tome fi dirà nei fuo luogo , Divenne
IV. Nel medettmo ferino a penna vengo- uomo di varia erudizione} perche con quel-
no celebrati per fama di molta virtù il P.Gi- liprincipi d'umanità apprcli mentr' era gio-
rolamo da Scigliano, il P. Aurelio da .Mon- vinetto , e ballanti ad ordinarlo Sacerdote
tcleonc , c il Pi M.Domenico Durante dagli nell'età più provetta attefe alla logica, alla
Albi Quelli predicando una Quarclìma con filofofia , alla teologia , alla sfera, ad altro
.
molto zèlo venne in odio d'aleuni malt aggi, feienze più fmgolari , fotto la difeipiina di
;
li quali oltrepattando nell' iniquità diedero Leopardo dell Otto , gran letterato del fuo
fuoco alle fue danze , con pcnliero di man- tempo Con le nuove lettere non dimenti-
.
ncll'aflintnza, e povertà di (pirico. Fù fama oprò cola vcruna,quai avette dato Jcggicrifli-
1 . ,
vule dell mdrizzo di ciaTeheduno. Fu incili- parte delira dclj'Aliar maggiore avendo o-
,
natiflìmo all' orazione , tanto che, quando rato in Tua lode il f. fieno da Catlanu Mi-
non veniva occupato negli affario della Re- nor Offcrvantc Riformato, Rcligiolò di mol-
ligione , o de Tuoi proflimi , Tempre era in-» ta eflcmplarità Oggidì fc ne maneggia nel-
.
fe:
quelle vollrc medicine non profittano, certo di nazione, meato di f atria, fu fredi-
I
perche già è venuta l'ora del mio paffaggio. cator Generale, e Dilfinitore.Di lui racconta b h5ft.
1
Sono dunque piu neceffarie le medicine dcl- Fra Giovanni Lopez (b) , che andato al Ca- p. Ilb.
credibile divozione , nomando Tempre con_> nel Convento di S. Paolo in Siviglia Indi
.
tenaiffima dolcezza li Tanti nomi di Gesù, T anno itfzi. apcrtafi la fcpoltura , per fe-
e di Maria. Alle prime ore della notte, miti- pcllirvifi un Signore del luogo, fu ritrova o
gatoli alquanto il dolore recitò li Velpri , c il Tuo corpo intiero, con li capelli, abito , c
la Compieta del giorno, c'I Matutinocon le cappa incorrotti, per di Torto alla camicia di
Laudi del dì fcguentc . All'ora fattima della lana un al'priliimo cilicio, ravvolto il corpo
notte rincalzò il dolore, ed avendo all'intor- tutto in una grolfa catena di ferro. Pubiieata
no li Tuoi Rcligioli,li benedille rutti, animan- di ciò la Tanta nella Città, s'afiòiiò quali tut-
doli alloffcrvanza dell' intraprefo rcligiofo ta a venerare quel benedetto cadavero , il
lilituto} e d'indili mandò a recitare in Coro quale per maggior maraviglia rendeva uil»
ilmatutinu, non ritenendone nè pur uno in luave odore di Parodilo , tagliandogli a ga-
Tua compagnia } ma il Ciclo gli deftinò vi- ra non pur l’abito, c li capelli, ma gli artico-
abile 1 Angiolo Tuo Cuflodc , accompagnato li delle dita , c li pezzetti della carne } on-
da molti beati fpiriti } e correndo T ore otto de per ordine di quel Provinciale fu ripolto
fpirò lanima nelle braccia di quello. Come in un luogo piu convenevole dentro la Cap-
la mattina fu intefa la Tua beata morte, il con- pella maggiore.
corro della gente da Morano,c d'altri luoghi IH. Fra Giacomo parimente raccordato
fu all'atto incredibile , tagliandogli l'unghie col Tolo nome della nazione vide, c mori nei
delle mani, e de piedi, c li capelli del capo,c Convento di Piazza in Sicilia con gran lama
quattro volte rivelino , appena badarono li 1
di (alitili, e di dottrina , ed il Tuo cada vero ii
c S'cii
pezzetti dell'abito a contentarne li concer- eonfervò incorrotto per molti aiuti Fanno.
'ter. 1
p.fol.ioi
terai, e fu neeelfario tenerlo infepolto quat- di lui raccordo 1 Abate Pini (c) , ed Ottavio
d vita
tro dìcon m-iaviglia di tuttiqxiichc Tempre Calciano (d). sS Sic« :
fpirò una cclcllc fragranza di Paradilb} anzi IV. Tra Angelo Convcrfo della Città di 'ol.4f.
Ta-
. , (
Taverna fi refe affai illuftre nella fatuità nel nava del continuo , e per lo più in pane ed ,
Convento di S.Catar ina a Fornello che per : acqua ogni notte li difciplinava fino allo
:
tanto (lì notato nell’Albero della fudetta ra- fpargimento del fanguc : non concedeva al
tria fra quelli ,
quali li refero chiari nella., ripolò, che ppchiflime ore , quali prendeva.,
virtù. cinto tutto di corde , e di catene fulla nuda
e liti- • Maeflro Antonio Lembo (e) nella Croni- terra; confumando le altre, eh erano le più,
c* pai.
ca, qual celi donò alla luce del Convento di o cantando con fuoi Frati gli offici divini,
i
1
buriano fa racconto de Teguenti, tutti illultri o mentalmente orando ; così anche l’ore del 1
emlla prudenza del governo 5 onde potè comparfagli la Reina de 'Cicli , e fugò il de-
con molta Jude governare li principali Con- monio, e confolò il fervo del Signore; e poi
venti della Provincia, ed anche quello di Su- pcftofdoin fcno,fra quelle dolcezze mandò
riano. Latino tffzi. ritrovandoli Priore im, fuori il fuo fpiritu.
Suriano, mandò conforme al folito le can- IX. Fr. Francefco da Lungro Lettore.Vif-
dele benedette nel dì fedivo alla Purifica- fu nel fecolo con molta purità di corpo, e di
zione alla Cafa d 'Arena; ma ritiovandofene mcntc,e con la medefima ancor figliuolo vc-
una, qual fopravanzava la gente della Fami- Itì l’abito Domenicano, e vi mori. Digiune-
glia, ne traile in ammirazione il Marche fe_> va fpcffb in pane, ed acqua , ed ildi più del-
rianccfcv; il quale perciò interrogatone il la comune refezzione con licenza de’ Supe-
muffo ; quelli il fodisfcce per cemmiffìone riori lo diltribuiva a poveri . Penitenza qual
del Priore; cioè, che quella era per il Bam- accompagnata con aitre mortificazioni di
bino, qual nafeer dovea quell'anno. Fu la ri- fenfo, come di cilici , e difciplinc a irrigue
fpolta ricevuta con divozione , ma (limata per più volte la fettimana , io tendeva di
imp ofl.bile, ritrovandoli all ora la Marche- volto macilente, ma però vcnerabiie.Studiò
la con argomenti infallibili di non cfftr gra- molto all’umiltà ; onde quantunque Lettore,
vida -Ma (trcccduto poi il parto li 17. No- abitò Tempre fra Converfi , nè voile mai l'a-
vembre anno medelìmo , e fatto calco-
dell' bitazione portatagli dal grado . Venuti in
lo alle conghietturc, fi venne in chiaro, che Suriano li Signori Principe , e Principe (Tà-j
il dì fogliente dell’ ambafeiata redo gravida di Cell a mare vollero vedere quello Tanto
la fudetta Signora; onde poi fù pollo il no- Reiigiofo , portati dal grido , qual’andava
me al nato bambino di Felice Domenico. per tutto della Tua fatuità ; ma effondo la^
VII. Fra Cofimo da Spatola effendo ancor richieda alquanto tardi, fi fofpefe per il
giovinetto pafsò in Meflina , ove attefe all’ dì feguente Intanto penetrato fil tutto al-
.
effercizio di Farmacopola , o ver Speziale-», l' orecchie di quello Servo di Dio quan-
,
ove anche fi caso. Mortagli di brieve la mo- tunque di quel tempo Sagrellano Maggio-
glie, e ritornato in Calabria pofe a lervire fi re , non fi fi ritrovare in luogo alcuno ; cj
da terziario la Santa Cafa di Suriano ; indi perciò richiedo da più fratelli, mai voile ri-
ammodo all’ abito di Convcrfo,gli fu data la fpondere , ritirato in cella, fingendo di non
cura della Speziarla Ebbe gran carità con
. eflèrvi, finche porratovifi ilmedefnno Supe-
gl’ infermi , non folo per quello toccava il riore, dubito fe gli fcoverlè
, e buttandofegli
quel tempo,qual gli era permeflò dalle gior- rezzò il Supcriore, e gli ordinò , che Renila
nali faccende. Pruovato dal Signore con lun- in Chiedi, nuche non parli con li Ridetti Si-
ga, e grave infirmici, morì con un dolce ri- gnori , quali molti edificati deli’ umiltà di
to, abbracciando tiratamente , e guardando irà Francefco, reflarono contenti della fola
con tenerezza un Croccfiflb. vedu ta Prima di morire fè una gcneraliflì-
.
nato
. , . .
c profufu nel difciplinarli a lingue A tem- . tagli dimprovifo una fludionc lo refe bal-
po era Priore accadendo moltitudine d’o- buziente, qual'infcrmità non curata,com'era
fpiti,dava loro il proprio letto, ed egli frat- il dovere, per li difaggi del tremuoto
,
qual
tanto dormiva nel Chioftro su la nuda terra. fopravenne, cosi balbuziente riposò nel Si-
Mori nella Motta Placanica con molta fama gnore , il quale però in Tua lode difnodò la
di vita illibata lingua delia publica fama .
XI. Tri Tomaio da Rodano Baccclliero, AHI. Frac Andrea Pilaja da Suriano Let-
velli l'abito , olendo d'anni if qual Tem- .
tore, vide per qualche tempo vita commu-
pre accompagnò con glabiri intcriori della nc , Tenza Angolarità alcuna . RitrovandoA
virtù . Nei digiuno li refe non troppo imi- nel Convento di Taverna, ed illuminare con
tabile, poiché quali iempre lo menò in pane, piu grazie dal Signore , 'in brievc comparve
ed acqua ,
Angolarmente nelle vigilie alle un'altro; poiché datoA alla macerazione del-
fede della Vergine , dcgl’Apoftoli, e di altri la carne , dormì per tré anni anche nc' più
Santi l'uoi avvocati Anche nelle quarclime
. orridi rigori deli Inverno fulia predella dell'
più lunghe , nelle quali non prendeva mine- altare nella Cappella del Kolario, parco nel
lira, che ne giorni di Domenica, e quella non mangiare, adiduidìmo nel Coro , e fu ofler-
di più, che d erbe cotte. Se talora piglialfej vazionc di molti , che niuno mai lo preven-
pitanza , fof era per darla a poveri vergo- ne Stimolato dalla carici de predimi A ap-
.
gnofr,anzi per loro lervizio volentieri pren- plicò con gran fervore all'cdcrcizio delle.»
deva quello gli veniva incontro nella cuci- midìoni appofiolichc con frutto maraviglio-
na,c le lòde lalciato fare , volentieri avreb- To dell animc Fallato in Santo Pietro , terra
.
be dato il tutto a quelli ; onde volgarmente poco dittante dalla Aidctta Città in qualità
li diceva l'avvocato dc'Povcri.Fuori da que- di Vicario, parve d'aver làntificato quei po-
llo penderò , e di ibmiglianti arti di cariti, poli ; concioAachc ripartendo il tempo in
fi rendeva all' intutto altratto dalle cofc del tré parti ,
di mattina , di mezzo dì , e di fera
mondo; Argomento adii chiaro, che Tempre al tardi, non véra edcrcizio, o d'orazione, o
cunverfalfe con Dio Spendeva gran tempo . di mortificazione, nei quale non elicrcicava,
nella contemplazione ae 'Divini Miller), af- e Te mcdeAmo,c quei popoli. Quanto grande
fidilo nel Curo, c di giorno, c di notte, nella fòrte data la macerazione d.i luo corpo nel
quale piu volte la leniniana A difeiplinava, mentre dimorò in quello Convento e Tee ile
Ipargcndo piu l'angue, che lagrime; mai per il conghlettutarlo da ciò, che partito, fu ri-
cola alcuna A vide alterato , Tempi iciiAmo trovato in Tua cella un lenzuolo ravvolto,
d’animo, onderà Tacile a credere qualunque ov' era da vedere ogni più orribile llru-
cola gli veni (le propolla Portava del con- . mcnto di penitenza. Angolarmente una difei-
tinuo fidi negli occhi dell'anima la memo- plina inteduta di fpinc Tante , a grandezza
ria della mone; onde perciò compadìonan- dòn chiodo , coverta tutta di Tanguc ; onde
do le moni repentine de predimi, era pren- il nuovo Vicario Tomaio Tolamo da Ca-
tillimo in CotiTclTionario ad aTcoltare le lo- tanzaro, anche egli gran penitente li fé fa- ,
tà nel vellire , A che mai ricercò nelle vedi molti Conventi, come anche quello di Suria-
altro commodo , che quello del ricuoprirc no , ove parimente per molti anni Olii citò
le nuditi, e nel rimanente poco A curava , Te l'officio di Macdro di Novizi , con utile.»
vecchie cileno fodero, o pur nuove, Te grol- grande della gioventù Rcligiufa Mori nel .
ch'il tenerli non forte contri la povertà. Ne- tri Rcligioii di Tanca vita, morti lòtto alle ro- C*P-4.
gli ultimi anni della Tua vita A ritirò nel vine del tremuoto , avvenuto li Tei Novem-
Convento Suriano.ovc colto dal rremuo-
di bre 1 661. in Suriano; li notili, c vita dc’qua-
10 del I 5 òi., benché folle t imido illclb, pu- li Tono, quali Aeguono
re per quella uccaAone , alquanto apprclTo XIV. Fri Girolamo Monfolino nobile di
interinatoli, riposò co l Tonno de'Giufti. Reggio , nacque li 16: Fcbrajo del 1 djz. , c
XII. Tri Gregorio da Gimigliano Tritel- fin dalle fafeie dimodrò quella Santità , alla
lo CunvcrTo , Tcrvl in molti olfic; , e poi a_> quale il Signore l'avea chiamare;poichc paf-
quel della Sagredia la Santa CaTa di Suria- sò quell' età tanto compoflo , che quafi mai
no ; In tutti però modrò tanta alacrità d’ani- s'odcrvò piangente Oltrcpalfato negli anni
.
mo, pazienza , e cariti , ch'era in fiamma lo- non fù veduto mai tra giuochi di tanciuili,
de apprettò diluiti .
Quelle Tatichc del cor- ma colti gl'edcrciz) delie Aiuole, Tempre iio
po T accompagnava con la mortificazione.» Chicfa orante ; ramo avido d orare , che fin
de Tuoi Tenfi, digiunando, di rcipliiundoli, ed nel letto entro le conine veniva dalla madre
orando dì , c notte che perciò divenuto fo-
: ritrovato in orazione. Adai per tempo s'ap-
rnaio, molti nc Applicavano T inrercedione plicò al digiuno, Angolarmente nelle quarc-
Q Ame,
1X1 CALABRIA SANTA LIBRO I.
cofa alcuna , e per occultarli dalia gente di a miei Parenti, che io vuotino a S. Doincni-
cafa , diceva d'aver pranzato quel di in cafa co, che guarirli di fubito . Fu fatto il voto-.,
d un fuo Zio Li trattenimenti con altri del-
. e l'infermo ricuperò la quali perduta laiute,
la medefima età erano folo per Dio , esor- con non piccola maraviglia di tutti .
tandoli all’ amore della virtù , ed avvenne, XV. Fri Tomafo Filipponi Nobile di
che follecitato a qualche atto dilfbncfio , fi Terranova nacque l’anno rtfop. , e dopo un
fè ritrovare involto tra le uniche D, Gio: . corfo d anni i^. velli l'abito Fanno r5iz.,cd
Battuta Mandica,ch’il confdsò anni tre con- a fuo tempo fe la profeflione in mano di M.
tinui avanti fi renderti Rcligiofo , atteftava, Fri Tomafo Marini , Provincial di Terra.,
eh’ egli era vergine , e tale , quale idei dal Santa, e V ifitator Generale in Calahria,qua-
ventre materno. Non andava in bufea di da- le invaghitofi dell'angelico vivere del Reii-
nari,ma fe a cafo gli ne capitava alcuno,tan- giofo, volle dargli li proprio nome di To-
to mancava, che lavelli ipefo in giuochi, o rnalo. Applicato a lludi delle fcicnzc,c corti-
altre legierczzc di fanciulli, ch’anzi compra- li felicemente fino al Magillerio
, fi ritirò in
tone deli oglio ne accendeva alcune lampa- Suriano , ove virtù per io più fino all'ultimo
di avanti 1 Immagini della Vergine , e de’ di fua vita Religiofo di tutte parti , dotto
band fuori le mura della Cittì . Con quelto qnant’ ogn altro in fiiufofia, e in amenduc le
capitale di virtù , arrivato all’anno ij.difua teologie Ipccolativa, e morale, affabile, umi-
vita, e i^4y del Signore , velli l’abito in Su-
. le,povero, calliflirao , ed a fuoi Maggiori
dano Se . nel fecolo ville Rcligiofo , nel- ubbidientilfimo , tanto che non venne in,
la Religione ville da Santo. Abitò femprej quella Santa Cafa Pcrlòna di conto, che con
neConventi della più rigida oflèrvanza, ed cirolui ragionando , non reflaffe prigioniera
una volta, che inandato à leggere in Sider- della fua virtù. Frequentava per ogni tempo
no, ubbidii ma appena feorfi pochi giorni fè il Coro, nè mai fi appartò dal Refettorio co-
ritorno in Sudano, rinunziando quell’ im- mune , e
quantunque molte volte infermic-
piego, e dicendo, che la fua vita dovea clfer cio, mai potè clfer condotto nell altro dell’
breve , che per ramo gli premeva più lo llu- Infermarla a cibarli di carne . Fu due volte
dio dell anima, che 1 altro delle feienze. Di- Priore in Suriano, c poi anche Provinciale ,
morando in Suriano, andò a vederlo un fuo ne’quai governi accomodandofi al confegiio
fi atello nollro Capuccino per nome Fri Do- dell Appollolo.era divenuto Ipccchio d ogni
menico , nel liccnziarfi , abbracciandoli vi- religiula virtù. Fu da Dio onorato col dono
cendevolmente gli dille : fi legate , fratello, de miracoli , e fra molti, che fe ne racconta-
per me San Francefeo, eh’ lo prieghcrò per no, confelfa io Scritror della fua vita di fej
voi San Domenico, acciochc ci aiutino a lal- medeiìmo, che quali oppreflo da un acerbiffi-
varci, e lappj, che noi non ci vedremo altra mo dolor di fianchi ,
tolto gli fvanì , dopo
volta in quella vita j e tanto avvenne } poi- che venne toccato nella parte otte là dalla.,
ché la notte feguentc,elfendo fucccduto quel mano del Servo del Signore Prcvidde ia^ .
terribile treniuoto
,
qual mandò a terra ia_> qualità della fua morte ,e cosi l’ombreggiò:
Santa Cafa,rimafc con gli altri opprelfo fur- Li cinque Novembre del da. Bando in con-
to quelle rovinate fabriche-Chcgli gii mor- verfazionc con altri PP. dopo il pranzo pro-
to torte di fubito falito alla gloria il’ abbiamo porti quello dubio: cioè, qual folle la manie-
un'illultre teitimonianza. Avea Girolamo in ra del morire piu fpavcntevole 1 Dopo aver
Reggio una forvila Monaca nel Monaflcrio detto tutti, ripigliò egli il difeorfo, e fuppo-
..elle Vergini, ed un'altra cugina, col nome nendo ciafchedund , che doverti dire, che il
di Suor Girulamaj ma si grande fu il dolo- morir a dolore di nanco forte il morir più
re delia prima per la morte del fratello, che crudele, ( gii che pochi giorni avanti n era
in conto alcuno poteva foffrirc , che Suor fiato travagliati'.fimo) anzi dirti con Seneca:
G jrulama forte chiamata con tal nome, per- (g, ,7.-t dejunt, qm hoc gemi morti s timeant ,
*’
-
che di fubito le correva nella memoria ir nu- qui inobrumptam cù [edibili full cimi, et è vitto- N.tur.
me dell eftinto Fri Qirolamo.Mentrc dunque rum numero vivi aufcrunrur cioè il morir di :
una mattina Dava tra fonnu , e vigilia in let- tremuoto La notte fcguentc fucccduto ad
.
to, le apparve il Rcligiofo fratello , c riprc- ore fei il terribile tremuoto , infcliccmencej
fala, perche non conlcntilfe, che l'altra torte lopprcife,c fù ritrovato folto a quelle rovi-
chiamata Suor Girolama, le foggiunfe: Pcn- nate fabbriche con il Rofario al collo, il tu-
fi tù ch'io fia in cattivo luogo.’ lo fono nel nicelfo»e calzette legate in atto piu di Peni-
Paradifo per miferieordia di Dio , e'1 lodo tente,che d’altro. fe-,, m xt un
in compagnia degli Angioli, e tulio con loa- XVI. Nel medefimo luogo vengono rac-
vifiima voce intonando il Te Dcum, lo pro- cordati con molta lode Fri Tomafo Mon-
fughi fino al Te Martyrum candidatili Undat tilcone nobile di Tcrranova^Lettorc ,
Fra
excrcitiu : Indi follevandofi alto pian pia- Francdco Himcnco da Suriano Predicatoti
no, le fvanl dagli occhi. Lanno iStfj.ritro- Generale , Fra Domenico Anania Novizia
vandofi infumo con dilpcrata falute Giu- I Profeflo da Scminara , Frat’ Antonio Papar-
feppc Spanò fuo C ognatu , apparve il Servo i rotta Novizio Profello , Nobile Tropeano»
DI ALTRI CO NF ESSORI CAP. IV.
Fra Tomaio da Guardavalle , e Frat 'Antonio con rcligiofa violenza ubbidienziale , venne
da Cerifano Fratelli Converfi Novizi di pro- adretto a fupporre le /palle al gran pefoJ'Jè
bazione, tutti per virtù commendabili , e ri- andò vuota l’opinione già concepita del fuo
trovati lòtto alle pietre, qual vellito di cilicj, governo; quando lòtto di lui andarono così
c qual con le difcipline alle mani. bene in regidro gli avanzamenti , sì nello
AVI!. Frà Luigi d'Aquino La vita di
. fpiricLialc , sì nel temporale del vadiflìmo
quedo gran Servo del Signore dovea fegui- Convento ; sì bene adempiute le parti dell’
re all’altra di S.Tomalò della medelìtna Fa- una e dell altra giudizia, con tutto altro,
,
miglia, come Tuo parente in undecimo gra- qual li richiede in un ottimo, e Santo Prela-
do per olTcrvazione di Domenico Maria-, to ; che da quindi li avea fabbricata la fcala
kSat.Dii. Marchefe(h); ma diflercnziandoli negli ono- alle prelature più grandi, c della Provincia,
ri? s.nuj- ri Eccledadici , avvegnaché di poco nella., e della Religione , fc pur egli addictrato
rio. quedo luogo Nacque
virtù, l'hò rimeflò in . femprc dalle redini dell'umiltà, odinatamen-
egli nellaTerra di Grucoli della Calabria te non li folle tenuto al badò , ed all ubbi-
fupcriore da Claudia Venata, e da Ettore d’ dire più todo.Bcn’è vero, che non potè sfug-
Aquino ultimo genito di Luigi Signor di gire alcune cariche, alle quali fi fottomcllc,
Cadiglionc, negli anni correnti del mondo conofcendole più atte al travagliare, che
redento tyjo. e nel battefimo gli venne po- al godere, come di Bibliotecario di Sagrc- ,
rto il nome d'Annibale , le non più tolto di dano maggiore , di Confcdòre nell' ollèr-
Mario ; ma quello poco preme , avendolo vantiflìmu Monaderio di S. Catarina di Sie-
commutato in quel di Luigi , qualora venuto na, con qualch’ altro AH' umiltà accoppiò .
all'età, ed ordinatoli prima Chierico^ quin- l’auderità del vivere in modo , che da che»
di pallàio in Napoli vedi l’abito Domenica- vedi l'abito reiigiofo giammai gurtò carne,
no 1 anno i jdp. Fin dal fccolo menò vita di quantunque neccllttato dalle indilpolizioni.
,Rcligiofo;ondc vedilo dell'abito Rcligiofo Difeiplinavall pure ogni notte a gran furia;
d avanzò a tal grado di virtù , che ordinato ma in luogo fcparato , c rimoto , ove non_,
Sacerdote l'anno 1574., appena pollo il piede fulfe veduto ; E perche fu trovato una volta
nel 2j. dell età fua,a capo di due meli venne da un Frate , egli 1 obligò con giuramento
’
propolto alla cura de Novizi nel medclimo alla fegrctezza . Non didomigliantc era lo
Convento di S.Domcnico in Napoli;quando Itudio di coprire le fuc orazioni, per le qua-
in quello vivevano Religiod di conolciuta., li s'avea lecita la Cappella del Croccfilfo ,
virtù Ma chi vel promofle ebbe gran lume
. che parlò al fuo congiunto S. Tommafo.
da Diov poiché eliercitò sì bene quella cari- Dormiva pochidìmo, perche coricatod tar-
ca lo (pazio d'anni 17. che per molto tempo di, preveniva il marmino almeno per un ora,
appreflò ebbero a fentirfene gli utili Erano . dopo il quale li redava in Coro orando fino
i luoi infegnamcntiFopere; onde proponen- al giorno L’amore, che portava alia pover-
.
dotì a tutti come vi va regola d’ollervanza.. tà ir comprende da quelle parole, ch’egli ave-
religiofa,non è facil cola a ridirne in brieve va fempre in bocca Somma felicitai, nulla_:
gli avanzamenti nella virtù de'fuoi Novizj. cupidità j ; c molto più fi feorgeva da' fatti;
Fu in lui iingularillìma la modedia del vol- Impercioche facendo il tellamcnto prima di
to, quale avendola frappodo fra l'auderità, far la profedìonc , non folo non ritenne per
e la piacevolezza,ad un ora medefima li gua- fc nulla di vitalizio ; ma cflèndogli dati af-
dagnava l’amore, e la riverenza di tutti? che fegnati da una fua Sorella più feudi annuali,
per tanto gli riufeiva aliai agevole la per- egli ottenne licenza da Superiori di poterli
luaiiva alla virtù , e la diffuadva del vizio. fpcndere per la libraria , e di darli a Poveri.
Dal magideriopalsò alia luperiorità di tutta 11 di lui abito fu femprc vecchio ,
e rappez-
quella gran cala, eletto con tutti i voti,che> ne velli uno nuo-
zato, eccetto una volca,chc
non cran pochi, così grande n' era l’opinio- vo per mandamento del Superiore, quai'egli
ne, le non fol venutogli meno un folo , che però portava con tal erubefeenza , che non
fu il luo, non fòle non conlentendo a quell' aveva animo di compai ire fra gli altri Reli-
elezzionc ; ma opponendovi/!, collo Icularlì, giofi Per mantenere illibata la purità vergi-
.
che quella gran cala , qual’ era la prima nel nale fuggiva la famigliarità delle donne, av-
Regno , e dovea ftrvire di fpecchio a tutta vegnaché Religiofe fodero, o drcttc di lin-
la Keiigione,ed ove abitavano Religiod co- gue ; c le mai obligato da urgente neceffità
tanto compiuti , non dovea , nè potea efler a parlar con alcuna, il faceva con tanta fret-
ben governata da un femplice , ignorante», ta,gravità , c modedia d’occhi lidi alla ter-
imperfetto fuo pari; e dalle parole borren- ra,che non fu chi avelie potuto veder la fua
do a' farti , andò a nafeonderd , ma dentro il faccia per intiero In conferma di ciò, due
.
Monadcrio in luogo non conofeiuto , con fue nipoti Monache di S. Chiara avendo ot-
penderò , che frattanto pentiti dell’eiezio- tenuto di potergli parlare quattro volte l'an-
ne già fatta, fodero quei PP. venuti ad un’ no , egli dopo molte prcghicic avvalorate»
altra Non però filofofava il vero ; concio-
. dal commandu de Superiori, appena accon-
luche tutti protellandod compiaciuti nella fenti di andarvi una volta, e con talroirorc,c
fua elezione , dopo d' averlo già ritrovato renitenza , che giarnai le mirò in faccia ; nè
, , ,
ciò fìa maravigliai poiché sì t (fatta modeftia avendo mai riguardo a co fa alcuna, di quan.
aragli famigliare in Convento co'fuoi Reli- tc lo rendevano in illima del mondo,noa tra-
gioli,ntunu ue’quali potè mai vedere parte lafeiò di fervire tutti in qualunque minilk-
ad fuo corpo ignudai e neiruitima infermi- rio più baffi) dèi Convento, c delia Religio-
tà pregò il Superiore , che non permetteffe , ne . Ma non mancò Iddio d’ illullrarlo con
che fuliè (fogliato il fuo Cadavere per circr la grazia de' miracoli , e co’l lume da pene-
lavato,come da Religioli codumait . li (lai- trare le colè occulte ; Conciofiache comin-
do dunque carico di tanti meriti, volendo il ciando da quelle, andato una volta in cala di
Signore a fe chiamarlo , gli rivelò il giorno Maria Poerio nobile di quella Città, per Tuoi'
del fuo felice traniito, che fu agli otto Mag- affari , e quella raccommundatafi alle fuo
gio del 1 5 zj. orazioni, pcroche non fi icntìva bene, il Ser-
Domenico Grtvin.vox tmtiir.Teoior.dii Pi- vo dei Signore / avvisò, che quella era nuo-
fern.de vir. illiiftr. Jtegn. AB a Cafit. General. va gravidanza, non avvertita ancora , c che
ejnfd.Kelig. de ann.i 6iZ.Ferra)it. della Marra darà a luce un mafehio , ma prima farà tra-
jamigLAqnin. Domenico Maria Marchef. Dia- vagliata da un infermità moualc 5 così co-
rio Sagr.SMagJ’aolo Gualtieri lib.iAe'Confef. me avvenne Quanto . poi alla grazia de mi-
X Vili. Fra Giacinto da Taverna Con- racoli, quelli farebbonu molti i poiché chia-
vcrlò fu di vita cfcmplariflìma, eicrcitando- mato da molti infermi, egli coi fegnarli in.,
la in un digiuno continuo , ed in altre mor- fronte, o li guariva, o li allegcriva, o all’in-
tificazioni di icnfo.Fù aflìduo nell'orazione, tuito li lalèiava confidati . Frà qucfli fu mi-
e contemplazione delle cofe ccltlìiali a lé- rabile quello fucccdè a Cornelia Monizzij
gno, che Sempre perciò gli venne meno il Gentildonna primaria : teneva ella una tì-j
tempo . La carità depredimi così gli tiran- gliuola in iattc, ma mfcrmatafi fi era ridonai
neggiò che parve tutto oeclii,tut-
gli affetti, all'attento : Così dunque fattoli venire Frà
to piedi, tutto mani per Jc neccflità di quelli. Paolo , il quale giunto , /'afflitta madre gli.
Nè altro Tappiamo della fua vita, fe non fo- pofe in feno i intcrraueciaj dicendo, che da]
to , che moia nel Convento di Paola coti., itti 4 voleva redimita alla faiute: £ traiamo,
dell ubbidienza, per amor della quale noiu, appena potè cantarli l’officio con la meda
pure a Tuoi Superiori, ma a tutti gli altri del c fard ladre cerimonie codumate : tutti ba-
Convento ubbidì a cenno , Ponza appettarne giandogli i piedi , e le mani , c tagliandogli
i mandamenti cfprelìì . Cosi anche gl' alni in pezzi l'aiuto, la tonica , c la cappa q onde
della Cadità , e Povertà ì poiché per conto couvenne rivenirlo due volte . £ quello re-
dell'uno mai in tempo alcuno fpiro mal 'odo- cò maraviglia fu , ch’il tempo prccipirofa-
re d incontinenza^ c per argomento dell’al- mcnte piovofo parea, che non doveflc con-
tro non lì vedevano in fua cella , eh un po- fentire sì gran calca di gente , come non la
vcriffitno lctticciuolo , e poche fcmpliciffi- confcnttva, le non veniva lòprafatto dal fuo-
me mutande, e dei rimanente nulla più.Vo- co dell'altrui divozione. Ed avvenne sì, che
icntieri impiegava fe mede/imo agli atti del- gl’uni fuccedcndo agli altri , fé ne differì la
ia carità, fervendo tutti in quello gl’era pof- Sepoltura fino alia fera al tardi , a richieda.,
fibile, Angolarmente Religioli infermi, affi- de medefimi fcpcllito in un luogo a parte,
ttendo Tempre loro a fianchi per oflèrvarne trasferito poi l'anno 11*77. con la medefinu
,
i bifogni
5 e poverelli del fecolo, quali com-
cada nel Sepolcro dc’Novtzj Quanto lode
.
pativa di cuore, fovvenendoli di quello po- ia gloria di quedo Beato Servo del Signore,
teva, e molte volte, o con pane, o con frut- l' abbiamo da una fua apparifeenza pochi
ti, quali fi traeva dai proprio neccffai io. Vir- giorni appiedo alia fua morte, poiché dan-
iti «quali accompagnava con una abjcttiflìma do egli infermo a letto furono a vibrarlo
umiltà di fe ineUefuno conciofiache noto molti, e fra quedi il Dottor Camillo Rotel-
;
1
la,
.
fi era legato il mento di Fri Paolo nel men- llcrj Divini ) nè mai fi è veduto ufeir da Cel-
tre li confegnò alla fcpoltura Quello mc- la, fe il minirtero di Sacerdote, c di ConfcT
.
defimo Bambino gii nato, dopo alcuni mefi iene, o l’eflercizio d'altra opera di carità non]
aggravato da certo male nelle palpebre con lo avelie chiamato altrove) laonde nel tcnor
molto periglio di perderne la luce , appena del fuo vivere , e nei portamento delle fuc
tocco con un minuzzolo di panno del Servo gclhi comparve a gli occhi d'ognuno compi-
di Dio , fi rratiè fuori di periglio ì quindi to modello di perfezione refigiofa Indi .
venuto all'età , e travagliato dalla vertigine, avanzatoli nell'età, foffrì per fett’anni conti-
le ne liberò , ungendoli col naftro di lbpra_. nui gii acerbiffimi fpafim i,chc fogliuno cau-
raccordato . Paolo Rotella avendoli prclb la fare 1 morbi ncufritiei nè perciò Teppe mai
j
j
metà dello fcapolare , d'uiu parte fé ne for- la fua lingua proferir accento, che non fulfè
mò come un’abitino del Carmine , qual fem- di lode, o di ringraziamento al Signore ) an-
:
pre portò addoffo : Ora l'anno 11)71. andan- zi bene (pedo diceva con Davide Sa^ittt :
du in Roma , come fù pallaio Monte Circel- lue tranfeunt , e quali Tempre con Agallino:
1 lo , fc gli infuriò contro il mare con tanto Pomine bìc feca, bìc urc, bìc non pargas, ut in
!
periglio, che ed erto , c tutti gli altri eomin- ttermm panai Quali parole furon eiraudi-
1
ciarono a temcre.Imanto il Rotella prefo in te da Dio ) mercecchè alle pene , che con
mano il fuo abitino
, ed anche calatolo iti.» ammirabil pazienza Tuffava il buon Religio-
mare, a quel tocco miracoJol'amcnte fi tran- fo , vi aggiunfè per compimento la cecità
quillò la tcmpella. Con nn’altro tale pezzet- degli oc-hi Egli però cosi cicco delia villa
.
to d' abito rifanarono da alcuni dolori per corporale, fìfsò più acuto lo fguardo delia.,
lapedona Mariella Puliti . Gaetano Teuto- mente nel fuo amato Gicsù ) fìcehè confum-
nico da’doloridei capo) Livia Rotella dal mato finalmente nelle virtù, c giunto all’età
dolor di mingrania, Lucrezia Mandatorizzo d’ anni fettantanove c giorni ledetti nc'dì
, ,
da dolori di denti , ed altri da varie infer- nove Febrajo dell’anno 1 refe placida-
,
mità . mente 1 anima al fuo Fattore. Fu incredibile
XX. Frà Tommafo Cerzito nacque a il concorfo de popoli sì vicini , che lontani,
* i-fGennaro del iSSi.in Roggiano Ter- affollati intorno ai
quali anuiiati Cadavero, (che per)
al t-.iaavcro, per
ra della Calabria Citeriore . Venuto all’età fodisfarc alla loro divozione, fu lafciato per
d'anni ao., abbandonato il mondo , veflì l'a- tre giorni infepolco )
laccravangli le vefti-
bito di S. Domenico nel Convento d'Alto- mcnta, conlèrvandofelc come preziolè reli-
montc, dove fatta già la Tua fbllenne profèt quie , c dopo forterrato concoricro a turme
fione, fii da Tuoi Superiori dcrtinato alli ftu- le genti da più bande a riverirlo nel Sepol-
dj ) indi promoflò al Sacerdozio $' applicò cro. Indi per venti otto ore dopo la fua mor-
tutto , e per tutto allo Audio delle criltianc te apparve il benedetto Cadavero tutta via_>
virtù , e della rcligiofa perfezione per far caldo, c flcffibilc, nè cangiato d'afpctto, anzi
,
piu elevato profitto nella feienza decanti} candido, c bello il volto, come fe tulle ancor
thè però ritiratofi nel ccnnato Convento vivo)onde apertegli le vene del deliro brac-
ufi CALABRIA SANTA LIBRO I.
cio,e dclJe tempie, tinto nel fecondo, quan- fiamme col vivifico fegno della Croce , ed
to nel terzo, qujnto,e dicccfettefimo giorno, entrato dentro , racconciò le fovraftanti ro-
dopo la lui morte , fcaturì vivo , e vermi- vinc,ed ufcì lènza ldione alcuna al di fuori,
glio lingue . A
tutto quello volle Dio , per con ammirazione di quanti il viddero , eh'
glorificar il fuo Servo ,
aggiugner nuovi erano molti . Infermatoli gravemente nel
portentii pofciacchè col ricorro aldi lui pa- medelimo Convento de’Luzzi, coflrctto dal-
trocinio, colle particelle delle fue vedi, col- l’ubbidienza a fpogliarfi in letto, per meglio t
ie goccic del fuo fangue inzuppato in bom- curarli, gli fù ritrovato a carne nude un'a-|
bice, o in altro , reftituì la falute a varj in- fpriffimo cilicio di maglie di ferro, che per!
fermi di aidcntiflimc febri, di acutiflimi do- la lunghezza dei tempo fe gli era arrugimto
lori,d'attrazioni di ncrvi,e di parodimi mor- di fopra , ed armatofi co' Santi Sagramenti
tali Diede la vida a ciechi , liberò da’peri-
. della Chiefa fi condulTe fino allùdimi mo-
coli varie partorienti, ed a non pochi mori- menti della vita, chicfe da mangiar tré fichi
bondi conferì repentinamente la falute, co- verdi, c da bere un tantino d’ acqua : quindi
me coda dalle autentiche attetiazioni. con volto allcgrilfimo,c bocca ridente diffe:
Sia benedetto Iddio, m
avete ricreato , ma
f. Vili. fatemi grazia di lafciarmi ripofare alquanto.
Ufciti li Prati fuori, c chium l'ufcio i ed al-
Di alcuni Religiofi di Santa vita d° quanto appi elio ritornati il ritrovarono gii
Minori Conventuali. morto, ma in atto d orante in ginocchioni
con la faccia, e mani giontc al Ciclo,col ca-
T7 Rii Stefano dalli Marzi nella Bagliva poccio, c corda al petto. Morì quello Servo
I.
r di Rogliano, che per tanto, ora dalli di Dio nel mefe di Settembre del iSij. , c
dopo anni tz. di fcpoltura fu il fuo cadave-
Marzi, ora da Kogliano venne detto , fu Sa-
ri) veduto ancora incorrotto.
cerdote femplice per lctteiatura , ma noie, I
gior parte dcll anno, perche oltre le quaretì- vita. Vedi l'abito di quella Religione in età
affai giovane , e correndo tutti li gradi fo-
me, ordinate dalla Cnicfa , e dalla Religio-
prarrivò al Magiftcro Attelè del continuo
ne, ramificava ancora quelle del fuo Serafi-
.
poi per un fatto gli lòpravenne , c fu , chej mento, che il dipartirtene gli recava molto
avendo bifogno di certo panno per farfene fcontcnto : Pù povcrilfimo, fenza mai aver
pollo affetto a cofa'tcrrena: Predicava fenza
una tunichina , lo fpenditore glie’l comprò
al colore di S. franccfco di Paola. Come to-
mercede alcuna, c fè talora più per elezione
lto lo vide il buon Servo del Signoretquedo,
altrui,chc a fua richieda gli veniva data cos’
dille, fenz altro èavvifo del Santo Padrej, alcuna , egli nulla ritenendo per le medefi-
che vuol imiti la fua vitaj onde dall'ora non mo, il tutto ripartiva tra’ poveri , e tra'Prati
mangiò più carne, non ova, non cafcio, non del Convento, ove dimoiava. Per argomen-
altro, ed oltre più avanzandoli anche dalpc- to di ciò giù venuto a morte , ed ellendogli
fee s allenne , onde il fuo mangiare non era, detto, che facci la /propria, rifpofe,che non
che o in pane, ed acqua, o in erbe corte, re- aveva di che far la (propria, che de l'olì pec-
fe per lo più amare con la cenere . Di fotto cati commefii. Quanto più fu povero de 'be-
mai portò panno lino , ufando per camicia., ni della terra, tanto divenne ricco dcll’ope-
un tunichino di lana ruvida , ed aipra, più rc della cariti co'fuoi prolfimiffingolarmen-
per ufo di cilicio,che per altro.T urto il tem- te infermi Che però vtlitandonc uno di pa-
.
ne, dalia quale mai farebbe partito, fe non non avendo ne anche dove dormirevcgli ri-
per gravinomi affari . Pellegrinò in molti dottoti in Con ventoso provide d’un paglia-
riccio, qual condullè dille proprie fpaiie , e
luoghi fanti fenz'altra provilione, che quella
confidava dalla Providcnza Divina tu di . riprefo da alcuni amorevoli , che tanto non
: E perche
natura affai piacevole, alla quale aggiorna la fi conveniva al fuo grado, rifpofe
virtù, il rclcio »ì , che mai fu veduto altera- nò ì Se Crilto non fi vergognò di portar la
to, e quantunque più d’una volta llretto da' Croce al Calvario per l'altrui infamità mor-
travagli , fempre però fu oflcrvato col rifo tali? Più (ingoiare fòla carità, qual' efcrcitò
in bocca . Effcndo prattico nel miniftero di con un’altro già morto.Ritornanuo da Napo-
li in Calabria fè cammarata con un
Prete re-
far le calcare , fù da alcuni fuoi amorevoli
delia Terra dc’Luzzi chiamato per affiderò golare di S.Stefano.Dati la fera a terra, c riti-
ad una lor calcara : gii il fuoco da più ore., rati in un’ollcria,la notte fe nc morì d -iti pro-
actcfo avea portato la pietra alla mezza cot- vilo quel fuo compagno.Li Marinari séza ba-
tura, ma slogatetene alcune , minacciavano dar ad altro partirono la mattina per tempo,
infallibile la caduta di tutte : Allora il buon quantunque dal caritativo Rcligiofo collan-
Servo del Signore fegnato fe medeftmo, c le
1
temente richiedi , che non partano , fenza
DT ALTRI COMF E.SSOR1 CAP. I V. Jl7
prima dar fepokura a qucR'infclicc; cd oltre
) la il buon Servo di Dio fat-
faccndu; perche
pillando, foprarrivatiii , alquanto dilungati
ta orazione per F inferma la liberò e di
dal poi to, loro fé intendere, che fc non fi ;
pie- vantaggio ritrovandoli in quel luogo molti
gallcro adopera delia cariti, farebbono iti
uomini di mal affare , già d.lpodi a non so
a traverlò . Ritornarono adunque in dietro,
qual enorme alfalfinjo, egli tanto dille, che
dicrono fepoltura a quel cadavero e ripofti
, rivoltò in meglio la loro intenzione. Eden-
in mare tirarono un viaggio profpcriliìmo ì
doli allocato il fuoco in un Villaggio pref-
di meglio che due giornate , appljcandofi il
fo Carpanzano ,
con periglio d' aboruggiarfi
tutto alla carili dei Servo dei Signore. Oltre
tutto, non potendovi accorrere di pcrlona_»
ligoverni della Provincia fu creato Procu-
quello Servo di Dio, vi mandò un fuo fami-
rane Generale dell'Ordine, qual officio efer-
gliare per nome Antonio ; acciocché a fuo
citòcon tanta prudenza , che innamoratofe-
nome gittalfe detro quelle voraci fiamme un
nc Papa Paolo V. volea promoverlo alla
Agnus involto tra certe carte Andò Anto-
Chicli di Catanzaro; c di già 1 avrebbe pro- .
do da Koma in Bologna , cd efTcndoii an- ritratti , Rimandoli ogn’ uno felice tenerlo
hottato con pioggje, ir Cavallo l' avea por-
nelle fue camere: Nel qual tempo non folo
tato a precipizio Iddio fra tanto illuminò
.
non refe mal odore , ma fpirò una fragran-
la lua mente, c l' avvertì del periglio; onde za si grande , che ciafcheduno fi credea dar
tirato a dietro ij giumento, li rimeffe nella
in Parodilo. Dubitava della verità di quedi
Brada licura, per la quale fi conduflc ad un odori Giovai! Perdo Cortefc Dottor Elico,
olleria , dove appena entrato fe gli fè avan-
e dimando, che fufl'ero artiliciofi, gli aprì la
ti una giovinetta, c con rimprovero
gii dif- bocca; c li accordi , che da quella ufeiva la.»
fe: O frate, o Frate, e non ti fpezzaftì il col- fragranza: Continuò intiero , cd incorrotto
lo 1 Balla per me non mancò . Richiedo chi
anni dodici, palpabile, e mancggeVolc,comc
ella li folle, gii rifpofe Odierà, ch'era una
l' le lòde d un fanciullo .
fua figliuola oflèlià dal demonio onde
, ; li 111. Bonaventura Pcrna dc’Minori Con-
jfa chiaro quanto jnfidiaffe la fua vita 1 ln-
, ventuali nacque in Gcracc , chiamato nel
[fetno . Ma non terminò fenzagrande utilej S. Battclimo Afccnfio perche nato nel d)
,
fedi-
. , 1
I ro
tiravano la lor orazione fino al nuovo i Sinopoli, al quale poi piacque tanto, che lc '1
giorno Tegnente I nomi, le Patrie, ed i ge-
. prdc compagno} ed andati in Napoli, lo po-
tti di quein fono , quali ficguono Giacomo della_.
fc fotto la dilciplina del B.
I. rrat'Elia da Catanzaro fu difcepolo del Marca nella quale flette anni fei , e fa fuo
,
ne, e finalmente tré anni Guardiano di Ge- licenza di partire da Napoli, c venuti in Ca -
rufalemme.ln vita, e dopo morte operò mol- tanzaro , Fri Francefilo fu eletto Vicario
ti miracoli , fra'quali fi racconta 1 illumina- Provinciale , e poi la feconda volta dopo la
zione d'una donna cicca col folo orare nel grande unione} anzi fu egli il primo, che_>
fno fepolcro in N Raffio , ove riposò nel Si- aveffe goduto del titolo di Provinciale, cflen-
gnore. do flati per l'addietru i Superiori della offe r-
IV. Frat Antonio Paparrico da Catanza- vanza chiamati coi fitto nome di Vicarj. Ri-
ro, di cui anche fanno raccordo con norr.cj trovandoli adunque ancor Provinciale, ven-
’
di Beato, Paolo Gualtieri (a) nel fuo libro ne deftinato Commiffario nella Sicilia , ove
dc Confciióriì e fenza tal prerogativa Ifido- incaminato lafciò di vivere nella terra , per
• ro Tofcano (b) neila vita di S. Francesco di eternamente vivere nel Ciclo l’anno 15Z y.
Paola.Fugato dalla Cittì di Catanzaro il fuo VI. Fri Pietro Abate Catanzarcfe veflì
Come , e Marchcfe di Cotronc , vi ritornò l'abito per mano del fudetro Frat’ Antonio,
ton alquante galee , c dato a terra a tempo, c fa Religiofo di maravigliofa attinenza-.
chdgran gente v era fcefa a Ipaffo, fe prefu- quale accompagnava con un bafliffimo fen-
ra di ijo.perlonc , fri le quali fu un Maellro titnento di fe medefimo } Onderà folito dire,
di Icuola con alcuni fuoi {colati, del cui nu- che per fuo conto li Frati tutto giorno per-
mero era Frat 'Antonio. Intanto il Marchcfe devano il pane. Fù Guardiano in Catanzaro, j
fè intendere alia Cittì, o che ella fi renda al- ove parimente morì , qual viffe Tantamente, |
la fua ubbidienza} o ch’egli darebbe la mor- ed ebbe nel funerale il concorib di tutta la 1
te alligii prefi . Fù accettato quell' ultimo Città, j>ì grande n era la ftima della fua virtù.
partitole mentre con ifittetara morie fi mar- VII. riti Nicolò, detto volgarmente con-
tirizava quella geme , Frat’Antonio fè voto forme all’ufo di quei tempi Fri Cola della
Wi prender l'abito fra gli Oflervanti,fc fcam- Famiglia de' Negri da Catanzaro, eflercitò
pava dai periglio. Fù effandito, perche effen- con gran frutto delle anime l' officio delia.,
do di buon carattere nello fcriverc, e perciò predicazione appoftoiica.Abitò per lo più in
piacciuto al General delle Calere , queiti Taverna , ove tinabnentc morì con gran fa-
chielc'per lui al Marchcfe in grazia la vita, ma di Santitì, e fu onorato dai Signore con
e l'ottenne ••
Dilcioito da’fervizj di quel Si- la gloria di alquanti miracoli ftaniti per
ilcar-
. ! . . . . , 1
Coro, c Chiefa , cantando glufficj divini , e parole , che tutti partivan da lui confolati
contemplando i Divini Miller) , o manual- con deliderio di rivederlo altre volte . Fu
mente faticandoli negli affari del Convento. multi anni Guardiano nella Patria, Angolar-
Moti orando in Policaflro con gran fama. mente dopo la morte del Coco , foftituito
IX. Fri Damiano Pcrricciuolo da Catan- per tirare avanti la fabbrica . Riposò nel Si-
zaro fu eminente Teologo, e Predicatore di gnore nella Città di S. Mar cogliendo Guar-
primo grado in quella tua età , e tanto più diano,lafciando a’poficri un graiiflìmo odo-
ammirabile, quanto più rifeontrava la dottri- re delle fue virtù
na con la Santitì. 1
ratto dal deliderio di vi- XIV. Frà Giacomo la Ruffa Catanzarcfe
vere nafcultu agli occhi del mondo parti da vi (Te con grand 'effimpiarità di vita Tutto il .
fuggirne gli appiani], fuggì in Nola,ma co la li relfe con notabili efTempj di carità, e zelo
|
medelima meontratura. Morì finalmente nel- di oflcrvanza religiofa . Morì in Nicafirol
la fudctia Città, concorrendo al fuo funera- lantamente.
le affollata la gente cercando tutti portar
, XV. Frat'Agoftino da Catanzaro , eflen-
feco alcuna reliquia di lui do in età alquanto provetta vefiì 1' abito, e
X. Frà Lorenzo Durante della Rocca., , quantunque di più che mediocre letteratura,
Fciluca velt'r i’ abito tra’ Conventuali , ove rifiutò d cflcr Sacerdote , dicendo , che tal
avendo attefo alio (tudio delle fagre lettere era fiato il fuo Serafico Padre. Era nel lèco-
divenne celebre teologo di quell'età . Tratto lo per profeflione Ccrulìco , onde tutto fi
dal deliderio di maggior perfezione, pafsò confagrò al fervizio degl'inférmi, sì Frati,sì
tra gli CfTcrvami con nuovo jfiitutodi rc- fecolari ifervendoli con tanta carità , come
ngiofo vivere troppo aullero . Non dormi- fc fiati follerò fuoi ftrettiffimi eongionti .
v a che poche ore la notte Riducilo della cagione di tanto affetto , ri-
, e su la nuda ter-
ra: nen mangiò mai carne , ma o legumi, ed fpondea, ch'egli medicava le piaghe di Gie-
erbe mal condite: tanto compollo nel di fuo- su Crillo , apertegli dalla Aia cariti per ri-
ri, che innamorava tutti alla virtù E (laido . fet mro de’ propri peccati . Mori in Catan-
andato a predicare in Gallipoli (già ch’era zaro con ottima fama di virtuofo
in quello minitlerioeminentilfimo),ed aven- XVI. Frà Riiolo da Catanzaro Laico, ma
do travagliato il corpo non meno con la pre- per umiltà, avendo avuto per altro fufficien-
dicazione , che con la mortificazione , s'in- te letteratura al Sacerdozio Fu d'afprifiìma .
fermò gravemente, nella qual infermità refe vita, tanto che , o digiunando , o vigilando,
lo fpiritu al fuo Creatore , lafciando grand' o difciplinandofi recava maraviglia , come
opinione della Tua virtù . uomo di carne potette refiftere a quelle au-
XI. Fri Giacomo Ranjero da Catanzaro ficrità Fù Superiore in Catanzaro , ma non
.
Predicatore di fantiffima vita , fu più volte tralafciò gli uffici di Laico , Angolarmente-»
Guardiano nella fudetta Città, amato gene- quello della cerca i onde s' acquiftò il nome
ralmente da tutti per la fua virtù, onde l'a- del più Santo Frate Laico della Religione .
veano in luogo di commune Padre. Morì in Era sì grande il credito, qual della fua vir-
quello Convento: ed ebbe fopra il fuo fere- tù aveano popoli, che li giorni dcftinati al-
i
tro tali pianti, come fe fiato folle jj Venerdì le cerche l afpettavano , come fe dovettero
Santo nel fetmonc della morte di Crillo riccverel'uno degli Appofloii Morì in Ca- .
XU. Frà Franccfco Guarniero da Catan- tanzaro con maravigliofo concorfo di gen-
zaro profefsò la Serafica Regola tra’PP.Con- te .
bandonar la Religione ; poiché, oltre agli al- chito dei lume della prolezia predirti mol-
tri llrapazzi, facevano veduta di crollar iej te cofcipcr il che veniva richiedo da per-
mura con aperto periglio di rimaner repelli- fonc qualificale; ma dubitandoli molto del-
ti Cotto alle fovradanti rovine 11 Superiore . la fua femplicità, ebbe ordine dal Provin-
del luogo chiamato a fe Fri» Bonaventura-, ciale di non pratticarc con fecolari ,
lingo-
gli ordmò,chc provedeflè al bifcgno V an- . larmcntc con Signore in Chiefa . 11 fuo cibo
dò egli una notte, ed clpofto sii d'un altari- era parciflìmo ; poiché non pigliava porzio-
no quel Crocchilo, qual di continuo porta- ne a parte , non dal Refettorio , non dalla-,
va nel petto fra due candele accefe , li pofe cucina , contento folo di quello refiava a
avanti a quello ad orare. Come toccò il Tuo- Chierici , e Laici nella feconda tavola Fi- .
no delle cinque ore fu affaldo da molti de- nalmente eflendo d anmSj., ircntafei de’
moni, cercando di foffogarlo; travaglio, che quali ne avea ipefo nel fervirc la Religio-
gli fu replicato la feconda volta ad ore due ne , refe il fuo lpirito al Signore nel fudetto
di mattina .Fatto giorno fi Centi una gran-, Convento di Palermo a 17. Novembre del
feoflu di tremuoto, molto piu fiera deli altrei ifSj. Morì di notte tempo , fenza effernej
ma egli ridendone diffe al Macllro , che av- potuta penetrar la nuova al difuori ; quan-
Cuoi Novizj, che pili non temano i e do ecco la mattina per tempo un’ immenfa
vifalle i
che per l'avvenire non Cerniranno altra mo- moltitudine dell' uno , e dell' altro feffo per
leftia, come già avvenne. Ritrovandoli nel-
riverire il cadavero; tutti acclamandolo per
Tanto; Nè mancò il Signore delle Tue mara-
>
la Speziarla del mcdelimo Convento, ove an-
viglie per l'autentica della fantità del fuo
jcora fi ritrovava un Turco, ed introdottoci
ragionamento della verità della ciifiiana Fc- Servo; Conciofiache col fuo tatto illuminò:
Idc, egli in Cita comprobazione pigliata da
un un cicco, raddrizzò un zoppo, fiche potè ca-
bugierò ivi prefentc alcuni carboni acccfi minare fenza l’ajuto delle ftanchclie , e li- j
rio nclMonaltcriodi S. Maria degli Angioli il. Angiolo dalla Saracena ni figliuolo del
de 'Frati Offervanti. Ed avvegnaché di mol- medefimo Santo Patriarca, nè dillomjgliantc
ta folerzia nel praticare, e convcrfarc con-. nella ùntiti di Fra Fiorentino , raccontali-
. . |
doli di lui ciò , che deli' altro fi è fermo Ai mentini Vicario Appoftolico nell’altro poco
{opra difeofio, ma meno frequentato di S. Maria
Ifidoro Tu [e ano viea di S.Francefco. del Giardino Quivi oltre la folitudine dei
.
III. Giovanni Cadurio d alla Rocca Bcr- luogo, qual però cominciava a frequentar»,
narda.Era quelli un giovane di chiaranafci- ttpprro ritrovar maniera di più rigorofo fe-
ta in quella Terra , e beneftante di facoltà quefiro} c fu, che chiufc le porte fi ferviva-
temporali, na lattavo. Acccfo nell'amore di no duna ruota a fomiglianza di Suore , per
una giovinaftra di nobil parentado, perche dar le rilpofte a chi le chiedeva, per confi-
I
o
qucliadatn in marito ad un fuo pari li Colen- glio, o per interccfltonei dalla quale ancora
te , le convenne partire per condurli in cafa ricevevano da àncdcfiini le colè nccettariej
dello fpofu, la feguì Giovanni aguifa di un per il vivere Non mangiò Giolàfat mai in
.
Toro ) tratto dalia veemenza dell’ emore_>. tempo alcuno carne , o altro cibo pafqualc }
Dovea, c l’ una, e l’ altro pellàre per davan- mai usò forte alcuna di tnineftra: Era adun-
ti il Convento ove all ora fi ri-
di Spezzano, que i ordinario cibo pane, ed acqua con qual-
trovava S.hranccfco Iddio fi compiacque.»
.
che erba, o firutto;ma di folo pane, ed acqua
di provedere a quel difordine, come già pro- fenza erbe , o frutti in tutte le quarefime di
vide col feguente avvenimento . Rivelò al fua particoiar divozione quali erano le co-
,
Santo il dilordinato affetto del giovane, on- lluniate dal Serafico Patriarca S. Franccfco }
d' egli due ore avanti,che palline da lochia- c fenza cibo di forte alcuna tutt’ i Venerdì,
mato a fe il Portolano dei Convento , gli e Sabbari dcll’anno.Effendofi tal volta infer-
dille, che di breve era per quivi pafiire una mato, ebbe ordine dal fuo Confetture Alef-
donna, qual'andava a marito} c che poco ap- fandro Ferrari della Compagnia ,
di cibarli
pretto era per feguire un giovane, fianco dal con cisi pafquali, eccettuata la carne
, come
viaggio, il quale farebbe entrato io Conven- già per qualche tempo ubbidì Incelo ciò da .
to a rinfrefearfi: gli dalle dell' acqua, ma fcr- certa Signora fua di vota e sbagliando nella
, ;
tatc le porte ,
non gli permeitene l'iufciticj qualità delia dilpenza
, come fe (tata follo
lenza Tua faputa Paisà la compagnia colla_,
.
per qualunque cibo pafqualc gli rnaniò un
j
, |
(poli, feguì Giovanni, al quale dato da be- pignatmo con carne b.n'acconcio . Mangiò
re, niegò poi l' ufeita. Strepitava egli, fcefu egli della tnineftra, e forprefo da una ficra_.
il Santo, il quale prefe ad avvertirlo dell’ in- tentazione di gola , voleva per auchc man-
ganno Non li arrendeva il cieco } onde fi giar della carneima collo ritrattoli dal man-
venne a’ miracoli. Toeeogli il Santo l'orec- giar, e l una, e l’altra, fi vidde tra'piedi , c di
chio deliro , da cui collo sboccò un verme lòtto alle faide dell'abito ufeir un’ uccello'
rollo, pelofo, lungo un piede. Inorridì il gio- come nottola} cioè il demonio fugato, c vin-
vane , tanto che fatto accorto dell’ errerò, to . Cingeva le carni con due grotte catene,
fupplicò dal Santo il fuo abito.hu ricevuto, e con la terza al pefo di rotola due, penden-
c ville vita cotanco Tanta , che il Santo Pa- tcgli dal collo per divozione di S. Leonar-
triarca le lo prelc compagno nell’andata di do. Non dormiva, che tré ore la notte, c mai
Francia, da cui ritornato,dopu una vita mol- di giorno} il di più del tempo lo (pende va_>
to innoccntcpriposò nel Signore nel Cunvcn- in orazione o vocale, o mentale, nella quale
vento di Paterno l’ anno 1 514. Ipetto veniva rapito in ertali ;ed in altri efer-
Ifidoro ToJ'c ano vita di S. Frane. cap. 1 f ctzj di muniti. azione , frà li quali erano Izj
IV. Giofafatto da Gimigliano nacquo giornali difciplinc, fino allo fpargimcnto del
circa il 1 5 80., e vide per qualche tempo dif- langue. Fuggiva quanto gli era pottibiie non
folutamcntc: tocco finalmente da Dio , e la- folo il praticare, ma anche il vedere dunne,
rdato quanto avea, vefiito da Eremita andò lotterò di qualunque grado, alle quali (fe ca-
nella Kitonda in Bafilicata da un fuo Zio 1 ora veniva collrccto da ne celli uà inevita-
materno, eh ivi Icqucftrato dal fccolo mena- bile ) non parlava, che per frappofia perfo-
va vita angelica, c t: gli diè difeepolo nello na } dicendo fiper molto bene tl grave dan-
(pirico. Ma perche il vivere di quello fuo no , qual recava al genere umano la loro fa-
Zio era più perfetto, che autiere egli ap- : migliarità . E nulla di meno per léqueltarfi
prettine quanto gli fotte buttante, li ritirò all intuito da quell’ impegni ,
abbandonato
11-li Er.miturio di S. Nicolò detto da Cag- quelto Eremitorio , fe ne fuggì col fuo rac-
gianu non lungi dalla fua Patria per darli cordato compagno nelle montagne fopra-.
,
con piti franchezza atta pcnirenza}cttcndofc- Taverna inturno a S.Maria detta di Felici,
j
gli dato pei compagno un' altro Giovante ove non avendo , nè volendo luogo fermo,
della medeiiina T erra con nome di Fri Mar- poterono per qualche tempo ftarii nafcolli}
co. Vilfcro quelli due in molta aullcrità di fe non foi qualche volta cacciandoli a guifa
vita in quello luogo, dal quale poi, per fug- di fuggitivi nel vicino Villaggio dell' Albi,
gire i concorfi delia gentc,ia quale tratta da per qualche ncceffario al vivere. All’ ultimo
quel religiofo vivere loro era Ipetto ttipia_,, lubodorata la lor ionticà da quei popoli, co-
fu S6‘ ronu all’ Eremitorio lòtto la Città di minciarono a trarli li concorfi, tanto più pe-
Catanzaro detto S. Aloe , da cui parimente a rigliali, quanto meno difeii dalle mura . Che
capo di due incfi vennero craportati dal Cle- non machinava contro Giofofatto limònio.1
Stan-
.
comparve ii demonio
in forma di belliflima I polto, frammclchiato, ora con uomini , ora
giovane , la quale da prima fìngendoli per e on le donne . Per il che fatti fopra di loro,
donna Enarrila fra quelle campagne ; indi e fofpcttando di qualche ingannu,c piu chia-
prefa 1' occalionc cominciò a provocarlo ad ramente affifliti dal lume divino, rifolfcro
atri carnali cosi, che corfe ad abbracciarlo; di non feguirlo laccale fuc feuiè il credu-
.
egli nientemeno chiamando fopra di fé il di- to uomo, e con eloquenza maravigliofa dil-
vino ajuto, ne rimafe vincitore ; quindi in., fuadeva il ritorno; ma che potè fare Rav-
rendimento di grazie impugnato un flagel- volfero il piè gli Eremiti, quali d’indi a po-
lo volea difciplmarli , ma il malvagio telo co rivolgendoli per vedere il Vecchio , non
immobile il fuo braccio, non gli permetteva viddero eofa alcuna, onde ii accorfero , che
altro Chiamò per tanto di nuovo fopra di
. tutta era Hata opera dell Inferno. Cosi adun-
fe il divino aiuto, ed ebbe la grazia; concio- que divenuti più lèggi rifolfcro di ritirarli
lìachc difcioitofegli il braccio potè flagel- lotto ali' ubbidienza di alcuna approvata-.
larli lino allo fpargimento del fangue . Con- Religione , e tanto elfeguiror.o , pillato Eri
fufo il tentatore, nè fapcndo come altrimen- Marco tra i Capuccini col nome di Atauafio,
ti vendicarli prclblo per lo braccio e Eli Giofafatto col nome mcd.lìir.u tra Mi-
, ii Rilie-
vo quanto potè in ara, indi fattolo a preci- nimi, correndo l' anno 47. della vita di que-
pizio cadere, pretefe d' ucciderlo; avvegna- lli, e irti 7- del Mondo redento. In quella
ché per la divina grazia la caduta riufeì Religione continuò la maniera del vivcio
|
feruta lelìone alcuna. Sopra venuta Pafqua , e tanto quanto gli veniva permeilo dall' ofler-
! ritornati nel lor antico tremitorio , e pcr- vanza de proprj Ilatuti ; eli vidde dal calo
i ciò incalzandoli con più frequenza la gen- feguente . Camminando talora dall' un luo-
1
te, prefero a fupplicare Dio , che lor mo- go all'altro lì abbattè in alcuni Banditi, qua-
J
flrille qualche maniera di vivere, più quie- li avendogli tolto quanto avea di fopra , ol-
!
e j
ta, e più licura, ed era il lor più ardente dc- tre più pailando nel fagrilegio, volici o ipo-:
fiderio, che in quella vita di fua natura di- gliario della camicia. Ma in vece di camiciai
|
fciolta lòrtilfero qualche capo, fotto la cui non ritrovando, che catenese cilicj , perciò
i
ubbidienza poteffero , e con lode , e con li- atterriti da quella veduta , e Rimandolo un
! curczza attendere alia perfezione Ed ecco
. ran Santo, fe gli buttarono a’ piedi , dùc-
a capo di giorni quindeci un Vecchio canu- fendogli perdono. Viffe il Servo del Signo-
! ro,d alpetto venerando , il quale divertito re fra quelli Rdigiolì anni quindeci in mol-
!
fra di loro venne ricevuto come fe flato ta lode, e poi mori lautamente nel Conven-
folle un Angiolo. Ammaliò adunque per ter- to di Catanzaro l'anno 1 col concorl.0
zo le prime parole dopo! altre ai rcligiofi di molta gente , la quale a gara gli luappò
complimenti, furono in perfuader loro , che dal capo li capelli, e gli Aracciòic vefti,poi-
tediato quei luogo, ove i perigli erano tanto tandorclc,comc reliquie preziofe.
manifelli, ne cercailcro un altro, quanto me- V. E'rancefco di Paola Laico , Religiofo
no frequentato, tanto piu fteuro. Tocchi gli illuflriflimo di quelto lecolo,di cui per adef-
Eremiti in ciò,duvc piu inchinavano. Anne- fo non mi fovviuic auro della fua penitente
rano gli avvili, come difeeli dal Ciclo, refo- vita, fe non che per anni zj.puitò lopra una
cillarono il Vecchio , Aiutato Itanco dal grolfa catena ui libre quaranta Dopo l'aver
.
viaggio ; indi augnatogli un camerino per riempito con le fuc virtù la Calabria , la Si-
ii ripofo per alcune tìliure l' oflèrvavano a cilia, e la Spagna riposò fantamente in Na-
minuto; e cosi ollervandolo , viddero, che poli li 11. Aprile del i5zp., eflendo d' anni
appena da loro licenziatolo , buttate via lc_> 80. Furono si grandi li concorlì , che molti
velli prefe ad alpratnentc difciplmarli , of- gran Signori , e Signore conia vanguaidia
fervandolodi vantaggio legato tutto con fu- dcSpagnuoli , c'iedefchi non fi puterono
ni , e catene ; onde vie piu confermandoli aprire ii palio a venerare il fuo Cadavero;tut-
nel formato concetto di (alititi , non cena- to che foflc flato quattro giorni fenza Sepol-
vano di ringraziarne la liberatici del Signo- tura Da una piaga nella gamba ufci molto
.
re Come adunque fu giornu partirono fu- fangue , onde poterono riempirfene alcune
bito per tirare alle diflegnate montagne, ove, garatinc . Gli furono ftracciatc le velli, quali
dicea egli, faper luogo opportunilfìmo alla applicate a diverfe infermiti operarono al-
penitenza; ed arrivarono , correndo il Mcr- cune maraviglie I.’ anno mede-lìmo del zp.
.
cordi, Vigilia del Corpus Domini, in Gimi- eflendo il Santo Patriarca ricevuto in Pa-
gliano. Voleva il Vecchio tirar avanti , ma drone da quella Cittì, fi diè motivo di for-
eglino lo pregarono , eh' eflendo la mattina marli feguente componimento in lolle
ii d’
leguente la foicnnitl del Santiflimo , li con- aracnduc li Pranccfchi
tcntaffe farliprendere la Sagra Communio- D. Frar.cijcus e Paula
nc. Conienti l'altro; ma intanto oflervarono, Sebo lem altcrum Francifenm
eh' egli nè li confeisò, nè ti riftorò Col cibo Ex cadem Patria eautrivit ,
degli Angioli; Anzi che nè con cflò loro,nè gutm -vita in Calabria, Sicilia, ir Hifpania
in compagnia del Clero accompagnò la Ve- Mori Ncapoli rcdiiiit illiijiriorem .
Gin-
1 1 ,
Jfi doro Tofeano vita di S. Franc.lib.p.e.f. fitpcfTe di ceno , dover morire in quella-, }
11.
quello lòculo Tenne del continuo efer-
. tratto da Placido Sampcri (b) nella fua Ico-
b Kb. z.
citato il fuo corpo in ogni maniera di morti- nologia . c iz.dicre.
ficazione} concioliache il difciplinò a duco III. Antonino Sciupano nobile di Taver- *•
1
volte il giorno, io tenne llrctro con continuo na fpeditofi da’ltudj dell umanità fu man-
cilicio , e l'affliffe con digiuno quali perpe- dato in Napoli ad apprender gli altri più
tuo. Fc lunga dimora nella Città deli Aqui- gravi delle leggi ,
quali compì dottorandoli
la, nella quale, ed in altri luoghi ali’ intorno con molta fua gloria Eliòndogli piaciuta—,
.
iltituì molte opere di pietà , ordinate tutte non meno la profelfionc , che la Città , le fi
1’
alla làlutc dcli’animc , nei zelo delie quali li fccllè l' una per eflcrcizio , e l' altra per
vide fempr.e anelante Morì nella iudetta-. . abitazione} onde datoli all’ Avvocazione an-
Città li 1 Settembre del ìdoS. con fama di
. corché giovinetto , occupò onorato luogo
molta virtù. Fà raccordo di lui Paolo Gual- di Vecchio. Era già all’anno trentèlimo di
a Kb. a. tieri (a),ed alcuni altri. fua vita, quando ilpirato dal Padre de'lumi,
<!e* ss. a Marcello Scaglione nacque in Calan- abbandonato il Mondo , velli 1 abito della..
C*l«b.
na da parenti nobili- Eflcndo ancor nel fcco- Compagnia. Rifoluzionc, ch'efTendo fatta in
lo vidde nel Ciclo un raggio lucidiffimo fra un’età matura , l'accompagnò con una vita
due ofeuri , dalla qual veduta atterrito , al lodevoliflima}che per tanto l’anno nono del
punto medefuno rifollò vcltir l’abito dcila_> fuo abito venne dellinato all’ Indie Quivi .
Compagnia, come già fe in Meliina, c quan- egli da principio fù applicato alla lettura de’
tunque abile per ogni talento al Sacerdozio, Canoni, conforme alla profelfionc del lèco-
fcellò però lu dato umile de'fratclli laici. lo,e vi confumò io fpazio d anni quattoi de-
Ritrovandoli ancora nell’anno della proba- ci .Dalla lettura palsò alla Prelatura, c fu
zione fù affaldo dauna fieriliìma tentazione lei anni Rettore in Cucino, tre Preposto di
di carne, la quale avendo fupcrato con gran Goa, ed ultimamente Provinciale, quantun -
vittoria, fi meritò dal Signore , che mai più que, finarrita per firada la patente, non F ab-
in tutto il corfo di fua vita fulfe travagliato bia esercitato Disbrigato dalle prelature
.
fieri.
,.
llrapazzo della fua vita, ch'ebbe a dire , che la Compagnia Vellico dunque l’ abito di
.
in tutti quei 54. anni mai fodisfece al fuo quello lagto illituto l'accompagnò con tan-
eorpo , tempre poco mcn ch'oppreUò dalla., ta virtù, che divenne 1 uno de lumi maggio-
fame, e dal ionno Si ritrovò prcfcntc alilo
. ri ,
che l' avellerò illultrato Si acccfc tanto
.
conquida di Colano, e nel conflitto, dove pc- dell' amor di Dio , che qualche volta fenza
ritono molti Portugheli, corlc anch'egli pe- penlarvi , confefsò , che non poteva coin-
ricolo della v ita. 1 u bensì prcfo,c ipogliato prenderli , non da uomini , non da Angioli
del fuo povero abito, quindi più voice con- Ariè femprc del martirio , che per tanto re-
dotto per fagrificare avanti i loro Pagordi; pacatamente chicle la milfionc dell' Indie;
ma tanto mancò, che commettefle l’idolatro ma non potendola ottenere , per lèntirne al-
facrilegio , eh' anzi con intrepidezza degna meno una qualche particella , tenne Tempre
d un Keligiofo della Compagnia riprende- nalcoito un fluito di (àngue, che nojofamcn-
va gli Hllortatori a quella empietà 11 rinc- .
te il travagliava , ed unendogli più d' una,
gatò Rè di Candia, che molto ben conoide- volta il bilògnodei fuoco, c dei trarli il (àn-
ce fua virtù, ordinò, ch'ei fulfe rilafciato
la gue, lo fé Tempre lenz apparecchio, dicendo,
libero , e
gli cambiò il martirio con una lo- che tanto li conveniva a chi chiedeva per
lenne ambafeiaria al Colombo. Confumato amor di Dio la mone . Compre fa però il-,
lilialmente delle lunghe fatiche riposò nel volontà di Dio, che non l'avea deftinato all'
Signore li 7. Decembre del 16 . . avendo- Indie, ma aditala, a patire non martirio di
ne 7 5 d'età, e qd. di Religione.
< -
fangue, ma di travagli dome dici , iftitul una
IV. fcvangelilta de' Gatti della Città di Congregazione di Chierici con tanta aufte-
Mai turano fu inlìgnc allievo di qiicfllflitu- rità, che fembrava un vivo esemplare della
to;cdcgno da regiitrarfene i fatti in un grullo vita appoltolica; e come le ciò non baflalfe,
volume; quantunque per ora non mi lì rap- come con verità non ballava all' ardentiflfl-
prefenti , che in compendio la fua vita. Vif- mo fuo (pirico, s’ allargò a! di fuori, predi-
le dunque nel fccolo con molta purità di cor- cando a Monache, a Conlcrvatorj,a Galere,
po,e tenenflimo nella divozione della Ver- a Carceri, ad Arfenali: Frequentò ii Suppur-
gine ; onde li meritò , ch’ella vilibile appa- tici, non tralafciòli capi llradc, perche ogni
rendogli l’invitafle alla Compagnia . Prclb forte di gente ammaellralfe , e tanto li feor-
dunque queft'inllituto attefe a mortificar fe geva ardere in quelli delidcrj, che perche fi
mcdelimo con maniere inimitabili ; perdette adempiflero, invitò Keligiuii d altri Ordini,
infermatoli a lunghi, e moltiplicati morbi, li renne follecitati con particolari lettere i Vc-
foflenne con ammirabile pazienza.ln lui an- feovi del Regno , ed anche ne fcrilTe in Ro-
davano del pari la continua elevazione di maal Papa Sovventepigliava le Miflìoni
.
ancora orando, folli vcduto'con la faccÙLj quattro Sacerdoti , trafeurati negli cflòrcizj
luminofa : Gl' ultimi giorni della leniniana delÌ3 Congregazione, non ifcorfcro li quin-
Santa per Celebrare cercava le Chiefe piu dcci giorni , egià furono piami morti . Col
abbandonate, perche lenza calca di gente, e folo vedere un giovane non veduto altra^
lenza noja deglafcoltanti potelfe a tuo pia- volta, loconobbe per diligente cultore del-
cere tirare a lungo quel Santo Sagrificio; ed Cosi ancora per fua intcrccf-
la fua cafiità.
era folito dire, ch'egli fidava tanto in lui, che l
i itone Iddio operò alcuni miracoli ; Rifililo
non vi farebbe Hata cola coranto imponìbi- un Sacerdote gravemente infermo col lòia-
le, che con un folo Sagrificio non l’avrebbe mente toccarlo, ed un altro con dargli a ba-
reto facile giarc per tré volte la fua mano. Liberò una
Conferve» fin che vidi illibatoil fior della indemoniato, col chiamargli fopra il Nome
verginità , per cui meglio intendere, bifo- della Santifiima Trinirà. A molti predille la
gnera ritornarlo fin da fanciullo, e nelle fa- mone, or buona, or cattiva ; cd a fc final-
fèie, nelle quali, ancorché non la conofcef- mente, la quale fucccfii in Napoli di Fcbra-
fe , amò tanto la pudicizia , che limprcj jo anno 1 6;-j. Come pri ma s intefe la fua
fi
’
sfuggiva li bagi , e gli abbracciamenti delle morte fu così grande il concorfo della gen-
donne, delle quali , fc taf una le 1’ avello te,che parve vuotarli tutta a venerar il fuo
I ftretto al petto, o avelli cercato di bagiarlo; corpo quella gran Città; onde fu d’ uopo te-
egli con le Arida, e con le braccia , tolto fc nerlo per quarti o giorni /òpra terra, ^>cr fo-
le cacciava da predò . Già giovinetto efiin- disfare alla gente , tutti ltudiandoli come
do ulcito per diporto a caccia in unafua vi- portarne alcuna reliquia , le quali poi opra-
cina podelfione, due donne di mal affarti rono innum.rabili miracoli. Celebrò fi efli-
ifligate dall'inferno vollero caccegiar la fua quie la Congregazione dc’Chicrici con tan-
verginità, ma egli moddlamente le «fuggì .
ta macftà ,
quanta d' altro della Compagnia
Nell'età più matura fervendoli degli Oc- non fi legge.La Chicfa del Colleggio fu ve-
chiali, fc occorrevagli di trattar con donne, Itira tutta a bruno, c tutta fopraveitita d'Epi-
-
per cofa quantunque di fua contraria inchi- fi orazione un iniìgne oratore dell Ordine
nazionc fu veduto, o con gefii, o con paro- Carmelitano, il quale per ordine del Ridetto
le contradìre a quello gli veniva ordinato , Cardinale ad un popolo innumerabilc dell'
e foleva dire, che per l' intiera oflirvanza di uno, e dell’ altro lòfio, ed alla Signoria quali
quella fola virtù confidava falvarli , noiu tutta di Napoli , raccontò quanto di fopra
avendo mai operato , le non per volere di fi è fcrirto.Fer quello poi egli lcriflc,e man-
Dio, cioè de’ Superiori . Offervò con edatta dò alle Rampe, fi dirà in fuo luogo , clfcndo
puntualità le regole del fuo Ifiituto , quali fiato non meno dotto , che fatuo. Fanno di
perche gli reftaficro bene impredò nella., lui onorevole raccordo infiniti Scrittori ,
memoria, le fcrilfc di proprio pugno. Colle Angolarmente Roberto Bellarmino,Pictr An-
velli del lècolo Ipogliòogni affetto di quel- tonio Spinelli , Bernardino Reatino, Giulio
lo, tantoché mai in tempo alcuno gli entra- Mancinclli , c Filippo Alagambe .
rono penfieri, o della Patria , o de' Parenti; VI. Alcflàndro Ferrari Nobile della me-
nè mai fu veduto con effo loro parlare , fc delfina Città di Catanzaro rifplende con la
non folo una volta col Padre , c quello non luce di tanti meriti , che potrebbe annove-
, ma per mandamento c-
di proprio parere rarli fra' primi virtuofi di quello fecolo. Fìl
fpredò del fuo Provinciale. Mai ili è in ozio; Rcligiofo di molta afprezza di vita , difei-
ma fempre, o predicò, o fcridc, od orò , od plinandofi più volte il giorno, c digiunando
in altra maniera travagliò per fcrvizio de’ lcmpre in pane, ed acqua , non folo le vigi-
Puoi proemi ; però cosi travagliando noto lie delie lette Feltivirl della Vergine ; ma
potè non incontrare la poca fodisfazzione molte altre ancora, cofiumc, che anche tirò
di alcuni, quali perciò non tralafciarcno in- avanti fino all’ultima vecchiaia fòpra gli an-
giuria per opporgli, ora in fàccia, ora in af- ni 70. ne’ quali mai li vidde rilafciarli dalli
lcnza; a: vi fu chi avea prefa la penna per coliutnati digiuni dell’Avvento, c dcllij
ifcrivergli contra al Revcrcndiffimo dell’ Quarcfima. Ebbe una gran carità co’ prodi -
Ordine;; ma ne venne difiolto , atterrito, c mi, quali lèntprc procurò d'aiutare in quel-
fpaventato dall' aita Reina dc'Cieli . Per al- lo occorreva, indcfclTo nell’ afltftcre a' mo-
tro egli follencvail tutto con infangata pa- ribondi , lòllecito in lòvvenir li poveri , a'
zicnza,intcnco tutto al bene de Tuoi fratelli. quali fenza punto arroflìrfi recava nella
fu dal Signore arricchito di molto lume porta gli avanzi della cucina, e molte volte
da veder le cofe occulte , e lontane ; onde fuori di cafa a’ poveri vergugnofi , recando
avendo minacciato di morte uno , e tré , e loro le pignatc folto del Mantello. Vedcvafi
rapi-
. .
per Apoftolo di quella Provincia . Pii più no fenza lpccial penitenza , o di digiuno , o
volte Rettore, altre Illruttore della Cafa di con difciplinc,o in altra maniera,martirizan-
terza probazione , con altri uffici, a' quali do il fuo corpo . Volle dalla fua 1 umiltà, fi-
non cbbeumore, fe non fol dall' ubbidienza. che edendo Supcriore in Napoli , in Ruma,
Ebbe (ingoiar dono d' orazione, nella quale ed ancu Provinciale appena poteva dilccr-
lpendeva tutto quel tempo poteva rubbare nerli fe folle fuddito, o Supcriore . Ed clfcn-
dall' opere della cariti fra le quali andava
,
do riufeito un gran maeftru in teologia non
impiegato il tenore della fua virai fempre a’ fapevi ravviarlo, o fe fcolarc, o fe maeltro;
Confellionar;, alle Congregazioni, ed in al- ne dubitò andar per le publichc piazze di
tri elferciz) di criOiano vivere, fra' quali te- Napoli tutto lacero predo un’ alincilo Leg- .
neva impiegata buuna parte dell'uno, c del- gendo filofotìa in Napoli , gli furono veduti
l’ altro fello nella Cittì di Catanzaro .Fu fa- ufeire dai petto alcuni raggi di lume , nel
ma, che avelie operato molti miracoli , del qual tempo ancora (ondò la Congregazione
numero de' quali fu l' avere dato la vita ad della Concezzione, dalla quale louu ufeite
un fanciullo morto nel mentre faceva le Mif molte pcrfone,ch'an borito in varie Religio-
ftoni nel Sorbo , Villaggio di Taverna Nè . ni. Ebbe gran divozione, agli Ang.oli, a San-
minor fu la maraviglia, quando Beatrice Ca- ti , Angolarmente alia Rema di tutti quel-
fatina,
della quale altrove , (tendo ancora li; onde ne dampò quel celebre libro, intito-
infcpolta, richieda da lui ove di prclcntc li lato Thronui £ki Ed è opinione , che più
.
ritrovafle, alzatali dal Cataletto, rilpofe, che d’ una volta fotte degnato dalla medefuna
nel Ciclo; avendo però per poche ore pena- della fua beata veduta 3 c lo tellilìcò un Sa-
to nel Purgatorio. Morì il Servo del Signo- cerdote fuo penitente , ch'andato da lui per
re in Catanzaro li 1 1 .Settembre del 644., e'1 1 alcuni affari, c fonandolo favellar con altri,
fuo Cadavcro per la fodisfazzionc de' popo- litrattenne, finche fpinto dalla necedìci en-
li concorli ttiè due giorni infepolto, velino, trò dentro, e non vi ritrovò , che lui folo,
e rivedilo più volte , sì grand era il delide- tutto infiammato nel volto 3 al che dille : Id-
rio delle fuc reliquie. dio ve'l perdoni Arrivato al termine della
.
VII. Pietr’ Antonio Spinelli.Nacque egli vita , prefi i Sagramcmi della Chiefa, racco-
indente con Filippo Cardinale in Seminata mandando per mezz’ora l’anima fua alla Ver-
all' ora che il Duca Carlo indente con la_> gine, e per tré quarti d'ora agli Angioli fuoi
moglie Ippolita di Capua , c famiglia dimo- ai voti 3 vedendoli già al fine cominciò da fe
rava nella fudetta Cittì.Pictr’Antonio cflèn- nfubvenite Angeli Ari , nel che uiaudò fuori
do d anni fette conlàgrò per voto la fua lo fpirito,in Roma a ij.Dccembrc del iS x J-
verginità a Dioytè mancò d andarla coltivan- Dopo morte fu tralportato il fuoCaaavcro in
do con la penitenza fua fcdel cudodc ; poi- Napoli per opera di Dorotca Spinelli Con-
ché nell'età di otto in nove anni alzandoli fetta di Aliavilia fua Sorella, c fepclito
nella
da letto ogni notte ignudo recitava l’ ufficio fepoltura commune de' Padri dentro una_>
delia B.V ergine: Accorto li, che il Duca Car- Catta
lo dedgnava d' accafario , ne pianfe cosi a-
maramente , che il mcdebmo ftaltornado i 6 - XII.
fuoi pcnderi ,rivolfc agli altri figliuoli gli
accanimenti 3 onde le ne quietò il giovinet- Di molti Rsliviojì Capuccini di Santa
to già pervenuto all’ età dell’ anni 11. Si af- vita.
fezzionò oltremodo a’ poveri talmente, che
non avendo che dare, alzandod di notte,e di
|
I*
TJ Rat Eufcbio da S. Catarina vide tanto
nafcollo dal letto, dava loro la propria ca-
micia , il che non fu una fola volta , e fo-
£ innocente di vita, che meritò di trat-
j
va
,
va mito in tcneriffimc lagrime Oprò Iddio . tra , riftorò le pietre feompagniate , for-
per fua intcrceflione alcuni miracoli , e fra tificò le pareti deboli, c qual entrò ufcì, fen-
cuciti , che mancato il pane agli opera; , nel za offeia ne pur in un lol pelo deli’ Abito.
mentre fabricava il Convento di Reggio,
fi Servì nella Religione il Signore molt’anni,c
egli prollrato a piè del CTocefiflo, ed oran- predetta a' frati l'ora del luo morire palio
,
do per il bifogno , fi fenti Tuonar la Campa- alla corona deila gioiia in Reggio 1 anno
nella della poita battitura, ove andati i fiati tj jj. , avendone ho. d’età Il iuo funerale
.
vi ritrovarono un gran cello di bianchimmo venne onorato dai concorfo di molta gente,
pane Un altra volta clTeudo caduto dall'al-
. e nel mentre ii cantavano da' frati gli offic;
to della Chicia un macltru falegname , qual de moni, ordinati dalla Chic fa,di vennero le
vi accommudava alcuni travi, con opinione lue carni piu candide della neve, lpiranti un
communc d diali tutto infrauto, egli legna- foa vidimo odore di Paradifu Zaec.Bov. .
tolo in fronte , lo icllituì ali opra Col tne- . IV. frat Angiolo da Cai,urna, della cui
dclimo fegno di Croce , accompagnato con virtù ballarebbe ioiameme il iaperli , eh' ci
quelle paiole ,
figliuolo abbj viva fède ino fu compagno indiviio dei B. Lodovico da
Dio, c linai fimo, oprò altre maraviglie. Reggio, si nel méne vide tra gii Oficrvanti,
Predetta a Tuoi, 1 ora del Tuo morire , riposò sì quando palsò a fondare la Congregazio-
felicemente nei Signore l'anno ijjj., la- ne de' Caputemi. Certamente non i avereb-
feiando tanto odore , che Frat' Antonino da be adoperato con tanta famigliarità , fc iu_,
'
Reggio, ch’il fepellì, per otto continui gior- lui non avelie feorto molto capitale di finti- ,
3
ni u inteie Ja fl agranza . Zauarìa Bove- tà . fu 1' uno di quei primi Capuccini della
r’
rio . Calabria, e iémpre intrepido) onde gli con-
Fri Bonavcntnra da Reggio Laico
111. venne patire buona parte di quei molti tra-
l'uno di quei primi, che inficine <-on fri Lo- vagli , quali aftlificroia Religione nel fio
dovico piantarono la Religione Capuccina principio Di particolare abbiamo , eh' egli
.
nella Calabria, fu sì caritativo con gl'infer- attefe con molto affetto a fervire gl' infer-
mi, che per il loro maggior Tcrvizio iovven- mi, a contemplare, ad orare , ed ali eserci-
te fi privava del ionno, e del cibo. Moftrava zio delle altre virtù Rcligiofe . Confidava-,
nel volto, ed accompagnava nelle parole una molto nella Divina Previdenza , e ne (peri-
loavc allegrezza , per il che fi rendeva ama- mento gli effetti. Ritrovandoli in Geracc ap-
bile a tutu Lia inchinai,'Unno all'orazione,
. plicato all' ufficio della cannava gli venne
,
alTefiercizio delia quale ipendeva tutto quel meno il panejed effóndo il tempo opportuno
tempo, qual gli veniva perir, effo dalla cari- delia mcnfa,e non volendo perciò fafiidire
ti, e dall ubbidienza . Mancato il pane a cer- nè il Superiore , nè li Frati , li- n' andò alla
ti opcta; , eh erano in Convento, tri Bona- Chicfa , ove caldamente orando, c fuppli-
ventura fe loro animo , e pollali la bilaccia cando la Divina Liberalità, pieno di confi-
ili collo sinviò per l'elemolina.Si burlarono denza ritornò alla cannava , c ritrovò tanto
quelli del frate , fapendonon eficrvi luogo pane, quanto ballò, e per allora, c per qual-
sì vicino, che putefìe da quello agevolmente che tempo appteffo . Viaggiando nella Pro-
piovvcdeili } c tanto maggiormente , quanto vincia di Colenza, ed efìcndo d' inverno ca-
che 1 uno di quelli , mellofi appreflò , ma di pitato nel campo Tcnefe, ove per la quanti-
nafeoflo, oflervò , chcpofiofi in ginocchio- tà delle nevi,e per la violenza degli aquilo-
ne col compagno , qual' era hit Antoni- ni, li PafTagicn o perdono la vita , o pati-
iio da Reggio , fi poiero ad orare i c perciò feono molto, egli non potendo nè oltre paf-
|
[tutto ldcgno , rivoltato a' compagni: Al- farc, nè ritornare in dietro per la notrc,fup-
legramente , dille loro , perche quella vol- plieò di a;uto la Divina Clemenza in quei
ta lari nollro pranzo, non piu eh orazione: grave pericolo , c fu fubitoeffaudito ) poi*
fri Bonaventura Iti hlfo in quella , nè altro che federo gli Angioli dal Ciclo,e lo alber-
pcnla di noi. finita l'orazione, qual fu bric- garono in un olpizio fatto appella , chea
vitfima , ritrovò piene le tafchc ) unde tofto fvanì Tubilo al partire di luiffinalraente ric-
ritornato , abbondevolmcntc fatollò gli af- co d' opere fante morì in Reggio li j. Gen-
Conducendo una trave per Tcrvizio
famati . naro del iyjj.
quando il carro fu su d un col-
della fabrica, frà Bonaventur .Campagna da Raggio /fior,
ile precipitando gii fpinfc contro , e la trave, de Ricalici. Paolo Gualtieri Bb.i.c.Sj.
le Ji bovi, e quanderfi filmava, che fuflc ito in V. Frà Domenico da Molochio Chierico
Iptzzi , egli s'alzò libero da ogni male , fo- entrò ne Capuccini vergine, virtù , qua1 ac-
[itencndo ilpcfo dell'un dc'Bovi, che ir. quei compagnata con molte altre larcilituì al Si-
jprceipiz; s era dilciolto dai giogo, onde lut- gnore , aecrcfciuta di molte corone 11 Sa- .
iti ebbero ad ammirare la liia virtù ) Ma più cerdote, eh afcolrò l’ultima fua Confezione,
fu la maraviglia, quando accefa una fornace qual fu di tutta la vita , c dei lecoio , e della
dica! dna, cd avendo lavorato per due gior- J Religione, proteffò non averlo ritrovato con
ni, feovcrta che minacciane rovina, dove.»
,
macchia alcuna mortale. Mori l'anno test.
tutti icfiarono caduti d'animo , egli intrepi- con gran fama
<
di Santità . Zaec.Bov . 'tri- o. M .
J
do armato del fegno della Croce, entrò den- V I. Frà Battilla da Larzona Sacerdote fu
j
. . 11
Rcligiofiadi molte virtù , caritativo con gl’ fuoi occhiali, riebbe di fubito la foniti
interini , a Servizio de quali quantunque.? Zmc. Bov. ,
nojofi , avea grande domaci; } Affabile nel VII. Fri Bernardo da Catanzaro della^
trattare , dolce nel difeorfo , avaro del nobil Famiglia de Cumis Chierico parve d’
tempo , del quale per menomo che fi fbf- aver uguagliato quella perfezione , allaj
ft, teneva gran conto. Quanto luffe caro quale con difficolti hanno formontato molti
al Signore lo manifcltò il molto lumo , Vecchi . Si vedeva tèmpre , come rapito da
che gli fu dato in conoiccre come preden- quella balfczza della terra , mercè all'union
ti le cole lontane ? e difafeode con Dio, qual fi acquifiò col continuamen-
1' altiej
,
quali fi ricuoprivano ne’ più fegreti na- te orare di notte, e di giorno, fempre con la
fcondigli del cuore Un nobile di Catan-
. mente fidilo al Cielo. Quindi avvenne , che
zaro gravemente infermo per mezzo d’ un non u/cì mai parola dalla fua bocca , che, o
fuo meffo lùgli raccommandò all'orazio- ridicola, o in altra maniera oziofa fuffe, e di
ne : Rilpofe il Servo di Dio , che farebbe, rado converfava con gli uomini . Non avea
guanto, quando dal fuo letto cacciatte quel- ancora compiuti li due anni di Religione
la Giovane , che non era fua moglie Stupì . con una vita accompagnata da ogni religiofii
l'altro ,
effendo quella prattica occultiffuna virtù, attinenza, miniti, povertà, ubbidienza, 1
l’ ubbidì , e riebbe la finità Un’ altro della . ma in quelli ultimi ictpiri avendo dimollra-l
Cittì di Stilo , abitante in Catanzaro , ititela to Agni non ordinar; di giubilo, gli fu com-i
l'infermità grave d un fuo tigliuolo , il rac- mandato dal Guardiano , che debbia dire_>|
comandò a rri Kattida i A cui egli , ringra- quello gli foffe occorfo. Mi è comparia, di f-
zia Iddio , non per la fan ita folo , qual di le, tré volte la Rcina dc'Cidi.qual cbiaman- !
brievc ricupererà ? ma perch'effer deve 1 uni- domi, mi dicea, vieni figliuolo diletto, vie- 1
ca gloria del tuo cafato , ficcome avvenne . ni, non dubitare , che gli Angioli ti afpctta- 1
Venuto in Catanzaro il Prefide della Provin- no, ed in quelle ultime parole terminò la vi-
cia, ed avuto avvifo, che fua moglie giaceva ta. Avea Fri Bernardo in Catanzaro una lò-
in letto pcrigliofamcnte inferma , ljjedì al rcllu per nome Lucrezia , Terziaria Capue -
Convento Francefilo Ferrari , Uomo nobile
'
Poltro , ed avverò il tutto la trida novella Prelato in mezzo a due di tanto grado.1 Hai :
fopravenuta al terzo giorno Stando a fede- . forfè abbandonato i Capuccini ì Quello nò, |
re con alcuni Frati nel d avanti ad una fene- dille 1 altro: Quelli, quali tù vedi. Fumi
’
è il
dra, quale riguardava il mare , e veggendo Principe degli Apolluii S.Pietro, e l'altro il
alcune galee , che (palmate al vento felice- Patriarca de Minori S.Franeefco , co’ quali
mente Alleavano quei mari ? oh beati gli oc- gii tàigo al Ciclo, e fubito fparvc.Conlron-
chi, (fofpirando dilfe) che da qui a pochi an- tato poi il tempo, fi trovò il medefimo, nei
ni, ne vedranno una mano innalbcrata con qual era morto Fri Bernardo-afucc. Bovcr.
«(«I.U.JO.
con la Croce di Crido ! alludendo all’arma- Vili. Fra Nicolò da Cinquefrondi Laico
ta navale, che contro Turchi vittoriofamen- fu eminente nella femplicitì.ed ubbidienza,
te militò ditto Papa Pio V. Una donna della per pruova di cui avendogli commandato
medefima Cittì gli tagliò di nafcoilo un pez- un Guardiano in Mileto, che piantato adac-
zo della fua corda cofa, deiia quale s’ alterò
: cquafie un ramufccllo di fichi,poeo mcn eli’
ntolto il Servo di Dio ima perche ; rifpofo arido, egli fenza penfar altro fè quello , tj
l'altra: ecco Padre, eh io ho portato lanuo- quello? ma Iddio vi aggionfe il terzo, avvi-
va.Chc nuova , dille Fri fiattdta ì ne io go- vando la pianta , ramificandola , e fecon-
derò della nuova, nc tù della vecchia: £ tan- dandola di frutta, onde iòpraviffuta lungo
tempo , veniva chiamala
1
|
to a miglior vita ? feguito incontanente dal- bidienza. In maniera fi era dedicato all’ora-
donna Avendo dunque anni 70. di vita,
ia . zione, e contemplazione , che vi fpcndvva
caro a Dio , ed agli Uomini andò a godere poco meno , che intiere le più lunghe notti
fati li Frati .Nel fuo funerale concoidi: tan- tal notte ruminando nel fuo penficro la cru-
to popolo , che per poterlo fepcUire v'abbi- da fentenza di morte data al fuo Grillo , c
Ifognò un interdetto del Vcfcuvo della Cittì. iti uggendofene perciò il fuo cuorc,fi vidde
;Fu fama d’aver operato molti miracoli , de’ comparir davanti tm uomo vcltito di grama-
quali none rimalìa alti a memoria, le noto glia attorniato da per tutto da neri Corvi
che applicata ad un inferirlo una cadetta de’ 5i atterrì da prima? ma poi fatto animo a fc
1 me-
.,
med cfimo: Chi fci tu, diflc, qual tanto orri- cerdote , e Provinciale di molto zelo con- ,
bilmente apparifei Io fono Pilato ( rifpofe fcrvò illibata l’oflervanza regolare fbbo •
T altro ) che ingiuflamenté condannai il Pi- fpirito di profezia, onde potè predire a Pii
ginolo di Dio. Ah mifeio ! replicò il Servo Matteo da S.Martino la fua andata in Roma,
ale! Signore , e qual fu il tuo
barbaro ardi- ed alcuni pericoli incontrati . A sè predille
mento ; Fù , dille , cacciato dal timore.. parimente la morte, qual gli rivelò il Signo-
non partorito dalla vplontà,c fuggendo fpar- re nel mentre iva a predicar in Nicallro , e 1
za, per il che non gli poteva avvenire cofa potè partorire al Signore una ricca prole d’
|
piu felice, che d' ubbidire a’ fimi Superiori, uumini penitenti Erano cotanto numerofi
.
tic' quali talvolta li doleva, perche comman- li concorfi, quali s’affollavano ad udirlo, che
dandogli alcuna cofa la lenivano con la pia- non cflcndonc capaci le fagre Bafiliche , gli
cevolezza, dicendo, che in quella maniera-, convenne più volte predicar alle piazze, ed
fi dimezzava il merito dell' ubbidire li da . alle campagne, optando in ciò Dio alcune^
quelle medefime radici nafeeva in lui una tal maraviglie . Così predicando in Callelvetc-
riverenza a' Sacerdoti, che fi dimoftrava le- rc in tempo perche il popolo non ve-
d’efià,
gitimo figliuolo del Serafico Patriarca ; li niflc ferito da’raggi del Sole, veggendo una
raflbmigiiava a' Camerieri di onore di Dio, nuvoletta, qual tirava all'Occidente , fatta
e perciò andava in traccia di poterli fervire} orazione la chiamò a fe, comandandole, che
leder pari con elfi loro,parlarli col capo co- fi difienda lopra quella moltitudine a forma
X. Fri Martino da Reggio immortalò il fianza , non quella della quale fci indegno .
nome nell’ acquiflo di molte virtù, ncll afii- Indi foJlevati gli occhi al Cielo, e ringrazia-
nenza, nella povertà nel fiknzio , nell’, aufic- to il Signore eie’ benefici ricevuti Angolar-
rità della vita, e mortificazione de'fenìi.Yif- mente d’ averlo chiamato fra’Capuccini , e
fc anni }<j, e predetta a' Prati l'ora della fua proferendo con voce alta , e lònora quelle
morte riposò felicemente nel Signore ìil, parole In marna mas Domine commenda fpi-
.
Reggio l'anno ij7i.Dopo morte divenne ritum meniti, depofitò l' anima nelle mani del
la Aiacarne bianca, a fomiglianza di neve, fuo Creatore, correndo gl’ anni ij7i Dopo
e molle, e mancgevole, come di fanciullo morte fù veduto da Fra Simonc da Gaiatro,
Ad ^np. Zaic.Bouer. filila più alta parte del Sanila Sanflorum , e
, i7 i.n.a<.
XI. Fra Gir olamo Ponzi da Reggio Sa- rich iedo, perche fi flaffecocì, rilp ofe, lo me
* ne
,
. lciando dopo fc un gratiffuno odore di vir- medefimo armato tutto di luce comparve ,
'•
tu. Zacc.Bover. ad un Frate orante alficurandolo della fua
,
che
gran Religiofo
riufi .1 c
'
, gran Lettore ,
liti dulces crani, ajperitafque cibai.
Predicatore
Colla lettura , accompagnata-»
. Albera magmi; habet qt.ondS, qué terra Vafi ili
I dalla ,
virtù
partorì alla Keligìonc I in- Ckm
iocuiffet, qui fcccrat ipfc priui. i
fe a
quelli Kcligiofi,quali dicono efferc innoffer- paffaggio , qual’ avvenne con gran fama di]
'
vanti,al certo,che quelli non fono cibi di fa- Santità fanno 1577 11 fuo funerale fu adì-
.
Si fegnalò nell' orazione , e contemplazione cefi di Milcto Sacerdote Dopo una vita..
.
talmente, che fembrava séprc.come ellatico,e fparfa di molti udori di religiolc virtù fi
fuori de’fcnfi.Ebbe il dono delle lagrime, per conduffc al morire, c già agomzantc, fi vid-
il che alfine di non recar impedimento a gli de tutto turbato con gran timore . Richiedo
altri ottenne licenza di far li fuoi cffcrcizj.o dal Guardiano sii quell'accidente, diffe, Tap-
in cella,o ne bofehi. Oprò molti miracoli, la pi Padre , che troppo fcvcro è il Tribunale
memoria dc’quaii fu trafeurata da’ Nollri di Dio , io venivo accufato di colè , dcllej
Dimorando in Scminara , gli fu rivelato il quali mai mi dimoiò la cofcicnza,c guai per
tempo del fuo morirci onde tratto dalia bra- me,fc la Divina Miicricordia non m avello
ma di deporre le (poglic nel medefimo luo- faccorfa, che di già m' hà dichiarato per ii
go , ove l'avea depollc Eri Lodovico fuo partito del Ciclo} Così tranquillati ii lenii,
Maefiro , ottenne licenza di paflàre infilo- riposò placidamente nel Signore fi anno
callro Quivi dunque arrivato , Eri Stefano
. 1578. Zc.cc.Bov.GuaUi. Dittami, edaltri. I
da Milctu Predicatore lo richicfè de' fuoi XX. frà Ambrogio da Gcrace Laico Re- lll
4
1 'f
occhiali ,
dicendogli ch'ai ritorno ( partiva iigioio di molta adiiicnza, non avendo mai je-Coìieu’
per non sò dove) glie l'avrebbe redimiti i a mangiato carne, o bevuto vino, negli ultimi
cui fri Pietro , vi figliuolo , ove ti chiama refptri mettendo alte le voci , con giubilo
l’ubbidienza , ritornerai a tempo, che gli oc- dicca, o fummo mio bene, o bello mio bene!
chiali per la mia morte faran tuoi i cosi in Interrogato dal Guardiano fapra quei giubi-
fatti avvenne Mori dunque nella Motta Pi-
.
li i lo veggio, ( riipofe) un amerò, che dalla
locadro, effendo d anni 80. , e correndo li terra poggia al Cielo, il cui tronco , c rami
ij7S.dclSignore,c la carne per altro abron- fon doto, li fiori, c frutta beilidirai , c nell'
zita dall'età, e dalla penitenza, fe gli cam- ultima cima un gran Pcrfunaggio Oh mio .
Aì ann. biò in candida, e bella , come di chi dolce- bene deh porgimi, porgimi ia mano , c così
’ S,
*i?vr
me in e ripofaffe. ZaccJtov.Gualt. fclamando, dopo un quarto d' ora, pafsò all’
XVII. fri Pacifico notato col falò titolo altra vita , che fù nel Convento di Caffanu
’
•ap.i6.
AJ
della nazione, taciuto l'altro della Patria^, l'anno I57P Zacc.Bov.GHaU. , e gli alni ove
Laico, fiori con molta fama nella Provincia fopra.
di Palermo Arricchito co l lume da preve-
. XXI. Fri Francefco da Caficlvctcre Sacer-
dere le cofe da venire , predille molti avve- dote, fù figliuolo di una tal donna,chc dopo
nimenti, fra le quali, f u la porpora a Simonc la morte del marito , vedilo l'Abito di Ter-
figliuolo del Duca di Tcrranova.Vcnnc pa- ziaria Capuccina ville una vira molto lode-
rimente onorato dal Signore co'l dono de’ vole, onde potè allevare frà francefco con
miracoli Celebrandoli in Cadclvetrano il
. tal purità, ch’entrato danni 17. tràCapuc-
noltro Capitolo , fu il Servo di Dio a chie- cint, e fatta al Maedro ia generai confeffio-
der del vino ad un amorevole, il quale gli nc delle fuc colpe, non fu ritrovato , chej
rifpofe, che volentieri, quando il vino delle colpevole di foli peccati veniali molto ieg-
lue botti nonguado veda però di ri-
folle : gieri.lnfcrmatofi 111 Totano, dando iù quc.fi
tiovarne del buono , ch'egli darà il danaro. ultimi, e veggendo Frat 'Umile , di cui più
1
Ma l' Uomo di Dio , vino io voglio , diffe, appreffo, volarfcnc al Ciclo , alzò le grida
non danaio $ entriamo in cantina , e come dicendo. Allettami, allettami ,frat' Umile,
fui uno duuro,polla la mano alla prima bot- Fratcl caro, e così fclainando, levatoli su le
te: Qucdu, dille, è di S. francefilo farà fiio ,
ginocchia, cd abbracciatoli con una Crocea,
pendei o di render il vino ottimo, così come tufo tra quei ampiedì, vergine, refe fa fipi-
av venne Àstila medefima Patria Laura mo-
. rito al fuo Signore, l'anno 1 j HoG£acc.G*alt,.
Ki
glie di Modello Gambaeorta avendo feorfi ed altri citati . ìSo.iI.’U'
molti anni col marito fenza prole , avendoli XXII- f rat Umile da Paterno Chierico,
indollata una tonica , fiata ad ufo di I rà Pa- quanto più brievc di tempo, e del fccolo , e
i cifico, (egli era già morto) ottenne molti fi- dell'età, tanto piu provetto nelle virtù , vide
‘ gjiuoli, il primo de'quali refofi Capuccino, una vita ccleftc V cnuto all'ultimo periodo
.
j
fu detto trà Timoteo da Palermo Morì . defuoi giorni nel Convento di Turano , al-
, .
catofi co'Sagrarocnti 'della Chie/à , avendo lògnevoli d'ogni mano: Gl' Infermi li ferve-
80. anni d'età pafsò al Signore nel Conven- va, come madre i propri figliuoli , i inciti, e
to di Reggio fanno ty 8 1 La fua carne per
.
tribolati, fembrgva di trasformarli nelle lo-
altro dilìeccatapcrl’ aufierità della vita, ed ro miferie, cosi compatì va mendichi ; che
i
alquanto imbrunita per la vccchiaja,divenne più di una volta per loro Ibeeorfo, 11 priva-
dopo morte, bianca , e molle , come d’ utu va del proprio alimento 5 ma tal' ora cotu
i. fanciullo di latte. Zacc. Guatt ., gli altri ove ufura, come camminando da
ora, che
c fi all
*•
fopra. Reggio a Seminara in tempo di gran penu-
XXIV. Frat’Antonino da Reggio molto ria,ed avendo largarne ite dilpenlàta la pre-
più illullre nella fintiti della vita nacque
, fa provifione per le, ed il fuo compagno.di-
circa ijoft dall' onorata Famiglia de'
il
vcrtiti poi in una vicina fontana con lòlej
Tripodi i quindi allevato da'Genitori nel poche oncic di pane , vi trovarono alcuni
Tanto timor di Dio , come fu agii an- Signori, li quali dopo la caccia fi erano ivi
ni aj. della fua età, entrò nell’ Ordinej definare , e da quelli accolti coti-»
ritirati a
degli Offervanti , tra' quali appena com- ogni amorevolezza, furono poi trattati aliai
piuto l’ anno , che inlieme con gli altri fplendidameme. Studiava molto alla rappa-
lòtto la guida de’ BB. Lodovico, e Bernar- cificazione de’ difeordi, e gli avvenne un->
dino fuot compatrioti, vcftìl’ Abito di Ca- calò degno da tenerfenc memoria-. Podi in
puccino. La prima pietra , ch'egli gettò domcdica ridà marito , c moglie , fcnzache
alla fabrica della Aia perfezione , fu l’ umil- l' avellerò potuto riunire, c parenti, ed ami-
tà , con la quale non contento di met- ci, vi andò per ultimo Frat’Antonino/: men-
terli fotto
a' piedi di tutti, ambiva, che tre ior favellava della pace , fe gli prefentò
’
tutti lo dilpreggiaITcro . Dalla quale poi davanti un gatto domefiico qual conofciu-
,
nafeeva un fommo rilpetto , qual portava a to per qual egli era , dall’ uomo illuminato,
tutti, lingtilarmcnte a’
Sacerdoti, a canto de’ dal quale anco precettato a dirlo di fua_,
quali mai avrebbe voluto ledere, o far altro, bocca, come già fece , finalmente fugatolo,
che moitraife famigliarità con elfo loro.Dal- come quelli ebbero a conofcere l’origine de’
la mcdelima umiltà gli nafeeva un ubbidien- loro dilfapori, c riunirli con la pace matri-
za a tutto pennello , non folo prontamente moniale ; cosi f altro ebbe a riportarne un
efleguendo quanto dal fuo Superiore gli ve- iniigne trionfo di carità. Ma carità piu infi-
niva impo/to, lia qualunque fi foflc, facile,o gne fu quando rimallo uccilò un fuo Fra-
difficile, di gulto, o di dilgufto, fenza voler tello, qual egli teneramente amava, dopo d'
fapere, fc poteva, o non doveva farli la co- avere lungamente orato in Chiefa per Fant-
fa commandata, ma pregiudicandofi molto, ina di lui, andò a ritrovare il nemico omi-
1
fé commandata gli vcnilTe con tentimi di cida , ed abbracciatolo fenza punto tur-
piacevolezza, dicendo , che li Superiori do- barfij fiate benedetto da Dio frate! mio , gli
vcano fervidi di lui, come di Schiavo , non
di Religiolb) e di quella Tua ubbidienza fe
Ile legge un avvenimento maravigliofo.Paf-
fato da McTina, ove era la pefle,in Reggio perdono per quello tocca a ine , e me l'offe-
Frat Angiolo da Arafi , fu da’ Deputati del- ro a procurarvi la rimeffa dagli altri pa-
la fallite confinato in un luogo a parte, fuo- renti Avvenimento , qual eflàminato da_,
.
ri del Conventoima perche gli erano nccef- alcuni Signori di Reggio , fu conehiuib
farie alcune cofe , quali doveano averli iit_» per il maggior de’ miracoli operati da Frat'
Arasi, il Superiore vi delfino Frat'Antonino Antonino
con Fri Bonaventura da Reggio , ed egli Nè per tanto s era dimenticato dcll’aufle-
fenza pur penfarc, ch’era d’anni 70. il viag- rità della vita,
nè pure per la vecchiaia F a-
gio lungo di fei miglia , l' ora tarda l’ aria vea un tantino difmelfa. Anche nell’ età de-
,
nuvolola a pioggia , fubito fi pofe in cam- crepita d anni 80. , oltre li digiuni ordinati
mino. Come dunque fu nel mezzo del cam- dalia Regola, c dalia Chicli digiunò Tem-
,
mino , 1 aria già gravida di pioggia-comin- pre le quarelìme del P. S. f rancefco : le Vi-
144 CALABRIA SANTA LIBRO I.
gilie delie Fede dei Signore, della B. Vergi- . jfUipore di chi io feppc . Badando umori
ne, degli Apodoli, ed altri Santi, li Venerdì Giorgio Geria, Nobile di Reggio , con fua
]
di tutto 1' anno, e li giorni della fcttimana_> moglie Giulia Mazza, per opera malefica,
maggiore, tutti liconfagrò col digiuno di lenza muoverli dai Convento, fu in loro ca-
pane, ed acqua. Non A cavò mai da dodo il fa, ed avendo lor cavato da dodo il maielì-
eilicio; dormì femore su le nude tavole , e ciò, li redituì alla pace, ed all’ amorc.La fe-
pochilfiroojc fuggi Tempre, che gli fu podi- ra prima del fuo morire fu a vifitare un fuo
pile li trattenimenti buriefchi. Ritrovandoli amico, dicendogli , che dovendo fare u:u
con gli altri in tempo di Carnovale allaj gran viaggio, era ito a prendere da lui con-
menta , e mentre quelli ( difpenfato dai Su- gedo S’oppofe 1’ altro , perfuafo , che noi
.
rilpolè : Come io pollò darmi buon tempo, gttente A vededèro in Convento , affine di
fe lòno quaranf anni, che porto quclt' abito. Ieri ver A al Padre Provinciale , per non far
nè sò ancora, fc Iddio mi abbia perdonato viaggiare Frac 'Antonino Venne l’ Araorc-
.
i peccati: fcntimcnto
,
qual' accompagnato vole, malo trovò morto ; onde fi accorpo,
[da un gran fpargimento di lagrime , tram u- che il Servo di Dio nè A era partito di Con-
tò la ricreazione in folpiri . Sopra tutto s' e- vento , né di viaggio per la terra avea par-
fercita va nell' orazione , a' cui iludj impie- lato.
gava di giorno quanto rubar poteva dagli L' ubbidivano gli Ucclli , c A racconta.,,
clèrcizj dell’officio, e dell'ubbidienza, c deila che Dando a pranzo in cafa d’un Amorevole
notte la maggior parte , così
prima , come in Trizzino , volò in un albero vicino uiu,
dopo il maturino ; contemplando i Divini vago uccelletto, a cui il Servo del Signore-pi
|
nniterj, Angolarmente quei della Palfiono, tempo fei venuto fratei mio, vieni anche tu,
nella meditazione de quali s infiammava^ a cibarti in quella menfa; Volò l'uccello nel
tanto , che per lo piu andava come rapito fuo pugno, c pafciutolo di poche miche , lo
da fenfi, e molte volte fu veduto con la fac- reflitui al volo. Ma quanto più l'accarezza-'
uà luminofa a guifa di' Soie ; onde perciò va il Ciclo con sì nobili dimodranze ; tanto
lemprs era in Chicli , rate volte praticava piu le glìnfuriava contro fiufernoi poichej
con Frati, c quali mai coi, focolari , princi- alcune volte fc gli attraverfava adulilo dcl-
palnicntc donne, fc non fol tanto, quanto vi la Chiedi, o per impedirgliene l'ingrcffo , o
veniva portato dalia ne tediti, e dalla cariti per farlo ilrabocchevolineme cadere : altre
religiula . Orando una notte nei Coro di volte drafeinava per la Chiefa quello fca-
Reggio avanti il maturino. Fri Tummuiò da bello , su del quale, gii vecchio , orava ap-
C.-uauzaro Chierico v entrò per dar il legno poggiato: altre volte con importuni rumori
di quello, ed appena aperto Pulito , vidde la li Itudiava, come didurbarlo dall' orazione.
Ciucia Inolinola, come fe folle di giorno: Una volta, che palleggiava all’Orto, fe’l vi-
tiuraio dentrojvidc Frat Antonino nei mez- de venire arrabiatamente all incontrojcd un'
zo della Chiefa, alzato da terra palmi quat- altra fc gli diè a vedere in Chiefa cosi orr i-
tro, c circondato da una gran luce : accor- bile di volto , che glie ne redò , mentre ci
tolcne l’aiti o, riprefe il Chierico , perche a viife, un rren)orc per tutte le membra . Più
quell'ora folle ivi entrato, foggiungcndo, terribile fu quello gli avvenne con più de-
che glie la perdonarebbe, fé teneffe fegreta moli), ritrovandoli Portinaro nel Convento
la villa. Promife di si d Chierico , purché il di Reggio. Prima del maculino fenti Tuonar
fervo del Signore Anccramente raccontale la campanella; onde fccfo, ritrovò alla por-
queiio gli era oecorfo. Cosi dunque convc- ta fei demoni in forma di Mori negri, mol-
nuti inlicme , dille Fi at Antonino , ch'egli to de formi, l’uno de'quali così favcl!ò:Non
piu voice avea priegato Crilto , che A degni • ti turbare Antonino, nun Aamo queda volta
communicargli la maniera, con la quaiej venuti a recarti difturbo; ma ad efeguire gli
s era ttashguiaco nel Taborre, e che quella ordini del Cielo-.Vattene dal P.Guardiano.e
volta n era dato compiaciuto. Fù dal Signo- digii , che mandi qui un Sacerdote veitiro
re arricchito di molto lume da prevederti delie fagre vedi, con un Calice : liclc il Sa-
llc cufe da vcnirc.AUa moglie di Laumcdon- cerdote, c come fù gionto quei demoni, di A
te Scriva da Gcraee , pei molti anni dcrilej fepcllito un Gentiluomo , il giorno avanti
profetizò un tiglio in.i!ÒhiO, qual poi col no- defonto, e fepedito , datogli un colpo nella
medi Francefilo refo Domenicano, riufeì nuca, buttò dalla bocca ir communichino
Religiofo inlignc; e di quede fomigiianti indegnamente prefo, qual fù ricevuto dentro
» profezie, fe ne raccontano altre molte . Ad il Calice; indi prefo l' infelice cadavero fc lo
fioro, e fomigiianti ; moltiplicò in più luo- Sono quedi così grandi, c per numero,e per
ghiad un tunpo mcdefimo la prefenza, con qualità, che ballar ebbono a {ormare un in-
tiero
, 1
ticro volume, quando, e tutti, e con le loro cui memoria , fino a quedi nollri giorni vie-
circollanzc volcflcro dclcrivcrfi : fi tocche- ne medeinna Chicfa di Capuccini, det-
alla
ranno dunque alla sfuggirai con la loro fo- ta la Confutazione , pioccflionalmcnte la
llanza. Rifanò molti mortalmente feriti, o di Cittì il giorno fedivo de'zi- Novembre ,
archibugio, o di pugnale , con far loro pro- ognanno offerendole un gran Cerco in ren-
mettere la rimcfla, ed alquanto orare per et dimento di grazie .
liloro. Con due pani , ed alquanti minuzzo- Avendo dunque Frat 'Antonino feorfi an-
li, fami-
fatollò trentadue frati, parte della ni 54. di vita cosi commendabili nella Re-
glia, c parte forafticri con altri quattro pa-
: ligione, volendolo il Signore coronare con
ni affai piccioli, disfamò una moltitudine di la ricca mercè dellagloria,gli rivelò il gior-
trenta lccoiari divertiti al Convento ì e di no della fua morte, qual egli altresì confidò
fomiglianti cali, moltiplicando pane , vino, a piti perfonevonde gravemente infermato-
ed altre colè coincftibili, ne operò innume- li, dopo favcrli preparato con tutti Santif- i
trave, al cui pefo mal potevano reggerli paefe all'intorno , fvcllcndogli li peli della;
quattro para di Bovi, la refe tanto leggiera, barba, e del capo, c (tracciandogli piu abiti 1
che poi ballò un folo i ne' quali cali altro di dolio , pezzetti de quali , ed allora , c_>
i
non adoprò , che una brievifiìma orazione. poi operarono molti miracoli , e fra quelli
Col legno poi della Croce , e colle parole vi fu uno llorpio , il quale appena toccò
Cbnjlus natus tJi,ChriJÌ«s mortmis r/Ì.Cr Cbri- quel benedetto Cadavcro , che di dubito
Jiin rcjurrexiti rifanòpiù felicitanti difpe- rifanò a degno , che venuto a cavallo , ri-
rati da Medici, un paralitico, una donna da tornò a piedi Dopo lèi anni di lépoltura
.
quali non avendo a fuo tempo filata la feta, cerdote fiorì con tanta fintiti di vita , che
e perciò gittati, come inutili, fattili ritorna- mettendo la fua corona fui capo d'un mori-
re, li redimì al proprio lavoro. Per tutto ciò bondo lo redituì alla falute ; ed altre volte
« era acquidata tanta fama , che non prima vibrando il fegno della Croce contro dell'
j
entrava in Reggio , che non li vcdcllc alla aria coverta di nuvole, qual minacciava tem- \
traccia un immenfa moltitudine d'infermi , pefta, la ralfercnò Falciò di piu vivere alla
.
aa mn
terra l'anno ««o.n. <*»
di tribolati, e d'altri fomiglievolmente bifo- jpo. Bo-jrr. 1 j
gne voli. L'anno 1571. travagliando la Cit- XXVII. Fri Crifolìomo dall' Albidona
ta di Reggio con una mortalidìma pedej, Sacerdote vide sì puro, che venuto a morte,
mentre il Servo del Signore priegava per il demonio non ebbe eh' altro opporgli , le
quel bilògno, gli comparve da su li cancelli non che, non avea atrefo alle lettere umane,
della Chicfa la Beatillima Vergine nel mez- c divine, onde aveflé potuto giovare a Cuoi
1
zc di due Angioli, con torcic acccfe , e do- profiìmi , e prcvalfe tanto la tentazione ,
’po l'avergli parlato con affetto di Madre > che in qucll'ultimi refpiri, turbato di volto,
gli dille, che chieda quello vogIi,cd egli: Ti ebbero a travagliar molto li Frati, per trarlo i
racommando, mia Signora, quella Cittì, ac- di fcrupolo Ma indi a non molto (afferma-
.
mia Chicfa una folennc proccilione , che ma Vergine , il Precurlòre S. Gio: Batti-
pede. Non volendo però
di fubito celfcrì la Ila ,
ed il Patriarca San P'rancclèo 1 Al-
, il Frate , che
l'umil Servo di Dio , che quello li lappi a lo fpirar l'anima lo fcrviva,
fuo conto, non vi fece altro , ma vi provid- udì una dolcilfima melodia di liuti , di ce-
de lamedcfima Rcina de Cieli, dellinando- dro, cd altri mulicali linimenti , fra' qua-
vi due Angioli in forma di Capuccini Si fé : li paisà al Signore 1 anno ij 9}. Zaa. ’
A i «un.
la proccluonc, c la C itti redo libera : per la
1
Bov. p IU j.n.!(.
T XXVIII.
,
fieri giorni fenza guftar cos alcuna: alcune , così come altre colè fiate a fuo
quali pui
j
quarclimc non alfaggiò non acqua, non vino, ufo, operarono molti miracoli , e fra quelli
c generalmente mai mangiò carne Attcfc_> . rilanarono una donna di Palmi da un fiero
con tan ta applicazione ali orazione , e con- dolore di braccio, ed un nofiro Frate dalla-,
A<1 inn
templazionc delie cofc celcfiiali , che tutto fibre . Zmc.Bover. lisj.o.te!
quel tempo, qual non gli veniva preoccupa- XXIX. Fri Giacomo da Soverato fin da
to, o dalla cariti, o dall’ufficio ,
o dall'ubbi- fanciullo dimoftrò , quanto clfer dovea fin-
dienza , o da una fcarfiflitna ncceflìtà , tutto golare nella virtù } poiché oltre ad una gra-
ve l’impiegava} c più volte fu veduto rapito viti non corrilpondcntc all ’cti,ufcito dalla.-,
in efiafi Ebbe il lume della profezia : che
. lèttola correa di fubito in Chicli a fcrvir
per tanto a cinque giovani , quali andavano melfe, o veramente ad orare. Crelciuto negli
per cfler ricevuti nella Religione , diflè, che anni frequentò li Sagramcnti , c profittatoli
non tutti avrebbono ricevuto la grazia dal molto nelle umane lettere , apri fcuola di
Provinciale , ma tré, accennandogli col di- quella profeflione Mangiava il pane a mi-
.
to} e che nc pur quelli tutti profcltarebbono, fura , ed alle volte ripopolo con fcgrctczza
ma ch'uno ne tornarebbe al fecolo , come il da parte, lo ripartiva poi a poveri. Conque-
tutto avvenne Ad alcuni Miniltri del pu-
. Ile virtù dimoialo dal Signore a più alto
blico , negligenti nella carica, previdde la_> grado velli l’abito de’ Capuccini , e fatta la
morte nel termine di due meli, come fu. Ad profeflione , applicato a lludi delle filofoli-
alcuni Banditi profetizò la rovina, eccettuai]- che , c teologiche dilèipline lotto F’rà Gio-
done un folo , con la liberazione non folo, ì vanr.ello da Terranova , e poi in Roma fot-
ma con la profperiti Ad un nofiro Frate,
. to Fri Girolamo da Piltoja , divenne ungo-
per nome Fri Girolamo da Catanzaro , che eolur Predicatore del fuo tempo , ed anche
da Polillina era ito a vederlo in Seminara, Lettore dell'ima, e dell’altra facolti Quin- .
predifle una grave infermiti,lino ad elier di- dì allaggiata la fua virtù da PP. I anno 1571.
Iperato da Medici , ma che di quella non_i venne eletto in Diffinitorc, poi Provinciale
morrebbe , come avvenne Colla profezia . qui , ed in Napoli , c finalmente Diffinitor
uggiolile li miracoli } onde col fegno della . Generale } ne quali uffici fi diportò con tal
Croce refiituì alla viti Cornelia Gariani , moderazione d animo , che non fu veduto
quali moribonda , alla quale parimente im- Supcriore di lui piu pia.evolc Se alcuno li
.
petrò un ligliuol mafehio, qual poi inferma- fulle rallegrato con etiti lui della dignità Ti-
toli a morte, rifanò, con orare alquanto per cevuta, rollo nc piangeva tanto dirottamen-
lui in Chiefa Così ancora una tal donna ,,
. tc, che provocava le lagrime dc’circofianti.
per nome Prudenza gravida, ma quartanaria, Abborriva la mormorazione , quantunque^
con gran periglio , o di morte , o di aborto, icggicra,di qualunque petfona, lìngulannen-
rilino col legno della Croce Col inedefimo . tc delle defunte. Predicava con appoftolico
légno guari un fanciullo poco mcn che eie- fervore, onde fermonegiando della Pafiìone
co, cd un'altro da due terzane Guarì anco- . recava molte lagrime agi uditori } e grande
ra col tocco delle mani un nofiro Frate ad- fpavento fermonegiando , o dei giudizio , o
dolorato tutto per certe tavole cadutegli fo- dell’Inferno, ch'ira molto frequente. Tanto
pra ,c col cordone un Gentil uomo Gover- innamorato dell oraziune, che fra giorno , c
nadorc delia Città, infermo a letto . Furono notte vi (pendeva dicce , c u. ore, e molte
tanti li miracoli operati da quello Servo di volte con rapimenti da fenlì , c con efiafi.
Dio in Seminara, Filocallro , c Terranova, Entrato nella Grotta di Gieraec , eh’ è nell’
che li foli di Terranova,pcr detto di chi po- orto, per orare, fj olfcrvato da un Gcntil’uo-
ttva faperlo, avrebbono potuto riempire un mo fuo famigliare, per nome Ferrante Sac-
giulio volume. Arrivato agl’anni cento, de' co, quale Dandogli a fruittc,lènza accorger-
qttali n’ avea dati felfanta al Signore nella-, lène 1 Uomo di Dio , lo vidde ora genutief-
lola Religione de 'Capuccini, ed infermatoli fo , ora prollrato , ora in piedi con le mani
di puntura, avendo prima predetta a prati la incrocicchiate , piangendo , cd efeiamando:
fua morte , pafsò all’altra vita nel Convento Vidde poi ufeir dalla grotta un gran fplcn-
di S. minata l’anno 159;. , e le fue carni di- dorè, qual vi durò per più tempo. Fu anche
vennero candide, molli , c manegievoii Ipi- veduto dal inedefimo elevato da terra due
rami un odor di Paradilo Fù sì grande la . palmi, ed altre volte dal Vicario Foraneo in
calca delie genti, non pur da Seminara , ma Fiumara , predicandovi la quardìma Nel .
da Lunghi convici ni, che per lodisfar a tut- mentre fiudiava in Roma , un tal Gcniil’uo- j
mo
,. ,]
to , così favellò allo Ipirito , lo fon venuto ella è partita Interrogato da Michele Qu i-
.
qui non di mia elezione , ma forzato dall' i rolio , che fi ritrovò prefentc , che gii folfe
ubbidienza : conviene dunque, eòe anche tu ;
occorfo.’ ed egli così adrattu, lo , dille avea
. con ufeire, e di lìibito partì. Pie-
ubbidii.. hi prefa per la laida delle vedi Ja Reina de'
j
nando da Ruma , dal Capitolo Generale , c veduto da fri Pacifico , e ben gli dille , hai
fermatoli in Napoli per 1 occaiione della
"
avuto paura del Toro ? Li Frati hanno prie- !
nito colli Sagracncnti della Chic là, nudo in fiata in Purgatorio, e che all'ora all’ ora fa-
hi «nn. terra ,
fpirò l' anima fua felice l' anno 1594. liva in Cielo . Ogni giorno
cibava col pa-
fi
ma di fpirarc vidde 1 anima d un nolìroFra- 159®., e per il molto concetto, qual savea
M «nn. tC; p£ r tu avea recitatu tré corone , che fa-
i della fua Santità , concorlcro tutti quei po-
ll»»-
jj va fc )j c cmcnte al Cielo. Zacc.Bovtr. poli al fuo funerale Dopo morte apparve
.
XXXI. Frà Viuccnzo da Moromanno alla Signora Chiara Gran , fua famigliare , '
bava con la moltitudine de 'miracoli, de'qua- XXXIV. Fri Nicolò da Roffano Laico
lì non tenutali memoria , fono già fvaniti. Religioni d'altiffuna contemplazione, con la
Morì .'anno 595. in Montcleonc , c dopo
1
quale s' avea refo famigliare lo fpirito di
fei meli della lìia morte fu ritrovato incor- profezia.Negl 'ultimi elìrcmi della vira non ;
rotto, e perche con qualche violenza gli fu avendo ch'opporgli il nemico , prefe a tra- ;
ah ititi, cavato il Capuccio, perciò urtato nella fac- vagliarlo col Ibvcrchio d' alcune colarellc,
irst.i.ji.
£ a ne u[cì a molta copia il sigue.Zacc.Bov.
j quali teneva nella manica , onde gittateic a
XXX 11 I. Fri Pacifico , qual fi nota co’l terra, volò vincitore al Ciclo F anno 1 595.
folo nome della Nazione.mentre vide nel le- Zicc. 1
!
agli uomini Laftiò la terra, e &11 al Ciclo
.
tc, orando tempre, c contemplando li divini
|
cerdote dopo una vita odorofa d'ogni per- predicando in Montauro , te gfinfermò il
fezione , venuto alla morte fu travagliato Compagno Fri Girolamo da S.Catarina , al
con la veduta di molti demoni in forma d' quale, profetando la morte di fc medefìmo ,
Etiopi 5 fra le quali anguftie gli comparve diffe: Andiamo in Convento Tu ripiglierai :
nie , egli rjlpondca con gli altri Ora fro me, bagnato dalle lagrime di molti, coucorfì a_>
ed alla fine, aggiungete, dille , per cariti Ja venerare il fuo cadavero
Salve Regina, alia tuie della quale fpirò l’a- XL 1 V. Frà Lodovico da Catanzaro , nel
nima, cantando con voce più alta, d iulcis,i Iècolo ebbe nome Ferrante della uobil Fa-
iulcijjima Virgo .Varia. Morì in Rodano l’an- miglia Mele, fratello di Co! anza Mele, mo-
no 1598. glie di Gio: Battifladi Paola , da'quali nac-i
XXXIX. Fri Michele da Miiromanno quero Innocenzo, Dazio, Franccloo,e Vita- j
Laico ebbe gran lume da prevedere il da_> liano, legnimi ceppi dell'oggidì viventi Si-i
venire: tramutò una botte di vino da cattivo gnori de Paola Ellendo ancor giovinetto)
.
in buonore morendo, che fu l'anno 15 99. gli ferrante s'infermò gravemente, c quindi Ili-)
Ifurono affilienti tré vaghinone Vergini, ar- molato dalia brama della future, fe voto per
gomento detre voti eflcnziali, da lui intie- l’amor di quella di vintar la Vergine degli
ramente olfervati. Zacc. Rover. Angioli ncila Chicfa de'Capuccjm , Imma-
XL. Frat'Anfcimo dalia Serra Laico, Re- gine affai miracolone frequentata in quella
ligioni in/igne nella virtu.Nella mortc.quaf Città. Riavuto dall'infermità adempì il vo-
accadde negli anni 1 J99. meritò d'eiler fa- to con la viiita,e nel ritorno ritrovando una
vorito dalla prefenza della il. Vergine , o Cotta, con una berretta di Prete , per molto
dopo tré anni di lepoltura fi ritrovò , come che folte andato in traccia del padrone, mai
fe il giorno mtdefimo folle flato fcpcliito . potè averne nuova: onde intcriormente dal-
Zaccar.Rover.iit I i.Afr. la gtazia Divina illuminato, quefta ruba, dit-
XLI. Fri Luca da ueritola,detto volgar- te, fenz altro m
e venuta dal Cielo , portata-
mente da Calabria, ancora fecularc andò mi da S.Pietro per farmi Prete: Non voglio
nel pellegrinaggio di S.Giacomo di Galizia, eflcr'ingrato al beneficio Si chierico dun- .
ove dalla grazia vie più illuminato veltì l'a- que , e dall’un ordine all’altro làido arrivò
bito di Capuccino. Digiunò quali tèmpre in al Sacerdozio Ordinato Sacerdote accom-
.
pane, ed acqua , ogni giorno fi difcipiinava pagnò il grado con una vita iliioau, poiché
fino al fangue,con altre macerazioni di car- oltre la modeftia del praticare, c la compu-
ne. Fcrvcntiffuno nell’orazione , nella quale fizionc dcll Uomu
citeriore , il fuo letto era
molte volte li rapiva in el!a!i,anche con lòl- dentro una Italia ,
con di lòtto un guanciale
lcvarli da terra.Morì in Barcellona nel Con- di fpine? Venerdì , c Sabbato non allàggiava
vento di Montecalvario l’anno 1 óoo.Zacc. cos alcuna , c nell’ orare teneva folto le gi-
XLU. Fri Pietro da Pcdacc non ancor nocchia per via più tormentarlo , o ccci , o
finito l'anno della probazione,venuto a mor- petricciuole Ma
veggendo, che lo Baio del
.
te vidde la B.Vergine , onde tutto giubilan- fecolo, c della fua cafa agiata , c bendiamo
te prefe adire, o dolce mio bene, ofpcranza di fortune gl' impediva di non poco il vi-
dell’anima mia , ò Santiflima Vergine , deh vere a tutto rigore di pcnitcnzap-ifoJfc d'ab-
ricevetemi nel volito fino ! ed in quelle pa- bracciare il vivere de'Capuccini: bene vero,
role fpirò l'anima felice l'anno 1S00. Zacc. che feorgeva dovervi incontrare delle dif-
Bovcr. ficoltà 1 amore rcncriffimo del Padre , la-,
:
XL 1 II. Frat'Antonio da Squillaceli Ec- (leriiità della cafa, ridotta non a pi 11 , che a
colo ebbe nome Pietro della Famiglia Pic- lui, c ad un altro Fratello, e fomiglianti per
coli: fi dottorò In Canoni , e poi Canonico altro frivoli pretclli del mondo: quelle eran
di quella Cattedrale pafsò a’Capuccini d'an- l'arme , colle quali prevedeva muoverfogii
ni 45., con due altri, quali però non poten- la guerra , fe fi foflè alt aperta dichiarato a
do refiflcre a quel rigore , riverirono l'abi- veltir 1 abito rcligiofo 5 che per tanto una
to tralafciato. Frat'Antonio non pur nel No- notte, fenza farne motto ad alcuno, fi fuggì
viziato, ma tempre che ville pcrfcvcrò nel dalla cafa al Convento mezzo ignudo ima
;
‘
Tà
1 1
ti
,
quali deeeltando quella indifcrcta tuga ,
!
molta Angolarità . Infamatoli gravemente
gli proiettavano o volontario, o foizolo il |
Aifonfu Vento marito di Cafiandra Sirena
ritorno alla paterna cala .Pur 'egli, dalla di- fua nipote , nò trovando imglioranicnru in
vina grazia avvalorato, tanto ditte, or pei fua- tante medicine ordinate da Filici , c perejò
dcnòo,or priegando, or minacciando il Pa- !
avendone compaffiunc Margarita l'altra lua
dre , che non Polo il riduflò a dargli la fo- ;
nipote. Torcila di Caflàndra, c nofira terzia-
Ipirata licenza, che fi vetta fra quei Religio- i
ria , andò al Convento , c’i raccomandò a_,
Ili ch’anzi il ridutte a confortarlo alla per- Fià Lodovico Lo compatì ancora il Servo
.
feveranza. Così dunque veliito col nome di del Signore, c cavatoli di manica un polifli-
Loduvico dell'abito, e fatta la profusone fi no, nel quale era Icritto il titolo delia Cro-
i avanzò tanto nello fpirito,chc s'acquillò ap- |
ce, Jr/ir» NnfjotnM Sex Judxorum , c datolo
Uri-
pretto di tutti gran concetto di Santità. a Margarita: Andate, dille, a portarlo ail'in-
j
gore dell' attinenza principiato nel feeolo fermo , lo legga egli prima c poi fe'l metta ,
i
Tacerebbe non folo co’digiuni ordinati dal- di fopra ì ehe prima dell' ora di vefprO farà t
'
la Regolatola con le quarefime del P.S.Fran- fuori di febre , come appuntino avvenne.
cefeo, quali digiunava con tanta ettattezza, Scefo poi I rà Lodovico andò a vilitare il
come fc gli lotterò d’obligojnè perciò,ctten- nipote , c ritrovata la moglie Cafiandra, che
do poi Supcriore, permetteva, che per detto piangeva per allegrezza, le foggionfe, c pu-l
tempo mancatte cola alcuna agli altri , quali I re da auì a 12. meli averai laflegrczzau un!
non digiunavano,che anzi perche non man- t figliuolo mafehio , come fu Dovendo par- . :
no piu congiouto parente. Tutto il tempo, tila l'altra, c perche, gli ditte, le mutaróìRa-
qual potea rubare agl' altri cflòrcizj , fuori tta, ripigliò Frà Lodovico , non occotre al-
che a quelli dell'ubbidienza , c della cariti, tro 11 giorno apprettò della paitcnza del
.
tutto lo (pendeva in orazione c per tanto : Servo di Dio s’ infermò il marito di Lucre-
era fcmpie il primo nel Coro, fingolarraen- zia , ed indi a capo di fate giorni , morto (
tc di notte al matutino, qualciper ordinario l'uno, l'altra velli a lutto Ippolita Marfulia .
preveniva con una, due, c tre ore d'orazio- un'altra fua nipote , moglie di GianFrancc-
ne mentale, in cui tanto fi compungeva, ora feo Rodio , Gentiluomo primario della Cit-
con lagrime, ora con folpiri, eh avrebbe po- tà, avca feorfi anni ip.core quello fenza pro-
tto fuoco di divozione a'piii aggiacciati. Ce- le , con ettremu periglio d ittnigucifi la fa-
lebrava la metta, accompagnata da molte la- miglia , che però ne veniva malamente ve-
grime, fingolarmentc quelle della fettimana duta, e pcflimamentc trattata da quei di ca-
Santa, quali appena potevano, e da lui cflcr fa.Vcnne ella un giorno da Tuo Zio Frà Lo-
finite , e da altri afcoltatc per l'immenfa co- dovico , al quale manifellato il Tuo gran.»
pia di quelle Quella matticela Santità , co-
. travaglio, quelli la conlòlò , c detta lua tri-
me prima venne oflervata da' RR. preporti ilezza intenerito: Và, le ditte , eh lo pric-
al governo della Provincia, tolto li dimoiò ghcrò {ter te il Signore , c confido nella fua
a Jcrvirfi di Frà Lodovico di Guardiano , e liberalità , che da qui ad un melò diverrai
di Macttro di Novizi in Catanzaro , ed altri gravida d un mafehio , che firrà l'onore del
luoghi: ulficj come da lui non accettati, che parentado, c farà feguito da molti altri. Con-
per l’imperio deli’ ubbidienza , così fedel- cepì Ippolita al tempo prefitto ,
partorì il
mente efieguiti con tutta puntualità 5 cd av- mafehio, che fu Diego, il quale datoli atta-,
veniva, che fenza troppo farli intendere con milizia, divenne valorofo Capitano di mol-
la lingua , ballando la lòia forza dell' eflbrn- te Compagnie feguito appretto da alni
,
vani allamore delle fuc Piaghe ì ma perche quei Tuoi fudditi alla tolleranza , cd inficine
fervine a lui medefimo di Macttro 5 ondo a Ipcrarc nella Divina Liberalità, al fine del
avca in cottumc di confiiltario nette cofe di fcrmonc fi cd andatovi
Tenti toccar la porta,
rilievo, efti fama publica, ch'il Santo Cro- il Portinajo più per ritrovarvi qualche mez-
cchilo a quella maniera confutato, più d'u- zo morto dal freddo , che alcuna maniera^
na volta con voce articolata gl'avcrte rifpo- di provifionc,anzi vi ritrovò due grandi ca-
I
/lo, parlandogli quaì'amico all amico . Non ncllri d'ottimo pane , fenza vedere chi vej
l'avcf-
-, j
!
1
legno de 'morti, fccndervi lòpra un lumino- Furono dunque fopra il Convento de Ca-
fo raggio dal Ciclo, che fermatovi!! lùpra_. puceini fuori le mura, detto la Conlòlazio-
alquanto, per la llrada incdclìma li ritraeva ne,a cauli deli Immagine miracololà di Ma-
dietro Alquanti anni appretto volendoli
. ria con tal nome ; ma tanto mancò , che P
trasferire nella Chiefa nuova , fu ritrovato avellerò offeib, che anzi no rollarono morti
incorrotto, onde con accrefcimento di ma- alquanti di elfi Stavano alla ditela di quel
.
raviglia, fu rifepellito nella parte delira di Convento, e della miracolofa Immagine fet-
quella per di fotto all'orologio di fopra . La te Caputemi , ed alquanti focolari ; onde i
Madre ebbe da 'nortri Frati il fuo cordone Turchi vi ritornarono pi t,c piti volte, lèm-
il quale operò molti miracoli con gl'infer- pre accrcfciuti di nuova gente. Era veramen-
mi, c con le donne partorienti fopra tutto; te maraviglia il vedere , come quei buoni
che poi dall'altrui indifercta divozione Ice- Servi del Signore con le Croci in inano ca-
maio a poco a poco, rimale alla line ridotto minando fempre avanti, come di riparo a_.
al niente. quei del fecolo, non poterono mai eifer o fie-
XLV.
Fri Dionigi da Taverna Laico fio- li da' Barbari
, avvegnaché contro di loro
che meritò, che un Angio-
ri a tanta fantitì, drizzate le offe-fi: nemiche In uno di quelli . 1
lo il un fiume ingrollato
trapoitallc di li da afTalti avvenne, che non ritrovandoli pronti
|
dall'acque: Predille molte cole a venire , e all arme i lecoiari , ufcì contro de Turchi j
dopo morte fucceduta l'anno 1 5 oi. compar il loio 1 rà Gabriele , nè con altre armi, che
. , ve eloriofo ad una folcila del Tcrz Ordine. d' una difciplina di funicelle ; ma la virtù
Ztàccjiovcr. del Signore, rinovcllando l'antico iniraco-
XLVl. Fri Gabriele da Reggio fi chiamò \
lo, quando Crillo fatto un tlaggcllo de funi-
nel iecolo Filippo CalUifciano nato da_. culis,caccio dal Magro Tempio coloro, che
Brandano, e da Maria Barletta , famiglici il profanavano colli eradichi qui operando
! ;
amendue nobili in Reggio, ove ancora vilfe di pari col Servo del Signore, ravvalorò sì,
da Religiofo ; poiché ufeito dalla fanciul- che fugò meta quell empia canaglia , lenza
lezza , e adolclcenza , tempi , che lodevol- fua oltefa alcuna. Mjri egli aliai per tempo
mente impiegò nell'acquillo delle umano chiamato dal Signore a rimunerarlo , come
li confagrò all’ opere della pie-
lettere, tutto giàconfummato nella virtù nei mcdciìmo
ti.Le fue conversioni non erano, che con Convento di Reggio li !7.Fcbraro del j tfoi.
uomini maturi , e per cti ,c per viriti fre- : Bonavcni. ita H ego 10 IJtor. ac Capace, paolo
quente nelle Congregazioni, nell' ufo de'Sa- Gualtieri hb.i.c. 89.
gtamenti, nell’ eUercizio dell orazione, nel- ’
XLVI 1 . Frat’Antonino , o pur Antonio,
la quale aveva ottenuto dal Signore il dono come altri lo feri vono , nacque dalia nobil
delle lagrime; e nella macerazione della car- Famiglia Afta in Francica. Velli 1 Abito Ca-
ne co digiuni, ed altre mortificazioni, onde puceino a tempo che delia medefima Terra
ne appariva nei volto femprt fqualiido , u lo veftirono 40. giovani , guadagnati a Cri-
macilente Singolare era il fuo itudio co’
. Ito nel corfo d una lulr Qjarclmu ; e tal-
carceriti,
per i quali fòvente cercava del mente s' imprefle delle buone conluctudini
pane, ed altre cofe da vivere, portava loro 1' del noviziato , che le ritenne Icniprc ferme,
acqua da' fonti vicini, li nettava, li confida- finche vilfe. Non velli , che un iulo abito ,
va , come le tutti fulfero fuoi fratelli ; c fc quantunque deiicatiftfuno di eomplefiione ;
taluno ne veniva condannato alla morte, no "1 mai gli ufei di bocca parola Concia , o i :_>
|
lafciava, che prima noni avefle incammina- altra maniera oziofa, e fe avveniva , chiù
no ai Cielo coli' ultimo fuppiicio . Per vie lìando in converfazione con altri Frati , nc
piu alficurarli nella virtù velli l'Abito di Ca- udilfc alcuno parlare con voce alquanto al-
puccino col nome di Gabriele , e fu cagio- ta, di fubito partiva. Fu Angolare nell' inno-
ne, eh' altresì molti di quella Città polte in
,
cenza della vita, c nella purità della mente,
abbandono le cafe paterne, veftiflèro il me- onde fi tenne per collante, che monile Ver-
dcfnno Abito Ecco dunque il novello Sol-
. gine. Fu Guardiano, e fi racconta, che aven-
dato nella Religione , ma veterano nella-, do dato un pane, cd acqua ad un luo fudd i-
vitti, che veggendofi più da preflò a com- to, anch' egli digiunò foiniglicvulmentc , e
battere il nemico , raddoppiò tutte le peni- richiedo del perche dal Frate,ri fpofe: E che
tenze del fecolo , e gli cflercizj delie virtù ; vuoi tii fido meritare fratcl mio 1 Non an-
fiche le prima fci viva di lpecchio a’ focola- cora avea compiuto l'anno rrcntefimo della'
fiu~~
,, j
, ma
to bene dell’ Inferno per le mie colpe : fenza fanno itfoff.
Nò, rilpofc la Vergine , Ita allegramente fi- Lll. f ra frange feo da Caflclvctcrc dagli
gliuolo , la penitenza f hai gii latta , ora Agotliniani palsò a'Capuccim per dcliderio
ti
refta la corona. Indi Crilio rivolto a S. tran- di maggior aulieritì di vita , c lo dimollrò
ce feci lo richiefe , fe lo era de’ fuoi Frati ,
c colAapcra, perche veliitodi quell abito li ap-
rifpondendo di sì il Santo Padre , fui pollo plicò per tutto ad ogni macerazione di car-
tra' Martiri ,c Confederi } tra quelli per la ne, alle dilcipline , a’ cilicj , a’ digiuni , alle
Croce del travaglio portata con allegrezza vigilie , (ingoiarmeli: c all' orazione , delitti
nella Religione, c tra quelli per f abito Re- quale par che forte vifluto Fìl Alacllro di .
ligiosa , fenza rimorlò d’ averlo macchiato Novizi, al qual minilleiio attefe lo Ipazic d’j
con colpa grave . L' Angiolo mio Cultodc anni trenta con utile immenfo delia Pro-
mi ha ricondotto qui , per ripigliarmi fra vincia} Fu ancora Guardiano ,
Diflin.torcj,'
breve, e la Vcrgin : mi ha importo , che Io cd anche Provinciale, nelle quali cariche
racconti a voi la vifìone,c voi al folo Guar- fernpre li diniolìrò il medcltmo, cioè zdan- j
diano. Si tacque per mezz'ora, come fc ripo- te ,c difciplinato Ebbe lume da penetrare
.
faife } indiJnginoe.hiatoli prefe una Croce , gli occulti penficri altrui, cd aver piefenti le
abbracciandola con tanta tenerezza , che cofc da venire. Predille ad un gentiluomo da i
fe n' avvalfcro per piu tempo li Generali morte, qual’ erano per recargli alcuni Anat-
cd accompagnava ia predic azione con una_> rini: e coji la fua corda li liberarono raoltej
vita clicmplaritìima. Due volte fu Provin- partorienti da quell' dirami perigli Prima .
ciale, cd inchinò più che ad altro al rigore. di partire a godere di Dio , fu raffinato col
Eflèndo Prouinciale la feconda volta mori fuoco d' una fiera podagra , nella cui tolle-
1 anno mSoj. iu Gicrace ,
’
e perche
dopo la ranza fù invitto. Morì finalmente in Caitel-
fua morte fi fentirono alcuni rumori nella., vetere f anno 1 <507., cd il fuo funerale ven-
fua Icpoltura , fù dal P.Bencdeuo di Gala- ne accomgagnato dalle lagrime di tutti quei
no, Guardiano del luogo , intimato a’ Frati- popoli, quali per la molta opinione delia fua
un comrnunc fufft aggio. La mattina feguen- finitila gii (tracciarono tre abiti di (òpra, ed
te mentre il Guardiano ufeivadi Cella per alla fine fù d’uopo ricuoprirlo con un man-
ire a Prima , fe gli fè all’ incontro viftbilej tello^!! tagliarono l'ugnie delle moni, e de’
Fri Domenico con faccia rifplendcntc , cd piedi} gli (velièro li capelli del capo, c peli
abbracciandolo, c bagiandolo in fronte: Ti della barba: giacque perciò tré giorni inlc-
ringrazio, gli dille, Amico , del fuffraggio polto, cd elìcndo tempo d’erti non pure non
ecco me nc vado al Cielo, c dilparve. mandò cattivo odore, ma anzi buono , ac-
XL1 X. Fri Bonaventura da Pietrafitta Sa- compagnato da un copiofo fudore dal vol-
cerdote fantifiimo' fu da Dio favorito del to, qual fi ralciugò piu volte Ritrovandoli .
dono de’ miracoli, de' quali non c rimarti ancor fopra terra il fuo cadavero fu udita
afra memoria , fe non che d' aver ottenuta in Gliela una dolce melodia di Angioli, che
dal Signore ad una donna di Scigliano cic- per tanto datane parte a Monfignor di Gie-
racc,
, ,
za, effetto di debolezza , fi legava a' cancelli moltiplicò l'olio in un vafe afeiutto. Famo-
del Sanila Santtorum, per tenerli rifveglia- fo dunque per l'accoppiatura di tante virtù,
to, e cosi legato fovvente replicava : mio e doni celcdiali , muri in Colcnza l'anno
Dio dal trillo debitore, od orgio , o paglia: i6o8.,c nel metterlo giù alla fcpoltura, per-
proverbio volgare in Calabria per chi fi che vi cadde di fianco con un braccio di
quello può. Era inchinato all’amore dc'gat- fono, fu veduto ravvolgerli con la faccia al
t i, quali fovvente nodriva;avvennc dunque, Cielo , e le roani giontc sù al peto . Zoe r. A4 aaq
iSoS.zuÀS*
che ritrovandoli egli nell'orto alquanto in- Bover .
difpolto, un di quelli animali le gli prefen- LV 1 I. Fili Bernardino da Francica, allie-
tò davanti, gridando, come fc gli chicdcdc vo, e compagno di Fri Stefano , di cui ap-
da mangiare , a cui il Servo del Signoro prodò, era cosi applicato all'orazione, che
traici mio io tengo maggior bifogno di tc, v’impiegava quali tutte l'ore della notte in
e pei ciò converrà, che anzi tu quella volta rifeontro di quelle del giorno, applicate per
foccorrcffi me . Chinò il capo l’animaletto, l'ubbidienza all' clcrcizio di falegname^ .
c partitofi per F orto gli ritornò alquanto Quantunque Laico , fu tredici volte Guar-
appi elio con un bcU'utcello in bocca An- . diano, con tanta prudenza, quanta ogn'altro
dato in cafa d' un Signore per un balco di Sacerdote. Effondo Guardiano in Cofolc-
vino, quelli ordinò ad una lua Serva , chel to, e cuocendo una calcara, cum'clla fu a
riempia ; entrati in cantina, e pollo il fiafeo mezza cottura fi feoverfe , che una parre di
fono la botte , Fri Martino , o che non ap- muro minacciava rovina: Era con cdolui al-
pruovalle lo Hat folo con fola , o per altro lora un Terziario , al quale ordinò , ch'an-
luo affare li n'ufei fuori * la Serva divertita dallc ad accollar della fralcq; ma il Terzia-
anche in altri affari, li trattenne più di quel- rio lòfpettando , che voleffe fare alcuna co-
lo portava il tempo da riempirli il fiafeo , e là in lua affenz-j, ( già che per allora noie
fra quclto mentre ritornato il Capuccino , correva quel bifogno ) inoltrò dùbbidire, e
andarono alla botte , c ritrovarono , che.j partito lì nafeofe per offervarlo; L'offervò,
riempito il vafo , il vino fi ridette con ma- e vide , che Fri Bernardino armatoli col fe-
raviglia di quanti l'udirono .Mori il Servo gno della Croce , entrato dentro rilloró il
del Signore inMontelionc l'anno 1S07. muro, lenza rullarne offelò in un pelo Ri- .
LV . Fraf Antonio da Colcnza Sacerdote posò nel Signore nel luogo medclimo l'an-
dopo una vita per virtù commendabile lì ri- no 1610. dopo aver riempita la Provincia
dulie alla morte,c prima di morire gli fein- coll'odore delle fuc virtù.
tillarono dagli occhi come due delle, e la LV
1 I1 Fri Francefco da Chiaravallej,
.
fua Cella per altro di cattivo odore per la chiamato nei Eccolo Gio: Domenico di Ti-
fua infcrmitàjdivcnnc odorolà con gran pia- no, Famiglia delle migliori del luogo, velli
cere di chi vi cntrava.Anzi la fcpoltura, nel- l'abito diChierico con nome di Francefco
la quale fu fcpcliito il dio cada vero lungo in Reggio Fanne idi 1. , c quantunque affai
A»! ann tempo ritenne quedo buon odore Zarcar. . ricco dì beni temporali; niilladimeno li prc-
«A37.11.4t
Bover. fcniò al noviziato lotto abito di mendico , e
LVI. Fri Lodovico da Pcdace Laico fu tal lì dimoflrò per lungo tempo Dopo al-
.
Rcligiofo dogai perfezione, onde meritò cuni meli di probazione s' infermò di febre
ch'il Signore 1 onoraffe co l lume della pro- etica affai lunga, per il che li Frati col con-
fezia^ co l dono de’miracoli. Ad un uomo, feglio de' Medici erano in voto per licen-
qual raccommandò per la perdita.,
fe gli ziarlo dalla Religione . Cola qual faputaj
et un fuo cavallo
, predilfe ch'ai vclpro del dal Giovane amaramente FafHilfc , ma fup-
giorno feguentc gli tornarebbe fulvo in ca- plicò con fcrvoroic iftanze la cariti di quel-
la , come avvenne . Ad un’altro predilfe la li , che almeno lo doveffero ancor tenere
fallite della moglie gravemente inferma
, e come poverello Furono gradite le fuc ri-
.
ducile
. ,1
raccontò per ordine la vifionc avuta , e Iil, re in Sicilia, e con ogni forte di virtù reli-
promefla latta Aggravandoli l' infermiti ,
. giofa.P'crventiflìmo nellòrazionc,nclla qua-
chiamato a (è il Notaio , fe Tuli imo fuo te- le confummava la maggior parte della not-
flaniento , difponcndo di una grolla facoltà J
te, e mai che fu in cala tralafeiò di recitare
per lo piò in opere pie , e del Monallerio !
Forc canoniche in coro , e di ritrovarli pre-
ancora di Chiaravalle, che fi finifea un dor- 1 fente alla benedizione del refettorio , eccet-
mitorio , e fi facci la Cona dell’ Aitar mag- to li ultimi due anni della vita , rclb inabile
giore, ed allora li accorfcro Frati ch'egli i
,
dalla decrepitezza Fu Maellro de' Novizi
.
era altro da quello l'aveano fin' allora cre- nel luogo di Filo.callro , nel qual mcntrej
duto. Come fi. agli ultimi relpiri chicle, che gli occoife il cafo, qual fìcgue Ifabclla Zi- .
fe gli legga il Patrio, e come li venne a quel- to, figliuola di Carolina Pignatelli di pochi
leparotei Relitto eo omnes fugeriail i Rema anni veniva colla madre quali ogni dì alla^
cutem [equebatur eum à hngc , dille: quanta Chiefa de' Capuccini, nella quale afcolta va-
buona cofa ella è aver amici ! e cosi dicen- no piu Mede, lingolarmentc quella di I rà
do fpiió con una bocca piena di rifo , l'an- Stefano per la molta divozione, che gli ave-
no idra. vano. La fanciulla dunque vedeva , che nel
L1 X. Frà Giovanni dalla Motta , o per mentre il Servo di Dio offeriva la Patena
dir meglio di S. Nicolò della Motta Filoca- colf Oltia, e 1 Calice col vino , un vaghia-
flro, nacque dalla nobil Famiglia de'Prcne- mo Bambino inficine col Sacerdote otieriva
fli . Anche nel fccolo fu giovane modedif- 1 uno, e F altra: colà qual non vedeva negli
'
talmente fi applicò , che con l’a;uro della ma lingolarmentc gl' infermi, quali voleva, I
memoria a miracolo tenace li confidava po- che fodero larviti, e proveduti con ogni ce- !
ter dettare all impronto tutta la fomma di cedo di carità. Ri-co dunque di molti meriti 1
S. Tommafo. Fu perciò Lettore di molto pafsò al Signore nel luogo vecchio di Mon -
grido, ed allievava con molto zelo i fuoi telcone l'anno idi 5., avendone 95.dctj.Lb-
lcolari per molte ragioni , ma per quella^ be fopra il concorfo di quei popoli , quali
principalmente, poiché , diceva , nelle lor gli tagliarono in pezzi l'abito, e gli fvclfero
mani era per cadere il governo della Pro- i capelli dal capo . Fu lépcllito nella fcpol-
vincia, e riufeir buono, le quelli erano buo- tura commune de" Frati, ma dentro una caf-
ni , e cattivo , fe quelli riufeivano cattivi fi di legno.
Sali a tutt i gradi della Provincia, Guardia- LXFrà Manfueto da Gieracc Laico rc-
1 .
no, Diflìnitore, Provinciale , ed anche Vili- ligiofo lingolariflimo, tantoché da molti era
tator Generale in Colcnza.Portato dallo (li- (limato piò perfetto , che norftl Zaccheo, di
molo della povertà non portava mantello, cui nel lùo luogo, avvegnaché quelli lo fu-
ma il folo abito rappezzato, e nel piò rigo- peraflc- nella gloria de" miracoli Fu di ma- .
re dell'in verno per il tempo del biiògno , e ravigliofa aftmenza , quantunque ci fodero
non piò, la tonica. Olfcrvò feirpre , che gli mancati li particolari di quella virili, le non
fu pcrincffo il filenzio , che però di rado folo, che il medclimo tenor di vivere lo con-
praticava con Frati , e mai , le non in cafo fervò fino alla vecchiaia . Inchinava mo Ito
di edrcnia ncccflìtà, con focolari . Nell'in- all' orazione, per la quale poco dormiva , e
fermità modrò unalingolar pazienza , prin- generalmente prima del matutino orava due
cipalmente in quella di podagre, ne cui pili ore, 1 unapcr li Benefattori vivi , e F altra
'
acerbi dolori altro non diceva , fe non che. per li Benefattori morti. E perche non folle
Madre di Dio, Madre di Dio, Deus mcus,& forprefo dal fonno fu piò volte veduto afli-
omnia . Morì nella fua Patria il Marzo del dito da due Angioli, che lo tenevano dedo.
1614. avendo un ctà di anni cinquanta , e la Patì alcune illulioni dal demonio, e fra que-
Iiia faccia divenne come d'un tcncriflimo lle fi racconta , che prima del matutino gli
fanciullo , così come le membra divennero comparve il nemico in fembianza di Capuc-
V cr.o
e,
•
U4 CALABRIA SANTA LIBRO I.
come vide fri Man luc- ne disbrigava il più tolto poteva , per darfi
cino vecchio,chc il
ro, e lo conobbe per quello egli era ,gli dil- allorazione, nella quale veniva dal Signore
le: Piu potente e Iddio ad aiutami; , chea
favonio d'un immenfa copia di lagrime , e
deli cftali.Orando avanti il Santiflimo cigo-
non rii demonio ad inganna: mi , e di Tubilo
fpai ve. Nel medelimu tempo di notte, ma in lio nellaCappella di S. Maria delle Grazie
altro giorno, dando inChiefa vide un uomo in Rollano , fu veduto alzato da terra per
vedilo da Sacerdote , come le volelle cele- molti palmi. Ottavio di Falco medico della
brarci onde da prima fofpcttò , che T avelie mcdelima Città, entrandogli in Cella lo vide
ingannato T ora, ma vcggcndolo fenza chie- con Tuo grande Ituporc molto alto nell' aria.
rica folpcctò d inganno : indi fattoli animo Celebrando Meda , come fìi al Quid rttri-
gli parlo: o bcrtia.c chi mai ti ordinò Sacer- bnam Domino ? alzati gli occhi al Cielo , c
dote? alle quali parole todo fparve, portan- rtefe le mani in croce diè immobile per un
do feco un gran rumore, pcriiche egli atter- Credo cantato, con non picciola ediheazio-
rito ufei di(JbicTa,ma nel legnarli coll'acqua nc de' circoliamo Ebbe fpirito di profezia,
fama , Tenti un tif-hio , come burlandofi di c fc ne videro gli effetti . Dovendo partire
lui, che però ritornato in dietro ripigliò, c da Paola, chicle a quel Marchcfe con mol-
prolcguì la Tua orazione Differente fu la_.
. ta iltanza per vedere un fuo tìgliuolino ri- :
veduta, qual' egli ebbe una notte di Natale} chiedo del perche, rifpofe , perche non F a-
poiché comparendogli il Santiflimo Bambi- vrebbe mai veduto piu, come avvenne. Stan-
no le gli die a tenerlo in braccio hno all'au- do ne' Lazzi , e pattando p. giovani , quali
rora. Come fu all' età più vecchia s infermò ricevuti alla Religione , andavano a vcftir
s
con morbo lungo, c gli convenne dare mol- l'abito, chiedo da p'rati,chc gliene parefle?
to tempo nella lettiera con incredibile pa- dille, che tutti avrebbono profeffato , fuor-
to eonfoiava l' Infermicro, ch'era Fri Giro- te fù rapito in ilpirito una, c due volte , ed
lamo da Lauriana, c fovvente chiamava gli affretto dal Confclforc, rivelò, che la prima
aln i goderne della mcdelima Morì
Frati a . volta gli erano comparii Crrllo, la Vergine,
Fra Manfucto in Gierace l’anno 1 ^ 15 . c molti Angioli, c che gli erano Hate rimedi
onorato con maraviglioli coucorfi di popoli. le colpe :ehe la feconda apparendogli li mc-
LX11. Frat' Alcllio dall Albidona Sacer- defimi gli aveano rivelata la morte , qual
dote immortalò il nome coll' aequido di dovea fèguirc il dì feguentc dopo la Melfa:
molte religiofc virtù , come di povertà d’ Quindi portato da gran giubilo cominciò a
onellà, d umiltà, d' ubbidienza, di attinenza, cantare con incredibile foavità l'Inno 0 glo-
ed orazione , c iòpra tutto d' un affatto in- tiofa Dominai c viè piu foprafatto dall'alle-
credibile mortificazione di fcnlò . Perche.» grezza ,
rivoltato all’ lnfcrmicro : allegra-
un Frate inoltrò aver a fchifo , come vera- mente, diffe, Fratello , e riprefo dal Guar-
mente tono, le cimici, egli raccoltene una^ diano, che tacerti, poich'egli non era degno
quantità , le mangiò con gran guffo : aitre di sì fatta rivelazione Egli è vero , rifpofe,
.
volte fucehiò ora un deto marcito , ed ora ma domattina il vedrete 5 e la fera verrà
un' apoltcma ftomacofa } ma il Signore ap- mia Madre, e mi ritroverà morto , corno
pruovò la fua mortincaziorc,con tolto gua- avvenne. Replicò 1 Inno con maggior dol-
rire l' uno, e' l'altra Quantunque Sacerdo-
.
cezza di prima, appunto come fc rolfc Fano,
te, Guardiano, c Macrtro di Novizi, cd in_> c gran mufico,c tri quelli canti refi l'anima
grande IlimZoji Frati, c lecolari, nienteme- al Signore all’ora prchfla nel luogo dcll'Ar
no sualsò tempre fc mcdelimo , hno al farti mantcal'anno iffij. Dopo morte divennej
più volte tìrafeinarc da' Tuoi Novizi per tanto bello, che fembrava un'Angiolo di Pa-
teira con una corda al collo Frcvcggcndo, . radisi.
clic alcuni gentiluomini inBifignano erano LX1V. Frà Pietro da Paterno Laico rc-
Ipartiti a vihtarlo, egli deporto l'abito, ritm- ligiofo di gran raccoglimento di fe medefi-
ilo con la fola tonica , e tingendo il volto mo,e perciò ùi molta ltinia,c nella Religio-
con un battone in mano , nella cui cima era ne, c nel fecolo . Efercitando in Cofcnza
un lordo cannavaccio , ulti loro incontro, l'ufficio di Cercatore venne Ibllcciiato a
falutatili con parole di pazzo, te ne ritornò peccar feco da una Signora tanto nobile,
in dietro } cagionando non dilpreggio , ma quanto impudicafl efòrtò il buon Religiofo,
educazione a quella brigata ben confapc- ,
eh' anzi fi difciplinaffe, lafciandolc perciò
vole della /ùntiti di Frat Alcllìo. Non mai li la propria difciplina, qual portava nella ma-
cavò, oia fame, o la lite con qualunque co- nica» ubbidì la donna , c con la virtù del Si-
fa. Piaccicava rare volte con Frati, c fecola- gnore, e merito del Frate vide dall'ora in poi
ri, c fe tal ora n on poteva farne di meno, le libera da lómigliami tentazioni. Gio.And rea
I
DI ALTRI CONFESSORI CAP. IV. Iff
Pepe da Paterno avendo perduti alcuni bo- fovventc appariva con il volto Inminofo co-
vi, e non trovati per molro,chc l’aveffe cer- me il Sole. Contemplando la pacione del Si-
cato , fi raccomandò al Servo del Signore. gnore tutto era lagrime , c giulta che medi-
Non dubitate, dit egli, andate nel tal terri- tava alcun miltero, o della flagellazione , o
torio, territorio piu volte girato dal Pepe, della coronazionc,o deli’ inchtodazione re-
che vi ritrovarete un vecchio, dal quale vi plicava più volte: quei flagelli , ah flagelli!
fi moflraranno gli animali perduti, cd il tut- quelle fpine, ah fpine ! quei chiodi oh che ,
to avvenne, come dille Fra Pietro. Un’altro chiodi ! accompagnando quelle parole con
Lavorature, effendofcgli feiultu dal giugo tante lagrime , efie li fuoi occhi fembrava-
un bue, andò a precipitarli dentro un follò 110 due canali Era così grande il concetto
.
alto diece palmi; gridò all’ora quel tale, Prì della (amiti, che ne avean tutti,Prelati,Prin-
Pietro falvalo, falvalo Prò Pietro;per il che cipi, Ufficiali, Nobili, e Plebe, Angolarmen-
il bue caduto così a rompicollo non patì te in Catanzaro, in Nicafiro, in Squillaci, in
danno alcuno Morì qual ville Tantamente
. Calìeivcterc, in Arena,!» Mumcleonc, e al-
in Colenza l'anno t<Si;. trove, che bene fpeflò veniva neceflìtato ri-
LXV. Fr!l Francefilo da Gierace Laico trovarfi ne’ Ridetti luoghi per le replicate
per, la picciolezza della datura detto vol- iltanzc di quei Signori con infinito difpia-
garmente Fri Zaccheo ,con ragione deve cere delia lùa Patria Gierace,e l’ultima vol-
annoverarli fri quelli , quali {òpra gli altri ta, Che già vecchio vi li ritirò,per non ufeir-
^
hanno iiluflrato la naziouc, e l ordine Sera- ne piu, (e nc fe tanta fella, che- per più gior-
fico. Non abbiamo altro di lui nel fecolo j ni li diè bando all opere lcryìii, tutti,c ma-
veltito dunque dell'abito Capuccino 1 accre- fchi, e fonine , e nobili, e plebe a gara , cd
ditò con la lama di molte virtù Conciofìa-
. a folla concorrendo a vilitare il Profeta e’1
,
chc con li digiuni della Regola , e della.. Santo Padre che quelli erano 1 fuoi nomi
;
Chic la accoppiò quelli delle quarelìmc del più frequentati. E con verità, poiché era ar-
P.S.Franeefeo ; anzi ne primi treni' anni di ricchito di molto lume pei coqofccse il da
Religione non guitò mai carne di forte al- venire, c li penetrali piu occulti Bei cuore.
cuna; e perche un Gentil uomo di Gierace Potrcbbono di ciò rcearfene infiniti efièm-
volendo far pruova, fc veramente Fr. Zac- plijSt di quclli,nclie cui cofcienze lèggendo
cheo non maogiaUc carne , l'invitò a pran- peccati dtfafcolli, ed coartandoli alia con-
zar feco, e nella menfa non fé trovare altri fdfiune cagionava grandilfimi mutamenti
cibi, che di carne, il lcrvo di Dio fenza tur- di vita; sì di quelli , quali vifuando infermi,
bai li mangiò liberamente del tutto , ma con fe li fegnava ,
quello era prefo per fegno di
iniigne m.iaculo, tralmutando il Signore in fubita ialine, e fe rivoltato al compagno gl’
pel- la fua porzione , come poi dimoltra- imponeva, che li racconfolafli, era egli pre-
rono le fptnc de’pefci , rimallc ne Tuoi piat- vcuimcntu della morte . A’ figliuoli infermi
ti.Cosi ancora con le difeipline gonfitele gridando Paradifo, Paradifo , altro piu non
accoppiò le fue particolari d' ogni nottej , vi voleva per lignificarli gtT morti. De’ mi-
quali tirava, ora ad un quarto , c olezzo d racoli poi oltre li non oflérvati.e fermi,
(è
ora, ed alcune volte alle due ore, e talvolta ne raccontano , che porrebbe non ce-
tanti
finanche replicò 18. volte lorazioni coti Li- derla ad alcuno,ed io li riferirò qui tronchi,
mate da noi in qucll'cfcrcizio , ed era la Tua per nun troppo a lungo il vtilumej.
tirare
difeipliua d una tavoletta larga, c tonda, co- Moltiplicò dunque in Gierace la fronde ai-
me un grollò panc,attorniara di ferri rilcva- fi ulb del Verme debbiato al lavoro delle
ti-.fovvente ukiva di notte 1 inverno,all ora, fete, in Monteleone il grano ad un Contadi-
ch'il tipo era più frcddo.e «'immergeva fino no, ed in più luoghi il pane , e’1 vino ad al-
alla gola nelle conferve dell'acqua agghiac- cuni amorevoli della Religione Afiìcurò .
ciata. Studiò (òpra tutto all'orazione, nella della vita alcune moribonde > già licenziate
quale cófumava la maggior parte della not- per l'altra . Un fuo parente abitarne in Bor-
te, alzandoli Tempre due ore avanti il matu- gia, ma pallaio per Tuoi affari in Catanzaro,
rino, e quantunque poi vecchio d' anni 80. ov egli era all ora, dubitando di ririrarfene
pur lìava le due , e le tré ore in ginocchio in cala per il timore del fiume framezzo,
orando , c contemplando . Divotifiimo del ingroflato dalle continue pioggic , fi affieni-
Sagriticio della Meda, quale afcoltava cole rò, che non vi trovarebbe acqua; partì, e ri-
incredibile divozione , e riipettava al mag- trovò il fiume s anzi con poche erbe, il va-
gior fegoo 1 Sacerdoti Ebbe gran compat-
. licò a piedi afeiutti; ma come fu alfiafira ri-
itone de' poveri, onde fpclfo li iovvenivtL. va il vide così furiofo , che avrebbe polta
con ticmofine cercate a ricchi , ed all' ora paura a chi che fia . Col fegno della Croce,
principalmente, che impediti dall' infermiti fatto o col deto, o col hall, medio, sii di cui
non potevano per altra parte procacciarli le fi appoggiava, ritmò un figliuolo gravemen-
cofe ncceflarie. Nell orare, c nei communi- te ferito nel ciglio col ferrod’ un cavallo fi
earfi , ch’era quali ogni mattina, mofirava l’Abbate Gio: Franccfco Teotino, dalla fe-
gran (entimemi di Dio , fi accendeva tutto bre ardente .perla quale delirava
; Ottavio
di fuoco, dava in ibfpiri , poi in lagrime , e Glotri dalla febre quotidiana , e f u mirabile
V z in
. ,
in ciò, che al primo tocco della mano lènti dicatorc mentre ancor nel fecolo giovinetto
,
il paziente fccnderii dal capo in giu una ma- : ltudiava legge, piu volte venne intcriormen-
teria tiuifibile , talmente che una fu la line te ifpirato a farfi Capuccino } ma conofcen-
deila Croce, e 1 ufeita della febre . Giulio
'
doli di compleitìone delicatuccia , diffidava
Curicaic , condotto al nne per una apolte- poter reggere a quel rigido lllituto di vive-
tna, la quale al tatto miracolofo del bafton- re. Una notte mentre dormiva in letto lenti
cclio rottali di fubito, di Tubilo ccfsò la fe- dirn: Latriate quelli fludj di legge , vcflite
bre, Tomaio Gagliardi da un dolor nell' of- il Tanto abito Capuccino
, nè
dubitate dello
10, da cui a viva forza lì era 11 tappai a unx_> forze : ben io io so quanto poffa ajutaro
mola, ci teneva travagliato erano 18. anni. l'umana fiacchczzaiE quello con voce tanto
11. Luca Torcila in Cutro dalia febre , e piu alta, e llrepitofa , che le ne rifvcgliòj Ufei-
pei Ione in Nieaflro,c Gicracc dal mal delle to però fuori di letto recitò la corona della
luofolcj Una donna dal dolor degli occhi Vergine, alla quale raccomandandoli calda-
ed un altra dal mal della puntura , molte al- mente ritornò a dormire. Come fopravenne
tre peritine dalla doglia colica , il Duca di l'aurora lenti rcplicarfi : Lafeiate quelli li-
Tciuletodal dolor uù fianchi Un putto
. bri, fe non volete dannarvi
, ed a
viva forza
quali morto in Catanzaro, qual poi refo Ca- per il braccio il tratte da letto.Così dunque
Ipuccinofi dille Fri Lorenzo. Un attratto da fatto giorno, fenza fraporvi dimora fi pre-
.nervi ed una donna olfelfa dai demonio.
