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VECCHIA E NUOVA EMIGRAZIONE

comparazione tra il fenomeno che fu e il fenomeno attuale.

In Italia l'emigrazione storica è stata studiata in profondità. Questo fenomeno nasce intorno agli anni
80'. In Italia c'è una vera branche della storia dell’immigrazione italiana. La storia ufficiale dello stato
non ha prestato attenzione all’emigrazione perché questo fenomeno non era considerato come
nobile. Perché non era un fenomeno che dava un bel immagine dell’Italia. Gli storici hanno dovuto
faticare prima che questa branca venisse riconosciuta in Italia. Quindi si inserisce nella storia sociale.

L’Italia pensava quindi che il fenomeno dell'emigrazione, fosse un fenomeno concluso a giammai,
ma con grande rammarico a partire dagli anni 2000 l'opinione pubblica ha scoperto che c'è una
ripresa dell'emigrazione. La classe politica ha ignorato il fenomeno della neo-emigrazione.

Il fenomeno emigrar io italiano va dal 800 fino alla metà del 900.

I primi dati dell'emigrazione risalgono al primo censimento realizzato dopo l'unità d’Italia 1861.
questo fenomeno va fino agli anni 60, fino al boom economico (un periodo in cui l’Italia raggiunge
la piena occupazione e quindi benessere eco e sociale e quindi il fenomeno migratorio si era concluso
e gli esperti si erano convinti che non si sarebbe più riprodotto.).

Quest'emigrazione durata un secolo era chiamata emigrazione da lavoro, le cause sono diverse ma
riconducibili:

all’elevato demografia italiana- natalità molto molto elevata. Più domanda che offerta di lavoro

la stragrande maggioranza era semi analfabeta., perché la maggior parte parlavano solamente la
loro lingua madre e cioè dunque i dialetti.

Inizialmente l'immigrazione delle regioni del nord, era un’emigrazione:

• frontaliera (si recavano nelle regioni confinanti)


• maschile (
• stagionale (emigrazione ad intermittenza, partire per qualche mese e ritornare in Italia
potendo aver cosi due attività stagionali) svolgevano dei lavori umili, operai, contadini,
artigiani e venditori ambulanti. Operai su grandi cantieri. Sulle donne riposava quindi il
mantenimento della famiglia e hanno quindi avuto un ruolo essenziale.

Abbiamo anche un’emigrazione infantile (minorile), giovani immigrati non accompagnati. Per quanto
riguarda la Francia erano giovi che le famiglie italiane devono in affitto alle famiglie francesi, che
venivano collocati nelle fabbriche (di vetro) o nei campi.

Abbiamo anche un’emigrazione femminile dall'nord verso la svizzera e anche marginalmente verso
la Francia. Erano donne che emigravano per un periodo e che venivano affidate a delle religiose, e
queste religiose collocavano a loro volta queste donne presso le famiglie agiate. Emigravano per un
periodo ben preciso, cioè prima del matrimonio, perché dovranno costituirsi la dote. Una volta
costruita la dote tornavano in Italia per potersi sposare.

L'migrazione del sud

è molto diversa da quella del nord perché

• è famigliare, non come al nord solo uomini. Ma all'epoca la famiglia era famiglia allargata
(nonni ecc. quindi era: DEFINITIVA o di lungo periodo.
• e definiva -->>cioè senza ritorno perché le destinazioni erano lontane, sui piroscafi (33gg) e
andavano verso i nuovi mondo e questi partivano da pionieri, e di solito i pionieri che aprono
la strada non tornano. La destinazione senza ritorno ci viene da fatto che il viaggio verso
queste destinazioni era molto costo. Anche perché prima di partire facevano tabula rasa dei
loro averi, e quindi non c'era niente da cui tornare. Erano persone che non si concedevano il
diritto del fallimento.
• e verso paesi lontani (Canada, stati uniti, America del sud) (Australia XX°)

Due grandi porti: NAPOLI E GENOVA. Ci sono delle compagne che si sono specializzate nel trasporto
di migranti. C'erano due tipi di popolazioni che viaggiavano la nobiltà e i poveri. viaggi=invano
insieme senza incontrarsi. (titanici).

L'migrazione «e stata studiata dagli storici ma anche narrata dagli scrittori. Tra i primi scrittori che
hanno narrato c'è Edmondo DE AMICIS. Che scrive un romanzo che si chiama sull’oceano.

EMIGRAZIONE STORICA.

Questi emigrati non sapevano verso cosa andassero, il nuovo mondo era del tutto immaginario. In
Italia. Canzone «mamma mia dammi cento lire che nell’America io voglio andar»

l'emigrazione italiana verso il continente nordamericano:

la maggior parte di questi italiani andavano a svolgere lavori molto umili e non parlavano inglese. E
quindi dovettero affrontare molte difficoltà perché il vecchio mondo (dal quale provengono) si andrà
a scontrare con il nuovo mondo.

Ma per emigrazione italiana si intende assimilazione e non integrazione.

Cerca definizione assimilazione e integrazione.

Questi migranti italiani hanno conosciuto l'ascesa sociale, la propria situazione migliora, e
ovviamente conosciamo più l'ascesa che il fallimento perché chi fallisce non lo dice. Perché chi
emigra prende l'impegno di riuscire nel suo progetto emigratorio. Es: famiglia che riesce dopo anni
a creare un emporio. Ma molti di loro avevano questa cosa in comune. Di avere un bene di propria
proprietà era la riuscita.

