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Capitolo 15 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI

CAPITOLO 15
CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI

La fondazione è quella parte della struttura che trasmette il carico dell’opera al terreno
sottostante. La superficie di contatto tra la base della fondazione e il terreno è detta piano
di posa. In base al rapporto tra la profondità del piano di posa (D), rispetto al piano di
campagna, e la dimensione minima in pianta (B), si definiscono, in accordo con quanto
proposto da Terzaghi:
o superficiali le fondazioni in cui il rapporto D/B è minore di 4;
o profonde le fondazioni per le quali il rapporto D/B è maggiore di 10;
o semi-profonde le fondazioni con D/B compreso tra 4 e 10.
Per quanto riguarda il meccanismo di trasferimento del carico al terreno, le fondazioni
superficiali trasmettono il carico solo attraverso il piano di appoggio, le fondazioni pro-
fonde e semi-profonde trasferiscono il carico al terreno sia in corrispondenza del piano di
appoggio che lungo la superficie laterale.
In questo capitolo la trattazione sarà limitata al caso delle fondazioni superficiali.
Per garantire la funzionalità della struttura in elevazione, il sistema di fondazioni deve
soddisfare alcuni requisiti; in particolare, il carico trasmesso in fondazione:
1. non deve portare a rottura il terreno sottostante;
2. non deve indurre nel terreno cedimenti eccessivi tali da compromettere la stabilità e la
funzionalità dell’opera sovrastante;
3. non deve produrre fenomeni di instabilità generale (p. es. nel caso di strutture realiz-
zate su pendio);
4. non deve indurre stati di sollecitazione nella struttura di fondazione incompatibili con
la resistenza dei materiali.

15.1 Capacità portante e meccanismi di rottura


Il primo punto è quello che riguarda la verifica di stabilità dell’insieme terreno-
fondazione, ovvero la determinazione della capacità portante (o carico limite, qlim), che
rappresenta la pressione massima che una fondazione può trasmettere al terreno prima che
questo raggiunga la rottura.
Per introdurre il concetto di capacità portante immaginiamo di applicare ad un blocco di
calcestruzzo appoggiato su un terreno omogeneo un carico verticale centrato e di misurare
il valore del cedimento all’aumentare del carico. Se riportiamo in un grafico la curva cari-

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co-cedimenti, osserviamo che il suo andamento 1 è diverso in relazione allo stato di ad-
densamento (o alla consistenza, se si tratta di terreno coesivo) del terreno (Figura 15.1).
In particolare, si ha che:
− a parità di carico, il cedimento del blocco è tanto maggiore quanto minore è la densità
relativa (o quanto minore è la consistenza);
− per valori elevati della densità relativa (o della consistenza), in corrispondenza del ca-
rico di rottura, il blocco collassa, mentre per valori bassi della densità relativa (o della
consistenza) il cedimento tende ad aumentare progressivamente ed indefinitamente.
In questo caso la condizione di rottura è individuata da un valore limite convenziona-
le del cedimento.
Alle diverse curve carico-cedimenti corrispondono diversi meccanismi di rottura che pos-
sono ricondursi a tre schemi principali (Figura 15.1):
1. rottura generale
2. rottura locale
3. punzonamento
per ciascuno dei quali si svilup-
pano, nel terreno sottostante la
fondazione, superfici di rottura
con diverso andamento. Variando
la profondità del piano di posa si
osserva che l’andamento della
curva carico-cedimenti si modifi-
ca e in particolare all’aumentare
della profondità del piano di posa
si può passare da una condizione
di rottura generale ad una di rottu-
ra locale e ad una per punzona-
mento.
Per quanto riguarda i tre meccani-
smi di rottura sopra menzionati, è
possibile osservare che nel caso
di terreno denso (o compatto) i
piani di rottura si estendono fino a
raggiungere la superficie del pia-
Figura 15.1: Meccanismi di rottura
no campagna (rottura generale),
nel caso di materiale sciolto (o poco consistente) le superfici di rottura interessano solo la
zona in prossimità del cuneo sottostante la fondazione e non si estendono lateralmente

1
A rigore, l’andamento del grafico riportato nella Figura 15.1a) si riferisce a condizioni di deformazione
controllata e non di carico controllato.