,
fcntòal Provinciale, e dindi a qualche gior-
jColmcddìmo fegno di Croce due voice in no velli l abito . Attefe affi ftudj della filo-
Nicailro , e Gicrace ritrovandoli d citi in folla, e Teologia , e divenuto
Prcdicaroro
alcune aje, nelle quali la venuta pioggia., appoftoiico ,
e lènza fuchi , raccolfe frutti
avrebbe recato gran danno , egli legnando mirabili d anime .Pii più volte Guardiano,
all'intorno colmo baffone l'aia , ritenne 1’ ed anche Diffinitore, e dopo una vita molto
acqua, che cadendo all' intorno, non cadcf- lodevole, pafsò al Cielo PAgofto del ifit 8.,
iè dentro al luogo legnato : Così ancora u- avendo prima predetta a'Frati la fua morte,
leitc piu volte alcune nuvole di mare nel conciofiache elfcndo Guardiano, e celebran-
incfe ni Maggio,con irreparàbile danno del- doli il Capitolo, egli non v’intervenne . Ri-
le biade, egli vibrandole contro il fegno del- chiedo del perchè, rifpofe , che non pafla-
ia Croce, le ritornò in dietro . Illuminò più Tebbe l'Agollo, che morrebbe, e volea qual-
ciccbi, refe la favella ad un mut oio , quan- che tempo, per apparecchiarli a quel g rau_>
1
bà’ elice, conunuando.in quello impiego Tei raddrizzò. Una figliuola eoi bugiargli la_.
meli, ed oltre piu, Te le pubbliche iltanzc del- inano rcltò libera dalla febre quaitana . Do-
ia Provincia non favellerò violentato al ri- po molti atlni di fcpultura fu ritrovato in-
torno. Sopravilfc all' anno 8o. di Tua vita , e corrotto.
condifpiaccrc di tutti riposò felicemente-» LXVI 1 I. Fri Domenico da Riace Laico
nel Signore in Gierace 1 anno 1517. ed eb- J
nel principio della iùa convcrlione vide con
he fopia il concertò di Cuna quella t-ittà, la ! qualche negligenza } eflcndogli intanto oc-
quale per la molta divozione gli portava, corfu d annare in Roma, perche nel viaggio
gii lyeilc gli capelli dal capo, e dalia barba, gli morì il compagno, egli talmente fi com-
gu taglio m
pezzi piu abiti , quali poi opp- punti per quell accidente, che ritornato in_>
iarono molte maraviglie, ed una tal Levatri- Provincia, ed alfegnato di Famiglia nel luo-
ce con un pezzetto dei iuo abito liberò mol- go di Mayda divenne un'altro . Lafeiò io
te donne pericolanti nel parto . Volta la_> luolc , ed andò Tempre finche vitto (calzo,
Città, che lòlle ripollo dentro una cada , e anche nel meglio dell'inverno, quando il pae-
lepcliuo.a pane , ma T umiltà de’ TT. li k feper lo più e neve, e ghiaccio. Depolc ia_,
oppofe, e fu dato allafcpeiltura degli alcri. tonica , ed il mantello, contento foio dell’a-
T«on mancò Iddio anche dopo morte far pa- bito, mai nuovo, Tempre vecchio , e per di
lefc la giuria del fuo Servo j concioliachcj fono un cilicio intettùto di peli di cavallo a
tutto pieno di gloria fi ammezzo la K.V.,ed forma di «michetta fino a mezzo braccio,ed
UJf.S. Trancclco apparve alquanti giorni al ginocchio . Dormiva fopra d’una lettiera
apptcllo ad una inferma , alla quale icttej di legname fiuta con più fcaglioni , e per di
anni prima avea predetta la morte , animan- lòtto al capo una ruvida pietra . Oltre le di-
qoia al Pùadiào icipline cofiumate dalla Religione ne faceva
LXV 1 . Tri Giovanni da Dipignano Prc- |
I
una ogni fera prima di dormire cosi alpra.
ee
Non voleva elfcr chiamato Fra Domenico, nmetterfi da.quei vizioso minacciò poi col
ma Minico , dicendo , non clTcr degno di fulmine degli eterni caftighi , c con frutto,
quel fantifiìmo nome. Celebrando il Cene- poiché atterrito l'uomo bcltialc promelfe di
rai Cefena il Capitolo in Catanzaro, egli fu non mai piu dover cadere in iòinigliantc
f uno de' Maellri adeguati alla Cucina. Una fceicraggiiic.Di gii fedelmente olièrvava la
fera dille a' compagni, che per quella notte pi omelia, quando il deinuniu non traiafeian-
aflìficrtèro al Coro, fenza pcnikro dell' uffi- do maniera da far cad.rc il pentito, ora con
cio, ch'egli farebbe folu la cariti per la mat- fuggeltioni interne, ora con oCcafiuni eftrin-
tina iègueme. Si alzò dunque a buon ora , e feche, e veementi, finalmente ne portò una,
prefa tutta la roba , qual dovea dilporfi in e fu la morte d'un fuo animalc.Venutogliuc
piu maniere, la bollì in un fol caldaio, ( tiro l’avvifo tutti credevano , che doveliè pro-
altre volte occorfo al B.Giunipero) c la ma- rompere in orrende belleminic, e di gii non
rina fenza far altro li ritirò in Chiefa ad a- mancava il tentatore di fuggcrirgliele nell’
fcoitarMclTe Accortili intanto li compagni interno > ma egli , io non vò farro , perche
dell’ oprato di Fri Domenico , nc dierono ìhòpromelfo a Fr. Domenico , ed intanto
pane al Generale, il quale perciò chiaman- con molta colìanza d'animo prefe a l’corti-
dolo in Refettorio , dopo d averlo lgridato carc Fanimak uccifo . Appena v’ebbe pollo
molto , io penitenziò con cafligo adeguato, il coltello, che dall’aperta ferita n’ufeì ven-
ma gli lòggionfc , che quella era penitenza to così valido, che fvellè un’albero lì vici-
leggiera , perche per alerò egli li averebbe no, e animale s’alzò vivó:ondc fi conobbe,
1
meritato un carcere . Accettò la riprenz io- eh era fiata opera dell’inferno , per indurre
ne, e'1 calligo l’ infervorato Servo di Dio, a befiemmiare qudl'uoqio , il quale perciò
ed andò a porli prigione , nè d' indi volle vie piu contèrmato nel fuo proponimento,
partirli, che il Generale non gli avertè ordi- non folo il continuò per di poi , ma da mag-
nato, che parta. Abbattutoli nella piazza di gior grazia illuminato fi refe Religiofo di
Catanzaro con alcuni Saltibanchi , che su d’ lodevole vita tra gli Offervanti. Camminan-
un palco con mille lafcivie li avean tirato do per quelli affari di laua,comc fu fot tu al-
un gran popolo, egli punto dal zelo dello- le marine di Cropani , ritrovò dato actra-
nor Divino, pigliatoli da una vicina Chiefa verfo in terra un barcone di tanto pefo, che
un Crocchilo, fili fopra il mcdclimo palco, per molta diligenza , accompagnata con la
parlò con tanto fervore , che fugata quella forza, qual vi lì forte adoprata per rimetter-
gente malvaggia, tramutò le rifa in pianto, c lo in marc,non era fiato polfibiit far cos’al-
le parole burlefchc .in battimenti di petto . cuna. Sopra venuto in quello mentre il Servo
Ellendo Portinaio in Mcfuraca un giorno d' del Signore , e coinpafltonato l’accidente di
ehi fi pofe a leggere le vite delie Vergini, quei barcaiuoli , fornitali la corda, cd attac-
veggendo la coitanza di quelle in voler piu catone il legno, tracndolo con Pajutodi po-
tolto morire, che contaminarli, li compunte ca gente, lo rimefiè in mare con tanta pron-
nel cuore, c li bagnò di lagrime negli occhi: tezza del legno , che fembrò aver tratta una
Così fofpcfo nell' animo fu foprarrivato da lcggieriflìina paglia. Ritrovandoli in Cotro-
due, quali fembravano beilirtime giovani , e ne a tempo, che fi fabricava quel Convento,
con le parole prima, e con la forza apprelfo fu dato per clcmofina alla fabbrica da Gio:
li nudavano come trarlo al peccato ì ma Pietro bcuico un giovenco lèlvaggio molto
egli turando l’ orecchie a quel canto di Si- feroce. Andati alcuni giovani a portarlo , e
rene, fe le cacciò d avanti, le quali tingendo con effoloro Fr. Domenico: quelli come vi-
di allontanarli, e dando in un rifo gli lvani- dero l'animale , diffidarono
di poterlo con-
rono dagli occhi, moftrando , che non era- durre, non ritrovandofi fra di loro chi ar- !
fi
i Frati, c Frat Angiolo con cflò
devano loro,
con voce di fano le parole Mari* Mutar gra-
replicando, oh come ardono bene! Talvolta
ti* , c nell ultime refe il fuo fpirito 1 anno
gli venne penficro, che i Chierici , e Sacer-
idio., concorrendo la Città tutta ad onora-
doti non dovettero fentire tanto incummodo
re U luo funerale.
nel cantar ia notte il maturino , ond’ egli per
LX1X. trà Domenico da Conale Laico
da mortificarli di sì importuno pcniamenro. Ila-
ville nel Iccolo lungo tempo fcqucllrato
bili di fempre afeuitario in piedi , come già
quello in un’Ercmitorio.e ia fua vita fu ora-
poi inviolabilmente offervò.Ron tralafeiò in
zionc,c penitenza. Ma couufe<udo,chc quel-
li cura, lampo alcuno la Benedetta, quantunque ruf-
la maniera di vivere non era troppo
di fe d età decrepita , ed avvenne , che avendo,
velli l’abito di Capueeino, e fu Keligioio
com e lolite, il F. Arcangiolo da Radi cina
gran femplicità , e fi racconta , che priegato
Guardano, efurtato la .famiglia a sì làuto
in Kcggio da una donna à benedirle ir nutri-
digiuno, n eccettuò Frac Angiolo per ia vec-
cato , qual non andava troppo buono ,
egli
chiaia, ma egli cacciatoli nei mezzo del Re-
non leppc recitarvi l’opra altra orazione , eh
fettorio, inllantcmentc priegò il Guardiano
;
|cd in quel punto un Macllro dell’Olpedalo vò fuoco , perche non fono altamente ba-
per nome Dezio Quaranta affacciatoli da gnato replicò Frat 'Angiolo , eh almeno gli
:
fciim, vide lopra quello una gran fiamma, e cena, loggiunlc il Religiolo; E ne pur que-
llinianno, che li abbruggiallc il Monallcrio, llo, ridille i’ofpite. Adunque ehi lèi tu i ripi-
I
, ,
con gli altri Frati, vedilo della l'agra Itola, e virtuofilfuno Ucligiofo non parlava , che di
coni acqua benedetta coltrili fero alla par- Dio, zelantiUìmu dell’ ubbidienza de Supe- '
tenza il demonio, e nel partire dilli: loro, or riori, a’ quali avea quel rilpetto, qual mag-
ora palla un noltro Capitano con fettemila giore non farebbe flato punìbile col mc-
gli
compagni, quali vanno ad artiitcrc alla mor- defimo Scrarico Patriarca, onde meritò, che
te d un gran noltro Amico, e da qui a brieve il Signore I iilultrallè con la gloria de mi-
ripartirà Olfavarono, e viddeio una gran
. racoli Col fegno triplicato della Croce Ti-
.
quantità di demoni, e fra quelli un cavai ne- fano nella Grutteria una Suor Elifabetta_,
ro, con di fopra per traverfo un'uomo mor- Terziaria Capuccina da un tumore in gran-
to. Op.rò multi miracoli, de quali li
è perdu- dezza d' una focaccia, il quale per due anni
ta la memoria , eccetto che d' alcuni pochi 1 avea travagliata
’
Col mede-fimo fegno re-
.
operati dopo la fua morte con alcune fuc dimì alla falute Crefeenza Lombarda della
reliquie. Così dunque in età aliai vecchia ri- medclima Terra, già moribonda . Man- an-
posò nel Signore abbracciato con un Crocc- dò a Suor Vittoria Palfarelli nella Terra ine-
tillo nel luogo di Nicaltro l'anno ttSio., e la dcfnna le fiondi per il fuo Verme di lcia_,
fua morte t'.i accompagnata dalle lagrime di andò a racommandarfi all'orazione del Ser-
tutti, quali a folla concorfao al fuu funera- vo del Signore. Andò egli ad orare in Chie-
le, tagliandogli per lor divozione l'abito, di,
ed 111 quello mentre fi vide rinafeer la
l' unghie
, e li peli della barba . Fa fepcllito foglia ne' celli già fpogliati j con illupor
nella fepoltura de 'Frati, e quantunque nuo- di tutti.Morì con gran fama di fantità iim
tante nell'acque, fu nientemeno dopo molti Gcracc ilFcbrajodel 1611.
anni, coll'occafionc di fepellirvili un altro LXX 1 I. Frà Gregorio da Corogliano Lai-
defunto, ritrovato intiero, nò mutato di vol- co fi refe celebre per la femplieitf dell' ani-
to, appunto come fe allora allora fi forte dato mo, per l’ubbidienza, vigilie, ed aflincnze.Si
alla lepoltura. Dalla novità corninoli! alcu- racconta che dando di Famiglia nel Ciro,
,
ni Amorevoli concorfi in quella congiuntu- ed andato in cafa d una fua Famigliare , nel
ra per vedere 1 uomo di Dio, gli prefao la
'
mentre piangeva dirottamente morto uil,
corona, qual teneva nelle mani , e ripartita- fuo figliuolo, per nome Vincenzo Milidio- !
la fra molti, per mezzo di quei grani operò na , intenerito da quelle lagrime , fatto al- !
Iddio molti miracoli. Un di quelli avuto da quanto d’ orazione, lo redimì alla vira Ri- .
j
Gio:Franccfco Colerti mantenne intatta una posò rtintamenre in Mant'alto f anno rffxx.
carta , dentro la quale fi confcrvava , nel LXXill. Frat 'Angiolo da Gierace Predi-
mentre tutta la cafa cadde fopprefla fra le_> rtttore ferirti egli la fua vita per ordine del.'
rovine del tremuoto Con un altro Mario
. fuo Confeflore, qual fi conferva originale.»
Schipani,qucllo, che poi partalo in Napoli fi in archivio , da cui , e da quello feguì nella
acqutllò quel sì celebre nome, ri lino una_> fua morte dcpoflo fedelmente da altri , fi è
figliuola di D. Felice Caracciola Marchclà ricavato quanto qui di fatto. Nacque egli in
d'Arcna ,che non poteva prendere il latte . Gicrace l'anno 1 jjj. irti Prancefco Strati
Per mezzo de' mcdclìmi Giacopa Manzia di Famiglia onorata di quella Città , ed eden-
Nicaltro fi liberò da un perigliofo parto: doli ancor fanciullo gravemente infermato,
Antonella Serra gentildonna t erziaria Ca- fu dalla madre fatto voto a S. Francefilo di
puccina della medefima Città , quali mori- vcllirlo per un anno da Capuccino, fe io re-
bonda riacquiliò la vita l'anno itfjp. Così dimiva alla falute. Fatto adunque il voto, e
anche Faultma Frizzi fua nipote col bere un riavuta la finità , fu vedilo dell'abito , nel
pò d’ acqua, porta dentro una dotala, qual' qual mentre fattoli cucire dalla madre una
era (lata ad ulbdi Frat Angiolo.fi liberò dal- bifaccina andava perle flradc cercando l’e-
la febre, ed un fuo fratello per nome Do- lcmofina all'ufo de’ Capuccini , che poi di-
'
menico firizzi da un fluirò di fitnguc , che 1 fpcnfitva a' Poveri. Veggend o un Crilto cro-
'
avea ridotto all'Oglio Santo, il quale poi 1 c etìlici chicle dalla madre, ehi egli fi forte , e
anno 1646. ebbe una piu fegnalata grazia, e come darti cosi ? io fodisfccc la divota don-
fu, che ritrovandofi faldato di battaglione na, raccontandogli , eh' egli era Dio , fatto
a pie, di prefidio in Tropea, fè rumore con uomo per nollro amore, e che V aveano co-
un altro, con tanto eccello , che la mattina sì crocefilfo li Giudei ; onde perche nella-,
feguente dovea efler porto alla tortura.Vcg- Città vieta un di quelli, ma battezzato ,
un
gcndofi dunque ridotto a quel légno , prclà dì, che F incontrò il fanciullo , ricordevole
la corona in mano , nella quale era uno di di quello avea afcoltato dalla madre , prefe
quei grani,td inginocchiatolì.dirtc con gran a rimproverarlo con tal fuoco nella faccia,
che
,
Tutto l’ impiego in quella Tua età era in er- mentre fi cantava la Gloria in excelfis del Sa-
bato Santo gli parvedi ritrovarli, e coll'ani-
gere altarini , e cantarvi alcune parole, qua-
li afcoltava nelle Chicle
Andato una volta
.
ma, c col corpo dentro la piaga del petto di
alla predica, ritornato in cafa, fall su d
una Crido , che icguì per tutto il giorno Arguen-
quello te di Pafqwa con tanta fuo gulto , che pare- e
calla, ripetendo come meglio poteva
avea ritenuto dal Predicatore. In fomma por va di effcrc in Paradifo L'anno 1S08. li 18.
.
leggerezza alcuna di fanciullo s ma tutt i una corona di fpine, Temendone non dolore,
fuor affari erano la frequenza delle fcuole.le ma riverenza. L'anno iSop. bagiando il pie-
dolo affèttuofamente ,che voglr illuminare Anidro , c poi in amendue le mani con tal
dolore, come le veramente folfe fcrito.L'an-
la fua mente. Come arrivò alierà danni ij.
cercò di vcltir l' abito Capuccino , ma tra no 1 Sio.in tempo di quaiefima fi Tenti come
trafitto nel petto , mani, c piedi , cd anchej
per la complefltone alfai debole, e tra per 1
immatura età rigettato per all'ora , il velli come coronato di fpine con un dolor mido
due anni apprcllo, effondo d'anni ij. Vedi- d’allegrezza. Lanno 1 Siz. in giorno di Ve-
lo 1* abito li applicò con gran fervore alla nerdì Santo, priegando il Signore, gli volct
fe compartecipare alcun dolore della fua_,
virtù, onde avvenne d' infermarli, e fervi d
onorato pretello a' parenti di ricercarlo, ed piaga del lato, nel ridurli alla cella ad ora di
a’ Frati di licenziarlo, e farebbe feguito , fe Nona lènti una , due , c tré volte ferirli nel
egli con mafehia perfeveranza non avelTe cuore, con tal'cinpito di lagrime , che traffe
i Frati a vedere quello gli forte occorfo L"
refe vane l'altrui rilòluzioni.Lannoz^.del-
.
grazie era troppo lungo con grave pregiu- una particella de'iuoi dolori,c come giunfe
dizio de' ftudj j perciò gli tu ripartito il a communicarfi, parve, che il Santiffimo gli
tempo quello alia Meda , quello alla lez- dicefli: quede I0110 le vere dimando , nou_>
,
zione. Divenuto Predicatore, c per tanto ri- quelle de 'beni delia terra , c nel punto me-
tornato in Provincia , da Frà Sdvcltro da defimo parvegii di edere interiormente dim-
Rollano Provinciale 1 annotj8j.fu ordi- matizzato .Li 15. Gennaro dell'anno mede-
nato Lettore di Teologia, c fucceflivamcnte fimo meditando un per uno i miftcrj delia.,
Guardiano di piti luoghi. Predicando la pa- parti onc di Crido , le ii vedeva un per uno
rola Divina con fervore appoltolico, erano applicar alle membra con dojore corrifpon-
sigrandi le convcrfioni del fccolo , che gli dentc. L'anno ]Si«. preparandoli a Meda il
veniva facile iflituire Monti di pietà, Confra- Mcrcordì dopo Pafqua lenti dirli da Crido,
ternite, Congrcgazioni,ed altre opere di fpi- Vieni mio diletto, c mettendogli la mano al
rito^ma gliavvcnnc,chc incótracol’odio d al. collo gli olieri su la bocca la piaga del pet-
cuni potenti , l'acctifarono a diverfi Tribu- to , dentro la quale gii fembrò darvi per un
nali dcntro,c fuori la Rcligioncjfichc ebbe a pezzo con infinito fuo contento , qual gli
fodcncrnc earceri,e patimenti inauditi.Tra- continuò per altri 15. giorni appretto. Ma
vagli, che com’egli loflcnne con Imgolariffi- nel Sabato , che poi leguì , dopo Compieta
ma pazienza, conferitagli dal Signore , cosi communicandolì Ipiritualmentc, gli parve ,
poi conofeiuta la fua innocenza , anche con che la B.Vcrgine gli mettede un’ Odia gran -
la fpontanca confeflionc degli accufatori de nella bocca, c che alcuni degli Angioli ivi
ne riportò appo di tutti grund'applaufo di prefenti gli diccdcro. Amalo , Amali*, vedi
rcligìufa lode Sono innumerabili le vifioni,
.
uanto egli ama te , c fri forprefo da' tanra
le apparizioni, c le interne allocuzioni, olcczza,chc rtimò dovergli!! crepare il cuo-
'ch'egli ebbe ,five in corpose ,ftve extra cor- 1 re La Domenica in Albis ertendo in ora-
.
pus, Deus feie,le quali regidrate per manda- I zione vide aperto ii fianco di Crido , c udì -
ciami, ed egli lo baciò nino alle piante de' infermi in una medefima Cali nella Città di :
piedi, con anche dirgli: Signore non ho che Catanzaro Suor Anna Morano , Pietro Ino
offerirti : e quegli , offrimi il tuo niente. Ili fratello , c D. Lucrezia Ricca moglie di lui»
quelle, e fomigfianti apparizioni, e locuzio- c quelli ultimi tanto gravi, che di già fi era-
ni, con Stimmate, con Bambini, con piaghe, no preparati i lutti ; perciò piangendoli iu-
con dolori , con allegrezze , ne feguirono conlòlabilnvcnte Eleonora Morano lor Zia,
una gran mano, perfino all'anno 1 dii. pochi Miniflra delle Terziarie Capuccinc, andato
giorni prima di morirei ho ftimato però tra- fra quello incorro in quella cala Frac' A.n-
afciarlc per non recar tedio a ehi legge. brogio, dille alla piangente Signora Mini- :
Ripigliando il filo della fui vita , fu egli lira non portarcte quella volta la Croce , ri-
d’inimitabile mortificazione : Andò Tempre laneranno l'infermi, la portarcte da qui a po-
coverto di pungcntilfimi cilici , adoprando, co, ma non tanto pelame 5 e così f 1 , per. he
ora una Croce di fèrro lavorato, larga un_> guaritili Signori, morì una lor Serva antica.
palmo , e lunga a proporzione , con alcuni Andato in Roma col F. Leone da Mileto, ri-
uncinetti follevari s ed ora una tavoletta in tornando in Provincia, fu per viaggio fopra-
forma di cuurc con molte punture di ferro prefoda un ardenti. lima febre , dati perciò
acuminate. Poveriflìmo i onde non tenca in colla fclluca lotto a Paula, e ritirato in Con- j
Cella, che quelli finimenti di mortificazio- vento , dopo l’ cllerfi mimico con tutt i Sa- j
prelature, che, oltre poche Guurdianie ne’ riposò beatamente nel Signore 1 anno i 5z;. 1
principi, non volle fentirne aitro . Offervan- LXXV. Frac' Agofiino ila Caflelvecerc-» ;
tifftmo non folo della Regola , ma delle eo- Laico giovinetto uon piti che d’anni tri di
ftituzioni, ed ordinazioni de'Superiori, delle Religione, dopo una vita di molta virtù,mo-
quali faceva tanto conto , come fe intimate rì in Catanzaro l'anno tdzj. Nella morte'
gl vcnillcro dal mede-lìmo B. Patriarca Ne' . ebbe a foltenero molti fieri atlàlci dal demo- j
ragionamenti famigliar! non parlava , che o nio, dc'quali però rimale vincitore Quindi .
dc'fuoi attributi. NeJl orare, c celebrare del- riltorandou della battaglia lòllenuta , gli i
la Mefla erano tinti li lòlpiri , e le lagrime, moltrò le lue piaghe, nelie quali l'animofo
che talvolta molle a pianto tutti li Prati del giovane ripole una , c due volte la corona,
Coro, e tal volta tutti li fecolari della Chic- qual tcnea nelle fue mani , ed in quelle ailc-
fa Previdde molte cofe avvenire.Col tocco
. rezze Ipirò l'anima felicifiìuu nelle mani
delle fue mani feoverfe malcfieiato Prò Ge- f el luo Serafico Patriarca Quantunque per
.
remia da Palude noflro Capuccinò ottenne : l'età non conolciuto nella Città , f i niente-
lafcdbndità aila Signora Catarina Vitale da meno il luo funerale onorato da molta gen-
Geracc -.Pù in molto concetto delia Signo- te . Li grani di quella corona ripulii nelle
rìa, Prelati, Ufficiali , ed altri Nobili , e col piaghe Serafiche, ripartiti a divelle peritine
medefimo concetto riposò felicemente nel operarono molti miracoli , de' quali non fi
Signore in Gicracc li Z7. Agofto del idzz. tenne memoria
Coneorfe al Tuo funerale la Cittì tutta,fvcl- LXXVl.*Prat Antonio da Olluni Predi-
lcndogii li peli della barba , quali poi appli- catore illufiro la Rcligion Capuccina non
cati a di vedi infermi ne guarirono molti. meno con le virtù.chc con miracuii.Fra que-
Dopo morte portato in ChicTi, da una piaga, lli fi racconta, che pallaio per Veruicaro fu
qual portava nel petto , fcaturì gran copia a vifitarc il Dottor Gio: Pietro Papa infer-
di lìngue , quale fu rafeiugato con più faz- mo con faccia tutta gonfia, e tulio eh il toc-
zoletti, l'uno dc'quali avuto da Suor Francc- cò con le mani, io rdlitui alla falutc. In D.-
La Gerace nultra Terziaria Capuccina ope- pignanu il Dottor Lupo Mangunc , effendo
rò tante maraviglie , che a folla veniva ri- ancor fanciullo cadde infermo , c fu diipc
rato
,
rito da'Mcdici ; ma legnato coi fogno della proffimi. Povcriflìmo giuda l’intenzione del
Croce da Frat’ Antonio rifanò cosi , che al Serafico Patriarca tanto raccolto in Dio
:
,
iunto medefimo veftito, ufcì di cafa.ln Pao- che ne anche gii cfercizi corporali ne lo di-
fi redituì alla falute un zoppo, e Iturpio del- ligevano Per folo ubbidire fu piu volto
.
, la vita, ed ivi parimente un’ altro zoppo di Guardiano, cd anche Didinitore Recitan- .
» 26. anni . In Fufcaldo liberò due ollctlì da do l'officio divino metteva divozione ad
demoni, e relè le forze a Frà Gregorio Fra- ogni agghiacciato Nell’ orazione fòvventc
.
te Minimo , così debole, che non porca reg- veniva rapito fuori da'fcnfi , lùigolarmcntc
gerli sii d' un bellone Morì con gran fama
. in Paola, e Dipignano,nc quali luoghi efer- !
forum , egli li ibjlevò , come fe voleflc ingi- di D. Scipione Verderame Sacerdote divo-
nocchiarli, nella quale politura fi fermò fino tidìmo della Religione, udì lì vicino Tuona-
all'ultimo Interrogato di quelli motivi , ri-
. un rampogna, dai cui Tuono rapito in Dio,
re
fpofe , ch’era Hata ivi prefente la V’ergine dille, fc tanto dolci iòn le muliche della ter-
animandolo a quel palleggio . Cambiò que- ra, che non (iranno l'altre del Ciclo ì e così
lla con l'altra virane! Cetraro l’anno 1 6x6., replicando redo immobile per un quarto d’
ed a capo di giorni tre , comparendo al fuo ora, con gli occhi chiud al Ciclo, e le mani
Confcllòrc, 1 accertò della corona della glo- giontc al petto. In Dipignano , ov’ era Guar-
ria concedutagli dal fuo Creatore . diano, e Maertro de Novizi , nel mentre fi
LXXV1II. frat’ Angiolo dail'Albidoni-, fabbricavano alcune celle , gli cadde fuila
Laico molto efemplarc ferviva ogni marti- gamba una parte di muro con tanta violen-
I na quante Mede più poteva , il di più del za, che la ruppe. Chiamato Picrr 'Antonio di
giorno lo (pendeva nelle fatiche corporali Simone valcmiffimo Chirurgo l’acconciò có
per li bilògni del Convento Era molto ca- . immenfo dolore , ma con immenià tolleran-
ritatevole con li poverelli
,
per il cui ali- za del Servo di Dio , cd a capo di tempo fi
mento fovvente ft privava del proprio ali- venne in ficura fperanza di lilute . Partito
mento, c (ingolarmcnte con gl'inférmi, qua- per Tuoi adiri quello Medico, ne fopraven-
li e compativa, e ferviva con teneriflimo af- nc un'altro non conofciuto , ma molto pi at-
fetto di madre.Era altresì Rcligiofo di gran- tico, com’ ci fi vantava in quella profcDìo-
de orazione, nella quale lì bagnava di molte nc: volle vedere la piaga , c dopo averla-,
lagrime.Ritrovandofì ad orazione commttnc confidcrata, d ifle, che una parte d’ odo era
nel Coro di Cofcnza fu veduto da curr Fra- i cavalcata l’opra l' altra , con aperto periglio
ti alzarli in aria quattro, o cinque palmi. Si o di morire , o di redarne zoppo , che per
prcdiire la morte , Dando ancor fano , e nel tanto era d'uopo slegarla , c riacconciarla.
punto eDremo volendo il Vicario dei luo- Dille all’ora 1 infermo : Io non voglio altro
go miniltrarglil'Ogiio Santo: Fermate, dilli, medico, che il primo , datomi dalia Vergi-
che me lo darà il Guardiano , il quale dim- ne , e non lènza gran lume } conciufuchcj
mattina fari qui . ( Era il Guardiano andato partito quello, c ritornato F altro ritrovò la
in Lecce, e non ancora fe ne fapea nuova al- piaga ,
come prima fenza periglio alcuno i
cuna ) . Così fù,cfa arri vaio unfc l ’infermo, onde fi fè giudizio , che quello era dato il
il quale poco appreffo dormì col fonno de’ demonio venuto a tormentare 1' uomo di
Giudi nel fudetto luogo di Cofenza l'anno Dio. A quedo fi aggiunge , che per piu me-
t<Sid.,iafaiando di le òttima fama di fumica. glio curarli col non muoverli di corpo, fu
LXX1X. Fri Marco da Morano Laico, aperto per fotto alia lettiera un buco per
dopo una vira di molta purità , ed innocen- lenecedità naturali, le quali coll' accoppia-
za li condulfe alla morte , ne' cui ultimi orli tura degli unguenti dovendo rendere catti-»
gli comparvero la B.Vcrgine, S.Francefco.e vo odore , anzi (piravano una foavifli ma-,
S.Marco Evangelifta ; ond' egli giubilando- flagranza . Operò molti miracoli , de quali
ne d'allegrezza, io, dille, nacqui il giorno di pero poca memoria ci è rimalta . Vittoria
S. Marco, nel mcdeiìmo vefiii l'abito Capuc- Cavalcanti nobile Cofèmina , avendo un,,
cino, ed oggi, che la fua fella, paH.uò all'al- figliuolo per nome Onofrio , dimato da tut-
tra vita, S.Marco aiutami , cd iifqucDc pa- ti morto , io racommandò a Frà Colòno , il
role rcDituì la fua puriffima anima ai Crea- quale appena lo fegnò con la Croce , che fi
tore nella Saracena li 25. Aprile del 1616. ritrovò lènza febre. Mori con gran fama in
LXXX. Frà Cofìmo da Paterno Sacer- Cafalnuovo l’ anno 1 6ij. onorando il fuo
dote venne arricchito dal Signore d’unani- funerale un numerofo concordi di popolo,
rno affatto imperturbabile j onde fu veduto che gli tagliò in pezzi l' abito , e gli fvdfe
lèmpre con vulto allegro, ma modeDo.Non Ji peli dalla barba, c lì capelli dai capo .
gli ufcì di bocca in tempo alcuno parola di LXXXI. Frà AlelTandro da Carole! Sa-
leggerezza , ma Tempre di edificazione de’ 1
cerdote, efìcudo ancor nel fccolo menò vi-
, .
- .
Vietando un' infermo ricco , ma con poca chiamar a fe quello fuo fcdel Servo lo prud-
buon opinione nell' acquiilo di quelle Tue ve col fuoco d una lunga , e nojola infer-
ricchezze, coti gli parlò : Fratello , che vi miti, tollerata da lui con molta pazienza c
,
giova l' aver tanto acquirtato, fc finalmente raffinatolo in oro perfettiffimo le i portò a
morirete condannato all’ Inferno i Fannie , oder di lui nel Cielo dai luogo de Carolei
che come rifvegiiando quell’infelice addor- F anno i iSz 7 .Concorfc al fuo funerale quan-
mito nell' ufure , rifpofcgli : E che dunque ta gente lo leppe, Evertendogli dal capo
, e
voietc,che io faccia! Buttate pubblico ban- dalla barba i peli, e capelli
, e tagliandogli
do ,
dille l'altro , che chiunque fi fenta da fopra uno , c due abiti , i pezzetti de’ quali
voi in alcuna maniera aggravato , venghi a poi operarono molte maraviglie e fra que-
,
pigliar il luo ; e tanto icguì . Ritornato in lle la faiutedi Giovanni Monaco della In-
tanto buon
il Religiofò al Contento , gli detta Terra, colpito in faccia con una pie-
comparve con volto terribililfimo ildemo- tra dal fuo nemico. .
nio, e : Che penfiero
dificgli adirato è fiato LXXX11. Fri Benedetto da Seminarafi
quello tuo di rubarmi l’ anime , si lungo chiamò nel fccolo Marc Antonio Leonc,fa-
tempo da me pofiedute ? e le gli avventò ló- miglia nobiliflima in quella Città; e perche
pra; ma egli, fate quelche volete , malvag- ancor fanciullo dava ìndizj di futura i alitici,
gio, io non iafccrò di riacquiftarc a Crilto perciò venne allevato con molta cura da’
le Aie anime ricomprare col fuo preziofiffì- luoi Genitori . Tutto era intefo a fabbricar
mo Sangue. Difparvc fenza offenderlo quel Chiclìole, ed Altarini
; quanto poteva aver
maligno,ina il lafciò con tanto tremore nel- dalia cala, lo di llribuiva a’ poveri: fiuta rac-
le membra, che poi ne travagliò per un me- colta di fanciulli lor predicava in fuo mo-
fe, c qualche giorno di più. Ritrovandoli in do. Arrivato all anno 1 8 . di fua viia,c com-
Cadano, e communicando una tal perfona , piti li fiud; dell’ umanità, il
Padre lo delti-
parte delcommunichino gii infranta, cadde, nò in Napoli agli altri piu gravi delle Leg-
opur cader dovea in terragna egli,o Signo- gi. In quella Città di delizie, egli prefe a far
re non permettete quello ; miratali coFa_, ! vita di Capuccino : dormiva nude ta-
“urte
quella parte d’ Ofiia confagrata rifalita all' vole, digiunava più giorni della fèttimana
j
insù, andò a metterli nella patena, con gran onde adocchiatolo i VP. della Compagnia..,
contento del Servo di Dio Ertendo andato
. fotto la cui dilcjplina fi reggeva quanto alla
a far condurre certe iegna per l'ufo del cofcicnza, io prete ferodi lor ahito^na Iddio
Convento di Carolei , fallito il piè ad una., abilmente dilpofe , volendolo Capuccino
mula precipitò con gran furia nel ballo di con modo miracoioiu Nel mentre lludiava
.
alcune balze: Gridò egli, Gesù mio ajutala,e in Napoli veniva molto travagliato dai fe-
quando tutti la credevano andata in pezzi gato; confultati perciò alquanti Medici, l'un
ella fi alzò da fé fola, fenza ne pur dimoftra- di quelli il più grave gli ordinò, che andaf-
re d' cflèr caduta. Portava /ingoiar jflima di- fe a lavarli per più volte coli' acque
del ma-
vozione a S.Giufcppe Spofo della Vergine, re. Ubbidì il giovinetto; ma nell
andare in-
recitando a fuo onore ogni dì fette Pater, e contrato da una nobil Matrona
.
,
vcfti-
fette Ave , in memoria oc’ lètte più grandi ta bianco , lo richiefe ove andarti
1 cd egli
dolori, quali gufiò in quella vita , e fapcndo raccontò tutto: gii
il lòggiunfe quella; An-
li fei, quali pur raccoglieva dalle icritture ; zi andate a veAir 1 abito di Capuccino
Egli
cioè quando gli fiorì il baftonc per ilpofar non tirò avanti il viaggio per ire a mare, ma
,
la Vergine, avendo fatto voto di verginità ne tampoco gli entrò nel penfiero la con-
quando vide gravida la Vergine; quando al- fulta dell abito Capuccino
Incontrato dal
.
ia medefima udì profetizzare il coltello del Medico,c richicflojo fc fi foflè lavato, rifpo-
dolore; quando gli cóvenne fuggir eoi Fan- fe, che nò, e per tanto gli ordinò la
fecon-
quando nei ritorno udì,
ciullo nell' Egitto; da volta, che lènz altro fi iavaflè in
mare
che anche regnava Archelao ; quando fi Rifoluto dunque d’ ubbidire iva
nel mare,
Imarrì nel Tempio il fancìullino Gesù non : ma foprarrivato dalla medefima Signora, lo
gli foweoiva il fettimo
; Che pertanto fi ap- rimprovero, perche non l'avertè ubbidito:
plicò con molta premura a fupplicarne il io dille allora Marc Antonio, non
mi faccio
Santole la Vergine, quali apparendogli in_. Capuccino, perche cflèndo infermo
, fono
. ,}
ceno, che quei PP.non mi riccvcrannoiNò, i golarmcnce dei Duca, il quale poi volle con-
ripigliò 1 altroché farai xrnmelìu fenza con- dui-velo egli medeiimo, come feguì,con or-
|
tiamo ed in pena di non avermi prontamen- dine elprelfo del Supcriore} ma come* prima
te ubbidito, tu piti non mi vedrai , che negli entrarono in palco , ceco il cervo fci itore,
ultimi orli dei tuo morirc.Turto quello egli non nemico, ma penitente , il quale dopo d'
raccuntò piu volte a F rat’Anfclmo da Cian- averlo accolto amorevole, faltò su d'un’ al-
cica fuo Macftro di Novizi. Veltiro dunque bero, nei quale fra due tronchi reltò volon-
dell abito Capuccino fu dellinaro a far l'an- tariamente appefo, accrcfccndo,e fa maravi-
no dell'approvazione in Caferta , e tanto fi glia, e fa fodisfazione de riguardanti. Appli-
compiacque nella maniera del viver nollro, cato alli ftudj di fiiofofia, e teologia vi fi
che per molto avelie travagliato l'inferno, profittò tanto, che fenza dubiczza divenuta
mai potè cunduifi ad abbandunarlooConcio- i uno de più intigni Teologi del fuo tempo}
fiachc intela la Tua rifoluzionc, tolto volò onde ielle per piu anni luna , c l'altra facol-
da Calabria in Napoli Alfonfo fuo fratello, tà, con utile immenfo della Religione . Ac-
configiiandogii il ritorno al lècolo , e dopo compagnò l'ufficio della predica con tanto
vati dibattimenti ,
gli dille : Vi fratei mio, parti , che fembravano miracolofc le con-
eh io hò ritrovato Ja mia feliciti , e vorrò veflioni, quali lèguivano le file predicho
|
prima morite, che abbandonar quell'abito. onde perciò ne acquino lappiamo d'Appo-
'
Cosi anche rilpolè aprati ailor che veggen- Itolo della Calabria. Fluttuando fa Francia.,
|
dolo quali tutto aileprito , gli conligliava- fri molte turbolenze di Religione fu infic-
!no ii ripigliar le velli del fecolo Fé dunque . ine col P. Crilbitomo di Brmdcfi ( anch'egli
la profeflionc } ma prima difpofe del fuo, allievo di quella Provincia ) delimito ivi
quai'era molto in benciicio dei publico, la- dal Generale Girolamo dal Sorbo . Scori! fi-
udandone crede 1 Uni vu liti di Scrninaia_,, no a Brcfcia per apprendere 1 idioma Fran-
con che avelie a fabricarnc un 01pedale,ch' cete,non oltre pallai uno , impediti dalla fo-
è il medeiimo d'oggidi per rilloro de’ bifo- pravenuta peliiicnza Quantunque per ia_>
.
gncvoli. Fìimaravigliolo il tenor della vi- fua molta dottrina avelie potuto comporre
rai qual egli i Itimi, fatta fa profefiìonc} poi- opere graviffime di materie fcoraftichc, An-
ché tutto era all orazione , c contemplazio- golarmente teologiche } nuliadimeno noie.,
ne delle cofe cclelliali , agli uffic; delia ca- attefe , che a comporre opere fpirituali
riti, ed agli cfcrcizj piu badi del Conven- fra le quali fu quella , ch'egli chiamò Dot-
to . trina Criiliana Sparla da per tutto fa.,
.
Quanto a Dio folTc gradito il religiolò vi- fama de' fuoi talenti , venne dal proprio
vere di quello fuo Servo volle manifcltario merito alle Prelature , e fu Guardiano,
con un cafo fineolariflimo. Dimorando egli Lettore , Diffinttore , c Provinciale tré vol-
di famiglia inNuccra de Pagani fu prie ga- te, cioè l'anno ido5. , iSif. , crSai. Pre-
io da un Frate, che l'accompaenalTc nei pal- dicò ) 6. quarefimaii , e di quelli lei nella-,
co del Duca, dove fa varia mmeicudine del- fua Città, nell'ultimo de 'quali fi compiac-
le fiere felvagic rendeva quanto più curio- que ii Signore coronarlo con fa gloria de'
fa, tanto più vaga fa villa de' riguardanti fruttuofi operaj della fua vigna Condot- .
Non voleva egli andarvi , ma alle replicate tolidunque per tal occaiionc in Seminara
ìftanze dell’altro, che gli anteponeva 1' uffi- alquanti giorni prima della quarefima , un
cio di cariti, per follicvarlì con quei vago giorno chiamato a IL il Guardiano , e por-
lpettacolo da una nojofa convalcfccnzadi- tatolo dentro fa Sagrcliia, qui, gli dille, addi-
milmente il compiacque Come prima furo- . tandogli un luogo per di lotto ad un' antica
no entrati nel palco, tolto il compagno ven- Immagine della Vergine, porrete il mio cor-
ne alfalito da un cervo } ma la debolezza di po, tolto che farò morto, che non paflcrà ol-
lui non potendo , obligò fa
fargli refilienza tre di fa fa Domenica quarta di quello corfo
carili del giovane Fri Benedetto
(
ral era il quarefimaie : Predizione , ch'anche la ligni-
fuo nome dopo fa profclfione ), ch'era più ficò a molti altri . La prima Domenica della
jobulto, al foccorlo . La Fiera maggiormen- venuta quarefima fu tenuto a pranzo da-,
te irritata fc gli avventò contro , ; con tre Macftro Giacomo Conventuale , nella cui
moitaliflimc ferite alla gamba , ài banco, ed Chicfa egli predicava , cd abbattutili a fa-
alla fronte, il falciò come mono. Ricondot- vellar delmiracolo,quai'ora Crillo con cin-
to in Convento , ed intelò dal Duca l'acci- que pani, e due pelei faroilò quella moltitu-
dente occorfo , inviò di fubito li migliori dine di cinque mila affamati, (eh ‘è il Vange-
Cirurghr potè avere in quel tempo.e luogo, lo della quarta Domenica) oh dille ii Capuc-
quali venuti ritrovarono fa ferita del ban- cino al Conventuale, quella predica , e Fai-
co molto pcricoiolà La notte fu in fua_>
. ne feguenti reficranno a V. P. A cui l'altro,
cella, ma fenza vederla di volto , fa Vergi- cd ella che farà ! lo ,dilfe, fpero ritrovarmi
ne, c con le fuc mani guari fa piaga, corno altrove . Giovedì della rerza Domenica,
Il
piaga dì cariti} onde ritornati fa mattina fc- predicando fè alla Città una larga offerta-,
guenre li Cìrurghi la ritrovarono all'intuito nelle fuc orazioni , con anche raccomman-
lanata, con maraviglia, e gullo di tutti ,fin- datfi alle loro, per cflcrne accompagnato nei
lun- n
.
) lungo viaggio, chi: fenz.i piu vcdcrfi, era fra fuo Servo con la giuria de miracoli , ed in
poeni giorni per imprendere Che fc bene . vita, e dopo morte Predicando 1 una del-
la .
non tutti l'abbiano micio del viaggio della le quarcfioie in Scininara Maria Grimaldi ,
morte 4 non per tanto non furono accompa- fua Nipote travagliata da acerbi dolori di
gnate quelle parole con graviflimo falli- parto, mandò a i«.eo.urtiandjrfi a fri bene-
mento per la lua alfcnza Sccfc dal pulpito . detto , a cui egli , non e tempo) oltre piu
con la febre , e di là al Convento , affilino avanzandoli li doluti, raddoppiò 1 amùaleia-
non pur da frati, ma da tutta la Nobiliti, che ta, ed egli ) dite a Maria, che prenda ri Itoro,
quali tutta per diverfi congiungimenti ab- e fi racconluli, clic da qui ad un ora darà al-
bracciava Porto in letto fcrvito da più Me-
.
la luce un maffch io, come avvenne. Anda-
dici , io diceva , piglio quelli medicamenti, to poi a vifitar la Signora , volle vedere il
non perche ne fperi la làlute: la mia morte è Bambino , e prcfolo fra le braccia ,
Iddio
certi dima ) ma per iòdisfare a 'parenti , per ti benediciti ,
gii dille,
quindi rivolto alia_,
non lardarli raddoppiatamentc umiliati E : madre ,
teneielo caro , le foggionlej :
tutta via aggravandoli la febre, prefo in ma- Egli lari Religiofo Fu Kcligiolò Domeni-
.
no quel fuo'inanuferitro accennato di l'opra cano, e per memoria ne prefe il nome di Be-
della Dottrina Crilliana,con altri fuoi fcrit- nedetto. Un altra volta in Seminara ito a vi-
ti di prediche , e confegnatili al Guardiano: fitar una Signora la ritrovò molto afflitta.,
Figliate, dilli:, quelli logli, de' quali fìn oia con gii occhi bagnati di lagrime , ed intelu,
mi fono fcrvito, che volentieri li reltituifco che la cagione delie fuc lagrime era, per-
alla Religione , in nome della quale tèmpre che una (ua Gommare un di , ed tuia notte
J'hò tenuto La mattina della 4. Domenica,
. avea travagliato di parto, con manifcllo pe-
chiefc a circollanti , qual giorno era quello, riglio deila vita : All ora egli pulluli in gi-
e rifpoltogli, che la Domenica quarta , alzò nocchione, ed orato quanto un Pater , alza-
la voce con un gran giubilo, e diffc:L*t<m« rofi le diè una caratine con certo liquore,
Jtm in hit, <jk t didn Jmtt mihi $ Indi chiama- dicendole Và, e legnala tré volte fu i ven-
:
to il Guardiano , li fé portare il Sagro Via- tre . Andò la fegnò , e nel punto medciìmo
,
un lungo difeorfo , cliòrtando li Prati all oC. Signore fuc parenti andarono ai Convento
fervenza della pronte Ila Regola: Ringraziò con ilperanzadi averlo a vedere, ma perche
con vivo affetto la Religione , perche tanti di quel tempo veniva oppreffo dalia febre,
anni Tavelle alimentato Chiefc a tutti per-
:
per racconciarle fi affacciò dal Coro, e do-
dono , fe per ventura alcuno li folfcoffelò po T averle alquanto fudisfatre lor lòggion-
del fuo amminiltrato : replicando piu volte, fe : Non per la mia morte , io
vi affliggete
che fc in ciò errò, come d’aver errato, o d'a- potrò giovarvi piu morto, che vivo. Una di
ver potuto errare confcllava , inconlidcran- quelle , per nome Francclèa Alagò avea il
za fu dell'intelletto, non gii colpa della vo- marito infermo cosi, che orinava lingue , e
lontà) Indi voltandoli con la faccia al muro, perche tutta via incalzava il dolore , gli fu
ov'era l'Immagine di Grillo crocchilo , orò detto dal medico, che difponcffe delle fuco
alquanto con le braccia aperte Venuto fra- .
cofc, che ben prcflo gli fupraftava la morte.
tanto l Oglio Santo , volle recitar li Salmi E tutta via aggravandoli il male , chiamata
penitenziali, cioè un vcrfcttoegli , e li Frati la moglie le diffe , che forfè dubitava , che
l'altro . Si unfc,e dopo un'ora, e mezza li 14. quello non fòlle I’ ultimo de’ fuoi giorni ,
Mirzo del tfii7. Ipirò T anima fempre , ri- ma ella, anzi che nò, rilpofe. Eia di già
guardando l'Immagine del Crocchilo motto Frà Benedetto da fei meli 5 onde cor-
Fù non ignobil eonghicttura,ehc in quel- fa veloce ad una camera , la cui fcncltra ri-
li eli remi avelie goduto della viltà della Ver- guardava il noltro Convento : Deh
, diffe,
gine , l'avergli Ella detto, replicandogli l’or- caroil mio Zio , attendimi la parola di gio-
dine di pallai’ tra Capuccini , che non la ve- varmi più morto, che vivo,impetra dunque
drebbe la feconda volta a volto aperto , che dalla Madonna la falutc a mio marito. Cola
nell'ultimo della fua morte Divenne il fuo . maravigliofa! Ritornò dall' infermo, e lo ri-
corpo, per altro duro, e macilente, di color trovò, che orinava da fc folo, come quando
vago , e maneggevole , come fc folle di u:o era fanoic quello più accrebbe la maraviglia
fanciullo vivente continuando nel fuo ca-
, fu, che in 19. anni, che fopraviffe, non (pe-
lor naturale , e lenza odore cattivo per cin- rimento mai (omigliante nule. Un altra del-
que giorni appreffo . 11 concorfo fu mirabi- le fuderreSignore per nome Maria Oliva,
le, ahri lodando Dio nel filo Scrvo,alrri pre- avendo un figliuolo gravemente infermo ,
dicando la fua (amiti tutti medi piangen-
, andò nella milita Chiefa , ove recitò tz.
done la perdita Fù pollo dentro una cada,
. Ave Maria ad onore di Frà Benedetto, già
e fedeli irò, megli ancor vivo avea ordina-
1
morto (ci anni avanti . Indi fè cantare da'
to. Nò mancò Iddio di chiarire la fatuità del Frati le Litanie alla B. V. , nel qual mentre
fi vi-
.
pote travagliava per alcuni affari d’ impor- per darteli fine . ...
terc l'anno HJ27., fe non forfè l'anno iSi 6 t . Chic-fa ad orar per lui; indi ufeito fè rifpon-
e prima dì fpirarc fu veduto alquanto turba- d-rc aila lettera, che feco fi rallegrava della
to ; ma poi cambiato fembiantc prefe a ride- ricuperata falutc, e fatto il rifeontro/t ritro-
vò.
,
., .
DIALTklCONFESSORICAP.lV. \67
vo, che nclmaiue il Servo di Dio oravi in L'uno, c l'altro accadde, come avea predet-
Chicli, Tintinno miracololàmente rifanò to l'uomo di Dio Morì dunque in Coro-
.
Prima di morire furono a vibrarlo alcuni gliano li 15. Agortodcl i<Sa8. , concorren-
Nobili di Caficlvctcrc , c gli raccommanda- do alle fue efequic quanto popolo fu in quel-
rono la lor Cirri , Angolarmente per una_. la Cittì, fvcllcndogli a gara li peli del !a_»
qualche fonema d acqua da bcrc.Mortoche barba, e capelli dei capo , quali poi opera-
tu Fri Vittorio, li feovcrlè lotto la Chicfa rono molti miracoliipoichc con quelli Vit-
di S. Domenico la fontana, detta di Leonar- I
toria Marino fua Torcila li liberò da una fe-
dillo, e venne applicata airintcrcefiionc del rivenne da
bre terzana , c Giulia Muzzotta
Servo di Dio Cosi dunque caro a Dio , ed
. un morta liiTuno difeenfo.
jb 1;. uomini avendo 90. anni d' cti , e 70. di LXXXV 1 Fri Clemente da Paterno Lai-
.
Religione relè l'anima Tua benedetta al Cie- co fu Religiofo di gran virtù Efcrcitò per .
lo li 4. Novembre dei iSzB. Le lue eUcquie 10 più l’uthcio di Cuciniero, e con tanta ca-
furono celebrate col concorfodi tutta quali riti , che gli pareva di fervir Angioli, non_»
intiera la Città,qualc parve vuotarli per ve- uomini; con gl'infermi eccedeva , ora con-
nerare il fuo corpo. Gli fvellèro li peli del- gelandoli, ora fervendoli con tal amore.che
la barba , e capelli del capo
; gli tagliarono (embrava flruggerfi per compaffionc.T amo
piia abiti fopra, i cui pezzetti poi operarono povero in quello fuo mln rtcrio , che poche
molte maraviglic,c fri' quelle un terzanario volte fervendoli di legna tolte dall' otti- ine,
febricitantc di fei meli , c fu la maraviglia per lo pili adoj rava erbe Pecche , e fruitoli
ch'cllèndo l'infermo prevenuto dal lòlito ri- di legna, caduti dagli alberi nell'orto. Tutto
gore, coma prima li poli: nel petto il minuz- 11 tempo qual gli fopravanzava da quelli
,
zolo dell'abito, non ebbe ardimento di feo- efercizj l'impiegava all’orazione, nella quale
prirfi la febre Un' altro di quelli pezzetti
.
diceva ritrovar il riltoro delle quotidiane
d abiti divenne tanto odorolò, che non v era fatiche . Infermatoli a morte, perche il Me-
qui nella terra odore , che lo poteffe ugua- dico dubitava recargli quella trilla novella,
gliare: animata da ciò una donna fc l’ap- egli tutto giubilante: Deh, dille, Signor Pic-
plicò su l fianco travagliato da un acerbif- tr Antonio (fal era il nome del Fificoìperchc
limo dolore, e di Arditone divenne liberata. dubitate? perche perche trattenete darmi av-
L'abito, nel quale mori il Servo di Dio ap- vifo tanto giocondo ? Si armò co' Santi Sa-
plicato a D. Ippolita Staiti , Duchelfa di gramenci , e come fu all'ultimo portoli in gi-
Bruzzano la rifarlo da due febri quartane, re- nocchio recitò le parole Ave Filia Dei
:
poi riferiva ad altri, per animarli alla virtù, etf affai decrepita nel Convento di Cadano
per dilfuaderli dal vizio Arrivato all’età vi- l'anno idzp., ed ebbe al fuo funerale il con-
vedi l'abito di Capuccino , c li avanzò
rile
corda di quafi tutta intiera quella Cutìi. Do-
in ogni rcligiofà perfezione Ebbe lume di
.
po morte il fuo Cordone liberò nel folo Bel-
prevedere le cofe avvenire , coni' è da vc- vedere pili che 40. donne da dolori del par-
derfi ncllefempio feguente Venuta nella.,
.
to, ed un fuo coltello meglio che 10. perda-
nollra Chicfa di Corogliano la Signora Ti-
ne da dolori de'dcnti-
bcria Cartiglia con una fua tigliuolina d'an-
LXXXVI 1 I. Fri Giacomo dall' Albido-
ni cinque , come torto la vide il Servo di
na Predicatore, entrato che fu nella Religio-
Dio: Non mettere affetto , diffe alla Madre, ne non ebbe altra mira negli occhi, nè argo-
a guella puttina, Iddio la vuol per il Ciclo, mento più famigliare alla lingua, che la per-
c tri breve } come indi a non molto feguì. fezione religiola ; onde n' acquillò il fopra
Condottoli all cllrcmo della vita il Contef-
nome di Perfetto Così nel fecolo , come,
.
che veggenduio morto, tramortirebbe per il non avea altro , che Criflo crocchilo pre-
| :
dolore ó onde vcdelfero di racconfolarla,
dicò nientemeno ne'pulpiti migliori,ma non
ilìlc-
i6S CALABRIA SANTA LIBRO!.
iSdegnava predicare negl'infimi; anzi ovun- lo, oh eh' e bello , oh eh' è bello il Fanciul-
que portarti il bifogno Sermoneggiò Sem- lo, e con tal palpitazione di cuore, eh 'accol li
pre, e nel Refettorio, e nel Coro, ed in cu- li Frati dubitarono , che all'ora all’ ora non
cina , e nelle piazze publiche ,
e nelle calèj gli doverti crcpare Non mangiò mai car- .
private, ovunque Scorgeva, o Frati , o feco- ne , o pelle , ma erbe , e frutti, ed una fola
! lari Era volentieri afloltato, mercè che nel
.
volta il giorno Non bebbe vino , ma acqua
.
volta Senza aprir bocca , ma col Solo farli portò Suole, e non piu che un Sol abito
| vedere in publico comporto, traeva mirabili vecchio, e rappezzato, lenza tonica, e man-
frutti nell' anime. Celebrava la Meda con tello . Il fuo letto non era, che
,
o la nuda_>
j
I molto Spargimento di lagrime, e tempre, che terra , o una ruvida tavola . Celebrava con
jgli venne permeilo dagli cfercizj , o della grand apparecchio , e per ogni volta lì rac-
predicazione, o dcU'ubbidienza.orò, e con- conciliava, accompagnando quel Santo Sa-
templò con grandirtìma tenerezza d'animo. grificio con tante lagrime, che ne bagnava il
Morì in Strangoli affai vecchio 1* anno Corporale . Impetrò con le Sue orazioni ad
1 «ja , ed il fuo funerale fu celebrato dal una nobile Collntina per nome Artemifia,
Vefeovo della Cittì col fuo Clero, ed alfilti- Iterile di più anni la feconditi. Lafeiò di più
to dal Ptincipe, Prinecpc(fa,Nobiltl , e po- vivere alla terra in Cofenza fanno iSji . , e
polo del luogo Gli furono Sveltisi li peli
. dopo giorni otto di Sepoltura, fu ritrovato il
della barba , sì li capelli del capo quali poi
,
Suo corpo odorofo, e piu bello di quando vi
operarono non poche maraviglie. fu conilgnato .
J. XXXIX. Fri Benedetto da Cotenza Sa- XC. tra Leone da Fiumara Laico , 1' uno
cerdote, e Rcligiofii piu del Cielo, che deila di quelli , quali maggiormente hanno iliu-
terra 5 onde non parlava che di Dio, Sicché flrato di quelli tempi, e la Calabria, e la Re-
viaggiando, quelli erano patti co'fuoi com- i ligione Capuccina abito in eli aliai
. Vdti l'
pagini cioè , o parlar di Dio , o Salmeggia- tenera, perche fin dall'ora impararti a por-
re, o tener lilenzio . Non Su Predicatore, ma tar il giogo del Signore , ed ammetto al nu
Se il Superiore l avelli- commendato, volen- mero de Profclli iltituì una maniera di vi
tieri discorreva delle cofc del Ciclo , con vere così tra il rigorofo, e 1 piacevole , che
tanta tenerezza , che tutto ne andava in la- Sembrarti un mirto tra 1 uno, e 1 altro ; per
grime, citando bene Spello i'autoriti de' SS. non dir, che anzi piegò ai rigorolò , ina co-
Padri Bernardo , e Bonaventura Ebbe fo- . verto ; tutto per fuggire le /iugulanti , Jc_>
nugliariiruna la pretenza di Dio i onde una quali come cipolle al publico danno per lo
volta benedicendo l'acqua , come arrivò a più Sottopone al vento della vanagloria , o
quelle parole , Per Deum vivum , Per Deum per ifvcllcric.o almeno per inaridirle. Dor-
verum , fuprafatto da un angelico rifo, non miva Su d' un pagliariccio, nu con poca pa-
potèpafTare piu oltre,dando aperto indizio glia, e per dilètto armato di acute pietre ; li
d'aver all’ora all ora goduto la prelcnza vi- che la paglia non Serviva a rillorar le mem-
fibile di Dio , e più volte ragionando , co- bra, ma a coprire quel martirio di notte. Nel
me li e detto di (òpra, li Scorgeva rapito fuo- Refettorio pigliava ogni pittanza , o mine-
ri da'llnlì Singolarmente veni a rapito al-
. . lira, qual folle commune alla Famiglia , pe-
l'amore del Bambino Ges i , il cui nome re- rò non la mangiava,c le pur la inaiigiulfe,up-
plicava infinite volte il giorno , e con tal te- pcna ne aflaggiava una loia particella , atta
nerezza d' amore , che il ne infocava al di più ad irritar la famc,chc a contentar la go-
fuori. Quando fi
tratteneva in famigliate di- la; fingolarmenrc delia tarue, qual non man-
fcorfi con Frati, diceva, mettiamo il Bambi- giò mai, che in poche l'elle , eie piu Solenni
no Gesti tra di noi ; Se Bava al Sole , oh dell’ anno, come la Palqua.il Natale, e foini-
quanto è bello, dicevi, il Sole di Giudizi» il glianti.Digiunava tutte le quarcrtme del P.S.
Bambino Gesù ! ed era Solito dire , Se gli Francesco con la medclima legge, o di non
uomini mangiatura con divozione, vedreo- aflaggiarc vivanda alcuna, o atteggiarne po-
bono Spalleggiar pei la mente Gesù ; argo- co, per maggiore (limolo alla lame. Ogni
mento eh egli piu d una volta avca così l notte li difcipiinava anche nell'età più de-
veduto . Si ltruggcva affatto di tenerezza. Se crepita, nella quale non potendo difciplinir-
avvenuto di vedere alcun Bambino
gli folle li nè in piedi , ne in ginocchio , come nella
di bcllidimo afpctto . Fra quelle dolcezze gioventù, li flagellava lèdendo , nè mai me-
pruovò ancora S amaro di una tediofa ari- no di mezz'ora . La disciplina era di Serro,
dità di lpirito-.ma poi il Signore lo raccon- nella cui punta attaccavano alcuni mezzi
lì
,folòabbundevoliuentci poi-lie datoli a leg- chiodi orribili alla villa medclima ; onde_>
gere in Landolfo la tìlbnomia di Grillo gli traeva il lingue in tanta copiatile Se ne ba-
,
lopravenne un improvifo giubilo di cuore, I gnava il pavimento . Vclliva conforme al
onde tolto ne prcle a Saltare, e ballare gri- I cumnitinc degli altri ; ma più poveramente
.
dando ad alta voce, il Fanciullo , il Fanciut- *
degli altri ; concioliachc nui adoprò a fuo
ufo
lOOle
c
preghiere concedcdc alcuna grazia , egli di zia di Dio , de’ già fcritti n’ apparifee itu
libito la rapportava o all'orazione com- Archivio un giulto volume con le lor au-
mune de' Frati, dicendo: Li Frati ti han fat- tentiche. Io qui ne recherò alcuni quali fu-
,
to, o pur ti faranno la carità ; o vero alla_. rono li primi a venirmi nelle mani Kcflituì .
Beatiffima Vergine , dicendo : Quella gra:i_> dunque alla falute più , e più interini , altri
Signora ti confinerà , o vero ti avrà confo- coininumcati per viatico , ed altri unti
coll’
rto. Tutte le fue operazioni le volle rego- Olio fanto,con fegnarli nella frontc.Col me-
late dall' ubbidienza; onde venendo da tutte defimo fegno ridonò all'integrità un tale,
le parti,non pur da Reggio , e V illaggi con- che per un aita caduta fi era tutto infranto; fi
vicini, ma da Sicilia ancora ( può dirli a tut- che venuto portaro in braccio , ritornò in
te l'ore del giorno ) moltitudine di gente a cala co’ fuoi piedi. Ritrovandoli alcune per-
confultarlo, e riceverne alcuna grazia, e tal fine alle rive del fiume Gallico , non lungi
ora gente qualificata, cioè l’Arcivefcovo di da Reggio , ingrolfato però dalle pioggic ,
Reggio, il Vefcovo di Bova , li Principi di onde temevano di guazzarlo, fù Jor prefica-
Bilignano , di Cariati , di Scilla , il Duca di re Frà Leone, e dato loro il proprio baffone,
1’ affieurò al guado, come già
Bagnara, ed altri fomiglianti , mai volle ve- avvenne Rà- .
derli, fe prima non ne avelie avuto manda- fano da una gravifiìma infermità la Princi-
mento eipreffo de' Superiori ,
quali fc bene, peffa di Scilla, con darle a mangiare un pez-
per isfuggire concedevano gene-
il tedio ,
li zetto di pane; ed altre volte con la faliva ri-
rale la licenza , egli però non ne rimaneva fiutò un addolorato negli occhi. Moltiplicò
pago.volédola Angolare per tutte,c ciafche- la robba apparecchiata al defilare di fei,fic-
duna delle volte per quello motivo, cioè chè ballò a zo. pei Iòne Con un melo man-
.
perche forfè il Superiore fi fofic mutato di dato ad una donna la rifana dal dolor del ;
vandogli le mutande, e lor i appczzando gli rtuna Dei Patrie , Sepie tuia Cfc. fimo affat-
abiti, con tanto affetto, come le foffero fuoi to innumerabili . Con altre parole dette tra’
Padri di carne; fopra tutto volentieri s' im- denti raddrizza una donna curva,e gibbol'a.
piegava al lèrvir gl' infermi , quali così al Riitagna il fanguc, qual ufeiva lenza rime-
vivo compativa ne' loro malori, che fc que- dio dai petto di un tale per una vena rotta,
lli erano infermi nel corpo , egli ne fembra- col fulo fognarlo; col mcdefimo fegno refti-
va infermo nell’ anima. Non pedono fapcrli tuifee la favella ad un mutolo di quattro
tutti gli aiti delle fue virtù , perche era sì anni, la villa ad un cieco; ed a due, l'uno de'
deliro a ricuoprjrli , e raffigurarli per altro quali non poteva reggerli in piedi , e 1 altro
di quello fi follerò, che niuno vi poteva ap- ai!’ intutto zoppo,impetra la fàlute, talmen-
plicar l’ animo; polfono sì bene argomen- te, eh' effóndo venuto appoggiato sù de’ le-
tarli effóndo
dalla moltitudine de’ miracoli ; gni, ritorna fenz "altro appoggio , che di fc
ollervazionc di molti, che la virtù de’ mira- inedefiroo.Ma veramente fu maravigliofo il
coli folk figliuola delia penitenza ; onde_> cafo, qual fiegtie . Una donna
Reggio fè
di
non fu Santo grande operatore di miracoli, voto a San Domenico in Suriano di man-
[che inficine non fofiè gran penitente . dargli certa fitta; ma non mandandola cadde
bòbe a patir molto dal demonio , il quale infcrmaXe comparve il Santoriprendendola
fovventc apparendogli cercava d inquictar- del voto non adempiuto , e quantunque poi
lo,ed alcuna volta il danneggiò-Mcntrc una l' avelie adempiuto di fubito , non per tanto
notte fi difciplin 2 va venne affaldo da utej rifanò dall' infermità poco dianzi contrat-
importuna tentazione di fenfo; aggravando ta. Supplica il Santo, che vogli rifiutarla, egli
perciò egli la difeiplina , non per queflofi le appare vifibile, rimettendola a Frà Leone
non
i?o CALABRIA SANTA LIBRO I.
non una, ma più volte. Si dubitò di qualche . no una gran moltitudine di villaggi , onde
inganno^ onde confultato sì il Confeflore, si come non può tutta inficine raccorlì ad un
l'Arcivcfcovo Monlignor Annibaie d'AfHir- folpunto, così poi nel volerli raccorre (ùm-
to. Prelato di gran fiutiti, fu linferma con- bra un mare, ove mentre fune onde fi Ipar-
dotta al Servo di Dio, il quale avendola le- eono al di fuori , l'altre li ritraggono all in-
gnata con una fua Crocetta , avvegnaché^ dietro E tanto avvenne in quella congiun-
.
attratti di nervi , inabile ad ogni funzione tura , poiché mentre quelli compito alia di-
di membra, e modruoliffima a vedere, tolto vozione ritornavano in cafa, quelli più ulti-
la redimì alla primiera forma, ed alle forze mi ad udirne le nuove, vengono in Conven-
'
1’
Signore , o pure il gran lume da penetrar Itri quello poi gii fìi,(tabilirono un drappel-
altrui più occulti pcnlicri, per non recar te- lo di Prati più robufti, intorno al cadavero,
dio a chi legge ; Balta , eh' erano così fami- perche non patine alcun oltraggio, ma tolto
gliati a lui amendue quelli doni ,
che rem- vennero foprafatti dalla moltitudine : Cofa,
brava d elìcigli fempre prefente il da veni- qual rapportata a Monlignor Arcivefcovo,
re, e difafcolto l’ occulto . Per tutte quell tu tolto vi Ipedì una mano di Canonici della
maraviglie era egli divenuto famofo all'una, fua Cattedrale, ed altri Signori della Cini di
ed all altra Sicilia, dalle quali veniva a fol- più conofciuta riverenza , acciò dalla pre-
la la gente , per confultarlo ne' loro affari, lènza di quelli veniffe a tenerli lontana dal
nè pur la gente plebea, ma, e la più nobile , feretro l'indifcreta divozione de’Popoli. N«
ed i Titolati mcdelìmi ancora , come li è quello badò , poiché tratti i popoli vie più
tocco di fopra 11 Duca di Bagnara defidc-
. dalla divozione all uomo di Dio, che rat-
rando molto d' averlo per qualche tempo tenuti dalla riverenza umana, tolto foprafe-
fermo nel Convento di quella fua Terra, ne I cero quelle guardie onorate Nè per quello
.
lcri(Tè,e ne ottenne ubbidienza del Revcren- cenando la folla portata da’villaggi più lon-
didimo dell'Ordine , in virtù della quale.» tani , vi fù dcllinata una numerufa compa-
Ipedì tolto per levarlo da Reggio un fuo gnia di Spagnuoli armati, accioche la fòrza,
gentil uomo con fclluca apporta^ ma rifapu- cì timore arredaflèru quelle calche , quali
toli quello dalla Cittì lì còmmofle tutta , c non aveano arredato l'amore, e la riverenza,
tutta lì fcaricò al Convento. 11 Governatore ma come fe quelle provide fòdero anzi per
della Cittì Ernando d' Aledo , e Sar gente vie più accendere la divozione al facro ca-
Maggiore con Raggia rifoluzione mandata davero, e non piu tolto a farla trattenete in-
una compagnia di Spagnuulì carcerò la gen- difereta Nè anche fu badante qued’ultima
.
Pii Leone la chiamata, nè parendogli lieuio gii fotte Santo Chi 1 implorava con nome
:
l’accingerli a viaggio sì pcrigliofo lènza l'a- di Beato } tutti gli fvellcvanoli capelli del
iuto de Scoramenti, lì purgò , e ripurgò coi capo, li peli della barba, e gli docciarono
Sagramene della pcnitenza,fe pur v era co- l’ un dopo l' altro piu abiti $ e vi fu chi gli
s’ alcuna da purgare , fi fortificò coi pane troncò un deto, ed un'altro un pezzetto del
degli Angioli, ma prima cercò a’Frati i 1 per- calcagno, dalle quali parti ufcì tolto il vivo
dono, le mai 1 avclfc feandalizato, con anche fanguc Intanto mezzu confufo l'Arcivefco-
.
orazioni, c ricevuto l'Oglio Sanro,con vol- non avelie a trafgredirc in qualche maniera
to ridente andò ad incontrare il fuo diletto le Codituzioni apodolichc in dar culto di
li 15 Pebrajo del ityj.
. Beato a chi non era dichiarato tale dalla
Morto ch'ci fu lì cambiò di carne , cioè Chiefa, mandò un monitorio di feommuni-
da fecca in molle , da abbronzita in candi- ca , qual publicato a fuon di campanello
da , c da cllcnuata in ripiena con tanta ve- proibiva a tutti così il nuovo ingreflò in->
ntini, come fe folle un fanciullo qual dor- quella Chiefa , come f oltre più fermarvili:
,
mine, fpargendo una fragranza d’odor non Picchè con tal timore, feemata la gente , po-
conofciuio , e dal fronte tanti fudori , che terono li nodri fepcliire il benedetto cada-
abbtfognò rafciugarlo più volte AU'udirfi . vero .
.la fua beata morte, quanti fodero li concor- Non mancò Iddio d’ onorare quedo fuo
15, può ognuno penarlo. Se ancor vivo era- Servo dopo la morte con una moltitudine
no importuni, che non lo furono , gii mor- quafiche innumcrabile di miracoli, de'quali
to? E' la Cittì di Reggio quali tutta rumina- piace qui riferirne quei Ioli , quali primi ci
ta in un ameniffima campagna,con all'intor- fon venuti fugli occhi in quel manuferitto
, ,
adunque aggravala da lunga infermiti , fi luogo modellino , ove a.vctìo dellinato 1 al-
raccommanclo al Servo del Signore, ed ecco tro Cosi dunque ftando clpolto in Chic-
.
plendcnte al pari del Sole vidde Fri Leo- Frà Leone ricordati delia promdlu , c gli
chicle la manoied egli rellringendo la fua_»,
ne, che accofiarofi a lei , la rifanò , ordinan-
dole.chc la mattina fi fullc portata alla Chie- traile in ammirazione chiunque lo vide : In-
qualche tempo gravemente infermata, e
fa de Capuccini, come già te con illupore di
di a
ciafeheduno,che lòppe la fua infermità. Con dopo lèi giorni (li febre le comparvero la__.
mal della gola , c con quelli del mantello glihan fatto voti, e poi appeli in nconofci-
una fchiava cieca Un capuccio già fervito
.
mcntu delle grazie ricevute.
a fuo ufo opera piu maraviglie , e fra quelle XC1. Frà Franctlco da Scigliano Predi-
catore, Lettorc,c Guardiuno,obbe molto ze-
una donna quali pazza per il dolor de denti,
lodeii anime) onde ne faeca grande acqui-
col porloli in capo . Un pezzetto di empia-
no ne’ fermoni delle quarant ore Ellcndo
llro, che gli era fervilo , quando caduto per
.
ta. 11 fuo battone lavorato in forma di Tau mangiò, che folo pane , c qualch'crba cruda
divieti operatore di molte maraviglie . Uiu. felvatica,anche nelle infermità. Dormi tem-
tale col! appoggiacelo follo ltomaco lo ri- pre folle nude tavole Vegliò la maggior .
,
fana da un giave dolore, che lavea condot- parte delle notti orando, e contemplando nel
to alla mortc.Un'altro col toccarfenc li den- Coro, cd il di piu del giorno travagliò nell'
ti, di fubito addormito, fi rifvegliò libero da
orto. Nunmai cola , qual non folle di
dille
sò qual infermo, perche in quel canale s al- parlare, fuorché di Dio Talvolta annuvo- .
vivo , cllendo già morto in Chicfa , c quella al Lume Ravanello , c temendo di oltre pal-
farlo per la piena, gli fi fè avanti un uomo a
quali moribonda, il Padre la vi condudc, re-
clamando però i Medici, protcllandogli, eh' cavallo ,
il quale (aiutatili ami-hevolmente,
tragittò all’ altra parte , e tulio difparveo,
ella morrebbe per dirada i ma appena toccò li
Diucra morto in Lhiefa. Mentre vivea_. quel bifogno .Si previde la morte , e la ri-
avea fatto promctla con una Terziaria Cap- velò a’ Frati , quando avendo piantato nell'
puccina di molta virtu,pcr nome Suor Gio- orto un albero, dille loro: Quella è 1 ultima
vanna , che vicendevolmente priegalfcro il delle mie fatiche: così anche vifitatoda'fooi
Y i Pa-
,
Parenti, perche l'infermiti mollrava di non rò riflettendo , che quella foaviflfima fra-
eflergrave , ed in tal conformiti le ne di- granza clìcr non potea fenza nuderò , ritor-
lconc,a: Voi v’ ingannate, dille, quella fa- nato, c riaperto 1 ulcio Oeo gratin , dille,
:
ri J ultima delia mia vita. Pedinilo da Prati chi è qui 1 All ora fraf Arcangioio , che tra
li contentò, che gli li mettclTe di fono ui._. per la piccolezza della datura, el ritrovarti
pagliariccio, ma non foitenne,che il Santif- dentro li ledili del Coio , non era dato ve-
nuio gli entralle in cella ; onde fccfe alla.. duto: Son ioprifpofcì E l'aitro,ch’egli è que-
Oncia per riceverlo, portato a braccio, ac- llo odore a cui Prat'Arcangiolo, egli è Dio:
compagnandolo con gran fcntimcnti,e Ipar- così dunque fenza paflar oltre, ferrato l'u-
gnncnti di lagrime . Palso al bignore in Ce- fcio, attefe alla vilita delle celle, fragranza,
lilo l' anno e dopo alquanti giorni
lòffi. ,
qual forfè attaccategli nella perfona , la
di l.poiiura , fu ritrovato con faccia aliai dimodrò in piu contingenze . D. Eleonora
bella, lpirante una gratiifuna fragranza. Ajcrbe Aragona lòrella del Principe di CaC-
XCUi. fri Peliciano da Luugro Laico fono, e moglie di D. Mario della famiglia-,
di molta
virtù avenuto morte , chiamò a fc medeiima ritrovandoli afhttatricc in Gaia-
ilGuardiano, il quale di fubito arrivato , e tro, fcl chiamò dalla Grotteria per fuòi affa-
chicitolo , che dciideralle ì lo , dille , devo ri .Nell’ abboccamento fatto con eflò lui
,
parure pei 1 altra vita , che gii fono venuti lenti la nobile Signora tanta fragranza d' o-
ad accompagnarmi la b.Vcrginc ,
gli Apo- dor fovranaturale , non fapcndolo raflòmi-
stoli, S.fiunecfco,S.Orlòla,cd il li.bcrnardo gliare ad altro dellaTerra , che non avver-
Quintavalie , datemi la vollra fama bene- tita dapprima , andava leco medeiima rav-
lebre, sì nella lanuti della vita, sì nella glo- iffzj. Fri Giovanni da Catanzaro Novizio,
ria de' miracoli, fu la lua attinenza inimita- che poi Miflìonario Appodolico morì in_>
bile, poiché digiunando f unc, c 1 altre Qua- Smirna , alzatoli a tuonar il Maturino , nel
refime, di S.f ìanccfco , della Chic la, e della luogo di Cadclveterc , come apri la porta-,
Kcgoia, non prendeva altra refezione , che per entrar nel Coro vide un maraviglinlò
una luiaiiiincltra di legumi, lenza mai pren- Iplcndorc.che l'abbagliò in maniera , eho
dere collazione , quali poi hnitc , in vece chiufa quella ritornò in dietro Ma dato al-
.
le quali, che pur prendeva ledendo su d una quello ì Ma egli , fuona figliuolo , fuona il
ruvida tavola, conlumava il rimanente del- Matutino: Nò, replicò 1’ altro , come pian-
la notte nei Coro, da cui non ufciva,chc ce- gente, fammi la cariti, che lume egli cra_,
bi ata la kconda Meda dopo la Conventua- quello ? onde 1’ uomo di Dio, rifcollone pri-
le. Vcltiva un folo abito rappezzato , e tal- ma un rigorofo lìlcnzio , gli confclsò , che
volta portò il mcdelimo tutto fatto in pezzi sù della Croce , qual’cra nel trave del Coro,
io Ipazio d' anni zo. Mai fu veduto turbato, gli era comparfo lo Spirito Santo in forma
di luminoliflìma Colombajdigiunava all ora
mai dille parola oziofa , era un vivo ritratto
d ogni religiofa perfezione Che per un- '> fraf Arcangioio la quarefima dello Spirito
to venne arricchito dal Signore con molto Santo da Pafqua.a Pentecode. L'anno ifij-p
ritrovandoli Guardiano,e Maedro Novi-
di
lingolarifiime prerogative ì onde ebbe gran
zi nel luogo di Nicaltro fu
veduto prima del
lume a penetrare l'altrui più occulti penfie-
ri,e fe ne raccontano moltiplicati gli cflcm- matutino da Fri Michele dalla Saracena Sa-
cerdote^ da Fr.Franccfcoda Filandare Lai-
p) f revidde il futuro, e
1' avvisò prima, che
.
venifle ì ma perche gli cfiTcmpj di ciò vanno co con le braccia aperte , ed occhi rivolti al
cungionti con li miracoli , perciò li rimetto Ciclo,picno di tanto lplcndore,chc ne riluce-
vano Chicfa,c
la ’ICoro,come fe folle di gior-
nel luo luogo Nè minori erano le grazie
.
quali gli couimunieava il Signore nell' ora- no, dado così immobile lo fpazio di tré quar-
zione. Rìtiovandoli Sacerdote nel Novizia- tiionde poi rivenuto fofpirando, e piangendo
to,dov era Maedro il P. Benedetto da Ga- dicca: Ah Signore ! c quali , c quante grazie
lano, gran Servo di Dio, mentre quelli una fono quelle , che la tua liberami comparte
notte diceva la vifita del dormitorio, palfan- ad un mifercllo mio pari.’EffendoGuardiano
do per dinanzi al Coro, apri 1 ufeio , e tolto nel mcdefimo luogo di Nicaltro , entrato in
lenti una gran fragranza di Paradifo ì ma_> Chicfauna mattina per tempo Fri Domeni-
co da Stragorino , vide da per tutto un im
-
non vergendovi alcuno, il ferrò, e parti :pc-
men-
DJ ALTRI CONFESSORI
tncrtfo iplcndarc , accompagnato da una_> c bianchi 'Inno, c lattili avanti al Guardiano
ratjflima fragranza , c mirando nd luogo Pigliate , diflcro .quella elcmofina, qual vi
fel Guardiano , o (fervo Frat'Arcangiolo ra- manda la Signora D. Livia. Pranzarono tut-
pito incitali, dalla quale poi rifugiato tea- ammirando , c benedicendo la divina li-
ti ,
tri F uno, e ‘
1 altra. beralità j Ma Fiat ArcangioJo dimando, che
Vengo a'roiracoli. L’anno ttfopritrovan- i’obiìgo della gratitudine io cunltringcva a
dofi in Caftclvetcre, ed andato a vilitarc Mi- ringraziarne la Bene l’attrice, vi andò , e ne
chele Cancello già moribondo , onde fc gli palsó l utficiu Quella itupna dille , d'aver
.
erano apparecchiati li funerali, egli Taflicu- avuto il pallierò di mandar il pane , ma che
rò della vita , fatto per lui alquanto d'ora- non i’avea mandato, dilli atta da altre facen-
zione , tolto pigliò miglioramento , ed in_> dc di eafa onde s'aecortoo , eh erano Itaci
;
legrezza, come fc di già avelie confeguka la miglia, che tra Novizi, e Profedì afeendeva
fan idi , e non reftò ingannato $ poiché tolto al numero dì zo, , cominciò a patir di pane
prefe cibo, dormì la notte, c la mattina s al- tanto , che una mattina non ve n era ne pur
zò da tento lènza febre j che per tanto tratto un oneiai Awifato il Guardiano urdinò,che
dalla gratitudine, iafeiato il leccio, veltì l’a- eonlidalfero in Dio , e frattanto mettelfero
bito Capuecino , e divenne fruttupiìfTìmo a cuocere legumi Venuti alla benedizione
.
Predicatore , con gran concetto di famiti. della menfa, come s'intonò il /Jc»; Cbsntis
Effcndo Guardiano nella Grotteria,come Fu tft , fi fuonò la campanella deila porta, ove
l’Agolto, fi fcoverle unanotabiliflima man- andatoli Maeltro di quella, vi ritrovò una
canza di vino, che più li avanzò poi nel Set- donna con un candirò in capo di bianchìffi-
tembre, ed Ottobre a legno , che in tutto il mo pane al numero di fellèma, dicendo,thè
patte per altro abbondantilTimo dì vini ot- lo mandava D. Gio: Domenico, qual'cra un
timi , non v' era altro vino , che in cafa di Canonico di quella Catedrale : òoalfatc poi
D. Andrea d’Aragona, a cui perciò fi ricor- Tacque, e perciò venuti in Convento alcuni
reva da tutti , almeno per l'ufo delle Mede, Gentiluomini , fra’quaii era detto Reveren-
e degl infermi .Vi andò Frat 'Arcangelo, ef- do , portativi dalla curiofità per intendere,
fondo quei Signore affezzionatiflìmu ali abi- come favellerò paffato in quella congiuntu-
to, ed a lui fingolarmenre , e cercato del va- ra, e perciò richicitòne il Guardiano, nipo-
no , ordinò l'amorevole al Cantimero , che te , che di gii a tempo T avea prò veduti
gli ne daffe quella porzione, quafavelle per- D. Gio: Domenico Anzi che nò , diflè T al-
.
mtffo 1' univcrfaliffuna mancanza . Enti» tro, voi burlate P. Arcangioloje replicanti
dunque in Cantina, il Cuilodc di quella per quelli, che si ì c quegli eiie nò , li mandò in
far conofccre ai Servo di Dio la verità del- cafa, fc forte le fue donne, tenza fua faputa,
la mancanza, quella botte, dille è piena,que- avellerò fatta quella provifla.e ritrovato che
fta altra e in nnc , tutte l' altre fono vuote . nò, s accerterò, che quella era Hata liberali-
All ora Frar'Arcangiolo, apri, gli foggionfe, tà del Signore ì e fi avverò il giudìzio , poi-
quella , additandogli la già nel line : aperto ché di quel rimallo pane conto vjto,c dato-
rute io ne falcò con tanta furia il vino , eh’ ne a molti infermfimolti nc guarì dalle loro
ebbero tutti ad Hupirne , c più ftupivano, infermità. L'anno medefimo del jj. vennej
quando lenza mai mancare ballò dati’ Otto- chiamato in Marecllinara da quel Barone ,
bre al Natale, nel qual tempo era venuto il Carlo Sanfeverino , iuftrmo a letto per rifa-
vino nuovo, alle Meflè, agl'infermi, c a'Ca- r.arlo da quella fua infermità , c con tanta.,
puccini . La moglie di quello Cavaiicro, per fede, che apertamente gli diflè.nou poter-
nome D. Livia Grillo, mandò certo frumen- gli dar licenza lenza la richieda grazia. Ad’
to al molino , per farne pane a’ Capuccini, ora Frat'Areangiuio rivolto alia febre , le
: eltèndo però venuta affai tardi la farina , È commandò,chc iafeiato libero fi Cavaliere,
differì per altro tempo la cottura del pane. travagliane lui.Mirabil cofa! toccando l'ora
Pativa in quel mentre la Famiglia di Gret- lolita delia febre li lènti aggravato da quel-
teria , ov era Guardiano Fiat' Arcangelo, la } onde gli fu Accedano ritornartene a ca-
venuta l'ora del deftoate , ne vi effcndo iiu. vallo . Ed in quello viaggio anche fè delie
Convento con che preparare la menfa , il fue, poiché come fua mézza itrada , intor-
Servo di Dio efforto i tuoi fuddici a fperarc bidatoli il tempo minacciava groffifiima la
nella divina liberalità : Si toccò dunque 11 ttmpcftaj onde atterritine quei giovani l’ac-
legno del pranzo , ed ecco alia porta duej compagnavano , replicarono le ifianze , che
giovani con due gran cancitri di pan caldo. ritornallèro in dietro . Ma egli non con fen-
ten-
174 CALABRIA SANTA LIBRO I.
tendo loro , e tirando il viaggio , avvenne minato dal Signore le diire , Signora D. Li-
si, che nel mentre da per tutte le partili /ca- via, S. Francclco porterò a forza Avea
ti ci .
ricava un diluvio d' acque , eglino Tempre ella col fecondo marito D. Andrea d’ Ajerba
camminarono a Ciel fereno. Coi legno della Aragona , un altro figliuolo per nomea
Croce rifanò in Chiaravallc, ov’ era Guar- D .Franccfco, ammogliato con D. Giovanna,
diano l’ anno 1S15. Carlo d’Arcna dal dolor figliuola diGafparo Marchcfc di Grottcrìa}
di podagre , che fovvente lo tenevano in- L anno dunque iSaj. infermatoli il giovane,
chiodato in letto per 15., ao.,e 4o.giorni la c tuttavia peggiorando li condulTe alla mor-
v ulta, e talora anche per due meli , c quello tc.Morte vivamente fentita d'amendue quel-
fu di maraviglia, che in diccc anni, che lu- le Signore, madrc,c moglie ferite altamente
|
pi avide , non fu mai travagliato da forai- nel cuore , che non folle flato cafligo del P.
’
gliantc male. E nel luogo medelìmo di Chia- S.Franccfco per la oflinata lontananza dell
'
ravalle l’anno idn.cllendo parimente Guar- una alla fua Chicfa } perciò flimolatc dalla
diano rifanò dal medelimo dolore di poda- colcicnza fcalzc li condulfcro a quella , av-
[
I
gra, ma piu acerbo , f errante di Tino Dot- verandoli le minacele del Servo del Signore,
I
tor di Leggi. L’ anno tflj4. guarì Franccfco ma con loro utile } poiché , compatito da
! Morano da Catanzaro da alcune nafeenze Frat 'Arcangiolo il calo, corfe in palazzo , c
1
per tutto il corpo, e da una fola,ma piu gran- ritrovato l'eflinto giovane giacente cllànimc,
de, e più perigliofa nalccnza su d una mano sù di cui Umifero Padre faceva un’amarifli-
una tal donna di San Giuvanui , CafaJ di mo pianto, olà egli dille, perche piangerei,
,
oiottcrìa, col porvi fopra un tantino delia avanti il tempo! D. Franccfco non è morto}
; lua faliva, talmente , eh cllcndo inutile , la Anzi che sì.rrfpofero tutti } cd egli. Io dico,
refe al punto medelimo acconcia a’ lavori. che nò, non è morto} c prefa una delle mani
La moglie del raccordato Carlo d'Arena per dei defonto, gridò D- Franccfco, D. Francc-
nome Beatrice Garonc veggendo d'improvi- fco, il qualc,come rifvegliato da un profon-
fo morta buona parte de bigatti , non lenza dinolo letargo, aprigli occhi, die un fofpi-
loipetto d occhio cattivo, ebbe ricorfo a ro , c s alzò fano , gridando tutti miracolo .
Frat Arcangiolo, ed egli: lo, figliuola , non Quella mcdclìma Signora fanno !<%$., mor-
pollo rifulcitar i morti, prieghcrò il Signo- tole il fecondo marito e ritirata in Gicracc
,
re, che li rimalli faccino le patti de' compa- con molti travagli,mandò nella Grottcrìa un
gni } li benedille , c lor butto per mangiare.) lùo Gentiluomo per fupplicar Frat' Arcan-
un tantino di fronde. Bella cola a vedere , li giolo, volcllc giovarla con le fue orazioni .
polero al lavoro con tanta grazia , c filaro- Venuto il Gentiluomo , c fatta 1 ambafeiata,
no tanta Iota, quanta tutù inficine, fc fodero gli di (Te il Servo di Dio , laiciatc , eh lo ce-
lopraviflùti . L anno i<fi8. nella Grotte ria lebri la Meda } Celebrò , c quindi chiamato
benedille il verme a Pietro Franccfco Am- il Gentiluomo: Vò, difle , c rapporta da mia
mirò , ma con poco avanzamento, feci rac- parte a D.Livia , che li fuoi trav agli finiran-
corre le boccie,o pur cocoilo,come lo chia- no di brieve con la fua vita Ma però piu .
mano, priegò il Servo di Dio, che andadc a brievc farò lamia } Ceche piu non ci vedre-
ribencdirlo, vi andò , c di vantaggio volle mo in quello fecole. Partì nel tempo mcdcfr-
per qualche tempo aiutarlo in quel miniflc- moper il Capitolo, qual era intimato nella
110: Parlava egli di Dio, con poca attenzio- Bagnala dal General Antonio di Modena,
ne a quell cllcrcizio, e nientemeno , ne rac- ove arrivato, mori poi li 7. del mefe di Dc-
colfe più egli foto , che non tre della cala i c umbre l'anno ìSjd., correndo la feconda-,
che di cinque fome di fronde , delle quali tolo, ringraziando quel publico,e /'Eccellen-
avea bifogno per il fuo nutricato, appena ne ze del luogo, terminò il fuo difeorfo corco
avea diecc rotola, cd era il pcggio,chc non quelle parole: Vi ringraziamo adunque della
avea donde provcdcrfcnc , Frat Arcangiolo caritò , eh' avete fatta } c di tutto quello , c’
cól toccar di fua mano quel poco, lo molti- abbiate largamente donatoima fe vai il vero
plicò in maniera , che ballò fino alla fine. più abbi am dato noi a voi} poiché v 'abbiam
iD.Livia Grillo, della quale li è fatto raccor- donato il corpo di Frat Arcangiolo} ma me-
1
dell'uomo di Dio.Per fuo merlo Iddio ope- il voto,fe lo vide aperto così, che potè ufeir-
rò alcuni miracoli , del numero de quali fu- ne, come ufcì fitlvo, c libero Capitan l'om-
. 1
rono , che andato con certi operai a tagliar pco Cofentino da Bifignano, affidilo nel gol-
delle legna, ed avendo pranzato commoda- fo di Salerno da una furiofa tcmpcrta era sii
mcntc, non fofpcttando , che la fatica li do- onde implorando l’aju-
gli orli del perderli,
veffe llendcre oltre quello avrebbono cre-
i to di Fra Ruffino, c gittandu in
mare una_, i
duto. Venuto il vcfpro, c perciò bifognevo- medaglia avuta dalle lue mani , torto tran-
li di cibo, nè vi clfendo cos’ alcuna da man- quillato il mare ,
approdò egli felicemente.»
giare, egli prefi li fiafehi, e le bifaccie, allar- ne'fofpirati lidi . mcdclimo già infermo a
li
gatoli alquanto, c pollo in orazione , al finir morie, ripigliò la primiera falute, con appli-
della quale ritornato alluperai, portò larga carli fopra un pezzetto del fuo abito . Cun
provinone di pane, di vino , di cafo , ma d’ altri pezzetti de fuoi abiti rifanarono in Na-
altra forma di quel, che prefo avea per Ja_. poli D. Cefarc de Rofis, in Colènza Francc-
mattina, per maggiormente accreditar la pro- fto Garofalo, ed in Bifignano Antonio Luz-
vinone venuta dal Cielo Col fegtio della..
. zi, tutti c tre da’dolori di difccnlòj e due al-
Croce, c le parole jufer *gros, renimi alla^ tri fi rimifero alla fillure Ipiritualc dell' ani-
falute franecfco Minardo da ilogluno, zop- mai poiché infraciditi ne'piaccri del fcnfo,e
po per un colpo datoli con la feurc fopra il perciò vivendo in Bifignano , publico fion-
piede: trai' Angiolo da Mont’ alto Chierico dalo della Cittàiappena fi applicarono fopra
Capuccino, Giulcppc de Marini , Franeelèo li pezzetti dell'abito, che tolto ravveduti di-
da Dipignano Capuccino, e Luzio di Maria, vennero calli, l’uno ritornando alla moglie,
tutti e quattro darla febre: La moglie di Pic- già abbandonata, c l’altro ripigliando la vita
tr Antonio Lcrlo difperata da'Medici Mol- : cclibc,accompagnata dalla frequenza de’Sa-
ti figliuoli, e fra quelli due di Diana Cofen- gramenti.
tinadal mal della gola Ifabclla Grillo più
: XCVi. Frà Cefarco da Colènza detto nel
I
vicina alla morte, eh al parto D. Diego Bo- : fccolo Gio'.Giacomo Guerra , ville in quel-
fcarelli da un grave dolore di capo : Lucre- lo cotanto virtuofaracntc , che ne ufcì ver-
zia Cervatutra infranta per fin’ alta caduta: gine, Accrebbe quella virtù nella Religione,
ed Anna di Caro su gli orli delia morte,per- poiché non melfe mai gli occhi , quantun-
chc nel pai torire,lc 1 era attraverfata la crea- 1
que per piccola leggerezza, nella faccia di
.
to zelo, e cariti. Per il che non mancò Iddio attinenza , e di mortificazione di fenfi . Di-
d’iliuftrare quello fuo Servo con la gloria di morando nei Convento di Cutro avta cava-
molti miracoli Col fegno della Croce Tifa-
. to nell ono una grotta .nella quale, con li-
no un tale ferito di pugnale nella gola , che cenza dc’Supcrioi ijfi tratteneva molte ore di
per la copia del fangue fparfo s era commu- notte, e prima, e dopo il maturino , difei-
nicato per viatico , e Francefco Maria Ga- plinandofi, ed eferciiandofi in altre opere di
ttiglia difpcrato da’ Medici. Ritrovandoli penitenza, note fidamente a Dio, perch’egli
in Celico venne priegato da quei Cittadini Tempre a fuo potere fuggì la villa degl’uo-
ad interceder loro la pioggia , a tempo eh' mini Non letto nell'orazione, quai’occupa-
.
era molto neccttaria per le campagne Fè . va la maggior pane del tempo ) ma fuori di
Tuonare a predica: Predicò, ed avendo com- quella ancora, parlando famigliarmeme del-
moflb a lagrime l'uditorio, come fc ciò fof- le cofe Divine , pativa ertali con rapimenti
fe un qualche rimprovero dell’ aria ; tolto da Margarita Oliverio Gentildonna.,
terra .
s'annuvolò, e la notte mandò tutta quella di Cutro dcponc , che avendoli fatto venire
pioggia era necelfaria Morì in Cofenza li
. in cafa per fua divozione Frat’ Agoftino, e
15. Agoflo del i<Sj 8. , pianto da tutta quella parlando di Dio da fola a fitto , nei meglio
Citta , la quale accorfe al fuo funerale , gli del difeorfo io vide rapito in ertali , nettai
fvclfc li peli della barba , e i capelli del ca- quale continuò fin tanto, che potè chiamare
po. alcune fuc parenti vicine per vedere , come
XCVII. Frà Benedetto da Gaiatro Guar- viddcro,con gran contento delle lor anime,
diano, Predicatore , e Maeftio di Novizj di quella gratiflìma viltà. Ma piit maravigljofo
molto grido nella Provincia , e molto caro, fu l’ accidente gii occorfe in Mayda . Infer-
racconta il cafo feguente . D. Livia Grillo, gottmo Compagno del Confetture noftro
della quale fi è fatto raccordo nella vita di Capuccino ,e per lo più orava ritirato den-
Frat’Arcangiolo di Radicma.ebbe un figliuo- tro quella Chielulma Una delle volte rapi-
.
lo con Gio: Francefco Cigala , e come fu to in diali anche fi lollevò da terra col cor-
all'eii d anni nove, colto dalla falce imma- po molte braccia^ veduto da alcuni, e quelli
tura della morte, pafsò all’altra vita con do- chiamando gli altri, convenne a quel giaco
lore ìnconfolabile della madre Corfe a pa- . Ipcttaculo tutta la gente del palaggio) anche
lazzo Fili benedetto, all' ora Guardiano di l’inferma, non fenza fuo utile ,
poiché tolto
Grotterìa, e ritrovata la madre caduta fovra pigliato miglioramento in brievc guari , ap-
l ettinto giovinetto , fi Tenti altamente ferito plicando il tutto ali' orazióne dei Servo di
nel cuore dalla compattione di quella : Si Dio Ebbe gran lume da prevedere
. le cofe
sforzò egli come confidare l'afflitta Signora, avvenire, e da penetrare dentro li cuori al-
ma riufute vane le Aie perfuafive, finalmen- trui , e d indi trarne fuori li più occulti , e
j
te animato da viva fede, piegate le ginocchia regreci configli , e degli uni , e degli altri le
a terra, dopo una brievc orazione , alzatoli ne raccontano l'clèmpj.Catarina F oretta no-
sii, ditte, perche , Signora
,
piangere comej bile di Cutro lo pritgò con grand’ aflctto a
morto un figlinolo , ch e vivo Come vivo, dirle. Fé malchio , o le fcmin.i avelie nel fe-
dille l'altra ! Egli è morto , no i vedi Anzi ria Le rifpofe prontamente Frat' Agollino,
:
che nò, replicò Fri Benedetto, Agazio,fog- che farebbe malchio. Anzi che nò, dilfe l'al-
gionfc rivolto ai defonco , Agazio , apri gli tra, perche io hò rilcontri di femmina All’ :
tocchi , e vedi qui tua madre Gran roaravi- : ora il Servo di Dio.chiamato da fuori un fa-
/glia! aprì gli occhi ildefonto ,e veggendo ciullo di tre in quattr’anni , ed interrogatolo
[la madre,] abbracciò teneramente, gridando alla prefenza di tutti della qualità della pro-
turi, miracolo, miracolo. Quelli fu, qual le di Catarina , rifpofe con prontezza , che
poi muriti la feconda volta in età d anni j8.. darebbe alia luce un marchio) e di quelli , o
I
/
,
Vcrtito dell' abito con nome di Bernardino Pifciotta figliuolo dotto anni da una feon-
dilpcnsò il fuo avere , ch’era qualche cofa_. datura di braccio , fenz 'avervi giovato la.,
allafuanafcita, tri la Chicfa, li Parenti, ci cura di molti Medici,fi che al punto medeft-
Poveri , e perche la vita corrifpondeffc all’ ino potè giocare con altri figliuoli ,c Teo-
abito.dormi Tempre su le nude tavole con di doro Biondo da un ginocchio gonfio arra-
fotto nel capo una pietra Non mangiò car-
. biato Rifanò Annibale Scillano Gcntiluo-
.
ne, che in alcune falconiti; pcfcc.o altre vi- mo Cotronefc, Vicario Generale in S. Mar-
vande poche volte ; era dunque il fuo cibo co, c poi Vcfcovo
di Cadrò, dalla piaga d' u-
ordinario il pane con qualche frutto Tan- . na mano di due meli , col fidamente
finirti' a
to povero, che nella motte non ebbe che al- bugiarla Per tutto ciò veniva in molra ni-
.
tro Ipropriarlì , che li occhiali , la regola, ma de'fccolari, talmente, ch’ogn uno filma-
la dtfciplina, e la corona con una medaglia, va fommo onore di fua cafa , le poterti effer
Oltre le dìfciplinc ordinate dalle Cortitu- vifira'o da quello Servo dì Dìo. Volò al
zioni, ogni notte ne faceva una lunghifftma Ciclo m Belvedere l'anno 1 S40. , pianto da
-
dal fuo Crifto nella Colonna, quali egli con Cl. Fri Luca da Mormanno Laico fiorì
amariffunc lagrime , c dì , c notte accampa- in ogni religiofa virtù , Angolarmente nell'
gnava, Dopo il matutino non partiva piti dal orazione, nella quale (pendeva quanto tem-
Coro , orando femprc , e contemplando li po gli veniva fatto di rubare da 'fiditi efcrci-
Divini mirterj . Olttc l'ufficio grande recita- zi dc’Laici E quantunque tutto il giorno li
.
va ogni dì quello della Bcatilfima Vergine vederti impiegato in opere manuali, non pc-
in ginocchionc , c con tal legge indifpcnfa- rò s’ arreftava la notte di fpcndcrla dal ma-
bile, come fc forte l'altro d'obltgo. Applica- turino fino al farft del giorno nel Coro, leni-
to alli rtudj delle fagrc lettere riufeì Predi- pre orando, o vocalmente, o mentalmente. !
catorc più fruttuofa, che altro; onde predi- Si prcdilfc la morte, per il tal giorno di Sa-
j
cando con gran fervore di fpirito, qttantun- baio, come avvenne , avendo prima veduto
que rozzamente, la parola di Dio , li traeva la B- Veigine, c S. Orfola , in Mormanno il
maravìglioli concorfi con non piccini guada- 164;., divenute le fue carni dopo la morte,
gno del Cielo: femprc che volea,compungc- come di uomo vivo .
ammirando nella fua perfona un vivo ritrat- provocato a lafcivia da una mala femmina,
to del Serafico Patriarca . Predicando in_> quale cacciò da fc con gr 5 cuore, minaccian-
Urtì fua Patria moltiplicò miracolofamentc dola, che fc non s’emmendava, farebbe mor-
ia frafea per la cottura dima fornace di cal- ta oc ti fa, come poi avvenne; Onde non pur
cina,al fcrvizio della Chiefa.Arricchito con all'ora , ma anche finche virtù mantenne ti-
ranti doni fi condurti all'ertrcmo del vivere libato il fiore della verginità. Quindi' riflet-
ìn Fiumara , ove riposò col Tonno degiufti tendo, che la vita del fccolo non era troppo
li zi. Gennaro dei iSjp. Ma prima di fpirar ficura, c che fc una volta fi vince, può elle-
l'anima fù vjfitaro dalla B. Vergine , la qua- re, che l'altra fi cada , rifolfc partir tra' Ca-
le come pritpa gli fù in cella, li poli in gì- puccini . Veli ito l'abito, e fatta la profeflio-
nocchio, c priego tutti i Frati, che volclliro ne iftituì un affatto incredibile tenore di vi-
far il mcdelimo per riverenza di quella Rei- ta punitemi: Oltre li digiuni della Regola,
.
na ; Nella qual politura perfeverò mezz'ora; e della Chicli digiunò Tempre le quardimc
ed alla fine refe il fuo ipirito nelle mani del del P- S. Franccfco, e j,cr lo più in pane, ed
fuo Creatore . {
acqua, eccetto le felle , nelle quali pigliava.
> , ,
rora ritornato nel Coro, non l’abbandonava, più profondo filenzio della notte , udì una-.
che principiato non fi forte 1 officio di Prima. Debile voce, qual piangente diceva : Fgredi-
Non porto , ch’un'abito foto rappezzato , cd mini, &viiete Fili* Sion Segem Salomonem
alle volte tanto lacero , che perduta la pri- in diademate , quo coronavi t enm mater fua in
miera forma non fembrava, che un qualche die defpcnfationn i Ili w.dillc quali parole al-
panno intertuto di Uracci . Non fvcftì mai li tamente ferito nel cuore, e dalla compadrone
cijicj, quali lèmpre portò fopra le nude car- dimoiato, udì tolto foori , cd entrato nel
ni, che ncli'ultima infermità, per li comandi Coro vide Crido Croccfiflò nella maniera,
importuni de Medici} E poco valfc, perdio che altre volte pendè ne) Calvariojonde pro-
vi rellarono le vjvc piaghe, frà le quali Ipi- drato a terra l’adorò , chiedendo il perdono
rò. Ufciva quali ogni notte ne rigori dell in- delle fue colpe*: dall ora in poi gli reftò co-
|
verno ad orare ne bofehi, e frà li giace! . In sì imprcrta nel cuore la memoria ad Croce-
Catanzaro fovventc andava a metterli nella fiflb, che fi relè inabile a piu favellare della
conferva, quando Tacque cran più aggiac- fua partìonc, poiché todo n’avertè principia-
ciate} cd in Mcfuraca nel fiume, quale (cor- to il difeorfo , lìntcrrompcva con tante la-
re fotto all orto, con evidente pencolo della grime, che codringcva tutti a piangere feco.
vita, c fi vidde con lefpcrienza}poichc qui- fu fama pubjica , che più volte l'avefic fa-
viuna notte appena uicito da quell’ acque migliarn.entc favellato una certa Immagine
cadde trarooi tuo, e vi farebbe rimallo , fu dcflaB. Vergine, qual teneva nella celia Il .
dindi pallando aieimi fuorufeiri non l’avef- fuo parlare era fempre di Dio , e delle cofo
Icru prclò, e ricondotto nel Monaltcrio In .
Era frà Girolamo tanto amico dell'ora- Vincenzo Mazza , fammirò come dettatura
zione , che piu volte ebbe a querelarli del del Ciclo. Con la gente lèmplicc parlava all’
tempo, che così predo sfuggiva, e tanto in_» ufo del paefe lèmplicemcnrc , ma con /ingo-
lei s infiammava, che gli conveniva sfogarli iar efficacia, ed all'ora principalmente , che
a voce aita , cd altre volte non badandogli s'abbatteva a favellare dcH'amor di Dio , a
quedo , gli era d'uopo abbracciarli con le- confronto di quello delie creature , nc'quali
gna, con alberi, o con altroché gli eradap- difeorfi accendeva sì gli alrri}ma pur egli ne
iprcilu. Gli erano frequenti fellah , all’ora-, appariva infuocato nu volto Aveva intro- .
(principalmente, che prendeva lafagra com- dotto fra fuoi famigliar! un elèrcizio di mol-
ta divozione in lode della Vergine , eh' era
di falutarla con tutte le creature , accompa-
gnando il faluto con un'inchino profondo,
,
.
volto infanguinato , cambiato alquanto ap- a Vittoria Monizzi prole malchia , ed il pa-
pretto in luminoto, e rifplcndcnte ; onde to- ne per ao. opcrarj in una campagna multo
lto arrefa fé la remillione. lontana dall abitato Col tocco del cordone
Fu arricchito di gran lume da penetrare guari ferite gravi, portane, dolori di denti,
i più occulti nafcondigli delle cofcicnze al- un giboto, e liberò molte donne pericolanti
trui ,
e fe ne potrebbono raccontare gli ef- nel parto Finalmente , o col legno della-.
.
fempi in tanto numero , che occuparebbono Croce, o con alcra maniera , rifatto canti in-
buona pane di quello volume: Batterà il lò- férmi in Taverna, e fuoi Villaggi, in Catan-
to dire, che molti aveano preto in colluinc di zaro, in Gimigliano, nella Sellia, in Zagari-
confortar l'uomo illuminato prima di con- fi, in Sciglianu , ed altre terre dell' una , e
feflarfi, per intendere, fe 1' cflame era corri- dell' altra Calabria , che li rendono affatto
Ipondente al vero. Cosi anche ebbe gran lu- innumerabili ; onde li concorlì da detti luo-
me da preveder le cofe da lofltano,ed anche ghi erano continui.
quelle, quali accadevano fuori la fperanza L'anno del tremuoto, qual fu il ven-
umana. Della grazia poi de 'miracoli , voler- ne quali intiero un grotto Villaggio, detto
li qui traferivere tutti, comc avvennero, fa- Magifano , mafehi , e femmine per metterli
rebbe un iftraccar da vero la divozione di lotto alla protezione del Servo di Dio.Chia-
chi leggeine traferiverò adunque alcuni, ed mato dal Portinaio , e (cefo avanti il piano
altri l’accennarò co' foli nomi. Liberò dallo della Chicfa fe 'Ipofero nel mczzo,per iltrac-
fpirito la moglie di Gio: F'rancefco Gualtie- ciargli l'abito, ma con tanta indifereta divo-
ri, nel che occorfc un nuovo miracoloVVen- zione, che fu per perdervi la vita , oppreffo
ne detto Gentil uomo in Taverna da Sci- dalla calca.Ritrovandoli all ora in Chtcfa al-
gliano ad impetrar la falute della moglie, lo cune Signore primarie della Città, e tornado,
refe contento Fri Girolamo , ma ritrovan- che ia qualità del grado dovette farli luogo
doli ivi prefente una poverella miferabilej in quella mifchiadi cacciarono animufaméte
raccomandatali prima alla fua cariti , pregò dentro per la fua difelà ;ma ne furono fatte
il Gentil uomo volerti: accommodarla d una in dietro dalla moltitudine; ne vi fù altro ri-
gonnella : quelli donò volentieri il danaro medio per liberarlo da quel divoto aflali-
neceflario; ma retto fcandalizato, come fe il incnto, fe non che il Guardiano frat' Anto-
Servo di Dio fi averte voluto pagare del bc- nio da firindcli , porgendo loro un mantel-
nefieiofatto alla moglie . Ritornato in cafa lo, flato a fuo ufo, li contentò, che le'l divi-
con quelli penfamenti, ecco la notte, racnrr’ dano . Quanto grandi erano i concorii per
una Temibile voce, che rim-
egli era in letto, riverire 1 uomo di Dio, e moltiplicate l'ittan-
proverandolo 1 avvifava del fmiftro pcniic- ze de 'Grandi per averlo apprettò di loro,tan-
|
i
, , 1 ,
lo V, fuo Zio ; ncccffitato dunque tri Gi» ftorum,fc gli Aracciò libito in pezzi , fenza
rolamo partire per mandamento del fudetto pur rellarnc un minuzzofojfichè i nofiri ven.
Fomefice.gli fu d'uopo ufcir di notte ad ora nero neccfiitati a ricuopririo con alcune to-
meno fofpctta e farla itrada non battuta.*
,
vaglie prefo dagli altari , non potendofi far
per ingannar le fcntiodlc, putte dai publieo ahro * e tutu via crcfoendo la folla fi ebbe
ad impedirgli la partenza . Finalmente ai. per il meglio dì chiuderlo in Sagrefiia, c li-
ricolmo di tanti meriti, voile il Signurc chia- cenziar la gente, gii che l'ora era affai tarda,
marlo a fc, coronarlo delia Tua gloria. In.
c perii giorno fogliente. La notte all’orca
fermatoti adunque gravemente fu con ogni quattro lo portaroro dentro la Cappella , e
diligenza adii tuo da' Medici , quali molto lo difpoforo in maniera, che luna mano fofo
ben tape vano quanto folte cara a tutti quel, fe ai di fuori, cfpofia a chi la volcflc bagia-
la vita, ma m vano s poiché il Ciclo lo vo. re.Fra la maraviglia, che le fuc carni diven-
leva per te medeiimu Così premunito co'
. nero molli, tenete, c bianche , come di fan-
!
Sagramene della Chicfa fpiro ,qual vifiej ciullo * gli occhi aperti , come di vivo, ina,
fantameme F anima fua in braccio al fuo fombianza di chi vuieffe favellare La mat- .
Creatore , in Taverna il Maggio del j ff+d; tina non afpettò la gente d'effer chiamata^
Molti Gentiluomini primatj deila Cittì, con Ja campana, venne da per te fola, c fatto
che fot all'ora l'avevano afliltito,pcrche non empito entrò dentro , firacctò l’altro abito*
vepifle diftùrbato dall importuniti di molti, onoe la feconda volta fù ricoverto con to.
quali avrebbono defiderato vederlo in quel vaglie, tolte da Sagri Altari ElpoAo adun-
.
punto per raccomandarfeli ali'roterceflfonc, que tutto quel giorno ad un liutfo, e rifluito
gli fpogiiarano la celia , pigliando per loro di gente i c poi tipofio dentro una calcia di
le cole (late ad untici Servo di Dio . Dato legno, fu cófogna'o alla communc fopokura
poi il legno con pochi tocchi di campana de Frati, con 1 afiìAcnza del Reggimento, c di
delia fua morte, oh,oh che popolo numero- gran numero di Sacerdoti , c Keligioli Ma .
10 dalia Cittì, e viUaggi all intorno, ioafehi, non piacendo a quel publieo quella fopoitu-
femmine, Rcligiofi, iecoiari, nobili, ignobi- ra ferirle in Roma, ed impetrò, che foffe re-
li, vicini, e fontani onde come il concordò
! pellilo in un luogo a pane, c quantunque fe.
fu filmato non veduto tale per F addietro , « pefiito di più meli, fu nientemeno ritrovato
quali ad un batter d'ocebfo, così venne cre- intatto , con odore , come di Aoracc , qual
duto miracolali» . Fu prefa rifoiuzionc da perftverò per più tempo . QuaFodore , av-
chi n’ avea il penderò Renderlo giù per il vegnaché non potuto raffomigliarc ad altro
ChioftrOjindi Vario ufeire per la porta batti- della terra , l'ebbe anche in vita per ofierva-
tora al piano della Chicfa, rientrar io per Fai. Zione di molti/tngolarmewe di Faola Bian-
tra più grande della medeiima Chicli ima ap- co da Scigliano . Non mancarono Je mara-
pena fo veduto dal popolo , che j alzò tì viglie de miracoli nclJa morte . D. Anello
Furiofo F empito per corrergli fopra , e ba- Mandile Sacerdote della Cittì, ritrovandoli
giarii la mano , che fu d'uopo interrompere con una gran debolezza per un fluito di lin-
11 camino gii rifoiutq, e portarlo a dirittura gue , fi fe condurre in Convento all’or, che
entro al Sanila San&orum , con penderò, il corpo di Fri Intuiamo era in Chicfa: Ve-
che pattile effer difefo da' cancelli , Nien- nuto fi lafoiò cadere a Tuoi piedi, bagiando-
temeno appena fù veduto dal popolo , che li teneramente , e mettendovi la fua faccia*
impaziente di baciare , e toccare quei fagro onde rollo ripigliò Je prime forzc/icbè fen-
cada vero , for volando li cancelli d poltro z altro aiuto ritornò con pgopr; piedi a caia.
al di dentro , e finalmente dagli altri rimani Li pezzetti del fuo abito,cd altre cole Date a
al di fuori, rotti quelli, tolto d riempì , e la fuo ufo operarono infinite maraviglie,quali
Cbicfa, e’I Monafierio tutto di
Cfiioftro, c'1 pon fi ripongono qui per non attediar tan-
,
firiììi, c di pianti, Ed era il piu grave difor- to chi legge
dine, thè con ciò non ft gli potevano can. CUI. Fri Giufeppe da San Gregorio,vil»
! tar gli uffic, e far l’altre cerimonie ordina,
,
1 aggio di Montclconc,nacque li 1 Novem-
.
te dada Cbiefa,Vi providde però Iddio, de- bre del t jSf. da Innocenzo Sorbilio , c da
ftinanduvi dal Ciclo sfoci Angioli a cantare Altìiia Manganili dc miglfori del Facfo * e
non cfleqtùe di morti , ma inni di glorialo, come fu ali etì d'anni tg. veltì l'abito Ca-
me uficrvato venne da molti, dngularmcnte puccino di Chierico* cd afeefe poi al Sacer-
da P, Piego Mortone , di cui fi è detto al. dozio :Nell’ andare al Noviziato , fo gli diè
«ove in quello medefimo libro Quelli nell’ ,
a divedere il demqnio fotte ftmbiante di
avvicinarti alia Chiedi fomite le mufiebe vo. per fona Rcligiofi , la quale esagerandogli
ci, Cimò, che fodero in Chiefit entrato , e
: l’auAcritì de Capugcmi^lo diffuaoeva da pi-
non Vuggendo nè Sacerdoti nè Rcligiofi , fi
,
iiarnc FIAituto Ed alle parole aggiongcn-
.
fece a credete, che fu fiero su nel Coro, do. So 1 opera , ^infiacchì talmente nel corpo
.
fubito gii ritornò il dolor di prima, che gli tonica ima il Signore al punto medeiimo
continuo per più anni . In quei primi anni 10 refe perfettamente Gino eoa molta mara-
della proteffionc gii venne conceduto di ve- viglia de' Medicii ond’ egli collo depofe pa-
derli quali fempre avanti gli occhi Grillo rimente il mantello Non portò adunque^,
.
con la Croce in ilpalla ì onde avveniva di mentre ci fu fano, che un folo abito rappez-
menar una vira fempre cogitabonda , e ma- zato, e fenza fuolc , con di fono fino alla
linconica. Digiunava ogni giorno, fuorché cintura un cilicio , ceduto di peli di poreo ;
k Domeniche, nè lì rcficiava con altro, che ogni notte fi dilciplinò due volte a lingue,
con pane, acqua, e qualche frutto, ed alcuna ora con dìfciplinc di ferro , ora di (paghi,
volta qualche picciolo forfo di vino : Rigo- con alle punte alcune orribili rofetee : per
re tenuto fempre, che gli fù permeilo dalla anni zy dormi su le nude tavole , ufando
Guitti, che poi temperò alquanto nell'infex- per di folto al capo viti , o lupini , o altre
mitl, qual d indi gli fopravenne , e lunga , e ffafehc, acce più a manuizarlo, che a dargli
tcdiola, conciofiachc perciò prefe a mangia- ripofo. La pazienza nelle eofe avverfe fu in
te alcuna coicJlinadi più j cioè qualche vi- lui maravièiioGi, e la dimoitrò iineolarmcn-
vanda , e non altro ì Che le bene venille re- te nella tolleranza d'un infermità d anni ao.>
alato di più cufe da molte pcrfonc , fingo- poiché inchiodato su d' un lcaicciuio , per
Éu mente da Monlignor Vicario Generale tutto detto tempo non gli ufcl di bocca una
di Reggio per ogni giorno i egli petò com- lòia parola di lamento , ma Tempre col rifo
partiva il tutto ad altre perfone più bifogne- in bocca lodava, e glorificava Dio . Li Tuoi
voli . E nulla di meno anche infermo s Rite- difeorfi tutti erano per l' acquillo della vir-
neva da ogni cibo per tré, e quattro giorni. tù, per l’ odcrvanza della regola, e per Dio.
Se tal oragli vernile raccomandato alcun 11 più del tempo lo Ipcndcva all'orazione,
negozio di premura, per più facilmente im- nell' cdercizio della quale diceva di aver ap-
petrarne la grazia, rieuopriva f aliincnza_. prefo più, che da qualunque libro di gran.»
lotto prètefto , ch'il cibo nuoccflè all’ infer- Santo , quello fe gli apparteneva per il go-
mità . Altre volte avvenne, che fupponendo verno de Frati e lléndo Guardiano , per l' c-
l'infcrmiero di aver pane, non gli portò ,chc ducazionc de' giovani c/Tendo Maefiro di
la mincflra, qual'cgli mangiò lenza quello j N'ovizj i e per la direzzione delle cufeicnze
riprefopoi da f rati, perche non avelie par- eflendo Confeflorc de Duchi di Noccrajon-
lato, rtlpofc/iam poveri , bifogna £u quei li de non teneva in cella libro alcuno, perfua-
può Nel mentre fù giovane, e fano per più
. fo ballargli per il tutto l'orazione , qual di-
giorni s allencva dall acqua, noo che dai vi- ceva efier la maclira di tutte le facendo.
no , anche ne' caldi più grandi dcll eltl , nè Mende non fu impedito dall' infermici non
porgendo all'abbrugiata lingua altro rittoro, tralafciò mai il Coro comtsunc , e la Melili
ch'il porla al muro frefeo ; onde perciò in- quella fingolarmente, la quale anche celebrò
fermatone più voltc,guariva col bere un va- infermo : Scendeva in Sagrcllia appoggiato
fo d'acqua frefea . tu Rcligiofo di fingola- alle crocciule con molto fuo travaglio , e
rifluita ubbidienza
Ritrovandoli infermo
. colle raedefime fi poetava all' Aitate : prin-
in Gaiatro, tanto debole, che mal fi reggeva cipiata la Mefla diveaiva , e fano
, C lenza
in piedi venne ubbidienza , che andafic
gli dolore; compiuto il fanto Sagricelo ritor-
, ,
in r dogalo a richieda de 'Duchi di Noe era: 1
nava qual' era prima. Ebbe a patir molto dal
non fi tiaucnnc punto, ma toiio fi accinfe al demonio, poiché oiue la mentita apparizio-
cammino , qual non compì , che a capo di ne nell' andare ai Noviziato, della quale fi è
detto
j, 1
vide nel mezzo delia porta in torma trop- attinenze collumatc nella Provincia, olfervò
po orribile il nemico, il gitale data una gran anche quelli confagrati dal Serafico Padre,
percodà nelle tavole (vini , ed egli rimale Angolarmente la Benedetta , quai mai trala-
tome tramortito , Ma non fu Stailo il Ciclo fciò, quantunque vecchio, ed infirmo, fuo-
a racconfolarlo con le fue celeltiali dimo- ri di quelli ii fuo mangiare era l' ordinarlo
llranzt. fu fama communc, che per ogni dì del Refettorio, inulto parco , e lenza ìamen-j
godelTe della prefenz» della Vergine, e lì av- co alcuno, le dell una, u deil’aJtra maniera^.
tenticò da un rnprovifa rrlpofla, quii diede La fera orava quanto piu poteva ia Coro
al tuo Infermieri), quando entratogli in cel- indi ritiratoli ia cella , e prefo qualche one-
la, eritrovatolojChe dirottamente piangeva, ftorlpofo, ritornava prima dei maturino m
l' interrogò: che avctfe, e qual li folle la ca- quello, quale ipedito , o per poco tempo, o
gione di quei pianto dirotto ì ed egli : Qual non mai ripigliava ilripolò , ma Tempre di-
eoli più trilla pollò avere, menu quattro ftiplinandoli, onde avveniva nei più dello
c
Idì fono, che non vedo Maria! L’anno s 6 iS. notti didifeiplinarfi due, e tre volte.E quan-
[ritrovandoli di Famiglia in Gicracc , e con- tunque in sì lunghe orazioni avelie prefa li-
templando Crillo flagellato alla colonna, fu cenza da Superiori, o di appoggiarlo di At-
! rapito in un profondo eccedo di mattes on- ri crii, le due però ordinate dalie Conduzio-
templando Cròio nella Croce , vide , che 1 vino in piè lenza veruno appoggio , e con
amorofo Signore aprendo gli occhi , ii driz- tanta riverenza, come le prclenziaimente fa-
zò fopra di lui nel cui mentre lenti acer-
,
vella Uè coi fuo Dio. fuggiva la con ver (azio-
biflhni dolori ne' piedi nelle mani , e nel
,
ne di tua!, e frati fi lècouri,a quali non par-
fiancò, con tal eccedo di mente che caduto ,
lava, che di rado/: con brevità, per aver piu
a terra non potè alzarfn onde coll’altrui aiu- tempo da fpcnderlo nei converfare con ii
to riportatoli in cella, perfeverò in qucllapo- Ciclo, orando, e contemplando i Tuoi mille-
litura ore quindcci. ri Affittendo alla morte d’ una donna gio.
Ebbe il lume della profezia ; onde molto vane di molta viriti, vide la ficatiffima Ver-
tempo avanti prediflè a D.Giufeppc Trapa- gine , che (celi dal Cielo prefe fra le fuo
ni,ed a D. tuttofilo Spanò Gentiluomini braccia la fua anima s per iicàe ne mandò
diReggio, ma in tempo differente, ilmagi- fuori un rifomodeito, c fu notato in iui,non
fttato di quella Cittì , de 'quali cllcmpi po- Allo per la graviti della perfona , ma del
trebbono rccarfènc molti . Operò parimente tempo, nel quale non fi udivano, che dirot-
infiniti mitacoli,ei>sr 'sfuggirne la vanaglo- tiffimi pianti per la morte della de fornai j
ria, nell' operarli tempre ti avvalfc dell'olio onde richiedo della cagione, rifpofe , tac-
di alcune lampade, molli andò , eh’ era virtù coni andò ii tutto , il che fervi di gran con-
non Aia, ma del Santo, di cui era quella s e fo, e a quoti 'afflitta famiglia Gli fu rivela-
-
di quelli qui non tengo conto, com'egli non ta fora del fuo morire, per li 17. Settembre,
l' ebbe pei i'uoi . Col fcgnO poi della Croce giorno felino alle Stimmate Serafiche , ed
rifalli) un tale da dolori acerbi di denti , un' cgb lo manifcllò ad altri se tanto avvenne
altro felicitante ,
un' altro dalie finitole : in Cattclvetcre T anno ifiji. Ebbe fopra il
Ottenne ia feconditi alla moglie del Trapa- cadavcro il concorfo di quali intiera ia Cit-
ni raccordato di (òpra, gii Gerite di undeci tì, d ogni Tettò, e grado tagliandogli in pez-
anni, e prole mafehia alla Principeff» di Ni- zi tré abiti, e fvellcndogli li capelli del ca-
caftro, ed ad un' altra donna di KcggtoJDo- po , c
peli della barba , oltre 1 aver# tolto
po dunque un’ infermiti d anni ao. , che 1’ le cofe Hate a Tuo ulò , che poi operarono
avea purgato , qual oro al fuoco , pafsò al molte maraviglie. Mentre ancorerà in Chic-
Signore con beata forte in Reggio li }. Ot- fa , un Sacerdote legnò con le fue mani gii
tobre vigilia del fuo B. Patriarca , l’ anno occhi d un fanciullo poco racn che cieco, il
idy t.Al lùo funerale vollero ritrovarli pre- quale tolto riebbe la villa, il fuo cordone li-
femi il Governatore , e Giurati della Cittì, berò molte donn e perigi iofamente inferme,
Monlìgnor Vicario , e buona parte del Cle- c la Marchcià dei luogo da un «ave dolore
ro, tutti Gentil’ uomini, e Gentildonne , con di ginocchio . Per ordine del Mirchefe ne
la plebe fu tenuto infepolto ore }o. nei
. fu prefo il ritratto, e poi fepcilito , fcpara-
u..ì mentre gli furono ttracciati piu abiti to dagli altri nella Cappella di S. Antonio.
Jopra, facendo egli veduta piti tulio d’uomo CV. Fri Silyeftro da S.Piecro Terra foe-
addotniiio , con
membra molli , e manege- getra alla Cittì di Taverna Laico, fu Reii-
voli, che d' uomo defunto . Che poi per or- giofo di tanta fiatiti , quanta ogn 'altro deli
dine del Aidetto Vicario , racchiufo dentro fuo tempo Singolari ffimo odi «mi Iti sbaf-j
.
una cada di legno, fu Spedito a parte lindo fe mcdejimo al pari di quello veniflej
* C 1 V. ftì Grifòttoino da Riacc Sacerdote onorato dal mondo . Non gli poteva avvi-
. ,
do , e tra per la ficurezza delle ilradc , 1 ac- nel capo, c faccia dell'infermo, riebbe tolto
compagnò con mediocre comitiva di gente la falurcima nc rcllò gravemente off-fo l'uo-
armata > ma come fc nc accorfero quei della mo di Dio i e perche non avefle a fuccedcr-
terra, fofpettando che folfcro venuti per
,
gli la feconda volta, li (labili per legge in-
portarlil'uomo di Dio , corfero a folla iti-* di fpenfabilenon portarne piu Dal che an- .
Convento, mafehi, e femmine, e farebbe fe- che viene in conlcguenzai'eflrcma fua po-
guito qualche grande feoneerto, fe da'nollri vertà} poiché oitre 1 abito, mutande,coruna,
non folfero Itati accurati , eh 'erano venuti difciplma, e regola , altro piu non fi vedeva
per fola confulta.Monfignor Giufeppe della a fuo ufo i e può viapiù conofcerli dal cafo
Corgonia Vefcovo di Squillale oltremodo fegueme D. Filippo Catizonc, Gentiluomo
.
vogliofo d'avcrlo appretto di le, ottenne li- di Taverna andato per Tuoi affari in Simma-
cenza da 'Superiori, di averlo in cafa per ot- a vibrare Fri Silveftro} c nel dipa rriifi
ri, fu
nerali® ma altcrazionejPcrciò fu prelò con- del quale li leiviva alla menfa Fri Silvcfiro ,
figlio da quel publico portarfeio dentro la e con molto fuo utile } conciofiache navi-
Terra , c dargli llanza nel Convento de'PP. gando poi per Napoli, ed allàlito da fiera
Domenicani: non però fegui altro, aflicura- tempclla , dove ritrovò forde 1' orecchie di
ti da Fri Silvcltro , ch'egli
morrebbe fri di molti Santi , quali fupplicò con molti voci, I
Conti di Satriano, quali fin da Napoli racco- nario di lui fu l'orto , quale coltivava cou_»
mandavano a lui iluro adiri piu gravi Ed . tanta follecitudine , che mai fu veduto ltar
occorrendo di raccomandare alle lue ora- in ozio } poiché pigliando talora alcun re-
zioni alcuni di quelli Signori , e loro urgen- spiro dalle fatiche corporali , frammezzava
ze, abbifognava , ch’il Superiore io fuccfièj quel tempo recitando corone E quantun-
.
con deitrezza , per non metterlo in dirotto que poi giù vecchio d' anni 8o. , e 90., mai
ilanto F'ù bello il tiro, che con Fri Silvc-
. però fi riflette dal travagliare , come lopra,
ftro pafsò il raccordato Monfignor di Squil- iicchè non potendoli reggere in piedi, facca
laci quelli defìderando da lui una certa con- quello efcrcizio fedendo, e talora con luna
fulta di cofe fpettanri ai governo della fua delle mani sbarbicando l'erbe cattive, c con
Chicli , e dubitando , che fc favelle ferino l'altra tenendo la corona, e recitando Pater,
con termini di riverenza non avrebbe fatto cd Ave . Non e
tralafeiò Tempre che viflè li
nulla ,
gli fcrificuna lettera di fomigliante digiuni della Provincia, ’l convenire al Co-
tenore: Fri Silvcltro mio , perche, come in- rodi notte, e di giorno , e perche compatito
tendo, voi fiete uomo di mondo , più che di da'Frati, anche da'Superiuri per decre- i’cti
Dio, e da tenerne paragone con qualunque pita d anni novanta, c più,l'cfortavano a far
facinoroi'o Bandito delle campagne, perciò qualche rimefla dell' antico rigore , egli ri-
fono con quella mia a domandarne configlio fpondea Lafciatc ch'il Soldato muoia con
:
(opra, &c. Lettera , qual intcfadalf unulej l'arme in mano, c che quanto più mancano
Servo del Signore l’ebbe sì cara , che rollo le forze del corpo , tanto più piglino accre-
piegate a terra le ginocchia ringraziò la D. ! fcimcnto quelle deli' anima . rcr l' ulo della
,
i8 4 CALABRIA SANTA LIBRO I. e
.1
; re, li quali conformandoli al fuo genio mol- da certo tempo fempre indùp olia , c premu-
to inchinato all’ umiltà, rare volte piu delle nitoli con li Santi Sagramene della Chiefa, »
!
due la concedevano , quantunque per altro paltò al Signore in Simcnari li t Aprile delt
1
favellerò ritrovato così netto di cofeien- ! l5jJ.,Corrcndo 1» fcllivitj di Puiquadi Re-
za , che non ritrovavafi materia fufficientej furrezzionc, ed oecorfe , che non mofirande
uzione.
all afl'ol fegni di vicina morte , è perciò non guar-
fù dal Signore arricchito di gran lume per dato con minuta diligenza da Frati , Jpirò
conofccrc le cofc occulte , onde più d una.» non veduto , non adibito da alcuno , Si fc
volta riprefe taluni amichevolmente , ora_« conghicttura che avelie relè F anima ai Si-
perche non avelfero afcoltato la Meflà ìicj gnore fui far dell’ aurora ; giache per tutto
giorno di feda , ora per aver fatto in cafa-> li matutino era ancor vivo, ed avvcnnc,che
eofe, da non poterfcnc penetrare al di fuori lafciato da frati diftefo su la lettiera, fu ri-
la notizia, Previddc ancora le cofc d'avveni- trovato inginocehionc con la faccia ridente,
re, c fe nc raccontano infiniti cfTcmpj , c fra rivoltata al Cielo, fcnza che la fua veduta^
quelli , il più volte raccordato Vcfeovo dì avelli: recato, o noja, o timore, come gli al-
Squillare volendo per affari di fua cafa an- tri; anzi -che apportava gioia
, c contento ;
dar in iìoma , volle prima confidarne Frà ed cifcndo le fue carni fecchc per Ja decre-
Silvcftro: Gli fè rilpondcre fuomo di Dio, pitezza, ed oiivaftre per la naturalezza fu-
,
che non era piu a tempo la fua andata,e che rono ritrovate biancbiliime, molli, e maneg-
con la polla feguenre n' avrebbe ricevuto gevoli. Non volendo i Frati con pianti, qua-
ravvilo, così come fa , venendogli l'avvilo li prevedevano nella mone dell'uomo finto,
della morte di una fua nipote , il cui matri- ddtur bare la folennità del giorno , ftabiliro-
monio era Hata Ja principal cagione di quel no tenerla occulta per qualche tempo; c ciò
cammino. Un Sacerdote della mcdclinia Cit- conla confulta del Governatore , cd Arci-
tà di Squillate andò in Sjmmari a ritrovar prete del luogo giurando tutti rigorofo
,
#
Frà Sii veltro, fuppticandolo , lo raccoman- lenzio; ma, u che la plebe, c Nobiltà F avef*
dane al Signore per la confeeuzione d' un-> fero in qualche maniera fubodorato ; o che*
benefìcio, onde voleva andarne in Roma, gli -Iddio aveflè voluto per quella volta diipcn-
rifpolc l’altro, che non partifle , poiché no farc all’ allegrezze di quella folennità , im-
farebbe prò vitto in Squillacc, come accadde, mantinente fi publicò, c corfe tanta gente in
E perche per la pioggia già già cadente dif- Convento , che rodo riempirono le itradc,
fidavaritorno nella fua patria , l alficurò
il la Chiefa, il Chiollro, c guidati da un impa-
Frà SiJvcltro.chc partendo non fi farebbe ba- paziente folfecitudine di vedere il lor Fri
gnato in un pelo , c tanto avvenne , cammi. Sii veltro, finirono confufamcnte ne’ dormi-
nando fempre con la pioggia dietro le (pal- tori > ed aperta la cella , dove lo mirarono
le, lenza mai giungerlo Previdde a molto
, mono, alzarono fino al Cielo le grida, pian-
donne la prole, or mafehia, or femmina . A gendo alla dirotta , e querelandoli di aver
molti figliuoli la morte, avvegnaché per all' perduto il Padre, il Rcfugio , il Confuolo .
ora in iftato di ottima iàlute. E generalmen- Rifaputofi dal Governatore l’accidente , e
te in lui s'avca quella olfervazione, che rac- prevedendone li difiurbi , corfe di lùbito in
comandandofcgii un qualche negozio, fc ri- Convento con numerala gente annata , e
fondeva, ch'avrebbe priegato per quell'af- polle le guardie ne' luoghi principali, fi Àu-
fare, la rilpofia s'avca in luogo di grazia., dio come ritrarre in dietro la gente già en-
conceduta; ma le rifondeva, che abbi fogna- trata, c porre -oRacoli all’ altra, che non en-
va conformarli al divino volere, quclta cra_j trane : ma per contentare l' avide brame di
in luogo di aperta negativa. Operò Dio aa chi cercava, eh’ erano tutti,di vedere il pre-
fua intcrceflìone molti miracoli pane de’ ziofo cadavcro , con la confulta de’ Frati,
,
quali fi è raccordata alquanto più fopra , e conchiufero, che fi ripuntile dentro la Cap-
parte fu, qual liegue. Un Sacerdote prima di pella, così dif olio, che le braccia rima tuf-
. cip orli al concorda con altri per un benefi- ferò al di fuori, per porerfegli bagiar lama-
cio, fi raccomandò adorazioni di Frà Silvc- no . Così adunque ordinate le cofc fi iccfe
ltro , glie’l promife il fervo di Dio ; con- giù il corpo , ma al fuo primo comparirei,
corfe, c l'otrenne contro la communc cre- accompagnato più da iòldacip: Gentil uomi-
denza, tenendo gli altri concorrenti fallcg- ni, ehe da Sacerdoti, e Religiofi, li alzò un_»
giaci da potcmiihmi mezzi. Col fuo cordone tale, e tanto grido da quel popolo adunato,
,
•traileda periglio molte parturicnti col lòlo che avrebbe potuto incenerire il Cielo, pian-
cingcrfeloccon alquanto d’orazione refe mi- gendo chi F amico, chi il benefattore , tutti
te il cuore d'un Cavaliere oficlo, ficchè non il Padre ; E per molto, ehe fi foffe adoprata
ucci fe, come gli era agevolifiìmo, l’offenfo- la diligenza, non potè impedirli , che cartì-
rc . Altri ne operò dopo la morte ,
de’quali gli fopra , c pollo Celo nel mezzo non gli
DI ALTRI CONFESSORI CAP. IV. I$f
v ! firacciaflèro uno, due, e quattro abiti, c non giorno la fera, eccetto li due anni prima del-
gli fveileffero tutti li peli della barba , c ca- la morte, per ordine de’Medici. Non attefej
pelli dal capo 11 dì vegnente venne a vili-
. a qualità di cibo quarcfimalc , o Palqualc,
tarlo il popolo della Sciita, Terra fei miglia mangiò d’ogni cofa indifferentemente co- ,
dittante, il quale accoppiando le Tue lagri- me nc anche andò appreffo alla bontà del
me con quelle de' Simmaroti refero quei medefimo; onde avvenne, che più d una vol-
giorni non di Palqua, ma di paflìone Fu a- . ta mangiò cibi ora corrotti,ora affatto fion-
dunque fepellito il cadavcro nella fepoltura diti, e iciapiti, come'qudli quali fi riferba-
,
communc de' Frati ; ma da lì ad otto giorni, vano dalla mattina. Ma li Venerdì li eonfa-
venuto in vifita Monlignor Fabio Olivadifio grò tutti colia totale adinenza d'ogni cola .
le Frà Sii veltro flrafcinava la vita , qual poi or dall'uno, or dall'altro Frate, piegandoli,'
fempre adoperò ne’ fu oi viaggi , e 1 ebbe in che per amor di Dio voleffcro per quella fc-j
luogo di ricco tclòro . Ordino, che tratto ra farla carità d'albergare un povero pelle-
dalla fepoltura communc fofle fepcllito a_j grino, c palleggierò Quando poi per man-
.
parte, dicendo ,
dolergli non ritrovarli ne’ damento de’Superiori enne la cella panico-
tempi della primitiva Chiefa, per dichiarar- lare, non fi vedeva in quella altro , che un_,
lo Santo. Quello sì,che all ora, e fanno ve- pagiiaricciusù di alcune tavole, c molti de'
gnente, che vi ritornò colf occalionc della milferj della Paflìone Non partiva la fera
.
Vifita non lo chiamava , che con nome di dal Coro, che prima non fodero partiti tutt’
Beato , fovvente replicando O B. Sii vedrò
: i Frati: indi datali un'afpriflìtna difeiplìna, fi
priegateper me, c per la mia Chicfa. Dopo ritirava ad un ripofo così brievc , ch'era il
il frammezzo di tré meli riaperta la fepoltu-
primo a ritrovarli nella Chfefa al mattutino.
ra fu ritrovato incorrotto con le labra róde, La mattina poi, ch’era d'ogni giorno fi com-
umide, e ipirante tutto unodor,come di mu- municava, e fcrviva , o afcoltava quanto
ichio . Riapertala terza volta a richieda di Muffe poteva; nè mai ufeiva di Chiefa, che
Monlignor di Squillace , qual nc volle il ri- da quella a dirittura non fi portaffe alla_»
li vide con
tratto, la medemna incorruzzio- cerca: (quello fu l'cfcrcizìo fuo ordinario,
ne,c fragranza Nè dopo la morte mancaro-
. in Cutro, Catanzaro, iìngolarmcnte in Mon-
no le maraviglie: D. Giovanni Dardano Sa- teleone, dove venuto, e tenuto a richieda di
cerdote di Simmarì aggravato da lunga in- quei Duchi, fefercitò anni trenta) qual cer-
fermiti! fi.fù condurre alla nodra Ciucia , cd ca Ordinava in maniera, ch'aveife a ritrovarli
avendo lungo tempo orato al fepolcro del ali' orazione di Compictaìtanto che o d'olia-
.Servo di Dio , così poi prefc a favellargli : te, o d 'inverno mai ebbe a tralafciarc le due
^
(Dch,o Fra Sii vedrò, e che fi vuol dire , che ore d'orazione , ordinate dalle Coltituzioni,
vivo nò mi abbandonadi, cd or che fei mor- quali tirava polto in ginocchionc nel mez-
to, ma in Ciclo vivi gloriofo , te nc fei di- zo del Coro immobile.In Chiefa (fia di gior-
menticato ì Gli comparve vifibilc l'uomo no , fia di notte ) orava per lo più avanti il
beato, c gli diflé: anziché nò , non t' hò ab- Crocetiflbj ed è fama publica avergli quello
bandonato , c con amorevoli parole raccon- parlato più voice , sì in Catanzaru , sì i:>_>
mi, molti refero fani , non pur in Simmarì, ne in quella Chicfa, udirono , che quel Gri-
Jma ne’luoghi vicini, c fi hi per certo, che da llo crocefiffo fi querelava con Frat'Agoflino
Cropani Terra dieee miglia didantc , per a- per li peccati dei mondo 5 onde atterrite, ri-
dempimento di voto, vennero a venerare il* voltato il piede in dietro furono a raccon-
fuo fepolcro a piedi fcalzi, non chiamandolo tar il tutto alla Città, la quale tolto corfa in
con altro nome, che di Beato. Convento , ne fu poi iflituita la feda della..
CVI. Frat' Agoltino da Cutro Laico nel Transfigu razione, (giorno, in cui occorfe il 1
fecoioattcfc alia coltura de campi con que- fatto), c la divozione de Venerdì per tutto
lla legge, che ritornato la fera in cafu.cprc- l'anno in quella Chiefai tanto maggiormen-
fo un tantino di fonno, andava ad orare a- te , che quella Sagra Immagine cominciò a
vantila Chicfa de'Capuccini,dove orava fin- rifplendcre con molti miracoli Era quello .
che ritornata l'ora iva a ripigliare le fatiche Servo dd Signore oltre modo divoto della
delle campagne. Vedilo del) abito Capucci- fua Paflìone ; che per ciò volentieri ne par-
00 savanzò in modo nell aulterità della vi- lava, e eoa Frati , e con fccolari con fempre
ta, che Cembro un di quei antiehiflimi Ana- fortemente batterli il petto , e dicendo: Ah
coreti. Non mangiò mai , che una volta il Figliuol di Dio ! Ah Grillo mio ! onde rc-
A a cava
CALABRIA SANTA LIBRO I.
fc fodero (late donne, tronchi. Adunque col legno della Croce più!
batti Angolarmente ,
,
fuggiva il tocco delle botti di vino guafto,lo refe ottimo, c tal vot-l
I dalle quali talmente
fronte, c delle mani,
oiieilc della Ironie,
ta col porvi (opra un polilino con quelle^
quelte>|
! carni nude onellc
crai
fogno del-
fegno deir parole quello e vino della Sanuttima Au-
:
che priegato da molte a far loro il ;
la Croce fopra
1 r. .. n ni'ilrkr * concorfo nella Chiefa de 'Caputemi in Mon-
prima non avellerò frappotto un qualche.»
..
!
dicendo , che tanto badalfe Onde fu fa- . no il prcziufu liquore. Impetrò a molte don-
1
ma, che morilfe vergine, e par che lo foferi- ne ttcrili di pi anni la feconditi , ad altre
i
Tempre gli ebbero gli animali privi di ragio- mafehia * c ’i filò cordone era 1' ordinario
rifugio delle pericolanti nel pano : A molti
ne L’ anno idi ?. ritornando da S.Scvcrina
.
nule, vieni qui tù, creatura di Dio, la qua- vieni a vilitarc un poverello 1 Indi refolì in
colpa avanti di tutti, chiedendo perdono, fe
le tollo gli fallì) in leno , indi amichevol-
mente pafciutala, le diè licenza con iflupore mancato avelie nel fuo officio , e nell' edifi-
volo non fenti (iracchczza * c quello di fu- e fu anche fama, che fotte nato . Era all' ora
il Paelc tutto ricoverto di neve , onde non
bito fcefo gli faltò nel pugno* ed donatolo
a ringraziar il fuo Creatore , lo rellituì al potcafi toccar campana, c dopo che l' avelle-
volo. Non menoi figliuoli , che gii uccelli rò fatto paica iuro , che non potette prati-
i gradivano la famigliami di Frat ‘Sgottino * carli per la copia de giace!* ficchi erario iiu
poiché in ulcire fuori di cafa alla cerca, fo- voto di lèpellirlo lenza darne fegno alcuno:
lto, chìl vedevano, con le braccia incrocic- ma poi penfando meglio fallii al campanile,
chiate ai petto gli correvano all incontro, ed allargata alquanto la ncvc/licrono pochi
t occhi ai campana, quali di Tuono roco,e di
cantando l’Avc Maria, o altra orazione, qual
fiaccherò * nè mai partivano , le prima noie campana picciula appena potevanfi udire da’
1 avelie legnato nella frontc-Anche i bambi- più vicini , c nulla di meno furono uditi in
ni, quali pendevano dalle poppe delle ma- ogni parte della Cittì , la quale lotto iòfpet-
t
dri, in veder 1’ uomo di Dio , lafcjando o taiido quello egli era, cioè la mone del Ser-
Idi piangere, o di fticchiarc, con bocca piena vo di Dio, rotto fi fcarieò tutta nel Conven-
di tifo (tendevano le braccia verfo di lui. to in carozze , in lettighe, in fedie , a caval-
Fu dal Sianole arricchito col dono de’ lo, c chi non ebbe quelle commoditì venne
|
miraculiic perche quelli furono aflai per nu- gittanduli feinprc avanti panni su la ncvcjj
onde
, , ,
fima Duchefla , la quale piu giorni prima.. depofe, nuche con fmgoUruU.no piivilegio
avendo riehiello per Tuoi mezzi Frat Agofti- non ne venne adicuiato dalia Bcacitiima^
no, che feendefle in Chicfa al meglio potef- Vergine . Veniva rapito quello Beato Servo
fc, per vederli prima di morire, rilpofe Tem- del Signore con tanto affetto di divozione
pre, che s'avrcbbono veduto per mattina di ad efla gran Madre Divina , che non faprci
Venerdì ,comc fir , ma dopo morte , fegno qual' altro uguagliargli in tale affare. Non
chiaro, che gli fdfTc rivelata piu tempo avan- penfava , non parlava , non operava, che in
ti per quel giorno la Tua beata morte Durò . l’uà divozione, (ingolanncme circa il Midc-
la calca per tutto quelgiorno,ltracciandogli rio della Sagra Annunziazionc : quello vo-
più abiti, c fvellendogli li peli della barba,e leva, che d.t tutti i Fedeli con Angolarità ve-
capelli del capo, Itando Tempre le Tue mem- nilfe cclcbratoxd a ciò Tare egli idieui la Sa-
bra molli , e maneggevoli talmente , che gra Novena prima della Tua Feda , quale ce-
eia fched uno potè fegnarfi il fronte cóle Tue lebrava con tanta frequenza di Popoli,quan-
mani, dicendo, Friegaie per me, Santo Padre. ta in qualunque avvenimento Sagro , o pro-
CVlLFri Girolamoda Reggio Predicato- fano, data la proporzione de 'luoghi, ne qua-
re nacque nella Indetta Cittadella Famiglia li la lollonnegiava Difeorrcva delle gran-
.
Carbonc,l una delle piu accreditate Tra quel- dezze della Vergine , sì nc'difcorJi privati,
la nobiltà Come dall'età gli venne perinei
. sì in alcune contingenze publiche , comrj
To, vedi l’abito di Eremita , con cui datoli a nella celebrità di queite Novene , e qual ora
diverfi pellegrinaggi , confumò buona parte veniva dedinato compagno di Predicatore,
della Tua vita, ora Tra bofehi , ora vibrando la Cera al tardi celebrava in Chicli alcune
quali tutti i Santuari piu venerabili dell'Ita- nivozioni , che generava sì alte maraviglie,
lia Finalmente, così configliandolo i Tuoi
. che piu perdine di fanno ebbero a far giudi-
fratelli Capuccini Atanafio , di cui appredb, zio, che non fofle quella dicitura, cosi come
c Franccfcoj e di pari ammaedrato da peri- la copia degli Epitcti,cofa naturale.Ne dam-
gli .quali s’ incontrano nel vivere dilciolto pò un volumetto, llampato, c ridainpato piu
da legami, entrò fra Capuccini. Il renar del- volte. Ora perche gli conveniva praticar
la Tua vita quanto al di fuori era più rodo Tempre con donne d‘ ogni grado , c d'ogni
communc , che ringoiare : conveniva alleo affare, sì per l'officio di Cercatore, qual Tem-
menTc con gli altri, mangiando come quelli, pre cfercicò , sì per le varie richiede , chea
ma con piu fobrietà: cosi anche nel vellire, n'avca, e dentro, c fuori il Monaderiujonde
ed in ogn 'altro affare tra però fingolariflì-
: per cal motivo forfè ne veniva tal volta abi-
mo nell orazione, nella quale più di una vol- lito da qualche tentazione di carne , ocrciò
ta fi rapiva in eltafi ; ed è fama comtnune, affine di tenerla a freno, andava coinefopra,
che /pedo veniva favoreggiato dal Cielo lèmpre cinto di cilicj : finche predine com-
con 1 apparizione della Vergine, cdel fuo padrone la medelìma Beata Vcigine , eden-
Bambino ,
fingolarmente in una notte del dogli comparii vifibile , dopo l'averlo con-
Santo Natale,cul dargìilo nelle proprie brac- fidato , gli offerì a dimandare , che cofa piu
cia Predille molte cole avvenire, ed operò
. bramalfc dalla fua liberalità . Non altra ri-
,
molti miracoli , per il che lòvventc , e quafi fpofe Fri Girolamo, che il conlcrvarc fenza
Tempre veniva richiedo a Bare in alcuni luo- corrompimcnto il candido giglio delia
ver-
ghi particolari , o dalle medefime Univcrfi- ginità. Sì, didcgli la Rcina de vergini ; feio-
tà, o da Signori de’iuoghi . Priegò il Signo- gli quedi cilic) , e rannodati con quclto cin-
re, che lo Taccile paffar di vita in luogo non turino, (
qual Ella lì fciolfc ) averai Tempre
conolciuto , e con maniere non troppo care reco la vcrginità,fe fempre teco averai que-
a gli occhi degli uomini, c ne rimale con Co- llo dono . Avea gran lume da penetrare ad-
latoi poiché dimorando nel luogo di Filo- dentro dell’altrui cofcienzc ; onde più d una
gaio a richieda della Duchefla di Nocera , volta ebbe a ravvedervi peccati , o nafeodi,
c poi Marchcfa d Arena D. Maria Ruffo de' o dimenticati, o non iltimari pcr'talRc quin-
Principi di Scilla, venne colpito dalle rovi- di nafeeva un grande affollamento di gente
ne del tremuoto del ifljp. 5 Indi andato in per finccrar le loro cofcienzc j e molti Con-
Montelcone per ridorarfi , relè F anima al federi ebbero a dire , che Frà Girolamo li
Tuo Signore li 14-Novcmbre^ton conofciu- teneva fempre applicati Finalmente fopra-
.
!
ClX. (rat Atanaùo da Reggio della 1 a- l'
Maggio
miglia Carbone nobile di quella Città, viflo ne, ma tutti vanamente , circa li io.
il fuo alcuni lor parenti furono dal Servo di Dio
co» gran fama di fantith Martirizzò .
vertà tanto, che a fuo ufo, dalle cole necella- fantità , vivendo quanto piu gli era poflibiic
rie in poj,non vi era , che ritrovare . Noto fcqucflrato dagli affari dei fceulo, e frequen-
ditfaccompagnò 1 orazione , alla quale veni- tando li Sagramcnti.Ch amato a piu aito gra-
va così applicato, che vi {pendeva tutto quel do vefli i abito fanno 1617., e come fu am-
tempo poteva rubare dagli cfcrcizj manuali. meffo alla profcflìonc, fu applicato al lanifi-
Keligiofo di molta pazienza^ onde quali mai cio, poi aiflnfermai la, quindi alia porta, ed
fi vide alterato) com'ancora digtan carità, olla cerco. Veniva di cilicio, digiunava tutte
con inferni! , e con poverini del lecolo , a' le Quareiime del P.S,Franccfcu: la notte po-
quali usò ogni liberalità , anche col torli il co dormiva, applicato tuno , e per tutto all'
cibo dalia propria bocca Ritrovandoli in
. orazione. Ogni dì, quando gli era permeilo,
Reggio, ed andato con un fuo compagno in fi cotnmunicava , c con si gran (uoco d a-
unu di quei omeniflìmi giardini, ebbero all' morc, che dopo la communtonc ritiratoli in
incontro una tal donna, parente del fuo com- un cantoncino di Chicfa fi vedeva alienato
pagno^ quale avendo prefa la munu di que- da'fcnfi , c con tal rumore dentro nei petto,
lli , così llrctti di pugno dimoiarono per che fembrava, come li adoperane una lena,
qualche tempo in ragionamenti d' affetto . per tagliar qualche legno E poi negli ulti-
.
Non parve religiola quell'opera aJ Servo del mi anni della vita per tutto il giorno li Por-
Signore) onde ruminando tutto quel giorno geva alienato da'lénfl , ed all intuito inabile
fra di fe , le dovclfc , o non d ovvile rappor- al difeorio) onde quando li Superiori vole-
tarla al Supcriore ) e così anche ruminando- vano fervirli di lui, o per vifita d'infermi , o
la nell orazione , alla quale tolto £ diede ri- d'altre pcrfonc , che lo richiede vono,non gli
tornato, che fu in cala , lini di rifulvcrli con permettevano la communionc la mattiti*^
la vifiouc, che gli nc fa rapprelcntata. Con- Perciò era in grande lìinia di fantità appo di
ciofioche, come dilli, riflettendo sii quel fat- tutti, Ptclati, Prclidi, Mimllri, Nobiltà , Cj
to fc gli prelcntarono avanti nell immagina- plebe , ncchè oltre li continui concorfi per
tiva c1 Keligiofo, c la donna llrctti di mano, vederlo, e confultailo in Convento, quando
quali gli avea veduti il giorno ) ma con nel ufeiva fuori di cafa, gli correvano tutu fo-
mezzo delle mani una vìpera velcnofa , la_. pra per bagiargli la mano, c riceverne la be-
quale mordeva or la mano dell' uno , or la nedizione. fu fama, che piu volte folle fla-
mano dell'altro : Sicché da ciò, cd atterrito, to favorito dalla h. Vergine con la fua pre-
ed animato, raccontò il tutto al Prelato. Eb- lcnza, c che il Crocchilo della Chicfa d, Ca-
be un genio fuperiorc contro de '{piriti, qua- tanzaro gli avclfc famigliarmcntc favellato:
li travagliano gli oflelTi)oiidc fe nc atterriva- onde colla mifura di quella fagra Immagine,
no in vederlo , Angolarmente fe il Servo di è coflante fama d'aver operato molti mira-
Dio gii avelie dato la burla, corn erà fuo co- coli, qualificati col lume della protezia.Una
Itumc Andando olla cerca in Callcivctcrc,
. tal Terelà non fapcndo d'eflcr gravida, ne.»
cd abbattutoli in un di quelli , quale trava- fu avvifata dal Servo del Signore ) quindi
gliava una 7 erziaria Capuccina d ottima vi- tratta dalla curiofità, fe malchio , o femmina
ta: Come ,
dille il Servo di Dio , hai avuto efler dovclle la prole, priegollo , che voltile
ordired entrare nel corpo di colici ì Rifpo- far la croce fu 1 fuo ventre , c benedire lOo
fc malvaggio, che per confervarc in quella
il fanciulla) così dicendo per n ane dalla boc-
candido il giglio della verginità Dunque,. ca di lui la verità, e qualità della futura pro-
amico della vergi-
dille frac Atanalio, cu fei le. A cui cglùAnzi che nò: Egli fa.à Allelui-
nità/Quello no, rifpofe l'altro ) ma adempi- lo, c Rcligiofo, ma di brieve vita, come per
to andamenti Divini ) però fe vorrai, io
li .i. appunto avvenne. Ma nel parto accadde 1 al-
adcllo addio partirò. Anzi che nò, conchiu- tra maraviglia , c fu , che il giorno antece-
fc il Kcligiofw,ubbidifei gli ordini del Ciclo, dente abbattutofi col marito gli dille: quella
nel mentre vengono drizzati al bene di noi. notte Tcrcfa tua moglie darà fuori il parto.
Reità quei maligno con la fpuma in bocca, Ririratofi perciò in cafa chicfc alla moglie,
tutto {Irida, ed urli. Morì Analmente in Ca- fc alcuna cofa di vicino porto lì fentifìe , cj
tonzaio li z 6 Dcccmbrc del itìSi. , e li pri-
. rifpoflo, che nò, altro piu non fi fé In que-
.
mi a fapcrlo buono alcuni {piriti ne'corpi llo mentre mandò Fr.Lorenzo la mifura dcl-
olle ili, qualimontarono farne gran fefla.£b- 1 accennato Crocehffo , con prutefla di fcr-
bc {opra un contorto maravigliofo di po- virfend in quel bifogno. Coricatali fenza fo-
polo, che gli Iti acciò piu abiti, le particelle fpctto la donna, come fu a cena ora fi vol-
de quali operarono molti miracoli cogl'in- geva, e rivolgeva per il lctto,fcnza però mo-
fermi . vimento alcuno di parto: lì cinfc per ordine
CX 11 Frà Lorenzo daCutro Laico nac-
. del marito la mifura mandata dal Servo del
que da Domenico Meo, c da Gloria Forclla Signore , e tallo mandò fuori il tiglio ma-
circa il i 0oo.,e nel battcfimo gli forti il no- fillio predetto, fenza appena fcntirlcne. Una
me di Gio: Leonardo . Attef; per qualche.» figliuola di quella travagliata da una cfcrc-
150 “Calabria santa libico l
Lenza di carne furto la gola, non ritrovava^ in fernale. Moflì i Superiori della Religione
ripulii, tu pie la risoluzione di ragliarla, ma dalia (àntità, prudenza,c confìglio dun cani'
con molta pena della madre, e con molta ri- uomo io clcflcro Procuratore Generale
pugnanza, e lagrime delia ngliuola Sopra- . dell'Ordine , dopo d'aver governata la Pro-|
venuto tri Lorenzo , e prefa compaifionc d’ vincia della Marca : quali mimltcrj efercitó
ainendue, legnò col fuo deto la detta eicre- con fommo zelo, e pari carità. Non lì molìrò
feenza, e pani; indi a poco Scioltala per ve- avaro il Signore con efiò lui; mentre lo fa-
nire al taglio, li vide fvanita cosi, che ne an- vori col dono delia Profezia, Senza faperfe-
che potè difcgnarlcne il luogo in Cutro . ne però li particolari . Finalmente vilfuto
mentre iva alla cerca ritrovò Capitan Luca trent otto anni nella Religione , incaminan-
Giovanni diverto travagliato da una peri- dofi un giorno per Sinigaglia , *' infermò in
gliosi cancrena nella gamba; La legno il Ser- Scapezzano , ove munitoli divot amente de’
vo di Dio, e partì , non paino un quarto d Santirtimi Sagramcnti , chiaro in fantità,c
ora, e finfcriuu fi vide intieramente risana- perfezione , morì nel 1571. in età danni fet-
Gentiluomo Catanzareiej
to. Vitaliano Rifi tunta; e dopo anni fei della Sua morte, fù ri-
vivendo malinconico per vederli lenza fi- trovatoil di lui cadavero intiero cd incor-
,
gliuoli, raccomandò quel Suo bilògno a Irà rotto, indizioben chiaro di quella gloria-,,
'Lorenzo; aecertòcgii di priegarne la divina che godeva l’anima fua in Paradifo. Diomfto
.Clemenza, c dopo alquanto tempo , venuto da Genova Btbkotbec. Captano. foL pp. Gual-
quegli nel Convento in compagnia d altri tieri SS.Martir, di Calabr.fttl.jip.
Geliti luomini, chiamatolo da parte, gli dille, CX 1 V. Frà Pietro dalli Quartieri fù uo-
j
'
ehegià Sua moglie era gravida, che darebbe
un figliuol malchio , c che lo chiamarle An-
J Con
ta
mo
.
infigne in virtù, cd in Santità di vi-
fua molta lode governò la Provin-
giolo Maria ; poiché nafeeva per 1 intercef- cia di Reggio
in qualità di Provinciale , e
lione della Madonna degli Angioli , chèli pareva che fulfero congregati in lui tute’ i
,
titolo, e nome della Chicfa de Capuecini in talenti,c doti della natura, e della grazia.Fù
CaianzaroiNacquc a Ino tempo il fanciullo, zelaiuifiimo difenfore delia disciplina rego-
il quale oggidì vive con nome d Angiolo lare; c perche volendola confcrvar illibata
Riti. Ricco finalmente di meriti palio ai Si- non perdonava a rigore, acquiftofiì il nome
gnore nella Città di Venezia l'anno 1578. di leverò Per ottenere lume dal Cielo, con
.
li , ove avea dato buon faggio deli’ cf- toli una volta in alcuni mendichi, che gli di-
fer fuo virtuofo: Trasferitoli poi nc’ Ca- inandorono da bere , offerì loro una zuc-
puccini produrti frutta abbondanti di per- chetta di vino;e bevendone erti fin che eflin-
fezione ; mercecchè abburrcndo qualunque Scro la lite, non fi Scemò punto il vino Fi- .
ombra di vizio, pervenne ad una tal innocen- nalmente nel Convento di Cadano carico
za,che avvicinava!! all'angelica. Non avea d anni , e di meriti virtuofi, lafciò la Ipoglia
adèrto veruno a cofa terrena ; e perciò non mortale, per vciUrii dcil immoriaie in Cielo,
dava ricetto nel fuo cuore a paliionc dilòr- nel 1580.
dinata Contrade sì firctta parentela colla
. Zaccar.Boo/er.ad amt.t j8o. n.47.
Serafica povertà , che trovava ogni fuo di- « CXV. Fr. Bernardino da Reggio della.,
letto nella penuria di tutte le cole . Fu alti- ìg famiglia Giunta, e congionto in Sangue
nenie, umile , onelto , e nemico implaeanile bel Padic Lodovichel!o,fu eminente in ogni
del proprio corpo ; mentre per ridurlo alla genere di virtù , eolie quali procurò Sempre
fervilo dello Spirito lo macerava coli alprcz. corrifponderc all'altezza delia Sua vocazione,
za de’cilicj,l affliggeva colla parcità del Son- onde nacque il gran zelo , ch'egli avea dell-
no , c lo tormentava con dilaggi del fred-
i ofl'crvanza regolare. Fù diligentiiiìmo cullo- 1
della norie in ferventi orazioni , avvalorate iontà de Supcriorijnè per qualunque contra-
dalle continue lagrime , ed infocaci fofpiri : rietà, o difpregio , che averti incontrato vi-j
•argomenti ben chiari dei fuoco d’ amorej defi mai o ch'averte dato in atto d’
attristato,
verfo Dio , che chiudeva nel petto. 11 com- impazienza, benché menomo Attendeva So- .
piimelo di tutte le prcnarrate virtù era il ze- pra ogn altro alio Audio dell'orazione , eser-
lo,che avea di ridurre all'ovile di Gesù Cri- citandoli in erta dal dopo maturino fino al
|flu fanóne traviate; la onde feorreva inde- far del giorno e ciò si nelle notti d'inver-
;
K Ilo le Città, le Cailella, le ville, carccri,ed no, che di eità, fenza che fi forti mai difpen-
olpcdali , a guifa di cane fedele col latrato fato da quello fuo costume con ritirarfi in
,
della Divina parola, allettandole alla virtù, cella adormire Governò vari Conventi in
.
gioli
;
I
DÌ ALTRI CONFESSORI CAP. IV. 19.1
cidi,e delle Codituzioni dell'Ordine, tuttoché terono lòlfrirla fenza lagrime -Partiflì già,
non obligano a peccato. Fu molto inclinato cd infermatoli nel viaggio pervenne alla
,
agli elereizj della vita attiva , amico dell'o- Città di Genova , ove aggravandofi il mor-
razione, e fiero nemico dell'ozio ; e quindi bo, chiufe il fine de Tuoi giorni negli abbrac-
defiderato, ed amato da tutti. La virtù però, ciamenti del Crocefido, nel 1537.
che meglio riluceva in quedo fervo del Si- P Jionav.da Reggio Cronu.Capnc. ; .c. j (C.
gnore, era la differenza nelle avvcrficfcycon- CXV 11 I. Frat'Anfelmo dalla Serra,Ter-
ciodiache giammai li è veduto turbard per 4» ra di S .Stefano al Bofeo nella Calabria
qualunque tribolazione gli folle avvenuta.,. ulteriore , fu ReJigjofo infigne in virtù ; e
Infermodì nei Convento di Seminara; c feb- per la gran divozione, che portava alla Ma-
bene il morbo era di tal fatta , che da Periti dre di Dio , fu degno d'averla prefentc nel
venne creduto mortale, egli nondimeno pre- punto della morte Dopo tre anni di fcpol-
.
dille non dover fortirc il di lui tranfito, pri- tura fùritrovatoil di lui cadavero,(omc le
,
ma della venuta del P.Provinciale, eh allora fude fiato allora allora fèpolto : teftimonio i
fatti avvenne. Nel punto dell'agonia gii ap- Cielo. Celiò di viver in terra quello Servo !
parve la B.V. e certificollo della falutc etcr- del Signore nell'anno 1599.
natcosì riccvuri i fanti Sagramentipiel mele CX 1 X. Frà Trance feo da Caftelvetcrc *
di Maggio del 1595. chiufe il fine de giorni *6 Chierico, appena compito I' anno della
fuoi. Bonaii. Campagna da ger.hb.}. f.ji. Ar- fua profelfionc in Reggio , e mandato da'
ttngcl. d'Oppiio, CTc. fuoi Superiori al Convento della fua Patria,
a CXV 1 I. Frat'Anfelmo da Reggig della fu chiamato da Dio al premio delia fua vita
determinazioni del viver fuo nella Religio- A CXXI. Frà Cofitno da Caftelvetcrc, dal-
ne Capuceina; Che però predi l' abito nella ** la Religion di Agoftinu palio a quella^
Provincia di Venezia, fé progredì maravi- di Franccfco fotto 1 abito Capuecino,per de-
gliofi sì nelle lettere, che nello ipiriro; onde riderlo di vivere con maggior aullerità, e lo
a contemplazione de' fuoi meriti fu eletto confermò coll opere; concioliachè s’applicò
Provinciale di diverte Provincie , c dal Re- tanto bene al dilpreggiò di fc Hello , a ma-
io dell' Ordine Frà Girolamo da cerar la carne, cd all'efercizio dell’ orazio-
Poliz edinato Vibratore generale in ne, che fi relè maravigliofo. Quindi fu defli-
tutta la Fra èia. Venne in tanto a vibrare la natu Maefiro de' Novizi , ed indi a poco
Guar-
,
fanni marito della detta Signora Laiim_j na del Sabbato , lo ritrovarono allegro di
;1
par- volto, c l'ano di mente , che dopo averli fa-
colla forza dcU’orazioncìe liberò molte
cingerti lutati: or via, diffe, diciamo l Ave marisflel-
torienti dalla morte con dar loro a
'
benedetto cadaVero ? e che dando per ire quello Servo di Dio fu così cfatta , che nè i
giorni infèpolto , in vece di render cattivo
Irati rammentavano, nè egli potè mai
fi
odore, ne fpirava uno gratiflimo, ordino, che darli in colpa a'Confeflbri d'aver tralgrcdi-
come fé f*c- to, anche per poco, li precetti della regola,
fuflc dirifameme fepolto ,
fi ,
ts CXXILFrJ Grifoliomo d Urti villaggio veniva da tutti tenuto per norma , e vivo
y; della Cina di Reggio, della famiglia P» modello di religiofa perfezione. Per la pun-
lnneno vclìitofi dell'abito Capuccino 1 ac- tuale afiìllenza al Coro in tempo della fua
,
compagnò col zelo della regolar olfervanza, giovcntii, reliò talmente affiicfatto,chc non
poteva attenerli d'andarvi , anche ncli'eth d'
c colla feguela di tutte le viriti rcligiofej.