L'emigrazione è un fenomeno complesso, perché ogni famiglia ha la propria storia, ecc.


C'è sempre stata un’emigrazione volontaria ma pilotata dallo stato e dagli stati accoglienti. I governi
dell’epoca decideranno di ripopolare il continente sudamericano, con popolazione bianca che
doveva arrivare dall’Europa. Quindi questi governi contatteranno i diversi stati europei tali quali Italia
(che aveva un surplus di mano d'opera) per trasferire genere al sud America per ripopolare. Questa
popolazioni non vengono considerati come EMIGRANTI, ma come COLONI.

Andranno quindi a concedere allo stato italiano migliaia e migliaia di ettari di terra in cambio di
popolazione per lavorare queste terra. «ARUOLAMENO DI COLONI». Gli indigeni sono stati quindi
allontanati per far posto ai nuovi arrivati.

C'è stata anche qui ascensione sociale, perché hanno lavorato queste terre concesse allo stato
italiano e anche a volte acquistato.

Lo stato italiano aveva elaborato una specie di manuale di buona condotta, dava istruzioni agli
emigranti su come funzionava lo stato di accoglienza, alcune informazioni a chi si dovevano rivolgere
ecc. e impartiva regole di compartimento. Perché quando un individuo espatria si porta dietro
l'identità (personale) del paese d'origine. Proprio perché lo stato era cosciente che gli italiani erano
una vetrina dell’Italia era indispensabile che questi emigrati adottassero delle buone regole di
condotta. ----- Questa era un’altra politica emigratoria.

VEDI DATE 1876 -1986


Il paese che ha accolto più è la Francia con 4 milioni, 3 milioni per la svizzera, ecc. in un secolo per
un totale di più di 12 milioni di italiani.

Per quanto riguarda l'emigrazione italiana ai paesi extra europei sono gli USA con 5 milioni,
l'argentina, il brasile, il Canda, Australia e Venezuela per un totale di 11 milioni.

Questo numero di emigrare è raddoppiato perché sono i figli degli emigrati.

La prima regione di emigrazione è la Lombardia, la seconda il Piemonte e la terza il Lazio. E quindi le


regioni del sud non fanno parte delle regioni con più emigrati. Perché l'emigrazione ha un costo e al
nord erano più ricchi;

vedi i suoi libri sull’emigrazione in fra

CARATTERISTICHE DELL'EMOGRAZIONE NEGLI STATI UNITI

arrivano al porto di BOSTON, BALTIMORA, NEW YORK.

Il primo impatto sarà un impatto traumatico. (come nel film il nuovo mondo) gli italiani che
entravano negli stati uniti prima di mettere piede sul sullo americano dovevano passare test psico-
attitunali, visita medica integrale, e in seguito venivano spogliati e i loro vestiti disinfettati e mandati
alle docce quindi un

IMMIGRAZIONE SELETTIVA perché deve essere utilitaria, non solo avevano stabilito le quote «per
gruppi nazionali se il paese superavano la quota basta migranti). Anche perché è un’immigrazione
per sviluppare il sistema capitalistico.

Shock culturale perché conosceranno le docce, l'igienizzazione e quindi il trauma del nuovo mondo
che impone le regole al vecchio mondo. Che sarà inorridito ma che per poter entrare dovrà accettare.

Cause della partenza di questi immigrati dal Italia, è la crisi agricola, rurale, crisi dell'artigianato.
Verso gli stati uniti che è in piena espansione economica che ha bisogno di braccia e le prende quindi
dall’Europa. É tra i paesi europei c'è l’Italia. I movimenti di popolazione quindi sono sempre guidati
da fenomeni.

La corrente migratoria che partirà dal sud del Italia verso gli US, avverrà attraverso la CATENA
MIGRATORIA. Cioè che inizialmente ci saranno individui che partiranno da pionieri, che vanno lì per
esplorare e vedere se c'è lavoro e che in seguito chiamano la famiglia vicina, e poi famiglia più
lontana e in seguito amici. Ci sono stati interi paesini che si sono staccati dal Italia e ritrovati negli
stati uniti.

Inoltre, nei fenomeni migratori ci sono sempre delle deve, che troveremo nell'immigrazione recente.
Derive, attività illegali, criminali collegate all'immigrazione. Nonostante gli italiani dovessero partire
con contratti ecc. ci sono state associazioni delinquenti che prestavano loro dei servizi in cambio di
somme di denaro e approfittavano quindi della loro ignoranza.

Questi migranti investivano nell'emigrazione, investivano tutti i beni per arrivare in questa terra
promessa. Queste persone vendevano tutti i loro beni e talvolta partivano anche con debiti. E
c'erano anche delle reti criminali illegali che ne approfittavano e che prestavano denaro ad usura a
coloro che volevano partire. Ci sono anche stati dei casi di biglietti prepagati dai pionieri, attraverso
le lettere di richiamo.

Gli italiani immigrati quindi cercavano di ricostruire la loro ex vita li deve iniziavano la loro nuova vita.