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(rottura locale); nel caso di materiale molto


sciolto (o molle) le superfici di rottura coinci-
dono praticamente con le facce laterali del cu-
neo (punzonamento).
Attualmente non si dispone di criteri quantita-
tivi per individuare a priori il tipo di meccani-
smo di rottura, anche se esistono indicazioni a
livello qualitativo per identificare il tipo di rot-
tura più probabile (un esempio per terreni in-
coerenti è riportato in Figura 15.2). Ad oggi,
non sono reperibili in letteratura soluzioni ana-
litiche per lo studio del meccanismo di rottura
locale, mentre esistono numerose soluzioni
analitiche per la stima del carico limite per lo
Figura 15.2: Meccanismi di rottura di schema di rottura generale.
fondazioni superficiali su sabbia

15.2 Calcolo della capacità portante


I due principali studi teorici per il calcolo della capacità portante, dai quali deriva la mag-
gior parte delle soluzioni proposte successivamente, sono stati condotti da Prandtl (1920)
e Terzaghi (1943), per fondazione nastriforme (problema piano) utilizzando il metodo
dell’equilibrio limite. Entrambi schematizzano il terreno come un mezzo continuo, omo-
geneo e isotropo, a comportamento rigido plastico e per il quale vale il criterio di rottura
di Mohr-Coulomb.

15.2.1 Schema di Prandtl


Prandtl ipotizza l’assenza di attrito tra fondazione e terreno sottostante e quindi che la rot-
tura avvenga con la formazione di un cuneo in condizioni di spinta attiva di Rankine (in
cui le tensioni verticale ed orizzontale sono principali, la tensione verticale è la tensione
principale maggiore, la tensione orizzontale è la tensione principale minore) le cui facce
risultano inclinate di un angolo di 45°+ϕ/2 rispetto all’orizzontale, essendo ϕ l’angolo
di resistenza al taglio del terreno (Figura 15.3). Il cuneo è spinto verso il basso e, in con-
dizioni di equilibrio limite, produce la rottura del terreno circostante secondo una superfi-
cie di scorrimento a forma di spirale logaritmica, con anomalia φ (zona di taglio radiale).
Tale ipotesi consegue al fatto che in condizioni di rottura le tensioni sulla superficie di
scorrimento sono inclinate per attrito di un angolo φ rispetto alla normale, e quindi hanno
direzione che converge nel polo A della spirale logaritmica. A sua volta la zona di taglio
radiale spinge il terreno latistante e produce la rottura per spinta passiva. Il cuneo ADF è
in condizioni di spinta passiva di Rankine (le tensioni verticale ed orizzontale sono prin-
cipali, la tensione verticale è la tensione principale minore, la tensione orizzontale è la
tensione principale maggiore), è delimitato da superfici piane inclinate di un angolo di
45°- φ/2 rispetto all’orizzontale, e scorre verso l’esterno e verso l’alto.

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B L=∞
piano campagna G
q = γ⋅D
Piano di fon- C E F
D
A
dazione 45°+ϕ/2
45°- ϕ/2

B D
Cuneo rigido Zona passiva di Rankine
di terreno

Superficie di scorrimento a
forma di spirale logaritmica

Figura 15.3: Schema di Prandtl per il calcolo della capacità portante


Come caso particolare, per φ = 0 il cuneo sottostante la fondazione ha le pareti inclinate a
45°, la zona di taglio radiale è limitata da una superficie circolare (spirale logaritmica ad
anomalia 0) e la zona passiva ha piani di scorrimento inclinati a 45°.

15.2.2 Schema di Terzaghi


Il meccanismo di rottura di Terzaghi ipotizza (secondo uno schema più aderente alle con-
dizioni reali) la presenza di attrito tra fondazione e terreno. In questo caso il cuneo sotto-
stante la fondazione è in condizioni di equilibrio elastico, ha superfici inclinate di un an-
golo φ rispetto all’orizzontale, e penetra nel terreno come se fosse parte della fondazione
stessa. (Figura 15.4).