Predicava in Fiumara di muro in tempo di anni ottanta, coll'aiuto delle crocciolc fi- .
molta penuria , c carellia di viveri , quando dala pcrlevcranza prattieò ne digiuni , non
da fopra il pergamo predille all iiditorio,che folo d obbligo, ma pure di fua divozione , e
Torrej fopra tutto della quarclima chiamata la Be-
fra giorni dovea fommergerfi nella
nedetta j qual digiuno veniva dal lervo del
del Cavallo(porto diftame ouattro miglia da
Fiumara) una nave carica eli grano onde fi ,
Signore ollervatu con tanto rigorc,chc il Su-
provederebbono tutti pacli convicini Ap-
i .
periore fu mullò da zelo caritativo a coman-
dargli, che defiltellc } figli però tanto feppe
pena fpuntò 1 alba dei quarto giorno, che av-
vero® in tutto la profezia S ammalò nel . dire, c pregare il medefimo Supcriore , che
Convento di Nicaitro , da dove Tantamente quelli finalmente gli permife di profeguirej
ne volò al Ciclo nell' anno del Signore^ la fua rigida attinenza . Così pieno di meri-
fe
iffii. ti riposò nel Signore nel Convento di Chia-
li CXX 1 II. Fri Arcangiolo d'Oppido pro- ravalle fanno 1619.
ti fetfata la Regola Minoriiana lòtto l'Ifti- « CXXV. Fra Giufeppc da Catanzaro Lai-
tuto dc’Capuccini fé progredì tali nelle vir- 4£ co fu Religiofo di molta virtù, c d'unaj
tù religiole, che ferviva di cfemplarc a pro- maravigliofa unione di (pii ito con Dio , in
vetti nella perfezione Da così buoni prin-
.
maniera che pareva tutto il fuo conycrfarc,
anzi tutto il fiio vivere nel Ciclo Per la di
cipi entrarono in certa fpcranza i Padri del-
.
la Provincia de' migliori progredì , ch'egli lui avanzata etì venne da' Superiori efent'atu
dovea face nella Religione, che però giudi- dalle cariche di Cercatore , c di Porjinajo,
carono fpedientc applicarlo alli Itudj , ne’ che foltcnne lodevolmente per piu anni;egli
quali perche attelc,lcnza allontanar la men- però non volle dilpcnlàrli dagli uffici di ca-
teda Dio, féprontti non ordinar; ì onde./ riti,che poteva cicrcitare in Convento ao
meritò elfcr Guardiano , Macdro di Novizi, prò de' Rcligiolij anzi con tanto più di allct-
c Diffinitore . Tra le molte Tue divozioni to vi fi applicava , quanto che gli cadevan
occupava il primo luogo quella , che porta- opportuni al fuo virruofo dileguo, ch'era di
va alia Madre di Dio, dalla quale n'cliggeva collegar inficmc con aliai nobil magillero d'
quante grazie chiedeva Dopo una vita tut-
. amore le delizie della vita contemplativa.,,
ta virtuofa,ed cfemplarc j'infcrmò nel Con- che lo tenevano Tempre in Dio ,
colli mini-
vento di Catanzaro , cd elièndo conofciuto iter; dell' attiva , che lo facevano tutto del
irreparabile il fuo morbo da’Mcdici , lo die- prolfuno.ln oltre era cofa di gran maraviglia
rono per ilpcdito , incaricando al P. Guar- il vedere in qucfto Religiofo la fomma cu-
diano di adeguargli Rciigiofi , che l adidel- ra, che vi niettea nell' oltervanza dclliien-
zio,
.
gionta di pari quella del vitto) conciolìache gretc penitenze , con cui mortificava il fuo
venne a tanto la Tua rigida attinenza , che corpo, eingevato per anche d’ un afpro cili-
prendeva qualche cibo ne’ tré foli giorni cio y e 1 affliggeva col digiuno di tre giorni
della fetti.i ana, panandogli altri quattro to- la fettimana in pane, ed acqua) ne Capeva di-
talmente digiuno , nella qual aullcrità man- fpenfarlencper qualunque corporai indifpo-
tennefi collante fin all'ultima fua decrepitez- lizione , o bifogno gli occorreva. Frattanto
za) nè giammai per debole , che fi fcntiflè-j, crefeendo negli anni , c durando nello rteffo
volle ridurli a patto di allàggiare verun ci- tenore di vita cullerà, fu forprefo da gravif-
bo, che averte particolarità nel fapore. Cosi litna febre nel Convento di Reggio ,
lin a_,
pure fin all’ eltrcmo re/piro mantenne illi- condurlo al putito di darfegli l uuimi Sagra-
bato il candore di fua purità , che vedevafi menti , avendone fatta egli premutola iltan-
fiorirgli in fàccia con decoro fempre com- za) quali ricevuti con quell umiltà di fpirito,
porto all’ idee della pudica modeltia,di for- ehe poteva un perfetto Religiofo , fpirò fe-
teche in tutte le fue azioni per indifferenti licemente f anima al Creatoli: nel mefe di
,
che tufferò, fpirava fcnli di oncftà Giunto . Marzo del iSjj.Dupo un anno del fuo feli-
finalmente all' anno novantuno d’ età cadde ce tranfiro, forti, che Gio: Battifta Bari igei-
ammalato nel Convento di Caftclvetcre , e li della Città di Cotrone veniva
,
per giudi
munitoli de Samiflimi Sagramenri, fu da lì a giudici di Dio, veffato da fpiriti maligm.chc
poco forprefo da deliquio cosi vcemcntc-j, gli devaftavano la propria cafa, mettendo in
che perduto affatto il relpiro, non moftrava ifcompiglio tutto il mobile, che teneva, buo-
fegno alcuno di vita ; tanto che il Padre Da- na parte del quale buttavano per le fineffre,
niele da Sambatcllo in compagnia d’ altri con irtrepiti , e rumori di grande fpaventoj
Frati ivi prefenti, prefe il Rituale romano nè potè darli riparo a tal dilaltro, tuttocche
per leggervi fopra il creduto cadavcro il non mancaffcro d 'affaticarli t fagi l wlwiilri ,
Refponforio: Subvenite Sanili Dei, coll’ora- c V ideilo Prelato della Città colle benedi-
zione : Tibi Domine commendami)! fiditi : zioni , e vaiidirtimi eforcifini . Alla mie ri-
diifi dopo anima dal corpo Or
partitali l' . cordolfi l'angultiato Galantuomo di Frai'Ar-
mentre fi rimanevano afflitti i Rcligiofi per cangiolo , che per cfferli trattenuto
qualche
un paffaggio così repentino , ed inopinato, tempo nel Convento di Cottone, aveva con-
ecco Frà Giufeppe, ehe aperti gli occhi die- tratta con cflò lui rtrettirtima famigliarità*
de in un dolce rifo , dicendo quelle parole : Capendo, ch'era morto con quel concetto di
0 beato chi ferve a Dio ! A tal nuovo acci- fatuità,’ che preffo d’ognuno era tenuto in vi-
dente reftarono i circortanti non men atto- ta , alzati gli occhi aJ Cielo priegollo filan-
niti per lo flupore, che foprafatti da giubi- temente, che gl’intcrccdeflè da Dio la grazia
lo 5 che però replicando egli : beato chiO di vedere fgoinbra la fua cala da quei Ipinti
ferve aDiolgli chicfe il Padre DanieleiDch rubelii Non fu tardo il Servo di Dio a fen-
.
Frà Giufeppe cofa mai hai veduta ì Egli pe- tire le fupplichc dell amico ) laonde compa-
rò non diede rilpofta, ma profegui a ripeter rendogli vilibilmcnte gli dille , che scia de-
le medeiime parole. Fra tanto cominciarono gnato f Altirtìmo concedcigli la grazia ri-
1 Fiati le Litanie della Vergine, nei fine del- chieda a fua pctizione.Aigomento ben chia-
le quali ftefe il Servo di Dio le mani al Cic- ro, che godeva tra Beati nel Ciclo
lo) indi polatcle in forma di Croce fui pet- «2 CXXV11. frà Paolo da S.Agata di Reg-
to, fpirò l’ anima benedetta l'anno di noltra
ia gio Predicatore , ville foinmamente di-
fjlutC iSzp. voto della Madre di Dio ) tantoché gli era-
nt CXXVl. Frat'Arcangiolo da Reggio dcl- no fempre in bocca quelle parole Mari t_ :
is la famiglia Zuccalà,fu Religiofo di gran- Mater gratin , &c. Menò vita illibata peni-
,
a efficacia nel trarre anime a Dio , e colla tente, cd efèuiplare. S ammalò nel Convento
predicazione , e coli’clcmpio di fua vita Si . di Grotteria, c fbllcnne l’infermità con tanta
fé vedere vero ritratto della Serafica po- fofferenza , che fù di non poca edificazione
vcrt'aa fogno , che nulla di vantaggio avreb- a Rcligiofi , ed a fecolari dégni ceto , con-
be potuto bramare da fuoi veri figliuoli il correndo quelli a turme per vifitarlo , e ri-
Patriarca S. Prancelco. Alla detta virtù ac- cever da lui la benedizione Finalmente av-
.
B b canto
À
c.
canto degli fceelefiaftici , rammemorando cure Ipcranzc, ch'egli doveffe un giorno riu*
'
tutti generalmente le virtù del Servo di feire dimolto utile alla vigna del Signore
Dio . Ncii'ifiefs’ora , ch'egli paltò all'altra., j
onde lo promofferu ben tolto agli ftudj Ict
vita, trovava!) moribondo in Galateo, Terra I
ferali , ne' quali per la felicità dell' ingegno
diiiantc miglia ventidue dalla Grotteria , dava indizj di non ordinario profitto ì ma
Francefilo godano virtuofo Chierico lèco- Iddio, che lo conofccva già maturo pe’l Pa-
,
lare, il quale vide l' anima di Fri Paolo vo- radifo, a fc lo chiamò con una mortale in-
lai iene al Ciclo , dicendo ad alta voce : ecco fermità nei Convento di Taverna , alia qual
'
lu, del giorno , e dell’ ora fi chiarirono , che gnore nei fopradetro Convento l'anno iS}7-,
il Chierico uvea parlato da lenno. Sorti que- K
CXX1X. Frà Francefco da Curro Sacer-
I fio beato tranlito nel i SjS. A dote fu dotato di si gran bontà , che lì
\ jg CXXV111. Fri Serotino- da Catanzaro accodava all’ innocenza puerile Fattoli Ca-|.
'
m della nobil famiglia de '
D
oleini , dopo puccino ha faputo confervar illibato il fiore
aver menata una vita angelica nel leccio, e , che
di fua pudicizia fin all' anni ottanta la-
i
fama, che fulfe fiato cfortato dalla B.Vcrgi- ido fua fpoglia mortale. Servi per lo fpazio
ìpe, apparfagli -in una vifione, a vellir l'abito di anni dodeci di Segretario ali! Miniltri
'icligiofo traCapuccini . Elcgui prontamen- della Provincia , con tanta fedeltà , ed clàt-
te il divoto Giovane l'invito della Reina del tczza , che li medefimi apprendevano da lui
Cielo, e nel Convento della Coufolazione le regole di ben governare , c molte cufe
di Reggio fu vcftito dell'abito di novizio difficili, ed ardue commettevano »1 fuo ze-
Non può cipriincnt qual dilpiacere prova- lo, e prudenza, dalie quali fc nc disbrigava
ronoi di lui Congiunti a tal nuova iiulpct. così bene , ch'era communcmcntc creduto 1'
tata, e quante madrine pofero in pratticiu oracolo della Provincia . Giunto all anno
per fraltornarlo dall' ìntiaprefa riloluzione. lctruitaquattro di iìia età , volle il Signore
Un iuo fratello germano Vefeovo di Squil- provarlo nella pazienza , con mandargli un
laee, tra gli altri , attribuendo a leggerezza infermità cosi acerba , che lo refe piivo di
giovanile più rollò, che ad impililo di vero moto in tutte le membra) nel qual doloro fo
Ipirito, la riloluzione del fratello , ottenne, affanno la durò pc'l corto di anni fei , fenza
che ben due volte folTe efplorata la di lui ufeir mai dalla fua bocca verun Colpito , o
volontà, l una dal Metropolitano di Reggio, parola di cordoglio Mcricò alia fine clfcr
.
e l’altra dal Vefeovo di Catanzaro , ma ciò confidato dal glotiofo Patriarca S. France-
ad altro non fervi , che a render più collan- filo , e dal Taumat uigo di Padova iiioi lpc-
te il Novizio nella fua vocazione , ed a far c ialifli mi Avvocati, che gii apparvero vifibii-
delifierc il Vefeovo da ogn' altro meditato mente , alla comparfa de quali fentifiì (gra-
difegno,comc inutile aitine pretefo. Laica- vato dalle affitzzioni, che lo tormentavano,
to dunque in pace il buon Novizio, e termi- c fucccflivamcntc dalla caducità delia car-
nato felicemente l'anno della probazione, ne , e volulìcnc a godere l'eternità de 'ripoli
fu ammelìòa'voci foienni, all' olfervanza de' in Paradifo ncli'anno iS} 7 -
quali , c delia Serafica Regola profetata vi j
CXXX. Frà Arcangiolo da Catanzaro
s applicò con tanto fervore, e ioilecitudine, della famiglia Morelli , velli l' abito di
che in brieve tempo fè acquifio di quella Chierico tra' Capuccini ,cd appena finito il
perfezione , alla quale ordinariamente noiL» nono mefe del fuo Noviziato , abbellito di
giugnefi, che dopo molti anni. Tutte le fue molte virtù ,e di grande innocenza di vita,
delizie erano nel converfare con Dio nell' fu colto dalla morte, e pria di morire meritò
orazione, e nei contemplare li fuoi divini at- di vedere cogli occhi propj la Rcina del
tributi, al cui riverbero conofcendo la pro- Ciclo, comparfagli a confidarlo, cd invitar-
pria viltà, fi riputava il pii) infimo di tutti, lo a volarcene icco nei Paradifo.Ciò,chc tor-
defidcrava, che tutt ii diipreggiaffero, e l'a- ti l’anno rtf}7.
vclfcro a vile : con fumma ilarità di animo fi tt CXXXI. Frà Bonaventura da Reggio
occupava nc'minifier j più bafii delia cafa , c SS Laico comparve fregiato di tanta inte-
filmava fuo gran vantaggia , qualora gli fi grità di vita,
candore di mente, e femplicità
prefentafie occafionc di lcrvire qualche fuo di cuore,che lòto in mirarlo fenrivanli ri- i
Kcligiofo fratello, ch'egli ftimava come An- guardanti allertare alla virtù . Fù più anni
giolo del Paradifo. Del fuo corpo fidamente impiegato all'ufficio di cercatore , e conver-
era nemico implacabile , mentre lo trattava fandu con i divori inoltrava tanta giocondi-
con ogni fune di aulici uà , e rigidezza . A tà nella fàccia, ilarità nell'animo , c grazia
lifleflodi tante belle qualità,che rilucevano nel difeorrerc, che tutti quelli, che da qual-,
in Fr. Serafino concepirono i Superiori fi- che travaglio venivano anguftiati , sfogava-.}
,
DO
,
ne» e fegrete padìoni , da cui ne ricevevano giori umiliazioni , ed azioni più eroiche.» ;
avvili , e configli sì falutari , che dicevano quindi più faricofi.c più vili del
gli efereiz;
fcntirfi per cflì, /gravati in gran parte dalle Monade-rio dima va a le i piu confacenti , c
aftìizzioni . Nellcfccuzione , e perfetta of- però con fomma foilccitudine erano da lui
férvanza della Tua Regola.c Conduzioni, nel medi in opera.ll fuo particolar impiego era
zelo della Tanta ubbidienza, nel rigore della quello dell' orazione , da cui ricavava ardo-
povertà, nell'illibatezza delia caditi fu efat- re così veemente di Ipirito, che alla fola di
tiflìmo In rimerito delle Tue preclare vir-
. lui comparfa fentivano Rcligiofi accender-
i
t lifù illudrato da Dio colla grazia d'ope- fi gli animi loro alla carità verfo Dio . Prc-
rar miracoli, e fe ne videro gli effetti , qua- fiedeva il Servo del Signore in qualità di
lora portatoli in cafa del Signor Claudio Guardiano nel Convento di Chiaravallc, do-
fumari Patrizio della Cittì di Reggio per la ve piacque all’ Altidimo fregiarlo con quei
limofina dcll'oglio, e rilpollogli da famiglia- fegnali di glorialo' quali fuule tediliearo al
ri e (Ter di gii finito , come in fatti era così : nwindo il merito dc'fuoi piu cari. Attruova-
re miglior diligenza , che ritroverete oglio una Gentildonna per nome Ifabclla Tino c ,
to il pane, che trovava!/ in cafa, come gii fe rebbe di quella infermità indi dimandolla
:
detto il giorno, c l'ora del fuo tranfito, ter- Filici, che trovavanfi prclènti, credendo per
minò con beato fine la carriera di Tua vita indubitato, che col bere quell'acqua fi fareb-
mortale, nell'anno a 18 Gennajo.
. be foffocata. Anzi, che no ( ripigliò il Servo
CXXX11. Fr. Giacomo da S.Catarina fù di Dio) ; pofeiachè lari quell acqua il rime-
'
amantildmo della povertà , ed auderitì: dio piu proprio a darle la falute Le fi diè .
quindi per tutto il tempo di Tua vita non eb- intanto l’acqua benedetta dal buon Padre, fe
’
be, che un fol'abito , e quclto lacero, aufte- la bevè, quale, come fe data fbflè bevanda^
'
ro, c vile a fogno , che cagionava orrore al fcefa dal Paradifb,fentìdi nel medefimo tem-
vederlo telfuto di fctole , c compolto a pun- po ravvivata ne'fpiriti , fgombra da'mortali
te, che gli trafiggevano le carni.Non amini- fintomi, libera dalla febre , c giudicata Tana
fc pagliariccio, /opra cui fi potclTe adagiare; da'Medici Confummato finalmente dagli
.
ma il Tuo dormire fù Tempre dille nude ta- anni, e molto più dalle fatiche , clleuuato
vole , che poteva dirli uno denderfi fuila_> da digiuni, macerato dalle difcipline e ca- ,
croce per tormentare le membra, non per c- rico di meriti, fe ne volò al Ciclo, lafciando
figcrnc ripofò Olfcrvava di tutto punto i
. la falma di Tua caducità nel Convento di
digiuni colìumati dal Serafico Padre S. Fran- S.Catarina Tua Patria nell'anno 1 5)9.
celco; nella Quarcfima però , e nell'Avven- gt CXXX11I. Fr. Bonaventura dal Pizzo
to ufava una tal fingolaritì dadinenza , che £, uomo letterato nel fccolo, volendo ap-
per tré giorni di ciafeuna fettimana noto prendere la feienza de Santi, lafciato il mon-
prendeva altro cibo, che il Pane foaviffimo do, vedi l'abito Capuccino, ed attefe tanto
d-gli Angioli Sì rigide adinenze però non
. bene a domar le padìoni rubclli , che dive-
badavano ad cdingucrgli la lite infaziabilc nuto Padrone di fe medefimo, ancorché fuf-
di patire per amor del fuo Dio ; anzicchè (c principiante , potè fcrvir di cfemplare sl,
vogliolò di più patire , c vivificare lo Ipiri- molti dc'più provetti Segna lodi tra 1’altrc
.
to colla mortificazione del corpo, fi flagcl- nella virtù dell adinenza , temprando con-,
lava ogni giorno cosi acerbamente, che dal- rigorofa parfimonia talmente l'appetito del-
le fquarciaturc ne grondava a larga copia il la gola,chc prendeva appena quanto gli ba-
fangue. Ammiravano tutti, c molto piu i Pa- dava per identatamentc vivere . Alla ftret-
dri della Provincia un così gran fervore.» tezza del vivere aggiungeva quella del con-
del Servo di Dio; onde l'impiegarono molte verfare, tencndoficauto, anzi rifervatidìmo
volte ne' governi della Religione; le dignità nel difcorrcrc , acciò non gli sfuggidc dalla
~Bb a. bocca
, o
fabbricato fopra una coiiinetta dell' orto un pi Ci XXV. Fri Bonaventura da Zagarife
iccol tugurio , con dentro l'immagine de) ic Laico, ebbe di /ingoiare, che fù nimTciffi-
SUvatore confitto , quivi faceva per ogni mo dell’ ozio ; onde non diede mai luogo ai
giorno le fuc contemplative dazioni » figu- demonio di poterlo tentare per averlo tro-
randoli nella llrada dcil’orto quella del Cal- vato difoccuparo; pofciachè tutte quellorc,
vario, ed il tugurio pe’l lèpojero fantiffimo, che fopravan2avangli dall' orazione , le im-
ove tratteneva!! da dopo il vefpro /in ali ora piegava in cfcrcizj metanici, ora nell'orto,
di Compieta in continue meditazioni della., ora nella cucina, ed ora in fcr vizio di chiun-
patitone. Ne) celebrare il divin Sagrificio li que lo comandava , S' applicava con tanto
profondava tanto nella confidcrazione d«U' genio a fervir gli ammalati, che non fenriva
infinita cariti di Dio , eh' arrivava fino a ., llanchezza , ne tedio ; il perchè conofciuta
perderli ndl'abilTo di cosi gran inittcrio, cf- da Superiori la di lui gran carità , io dettìna-
fendogli avvenuto piti d’una volta d'inco- rono infcrmicro nel Convento di Reggio,
minciare la fanta Metti, e non poterla finire, nel qual mini/lcro vi atrefe con tanto affet-
per deliqui d'amore, che l'occupavano. In
i
to , che non poteva qualunque pietofa ma-
quefla fagrofanta azione diflbnacva/i tutto dre compatire , e len ire cosi teneramente 1
in lagrime di tenerezza, ruttando piti duna propri figli, com’egli i fimi Frati infcrmi.La
volta privo de' fenfi con frequentati intcr- duro in tal efercizio di cariti , finche dive-
rotnpìmemi,afline di sfogare con Dio gli af- nuto da infermiera informo, lafciando di fc
fetti del fuo cuore , nè tafunione eragli fol grandi cfempli di rcligiofe virtù, depofe nel
tanto famigliare in tempo, che celebrava, ed Convento meriefimo la foa fpoglia mortale,
orava 5 ma in qualunque operazione egli fa- per veftirfi in Cielo dell' immarccfcibil , cd
ceva, ed in quallifia cofa applicava!!, anche eterna, l’anno iff.fi.
mecanica. Efercirò per piu tempo l'impiego « CXXXVI. Frà Luigi da Placanica Sa-
di Maettro de' Novizi con profitto confiac- li eerdote fi refe celebre nell’ aufleriti del
rabile de Giovani, che venivano affidati alla vivere , c nell' olfervanza della Serafica Re-
di Jui condotta ; mentre li ammaettrava più gola, maflimc del voto delia povutì , eh
coll cfcmpio, che colle parole, nè v'era for- non avrebbe potuto bramarla più e latta ne’
te alcuna di mortificazione , o di umiliazio- figli Tuoi il Padre S.francefto.ingcrivacom-
ne, che imponeva loro di fare, che non met- paflìone il vederlo nei più orrido dcil'inver.
teva in prattica egli fletto col fuo riempio , no vetìkod’un abito cotanto rofo dalla vec-
Confumato finalmente dagli anni , c colmo chiaia , che appena /ottener porca le viliffi-
di moiri meriti, dopo aver predetta la foa_> me pezze, che io intronavano; nulla di me-
imminente morte , con tutte le difpofizioni no, quanto più nel di lui corpo gelavano le
buon Rclìgiofo, refe l'Anima al luo Crea-
rii membra , tanto più la fua anima bruggiava
tore nel Convento di l’anaya l’anno iff jp. nelle fiamme della carità verio Dio , e verfo
CXXX 1 V. bri Girolamo da Sarobatcl- il profilato, c ben fi ricoprirono ì fegnipner-
delia fua pudicizia , che picchiando la porta conda nc davano chiare le pruovc gli d'atti
d una donna nella di Reggio per
campagna fervizj, che predava a Kciigiufi infcrmi,feu-
la limoiìna del tu invitato da quena
pane , za inoltrar auSorrimento di qualunque cofa
ad cattarvi, egli il buon frate ferapliceracn- per ifthiva, che data fritti, come il fommi-
tc vi entròie perche truvoila coricata fol Ict- niftiarc altresì a poverelli tutto ciò , che gli
lo avvicinolìtle per faiutarla , credendola toccava in porzione nel refettorio , conten-
rattenuta da qualche indilpofizione; Ella pe- tandoli di poco pane,e di alquante erbe cru-
rò , eh' era tormentata non d altro morbo de Avcagii concetto il Signore coda piena
.
che d ardore lifodinofo , prefe fri Girolamo dell’ altre virtu , il pregiatiflinto dono dell’
per il petto, ed ioviiollo a peccare - Non fu orazione in modo, che inebriato da piaceri
tardo il buon Rclìgiofo a sfodrar dalla ma- di Paradifo, per ogni volta, che mette vali ad
nica la difciplina; colla quale sferzando ben orare, verfava il cuore dagli occhi disfatto
bene la dillonctta donna , fè /correrle per il in lagrime , Fù cosi allineare , che giamai ri-
corpo quel roffore , che non teneva nei] il. bolli di carne , nc anche nella foa ultima in-
fronte. Guarì pur anche col fegno della Cro- fermità ; ma contentolfi di quei foio cibo,
ce il Signor D.fjiqrpo Fumari Patrizio Reg- che aflòlutamcwc gli Infog nava per mante-
(
noli
,
. ,
SU
;
ncrfi in viu Coricava!! fopra
: le nude tavo- ufeito alla porta", nei mentre 9 fervo porge-
le, e per capezzale li avvaleva d'un facco vagl il prefenre,gli fuggì il piatto dalle ma-
Strignevali i fianchi con un cerchio di ferro ni, e caduto a teira, lì ridude in minuzzoli.
tctnpdlato d'acute punte,che gli trapalava- Si rammaricava il famiglio per la rottunL»
no i lombi , a’ quali tormenti aggiugneva il del bacino, temendo qualche rimbrotto dal
batterli ora con pietre il petto, ora con afpri
fuo Padrone ; ma FA Giufeppc volendolo
flagelli il dorfo . Era in oltre cosi puntuaio
«infoiare raccolfc inficine quelle minute
nell afliflenza al Curo , che niuna occupa- febeggie e formò il piatto intiero , come
,
zione per grave che fulfe,potè giamai ritrar- prima, che datolo al indiò, ritornò concen-
lo dal convenire co'Frati all'ore Canoniche. to, e dupido banditore del miracolo Don .
Non mancò Iddio di adornare colla gloria Ferdinando Gambacorta Duca d’ Ardore
de miracoli le virtù di quello fuo fede! Ser- bramava làpere fe l’anima di Aia madre, no-
vo; in compruova di che redimì a più d’uno mata Silvia Spina, morta di frefeo, trovava-
la falute corporale col fegno della Croce
tra’quali contali la Signora Grazia Tino da
fi in luogo di falute, laonde f pplicò I A
Giufeppc, che l’ intcrcedcffe da Dio tal no-
Chiaravalle, che ridotta a gli ultimi periodi tizia, cui rifpofe il buon Frate : Vodra ma-
di vita , appena fu fegnata in fronte da_, dre è falva , e fc volete accertarvi del vero,
FA Luigi, che comincio a migliorare, cd in portatevi in Chicli, aprite il Apolcro.e tro-
brieve tempo fu perfèttamente fana Ad un .
verete dalla bocca del cadavcro (puntar un
divoto di Bivongi , che rammarica vali non giglio Credè il Duca alle parole del Servo
.
parergli dare la limolina del vino, per aver- di Dio, non curandoli di altra pruova ; La_»
lo giorni prima finito, diflc,che la Previden- gente di corte nondimeno, per (òdisfarc al-
za Divina è grande; che però dovefli prati- la curiofitì , apri fègretamente il lèpolcro,
car le diligenze nella botte gii vuota : tanto ed avendo veduto quanto il Frate detto a-
fece il buon uomo , e ritrovo la botte piena vea , rimafero tralccolaò per lo Itiiporc .
di perfettifiimo vino . Fece molti altri mira- Don Carlo Gambacorta Padre del mentova-
coli, e finalmente pieno di virtù, e di meriti, to Duca, fapendo di qual perfezione fi fufie
finìfua vita mortale nel Convento di Ba- Fra Giulèppe, e che veniva IpefTb rapito in
gnara nell'anno 1644. efiafi, volle un giorno, che trovavafi aflieme
/g CXXXVII. Fri Giulèppe da Gagliano nel giardino del palazzo, dimandarlo , com' •
quantunque fuflè idoneo per efler rice- era poffibile , che l'uomo e (Tendo corporeo
vuto tra Chierici ; nulla di meno per amore potedè elevarli in edafi , quando 1 elevazio- "
I
della Tanta umiiti,e per il badò conolcimen- ne compete folamentc allo lpirito , ed a'vo- !
to di fc medefimo, volle eflèr aggregato all' facili . Parlava così il buon Cavaliere per
umile dato de’ Laici , nella qual virtù fece fentire qualche virtnofa rifpolla dall' uomo
progredì maravigliofi , c fi fc drada all’ ac- di Dio. Cui rilpoiè: Signore,quando l'uomo
quino di molte altre. Orando, giuda il Adi- penfa a quanto il figlio di Dio patì per lui, '
to fuo codume , dopo che i Frati partivauli e quanto fu dolorala la fua Paffione , le ne ,
dal Coro nel Convento di Taverna, udì una vi in edafi In proferir tali parole Fri Giu-
.
voce lamentevole dentro la Chicfa , ed in- Teppe fi folicvò ben quattro palmi da terra;
terrogatala in nome di Dio , cofa mai dia > cd il Duca vedendo si gran ratto, buttatoli
fuflè,e che voleflè ì rilpoiè efler l'anima di colla faccia fui fuolo,cominciò a piagner di-
FA Serafino da S. Catarina Chierico morto rottamente, ed a lodare Dio nel Tuo Servo ;
nel Convento di Corrotte, c che per liberar- indi dato di mano ad un fallò percuoteva!!
li dal Purgatorio le bifognava una Meda. La con efTo tipetto , gridando ad alta voce FA
mattina iceucntc fe celebrare FA Giufeppc !
Giufeppc , Fri Giufeppc priega Dio per me
la Meda richieda , e nell’ imminente no ito peccatorc.A quede voci accollerò i Cortcg-
|
comparveli nuovamente l’ anima tutta ri- giani, c trovando Fra Giufeppc, che tuttavia
fplendente , che fé ne andava in Cielo , rin- la durava in edafi, e che il loro Padrone rom-
graziandolo dei beneficio. Morì nel mento- pevafi il petto a colpi di pictra,feccro aneh’
vato Convento di Taverna, nell'anno nJtfj). edi l' ideilo fin a tanto , che il Servo del Si-
lafciando di fc molto odore di fantiA. gnore ritornò in fe. Si tralindano altri mi-
kì CXXXVI1 L FA Giulèppe da Melicoc- racoli, e predizioni di Fri Giufeppc per non
Ì5 A ,
dopo aver menata una vita molto eflèr di tedio a’ divoti leggitori
,
putendoli
;
divota, e penitente nd fecolo, pcrmaggior- da quedi fòli conofccre di qual carata fia
j mente adìcurar
la falvezza dell'anima Aia, fiata la virtù di quello buon Religiofo.Tro-
{vedi l'abito di Laico Capuccino, e fece vavafi egli ultimamente collocato di farni-
trogreffi tali ndie virtù , e perfezione re- lia nel Convento di Seminara, da dovean-
igioùjchc meritò edir da Dio favorito col tò in Mclicoccà fua Patria per licenziarli da-
dono de' feguenti miracoli Giulèppe Ro- : gli amici, c congiunti, dicendo loro, che fra
meo di Meficoccì, mandò a’ frati in tempo pochi giorni dovea partire per l'altra vita^;
di quarefima un bacino di pefei per un luo quindi ritornato al Convento fu forprefo da
fcrvidore . TrovavaA allora portinaio del febre acutiflìma , prognoltieata da Medici
Convento il noiiro Fri Giufeppc , il quale *
per mortale; Pcrloehc diflèro a Fra Giufcp-
. . 1
«mCTTOJB
pc,che operando il Signore tanti prodigi per Vigilia del Natale ,
giuda la predizione di
fua imerccffionc a beneficio altrui , poteva Fra Francelco . Carico finalmente di meriti
pricgarlo ancora per' fe , acciòcbc gli pro- più che d anni , dal Convento di Catanzaro
lungarti la vita per confolazionc communc fe nc pafsò al Cielo nel itf'77. laf-iando di le
zo dell'abito , che foleva veltire il Servo del preparò a partire per l’altra vita col munirli
Signore , quale oggidì confervali nella di lui de' Sagramcnti Indi abbracciatoli tenera-
.
cafa,come preziosi reliquia; mentre non fu- mente al Croccfiflb, tra quegli ampiclfi Ipi-
ron poche le grazie, che concede, e tutta via rò l' anima, nel i<J8o.
concede Iddio a gli ammalati di qualunque kz CXLFFrì Bernardo da Gerace Laico, fu
morbo, applicandovi detta reliquia . ii Religiofo illuftrc nella pazienza in Rap-
1<x CX XXIX. Frà Franccfco da Scttingiano portare dolori acerbiffimi della podagra.,,
i
«£ Laico predirtè molte cofc avvenire , ed conagra, c chiragra , che gli avevano piaga-
operò alcuni miracoli , tra quali guari col te le mani, rtravoiti i piedi , c tarlate forti,
fegno della Croce Girolamo Ruffo nobilej mentre in tante anguille, ed opprefitoni non
Catanzarcfc d una incurabile apoltcma , che Solo non li lagnava , ma dalla fua bocctu,
giaceva abbandonato da Medici, e quali nell' Tempre fi fentiva dire : Sii twmcn Domini be-
orlo della vita. Si raccommandò alle orazio- nedttfum Era chiamato communcmcnte da
.
ni del Servo di Dio Giovanna Lopez nel tutti anima di Dio , e l' avevano in tal con-
mentre ulci alla porta per dargli la limonila cetto di Santità, che gli ammalati cercavano
del pane Ed egli
. Consertatevi ( le dirt'c )
: avere delle pezzolinc,con cui rafeiugavan-
mentre dimani morrete Cosi fu ;poiche_j
. file di lui piaghe , per rcnerfele addoflò,
uell irterto giorno fu affalda da liero dolor dalle quali bene fpcflb ne ottenevano ia gua-
S i vifcerc, e la mattina feguente morì: cioc- rigione da’ loro mali Pafsò fintamente al
.
ché fu di non poca maraviglia, e Spavento a Signore nel Convento di Gerace , F anno
uella Cittadinanza ,
qualora feppeli la pre- 1^84. concorrendovi al fuo funerale molti-
Dizione buon Religiolò.Fii prefo da Ban-
del tudine di gente dalla Città, c da Villaggi all’
diti il figlio di Gio; Vincenzo Raimondi di intorno, coll 'affi (lenza ancora del Vefco-
Cutro, e comecché fuo Padre era tenuto per vo, c Capitolo, volcpdo ogn’ uno qualche.»
uomo ricco , gli fcrono i medertmi a Sapere, pezzetto del fuo abito per (cncrfelo come
che le voleva redimito il figlio , doveffej reliquia.
sborzare venti mila fcudi.Atterrito per que- «a CXLII. Frà Francelco da Pcdavoli , è
lla propofizione il buon galantuomo , por- èS Frà Silveftro da Reggio Chierici furo-
toni immantinente al Convento dc'Capucci- no di tanta innocenza di vita,purità di men-
ni a trovar Fri Francelco, e raccontatogli il te, onchi di coitumi , e divozione verib Bl»
fatto, io Supplicò, che raccomandarti: la cau- Madre di Dio , che meritarono amendue
fa a Dio . Udito dal buon Frate il racconto godere la di lei prelcnza nel fine de loro
del Raimondi , gli rilpolè : Sfiati pure alle- giorni, c Ipirar le lor anime nel fuo lino, il
gramente, nè fi prenda di ciò penderò , atte- primo nel Convento di Poli(tcna,il fecondo
ro che nella vegnente Vigilia del Santo Na- d’Oppido, nel mede-fimo anno i 58 y.
tale averi fuo tiglio in cafa, Senza verun iu- « CXL111 Frat 'Antonio da Bagnara Lai-
.
no attraverfati nel ventre Sortì il fuo beato trice Pilloja gentildonna Catanzarefe , che
tranlito nel 1687. giaceva in letto obligata da piccola fiuflio-
tt CXL 1 V. Fri» Filippo da Reggio Laico ue, dimandò come per ifchcrzo a Frat'Atta-
10 meritò per la fua gran bontà , ed inno- naJio , (e quell infermiti! poteva farla mo-
cenza ellèr illuflrato da Dio colla graziar rire i Signora si ( rilpofe il Servo di Diojdi
de miracoli, avendo moltiplicato in cala di (ponete delle vollre colè , ed aggiudatc le
più benefattori il pane, foglio , ed il vino. partite dell' anima yodra, perche morrete
Se ne volò al Ciclo dal Convento della SS. fenz' altro di quella infermità j Si atterri, ma
Confolazione nel irtgg. credè, ed ubbidì laSignora,c tra pochi giorni
« CXLV Prò Martino lll.da Reggio Lai-
. aggravata dalla febre refe lo Ipirito al Crea-
co ftì Religiofo effemplariffiniu , dedito tore . Daniele Folino di Giinigliano aveva
all'orazione , ed inimico giurato dell' ozio. un figlio da piu anni llorpio nelle mani, ed
Meritò in premio delle fue virtù, vedere tre adiderato nelle gambe, in maniera , che era
giorni avanti la fua morte la gloriofdfima d' uopo jvortarlu su d una carriuola. Saputa-
Vergine , lotto il cui prelìdio vinfe li fieri fi da' fuoi congionti la copiolità delle gra-
adatti, che gli diede il demonio nel tempo zie, che difpetifava Iddio per mezzo di Prat’
dell agonia, c fpiró 1 anima al fuo Creato-
’
Attanalio lo pregarono , che li compiacele
re nel Convento mcdcftmo, c nell' anno già reliituir la falute a quel milqfo giovane,qual
detto di fopra. portarono fopra 1 ideila carriuola alla di lui
aeCXLVl. FraGiulèppe da Milignadi Lai- prcfenzanel Convento di Catanzaro.Lo vi-
« co ebbe fpirito di profezia, ed operò al- de il buon Religiofo, lo fegnò in fronte coi
cuni miracoli, come appare da due fatti fc- fegno della Croce , e nello Hello tempo al-
guenti. Dimorando nel Convento di Ctttro zatoli in piediil paziente
, refe le grazie
, al
11confìgliarono da lui due gentildonne di Signore nella ricuperata falute , ritornando-
quel Racle, fc doveano,o nò accettare par- i fene co' propri piedi al fuo Paefc . Un gior-
titi di due Signori , che pretendevano per no , che Frat' Attanalio ritornò dalla cerca,
mogli due loro figlie. La confulta.ehe diede forprèfo dalla febre, li ritirò in celia , dove
loroFrà Giufcppc fu, che temporeggi afferò teneva una divotidìma Immagine di noflra
dar alli giovani pretenfori ultimata rifpo- Signora, e (aiutatala giulta il fuo collumc,
,
fla, fino ad un mele. Ubbidirono le donne, e coll Ave Maria , le dille , che l' ardor della
nel ventèlimo nono giorno morirono il gio- fabre tàcevalo morir dilète , cui l'ubito la
vane dell' un partito, c la donzella dell’altro. Vergine porfe un bicchiero d'acqua frefea,
Col fegno delia fama Croce guarì Flamiuia invitandolo a bere bevè frat'Attanalio , e
:
vi, che una menoma cicatrice in tcilunonio neceflaric al vivere umano furon innumera-
del miracolo Lafciò fua fpoglia mortalo
. bili. Finalmente ricco di anni, c di meriti, le
nell' ideiloConvento f anno 1 Spo. ne andò a godere quell' alba di gloria , che
CXLV 11 Frat Attanafto da Gimigliano
. giammai giugnc all occafo nel 1691.
«C Laico ville alcuni anni vita eremitica , ti CXLV 111 . Fr.Leone da S. Agata di Rcg»
allcttato poi dalla cariti
, ed ofpitalitì de' i* gio della nobil famiglia Federico fu Pre-
Capuccitu, entrò nella loro Religione , ove dicatore, e Milionario di gran fama , zeian-
non così predo legoffì col giuramento de.' tilftmo della fua regola , ed uomo di vita_>
voti , che comincio a rilplcndcrc colla luce veramente appodohea .Non dormi mai fui
di molte virtù. Domava la carne con cilizj, lapaglia,poiche quando il b; fogno della na-
colle vigilie, e con altre afprczze di vita, af- tura 1 obbligava a prender ripolo
, coricava!!
finché lollevallc maggiormente l'animo alla fulle nude tavole Abborriva grandemente
.
contemplazione de' Midcrj Divini , ciò che l'ozio,ondale poche ore, che gii avanzava-
ptatticava per ogni notte dopo il matutino, no dall'orazione le (pendeva in fatiche ma-
lenza piu andar in cella fino alla mattina . nuali, a lavar le fcudcllc a fcrvir ammalati,
,
Per quedo continuo cfercizio d' orazione a fpazzar dormitori . La notte orava cosi a
gli fu communicata da Dio una luce sì chia- lungo , che dubitavano i Frati, fe mai egli
dor-
CALABRIA SANTA LIBRO
dormali:. Ville lunga vita con elTcmplaritik conferma vali in faiute } ciocché s' attribuì!
di coltrimi , Lnza che aveffe mai amai ta , o ali efficaci preghiere , che porgevano a Dio
accettata prelatura, e le talvolta i Superiori, quei bifognolì, acciò niantcticflc in faluce il
a contcmpiozion del Tuo memo , volevano loro Padre , da cui ncouofccvano ugni con-
eleggerlo a qualche ufficio , egli s'iugtnoc- forto nelle loro miferie , c nccetiità fiiui- .
chia.aioroa picdi.e lipriegava co tante la- meme carico di molti meriti refe lo fpirico
grime ad c!imcrio,chc iacea d'uopo compia- al Signore nel Convento di Reggiu,uve dura
ccrlo,pcr non vederlo cosi mcIto,e piangen- tuttavia la fama di fua vita vircuuia , forti
te. Era così vigilante cultode delia tua capi- quello felice ti anfito nel i (Spz,
rà, che in tutto il tempo di l'uà vita non vol- tg CAL1X. Fri Michele da Policallro lpro-
le parlar a donna veruna per congionta , che 44 nato neliccolo da fuoi congiont, a pren-
glifuile, o quantoli voglia nobile Aveagli
. der moglie, per amor della cattiti, non voi-
conimunicata Iddio grazia tanto particolare le gi'amai aocuniemirvi, tuttoché conofccf-
nello ipargcrc la lùa lama parola, che chiun- fe eltinguerli in Jui la fua famiglia} c per vie
que il lènti va rimaneva compunto,c convcr- piu deluder le Ipcranze de parenti veltri’
tito, per oltinato, che fulTc nel male , ed in- abito Chicrieale, e col tempo afcefe agli or-
vecchiato nc'vizj. taceva le miffioni il lèr- di fagri.Amante delia lòlitudinc , fatta lega
vo di trillo nella fua Patria, ove ritrovavali con altri Sacerdoti del fuo genio, li ritirò in
:la Signora llabelia Colombo rattenuta piu un romitaggio nelle Montagne di Poli cali ru}
ianni sui letto da crudclitìimi dolori, e da va- ma poco di poi , rcllitmuli ì compagni alle
!
portò a vilitarla il Ser-
rie indiipulìziuni. Si proprie cafc , faltiditi di quel vivere lolita-
vo a ciò conunandato dal fuo Mini-
di Elio (
rio, egli collùder andò quello flato anche pe-
I
ltro Provinciale
) c
ritrovatala giacente iu_> ricolofo per fe , determinò di abbracciar,!’
come per ilchcrzo Signora ,
letto, le dille, : iftinno de Capuccini , come fece , in cui lì
perche non venite io Chicli ad udir la Mif- diede alia rnortihcaziune delia carne con,
jiionc Ab Padre Leone ( rilpofe langullia- ogni forte di afprezza. Spendeva più ore tra
ta Signora) E come volete , eh' io vcnghi in ii giorno, e la notte nella meditazione della
Chicia, quando non pollò neppur muovermi Paffione di Crilto, in cui fpaigeva continue
nei letto.’ AUurapripigliò l'uomo di Dio: Ab- lagrime. Fatto Maeilro di Novizi elèrcitò
biate tede in Dio, e dimattina alzatcvi,e ve- quell' impiego la Ipazio di aiiui 40. con uti-
nite in Chicli. If mattina lcgucntc avvalo- le immenfo della Provincia tu dotato del- .
rata da gran fede s'alzò da letto l'inferma, e lo Ipirito di profczia,e dei dono de’ miraco-
li portò da le lòia ad afeoitar la Miffione, li, di cui pero non è rimaita memoria . Vec-
cosi Tana , che non parve elfere Hata giam- chio dunque non meno di fatiche virtuofe,
mai per l addictro languente . Gradava nel che di anni , dcpoiìtò le mortali Ipoglie nel
i«jS. il flagello deila pelle nella Città di Convento di Mefuraca 1 anno iSpj. chia-
Napoli , da dove partitoli un Famiglio del mato da Dio alle corone della beatitudine.
Marchcle d' Arena portò fcco il contagio CL. Fri Franccfco da S.Pictro , piccolo
nella Calabria} ma con iipecialità ne Stati di J Villaggio della Cittì di Taverna Laico
delio Marchefe , d onde dilatata per i pad! viflc con molta efempiariti di collumi , ed
con vicini, fu mediere , che s iflituiflcro più innocenza di vita} onde ehiamavafi cominu-
lazzaretti , ove li radunaflèro gii appellati ncmcntc da tutti il Tanto. Fu onorato daDio
per mcdicinaili nel Corpo, ed aiutarli nell'a- col dono della profezia , cd afficurato dalla
nima } Per la qual colà i principali di quei Regina de Cieli della fua eterna iklute,qua-.
patii iiippliearono il Minirtro^rovinciaicj le ancora gli rivelò il giorno deila fua mor-
de’capuceini, acciò lì compiacene defluiate te. Terminò felicemente la carriera di lua
alquanti de Tuoi Ktligioii, per adùltere a quei vita mortale nel nollro Convento di Taver-
rucichini. Cundelcdc alle illanze il Provin- na ,
accorrendovi tutto il popolo affi Tuoi
ciale, c ncllìltcflb tempo fcrifle a più Con- funerali per riverire ii benedetto cads,-
, sì
venti della Provincia, efponcndo la ncecffi- vcro , come per ottenere qualche lua reli-
ta ai quei popoli , c la fiducia, ch'avevano a quia, ciocche iòni nel j
Caputemi di efler foccotli dalia loro carità. ti CLI. Fri Franccfco da Catanzaro Pre-
Non furon pochi quei, che,appena udita l'in- dicatore fu Rcligiofo molto perfetto iu
tenzione del loro Supcriore , E elìbirono al ogni genere di virtù , c Angolarmente nell
Icrvizio di quei miferabili, tra quali li èfin- ollervanzade voti promeffi a Dio } che pe-
golarizatoil nollro Pr. Leone , che affieni t_> rò ubbidiva alla cieca i Tuoi Superiori , co-
con Pr. SiJvcllro d'Asà Ino compagno laico me a delegati del incdciìmo Dio , per facili,
applicoffi al iòllievo di quei poveretti , sì a o difficiffichc fuflèro i comandi, che da qucl-
pio del corpo, che dell anima, riportandone lftgli venivano impofli Amantiffimo della
.
u urto non ordinario . Venne qpipito dalla fama povertà , per conformali a quella , fi
fierezza del morbo Pr. Silvetlro , c vi lafciò eleggeva la peggior cella per abitare, il piu
la vn a martire di carità
} non così però il logoro abito per coprirli, c per foftentarii fi
noltro tr. Leone, imperciocché quanto più contentava del folo pane , cd acqua per tre
jtppheavafl al Iòllievo degl’in fetti, tanto più giorni la leniniana, aggiungendo negli altri
DI ALTRI CONFESSORI CTA
V
P. IV. 20 r
giorni o erbe crude , o qualche inineltra di luima luta a lini ufo: i.d in fatti
ti glijaccra-
legumi, non interrompendo quclto metodo ronol'al>ito,gli pelarono la barba, Icap
ba, e r capcl-
ne anche la quaresima , quando Ilava in at- e vi fu taluno , che con di voziunc indi-
li :
qual tempo furono a vietarlo quaft tutt' i Si- lupi, che fallandogli addollò lo Itrafcinava-
gnori di quella Cittì! dcftderolì di effer be- no per terra, lo percuotevano , lo pelìavano
nedetti pria di morire da còlui , eh’ eglino in tutta la vita ; tutto alfine di fraltornarlo
tenevano in concetto di uomo Santo . Egli da'fuoi di voti trattenimenti ; ma l'intrepido
frattanto munito de' Santitlinii Sagramcnti, Soldato di Crillo nulla ifmarrendofi alle dia-
ed abbracciato ai Crocchilo Signore placi- boliche invaiioni, pcrlirtcva collante nel fuo
damente fpirò l'anno tfijij. Appena s udi in efercizio ; onde bifoguava al nemico partir-
CitA la nuova della fua gloriola morte , che fene ambiato, c confufo. Ebbe da Dio lume
coffe fubito in Convento un infiniti di per- tofetico ; onde potè predire a Francefeaj
fone il ogni ceto a prevederli di qualche co- Eematina, che partorirebbe un mafehio ; ma
C « che
Di
A
f.oa CALABRIA SANTA LIBRO L
che farebbe nato pofiumo, cièche avvenne fetto non morì. Finalmente ricco di anni , e
appunto, nafccndo il bambino dopo la mor- Convento di Ta-
di virtù, ecfsò di vivere nel
te del Padre Rivelò ancora a Franccfca Cu- verna nel tdp7.
rato, ed a Livia Kiculctti, che (anima delia CL1V. Fìat’ Antonio da Magifano Vil-
madre della prima, e dei marito della fecon- Jaggto di Taverna Sacerdote li legnalo
da lì trovavano in Paradifo. Col legno della ncll'alpiezza delle penitenze, che pi attica-
per rame vie, ed in tante guife la fantit! del conda, luffriva egli con fcrcnit! di cuore, e
Servo di Dio , logoro non meno dagli anni, di fronte, qualunque ingiuria , od affronto,
che dalle penitenze , depolìtò la mortai fai- che gli venidè fatto; ed anzi che modrarii
ma nel Convento di Pulillena fanno i Sr/d. (degnato, fi dava a vedere tutto afTabilii!, e
E dopo la morte gli divenne la faccia ,da_> dolcezza a chiunque l'oltraggiava. Edendo-
olivaltra eh era, di color bianco , e vermi- glt dato ucciiò un fuo unico fratello , egli
glio, Ja carne molle, le giunture fleflibiJi co- appena avutane la nuova, coffe dalla cogna-
me d'un, che donili llc.C .oncor fe gran molti- ta per impetrare dalla medema ali' uccil’orc
tudine di gente al fuo funerale ; ed ognuno il perdono,nè cótento di ciò fi portò in per-
saffaticò d avole qualche minuzzolo delia dona a ritrovare il Reo, che sera dopo ti de-
povera fuppclkuile Hata a fuo ufo; ed è ta- litto ricoverato in Chicli ; e vedutolo E ab-
nta, che coli applicazione di dette reliquie bracciò drctiamcntc , lo perdonò volentie-
vai; infermi abbino ottenuta la I unità. ri, e lo volle per amico, cfortandolo nd tem-
CLlli. fri Dionigi da Montepavonej po Aedo a procurar colla penitenza, e colle
Laico di molta virtu,fii da Dio favori- lagrime da Dio la remitìton della colpa.,
to del dono di penetrare i fegretj del cuore, commeda al che ottenere anch’egli li com-
:
ai predite le cofe future , e di fallare gl' in- primile di aiutarlo colle fue orazioni , la-
teiini Sperimentò quella verità liabclladc trandolo in tal maniera confutò, e non po-
Cunus nobile Catanzarefe , Ja quale in et! co pentito del cutumedò delitto. Fu dal Si-
giovanile ballando in compagnia d altiej gnore dotato di (pirico di profezia ; onde
donzelle fue pari , fìi colta da fi! Dionigi, predille ad Elifabetta Mortella della Terra
che giva qnc(tuando,cd avvicinatoli a lei le di Mefuraca Aerile per lo fpazìo ai anni
pailò così: Eh poverina poverina , da qui quattordeci ,
che aveva gì! concepito , ed a
ad otto giorni non trclcherai al ceno . Ve- fuo tempo averebbe partorito un mafehio
nuto l' ottavo giorno nacque fui piede de- per iwcrceffionc di S. Antonio da Padova, a
filo delia donna un tumore cosi grande, e he cui ella fi aveva antecedentemente racco-
correva pericolo di dovcrfelc tagliar il pie- mandata Alla Duchcda di Petrizzi , che ii
.
(o momento lì alzò
inferma, fparì il turno-
1 Dardano, che tutta addolorata per aver due
ire, e rimare perfettamente lana Predille un . figli vicini all’orlo della mone , ricorfe per
if.glio multino ad AnnaGazzarano Catanza- rimedio alle orazioni del Servo di Dio , rt-
!rete , e che iubito battezzato dovea morire, fpofe francamente, che l'uno dc’figli rifuna-
cott e avvenne. Fiofctizò ad Ippolita Carpi 1 icbbe fenza meno ; ma che l’altro lo voleva
di ’I averna, che trovava!! aguzzante , che f Iddio all altra vita, onde fi
radegnade al fuo
non morrebbe per quella volta, come in ef- lanto volere ; non replicò la donna al parti-
, 1.
,
capoaotto giorni mori il figlio maggioro, quelle accoppiava lo fiudio indettilo della
ed il minore fi alzò fimo da letto . Colmo (anta orazione, la mortificazione dc'fenfi, ed
dunque di opere virtuofe Tantamente morì un perfetto dillaccamcnto da tutte le colè del
nel Convento di Monteleone l'anno 1708. mondo}in modo che in lui parve efiinta quel-
tfCLV. rrar’ Egidio di Carpanzano’ laico I la inclinazione mcdcfima,che Tuoi tffer tanto
èra cosi divoto della Padrone di Gesti Cri- connaturale all'uomo verfo la Patria, ed pa- i
fio, e dedolori della Tua Santillana Madre, renti: onde in tutti i cinquantanove anni, che
che, o meditandone i n.ificrj, o vedendone^ ville nella Religione , non volle mai flar al
leImmagini , o anche udendone da altri far Paefe . Conofciute da Superiori quelle belle
menzione, fi Tenti va Tubilo trafiggereil cuore qualità del Servo di Dio , lo desinarono,
di acutiflìma doglia , e mettevafi a pianger quantunque giovane, Cercatore del conven-
dirottamente , ed a ToTpirare per lungo tem- to di Coftnza,dov'c(lcrcitò quell’ ufficio per
po : quindi il Tuo Coufeflòrc nel dargli l'af lo fpazio di anni 18. con fomma edificazio-
Toluzione era coltrato a proTerir Totto voce, ne di quella Città , che tuttora par, che ne_>
che non foffe intclb da lui quell' ultime pa- Tenta la fragranza delle Tue virtù. Pervenuto
,
role: Paffio Domini noflri ]eju Chrifti } altri- pure T odore di sì belle virtìi dell' uomo di
menti Frac 'Egidio non fi Farebbe contenuto Dio alle narici de Signori MarcUcfi di Fu-
dal lungamente piangere , come gli fucceffc Tcaldo, per godertelo piu da vicino, lo cer-
più d una volta Facendo viaggio da Catan-
. carono ottennero da Superiori di fami-
, c 1
zaro a Taverna.cd incontrandofi per la fira- glia nel Convento di Paola, ove dimorò per
da in una divota Icona rapprcTcnrantc la_. altri trenta tre anni, finche durò la Tua vita.
Vergine trapalata nel petto da Tette fpadc , Ricco dunque non meno di meriti, che di
tolto s'inginocchiò per Talutarla coll’ Avej giorni, dopo aver predato il giorno di Tua
Maria: indi fidandole un divoto Tguardo, fi morte, che fu quello di tutti Santi dell’ an-
:
diede a pianger sì amaramente, che obbligò no 171 5. , c Rapportata con ammirabile pa-
il compagno a fare lo Hello} e volendo que- ultima Tua infermità , pafsò finta-
'
zienza 1
lli dopo il piamo proTcguirc il camino, tro- mente Signore nel Convento medelimo di
al
vò Frat Egidio in citali rapito adatto da Ten- Paola . Dopo morte il Tuo corpo rcltò , co-
di onde bifognò rilcuocerlo bene per ritor- me quello di tutti gli altri, intilìchito, c du-
nare in Te.Coi Tegnare in nome della Vergi- ro } ma appena fccfo nella tomba il giorno
gine addolorata uno fiorpio d' amendue le feguentCjin cui fi celebra la commemorazio-
gambe in Tiriolo,il raddrizzò perfèttamen- ne di tutti fedeli defonti, che divenne così
i
te^ con edòrtare Girolama Oliviero Gen- molle , c pieghevole , come Te fuffe fiato di
tildonna di Curro ad aver Tede alla medefi- un vivo , e tale fi confcrvò per lungo tempo.
ma Reina del Cielo , ed a Tare certa limofi- Quello però, che ha del prodigiofo fi fu, che
na, l adìcurò, che diverrebbe feconda, dopo ellcndo fiato collocato il di lui cadavero di-
molti anni di fterilità col marito , e che par- fiefo nella fepoltura , egli da Te medelimo , e
j
giorni Farebbe morto . Se ne beffò della mi- vendofi fepelire un altro Frate nella medefi-
naccia il Gentiluomo, c nell'ottavo giorno fi ma fepoltura, vi concorfe gran moltitudine
trovò Fuori del mondo . Coronato dunquo di gente per offervare ciafcneduno cogli oc-
il buon RcligioTo di non poche virtù chi propj ciò , che della pofitura di Fr. Feli-
, muf-
firne d' un invincibile pazienza fino allòtti- ce avea tparfo la fama } ed aperta la tomba
mi periodi di Tua vita, e munito dc'Santi Sa- viddero tutti,e Rciigiofi,c focolari con gran
gramene , ne) Convento di Catanzaro ripo- maraviglia il cadavero di Fr. Felice in ginoc-
sò nel Signore Tanno 1709. Dopo morte gli chioni , c colle braccia in Croce , bello , in-
divenne la faccia come di un fanciullo, c fù tatto, e che fpirava un odore di Paradifo}on-
onorato il Tuo funerale da moltitudine di d’ebbero a partirli tutti confidati , ed a glo-
gente concorfa a riverire il benedetto cada- rificare Dio tanto mirabile ne'fuoi Santi.
vcro, ed a provederfi di qualche cofclla fia- •r CLV 11 . Fra Giufeppe da Terrai della
ta aTuo ufo . T. famiglia Polimeno fu uomo di ottiini
iL CLVl. brìi Felice da Belmonte Laico fa coltumi finche vide nell’ alto mare del feco-
RcligioTo adorno di tutte quelle virtù lo, da dove fpìnto dal dolce fottìo della Di-
convenevoli al Tuo fiato } Impcrcioche era_. ì
vina Grazia al porto della Religione , fcr-
Cc 1 ven-
, 1
du,che ricorrevano da lui uomini, e donne, ancora di buona voglia abbracciava qualun-
perche ottcneflè loro da Dio grazie, e favo- que occasione d impiegarli in c lercia; vili, e
:
;
zella d’ anni otto giaceva inferma ridotta al-
1 ultimo di fua vita: il perche D. Carlo
' fuo fuperflui colloqui, nè mai ufeiva di Conven-
Padre (pedi un meffo apporta al Convento to, fe non coilrctro dall’ubbidienza , o dalla
de' Quartieri , ove attrovavaii di famiglia carità. Non fapea dillaccarli dall' orazione,
Fri (jiufcppe, acciochc venirti in Tropea a ch'egli chiamava fua maeflra, e nudrice ; ed
guarire colia fua prefenza l’ inferma figliuo- oltre le due ore preferitte dalle noftre Co-
del divoto Cavaliere, ed arrivato alla di lui zava dc’fuoi impieghi , lo Ipcndevao in di-
cafaii portò dall’ ammalata , c toccò le fue vote meditazioni nei Coro, o in fagre lezio-
narici con un fiore , che colfe a forte per ni nella cella. Quanto era rigido , ed inelb-
iftrada, al cui tocco le fcaturì dal nafo un rabilc con lè (follò, mortificando il fuo cor-
bacino di lìngue, e ne acquilìò immantinen- po con dilciplinc, con cilicj , con lidi , con
te la falute. Un giovane , publico peccatore digiuni, ed altre aurterirà , ufhte però da lui
delia Terra di Calimera , avvertito da Fri in maniera , che non fi taccile a cunofccrej
Giufcppc a lafciare una cattiva prattica, fol- per fingolarc, ed alieno dalia vita commu-
to pena di effcrcafligato da Dio fra il ter- ne; altrettanto era tcncro,e compaffionevolc
mine di otto giorni , non volle ubbidirei ; cogli altri, fpccialaxnte verfo gl' infermi
che però nelf ottavo giorno, colpito difgra- alla cura de quali vi s’applicava a guifa di
ziatamente da una pietra nell occhio, rima- fvifceratiflima madre; c verfo i poveri, qua-
le cieco. Mentre il Servo di Dio faceva la li per follcvarli dalle mi ferie, sera Guardia-
cerca del vino nel Villaggio di S. Marco in no fomminiflrava loro quanto poteva da_>
Briatico, ulci dalla cali de'Signori Lombar- Conventi; fe poi era fuddito pnegava Su- i
di una piccola lèrva con in mano un bocale periori a foccorrcrli , o pure chiedeva loro
di vino per darlo a lui , e fallendole il pie- il pcrmeffo di poter cercare da’ Benefattori
de nello feeoder le fcalinate ,
cadde Anidra- limoline per erti. Sopra ogn’altia colà però
mente , ed oltre l'cffeilì rotto il bocale col era gelofillimo il Servo di Dio del prcziofo
vino, rimale addolorata in un braccio, laon- 11 foro della cafljrà,onde per cuflodii lo ilic-
de datali a piagner dirottamente , sì pe‘1 do- fo,o non parlava con donne , o fe gli con-
lore del braccio, sì pei timore d’ertere (gri- veniva patiate per uccelliti , lo faceva con
data da' Padroni, non volca darli pace; quin- tutta modcllia, e riferba, non guardandolo
di morto a compartìone il Servo di Dio, rac- in faccia;ma fidando gli occhi a terra , e_»
cesile tutte le fcheggic del vaio frantumato, disbrigandotene al polii bile; tanto che vi
ed unitele inlieme , lo reflituì alla prìflina fu collante opinione ira' Frati , eh’ egli
formai di poi fegnato il braccio della ferva fortemorto vergine . Di/piaceva al demo-
col fegno della Croce fugò il dolore Col . nio tanta virtù nel Servo di Dio: Quindi
legno parimente della Croce guarì da fiero per contaminarlo incitò due sfacciate don-
dolore di capo Catarina la Bozzerta, Càdcio- ne, luna in Catanzaro , l'altra 111 Fiumara,
ro Battaglia, e D. Giulèppe Logotcta Proto- ne’ quali Conventi egli dimorava in qualità
papa della Cattolica tutti c tre nobili di Reg- di Guardiano,lc quali invaghitefi fortemen-
_
miti . Finalmente coronò le fue virtù con volto,lè ne andarono, e có mille allettamenti
ottimo fine , e dal Convento della Confola- laftivi li rtuaiarono di come foco trarlo al
zìone di Reggio fe ne andò a godere le re- peccato ; ma egli, che ben làpeva l'arte di
gali confolazioni della beata eterniti fieli’ vincere in quelle battaglie del fenfo , turate
anno di noltra falute 1717. fubito le orecchie al canto di quelle Sirene,
i CLVIII. Fr.Michelc da Sambatello nato voltò loro immantinente le ipalle,c via lè ne
* in un villaggio di erta Terra da pii , ed fuggì; lafciandolc confulè, e penfierofe, ma
onefli Parenti , fin da fanciullo
inoltrò tale più confufu rullando il demonio , che ave»
inclinazione alla pietì, alla ritiratezza , ed ordita la trama. - 1 ?
^
alla modertia, ch’era la confolazione dc'fuoi Datante belle virtù, che rilucevano in
li quali da sì buoni principi argo-
Genitori, querto buon Rtlieiofo invaghiti i Superiori
mentavano nel figliuolo un' ottima riufeita. della Provincia, io dcrtinaronu Macltro de'
'Venuto atleti, e defiderofo di conlèrvaru Novizi , nel qual impiego attelè io ipazio
V illibata la fua innocenza, lafoiato il inonda, di anni 24-rtudiandoli di allevare i fuoi gio-
I abbracciò filli turo de Capute ini, ed in erto vani per la via della perfezione piu coll’ I
jarrefe con tanto fervore all" acquifto dello efficacia dell! elèmpio , che colla perfuafiva I
| finte virtù, che in breve fé progredì mara- delle parole , ed ulàndo con cm affai più |
. ,
del demonio , li ammoniva di non lafciarfi mino, e Domenica Polimcno; da mal di can-
ingannare dalle alluzie del nemico , di Co- na la figlia di Domenico Cele di Cofolcto;
prire a lui fedelmente tutte le loro tenta-"
c molti altri da diverfi morbi, e dolori che
zionij e di perfeverare collantemente nella ,
per brevità li tralalciano, potendo quelli Ioli
vocazione abbracciata. E quindi ne avveni- badare per argomento della gloria,che gode
va, che non poche volte molti Novizi com-
in Ciclo 1 anima di quello Canto Reiigiofo.
punti , e pentiti delle ior prave rilòluzioni,
4Ì C’LIX-Frat Antonio d’Olivadi nacque nel
difcropendoal lor Maellro le tentazioni, ne itf;;. in detto Villaggio della
reftavano confermati nella vocazione; ma fe Dicceli di
Squillacc da onefti parenti e di mediocre^
alcuno indurito li lafciava vincere dalle dia- ,
non li offendette la cura madre povertà , o vori eelcdi in ricompenfa del totale dilpo-
negli edilizi, o nelle nud'erizie, o nel ritene- glio d ogni cofa , ed adetto terreno ! ma pur
re con fuverthia follecitudinc le limoline , mcriravalo, fc dir mi lice,per 1 angelica vita,
I
per ordinario abbondcvoltnente ofterre , ov' 1 che menava nella puntuale clàttczza della
egli dimorava . Nell' clcrcizio poi di predi- ! caliità profellata.Di quella si gclofo viveva,
care fcgnalavaii maggiormente nell’ oller- i
che di buona voglia eletto li lai cube ogni
vanza di tale voto, non folo non accettando fpaventòlò fuppiizio, che macchiar con me-
limoline ; ma nemmeno un frugale appan- nomo neo di colpa quella gioja, che f à allo-
naggio per quel tempo, che predicava, con- migliarc gli uuuiiin agli Angioli £ beu uc .
vina Previdenza fempre liberale verfo di lui a macchiarla, ne riportò vittoria fegnalatil'-
ne' Tuoi veri bifogni, come chiaro li feorge lima, benché tal volta gli convenne ii r ortar
da ciò, che foggiungo . fangue, e ferite : atti a mio credere , cotanto
Non volendo egli punto difcordarc da' accetti allo fpolo,che fi delizia tra gigli, che
Divini configli , mai ne' viaggi, ancorché-» in premio concede ad Antonio poter m
lunghi, ermi, e dilallroli fi potè pcrfuadcrc a communiear ad ultra lo (pii ito di Jùa cadi-
portar feeo provifione di (urte alcuna! fcr- ti, come tra quelli , che lono noti, lo fperi-
lochc meritò clfcre piu volte miracolofa- mcntarono due Gentiluomini della Tetta di
mcntc provveduto da Dio, quando mancato Simen Dioccfidi Caiunzutotcd un uomo, ed
fuflc 1’ umano aiuto Viaggiando dalla Ca-
. una donna della Dioccli di Milcto con eltre-
labria per Napoli , nel numiccllo della.. mo loro Ituporc •
Guardia, che feorre tra Paola , ed il Ccdra- Per mantenere Antonio illibata la fua pu-
rovenutu egli, ed il compagno meno per la dicizia non folo tifava cautele , clic par- va
fame, e Itane hczza, un Angiolo in forma di dcgcncradero in il-tupololc, ma prcmunifli
vaghiilimo garzoneino fatcofigli avanti gli con tali rigori di vita , che pajuno incredi-
oflcrfe la retezzionc confidente in due pani, bili Armava le fuolc con chiodetti di fer-
quattro pcfcctri falati , ed alcune frutta con ro, c di canna , lènza rintuzzarne le punte ,
un tiafehetto di vino della di cui cclcdc
: per martirizarfi le piante : lungo tempo non
proviggione appena godutone un boccone, Ut il fuo letto, che la nuda terra, o un angu-
ed aleggiato un forfo di vino, lentironfi co- diflìma tavola ; c qualora conveniagli dor-
si fazj ,e vigorofi ,
che non poterono piti mir in letto più molle , non difendeva le
gufarne Rollarono entrambi foprafuti da
. membra, ma rannicchiato, c fedendo appog-
maraviglia, e per l’accadutogli , e perla va- giava la teda al muro, o ad altra dura matc-
ga villa di quel giovanetto pellegrinamente ì ia . Mai s alzò fazio da nicnfa , c con làga-
vedilo, qual fini di foprafarli, quando Iparir cità ammirabile teppe nafcondcrc il fuo per-
fel videro dagli occhi , in una pianura, ove petuo rigorofo digiuno, anche agli occhi de’
un velociflìino corfiero nafeonder non fi più fcniuii.cd accorti, fotto al manto di vi-
poteva prima di un quarto d'ora Un fimi-. ta commune .Tormentava le lue carni con
!
glianro, favore ricevè fotto il Diamante, ove raddoppiati cilizj , catene , e cerchi di ferro
viaggiava col Padre Lodovico da Norman- armati al di dentro di acutidimc punte ! e
no , e quali lo delfo beneficio ricevè su le fcarnificavalo con difciplinc coiupolic di
montagne di Palitano nel ritorno da Napoli chiodi, c fian<jjmi di acutillimi vetri Vedi .
per la Sicilia, colto dalia nebbia, in tempo di per lungo tempo pcnofidtmo giacco di feto-
notte, ed in luogo coverto di neve Si trala- . ie tronche al di fuori» c Ieri piu volte il fuo
feiano, per evitar la lunghezza, molti altri petto, c braccia con lafoj , c lancette , inci-
cali occorligli in varj luoghi dell'uno, e dell’ dendo profondamente oltre un deto su iuro
altro Regno, ne 'quali la Divina providcnza il Nome di Gesù , mantenendo poi aperte
miracoloiamentc il providc ne' luoi veri , e le piaghe con pada di cantarelli . Tonava su
quali eltrcmi bifogni . Ma è degno a faperfi le Ipallc a viva carne una Croce or di legno, I
vò
(
, ,
'
vò balia morie , che dovcviglinfallibilmun- bicorne brieve ho dovuto clf.rc negli cn-i
iccagionare uno fpadino putentement- av- coni) di fua umiltà, cosi de vociarlo nel ri-
velenato da chi mach inava dar con clTo ai ferire la fua carità vedo il Proilìmo , quale
nimico infanabilc ferita. in lui accelà nell' età puerile, crebbe poi col
Oltre aiic croci di mortificazioni, e di pe- tempo in ilinifuratjfljino incendio. 1 poveri,
nitenze volontariamente adduilatcfi , iioil, gl'infermi,! tribolati erano i fuoi fratelli piu
mancarono a lui croci erteriori provenute- cari ; li compativa , li confortava , li fervi va
gli parte dal zelo di chi volle provarlo , ed in tutte le maniere poflìbiii. In tempo di ca-
'
esercitarlo nello ipirito,e nelle virtù.e mol- reftia in Curro alimentò con mirabile indu-
to piu dalla rabbia del demonio , che offefo ftria una undta famiglia decaduta. In Callcl-
dal fuo appoltolico operare, iftigò più volte vetere con farina mendicata, c con un vitel-
qualche luo miniilro a perfeguitarlo. Fu per lo faziò tp't' poveri di quel Pacfe, non fen-
i
ite dalcuni corrifpondcnti ne'Monallerj del- pia tonica per vertire un mendico , e lòpra_>
lc Monache , perche, per la rifórma da lui Nicaltro delle fuc fuole per provedere un
'introdotta ne' (agri Chioflri, fti loro tolta la altro egualmente bifognofo. Sopra molti fiu-
vinta, ed amicizia di quelle vergini ,c noiu mi creile ponti per liberare i palfaggieri dal-
ebbe poco, che fare in falvar la vita per uno le anguflit; e per vendicarli dalle ingiurie.»
Nltatagemma orditogli dal demonio in fimi- delle nevi, c dall' orridezza At tempi, fàbri-
gliante materia, che per non offender la bre- cò in campo Tcncfc un oipizio vero rifugio
vità, li tralaleia Ora ficcarne per lo piu non
. de'Viandanti. Quanto poi flato forti: carita-
andarono efenti da galiighi pcrf-cutori dei- i tivo vérfo gl' infermi , badi il fapcrc , che.»
l uomo di Dio ; così egli ebbe tempre cam- avendo trovato in Mayda un povero leb-
po di fcgnalarfì nella pazienza colf inaltera- brofo tutto impiagato, c grondante marcia,
bile fofìerenza di qualunque perfecuzione , c impotente a dare un palio , egli fé lo recò
o travaglio, che mai gli fuccedelfe. in collo, e lo portò in Convento non fenza
baie di tal liia invincibile pazienza cra_> fuo gran faftidio: Adagiato il lebbroló.e ri-
quella rara umiltà , che dettavagii efler egli ftoratolo, andò egli a purgarli dalla marcia,
e per natura, e per colpa degno non folo di che parevagli aver contratta; c con fua gran
ogni difpreggio , ma delle pene de' condan- maraviglia li trovò fenza ombra alcuna d'
nali agli abbini ; c pcròliccome godeva ne' immondezza ; ficcomc pure la mattina fe-
difprtgei, così attrillavafì negli onori a lui guentc ito a vifitare il lebbrofo nella danza,
fatti, o dalla Religione , o da Popoli. Non non vel trovò nè ivi, nè in rutto il Conven-
è mio alfunto di de ferì vere minutamente tut- to per quanta diligenza fi fuflé ufata: motivo
te le pruovc di Tua umiltà ; ma non devo ta- da credere edere flato Gesù Crifto quell'uo-
cere quanto balli a far conofccre quanto egli mo, che a lui li era inoltrato, coinè il deferif-
folle radicato in quella virtù . Nc' Conventi fc ifajà: Uom di dolori, e di lebbra percolfo.
-gli era il primo agli eflercizj piu dilpreg- Non fcrmavafi il fuoco di fua carità a foli
gicvoli la faceva da Cuoco , da Cercatore amici, Itendcvafi anche a nemici c perfeeu- ,•
da bajolo nelle fabriche , da fervo nel rice- tori. Quegli era da lui più amato , e bcnch-
vere i foraflicri . Mai volle nella Religione ostto, che più crali fegnalato in ptrfcguitar-
onorevole ufficio; e qualora per ubbidienza locon ingiurie, c calunnie, come partiva in
cragl importo , dopo accettato umilmente, proverbio. EfTendogli in Reggio uccifo un_>
ed ertercitatopcr qualche tempo , rinunzia- fuo Nipote , non fi Itimò aver l'odisfatto al
vaio fpontaneamcnte,per attendere alle mif- fuo obligocol ioio perdonargli 1'otfefa; ma
fiuni, come fece del inagiitcro de' Novizi , chiamato a le l'oflenfore , io accolte coii_>
delle Guardianic più volte, c del Provincia- illraordinarj fegni di bencvoglienza ,
c lo
lato nella Provincia di Cose za, a cui fu alfun- accettò in luogo del fuo uccifo Nipotc.Moi-
to impcnfatamcntc,e con diremo fuo cor- to maggiore però era la carità di Antonio in
doglio, c ripugnanza . Quello però , che co- ucl, che riguardava il bene fpiritualc de'
rona la fua umiltà, fi è, eh udendo egli nelle rollimi Mai rtancavaii nell amminiflrar
.
bocche di tutti in lode , benemerito a' Gran- loro la divina parola: mai di afcoltare le lo-
di, favorito da' Prelati, (limato da Cardina- ro confezioni , ed iftruirli nelle màflinie del
li, c fin dall' ifteflo Sommo Pontefice, (lima- Vangelo. Ereffc in Monteleone ,
nella Cava,
va quegli onori pure fuc croci da Dio pcr- in Palermo, ed in molti altri luoghi,ConferT
metlegli in gartigo de' Tuoi peccati ; c fpefle vator) per le donne convcrtite,e vergini pe-
volte fu veduto fuggire , c piangere nelle-» ricolanti; ed in mille parti Congregazioni
occafioni le più onorevoli di Popoli intieri, per faivar da' vizi i popoli intieri Baila il .
paiédoglidi cllcrc perfcguitato,ed impedito dire, che ove trattavo!! di falvar anime, egli
di poter liberamente cflercitar il fuo impiego. era tutto cuore , tutto voce, tutto maniere,
fenza
. , . . o
dalo gli aveano i venerabili Servi di Dio offerte, o in fubragio delle Anime purganti,
P.Biaggio da Caitaniffccta , ed il Reverendo in fullievo de poveri, o in riftoro,e fàortchc
Sacerdote D-Gabriek Barbaro di C’aAelvetc- di Chicfc , o in erezione di Cunfcrvator;
rc, a predicare a' Popoli la Divina parola, il eccedono ogni calcolo , confiAendo in un_>
léce con tanto Ipirito , c frutto quella prima totale difpoglio di quanto avevano di caro,
volta , che Monlignor Pallavicino Vcfcovo c di preziolu indobo i Cavalieri, c le Dame,
di Mileto pensò applicarlo a dar gii efercizj e generalmente ogni ceto di perfone , coinè
a' Tuoi Chierici ordinandi ; e poi lenza fua ne polfono far fede Napoli , Palermo , Be-
faputa fattolo eleggere Millionario, il delti- nevento, Meffina , Averfa, Nola , Foggia , e
nò a S.Colt amino Pu ad Antonio improvi-
. la maggior parte delle Città , e Terre delle
fo il colpo ; ma non volendo contradirc all’ due Sicilie, e molte altre ancora di noitnu
ubbidienza, portoli! al desinato luogo,c ra- Italia
gionato avendo a quel popolo per lo Ipazio Non è però meraviglia, che Antonio rac-
«li circa mezz' ora fu le materie, che inJigc- coglicfic frutti si copioA dalla PalTìone di
iiamente aveafi premeditateìnè làpendo piti, Crilto da lui predicata; conciolìachc cant era
che dire, rivolto al Crocchilo con profondo il fuo affetto verfo di quella
, e verlb i do-
fentiinento del Tuo ipirito , parlò m
quella lori dì Moria, che non è colà facile il deferi-
guifa : Signore Voi ben fapetc , che io mai vcrlo. QueA’ era la materia del fuo penfarc,
penfai ad elicr Millionario Voi fapetc , che
: parlare, predicare , c fempre con uiluvj di
non hò parte alcuna in quello mini Itero io : lagrime,canto che per il tanto piangere avea
non sò più che dire. Mirabil cofa A quelle
! quali perduta la villa. Bramava , che la Paf-
voci rilpolc il Crocchilo con chiara interna lione del Redentore s’ imprimere indelebil-
locuzione, dicendogli: Predicala mia Paffio- mente ne’ cuori di ruttile talvolta fi udì pro-
neì e in quella forma , che tu l'hai meditata ferire con ecccffo di affetto: Eller egli inde-
per te privatamente, communicala agli altri. gno del Paridi fo ; ma fe Iddio fi degnafie
Tacqucfi Antonio, ed obbedendo alla cieca milcricordiolàmcntc di darglielo, fi conten-
alle voci di CriAo, predicò in iftilc medita- tarebbe rinunziare al Paradiib, purché fi rc-
tivo allora , e fempre la apprcAò punto per fiaffe in terra a predicare la fua SS.Paflìone.
punto la Paflione di Gesù, con tal frutto ne- Quindi nalceva in lui quel frequente pian-
gli Afcoitaiui , che le lagrime , i fofpiri , le tar di Croci in ogni luogo, ove predicava^,
riforme de’coltumi quali univerfaimentc ben quel difegnar Calvari, c Chiefe in ogni pog-
dimoftravano veri eirere Aati i Divini com- io , o pianura , quell’ intitolar le Chicle,
mandi a lui dati da CriAo in quella locaizio- g ratorj, Altari, Congregazioni da lui iltitui-
I
ne mirabile ,
e confermatagli in Napoli , e_> te fotto il pictofiA-mo nome delie piaghe ,
quali nella beffa maniera in Corogliano del pianto , de’ dolori . E quindi nacque il
Utrutto dunque dal Divino Maeltro del comporre quei due libri intitolati l’anno do-
comedovelTc predicare, lafeiate le mode in- lorofodi Gesù, c di Maria, deferi vendo nel-
ventate dall' ambizione ,
predicava con ar- l'uno i dolori dei Figlio, e nell’altro le pene
denza CriAo CrocchlTo , con efporre nuda- della pazicntiflìma Madre, nel comporre de’
mente i fuoi commandi, configli, cd infcgna- quali fparfe più lagrime, che formò lettere,
mentijC con meditar in ogni predica uno de' cd impiegandovi il tempo Mi giorni ventuno
punti di fua amarifiìma PaAìoneida cui rac- per il primo, c dicccnove per il fecondo, che
colfc frutti fpirituali in tanta abbondanza , per un uomo, com’egli applicato, parve un
che non A pollòno cfprimcrc in queAo com- pr odigio
pendio: baiti il dire, che sbandi vanii i con- Ali' affetto, e divozione , che avea Anto-
cubinati, ov’ egli predicato avcfi'c; le invec- nio verfo Gesù appaffiunàto , c F addolora-
chiate nimicizie fi riconciliavano , anche fe ta Madre, corrilpolcro entrambi a favorirlo
Aelfero i Rivali coll' arme in mano : la roba
altrui, anche di confutabile fomma , reAi-
tuivaft a’ padroni; ed i viz; generalmente^ vizio , 1 introduffe Gesù nel gaudio dell*-»
anche palfati in abito, sbandivanii da’giova- contemplazione con modo mirabile Orava .
ni, e da’ vecchi, da nobili, e da piebei;cd ali’ egli nel Convento dc’FP.Riformati di Fran-
incontro le virtù borivano ne’ ChtoAri , casela, e parendogli quel Tonno puro torpo-
nelle Cittì, e ne’ Villaggi : Più uomini faci- re infupcrabile, giache per lo Ipazio di anni
norob, c inconfefli per anni , e lultri ritor- undcci non aveva potuto da fe torre, per
T
narono a penitenza: un ureo in Nola , cd quante mortificazioni , e diligenze avelfe
un Eretico in Corogliano abiurarono le loro 1
itrumcnti tic meretrici convenite non capi- Quindi vulendob licenziare da Gesù , im-
aio CALABRIA SANTA LIBRO L
magi notti un Grido pictofiflìmo , che Ita in dicibile accompagnato . E nel giorno dell’
Momdeonc pure nella Chicli ile Riformati, Epifania Ipolòrti l’anima fua con Crittu,
in hgura d' edere Chiodato dalla Croce, lot- rcltando in tal atto ferito ila lan-ia invilir-
to a cui piedi prollrato in vivo lpirito, o ui- le di amore, ma fenlìbde al Ino cuore , che
ciam meglio, in vera ertali,! anima fola vide ttrede per più giorni addolorato.
Culto calcare fopra il fuo capo gravemente Da tali celefti favori arricchito sì fre-
un de Tuoi piedi tranui, c nel calcarlo Vani- quenti vede vanii in lui l’ertafi,i ratti, e le lo-
rono dal fuo capo ccrrc come fuligini , ed il cuzioni, che anche tra i tumulti , e con var-
corpo tutto in quel pòco sbalzò dal luogo,ove iazioni ai iena vali tutto dafe ,cd attuila vali
trovavafi oltre due patti, rcltando come ItuJi- negli abifli della Divina Boati Lagnandoli .
dopna immerfo in un mare di amore verfo il con un Ditto, che teneva in cella, maitre fla-
iuo Diotfvaporava dal petto caldi , c forti fu- va in Napoli, per che non avelie impiego per
Ipiri, abbracciava ogni tronco, o albcro,che lì la fua gloria ,
gli parlò
Crocchilo , dicen- il
tultcìdava in urli , ed cfprdlìvc amorofe , c dogli, che no i latterebbe oziufo : E così fui
nuotava nel tempo dello in un mar di gaudio. poiché da lì ad un ora fu applicato alle mif-
tali furono
bc favori nei primu ammet-
i fluni di Nola, e indi in poi non ebbe un mo-
terlo in quelladanza beata, dirò così, furo- mento di relpiro per lungo tempo Mentre .
no indi appiedo si eopiod, e legna lati , che cantava!! una volta da due Sacerdoti Unno:
vorrebbe molto a deferiverli . Redo iibe-
vi Stabat Mater dolorofa, fu ferito da tal irapro-
jro da qualunque terreno affetto, c in una vifo dardo di amor compaflìvo,chc prorup-
tranquillità così dolce , che gioiva in cfler in pictoliflimi gridi, ed andatofene in cci-
!
Molo regalato da Gesù Crido.NeU’ orare pa- fu ollcrvato fofpefo in aria circa tre pal-
tiva eccelli sì violenti , che eoi tremar del mi:l'iftellò gl'avvenne altrove,ed in altre oc-
corpo , tremava anche il luogo , quali folit cafloni , come li il regittrato ne' manuferitti.
Rollo da valido terremoto. Cotanto erano Che qui fi tralafciano per amor delia brevità.
jnlòflìibili gli ardori , che bilbgnavali refri- Da tal’ intima familiarità con Dio parte-
gerare il petto con pannoliui inzuppati nell' cipò Antonio lume sì chiaro , che non folo
acqua , e talvolta tuffarli egli dello nell' ac- le cofe future potè prevedere , e con infalli-
qua con tutto il corpo. Né qui finirono i di- bile evento predire , ma penetrar fino a più
vini favori. Nel dover dire una fera a Com- cupi nafcondigii de'cuuri,e conofccrc i mo-
pieta -Jkbe Donne bcnedìccre , rifpofe a Cri- ti , e le interne operazioni Predille a Gio: .
lto, clic in quel punto con interna locuzio- Battiila, eDomenico Coppola fratelli ama-
ne gli diceva: /i» ebaritate perpetuo dilexi tei reggiati per mancanza di prole , che Iddio
ideo attraxi te , efclamando: Beatus,qnem Tu laverebbe confolati da lì ad un anno, come
eruiieris Domine-) c retto immobile , ed efta- avvenne puntualmente , vedendoli il primo
tico per tutto il tcmpo,eheli cantò la Com- nei tempo prefitto Padre di un bel Bambino,
picta.Stando nel Coro di Monteleonc fu ra- ed il fecondo d una infanta La Principcffa .
pito con tutto il corpo sì alto , che colla te- di S. Martino D. Giovanna di Gennaro fu
da toccò la volta delia Chicfa Nella notte . ailicurata dal Padre, che il primo fuo parto
di S.fclicc Capuceiao orando, vide il Santo farebbe mafchio.ed in effetto fu D.Francefe'
in atto, che riceveva dalle mani di Maria il Andrea, poi Principe di S.Martino.AD. An-
Bambino Gesti. Nella fetta di S. Bernardino tonio Spinelli Principe delia Scalca, e faroi-
iiari ttimo del P. Antonio, predille per via
da Siena apparvcgli il Santo , ed atlicurollo
non mufloni quei tanti favori, che ri-
eflere §i lettera , elfcr ornai vicina l'ora della fua
ceveva da Dio-, ma pura fua miferieordia_>. morte 5 e però lì prepararti: ad un felice paf-
’
Nel dì della Pcmecolte favurillo il Signore faggio . Non fu incredulo il Principe all
delia mone fpiritualc } e quando fentivafl T avvifo, non ottante, che allora fl trovava in
anima su la lingua, entrò come un hume nel buona fai ute; onde ben difpottc le cofe fue,
iuo capo,c torno in le dclfo.Dopo la Comu- da lì a pochi giorni crittianamente ipirò.
nione del Giovedì Santo , mentre predicava Predirti:ancora , che il Pontefice Clemente
in Napoli, vide una Croce di nuravigliofaj XI. vivcrebbe lungo tempo, e che morrebbe
grandezza, e maeltria corteggiata di uccelli, un anno dopo di lui, come feguì j E vi è fa-
che pafeevanfi di alcune frutta d'oro, che da ma , che averte predetto al Cardinal Orimi,
queliapendevano, de quaii però fcarfamen- allora Arcivefeovo di Benevento , il Sommo
te cibavanfi certi animali, che ftavan di fol- Pontcfìeato Ma perche fono mnumcrabil»
,
nuto
. . .
Di buona voglia accettato dal Cavaliere , e una putta modruofa , ed informe, perfetta-
fittiutili a mcuza,in voler il Macciada acco- mente formata: un gobbo, e Icontrafatto rad-
llar allabocca il primo boccone , Antonio drizzofll } ed un agonizantc ricevè la fatate.
con molta celerilà gli lolle dalla mano la Degno di maggior maraviglia è il cafo , ch'c
forchetta, ed il piatto, che (lavagli avanti , e ficgue fonico nel Mazzarino Paflando a ca- .
buttò quel boccone ad un cane, che chiama- vallo dinanzi la Croce fuderta un uomo di |
boccone tranguggiata la morte , cadde im- debita riverenza al Pagro legnosi immobile, j
Macciada, e dato alle furie contro del Cuo- imponìbile il farlo muovere per quanto s’a-
co, voleva in quel punto farlo appiccare: ma doperaiTè co'fproni , e tratti di fieno ; fatta 1
il Servo di Dio moderando del fredde io poi la dovuta riverenza alla Croce, profeguì
|
giudo fdegno : Nò, dille, perdonatelo , per- la beflia il dio viaggio . Al contrario paflàn- |
che fu corrotto da un voftro emulo con_> do dal medelimo luogo un mulattiere colla j
buona fomma d'oro mangiate pure allegra- : redine di lei mule , e fmontata dalla prima
mente degli altri cibi , che fon licuri d egni di effe il mulattiere per adorare inginocchio-
veleno 5 ed il vollro Cuoco in appreflb uri ni le Croci, le mule altresì luna dopo l'altra
fedele Cosi tacccfle : mangiò in buona fa-
. piegarono le ginocchia avanti quel legno di
tate, e fu per molti anni feguenti fervilo dal noflra Redenzione . In Catanzaro col pian-
Cuoco con tutta fedeltà . tarfi dalle Monache di S. Chiara la Crocej
Penetrava pure quello Servo di Dio i fc- dal Servo di Dio benedetta in faccia ad un
cti de cuori, e badi per tutti il fcgucntc ca- Moro bianco da più tempo Pecco non ,
Polo
Nel mentre confetta vali da lui 111 Belve-
. ma li trovò carico di fronde
rinverdii , e di
dere il Signor Teodoro Atturi, era moleda- frutta Così pure in Palermo , in Foggia di
.
non Polo per lafciar a Popoli un memoriale cofa! Tanto fece il demonio:quafi quel ma-
della Patitane di Crifto j ma pure per adem- cigno forte fragile vetro , nel buttarlo a ter-
piere il Divino commando cfprcllòli in una ra, li sfrantumo, e tutti quegli fpiriti non va-
locuzione Mentre orava Antonio , e pian-
. lendo a refirterc alla taa virtù, abbandonaro-
geva le ingiurie, che alle Chiefe, Altari, eo no quei miferi corpi, e fuggirono , rodando
Croci faceva il Turco nell 'alfedio di Vienna tutte le diece libere da ogni venazione ìivj
nell'Audria,udl una voce da Crido, che dif- appretta
fcgli 11 Turco fpianta Croci , ed Altari j e
: Al detto fin qui s' aggiunge averlo glori-
in pianta Croci Per quedo dunque talcva
. ficato il Signore col dono di moltiplicar la
il Servo di Dio frequentemente piantar det- roba per altrui rirtoro , come fece Egli nel
teCroci, per mezzo delle quali degnoflì Id- deferto, e nel monte . Toccherò qui alcuni
dio operar tanti miracoli , che non li capi- cali , rimettendomi al di pili, quando ufeirà
rebbe un volume Nel Mazzarino in Sicilia
. alle (lampe la taa vita . Sclfantaquattro pani
al tocco della Croce dal P. Antonio bene- ballarono per mangiare abbonile volmcutej
nel Pizzo a cinquantacinque perfone per die
-
dctta,un cicco ricevè in idanti il bramato lu- 1
D d z ci
112 CALABRIA SANTA LIBRO I.
a 9;. perfine per tré giornLCon fettanta pa- ni, econfumato dalle fatiche per la giorno
ni mangiarono 400. perfine quattro vojcc il di Oio,c finezza de popoli, chiufe con mor-
giorno, rcllandone dieccfctte ! E quaranta-, te previfa, e corri (pomicine alla fra appofio-
libre d oglio badò per l'ufo continuo a cen- lica vita , ed al fuo affetto alla PafItone di
to perfone per lo fpazio di fei mcf-Andarcb- Gesù, c Mariani dolori , j fuoi giorni , nel
be troppo a lungo la feria, le volerti rife- Convento di Squillacc, il dì az. Fcbraro del
-
rire a minuto tutt i miracoli operati da que- >7io. fu accompagnato il fuo tranfito da in-
fl'uomo di Pio a beneficio de Erodimi . Mi dicibili lagrime , e da inefplicabile divozio-
rcrtringerò ad alcuni fatti di maggior con- ne de popoli j Ed il Signore per dimofirare
to . Un divoto Sacerdote privo allatto nou-> quanto cara a lui era quell’Anima fa , che un
filo dei) 'ufo delle membra , ma contratto in fanciullo annunziarti: di lontano la di lui
guifa, che Je mani non potevanfi fiaccare da’ morte nel punto Beffo, che Ipirò Sepolto il .
fiirargli.chc feceAntonio tutt'i membri con- di S. Antonio nella noltra Chiefa entro una-,
tratti!ed andò allora allora a celebrar Melfa carta di callagno, ivi fono fuccefli molti mi-
in rendimento di grazie. In Campotcnefe.ol- racoli quali uniti con altri avvenuti in di-
,
tre jo. fiorpj, fano una fanciulla attratta , e verfe parti, o colle fuc reliquie o colle lue
,
muta con interrogarla a chi voleflc offerire immagini, o co'mattoni del fio fepolcrò, han
j rifpondcpdo fpeditamentc cf-
di lei anelli’ dato la fpinta ad accelerarfi il proceffo per
f. re della Beatiflìma Vergine del pianto, ad- la fua canonizazionc formato da Monlìgnor
ditandola colla mano In Averfa andato a_, . Abate Vefcovo di Squillacc authoritate orti -
celebrar Meda nella Chicfa di S. Giacinto^ tur/a, che ftì prelcntementc in fine, a glori»
veduto da un fanciullo di 1 j.anni muto dalla di Dio benedetto, a cui fa Tempre onore
, e
natività, fu con celli priegato a dargli la fa- gloria per tutt'i fccoli. Amen.
vella Ed il Padre aggraziandolo del fegno
.
accaduto nella Cittì dell'lfola,ove per dino- mai cos alcuna ftiperflua ! e tanto nella cel-
tar quei Giornalieri, che travagliavano alla la, che nell' abito Tempre vecchio , e rattop-'
fabbrica della Chiefa detta la Madonna Gre- pato.cd in ogni altra colà , che ufava, rilu-
ca , fe fcaturir vena d’acqua dolciflìma dal ceva la fama povertà congiunta ad una film-
fondo della fornace ancora fumante, che fi- ina pulitezza Nella caditi pareva più torto
.
nora s'ammira con maraviglia ! E nel modell- Angiolo, che uomo! virtù ch’egli conlcrvò,
ino luogo per diffamare i medefimi fe mira- ed accrebbe con una perpetua modeftia , e_»
colofaroenic comparire alcune frutta, come mortificazione de' fenli , Ipccialmcnte degli
ojivc prodotte da certi arbofcclli, ne prima, occhi , che teneva Tempre a terra , nutrirne
nè poi più veduti in quelle lpiaggc. E per co- copvcrfando con donne ! negli fcappò mai
rona del fuo merito la mone ficrta cedendo parola di bocca , che non fufle piu che one-
fi».
. . 1
piantava immobile nel Coro, e vi fi trattene- tal dietro quando gli avanzava qualche po-
va piu ore meditando, e contemplando . co di tempo , egli fi metteva a fcrivere delle
JL umiltà del Servo di Dio era affai rarai cartelline dellaConcczzionc , quali dilpen-
mentre , oltre l' aver rifiutata ogni dignità fava a chiunque glie ne faccffc iflanza 5 <u
nella Religione per bafl'tflimo concetto, che fpccialmcnte a Cercatori, affinché ne faccrtc-
avea di k lidio , non v era ufficio ne' Con- ro ufo cogli ammalati . E la Vergine Imma-
venti per vile, ed abietto, che fuffe , eh' egli colata tanto fe ne compiacque di quelle car-
non voltile fallo colle mani fuc proprie -Ne- telline fcrirte di manodcl fuo Servo , che li
mici (limo della propria rtima, fi affliggeva., può dire fenza cfaecrazionc; che quante car-
grandemente, qualora fi vedeva filmato , ed telline egli abbia ferine, tanti miracoli abbia
onorato dagli altri ; Quindi perche tutti io operati la Vergine in prò di chiunque le a-
tenevano per Santo, li raccomandavano alle verte ufate. Di quelle, dopo la fua mortc,nc
fuc orazioni,cgli folo (limandoli peccatore, fono rimaflc alcune poche , quali fi confcr-
ù raccomandava alle orazioni di tutti Ne’ . vano come reliquie, e fi fperimcntano effica-
Conventi tanto vi dimorava fino, che non adirne per le donne parturicnti,e nel guari-
v’ era ben conofeiuto , o che la divozione^ re ogni forte d" infermità , come di apoflc-
delie genti fi conteneva tra i limiti ) appe- maztoni nella gola, di fcaranzic.di febri ma-
na peto ne comprendeva f ingroflamento, ligne, e vi fu fuma , che avellerò rifufeitato
chcfubito, ottenuta licenza da' Superiori, un fanciullo morto . Quello è certo , che le 1
fc ne fuggiva, lenza nemmeno licenziarli da' mai fe ne poterti prendere un informo efatto :
fuoidtvuti, quali ne reftavano confidi irnie- di quanto hanno operato quelle cartelle^
nte, e molto edificatile per vivere ai mondo, lenite dal Servo di Dio , fe ne potrebbono
uant'cra poifibile, ignoto, fuggì Tempre da' regiftrar più prodigi di quanti ne regi filò il
2iun verni delle Cittìgrandi, amando di ftar- E. Tommafo da- (Tenet Capuccino- primo
fenc ncConventim di picciolc Terre. Non inventore delle medefime
ortante però quella fua cautela jn tcnctfi na- Finalmente logoro quello Servo di Dio
feurto agli occhi del modo, ne veniva fubito dagli anni, dalle fatiche , e dalla penitenza ,
paiefato dalla lama di fua fantitàionde ne ri- e ricco di molti meriti ,
nel Convento di
correvano a lui , e Sacerdoti , e Cavalieri , e Panaya s’ infermò gravemente , e-con efem-
d ogni per configli fpirituaii , e per in-
flato plarc difpofizionc, pafsò al Cielo fanno di
drizzo delle proprie cofcicnzc j a quali egli nortra falute 1717. onorato il fuo funerale^
fòddisfaceva con ogni cariti, fcioglicndo lo- da molta gente concorra a venerare il bene-
ro i dub| morali , ne 'quali era vcrfatiirimo, detto cadavero , ed a procacciarli qualche^
trattenendoli in conferenze fpirituzli, ed in- frammento del fuo abito,
~ COI.
i
drizzando có tutta pazicnza,ed amore quel- f rà Ruttino da Bifignano /unicrc
‘
Jc cofcicnzc, che volevano erter da lui rego- Predicatore, partita lode voi meme nci fe-
late, non mai rincrefcendofi in quelli alluri, colo la fua adolescenza, quando fu al tempo
nè iagnandqfi delle fuc infermità, che io 1
A
f
m» perdcfidcrio di maggior auflc riti, dopo compaflìonc coi fuo Profilino , quale prò-
qualche tempo di Noviziato, pafsò a Capuc- curava di aiutare con ogni mezzo pofiibile
eini, e l' cfico compruovò, che la mutazione in tutt di lui bifogni fpirituali, e corporati.
i
di Heiigione non era in lui derivata da lcg- Quindi per la faiute delle anime non li fian-
gerezzà di animo , ma da impulfu Divino S cava mai di afiìltcrc a Confcfitonali, di lèr-
pofciachc fi diede con tanto fervore all' ac- moneggiarc , di far iczzioni , e conferenze
quino delle virtù , ed all' efercizio della-, fpirituali ad ogni forte di perfone , anche a
mortificazione, che faceva fiupire tutti Ol- , Grandi , che a lui fidavano f indrizzo del-
tre i digiuni confueti nella Religione , il le loro cofcicnzc. Andava pure per le calè
viaggio furti, o in Convento, eziandio fe gli c bifognofi era pictofiflimo, c per folicvarli
occorreva di dover mangiare alle menzej dalle miferie ricorreva a' ricchi, affinché li
de' Principi, e Signori Alle difcipline com-
,
provcdeflèro di vitto , di vefiimcnti , e di
muni aggiungeva le fue particolari , flagel- ogni altro , che lor bifugnavas ed agl'infer-
landoli ogni mattina per due ore continue, mi , oltre il vibrarli, c confidarli co' dolci
ed il Venerdì fino all effufione del fangue. ragionamenti , dava ancora cerrc cartelline
Dormiva ben poco,c quali mai rtefo, ma per ferine di fua mano col brevetto, com' egli
1® piu feduto fui pagliaccio , impiegando il diceva, della SS.Trinitì:F#r etti'a Dei Patrie,
di più della notte in orazioni, e contempla- ere. quali prefe con gran fede da’ medefimi
zioni , Nemico d'ogni delizia non vedi mai o dentro bevande, o in altra maniera, per lo
abito, o mantello nuovos ma fempre logori, piu ricuperavano lafanità,comc colta dagli
e vecchi, c per amore della fanta povertà in autentici attcrtari.
cella non usò altre fupcllettili,che una Cro- f u dal Signore onorato querto fuo Servo
ce di legno colf Immagine del Crocciarti!, con varj doni fopranaturali. t prima gli die-
alcune figure di carta , e pochi libri (piri- de podcltà fopra i /piriti maligni in modo,
tuali. Tutte quelle aufterità, e penurie , tra che al fuo commando fi partivano fubito da’
le quali menava fua vita, gli giovarono mol- corpi degli orteflis e qualora fi trovavano in
to oer confervare illibato il prcziofo teforo lontani Facfi proiettavano altamente , che
della tallirà, di cui viveva tanto gclofo, che non farebbero ufeiti giamai da' corpi polfe-
non alzò mai lo fguardo in faccia di alcuna duti, fe non venivano affretti dall' imperio
donna, nè dilli: mai parola , che non fulfej di Ftà Ruffino, a cui non potevano rciiitcrcs
oneftas onde era predò tutti in concetto ta- onde lì vedevano venir di continuo a lui da
le di oncrtà, che niuno ardiva in fua prefen- parti rimute a folla gii ortefii per crtcr’efor-
za proferir un accento indecente , lapendo eizati, e ne ritornavano liberi a cafe loro.
certo , che non averebbe rilparmiata uml> L onorò ancora collo fpiriro di profezia,
buona correzzione Nella virtù poi dell' u-
. e colla virtù di operare miracoli, come fi può
miltà era sì ben radicato , che non ortante » feorgere da'fcgucmi cali. Andando da Cala-
che furti: uomo fcicntifico , fi dimortrav*_> bria in Napoli richiedo da molti Signori
femplice , ed ignorante , ed cfercitavafi vo- per loro confolazione fpiritualc , predille a'
lentieri negli ulficj badi dei Convento, co- Marinari, che doveva in quel giorno fuccc-
me in ifeopar la Chicli, c i dormitori , lavar derc una fiera tempella di mare , onde tiraf-
le fcudcllc , nettar i vali più immondi , non
fero a dirittura per detta Città , e non alta-
difpenfandoft ne anche da tali c lercia) mcn- mente per Victri , come penfavanu alcuni di
tr' era Superiore. Tutte quelle , ed altre vir- erti . Non capivano i Marinari donde pote-
tù le fomentava il Serro di Dio collo Audio va nafccre la tempella predetta , già ehe'l
dell' orazione , nella quale vi perfevcrava mare era placido, 1 aria fcrcna, nè legno al-
le tre, quattr ore continue, fempre genu- cuno appariva di turbaziunc s pure predan-
e
fleflò, ed immobile , nè valevano a diltorlo do tute il credito alle parole dell'uomo di
o li freddi intenti dell' inverno , o i calori Dio, ubbidirono, c drizzarono la proda per
eccellivi dell' cllSt , o 1 importunità degli Napoli, nè s ingannarono s poiché poco do-
animalctti, o altri rumori ,
che li fàcertcro s po lbpragiunlc la tempefia^d ebbero a con-
onde fi crede, che il Si gnore in quel tempo fortare, che fc furtero andati a Victri ,com'
gli communicava non poche dolcezze , e era il lor dileguo, averebbono certamente^
confolazioni fpirituali , ed egli ne dava in- partalo pericolo di naufragio . Folto appena
dizio collo fpcrto alienarli da’ lenii , colle il piede a terra in detta Città di Napoli, s'af-
voci , c fofpiri, eh' clàlava dal cuore , e col follò gran quantità di gente per riverirlo , c
buttarli frequentemente colla faccia lui pa- baciargli la mano,c ita gii altri uno fiorpio,
vimento, e trattenervifi per lunga pezza- che andava colle fiampcllc, pregandolo nel
Un uomo dunque tanto dedito all'orazio- tempo ficrto , che gli faccrtc fopra il fegno
ne , e cosi intimamente unito col fuo Dio, deliaCroce Dopo qualche ripugnanza lo
.
non è maraviglia poi, fc era tutto carità , c compiacque il Servo di Dio, c quello fi vide
DI ALTRI CONFESSORI CAP. IV.
pei fellamente fino, gettando via le lìampei- 10 vide, ed averaou. pretelo ,ohc il Padre li
le, e gridando miracolo miracolo. Qual fat- fuflc rodato nel tuo palazzo , per aver l'agio
to divulgatoli in detta Cittì, fè,chc a lui ri» di potergli affilierò ncilinfcrmità ; ma egli
correderò quantità di ammalati di varie in- noi conienti , volendo ritirarli in Convento
fermiti per tlier liberati , e tutti ottennero tra'fuoi Aeligiolì .Prima però di licenziarli
laguarigione, dopo effere (lati fegnati, e be- fece un lungo dii-urlu con detta Signora,
nedetti dal Servo di Dio Solamente ad uno
. ed oltre al-unc predizzioni fatte da lui ileo
zoppo a lui condotto dalla propia muglio quel difeorlu, piediflo ancora la vicina fua
per effer fegnato, negò di farlo, dicendogli, morte, quale lorù con tutte le dilpulìzioni
che non meritava di ricever la grazia per di ottimo Reiigiofo in detto Convento di
una maia pratica, che tcncva:cofa,chc riem- Picdcmonte nei giorno zp.Gcnnaro dell an-
pì di maraviglia non folo l'infermo ; ma an- no 1755. effondo d anni 75. d età, e di Reli-
che la moglie , che della mala piattica del gione 5 6 .
marito n era confapevole, e correttolo più Rollò il fuo corpo dopo morte bello ,
co-
volte non s' era mai voluto emendare . Si- lorito, e maneggevole , come li fuflc di un
milmente nell ideila Cittì di Napoli rifanò vivo, e mentre li facevano i di lui funerali,
uno, che per edere dato fchiacciato da una volle efler prefentc lino all' ultimo la men-
carezza era vicino a morire , con recitarvi zionata Principelfi con tutta la fua Corte ,
iopia alcune oraziouijc ad un'altro infermo affluendovi in ginocchio, e con occhi pian-
di leggiera infermità dille, che preparane le genti a p.edi del feretro , nel qual tempo
cofe uell'Anima, dovendo morire fra pochi l 'ritinto Cadavere
, a vifla di tutt i Circo-
giorni, come in fatti legui. danti , aprì tré volte gli occhi riguardando
Nella Città di Cofcnza ad una Perfona_>, 1 anzidetta Signora, cola eh eccitò maravi-
che perduta la favella , dava vicina a render gliale lagrime copiofc in tutti, ch'erano pre-
lo fpirito, commandò, che recitalTc l'Ave Mu- denti. Lafciato infcpolto il cadavere per ve
rili, come fece con ogni prontezza , e fattale giorni per volere della medelima Pnncipcf-
dar da mangiare, in queli'iltante fu fina. Ivi ia, dopo il terzo giorno volle,chc dai Certi-
pure a molte donne Acrili predide la fecon- fico gli fuflcro aperte le vene,concepita Ipe-
dità ; ad altre gravide, fe dovevano partorir rar.za ficura, che darebbero fangue ; tanto
mafehi, o femmine, ed a non poche qual nu- più, che il Ccrufico nel palpargli le vene le
mero di figliuoli dovevan fai e, e quanti ina- trovò alzate, e gonfie , come le fulfero d'un
rchi, e quante femmine. In Bilìgnano anco- vivo} ma per quanti colpi di lancetta fi tuf-
ra fra imolti miracoli operati da Dio a fua ferò tirati nelle braccia, e ne' piedi , non li
interceffione, vi fu un Notare, che tormen- vide una dilla di fangue , e nemmeno redò
tato nelle mani, e ne'picdi da dolori di poda- intinta la lancetta; onde tutti confuti, ed af-
gra, e chiragra, veniva perciò impedito a_> flitti non fapevano, che fi fare. Alla fine il P.
poter cffcrcitare il fuo mediere.e procacciar- Guardiano del Convento, così ilpirato da_.
li il pane: fe ricordi al Servo di Dio
,
perche Dio , fatto invocare da tutti con divozione
lo lcgnaflc in dette parti . £ quedi in parte.» 11 nome di Maria Vergine, e della Santiffima
lo compiacque, regnandolo fopra le mani di- T rinità , lo precettò , che in virtù di ubbi-
laniente, dicendo, che quelle fole erano ne- dienza avelie dato un poco di fangue : Indi
c diàrie al fuo impiego , redandogli il dolor toccato di nuovo dal Ccrufico in una delle
de piedi per purga de Tuoi peccati Furono . vene aperte, mirabil cofa in un fubito fallò
!
fenza numero i miracoli , c le predizzioni fuori il fangue con tanto empito, che diede
fatteda Fr. Buffino , che per evitar la lun- al petto dell 'ideilo Ccrulìco;c Tiltcflo fecero
hezza li tralafciano Finalmente edendo o-
. vene aperte , onde fe ne potero-
tutte 1'altre
tligato dall'ubbidienza di portarli da Cala- no inzuppare più fazzoletti , e raccoglicrfe-
bria in Napoli per confolazione dei Signor nc mezza caiafina, quale inficine coll'abito,
Marchefe della Valle D. Paolo Alarcotn. c mantello del Servo di Dio, lì conferva dal-
Mendoza , c diD. Giufcpp Antonia Carac- ia cennatal Principcfia , la quale, alquanti
cioli Spofa del medclimo , quali per averlo giorni dopo, prendendo la caratina nelle ma-
compagno nel viaggio,ne aveano fatta idan- ni, trovò eh il fangue s era congelato; ma in-
za ai Padre Re verendiffimo dell’ Ordino, vocando tré volte il nome della SS. Trinità,
,
giunto in detta Città, alcuni giorni dopo fu li vide fubito feioglierfi
, e liquefarli con fua
aliàlito da gagliardifflma febre , il che fapu- gran maraviglia , c di tutta la Cove , e d'ai-
tofi da D. Giovanna Sanleverini tigli a del euni Capuccini accori! ad ollervarc il pro-
Principe di Bilignano, cpci molto tempo digio .
fua figliuola fpirituale , quale in quel tempo Dopo morte Iddio per i meriti del fuo
dimorava in Picdcmonte di Alifè , fpedì lu- Servo fi compiacque operar più miracoli ;
bito in Napoli impegni premurali, perche il fra quali un giovane moribondo invocato il
Padre fuflc trafpoi tato ivi in gaietto, cornea nome del P. Ruffino , quelli gli comparve ,
fu fatto , ufeendo detta Signora alcune mi- ! e col tocco delle lue mani lo rifanò , di che
glia fuori per incontrarlo. Non
li può elpri- j
il medclimo ne fece publico atteflato : Si-
mere la conlolazione, ch’Ella lenti, allorché '
milmente una donna , che per un tumore^
. . ,
maligno nel braccio flava in procinto d'cfi- ta per efegtrirfi ubbidienza del fuo P. Pro-
le rie fegato per configli» de Medici coll' ,
vinciale, che allora era il Servo Dio P. An-
applicarli l'opra il mak un pezzetto del fuo tonio dall'Olivadijil quale per provare il fuo
astro, fi vide in no filante guarita con ma- ipirito, gitene avea fatto il commando, dan-
raviglia di tutti. £ così di altri molttflimi dogli pure antecedentemente l'efempio.
ninnati da varie infermiti , o col tocco di Cosi profeguiva il buon giovane il corio
qualche cofa fiata a fuo ufo , o colf appli- dc’fuoi ned), non dilgiunto aagl’cfercizj del-
cazione della fua Immagine,» coll' invoca- la mortificazione , e contemplazione quan-
,
zione del fuo nome, quali fi potranno leg- do ecco un giorno mentre orava in fua cella,
gere nc’ manulcrittj , e qui per brevità iì in mezzo ad un mfolito Iplendore, udì una
, traiafeiano voce, che gli dtflè : Son venuto ad intimarti,
L CLXI 1 . Fiat’ Angelo d Acri nacque in_. che da qui innanzi fi applichi in tutto alto
1
detta Terra da pii, ed umili Genitori , e ftudio dell'orazione , perche lèi deftinato ad
poco dopo la nafeita gli mori il Padre , re- a Sarid'importanza fi d allora in poi per lo
.
nando lotto la cura delia Madre vedova , 1 * fpazio di due anni continui il Signore , per
quale non av endo, che quello unico ngiiuo- ben provarlojloprivò di tutte le confoìazto-
]o procurò di allevarlo nel fanto timor di
,
ni fpiritualijlafciandoio languire in un’aridi-
|
Dio , e mantenerlo alla feuola fiotto la di- tà, e deflazione di lpirito quanto mai può
;
reazione di un buon Maefiro Corrilponde- . (piegarli . Egli però fidò nel Divino volere
va fi fanciullo colla buona indole aiic folle- ioflriva collantemente lènza vacillare la.,
citudini della Madre , mentre abborrendo i mortificazione d’ uno fiato tanto pcnolò , cd
trafittili fanciulicfclii,fi tratteneva volentie- afflittivo , nno che partati già due anni , al- i
ri iolitario in caia , orando davanti ad una tresì dando in cella, gli replicò Ja voce : Son
divota immagine di Maria Vergine qual ,
venuto a darti ciò, che ti promiii'.da oggi in-
vide una volta rifpiendere d'itnmcnfa luce, nanzi avcrai l'intelligenza della Sagra Scrit-
e v è fama , che allora gli avelie parlato . tura Ed in fatti d allora in poi non foio gli
.
Quando fu all età convenev ole, velti l'abito furon redimite le primiere fpirituali conio-
fijpticcìjio , quale per tìerifiirae tentazioni 1 azionò ma ancora gli rcliò cosi illudrata la
del demonio, due volte depoft; ma ripiglia- mente nell’intelligenza della Divina Scrittu-
tolo la terza volta, cflendo danni zi. , il ri- ra , che qualunque palio olcuro dì erta , egli
tenne collantemente, fupcrando il demonio, 10 capiva, e (piegava mirabilmente . ne feio-
coll'ufo deli orologio , e meditazione della giieva dubj, ne ir.terpctrava lenii ,cd i mi-
i i
t’aflìone di Gesù Griffo, che per (ingoiar ri- iter) con tal facilità , e chiarezza , che pare-
medio gli fu infegnato dal fuo Maefiro 5 on- va d averli in quelpuntu letti, c (ludiati ne’
de poto profeguuc, e terminare l'anno del libri de Santi Padri , quando il fuo libro era
noviziato Applicato agli itud; delle lettere,
. 11 Crocchilo Signore , cd il fuo ftudio. quel-
il maggior fuo lludio era quello del divino lo dell'orazione , c delle ginocchia , cornei
Amore, e la contemplazione detlc pene accr- folcva dire E quella verità l'han confedàttL-,-
bilfime del Redentore , per cui imraitare in molti dotti Prelati , ed altre perfonc fagge
qualche particella ,fi avvezzò fin da giova- che fiutino udito o da Pulpiti , o in privati
ne a tener quali tempre l'aloè in bocca , ma ragionamenti
indìfpenfabiimcnte ne giorni di Venerdì, per Terminato ch’ebbe il corfo de'dudj volle
memoria del fiele , con cui fu amareggiata., darli all' cfercizio della fanta predicazione,
la bocca del Nazareno ; e quando non po- preparandoli ad ella con un quarcfimalc ag-
teva aver 1 aloe, fi fcrviva del nele di bove, giuiiato, e pulito , fecondo le regole dell' ar-
continuando quella mortificazione tino all' te oratoria } ma non piacendo al Signore^
ultimo della vita , a fegnv che il fuo palato quella maniera, fè sì , che provatoli tré vol-
non fentiva più l'amarezza . Per inimicarlo te a recitar quelle prediche così dudiatc, tré
poi fiaggellato alla colonna fi dilciplinava volte fi vide arredato da forza occulta , lèn-
ogni giorno, ed il Venerdì due volte a fan- za poter proferire parolai obligato perciò a
guc con ima palla di cera armata di pezzet- Render dal pulpito con fua non leggiera
ti di vetro , e d’ altre punte di ferro , tanto confufione ,
dandogli a fèntire nel tempo
che ne lafciava intima la terra, e ben inzup- fteflo inuna interna chiara locuzione , che
pati calzonewi Volendolo anche accom-
i . voleva, che predica flè.fènza gale, o artifiz),e
pagnar crocchilo fui Calvario , fi derideva., nel fuo idioma nazìoiciò ch'egli poi oflèrvò
fui pavimento colle braccia allargate in for- finche vide i e dopo qualche tempo facendo
ma di Croce, e co piedi pofti l’un fopral al- orazione in cella gli comparve noftro Signo-
tro, c cosi durandola pet lunga pezza. Oltre re dicendogli : che gli volca concedere il
a ciò folcva buttarfi iovcntc ignudo dentro dono della predicazione . Ma egii dubitando
a roveti, cd ortica), colle quali pure fi batte- non furto quella una qualche iuufione , i'in-
va, e fc ne metteva dentro l'abito su la nuda terroeo: chi feì tuf a cui il Signore rifpofe:
carne, onde cambiando , o movendoli veni- Ep jum , qui firn cd a quefte parole tremò
:
va a provare un dojorofo martirio S' im- . celia, come fe fuflè fiata fcolfa da validif-
la*
p.trle ancora una volta dentro i’acqua gela- fimo terremoto, cadendo egli a terra profte-
,
no della predicazione, con illudrargli la mé- nel far detta meditazione talmente li profon-
te,e fargli conofcere edere tutte le creature dava, e fi trasformava nelle pene di Gei a ,
materia, cd argomento di predicai di lodar che fempre n'andava in citali', rapito fuori
Dio;c tanta fu l'abbondanza de concetti , c de" fallì,e talora dava gridi si (jiavcntevoli
delle materie, di cui fu arricchita Tua nKnte, che ben dava a conofcere il gran dolore,chc
che lòprafatto non poteva , nè fapeva come forniva ficl cuore alla veduta dell' atrocilli-
fpiegar fi itine che, dopo tré anni, a poco a me pene del dio Signore ; imprimendo con
poco s' andò adattando a poterle communi- ciò tanta compunzione , j c dolore ne cuori
care a beneficio delle anime . de'fuoi Afcoltanti, che non potcndofi quelli
Arricchito dunque di tanti-bei lumi il no- contenere dal pianger dirottamente , c dal
ftro frat'Angc)o,cd ifiruito dal Divino Mac- chiedere a Dio mercè delle colpe, indi nej
llro dellamaniera,con cui dovea predicate, feguivano mirabili convcrlìOni di peccato-
ben tedio imraprefè le lite fatiche appoiìoli- ri, edirpamenti di viz), riforme di codioni, e
chc a gloria di Dio ,• c falute de’ proffimi , miglioramenti di vita in ogni genere di per-
predicando Gerii Crocchtlò in femplieiti di fone .
fcrmone , c con lingua patria ; ma non feri- A riportar vantaggi sì fatti (òpra dcll’a-
rà fodezzadi dottrine, c di argomenti tratti nimc, oltre la predi-iziond , conferiva pure
per lo più da’libri della Sagra Scrittura, qual non poco la fantitì della vita dell’ uomo di
to dal medefimo Redentore nella fua Divi- certo, che le poffedè tutte in grado eroico .
na predicazione , di cui dicefi nel Vangelo, Ma per dir qualche co fa in materia sì vada,
che non loqutkr.lur eli i
fine pnrabolis £ tali era egli dotato d un'umiltì profondifltma, c
fatiche le continuò indcftfló fincheviflè , <f un baflìflìmo fentimenro di le medefimo;
che f a per lo fpazio di j8. anni, predicando in modo che non folo edernamente ,c colla
non folo le quarefimc ; ma fra f anno anco- bocca pale-fava alla prefenza di Prelati , di
ra coll’ impiego delle fante Miflìoni , per le Principi, e fin anche da' Pulpiti la badèzza
Cittì, Terre , e Villaggi di amendue le Ca- de' fuoi natali, dilètti da lui commedi nel
i
labrie, c dovunque veniva richiello.E quan- fecolo , c f incuranza ben due volte da fo
tunque il demonio , per impedire il frutto, modrata nel Noviziato; ma molto pia nell’
che prevedea doverfene trarre dalla fua pre- interno lì riputava per il maggior peccato-
dicazione, non fuflc mancato di affliggerlo, re del Mondo ; Quindi fentiva gudo indici-
c tormentarlo in varie guilc , or eccitando bile quando era deprezzato, c vilipefo,come
contro dì lui ficriflimc tempelle nell aria, (pedo avveniva per caufa dell’idioma impu-
ora ("caricandogli addolfo, e fu la teda terri-- lito, e grofl'olano, con cui predicava, e degli
bilicolpi , non fenza grave dolore , ed effii- errori di latinità, che (pedo fpeflo , appolta-
fionc di fanguc; cd ora follevandolo in alto tamentc, per edèr tenuto ignorante , com-
da terra , e poi lardandolo cadere di piom- metteva nel citar le fentenze Da qui pure .
bo, come fece tra l'altre una volta, in cui gli aveva origine quella fua invincibile pazien-
fracaftò una gamba , che Icmpre gli redo za nel foflcrirc con animo impcrtuibaòjlc, e
ofiefa; con tutto ciò egli niente dilanimato faccia fercna tutti gli obbrobri, le derifioni,
da si fatti sforzi deli' Inferno , cosi zoppo e l ingiuric, che da non pochi gli venivano
com cra,e mal menato prolèguiva il fuo ap- fatte, a'qiiali ci corrilpondcva co' ringrazia-
podolico impiego ,
fenza badare a difaggi menti, co 'benefizi , con ogni poflìbiic amo-
del cammino, che per lo più faceva a piedi, revolezza, c corte-fu
a rigidezza di (taggioni, a fiacchezza di fua fu quedo benedetto Padre offervantiffimo
natura, e ad altri incommodi,chc vanno ac- de'voti promefli a Dio nella fua folcnnc pro-
compagnati a tal minidero . feflione -£ trattandoli d'ubbidienza Egli a-
In tempo di Mifiioni poi le die fatiche dorava come oracoli i cenni de’ Superiori di
erano indicilibi;pofciachc oltre gli elereizj qualunque condizione d fuflèro , e l'ubbidi-
fpirituali a" Preti, i catcchifmi a figliuoli, e va alia cieca, nè voleva far azione alcuna.,,
lo dare lungamente al Confcflìonario , ac- benché minima, lènza il merito di ubbidien-
cogliendo con tutta dolcezza peccatori ,
i za, praticando quella fuggczionc co Superio-
predicava pure tre , c quattro volte il gior- rilocali, anefte dopo il Pro vinci alato. Quan-
no , facendo a Tuoi uditori in fine di ugni du andava a predicare lì fottomcttcvu all’
predica la meditazione d un punto delia., ubbidienza de'Prclati, de Parrochi.de'Com-
Paflionc , e recitando con etìì loro il Gesù pagni delie Miflìoni , anche lè fuflèro fra-
piiflimo, c f orologio, quale voleva, che tut- o léceva commettere da'
telli laici, a'quali,
" fe e Pro-
—
Diaitiz
,
Provinciali , o egli Aedo communAava loro nelle prediche, maggioricrano le fuc orazioni
la facoltà di precettarlo, quàdu occonevadi partieolaii,c private , Prima di tclcbrarc il S.
andar troppo a lungo nell citali, aitine di non Sogrifizio della Meda, alzatoli all albani
pre-
apportar tedio agl) Uditori) onde da qualun- parava con lunga orazione, il che faceva do-
que di elfì veniva precettato a merito di lati- po aver celebrato, liticatoli in celia con por-
ta ubbidienza, o colla bocca gli li favelle il ta, e nudità ferrata , nei qual tempo per lo
precetto, o internamente coila volontà, egli piu andava in cAa/i, come fu più volte offer-
1 abito prontamente ubbidiva ritornando in vato da Prati , Similmente avanti di ialite in
,
le da' iuoi rapimenti di lpirito Zelò puro . pulpito il fuo preparamento era io (tarline
grandemente l odcr vanza della povertà o piu ore Adirarlo in fervide orazioni - £
bupcriorc , o Suddito fude dato , abbonen- quantunque aggravato da varie cariche, co-
do Specialmente le fabrichc nuove ne Con- me di Giiaiduiio, di Provinciale, di Coufef-
venti , Ja fontnoiirà , e preziosità nelle fup- fore di Monache, e di Secolari, ed applicato
Cincia, ed op-
pcllcttiii, eziandio, in coli: di Contìnuamente alle prediche, alle milfìoni, e
ponendoli a qualunque abulò, o novità, eoe Ad altri clìcrcizj di Ipirjtopion perciò trala-
mai vedeflc introdurli in pregiudizio della iciò mai il fuo collume di ritirarli Solitario ,
lama Povertà, Pelle fatiche delle lue predi- e (pendere piu ore al giorno all' orazione*
che, fuori del neccITario foltentamemo, non mvmatc,a cui ancora aggiungeva le Aie ora-
accettò mai nè per le , ne per Conventi t zioni vocali , eccitando ogni giorno imo all'
mercede alcuna temporale, lifcome pure ri- ultimo di fua vita cojl'utfìcio divino , l 'uffi-
fiutò qualunque Itipcndiu delle hj.lli, eh' cio piccolo della B. Vergine , quello dello
egli in tempo di quarcAma,o di mitnonc ap- Spirito Santo , molte laudi alla Santiffima
plicava a benefìcio delle anime , a quali era Trinità , e varie divozioni a funi Santi Av-
cieAinat.oa predicare Quando gli era man-
. vocati . £ia pure ferventiffimo ver Ai il San-
data da Benefattori alcuna colà coinmeffibi- tidillio Sagramvnio dell Altare , quale vole-
lènza nulla ritenere per le, o la dava
ie, egli, va, che A ciponellè lòilennemcntc su gli Al-
a poveri, o dandola alia com.nunità de' pra- tari in tempo , che faceva le milfìoni je tal-
tici obbligava di andar al Coro, e cjn tare il mente elultava il fuo Spirito a villa d< Gesù
Ces piilfìmo, e dilèiplinarli per colui , che
i Sagramentato , che o da pulpiti, o su 1 pal-
aveva fatta Ja carità . finalmente intorno la chi, o dovunque ti trovava , inette vali a bal-
caltjtà manifcltò egli Beilo a Certi Cuoi fi- lare col corpo qual ballo veniva ammirato
,
gliuoli Spirituali, che comparsigli la Snxitilfì- da piu Saggi, e giudicato fòpranaturalc, conf
ma Vcigine gli Arinfc i lombi, e gli e(tjn(ÌD egli medeiiuio il contclsò a v aij Prelati , che
uh jtto ógni fomite Icnfualc Quello , che A . gliene fecero il commando,
sà di Celio A è,che’! fuo corpo dalla cintura £ Aamo a doni lópranaturali,c im-
giacile
ingiù, o per privilegio fpeeiaie del Signore, potfìb; lepoter elpr.imcre in quello Sémpli-
il
o per il tanto flaggellaiii a (angue, o per al- ce abuzzo in quante maniere , e con quanti
tra cagione era di venuto come un legno ari- favori, e grazie fopranaturali lia dato il no-
do, e treddo in modo, che in ogni tcmpo,an- Aro Angiolo arricchito da Pio Dirò adun- .
the le tulle di fol Icone , avea bifogno pre- que alcune cofe alla sfuggita , rimettendo il
dio di rifealdarli al fuoco i piedi, le gambe, dipm quando A Itanipcri di propofìto la di
ele cofeie , per e (Ter dette parti affatto geli- Sur vini Primieramente fu quello Servo di
de, e lènza calore, quando all incontro dalla Pio favorito del dono quali continuo dell'
cintura in sù bruciava talmente d ainor Di- modo efìe , o celebrando Meflà , o
citali i in
vino, efìe per temperarne l'ardore era obbli- predicando , o
ragionando , o camminando,
gato, dopo celebrata la Meda , a bcvcrli un 0 mangiando n'andava Amprc in citali , re-
mediocre vafo d' acqua frefea , e queAo an- nando eoi corpo immobile, ed ìnfaffito.col-
ebe in tempp d'inverno Quindi lì può .argo-
. 1 orccchie,nalo, mani, picdi,e gambe aggiac-
glia-
>
fttne pedone colle loro anellazioni giAratc, operò altri prodigi , che per brevità fi om-
che qui per brevità fi tralafciano ; liccome mctiono.
ancora penetrava con lume Sovrano i fcgrcti Volendo in tanto il Signore premiar nel
più afeofi de'cuori, fuccedendo bene fpeflo, Cielo colla corona della gloria tanti meriti i
a non pochi Penitenti di fentirfi dalla fua_. virtuofi di quello fuo Servo, gli rivelò pre-
bocca fvelati certi peccati, anche di penfie- ventivamente la vicina fila morte, qual’ egli
ri, che nel confcflarfi,o per dimenticanza, o manifefiò a' Frati quattro giorni prima di
per vergogna avean iralafciati, con additar- ammalarfi in un ferventiflimo fermonc , che
li ancora l'anno, ed il giorno in cui l’avean lor fece intorno 1' ollcrvanza della Ieratica
,
comincili, c per quanto tempo li aveano tac- regola, c la nccertitù di prepararli alla venu-
cimi nelle pallate confeflioni. ta dello Spulo , per non averci a cogliere.»
Collo Hello lume conofccva le cofe , che all’ improvifo, e colle lampadi vacue, a gui-
accadevano in Pacfi, e Regni lontani , e ri- fa delle Vergini floltc.Pall'ati i quattro gior-
moti, e tra l' altre co fc puhlicò in quel pun- ni gli fopravenne un certo rifcaldamentu,
to, che fucceflc, la vittoria degli Aullriaci come di febre , che da' Periti fu giudicato
fopra dc'Turchi,e la refa di Belgrado: pale- più tolto un acccnzionc di amor Divino, che
sò alcune moni di Perfonaggi grandi in quel naturai febre. Nel corfo di quella infermiti,
punto medefimo , che fpirarono quali poi ,
che durò fette giorni , non è credibile iti—
cogli avvili fi avverarono clfer accadute in quante maniere egli co' fuoi fervori di fpi-
ud giorno , ed ora , eh egli le aveva prc-
-
rito , c Iddio colla copia de’ fuoi doni, fiano
S ette. Gli fu ancora non poche volte rivela- concorli a render prcziofa, ed invidiabile la
to lo fiato, o di gloria , o di pena di molto di lui morte; Impercioche , ricevuti egli al
anime paliate all' altro mondo; ed una volta tempo conveniente, e colla maggior difpo-
riferì con grande orrore, e fuo,e di chiunque fizione di un' anima perfetta Tanti Sagra- i
trovofii predirne, la dannazione di ceni fcc- menti della Chiefa,iì rollante del tempo tut-
dcfiaftici fuoi conofcenti. In oltre fu quelto to lo fpefe in orazioni , c contemplazioni
Tanto uomo favorito di molte vifioni celc- profondiflime , in amorofi colloqui con Ge-
fliali ,comparendogli fpdTo la Bcatiflima sù , invitandolo con penetranti giaculatorie
Vergine, e l' ideilo Divin Redentore in va- a venire per difcioglierlo dal mortai carce-
rie maniere, or bambino , or app-dfionato , re, ed in far cento, c mille atti di umiltà, di
or gloriofo,c con più frequenza mentre pre- fede, di Ipcranza, di cariti, verfo pio, e vcr-
dicava, afiiftendoio, c dettandogli concet- i fo de’ profltmi , pregando fpeflo per li Re,
ti, che avea da predicare , dalla di cui af- per li Principi, per tutti i Redenti A quei, .
fluenza Temendoli tal volta come lòprafatto, che lo vifita vano, corri Ipondeva con atti di
ripeteva dal pulpito quelle parole a tutti ben umiltà, c di gratitudine, facendo ad ognuno
note apparto Signore. Fù ancor fitto degno
: un fcrmonciuo adattato ai proprio fiato; ma
di veder la maniera come ili Gesù Criflo
,
così efficace, e divoto, eh’ eccitava lagrime,
nel Sagramento deli' altare , c gli fu dato a c compunzione in chi l' udiva.
conolccrc in quel modo , eh' è poflìbilc ad Iddio pure in quell’ ultimi giorni di fua_>
uomo mortale, incomprenfibil mifiero del-
l' viragli accrebbe oltre modo i fuoi doni, at-
la Santiflìma Triniti, rapendoli tutte quelle tefo le fuc cflafi furono più del folito fre-
cofe per bocca di lui mudcfimo,obbligato a quenti ,c lunghe , fiando talora aflorro in_>
manifeftarle in virtù de' precetti di ubbicn- Dio un intiero giorno, lenza far altro in det-
za imponigli da'Supcriori, da' Con&flori , e to tempo, che anzare , e rcfpirare , come le
d' altri Prelati. volclfe fpirar l'anima; le fuc profczic,lc ma-
Finalmente per corona della fila fantiti nifeflazioni di cofe occulte , c
lontane , c le
ilSignore l'illullrò col dono de' miracoli, grazie da Dio concedute a Tua inter cclfionc
de’ quali è tanta ia copia , che per isfuggir Furono fenza numero ; ed il fuo corpo , che
la proliffità, li riferirò qui brievemente , ed per la vicinanza della morte doveva fpirarc
in generale. Ebbe porcili fopra i demoni in cattivo odore , efalò una fragranza sì foave
modo , che liberava gli ortè-flì da quelli col di Paradifo, che non folo fi riempì la danza,
folo tocco delle fuc mani Ebbe viriti di fa-
. dov' egli giaceva ; ma ancor fi diffufe per li
llare gl' Infermi da qualunque morbo; onde corridori del Convento , c fi communicò al-
moltifiìmi furono i cicchi da lui illuminati, le corone , fazzoletti ,
ed altre robe , cho
i zoppi, ed gobbi da lui raddrizzati , lcb-
i i dalle genti gli furono polle per divozione
brofi mondati, moribondi, a' quali impetrò
i su le carni, c su le vedi . Correndo dunque
la fallite, e più anni di vita; c fi contano tino fanno 1759. alli ;o. di Ottobre fpuntando
ad ora da lui rifufeitati due bambini ufeiti l'alba del Venerdì, giorno dedicato alÙL»
morti dal ventre materno Efiinfe pure col
. Pafiionc del Redentore , di cui egli era fia-
legno del Croce voracifiìmi inccndj :guaz- to tanto di voto inficine, e promulgatore, ed
E e i ora.
e,
-
a sto CALABRIA SANTA LIBRO I.
doti, e fccolari, articolando con voce bafla, ranza cena , che le fulfc lilafiìto di nuovo,
Nome di Gesù , re- darebbe fanguc Fattolo per tanto falaflar
ma chiara, il Santiflimo .
ctì, e di Religione
l inzuppò un fazzoletto , c fc ne riempì una
carolina, che conferva predo di fi- il mento-
|
con tutta pompa , e folenniù dal numerofo purché glie l' avellere cercato con divozio-
Clero Secolare, e Regolare , coll'intervento ne, e non fuflcro imbrattati da colpa grave,
ancora dclli Signori Principe , e Principe!!! fi apriva da fe la vena , e glie ne dava La .
di Bifignano.c di tutta la fua Corteinè man- fera finalmente dell illclfaDomenica ripolto
cò il Signore di autenticare in varie manie- il Cada vero dentro una cada fuggellata con
tre chiavi,- F una delie quaii conlcrva il fu-
re la fantitì, c la gloria del Aio Servo i Im-
detto Principe, l'altra il Vefcovo di Bifigna-
perciochc prima di Prenderli il Cadavere in
Chiefa , s'accoAò a baciargli la mano il P. gno, c la terza il P. Guardiano dei Conven-
to, fu fcpdlito in luogo fcparato dagli altri
Pietro Zavarrone flato già Generale dc’Mi-
Frati, c propriamente in corna Evangeli! del-
nimi ; ed in quell'atto li Tenti flringer la fua
Altare Maggiorc.Dopo la morte di quello
dalia mano di quello: cofa,che fui principio 1
pili volte . La Ara del medelìmo Venerdì do piaceri al Signore , a cui fia gloria, ed
tornò di nuovo il Principe per vilitare il be- onore per tutta 1 eterniti. Amen.
t CLX1I1. RcAano qui in fine a foggi u-
n fletto Corpo, e defidcrofo di avere un po-
co del di lui fanguc, per confervarfelo come
T gnerfi i nomi di quei Capuccini,chc nel-
la (fitti di Reggio li fono gencrolàmentc
preziolà reliquia, ordinò, che gli fi fulfc aper-
ta la vena del braccioima riti fei vano il ten-
efpofli a fervire gli Appellati ,non cU'cndofi
grondar dalla faccia, c dalle membra caldo, portò a qucil inlclice Cittì ia pcflilcnza,che
acccfiifi da pcrtutto fenza rimedio , in bneve
e copiofo fudorc , da cui n'efalò una celcfle
fragranza, che riempì la Chiefa, ed il Con- tempo quali la Ipogiiò di Abitatori Ma ivi .
vento, rinovandofi per tal notizia il concor- non fermandoli il contagio , pafsò furtiva-
do delle Genti, onde bifognò differirne la fe- mente nella Calabria nel territorio della..
poitura. La Domenica mattina portatofi itu Folli, e indi introdottoli pure nella Cittì di
Convento il Vicario Generale del Vefcovo Reggio, e dilatandoli per tutti i Tuoi borghi,
di Bi£gnano,unitamcntc col Padre Guardia- e villaggi , ha fatto finora in tutti gli anzi-
no dei Convento fccfero a vedere il Cada- detti luoghi una lagrimevolc Arage di più
vere del P. Angiolo, c lo trovarono, non to- inigliajadi peiTonc .Sul principio , che i'u
detta
. c
llraffe loro i Sagramenti,c gli adì (Ielle al ben ammiravafi in quello Servo di Dio era la
morire, s'offerirono pronti i Capuccini , co- morigeratezza de’ fuoi cobumi , e della fua
me quelli, che avendo, come per treccinone lingua, da cui non fi fentì mai ufeir parola
infallibile, ereditato da loro Maggiori quello non che di mormorazione , o in altra manie-
zelo, e Ipirito di carità verfo de loro Prodi- ra odiali va } ma neanche di vanità, o di leg-
mi infetti, incontrano con (ingoiar piacerò gerezza, parlando fempre di Dio , e della la-
qualunque congiuntura , che lor sofferifee mie eterna o pure tenendo
, filenzio .
Quin-
di dedicare fé itcffi in loro fcreigio,difprcz- di s' avea acquibato nell' anzidetto Citta di
zando gcnerofamente Ja propia vita tempo- Reggio , e fuoi contorni, dove cfercitò per
rale, per mettere infalvo la vita dell'Anima, molti anni Cercatore, concètto ta-
l'ulficio di
esè poffibilc, anche quella del corpo deloro le di fantità, che ogni ceto di perline, c lpc-
fratelli ciaimcntc le Signoic Dame defidcravano di
1 primi dunque , ch'ciibirono la lor opera averlo in cafa , per foco conferire , c da lui
per Ibllievo degl’infetti furono Fra Paolo ricevere o cornigli ucgli affari di cofcicnea,
da Reggio, e Fr. Manfuctodi S. Agai a , quel- o colliditi nelle tribolazioni , o proincffc di
lo Sacerdote, e quelli laico, ma 1 uno, e l'al- pregar Dio per effe a tenore delle loro nc-
tro di conolciuta vinti, e bontà , degni per- c cinti. E v e fama,.chc colle fue orazioni,»
ciò, che fc ne facci qui onorevole menzio- fegni di Croce abb^ittcnufo grazie da Dio,
ne Era fr. Paolo dotato dalla natura d'un'
. c moltiplicazioni di roba in favor di vari di-
indole cosi dolce, e piacevole , che non fa- voti Quedi due buoni Rcligiob adunque,
.
finì Uro gli oc corredi;, alla quale accoppian- loro proflìmi appebati, ottenuta la licenza,
do la virtù dell'umiltà, e del baffo Pentimen- benedizione dal Supcriore , dal Convento
to di fc lìeffo, li rendeva perciò caro , ed a- delia Concezzione di Reggio, dov erano di
mabilc a tutti , fpccialmcntc a i Frati , dove famiglia ufeiti , fi prefentarono fubiro nel
bava di famiglia, quali fcrviva con ogni ala- Lazzaretto, attendendo l'uno alfamminifira-
crità di animo, e di volto in qualunque colà, zionc de' Sacramenti , ed alla raccomanda-
che gli veniva commandurj: Amico dell'ora- zione dcli'animc de moribondi, c l'altro im-
zione, e del Coio, in cui, le non era impedi- piegandoli in varj fcrvizi corporali de'niedc-
to dall'ubbidienza , o affretto da precila Ac- fimi Ma quanto più fervorofi , ed ardenti
.
cediti, non Jafeiava mai d'intervenire , sì di di carità verfo degli altri , tanto meno rifer-
giorno, che di notte. Nimiciflimo dell’ozio, bati per fe mcdclimi , dopo qualche tempo
e delle ciarle, fuggiva , quanto gli era poffi- contradcro ancor eglino il male, ed in pochi
bile, le converfazioni non folodc' focolari} giorni vi lafciarono la vita , nel meli; di Lu-
ma ancora dc'Frati , gullando di trattenerli gliodel 174 }-, guadagnandob , come li /pe-
o in Cella folitario con Dio , o nella Sagrc- ra, una gran corona di gloria in Ri radi fu in
Itia al riaffetto , e polizia delle fuppcllettili premio delia Jor eroica carità .Mancati li
della Chielà , o ncU orticcllo alla coltura., primi due , fottcntrarono al caritatcvolo
dc'fiori per adornamento degli Altari. ufficio altri due del Convento della Con-
Fri Mandino pure dotato anche nel fe- iazione dell’ ideffa Città , cioè Fr. Fran-
colo di buoni, e lodevoli cobumi , maggior- cefilo da Siderno Sacerdote budente , c_>
mente fi perfezionò di poi , che vedìTabi- Fr. Felice d' Urti laico , il primo commen-
to Religiofo Così cfatto neli'offervanza de'
. dabile per la fua fvifccrata carità verfo
voti fotlenni promeffi a Dio nella fua pro- gl' infermi , ed il fecondo per la femplicità
feffionc, che , chi ferivo quelle cofe avendo dell'animo, e pronta ubbidienza Applicatili .
maneggiata per più tempo la di lui cofcion- per tanto con ogni ardore al fcrvizio di quei
za, può arredare con verità, che il medefimo mifcrabili,furono più, e piu volte colpiti dal-
giamai trafgredì alcuno di ctlì con menoma la violenza del morbo , con manifclto peri-
imperfezione Nemico implacabile del pro-
. colo della vita } ma per grazia (pedale del
prio corpo, lo martirizava con alpro cilicio, Cielo prefervati fempre doliamone, c riftabi-
che portava fempre in dolio, colle frequenti liti in falutc}c dopo nove meli da che intrapi-
flagellazioni a fangue , colla parfimonia de’ prefero quello medierò, tuttavia continuano
cibi, colle lunghe vigilie, e colle fatiche cor- a vivere, td a fervirc colf ideffa intrepidez-
porali , dalle quali non rifparmiavafi punto. za, fino al giorno prefcntc.in cui s impiimo-
Avido così del Coro , che anche (tracco da j
no quelli fogli, allcttando con animo pron-
. . j
In quello medefimo tem- vandofi più d una volta da terra fino al tetto
lio delle loro vite .
Capuccino trovandoli di famiglia nel Con- medefimo Ordine, per Iona affai Reiigiofa, e
vento di Mefuraca, 140. miglia dittante da da bene il vide nella Cannava di detto luogo
alzatu da terra per cinque palmi al fuo cre-
Reggio , fu ifpirato dal Signure di portarli
dere . UNIr rWi' t il in
in quella Cittì, c confagrare fe fletto in fer-
.
:
cd arrivato in Reggio , fu da quell Arcive- veduti ufeirc dagli occhi due raggi , cornea
feovo Monfignor roloìi applicato a mini- due ffellc , quali andavano a ferire una divo-
ta Immagine, che gli flava nel dritto
flrarei Sagramenti agl’infermi, c porger lo-
ro gli ajuti fpiritualì al palléggio per 1 altro IV. Fri Giovanni da Reggio Sacerdote,
mondo Mei qual ufficio eflcnaofi coraggio- Scultore cccellentiflimo era molto applicato
.
all’ orazione , e contemplazione de Divini
famentc eflercitato per alcuni meli, finalmen-
te contratto ancor' egli il male contagiofo
a mirteo, fingolarmenre delia Padrone di Cri-
xo. Febraro del 1744.fi: nc volò al Ctelo,co-
fio ; onde impiegava i fuoi fcar-
volentieri
me li fpcra.per ricevere il prcmio.c delle fuc pclli nella fcultura di quelli,formandoli affili
virtù,cflcndo (lato Rcligiofo di molto fpiri- ai fi vede nelle Cappel-
naturale pictofi,cotnc
to orazione , e mortificazione , c della fua le lavorate in Rcggio.c Monteleonc e cosi, :
,
gran cariti tifata a beneficio del profilino . che nel mentre lavorava con la mano con-
templava con la mente , più d'una volta rapi-
to in eltafi ,cd è fama, che gii abbia parlato
il Croccfiffò del Convento di Reggio. Lavo-
per 1
‘
eccellenza della profeflTione da'Gctic-
ta vita
rali dell'Ordine, c finalmente pafsò al Signo-
re in Reggio l'anno jSVJo. alfiftito nel fune-
J, Ri Pietro da Cadano fu Religiofo di rale da numero!! concorfi di gente Dopo .
l* grandifiima cifemplaritì di vita. Stu- molti giorni fu ritrovato nella lepoltura con
diò in Napoli, nel qual mentre gli occurfc di lebraccia aperte in forma di Croce , nella
perdere dalia cella le lue opere inanufcritte, qual politura ancor oggidì ptrfevera.
quaii poi vidde efpofle per venderli in una V. Fri Diego da Carere Laico,ancor egli
Libraria. Ditte perciò a quei Librare, eh era- Scultore eccellcntiffimo , e Maeflro del fu-
no fuoi lo niegava l’altro ; onde fi conven- detto Padre Fri Giovanni ; onde fuc fono le
,
nero , che fe buttati dentro le fiamme noti-> Statue di S. Francefilo a Ripa in ma, degli R
s’inceneri fiero, fe li portali!: : buttati rcfiaio- Angioli in Napoli nei Convcnto.dcrto S.Ma-
no iilefi con maraviglia di molti Cavalieri ria degli Angioli,ove lavorò per ordine dei
,
labria, eletto l’anno 1589.* poi rieletto l'an- Patria . Era Rcligiofo di grand'orazione , e
no idi}. 5 onde con la fabrica di pili Con- rafiegnazione all ubbidienza Morì nella-. .
venti potè allargare la fua Religione in que- Sambuca in Sicilia, ove lavorava per manda-
lle parti. M°n
in Rollano l'anno 1519., ono- mento del Generale dell’Ordine , nativo di
fuo funerale dal concordi di quali in- quella terra Dopo tré giorni di fepoltura
:
rato il
Alquanti anni apprefiò urtato a cafu glutei fanguc caldo da una pia-
tiera quella Cittì .
aperta la fcpoliura fu ritrovato intiero, ed in ga, qual’ebbe mentre vivea, il quale poi ap-
ginocchione con le mani gionte, e faccia ri- plicato agli occhi d’un cieco , torto l'iliumi-'
attruova di bianco marmo nell' Altare Mag- Convento della fuaP-uia adì jo.di Giugno
giore ) le dille , come lagnandoli : che noti dell'anno 1710.
dovea permettere , eh egli veni/le alla Reli-
gione^ vcllilìc 1 abiro, giacche fapeva , che f. XIV.
io aveano da cTciudcrc. E aiiora gii rifpoic
la Madre di Dio , che licll'c di buon animo; Eremiti.
poiché <;uci Rcligiuii avertano mutato pa-
rere . Pu intefo il dtfeorfo dai Padre Guar- DI MARCO ZACCONE EREMITA.
diano, Uguale trovava'! orando nei Coro ,
dietro T lidio Altare Maggiore , e minite- Arco Zaccone
1
i
/I I-
TV 4 della Terra di
li aiolo a Prati della Pamiglia , lo annullerò <** IVI Cardinale-Eremita nella Chic-
ben tolto di commune conTeuzo alla folen- fa del Carmine , dopo una vita quanto fem-’
nc prot'clTìone della bermea Regola ; onde plice, tanto làuta, refe ljnima al Creature^
da lì avanti menò vita ioni inamente aultera, nella maniera, che hegue A 18. Luglio del
.
e lì compiacque iddio decorarlo con molti i5p8. ttfeito dalla celia vide nel piano avan-
doni , ,e prerogative , ìicome potrà vederli ti la Chi e fa il Chierico Cjtulcppe Lombardi,
nell ilioria di Tua vita. che palleggiava in compagnia dei Sig. Pie-
V1L Fri Lodovico da Reggio della fa- tro Cirillo, e ddfc al ChicriCo,che fi degnat-
J miglia Liconti vedi TAbito Serafico tra'
Padri Riformali , e fi fé conoTccre vero cl-
fc per quella fera , e perla Tegnente poi tarli
in detta Chiefj, a Tuonare il legno deli’ Ave
Teniplare di perfezione religiofa, polche che Mari*, dovendo egli partire per lontano pae-
ultre il cumulo delle virtù, che iiavjtaac- fe. Ciò detto ritiratoli in celia , e chiuda ir.
1
guidate, ottenne da Dio il dono delle lagri- porta al di dentro, riposò nel Signore fal-
me, che unite alla fuj vita penitente, ed' alla lati tre giorni , .c non comparendo i’Eremi-
parole infuocate, ch'eruttava da su Perga- i
ra, folpctrarono i Compatrioti colà di male,
imi, conveniva ai Signore mohdfiwi pecca- il perche portatili al Romitorio , e sforzata
tori . Pu anche arricchito del dono della., la cella trovarono il Servo di Dio morto
,
profezia , e della grazia di penetrare le cole fopra il pagliaccio, col Crocenllóful petto,
(occulte, e i nafeundigii de cuori . Pu pure ma in fematauza di vivo, colle incallita pie-
eletto iiilfuiitore,e Guardiano delia Tua Re- ghevoli, e coila carne morbida , e colorita j
ligione ì ma conoicendo che per tal' impie- laonde v'accorfe l'Arciprete del luogo col
ghi veniva in gualche maniera ad cllcr im- fuo Clero ,
e celebrati 1 funerali , lapcndo
pedito dalle continue orazioni , ed applica, qual fiiflc Hata hi vita di Ir. Marco, non ardì*
tzioni alia vita Ipirituaic , ricusò di accettar lepellirlo.ftnza darne parte al VcleovoDio-
Prelature piu in avvenire. Onullo final-
ì
ce l'ano, allora D- Fortunato Durante, da cui
mente di atuii,c di meriti, fcodogli rivelata
I
venne ordinato doverli fepcliirc il cadavero
da Dio la Tua vicina morte, ottenne da'Supe- in luogo didimo, pii d uopo però iafciarlo
riort di poterli ritirare nell' Ofpizio di Ro- tre giorni infcpolto per fod disfare alla di-
larno, come in luogo, ove per non elfer co- vozione del popolojnel quale Ipazio di tem-
nofeiuto , fi rendeva piu adattato alla Tua po s é veduto /correre dal fuo deliro brac-
unititi . (Quivi dunque infermatoft mortal- cio quantità di vivo lingue j e tuttocchc per
mente, dopo aver ricevuti con tutta divozio- altri rrè giorni giacque efànimc in ceJJa,non
ne i Santiifimi Sagr amenti, riposò lautamen- fi e punto alterato , nè fpirò cattivo odore,
te nel Signore a io. Settembre del id8o.Si credendoli comunemente , che la fua anima '
doli
C, cogiti
, , , , . o
I
fondo della lampana era in forma piramida- ni Epifeept s^utl lacca, ftpali un foie per m-
le, che non poteva febea miracolo reftar di- 'Anconjum de Geòrgia Archi presbyterum loci
ritta.Jn conferma della fua morte vale tra- in parte desterà valva major n Et e le
fi* fra -
fcrivcrA qui 1 apoca del libro parrochialc
'
PAR
DELLE SANTE FEMMINE.
T E TERZA
En e il dovere, e he al numero lì Paolo , e più (labilità da San Pietro , e poi
i
tato qui certe per nome , incerte per quart- unto s' adoprò il ferro , il quale empio ior
ali, ft Vergini , o fc Vedove . Sono adunque troncò il capo li 7. Luglio dell'anno 75.
quelle Santa Canzianrlla , della quale negli di ito Ara ialute . Scrivono di quelle Santto
adì di S. 1 cuduio Vergini, e Martiri li meddimi , quali fcrilTe-
Santa Gianuaria , Sanca Genovefa , Santa ro de Santi Martiri , e Pontefici , Stefano , e
Jkilia , Santa Veftina , Sanu Donata , Santa Sucra
Seconda, delle quali tutte, e lei nella vita dj
San Sperato, e compagni, li. DI SANTA VENERA .
CAP.
, e
1
.
F Agnefa , e
Felicita ,natc in Reggio da fciuta la nobile fanciulla all età, ed applica-
jyibiliHìmo parentado , ove fopravenuta la ta alle lettere , conforme al coftume dell al-
tede di Ctiflo portatavi dall Apportolo San tre giovinette Luurefi, di venne famofa nella
Scrit-
,
, ,
in una Città eflcrcirando levangelicoim- Dragone. Si rilc la Santa , c dirt'c , che nulla
piego, dichiarando la nuova Religione del temeva, perche averebbe avuto dalla fua per
Crocchilo , ed anatematizando la vecchia., liberarla l’Angiolo del Signore. Or sù, rilol-
del Gentilefimo, un tal'Antonino , che vera fe Timeo , quando tu (camperai dalla bedia,
Tiranno, fé la fé condurre d'avanti,(perando 10 mi renderò Crirtiano. Se ne contentò Ve-
di rubarla a Grido; ma ( infelice ritnafe pre- nera, c condotta al Dragone , tolto, che fc’l
da del fuo amore. L'cflortò dunque, che la- vide venire arrabbiato addollò , ella vibran-
fciarc quelle fatiche folo di gente malnata, dogli contro il fagro fe-gito della Crocc,l'ar-
voldfcro inficine abbandonarli alle lafcivie, rcfiò, lùccifc; onde, c Timeo quel fuo
, e
ed al buon tempo Inorridì la Vergine al-
. popolo refi Cridiant col fagro battcftmo ,
fi
la temerità de' configli ; onde divenuta tut- fottrartero dal doppio veleno c temporale
,
ta fuoco di zelo, con mafehio ardire Io fgri- del Dragone uccifo ed eterno del Dragone-
,
dò,lo minacciò , e farebbe (lato poco il far- infernale. IntentaVenera a nuovi aequidi
lo in pezzi Sdegnato perciò il Tiranno , e
. oltre padàndo in quei Regni , venne ove fi-
cambiatele buone nelle tridc, l'amore in fu- gnoreggiava Afclcpio.o Afclcpiadc per det-
rore, commandò che forte porta a tormenti, to delbaronio, fe non piu torto Tarano, giu-
che le forte poda in capo una cclada di fer- da il temono altri, le non forfè un fido, ed il
ro infocato , che forte conficcata con grodi medefimoper Afclcpio di nome , Tarafio di
chiodi in un legno , che le fofler legate lo cognotnc.Dilpiaccva a quel Tiranno la pre-
mammelle ; e che dal capo al piè forte cru- dicazione della Santa; onde la minacciò, che
delmente fiaggellata. Nè perciò contenta la più non publicaflc quella Fede quafera itu
,
fierezza del barbaro commandò , che porto odio del gentilefimo ; in altro cafo le reca-
le forti su del ventre un gran iàrtb alfine, che rebbe quanto più forti potfibilc ignominio-
crcpi di mezzo. Afflitta fra tanti martiri la_j fa la morte. Ma la Santa nulla dimando li Tuoi |
Sama fupplicò d'aiuto il Cielo , il quale non ordini , qual’ erano contro la fovranirà del
Tordo alle fuc preghiere , mandò vifibilc un' Cielo, e perciò continuando la predicazio- ;
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. e
i
quando il fuo corpo venne dato alla fcpol- dere a terra, rotto in pezzi. Quindi tratto da
Fanno di le' raccordo guanti io reco
tura. maggior furore lo fdegnato Mettimiano.or-
nella Calabr.* ogliata. dinò, che ella fotte gittata ad arder vi va en-
tro ad un' accefa fornace } e nientemeno le
Crilliani, quali non li rilalcialfero dalla fede che in vece di guadagnare una fola , ne per-
di Crillo, ripigliando la più antica dell' Ido- deva molte, ordinò , che le fotte troncato il
latria, fodero fatti prigioni j per il che car- capo.Condotta perciò fuori le mura , fu em-
cerati Torotco , ed Arfenia con la loro fi- piamente decapitata li ff. Luglio dell' anno
gliuola Domenica, di etì all'ora di anni 14 , 303. E nel punto medefimo ad occhio veg-
furono condotti in Campagna all'Imperador gente di tutti, fcefe dal Cielo un’ immenlìu»
Diocleziano . Tutto il penfamento di quei moltitudine di Angioli, parte de quali fi por-
Coniugi era, come fodamente Itabilire Do- ranno in Cielo l'anima fua puriffima, e par-
menica, la quale nel fior degli anni, e di fo- te dc'mcdclimi conduttivo il lagro Cadavero
Domenica condotta alla prefenza di Dio- te della nazione, qual f i la no. tra, e ne fono
cleziano, e fortemente contrafiata con gran- i nomi Fede, Speranza , e Cariti Qjefle in- .
di promette di onore, e di piacere , ma tro- ficine con la madre Sona da Calabru pariate
vata Tempre la medefiraa.cioè immobilmen- in Roma per la vifiia di quei Santi Luoghi,
te collante, e nella confezione della Fede, e piaciuta loro la danza vi li Rimarono, tratte
nel proponimento delia Verginitì , fu ri- dalla vcncrabilitì di quella Cittì Santa.Non
mefla a Maffimiano, piu attuto, e fraudolen- teneva oziofa la lingua Sufia,ma picdicando
te in quelle pratiche. Quelli dunque confc- Crillo , e le glorie della vcrginitì,opcrava sì,
nò la pudica Donzella a certe donne impu- che molte di quelle Idolatre Romane,lafeia-
lcile, perche Verginitì la
alla vendita della ta la patria fupcrltizionc ,
abbracciando la
follecitalfcro perfuafo , che dalla perdita
,
Crifliana Fede, e difabbracciattero da pro-
fi
meno alle battiture, che al facrilego fagritì- dici ebbe fopra Soldati , quali con alternate
CJO» non pure
non offerì glinccnfi , ma fpu- vicende la flagellarono fino al fanguc . Fatto
fatojn faccia all'empio Simelacro,
ilfè ca- più crudele quel barbaro , le fé troncare le
. . .. .
A quelta venne dietro Speranza l'altra forel- Gabriele Barrio de antiqu. lib. Girolamo .
ìa a anni diece , al numero de’ quali corri- Marafioti Cron.lib. Apollinare Agrefi a Vita di
fpondendo diece malvaggi la batterono in., S. Bafilio, Paolo Gualtieri lib.l.
catole il capo 1 loro corpi , rubati dalla ma- On meddìme circoftanze cammina^
diflanza da
.
E ornano. Ma Mctrafaftc lo rapporta li 17. cennata di foprai onde 1 una, e f altra h j tra-
Settembre ì a cui foferivono il Mcnolugio fcritto qui , tinche la providenza del Cielo
greco, cd altri altro difponclfc di amendue
Paolo Guati, lab. 1.
Delle Vergini , non Alari tri.
IV. DI SANT' ELENA DI BELfORTE;
CAP. IL VERGINE
Torcila di Sant
in Bclfor-
figliuola del Signore del luogo e
,
Onofrio, di cui nell’altra par-
rio fangue. Avvegnaché, per detto di S.Ain- te. E però che vidde il raccordato fuo fiatel-
j
C rogio,non manchi alla verginità il Tuo mar- lo, che lafciate le pompe del fecoio,e gii ag-
tirio, tanto piu crucciofo , quanto c più do- gi della cafa paterna , vcltito dell abito Baii-
mcflico, e più lungo . liano attendeva alla penitenza, cd alla virtù,
anch'ella moda dal lùo efempio, ed ifpirata
I. DI S. TEODORA dal Padre de lumi , vellica in abito malchile
fifuggi dalla caia,edandò fcabofclù alcrvi-
da Rcligiofa prefe a menar vita di penitenza. la Tua mano su di quella Santa, cd ordinò sì,
Piacque a Cittadini il vivere di Teodora, ch'andò a porfi non troppo lungi dal fratel-
onde le diedero ad ammacflrar le loro fi- lo ; ma non però fapcndo l uno dell' altra ..
gliuole; ed ella fabricato un Monaflerio fuo- Ben è vero, che dopo lungo tempo, quando
ri le mure della Cittì, ove fi dice l'Arenofo, la penitenza, e l'abitazione fra'bofchi aven-
ivi fi rinterrò Maertra cd Abadcifa di nu-
, do disformate le loro faccic, accadde dcllcrrt
merofa prole Non . fu pago il fuo fpirito di incontrati inficmcìondc pollili a ragionar di
{blu ammacrtrarc donzelle , oltre pafsò all' Dio/i lenti vano l'un l'altro rapiti da un affet-
educare figliuoli mafehi, fra quaii tu l'Abate to naturai, (era quello del fangue).Siechè da-
S.Nilo , da Jei iingoJai mente amato, pre ver- tiliragguaglio deli abitazione d amendue e
,
gendone la futura fantiiì Da quello Mona- . rifcontratilipiu volte infìeme , finalmente fi
ltcrio , o piu tolto Confcrvaturio pafsò ad riconobbero inficine Non è credibile il giu-
.
un altro più formato ili Monache Balilianc bilo de loro cuori, c quanto lì tufferò anima-
TFT ti
, . -
ti l'un l'altra al forvino del Signore : quello gnor Arcivcfeovo di Reggio non ifdegnavaj
gì, cheaccoltali piu di-celle traevano una vi- cafa,e conferir con effo lei gli af-
vifitarla io
ta tutta beata. Ville la Santa in età affai ma- fari dipiù urgenza: e la terza fu Maria Maz-
tura , ed alla line ricca di meriti , c con ino za, qual mori martire di carità fervendo agli
mano il hore della non macchiata verginità appellati
del fuo corpo, andò a godere del fuo Spofo Paolo (Putii ieri lib.z.
nel Cielo Le lue fagre Reliquie unite con
.
. ani' afìara ( \
quelle del fratello Sant Onofrio ancora Han- VII. DI BEATRICE CAFATINA.
no nafcolte agli occhi degli uomini , ma ben
difvclatc a quelli di Dio, il quale a tempi fta- U quella Serva del Signore figliuola di
biliti dalla lua Sapienza sì onorare i Tuoi
fervi
F Giovanni Cafatina, c di Pcnclopea Gri-
maldi* , amendue famiglie nobili in Catan-
zaro Eficndu ancor di anni fette fede con
.
V.DI SANTA CHELIDONIA VERGINE. atcri di cafa alla marina , nel ricondurli ia_,
fera rcltò la fanciulla finarrita in quelle cam-
Ntorno alla Patria di quella Santa ne ab- pagne. Ritornato perciò il Padre la mattina
I biamo una foititTuna ofcurczza Con- . aliai per tempo, ritrovoila , che agiatamente
corde volmente li nota Cellis in Calabria , di dormiva in una pianura,con nel duo un va-
cui però non n' abbiamo rifeontro ; poiché ghi filmo anello d' oro Rallegro!!! il Geni- .
dirli , eh’ dia folle d un luogo detto Celierà tore per la ritrovata figliuola, ma reitò for-
tra'Villaggi di Colenza , non ha del vcrili- temente maravigliato dell'anello» onde ri-
rnilc . Io però dirci, che Dato forte sbaglio di chiedendola, da chi 1 avelie avuto , rifpofe,
chi notò Cellis in vece di Aulis , perfuafo che glie l’ avea pollo nel duo una gran Si-
dall’ identità del lignificato , poiché tanto è gnoia, fenza faperne altro, e che nel porglie-
Aula: , quanto Cellx Nacque adduntjue in
. lo le diceva Tu Tei Ipofa del mio Pigli uo-
:
un qualche luogo intorno al Monafterio , al- lo, tu lèi Ipofa del mìo Figliuolo , guardati
tre volte detto A ulte , o vero Aldine , dalla di non offenderlo, e cosi dicendo 1 accarez-
moltitudine delle anitre »e forfè per qualche zava con tanta dolcezza , eh’ ella ne fu lo-
tempo viffura al fervìzio di quello .Da quivi praprefa da quel grave fiatino Crebbe dun- .
pellegrinando arrivò nel Lazio, ove vedila que la fanciulla si nella virtù, si negli anni,
dell’ abito di S. Benedetto, divenne Abadcffa c veftita dell’ abito delle Terziarie Capti c-
di molte Monache . Non abbiamo altro del- cincfi ammirò prima macftra , che difeepo-
la fua vita . Morta addunque , e fepeilita nel- l.i. Scqueftrata da' tumulti della cafa, accolr
la Chiefa , ch'era del fuo Monafterio su del fe l'otto la fua difciplina una quantità di
monte Simbruino 5 quindi il Cardinal Mar- fanciulle nobili, alle quali iolcgnava Ja dot-
co Antonio Colonna trasferite le venerabili trina Criftiana , ed iftiliava l' amore dell*-»
Reliquie nel Monafterio di S. Scolaftica_, verginità cosi, che molte fprezzarc le pom-
predo il Sublaco, dal fuo nome fé chiamare pe del fccolo, c gli onorati maritaggi, velli-
quella Chiefa rono l' abito medefimo dì Terziarie Capta-
Mtrtirolog. Rum, ai iiem r }. Off ab. Baronia tine. E tutta via conofeendo non cflèr trop-
it nodi ai ipfum. Arnold. UvionMtrtirol.Bc- po iicuro il vivere nel fccolo , prtlc ad in-
nci. i j. Ott. Vetrario in nova Topogrtph. ai trodurre nella Città un Monafterio di Ca-
Mari .RomfSubite., ir in St. Itti. Ama Sur. puccinellc clauftrali , c Parrebbe introdotto,
Ginige. ai iitm !}• Offob. fc 1 Inferno a tutta voga non le fi foffe op-
piano. Kivolfc adunque l’ animo a clauftrar-
VI. DI ROSELLA MOR1SANO , ED AL- li nella propria cafa, da cui non ufciva , che
CUNE SUE D1SCEPOLE. per fuio ufo de’ Sagramenti . Le Fcftc poi
il
un coofervatorio di fedeci verginelle , quali non Teppe dir parola di lamcnto.Portò Tem-
allievo nel fanto timore di Dio, fono la di- pie nelle nude carni un pungente cilicio,
fciplina del mtdefimo Beato , cognominan-
coll’accoppiatura di tré diicipiine la letti
doli le Capuccinelie Quello ella operò di
.
mana , e tal ora ogni giorno ali’ ufo de' Ca-
va crederla donna di famiffima vita Fra le . mangiando carne , che ne' giorni delle fu.
nominate fu* difcepole s’avanzarono Euge- lemmi maggicti , pefee mai , o altro cibo
prcziofiijficchè l’ordinario fuo mangiare era
nia Molizzi forella del Giorgio, arricchita.,
dì legumi, cd erbe, e talora di pane lolo » e
dal Signore col dono della profezia, un’al-
tra a noi Anonima cosi Santa , che Monfi-
fpelle volte di niente Fu fuo Confeflore il ,
. . j
A Urclia Cacia
fii nativa di Borgia ; fuo
Padre ebbe nome Celare , e la Madre
IfabcllaMorclti.Non cITcndo più che di an-
sfoggio, l'altra con nome di Lucrezia d anni
otto , e l'ultima d anni cinque col nome di
Febronia. Vidde Aurelia la Torcila difpolta a
ni lei vedi l’abito di Terziaria Capuccina , marito, ed altamente ferita nel cuore , ch'el-
qual Tempre potrò lenza camicia, con di Tor- la effer dovefle dei mondo, enun diCriflo,la
io un alpro cilicio, lenza mai tortelo da lò- notte, mentre le compagne dormivano , ella
pia, al di giorno sì di notte 11 Tuo letto col . vegghiava in orazione , fupplicando, adef-
guanciale non furono, che , o legna , o pie- fempio di Chiara, la pietà del Cielo per la
ne Anche fanciulla fi fvifccrava alla carità
. convcrfionc delia Torcila. L’elfaudì il Signo-
de' poveri , onde dando loto più di quello re, onde quella fcntcndcfi al di dcmru come
penava lo dato della cafa , e perciò riprclà iimpun e rare , perche noi» leguiile l'clfem-
dalla Madre , convennero sì , che U di più pio di Aurelia, cercò di monacarli. Non per-
non TotiiilTe la lor facoltà, fi traclTe dal pro- de tempo la Seri a di Dio , perche dato di
prio alimento, lino al rimanerne per intiero mano ad una fòrbice le tronco li capelli,c le
digiuna .Fioriva di quel tempo in Boigia_> fé gittarc lo sfoggio. Spettacolo, qual. vedu-
Pairoco di quella Terra D. AgazioTriinal- to dalla Madre la portò in. tanta furia , che
Jcci da Squillace, ugualmente lanto, e dotto, luna, d'altra maltrattò convillanifliine pa-
e di abitazione contiguo ad Aurelia ; onde role, e poco mancò, che non anche con ba-
da' Ceniteli fu data al mcdcfimo per difcc- Itonatc.f là il molto, che dille ad Aurelia fu:
pola, e nelle lettere, e nello fpirito: Eserci- Deh pigliati quell' altre , additandole I alite
zi abbracciati dalla donna con tal vigorìa di due lorellc iEd.clia,si Madre mia, ed intan-
mente, che tolto ne divenne, come confum- to proflrata a terra, con. bricvi.ma. calde pa-
n:ata nella virtù, così provetta non fola nel- role fupplicò la divina Bontà per l'acquifto
le lettere umane di drammatica , e Rettori- di quelle. Anche in ciò fu cflàudita poiché
,
ca, e nelle piu gtavi di Logica , e 1 liofoba, quelle rilafciandolì dal feno materno coll'e-
ma nelle (agre ancora dell una, e l'altra Teo- ro in braccio ad Aurelia , fupplieandola icj
logia Tonultica, e Scotica , ed avea come in non abbandonarle, con lafciarlc in cafa j ma
compendio con maraviglioTa tenacità rac- vie piu infuriata la Madre , e quelle vie più
colti nella memoria li quattro libri Pel- d ollinate a feguir la Torcila, cede l una al Di-
bei io . Lo pruavò con ifpcrienza I rà Bene- vino , olcrc , e f altre tennero compagnia ad
detto da Seminata nodo Capocchio, di cui Aurelia. Così dunque ricca di tanta predai
alti ove, '1 eologo lenza pari,quar.do diverti- arrivò la Serva di Dio in Montcleonc,e diè
to in Ina cafa , e con cfiolei attacate molte principioal Monaftero lòtto titolo. di S.Cro-
dilpute di Teologia , e F'ilofotìa, incontrò ce, filmando, che il vivere delle Suore fi do-
cosi falda Aurclia,chc dille non avqr fin all' veflc conformare al titola della Croce, per
e
ora faputo udire più gran Filofofo , e mi- gittar anche affai ben cornfpondcnti le fon-
glior Teologo . Beatrice Cafarrina ( di cui damenta della rcligiofa fabrica prefe comi
,
lupra fatta una raccolta d' innoccntiflìaic
) tanta afprczza di digiuni, di difciplinc,di ci-
fanciulle flava su' trattati di fondar in Ca- licj,cd ogni qualunque macerazione di car-
tanzaro un Muuallero di Capuccincllc Cau- ne a mortificar ilfuo corpo, che,, non anco-
dali. Ne udì la fama Aiirclia,effcndo di an- ra feorfi lèi meli, grave mente infermò. Non
ni i ; , e tolto ivi volata fi aggregò a quel-
. era venuta da Roma la facoltà della claufu-
le Ma veggenti') non riufeire il diffegno
.
ra , e mentre Aurelia agonizava fi chiamò
,
ridile panare fra quelle poco dianzi fon- Annibale Lanza, alle cui fpefe fi fabricava il
date in Colenza , e ne pur quello le addi- Monaficrio,e lo richicfc «'era venuta la po-
venne, aitravcifàndofdc la mone del Pa- lla ; rispondendo l'altro, che nò; anzi che si,
tii e in quello mentre eflendo venuto alla..
.
replicò l agonizame , hà portato i libri del
Coro,
»}9 CALABRIA SANTA LIBRO I.
Coro, e della Chiedi , ed ottimi fpcranz«_. lagiovane fervorosi, il cui defiderio tradii
deili ciluidrai come in latti avvenne Pian- tutto inmonacata ; che periamo al meglio
gevano dirottamente le Suore, veggendo, che poteva, e dalia fervuti le veniva permeilo , li
ja lor Madre idratava pilli alla morte, lin-
i
|
addedrò alla pia rigida vita monacale Cin- .
golarmentc Lucrezia la torcila , alla quale : fc allenude carni un'afprilEroo cilicio , con
JSon piangere, le dille, Lucrezia mia , tù mi di fopra una camicia di lana , benché per i-
fcguirai poco apprefl'o, e ci vedremo in Pa- sfuggirc la veduta del mondmfacca di fopra
radilo. Mori adunque Aurelia 1' anno rtfn. apparire manie he di candìdidima tela . Ciò
|
j
avendone xy. d' età, e nulle di virtù 11 fuo . reggendo il Gentil uomo, 1 allargò dall' ob-
funerale fu accompagnato dalle lagrime di bligo del fervile, e le diè licenza , che veda
, che a roda vi concordi ,
rutta la Cittì ta- lubiro di Terziaria Capuccina . Arrivata
gliandole in pezzi le vedi , e polla dentro dunque a quanto delìderava il fuo cuore, al-
una cadetta di legno, non cedi Iddio d opra- lei andò le maniere dei vivere , li rendeva
re molti miracoli a iua intercedi onc. Quan- l'petraeulo agli occhi di tutti ; poiché, oltre
to folle la fua gloria volle Iddio manilcitar- la qualità dei vivere deferita di fopra ,de-
iu dopo la fua morte Era attaccato al
. o- M pule anche le fearpe, e camino a pie ignudo
nadcrio un orticciuolo,ove ufciva.to le Suo- un ne maggiori giacei dell Inverno il ri- :
. re dopo gli elfcrciz) deli' orazione ; quivi pudi lo pienotta lullc tavole , o folla terra ,
Aurelia avea coltivato una pianticella di alando in alcuni giorni d’infermità per rum-
Borragipc, della quale Lucrezia ludetca li a- ina delizia alcun pagliariccio Digiunava .
vrebbe voluto lervirc nell' infermiti delia tutto fanno,u in pane,ed acqua, o con olive,
!
foiella; ma quella non volle, dicendole , la- e famigliami cofareile ; ma li Venerdì non
!
fciala, che fiorirà tolto , che io l'piri ; e cosi guliava cola alcuna, non di mangiare, non
! fu; poiché già morta Aurelia , la pianticella di bere: Coltuinc immobilmente tirato lino
mette fuori i fiori , argomento della fua in- alia mone, ed anche nell infermità JsJon alzò
colpata Verginità. Indi gravemente inferma- mai occhio per vedere chi che da mafchiu,
te buor 1 tabella Mazza, e Lucrezia, mentre Tempre al di dentro contemplante; tanto che
munite del Sagro Viatico , davano prcpa» per qualunque contingenza mai fu veduta ri-
raudolì alla morte, 1' una delle notti Jfabcl- dere La Tua carità, e con poveri , e con in-
.
tendo dunque, che non alia claufura, ina alla per non ufcjrc sì predo da quelta cafa , que-
morte f invitava, rifpofe: Non pollo venire, Iti erano Tuoi eUcrcizj in quella, lingular-
i
ed al punto medeiimo 11 eomprefe gagliarda mcncc da che fu fatta di fuo arbitrio con 1 a
di vigore.Adunquc, replicò la voce, manda- hito Capuccino La mattina a giorno li ap-
:
mo primario, e molto ricco della Città At- . erano cfficacillìmc ad interceder grazie a prò
tendeva bcrnardina con tanta foliccitudinc de fuoi prudìmi; le ne raccontano varj cali,
tri fuo anniderò , che compiaci utofene mol- io ne rapportarò qui uno , o due. Un tal Sa-
to il Padrone,la prcpolc, quantunque Ja più cerdote , ( il cui nome per degni rilpetti Jl
giovane, ail altre lei ve, collidendola lor ca- tace ) di qualche autorità nel paele , vivea
po ; bensì, ch'ella mai in tempo alcuno , od non tiuppor Jigiolamcnte La gente di ca- .
jmpor-
,
importunava laD. M. Una fra i' altre volte, to da giudo timore per le parole dette poche
che a piè ii' un Croccfilfo con amare lagri- ore avanti da Bernardina ; ma il figliuolo
me fupplica va per quell’ affare , le favellò non dubitevole di male alcuno, ufcì, e nell'
dalla Croce l' inchiodato Signore Ma che . ulcire gli furono Caricati, ma lenza colpir-
T abbia detto l' umiltà della Serva di Grido, lo, gli arebibuggi . Un fuo nipote rifoiuto
e la poca diligenza del fuo Confeflure , non ai andare in Policadropcr fuoi affari ,
andò
fepjxro lafciarnc memoria a poderi ; quello a prenderne licenza dalla Zia , la quale gli
è ben certo, eh' ella parlando col Sacerdote dille: Non vi andare, perche non fai quello,
lo portò a manifedo pentimento , e poi ad potrebbe avvenirti; ma dimando l' altroché
una diiigentilfiina emenda dicoltume. Una tollero parole di complimento , c per altro
fua nipote per nome Porzia, irrifoiuta tra il portato da' fuoi iuteredi, partì . Alquanti
raonacarft, c tra’l maritarfi,vcniva allo fpef- giorni apprdlo, mentre Bernardina una fera
fo battuta da Bernardina, perche fi /poli con alle tré ore orava , chiamata Porzia fua ni-
Grido Terziaria Capucvina j ed era la ma- pote, forclla dell'altro andato in Policallro,
raviglia , che nel mentre era alla prefenza le dille, Domenico, quclto era il fuo nomc,a
della Zia , ardeva in dclidcrio di fcrvir Dio quell' ora ha ricevuto un colpo d’ archibu-
Versine, todo fe ne allargava, affalda dal gio: volea piangere Porzia ; ma tolto le re-
fenda ravvolgeva i penlieri al matrimonio.
