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pedalboard making

guida al collegamento degli effetti


pedalboard making
guida al collegamento degli effetti

Realizzato da effetti di clara.

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Prima edizione Novembre 2009.

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2 | effetti di clara
Contenuti

_introduzione.........................................................................................4
_disposizione pedali................................................................................ 5
__sequenza............................................................................................................... 5
__categorie............................................................................................................... 6
__variazioni e sperimentazioni..................................................................................... 7

_collegamenti........................................................................................ 8
__cavi.......................................................................................................................8
__buffer.................................................................................................................... 9
__bypass.................................................................................................................10
__conclusioni........................................................................................................... 12

_alimentazione..................................................................................... 13

3 | effetti di clara
_introduzione

Questa guida cerca di fare chiarezza sulla giusta sequenza di collegamento degli effetti in una
pedaliera. Purtroppo non esiste una sequenza universalmente valida, bisogna tener conto dei
singoli pedali in questione e dei risultati che si vuole ottenere.

Abbiamo cercato di identificare una sequenza standard per il collegamento dei pedali, anche se
resta una scelta molto soggettiva in quanto in altre posizioni i pedali possono offrire soluzioni
diverse.
Per questo consigliamo vivamente di sperimentare disposizioni diverse e valutare i risultati
ottenuti.

Affrontiamo poi una serie di problematiche in cui ci si imbatte spesso quando si assembla la
propria pedaliera.
Problemi che riguardano la degradazione del segnale, l'alimentazione, il buffer e i bypass.

4 | effetti di clara
_disposizione pedali
__sequenza

Abbiamo identificato come ordine di collegamento standard il seguente:

1. tuner
2. wah
3. compressor
4. filter
5. octave & harmonizer
6. equalizer
7. booster
8. overdrive
9. distortion
10. fuzz
11. modulation
12. delay
13. reverb
14. looper (sampler)
15. volume pedal

5 | effetti di clara
__categorie

TUNER
L'accordatore è consigliabile metterlo come primo pedale della catena in modo da ricevere in
ingresso il segnale pulito della chitarra.
Nel caso sia presente un pedale volume con tuner out, si può mettere il volume per primo
collegando l'accordatore all'apposita uscita.

WAH
Il wah da il meglio messo all'inizio della catena, prima che il segnale venga processato dal
compressore.

COMPRESSOR
Messo nelle prime posizioni, subito dopo il wah fornisce ai filtri un segnale con una dinamica
controllata e non attenua le modifiche dei pedali successivi.
Lavorando profondamente sulla dinamica del segnale, non può avere l’effetto desiderato se
riceve un segnale già dinamicamente livellato come quello distorto.

FILTER
Racchiudono envelope filter e synth di ogni tipo.
Bisogna posizionarli ad inizio catena per funzionare opportunamente. Se posizionati dopo la
sezione distorsioni ne annullano l'effetto e non lavorano bene.

OCTAVE & HARMONIZER


Octave UP e DOWN, Harmonizer, Pitch Shifter, Detune.
Esempio classico il digitech Whammy.
Preferibile posizionarli nella prima parte della pedaliera in modo che il segnale venga poi
processato dalla altre sezioni.

EQUALIZER
L'equalizzatore può essere posizionato prima o dopo la sezione distorsioni a seconda dei gusti.
Si comporta meglio prima delle distorsioni, ricevendo in ingresso un segnale meno lavorato e
compresso.

BOOSTER
Posizionato prima delle altre distorsioni ha l'effetto di aumentarne il gain. Posizionato dopo
invece ne aumenta il volume (es. aumento volume in un solo).
La posizione che offre più versatilità è in testa alla sezione distorsioni.

OVERDRIVE, DISTORTION & FUZZ


Preferibilmente si montano in ordine crescente di gain (overdrive, distorsore e fuzz), ma è una
cosa molto soggettiva.
L'ordine va scelto anche in rapporto a come vengono combinate tra loro nel formare i vari
scalini di volume.

MODULATION
Chorus, Phaser, Flanger, Tremolo, Vibrato. Vengono posizionati dopo la sezione distorsioni
nell'ordine preferito.
E' possibile anche collegarli direttamente alla testata tramite SEND-RETURN. E' una scelta
molto soggettiva (più scomoda dal punto di vista dei cablaggi) che può essere testata.

DELAY
Posizionati a fine catena in modo da lavorare sul segnale completamente effettato.
Importante collegare i delay dopo la sezione distorsioni, altrimenti con il diminuire dell'intensità
delle ripetizioni il suono diventerebbe progressivamente più “pulito”.

6 | effetti di clara
Se si ha più di un delay può risultare “divertente” collegarne una prima delle modulazioni, in
modo da lavorare nuovamente il segnale ritardato.

REVERB
Si posizionano preferibilmente a fine catena. La scelta se metterli dopo i delay, prima o
all'interno della sezione modulazioni è molto soggettiva.

LOOPER
Loop station di qualsiasi tipo si collegano per ultime in modo da registrare l'uscita finale di tutti
i pedali.
In questo è possibile registrare e sovrapporre (overdub) tracce diverse con effetti diversi.

VOLUME PEDAL
Messo come ultimo pedale controlla l'uscita generale, e permette un mute completo della
pedaliera evitando eventuali rumori.

__variazioni e sperimentazioni

Il compressore può essere anche posizionato prima del wah.


L'equalizzatore dopo le distorsioni in modo da aggiustare i toni dopo lo stadio distorsioni.
Il booster come ultima distorsione per aumentare il volume e non il gain delle altre
distorsioni.
Il pedale volume come primo pedale per usarlo in maniera simile al volume della chitarra.

Il delay può essere messo prima delle distorsioni in modo da distorcere le ripetizioni.

Alcuni fuzz lavorano meglio se messi ad inizio catena prima del wah.

7 | effetti di clara
_collegamenti
__cavi
La scelta dei cavi è molto importante per evitare perdite di segnale indesiderate.
Per costruzione ogni cavo ha una capacità e un'induttanza per unità di lunghezza, queste
consentono di calcolare l'impedenza intrinseca:

R=  L/C

Un buon cavo ha un'impedenza molto bassa.

Dal momento che il cavo si comporta come filtro LC tagliando frequenze alte e lasciando
passare le basse frequenze, dobbiamo scegliere valori di L e C molto bassi per mantenere
inalterata tutta la componente spettrale del segnale. Altrimenti il risultato è una perdita di
brillantezza proporzionale alla lunghezza del cavo.

In poche parole possiamo dire che la migliore soluzione è l'uso di cavi buoni e corti, per
mantenere alta la banda passante.

8 | effetti di clara
__buffer
Il buffer è un semplice circuito con impedenza di ingresso alta e impedenza d'uscita bassa.
E' realizzato con circuiti integrati o transistor.
La funzione principale è quella di adattare l'impedenza dei pickup (molto alta) all'impedenza di
ingresso del primo pedale della catena, in modo da evitare attenuazione del segnale.

Il cavo presenta sempre una componente capacitiva abbastanza alta (dipendente dal cavo) che
si trova tra segnale e massa, questa capacità con l’impedenza di uscita del vostro pickup forma
un filtro passa basso alla frequenza di taglio:

1
f=
2 ∗Z out∗C cavo

più è alta la Zout minore sarà questa frequenza. Se la frequenza entra in zona audio si rischia di
avere una perdita di alte frequenze, e un suono conseguentemente più ovattato.

Mettendo un buffer con alta impedenza di ingresso e bassa impedenza di uscita, questa
frequenza di sposterà verso l'alto lasciando inalterata la componente audio del segnale.

Molti pedali offrono già un buffer al proprio interno, anche se spesso la qualità lascia a
desiderare.

L'utilizzo di un buffer può risultare molto utile nel caso si utilizzino esclusivamente pedali true
bypass. Sul discorso torneremo più avanti.

Un buffer ad alta impedenza evita che una parte, piccola che sia, di segnale vada persa a
causa dei cavi di collegamento.

9 | effetti di clara
__bypass

Il tipo di switch presente nei vari pedali influenza di molto il suono finale all'uscita della
pedaliera. In generale gli effetti vengono utilizzati solo per una percentuale di tempo, ma il
segnale deve passere sempre e comunque dentro tutti i pedali.
Per questo è importante capire le differenze tra i vari sistemi e scegliere attentamente.

SIMPLE BYPASS
Utilizzato prevalentemente in effetti vintage, si realizza mediante switch di tipo SPDT
(deviatore singolo).
In modalità bypass l'input e l'output sono connessi insieme, ma il segnale resta collegato
anche al circuito.
In questo modo anche quando l'effetto dovrebbe essere spento il segnale vede l'impedenza di
ingresso del circuito. Questo comporta la perdita di alte frequenze e calo di volume anche ad
effetto spento.

Alcuni pedali, presentano basse impedenze d'ingresso e la lieve perdita di frequenze alte e di
volume è compensata dal design del resto del circuito. Questa considerazione purtroppo vale
per una piccola parte di pedali.

TRUE BYPASS (MECCANICO)


Si realizza con switch di tipo DPDT (o 3PDT per collegare anche il led).
Quando il pedale è in bypass, permette di collegare direttamente l'ingresso con l'uscita del
pedale eliminando ogni connessione con il circuito.
In questo modo non si degrada il segnale dal momento che è presente solo solo una
ridottissima impedenza, dovuta a jack, cavi e switch, nel percorso del segnale.
L'impedenza d'ingresso del circuito non ha quindi nessun effetto dal momento che il circuito è
completamente scollegato.

In alcuni casi lo switch true bypass può causare un POP al momento dell'accensione, in linea
generale è comunque possibile limitare al massimo questo problema.
Questo problema si nota soprattutto accendendo il pedale mentre non si suona.

Spesso si parla anche di capacità parassite del footswitch e resistenza dei contatti.
Nei moderni switch, progettati appositamente per applicazioni audio parliamo di capacità
nell'ordine del picofarad e resistenze nell'ordine dei milliohm. Valori di questo tipo sono del
tutto irrilevanti.