B L=∞ B
piano campagna G
q=γ⋅D
D
Piano di C A E F C A
fondazione ϕ
45°- ϕ/2 c⋅AB

B D B ϕ
Cuneo rigido Zona passiva
di Rankine Pp = Ppγ + Ppc + Ppq
di terreno Pp

Superficie di scorrimento a
forma di spirale logaritmica

Figura 15.4: Schema di Terzaghi per il calcolo della capacità portante

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È da osservare che la presenza di un cuneo intatto, sotto la fondazione, è in accordo con


l’evidenza che le superfici di rottura non possono interessare l’elemento rigido di fonda-
zione.
Secondo entrambe le teorie, il terreno sovrastante il piano di fondazione contribuisce alla
capacità portante solo in virtù del proprio peso, ma è privo di resistenza al taglio; pertanto
nel tratto FG della superficie di scorrimento non vi sono tensioni di taglio.
Con riferimento agli schemi delle Figure 15.3 e 15.4, relativi al caso di una fondazione
nastriforme, è possibile evidenziare che il carico limite dipende, oltre che dalla larghezza
della fondazione, B, e dall’angolo di resistenza al taglio, φ , del terreno:
− dalla coesione, c;
− dal peso proprio del terreno, γ, interno alla superficie di scorrimento;
− dal sovraccarico presente ai lati della fondazione, che, in assenza di carichi esterni sul
piano campagna, è dato da q = γ⋅D (Figure 15.3 e 15.4).
Non esistono metodi esatti per il calcolo della capacità portante di una fondazione super-
ficiale su un terreno reale, ma solo formule approssimate trinomie ottenute, per sovrappo-
sizione di effetti, dalla somma di tre componenti da calcolare separatamente, che rappre-
sentano rispettivamente i contributi di: (1) coesione e attrito interno di un terreno privo di
peso e di sovraccarichi; (2) attrito interno di un terreno privo di peso ma sottoposto
all’azione di un sovraccarico q; (3) attrito interno di un terreno dotato di peso e privo di
sovraccarico. Ogni componente viene calcolata supponendo che la superficie di scorri-
mento corrisponda alle condizioni previste per quel particolare caso. Poiché le superfici
differiscono fra loro e dalla superficie del terreno reale, il risultato è approssimato.
L’errore comunque è piccolo e a favore della sicurezza.
La soluzione, per fondazione nastriforme con carico verticale centrato, è espressa nella
forma:
1
q lim = ⋅ γ ⋅ B ⋅ N γ + c ⋅ Nc + q ⋅ Nq (Eq. 15.1)
2
dove Nγ, Nc, Nq sono quantità adimensionali, detti fattori di capacità portante, funzioni
dell’angolo di resistenza al taglio φ e della forma della superficie di rottura considerata.
Per i fattori Nc ed Nq, relativi rispettivamente alla coesione e al sovraccarico, esistono
equazioni teoriche, mentre per il fattore Nγ, che tiene conto dell'influenza del peso del ter-
reno, la cui determinazione richiede un procedimento numerico per successive approssi-
mazioni, esistono solo formule empiriche approssimanti.
Confrontando le equazioni proposte da vari Autori per il calcolo dei fattori di capacità
portante si osserva un accordo quasi unanime per i fattori Nc ed Nq, mentre per il fattore
Nγ sono state proposte soluzioni diverse 2. Le equazioni più utilizzate per la stima dei fat-
tori di capacità portante sono le seguenti:

2
A titolo di esempio:

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π φ
N q = e π⋅tgϕ tg 2 ( + ) (Eq. 15.2) 1000
4 2 Nq
N c = (N q − 1) ⋅ ctgφ

Fattori di capacità portante


(Eq. 15.3) Nc
Νγ
N γ = 2 ⋅ (N q − 1)⋅ tg φ (Eq. 15.4) 100

Il valore dei fattori di capacità portan-


te cresce molto rapidamente con
l’angolo di resistenza al taglio (Figura
10
15.5). È pertanto molto più importan-
te, per una stima corretta della capaci-
tà portante, la scelta dell’angolo di re-
sistenza al taglio che non l’utilizzo di
una o l’altra delle equazioni proposte 1
0 10 20 30 40 50
dai vari Autori.
ϕ(°)
Come caso particolare, per ϕ = 0, ov-
vero per le verifiche in condizioni non Figura 15.5: Fattori di capacità portante per
drenate di fondazioni superficiali su fondazioni superficiali
terreno coesivo saturo in termini di
tensioni totali, i fattori di capacità portante assumono i valori:
Nq = 1,
Nc = 5,14
Nγ = 0.