, plicò la ferva di Dio: Non piangere, perche
Or eflendo il mefe di Giugno, c cclcbrando- V ha colto per errore , ma sì leggiermente
fi nella Chicle non troppo didante di S. Ca- nel braccio, che dimani a Idra laveremo qui.
tarina, Monaderio di Ciarilfe, la Tredicina, Ed il tutto avvenne , come fi è di fopra di-
necci-
. ,
Er non ifcompagnarc 1 una Cittadina-. dola di già caduta , cercò di rtfvcgliar dal
P dall altra, ed aver tutte inficine le ferve
di
fonno (comclia credeva) la ferva del Signo-
re } ma rapita in profonda citali , nulla inte-
del Signore, quali borirono rasila Cittì
Taverna , a Bernardina faccio leguire Bea- fe, e nulla nocque l'infernal tremuoto Ebbe .
alla fcpoltura fé lungo panegirico delle fue ni per f ufo delle Meffe , e de Sagramenti
virtù, affermando, che il meglio lavea rifcr- quattro volte fu veduta , Dando ancora i:u
bato fra inedclìmo , per metterlo in carta,
fc cafa giaccnrc in letto , communicarfi nella
avendone ferino per la dovuta facoltà all' fudetta Chiefa.Affiftcndo una volta alla pro-
Ordinalo di Catanzaro. l'crò li fovcrchi af- ceflionc del Santiffimo nella Cappella di
fari dell' uomo , applicato tutto al bene
de' S. Martino , fc le diè a vedere Crifio veftito
mandò 1 abito Capuccino , qual'clla accom- ancora avean finito il viaggio , che foprarri-
pagnò con tutti quegli cflcrcizj d'aftinenza, vati da’ nemici, e datali vicendevole la zuffa,
di cilicj, di difeiplinc, di vigilie, e d'ogn'al- sellarono morti li due. D. Pietro Luci Gcn-
tra macerazione di carne , quali furono pof- til'uomo di Zagarife fatto dalla Corte pri-
libilia donna vefiita d' umana carne } quello iunc, fi ritrovava in manifefio periglio, o
è folo di certo, che furono si autieri,e si fre- Sella vita, odi carcere lungo La moglie ne .
quenti , che più d' una volta ne infermò a feriffe a Suor Beatrice, la qual le ri(pofc,chc
fu intefa querelarli, che non avea perciò tem- po di 1 ]. giorni . Una donna
di Gimigliano
po baftevole} ed era, per li maravigliofi con- non potendo aver pace con una fua vicina-,,
corfi di gente, che le venivano, o pcrl'inter- venne per configlio da quella Spofa di Cri-
celfione d’alcuna grazia , o per la confulta di fio : la confidò affienandola , che il dì fc-
qualche grave affare Nel qual'clcrcizio Id-
. guente refiarebbe contenta Ritornata in ca-
:
dio le conccffe l'intelligenza fopra gl'E van- pa ritrovò, che l'altra s'allcfiiva per andarfe-
geli, quali , ed intendeva , e fpiegava al pari nc in Tiriolo di cafa con fua famiglia, come
di qualunque avelie fatto gran profitto nella avvenne Alcuni del Cafal di Pantone aven-
.
Sagra Scrittura. Non mancò il Signore di fa- do perduti alcuni Bovi , e non ritrovati per
vorirla con la grazia dellcfiafi , anche coti-, molto, che l avcffcro cercato, ebbero rieorfo
follcvamenti da terra accompagnate. Una fe- alla ferva di Dio , la quale motteggiandoli
ra dell' Afccnlìonc diffe alla compagna , eh' di infamati dille loro , che non aveano cer-
andaffe a ripofarc} inoltrò quefia d'ubbidire, cato bene } poiché gli Animali erano nel tal
ma mettendoli full’offcrva, viJdt, che pollali Territorio , ed alla tal parte , additando per
in orazione la continuò fino alle tré in cir- minuto il fuo Andarono , e ritrovarono il
.
ca della notte, nel qual tempo la vidde pian tutto conforme al detto di lei
I
,
piano follcvarfi da terra, palmi 4. alta: Perfe- Ma non f i minore la gloria de' miracoli.
vcrò in quella politura per un quarto d' ora, Due giovani di Bclcallro , marito , e moglie
affatturati così, che non potevano vederli, ed
j
'
e caduta a terra continuò l’orazione fino al
matutino . Riufeendo di molto difeufio all' era il peggio, che ne anche potevano confcf-
I inferno l'orazione della ferva di Dio , fiu- ùrfi} la madre dell'uno andò in Taverna, per
diava fovvente, comedilfurbarla Ritornata . raccomandar l’affare alla ferva di Crifio. El-
di Chiefa, e poflafi ad orare con la faccia ri- la,per isfuggir la vanagloria , la mandò da-,
volta alla Chiefa della Picti» , le fi prefentò . Frà Girolamo dell' Albi , di cuj altrove s'è
I
avanti il demonio fouo fcmbiantc di mo- I
detto, per certe cartelle . Le portò in Belca-
ftro.
l
. , .
Aro ,
e date agli affatturati tolto rifveglia- Aidetta Città} di quegli in ammacftrarla nello
rono conte da un profondo letargo fi con-
, , !
\
(pirite, c di qucdi in confelfarla, onde riufeì
Affarono c poi feinpre viifero con molta^
, Kcligiofa, e di prudenza, e di zelo dell onor
pace. Giulèppc Vcraido Gentiluomo di Ta- di Dio , tanto che li medelìmi Prelati volen-
verna mortalmente infermo più volte lari- tieriI adopravano
in affari di rilievo $ c lej
chicle, che andaffe a vifitario, perlitafo , che Suore la fi feellèro per loro Minidra,
nè vol-
s'ella il fegnaffe f avrebbe rifanato ima non lero altro, mentr'ella vide La fua vita fem-
.
volle alfentirvi mai , fcufandolì eh' ella non brò un continuato* digiuno^ conciodaehe, ol-
avea fomigliantc virtù Ne fcrifl'c l'infermo
. tre quelli ordinati a tutti dalla
Chiefa, of-
a D. Diego Morronc , qual lì ritrovava nel fcrvo ella anche gli altri ordinati dalla lor
Sorbo, per occalion di miflìonije quelli com- Regola a Capuccini, de'quali al maggior Pe-
mandò a Beatrice fotto ubbidienza , che an- gno affezionata , come vedi va l’abito così
,
dalfe a vifitar quelfinfcrmo , e gii rccitalfej imitava, quanto mai forte portìbilc
, ia vica
su l capo una tal orazione Ubbidì ella , e
. Fu di gran dilpreggio di le mededma ; con-
l’altro rullò guarito Una giovane di Garro-
. cioiiache quantunque Signora primaria,
lèm-
poli affatturata venne dalla ferva di Dio per prc però avvilì (è medefima e col vedir da
,
anclleiti di ferro, e redo lana. Pece ella que- Città Tutto il tempo le veniva permeffo
•
llo per non faperfi in Taverna quella grazia 1 impiegò nella contemplazione de' Divini
ricevuta. Di quelle grazie fe ne potrebbono miderj.non mancando il Signore di favorir-
annoverare cento , e mille operate dalla fer- la con la grazia di molte eltali. Illuminata da
va di Cri Ilo col tocco delle mani,copezzet- lòvrano lume difeorreva così profondamen-
ti di pane , quaii diftribui va a coloro anda- te di materie teologiche, e morali, che
il fuo
vano a vifitarla, e con colè lérvite a fuo ufo, Confcdore con il parere di Monlignor Lo-
fazzoletti, vedi, e fomiglianti,fingolarmente renzo Tramalli Vefcovo della Citta, le com-
con la camicia nella quale mori ; poiché fat- mandò , che liriveffe alcune colè, e già lo
ta in pezzi dopo la lua morte oprò moli tu lùride , ella' parlando ed il Confcdore fcri-
,
maraviglie. Per più purificarla la pruovò Id- vendo i onde nc furono compodi alcuni vo-
dio nel fuoco di una lunghiflìma febre otti- lumetti, quali c fami nati, e revidi, per ordine
ca , tollerata da lei con un infrangibile pa- del fudetto Vefcovo da Fri Lodovico d’
Op-
zienza ; e qui ancora avvenneio le niaravi- pido noltro Capuccino, e Latore, furono ri-
’
glieipoiche la compagna, che la ferviva.av- troviti molto conformi alle due fcuolc di
vilàta con replicate idanze da’ medici , che San Bonavcnrura,e di S.Toinmafo Morì fi- .
non tanto fe le accodadè , molto meno con nalmente Giovanna l'anno i <Jy x. lafciando
,
elio lei dormiffe, la ferva del Signore P affi- dopo di fe una gran fama di fumici.
curò , che non pur non fentirebbe danno al-
cuno , ma che dopo fua morte le cederebbe XII. DI CATARINA SIRLETI. I
A Città di Gicrace altre volte fècondif- non mangiando, che pane graffo inzuppato
L fima madre di Santi Baliliani , onde ne
riportò il cognome di Citta Santa, in quell'
nell’acetùi nè mai alla menlà con
la famiglia , ma in terra , qual'una delle fer-
1 altri del-
ultimi lècoli se relà venerabile Santuario di ve . Portò nelle nude carni il cilicio , anche
Franccfcani Capuccini , sì mafehi , de 'quali in tempo d’infcrmitl, accompagnandolo con
nella feconda parte di quedo Libro , sì fem- la cintura d una graffa catena di ferro Non .
mine , delle quali in qued’ ultima . Sari la_> era altri così avido di qualunque cobi del
prima Giovanna Pignatelli, tanto nobile per mondo com'
, eila dell’orazione , e contem-
nafeita quanto ammirabile per virtù Fan- . plazione, nelle quali l'crano frequenti l eda-
,
ciulla velli l’ abito di Terziaria Capuccina li, anche col rapimento del corpo da terra.
fotto la guida del P. Angiolo Capuccino , c Ebbe lume da vedere non Itilo le cofe pre-
dell’Abate Giovan Cefare Lcmmo Dottore, fenti occultifiimc , ma le lontane , c rimote,
Parroco, e più anni Vicario Generale nella ed il P. Tomaio da Gerace nollro Capucci-
“Gg no
. ,
piatile non le nc dichiari la qualità . Le lue fi fentjva robudiflfimo , e che nella foleunitì
parole erano frette infocatc,quali penctran- trafeorfa s'cracommunicato Nò, ditte Pao-
.
i
|
do le. vifcerc altrui , opravano converfioni la, vattene a difporrc de tuoi affari , armati
ì iniracololè * c fé ne raccontano gli efempj in co'Sagramenti della Chiefa , che tu fei mor-
peritane difeiuire di cuttumc , alle quali eoi to . Non ebbe a male l’awifo il Gentiluo-
parlar da fola a fole le traeva dal peccato al- mo, tanto maggiormente , che all'ora all'ora
la virtù Li giorni delle lagre Coininunioni,
. cominciò ad averne certezza 5 conciofiachc
che pur erano frequenti, li rendeva inabile a prima di partirli fi fenti leggiermente lor-
tonverfar con uomini , 51 foi temente fi rapi- prefo dal freddo, indi dalla febre, la qualej
\a in Dio. Riposò nel Signore fanno tSjS., oltre vie più avanzandoli lo portò all'altra
fepcllita coi concorfo di tutta la Città , ed il vita. Finalmente l'una dopo 1 altra ripofaro-
fuo corpo dopo anni 14. di fcpoltura fu ri- no nel Signore quelle fue Serve , lafciando
notato incorrotto, e di gratittimo odore. a loro Poderi grand' efempj di virtù da imi-
tare .
la propria cafa, videro in quella, come fe_> no amendue Rcligiofe di fuitittima vita-,
fodero in qualunque Monalterio di iìrcttittt- vedite col fagro abito fudetto fin da fan-
ma claufura . fi vedevano infieme,
Sol tanto ciulle^ viffute fino al morire fra digiuni,ci-
ed ufeivan quanto portava la nccef-
di cafa, ed altre penitenze furto la_,
licj, difciplinc,
fita, o delle Chicle ad afcoltar li divini offi- difciplina di GiotCcfare Lemmo Vedivano .
ci, e prendere i Sacramenti , o della carità di panno grotto, portando fempre nel petto
per foccorrer poveri, ed infermi * nel rima- sì di giorno, sì di notte un Crocefilfo di
nente non lì vedevano mai, ciafchcduna, od mediocre grandezza, macilenti nel voito,ma
orando nel proprio Oratorio , od clfcrcitan- ’lpiranti odore di fantità. Ogni mattina erano
doli nella cameretta in qualche manuale im- alla Chiefa de’ Caputemi , afcoltando quan-
piego. Digiunavano quali fempre , e per lo te Mette ii celebravano in quella, dalla qua-
piu in pane, ed acqua * ma li Venerdì noti-, le non partivano, che ipediti gli uffici , e le
gullavano cos'alcuna.Si difciplinavano a fan- mette, li chiudevano le porte, confummando
gaie a tanta furia, che ne bagnavano li pavi- tutto quel tempo in orazione , c contempla-
ì
menti. Vedivano panni grotti, e per di fono zione , fra le quali pativano molti eccelli di
cingevano catene, e cilicj, così orridi, che_s mente , c
di amuroli rapimenti Ritornava-
.
atterrivauo con la fola veduta. Tutto quello no la fera alle Compiete* nè d indi partiva-
avevano difpenfavano a'povcri * cunciofia- no, che non fotte dato il fegno dell' Ave
che provedute dal Padre a titolo della lor Maria Chiamate
. dal Signore ali’ altra vita
dote d alcune annovali rendite , rattcnutone partirono da quefta con lieta faccia, accom-
quanto badava al loro feariittìmo vivere , il pagnando il lor funerale numcrofi concorfi
rimanente era di Dio. Lavoravano man ual- di popoli, acclamandole per Beate ipolc di
mente lane, c lini per vedirne poveri ; c fc Crido.
avveniva neccttìtà,che non la potevano foc-
eorrcre co l lor proprio , ufeivano a due a_> XV. DI MADALENA GAGLIARDI
due in cafa di parenti ricchi , per ritrovar
quanto ballafle Ed era legge indifpcnfabi-
.
nuo-
DELLE VERGINI , NON MARTIRI CAP. IL iVf
nunciat» di Suore Claritte.Q_ùvi fotto l'edu - la cala, e richieda dove , rilpondea,
li fotte
cazione corporale di Suor Porzia Gagliardi eh era dentro le Piaghe del Crocchilo altre :
fua Zia , e ipiritiule di Suor Vittoria Teoti- volte parendole di veder altre perdane nelle
no, della quale appretto , fi profittò maravi- medehme piaghe , udì , che Crido le dieea,
gliofamente nello fpirito Forino di creta
. Madalena lo ci faccio quelta compagnia,
tutti li miftcrj della Fattone , indi coll’ ago perche non crederti, che tu lòia folti in que-
cavandoli il ianguc, ora dalle nuni,ora dal- Itc Piaghe Alcun aiue volte offerendo alle
.
le braccia, ora dal rimanente del corpo , li dette Piaghe li peccati de’ fuoi profììmi , le
colori tutti, e poi uno per uno contemplan- pareva , che tolto venittero lavati da quel
doli, li bagnava tutti di lagrime . Crelciuta Sangue , e che Crido le paiialle Attendi fi- :
alquanto piu all età, cd avendo piti lume da gliuola a portarvi quella robba, perche ....
conofcere la virtù, perche non oprafle colà [Si avvifa il Lettore,che per trovarfi mancanti
difdieevole, prefe a ravvifar quelle Suore , alcuni fogli nell'originale dell'Autore, viene qui
non come donne del l’aefe , ma come fante ad interromperft la vita ammirabile di quefia
difeefe dal Cielo,ondc a ciafiheduna metten- Serva di Dio con non piccolo pregiudìzio delta
do il nome di una Santa, quella fé la collo- medcfima, quale poi profiegue, come qui app. cj-
cò in mente, come S.Catarma, quella, cerne Così adunque orando, cd cfclamando ot-
fo)-,
S.Cccilia, la terza , qual S. Agnefa , e covi tenne, che redimito a fuoi fcnJi potè partire
dell' altre, inconformità a' propri nomi. In- per l'altra vira proveduto del Sagro Viati-
di ne avveniva, che
1' ollcrvava
, cd ubbidi- co L'anno iSft.ncl principio d Agoito
.
va, come le follerò le mcdciimc Sante dell’ Cufinana Charido per alcune amarezze do-
Empireo, fi voto di Verginità , ed avrebbe medichc fi diè il veleno, per il quale s era di
voluto profclfar quell’ llticuto ,
fe dal fra- già condotta al fine delia vita : Accordivi
tello non folle (lata rellituita alla cafa per P Abate Mario fuo Parroco , e vcggcndula_.
guida di quella; avvegnaché prima di ufeir- perduta, sì nel corpo, sì nettamine, già fve-
ne vedi l'abito di.Tcrziaria Domenicana col nuta, la fé condurre nella camera delta ferva
nome di Madalena. Ritornata adunque , cf- di Dio , la quale podalì in orazione dimorò
fendo di anni io. alla cala paternale la con- alquanto in quella , indi alperlàla con acqua
vertì in un rigidittmo Monallcrio 11 fuo . benedetta, c portole fopra ielle rofe del Ro-
letto non era che un pagliariccio con di fo- fariu la fè addormirc per un pezzo ; indi ri-
pra una nuda tavola , nel batto delle danze, fvegliata.comc da un profondo letargo, fi ri-
ofcuro,e mal dilpollo : il fuo mangiare or- trovò fana, confitto la fua colpa, ricuperan-
dinario era pane bollito fenza falc , c fenza do ad un tempo la fanità del corpo, c quella
condimento alcuno: L’ acqua la bevea a mi- dell anima L anno 1649. di Novembre s’in-
.
fura, quanta ne capiva dentro il collo di una fermò con evidente periglio f Abate Carlo
cocozza: Nell’ andar alleChicfc, o perle Migliacci Maertro di cerimonie in quella
Mclle.c Communioni,o per altri divini otn- Cattedrale^ tuttavia peggiorando,! fuoi pa-
cj iridava fealzajavvcgnache poiavelfc ufate renti fecero cfporre nella Chiedi di S. Pan-
le fcarpe per coniglio, cd ubbidienza dc’fuoi talone di Monache Baiilianc , il Santittmo
Confcllon. Olfervò un rigidittmo filenzio , Sagtamcnto , dove ad orare convennero
tanto che mai parlò, fe non richieda o per ,
molte ferve di Dio , fingolartncntc Suor Ma-
altro portata da nccctttà non evitabile Co- . dalena, portatavi a quello effetto da Suor Ma-
nofeiuta da’fuoi parenti mal acconcia la fia Migliacci Zia del moribondo . Andò el-
danza di fotto, ed occafionc di gravi infer- la , oro alquanto ; indi rivoltali alla Indetta
mità (benché il Ciclo più di una volta l’avef- Suor Maria le ditte: Ordinate alle Monache,
fc rclo miracoloiamentc luminofa per con- che cantino il Te Deum ; perche la grazia di
durlo della fua ferva ) la portarono ad un ca- già s’è ricevuta Si cantò il Tr Deum , nel
.
merino di fopra, dove per due anni racchiu- qual punto l'infermo pigliò il miglioramen-
fa non nc uleì, che per le C'hicfc, nè vi vol- to , c di breve fi guari L’ anno 11*52. a 17.
.
le altra compagnia, che di Crillo crocefiffo, Giugno Camilla di Bari travagliata da dolo-
avanti li cui piedi tutto il tempo le veniva ri grandmimi nell'orecchio, dopo l'aver con-
permeflò, confumò in orazione , e contem- fortato più Medici , cd applicate piu medici-
plazione Da quel primiero cffcrcizio di la-
,
ne venne effortata a ricorrere all intercetto-
vorar a creta li milterj della Pattonc,c colo- ne di Suor Madalena : v’andò di prefenza in
rirli col proprio fangue,contratte la ferva di tempo, che più infuriava il morbosità v'ap-
Crido tal amore a quella , che non fapeva plicò le rofe benedette del Santittmo Rota-
dipartir/! dalla fua mcditazione.Giovan Ce- rlo , cd immantinente rcrtò libera L'anno .
Gg 2 ire
.
tu Ti (enti fenfibijmcnre legare le mani con quali veniva a larga mano arricchita dal n<
Imo dolore cftrcmu Di Luglio poi inferma-
. lo , non folo in tempo alcuno die feguu di
nti )' Abate Mario più volte raccordato di JcggicrczZi,!) murtrò indizio di pubblicarli;
che anzi li nafeondeva a fuo potere , c li ri-
cuopriva ; li miracoli con darli a divedere
! ehc fupplicaflè da Dio mifericordja. In que- con rapprcfcntarli difeenfi, cd ifveni menti
llo munte intorbidatali 1’ aria fcaricò una di cuore ; perche rivenuta da quelli per J o
terribile grandinata con tuoni, c Jampj,qua- sfogo del fuo cuore cantava per lo piu quel
li femLia ano
di rovinare il mondo; £ quan- divino madrigaietto Cantate Domine, c.in-
:
do ogn' uno (limava di elTcrne feguito gran tunm novnm, c così cantando faceva le f-u-
danno non fu covi , applicandoli quel buon
, fe con quelli f udivano, a doverla compati-
evento alle lùppiUbcvoii voci della ferva di re, poiché di quel tempo veniva travagliata
Djo, quale d' quel tempo gridava mifcricor- da dilccnli Così dunque ricca delia Divina
.
!
guata a 15 .Gennajo, todo fe le alleviò il do- Cittì, ma anche dalle Nubili, alle quali per
! loie e fra mtzz ora con la crepatura dell'
,
altro veniva vietato dalla confuctudinc del-
lapoltuna, ccfsò aU'jntutto. Priegando pel-
le la patria il metter piede fuori le proprie ca-
li bilogni delia Cuti atterrita dalla Ripia- fe, tutte, c eiafeheduna raccommandando/i
narne venuta del Conte di Mola, Minptro alle Tue orazioni . £ quantunque ella dice Ho
Kegio f.nza prudenza , li fenti dal Bambino a’ Tuoi nipoti , che non farebbe morta per
Gcaù cliiodei la bocca, perche non prieghi, non rattriltarli, ad altri però Tuoi confidenti
foife perche non avelie voluto ufarlc picei; parlava da fenno, dicendo, che il Signore la
nientemeno fatta forza a fe mcdclima
ella voleva feco.Si preparò con tutti’ Sacramen-
priegò con affetto di CÙore; onde il Minillro ti delia Cbicfl, idituiti per quegli ultimi af-,
non venne, quantunque vicino, fenza fapcr- fari, e correndo il dì ap.Settcmbre del 1666',
fene la cagione Altre volte priegando per . ad ore zi. refe lo pirico al fuo Creatore.
lomigliantc affare di venuta di Mmiltro , di Qui per l’ intendimento della fcpoltura è
cui inulto temeva I4 fua Patria, s’offerì a ri- d’ uopo farci alquanto pi all indietro
1 Li .
cevere fulja fua perfona altrui meritato ca- I PP, Conventuali per mettere in maggior di-
lligo li Minidro quali alle porte ritornò in
.
vozione una lor Cappella del Sautillimo
dietro, ed ella s intei mò gravemente in let- CTocefilTo f adornai ono con alcune divute
to tièichieda, come lì fntuTe, rifpondea, pitture; c riufei il difcgno con 1’ applaudì
Chi picggia paga .Gii 5' alzava alla tortura della Città Fra molti concorrenti fu anco-
.
Gio-.i-raucclco Onorabile , la moglie io rac- ra Suor Madalcna, la quale 1 una delle vol-’
comandò a Suor Madalcna, ia quale, e prie- te con più fervore meditando quelle divotc
gò, c s offrì ad altrui pena Tanto avvenne; : piaghe venne rapita in una profondillìnu
poiché 1 uno non fenti dolore, e l’altra redo diali, che durò meglio di due ore; c piu fa-
per lungo tempo attratta da un braccio In- . rebbe continuata , le Franccfca fua nipoto,
fermatoli gravemente a morte l’Abate Albe- veggendo di già declinato il lolc,e per altro
rigo Meliti fuo Confcfforc , Madalcna pie- folieeitata dalle domeniche facendo , non
gando per lui, non fuio gli ottenne la falute, aveffe priegato il P.MasIlro Bonaventura da
ma una lunghezza di vita d’altri quindeci an- Gerace , Religioni di molta fantità , a ri fa-
ni .JDifperato da Medici il Barone
Bove , la gliare dall’ diali la zia: lo fè Frà Bonaventu-
ferva del Signore la falute glìmpctrò contro ra, chiamandola, c fcuotendola più volte;
ogni credenza da Medici ma in vano , tinche alle chiamate non ag-
Quelte fono fra f innumcrabili miracolo- gionfe jl precetto dell’ ubbidienza, al nome,
.
fe ipterceflionj, quali li raccordano di que- ed imperio della quale tolto rivenne , bu-
lita ferva di Dio. Ne mancò di eflcr terribile fandoli, che il fuo folito difeenfo l’ avea per
a’dtmonj;onde li fcrive, che un tal Arteij- quella vulta aggravata piu del collumato .
cc per nome Paolo gii affatturato in Paler- Supplicò poi così il fudetto P.Mae (Irò, come
mo , ma non difafeodo in Gieracc fua pa- il P.Paolo della Città mcdclima, Guardiano
tria , dpve fi era ritirato ; andato a cafa di del luogo, cheli fodero compiaciuti darle
Suor Madalcna , ed incontratili occhio , cd nella mone lèpoltura dentro a quella Cap-
occhio, il mal vagg io fpiritu non potendone pella,e ne ottenne favorevole la rifpolhi , e
foffrire la forza , Ti die a precipizio per lo ia promeffa. Condottali intanto alla morte,
fcalc dicendo non poter piu dimorare in-,
, dilpofe del fuo corpo nella fudetta Cappel-
quella cafa, dove abitava una Tanta Quello .
la, ma col beneplacito dell’ Abate Mario , a
era mirabile in lei , che fra tanti
doni , de’ richieda di lui, così, che non piacendo a lui.
.
vcrla quafi lafeiata nuda in cafa, ii mcdclimo deva per giorni, mefi, ed annijo vero!' udi-
averebbono voluto fare inChiefa, fc non va da Confeflbri di lei , che ce'l traevano a
fodero Itati rattenuti Anche dopo morte A
. forza di precetti ubbidictiziali
compiacque la D.M. inoltrale la gloria dalla
fua lerva in piu maniere Maria Meliti , vi-
. XVI. DI VITTORIA TEOTINO.
vendo ancora Suor Madalena, avendo un fi-
gliuolo per nome francefco , fc le infermò Kr non Scompagnare le Suore Dome-
a morte, c cosidando dilperato da' Medici, P nicane, a Suor Madalena faccio ièguirc
ilo raccommandò alle orazioni di Suor Ma- Suor Vittoria Tcotini Gentildonna prima-
dalena, la quale priegò per la di lui falutc, ria dcAa Giojofa , Terra poco diAante da
,accompagnandu foi azione con un voto di Gicrace. Velli giovinetta /abito di San Do-
carlini ij. da didribuirli a' poveri j ebbe il menico nella propija cafa } fotto del quale
moribondo la vita} ma la madre non compì
I
A profittò in maniera, che Orazio Mattel Ve-
al voto. Morta poi la ferva di Dio, apparve feovo di Geracc la portò nel Monallcrio dcl-
ad una divota Verginella per nome Puden- 1 Annunciata dell’ Ordine Domenicano per
ziana Mercurio, quale l'avea fcrvita di com- guida, c Maeltra di quelle Suore , con noiu
pagna, mentre era in vita, e le ordinò , che piccini avanzo delle medefime Indi ufeita
.
andafle dalla fudetta Maria, c l'avvifaffe del fuori llié in cafa dell' Abate Alberigo Meli-
voto non compiuto } qual poi todo A fodis- ti Decano della Cattedrale in compagnia d'
fece £ per non partire da quella mcdcAma
. una fua forcJla per nume Chiara dei medefi-
Signora , convien qui riaccennare la profe- mo fpirito.Portava nel petto un Crocehlictto
zia detta di fopra dei figliuolo mafehio, col di ottone , al quale poi la corona del capo
nome di Criltofbro. Quello figiiuolino eden- tinta a rollò , li cambiò tutta in color veiuc,
dò ancora di un anno , c mezzo gli mancò con maraviglia di chiunque la vuòta, Acche
il latte, così materno, così della Balia} onde il fudetto Prelato lo volle per le ed ito in
,
pativa molto. Aftìitta la madre dalle lagri- Roma loprefentò a Muzio fuo Padre, come
me del figiiuolino famelico , fupplicò Suor prodigiola reliquia . Da Gierace palio in_>
Madalena già morta a provederia Le com- . Bruzzano, compagna, e Medita di ipirito di
parve di notte, cd accollatafele la fegnò fo- quella DuchcAa :da quindi A ritorno nella..
pra le mammelle colle falde del fuo manto, patria-Divenuta perciò in molto odio al de-
c todo riebbe in abbondanza il latte.Ma più monio, cercò fempre q udii come vendiear-
furono le apparizioni fatte alla fudetta Pu- fene , ora con apparirle in forma Ipaventc-
denzianada quale più volte la vidde orarc_> vole, ed ora con farla precipitare d' alto a_,
alla Cappella, ov' era fepcllita, ed altre vol- baffo con rotture di cofcia, e di capo. Ricca
te farvi uumcrolc proccdioni di gente non di lantiflime operazioni , cd in età aliai vec-
conofciuta,clTorrando la mcdcAma giovane chia riposò nei Signore, accompagnato il fuo
a fare il mcdcAmo Molti anni apprcilò alia
. funerale da'numcroli cuncorfi di gente, che
fua mone, A gonfiò a quella giovane la go- le diacciarono le vedi, portandole come rc-
la, con molto fuo travaglio } che perciò da- liquic.Stiè due giorni inlepolta,non cambia-
tali a priegarc la ferva del Signore per quel ta di faccia, c ritenendo fempre il medclrm u
colo-
r
. . . . . ,
«olurc , e morbidezza di membra Avendo . con unta innocenza di vita, /impliciti di co-
difpolto,che il fuo corpo folle fepellito nel- llumi ,
mente, che lembrava un'
e purità di
la Cappella del Rolòrio inficine con gli al- Angiola difecfa dal Paradifo Circa fanno .
tri fratelli, e fbrcllc,li parenti anzi la ièpel- 17. di vita velli l'abito delle Terziarie Do-
lirono nella Cappella propria dentro la_. menicane , quale accompagnò con tutte ma-
Chiefa Matrice} pentiti poi, per conformarli niere di perfezione religiufa , avveduriflìma
alia fua pia,e sàia difpofizione,trattala di Ir, nell'offcrvanza de’ voti , dedigiuni , c dogn
la fepeliirouo nella Cappella commune del altra piu cfatta mortificazione di fenfo.Qua-
Kolario , dove fi viddero molte maraviglie, li ogni giorno fi pafeeva col pane degli An-
e iingolarmente, che fepellitivi degli altri, il gioli, c con tal fenfo di pietà ,
che fembrava
cada vero di Suor Vittoria fi rimetteva il più tutta liquefarli per amore . Veniva rapita
fopra, forfè perche non folle dicevole ftar dall affetto a'Santi, Iingolarmente alla Vergi-
di fotto anche col corpo, chi coll'anima era ne fotto il titolo del Rofario, e fopra tutto al
la piu alta nei Ciclo . fuo Dio , nell offefe del qu ale proiettava cf-
fer incapace, come gli uomini potevano por-
XVII. DELI AB. GIROLAMA DA tarli a quelle per l'amor ballò delle creature-
MATERNO L'amore del proffimo così l'era radicato nel
petto , che dimenticatali di fe medefima , e
la Religione, non avendo, che anni tz.d'età, anni ao. deli' età , o qualche cofa di piu , la-
velli quellabito,qual confagrò con la vergi- feiata la terra , andò a goder di Dio li ij.
nità del corpo.e con molte virtù nell'animo} Novembre del 1660 Ed il fuo funerale ven- .
ticolari, fe non Ibi, che fra quelle prime Ter- F e in tutto Limile nella làntità alli fuoi
felice di quella ferva dei Signore . E perche trava l'occalionc. c femprc con frutto, sì per
lùa madre fervi mollo tempo di prima Da- il morto credito l' avean tutti
, sì per Ja fua
migella D. Aura Morano
Bàroneffa dc'Co- angelica eloquenza . Non mancava l'inferno j
•tronei, anch’ella vi pafsò ne'primi anni del- da prenderne le fuc vendette } che però pro- |
la gioventù, e divenne cotanto cara a quella lea combatterla con l'impurità della mente,
Signora , che le confidò tutti gli affari do- econ tanto fuoco,che per molto tempo riu-
mellici della cafa . Eflendo di non ifpreggic- feivano fenza freddo per ertinguerlo Tacque
vole bellezza accompagnata dalla bugna., de digiuni, delle vigilie dc'cilicijanzi il fan-
grazia della Padrona, fu richieda in moglie gue medefimo delle difciplinc rigorofe Ed .
da un tal giovane, a cui ella dando gencrofa arrivò a fegno il combattimento , che non
ripulfa , nè perciò quietandoli , fi pafsò alle avendo riguardo alla fantità nè del luogo, nè
fatture diaboliche } ma fenza frutto } poiché del tempo , divenne maggiore in una notte
per fcccarnc anche i fiori della fpcranza ve- di Natale ; onde come abbattuta eflendo vo-
lli 1* abito di S. Pranccfco di Paola Non c . lata in Chiefa, quivi a ginocchio nudo, con
però, eh' ella non n' avelie lcntito qualche.? lagrime, con Iblpiri , con battimento di pet-
danno nella perfona , femprc infermicela , e to fi pofe a fupplicar il foccorfodel nafeen-
con accrbilfimi dolori, che poi toltoli ridet- tc Bambino, e 1 ottenne} poiché caduta a ter-
tero, quand'clla profefsò quell'lllituto di vi- ra come morta con un .ficriflimo torcimen-
vere. Nel che accadde un maravigliofo pro- to di vilcerc, con ciò, ed all'ora , c per fem-
digio , c fu che al pari ella protcriva le pa- prc rcrtò quieta da fomiglianti (limoli Ber .
role delia profeflionc, a cicl fercno fi formò tutto ciò non pur la gente vicina ma la più
,
nell'aria un improvifa temprila-, onde da tutti lontana ancora, e di qualunque ordine ricor-
fi fé conghiettura,ch'all'ora fi folfc difciolto reva da lei , altri per intenderne gli avve-
il maleficio . Oflervò la vita quarefimale con nimenti futuri , altri per riceverne alcu-
tanta puntualità fino al morire , che ne an- na grazia , tutti per godere del dolce frut-
1.
che volle interromperla nelle fuc piu gravi to delle fuc orazioni } ond' ella prefono
i
indifpoiizioni, quali furono molte. Coilalti- fofpctto , che ciò non potefle in alcuna ma-
nenza accompagnò l'orazione, alla quale do- niera pregiudicarla} e che gli applaufi degli 1
nò tutto quel tempo le venne permeilo da- uomini non poteflèro levarla in fuperbia 1
volte fc ne fecero le pruove . Ebbe lume da finallòra crefciuto. La confidò egli, metten-
penetrare gli ofeuri così del futuro , come dole addoflò uno Ipirito alquanto loquace, il
dell' altrui cofcienza Orando per un tal
.
rola
. .
rcla, c promeda la fede ad altro fpofo di af- pane degli Angioli, nè guflava altro cibo, &
fai miglior condizione, e di piu riguardcvo- beve» vcrun liquore ne' giorni della Come
li prerogative di ogni altro da lui propjilo- munitane; nè tampoco lino che virtù mangiò
le, a cui non poteva mancare in conto alcu- carne di forte alcuna, lindo l'ordinario lùo
nu.Kcflò forprefo il Padre a sì inalpcttata ri- cibo legumi, erbe, e lumache Le peniten-
i
.
fpofla, e volle fapere chi furti mai quello ze corporali, che ufava, e la divcrlità de'ci-
Ipofo, a cui ella avea, fenza Tua Saputa, pro- lizj , che portava in dolio erano di (omino
medo matrimonio , od allora ella condotto- ornare; ne volle giamai dilpcnfarli da mede-
lo nel fuo camerino , addirandogl l’ Imma- i
Jimi,neppur infcrmaùìcome niuna notte dor-
gine di Grillo Crocchilo: Quello è, gli dille, mi su'l letto , o Ipogljodì dell'abito , ma co-
10 ipolb, à cui mi fono già dedicata Potete : ricavali su'l nudo terreno in qualche angolo
voi darmi Ipofo miglior di quelto , piu no- delia cafa, abbracciata al Croccurtò
; feb be-
bile, più ricco, più bello ? Re Ilo foprafurto, ne ripofar non polca per tanti dolori, che le i
cd inijcme edificato il Padre di quello gene- venivano cagionati dalle catene, che cigne-
rosi parlar della figlia , c non potè non.» vano il fuo corpo , e da una croce fabricata
piangere per la gio;a; indi abbracciatala te- a punte di vetro, che teneva quali incarnata
neramente , 1' auicurò , che non folo non le nel petto , da dove Scorreva continuamene
darebbe vcrun impedimento alla fua fanta_» (àngue , col quale fcriveva di propio pugno
risoluzione, ma che le accordava volentieri molti biglietti a Gesù Crillo, uno de' quali
11fuo confenfo, per poterla eflcgiiire . Giun- trovatoli in potere di un fuo Zio è dei teno-
ta all'età di anni i<5. fu vifitata dal Signo- re Seguente
re con una grave infermità , che la rtduf- Io Suor Jtoja Mario di Gesù mifera pecca-
fc agli ultimi periodi della vita , il che ra- trice mi dono tutta a voi , mio Dio con tutto
,
patoli dal Padrc,toflo da Stilo volò in Mon- il mio cuore, quale comunque egli è lo confegno
tcleone, e ritrovata la figlia in quello flato sì tutto a voi : degnatevi d' accettarlo per amor
perigliofo , non potè contenerli dal pianger della vojìra Madre
dirottamente , e dall'cfalare dolorali folpiri, Era così bene radicata nell'anima di Ro-
di che ella avvedutali, tutto che languida , e fa Ja virtù dell'umiltà , che giudicavali la_,
moribonda prefe pcrfuadcrc il Padre a_,
a maggior peccatrice del mondo , in maniera
non attillarli mentre fe contenrava-
per lei, che giammai fi reputò degna d'entrare nella
ft, che ella veliilTe l'abito di Terziaria Fran- Cappella del Venerabile, come praticavano
cefcana, aveva certa Iperanza in Dio, che le l’altre Sue pari ; ma tempre fi rimaneva
nel
averebbe rcllituita la falute , e prolungata., più infimo luogo della Chiefa , ed in parte,
la vita. Si contentò il Padre c torto la figlia : ove appena poteva clter veduta dalle genti;
li vide miracolofatncnte fana , e fra pochi ed occorrendo , che fentiva proferir parole
giorni fi alzò da letto con iftupore , cd alle- di cerimonie mondane , inhammavafi tal-
grezza commune de'fuoi parenti ; ma ia_, mente di zelo, che le diveniva ii volto,come
maggior confolazione fu fua ; poiché li vid- di fuoco, ciochè induceva timore,e riveren-
dc m
libertà di metter in ellecuzione il za a chiunque s’attruovava in Chiefa, e for-
fuo fanto proponimento ; onde fenza per- zavafi ciafchcduno d'oflcrvar un efatto lilen-
der tempo lì velli delle lane Serafiche , e lì zio alla di lei prelcnza Compaffionevoltj .
chiamò Suor Rofa Maria di Gesù . Redi- verfo poveri, dava loro tutto ciò , che po-
i
mitali dunque alla cafa paterna in Stilo li teva aver in mano della cafa paterna , fi>o-
diede intutto , e per tutto alla vita (piri- gliandofi tal volta delle propic velli per ctio-
tuale , alla mortificazione de' fenli , ed alla prirc Je loro nudità . Godeva quindi fom-
contemplazione delle cofc cele Ili , fotto la m amento di vederli mangiare in cafa fua_,
difciplina del fuo Padre Spirituale, da cui per poterli Servire colle lue mani, a qual ri-
veniva iftruita non
negli cfcrcizj di Ipi-
Itilo llcflo faceva un generai convito di poveri
rito, ma pur anche a recitate cotidianamcn- nel giorno fedivo del gloriofo S. Giufeppe,
tc l'ufficio Divino Divotiflìma della B. V.
. c voleva fervidi ella loia. Scalza, e digiuna,
preveniva tutte le di lei fcllività colle no- c poi reticiavali colle reliquie, che rollavano
vene in pane , cd acqua , c poi follcnnizava a quelli Viveva cosi gelofa della fua puri-
ilgiorno furtivo con cibarli di pochi legu- tà verginale, per non recar difgufto veruno
mi , cd erbe crude . Celebrava le quarelìme ai Suo Spolò Gesù , che (indoli portata ili-,
lumai uni , non filamento col rigorofo di- cafa d'un altra Terziaria fua compagna per
giuno, ma coll'ufo ancora della difciplina occafion di lutto , e toccata cafua/mcnre la
n Sangue triplicata per ogni Settimana , cj
'
mano fua quella d'un uomo.s'affliffc talmen-
avrebbe praticata per ogni giorno , fc non te, che non potè per un mele darli pace, di-
veniva rattenuta dall’ ubbidienza Cibava!! . fciplinandoli giorno, c notte, con dimandar
lei pane Eucarillico due volte Jafcttimana perdono al fuo Dio , li mai l 'avertè in qual-
ordinariamente , e nelle Sue battaglie lpiri- che modo difgurtato , ne potè acquietarli
tuali, ed infermità
corporali , colle quali ld- fenza il precetto impoilogli dal fuo Padre
"O vifitavala Spello, non ritrovava confor- fpirituale.Divotiflìma delia Paflìonc dei Re-
° » c rimedio più efficace che pafeerfi dei I
dentore pregavalodi continuo a farle
, fenti-
"CÈLLE VERGINI, NON MARTIRI CAP. IT.. 341
re nel fuo corpo , ad una ad una tutte le pc- S. Giufeppe fpofò della B. V. ad onor del
j
ne, ch'egli fottìi per amore dell'uomo, c gii I quale fé erigger F Altare nella Chic-fa, ove li
ottenne la grazia foltanto l' era rimallo di
:
{
venera la di lui eliiggie da tutta la Cittì,
fcntire il dolore della /palla, tu di cui portò 1 coll’ indulgenza plenaria in forma di Giubi-
la croce al Monte Calvario ; laonde priegò Jeo nel giorno fedivo di elio Santo .
con grande ifianza il Signore , acciò le con- Ville la ferva di Dio ubaid/entiffima non
cedette quell altra graziajnè pafsò guari, che fidamente al fuo Padre Spirituale , ma per
fendili la fpalla iimlira affatto fiorpia, e Jefa, anche a tutt' i Tuoi di cala, c fpeeulmcnte al
luto a non poterla muovere per lo fpazio di fuo Signor Padre Nemica ella di prender
.
fo de' Superiori refpcttivi .Ne furon poche Un meli- avanti di pattare all’ altra vita, tro-
le grazie, che ottenne dalla B.V., c per fe, e vandoli la ferva di Dio in Chiefa, chiamò il
per beneficio de' fuoi proflimi , tra le quali fuo Padre Spirituale per confettarli, e finita
contali quella di una fua nipotina nomata-, laconfelfionc gli ditte Abbiate pazienza di
:
Barbara Marzano , che avendo una natu- fopportarmi un altro poco, mentre farà bre-
ra vivace in ecccfTo , c ciò difpiacendo alla ve f incommodo, che avrò da darvi, renan-
Zia , un giorno condottala feco in Chicli , domi poco di vita . Ditte ella tutto ciò con
la dedicò a M.V.prcgandoia di mutarle quel lume profetico ; mcrcecchc in quel tem-
fuo naturale, c di tenerla forra il fuo patron po godeva pcrfettiflìma falute . Pervenuta
cinio j Ed in fatti d'indi in poi la nipotej poi alla fua ultima infermità , e già certa di
cambiata d’inchinazione , fi moftrò in avve- dover allora morire, fi fpogliò dell’ abito
nire manfueta, e divota 5 nè più volle fapcr- de' cilizj, c catene, che teneva indoflb, quali
ne di affari fanciullefchi, ma Tempre ritirata cofe giàmai avea depofte, anche in altre gra-
in cafa colla fua buona Maefira, e Zia , attc- vifiìmc infermiià. Nel terzo giorno chiamò
fe ad eflèrcizj di fpirito fino , che dclibcra-
;
ilfuo Padre Spirituale per riconciliarli , e.»
tafidi conlagrar la ful Verginità a Gesù prepararli a ben inorire,con pi elidere il San-
Crifio, vedi l'abito Domenicano, e chiainof- tiflìmu Viatico, ficcome fece con allegrezza
fi Suor Colombadi Gesù. L' altra grazia, che dell'animo fuo. Nel giorno poi di Martedì ,
laferva di Dio ottenne dalla Vergine fu , che fu a 11. Maggio dell'anno l754-,abben-
che trovandoli in Chìefa, le giunfe avvifo , chc non dimoltralfe verun pericolo profli-
che la di lei madre per un accidente apo- mo di morte , e i Medici trattavano di me-
pletico era quali morta e defiitura de fenfi, dicinarla , voltatali al fuo Padre fpirituale,
,
onde non poteva munirfi de' Sagramcnti. In lo pregò, che non fi fufle pai rito un momen-
udir ciò ella pregò fubito ad alta voce il Si- to dal fuo fianco, e che le fiiggciific di quan-
gnore, che non permeuefle , che fua madre do in quando qualche cola di Diu , c della
morific fenza Sagramcnti, e fatta l’ orazione Vergine Sanciflima ; Indi volle fuflcro lette
firitirò in cafa , ove ritrovò la madre fenza certe orazioni della pafiìone di Gesù Cri-
fcnfi,e priva di parola* quindi ferina di pro- fio, e fpecialmentc quella del Sagro Cofiato,
prio pugno una cartellina della Immacolata, in fin della quale fèdutafì su'l letto, e pre-
e datala a bere alla moribonda in un poco d' fo in mano il Crocefiflò,lo baciò teneramen-
acqua, immantinente le fù redimita la loque- te* c nel medefimo iftante rimanendo eom’
la con tutt' i fenfii laonde potè ottimamente efiatica, ad attòrta di gioja
, refe
felicemente
confeflàrfi , e
communicarfi , e dopo poche F anima Nel Mercordì feguente
al Creatore.
ore di agonia fe nc mori con buona dilpofi- fu portato fuo corpo nella Chiefa de Ca-
il
zionc. La terza divozione di Suor Boia era puccini,e fu fepoko avanti 1 Altare dell* ’
quella , che profeffava al gloriofo Patriarca Vergine Immacolata : alle cui pompe fune-
Hh bri
. .
I
tal confolazione le Vergini Claustrali di
S. Chiara fecero iftanzu , che fuflc portato il
Q Santi Martiri Caffiodoro, Vtatore , c
Senatore della Cittì di S. Marco,de 'quali al-
cadavero di Suor Rofa avanti la porta della trove . Ella fu , ch'ai difleminarfi della Fede
j
iclaufura, ove tutte le baciarono le mani, non dalla predicazione appollolica, le preparò la
!fenza proHuvio di lagrime. Volle Iddio au- terra del fuo cuore ; onde poi li diramò nell’
tenticare la fam ita della fua ferva anche do- altra de Tuoi figliuoli. Ciò làpendo il perfido
po morte'; mentre invocata da D. Maddale- Giudice, infieme co'figliuoli carcerò la ma-
na Solai o fua zia, che trovavali talmente ad- dre, quali poi feguì, troncatole il capo, rad-
dolorata in un braccio , che non poteva fof- doppiata Martire , t per la fua morte , c per
frir il dolute, lubito li è trovata libera da tal quella della cara prole .
patimento. Suor Angiola Maria Barba, ej
Suor Livia Marino , la prima lefa in una li. DI SANTA SOFIA
(palla, l'altra travagliata da due febri terza-
Femmina fu
ne continue, appena fi applicarono fopra un
pezzetto d abito di Suor ilo fa , e li viddero
fatte.
A Nchc
madre benavventurata
quella
di Dio Tercfa. Fu ella donna d' incredibile gliuole, procurò quanto più le fu poflìbile
penitenza, macerando fuo corpo con ogni
il conferva- in fe medcliroa , e poi neil'amatc
fòrte di anneriti ; ma invidiofo il demonio figliuole la pudicizia Tratta dal dcftdcrio .
non lafeiò arte, o llratagcmma per fraftor- di vifttare Luoghi Santi pafsò in Rqma,pvc
i
narla dalle fue rigidezze; riufcendogli però avendo compiuto alla divozione, rifolfe an-
vana ogni opera , pafsò alle violenze , per- che trattenervi!! per tutti giorni di fua vita; i
cotendola colle battiture , e precipitandola nra non piacendole lo dar in ozio > prefe a_i
dalle (cale, e dalle fine lire, con cut lafciava- predicar F amore della puriti verginale , è
la ferita, conquaffata nell' o(Ta , e ridptta in maritale a molte donne , ed operò sì , che
illato eompaffionevole ; La ferva di Dio pe- ! molte ne confagrò Vergini a Crido , e mol-
rò avi aiorata dalla grazia Divina, facendoft te fottratte da letti maritali, l’indufic a yivt--
beffe degli sforzi del tentatore , punto non rc cattamente . Difpiaccva tutto quello ai
tralafciava di vie più eflercirarft nelle con- demonio; onde per mezzo de fuoi minifiri
fttete fue mortificazioni; onde meritò la con- l'accusò all’Impcradorc Adriano ,dal quale
lolazione di vedere cogli occhi corporali il fatte prigioniere , e richiede della Patria,
Redentor CrocefilTo , la Santiffima Vergine del nome, e della nafeita, furono confcgna-
Madre, cP Angiolo'fuo Cudodc , quali ri- tc a Palladia, perche da Crido le traportafle
dorandola da' (offerti patimenti, l'elfortaro- a fatanaflò. Avvenne il contrario , come sì*
no alla perfeveranza Confunta finalmente
. difcorlò nel martirio delle tré Bcatiffimó
dalle penitenze, infcrmoffi di leggieriTtma,. Sorelle,confcrvando(i a Crido Spofe incon-
febre, e munita de' Santiflimi Sagramene, ab- taminate . La pia madre adunque veggendo
bracciata al CruecfifTo , dicendo quelle pa- pode in ficuró le fue care gioje, per vie più
I iole: Cufio iìiffolvt,& effe cum Cbrjflo , fpirò (bararle all'ingiuric del fecolo, ripofe i lor
beatamente 1 anima nel I<5p8. fagri cadaveri dentro d' un facrato avello;
dove poi orando, e fupplicando a capo di tré
Delle Sante Vedove giorni fpirò nel luogo mcdclimo 1 anima_>
'
. .
R cir
il
ceneri di quelle
acci oche
,
non rimancfTero
le cui anime trionfavano
divife le
1
!
gl'etcrni tabernacoli del Paradifo. loò vite SS. ad diem lAug.ìtaron. MarUrolog.
ad diem jo.Sepiembrit.
. . . -
Q
l'altro
L’erta
S. l
fu la ben' avventurata madre di
ancino. Vedi il martirio di lei col-
distanzio fuo marito nel Tuo luogo.
re, ed ad orazioni , Confezioni, e Co mimi
nionij quali mai dipartendoli dalla prelcnza
della fagra Statua Finalmente riposò in fe-
.
que con inficine i fudetti fuoi figliuoli andò adunque della notte pollali fuori le porte
a ritrovare il Santo fratello Abate Luca, dal della cafa, colia faccia rivolta, ora al Mona-
uaic veftiti del proprio abito li nipoti , ve- ftcrio dc'Paolani, or agli altri de 'Ri formati,
3ì con l'altro di Monaca la lorella » ed av- c Capuccini , anche nelle fiagioni piu orri-
venne sì, che come i figliuoli profittando da de di erti, e d'inverno tirava l'orazione fino
bene in meglio divennero fantifiìmi Refi- al Tuono del matutino } c richieda del per-
gioii, come s è detto altrove, così ella dive- che , rifpondea , che di quel tempo li Keii-
nuta Maeflra , e Fondatrice d'un fagro Ce- gioli prendevano il ripulii , e non vera chi
nobio di Rcligiofc femmine , iplcnde con la lodarti; il Signore ì alzati poi quelli a cantar
luce di molta Santità. Fu così grande la fin- le Divine lodi, ella ritiratali al dentro pren-
titi di quelle Santimoniali, che così nc ven- deva il ripolo vellita, come se detto, c lòlla
ne fentto dall' Autore medefimo £4 rrat . nuda tcrra,fedcndo non coricata,in atto più
omnium illarum Virgmum Santimonia, ut et- tolto d'orare, che di dormire Era donna di .
rumf ufi orti ab iffis Religione , pietà! eq, in- gran pazienza , onde mai per veruno acci-
ftruai , cuteris ejfent aliorum Monafteriorum dente fù veduta turbata » così come di mul-
Cattobiis exemplo,Sr dottrina .Quello fi folle ta carità con Peccatori, alla cui con verdone
fatto dell' ultimo di fua vita , ancor
rimane travagliò Tempre fenza (fiaccarli Riceveva .
paia.
cap.p.
K
occafione di S. Doroteo fuo marito , onde . c
s~\ Ucdi addunque Tono gli Eroi illuftri glorificatio vefira . Nane ergo , « fiatifimi Vi.
|
vjper la fantità.quaii riempiono quefla_. ri , crgloriofi Martyet Dei me miferum pec.
Ibiu Calabria Beata , qualé parnji poter rac- catorem vefirn prelibai adjuvate
, ut in bora
chiudere con quel mcdcfimo racchiufc il fuo illa tremenda miferieordiam confeqnar, quando
\tt tjuiden J'unt virtutis athlcta , quim m»uif- ccrna aliquii inutili i , atque impcritui vo bit
'tane, &quali bus coroni s decorcntur , aperti do bodii, o fandijfi ni, effettui fum.
incliti vefiri certaminii
Narn de vino
\ctnt, qua à nobis de eis J cripta fune narrat io- , filili , ac fratnbut
ne;. Naia, & non conimene omnia coroni cer- fide i vefira poeulum tradidi ,# de pr ac laro vi.
fi
tamma,fujficiunt tamen irei panca ad oficnicn. Sona vefira menfa ornai fermi oru a, atque epa.
dam tonni trita formam . Etenim non rotai» larum genere mfi rulla, potrei , ai fratta , co.
forum offertila , ut probecur d lapide ,fed ejnt gnae m, affinejque vejlrot quotidie menfam ipfam
paulnlum effricatus ofiendic effe proba n , vel frequentates,toto animi offe clu, ac defidino re -
improbum . Simi (iter quoque Sagittario!* ex creare fiudut. Ecce cium pfallout, Deumq, rum
pautu , qua emittnntur telis redi didicerit exult ottone, tc jubito glorificane, qui aerati f-
f
quifpiant an redi Jagittet , & ad feopum diri, fi ma virtutis vefira capita coronis incorrupti.
gat, an ab eoaberret in arte mimmi cxcrctta- bili bui, atque ctelefitbui decoravit. Ingentiqne
IU! .
Itaetiam olii ,
nc dicam de fin- cum gaudio facras certa, mais vefiri Rchquias
artifices
cr atbleca, cir citrforet circumfiaut, benedici optanees ,feeumque refer-
gi, lis, pofjnnt dignofei,
na- ti Smida anima , <P corporii rcmtdia de fi de.
t? tragedia biffinone!, (p gubernacora, <?
vium edificatore s , &
mediti, agricola, & &
rantet Omnibus igitur benedidionom impor-
.
quam i
, ,
univerfum docendum inflitutumE piu che vo- peccatore, ante fbronum Divina Majefiatis
ut pfecivus vefiri s fa iute m confequi
lentieri conchiuderò il difeorfo col modell- alfifitta,
I« lati«)a-
•
mcMar ino S,£ffremmo , raccordato nel principio, mtrear ,&
vobis cum jimpiecrna felicitar'-»
ih fjtc fune , o fortiffirni milita Chrifii , prac la- perfrui , gratta , <? bciugnitatc ,
atque miferi
ro vittoria vefira infìgnia . Iflo o probatiffi- cordia
D
smiai, ac Salvatori s nofiri Jefu Chri.
*4 r
in Calabria
A
Bbiamo fin qui deferitte le vite
di quei Santi, e Beati , con gli abito monadico di S.Bafilio. Gemeva all'ora
altri di conofciuta virtù, li qua- a un pur Palermo, ma tutta la Sicilia l'otto il
con
loro bcatifiimc natene
li le gt ave giogo de Saraceni deli’ Africa i onde
hanno illu Iti aio la Calabria., per vivere pili quieto oltrepaisò nella Cala-
Ma perche tra Scrittori di quello argomen- bria, libera per all ora da quelli travagli, ma
to ii e di gii introdotto annoverar per loro rimafe ingannato , fe può dirli inganno
anche quelli, quali nati altrove , ria inedcfi- quello, che gli partorì la corona del marti-
rni hanno terminata la vita} perciò parimen- rio . Cunciuiiaehe prclo da Barbari fopra-
te noi conformandoci a quello lodevole cu- vcnuti alquanto appiedo, dopo d avere per
llumc foggiungeremo in quella Appendice molte Iliade tentato la lua cufianza nella.,
la vita di coloro ,
quali onorarono con ito confedìonc della Cridiana Fede, gli tronca-
morte Ja Calabria. Nè vìi fuori di ragione il rono ii capo gli 8. Aprile del 8z8. 11 fuo ve-
fauto collume di annoverare per noltri quel- nerabile capo oggidì fi conicrva nel Salva-
li,quali fono morti tra di noijpoiche, come tore di Medina
• Serm-
In ?,Cypr. oflerva San Pietro Crilòiogo (a), Ja vera na- Anonimo Greco ejut vita. Ottavio Cajet.
Man. feita e quella, nella quale entriamo Beati nel lom.i.Ammadv. /oli S.
Ciclo piu tolto, che l'altra , per mezzo deila
quale venghiamo ai mondo. Nat ale m SanCla- III. DI S. ELIA MONACO
rum cum anditi!, Charijjimi , notile pittare li- 9
tum dici diem, quo nafemitur in terram de car- A Patria di quedo Santidimo Monaco
ne, fed de terra in Ohm». Dal che viene in ne-
ceflaria confcguenza,ch'il iuogu,ovc li muo-
L fu
laSicilia
Enna, oggidì Cadrò Gioanni ncl-
. Edcndu di anni otto gli parve.)
re.quelJo è la Patria dc’Sanci . Così lo (labi- fentirfi dire nel fonno: Giovanni (quedo era
bVit.SS. lifce per accertato Canone Ottavio Caccia- il fuo nome del fecolo ) avverrà , che tìi
Sicul.com
pr. A«i-
no (b): Patria Mariyris e/t , in qua per fcrrum padi prigionieru,in Attica, ma con alto con-
madv.fol. Calo natut,
B-n.i?.
&
natala dies ilte eji , quo cefus. ligiio del Ciclo , c farà perche con la tua .
c S.orp Quindi Tertulliano (e) riconobbe per Pa- prefenza tenghi fermi nella tede molti Cri-
tria di Paolo Koma, qualora in quella mor- liiani. E tanto avvenne, perche prefo da'Sa-
to al mundo, rinacque al Cielo Tane Paulus : raccni, e portato in Africa , fu venduto ad
Civitati! Romana confequitur nati vitotem, un Cridiano, uomo nella fua profv(fionc,ch‘
cum iltìc martyrii reuaj'citur generose ite. Co- era di Coriario, molto ricco,c per la fua co-
4 apud si come rencomialtc Marciano uo-
(d) di S. nolciuta virtù non trattato da (chiavo , ma
Cajeuitid.
fol. *J9- mo nato in Antiochia e morto in Siracuia
, da figliuolo, e prcpolto a tutta la cala . Era
«• 4. quella non quella gli attigna per Patria , on- egli di bclbdimo afpetto,undcsì per quedo,
de fcrivc a lui medefiino tavellando: Grtgc.n sì per arte del demonio, divenuto amabile.»
che nel martirio di quello vien annodato il lcmme, dove da quel Patriarca per nome.)
manirio di molti noitriì onde fenza replica- Elia fu vedito delle fagre vedi monacali , e
re le cole mede-lime, tni rimetto ai fuo luogo. dal fuo podogli il nome di Elia. Oitrcpafsò
in Alcllandria, indi in Perfide, poi in Antio-
II. DI S.F1LARETO MARTIRE.
chia, tonalmente nell’ Africa , da dove prefo
Acquefilareto nella Cittì di Palermo per ino compagno un Monaco per nome-»
EN jn Sicilia, c trafcorlì gli anni piti primi Daniele patta in Epiro nel Pcloponnelò,
quia.
. .
quindi portò la parola di Dio in Salonic- doni fopranaturaliionde n refe così celebre
o ria Teflaionica, dove a
cbio, alatoli per mm il fuo nome , che concorreva!* da molti
zione, e divote orazioni il Sepolcro de San- gandolo , che li degna® manifcllar loro il
ti Appolloli Pietro,c Paolo, e dopo venerati luogo , ove giace ii fagro pegno del Santo
li piu rinomati Santuari di quella Città, gui-
lor tutelare » da cui ottennero ia feguento
dato dallo Spirito del Signore lì portò nel- rifpoiia
la Calabria ulteriore al Convento de' iìafi-
liani vicino la Città di Muntcleone,dove fu
accolto con maniere dilingolar bcnevulen-
M Olto Reverendo Padre . Sia lodato il Si.
inorc.il defidcrio, ch'ha la Città di Mon-
tatone di venerar itcorpo del glorioso San Leo-
za da quell Abate per nome Criliotcro, a cui luca è molto divoto, e pio , e meritarehbe", ch'il
|
era Dato preventivamente rivelato da Dio Ciclo condefcendefj'c a fuoi voti $ ma perche gli
barrivo di Leoluca, e fubito Jo velli dell' alti giudizj di Dio fono imperfcrutabili, devo-
abito con aggregarlo al numero de Tuoi Mo- no i Signori di detta Città reftar contenti della
naci . Quali fuiono i progielfi del nuovo Divina dtfpofitione , la quale ha ordinato non
foldato dì Grillo nella paiellra della Reli- doverfi tal Santo corpo ritrovare, fe non in quel
gione, quali gli avanzi nella via dello fpiri- tempo, thè la Città fata oppreffa da grandijjnnc
to , c della lantità , ben lo dimolìrò l'tlitoj tribolazioni, dovendo allora il Santo effer effi-
mcrcecchè non tantalio celsò di vivere il cuijjimo JnterceJJore prejjo Dio,per farla rifio-
mentovato Criilofor«,chc venne Leoluca c- rire a godimenti. ffueflo e quanto pofj'o dirgli in
letio fiiccelforc nella dignità abbaziale, nella rijpofia } e creda V. P. M. R. , che le mie brame
qual reggenza fi portò così giuflo.così San- non farebbero inferiori a quelle di codefla Citta-
to , che la famiglia , lopra cui venne colti- dinanza, pofeiaebi avrei voluto ancor io vene-
mitu Superiore , da picciola ch'era debbo rar te Reliquie del Santo mio Patriota i ma fi
in mudu , che in breve tempo lì contavano d'uopo, come difi, adorategli oracoli del Cielo,
tento , e più Monaci , e tutti di gran perfe- ed ubbidire a quanto Dio commanda.Poirà dun-
zione. Piatiamo l’Altiflirao non ialciò di ar- I que far fapere a codefli Signori, che il Santo mol-
ricchire il Santo Abate di molte grazie , c 1
to gradifee il lor divoto affetto, ne lafcia di prie-
gare
.. . . . e
An Brunonc Cartuliano nacque in Co- Sedia Vcleovile , e per fuo primo Paltore vi
S lonia Agrippina ( al dire di Camillo Tu- lafciò quello Santo. Li particolari della ftia
rino Sacerdote Napoletano nei libro da lui vita, Patria, nafeita, converìione , e della dia
chiamato : ProfpeClns Infiorici Ordini t Cartlm- cura paduralc , Hanno ancora repelliti fra
fiani)
nell’ anno ioj8 , che poi dottorato
.
quelle antiehilfimc tenebre.
in Parigi , fucccdura la morte del fuo dilgra-
ziato Lettore, ririroifi con alcuni Tuoi com- X. DEL B. GIOVANNI D'AQUITANIA.
pagni ncll èremo di Granoble } indi chiama-
to in Roma da Papa Urbano II. per conful- Criffe in compendio la vita di quedo B
tarfi feco ne' più rilevami affari della Sede S Padre , il B. Giovanni Bonazio Monaco
Appodolica.ftì da detto Pontefice eletto Ar- Florenfe, accennando, ch'altri naturo fermo
civefcovodi Reggio nella Calabria, qual di- con penna più diffufa , e potè feriverne con
gnità non accettata dall'Uomo Santo , c li- ,
certezza, effendo dato fuo Maedro Nacque .
deliziatoli altresì dalla Corte Romana/i riti- egli in Aquicania f anno 1182. da Genicori
rò nelle montagne di Stilo in Calabria , ove per fangue illudridimi. Sua madre ebbe no-
mori in grandillime penitenze nell’ anno me Poliffcna, la quale l'educò fin dagli an-
libi. , il di cui Pagro e-orpo fi conferva con ni più teneri nel fanto timore di Dio. Or et
gran venerazione nel Monaltero di S. Stefa- fendo portato alla porpora un fuo Zio , che
no del bofeo. Vedi più diffufamente di lui fu il Cardinal Bajona , se'l fè venire in Ro-
nella Calabria Regularc,doveparlafi di que- ma, con penderò di promovcrio a gradii Ma
ffOrdine il Santo giovanetto avendo intefo la vìrsc_.
XI-DEL
. . .
E S. Andrea nel teiricorio della Cittì di cul ordine di Papa Clemente Vili. 1 anno
I
'
Faenza Velli l' abito Serafico a tempo del itCoi. venne trasferito su d on Sagro Altare,
1
medeliino Santo Padre, onde ne divenne Tuo in una Cappella a parte dalla parte delira ri-
,
difccpolo Fu l’ uno di quei Frati Minori, verito da quel Pubiico Con elfo lui lì con-
. .
quali portarono nella Calabria quella fanti!- ferva il Tuo abito , ed un mauufcritto della
j
glie delia carne per di/prigionarne lo Ipirito C4 'Vidi . tom, 4. annui, ai an.i jpp. $.Sz. cr
ng
al Cielo li i j. Aprile dell anno i adoperò adda. ai l.iom. §.i+.ArtMr.a Monafi. MarUrei,
[
appendice
|
li.
Delle Sagre Reliquie de* Santi
E
'Coti grande il preziofo de Santi, che non
pur illullrano eolia nafeita, c con la di-
§. I. ACQUA FORMOSA.
Chitfa de PPCiflercienfi.
mora le nazioni, c le Cittì; ma di vantaggio
Reliquie della velie di Crilto -. della-,
nel mentre urricchifeono colle anime il Cie-
vede Vergine — di s. Sido Papa —
della
lo , rendono altresì gloriola con le lor rima-
ite Reliquie la Terra Rara propjctì del lor
.
di s. Gregorio Papa —
di s. Silvcdro Pa-
— di
di s. Luciano m —
de' SS. Cri-
—
fanto , e Daria s. Bibiana V. c m.
in ogni parte, certamente non dovea e ilei e_>
meno in quella, della quale abbiamo pre- di ». Mario m. — de' SS. Primo , e Felicia-
di
fo a favellare onde aprendo
Sagra in quella
no Margarita — di s. Biaggio
— di s. —
de' SS. Nereo , ed Achilleo — di s. Cicfeen-
,
Calabria comprende non mcn di fcttccemo, dal Cardinal Cibo l'anno 1S71 di s. Sil-
e m.
APPENDICE ir. DELLE RELI QUIE DE SANTI. 249 ’
per conformarli al fuo caro Macftro , dopo degli Orazj allora Vefcovo , volle ritrovare
la mone di lui, l'eco prelo il venerabile Ca- quei làgri pegni, de quali non correva altra
puani fuo finto braccioli tornò,c lafciuv- notizia, che della fama di elfervi. Favorì Id-
vi il prcziofo teforo, qual vi lì confèrva con dio l’opera; poiché finantcllato, quanto più
molta geiofu, e vi li follcnncggia la memoria fipotè, al baffo l'Altare, alla fine fi feoprl la
con mirabile concotlb di Pupoli : onde n è raccordata caffa , tapra della quale fi legge-
avvenuto , ch'il fiume altra volte fagra gii vano intagliate a {carpello le feguenti parole.
,
memorabile per la rotta dc'Cotroniati recata Cenditorium ubi SS. Corpora Junt repofita
loro dagli antichi Locrefi , li cambiò di no- Vitali ani, tranci, (Sr Fortunati.
me , c fu detto llario , e poi coll' andar del Fatto perciò convocare il Magidrato, col
tempo, Ilaro, e finalmente Alato. concorta di quali intiera la Città , ed alla
D. Carlo Caraffa de' Marchefi del Luogo, prefenza di quelli alzata la lapida quale ri-
,
ed Arciprete di quella Chiefa , poi Vefcovo copriva la cada, furono veduti tre luoghi fé-
di Averla, Nunzio in Germania, e finalmen- parati; ed in quelli tre cadcttine di piombo.
te Cardinale; Annoiato dall'affetto a fuoi, cd In quella di mezzo fi leggeva Cineree , —
a quella fua Cbiefa , vi mandò alcune Reli- & offa S. Vitatiani Capuani Epijcopi , noflret
quie intigni polle in lllatue bcllifiùnc indo- Civitatii Catan%arii Protettori!.
rate , e lono. In quella di man finidra —
Re li quia S. /-
Di s. Ruffino —dis. Vitale di s. A- — ranci Lugdunenfis Epifcopi.
gricola —
di S. Innocenzo di s. Euge- — Nell' altra di man dedra Mìe condita —
nio — di s. Vittore m. -- de’ Ss. Sutero , c fune Reliquia S. Fortunali Epifcopi Tudertini
.
- Dioa.Uo V. e
di s- Martino Vefc. - di s. Maria Madda-
Lms Bunifacio
UJ ai
dì s«
P. , e m.
-
—
s. Epifanio m.
di
Ma.
«
s-
—
-
-
di - —
s. Giorno
,
belle di s. Bartolomeo
- di s. Gio: Batti- . poll. —
di s- Mattia Appoll. di s. Barnaba —
Ita — di s. Lorenzo
mart. — di s. v in*en- Ap. —
di s. Clemente Fap. e m. di s- Rho- —
zom. — de' Ss. Innocenti - di s.
Stefano dos uno de 7 ». di fcepoli —
de’ Ss.Ncreo, ed
de Ss. Celfo , e Nazario ra. - di s- Aenone m. — de’ss. Crifanto , e Daria dell' uno —
ro -
di s. Maria Maddalena
- de capa- dc' 4. Coronati —
de 'ss. Lucia , e Gemina-
.
della medefima- di
s.Giullina di V.- no — di s. Bonifacio Pap. — de’capelli di
li
braccia indorate —
di s. Abundio mart. di — Chiefa Cattedrale
s. Ercolino mart., ed altre.
Reliquie —
della Croce di Crifto delia —
tovaglia , nella quale fu involto il fuo Cor-
§.XIII. CUTRO. — —
po del velo di M. V. di s. Perpetua — d
Chicfa dell Annunciata . s. — di s. Vittoria, e compagni — d
Felicità
Reliquie di s.Filippo Appo(tolo-di s.Gia- s. Proceffo — di Martiniano — di
s. Petro- s.
I » * Cbie.
t
a . .. . . 1
5 Giulio m.
.
cognizione della Reliquia , dipolandofenc
!
fonzo m. l'aito publico fotto li 10. Giugno
del racde-l
§. XXIV. POLICASTRO. limo anno i<jy8. Indi portata proceffional-
menie nella Cattedrale
Cbìefa de Minori Off™ vanti.
fliè cipolla giorni'
quindcci, per lodisfarc la divozione del Po-
Spina della Corona di Grillo. Ebbe que-
polo 5 L poi ripolla dentro un nobiiiffimo
Ao prcziofo dono dalia R°*na Claudia di
riiiiquiaiio venne collocata nella propria!
Francia Fri Dionigi Sacco Minor Ollervan-
Confcllòre Se Chiela, feitcggiata ogn'anno per nove gior-
tc della medcfmu Città , fuo
.
Chiefa Metropolitana.
Di s. Giofuè — di s.Giordano — di s. Fla-
Corpo intiero di s. Giovanni Martire,
11
viana — di s. Amano — di 5. Urfolino — di
Granello -
di s. Innocenzo — di s. Man-
quale in tempo di ftcriliti d’acqua, fuol por-
s.
gioriofo Martire S. Giorgio, di cui avendo- Ordine medefimo, prepollo da Papa Alellan-
ne Tempre deliderato ardentemente una_> dro VII. a quelli, che traggono fuori le Re-
qualche onorata Reliquia.finalmcntc le ven- liquie de' Santi Martiri l atino idtfo. mandò
ne opportunidìma Toccatone Coneiofiachc . in Reggio l'uà Patria, e nella Chiefa della Tua
Religione Tei intigni Reliquie, con facoltà di
capitato in Reggio Irà Giovanni Jiichi Ni-
pote di Papa AlelTandro VII. , e Generale.» cclcbrarfenc T ufficio per qualunque di quel-
delle Galere Pontificie, venne dalla Città, e le, e fono
fero Reliquie del Santo ì e venutagli la noti- Di piu due gran vafi di crillallo pieni di
zia di una, qual fi confervava in Santa Maria diverti frammenti.
della Confolazione , fe dar ordine da Papa Chiefa dc'Capuccini . La Concessione.
AlelTandro a Marc’Antonio d Oddo Vicege- D. Paolo de Diano Parilio nobile di que-
rentc, che gli folli: confegnata. Era ella un lla Città ordinatoli in Roma Vefeovo d'Op-
oliò della gamba, come coda dallato publi- pido, portò fcco alcune Reliquie infigni,fcn-
co celebrato in Roma Tutto li li- Gennaro za però aprirle . Pria di morire le donò ad
i<Sj8 ., e confegnata al Bichi, fìi ripoda iiu> un fuo Nipote per nome Frà Lodovico de
un Reliquiario d'argento indorato , e chiufa Diano Paiifio da Reggio nollro Capuccino,
in una cadetta , come per altro atro publico affine di onorarne la nollra Chiefa . Furono
fotto li ij.dc’mcdefimi mefe, ed anno. Quin- aperte da Monfignor Arciveftovo Gennaro,
di poi veleggiando il Bichi per il foccorfo e collocate in quattro vaghifflmi Reliquiari
di Cand ia, portò ficco la caflettina, ed arriva- alla delira , e finillra dell Aitar maggiore ì e
fono
. f . .
gno m, li 24, Novembie — Braccio di s. Be- time dalia fua Imperiale liberalità innume-
nemerito m, li 1 «. Deeembre, rabili cqncedimcnti , e favorii e fra quelli
Se nc celebra ne loro giorni l'officio, co-
un ricchiflìmo teforo di Reliquie, quali da_,
Palermo condotte nel fuo Monallerio di San
me di Reliquie intigni.
Giovanni a Fiore, per inano di D.Chcrubino
Chiefa de' PP. Gefuiti
del mcdefnno Ordine, arricchirono comej
Corpo di «. Lucio Martire, ed altre. ,
oggi giorno arricchirono il Santuario di
§. XXV f. SARACENA. quella vencrabililliina Cbiefa. L'indice delle
uali è qual licgue predò Gregorio de Lau-
Chic a di S. Maria di Cambio '•
S c (c) .
f
nu-ias.
Corpo intiero di s.Innocenzo in., ed altre
Del Sangue di Crirto— del panno intinto «P-JS*
Reliquie
nel medclimo Sangue — delle vedi di Cri-
Cbiefa di S. Leone .
Ilo —
delle velli di Crirto mentre era fan-
Nella Cappella di s.Gio: BattilH jus pa- —
tronato de'Duchi del luogo demio dna caf-
ciullo del velo di M.V. delia Croce di —
fetta di avorio, lì confervano le infraferittej
Crirto - della pietra del fuo Sepolcro di —
s.Pictro Appoll. —
di ». Giacomo Appoft -
Reliquie infìgni.
Un poco di Legno della S. Croce — parte
dente di s.Filippo App. del Capo di «.Bar- —
tolomeo App, — dente di s. Luca Evangeli-
della velie inconfutilc — parte
della pietra, Ila — di s.Marco Evangelirta — di ». Rodo 1
’
dove fudò Sangue Nolìro Signore parte — uno de 72. difcepoli — di s. Lorenzo m. —
del velo, col quale fu velato due Capelli — delle Lamine del medclimo — de' Ss. Inno-
di Maria V. —
parte della palma portata da- centi — de Ss.Cofma, c Damiano — di s. Sc-
gli Angioli avanti il feretro di M. V.— un
vafetto di unguento di «.Maria Maddalena —
baftiano m—
di «.Crirtoforo m. di s.Biag- —
gio m. — di s.Cipriano m. - di s.Cofmo m
la malcerta intiera di ».Gio:Baitilla il brac- — de Ss. Nereo Achil., e Pancrazio di s.Ni- —
cio maggiore di s. Pietro Apportelo il — codemo m. — di s.Tommafo m. di s.Ana- —
braccio minore di «. Paolo — una corta di Ita/ìo m. — di s.Giorgio m. — di s. Procopio
Andrea Apportelo — una corta di s. Barna-
t.
m. — de Ss.40. Maniri —
de' Ss. Crifimto , c
ba — una corta di s. Bartolomeo — una corta Daria —
de’ Ss.Lucia , e Gcminiano — di
di s. Stefano Protomart. — un dente molare «.Stefano Papa, e M. — di s.Zaccharia Padre
di s. Biaggio — un orto di s. Lucia — un orto
di s. Gio: Bartirta — di s. Leone Papa di — <
Quella Città altre volte detta Argentano, quiari, ivi fi adorano, e fono:
poi J>. Marco, fu delle prime non pur nclla_,
Dna lpina della corona di Crillo -. del
Calabria, ma dell' Italia, quali mandarono al
Legno della Croce -- del velo della Madon-
Ciclo le lor primizie de Martiri. Del nume*
na - di s.Placido ,
c compagni — di s. Silva-
ro de' quali furono , ed oggidì ne conferva
no m. -- di s.Apollonia V.,c m- — di s.Paoli-
i (agri, e martirizati
corpi di s.Senatore m.-- 113 - s.Emcrcnziana — di s. Lucio Papa
di —
— di s.Marcellino -. di s.Vincenzo m. — di San
di s. Viatorc m. — di s. Cafliodoro tn. di
Stanislao — di s.Tribuno m.— di s. Mel-
i.Daminatam. Bar.kb.i.fol. io.
chiade Papa , c m. - di s.Macario Abbate —
j$. xxx. SANTA SEVERINA. di s.Vcnanzio m. — di s.Zc tirino Papa,c m. —
di s.Fclicc m. - di 1. Marzio - di s. Orfola_,
Chiefa Cattedrale.
e m. per V., c m. - di s.Flora V., e m. - di s.Eulalia
Braccio di Anallafia Vergine
s. ,
V. , e m. -- dis.Vittore m. - di s. Eullachio
liberalità del Conte Rogiero.
m. - di s. Alfonfo m. - di Valerio m. -- di
SANTO STEFANO.
1
Abate - dente del B. Giacchino del Se- titudine di Scalzi, c mezzo ignudi, in rendi-
polcro di Crillo -- della pietra , ove posò il mento di grazieper benefizi riccvuti.Di più
piede, quando li trasfigurò — della Colon- reliquie di s.Poligronio m. - di s.Vincenzo
na - di s. Gio: Crifoftomo -• di s.Atanafio m. - di s. Crillo foro m. —
de' compagni di
Vefcovo - Vefcovo - di s. Feli-
di s.Bafilio s.Lorenzo m.
ce Papa - Papa -- di s. Marcel-
di s.Callillo
§. XXXIV. SQUILLACE.
la .- di s. MariaMaddalena — di s. Cri(lina_,
Chiefa Cattedrale.
V., c m. - di s.Catarina V., c m. — di s. Pri-
fea V., e m. -- di s.Giorgio m. - di s-Dioni- Riferifee Giacomo de Voragine nella vi-
— Damiano — ta dell’Apollolo S.Bartolomeo , che nclliL.
gi Areopagita de' Ss.Culino,e
Paolo - di s.Ciriaco - di s.Ip- Città di Ponto nell'Armenia, fi ripofavano li
de Ss.Gio:, c
S. Lucia-
pulito -- di s.Pantalioue - di s. Teodoro —
Beati Corpi del Santo Appollolo, di
no, di S. Pappiano, di S.Àgazio, c di S. Gre-
di s.Antonio Abate - della Grotta , ove di-
carte di
giunò Crillo, ed altre. Bare. Uh. i. fol. 141. gorio Taumaturgo, riporti in cinque
piombo coll'epigrafe della lor vita, e morte.
§. XXXII. SEMINARA. Avvenne, che per le molte grazie concedute
contemplazione de loro meriti, a Criftiani,
Chiefa Collegiata . a
frequenza vifitati da que-
Parte di fotto la bocca co’ denti , e mole e (fendo con molta
di s.Lucia V.,cm.
- braccio di s.Filarcto - lli 5 inferociti
perciò 1 Idolatri prefero quel-
in Lipari. S. Pappiano, e S.
Luciano in Mef-
Della Croce di Criflo - della fua Colon-
S. Agazio in Cale , e S. Gregorio
in.»
na, e del fuo Sepolcro
- di s. Pietro A ppo- fina .
di s.Seballiano
delle due Città Cale , e Colonna ,
quali già
de' PP. Capuccitti.
Chiefa
Dimorando Convento un Padre
in quello furono, c quali oggidì fi fodero . Domenico
Siciliano, quale avea le qui fotto notate re- Dragonanzio (d) lo rimette all’anno zj j. Al-
no al 3 j6.-. Però piu co ncorde
•StRT 1 * !
ci oltrepaffa
liquie con r autentica in forma , a richieda.» j
è, che
Dia
. . ., ..
.
S-
ad di-
detta C olumna Kbegina , oggidì forfè Calan-
I-
In
. . .
De) Legno della Croce - del Velo dell *_« cltczze di molte Reliquie, quali avute in Ro-
Vcrg. — dcU'ofla deil’i i. m. Vergini - delle ma per opera dei P.Marecllo delia medefima
vcltldi 5. Toramafo Appo 11 - del fangue di. famiglia circa l'anno idjj., collocò lòtto
». Aglietti di Monte Poliziano - della vette f Aitar maggiore in nove cadette, nove Cor-
di Nicolò Vele. -• deli’ olfatti ». Praffede
». pi di S(. Martiri, cioè.
V.« e m. -• del cilizio di (.Pietro Cclcttino — 11 corpo di .- il corpo di
t. Ccliooo m.
della tonica di t. Antonino — un dente di s. Teofilo m. corpo di t. Tolomeo m. —
- il
otta di ». Prorotto m. - del cilicio di (.Fran- Sella cuftodia poi ripofe le feguenti Reliquie.
eeleo - dell’ otta della Beata Vanna altre — Di Claudio m. - di s. Felice m. .. di
a.
s. tu. — di
Callido Pap., c Pancrazio m. — s. lio m. — di ». Artemio m. di s. Benedetto —
di (, Archelao m.— di Dionigi m. — di s. m. —
di ». Bonifacio in. -- di s. Cirino m. — di
t.Supplicio — di i.Santulo — di s.Mafl'uno — (.Dettdcrio m. —
di (.Demetrio m. — di (.Do-
di s.butcro — di Emerita — di Smela — di
». s. nato m. — di s. Eugenio m. di (. Evdiio —
sdì — di s£mercnziaua — di (.Giulia —
li lilla m, —di ». Eufcbio m. di (. Eauftino —
dj (.Margarita — dis.Millia — di Domini- ». di i.Eulcbìo in
— di
— di (.Fiorenzo in. — dj s. Ge-
la — di Gemina — di Giuftina — di (.Vit-
». ». milo m. Genziano ra. — di (. Liberar»
(.
Crillo —
due Spine della fu» Corona del — Porta la tradizione, che quelli fagr i tefori
l’abbia avuto da Roma il Conte Kogicro , il
velo di Maria Vergine - di s.Matteo Appo-
quale fabricato alla Santa ua Tempio nel
solo — di ». Biaggio m. .- di » Crntoloro
territorio di «pretta Terra, un miglio da lei
m. --tela intinta nei fangue di s. Gio: Butti-
dittante , ve 1 abbia potte j ed arricchita la'
ila, ed altre
Aarr.l1b.1fol.17l.
Scrive D. Paolo Gualtieri, che alcune fu-
.... Chiefa di molte entrate , le quali poi venne-
ro applicate alla Mcnfa Vefcoviie di Milcto.
rono portate da quelli , che dalia inedettma
Un tal Velcovo della medefima Città di-
Città andarono all'acquiilo di Terra Santa J
mando , che le fuderte Reliquie non ittcfli.ru
con
. . . 1
A P P E
Delle Sagre Immagini
N DICE 111.
|
Ree le fisi
Ecclcfia', communi autem ,
recepì a bono &
botto ru m
il Cielo arricchì con la giuria de' miracoli. opinioni contradicere ani nimium eft arro-
,
|
che non polla vantarne alcuna L' origme_>, • del Santo,per detto di GiuiBattilla Nola Mo-
c invo-
qual fi ebbe in dipingere la Vergine , E ac- life (c). Li miracoli, quali lin da quel primo
‘
I
cazione al
(
cenno fra gii altri ii E.Canùio , e fu, eh' ef- ha operato, c giornalmente opera fono inti- banco.
fendofi per qualunque angolo del Mondo
j
crilliano (parlò il fuo grido* molti tratti dal corfo della gente , la quale per cagione di
rande fe ne difeorreva, fi affollavano a ve- I
in tabelladepidum exciperent , bocqne prren- liceità di primavera , fol tanto , che fi porti
ne monnmentum ,tum prtfcntcs , rum abfentes nel vicino capo di Nao. Oggidì ii adora ri-
ad fuum folatium retinerent, aliique aliis com- polla in una bcllilfima Cappella di marmi al
municarent * e da qui anche nacque la molti- lato finHlro dell’ Aitar Maggiore nella Car-
tudinc, della quale non v Zìa,
fia, che ne prenda
i tredale , ove Monfignor Sebaltiano Mintur-
j
fofpctto , perche come olfervano D. Felice no Vefcovo della Città per E accrefcimcnto
Affolli (a), c PlacidoSampcri (b), il Santo del fuo culto vi ordinò per ogni giorno di
dipintore veniva felicemente aiutato da una Sabbato E Officio della Vergine , comporto
qualche virtù fòvranaturalc, oltre la natura- da S.Agotlino , con le fagrc Litanie delia-.
le in dipingere iiiccliantementc di giorno , e 1
Santa Cafa di Loreto.
. ,
f
I
»f8 CALABRIA SANTA LIBRO L
I
E Domenico di ordinare a' Reiigiofi del Aliare dileguato dalla B.V. Così conofciuta
volontà dei Cielo racchetofli , fenza pi i
filoOrdine un Convento nella Terra di So- la
riano} avendovi perciò con replicati manda- difettare, in quanto alla figura del S". Padre,
menti portato oa Catanzaro il Venerabile ella è alta palmi cinque , ed un quarto, di-
Era Vincenzo della mede/ima Cittì , volle pinta in tela femplieidima a guazzo . Tiene
idi vantaggio onorarla colla fua viva Imma- nella dedra un libro.e nella Anidra un giglio.
gine, ritratta nel Paradifo per mano Angeli- Le vedi non padano il tallone} onde li vede
ca, e così le ne rapporta 1
avvenimento L‘ . tutto il piede ricoperto di fcarpanera. Quel-
anno i }}0. eranvi di famiglia li PP. Dome- lo però , che la rende più ammirabile ela_»
nico da Galiano , le non torfe da Gagliano varietà del fcmbiantc, che apparifee Tempre
Vicario, Stefano Natale da Suriano.e Tom- divello, avendo confclfato molti Dipintori,
mafo da Gcrocarne Sacerdoti, E'rà Lorenzo che nel cavar de’ ritratti li fono abbagliati
dalla Grotteria Converfo Sagreltano , con-. d'iinprovifa luce, ed affiliti da grave timore,
Eri Natale Sorbilli da PungadJ Terziario } lichè furono affretti a rilafciarii dal pennel-
tutti, e cinque Rdigioli di vita
illibata , ed lo i e quella è la cagione , per cui non s é
ecco a' 15. di Settembre, ad ore tré di matti- trovato finora alcuno comunque perito nell’
no , effendo andato Eri Lorenzo in Chicli , arte di pingcrc , che E uveffe potuto ritrarre
non tanto per preparare li paramenti per E al naturale , e quinci Je copie d ella cclcdc
ufo de Sagriticj, quanto per orare al Ciclo, Immagine, che oramai fono fard: per tutta
vidde tré belliliime donne di alta prefenza, la cridianità , fi vedono tutte divelle dall’
non quali avvezzo era a vedere nei iuogo:L originale, non potendo l'arte umana delinea-
una delie quali, dopo 1 averlo richiedo di re perfettamente lbperc Divine Ladifccfa .
<
quella l'agra Balilica , fingolarmentc fe ivi dal Ciclo venne accreditata da miracoli, che
tcnelfcro immagine di San Domenico, lì ca- tolto feguirono , c tutta via giornalmente li
1
vò dal feno un invoglio , e datolo al f rate , fpcrimcntano con pari maraviglia , ed utile
gli foggiunfc Andate a portarlo al Supcrio- de concorrenti , che fi rendono quafi incre-
re, pctebe lo metta full' Altare . Volò il Sa- dibili per la numcrofità, c per la grandezza,
greltano al Supcriore, a cui raccontato l'ac- ora con folamcntc invocare il nome del San-
eidentc occorlo , rodarono ainendue lòpra- to, ora con adoperarli l’olio della fua lampi-j
fatti dalla maraviglia, e più quando diltcfo- da ed ora con applicar addollò le mifurej.
lo , ritrovarono 1 immagine ccleliiale del dell'altezza di detta fagra immagine } E ciò!
di Dio, l'altra S.Maria Maddalena, e la terza nativi, offerte fatte da benefattori, c da per-
ella medefima . Collocata dunque la fagra_. dine beneficate, come da Signori, Marche!!,
Immagine nell’Altare , giuda il comrnanda- Conti, Duchi, Principi, Cardinali , e fino da
mento della B. V. perche ivi dava foggetta perdine Reali, è troppo lungo rammemorar-
,
a molta umiditi prodotta dall'acqua, che non ne la ferie Bada dire , che da piccol Con-
.
troppo lungi d precipita dal vicino Monte vento ch’egli era, abitato da foli cinque Rc-
rifodero trasferirla in luogo più afciuito,co- Jigioii,oggidì per l' immendtà dolciori rac-
me gii fecero} ma in vano} pofeiachè la not- colti è divenuto uno de' piu famofi Santuari
danza il Vicario, fofpettando, non fuffe quel- $. III. IMMAGINE DI S. BRUNO CAR-
la opera del Sagrcdano, lo riprefe fortemen-
TUSIAN'O NEL CONVENTO Di
te .-Si fcusò quelli di non aver parte a quell’ S. STEFANO DEL BOSCO.
Appendice prima
di cui
e fc ne farà più
li è
aiuti-
- e
brafi la fua fcllività , eh e il primo Lunedi fuccctìc l'altro miracolo; poiché portata piu
di l’eniecolie , nel quale la flatua con den- volte da quelli fervivanoalla ftidetta fabri-
tro la iella del Santo li porta proccflional- ca una pietra quadra , c Tempre ributtata da'
menre nella Chicli di S. Maria, e nel feguen- Maertri tome non acconcia a lito veruno, un
tc giorno fi rcflituifce al prillino Santuario, di quei portato dada impazienza, battendo-
concedendo in tali occafioni molte grazie a la con un murteDo , la divife in due parti ,
coloro, che implorano il di lui patrocinio . come un foglio , c nell' una delie parti vi fi
L' ifielTc grazie miracolofe ancora dilpenfa vidde (colpita l'Immagine della Vergine,
un altra Statua di pietra del medefimo San- .nell' altra quella di S.
Gio; Battuta ; onde-,
to , polla piu addentro del bofeo in mezzo accrcfciuti concorfi, c l’ clcmolinc fi portò
i
ad un laghetto di acqua vicino a quel luogo, avanci la fabrica , fingolarmcnre con l'alfi-
dove l’ iddìo Santo fu (coverto dal Conte lìenza,e protezzione di Pietro Antonio San-
Rogiero, che menava Tua vita in beata foli- fcvcrino Principe di Bifignano Le fudette .
tudine , c penitenza ; alla quale vi concor- Immagini, così nclla-tavolctta, come nella
rono gl' Infermi di ogni genere per confi: pietra incaflrate in argento oggidì fi con-
euir la falutc , e fpecialmente gli olTdli da' fervano nella medefima Chiclà , detta di |
giriti maligni , contro de’ quali ha una_- S.Maria dell' Armi perche in quel tratto di
,
virtu maravigliofa per metterli fiibito iu_> aefò le pietre fi chiamano armi L' altra di .
fegnando, gli raccontarono l’ uno, e l’ altro del partire, tanto poi ne andava feonofeiuta
avvenimento. Stupì il Prelato, ed avverando la cagione; onde non rapendoli la rifoiuzio-
il Anto col rifeontro dovuto ne da prenderli , la richicfcro da Dio per
, ordinò
una..,
folcnniflima proccrtione , con amendue li mezzo decorazione. Ed in tanto un figliuo-
Cleri Secolare , e Regolare , accompagnata lo di quel Padrone venne da Dio ifpiraro a
K iTi dire,
. . .
molta gente de' paefi non troppo lontani fudetta famiglia in Sicilia in qualità di Prin-
La none non li chiudono porte , iti la Chic- cipe, reftò la Chieià alla cura del fuo Parro-
fa cipolla a tutti , alla quale non paga la., co , ma talmente mal fervila , che aperta , e
gente di andarvi camminando, vi li porta a di notte , e di giorno era divenuta , per così
giuochio feoverto. L’iinmaginc viene fem- dire ,
Balla di animali .Eravi per altro utu
pre coverta da un panno prcziofo » ne mai Icona aliai bella di Mari» col Figliuoli™»
li fcuoprc , che con candele acccfe , e coiu, in braccio in atto di baciarlo , di guardatura
fuono di campana. dolce, e per d'ogni parte , con nefi una delle
fpallc una lucidillimu Ideila Intanto avven-.
f. VI. DELL’ IMMAGINE DETTA LA ne , eh'un uomo molto da bene per nomo
HGUKA IN CROPANI Giovanni della terra poco dittante di Santa
Giorgia , ma abitante in Soma Eufemia, il
non
N EUa fudetta Terra vi è un’altra Imma-
gine miraculofa detta la figura 5 mtL,
altre volte Santa Maria del Popolo , o vero
quale oltre feorfo nell' età
avcndocofa alcuna di che vivere, nè poten-
do per la vecchiaia procacciarfelo col tra-
a anni 90.
di Cesa. Era ella penneilegiata ad oglio nel- vaglio, chicdevalo dalla pietà de 'fedeli . Lo
le mura di fuora della cala del Nobile uomo ritrovava volentieri, perche oltre qudla fua
(Jio-.Battilla Giovane , vicino Jc mura della venerabile canizie, era uomo di molte virtù,
Terra, nel mezzo della pori* antica , oggidì follecito all'orazione, caritatevole cogli al-
la Porta Grande.Ora quella tagra Immagine tri poveri , e fopra tutto ardentiflimo nell’
una fera di Sabbato li 9. Pebraro del 1544. amore della Vergine . In pattando adunque
cominciò a mandar fuduri dalla faccia, e la- davanti a quella Chiefa , e reggendola cosi
grime dagli occhi a villa di cialcheduno , mal condizionata , ferito perciò altaujento
poiché tal prodigio ia durò per molti gior- nel fuo cuore, li difpofe volerla fervirc egli .
ni i ondi; concorlavi ia gente , Ella raddop- mcdclimo, almeno con chiuderle, ed aprirle
piando ai miracolo delle lagrime , e de' lu- le porte , perche doppiamente non la fordi-
dori intaniti mir acoli di altro genere, vi con- datfero gli animali, e coll'abitazione, e coll'
corfero da tutt’ luoghi convicini: Sicché a
i immondezze Un di nel mefe di Settembre.»
.
folla, e con procctfìoni penitenti comincia- dell'anno id^S., mentre il buon vecchio era
rono a venirvi quei popoli^ quelli per fuppli- ito a feopar la Santa Cafa , entrato dentro,
carla, quelli per rendimento di grazie per lo volle prima proflrato a terra adorare la ve-
graz ie ottenute. Da ciò molta 1‘ Univcrfltà,e nerabile Immagine , l'adorò , ma in quello
dvfldcrofa che porcile ergerfek altare per la mentre vidde, (ò veduta giocondiflimaljuna
celebrazione delle Mede, datone memoriale tal maeflofa Dama con in mano una leupa,
all' Ordinario di Catanzaro Angiolo Gcral- qual chiamandolo per nomc^'invitó a fpaz-
diui, ed ottenuto il tutto , fe le fabricò la-, zar fcco la Chicli Pronto accorta Giovan-
.
Chiefa in jus Patronato della medclima Uni- ni, ma ritrovolladi già fpazzata: Orsù, dille
verliù , la quale follo vi prefentò li Cano- all'ora la nobil Matrona, lo, Giovanni, fono
nici della Collegiata , ove poi fii trasferita la Rcina dc'Cieii, vattene attorno per quelli
la Confraternita di San Scballiano , eh' era villaggi, e fà loro intendere , che venghino
dentro la Collegiata j ed anche eretta una a riverirmi in quello luogo, faprò ben lo el-
nobile Congregazione La maggior parte di
. 1 fere con ctfoloro liberale . Non vedi tu la_> #
gran
, . , ,
Settembre, fono maravigliofi li concorfi,dcll' ftrasge. In quello mentre accadde nella Cittì
una, e dell’altra Sicilia, sì per conto delia di- di Taverna lo feoprimemo di quella fagra
vozione, sì per conto della fiera gii intro- Immagine con alternante motivo , ora di fe-
dotta Scritte di quell' argomento in ottava
.
lice, ora d'infelice prognollico Mario Bluf-
.
rima Siciliana D. Vito Antonio Ungaroda fo Gentil uomo della medefima Cittì,e della
Melicuccì , dal quale fi è tratto quanto di Parrochia di S. Martino teneva in camera
fopra, dalli miracoli in poi,la lettura dc’qya- un'Immaginctta in tavola, della B. Veiginc,
li la rimetto alta fudetta compofizioncclia. che , con ferma credenza d' effer pittura di
' San Luca, gli era fiata con molta gclofia tra-
$. Vili. DELL’ IMMAGINE DELLA mandata da Tuoi antecefiùri. Correndo adun-
VERGINE, DETTA DI MODANA que il giorno 18 d’Aprile dell'anno ir.cdefi-
.
palli in circa. Accrebbe la fua fama la mol- i Chicli di S. Marco , perche la prima per la
titudine de'miracoli operati ad intcrceflìunc fua vecchiaia, e per il fofpctto di nuovi tre-
j
della Vergine per laccrefcim.nto di quella muoti minacciava rovina , riponendola ben
fua pittura* onde cominciò ad elfer vibrata, acconcia fopra il Tabernacolo Intanto at- .
|
e tiibutaca, con voti, non pure delia Cittì di tenuato il fudor fimguigno fi ridttlfc a poche
goc-
.
cocciole nella fronte , e nel petto , ma cosi mentre partiva davanti alla fagra Immagine,
ferme, che più, e più volte rafeiugaec per or- con in capo un faccodi fronde, gittato a ter-
ma de’Villaggi ancora a vifitar la fagra Im- vocata de poveri, e confolatrice degli afflit-
ti, della qualità fon io eccomi qui proflrata
magine, c fupplicarla non folo per li bifogni ,
univcrfali correnti , ma di vantaggio per li alla tua prefenza , e fianca per la fatica , cd
particolari i onde di pari concorrendo l'elc- ifvcnuta dalla fame , c piu che per altro af-
molinc , prelè a riflorarfi da’ fondamenti la flitta dalla compafiione.vcggcndo quafi mo-
Chiefa Patrocinale ,e ad arricchirfidi fagra ribondi per l’inedia mici figliuoli, dchlumil-
i
popolo fu veduta la fagra Immagine rico figliuoli , quali innocenti non hanno in che
prirli d'un candidirtimo fplcndore , qual poi oft'efa la Macltì , non tua, non del tuo Pi.
pian piano dileguandofi , redo quella rico- gliuolo; altrimcntc io prendo licenza di pro-
vcrta da si gran copia di latte,che potè feor- cacciarmi il vitto , come meglio potrò , nè
rcre giù ìpcrilchc affollato il popolo riverì altro per aderto mi occorre che la vendita ,
la B. Vergine , ma con fortunato prognolti- della pudicizia. Ma che dico! Venderò la pu-
co, augurandoli con quel latte la rimeifa del dicizia per guadagnarmi che vivcre,c di che
minacciato caftigo col fanguc , e tanto av- alimentare la mia famiglia.’ Non lìa mai que-
venne , perche da quell' ora in qui non fu llo ì La mone più torto .Santifiìma Vergine,
udita altra fcoffi di rremuoto in quella Cini. mille volte , che vivere un fol giorno colf
Fratanto alzaia la fabrica della Chiefa Par- offefa del Ciclo , e della riputazione te : A
rochiale con folenne proccflione venne ivi non mancano maniere , c che io non Pia po-
traportata la miracolofa tavoletta , c ripolla vera, c che non offenda il tuo Santo Figliuo-
nell’Altare maggiore Morto il Mandelli,c
. lo . Così detto li alzò da terra ,
c nel riporli
fucceduto nella cura della Parrochia lì. Lo- su’! capo il Pacco, vi trovò fotto alcune mo-
dovico Teotonico, anziofo egli ,
che non fi nete d argento Kimafc ella per alquanto
.
perdefiè la memoria d'un tanto beneficioima forpela , veggendo quei danari 5 ma poi (li-
che anzi s' avanzarti, con licenza di Monfi- mandoli liberaJilfimo dono della Kcina de'
gnor Fabio Olivadilio Vefcovo di Catanza- Cieli, IP prelè allegra, e andata in cafa provi-
ro fanno itfji.,nc irtitui una folenne feda dc a Tuoi bifogni, raccontando il miracolofo
per otto giorni continui , principiandofi la avvenimento Fù quello motivo di cflèr vi-
.
terza Domenica dopo la Pafqua , celebrata quel fanto Luogo non Polo dalla gente
fitato
con ogni fellevole pompa, con muliche, con del Patte ma da tutte le terre convicino,
,
f.X. DELL' IMMAGINE DELLA MA- popolo, così la dio a conoftere.Era un gior-
DONNA DE GLI ANGIOLI IN no di Sabbato, quando una lampada di cri-
ZAGAR SE 1 . ftallo, qual le pendeva davanti acccfa,rotta-
fi la funicella, che la teneva appefa , cadde
Uori le mura della Terra di Zagarifcj su’l terreno , cd in quella caduta lì videro
F Porgeva una fabrichetta fempliee coll'
Immagine di Maria Vergine Putto titolo del-
molte miracololc maraviglie 5 poiché noto
folo non fi ruppe , e infranfc , come dovea,
la Madonna degli Angioli . L'anno 1610. in ma avendo un piede lungo, c piramidato,nè
circa del mefe di Maggio una tal donna affai cadde di fianco , nè rovefeiò 1' acqua , c F
povera , doppiamente afflitta , c dalia fatica olioima refiò,qual cadde,dritta, come pian-
del notricato , t da' pungoli della fame nel , i
tata su’l terreno, c non avendo olio, che per
po-
APPENDICE III. DELLE SANTE IMMAGINI. a <$~3
poche ore, continuò accefa fcnz'altra rimef- concorrenti elemuline a rifiorarla dalle fue
ia di olio per cinque giorni . Ali' udirli di rovine. Fu maggiore la maraviglia quando
,
quelle maiaviglic corie affollata la gente da li tre Maggio dell’ anno meddunu concorfa
Jonadi prima , e d indi da tutt’ i Villaggi molta gente dell'uno, e deli altro lèdo, c
all’ intorno . Frà quella vennero alcune Ipi- difpolta a Con per cantare il Kofario di
ntatc , le quali tolto furono avanti la fagra Maria, nei mentre già li cantava, ellinte d’
improvifo le candele dell' Altare, f i da tutti
veduta una candela accefa nelle mani della
fagra Immagine , la quale tanto fu veduta,,
quanto non tu linito il ceiellial Salterio.Con
prelcio ad implorar il nome di Maria, e far lì formò f oggidì Torre . Ld avvegnaché di'
violenza a quella mefehina per introdurla uei tempi molto frequentata da' Popoli , sì
dentro la Chicfa. La vi condulfero, alzando 3ella Torre, sì di Cardinale ; in quelli però
più le voci ; ed ecco all’ entrare li udì uni, feemata di molto dalla primiera divozione,
grande llrcpito, che recò qualche timore jed per lo più fi frequentava da' Cittadini di
avvenne, che la Ipiritata guardando la fagra
1
ti
c lon- pernierò di fapere, qual fi forte quella vene-
quel luogo da molti Popoli, e vicini , cuo-
rabile Matrona,cosi ne tampoco ebbe a
tani 5 foggiungcndolc , che non
larebbono
pari di quel- re il «Ielle commando ) ma fucccdutolc il
per venirle meno 1 fuoi aiuti, al
Ufcita giìl medefimo la feconda, e terza voltai con an-
lo andava priva degli umani
che dichiararle in quelle , che ella forte la
altra compagna , e dimando dover erter
fe-
Regina de’ Cicli , e come portatala fuori di
-
un
guita da lfabelia, dopo i’ averla afpettato
ritornata in Chiefa la cala con una verga d' oro diflegnò il luogo)
pezzo fenza vederla ,
delle fue grazie la Vergine 5 condoli acho Fra quella gente anche fi avviò la divota_<
operò un infiniti di mpacoli , illuminando Lucrezia a piè fcalzi) ed in vederla avvegna-
> cicchijlibcrando opprcifi^addrizzando zop. ché da lontano,o che forte tenerezza di cuo-
autorità del- re, o)nafcofto cordiglio del Cielo, cadde non
1 pi, c fomiglianti,quali tutti con
pur tiamortita , ma quali morta Era quello
|V Ordinario di Squillacc vengono notati in
.
letto,, tutt’i
.
portatali la fera tardi al
potè avervt, che jfònno j on-
'altro
quanto beneftantc di commoditì terreno, de rifvcgliata a buon ora ,ed avendo feco le |
fi tutta
veniva rifugiata nelle Chicfe 5 per il cuore % ma rotto riavuta, e feoo medefimo ri-
- .
lla Santa Vergine, quanto nobile , tanto an- Elle Montagne di unaTerricciuola per
tica formata di legno , quale fi refe celebre nome
S.Luea, Diocefi di Gcrace.vi (la
per il Arguente miracolo L’anno 1501 d fabricata la Chiefa detta Santa Maria di Polì;
i
.
.
vifoli il Kegno di Napoli era Lodovico XII. la cui fabriea avvenne miracolofamentc nel-
Rè di Francia, c Ferdinando il Cattolico Re la maniera, che fieguc. Pafeolavano in quel-
d’Aragona,pcr conceffione di Aleflandro V 1 .
le campagne moki Armenti Vaccini , quan-
Sommo Pontefice, dichiaratone Federico ul- do una talvolta un Toro , e di forze , c di
timo per la linea di Alfonfo giuiìamente dc- corpolcnza oltre l’ordinario, sì con le cor-
cadu o,foife tra quelli litigio nella divifionc, na , si con le zampe fi pofe in giro a fcavar
a chi apparteneva la Capitanata , e non po- una parte di terra fotto ad una valle ; quella
tutili comporre amichevolmente , forfè cia- fu fatica di più giorni; onde aceorfivi i fuoi
feuno volendo il tutto, vennero tra loro alle cuftodi, tratti da quella oftinata imprefa,of-
mani, e prevalendo i Francefi fotto la con- fervarono finalmente feuoprirfi da fotto a
dotta di Lodovico Armeniaco , forti loro di quelle fcavaturc una belliffima Croce: quin-
feaeeiare li Spagnuoli dalla Puglia , e dalla di umilmente adoratala , e diffidane per tut-
!Calabria, ove ardendo la guerra, e fuccedu- to all’ intorno la fama , e con ciò concorra-
Ito un altro conflitto a favor deprimi nella vi molta gente , fu rifoluto di fabricare iu_>
Citta di Terranova , coftoro o coflrctti dal quel luogo , e per li medefimi difi’egni ordi-
rigore della Itagionc, o trafportati dalla mi- nativi dal Toro Una Chiefa , dentro alla_.
litare licenza , quale fuole mefehiare le cofe quale fi riponelTc la miracdlofa Croce. Cosi
Sagre colle profane , per porre fotto al co- rifolfero, e così adempirono, riponendovi
verto la loro Cavalleria , nulla curarono ir- con infieme la Croce un Immagine della-»
rivercnti,e fagrileghi di actommodarla den- Vergine, la quale dal luogo fu detta di Polì.
tro la fudetta Chieda di S. Catarina, tralmu- Non mancò il Cielo di autenticare con i fuoi
tandula in viliflima ftaila Difpiacque non . miracoli l’ opera portata avanti dalla piità
poco a quei buoni Religiofi 1 ingiuria grave, di quei popoli ; onde riabilitane la fèlla per
che vedevano farfi ai Santuario; ma non po- li ot to Settembre, giù che la quantità delle
(
lendo far altro fi ftavano taciti afpettando nevi, e de’giacci non permettono il pratti-
,
C
faccum dtìl a'd f t r a\ ur atf
'
per me ttere , eh c f. XVII.DELL’IMMAGINE DELLA
toXuifafifuflè profanato il fuo Tempio, VERGINE DETTA DEL R1 PO-
le fcaricò con quel legno una gran pcrcolTa SO IN VARAPODI.
su ia fronte, da cui, come fe fiata fullè fopra
carne fcnfibile , fcaturì fubito vivo fangue , r Uorile mura di un Villaggio, detto Va-
qual fi vede congelato fino al prefente gior- L un rapodi,nel territorio di Oppido,gA fio-
famofo Monalterio dell Ordine di
no , infieme con la lividura Soffrì la Santa . ri
fu ma non gii l’irriverenza de' profanatori : dalle continue leorrerie de’ Saraceni , coti
;
’
‘LI che
. .
che Tettarono disfatti molti fagrt luoghi , e recava altrove j onde fi fece argomento, eh'
fra quelli J’ accennato Cenobio , Tettandovi ella gradiva di fermarli nella Grotta piu
,
folo in piedi la Chiefa per la molta divozio- che in altra parte » fiche publicandofi da per
ne avutavi da' popoli convicini. Ora ritro- tutto fi moltiplicò la gente con procc'fioni,
vandofi in quella un Immàgine quanto piu cd altre fagre dimoftranze per condurrc,co-
bella nella pittura, tanto piu miracolofa nel- me gii fi condulfe, la venerabile (tatua den-
le grazie lotto il titolo del Ripofo , prima, tro la Cappella del Monte, ove di prefente
clic Monaci all' intutto partilfero , per di-
i fi rivcrifrc da gran popolo . Nè mancò Ella
fenderla, non folo dagli oltraggi de' Barba- I delle fue miracolofc interceffioni 5 perche.»
ri, ma dalle inclemenze de’ tempi , rifodero rotto cominciò a rilplendcrc con molti mi-
darvi fopra un intonacatura » ( tra ella nel racoli, quali continua fino a quelli tempi.
muro ) cosi come fecero , dipingendovi al Fra quali ne fono due continui F uno , eh"
:
di fuori un'altra Immagine 5 peroche lima- clfendo la Cappella tutta, e frmprc piovofa»
vano, che raddolciti tempi avellerò potuto
i e per tanto umidiffima , la (tatua però mai
ritornarvi. Ma non ritornati quelli, e tratan- perde il filo bianchimmo colore: l’altro, che
to andata in dimenticanza quella memoria, dal muro dietro la (tatua dillillando del con-
fi venne nelprcfente fecolo: Quando volen- tinuo alcuni rivolctti di acqua , vi fi fono
doli racconciar la Chiefa, e pelò appena da- raffermati per raccoglierli due gran vali di
ti alcuni colpi col picone su ]' intonacatura, creta ( Giarre fidicono).Eccola maraviglia»
gii divenuta aliai deforme, ecco cadde tutta che per molto fc ne prenda , sì per divozio-
1’
a terra in falcio 5 e con ciò fcuoprendofi ne degl'infermi , sì per altro affare , inaile
antica Immagine cosi bella, e frelea, che pa- Giarre fi vuotano» e non prendendone alcu-
reva allora allora ulcita dal pennello, fi chia- no, mai fi riempono così, che lì rovefei al di
mò fopra al punto medettnio tutto quel po- fuori . Per accrcfcimcnro di divozione fù
polo del vicino Villaggio , ed indi apprettò data quella Chiefa a’PP. di S.Bafilio , li quali
gli altri più lontani tratti , non tanto dada fabricata una fagra cafa , l' abitano ancoriu.
novità , quanto dalla moltitudine de' mira- con molto utile de’ popoli , che vi concor-
coli: Motivo, qual fervi ad un venerabile rono per l’ ufo de' Sagramcnti,
Sacerdote dei luogo , D.Placido Anali , di
;
cui altrove, per ritabricarela Chielà in piu «. XIX. IMMAGINE DEL SANTISSI-
ampia, c piu fpiendida forma MO CKOCEHSSO NELLA CITTA'
DI TERRANOVA.
^
vegnaché tutto il Monte fotte di pietra cal- luce di molti miracoli 1 Immagine deila San-
cina, non però mai è avvenuto di fmembrar- tiffima Vergine , detta del Soccorfo, ncli*_.
ìcne parte alcuna, ed aver ofFefo perfona vi- Terra Palmi , che però correvano a folla
di
vente 5 tulio che frequentata da' popoli la alla di lei venerazione i popoli convicini, c
fagra Cappella. L'anno 15 Si, un tal Vafcel- fra quelli quei della Citta di Terranuova , i
lo veleggiando per Cotrone , come fu al quali vi andarono accompagnando il predet-
dritto (folla Grotta fi rittette immobile con to Samifltrao Crocchilo con una numerofa
gran maraviglia de' marinari , quali non fa- procettione . Or gionta !' Immagine del Fi-
pevano a che rapportare quel nuovo prodi- glio alla prefenza di quella della Madre, co-
gio ; ma (è ne fcuopr'j la cagione in tal ma- minciò a villa di tutti a fudar Sangue da tmf
niera Sopravenuta in tanto la notte, ecco
. il Corpo » cofa , che commottc tutto quel
fra quelle ofeurezze un raggio ftrilciante di popolo a contrizione, ed a pianto, chiedendo
fuoco , quale ufeito dal Valcello fi rimboc- rutti a Dio mifcricordia . Di quell’ avveni-
cava dentro la Grotta del Monte in diltan- mento fe ne dipolo un atto pubblico da No-
za di miglia diccej non però veduto, che da ;
tarAntonio Oliva di Scminara , jl giorno
pochi pallori , quali vegliavano su le loro medefimo, che forti Nell'anno ijp;. aven-
.
greggi. Al farli del giorno publicata da' Pa- do la Città di Terranova bifogno grande
llori la vifionc, alla quale dava non leggier di pioggia , dopo varie fuppliche fatte a di-
pefo l’ immobiitì del legno ; con che rifive- velli Santi , fi feri diluzione diportarli pro-
mare , c falba su del
gliata la gente, fcefe in ccffionalmente per la Città il miracolofo
Vafcello, vi ritrovarono una bcllittima da- Crocctìflò, come fi foce » ed ecco tofto con-
tiladi pietra marmo delia Vergine qual fi turbatali f aria , francò la pioggia in tanta
,
abbon-
, 1
del Vicario Generale d'Oppido.E così ad un grazie riducile , celebrandoli fra qu-rto in -
tempo medelìmo cadevano tre pioggic l una ter vallo molti fagrinzj , di vote funzioni
, cd
1
di acqua dalle nuvulc, laltia di latte dall’Im- crtcrcizj di crirtiana pietà ; indi elaudìce lo'
magine del Croccfiflb , c la terza di lagrime fuppliche (quali non vi è memoria, che fuf-
dagli occhi de popoli. fero giammai Ipatlc a vuoto) rellituil'cono la
Sagra Immagine alla fua Cappella, accompa-
f. XX. IMMAGINE DELLA MADON- gnata da canti giulivi, c da var; fegni di di-
NA DI SCHIAVONIA IN vozione, e di rendimenti di grazie Così ac-'
.
fempliee Cittadino, c gli ordinò , che mani* fìcfs anno, quando gli eferciti delie locurto
feltrile a quel Mugiltrato la di Jei comparir devartavano le campagne col totale ftcrmi-
in quel luogo , dove voleva , che fc le fabri- niu delle biade , non tantollu fù portata la
cafle in fuo onore unaChiclà, cd ivi folle a- Santiflima Immagine alla villa de'fcminati
dorata, e venerata la l'uà Immagine, volendo terrcni,c li videro fgombri da limili beftiulc,
Ella prender la materna protezione di detta parte delle quali morirono immantinente
Città. Non
frappofè dimora ilbuon uomo in parte li lòmmerfcro nell acque, e parte folle-
far palclc al Magiltrato , cd al Clcroquanto vandoli in aria in guifa di fofea nube diic-
,
da Maria gli venne importo ; perciocché fu- guar unii poi, lenza rcrtarnc una. Così in altro
bito fu dato ordine, che li fulle dipinta la di tempo, venendo impedita la raccolta dalle.»
lei Immagine nella più elegante maniera, che continue pioggic, onde prognoiticavalì una
fuflè poiiibiie, giuda i rifeontri, che veniva- generai cardila, s é determinato da quel Co-
no rapprcfcntati da colui, ch'ebbe la furie di mune ricorrere alla miracolofj Immagine.»
vederla originalmente; ma non potendoli ef- dcll’Eccehomu, priegando il fonte delle mi-
figiare cosipredo , nè in quella perfezione, fericordie , che li degnarte riparare a tale
che richiede vali, ceco, che la mattina fi è tro- feiagura. Follali dunque in ordine la proccf-
vata l'opera perfettamente compita , fi fup lionc coll intervento di moltirtime peritine,
pone da maiiu angelica; e quell'uomo fortu- eh' eran venute da diverli luoghi per il me-
nato non rantolio la vide , che affermò quel- delìmo fine, c portata colle fuiitc cerimonie
lo elfere appunto il naturale ritratto della dall'uno, c dall' altro Clero alla mentovai a
macllufa Signora a lui comparii. Fabricatolì Chiefa Madre , li compiacque la Macftà Di-
fratanto un nobile Teinpio.vi fu collocata la vina ncJl’iltcflb giorno far argine colla fcre-
Sagra Immagine detta della Schiavonia, per nità dell aria alti foverchi protiuvj che al-
,
il fofeo colore, che le adombra la faccia, lidi’ lagavano la terra. Per così grandinìi miraco-
Altare Maggiore, ove oggidì s' adora da nu- accrebbe la divozione, c la fiducia delle
li li
merufità di popoli, che concorrono dalle piu genti verlò 1‘ Immagine fagratirtima ; il per-
ri mute parti del Regno gra- che vi accorfcro non pochi moicltati da’
, sì per ottener
zie, che largamente difpcnfa , lìccome l'atte- fpiritimaligni , c li viddero immantinente
rtanu le tabelle, e i voti appetì ; come altresì da varj morbi, cd otten-
liberi: altri opprefli
per intervenire alla folcnnc fella , che celc- nero la fanità; onde vedutili appefì in quella
brafi ad onore delia gioriofa Vergine nel dì Bafiiica le crocciolcde zoppi guariti, le can-
dcll Alccnliune del luo Figliuolo al Cielo; a ne de' ichioppi crepate in teflimonio de Tor-
qual etiettu s e illituita per commuda de' titi miracoli, la quantità delie cere lalciate
Concorrenti una delle migliori fiere del Re- in lòdisfazionc de' voti, ed altri donativi, cd
gno. offerte fané dalla gratitudine de' Fedeli.
$. XXI. IMMAGINE DEL SS. ECCE
HOMO IN MESURACA. f.XXII. IMMAGINE DI S. FRANCE-
SCO SAVERIO IN PQTAME.
r A Sagra Immagine di Gesù Crifto in fi-
l_a gura d Eccehomo , che trovafi nella..
Chicli dc'PP. Riformati nella Terra di Me-
luraca, chiama dalie parti più lontane li po-
A Lia fama delle apportolichc fatiche,
che facevanli da due Padri della Com-
pagnia di Gesù coJl'eflàrciziu delle fante.»
poli all’adorazione, cd allo fcioglimento de' Mirtiuni, in Arena Terra della Calabria Ul-
L i i rerio-
. . , .
quair quei di Fotame , per afcoitarc u divi- drc rdippo Miller della Compagnia di Ge-
na Farola. borri , che io una delie prediche sti, ConteUórc di Sua Macfli Imperiale, al
fi difeorfe dei
gloriofo San Prancefeo Save Sagredano della Chiefa di S. Francefilo S a.
ijio, di cui per introdurvi la divozione , in- vaio in Potarne ; copia della quale trado uà
|
gcgooflì il Mifftonario allettare gli affol- dal latino è la feguente
latici colla rapprefentanza di alcuni miracoli Al molto Reverendo Signore Padrone mio
operati dal Santo a prò de’ Tuoi divori. Con Oflérvandiffimo —
Il Stg. D. N. N. fovr aliante
tal racconto fi modero gli animi degli Odi alla Chiefa di Potarne, dove il gloriofo S.Fran-
tori ad abbracciare con affetto pietofo ia_> tefeo Saverio rifa tende con miracoli In Cala- .
reciti due Padani di timorata cofcicnza, no- Leopoldo, il quale, mentre fi leggevano alla pre-
mati Gio-.Domcnico Ha vello l'uno ,e Pieno fenga della Matfiì fua i miracoli operati da I
Natale l' altro , li dcdjnarono procuratori, Santo Padre prancefeo Saverio in Potarne , fi
acciò colle limoline delle ceree taceffero di- voto mandargli nn donativo di feicento fiorini,
pingere l'Immagine del Santo, a qual' effetto fempreethi fi compiaceva intercedergli da Dio
li pollarono i uicdcfimi nella Serra di San-, la [anici Confermato il volo dal pio Impera,
.
Stefano al Bolco per contrattare Ja fattura dort, non folofofteme di buon animo t fintomi
dal Quadro col .Dipintore Domenico Gimi- del morbo, quantunque di fica natura pencolofo,
glianu, con cui dapilirono il prezzo di du- ma videfi di vantaggio totalmente illefo e_.|
cati diece, e determinarono il giorno,quan- perfettamente fono ; thè però volendo [odi sfare
1‘ imma-
do dovevano ritornare a ricevcrfi all obbligo [no , ha fatto enfi mire una Statue—
gine- Ritornati dunque i Procuratori nella d'argento al valore di feicento fiorini, e la man-
serra al giorno pretilfo , trovarono , che il da a V, S. afflò in nome della Maefti fua [offe-
Dipintore trafeurando di adempiere il pat- rì
ffi a colcflo miracolofo Sauto
Protettore , cui
to, avea fol tanto defa la tela iòpra il tela- fi
raccomanda . Ed io la priego umilmente,
mi ciocche dilpiacque non poco a Potame- tic fi raceordaffe
di me preffi il Santifimo Sa.
li, comequelli, ch etano afpcttati con auzic- veno-D.f'.S. molto Reverenda — Menna 2.1. A.
tS da' loro Compatrioti colf Efliggie del prilt ifftSj. Umilifimo Servo in Criflo Filippo
tanto bramato Padrono ; codrctii nondime- Milldr della Compagnia di Giti , Conferire di
no dalla neceffuS rifodero ritornare ii-_» f»a Maefti Cefatea.
Potarne > inculcando al Dipintore la fulicci- Confcrvafi quella nobilidima Statua nella
tczza dell' opera . Or mentre Quelli davano fua Chiefa in Potarne, in piè della quale leg-
Arile mofl'e, entrò quelli nella danza, ov’cra gefi la feguente Epigrafe ,
la tela defa, e vidde in ella, con fua gran ma- Divo Franctfto Xavcrio Potamtnfi Tbau
raviglia, gii compitamente dipinta 1 Imma- maturgo Patrono , de fe Regntfque fuit optimi
gine del Saverio; pcrlocche chiamati i Pro- merito , oh receptam valetudmem , gratta hoc
curatori diede loro il Quadro miracolofo, Mncmosynon pofuit devotijfimut Client Leopol-
fingendoli egli l' auture , e che aveva cosi do! Germania,Mangana, w Poemi* Rex, So.
voluto fcherzarc per mero giuoco.Cófegua- manorum lmperator
t ogli
dunque il prezzo pattuitoci av viarono Similmente , pochi anni fono , la Maefti
quelli eonfolatiliìmi al lor Paefe . Difpiac- dell' lmpcradrice Elifabctta Criltina-,
que non poco al Santo la fraudo commcffa Wolfembutci fe dono al medefimo Santo
dal Dipintore; onde apparargli la feguente duna pianeta lavorata di propia mano con
notte con volto adirato , minacciollo zfpra- ricco, ed elegante artificio Così pur anche
.
mCnte , fe non aveffe redituita di fobico la molti Principi della Germania , della Hoc-
mercede, qual fi avea ricevuta fenza fatica , mia, e della Polonia mandarono vari prczio-
Atterrito 1 artefice alla minaccia non frap-
, fi donativi in redimouio di gratitudine per
pofe dimora a por talli ben tolto in Potarne, le grazie ricevute Ed ultimamente perven-
.
f.XXIU.
.
QJ titoli un vafaello da lidi di Romania, divoto decoro , alfidcnza del fidato, cdcl
e veleggiando verfo i mari di ponente , do- fuo Capitolo fa le cantano le di lei laudi , e
vette pairare vicino la Città di Tropea lima- per ogn'anno fi celebra il dì fallivo nei gior-
1
ta nelle fpiaggie del mar Tirreno nella Ca- no de 27. Marzo con fallennitiima pompa ,
labria Ulteriore. Or falcando quell'acqua, e di voto Iplcndorc .
dero il fagru pegno a' Cittadini Tropcani, gra Immagine per la picciulczza del quadro
che la nave data immobile per tre continui non ben s adattava alla capacità del nuovo
giorni, ripigliando il cammiao , pruftguì fe- Tempio, la divozione dj Camillo Diano Pa-
licemente u viaggio con ammirazione , o trizio della Città , fa dipingerla in un altro
giubilu univerlaie . Approdata dunque la quadro piti grande , e proporzionalo dal di-
banu Immagine nel lido di Tropea con ap- pintore Nicolò Caprioli fanno 1547.I11 que-
plaudì di tutto popolo, convenne quel Vc-
il du nuovo quadro per tato la SS.Vugme.vhe
leovo coll' uno , c l'altro Clero , quali tutti feduta su d una Sedia , con in braccio il fuo
con divota proccfiìone la portarono alla-. Divino f igliuolo , dandole alla delira il P..
Cattedrale , ove per qualche tempo diede S.franccfco , ed alla finidra S. Antonio da
cipolla alla publica venerazione dentro il Padova , ipira inficine , ed infonde nc'cuorì
Coio. Ma perche col decorfa degli anni in- de riguardanti amore , divozione, e riveren-
tiepidito quel primo fervore , le l'era quafi za, pocè guadagnati) gli affetti , c la venera-
dilmcdb il culto, c la venerazione, fi rinovò zione della predetta Città di Reggio, mercè
polcia l'anno i coll' occafionc de' farti, i graniiiofi miracoli , c le incedami grazie,,
e fpedi terremoti , che con univcrfalc fpa- che a quella s'è degnata in ogni tempo beni-
vento li lentivano in quelle parti .Laonde in gnamente compartire , la prima delle quali
sì gran flagello dell' ira Divina memori i fu l'averla liberata dal morbo, pcdiicnziaic
Tropeani della luto B, Vergine di Romania ciò, che farti nella maniera, che fiegue ..
(cosi da loro intitolata perche da Romania
,
L'anno 1571. nel mefa di Dcccinbrc , of-
venuta) , determinarono ricorrere al di lei fendo ritornati vitroriolì i Reggini dal gol-
potente patrocinio , c portarla proeedionai- fo di Lepanto , ove aveano combattuto l'ot-
meme per la Città, affinché fi dcenaflc difen- to le bandiere dell'Eroe D. Giovanni d Au-
derli da quell orribile flagello . Così fecero; dria, contro Tarmata navale di Sciim 11 Im- .
c nel tempo ideilo, che fi faceva la fapplj- pcrador de Turchi , cd avendo portate feco
ehevole funzione , farti quel memorabile^ molte cade di prede fatte a nemici, alle qua-
tremuoto , che mandò a terra buona parte li era attaccato il contagio, non taniudu s'a-
delle Calabrie ima la Città di Tropea , ce- prirono quelle per falli la partizione, che gli
aliti
,
vinta di fplcndillìmi raggi , in mezzo a due.» fi venne in chiaro,ehe li due Mcflàggicri non
Paraninfi cclelti con acedi doppieri in ina- erano flati aitrimente Capuccini, ma Serafini
no, dopo avergli parlato con allctto mater- del Ciclo mandati Cotto quegli abiti dalla lo-
no, lo animò a dimandarle quella grazia.chc ro Rcina , perche li conufccrtc , che la Jibe-
gli tulle Itaca più in grado , che glie l avei ch- razion dalla pelle fi concedeva da Maria per
oc conceduta Ed allora egli dopo un pro-
. i ineriti, ed orazioni del Santo Rcligiofo.Òr-
Concilio) efler mia volontà , che orditi a (lo lla nel dì 1 1 Novembre, che lìcguono a ce-
.
una divota proceffione, in cui la Cittadinan- lebrare nella Chiefa rtctìà dc'Capuccini con
za tutta, con cuore veramente pcntiro,vcni0c molta divozione, e concordi di Popolo, che
a vilitarmi in quella mia Chiefa , che Cubito viene dalla Cittì, e Cuoi villaggi per venera-
averi fine il contagio 4 e ciò detto d.fparvc . re, e render grazie alla lor protettrice Maria,
Differiva l'umile Keligiofodi icopruc la vi- tutti confeflandoii.e communicandoli in quei
lione fui timore , che l'opera della Divina giorno. E fra ladre divote, e tenere funzio-
pieci non fufle attribuita a merito fuo La . ni ,
nel dopo Vclpro del meddìmo giorno
Madre di Dio però , che voleva ridurre a portali pryccflìonalmenrc la Cittì in fotnu
compimento la grazia già conceduta , fpedì inficine col^ Capitolo, e Clero Secolare, e Re-
dal Cielo due Angioli in abito di Capuccini golare a piè della Madre di Dio , offcrcndo-
a J>on Alfonfo Sanguinerà Spagnuolo, allora le ben grolfo Cereo al pelo di lcrtanta,c più
Govctnudurc della Città , quali gli dillero ,
libre ,
alche vicn obiigata ogn'annu per ra-
che alidade ben rollo dal Vicario Generale ,
gion di voto follenneinentc giurato a ztf. A-
affinché ordinalfc divota proceffione alla prilc del 1 Sj 8.4 qualora la meddìma gloriola
Chiefa de Capuccini, che cosi facendo la Cit- Vergine replicò fuc materne grazie, prefer-
tì farebbe liberata dalla pcfle . U .iòidi pron- vando la Cittì dal morbo epidemico , che
tamente il Govcrnadorc , e datoli i ordine graffava, non lenza mortalità , nella Provin-
per la proceffione, elfo Vicario il Govcrna- cia, e da fpavcntofl terremoti , che rovina-
dore, cì Senato portatonfi preventivamen- ròno buona parte delle Calabrie 4 onde di
te ai Convento de' Capuccini , per infor- commuti femimento dc'Cittadini, fu la Ver-
gine
APPENDICE III. DELLE SAGRE IMMAGINI.
•ine da’ Senatori radunati avanti il ili lei Si- concedute da Maria al Popolo Reggino ina»
mulacro, dichiarata lor Protettrice, e Padro- ogni tempo, e per qualunque necemtà i fpe-
na con promclfa irrevocabile di fileggiare cialmente gl' improvifi foccorfi in tempo di
in quel di le gloriofe memorie di lua mi. fame, e di univerfal caredia , come fu quel-
'
terna protezzione/iccome appare per publi- la, che negli anni 1571,697. afflitte la Ca-
co illrumento rogato da Notar Salvadorc labria, e 1 Italia tutta , quando per grazia-,
Mentola Qual atto venne poi confermato
.
della clememilfima Madre delia Confola-
nel i 5 jS. allorché il flagello della pelte, che zionc approdarono nelle fpiagge di Reggio
faceva ftraggi crudelilTime in Napoli , ed in molte Navi venturierc cariche di frumento,
Calabria nel Marchefaro d'Arena , non potè di cui provvedutali la Metropoli , potè con-
nuocere alla Città di Reggio , non ottante, tribuirne abbondantemente ad altre Città ,
che due giovani appellati vi entrarono in.» Terre, e Villaggi della Provincia,che penu-
ella furtivamente i Impercioche accortifi i riavano nelle medelimeangudic. Qual ma-
Reggini, ricorfero ben toflo alla lor protet- niera d’ impenfato provvedimento fii repli-
trice Maria , la quale non Ibi non pcrmifc, cata molte altre volte in appreffo , e femprc
«he s'attaccalfo ad altri il contagio, raa guarì che vi fu il bifogno , attriuuendofi alla cura
iniraeolofamcntc i due Giovani appellati. fpcciale ,
che tiene Maria di quella Città,
Non inferiore agli anzidetti prodigi fu quale prefervò pure in ogni tempo dalie
quello del IJP 4-, quando il rinegato Corfa- ftraggi de' Terremoti, fjxtcialmentc da quel-
una lo lucccduto agli ri. di Gennaro dell' anno
le Cicala fattoli capo , e comandante di
(quadra di navi barbarcfche , venne a dar il 159;. il quale didrufle piu che fcflama Pac-
faceo,ed il fuoco alla Calabria tutta , c do- fi nella vicina Sicitia,cd ammazzò in effa piti
po aver incendiata la Città di Reggio , ed che cento mila perfoncìc nondimeno la Cit-
alquanti Tuoi Villaggi , pretefe far lo (leflb tà di Regg o,che lpcrimcmò troppo eviden-
del Sagro Tempio delia Confolazione , ove temente il pericolo di reitar opprefTa lotto
avviatofi con buon numero di Soldatefche, le propie rovine , mercè la fua divina Pro-
tettrice , cdò Giva , c libera da ogni male.
febbene alla veduta di quelle adorate mura 1
forprefe quelle da gran terrore , fentironn E quel, che maggiormente refe chiaro/: ma-
rclpingcte in dietro ixn per tre volte i pure nifello il miracolo fi fi , che trovandoli isu»
animate dalle voci del Capitano/: dalla pro- quel tempo alcuni nobili di Reggio per loro
pria naturai fierezza fi diedero a berfagliare affari nella Città di Catania (che allora fu
quei pochi Frati,, he inermi, e colla Croce in intieramente rovinata dal terremoto ) lad-
mano, nel tempo dettò, che vibravano fogni dove tutti gli altri di quella cafa rodarono
fepolti fono le fabrichc , quelli furonqpre-
di Croce contro i nemici della Fede ,
davaii
Coraggio ad un piccol drappello di Cittadini fervati miracolofamcntc , ed uno di efit ca-
quelli. Gran vato fono le pietre fenza menoma follone
a pugnar valorofitmentc contro
.
varonfi colla fugale cosi non effondavi chi fua draordinaria fontuoficl cifcnduli oramai
contraftaffe Vingrdro.forprcfero U Con- refa celebre nell’ una, c nell'altra Sicilia , e
lor
vento, con penfiero dinccnerirlo. Ed in fat- più oltre ancora , merita di edere qui breve-
il fuoco ima mente deferitta
ti vi appicciarono da più patti
.
tratifipofeia nella Sagra Immagine di Ma- polo alla Chicfa della Confolazione, ove
ripofta n*_» colla Sagra Immagine fvclata ( l'Immagine
ria, che da' Capuccini era fiata
luogo fogrcto, dimentichi delia loro barba- da Tempre coverta con tre veli prcziofi j nè
rie non ardirono deturparla , ne recarle me- mai fi liuopre, che con dodeci, o fei cande-
noma ingiuria , quando nel guado dato ad le accefe, con fuono di campane , e canto
avevano fatta flragge ignomt- dell' Ave Meirii Stella ) fi celebra una metta-»
altre Chiefo
niofaa tutte le Sagre Immagini. cantata,ed in fine fi recitano le Litanie di ef
Non fi riforifeono qui didefamente ,
per fa Vergine. Nella Cattedrale pure ne’ mede-
evitar la lunghezza le innumerab ili grazie ! fimi Sabbati dopo il Vclpro fi cantano da’
,
.
ghi li fa una grande illuminazione ad oglio. con le loro abitazioni, currilpondenao que-
Nel letamo ed ultimo Sabbato la gente sì lli con acclamazioni , ed appiattii teneri , e
,
della Cittì, che de' Villaggi di ogni léllo,ed divoti alla lor cara Madre Finita la fefta_,,
.
ctì comincia nn dalla mezza notte a portarli dopo alcuni altri giorni , coll' iftcfs' ordine
al predetto Convento de’ Capuccini , dove di proceflione, e di acconipagnatncntu fi ri-
anche vi convengono il Senato, il Capitolo, porta divoto Simolacro nella fua priltina
il
e Clero Secolare , c Regolare , con tutte le Chiefa de' Capuccini. Rcltarebbono qui per
Confraternite , ed a buon ora s’ incammina ultimo a riferirli le molte grazie prodigio-
la proceflione portando la Santiffima Ver- ic, che in dette procetlioni, e trattenimento
gine, come in trionfo verfo la Cittì, accom- in Cittì fuol compartire la clemcntiflìma_,
pagnata per tutto il viaggio dal fuono di Vergine a tutti coluro, che a lei fanno divo-
mulicali llrumenti , dal canto giulivo de’ to ricorfo; ma perche la di lei beneficenza
Sacerdoti, da buon numero di Regie Trup- non li reflringe a tempo , luogo , o perfone,
pe, e dal numerofo popolo, che di qui, c di ficndendofi anzi in tutt’ tempi , c ad ogni
i
lì con fcftole acclamazioni, e fpari continui forte di perfone non fol de’ due Regni , ma
di mortaletti , c di fchioppi applaude alla anche d Italia , c di Germania, come fi può
venuta di Maria , c manifefta al di fuori il fcorgerc dalla quantitì delle cere , delle ta-
giubilo, che gli brilla nel cuore . Giunta Ia_> belle, e di altri voti appetì in quella Chiefa,
lagra Immagine nella Cattedrale collo Fpa •
perciò qui fi trafandano a bella polla Sola- .
ro dell’ artiglieria della Cittì, ivi lì cantano mente non devo lafciar di accennare , che il
i da’Mufici le Litanie, in line delle quali mon- Rcvcrcndifftmo Capitolo di S.Giovan Lute-
I tato in pulpito un fagro Oratore , ( che per rano alla fama decrepitali miracoli , che
benigniti di Monfignor Arcivefcovo per lo del continuo opera quclta Santiffima Imma-
piii luol edere un Capuccino ) fa al popolo gine, creduta una delle più miracolofe , che
adunato un difeorfo tenero, ed efficace , ef venera il Crilliancfimo , le fi ultimamente
fonandolo a celebrar la fella con vera cor- un nobile donativo di due corone di oro
dial divozione , per meritarli la protezzion mafficcio, F una per cinger le teinpia di ctfa
di Maria. Terminata quella prima funzione, Vergine Madre , l' altra quelle del fuo Fi-
in quel medefimo giorno, c ne'tre full'eguen- liuolo Gesù: qual coronazione fi fé nella
ti fi vede in quella fagra Bafilica un conti- flattedrale l’annò 171 . con tal concorfo di
.
nuo Buffo, e rifluirò non fol di Cittadini, ma gente, e tenerezza di ceremonie, che riempì
pur di Corallieri , che vi concorrono dalla f cuori di gaudio fpirituale, e fe (correr da-
Provincia Beffa , c dalla vicina Sicilia , per gli occhi lagrime di affettuofa divozione.
corteggiare con ogni forte di cordiale offe- P.Cmfrppt: ZucciU il Reggio Cipucc. m 1-
quio la gran Madre di Dio , c preparare nel nufiritt. Guitti ir.
tempo ite ffo le anime loro alla confeffione,
e cummunione da farfi nell’ ultimo giorno. f. XXV. IMMAGINE DI S. ANTONIO
AH’ interna divozione del cuore va ai pari DA PADOVA IN NICASTRO.
accompagnata l’ ellerjore magnificenza; iro-
percioche , oltre la Chiefa Cattedrale , che ti f~' Orreva l’anno di noftra falute 1 ( 9 . .
tanto fontuoii Altari, altri addobbati vagha- Padova, con culto ancora fpccialc venerava
mcnte con fiori, c cere ì altri rapprclèntanti la fua fagra Immagine , dipinta in tela dal
varj fatti di dirittura
,
che alludono alle va- Pittore Giacomo Stefanoni Romano , c col-
rie grazie concedute da Maria al popolo di locata fopra divoto Altare in una femplice
Reggio. Si fanno in tutte le quattro fere per nicchia di quella Chicfa.ll culto però non fi
ogni Brada -illuminazioni di cera , e di oglio llendea per allora,chc a tenere più delcom-
si prodigiofe, che convertono la notte in un munc folito netta, c pulita la cappclluccia ,
|
chiarimmo giorno ; nè mancano in tal tem- adornarla con verdure , abbellirla con fiori,
po varj altri godimenti di foaviflime mttfi- e lunga pezza del giorno , quando gli affari
i che foraftiere, di bei fuochi artificiali , e di del governo noli’ impedivano , itarfene di-
tu»' altro,chc può contribuire a render non votairrentc inginocchiato davanti Accadde .
mcn dilettevole, che pompolà , c magnifica per divina difpofizionc , che il medefimo
la follcnnitì , quale finalmente la fera del s’ammalò di una mortale infermiti 5 abban
.Martedì vien terminata con Ibllcnmffiraa donato per tanto da Medici , e munito degli
i
proceflione , portandofi la lìgra Immagine ultimi Sacramenti, perduta in tutto la paro-
per tutte le piazze macllrc della Cittì, come la, c con pcnoià agonìa , flava per e (alare
e . ,
quella grazia ? Rifpofe egli in quell’ iltante tanto come quella, ch'ebbe la forte di avere
forto, c feduto fui letto : 5 Antonio, S. An-
.
in sì miracolofa Immagine un Santo tanto
tonio mio da Padova ) egli or ora com- me benefico , per provvedere alla fua falvezza
parfo avanti in quel quadro , che (lì nella l'anno i . . inficine co' gloriofi Appoftoli
.
vulgata l’iflantanea fanazionc per la Cittì, feda colla maniera più folJennc , c di vota le
corfcro fubito la mattina quei Cittadini ,c i ofTcrifcc ogn’anno un cerco di trcdeci roto-
Medici ancora per accertarft del vero) e ve- la con forinole adattate d oflèquio , e di te-
duto fino, c vigorofo chi la precedente fera nerezza, dopo le quali cantato il Te Dctm ,
avevano Jafciato già agonizante , a contmu- e celebrata una mellà buffa, la Cittì flcila fi
nc voce lodarono il Signore, che per mezzo prende la Statua del Santo , e co' Padri del
del Santo avea operato sì evidente miraco- Convento la porta proceffionalmcnte nella
lo. Ecco- pertanto la gente, e di Nicaflro, c
Chiefa del Vcfcovado , ove da’ Signori del
de'Juoghi convicini portarli alla venerazio- Capitolo ricevuta, e cantata Meda follcnnc,
ne delia S. Immagine , quale vie piti fi ren- nei dopo vcfpro con tutta follcnnità, c pom-
deva, c continuata, e divota, c fervida, quan- pa portali per la Città , cd in fine fi reftitui-
to, che fi cominciò a fpcrimentare , che le_> icc alla Chiefa de' Capuccini Quello però,
.
preghiere non tornai ano a vuoto, cl Padre che fopra ogn’ altro contribuì all' accrefei-
Lorenzo fudetto vie più l'acccndea con pre- mcnto della gloria e della divozione alla.,
,
ventive alla lua fella, una novena di Marte- di Carlo VI. Impcradorc, c del felicemente
dì , c la tredecina, come fuol dirli . Accadde Regnante Carlo Rè delle due Sicilie, con ef-
in tanto per difpofizionc di Provvidenza.,, fcrli degnati d' impartire fopra la Cappella
che il venerabile fervo di Dio Frat'Antonio del Santo la loro Reale protezzione 1 due .
d'Olivadi fulTc dellinato Macflro di Novizi primi con Reale, cd Imperiale dilpaccio re-
l'ultimo con Kcal diploma ferma-
nel Convento di Nicaflro, e con ciò alla ve- j fedivi, -
duta di tanti miracoli s'acccndcfTc d'amore to da’Regj caratteri, c regifirato nell archi-
verfo la fagrn Immagine , e di voglia di di- vio dell ufficio di Monfignor Cappellano
latarne la divozione) onde in quel fuo labo- Maggiore, nell'anno J740., ove clcmcntifli-
riofo, e fruttifero minifiero di miflìoni , in maniente le concede tutte le prerogative,
cui feorfe il Regno di Napoli , e di Sicilia, e quali godono tutte le Cappelle Reali , con
buona parte d’Italia predicandola dapper- ordinarli ancora, che nella Cappella s'alzaf-
,
tutto, l'aumentò in sì fatta guifa, che tra bre- fcro le Reali infegne, ficcomc fu prontamen-
ve tempo, c per concorfo , e per follcnnità, te efleguito Ad ottenere il diploma fudetto
.
Un ftcflb.
.
(ledo che veniva imbarazzalo da folti fpi- le quali feguirono varie guarigioni, ed altre
,
do, che non poteva prender ripofo : c racco- giorno, e maggiormente il Venerdì, e nel
mandatafi di nuovo olla Madre delle miferi- lùo gioino felino a venerare il Santilrtimo
cordie, quella le comparve una notte, c lc_> ! Ecce Homo, ed a confinarli dc'luro pccca-
dirti , che l averebbe rifanjta dal dolore , fc ti Non lartcia fratanto il Samidìtno Redcn-
.
j
1
tore di gradire la loro pietà coU’affiuenza
Immagine , ed averebbe publicata la grazia, delle lue grazie ; pofciacche fi vedono tutto
ch'era per compartirle. 11 che fatto puntual- giorno guariti da varj morbi tutti quelli, che
mente, e con viva fede dalla donna , tulio fi ;
u ricorrono col cuore al rtuo onnipotente pa-
fentì libera in modo dal dolore nel braccio, I trocinio, oppure collolioi delia lua lampana
come fe mai furti (lato offerto . Divulgatori ungono le membra urtale.
quello miracolo per tutto, tolto chiamo alla flirt
Or mentre un giorno con profulione di la- campi, trovava/! un giovane d Olivadi , no-
grime li tratteneva in quella Chicfa, compa- mato Ignazio di Naido,chc di voti (Timo del-
tendo quella Santidima Umanità cosi barba- la Madre di Dio,!alurava!a in quella Imma-
mente trattata, ecco che Uefa la mano a toc- gine colla recita delle Litanie , per ogni fe-
care, e baciare i Seminimi Piedi dell appaf- ra feioglievofi dal cotidiano impiego Cor- .
lionata figura, tocca, e vede Correr da quelli reva in tanto il quarto giorno di Agulto del-
un quarti denrto liquore, a guirta di bianco bal- l anno 1 7 J— giorno dedicato ai Patriarca
fam o , in cui inzuppò la corona del Rollino, S.Domcnico,quando il di voto giovane muf-
che teneva nelle mani. Sopraffatta la pia don- fo da piu fervida divozione, vòlie,fuor del-
na dallo llupore portorti immantinente dal l'ufiito , accender quivi lumi di oglio, c di
Padre Girolamo da Palmi, allora Guardiano cera, ed accrelèer la pompa con alquanti ti-
di quel Convento , c raccontatogli il prodi- ri di fchioppo i qual novità fè creder aliej
g io, gli dimandò licenza di tener accerta una gemi de’ vicini Villaggi, che vedevano i lu-
lampa na a’picdi del Santiflimo Ecce Homo. mi, c fornivano i tiri, che la Samillima Ver-
Ottenuto il permeilo ritornò in carta a pro- gine averte operato qualche prodigio, laon-
curar la lampana, c l'oblio, e nel tempo Hello de appena fpuntò l’ alba del giorno feguen-
manifcltò alla Città 1 avvenuto portento! tc, che concorfcro a turine da quei Villag-
onde molti dc'Cittadini (pinti da divota cu- gi gli uomini, c le donne di ogni età, c con-
riofità, fi portarono di lancio in Convento dizione, per Ancorarli del fucccflb. Fra que-
per vedere inficine , e venerare la (agra Im- lla turba di concorrenti trovava!! una don-
magine, ed a lei raccomandare ogni ferro nc- na di Lucinadi ortcUà da piu anni , la quale
ccflità, la viva fede de 'quali fè si, che meri- non rantolio vide la figura della Reina de'
tarono vedere anch' elfi grondar il cennato Cicli, che rimale libera da demoni, che l in-
liquore da varie parti dcll'Immagint . Morta vafavano. Alio llrcpito, che per tal miraco-
Catarina fi dìè a far l' ideilo ufficio di pietà lo fèccfi da quelle genti , con alzar le voci
di tener la lampana accerta un’ altra donna in lodi , c rendimenti di grazie alia Madre
nomata Maria Candido, ed apprclTo a quella di Dio, vi accorrti la gente paflàgicra,che ri-
un altra chiamata Vittoria faiiaca , la quale tornava dal Mercato di Soriano , tra i quali
I oltre a ciò per maggiormente accrcfccr la vi fu una povera donna, che portando lidie
,
| divozione verdi la STlmmaginc , andò pure braccia una fua figliuola di latte, mortale di-
/ Hifpcnfando a gl'infermi certe cartelline con (graziacamente per ia(lrada,piangcva iucon-
J
adentro rtcritroyj fècce Homo Filini Dei: col- lulabilincntc la perdita
: . Arrivata così pian-
APPEN DICE Ut. DELLE SANTE IMMAOrNL
ente vicino
gente lagra Immagine, e veduta
affa iagra
aita i aiue, o ngnuon,
di®:, figliuoli, mentre per grazia di tjuella
la turba dc’pjpoli.che glorificavano laVer- Sanriilìma Vergine, che Ita dipinta in quella
gine per miracolo della dona di Lucinadi,
il vecchia muraglia, partironlì dal mio corpo
poc anzi detta', accefa quella da un eitro di li fpiriti infernali, Publicatofi da quella gcn-
vcra divozione, prefentò a piè della Vergi- te il fortito miracolo, prefe motivo la pietà
ne la defonta bambina , fupplicandola a la- de' popoli Squillaceli di ridurre in buono
grimc di fede , che volete redimirgliela in flato la miracoloni figura, con purgare quel
vita,e ne ottenne incontanente la grazia,con luogo dalle fratte, e veprai, che 1 nnbolca-
jftupor indicibile de'popoli circuitami. Di- vano. Intanto fu incredibile il còcorfo delle
vulgofli intanto la fama de'duc mentovati genti a venerare quell’ Immagine fagra
,
prodigi, e non vi volle gran tempo a vederli non pochi gl' infermi di ogni genere rclli-
fchierc d'- infermi di ogni genere, e di ofléf- tuiti, mediante il di lei pati ucinio, alia pri-
fi invecchiati venire a quella miracolofa Si- miera iàlutc ; per il che fu d’ uopo folfituire
gnora, per ottener le (dipinte grazie; nc re. piu pedone per cunlcrvare i voti, le limofi-
flarono defraudati da' loro dchderj ; imper- nc, c 1' oflcrte largamente prefentatc dalla
cieche a mifura della lor fede , e divozione gratitudine de beneficati , colle quali puotè
furono aggraziati dalla Madre di Dio , fra’ fabbricarli un mediocre Tempio, eretto con
quali vi fu una Donna di Davoli, che Ipafi- tal lìnametria, che la miracolo!» Icona ven-
tilante di dolore fui letto per i8 incft conti- ne a reftar lituata fopra l'Altare Maggiore,
nui,a cagione di due oda slogate su la fchie- fenza punto aggiugficrvi cofa, benché Seno
na, appena fu unta coll’ ogiio delia lampa- ma all' antica pittura , la quale quantunque
na, che arde avanti la fama Immagine , che immemorabile d’ origine , tutta volta fera-
li alzò da letto perfettamente fana . Sareb- bra pcnnellcggiat» di frefeo. Si è dato a que-
befi eretto magnifico tempio alla miracolo- ita-lagni Immàgine il titolo di S. Maria del
fa Immagine colle fulficicnti limofine ,
rac- Rinfrel’co, oppure del Ponte; quello per ra-
colte dalla pietà , e gratitudine de’ fedeli, gioii del vicino ponte, che trovali full’ uno
ma finora fi e Ibfpcfa i cflècuzionc , fin che de' contigui fiumi: quello a riflelfb.chc colf
la Madre di Dio dilpurrà altamente dello acque delle fuc grazie rinfrelea giurnal-
fue eofc. m.-nre quanti , che bruciati dalla lcte de’
morbi, e dell’ umani bilbgni, ricorrono con
f.
I. XXVIII. IMMAGINE Dr
DI’ S. MARIA fiducia al polfeme fuo patrocinio . La mol-
DEL RINFRESCO
RlNtRESCO NELLA CITTA’ titudinc delle grazie tmracolole compartite
Di
DI SQUILLALE. dalla Vergine a fedeli, fi può ben argomen-
tare dalla quantità delie cere, tabelle, ed al-
X TO pend ei della Città di Squilla-
Elle pendici tri voti appeii in quella Chicli, come altresì
fi E*
Mi LN ce, che dalla parte di Oriente ter- dal pingue patrimonio, che pervenne all*-,
quei piano , ove le due fiumane,
minano su quel
minano Chicfa me tl clima da varj divoti , che con-
fianchi compongono un
che le feorrono a 'fianchi
che corrono inceflintemcntc, anche da parti lon-
truvavali ricovcrto da un folto
[òlo fiume, trovavaii
lòlo tane di amendue le Calabrie a tributare a_.
cclpuglìo di fpine, un pezzo di antica mu-
ccfpuglio Maria i ringraziamenti de' ricevuti favori,
raglia, logoro, e derelitto avanzo de’ tempi,
raglia, maffime nel fuo giorno fettivo, eh’ p il pri-
dipìnta f Immagine della Madre
tcTineflo dipinta
ecTineflò ma Martedì dopo la Pafqua di Refurrezio-
di
11 iuo figlio bambino,
Dio, con in braccio il luo nc; onde per trovar ognuno il fuo commo-
c: non volendo più lungamente trattenerli do, fu d'uopo illituirc un mediocre mercato,
«(colla in luogo tanto indecente alla di lei
nalcofla
piaccquele appalefarfi così. Paf-
grandezza, piaecquele
grandezza, Par- #. XXIX. IMMAGINE DI S. NICOLO’
firada in compagnia di al-
lava per la vicina ltrada
lava VESCOVO DI MIRA NELLA TER-
genti una donna'della Terra di Cardina-
ire gemi
tre RA DI CARDINALE,
invaiata da’ fpiriti maligni, che quantun-
c, invafara
le,
que obiigati non poche volte da porentifli-
que obligati potentini- Kt IO Ella Terra di Cardinale, una delle
mi
mi c formimi a partirli da lei ,,giamai
sformimi giamai volle- ȣ LN popolate abitazioni della Dioccfi
piti , che dove-
to ubbidire, proteflando di piu
ro di Squillace , fi venera la miracolofa Inama-
vano trattenerli in quel corpo per molto gine di S. Nicolò Vefcovo di Mira luo Tu-
lempo. Or pillandola
tempo. panandola donna per l’accenna- telare e Padrono, ad onor di cui celebrali
,
• Mm a un
,
|rro giorno comparve quel luogo itcìfo mira- Infidi U, ance che fujje fatta, e fece vincere li
fui Campanile? vide due fanali J'ulle tegole Accanto la Santa Immagine della Vergine
delia Chiefa, che per lmea perpeaduoia> fi vedono dipinti S. Sii veltro Papi», e Coltali-
dovean edere luna idccnia del Santo. Alle tino Magno Jmpcradoie. Dice 1 Autore,par.
narrate viiioni di quell' anno fe le aggio- landò di ferolcto nella Calabria abitata , cf-
gne l'altra dell'anno 174». fortjta pur an- lere ciò in memoria d una tradizione, quale
che in tempo , che predicava in edà Chiefa rapporta, c quel Papa, e quello Principe ef-i
il mentovato Padre, il quale nel mm tre ef. fere Itati ivi, qualora S. Sii veftro curò la Icb-j
faggerav» al Popolo , ed invocava il Santo bra a Cullammo con lavanda di tnirabil ao*j
Padrono a preietitar ie iùppiiehs alla Mac- qua ? che perciò trovafi nella vicinanza <fij
ini Divina, ecco il di lui Simulacro muove- detta Chiela una fontana, quale ancor chia-
re con evidenza il deliro braccio , e con et mali dckprofeiii , le cui acque fcrv irono al'
fo il bacolo pettorale , che teneva impugna- maravigllofo bagno , e la cui virtù , cioe/a-j
to? per qual avvenimento fi compunte ino nar la lebbra, ritennero per multo tempo? edì
maniera la gente, che s' intele proromper il in fatti f ifiefia cronaca dice ; c Silvcltro , q
Tempio in una eoqfufioae di voci, e di pian- Collantino edere itati in quefta Chiefa, ed A
ti, che vaile a difporre i loro cuori ad una Papa averla arricchita delie indulgenze, qua-
doJotofa contrizione , con fummo profitto ti qui lotto traicriviamo
delle lor anime, ed a pruomover maggior- lo però trovo delle gravi difficoltà neD
mente la divozione verfo il Santo. Lòie uri- la tradizione, c nella cronaca,sì per la venir-’
ti di tali mideriofe vifioni venne feguita-, ta di fimili Pcrfonaggi nella Calabria, da nin-
dalla chiarezza di non pochi miracoli ope- no Storico rammemorata? si perche le guet-j
rati dall Altiifimo a pròdi molti infermi re de Saraceni , ed ivi , e nclu Sicilia furono'
attratti, felicitanti, ciechi , «d in altre ma- più feeoli dopo l'Impero, ed anni di Collana
niere addolorati , che per intcrcdTione del tino ? giudico perciò abbagli nell» nomi , si
Santo Tutelare, furono redimiti ali intiera del Pontefice , si del Principe , in guifa che'
fimitl Quindi la pia Communi di quella
j
)
Terra volendo in qualche modo inoltrarli pa Silvcltro, vogli più tolto dire Papa Calli-;
grata per tanti benefici , c feguaiati favori, Ito 11. , quale veramente fu in Calabria , di-)
che giornalmente riceve dal santo fuo Tu. moro m Nicafiro per molti giorni? di A nifi
telare, e Padrono, fi imi) fin» dovere eriger- sò in Catanzaro per la cunlagrazione della
gli magnifico Tempio, che per la bellezza, c Cattedrale , e da ivi in Miletu per la rieun
iimmetria è uno de' migliori dei contorno. ciliazione de'due Normanni Or nel pafrag-'.
di maraviglia c di
moto regolatilfimo , e Tempre nella della fi. le-
tizia inficine ufcì fuori di
caia , c trovato
gura, non faprci dire, fe volando , o cammi- gran gente ,n moto con effà
trattennefi fino
nando per l'uria, non molto dittante però da al farli notte
, decorrendo fu li a veduta
terra,! drittura fen và verfo la Chielà di N. nu-
volctta. In quello mentre uno de circoftan-
Signora de Puris,o Dipodi , ed ivi arrivata., grido all
ti nnprovifo vedete , vedete cc-
:
.
ira tre volte attorno le mura del Santuario; colo, eccolo , c da quanti erano ivi
, fi vide,
fndi o torna per Tiltcflà ftrada, d'onde è ve- com egli ancor vide J'iidcflà
nuto , o pur diverte per il territorio d'intor- nuvoletta od-
ia «ella figura di uomo a cavallo in quella
no, fi puoi credere , per venerare qualch'al- guifa che ndl' Ariollo figurato
,
vedefi 1'
tro luogo fiero di gii difirutto; anzi s'è ve- imago Rogiero, o di Adolfo cavalcati
d,
duto alie volte girare attorno la Chiefa Ma- full Ippocriffo
; ed oflcrvò di piu
drc della Terra, dedicata alia Natività della , che lo
nuvola a quell ora, eh' era
quali mezza di
Vergine gloriola, ed alle volte pigliare ver- notte , fi vide p,u chiara che
fo il Pizzo, la cui Collegiata è lutto il titolo , quando parve
di giorno , e non
fidamente parve bianca
del Martire S. Giorgio. Or quella apparizio- ma luminala La veduta però durò.
afiài po-
ne, pcrchc-iniuune di Uomo a cavallo ,
i-_> ct), perche non
fu altro , che come
un volo
17* CALABRIA SANTA LIBRO I.
dii colie verfo il piano, e poi un altro volo giorno, e vcrió la murrina , qua ilo la gente
dai piano l'opra il colle Quella feconda ap- ivi c più affollata , dal piano della Chicli
parizione riempì rutti , e Ui gaudio , e di un Madre , c dalia piazza di Fenderò . Sic fu rie-
iagru orrore in guifa, che ciafcheduno Co- ro itaci dunque veramente uccelli, o qualun-
prendoli il capo, e battendoli il petto diè le- que altra colà naturale,! vicini 1 a vertano ve-
gno di vedere cofa fuor delimiti di natura, duti, ed i lontani non i'avtrian veduti, pera-
e coll' ereditaria credenza di etlèr quegli che la lontananza per Ja picciolczza deli og.
Sau Giorgio, m legno di applaufo, e di ren- getto, lavarla fatto sfuggire dalla luro viltà.
dimento di grazie jonaromi le campane a_> B; lagna dunque conchiudcrc,chc nè grup-
gloria . po d’uccelli, nè rcrrco vapore fu la raaravi-
Vi furono allora de Critici , Scoine vi gitala nuvola , ma altro , su cui 1’ umano in-
j
poflbno edere tute' ora , che increduli alia tendimento non può filofofare , fè non coita
viiione, perche non veduta cogli occhi pro- lolle varli dalla limitata reggiane della natu-
pri, dicevano edere flato quel , che li vide-» ra, e fidar lo Sguardo nei profondo dell'On-
vapor tcrrelixe in nuvola condenfato, avero nipotenza, e Bontà Divina, che Sempre pio-,
truppa di uccelli bianchi a (follati inficine , diga di Sue maraviglie, con tal prodigio vuol
parendo loro lèmplicità il credere , che i confermare aulirà Crilliana f ede , c facen- «
coti all’ aperto A quello li rifpofe allora ; che adora fovcntc I Immagine di Maria, ci
.
ficome ora fi dee rifpundcrc, che le nuvola; fi faperc con tal linguaggio quanto a piace-
perche camminare così veloce , lènza chc_> re le Ili, che Maria de Purislia venerata dagli
aliou hatalfe ventole fé mai fiatadè , per- Uomini , giachc con sì evidente miracolo
che mantenerla tèmpre nell' ideila forma , c vuole, che zìi adorala da Beati .
figura 1 c non dilfiparla , c non diradarla , o Da ciò può inferirli quant' era lodevole
alin-uu non divagarla qui, e il, licerne ordi- 1'
ufo degli antichi Perolccani , e de' vicini
nariamente veggiamo nell altre nuvole! co- Paefi il frequentare a ttirmc , e cou vera di-
me farle far baie Tempre lo flelTo cammino a vozione quello Santuario almeno per ogni
mudo di alato corfiere , cominciandolo da SabD.ua , non curando nè caldo , ne freddo,
.•>.(orii,c terminandolo a S. Maria de Puris.c ed in tinti i loro bifugni ricorrere alla mira-
girare , c riggirare attorno del fagro Tem- culofa Maria de Puris, di cui, non làprei di-
pio, ficcome le infinite volte olfcrvata fa, ed re, fe più erano li voli, che s’offerivano, u le
m quella fera ftefla fu olfcrvata da tutti 1 grazie, che «'ottenevano. Anzi per tradizio-
Qual forte di nuvola farebbe mai quatta.,! ne fi ha, che appena comparto la miracolosa
Animata fenza meno e (Ter dovrebbe gii che nuvola , cd in effa il Santo Martire Giorgio
doterà di tale lènto, e di tale moto. vicino Ja Cbiefa di Puris, come favelle invi-
Che fe non è terrea nuvola quell' appari- tato il Santo a ricorrere a Maria per evitare
zione, tanto meno è truppa di uccelli bian- qualche imminente flagello; o per impetrare
chi ; conciofiacbè quelli col volare per si qualche grazia, tutto il Popolo con follarne
lungo tratto, come li Storni, o le Gru, nel fil proci ffione, e mortificata accompagnava le
del volo ora fi dilatarcbbuno, ora li rcftrin- adorazioni, e le preci, cd otteneva iovventu
gerebbuno , ora fi vedrebbouo in una figura, pietà, c mifcricoidia . Voglia Iddio, che di
or in un altra , come accade in limili volati- preferne li figli fuflèro Tiltcfiì , come i loro
li, che vanno a mrma . Inoltre fe fallerò uc- Padri verfo S. Maria di Puris, che lènza me-
celli, come fi pretende , nel giorno terzo di no Maria farebbe la Beffa, c non meno pro-
Pafquu, in cui molta gente, c di feroleto , e pizia a quelli , che a quelli. La fcftività di
|
de' convicini Pacfi va nella Chicfa di Puris Maria in quella Chieto fi celebra alii i j. A-
|
l per divozione ,c divertimento; ed in cui al- godo giorno di Sua All'unzione, nel quale , c
j
le volte è Succeduta Ja maraviglia , li eirco- nel precedente fi fi una ricca Piera , coneorJ
•
ftanti quelli uccelli 1' averebbono veduti rendovi molta gente con merci di vari gene-
chiaramente , c quali toccati con mani , ciò ri, fpccialmcntc di animali, come fià notato,
che mai avvenne ; ed all' incontro quell'ap- ove fi difeorre delle felle , e Fiere di Ca-
parizione è fiata veduta in quello ideilo labria
'
'«Wr l
•
LIBRO
. .
Uantunque u noitrt
- r , che Ecclefia-
Iddio , si per la ra- llici fi dicono fingolarmentc non lo ricer-
,
gion della creazione, chi. Qual ordine ai Ecclcliadici in dud^c-
si per 1 .dira dcli'u- rarchic diflinto, fccolare l’una; cioè di Per-
niverfaliflìmo domi- fonc confagrate al culto divino
,
che nel
nio fi cfliga da tutti, Mondo inficine con gli altri vivono ì Rego-
e da ciafcnedun de- lare1 altra, cioè di Perdane
Rcligiofè, quali
gliuomini di qua- fegregate dal rimanente ne' fagri Chiollri
lunque fello, e gra- converfuno, ciporge opportuno motivo da
do, e per qualunque ripartire quello Libro in ducparti,con nell'
tempo, e luogo il tributo della fervile oller- una la Gerarchia Secolare , che fari la pri-
vanza, non è pertiche in alcuni luoghi par- ma, con nell’ altra la Regolare che fari Ia_i
,
che Sagri Tempi li appellano , e da
ticolari, feconda
¥~t~e"
I
Er più intendimento delle ma-
terie racchiudi in quella prima via nalcc
i pane non fari fuori dal filo pre- re ne patti dagl Idolatri , e per vie meglio
mandar loro alcune notizie , le abbarbicarla in quelli de' Fedeli vi dabili-
,
I
quali come tolte dal generalo rono alcune Sedie Vefcovili,lafciandovi par
agevolmente recheranno il lu- Prelati Agricoltori alcuni de' proprj.dilec-
me alle particolarii e tali faranno le fèguen- poli, con potedi
fondarne altre nel rima-
di
ti ne'difcorft qui appreflb nente della Regione. Quindi avvenne , che
come rifvcgliata la Provincia dal profondo
Delle molle Chiefe Vedovili letargo dell’ Idolatria , nella quale per più
Calabria fecoli era giacciuta addormentata} tolto che
vidde la nuova piantaggine , quafi tutta.,
corfa dietro alla fragranza della fua Divini-
ti, e non tardò molto a fcminarji dall' un-»
A Fede di Crido, feminata da lui nella capo all’ altro di tante Chiefe Vefcovili ,
L Palali ina , e da' fuoi Apposoli allarga- quante appena potrebbono contarfane in un
ta nell' Uni vario, giuda 1' oracolo del Rè d' vadifltmo Regno Sorte fra tanto le fcorrc-.
Ifd.aelc:/» omnrm tcrram exivit Jonus cavili», rit de’ Barbari, e poi quelle dc'Cattolici/in-
fi fa la drada all' Italia per la Puglia, e per golarmcme de’ Normanni} e perciò feemata
la Calabria, col mezzo dall'appoftolica pre- la moltitudine de’ Popoli , anzi divenute af-
fatto
. 5 ,
fatto difcrte le Città,molte di quelle Chiefc, ri Giovanni fuo Vefcovo alla vicina Chic-
, o fi cambiarono,
fpenfero dall' intuito fa di Squillacc, la quale di quel tcmpo.fi ri-
o fi
e di nome, c di (ito, o di più fé ne fé una fo- trovava lènza Pallore, con tal legge, che ri-
la con tanta diverfità , che fatto paragono meda in liberti l'antica fua Chitla , egli ne
foggigiorno Calabria Sagra, a quella giù ripigliaflc il governo i In altro cafo conti-
fra
fi antica, appena potrebbeii riconofccrc per nuile, ove li reggeva trasferito . Colla da_»
la medefima. Scrive la Cronica, detta di Ta-
una lettera ferina dal medeiimo Santo Pon-
V r )i.ll.
verna (a), foferitta da più Autori, che nella tefice a Giovanni Hello , di cui ccconc uno
1 tal. Ucr.
fola fcorrcria de' Saraceni del 950. in circa, Braccio (g) Proptcrca te Joannem ab boflibus
: t
tem, Iib. a. i&.
Epuc.Cai- rimafero disfatti diciotto Velcovadi , li captivata Lifitana Cìviiatit Epifcapum dt*.X.
quali poi al fopravenir de' Normanni , Prin- Squillatina Ecdefia Ctrdinalcm du.\ imiti ne-
cipi quanto guerrieri , tanto religiofi , ripi- teffe tonflitHcrc Saderdotem.Et licei i tua Ec-
gliarono le nuove forme di /opra accennate, clefiafts, hojlc imminente, dcpulfus, aliamoti*
o coll' abbandonarli all’ in tutto, o col trap- Paflore vacat, Ecclefxam debe s gubern.tr e ita
5
polarli in altri luoghi, o col formarfene di ttmen, ut fi Civitatcm iltam ab boflibus tibia
inulti un foto. Piace qui porne fulla cenfura rameffici , , &
Domino protesene, ad prio-
degli occhi tré ordini, con le loro , o Cata- rità fiatimi contigerit revocati in cam, in qua
ltrufc, o trasferimento, o unione . prius ordinata s es,Ecclefiam revertarii.Stn au-
tem fradicia Ma non rifiuta Lifitaiia,
#. I. nè pur rilorfc la fua dignità Vefcovile.
CATTEDRALI RIMASTE ROVINATE. «Dalle memorie, che conlèrvano nella fi
Vtfcovado però rimafe efiinto fra le feor- lamento clcffcro per tal affare due Procura-
rcrie de' Barbari. tori , cioè il R. D. Marcello Sirlcti Nipote
j. Egli è.afTai famofo nelle Carte de’Gco- del mentovato Cardinale , c D. Vcfpaliano
grafi il Porto di Orcfic , oggigiorno con più Malfona, come appare dal publico ftrumcn-
è Appar. volgar nome tra' Padani Torto, rovagliofi. to rogato per mano di Notar Alfonfo de Su-
diff.p.Ap*
pendi
Vedi altrove me llclfo (d) . Fù Cittì Vcfeo- lia .Ma perche in quel medefitno tempo il
vile,conciofiachc Longino fuo Vefcovo, per predetto D. Marcello Sirlcti fu fatto Vefco-
e ore fop. detto del raccordato Ughelli (c) foferifle la vodi Squillacc ì ed a quelli fucccdcrono
fol.147.
Sinodo Romana di Papa Simmaco f anno Tommafo,c Fabrizio Sirlcti 1 un dopo l'al-
50 } Longtnus Epifeopus Oreflenfis Però fra : tro, tutti ftretti parenti fra di loro ,
quindi fi
le rovine del luogo, per occafionc di Sarace- difmife l'affare, e neppur fi tentò la richieda
ni, rimafe ancora rovinata la fua Cattedrale. della reintegrazione ludctta , -tf
4. Non lungi dalla Cittì di Squillacc ,
o 5. Caflìenana Città non troppo difcoda_>
per il mezzogiorno, che l'Abbate
lato di dall' oggidì San Giorgio, allora Morgcto e
,
f ort fop, Ughelli ( f ) fofpctta, le folTe Stilo , o per di Patria gloriola di Papa S.Eufcbio , fu fedia.
(#1.147.
quello deIl'Oricntc,c forfè l'oggidì Rocccl- Vefcovile eretta dal medeiimo Santo Pon-
la di Catanzaro, una Cittì Ve Rovi le fioriva tefice . Era in piedi col fuo Vefcovo l’ anno
con nome di Lifirana. Quella venuta in ma- 1059., quando quelli con l' altro di Gierace
no di nemici. Papa San Gregorio ne trasfc- '•
Jalio difcepolo di S. Marco, Uomo di fantif- dclimo (p) ita ergo Fraternità tua Pauli-
:
(
fima vita , giufla il rapporto del Gualtieri • ne ) bac omnia implert fejlinet, ut tui prt- & f
Iti).