ACTIVE BYPASS
Tipologia di bypass realizzato a semiconduttori. In circuiti di questo tipo è presente una stadio
in ingresso ad alta impedenza seguito dallo switch realizzato a transistor FET o circuiti
integrati. E in molti casi è presente anche uno stadio di uscita.

Questa potrebbe sembrare un'ottima soluzione, ogni pedale ha un suo buffer e non ci sono
perdite di segnale. Purtroppo non è così.

Primo perché il risultato dipende molto dalla qualità dei buffer di input e output. Un buffer mal
progettato funziona anche da filtro.
Il segnale per ogni pedale attraversa 1-2 stadi che possono alterarlo.
Secondo perchè ogni circuito che si aggiunge sul percorso del segnale inserisce una
componente di rumore. Parliamo di 1dB di noise o più nel caso di componenti economici.
Se facciamo il conto di 5 pedali di questo tipo, abbiamo circa 5-8dB di rumore.

10 | effetti di clara
Il risultato quindi è che il volume del segnale resta inalterato, se non aumentato; ma
assistiamo ad una fastidiosa attenuazione delle frequenze medio-alte, ad una compressione del
suono, e all'aumento del rumore.

Esistono ovviamente pedali con bypass a FET ben progettati che soffrono meno di questo
problema.

Altro problema, meno rilevante, di cui soffrono è il maggiore consumo di corrente, causato
dalla “circuiteria” aggiuntiva necessaria.

11 | effetti di clara
__conclusioni
Possiamo concludere che in linea generale il true bypass è la soluzione migliore per non
degradare il segnale. Mantiene inalterata la componente spettrale del segnale e non introduce
rumore.

Comunque l'utilizzo di tutti pedali true bypass può richiedere un buffer ad inizio catena per
adattare le impedenze di pickup, cavo e primo pedale ed evitare attenuazioni di segnale.

L'uso del buffer viene meno se il primo pedale della catena è un pedale non true bypass con un
buon buffer interno.

Utilizzare sempre e comunque cavi corti e di buona qualità, anche per i cablaggi tra i vari
pedali.

12 | effetti di clara
_alimentazione

La maggior parte dei pedali funziona con corrente continua DC. Una piccola parte invece lavora
con corrente alternata AC, in particolar modo effetti digitali (vedi serie modeler Line6).

La tensione di lavoro più usata è 9volt (DC), altri lavorano a 12volt, 18volt, 24volt (vedi eh
memory man).

Alcuni distorsori possono lavorare anche con tensioni più alte di quelle dichiarate, il pedale
risulta più dinamico avendo un range di lavoro più alto prima della compressione naturale.
Alcuni pedali fulltone dichiarano proprio di poter lavorare con tensioni che vanno dai 9volt ai
18volt, e consigliano tensioni alte.

Bisogna prestare molta attenzione alla polarità di tutti i pedali alimentati in continua.
Gran parte dei pedali lavora con polarità tip negative:

Questa è considerata la polarità standard, con il negativo centrale e il positivo esterno. E'
utilizzata da gran parte dei pedali boss, mxr, ibanez, fulltone e t-rex.
Altri pedali invece utilizzano polarità invertita, detta tip positive, con il positivo al centro e il
negativo esterno. E' utilizzata da molti electro harmonix, proco e dod.

In linea di massima è bene controllare la polarità indicata sul pedale.

Affrontiamo infine il discorso assorbimento. La stra grande maggioranza degli effetti analogici
consumano pochissima corrente, nell'ordine dei 10-20mA.
Effetti digitali invece hanno un assorbimento nell'ordine nei 350-1000mA.
Spesso le case produttrici indicano assorbimenti maggiorati, che inducono all'uso di un
alimentatore dedicato senza reale motivo.
Basta vedere il caso della line6 che per la serie stompboxes modeler dichiara 1200mA di
assorbimento, ma il pedale in realtà consuma non più di 400mA.

Mediante l'utilizzo di daisy chain è possibile alimentare i pedali che lavorano alla stessa
tensione con un unico alimentatore.
In questo caso prestare attenzione alla polarità e ad eventuali pedali con riferimento di massa
positivo (vecchi fuzz in particolare).

Si consiglia l'utilizzo di un alimentatore sovradimensionato, nell'ordine dei 1200-1700mA per


alimentare un'intera pedaliera.
Per evitare problemi di rumore e hum si consiglia poi l'utilizzo di alimentatori switching, o di
alimentatori ben stabilizzati possibilmente con trasformatore toroidale.

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14 | effetti di clara
GLI EFFETTI PER CHITARRA

LE DISTORSIONI
Tornando ai giorni in cui i sistemi Power Amplificator erano concepiti solo per la voce, l'unico
modo per amplificare il volume della chitarra era di mettere il volume della chitarra a 10. La
distorsione (sugli ampli valvolari) interveniva in modo naturale non appena il segnale saturava il
preamplificatore a valvole e lo stadio di uscita cosi come il diffusore. L'effetto benefico della
situazione era il suono distorto che si creava.
"Componenti chiave nella creazione del proprio suono, le unità effetti di distorsione si raggruppano
in due categorie:

1 - OVERDRIVE: Produce il suono caldo e naturale di un amplificatore a valvole saturato". Si tratta


di un effetto di distorsione molto usato nel blues, nel rock classico (non nell'heavy metal) e in
generale nei generi "light".

2 - DISTORSORE: Crea un effetto di distorsione più pesante, ideale per l'heavy metal e in generale
per il rock "potente"

IL DELAY
"Il delay è un effetto che registra digitalmente (negli apparati moderni) il segnale in ingresso e lo
ritarda di un tempo specificato (parametro assegnabile dal dispositivo), quindi lo riproduce in uscita
(mixandolo al suono originale) creando l'effetto di un eco naturale."

L'effetto di delay in realtà non esiste poiché, in natura, l'effetto che sentiamo è sempre prodotto da
più di un eco (anche se qualche volta ne sentiamo solo uno, predominante). Gli effetti udibili in
natura, nella realtà fisica, assomigliano di più a un riverbero.

IL RIVERBERO
"L'effetto di RIVERBERO, più segnali digitali di ritardo (più delay) per simulare diversi suoni con
decadimento differente, dalle piccole stanza alle sale da concerto".

E' un effetto simile a quando urliamo in una chiesa (non avete mai provato?? Forse è meglio provare
a urlare in una stanza vuota il risultato sarà lo stesso).

Urlando in una stanza l'onda sonora proveniente dalla nostra bocca si diffonde nella stanza e
rimbalza su TUTTI gli ostacoli che incontra. Separandosi, prenderà strade diverse e ritornerà alle
nostre orecchie con tempi differenti. Questo effetto, di una durata variabile, è fisicamente composto
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da tantissimi delay (ritardati tre di loro) con un tempo di ritardo bassissimo.

IL CHORUS
Effetto di "sfasamento". Viene creato sfasando in maniera impercettibile (pochi millesimi/decimi di
secondo) il segnale originale, facendo una sola ripetizione.
Si tratta di un suono adatto sia per parti ritmiche che per parti solistiche. L'effetto pratico è quello di
aggiungere "spaziosità e dimensione", creando un suono corposo e ricco.

Si tratta di un effetto fondamentale per la chitarra elettrica. Viene utilizzato moltissimo per gli
arpeggiati puliti e per le ritmiche. Spesso è utile nei soli per fare emergere dal sound della band, il
suono della nostra chitarra. Assieme al delay trasforma la nostra chitarra in un "orchestrina"
bellissima. Attenzione a non esagerare....

L'EQUALIZZATORE
L'equalizzatore ci permette di amplificare o tagliare alcune bande di frequenza. Esistono due tipi di
equalizzatore, uno grafico che permette una visualizzazione semplice dei punti di
taglio/amplificazione, ed uno parametrico con cui possiamo modificare in modo continuo tali punti.
Tutti gli amplificatori per chitarra elettrica sono dotati di uno stadio di equalizzatore che agisce,
solitamente, sui toni bassi, medi, acuti e presence. Questo non ci impedisce di applicare un
equalizzatore esterno, molto più pratico.

COMPRESSORE
Il compressore agisce sull'intero segnale per un controllo generale del suono e produce un effetto di
sustain. In pratica amplifica il segnale della chitarra quando si suona piano, e lo attenua quando il
segnale in uscita dai PU è molto potente. Si tratta di un effetto molto usato nel basso per evitare,
nelle pizzicate più potenti, che il suono distorga l'ampli.

I PARAMETRI DEGLI EFFETTI


I parametri sono gli strumenti mediante i quali possiamo cambiare le impostazioni dei nostri
effetti....normalmente si tratta di manopole!!
Tutti gli effetti (distorsioni delay etc) hanno dei parametri di regolazione.
Nella tabella a seguire troverete una lista degli effetti sopra descritti con, per ogni effetto, i relativi
parametri di configurazione.
PARAMETRI
EFFETTO DESCRIZIONE PARAMETRI
PRINCIPALI
Regola la durata della risonanza (allegoricamente ingrandisce e
Rev.Time rimpicciolisce la stanza/chiesa nella quale la nostra chitarra
RIVERBERO risuonerà)
Rev. Mix o
Bilancia la quantità tra segnale riverberato e quello diretto.
Balance
Regola il tempo di ritardo tra le ripetizioni (allegoricamente
Delay Time
regola il tempo dopo il quale "la seconda chitarra" suonerà)
Regola la durata della ripetizione (dopo il tempo Dly Time, la
DELAY Feedback "seconda chitarra" suonerà per la durata espressa in questo
parametro...e così via)
Bilancia la quantità tra segnale ritardato e quello diretto. Con
Delay Mix o
questo parametro al massimo sentiremo suonare solamente la
Balance
"seconda chitarra".
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Regola le frequenze sulle quali il distorsore agirà
maggiormente. In pratica possiamo considerarlo conun ulteriore
Tone controllo di tono, solo relativo all'effetto di distorsione.
Impariamoci ad utilizzarlo solo per trovare il nostro "suono
distorto". Cerchiamo di non utilizzarlo come equalizzatore....
DISTORSORE
Distortion Regola la quantità di distorsione del segnale originale.
Regola il "colore" della distorsione. Allegoricamente ci
Colour
permette di ottenere distorsioni più o meno.... "barattolose"
Regola il livello del segnale di uscita precedentemente
Level
"elaborato" dagli altri parametri.
Regola il ritardo dello sfasamento. Normalmente si lascia a
Rate
livelli medio-bassi
Regola la profondità dell'effetto.
CHORUS Depth A livelli alti questo parametro agisce completamente sul segnale
originale
Bilancia il Segnale pulito a quello effettato.
Level
Link Utili e approfondimenti
Regola il livello della presenza. Si tratta di una tonalità di
"SuperAcuti". Solitamente possiamo accentuare queste tonalità
Presence Level
(dando valori positivi al parametro) o "soffocarle" (dando valori
negativi al parametro)
Regola il livello dei toni Acuti del segnale originario.
Solitamente possiamo accentuare queste tonalità (dando valori
Treble Level
positivi al parametro) o "soffocarle" (dando valori negativi al
parametro)
Regola il livello dei toni Medi del segnale originario.
Solitamente possiamo accentuare queste tonalità (dando valori
EQUALIZZATORE Middle Level
positivi al parametro) o "soffocarle" (dando valori negativi al
parametro)
Regola il livello dei toni Bassi del segnale originario.
Solitamente possiamo accentuare queste tonalità (dando valori
Bass Level
positivi al parametro) o "soffocarle" (dando valori negativi al
parametro)
Regola il livello generale dell'equalizzatore. Possiamo regolare
il bilanciamento di tutte le modifiche che abbiamo fatto con i
Level
parametri precedenti rispetto al segnale originario
Link Utili e approfondimenti