15.2.3 Equazione generale di capacità portante di fondazioni superficiali


Nelle applicazioni pratiche, per la stima della capacità portante di fondazioni superficiali,
si utilizza la seguente equazione generale, proposta da Vesic (1975):
q lim = c ⋅ N c ⋅ s c ⋅ d c ⋅ i c ⋅ b c ⋅ g c + q ⋅ N q ⋅ s q ⋅ d q ⋅ i q ⋅ b q ⋅ g q +
1 (Eq. 15.5)
+ ⋅ γ ⋅ B'⋅N γ ⋅ s γ ⋅ d γ ⋅ i γ ⋅ b γ ⋅ g γ
2
In cui, si è indicato con:
sc, sq, sγ, i fattori di forma;
dc, dq, dγ, i fattori di profondità;
ic, iq, iγ, i fattori di inclinazione del carico;

N γ = ( N q − 1) ⋅ tg(1,4 ⋅ φ ) (Meyerhof, 1963)


N γ = 1,5 ⋅ ( N q − 1) ⋅ tgφ (Hansen, 1970)
N γ = 2 ⋅ ( N q + 1) ⋅ tgφ (Vesic, 1973)

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bc, bq, bγ, i fattori di inclinazione della base;


gc, gq, gγ, i fattori di inclinazione del piano campagna;
B’ la larghezza equivalente per carico eccentrico.
Fattori di forma e di profondità
L’equazione originale di Terzaghi è ottenuta con riferimento ad un striscia indefinita di
carico, in modo da poter considerare il problema piano. Le fondazioni reali hanno invece,
spesso, dimensioni in pianta confrontabili, e quindi la capacità portante è influenzata dagli
effetti di bordo. Si può tener conto, in modo semi empirico, della tridimensionalità del
problema di capacità portante attraverso i fattori di forma, il cui valore può essere calcola-
to con le formule indicate in Tabella 15.1.

Tabella 15.1: Fattori di forma (Vesic, 1975)

Forma della fondazione sc sq sγ

B' N q B' B'


Rettangolare 1+ ⋅ 1+ ⋅ tan φ 1 − 0,4 ⋅
L' N c L' L'
Nq
Circolare o quadrata 1+ 1 + tan φ 0,6
Nc
I fattori sc ed sq, rispettivamente associati alla coesione e al sovraccarico latistante, sono
maggiori di 1 poiché anche il terreno alle estremità longitudinali della fondazione contri-
buisce alla capacità portante, mentre il fattore sγ, associato al peso proprio del terreno di
fondazione, è minore di 1 a causa del minore confinamento del terreno alle estremità.
Se si vuole mettere in conto anche la resistenza al taglio del terreno sopra il piano di fon-
dazione, ovvero considerare la superficie di scorrimento estesa fino al piano campagna
(segmento FG delle Figure 15.3 e 15.4), si possono utilizzare i fattori di profondità indica-
ti in Tabella 15.2. Tuttavia, poiché il terreno sovrastante il piano di fondazione è molto
spesso un terreno di riporto o comunque con caratteristiche meccaniche scadenti e inferio-
ri a quelle del terreno di fondazione, l’uso dei fattori di profondità deve essere fatto con
cautela.
Eccentricità e inclinazione del carico
Molto spesso le fondazioni superficiali devono sostenere carichi eccentrici e/o inclinati.
Per tenere conto della riduzione di capacità portante dovuta all’eccentricità del carico si fa
l’ipotesi che la struttura di fondazione sia rigida e che il terreno di appoggio sia costituito
da elementi indipendenti (ovvero incapaci di trasmettere sforzi di taglio), a comportamen-
to elastico lineare-perfettamente plastico non resistente a trazione.
Si consideri dapprima il caso bidimensionale della fondazione nastriforme di larghezza B
con carico limite verticale eccentrico, Qlim. La sezione pressoinflessa, non resistente a tra-

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zione, completamente plasticizzata, ha asse neutro a distanza B’ = B – 2e dal bordo com-


presso dell’area di carico (Figura 15.6).
Il carico verticale limite eccentrico Qlim = qlim B’ risulta inferiore al carico verticale limite
centrato sia perché è inferiore la pressione limite qlim, che deve essere calcolata con l’Eq.
15.1 ma utilizzando la larghezza ridotta B’<B, sia e soprattutto perché è inferiore la lar-
ghezza della sezione reagente, B’.
Nel caso di fondazione a base rettangolare, di dimensioni BxL, con doppia eccentricità
del carico, eB ed eL, la sezione pressoinflessa, non resistente a trazione, completamente
plasticizzata ha asse neutro inclinato. La posizione dell’asse neutro può essere determina-
ta imponendo le equazioni di equilibrio alla traslazione e alla rotazione, ma per semplicità
e con scelta cautelativa si assume in genere che l’area reagente sia rettangolare di dimen-
sioni: B’ = B – 2eB e L’ = L – 2eL (Figura 15.7).
eB