L Sfascio 'il mare colore del vino».

la precarietà dal vivere andrà ad attivare delle organizzazioni assistenziali negli stati uniti. Andranno
ad attirare la loro attenzione perché gli stati uniti era un paese ricco, agiato, moderno, aveva un
modo di vita che era nuovo per i nuovi arrivati. Condizioni di vita premoderne.
queste asse cercheranno di insegnare alle donne le regole elementari di ignee, soprattutto nei
confronti dei giovani, bambini perché sarebbero stati i nuovi americani e dovevano quindi essere
sani. Andranno ad insegnare anche l'educazione domestica.

Inizialmente ci sarà molta resistenza da parte degli immigrati italiani, soprattutto da parte delle
donne che saranno molto restie ad accettare tutto questo. Primo perché saranno molto invadenti,
viene considerato come un attentato d'identità.

Un paese che conosce il consumerismo, scoprono il consumo, la produzione in serie di bene ed


anche questo sarà oggetto di incomprensione tra gli emigranti italiani e il paese di accoglienza.
Perché venivano da una società di risparmio e veniva visto il loro consumo come una società di
spreco. Per esempio, il parto che loro erano abituate a fare in casa sono costrette a farlo in ospedale.

Un altro elemento che andrà a colpire gli italiani della prima appunto generazione, sarà la società
degli svaghi, che per gli emigrati era totalmente inimmaginabile, che sarà difficilmente accettata
dalla prima generazione. Consumare per niente??? IMPOSSIBLE caro quei si.
Tutto questo affascinerà la seconda generazione e si americane rizzeranno quasi da subito perché
affascinati da questo modo di vivere. Sarà un altro dramma perché questa americanizzazione entrerà
in rottura con la prima generazione. Le nuove generazioni si andranno a scontrare con la prima
generazione e si scontreranno con la coltura dei loro genitori. Provocherà quindi una frattura.
Rifiuteranno di parlare la lingua e usare i costumi perché è la famiglia stessa che distrugge la propria
identità. Quindi immigrazione di ASSIMILAZIONE.

Il più grande scontro arriverà con le figlie, le giovani ragazze. La tradizione si trasmetteva soprattutto
attraverso le donne. E saranno proprio loro le donne giovani a cambiare, anche i modi di vestire e le
scuole mischiate e inizieranno a chiedere di uscire con i ragazzi ecc. sposarsi con un ragazzo scelto
da loro.

Come gli americani guardavano gli italiani?

Questi italiani saranno quindi vittime di pregiudizi che erano:

Gli americani daranno molta importanza all'ignee, quindi i meridionali verranno considerate come
persone sporche che avevano un livello di vita molto basso (condizione), rumorosi e anche come
praticanti dei rituali religiosi primitivi. Paradosso: Questi pregiudizi venivano condivisi dagli italiani
del nord. Ed è ancora più paradossale perché ci sono differenze anche all'interno dei migrati
meridionali: gli italiani del sud si consideravano superiori ai siciliani ed ai calabresi.

Nei confronti dei calabresi e siciliani lo stereotipo era quello di essere dei delinquenti: praticavano
l'inegualità. Negli Stati Uniti alla fine del 800 sono state fatte indagini per dimostrare che con l'arrivo
di queste popolazioni il tasso di delinquenza era in crescita. Ma ciò che è più grave è che queste
istituzioni andranno a considerare la delinquenza come connaturale all’elemento meridionale, come
qualcosa che faceva parte dell'essere d quesì individui.

Questi immigrati anche se necessari per l'economia erano indesiderati, questi stereotipi nascono
perché gli antropologi della fine dell'800 temevano che ci fosse una degenerazione della razza
americana. Secondo gli antropologi la corruzione della specie avviene via i matrimoni misti ecc.
quindi questi antropologi avevano alimentato questi pregiudizi. Perché loro si credevano superiori
anche perché erano più modernizzati. E quindi c'erano tutti i controlli.

Gli italiani hanno partecipato alla costruzione di grattacieli, hanno lavorato nelle aziende agricole.

DONNA GABBACCIA, è una storica italiana.

L'immigrazione italiana in Francia 800'

perché gli italiani sceglieranno la Francia? La Francia è sempre stata un paese di immigrazione, che
ha conosciuto poca emigrazione. Quindi piuttosto una terra di accoglienza. Perché la Francia è un
paese di immigrazione??

- La natalità: una natalità molto bassa, una natalità insufficiente per far funzionare l’economia. Un
fatto culturale di fare pochi figli. Perché si riconduce al codice Napoleonico (ancora i vigori per certi
aspetti) questo codice è molto democratico perché stabilisce regole nuovo in materia di trasmissione
dei beni. Questo codice rompe con l'ancien regime, in cui tutta l'eredità veniva trasmessa al primo
genito. Invece questo codice introduce un principio di uguaglianza: tutti i figli sono uguali e quindi
devono ricevere tutti la stessa parte della proprietà. Ma se le famiglie erano numerose non si poteva
perché non sarebbe più rimasto niente quindi in Francesi per conservare il patrimonio cambieranno
il loro comportamento di procreazione e inizieranno a fare solo un figlio in modo da conservare il
patrimonio.

Tutto ciò porta a una diminuzione totale della natalità in Francia.