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Level Regola il livello dell'effetto rispetto al segnale originale
Ci permette di impostare il tempo di attacco dell'effetto sul
segnale originale (dopo quanto tempo l'effetto comincia ad
Attack
agire sul segnale originale). Impostando tempi lunghi avremo
COMPRESSORE un effetto simil-slap
Ci permette di impostare il tempo dopo il quale l'effetto
smetterà di agire sul segnale originario. Aumentando il
Sustain parametro il sustain del segnale sarà molto lungo (e con lo
stesso volume), ma decadrà bruscamente quando il segnale
originale scenderà troppo di volume.

EFFETTI SINGOLI
L'opinione comune a molti chitarristi è che l'utilizzo dei singoli effetti a pedale ci permette di
ottenere suoni qualitativamente migliori rispetto alle unità digitali "all in-one".

Si possono utilizzare entrambi: singoli effetti a pedale insieme al resto degli effetti digitali a rack o a
pedaliera.

La scelta dei singoli effetti a pedale necessita di alcune riflessioni inevitabili.

1 - Collegamenti.
I pedali andranno collegate tra di loro in serie con 4 piccoli cavi, e la regolare manutenzione dei
cavetti può essere fastidiosa. L'utilizzo di cavetti di qualità è praticamente obbligata per evitare
disturbi di rete ed effetto-antenna, cose molto gravi sopratutto quando la catena di effetti diventa
molto lunga.
Per quanto riguarda l'alimentazione, dovremmo utilizzare un unico alimentatore ma 5 differenti
ponticelli per alimentare tutti gli effetti. Se decidiamo di optare per l'utilizzo delle batterie da 9v la
spesa di "utilizzo" diventerebbe insopportabile.

2 - Progettazione.
Una riflessione, che ci può convincere a cercare un'alternativa all'utilizzo dei singoli effetti a pedale,
è che tali effetti sono totalmente manuali, cioè se intendiamo modificare i parametri di ritardo di un
pedale (delay), siamo costretti ad abbassarci (se è posizionata sul pavimento) e ruotare manualmente
le manopole.
Questo, oltre a essere scomodo e "lento", potrebbe condurre a inevitabili errori di rotazione.
Questi dispositivi a differenza dei dispositivi digitali (come vedremo più avanti), non sono dotati di
celle di memoria richiamabili velocemente.

3 - Qualità
La qualità finale dei suoni è, nella maggior parte dei casi, superiore rispetto ai dispositivi digitali
(quelli di medio mercato).
Il suono in uscita è sempre più caldo e la dinamica del suono è sempre più distinguibile, più
realistica.
Insomma la scelta dell'acquisto di singoli pedali di effetto va valutata a seconda dell'utilizzo che
intendiamo fare degli effetti.
Se il nostro scopo è quello di utilizzare in occasioni live solo poche combinazioni di effetti (avendo
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trovato il nostro sound definitivo o avendo un repertorio che necessita di poche elaborazioni) allora
gli effetti singoli possono fare al caso vostro.
Se il vostro repertorio richiede un alto numero di elaborazioni sonore (ad esempio dovete cambiare
spesso i tempi di ritardo del delay o utilizzare molte simulazioni di Ampli e distorsori) allora
un'unità programmabile è più adatta al vostro caso.

CHE DIFFERENZA C’è TRA PITCH SHIFTER E HARMONIZER?


La differenza che c’è tra un PITCH SHIFTER e un HARMONIZER è che il primo non tiene conto
dalla tonalità in cui si sta suonando mentre il secondo si.

CHE DIFFERENZA C’è TRA PRESET USER E PRESET FACTORY?


I PRESET USER sarebbero le memorie effetto a disposizione per le modifiche dell’utente, mentre i
PRESET FACTORY sono le memorie effetto impostate dalla ditta costruttrice che di solito non
sono modificabili

COME FUNZIONA UN COMPRESSORE?


Il COMPRESSORE ha la funzione di comprimere verso il basso (inteso in db) tutte quelle
dinamiche che risultano essere eccessive rispetto ad un determinato valore.

COME SONO SUDDIVISE LE DIVERSE CATEGORIE DI EFFETTI?

Gli effetti si possono suddividere nelle seguenti categorie:


· processori dinamici: wah, compressore, over drive, distorsore, equalizzatore, exciter,
whammy, etc..
· modulazioni: chorus, flanger, phaser, detune, pitch shifter, harmonizer, ring modulator, Etc…
· simulatori d’ambiente: delay, echo, stereo imager, auto pan, riverberi, etc..

COSA SI INTENDE PER BOOSTER?


È un preamplificatore che aumenta il livello del segnale senza farlo distorcere.

COSA SI INTENDE PER BUFFER DI SEGNALE?


È un dispositivo adattatore di impedenza molto utile e benefico nei casi in cui si devono pilotare
lunghi cavi di segnali o parecchi pedali collegati in serie.

COSA SI INTENDE PER EDITING DI UN PRESET?


Testualmente EDIT significa “curare”, ma la traduzione in base al significato potrebbe essere
MODIFICA DEI PARAMETRI all’interno di un PRESET per la realizzazione di un determinato
suono.

COSA SI INTENDE PER EQUALIZZATORE SEMIPARAMETRICO?


L’equalizzatore semiparametrico è sostanzialmente un equalizzatore parametrico senza la possibilità
di intervenire sulla ”campanatura” della frequenza.

COSA SI INTENDE PER MEMORY BANK?


Per MEMORY BANK si intende testualmente BANCO DI MEMORIA, cioè un insieme di memorie
(PRESET) e solitamente si trova scritto semplicemente BANK.

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COSA SI INTENDE PER MIDI MAPPING?
Per MIDI MAPPING si intende la “MAPPA” o il “MAPPAGGIO” dei messaggi MIDI in particolare
dei messaggi di PROGRAM CHANGE.

Questa funzione è molto utile quando si devono controllare molti processori MIDI, quindi si
potrebbe avere l’esigenza di richiamare dei PRESET che hanno collocazioni numeriche diverse tra
di loro.

COSA SI INTENDE PER MIDI CONTINUAL CONTROL?


Per MIDI CONTINUAL CONTROL si intende il CONTROLLO CONTINUO di un determinato
parametro del PRESET che si sta utilizzando.Può avvenire tramite controllo di espressione tipo
pedale del volume o un interruttore istantaneo tipo sustain (solitamente usato per il TAP TEMPO
degli effetti come delay, tremolo, chorus, flanger, phaser) ed è assegnabile dal processore.
Il processore comunica su un determinato canale (CONTROL CHANNEL) il controllo che va
inviato alla connessione del CONTROLLER (che potrebbe essere il pedale d’ espressione o lo
switch) che può trovarsi sulla pedaliera MIDI (sia come controllo interno presente sullo chassis che
come controllo esterno tramite connessione a jack) o sul processore stesso.

COSA SI INTENDE PER MIDI PROGRAM CHANGE?


Per MIDI PROGRAM CHANGE si intende il CAMBIO DI PROGRAMMA (PRESET) tramite un
pedaliera MIDI o qualsiasi MIDI CONTROLLER. Il PROGRAM CHANGE può avvenire anche
tramite il MIDI MAPPING.

COSA SI INTENDE PER OUT O OUTPUT?


Il TRUE BYPASS è un tipo di collegamento che collega direttamente l’input all’output senza far
passare il segnale attraverso il circuito dell’effetto mantenendo il segnale inalterato.
Questa caratteristica è presente generalmente solo su pedali effetto professionali ed è molto utile se
si prevede di collegare più pedali tra di loro, cosa che potrebbe portare ad un impoverimento del
segnale notevole, problema evitabile se si cerca di utilizzare pedali dotati di TRUE BYPASS.

COSA SI INTENDE PER PRESET?


Per PRESET (da PRE-SET = settare o sistemare prima) si intende una memoria contenente le
regolazioni di uno o più effetti presenti generalmente in un MULTIEFFETTO.

COSA SI INTENDE PER PROCESSORE MULTIEFFETTO?


Per PROCESSORE MULTIEFFETTO si intende una unità effetto (sia a unità rack che in formato
pedaliera) che è capace di gestire (processare) più effetti sia separatamente che insieme.

COSA SI INTENDE PER TAP TEMPO?


Per TAP TEMPO si intende una funzione di controllo tramite “battito” su un pulsante o un switch a
terra che va poi a modificare un parametro di velocità dell’ effetto a cui è assegnato. Questa
funzione è molto utile quando si suona dal vivo e si vuole mettere “a tempo” un delay o la velocità
(speed) di un effetto di modulazione.