B
Qlim B-2eB
e

L-2eL

eL
qlim L

B'=B-2e

B
Figura 15.6: Schema per il calcolo della capa- Figura 15.7: Schema per il calcolo della capa-
cità portante di fondazione nastriforme con ca- cità portante di fondazione rettangolare con
rico eccentrico carico doppiamente eccentrico

Anche l’inclinazione del carico riduce la resistenza a rottura di una fondazione superficia-
le. A seconda del rapporto fra le componenti, orizzontale H e verticale V, del carico la
rottura può avvenire per slittamento o per compressione.
Le equazioni empiriche per fattori di inclinazione del carico ritenute più affidabili sono
indicate in Tabella 15.3.
Si osservi che data una fondazione con carico inclinato si può definire un dominio di rot-
tura nel piano H-V (Figura 15.8), e pervenire al collasso per differenti moltiplicatori del
carico. A titolo di esempio, con riferimento al grafico di Figura 15.8, se le coordinate del
punto P rappresentano i valori di esercizio delle componenti orizzontale e verticale della

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forza agente, la rottura può


80 aversi per incremento di H a
V costante (P-A), per incre-
B mento di V a H costante (P-
B), per decremento di V a H
60 C costante (P-B’), per incremen-
to della forza risultante a in-
clinazione costante (P-C), o
V (MN)

per qualunque altra coppia di


40
incrementi di H e V che con-
duca sul dominio di rottura. Il
A
P punto B rappresenta una con-
20
dizione di carico limite per
compressione, mentre il punto
B’ rappresenta una condizione
di carico limite per slittamen-
0 B' to.
0 2 4 6 8 10 12
H (MN)

Figura 15.8: Esempio di dominio di rottura di una fondazione


superficiale

Inclinazione della base e del piano campagna


Se la struttura trasmette carichi perma-
ω nenti sensibilmente inclinati può essere
talvolta conveniente realizzare il piano
di posa della fondazione con un’incli-
Q
nazione ε rispetto all’orizzontale (Figu-
ra 15.9). In tal caso la capacità portante
ε nella direzione ortogonale al piano di
posa può essere valutata utilizzando i
fattori di inclinazione del piano di posa
B indicati in Tabella 15.4.
Se il piano campagna è inclinato di un
angolo ω rispetto all’orizzonta-le (Fi-
Figura 15.9: Piano di posa e/o piano di campa- gura 15.9), la capacità portante può es-
gna inclinato sere valutata utilizzando i fattori di in-
clinazione del piano di campagna indi-
cati in Tabella 15.5.

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Tabella 15.2: Fattori di profondità (Vesic, 1975)

Valore di
dc dq dγ
φ
φ=0 D D
≤1 1 + 0,4 ⋅
argilla sa- B' B'
tura in 1 1
condizioni D D
non dre- >1 1 + 0,4 ⋅ arctan 
nate B'  B' 

1 + 2 ⋅ tan φ ⋅ (1 − senφ) ⋅
φ>0 D D
≤1
2

sabbia e 1− dq B' B'


argilla in dq − 1
N c ⋅ tan φ D
> 1 1 + 2 ⋅ tan φ ⋅ (1 − senφ) ⋅ arctan 
condizioni D 2
drenate B'  B' 

Tabella 15.3: Fattori di inclinazione del carico (Vesic, 1975)

Terreno ic iq iγ
φ=0 m⋅H
1−
argilla satura in B'⋅L ⋅ c u ⋅ N c 1 1
condizioni non
drenate
c > 0, φ > 0 1 − iq  H 
m +1
 H 
m +1

iq − 1 −  1 − 
argilla in condi- N c ⋅ tan φ  V + B'⋅L '⋅c '⋅ cot g φ'   V + B'⋅L '⋅c '⋅ cot g φ' 
zioni drenate
m +1
 H
m
c=0  H 1 − 
- 1 − 
sabbia  V  V

m = m L ⋅ cos 2 ϑ B'
2+
L'
2+ θ è l’angolo fra la direzione del
mB = L' mL = B'
+ m B ⋅ sen ϑ 2
B' L'
carico proiettata sul piano di fon-
1+ 1+ dazione e la direzione di L
L' B'