Seconda ragione: La Prima guerra mondiale, che in Francia che fa Due milioni di morti, giovani,
uomini. Questo significa che alla natalità già bassa si aggiunge questo. Quindi meno mano d'opera.
E allo stesso tempo la Francia voleva ricostruirsi dopo la Prima guerra mondiale anni 19- 20- 21

Gli immigrati che arrivano:

Spagnoli, Italiani, Belgi, Polacchi, Greci. Hanno in comune che sono paesi cristiani. La Francia pratica
un’immigrazione SELETTIVA. Quindi farà appello a quelle popolazioni che considera più vicine
culturalmente. Perché l'obbiettivo della Francia era quello di assimilare le popolazioni più la distanza
culturale è breve più il processo di assimilazione.

Gli italiani sono arrivati per ondate migratorie:

1860: 63.00 0italiani in FR


1900: 330 000
1913: 420 000
1920-30: 2 milioni. Ultima grande ondata nel periodo delle due guerre. Dopo di che si interrompe e
riprenderà un poco negli anni 50 ma non di che!

Questi Italiani che vengono in Francia fanno parte dell'emigrazione economica/ da lavoro.
Un’emigrazione funzionale ai bisogni francesi e loro non potranno scegliere che lavoro fare ma
lavoravano dove dicevano in francesi. Edilizia, le Industrie e nelle MINIERE di carbone, e l'agricoltura

Secondo gli storici gli esuli che hanno chiesto asilo politico alla Francia sono stati circa 40.000. tutti
questi esuli una volta finito il regime sono tornati in Italia. Perché il loro obbiettivo dall'inizio. Ex
Pertini.

Una Francia dunque che si rinnova, grazie agli italiani immigrati che faranno lavori nell'industria,
nell'edilizia, industria e agricoltura/

Quali sono stati i rapporti tra gli immigrati italiani e i francesi?

Anche se si ha bisogno degli immigrati, vengono sempre considerati inferiori, il paese di accoglienza
si sente sempre superiore. Nei confronti degli italiani ci sarà questo attrito, gli italiani verranno
discriminati e ci saranno anche rapporti conflittuali. Libro «le massacri de italiana» di Noi riel». gli
italiani che lavoravano all'epoca nelle saline, ci sarà uno sciopero da parte i francesi e i gli italiani non
sciopereranno perché hanno paura di essere licenziati e quindi i francesi non contenti di questo fatto,
si armeranno di bastoni e strumenti rudimentali e attaccheranno gli italiani e uccideranno decine e
decine di italiani, e anche le forze dell'ordine prenderanno di mira gli italiani.

Tra gli immigrati italiani ci saranno persone che diventeranno celebri in Francia (cerca chi) come per
esempio marca BUGATTI. Il proprietario di questa casa automobilistica trasferir la sua attività in
Francia. Quindi non ci sono solo immigrati poveri. Ci sarà anche il Montante, o Pierre Card.
L'emigrazione nel sud ovest della Francia dal VEDI ANNI,
quest'emigrazione è molto particolare perché tutti coloro che vengono nell’Aquitania, svolgeranno
lavori da contadini ed erano contadini e provengono tutti due regioni Friuli veneto e Lombardia. E
sarà un’emigrazione familiare, ed arrivano tutti un lasso di tempo molto breve dal 1924 al 1936.
emigrazione organizzata, arriveranno in queste terre perché l’Aquitania rurale era all’abbandono.
Non c'era mano d'opera per lavorare le terre qui, quindi verranno richiamati dalle autorità francesi.
«re tour à a terre» cioè cercare mano d'opera per la terra.

Questi comitati andarono a livello locale e avvieranno il processo di migrazione, quindi richiamano i
contadini. Questi avranno lo statuto di mezzadri, ed alcuni diventeranno anche proprietari terrieri.
Loro praticamente vendevano il loro terreno in Italia e diventavano in Francia nel sud-ovest e
diventavano proprietari terrieri medio alti, solamente vendendo 2 o 3 ettari in Italia ne avevano 20
qui. Ma avere tante terre non voleva dire ricchezza, perché le terre qui non erano state lavorate da
tempo.
Questi migranti veneti si immaginavano di trovare terre ricchissime e favolose (pomodori grandi
come angurie).

Questi migranti non venivano da un povero, ma da un paese ricco, soprattutto il nord Italia, che
aveva un livello di industrializzazione come quello dell’Inghilterra o francese. Arrivavano pero da
zone nelle quali c'era già___0 acqua corrente, energia elettrica, strade, ferrovie. Arrivano nel su
ovest dove non solo trovano case vetuste, terre abbandonate, sterili, incomode, ma non trovano le
comodità che avevano lasciato nella terra d'origine. Trovano condizioni di vita molto molto arretrate.

Quindi c'è un regresso. Quest’emigrazione è atipica, perché normalmente si cerca la ricchezza invece
qui andavano indietro per le condizioni di vita. Perché l'immigrazione dev'offrire qualcosa d meglio,
per loro è un regresso.

Avevano anche strumenti agricoli più avanzati di quelli che troveranno qui. Loro sapevano
utilizzavano i fertilizzanti chimici, era un segno di progresso, emancipazione sviluppo. ma arrivati qui
troveranno solo il letame-->> REGRESSO.