W-i-
3. ir
Eflendo Dato poi diflrutta Ja Cittì nel 1551- fernia I.iparilanam falubriter difponat Eccle- dift.X.
da Federigo Barbarofla gran Corfale de Tur- fiam . Morì F uomo degno dell' immortaliti
chi, fìt difmeffo pur anche il Vefeovato , nè Fanno 594. (q). qPir.lij
mai più relìituito. San Giovanni , e
f. II. San Giorgio , che l’un dopo F altro fiori-
CATTEDRALI TRASFERITE E CAM- , rono in queua Chiefa con gran fantitì cir-
,
BIATE DI NOME. ca il S20., e morti furono lepelliti nella vi-
cina Chiefa di S.Fantino (r}
7. n Atcrno, oggidì lo Ciro, o pur Ziro, o Lorenzo fi ritrovò prefente ai Concilio Rome..
r 0»vid.
l onde
Ipficrò, già fu Sedia Vefeovile} di Luterano , celebrato da Papa Martino <llC« :le\»o
Abondanzo fuo Vefcovo,con inlicme li due ne S49.
Giovanni Vefeovi, F uno di Reggio, e F al- Gregorio fottoferive la lettera di Papa A-
tro di Porto , furono Legati al Concilio Ge- gatonc nella Sinodo Romana del 58o.
nerale Coftantinopolitano fono Papa Aga- 1 codoro foferive al Concilio 2. Niceno,
tone F anno 6S0. ma rimallo opprclìo, e po- e 7, Generale celebrato Fanno 785. da Pa-
co men che condotto alle ceneri dalla bar- pa Adriano} nel qual Concilio egli fìt , chej
barie Saraccnica , fir la fua Sedia trasferita-, lede la fcntenza diffinitiva contro dcgl'Ictv
non in Briatico, Cittì della Calabria inferi» noclaulti
re , come feri (Te F Ughelli (i) } ma in Um- Paolo fi ritrovò prefènte allottava Sinodo
i ore fo-
pr.fol. briadco, Cittì dell’ altra Calabria, ove oggi- generale del 8dp. lotto Papa Adriano.
giurno pur Jadura Or amendue quelle Chicle di Vibona , e
8. Ippona, poi Vibona fù Cattedrale an- di Tauriana rimaiìc opprclTc dalla Sarace-
tichiflima,comc l’attellano li fuoi molti Ve- nica crudcltì ne' tempi del B.Nilo, e perciò
feovi, de' quali al fopravenir del Conte Rogiero , ritrovate
Giovanni fofcrivealla Sinodo Romana, fenza Pallore , di amendue fattane una fola
celebrata da Papa Simmaco F anno 4p}. furono dal religioliflimo Principe traporta-
K Fpift* Ruffino , al quale Papa San Gregorio (k) te in Miieto Fanno 1075.
40.1ib»f*
F anno 595. commette, che ordini Sacerdoti
J Pi rigi- nella Chiefa di Nicotcra ( 1 ) *. IH.
rìi. Sacr. Papirio li ritrovò prefente al Concilio CATTEDRALI UNITE.
fol. ama-
Lateranenfe fono Papa Martino Fanno 649.
Orelle foferive al Concilio Romano, chia- U '1
ve niente meno fcriverfi nell’ un luogo Bi- Ilario fuo Velcovo foferive al Concilio cr. tom.ff.
lol.aef.
bonenftum, e nell’ altro Fìboncnfium. Romano fono Papa Simmaco negli an
Venerio, al quale infieme con altri Ve- ni 5oi.,e 505.
rri F.pift- feovi della Calabria Papa San Gregorio(m). Sergio fi ritrovò prefente alla Sinodo di
«6. Iib. 1.
commette la caufa di Bonifacio Vefeovo di Laterano folto Papa Martino F anno 549.
indici.
Reggio Fìt il primo a parlare contro de'Monotcliti,
9. Non
meno famofa la Cattedrale di
fu e parlo con sì grand’efficacia, che da tutti
Tanriana fondata, come fi (lima, da San Ste- venne foferitto.
fano primo Vefeovo di Reggio, dalla qua- Abondanzo conforma di proprio pugno
fono i Prelati, quali fono fopravif-
le quelli gli atti della feda Sinodo generale, chiama-
de' fccoli vegnenti } cioè
futi alla pofieritì ta Fanno tf8o,da Papa Agatone.
Paolino, il quale fu tanto a cuore a Papa 11. La
Cittì di Mont’alto celebre perii
San Gregorio, che or lo cofiituifce Congiu- fuo Grandato , fu altresì Cattedrale amica-,
Mn per
Di
1 . ,
.. . ,
n lib. 1. per detto di Barrio (u), fuferitto dall Abate poterono avere Sedia Vefcovile antichidima,
fbl.ioj.
Ughclli (j) , ma poi nell' andar degli anni come 1 atteiiano alcuni fuoi Vefcovi; cioè ,
t ove fo-
pi.fol.B4l» rellò unita alla Metropolitana di Colènza, o Giovanni, qual fi ritrovò prefenre a Con- 1
pr.tol.24j-
nedetto XI. eflerfi propollo , fé il Vefcovo Greca , c poi Latina ; L' clTerc data di rito
di Tropea doveflè intitolarfi,Trop<rw//J,.V*n- greco le dà antichidima la nalcira almeno ,
checnus, che poi nè’ tempi più in qui 1 ordi- prima del mille; ma la fearfezza delle fcrit-
narono i Re di Napoli. ture, non le 1 J apparir Pallore, che dal mil-
Cerenzia fe non più lodo Gcrunzia,
13. le trecento in qui; poiché
fu Sedia Vefcovile eretta circa il p«o. per Luca muore fotto Papa Clemente V.
a Irai
detto dell’ Abate Ughclli (a) , quantunquo nel 1349.
5*cr. ove non fe ne veggano V efeovi , che ne’ tempi Adamo per nafeita da Gimigliano, c per
fopr.
piu in qui con profedìone Monaco di S. Bafnio nel Mona-
Arnoldo , il quale l'anno ioSo. ritrovò il Itcrio di San Nicolò in plagiario, Diocefi di
corpo di S.Canio Martire Succede il . Nicallro, viene eletto nel raccordato anno
B. Policromo , il quale 1’ anno topo, col del 1 349.
confcnfo di Conllantino Arcivefcovo di Giacomo fu Vefcovo fotto Urbano VI.,
S.Sevcrina fonda il Monalìcrio df Aitili»-. di cui ordine rinunziata quella Chi-fa , fu
qual poi pafsò a Cidcrcicnfi Ordinò Sacer- . poi da Papa Bonifacio IX. portato all’ Arci-
b Da nifi dote S.Bartolumco da Simmari (b). vefcovilc diS.Scvcrina l' amino 1400.
ftniti>x.d Giberto l’ anno i ip8. concede all' Abate Giovanni muore nel 1391.
«letta vita.
Giachino fuo grande Amico la Chiefa di Lorenzo Monaco Agolliniano eletto il
Monte Marco, che l' unifee al fuo Monade- t39i.finifce di vivere nel 1404. E qui non
rio di Fiore. Ma sò vedere, qual luogo di verità polla avere
Guglielmo fucccduto a Giberto rivocala il Fontana (c) , il quale dalla Chiefa di Se- c Tearr.
fudetta donazione; qual poi ricdhccdc il gni porta in quella di San Leone un Frat 'An- Do n. tit*
*«*•
B.Bcrnardo , che da Monaco Cidcrcicnfe, tonio Domcn icano nel 1402. , mentre a Lo-
ed Abate della Sambucina era fucceduto a renzo fucccdc nel 1404.
Guglielmo circa il 1209. con aggiungervi Gcminiano ,
Eremitano di S. Agodino in
di piu due altre Chicle. Pii Bernardo di vita detto anno 1404- Non abbiamo quanto ci
molto fama , come fi è difeorfo altrove , e vide; abbiamo sì, che gli fucccdc
volò al Ciclo nel iaiff. Nicolò, il quale poi muore l'anno 14 39.
Nicolò gli viene in dietro l' anno medefi- e l’anno mcdclimo viengli fodituito .
mo del 1 2 S., il quale non folo confermò le Giberto de Nichelala nobile Vcroncfc ,
Ridette donazioni fatte da’ fuoi Antecelfori Canonico, Arciprete, e Vicario di Franccfco
alMonalterio di Fiore ; ma di vantaggio vi Condolcvoro Cardinal Vefcovo di Verona.
aggionfe il Monaderio di Cabria di Mona- Succede.
ci tircci: donazione, qual poi confermò Pa- Gio: Domenico, qual muore nel 1490., ed
pa Onorio III. l'anno fuo iccondo. Sedè Ni- a lui l'annome defimo.
colò có molta lode anni 18., e morì nel 1234. Giovanni nativo di Squillacc Abate di
B. Matteo, anch’ egli Monaco Cidcrcicn- San Bonifacio; ed a quedi
fe, difecpolo , e fuccedorc dell' Abate Gia- P. Matteo fin all'anno 15 18. , nel qual an-
chino nel Monadcrio di San Giovanni a_> no gii morto gli viene in filo.
Fiore, che fu nc’ 1202. pafsò a quella Chie- Giuliano Dato nobile Fiorentino , infigne
fa nel Ridetto anno 1234. Fu di fantidima Poeta del fuo tempo, onde compofe un poe-
vita, come fi è detto nel fuo luogo pallaio ma eroico fopra il dilluvio accaduto in Ro-
,
a riceverne la corona nel 1342. E qui fi cre- ma il 1445. Fu inficme gran Teologo, e gran
de, che queda Chiedi rellade unita a quella Legida,e perciò cariflìmo a Papa Giulio li.,
di Cariati , mentre il fuccedorc , creato nel cd a Papa Leone X. Morì ia Roma f anno
Ridetto anno 1 342. vien detto Velcovo Ge- 1524. , fcpcllito nella Chiefa di S.Siivcdro
juntino, e Cariatcnic con quedo Epitafio
14. Famuli pur troppo furono li Turii nc’ D. O. M.
tempi andati, non foio nc' fenoli dell’ Idola- Juiiano Dato Epif. S. Leoni 1 ,
<*r Baftltcx
tri a.jnaanchcnijjlialtrii^ onde | Latcran.,C7 Principi s Apoflolorum ite Urbe P*-
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s . . .
eia a beneficio di Tuo Nipote . 16. Uefta è 1' una delle controvcrfiej
Anfclmo Sfcrulo, frate Minore Oflèrvan- piu gelofe sul prefente argomen-
«e. Uomo dotto. Altri lo dicono Aniclraino, to di Chicfe Cattedrali, onde non hò potuto
o vero Anfolino Luca Wadingo . Polpetta-., rralal'ciarne la decifionc , quantunque ei mi
ch’ei folle Afcolino Generai de Conventua- fappia , non dover riufeire di univcrfal con-
trasferitovi dalia Chicli di Minervino.
li ,
fcnrjinento.Or come quetta Cittì può conlì-
Muore l'anno ijji-, egli vien dietro. dcrarfi in tré fiati, o vero liti, cioè alla mari-
Anali alio Canonico di Bologna nel i y ji., na, con nome diTrifchines,ne Monti,chiama-
e fopravive al c nel detto anno li ta perciò Montana, o pur la Vecchia, ed ii>_>
cJe gg e • prefente fi ritruova } così in
quello, in cui di prelcnte
.
Ottaviano da Cafteiio Bolognefe, Vicario tré principalitfìmi membri la controveriia
del Cardinal fcalviati Velcovo di Ferrara .
parto, come a dire,fe in Trifchincs vi fu Ve
Muore in Ferrara l'anno 1541., e fu lepolto feovado, li vi fu in Taverna Montana, o pur
|
1
I y 54. ,
indi trasferito in Bcrtinoro ,
poi in Abate Ferdinando Ughelli (a) difende, ' ‘ '"^fi-
L
’
bri IJ71. , referente Reverendi jjttna Mafc», tica Trifchincs fiata folle Sedia Vefcovile^o
CatbedraUm Eccleftam S. Leonis , qua efijòlo dimoltra per prima il nome Hello di Trifchi-
aquata, &
mine Pallore corei in Regno Neapo- nes , non altronde prefo , che perche il futa
litano , una cum iignittte F.pifcopali , aliis & Velcovo in tré giorni de'piu fellivi dell'an-
Epifcopalibus itifigniis perpetuò Jupprejfit , & no Natale, Pafqua, e Pcatccofie.o verol'Af-
rotinoli , illamq, Metropolitani Ecclefn S. be- funta celebrava gli ufficj in tré più principali
verini cum omnibus illius jtirifdidionibus Chiefc, e per tanto con greco nome chiama-
fubjeeit : Nec non didi Ecclefn S. Leonis, il- ta Trilchines, idefl tres Taberni, o Tabemacu-
hufque Mcnfi Epifcopalis frudus predilli la £ quindi forfè l’oggidì Taverna alza per
Menfi Archiepifcopali mnexuit, &
incorporo- fue armi tré Bafilichette con di fopra un’An-
viti Ito ut Uccat nane, &
prò tempore cxiflcnti giolo, alludendo alle tré Chiefe dette , onde
Arcbiepifeopo S .Severino i llorum poffcfftonem, prefe il nome, cd all’Arcangiolo San Miche-
vel quafi, propri a autlioritate apprebenderc/ru- le, ch'era il titolo di quella Cattedrale. Ven-
Oujque Menfi Epifcopali in utilitatem , C ti, che anche la dimoftra l'invecchiata tra-
ufum convertere. Koluie tornea Sanditas Sua in dizione de’ maggiori con 1' univcrfalifiima.
Uco , ubi Ecclefn S. Leonis predilla exiflebat, I
fofcrizzionc di quanti fcrifléro su quello ar- b
SaadiKmi Crucis fignum, oc in Metropolitana gomcnto , fra' quali io annovero Gabriele.»
Ecclefn bujttjmodi unum Altare , feu Cappel- Barrio (b) , Girolamo Marafìoti (c). Paolo ap.,'4 .‘
lani fub eadent invocatione S. Leonis, inpnfli- Gualtieri (d),Gio: Battifia Nola (e),Gio:Lo- nt>- 1.
ionio (m) ,la quale con quello nome oggidì per licuro non furono
avanti opprclla dall em-
vien detta Cifterno, 7 r« vero Tabernas lUam li che per tré fecoli
alla Cattedrale di
citi ferma a»* badie vulgi dicitur eorrupto
,
pietà Odile era aggregata
conforme alla lettera di Papa San
vocabulo alterna . Ma che querti non fodero Vclletri ,
fode-
Itati Vefcovi dell oggidi Cdlerno in Campa- Gregorio, Adunque convicn dire, che
che ancor fiori-
gna di Roma , ma dell antichiffima Trifchi- ro della polirà Trifchincs ,
va ic feguentemente, che anche quei
primi'
nes in Calabria, rtimo dimoftrarlo con chia-
rezza, fol tanto, che li facci
una piceiola di- foflcro delia medefiroa , e
quindi fi vegga U
grellionc. Papa San Gregorio (n) aggrega, o continuata «cric de’Prelati di quella frelchi-
mancati , che ,
[Tei dir raceo.iunda ad un tal Gio-
meglio ,
nefe Chiefa, all'ora loiamentc
vanni Velcovo la Chiefa delle tré Taverne come di raffi apprcllo, rovinata da Saraceni la
con l«a lettera fcritta fanno 2. cioè jpt.di Città, mancò ancora la fua Cattedrali, nou
Agorto del tenor feguente : Poflqutm bo/lilii femprc , ma per qualche tempo E quando .
impiccar diverfarum Civitatw» , uà peccali! pure volcflc contcnd-rfi, che Lucio, e Dceio
facicntibus ,defolavit Eulcftas , ut rcparandi non folfero Vefcovi d.lla nollra Trifehmes,
per dimoftrarla Vefeovile,
come potrà con-
CAI jpes nulla , papulo deficiente , remanfent,
tenderli , che tale non la dimoltrino
almeno
majori valde cura conftringimur , ne defunOii
corion Sacerdoti bus , reliquia plebis , nulla Pa- Leonimo, Analfalio, e Giovanni Vclcovi
Taverne, non già di là, che pur già -
lloni moderamine gubcrnati , per invia Fide 1 delle tré
bufili tallidi rapi entur ( quoti abfit ) infidiis ceva opprelia per piu leeoli avanti* ina dell'
p/ujiis gl tur rei follicitubine fxpe commoti hoc alrra di quà,la quale ancor fioriva J
1
Sacerdos rette, ( Chriflo adjutore) pojfii cxifierr, zioni fignoreggianti nella Calabria, e di pali
la rovina della Sedia
Vefeovile j quindi per-
quoque libi de ejus patrimonio , vel Cleri ordi-
per due
nai ione, feu promotione, vigilanti,ac canonica ciò non abbiamo altri Tuoi Vefcovi
vifa fuennt, cura difponcre %uippe, ut Ponti-
:
fecoli che poi l'abbiamo circa il principio
i
propria! libera m habeai ex noflra prajenii del 800. forfè perche riavutali la Città, le ri-
fex
pcrmijjionc bcentiam: Ouapropter . Molti . .
nacque di pari la Cattedralità.Addunque cc-
'anche dc'nofiri vogliono fetitta la lettera a conc .
SEDIA VESCOVILE.
fù ne'tempi più in qui dal furore de Sarace-
ni, come abbiamo dalla Bolla di Papa Calli-
ovinata Trifchincs , c dalle fuc ceneri
do : Propter Sarc.ccnorum violentiam , c pro-
priamente dopo il 981. Fù dunque la lettera R riforte le due Città, l’ oggidì Catanza-
ro, c Taverna Montana , o pur la Vecchia 1
feruta a Giovanni Vefcovo di Vclletri, come
filegge nel Rcgiftro del ludetio Pontefice : da certo tempo in quà dalle tncdelime prefe
]oamii Epifcopo le tarano, e parla della Chic- a piatirli fopra la nafeita della Cattedrale,
fa delle tré Taverne, accennata di fopra,che che di prefentc fi ritruova in Catanzaro , af-
f'aggrega a quella di Vclletri Rerta dunque • fermando gli uni , cioè i Catanzarefi, chc_>
eliima, e fopprclla a tempo di Papa San Gre- da Trifchincs , o per dir meglio da Paleo
gorio, cioè nel l'erto lècolo , la Chiefa delle poli, membro piu principale di Trilehines ,
Campagna Roma E qui vi folfe pallata a dirittura eoi fuo Vefcovo
tre Taverne di di . ,
Leon
e .
na) che da quella forte ivi rrasferita.Ondc il prima Abati, che i Cardinali 5 e perche
gli
Diacono, e Canonino Roeiero(o)così nc tef- non li legge nel Baronio , o in altro Scritto-
fc la dona :Riaffittata ( dic'egli ) con molti- re di grido la venuta di Papa Callido in Ca-
tudine , e fplendore di popolo Taverna Monta- labria Ma Vincenzo Amato avendo per k-
.
na, divenne quaft ordinaria reftdenga de' Ye- gitime le fudettc Bolle, da quede prende gli
feovi di Squiìlace, li quali , o per tema dell .-, argomenti per dimodrar Concittadina !*_,
propria vita, o per orrore dell' altrui morte,re- CnttedralitS nella Chiefa di Catanzaro, e ror-
cata confaci lega empietà ad alcuni loro Pre- la affatto da Taverna Montana. E prima, di-
deceffori, come fuggitivi dalla propria Chiefa cendo Callido : Porro ttbi , &
[ucce/fon bus \
Afg.7.
prefero ad abitare, ora Stilo, ed ora Taverna . tuie . tandem Parochiam confirmamus ( che
. .
Sopravenuto in tanto un imperiai Minifiro per pur il replica la feconda volta dalla parola
)
nome Giordano per il riaffitto delta Calabria, confirmamus c chiaro f argomento , che pri-
ritrovandofì di quel tempo in Taverna il Ye- ma di Callido , e di Giovanni era Vefcovo
feovo di Squiìlace 5 da ciò prefero motivo quei in Catanzaro , cioè dal principio della fu a_,
Cittadini, di farlo dichiardre lor proprio Pre- educazione, a tempo , che vi lì trasferì la
lato, con titolo di Celiavo delle rrè Taverne : Chiefa di Paleopou per Leon Grandi , ulti-
Coti cbiefero, e cosi ottennero } che poi il conti- mo Vefcovo di quella , c primo di quella .
Affi.».
nuarono in altri quattro Prelati, Pompeo uomo Dice apprcllo , che non pariandofi in dette
Coflantinopolitano ,
e Confi? litro di Giordano, Bolle di trasferimento , come pur gli era ne-
j
Nicoli Manno, Bafilio Genefio, Leongio Arci- cellario, bifognerà farne argomento, che
prete di Simmari,ed Andrea Calinone, fotta di dopo l’univcrlal naufragio delia Magna Grc-j
cui interrotta la linea di quefli Prelati , refi eia altra Cittì , fe non fol Catanzaro, avertè 1
Affi ?.
la Chiefa raccommandata, ed unita a quella di avuta fedia Vefcovile . Aggiunge corrobo-
Squillate. Ma nen meno era crefciuio di fplen- rarli il fuo detto da' corpi de' Sb. Ireneo , c
dore Cat angaro,onde vergendo tronco il filo de' Fortunato, trasferiti non in altro luogo. che
Yefcovi Dì '.cofani, entrò in penftero di averlo in Catanzaro . Conchiude , chiarirli il tutto.
proprio. Coti dunque deflini in Roma follcnnc poiché avendo quei di Taverna fupplicato
ambafeiana a PapaCalliflo 11. fucceduto aGe- la Sedia Appodolica per i’ creazione di utu, Arg.i*
lafio, [applicando lo che onori con la dignità
, nuovo Veieovado ,per Entrarli da quel di
Vcfcovilt quella fua Chiefa. Lo compiacque Cal- Catanzaro} avendolo a male Carlo V. fcrif-
lifto, merci all onorevole informazione , qual fc rifornito al Cardinal Colonna V. K. del
gli dii Defiderio Cardinale di S. Praffede }
tie Regno, che vi fi opponga,e nella lettera fog-
ma non volendo erigere nuova Cattedrale , di- gionge, che il Veieovado di Catanzaro via
fciolfe l antica delle tré Taverne, da quella di sì antico, che appena ne lia memoria. E que-
Squiìlace, eleggendo Giovanni con nome di Ye- lli fono gli argomenti piu grandi,quali com-
ftovo di lla fudetta Chiefa : Cojla dalla Bolla battono la fedia Velèovilc in Taverna la_.
di Callifio , qual riferifeo altrove P affato poi
. Vecchia, per idabilirla Concittadina in Ca-
il mcdef .no Pontefice in Calabria per rappaci- tanzaro Madie Taverna , della quale fi di-
.
ficare li due Principi Normanni , ed invitato feorre, altre volte data folle Sedia Vefcovile
in Catangaro da quei Conti fuoi Parenti conja- per prima ne abbiamo V invecchiata tradi-
gri quella Chiefa, confarle pregiofo dono del- zione, non gii vana , come Vincenzo Ama-
le Reliquie di SVI tali ano, ed oltre più paffato to la chiamò, ma fondata, vcrdadicra, ed in-
nella beneficenza l eletto Giovanni Yefcovo contradabilcipoiche fempre oltrepallata da’
delle tré Taverne con la prcrminenga di Ta- Padri a Figliuoli non ebbe folpctto, fe non
verna, lo dichiari Yefcovo proprio di Catanga- in chi volle prenderlo volontariotTradizio-
ro con laprccminenga di quefto a quella. L'ab- ne, della quale fino ad oggigiorno appaiono
biamo da un altra Bolla del medcftmo Pontefi- collanti lememorie nc' dirupati vcftigj della
ce da rapportarft in fino luogo. fua Cattedrale, così perla maclti confclfatx
Non piace il tenuto difcorlb all’Abate Fer- dalla voie commune: Tradizione, alla qua-
p tem.Y. dinando Ughclli
folcii, (p) , ed a Vincenzo Amato le foferivono infiniti Auttori, quali atfcima-
q iib. i. (q), onde lono tutti a riprovarlo. Le ragioni no , o che Taverna folle Cittè Vefcovile,
r V. Ta-
dei primo fono tutte a rendere di fofpetta_, come Calepino di fette Lingue (r) , e To-
il
btrru.
fede le accennate due Bolle di Papa Callido) mafo Godo (s) 5 o che quella Chiefa forte S iddic.
Accula dunque per falla la prima per tré la medefima, che quella di Catanzaro come ,
Arg.i. na ii fuo Veieovado , con fottoporgli Ca- che a quella forte unita , come Paolo Mena-
tanzaro, che poi glie io toglie con fottopor- a p a.lib*
la (u) , Errico Bacco (x) , Scipione Mazzclia
4.C.IO.
Arg.j. la a Catanzaro} e perche luforivcfi Pontiféx, GiotBattida Nicolo!! (z), ed altri x deferit»
(y),
dovendo anzi foli. riverii T.ptfcopus } e per- del Regn»
Così dunque dabilito quello vero , egli è deferte,
y
Ar|.j. che lì fpedifee 1 anno fuo fecondo , clfendo d'uopo farci da capo al difcoglimenro di del Rcgn,
anzi il terzo. Accula del medefimo fallo la z Frcol
quei argomenti , quali fembrano fargli con- Ccopraf.
feconda, perche il carattere, col quale IF» in- ti allo E quanto al primo } che fia ioverifi-
.
cifa nella Cattcdiale di Catanzaro, non è an- mdc nel breve periodo di un fol anno redi-
,
CALABRIA SANTA LI B R
tuir a Taverna la Tua Cattedrale, e torglier- fu oficrvazionc d’ alcuno , che la Bolla fa
la, fi vuol avvertire , che Ja Bulla non icfti- lofcritca in tré ordini! cioè da Vcfcovi , da
!
) tuifee a Taverna il Tuo Vefeovo , ma lo Abati, c da Cardinali ! chi poi traforine non
;
trasferifee in Catanzaro , con lafciar a Ta- gli parve sì gran facto non oliar vare fi ordi-
j
verna la fola preeminenza di Capo , indi ne dovuto Ai 6 , che Papa Callido non ila
.
.
per la qualità di lui, si anche forfè per li va ii Baronio , fi vuol faperc , che f argo-
prieghi di quei Conti fuoi parenti , o per al- mento negativo è pur troppo fiacco , non
tro movente la fua volontà, non pur gli con- pure in affari fiurici , ma anche nelle mate-
cede la refidenza, ma la preeminenza anco- rie più gravi, ban Giovanni Bvangelilla non
ra di coiai dignità! onde fi dice nella lecon- dille , che il Salvatore fia nato in una Italia,
da Bolla Et input, : &
dtgnttatem Epifeopa- adorato da Pallori, e che l'abbiano tributato
tus retini Porceht* , & pertinentium inani con pteziofi doni li Magi, tratti dall'Orien-
Taberneufium ipft concejfife Tanto che non . te con Ja guida di una fieila j Adunque egli
fu egli, che un folo accrefcimcnto di fplcn- non è vero ì Chi così argomentar ebue, con-
dorc, qual non ripugna farli in così orieve cluderebbe ii falfo ! perche fe non lu fidile
tempo. Nè perche foferiva Pontifex , c non ban Giovanni , lo feri fiero altri Vangclilli .
iòfpcttarne un tanto fallo avendone pur 1' ! ce! Confirmamus, egli è quello argomento da
clempio in Papa Nicolò 1 che l’anno lodp. . convincere , che prima di quel tempo cra_>
in una Bolia a favor dell'Abate, di b. Vin- Vefeovo in Catanzarovpoiche il conjinnamus
cenzo, c di Vulturno lòferive: Ego Elico laut della prima fi deve regolare col Conce tfìjfe,c I» ‘«iufep
S. Roman*, &
Apoftolic * Sdii Pro.fui confir- Confirma J]ì della fecoiidaicioè concedimen- p«
\
Camp*,
not -*4.
j
mavi (a) 1 tanto maggiormente , che nell' al- to nuovo , c conferma del già conceduto !
tra Bolla foferive Epifcopus, c non Pontifex. clfendu ella ordinaria frafi di Principi gran-
Al terzo , che folle 1 anno terzo del fuo ’
di , nella ferittura medefima concedere , e
Pontificato, e non il fecondo , qui ini refio confermare, perche vaglia il concediinen to.
alquanto mortificato . Callido fu eletto il i. Nè pertanto era neeelfaria la formalità del
febraro del ni;, per detto dcU Awerfa- trasferimento, la quale virtualmente s’in-
rio medefimo, adunque non entrò nell'anno volgeva in quella della conccUionc , c fua_.
terzo, che nel primo f ebraro del zi. , ma la conferma. Che poi le reliquie de’ Sb.lrcneo,
Bolla fu fpedita li quindeci Gennaro , cioè c fortunato fi fodero trasferite in Catanza-
'
giorni fedeci prinyr d’ entrar nel tcrzo,efc- ro , e non in Taverna , dovea raccordare 1
guentemente dentro il fecondo £ quando . Oppofitore,ch'cgli ebbe per Città in tré cor-
pure fi notafle il fecondo per il terzo, non-, pi didima, c didante di fito l’antica Trifchi-
per quello non è da darli qualche luogo al- nescon per ciafchcduna la propria Cattedra-
lo sbaglio del copifia più rollo , che al vo- le! e che dall’ uno, cioè da PalcopoJi fi fi.lfc
lontano inganno della Bolla. In IbmigJiante abitato Catanzaro. Furono dunque dette re-
errore di anni ,
avendo il Cardinal Lugo (b) liquie da Pakopoli trasferite in Catanzaro !
!
negato un tal privilegio di Papa Nicolò V. perche la gente di Paleopoli oJtrcpalsò tL.
ifolcritto il 1458. finto prctcfto, che in dec- piantar Catanzaro . E
lilialmente affatto fi
ito anno Pontefice non Nicolò, ma
folle niega, che i Tavcrncfi f ito J'Imperador
<
Pio 11 eletto dai 1455- , lo ripiglia DicafiiJ-
. Carlo V. avellerò fuppiicato l'e rezzion d’un
10 (c )-.Nem potuti tjfe error fcripturai -L-. m nuovo Vefeovo ! poiché anzi chiefero la re-
una àttera, feu nota numeri. Il quarto feioglie diuizìonc del già antico, come fatto aveano
fe medefimo, poiché fé fi impresone della-. al Rè Federico fi anno 149 ^. ed appare da
Bolla nella Sagrcflia di Catanzaro non fu un privilegio, le cui paiole fono le Inguai-
che alquanto prima il 1 500., per detto dell’ ti: fitti» peti, e fupptica detta Univerfità V.M.,
Avveriamo , come potea diuiollrare il ca- fi
degni, attefo in detta Terra vi fù un Vefio -
rattere del n
12., cioè di quali quattro feco- vado di S. Angelo , e per antiche guerre , e
fi
11 avanti ì A quello poi , che gli Abati fo- nana di Taberna la Vecchia è fiato levato , e
fcr ivano prima de’ Cardinali, qui è da oficr- perduto, interceder con la Santità di fiV-S. far.
varfi sì ne’ Bollar) Pontifici , sì ne' Libri
. ci fare, ed ordinare detto Vefeovo , con rendita
Conciliar), che non fu fempre una la manie- di due Badie, tjuali fono in Io lenimento di dei.
ra delle foferizzioni. Altre volte fufiriffero ta Terra, e che da qui avanti fi chiami Regia
prima i Vcfcovi, che i Cardinali, altre vol- Eidelit Civitat. Placet Regi * Majefiati nomi-
teprima quelli, che quelli ! onde non può naci Civilatcm , &
intcrponerc parici fuai prò
formarlcne sì fevero il giudizio, che perciò ohtinendo à Sede Apofioltea tttulum, & digiti-
lene rendano fofpcttc le feritture. Oltre che telem Epifcopatus in ea Cif itale. Conchiudo
. .
in Pietro .’
Non fodisfa la rilpoda preman- tresì dilunga vita, e quindi
/opra. io. Andrea, qual muore circa il 1080.,
data dall'Abate Ughclli, che ciò lia avvenu- . .
to per le continuate guerre accadute nella redando a quelli tré Vefeovi il tempo d anni
Provincia folto di quel greco Imperio, per- 40.,cioè dal I040.,ncl quale accadde l'elezio-
che come le fudette guerre non abolirono ne di Bafilio , al 1080,, tempo, che fu della-,
per il medeiitno tempo li nomi di Collan- morte d'Andrea,ultimo Prelato. Andrea d’ al-
tino, di Eufebio, di Stefano, di Leonzio , di cuni 6 nota di poca vita.
Rogicro, di V ileimo , e di Arnolfo in Reg- u
zi. Giovanni eletto da Papa Callido II.
giti; diTcotimo e di Nicefero in Cottone;
,
con la relidenza in Catanzaro;e quindi anche
di Gì egorio in Gerace; di Demetrio , e di con la nomina in enfile, come fi è difeorfo.
Teodoro in Squiliace,e di altri in altre Chic- -
le; così abolir non potevano quei de' Prela- SE L OGGIDÌ’ TAVERNA FOSSE STA-
ti di Catanzaro , fc Itati vi fodero E tanto . TA SEDIA VESCOVILE
maggiormente , che per li mcdeftmi Eccoli
abbiamo ne' Concili generali li nomi di
Leonimo.di Anafafio.e di GiovanniVclcovi
delle tré Taverne Argomento aliai chiaro,
.
Q
lla
Uefio era il terzo membro, nel qual e dal
fuo principio venne ripartita tutta que-
ofcuritfima controverfia , e perciò aven-
che ancor non era nè Catanzaro , nè fedia do dilcorfo con 1 affermativa alle due parti,
Vefeovile in quello. perche per quelle fc ne porgevano convin-
centilfimi li motivi ; a quell ultima reco la
VESCOVI DI QUESTA CHIESA negativa; non avendo rilcontro alcuno, che
neil'oggidi Taverna Hata vi folfe in tempo
alcuno lómigliantc dignità; avvegnaché piu
N EUa
mo
Cronica
i
,
detta di Taverna abbia-
nomi.ma non glanni de'luoi Pre- d una volta 1 avelie pretelo Dilli piu d’ una
.
I
Nicaftro nel 1094. , ma fiali eletto circa il della Calabria, cominciando in quello primo
-
fmembr atura della Diocefi . Dal che fiegue, fcrivo pur io, fol tanto differente nel tem-
che nel frammezzo del 957. al 1080., qual'è po, ch’ove tutti il rappbrtano all’anno 59. di
di anni nj. fiano villuti li raccordati Ve- Crido nato , e 2j. di Grillo Crocchilo , io il
dovi, e propriamente negl'anni ritorno in dietro all'anno 59. o pur 40. , c lo
di-
. , . -a,1
-
San Pietro fuo Maeftro iti a Velia, oggidì la perfonas precipua nobilitate fulgentes , Altijfi-\
fianam ,
Rbeginam
Me/fianenfemque F.cclefias
,
fima Genitricis Virginia Maria tandem, glo-
ri am, devotionis quoque Chrifiifidelium propa-
&
praieriiffi c'reienius eft Pafior omnium Ecclt-
fiarum. Convien dunque dire, che in detto an- gationem in Domino confpicimus falubritèr ex-
no del 59., o 40. fu quella Chiefa piantata pedire Sani prò parte dilcBorum filiorum mo-
.
col fuo Vefcovo,c che poi nel 59. di nuovo dernorum Capituli , &
Canonicortm Ecclefi
vilitata , e maggiormente riabilita . Quanto Hheginen. nobis nuper exbibita petitio contine -
alla dignità Arcivcftovjic l'Abate Fcrdlnan- bai, quod cum Civitts Ehcgina in Calabria ul-
0- do Ughclli (e) la nota in Vileimo l’ anno teriori fitta, antiquior fiuper cateras,nedum totius
io8d. ma nulla di meno Papa Eugenio 111. Italia, fied etiam Europa Vrbet,ac edam Illu.
l'anno io75-avea conceduto a quella Chiefa flris exifiar-, & quod ex ea tot boinines prodie-
l'ufo del pallio Arcivefcovile argomento, , re ,
qui tòm in armis ir Ec-
5 quàm in Utteris,
che prima dcH'8<5.elia era Chiefa Arcivefco- ctefiafiicis dignitatibus ad Sacram Pur- , ufique
vile E nulla di meno, come di fopra li è di.
. puram, ac fiummum Ecelefia Dei faftigium , &
feorfo , prima del 787- nel Catalogo delie.» regimen profeccre Ipfaquc Ecelefia Rhcgina,
1,
Chiefc Metropolite tolte al Romano Pon- caput omnium aliarum totius Calabria Eccle-
tefice , ed
adoggettite al Patriarca di Co- fiarum i Divo Paolo Apofiolo, Gentium Do- &
ftantinopoiidì nota nel quarto luogo la Chic- ttare conftituta extiterit ,
dnm Ibi conftitutus
fa di Reggio , onde viene in chiaro la con- fuit Epificopus SanBus Stefianus Nicenus ,
cui
ghiettura, che per detto tempo già ella era_, pofl martyrium ab eo gloriosi , confi antir &
fublimata a quella dignità. perpejfum , tot a lii fiucce/fiere Epificopi qui in
,
pr afata Dei Ecelefia co nfipicui redditi Junt, in-
CHIESE SUFFRAGANEE. ter quos Marcus, qui prima Nicena Synodo fiub-
ficriffit : ac Joanncs ,
qui in Conftantinopolitano
Ono fue fuflragance le Chiefc di Bova.di Concilio Agathonis Papa fuit Legatus, ac Co-
S Catanzaro, di Cotrone, di Gierace.di Ni- llant, qui 0 Bava Synodo, Leontius, qui Con- &
caflro, di Nicotera, d'Oppido, di Squillacc,c fiontinopolitano Concilio IV. , ac Thomas , qui
di Tropea, delle quali fi dirà ne’loro luoghi Latcranenfi 11I.J& Gafipar i EoJfo,qui Triden-
coll ordine mcddimo d Alfabeto. tino refpeBivi Conciliis fife fiubftripfierunt
nccnon alii, qui tanquam ArchiepiJcopi, cT- San-
QUALITÀ’ DI QUESTA CHIESA AR- Ba Romana Ecelefia Cardinalts in eadem te-
CIVEstOVlLE defia Rbeginen. hujufimodi fiemper , omni &
tempore con fpicui , &
celebres extiterint , &
Lia è fotto il titolo di Maria Adonta prafertim ob receptos ibi nomullos Pontifices,
E adornata di quattro Dignità , Decano , !
qui velex neccjjitate , ve tali qua occafione ibi
, ,-
,
gnium Regalare s Convcnt us ,ac quatuor Monta- C& UUitOY ItatC pY&jata 9 tCftOYC
Itttrn Monafieria, necton dna Saettiate, , & in- praJfentium concedimi /»-
,w
lignei Collegiata Ecclefix, quartini una a Rogc- c ,
>
no Sego fondata , altera veri à nabli titillo dilige mUS ,UC plenum , liberata,
» «nuhmdamfaeuluum.er
ro dilla Eccitila quanto, Dignitatibus, & vi- poteHatem defuper i mpar timnr
gmù Canon, catibus , Midemque Prabmdn NcC non ditto, moderno. Capi, uUm ^
deteuti illot ,& lUai prò tempore obtinenltum
j
/r.„ I .e
& Canoni
pio tempore
manate,ttiom con fruii confijlat, ma cum nume- , •« ^ fL
‘
rofo trcccntormtcircitir
e!,..,,,,,,.,
T m, 4« .w SS
Ecc lefiaflicorum Clero,
r
] f J j.?,„?.,» “ri
° n “ te
.
vn,o fervuto
Capitolimi
&lplend,d,or evada!
& Canonici pradiCh prò Divini
,
modem,
y„ (ffJ> ff ,, m ctuferu PMtii A J
culmi augtnento
cuìtus aug,nenia
,
pnmod.axque
primodi
,
dxque Ecckjia
Ecclcfix deco
deco-
flfoci Auditore, , & prafL Sanala Romina
plunmum cuptant
rCypluiimum
,
cupi ani per nos
nos,& Sedcm Apcfio- & FccUflx c iinales „ ic L
* ’’
re, Sedetti Apofto- „ , ™
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a. ut infra,
infra. benigni! iòduloerh
bcnivni indi* O.are prò
IgcriìQkarc
1
oro
, lc
Sft? ti Scd,s
definiti debere. Et fi fecus fuper bis à quoquam,
parte ditlorutn moilcrnorum Caputili,, cr Cano-
quavis autori tate fcicntèr , vel ignorantèr
um bum ih tir fupplicatum , qua-
ni cor nobis fui t
terna pr traoditi & Ecc Ufi a venufiati , divinique
contigerit attentari, irritum , inane dccernì- &
mus. Et infupcr Vencrabi li Fratti ArchicpiJ'co-
cult us decori in pramijjis opportuni proludere
po Rheginen. <& dtlcchs Filiis caufarum Curi a
de henignitatc Apoflolica dignaremur A'o* /£/- :
Camera Apoflolica generali Auditori t
ac Decano
/«r, qui quantum in Domino poffumus,Et eiefu-
mmaeconm,^
miti dtcortm, CT venujc
venufiatem,ac perfonarum *c-
arem ,ac perjonarum Ec-
pradiftf Ecclefix modernis , prò tempore exi- &
£xeC u tori bus Apoflolicis,pcr prafenus
ìclcfiaftuarum ,»ibt Aliamo mfervicnnum
commi,timus, &
mandami,,, quatenu, ipji. vel‘
ÌJplcndorem, divinique cuUu. augmentnm procu-
, are paterni,,^ fimeri, difideramuiaffeaibui,
dur torIim
.„, fJ u
y v(l t
& i._-.
$ g
Jy
I
dem
cojdem modcrnoiCapituIum.ct
moderno, Capitulum,et Canonico!
Canonico, jpccia- V 7 ’ ‘
teo
libus fovoribus , &
pccia-
gratin profequi volente,
& quando expedierit,&
^i,
quotiii, prò parte eo-
. . .
harum ferie abfolventes ,& abfolutos fore con- num illis pacifici fruì , & gaudere . Non per-
mittcntes,ipfos,aut corion alìqucm perquofeum-
iente,, hujufmoai Jupplicationibns inclinati fif-
que quomodolibet indebiti mòteflari Jrerturbari,
dem modernis Capitolo, & Canonici,, eorumque vel inquietar, Contradi Sarei quosltbet
:
& rc- ,
in quatuor &ign,tatibus t ac viginli Canonicati-
bus, &
Vittimai, Succcfforibm,ut ipfii eorumque
bclles per fententias, cenforas, & pana, Ecclc-
ftaflicas, aliaqj opportuna juris , & fatti re nel
suucfforc pr afati Capp ammagli am ,
di a, fiervat a forma Condili Tridentini , appcl-
latione pojpofita, compefcendo, legitimifquc
Mttram deferte, & geftarei fu-
per boi habendis fervati, proccjfibus: fententias,
tea-
. , ,
(enfia*!, & pruni ipfas, edam iterata vietila anno jp. di Grillo .
flantibtis noftra,& Cancelleria: Apoflob'c a rega- Marco fu eletto l'anno ;iz. onde poi l’an-
la de gratin non concedendit ad inflar , ac re- no jiy. inlìeme con S. Nicol ) andò Legato
loicuda memoria Bonifacii Pape Vili, prfdc- per Papa San Silvellro al Concilio Niceno.
( offor il nofri de una , &
Concila generali t de E qui di nuovo per un altro (Scolo s' inter-
duabut dictis, dummodò ultra tret dietat , ali- rompe la linea di quelli Prelati , onde poi
ami vigore prefitti um ad guài cium non traba- fuecede
llar-j calcrifque conftitutionibus,& ordinationi- llario nel 454. Succeduta l’ anno 459. un
bus Apofttlicis primodiO ( lìce lefi f, etiam ju- clezzione invalida nella Chicfad Umbriati-
ramtnto, confirmatione Aprfolica , ve t quavis co , allora Paterno , egli ne chiamò in Reg-
firmitele atta roboratii: jlatuds, & confiictudi- gio una Sinodo Provinciale di 1 j.VefcoviJi
nibu s ,
privi lega i quoque, indulti s, & li eteri s nomi de' quali furono Sevcriano,Audenzio,
Apcflolicis Pre-
primodiSe Ecclefie , illiufque Giulio, Arcadio, Aufpieio, Severo, Claudio,
fu li, Capi lido , &
Canonici! , aliifqiie quibujve Valcriano , Neutario , Afclopio , Teodoro ,
Superionbni, Cr perfonie in genere , vel in )pc- Maflimo , c Collant ino $ nella quale, oltre il
cie, aut alias in contrarium premijforum forfait primiero affare della fudetta clezzione, al-
qnomodolibet conceffu, confirmatis, innova- & tre cofe fui ono determinate, che poi confer-
ti s . Onibiir omnibus , <& fìngulis , etiam fi de mò Papa Siilo 111 . Lorenzo Surio (d) duhi
illis, corumque totis tenoribus fpecialis,fpecifi- ta fc Para Riffe in Reggio di Lombardia , Bi-
ca, exprejfa, individua, ac de verbo ad verbum nio (c), Corogliano ( f ) e qualche altro la
non fit farla mevfto,pro inferds babentes ,
illis traportano in Reggio di Francia E qui pur . e Bin,
alias in fuo roborc pcrmanfmris , latifftmc , & vicn meno un Eccolo di Prelati.
rom.i.p.*.
fr»l.4w?-
pleniffimè , ac cxprefsè ,
ncc non opportuni , & Cittadino di Reggio detto l' an-
S. Silinio f Coroni.
•Atcv.-iQ-
validi, bac vice damtaxàt , barum ferie dero- no 5 ji. Albergò
in Pia cafa il Martire Sac_. nol ut»
ghili ui, contrarili quibufeumque. Nuli' ergo lio- Placido nel paffaggio di Medina, ed inficine
minuin liceat omninb liane paginam noflrct ab- negoziarono la fabrica di un Monaficrio nel-
fo bit ioni s, eonceffionis, indulti, facubatis , im- laCittì dell' Ordine Benedettino. Molti fan-
partitionis, decreti, commiffionis , mandati , & no conghicttura ,
che alcuni de’ Compagni
deregationis infringert , vel et aufu temerario del Santo Martire fodero Pati Cittadini di
contraire Si quii autem hoc attentare prpfum-
. Reggio, iti con quello ad apprendere li Pa-
pfirit 5 indignattonem Omnipotentis Dei , ac tuti di quella Religione, per ripaffarla nella
Beatorum Apoflolorum petn , & Paub fe no- Calabria.Viflc Silinio nella dignitì anni 16.,
veri,tincurfurum Datum Romp apud S. Ma-
, c morì con gran fama di fantitì l'anno 558.
am Majorcm , anno incarnationis Domini-
ri precedendogli
cfMDCCXLI-, feptimo XuI.OlIobr. Pontifica- S.Cirillo nel jyp., anche egli Cittadino di
mi neftri anno feiundo. Reggio. Pii Prelato di tanti ìantitì, che do-
po morte gli fu edificato un Villaggio con
DIOCESI. nome di S.Cirillo, quattro miglia diPantc
dalla Cittì. Sotto la fu a difeipliua fi educò
Eggio Cittì con Cuoi Villaggi, cioè Can- S. Leone Arcidiacono di qucPa Chieda-.
R navo, Pavigliana, Nafito.ì rizzin '.Ter- chiamato poi dal Clero, c Popolo di Catania
per loro V cfcuvo.Governò Cirillo con gran
rai, Pèrlupo, Urti, Arasi, Curalo , Schindi-
Jifi ,Podai gonc, S. Sperato, aianidc.Samba- V lode la fue Chicli anni 27., e morì nel 5 iS.,
batcllo Terra con fuoi Villaggi, S. Giovan- onde
ni, Santa Domenica , S.Biaggiu , Diminniti . Lucio venne eletto l' anno medefimo , di
Sant'Agata Cittì Kcgia,c luoi Villaggi, Car- cui fé raccordo Papa San Gregorio (g),chc
K F.pift.
ri
Armo. Motta di S.Giovan-
eto, Miforifa, c avendo egli ufurpato alcuni beni a Stefania 43. Iit>. 1.
col iuo Villaggio Melilo S.Lorcnzo Terra . ferive a Bonifacio Receduto in quella Chie-
col fuo Villaggio Bagaladi Calanna Terra-, .
ta.incaricàdogli la rellituzione di detti beni.
con tre fuoi v illaggr Alecee , Laganadi , e Bonifacio dunque Cittadino di Reggio
S.Stcfano Fiumara di Muro Terra con due
.
fucccdeitc a Lucio nel jpy. Pu Bonitaeio
Villaggi S.Roperto , c Rotali . Scilla Terra, cariffimo a Papa San Gregorio ; onde crea- ,
anzi Cittì popolata, MoloebiOjC Molochiel- tolo Prete Cardinale lo dePinò Vcfeovo al-
lo due Villaggi di Terranova-Jopoli Villag- la Pairia, così come fece di Abcuzio in Pe-
gio vicino alla Cittì di Nicotcra, che tutt’ rugia, c di l>ono in Mcffina : Nam ut pau-
infiemc afeendono alla fortuna .di ben 40. tain de multii contiugam, ferive
S.Antonino,
Luoghi Ex Presbiteri! Cardmalibus Ecclcfip fax eon-
VESCOVI. fecravit Epijcopos Bonifacium Rbegii ,
Aben-
Stefano, uomo Niceno.c difcepolo dell' tium Perujii , &
Donum Mcffanp Sicibp 11 .
molte
Digitize
.
»
E Pili
f*. lib S.
ira (i). Poltra ellortandolo,che talmente di- Nicaftro, fondata da Elnnbcrga fua ligliuola.
«ndift.». {tribuilca le lue limoline , che non ne per- Vilclmu, di cui non abbuino i anno dcll'l
K Fp.ft
da il merito^ (k)lj terza, che abbia pace con clczzionc, lettori ve ad una donozione,qual fa
Gregorio Exprefetto i 1' ultima aggrega-, Rogiero Duca di Calabria , e Sicilia alla-,
alla fua Chicle la Carinole , cioè quella di Chieladi Palermo li 1 j.Scttcmftre da to85.
Cariati, Sorte alcune difcordic fra le, ed il Tuo Arnolfo, di cui, ancora non lì si il tempo
I F pi 0 Clero Papa San Grcgorio(l) ne commette la della prom ozione.Ui ordine di Papa Grego-
<6.e«7 lib
caule a Sanino Diacono, a Paolino Vefcovo rio Vii- confagra la Chicli! della a finita in
di Tauriana,a Proclo Vefcovo di Nicotcra, Miletu l'anno 1089. Albergo in Reggio Ur-
a Palombo di Cofenza , a Vcnci io di Bivo- bano 11. nel patteggio per Sicilia Muore P .
na, ed a Marciano di Locri. Ville Bonifacio anno topo. ! dopo la cui morte , eletto da_»
anni otto ,x mori nel dot, Venne dietro a quel Capitolo aan Bruno, ma non accettata
Bonifacio la digtutl, fu conferita a
Paolino nel fudetto anno tfoi ,, c fu il me. Rangerio Francefc Monaco Benedettino
delimo, come olicrva f Indice degli Arcive- nel Monallcrio deila Cava. tu in multa gra-
feovi di Reggio, che 1 accennato Caolino di zia ad Urbano Ii.dal quale crcaco Cardinale
Tauriana! onde convien dire > che da quella fu dato Arci vefcovo a quella Chiefa L an- .
Giovanni II, nel <5>x. fq egli prclèntc al Concilio di Chiarora onte fotco il Pontefice
Concilio Romano lòtto Papa Martino 1 an- medeiimo, c fulcri ve ad una donazione fat-
no 649., avendo governato anni ao.lafciò ta a S. Bruno da Teodoro Vefcovo di Squil-
di piu vivere, venutogli dietro lale. L'anno uot. fòlèrive ad una donazio-
Giovanni ne òjj.Fu Prelato di gran
ìli, ne di Riccardo ,
ed Amburga per la Chiefa
fomiti, dottrina, e prudenza ! onde inheme di Nieattro. Lanno 110 5. li rurovò.prcfen-
con Giovanni Vefcovo di Fono, ed Abbon- te al Concilio Gualtallcnfe in Lombardia.»
danza di Paterno andò Legato del Concilio fitto Papa Pafcalc II.
Romano ali altro Cottamlnopolitano, lòtto Adinoifo , o Arnolfo, foferive alla confa-
Papa Agatone l'anno S80. Mancano qui per grozione della Chiefa di Catanzaro, fatta da
iu di un lettolo li nomi de Prelati di quella Papa Caliirto li. l'anno 1 1 zi. i Indice por-
E hiefai ed è la ragione, onde non lappiamo ta eh' egli regnò anni due lòtto il raccorda-
il bue de' Velcovi , c principio degii Arci- to Pontefice! onde convien dire , eh eletto
vefeavi, quali, come io f ho difcorlò, li co nel tizi, mori nel 1 izz.
Blindano a vedere col Icgucntc. Beraldo eletto 1' anno
iizz. muore li zo.
Decembre
ARCIVESCOVI, Vilclmo
del 1124., c gli vicn dietro *
fa
anno
del Saivadorc.
1 1 ; 1
Ugonc Vefcovo
. foferive una donazione
di Medina
, che-»
al Mollartene»
vendo in detto anno al Concilio Nieeno II. Rogiero 11. di cui è incerto il tempo sì,
lòtto Papa Adriana della creazione, sì della morte.L Abatc Pini
N. quello di cui favella Gio: Diacono, (m) ne tira nicmoiic fino all' anno 1 ity.
le ni No^is
che con altri 17 mila lì portò il figliuolo del Pii Prelato che molto valfe nella Corte di 0 *-
,
ss*' 1
Oo z
. .
Tommafo fuccedc aRogiero,il quale poi derigo . Governò fino al izjz. , ed eflendo
l'anno j 1751. fi ritruova prcfin'e al Concilio morto gli fucccde
Latcrano lotto Papa Aicllandro 111. L' anno Vernacelo Cappellano di Papa Innocen-
n8z. cede tutte le Aie ragioni , quali tenea zo IV. , Uomo preelariflìmo sì nella bontà
fopra il MonaUerio del Salvadorc, edificato della vita, sì nell’eminenza dei lipere, eletto
da Giovanni Calomcno regio Cameriera dal Capitolo, e conferma ti dal fudetto Pon-
poto diilantc dall oggi Sambatcllo ( Abazia tefice, con facoltà di farli configuro da qua-
oggidì Cardinalizia) } cosi ancora le lue ra- lunque Vefeovo Cattolico, li nicddimo Pa-
gioni fo, la il MonaUerio delle Vergini.det- pa Innocenzo (ri con fue lettere de'ij. No- ,
Africo } come anche Cartellaci, Terra porta difefa della libertà Eccidiartica, onde gjj
su'l piano di Terranova. Dopo il governo di convenne foflcncre gravifiìtnc pgrfocuzio-
cinquenni, che fìi l'ultimo della lua morte, ni, finoil difpoglio del proprio avere così,
gli vien dietro. che non avea di che vivere } per il che ordi-
Giacomo Cittadino di Reggio , ed Archi- nò Papa Nicolò al Vefeovo Cardinal Prene-
diacono di quella Chicle, eletto dal Capito- (lino fuo Legato, che lo proveda del ncccf-
lo nei 1 199., c confermato di ordine di Pa- lario L'anno 1Z91 il fudetto Pontefice gli
. .
mandato dal Ridetto Pontefice a quel Clero. gona Rè di Siciiia,e Carlo Rè di Napoii.De-
Ville fino al rii «., egli fuccertè itinato al medefimo Carlo in Genova per
Landò , o Leandro , Uomo nobile , fami- gl’affari di Terra Santa, ne fu fatto dei fuo
gliate , c Configlielo deli lmpcrador Fede- configlio rcalc.Dopo Z9. anni di prudentitìi-
rigo 11. , eletto dai Capitolo , c confermato, mo governo, morì nel rjotf. fucccdcndogfi
e conlàgrato in Roma da Papa Onorio III. Tomafo Ruffo, figliuolo del Conte Pietro
Lanrio rzzj.fi ritrovò prcfentc alia confa- di Catanzaro, Canonico nella Cattedrale di
grazione della Chicfa di Colènza, fatta li 5. Cotrone, eletto l'anno 1 J07., Quindi poi
I cbiaro da Nicolò Vcfcovo, Cardinal Tu- l'anno ij 15. da Papa Clemente V.vj cn de-
mulano L anno 1ZZ7. infieme col Mucltro
. ftinato Congiudice con Riccardo Vefeovo
de 'Teutonici andò Ambafciadore a Papa_, di Tropea luo parente , nella lite vextcmej
Onorio per la pace co’ Longobardi , dedi- tra J anniccio V efeovo di Gicracc,e fuoi Ca-
ti Tpilt. natovi da Federigo} ed indi poi a Papa Grc- nonici per l una parte} e per J’altra tra Nico-
4 gorio IX. L’anno tzjo. , il Ridetto Grego- lò Abate della Trinità di Mileto, fopra l’cfli-
* 1
rio (o) gli fcrivc , raccomandandogli pretto genze delie decime, preteie da quelli per li
i lmperadore Federigo li Templarj.L anno beni,quali quelli pollcdevano in quella Dio-
rzji.fi ritrova in Anagni , Legato del Pon- cefi} c ne feguì l'accordio con vicendevole.?
tefice Vive in quella Chicfa nno all' anno
. fodisfazione di tutti . Viflc anni 9. , e morì
tzjj., nel quale poi , c non già nel j<5. , co- nel ijttS., onde Fanno medefimo gli venne?
r ctoni- rne letivc Pirri parti nella Chicfa di Mertt- infilo
,
'i sia. na. Vedi di lui Riccardo di 5. Germano (p), Guglielmo Logoteta Cittadino di Reg-
o»4n.
C(J j] Pubco (q)} ed ecco. gio , eletto dal Capitolo , c conformato da
R. Forfè Rogicro HI. Vefeovo di Squiila- Papa Giovanni XXIl.Fù Uomo di molta pru-
ee. trasferito tjuì l’anno IZJ4. da Papa Gre- denza, ed arricchì di molto fplcndore la fua
gorio IX., cosi, che infieme abbia cut a della Chicfa Fabrieò la Cappella di S. Stefano
.
Chicfa SquiUaccfc . Colla dalle lettere fcrit- dentro la Cattedrale, c la fè ereditaria della
DELL' ARCIVESCOVADO DI REGGIO CAP. I. 291
Famiglia, nella quale a capo d anni Tei di lo- Chiefa di Rodano fù trasferito a quella di
dcvoii'.limo governo, morto fi te fcpcllire: Reggio 1' anno 1421. Pii Prelato cr uditi iò-
ed ceco nio nell' umane, e divine lutei e, sì greche,
, e Configliero dei Rè
Pietro Eremitano di S. Anodino eletto si latine , Segretario
nel ijai -, e confagrato in Avignone da Be- Alfonfo I. Dopo anni cinque fu traportato
rengario Vel'covo Cardinale Tufculano . Fìi alla Chiefa diMeflinaj fuccedcndogn
eccellente non meno nelle lettere , che nella Galparo Colonna Rumano nel 1425. Fu
virtù , onde potè godere gl'onori di Regio Gafparo Abate Commendatario di S. Fatto-
Configliero. Vide anni fette lino al i}z8., re Dioccli di Rieti , e Cappellano di Papa_>
nel quale cllcndo morto, lo fegui Marnno V.fuu parente .Riceve i Carmelita-
Pietro de Galgani, nobile tu Manfredonia, ni in Reggio , allegrata loro la Chiela di
Diacono di Siponto. Governò quella Chic- S.Muria delie Grazie della famiglia dc'Bo-
fa anni 27., traportato poi a quella di Cofen- furgi Governò anni due , dopo de quali
.
drale di Cadano , ma perche pretefe lòttrar- lueccduto lo lei lina contro Papa Eugenio
fene, Carlo introdottane lite in Ruma n'ebbe IV., avendo egli leguite le parti dell Anti-
lameglio da Urbano V. lòtto la data de’15. papa, fu dal iudetto Eugenio privato della-,
Febraro ij<58. Non troppo lungi appretto dignità , e mandalo in ctbiio , ove milera-
lotta una perigliofa lite tra Nicolò Vclcovo mciite finì la vita} onde venne eletto
di Gicracc ,
ed Antonio Rufio ,
figliuolo di Guglielmo IV. nubile Cittadino , e Can-
Errigo11. Conte di Sinopoli Signor di Con- tore della Chiefa , l’ anno 1440. Ville anni
doline, Motta, Bovalina , Carlo andato in diocc , e gli luccedè
Gicracc, accordò il tutto con matavigliofa_. Angiolo de Grafita da Siponto, trasferito
dcftrezza. Regnò fino al 1 ]ji-, nel qual an- quìi anno 1450. dalla Chiefa di Ariano.
no io fegui Governò anni tré, e gli venne dietro
Tonunafo della Porta Salernitano, uomo Antonio Riccio Napolitano nel 145 j.
di molta virtù.L'anno J74. è in Avignone
1 Abate Commendatario di S -Nicolò di Cala-
con Papa Gregorio XI. , coita dall' allcnfo, mizzi. Fabricò il Campanile, e riltorò 1 an-
qual concede alla donazione fatta da Milca terior parte della Chicli. Arricchì la Sagrc-
Abate di S. Maria di Tropizomata,Abazia_> ttia di molti vettimenti pontificali di prezzoj
CA A»R A
fv I SANTA lIB R O 1 .
f)non*iata qi>sft* Chic-fa a Franeefeo fuo amava il Follò, lodo Io proraulfe, c Io d: Iti-
fratello» pano 3 quell? di Medina il 1 ? io, nò al Concilio d Tremo, r»fj quale quello
i
Francelco Uvaglic adunque fratello del oprato avelli: , e la dima qua) fc ne foifaj
Cardinale, dell Ordine de Minirqi fall a que- fatta , fi diri altrove . Rinfilato dal Sagro
lla Ùiiela fanno 1 joJ. Mori in Koina 1 ?n- Concilio ,
celebrò tré Sinodi Provinciali, le
ipo uro. lepeilito in 5 , Maria Maggiore a due in Reggio, p la terza in Terranova, nc!-
!
tanto il Cardinal fno frateiioionde gli ven- ì
le quali lì '/labili )intisra Olfprvanza dc'dc-
•BS dietro )
preti Conciliar), L aipio r jSo,.abbrugiata da',
I Roberto Urlino, figliuolo di Paolo , Mqr- J. orchi la fug Cattedrale , egli tofio la rilto-i
iato governò quella Chiela per mezzo di a quel tempo . Fu grand'eleq)oiiiiicro , coin-
ernjidu fioiérgt Cantore della medelima, paliionando come proprie le miferie de'po-
j
puHio ringoiai ninno nelle lettere , e nella creili, lingolarmeme gli anni 1590., c p!
prudenaa. Aldi (ti ai Concilia di Luterano pc' quali per la penuria de’ viveri montò il
fono Papa Ciqlio II. , c Leone X., di cui fu grano a fèudi fri il tuinolo.Di pari ville une
prelato dumzliieo, Camarieru, Adibente , c Uiifimu, lichè quantunque vecchio non vof
fegato al Rè di Polonia, ed agli filatori de) le fervi rii d alcuno, o fpògliand Ai, o venen-
Sajio Imperio. Morto il Padre ebbe a litiga- doli, per isfuggir l'occafione di non cflèr ve-
rci! Marchefato con Camillo luo fratello ,
duto ignudo Virtù, quali accompagnò con
.
cd avutane la meglio, rinonziò quella Cfiicr tu; baili trimo fornimento di lui medelmioiche
fi» , c prefe moglie , avendo governalo anni per tanto nel ritorno da Tremo , pollato da
tredeci ; onde cadde J ammmiltrazioqc di ironia , dopo il bacio defacri piedi , c prefa
quella Chiefa ad licenza di partirli, s'oppofe quali tutta la
Agollino Trivulzio Cardinale nel 1525-, Coite, (limandoli concordcvolmentc , c beo
che lenza tenerla troppo la rinunzia 1' anno nella promozione gii gii imminente duvef-
msdefimo 3 le aver la porpora; ma egli fenz altro tratte-
Pietro Trivulzio fuo fratello , il qualej nimento rollo parti, avendo fempre in bocca
gvendo governato anni fei, gli vien dietro quel detto: Ibi Paflor, Ubi oves imi od mie il
Girolamo Ccntcglie Canonico, e Cittadi- Scniinario,creffe il Monte della Pieri, come
no Meffincfe, l antjo 1 jap., per nominazio- un altro nella fua Patria, c di molti Monade-
ne t|i Carlo V,,a cui fu caridimo, fira Giro- rj di Monache decadute , t)c riformò un lò-
lamo Abate di San Salvadorc deli Ordine ai 10 con autorjtìi di Papa Gregorio XIII. Mu-
S, Baliiio nell? Qioccfi di Reggio, e tré armi 11 Unalmente in Reggio l'anno j jpz., aven-
prima ?vga follcnuta la carica di Nunzio nel done dòti ptf., di governo 3 j.,oirrc altri 12,
Regno Fu quello , quale accrebbe il nume-
, nelle Chicfe di Scala , e di Calvi: Fu fepolto
ro de Canonici da dodeci a diciptto;rd ebbe con gran pompa in ut) fcpoJero fatto da lui,
feeedìorc non immeritevole, con qucltò Epifafio
Agollino Gonzaga, non mcn nobile , che 0 ,
O. M.
virtuofo , prefentatp dal mede-limo Carlo Frater Gaff.tr Fafja Archicpifcopns Rb‘g>-
l’anno 1537. Sottodi Jui pigliarono Chiefa, nus Minimorum ReUgionit AÙmnusf\ui Conij-
c MemaPerio li Prati òli iimii fuori le mura, UoTridcntino intcrf'uic,& iliitd fub Pio IKora-
|hluri in Reggio il 1557. dopo anni zo. di tione fua apertili, ubi Ucclcfia'» batic furcarum
governo , lepeilito avanti Jj gradini dell'Al- inccvdiii devaflatam ad pr/orem candprfm re-
far Maggiore: ed ecco -jocaffec,facellumt). hoc oh fui devotioncm (911-
Gafpare del Pollò General de'Minin.i,Co- ftruxipt,hoc f:bi vinens Jepulcrum ercxtr,Pra
fcntinodi Rogjiano Fu Teologo infignej
. fatatiti fui anno XXIii/J. pila fua LXXXXVI.,
djl fuo tempo cosi , che per ogni tempo , e & Domini M.JJ.LXXXXlI,Obi’t die XX PII I,
per ogni materia lì trovava dello a dilputar- Decembris M.D.LXXXXII,
he, come fe all'ora all'ora avelli Itudiara la Qual fepulciQ aperto dal rlnegato Cicala
quell ione onde perciò venne ammrtlo tra’
; l'anno 1503., dimando ritrovarvi un graiu
Teologi del Sagro Palazzo Prpmullo alla_,
, teforo, com cgli era , ma non qual egli jo lo.
Chiefa di Scala, c poi di Calvi, fa dal Rè fpirava, portato dalla rabbia abbrugio,e (par-
Filippo 11 Jiominato a quella Metropolitana; ie al vento quelle venerabili olfa 0i quello ,
ma avendolo avuto a male Papa Paolo IV., celebre Prelato fanno onoralo raccordo Mar-
r,on volle cqnlcntirvi,c(i lludiò,ora col rae, c'Antonio Politi (t) , prancclco Lanovip (u). IR- ?i
cordo della vecchia amicizia, ora coll ortir- Sforza Pallavicino (zòprancclèo Longobar- Xeapio
u ltt.de* {
tj dimaggior grado didrar il pollò dalla di- do (y), l'Abate Ughelii (z) , ed altri. M il».
fefa delle Regie ragioni; ma non pertanto Annibaie d AfÀnto Cavalicro Palermitano x Ìife.dcì |
Conci 1.
Ottenne , efie Gafpare per il l'aldo della qo- prelentato dal Rè Filippo JJ, l’anno ] 593. y Pig»-*
feienza , (nel che venne Iodato dal niedcli- Studiò Annibaie l una, e l'altra legge, c ne ri- ftor T
ino Pontehce)non difendeffe le pai ti del Rè. % Imi.
cevè la laurea in Padova ; indi andato nella s'ac*»
Succeduto Papa Pio IV., clic teneramente-» Corte divenne Cjp|>eJlano del (aderto Rè
f. non
-
c non avendo ancora anni j?. d'età , fu pre- ni 10. di lodevolillimo governo, morto Fan-
1
fchtato,cotne sé detto, a quella Ciucia. Ve- no iffpj., cedè il luogo a
j
nuto in Roma fu dal Cardinal Gefualdo Giovanni Morrcoic Napolicano.Fù Vica-
confagrato nel giorno fedivo ail'AppoItolo rio Appodoiico in Noia, poi Arcivefcovo in
|
S. Andrea. Governò quella Chicfa con mol Lanciano, indi l'anno 1698. in Reggio Do- .
|
Turchi 5 ma più ridorò ne' loro bifogui li la fua Ipofa, li trattenne fino alla morte, qual
|
mendichi , per amor dc’quali , e per averto legni 1 anno 1718., fucccdutogìi apprcllb
;
onde {occorrer quelli, andò fempre mal vedi- Damiano Polou nate in Candia di Valen-
to,e rappezzato. Vifitava la fua Dioce/ì,non za, Prelatomolto letterato, cfTendo dato pu-
fido per eorregere gli abtdi degli Ecclcfia- bico profelTorc in Salamanca . Dalla Chicfa |
dicii ma ancora per ioitevare i Laici, conlo- Arciprctalc d' Altamura immediatè foggetta
landoli afflitti, vilìtandoli infermi, e foccor- alla Sede Apodolica, fù per nomina di Car-
rcndoli poveri . Ebbe una Sinodo provincia- lo Vi. Imperadorc trasferito a queda Metro-
le , coli intervento de'fuflraganei Governò
. politana l'anno 1717., qual governa con Ap-
anni4j.,e morì il primo Agodo del itfp8., podoiico zelo, irreprcnfibilità di codumi ,
e .
no al lazo, con un frammezzo di mancanza Jacobello da Sem inara Frate Minore i:i_,
di anni 470. in circa. detto anno 1441, Ville anni 42. in quella fe-
'
Stefano dunque è il primo, qual ripiglia 1 dii, e muri in Roma nel 1485. fucccdurugli
interrotta linea, apparendo Vclcovo di que- Procolo Coricale nobile Sorrentino in_»
lla ChieTa l’anno izza, che poi lo ficguc detto anno 148?. Governò con molta lode-
con minor frammezzo anni 41., e mori nel 1525. onde
'
Luca, a cui da Cario II. Kè di Napoli 1 Francefco Cardinal Urlino avendone pi-
anno 1 $05. vengono confermati li privile- gliata F amminiltrazionc , a capo di alcuni
gi della fua Chicli meli la rinunziò ad
Biagio, di cui non abbiamo tempo dell'
il Achille Branda nobile di Sorrento , qual
elczzione.ma della mortc,fuccedura nei 541 • fi trovò prcfentc al Concilio Tridentino .
Morto dunque P.iagio, tipartito il Capitolo Dopo del quale parmi poter venire
eleffedue Nicolò Decano di Gicrace , e Sa- Paolo Cafalio Bologncfc, raccordato per
ba Archimandrita Bafiliano di S. Martino Vefcovo di Bova da Paolo Manlini (a) , c_j
a Bolo*
della Multai ma Papa benedetto XII. cartata dall’ Abate Ferdinando Ughclli (b) , di cui gn.lllti II.
T una , e l' altra elezione rielette de plenint- però non riferifeono altro, feguito da h rom.f. j
fol.ipr.
dine poufiatic Giulio Stauriano Vefcovb Mogunr; tras
Nicolò, il quale l' anno mcdcfimo del 41. ferito qui l’anno 1571., che poi 1 anno le-
ertendo trasferito nella Chicli di Gicraco gucntc 1572. rraporta la Chiefa dal rito .
Andrea Primicicrio di Gieracenel 1342., morto nel 1577-, nel quale anno poi vieti—,
il qu^c adendo villino lino al 46. ebbe fuc- eletto
ccflurc Manello Franci Napolitano , di cui non
Nicodemo , qual governò anni undcci fi- fapcndo quanto avelie feduto,ci è parimen-
no al 1557., e lolcgut teignoto il cominciamcnto dei fuecelforc
Balìlio d’ incerta Religione , il quale poi Paolomcu Coniiniu , il quale muore nclj
morto nel 15S4. gli vicn dietro 1592. feguito da
Erafmo in detto anno 15(74. Abate di San Giovanni Camerota Meffinefc- , l'anno
Leone nella medclima Dicceli , qual muore medefimo del 1592. Fit Prelato d'infignej
1 anno mcdelimo; onde fu feguito da letteratura, e Itampò de Sacramenti ; come
Scranno , Religiofo d' incena Religione anche di molta grazia nei dire. Fè l'orazio-
nel 15S5. Non abbiamo il tempo della fua ne funerale a Monlignor Arci vefcovo Ga-
morte; abbiamo si, che llare del Follò. Ville anni 24. Arguito da
Giuliano fedeva nel 1)76- dopo del qua- Nicolò Maria Mutasfari, che altri dicono
le viene in filo, ma lenza certezza di tempo Murlafai eletto nei 1 522 Dopo anni cinque
< .
Stefano il quale muore nel 1405. fuccc- di governo morì ne’itf 27 .vcncdogli a dietro
dcndogli 1’ anno medcfimo Fabio Olivadilio Catanzarefe , trasferito
Waitcro , trasferito qui dalla Chicfa Ca- in quella Chiefa da quella di Lavello l'anno
renfe. Vide anni cinque, e lo fegul Aedo del KS27. 11 quale poi iraportato alla
Pietro nel i4to.a cui Papa Gregorio XII. Patria, che fu ne' 1 646. diè luogo a
concede facolti di poterli far conlagrare da Martino Mcgalc di S. Mauro nel tempo
qualunque Vcfcovo Cattolico.Governò an- medelìmo del 1646. Fit Martino Cappellano
ni 14., c gli venne dietro in S. Pietro di Roma , da dove palfato alla—.
Matteo Scallia da Agrigento , Eremitano Chicli difefe con molta ardenza le fuc ra-
di S. Agoflino nel 1424. Ville poco, cllendo gioni ; onde gli convenne vivere alquanto
morto l' anno appredo del 1425., onde fan- inquieto. Mori di pelle l'anno iSjS. men-
no medelìmo fu eletto tre andava in Roma,fcpellito nell'Amatrice,
Filippo Caftclfaria,il quale dopo anni 10. Dioccfì di Amali! , onde potè fucccdcrgti
di lodevole governo, riposò nel Signore ne’ Bernardino di Aragona Cofentino da Car-
1455. foftituitogli pavano l'anno 1657. Vede f auno SS. , e
Agollino de Campcllis da GonelTa , Ere- morto fè luogo a
mitano f anno medclimodel 1455. nel qual’ Marcantonio Coliteli abile nobile di Sti-
anno anche muore in Ruma, prima di venir- lo eletto 1
'
anno i66p. J>luri nel 1S99., e gli
vi, repellilo nella Chiefa di S.Agoflino con fuccedè
quello Epitafio. Antonio Gaudiofo Domenicano di Bel-
I Hic jatct corpus AcverciidijfJimi in Chrijlo vedere, eletto 1' anno mcdeiiino 1 699.,
c dopo
I
. ant
DELL ARCIVESCOVADO
-
DI REGGIO CAP. I.
c dopo inrii 1 j. di governo morto l' anno nulla di meno ne pur Catanzaro era di quel
1714. cede U ledu 1 tempo, che come ei non nacque , che dailej
Paolo Stabile dell'Ordine de' Minimi , di rovine di Trifchines,rovinata non piu in là
Caftrovillare, eletto nel 1718. Mori nella.» del decimo lecolo, così nè pur tedia Ve-
fua Patria l'anno 17 29., c fu feguito da fcovilc potè avere nel tempo medefimo. Ma
Giufcppc barone Napolitano . Fu confa- che Catanzaro nò abbia aiuto una coiai pre-'
grato la notte del S.Natalc da Papa Benedet- rogativi prima dei dodieefimo fccoio eoli/ ,
to X 111. l'anno 1729., enei 17} 1. da quella da una Bolla di Papa Cablilo 11 , eh’ è del .
fot.fc’'
*'
to (b) portarono termo parere ; eh’ ella que-
Epifcopis, &
Cardinali bus noflris, quorum 00.
Cattedrale foffe nata iniìeme con la Cit- mina fubfcripta funt, propriis manibus per Dei
lla
fui tanto differenti, che il primo ne rap-
ili,
grati am dedicaffe, &
Caput /ir dignitatem Epi-
po ita la nafeita al 793., e F ulti mo all’ 802.
jiopatus totius Paroehia, &
perunentium nifi
picciolo divario per un antichità di novcj Tabernarum ipfi Ecclefia conccjfifle , c on- &
fccoli. Suppongono quelli Scrittori , che la firmafie , cuiquidem Ecclefia ex parte , au- &
t bori tate Dei,& B. Maria Genitricis ejus, Apo-
Città non lode (lata, come 1 altre tutte. Vil-
laggio prima poca gente rozza , ed indi
di fiotorum Principum Petri, &
Pauli, afienju, et
confirmatione Efijcoporum, et Cardin*lium,qui
col tempo crefciuta di gente, ed accrefeiuta
inibì nobifeum interfuerunt, ta le munus nife -
con nobiltà} ma che nel punto medefimo, e
ingrandita, volendola un fem- ricordi a, ce rcmijfionis conta hmus , et concejfi-
lia nata, e iìa
mus,ut omnes quorum corpora in cemeterio ejuf-
piicc trasferimento della già Metropoli (co-
dem EccLfuo scoto fepeliuntur, nifi in exeommu-
ti la chiama F Amato ) Pakopoli da un fito
nic., et abfq. confezione morerentur, ab ornili bui
men ficuro, c
piu efpoffo alla barbarie Sara-
peccati s fuis ipfa bora abfolvcrcucuri et cxlor-
ccnica.ad un altro piu forte, c men lòggctto
res infernaliu n crutiatum, et perpetua gebenn
all’ oltiliià nemica. Col trasferimento dun-
ue dell'antica Palcopoli, foggiongono,chc
redderemur, et prima refurrcOtonis participcs
ftabilimento della Vefcovil fedia, poiché fe lekranda decrevimus,fci liete à Feflivitate In-
Paleopoli non era, che un fol membro , per noeentium, ufq. ad eorum odavas devoti veni-
dettu di loro, dell' antica Trifchines , fia il rent unum annum rcmijfionis criminalium pec-
più popolato, e grande , come l' Amato il catorum,& t erti am venialium,cum confejfi ef-
contende, in qual maniera l’ altre due mem- fett, fupradiUa aueboritatc confcquerentur , et
bra, che nel tempo medefimo avean piantata oblinerent . Univerjos autem,qui eidem Eccle-
fia fuas eleemofinas largiti et largitori funi,
F altra Città, con nome di Taverna Monta- ,
na, in qual maniera, dico,potevan loro co n- ipfamque defin] uri, five augmentaturi, nec mi-
fentire lo Itabilimcnto della Tedia Vcfcovile, nuituri , ex parte Dei , et aulberitate Sonda
ancora a loro conununc ! Abbiamo con cer- Dei Genitricis Marif, et Apoftolorunt Primi -
benedicimus ac in
tezza di lòferiziuni Conciliari la memoria pii Petri ,
et Pauli ,
et nos ,
Ego Jeanne! Cathacenfts Epif Ulito, e Caraffa, over Arcnolò. Scliia Terra»
Ego hiliclmus Alberimeli)', Epife, aiiiquali aggiorno Sovcria della giutifdizio-
Ego Politrontiis BellicaHr.Epijì. nc Sanai , e Ctopani Terra con Chicfa
di 1
Datum Catano^trii per manum Crifogoni Nielli ro frate Minore , e l'altra Gualtiero
S.REl.DiacCardm. ,
ac Bibliothecarii V.
Kal. Arcidiacono della lidia Cattedrale, manda-
Jan. indici. ij.Anno Domnitx Jniamationis te le due dczzioni al Papa , allora Grego-
i uà. Pontificami vero Domini Calti x ti 11. rio XX., qudti approvò
Pape anno 4 . Venuto da Nicallro l'anno ijjj.qual do-
Refii intanto conchiufo , che quella Cat- po aver feduto anni 8. cede il luogo a
tedrale è la mcddiina , che 1 antica Tiilùhi- Pietro Salamia Domenicano fanno 1^41.
ìts non portatavi a dritto filo dalla gente di Morì nel 1 j#8., e gli venne fuecclfore
falct>poii;tna rdtiiuitavi da Rapa Callido 11 , Nicolò Andrea d Abbruzzo l'anno mede-
Q_U ALITA. fimo, in cui anche morì, leguito da
Oita ella il titolo della Vergine Adon- Alfonfo Preposto della Chicfa di Lancia-
P ta, e degli Appoftoli Pietro, e PaoloiHa no.Ritrovandoli Collettore dc fpogli ntlliu,
Cala-
. . t
e ndfanno medeftoto gli fucceflè Che poi da li a due anni trasferito nell 'Arci-
Stefano Gufluxdo Romano Canonico di vefcovale di Trani, viene in fuo luogo
S. Pieno. Vide anni 16., e morto lui. Su con- Muntalo Perugino anno
'
Ottaviano 1
Antonio di Paola da Catanzaro trasferito vanni ,cd in San Rocco Oprò , che Monfi-
.
a quella Chiefa da. quella di Nicaflro l’anno gnor Paolo Reggio mandafic fuori alle (lam-
I jzj. , che
dopo lètte anni la rinunciò a be- pe le vite de tre Santi, Vitaliano, Ireneo , e
neficio, dè Fortunato 5 Rifabricò. la Cappelli deli’ ulti-
Gii olamo di Paola (ito nipote , tratlatato mo , e 1 accrebbe d'enuate , è prerogative.»,
anch'egli dalla Chiefa di Nicaltro ì ma pri- affiggendovi il ieguente Epitaho..
ma d prender politilo morì nella Rocca Pel-
i Sacellnm hoc SanBi Fortunati,cjujquc Sacri
luca 1 anno 15 jOi , e gli fucccflc Reliquia iìcattmfiiieolaut Hvtatiut ].yj).Bo~
Angiolo Giraldmi di Catanzaro. E quan- noni enfisele Dei, ir Aptfiolica Sedis gratta B-
tunque la famiglia Giraldina. fofi"c .i A mo- pifeopui Cath.iccnf. Religioni! ergo extruendum,
rìa , nulla di meno pallata anca in Catan- atquc omonimo curavi t, annuii redditiimi , Or
zaro con alcuni Attinenti di Giovanni per perpetui! anxit,aramq. perpetuo privilegio ad
via di parentadi , reftò Cittadina in. quelli. Animai hoc luce perfunìpat miffarum fingala à
Città Di quella dunque divenuta Catanza-
. piacularibut punii h ber ondi 1 ereCfam riti-
telè fu Angiolo , ed io me ne raccordo ml, oonfecravit. Ka!.Febr.M~.DJCCK
uofljo Capuccinocelnome di Bonaventura. Morì l’anno 1S07. dopo aver governato
Prefi; Angiolo il governo di quella Chicli todevoìmente anni aj., c gli venne dietro
ialino r;jz.,eia r/nonzìò l’anno. 15 j^. luti Giufeppc Pifcuglio Maeltro Generale de’
a quelli tempi vedeli la fua fcpo tetra con Frati Minori Conventuali, creato l’anno me-
quello Epirano defimo del 1S07., che muore fanno 1 ff;8, e.
lo fiegue
3oo CALABRIA SA NJT A LIBRO U
Fabrizio Caracciolo Napolitano, creato liciano , Vefcovo di Foligno , Segretario di 1
l venne trasferì,
atino JtSip., fedo anni IO., e Papa l aoloper le lettere Italiane. Fromolio
io in Opptdo nel
, lueeedendo in fuo
jtfzp, intanto ai Cappello il CobclJuccio con tito-
luogo lo di Cardinal di S, Sublima chiamò in fu&->
Luca Cailcllino nobile di Faenza , Domc- cafa Agazio,fcrvendoiénc,ora di Segretario
Jnicano, Procuratole , e Vicario Generale dell' amnaiciate , ed ora di Maeftro di Ca-
jdelia medeiima Religione Reiigipfo d' inli-. mera} ma venuto al Ponccfieato il Cardinal
fgne letteratura j onde llatnpò Ve E lecitone ; Alcltaudro Ludovilio con nome di Gregorio
t'onmfdf ir de Ccuonijatione Sancì ormo In- .
j
XV- , c daini promolfo alla Chicli di Ra-
feinutoh a morte fi ritirò a Cropani , tratto venna il Cardinal Luiggi Cappone , Dezio
Ì
dal motto eredito arca a Fabrizio Valenti- Metnulo Segretario di lettere del fudetto
no, Medico lituitie di quclletì. Mori in ca- Pontefice, amico di Agazio, ve lo intrudili!-
fa de’Coleinini, famiglia nobile di quel pre- !
fc per Segretario , carica, che con molta lo-
te 1 anno 1 6) r „ iepeitito nella Cappella del, de eifercnò lo fpazio di tré anni , c piu , I'
i'Augiolo Cultode, accrebbe continuato, fe morto fuo Padre in
Cenialvo Caputo nobile Napolitano fe- Catanzaro, non gii folle convenuto venirne
gui , trasferitovi dalla Chicfa di S. Marco in cala per gli altari domcttiei Aggiuttatej .
fanno nSji.Ftì intrepido nella difefa dell' le faccende della cafa ritornò in Ruma , e li
Immunità, onde ebbe a patir molto da'Mini- pofe al corteggio del Cardinal Franccfeo
itri Regj}e libcraiillimo eon poveri, Morì di barberino, nipote di Papa Urbano , al quale
Novembre l'anno 1545., venendogli in filo divenuto caro gli dedico li due primi Canti
Fabio OJivadifio Cutunzarciè , trnsfer ito dell' America, non fenza fpcranza di onore-
,
qui da Rovai anno iMpCpù Fidato di mol vole promozione Nel qual tempo aperta-,
,
ia fanti! li di vita, e di gran letteratura nella un Accademia in fua cafa dal Cardinal Mau-
lingua Greca , onde potè in Roma aprirne-! rizio di Savoja, Agazio vi fu ammetto , e vi
publicj lv.uola.Uopo anni dieee di fantifiimo recitò molte fuc compunzioni, iingolarmcn-
goveino,n.oil nel n5 j 5 ., fepellitocol piamo te il dil'corfo dell origine dell' anno Santo,
univcrfale di eiafeheauno, lingolarmcntc de’ che inficine con altri tu dato alle Rampe da
poveri, de quali «» rifugio, Padre, e Pallore: Agoltjno Mafcardi Ma ecco qui un intop-
.
no id<S j.,e fu iepolto nella Chiefa di S.Ago- do la loro inclinazione, era altresì famiglia-
ftino eo|i mirabile coneorfo di popolo, re aD. Pietro, c poi ad Elifabetta Cardmcs,
Agazio di Somma nacque in Suntuari f rimalia vedova di quello . Quella dunque in
anno 1JS1. quantunque umverfalinentc Ili- molte occorrenze raccordando all Amba-
piato Caianzarefe Furono funi Genitori
. feiadorc la fervitìi d' Agazio, e de Tuoi mag-
Marc' Antonio di Somma, e Camilla Ferrari, giori a Borgi , gli partoriva diinottranzc di
ama. due famiglie nobili , Apprelé le prime liugolarifiìmo affetto } che poi fi rivoltarono
'lettere umane in Catanzaro nel Collegio de' a danni dei medefimo Concioliache arden-
.
1 pP. Giefuiti, ed indi traportato in Napoli a’ do le guerre, portate dai Rè Guitavo di Sve-
! fludj piu gravi dell' una , c dell altra legge, zia alla Germania contro Caia d'Auilria ,c
pe preiè la laurea nella Sapienza di Roma , perciò facendone il Cardinal Ambafeiadorc
Fonato dal genio cominciò a frequentar P calde protette in concilloro , fi portò addof-
Accademia degli Umorilli , ed ebbe fortuna fa lo Idegno dei Pontefice sì fattaincntc,chc
di fanngliarizarfi colCavaiiero Gio: botti- fu neccfluato a partir da Roma per Napoli}
v, turino Autore del Pailortìdu , da cui
na cadendo intanto la furia contro degli ade-
f ammcllo nel numero di quelli Accademi- renti del Cardinale 5 l'uno de quali tu Aga-
ci, iodisfatto a pieno dell' ingegno poetico zio ii quale carcerato prima (
avvegnaché ,
:di Agazio. Avvenne , che intervenuto nell' non piu, che per tré giorni), fìi bandito dallo
1
Accademia Montignor Scipione Cobeilacciu (lato Ecclcliattico per ragioni moventi la_,
.Segretario de’ Bre-vi di Pdpa Paolo V.atem- mente del Papa, non ritrovandocene con ve-
1
co, che Agazio vi recitò alcune fagre poe- j
rità Così Agazio feguendo il viaggio del
.
fie, tapito da eotali compunzioni , (c ne con, iuo Cardinale lo ritrovò in Napoli ,c com-
gran lo eoi giovane , fe 1 pol'e in carozza, 1' paflionandologli offerfe l'andata in Spagna
1
limitò a delmar fceo in Monte Cavallo, c F con elfo lui,ed il titolo di Cappellano dimo-
jnntu a r.on partir di Rotnaj anzi per iegar- re dei Rè} ma egli accettato quettu ,
rifiutò I
!
velo finti od bile eon Moniigtior Porfiriu tc- l’altro . Faftiditu adunque di tanti no/olì av-
I
eni-
1 e . . -
viandolo il Pontefice con bocca di rifu, che Pietro , allorché da Taranto trafversj la
li conlcrvade in buona laluic,
ch'egli conlcr- Calabria, o pur, giuda il parere di altri , dal
varebbe la memoria della fua pedona. Ri- fuo Collega Paulo nel viaggio di Atene*! li-
tornato in Calabriaebbc lettere dal Cardinal lialmente, come li piu pcnlano,da San Dio-
Camillo Mclzio , che N. S. l'avca dichiarata nigi Areopagita ncU’ire a Roma : Legganli
« lib.p
Vicario Generale Appodolico,o in Quanto, 010: Battilta Noia (a) , Gabriele. Earriu (b), Iwvo.at.k
o in Catanzaro a fua clezzione , (blende a Girolamo Marafioti (c),PaoloGualticri (d),[ s ’ u “£ {: ,
b 1
quello 5 ma tolto gir lopravennero nuovej ed altri. Io però fiimarei , che da tutti inde- r«i.
lettere di Monlignor Stefano Ugolino , Au- me confermando c lib. 3
gli ultimi ciò, che 11 cra_. cap.Té. .
ditore del Papa, che andaile in Kom J, Andò, predicato da'primii re dandone però la glo- hi», p. •1
com.y.
e dalludetto Ugolino gli. venne apertala, ria aSan Dionigi s che non. pur la refe Dit-
mente di N.S. , che elegga f una delle tré ta Crilliana, ma di vantaggio la fublimò al-
Chiefe già vacanti, o Ilota, o Umbriarico, a la dignità Vcfcovilc, noininandofenc egli
Cari ati Egli feelfe l ultima , c confagrato
. primuVcfcovoschc per tanto l'Abate Ughef
pafsò al poileflb. Così dunque un Papa Alcf. li (e), chiamò quella Chiefa. antichi duri a_,, e TtaU
rom.tj. R-
landto, che fu il VI. fu la cagione dtllc fue. fondata fin dal tempo degli AppuHoli, quan- pifc.Cotr.
didavcnturc , ed un’altro Papa Alcliandro, tunque dopo Dionigi, non nc appaiano Pre-
che fu il VII. gii portò l’clialtazionc -Mor- latiper cinque fccoii apprclio . Per argo-
to finalmente il Vifconti fu dal medcfimo. mento diciò ove la Citta nel mentre fu ido-
Regnante trasferito qui l'anno i <64. , ovc_> latra alzava per iinprefa un Ercole con iti_>
viduto anni 7. riposò nel Signore nel 1 <f 7 mano la fua Immagine in riconofcimento di
e gli viene dietra averla fublimaro a prcrugariva di Città ; in-
Carlo Sgombrino Napolitano , Lettore.» di refa Crilliana non Ercole, ma San Dioni-
nella Sapienza di Roma, trasferito m quella gi con la medclinu figura , con all'intorno
Chicfada quella di Bcleaftro 1 anno KJ72. uuede parole Sum figmm,
: &
V tufui Inani
Morto nel r68d. lo feguì [ìm iffe Crotonii , per gratitudine di averla
portato a tanra dignità..
qua"-
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CALABRIA S ANT A~L rBltoTìT
ritrovò prefente al Concilio Niceno li. fot-
Q.U ALITA’. to Papa Adriano 1 . Ed ecco un altra man-
canza de' Prelati di poco mcn che un fecolo;
A Ltre volte poitò il titolo di S. Dioni- } non appai édo Vefcovi di qpeita Chicfa lino a
gi, oggidì vi aggiunge quel di Maria
g (Tonta, c hi' la cagione, ferivo Paolo Gual-
Niccforo,che lòferilTe 1 ottava Sinodo ge-
nerale celebrar» in Coflantinopoli da Papa
tiero, che Gio;Aiitot)io Campano Vefeovo Adriano VI. l’ anno 8tfp. E niente meno più
della Cittì, avendo c Ipoito fullc porte della grande n è la perdita , qual feguì apprctfo;
Cattedrale f Immagine di quella Verginea, ntptre il primo» comparire dopo Niccforo è
il popolo appigliatoli alla fug divozione.! Filippo Greco F anno 1179. in occafione
jcambiò, o per dir meglio, aggionfe ai titolo di iufcrivere al Concilio Latcranenfe lotto
di S-Pionigi quello di Maria alfontai Così jj Papa Aleflàndro IH., ed è facil «afa, che lo
raccordato Gualtiero. Riipie’nde con lèi di- ficgue fenza interrompimento
gnità, Archidiacono, Decano, Cantore, Ar- N, , quello, che lènza nome foltrive ad un
ciprete, Tcforierp , e Primicerio , clic inde- privilegio dell'anno upp. conceduto da
nte con quindtei Canonici fanno un numero Papa Innocenzo IH. per la Chiefa di S. Pie-
dt aj. principali min litri Vi li aggiungono
, tro di Bolveda, Dioccfi di Palermo. Or ecco
ancora dodeci Cappellani Sacerdoti, Giovanni, che l'anno 1117. mandato da
Papa Onorio IH. all’ Epiro , tolfe di carcere
DIOCESI. Giovanni Colonna Cardinal di S. Prallèdej
fuo Legato, ed alfoilè dalla fcoinmunica in-
Otrone Città numero fa di molto popo-
G lo, e Papanici , aiti e volte fuoViliag-
gio ,oggidì Imembrato can titolo di Terra.
corfa per tal prigioni» il Duca Teodoro An-
giolo Commeno. L'anno ili 9. con 1 Abate
di Grotta ferrara per ordine del fudetto O-
nono vifira , e riforma li Monafier; di Mo-
VESCOVI. naci Greci, e sì gli piacque la riforma, che_j
rinonziata la fua Chiefa , profcfsò quell'
An Dionigi Areopaghi; che quantunque lfiitutodi vivere. Ne ficgue
S dapprima Vefeovo di Atene, così ordi- Mauro Quelli fìi Prete lècolarc della-,
.
nato dall’ Appyllolo S.Paoio, e poi di Pari, medelima CiùS,il quale elfendofi a forza in-
giocosi deitinato da Papa Clemente I. , non trufo in quella Chiefa la governò per molti
per tanto nò potè ellirlo ancora di Coricane; anni, fin che pervenuta la notizia a Papa In.
mentre, come pur lo nota l' Abate Ughcllo, noccnzo IV. l’anno fuo 11. ch cra del Mon-
ia moltitudine delle Chiefe , e )a fearfezza do 12 74 - ordinò con fuc lettere a Fri Gio-
-
de' Pallori in quei primi fccoli tolleravano, vanni di Averfa Frovincial de'Minori, che
-
che un foio Pallore avelie la cura di piu cavato I intrufo Mauro prefigga ai poverno I
fpiritualibus &
lc governò per qualche tempo ; indi partito circmHfpeliim.Quuni, dice Luca Vadingo (a), a rnm.j,
anno
per Roma vi lafciò Pallore un qualche fuo fu Frate Minorcqc di tanta letteratura greca,
difccpolo, benché non appaia, come anco- che l'anno 12.tf4.fu chiamato da Michele Pa-
ra non appajono gli altri Uno a leoiogo lmperador di CoftancinopoJi per-
,
Flaviano, eletto nel 7 17-, o pur 40. come che ncil’idioma greco dichiarane te difficol-
divcrfamentc fi fcrivc; a cui Accede tà dcll'una, e dell'altra Chielà Greca,
e La-
Giovanni quello, qual fi ritrovò preicnte tina. Vi eonfemì Papa Urbano IV., per fuo
e
al Concilio 11 Coltantinopolitano, celebra-
. maggior onore io vi delfino in qualità di
to 1 anno 553. fono Papa Vigilio
’
E qui Nunzio . Traicrivo qui uno Itraccio di let-
.
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DELL’ ARCIVESCOVADO DI REGGIO CAP. I.
,
na Re eiefi a , &
firmato vcflri Domini Sacra- mono gli venne dietro
menti immediate greco audiremus fermane, nec Guglielmo de Franccfchi Napolitano, ce-
non hattrtremus vcftram,& vefirorum Fratrum lebre (jiureconlulto di quell età. Accadde la
flenariam voluntatem. Ipfe autem fpiritu Dei Tua clczzionc Tanno 1457., e la continuò A-
motus in Irac hyeme preterita in sorgi liti Dei no al 1450., Accedendogli giù morto
Cbrifii Nativi calie ad Imperiato noftrurn accef- Giovati Antonio Campano promodb a_,
fit, quo solfo Utati fumai, ac fi fante l'aterni- quella ChieTa 1 anno medcAmo del 14150. Fu
tatis veflrf facient vidcrcmttsi qui omnia , quf il Campano il piu dotto Uomo del Tuo feco-
fune Vera fidei per ordinerà refcrawt,que retti lo i cd avendo governato anni tré vennej
percepitone, &
corde, ir animo ilhtfiratifinvc- trasferito alla Cattedrale di N., Accedutoci
nimus Santtam RceUfiato Dei Romanam Co- . Martino Tanno 14157., ii quale edendo
sì dunque Nicolò travagliando per la Cat- vidiito anni due , e motto nel 14SJ. aprì le
tolica Romana CJiicfa , riposò felicemente porte ad
nel Signore] ma non Tappiamo il tempo del- Antonio Cafaro Canonico Salernitano e
,
la Tua morte; onde gli venne dierro Comiglicro del Rè Ferdinando ; il qualej
Giovanni eletto circa il 1700., qual poi avendo governato dal 145;., il 1475. libe-
muore nel t 746. Accedendogli ramente rinunziò la dignitù , c fu feguito
Guglielmo Canonico, e Cantore di Ve- nellamedefìma da
nofa 1 anno medetiuio del i 74 6., c dopo an- Bcrnardo,il quale poi muore Tanno 1480.
ni due di governo , l'ultimo de quali palfa_> Fit Bernardo Prelato di molto zelo , c non
all'altra vita, lo Acguc fopravidc, che anni cinqueìondc potè venir-
Nicolò Malopvre Canonico ICofcntino , gli dietro
eletto Tanno r 748. VilTc anni diecc , e morì Giovanni Regio Configlicro , trasferito
nel t jjU., c gli viene in Alo qui l'anno 1481. dalla Chieda di Sarno. Go-
Bernardo d Agrculo Domenicano, Uomo vernò anni iy.,c morì in Roma li zy. No-
inAgnc nelle Tagre lettere Dall’anno r ; j8.,
. vembre dei yd. ed ecco
che fu quello della Tua promozione, vite fi- Andrea della Valle nobile Romano, c Ca-
no al i;d;.,e lu Acguc nonico della Badlica Vaticana , eletto nel
Giovanni Frate Minore Tanno mcdefimo i4p(5. L'anno poi ry io. portato alla porpora
del t jtfj. KelìgioTo di gran borni, e lettera- da Papa Leone X. rinunziò quella Chicia ad
tuta Non Tappiamo quanto videi egli è pe-
. Antonio Lucifero nobile Cotronefc , il
rò certo, che gli Accede quale iveata governato lungo tempo in qua-
Rataaldo, qual poi muore nel 1401., Ac- lità di ProEpifcopo a nome di Andrea Fu .
to Tanno tnedefimo gli venne indio Cotrone, ma tutte le'Citrù all'intorno Per- . I
Carlo V.f-mw Jj Ji- v i fl é anni 4- , e morì della Pietà : ornò di molti paramenti la Cat
n.j opde gli venne dietro tediale dopo anni 4. trasferito alla-,
5 indi
I ranéffto Agitone
Spagnuujo Regio Con- Chiefa di Monopoli 5 e per tanto lo feguì
-
figlierò , eletto f anno tjjtf.pu Uomo aliai Toinmafo de Monti Napolitano, Chierico
duipivnite po'® con molta lode, e della fua Jcatino, eletto nel 1599, r-ti ottimo Prelato,
pei'foiia, e della fua Ciòcia intervenire al da- e dopo anni nove di fanti Jimo governo mo-
ga» Lanyilio di Trento. governò anni 8-, e li nei 1S08., repellilo nella Chiefa degli Of.
i iposò nel Signore 1 unno I jdj,, venendogli larvanti ,ehc poi AMiandro fuo fratello ,
dietro I referto delle Galee Pontificie lo trasferì in
Cardinal Mom'ai'o. Ordinò, clic nella Cap- Diego favella Spagnuoio , eletto l’anno
pella delia Vergine , detta dc| Capo nciia^ i<5z,\, Prelato d'ottime parti, e perciò tarif-
Cattedrale , ogni giorno di Sabato lì camalli: fimi» al Cardinal Zapatta V, K. del Regno,
1 ufficio di lei, comporto da S. Agollioo.eoit Vilfe anni due , c
mori lafciandogran fama
ìe fagre Litanie Luivtane Governò co:.~>, dj fe medefimo, fepoho nelia Cattedrale : ed
molto Zflp anni ue«,, e mori nel i>74 Ic- , e eco
pellito nella ina Cattedrale con quello Epi- N'icefcro Meilifeno Commeno , portato a
telio, frittogli da Andrea Nola Molile, Pa- quella Chiefa 1' anno t(?z8. Fu ego per na-
1
//cu pitta?, c cfifias/Lfeu decus oi»nc Si tesi Igmane lettere in Napoli, torto pafsò in Ro-
Mitfiurnt venerande jaces, bai conferii Urna ma nel Collegio greco di S. Atanalio appli-
Pontificale deciti, pontificali s bonof cato a'rtudj piu gravi della fiiofofia,e Teolo-
llociorum exemptar t'r.tum,tu norma ‘orufic/s gia , quali accompagnò colf idioma greco.
gl Qrftaa, &
Catta, (lare Poeta tyra Venuto in notizia di Papa Paolo V., lo liciti-
Te lugent Civcs ornati pretore tmih) no jn Cortantinopoli , ove per anni ìz. tra-
Aiij-, rogo fyrtc trifi: a th/tra fermi vagliando , riddile? molta gente al conofei-
Certa', m/. Uri e xt Olimi
tot tarmine laude intwo della vera Fede, e fingolarmeme quel
gl quia taen tiara funi monumenta toga Patriarca che peto ne fu creato Arcivcfco-
:
Qriftofow Ber urei Spagnuoio feguì, elet- to zelo onde più d una volta gli convenne
5
to l'anno ir;. defimo ( J74. Erc(Te a l'uà pro- (Apportarne da Turchi, e carceri , c flagelli.
pria (pela il Monte della Pietà,per il foceor- Ritornato in Europa paisà per Francia , ove
lo a-- poveri, e morto nei. 1778,, gli venno in molte difpute con Erètici, molti ne traflè
dietro ai Canolichefimo Romano; che perciò Ma-
Marfello Majorana Napolitano, Chierico ria dc'Medjci Reina lo richiefe, che voglia
Teatino creato ranno medefimo 1578, della fermarli in quelle panama egli rifiutato e,»r-
pietre dell' altro . Governò anni tré, e poi tefememe l'invito paisà in llpagna , accolto
venne trasferito alla Cltjefa t) Orlai onde gli con molta amorevolezza dal Re Filippo III.
lutee ffe Ripartito in Ruma fu da Papa Gregorio XV.
Giufeppe Faraonio nobile Mclfincfc, tras- annoveralo tra Prelati Latini i ma ('acceduto
Chiefa di Maf-
ferito qui l'anno ij8o. dalla Papa Urbano fu rimandato in Ifpagna.c rac-
da
ia. Ville anni otto, c fu feguito comandato a Rè Filippo IV. dal quale no- ,
Mario Bolognino da Cajazza Arcivefco- minato venne a quella Chiefa che governò ,
vo di Lanciano , il quale dopo il governo con molta lode anni 7., ac quali oltre la cura
d'anni quattro,fu l'anno tjpz. trasferito all' dclfanime a fe commclfe, che fu grande, ri-
Atcivelcovale di Salerno i refiando perciò ftoròquafi da fondamenti la Cattedrale , ed
quella Chiefa a arricchì di molti vcflimenti 1* Sagre#! a. Mo-
Claudio de Curtis nobile delia Cava, elet- rì dunque in Correrne fanno- 1655 fepelluo
to l'anno medefimo del pz. Fu Prelato di nella Cattedrale colpiamo di tutti , c fu fe-
gran bontà t ma poco potè goderne la lua_, guito da
Chiefa, non vifluto piu,che anni ne, onde Giovanni Pallore Spagnuoio dell' Ordi-
Giovanni Lopez SpagnuoJu Domenica- ne de’ Minimi , eletto /' anno 1 d}8. Fu Gio-
no potè lueccdcrgli nel 159j.hu infigne per vanili Predicatore del Rè Filippo IV. Uffi-
onde die alle iiampc molti v. lu-
letteratura, cio, che cflèrcitòcoii molto Utile di quella
rni,aeeompagnandula con molto zclo.Riduf- Corte Promuifo a quella Chiefa la gover-
.
e
S.Agolijpo , eletto 1 anno tdpo. Dopo aver fi una magnitieentiflima Cappella di marmi,
leduto anni 14. in quella Cattedrale, riposò e pietre mifchie, con l' Immagine in tela di
nel Signor?, c gli Freccile Maria, qual li crede concorde volmentc dì- ,
no 171 f. Dopo uc anni celiò di vivfrej , la Madonna della Dcitria, frequentata aliai
Anlcìmo Lapenna Rpagnuolo, ch'eletto l’ vo jì.j Vergine, e ìuu ottava , qual occorre
jnno 1720. nel 24. fu trasferito in Qirgento sii otto Decornal e , fagro ali Immacolata-,
nella .Sicilia, e a quella fu promollo l' anno Coneezzion di lei . Per il cui accrefcimento
medefuno Moniìgnor Ottaviano Pelèa l'aggregò all’
Gaetano Kofla Portoghefe Minore Rifor- Arcicuntraterniti di S, Lorenzo ni Damalo,
mato , che attualmente la regge , non linai e y’ jllitnl ut) Aitar privilegiato perpetuo,
{ode di buon Prelato,
DIOCESI.
{ IV,
lcrace, eCadcivetere Città, Grottcria,
DELLA CATTEDRALE DI QIERACE.
’Abate Ferdinando Ugbelìi moftrò fen-
G Giojofa, Sidcrno , Bianco , Bruzzan o.
San Luca , Careri , Bovaiino , Condujanni,
L tirc, che Locri , e Grcracq Hate follerò
folle unita a quella.La verini li e, che come Crepacore , Sant’Agata , Carafa , Cafignuna,
Gieraec è il medefimo , clic l’ antichiflfimo Nalde, Fondaco, Bonodare, S.Nicolò, Ardo-
Locri, così una loia fiata folle quella Catte- re, Bombile , Sant'Ilarione , Ciminà , Purti-
drale, detta or* dj Locri , ora di Gicracoi gliuola, Antonimina,lcrrazzano, San Sal-
quantunque ne’tempi piu antichi piu vol- vadore, Rycceìla, Ccrella, tutte, o Terre , o
garnsentc di Locri , cd m
quelli ultimi con- Villaggi,
cui fievolmente di Gieraec i Angolarmente VESCOVI,
dal 1467,, eh’ ella dal rito Greco pulsò al
Latino. Comunque la cola fi andarti: , ella è An Sucda.o Suera dilccpolo nò di S. Paolo,
Cattedrale antich ialina, fondata da San Ste- S ma più rollo di S,Stefano primo Ve Ro-
fano primo Vefcovp di Rcggioi onde fe nc vo di Reggio ì quelio , qual fondò quella-.
crede fuo primiero Vefcovo San Suera, Chiefa per ordine del lùdetto San Stefano,
quelio , che patì il martirio col medefimo che poi la fecondò col fuo l'angue , martiri-
Santo, zatu in Reggio. E qui vengono meno li no-
Q^U ALITA*. mi de' Prelati per quattro lettali } poiché il
primo a comparire dopo San Stieda egli è
L titolo delia fua Cattedrale è la Vergi- Bafiliol’ anno 4jt. di cui lì ha memoria
I ne Adonta in Cielo, ferma da fei Digni- nel Concilio Calcedoncalè, celebrato in det-
tà, Decano, Cantore, Archidiacono » Arci- to anno fotta Papa Leone I.Ella è faeil cola,
prete, Proronotario, Primicerio} col iuo Te- che lenza interrompimento l abbia feguito
luiicro, e Maeftro di cerimonie, ed altri lè- Pietro, il quale 1 anno 487. fi ritrova pre-
decj Canonici. Quella Cattedrale è l una_> fctlte al Concilio Romano lotto Papa Feli-
delle prò infigni lùbriche della Calabria.Stl ce} e pure non è cola difficile , che a Pietro,
fituata in tré corpi per lungo , fra’ quali il , folle l'ucceduio-
meato è il maggiore ,
follenulo da 24. Co- Bafilio fecondo} poiché t anno joz.foltri-
lonne di fmifurata groflèzza , con altezza-, ve al Concilio Romano lòtto Papa Simma-
propurzionata,nel cui capo fnuata fral'O- co. Qui sì ,chc s’ interrompe il falò } non-,
rieme, el mezzogiorno ergefi l' Aitar Mag- apparendone memoria, che in
giore , eonfagrato alia Ridetta Vergine Al- Marciano l'anno jpj, l uno de’ Congiu-
luma , fra due organi , da’ quali ne’ giorni dici nella cau fa. di Bonifacio. Vefcovo di j
piu {blenni fi cantano gii uffici Divini. Il futi Reggio (a) . Ed ecco !
s. c,«sur.
lavoralo coll intreccio dell'iftorie dell’uno, al Concilio Lateranenfc furto Papa Marti- d.è.
Lewwio ckuo dal Clero l' anno 1119,, e ra qnd di 0. Colmo , e Damiano Governò.
confermate da Papa C4lifto II. £’ fonante anni 14., e gli venne dietro
fama, fh' egli abbia edificatola Chiefadi Bariamo primo nei 1 joj., il qu 4 e Clfendo
S,f hippy, e
mor'o
Girolamo , Vi (le anni 40, ,
anno 1 1 jp-nofi so chi gli fu Rece-
^ vilTmo jn quello governo anni 9. con faina
l' di prudenza/ iposo nel Signore fanno lira..
duto} etti» cola C, che poi vien dietro Recedendogli
tuilaflo Cittadino, e Teforjero della Giovanni frifeo Cittadino, Monaco Baii-
Cat-
tediale
,
dpttp dal Capitolo f anno j i 7 g. Jiapu, ed Abate di S. Filippo Argirò , eletto
ehepoi conferma l'anno medefimo Papa dal Clero,e confermato da Papa Clemente V,
Aldi andrò ULSedc anni iS„ e fu feguitu da fanno 1 j|i. fu in molta (lima del Rè Ro-
Kkoiò poji
J^gJò DoJtÌDarria.
Darri#, rie/fo l’annn
cj^to l’anno f IP4.P4. berto, onde potè impetrarne molti privilegi
pa Innocenzo 111- gli icrivc una lettera con- per la fua Chieia. Vide lino 4 134»., e
no Morivamo gii Tcommonic«todìtin)o,ei)e mono ebbe fncceflòre
abbi» regnato anni diece, mentre gli Recede Nieolò IV, trasferito qui dalia Ghie fa di
Eaftlio 111, eletto l'anno 1*04. j?ù Baiìiio Bova, Conciolìachc morto il Trifeo , il Ca-
Canonico di quella Cattedrale di molti la- pitolo clclfe Andrea Primicerio} ma non et
lenti, qn 4 e dopo il poweficato di anni 7.
4 lcndo piaciuta quella clczzione a Papa Cle-
viene in dio mente VI- l'annullò, trasferendovi da Bova
js'ifo fletta nel i»jr-,iJ quale poi avendo Nicolò.il quale però non fopravìflé, che po
governato anni g.,e morto ncTztp.lofieguc chi men, dando luogo 4
Nicolò Jl„ eletto 1 gnno njedcfjmo ni 9. Bariamo li. Monaco Bafiliano in Copre f-
Governò anni diefe, e riposò nel Signore fino, Dicceli di Mileto , del quale vedi 1 «_»
Recedendogli
nel 117.9,, Calabria erudita, e la fpogliacaj vilfc cariflì-
Nifo Cittadino
II. m
detto anno , Vide mu al Rè Roberto
dal quale uttenne la re-
,
lodevolmente anni cinque, e morì nel 1^4., flituzione delle decime della Grotteria alla
onde gli venne dietro fua Chicfaì ed avendo feduto anni otto cede
Collamino l' anno medefimp 5 Prelato di il Rogo a
'ama umidi , che altre non erano le r-_, Simunc Greco ColUntinopolitano dell'
ifcrizziqni, che di £go impcrftGfui Conflanti- Ordine di S. B#filio, eletto fanno 1 jo.,Pre.
j
mu, Non governò 4je anni trè,e gli Recede lato di molta cijcmplarìtà } perche Come fe
Nicolò ili, eletto lamio jaj7- , di cui la folle femplice Canonico affifleva al Coro per
vita non fu più lunga nel ponteficato dell' ciafeheduna dclfore Canoniche, e nulla del-
altra deir Aiufccijore f entrate ratrcncndo per fc,diftribuiva il tut-
, eilendo morto nel
1140. onde fu fegujto da to «poveri Regnò con gran fama di vino
.
Paolo nel medefimo lup, Regnò anni lìn'aU’atmo i}«s., e quindi fu trasferito al-
cinque , c riposò nei Signore ne laac. ve- la Chicfa di Tebf ea ecco :
CO] piombo -Vifle anni 8., Iceuitoda Chic fa di Siponto. Governò anni io. con-,
Paolo 11., eletto ne t z#o„ Prelato di mol- molta pietà , e venne trasferito ali' Arci ve-
to zelo, e prudenza , Fgbricò ip Caftelvetere fcovale di Reggio, Così dunque
il Mvnafteriodi
Monache Carmelitane, dei- Amerigo Cantore di Bilignano , e Vicariq
to di V al ver de j ottenne dal Rè Carlo Generale di quel tempo in Reggio , Viene-*
primo
s ,
morì fepcllito nella Cattedrale avanti l’Im- ed avendola tenuta pochi meli la rinunziò aj
magine di i. Crifanto; ed ecco Girolamo Planea Romano, trasferitovi!
Atanalìo Calciopolo, Uomo Codantino- dall' Arcivefcovale di Amalfi l’ anuo t 19.
y
politano. Quelli ritrovandoli Abate in S. Ma- Governò fino ai 1 5 J4-, nel qual tempo clicn-
riadel Patito , intervenne al Concilio Pio- ]
do morto in Roma ne ripigliò l'aminuiidra-
tentino, dove avendo prefe le parti della zione il fudetto
Romana Chiefa , s'obligo la bcncvoglicnza Alelfandro Cardinal Cefarini , il quale te-
onde ne fu promoflo a quella Catte-
di tutti, nutala fino al ly j 4 ., la cede a benefi-io di
di ale l'anno 1461. Sotto di lui li tulle il rito Tiberio Muti Romano Canonico del Va-
greco, e s'introduflè il latino in quella Chic- ticano , che poi l'anno 1 jjz. vien trasferito
la, ch’accade l'anno 1472., c di vantaggio le in Affili, aprendo le porte ad
le aggregò la Cattedrale d'Oppiao,che poi Andrea Candido Siracufano Cavalier di
la dilciollé anni fellèma appiedò Papa Pao- Malta, fanno medeiimo del yz. Prelato di vita
lo III. Pò Prelato di fantidinu vita così,che incolpata.liberaliffimo con poveri. Mori nel
molti anni dopo la fua morte fu il fuo cada- 1574., fepellito nella Cattedrale, onde feguì
vere ritrovato incorrotto ; onde Ottaviano Ottaviano Pafca Genovefè eletto l' anno
Pafca ne rinovò la memoria, con la qui fotto medeiimo del 1574- Pii Referendario dell’
Epigrafe in un Palaitro della Chiefa . una, e dell'altra legnatura, e nipote del Car-
D. O. M. dinal Simone l’alea .Tratto dal dclidcrio
Atbanafto Calciopolo Confi antinopoli tatto, dell'antichità fè una diligente raccolta de’
qui Pio ll.Pont.fiycraien.Epìftopus faÒus,Gra- Vcfeovi fuoi Prcdccelforì così, come defuoi
taq.Ecclcfia in Romattum Ritmi immutata, vir- Metropolitani Viffc anni 17.000 molta fua
.
cutum fuarum veftigia imfrejja reltquit ad imi- lode, e morì lèpelliro nella Cattedrale l'an-
tatiouem,OSavianus PafcoGcuuettfis Epifcopus no 1791-, venendogli in nlo
anno 1584. pofmt . Scdil annoi XXA i l. , obiti Vincenzo Bonardo Domenicano, Maellro
pridte nonas Novembri 1497. del fagro Palazzo, Uomo dotto , che lerilfej
Indi l'anno i 5yt. alcune perfune gravi al della virtù dcglAgnus , Governò anni 10., e
numero d’otto con la dovuta licenza di Mou- morì nel 1S01., feguito da
lìgnor Vicentini riaperta la fcpoltura, il tro- Orazio Mattci nobile Romano, eletto fan-
varono dentro una cada di legno d’Aòatc no medeiimo i 5oi. Pù Prelato domeflico di
vellito alla pontchcale , incorrotto , ma al- Papa Clemente Vili. ,c per lui Nunzio ito
uanto diflcceato,di datura breve, volto mae- Vinegia.Morì in Napoli li 1 j. Giugno del
3ofo, qual portava un che di contento, c ri- 1 5xz., fucccdcndogli
ferito qui dalla Chiefa della Rapolla l'anno lo attefe alle fcuole de PP. Gefuiti , de quali
1497. Sedè lino al 1505.; onde l amio mede- poi adulto vcflì l'abito; qual poi abbandonò
fimo ne prefe l'amminidrazione a richieda di Marcello fuo fr afelio abi tante
Oliverio Caraffa Cardinale ; il quale però in Roma, con pollo albi onore volc;dal qua-
a capo di pochi mefi la cede in beneficio di le ancora venne tratto all' ufficio prima di
1508. fu traportato alla Chiefa di Catania. morto li iy. Agodo dell'anno medefimo, fe-
Succede dunque guito da
Bandinello Sauli Gcnovefc , trasferitovi Giovan Maria Belletti da Polono, Diocc-
l'anno 1509. dalla Chiefa Milevitana . Patto fidi Vercelli , eletto nel i 5 zy. Fa inlìgnej
Cardinale da Papa Giulio li. fu tolto dal- nella letteratura sì legale, sì teologale ; on-
la foggezzione della Metropolitana di Reg- de ltimpò Dijquifuionct Clericolei ; Morii
Qjj » U
a . .
a* eletto l’anno 1571. Dopo non faprci Città Giovan Tommalo Perronc fuo Vci’co-
qual tempo fu privato dalla dignità Vedo- vo , afiìgcndolc nei f'rontifpizio il fcguentc
vile, e mori n- n Vedovo, nè in Gerace. Epitafio
Tortimelo Caracciolo Napolitano Mona- Peno, ir Paulo Apoflolorum Principibus di-
co Bcnedctttino, allumo a quella Cattedra il caiam Catbrcdalem, ab Agarenis dirulam , ab
188} .dopo zz.mcli cede il luogo morendo, Aumburga , Rogati Normanni nepote anno M.C.
Domenico Diez de Au* Sacerdote di A- refeSam, Sutmnorum Pontificum Marcelli II.,
verfa, creato l'anno 11187. pii Prelato mol- tir Innocentii IX. Prafulatu decorai am, anno &
to inclinato alla milèritrordia verdi i fuddi- M.DCXXXVIII. cum Civitate terramotu col -
ti, Padre, c T
utelare de’ poveri. Riposò nel lapfam } Jo: Thomas Pirronut Roffanenfts Jo\
Signore il 1729-, c gli venne dietro Laurcntii fili ut avita pietatis Ama Ut or , ir
idclfonfo del 1 ufo Napolitano, Monaco Urbani Vili. Benefadoris fui monitu celeri
Oli vetano, creato l'anno i7jo.l’relato com- cxcquutus obJequio,in commodiorem locum, n 0 -
mendabile per zclu di giuftjzia , indcfcflb bilioremque formam proprio are trinfluUtJm-
nelle lagre funzioni , ed amante della fua_. davit , di tavitque anno fal.M.D.C.LII.
Chieda, avendola decorata con dintuofe fa- Prtfhlatus fui IV.
laiche, c ricchifiìmc fuppellettili. ''araar
» » V<»,
/rateo*
.Ars afe* A*»
Vfwmr
DIOCESI.
nea.'f 1
f.
DELLA CATTEDRALE DI NICASTRO. VT Icaftro, Mayda , Ferolcto , Marccllina-
ra,Tiriolo, Migliorine , Monte-foro,
E nonè mcnfognicra la fama , fu quella San Eiaggio, Zang arena. Vena,
Serrafirctta,
S Cattedrale fondata fin dal primo lècolo, Amato, Corrale, S. Pietro, Curinga, Jacorfo,
per ordine di San Stefano primo Vedovo dt Acquania, Città, Terre, e Villaggi al nume-
Rcggio,allorchc vi mandò a piantare la Cri- ro di 17- come li vede
llianaFedc; ma folto nome di Lilìaniaicon-
;ioliaebe,come io la difeorro nella Calabria VESCOVI.
abitau^benche la Città folle nomata dalla
fua paniera fondazione col nome di Nica-
llros p_erò rimalta gittata a terra dal tremuo-
to.liicceduto nella morte di Crifto,e poi ria-
A Ndrea,di cui
nica di
Bafilio Ginofio oltre
fi
Taverna
fà racconto nella
,
li
Cro-
contemporanco a_,
lodo.
bitata in quella parte, qual oggidì li dice la Riccardo Vefcovo Latino, pofiovi da Re-
Terra vecchia, prefe il nome dì Lilliinia,cioè becca nipote di Roberto Guilcardo.
in latina favella, Curar, &
iriftitiam folvens, Errico- interviene alla conlàgrazione del-
come fe con quella nuova pianta gli abitato- la Chicfa di San Stefano del fiofeo, fatta da
ri li fodero tratti fuori dalla grave triftezza, Archcrio Arcivefcovo di Palermo li 1 j.
ov’ tran caduti per la rovinata lor Patria.,} Agoflo del 1094. Continua la fua memoria
benché poi riabitata nel lito, ov'era prima, nel ma. foferivendo ad una donazione in
ripigliato abbia l'antico nome di Nicaftro. beneficio de’ Monaci Baliliani del Patirai ed
fu dunque quella Cattedrale altre volte col oltre più fi Rende , cioè al 1122. ritrovatoli
nome di Lillània , così come l’ accenna Ite, pre fonte alla confagrazionc della Cbicià di
Cronica di Taverna , c fondata da' tempi Catanzaro,fatt3 da Papa Callifio 11 ma non .
più antichi, come lo difeorre l'Abate Ferdi- so, fe con qualche frammezzo , coni’ è più
nando Ughclli } benché poi rovinata nell' credibile, lo fiegne
nnivcrfalifiime inòdazioni barbare del circa Guidone } quello qual fofcriflc al Conci-
V 5° non riforfe,che ai regnar dc'Normanni. I
lio Lateranenfe lotto Papa Alclfandro 111 .
l'an-
. . 3
privilegio conceduto dall Impe- i jjz. (e) jLo iiegue , ma con incertezza di
prefeote ai |
vanni a Fiore, e poi alia conlàgraztpnc del- Nicolò, il quale l’anno IJ44. clTcguifceo
la Chiefa di Palermo l'anno 1199.
Dopo a Lune leucre Commjlftunaii a favore del
Ai perfottam tuam cum ba- Paolo eletto nel fudjtto anno 1418. , il
, Inai. j Nicolò Iil (a) : ,
<
,
Antonio Lucido Napolitano, traportatovi
: Pietro delia Scalea Frate Minore . eletto
l’anno 1490. dalla Chiefa di Nicorcra.Muo-
dal Capitolo, e confermato da Papa Giovan-
1
ni XX
il , l'anno medefimo dei 1
jzo., cattate re quattro anni apprelfo, feguito da
Bartolomeo di Luna , eletto nel 149j.P1
altre due elezzioni, fatte dal Capitolo
fieno.
*>
ilb) Ville Pietro anni tré , cd effendo
morto Prefetto di Cartel Sant’Angiolo in Roma, uve
ad nun ' ' ,
parimente muore due anni apprelfo fepelii-
aan.n.Jf. (gli venne di aro ,*
,
te
5 , c.
drita, eletto nei 1 y ;o., con difpenfa da Papa tro Uùlmn fuperftei Fratri unanimi F.C.
Clemente Vll.di poter anche tenere FArchi- Alellandro Rovalio fucccde allo Spinelli
mandritato! ma poco la durò! fuccedendogli l'anno iy8z. , ed avendo regnato non più,
l'anno mede-fimo del 30. che tré anni ebbe fucceflore
Filippo, di cui non fi ha contezza alcuna Clemente Iiontedozio da Monte falco ,
della fuaperfona Viflo anni tré, e morto ri-
. General de' Minori Conventuali, nel iy8y.
tornò quella Chiefa al Cardinal fudetto , il Viflè anni nove, e gli venne dietro
quale lanno (ledo del }}. la cede a Pietro Prancclco Montorio Romano , fi-
Nicolò Cittadino di Reggio! il quale non gliuolo del Marchcfc, eletto l'anno 1594.
clìcndo v ilfuto più che meli lètte, lo feguì Chiaro non meno per la nafeita , che per la
Paulo Capifucco Romano , eletto l’anno dottrina, avendo feduro anni i<5 liberamen-
.
jy jj. Prima d'aver quella Chiefa fu Cano- te rinonziò fotto Papa Gregorio XV. , lè-
nico del Vaticano, Auditor di Rota, e Deca- guito da
no, Prefetto della Signatura! dopo l’acquillo Ferdinando Confatone Napolitano nel
di quella , clfercitò la carica di Vicario Ge- 1S11. Viflè anni tré, dopo de 'quali ebbe fuc-
nerale fotto quattro Pontefici Leone X. , A- ceflbre
driano VI., Clemente VII., c Paolo 111 ., per Baldafarrc Bolognesi nobile Bologncfc
i quali ancora ebbe la Legazione di gravilfi- General de’ Ser viti , eletto nel 1 414. E u ca-
mi affati Mail in Roma il lyyp fepolto
. . riflimo a Papa Gregorio XV. dal quale era
con gran pianto nella fialìlica Liberiana, con flato creato Commendatore perpetuo di San
quello Epitaffi) Spirito in Saflia , e Protonotario Appoltoli-
D. O. M. co viciniflimo al Cappello . Governò con
Paulo Capifucco Epifcopo Neocajbrenfi, Pica- molta moderazione di animo anni cinque,
rio Papa, Kotf Auditori, fubfignandifijuc gra- morì fèpcllito nella Cattcdralc.Ecco in tato
ti f refcriptis, Prapoftto plori busLegai ioni bui Aieflandro Caflrocane nobile da Fano ,
perfundo . Joanncs Antonio! Cardinali! S. Pan- eletto nel 1 Szp. Referendario dell' una , c
erai ii P attuo benemerenti pofuit . Obiit annum dell’ altra fognatura, Luogotenente del Car-
agensLX.XUI.id. Augufli M.Ù.XXXIX. dinal Vicario di Roma: creato Vcfcovo.co-
Marcello Corvino da Montepulciano per- me li è detto , fu dcllinato Nunzio al Duca
ciò fucccflè 1’ anno mcdelimo del 1 jjp.,che di Savojainel quale impiego confummati an-
poi l'anno feguenre trasferito in Reggio di ni tré, liberamente rinonziò.dando luogo a :
Lombardia, ed indi fatto Cardinale , fall al Gio: Battiila Curiale da Siderno , che lo
Ponteficatocon nome di Marcello IL, onde feguì, eletto nell «}a. Non viflè, che altri
:addc amminiitrazionc di quella Chiefa
l' tre anni, e morto fu feguito da
I- anno 1 540.
a Domenico Ravenna Romano l’anno 1 S jy
Giacomo Cardinal Savclli , il quale dopo il quale effondo vifluto anni due ccdè il
a F.plf
onde tu quelle cure io tempi sì calamitoli anno qpf.U) inlieme con altri Vcfcovi della «i. itti.:
liposctad Signore, fepeliitu nella Cattedra- Calabria, Congiudice nella caufa di Bonifa- indiO-i.
qui canftt in Urite patroanandis fummo infe- fuggiongo, che non di là del 1 }p.ma di quà,-
rni ,& eloquenti t laude floruit , mox ai Neo- fuppolte le due cole, quale io difeorro nel- )
caflrenjet infulas eveBus , temmotu , Patrum la Calabria abitata (b) ì la prima che di Et a b part.;
nura.
memoria tonfo maxime /egionem vallante, fer- detto tempo, Mcdama non Nicotcra li dice-
verne ipft in‘er collapf* Urbis ruinas Inco- va quella Città j e l’ altra , che quella Chicfa
lumn , Cr chic foff itati Ctvium confutati, no- andò Tempre fin dal fuo primo principio col
viter nobilittm iifjentientium federali! fubinic nome di Nicotcra, mai con l'altro di Mcda-
fimuli at/bui ,poflnmò etcrùdf oviumfaluct {ra- ma.f ù poi difmclla con altre nelle univerfa-
mni! din pcrfunBus, peraterbo omnium J'enfu , liffimc (correrie de' Barbari , accadute dopo
ac lairymitelatus.joatmes Baptifta Mandofiut il poo., ma ripigliata nel riallètto delle colè,
Pater, Marce llus Frater fi Ito, &
Fratti Beneme- pù la feconda volta fopprefla dalla Santa Se-
Bichi. Pù Prelato molto duna nella facoltà nitenza per Tue colpe, onde Papa S. Grego-
legale , e zclantiflìmo dell’ Ecclclìaltica Im- rio ordina a Ruffino Vefcovo di Vibona_i,
munità . Dopo p. anni di lodcvol governo, che vifiti quella Chicfa, c vi urdini Sacerdo-
morì a xi. Aprile del 17JI. cadendo la_. tiper la cura delle anime . E qui mancano
Cattedra a per quali tré fccoli li nomi de' Pallori, quali
Pranccfco Maria Loicri da Badolato tras- fcguirono appreffo > cioè fino a
ferito qui dalla Chicfa di Umbriatico P an- Sergio , il quale l'anno 787. interviene al
no j 7 j i . Spiccò nell' affabilità verfo i fud- Concilio Niccno IL, c Generale VII. folco
diti, e nella carità verfo i povcrii onde li ac- Papa Adriano LQuì altresì mancano li nomi
quiftò l’ amore de’ Tuoi diucefani . Riposò de 'Prelati per un leccalo in circa, fino a
nel Signore a X4. Dcccmbrc del I7jtf. , c fu N- Quello , del quale Icrivc Paulo Gual-
fublimato tieri (c),che prelò da’ Saraceni, e perfuafo a C lib.p
Achille Puglia di Laurino l'anno t?j7- rinegar la fede di Crifto > perche nienteme-
Prelato , che con vigilanza governa il fuu no Itiè Tempre coltante nelia confcffionc di
grege. quella , attaccatolo ad una coda di cavallo,
#. VI. tu ftrafeinato per lcpubliche Brade, cun la
CATTEDRALE DI N1COTERA. Tua morte circa il poo. Qui parimente giac-
que lènza Pallore queitaLhicfa fino al Por-
E prime memorie quali apparirono di ger dc'Normanni , e pur da qui avanti per
L ,
1
lungo tratto di tempo mancano le lur rnc-
morie, fino a
Tan-
^ , -
* r jqj
, J* annQ xi8tf. interne $oa Je due mogli tpltc, gli convenne prima urte,
Filippo Vy^ovp 5)1 Squille, y Giovanni Berne da Roma la difpcnza. Regnò anni' jo.,
VyKovp pi Ccfalu corona in Kè <ji Sicilia.,
P morì ne i 57*0 posi dunque Venne io filo
£i ? <.omu,ngliuols) di Pietro Ee di Aragona. d-conaido Liparolo da Malfa , eletto Fan-
N, queliti, che per discordie civili tu da no lleflp del ijVj.ÌFù celebre Giurcconful-
propr) Cjttadmi uc'ufg , onde in pena d’ un w di quel fceojo , e mancato di vivere ,
*gli
tanto facrilegio )a Città rimafe priva della-, fuloltjtuiro
pictogatna yclcoviie , qual poj yj pimene Lue Antonio ReOada Montugnana , tras-
Papa Bonifacio IX. l'anno fjpi, per Jc rc'- feritovi dalla Chiefa di Caltro nel 578.,chc
1
piitatc ri-bielle di tingo Sanfcvcrìno Conte poi .traportarp nefF altra di Andria rellò
,
Pi M
lieto, p Signor del JuogtH ed il primo a quella ad
comparirvi fu' Otraviano Capece Napolitano^hcne prts-
"
Giacomo nativo di S, Angiolo de' Lom- fe il polle Co Fanno 1582. Scrive
di Juj Fili-
bardi Eremitano di S. Agollino , ciato fan r berto Campanile, che Papa Clemente Vili,
ilo ijyi, , Uomo veramente iniigne nella-" ritrovandoli impegnato nella guerra di Fere
pietà, e nella dottrina , e tale , qual li conve- rara, Ottaviano non richiedo gii regalò al-
niva nella congiuntura d c tempi . Ville an-
’
cune tmgliaja.Clcfqcntc fodisfatto del dono,
pi I5.,egli fuCeplTe lodò mirabilmente il donatore in pubico
Pietro eletto nel
,
1407 , il quale avendo Concillor.o, fpggiongcnùo, che quando cosi
governato anni otto ebbe fticcellorc avellerò fatto gli altri Vefcovi.averebbe po-
•
Clemente da Napoli Frate Carmelitano tuto fare Fimprefa di Terra Santa yiife
. an-
p.,11110 ) 41 5., al quale dopo il governo dai- ni J4., e morto nel ttfit?. robe futcelfore
ni urt armi , vien dietro Carlo Finto nobile Salernitano l'anno mc-
Jvi, lippa nome, e cognome, si della pedo- delimo Uomo chiaro, non meno per ia na-
.
na della pania, non làpendofenc altro, le feita, che per la virtù, e per fa prudenza.Sot
, jì
non Ibi, che abbia fpduto dal 1415, al n;z., todi li 20. Giugno dei iifj8, fopprefa da’
lui
nel qualanpo venne follituito Turchi fa Città, egli non malico d'adempire
f loridazio Prelato di lunga vita , avendo le patt dortimo Pallore. Governò anni 2S.,
i
feduro anni 20., cioè dal 14}!., qual fu 1 an- e morto fu fepcllito nella Cattedrale, venen-
no della fua elczzione al 1452. , che tu 1 al- dogli apprellò
tro della morte, onde gli
veline in pio Cam ilio Baldo, eletto l’anno 11745. Fu ce-
Franccfeo, eletto Fanno medclimo del 52, lebre Giurifta in Koma,cari(Tìmo
4 papa In-
Governò anni Miro, e ripofando ne} Signore nocenzo, dal quale lenza lua faputa fii pre-
gli fuccede _ mono a quella Chiefa, nella quale avendo fe-
'
Filtro balbp Veneziano nel 1461., Prela- duto anni cinque morì Fanno i «50. . repelli-
to di molta vino , ma di poca vita , avendo lo neila Cattedrale, e fu feguito •
04
appena villino un’ anno ; onde gli venno Lodovjco Conto floreni di nuova, Città
dietro Dioccli di Fermo , eletto nelf accennato an-
Francefco Broncia, Monaco Cidcrcicnfc, no della morte del PredecelFgrc Uomo no-
,
(TÀmalli, detto l'anno 14.d2.M0ri nel 147J., bile, e letterato, future dello Scudo Laure
ipfcefforc tano, Grand’Avvocato in Roma e
f d ebbe , Prefetto
Nicolb di Cjuidicone,Archidiacqno di Luc- di Papa Innocenzo X. , dal quale come per
,
ca Fanno medclimo , in grazia del Eè l crdi- forza venne promoflo a quella Chiefa, qùal’
pando jl Vecchio. Sede anni dodeci, lafcian- avendo governato non più, eh un fol anno
do rii pii) vivfre nei 14S7., onde }o leguì mori, fepcllito con |c lagrime di rqtti onde
j
Autonio Lucido .Napolitano ne' j 4.S 7. , il gii venne cjietrq
quale poj trasferito alla Chiefa di Nicalìro, Ercole Coppola da Gallipoli eletto
, Fan
apri le pone ad pò itSjl.j Ville anni 7., e morì ne’iffy8.,fuc-
Arduino Pamalcpnc Canonico Padovano, pedu togli
che ventri) Fanno 1490. VifTe lungo tempo, «1 Franccfeo Cribario di Cofenaa eletto
Fan-
ed effendo uggimai decrepito chicle , ed ot- ali no 1558. Era Parroco di S. Nicolo in
tenne il Coadiutore, che fu Arcionibus in Roma , e infìgne Dottor di
Giulio Cefare di Gennaro , figliuolo di Leggi Morì pel l<f«7.fcguitandolo
,
piaeom' Antonio Conte della Città, Fanno Gio: Francefco Biancolilla Cittadino e
,
Quelli dunque perla mone di Al duino Canonico d’Averfa, creato Fanno incùdini»
15 17.
governò fino al 1 J }ó. , fi quale poi fucccfle del «7. Morì foverphiato dall altrui violen-
Princivallc di Gcpnarp , fratcljo di cITq za nel idtfp., onde gli venne in filo
Giulio Cefare, Fanno medclimo eletto. Non Francefco Ruriconio-Siciliano dell’ Ordi-
SÒ quanti anni ci (ia yilFuto , *ò bene , chea ne dc’Minimi , Parroco di S. Andrea de)le_»
fucccrfutogli Fratte in Roma, eletto il 11770. Avendo go-
'
Camillo della mcdelima famiglia, vide tino vernato anni 20. riposò nel Signore il itSoo.
al 1542.50 venendo menu ebbe fuccefibrej fuccedutogli
(Tuo fratello Bartolomeo de Ribcras Spagnuolp
dell’
Giulip , il
quale ritrovandoli Bigamo per Ordine di S. Maria della Mercede , Maefiro
, .
nimi di S. trance (co di Paola, Lettore giubi- nonici.Nota Girolamo Fabri (a) , che quedaj m™. “
lato, e due volte Provinciale , Teologo , ed Dignità col nome di Cimeiiarca , che vai
Effaminator Sinodale dell' Emincntiffuno tanto, quanto Cudodc della fagra Suppcllet-
Pignatelii Arcivcfcovo di Napoli. Dopo un tile, oggidì non fi ritrova che nelle Metro-
,
locfevol governo danni lètte riposò nel Si- olitane Greche deirOrienre.e delle Chiefe
gnore l'anno 1714. occupando la Cattedra Earine in Milano, in Napoli , in Ravenna , e '
fee con fabrichc, ed altri ornamenti. N.QuelIo,chc per ordine del Rè Carlo II.
traporia dal Greco nel Latino ajcune opre
f. VII. medicinali; ma perche cgl'é povero affai, or- I
Sùno-
!
CALABRIA SAGRA LI BR p II.
Simone Corvo di Giovinazzo, eletto 1 an- Andrea Canuto di S. Eipidio Piceno , nel 1
no 1400. Fu Prelato di lunga vita i poiché iy8j. Ebbe un pontificato di anni za. , e_*j
governò anni zj. fuccedcndogli morì in Roma kpellito in S.Maria de’F mu-
Antonio de Carolei nobile Gofentino 1 an- ri con queda ilcrizione.
no 1424., che poi l'anno i42p.trasferito alla ila babitabo , quo ni am elogi eam Andrene .
Chiefa di Bilignano , lalciò quella per Canuto ex Sanilo Eipidio Fuciliti EpiJ'copus
Tommafo, il quale appena vi compì l'an- Oppidenfn Obiit anno Domini M.DC.V. r ta-
.
poli, eletto nel 144 9. Fù d' intigne letteratu- to gli venne approdò
ra Greca, Maertro di Papa Nicolò V .Gover- Fabrizio Caracciolo Napolitano , trasfe-
nò anni ij. , dopo la cui morte Papa Siilo ritovi da Catanzaro l' anno r 5 ,o. , che poi
IV. toltone il rito Greco Punì alla Chiefa di morto fanno feguente ebbe fucceliòre
Gierace, correndo gli anni 1472. Morto in- GioiBattifia Fontano nobile,cd Archidia-
tanto Girolamo Pianta Vefcovo di Giera- cono di Pefaro, eletto nel idyz. Prelato de-
ce ; e caduta f amminiilrazione di quefìa_> gno di molta lode, sì per l’ opere di pietà, sì
Chiefa al Cardinal AlclfandroCefarinii dall per l’ intrepida difefa della giurifdizionc Ec-
a due anni Papa Paolo Ill.lc didimi promo- cleliadica. Regnò anni 30 . , e morì , fepclli-
vendo a quella di Gerace Tiberio Muti , ed to nella Cattedrale,onde gli venne dietro
a quella di Oppido Paolo Diano Patrizio, ed Archidiacono di
Pietra Andrea de Ripanri Prior di Jcfi Reggio , eletto l'anno 1SS5. meritò di elfer
1
’
anno ij j<5., il quale però lènza pur veder- chiamato Parer Pauperum, Orpbanorum.Ri- &
la muore in Roma l'anno medefirno ,
fcpcl- posò nel Signore il itìyi. iùcccdutogli
Jito nella Minerva; e dopo la vacanza di an- tg Vincenzo Ragni Napolitano ‘dell’ Ordi-
ni due fuccede ti ne Caflìncfc , eletto il if>7j- Fu acerri-
Afcanio Cefarini nel 1 558. Governò anni mo Difcnforc dell'Immunità Ecclefiadica ;
quattro, ed elfendo morto gli venne dietro e morto il iSpz. lo lèguì
Franccfto de Noèìucis Archidiacono di Bernardino Plaltina di Fufcaldo ,
Corret-
Mileto nel i 542. , ed edèndo vidiito anni tor Generale dc'Minimi,creato fanno 1594.
fei,loficgue Fu Prelato di fama vita , e dopo tré anni di
Tommafo Cofèlli da Rodano dell Ordinc governo cedè il luogo a
dc'Predicaturi , traportatovi dalla Chiefa di Bizanzio Fili nobile , c Cantore di Alta-
S.Leonc l'anno 1 548. che poi l’anno tyjo.ri- mura, eletto l'anno 11597. Dopo diece anni
padando a quella della Cavaci portò approdo d’ irrcprenfibil governo fu trasferito allaj
Vincenzo Spinelli Napolitano l'anno Ri- Chiefa di Oltuni, fottentrato in quella
’
detto del 1 5 50. Prelato di conoftiuta nobil- Giufeppc Placido de Pace Napolitano 1
tà, virtù, i prudenza, Commilfario Genera- anno 1707. qual fopraviflè non piu, che due
le della Fabrica in quello Regno , e Regio anni. Dopo lui vaco la Chiela fino al 1714.
Cappellano Dòpo avervi fequto anni ir.,
. in cui fu promoflò
tratto dalla quiete la rinunziò liberamente-* Giufeppe Maria Perrimezzi di Paola del-
l'anno ijdt. morì in Napoli, fepeliito in_, la Religione de’ Minimi , in cui fu Provin-
S.Pietro a Maiella col lèguentc Epitafio. ciale, trasferito qui dalla Chiefa di Ravello,
D. O. M. e Scala Fu uomo inlignc nella letteratura ,
.
Vincendo Spinelli J U. D. Marini F. Oppi- come l’attellano più di felfanta opere di va-
de n. FpiJ'copo , Fabrica Sanili Peni de Urbe rie materie, parti del fuo ncbiiilfuno inge-
Generali Commi{fario in Pegno Neapol., Regio gno da lui date alle (lampe, e Prelato molto
Cappellano Majori, Uro in tuenda gen. con- zelante, e (òllecito alla cura del fuo gregge.
fi aliti,
rebm agendis folerti,quam adi-
atijne in Dopo anni 20. di commcndabil governo ,
pifeiì quique j am J'exagenarius mortem obiii per amor delia quiete rinonziò la Chieft-,
die XV. ..
Ann.M.D.LXyill. Jitùkl Spinel-
. nelle mani di Papa Clemente XII. , da cui
liti Frani memoriam P.
amatifiimo fu fatto ElTaminator de Vefcovi, e poco ap-
Tcofilo Galluppo nobile Tropcano lo preso morì in Roma, rellando quella Chic-
ficguc, eletto nel 5 di-, il quale edèndo vif-
1
li provveduta in perfona di
futo anni fei, cede il luogo a Leoluca Vita di Monteleone l’anno 1754.
Giovan Maria di Urbino l'anno 1 567. che che attualmente governa con ogni lode.
poi da lì ad altri anni fei trasferito alla., f. Vili.
Chiefa di Mileto ebbe fuccedorc DELLA CATTEDRALE DI
Sigifmondo Mangiaruva da Polidina, SQUILLALE.
eletto ne' 1 y 7 j ., ed avendo feduto anni dic- Orta la cominune tradizione di quella
co, fu feguitu da P Chiefa , eh' ella fuflc fiata infinita da I
- .
la lpcnfc m
pena de Tuoi Cittadini , qual ora L che le corona le tempia è quel
titolo
,
con factilcgo ardimento due lor Vefcovi uc- I di Maria Aflbnta in Cielo , con la prero-
cifero, e tal ne formò il decreto (a) Ito noi : gativa di cinque Dignità, Decano, Cantore,
i
» pit. lia Sejl/acauorum cmdes geminata Ptntificum bar- Archidiacono, Teforicro , Arciprete con_>
«OS. rendi crimini s adottiate confudit ut din con- altri 1$. Canonici.
,
Rr a ap-
H
1
||iifden|np fcriffe altry Jetrcrc il indetto Poh. Pietro alla con lagrazione della Chic fa di Ca-,
1
f »
?:
i j-.ii» ! rcìicc (d) ; pr» incaricandogli la vjfita dell? tanzaro fatta 1 anno uzz. da Papa Callido
'
t-Ws Taurìapo.c ’l'urritana, edgr» vietati. 11. , e trasferito al medcfnqo tempo iq Pa-
d‘o
•' ,0
' dogli, c^9 non oltre travagli li Monaci Ca- ìenno cede ii luogo a
f (itfiienlì (e) Scrive qui l'Abate yghdli.che
. Drogo, eletto 1 anno fteflò del I ixz.,chc
ìiitPf!'
dopo quello Giovanni non fi veggono altri poi l'anno 1 140. a richieda di Adelafia ni-
V?ft»vi in quella Cbiefq fino al Monte Ro- pote del Rè Hogiero confagra la Chicli di
gicro, pe’iopS.; e nulla di meno egli medefi. S. Pietro in Coinfano. Ne so le a drittur», o
pip fé scordo di P40I0 ne'58o. , ma prim» Con qualche frammezzo lo ficgue
‘ *
di Paulo vj fiorì • Amerigo , il quale l’ anno 1 178, con altri
EmileJie» lappo «_je,, circa qualtempo
il yel'covi n lofcrjve nella Confratcrnith di
li Cittadini di Cale , Cittì pollo aimare li, Santa Mai la iq Latino E' incerto altresì il .
li.non sò come li cotrilponda al tempo, nel ÌX. ne fcrivc, c alui , ed al Capitolo, Clero,
quale venne S .Bruno in Calabria, notato dal <;Popolo di Squifiace, e fua Dioccii; ma po-
Baionio , ed altri gravj fcrittori nel toptj. co gli continuò il governo tfi quella Chicli,
dopo il Concilio di Piacenza. Morto in tanto mentre 1 anno medefimo vicn promollo
Teodoro, il Conte Hogiero traportò la Chic- Benevenuto Canonico di Reggio eletto
,
fa dai rito Greco al Latino, e vi promoflc dal Capitolo , ma impediioiegfi fi poflèflo
Giovanni di Nieeforo Canonico, e Deca, dalla fila poca eti, il udettq Pupa Gregorio
l
accaduta ne' j 745., al qua) vien dietro to l' anno 1477. Prelato di multa lode, cele-
Nicolò Tcrrano Canonico di Aquino I' bre per dottrina legale , e teologica , ondo
anno medefimo J } 41 j c he poi l’ anno 1 $49, ferine con grand erudizione contro gli Ere-
trasferito in Melfi, lafciò quella Chiefa a tici di quei tempi; ondlillimo di cultuali, li-
Giovanni Rocca nobile Napolitano^ Ca- beraliflimo con poveri, «d inchinatiffimo al-
nonico di quella Arcivefcovale.che 1 occu- la divozione della Vergine , la cui Immagi-
pò il fudettp anno 1 j49,Ed avendo regnato ne fc fcolpirc in piu luoghi per dar motivu a
Suini zi, morto nel ij7o. fu feguitodu tutti di iaiutaria Sedè fino al 1480. , e gii
,
Filippo Crifpo nobile MeUinefe, altri di- ne al Concilio Lateranenlè Fanno 1J17., ed
cono Eremitano , ed altri Domenicano ; che indi l’anno feguente trasferito altrove, ccdè
poi 1 anno t J91. trasferito nell’ Areivefeo-
'
il luogo ad,
vale di Meffma,fìi qui rcftitttito Matteo, che Antonio Pifanelli
, anche egli nobile Na-
vi muore alcuni meli appreffo;ondc io fegui politano, eletto Tanno 151J. Governò anni
Andrea, trasferitovi dalla Chicli di Poten- cinque, e morto gli venne dietro
za l'anno medelimo del pi- qnal poi di nuo- Siraone Gaieota , parimente nobile Napo-
vo fi trasferire in Ilèrnia l’anno 1401! Re- litano, correndo gli anni 1510. Vidi in que-
gnando ancor Andrea, dall’ Antipapa Bene- lla Chiefa anni 19., umori inRomaiuccc-
detto vi furono intrufi per prima Piecro,cor- dcndogli
rendu gli anni 1597, , ed apprclfo Giovanni Eri igo Borgia , Spagnuolo Valentino , fi- ,
Mele Catalano, famigliare del Cardinal Pie- eliuolo del Duca di Gandla , Pronipote di
tro Serrai de’ quali però non li è tenuto con- Papa Aleffandro VJ., eletto Tanno mcdcfnno
to; ma {blamente nomati per l integriti dcl- del J9-, che poi da lì a pochi meli vien crea-
l’ifioria. M
Andrea dunque venne dietro
Robertodi hafilio Canonico di Se(Ta,clet-
to Diacono Cardinale da Papa Paolo III.,
colla qual’occafione io Unno abbia rinonzia-
to l’anno 140Z. ,11 quale però dopo anni 11. ,
ta quelta Chiefa ; nella quale però T anno
di governo, pallando alla Chiefa di Belcaftro 1540., vi vedo trasferiti due Enaco di Pran-
ebbe fucccllore za Squillacele , ed Errigo Villaiobos Xeres
Leone Calocuri Archidiacono della-, nobile Spagnuolo, Arehidiacono di Siviglia,
medcfima Cattedrale, eletto l’anno 141 j. le- amendue dalia Chiefa di Lucerà , quelli li
dè anni quattro, e gli venne in filo cinque di Novembre, e quegli li Z4.Dcccm-
Franccfco Arderò nobile Catanzarefe V bre; forfè perche l’uno ita motto appena-,
anno 1418. Pii Franccfco celeberrimo Giu- eletto ..Comunque fi foffe, oliai' uno, o Ila
reconfulto del fuo fecolo, cariflimo a Mari- l abro, governò anni nove,ed ebbe fucceffore
,
è Tene impone l’offervanza. ordine di Papa .Urbano Vili. portati in Ro-
.
Nebtltbus,Cr Egregiis Vtns Capitane!), U»i- ma, vennero polli nella.Biblioteca Barberi-
verfitali, &
horrunibkt Civitatis mftrjt Squil- na Creato Vefeovo di quella Chiefa il Car-
.
lati1 FUeiibps no/ìris dite dii. dinale , perché le. faconde del publico Io
L'anno iifóp.dal medelimo Rè Ferdinando trattenevano in Roma, ne fil data l'ammini-
jjS CALABRIA S, WWIliH
(trazione in qualità di Vicario Generale a all'ora in cafa della meretrice , mandò , ma
Marcello, Giovane gii conofciuto di grandi con legrcta commdftonc,che avvitato il mal-
ralenti; ma poi per la caggione medefima de- fattore ,
non 11 faccffe cogliere dalla Corte;
gli affari publici dellaCorte Romana , quali cosi come fu ; onde ritornati i Sbirri , con
lacerano fermo il Cardinale in Roma , ri- l’aflsrtiva , che taluomo non era fiato nella
nuaziara la cura Vefcovile, Papa Pio IV. di caia ddignatu;cgli da ciò prefe argomento a
moto proprio la conferì a Marcello, dando- riprenderne gli accufatorj , quali ancora era
ncgli due Brevi , con nell' uno la facoltà di no coi Vcfcovo ;
ina poi chiamato il Sacer-
farli cólàgrarc in Squillaci da'Vefcovi di Ca- dote in fegrcto , fe
gli buttò a’piedi con un
tanzaro, diMicaflro, e di Cotronc; con nell’ Crocchilo alle mani , pregandolo per amore
altro di farli dottorare nella medefìma Città di quel Dio morto per
le fue colpe , a non
da tré Dottori; perche quantunque per altro allungarla più; e veramente la correzzione
dottiffimo non avea la laurea del dottorato. riulci profittevole , avendo refo quali Santo
tgi‘ r fiutò il fecondo , poiché volle dotto- quel Sacerdote già indegno . Ando da lui un
rarfi per fuo più decoro in Medina ; cd in tal Pallore, Tolteci tandolo per un monitorio
ordine al l’alt to venne eonfagrato con molta di koinmiinica contro di alcuni, quali iti ai-
pompa nella propria fua Chiefa. Salito adun- la fua mandra gli aveano rubato il calò . 11
,
que al Trono Vefcovile non idefe la mano Prelato lo dilluadeva , proponendogli altri
liberale per arricchire quelli del fuo fanguc; partiti; ma il rozzo non quietandoli, Và,dif-
la llefe prodiga per abbellire la fua àpula , le il Prelato , e porta qui una formoia del
accrcfccndo fa (agra fuppelkttile della Su- cafo rimarto ;la portò d’ottima qualità ; All’
grellia, ed erigendo di nuovo il Dileggio ora egli gli vibrò contro un fulmine di feom-
Vefcovile; la itefe piodigaliflima a poveri, munica Gran fatto ! quella, qual' era bian-
.
polche rutt’i Mercordì, c Venerdì dell' anno chiflima , divenne ad un tratto nera , corneo
per ei,(ehcduno dilpenfava due tumola di pece, e inverminita: Soggiunge Marcello , fe
pane a poveri, de quali tencva-la nota, oltre voleva la feommunica l'altro dille che nò,
un luogo a parte , dove facca ricevere quei atterrito da quel fanello fpettacolo; 11 Prela-
poveri ,-ii Cittadini , si Corallieri , che non to benediffe il cafo , il quale torto divenne,
avevan cafa propria , alimentandoli a fuco come prima Ora effendo egli d anni S4., fo-
.
lua vigna venne richiedo d’elemofina da un leggale la Partionc di Crirto, come ftà iu->
povero ; ma perche per all ora non gli fov- San Luca; ed arrivando il Leggitore a quel-
venne cola da dare, gii diè il proprio manto, le parole, boère mccum eris in Paratifo , egli
quale prelò dal mendico, torto difparvc , la- alzate prima le mani al Cielo ; in* alquanto
fciando a tutti una gran eongbiettura , che tutto il corpo , riposò placidamente nel Si-
dato forteGicaù Crilto , per far pruova del- gnore li 15. Settembre del 1594. Giacque il
la car’uà del Vcfcovo. fé gran conto dc’Lcc- lùo corpo per tré giorni infcpoliu, per darli
tetati, ftudiù fempre alla pace della Dicceli; luogo a vincerlo popoli deila Ciità, c della
i
non conferì benefici, che a perfine merite- Dioceli ; ma fempre con giatiilimo udore,
voli; digiunò quafi tutfi giorni della fettima- fcpellito nella Cattedrale con quello J-pitauo
na; ed orando per la lua greggia, tutto fi ri-- Marce Uui Sirletus Gnardavalienfis Sey Ua-
i iòlveva in lagrime .Non dille inai parola la- fti Epifcopm , GhL cimi Sirleti Cari, Amplia-
sciva, o in altra maniera oziofa , con ottimo mi ex Fruire Nepoi,Grxcis,LatiniJ<{ne latini,
ai g omento , ch’ei foffc,e viffuto.c morto vigilantia, te in panperei piatte confpiinui ,
vergine lltituì il Seminario , maritò a fuo
. hoc l laudimi tumula . Ohm annoi agens EXIF,
conto molte donzelle Avendo intefo , che
.
Die XKSept.M.D.XClF.
nella Città vi erano alcune meretrici, le qua- Regnò adunque anni zi, , e mono come fo-
liportavano molti dilturbi, egli dopo aver pra, gli faccette
lungamente orato , fattele venire in Chiefa Tumulalo Sirlcco fuo confobrino.e nipote
una mattina di Domenica , concorrendovi parimente per fratello del Cardinalc-Nacque
per anche quafi tutta la Città, predicò con si per voto, fattone dai P. Giu:Aloifc,da che la
gran fervore delle vanità del mondo , che Madre fi conobbe riufeir Aerile da molto
compunte le maivaggic femmine fi girarono tempo. In età di anni diece.già profeffo nel-
in braccio al Prelato; und’egli raccbiufele in la lìngua latina, fi applicò alta greca, qual di
un luogo a parte , con ciò fi diè motivo al pari avendo divoraca,paf»ò in Napoli artuffj
Monaltcriu delle Pentite . Altre volte gli piu gravi delle Leggi , ove inficine con lo
vennero Paccufe contro un Sacerdote , qual Leggi apprefe mole altre feienze di Fuoft*-
vivea kandalofatsentc , con irtanze , che fe fìa, di Teologia, c di matematica ; c con si
Itraeva tutti in grande ammirazione. Da Na- gno idoi..fcpcllito a canto di Marcello con
!pOU pdliua tiuuj U1 j. suw * », v» » V uvmui vrj iw «agii uà. ui tulli. 1 JllUI IIUll , C 1U UH »
Cardinale, il quale oltre modo fodisfatto,sì Vili, vennero ripolli nella Libraria Vatica-
del faperc, sì della virtù, lo rimandò in Na- na Al fepolcro di lui fù da Gio: Lorenzo
.
a commandarglilo per Santa Ubbidienza.,} Jur.n M.DCI. Joannet Laurentins Sirletus U.J,
ond' egli non Capendo replicar pii-, fi lòtto- -D. /Ubai Svicolai de Padis Prothonotarius
flato fecolare viffe da religiolò ; creato Ve- voliffimo Procuratore , e Vicario Generale
Rovo divenne un effemplare di viri Digiu- . del fuo Ordine. Morì l'anno rdoj. lèpcllito
nava per lo più , e mangiando pigliava po- nc lla Cattedrale ; onde potè feguirlo I' anno
chiflìmo cibo, replicando fovvcntc quello medefimo -
parole: Non poffnmus habere plenum venirem, Fabrizio Sirleti , fratei cugino di Marcel-
cr plenum mentem: Celebrava ogni giorno, e |o, e di Tommalo, punto non
diflìmile da_»
nel confagrare tutto fi rifolveva in lagrime, quelli nella letteratura e vigilanza paffora-
,
nc potrei raccontare varj cffcmpj;bafterà fo- ticolatamcnte alli diccemefi, che alli 9-avea
lo per rifeontro del primo, eh era folito di principiato con qualche balbettaggine . Di
re aver perduto quel giorno , in cui non a- ann i quattro camminando per le publichej
vede beneficato qualche povero, fpcndendo ftfade con un fuo Ajo, s' incontrò con alcu-
largamente per quelli, e tal volta avvenne di n poveri, de' quali ricercando l’A;o , gli ri-
i
fpendere ìoo. feudi per ricattare un uomo fpofe quello , eh’ cran poveri , e che noi-,
di Badolato gii fatto fchiavo da' Turchi
,
. avean da vivere , fc non quanto bulcavano
Per rifeontro dell’ altro , avendo pollo i-.u da’ ricchi ; ma che però per quella ftrada fi
carcere un Canonico di vita non lodevole, guadagnavano il Paradifo Parole , quali si .
lo cibò per qualche tempo del proprio cibo; vivamente gli rollarono imprelfc nel cuore,
e nientemeno andando in lungo la fua car- c he dava loro , quanto gli veniva permclfo,
ccrazione, lo providde di un tumolo di gra- anche dalla menfa commune . Una tal volta
no il mefe j ma cffcndoli finalmente inferma- riprefo dal Padre, che tanto non donaire,gii
to, gli diè memoriale , che , o lo proveda di rifpofe il fanciullo , che non perciò dava-,
cibo adeguato, o che lo liberi ; egli fi appi-, C ofa alcuna del fuo , effondo il tutto di Qioi
gliò al primo, ordinandogli un polaftro , o rcplicoell il Padre, che veda a non dai- nien-
piccione la mattina, ed un altro (a fera. La_, te, che fl batterebbe ; ma egli penfando , che
Madre di coftui , con alcune fue forelle lo favellaffe da vero fi pofe a piangerne , e fi-
fupplicarono,che liberaffe quel lor congion- nalmeme rifolto , dilli: che darebbe la fua.»
to ,
non avendo fenza di lui , come alimen- porzione; onde ammiratone l’altro,l’abbrac-
tarfi;ilPrelato fi contentò di foggiaccre agli c iò teneramente . Come fù all' anni cinque
alimenti delle fupplichevoli , per non man- fu applicato alle umane lettere, alli nove gii
care alla giuftizia Nè perciò mancò a’ fuoi
. fi vidde perfetto grammatico , ed a' t z. arti-
Itudj, gii principiati dalla gioventù; li prò- metrico , rcttorico con tutto altro fpettante
feguì cambiati agli altri più proprj de’ Ve- a quello. Di anni 1 y. Filofofo, e Greco con
Rovi ; confummava fei , e fette ore la volta tanta agevolezza , che parve la lingua greca
all' impiego di quelli^ tal volta così lunghi i effergli fiata congenita Indi andato daNa-
.
1
_
opere di cariti inligne , allora che folto Stilo ture, egli fattele ftimarc, per confervare ille-
faiti fchiavi daTuichi quattro Criftiani po- fo il padrone , le publicò al bifogno di tutti,
veri, egli fpefe 400. feudi dalla propria por- Ad imitazione del Zio Cardinale teneva den-
jtione per il loro rifeatto Morto! ìlei alio
. tro libri infinite monete per averle pronte
i
,
Vcfcovo di Squillaci Papa Clemente V l.git- al difpenfarle, cosi che dopo la fua mone fi
tò gli occhi sii di Fabrizio } chiamandolo -
ritrovarono da joo. feudi fra quei fogli .
perciò in Roma per mezzo de Cardinali Al- Quanto a fe fi dilettò Tempre di tenere cur-
dobrandini , e Baronio } non voleva confen- re numerofa , c fplcndida
, fervilo per lo più
tirvi l'uomo deliderofo della quiete i ma, da' Vicari cofpicui con larga provilione, fra'
violentato dal fratello Gio: Paolo fi rifolfe quali furono Torquato dello Vetere con an-
di arrenderfi } onde con elfo lui fu a
Roma, noval provifione di feudi joo., e Micolò Bo-
Eflaminato ebbe addoffo 71. interrogazio- ni, con altri feudi 100. Difefe intrepido lej
ni ,
alle quali egli fodisfccc con tanta fran- ragioni della fua Chiefa , c della giurifdiz-
chezza ,
ne acquiltò grido di grati.-
che le zionc Ecclefiaftica } onde continuò Ialite,
letterato Gii Vefcouo , coll aggiorna dell'
. giù principiata da Tommafo contro de" Cer-
Abbadia del Carri di zooo. feudi di anno- tofini , fottopolè per 4. anni all' interdetto
vale rendita, venne in Squillaci , ricevuto la Città di Stilo, nulla curando fonatorio,
con molti fegnali di allegrezza , e (ingoiar- venutegli da Napoli , e poi una Compagnia,
mente con due orazioni, Ratina luna, Greca venuta a carcerarlo} onde Papa Paolo V.cb-
l' altra, egli la mattina feguente ,
che corre- bc a lodarlo in publico concilloro, dicendo,
va giorno di Domenica fodisfece ad amen- ,
che per difendere la giurifdizionc nel Regno
due, difeorrendo alla maniera mcdclima su diNapoli, tutt’i Vefcovi dotrebbono edere
quelle parole; BencdiSui qui venit in nomine Wonfignor Sirleti. Perciò ebbe ad incontra-
Domini. In averli ricevuto il poflefi'o della» re pericolofiflime traverficcon gente poten-
Chicfa applicò di fubito f animo a ripartir- te}che pure rifeontrò con mirabile pazien-
nc le rendite, alla fua Chiefa, a’ poveri , ed za , c nel maggior fervore alzando le voci
alla fua menfa Onde per conto della prima
. fclamava: Grana t libi ago nomine, quia in .
porzione tenne Tempre fplcndida la fua Cat- tribulationibu me infilai } c Vi filano tua cu-
tedraie , facendo abbrugiarvi non candele^, flodivit fpirintm meim : Per altro poi , mai •
ma cerei} ed avvertito , che quella era lpefa perdette f animo } offerti facilmente perdo-
foverchia, rifpolè ; anziché nò , poiché lej nava, beneficando gli emoli } c niuno parti
Chiefe, fingolarmentc le Cattedrali doveva-- ’
da lui fconfolato, folito a dire , che de Ve-
no fcrvirfi alla reale. Arricchì la Sagrcllia di feovi fon le grazie , de' Vicarj la giuflizia.
4. parature di veftimenti con guarnigione di Andato in Roma per l’accennate contelè,
oro , cd il quinto dì Damafco rollo con lo Papa Paolo V. lo fé fuo Affiliente di Cap-
medefime guarnigioni ,
di 14. Pianete di va- pclla, e Io dichiarò Nunzio , che poi non la
rio colore, dell' Organo , e di una (latua di leguì dirtoltone dalle fue gravi infermità .
argento per il Martire S.Agazio } Rilìorò il Nel mentre dimorava in Roma fi feoverft
palazzo Vedovile co’ fuoi foffitti. Fabricò di con tanta letteratura , Latina, Greca , ed
nuovo le Carceri a piè del Campanile.Rilto- Ebraica , eh' ufcì voce , edere di nuovo
rò le mura della Chiefa, rifentitefi alquanto venuto al mondo il Cardinal Sirlcto} di tan-
pcr il terremoto del a 6., con fpefa di docati ta memoria, che in una Libraria, qual'cra la
joo., altri too-ne fpefe a campanevtltri zoo. fua, numerofa di libri, che poterono empir-
annovali fra candele , incendi , cd ogli alle lène 64. carte, tutti con coverte di lacca,pro-
lampadi,che ne acccndca cinque di notte, e filatid'argento , c d’oro , d'agni letteratura}
di giorno. E quello fu il meno avendo Ipefo che poi, come altrove fi dille, condotta a Ro-
da tfo. mila feudi nella Chiefa fabricata 11» ma per ordine di Papa Urbano Vili., oggidì
Guardavalle a S. Carlo , ove penfava intra- arrichifce la Biblioteca Barberina} In un nu-
durvi li Preti ritirati di S. Filippo Neri } ed mero, ridico , di tanti libri, ne fàpeva a me- j
altri j z. mila nella lite con PP. Ccrtofini fo- moria le materie tutte, co capitoli, o d’altro, 1
pra lo fpirituale di alcuni lor Villaggi} onde ed i fogli Finalmente l' anno Kfjj. partito
.
Pentito tutto ciò il Cardinal di Alcoli, gli ri- da Guardavalle , ov’era la fua continua refi-
lafciò certa penfione, dicendo , eh' era bei» denza, in Squillaci per celebrarvi le funzio-
degno del rilalcio quel buon Prelato , che ni della Settimana Santa vi s' infermò a» ,
tanto /pendeva per la fua Chiefa Nè però . morte} onde armato de’ Santi Sagramenti ri-
minoli furono le fpefe fatte a prò de poveri, posò nel Signore il i.Aprileicd il fuo Cada-
per foccorfo de '«quali ogni fettitnana il Mer- vero per aifpofizionc di lui trasferito alla
. .
_
Condì tur m hac Urna.
V.
Cosi dunque gli venne dietro f.
, e di letterati,
oncltnruno di coilume.e zelante delle
ni delia iua Ciucia
ragio-
Kiitorò iu piu pare* la
.
QUALITÀ’.
Cattedrale Iftituì due Accademie
:
, di Teo- A
Vergine Aflbnta in Ciclo è il fuo ti-
logia morale luna , c di Keitorica
piu averebbe fatto, le la morte
l’ altra
doppiamente
E .
L come delle piu nella Calabria e
tolo,
le recano Splendore fei Dignitì
*
ne dietro
Dopo tre anni celiò di vivere, c gli ven-
L Orenzo fiorifee fotto
Papa Simrnaco,ed
interviene ad un Concilio, celebrato
lui * dopo del quale non
da
abbiamo Vcfco v
Fortunato Durante dcli'Albi, Villaggio di
per un Secolo , c più fino a
Taverna, confagrato il 1*97. Fu Auditore
Teobaldo, che fu prefente al Concilio
del Cardinal Bichi , c Uomo molto dotto,
C-ouammopolitano VI-
Specialmente nelle leggi civili e canoniche.
, Giovanni , qual foferive al Concilio
Dopo anni 17. di felice governo, morì nella La-
tcranenle fotta Pupa Martino 1‘
Terra di Stalattì l' anno i7i.f.dovc anno (49.,
fu fcpei- indi forfè con. qualche
dopo aver vacato la Sedia anni 4. ven-
lito, c frammezzo
Teodoro, qual fi ritrovò prefente Con-
ne appretto al
cilio celebrato lòttoPapa Agatone l'anno
_ Marc Antonio Attaffi trasferito qui dalla ffSo.hd ecco
Ciucia di Sarno il 1718. Morì dopo il frammezzo d'un fecolo
in Pecrizzi il Stefano Tropeano , il quale interviene al
1 7i J •> * cui fucccdè
Concilio lI.Niecno fotto Papa
Nicolò Michele Abate Adrianol an-
di Barletta . Era no 787. Popolili non fi vedono
Vcfcovi di
quC-
1
-.
l'b-j.
Subì.
lui,
|
mitana, Non n ha il tempo , fin al quale fede alcuni Vefcovi incerti così di promozione,
t-rveuj onde ne tampoco ci è chiaro quello come di morte, li cui nomi fono
'
I fuo lucceflurc Marino
Condono ,
le cui prime memorie appari- Raìnaldo
feono fanno 1178-, quando Papa Alenan- Giordano, c
do tifili 1 5, Marzo dell' anno Indetto gli Franecfco, il quale fanno ijpo.vicn trasfe-
conferma tutti gli accennati concedimene c rito alla Chiefa di Giovinazzomcl qual anno
continuano fino al t tpj.jfofcrivendo in det. dalla Chiefa di . . venne traportato a quella
.
jr19d.fi ultimo della fua vita. Fit quello, qual feritovi l’ anno 1477. dulia Unc fa di S.Ag.i-
Ijrrcroduflè li Frati Minori, donando loro col ta 7 che poi fanno 1447. è dichiarato Vica-
le onldilu del fuo Capitolo la Chiefa di S.Pic. rio di Papa Eugenio IV. Vive f anno 1449.,
ltr*J alla ripa del mare.Donazione, qual con. c gli vieti dietro
'/firma Papa Bonifacio Vili, fanno fleflò . Pietro balbo Vcncz iano, parente di Papa
Paolo
5 -.
no , trasferito qui dalia Chiefa di Venofa 1 gnuolo, trasferitovi l'anno 15:54. da Celio-
anno 1499. con doppio titolo di Vefcovo di ne. Ville poco,morto 1 anno lèguente * onde '
li tono i lld homimbus id conceffum, cum autem do morto l'anno apprefio, fcpeliito nell An-
Tropejenftt folum appcllaretur, ucrarumque Ec- nunziata con quello Bpirafio.
clefiarum Epijcopus .Governo bigi (inondo an- B. M. V.
ni J7. , carilfimo a
tutta la Dioccii , Ango- Felici de Ruben J. C. Conjìbarit
,
qui ut in
larmente a Papa Clemente VII., dal quale an- gerendis magfiratibus fuos majores
pud Ugolinum de Rubeis de Parma fub Carolo
, & prati
cora farebbe ftaro promoflb al Cappello, fc
avelie voluto abitar in Roma Mori 1 anno
. II. Andegavenft Rege NeapoiPrafeUura egre-
15 ìB. fèpcllito con quello Epitano gie imttatui * ita pofl Lucrai* Galiuccia uxo-
Sigifmundo Pappatola Frane. E. Viro opti- obttum Jacobi de Rubeis ArchiepìfMeapo l.
ri s
no, &furi con/ulto, qui cum in tatù Cardina- ex Comitibtu S.Sccundi Magni paerui exempto
bum fuijjet ì Clem. VII. adfeitus ,
mabbt i jacris initiatus ,
Potenti a prius
, ropejenfium T
Patria Epifcopus vivere. Pìxit annot LXXX. pojltnodum Eptfcopatum cji canfequutus , &
MVIP obiit M.DJCXXVI. dum ad majota à Pio V. Pont. Max. vocaretttr,
Giovan' Antonio Pappacoda nipote di Si- morte praventut , occubuit A.D. M.D.LXVlt.
gifmondo e già fuo Coadiutore fucccde i’
,
Jubus Cajar J.C,,& FraterJoann.Bapt.de Ru-
anno medefin.o del jd.,ed clftndo villino an- beis Milcs Ùyerofolimitanui ex Scipione , &
ni due, morto gli venne dietro * ina a titolo Portia Capycia Scondita nepotes Avo beneme-
di Commenda renti pofuere.
Innocenzo Cardinal Cibo 1 anno ij j8. ,
"
Girolamo de Rullici Romano fucccdo,
che poi l’anno medefimo , e lotto la medeii- eletto l’anno 1 $70. , il quale avendo gover-
ma qualità la rinonziò a nato anni zj. foprafatto dalla vecchiaia lo
I ordiamo Cardinal Ginuccio Senefc , il rinunziò l amio 1 *97., onde gli venite dietro
quale cfsedo morto nel 1541. ebbe fucceflòre Tommalò Calvo Mclfincfe per nomina
Giovanni Poppio Bolognefe , promolfovi del Rè Filippo ili., eletto T anno medefimo
anno iudetto. Prima prefe moglie, la qua » Fu prima Lcgilla famufo
~_
l’ del pj. , Abate , e
S * t Vtea-
, . .
Thomas Calti us Mcjjsnenfis Epifcopus Tro- di Sicilia diquà , cioè di Napoli , come ia_»
pejenfis fibi, & Juccefon bus fui) vivtns erexit dille Papa Innocenzo III. , fcrivendo ad un
di S. Agollino, il quale dopo anni diecepaf- da che lì legge nell'ifloria degli Arcivclco-
b Orac.
sò alla Cbiefa di Mazzara, e poi all’Arcive- vi di quella chicli (b), c rapporta Gio: Pao- fan. nelle
lo di Aquino , onde rulla convinto di falliti morte del
fcovile di Palermo; fuccedenaogli Tele*
Carlo Maranta Napolitano , trasferito qui Gafparrc Molca , che anzi quella alloggcttì c V(hei.
dal Rè Filippo lV.dalla Chieda di Giovinaz- a quella di Salerno (c) , citandone pcruò le
zo l'anno 1557. feguendolo Bolle di Papa Giovanni XV., c di Papa Ser-
« Aloifio Morale Spagnuolo Eremitano ,
gio IV.