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DOVE è MEGLIO COLLEGARE GLI EFFETTI A PEDALE?
In realtà non esistono regole vere e proprie, ma solitamente è bene seguire alcuni criteri funzionali
che tendono a considerare gli effetti o processori di dinamica (wah, compressore, over drive,
distorsore, equalizzatore, exciter, whammy, etc..) da collegare prima del preamplificatore, mentre i
processori di modulazione (chorus, flanger, phaser, detune, pitch shifter, harmonizer, ring
modulator, etc…) e d’ambiente (delay, echo, stereo imager, auto pan, riverberi, etc..) vanno collegati
dopo il preamplificatore o comunque nella mandata effetti (send e return per intenderci).

QUALI ACCESSORI BISOGNA TENERE IN CONSIDERAZIONE PER ASSEMBLARE


UNA BUONA “PEDAL BOARD”?

Gli accessori indispensabili per assemblare una buona “pedal board” sono:

· un case rigido munito di supporto per la disposizione dei pedali e custodia rigida o morbida per
il trasporto (vedi catalogo ROCKBAG)

· un buon alimentatore per alimentare i vari pedali effetto, che spesso nei modelli della
ROCKBAG è inserito sul supporto per la disposizione dei pedali

· dei cavi di buona qualità della giusta lunghezza per i vari collegamenti tra i pedali effetto

· un BUFFER di segnale se si pensa di utilizzare una lunga catena di effetti

QUALI REGOLAZIONI DEVO FARE PER METTERE “ A TEMPO” UN DELAY?


Per mettere “a tempo” un delay è sufficiente dividere il parametro 60000 millisecondi per la velocità
metronometrica del brano per ottenere il valore del singolo battito della battuta e poi se si desidera
ottenere sempre matematicamente le altre suddivisioni ritmiche.

Es.:
Velocità del brano = 100 battiti per minuto (bpm)
60000ms:100=600ms (millisecondi) se il brano fosse in 4/4 potremmo dire che questo è il valore di
¼
quindi 1/8=600ms:2=300mse ancora il più utilizzato ottavo con il punto è uguale a
600msX3/4=450ms
oppure la terzina di ottavi 600:3=200ms

QUALI SONO GLI ACCORGIMENTI PER TENERE IN BUONE CONDIZIONI UN


MULTIEFFETTO?
Gli accorgimenti più comuni sono di evitare urti durante il trasporto che possano danneggiare la
struttura del multieffetto, in secondo luogo quando è possibile adottare dei sistemi di protezione e
trasporto sicuri e resistenti tipo flight case rinforzati.
Nel caso in cui si utilizzino processori dotati di sistema di raffreddamento a ventola è bene lasciare
libero lo spazio necessario per il ricambio di aria. Per evitare la rottura di trasformatori sarebbe
necessario inoltre munirsi di un sistema di stabilizzazione della corrente che protegga il nostro set-
up da pericolosi sbalzi di corrente che sono uno dei principali motivi di rottura delle apparecchiature
elettroniche in genere.
Infine se disponiamo di apparecchi valvolari sarà bene far raffreddare le valvole prima di effettuare
degli spostamenti.
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QUALI SONO I MODI PIù COMUNI DI INTERFACCIARE UN MULTIEFFETTO MIDI
AD UN COMPUTER?
Nella maggior parte dei casi i multieffetti possono essere collegati via MIDI al PC o addirittura
tramite USB o porte dedicate. Quando non si dispone di una scheda audio dotata di prese MIDI IN e
MIDI OUT è possibile collegare, tramite un apposito adattatore (che si può acquistare nei negozi di
informatica) che va sulla porta seriale, il multieffetto al PC.
Una volta eseguiti i collegamenti sarà possibile installare il software (spesso incluso nella
confezione) per l’editing del multieffetto oppure scaricarlo da internet dal sito della casa
costruttrice.

QUALI SONO LE CAUSE PIù COMUNI PER CUI IL MULTIEFFETTO NON CAMBIA
PRESET?
Generalmente quando un multieffetto non cambia preset può dipendere solo da due fattori e cioè la
pedaliera di controllo midi potrebbe essere collegata male o impostata su un canale di trasmissione
del program change diverso dal multieffetto o le impostazioni di program change del multieffetto
non prevedono la ricezione o il controllo da parte de un dispositivo esterno (in questi casi è di
estremo aiuto consultare il manuale di utilizzo dei vari dispositivi)

QUALI SONO LE CAUSE PIù COMUNI PER CUI IL MULTIEFFETTO NON SI


ACCENDE?
Quando il multieffetto non si accende il problema in generale dipende dal trasformatore di corrente
o dall’alimentatore.

QUALI SONO LE CAUSE PIù COMUNI PER CUI IL MULTIEFFETTO NON SI SENTE?
I problemi per cui un multieffetto non si sente possono dipendere da molti fattori ed i più comuni
sono:
- il mancato collegamento del segnale
- la rottura dei cavi di collegamento
- una distrazione nell’editing del preset
- un problema derivato dalla chitarra
- falso contatto nelle connessioni a jack
- collegamenti errati tra i vari apparecchi
- rottura del multieffetto nello stadio di uscita del segnale o interruzione del circuito

QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA UN EQULIZZATORE GRAFICO E UN


EQUALIZZATORE PARAMETRICO?
Nell’equalizzatore grafico le frequenze sono fissate su determinati valori ed è possibile agire solo
sull’incremento o sul taglio di queste mentre sugli equalizzatori parametrici è possibile non solo
determinare l’incremento o il taglio di determinate frequenze, ma anche selezionare la frequenza e
la sua azione rispetto alle altre (campanatura espressa dal simbolo “Q”)

QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE FRA ECHO E DELAY?


Sostanzialmente sono molto simili, ma per differenziarli potremo dire che mentre l’ECHO è un
effetto che simula un fenomeno acustico di rimbalzo di un segnale il DELAY è il controllo di
ripetizione di un segnale con valori di ritardo fissi.

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QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA CHORUS, FLANGER E PHASER?
Il chorus ed il flanger sono due effetti che vengono considerati nalla categoria delle” linee di
ritardo” in quanto basano il loro funzionamento sul principio di un segnale sfasato rispetto all’
originale di pochissimi millisecondi e mentre il chorus emula quello che in acustica sarebbe l’effetto
generato da un coro che suona all’unisono, il flanger riproduce un’operazione meccanica che veniva
effettuata quando la registrazione era ancora in analogico su bobina (flange deriva appunto da
bobina); il phaser è invece un effetto che agisce sulla fase del segnale originale .

QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE FRA OVER DRIVE E DISTORSORE?


Entrambi emulano la saturazione dell’amplificatore, ma mentre l’OVER DRIVE produce un suono
caldo e avvolgente simile più alla saturazione di un ampli valvolare, il DISTORSORE risulta essere
più “graffiante” e ricco di armoniche che rappresenta il principio stesso id quello che in elettronica
sarebbe un “difetto” e cioè la distorsione del segnale dovuta alla”squadratura” della forma d’onda
provocata dall’enfatizzazione delle “armoniche”.

QUALI SONO LE PROCEDURE STANDARD PER FARE UN BUON PRESET?


In generale bisogna partire dal suono privo di effetti di modulazione e d’ambiente per creare la pasta
sonora principale(come se lavorassimo con il solo amplificatore ed al massimo il compressore);
successivamente, se sono previste, vano aggiunte le modulazioni ed infine gli effetti d’ambiente.

UNITA' MULTIEFFETTO DIGITALI

Una soluzione per ottimizzare gli effetti, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista
pratico, è quella di optare per la scelta di un multieffetto digitale all-in-one.

Il panorama dei multieffetti digitali, negli ultimi 10 anni, si è evoluto in maniera esponenziale.
Le tecnologie digitali hanno permesso di lanciare sul mercato tutta una famiglia di effetti compatti a
pedaliera che ci permettono di ottenere tutte le elaborazioni possibili (come quelle sopra descritte e
in aggiunta molte altre meno utilizzate) ad un costo molto contenuto e con un ingombro ridotto.
Tutte le case più famose si sono cimentate nella produzione di queste unità multieffetti con risultati
ottimi.
Le nuove tecnologie di "Digital Modelling" (il COSM della ROLAND , il VAMS della ZOOM o
altre) inoltre, ci permettono di riprodurre digitalmente delle sonorità molto famose di
apparecchiature blasonate, senza comprarle (ampli o effetti famosi) e di simulare il suono di pickup
(simulando il suono di un single coil pur suonando una chitarra con degli HB).

Inoltre le tecnologie di implementazione MIDI ci permettono di interconnettere più


effetti/multieffetti ottenendo risultati più che professionali adatti ad ogni tipo di utilizzo,
mantenendo bassi i costi finali.
Basti pensare che unità multieffetto ci permettono di ottenere TUTTI gli effetti più utilizzati (con
molti altri in più) ad un prezzo a partire dalle 150 euro!!! Direi incredibile ...per la gioia dei
risparmiatori.