Nonostante tutte queste avversità e l'ambiente li spingeva a tonare indietro, ma invece sono rimasti.
Sono rimasti perché avevano venduto le loro terre in Italia, perché avevano comprato terre li. Non
tornano perché si erano portati tutti con loro. Avevano preso in affitto i treni merce per portare con
loro tutti gli attrezzi agricoli ed anche tutto il mobilio delle loro case, avevano fatto vagoni e viaggiato
con le loro sementi. Si erano quindi totalmente sradicati dalla loro terra per venire in questa nuova
terra.

Arriveranno anche da una zono di mono cultura e il sud ovest è una zona di poli cultura, e porteranno
il mais, e gli italiani hanno piantato solo mais. Pochi italiani nelle zone viticole, e hanno portato la
monocultura del mais. Quest'immigrazione è molto particolare perché fatte di sviluppo, di ricchezza
e emancipazione saranno in maniera visibile gli italiani.
Questi contadini andranno a suscitare l'ammirazione di tutti, che vedranno la rinascita economica,
e delle confederazioni agricole locali perché saranno soddisfatti dell'attività agricola che era ferma
prima degli italiani. Ma i francesi non vedevano di buon'occhio che gli italiani avevano i mais più alti
di quelli dei francesi, ed erano quindi gelosi che degli immigrati fossero meglio di loro. I francesi non
vorranno adottare le tecniche italiane per orgoglio nonostante le autorità chiedessero il contrario.
Nel giro di una generazione quasi tutti i contadini sono diventati tutti proprietari, e la seconda
generazione hanno ripreso l'attività ma la terza generazione ha lasciato la campagna si è urbanizzata
ed essendo francesi.

Quali sono stati i vettori dell'integrazione in Francia?

La scuola, il lavoro (perché il lavoro e la scuola garantiscono l'ascensione sociale). Invece la religione
è stato un handicap, un freno, gli italiani erano per la maggior parte cattolici praticanti ed andarono
a riempire le chiese e ciò non era ben visto di buon occhio, perché qui è una terra laica, di gauche.
Per l’Italia non possiamo parlare di integrazione, ma di assimilazione anche qui in Francia. Gli italiani
saranno aspirati dalla cultura francese, gli italiani andranno ad assumere ed adottare la cultura
francese perché avevano volontà di confondersi. Impareranno sin da subito il francese. Hanno
imparato anche i dialetti come, il fiascone, e le lingue locali. Andranno ad adottare gli usi costumi
ecc. per assimilarsi. L'italianità è scomparsa, hanno negato la loro italianità.

Che cosa rimane della loro italianità? Ben poco... il fatto che sanno cucinare la polenta

Poi quest'immigrazione italiana era da seguire come modello di immigrazione per tutti gli altri
immigrati. Per circa un decennio l'immigrazione italiana era considerata come un paradigma.

DATI: l'assimilazione porta al successo:

Quanti sono gli italiani oggi nel mondo??

le persone che vivono all'estero di origine italiana sono 60 milioni;

Cavanna che ha scritto le risale, ha utilizzato il nome dispregiativo con il quale gli italiani venivano
chiamati. Di questo libo ne è stato ricavato anche un film. Cavanna è ultra-noto perché era uno dei
cofondatori di Charlie HEBDO.

Quando gli italiani arrivavano in Francia ci furono quelli che erano armati solo di braccia (solo per
lavorare) e quelli che erano intellettuali es Cino Del Duca (case editrici d'élite, francesi che si trova a
Parigi).

Ivo Livi (incontro), nato in un paesino della toscana.


Alin Delon
Francic cabrel (cantautore), genitori friulani
George VEDI GLI ALTRI ESEMPI.
Pietro Cardini
Jean Panzani

Quanti italiani ci sono oggi nel mondo???


4 800 000. hanno la cittadinanza
1900 000 sono nati all’estero (tra questi alcuni hanno ottenuto la cittadinanza via sangue)

53% dal SUD (Sicilia; campagna, Lazio, Calabria, puglia)


47% dal nord (Lombardia e veneto)
Di coloro che hanno conservato la cittadinanza italiana il

48% sono donne. --

38% 50- +65 ANNI


15,8% 35-49
21% 19-34 ANNI
25ù minorenni

Dove si trovano questi:

Europa: 2263 000


America: 1629000;

Questi continuano a ricevere gli inviti per votare, e per volare al parlamento viene iscritta una
circoscrizione per l'estero. Si può analizzare il voto degli italiani all'estero ma non bene, gli italiani
che sono nell’America del sud votano piuttosto a destra e gli italiani del Europa Francia e Germania
sono piuttosto per la sinistra.

Sociologia Economica Part 2.

a partire dal 1960 dall’Italia non si emigra più, perché l’Italia ha conosciuto un periodo di grande
espansione, una situazione che permetteva agli italiani nel loro paese. Boom Economico, e nel 1960
c’” è stato l'innalzamento del livello di studi, più gente studia e studi più lunghi meno gente cerca
lavoro e quindi meno disoccupazione.
Il sistema economico funziona a pieno regime, ed a partire dagli anni 60 si pensava che il fenomeno
dell'emigrazione fosse concluso ed invece siccome la storia si ripete verso la metà degli anni 2000
abbiamo incominciato ad avere qualche sospetto di una ripresa dell'immigrazione. E come succede
molto spesso questa informazione della ripresa dell'emigrazione dal Italia verso paesi d'esteri c'è
stata dalla stampa in particolare dal giornale La Repubblica che lancia un’inchiesta e scrive diversi
articoli, su questo nel quali ci sarebbero italiani che hanno ripreso l'immigrazione. Per dare prova di
questo La Repubblica si rivolge a questi migranti chiedendo di mandare le loro testimonianze e ne
arrivano decine e decine che verranno pubblicate. Ci saranno anche la stampa estera per esempio
del 2011 la rivista Time di NY lancia anche essa un’inchiesta e pubblica nel suo settimanale un
articolo dal titolo arrivederci Italia (altra prova).