QAriano trasferito qui l'anno t55j. dalla
Morì nel ciò ièguì
Chiedi
Q_V ALITA’.
d . 1 S77.,
Girolamo Borgia Napolitano.Rimado ve-
dovo della moglie li afcridc alla milizia-, L titolo , che decora quella Chieda è Eu»
Chiericale, e fù farro Canonico della Catte- I B. Vergine Adonta. Vien lèrvita da 4.
drale di Napoli; indi Pifcale del S. ufficio in Dignità, cioè Decano, Cantore, Archidiaco-
Roma ,e finalmente l’anno i578.Vefcovo no, e Teforicro, con altri zo. Canonici , che
di quella Chicfa Viflc non più che meli 18.,
.
vertono coll’ilkrtè inlègne, quali ufano i Ca-
e fù feguito da nonici della Baiiltca Vaticana.
Francelco di Siguera Spagnuolo Eremita-
no Scalzo, Predicatore di Carlo II. Rè delle DIOCESI.
Spagne. Creato l’anno i58o.morl nel 1588.,
Ofcnza, Acqua pedata Agoflo
c gli fuccelfe
Teolilo Telia da Nola Minor Oflèrvante, C , ,
gliano.
. *, 1 e
facioVefcovo di Reggio . Indi col fram- Generale , celebrato l'anno 1 1 79. , ed aven-
mezzo di anni 80. lo ficguc do regnato anni 14., morì oppreflo forto le
Giuliano, il quale interviene al Concilio, rovine del tremuoto, accaduto l'anno 1 184.,
celebrato fotto Papa Agatone l’ anno <S8o. onde lo feguì
ed a cui con un altro poco più cotto fram- Pietro fanno (leffo deili 84., il quale do- i
Ifeigrino, il quale giuda il computo dell' foluzione delle Dea me L’anno 1 199.0 Con-
.
Abate Perdinando Ugheili avrà borito ne' giadice inlietne con Riccardo Abate di S.Eu-
pi 5. in circa, e qui interrotta la linea dc'Ve- femia , e Guglielmo di Bilìgnuno , e fuo fi-
feuvi , comincia ad intefferii quella degli gliuolo Regi Giuftizieri in Valili Crate fo-
Arci vefcovi con pra una lite vertente tra 1 Abate Giachino, e
l'Abate de'trè Pranciuiii.Vilfe circa il izoo.,
ARCIVESCOVI. decedendogli
Andrea l'anno noi., il quale avendo go-
ietro creato Arcivefcovo
,
dice l'Abate vernato anni tré, morto cede il luogo ai
P Ugheili ,da Papa Leone IX. , c fotto il B. Luca, eletto dal Capitolo, e conforma-
medefimo anche morto 1' anno iojS. , però to da Papa Innocenzo 111. l'anno 1 204. , on-
quell'ultimo è falfbjmenrre Papa Leone crea- de traviarono dei vero Galparo Jongcilino,
to nel 1049. , ed avendo villino fòtamemcj ed il ManriqueZjChe lo vollero in quella te-
anni cinque non potè vedere il 105 5, Mori dia, quegli fanno 1 16., quelli fanno ina.
dunque, regnando Papa Vittore II. A Pietro Nacque Luca in campagna , e crefeiuto all'
venne dietro età velli libito Ciilercienfe nel Monailcrio
Arnulfo,o Radulfo, come li foferive in un di Cafamaro in Radicata, ove anche fu Prio-
diploma a favore della Chicfa di Catania_, re Indi contratta amicizia col £. Giachino,
.
l’ anno lopj. Normanno, che fa di lunghif- fe lo fcclfe per fuo Segretario , ed aiutante
fimo governo, avendo toccato l'anno telfan- di Audio, finche fanno 1 1 97. fu eletto Aba-
telimo. Nel 109}. ottenne dal Duca Rogiero te della Sarabucina.Divenuto famofo sì per
la conferma di S, Lucido, e d'altre cofc con- divenne carilft-
la dottrina, sì per la fantiti
cedute agli Arcivefcovi luoi Anteceffori da mo ad Errigo VI. Imperadorc , ed a Coltan-
Roberto fuo Padre Titis Prionbtu Archiepi-
. za fua moglie , come anche a Papa Innocen-
fttpit Eccltfiam SanB * Dei Gcnitricis Mitri zo Ili., onde ne fu impiegato a molti affari
Otfinti* ptbernmtibHs : Dalle quali parole d'importanza. L’anno 1 199. inficine con Lo-
prendo cunghiettura , o che Arnulfo non-» renzo Vefcovo di Siracufa, predicò la Cro-
avelie fucceduto immediato a Pietro , o che ciata nella Sicilia , c nella Calabria ,
canto
prima di Pietro flati vi follerò altri Arcive- prudentemente, quanto dimoflra la lettera^
feovii in altro calo non fi direbbe nel privi- fermagli f anno teguente j Uitìeio che poti
legio tmt Pritribus Arcbicpifcopìi i ma Prior \ \ fanno 1102. per tutta Ita lia. L’an-
l'cltercitò
~ no
ji6 CALABRIA S AGRA LIBRO II.
ro 1 205. ad iftanza di Matteo Abate di San San Lodovico Rè di Francia, offerendogli I
; Giovanni a Fiore ,
vici) ordinato Vifitatorc per Callo fuo fratello il Regno, e ad Errico I
|
Appofiolico in tutt'i Monalkrj dell' Ordine Ré d' Inghilterra , Applicandolo a non mct-l
Ciltercionfc. L'anno 1217. per ordine di Fa- tervi dilturbo. Venne Carlo, ed uccifoMan-
pa Onorio III. paffa in Medina, ed ivi predi- fredi, redò Signore dei rutto prendendone
,
ea a Croce Agnati ivi raccolti , e difpone di l' invcllitura dalle mani di Bartolomeo
, e di
: molti adiri di quell' imprefa L' anno 1219. . Ridolfo Cardinal Legato; onde poi Carlo ne
per mandamento del ludctto Pontefice in- creò Corniglielo Rattolomeo, che.poi l’ an-
quire contro il Vefcovo di Squillaci , ed cf- no 1267. lo trasferì alla Chicli di Medina;
lamina, c conferma l'clczzionc dell’ Arctve- redando quella a
feovo di Rodano . L'anno im.
per volontà Tommaio de Lentini Siciliano dcll'Ordi-
dcl medefimo Papa Onorio conol'cc la caufa ne de' Predicatori , trasferitovi dalla Chiefa
fra l'Archimandrita del Patirò , e l'Abate di di Bettelem 1 anno 12.68.Ft1 Tommafo Re-
’
S. Giuliano di Catanzaro , che poi per com- ligiofo di molta dima non meno per la bon-
millìonc dell'lmpetador Federigo, con Ter- tà, che per la letteratura, e Provincial allora
rido Vefcovo di Cadano compone la lite della Provincia Romana, la quale di quel
tra i Monaiìerj del Patiro,e de tré Fanciulli, tempo abbracciava oltre le parti di Roma..,
L'anno 1224. per ordine di Papa Onorio co- anche li due Regni di Napoli , c di Sicilia;
nol'ce la caufa dell' clfilio di Arduino Ve- ed il medefimo, qual ricevè all’ Ordine San
feovo Cefalo , e gli foflituifcc M. Barto-
di Tommafo d'Aquino.Ma creato da Papa Gre-
lomeo Tcforierodi Cofenza. Ma non per, gorio X. Patriarca di Gierufalemme cede
tanto dimenticò Faccrefcimento della prò- illuogo a
pria Chiefa ; conciofiache 1 anno 1212. ot-
'
Belprando Archidiacono di Cofenza, elet-
tenne dalUmperadcr Federigo la Sinagoga toda Papa Giovanni XXI. l'anno 1276. caf-
dc Giudei di Cofenza, e lor tintoria,qual poi fatal' elezzione fatta dal Capitolo in perfo-
An-
»
privo della dignità fanno 1 ^78. Cosi dunque Roma nella Chielà di San Giovati Battiita
fuggitoli in Avignone fu dal l'udcttoClcinen- fanno t4$o. ne rinovarono la memoria nc'
te creato Cardinale e Vefcovo Albanefe .
, tempi piu in qui li Prati Minimi di Cofen-
Dignità, che dopo il Concilio Pigino rila- za nella lor Chiefa con quello Epitaffi.
,
feiandofi dalla icguela dell’ Antipapa Bene- Pyrro Caracciolo Arcbiepif.-O,fent.ob tri bu-
detto XIII. ie furono legitimamente confer-
mate . Seguirono a Nicolò già depolto per
tani ll.P. francifeo Palliano Rulcftas,
mbia
Ca-
conjtruendi facilitatela ejufdemque Or-
&
,
autorità dell' accennato Clemente ne’
Giovanni , e ne’
177 p.
Andrea squali però
diti. approbatioucm, & conjìrmationem.eximi
irrogata Privilegia Si/li IV, ] ulti 11. Ale/fan.
io non metto in filo s perche da Papa
Urba- drt VI., catcrornmque Rom. Ponlif. ani boriiate
no a Nicolò fu follituito firmata , Parrei hujns Convenne grati animi
G. forfè Gregorio , o Giorgio quantun- monumentiim pofucrunt An.DomM.D. XXXVI-
,
que non mellone in polléliò che dopo la_.
, Giovami! di Aragona figliuolo del Rè
morte della Rcina Giovanna
s al quale poi r Ferdinando Diacono Cardinale; c poi Prete
fuccelTe
Cardinale del titolo di S.òrbinu prefi: F ara-
1 ireilo Caracciolo nobile Napolitano, e- miniitrazione di quella Chiefa f anno 1481.*
lettoianno 1 $88. Prelato, che oltre la
no- e la continuò finche vide , che fu F anno
biltà del languc, cITendo figliuolo
di Marina 1485., onde gli fuccelTe
Conte di S.Angiolo,fu di maravigliofa
pru- Nicolò Cibo, nobile Genovcfe fratello di
denza , onde non oliami le
turbolenze di Papa Innocenzo Vili, eletto l’anno 1485., c
quei tempi fu sì nobilmente
fervito dal Cle- conlàgrato nella Cappella Pontificia l àmio
ro, e Popolo di S.Lucido
, che Papa Bonifa- 1487. dal m.defimo Pontefice
co " «'tira a parte ebbe molto Governò .
Qama, c fu sì grande la fua opinione, che nel ufano li Canonici della Baiilica Vaticana.fu
fepciiirlo forte lite tra' Canonici , c Magi- poi Taddeo l' anno 1557. creato da Papa_«
tirato della Cini , chi dovellc portarlo irò Paolo IV. frac Cardinale del titolo di S.Sil-
Chic f»ì fu dunque fcpelJito nella Cattedrale vcllro in Campo Marzio Morì nun troppo .
in un inatifoleo alzato da terra così, che do- vecchio T anno tji5i Antonio di Paolo Ma-
ve poi per la dilpolizionc del Sagro Conci- fini riconofcc Arcivcfeovo di quella Chic-
liò Tridentino ogni altro fìi guaito ,
quello fa l'anno 1551. Girolamo Gafparo Mizza-
fole a richieda della Città venne lafciatu in rclli Domenicano Bolognelc e Jo vuolc_» ,
piedi. Al PinclJi legni Nunzio a Spagna per Papa Giulio ili. Tanno
Bartolomeo fiondo, trasferito qui da Su- 155?., c che dopo il governo d anni 7. , fia
tri l'anno 14515. cavilfimo a Papa Aicllandro morto in Salerno nel t jffj. Ma non sò qual
VI. di cui fu Segretario 5 indi odiofitlimo 5 verità sabbia quello Tuo detto, pollo a fron-
tanto che l'anno 14517. P^fiò in carcere nel te di quanto li c detto, c fi dirà appreflòspoi-
Calici Sant'Angiolo venne in neceffuà di ri- chc dopo il Gaddi io vi feorgo immediato
nonziar la Ciucia in publico conciltoro; ma f ranccfco Cardinal Gonzaga , eletto po-
cosi amara fu la tritlczza,qual ne prefe, che chi giorni dopo la porpora l'anno i5<5i.,chc
da lì a pochi giorni palsò all'altra vita , re- poi da lì a quattro anni trasferito in Manto-
pellilo lenza verun onore in Salaria Tran- va, rinonziò quclta Chicfa a
ne vere. Ed ceco Tommafo Tilefio nobile Cofentino T an-
Lodovico Agnello nobile Mantovano, c- no j5d5.fi] fratello di Bernardino il gran
letio f anno medcfimo del 97. fu Chierico f ilolofo; che poi morto l'anno <58. vi fucccf-
di Camera di Papa Aleflandro VI., poi per il fc Amiuinillutorc
medelìmo Governator di Perugia , c Prole- flavio Cardinal Urlino T anno ij9p. , ed
gato dei patrimonio. Morì in V nerbo l'anno avendola ammini Arato anni 4., gli iiicceflc
1499., altri dicono di pelle , altri di veleno Andrea Matteo Acquaviva , figliuolo dei
per opra del Duca Valentino , avido dello Duca di Andna , trasferito qui dalla Chicfa
lue ricchezze 5 onde lo fegui di Venofa l'anno 1575. Pallore molto avve-
francefilo Borgia Spagnuolo Valcnziano, duto fopra la fua Greggia, c però molto ca-
trasferitovi l'anno medcliino dalla Chicfa di ro a'Culcutini . Morì in Roma l'anno 1579.,
Teano j che poi da Papa Alelfandro VI. fu c gli venne dietro
creato Prete Cardinale del titolo di S. Ceci- fantino Pctrignano nobile d'Amcria, elet-
lia. Mentre Papa Giulio 11. andava in Bolo- to fanno 1577. fu Maggiordomo di Papa
gna per gli apparecchi della guerra da muo- Gregorio Xlll. , indi Nunzio in Napoli , e
verli al Duca di Ferrara; f ranccfco con altri Spagna, Governator di Perugia , e poi della
tré Cardinali fermatili in f irenza ed indi
. Marea. Dopo anni 8. di governo rinonziò
pagati in Milano citarono Papa Giulio al nel 1585., eli portò apprelfo
ì
Concilio di Fifa; onde fdegnato il Pontefice Silvio Pafltrino , nobile di Cortona, de'
privò tutti, e quattro dalla dignità . Morì Marche!! di Santa Maria, eletto 1' anno me-
egli in Keggio di Lombardia nei mentre an- defìmodell 85. Ville anni duc,c morì in Ro-
dava in Pila T anno 15 ri. non fapcndo an- ma, fcpcllito in S. Lorenzo in Lucina a can-
cora la fua dcpofizionc Entrò in unto al
. to il Cardinal Silvio della medclìma gente,
governo di quella Chicfa di cui era pronipote; c fu feguito da
Giovan Ruffo de Teodolo da Forlì , tras- Evangclilta Palletta l’anno 1587., che poi
feritovi l'anno mcdclimo del 1 5 1 1 ala quella creato Cardinale ebbe più autorità dace re-
di Bcrtinoro. fu Nunzio di Leone X.alTlm- fe ere lo fplcndore della fua Chicfa . Lubricò
pcrador Carlo V. in'lfpagna, di cui era flato da fondamenti il Coro portò in luogo piu
:
diuno VI., nei mentre era Cardinale , che fuppcllcttile la Sagre-Aia: edificò di fini mar-
poi faliro al Ponteficato T adoprò in molti mi il trono Vefcovile credè il Seminane--
:
afiari,c lo creò fuo Generai Telorieru.A ven- de Chierici , quale arricchì di convenevoli
do governato anni 16 morì in Roma, Icpcl-
. entrate, cd imroduflc li PP.deJla Compagnia.
Jliro in Santa Maria del Popolo 5 onde prelè Opre aliai numcrofe al tempo di foli quattro
.
J au miniltrazione di quella Chicfa I anni, che governò , rinunziando poi a bene
1 -Nicolò Caddi Diacono Cardinale 1’ anno ' ficio di
Gio-
DELL’ARCIVESCOVADO DI COSENZA CAP. II.
i
idi 7.
poi i anno
Fu Prelato d'infigne letteratura
portato alla
bino, lafciando quella a
onde
Chiela d Ur-
;
A
dal
Bbiamo per ceno, che quella Cittì ab-
bia abbracciata .la Criftiana Fede fin
primo fccolo, recatale con la prcdicazio-
Giulio Antonio Santoro fratcl germano di ;
ne de meddìmi Appodoli Pietro, c Paolo , c
Paulo , eletto fanno 1 £14. Avendo feduto. almeno da quei primi lor difecpoli Ma fe .
con molta lode anni 1 5 ., mori repellilo nella di quei tempi medefimi ordinata
tedia Vefco-
Cattedrale, c fi portò dietro vile , non 1 abbiamo di ceno.
L'Abate Perdi,
Martino Alferio Mil.tncfe,trasferitovi dal- nandù Ughclli la chiama antichilTtina, lenza
la Chicli dell Ifula fanno td^p. , che poi poò accertarne il tempo, o J lditutorc.
morto nel 41. , c lepcllito nella Cattedrale
ebbe fueecllorc cl u alita’.
Antonio Aieciullo Cofentino da Roglia-
no fanno medeiimo del 1^41., Prelato di L fuo titolo è la Vergine Adonta al Cie-
multa fama, e di cui in piu luoghi di tuttal'o- J lo, a cui confcriteonu Iplendorc quattri
pra.Villc poco,eflcndo morto fanno feguen- Dignità Decano, Archidiacono , Cantore , t
tc, e gli luecellé Teforicrocon otto Canonici, c fei Cappella-
Allungo Maureili nobile della mcdcfi.nj ni, ordinati dal Cardinal Pier Benedetti fuc
Cittì; eletto lamio Id4j. Governò anni Tei, Vcfcovo.
e li portò dietro
(xiuleppc Sattfelicc nobile Napolitano de'
Baroni di Mirabello , eletto l'anno idjo. Fù
DIOCESI.
Referendario delfuna, e dell'altra legnatu-
ra Tumultuando alcune Città dello flato
.
il
la
cui
Motta
nome
, c
fi
li Confluenti
Confy'tizio
, Sciglianc
trasferito a quella fanno 1 700.Fondò del fturbandonelola parte piu Tana vi portò Da
proprio il Monalterio delle Suore Domeni- goberto Areivefcovo di Pifa.Ad Amuifono
cane , fotru il titolo di S. Maria di Coltomi- tiro fucccflc , ma ngn sò fe con qualche in
nopoii , c tré Canonicati juspattonati della rerrompi mento
luacala-Mori a4.Giugnodel i7a;.leguitoda Ridolfo, qual fi ritrovò prefente alla con
Vincenzo Maria d Aragona Domenicano fagrazione della Chicli di Catanzaro, fati
de’Principi d’Alcflano . Eletto il 1 715. , am- da Papa Callido II. fanno 1 tzz. Qui si, eh
pliò, e 1 idulfe in miglior forma il Seminario, fenza dubiczza s'intcrrópe il dritto ilio fino
c ridorò la Caitedralc quali cadente Dopo . Michele, qual fioriva coetaneo al B.Gia
anni 18. di felice governo lini di vivere in chino, al quale l'anno 1178. concede l eder
Napoli; c nel medefrnio anno, che fu il 1 744. zione della fua giurifdizzionc Vcfeoviia
gli fuccclfc i per ii Monadcrio di Corazzo ; e poi f anni
t ranccfc Antonio CavalcanteCavalicreCo- 1 1 79.intcrvienc ai Concilio di Luterano fot
;
to Papa Aleflindro 11 LA Michele poi fegui
jnligne per letteratura, che al prefence regna. I N- , di cui fenza nome , o cognome li fi
~~
Tt rat-
, s, 1
tario di amendue li Regni di Sicilia L'anno . Vide anni ij:,cgli venne dietro
izj,. li ritrovò prefente al Concilio di Ma- Ugonc Religioso , fenza faperlì altro , nè
gonza , nel quale venne condannato Errigo, della Religione, nè della patria. Non lì nota
tigliuol di Federigo , che poi Filippo portò il tempo del fuo governo, dal quale ancho
auc carceri di Martorino , ove finalmente^ pende l'incertezza del tempo del iucccllòre
morto, fil portato a fcpeìlirfi nella Cattedra- Senatore Martirano nobile Colemmo , il
le di Cofenza. Or efiendo Filippo troppo an- quale avendo governato fino al 1749. moti
dato avanti all’età , e perciò refo inabile al in Catanzaro, lepellito appiedo j PP.Doinc-
governo , con facoltà di Papa Gregorio IX. nicani . Ed ceco
f anno 12.37.ne fii alToluto dal B. Luca Ar- Giovanni Bifìgnano, famiglia oggigiorno
civefcovo di Cofenza Rinnovò la fua me- . cambiata ne’Cofdli della nobiltà Colèntina,
moria ne tempi piu in qtià Franccfco Monaci Canonico della medefiina Città,clctto l'anno
Vefcovo di quella Chiefa, e fuo parente, qpn medefimo del 49.VÌHC anni to.,c gli fucceflè
il qui aggiunto Epitelio . Giacomo , trasferito qui dalla Chiefa d'
D. O. M. lfchia 1'
anno 1 J59., che poi dall ajl anni 4.
Philippo de Matera ex Urbe Conferiti a Bru- ripaliando all' Arcivcfcovile di Otranto Ia-
tiorum Metropoli, Epifcopo Marturanenft, Fri- lino quella a
derici II , ir Confi. ir. tic ejus Uxoris Atigufix
, Giacomo Caftclli Domenicano ,
che nti
Refiti utriujque Siti liti Marno Cancellatili, qui prefe il polfclfo l’ anno 1 jSj. , da dove poi
anno à Vergini o parta mille-fimo ducentefimo l'anno i jpo. trasferito in Nicadro, li portò
fatando in erfait dedi cationi Majons Ecclcftx dietro in quclta Chiefa
Cufentid . Francifcus Epifcopus Marturanenfts Nicolò l'anno dello del rjpo., dalla qua-
Viro oplimo ex materno genere contundo oh le per alcuni fuoi demeriti deporto ; cd indi
He li am Hyerommi ex familia de Malóra, Patri- redimito, c di nuovo depodo collimò lo fpa-
tii Confettimi filiam , Ex qua , &Joanne Pao- zio di anni dicce ; onde perciò venne eletto
lo ex fonti b a Monaco Patritio CuJ'entino , O' Giacomo Villani Canonico Cofentino,cor-
Pontifica , & Cefarci Juris conflitto Conjugibus rcndo gli anni 1401.AI quale fucccduco
idem Francifcus notai efi c'T ut vetuflateja- Pietro eletto da Papa Martino V. l’ anno
eentem à temporum injaria vindicaret , Hoc 1417., cd indi non vidima piu,chc un lòi an-
amori i fui monumentum pofuit K al. Mar tu, An- no ,
gli tenne dietro
no à Jej'u Cbrifio nato miUeftmo fexctnrefimo Antonio rraportatovi l'anno 1418. dalla-,
quarto, Clemente VlU.PontificeMax.Anno ejus Chiefa di Bollànu in Sardegna , regnò anni
decimo tertio Philippo lll.de Anflria regnante
. 22., c fu feguito da
anno regni ejus fexto , &
Epifcopatus cjttjdem Carlo da Napoli , Eremitano di S. Agofti-
Frantifei Monaci anno duodecimo. no, eletto l'anno 1440. morì non conlagrato
Leone Cofentino per nafeita, a cui Giulio ancora , cd ebbe fucccdbre
’
del Bolco Ciftercienfe anno Hello 1152. ef-1 fimo al Rè Alfonfo I., dal quale per argomen-
feminato ,c confermato da Bernardo Arcive- to del fuo amore con efficaci lettere venne
scovo di Napoli per ordine di Papa Innocen- raccommandato a Franccfco Sifcara ViccRè
zo IV. Vide anni due, ed ebbe fuccelfore in Calabria, ed al Clero, c popolo di Mar-
Rinaldo d Aquino eletto dal Capitolo , e torano. Governò anni 1 z., e pafsò in Cotro -
confermato da Papa Aleflandro IV. 1 anno ’
ne ; onde gli fucceflè - .1
1255. Fu gran Giureconfulto del fuo tempo, Angiolo Greco , eletto l’anno 1451. Pre-
e Cappellano di Riccardo Sant Angiolo Car- lato di varia letteratura, Lcgifla infigno,
dinal Legato in Regno Regnò lungo tem- . Poeta illuflrc, e cariflìmo al Re Ferdinando,
po, c fu ìeguito da Sedè in quello gover- d Ambro-
di cui fu oratore (d) .
sio Leone
Roberto, a eui il Rè Carlo primo 1 anno ’
no anni 1 j-, e morto gli venne dietro
tiSF- per l’crvig) fatti concede il Callello i Aurelio Bricnnaio Milancli, promoflò ne’ Nola lib.
I
4.cap.«*
1485.
1 , 1 1
148;., carifiimo a Ferdinando il vecchio , e le* onde perciò fi refe cariflìmo non folo al
pidente alla coronazione di Alfonlò il gio- la plebei ma a tutti nobili , e dinalli . Vilitò
vane l' anno 1484. Morì nel pd. Ideando con Gafpare del Puffo Arci vefeovo di Reg-
quella Chiefa ad gio tutte le Chiefc della Calabria, chiamato
Angiolo Cappacoda nobile Napolitano , in Roma da Papa Siilo V. fu creato Govcr-
che ne prefe il poflèllò l’ anno 1497. uomo nator di quella Città , c fuo Conligtiero : poi.
notifftmo per l' una , c per l' altra letteratura 1' anno 1589. Cardinale
del titolo di S.Mar-
Latina, e Greca, c perciò cari (fimo ad amen- cellojC Pietrigne! qual tempo rinonziò que-
due le Corti di Napoli, e di Roma Videj . lla Chiefa a fuo fratello paffando egli alla-,
,
molto grato alla lua Gregge anni 40., e mo- Tufculata.Morì in Roma l’anno 1 <t t.fcpcl-
rì in Napoli , lepellito nei icpolcro de' litui lito in S. Maria Maggiore con la feguentej
Maggiori coi qui traiamo tpitafio ifcrizzionc fcpolcraic.
Ang e lo Pappatoci Frane. pii Martnrancn. D- O. M. .a
Epifcopo, f'iro trnatifjimo , qui in non magni* Maxiano Per BenediBo SJlJS.Card.de Came-
opibus meroum exercens animimi , nu Ilo magi* rino Epifcopo Tufculano, ni avi tane nobilita -
f
in re oh fui in ali orina levando inopia Juis bo- tem multiplici doBrina, vita interritale, fee-
ni 1 ufhi efi, Hare da b. m. Decejju ex mortali- Itrnm odio, rei catbotiae, &
EccUfte Li beri a-
bui Aw.Nativ. LXV1. Ab or/» Munii redivi- tis , & pnblici boni acri findio illuflravit , d
vi Mfi.XXXVlI. Gregario XIII. Ab., Cj Epifcopui Martnrani, à
Giacomo Antonio Ferduzio di Ancona-, Slfio y. Pr.efcBus Urbis , &
Cardin.creatus , à
feguì al Pappacoda nel governo di quell» Gregorio XIV, , & ampliori cnm potèfiate , ab
Chie& l'anno IJJ7.FÙ Madiro Generale InnocJX. Clemente fili. ,
leone XI. Tribuna«
de' Frati Minori Conventuali , Teologo in- libus Etilcfiaflictt ditronis , & publicis con-
figne di quella fua età. Viffe anni tre, c mor- [uUetianibus Prepofitus , àS. fi. PI. Paolo V.,
to fu fepellito nella Cattedrale in un fepol- donec Scipioner» Bmgbefium Ncp.Votis commu-
cro, apparecchiato da lui vivente , con que- ni bui Cardinalem daret negotiis omnibus. JùX
Ita ifcrizzione. defili fiatus etiam mil itari bus PrafeBus-.^ui-
latobvs Antonini Anconitana s Minificr Ge- bus , eliifvc muneribus prue lari gefiis . Obiit
nerali s Ori. Minor, à Paolo III. Pontif. Max. ann, mat.LXXII. Salutis M.fi.CXI.Kal. Febr,.
e le Bui Epifcopui Marturenen., domum banefi- Marinai Per BcncdiBus nepos Patrna de [e be-
bi vive »; pofnit Anu.og.LXX 1 . ne mercati moefliffim. P.C.
Tolomeo Franccfe da N’ovocomo feguì, Roberto Pier Benedetti adunque fratti
eletto l'anno rs<so. da Papa Pio IV. , di cui germano del Cardinale tùli al trono di que-
era Segretario , c dal medefim.0 1' anno Sz. Ita Chiefa l’anno 1 ; 89. per rinonzia del fu- !
traportato in Sipooto } l’anno Sj.poi fu detto. Governò anni tré i ed indi trasferito!
creato Cardinale, e Vefeovo Qilicnfc} per il in Noccra dell' Umbria, fi portò distra ito
cui trasferimento venne traportato qui dalla Maturano ;
Chiefa Scgovienfe 1' anno medclimu del 6z. trance feo Monaca nobile Cofcnrino, elet-
Girolamo de Frederici da Trivaglio,Dio- to, e corifagrato col Breve di Papa Clemen-
cefi di Milano , il quale avendo governato teVili- nella Cattedrale di Colcnza l’ anno.'
anni 7. rinonziò Uberamente l'anno tj«p.,e ij9x., Prelato di gran fama , c nella dottri-.l
glivenne dietro na Legale, e nell’ innocenza della vira. if. V
Gregorio della Croce Spagnuolo, Dome- feanni jj., c morto fu lèguito da
nicano nell’anno fudetto nel 15S9. Pafsò Luca CcUelio nobile di Piltoja l’anno iSzy.
in Italia Coofcfforc del Cardinal Cueva , e gii Referendario deli’ una , e dsU' altra fe-
dopo la fua mone rim-iilo nel mcdefimo im- gnatura. Nel tremuoto dell' anno 15^8., egli,
piego col Cardinal Paceco , pigliò la digni- non lafciò opra di animo Pallore , che nua.
tà violentato dall’ ubbidienza datagli da Pa- avelie efercitato, alimentò poveri , prefe ad.
pa Pio. V, ed eflèrcitando con molto zelo le edificar la Cattedrale gii caduta i c tutto al-
lue patti , incontrò i odio de' non buoni , c tro fece, che iònio acconcio alia contingen-
nell odio il velcwHonde mono l'anno 1577. za de tempi. Morì l'anno 166 .fepellito con
fu fepellito nella Cattedrale, accompagnato gran pianto, fuccedutogli
dalle lagrime di tutti, c gli fucccffe Pi Feiic’Antonio Monaci da Pietrafitta, clet-
Mariano Pier Benedetti , nobile di Came- e* to P anno iSSz. Fu Lettore pubblico in.
rino l'anno medelimo del 77. Fu uomo in- Roma, c uomo molto dotto, c di pari bontà,.'
chinato sì alle lettere, si alla mìliziaima fo- zelo,e prudctiza.Riposò nel Signore il tS&j.
prafatto da virtù divina abbracciò la vita., c gli venne dietro.
Ecdelìallica , c divenne Canonico in S. An- GiotGiaeomo Palcmonio , Barane della.,
giolo a l'ifcina , c poi Abate di Triiìlio , fi- Torraca, e Porto di Sapri, eletto il idS8-Fu
nalmente Vefeovo di quefìa Chiefa , confa- Prelato a infigne letteratura, cd erudizione,
rato dal Cardinal Mont'Alto poi Siilo. V. come ne fan fede 1' opere da lui Rampate.
f ù Prelato di ottime parti , liberale con po- Edificò varie Chiefc, c Palazzi , fondò alcu-
veri, e liberaliflimo con la fua Sagrcltia_> ni. benefici , c due Collegiate nella fua Dio-
quale adornò, c di fabrichc,e di fuppcllctti- 1
cefi , ed iiiituì altre opere di pietà . Morta
, ,
a g ra l ib£ o I
f.
Jejeolò Erpchetti da S. Mauro Dioecfi di gregò la Chiefa di San Leone poche miglia
S.Sevcrma: fu publieo Lettore nella Sapien- dilvuda, ma affatto caduta di popolo,
za di Roma. Allumo a quella Ciucia 1 anno
I70j. la governo Tantamente , effendoltato DIOCESI,
uomo molto Spirituale , amante della giufli-
;zia,de‘ poveri, e delie peritine dotte.Riposò
nel Siguore il 171»., c gli venne appieno
Pici Antonio Pietra Santa Cavaiier Mila,
A Ccrefcono
ca Bcrnarda, Rocca
la lua Dicceli Santa Seve-
rina, Policaltro,Cutro,Mefuraca,Roc-
di Nero, Scandalc , San-
pefe , Piintipc di Cantò , ed aggicgato alla to Mauro, Con onci, Marcidula , e la Rejet.
nobiltà Jvlapolirana in Seggio di pliuo . Elet- ta, o Arietta Città, Terre, e V illaggi.
to Panno J7ij, morì in Napoli il 17x7., edi
•
,
fenza faperlì altro del tempo } o
no medefiffio dej jj. Prelato erudito nella-, quindi il
lingua Greca, e adorno di varie feienze, co- B.Ulatto da Bilignano, fiorì a tempo del
me li può feorgete dall' opere da lui manda- BJe'iio circa li 940. Vedi dì lui la Calabria
te alle flampc anelante dell’ on r di Dio,
. Santa ftrt.fr.caf.fr.
ed amante della fua Chiefa , e de' poveri Stetano, il quale l’anno ropd. foferive al-
Tr«j£ nei i74j, gli venne dietro l' anno me- la traslazione dal rito Greco ai Latino della
delimo Chiefa di Squillaci } Prelati affai fiochi di
Bernardino de Bernardi de’ Minimi di quali diccc fecoli , ne’ quali fi congiuntura
SSrjncefco di Paola, ebe di prefeme regna. fondata queda Cattedrale,
Bbracciò la Fede di Grido quella Cir. Rovo Gcruntino, eh’ edifichi il Monaderio
A Metropoli per mezzo della predica-
tà
Q_U ALITA. egli cperò certo, che fioriva lòtto Papa Gre-
gorio lX, che cominciò a federe 1’ anno
p fiede in capo iltirolo di S.Anadada,dl1 I
1227., poiché di fuo ordine ricevè da Opiz-
lio}
?
ruiàiemmc 1 anno tnedclitno del Sp., confi- lo commenda, Icnvcndo Franccfco Sifcara
a
guro da Papa Clemente IV. in Vitcrbu.Vif- V.R. delia Provincia , ed a Guglielmo Arci-
ie anni 4., ed ebbe lucecllòre vcfcovo di quella Chiefa Ne fu in minor .
bernardo Canonico della mcdclima Chic- grazia a Ferdinando luo tìgliuolo,a cui stan-
fa, eletto ne'ti7j.,ma morto appena compiu- za Papa Innocenzo Vili, io portò in quella
to 1 anno fu feguito da fedia, nella quale avendo feduto anni cinque
Bugierò di stefanuzia 1 anno 74. , già
’
con gran fama , mori ièpdlitu nella Catt c-
Conligliero, e famigliare del He Carlo 1 ,c . draici e lo fegui
dopo t aver governato con molta lode anni Alelfandru della Marra nobile Napolita-
zo., venne trasferito all'Arcivefeoviie di Co- no , eletto
l'anno 1488. Intervenne alla co-
lenza, lucccdcndogli in quella ronazione del Rè Alfonfo l’ anno 1494. Ri-
Lucifero l'anno 1 19 j., che poi l'anno t jot. fabricò il Palazzo Vcfcovile ,ornò la Chie-
conferma quanto da Nicolò fuo Predecelfo- fa, e la Sagrcltia di molte fuppellettili. Morì
rc era ltato conceduto al Monafteriu di San dopo anm diece di buon governo j cd ebbe
Giovanni a Piote . Non abbiamo il tempo, fuccclfore
quanto ville j cofa certa ella è però , che gli N. Cantclmo nobile Napolitano , eletto,
luci, elle l'anno 1498. Vide anni diccc,c già morto gli
Paolo, di cui li ha memoria nel regiltro di renne in dia
Napoli 1 anno i J09., a cui, inafenza certez- Giovati Mattea de'Conti di Set-torio no-
za di tempo vicn dietro bile Modancfc 1 anno 1 508. già Cubiculario,
Giovanni, la cui memoria apparifee l'an- di Papa Giulio li. Intervenne al Concilio
no 1 jzo., e continua tino al 1 740-, in cui gii Laterancnlc lotta Papa Leone X.,e dopo an-
morto lo fieguc ni zj. di lodevolifliino governo fu trasferito,
Pietro, eletto l’anno medefuno del 40. , il in Volterrajonde reltò quella. Chiefa in com-
quale ville anni nove, ed ebbe fuccclfore menda a
Guglielmo Decano della Chiefa l'anno 49., Giovan Cardinal Saiviari, che poco dianzi-
a cui incerto di mone lìeguc in tilo incerto avea refìgnata quella di Volterra a Giovan
di promozione Mattcoi che poi a capo d' anni quattro la ri-
Amico quale però era Arcivcfcovo
,
il nonzia 1
l'anno rj8<*. fofenvendo in detto tempo ad Giulio Sertorio , Nipote, di Giovan Mat-
una donazione , fatta dal Conte Tommafo. teo, l' anno 1575. Abate di S. Maria di Trc-
alla Cincia di S. Tommafo di Manico. finate inTofcana, c Protonotario appoftoli-
Gregorio lìeguc all'Amico fenza la certez- co Prelato inlignc sì nella bontà della vita,
.
za del tempo j ed a lui con lzmcdcilina in- sì nell'eminenze delle lettere 5 onde perciò
certezza venne ddlinato. Ambafciadorc del Duca di
quale muore l'anno 1 J99. , nel
Matteo, il Ferrara a Carlo V., c Filippo II., di cui an-
qual'anno viene qui trasferito che divenne Conligliero Mori in Compo-
.
141}. Siede anni 17., e con la fua morte la-, dare alle flampc opre di. vari argomentile
si
vita, onde mentre viffe mai ccfsò dal predi- Franccfco Antonio Santoro fuo Nipote.»
1
Panno
1 ,
fanno ij7z„c4t poi dall affanni 14-impor- quella Ciucia lo fpaziu di anni 12., c poi
tato «li in Macera, reftò quella Uriti» ad trasferito nella Cattedrale d' AJrllano Pro-
Aìfonfe fifano , «bevi falì l' anno ij8 ?> vincia di Lecce, diede luogo a
Era «gli Abate Cpmmendatario di S, Giovan- Nicolò Carmine teicomo trasferito qui
dii circi uva di quìi? ne prefe i! poffeffo l’an- Città di Bcicatlro, cd un Villaggio di Alba-
no (670. ,
tiaportatovi dalla Chiel'a di Con- ncli col nome di Villa Aragona, ma volgar-
vellano, perfuna d'irifignc letteratura, (ingo- mente Andai!} perche un altro Villaggio col
iai méte afìiologicaiuii ie tal volta per la pre- nome di S. Angiolo, t più corrottamente La.
cognizione dei vero incontrò l'odio de Gra- Cuturclla è ridocto a iòle poche anime,
di Morì nclia fua Patria dopo anni -peli go-
.
tra.
1
traporiaro in Argoli, aprì le pone a ftiniani Scalzi, coll' Epirafio tralcritto «ella
Venturino panato da Argoli in quella-. Calabria Nobile . Allo Schipanì venne ap-
Chiefa l'anno medefimo del ijjS. Non Tap- presi» .
;
piamo quanto egli ville 5 onde perciò ci vie- Paolo Jodicc Tanno 1 j 96 , che poi mor- .
to T anno 1512.fi nota Rcligiofo, ina non fi verno morì nella Patria,fepellito nella Ciuc-
pota la Religione. Vilfe anni fei,e gli fucccire ia maggiore con quefto Epitafio.
Raimondo Poerio nobile Taverne le ne' ftyeronimo Riamilo Rhegino Patritio, Bel.
15 18., che poi Tanno mcdelimo ilrinoncia a Ucajirenft tipi/topo in juris interpretatione per
Leonardo Levato altresì Tavcrncfc ,
il majorum quorum veftigia gradienti ai prima-
quale avendo governato anni 15. venne fc- riam juris PontificiiSedem cert amine Rome
guito da Inde ad multai Italie Acadcmiat dura
e vt (io.
Girolamo Pomario da Pavia Domenica- certatim evocarne ,
a Paulo K
Pont. Max. ob
no , eletto T anno 1 y j j- Vilfe in quefto go- vite non minorem ,
quota dottrina fornata ai
verno anni p.,c morì in Roma Tanno 1541., P aflorale muniti admoto , coque deiem per an-
onde li convince di errore Michele Piò,chc noi integri admimflrato, obiit VII. Augufti
il volle creato nel 1528. , e mono nel j j 32. M.lìCXXyi. etatis fue XLI. Thomas Riami-
fuccelfe al Pomario la r Tratri amanti(fimo moeflijfimus P.
Giacomo de Jacomclli Romano T anno Antonio Ricciulio fucccdc a Girolamo 1*
1342. Prelato alfa! dotto j onde con molta-. anno medefimo del a fua morte Tanno itfitf.
Tua lode , c della fua Chiefa potè interveni- che poi da lì ad anni uè palla in Umbriaci-
re al Concilio di Trento, ove fu Commilià- co, c poi in Cofenza, onde gli venne dietro
rio per la privazione di Tommafo Sanfelice Filippo Curio Mcfiineiè Tanno iSzp. In-
Vcicovo della Cava Governò anni dicco, e
. di a 4.anni ebbe fucceflòrc
rinonziò a beneficio di Bartolomeo Gizzioda Benevento, Tanno
Cefarc Jacomello fuo nipote Tanno 1551. rdjy.Uomo infigne nella Teologia Morale,
il quale parimente fi ritrovò prcfentc al fu- onde ftampò de Cafibus refervahs Governò .
detto Concilio. Morì Tanno 1577., e gli ven- armi 3., pallàio in Vuiturara,gli véne dietro
e
ne dietro Francefilo di Napoli Palermitano de'Chie-
Giovan Antonio di Paola nobile Caran- rici Teatini , eletto T anno 1539. VilTc anni
]
mono
'
anni 1591 . ù famigliare di Papa Innocenzo di armilo, venne trasferito alla Chiefa di
IX.cui avea fervito fin da quando era Ve- Catanzaro, fuccedendo a quella di Bcicaf ro
feovo di Nicallro con nome di N. Facchi- |
Carlo Gargano da Bagnuoio T anno mede-
netti, a cuifu sì caro,che fenza dubiczza l’avc- fimo del n?72. viflc in quclta Chielà anni 9.,
rebbe promofio al Cappello, le fiato non for- e morto gli fuccefle
fè così brieve il fuo Pontcficato Govctnò . «
Benedetto Barrali da Vizzini in Sicilia ,
con ogni lode anni cinque, e morto fu fcpcl- *4 trasferito qui dalla Chiefa di Lacedonia
lito nella Cattedrale Mario Schipano fuo
. Tanno 1682. ville anni fei,cgli venne dietro
nipote ne rifvcglió la memoria in Napoli Alfonfo Penateci di Cutro 1' anno 1588-
nella Cappèlla eretta da lui col titolo di San quale non piu che fei meli durando in quc-
Francefilo di Paola nella Chiefa degli Ago- lta Sedia gli fucccdè
1 .
S. Gregorio fi fà raccordo di
Rima d’oltrc partire nel difeorfo, egli è Barbaro notato Vefeovo di quella Chiedi,
P da fupporfi, che fotto quello Iblo nome cui il fudetto Santo Pontefice commette la_»
vitìta delia Chicle di Palermo; ma nulla di
di Cariati vanno compre fe, aggregate in una
(ola , le due gii di Carina , e di Gerunzia--: meno nelle lettere dell'ultima impresone li
Gerunzia, oggidì piu volgarmente Cerenzia: nota Vefeovo di Benevento , non di Carina.
Carina oggidì concordcvolmentc Cariati; Aggregata poi dal mcdclìmo S. Gregorio al-
ma quella piu antica di quella , è luna delle la Chicle di Reggio , ccfsò d' avere Prelati
piti prime di tutta la Calabria, avedofene me- proprj Con tutto ciò non và molto, che ap-
.
moria fin dal 499., in Menocratc fuo Vefeo- parile Vefeovo della medefima Chiefa
vo prcfcntc al Concilio Romano fotto Pa- Giovanni, quello, il quale P anno $49. fo-
pa Simmaco . Indi mancata di gente la Cittì, fcrivc al Concilio di Luterano fotto Papa-.
rapa San Gregorio la raccomandò a Bonifa- Martino Forfè perche difciolta da Reggio,
.
cio Vefeovo ai Reggio con una lettera del ripigliò l'antico fplcndurc Indi poi con un
.
> E pii* tenor fegucntc (a) : Peflquam Ecclefix Can- frammezzo di quali un lècolo, e mezzo veg-
r.enfit defunBo ejut Annuite aliatit ordinari, giamo
ncc loci deferito ncc finii imminutio ferj'ona-
•, Conrtino già prefentc alla feconda Sinodo
rum . ... hoc noflro fede! cordi confilium , tue Nicena fotto Papa Adriano l amio 787-Qudn-
tam foliicitudini deber r commini, (Jnod facete tunque non vi manchi, che quelli due ultimi
fcr prtfenti a fcripta perfpextmus, eujtis ut cu- Vedovi li vogli non di Carina in Calabria,
poi da il ad anni due trasferito in Cotrone Giovanni Carnuto, che poi murtu 1 auno
lafciò quella Chicfa a ty4y.gli venne dietro
Galeotto Quattrimani nobile Cofentino M. Autonio de Falconi, eletto fanno def-
Canonico nella Tua Patria, che la prefe fan- fo d.Ì4;.,ed avendo governato anni 1 i.,gtl
no I4J9- Indi 1' anno feguente trasferito in multo fi feguito da
Cotrone cede il luogo a Federigo Fantucci nobile Bologncfe l'an-
Bartolomeo, Vcicovo d’Argoli,che vi là- no Ijjd.,giì Auditor di Rota. Sede anni fei,
11 l'anno 1440. Aon abbiamo quanto ci avef- ne'quali andò Nunzio in llpagna , da dove
fe feduto; e perciò non polliamo elier certi ritornato mori inKoma, c gii venne dietro
dellapromozione del fuccclTore Aleifundro Cribdli nobile Milancfc, elet-
Giovanni, fenza làpcrlcnc, fé con qualche to fanno lydi.Ncl fccolo ebbe moglie, e fc-
frammezzo, o immcdiato;poiche motto l’an- guì per qualche tempo la milizia ì’eeularc;
no 1481. , bifognerà conghictturarc, o che Mouala moglie, e vedilo l'abito chierieuic,
fra1 uno, c l'altro li folle ripartito un lungo fu da Papa Pio IV. proinoffu a quella Chic-
tempo d’anni 41., o che fi folle frammezzato fa,e detonato Nunzio in llpagna Indi pru- .
qualche altro Velcovo. Comunque ci fu ve- moffo alla porpora ritornò in Ifpagna Lega-
do in quella Chicfa to Governò anni fette ,c riiiuoziò quelta_,
.
cano, muore F anno 1506. , onde lo liegutu poca vita, morto l' anno fegueme, e fcpelli-
l'anno medefimo to nella Cattedrale; onde lo iìcguc
Giovanni Scrfalc nobile Cofentino; Que- Ottaviano da Tagliaeozzo Frate Mino-
gli, qual compilò il procedo per la canoni- re, eletto F anno 85., ed avendo regnato an-
zazione di 8. Franecfco di Paola Al Scrfalc
. ni 9. lo tenne in lido
fucccde Properzio Reda da Volterra , altresì Fra-
Tommafo, fenza faperfene il tempo , che te Mmore.eletto l'anno typy.j Prelato mol-
poi morto l'anno 1 yzo. gli vien dietro to dotto, onde Ibride de Fera Sapicntix. lib.q.
Antonio Erculano nobile di Forlì , eletto Ville anni 7 . , e mori inKoma, fepcllita
l'anno inedelimo.Fu Uomo di molta pruden- nella Chicla de' XII. Appaiteli, c gli lue-
za negli affari politicijonde fe ne lérvi Papa cede il quarto Ffancefeonp
Leone X. in molti governi , c fingolarmente Filippa Gcfualdo Jvfldro Generale de’
nella Prolcgazione della Marca, uve da fon- Minori Conventuali, l'anno iSoz. Reògra-
damenti fabneò la fortezza di Macerata, al- fo inligne,e per lettere,e per predicazione,e
la quale fcolpl quella Epigrafe. per bontà di vita . Governò lèntamente an-
Antonini Herculanus Patria Forolivien.Epi- ni 17., cmorto gli ftlfuceellòrc
fcopM Cariateli, prò F. Arme liino Mediai T. S. Maurizio Riccio Tcrdoncfc , eletto F an-
Cal.S.R.E. Camerario Agri Piceni III. Sei Ro- no iSip., il quale avendo feduto anni 8. gli
man. Pontif.Prolcgatiu, Propugnaculnm hoc ai venne dietro
Civitdtts hnjnjte , Univerfatjne Provincia del Lorenzo Fca nel iSiy. Governò anni 4.,
corri», ac tutijji num pr&fidium a f.andamenti a capo de' quali clfendo mono gli fue.eeffe
extruxit. An.Dom.M.D.XXUl. Francefco Gonzaga da Mantova de'Chic-
Tommafo Cortefedi Prato in Tofcana_> riciTeatini, eletto fanno 16}}. , che poi a
Vefcovo Vedano, viene trasferito qui dopo capo di anni a(J. trasferito alla Chicfa di
Datario di Papa Clemete VII.,
l 'Ere ulani, già Nola, lafciò queda di Cariati ad
che poi fanno ty '}}. paffuto alla Chicfa Vcf- Agazio di Somma da Catanzaro , il quale
fionefc nella Francia ebbe fuccclfore nel 1 554. traporrato alla Chicfa della fui-.
Taddeo Pcpoli nobile Bolugncfc Abate, e Patria, die luogo a
General Vicario di Monte Olivcto , eletto M Girolamo Burzdlino-.da Napoli, chej
l'anno mcdelimo del jy. Governò anni due, e» detto nel 1 554. cefsò di vivere nel
e trasferito alla Chicli di Carinola , da quel-
1
1588. , c lo fegui
la traportò qui Scbadiano delle Franci da Palma luogo
,
Vu vicr
"CALABRIA SAGRA LIBRO II.
J.
DELLA CATTEDRALE DELL’ISOLA. piamo quanto ci governò, e perciò non lap-
piamo, quando vi fu pronto Ilo
che poi morto l'anno IJ49. eb-
1-rancefco,
Dio
Q
/
Uclla fu un venerabile Monaltcrio di
Benedettini,!! cui Abate per
cos , (limando ellcr la maggior gloria
il tramutò in
di
Cattedrale circa gli anni
nome N. be fuccefiòre 1’ anno m.dcfimo
Pietro di Corano Cittadino del luogo j al
quale alcuni anni apprelfo viene in filo
)
il Conte
Bernardo, il quale poi poco avanti al 1588.
del Signore 1000. Sopravcnuro poi
pagando l annovale tributo al fagro Collcg-
Rogimio l’ accrebbe , ( che fu ne' io pi. ) di
giosma morto l'anno feguentc gli fucccde
molte anno vali rendite i onde quantunque^
Giovanni, eletto fanno ijpo., dopo la_>
non troppo ampia di Diocefi ì pur è delle
cui morte intrulbvi dall'Antipapa Benedetto,
mediocri della Calabria per *<5tu di entrate-
Pietro, ma tofto depoilone da Papa Grego-
Q_U ALITA’. rio XU. vi fiipromoffo -
concede mol-
quale quella Chicfa a
Nicolò Antonio, altresì noftro,elctto 1 an-
no medefimo del 45 *s A quale dopo alquan-
ti beni, c
molti privilegi . lui poi luccede A avendo rinonziato , lo
ti anni di governo
frammezzo di altro Ve-
non faptei fc con il Iiegue .... 1
Benedetto l'anno 1451. Vide poco, aven- 1 Ordine dc’Predicaturi 1 anno 1S14.ru graui
dovi appena compiuto l' anno, onde gli lite- I
I
Teologo, e coujpolc moire opre , hugolat-
mente la Cenfura da And«to.D cedua De.
celTe j
I
teliate Ponti fica, r-ommitlario dei baino Of-
te di 5 . Maria della Ruota dell' Ordine Ci- hcio, Elìaminature de Vclcovi,c piu avereb-i
llercienfc, Dioccii di Cefar'Augulta , eletto bc operabile la morte troppo vcioce non gli !
avelie cionco 11 alo della vita . Muri lèpcin-
, che la
Tanno 14^. Prelato nobiltà , c la_>
virtù refero cariflimo al Rè Alfonfo pruno; (o nella Tua Cattedrale eoa la qui tral-ritta
onde fe 1 prefe Conlìglicro ; ed indi lo pro- Epigrafe a ipcié dei iuo Clero .
mollc a quella Chicla Governò con molta
. . D- O. M. 1
Fretti Andre* jujl mi alio nobili, ac Patritìo
lode anni ab., c per la Tua morte gli ventre-»
dietro Janu* generalato, Prxdicatorum fumili* vita,
Buongiorno eletto T anno 1479. , il quale & li iter it ciato, non indigno tot ini Orili ni s mo-
avendo governato anni 8. , rinonziò libera- deratori , Uro i Paulo y. Pont. Max. in Com-
mente, c lo tenne dietro miffartum SanSi Ojjicii,Autiltnuixque Exami-
Giovanni Tanno 1487. Non faprei quanto natorem ekUo, ac demum in Epifeopum Injula-
n.trn ez.Ciio.Cu,nane in diem ad majora defiglia-
ei avelie feduto ; certa cofa è, che fi ritrovò
prefente alla Coronazione del Rè Alfonfo morie immatura cripti ur: Clcrks Infunimi
re tur
Tanno i4p4.;ondc rimane incerta la promo- ab fingo lai e m amorali, acceptaque beneficia.-,
zione del luccelforc, che fu grati ani mi ergo pofuit (finii Anno djomtno
.
Angiolo Cclialdo, qual poi muore T anno M.OCXVII. Accatti fu* KLVll.
l508.Nel Concilio Latcranenfc Tanno IJ 12. Giovan Antonio de Maximis Pattizio Ro-
foferivono Girolamo Vefeovo delTIfola, ed mano fueeede il tdi8.gia, Referendario dell’
indi Ccfarc della medefima Chiefa ; e nien- una, e dell’altra Signatura. Ville con gran fa-
temeno ad Angiolo fucceire immediato ma di letterato annieinquc,c morto gli ven-
Celare Lambertino Arcivefcovo di Tra- ne dietro
ili, trasferito qui Tanno 1509. Governò
egli Afcanio Cailagna da Torino Tanno trJij.
anni }S., e rinonziò a beneficio di Fù Segretario di Carlo Emmaimele di Sa-
Tommalò Lambertino fuo nipote Tanno voia ; poi Referendario di amendue le fi-
1545. Era Tommafo di quel tempo di anni gnature , cd clfendo morto da li ad anni 4.
24., onde gli fii data la Chiefa in commen- in Roma, ebbe fiicccfforc
da; che poi Tanno 17. della lua età ne prefe Alcflàndro Bichi nobile Senefe , eletto T
il titolo di Ainm inni latore; ma morto il Zio anno i<5 i 8 Fù Nunzio in Napoli; indi Tan-
.
Prelato molto utile a quella Chiefa, cui ri- l'atronatuf. Governò anni due , e -ti , fe- m
feofiè dagl ingiufti polfeditori molte anno- onde lu feguì
pellito nella Cattedrale; .
vali rendite: Abeili la Sagrellia di fagra fup- Antonio Ccllio Romano dell Ordine de’
pcllcttilc , c di fagrc Reliquie : Accrebbe il Predicatori ,
eletto Tanno 164!. Pubblici».
numero de’Canonici , che dotò del proprio. Lettore di Teologia in Roma . Ville anni
Soprafimo dall’età mori, fepellito nella Cat- quattro, e morto fù fepellito nella fua_»
tedrale con motte lagrime, c gli fucccfic Cattedrale ; fucccdendogli
Scipione Mont'allegro, ch'egli fin dall’an- Domenico Carnovale nobile Stilirano ,
na 15 8.J . s’avea chiclto Coadiutore . Muore eletto Tanno 1S4;. Prelato di altaletteratu-1
l’anno iSop., c gii vien dietro ra, latina , greca , cd ebraica . Morì T anno;
Girolamo Palazzuolo T anno mcdelimo 1 meddiuio, troppo immaturo , fepellito nella
idop., che dopo il governo d anni quattro, Chiefa de’ PP. Domenicani della Tua Patria-
paffato all’altra vita, ebbe fuccefforc Di lui fi fa raccordo nelle Tavole degli uo-
Andrea Gìuliiaiani nobile Gcnovefe, dcl- mini illufiri delia famiglia polle nella Cap~
1
il
venne dietro
tre anni, s gli VESCOVI.
1 ùiov-yi franceRo Ferrari nobile Catan.
,jareft l'-*nno 1^49, Governò anni 8,
i
1
fendo morto lp legni
tati» Follo da Catanzaro
, ed ef-
, Cantore di
M la memoria de’ Vefcovi dique-
Anca
Chicfa per tutti Eccoli del mille
ila
j reiiò marcita fono alla barbara crudeltà dcl- mente VE, gli fu foftituito
1 ja Saraceni fpada, giulla che fi fcrive pel- Tornatalo di Rofe Francefcano (a) , elet
ila Cronica detta di Taverna 5 onde viene la to il 1542 .Religiofo illultre per bontà di vi-
nuova dubic/za dei tempo in cui rifiorì', e ta,e per eminenza di ktteratura-Muore l'an-
del fuo nuovo Rifioratore, Comunque ei fia no ljj»„ c gli fucccde
ella è Sedia antiehillìma,eomcanche la fcri- Almanio Decano deila medefima Chicfa,
ve F Abate Ferdinando Ughelit , così per eletto E anno medefimo del Jl. Quanto ei
ragione della prima origine, come parimen- forte vi (luto non l'abbiamoj ma forza è con-
te per comodella nuova riltorazione. gliictturare, o che forte fiato di lunghtlEtm»
vita , 0 che con qualche frammezzo l'abbia
QUALITÀ'. feguito
Giacomo d'An-
trasferito qui dalla Chiefa
fuo titolo quello de' Santi Apportali
Il glona l’anno 1400., il quale avendo regnato
E '
I
. , .
perciò eletto alquanto più in là . Ei ville vi- Chiefa del Corpui Domini di Bologna con
ta lunga, ed arrivò fino al tJU-, al
qualej quello Epitafio
poi fucccdc D. O. M.
.
Pietro Kaneno eletto 1 anno meddima MMJtf. JoanMlòiJia Marefcotto IVJ). Epi-
del j j., e configuro in Roma nella Cappel- feopo Sirungnk*fi,vita integriate, dottrina fin-
la Pontificia . Morto poi da lì
ad anni4.rcltò gulari,moribui fittavifimo. licitano. XXXV
ili.
SU' P dicttcrum
1
1
r£ ,
1
Giu-
4
. ,
avendo aj pula veduto n quinto ineie Moti . fudettò Vel-ovo , Vefcovo di Umbriatico*
fcpeliito nella Cattedrale in un lepulcro a ciò è addivenuto, perche le ne fcrillc a tem-
patte fabrteato da luo riatello, e bucccflore po, che la Sedia era trasferita in Uuibiiatico.
eoi fegueuce hpitalio . In altro calo abbifognarebbe dar due Cbiefe
|
Juuo Di a! elevici Ariminen. inter profferì, dillinte in Umbriatico, c nel Ciro, colà qual
tiraiverf* peri animi magnitudine ab Urba- non permette la vicinanza de' luoghi. L' an-
no Vili, urungulcn. fiele/. infialilo dignitute. no ff8o. ancor la Sedia boriva in Paterno *
Carolut frnttr Germanm ditta fulcjiu Epì. perche Abbondanze , qual boriva di quel
i
ftopHi SucttJJor frutti amuntijjimo ,alii)quc tempo, Vclèovo di Paterno ,c non già di Um-
frulatis monumentimi txcudendum turami . briatico li dice. La dove a tempo del B. Gir-
tro l'anno i 5 j 8 .,già Canonico di Animili. eh' egli £1 delle Chicle Vcfeovili* avvegna
Ville anni i., ed ellcndo morto lo fegui nel che per isbegiio dello fcrittorc, giuda che f
governo avvertono giaviliiini Autori, Annblaccqfe la
Marano Denfes Rcligiofo Somafco Mila- fcrivc in luogo di Umbriàcicenfe. Rifugii crìi
neléq eletto I anno 1(540., ed avendo gover- dunque dire, che dopo il 700. , e prima del
no con molta faina lino al 1SJ5. , umico
choc fuetcl-
1100. avvenuta folle quella traslazione ; e fe
le coiighictturc hanno qui luogo, io aggiun-
giti, e repellilo nella Cattedrale
gerei, che marita ella rovinata fra lóiiiiver-
^Biaggio Mazzclla Napolitano ,
Rcligiofo fuli Saraccnichc feorrerie dd poo.riforta po-
1 anno Hello dei 1 5j 5 . feia lotto al regnate de' Normanni fu qui
di S. L/oinenico eletto
trasferito a quella di trasferirai ed in quelli (entimemi viepiù nn
pj.i ciucila Cincia fu
de Goti nei 1663. luceedendogìi rafferma il non vedere fuot Vefcovi hno al
b. A "aia
Antonio Maria Canialda da Belvedere principio dd Uodceuno lceolo
U Mbriatico, Ciro
Mclilfa, Tiughc, Scarhzzi
,
Crucoli , Calabuono,
,S. Nicolò.
anche mancano alcuni Vefcovi, non aven- liberamente dopo il governo di anni 4-nc ri-
l' ammjiuitrazione
done fino al 1 300. in circa i fe pure, o Dio- pigliò
nigi non avelfe villino un qualche anni 40. Andrea Cardinal della Valle l’anno ryzo.
o il feguente non avelie principiato qual- avendogli ceduto il Cardinal del 11 ileo il
che tempo prima del tjoo. regi - Ilo, che poi ia rifegna a favore di
N. Egli è feruta uome j ma non fenza vir- iiiuvan Matteo Lucifero nobile Cotrone-
lè, e l'uo famigliare, l’anno ryz3- , il quale.»
tù, poiché l’anno 1 30 6. ottiene dal Re Car-
lo 11. , che quelli volcflero riabitare li Ca- poi appena compiuto 1' anno pailato in Co-
fali di S. Marinaci S.Nicolò,e di Maratca di ttone, fottentra il terzo Cardinale
fua giurifdizione foffero franchi da’paga- Giovanni Picculomini ad averne la cura I’
fijenti fifcali. Ed ecco anno i;z4.1ndi tenutala ami i <5.U rinunzia a
Crifioforo, eletto circa il rjjo. , che poi Gio: Giacomo Lucifero nobile Cotronc-
l'anno 1333. paga il tributo al Sagro Colle- fe, ed Arcidiacono di quella Chicfa, eletto
gio , e 1 anno 1341$, paffando in Eìlìgnano l'anno 1430. Vi<|c nel governo di quella.,
gli vicn dietro
Chicfa anni i7-,c morto gii fu folticuitu
Arcidiacono ai Catanzaro i1’ v vwv Foggia da Rollano, ed Ar-
Giovan Ccfare
Guglielmo ArcniQiaconu
OuguGimo di v-aranzaro
.LI
-
A I intuì
— ii-jl'. J _ £ C /viti imnnnn nitri mini chidiacono A'. tinnii
di quella Arcivefcovilc , 1 anno
fl-viir ii‘
t-z- i .
a
niiai; admuiu e 47. Intervenne al Concilio di Trento, c
, ,
li.
Prelati, quali federano dal detto temiìo
tempo fino
tino 1347.
1
c eli fucccflc
tovi Chicu
^Nicolo dì Martino Suddiacono, già Con- 1 378. , al quale gii morto l' anno feguente
Celierò della Ducheffa di Seda, creato Fan- fucceffe
, _ .
Emilio Bombino da Cofenza nel ryJp.
no i4;s.,che poi da li ad anni ypaffaco ali’
Arci vefeo vile di Rodano, il portò dietro Governò con molta lode anni u. , ed ebbe
Francefco i più volgarmente , conformo fucccffor*
all'ufo di quei tempi . Cicco , eletto T anno
Aleflandro F. Uretra dall Aquila 1 anno
J Jpa- F« celebre
LcgiHa del fuo tempo , ed
I44Z. Vide anni cinque , e gii morto fu fe-
l
Sedè nel governo di quella Chicfa anni z8., t^4- gii Referendario dell una , e dell al-
iene inerenti pofuit-Ann. fol.M. D.IV. Augiifi i feopo, nunc Arcbiprxjhti, &
totius Regni Ne a -
-
jw.,u poli Apojio tic cinquifitoriy eximiè,& multipli
Matteo da 5icna fucccde iF «umu
Siena ìucceae anno i1500., il
Cm
1
CapmtumUm
I
benemere nti
quale avendo regnato anni fette morì in-»
citèr
!
« Agoltino de Angelis di Angri Chierico che nel nono, o decimo fccolo rovinata con
Q Kegolare della Congregazione della só-
inafea, elettoti t6d7.r u rettore nella Sa-
i'altre quella de Turij per le fpelfe feorrerie
dc'Saraeeni, nel rialletto poi delle medefime
pienza in Roma, e coinpolè alcune opei e ti- fi folle aggregata , ed unita a quella di Rof-
lolotìchc , e teologiche . Morto nel 1 <S>R 1 ^ fano circa il mille . Per quello poi tocca la
gli venne dietro dignità Arcivcfcovik ,ferive l'Abate Perdi-
Giu: betulla Ponzio da Corogliano il nando Ughclli , che fc n abbia memoria fin
1681. i n Prelato molto dotto,e da Dette. Do- da tempi dei Rè Ruggiero : ma però piu an-
po lei anni di governo pulsò al Signore , e tiche io ne incontro le memorie Leone Ma- .
baiioiumco Oliviero della Terra di Cu- chiepij'copum Cìvitatìs Muffarli Dominarti Co]'- .
S.
1732., che di prelcnte governa con lode. Paludi, Crepolati, Crolla , Calopizzati, Cal-
vito, Campana , Langobucco , Boccaglicri,
Dell ArciZ'efcovaio di Koffano Pietra Paula, Mandaturizzo.
|sl
L per
’Una delle Chiefe più riguardevoli del-
la Calabria , ella è quella di
fua antichità, avendofene memoria
la
Rodano;
|
Q ualunque ne fodc la più vera cagione
mancala memoria de’ Vefcovi, quali
governarono queda Chiefa per molti feeoli;
tin dall’
anno almeno 680. con Valeriano non apparendone, che un folo, che egli fu
1 luo Vefeovo già
prefente al Concilio cele-
, Valeriano, di cui, come fopra s e detto, le
DELL’ ARCIVESCOVADO DI ROSSANO GAP. IV.
oc tenne raccordo nel Concilio celebrato . Roggiero Canonico della Cattedrale, det-
da Papa Agatone l' anno <58o. to dal Capitolo, e confermato da Papa Cle-
mente V. F anno IJ07. Morto poi da lì ad
C1VESCOV anni cinque gli venne dietro
Gregorio Arciprete , eletto dal Capitol o,
il primo a comparire lòtto que- e cor, lumaio da Papa Clemente V. F anno
C Ofina è
dignità l'anno 820., come s’è tocco
Da
di foprai ma fe folle Dato il pi imo a ricevere
Ij 12. L'incertezza della fua morte rende ta-
fana la promozione di
quella dignità, non colla di certo. E qui pa- Giacomo, che gli fuccedejil quale ripofa-
rimente interrotta la linea di quelli Prelati to ne! Signore Fannoijjg. il Capitolo fi ri-
quale F lmpcrador Federigo l'anno 1 I2J. Hello del j8. Viflc anni io. , e fi portò dietro
conferma tuit'i privilegi delia fua Chiela. E Gregorio Decano, per dimanda del Capi-
qui di nuovo interrotta quella linea non lì conferma di Papa Clemente VI. 1 an-
tolo, e
riattacca, che con noT J48.Indi avendo feduto anni 17. ebbe
Cofnia 11. già Archimandrita del Patirò, lùccelfore
folto di cut il Rè Tancredi 1 anno 1 r p; .con- Ifate Monaco, ed Abate di S. Giovanni di
cede per l' oglio della lampada della B. V. 1 RotTano dell’Ordine di S. Benedetto Fanno
oncie tré annotali doro-Muore Fanno 1 ip7- ijtfj.Non fappìamo quanto ci fia viflùtoj
e gli fuccede ma che morto gli fu follituito
rafcale eletto l’ anno up8. A lui fende Antonio , il quale è certo , che fu creato
|
Papa Innocenzo Ill.nel capitolo Juper de Co- dopo il IJ78., echc oltrepafsòil ij8p.onde
rnar.,c nel capitolo eum Ciufa de offic.de legai. ne fiegue incerta la promozione di
Muore 1 anno 1218., c gli vien dietro Nicolò, che poi 1' anno 1 JP4. pallàio nel-
Ballilo , eletto dal Capitolo , e conferma- la Chiefa di Tricarico , gli venne dietro ic
to per ordine di Papa Onorio III. dall'Arci- quella
velcovo di Cofenza L'anno 1 22}. l'Impera-
.
Gerardo da quella di Gcrunzia portate
dor Federigo con la data in Cotronc gli con- qui l’annoi
J94. Indi ad anni 4.reilituito qu
ferma rutt privilegi della fua Chicia.L 'an-
1
Nicolò, Gerardo ripaisà inS.Scverina j Ni-
no 1228. egli concede a Ridolfo Abate di colò intanto fpogliato delia dignità da Papi
Ponte Lautcato la Chiefa di S. Andrea nei Bonifacio IX.Fanno 140J. gli fu folti! ulto
territorio di Cariati . Governò anni 42. ,
e Giovanni Archidiacono della Chiefa Fan
già morto ebbe fucceflbre no medeiùno ; che poi morto anni due ap
Bafiiio Abate del Salvatore di Bordinaro, predò, lo fcgul
eletto dal Capitolo , e per mandamento di Bartolomeo Gattulo Arciprete di Gaeta
Papa Gregorio IX. confermato da’ Vefcovi eletto l’anno 140J. Governò anni 17., c paf
di Cofenza , e di Cadano l'anno 1240. , che fato in Reggio gli lòpravennc
poi morto dopo anni 14. d’ottimo governo, Nicolò trasferitovi F anno 1421. dall’ Ar
gli fu follituito civefcovile di Confa Viflc anni 7. ,c fu fc
.
di Tiferno 1 anno 14513. Pre'ato molto utile Lelio Giordano Romano, trasferitovi dal-
1 a quella Cattedrale 1 poiché fabricò da' fon- la Chiefa d' lfernia l'anno 1380. Prelato u-
damenti il l’alaggio degli Arcivcfcovi 3 ed gualmcnte degno, c per la vita , e per le let-
creile una foninola Cappella alla Vergine,Ui tere Non oltrepafso gli anni tré , che però
.
ina il 34. icpellito con quella Ifcrizzionc fc- na contandone anni jp. , cd alla lira Chielaa
poicrate • che non potè reggcrla,ehe anni tre, £d ecco
Vintemi» Pimpinelle Romano Archiepifcopo Girolamo Pignatclli nobile Napolitano,
Rojfan., Oratori c lanjji-oo, fi > ernia. Unga ri a, ac eletto l'anno 1613., che poi morto anni cin-
totius Germania Lcgationibus fummo integri- que appretto gli venne dietro
late , ac prudentia laude JunQo . Hjeronymus Ercole Vaccaro Bolognefe, Referendario
Pimpinella Canoniens Laterali. Fraicr Fralri deli'una,e deil'altra legnatura 1 anno iSip.
coticordifs. pofuit. Vixit min. XLVIU. M.VIII. morto dopo anni 7. di governo, ebbe fuc-
Paolo Emilio Verallo fuo nipote 1' anno gato, Confutami S. Offìcii , Mcliten. Infoia In-
ijj t. Giureconfultodi gran fama,ed Audi- qui fuori , ad Sereuijfinum PkHibertum Sicilia
tore delia Romana Ruota. Avendo qui ledu- Prorcgcm prò rebus ardui! Sedts Apofiolica
to anni due venne trasferito alla Chicla Ca- Delegato, &
in generale m Lufitania CoUcBo-
putaquenfe3 onde gli venne in filo rem nominato, Archiepifcopo tandem Roffanen-
Giovan Battiila Caflagna Romano , eletto fi,natalibai confpicuo J'cieutia , c~ rerum ufu,
l'anno i55j.Rclfe quella Ciiiclàanni 14., animo in prima in adverfa invililo. Abbai Au-
, . . .
&
.
]
roujmi Card. Coturno* Protettori* Germa- no quelle alcune Chielc, le quali con imme-
ni tt, &
Aratorie* Auditor gentili fuo bene de diato aflbggcuimcnto riconofcono per ior
]e merito pojitit Vixit alt. LIV. obiit die III.
. direttrice la Santa Sedia Romana, ed i Tuoi
Apri lis M.D.CXXX. Romani Pontefici per Giudici, e Signori. Di
Pictr 'Antonio Spinelli intanto, de’Princi- quelle dunque è il prefente Capitolo.
pi di Cariati fucceflc al governo di quella
Chicli l'anno tffx8. Prelato utililiimo , e di *. I.
nimi grati animi monumentarli , Principi libe- I Cielo Vicn lervira da 8. Dignità , cioè
.
che viffuto anni io. morto gli Q tica l'origine, non per tanto in quelli
lecoli può vantare le memorie di quei fuoi
Girolamo Compagnone d' Averla l’anno antichtflfimi Partorii poiché toltone
nSpo. Viffe due anni, c due meli, e morto lo Andrconanco , di cui fi ha memoria ne’
feguì 74}. foferivendo al Concilio Romano fotto
Papa Zaccaria in detto tempo i gli altri tutti
_ . .
ni io., qual poi rinonziò, ritirandoli di nuo- di San Nicolò del Campo (b) A lui fieguej .
contagiato l’anno 1195. Ville in quclto go- no anni 48., e gli fucceffc
verno anni 20. ,c gii motto gli venne dietro Bernardo 1' anno 1487. , il quale dopo 1’
GauH'rido , aneli’ egli Arcidiacono, elet- aver ieduto anni 1 1 .mori fcpciliro nella Cat-
to dal Capitolo, econfermato da Papa Gio- tedrale, e venne fegutto da
vanni XXII. 1 anno 1 ;t A. , confagrato da
’ Francefeo Pieeolomini, figliuolo di Anto-
Berengatio VeLovo Tufcolano ; ed avendo nio Duca di Amalfi , e pronipote di Papa-,
fedtito anni j. ccdè il luogo a Pio li. Intervenne al Concilio Laterancnlè
Nicolò Canonico della utedelìma Chicfa_> lutto Papa Giulio li. , ed avendo feduto an-
per elezione del Capitolo, e conferma del ni J2. lo feguì
ludetto Pontefice , correndo gii anni 1 j 19. Fabio Arccila Napolitano , eletto P anno
confagraro in Avignone da Arnoido Cardi - 1 5 jo, già Chierico di Camera , e poi Vice-
nal Veicolo Albancfi. Indi ad acni II. par- Legato in Bologna Ma trasferito anni cin-
.
gione) ; perciò quelli agitati da diabolico che poi da lì a tré anni la rinunzia a
furore , la Domenica ile li ' infra ottava di Domenico de Summo Cremimele 1
'
anno
S.Giovan Battilla, 1 anno 1 } {9. fatto empito
’
1548. Vilfc anni diece , e mori in Roma, fc-
eoi fuoco alle porte della Chiefa , e del pa- pcliito nella Chiefa di S.Lorcnzo in Dauiafo.
laggio, ed entrati dentro Lga.ono il Vefeo- Sante Sacco da f aveuza perciò fucccdo
vo con altri diece della fua f amiglia , dopo l’anno 1558., Commendatario di S. Marito
l'averli condotto in ludibrio perle publieltc dell'Angiolo , famigliare dei Cardinal Scr-
Iliade della Città , al Vefeovo troncaron le inimela, Lettore, e Conte Palai inu. Vitfe an-
mani, ed il capo; ed agli aiti in altre manie- i ni cinque,cgià mortoncrifvegliòla memo-
re dtfpettofe recatoli la mortc.Agttati da pia ria alquanti anni appreso Flaminia Sacco
furia lae-heggiarono , quanto piti lor tornò fua nipote col ieguentc Lpitaho nella Chic-
in uccuneio ij Chiefa, ta il palaggio, pollan- la di S.Agoitino di t avenz-.
do via reliquie, fuppellettili, libri , ed altro; Sanili Sacco Civi Faven. Epifeopo Bifmian.
onde Papa Benedetto per zelo di giulliziane
eiultiziane S. Marta ab Angelo perpetuo Commendatori ,
rimette la eaufaaU'Atcivcfeovo ai Bari ,cd Proti. Notar. Apofìollio 1.1 JJ. Cotti. Palai. , ac
al Vefeovo della Kapolla , concedendo loto aureo Equiti,Firo rehgiofo optimojtttegerrimo,
|l’ una, e l’altra fpada contro de’ colpevoli . Patruo benemerenti , Flaminia Sacca viverti
(Intanto ripattjto il Capitolo eleflero altri mcmor Lati poni jujjit A. Dom, M.N.LXXXK
I
Canonico di quella Chiefa,
lielpt atido tvuffo Alo.fe Cavalcante nobile Cofeniino Ve-
alt.i Nicolò Malopcre Decano dtCofenza; feovo di Nufeo venne dietro al bacchi l'an-
ma Papa Clemente VI. annullando 1 una , e no Hello della fua morte 1567., che poi mor-
l’altra elezione portò in quella Cattedrale to appena compiuto fanno die luogo a
Criftoforo Vcleovo di Umbriatico l'anno Mattino Tetraeina Napolitano, che i’ioc-
1 J4^.,
il quale avendo governato anni otto, cupò 1’ anno 1 5 <5^4. Indi morto due anni ap-
ripofando nel Signore gli venne dietro pretto io feguì
Giovanni Marjgnolla nobile fiorentino , Filippo Spinola nobile Genovclc nel 15145.
. e Frate Minore (ef), eletto l'anno ij 54. A cui Governò con gran pietà auni tré, e trasferi-
* co 11 inccr tczza di tempo licguc to in Nola , fu poi da Papa Gregorio Xlll.
Giovanni Savclli Romano del quale al- ,
protnolìo ai Cardinalato del titolo di S. Sa-
tro non vi ó di ceno, fe non fol,ehe fia nun- bina. Succede perciò in quefta Chiefa
(
•
cato,o per morte, o per afro accidente l'an- Prolpero Viralliano da Napoli l anno
no }S2.,poiehc per detto tòpo vi li elegge
1
1 j 5 p.., che poi morto dopo anni cinque di
Martino, il quale fegui le parti dell’ Anti- governo gli venne in filo
papa C Icmente VII., come ancora Andrea Vefeovo diSegni l'anno 1574.
Landolfo foflituiro a Martino ; che poi indi morto f anno fegueme ebbe fucccllute
nientemeno muore fotto l'usbidicnza di Pa- Pompeo Bello , detto fanno 1575. , lèdè
lpa Bonifacio IX. l'anno 1789. fucecdendogli anni nove a capo de' quali rtpofato nel Si-
|
Giacomo Canonico di Rollano , il
qualej gnore, fall a quefta Tedia
dopo l'aver feduto anni }8. ebbe fucctffcre Petruccio, trasferitovi da quella di Stron-
Antonio Carolci nobile Cofentino, trasfe- goli l’anno 1584. Quanto ci vittc in quella
rito qui dalla Chiefa di < ppido l'anno 1429. Chiefa ci è ignoto ; e però ignoto ancori^,
che poi morto nel 1444. gli venne dietro quando vi principiò a fèdere
Nicolò Pifeieelio nobile Napolitano,clc(- Pietro, qual poi morto l'anno IJ98. gli
ro nel 1445, Indi ad anni quattro palfato in venne fodituito
Salerno gli fu foftituito
Bernardo Neri Fiorentino , Domenicano!
<
pa Leone X., cmincntiffimo nella letteratu- non ne forti Follétto , qualunque Hata ne_>
ra } ma più eminente nella vita per il cui foife la cagionc.Solo riconolée i’Arcivcieo-
,
maggior profitto dopo anni 9. di governo vile di C'ofcnza per conto de' Sinodi, e non
fi rvilituà alla Religione, e venne feguito da per conto di altro.
Giovan Giacomo de Amatis l’anno 1507.
indimorto a capo di anni 4. gli fuccellé QUALITÀ’.
Mario Urlino nubile Romano lamio itfri.
! che poi trasferito alla
Chiefa Libertina l'an- orta in fronte per fuo titolo la Nativi-
no lff2 4 gii fu
. qui lòflituito P tà della Verginei fervila da quattro Di-
Adriano di Redatte romano l’anno mede- gnità , Archidiaeono,Dccano,Cantore c
,
fimo del 24, Canonico di S. Lorenzo in Da- Teforicro, con altri iz. Caiionici.il fuo Ve-
malo. Altri lo chiamano Alderano Belletto feovo anche nel temporale con lagiurifdiz-
Ligure da Mafia Carrara Comunque ci fia zione civile, è Barone di Mannarino,
di Tre-
.
Ual.wct.
.
ai
j,
,
del Sagittario nella Bolla fi dà il titolo di promoffo a quella Chiefa , il cui erario ac-
Mtferatione divina Eptfeopus . Muore 1 anno crebbe di molte annovali rendite . Indi paf-
1129-, c gli fuccede futo alla titolare di Scbaficj iatciò quella a
Giovanni Marino Canonico di Beneven- Juaehino Stilare da Pitigliano in Tofca-
to, eletto l'anno mede-fimo del 29. Ville an- na, che vi fall l’anno 1439.3 Indi paffuto al-
ni cinque, e già morto gii ftl foflittiito ia Chiefa di Canne, cede quella a
Landolfo Vulcano nobile Napolitano ,
Giovati Frenetico Brufato Vtronefe , ni-
eh .elio dal Capitolo e confermato da Papa
,
pote per lòrelia del. Cardinal Bartolomeo
Giovanni XXII. F anno j 3 24. indi ad anni Rovarclla , che nc prefe il poffeffo F anno
fette appreffo, ripolato nel Signore, gli ven- 14(53. Ma trasferito all ArcivciLuvilc di Ni-
ne in tilo colìa, mori poi in Roma , fcpcllito in S. Cle-
Gunio l'anno 1341. governò anni cinque, mente appreffo il Zio con quello Ispirano. .
P anno lieffo del 99., ma quelli non portan- Domenico Jaeobazio Cardinale , che poi
doti bene , e però fpogliatone da lì ad anni l’anno 1323. la rifegnò a beneficio di iuo
cinque, ebbe fucccffore nipote
Marino Scannaforice nobile Napolitano, Crifloforo Jaeobazio . Crebbe egli fono la
- Mito r aiuto 1404. Ma fucceduta la morte prudente difciplma del Zio, e divenuto emi-
/al 1 t ape Bonifacio che favea eletto gli fu nente non meno nella dottrina , che nella.
, ,
VII-
DI ALCUNE CATTEDRALI ESSENTI CAP. V. 3fi
virtù, da Canonico del Vaticano fu eletto in Homi ,
fcpeliitu nel Collegio Anglicano
Vefeovo di quella Chicfajqualc governò con con quello Lpiuno.
tanto zelo, cht Papa Paolo ili. innamorato D. O. M.
dei luo talento lo creò Datario, poi Audito- Andoeno Vudovuo Cambra Brittanno I.VJX,
re del fuo Palaggio, e finalmente Prete Car- ac profcjjon Oxonii in Aifglia , ac Regio Duaci
dinale del titolo di S. Anallalia . Indi 1 anno in F Unina, Archi diaconi Annotti a,
1 Canoni- &
1 5 )8. Legato a
latcre a Carlo V. per la pace co in Metropolitana Camaracenfi, atquc ojlt ta-
tra lui, e Francefilo 1 . He di trancia ì e l'an- li Generato , ulriufque figliatura Referendario,
no apprcllo Legato nell Umbria . Morto eon Caroto Cardinali 1 Borromxi Archicpiftopi Me-
difpiaeere di tutti , l'anno 1540. , gli venne.» diolancnfis Vicario Generali , Gregorii XIII.,
dietro & Siati V. in Congregalione de confali altoni-
Durante de Durantibus Brcfciano Vefeo- bus Epifcoporum,Cr Kegulanum a fecrctis, Epi-
vo Algarenfe 1 anno 1541. Indi creato Car- scopo Cafianen fi , Gregorii XIV. ad Hclvctios
dinale da Papa Giulio ll.,c trasferito l'an- Nunlio, Clementi s Vili. ApoflotocX infilai tomi
no 1 5 5 1 . alla patria , lali al trono di quella in alma Urbe Adjntori,Anglos in Italia,Gallia,
Chiela ac Belgio omnt opc fempcrjuvit ,
atifue ejus in
Bernardo Michclozzi nobile Fiorentino primis Optra hujus Coltogli, ac Duacenfis &
l'anno Hello del 1551. Adottato da Papa_> Rhtmenfis fundameuta jedt . Vtxit ann. LXI.
Leone X. nella famiglia de Medici , renne tnenfes IX. dies XIX. , XXX Vi.
exul ì patria
detto volgarmente Bernardo de Medici.Dalla Obiti XIV. Olio br.M. DJCCV. tondo virus de Tor-
Chicla di torli , qual rinonziò a Leonardo res Arcbiepifiopus Montis regalia Amico pofuit.
de Mediei,palsó a quella, per la prestazio- Bonifacio Cajctano de’Duchi di Sermone-
ne fattane da Carlo V., a cui era cariifimo i ta fucccde nel 1599. già Prefetto della Fla-
come ancora a Leone X. , a Clemente VII., minia. Indi l'anno 1S0S. Prete Cardinale del
ed a Paola Ul.Morta a capo di tré anni, cad- titolo di S. Pu.lenziana. Governò anni 14-, c
de 1 amtninillrazionc di quella Chiefa a trasferito all' Arcivefcovalc di Taranto gli
Giovan Angiolo Cardinal de’ Medici Ar- fuccctfe
civcfcovo di Kagufa, rinunziando perciò al- Deodara Arze Spagnuolo de' Minori Of-
la fudetta Arciveicoviie Indi fette anni ap- fertami (g) , eletto 1 anno 1514. Rcligiofo t !nd
:
.
4iin. 1
prettò falito al Ponteficato con nome di Pio aliaidotto, c gran Predicatore ifcriflc nobil- num.
IV., tacerebbe di multe prerogative, e vi fo- mente De Conceptione Virginis ) ed ellendo
ftituì villino non più ch'anni tré fu feg rito da
Marco Sittica Altcmps fua nipote t anno Paolo Palombo Chierico Hegolare Teati-
ftcllu della fua elfaltazione i> 5o. Che poi no , Vcicovo Vedano nel iSiy. Governo
t anno medefrma dellinato Legato a Ferdi- molto lodevolmente , ma non potendo 1 eg-
nando 111 -, c nelléguente creato Diacono gerc a quello pefo , agitato da' Aimoli della
Cardinale di S. Angiolo, la rinonziò a eofeienza, ne chiefe, ed ottenne un'altro più
Giovan Battillaberbeilunu Milanefe , fra- leggiero, che fòla Chiefa d Ariano fanno
tei Gcrnunu diAiuonio Cardinal Vefeovo 11547. (h), ma prima di palfarvi pulsò al Si- h C
Ollicnfc, e confanguinco di Pio IV. F anno, gnore con gran famadi virtù ) c gli venne.» Silos
lib.l.
del Si., già Prefetto del CaAel Sant' Angio- dietro
lo Governò anni 1 8., e vi loftituì
. Gregorio Caraffa GcneraldeTeatini.pre-
Tiberio Carata de Duchi di Nocera imi fentatodal Rè Filippo. 1 V. I anno- 11548 ..log-
nato, ed educato in F Bugolo , importando- getto illultrc non. meno per la nalcita , che
celo dalla Chiefa di Potenza l'anno 1579. per la letteratura , e. bontà , onde fcrilfc con
Vide anni 9., ed ellendo già motto li ppitò moltoappkufo De. Duello .Sedò anni 17- » e
in dietru dietro lo iteguc.
Anducno Vudovico Cambra Brittanno, Alfonlo Balbalèa Spagnuolo- Agodiniano
Accademico Ollunienfc, eletto fanno 1 j88 , .
l'anno iSyS. Governò quella Chiefa due an-
Archidiacono dell Annonia,e Canonico nel- ni, e poi trasferito inaltra nellc-Spagne, diè
la Metropolitana di Camcracc-Succcdutu io luogo a
feifma del. He trrigo per la mutata Religio- uio: Bartifladcl. Tinto-di- Napoli M. Car-
ne , egli fuggendo paltò in Fiandra) indi in melitano l.'anno-iS77: Governò anni io.
Italia , c venuto a Homi fu Hcfcrcndirio con moli. elude, c morto fu fcpcllito al Car-
dell una, c dell altra fegnatura , poi Vicario mine Maggiore di-Napoli,e.gli. venne dietro
Generale in Milano del Cardinal S. Carlo Francefilo SequicroSpagtiuolo Agollinia-
Borromeo , indi Segretariodella Congrega- no ÌI1S87. Fù loggeno di gran-bontà, e let-
zione dc’V efeov i,e Kegolari lotto Papa Gre- tcratura,.clFendo dato- Lettore-in Salamanca,
gorio XUl.,c PapaSilto V.iiinal mente pro- c Procurator. Generale def fuo Ordine. Morì
moffo a quella Chiefa, c dcdinotuNunziu a in- Porticine fu trasferito-ii cada vero in Na-
li Svizzcriic. Vilitator Generale di tutti gli. poli. -A lui fucccflc
t ccicfiaAicidi Roma. Fondò li Collegi di Vincenzo- dcMagiftris- Napolitano dell’
Duaco, c di Hcmis) con altre opre di molta I Ordine de Predicatori ili 5 pz.Sedè anni li.,
pietàPagò per ultimo il. tributo alla morte
.
I
e glhvcnne dietro-
Ni-
— &-
CALABRIA SA
Nicolo Rocco Napolitano detto iJ 1707. minati
0 colenti fumus.ffaartjfrc. E quivi fiegue
Prelato imigne in borni , e dottrina . 1 annoverare li lenimenti, c tenute di rerre
ad
mole' anni , e dopo la di lui morte vacò la., d quelta Chiefa, le Franchezze, FImtnuni tà,
di
Ciic fa fino all'clczzionc di ed altri Privilegi . Per quello poi tocca le i-
e
Gennaro Fortunato Napolitano Canonico ienzione
li della mcdelima fe n e a pieno di-
dell Arcivefcovado il 1713. qual di prefente feorfo
f nel principio di quella prima parte,
regna con lode. ove
0 mi rimetto,
f. HI,
JDELLA CATTEDRALE DI MILETO. Q_u ALITA".
L fuo
L più aacertata Chiefa di Calabria, ella
A
è quella di Mileto , cosi per conto
del-
la primiera origine , come per conio della,,
I
titolo è quel di
vo,fcrvita da
San Nicolò Velco-
lèi dignità, Arcidiacono,
a cui è anneffa la prebenda Teologale , De-
fua ctlcnzionc ,
ella ordinata da
pii dunque cano, Cantore, Tcforiero, Arciprete , c Pe-
Papa Gregorio VII. a richieda del Conte nitenziere, con altri iz.Canonici, e lèi Cap-
Ruggiero, il quale avendo fcelta per fua or. pellani di Coro . Vedono colf infegna dell’
dinaria reiidenza la Città di Mileto, volen- Armcllino , come quei di S. Maria in Cof-
dola pcreiò decorare con la fcdia Vefeovi. medin di Roma , per favore ottenuto loro
le, e ritrovate nell ultime rovine le due Chic- dal Conte Rogicro.
fe di Vibona, oggidì Monrclcone,e di 1 uu- 9/ Oggi pero portano la mozzata di co-
riana, oggigiorno Scminara, fattene per tan- ai, lor paonazzo con all’ intorno Farinelli-
to di due una loia, la iraportò in Mileto, eo- no, conceduta loro dalla Santità di Bcncdet.
li che ne di Tauriana , nè di Vibona dire fi to XIV. regnante F anno 1741. , per opera
dovelfero , ma di Miicto , tramutandole non di Monligaor Marcello Filomarina Velco-
pur di lìto,nja di nome ancorai lafciando pe- vo del luogo.
rò loto intiere le giur ifdizzioni, le rendite, e
le Diocelì j anzi
con accrcfcimcnto , comtj DIOCESI.
dimodra il privilegio detto Aureum Comitii
gogerii Sigillimi, Ipedito ton la Data in Mi- Ueda è una Dioccii ampiffima conio
leto Amo ab orbe condito 6 595. quali ribat-
t
noal Latino in Roma 1 anno iffzi. Nicolò e piu luoghi, quali fono li lèguenti, Mileto,
Akmano, Nicolò Maria Madalfaro, e Fabio e J'uoi Villaggi, Calabro, Comparne .Coto-
Olivadifio gran letterati in quello idioma,ed fane, Jonadi , Nao , Paravate , S. Giovanni,
è del icnor tegnente . Sigillum fiUum a
me S. Pietro. Montelcone,c fuoi Villaggi .Lon-
Roberto, magno Cornile Calabria, Sicilia, & gobardi, Pifcopio.S-GrcgoriOjS.Pietro, Tri-
Cbriftianorum Anxiliatorc,CT dacum cibi Saro. parne. Vena grande. Vena picciola, S.Bi ag-
(iijjimo Mi ì: Caifi Epifeopo Domino Arnulpho gio, Pieno, Zamarò Seminara col fuo Vil-
.
meuj e OOobri IndiliJC.Queniam Ecclefie Epi laggio Sant’ Anna. Briatico, e fuoi Villaggi,
feopalei B'bonu, &
tirane tatù prof ter pattata Ccnidone,Ceflidono,Ceiranìte,Cono,Favel-
-
federa ab bominibtu inhabitata atijuc deperdi lonc.Mandradone, Munrineo.Paracone, Po-
ta furti, •& ego Rogarmi Dei grada Comes Ca- tcnzone,S. Collantino, S.Leone, S. Marco, Si-
labria , Or Sicilia , annuenti: uobis Divina prò- cone.Mdiano, e fuoi Villaggi Caravate,Fi-
,
Vini mia, (ut novi) voliti àlias has Calbedras in landari,Larzona , Moladi , Oriigliadi, Papa-
imam Eutefiam Militcnjem redigere , bare & gliontc. Pernocari , Pcrnocarello, Pizzinni,
qui glorie fi Apoflolorum Principis Pari Jedem Brazzaria, Ciano, Dasà, Oerocarnc , Limpi-
iena :Is cciuwr.es jnftai implevit noflras ,
de- di, Meliano.Potamia, S. Nicolò , Signatonc.
iitquc nobis bonefiiffimum Veruni Dominum Ar- Sorcio, c fuoi Villaggi, Caropoli , Uinami,
mi Ipbum nomine, er Epijcopum Ectlefi.* Miii- Mclicucco. Soriano, c fuoi Villaggi , Motta
tenfn tonfiitutum-, ideo Sanàiflimum prxiiSum S. Angiolo, Pizzone, S.Burbarit,S.l5 afillo, Vaz-
Eyifcoputn , &
ipfam Santi am Mllilenfem Et- zanò. Rofarno col fuo Villaggio, S.Fili. Si-
ti, par», &
c0 ’ 1*1 UH jerviunt ad Dei culium nopoli, e fuoi Villaggi, S. Eufemia , S. Pro-
quacunnne iltis ai vitam necefaria fune ut ,
copio, Acquaro.Anoja, e fuoi Villaggi, Ano-
Difm fio Cbriftiaxit ,
di’ fteàalitir profalktc ja minore, Maropati, Tiritante.Vallc lunga,
m/frórutn pareiu km, & noflra rffidué orair,epiaf- e fuoi Villaggi, i. Nicolò, Caftleiio.Caridà,
a,nr]HC Ecckfia Bibona , &
Tiratori anx EpiJ'co- e fuo Villaggio S.Nicolò. Prejazzano, e fuo
r.m quondam pcrtinentidt, fkbfiantiat, Cr Villaggio Krlcto. Panaya , e fuo Villaggio
Jp 0
•
A
che
Rnolfo adunque fu il primo Vefeovo
di quella Chiefa, eletto l’anno 107;.,
fu quello dell a fondazione della mede-
1
1
Nicolò circa il izoo. , a cui Papa Inno-
cenza III. fcrive (a) , che deponga l' Abate
finta Chiefa. Ma elfcndo forta una gran lite <del Monaderio di Milcto , eh era meno di
a chi fi do velie la fua confagrazionc , Papa una mano. A Nicolò fuccedc
Gregorio VII. ne commeflc la decifionc alti Pietro, famigliare di Papa Innocenzo * ma
Arcivclcovi di Bari , e di l'ermo * che poi 1non faprei il quando* sò sì bene, che l'anno
fenza allettarla, la richiamò a fc , ed a limi ni}. Venuzia , moglie che fu di Aleilandro
Succcfleri, come abbiamo dalia fua lettera, da Scminara , gli fa dono di un podere in_»
eh' è la 12. Privilegio, qual poi conferma- Murari. Quando ci muoia, ne anche fi si >ii
rono Papa Urbano e Papa Callido , amen-
,
sì, che gli vien dietro
due fecondi .Arnolfo dunque elfcndo vill'u- Roggia o, il quale Panno U22. fi ritrovò
to anni 4. morto gli fucccfle prefente alla confagraziune della Chiefa di
Josfren 1 anno 1077. a cui il Conte ag- Cofenza. Abbiaci anche incerto il tempo, in
gionfc la Chiefa di S.Agncfa nel didrctto di cui principiò a federe
bquillaci, il cui privilegio traportò dal gre- Kivibardo Catanefe , Monaco nel Mona-
co nel latino Coltantino Lafeari P anno derio di S. Agata , il quale gii morto P anno
i4p8.Ncila confagrazion di lui avendo pre- 1252. ebbe lucccflòrc
tclu giui Udizione 1 Arcivcfcovodi Reggio, N. trasferito qui Panno meddimo del 52.
Papa Gì egorio dichiarò non averla , come dalla Chiefa di Ritorno * di cui è incerta U
colta dalla lettera ferina dal mcdtfinio al morte* è però vero, eh’ egli era morto P an-
Conte Ruggiero Governò anni 1 }. , e gli
. no 1279. > perche per detto anno fioriva in
venne dietro queda Chiefa
Gautìndo l'anno iopo.,che poi l'anno 94. Domenico , come coda da un idrumento
intervenne alla confagrazionc di S. Maria-, di vendita fatta di una cala nel Calale di
della lotte . E' incerto il tempo della fua-> Cridò Panno Ridetto ,chc poi 1' anno 1280.
morte, onde viene anche incerto quello del- venne pollo in podeffo delle Chiefe, e Clero
la promozione di di Montclcone da Pietro Arcivelcovo di
Ebmrdu* certo è sì, che a lui Papa Pafea- Cofenza, per ordine di Papa Nicolò IH. Ed
le 11. 1’ anno 1099. conferma l' unione delle cdéndo gii morto , il Capitolo fi ripartì
due Chicle di Vibona , e di Tauriana , così eleggendo altri Arnolfo Bouro Monaco , al-
che Vefeovo di Milcto egli fi dichi Ad . tri Fra Deodara da Capoa Domenicano* ma
Tonnara di Bivona, con Nicolò Abate della Fciando fuggi all'altro di Pifa , ove fu creatp
Triniti e per ordine regio pollone in pof- Papa Alcflandro V. Sdegnato perciò Grego-
,
'Oggidì b Marciteli di Cinque frondi, eletto 1 Legato in Bologna , ove morì l’anno 141 1.,
Idal Capitolo, e confermato da PapaClemcn-
fuecedendogJi nei pefo di quelta Cattedrale!
|tc V. 1 anno medefimo del i?l i. Fìi quegli,
Allergie Agenenlc nobile Napolitano, elet-
/quale nell’ altra eiezione ebbe ia ripulfa, co- to F anno mcdeFimo del 141 1. ludi a capo di
me fofpetto al Rè Carlo 11 .,ma poi rappaci- due anni pallate in Ravclio,gli venne dietro
ficatoli col Rè Roberto , ebbe in quella ele- Giacomo Monaco Cilleteìenfc , cd Abate
zione il confenfò Reale ,e la conferma Pon- di S. Scbaliiano nelle Catacombe di Roma
tificia. Vilfe anni n-, e morì, fcpellito nella Fanno 1427.; Non abbiamo la certezza delia
Cattedrale avanti l’ Aliar Maggiore ; onde Fua morte; benché di certo lia Fucceduta do-
fu prorooflo po il 2417. , e perciò ci viene incena ia pro-
Oottifredo Fazzari nobile Tropcano, De- mozione di
cano di quella CJiiefa, c poi di quella di Co- Antonio Strada da Reggio , ma certa cofa
è,ch’e gli era Vefcovo lamio 1410., vcggen-|
riza, l'anno iji 8. ,confagrato per concc-
dimento di Papa Giovanni XXII. dall’ Arci- doline per detto tempo alcune conferenze.»
di bencncj Non fopraviflò ai 2422., perche
vefeovo di Cofimza, e dal Vefcovo di Calfa- .
Maurizio Centuii l'anno a. traportò in tro ; quello è folo di certo , ch'egli iafetò di
luogo più onorevole nella nuova Chielà di più vivere F anno 147$. , nel qual armo poi
Qui corre un gran divario tra il gli viene dietro
i. Nicolo .
commuta eoli’ Abate delta 1 riniti un Moli- re dal fudetto Principe ad Errigo Tuo figlino,
no nella Terra di Sorcio. Non sò quando ej lo Luogotenente della Calabria, che proteg-
muoja ritrovo bensì ai governo di quella ga le parti della menfa Vefcovilc fovra alcu-
;
Configiicro della Reina Gio- lale di Dafinà ; Cosi ancora perla concor-
Tommaib
dia con Marino Conrcale Conte di Terrano-
vanna prima nel 1 }7^- > poiché nel indetto 1
anno Fapa Gregorio XI. con fuc lettere gli va fopra di Galatro;la quale rellò accordata
così, che le caule criminali fòfTcro del Con-
rimette V annotale tributo , qual dovea alia
<
,
Bonifacio IX., ed Innocenzo Vii., dal quale F3grario della Cattedrale , a cui affiflè quella
F anno 1405. fti promoiTo alla porpora del memoria.
titolo di S. Crifugono . Andò al Concilio, Jactbus efi ntpos Sixti de Ruverc, quarti Fon-
DI ALCUNE CATTEDRA Lr ESSENTI CAP. V.
lifcis,Praful condere ftcit opu i ed avendo oltre molti lcritti a penna . L’anno 1 y8j. ,
governato anni 14. fu trasferito alla Chicfa trasferito in S. Marco ; da quivi li fè cam-
di Sarno; avendo prima rinonziara quella al bio con
feguente Marco Antonio del Tufo nobile Napoli-
Francefco di cui fono vari contraili tra
,
tano nell’ anno medelìmo dell' 8;.PcrfcZitr-
l'Autore dell'Indice dc’Vefcovi di Milcto, e nò la fabrica del nuovo palaggio ,
erette.*
l’Abate Ferdinando Ughclli; poiché quelli lo molti Altari , adornò la Sagrellia dì inolia
vuol eletto l'anno ijo^quegli l'anno ijoj., fuppellettile; fabricò a molto lavoro il tro-
quelli lo cognomina Alidolio de' Signori di nu pontificio ; renne tré Sinodi , l’ una nel
(.alleilo del Rio, quegli della Rovere-, quelli 1587., l’altra nel rypi.,e l'ultima nel 1594.
io nomina Tefuricro ; e quegli Segretario di Governò con molta lode anni 11., e morto
Papa Giulio li. Convengono però, che ci fia in Gaiatro, fu portato a fepellire nella Cat-
(latoda Imola, ed aggiunge l'Abate Ughelli, tedrale ; onde gii foccelfe
che l’anno feguente creato Cardinale fu tras- Giovan Batti (la Lenio Romano, parente
ferito in Pavia; e venitegli dietro del Cardinal Scipione Borghcfe, eletto l’an-
Francefco Robereo Savonefe , nipote di no 1 Sol. indi promoflb alla porpora, c poco
Papa Giulio II., eletto l'anno 1505.,
fratello di apprettò pattato in Ferrara, ebbe fuctcflurc
che poi da lì ad anni tre traportato alla_» Felice Centini Afcolano Frate Minore*
Chicfa di Camerino, lafciò quella ad Conventuale l'anno idu., uomo affai lette-
Andrea della Valle Patrizio Romano, tras- rato, c perciò publico proiettore dell' arti in
ferito qui da Cotronc l’anno 1 jo3. Principiò Napoli , Bologna , c Roma , ove ancora fu
la fabrica del nuovo palaggio , fè l’organo Confultorc dei S.Óflìcio , e Procurator Ge-
alla Cattedrale ; ripartì in otto Parrochic la nerale della fua Rcligione.Creato Prete Car-
cura di Monteleone . Intervenne al Concilio dinale da Papa Paolo V. , e Vefcovo di que-
Lateranenfe fono Papa Giulio li. , c Leone lla Chicfa, vifitò perfonaimente la Dioccii,
X.,e fil I’ uno de’PP. della Congregazione; riformò le Porrocehie, arricchì la Chieli di
e lilialmente creato Prete Cardinale del ti- fagra fuppellettile; tenne una Sinodo , con-
-
tolo di S.Prlfca da Papa Leone f anno 1 ; 17. cedè a Canonici le proprie infegne . Indi a
Governò quella Chicfa anni 1 j. , e poi la ri- due anni appretto pattato in Macerata , ven-
nonziò a ne qui eletto
Quinzio de Ruttici? Patrizio Romano 1' Virgilio Cappone nobile Afcolano, e Vi-
anno 1 jzj.Profcguì la fabrica, principiata cario del fidetto Cardinale in Milano, 1' an-
!
dai Cardinale ; portò da. Roma la (tatua di no idi 5. Pati molto perla ditela della Chic-
|S.Nicolò;intervcnne ai .Concilio tir Trento, fa, ma finalmente dichiarato innocentc,e re-
love anche fu 1' uno de PP.deila Congrcga-
' ttituito alla fua Sedia, morì in Palmi ,
dopo
jzione; Rinonziò,avcndo governato anni 1 8. aver avuto 18. anni ditravagliofo governo,
in beneficio di il etti cadavero trasferito in Milcto, fu repel-
Prelato di molta dottrina, e ftampò il Para- Gregorio Panzane Fiorentino per origine.
|
gone della Lingua Cailigliana, c Tofcana^, Romano per nafcita,eletto l’anno r «40. Vif-
. e
, . .
fcper qualche tempo trainiti dell' Orato- diara foggezzione all'Appoftolica lède , an-
rio; indi da Papa Urbano Vlll.ddlinato ad
cor a me iella incerto.
Errichetta Marta Keina di Bcrtagna, maneg- QUALITÀ’.
giò negozi di molta importanza per accrc-
(ei.ncnto della Cattolica Religione. Ritorna- A Cattedrale porta in fronte il titolo di
to inRoma fu fatto Canonico di S. Lorenzo
in Dumafo , e Luogotenente nel civile i Indi
L S. Nicolò Arcivcfcovo di Mira
, e vico
ferviti da fei Dignità, Arcidiacono, Deca-
Vefcovu di quella Chiefa , con molta fua ri- no, Cantore , Teiòricro, Arciprete, e Primi-
1641.,
pugnanza Rillorò la Cattedrale dalle rovi-
. cerio, con altri dodeci Canonici. 11 Velco-
ne del tremuoto Ebbe due òinodi l'atta nel
. vo è utile Signore, e Barone del Villaggio di
e l’altra nel 1 <543. Governò anni 22., Mungralfano
|
mori quali attratto di nervi nel 1661 . , onde
gli venne dietro DIOCESI.
Diego Maurdli nobile Cofemino , eletto
l’anno rtelTo del Si. Fù Prelato di gran bon- C An Marco, MungralTano, Malvito, S. Ca-
tà
gli
,
e cariti
venne dietro
. Dopo aver governato anni 1 si- J tarina, lagnano , Toggi , S. Lauro , Cer-
vicata , Serradcleo , Cavailarizzo Cerzeto,
,
ti Ottavio Pallavicino Milanclc , eletto il •F-Uggidno, MottaFullonc, S. Donato Poli-
,
hi ttVSi. uomo letterato , e prudente. Go- caltrello, S. Sorte, S. Agata, S. Gincto Boni-
,
vernò i4.anni quella Chiefa,,e morto in Na- fate, Cimila, Buunvicino Grifolia ,Majera,
,
poli rffpj.ebbc fuccelforc
il Belvedere, Diamante
Domenico Antonio Bernardini da Lecce,
daila Chiefa di Caltcliancta trasferito qui
l'anno 1 S9S. Fù Prelato molto zelante, dotto,
VESCOVI.
e prudente, amante degli Eccleliaftici dotti
e da bene . Ben affetto a Rcligioli, chiaman-
doli il fuo braccio deliro. Onde vilfe cariifi-
M Anca
in quella Chiefa la memoria de’
Vefeovi per dodeci fccolispoiche fon-
data come li è detto nel primo, oltre
mo a tutta la Dioceli. Vinfc Ja lite co'PP.Gc- S. Aulalio difccpolo dcll'Evangclirta San
fuiti fopra l’Abbazia della Santiffima Trini- Marco , che fu il primo a reggerla , non ne
j
ti, da cui ne proviene non poco emolumen- apparifec altra memoria , che su’! mezzo di
to aila menfu Dopu anni 27. di lodevolilfi-
.
lui con
mo governo palsò ai Signore nel 1727., e lo Unfrido,qual foferive all’erezione del Mo-
fegiiì
nafterio
16., fabrlcato da Ogerio Conte di Bra-
Ercole Michele d'Aragona Napolitano de’ ccia a Monaci Balitiani 1 anno t ijd.fiicecde
Principi d’ Alclfano, fratello di Vincenzo Andrea 1 anno 1 222., già prcfentc per det-
Maria d Aragona Arcivelcovo di Cofenza. to tempo alla confagraziune della Chiefa di
Fu eletto il 1 72;., e dopo anni undeci drio- Cofenza Sicguc non lenza probabile con-
.
Taranto pafso in Reggio , come io dùcono Martino IV. dal Vefeovo di Nicartro , e dal
altrove (a). Aggiongono altri, che dal mede- Guardiano dc'Prati Minori di Cofenza, f an-
fimo lia fiata istituirà fedia V efeovile , ia- no 1281., che poi a capo di anni j. trasferito
feiandovi per fuo primiero Pallore Aulalio, in Sorrento, ebbe qui fucceflòre
uomo fantiffuno : onde non vai il difeorfo Manfredo, eletto l'anno n8S. Virtè lungo
dell Abate Ferdinando Ughelli che quella tempo cflùle della fua Chiefa, onde per aver
,
fedia vi forte (lata trasferita da
Temefa s fc come vivere, gli fu data da Papa Nicolò IV -
Domenico Sorano Frate Minore., eletto Ippolito Bofeo Savonelfc , Prcpolito della
F anno Hello del 99. Indi morto P anno fe- Cattedrale della fua Patria l'anno 1571. Indi
guente, lo feguì poi pallaio in Foligni quattro anni appref-
Manerio Monaco Benedettino nel Mona- fo, venne qui
fterio di S. Sebaftiano di Napoli, eletto l an- Matteo Guerra Cofentino , trasferito da
no 1400., vilfc anni 4., e gli venne in filo Fondi l’anno 1 57S. Fu infigne Teologo, e
Lodovico Imbriaco Monaco Benedettino l'uno de' primarj nel Concilio di Trento,
di Santa Maria a Cappella fuori 4 c mura di Viflc anni due, e gli venne dietro
Jjapoli, eletto Panno i404.Govcrnò anni 51., Giovan Antonio (frinito , eletto f anno
e gli fucccflè 15784 Non so quando morto , e perciò , ne
^Antonio Cale da Rollano , Canonico di anche quando promollò
quella Cattedrale f anno 1455 11 tempo si . Marc' Antonio del Tufo nobile Napolica-
dcl fuo governo, sì della fua morte è inccr- no, che poi trasferito l'anno 1585. in Milcto
io, onde anche viene incerta ia promozione lafciò quella Chicli a
di Franccfco Antonio di Afflitto Napolitano,
Gottifredo l’oerio nobile di Taverna , il morto poco appreflbj onde gli fucccflè
quale poi morto l'anno 1484. fi portò dietro Giovan Maria de Alcflandris , trasferito
Quintilio, o pur Rotilio da Zenone Cattel qui f anno mcdcfimo del 1(185., dove appena
di S. Marco , ma Dioccfi d' Anglcna , eletto vilfuto un fof anno, fu feguito da
l'anno medefimo dcll'84.Vivea l'anno 1492-, Antonio Michdio Cappellano di Papa.»
tempo inficine
nel qual coll' Arcivcfcovo di Siilo V. 1 “ anno 1585. 5 Avendo governato
Cofenza accompagnò in Roma, e poi nel anni cinque, rinotEiò , onde gli venne folli-
Vaticano il figliuolo fecondogenito del Re tuito
di Napoli. E perche non Pappiamo quanto ci Lodovico Alferio Milanefe l'anno 1591.,
abbia feduto in quello crono , perciò ne an- che poi mono quattro anni appreflò cobe_>
che Tappiamo quando vi fia falito fuceeffore
Aloiiè, o pur Lodovico Alferio Giurccbn- Giovan Girolamo Pifano da Malia, Cano-
fulto di gran fama, li cui configli con le no- nico in Napoli, promoflbvi f anno 1594. Iu-
te di Andrea della medelìma gente Hanno in di morto otto anni appreflò gli venne diccro
molto prezzo appreflò profettbri delie Leg-
i Amelio Novarino Arcivcfcovo di Sira-
gi Muore f anno 1 5 jo., e lo fieguc
. gufa, fanno iffoi. Viflc anni cinque, e di già
Coronano Martirano nobile Colèntino , mono fu feguito da
eletto l'anno medefimo del jo., Prelato dot- Giovan Vincenzo Conficco nobile d'Ame-
tiamo dell’una, e dell'altra lingua Segreta- , ria nel 1607. Referendario dell' una , e dell’
rio dei Regno e perciò in molta (lima ap-
, altra legnatura 5 ed avendo governato anni
pretto Papa Clemente VII. e f Imperador
, lèi gli lucceflè
Carlo V.Lalciò di più vivere dopo aver re- Gabriele Naro, nipote del Cardinal Naro
gnato anni Z7-, e gli fucccflè Domenicano , P anno idi j. Morì in Roma,
Giovan Antonio deila Tolfa fanno 15574 ov'era ito ad limimi , li 1 52 J. , e fu fepciliro
che poi morto cinque anni appreflò , gli fìl nella Minerva, onde lo feguì
foftituito Giovan Battifta Indeilio da Moncpoli.pro-
Pietro della Tolfa ,
peraventura fuo pa- moflb fanno KS24. , ed cflèndo virtuto anni
rente, eletto fanno 15152., ma paflato all’al- fei eli venne in filo
tra vita fanno medefimo, venne in filo Confalvo Caputo nobile Napolitano fan-
Fabrizio Landriano Milanefe l'anno fu- no t 5 jo.,chcpoi trasferito in Catanzaro tré
detto del 0i.\ irte in quello governo anni 4., anni appreflò, fall al trono di quella Chiefa
jed ebbe fucccfioie Commendatario Defcndentc Brufato da Novara P anno
I Guglielmo Sirlcto da Guardavalle f anno ifi;4. Viflè anni tredici, e fu feguito da I
CALABRIA SAGRA LIBRO II.
ri Giacinto Ceoio Romano , Rcligiofò di francefilo Maria Caraffa di Napoli Tea-
i/f S. 1*48., e dopo aver Iodu-
Domenico il tino , eletto nel idp4- fu trasferito in Nola
ro nclia Cattedra alcuni mdi^norto die luo- il 1704., onde quella fu conferita a
go a Matteo Gennaro Sibilia Napolitano l’an-
_
za venne in Calabria, vide per qualche tem- nc ch'egli tenea fui temporale , e per aver
po incognito nelle icivc, compagno liti del- fondata dett’ Abazia colf immediata fogge-
le fiere, dove conofciuto dal Conte Rogge- ziónc alla Sede Apportolica, elèrcitavaJì dal-
ro, e divenuto in grande llima predò di lui, l’ Abate del MenallcriO la giurifdizione al-
III.
f.
no efiftenti prò tempore, li quali in qualità di DELLE CHIESE SOGGETTE A PP.
Ordinar) amminirtranu a quei fudditi tutto DI MONTE CASINO.
ciò , che concerne lo fpiritualc . Quelle^
—
\
Chicle fono ; della Serra di Spadola di Egilcaìta forclla del Principe di Salerno,
—
Bi vong i di Muntauro -- e di Gafparina.
S e moglie del Duca Roberto Guifeardo,
. 8
putati dal Superiore dell'Ordine Quella-» . cui capo fi chiama Protopapa in lingua Gre-
Chiefa è della Terra detta del Cedraro . ca, che in Italiano vale l' niellò , che primo
A Nchc la Religione di
rofolimitano tiene le fue Chicle iti-»
Calabria, efenti dalla giurifdizione de' Ve-
S. Giovanni Ge- pillnmfaSwm à me Rogtna Cornile Calibri»,
& Sicilia, datimi libi generabili Prelibi cera
Protopap* Civitatis Rbcgit /Mimino Retro ,
feovi, cdaleimedefima immediatamente^ menj'c Jutii indili. V.]uflnm,& dignum efi pre-
foggiate» che le regge, e governa per mezzo miffa in exequntione falere, de Divini s Tem-
de Tuoi Vicari . Quelle Chiefe fono le fe- pli i procurare , &
qua funi in eii beni pcrficc -
uenti , cioè di S.Eutcmia di Nicaltro - di reì&boc [aeree Leges perhibent Dea pratnm,lr
f.Maria di Nicaltro in Terra Vecchia — di rcceptabilc effe , qnod non foLtm prapter boc\
Gizzaria abitazione di Albancfi di Drofi, — [ed ut etiam pcrmanedntrata,& immutabìlia.
e— di Melicuccà. > Ideo citm moram trahertm in Civitate Meffa-
jg Quantunque per la giurifdizione di que- nx,& in mente recolcrem de Catbolica £cclc-
il ultima vette oggigiorno la lite ir._» fia Givi tati s Rbegii , tanqnam preordinata i
Roma, tra il Vefcovo di Mileto, ed il Com- nobis, liberarne! eam ab hodierno die ,
& bora
mendatore. ab omni Rcclefiaflica tejlationc , ut nnllus Ar-
chiepijcopns, live Epifcopns , five alias cnjnf-
cnmque gradui Eccleftaftiti fu habeat poi c/t a-
., ,
lia Sunti* Firginis Zki Genitricii Gracorum, Roger IH! Comes Calabria, <J Sicilia , & Chri-Ì |
fed totalitcr uotumus , bene effe liberarli , & fiianorum adjntor Vero li è però , che un tal
.
J
majefiate , &
prò Omni genere Cbriflianorum. fono dal Protopapa di quei tempo 0. Giu-
Promotioncm ver à predilli Protopap* , ut di- seppe Logotcta intentatati la lite in Napoli
ximut, ordinamus fieri a majefiate noflra , db nel Tribunale della Kegal Giurildizione, ne
ipfum eligi a communi Popolo Civitatit , Vi- ottenne lilialmente decreto favorevole l'an-
rum venerabi lem , prudentem , ac ù mente ir _ no a za. Maggio da Motiiignor Cap-
Deum, &
dignum tali mìnifterio, deinde ipfum pellano Maggiore, dicbiarondo/i in elio de-
Protopapam confirmari à noflra majefiate Et . creto la detta Cbicfa di jus patronato Regio
hoc Jccimut prò fallite anima me a , Geni to- & e di Regia collazione , colla conferma alla
meorum, db nojirorum fuccefforum Si quii
rnili . Città di poter nominai e,e prefentare il Ret- /
vero ve lucri t permutare, vel anni ht Lare noftn.m ture, o Protopapa ,» a cui concede ancor la., 1
ordinatiottem, fine Eielefiafiuus ftt ,five fatu- facoltà di poter eleggere li Cappellani , o
five alias quifpi am non parvam iudtgna-
laris, Preti in calò di vacanza culla total giurifdi-
tiontm fubflinebit a nobis i imo db eaftigandus zionc Sopra di quelli ) dentando nei tempo
ent à majefiate noflra. Et fu ordtnavimus , ut lleflòcifaChida, Protopapa, e fuo Clero dal-
prafent figi Uum permaneat immobile , im- & ia giurifdizione dcil'Arcivefeovo di dctta_.
permutabile à modo, ir HI futurum permaneat. Città, falva però la provifione da farli fopra
Undi ad majorem fiicm confueta nofira Bulla la cura deli' Anime annelfa alla mcdelima_.
plumbea Jigi ilari fecimus , & ordtnavimus Chiefa, qual decreto oggigiorno fi mantiene
ubi Protopap profetiti,
a
& tuis facceffori bus, nulla Sua puntuale otlervanza, e fecondo
menfe,& indizione, ut juprafii principio Mun- quello vien regolata quella Chiefa-
PARTE-SECONDA.
CALABRIA SACRA RE COL ARE.
Enfavo di ripartire quella fe- egli è d'uopo trarlo daH'antichità,ondc fio-
conda Parte della Calabria Sa- ri nel mondo tutto j anche prima de lòculi 1
gra Regolare in due altre mi- della Grazia. Dunque ombregìò lo flato reti- :
nori cosi , che nella prima an- gioiti primo come Sab-
fra tutti Scthida che,
daflero le Religioni ,
quali nate biamo nel Settimo del Genefl Ifie carpii in- :
quali di già nate altrove li fodero trapianta- no (b), Teofilo Raynaudo (c), ed io modell-
te qui . Ma
riflettendo , che molte delie nate ino altrove (d). Quello medeiimo flato Reli-
tra di noi non erano, che foli rampolli delle giofo ombregiarono quei Nazzarei, de'quali
'
pilianticheje che non convenevolmente po- li fà raccordo in più luoghi delle Scritture, e
.
levano dilcompagnarfl dalle proprie madri, lo notarono S. Paolino (e) , Profpcro Stella-
ipeteiò rifolli rapportarle in una fola
parte zio (
f ), 1 uno (g) ,
e l’altro (h) Mcndozza,
raccolte, non con altra precedenza, che del- Girolamo Piati (i), Cornelio (k), Serario (I),
la propria nafeita . Con quello , clic pi ima_> e Vega (m) fofcritti dal Teofilo (n) Queito .
d gconologico racconto,
olite pattarne nel ombregiarono quegli fi ditterò
altri ,
quali
jiun ho flimato fuori di riga prevenirle con figliuoli de'Profeti lòtto di Ehfeo, difeepo-
due difeorii, con nell' uno 1 antichità , con.» lo d’Elia nel 4- de Reggi alcap.S. giuda che
nclfaltro la moltiplicità delle medefune. io feriflero S. Girolamo (o), c’1 Teofilo (p).
Onde traviarono dal vero Giovan Gierolò-
iimitano (q), Giovan Tritemio (r), Prolpcro
Antichità dello Jìato Religiofo nella Stcllazio (s),c Michele Mugnos (t), afferman-
Calabria do , eh' il ve K> principio del MonacheSimo
l'avtlfao dato alla Chiefa li SS.Profeti Elia,
DISCORSO I- cd Elifco
Quello ombregiarono i Rechabiti, de’quali
A r flnc
Se lo
di vedere
quanto
dato Religiofo nella Calabria
antico (lato fot
,
I
fu Padre
vonoSan Girolamo
GiouadaD Hcchabita, come lo feri-
(u), Tumulalo Walden-
4 , &
r
smo (q-te- ,
Àuro. Beano Giu: Barrirla Lezzoni (a), e Timoteo podoli non aveflèro profcflatu con voto. rclig- à fu-
X ubi fu* da Termine (b) Quello ombregiarono gli
. quelli contigli Evangelici , non averebbonoi "uq.u,
pra.
« Anna!*
raccordati da Filone (e),
Eircni , non gii li avuta una fumma perfezzione, qual li convc- '
° ' ‘
Car>i*cl. ad furono nella legge della
laiche quelli anzi niva a primi Profeflòri dell Evangelica Leg-
«un jjffc.
b don. S .razia,
conforme lo notano i due Cardinali, ge E quindi è ,che dopo fatta la follcnnto
.
huK»raad Baronio (d),c Bellarmino (e), con Scrario(f), promiliìonc dille Pietro a nome di tutti nel
IBI).
c de »ita
e Gruferò (g)yna quegli altri più antichi, de tp. di b. Matteo: Ecce nos rctiquimus orimi a,
fupniia. uali tengono memoria Giufeppe Ebreo (h). feculi Jiimus le, nelle quali parole vanno in-
d A putì» ;
ad ann«Ae. ? Abate b. Nilo (i),e Plinio mcdclimo (k),che cluli tutti, e tré li Voti Monadici , la Po ver-
1
c obi fu- d'cflcre flati veri Kcligiofl di quei tempi lo là, e la Caditi: Ecce nos rcliquimus omnia, co- !
pra.
f ltb.j. conchiudono franeeleo Suarez (1) , il beri- me dichiara b. Girolamo lsb.pr.contra Jovin.,'
berci.
rr.
lib.a
rio (m), e'1 Tcofilo (n): cioè li medcfimi, av- è l’Ubbidienza : Et fecuti Jumus te per auto
f
•P-l'»C.prv vertono il Lezzana (o) , e‘1 da Termine (p), del Piati, del Tamburino, e di moli altri. On-
b. Ijnatio che la po Iteriti de'tigliuoli de Profeti , Elfe- de molti chiamarono Crido iditutore Aba-
ni , fe non più culto Elifeni Quelle , dico, te.Cosi fragl’aitri Alberto Cranzio (r), quan-
.
r Mcirfr
tiqu tutte furono ombre dello flato Monaflico finis, die 'egli , multipUcandarum Kcll-
do crii
i a ri afec.
ricia li b.f. nella Chiefa Crilliana , dove , e non prima, giouum in uno magno Eeelefi * Monaflerio Jub
c.ip.
ne fuori da quella furoito i fuoi veri, e reali Abbate Chrifio , cujus Regolalo per Evangelia
k lip.r
cap.iT. quanto alla foftan-
principi, nati con cflò lei diocJUm ,fi fimi uè obfcrvarcmus , nibil cfi'et
tom.j.
1
za, che poi col crefccrc della mcdelima s an opus rcpetilis sllis, ac novi s Retigionsbus. Co-
de Uel.g
n.l. liM' darono perfezzionando nella maniera vedia sì ancora Giovan Gerfonc ( s ) : Apofiols
t tlrh.44
le>»Uc ColL
cap.pe.
oit.ap.io.
ma di prefente. Cosi lo fcrivono S. Dionigi fuerunt Canonici Regolarci Jub Abbate Chrifio, •
44 .
n ubi fu* Arcopagitj (q), S. Baftlio(r), S. Bernardo (s'> t hiuut
a 'quali fu le riderò Gabriele Penuoteu (tj ,cd trtp. » b 4
pra.
o Anna,
Giovati Galliano (t),foferitio dal Teotiio (u). Afeanio Tamburino (u).
Concioluche fopravenuco Culto iddio , ed u um in
le Caronti,
ad an.jj-3
E qued ultime parole di Criflo Abate , e p .4 qu.y.
p Croni-
Uomo , ed ordinando una nuova legge , fej Canonici Regolari gli Apportoii ci recano
ad ano. non piu toflo traendo alla luce della perfez-
un grave dubio , qual non difciolto appieno
*q Herar- zione 1 ombre imperfette della più antica, un potrebbe fcrvirc ad alcuno dr fbandato br.» .
[
ih-c.a.p.a. nuovo bacctdozio formò ,
perfezzionando Criflo iflitui per Miniflri della fua legge gii
1 r Conlt.
i Cap.ao.r a) qucll’oinbrcmonadiche, accennate di l'opra, Appofloli Canonici Regolari j cioè uomini
i poi. A e le Lcvitichc in Aronne, ed altri, delle qua- legaci con fagri voti, cosi come poi ilo verno
ad Guiicl
an.Ab. li formò li Minillri della fua nuova legge, e eflére i loro fuccellori , come oggigiorno
t Co llac. Sparandogli dal volgo con tré legami di Po-
iU.f* reggiamo la Chiefa univcrlàlc , lervitada-,
U de A • vertà, di Ubbidienza, e di Caditi . Di Cadi- gente non legata , voglio dire dal ceto io
pou.c.j. ti, quando diflc pi elio S. Matteo al iS. Suiti colare l Ecco la rilpolla . Due principalitlr
X llt>.! 7 .
u ton- pofi
voglia formati Franccfeo Suarez (xj , là «ve
.
erà
cu in
Vlri-
fluì-
fuam,& feqnatur me, come lo dichiar a il Con- ferire : Er bis ergofatis confi ai effe , & fuiffe
*
* tbn..
”*1»
. fium in cilio benonenfe nel fuo nono Dccreto.Furo- jempcr in Ecclefia duos Orditici Rcligiejorum , !
Core. Bafil
f.uiu
no primi a profetarli nelle mani di Criflo,
i
Clericalem fatica, iir Monacbakm Soferive .
- -
1 , 1».
I de ftacu
corpus mixtum fub SS. ApefioUs fuiffe in Eccle-Ì
«e
lib . «
a.e.pr. m de j tire Al».iom.pr.difpm».qucllJ*
reiig.
fio- Ma però eflèndo flati li incdcAmi Appo-J
» de pr*J»r.n.4.irt.i A. floli, e gli uni, e gli altri, quindi fi trae, chc
|
z 2 Criflo
t . . .
'CALABRIA
T Appolloli normam traditioues, inflittila Je- &
non iilituì, ch un fui Ordine di Mini-
Crìito
perche una fola eia la Chicia , che no a untar Videro addunque quei pruni Chie-
ftri,
rici fucccduti agli Appolloli per
piu fecoli,
Scipione Lincei-
foflcro i Rettori, e Jo notò
Avvocato CoucUluriile , por Car- con l'olfcrvanza de tre Voti , finche non raf-
lucci (z).
freddati , confcrvarono in foro incdcfimi
, aii«- il
fario prò dinaie chiamandolo iratcrmw nericalo.
,
unta tantum etat Re- caldo dello Ipiriio tramandato dagli uni agli
mm.t& In tempore Apofiolorum pr-zioli legami
F ralenti tati * ncc no- Altri } che quivi difciulti da
iom.pr.di> lìtio. I ciùcci Clericali* ,
cominciarono a dirli Chierici fecnlari . At- O (
lf-H- S-r-
a| y a< ckruorutn
jtiuUrtum , five Rcligiofo- (o)
out ii raccoidato LanccJloiti
mie , fcrivc
crani.
rum,aut Canoni corum Regularium in ufu CUruornm Jacularium ab
prufeffionc d» Vo- falla ftut diflintho
Frati Cinetici, Irati per la
eternit Rcgularibm , ut qui defaviflint
Monadici Chierici perche chiamati in
tpfts
ti
fortem Domini
, ,
i norma, &
Regala Apoflolorum , quam Augu-
Ctericos, mutato no-
Ordi- fltnut quottdii doicbut Juos
Di quelli poi fé ne formarono due
mine Rcgulartum, quod profefli crani, vt corca-
ni: penti altrinon volendo lèntire di mon- in corri-
anche.» lux j'slu lare* flit ditte G(ej.in cap.Cicct
do li tradirò da tumulti del fccolo , gendi* in ver.J deutèri* de off. ord.lt ahi
dum vo -
de
per quello riguardava l'atnmini frazione
venne cantar Clerici partilipeni cum Religtoflt , nfur-
Sagramenti al popolo , da' quali poi
pato nomine ut ditti fpccul. de tallonali divi-
Ordine Monadico e primo a lubricarne
,
)’ Jacula-
cap. 8 p. n.S., dum vero vocantur
,
Aitl- norum
MonaUci) fu i fcvangcliltab.Marco in participent cum Laidi, uè declarat Ab.in
d.
di donne an- r et
fandria, non pur d'uomini } ma
in ejas Matteo (ai, nel- cap.Ueet eoLi.u.q.ver. in glof.1. Pin qui feda-
corai come di pari fecero S.
ita.
Vergine mente l' acccnnato'Cardmalc Abbiamo ad- .
4 ‘
erva* Succi ffores co rum , fi irrevtr Urani nculn
•c- titij ccniis Ecclcji* San fi am Igfiitutiontm J
ìrurtH c pi apprettò foggiongc, ebe hi primo- pagina t novi teflamenti pcrcipitii , Monachi-
i
I
ANTICHITÀ’ DELLO olÀ io religioso.
foleflatem blandi, atque Jolvendi concefl-m i lo dato da che fi difciolferoda quei primi
,
Do mino proculdubio reperietii . <9«od fi ita efl, della nalecntc Chieda Nò, Crido fu l'unico
.
imo quia ita efl , tur noi ali hoc privilegio jcfa- fondatore deli Ordine Monadico ne fecoli
nte tonatami ì De' mede-fimi ancora fcrillcj dulia Grazia , gli Appodoli quelli , che pri-
• . ferm. S. Bernardo (t): Hcit mf miferum qualemcunque ma lo ptofcdJruuo, c che quindi piti lo pro-
Monachina ! Cor adhut vivo, videre, ad id de- '
flra,five per candorem caflitatii,five per ardo- 1 credibile, che quelli , cioè
gli Appultoli , c
rem ihantalii ,
eujui Apofloli Inflitutorei fue- 1
loro difcepoli, quali fin da quei primi-tempi
runt Voleva dire Promulgatoli, moD lltiru- |
vi piantarono 1 Ordine Eccldìadico, di pa-
torij perche deli’ Ordine Monadico gli Ap- ro non vi avedero dabilito l' Ordine mona-
podoli non ne furono fondatori , come io dico, clfcndo così dell’ uno, come dell’ altro
i primi profcllori,e promulgatoti.’ Ma quel-
(iriderò il Concilio Mcldenfc,(u), e frat 'Ar-
u cap.s. promulgatoli , giuda lo abbiamo piu di certo fi c , che negli anni
x Mar- turo (i)imi folamente
tyr.Franc. che lo Sentirono S. Giovan Cri^odomo (y), j70.ellendovi palfati Rcligiofi di S.hafilio,
i
»J pop. iicguc di filo al difeorfo tenuto di fopra, do- pi cominciò la Provincia a popolarli di tanti
B Conti. Rcligiofi, c Ccnobj, quanti li dcfcrivcranno
C.P..3 ve li è flabilito, che Crido ne fu il principal
de A- Autore, e gli Appodoli i primi profcllori . E nell alno difeorfo. A
quelli fegui il fumofo
pof. capo. Monadcrio fabricato da b. Catlìodoro fotto
che tale data folle la mente di S. Bernardo fi
trac dal fermonc, ch’egli fcriflc ad Fratta de Squillacc fua Patria, detto Clallenfc , cui poi
i regnanti Pontefici concedettero una mano
Monte Dei ove dell’ Ordine Monadico così
q
favella Hac novità non cfl novella vanitali
:
di privilegg;.
’fl oli ,ftc Monachorum Princcpi Joannei Rapii- linie traccia tenute nel difeorfo tramandato,
Zz a Mona-
L
, a e1)
didimi in 24. eia ili a corrilpondcnza del nu- ranta de' Riformati} c del terz Ordine fette,
mero delle lett ere greche E non è maravi- . avendone difettati quattordcci la raccordata
glia, quando Serapione ne governava in più Innocenziana . De 'Paviani quaranta cinque
vale didime diecc mila.edaJtretami in un Ur- con tré altri fopprefli: due dc'Cbicrici Tea-
lo Monallcrio S, Giuliano Martire (a). Ma pe- tini } fette degli altri della Compagnia 5 e di
rò fupera ogni maraviglia quello dapiù gravi Monache di divertì Iflituti oltrepaflano li
Scrittori rapporta Giu; Batiifta Lczzana (b), cinquanta Dal qual numero di fagre cafc,
ledè, che Untar Rè de' Saraceni l'anno 6)7. chi pouf non congbietturarne il gran nu-i
'
feorrendo armato la Paleltina coronò del Pa- mero de’ Religioli, che l' abitano } e per
gro martirio quarantaquattro mila Monaci, 1 uno , c per 1’ altro non fclainarc con giu-
oltre gli fuggiti ne'deferti,e nel Monte Car- bilo di cuore (c) : Qnent pulcbra tabernacu.
bum.
melo Nè furono metyicehi di Religioli
, It tua Jacob , i &
tentano tua Ifdrael ! Uc val-
«
1 lèeoli fopravegnenti .quando la fola Reli- ici ntmorof* ut borti juxta filivi 01 irrigui, ut
,
gione Bcnedittina potè feminare nel Mon- tabernacula, qua fixic ‘Dm quafi cedri propi
,
! ilo quindeci mila Abazie , fenza le Prcpo- aqua ! FI uri aqua de fittila ejm ,
, [etnea il- &
!
'
lìture , ed altri minori Munaftcrj , per det- li hi erit in aquai mudai E vi è pi meglio 1
io di Tritcmio (c). Che dee dirli poi delle dichiararlo col Parafraftc Gierololimitano :
altre Religioni nate dopo il milieu lingolar- ftuam bona fune tabernacula , in qui bui or avi t
mente delia Agoltiniàna con tante Congre- Jaiob pater eorum (Bafìlio, Agoftino, Benedet-
gazioni, della Domenicana con più riforme, to, Bernardo, Domenico , Fran-efeo l'uno,
c fopra tutte della trance fcana ripartita in-» l'altro , Gaetano , Ignazio) ir tabernaculum
,
tanti corpi di grolfe Religioni ì feeder:! quod fecifiii nomini meo,atque taberna-
Certamente , che fe in tanto numero mol- cula per circuitum donun Ifrati [Co labri*). Si-
tiplicoifi lo dato Religiofo, e per Religioni, CKt torrente! ptxvalent ,ftc quoque tfdraelit*
e pei t cnobj, e per Monaci nelfampiifimo {Co labri) prxvalebunt bofiibus Juit . Siate funi
luio della Chiela , non lo fu di meno nella borri piantati ad fcaturigines aquarnm , fic
'
Calabria } poiché dell' amica favellando 1 erunt Civitatei eorum proferente!, feilieet fcri-
Abate Ughclii (d) non dubitò rifcontrarla-. bai, ir Dottora legii.fit fic ut efi ere lune, quod
'
colf Egitto : Fuit praterea Calabria, die' egli, expandu verbum Domini prò domicilio quieti
quondam altera fiigiptui Monatborum , Monta- fua,fic vivent,& durabunt ffdraelit ( Calabri
itumque, &
farens , &
tntrix Santi orimi Bene- in tternum, CT celebre funi tauquam cedri jux-
s
dilli, B afilli, &
Bernardi difciplinam,lcgcJ'qMe ta aquai, qua cxtoUuntur ercjìendo ,
Jervantium, quorum adbuc tempia, Cambia &
pafjim vifuntur , qui nunc Monachi1 ejeffn in Della Religione Cormtliiana,
fxctilarium libìdine!, &
delitias pervenere-.que-
/
CAP.
«
deferta efi,
Francifci
& modo
Affifini ,
Calabria Itivi Augufiini,
ir Paulitani , ir Dominici
D icono che qncfla Religione tragga la
,
labria , affine di comprovare con gli occhi opra di Aymerieo Patriarca d'Amiocbia, e
quello finora fi è ferino con la penna} ma il Legato Appoftolico di Papa Innocenzo li.,
rimetto , come in luogo più proprio 11, ove e riportato fotto l'ubbidienza del Generale,
difeorro delle inedefinic Religioni. Solo qui che primo fu il B. Bertoldo per quello
. Ma .
vò accennare il numero de 'Conventi di cia- tocca la Calabria , Giovan Battifta Lczza-
fchcduna delle Religioni , quali di predirne na (a) la vi vuol introdotta prima del jjo-i , t 1
verdeggiano ,
fe non fol con alquanti vuoti poiché di quello abito Carmelituo ne verte aniui.ìi ,
le Religioni antiche nò n abbiamo.chc quat- lenii, ordinati da lui prima del fuderto tem-
tordcci dcBaliliani.duc di Monte Caifmo, po nella Diòccli di Squillace fua .Patria-.}
due de'Celertini , otto dc’Cillcrcienfì Dell' 5 fino mimi datar vetufium iliui aliti Monacbo-
altrepiù moderne (ficiotto de' Carmelitani,
effendone rimafti vuoti per la Bolla di Papa
rnm genui EUanrtm, & Propbeticum ,
non nupe-
rutn tllud S. Benedilli pulbe Ilare tinte explum,
Innocenzo altri ventiduc . De' Carmelitani temuta! um /io/l?} e piu fotto . Hat porro ... !
come
. X
d'un folo eapo,foggionge il mcddimo Scrit- Grimaldo, di S.Agata di Reggio, della Mot-
tore, con la tcltimonianza dell'Abate Pirri, ta diS.Giovanni prelfo Reggio, di Palmi, di
ch'ella pafsò nella Sicilia, portatavi da alcu- Batticano.di Trupca, di Brulico, di Mileto,
ni Rcligioli del meddimo Ordine, venuti da di Longobardi^ di S.Grcgorio,di Condojan-
Gicrufalcmmc con la Rcina Adelafia, l'anno ne, di Éaridi, di laeurfo , di Cardinale , di
I ij }. Re
ligio nolira hoc anno,velcirtitcr, ali- Monterofìo, di Marccllinara, di Simmari, di
qui vide licci ipfms Alumni , primum Panhor- Coironc,c di Satrianoi non fimo in olicrvan-
pium, &
Meflanam, emù Adelafta Regina ffjc. za regolare, che li qui traferitti, cioè di
r 0 fatimi tona crajeccrmit , icftc Pirro in none Reggio : quello è il piu amico Convento
Ecclefi* Catanenfn. Quindi forfè non troppo di quella Religione in Calabria, edificato I'
appreffo fé paleggio nella contigua Cala- anno 1418. per opra de'Carmclitani di Sici-
bria, avida tempre de' nuovi lltituti
Regola- lia c coll' ajuto dell' Arcivefcovo Gafparc
,
ferive, che li meddimi , quali la portarono vin-ia didima la Calabria Porta il titolo
.
Wf»4*
in Siciliana diramarono anche di
quì,difcor- della Madonna della Grazia, cuU'Immagine
da folo nel tempo , che lo rimette all' anno dell' Aitar Maggiore corrilpondente , c gli
vero ad Sia li am pcrrexcruni non effettiancora , per le molte grazie , quali fi
1 zqtf.
jolum per Civitates Sitili* hanc Religione!* ottengono per l'uà interceflioné dal Ciclo .
cui con automi Eontihcia , ordinandofi lej fendone promotore il Bacccllicro Alaro Bri-
Provincie, cosi fcrivc Lezzana cflèrfi difpo- nine Ingtefc , che poi fu Generale ; quindi
(lo daCrillofuro Mantienono
Generale: Ad- poi ne' tempi più in qui ricevè molto ac-
didii,& Provimi a Marchi* Anconitana,
quam crefcimcmo di fabriche dal P.Maellro Alcf-
primum in ea Inerme fex Conventi", er Provin- fandro Arnone , della meddima Patria , il
Apuli *,à- Calabria , quatnprimum etlam quale piu di una volta foggiacque alla cari-
ti am
,
ligione in amendue le Calabrie non folo di Mont'Alto. Porta in fronte il titolo della
Religiofe fabriche, ma di foggimi qualificati Vergine del Carmine : c lo fondò Polibio
nelle lettere, sì ne 'governi, sì nella fintiti Fofcareno ( famiglia originaria da Venezia)
sì
della vita.
l'anno 1 509., come dimodra l’Epitafio poi
do fulla prima parte del fagro Tcmpio,qua-
, . , ,
amen- Patron
iorì quella Religione, diramata in
.
F due le Calabrie con quaranta Monaltc- Pahbius Fofcarcnus Francifcl Art., & Me-
virtù della DoCi. tic neti. Uri ,ium generis clsritati-i
die.
175 de’ quali rimadi fopprefli ih
|
Bolla di Papa Innocenzo X. quelli di Fran- tum propria virtute confpicui, fili ut Umettili 1
& Poh-
. -
mcr. pof. Obiit XI. Kal. OBobn. M-DCX. annoi ififfo. M.Elia di Giorgio Siciliano.
nata LI. 16A4. M. Teodoro d Aleffandro da Reg-
Carolci Santa Maria del Cannine fondato gio la feconda volta.
nel 1550. 1S71. M.Giufeppc Cimino da Catanzaro.
S. Vito S. Maria della Confolazionc fon- 1 672. M.Fiancefco Agapituda Cardinale.
ia
3g!e
j ,
CAP. II.
.
M
ed il
A oggigiorno, ah infelice
de tempi! appena fc ne contano 14.,
rimanente le Jo portò via Ja voracità
condizione
talmente fi moltiplicò , che Monfignor Pao- nobi intanto, dc'qu ali in alcuna delle manie-
f hiftot.
lo Emilio Santoro ( f ), paragonò quella Pro- re accennate ci è rimafia la memoria fono.
Caìdoq.
vincia all' Egitto, alla Nitria , alla Tcbaide: l San Ciriaco in Bombicino, ove giacque
.
funi.
. .. . . . . . . . . .
368 9
l’una parte da Monaci, e per l'altra dalle Mo- 43. San Martino delia Me fa.
nache) e l'uno de'fttrc nel territonodi Buf- . 44. San Salvatore di Calanna.
fano . 43. San Colino di P iuituiadi Muro. \
4- San Giovan Battìi! a, l'alrro, oggidì vol- 4<S.San Salvatore Calomeno di Sambatcllo.
garmente Santo Janni , ove lòrvcmc diver- 47. San Nicolò di Calamizzi, Territorio
tiva1 Abate San Nilo . dì Keggio,Chtcfa Archimandi itale, fondata
j. Sant Anaftaiia, oggidì S. Biagio di Va- dal Conte Kogu.ro 3 V irte , c morì il iuderto
io , o vero San Marco , l'ondato dal fudetto Santo, c vi fi con fervo lungo tempo la fua_.
Santo per Monache) ed è il tetto . Immagine, dipinta ai naturale nel muro del-
6 . Sant Onofrio il quarto, oggigiorno abi- la Chicfa
tazione di Eremiti. 48. Santa Miriadi Tirrcti .Villaggio di
7. San Cufmo,e Damiano, Confervatorio Kcggiotfondato da Bugierò IU'aniiu 1 103.
oggidì di dunne, ed è il quinto. fotto titolo di San Bafiiki.e ftabilito per uni-
8. San Salvadore il fello , detto volgar- vcrfalifiima Archimandi itale delia Calabria,
mente il Salvadore, alli quali s aggiunge per e della Silicia, e primo fuo Archimandrita.,
fettiuo il Patire, del quale altrove. fu San Lorenzo Cittadino di Reggio ; le cui
p. San G iofafarto alla marina di Coro- entrate oggidì rcnduno la foninia di ducati
gliano 2200.) ma pallata poi la dignità al Salvadore
San Bafilio in fiifignano.
10. di Medina , egii reftò fémplicc Abazia. Vi
11. San Pietro, fondato da San Luca, po- fiorì ingran fantità di vita San Tummafo
co diltamc da N'oja Abate Cittadino delia fudetta Città.
II. Santi Aitai giri 49. S. Eilippo di Jirito.
Ij. San Pancrazio nel Pizzo. 30. Santa Maria di Mopfi.
14. Sant' liìdoro. 31. San Giovanni Teologo.
jj. Sant'Angiolo . 32. Sant'Antonio del Campo, fondato da
jd. San Sergio, tutti , e tre in Tropea . Bernardo d'Ocris Come di S.Niccto, e Bo-
17. San Teodoro in Nitotcra. lero , e da fua moglie Sibilla nella Motta di
18. San Leoluca in Montileonc. S. Giovanni li p.Agoilo del 1289. Pii fuo pri-
lp. San Nicolò in Drolì. mo Abate Atanagio, fratei cugino di San Ci-
20. Sant' Elia fopra Gaiatro , abitazione.» priano Abate di Caiimizzi; Oggidì è Jus pa-
oggidì de nollri. tronato deDuchi di Bagnara.
zi. San Eilippo Argirò in Cinquefrondi, 33. Sant'Angiolo di Vaile Tuccia, fonda-
oggidì Monaflcrio di enervanti. to dal Conte Ruggiero li., perche ne 'tem-
e
22. San Giorgio nell oggidì San Giorgia, pi piti in qui J'accrebbe d’entrate un tale per
K lib. a. ma all ora Morgcro.di cui vedi Maratroti (le). nome Tuccio,con dargli una Vaile alberata,
•P.K. 2 j. San Mercurio in Paltni,poi di San tan- e fruttifera, prefeil cognome di Val di Tuc-
tino , abitato da molti laminimi Kcligiofi , cio Monfignor Arcivefcovo Gafparc Crea-
.
1 lib* ft. come xerive Maratuxi ( 1 ) Oggidì Jus patro- . le» l'aggrego al fuo Capitolo, con la confér-
»M>. nato della famiglia Spinelli ma di Papa Aieflandiu VII. , a richieda di
24. San Michele Arcangiolo nei medefi- Matteo Gennaro fuo fitcccflbre .
72.Sa,n-
. s,.
Braalla, e da Bafilia fua moglie, a richieda di Cenobio fcrilfc in tal maniera l'Autore della
Goffredo Vefcovo dt Cadano predò il Cala- vita di STilareto (s). Sei vero ut bcatiflìmum,
le Lungri fila Dioce/ì , correndo gli anni & Jbrtunatijfimum inter omnia te Monaflcrium , Gjet
1155. Per il fòdenimento de' Tuoi Monaci il appellerà ,
quarti Unga de tnis encomili contexi «m. pr
' U1‘
raccordato Conte Ogerio gli concede tutta potefl oratioì quoniam in te gemino s contine s fo-
quella tenuta diTcrre, che va attorno a quel- Us (Elia , e Pilarcto) , divini s fané thtfaurii
la Chiefa; come anche il Territorio detto opulentum enitefeit )am enim babai adolefcen-
.
San Calojcro, con le lue pertincnze,due mu- tium magifleriurn Jeniarum gnbernaculum, ca-
lini , una falma di Tale il mefe , e tutto il Ca- melli virtutem , finii Scipionem ,J uve man di-
fale di Lungri con le fue ragioni . Oltre ciò fciplinam, paftorum paflores fané divinai , in-,
gli concede molti privilegi, c fra quelli, che miferiis, advcrfifquc cafibut
confolationem , in
1 Tuoi animai» pollano pafcolare liberi, c fian- calamicatibus Jubfrdium, in tentationibus fola-
chi in tutto il Territorio di fua giurifdizzio- men, gubernatores in tempeflatibus, in omnibus
ne : che gli uomini delinquenti del fudetto infonuniis profpcritatcm ,
Atbletas in labori-
Villaggio non pollano edere riconofeiuti bus, in prac larii facinoribus afcctasflu vigiliis,
che dall'Abate prò tempore: ch’il Monaiterio, ac precationibus ctelefles profello Angelo s , qui
c gl uominì di Lungri vendano, c comprino in tenebricofa caligine verfantur fua babent lu-
fenza gabelle: che le perdane d Altomonte-» minar, qui d redo aberralit dkdores , qui fl agi-
pollano liberamente donare al Monallcrio tili funi cooperti apud Deum intercefforesjapfi
tutto quello lor tornerà in fodisfacimcnto qui fe erigane, &
ad Deum fublevent, qui Are-
Comincia 1 ìllrumento:/» Dei nomine aterni. tini,fortiterque honorum largitore I virtutiiflu-
Anno ab incarnatione ejufdem 1 jS. , Inferir-
1 diofi,pravarumque libidmum exterminatores ,
o v*h«t. lo da Goifrcdo Vefcovo divallano , da Un- ac profligatoret, Jpem furi ceri am , rotata, Cot-
Imi. r«p frido di S. Marco, c da altri (o). nobitx patienttam, qui aliena Minutati parerà
to,n. 9- V-
Pìi.cir. 7 p. L’ Annunziata fuori le mura di Reg- exemptum,ac documentimi, qui in quiete, fo- &
gio» qual poi fu dato al B. Paolo da Sinopoii biadine zut am traduco ut tokrcntiamjqui aliio-
per gli Otturanti , accrefciuto può , come ni, &
contemplationi fe dedurli , duo atnbarum
oggidì lì vede culmina,atque fafligi afiEremi, monti urnque cuU
torti,
. . . . . . , .
late pr aditi formar», ac figurami cafti , ac con- fabrieato dal Conte Roggiero f anno 1081
ti netti cs perfettam , ex quifilamene manditi am , come li ha dal privilegio della fua fondazio-
ac fkritatem'f qui in mundo verj'antur ,mundum ne riferita dal P.Ottavio Cajetano (a) Quivi .
mento di eflerne un di loro rifinito dilla.» icpuuuo sul frontiipizìo della porta.
lepri, a fui intcrcclfionc. Arricchito di que- • Antonini Cor afa S. A. E. Diacon. Cari. Com -
ih bignori con molte innovali rendite, pri- menlatarias à funiamenti trexit . Ann. Don. I
e
i «»«.£•» vilcggj, come ferivo D.Apolfnare (g). MD.LXXXIII. (.he poi l'anno tj88., confa-}
'
$. ò an Lorenzo, Cenobio fondato m Di-
r '*' grò col concorto ut quali tutta la Diucefi
si , Dioceli di Milcto dalia picei de' fiderei Moiiiigtior Ottaviano l'alea Vclcovo di Gic-
Conti di Arena a richiedi di Lorenzo Mo- race, uustcrcudovi procclli onalmcntc le re-
naco Biffano di gran penitenza } onde poi liquie del ludetto bruto quali toltoci) su
7. ,
ne prefe il nome . 1 Aitare maggiore con quella Epigiafc.
6. Santa Maria di Rovito in Rofarno,Mo- Eeetcjiam liane ai Antonio S.A. c. Cardinali
nafctio antichi fimo , fondato fin da quei Carafa Commendatari » extra .tara, Ottavi aitai
primi tempi } e poi rifurato dal Conte Rug- l'aJuna £fifeopus Hcraccnfn ad honorem Sanili
giero} le lue rendite fanno commendate da flieodemi eonjccravit, ejai corpore ab Eeetejia
li Ar«u.
i'apa Urbano Vili, al ibfenimento delHe- eollapfa transiato, Anmverjartam Indulgenti am
c*« iipi. vcrcndillimo dell’ Ordine (h) XXÀX. dierum vijitantibus coneejjit . Die XXI.
bin filareto in Seminari. Altre volto Ottobri! M.D.LXa XP /f/.Ma riutcchdu a Mo-
portò il nome di S.Nazario.ovc prefe 1 abi- naci troppo angufa l'antica fabrtea ad Mo-
to SJNito .bu caladi molti fanttliimi Kef- uaferio , Cardinal Paolo Emilio bfi ondato
giolì, lingolarmente di S.Pilarcto } dopo la Commendatario circa il tSoo. v crede il no-
cut motte piacque a quei f digitili di cam- bile Monafcrio, che di prcfcntc ii vede. 1 ut-
i 1
b' u il nome al Monalterio da b.Nazario ino io quello è dd piu volte raccordato fi.Apoi- r »ìm
ci».) ». San ftlaret.., come io fcrivono Mirinoti (i), linare (r). 0*
k o»-« fc- ma'
c fj. Apollinare (k) 14. bontà Maria dei Patirò inRoffano.
8. Sant' fin in Mclicuccà , fondato dall’ Travagliava la Calabria lotto al durttlimo
Abate itila Monaco Baiiiiano} che poi mor- giogo della Saraceni ca lcrvitu cosi,ehe mol-
i iib.pt. to con fama di ianticli prete a dirli , di Sant' tinegli uomini non avendo cuore di ioffrir-
MP i
J-
Elia. Così Mirinoti (tj, e D.Apofinarc (m). la polle in abbandono le cale , è le patrie li
0|1 ,
o'r.'fop». 9 - S. Bartolomeo in barn' Eufemia di bi- rimavano ne’bolchi , cunoiccndo meno no-
nopoli . Lo fondò 1 Abate Bartolomeo di civa la compagnia ddle Belve, che di quella
up-ji. Rotlauo come icrive Maralioti(n),ma di Sim- fporca gente ria quelti fu un tal per nome
.
Po1 mari,lo vuoi D. Apollinare io), lotto titolo Nilo , iccondo altri Nifonc defa Terra di
””
o»« to
°J’“‘».
di S.Barnaba} morto poi da ianto il fuo fon- Suiunari.uomo nef a fua patria per nafeita, e
datore , egli ne prete il nome , e li dille di per ricchezze de' migliori . Quelli dunquu
S.Bartoiomco.Oggidì è jus patronato della l'anno iojo. in compagnia d altri fuoi com-
famiglia Ruffa ui Sedia. patrioti del mcdefino ìptriio abbandonando
10. San Giovanni Cafaneto in Calanna, ic cafe paterne fuggirono a far penitÉza nel-
fondato , ed arrichito di grandi arinomi le montagne di fonano Quivi dunque en-
» B. Ap. .
o»c lupi»! aurate dai Conte Koggicro (p) tro ad un oofeo polio af occidente raenaio-
11. Santa Maria di 1 rapezomata in S. Aga- no per qualche tempo la lor vitu,martirizz4-
ta di Reggio, 'fabricato, e dotato dal medeii- ta piu tolto, che paiciuta con ghiande, e ca-
mo Principe , e dalia ina pietà privilegiato Itagne, c rieo verta con panni grolii, anzi ci-
i D. Ap. con molte prerogative (q) lici Lcr 1 ulb lòto delta Mcfla comparivan
°” ‘“f'*" 12. San Giovanni T
creili in Stilo.Mona-
•
di luunii lagri uffici • Combattevano nuda- vilegio, nei quale li contengono molte gra-
to ti cuoio dei baino vecchio virj affetti di fie, cioè
pietà, or cunloiato da si gloriola villa,ed or I. Che ad effèmpio di Papa Falcale fuo
aitei rito dall ordine della fabnea, (limat a da Prtdctcllorc lo riceve fono 1 immediata pro-
lui impunibile alle lue forzeiunde cosi pit- tezzionc della banta bede.
ie a lupplicar la Vergine . Vergine lanulìi- i~ Che gii conferma tutto quello poflie-
ma , tome potrò io poverello , e foraitiero, de i cioè le Gbiclc di
dcià, ioi unto, che tu gli otln a vedere que- ban Nicolo di P amga .
Conte la vinone avuta, e i ordine rice- 4. Che niun liio Keligioiò fatta la profer-
do al
vuto, c inoltrando lancilo ialciato,
tutte, c itone parta, fe non ibi in occalìoue di piu
alla tabnea di ltrcua vita, lenza licenza dell Anace.
tre cole indù Aero il Principe
quella Chic la Indi a non molto
.
ritiratomi 5. Che uon volendo P Arcivcl'covo Dia-
b. iiaituiuinco da
binari,! creile in Muuaite- cciano, o benedir le lue Chicle , od ordinar
rio celebre, qual contcruio
Papa ral-aie cir- lituoi Prati, che polla ciò ottenere da qua-
iopo. lunque altro Vcfcovo piu vicino.
ca il . .. _ „ .
A quello Monaikrio il Conte Rogiero fi. Che ncTudetti Calali polTA crear No-
che poi fu Rè 1 anno 1 104. conferma, e con- cari, Arcipreti, ed altri officiali.
cede tutto quello gli era dato conceduto da 7. Che liberamente elegga il fuo Archi-
Guglielmo Loldun, ngnuolo di rramandoj mandrita, lenza poter ricevere violenza da
cioè il Territorio contiguo ad elio Monattc- alcuno
rio, e fuoi Cafali con la medeiima pienezza,
con la quale 1 avean polleduto 1 digiuni del- ARCHIMANDRITI REGOLARI DI
la fudcita famiglia Lufdun , a' quau perciò QUtbTO MONA ALLIGO.
l'avca aliegnato convenevole neompcnla in
Sicilia. 11 11. S. Bartolomeo da Simmari
Al medefimo Monaftcrio Maniiia figliuo- 11 40. B. Luca.
lo del Duca Roberto col contento ai Gu- 1 1 « 7 - Colhi4,chc fu Arcivefcovo di Rof-
glielmo fuo figliuolo, l'anno zi. concede n fano •
togli da Roberto fuo Padre , thè palca libe- 1 Ì99- Matteo morto.
141S0. commendati da Papa Pio II. 4U1 me- Bbe quella Religione li Tuoi Natali dal
delimi Monaci , furono poi circa il 480.
commendati a fccolari , fotco il cui dominio
1
E
d
P San Benedetto nobile di Norcia Città
.
A
.
banca Maria de 'Latini ameuduc nel Terri- Sant Opaio Monaitcrio di Monache Be-
ritoriu di Tropea } 1 entrate de' quali ancor nedettine nella Dioceli di Miicto di anti-
fono dell'trario di Monte Cullino . chiiftma fòd azione, avendofene memoria nel
ban uiovan Batiilta in S-Eufenna } andò 111;., quando Guglielmo Vefeovo di Sira-
in rovina quando caddero tante Cattedrali
eula gli alloggetti u
Chiefa di S.Lucia deila
nella Caiani ia per la foia» della baraccnica inctlclima Cuci , Monaitcrio di uomini di
invaiarne i Riltoraro poi dalia picei) Nor- gran fama. Cosi Coltanzo Boidiglio (b) , e T k rcii
manna liori con tanta lanciti, enc fugati li Abate Pirri (c)} che poi per detto del mede- ior n.
c ° e
òaraeeni , potè dare al Conte Hoggicro uiu. fimo Pirri, la Conte!» Adetai» uei 1140. T rr (
1 .^
gran numero di lògetti per prefiggerli alle aggrego a quei di Cefalu. Ma ne tempi piu
Chicle, o o di nuovo iltnuite. Co-
riftorate, in qua, cioè nc' 144.5. Papa Eugenio IV. lo
Rcligiolì furono fotropofe pregano in Mclfi-
altro di S.
si i Auate Pirri } onde luoi
all'
Aufcorio Vefeovo di Catania, eletto l'an- na, come fcrivc il bampcu (d) } ed etfendo a 1 <01,01.
Ruggiero, che pallaio con Roberto.Dcca- za Spaiafora ufar la violenza delie ccnfurc,
fulminale contro di clfc 1 anno IJ70. da^
no diTraina.fu poi promollò alla Chicfa di
Siragufa l' anno iopj.,e configuro da Pa-
U. Girolamo di Domenico Canonico di Mef-
|
' P10 unite al de f oflìs in Calabi iaionde abbia- co dillantc di San Gregorio , e lo iòttopoio
’ oro p er lettera dell' Infante D.Giovunni di ) aUimmcdiatagiurifdizzionc della fama Se-
. , - . . .
ritali! Studio inni nere, & earum juffii clemen- S. Joannis de Rocca Morii .
te annone Ea propter ( , dilette in Domino fi- SS.Cofma ,&Damiani de Cat eludi t , cum
li rationabilibus tuis pojlulationibus beni-
)
pertinenti!! fui!
gniti impaciente! a fieni uni, prefatori. Mona- Ecclefiam SNnafiafio de Grattcriis.
quod ab Illuflrii memoria Rogerio Co-
fieri urn, SS. Imocentium de Mifiredo, de
mite i fondamenti! efi infirudum, per ma- & Sondi Stepbani.
num felic. record. Domini Urbani Pradcccfforis Sondi Bafilii de Nafo.
noftri Papa II. B.Petro , ejufque fanda Roma- Sondi Nicola: de Brutana.
na Ecelepa injus perpetuum , tutelam obla-& Sondi Angeli.
tnmeffi dignofiitur ai exempla , qua Prude
- Sondi Georgi i.
cejfibrum nofirorum fand* memoria Pafcbdlii, Sonda Moria de Murra, &
& Innocenti! Romanorim Pontificali fab B. Pe- Sondi Puffi de Me lofio.
tti dr no firn protedione fufdpimm ,
,
pra- & Et partem Oppidi, quod Mefianum dicitur 5
fenti! firipti privilegio comnumimussftatuen- quoto d fupradido Comite prafato Monelleria
1tei, ut quafiunque pojfeffiones , quacunqu e
bona S. Trinitari!, &
S -Ange li, oblato cognofeitur.
’eadem Eccititi in prafeutiarumjufti cano-
,
& Indi oltre partàndo ne’conccdiraenti, vuole
inicè pofiidet, nut in futurum concezione Pontifi- Che nel fudetto Monaftcrio ogni un vi
cami ,
l 'refi rione Regum, vet Principum, oblo- abbia libera fepoltura.
1 tiene Eiieli’on , fiu aliti juftit modi!, Deo prò. Che polfj farfi confagrare calici , ed or-
pillo poteri: adipi fd , firma libi , tuifqut fuc- dinare Chierici , con gli ogli Santi da qua-
|
|
cefibribu’ , & illibata permoneant . In quibus lunque Vefcovo Cattolico.
Che coatra la volontà dell' Abate non pot
bdc duximm propriii exprimenda vocaboli 1.
IN TERRITORIO MILITENSI. fono farvili dazioni,o proceflfioni publiche.
Villani S,r7r erorii, & ibidem Che non vi fi elegga, o intruda Abate lèn-
Ectlefiim Sanili Nicolai, za il confcncimento de’Motuci.
Ecclefiam Sondi Gregorii de Sriatico. Che finalmente forte immune da qualun-
Sondi Joannis de Rayacbo. que fogezzione, reflando all’immediata del-
Stada Moria de Medina. la Sedia Appoftolica.
&
Sonda Morì a, SandiClementis de Arena.
CALABRIA SAGRA LIBRO II.
fatta piu vigorofa dagli anni (brfc rigcrmo-
-ABATI DI QUESTA ABAZIA. gliando l'Ordine fudetto dc’Ciftcrcicnfi , il
quale allievato per primo coll' induffria dell'
mi. VJ Ieolò interviene alla confagra- Abate San Roberto negli anni correnti di
zione della Chicfa di Catanzaro, noftra falute top8. , crebbe diramato coll’
iijj. Davide col confcnfo de’ fuoi Mo- innaffio datogli da San Bernardo; onde nac-
naci Ó cambio con la Chicli di Cefalù di que forfè il divario de 'Scrittori in crederlo
alcuni beni , ch'il Monallcrio po (ledeva in_> nato altri nel fine dell'un fccolo, ed altri nel
Sicilia , ricevendone in permuta alauni altri principio del feguente Ma quantunque per
.
1 mente fanno i Su. aflegnate le lue entrade Ciftereienfe nella Calabria al pari d' ogn'al-
! al Collegio di Madrid, tu fottopodo alla cu- tro , si di Conventi , si di Keligiofì , e tanto
! ra defi', della Compagnia, con
quello, che quanto potrebbe vederli dal numero di quel
delle fuc rendite le ne alitncntalTero iz. Ke- li, fe avellerò potutta/opravivere a quella.,
ligioli del fudetto Ordine Monacale ; nella nodra podcrita , alla quale oggidì non è ri-
qual difpoliziune oggidì pcrlevera ; come li malia, che una (caria manoria, che gii furo-
è detto nell'altra parte . no, come lo dimoArcrò qui lotto.
e; Fin qui i’Autore, ed in queAo dato era la
cola mentr’ egli fcrivea ; ma perche colf MONASTERI ROVINATI DI QUESTA
andar del tempo ellinti quei dodcci ReligioA RELIGIONE .
V Ivc cor)
con più fama laReligion
la Rclìgion Benedit-
Benedir-
tina nella Calabria in quel fuo fclicif-
Amo rampollo, che dal luogo,ove
felici!-
luogo, ove prima nac-
dato 1 anno 1 1 85., che poi da un fruAolo del-
la Croce di Crillo fu più volgarmente detto
S.Maria de Ligno Crucis. Ma riufccndo d'a-
que
*! ‘e ill
cognome di Ciffercicnlc
CiAcrcienfc ei prelc.Cor- ria alquanto cattiva, e perciò tralpottato in
tcv *
Icv » la fine dei lecoio undicclimo fc
, fe non luogo più falubre , ne
confagrò la Chiefa_>
f
P‘l,r
,fe
e ild principio del dodicclimo; e feffo
fedo , o Colmo Arcivefcovo di Roffano fanno 1 tp 7 -
P urr Attimo
fettimo della Religioni Bcncdittin*-,, Arricchito intanto sì di privilegi , si di en-
’jm
l^ando dia in
nido ella i n vece di cadere
invecchiata ,
1
•
trate dalla pietì de 'Duchi di Calabria,divcn-
DELLA RELIGIONE BENLL'iiTlNA CAP. IH. ?77 ,
A ira!, dinindo Ughclli (d) , ma oggidì è vuoto di ramato inaine più religiolè famiglie, ebbe
(ter. te ir. li. u.»ii. J: d
Monaci in virtù della Bolla t
di Papa Inno- I
u c. * j; ...rj-
la conferma come di ordine difiinto da qua-
»•
ccnzo X. lunquc altro, dalia Sahtitb di Papa Cclcfti-
Santa Maria di Macchia appreflb Acfi , no 111 li 15. Agoilo del np 5 con la fc-
. .
te a guifa di lucidiffima lidia; volle di van- rio contraire. Si quii autem hoc attentare pra-
t aggio ordinarlo Padre, c Patriarca di nuova fumpferit indignationem Onnipotenti! Dei, &
prole, riformandocon nuovo lllituto Mona- Seatornm Ferri , &
Fanti Apoftolorum ejus fe
cale medefimo gii celeberrimo de' Cillcr-
il noveri t incurfurum . Datum Roma Vili. kjtl.
cienfi Ritrovandoli egli adunque Abate in
• septembris Pontificata! noftri anno VI. Dalla
Santa Maria di Corazzo, perche Papa Lucio q ua l Bolla vien in chiaro il tempo , in cui fi
•li avea impofto la compofizionc di alcuni fondò quell' Ordine ; polche quantunque i
Libri perciò fovvente (òttraendofi dalla_.
, 1 fuo i primi femi fi foflcro piantati l’anno
convetfazione de' Monaci ritira-
n * j. ai j* » j. n_
communc 1189. quando f Abate disbrigato dalie cure
:
vafi in un luogo detto Pietra lata, e poi Pie- monadiche della Sambucinrf, oltrepaftò nel-
tra dell' olio, per vie più attendere a quello la folitudinc ; nulladimcno non potè dirli
’
impiego .Mal folcivano quei Monaci que- Ordine Rcligiofo, che 1 anno 1 tptf., eh' è 1
‘
lla fua affai fi , quale feorgevano dannofa_> anno fello di Papa Cckftino III., in cui fot-
all' utile temporale della cafa ; onde con li- to la data de’ 15. Agodo ricevè la conferma
cenza di Roma fi afiolfe da quella cura.Cosi dalla fama Sedia Romana , e Cattolica Per- .
dunque disbrigato il Santo Abate dalle cure che pdi fi avefle detto di Fiore, lo rapporta-
Monadiche non pure continuò a frequenta- re altrove.Così dunque,e principiato, e refo
re quel luogo; ma tratto dall’ amore di vita fermo dall' Appoftolica conferma qued' Or-
affatto folitaria s’ inoltrò più a dentro nel- dine, rodo fi moltiplicò , allargato sì nella.,
la fila , ove abbracciando inficine le due fo- Calabria, si fuori, e di Conventi , e di Relt-
lcile dell' attiva nella compofizionc de’ li- giofe pcrione di amendue li fedi ; com' è da
bri , e della contemplativa nell' orazione fi vederli dai lungo catalogo , qual ne rappor-
pofe iniftima di nuovo Piancta-Seguito per- ta Gregorio de Laude, qui fotto rralcritto.
’
quindi ecco i primi femi dell' Ordine Pio- Ordine, di cui nel fuo luogo.
renfe; concioiiache per non mancare al fuo z. Colofuber, o Legno buono nella Dio-
debito prefe adiftruirli con più rigore nell' ccfi di Cofcnza , quello, per il quale li litigò
ordine Monadico , e formate con fovrano tanto fcandalofamcnte con li Monaci de tré
lume alcune Codituzioni Regolari di gran- Fanciulli.
diAìma e ficmplarit^, lor le diede ad ollerva- j. Taffitano, Diocefi di Gerenza.
rc; e ne avvenne , che quella , qual per all' 4. Monte Marco della medefima Diocefi.
ora non era Hata , che fcmplicc Pamigliuola 5. Cabrie, nella Diocefi fiefià.
-
aggregò il Monaffeno de tré Santi fanciulli agli Abati di Corazzo, c di Prigilio (b). Og-
*
di Monaci Greci nel Territorio di Barba- gidì foppreffò da Papa Innocenzo.
ro, abbandonato ptìma, e rovinato poi , col 31. San Manino di Giove,o vero del Ca- <
1
rifcrbarlcne un annovalc oncia di uro al pe- naie, miglia quattro diftantc da Coiènza , ed
fo di Catanzaro. Quaf aggregazione confer- uno da PictTafitta , fondato l'anno ìzoi.a
n>ò Papa Onorio l' anno iatp. (a) fpefe di Andrea Arcivcfcovo di Cofcnza , e
itici!!'-
». > »>.«•* ; 7 » San Lorenzo di Cropani , nella mede* dell Abate Giachmoi Munallcrio celebro
jjj," ‘‘‘j Unta Dioccii, a cui fanno 1444. il Rè Al- per la morte del £. Padre. £cavcro,che mol-
fonfo |. , coti fupplicato da quel corninone, ti fono , che lo vogliono piu tolto Grancia.
|
conferma tutte le tranchiggic.ed immunità. L'anno 1544. Papa Paolo III. gli concede
8. Santa Maria della Glori» nella Bagna- alcune indulgenze
ra, con altro nume Santa Maria de’tz.Appo- jz. Santa Maria de Medio Domini Agi-
Bulijfopra di che vedi I ollervazionc di que* dii, Munallcrio di Monache in Cofcnza*cam-
Ilo Convento fra quelli dc'PP.Domenieani. biato ne' tempi piu in qui neif altro detto
p- Santa Mara di Tarfu, Oiocciì di Ma- dalle Vergini Cillcrcicnii.
tcra in Puglia jj. Santa Maria di Fontanella, o pur de’
10. Santa Maria , o pur San Tommafo di Mai tiri in Mendìcino* ond'ciraronu Matteo
RotigJiano, Dioceò di Con vedano in Puglia Guetra, che lo volle Bcnedittino.e Giacomo
|
11. Sanf Angiolo Militino apprellò Cam- Greco, che lo dille Ciltcrcicnfc, elfendu (la-
pana, Diucelì di Buffano. to anzi i'lcrcnfc,come lo difeurre , ripro-
11, Santa Mai ia de Munte Morteti fupra vando quelti Scrittori , Gregorio de Laude,
Ninfa, Dioceiìdi Veilctri. aggregato altresì alle Vergini di Cofcnza.
ij. Santa Miriade Tulli:. j4- Bellofonte , Monaftcrio di Monache-,
14. Santa Maria de Martiri in Mcndicino, predo Paola.
Diucciì di Cofcnza , i'ekzzio'nc del cui Aba- 55. Sant' Piena , Territorio di Scala , c
te /penante per lungo tempo all' Abate di Dioceò d'Amalfi ,le cui Monache da Giulio
Corazzo, polla in dumo daU'Arcivcfcovo di Buffino Arcivcfcovo di quella Cuti furono
Cofcnza tórri , perciò introdottane lite in_> aggregate all' altre nere di San Nicolò del
Roma, fu decita a favore di Corazzo . Campo .