Un altro vantaggio indiscutibile dei multieffetti, rispetto ai singoli pedali, è che possiamo creare il
nostro suono modificando i parametri dei singoli effetti in maniera molto semplice e veloce fino a
creare il suono che desideriamo. Possiamo poi memorizzare il risultato finale in celle di memoria
nell'unità e richiamare le memorie con una semplice...pedata.
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Alcune caratteristiche comuni delle pedaliere multieffetto più performanti:

- entrata mono, uscita stereo (L,R)

- decine/centinaia di Memorie (Patch) Utente facilmente richiamabili

- interfaccia rapida per l'impostazione dei parametri degli effetti (manopole come per i singoli
pedali)

- Patch "nominabili" per richiamare le memorie velocemente:

- interfacciabilità del PC con la pedaliera via-MIDI per lo scambio di info e il backup delle patch

- MIDI IN/OUT per il controllo di altre apparecchiature (non su tutti i tipi)

- uscite Send e Return per il collegamento di altri effetti e/o distorsori

- accordatore incorporato

- pedale assegnabile per il controllo di volume, wha e parametri effetti

- modalità manuale per attivare/disattivare alcune sezioni effetti (come se fossero degli effetti
singoli a pedale)

- moltissime simulazioni di amplificatori e distorsioni (distorsioni valvolari Marshall, Fender e


tipiche sonorità vintage, blues, fuzz, etc)

- Simulazione di Amplificatori (Amp Simulator) per suonare attaccando direttamente la chitarra


all'HIFI

- sezione equalizzazione "di tutto rispetto" (con controlli Presence, Treble, Middle, Bass e Colour)

- sezione Noise Soppressor ( riduttore di rumore);

- I più comuni effetti utilizzati come Compressore, Chorus, Flanger, Wha-Wha

- Moltissimi effetti ambientali di Delay (come Ping-Pong Delay, Stereo Delay, Echo, etc) e di
Riverbero (Room, Plate, Hall)

- Una gamma di effetti speciali più o meno vasta (octaver, harmonizer, synth-like sound, gate,
reverse, pickup simulator, etc)

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L'effettistica per chitarra
dalla pedaliera all'amplificatore
errori comuni e soluzioni possibili

Tommaso Adda Anno 2010/2011


mat. 17-10805 Audio Engineering Diploma AEPF110
Indice dei contenuti
0.0 Introduzione....................................................................................................................................3
1.0 Errori comuni e soluzioni...............................................................................................................4
1.1 Il compressore alla fine della sezione [Dyn].........................................................................4
1.2 L'overdrive alla fine della sezione [Dyn]..............................................................................4
1.3 La sezione [Mod] prima della sezione [Dyn]........................................................................5
1.4 La sezione [Amb] prima della sezione [Dyn].......................................................................5
1.5 Il pedale del volume..............................................................................................................5
1.6 Il noise gate...........................................................................................................................6
1.7 L'equalizzatore......................................................................................................................6
1.8 Il wha-wha.............................................................................................................................6
2.0 Connessioni....................................................................................................................................8
2.1 Connessione mono in parallelo.............................................................................................8
2.2 Connessione con l'ausilio di un mixer...................................................................................8
3.0 Signal flow completo....................................................................................................................10
3.1 Una catena completa e versatile..........................................................................................10
3.2 Massimo Varini...................................................................................................................11
3.3 Joe Satriani..........................................................................................................................12
4.0 Conclusioni...................................................................................................................................14
5.0 Bibliografia...................................................................................................................................15
0.0 Introduzione

L'effettistica per la chitarra è ormai una componente essenziale nella costruzione del
suono di un artista; da 60 anni a questa parte la catena del suono si è strutturata in
maniere sempre più complesse e creative, dando inimmaginabili possibilità creative a chi
ha fatto della chitarra la propria passione o il proprio mestiere.

Rimanendo un campo assolutamente soggettivo, in cui l'unico metro di giudizio sono il


personale gusto di chi suona e, al limite, l'aspettativa di chi ascolta, alcune linee guida
possono aiutare a valutare al meglio le possibilità che il proprio set-up offre. Molto spesso
la soluzione più efficace si pensa non a portata di mano per la semplice mancanza di una
approfondita conoscenza delle macchine che si possiedono.
Altrettanto spesso banali errori di posizionamento dei processori portano ad ottenere
risultati mediocri.

Il proposito di questo saggio è di illustrare i più comuni errori che un chitarrista, alle prime
armi o poco incline allo studio del suono, commette ed il modo più semplice per
correggerli.

Per affrontare i vari problemi legati all'effettistica divideremo la catena effetti in tre sezioni:
 [Dyn]: gestione delle dinamiche, costituita da compressori, overdrive, distorsori/fuzz
 [Mod]: modulazione del segnale, con chorus/flanger, octaver, phaser, eccitatori
armonici, ecc.
 [Amb]: effetti d'ambiente, per lo più delay e riverberi
Gli altri processori verranno indicati esplicitamente.
1.0 Errori comuni e soluzioni

Per affrontare i più comuni errori di posizionamento, facciamo riferimento a questa catena
di processori (tutti posizionati in serie):

1.1 Il compressore alla fine della sezione [Dyn]


Il compressore, per design, viene utilizzato per ridurre la dinamica di un segnale,
avvicinando il livello minimo e massimo di un'esecuzione; posizionare il compressore dopo
uno stadio di distorsione, peggio ancora se dopo uno stadio di overdrive+distorsione, lo
rende pressocchè inutile, a livello di dinamica, poiché il clipping o la saturazione che un
distorsore genera sul segnale imprime una “compressione naturale” allo stesso; ciò che
può fare un compressore così posizionato è una modifica timbrica del suono: le alte
frequenze vengono compresse prima e maggiormente delle basse frequenze, infatti i
compressori per chitarra presentano spesso parametri di modifica delle alte frequenze
(tono).
Un compressore in questa posizione può però essere utile per uniformare i livelli di uscita
dalla sezione [Dyn] (usando il compressore come un limiter), nel caso in cui l'overdrive, il
distorsore ed il suono clean della chitarra abbiano livelli differenti.
La posizione ottimale rimane prima dei distorsori/overdrive, per uniformare la dinamica di
un'esecuzione poco curata o per dare un suono più percussivo ai suoni puliti, ma può
essere utile avere un secondo compressore dopo la sezione [Dyn] o dopo alcuni effetti di
ambiente/modulazione, se usati in parallelo.

1.2 L'overdrive alla fine della sezione [Dyn]


Capita spesso di trovare chi posiziona l'overdrive dopo la sezione [Dyn], spesso in insert
loop nell'amplificatore, per dare un boost di livello negli assoli; questo è fortemente
sconsigliato poiché, l'overdrive è composto da una sezione di preamplificazione che
prevede anche una sezione di clipping (o di saturazione) ed un equalizzatore: portare un
segnale giè compresso e distorto, con un timbro già definito, in un overdrive, darà un buon
aumento di livello, ma cambierà fortemente il timbro dell'esecuzione deviando il suono
ottenuto nella sezione [Dyn] con il timbro tipico dell'overdrive in uso.
La posizione migliore è prima dei distorsori, per svolgere effettivamente la funzione di
overdrive, ovvero di mandare un segnale molto alto in livello prima del distorsore ed
aumentarne la distorsione (molto efficace per passare da un suono di tipo crunch ad uno
di tipo lead) e dopo il compressore, per non rendere vano il settaggio di threshold
impostato; questo non porterà grandi incrementi di volume in corrispondenza di distorsioni
molto spinte e quindi non potrà essere usata come soluzione per ottenere un livello più
alto da assolo, ma si potrà ovviare a questo inconveniente con un booster o un pedale del
volume.

1.3 La sezione [Mod] prima della sezione [Dyn]


Posizionare gli effetti di modulazione prima di una sezione di compressione e clipping non
è in sé un errore, ma spesso viene scelta questa soluzione senza sapere bene a cosa si
va incontro: gli effetti di modulazione introducono dei ritardi e delle stonature, sovrapposti
al segnale originale. Portare tutto questo ad un distorsore implica, nel caso di modulazioni
di ampiezza e pitch, che alcune note o frequenze saranno più o meno distorte delle altre e,
nel caso di modulazioni di tempo, che il comb-filtering ottenuto nella modulazione verrà
nascosto dalla produzione di armoniche propria della distorsione, attenuando
notevolmente l'effetto.

1.4 La sezione [Amb] prima della sezione [Dyn]


Uno degli errori più comuni: tipicamente i chitarristi meno esperti tendono a posizionare
tutti i pedalini in serie prima della testata, compresi gli effetti d'ambiente; fin qui non c'è
nulla di male, almeno fino a che non si scelga di usare la testata come processore di
dinamica e distorsore. Avere un delay o, ancor peggio, un riverbero prima di uno stadio di
distorsione, porta ad avere distorsione anche sui ribattuti e sulle code di riverbero, con un
notevole aumento di confusione e rumore di fondo.
La soluzione ottimale consiste nel posizionare gli effetti d'ambiente dopo la distorsione, nel
“loop effetti” dell'amplificatore, in modo da ritornare alla configurazione [Dyn] → [Amb] in
cui verrà distorto solo il suono della chitarra e verrà riverberato e ritardato l'intero segnale
compresso e distorto, con il timbro definito.

1.5 Il pedale del volume


Il più semplice pedale per chitarra, molto spesso è anche quello peggio usato: il
posizionamento del pedale del volume è critico nella costruzione del suono. L'errore più
comune è quello di posizionarlo alla fine di tutto, dopo la sezione [Amb]; questo porta a
tagliare la coda dell'ambiente insieme al suono “dry” della chitarra, perdendo l'illusione di
spazialità che si era creata durante l'esecuzione. Le posizioni ottimali per sfruttare al
meglio la gamma di suoni che abbiamo sono tre: prima del distorsore, con un pedale con
minimo regolabile, per avere suoni più o meno distorti; dopo la sezione [Dyn], per poter
chiudere completamente l'esecuzione ma mantenere le code degli effetti d'ambiente; dopo
la sezione [Dyn], con un pedale con minimo regolabile, per avere il livello d'esecuzione
ritmico e quello solista (in alternativa può essere usato un booster).
1.6 Il noise gate
Un altro pedale apparentemente semplice da usare, viene spesso messo tra la chitarra e
tutti gli altri pedali: questo è efficace solo per eliminare il ronzio di un pickup rumoroso (o di
un single-coil), ma non permette di eliminare il notevole fruscio introdotto da un distorsore
molto spinto; spesso si trova anche alla fine di tutta la catena, ma questo comporta
l'evidente taglio delle code degli effetti. Una posizione ottimale è tra la sezione [Dyn] e la
sezione [Mod], perché permette di eliminare i fruscii da distorsione e
contemporaneamente mantenere le code degli effetti (per avere una maggiore
espressività e controllo sul suono e l'esecuzione, è comunque meglio usare un pedale del
volume nella stessa posizione).

1.7 L'equalizzatore
L'equalizzatore è uno strumento potentissimo per la creazione del suono, ma se gestito
male può portare a risultati imprevedibili: non c'è una posizione standard nella catena
effetti, ma in alcuni punti particolari è bene analizzarne il comportamento.