Le informazioni più precise verranno da un libro scritto da una giornalista Claudia Cucchi arato,
inviata speciale a Barcellona per il giornale La Repubblica che arrivata ne 2009 scopre che ci sono
molti giovani italiani li ed ha racconto molte interviste che poi lei ha pubblicato in un libro che si
chiama “VIVO ALTROVE “giovani e senza radici, gli emigrati italiani di oggi ““. quindi la stampa ha
occhio vigile sulla società perché fino a quando la stampa non si è interessata su questa cosa, questo
nuovo fenomeno era passato inosservato e solo a partire da questi articoli di giornale gli studiosi
hanno incominciato ad osservare, analizzare questo fenomeno e di conseguenza anche il governo
ha iniziato a capire come gli italiani di oggi soprattutto i suoi giovani, si spostassero e quindi lista a
numerizzare.

CHI SONO?
Sono giovani molto istruiti, perché sono prevalentemente laureati,

e dove vanno? vanno nel mondo intero.


Per quanto riguarda la cosa ci vanno a fare? Le ragioni sono diverse ma ragione principale è il lavoro,
non per turismo e non per studio perché già ce l’hanno è capitale di partenza al contrario degli
emigrati di tempo fa.

Questi giovani sono:

60% hanno dai 18-40 anni.


(tutto quello che è al di là ha più di 40 anni)

Quanti sono?

Questa neo-emigrazione è in progressione, i dati ufficiali dell'ISTAT sono recenti.

2012 -->> 78 941 giovani italiani secondo l’ISTAT


2013--->> 82 000
2016--->> 107 000

Questi dati pero non sono molti affidabili, non perché l'ISTAT non sia affidabile. Secondo i centri di
ricerca come Migrante che si trova a Roma, costituito da giovani universitari, e docenti considerano
che questi dati siano sottostimati dal ISTAT, perché l’ISTAT misura la presenza dei giovani immigrati
all'estero sulla base dell'iscrizione all’AIRE (anagrafe italiani residenti all'estero).
Perché la legge italiana dice che tutti gli italiani che si spostano all'estero per più di un anno devono
dichiararsi all'aire.

Ma come mai i giovani non si iscrivono all'aire? E non permettendo quindi all'opinione pubblica di
avere il polso della situazione?

1. Perché ignorano la procedura. Ma lo stato dice che il cittadino dovrebbe essere informato.
2. Perché non frequentano i consolati ecc., perché non amano tanto l'amministrazione non
hanno una buona immagine dell’amministrazione.
3. Il loro nomadismo, perché si spostano da un paese all'altro, da un continente all'altro e per
loro diventa laborioso e fastidioso comunicare i loro spostamenti.

(quindi a differenza degli altri immigrati i vecchi loro sono nomadi e istruiti)

Migrante dice che un giovane su due non è iscritto all'aire.

CLAUDIA CHUCCHIARATO: VIVERE ALTROVE.

Dove Vanno:

70% la loro destinazione è l’Europa, per la vicinanza geografica. Quali sono i giovani livello europeo?
Germania 16 568
Regno Unito: 16 503
Svizzera: 11 441
Francesi: 10 728
Spagna 3 748 E questi giovani dicono che c'è una distanza culturale minimai.
Belgio: 2316

USA 5210
Brasile 4 506
Argentina 6404
TOTALE AMERICA DEL SUD: 14 083 (diminuiscono,)
TOTALE AMERICA DEL NORD: 7977

AUSTRALIA: 1683
ASIA + africa 7576

Una neo-emigrazione nomade. Ma perché?

– perché non hanno un vero e proprio progetto


– si muovono in funzione delle opportunità che si offrono a loro (incontri ecc.)
– perché sono figli del loro tempo: cioè che sono figli della globalizzazione, loro hanno
questa cultura del globale, il loro mondo e la loro casa è il mondo.

Un’altra ragione per la quale c'è una grande mobilità intra europea è che all'interno dell’Europa non
ci sono più frontiere i sociologi ci dicono anche che i giovani percepiscono l’Europa come un unico
paese, un solo continente, ed è la primissima generazione che ha mentalmente abolito le frontiere.
Questa generazione non si rappresenta più le frontiere perché da meno importanza all'identità
nazionale. É la prima generazione europea. Vengono definiti anche come la generazione post
Schengen e post nazionale (vede dopo la Nazione o al di sopra della Nazione). I sociologi ci dicono
che in qualche modo hanno abolito le frontiere anche perché durante il loro percorso di studi hanno
fatto un’esperienza all'estero. Per questo vengono anche chiamati la generazione post-Erasmus.