15. Santa Maria di K odiano , Diocefi di Quelli dunque furono li progredì dì que-
Caltcll'a mare di Stabia. ftOrdine* quelti ii Monafterj,ne'quali ò mol-
iff. San Calli ano. tiplicò . Ma qualunque poi (lata nc foffè Islj
17 - San Giorgio cagione, e qual il tempo ansi ancora ofeu-
18. San Pietro di Campo Maggiore nella ro, come pur foflcrva il fudetto Gregorio,
tBalìlicata. tutto l'Ordine indente con fuoi Conventi , e
ip. San Vito Diocefi di Polignano Rciigioff lì riabbracciò con 1 Ordine Cifter-
io. Sant Andrea Diucciì di Cariati. cienfe, da cui gii sera divilòj onde d amen-
zi. San Martino di Squillaci due fattone un folo quelli fono i fuoi Mona-
zz. San Michele del Citò acquali ancor norifee la Begolar Of-
fterj,
z j. Santa Miriadi Mifcrto. fcrvanza Ciftcrcicnlc
z 4. Santa Maria di Ponte Marzio,.
*j. San Giacomo. MONASTERI DI REGOLAR OSSER-
z fi. Santa Maria di Viffella, o pur de Stel- VANZA DI QUESTA RELI-
lò , nel Monte Mirteto , Diocefi d' Amalli, GIONE .
menda delecoiari, e poco apprellò venne ap- S quell Abazia li Tuoi natali dall'altra di
plicato al Capitolo di quella Cliicfa . Calamari nella Baòlicata , da dove per fon-
Z7. Sant'Angiolo in Prigilio , dapprima., dar quella furono chiamati ì Monaci di quel-
fempiicc Chiela, ediheata 1 anno 500., come la dal Conte Goffredo, e da Berta Tua madre,
dimoffra una fua antichiffima Ilcrizzionc j come anche da Guglielmo lor figliuolo , e
Indi fanno tzzo., o pur zi., o pur zz.erctto Goffredo Carbonara lor nipote * colf ajuto
in Munallcrio di quell Ordincjchc poi cadu- de 'quali gii fondata predò la Terra de Luz-
to a'Ciltetcicnòi oggidì è rimaflo ioppreffo zi , Diocefi di Bifignano, venne da mede-fimi
per la Bolla di Papa Innocenzo X. arricchita di grandi annovali entrate Cosi
.
zS- Santa Maria di Colabròdo vero Affilia, Gregorio di Laude (a), che dice trario da un
di cui appreffb con lungo dilcorfo. celebre m.s. di Giulio Burtòlati General Vi- 1
zp. Santa Maria di fonte Laureato , del filatore di quell' Ordine Ma in qual anno
.
quale anche vedi il fuo luogo . fodero avvenuti quelli felici natali , il Man-
jo. Santa Maria de Nova , o vero Trium riquez (b) li riconobbe nell'anno 1 1 fio., però
Pucrotum , ma più volgarmente Raganella* piu antica è l’origine , che ior donò ii rac-
Muti» ltcno fondato poco prima del izza, in '
Chiaro (là (die'cgli), che quivi il B. Giachi- folto la condonarli il. Vittorio i line rigo, e
ìRi prefe l'abito , e fu Bortinajo ; e da quivi collidilo di O. I l alle eleo Lungo Colemmo
due almi appiedo palio Abate in Corazzo, Prelidellie ,
con tutta ijucirn JuppeiieUrle ir
nel qual tempo predille al Rè Rogicio il ione, r un alt ad abitar qucua di 0—1 lì J u e ma.
gran fuoco dovea accender nell' Italia Co- Santa rvrana di CoiaZzo iiop f .o ol^uio
.
danza lua figliuola, le avventile di partorire. è ii leitipu, in cui Ji tonilo quell aioozia ; on-
Adunque in vita del ludeitoKogietuhori va- de diku. icuduncugii uno a lua -oiigbiettu-
ilo, eCorazzo, e la bambucina . Ma Bugie- ra, 11 uie luogo a vane opinioni lopia que-
rò lafeio di piu vivere 1 anno i j jj., viene llo -baie. .rticuni (k) adunque la > ognuno
dunque in cunleguenza , che l una , e 1 altra dalla lua primiera induzione di altro Gì di-
di quelle Abazie fondate li follerò prima del ne, clic n i_iitereienlc, fondata 1 anno iu5o.
iudetto anno ed alquanto pi il prima queitn
^
da Ruggiero di M
.irrorano , e dar niedeinno
della Sambuc ina, che l’altra di Corazzu.Dal otlei la arra lama Sedia , e uicuno coltale
| da
qual dileotlo ambe viene in chiaru il tem- una Bolla di Papa Onorio Morircela ari aba
po, che lOrdine Ciftereienle li piantò nella te, e Monaci dt Corazzo lotto la dai.,
ne 1
Calabria, e fu di là dal 1 150., al mio erede- Settembre del njo.lamio luu lettunu,eu
,v|
re circa il 1 1 jo ., cioè anni circa 15. dopo la li dice : m
La propter Dominò piu Monajtcnt
fua primiera illiiuzione.Così dunque fonda- pii in loto, ijiii dititur He Curano ad honorem
to, ed acci elciuto quello Monalterio, diven- Htghis dcduatum , quoa yuiitcm phui uojìer
ne poi fecondiflima Madre di altri non meu Ku -zUiti dt Marmano tonjtrnxit , & Sonito
celebri Monallcij così dentro , come fuori Jiouta n* LctUfit obtnlu . Ara queltaò Bollai
la Calabria; cioè nel U7J- di quel Palermo di lulpetta fede, dreuito Ughclli,Maiiriiiucz,
lotto l'invoeaz. une dello Spirito Santo , co- Gregorio, ed aun,ed e la iagiorie,ehc Gnu-
r tmr.a. incriferiiee il Maniiquez le), e nel npj.di rio elettoli 14. Lleccnibrc del 1114. ,c già
> ,a ir.njj quel di Calcilo, ifiueeli di 1 aranto e degli inolio li l 5 .i ebraio del 1 ;o. „ on UIC fe _
, 1 p
altri di Aequa fui mula, e di S. Angiolo in dei e ne il mele di Setteinbie ile 1 anno luu
,
i i rom.). i rigillu ,
come Arive il meiiclimo (d),
e fo- feitimo Io aggiungo , che detto Ruggiero,
.
quanto
nel qual calo non adoptt violen- non è colà credibile quanto avanzata li fof-
ve aliare ,
le nella benevoglienza de' Grandi dei mon-
za alcuna.
Abate debbia cd do 5 onde rollo ne venne arricchita di molte
4 Che quantunque
1
umidi dall' Abate per qualche benedizzio- ne , qual fu il 1 1 89. il Rè Tancredi non pu-
Abate re ie concede il fuo, per nulla ascoltando le
nc, egli rifiuteri darla , lia lecito all'
da meddimo. gravi oppulìzioni recatele contro da’ Tuoi
ni benedirla fc
Immunità, che poi 1’ anno idoj. fofcriflc miniltri, ma vi aggionfe f annovalc rendita
delle faimc 500. di grano. Errigo VI. Impe-
con giuramento francclco Monaco , giuda
radore 1' anno ijpj. confermò il fudetto
che rapporta il de Laude ( ) Cosi dunque 1 .
'
fumino fplendorcima poi caduta con dcplo- tà,c franchiggie Coftanza Imperadricc in
.
primi fonda-
li
conferma all' Abate Giachino l'Olpizio edi- menti all'abitazione ait intorno col nome.»
,
beato da lui in Capo Albo , con clfimerlo dei Monaltcrio mcdefimo , cioè di San Gio-
'
dalla giutifdizione de’ limi miniitri,e ripor- vanni a f iore, oggidì popolatiflìma-
10 lutto alla lua prutezzionc . Giberto V7 e- ij. . - Giulio /intonio Santoro Caletta-
feovo Getuntino 1‘ anno 1 198. aggrega a_. no Arcivcfcovo di S. Scverina, il quale fuc-
quello Monaltcrio la Chiefa di Monte Mor- ccduto al Rota accrebbe li menlà dc’Muna-
coi Aggrcgazione,quol rivocata da Gugliel- ci di zjo. feudi l'anno , e fé altre opere pie.
mo fuo luvccdorc la riconferma Bernardo i 5 -, Alfonio Filino nipote diforelia del
1
T anno 1209. con l' aggiunta di oltre ducj» fndetto dell» mcdelima attezzione, ch'il Zio. '
come anche fece Nicolò , con aggiungergli Santa Maria di Calabro ,0 pur d> Altilia.
11 Monaltcrio di Cabrie già di Monaci ba- Quella fu aiuichitlinii Aboziadi Monaci Ba-
, s
ldi ani -Donazioni tutte confermate poi da linani,come Icrive Angiolo Manriquez (a),
'
, ,
Papa Onorio 111 . 1’ anno tzt8-DionigL Ar- lolciata , e poi ripigliata da' medenmi. per l, " > '
poi 1 anno tzj8. confermò Nicolo, coll ac- vefeovo di Santa Severina,c Ruggiero Duca
ctefeimcnto dell acque del fiume Nero per ti Italia, di Calabria, c di Sicilia, ngliuolo di \
1 inalbo delle. Rie poUèffioni, e poi anche
Roberto l’anno del mondo 6607. , e di Cri- 1
Lucifera l'anno 1501. coll' aggiorna di altri Ilo 1099. , con un privilegio,, il cui comin- ;
Veggali Gregorio de Laude „ il quale in un Ha, Calabrie, ir Sicilie datum Policromo Dto
capitolo a parte reca li nomi di. tutti, quelli, dileSiflimo Epifcopo Geruntìntnfi , Fondatori
quali , o piu , o meno beneficarono quella^
:
SanSiflime Dei Gcnitricit Marte Calabro flep-
iantiftimaCafa . ' lima indiSionis, ultima ruenftt Maii. Cum mo- t
CA LA r> R I A S A G RA t Hi K c7~ \ I.
San Duca, lenza altro pelò , che d'aunovali braia Domenica predò Fiume freddo l'anno
tre libre <li cera alla (.mela ai beuta Severi- ioa . . , ed abitata da alcuni Eremiti. Pigliò
jm j aggiungendogli uncic la. l amio da ri- acci e jcimcnto pattando a Monaci Beneduti-
leuotcili darle Salme di Sisleto. A quelli due ni, quali vi dimorarono lino al ioj$., come
5 aggiunge terzo pnvilugio,coiiccdiicogli
ii appaiava da una pittura antica nella Ridetta!
dei ice in Medina de-
Koggicro lìmo la data ditela, nella quale (colpita 1 Immagine del-.
gli otto Ottobre 1 149., nel quale scpiloga, \
la V ergine , le Itava alla delira bau Giovati !
beverma di tre libre di cera all' anno Quali . carono da fondamenti Simonc Mimmi lira,
privilegi di carattere greco fui uno impor- e Gattegrima l'uà moglie Signori di Fiumc-
tati nei ialino ad iltanza di Domenico Ni- !
freddo , quali oitrepabando nel rimetterla-»
colo Abate in Coitone li ii.Decembrc del nell antico iplendurc la donarono col con-
,
12$ j. Coli dunque piolpcrando quella ban- icntimciito di Riccardo Vefeovo di Tropea,
tu (.ala limola Monadica od'ervanza de'Mo- nella cui Dicceli è fabricata, al B. Giachino
,, aw naiiiianij quelli portali dalla fama dell'
i
l'anno noi. (d). Comincia 1 lllruinento In :
a Vgttel-
rsoaie oiachino , fvclliio 1 abito isaliliano nomine Sonde &
individue Trinitatil , anno tO(n.9.IOl.
veliuono il tlorcul'c l atino 1 19$., come di- Dominila: Jncarmuionis noi. Noi Simon de *J4.
troppo aipro quel modo di vivere $ o che Giachino, e limi luecelfori in perpetuai».
patendo la pcnuita delle Cole, vendico) fov- 1. Ch egli lo dota, concedendogli un Rio
detti Monaci di Corazzo , ottenendone la-* lo, la fiaternità del fuo Ordine, e i'oraziuni
conferma dal Re Federigo, e dail'Areive- de Monaci.
feovo di Santa bet el ina t nientemeno pen- . } Clic fede libero a qualunque perfona di
titi del fatto, revocando
la nuova donazio- Fiume Freddo dargli ogni co fa si itabile , si
ne, riconfermai 0110 la prima ,
alla quale lò- mobile.
fcrilìcroGiulcuruo Conte di Santa Sevcrina, 4. Che Ha franco da qualunque gravezza,
il Capitolo , eh era di
Sede vacante , e poi e che fenza pefo alcuno di gabelle polla ,
e
l'ArcivclCuvu gu eletto . Vivea ancorai A- vendere, e comprare.
batc Giachino, e per Ria riverenza non s in- $. Che
ila lecito a 'Monaci fabricar muli-
no! ò cos’ alcuni) ma morto intanto il Bel- ni, tagliar legna nc'bofchi, ed aver barche in
io Servo dei Signore , tolto s'attacco una_. mare , così per 1 ìlio della pefea , come per
nera ine tragl'uni,c glialtn Religioii di Co- tragittar robbe.
razzo Ciltercienfi,e di S. Giovanni More olii 6. Che nnalmcnte fodero Rie le cafc, qua-
banu Maria di Fonte Laureato Scrive a . Simonc , e di Riccardo , confermò Papa In-
minuto di queita Abazia Gregorio di Lau- nocenzo 111 con fua Bolla diretta Diledtt
.
:
'
de IcR onde a me non e ritmilo , che di tra- Priori
filili Cr Fratribus Sanile Dominile
,
fcriverlo qui colf aggiunta d altre notizie l'anno 1204. Indi l'anno medeRmo Riccardo.
lotte dall Ughelli, come nella margine li no- Vefeovo di Tropea eoi confenfo del luol
ceti Fu dunque ella da principio pieciulu
. Capitolo conferma al Priore, e l rati del - Mo
(_ biclòlctia, fabricata lotto 1 invocazione di mltcrio di Fonte Laureato .quella è la pri -
ina
. . . 9. .
polfiede;cioè il luogo, ov è fondato il Mona- Itcrcienfe nella Calabi la , li quali dai jo. in
ltcrio, e fue pertinenze. dietro governati da' loro propri Abati con
La Chiefadi Santa Domenica. la fola dipendenza del Generaiiflìmo dell'
La Chiela di San Pietro. Ordine ; circa F annofudetto di quelli , e di
La Chiefa di Sant'Angiolo Militino , Dio- altri nella Baliiieata
, formatafenc una come
ecfl di Rodano, datagli da Papa Aledàndro . Provincia hanno avuto per Direttori Pro-
La Grangia di Paola, Calale, e Porto. vinciali li feguenti Padri.
La tenuta di Terre , dette Campaneli in_,
Fufcaldo. ABATI PROVINCIALI DI QUESTA
L cl'cadenza in Mont'alto. RELIGIONE.
11 tcnimcnto di Cardo Piano, nella Sila.,
vicino Santo Mauro. 1850.D.Placido Salerno da Mefluraca.
Le Calè, e le Vigne, eguali po diede in Co- D.Cefarco Ricciuto da Scigliano.
i 4}4.
fenza, nell Amantea, nerarvetti, ed altrove, id}8.D. Mario Boffoncda S.Gioia Fiore
che pur nomina, con altre molte grazie, pri KJ41.D.Franccfco Longo dalli Scalzati
vileg), ed effenzioni , coni e da vederli nella i44<f. D. Tominafo Segreto da S. Gio.
• v,h«i. fudetta Bolla, afa quale mi rapporto (a). Da’ vanni a fiore
to?r. io»,
pjorcnfi pafsò a'Ciflcrcicnli nella generalif- ifijo. D.Franccfco Longo la 1. volta.
lima unione di queltc religiofe Congregazio- JS54. D.Tommafo Segreto la z. volta.
ni, come li e detto degli altri. 11*58. D.Franccfco Longo la }. volta.
Iddi. D.Tommafo Segreto la }. volta.
ABATI CLAUSTRALI. 1 555 . D.Franccfco Longo la 4. volta.
17ii-D.Fi-
,
1291.due anni prima.eh’egli fuflè fublimato quelliperò non fono troppo antiche le me-
al trono dì Pietro cun nome di Celeltinoj morie, porcile appena olu cpalTano il 1400.,'
onde fu l' occafionc , che Celellina ella det- eom’ e da ofièrvarli celia fondazione de' lo-
ta li folle Entrò nella Calabria con li fc-
. ro Conventi,
guemi Monaltcrj.
Terranova della Calabria ultra S. Cata- . DEGLI AGOSTINIANI ZUMPANI.
rinaVergine, e Martire fondato dal Conte
Koggicru Sanfcvcrino 1 anno 1 754. L B, Franccfco , detto dalla fua Patria
Nicotcra S, Catarina Vergine , e Martire I Zumpano ( che per altro egli nacque-»
fondato nel 14,50, dilla famiglia de Marini ) nuli ritrovando
fra gli Eremitani quel rigore, qual fi era pre-
Della Religione Ag ojìiniana filfonel penfieroj nè perciò volendo abban-
donare quel fagro Ulituto, qual aveaprofef-
CAP. IV. fatoi { che fua non era la colpa , ina della-,
fiacchezza umana J
fi iludiòcoroe vivere fra
ciò qualunque fe nc vugti n piu accertato fua vita fi nfvegliaiono molti per imitarlo,
patere , folo relia a noi da vedere di qual e datifigli per dtfccpoli portarono fra le mu-
tempo quella Religione fi folle portata nel- ra dimeftichc il vivere de delcrti . E tutta
la CJabtia. Agemino Torcili (a) ve la porta viacrcfcendo si di numero , si di virtù Ila-
(con Caffiodoro circa il mezzo del fello le- biiirono in Colfituziom quello da principio
colo.già che Agolliniano (lima il Monade- era llato volontario fervorcjsi che finalmen-
rio \ vartnfe, o Caltcllcnfe, oidinato da lui
1 te 1’ anno 1502. rifolfcro di vivere feparatì
nel didrctto della Città di Squiilzcc fua Pa- dal rimanente in un corpo dillinto di rifor-
tria Indi di Papa Zaccaria favellando (b)
. mata Religione ied allora lingolarmcnte,che
lo dimodra Agoltimano, e ne alkgna la ca- il Cardinal Egidio da Viterbo Generale dell'
dine nella Calabria non fono, che nel 1117. amcnduc le Calabrie quefia Religione , c la
in San Miniato ndi'oggidì Bagnara, Muua- fua Riforma, formavanlènc tré rrovinciej
Iterio pollcduto , cd abitato tu' Canonici lòtto tré li ugole ti Capi, ed un foloGencra-
Regolari del Indetto Santo colia dalla Bol- : liflimo , eh' era il Revcrendilfimo dell’ Or-
la ai Papa Clemente lil.fotto all'anno 1 1 38. dine. La prima era degli Eremitani antichi,
direna dtleClis film Panie il Priori Eecìefia che fono un folo capo con titolo di Provin-
$. Miniaci de Ha Ime sa, ove di quella Chiefa ciale abbracciava li Conventi dell' una, c
parlandoli, così dice: Jlc:uen!ci,ut Orde Ca- dell’ altra Calabria 5 cioè di Catanzaro, di
nonie anu, ‘li : jieundum Pei , (3~ B. Au^uflini Monteleone , di Bclfurte , di Feroteto , del
eaùcm Etilefia nofcitvr injhtuius
regolasti in . Pizzo, di Curinga, di Tropea , di Pannaco-
, e Gai elio Pcnnntto (h) lo vuol da’ Pernocare , di Poliftina , di S. Mauro,
• 1
ni, di
fondamene dell' Ordine Regolare dc'Cano-
i 1
ti,* tré Conventi; cioè Soverato.Francavil- Qjartieri , dello Spirito Santo .inPoldlina,
la, Reggio, Bruzzano, Terranova della Pia- dei Salvadore in Santo Mauro, di Sant'Anna
na , V arapodi , Acquaro , Torre di Spatola, in Santo Floro , dell' Annunziata in Scrra_,
Caftelvctcrc, Bovaiino, Brancaleone, Con- Stretta , dello Spirito Santo in Vazzano di
,
dojanne, Giojofa , Dasà , Arguito , Davoli, San Leonardo in Bovaiino , di San Seballia-
Stalattì, Gioja, Montcpaonc, Corrale, Stilo, no in Brancaleone , di Santa Maria della_.
c Borgia.Vcnuro in tanto al Pontcficato Pa- Grotta in Condojanne , di S. Maria del Soc-
pa Innocenzo X., e fafiidito da’ continui ri- corfo nella Giojofa, di San Giovanni in Oa-
chiami nafeenti da' Conventi de' Reiigiofi di si , di Santa Maria deBa Sanità in Arguito,
minor numero, che ri dovefie, 1 anno iSjj. di Santa Maria del Trono in Davolj,di San-
ne fopprefle 44. non lafciandonc in piedi ta Maria del Soccorfo in Stalattiti San Se-
più che zg.trcdeci al Provinciale,* quinde- battiano in Gioja , di Santa Maria degli An-
ci alla Congregazione ; ordinando di van- gioli in Montepaonc,di Santa Maria dei Soc-
eggi 0 » ctie quclta piu non verta Reiigiofi; corfo in Cortale, di S. Antonio Abate in Sti-
ma si quegli. Or perche il divieto , che li lo, di S.Leonardo in Borgia, di Santa Maria
Zumpam non vertano più Reiigiofi ordina- della Mifcricordia negl'Albi, di Santa Maria
vafi alla loro cllinzione , tutto ciò confidc- della Grazia nella Sellia,di Santa Maria del-
rando il RcvercndilTuno dell' Ordine , eh’ la Grazia in Nicartro , di San Marco Evan-
era ilP.Maeitro Pietro Lanfranconio , per gelifta ne'Cotranei , di S. Venera in Belve-
prevenire col rimedio il fovraftante male; 1' dere di Levante, delI'Annunziata in Crucoli,
anno 1 661. ordinò un Capitolo privato , da di Santa Maria della Sanità in Macchia di
,
chiamarfi in Catanzaro coll' intervento del S. Angiolo in Cafoii,dell'Annunziata in San
Provinciale, e de’ due Vicarj Generali , in- Stefano di Mangonc , di Santa Maria delle
fame con altri Padri di più mattiro|giudizio, Grazie in Aprigliano, di Sant'Agolfino £u
fotto la direzzione del r. Maellro Antonio Scigliano, di S. Maria della Conloiazione in
Vifeonti, che ve’l dettino Prefidente ; nel Paterno.di Santa Maria delle Grazie in Ro-
quale fi avelfe a confultarc,cd infierire rivi- vito, di S. Maria della Croce nelle Maglie,
vere su gli affari corrcnti.Cosi dunque rac- di S. Catarina nella Rocca di Ncto, di Santa
colti inficine li fudetti PP. , sì coll' oracolo Maria della Sanità in Grifolia, di S. Adotti-
del Rcvcrcndiflimo , c col configlio di Fri no niMormanno , di S. Maria detta Calcata
Filippo Vifeonti, altre volte Generale dell' uell'Amantea, di S. Agortino in Bombicino,
Ordine, ed allora Vefcovo in Catanzaro, re- di S..Gio: Evangclilta in Calveto,di Santa
nò conchiufo, che abolito il nome di Zum- Catarina in Acri, e di S. Maria degli Angio-
ami. degli uni,c degli altri Conventi, c Rc- li in Rofe, fopprefli dunque quelli Monalìe-
ligiofi formare fi dovettero due Provincie.»
rj, quali furono la maggior parte, fon rima-
col nome di Calabria Citra , c di Calabria rti li feguenti.
Ultra, sdegnando al Provincial di là li Con-
Cofenza S. Agortino.
.
C e c tuo
. . .
inutili .
r jro., celebre per la morte, e per iafepol- J1J24. M. Franccfco Carrozza da Faola.
tura del niedcliuio Beato, 1 616. M. Daniele da Cofcnza.
f rancavilla . Santa Maria della Croce. j5z8. M. Pietro da Cofcnza.
Acquaro Santa Maria del Soccorfo, fon-
.
jdyo. Bac. Ferrame da Paola.
dato il 1 j
66. 1 5 yz. iVLFtancefco Carrozza la 1. volta.
M.PRO-
. . .
1679. M. Gennaro da Ifchia di Prucida . ìtSpt. Bac. Nicolò dalia Torre Rettore-,
1S8 Bac.Tommafo Principato da Tarfia. Provinciale.
id8j. M. Gio: liattifla Pranza da Paola. I<5pj. Bac. Tommafo Ajelioda Fcroleto.
i<? 87- M. Gregorio Gagliardi da Paola. idpj. Bac. Bartolomeo Liraardo d' Ac-
I <58p. Bac.Nicolà Nicattro da Terranova, quaru.
itfpi. Bac. Ambrogio Marchefi da Paola, 1697. Bac.G inaiamo Sgrò da Francaviila.
ifipj. M. Gregorio Gagliardi da Paola_> 1697. Bac. Giacomo Aiucci da Napoli,
la z. volta idpp. Bac. Girolamo Sgrò la 2. volta.
idpj. M. Tommafo Sannuti da Paola. 1701. M. Agofiìno d Acquare.
idp7. Bac. Ambrogio Marchefi da Paola I7°J- M. Guglielmo Aiello da Napoli.
la 2. volta. I7°5- Bac. Tommafo Afelio da Fcroleto
iffpp.Bac.Guglielmo Manculi da Cofenza. la 2. volta.
1701. M. Tommafo Sannuti da Paola la 1707. Bac.GioJSattifla Baudile da Reggio.
2.volta. I70p. M. Alclfandro Angottr da Serra-
170J. M. Gregorio Gagliardi da Paola-, flrctta.
la ; volta. 17 ir. M. Tommafo Afelio da Fcroleto la
1705;. Bac. Ambrogio Marchefi da Paola 7. volta
la j. volta 1717. M. Tommafo Aneti da Catanzaro.
1707. Bac. Bencdc'to Roberti da Paola. 1715. M. Alclfandro Angotti la a. volta .
i7op. M. Matteo Vita da Cofenza. 1718. M. Tommafo Ajefio la 4. volta
1711. Bac. Ambrogio Marchefida Paola 1720. M. Giacinto Serrao da Calici Mo-
la 4. volta. nardo.
171J. M. Agoflino Mojo da Tarfia. 1722. M. Aleflandro Angotti la 7-voita .
uomr-
. .
j
to un Capitolo gli venne dietro nell’ officio Andrea da Morano.
(di Capo Frà Silvio da Morano , il quale vie 1(577. Serafino da Vincianello la}.voIta.
1
più ordinando le colè col porli al fianco per l®7p. Agoltino da Morano altro.
affittenti, e Diffinitori Frà Luzio da Roglia- ifi 8 i. Paolo da Vincianello altro.
no,e Frat Antonio da Morano, rellò la pic- ifi 8 }. Antonio da Morano.
ciola Congregazione modellata al diflègno 1 fi8;. Arcangiolo da Napoli.
di perfetta Religione, qual’oggidì fi vede . 1(587. Agoltino da Morano la z. volta.
ifi 8 p. Fulgenzio da Vincianello altro,
ifipi. Clemente da Mormanno
. .
I7}7- Guglielmo da b. Lorenzo maggiore. che prima del 1294. erano qui Conventi , e
I7}p. Giufeppe da Cadano. Keligiofi Domenicani, come ancora in Sici-
1741. Tommafo da Fratta maggiore. lia,ed in tutto il Regno di Napoli , che per
Unto nell' anno Ridetto ad irtanza del Rè
f. II. Carlo li. Papa Cclcrtino V., epoi Papa Bo-
DEGLI AGOSTINIANI SCALZI. nifacio Vili. T anno jzp}.,come lo fcrive
b Atri d:
Maellro Vincenzo Fontana lb) di quello Cap
W
r. te-
/'"V Uefta è Riforma dell'antica : Principiò gran tratto da Roma a Siciiia.ch'era una fo- nuti»
ella in Ifpagna l'anno 1 789., per opera ia Provincia , ne formarono due , rullando
dclPadre Tommafo di Gesù , Luigi da_. al Pacfc verfo Roma il nome di Provincia-,
Leone , e Maellro Gicra ì proficuità poi , e Romana, ed alli due Regni il nome di Pro-
perfezzionata dal Padre Luigi di Calilo, che vincia del Regno. Divifionc, qual poi li ap-
poi fù Arcivcfcovo nell'Indie Pafsò in Na- . pruovò nel Capitolo Generale di Argentina,
poli l'anno ifpi.col P. Andrea Diez,al qua- cclcbratq l'anno izpd. E tutta via di piu
le tennero compagnia molti PP. di S. Aga- Rciigioli, cConventi popolandoli, anche da
llino di Napolijaleuni dc'quali partati in Ro- Napoli fi divife fotto nome di Congrega-
ma n'ottennero licenza di propagarla altro- zione riformata circa il 1445. fono un luo
ve, e l'ottennero con Breve da Papa Clemen- Vicario , immediatamente lottoporto al Rc-
te Vili. a'x}. Settembre del IJ98. 5 (quindi verendirtimo dell'Ordine, conforme dal Piò
diramandoli per tutto fopraveime in Cala- (c), c da Teodoro Vallo (d) io nota il fudet- c pirt.s
Viror. Il’
bria con la fxbrica finora di tré Conventi, to Fontana (c). Certirtìma cofa ella è, che il d ailtoi
come fono . i474.Fró Michele Calamaio Vicario di que- prnr. Re
in.
lla Congregazione a richieda di Errigo di e ove io
&
acccptamus Congregationem Ca-
labrie in Provinciale, volente 1 ipfam gaudere,
potiti omnibus gratili , privilegiit , »»- &
'
fanno la regola di Agoftino, di poco altera- duini, qui bus gaudent , &
potiuntur rcliqne
ta con alcune fpeciafi Cortituzioni . Fondò Provincie in ordine noftro. Provincia così no-
dunque il Santo Patriarca Domenico quello bile, che cosi ne.fcrirtc il poco dianzi rac-i
. ,
terni ordini! Calabria Provincia ob praciofum neilc quali Ha divifala Terra, fi piantò la
S.PJif-dominici à S. Engine è cariti belata fa- Croce in un fito frammezzo , e piano 5 affe-
era Imagini s tbefaitrnm , qui in Convemu de gnata in tanto ai Frate una cafettina fopra_,
S urlano fumttta vencratione , confluenti bus co un grotto di pietra; però all’ imbrunirli del-
poti, ac deve: temi confa, ab innnntcra,qua pa- la notte volò la Croce portata da mano in-
trantur miracola ex omnibus Europa parti- vilitole angelica e fi piantò là , ove era il
,
bus, E iddi bus, ajfcrvcttur.Repni Provincia no- Frate, luogo feofeefo, c poco atto alle fon-
bile germen . Vivono oggidì 1 Religioii di /
damenta di magnifica fabrica. Ma infofpetti-
quell' Ordine con grande edificazione de’ ti gii uni, che fiato fotte umano artificio ,
Atirono quelli le loro vertigini nella ge- ad ulò della calce ia pietra del paefe; onde
P ncralifitma corrczzione lotto Papa In- gii è d’uopo portarla dal di fuori con grave
òifpcndio; nulla di meno a conforti di Fri
nocenzo X., ma cosi , che altri col foprave-
nir del tempo fi redimirono alla primiera Vincenzo , lavorata come fe fotte di calci-
falutc, ed altri fi rimafer Repelliti lòtto alle na, riufeì perfettiffima .La pietra medefima
ceneri della caduta, con areno li Conven- per l’ ufo della fabrica , eh’ era in qualche
ti di Santa Catarina , di Sant* Elia , di Penti- dittanza fc gli accodò da fc medefima , ro-
dattolo, di Cotrone, di Condojanni , di Ma- tolandoli infranta da quel grotto di felce, ov'
jcratOjdi Nicorcra, di S.Pictrodi Caridà, di era pollo i Ofpizio del Frate Tutti quelli
.
della miracoloii Immagine del Santo Pa- tribuna delia Chicfa ,e l’abitazione de ‘Frati.
triarca , che pcnnellegiaca al naturale nel Accrebbe io fplendorc di quella Tanta Caia
Cielo, portarono qui la Vergine , c Martire la miracolofa difeefa dell Immagine del
Sama Catarina , e Maria la Maddalena. Fu Santo, dalia quale fi è difeorfo nell altro li-
fondata 1’ anno
1510., e ia fua fondazione bro. Oggidì e il più ricco Monaftcrio della
venne arricchita piu di miracoli , che di Calabi ia, refi) piu celebre dal Vaiìàìlagio
pietre . Eranii poco dianzi gictati li fonda- della medefima Terra di Suriano,c fuoi Vil-
menti ad un Monaftcrio di Eranccfcani in_> laggi; cioè San Baili io,Santa Barbara, e Sant’
un poco dittante luogo, chiamato Pizzoni 5 Angiolo , quali decaduti alla Corte per la-,
al cui c d'empio animati quelli di Soriano ri- morte lenza figliuoli dell’ ultimo fuo Con-
folfcro fondarne un altro; ma guanto furo- te , c
Duca di Noccra , fe li comprò l’ anno
no uniti nella chiamata de’ Rciigiofi ,ranto 1S52. per prezzo di 8a mila feudi dai Rè
poi fi dilciolfcro nella qualità di quelli ; vo- Filippo IV. Atti quali furono aggiorni pur
lendoli da altri li medefimi Franceicani,c da per via di compra l’anno 1 S. .... li Villag-
altri li PP. di San Domenico Intanto com- . gi di Pizzoni, V azzano, Brognaturo, e Zira-
parii) di notte tempo il Santo Patriarca a Frh bario, (penanti alla Baronia di Valle Longa,
Vincenzo da Catanzaro di voti (Timo Sacer- c decaduti per la morte fenza figliuoli di
]
dote,
qual dimorava nel fudetto luogo, gli D.Emmanuele Caraffa fratello del fudetto
ordinò una, due, e tré volte , che andato in ultimo Conte, E perche i Priori pollano vie
Soriano ivi gli Eibricaffc un Convento Ub- . più l'opra intendere al buon governo di que-
bidì coftretto dai replicato comraando , c_i lli Vaifàilaggi, Papa Aleflandro VII. l’anno
iprefo il cammino per ia indetta Terra vi jdyj. con Breve apparte lor concetti , che
1
arrivò a tempo , che i Cittadini ripartiti ne’ pollano ingerirfi anche nelle caufe crimina-
loro voleri , ardentemente dilputavano su li, con cffulion di fangue, fenza tema d’irre-
I
I quelli affari.Ma intimata loro la volontà del golarità. Cafa non fulo ricca, ma fama ,
dal-
^.Patriarca, tutti toflo fi arrefero all’ ordine la quale fono ufeiti, e tutta via cleono iccii-
del Ciclo, c fi prepararono alla fabrica Or . giofi di fperìmentata virtù, c tali , quali fi
ecco quam; nel folo principio li miracoli conviene di diete quelli , che fimo preporti
Per dover riufeire più Ipedlta la fabrica c all’ ammaeftramcmo de' giovani quali da’
, ,
nau-
RELIGI ONE AGOSTINIANA CAP. IV.
^ fcLLA
naufragi del fecola approdano ai Iia.ro Uafparo'dél Portò ,~^T^n7rr. r
^
,„ r„ ,
porto &ila S u, ere nulla Religione Oumcni-
’ «
wui> c cin ue
i„ *
JZT^^a; H *>*
M. Vincenzo
Lettor Goto unico da Caddi.
fudetto.
, ma uoi refotulr.»
^wmSfdcmrl-
lopprctìo nella Bolla di Pana
Inno
j Vi"
’
‘V*?
^
‘V
g »L Annunziata Dicono
“
corrono. Papa Aie (iàndru Vii vi
» JÌSiSSSfc
, ,
. al-
quali-tutto , fal vi
naia fudetta
terra , beneiìanti di
ia 1 ribtrna, ov e la miracola immagine con
ricchezze
crclicro quella cala, dotandola
uccidere piu Rdigioii Saggia furi! .
di feudi reso’
dtfpofi annovali d entrata, fcnzaltro obligo,
none dei Cieio j uccioche vi li
piami ,, uu che di
celebrare una fola Meda per
va , c piu mugmnea fabrica 5 come l'anima di qua-
di già è lunque moriffe della lamiglia c
avvenuto , di legnata da fri
Bonaventura^ 5 che fen^
conlervi
Illrumento per lo più a lettere.»
1
Pretti Cartonano, Ingegnerò
dc*piu d oro . Può «fere, ch'il primo io fondali
1
di alcune
“" i e ,ft * k
V .
furono gii emolumenti
Cittì» che pero fi ferve per la
di Quarelima, c per 1 ufo de
predicazione
'
della fiora de aj. Marzo . V parlamenti pu-
e ia Rolla di ì£ bi, c.fc Monaltcrio,e ricco
pa Bonifacio IX. 1 anno fuo per le molte an-
duodecimo. Vi- novai, rendite e
ve in ortervanza , ed in molta , magnifico per le fabriche.
'n
«Templari
dei popolo
del popolo. Anni fono «>»»,»
.
vi morì
•. P JJr,ttìa
•.
Bagnata.
uttlw
najra Per
'f
er ^Stendimento ^S
l'intendimento di quello Mo-
Tolamo, Kcligiofo di ammirabde nl(ìe,1 °' vu °l Iapcrfi,che ove oggigior-
uenVrnV "° C Ejg “ Jra dal mi J,c U
con maravigliofo concorfo di
M > c cinquanta ,n a
gorio Areyzza
Arevzza ^roviaGal
gente
Proviacial di TmV&uua^è
Vifitator Generale l'erede
in Coilegfo
f w
> ' " on V1 cra abltazionc alcuna
no era viaggio qual neccirariamente
,
van tarlo, che pur era frequente
. e nulla di me-|
dove-
1 inrerpctrazione della fagra 8 P pér per la ten-
Scrittura denza della Corte Regia in Palermo
, tutti
quelli,quali da qui partivano
in Sicilia.Tut-
Marco . li Capitolo generale del ,V d S * n ‘ aC ‘ ò confidcrandu Roggiei o , figliuolo di
7 •
fcri!rurc
Bernardo,c foggionge trarli da
s o io; ff, erano di Ro-
I
. .
atque Calabria, quando ivi ai Eccltftam E at- a fpciè di quel publico Fri Gio: Battilla da
rearia mafie Ottobri Inditi JC., cum dedicatio Badolato , Rcligiolò del medefimo Ordine,
ipfius Etilefia fiotta fuit , venerunt ad me Fra- correndo l’anno 1575.
tres ejnjdem loti cum Priori fuo , roggvcrnnt Cutro S. Maria della Grazia Fondato
. .
me multim, ut cum ipfia Ecctefia non haberet in l'anno 1343., ed aggregato da Fri Dionigi
Calabria Terrai ficminqtorias . . Itemquc-i . del luogo a S. Giovanni Latcrano ; ma poi
confirmo Ecclefiam S. petti de Panormo cum redimito alla Religione.
Villani s , & pcrtincntiis , ficul Arcbiepificopus Grotteria S. Domenico . Fondato l'anno
.
nus cum Canonici! tenuti .... La fudctta_> l’anno i572.Effendorimafto foppretfo nella
Chiefa di S. Pietro, dice Inveges (q), che fu Bolla di Papa Innocenzo , torto fu redimito ;
q tom.j fondata l’ anno 1081., e data poi nell'anno per opra de 'Signori del luogo.
«a ,11.1117 accennato del 1117. aquefto Monaltcrio, Napoli S. Maria delia Salute Una tal
. .
affine,che venendo i fuoi Religiofi in Paler- Donna da Mcfuraca fatta fchiava da’ Tur-
mo avellerò ove albergare ; onde fino al dì chi, cumulò una buona forama di danarored
prefente li noma San Pietro della Bagnara. eflendo venuta a morte la confcgnò ad un
Aggiongc Gabriello Pcnnorto (r) , che la_. Padre Domenicano dc’nodri, chiamato Fri
r iib.i. Chiefa ai Cefai'u , prima che forte eretta in Tommafo de Vielti, con condizione, che fi:
np.59. Cattedrale , o apparteneva a quello Mona- ne fabricalfe un Convento nella fua patria.
fterio , che poi !’ anno 1131. Jocclmo fuo Confultata tra’ PP. la facenda fu rifoluto , ,
Priore partalo Vefcovo nella ludetta Chic- ch’anzi fe ne fondartè un Olpizio in Napoli;
li, il Monallerio alla Chiefa affoggettì peo- come gii fi fondò con Breve di Paolo a’ V -
nie lo nota l’Abate Pirri ($). ir. Luglio 1514., che poi accrefciuto di
* not. f.l
fplendorc eretto in Priorato l’anno 1644.
fti
toi.iiÈ.
priori di questa chiesa. Paola . Santa Maria del Rofario Fondaco .
i
h not. {. G.Guglielmo forfè , Priore l'anno 1 131. tadino del luogo, che li ro.Agodo del 1382.
|
Antonio Caracciolo Conte del luogo l’an- Montelcone. S.Domcnico , fondato l'an-
no 1501. Vi da Suriano lo Au-
fi trasferì no 14; d. Giacque per un pezzo affai umile;
dio generale per ordine del Reverendiffimo ma fi è accrefciuto a dì nortri per opra del
dell’Ordine Nicolò Ridolfi. P.M. Tommafo da Seminara , Religiofo di
Simmari. S.Catarina. Lo fondarono i Con- molti talenti di dottrina, e di predica
ti di Catanzaro Ruffi,Signori anche del luo- Girifalco . S.Maria della Grazia , fondato
go l’anno 1480. l’anno 1 J48.da Fri
Marco Lauro Tropeano.
Rofarno . S. Maria del Soccorfo , edifica- Acri. S.Giovanni ; fondato l’ anno 1 330.
to nel 15 ad da' proprj’ Cittadini.
1
no 1 3 1 ; ,,fabricato per loro Cappella da'Du- preffu, poi redituito l’ anno iddi.
chi di Nocera. Memorabile per il primo ca- Briatico. L' Annunziata i44d.
pitolo celebrato in quella Chiefa da’ Frati Caccuri. S.Maria dei Soccorfo 1320.
Minori Capuccini . Rovinato dal tremuoto 1 Campana. S.Maria della Grazia 1 3 d?.
. . . . .
CALABRIA SAGR AL ì BR O IL
Cadano S.Domenieo 158}, 1 y8j. P. Marco da Rofarno.
C»ftd Monai do. S .Maria della Mi fcricor- 1585. M, Giufeppe Dattilo da Cofenza.
dia jjjj. 1587. M. Pietro Ponzio da Nicaflro.
Celico, S.Maria della Grazia 1547- JJ89. M.Silveftro da Alton, onte.
Ccrifano. S.Maria del Soccorfo 1 jdj. 1591. M.Gio: Battifia da Polirtina.
Corogliano. S. Domenico jdi7. j j ìi). M.
Antonino da piorenza.
Figlina. S Maria delia Grazia 1590. J595. M- Giuftppe Dattilo la 2. volta-
Fiumara di Muro.S. Maria del Rofar.ijay. 1797. M. Vincenzo dalla Grotteria la 1.
Franeavjlla L’ Annunziata 1547.
.
volta
Laino. D
Annunziata 1740, j jpp. M. Agoftlno da Cofenza.
Lacriar.a. S.Maria dclRofario 1581. AJfo foda bitumare,
Mayda. S. Tommafo di Aquino 1587, i<Su}. M. Antonio dalli Scalzati.
1 7 1
z.M-GioiBatulta Morelli da Rogltano. Stilo, quivi prefe a fondare a terra, c loto
1714. M. Vincenzo Ferrara da Rollano la un picciol tuguriojlcquellrato da qualunque
x. volta. , • umano commercio . Però indi a non molto,
1717. M.Tommafo Gentile da Cerchiaro. cioè nel topj.lcoverto dal Conte, ed ammi-
1719. M. Tomraafo Piatti da Rodano la rato nella fua virtù gli concede quel luogo
z. volta. in perpetuum, con anche il confcntimcnto di
1711. M. Alberto Aloifio dalla Saracena. Giovanni Vefcovo di Squillace , il qualej
171J. M.Tommafo Bilotta da Carpanzano. non pure gli concerti quel fito, eh" era nella
17x7. M. Lodovico Fagnani d'Acri. fua Dioccfì, ma le ragioni Vcfcovili gli ri-
’
cerdote Cartuliano nel fuo m. s. del 1 5 70. la fudetto Conte ne ordinò una nuova in più
vogli tale ) almeno quivi mirabilmente crc- ampia forma, quale principiata 1’ anno 1097.
feiuta , e da quivi diramata nel rimanente , la dedicò al Santo Martire Stefano 5 dettai
chiama a fe la mia penna per trafori verno
,
perciò San Stefano del Bofco,c per luo mag-
quanto di lei gii folcriflc Cantillo Tutino gior ifplendorc, Giovanni Vefcovo di Squil-
Sacerdote Napolitano , nel libro chiamato lace conferma quanto era flato conceduto
da lui Projpeuus Hiflorie Ordini! Carlhufta- da' fuoi Antecelfori , le quali , c donazione
ni. Nacque , die’ egli , San Bruno in Colonia del Conte , e conferma di Giovanni , ricon-
’
Agrippina il io;8.,chc poi crcfciuto all'età, ferma Papa Urbano Quello parimente è 1
.
ed alle lettere li dottorò in Parigi f anno anno, in cui accaddero , ed il periglio della
1080., ove ancora per qualche tempo, e con vita del Conte nell' allòdio di Capoa , e la
molto applaufo, efferato 1' ufficio di pub- beneficenza di S.Bruno nel fottrarnclo j on-
blico Lettore Quindi fucceduto T infelice
. de pictofo Roggiero perdonando la vita a'
avvenimento di quel Maeltro in Teologia, malfattori, li conceffe al fudetto Monailerio
de non fcriffe il vero Baronio , qualora non oggidì Gafparina } quale donazione confer-
prima del 109J. lo fcriffe venuto tra di noi) mò PaptPafcale II. 7 anzi Iddio per rimu-
cdèraanifclto l' errore, perche l'anno 1094. nerarne il Conte lo chiamò a le nel Cie-
era di già in Calabria , c fi ritrovò prefente lo, infieme col medefìmo San Bruno,pcr co-
allaconfagrazione della Chiefa di S. Maria ronar amendue della gloria immorraie-Mor-
della Torre , fatta 1 anno fudetto da Alche-
’
10 adunque S.Bruno, c rimeffo alquanto quel
rio Vefcovo di Palermo per ordine del Con- primo fervore , perche riufeiva a’ Monaci
te Roggiero Così dunque arrivato in Cala-
. quali infoffribile quella maniera di vivere,
bria lui principio del 9Z. , ed inoltratoli in ( Papa Pafcalc fudetto ad iflanza di Lanuino,
- 1
la vecchiaia, o dall' infermiti , e perciò me- dine (b) Monafìerium Sandorum StepbaHi ,
. &
no atti a foffrire quel rigore , che pallino al Brunonis ( così egli ) in e a Italia ora fìtum
medclimo olpizio di S.Giacomo per riftorar- efi, qua graco nomine fatis pervelufto Calabria
l
fi.ConcclTc inoltre, Che quivi li polla olferva- paffim numupatttr , pracije tamen inter fmum
re la regola, di S.Benedetto,ma lòtto la difei- Htpponiatem ex Tyrreno Mari , Siilam ex &
plina del macllro dcll'Eromo di S.Stefano , c Jomio aqui diflans, nei ad primum lapidcm fi-
ne avvenne , che pian piano decidendo dal '
nitimum efl oppidum Serra , cidem in utroqut
rigore introdotto dal S. Patriarca, c la rimcf- foro fubjctìum Id pofi majorem Cartbufiam
.
fa anche portata nel medefimo Eremo, 1 an- primum obtinet tocum in Ordine , inter omnia
no i lp2. con facolti di Papa Cclcftino 111 . totius Carthufiar.a Religioni s Monaflerix'-, ex-
i Rcligioiì di quell’ (àrdine fvcftito l’ abito trtiCIam etcnim fui t fecondo loco ex eroica lar-
Cartuhano , vcllirono il Cificrcicnfe , chia- gitale Rogerii Guifcardi Corniti! Calabria, &
niati alcuni di quell Ordine , per ordinarne Sicilia ab codemmet Sanilo Patriarca Brunone
il Così dunque l’ or-
vivere, da f olfanova . circa anr.um nativitatis Domini nojlri JcJu
dine Cartufiano in Calabria divenne Cifter- Chrifii top?, ubi & fanCliJjime vixit & tan- ,
ciciifc , c tale perfeverò hn al i ji-f con un dem obdormivit in Domino Domus hac f aera
.
cotfo di anni 288. Ma riufccndo dì troppo obfacri Corporis inefiimabitem tbefaurum Con-
rolfore a’Cartufiani , che quel Monalleno, ditori t, quo mirifici populus tir lift 1 bai gratili
ove, ed avea abitato, ed era morta , e giace- adjuvatur, valde efl venerabili 1 . Accurrunt
1
va fcpcllito il lor Santo Patriarca ; c eli era cium undiqne juppliccs Viri Viget hic
Dato la vera madre, e la nodrice dell Ordine mirifici nìtor bercmincus , qui Jlregofo atque ,
tutto, folle pallate fuori dell’ Ordine j quin- afpero rigidioris obfcrvxntix pumi ci confrica
di E anno 1 foj. celebrandoli il lor Capitolo tus rfocordia feoria non obtcncbratur , unde &
generale fu rifoluto che a tutta voga li at-
, alnmnoi alit folitudìnis tolerantia , or ad ex-
teiidcfiè,cd allaCanonizazionc del Santo, ed
p lenii un divini cultus penfum promptiores ,
&.
alia rcllituzione del fudetco Monalterio.fcel- vegetiores.
ti per quelli affari Giacomo di Aragona_, Solcrive con avantaggio Giu Teppe Cam-
Prior di Napoli , Matteo Prior di Bologna, panile ,
quale qui trafcritto cosi tavella (c)ì
Lodovico Prior di Mantova , ed Ugo Prior Tra le cui beate folltudini (dell’ Apcnnini) li
di Roma. Riufcì lor facile 1 affare della Ca-'
gloriati loilazzarc nel facro, e ricco Mona-
nonizazionc , non cosi l' altro della rcrtiru- ILrio del primo Martire Levita San Stefano
zione. Errali quel tempo Abate Commenda- del Bofeo.gloriofa Itanza de Padri- Certofini,
tario Lodovico Cardin.il di Aragona, nipote eretta dalla pierofa munificenza del Conte
di Pcrdinando il vecchio ; ma le rendite li della Calabria, e della Sicilia Roggicro Nor-
appartenevano ad Evangclilia Tornafranza manno Colà animirarà Rcligioli uomini di
.
nobile Catanzarcfe,chc poi fu Vcfcovo del-, prodigio, che tutti tacitamente parlano con
la mede-lima Cittì, onde maneggiandoli con Dio in proli li iti di Coro , c li vantano con
fello loro la faccenda, s' incontrò inclpugna- ragione oflervatori d’alpriflìma taciturnità.
bilc l' animo del Tornafranzaj ma finalmcn- Sono rigidi nelle operazioni^ ma giulivi ne'
teefpugnato con la forza de’ Miniltri Regi volti, e le nello Audio gli feorge ammirabi-
1
’
anno 15 ij. Papa Leone X. fopprclla la_, li, gli coni! durerà maraviglioli nella contem-
I
, dignità Abaziale, reftitui a’Cartuliani il Mo- plazione. O
beata forte di coioro,cbc potcf-
nalterio, di cui prefe il poffeffo li 27. Pcbra- (èro cangiare con quei beatificati orrori di
|
ro del 1514. Giacomo fudccto col Prior di uftichc celle la magnificenza de' Palazzi
Chiaroinontc , ma il primo ad introdurvi li reali, perche quivi fottratti aU'infidic del fc-
Kcligiofì fu Coffanzo Bologncfc. Relìitiiito colo, ed alle vertigini del fato, goderebbono
dunque all Ordine quello Mo nafteria, torto i giorni ferente nella tranquillità della co-
li accrebbe di fabrichc , di fuppellettile , di fetenza dcpofìtai iano il timore , che troppo
Ipkndore, e di dominio così, chc'oggidl è 1' feroce l’inlinua ncgl’agoni di mortcl In que-
uno de' più rinomati Moaafterj non pur del- lla folitudinc favia , dond’errano lontane le
la. Calabria, ma, e del Regno , c dell’ Italia, compagnie del mondo pazzo, i legnaci della
conciofiachc con amendue le fpade com- regola di San Bruno con Angolare dimoiti a.
menda a cinque grolle abitazioni , la Serra, zionc del Redentore fono riftorati ì e ciò
Spatola, Bivongi, Gafparina,c Montauro e vantano con domcftico privilegio di Paradi-
,
con la foia temporale a due altre Momcpao- fo . Se V. S. J. avelie conofccnza degli anti-
,1C ftocca di Nero. Per autorità poi mo-
>
_ quati codici oltramontani, sò che beile, aro-
pallica c il
primo dopo la granCcrtofa, ed pie, c divotc donazioni oflcrvaria in quei fe- J
coli
.
fchietta di quei Signori olrramarc venuti delizie de’convicini Villaggi, che alla fagra,
per Divina potenza a dominar quella parte e macflra machina fan corona , le verdure.!
jnoltra Tempre mai infortunata d'Italia , e co- delle felvettc erudite, 1 perenni rulcclli or- ,
inè cordialmente li mcdciìinavano co' fervi ganetti di quelle cafcdi Angioli terreni, do-
Idi Dio Facciali leggere dall Archivario di
. ve Pomona, Fiora .Cerere , c Bacco gareg-
quello imparadifato ofpizio l'iflrumcnto del giano la maggioranza.
Monte, le la memoria mi dice il vero.dell an-
PRIORI DEL GRAN MONASTERIO
I
Spiriti1 Sanilo prxventui , dove notifica il Santo Padre, uomo Santo, e di gran pruden-
Conte (ledo i benefici da S. D. M. comparti- za, e perciò adoprato dal fudetto Pontefice
tigli per linterccflione del Rev. Brunonej in molti affari di rilievo. Ville in quello go-
abitatore di S. Maria dell'Eremo, e del Santo verno anni 12., e gli venne dietro.
Protomartire Stefano, delle guerre, che fof- 1124. Lamberto confanguinco di Paptu»
ferfe in Capoa con Sergio Greco ; e come Callido lì. con nomedi Maeltro , qual poi
quel Sant'uomo gli apparve, e gli prefag't la perfeverò in tutti i lcguenti Fù Lamberto .
vittoria, c benché fulTe didugualc di forze di gran fatuità di vita , e liberalidìmo cotti
l’ottenne , il tutto raccontato al Padre in lf- poveri. Ordinò alcuni flatuti per il buongo-
quillaci, ed atfìrmandugli , che in vilionc di verno della Cafa; Vide però un’ anno folo.e
notte tempo gli folle comparfo, a cui l'uinil lo fcgui
fervo del Signore rifpofe quel, ch'il Profeta ! 115. Leone, a cui Roberto Loritclli Con-
Daniello nel cap.12. regiltrò Cosi leggerà . te diCatanzaro , e Berta fua moglie conce-
nella pergamena: Non ipj'um fore, quatti trcdi- dono in Badolato la Chicfa di tutti Santi,
di ,fed Dei Angelum qui fiat prò Printipibut con molte tenute di terre Non Tappiamo .
f lede un'infinità di beni burgenfatici , c feu- incertezza del fuo governo, fi reca incerta^
dali, che a narrargli bifogneria tener catalo- lafucccflionc di
go . Balla dire, che i Cittadini, e i forallieri 1
1 j
Sicherio ; che poi o mono , o per
. .
chiamano il doviziofo Monallcrio di S. Ste- altro accidente non avendo più governato d
fano, dove Bruno ci effórcitò penitenza , ab- portò dietro
bandonato Parigi, rcflando chiarito della.» 1 ij 8. Andrea, carilftmo a Papalnnocen-
dannaggione ditti giudice ingiullo. Vagheg- zo IL, da cui ottiene la conferma di tutt’ i
giati bcilifìimo tempio, dove popolo Ilranie- fuoi privilcgj.Viffó nel reggimento di quella
I
io non che cittadinefco adora Dio , ed i
, Cafa anni 18. ed ebbe fuccelTore
1
Tuoi Santi, nella entrata poferà l'occhio ncl- tiqS. Nicolò Prelato molto utile a! Mo-
|la Cullodia del Pan degli Angioli,che per la nadcrio, avendolo arricchito di molti pri-
latitudine del lavoro, per l’altezza dell'arti- vilegi. Governò anni diece, c gli venne die-
fìcio commello in mille pezzi reca iluporcj tro.
al tempo, c Ipavento alla morte. Specchii! in 1 tfft?. Landrico
, di cui fu brcviffimoil
una gran Croce di terfo crillallo , e la rico- governo, c la vita appena villùto un' anno ;
noCtcrà per fegno vero della nolfra reden- onde venne feguito da
zione, e per geroglifico efprclTo dell’ inno- 11S7. Errigo, il quale avendo governato
cente morte di Crillo, le intagliature del Co- anni fei, non lappiamo in qual grido , e fa-
ro, e della fuperba, ma divota Sagrcllia, che ma, lo feguì
r itraflc una linguetta d'antico ferro oggi an- 1 17 Bernardino , o pur Bene detto no - ,
tandoli
by CÌOOgle
. . . . . .
tandofi colla prima fola lettera B. Quelli an- Calali del Monallerio, Arunco, Mont’auro,
dato in Palermo ottenne dal Rè Guglielmo c Gaiparina non vadirto compre!» nei paga,
il buono Ja conferma d'alcuni privilegi con- mento con la Città di Squillaci
ceduti al fuo Monallerio. Governò anni 7., 1317. N. ottiene dal Rè Roberto, che li
Guglielmo ottiene una nuova conférma de' 1 320. Nicolo , avendo di propria autori-
privilegi conceduti al fuo Monaflcno. rale in Roma dell’ Ordine Ciflercienfc , ulti-
1217. Guglielmo, riccrcato,ma non con- mo Abate Regolare. E qui mancati gli Abati
ceduto Vcfcovodi Squillaci. Ciauftrali fucceflcro Ji Commendataria 'qua-
1 222. Roggiero , ottiene daHTmperador li fu ii Monallerio dato in commenda.
Federigo 11 Ja conferma de'Viliani, dati dal
Conte per fervizio del Monallerio. ABATI COMMENDATARI.
j 224. Pietro, che dal fudetto Federigo
, e
da Papa Onorio 111. ottiene le fudette con- 1411. Frà Marino Caracciolo.
ferme . 14<5<7. Antonio Caracciolo.
1250. Tommafo, uomo dotto, e pruden- 14^9. Filippo Calandrino Cardinale detto
te/: perciò chiamato Vcfcovo in Martorano. di Bologna Ottiene da Gio ranni Rè di Si-
.
1254. Nicolò .fu quello , qual pigliò il cilia la rimefià della tonnina, Polita a darli al
portèllo della Chiefa fabricata in Melimi da Monartcrio
Malgero Aluvtlia, e data a quello Mona- 1484. Pandolfo de Sabinis , al quale l'an-
ftcrio. no 1491- ^ a pa Innocenzo Vili, conférma^
1 17 1 . B. ottiene dal Rè Carlo primo lette- tutti privilegi c l'anno
149J. Antonio Cen-
re alGiuitizicro di Calabria, che difènda,, tcglie Marchefc di Cottone rcftituifce ii
nelle fue ragioni ii Monartcrio, e che ii Va£ Territorio d'Hyflo in Cartdvctcre.
falli , e Cafali di lui non faccino pagamento 1498. Lodovico Cardinal d' Aragona , U
infolidum con la Città di Squillaci . quale poi io concede in penfione ad
1 2S3. Giovanni Cappellano del medcli- 1504. Evangclilta Tornafranza , che poi
mo Rè, cd ottiene, che li Vaflalli del Mona- l'anno 1314. lo cede a’Cartuiiani, come s'è
rteriopaghino con gluomini di Satriano. detto
1299. Andrea Cappellano del Rè Carlo II.,
e per la foa molta prudenza Vcfcovo di Mi- PRIORI CARTUSIANI.
leto
1305. Giovanni, fe non Guglielmo, ottie- 1514- Coftantino Bolognelè, quello, qual
i
ne dal Rè Federigo II. di Sicilia la rimcfllu. v'introduflè Japrima Famiglia Cartu/iana_,,
in piedi di cinquanta annovali barili di ton- ordinato con titolo di Rettore da Giacoma
nina, per l’ufo del Monartcrio. d’ Aragona Prior di Napoli per mandamento
ifoft N- ottiene dal Rè Carlo II. , che li del Revcrendiflìmo dell' Ordine . Governò !
con
T
°gle
. • .. . . . ,. .
Ro-
* . . , *
a M.S.da
S.Severina. Le Caficlla. viano Pafca Vcfcovo di Gierace inoltra (d) Vefeey»di
Caccurl. volerlo edificato circa il nyz. da S.Danie-
le Martireionde nc cava in conlèguenza.che
CONVENTI ABITATI DA QUESTI toltone il Convento di Reggio, quedo fia il
RELIGIOSI E LORO NOI 1Z1E. ,
più antico nella Calabria Nel qual difeor-
.
rimettono la fabrica nell anno 120. con-. 1 vento riconofca la fua origine prima del
Breve di Papa Onorio III. Fu attaccato alla lazo, fe fi vuol edificato da S. Daniele ; o
Chiefa dedicata all’ Evangclilla S.Marco, fa- che abbia avuto altro Fondatore, le fi vogli
ticatagli da’ Reggini in rnetnoria di avere fabrica del izjz. in circa, e non fecondo
con la fua prefenza onorata quella Cittì , nella Calabria La fua Chiedi già dedicata
.
compagno dell’ Appollolo S.Pietro ; ondo al Martire S. Lorenzo ,fi tramuto poi nel ti-
poi alla Indetta Chiefa fc Jc cambiò il nome tolo di S.Francefco; ed è Chiefa bellidìma,
in San Franccfco. fuperbamentc ornata di molte Cappelle di
Catanzaro S. Franccfco Furono quelli
. . porfido ; e vi danno fepellite molte
perfonc
Religioft primi fra tutti ad aver cafa in_»
i di conto de’ Signora del luogo.
quella Città Venuti abitarono la Chicli di
. Montcleone. S. Franccfco Per la fonda- .
S.Maria degli Angioli , polta alquanto più zione di quedo Convento abbiamo qualche
lontana dall' oggidì abitara da’RR. PP.Ca- divario .Ridolfo Toflìgnano lo dima fon-
puccini. Quindi portato alla Cattedrale del- dato l’anno iz8z. Luca w
adingo due anni
la Città 1 rà Foitunato Rcligiufo del mede- prima, cioè nel iz8o. , Io credo , che anzi
fimo Ordine , portò i fuoi Frati dentro la_. molto avanti ; poiché per detto anno iz8o.
Città, concedendogli la Chiefa della Sar.tif- Papa Nicolò 111. fcrivc al Vcfcovo di Nica-
fima Trinità, eh è la medelima, quale abita- dro.ed al Guardiano de’ Frati Minori di Ma-
no al prefente Qual donazione confermò
. nicone, che inquirano contro il Vcfcovo di
poi Giacomo fuo iuccefiore Colla dalia.. . Tropcai cd oltre pafiàndo nelle conghicttu.
Rolla di Papa Alclfandro Lutto la data degli re, voglio credere , eh’ egli fi folle fabricato
tmdeci Gennaro iz;;. l’anno fuo terzoine 1- ne’ tempi piu antichi di quefia Religione^
I la qual Bolla vanno inferite le conccfltoni,c lotto l’ invocazione di S. Maria ; indi poi
Idi rrà Fortunato, c di Giacomo fuo fuccef- trasferito ove oggidì
fi ritrova circa il 1 J77*
I
foie Onde nun sò qual verità li abbia quel-
. abbia prefo nome di S. Franccfco
il
h lìb.pr. lo fcrivc Vincenzo Amato (b) di quelli Rc- Tropea S-Franccfeo Quella era una,
. .
fot 40 .
ligioft, e lor venuta in Catanzaro. Più vero Chicla Parrochialc Lotto nome di S. Pietro a
!
c l'altro fcrilfc poco avanti delia fua Cap- Ripa, de prxfentatione Epifcopi , Capi tuli. &
pella confagrata alle glorie immacolate del- L'anno 1291!. chiamati dalla Città quedi
« fol. JO, Vergine (e)
la Religiòfi , Giovanni Vcfcovo col confenfo
Cotronc. S.Francefco Antichidimi pari-. del iuo Capitolo concedè loro quefia Chie-
j
Wntc furono in quella Città Rcligioli dei i fa, provigionando di ugual rendita il fuo Par-
roedefimo Ordine , introdottivi dai Ridetto roco , per nome Nicolò . Nc fu prefo il Vva-
B- Pietro, o Pierio in un Monaflerio fuori le podi; Ilo da Fra Roberto Guardiano di Mon- din t .rom
mura, ove poi Lautamente morì Ma l’ anno . rcleone, e da Fri Tommalb da Morano.Chc ‘"J;
1 540.
per lòfpetto de’ Turchi fu per ordine poi confermò Papa Bonifacio VIll.il 17. gheù.Epi.
oU ’
di t arlo V.lmperadorc demolito fin da'fon- Giugno l’ anno fuo fecondo izptf. (e).
damenti, e prefo a riedificarli dentro la Cit- Milcto.S. Nicolò . La Contclfa Guida de
tà col nome di S.Francefco , guade perciò Marolis avendo fabricato una Chicla folto
alcune cafc, date da GioiBattifta Campitel- nome di S.Maria della Milèricordia vi attac-
)i Barone di MeiilTu , i cui poderi poi diven- cò un Ofpedale per fervizio degl' infermi
nero Conti delia medelima Terra, ed anche e per albergo de’Pellcgrini.Ma perche venif-
Principi di Strongoli. Principiata la fabrica, fc meglio regolato F anno 1402. ottenne^
e tirata alquanto avanti , fe gli infuriò con- Breve da Papa Bonifacio IX. forco la data
tro l’anno 144}. il Vefcovo,e fuo Clcro;on- del primo Giugno F anno medeiimo , clic 1’
dc Papa Paolo 111. con fuo Breve Ipcdito li abitalfero iFrati Minori; come fu, fatican-
8. Luglio del 1 544. commette al Dccano,e do loro a proprie fpelè un mediocre Con-
'
Googlè
. . . . . ,
te Tp*. cefco (k) : può edere , che 1 un titolo li fe- in fuo favore a Roberto Re di Napoli ed a
,
sa i"«' guide ali' aetro . fu fondato a Ipcfe del pù- tutt'i nobili di Calabria (p): 11 breve comin-
<(>. *-'i.
taieol anno 1450. Va fuperbo di un tnaia- cia Perdita» dirado Meri Sitili* cr Minìfttt
,
vigiioiò Claullro di pietre lavorate Calabria, &c.
r lancici. Svicolo, fondato f anno ijjp. 1 j 55. Roberto de Macia gli fcrive Papa
,
per breve di Papa Paolo 111. folto li 11. Benedetto XII. tura fu ut (q) .
1 velina, uiugiiu dell' anno tacdelimo (1) 1451. M
.Salvatore de Mano.
«n-ntì't.'
fuori di quelli Conventi non tengo altre 1455. M. Onofrio da Bifignano.
notizie lin al preferite j onde mi conviene.» 1440. M. Guglielmo da Scminaraidepoflo
rapportar qui lotto li nudi nomi gli altri gli l'uccede
Coment Squali fono: 1460. M. Franccfco da Seminara uomo
,
bemiuara. sFranccfco, fondaco nel 15 17. molto illultre per letteratura .
1641. M-Fraoccfco Sabini* da itilo. velia piantagione fin dall' anno 1380. il
1S44. M. Michele Morelli da Catanzaro. b. Paolo da iliaci, (otto all' ubbidienza de'
1*47. M. liona ventura Benincafa da Gi- mcdcfimi Prelati dell' Ordine 3 la irrigarono
(
migliano. altri j c finalmente le dicrooo il maggior in-
1 5 y o. M. Diego Idario da Gcracc. cremento circa il 1414. li Beati fervi del Si-
jdyy. M. Giacomo Cadano da Sirongoli. guure Bernardino da Siena, Giacomo dalla
rdjy. M. Francesco Antonio PifciotuL, Marca, e Giovanni da Capilirano, con anche
da Curogiiano. lepararla dalia Communio fono Papa Eugc- ,
iS;8. M. Franccfco fìofe da CorogJianu. ino IV., che molto la tavorì .dandole nome
1661. M. Marziale Pdlcgimi da Cani o- d oljervanza, cioè di Frati, quali otler vallerò
viliari. la regola conforme al volere di S. F rance-
1SJ4.M. Daniele Quercia da Carpanzano. feo. Venuto intanto della novella pianta il
iSSj. M. Bonaventura Berna tu Gcrace. grido nella Calabria , non pure f ù applaudì
1670. M. Bonaventura Calalnuuvo da uà Hcligiofi meddimi, quaii avevano i fcru-
Caltrovillari. poiì delia eoieienza \ ma da'icculari ancorai
1673. Ai. Frante feo Rinaldi da Stilo. onde multi di quelii ne fenderò in Roma, • *
'
ligione Serafica per quali due fecou, quando go (b) Falsò poi agli Offexvanti per opra_,
.
alia fine di quelli , come fe fiancata li folle del Indetto D. Fabrizio circa l'anno 1 j<5 o. .
pre continuare nella puriflima letterale of- S. Alaria degli Angioli, per opra del B. Paq- :
lcrvanza, perciò come la vidde caduta, tolto ; lo [iidctto. Ve l'immagine della mcdeli ma
la rialzò , rifvcgliandu nei cuore di molti
1
pa Giulio II. in una Tua Bolla del 1508 -dice, no V. diretta al Vefcovo di Bclcadro (1).
• « Vidinj. che lo fabricò Tocntnalo Merda (e) ; Forfè Aiello S. Francclco. Lo fondò Francefa
.
ad anr,
'ch'egli fu il principale di quei Mercadanti. Sifeai a, Signore del luogo l'anno i4;o.Pap;
«f.
Terranova S. Francclco ; Edificato per Sido lV.8ii concede molte Indulgenze (m)
[opra del B. Paolo da Sinopoli a lpcfc d'alcu •
Policaìlro S. Maria delle Grazie. Abita
.
cato con facoltà di Papa Gregorio XIII. mura, quale poi lafciarono per la mala con
{l'anno 1 575. da buoni PP. Antonio, e Lodo- dizione dc'rempi . Ma prelcro a riabitarla,
vico Cittadini del luogo. fono nome di S. Maria delle Grazie , cbia
Cinquefrondi . $. Francefco , fondato con mari dall’Arcivefcovo di Santa Scverina An
facoltà di Papa Gregorio Xlll. l'anno 1 j8o. giolo , e dal Marchelè di Cotrone Nicoli
da Fabrizio Gittone Signor dei luogo. Ruffo, il quale perniò n' ottenne Bolla d;
Drofi S. Maria delle Grazie, edificato da
. Papa Eugenio IV. l' anno 1471. (n). Sopra-
{quei publico l'anno medefimo 1580., con U venuta finalmente la famofa (bina di Gridi
I facoltà del fudetto Papa Gregorio Xlll. dalla Francia, lafciati gli antichi nomi , pre
{
Nicotcra . S. Maria delle Grazie . .Mona- le adirli S.Maria della Spina.
(leriodi PP. Conventuali,fabricato con Bol- Cofenza S. Francefco Monaderio anti
. .
la di Papa Clemente V. l'anno 1 jo8. (g). Zaf- co de’PP. di S. Benedetto ; poi de’PP.Con
fato poi agli Oflcrvanti l’anno i^p.pcr opra ventuali , indi dato agli Offcrvanti f anni
del B. Paolo da Sinopoli, nei capitolo gene- 1 4J4- Oggidì è la Caia principale della Ca
rale di Mantova l'anno 1467. forfè recla- labria Cura con la refidenza ordinaria de
'
h Vading.
mando i primi pofleflbri, fu ordinato , che li Provinciale Ben è vero , che i Rcligioli d
.
ari». 1467- rc(lituifle a quelli, ma fenza l'effetto (h). Ac- qued’Ordine più tempo in là furono in Co
jn.p. crebbe dì fama con la fepoltura del fudetto fenza, ricevuti con acclamazione per il fer
B. Padre. vore delle prediche del B.Matteo di Agri
Monteleone . S. Maria di Giesù . Lo fon- ento l'anno 1419. , ed avendo abitato in.
dò con facoltà di Papa Clemente VII. fanno t ue Monaderj , che poi furono di Clarifl
ijjj. Ettore Pignatclli Duca del luogo,qua- l'uno fuori, l'altro dentro la Città, finalmcn
le feelto per fua Cappella, e della Caia,l'abcl- te fi fermarono quivi (o).
h di Statue, di foppeilcttile, e Libraria , e lo Amantea. S. Bernardino. Lo fabricò qui
dotò di molte annovali rendite (i). publico con Breve di Papa Eugenio IV J ar
Pizzo. S. Antonio di Padova, fabricato no 141®.
l'anno 1474. con Breve di Papa Sido IV. da Cariate . S. Francefco; Edificato con Boi
Carlo Sanfeverino Conte di Mileto,e Signor la diPapa Eugenio IV. l'anno 1440. da Bo
del luogo. naccurfio Capifucco Cittadino dei luogo.
Poliftina . La Concczzione Per
. la fabrica Morano . S. Bernardino Lo fondò Ante .
di queda Cafa Papa Leone X. ne (pedi una_> nio Sanlcverino Duca di S. Marco con Bre
Bolla l’anno ryio.j ma non lì principiò , che ve di Papa Nicolò V. l'anno 1451.
con facoltà di Papa Paolo IH. l’ anno 1 ; yj. Citraro . S. Maria delle Grazie , fonda
1
flptc. ad (k). E’ l'una delle fabriche più magnifiche di a fpefe del publico , c facoltà di Papa Nico
1
1
hnne ann.
queda Religione in Calabria. lò V. l’anno 1454.
Giojofa S. Francefco, fondato il 1614.
. Cafobuono . L' Annunziata . Fabricato 1
Bianco S. Francclco, fondato il idar.
. conforti del B. Matteo da Mefuraca, c facol
Brancaleonc S.Sebadiano, fondato il itfji. tà di Papa Leone X. l’anno 1; ip.
Lipari . S. Francefco, fondato il 177®. Cotrone . S. Maria dei Soccorfo,cdificat‘
jg Caridà S. Maria del Carmine, fondato il
. da Nardo Lucifero nobile Cotronefe col
« 1714-
Caialn uovo S. Pietro d'Alcantara, fonda-
afliftenza del B. Matteo da Mefuraca , circ
il IJIO.
to l’anno t7z8.per li PP.Riformati ; ma poi Taverna . S. Maria delle Grazie, edificati
lafciato da quelli, fu dato agli Odèrvanti. l'anno 1 ; a 1 ., c celebre appò descrittori pe
la morte , e fepoltura del B. Matteo da Me
furaci
Cropani . S. Rocco, fondato l'anno rfjt-,
. . .
l'anno 1551. con Breve di Papa Giulio IH. Succeduta P anno 1580. la dividono delia.,
da Pietr' Antonio Sanfevcrino , Principe di Provincia, fi diè luogo a due Ordini dt Pro-
Biftgnano . vinciali.
Rogliano . S- Maria delle Grazie , edifica-
to l’anno 1569-3 (peli di quel publico. PROVINCIALI DI CALABRIA
Fiumefreddo . S. trancefco , Monallcrio C1TRA
antichiffimo,fondato fin dall'anno 1487., co-
me da un Breve d'Innocenzo Vili, diretto al 1581. Giacomo da Cafielfranco.
Coramilfario Provinciale della Calabria, che 1597. Luca Valentino daCropani.
comincia . Ex parte tua nobir, &c. i6oz. Lorenzo da Terranova.
Scigliano . S. Praneefco , fundato il 1478. 1615. Antonio da Cafabuona.
Lattarico. S. Franccfco, fondato il 15S1. i6t8. Franccfco da Rogliano.
Cerchiara. S.Maria di Loreto, fondato da i6zj. Cornelio da Scigliano,
Fabrizio Pignatclli Marchefe del luogo Pan- 1625. Benedetto da Curro.
no 1588. x6z8. Franccfco da Moni alto.
Albidona . S.M aria delle Grazie, fondato l6z j. praneefco da Rogliano la z. volta.
il 1600, 1654. Ignazio da F'ufcaldo.
Terranova del Vallo. S. Mari* delle Gra- 1S38. Bonaventura da Rogliano.
zie, fondato il J6u. 164:. Franccfco da Pietra Mala.
Terranova Montagna
della . S. Antonio , 1644. Lorenzo da Policaftro.
fondato il 1543. 1647. Marco da Bifignano.
S. Donato . S. Maria dei Soccorfo, fonda- 1650. Franccfco dal Cctraro.
co il 1689. 165 3. Franccfco da Pietra Malalai.volta
1S57. Ignazio dalPAmantca.
MINISTRI PROVINCIALI DI QUE- 1660. Antonio da Morano,
STA RELIGIONE rflfiz. Antonio da Lattarico.
1 S6(. Antonio dall Amantca.
1417. B. T ottima fo daf iorenza. 1669. Marco da F'ufcaldo.
1411. Agoftino da Fiorenza. 167Z. Marco da Caflano.
1431. Antonio da Valenza. 1674. Accurfio da PolicafirO.
1435. B. Matteo da Reggio , poi Arcive- J678. Lodovico da Policaftro.
feovo di Rodano. jg 1681. Ignazio da Rogliano.
1438. Giaoomo dal Zirò, poiVefeovodi Q l«8j. Bonaventura da Taverna, che poi
Catanzaro per breve di Papa Eugenio IV.(r). fu Miniftro Generale , e finalmente Arcivc-
1444. B. Paolo da Sinopoii. foovo di Salerno.
1455. Giovanni Jazzoiino da Catanzaro. 11589. Bernardino da Colènza.
1458, Elia da Catanzaro. 1590. Antonio da Terranova.
1461. Cherubino Rocca da Catanzaro. i<5pj. Domenico da Cottone.
1 590.
Gio: Antonio da S. Giorgio, della mcdcfiina fcrifle piu diffufo Bri Zac-'
ijpj. Bonaventura da Seminala. caria Boverio nc’fuoi Annali . Perche dun-
1 59^.
Gio: Crifoflomo d'Oppido. que laRcligion Capuecina nella Calabria.,!
j«oi. Diego dal Pizzo. avelie a riconofecrfi parto legitimo della Se-
1S04. Cherubino d'Arena. rafica Brancefcana , fc non pili torto la me-
1607. Paolo da Terranova. delima ringiovinita , ordinò il Ciclo , che la
Idio. Paolo da Nicotcra. fua nafeita forte prccorfa con le nicdclimc
1514. Clemente da Pizzoni. divife, che 1 altra; onde come quella, inficine
1617. Benigno da Cinquefrondi con la Domenicana parvero Iridi di pace,
iSzo. Tommafo dal Pizzo. con le quali la Madre delle mifèricordiej
i6xz. Lorenzo da Poi ili in a. Maria fi fludiòdi rincalmare la tempclta de’
itfzj. Lodovico da Polillina. fulmini , quali I adirato figliuolo avea di
1628. Maurizio da Cinquefrondi. gii rifoluiu diluviare fopra del Mondo pec-
1 <5 j 1 . Lorenzo da Poliltina la x. volta. catore} cosi quella, cioè la Riforma Capuc-
Diego dal Pizzo. cina dalla medclima preordinata venne no-
1637. Giufeppc da Montelcone. vella Iride di pace, per tranquillare il mede-
j640. Bartolomeo da Badolato Riformato. fimo più che prima adirato contro dell' u-
i«4j. Giacomo da Scminara. mana generazione , rifilila fui colmo delle
JS47. Tommafo da Polillina. fccleraggini.Odafi delle prime UmbertoDo-
a lib.p'
ifij Matteo da Polillina.
1 . menicano (a) , volgarizato dal Boverio (b): Ha
^ vvai - ^
i 1 581. Domenico
da Morano. miferieordie con le lagrime agli occhi gli
1(584- Antonio da Lipari chiedeva umilmente, che temperando l'ama-
1(587- Lorenzo dal Pizzo la z.volta. ro della giuftizia col dolce della mifcricor-
i(5 po. Domenico da S. Calogero dia, divenirti pictol'o verfo di quelli , per la
itfpj. Pietro da Cinquefrondi. redenzione de' quali avea sborzato fui ban-
1 69 4. Tomnlafo dal Pizzo. co della Croce il filo prcziofirtimo fanguc.
j6pS. Antonio dal Pizzo. E perche le rifpofe il figlio Non vedi , o .’
Itfpp. Tommafo da Scilla. cara Madre, quante ingiurie mi fon fatte da’
170Z. Giovanni da Polla. peccatori ì potrà la mia divina gitiflizia la-
170;. Antonio da Lipari la z.volta. rdarne tanti peccati lenza cartigo ? Gli fo-
1708. Antonio dal Pizzo la z. volta. gionfe la Vergine Tu fai perfettamente,
.
Domenico, e S. Pranccfco,
gli fece vedere S.
~ ed
CALABRIA SAGRA LIBRO II.
. il Signore lodando Ideazione della Ma-
ed immaginativa tanto fcolpica l'effigie d alcu-
dre , dille, ch’ambiduc avrebbero felicemen- ni, quali viddero ufeir dal manto della Ver-
te condotta l'opera al Ime Cosi della Fran-
. gine , che non sì rollo cominciò a fpuntare
cefeana Religione Umberto Or udiamo . m quelle parti la novella Riforma, che con-
della Franceltana Capuceina Zaccaria Bo- templando le faccie de’ Frati , fi accorfero,
vcrio volgarizato, che dice averlo tratto da eh erano quelli ftefli, i qdalf erano ufeiti dai
ms. antichi, e molto degni di fede . In u:c feno della cclelte Madre . Fin qui Boverio.
luogo della Calabria (die’ egli) trovandoli E come fc ciò ballato non folle , e voleflèj
un'Abadeffa, ed un uomo aliai nobile, amen- l’ami-o Ciclo oltre più accertarne la venu-
due d’età matura, e di lodevoli , e fanti co- ta, ed effigiarne la maniera del vcftireja que-
llumi, uniti duna parentela fpiritualc tanto lla aggionfc la feconda apparizione d’ ut-.
di vota , che piu volte decorrevano inficine Angiolo, vellico da Capuccino , inoltrata ad
! delle cole del Ciclo, e del profitto Ipiritua- un vecchio di Gaiatro per nome Giovanni.
le: mentre facevano orazione nel cuore dcl- Udiamo di nuovo Frà Zaccaria Boverio (c). c ore fo-
pr i iuI.
;
la noue,furuno rapiti in un ertali molto pro- Vivendo quello buon vecchio (fcriv’ egli )
fonda , e favoriti dal Cielo con la della vi- nel fanto timore dei Signore , e coltivando,
none, nella tjuale ebbero avvifo della futu- come poverello i campi colle fatiche delle
ra Riforma. Viddero quelli due, il Figlio di fuc mani ,gli occorlc di vedere più volte-»
Dio formidabile nel volto, e gravemente^ nel mezzo giorno un uomo non conofeiuco,
fdegnato, che minacciava agli uomini , per d afpctto molto piti venerabile, che non era-
cagione de'gravi peccati, codi quali lo pro- no gli altri di quel paelé , il quale vcftito
vocavano alle vendette, si fieri fupplizj,chc dell’abito, eh’ oraportano i Capuccini , pafi
pareva voleflc dillruggere il mondo in un leggi ava per quelle campagne di Gaiatro ì c
fol giro di fpada. A cui opponendoli la Ver- mirandolo un giorno Giuvanni con atten-
gine con 1' ufata pietà , e proflrandofcgli a’ zione maggiore, gli parlò quellìtomo inco-
piedi umilmente Io fupplicava a mitigare.» gnito in quella guila Perche ti maravigli
.
falpro dell’ira coH'ogliu della mifericordia. Giovanni della novità del mio abito 1 lappi,
Ma non s’arrendendo il Figlio a quelle pre- che di quello andarà vedila una Riforma J
ghiere, e inoltrando alla Madre le ferite, col- la quale comparirà fra poco a villa del mon-
le quali tra flato piagato da’ peccatori colle do E per chiaro argomento deila verùà.ch’
.
punte acute de loro peccati i gli prora! fe la io ti dico , devi fapere , che quando i Frati
Vergine di mandar al mondo alcuni tuoi fer- d'clfa Riforma faranno crudelmente perfe-
vi, molto perfetti nella virtù , quali collo
i guitati, per fuggire la rabbia de’perfequuio-
minaccio degli eterni cartighi avrebbono ri, fi ricovereranno in quelto Eremo , come
intimorito i peccatori , e fatto rifiorire la ad afiio iicuro Ciò detto gli fparve dagli
.
pietà criiiiana E chiedendole il Figlio , chi occhi , ne più fi lafciò vedere Stupì Gio- .
fodero quelli : La Madre fpiegato tl manto, vanni di tal villa, e di quelle parole , e ben-
di cui pareva veiiita,giì inoltrò la nuova Ri- ché non penctrafiè per all'ora i mificrj delta
forma de’Capuccini , uiciva quali dal
che le vifionej nondimeno la raccontò a molti , ne
fenili alla qual villa raffrenando il Figlio il mai intefe la fua lignificazione, finche al pul-
fuo fdegno, trattenne gli apparecchiati eafti- lular della nuova Riforma nella Calabria ,
ghi , aceioehc non incrudelifléro contro de’ non vidde , ch i Frati per isfuggirc in quei
mortali . Stupivano amendue di quefla cele- principi le perfequuzioni fi ritirarono nell’
ftc apparizione j ne dipendo l'uomo di voto, Eremo di S. Elia ì perche all’ ora comprefe
che folle fiata Umilmente communicaia all’ clfcre fiato un' Angiolo quello, che vefiito
Abadeflà , apparfa l'aurora andò in fretta al dell’abito dc'Capuccini, gli aveva dato a di-
Monafterio, per conferir feco quelli milìerj. vedere quella Riforma , la quale era per in-
L Abudcfl’a , che non aveva altro deftderio, trodurfi in breve nell Ordine del P. S. Fran-
che di partecipar anchcfià all' amico la vi- cefco Quindi favellando più volte con la
.
none, non udì sì torto, eh il nobile ne difeor- fua Famìglia dell’apparizione dell’ Angiolo,
rcva,che non potendoli piu trattenere , gli e dc’Capuccini, uno de’ fuoi figliuoli molfo
diffe d’aver veduto J iftcfiòi e così con gran dalle parole del Padre velli poco dopo l'abi-
maraviglia deli’ uno , e dell’ altra intcrrom- to della nofira Religione , fi chiamò Anto-
pendofipiù volte vicendevolmente ildifcor- nio, e vifTc una vita molto vinuofa, e degna
fo, conobbero d’dTcre fiati amendue favoriti d’un vero Rcligiofo.
colla medefima vifionciondc fiupiti degli ai-
ti configli della mente divina, mentre fofpe- PRIMI FONDATORI DI QUESTA
fi negli animi fiavano afpcttando qualche^ RELIGIONE NELLA CALA-
lùcceflb , apparve dopo alcuni anni quella BRIA. ~r&
nuova Ri forma, ed arrivò nella Calabria l’an-
no 1 5 jz.,ed all ora intefero i divini configli, A
vedendo ne’ Capuccini adempiuti 1 mificrj
di quella ceieftc rivelazione. Ma ciò.ch'è de-
L Religion Francefcana, che per
licatezza delia fiMperfcz2Ìonc più vol-
te cadde , c ri forfè , correndo li princip; del
la de-
gno di maggior maraviglia , reftò nella lor fuo quarto fittolo, c del quindiccfimo della
comu-
DELLA RELIGIONE FRANCESCANA CAP. VI. 407
comune laicizza, ritrovò patire deftrcma
li glitela, venivano nientemeno da altri dcrili,
di quei tempo leggeva il timone della Chic* mandare in Rum- irà bernardino , le forfè
la univcrfaie , luminilo anche luo debito ottenete potale bievc,uude totalmente dil-
tl invigilare su i dilordini delia Religione.» giouti dall' ollervanza, vi vcficro lotto all'
òeiaiiea, che quantunque parte, era pero dcl- uobidienza d'un di 1010 incdctiuii . batti lià
iie piu illultri delia Ciucia eomuue.riaeeop- bernardino ,ed ottenuto il lulpiutu breve
Ipiate le già di vile , le donò uii i'ulo
mcmbia folto la datade' . . . Luglio del 1 jzp.,c ban-
'capo , e con faiucevoii antidoti di fante or- do tulle molte per il inumo in Calaoria , a
dinazioni , regiilrate nella bolla : Ite voi & calo udì , ehe dì già era ufeita una piccola-.
in vincaia meam , crede di avella l'ilio! Rifoima con nome di fiali della vita btc-
da Tuoi malori . lo ile però, o 1 odio dell in- initiea, c Debilita con bteve Pontificio, onde
ferno , che lemprc da che nacque , cofpirò fatto alto alia partenza, volle vedotefià Lo-
ellerminio di lei, o la poca cura degl in-
all dovico da fuuombiuno, già dichuiatu Vi-
fcimi, quali poco vollero protutaiii degli an- cario Generale delia nuova Congregazio-
tidoti preparati dal Tontetìec, peggioiando ne. Lo vidde , ed iniefo daluiquaniu pena-
tutta via nell ni fu mi lì jdi edili mutuo ad al- va , conehiule , ehe miglior conhg.iu fa-
cuni nella Calabria , c ad altri nella Marca, rebbe ltato accoppiali! a quelli con gii al-
che per lutuarli dal periglio , li lotuaellero tri luoi compagni , che principiar nuu-
fuori di qucila,pcr melici li in luogo di mag- va forma di vivere , per li gravi untuibi uc
gior lìcurezza . Così nella Marca t ri Matteo preveggeva fovralianti Cosi aperta la lua-.
.
da ballo prima, c poi Irà Lodovico, e Irà Ra- lucilie ai boliombrono, fu da lui abbi accia-
faello da 1 olloinoiono tiavagliando a tutta io per compagno , ed amico } acciocbc nel
foiza gli anni 15Z4-, zj.,z6., e 17. Obftrctt- tempo mcdeiimo , ehe la nuova Riformali
(untc manu Uomini ,*. he fu quella del luo Vi- piopjgallc nei centro deifltolij, anche dira-
cario in terra, trattili tuoi j,n niellerò in ilta- mata lolle negli cltrcmi della medelima , ed
to d ottima laiutc , ripigliando con la pura, oltre là nella btciliai della qual unione le nc
e ietterai ullcrvaii/a delia ite-gola , la piu llipoiò lllrumcnto publico in Roma lotto la
vera furine del vcltirc con Capuecio aguzzo, data de' 16. Aguito 1 anno mcdeiimo 1519.
coltumato da elio b. badie , da liioi beati Nel qual lllrumento li dice , che brà Ludo-
compagni, e da tutto 1 Ordine inliemc per vico da boflombrono Vicario Gcnaalc de
piu kculi b perche lo fcampo non folle di
. brati Minori delia vita brcmitica uuifee ,
e
pochi, T anno ad. dei mcdeiimo feculo , ot- riceve aiiafua Congregazione brà bernardi-
te nneru breve buntihciu da Rapa Clemen- no Giorgio da Reggio , e frac Antonio dej
te VII., che confu mando quella maniera di Randolns dcbabrovineia di Calabria , infic-
alle Tuc-
Vivele , ed- appront andola per legitima ti- ine con 1 bruno di b. Angiolo di V
glàuola della A.adrc ieratica , la conccifc a cia, Dioccli di Reggio, ed altri
duce , o do-
tutti,che uun pur dall Ordine , ina dal icco- deci Rellgioii, ricevuti, o daricevetlif
ed in
lo ancora voièllcrp leguirla. Qui parimente virtù del prcfcnte lArumcuio li
di-hiara ri-
cevuti , aggregati , uniti , ed incorporati
a_>
nella Calabria li travagliava per 1 difetto mc-
loro,
d chino, e Capi e badi 1 di quelli, quali li tra- quella fua Congregazione ì ordinando
loto in
vagliavano uanolt Pb. Ludovico , ebe.- che eleggano canonicamente un di I
nai ditto da Reggio uniti non meno di patria, V icario brovinciale , qual d' ora per ali ora
che d attuto, come anche di volere ,pcr ri- confuma, c dichiara Vicario Provinciale di
’ mettere in piedi f olfervanza Regolare in- Calabria. Inoltre iilituifce fuo
Comminarlo
pienezza di
I fiacchila in quelle parti. Cosi tentato l'ani- ftà Lodovico da Reggio con
mo di piu Cenerai! ì lingula; mente del Li- autorità per ricever frati , ediiicar
cremi ,e
moltiplicar luoghi , conforme llimarà
piu
cheni, di cut erano Itati, e figliuoli, c furia-
fpediciitc alla total uliervanza della
Regola
li, pef piegarlo alla Ri torma, ma lempre ri-
trovatolo alieno da lomiglianti atiari , 1 an- ilei rance feo . Intanto il Giorgio pre-
B. S. f
no a J-, c 14J1 portarono m Roma, ed otten- fa la copia dclTUtruincntOjdcl breve Appo-
nero da bapa Clemente VII. un breve, che llolieo conceduto al f oirombrunu, delle v_o-
nel Monalterio degli Appo Itoli vivcllero ri- llituzioni generali,ed un modello dclCapue-
Calabria, e raccon-
formatamente, e poco appretto un'ahro, ehe cio piramidale,ritornò in
gli era imravenuto,
lidcltiuava in Calabria lotto nome di Ricol- tato a compagni quanto
prefa,fu da tutti lolcritta.
lctti, con facoltà di vivere lequellrati dagli c della rifuluzionc
altri,ma ietto 1 ubbidienza del Capo di tut- Ma qualunque nc folle la cagione, non iu ei-
ti, ne luoghi di b. bei giu in Tropea , di bau ie* uita, che due anni" appiuioj cioè 1 anno
1 raneeleo in Terranova ,c di b»tilippuin nel qual anno avendo brà Lodovico,
Cinqwcfrondi Non era pcreiò quieto 1 ani-
. eh' era Cuardiano nel Pizzo fatto. 1 ultimo
Revcrcndiihtno
mo di qucllfluvi del bignurc, perche quan- sforzo per la riforma col
fi ritrovava!
tunque lequellrati dai rimanente della bro- dell Ordine , che di quei tempo
_
in
, , ,
del Generale , tutti veiiirooo i abito La. que il Comandai io , dcflinuo da Roma, e
puctitui j ed occorte , tbc non rapendo al- concettando col Miniliro delia Provincia ,
cun di loto tome tagliar quei Capuccio furono di parere, che prima di ogni altro fi >
guore col Te beuta Su dovute grazie , al pa- gn uni, e la pucu ragione dell' altro , tanto
laggio dei Duca fecero ritorno. £ fenza per- mancò, che li dichiarile contrario a lè me-
der tempo altri cominciarono a canto la_. delfino, che anzi ollinandofi vie piu nclfiL*
Chieia di b. Antonio Abate fuori i abitato difilla del vero, cioè di frà Lodovico , e
;
lafabricadi un nuovo Monaltcrioj altri an- compagni , cacciò con rifencimento dalia
dati in O ala irò ottennero dall Abate di S .£. fua prefenza il Comminarlo Ma per più-fi
.
Ila un vecchio Monafterio, altre volte ceno- contunderlo gii fé intendere, che li e untemi
bio di battilani , ma di quei tempo vuoto di di venire ad un aperta difputa con Padri del-
IMonaci. Quelli furono ii primi due Conven- la Riforma, promettendo , che dove cadetti
cadette
uti di Capuecini nella Calabria
Iti Calabria,, a quali fili
fui la meglio, egli piegherebbe la protezzione,
1
fine di quell' anno fa aggiorno quei di Reg- Aho cuniigfio del Ciclo , per meglio tubili-
gio,e fini apparir del nuovo j j .tè non for- re gli uni , per meglio icoprire 1 inganno
te J 4 quei di Catanzaro , di Nicaliro , di
-
degli altri , e per meglio accertare i animo
Monteteone , di S. Martino , e di altri . Ma dei Duca nella Kdigiofa difefa . Accettala
q u arido quelli fanti Kciigioli (limavano aver da amendue le pam iz difputa, e venuti al
trovata la quiete delia eofeienza , allora in- paragone delia pruova, furono cusi calzanti
contrarono T inquiciirudine dell'animo, e la gli argomenti , e le rilpoltc de’ noltri , con-
perfecuzionc del corpo, perche all'udire di tro le oppofiziooi dei CoramiiTario , che da-
quella novità, fieramente {degnato il Mini- teli quelle a divedere più tolto calunnie, ohe l
tiro Generale degli inferrami , trasferitoli ragioni , fi difciolte laflcmbJea con la vitto-
tu» ogni folleeitudìne in Roma, e prefènta- ria de' Capuecini . Nondimeno quello non 1 1
tofi a piè del Papa, tanto diflè, tanto fclamò avea fatto la difputa , lo fè ii terrore delia
contro la novella pianta della Calabria, che fulminata icominuniea,dalla quale molti at-
ottenne Breve , che fono pena della feom- territi abbandonando ii novello Iftituco, ri-
Wunica avellerò tutti quei Rcligioti a ritor- tornarono all' Oftervanza. Quello avvertito
nare all ubbidienza dell’ Ordine , e finto la da frà Lodovicu rifoife prendere ii viaggio
oicdcma, che ninno in fua cafa li ricevette; di Roma, come già fè, accompagnato cun_>-
e follo ne fpedì Comminano che in Cala- ,
caldc lettere dei Duca , il quale per vie piti,!
laio pubiicaflc. Ma precorfone l’ avvilo a agevolare a Fià Lodovico la felice riukita,!
"ovico Provinciale , mandatogli daLo- vi premandò D.Tibcrio Aio figliolo, quello l
che
,
O R qui fiami
modedia
lecito querelarmi,
rcligjofa di un aggravio, qual
d reca (nè sò per colpa di chi ) alla Cala-
ma con ciò li Capuccini fodero Figliuoli anzijdi un
folo Padre, e di una fola Madie Deputaro-
no alla prefenza de 'Principi li PP, dalla Mar-
.
col rimetterli nelle funzioni publichc, con la vittoria» con la medefima vitto-
ca, c
ad occupare il trcdcccfimo luogo pofpoda
, ria fi difputò avanti de 'Grandi nella Cala-
a Roma, a|| a Marca, all'
Umbria, a Venezia, bria, ed in Roma. Nacque da' fanciulli nella
Milano, a Bologna , a Brefcia , a Genova, Marca il bel nome di Capuccini quando
,
alla Tofcana, a Napoli, ed allaBafilicata.Po-
veggcndoli a quella foggia vediti , alzate le
fponimcnto, che per qualunque parte vogli voci gridarono,Capuccini, Capuccini: Que-
confiderarft , fi ritroverà feniprc mal fonda- fiomcdclimo anche avvenne nella Calabria,
to, c folo dipendente dalla forza. La prccc-
allorché vegendo fopra quei primi Rcligiuli
Idcnza delle Provincie quando ragione- andar armati gli Olkrvanti, diflèro , fuggite
(
Fff Ca-
i 7 , |,
dei Signore » -
ro principi quede Provincie, come, e da ehi,
oia di Prima, aln i dall ora ui 1
erza, e
dall'
portarono e con qual ragione fi fono intrufe ne' primi
veramente furono quelli , quali
I
vorrebbe,chc quel
non
foudH, din, V
*Jlus . Altri poi venuti tardi a
luoghi 1 Altro qui
faggio, ed accorto Re, quale vergendo non
vi
poifi
polli ad alcuni sbagli r_,
* '-uiiuuzioni
ltu z,un i ,• avendo
i,. r.^r
.
I sbaeli tanto più
più virupcrcvo-
vitimcrcvo- •
ciafehnifn*
eiafeheduna le J .
fuc, fecondo le quali
i», quanto piu volontari del F.Diego dell’ E- regola-
I no d lor vivere . Differirono
quilc Minor .Riformato uomo per altro vc- quando
1C ,u npo , 1
ia Scalza eboe il fuo
,Cr
! Ìl
* fi
c
cr t * nti
> c<* egregi volumi man- ipagna nei 1500., la “
principio nella
dati alle Itampc fopra molti profittevoli ar- RicoJlefra nella ha
9, e u Hduumu
gomenti ì ma qui mancante per non averli
( f) ;
Proles putemi di Spagna prctefero llabilpli in Ita-
Fratriem M/norum Cappuccinomm torpore,®-
d iia iperche eUcndo uni , li Conventi di qui
capite Regolata, &• flriCliarit
QbfcrvarUia pe- albergano con lutto cuore i Frati di li
nitui recija , jant e
vifeeribui *probi Pattimi * ra-
ConijentuaLium ... r . .
pendo di non albergare , che Caputemi del
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fòrmaronoR^araòd^'
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vanti Riformati dc’Convcntuaii, fono a'qua-
tempo erano virtUti 5 onde non
può da ciù lrlrtl dilazione tra'Riformati,
ed Offervami,pcr quindi contraporli, diflin-
‘-Carniccio m 0z
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ti a Conventuali ,c Caputemi .come
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»ltra>' la pid Principal porzione dell' Ordì-
ne de Minori.
C rotondo). e Cosi addunque ributtata quella prima-.
Va, cuaino^mmHrir^
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- ,0p01 BU0 d Rfe r ifconof^
Differifco - parte degli Equ.lani sbagli^™ me nc^
Pff a fa
. .
fervauti, li quali per piu gran tempo > che i res, ijut pelila
li lentia,
&
ft non obtenta i Mi -
nollri fomprc li riconobbero per Padri d ori- ntfiroProvintiali Marchi*, B.loanne i Phana,
gine , ed in molte cofc di foggezzionc ; ma tranfnrunt ad PP, Conventuales , una cum tpfo
per zelo della verità idonea, qual Tempre e e B. Matteo Baftio ut Jub eorum aufpieìis ab
,
PP. Conventuali non furono , eh’ aggregati tro, fin qui maneggiato ; poiché fc i Capuc-
per virtù della Bolla di Leone raccordata di cini erano ufeiti dalle vilccrc de'Conventua-
iopra, lenza farvi profelfione alcuna, lolie- li, a che aggravatine gli Olfervanti, e muo-
gue la Clementina medefima Et deinde d-_. verne le tempefie si nella Marca , sì nella.»
:
He enti a vefìri lune Superiori s juxta formata Calabria, deferito: a lungo dal Boverio, e da
liner arum Apposoli e arum fuptr unione, &con- noi raccorciate alquanto piu fopra. Nc’tem-
itrdta inter prxdiflos, (r Conventuale 1 nuneu- pi più in qua nacque la Riforma de' Con-
patos F ratrei dilli Ordini s adita confedarum, ventuali nell’ Italia} ma pur non abbiamo,
ad ifforum Fratrum Conventuali um confortium che gli Olfervanti ne ftrepitarono, ne molto,
vos tranfiuhftis,& i lune Magifro Provincia- ne poco, come di cofa non appartenente ij
li provimi* Marchi* di Si or um Fratrum Con- loro; il medefiroo averebbono fatto con l'al-
ventualt um ejufdem Provimi* numero, &
con- tra dc'Capuccini, quando come quella noiu
( fottio aggregati fuifits. Dunque ne fecero prò. avelie toccato a loro; ma dove simpegnaro-
iftlfiune tra PP- Conventuali, quale già avean no tanto, non pure dentro 1 Ordine conj
t fatio tra quei dell Ollcrvanza , nè tampoco leommunichc, con carceri, e fomigliantijina
iviflcio ira quelli, da che di fubito panni per fuori di quello con Bulle Pontificie, ed altri
Roma lìabiiirono gloriofi principi dclhu. ricorfi, argomento egli è, che da loro, e dal
i
r-
Rifoima Capuccina t
Ne .1—:
.
e..
altri furono i prin-
1 .... .. .. r.
lor ventre, c vifeere ufeiva a gran dolori ili
:i
cipi della medelìma nella Calabria, avendoli gloriofo patto de Caputemi Colà qual non ! .
Itabilmcnte gittati i BB. Ludovico, t Bcrnar- leggendoli dc'PP. Conventuali, de "quali niu-|
j j . n „ - 1. l r\tT..~
dino Giorgio da Rcggio,altrcsì frati Olfer- no, o Supcriore , o fuddito cllcndolenc alle-
!
vanti , giulta che lo dimollra i'Iflrumento rato, ne adoperati mezzi di forte a!euna,non
[dell 'unione di quelli con quelli in Roma per temporali, non fpirituali,pcr frallornarne gli
Notar franctfco Vannuzio li itf. Agolìo del acctefoimenti, mi gioverà conchiudere, che
,1519. h ; Qua propter pr afonti aliterà coram
: a loro non fi folle appartenuta la faccenda,
ìnobis Fraltr’Bernardirius Ceorgius de Rhegio, c che dalle loro vilccrc non ufeiva quel
i-fr. », C~ Frater Antoni us de Randohts Provimi* Ca- parto, •'!
"" labri*, Sacerdote s Ordini s Minorum de Obfer. Che poi quella Religione moltiplicat«_j
‘Jj
I vanti a , lomparucrunt , (ire. Ne aggiungo al- nel mondo vecchio non ancora forfè pallata
jtro, quando il più premere su quelle pruove oltre di là al nuovo , come I Lquile il fog.
/irebbe un cercar luce nel Sole. Ma riiornan- gionge nell ultimo luogo, s'egli intende per j
do a Primi, coUcllempio dc'quali, forfè s'in- crezzionc di Provincie , và bene il luo. dee- '
1 n n i, .
*
* r j. _ 1 rvr .... r a —— ». f
,
. . .
cioè in tutto il Brafile , e nell' Ifole del ! Cofoletu . S. Nicolò fondato l’anno me-
.
pur Fiume Maragnono : Nel Regno di Cana- ludetto banco y onde quel Parroco ha il juj
da, o della Virginia .Nell'America Meridio- di cantarvi la Vcfpera, c la Meda nel dì fedi-
nale, cioè io Pcrnambucco £ nclilfole Ma- : vo del Santo
irignana, c Granatcfc , ed in altre parti , che Mileto. La Madonna della Grazia li z.Lu-
Iper non far lungo catalogo di cole note , fi glio . Fondato l’ anno ijjj. , ma trasferito
tralafciano. ove oggidì fi ritrova piu profilino alla Cit-
tà Fanno tyyo.
CONVENTI DI QUESTA RELIGIONE Filocaftro La Madonna delle Nevi edi-
.
, !
NELLA PROVINCIA DI REGGIO, Reato i anno 1538. fica è vero, che li Frati a-
E LORO NOTIZIE bitarono in quella Terra fin dall'anno ry}}.
nclI’Eremitorio di S. Giovanni , altre voltej
Anaiia. S. Francefco . Prima Cafa di Ca- abitazione di Pieci ritirati y da dove poi par-
Ppuccini nella Calabria , trasferita qui titi fabricarono quefio Monafterio ,rcfo poi
dalla Chicfa di S. Antonio Abate fuori l’abi- celebre per la morte, c fepoltura del B. Lo-
tato, ove fi fondò l'anno t ji.dal P. Lodo-
j
dovico da Reggio.
vico da Reggio , e Tuoi compagni L’ anno . Terranova Lo Spirito Santo Abitarono .
idjp. cadde rovinata da'tremuoti , ma oggi- dapprima Frati la Chicfa di S. Lucia in San
i
dì li è rifatta in piu bella forma . Martino, Villaggio poco diftantc,fìn dall ari
S. Elia . Monafterio amico di Ba/iliani fo- no 15 }}.y Indi poi circa il tyyo. ritirati qui
pra le montagne di Gaiatro , folto l’invoca- fabricarono quello Convento.
zione del Ridetto Santo , ottenuto da’noftri Catanzaro. S. Maria degli Angioli. Li pri-
l'anno ry jz., e fu il fecondo della Riforma. mi Capuccini dall'anno ty}4- abitarono la
Indi per l’incicmenza de’tempi abbandona- Chiefa , e Convento detto della Trinità , al-
to, fu riprefo Fanno 1614. per ordine di Fri tre volte de'PP. Conventuali. Circa poi l'an-
Paolo da Celèna Generale. no tSoo. per più commodo della Città fi
mezzo miglio più in sù in fitu migliore.» l’anno iy}4- in un Fondo, ch’era della mcn-
l'anno r^}0. fa Vefcovile j per il quale s’obiigò la Città
Reggio luogo vecchio La Prefentazione
'
che in vari tempi afflifl'ero la Calabria. L’an- anche il Monafterio, edificato per l’urgenza
no >594^ 1. Settembre sbarcato in Reggio de’ Capitoli , cd altre funzioni publiche , è
JCigala Corlàro de Turchi , fra Faine fito l’una deile fabriche più ampie della Provin-
Crodcltà tentò di abbruggiare quella
(crudeltà quefio Mona- eia V’ è «taccata 1 Infcrmeria , alla qualej
.
fterio y ma fù refpinto ben per tre volte da fotnminiftrò in gran parte la Ipcfa il Dottor
alcuni fecolari, che fi pofero alia difefit, e da Giufeppc Nicaftro, Cittadino del luogo,
fette Capuccini che combattevano con la Fiumara - S. Francefco , lubricato l’anno
,
Croce in mano. Alla fine venuto con re. ty !}-U giorno fedivo il Santo ha il concor-
bandicre de Tuoi Turchi, e non trovando al. fo di tute i Popoli vicini per la molta divo-
cuna refiltcnza per la moltitùdine, entrò con zione al Serafico Patriarca,
penfiero d’incenerire iltuttoymaebbeacom- « V’ è Infermarla con tuttoil commodo
battere con la Divina virtùy poiché avendo- per ‘ bifogni de Frati infermi di eflo Con-
vi porto il fuoco in molti luoghi vento, fondata circai’anoo t7}9.
, un'umi-
diià
diti) ITli rarnlrvA nnn
miraeolofa non lo FA
fè n
/* n
accendere,
• — l'ì n, Pnliftlni Q Maria «4^1
Folirtina. S. li
della fon.
Grazia, fon-
e l'im-
®ag‘ne miraeolofa’, contro della quale era dato l'anno ty40.ncifitu gratis dato da Co- >
Ladro più fiero, fù anche prefervata dalla letta Gieraci, a Ipefc d’alcuni particolari.
Genia Divina, come racconta diffufamente Nicaftxo. S. Maria degli Angioli,. fon-
Paolo Guakiero (1) Fu edificato queltoMo-
. dato l'anno ty4y. L'anno poi rtf}8. cadde a
nafter io Fauno ! p, avendovi conceduto il terra, rovinato dal tretnuuto, onde se riedi-
j
fito la famiglia Monfolina Patrizia del luogo, ficaio alquanto più in quà,coa piò moderna
qual vi tiene attaccata una Ria Cappella.,
- maniera. ..:.... JL r ,
I
• gentilizia con fcptftura , dove fi l'epdli- Stalo . Sant* Maria-dei Borgo , fondato
l’an-
O . . , , , 1
l'anno jjjo, dando il fito Antonio Con» Ma» di FD D, Pietro la Rocca Metti ne fc Cavi.
tcdabiie Aiciprcte della Colteggiara. Ber di Malta , e Commendatole nel luogo ,
Cofteiveterc. si. Maria di prima luce , edi» Ma il fuo io donarono Antonino di Leu, tar-
ficaro l' anno 1552, , fomminiltrando il lito lo Papalia, e Manco Faticone Cittadini.
una coiai Mattona detta Prima lue? onde Tavernai S, Michele Arcangelo La fua
nc nacque il cognome di Prima luce. La fa- fabriea eunchiulà ii 24. Luglio del 1587.,.
lirica di quello Convento molto tempo avan- eliendo Smdico Antonino Moni zzi venne-.?
ti fu preveduta dal B. Francefco -Zompano, principiata ii 1 j, Novembre dell anno roc-
che però occorrendogli di pattarne. Fmchi- delimo lotto il Sindicato di Claudio Minuz-
nava a terra, dicendo , che ivi eflcr dovei-. zo, e di Alfonlo Teutonico. Si buttò la pri-
li Monattcrio di Rcligiofi molto Santi La . ma pietra da Ambroggio Mortone, c uè al-
fua Chiefa fu conCigrata li a j .Settembre del tre medaglie, l'un* daffudetto Afl'onino, al-
t j7j. da Moniignor Ottaviano l’alca Vedo- le etri fpéle fi tdbiicava , 1 altra da Claudio
vo di Uieracc Ve la Cappella > con la fe»
,
Sindito , e la terza da Gio: Lorenzo Morto-
poltura per i Principi di Roccelia,e Signori ne , che die il fondo ettcndovi perciò cun»
dei Juogo , e P Aliar privilegiato pei ogni turià ja Citi* tutta, e venutovi proceflional-
ionio conceduto da Papa Paolo V- li i}, meme il Clero
£leccmbre del t soo, Quartieri S-Maria degli Angioli, quan-
.
Cardinali! Spinellai Parente m optimum Ponti, Qiuicppc Gaizerano , che lo comprò feudi
fitiodiplomate bue tranflalit Aanofalmit If , 300, r.a pietra la fòmnjinillvò Catarina Tu»
mXLir, nonasl.a, inani, macelli} ii quadro a fue fpefe lo portò Aicf»
Melurata.S. Maria degli Angioli, fonda» fitndto Tranfo Barone di S. Agata, ii tetto lo
to con licenza dì Francefco Antonio Samo- fe lavorarci acovello Carbonara} Atta fpefa
ro Arcivefcovo di S. Severina, a richieda di del rimanente contribuirono in feudi cento ;
'
Gioì Batiilla Spinelli , e di Catarina Pigna- Leonardo Gittone , ed in mille Antonella
Principi della Scalca, e Signori dei luo-
telli u alloppi Barone di Girella. Piantò la Croce
go 25, Giugno del IJ74- Avanzò tutti nel
li con ii concorfo , ed allegrezza si della Cit.
fervore deila fabriea la Principefla Catari- tu , si de' vicini popoli Cnolwuo Rullici
na , Ja optale anche vi redo iepellita nella-. Vefcpvo del iuogo, s •
,
Capi eda della Mieti , Immagine data dada Oppido, L’ Aliuma, fondato l’anno tj 9°.
JiDcdeiima di multa divozione, a fpeie de' particolari , fingolarmemc delia 1
zionc, raccordata negli annali l' anno 15 ito., Simmarc, S.Maria degli Angioli, fabriea- ,
venne approvata con celcdial miracolo, to a richieda , c colie fpefé di Pietro Borgia ti
per il iuo fervUio , caduti da un' alto preci- anno.1590.il fondo però io dono il lejò» ,j
pizio rtun patirono danno alcuno riero della Collegiata, per il quale fUnivcr» ,•
principiata fanno fcgucme.Donò il fito con jj 94. nel (ito, qual fu di Ruccio Strivcrj a.
alni 200. ducati per la fabriea Ferrante Ca- canto F amica Chiefa di S.Elia, • ,
1
raffa ,
Duca di l\occta:,c Signor deiluogo, chiaravalle S.Francefso Fu edificato F
. .
ponendovi la prima piena con maravigliofu anno 1594., e la fua fabriea fu preveduta-, f
jdoneórfo Gio; Battitta Paladino, Sindico di lungo tempo avaun dal B, Francefco da-. ; i
degli Angiuli , fondalo 1 anno r 589. a fptfe Ma riulcito di aria cattivai per altro Rum,- 1
modo
. . .
gno .
dtita da Tommalo Sirleto Vcfcuvo della-» !
Z 574.
Pietro dalli Quartieri.
1 tritato fanno 1607. nel fondo dato da Ro-
i 57<5. Silveltro daMoijtcleone laz.volta.
nfio Cavallo.
1578. fiilvcltro da Rollano,
Molano, S. Franecfeo, edificato l'anno
1580. Giacomo da Sovcrato la 3. volta.
jfiofi.il luì fondo lo donò GioiMaria Rizzo.
J58Z, Silveltro da Rollano la z. volta.
Piane, fi. franecfeo, fondato l'anno idoy.,
'1 uni quelli occuparono lo Ipazio di an-
e Lelio delle Piane diede il fondo.
Calai nuovo La Coneczzionc , edificato
.
ni 51, fino al 1584. , nel quale iucceduta la
dividerne della Provincia li diè luogo 4 due
l'anno jtfop, ioniniiniltrò il fondo faullina
Catanzaro. Cataloghi di Provinciali leguenti,
Urlo Marzo . S. Franecfeo, edificato l'an-
no 1610. PROVINCIALI DELLA PROVINCIA
Cadigliene . S.'Antonio da Padova , fon- DI REGGIO
dato 1 anno ifiro,
Lclmontc S. Giufeppc , fabrieato 1 anno
. 1584. Franeelèo da Filandari.
r fin. ti cui fuo lo dono Maria Ravafchcria
15815. bernardino da Reggio.
de fiignori del luogo, 1588. Lolìmo da Caltelveierc.
lei raiio va La Concczzione , fondato
.
1591. Giovanni dalla Motta Filocaflro,
fanno 1614. i'Uni verini donò il lito. 1593. Domenico da Caltelvetere.
Ciro. La Madonna di Coitantinopoli, edi- 1595. Anfelmo Callclli da Reggio.
ficato Fanno j 614. nel fondo diD. Pompeo 1 jpi, Bonaventura Aicrbis di Aragona.»
Leucociti, compì ato da alcuni particolari. da Catanzaro.
fiuougoii.fi, franecfeo , edtncato F an- jfioi. Giovanni dalla Motta la z. volta.
,439. Michele da
Genova.
Ragliano. La Madonna del Carmine.fon-
1641. Giovanni da Siderno.
j
ldSouGios
. . .
1585. Bonifacio dall' Amendolara. due effetti fra gli altri nell’Ordine tutto 7 L
1588. Girolamodi Acquaro. uno f i l’avere in molti rifvegliato un arden
1591. Ruffino da Bifignano. tiffuno defio per fOlièrvanza letterale dell
1595. Ambrofio da Noccra. promeffa Regola i e l'altro un ragione voi
1598. Matteo da Corogliano. timore, di non far tentativo fuori deli'Ordi
i5or. Aofelino da Rollano. ne: Onde ritrovandoli quali in ogni parte de
1 5o8. Paolo da Correggio. Mondo minoritico di lomiglianti Frati cos
iSiz. Francefco da Corogliano. acceli,rifolfero riformarli si,ma dentro l’Or
1615. Francefco Spinelli da Paola. dine medefiino, lotto l’ubbidienza non pun
itfi8. Giovanni Paffalacqua daCofenza. del Generale, ma de Provinciali ancora. Co
Antonio da Caftrovillari
iffzi. si dunque riformatili nella Francia preferì
1547. Francefco da Strangoli. comparfi quei delia Spagna 1 anno 1 ; 00., quei
1S50. Antonio dalla Saracena. della Francia nel 1579., ed i noltri Rifui mari
dell’Italia l’ anno 1557., come fcrive l’Auto-
1
5j 7. Gabriele da Morano la z. Volta.
1 5; 5. Romoaldo da Cofcnza la z. volta. re del PortcntHm Graiixi E che sì gli Scalzi,
1 Sf9- Bonaventura da Scigliano. sì liRecollecti non foffero una loia, c mede-
2<5<5j. Bonaventura da Oriolo. lima Religione fi convince da ciò, che palli-
1 666 . Antonio dalla Reggina. ti ultimatamentc da Spagna in Napoli li Scal-
1669. Bonaventura da Oriolo la z.volta. zi vivono all’intuito differenti , e l'epurati da
1671. Daniele da Morano. Riformati Quelli Riformati adunque , de’
.
• ti g g ma-
11
e w.
clic oggidì 1 abitano,
cinc ddJc Grazie Quella apparendo ad un
.
;
foggioufc , che fra poco andar dovcrcbbe a per gli Oifervanti , ma oggi giorno portedu-
rovina quei Rio Cartello, ed all'ora dalle tu da medeiimi Riformati, che vi entrarono
Ipica da alcuni fuoi difccpoli. no 1 $47. per gli uipiti , ed infermi di quell’
rpit.i J>quìllacc.S. Antonio. L'Epitome dice (a), Ordine.
che le n’ ebbe licenza a fabneario jnficmej Cirifalco.S. Antonio, fondatone! 1S7J.
[con due altri fanno 14J9. lotto titolo di Badoiato , S, Maria degli Angioli, fonda-
S. Maria della Mifericordia j foggiongendo, to nel 1S0 7.
che da incerto da chi, c da qual tempo cdi- Stignano . S. Maria degli Angioli, fondato
heatoj ma Francefco uonzaga fcrivc, che fu nel 1S1S.
fondato fanno 1488. dal Signor del luogo. Rotceila . La Concezzione , fondato nel
Oggidì è pur abitato da' Riformati hn dall’ l«J 4-
anno 1586. Acquare d'Arena. La Samiflìma Trinità,,'
Nieadro . S. Francefco. Fù fabricato l’an- fabricato a Ipefc deli Univcriitì, c principia-
no 1400. lotto titolo di S. Maria della Gra- to l’anno 1664.V 1 polè ia prima pietra D.An-[
zia, c dato a FP. Conventuali , ma poi Fan- Urea Lune ubici b , Marvii Jc di detto luogo. \
. . . .
j
Ciro S. Leonardo , fondato per propria
•
‘ r
IJ20. per ufo de'PP. Conventuali. L'anno Cappella da Principi ai Tarla.
1517. pafsò agli OlfcrvantR e da quelli final- Donnici.S. Pieno edincato l'anno idrj.
mente a'Riformati Celebre per il Novizia- . dal P.Caflàno,che poi rovinato dai tremuu-
to, fattovi dal
Patriarca S. franccfco di Pao- to del tfij’8., lo rifiorò frat'Anfeimo
da_,
la,prima d'ordinar la fua Religione. Aprigliano .
da'Cittadini con Breve di Papa Martino V. bandonato di Agollinianij elle poi rifiorato
l’anno 1427., ma lo comprò il B. Matteo Ar- dal Marchcfc di Rofe.in conformiti al tcfla-
civefcovo del luogo l’anno 1452. Appruovò mcnto del Padre d erigere a’trancefcani un
Iddio la lua fabrica con un inlignc miraco- Convento,fu dato per ardine della (agra CO
lo Conciofiache avendo il fanto Arcive-
:
grcgazionc a’PP.deila Riforma l’anno iddo.
feovo traportata quella Chiefadal rito Gre- Campana.S. Anton io,fondato l'anno iddi
co al Latino, e perciò oflefine li Greci .non da fri Bonaventura dal Ciro.
fapcndo come vendicarli , prefero fpediente Grimaldi. Lo Spirito Santo, fabricato dal
di rovinar la notte quanto in quello Mona- P. Mcndozza l'anno 1664.
Itcrio fi fabricava di giorno. Providde Iddio
al difordine , con far nafcerc tutt'i loro
fi- CUSTODI PROVINCIALI DI QUESTA
gliuoli mancanti , o con occhi torvi o con RELIGIONE , IN COSENZÀ.
,
bocche ritorte 5 così dal (.alligo refi più fag
gi lafciarono felicemente prolcguir la fabri-
158#. Guglielmo da Rogiiano.
f Vva- ca (f). Pafsò poi a'RiformatiTanno 1582. 1589. Pietro da Cadano.
iing.arti. per un Breve di Papa Gregorio XIII.
««itf.n.f. 1591. Pietro da Taverna.
Mefuraca. S. Maria delie Grazie, edificato 1795. Franccfco da Morano.
con Bolla di Papa Martino V. l'anno 1419. 1597. Giacomo da Cutro.
per li I tati dell Oflcr vanza5 Indi
poi l'anno rtSoo. Girolamo da Polizzi.
1 5 80. pallaio a'Riformati , oggidì l'abitano. 1 502 Giacomo da Cutro la 2. volta.
* .
bricato fanno idoz. da fri Pietro da Cada- 1608. Bernardino d' Altilia.
no, a Ipel'c di Cefarc Scrfale Principe di Ca- idi I. Diego da Paimore.
lte! franco.
idi J. Pietro da Cadano la 2. volta.
Dipignano . L' Annunziata , Monaficrio idi 5 Benedetto da Cutro.
.
G sg 1 Ld44.Bc!-
.
696.
1 bernardino da Buffano. 1701. Antonio da Stigliano.
1699. Bonaventura da Colenza 1704. Domenico da Maropati.
j 702. Lodovico da Cutro. J707. Paolo d'Alalno.
1705. Antonio d’ Altavilla. 1710. Giultino daBadoIato,
1708. Antonio da Belcallro. 171 J* Lodovico da S.Soitcnc.
1711. Pietro da Colenza. J7tfi. Paolo d'Alalito la z.volta.
a (5; 7 Bernardino
da Catanzaro la i. volta. fcguito folfe non 1 abbiamo di chiaro.fran-
cclco Bordono lo rimette all' anno l Ì99 .
e -
i<?.)2. Bernardo da Briatico. Luglio del 1448. per facolti di Papa Nico-
1 *44- Bartolomeo da Badolato Ja 2. volta. lò V. fotto la data 20.
Agodo del J447-.
*1547. Giacomo da Tropea la z.vulta. quando raccoltili nel Monaderio di SanAj
in Montcftlco celebrar ano
Capito-^
jrtjo. Illuminato da Reggio. |
Rocco
Jo
. .
il line del-
(c del fuo primo , e rea) principio noi l' ab-
la fua venuta ,
gl, donò un Territorio,
egli
biamo nella Calabria l'anno i+jp. per Bol- ove altro edmeò
I
una Chiefolina col no-
la di Papa Eugenio IV.
, ove li racconta, me del Salvadure, e vi attaccò poche cellet-
che Prà Biaggio uomo di Calabria co:i_, te per 1 abitazione, e fua, e de Puoi compa-
altri Prati del i erz Ordine forlc tratti dal
, gni^ alla quale donazione I' anno feguente
grido degli altri gii clauftrati alquanto pi il del 4j. aggionfc un altro Territorio,
ed an-
prima, Fi ritirarono in alcuni luoghi dclln_. che le medesimo le non rcligiolò
, vefiito
Marca, per amore della virtù, e della peni- ,
almeno dell'abito Iteffo in una cafettina, at-
tenza 5 ma avendo quivi incontrate alcune taccata alle Ior celle Che poi l'anno
marofe procelle, ebbero in lor meglio 1450.
.
piorenza 1 anno iq.jp. , concedendo loro ria fucceflìonc alle robbe del Zio ,
non pure conferma del fudetto luogo, ma
la tenne a titolo di beneficio, e di fatto ne prc-
la facoltà ancora di allargarli in due altri.L' fc il pofleffo . fra quelto
quello mentre ritornato
anno dunque 1440. F.Pictro da Pedacc paf- Frà Pietro con fuoi compagnie querelatoli
sò in Cropani,e vi fondò il Monallerio, det- in Catanzaro dell' aggravio ricevuto , ebbe
to allora del Salvadore, di cui nel fuo luogo.
favorevole il decreto ; dal quale però ap-
Cosi dunque diramato quell' Ordine nella pellandoli alleggio il Prete, venne la cauli
Calabria; e da quindi alla Sicilia, crebbe a_, commcffa a Monlignor Michele Cola ,
Vc-
tanto , che nel Capitolo feguente Generale
feovo dell' Ifola, il quale paffato in Cropani
ebbero i Padri di qui a litigare la preceden- redimi a’ Frati il Monallerio , e la Chiefa ,
za con gli altri della Lombardia Abbrac- .
alla quale di vantaggio conccffc giorni 40.
ciano le due Calabrie con una fola Provin- d’ Indulgenza in ptrpttumn li 6. Agolto. Ma
cia, e più Conventi, parte foppreffi, e parte
perche la (fidanza dall’abitato portava qual-
in piedi, de' quali dirò feguenteincnte.
che incomtnodo a' Frati infermi, ed agli al-
tri, quali, o per occalionc della cerca, o per
MONASTERI ROVINATI DI QUESTA altro affare, eran in ncceffità di venir alia-.
RELIGIONE Terra; ottennero da Papa Si do IV. (b) con b Indie,
hit n.39.
Bolla fono la data de' zj. Marzo 1475. la
Elvcdere. S.Nicoiò di Palombaro.Quc- Chiefa di S.Maria la Grazia predo le mura,
rpit.
B un Monallerio di Offervann , e
fto era
fu dato a quelli Rcligioli l’ anno iqqi.fa).
alla quale attaccate alcune celle F iflituiro
no per Ior Olpizio, ed Infermarla .Aggiun-
« nn im*.
it.ij Strongoli. S.Maria delle Grazie. ge 1 Epitome (e), che vi fu eretta una Con- e an.T4?9.
Grimaldi. La Concczzionc. num.pi.
fratcrnità, detta li Battenti. E nulla di meno
Bifignano. S.Maria di Loreto Quelli già infettati li Reiigiofi del Salvadorc dalla-,
.
erano in rovina prima della Bolla di Papa gente di Campagna l’anno ifiij.preleroad
|
Innocenzo; in virtù poi della medeimia re- ingrandir l' Uffizio, che poi perfezzionato-
narono fopprefii li leguenrr. lo in forma di Monallerio compiuto , ab-
Terranova. S.Maria di Loreto. bandonato l' altro , vili ritirarono l'anno
Domanico. S.Maria del Carmine. tSzz. Finalmente I' anno i 5 j reftò in- . . .
Cuti. S.Maria della Croce. fieme con gli altri foppreffo dalla Bolla di
Amantea. Maria di Loreto.
S. Papa Innocenzo X. , e Ventrate ripattiteda
Maghino. S. Maria di Loreto. Monlignor Fabio Olivadfio Vefeovo di
Zagarife, il Salvatore. Catanzaro fra il Capitolo della flcfl'u Terra, •
Bclcallro. La Trinità 5 ove li erano ritira- e le Monache ripentite della Indetta Città.
ti dalia Chiefa di S. Biaggio, e qui dall'altra Non reflano adunque di quella Religione^,
di S. Maria di Loreto , e qui da Schiavigli* che li feguenti.
fono 1 invocazione dello Spirito Santo .
I
C
to
Ofenza
prei, fé
Maria degli Angioli;; nè fa-
. S.
mcdelimo, che l'altro fonda-
il
d *P*t-
l'anno 1445X11110 l’invocazione di S.Mi «nn. i44>
ni, ed accolto amorevolmente da un ralej I chele (d) a cui Pietro Ferrante providde
,
di
. . . J
Allignano, b. Maria delie Grazic.Era qu C - no, ricevuta con applauio da popoli, riveri-
ta con umiltà da 'Principi, primeggiata con
Ao un Dipelale con certo Eremitorio, Papa
ampiezza da Pontefici , temuta a molto Ipa-
Eugenio iV. fanno 1446. ferire al Volturo
vcnio dall'inferno, onorata ai luuuuo grado
di nilignanojthe lo conceda a quelli Reti-
dal Ciclo . Per quello tocca la Calabria tolto )
Indie#
gioii l f ).
f
uca.jr# Eago . S. Maria del Soccorfo. A moltiplicò di Conventi , e cosi , che l'an-
no ri 57. nel quarto Capitolo Generale di
PROVINCIALI DI QUESTA RE- Valenza, c l'anno ij 74. nell' altro pur 4. di
LIGIONE? Genova , fu ripartita in due Provincie l una
eoi cuoio di S. Prancclco , c l' altra di Cala-
bria. Colf accrclcimcnto de Conventi A ac-
« VI On
s‘ è potuta avere altra notizia
crebbe anche il numero , c la virtù de' Rcli-
H L\ de'Provineiali di quella Religione,
gioli, 14. per Generali all Ordine, altri 14.
che de' pochi leguenii, fenza alcuna diltin-
zionc di tempo. per Colleghi de’medelimi, e iz.pcr Zeloli,o
Puncefeo Pugliefc da Corogliano. ver Proeui aturi dell Ordine nella Corte Ro-
Dionigi Colombo da Oriolo. mana , c quali innumcrabili per Paltori , e
Cherubino J anncUi da Oriolo. Capi alle irovineie Pra quali puffo annu-
.
Pr° v,nCial ‘
Antonio Corbelli da Motta Bollono. 1571. Domenico da Paternu.<
Ludovico Rizzuti da Allignano. 1584. Giulio da Paola. JinGcnuva.
Diuuigi Spina da Lago. 1584. Matteo dalle Macchie.)
Gio: Andrea Bruno uà Lago. 1587. Gregorio da Paola. ^Provinciali
Brandito Liguori da Oriulo. 1 5pj. Ilidoro Sambiali da_,)m Toliana.
Coleuza. A
fieli» Religione Paolona .' 1505. Teodoro da Belvedere Provincial
in Genova.
CAP. VII. 15 Pi- Ccfario
Puglia .
Sambi afe Provinciale in-.
M
Lv
Acque il S. Patriarca di Paola
,cdil luo toneepimcnto , come
J4rff.
anche la naleita furono operazioni miraco-
lolc deli altro Prancefeo d Affiti Velli per
qualche tempo, ma lènza profelfarlo l'abito
.
1
'
anno
Rende
i5S><5.
vinciale in Tofcana.
1
9 ’ ^
Anfelmo Stocco da Cofenza Pro-
(Soz, Ifidoro
C
da Paola.
‘ Ìft ' an
Venezia.
° ^Provinciali
l'anno 1445. alla fua Religione , la quale.» i6z}. Diego d Arena, Provinciale in Si-
confermata dopo prima da Pirro Caraccio- viglia.
li Arcivcfcovo di Cofenza
, il dì ultimo di
1S19. Ignazio dalla Giojofa ,
Provincial
Novembre 1471. con Bolla , che comincia : in Mefiina.
liciti noi, riconfermò Goffredo Vcfcovo di 1629. Lorenzo da Spezzano , Provincial
S Marco 1 anno 1474. d' ordine fpeciaie di inToicana.
Papa Siilo IV., come moAra la Bolla Ponti- 1629. Antonio da Sanbiafe ,
Provinciale
Scorn a Piorum, fpedita a 9. Lu- Appoilolico in Germania. \
l«4j.P'ran-
1 .
^
,
Tanno i c $ 6.
S-Michcl’Arcangiolo, fondato
^L <0 V AN" v ann°
*
5SÌ '- mì ddì g ll tto dal B- Patriarca,
J
CtiCO n^n NOTIZIE.
p LORO
(.bSf:o , E kA-t Ì7^ mentre ci viveva, e poi anche dopo la mor-
-
no fua moglie.
de’tf. Decembrc del 1S24. Luzzi . . . fondato nel 1*33.
Paterno L’Annunziata, fabricato dal me- Malvito . . . fondato nel iSjy.
defimo Patriarca F anno 1444., celebre per
li unti miracoli, quali v 'opra il Santo. MONASTERJ DI QUESTA RELIGIO-
Spezzano . La Triniti , Monaficriu edifi- NE NELLA PROVINCIA DI
cato dal Santo raedefima Fanno i 4 jj.,edU- CALABRIA.
luftrato conia gloria di molti miracoli.
Corogliano . La Triniti , fundato pari-
mente da S.Francefco, mai' anno 1438-, ed
a richieda de’Principi di Bifignano ì ed an-
COtronc . Giesù Maria , fondato Fanno
!4<So. dal B. Paolo da Paterno manda-
tovi dal Santo Patriarca Fè la Ijacfa un no- .
che illuflre per li miracoli. bile Cavaliere Navarro Spagnuolo per ori-
Cofenza S, Maria di Loreto , fondato li
. gine . lUufire per il miracolo all’ or chcj
,
x 0. Febraro del 1510. £ l'iuia delle fabriche piantata dal Paterno una pianta d’Amendor-
religiofe di piu conta nella Calabria. lo, legnata con la Croce produce» i frutti
,
Regina.. edificato l'anno 13 IJ- coi medelìmo fegno.
Mont'alto . L'Annu nzi ara, fondata Fanno May da . Giesù Maria , fondato l’ anno
15 5 . da Ferdinando d' Aragona , figliuolo ^Sp-da compagni delmoddìmo Santo. Ve-
di Ferdinando primo Re dì N apoli 3 quello, di la vita dei B. Franccfco. Majorana fuo
che fu primo Duca dei luogo, modo dalle Fondatore
molte maraviglie vedute oprar dal Santo, S. Biagio S_ Maria degl'infermi, edifica-
.
quando iva in Francia .Ve F Immagine dei to anno 1308. da D. Giovanne Senatore.»»
I
medelìmo , tolta al vivo per ordine dei Ri- Aichidiacono nella Cattedrale di Nicafiro.
detto Rè. Tropea. S-Maria. della; uro,fabricato l'an-
Bclvifo.Giesù Maria, edificato Fanno 1318. 00x334.
Bifignano S. Maria di Loreta , fabricato
. Rocca Bernard». S*Franccfco» fondato
F anno 13 30. da Pietro Antonio Sanfevcri- Fauno 1393.
no Principe di Bifignano , amiciffimo, del Briatico S. Nicolò, fondato Fanno 1330.
.
Lo fondò .
P1555.
. . .
Catona . . . fopprcifp ,
ma poi rcftituito 1641. Antonio Pollifo da Spezzano.
l'anno K57 J- 1644. Gio; Battifta Parife da Celico.
Kufarno . S. Francefco fondato 1 anno 11547. Benedetto da Mont'alto.
,
itfyo. Andrea da Mont'alto.
2 17
poliftina. S. Spirito, fondato fanno 1718. i 5 y j. Francefco Cali la z. volta,
15 11. Roberto da
Mayda. Q x(S8o. liidoro da Cofenza.
I S8y. Carlo da
Fuicaldo la z. volta.
15 14. B. Paolo da
Paterno la a. volta.
Trani. ifi8fl. liidoro da Mont'alto.
15 17. Franccfco da
1689. Franccfco dalla Reggina.
ijio. Agollmo da Cottone,
169Z. Antonio da Caftrovillari.
rea?. Agollino Erotam.
Roberto da Mayda la z. volta, i«9y. Gio: da Belvedere.
1 5 aS.
ìfiyS. Girolamo da Paterno.
ìyap. Bernardino Alimena da Moni alto.
1701. Giuleppe Maria Perrimezi da Pao-
•1551. Uafparc Riceiullo da
Rogliano.
Giovanni da S. Stefano. la,poi Vefeovo d'Opptdo.
15 jy.
dalla Rocca Bernarda. 1704. Pietro da Longobardi.
15 j8. Lorenzo
Marcello Palmerio da Moni'alto. 1707. Ifidoro da Mont'alto la z. volta.
j y 41 .
Iy44- Giovanni da Mileto. 1710. Gio: Eattitta dalla Serra di Pedacc.
1547. Domenico dalla Rocca, 1713. Gio: Battilta Picardi daFufcaldu.
II tettante de’ Provinciali non se potuto
15 yo. Giovanni da Fiumefreddo.
Marcello Palmcrio, la z. volta, avere in tempo opportuno.
1 yy y.
lyytf. TommafodaAltiiia.
ìyyp. Tommafb da Fufealdo. CORRETTORI PROVINCIALI DEL-
1y «z.Giovanni da Fiumefreddo la z.volta LA CALABRIA ULTRA
*
1 6y. Baldafarrc da Amaratea.
y
iy«8. Luigi da Morano.
iy74_ Pietro Grotto da Montelcone.
.‘
1 ddi.
Teodoro da Caridà. gra Religione , venne anche nella Calabria
iddy. Domenico da Caridà. coll erczzionc de Tegnenti Conventi.
iSSS. Pietro da Borrcilo.
d7 1 Domenico da Caridà la 1. volta.
1 . CONVENTI DI QUESTA RELIGIONE.
1*74. francefco da Caridà.
1 d77. Domenico da Caridà la
<
j.volta.
tl d8o. Michele da S. Biaggio la i. volta.
*4 1 d8j. Gennaro Mattci a Acquare d'A-
R Offano L'Annunziata, fondato il 1791.
.
Id8p. Gennaro Mattei la z. volta, poi Vc- tempo da PP. Riformati, da'quali poi lafcia-
feovo di Nicotcra. to, fu conceduto a quelli Rcligioli dal Prin-
ìffpt. francefco Sci atoni da Tropea. cipe di Scilla Guglielmo Ruffo,e Signor del
KS94. Silvcllro da Tropea. luogo l'anno 1778.
iSg-j.Agoltino Brunetti da Reggio.
1699. Michele da Caridà. Di alcuni Ordini di Chierici Regolari
1704. Paolo Galpe da Catanzaro.
1707-
1710.
Girolamo da Roccclla.
Paolo Gafpe da Catàzaró la i.volta.
CAP. IX.
H h h f.l. DE'
, 5.
dc'luoi figliuoli ; ma con averne piantate al- quella Compagnia, per via delle loro miffio-
cune Cale, che fono le feguenti. ni penetrati in Catanzaro, vi fi fermarono a
prieghi de' Cittadini nel 1 So., ed ottenuta
-
degli Aggirati per l'erudizione dell'Ingegno nel <54. Comunque fi folle del tempo , pri- i
no però li primi a vedere la Calabria (avve- che cooperò molto Girolamo Vazano Pre-
a Tranc.
Sacch* hi- nuti in Milcto l'anno 1557., chiamati daRo- fidc della Provincia .Non però fi conchiulc
Ikof. {oc.
derigo Gomez de Silva, Principe del luogo, l' anno 1589., a conforti di Evangclilla Pai-
|tumA
ma poco, o nulla poterono dimoltrarc quel- lotta Cardinal Arcivefcovo;pcr il che vi fu-
1
lo fi foffero, fopravenuti da tediofa infermi- rono dcllinati i PP. Fulvio Éutrio , ed Otta-
ti . Lo dimollrarono bensì l’anno do. colla vio Palmerio , ed alquanto appreffo Mario
fabrica del Collcggio di Catanzaro ì c quin- Sardo. Ma effendofi opporti molti de’ nobi-
f d Grar.
di l'anno di. , con la molta opera impiegata lifù in forfè di rcrtarne fofpcfii la fabrica;la vox cure.
da Lucio Crucio c da Giovanni Saverio,
,
raffermò però Fr.Lorcnzo da Brindefi.come p.s.cap.24.
r X Orund
Giro-
. . .
Fi h h 2 bile
c . .
Scilla fitto il titolo dell' Annunziata, fon- dare all' Urias j ma introdottane lite nella
dato l'anno i 5 ij>. per opera di D. Anna_, Ruota Romana col confi: mimento dei Pa-
Maria Ruffo Principerta del luogo, che con pa , e del gran Macftro fanno iyjz. fu ac-
liberale munificenza io dotò ancora di com- cordata così , che al Fonte rimantrte f Ani-
petenti rendite per Jo mantcnimetto de' Ke- miilirtrazionc col Voto attivo , e partivo
giufi. nel confcglio della Religione , e de' frutti
valutati in due mila , e cinquecento feudi ,
Di Alcuni Ordini di Milizie Regolari
|3 »
mille all' Urias, mille al Fonte, e cinquecen-
to al Tignateli!, rimanendo a tutti, c tré ltu<
Uefta Religione fu ordinata da M. Ge- Galere coverte dal proprio fumo , corno
Q lcg. ini
raldo d Amalfi per albergare quei Pcl-
,
quali per lor divozione andavano
dentro una nuvola
comparvero
, allo fvanir di quclto,
tutte con Aendardi di fiamme,
nella vòlta de' Santi Luoghi di Gcrufalcm- c bandiere da poppa a prora , dilpoAc così,
I me Ma perche
• allo fpcrtb adiveniva, che che f una forte della Religione , e l’altra dei
|in ritornando pati Acro molti incommodi da- Gran Macltro; cinte tutte di drappi di f ia^
igf Infedeli, perciò prefe farmi 1 accompa- della medefima livrea , clic i remiganti , li
gnava con Iuoi fin dove ne conofccrte il pe- quali fin a mare pendevano con le pavefatc,
riglio E nientemeno oltre più avanzandoli
. e rambatc di fini colori dipinti. All Artiglie-
ndi arine , e dalla difclà oltre pattando all' ria leguì lo (carico replicato degli Arehi-
otfla, prefro ad infilare quei Infedeli, bnggi, cd a quello ij tuono delle Trombe, c
er maie, c per terra, e finalmente occupata
1
Calarmi Indi la mulìca de Tromboni , (la-
.
, Gnofcare , cd altri
finimenti,
f lfola di Rodi fi tolfero il cognome di nciti, Piflarc
Cavalieri, o ver faldati di quella. Ma difeac- fra'quali molti ne furono alf ufanza Tur-
ciatine da 1 urchi, e ricovratifi per dono di chefa. Riempite In tanto tutte le marine di
‘Cai lo V. nell'altra lidia di Malta , Cavalieri gente conceria alla folenniià da tutf i luo- 1
fi cfiiumaiuno, c pur oggidì li chiamano, ora ghi convicini. Così parimente Bolìio (c)
1
di Malta, 01 a di Rodi , ed ora Gerofolimi- 1544. Frà Fabrizio Pignatclli era di quc.
iùT
DI ALCUNI ORDINI DI MILIZIE REG OLARI CAl X. J
. 419
Ilo tempo Baglivo.Fù quello, che in Napoli Fr.FilippoLongodi Cofenza Com-
fondò l' O /pedale de' Pellegrini (d). mendarorc.
1548. tri Federigo Urrius(c). 1816. Fr.Francefco Caraffa Prior della_»
Roccclla , e Generale delie galere.
VAL1ERI DI QUESTA RELIGIONE.
CAVALIERI RELIGIONE- tfija.tr.tranceli:o Cordovani Catanzaro
1590. Fr.Francefco Mdiflari di Reggio.
I efpongono con ordine alfabetico per l<5o8.Fr.Franeefeo Majorana da S.Maico.
S togliere ogni geioiia di precedenza, e fé
di tutti almeno delia maggior parte fi
iSjj. Fr.Francefco Rifo di Catanzaro.
1S4S. Fr.Francclco Sutianu di Cottone.’
non
mette i anno della lor vellizione, conforme 1673- Fr.Francefco Sambiafio di Cofenza.
Hanno annotati ne’regilìri llampati di que- fò Fr.Fabio Felliccia di Tropea.
lla Religione. tr. Fabrizio Marincula di X averna.
A 17*1. Fr.Felice Laboccctta di Reggio.
1600. fr.Aleffandro Garofalo di Cofenza 1580. tr.Ferdinando Fazzari di'liopca.
16 jo.t r.Aibcrjco Baldachino dall’Amàtea 1740. Fr.Ferdinando Parilìo di Reggio.
ifidj. tr.Alfonfo Rifo di Catanzaro. ijjS.Fr.Francelco Abenavoli di Reggio.
JS44. tr.Andrea Majorana di S. Ginetto. 1 545.
Fr.Franeefeo Majo di Cclcnza.
1577- Pr.Amonio Campagna di Reggio. Fr.Francefco Pelliccia di Tropea.
SSo. Fr. Antonio Badolato di Cofenza.
1 17 ... Fr.Francefco Pari/io di Cofenza.
1S17. Fr.Antonio di Spirito di Cofenza. G. ,
1S07. tr.Antunio Cutaneo di Catanzaro. 1578. Fr.Giacomo Pifloja di Catanzaro,
a ìJdy.tr.Agoilino Ricca di Reggio. tr. Giacomo Tarlìa di Cofenza,
]S8j. t’r.Antonio Barrigelli di Cotronc. Prior diMeffina il 1169., e poi di Barletta
Rocco di Cofenza.
1504. Fr.Elifeo I(S , ;
Cofenza.
F. 1601. Fr.Giulio Firrao di
diRoffano. fio4-Fr.Giulio Ccfare Braccio di Tropea
1597. Fr .Fabio Mannarini ,
Fr.Giufeppe Cordova di Catanzaro}
Fr.Fabio Barone di Tropea. 16(59.
Interzati di Rollano.
1581. Fr.Fabrizio Barone di 'l ropea. i<oo. Fr.Giukppe
1500. Fr.Giufeppe Roia di
deliaBa- Reggio,
ìfijl. Fr.Fabrizio Ruffo Prior
léso. Fr.Giufeppe d'
Aquino di Cofenza.
gnara.
Monfolino di Keggio.
iSSz. Fr.Fabrizio Ferrari di Catanzaro. J591. Fr.Giufeppe
iStJi. Fr.Fabrizio Firrao di Cofenza.
^*16*5! Fr. Gregorio Caraffa Prior di Roc-
,<S78. Fr.Fabrizio Marincoladi Catanzaro
Prior General ddlcgalcre , e Gran Maeitro
1449. Fr.Filareto Ruffo di Sinopoli cclla,
nel 1 <58o.
di S.Eufemia. 4
1578. Fr.Paolo Tomarchclii di Tropea. numero, per vario ifluuto, e per nome mul-l
Fr.Paolo Fazzari di Tropea, tiplicatc, Agolliniane, Francefcane , Dome-J
itfoi.F .Pellegrino Quadrumani diCospza nieanc, Carmelitane , Tertiiane, Gcfuite,)
Digitinoci by Googlc
. .
dò nelle proprie cafe,con anche dotarlo de’ fondato Buon Angiolo, Giro-
daili Signori
propri beni Fu fua prima Abadcila Marina,
. lamo e Francefilo Riccardi fratelli della.,
,
vo Monallerio fabricato dentro l’abitato 1 l' Inferno) volle pur anche piantarvi Mona-
crebbero la preziofa fuppcllettilc, con 1’ in- maggior intendimento vuolfi laperc , ebej
trodurvi le loro Religiofe, e loro Monallc- nella fudetta Cittì gii fiorirono due celebri
rj. Molti ne mandò a rovina l’Inferno, molti Monallerj l' uno detto S. Maria della Motta
ne rifabricò il Cielo, per educarvi Ipofc a Ciftcrcienfe, l’ altro S. Maria de medio Do-
Crillo . Fra’ quali è quello in mini Algidi i Florenfe Di quello Monalle-
.
Terranova, detto Santa Maria della Sani- riogiì Benedettino abbiamo un’ ifirumcnto
ti Riconofcc egli la fua prima fondazione
.
della Cittì di Cofenza folto li a t. Aprile
nel idoj., e per fuo unico Benefattore Gi- noo., nel quale conlìderando la Cittì , che
rolamo Angiò con l'affegnamcnto di doeati le dette moniali vivane vita nimis excmpla-
due mila ma le fuc prime pietre furono lì,
: ri, ir fancia ; e che poi avendo la ferocia.,
ove fi dice. Della Pietra , che poi rovinate, delle guerre toltola maggior parte de’ loro
rellando quella Chicfa femplicc le Mona- , beni, le affegnò la quarta parte delle rendite
1 far
che con una nuova fabrica fi ritirarono, di certe botteghe (a) Effendo poi alquanto CaDt'fn
.
ove ai prefente fi ritrovano declinati l'anno ijoq. furono raccolti in-.. p.tuJ.
uno
a .
bii.jip.C.
f.iuLja.
!<>•
ellendo Vefcovo Afcanio Gcraldino»c l'oc-
*• V. caiìonc fu , che predicando di quel tempo
nella Cattedrale Frà Tiberio da Milano Ca-
DELLE MONACHE CLARISSE. pute ino, in una fola predica della Domeni-
ca 4. cavò da pollribuli 11. donne di mal af-
Vendo già il Serafico Patriarca mof- fare , al ricovero delle quali li Cittadini fa-
L fo guerra all’Inferno con i'ilìituzione ticarono quella Cafa.
dell’ Ordine de' Minori j volle anche far il Cofenza Furono le Clariflè da principio
aicdcfìmo con le donne, potendoli di lui di- nel Monaflcrio fuori la Città, detto S. Maria
re» Nova betta elegie Diminuì'. Forfè in ri- Maddalena , fotto la cura de’ PP. Conven-
feontro d'aver egli ottenuta la palma contro tuali } ma poi collrerte dalia ferocia delle.»
d’Adamo col mezzo di Èva; e com'egli coll’ guerre correnti circa il 1575. fi ritirarono
inganno portato ad Èva fuperò 1'uoino» così dentro in alcune lor cale , con fpcranza di
Francefco con la prudenza di Chiara , nobi- ritornar dove primi » però non celfando il
liffima donzella d Affiti foggiogalTe,comc bollore de bellici tumulti, mediante un Bre-
foggiogò tutto T Inferno Rapita dunque.» . ve di Papa Eugenio I V.,(pedito l’anno 1455.
dalle braccia del Mondo quella fantillima lì fermarono ivi per Tempre .Con ciò runef-
Amazzone, e vcltirala delle fue ceneri , fon- fc dall' intraprelo fervore , Papa Leone X.
dò con Tuo mezzo la Religione delle Clarif- ne trasferì il penlìcro a'PP. dell'Oflèrvanza,
fe, la quale coll effempio generando una ric- fotto de' quali talmente fi profittarono , che
ca prole : General Virgo filai , fu in forfej da per loro profetarono la prima Regola
d iltcrilire l'umana generazione, tanto que- di b. Chiara.
Itc li moltiplicarono Conftrnuntur Cereo Ina
: Capuccinelle Monaflcrio fondato l' an-
.
vafli per orlii [pali , crefeit Sororum copia , no 15Hz. da D. Girolamo dcll'Oliveto, Pre-
claret mairi s notiiia. Fi» ella prerogativa del te molto effempiarc dalla Cellara. Profeta-
Serafico Patriarca S. Francefco ordinare Re- no la prima Regola di S. Chiara , con le Co-
ligioni di femmine» perche quantunque ogn' nduzioni ordinate l'anno 1454. in Gibenna
altra Religiofa famiglia abbia le fue Mona- di Borgogna, quali riformate, ed approva-
che » tutta volta elleno non furono piantate te in Roma da 1 rà Girolamo di Caftelfcr-
da’medcfimi Patriarchi (pctS. Domenico li retti Procurutor Generale de Capuccini, fu-
Idilpura) , ma da'Keligiofi , che li feguirono» rono date alle Itampc l'anno 1646., ad iitan-
1
ond e, che a gloria del B. Serafico li canta la za di Suor Catarina di Soda dalla Celiar a_>
leguente Antifona : 7res Ordina hic ordinai, Abate (fa, e l una delle prime Monache, che
prtmHTnque Fratruto nominai, &c. l'abitarono. Profefsò l'anno 158(1, c fu elet-
Sono quelle come nel Mondo tutto, così ta Abadclla nel iSto. Religiofa di molta_.
nella Calabria, le più moltiplicate L'abbia- . fatuità ui vita. L'anno 1607.3 zp. Aprile
mo dal numero do loro Monaflerj , de’ quali per Breve di Papa Clemente Vlll.,ufeirono
qui folto facciamo il raccordo. con titolo di Abadclfe Suor Franccfca dell!
Catanzaro. S. Chiara, Alcuni ne rapporta- Scalzaci alle Suore di Munt'alto» c Suor Pe-
no la fondazione a Pietro Kutfo Conte della tronilla da Cofenza all' altre di Tetano.
Città l'anno r jop. più in là , ma con errore» L'anno 1 618. a 18. Febrarocon Breve di Pa-.
poiché anzi lo fondò , come fcrive Scipione pa Urbano Vili. Suor Angiola da C’affano
(a) , Giovanna Aquino , roogliej
Ammirato andò a reggere il nuovo Monaflcrio di Ca£
;~*j* di Pietro primo , dotandolo del proprio . fano, c di là a regger l' altro di Corogliano
'
IL’ampliò Pietro li. 1 anno i joi. , e poi di
’
Giesti,c Maria altro Munaflcrio, fonda-
nuovo l’anno ì } jo. Giovanni 11 figliuolo . to da Giulia Dattilo l'anno iSzr.
‘del Ridetto Pietro a contemplazione di Gia- Taverna S. Catarina. Era quello un Con-
.
coma Ruffa di Sinopqli AbadefTa . .Prefe un’ lèrvatorio di Monache Terziarie Francefca-
! altro miglioramento l'anno 1344. lotto l'A- ne, le nuali a conforti di Suor Glorizia Bla-
bzdcfiàto di Chiara Ruffa Dapprima n'eb- . feo, c di Suor Lucrezia Catanzaro,rifo)utcii
bero cura i PP. Conventuali , da' quali poi di profetare la Regola di S. Chiara, chiama-
Papa Pio II. l'anno 14119. lo rraportò fotto rono da Nicotcra Suor Lavinia Mufea , e.»
la difclplina degli Olfer vanti. Oggidì Uà fot- SuorTibcria Mar incoia , quali venute con
to ladirczzionc degli Ordinari. Breve di Papa Gregorio XIII. l'anno 1569-,
Sant» Maria della Stella , anche Monaflc- fondarono detto Monaflcrio , reftandovi
’rio Clariflè , fondato con molta folennìtà prima Abadellà Suor Tiberia,e prima Vica-
1
,
Amantca,S. Chiara, Si fondò l'anno fdoj., gini, {ondato dalia Cirri l'anno idji.
per il cui edòtto con decreto della Congrc- Trupea.S.Ctuara, Monalterio di Vergini,
* _• i. : -
gazione dc'Vcfeovi ,c Regolari fi rraporta- l fondato da Marianna Mutnoli l’anno tatti,
jono dal Monallerio fudetto di Taverna-, S. Domenica, altro Monallerio di Vergi-
j
iendo quanto più ricco di facoltà, tanto più Calvi l' anno 1614.
povero di prole, non pur dei fuo corpo , ma Ajello.S. Giacomo, Monallerio di Vcrgi-
delia famiglia, piegò l'animo a quella opera nijfondatoda Monlìgno. Calvi l'anno idi;.
di pietà, Cutro. S. Chiara Monallerio di Vergini, ,
parenti, con quello poi, che volendovi entrar di CapuceineHe , fondato da D. Giufeppc
altre poi tallero la dotc.quql'è di feudi tre-
li Leopoldo Sanfevcrinu Principe di Biligna-
cento f'ù fondato f anno i j8t.
. no, a petizione del venerabile fervo di Dio
$. Maria Maddalena , Monallerio di dan- P. Angiolo d' Acri Capuccino, l'anno 17*?-
ne ravvedute , o ver convertite Riceve pu- . S. Marcu S. Chiara , Monallerio di Ver-
.
re donne Vergini , ed onorate con le loro gini, fondato da Monlignor GioiBattilla ln-
doti , Pii fondato da D. Pieno Borgia f an- dcili Vcfcovo delia Città, Rumo i 6 z 7-
no rtfjo. Caltrovillari. S. Maria Scala Cucii , Mo-
Mont'alto . S. Catarina , fandato T anno naflerlo di Vergini, fondato da Sigifmundo
iSo;. per Breve di Papa Clemente Vili. fot- Lupis , Gentiluomo del luogo Panno ijffz-j
tu
to 1 ollervanza piu riformata ; che per unto
tanto I
l’anno 1609. venne eletta prin» A bade da f. vr.
Suor praneefea defla Macchia , tolta dallo DELLE MONACHE DOMENICANE.
Capuccinctie di S. Croce in Cofcnza.
Kit alito. S.Chiara, fondato ne'1400. Ven-
ne la prima volta trasferito lotto al Callcl-
lojc quindi non lungi dal Vcfco vado» luo-
A Bbiamo parimente le Suore Oauflrali
del terz Ordine di S.Dumcnicu, quan-
tunque nou corri fpondenti proporzional-
go già di PP. Conventuali . Papa Paolo III. mente di numero aReligiofi deimcdUìmo
lanuo 1577. conferma una fua Abadclla (c).. abito . Cola ceno di qualche maraviglia , e
a Gieracc . L' Annunziata , Monallerio di tanto più maggiore , quanto che dcifaltre (
S Vergini Clarilfe , fondato dall' Abato Bizoche nelle paterne caie n’abbiamo uno
Giovanni Capoferro Panno 1517. numero molto grande.
Montdeone.S.Chiara.Monaflerio di Ver- Catanzaro. S.Rocco Una morralimm* .
Briatico. S. Maria dc'Raccamandati$,Mo- fta Chicfa. Guglielma de Curai» Gentihlon- hai. uc.*.
nafterio di Vergini, fondaco dalla Marche- lurun furiti
na primaria del luogo, rifan-ira
c ri
ferita, r*
i dii *
fanaca dal I
A
DI
PP
ALTRI ORDINI DI MILIZIE
ENDICE "
REGOLARI.
A ’
tamente
Cavalieri Gerofolimitani dovevano
feguir in filo per continuare ordina-
ii ile Ha materia i Cavalieri degli al-
Kt Flaviano Cozza dcll'Amamca.
£4 Orlando Sabinis di Stilo.
Pirro Megali di Squillacc.
tri lllitu'i militari . Ma ell'cndoli tralafciati Solimo Partivallc di Badolato.
per inavvertenza di metterli nel proprio Taddeo Nuzzo di Catanzaro.
-
luogo , s è giudicato inferirli in quell' Ap-
pendice, come in luogo più acconcio, e più CAVALIERI DI S. MICHELE.
vicino a quelli i e per non Ialciar in quello
Libro materia alcuna non maneggiata
Deve faperli adunque , che per amore , c
difefa della Criltiana Religione, oltre l'Illi-
.
.
Grortcria , e primo Principe di Cafi
CAVALIERI DI S. GIACOMO.
Rancefco Maurclli di Cofenza.
F Ferrante Zaccone di Catanzaro.
C Efare Gaeta di Cofenza.
Franccfco Toraldodi Badolato.
a Carlo Pocrio di Taverna.
ijji. Leonardo Grimaldi di Catanzaro,
i) Gerardino Ferrari di Taverna.
44 Franccfco Pocrio di Taverna. «r Franccfco Antonio Serra di Nicaflro.
Gio: Battifta Nicotcra di Nicaflro. Giacomo Sommonte di Nicallro.
Girolamo Pocrio di Taverna.
Tommafo Sdipani di Taverna. CAVALIERI PONTIF 1 CJ.
C
CAVALIERI DI
Lodoveo Pace
Mario Bonclli
di
S. STEFANO.
Catanzaro.
di Catanzaro.
M Nchc li Sommi Pontefici ifliruirono
nella Chicfa alcuni Ordini di Cava-
lieri, come fù Innocenzo Vili, di fel. mcm.,
che Fanno 14 85 illituì l’Ordine de'Cavalic-
.
Pietro Bernardino Fraffia di S. Marco. ri, cognominati della Stola Pontificia , mol-
LIBRO TERZO
DELLA
CALABRIA FESTIVA
DEL P. F. GIOVANNI FIORE
DA CROPANI CAP UCCI NO.
’
Argomento del tanto era della lor gente ; ma Iddio vj pro-
prc lente Litro tut- vidde con cclefic mitacolo ; concioliachc
to va intelò agli per tutta quella notte, nella quale furono ad
onori fagri , quali aere feoverto le venerabili offa , fu veduta
I
alla Chiefa dal ùria, ma come ogni altra più religiofa ugual-
proprio feno ; o niente rlverifcc i Santi, fieno, o Tuoi , o non
venutigli dal di fuori ; non effondo ella del fuoi; tanto, che li renda degni dell'onore , o
genio di talune Provincie, le quali naufeano l'eminenza della làntiti, o la gratitudine de'
j l'adorazione di alcuni Santi , perche non.» benefici, o altro lómigliante ; come appunto
1
della loro gente. Così, come fu quella don- fi vederi nella prima parte di quello Libro.
SincxJ.
na Cefarienfe per nome Aretc (a) , la quale Ma perche molti fono de' nollri Santi, e Bea-
rifiutò di riverire le Reliquie di S. Anallafio ti , de quali nella Calabria appena ne vive
|
Martire Perfa , perche non fuo Cefarienfe ; la memoria, almeno univcrfale fra tutti ; ed
onde diceva: Ego Lipfanum à Perfide veniali altri fono , che non Santi , non Beati dalla_.
non adoro Ma ben fe l' intefe , concioliachc Chiefa, non polRino meritarfcla, quantunque
.
j
condotta quali fu gli orli della morte per un per virtù, e miracoli da paragonarli non fo-
ficriflìmo dolore dì lombi fenza poterla gio- lo, ma da preferirli a molti del primo Ordi-
I vare rimedio alcuno di medicina, fi farebbe ne: perciò per recare a tutti, c quelli, e que-
morta; fe il Santo impietofito de' fuoi dolo- lli una qualche dimofiranza di onore , così
ri, c compaflìonando la fua ignoranza, appa- come ce lo detta la ragione, c ci obliga l'af-
rendole vifibilc non l'avclfe avvertita, che fetto della Nazione: Quisenim, diceva Papa
c in bui-
(cambiato parere , avelie fenz’ altro adorate Pio li. (c),ifui fu* Urbis fruconi a, Ju a Patria la Cano-
;lc fue fagre Reliquie ; cosi come avvenno, lauda, fui generis vinutes non libenter vulga- ni». S. Ci-
'
con fuo grande utilc,rifanata al punto mede- ti procure t, cum id pojfit riti , & lionefiè face-
*vh.>cn.
Ih'il.
lìb.
An-
».
rapportato daBcda (b). Offrida.dic’cgli, Rei- mincs, &
in omni parie Orbis nano tfi, qui non
glie. na de' Merci , figliuola di Olfiivino , che fu cupi dim: preconi gandi affilium babere videa-
fratello di S.Ofualdo , accrebbe di molte an- tur. Libenter tamen, C
majori cum jucundita-
novali rendite un tal Monallcrio nell' Alt- te fua in Pairia,
!
&
in fua Gente. Et fi nos q ai-
glia, con pcnlicro d' introdurvi le fagre Re- ti cm B.Catbarina fublimcs dota nobile inge-
,
|
liquie di S.Ofualdo . Gii quelle con molta nium, divinam mentem , facraiijfintam volili1-
folcnnitì vennero ivi trasferite ; ma quei di taient in omni Natione , quam Irtifimi vidif-,
dentro non le vollero ricevere , perche.» , fetnus, Utiores tamen in Urbe Scncnfi , qua nos :
quantunque fapeflcro eflcr Santo ; non per gemili. Siquidcm meritorum ej us longè magis,
, * & nta-
, . 1
pei ,
quam
fi Virgo hac , aut in Africa , aut in tutti, con publico culto venerarne le l'Jgre
Sciibia aut in India naia fuiffet 5 Ncque cium
, memorie, poteffimo almeno con ufo mani-
peri poteft, quin S arti orniti proprinquital ali- rologico privatamente portarne in compen-
quid babai prerogativa : ho rifoluto dargli dio su gli occhi , ed i meriti, e la gloria. Ar-
1 onore del Martirologio , diltribucndoli gomento , qual fari! della feconda parte di
per quei giorni, ne 'quali morti a noi, rinac- quello prefente Libro .
|
PARTE PRIMA
Come femore eri in ogni tempo fu nei
, dareDeo decimai , &
prirnitiai Cofa quali
Mondo laJ'olennità delle Fejlc Sagre. poco, anzi nulla nuoce al difeorfo? per noni
dire,che vie più l'appruovi , dimullrandoi
CAP. 1. l’antichità de’ Sacrifizi , c delle Felle, non'
fole per puro, e fempljce dettato della natu-
Acquecol meddimo Genere u- ra } ma per premura ancora della Divinità I
I mano la venerazione della Di- incdciinia , ( farei per dirla ) ambiziolà de’ j
I vinità} sì per
il rivcrcnzial lu- nultri rcligiolì oiTequj Ma che dico degli
.
I ^1 me
qual di le medeiima im-
,
uomini? Gii Angioli mede-fimi nel Ciclo nn ,
^
prelfe nel cuore di tutti? giuda I dal loro principio ebbero l’ulo delle Felle
che lo cantava Davide nel quarto dc’.fuoi fagrc, inficine con gli uomini fileggiando'
Salmi: Signatura eft fnper noi lumen Luhus lui la divina, e dominanza, c liberalità L’ ab-
. I
Domine} si per 1 altro , che la natura ben_> biamo nel trenta , ed otto di Giobbe, ovoì
ordinata gl' indettava da per tutto,ed è quel- come dilputando col Santo Martirizato, co-
lo , di cui pur diceva Davide nel trenta , o sì gli favella: libi eroi , quando ponebarn fun-
damata terra, rum me laudarmi fiumi AJlra
'
tutt’ i fecoli dell’ eterniti, a godere un Cic- per 1 figliuoli di Dio, portati dal grande , sì
lo luminofo per tante delle : a calcare lina., delia beneficenza divina, si del fuo alto do-
Terra, tapezzata con tanti verdi erbaggi , e minio , qualora il viddero aver gittate non
trapunta a si gran vaghezza di fiori: a com- folo, ina condotte felicemente alia loro al-
mandarc un popolo di animali ,c guizzanti tura le fondamenta di quella machina mon-
per l’ acque, e volanti per 1" aria , e faltanti diale ne celebrarono le Fede co' dovuti ap-
per la terra : a cibarli con tanti frutti belli plaufi. Argomento aliai chiaro , che una fu
per colore, efoavi pergu(lo,in ogni tempo, la creazione del Mondo, e 1 ufo delle Felle
’
•nn-Mviì- fe Giacomo Saliano (a): Quo aurei» Monitore re : Non eft Dcui che appiaufo non avellerò
’
4i .ocn-a facnpcajfe dicemus ì Chryfoflomus , Cyrillui, la Divinità colf ufo delie fagre Fede . Facil
Cajfianus, &
Procopi ui, nullo alio impulforeeo cofa ella farebbe andar tutto ciò dimollran-
vcnijfe ajunt , quam lamine naturali, quo feie- do colf effempio di tutte le Nazioni, Ebrea,
bant Dcum , quamvis nulla re indigentem, no- Greca, Pcrfiana , Egizzia , Romana , e qua-
ftris tamen muneribus bonoranduni effe } idquc lunque altra ebbe grido di più famofa ? ma
fignum fubjeClionis effe,atque daminii . Quan- perche di alcune di quede gli clìèmp; no
tunque egli con Ugone di San Vittore Itimi, verranno più acconci ne 'capitoli vegnenti}
che anche in ciò cooperato avclfe Adamo ivi ne rimetto le pruovc, Ibi qui contento di
lor Padre ? così addottrinato dal medelimo averne recate le memorie }' perche fi con-
Dio: Credimm ( dice Ugonc) Dcum docuiffc chiuda, che l’ufo delle Felle fagrc} onde fi
Adam cultum divinimi , quo ejus bencvolen- venerano, c la Divinità, c i fuoi Santi , dato
tiam recuperarci , quam per pcccatum trans- foffe , come pur oggigiorno lo è in tutto il
1
grejfwnii amiferat, tpjumquc docuijfe filini Jitos Mondo, si barbaro, sì Cridiano} e feguente-
> ,
>.
DELLE F ESTE SAGRE C A P- I.
439
mente anche nella Calabria , ed antica , e intendimento di cotaii tette dagli Ebrei dal
moderna i onde li verzichi l'oracolo del principio del Mondo ai joo. in quìi del mc-
Real Profeta nel vent'utto de’ iuoi baimi ; dclimo vuol egli lapcrii , che la prima di
,
In Tempio cjus omnes dicent giuri am T<m- . tutte fu quella del babbato itticuita nel letti-
pio di Dio egli è quello Mondo vilibilcj co- mo giorno del Mondo bambinoìAll ora che:
ai fuperbo , che per di fopra lo chiude , co- Compievi t Deus die J'eptim » opus fuum , quei
me per fclfiìtto f intralcio Riminolo dello feccrat , &
requicvit die feptimo ab universo
lidie , avendo per di fotte un pavimento la- ,
opere, quod patrarat . Et benedixit dieifepti-
llricato di fiori : fue porte fono quante fo- I ino, &fanSifcavit illum \,così come fi legge
no parti di etto Mondo, cioè f oriente, l'oc- I nel fecondo della Geneii Dove le parole:
.
ridente , il meriggio , c'I fettentrione Per . Benediiit dici Jeptimo, Icrive Cornelio a La-
j
quelte adunque entrano quawe fono Nazio- pide (b) , che vai il medelìmo , che giorno
ni fulla Terra, a celebrar le Fette al bigno- bauto, e fattivo : Sanclum , &
feftum deirevit up .,.
re, fetteggiando,cd applaudendo le fue glo- dicm [optimum ìc meglio fpiegarono l'altrc
Ut; In Tempio ejut omnct dicent gloriam, parole di appretto: £t fanOificavit illumi
ci oè Deus à mundi exordio hoc primo Sabati
Fejlt Sacre celebrate nella Calabria die ilium fantijicavit ,ideft «S* Fejlum iufli-
“ Ebrea. tuit, colique voluit ab Adamo ,'cjufque Póflcris
/acro otio , &
calta Z>ei , maxime rccolendo
CA P t JJ,
bene[cium ere a! ioni s, totiufquc mundi ilio die
completa. Ond è,che quella Fella non fu ifti-
O difeorro altrove, che la Calabria li fotti ' da Mos ùi come molti ftimarono,ma dal
uita
appreso dopo il diiiuvio Ja gente roedefima Mosè Memento, voile folo raccordare a iuoi
Ebrea fu, che prima 1 ‘abitò, cioè Afchenaz- Popoli l’oflervanza di quella fetta, gii tem-
zo co’fuoi difeendenti 5 fol unto differenti, P° avanti ordinata dal medefimu Dio .Ne
quanto dopo il dilluvio avendo pellegrina- vagliano le Chiolc , o deli Abulcnfe > cho
tu nell' Armenia, Ebrei Armeni , o pur Ara- i intefe come fella ordinata per anticipa-
un $50. anni , quanto egli è dal 1 8zo,,quan- Adamo , c Tuoi Poderi , come poco “'anzi
do v arrivarono, ai zzzp., ne’ quali accadde lo fcriflé Cornelio con 1 autorità del Kibc-
la fopravenuta dc’Grcci,con quel di più, che ra > di P* c Catarino . Oltre quella
la poflettero durare tra’Greci, ch'ai mio ere- abbiamo li fagrifiz; di Caino , c d Abele , c
dcre non oltre pafsò un mezzo fecolo.Quin- feguentementc li giorni fedivi , conlagrati
di traggo in confeguimento , che non po- alia fòlennità di quelli . Avverte qui baita-
tendo , ne dovendo quedi Popoli Ebrei , e_> no (d), che non fu un folo , e per una loia_a
quelli dapprima il dilluvio, c gli altri dopo volta il fagrificio de due fratelli $ ma ru an-
qucllo darfene fenza la venerazione di Dio novale, cioè per ogn anno in giorni Itaoili-
Ù5 onde su quelle parole nel cedo del
Genc-
con l'ufo delle Pelle, c dc'SagrificH ebbero,
e gl’uni, e gli altri , nè in differente maniera fi • Fattum efi
autem pofi muitos dici, ut offer-
di quella fi celebravano nei Popolo Ebreo, ret Caini così egli fcriyc per intei^imento
Dio imparadero , e
feguentementc l'ufo de’ morto Abele, uccifo dall empio fratdlo>non
Sagrific; ,
e delle Fede . Ma per piti didimo per duetto da loro Poderi fu diiùieda la rc-
'
da
.
care nomea Dumi ni Non lì cada qui nel pen- gli Arcadi del Pcioponctlo lotto la cundot-i
Cero, ehe quello Enos avelie con nuovo co- ta di Oenotrìojc d. Peucczioj detti però orai
minciaincuto intraprefo il culto del fuoDio, Peucezjj ora, e piu volgarmente Ocuoti j. Li !