L'eq. dopo la sezione [Dyn] ha l'evidente effetto di modificare l'equilibrio in frequenza di


tutto il suono che abbiamo generato con i processori di dinamica ed i distorsori, esaltando
ed attenuando le componenti che vogliamo modellino il nostro suono; da questo punto in
poi, data la natura creativa degli effetti di modulazione e degli effetti d'ambiente, non
importa come interagisce l'eq. con il chorus o con il riverbero.

L'eq. prima del distorsore/overdrive, invece, può creare degli effetti collaterali abbastanza
evidenti: immaginiamo di aver impostato l'eq. con il classico settaggio “metal” a V (basse e
alte frequenze molto esaltate e medie frequenze tagliate); in questo modo al distorsore
arriveranno molte alte e basse e molte poche medie, con il risultato che le frequenze
“boostate” distorceranno di più, mentre le frequenze tagliate distorceranno meno. In
questo modo (ovviamente a meno della ricerca dell'effetto creativo) l'esecuzione risulterà
sbilanciata, con note più distorte ed altre più pulite; è anche vero che si può usare questo
setup per migliorare dei difetti, in particolare di un pickup sbilanciato, che non produce uno
spettro ben equilibrato di frequenze.

L'eq. prima del compressore ha delle controindicazioni molto simili a quelle viste con l'eq.
prima del distorsore/overdrive: se alcune frequenze arrivano al compressore tagliate in
livello, queste molto probabilmente non supereranno la soglia e non verranno compresse;
allo stesso modo le frequenze esaltate verranno sicuramente compresse anche suonando
molto piano, creando difficoltà nello svolgimento dell'esecuzione e probabili effetti di
pompaggio specialmente in bassa frequenza.

1.8 Il wha-wha
Di fatto un filtro risonante con frequenza centrale spostabile tramite un pedale di
espressione, il wha-wha è un effetto molto semplice da usare, ma non scontato da
posizionare: data la sua natura, non è conveniente posizionarlo troppo avanti nella catena
del suono, poiché si finisce per modificare drasticamente il timbro ottenuto fino a quel
punto; la posizione più classica è prima o all'interno della sezione [Dyn].
Mettere il wha-wha prima del compressore permette di uniformare il livello delle parti
suonate in bassa frequenza (pedale al minimo) con il livello di quelle in alta frequenza
(pedale al massimo); metterlo dopo, in compenso, offre una maggiore escursione timbrica
con una maggiore uniformità tra le note suonate (tipico di un chitarrista che non riesce a
mantenere una buona uniformità di esecuzione, suonando alcune note più forte ed alcune
più piano).
Rispetto all'overdrive, posizionare il wha-wha prima permette di enfatizzare e boostare
maggiormente alcune frequenze, aumentandone la distorsione ed il volume; viceversa,
l'overdrive prima del wha-wha permette di avere un suono già molto saturo e ricco di
armoniche, aumentando le capacità timbriche del pedale di espressione.
2.0 Connessioni
Finora abbiamo visto una catena di effetti puramente seriale (ogni effetto riceve il 100%
del segnale proveniente dall'effetto precedente); vi sono però altri modi molto più efficaci di
organizzare il proprio signal-flow.

2.1 Connessione mono in parallelo


Collegare un processore in parallelo significa prelevare una copia del segnale dry (o del
segnale proveniente dall'effetto precedente) e mandarla al processore, per poi risommarla
al segnale non processato in una certa percentuale.
Questo metodo è molto efficace in particolare per gli effetti di modulazione e per gli effetti
d'ambiente, ma completamente inutile (a meno della ricerca dell'effetto creativo) per
processori di dinamica e distorsori.

input → dry → somma (X% dry – Y% wet) → output


↘ wet (fx) ↗

È possibile trovare questo tipo di connessioni nelle testate o negli amplificatori combo,
indicato come send/return o come loop effetti; l'importante è che sia specificato che si
tratta di un loop effetti parallelo (che deve, quindi, presentare un potenziometro per
indicare la proporzione dry/wet in uscita dal loop); se il loop è seriale, sarà invece come
aver collegato in modo seriale gli effetti tra l'uscita del preamplificatore e l'ingresso del
finale di potenza.

2.2 Connessione con l'ausilio di un mixer


Poiché gli amplificatori per chitarra sono, nella maggior parte dei casi, mono, se volessimo
collegare un effetto stereo alla nostra catena dovremmo necessariamente ricorrere ad una
connessione parallela e ad un secondo finale di potenza stereo collegato a due casse o
all'impianto di diffusione.
Ricorrere al mixer apre molteplici possibilità timbriche ed un'ampia gamma di parametri
che possiamo sfruttare per costruire il nostro suono.

Come per le connessioni in parallelo, le connessioni per mezzo di un mixer sono per lo più
dedicate ad effetti di modulazione ed ambiente (per quanto potremmo sfruttare i punti di
insert del banco per collegare anche processori di dinamica o equalizzatori).
Come visto prima, possiamo uscire dall'amplificatore con una copia del segnale attraverso
il loop send ed entrare in un canale del mixer (in questo esempio considereremo un mixer
con infinite mandate ausiliarie ed infiniti canali, per comodità di spiegazione; dato un mixer
reale, si dovranno ovviamente considerare i pro ed i contro di ogni setup e scegliere quello
che permette, dati gli ingressi e le aux a disposizione, di ottenere il risultato più vicino
possibile a quello che cerchiamo).

Immaginiamo di essere arrivati all'amplificatore con la sola sezione [Dyn] (compressore →


overdrive → distorsore) e di avere a disposizione un chorus, un flanger, un delay ed un
riverbero; un setup possibile potrebbe essere questo:
Dal loop send mandiamo una copia del segnale ad un canale del mixer; ad ogni uscita
ausiliaria del mixer è collegato uno degli effetti e tutti gli effetti ritornano in stereo su due
canali del mixer; il master bus del mixer esce su una coppia di diffusori.

Con questo setup possiamo mandare il segnale della chitarra ad ogni processore e mixare
solo la quantità di effetto che vogliamo al segnale originale, senza mai perdere la parte
dry, che rimane invariata sul canale di ingresso; un ulteriore vantaggio è la possibilità di
fare re-routing, ovvero poter mandare i ritorni degli effetti nuovamente agli altri processori,
ottenendo infinite possibilità timbriche.

Un esempio di re-routing potrebbe essere il seguente:


- dal canale dry mandiamo una copia a tutti i processori; mixiamo tutti i ritorni stereo con il
segnale dry
- per avere il chorus anche sui ribattuti del delay mandiamo, dal ritorno stereo del delay,
una copia al chorus; il ritorno del chorus è già presente nel mix, ma ora “effetta” sia il
segnale dry che il delay
- per avere anche il riverbero sui ribattuti del delay mandiamo, dal ritorno stereo del delay,
una copia al riverbero; il ritorno del riverbero è già presente nel mix, ma ora “effetta” sia il
segnale dry che il delay
In questo modo avremo un segnale composto da diretta effettata con chorus, riverbero e
delay, anch'esso effettato con chorus e riverbero.
3.0 Signal flow completo

3.1 Una catena completa e versatile


Alcuni esempi di catena di effetti che offrano la maggiore gamma di suoni potrebbero
essere queste:

Catena Mono (pedaliera/rack effetti → ampli mono canale clean)

chitarra → compressore → overdrive → wha-wha → volume (min. regolabile) → distorsore


→ eq. → volume → chorus → flanger → delay → riverbero → amplificatore

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Catena Mono (pedaliera/rack effetti → ampli due o più canali clean/crunch/lead)

chitarra → compressore → overdrive → wha-wha → volume (min. regolabile) →


amplificatore [loop send → eq. → volume → chorus → flanger → delay → riverbero →
loop return]

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Catena Mono→Stereo (pedaliera/rack effetti → ampli due o più canali clean/crunch/lead


→ mixer → impianto di diffusione/ampli stereo)

chitarra → compressore → overdrive → wha-wha → volume (min. regolabile) →


amplificatore [loop send → eq. → volume → split loop send → mixer (mandata a chorus,
flanger, delay, reverb e ritorno in canali stereo) → impianto]
I vantaggi di una configurazione come l'ultima indicata sono evidenti: la possibilità di avere
molti timbri differenti e di poter gestire gli ambienti in parallelo al segnale dry danno un'alta
flessibilità alla strumentazione.

Dall'inizio della catena:


 il compressore uniforma il livello dell'esecuzione aiutando anche un chitarrista poco
esperto e manda una gamma dinamica più compatta ad overdrive e wha-wha
migliorando la resa degli effetti
 l'overdrive prima del wha-wha permette di arrivare al filtro con una gamma dinamica
molto più ricca e quindi di incrementarne l'impatto
 il pedale del volume prima del distorsore o amplificatore permette di avere un livello
di ingresso regolabile e quindi di gestire al meglio vari livelli di distorsione
(crunch/lead)
 l'equalizzatore dopo gli stadi di dinamica e di guadagno permette di colorare il
suono già costruito, senza rischiare di sbilanciare eventuali interventi di
compressione o distorsione
 il pedale del volume dopo la distorsione permette effetti espressivi ed eliminazione
dei fruscii di fondo a chitarra ferma (utilizzo come noise gate)
 lo split al mixer permette di usare gli effetti in stereofonia con la massima possibilità
di bilanciamento, oltre alla flessibilità del re-routing di alcuni effetti in altri (delay →
reverb, chorus → delay, ecc.)

In più, se il mixer è digitale e permette il controllo midi, si possono salvare numerose


impostazioni e quindi ottenere vari preset per una efficiente gestione dei suoni.

3.2 Massimo Varini


Tratta dai suoi manuali didattici, la strumentazione di Massimo Varini (turnista
professionista, arrangiatore e compositore) consiste in:

chitarra → compressore → overdrive → wha/volume → preamplificatore/distorsore a


pedale → equalizzatore → volume → chorus → delay → riverbero → mixer [loop seriale
(insert) programmabile: vocoder, rotovibe, leslie, equalizzatore, compressore; loop
parallelo (aux): riverbero/delay, harmonizer/riverbero] → amplificatore stereo
(wet)/amplificatore mono (dry).
Il sistema è molto complesso, ma nell'ottica di re-routing è molto versatile, specialmente se
si considera che il mixer è programmabile e permette di richiamare i preset.
Il sistema è molto simile a quello illustrato in precedenza, almeno tra la chitarra ed il mixer;
il resto del setup è un'evoluzione di quanto visto, costruito per evidenti necessità
professionali.