– 51% TRIENNALE
– 27 % MAGISTRALE
– 21% DOTTORATO
dunque, questi giovani neo-emigrati hanno un livello di istruzione medio alto ed addirittura il 48% è
super diplomato (magistrale +DOTTORATO) ma quali sono le discipline nelle quali questi diplomati
sono specializzati:
– ingenerai
– medicina
– scienze esatte (matematica ecc.
– scienze umanistiche

Tra i neo-emigrati ci sono quelli che hanno tenuto il diploma, e basta, e poi ci sono quelli che già
lavoravano in Italia soprattutto i ricercatori. In Italia un ricercatore su 7 è insoddisfatto delle sue
condizioni di lavoro. Perché la ricerca non ha risorse sufficienti. Considerano che la ricerca che fanno
non è remunerata secondo le loro aspettative e perché non c'è progressione.

Le statistiche ci dicono che 9 ricercatori italiani su 10 sono soddisfatti delle loro condizioni di lavoro,
negli US. Questo incita i ricercatori a lasciare l’Italia per andare negli US.

La natura di questa neo-emigrazione è intellettuale. Secondo i sociologi questi giovani


rappresentano un capitale che lascia l’Italia. É un capitale che fuoriesce ed è una fuga / fuga dei
cervelli.

Quali sono i luoghi comuni dalle quali vengono questi neuro laureati????:

(Dati 2016 da migrantes)

67% NORD
33% CENTRO SUD.

Queste sono le zone territoriali dalle quali si parte ma non dalle zone da cui questi giovani siano nati.
Lombarda 20 0888
Veneto 10 374
Sicilia 9 823
Lazio 8 436
Piemonte 8 199
Emiglia Rom 7644
Campania 6 827
Puglia 5232

Qual è il genere che predomina? Secondo le statistiche sono gli 56 % Uomini E 44% donne.
Ragioni per la partenza:

– lavoro (non è l'unica ma è una concausa sistematica presente sempre in tutte le risposte)
37% Dei giovani che sono nella fascia tra i 15 e 35anni tasso di disoccupazione (vedi), nel
Eurozona invece 18, 8% in Germania et Germania 6,7%
– precariato: ci sono colo che nonostante abbiano un lavoro, partono, perché il loro lavoro
è precario. L’Italia è stata una dei primi paesi ad applicare la flessibilizzazione del lavoro,
più contratti a durata indeterminata, o ad intermittenza. L’Italia è un paese da precariato
forzato. Non hanno un lavoro stabile. L'instabilità di lavoro si stabilisci nell’instabilità della
vita. Questo giovane non può mettere su casa famigli, acquistare beni ecc. l'instabilità
lavorativa crea un'instabilità esistenziale. Vanno all'estero quindi per trovare stabilità
– declassati: i giovani diplomati sono declassati, sono pochi i giovani che trovano lavoro nel
settore in cui hanno studiato. Vengono chiamati generazione 1000 euro. Generazione che
non sopporta di essere declassata in base ai suoi studi ecc. La società ha creato due
categorie di cittadini: di serie A (coloro che hanno lavoro fisso) e serie B (che hanno un
lavoro precario) e serie C (che non hanno lavoro)
– l’Italia di oggi a loro non piace e non hanno la motivazione la forza e le capacità di
cambiarla
– non hanno fiducia nell’Italia, e non hanno alternativa, non hanno fiducia nell’Italia come
paese, nella classe politica italiana, non hanno fiducia nel futuro che l’Italia potrebbe
riservare loro
– Italia paese non meritocratico. rifiuto dell'idea che le loro competenze non vengano
riconosciute. E se non si hanno conoscenze, perché l'ingresso sul mercato del lavoro non
avviene in funzione dei meriti e delle competenze ma in funzione delle conoscenze.
– Desiderio di fare esperienze nuove, conoscere l'altro, nuove culture, avere più stimoli,
vita alternativa, apertura di orizzonti, vivere secondo un altro stile di vita.

Quali sono le ragioni che spingono i ricercatori?

– nei centri di ricerca all'estero ci sono molte più disponibilità finanziarie messe a
disposizione dallo stato
– questo lavoro è meglio riconosciuto
– le loro capacità vengono valorizzate (molti diventano noti una volta che vanno all'estero)
– il merito: l’Italia ha un deficit di meritocrazia
– sono pagati meglio

Dal libro Vivo altrove emerge un’altra ragione per la quale partono è che lascia l’Italia perché si
ritiene sfortunata, in confronto alla generazione precedente, che aveva lavoro, potere d'acquisto e
che ha avuto molte scelte. Invece questa generazione di oggi che esce dalle università ha meno. La
società dal 800 in poi è stata in ascesa, ma questa generazione è in totale rottura, c'è un’inversione
di marcia. Visto che non vedono che in futuro le cose cambieranno aspirano a dare un’altra svolta,
andando in un altro paese, sperano che sia diverso.

In ogni modo questi giovani vanno via anche perché si sentono esclusi dal benessere, e il benessere
viene dato dal denaro guadagnato dal lavoro.

Questi giovani non considerano l'estero come l'eldorado ma la speranza di trovarsi meglio.