0 già liiihiclfo.o già raffreddato in quei fuoi feguirono Japigj , i Eretti , gli Achei , i
i I
Autcnuti ì fur ancora fioriva fra quei Po- CaJeidclì, i Laccucmonj, gii Atenkfi, ed al-
poli . li cominciamcnto adunque , di cui li tri, de’ quali io a lungo favello nella Cala-
iavella in quello luogo : IJlc i etpii invocare , bria abitata: onde nc avvenne, ebe come di
l'Abate Ruperto, Nicolò di Lira ,
l'Abuien- tutti quelli ricevette la Religione Idolatia,
iè, V aratilo , e 1 Lippomano , foferitti da Sa- così di pari ricevette le ior felle. Reca pelo
ltano ,1 intendono anzi del prufcguimcnto aldifcoifo la moltitudine dc'fagri Tempi,
con qualche cofa di vantaggio, e con qual- lamemoria dc’quali ancor duia in Cottone,
che (iugular prerogativa, forfè perche avef- in Lucri, in Reggio, in Caulonia, in Sibari,
Ic opeiato, che li erigetfero Chiefe a parte, in Turio, ed altiovc ; già coniagrati a quafi
cun Macllti, quali addottrinalfero i meno in- tini' i falli Numi dell Idolatria , da' quali
tendenti nei cullo Divino , e convocalfero ancora viene in conghicttura la moltitudi-
Popoli a preghiere pubiche , e fomlglian-
1 ne delle lor fagre l edei poiché non farebbe
. ; Sic ergo Enos (ferive
ti Saliano (e) ) aicitur colà facile alla credenza , erger fagli Tem-
cafifl'c invocare, idefi exceUentius,quam vulgo , e non tinteggiarne , o le dedicazioni , o
" pli
lùm fuerit, predicando v. gr., vel certa s ceri- leglorie col di piu dovuto adoro tutelari
monias, &
prccum formula s adii bendo ex infii- Numi. Oltreché ancora fono vive le memo-
,
turione Pairii Aggiunge Curnclio ( f ), che
. rie delie felle celebrate inReggio ali' cuor
(di quelli tempi vennero ordinate alcune fa- di Ncttunno, e di Diana } nei promontorio
jtuigiiuolc d'uomini fugri per tal miniilerio: Lacinio a Giunone, tosi come in Locri , ed
Timporr ergo Enos videntur cairn bomiuum in Vibona a Profcrpinajln Sibari a Minerva,
'inflittiti , &
in Eccltfia congregati cctpijfe ad in Cotronc ad Èrcole, e famigliami. Ma pe-
publicas preccs , ad publicas concianti , et ca- rò non ellendoci notevoli nò il tempo, nè il
thachefes, ad publicum Dei cnUnm per facrifi- motivo, nè la qualità, farà d’uopo qui allar-
da , aliarne ritus , &
e ce ri moni al Onde poi
: garci nella Grecia di là , dov' è più vivo il
Ruucrto Bellarmino (g) , con anche la tetli- i acconto di quelle Felle nelle penne descrit-
monianzadi Tomafo valdenfc , traile uu-> tori e da quelle portate con Je loro cìrco-
non sò qual preludia deila vita monadica. ftanze far giudizio , c conghicttura alle di
Ora tutte quelle fede , con Je loro cerimo- quà, celebrate , come da' popoli mcdcliuii,
nie, e mi, di vittime ,di perfone ,di tempi, così alle maniere mcdcfimc. Ma
qual occhio
I
e di luoghi , tutte con fola qualche divano, così linceo, che polla tutta inficine la Cic-
di pi , o di meno , lì Ccleoi'urono nella_,
u i cia a minuto vedere , c tutte le fue felle o£
v.alabru da Tuoi Popoli nel mentre furono fervore ì Singolarmente in Atene , nell Ar-
Ebrei ì cosi come lo vogliono le conghiet- cadia, né Milfcni, nè Lacedemoni, quali fu-
ture , ne vi difcorda la ragione : conctofia- rono quelli, che la noltia Calab ria popola-
clu non potendo vivere fenza Religione , c rono.’ Molte dì quelle n’eternarono alia me-
Tegnentemente fenza culto di quella } qual' moria de' poderi li fcrittorij ma ehi potreb-
,altia Religione potevano abbracciare , che be avere, cd ozio , e Biblioteche da volgcr-
quella de loro maggiori i e qual'altro ufo di li tutti, e trarne quanto farebbe d' uopo per
C gione , così ne' riti, e nelle Fede fagre Le fede Fan ionie a Saturnojicrogni eù>-|
. 1. ,
'
i
C Omc
della Calabria
re rapace
Roma non
;
il
così
fi
non mancò
contenne da dende-
braccio per infignorirfi
di pari a~,
con citare in mani,e gli Adulti , palleggiami
mandarle de fuoi Popoli per farla Romana,
il Teatro fovra fiyoci delirici!, hn le donne
e d’idioma, c di leggi, e di riti, e cerimonie.
vergini , condotte su di una machina cami-
Altrove dimoitrano le levate de' Popo-
fi
Athcr. nante (e)
da Roma ad allargarli nella Ca-
ti
li partiti
nb. 4. c. 4 .
Le Fede Ofchoforie, ordinate ad onor di labria, abitandone molte Città, altre in qua-
Minerva daTcfco allora, che egli felice- lità di Colonie, altre di Municipi : onde fup-
mente fi ricoiiduffe alla Patria con allegrez- pode quede Romane Cittadinanze, con ogni
rplut.iti za di tutti f
v M ahet. ( ). nobil confcguimenro ne viene in conghiet-
Le Fede Panathsnee, Agre a Vulcano per tura la celebrazione delle Felle Romane fri
memoria di quando il Popolo Atcniefe ri- quelle Tanto maggiormente , che Tempre.»
.
fallìNumi le primizie delie biade loro li of- tri Falli venivan detti
, Erano Fadi, quelli, . i
quale la Terra avea rifcaldato (1). lare Profedi , cioè non Fedi erano quelli,
.
Le Fede Afcolic ad onor di Bacco, nelle quali venivano defignati alle faccnde, o pu-
i
.
.
f
Le Fede Olimpiche ad onore di Giove li,
1 correndo ignudi per la Città, e battendo
Olimpio, follcnncgiaie ogni quattr'anni con per giuoco quanti loro incontravano Anzi :
,
p
varie maniere di giuochi, a corlb a lotta, c molte nobili femmine volontarie ivan loro
, n
|fomigIianri,coinc lo difeorro altrove Que- . I all’incontro per augurio di fecondità, sbra-
a
[
tilt mÌìT
. 1
,
um.
. finto, thè Carmento un tal Nume fi tingeva tede, e con ilpargere acqua di fulforc (p). r Aiti,
propollo alla generazione degl' uomini ì e Le belle SulitauriJie fi celebravano da -ut
perciò li fuoi iagrihej l'ojo di madri di fa- cinque anni in cinque da Ceniori. Si purga-!
t Ali*, miglia
ne’ di bebrajo <e) Erano ancora
. . . . va la Cittì con fagrihq, o di Pecorelle, e 7 o -
iib.»-c.i. j n quelle ferie folenni giuochi confuali j i riso di Porci, di Tauri, ed Arieti (q), 1 q ìbiL
ordinati gii da Rotnolu al Dio Confo , Ai- Le belle Atmilufirie, le folcnncggiavano
utato Dio del conliglioifi agitavano nel Cir- i Cavalieri, e’Soidati con in capo corone di
‘
co Maffimo su d im Altare folto terra , per fiorinosi con fiigrilicj purgandofi nel Cam-
rimembranza delle donne rapite dalla Sabi- po Marzio [r).
, m*.
r oionir. naif). Le belle Tubiluftrie erano di Marzo, or.
ia '
Le ferie concettive, ora in giorni fiabiliti, dinate alla purgazione delle trombe fagre,
era in giorni non fiabiliti per ogn’anno fi ce- quali con alcune cerimonie fi fantificavuno
lebravano da’Magifirati , e Sacerdoti , quali nell’atrio Sarurio (s). »
appunto erano le Latine ordinate da Tar- Le beile Matrouali eran dette quelle, neL
I-. i„: r.. „ t-'
qumio ad onore di Giove del Lazio su ì le quali le matrone (àgrificavano a Giuno-
1
e Atei
Monte Albano (g). ne Solpite , dopo il rapimento delle donne
fc-fA»* Le ferie imperative erano incerte di tem- Sabine , p negando la Dea per la felicità de’
po, peroche dai folo arbitrio de’ Confoli , e matrimon; (t), t Pinta»
Kom’
de Pretori venivano ordinate, e per quelto Le belle Ilarie venivano ordinate ne’ 18,
h Mia imperative dette (h). Aprile, ed era il motivo,perche il Sole aven-
jpr ‘
'
Le ferie de’Pagani , o ver Contadini Ser- do camminato per tutt i fogni del zodiaco,
vio Tullio le ordinò alfine, che i Hufiici mer- da quel tempo avanti allungava piu della
cantar poteflerO le loro induftric . Indi poi notte Ji giorni (u). u Aie*.'
1,11
per legge ricevuta fra le fagre , n’avvenne, Le belle Rubigalie, Fiorai ic,c Vituli,tut-
che i medeiimi Rullici , quali ogni nove te, e tré battevano alla confitrvaztonc de’
giorni venivano alla Citfa per mercantare frutti , e delle biade s E perche le brine fo-
ie loro robbe , anche le liti fciogliellcro in- gliono danneggiar le campagne, perciò Nu-
il
nunzi a Giudici (i) mi ordinò le Rubigalie li 25. Aprile : £ per-
Le ferie Denteali vennero introdotte per che tutti gii alberi avellerò a fiorire con pro-
(cagione de’ mortorj , poiché fucceduta la fperitì , erano le Floralic , confagrate alia-.
mòrte di tal uno, tutta la famiglia fc ne pur- Dea Flora l'ultimo Aprile. Le Vinalie fi fo-
gava con fagrificj (k). lcuncggiavano due volte f anno , la prima
k rana,
suiium. Le ferie Angeromc fi celebravano li zi. nc’zj. Aprile, zcciochc da'Vigncti fi tenefle-
Deccmbrc nel tempo della Dea Volupia af- ro lontane le tempefie l’altra ne'zo. Agolto,
:
fine , eh’ li fagrificato tcnghi lontane Nume perche riufcjlTero felici le Vindemmic (x). x pu „.
1 Vitto, le follecttudini, c gli angon dell animo (1).
Le belle terminali vennero ordinate da_> iib.ir.es.
lb ‘ ,É
1° non faprei vedere a’quafi di quelle fc- Numa per memoria dall’ora , ch'egli conia- '*
miui ti' '.
fuoi immediati ,ma fovrani Minidri : Sed ca quede fagre Fede moderò , con afiegnarne
omnia Miniflris Jvis commifit, quibus ovilis fui un moderato numero E nienrcincno , fe ci .
regimen crcdìdit Gli Appodoli adunque fu- foflè permeilo di raccòrrò qui tutte le Felle,
rono i primi, che le fagre Fede nella Chiefa quali foUennegiano nel Mondo Crilliano,
fi
conferma un Concilio di molti Vcfcovi cele- lis efi Dei cullici , qui ab omnibus generatim, £'*
brato in Leone . Oltre più crebbe il numero •citi d nonnullis fpcciaiim cxbibctur,in grati a-
delle fagre Fefte.quando i fopravegnenti Ro- rum aSicmcm ilici diebus : cioè il culto divi-
mani Pontefici, vicari di Crido, feorgendo no generale, o particolare, in rendimento di
il grande onore, qual da qdtlle n’ accresce- grazie, dovutogli per quello operò lafuL,
va al Cielo, e ’1 grande utile, che fe ne Penti- delira a nodro prò in quei giorni : Aliut efi
va ne' Fedeli, allargarono viepiù la mano a commemoratili alicujus benefica accepti , quo
quede Appoftoliche induzioni . Papa Feli- ed venerationem, & rcvcrcntiam De 0 praflan-
ce I. . eletto ne’ 272. ordinò per legge ciò, dam provocarneor cioè, perche rapprefentan-
:
che Papa Anacleto , aveva idituito a voce 5 oc ili nella memoria alcun beneficio , rice-
cì
cioè, che ogni anno celebrar lì dovefferó le vuto dalla divina liberalità, fervide ciò di
Fede de’ Martiri ,
li quali effendo crefciuti foronc alla nodra gratitudine per adorare la
in gran numero, con ciò di pari fi accrebbe- lua beneficenza : Denique bonor quem SanSis
ro le fagre Fede Papa San Silvedro eletto
. impendimus 5 Item exemplum eorum , quos ve-
laci } 14. ordinò la Feda della Croce Papa . \'lu* imitando 1 nobis projionimus,dum eorum F e -
; K k k 2 ~fi«»
: * ,
Dici F'flus ( ordina il zelante Imperadorc ) una , e l’altra dalle nazioni piu farnofe nella
Majeflati atlijjim* dedicato s rutilis volutimi Religione Arcadi, Atenieli, e Romani, ven-
voluptatibus occupari, ncc ullis exnCHomm ve- gono perciò dalla propria inclinazione ra-
xAionibui prophanari .Domi niewn itatjuc diem piti alla riverenza della Divinità , e dc'fuoi
ita fcinper bor.orabi lem determiniti veneran- Sant il e come alla riverenza del cuore, così
dum , ut à cunlìii cxequutionibu i cxcufetur. di pari alle publichc dimoliranzc dell’ ono-
Nulla quenquam lirgcat admonitio, nulla fidei. re, fra le quali certa cola ella è , che folfc la
ji,filoni! flagitetur cxallio ,
laccai appartilo , folcnnità delle felle . Sunt autem Calabri (fon
advotario de litefotti ftt ille dies à cognitioni- le parole del raccordato Abate) erga Dcttm ,
bui alieniti , pr aconi i h orrida vox filefcar, re* & Ctrlicolat Religione , ac pietate affèCli , ut
Jpirent à controverftis litigante ! , babeant & minimi ab Arcadi!, qui in Calabria confedere, \
verfarii non timentei ,fubeat animo! vicaria rei illue Colonia! deduxerunt , degenere! vi-
pani ludo, palla coiifirant ,tranfaClionei loqttan- deantur . Piglia forza la conghicttura 5 con-
tur Nec bujnt tamen rcligioft dici olia rela-
. ciofiachc fe quelli Popoli già Idolatri tan- ]
xantei quenquam patimur voluptatibus detinc- to applaufcro con l’ufo delie fagre felle quei
ri Nibil eodem die ftbì vendicet Jcena tbea-
. favololi Numi, quali correvano di quei lem-
tralii, aut Circenje ceri amen, aut Ferarum la- pi canginoli jiche di fare lornon convenne,
trtmofa fpeSacula, Et fi in no/tritm ortum, aut all’ora, che difnebiati dal lume deli' Evange-
natalem celebrando folemuitai inciderit, diffe- lica predicazione, conobbero , ch’il folo Id-
ratur . Amijfimcm militi , profcriptionemqud dio del Ciclo : Deut Deorum , come lo chia-
patrimonifjuflinebit fi qui! unquam hoc die fe- ma la Scritturai non quelli , che la fuperfti-
llo fpeSaculu interejje, aut cujufcunque judicii ziofa Gentilità avea lor polli sugli Altari,
appari tor prtttextu negotii publtci, ve l privati adorar dovelfero ì Qui adunque come da
hac, qua bai lege fiatata funi, crcdidcrir teme- profondo letargo , e come prima
rifvcgliati
randa . Data idi bui Decembrii Confiantinopoli, s'aceorfero degli errori , fra le tenebre de’
Zenone, &
Marcello Confu b bui A nehe la-» , quali sì lunghi feeoli cren vilfuti , oh come
Chicfa vi (labili le fue Leggi , quali fono, deplorando il tempo già logorato nelle Fe-
l’ obligo d’ afcoltar in quei lagri giorni la_> lle fagrilegamcnte confegrate ali^ Inferno ,
Santa Meda } e’1 doverci ritrarre da qualun- tutti ardore nel cuore , tutti pietà nella ma-
que opera fervile 5 (Legge , che pur anche no, altri da quei già furono , tutti n ravvol-
era nelle fagre Felle del Gentilelimo) alfine, fero al culto del vero Iddio , Alleggiando le
che tutti noi , c le nollre membra fofiiino di fagre memorie de’milicrj operati -u lui, ve-
quei tempi Angolarmente rivolti al Cielo. lino d’umana carne tra di noi , e dichiarati
loro a voce viva da quei bcatilfuni Appolto-
Fcjle Sagre celebrale nella Calabria li Pictro,Paolo, Luca, Marco, e da loro com-
che, fiche potelfero ancora durarla in piedi, altra lòlemiifliina Fella l'Ottobre dei 1117-,
ini comprometterci a diinoltrar la Calabria alla quale volle intervenire iJ Conte Rógic-
cosi folta di luoghi fagri.chc non di’Pruvin- ro, quello, che poi l'anno 1 1a9.fi coronò Rè
cia ornai defèrta ; ma d'un gran Cittadonej di Sicilia;con utile immenfo ai quella Chic-
per lo più fagro , c Rcligioió , ella farebbe fa per li molti donativi , datile da quel Iibe-
dilettevole modra Quando noi avclfimo a
. ralnfimo Principe . Eccone un' altra in Co-
contare tante fagre f elle, quante fagrc Eafi- fenza fanno iaaa-, confagrandofi quell' Ar-
lichc in quei fecoli, potrebbomo avere Felle civcfcovale dal Cardinal Nicolò Legato ,
per tutt'i giorni dell'anno , anche che l'anno coll'intervento dcll'lmpcrador Federigo II.,
arrivale a contare non giorni per giorni ; ed un gran numero di Duchi , c di Conti
ma ore, e momenti, per giorni. Non e quelli come anche di Vcfcovi,ed Arcivclcovj. Ec-
difeorfo con iperbole, ma con verità Quan-.
cone un'annovale in Santa Maria , detta de
do nella Calabria da quello fccolo in là altre Ligno Crucis li tré Maggio , Monaltcrio di
Chiefe fiate non vifodero , che ie fole Bali- Ciltcrcienfi tra Acri, e liilignano , folleggia-
liane , e quelle per una fola volta all' anno ta da' Popoli non pur vicini , ma lontani
per ciafcheduna avellerò voluto celebrare Quanto poi ali'altrc fenza làputa d'origine,
fagrc Fede , coutandofene di quelle meglio c perciò da filmarli per nafeita antiche , d
che trecento , oltre le loro Grangie ; al di quelle fono il di di Natale , con la fua fagr:
certo che rutto jl riempirebbono il corfo notte tanto folennementc fcltcggiara da no-
,
ti, Domenicana, Agoftiniana a tré maniere. di Palquatil di fagro all AITunziunc di Mari:
Carmelitana pur doppia, Paolana, quali tutte li ij. Agodo Cropani,con l’ufo del ripar
in
!
inficine potrebbono mettere meglio, che 400. timcnto della carne ; ed altri fumiglianti
fagrc Bafiliche.’ £ pure egli è certo, che non quali non principiate, ne da noi, ne da'nofir
fono quelle la maggior parte delle Chiefe in Padri, più alta da quelli nollri lecoli fi por
Calabria ; fono le focolari, alle quali Uà ri- tano l'origine E tanto badi averci tenute
.
meda la cura delfanime, e fammimllrazionc in filo fenza luce , e fenza guida per fecoli
de' Sagramenti Annovera la Calabria più
.
e lontani, c caliginofi .
per diritto di ragione: che pure fe non tutte, glia dunque per mettere in Calendario quel-
almeno la maggior parte folleggiarne più lo le fole, le quali con molta fingolarità fi ce-
pratichiamo alla giornata ì qual numero di lebrano da noflri Popoli . Ma per torci l'im-
fagrc Felle non celebravano quei nollri an- paccio di fovvente replicare le cofe medefi-
tichi ne’ loro fecoli fucccfiìvamcnte a noi me, ed inficmc dar un faggio delle maniere
più vicini, già principiati dagli altri più lon- più ufuali, con le quali fi !olcnneggiano,l'hc
tani! Conchiudo quello Capo, con una terza, voluto tutte raccolte inficmc ; ma diflintc in
parte certa cognizione , e parte conghicttu- paragrafi prcmandarlc su quello principio
ra, recando qui la memoria d’alcune folenni al nooilc Calandario
Fede celebrate in quei tempi antichi, e d'al-
tre, che quantunque folcnncggiate di prefen- *. I.
ravigliofo concorfo di gente , la quale fcefa con pannamenti di feta, o con mirtelle, allo-
al mare fi chiamò fopra un' improvifa inva- al
ri, ed abeti, fe non con tutf inficmc ; fiche
tetti-
— * .
tempo mcdclimo, e godano gli occhi) ti con ed in alcune parti anche con perle , per di
le fete, sì con verdumi, e ne traggano dilet- lòpra con fiorame variatamente lavorato a
to le nari con gli odori di quelli . Godutile, feta, o con altro ma per lo più con talchi,
,
qual anche fu de' Gentili nelle loro Fedo, quali fono una forte di minerale , a cui non
Mia come può trarfi da Virgilio (a) , c da altri manca , fc non la lùdezza , per contenderla
I*0 * 1 '» e chiaramente lo feri ve Tertulliano. con gii argenti ; che poi fpruzzaci con lo
Ora per dir feparatamentc d'amendue le ma- porporine indorate, o d altro colore formano
niere , onde vengono abbellite le Chiedo, sì Ìuperba la vida, c sì macltofa la modra,
vuoili fupporre , che la Calabria fecondifli- che chi non fofle intelò della qualità de la-
ma produttrice di fete, sì per l'ufo delle mer- vori , rimarrebbe per un pezzo fofpefo , fe
catanzie, onde fe n'arricchifcono i patrimo- Stelle tritate , e ridotte a quella forma cre-
ni, ti per quello delle cafc , e delle perfonc, dere le dovedè.
per avere a comparirne preziofe , non man-
ca Religiofa darne la faa porzione al fuo Id- . § IL
dio per 1 ufo delle vedi Sacerdotali , come
'
MUSICHE SAGRE.
de fagri Altari, e delle mura delle fagrc Ba-
ftlichc , alfine di celebrartene con Ìuperba
pompa le Felle de’Santi Quindi ne avve-
nuto , che quali tutte le Chiefe della Cala-
.
A
lo,
Ddolcifcono la pompa delle Fede le
fagre Mufiche, non le Gregoriane fo-
ma le figiurate , come
le chiamano anco-
bria o almeno la maggior parte di quelle
,
ra, con ogni maniera di religiofo , e cridia-
tengono lor drappi a var; colori, applicati
i no fuono Modra fentirc Polidoro Virgi-
.
a cotale miniderioic l'altre,quali non l'han- lio ( f), che fomigliami Mufiche non folle- ria,.
no proprio vero non a fufficienza,li piglia- ro di troppo affaccvoli ne'lagri Tempi , co- ,J P J- I
* yìr '
Statio (d) —
Letta virefeant
J am Fefia fervei domai utrd-
& ut rei omnet ad liane vitam pertinentes
verfut modulata, ir divi-
ri àcati perfide, ut
ir-
que pompa
Fronde virent pofles
e Giovi- CunBa nitent longot erexit janua
— iium canticum numero compofitum Cioè , che
veggendo Dio la negligenza degli uomini,
non così pronta alle cole dello lpirito , ne
naie (c) ramo1. addolcì il travaglio con l'ufo della Mulicaj
!*<yr.
olut(. qualunque vi palli per davanti, Cit- la quale di fua natura rende come aiata l'ani-
tadino , o Foraltiero ci fi folle , avvegnaché ma, per voiarfene all'insù Vuol dire , che .
non confapevole della Feda, rodo rappren- fu introdotta la melodia nella Chiefa , per-
de da quelle olcgiantiifime verdure. Ma fo- che, c con meno travaglio li camino i làgri
pra tutto abbellifconfi i fìgri Altari, per da- ve rii, e con piu prontezza l'anima li alzi al
e
vanti con fete intelìùtc ad argento Cielo . In altro cafo , come a verebbe potu
, ed oro.
-
i
-s — -
beneftnantibus ,
laudate eum in cymbahi jiibi- di quelli fuochi nacque dall’ augurio , ch’il
lanotn Cuilutnc fu quello di ramificar le
. vivifico elemento recò , qualora sul capo
felle con
le Mufichc anche del gentilefimo; pre l'agì il reame , onde così lo
di J ulo gli
h onde Livio (h) afferma , che in Ruma i fuo- cantò Virgilio (I).
Libtj.
natori dc’Pifferi accompagnavano col fuo Ecce levi t fummo de vertice vifui uli
]
no la cclcbiazion de’fagrificj. £ per rcltrin- Fundere lumen apcx , taSuque innoxia
gerci fra noi abbiamo , che celebrandofi in molli
Reggio la Fetta di Diana , oltre li Mufìci Latabcrc fiamma cornai , & circum lem
delia Città trenta dalla propinqua McfTina por a pafei
ne furon chiamati; avvegnaché con infelice Claudiano ancora (m) —— Ventura potefiat.
dillàvcntura , cffendo rnnafti affogati nell' Afconio Jubita cum comarum
acque del Faro Cosi anche cclebrandofi in
.
ciindantisjuli
n Jd A n .
di molti MuJici A refero aliai celebri Euti- Lambembant tenero! incendia bianda- thciniu .m
mio Locrefe , ed Ariflone Reggino, quali capi lloi.
poi venuti a (ingoiar tenzone di tuono rima- Nè folo in avvenimenti di giorni natali
le vincitore il Locro.con le circollanze rac- adoperavano quegli antichi il fuoco , l’ado-
I Gecfr a .
cordate da Strattone (i), quali io traferivo in peravano in ogn altra avvenenza di pompa;
h.li t'o.
\
quefto luogo, sì per il tifeontro del vero, sì onde per le pompe dell’ Impcrador Severo
perche fi conofcr quanto quei falli Numi fcrilfe Dione (o): Orbi omnii lucermi , oc fuf-
gradinerò la Mufica nelle loro Felle . Locri fitibui ejfulgebat , c per quelle d’Antoni-
o lib.4.
(dice Strabone)£«iK>n»7 ciebarcdi Jlatua often- no Erodiano: Facibui acccnftt ,dr fujjùibui
ditur, qua infidentem cieadam habet Tim oni . honorabant Antoninum. Collume non pur te-
tradii in PyCliorum ano darri (marnine Euno- nuto nelle pompe lecolari , ma pur ancora_,
jnum Loerenfem,& Artjloncm Rbeginum citba- nelle fagre, dovute a Numi . L’ abbiamo da
redoi alienando in contentionem vemffe , uter Properzio (p) nelle Felle Arcinic, celebrate
pruni utn forlirelur Arijìonem fufn preci bui p liba»
.
in Roma ad onor di Diana.
Apolli nem invocajji detphicum, ut jibi adjutor Cum videe accenfn devo! am correre teda
ajforct ,
Eunomium dixiffe Ebeginii minquam In ncmiis trivio lumina ferre Dea.
de Mufica ab eorum primordio ccrtamen, fuijj'e E di tutte generalmente Thcmillio (q) an- q lib.pr.
cum quidem apud eoi Cicada cunttorum ani- tichiffimo Commentatore di Platone poi- de R epu Di
via bum cantii J'uaviJfma omni fono dc/lituta ché ove premette : Fefium celebrare Din, bo-
fmt Nibilominui Eunomium viClorem declo-
. minibufque Principi bui aquum omnino cenfe-
rai um ; llam cum inter cantandum c borda una tur, nc lòggionge Ja làgra cerimonia del fuo-
frali a defecijfet, Cicada fuper nolani ajlitit,qua co: Unde velerei , ludum luminum novnm uti-
vocìi fupp temente facete t . Fin qui l'accenna- que, fed aptum,& plora, eaqiie grandia fignifi
to Scrittore j avvegna l'Aldrovandi Itimi fa- cantem adinvenerunt Ed e la ragione, per-
.
volofo il racconto della Cicala . Quefte ad- che il fuoco Tempre fi Itimò fagro; onde gli
dunque.quali furono coftumanze della Cala- Ebrei lo tenevano Tempre accefo su’l fagro
bria idolatra nel celebrare le Felle de' fuui Ahare,giufta il precetto dato loro nel Lcvi-
lddii, tòno pur continuate in lei criltiana_, tlCo: Igni 1 fetnper ardelie i* Altari i»«; onde
nella folcnniti delle Fette confagrate all’ poi il prefero gli antichi Romani , volendo,
onore dc'fuoi Santi , applaudendo alle glo- che Tempre alia medefima maniera accefo lo
rie di quelli con Mufichc le migliori pollo- cuftodillcro le Vergini Vellali,acciò per av-
no averfi neluoghi medefimi , e quando av- ventura fotte del continuo preparato pe’fa-
vcnilfe non ritrovarli in quelli, a grandi Ipc- grifìci Il fuoco adunque viene aliai u frale
.
«eden-
. s s
,
cedenti la folennità, cosi ne fcriflc il Vefeo- che quc'fagrificj flati non folfero col cuore;
r Hynrn vo ban Caolino (r). oche Iddio avelie voluto per ogni conto
caligare quella gente Siane qualunque fi
/fi alti filili afcendnnt lumin* ceris
.
Multi, forefque cavi! lycbnos laqueanbus voglia la cagione , c gli Ebrei li rivoltaro-
ufi ani no, e i Romani li fopiufecerO.Quclli mede-
Ut vibrent tremula 1 f
anali a fenduta-, /
fimi fagrificj celebrò S. Paulo,e forfè il pri-j
piuum ferì (umida lumen. d'ammirare ogni umana poflibilc fagra fu-
Tada , &
co mmìxtant l'ale anus ad aflra pcrbia; poiché per prima non ve grado, non
ve fedo , che non le renda , c nuinerolè , c
favtllam.
nobili , Ecckfiallici d'ogn ordine , Secolari
Dell altro per le Brade fiammeggiarne ,
d'ogni qualità ;ondc in fomigliantc affare.»
accefo in legna l'accennò Stazio. Fronde vi-
rent poficc, cr compita flamini ; accoppiando
in uno,c le verdure nelle fagrc porte , e le
fiamme nelle Brade ; onde la Fella fi renda
—
potrebbefi trarre quel d'Ovidio (y).
]am pompa venit , lingmfque , ani -
mifque favete
y
ait.ainaad
altro male accaggionato ftrapazzava con-* te, o chedi notte tempo s'illituifcano , ecco
ogni empietà quel Popolo , il quale perciò la notte cambiata in un chiarilfimu giorno
rifoluto di venire allarmi, ma prima rifolfe dalla moltitudine sì delle peci , si deìlc cere
far capo a D,o col mezzo de fagrificj Nudi- in grolle torcie acccfe ; onde par s’ombrcg-i
pedali , quali celebrò
con ogni umile peni- gino le pompe già celebrate nella Reggia!
b pr
del Rè Alcinoc, c decantate da Omero (a). 1 0J i .
'
Aura-
c
1
FESTE S A GKE
Autati Pkcri ftabant —CELEBRAI
Ardentefque facci retinone: Fanali a utile
ÌN C ALABRIA CÀP.VIf.
ciò, che dirti al fuo
tàmfcpofita
Celare .
ejl
,
qua Cent tam bar-
^9
I Vinte barn flammis , tenebra! inm Laurine, bara, Cafar
fondant Ex qua fpcSattr non fit in urbe tua i
I
Convivi! J avene 1 itrimunt caligine no- Ed avviene , che in molte di qùcrte Fede
li tm . vi concorra non pur la gente tutta de'luo-
b lib >•
e Lucrezio per alrro (bV. ghi.ove fi celebrano, c molt 'altra anca a de'
- Aurea fune Juvenum [multerà per luoghi,c vicini, c lontani dentro la Provin-
idei cia però, ma la di Mauri ancora dalla Sicilia,
lampade! ignifera1 manibm retinentia dalla Puglia, dalla Bafilicata, fin da Napoli,
dextrii. c da altre Provincie fuori del Rcgnoilìeche
Ma però Tempre accompagnate da'mufici vi potrebbono cadere in acconcio qucllcj
Cori di fagri cantanti, li quali con ogni giu- paiole di Prudcnzo.
bilo di fonorc voci cantano all' onore de’ Exultam fremita! variarum bine inde
Santi le Divine lodi , tolte ,0 da' Salmi di viarutn ' ,
Davide ,0 dagl'inni ordinati dalla Chiefa; Indigena , & Piceni , Plebe , & Hetrufce
Ciò che di cert’ altre del gcntilcfimo de- venit
c lib.i.
ferirti ilraccordato Apulejo fc).Crcfcc la_> Coneurrit Sonoritit atrox habitator,ct'alte
pompa di quelle fagrc ProcelTioni, qual’ora Campana! Capa a ,jamque No lama adcjl.
con elle fi conducono aperte, o le Statue , o Nè lor reca timore la rimembranza d cf-
le Reliquie de' Santi, ed oltre più, fc o Colo, ferc,o mafehi, o femmine, o giovani, o vec-
o le fra quelle anche fi conduce il corpo chi , o nobili , o plebei . Veggono quello li
quanto più nafcollo agli occhi della fronte, opera, e nuli altro curano . Ciò che: della-,
altretanro difafeofio a quelli della Fede, del pompa di Onorio cantò Claudiano.
Rè di tutt'i Santi Crifio Nollro Signore ; guanti tane ] nvenes ; quante fpreverc-,
poiché , si nell’une ,sì nell' altre fi avanza-, pudorem
ogni maniera di Religiofoapplaulò in rive- Speli nudi fluito, Marre! Puarifqne feveri
renza come del Trionfunte,qua! fi conduce. Cert avere fenei ì
E con più ragione, che gii non faccanoquei Nc vai qui l'oppormi ,
che nella Calabria
ciechilftmi Gentili , all'ora che , come da_. non vi fiano cosi grandi Cittadoni , che si
a ;i>. a.
Dionigi lo traferive Polidoro (d), la pompa grande nuinerofità di Popoli vagliano a ca-
np*>i.
delle lor fupplieazioni la foccvan precede- var fuori , quanta peravventura fin ora fi è
re da alcune cofe finte, come da un ordinan- dcfcritta'.Chc nella Provincia non vi fia una
za di Fanti a piedi, o di gente a Cavallo : o perdonanza,qua) della Vergine degli Angio-
pure da alcuna Immagine arguta , parlante, li, detta di Porticelia in Afilli, o l'altra della
ridicola; ficchè forte tale, eh avelie del for- Santa Cafa in Loreto, quali trarre fi portano
midabile, come quella , che Catone chiamò dal di fuori frequenze di Popoli, come le di
Citcria, o quell’altra col nome di Manducc, fopra accennate . A tutto ciò io rilpondo,
raccordata da Plauto . Dilft con più ragio- che mai fu mio pcnficro indurale le fre-
ne, da che le Statue , e le Reliquie de' Santi, quenze de'Popoli nelle Fede della Calabria
ed il Santo Corpo Sagramentato di Nollro con F altre delle Città più numcrofc d'Ita-
Signore , come più nobili, ed a noi più utili lia Ho difeorfo quanto più avanti, lafcian-
.
neggia la fella
numcrofo per gente , ed abbondante per vi-
veri, ed altre colè neceflaric all’ umano vi-
VI. vere quali vi fi portano dall abitazioni vi-
,
f.
FIERE O MERCATI . .
cine i ch’egli è una delle belle cpfe del Re-
,
gno L’ altro Mercato publico fu ftabili to
.
medeiimo, e fi fefteggino le glorie de 'Santi, no all'antico , tutti nati per occafionc di Fe-
lla. E perche ciafeheduno poffa averli pron-
e fi proveda agli asari dimenici col vende-
ti su gli occhi (fia per uccelliti , fia
per cu-
re il foverchio , e comprare il necclfarla
Mer- riofità) io fandarò accennando nel medefi-
Grandi veramente fono gl' utili della
i lib. ).
’
catura lo difeorrono Polidoro Virgilio (a), mo Catalago, qual darò appreffo delle Felle
c.i l.
Autore del Teatro (b), ed altrijpoiche per
’ de Santi
b V.M«r- 1
la Fella,come perav-
compiuta
tracambiato con l'altro in fuo potere perav- non pareffe
ventura non è lenza la compiacenza de 'po-
ventura disùtile La Mercatura è , che at-
.
,
della vita, come volle accennarlo Orazio (c) pre, o Cani, giuda che variamente fi difcor-
c Pb-pr.
Liceo , tolto
£pilt.p' in quel fuo detto fc * il quale nomandofi anche
dalla parola greca Lycoos,la qual refa lati-
Jmpiger extrerdoi curri t Mcrcator ad Inda
ter mare fauferiem fugiem, per faxa,per na fi dice Lupo } ond' è,che anche giuochi !
addiiarfi,chc
ignei licei li chiamò Plutarcojvolea
come la Mercatura (lata farebbe l'una delle quello Iddio Pan Liceo, filmato da alcuni
lnuo, da altri Fauno, d' altri Silvano ,
met-
< più gloriofe profefiioni di tutt'i fecoli. De-
teva in fuga Lupi In quelli giuochi la_.
gna perciò, che il fuo ritrovamento ad un
i .
iddio, cioè Mercurio fi rapporti per detto gente correva ignuda per la Cittì portan-
A lib.6. di Diodoro (d) j onde reftano convinti di do nelle mani corregge telline di peli di Ca-
falliti, ed Erodoto (e), che a Lidj l’attribuì,
pre con le quali percuotevano chiunque.»
,
c lìb.p. j
mancarono
correnti per 1' una parie , e per l’ altra tra
anche da fuoi tempi più antichi , giuda che
una filza di fpade aecioche la gente fatta
ne rendono teftimonianza alcune medaglie j
lato cin-
n'abbiamo certe le memorie ne’iZ74., quan- ficato poi il Circo, fabrica per ogni
detti Circefi.
do l’ Imperador Federigo II. in un publico |
ta di muri , da quello vennero
Era il Circo di figura lunga, con in
capo le
parlamento per l'ottimo governo d amen-
carceri» cioè le molle , onde ì Cavalli
legati
due le Sicilie, ordinando molti Mercati , ne 1
fi riconducevano ond’eran
partiti.
da San Matteo li 11. Settembre, a San Dio- I rivolti
effcrcitavano quelli quali]
pigi li p. Ottobre j che poi fi tramutò nel dì Quivi ancora fi ,
i
FESTE SAGRE CELEBRARSI IN CALABRIA CAP. VII. 4 n
facevano alle pugna , li premi de' quali lì del corfo, c della lotta. Quelli adunque pa
mettevano al mezzo del Circo t,b). fati tra di noi portati da quei glandi Atlet
ve lof.
Li giuochi Saturnali fi celebravano nel De- de' quali nel luogo poco dianzi raccord.
cctnbrc con muli allegrezza. In quelli fi co- to, ci fon rimalli nelle lagre felle, lotto ne
llumava vicendevoli doni tra gli amici, de' me di Pregai , c più volgarmente con fra!
quali i primi a mandarli venivan chiamati Calabrefe 7Prey , fi vuol dire Premi fiabilii
'
Sem, cioè olpirali, quali mandati ad ofpìti, al vincitore, c lono non già Corone a fron
dalla greca parola Senos , latina holpes ; Li di di alberi, come allora, ma drappi a fete
rimandati Apoforeli : cioè riportati , cho ed oro . Ella è cola maravigliofa vedere oc-
tanto nel noltro latino rifuona la paiola A- corro uomini così veloci, che la potre-bbonc
ipuforcos. L ordinò Jano all' onor di Satur- contendere co' medefimi defiricri ; c nelle
;
neper detto di Macrobio , in mercedi aver lotte cosi addellrati nell' arte, clic per altro
con elio lui regnato con molta concordia. e piccioli per flatura , e fievoli per forze.
Ora perche l'otto al regnar di Saturno tutte buttano a terra montagne di carne , e che
le cole cran communi ; quindi fu ordinato,
per il vigore del braccio potrebbono cre-
che ne banchetti, ed altri affari di quel gior- derli Giganti Quelli giuochi come raceol
.
le vene de’ Cittadini) ma meglio è dire con quindi feendendo alla fingolaritì di quefie
altri, che furono ordinati da Romani , per converrà fupporli, che altre, eia maggi oi
addeltrare la gioventù alle ferite , ed alle pane ne fimo immobili , perche affilio a_
«raggi, alfine di non Sbigottire per fomi- giorni particolari nc'mcfi;onde li raggirane
! A Polid. glianti accidenti
nelle guerre nemiche (d). Tempre le mcdcfimc. Altre mobili, quali fo-
ove f»*p. Li giuochi Mcgalcnli, celebrati all' ono- no lòmprc varie , giuda il vario camminari
re della madre di tutti gl' iddii, perche Mcga degli anni :Ondc verrà in filo teflèrne dui
appo de' Greci, è il medefimò , che appo di Ordini, con nell'uno le prime, con nell al
noi Latini, Magnarti. Celebravanfi ne primi tro le ultime; ma però prima di quefie.
principi della Primavera così, eh’ era lecito
a ciafcheduno di rapprefemare nel vcftire
ualunque pcrfonaggio,e di qualunque gra-
FESTE MOBILL
e ÌTero- Qo (c) . Appunto come oggi giorno lo co- DOMENICHE DELL' AVVENTO.Pri
4 le donne di Catania nella fagra fo-
viti Com" fiumano!
ma di venire su l particolare, converrà fup
mod- lennnàdiS.Agata Vergine, c Martire. porre su i generale , che li fagri giorni dell
Li giuochf Secolari detti con tal nome Domeniche, fiano di qualunque fiagionej
dal tempo ; perche celebrati una volta per vengono li più foUcnncggiati nella Cala
qualunque fccolo , come a dire ogni cento bria;onde non farà fuori di riga l’ accennar
anni , così ordinati da Valerio Publicola_., ne brievemente la lor dignità, cd fagri mi i
Ora qui cadcrcbbono in filo li fagri giuo- canta la Chicli nell' Inno del fuo Vcfpcro:
chi, già celebri nella Grecia di lì Umici, Pi- ,
Lneit treator optime,Luccm dietim profertm,
thii, Ncmci, e più di tutti glorioli, Olimpi- Primtrdiis btcis n ova, Mandi parant originerà.
ci; ma perche di quelli , come in luogo più Che in quefio giorno gli Ebrei valicarono
proprio lóro per favellarne nell' Appendice apièafciutti Tonde del Mar rodo Che nel
:
alla Calabria Guerriera 5 però qui mi after- medefimo piobbe la prima volta la manna
rò da prevenirne le notizie , per non riem- dal Cielo:Che Crifio fia nato al Mondo in
pire quelli Libri con le cofe ìncdefime.Solo giorno di Domenica, con la teftimonianza
avverto, che pur fervili per la chiufura dell' della feda Sinodo (b) . E nella medefima poi
j
argomento' del predente capitolo , che ne battezzato nei Fiume Giordano : E quivi
• giuochi Olimpici erano de' più fainofi quei ancora adorato da’ Maggi , e poi operato il
L 1 1 z pri-
Joogle
:
' primo miracolo con la tramuta dell acqua DOMÉNICHE DÌ SETTUAGES 1 MA,,
! m vino i onde cani» Saura Chiefa ; Tu bus I SESSAGESIMA, E QUlNQU Ac, ESIMA,
mìtMuUs ernuium die»i Sanfium co(imui,quì- I
Quelle avvegnaché tempre s intrighino
li annovera, come tapra Che in giorno di
. co giorni piu Jieenzioii del Carnovale j
j
Domenica moltiplicò Grillo li ein tue pani, non per tanto la Calabria non ha fuputo
e due pelei per disfamare quell' immenfa iàmibearlc con ifpeeialità di culto : Ed è in
moltitudine di affamati Che quivi ancora
; molti luoghi la publica Ipofizione dell' au-
Grillo , e riforfe
trionfante dai Sepolcro , e gulìilTtmo Sagramento } acciughe con la_,
poi aperte chiufe entrò dov’ erano per ti- frequente vilita di lui, fattagli da Popoli raf.
more racchi eli gli Appettali ì e poi ordinò ferinalfc il corta alle licenze carnovalcfchc.
jero la predicanone appottaiica in tutto ii Singolarmente ne Collegi delia Compagnia
Mondo, e il fagru baccellino da darli a tutti ili Catanzaro , Cofcnza , Reggio , Tropea,
nel nume delia bamifiima Triade ; Che di !
t
Momcleone, e negli altri di quella Religio-
pomcniea parimente ledè lo Spirito Santo ne fi folcnneggia, c con prediche, e con Mu-
in fotma di fuoco: Che in giorno di Pome- ftehe.e con frequenze de Popoli la Dome,
niea Giovanni ièvangclifta ebbe molte di niea di Quinqujgdima.ail'ora, che piu bol-
quelle lue divine Viiioni , per detto di lui le il fervore del Carnovale,
medelimo (e) Che lilialmente nel giorno
. DOMENICHE DI QUARESIMA Fra ,
mcdcfimo debba avvenire f univerfalillimo tutte dell' anno queite iono le più ramifi-
riforgimento de’ dotanti , e la rinovazione cate dahoftri Popoli , e per 1 affare gencra-
del Mondo, Quindi perciò gli Appoltoii ne iiflìmo delle predicazioni Appoltalicbc , e
ordinarono la lagra ollcrvanza per detto de' per la frequente Ipolìziuiie dell' Augultiifi-
fagri Canoni il ao.dcl Concilio Niceno , e 1 mo SagrameiitOjC per li refori immolli del-,
47, dell' Agatcnfc , e de" Santi PP, Agollino
J
le lagrc Indulgenze, e per 1 opere della pie-
J (d) , Tomnialo
(e) , Bonaventura ( f ) , e di lingularmente negli O.
tà criiiiana, le quali
linciti altri Scrittoli più moderni recati, e ratorj privatifi praticano , che non occor-
'
fofaitti dal Leandto (g) . Aecrefcevano il re annoverare con ifpeeialità, ma li lafciano
fuo culto 1' oblazioni lagrc , coilumatc da alia conliderazione di chi legge .
quei pi imi Criiliaui ita tal giorno, come fi DOMENICA DELLE PALME . La fa-
trae da S.Agoilino (h) , e da S, Cipriano (i), gra Cerimonia di Santa Chiefa nella dillri-
Vie più l'accrebbe la pietà del gran Coffan- buzione dell Olive, e delle Paline benedette
tino con quella fua legge nel Codice Tco- in memoria del trionfo inoltrato da Crilto
'
donano iib-pr. te Feriit , che oltre modo li nella Città di Gcrotaiima 5 e F abbondanza
fcllegiallei e perche pofla la legge obligare di quelle piante In tutte le parti della Cala-
anche i Gentili chiama quel giorno, giorno bria, rendono il giorno alfa! felli vo, Acerc-
idei Sole, ed oltre più panando nella religio- lèiutane la pompa con le Agre proeelfioni,
sa ollcrvanza f ingionta a' Soldati Pagani non pure in qualunque Città, Terra , c Vil-
ne’ -ampi, ordinando loro, che mentre i soU laggi, ma per tutte, e ciafeheduna delle Chic-
dati Criitiani andavano per tal tempo allo li Parruchiali, ove fono didime ì fiche su l
Chicle piu vicine , eglino così oralfero : Te punto tncdefimo vedefi talvolta tutta iufie-
fclum Deum agnoj'umus, tv Regem proJstcmur ) me brillare di contento una intiera Commu-
te adjutorem invoetmus , con altro , qual da nità Corrifponde al mattino la tara , c per
1
Eufcbio Cefarienta (k) rapporta il raccor- dentro le Città con la codumata fpoiizione
dato Menochio . Ma perche di quelle Do- del Santiflimo , Maliche , c Prediche , e nel
meniche altre fono a 111 Ile ne loro meli , on - di fuori, portandoli le fagre Olive ne campi,
de fono frammezze fra le mobili, ed immo- con felice augurio d’dbcrtof» fertilità 5 ej
bili, le riferbo ne Toro luoghi, per vederne come con tatti ripari da difcmlctli , sì dall
la angolarità delia bella Altre fono vera-
: inclemenze de tempi, si da danneggiamenti
mente mobili, e di quelle quivi Addunque . degli Animali.o altro liiniicjc più d una vol-
delle Domeniche dell’ Avvento ripigliando ta gliavvenimenti miracolali hanno recaco
jldifcorta, quali ora di Novembre , ora di f autentica alla religiofa credenza de' Po-
Penembre principiano , cileno fono celebri
:
!
poli .
brate, non all’ intutto allegro , perche con Giorni amendue di molta fatuità per più
lugubrczza di fagri paramenti, nc all' intut- capii Ora per la pompa de’Sepolcn , quali
I to lugubre , mentre tuttavia lì continua- in quelle nollre parti fi lavorano con molta
no i iagri Alleluia : Così anche alla Ca- bizzarria 1 ed ora per le iàgre memorie del-
labria li rendono di pari celebri per l' ufo la Paffionc , c morte di Crilto Redentore ;
quali univcrfalc delle lagrc prediche, e po- ond'è, che, c per l'uno , e per 1 altro da per
cu meno, che faltre delia Quarefima , c del tutto fi tante una tcneriflima allegrezza di
digiuno, non pure di molte lagie Religioni, cuore Vengono quelli fagri giorni refi più
.
ma de' feeolarì medefimi 5 con ciò prepa- celebri per futa delle numerolé Proceffioni
randoli alf allegrezze del gioì iota iiatai- mortificate , con ogni maniera di macera-
aier.to in carne umana del Verbo Divino, zione, quali ii bagnano uon faprei, ta più di
. , 1
F EST E MOBILI . 4 n
j !
'Angue in chi le pratica, u fe di lagrime in giorno antecedente del Lunedì Ma per . )
1 chi le vede, ira tutte fomiglianti Proceifio- nell' uno , e nell altro ne' luoghi maritimi
'
ni , la piu ringoiate è quella li ordina nella Rende inulta gente su le rivede! marci uve
Cittì di Nieallio,ndla quale lotto da vede- perciò ritrovano molte Chiciìulc preparate
rcfpettaeoliaanon crcikifi, fc ilòn coi ve- 1
fingimento del Saivadore portati feco una fella dette dellePegne in Mefuraca , nel
fella, tanto più tenera, quanto piu univer- I
Monallerio de' PP. Riformati, con maravi-
lale.Ma piu grande 11 e la pompa la (èra al gtiofo concorfo di Popoli anche lontanali-
tardi ,c drnutte con l'uio nelle numeralo un .
ncggi itici, si con lo fparu de' mortaletti , e fella di S. Lucia, con una buona Piera \ on-
d aiehibuggi, sì conte Mufichc c ferme, e de tra per la divozione alla Santa , c tra per
figur-te , n tutto per la memoria di Grillo la Fiera verni maravigliofo concorfo.
rnujgentc , di cui fe nc reca la Statua nella DOMENICA 1. DOPO PASQUA . Ab-
furnia più gloriola polli averli Immortala- . biarno la Pcrdonanza, così la chiamano , di
no il nome fra tute 1 luoghi i'Auuiitcu ,Bel- San Leonardo nella Chicli di quello nome
calilo Cropani , e lùmiglianti , quali noie
, predio le Cartella, Abbazia aggregata al Col-
tralafciano maniera da rendere fintante que- leggio delia Compagnia in Catanzaro. Vi
fio ligro aliare. concorre gente di quali tutto il Marchefato,
DOMENICA DI RESURREZIONE. HI- altri per voci , altri per divozione , tutti per
Ja uuivcrfaliirima d' allegrezza alla Chicli, , jl piacere delle grandi delizie, quali fi gulla-
non manca d' ellerlo anche tale alia Cala- no in quelle per all ora amerrulime campa-
gna Addtmque su') far delia mezza notte
. gne .
j
fiume tratto da quei tempi antichi in memo- pure della Cittì, ma de' Villaggi all' intorno
ria di quando Maddalena con altre lue cuoi- tòno maraviglioli , c per la divozione alla
pagm: ,
vnUe mine fi portarono al Monu- Vergine , e per gli elfercizj della pietà cri-
meuto . Si accrefce la fella nella Cittì di diana .
Geracc con ima Proccrtìonc di mattina col ASCENSIONE DEL SIGNORE Tutt’ .
concorfo di quafi tutta la Cittì , e 1' uno c , jPopoli Maritimi, c Mediterranei della Ca-
T altro Clero Secolare , o Regolare 5 nella.» iabria Rendono in quello giorno al mare
quale con mirabile artificio s'incontrano in- per le colluttiate delizie de Paefi In molti .
berne la Vergine da lutto con Grillo Sagra- luoghi coliumano nobili Proceffioni d al-
li
ntentaro , al cui
incontro fvcliita la Madre legrezza.nei mezzo delle quali da parte emi-
de'fuoi lutti, adora il fuo cariflimo Eigliuo- nenie lì il mare, e le biade, qua-
benedicono
lo incontro , qual riempie di molta tene-
: fi fugl’orli della maturatila j eflendoprima
rezza d'affetto circollami i . ne tte giorni antecedenti f univcrfalr Pro-
LUNED1' DI RESURREZZIONE. Con ceflioni , dette delle Rogazioni, quali lì fo-l
l allegrczzc del giorno filettanti allo Ipiritu lcnncggiano con la dovuta pompa Il latte .
la cupidigia umana, com'egli è il fuo (olito, del giorno liadi qualunque genere d ar-
,
porta
. , .
.
poi ti in proceflìone beato Corpo nei lor
il guito una gran Fella ad onore del Santo , di (
cini, o per voto , o per di vozionc . Con che XX. San Scbaftiano , Protettore in molti
vi A c introdotta una bcliiiAnia Fiera. ! luoghi, cioè Taverna, Cropani , e Simmari,
DOMENICA DELLA TRINITÀ' Al- :
J
dove Angolarmente A celebra col concorfo
tre volte fu quella lblcnnifltma nell’AbaJia di molti Popoli, c vi A raggirano portate co-
di quello titolo, fondata in Mileto dai Con- me in trioufo le Tue fagre Reliquie , accom-
te Roggiero, come li è difeorfo nel Aio luo- I pagliate da una numcroAdìm» Proceflìone.
go, c tur le delle piu maggiori A celebratìc- XXL S. Agnefe . La Torre , Dioeeli di
ro in tutta Calabria : Ma
quindi feemata di > Squiilacc, vanta di avere intiero il fuo Ver-
Monaci , e finalmente caduta in altre mani gineo martirizzato corpo ; onde con ogni
l’Abadia , di pari A è Ibernata la Fella ; ina_, maniera di applaufo ne fulleimcggia la l'a-
non cosi, eli anche non rattenghi molto dell' gra Fdta.
antico Iplendore. Si folcnneggia di pari nel- XXV. ConverAoncdi San PaoIo:Rcggio
la Citta di Montelcone nella Uiiclu de PP. celebrala memoria quando quelto SaiinUì-
i Agoltiniani , ed in quella di Gerace nella., mo Appoduio andando in Roma,c dimora-
Chiefa del mcdcArno titolo fuori le mura. tovi un giorno, vi (labili la Fede CrifliantL,,
CORPUS DOMINI Quella è F ultima
. con avervi aeicfo con ccledial fuoco una
delle Felle mobili ordinata da Papa Urba-
,
gran Colonna di pietra . Quella colonna ri-
no IV. all'onore piu grande di Crino Sagra- pulii dentro ad un fagro tempio fuori lo
mcntato. Non e reltìa la Calabria a far le mura, fc ne principia la Fella nn dal primo
|
fuc parti ; perche non il giorno folo, ina per di del mefe , quafi per ogni fera con muA-
tutta lottava ancora, si con le Procelfioni che, con prediche , c per Tempre elpo do il
accompagnate da molta pompa , sì con Ito Santiflimo ; c quivi giunta con molta pom-
Brade luminate di fiori , e di frondi, sì con pa, termina . La 'i en a di Cropani anche
li
le mura Acerbamente vellite di panni di fe- in quello gio rnu ha 1 e fuc Fede, celebrando
ra, sì con gii Altarini eretti per le llrade,ba- le lagre memorie del B. Paolo di Ambrolio, j
guati da artificiofe fontane ^sì con lallegrif- Sacerdote prolilTo del Terz’ Ordine di San !
rnollia P innata fua riverenza qual deve al li, c ricca di lumi, qual li ordina la notte del
,
Aio Dio bagramentato . giorno con le Aie beatiiiime Reliquie.
CALENDARIO F E B R A R O.
calendario.
lo corpo della Santa, gii trasferito in Co-
il vinerò tremuoto dell' anno 16)8. , molte
ftantinopuli Fu egli per nume Gofcelmo
: Città, quali nc rimafero non offefe, o almi
Cavaliero nella Corte imperiale , il qualej no non tanto, per memoria del ricevuto bc
con Giliberto per nazione Francefe l'anno neficio nc flabilirono per Tempre qualch
ri 16. rubato il fagro Tclòro , c poftjii in dimofiranza di gratitudine } onde in quell'
mare, approdarono felicemente in Taranto, medefirao giorno (è ne veggono numero!
d’ indi inMedina , c per ultimo in Catania, procedi oni in Catanzaro, ed in Cofcnza.
ov’cra Vcfcovo Maurizio, il quale ne rap-
'
i otti», porta T ifturia (a) Forfè in ricompensa di
.
T
li
Utti
no
li Venerdì di quefto mefe vengo-
celebrati con (ingoiar pietà per qua-
memoria di Crifto
tutta la Calabria, per la
rj della fua Religione } ma fopra tutto iti.
Paola fua Patria, col concorfo di amendu
i Regni
,
o per divozione , o per voto } c.
croeefifió, e morto
in un di loro Ma con., . perciò con un nobilidìmo mcrcatojcosì co
Colleggj della Compagnia-.}
ilpeciaiitl ne' me in Mayda
ndia Città di Taverna , entro alia Chicfa XVIII. In Montclcone fi principia un
Parrocchiale di S.fiarbara, in Cropani nella fiera nobilidima, quale continua fino alful
-
I Chicfa de
PP.Capuccini 5 ed in tutte colla timo del Ridetto mefe con vario concorfo.
(poliziotte del SantiiTimo a gran pompa di XXIII. San Giorgio : Feda folenne ii_
lumi, di apparatici muiichc, di commumo- Rcggio , ove è Protettore , così come il
ni, di altri cfTercizj di pietà . Marroni Villaggio della Grottariaicd anch
1. San LeoLuca Abate Fefta celebre in . nel Pizzo per augurio felice della pelea de
Montclcone, col concorfo di quella Città, e Tonni, Angolari in quei mare.
fuoi Villaggi. Si accrefce la pompa con una XXV. San Marco Evangclida Le !àgn .
muravigliuia Proceflione dell uno, e l abro Litanie col nome di Maggiori, come in tut
Clero. U corpo di quello Santo, fcpelJito in ta La Chiefa Cattolica , altretanto nella Ca
quel fuo già Monaderio , oggidì la prima_. labria rendono fedivo il giorno . Ma cor
Parrocchia della Città, non ancora li c di- Angolarità in Cropani , mercè alla fua infi
fafcoilo alta pubblica venerazione de' po- gne Reliquia, laiciatavi da quei nc trasferì
poli. vano il fagrato fuo Cadavero da Alcflàndri
VII. San Tommafo di Aquino . Gode la in Venezia } ond‘ è, che Cropanefi in tutti
i
Calabria gli onori della nafcita di quello quel fereniflimo Stato ne vengono llirnat
gran Doitore , c non minor Santo nel fuo Cittadini , e perciò franchi da’ peli impoft
iena} cioè nella Città di Bclcallro } e quindi a’Foradieri. Accrcfcono la pompa del gior
celebrata la fua Fella , quali in tutti luoghi, no le moire fiere , come in Barone Calai d
lingolarmente nella fudetea Città di Beica- Terranova, in Coruglìano,ma fingolarmcn
jllro.e là ove fono Monadcrj di Domenicani. te in Reggio , ove la dura fino all’ ultimi
XIV. San Gregorio Fapa Fiera , quanto . del mefe.
porta la ilagionc dell Inverno , con infic- XX X. Santa Catarina Scnefe, c per tanti
me i fagti affari della Quarefima, celebre in con molta pompa folcnneggiato da tutte 1
Staiattì Monache Domenicane, così le Terziarie d
XIX. San Giulèppe, Spolb della Vergi- cala, come le Claudrali de’ Monadcr;
ne : Fella univcrlìuiliima alla Calabria , c_>
vie piti di quelti tempi accrelciuta per gli MAGGIO.
ordini reali del Rè Carlo il.
XXV. La Vergine Annunziata L’ una_.
delle più lingolarmente celebrare Felle nell'
una , e nell' altra Calabria } Con ilpecialità
.
|
|
D
Modena
omenica prima
la
,
. In Reggio
gran Fella della Vergine
della quale altrove . 11
fi
,
cclebr
detta
concorf
d
la Chiefa de’ PP. Capuccini , col concorfo ancoratosi che par loro commune la folce
di tutt'i Popoli convicini , in Oppido col nità Vedi nel fudetto luogo, per non ridir
.
concorfo di tute’ i Preti delia Dioccfi } ove qui le medefimc cofe. In Anello la Feda d
quell' Immagine miracolofa non li moitra S.Genialc Mart.col concorfo d'infinita gen
in tutto l'anno , che quello folo giorno , ed te per le molte grazie fi ricevono dal Sane
in tempo di qualche graviifima urgenza , e nella Chicfa dc PP. dell’ Offervanza.
vi è la fiera } cosi come in Reggio nella.. Domenica II. San Fortunato Martire: F<
Chiefa de’ PP. Olfcrvanti, in Catanzaro , in da. in Taverna nella Parrochial Chicfa 1 !
quella de' PP. Domenicani , in Cadrovilla- S. Maria, ove il fuo corpo, folenne cotante
re,ed altri luoghi. che và in conto delle maggiori della Cala
XXVII. Effcndo quivi accaduto quel ro- bria, sì per li maravigliofi concorfi de’lua
. ,
111. L’ Invenzione della Croce : Il fa grò van Quella è luna delle più fcfteg*
Battilla.
|
giorno da per fe inedeiimo folenne a tutto giare folcnniti nella Calabria , e canto più
,
il CrilHaneiimo , viene con fingelarità ac- folenne , quanto piu univerfale , principal-
crcfciuto nella Calabria con le fagre Felle mente in quei luoghi, quali fono moiri, che
dedicate alla Vergine della Pietà , come in ne portano su'l fronte il prcziofo nome. Ma
Cropani, Belcaflro , Papanici , e fomiglianti con fingolarità in San Gioia Fiore, già capo
luoghi. NclBianco abbiamola grolfiffima dell Ordine Fiorcnfc , ora membro del Ci-
Fiera, detta della Verde Si celebra ancora
. fiercienfe, coi concorfo di tute’ i luoghi all'
la Fella della Milèricordia,o vero delle Ser- intorno £ nella Terra di Mclicuccà , del
.
re fopra Taverna col concorlo di tutt'i Vil- dominio della Religione di Malta, òv'è d'anv
laggi vicini mirarfi una numerufi'finu Proceflione coll’
VII. Sant'Agazio Martire.il corpo del alfillcnza de 'Popoli, e vicini, c lontani . Mi
fudetto Santo miracolofamcme approdato più vago a vederli è lo fpettacolo , qual li
fotto alla Cofcia , come altrove fi aifeorre, rapprefenta la fera delia Vigilia in quel lun-
oggidì fi adora nella Cattedrale di Squillace, go tratto da Reggio a Bagtura , quando di
entro ad una magnifica Cappella 5 onde li quà dalla Calabria, c di là dalla Sicilia li ac-
porta dietro un nobil Mercato nella mede- cendono infiniti Luminari , come con tante
lima Città Un braccio del Santo trasferito
. luminale lingue folleggiandone gli applaufi.
da Monfignor Sirleti in Guardavalle fua Pa- Accrdcono f allegrezza del giorno le molte
tria ha dato luogo ad una belliflima Fella. Fiere, frequentate in molti luoghi , come in
XX. San Bernardino Feda folcnnilfima
: Simari, in Callruvillare.nc’Pioppi di Mela-
in Morano nella Chiefa de’ Frati Olfervanti no, fotto a Seminare, o pur Baioni, cd altro-
fotto a quello titolo: Accrcfciuta di concorfi ve .
per la nobiliiTuua fua Fiera. XXIX. San Pietro, e Paolo $ Titolo della
Cattedrale di Nicallro, c per tanco celebra-
GIUGNO. ta con molta pompa in quella Città , e con
una bclliliìma Fiera .
i. r Ntra molto folenne
Ci come Mondo
quello giorno ,
LUGLIO.
a tutto il Crifiiano, co-
sì allaCalabria, recandoci il principio della
fagra Tredicina, così volgarmente detta , e Omenica prima Abbiamo celebro
cunlàgrata alle glorie di Sant' Antonio di
Padova s onde con la pompa medefima con-
O .
celebra con molta pompa la Fella : Accre- Domenica dopo li zo. del mele: Si celebra
Kiuta per lo piu con le numerofe Procelfio- in quello giorno in Pcdavoii la Fetta di Sani’
ni quali recano alla publica adorazione de' Elia, accrcfciuta con maravigiiofi concorfi
Popoli la fua Statua. per oecafiune della Fiera vi lì e introdotta .
XIV. San Bafilio Magno. La moltitudine Domenica ultima : Fella folcnnilfima in
jmmenfa de’ flagri Cenooj di quello Santo, Montepavonc alla Vergine furto il titolo
fé-minata in tutta la Provincia , rendeva il degli Angioli ; Nell Oli vadi per le glorie di
giorno univerfalmcnte tellofo : Oggidì fee- S. Elia Profeta: Ed in Cotto là nobile Fiera,
tnata quella ha di pari feemato le glorie del detta dì S. Vittorio.
giorno i ma non cosi , che non fi renda fo- 11. La Votazione della Vergine In altri .
leiinilTtmo in molti luoghi, ove fono Mona- luoghi con il nome della Madonna deliaca
iter; di quella fagra Religione . Grazia Fella quali univerfale nella Cala-
:
XV. San Vito Martire. Fella molto folen- bria Nella Città di Sant Agata fi folenneg-
.
nc nella Terra del nome dei Santo , ove fi gia quella della Vergine , detta del Soccor-
venerala maggior parte delle fuc fagre Re- fo In quello giorno ansiamo le Fiere folco
.
liquie: Avvegnaché quali per tutt i tempi alla Giojofa, in Rogliaoo, ed in Nieotcra.
dell'anno vi fiano maravigiiofi concorfi per XVI. La Fella delia Vergine detta del
1 occafione delie morficature de’ cani rab- Carmine, univerfalifiima a tutt’i luoghi, e
*
biofi .
grandi, e piccioli della Calabria . Vi fiano, o
XXI. Abbiamo fotto a Campana la cele- nò Carmelitani, ella fi celebra con ogni rcii-
1
non oggidì, ma la Domenica prima vcgnen- Reggio nella Catrrcdale , nel Corteggio
rc In Catanzaro corre la Felti virà di
.
Vi- della Compagnia, nella Chiefa dcllaVittoria,
taliano Vefcovo, e Protettore della Cittì, c di Strozzi, ed in altre Chielè della Dioccfi.
la maggiore, qual fi fappia ivi celebrare. Cofcnza nelle Chiefe Cattedrale , e della
XX 11. Santa Maria Maddalena Solenne :
Compagnia, con altre della Dioccfe .
quello fecolo , per opera Angolarmente de Cappelle antiche dedicate a quella Madre
PP. della Compagnia : Quindi la Calabria., Divina , oltre più fe ne fono fabricatc di
per ogni parte inchinata all’ onor de’ Santi, nuovo; e le fue fagre, o Immagini, o Statue,
non fu pigra in ricevere la novella divozio- cotanto moltiplicate , che appena porri ri-
-
ne all'onore alla Madre della Vergine, Rei- trovarli cafa vuota dell una delle due Par- .
minai Japiens toquar) fcrivere,che con le mie la Calabria felice di ogni altra parte del
diligenze fe non fi piato, almeno li allargò sì Mondo, per averne la parte in migliore, cioè
bella divozione in Catanzaro.in Taverna, in 11 capo in potere de' Signori del luogo, pal-
Belcalìro, in Cropani, in Curro; c da quindi sò fenza làperne ridire la cagione, nella vi-
ad altre parti; e confeffo con ogni /inceriti, cina Sicilia.
eh' appena fi publicava le divozione bambi- XXVII. San Pantalcone . Feda folcnn in-
na a pochi , che fa veggevo gii adulta cre- fima in Gierace nel Monartcrio di Monache
feiuta ne petti di tutti Ora la feda è folen-
. fotto a quello titolo; cd in Montauro;ma la
niflima quali per tutti luoghi della Provin- Domenica , dopo quello giorno , per elfcrc
cia Hanno cooperato a sì grand' opera gl’
. piu frequente di popolo.
Illultriflimi Prelati Gennaro , c San Felice XXV 111. Santa Venera Vergine , e Mar-
Arcivefeovi ,
quedi di Cofcnza , c quegli di tire Locrefc: fi celebra folennc in molti luo-
Reggio , li quali a tutto rtudio l' hanno ben ghi deila Calabria, fingolarmcntc in Gicra-
radicata nelle loro ampliflìmc Diocefi . Ma ce fua Patria, ed in Mayda, ove fi ritrova un
i luoghi ne’ quali fingolarmcntc fi celebra^ Monartcrio di Monache fotto a quello tito-
fono lo ; Accrcfciuta con la pompa di una nobil
Catanzaro nelle Chielè Cattedrale , di fiera .
D I. Fella folenniflima
la qualità del
,
quanto
luogo lo permette iiu.
Centrici, per le glorie maggiori del Glorio-
Mefuraca nella Chiefa de'Capuccini. fo Confellòrc di Crirto Sant’ Onofrio Ere-
Tropea nelle Chiefe della Compagnia , e mita .
de Tuoi molti Villaggi. Domenica li. Si folenncggia in Gafpari-
Mm m na
. . . .
na la Feda di S. Innocenzo Martire col con- X. San Lorenzo Martire : Altre volto
! corda di tute' i Popoli
intorno. all' delle maggiori nella Calabria in Cropa-
Domenica dopo li 15. In Santa Giorgia ni , celebrata da’ Monaci di San Giovan-
abbiamo la Feda della Vergine lotto il tito- ni a Fiore nell’ Abbazia ,
fuori quella Ter-
lo della Catena , accompagnata con una ce- ra ; oggidì feemata alquanto , e la Fella ,
lebre fiera. Piu grande è la Iella in Chiara- e la fiera ; avvegnaché accrefciuta ilo
valle alle glorie della mcdelìma Vergine, Catanzaro , effendofi trasferito il mercato
ma lotto nome della Pietra^, fialcnncggiata detto di S.&iculò dalla prima Domenica
con ogni maniera di applaudì , c concorii di del mefe.
Popoli forallieri XII. Santa Chiara Vergine: Feda folen-
Domenica ultima , abbiamo la folennità nillìma appreffo di noi
,
per la moltitudine
Vergine del Ripofo , qual fi celebra.,
della delle Clarilfe, così clauflrali ne'Monaderj,
con ogni pompa in Varapodi , accompa- come fccolari nelle proprie cafe.
j
!
gnata da un mercato numcrofo 5 ma fon- XV. La Vergine Adonta al Ciclo Ecco :
tuoftflima è quella , che fi celebra in Palmi una delle maggiori Fede in tutto quefio trat-
in onor di S. Maria dclla.Lcttcra con ma- ,
to di Paelè ; e ne vengono in filo le molte i
Angioli vagamente adornati , che accompa- fuori un arco trionfale, maehina macflofa..,
gnano la Vergine trionfante nella cima di con in cima la Vergine volante al Ciclo, con
detta machina, quale fi porta in detto gior- all’ intorno una moltitudine di figliuoletti j
ri del luogo , con maravigliofo concorda di Ipodi per tutto l'arco trionfale, quale fi por-
Popoli onde fi è introdotto un nobile mer-
: ta proccdTionalmcntc per le flradc maedrc
della Città, concorrendovi numcrofità di Po-
|
cato.
II. Santa Maria degli Angioli , o vero poli, per quali fi fa bellidima fiera In Po-
i .
in Cutro nella Chiefa de PP. Riformati , ed di quell’ Ordine, con buoni concorii di Po-
altrove. In Varapodi fi accompagna couj poli
una buona fiera. XXV. San Bartolomeo Appoltolo;In Si-
nopoli la Vecchia fi celebra la Feda della^
VII. San Gaetano ConfefTore Abbiamo :
fblcnniflima quefta Fella in Catanzaro , ej Pietà con una buona fiera, così come in Sci-
Cofcnza nelle Chicle del fuo Ordine ;ed in gliano, ed in Mefuraca.
molte parti ancora , come Taverna, ed al- XXV11 I. Sant’ Agodino Fedauniverfa- .
trove per la divozione a' Tuoi meriti Ic per opera de’ fuoi Monaci , quali fi allar-
gano
. .
. . .
CALENDARIO.
gano in una buona parte della Provincia , e- golarità in molti iuoghi della Calabria, cioè
perciò folleggiata con ugni fpiritual pompa in Badolaro , in Bdeailro cllcndo titolo di
,
In Colènza li aggionge la fiera , la quale lì quella Cattedrale, in Monte-Icone, ove Funai
allunga a giorni quinaeci delle più celebri Parrocchie in Taverna^
,
nella Chiefa de'Capnccini fuo titolo, vili
SETTEMBRE. adora la fua Immagine, non l'ultima del pen-
nello di F’rà Mattia Preti
omenica prima, abbiamo
D ra fono a Burrcllo,accrefciuta col con-
corro di tutta quella parte di Calabria.
la nobil Fie-
OTTOBRE.
Domenica II. Corre nel mede-limo luogo
la feconda Fiera Ma celebrandoli di quello
t
!
mente in Soverato , ove li folenueggia la_. Tuoi Francefcani , sì dell'uno , sì dell’ altro
Vergine della Pietà, con la fua Fiera , fre- fello , appena potendoli contare Villaggio ,
quentata da Popoli con vicini . Cade ancora non che Città , o Terra , dove non vi liano
in quello giorno la folennità di S. Maria di loro Conventi, ora tre, ora quattro, ora più.
Poli nelle Montagne di S. Luca , con la ve- E quando pure mancallero i Clauftrali , cer-
nerazione di molta gente. Ma però la folen- tamente che non mancheranno quelli del
nità piu grande e da vederla in Sinopoli,con terz Ordine nelle proprie cafe Da quindi fi .
la Feda della Madonna delle Graziceli con- trae 1' univcriàlità della Fetta Accrcfciuta:
corro d’amendtic le Sicilie ha dato luogo ad in Nicallro con una nobil Fiera .
un adii celebre Mercato Ne qui folo , ina
. VI. San Bruno Confettare : Fetta folcn-
ncll'Angiiola, ove la Fiera detta del Mac- niffima in tutte labitazioni fottopolk a Tuoi
f!ro,cd in Savuto*delIe quali però la piu ce- Monaci , ma fingolarnieute nel mede-fimo
lebrata è quella fi vede lòtto alla Rocca., Monaftcrio di S. Stefano , in cui fi adora il
Bernarda,con nome di Molerà. fuo fantiltimo corpo Concorre la gente da
.
della Città di 5tjlo,Dioccfe di Squillaci, do- ttiana prefi: a rivcrire quel Santo nella tne-
ve lì adorano con gran venerazione le Re- deiima politura, cancellata quella d Ercole,
liquie di quelli Santi miracolo!! , con gran per cagione d’avere da lui apprefo un gran
coacoriodi buona parte della Provincia *c lume di Fede
per la divozione ,c pc'l nobile, c grandiofo XIII. San Daniele Martire Franccfcano.
Mercato, o Fiera li fà in quello giorno ivi. Quello Santo nato in Belvedere, quivi lingo-
XXIX. San Michele Arcangiolo . Si ce- larmcnte fi folenneggia Accrebbe la pompa
.
M m ai 2 lo-
. . . . . . .
lofamcnte , quando recandolo non so dove una Fella, ed una Fiera di molto concorlo
un Vascello, quello com egli fu su quel ma- XXI. La Prefcntazionc della Vciginejj
re fermatoli su dell' ancore dalla Divina-. ma appo di noi con nome più volgare , Ja
Providcnza non potè oltre piu paflìrc , fe Vergine della Confoiazione FcAa celebre
.
prima difgravato dalla fagra Reliquia , non in Taverna nella Parrochiale di S.SiivcAro#
Favelle ivi lafciata. Si venera addunque con preceduta da una Scttina coi concorfo delia
ogni maniera d’applaufo, e con luminaria , e Ma però piu celebre in Reggio nel
Cittì .
Catanzaro , nella Chiefa de'PP. Scalzi Car- rendimento di grazie.Vi Rendono tutti quei
mclitani.quaii la riconofcono per loro Fon- Villaggi alJ'intornoi onde il concorfo divie-
datrice, e Madre j Così ancora in altri luo- ne muravigliofo.
ghi per la molta divozione le recano i Po- XXV. Santa Catarina Vergine , c Marti-
poli . re Una delle piu frequentate FeAe nella
.
XVIII. San Luca Evangelilla: Si rende Calabria , per le molte Chiefc , dedicate al
celebre in Montelcone la lua memoria con Aio nome : ma con maggior Angolani 1 l’ab-
la Fiera, quale principiata in quello giorno biamo nella Terra dei fuo nome . In Catan-
la dura lino a tutto il rimanente del mefe. zaro evvi la Fiera , la quale però s’avvanza
XXI- S. llarionc Abate . Nel palléggio, di grido inTeiranova, ove continua tino
eh ci fè per la Sicilia abitò lungo tempo le all ultimo del mele.
della
FcAa folen-
Compa-
una Procclfìone aliai numerosa gnia, ed oltre quelle in Poramia Villaggio
a’Arena, c nel Sorbo Cafal di Taverna , ne’
NOVEMBRE. quali luoghi fono l lmmagini molto mìraco-
lofc del Santo
D
mo
omenica dopo la Fella d' ogni Santo,
la quale di neccflicì è la prima , abbia-
una nobjliffima Fiera in Polillina.
IV. Santa Barbara Vergine , e Martirej
Gode ella li Tuoi applauA nella Cittì di Ta-
verna nella Parrochiale del mcdeAmo nome,
Tutti Santi Fella fòlennillìma a tutta
I. . ed in altri luoghi ancora.
la Ghiera, ed alla Calabria, Angolarmente in VI. San Nicolò. Quanta folle la divozio-
Nieallro, ove una buona Fiera, ed in Squil- ne a quello Santo nella Calabria, ben lo di-
laci nel MonaAerio di Monache di quello moArano le molte abitazioni di queAo tito-
nome lo, c fopra tutto le Chicle, fempliei, Parro-
II. Commemorazione de’Defonti : Que- chiali, e Cattedrali confagrate al fuo nome,
avvegnaché lugubre folennitì A celebra,
lla c quindi potrì trarfenc la lulcnnitì , con la
lquantopiù uni verfale, tanto più di Augolar quale A venera in quelto giorno.
'divozione, per li molti cfTercizj di pietì Cri- Vili. L Immacolata Cuncezzionc della
Aiana a prò delle penanti Anime del Purga- Vergine : V
una delle più applaufc folcnni-
torio . tì, come in cucca la Chiefa , cosi nella Cala-
IX. S. Teodoro Martire. Il corpo di que- bria, non tanto per la moltitudine de' Fran-
cefcani, quanto perche Fella reale fovvente
I
,
Ao Ecccllcntifftmo Martire venuto , c con-
;
fervato con molta riverenza nella Terna di vi j’ impegnano i Mini Ari Rcggj : Si prece-
Satriano, li ha tratto dietro una gran Fella . de con luminari , e A foienneggia con pro-
XI. S. Manino Vefcovo , e ConfelTore ceAioni, con ottave intiere, c con ogni al-
Ha le fue pompe queAo gran Santo in molti tro di più feAivo.
luoghi della Calabria , quali ne portano il XIII. Santa Lucia Vergine, c Martire, ce-
nome , ed oltre più nella Cittì di Taverna lebre da per tutto per la pr otezzione degli
nella Chicli Parrochiale lotto al medclimo occhi . In Monteleonc vi è la Aera per fette
titolo . giorni .
XXV.La
. . t
CALENDARIO.
XXV. La Natività dei Signore . L' inet Calabria molte altre Fcltc ancora , non in-
labile Millerio accaduto quello giorno, ac- feriori alle già dette , ti per fontuolità di
pompe, che per concorfo di popoli,e per in-
j
Q Felle qui lbpra accennate dall'Autore nel ci oblighi ad una fcrupolofa efattezza.
appendice
I fuo Calendario , vi li folenncggiano nella.»
N
On ho potuto tralalciare il pro-
pollo argomento piti per dife- te iniieme su'l corpo del defunto alzan le
fa del giullo , c dell' antichità voci , confufamcmc mefchiaie , chiamando,
femore venerabile, che per offe- e fovvcntc replicando il nome dell e!limo,
avvegnaché per altro inno-
fa ,
ora folo, come a dire. Padre, Madre, Mari-
cente, e fenza colpa Sono alcuni, quali po-
.
to, figlio, fratello, e lòmiglianti, ora accom-
pagnato con nominanza onoratajcioè di di-
co prattic-hi de 'riti, e coftunaanzc praticate,
gnità , fe labbia cflcrcitaro , o d'altra prero-
da quali tutt' Popoli del Mondo antico,
i
con qualche tenacità rattenute alcune nella a palma, e talvolta al capo, al petto, altrove*
Calabria, quali non veggono più praticarli cosi gridando con ie voci, còsi battendo con
nelle loro Patrie , o perche difmtflì dal dif-
lemani rendono , e ftrepitofo, e flebile uuj
piu conclamore Quella è coftumanza , qual ci
fido , o perche con Criltiana pietà non .
b UN. come
la Calabria L’ abbiamo da Ovidio (b) , il vefl'ros, fuper ubera piangile a dire: Pc.
j.
.
de pomo
quale temendo da una cotale morte , così Sara palmi: pcrcutitc.Cvsì, che quelli foli bat-
djcca: timenti , come per antonomafia chiamavanli
Tarn frocul ignoti: igiiur moriemur in ori: il Lutto : /Ideo, ut anthonomafìicè ipfa fola, ut
accadde, che fembraffe clfer morto , chi non temerario, che_ voglia prenderne giuoco, av-
lo eraq onde fc tanto folle , quel griderò
vegnaché di lincile (liane qualunque fi vogli
avrebbe potuto fargli dar fegno della vita la cagione) in quella parte , e non già nell’
e itncid.
non ufeita ancora Lo notò Servio (e) su
1
. alitai '
folle il medefimo l eder conclamato , che o in avvenimento di morte 0ma però di per- I
morto, o dilperato fenza rimedio Così Te- : fona, qual ei fia caracol lata quali fenza av-
d in Eun.
renzio (d) Define jam conc Um.it um efi , ed
: vedercene dall empito del dolore . So che
*t\. J. Apulcjo (c) : Ut optimi Medici , conclamati! taf uno 1 abbia»riprefo j ma inficine dovrà
c lib.pr.
*!e pbu
!
defpcratifque corporibui non adbibent meden- riprenderei, T aver tratta 1 origine dagli E- ’
to di morti , che ci fiano cari j poiché per luoghi della Scrittura fag.a , nc' quali o fi
quello tocca la prattica appo de mentili: ec- minaccia, o fi divieta il Calvjzio:cioè nel 14.
cola in Virgilio ( f ) nel lutto di Didone. del Deutoronomio : Filii efiote Domini Dei
! f Jtneid.
1;U Terque , quaterque manu , pedo: pcrcuffx- vefiri,non voi incide ti:, neque faciali: calvi-
decorum tium fuper mortilo Nel 15. di Elida Moab
:
!
jione delle membra I: enim Jlrepitu: , qui. vertam fcflivìiatcs vclìrai in ludum om- ,&
mem brorum percujfione fiebat, proprie plangor nia cantica vefira in plantlum , qr inducala fu-
drpl anches ed alquanto piu avanti , Caput, per omne dorfum vefiruia factum , fuper &
farmora, petto: percutiebant , &
inter fé manus omne caput calvitium. Qual frale dì parlare,
alteram ad alteram complodebant , quod erat giulla 1 intendimento de ttigl i interpreti, ad
proprie piangere', Uude factum, ut piantili: pofi- altro più non allude,chc alia frequcntifiìma
tu i ftl prò fido , &
ludo , cum tamen proprii coltumanza degli Ebrei di fvclierfi i capelli
piangere fit ftrepilum peri unendo edere E che . del capo, ed anche tal ora fecondo che piu,
icr anche quella Hata folTe coltumanza d£- o meno cara fotte Hata la periòna defontaj
t irei, fi trae dal i. capo di Gicremia.ove va- ma fempre però tale, che nc potette apparire
ticinando a Gcrofolima il lutto de Tuoi, co- il capo calvo Cofiumanza , che anche nc'
.
Ebrei
. . . 1 s . E. . ^L s
abbiamo in Edere al 4. dove per deplorare flati lia genera Ingcndi, P adora muliebre!, la
a corrifpondcnza la grave pcrfecuzionej cerationcs genarum, pedoris, ir capiti! percuf-
,
moda dall' empio Amano al fuo popolo, fi fionei: ffine ille Agamennon homericut
lèrivctCm» dopo fuiflit veftes regia! fietibus,& Scindens dolore identìdem intonfam co-
ludui tptd indumento fificpit,& prò unguenti! mare
Variti cinese, &
fiercore impievi t caput fium, quofadum tllui Bionis Periodo fluiti ffi-
In :
avendo udito, quanto i fuoi Ebrei fi fodero vano li capelli ne mortori ì ma di vantaggio
allargati dalla divina legge , fingolarmcnte li fvellcvano , o troncavano con ferri agli
nel contrarre de’matrimonj , tratto da gra- animali ; lo fcrive di Ale (landra, Plutarco
ve cordogliotfir mox ut audivi ifla , confidi per la morte d'Efedionc, per cui tanto fi ad-
veflimenta , &
facram cunicam , lacerane & dolorò; che ne troncò i capelli a fi: , a’ fuoi
ooioati, a juoi v-avaui , c raun cerane au-
\tapillO! capiti!, ir bar barn, fedi dolem,& ma- .
'
11 da' capelli fvelti da' loro capi : così O- Palcdina , ma il Mondo tutto nella mortej
inorici
,
4' dc’congionri,pcr argomento di gran dolore,
ììUiilf* mero(b) lo deferivo de'Trojani nel morto-
rio di Patroclo drappo Tempre i capelli dal capo, e tal volta
— . .. Sequìticr figentibus ermi! ancora dalla barba!
Tuba nitem peditum : poft qua exangue
Cadaver b 11
Patrocli impoftum feretro: demoremi- DEL GRAFFIARSI LA FACCIA, E
niftri
PETTO
Elatum in medio catu {pedante reponmt
Mox tonfi infidi! totum teiere capilUs \yt A peravventura non fono quelle lej
Corpus inane Piti— LV 1 maggiori rifate, quali di noi prcndo-
Achille medefimo,fenza pure mettergli fre- no alcuni Ederi, non troppo ben intefi delle
no la graviti deila perfona.fè il fomigiiante coduraanze antiche, ed univcrfali ; fono nel
tum mafia Achillei vedere in molti luoghi le donne lacerarli le
Flavam Cafariem, quam lenifluo fperebio guancie, e 1 petto con l'ugnic , pi u , o meno
Numerai, primi fque virentem eduxerat giuda la gravezza del dolore. Ma che }.Non
tnn i, fono quede volontarie dimodranze Niun' .
/pfe fuis manibus ftbi frafiidit , altaque mai in tempo alcuno Carnemfiam odiò ha-
:
Fitia prima renna flavo! Lavinia crine te , venute a noi con quei primiero l'angue
Et roteai Untata gemsitù catara circum Ebreo, da cui tradirne la prima origine. Ben
Turba furi t. è vero , che ciò anzi fi proibiva agii Ebrei,
Così Ovidio delle Torcile di Fetonte , cam- com ò da vederfi nel capo ip. del Levitico,
biatc nel lutto medefimo in arbori. ove fi commanda : Etfiper mortuo non inci-
Tertiacù innati manibus lacerare parar» detis carnee veflras, ncque figurai altquas , auc
planxere forora elibus fuis facient incifura! ; e poi nel 14. del
Najadn,& feda 'fratti impofnere capi Ila. Deuteronomio: Non voi incidati, ncc fatteti
’ calvitiumfipermortuoNUptco eglino come
Così ancora Stazio
in altri affari non volevano faperne altro , e
Tergoque , federe fifone & feguivano cosi , come 1 altre Nazioni del
Cafariem ferro minuit, fedifque jacentis
Qb nubit tcnuja ora coma .
Gem.lcfimo, ed a graffiare .1 volto , e 1 pct-
Così di una tale Matrona Efefina Petronio to ,
nella morte de loro congionti piu tari.
At *****
suo illa ignota
* confolatione perculfa lacera-
jjm/*** — I
Lo notò G.o: Girolamo Soprano
— (a) :
'
vit vebementius pcftus crina fiper
ruptofquc crine*
pcdus,, ruptofque fuper (
genia in
n cnpl gente
riempe fmrua funere fac, ebani , ,
* “ ipfl
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s .
nerfenc, come di uomo morto, le dice; Eju- ptann’nrw.Adunque li tanto poterono ope-
labunt fuper te voce magna, (lamabunt amari, raie urne Nazioni per altro gloriofe nelle
(T fuperjacient putverem capi tibia fuis , ci- & loro ifiituzioni, non credo potrà elfer difdi-
tine confpergentur , &
radcnl fupcr te calvt- cevoie Limitarle la ove , ne la crilliana pie-
tà, nè la natura medefinu il divietano 5 on-
tium,& accingcntur ciliciis, C" plorabunt te in
amaritudine anima plan u amarijJimo,& affu- 8 de apparifea quanto folle fenza giudizio
l'acculi, perche non foitvntabik,quul viene
mcnt fuper te carmcn lugubre , pianger, t te 5 &
V d-pref.
dalle quali parole il raccordato Soprano (b) a noi fatta per la tenacità di fumiglianti co-
• ,p.p.C.Is.
raccoglie un falcio dicollumanze Ebree ne Uumanze nella morte de’noltri congiunti.
loro mortori, e fra quelle; Capillorum avul-
IV.
so , &
gtnarnm lacerati a Così ancora Ge- ,
DE’ REPUTI, E
f.
REPUTA TR1CI
remia aìcap.tiS.: Monentur grande!, parvi &
in terra ifla, non fepelientur, ncque piange ntnr,
non je inudrnt , ncque calvi tium f.et prò cir. Ccoci ad efiaminare la coiìumanza del-
cioè come ipiegano ii Sancbcz,c 1 Cornelio, Ele dette da noi Rcputatrici , da altri , o
Lame-matrici, o ver Piagnone, le medefimc,
«osi grande dove» cflèr la llragge ,chc ma-
lamente potevano oflèrvarfi le leggi Uc’mor- che le lapiditi degl Ebrei, c le Prefiche de’
torj,fraquali annoverano:/*roii/i crina, lace- Latini, donne Macilre , o pur Prefettc del
rata gena: Più aperto io fcrille San Girola- commune pianto ne' mortori • L offic o di
c a<) hunc
mo(c): Mot fuit apua vcteres,& ufque badie in quelle altro noa è, che con parole alquanto
ìoccm.
quibufdam permane! Judxorum.ut incidant la- legate in verfo lodano il defunto, tutte i’ai-
certos, &
calvìtiutn faciant . Onde San Gre- tre mentre elle cosi parlano tacendo 5 indi
gorio Nazianzeno perche moliti la madre dalle date lodi inferendo il pianto, tutte 1 al-
,
de’Macabei appartarli dalle coùumanzc del- tre lor rifpondono piangendo, e così inrer-
la fua gente, non così conformi alla fua leg- pellatamcnte l’une, non fàprci,u fc piangen-
d Orac- ge, così la fa parlare (d): Non cornar» tamabo, do, o le cantando lodando il defunto, c i'al-
le lua
lUb. qua. non velia fandam,non carnet unguibus lacera- tre portate da quei propolli motivi lagri-
to, non luci us excìtabo , non luClus jacias qccer- mando intenerirono , ed accrclèono le la-
Jdm — Accennai fopra, che la Calabria mo- grime Coiìumanza nella maniera di fopra
.
derna avea tratto quella coiìumanza dall' deferitta f accennò fra’ Romani Servio (a): a in
ned. li b. 6*
antica Ebrea ; ora foggiongo , che la tralTe Turba tandiù fiaba t rcjpondens planthbus Pre-
ancora dalla Gentile antica , c quella dalle fica , idefi prinapis planclui, quandi ù confum-
medefimc Nazioni, dalie quali venne abita- plo cadavere, diccrctiir navtjfmum verbum
ta De 'Siri , c degli Aflirj lo Icrivc Lucia-
. Iltcet, quod ire licei, figni ficai. Di quelle intc-
no , de’ Kotnani V irgilio nei lutto , qual fé fc l’Autore del Pa.alipomeno al capo jj.
Anna nella morte di Didone. del fecondo Libro , qualora favellando del-
Unguibus ora Joror fxdans, ir peSora pu- la morte del Rè Idia, fcrille ; Univerfus ]u-
gmt ; tla , &
Jcrufalcm luxerunt Jofiam , ] cremi as
&
e Ovidio lì rivelici a alla moglie. maximi, cujm tunnel Cantora , Cantatrtcet
l’arce ttmen lacerare genas , nec feindt-j lamentai tona fupcr Jofiam replicali t Di que- :
ti p adora muliebre s lacerationcs gcnarum — le fertile San Girolamo (fa): Morem itti ut Pro- b ad hunc
,
LI.
fi tronc ano,! uui cuti ciò perfuali,ch'alia villa nere
fra-
- ,,
Ì«W>av»di-
*»ef. >• P«
mo» fuos froximi quive , &
cornati deflebanr, potedero trarne lodi ed alte c grandi per , ,
p.C*p.»J« [ed quìa nibil citine erefeit , quam vere lacry- lodarne gli citimi Noi, come pur di Sicilia
.
1
maò id circo etiem ehi aivai ebantnr, qui dotli lo dilfe n mcdcfmio Soprano, le chiamiamo!
fiere, &Algore tacrymis afeititiis, verta» alto- volgarmente Kcputatrici , e Reputi i loro
rum doler em vicaria opera fubflentabant : Ad canti ; che con iati nomi abbiam fatto il ti-j
quod munta tcrtum qnoddam genia hominum tolo al paragrafo . La cagion del nome la_.
viti , & {amine promifette dtftinati crani , lignificò il raccordato Scrittore; perche do-
non minia quam ai alias artes, qua pubica rei vendo cileno trarre le lagrime dalla conli-!
utiks &nete ({ari* flint . itaque fieni erent an- derazionc delle buone parti, gii perdute nel
tiquitnt Collegio , & corpora Artmatariorum, defonto,dcvono molto bene tra di loro pcn-
fttlerum, &
fimi limò fic ctt am erant lamenta- fare le maniere del traile, ed i fonti, da qua-
lorkm , tr temerà etri atm , qui lecrymas alieno li lì avclfero a trarre. Proprio vocabulo Repu-
in funere locabent , <$• fletta venale s habebant. tatriccs dicunlur,quod fecttm reputent, cogiient,
Quindi è, che gli Ebrei chiamavano quelle e/ ahos etiam in cogitationem adducant , c
tali donne faptenti; l'abbiamo dal z.de*Kcg- confidcrationcm forum qua defunBus gefieri 1.
,
gi al capo 14. Mifit Joab Thecur.m , & tube Onde avviene , che moire , c con la natura-
mie mulicrem fapietttem, di xi tane ad comi lu lezza , c con
1' ufo tame lodi traggono (da
gerc te fimnta, & iniuere te vefte lugubri, quafi pur come fi voglia, e bado , e vile il defun-
mailer jam plurimo tempore legati montami to), e tame lagrime muovono ne'circollan-
Così ancora l'abbiamo dal 9. capo di Gicrc- ti , che fovventc lerabra quel funerale non
mia; Coni empiami ni, O" vocale lamentatrices, edere , che di Guerrieri fempre vincitori,
& ad eas, qua [api en tei funi minile. Sapienti; che di Cattedratici iempre dottamente elo-
cioè come intèrpetn il raccordato Soprano: quenti, e Simigliami. Collumanza meno che
DoBa fei liceiùrgere, £r fiere, feiens faijas la- ladre riprefa ,come che ancor vigorolà, e
crimai exprinne tfr- veras ex aliorum oculit nella vicina Sicilia , cd in altre parti d itali
}
fiere ; perch e cosi dotte, che con le loro la- lia;bcn e vero, ch'aliai combattuta dagl'cdit-
grime per lo più màtuitc traevano dagli al- ti Ecclefiadici, e con fcomunichc rilcivate,
trui le vere. Legge Vatablo :Vafr*,aft*ta & e con pene pecuniarie; ma nulla di meno co-
««il?* trK *cnt cs, frafe che pur anche fu di Plauto(f) sì ben ferma ne’ cuori de'. Fopoli , che non
|
g io Tru I Super boque tranci arguì andò Praficas per tanto, (avvegnaché per altro di fotnma
£2?” L. : Ne expe Belìi Religione) pollo no indurli a difmcttcrU
Ed altrove (g).
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, ,
1
parte seconda. più vera ori- dal di fuori vi morirono commendabili per
ualunque (lata ne forte la
Q gine
6
de’ Martirologi ( Copra
feorre molto erudito
di che di-
Tcofilo Rama W°.(») )
l'uno de’ tré titoli . Ne ti dia penficro , che
Martirologio lì nomi, quando non fono tut-,
Martiri coloro faranno per dcfcrivcrli; ma
• ani'
v udii qui iiipporre,
che de Martiroloy, al- ti
n"ft. a<l
quelli qua e Confcflbri c Vergini , e Vedove fenza la
,
ecl. men- tri fono univcrfalr ,
e fono , li
Canifio, da Caldino,
mia notizia , fingo- tiai, ma fenza la gloria del martirio .
(liciti a nazioni
particolari , come fono li
Cratcpol.o de bantiddla di chi ingiufto li rubbò,o del tempo, che in-
comporti da Pietro
Raiflìo, da Mirco, vidiofocbbe a cancellarli , c dalle pergame-
(icrmania: da Molano, da
Andrea Bovo, e dal ne , e dalla memoria Difcorriamola così .
.
Regio degli altri della Scozia: e po, ebbe a ritrovarvi, c Rciigiofi nc’Chioftri
di Adamo
venerabili per fan ti fa, e Preti nelle cure Pa-
la Errigo Fhfimone di quelli dell Iberna.
itorali, ramificati nella virtù, e femmine nelle
Josì come fono quelli, quali formarono di
del- cafe paterne ammirabili per candida vergi-
articolari Religioni altri Scrittorùcioe
Uvione , nità i anche fecolari ammogliati Santi ne'
a Religion Bencdittina Arnoldo
letti maritali . Ora che fiato non farebbe nel
jpone Mcnardo, ed Antonio dajeppcstdel-
Enri- fecolo tracorfo , c nell' altri primi a quello,
a Religion Ciftcrcienfc Crifoftomo
Diego del fino a quelli della primiera Criflianiià,quan -
quez: della Religion Domenicana
Wario, Caflillo, e Malvenda: della Religio- do divampava piu accefo il fuoco della cari-
Nino , Giovanni tà, cioè quando rutti erano Santi ì Qual nu-
ne Franccfcana Jannettino
Monafterio: dt mero di Santi non averebbomu, fc aveflìmo
la S. Giufeppe, ed Arturo da
Lezzana.c.Gi- potuto ritrovarci in quei fecoli ramificati, c
nuella de Carmelitani Battilla
quella degli A- ci forte fiato permeilo il vedere , e l'oflerva-
rolamo da San Giufeppe di :
MAR-
l i
, . , . . ,
MARTYROLOGIUM CALABRICVM
I N Q_ U O
Sandi, Beati, aliique Servi Dei Martyres , Pontifices,
Confeflòres, Virgines, ac Viduac vitse San&itate,
ac miraculorum gloria florentes , in uni-
verfa Calabria recenfentur
\
tranfitus Antonii h Magi-
i. Kaltndis Jarmarti Fano Capuccini
, lànflitatc vita: &
gloria miraculorum illuftris
Rhegii vene- .
Emoria
Lconis Epifcopi
S. rabiJisfaprains Catliarin«e Labrutx
Tcrtia-
&
Martyris , qui prò tuendo riteOrdini S. Dominici , omni laude dii
Tuo grege ab Imperatore in gniUtmx
cxilium milTus , indeque ob- 7. Septimo idus Januarii.
truncaro capite Martyr oc-
I N
Monaftcrio N. obitus Pratris Archan-
cubuic . Tabernis obitus Scr- geli Cathaccn/is Capuccini
qui paucig
ìvi Dai Joannis Antonii Ananix Sacerdo- nicnnous cxpJcvit tempora multa,
ti & Archipresbyteri morum gravitate, ac vit® meruit Beatam Virginem
, in fine &
,
Tertiononas Januarii.
rratrts Dominici à Molochio Capuccini
3.
fati r J?-
Maximino paflus eli , Se in Coemeteno Cai- qui humilitati
?"‘' a nolu,t ad Saccrdotium
^“™°«uni afccndcrc
afccnderc
lèpultus-In Sicilia paffio S. Ciriaci Mar-
Ulti fcpultùs.In . . ,
ura et,a ™ n r3c l a patravit Item
ivrift qui multa prò Chrifti Fide pertulit. 2 . P. - ,l
.
Capticcinarum cjufdcm
!
!!
Virginis,
Civi-
Capuccini, viri multx virtutis. Ibidem cu- .
Nnn a • cecie-
. . . . . .,
.
coelcdi refrigerati. Apud Magi fanti in ter- m ai. Duodecimo Kal. Februarii.
ritorio Tabernenii beata tnors francifc* A Pud Pentidaitvlum B- Urfulx Virgi-
nis , qus fantìis opcribus vacans , fan-
Mangonx Tei tiaris Paulanx,virtutQ fplcil-
dore prxdariflimx ito fine quievit-Flumarix tranfitus Servi Dei
1 1. Fridie iiusjanuaru. Bernardini Urtienfis Capuccini, qui dum vi-
N Monaderio S.Marix de Colloreto pro- xit femper mortincationi fux carnis infi-
J
pè Moranuxn B. Bernardi il Rogliano dens , in morte B. Virginis prxfentia , ac
Fundatoris Ordinis Eremitarum fub Regola colloquio ed dignatus. Catanzarii memoria
S.Augultini,vuIgci de Colloreto. Cariati obi- Cherubini Rocchx ex Obfcrvantium fami-
tus Piulippi Gelualdi ejufdem Civitatis Epi- lia Concionatoris , & ejufdem Convcntus
feopi , ex Ordine Miuorum Conventualìum Prxfulis, viri multx virtutis.
allumpti , omnium virtutum fplcndore illu- 22. Undecimo Kal. Februarii.
flris .
venerabilis Leandri
Apud Tabcrnas Hcgii S. drilli ejufdem Civitatis Epi-
de Prxsbyteris, Saccrdotis, ac Camoris, ab- fcopj,verbo,& exemplo prxclarilfimi.ln
ftincntia, <5c mortjttcationc torpori* confpi- MonaderioVcnarum prcpè Montemleoncm
cui B. TheodoriAbatis tantx fanilitatis, ut San- j
Apud Bellofonium S. Hclenx Virginis, Fi- Roflanum obitus Clerici Bernardi Cathaccn-
ed me-
1
TJ Jeracii tranfitus Fratris Bernardi Ca- Patri* Joannis Jazzolini ex Ordine Minorum
Obfervantium , corumdemque Vicarii Pro-
j
tx multimi Jaudabilis.
h Quinquefrondibus Capuccini , qui ex im-
1 7. Sexto dee ii» 0 Kal. Februarii. periò fui Superiori arborein quamdam
ari-
I N Cadrò Pratx San idi Nicolai Herem dam rigans viridem rcddidir,ac Puerumjc-
ix Claravalle Fratris Bonaventurx In-
.
fum in Sacro Altari fub panis fpccicbus
con-
fulani Ordinis Capuccinorum, multx perfe
fP
ftionis viri|.
* 6. Septimo Kal. Februarii.
S.
I
Quinto decimo Kal. Februarii. pOlidinx Fratris Chryfodomi 1 S.orcgorio
i> HegiiPratris Bonaventurx altcrius Ca- Saccrdotis Capuccini ,
viitutibus, de mi-
puccini , ejufdem Civitatis qui virtuti- , raculis iUultris.
mortis die, Sexto Kal. Februarii.
bus, ac miraculis clarus,prxdido 27.
fanfto fine quigait •vi Eapoli venerabilis Farris Dominici An-
Quarto decimo Kal. Februarii. Carmclitx Difcal-
19. R i h Montclcone ,
p Anaiix Commemorai io Fratris Bona- ceati ,qui charitate fervens in fervitio Infir-
r venturs ì Nepetia Novitiorum Magi- morum pede laborantium fc ipfura in vitti-
Bri j qui multis virtutibus prxditus, multos marli confecravit
etiam Alumnos fibi fimiles vcrbo,& exemplo 28. Quinto -Kal. Februarii. _
,
dcraon-
. . . & . . .
MA R T YR O L O G I U M C A L A B R I C II M. 469
dcmontis Alili beata tnors Fratris Rutfini 2t 9. QuinBo idui Februarii. I
FEBRUARIUS. phetix
la.
claruit.
Pridie idus Februarii.
Me-
1. Kalendis Februarii. A Pud Confentiam obitus
zoteri Carmelitx qui
P. Nicolai
amore folitudi-
,
Jdibus Februarii.
Domini, beati* Virginis,
' Ontcleone memoria P. Petri Inzilli Or-
ftodis rccreari .
17. Ter-
. . . .
Capuccini , qui charitate fervens , Animam Deus reftatam effe voluit In Monafterio .
tur Dominica die poli fcftum B. Virginis Caffanum Fratris Petri ì Quarte -
Affumptx. Milcti vcncrabilis Servi Dei Fra- riis intcr Capuccinos Provincialis , exi-
tria 'ngcli à Santto Martino Concionatoris mii charitatis erga egenos , Regularifque
Capuccini , qui fanttis operibus plcnus fcc- Obfervantii cultoris acerrimi Crypti au- .
licitcroccubuit. Eadera die depofitio Fratris rei Fratris Pauli à S. Agata propè Kitcgium
Antonii de Cruculo Ordinis Minimorum, ciufdcm Ordinis, cujus Anima è corpose fe-
|
virtute confpicui luca vifa fuit Calcs afeenderc.
1 4.
Prid ie idus Martii. 13. Decimo hai. Aprili!.
p Hegii Santti Eufcbii cjufdcm Civitatis 1 N Monaftcrio Santti Bla/ii propè Neoca-
Epifcopi , qui fanttis cjus precibus Ci- ftrum depolìtio Fratris Marci Romei Or-
vitatem iplam ab incurfu Saraccnorum libe- dinis Carmelitarum, pandemia infignis.Rhe-
ravi! In Territorio Confcntiuo B. Joannis
. gii Fratris Michaclis Angeli cjufdcm Civita-
difcipuli B. Joannis Ioachimi Abbatis, Con- tis, Ordinis Convcmualium S, Francifci, vi-
fefloris ,qui fanttitate viti corufcavit . Se- ti fanttitate , il miraculorum gloria illu.
minari! beata mors Patris Bencditti Ca- (Iris .
fien-
. . . . . . .
liquie
_
.
tarem CaiTani memoria Fratris Ambrolii Ca- Dei Hicronymi Albcnlis Capuccini, Confcf-
puccini, Confciioris, qui calcili vifionc re- foris, omni quocumque ccelelìi dono, virtu-
crcatus cmifit fpiritum tis,prophetix, &
miraculorum celeberrimi
Hjcracii natali: Thcodorx Virginia Tertia-
M A J U S. rix Capuccinx, qux fiutai: opcribus vacans
fti>ap fine quievit . Styli Rofx Marix Ca-
pialbi itidem Tertiarix, vitx aulkritate, do-
1 YLalendii Mali. nifque cceleflibus iilultris.
1 8. Quintodecimo tal. Junii.
M
j
.
Ordine Sanai Balìlii, qui mira.,
foris ex
s. Ter tio nona: Maii. auficritate vitx fioruit Ibidem memoria .
ROvx SanSi Leoni: Monaci , ex Ordine Servi Dei Joannis Cxfaris, cjufdem Civita-
Kalilii , gloria miraculorum illu-
Sanai tis Parochi , Se Vicarii Generali*
, Ipeaatx
ftris In Provincia Aprutii Sanai Anonimi,
. fanaitatis viri In Sicilia Beati Joannis Or-
.
qui fuit Unu: ex fociis Sanai Abati: Hilario- dinis Minimorum , obcdicntia , ac fimplici-
nis. Apud Turanum commemoratio vene- tate confpicui. Rhegii beata mors Fratris Se-I
rabili: viri Fratris Francifci ì Caltrovetere raphini ex Ordine Capuccinorum , Confef !
Sacerdoti: Capuccini,virginitare prxclari foris, monaftica obfervantia prxclari. I
O o O Zp. tpnar-
. . . . . .
|‘atn Beati Policromi e) u Idem Ovicatis Epi- S. Stcphani de Memore Fratris Beneditìi ì
scopi Rodarli Beati Retri de Paduìis ex Or-
. Gafpar ina Ordinis Carihuficnfs, mukx per
dì ne Obfervancium, Coufciroris,qui pietate, fcftionis viri
ae paupertate poiiens dicin fui obitus prxvi- 14. DcnmooBavo kal.Juiii.
dit, ejuiquc Anima in Ipccie fteilx pixfulgi-
1 M Territorio Rbegicnfi Sondi Gerafimi
dx vifa ed in calura confeendere Hjcraeii . Monaci Saniti Bafifii Catanzarii memo- .
Miehaclis il Caltrovetere Monaci C art hti fu- fes ì morte Gmguincm rubicundum emiiit,
ni, virtute infignis. crcbriiquc miraculis corufcavit.In Provincia
Confemina obitus Fratris Vincentii itera
juKins. Capuccini , ConfelToris , qui inter amplexus
Beat* Virginisobdormivk in Domino
YLalendìt J unii. 1 7- Quint decimo hai,] uhi. 1
1
r.
l Meri*
in Umbria Saniti Himerii Epifco-
\
1 Erofolymis Saneti Simeonis Monaci ,
, cujus corpus Cremonam
pi translatum
I
J miraculis eonfpicui MelTanx in Sici- .
moria fratris Arcangeli Ordinis Prxdicato- jisfeeminx Mari* Tertiarix Ordinis Frx-
! rum,cujus fanftitatctn Deus multò poti mor- dicatorum , qux vjrginitatem muitis operi-
tem ccdatameflc voluit Catanzarii natalis .
bus auxit
F ranci fei de Cochi s,Obfervantium in Cala- il. Undt cinto kal.Juiii.
bria primi Provincialis. In Territorio Con- gQuillacii ThomxSirleti cjufdem Civita-
fenuno venerabilis viri Joannis Sacerdotis tis Epilèopi, verbo, exempio, paftorali &
Caputemi, Confedbris , qui multa miracula v igiiamia,moruraque difeiplina Celebris.
operatus ed 24. OclaZ'o kal.Juiii.
8.
N
Sexto idusjnnii.
Monaderio Padulx depofitio Patris
A Pud Stylum Sanili Joannis cognomento
Thereftrì, monadicx vitx laude & ftn-
j ,
Minimoium, qui adco incubuit nraecrationi Confentina Beati Paoli, diftipuli Saniti Fra-
lux carnis.ut prorfus inimitabilis fuerit,mi- dici de Paula , cu;us mors a Fratribus fui
|
M Otte
Philocaflri B. Michaelis Apru-
ilenlis,
Confefloris , qui mentis prx-
clarjs, Se gratia curacionum illuxit . In Pro-
* ptunain Chrilli confeffionem
miffi, Se in ligno contixi, deinde
collati funt
poli
in earccrem
gladio de-
Sperati Rciiquix cum offibus
.
N
Campania SanZ* Dominici Virginis, morienti Beata Virgo adfuit.
I
&
Martyris , qux fub Dioclctiano Impe-
i S. Quintodecimo Kal.AuguJii.
ratore cum fregiffo Idola ad beflias damna-
ta , fed ab illis nil Ixfa , demum capite ob-
I N InfulaCaprcnfi memoria Patris Vincen-
ti! Manerii ì Terranova Monaci Carthu-
truncata migravit ad Dominum , cujus cor-
licnlis, rcligiofx perfeZionis viri . Eadem
pus ,»cjufque felli vi tas Tropee Patrie fu a;
die obitus Marci Eremitx à Cardinali, humi-
jmiro applaufu colitur In Territorio Con- .
j
mors Sacerdotis Dei Hieronymi Capuccini, R Hegii beata mors Joannis ejufdem Civi-
Confefloris , qui Anima n in Divinis preci- tatis Epilcopi Ibidem memoria Scrvx
.
bus Deo
Eadem die memoria Fra-
reddidit. Dei Eugeni* Capuccinx , qux una fuit ex
tris Michaelis edam Capuccini, Confefloris, fctola Rofellx Morixanx , fanZitate vitx
cujus Animam tres Virgines fuis in minibus incomparabilis.Apud Tabernas tranfltus ad-
s
fufccpcrunt .
mirabiiis viri Didaci Sacerdotis,Mommi
' charitate, cceterifquc virtutibus prxclari.
7- 4Ri.
J
R Hegii Sanflorum Martyrum Stephani , Se 2 j. Decimo Kal. Augu/ii.
Suerae Epilcoporuin, Agnetis Foelicita-
,
A, Pud Francicam depofitio venerabili* Sa-
ns, &
Perpetui Virginutn , qui fub Heracio cerdotis Fernandi Rimr*, verbo, <5r exem-
Prxfidc martyrium confummarunt.Catanza- plo confpicui In A»fo Rhegienfl memoria
.
riibeata memoria Ludovici Capuccini.Con-
Servi Dei Francifci Sinopolitani Capuccini,
felforis, cujus vitam plurimis virrutibus exw- Confefloris, qui aliquando remiffiisjfcd dein-
natam , edam miraculis Deus teflatam cflej de a Scraphico Patriarca reaccenfus fanZi-
,
voluir Apud Paulam tranfltus Fratris Hya-
.
tare yit* floruir Barcinone in Hifpania me-i
.
Sacer-
riaFratrum Pauli ci ufdem Civitatis fum vidit arcana, qu® loqui non licer. Con-
Or-
doti»,& Manfueti a S. Agata ConverO ,
fentix Fratris C telarci Capuccini ,
amorej
eharitat e mftuantcs
dinis Capucci norum,qoi Virginis flagrantilfimi . Apud FolTatum dc-
Animas fuas in fervieodis lue peftifcra lab pofitio venerabili» fosminx Lucreti® dea
raotibu» pofuerunt. Brunis Viduw ,
Dedmoftptimo Kal.Sept.
AUGUSTUS, A
16.
Pud Bifinianum Sanili Prodi Monaci Or-
dini} Sanili Bafilii, Confcfluris, d^cipu-
Jia/endis AuguJH, Ji Sanili Nili Abatis.Milcti B.Francifci Rltc-
gini Capuccinorum Vicarii Provincialis
,
Erundx in Hilpanianatalis
Sanili Fce- mira codeftium contemplationc fublimis. In
G
VJ Martyris, qui poli divertì tor-
licis
mentoruin genera 1 Daciano
tandiu juflus
Monaftcrio Siili Stcphani Carthuficnlis Bea-
ti Lanuini focii,&
difcipuli Sanili Brunonis,
tem generis virtutum fplcndorc auxic Ca- , agro Confentino natalis Fratris Auguftint
viri , qut morum innoccntia illultris,
unzarii obitus Francifci Religiolt Roffanenfis,
inter Fratrcs de Obfcrvanua maxime ent- 19. Quartodecimo Kal.Sept,
tuit . Mediolani Saniti Kalimcrt ejufdcm APud Rolfanum Saniti Bartholomxi Seme-
rienfis Monaci, & Abatis ex Ordine
San-
Civitatis Epifeopi •
MARTYROLOGIUM CALABRICUM.
ratcnfis, gradone, ac miraculis clari. Eadcm tis Sandli Lue* Abbatis Mefuracs Beati
.
die natalis Taddxi Cucrenfìs , Francifcani Pari ì Bclcallro , Confdlòns , eximi* fim-
flritftoris Obfvrvand* , gradone , ac extafi plicitatis, huniilitatis
, atque fantlitads viri.
nimorum , fanflitate vita: confpicui Con- . Beati Pauli Sinopolitani, Confcflòris, Saniti
ienti* obitus Fratris Ludovici 1 Pcdacio Bernardini Senenfis focii, qui orationc , zc-
Capuccini , Confdtoris , tpiritu prophctico, ioque Rcgularis difeiplin* Hagrans.prophe-
ac gloria miraculorum illultris. d* dono , & miraculorum giuria enituit.
af. Oclivo Kil.Scpcembrir. Gallipoli memoria Servi Dei Laurcntii Du-
dcpotirio venerabilis Fratris Tho- rands, ex Ordine Obfervantium. Apud Hjc-
p Anali*
m* i Sambatello Saccrdotis Capuccini, racium beata mors Fratris Mantucd Hjcra-
Confdtoris, qui multarum virtuturn Iplcndo- cenfis, abflinenti* , orationis , mulrarumque
re exornatus tanti o fine quievic. aliarum virtuturn prxrogacivis confpicui..
37, Sexto Kal.Septembrit. 6. Obiavo idut Septembrit.
a Pud Stylum Sanili Bartholomxi Monaci £ N
Provincia Confeutina Saniti Telclpho-
Ordinis Saniti Bafilii , Confcllòris Hje- . ri Ercmitx , Ipiritu propheti* prxclari.
racii memoria incomparabilis viri Fratris Agalli Beati Martini Bcrtranni à Bifiniano,
Angeli ejufdqm Civitatis, Coneionatoris Ca- Confdtoris , qui humilitate , ac pietate ful-
jpuccini,cujus vitam ipfemetex imperio Con- ens.miraculis etiam extitit gloriofus.£adem
feitoris confcripfit. In Sicilia obitu» Fratris f ic memoria Sanili Viri Aureli! Vibonenfis
Jacubi Ordinis Prxdicatorum magn* fan- Hcrcmitani Sanili Augultini , virtute infi-
ilitatis viri , Contenti* commcmoiudo Ser- gnis. Neapoli natalis Fratris Angeli Tabcr-
vi Dei Antonii ejufdem Civitatis Sacerdotis nenfis Ordinis Prxdicatorum.
Capuccini, cujus vita piena omni fuavitatc 7. Septimo idut Septembrit.
virtuturn, ctiam poli morteti] odorcs emifit,
Q Atanzarii memoria Fratris Vinccntii Or-
j8. Quinto Kal.Septembrit. dinis Prxdicatorum tantx fanilitatis, ut
N Monaflerio Suriancnfi Ordinis Prxdi- mandatum acccperit cuelitùs de edificando
j
catorum obitus venerabilis viri Fratris iliius oppidi Monaflerio.
Hieronymi ejufdem oppidi , & Inllituti, qui %. Sexto idut Septembrit.
Sanflis opcribus fatis eluxit.Catanzarii bea-
tamors Fratris Damiani ex cadcm Civitate
O Livadi apud Squillacum memoria Joan-
nis Baptiftx Sacerdotis integritate vrtx
,
Ordinis Minorum de OMcrvantia,fan£litatc fpcilabilis.
vii* confpicui . 9. Quinto idut Septembrit.
19. Quarto Kal.Septembrit. A Pud Falafcofam in Aprutio Sanili Rinal-
Ontauri in Grancia S. Ann* depofitio di Eremitx, focii Sanili Hilarionis.
Patris Ludovici Merendi Monaci Car- IO. Quarto idut Septembrit.
thuiiani ,
pictate, & orationc Celebris. R.Ofarni obitus Fratris Ludovici Rhegicn-
30. Tertio Kal.Septembrit. . |
fi s Ordinis Rcformatorum Sanili Fran-
I N MonaflerioAulinarum Sanfli Phantini cTRT, prophetia, & miraculis clari
Abbatis Ordinis Sandi Bafilii , monafìica Tertio idut Septembrit.
I I.
Rollini Santi* Theo-
profeflionc infignis
dor* Abatill*,mir* linftitads
.
fis item Capuccini , qui ex imperio Beat* Civitatis Epifcopi qui i Saracenis captus,
,
Virginis profeffionera emifit mortem prò Chrifti Fide tubi» . Caranzarii
I N Sicilia SanilorumNicandri Abbati?, & bus fui Seraphici Patri? Animam depofuit.
fociorum Petri , Gregorii, Demetri! &
Confefldrum , cum Elifabcth Vidua Apud
Corolianum memoria Servi Dei Fratris Hi-
.
O C T O B E 8.
larii Acrcnfis, Concionatoris Capuccini, cui
i; Kalcndii Ottobri!
morienti Beata Virgo adfuit In agro Con- .
torum depofitio Fratris Francifci Lungrcn- tina depofitio Fratris Antoni) Oftunenlis.
Ììs, Viri fingularis humilitatis,& innocenti*. Concionatoris Capuccini , miraculis clari . I
ria S-rvi Dei Fratris Dominici Reacenfis obedientia.paupertas fuere prorfus ad-
litas,
Capuccini, iniraculis , ac prendenti* opcri- mirand*, tantaque fignortim gloria claruit,
bus confpicui . Ncocaflri depofitio Fratris ut figno Crucis innumera propè miracula-,
Angeli eiufdcm Civitatis , Infuturi , qui & cdidcrit . Rhegii depofitio vencrabilis viri
miraculis in vita , &
poli mortem pcrmaxi- Fratris Jofcphi à Sanilo Gregorio Sacerdo-
lorum
. . . . !
6 .
Pridis non Ott obris. m Sambatelio Capuccini, Magiftri Novitio-
Squillatimi Sanali Brunonis rum, cujus fanflitatcm quampmrimis mira-
IN Territorio culispoft cjus mortem Deus teftatam voluit.
Confcfforis , Ordinis Carthufunorum I11-
flicutoris In Monallerio Fiorenfi Beati Jo-
. 1 9. Quartoàìcimi kal.Novembris.
annis ejufdem Indienti Confefibris. Cafalno- CRotonc Beati Picrii Ordinis Minorum
vi depofitio Fratris Cofinx PatcrocnJis ,
Sa- ConfeiTons ,
qui finsulari modeftia , &
cerdote Capace ini, ormone, ac proemia-, fanflitate ciarus fuam Provinciam optimè
infignis Apud Carolcos memoria Fratris
. gubcrnavit.ConfentiX depofitio Fratris Clc-
Alexandri ejufdem oppidi, Capuccini , vitx meutis Paternenfis Capuccini , qui inter de-
fanflitate eonfpicui . Ncapoli in Monallerio cantandas Marianas Jaudes expiravit. Cafl'a-
Saniti Martini depofitio Fatris Antonii Maz ni natalis ServiDei fratris Silveflri à Bol-
k Monaci Carthufiani , erga pauperes ii- Capuccini rantx fanftitatis.ut poli mor-
lita
tem ejus, funis, qua prxcingebatur vivens,
bc rateate Celebris.
7. Noni; Ottobri'. quadraginta mulieres il partus doloribus li-
betavent
R Omx depofitio Guliclmi 'Sirlcti Cardi-
nalis, fanflitate, ac dofìrina toto orbe ce- 2 1 . Duodecimo hai. Novembri;.
leberrimi .
I N Monallerio Sanfii Stephani memoria-»
10. Sexto idas Ottobri;. Patiis Claudii Stylenfis,magnx aufterita-
roximorum utiliute , ccclitus adeptus fit . qui fcrventiflimo charitatis zelo cxxftuans
£livino tandem xflu fiagran$,pne4 ido mor- munus prxdicationis, magno Animarum lu-
ti: die, amori: fiamma potius, quìm vi mor- cro,exercuit,orarionemquc quadraginta ho-
bi correptus , miraculi s dar us , obdormivit rarum plurimum fua prxdicationc , & fcri-
in Domino. ptis illufiravit. Hinc meritis, & virtutibtis
clarus obdormivit in Domino, cujus corpus
NOVEMBER. fexto pofl ipfìus obitum anno, integrum , Se
incorruptum repcrtum fuit
ci: à Beitnontc Religiofi Capuccini multx I Monafterio Cryptx Ferrai® in agro Tir
virtuti: , cujus corpu: multo tempore pofl fculano Sandi Bartholom®i Abbaris,focii
ejus mortem repcrtum eli incorruptum Se Beati Nili,
cujus vitam Ipfe confcriplit In .
,
puccini , qui omnium virtutum genere fio- Olivadifii ejufdem Civitatis Epifcopi , libe-
rdi . Apud Caftrumvetus memoria Fratris ralitate in paupcres, limplicitatc,ac aliis vir.
j
V idorìi ejufdcm Civitatis, miraculis, ac fpi- tutibus Celebris
ritu prophetix illuftris. 14. Vecimooliavo Kal.Dccembrii.
f- Noni! Novembri!. p Atcrni in agro Confcntino memoria Fra-
JN Territorio Arenarum Sanili Petri Mo- Joannis Cadurii ex Ordine Minimo-
tris
naci ex Inflituto Saniti Bafìlii , Confeffo- rum, Socii S.Patris Francifci. Gimiliani Vc-
ri: Mefuracx Beati Francifci à Cropani ex
.
ncrab.Viri Joannis Pavoni!!® Sacerdoti Ar
1Ordine Obfervantium,Concionatoris eximii, chipresbytcri ejufdcm oppidi, innocenza, ac
:
qui multarum meritis virtutum exornatus ,
'
I fanditatc conlpitui Apud MontemJconetn .
cui.
. . . . ,
qui vitam in xiuninis prò Chrifti Fide con- periti» Ammani fuam depofuit in minibus
fummarum.Rhegii depofit io Serve Dei An- lieat* Virginis, ac Saiift* Urful* Virginia. '
'
ria miraculorum ante, &c pud roortem coru- ]N Monafierio Sanili Eli* propc Galatrum i
fcavit.In agro Gonfemino memoria venera- memoria Fratris Athanalii Rhegini , Ca-
bili» fiamma Hieronym* Patcrneniis Ter- puecinorum pluriès Provinciali», abflinentia
riariz Miniinonim,quxinultarum virtutum maxime , &
miracuiis dati Montalo Beati .
1 6. Decimofeptim'i Ka/Januarii.
•
t> Eia E MBÉ R. R. Hcgii memoria v cjicrab'ili» Virgili isMa-
ri* Mazza , qua omni fanftiuie lioruic
;
I N Monafierio Florcnfi Beati Rogerii ejuf- cobi Rayncrii Cathacenfìs ex Ordine Miao-
dem Inflituti, Confefforis, & Ecclefi* Sali- rum de Obfervantia, vii tute confptcui. Ibi-
li* Scverin* Diaconi. Ad Infida* Philippi- dem depofitio Fratris Jofàphar Gimiiianen-
nas palilo venerabili» Viri Joannis Muntel fi*,qui ex Heremita Minimus cvafus.pccnité-
Societari s Jciu, qui Evangelicx przdicatio- tia per maxima operam dedit,ac fanllo fine
nis gratta ab ldolatris occifus eli In agro .
quicvir. In Monafierio S. Stcphani memoria
Confentino memoria Fratris Dominici Du- Fratris Stcphani Ordinis Carthufianotum
*4ntis ex Hcrcmiiarum Saniti Augullini fa*
a. Undecima Ka/Januarii.
miV
v
,t* facilitare confpicui.Galatri tran-
ri* Jacobi cjufdcm oppidi Capucci-
J Nagro Contentino Beati Francifci Majo-
rana, focii, ac difcipuli Sanili Francifci de
m ,
qui tadtarum virtutum nitore illudila Paula Panormi in Sicilia Beati Francifci
.
fuit.
ConfefToris , Tertiarii , fanfiis operibus pie-
1 14. Decimetiotw Kaljartuarii. ni. Caranzarii depofitio Fratris Augullini ex
IN Napoli memoria. Sanili viri Evangeli!!* Ordine Minorum Obfcrvantium,Viri fumm;
de Gatti» Soc. Jefii , miracuiis, ac Divio humilitatis, ac charitatis. -•
I . .
ROmtr via Appia tfepofitio Sanati Dionyfii de ni Civjtatis Archicpilcopi omni laudo
Papié , qui multis prò Eccitila impenfis dìgniflimi . Itcm Conltamini cjufdem Civo
I aborit.us. r dei documenti^ clarus, cffulfit. latis Epifcopi. Neocaltri Erarris incoiai La»
Ibidem Sai.fli Zolfini Papx, dr Confcfluris. rulla Carhacenfis , ordinis Obfervanrium-.
Gatanzarii memoiia Venerabili! Servi Dei Sanili Frane ilei Confefluris, monadica ob-
Piarris Athanafii Galiancnlìs , fanflitato fervami» preclari
confpicui . 91. Pridic kal.Januarii. ,1
DI
appendice
ALCUNI SANTI SERVI, E SERVE DI DIO.
ttt r
* L< Evi
vite degli infraferitti Santi, e Ser- Monafierio , quale colle fatiche delle fucj
di Dio ,
o che mancavano nel mani da imbofeata ch'era, riduflè a colti-
,
manuferitto dell' Autore , o che fovragiun- vato giardino.A gli clfcrcizj manuali aecop-
fero tardi, mentre la fiampa era fui line, tutt' piòlo lludio deli' ouzionc , /pendendo m
inli-me raccolte ho giudicato inferirle in effa alcune ore del giorno , e buona partt_>
quell aggiunta Appendice, affinché mede- i della notte Non volle per fe mai aitro ci-
.
limi non rcllino privi in quello Libro di bo, che poche erbe crude , e piccioli lìimu»
qucll'onore,che inericaronfi colle loro virtù. quantità di pane Dormiva fopra la nuda
.
dominio de' Saraceni, gli nufcì di fuggirle- il proprio cibo , levandefeio dalla bocca i e
nc, e paflaro in Reggio, ed indi in Smupoli, veifo Pafiaggicri , e Viandanti, dando loro
i
tir.» unente fi portò nel monafierio di S. Elia il ricovero nella propria danza, c trattando- i
il Giovane, fuo nelle continenze di Semina- li con ogni polii bile amorevolezza . Ne fu
\
ra, dove velli l' Abito di S. fiafiiiu , datogli minore il zelo, che aveva per la fallite delle
dall Abate Orette, e li chiamò Eilarcto, che Anime , non celiando mai di ellortare i Pec-
in greco idioma lignifica Amator della vir- caroli a penitenza , ed a ridurli iniftrad» di
tu.Eperfar, chef opere cumfpondéffcro iaiute. Confumutu finalmente 4allefatiche,e
al noine fi diede con molto lludio agli cilcr- dalla penitenza più , che dagli anni, e dive-
cizj delle virtù
,
fpcciaJmentc della ianta_j nuto quali uno lchcictw animato fi ammalò
umiltà, per amor della quale li applicò fem- ;
gravemente , e per ordine deli Abate dall'
pie ad impieghi balli, e difprcggcvoli,comc ì olio dove abitai ioievd trafponato in Cella,
in aver cui a de' cavalli , e della Selva del 1 ivi termino tintamente il cor fu di fua vita,
1
4jj
,
e andò a godere il predio delle fuc fatiche uomo di multa orazione , e di perfetta con-»
nel Litio Uopo mone il Tuo corpo efa-
.
formiti al divino volere Non cominciava! .
|
tà j ma Iddio la refe ben chiara alcuni anni per molti anni con ogni giuftizia e
fintiti
dopo la di lui morte con un infigne prodi- pafsò fintamente al Cielo nel Convento
di
gioì c f i.che orando una tal dunna avanti 1
"
Reggio fua Patria l' anno 1700. Vi è fama
Immagine di S.Elia, affinché ottcneflc la gua- in Quella Cirri
, che abbia in vita operati
rigione da cerra fua infermiti, il Santo le ri- molti miracoli, de quali però per -
cauli del
fpofe ehiarameutCjChe andalfc a raccomman- mal contagiosi, che colà ancor vi dura non
-
darli al Sepolcro di Filarcro , che fenz altro fipoterono aver le notizie Quello però è
.
averebbe ottenuta la grazia , come gii fece, certo , che in quelle parti ancor fi
conferva
reltando libera in qiielriftante dal fuo malo- viva la memoria e della fua Tintiti e de Tuoi
’
re: miracolo, qual divulgatoli dappertutto miracoli.
traile al incdcfimo Sepolcro infiniti altri in-
fermi, ciechi, zoppi, lordi , che rutti otten- XV. DEL P. ANTONIO EEDELE’ DEL-
nero dal Santo la bramata falure, covi volen- LA COMPAGNIA l5f G£SU'~*‘“'i
do Iddio coronare i meriti del fuo Scrvo,do- '
I
P o 50. anni di vita umiliffima , e fantiffima. XJ Acque il P. Antonio nella Cittì di Reg-'
gio, e furono i fuoi Genitori Kabul D
li. DI S. DANIELE MONACO Fedele, Barone di Carcri.Natdi.&c.^
d A^i
BASILI ANO • na Barone, 1 uno, e I altra
della primaria no-
bilia . Egli però del fuo effcrc non diede
. mai
A vira di quello Santo no firn per morte, il menomo comrafegno per il baffo con ce t-'
L fc non per
nell' originale dell'
nafeita
Autora per difperfionc
, trovatali mancante to, che di
cui avea
fc nudriva, c per il dilprczzo in
il Mondo, e le fue vanità . Li primi
di fogli nè per molta diligenza ufata potu-
i anni delia fua gioventù li fpefe in appren-
teli aver , d'uopo e
le neccffarie notizie
tra- dcre le umane lettere fotto il maoiftcro de'
lafciarla:folamcnte Tappiamo di lui, che vi- PP. della Compagnia, nella Città di Napoli,
ve va nelle pani dì Reggio, difcepolo di S.E- dove fu mandato da' Genitori nel Semina-
la Siciliano , qual poi venendo a morte il Ho, detto dc'Nobili, diretto damedefimi Pa-
raccomandò inficme con altri fuoi difcepoli dri Nel fior dell’età fu dai Signore
.
ifpira-
a S.Elia il Reggino , acciò li riceveffe per to ad enrrar nella Compagnia
, ed egli an-
fuoi difcepoli, come fu. Incanto morto il Si- corchc fuile il Primogenito, c fuccefforc nc’
ciliano , il da Reggio ritiratoli ne’ Monti di feudi di fua famiglia, tutto mettendo in non
Seminara per vivere folitario ed ivi fabri- ,
cale, ubbidì rodo alia Divina chiamata
c lì
cato un Monaftcrio.con dio lui fi accompa- veftì
l' abito di Gcfuita
, che accompagno
gnò anche S.Daniclc, il quale dopo ima vi- Tempre collo Audio delle virtù nelle quali
,
(a fantiffima ivi morto, fu fcpcllito, come il progredì tali, che coH’tfemplarìtà di
vi fece
tutto raccoglie e dalia vita del medefimo
fi fua vita era di foddisfazione non meno
a
S.Elia, e dal martirologio fcritti dall'Autore. Superiori che a Compagni, da' quali ad un
,
mine difegnato} dovette però afpecrarlo por ri liGefuiti , che ci erano approdati ; ini
ben due anni, non ctìendovi occaiione alcu- eziandio un di più, e parlava di un Candidato
na di palleggio per 1 Indie Occidentali, alle ricevuto colà dal P.Supcriurc colla facoltà,
t)iuliera Itatu dclliuatò Nella dimora , eh'
, che ne aveva, quando nel vederli dar fondo 1
etlece nella Cafa profeffa di Siviglia , ove erafi non poco attrifiato giudicando! per f
,
ii trattenne per tutto il tempo efprcffato, cfpcrienza nc aveva , che pochi farebbero
diede faggio del fuo fpirito, e fu dt fomma fiati coloro, che avrebbono potuto fcampar
edificazione a auei Padri , ed a quel Puhli- la vita. Nel ripigliare Ja navigazione furono
tutti cogli effetti della piu fuprafina carità. bero però perduta una gran corona di meri-
Nei meglio di cosi fante occupazioni giun- ti, fe l’ avenero perduta ùi mare , tante furo-
potèchiamarfi fortunato quanto al termine, noilro P.Antonio co' fuoi Compagni Panno
dove giuufcro fani, e Calvi , ma difallroliflì- 1700. da Buenos- Ayrcs al Collegio di Cor-
mo,t pieno di difaggi, e patimenti , perche dova, dove fi confagrò con maggiore ftret-
durato per lo fpazio di mefl aa. , quando tezza a Dio colla profeffione folcnne de' 4.
d'ordinario fuol edere di pochiffimi Molte . voti, ed indi fi trasferì alla miflìonc de' Po-
furono di si lunga tardanza le cagioni , e poli detti debiti. E‘ la Provincia,dovc abi-
la prima fu quella, che dopo
pochi palli da tano li Popoli detti Cichiti uno Ipazio di
Cadice fi fcpararono le Navi per fiera bur- terra lungo zoo. leghe, c largo 100. li Paefc
rafea inforta , perdendoli di villa l una dall' per lo piu è roontuofo, c pieno di foltiffimi
altra, portate da furiofiflimi venti,e rapidtf- bofehi, ne' quali vi è abbondanza di cera ,c
fimi marofi , furono sbalzate alla Guinea-,} miele , uguale é l' abbondanza delle Scimie, :
del venerabile Ordine di S. Prancefco furo- fra P altri il fiume chiamato Guipay , quale
no ricevuti con tutti li più fquifiti fegni di Rendendo dalle Montagne diCiuchifaga, c
carità amantiffima , ne altrove vollero, che cambiando per varie pianure , finalmeiuej
fi trattenedèro, che nel loro Convento, affi- sbocca nella laguna Mamorèfe un altro det-
ne di Ritirarli dagli effetti maligni di quel to P Aperè , o iia S. Michele , che nafccndo
clima nocivo tanto a Foraftieri , che vie il, da' Munti del Perù , ed attraverfando li Ci-
e hi amato conununcmente il Sepolcro degli raguani, dove mutando il nome propio nell’
Europei . In fatti tale lo fperimentò il reffo altro di Parip iuf , và in fine a perderfi in al-
de 1 orafi ieri, de quali la magg ior pane am- cunifiorefii affai folti , fra’ quali fi rayvolgc
malò , e più di cento vi perderemo la vita . in varie guife fino ad avvicinarli a Sartia...
DcGefuiti mediante la carità loro ufata,c Croce la vecchia : di qui proficgue a mezzo
l'amore indicibile, con cui di efli fi prefer la giorno , c và parimente a sboccare nel Ma-
cura quei buoni PP. di S. Franccfco, avver- morèj e quell o è il gran fiume cotanto cele-
tendoli di quanto far dovcflcro, e da ciò , da bre nel Mondo, detto dell Amazzoni. 11 cli-
cui guardarfi per confcrvarla , alcuno non ma vi è caldo, e ficmpcrato, cagione perciò
ne morì . Quivi il P. Antonio unito alli PP. di molte apoplefiìe, e contagi Gli uomini
.
Giuicppe Offesa Supcriore , e Pietro Care- febben di compleffionc ignea, e vivace , fon
na afflile alfinfermi della Nave con Tornino però dediti molto all' ufi» d una bevanda,
travaglio, ma con frutto, e confiliazione non detta in loro lingua Cicia,che fal etfetto del
minore di quei , che fpiravano nelle loro vino bevuto firabocchcvolraente ,e di ogni
mani. Partirono in line da quell’ lfola , nel altra bevanda forte , e quello fu uno degl’
qual punto non può fpiegarn il contento, impedimenti maggiori per quelli Pope, u
che in vedendoli partire tutti fani, fenza che non tanto ad abbracciare quanto a non tu-
,
uno ne luffe perito , moftrarono quei reli- rar con coftanza nella Santa Religione dei
giofiliiini Padri di S.Francefco,e piu di tutti noftro Signor Gesti Criffo.Fra quelli Popo-
il P-Guardiano , il quale piangendo di alle- li dunque, ed in sì fattu Paefc comineiò eoo
grezza dille , di non poter contenere le la- fervore il P.Antonio l'impiego di Miffioua
grime , non folo perche partivano di là tut- rio, e Predicatore della S. le.de , e con tanto
s ,
|nilio di Avila andavano in cerca de' Genti- tempi dalla Provincia del Paraguay Procura-
li ,pir ridur li alla popolazione , egli s' im- tore in Roma, ed indi, fe fermi in Napoli end
piegava a purgare quei novelli Ci iìtiani da pra inno da quanto he ferivo nelle J uè relazio-
rimanigli della Joru vita brutale , da' quali ni di quelle mifftoni flampate m
Cafiighana il
rimaner poteva macchiata la purità della lo- p.Gio: Patrizio Fi mandagli ato fupiriprc delle
ro fede , ed il candore della Criiiiana Reli- mfjjioni fidate.
gione. Suo impiego quotidiano era radunare
la mattina li fanciulli , e la fera adulti per i
V. DI BRIGIDA CANN'lZZARO TER-
dilcorrcr loro lòpra quanto creder do v elio- ZIARIA, CAPUpeiNA.
io, ed operare: accudire lenza punto lifpir-
miarfl in colà veruna a luiti, ed alla ncccfli- Acque quelli Servadi Dio in Lagana-
tà di eia leu no, in ogni tempo: aver cura del- di Villaggio dcjl^ Terra di Caianna,
le Anime, e de' corpi degl infermi, veglian- Dioccft dì Reggio, da pii, ed onclli Parenti;
doli giorno, e notte, e dando a trapanati fo- e fin dalla fanciullezza Iddio li prevenne-,
rnii tura. Dopò fatighe così gra vole tutto il colli dolcezza di fue (tenedizzioni, e le die-
Ilio rilloro, onde mantener le forze, e folle- de una caparra delia fua, eterni' elezzione
iter cosi gran pefo , fi era un tozzo dicane Pofeiache ellendo ancor nell' età di anni
4
inlipido, e cattivo ,
fatto di mandioca , un le apparve viftbilc il Bambino Gesù in leno
pezzo di carne di alcuno animale di monta- della lua Santiflima Madre , accompagnato
gna, abbrullolito.duro, e fenza lltpore, e per da S. Giufcppc, e da Sant'Anna, ed ut quell’
delizia qualche frutto felvaggio.Non olUn- atto li degnò eleggerla per fua Spofa.In fat-
te un trattamento cosi Icario non dava inai ti prevenendo la felice fanciulla colla fo-
tregua alle fatiche, e ciò con tanta allegrez- dczza della virtù la tenerezza degli anni
za di Ipirito, come fe il corpo li alimentane fin d allora aliena da ogni fanciulicfco trat-
eoi paleoio ipiritualc dell’ Anima. Prollrata tenimento , mollroUì tutta divota , ritirata,
fatalmente la natura, procurarono li Compa- modella, digiunando in oltre di fua propria
gni, da quali era teneramente amalo, d ap- volontà tre giorni la fctfimana in pane , ed
piè Baigli, fecondo la poliìbilità,ogni aiuto; acqua. Pervenuta all'età di anni iz. cercò di
ma il tutto indarno, laonde non compiti an- vcltir l'abito de’ Penitenti del P. S. Erance-
cora li due anni in quelle millionì, paisà al- feo da Terziaria Capuccina , il che ottenu-
l’eterno ripolo, per ricevere il guiderdone toci giorno apprcilò a tal vclltzione le par-
dc'fuoi appolloltci fudori nella Popolazio- lò il Crocchilo Signore
, e le lignificò , che
ne di S. Giufcppc il di i . Marzo dell'anno le voleva elfer fua degna Spofa era d' uopo,
170Ì. fu otfervazionc fatta rottamente do- che in tutto li conformane a Lui.ch'cra Spo-
po la di lut morte, che quanto non potè fa- fo di fanguc ; e perciò lì preparane ad uua_,
re in terra a beneficio di quella nuova Cri- vita penitente, e crocchila Ed in vero cro-
.
llianità, ed era l'cttirpare 1 ufo della Cicia_,, cciata potè dirli fa vira di quella Serva del
in vinti della quale inebriandoli quei Popo- Signore ; pofeiache oltre le volontarie pe-
!
feròdo il lor collume, fi rendevano quan-
li, nitenze di rigoroft digiuni , di lunghe vigi-
to difadatti ad apprendere, ed clfercitarc le lie ,di quotidiane dileipiine , ed una volta
fante leggi del Vangelo , tanto proclivi a_> la felliniana a fanguc, di afprt cilizj
, e d'al-
molte Ipeeic di delitti, onde dille il dottiffi- tre llupcndc morttheazioni, colle quali ma-
rno Vcfcovo D.Alonfo della Pegna Monte- < cerava il fuo innocente corpo, fu anche tra
negro, fruflra docentur in fide , nifi abeit re- vagliata, così permettendolo Iddio, in varie
moveatur ebrietà , tanto io fece ben predo maniere dal Demonio. Le compariva quelli
dal Cielo, e con aliai più di efficacia con le allo fpclfo viftbilmcntc.ed or in privato nel-
Ju; orazioni avanti al Trono divino; mcrcc- la propria cafa , or in publico nella Chiclà
chc appena fpirato il P.Antonio abbandona- la maltrattava con pugni, con pcrcolic, con
rono quei Neofiti il vizio dcll'ubbriachezza, battiture : fovente la feriva nella faccia
, ed
tnfiemucon ogn'altro di quei, che fcco trac in altre parti del corpo con cortelli di ferro:
collutnanza così brutale, colà fin a quel pun- talvolta la Brateinava per la cafa, e la preci-
to tentata, non fenza gran travaglio , ma del pitava aguifa di una palla dalle leale, e dal-
tutto fenza profitto .Pianterò amaramente., le hnclhc;e quantunque pretetvata fempre
non mcn de'PP., a quali era mancato nel P. in tali incontri dallaGrazia di Dio a non
mori-
.
morirei rettivi nondimeno tutti addolorati rintc, e lenza lettere , erano nondimeno le
nella vita , infranta nell'olfa , ferita , ed im- fuc parole piene di fapicnza cclcfte, venen-
piagata in tutt'i curpo quali ferire però , e
;
do a eiò iftruita dal fuo Angiolo Cu(lode,da
dolori faldavanli fubito, che’l fuo Confetto- S. Catarina da Siena, e d'altri Santi fuoi Av-
il fogno della Crocea eh'
rò le faecva l'opra vociti, de 'quali /petto godeva le vificcj eo-
clli (letta fognava per ubbidienza del me-
fi me altrcjì il inedefimo Kedcntor Gesù Cri-
defitno Confelfore . vedendo dunque il De- fio non rare volte la degnava di fua prefen-
monio di non trarre alcun profitti con tali
> za^ e di quando in quando lo Spirito Santo,
llrapazzi ufati alla Serva di Dio fufferendo
,
che in forma di bianca Colomba, le infon-
ella con una pazienza invincibile qualun- deva i lumi , le fuggeriva i fornimenti , e le
que patimento, per amor del fuo Spofo Gc- ifpirazioni o per (ervirfenc in proprio pro-
su , pafsò a combatterla con gravilfimc ten- fitto , o per comm -liticarle ad altrui iftruz-
taziuni carnali ; e perche ben fapeva , chej zione
ella tuttoché vediti di carne, pur quali fuf- Di tante colè ftupende, che raccontavanfi
fe compolta di fpirito ne ignorava affatto di Suor Brigida pervenutane la notizia all’
anche 1 ombra del vizio, ne atlumcva forma orecchie diMonfignor Damiano Polo! Ar-
vifibile di uomo , o di donna , e con atti la- civefcovo di Reggio, Prelato di conofciuta
feivi fi ttudiava come allettarla al peccato, borni, c dottrinare volendo quelli accertar -
comc tra l'altre fuccedè una volta , che due fi del vero, e per procedere colla dovuta
Demonj prefa forma l'uno di uomo, e l'altro maturiti in affare di tanta importanza.ordi-
di donna , fi pofero dinanzi a lei a far mille nò, che la medema dal Cafalc di Urti, dove
atti difunetti, tutto affine d'inJurla a qualche traeva le fuc dimore fono la condotta di
interno compiacimento, o a farle apprendere D. Domenico Aricò , Sacerdote di molti ta-
almcno la maliziai ma tutto in vanoipoiche finti, fotte rrafportata in Reggio, dove rin-
la pudica giovane munitali Tubilo col fegno chiufala entro un Confervatorio di donne,
della Croce, ed invocato il Divino ajuto, quivi la pofe fotto la direzzionc del P. M.
fc in un momento Iparire la diabolica illu- Giacinto Maifano dell'Ordine di S. Domc-
fione, trionfando in tal maniera dei nemico nico, affinché n eiraminattc il di lei fpirito
infernale così, che dopo tal vittoria meritò, colle pruove più cfatte , folite a praticarli
che le appari®: la Santiffima Vergine, qual in quelle materie . In fatti quello buono ,c
veditela di una vette bianca recata dai Cic- dotto Religiofo in’ adempimento di filar-
lo, a guifa di una tonica , venne con ciò ad commillionc , dopo averla proibita da ogn'
eftingucr in lei ogni fomite lènfuaie, reftan- umano conlòrzio , prclè a fperiracmarla-,
do in quell' atto rapita in una dolciflima_, nell'esercizio delle piu ardue virtù, e ritro-
cdafi . In molte altre maniere la infettava- vulla in ette molto ben radicata,c dotata fin-
j
Marzo ad ore zi jneritòdi ricevere dal Cro- gtriffigTolì: Pane, col quale, fenza l accop-
j
cefilfo una ferita nei celiato fopra del cuo- piatura d'altro cibo tetreno ella Caleva man-
ie, qual le durò Imo alla morte , e da cui ne tenerli in vita più giorni, e talura una,e due
piovava un continuo fpafimo. Un giorno di fettimane intiere ; pure per ubbidire attenc-
Pcntecoftc meditando Brigida il Miftcro di vafi con fua gran pena , efcrcitando in tal
quel fagratiflìmo giorno difeefe fopra di lei tempo la Communionc Ipiritualc Ma vo- . :
da teira in eftafi per più ore i e nel ritorno della fua Serva, e conteftare nel tempo llcf-
dall'cttafi le fu oflèrvato dal fuo Direttore fo con un ceiefle ,
e difufato prodigio la di
il velo, che teneva fopra il capo,arfo, e bru- lei lantiti che /piccatali la Particola
fe sì
, ,
giato in più luoghi ; e ditali ettafi, e rapi- dallaSagra Piffidc, volando peraria andofli
menti anche con follevamenti da terra ntj a mettere nella di lei bocca qual prodigio
,
pativa fpt (fittimi Prediceva molte volte le
.
ocularmente offervato dal inedefimo Diter-
cofe avvenire, conofceva l’ interno dc'cuo- tore , dopo tenuteli varie confulrc di Teo- !
l i i e quando talvolta con licenza del fuo Jogi in prefenza dcU'iftcffo Arcivefiovu , c
Confetture fi adoperava a convertire qual- pigliatianche i pareri da Pcrfone illuminate
eh Anima, erano le fue parole cosi efficaci, nella via del Signore , fi conehiufe umver-
che colf ajuto della Divina Grazia ruttava ialmente da tutti, cttcria Serva di Dio gui-
ognuno compunto in udirla. Nè lia'ciò ma- data da buono ipirito, efenza alcun folpec-
r aviglia; polc iache febbene ella fuffe igno- to d'inganno i doni fopranat mali, che in lei
rifplcn-
.
Peccatori, vide la medclitna grondar da a tut- per mano di pubblico Notato} ed in premio
te le parti copiofo fudore, tjual cola fii il pu- di atto così eroico , Iddio non le fc leni ire
re olìexvata da molte perlone, e di quel fi fu- alcun dolore nc ragli, e medicamenti appli-
dure lì potè empire una garalfina.qual fii con- cati dal Perito} a cui diceva lbvente che fe
,
ferva, finalmente volendo il Signore chia- la ferita gli
lembrava mortale fi altenellc dal
mar a fe quella fua Spi fa diletta le mandò landò curarla , poiché ella di buona voglia ave-
un infermità , nella quale preparatali con i rebbe incontrata la morte per amur del fuo
una generai confclfionc, qual non lervl, che
l,che Dio .Guaritali in breve dalla ferita partigli
per maggiormente abbellire la di lei Anima, nima, ben tollu da quel luogo , e andò ad abitare
già che per attutato del Aio Confettare ave- : nella Città di Poiiitiua, dove ricoveratali in
va ella eonfervata la battcìimal innocenza, enza, un picciol tugurio viciuo la Chiefa de Ca-
e ricevuti gli altri Sagramenti della Chiefa hiefa puccini, ivi viveva colle fatiche delle lue
in età di anni *y. riposò placidamente: nel usi mani , frequentando la Chicla Ridetta , ed
Signore in Laghanadi fua Patria il di 4. ai di impiegando piu ore al giorno in orazione,
Maggio dell'anno 1 74 j . , in giorno di Ve i nella quale fu piti volle ilpirata da Dio a
uerdt ad ore a t .Dopo 24-ote dalla Tua mor- tagliarli i capelli } E perche dibefi qualche
te le fu per ordine de Superiori aperta la la ve- tempo a mandar in diètro I ifpirazione avu-
na dei deliro braccio, da cui n'ufcì in molta nolta ta, un giornopneiitre orava con piu fervo-
copia il fanguc Ond ebbero tutti mucivo
. vo di re in detta Chiefa , li vide prela per capcl- i
benedire il Signore tanto mirabile ne' fuoi li da mano invifibile, e lòlle vare in alto, re-
abtr^o ai vita mandato da! Juo Confefforee det- Signore, che li taglialle capelli, lodo cava-
i
fem-
4*ss CALABRIA F ESTIVA LIBRO HI.
fcmprc fui nudo terreno , cibandoli parcif- fortuna, mentre fprovveduta d ogni fulfidiu
|
I
lìrtinumcntc , flaggdlandofi di cominuo , e umano albergava in cafc altrui, e £ procac-
per punire qualche pallino difetto di lingua ciava il vitto, o colle fatiche delle lue ma-
!
di fopra ; ella però , che ben conofecva le_> tuia figliuola di Mammola orfana, c ramin-
inlidie de! nemico ,
burlandoli di lui ,
profe- ga, molla a compatitone fé la condurti: a ca-
«uiva indeferta le Tue orazioni. 'laminato fa, c quivi educatala come fe furti propri»
fanno del noviziato via più s' infiammò nel figlia, quando fu ad cti convenevole l ertór-
Divino Amore , e nell acquillo delle vittù. tò a vcltir l'abito di Terziaria Capuccinsu.,
Quindi le ben la Tua mente (lava di continuo come fece. Niente inferiore fu la lùa cariti,
rapita in Dio , fi prcfil'c nondimeno di ora- c fvifeeratezza verfo gl Infermi, quali volta-
re tre volte il giorno , la mattina, al mezzo va, c confidava con ogni maniera di confor-
dì , e la fera ; e tant'era il fuoco del Divino to; e quando altro non poteva , pregava il
Amore, di cui reltava accefa , clic fu veduta Signore , che liberarti quelli da’morbi , con
più volte col volto rifplcndcnte , come dì trasferirli tu la fuapcrlona,c nc veniva fpel-
Serafino. Le notti de Venerdì le confumma- fo eflaudita, cerne iucccflc qualor pregò per
va tutte intiere lènza punto dormire nella-, un tal Gaetano Luna di Vai apodi, che pa-
meditazione della Pacione di t rillo , da cui tiva mal di podagra,c per Suor Pcrfevcran-
ne traile tanto difprcggio di fe medelìma, da Milctu , ch'era tormentata da fiero dolor
che nient’altio dclìdcfcva più ardentemen- di ltomaco; Imperciochc liberati quelli, fu
te, che d'eflcr avvilita, e conculcata da tut- affalda la Serva di Dio da mcdclimi dolori.
ti . Si communicava tre volte la fcttimana_, Anche talvolta per tefiimonianza delle fue
con tanta profusone di lagrimc,e tal incen- figliuole fpirituali, veniva la Serva di Dio
dio d'Amure , che fenza poterlo occultare ringraziata dalie donne inferme per l’affi-
era coilietta a mandar dal cuore alti fofpiri, Itcnza prefiata loro in tempo di nottc.quan-
c più volte le compariva il volto iuminofo do ella non fi era partita dalla propria cafa,
come di Sole, c una volta, che flava renden- replicando Dio con inlignc prodigio la di
do k grazie dopo dedali conununicata , fu lei prefenza in più luoghi.
veduto da Suor Pcrl'evcranda Augimeri, It- Effendo convenuto alla Serva del Signore
glia fpirituale della Serva di Dio UI1 gì ubo i *-i x4n-ti ftiof blfbpni fpirituali di lalèiarej
di lutili, che fccndcndo dal tetro della Chic- tifila abitazione di Polìrtina,portorti ad abi-
li andava a pofare fopra la di lei tc(la;e in- tare in Jotrinoli, Villaggio di Terranova,
teri ogata da quella, che cofa mai lignificava ove febbene furti fiata in varie guife trava-
quell inlòlito jplendorc? la Serva di Dio in gliata , cd afflitta dal demonio, non mancò
lucgo di rifpolta la precettò a non parlare però il Signore di confidarla colle fue fpiri-
con perfona alcuna di ciò, che avea veduto. tuali dolcezzc,non folo liberandola da quel-
Delicfcrola Pcrfevcranda di fapcr leggete, le diaboliche infcftazioni, ma concedendole
per così meglio pafeer io fpirito colla lettu- ancora alcuni fcgnalati favori, come fù quel-
ra dc'iibri lagri, pregò un figliuolo Scolare, 1
lo , che trovandoli gravemente inferma, e
che 1 imparane, c quelli le imparò non più, dcfidcrando di reficiarfi col Sagro Viatico;
che le (ole iciterc ddl'Alfabcto; ma pct Di- c non filmando ciò opportuno nè il Confcf-
vina vii tu divenne capace non folo a leg- fore,nèil Medico , una notte mentre eoa
gere i libti Italiani, ma anche a leggere, e brame piu accclc anelava verfo quel Divi-
ben capire Latini; cd ebbe da Dio tal dono
i nifiimo Sagramento, ecco che vede entrar
d intelligenza della Divina Scrittura, cheli ;
nella lùa fianzetta una ben ordinata Proccf-
Itali 1 colugi foventc ricorrevan da lei per (
fionc di bellirtìmi Perfonaggi ,in fine della
lo feioglimemo di vai) dubj fopra la Canti- quale veniva un venerabile Mccrdote colla
ca, c u altri partì ofeuri , eh ella (piegava Sagra Pirttde nelle mani, il quale communi
con mirabile chiarezza , c profonditi Fu . calala colle folite ccrcmonic, difparvc con
Suor Pcrfevcranda povcriùima di beni di Serva di Dio riccti-
tutti gli altri, lalciando la
1
ve bclliffima Matrona, che le offerì a bere un in ifpirito da Suor Pcrfevcranda , che s era
vafo d’acqua limpida , c frefea , cc Ila qualcj coricata a dormire, tolto alzaiafi da letto e ,
bevanda rcllò talmente refrigerata, che fino, fvcgliatc SuorTcrefa,c Suor Concetta fi-
che durò quella infermiti mai più patì di li- glie del fopradetto Noraro , che abitavano
con Prefio alzatevi lor diflc , c an-
te. In quello tempo venne a far le Sante Mif- erta lei ,
tutto il tenor di Ina vita, e do- raccontò alle figlie ciò , che gli era accadu-
comar da lei
varie pruovc del di lei fpirito, to, e quelle riferirono a lui la prcvifionc
po aver fatto
qualora avelfe udita la di della lorMadre, c la preghiera fatta per lui.
e predettole, che
lui morte fi Italie apparecchiata, dovendo fra Crifpino Mazzapiea del medefimo luogo di
non molto feguirlo,ia perfuafe inficine a fer- Vaiapodi sbalzato per viaggio dal cavallo,
mar la fua abitazione in quel luogo, tal cflen- refiò pendente col piede dentro la daffaìon-
do la volontà del Signore , c il luo maggior dc Orafcinato in quella guifa per qualche
fervizio.Così dunque lafciato il villaggio di tratto dal cavallo li fracafsò il capo talmen-
Jotrinoli, venne in quello di Varapodi, dove te, che vi morì. La Madre deigiovane corl'e
tutta piangente, cd addolorata da Suor Per-
ben predo tratte molte donzelle dalia fra-
granza di fuc ccledi virtù , abbandonate le fevcranda per rimedio j e quella accorfavi
vaniti del Mondo, vedirono l'abito di Ter- con prontezza firinfc con ambe le mani il
ziarie Capuccine di quella flefla foggia, che capo fracaffato del defunto, e fofttandogl’in
veftiva la Serva di Dio.dodeei delle quali la- boccif : S. felice dille , S. f ilippo tornatelo
feiate anche le cafc paterne/i eli fiero di abi- voi in vita Mirabil cofa ! Il giovane aperti
.
tar con cflà lei nella medefima cala, affin di gli occhi c data una gran voce tornò a vi-
,
in commune , c con multa carità dalla Corei- berò ancora da un mal d’abfeelfo Suor Ro-
la maggiore, da elle chiamata la Madre.qual
faria Miieto con raccomandarla all intcrcct
ufficio clTercitò finche vide la Serva di Dio. fionc di S.Diego;e molti altri da diverti ma-
li, e pericoli , che per brevità fi traiaiciano.
D ivenu to per tanto quello luogo una fcuola
Nè mancò a quella ScivadiDio lo fpirito
di pcrfczzionc , e di molto buon odore al
Mondo, non mancavano di ricorrere da tut- «i^piofezia.comcfi può feorgere dal feguen-
per rac- tc calo. 1 rovandolì un giorno di pafluggio
te le parti le genti di ogni grado, chi
commandarfi alle loro orazioni,chi per fen- in cala del Signor Filippo Augimcri di va-
Bruno di Terranova porrandofi in Varapo- vendo cflcrc Rcligiofa: c così avvenne, poi-
di a conferire colla Serva di Dio alcune
fuc ché venuta ad età fi vedi Terziaria Captic-
ncccffiti , per iftrada gli cafcò il giumento ela, c fu luna delle fuc prime figliuole fpi-
in luogo precipitofo ed imbofeato , e non rituali, che feco dimorarono fino alla morte.
,
potendolo ritrovare per clfer avanzata la_> Succcfic in quello mentre la prcziofiu.
nòvre, profeguì alquanto niello il fuo viag- morte del Venerabile Servo di Dio P. An-
gio .Xiuunto alla cafa di Pcrfevcranda , ej giolo di Acri j e ragionando un giorno con
picchiato fufcio.queltafccfe ad aprir la por- Suor Pcrfevcranda il P.Pietro di Scilla dilfì-
ta ì c prima clic il Canonico proferire pa- nitorc Capuccino, molto familiare della me-
rola: State pur allegramente, gli dille Signor defima, e raccontandole i prodigj , che ave»
Canonico, cW^A lincilo è vivo; cd al vo- operato il Signoie nella mone del detto Pa-
,,
lito ritorno lo tro'V»retc fenza lcfionc alcu- dre, ella tutta piena di giubilo , follcvandofi
0~4 4
f
.
in ìlpiritot Sia benedetto il Signore, dille, il > Agottino Luttri, e Rocco Millcvaj da dolori
F. Angiolo ini promife,che udita la Tua mor- di partouna Kola di Terranova , e Leo-
tal
ie mi apparechiaflì , dovendo andare a tro- nardo Chitti Varapodi da varj dolori in
di
varlo: Ita benedetto il Signore In fatti poco
. tutto il corpo. Un bambino d’ lfabclla Mau-
.'anni apprcfl'o confinimela la Serva di Dio rcllo non pigliando requie ne dì , nè nottcj
dagli anni, e dalle penitenze, dopo aver fof- per grave dolor di ventre , pollo con gran
feriiper molto tempo li travagli della ccci- fede dalla Madre fui pagliaccio di Suor Per-
!
ti, s infermò a inolici e munita dc’SS.Sagra- fcveranda,c copertolo colla di lei fchiavina,
!
menti della Chiefa , vifttata , e benedetta da fubito rifanò. finalmente il P.Fedelc da Co-
I Monfignor Leoluca Vita Vefeovo di Oppi- folcto nottro Capuccino , dettinato a racco-
! do, dopo aver lafciati ammirabili cflcmpj di gliere i fatti della Serva di Dio, rettifica, co-
fuc rare virtù, tra l' attinenza de’ Sacerdoti, me dovendo per tal effetto partire da Oppi-
[
e numcrofo coro di Vergini fuc figlie Ipiri- do per andar in Terranova, cominciò a pio-
! tuali avvenne la fuaprcziofa morte in gior- ver sì dirottamente , che pareva imponibile
no di Venerdì ad ore zi. alli 4. di Ottobre, il far viaggio . Allora egli : O
Suor rcrlevc-
in cui ricorre la fetta del Serafico Patriarca randa , dille $ fc voi ttete in Cielo , come io
-
!
S.Franccfco dell anno 174J. Dopo morte il fermamente (pero , fate che il Ciclo fi ratte-
j
fuo corpo retto, come fogliono rcftarc tutti reni per compir l'opera per voi cominciata.
•
gli altri cadaveri , indurito, e freddo j ma la Appena ditte ciò, che tolto il tipo fi accom-
mattina feguentc del Sabbato comparve il modo in maniera , che potè viaggiare lenza
di lei volto bello, e vermiglio, come di per- menomo incommodo. Quelle, ed altre mara-
fona, che viveflc: le membra divennero cal- !
viglie tralafciate per amor della brevità, ha
dc,c flcflibilijed il fangue nelle vene difciol- operato, e tuttavia opera il Signore pe’ me-
10 lì vedeva correre su , e giu con ittuporc nti della fua benedetta Serva , il di cui cor-
di tutt'i Popoli all' intorno , che ivi erari-, po fu fepcllito in luogo di depottto nella-,
coneorfi a folla per venerare qual Santa la_> Chiefa Parrocchiale ai S. Nicolò di Vara-
Serva di Dio; ne mancò il Signore di auten- podi, fino a tanto, che fari perfezzionata la
ticare con varj prodigi i di lei meriti j im- i'epoltura gii cominciata per le bizzocchc
-
percioche col tocco de pezzetti del di lei di quel Pacfe, che fono molte, nella Chiefa
abito retto libera da un fiero dolor di denti Parrocchiale di S.Stcfano
Dettata Buono ì dalla febre di più giorni |
INDICE
ALFABETICO
De’ Nomi de* Santi ,Beati e Servi di Dio che fi contergo-
, ,
“ l
ronum.IV. p.r?8.
Achillino mart.17. Luglio n. III. p.17. Angiolo da S. Martino Capuccino ty. Mar-
S > S. Agatone Pap.io.Gumaro n. II. p.;8.
1
zo num.XIl. p.140.
Angiolo da Nicaflro Capuccino n. Set-
S. Agnela vere., e m- 7- Luglio n. I. p.wf-
Agazio da Catanzaro Ofiervante 2y.Otto- tembre num.LXX. p.:y8.
bre n.XHJ. P-IJO. Angiolo da Geracc Capuccino i7-Ago(lo
Agoilino dalla Roccella Agotliniano y. |
num.LXXllI. p.iyjr
Marzo n.lll. p.118. >
1
Angiolo dall’ Albidona Capuccino j. Ot-
Agoltino da Catanzaro Offervante ii.De- tobic num.LXXVIU. p.t 5 z.
cembrc n.XV. p.ijo. |
Angiolo da Palizzi Capuccino 1 Otto-
Agollino da Dipignano Capuec. ry.Mar- j
bre num.LXXXIII. p.i 66.
zo n.XHI. p.t 4 i-
t
Angiolo di Acri Capuccino jo. Ottobre
Agollino da Roffano Capu ccino i7.Ago- 1 num.CLXIl. p.nS.
fto n.LUl. p.iyz- Angiolo da Girifalco Riformato jo.Giu-
Agoltino da Caflelveterc Capuccino 19. gnonum.VUI. p.zzj.
Settembre n.LXX V . di •
p- 1 Anna Labruto Vergine 17. Novembre-»
Agollino da Stignano Capuccino 1. Apri- num.XIX. p.zj8.
le n.XCVIli. p.17* AUnibale di Afflitto Arcivefcovo 1. Ago-
Agollino da Cutro Capuccino 11. Gen- llonum.IV. ppj.
naro n.CVI. p.i8y. ! Anonima Capucc.j.Gcnnaron.VI. p.zz8.
B-Aleffandro Eremita i.April. n.LXI V.p.91. :
B. Anonimo Vefcovo, c martire n. Settem-
Aleffandro Poerio Sacerdote 1. Fcbraro bre num.VII. p.zt>.
j, num.XI. P-?
l
t
B. Antonio Scozzetti Offervante 24. No-
! B. Angiolo da Cofenza Francelcano ro-Nu-
vembre num.LX. ppi-
>^jétnUre num.LIX. P 91 - Antonio da Tropea Domenicano 6. No-
I
1
AngWo daTaverna Domenicano 6. Sct- vembr* num.XVI. p.izi.
pi 19- Antonio daCerifano Domenicano fi.No-
1
( Angiolo «dia Saracena Minimo zj. Ago- vembre num.XVI. p i zj.
Ilo nuro.llw p.iji. Antonio da Catanzaro Offervante z. Fé-
jgiolo da CaEhnja Capuccino j.Genna- braro num.lV. p-iap-
I
Q_q tj 2. An- j
Die
r N D I C E
Antonio da Crucoli Minim. ij. Marzo Battilla da Larzona Capuc. il G.-n-u ro
num. VII. p-i;4’ n. VI. p. 1 ;8.
Antonio da Squillacc Capuc. arzo M Beatrice Cafatina Vergine 2. Jebraro nuin.i
n. XL1II. 148. VII. p.228.,
Antonio da Cofcnza Capuc. ij- Agoito Beatrice Rotella Vergine 10. Ottobre!» i
S.
O gio n.XXVI,
Bartolomeo Abbate Badi, ll. Novembre
p.7y. naro n-CXXIV. p.192.
Bonaventura y.da Reggio Capuc. 1 g. Gen-
n. VI. p. 4y. naro II. ex X XI. _
p.194.
S. Bartolomeo 2. Abbate Ba/il. ip. Agolio Bonaventura dal Pizzo Capuc. io G tnna "
n.Xll. p. 47. ro n.CXXXlll. p.tpfr
S. Bartolomeo monaco Baftliano 4. Agoito Bonaventura da Zagarife Capuc. 2 ?• Pa-
num.V. p.rfp. naro n-CXXXV. 9 *-'
S. Banolomco 2. monaco Ba/il. 21 Agoito B. Bonazio Monaco Florcnle 2u^ru!ire->
n.X. p. 70. num.XX. p-72.
Bartolomeo da Paterno Minim. i£. Aprile Brigida Cannizzaro Terziaria Capuccina
n.V LLL jf
p.t ;4, 41 Maggio n.V. p-48y-
S. Ba/il io monaco Baftl. 4. Novembre num. S. Brunonc C.aitulianoj&Onobre n.V 41247
XIV. p.7I.
ki *
-
C
S.
num.XVH.
Candidomart.ij.Giugnoii.il.
i
p-}J-
p 17. S.
num XV.
Deodara mart.ji. Luglio n.VII.
ip.
pji.
p.2.9.
I N D ICE
S. Eufebio Papi , e martire 1 6. Settembre Maggionnm.Xll. p. n <S.
icnum.LVl.
F.ancclco Vincili Sacerdote 20. Maggio
p.88.
,
S.
cembre num.lll,
Genovefa mari. 17. Lugliqjrflff
p.p;.
p-27-
y
num'XVI. p.104. S. Gerafimo Monaco ii.ijjusào 14. Giugno
Franccfco iuccoliti Carmelitano 17. Mar- num. IX.
zo tu. in.X, p.lld. S.
~
f p.70.
Gerardo Abbate Flprtni. 70. Giugno
Francdco da Reggio Carmelitano 6. num.XXI. y p.Sa.
Già-*
..
S. Gio vanni Vefcovo i2-Maggio n.X. p.40. Agolto num.LX VI. p.i y5.
S. Giovanni Tereftì Abate Bafil. 24. Giu- Giovanni da Reggio Riformato io. No-
gno num-XlX. p.50. vembre num.1V. p.222.
B. Giovanni Giacchino Abate Florcnfe 1. B. Giovanni d’Aquitania Florenf. 1 .Decem-
Marzo num.XVIf. • j. bre num.X. p.247-
p.5
S. Giovanni Confeflore 8. Luglio n.II. p.5p. Girolama da Paterno Vergine 24-Novcm-
S. Giovanni Monaco fiaiiliano ij. Luglio bre num.XVll. 0.258.
num III. Girolamo da S. Giorgia Capuccino 8. Lu-
p .69. ^
B. Giovanni Florenfe i4-Marzo nTX.p.72. glio num.XlX. P-17-
B. Giovanni da S. Lucido Minimo 2 5 Mag- Girolamo da Monteforo Capuccino 8.Lu-
.
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1 .
INDICE
num.XXXVlII. p.148. SXeone Monaco Baf.y. Maggio n.XII. p.70.
Girolamo dall' Albi Capuccino 12. Mag- S.Lcoluca Abbate Baftl.r .Marzo nJV.p.245.
gio num. CII. p.177. S.Leone Vcfcovo , c martire 1. Gennaro
Giioiamoz.da Rcggio;Opuccino 27. Fe- num.VI. pj. 6 .
braro num.CVII. p.187. SXeone francclcano martire ty. Ottobre
Girolamo 2. da S.GioreJ a CapuccùiO 2 y. num.Xl. p.51.
Novembre mtm.CVllI. p.187. S. Leone Papa 28. Giugno n.III. p.yp.
Girolamo da Sambatdlo Capuccino 14. B. Leone Vcfcovo 8. Luglio n.XIII. p4t.
1-ebraro nuin.CXXXlV. p.ipS. Leone da fiumara Capuccino ty. Pcbra-
B. Giunipero dal Campo Capuccino yr.De- ro num.XC. p.rdS.
cembre num.L. p.85. Leone da S. Agata Capuccino 2. Maggio
Giufeppe Martino Sacerdote zo.Gctmaro num.CXL V 111. pfipp.
num. XVIII. p.toj. S. Lctanzio man. i7.Luglio n.III.
p.27.
Giu/eppc Prato Carmelitano j. Maggio B. Lodovico da Reggio Capuccino 28.Apri-
num. III. p.uy. ie num.XLVllT
pgj.
Gittfcppe da S.Gregorio Capuccino p.Ot Lodovico Merenzi Cartufiano 20. Aeo-
tobre num.CIII. p.r8o. ftonum.XIV.
P.1Ì4.
Giulèppc da Catanzaro Capuccino n. Lodovico da Catanzaro Capuccino 7. Lu-
Aprile man .CXXV. p.tp2. glio num.XLlV. „
Giulcppe da Gagliano Capucc. 29. Mar- Lodovico da Pedace Capuccino zj Àgo-
J s
zo num.CXXXVII. p-t?7. ftonum.LVI.
Giufcppe da Mclicuccì Capuccino 2?. Lodovico da Reggio Riformato io^Set-
Aprile num. CXXXV11I. p.197, tcmbrcnum.VH. p.Z2j.
Giulèppc da Mi/i prudi Capuccino 27. Lodovico da Sambateiio Capuccino zo.Pe-
Aprile num.CXL V II. P- 1?9-
braromun.CLXIII. p.122.
Giuieppe daTcrreti Capuccino 18. Mar- S. Lorenzo Monaco Bafiiiano zy. Apriléj
zo num.CLVil. p.zoy. num.VVI. p-71-
S. Gregorio Confeffr9.Scttetnb.n.XV.p.yi. Lorenzo Vallone Cartufiano 8. Giugno
Gregorio Amato Carmelitano z8. Marzo num-Vl. p. 112.
num.XV. p. ; 1 <5. Lorenzo da Rocca Feiiuca Oflèrvante ;.
Gregorio da Gimigliano Domenicano Settembre num.X. p-ijo.
t5.Agoftonum.Xll. p.121. Lorenzo da Curro Capuccino t. Dicem-
y
Gregorio da Corogliano Capuccino 27. bre num.CXlI. p.r89.
Settembre num.LXXlI. pi5y. S. Luca Abbate Bafil,27.Fcbraro n.III. p.44.
Gregorio da Noterà Capuccino 2. Otto- S. Luca 2. Abbate Bafiiiano 1 y. Ottobre-»
bre numXXXVII. p.rSz. num.IV. p, 4 ^.
Grilòftomo Mali no Carmelitano 29. Gen- S. Lufca y.Abb.BafiL27.Fcbraro n.XIII. p.50.
naro num.ll. P-H5- Luca da Geritola Capuccino 1 y. Aprile.»
Grifoltomo d' Urti Capuccino 28. Gen- num.XLI. p.148.
naro num.CXXlI. p.192. Luca da Mormanno Capuccino 14. Dc-
Grifullomo da S.Gregorio Capuccino z<5. cnnbrc num.CI. PJ77-
Gennaro num.CXU. p.201 B. Luca Vcfcovo 20.Scttcmbren.VII. p.247.
Guglielmo Vcfcovo, c Cardinale 7. Ot- Luigi da Piacaniea Domenicano 27.Mar-
tobre nnm.VUL.,
'Guglielmo da 1 arila
p.p.
AgSIIiBlSnt» yj. 1 c -
—
.
"
"
»-«« umji.VT.' "
p, 120.
Luigi Aquino da Crucoli Domenicano 8.
bi aro num.l, p. r 1 7T Maggio num.X VII. P-it?-
Luigi da Piacaniea Capuccino 7. Aprile
S. 1 Ejunio Abbate Baftliano 2j. Maggio num.CXXXVl. p.iptf.
J num.XVUl. p.5o, Lucrezia Bruno Vedova ty. Agofto
B. Ignazio Ercmit.i .Maggio nXXV. p.92. num.vu. p.24y
Ignazio Mnrincola Sacerdote zo-Novcm- M.
brenum.XX.
S. Ilarione Abbate i<5.Decembrcn.XX.p.dr.
liario d’ Acri Capuccino 19. Settembre
p.rot?.
M Addalena Gagliardi Vergine 2o.Set-
tembre num.XV.
p *S4-
Manfucto da G trace Capuccino y.Seircm-1
)
ro num.ll. j
,.54. Marco Romeo- Carmelitano zy. Marzo
num.
. . .