3.3 Joe Satriani


Più che noto chitarrista rock, innovativo e virtuoso, adotta un sistema semplice per quanto
completo per la costruzione del suo suono (intervista del 2000):

chitarra → wha-wha → distorsore → octaver → whammy → chorus → delay →


amplificatore [loop send → digital delay → digital delay → loop return]
La struttura è simile a quella vista in precedenza, ma non comprende controlli di volume e
dinamica; il sistema rimane seriale dalla chitarra al finale di potenza e la maggiore
peculiarità è rappresentata dai numerosi delay, che imposta con tempi diversi e spesso
variabili nel tempo per creare un complesso effetto di riverbero; al sistema si aggiungono
un octaver ed un whammy per creare un suono molto particolare e di impatto, che è
diventato la sua firma nel panorama musicale odierno; come visto in precedenza, octaver
e whammy sono posizionati, come il chorus ed il delay, dopo il distorsore, per avere un
effetto più udibile ed evidente e non rischiare di aumentare la confusione distorcendo un
segnale molto processato.
4.0 Conclusioni

Come anticipato all'inizio, non esistono regole per la costruzione di un suono, sia nella
chitarra che in ogni altro campo legato alla musica; per poter sfruttare al meglio le
macchine che utilizziamo è però utile tenere in considerazione il comportamento che esse
hanno in relazione ai segnali che ricevono.
Si è visto come, conoscendo il funzionamento dei processori più comuni e le loro
interazioni, sia possibile ottenere suoni più definiti e costruire in modo creativo evitando
segnali confusi e disordinati, che non permettono di esaltare una composizione.
Ora è facile capire i motivi per cui certe scelte si sono radicate negli anni e sono spesso
diventate uno standard; si nota infatti che i professionisti tendono a costruire i loro suoni
seguendo linee comuni, in modo da poter sottolineare la performance artistica con delle
efficaci strategie nella costruzione del proprio signal flow.
5.0 Bibliografia

Sound FX, A.U.Case, 2007


The sounds of guitar, M.Varini, 1999
www.guitargeek.com
www.sonicweekly.com
www.sixstringsoul.com
Uso pratico di Amplificatori,
pedali analogici e digitali.

Michele Poletto Aprile 2008


Uso pratico di Amplificatori, pedali analogici e digitali.
L’argomento è molto complesso e articolato quindi partiamo dal nostro strumento per capire come è costruito e
come funziona:

la chitarra elettrica per poter essere amplificata è dotata di microfoni pik-up ovvero magneti e da un filamento
di rame, che una volta amplificati catturano le vibrazioni delle corde (di metallo) trasformando queste ultime in
un segnale elettrico audio analogico, che a sua volta può essere equalizzato, amplificato, ripetuto, distorto ecc..

Quindi il passo successivo alla chitarra elettrica è l’Amplificatore, che comunemente si chiama Ampli. La
chitarra elettrica si collega all’amplificatore tramite un cavo Jak Jak, che deve essere rigorosamente schermato.
Di Ampli ne esistono di svariate tipologie,
il più comune è il Combo:

L'amplificatore Combo la soluzione più semplice ed economica adottata dai chitarristi, è composto da due
apparecchi distinti collegati insieme: il preamplificatore e il finale di potenza. Il primo si incarica di aumentare
di una certa misura il livello in tensione del segnale da amplificare, e contemporaneamente lo colora tramite un
equalizzatore.. mentre il secondo ne aumenta ulteriormente il livello, fornendo al segnale anche una corrente
adeguata, che si tradurrà in potenza elettrica (watt). All’uscita del finale è collegato un altoparlante o un
diffusore acustico, chiamato speaker, tutto in un unico box.
Gli speaker preferiti dai chitarristi, anche se esistono in commercio varie misure, sono i 12 pollici, circa 30
centimetri di diametro, perchè questa misura garantisce tutte le frequenze di cui la chitarra elettrica dispone.

Un’altra soluzione diffusa è l'amplificatore costituito da una "testata" più una cassa, cioè una parte dove sono
presenti tutti i controlli dei toni e del volume più l’amplificatore di potenza e una cassa non amplificata che
riceve il segnale dalla testata.
Questa soluzione risulta più professionale, poichè possiamo adattare la tipologia di cassa a seconda
dell’esigenza del luogo. Comunemente viene usata una 412, cioè una cassa contenente 4 speaker da 12 pollici,
oppure una 212, una cassa con 2 speaker, o ancora una o due casse 112, cassa ad un solo speaker, nei tre casi
cambia di molto la sonorità.

Vediamo ora in dettaglio il Pre-Amp che è anche disponibile come accessorio singolo in formato “Rack” da
concatenare ad altri componenti di altre marche e svariate potenze a seconda dell’utilizzo richiesto.

Il PRE-AMP oltre all’equalizzatore molto spesso è fornito di due o tre canali da impostare come diversi suoni
da richiamare con un pedale switch.
L' equalizzazione è il procedimento di filtraggio a cui è sottoposto un segnale audio per compensare eventuali
disuniformità della risposta in frequenza dell'apparato che lo produce oppure per ottenere una ben precisa
tipologia di suono. Il procedimento in questione è attuato mediante tre appositi filtri equalizzatori: bassi, medi e
alti che modificano la forma d'onda risultante della funzione di trasferimento del sistema.
L'equalizzazione può avere lo scopo di:

* rendere il suono più piacevole;


* attenuare i disturbi;
* creare suoni completamente nuovi;
* linearizzare l'acustica dell'ambiente di ascolto in base ai diffusori usati.

Vediamo in dettaglio un Amplificatore di potenza, disponibile come accessorio singolo in formato “Rack” da
utilizzare separatamente o accoppiato ad altri a seconda dell’esigenza.

In questo caso non ci sono molti controlli, esiste solo il volume, due se l’ampli è stereo. Se l’ampli è valvolare,
oltre all’interruttore di accensione esiste anche uno standby che non spegne l’ampli ma interrompe il circuito di
uscita alle casse, questo per ovviare al problema del dover riscaldare le valvole prima dell’utilizzo.
Infatti le componenti elettroniche di questi tipi di amplificatori possono essere costruite sia con transistor che
con valvole. La diversità di comportamento della valvola rispetto al transistor in prossimità della saturazione
(clipping), fa sì che venga preferita per produrre suoni più “dolci”, "pastosi", meno “aspri”. La differenza di
comportamento tra queste due tecnologie risiede principalmente nella minor velocità di risposta (slew rate) della
valvola rispetto al transistor; in esso il passaggio dall'amplificazione lineare alla saturazione è estremamente
rapido (all'oscilloscopio questa transizione ha l'aspetto di un'angolo retto).
Nella valvola questa transizione è più lenta (appare perciò come un angolo smussato). L'orecchio umano può
percepire nettamente la differenza nei suoni prodotti dai due apparecchi in condizioni di saturazione.

Gli amplificatori Combo o Head possono essere dotati di alcuni effetti particolari, come ad esempio il
Riverbero a molla, oppure avere un block digitale per generare il Chorus, Flanger, Delay, ecc.

Il riverbero:
Il riverbero è un fenomeno acustico legato alla riflessione del suono da parte di un ostacolo posto davanti alla
fonte sonora: per esempio, se in una stanza una sorgente sonora cessa di irradiare, il livello sonoro diminuisce
tanto più lentamente quanto minore è l'assorbimento acustico delle pareti.L'orecchio umano non riesce a
distinguere due suoni se essi sono prodotti a meno di 1/10 di secondo di distanza uno dall'altro.

Riverbero a molla
Il segnale viene fatto passare, tramite una spirale metallica (appunto, una molla). All'altro capo della molla un
trasduttore equivalente al primo reimmette il segnale nel circuito di amplificazione miscelandolo a quello
originale tramite un potenziometro. Il segnale prelevato dal secondo trasduttore risulterà leggermente ritardato
rispetto a quello applicato al primo originando nell'orecchio dell'ascoltatore l'effetto del riverbero. Per ragioni di
semplicità costruttiva ed esiguità di costi i moderni amplificatori per chitarra di piccole dimensioni sono spesso
dotati di riverbero a molla, che viene alloggiato all'interno del combo o della testata. A differenza di altri
strumenti, il suono della chitarra elettrica non risente particolarmente delle sfumature timbriche che questo tipo
di effetto aggiunge al segnale originale.
Purtroppo il tempo di ritardo del sistema è stabilito a priori dalla lunghezza della molla e dunque non è
modificabile dall'utilizzatore. Anche adottando molle di grande lunghezza, il massimo ritardo ottenibile è
nell'ordine dei millisecondi, quindi non è possibile generare l'effetto eco ma solo un riverbero accettabile.
Attenzione! Se accidentalmente la scatola a molle viene scossa, i trasduttori captano il rumore delle molle che
sbattono tra loro e contro le pareti della scatola stessa inviandolo al circuito di amplificazione.

Processore multieffetto digitale, anche questo e disponibile come accessorio singolo in formato ”Rack” da
utilizzare separatamente o accoppiato ad altri a seconda dell’esigenza.

Il collegamento di questo processore avviene tramite due cavi Jak-Jak in “Send e Return” Queste entrate
collocano gli effetti dopo il preamp e prima del finale, cosi facendo gli effetti risultano molto nitidi

Tutti questi moduli, PRE-AMP, POWER-AMP e PROCESSORI MULTIEFFETTO, hanno misure standard di
19 pollici. La finalità è la possibilita di essere “raccati” all’interno di un “FLY CASE” un pratico e robusto
contenitore dove alloggiare queste delicate attrezzature per viaggiare in tournee.
Si chiama multieffetto digitale perche Il segnale analogico viene digitalizzato ed immagazzinato in banchi di
memoria RAM che viene utilizzata come la spirale metallica del riverbero a molla. Infatti i bytes vengono fatti
"scorrere" da un banco al successivo fino al raggiungimento dell'ultimo. Il segnale digitale prelevato dall'ultima
memoria viene poi riconvertito in analogico e miscelato al segnale originale ottenendo l'effetto
desiderato.Questi multieffetti possono memorizzare un centinaio di preset richiamabili tramite una pedaliera
midi.
Principali Effetti modulari:
WAH WAH
È un pedale molto apprezzato dai chitarristi, si tratta di un filtro dinamico splittabile e regolabile da un pedale di
espressione.