Quali sono le ragioni elaborate dagli studiosi: A. ROSIMA


– tasso di disoccupazione
– la forte flessibilità che esiste sul lavoro, legge JOVACT, contratti di lavoro flessibili precari.
– 33% sono stati sottoscritti soltanto i contratti di lavoro a durata indeterminata
– 3% del PIL la ricerca. (investire nella ricerca e investire nel futuro, perché attraverso la
ricerca si creano i lavori del domani)
– debito pubblico elevato: (differenza tra entrate e uscite - lo stato quando ha le uscite sono
maggiori alle entrate 2miliardi e 300 milioni di euro)

è stata lanciata un’inchiesta dal Sole 24ore, per sapere se gli italiani giovani che si trasferivano
all'estero fossero riusciti ad ottenere dei buoni obiettivi.

18% DIRIGENTI
21% DOCENTI UNIVERSITARI
14.6% RICERCATORI

Gli altri invece sono precari, si devono arrangiare. Quelli che hanno più talento possono farcela
all'estero, quesì dati influiscono sui giovani italiani che son oggi sui banchi della scuola media,
dell'liceo. Questo dato riesce a frenare l'esodo? Questi dati provenienti dall'EURISPES ci dicono di
no. Perché ci dice che il 60% dei giovani tra i 18 e 24, che sono all'università dice che a compre
prospettiva quella di andare via dal Italia. Che intende quindi intraprendere una nuova vita all'estero.

Ma questi giovani pensano a tornare in Italia?? la maggior parte degli intervistati all'estero il rientro
non è previsto nel breve periodo. Perché? Perché vivono bene all'estero, prestigio sociale, e non
pensano di rientrare perché hanno sfiducia nel loro paese e nella loro classe politica, non pensano
che la situazione possa migliorare negli anni a venire e preferiscono rimanere all'estero.

A 1000 ricercatori è stato chiesto se tornerebbero in Italia il 73% ha risposto no.

La stampa ha lanciato un’altra indagine ed ha chiesto pensa di rientrare e ritrovare un lavoro in Italia
nei prossimi 5 anni?
– 18,5% ESCLUDO
– 46,7% POCO PROBABILE
– 11,2% POSSIBILE
Mettono delle condizioni per tornare
– trovare lo stesso lavoro
– avere lo stesso stipendio
– stesso tenore di vita
– che l’Italia diventi un paese meritocratico

Che cosa pensa l'opinione pubblica di questo fenomeno?


L’Italia conosce l'emigrazione, ma niente immigrazione di nuovi cervelli, come qui in Francia che per
la partenza di giovani arrivano altri giovani con le stesse competenze, dal punto di vista del saldo la
Francia non perde.

Le parole che vengono utilizzate quando si parla della neo-emigrazione si utilizza:


- perdita,
- emorragia (che fanno vedere come l’Italia si pone difronte al fenomeno, emorragia per
descrivere questo flusso che non si ferma)
– risorse

L'opinione dice che questa perdita di cervelli è uno spreco di risorse, perché considerato come un
capitale, una perdita non solo per ciò che loro potrebbero fare, ma anche come potrebbero essere
utili all'economia italiana ed anche perché l’Italia ha investito e non ha avuto in cambio i benefici,
ma ce li hanno gli altri paesi. Un’altra cosa che rende pazza l'opinione pubblica è che vanno via i
migliori. L'opinione pubblica considera che l'andare via fa parte di una libertà fondamentale
dell'uomo, ed ognuno è libero delle proprie scelte. In nome della libertà di movimento di mobilità,
che sono riconosciute nella costituzione italiana, i giovani possono andarsene però' anche questa
opinione ci mette un MA a condizione che l’Italia abbia la capacità di riattivare questi giovani. C'è
anche all'estero vuol dire anche acquisire nuove competenze nuove funzioni, crescere e se l’Italia
riuscisse a riattrarli avrebbe un plus valore.

La stessa opinione è stata espressa da Mattarella e da Renzi, che dicono che hanno tutto il diritto di
farlo, ma noi dobbiamo creare un clima che permetta loro di tornare.

Un’altra opinione, dice che le persone che contestano che protestano che sono sempre insoddisfatte,
che sono nel mugugno, c'è una categoria di italiani che non sarà soddisfatta e che partirà comunque
qualsiasi cosi l’Italia faccia.

Il 75% degli italiani che sono stati intervistati sul fenomeno della neo-emigrazione la considerano
come una perdita. Loro parlano di impoverimento. É una perdita sia economica che culturale.

Ma per riattivali cosa dovrebbe fare? Dovrebbe risolvere la crisi economica, nuove opportunità,
valorizzare. ==, in pratica dovrebbe fare tutto quello che non ha.

Ma l’Italia fa qualcosa di concreto per dare risposte?? in effetti sono nate delle organizzazioni come
la “Fonderia dei Talenti”, che è una fondazione che individuai quali sono i cervelli italiani migliori che
sono andati via e mette in relazione questi talenti con imprese italiane, in modo tale da favorire
incontro con giovani talenti espatriati e queste imprese, e vedere se questi giovani non possano
tornare in Italia e aver lo stesso posto.

Le regioni hanno delle risorse che servono a questi giovani per creare delle start-up.
Contro esodo, è una legge che prevede aiuti finanziari per i giovani che rientrano per poter mettere
su una attività economica, e prevede la detassazione, ma questa legge non è mai entrata in vigore.

Gli italiani che vanno all'estero, sono apprezzati o no?

Vengono apprezzati per:


– la flessibilità(adattabilità)
– creatività

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