Il RIVERBERO DIGITALE
Puo simulare molte tipologie di riverbero, tipo il riverbero a molla, e ambienti come camera, teatro e cattedrale.

ECO DELAY
L’Eco è l’effetto piu usato nei vari generi e ha superato intere generazioni, si usava negli anni ’50 e si usa
tuttora senza mai aver avuto cali di utilizzo..
Il Delay è l’evoluzione dell’eco stesso, in origine veniva riprodotto con un nastro magnetico. Oggi con la
tecnologia digitale si può veramente ottenere tutto da questa ripetizione. Il numero di delay desiderato, intensita
crescente e discendente, la temporizzazione calibrata in millisecondi da un delay all’altro, l’effetto ping pong
stereo, ultimamente anche figure ritmiche pre impostate..

CHORUS
Il Chorus è effetto molto usato negli anni ‘80 ma ancora molto attuale. Lo si sente molto spesso nelle chitarre
arpeggiate nei pezzi di Vasco Rossi, consiste nel doppiaggio del segnale audio; uno viene riprodotto
normalmente invece l’altro viene fatto vibrare da un oscilloscopio digitale e poi riprodotto tutto assieme:

FLANGER
La differenza tra Chorus e Flanger consiste nel delay time e nella presenza di un parametro in più, il Feedback!
Quest’ultimo genera l’effetto Flanger, si potrebbe definire un chorus piu aggressivo, lo si usava molto nei anni
’70 ‘80 soprattutto nella musica Funk

PHASER
Il phaser utilizza dei filtri di tipo all pass, almeno 4, e vengono parametrati in velocità e in profondità. Anche in
questo caso poi il segnale trattato viene miscelato all’originale tramite un potenziometro, effetto molto
aggressivo soprattutto usato con il distorsore, come faceva Van Hallen.

VIBRATO
Il vibrato viene prodotto da un oscilloscopio, l’effetto è come vibrare una corda con le dita, ma in questo caso
vibra tutto il prodotto sonoro anche gli accordi in rapida successione. Veniva usato moltissimo negli anni ’50,
quindi è molto adatto ad una sonorità “Vintage”
TREMOLO
Il Tremolo è sostanzialmente una variazione di livello, anche in questo caso è molto adatto allo stile “Vintage”

PANNER
Il Panner consente al segnale audio di muoversi dal canale destro a quello sinistro in continuazione,
controllando naturalmente la velocità...

FILTRO WAH AUTO


Il resonance filter è in pratica un wah wah automatico che si auto apre e chiude a seconda del livello dinamico
che si utilizza, cioè secondo la pressione impiegata dal plettro sulle corde.

PITCH octaver
Si tratta semplicemente di un segnale separato, dove si può regolare l’intonazione fino a 12 semitoni in più cioè
un’ottava sopra, oppure 12 semitoni sotto, un’ottava sotto, in alcuni processori è possibile impostare più segnali
creando dei veri accordi estesi suonando solamente una singola nota, oppure impostare una quarta o una quinta
sopra o sotto.. a piacere di chi suona e in base alle esigenze.

WHAMMY
Usa la stessa tecnologia del Pitch Octaver, ma consente il controllo dell’intonazione tramite un pedale di
espressione.

COMPRESSORE
Il compressore è utile a ridurre il contenuto dinamico di un segnale audio, ci sono alcuni casi in cui diventa
indispensabile, tipo eseguire una parte ritmica che non superi mai un certo livello di picco impostato.. oppure
sostenere il suono pulito con note più lunghe. Un effetto del genere è possibile ascoltarlo nel famoso solo di
David Gilmour in “Another brick in the wall” che appunto usa un suono pulito!!! Attenzione però perchè in
molti casi si potrebbe verificare molto inadatto poichè elimina quasi del tutto la dinamica sonora..

I PEDALI
Questi sono gli effetti utilizzati maggiormente nei processori digitali, naturalmente si possono abbinare tra di
loro, tipo il chorus+Delay, oppure Flanger+Riverbero ecc.. Attenzione però a non abusare il dosaggio di questi
Effetti, infatti l’eccessivo uso potrebbe addirittura stravolgere il suono naturale dello strumento, il periodo di
maggior uso e abbuso è stato negli anni ‘80 basta ascoltare qualsiasi pezzo di quel periodo per rendersi conto;
attulmente la tendenza e di utilizzarli pochissimo, ovvero sono utilizzati ma in bassissima percentuale.
Esistono centinaia di pedali, esteticamente molto simili tra loro ma hanno funzioni diversissime, per ogni effetto
sopracitato ne esiste un modello a pedale, in più, ci sono i “Drivers” (spiegazione in seguito) la maggior parte
di essi sono analogici, addirittura a valvole, alcuni anche digitali. Per lo più sono alimentati con batterie alkaline
ma nell’utilizzo professionale si usano degli alimentatori adeguati.

Vediamo ora le tipologie:

pedali controllo volume.


Per il controllo volume si intende proprio l’intensità da produrre. In ogni caso il primo pedale che viene
collegato con un Jak Jak dopo la chitarra è il pedale WAH WAH che ha bisogno di tutto il volume possibile;
subito dopo il volume e ancora dopo il Compressore.
In seguito a questi arrivano i Drivers:

I drivers sono dei piccoli Pre Amp a pedale dove è possibile a seconda del modello impostare un certo livello di
distorsione, dalla più leggera alla più saturata e fluida. In genere se ne usano quattro tipi:

SCREAMER o Bost
Questo pedale satura leggermente il suono e lo rende “caldo”, simula gli amplificatori valvolari quando sono
nella modalità “pulito” al massimo volume; si ha il vantaggio di usare il volume desiderato.

OVER DRIVE o BLUES DRIVE


La classica distorsione usata da moltissimi gruppi rock, come gli AC/DC, molto “secca”, adatta per le ritmiche,
quindi anche in questo caso non ad altissimo volume.

DISTORSORE
In questo caso è un gradino ancora più distorto lo si tiene ad un volume maggiore perchè questo si usa per fare
un assolo “Lead” L’equalizzazione risulta più carica nei bassi
IPER DIST
Anche questo è un pedale “Lead” ma con una timbrica diversa, molto carica nei medi, vedi May nei Queen..
Il suono Lead, non è neccessariamente un suono distorto, Lead significa suono principale per far l’assolo, perciò
a seconda del genere o esigenza potrebbe essere anche un suono pulito!

Per finire gli effetti modulari e il Looper:

Gli effetti modulari vanno in genere messi subito dopo i Drivers nel seguente ordine: Delay, Chorus, Flanger,
Phaser e ultimo il Riverbero. Il Looper non è un effetto ma un registratore digitale che serve per mandare in
loop (ripetizione) dei fraseggi eseguiti durante una performance live, quindi sara proprio lui l’ultimo della
catena. Una cosa importantissima da fare se l’amplificatore lo dispone (quasi tutti in commercio) entrare con
questi effetti nel “send e return” in questo modo gli stessi verranno messi tra il Pre ed il Finale dell’ampli,
risultando più puliti e presenti in dinamica.
Ecco un esempio di set-up essenziale di un chitarrista:

In questo caso gli effetti sono pochi ed esiste un unico modulare, perciò si useranno in serie nel seguente ordine:
Chitarra, Accordatore, Wah Wah, Screamer, HD lead e D. Delay. Nello schema compare anche lo switch per
cambiare i canali dell’ampli ed un alimentatore.
Ora vediamo una serie di collegamenti possibili con tutte le apparecchiature disponibili di cui possiamo
disporre.
La più semplice:

E’ una soluzione adottata non solo dagli studenti e in sala prove, il più delle volte risulta molto pratico anche
per qualche concerto..

Come sopra, naturalmente qui si dispone di maggior potenza e qualità sonora, adatta quindi alle performance in
grandi spazi o all’aperto.
Adottando il multieffetto invece dei pedali “Stomp”

In questo caso si dispone di tantissimi effetti modulari che verranno richiamati dalla pedaliera midi, da notare
che il processore cambia i canali dell’ampli a seconda dell’impostazione che abbiamo memorizzato sul “Patch”
(suono memorizzato). Con questa soluzione possiamo tranquillamente registrare in studio.

In questo caso invece utilizziamo una soluzione con un Rack, ci permette di avere comunque i pedali”Stomp”
pero abbiamo un pre separato dall’apli quindipiu specifico e professionale magari a 3 o 4 canali. Anche l’ampli
puo essere adattato a seconda dell’esigenza: maggiore potenza per far andare piu casse passive..
Questo Set- up è molto professionale, poichè abbiamo i tre componenti Pre, Multieffetto e Power amp tutti separati ma
uniti dentro ad un unico “Flycase” adatto per le tournee, tutto questo blocco viene comandato da Una pedaliera Midi che
ci permette di passare da un suono all’altro con estrema semplicità.

Questa è l’altra alternativa professionale, anche se richiede molta manutenzione, è risaputo che la qualità dei pedali è
leggermente superiore al processore digitale, quindi per evitare di ballare il “tip tap” sulla pedaliera rischiando anche di
inciampare per arrivare in un attimo al suono desiderato, si usa un controller Midi. Si tratta di una pedaliera che ospita al
suo interno tutti i pedali accesi ma i “Patch”verranno memorizzati secondo la scelta che preferiamo utilizzare, es. Ch “1”
conterra il HD+Octaver+ Delay. Il Ch “2” Compressore+Delay, ecc
Per finire, nello schema vediamo un Noise reduction, si tratta di un filtro che attenua il rumore di fondo. E un Bust,
quest’ultimo alza il volume generale se necessario, con un pulsante. Entrambi sono collocati alla fine della catena, in
questo caso prima dell’ampli
Aprile 2008 Michele Poletto

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