Tabella 15.4: Fattori di inclinazione del piano di posa (ε < π/4) (Hansen, 1970)

bc bq bγ

1 − bq
bq −
N c ⋅ tan φ
(1 − ε ⋅ tan φ )2 (1 − ε ⋅ tan φ )2

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Tabella 15.5: Fattori di inclinazione del piano campagna (ω < π/4, ω < φ) (Hansen, 1970)

gc gq gγ

1 − gq gq
gq − (1 − tan ω)2 ⋅ cos ω
N c ⋅ tan φ cos ω

15.3 Scelta dei parametri di resistenza del terreno


Il calcolo della capacità portante deve essere effettuato nelle condizioni più critiche per la
stabilità del sistema di fondazione, valutando con particolare attenzione le possibili con-
dizioni di drenaggio. Tali condizioni dipendono com’è noto dal tipo di terreno e dalla ve-
locità di applicazione del carico.
Nel caso dei terreni a grana grossa (ghiaie e sabbie), caratterizzati da valori elevati della
permeabilità (k ≥ 10-5 m/s), l’applicazione di carichi statici 3 non genera sovrapressioni in-
terstiziali; pertanto, l’analisi è sempre condotta con riferimento alle condizioni drenate, in
termini di tensioni efficaci.
Nel caso di terreni a grana fine (limi e argille), a causa della loro bassa permeabilità, salvo
il caso di applicazione molto lenta del carico, si generano sovrapressioni interstiziali che
si dissipano lentamente nel tempo col procedere della consolidazione.
Pertanto per i terreni a grana fine è necessario distinguere un comportamento a breve ter-
mine, in condizioni non drenate, ed uno a lungo termine, in condizioni drenate. L’analisi
(a lungo termine) in condizioni drenate può essere effettuata in termini di tensioni effica-
ci. Tale tipo di approccio può essere impiegato anche nelle analisi (a breve termine) in
condizioni non drenate, ma per la sua applicazione è richiesta la conoscenza delle sovra-
pressioni interstiziali, ∆u, che si sviluppano durante la fase di carico. Poiché, di fatto, la
determinazione delle ∆u in sito è un problema estremamente complesso, l’analisi in con-
dizioni non drenate è generalmente effettuata, nelle applicazioni pratiche, in termini di
tensioni totali, con riferimento alla resistenza al taglio non drenata corrispondente alla
pressione di consolidazione precedente l’applicazione del carico.
Le condizioni non drenate sono generalmente le più sfavorevoli per la stabilità delle fon-
dazioni su terreni coesivi, poiché al termine del processo di consolidazione l’incremento
delle tensioni efficaci avrà prodotto un incremento della resistenza al taglio.
15.3.1 Analisi in termini di tensioni efficaci (condizioni drenate)
Nelle analisi di capacità portante in termini di tensioni efficaci, la resistenza del terreno è
definita mediante i parametri c’ e φ’ (il criterio di rottura è espresso nella forma τ = c’ +
σ’ tg φ’) e i vari termini e fattori della relazione generale (Eq. 15.5), devono essere calco-
lati con riferimento a questi parametri.

3
L’applicazione di carichi dinamici e ciclici può causare un accumulo significativo delle pressioni intersti-
ziali anche in terreni sabbiosi

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In presenza di falda si deve tener conto dell’azione dell’acqua, sia nella determinazione
del carico effettivamente trasmesso dalla fondazione al terreno sia nel calcolo della qlim.
In particolare, nel calcolo del carico trasmesso dalla fondazione al terreno deve essere
considerata la sottospinta dell’acqua agente sulla porzione di fondazione immersa, mentre
il carico limite deve essere valutato in termini di pressioni efficaci. In particolare, riferen-
dosi per semplicità alla relazione di Terzaghi, si ha:
1 '
q lim = ⋅ γ 2 ⋅ B ⋅ N γ + c' ⋅ Nc + q ' ⋅ Nq (Eq. 15.6)
2
dove q’ rappresenta il valore della pressione efficace agente alla profondità del piano di
posa della fondazione e γ '2 il peso di volume immerso del terreno presente sotto la fonda-
zione. Nel calcolo dei fattori di capacità portante viene utilizzato il valore di φ’ del terreno
presente sotto la fondazione.
Ipotizzando la presenza di falda in quiete, i casi possibili sono 4:
a) Il pelo libero della falda si trova a profondità maggiore di D+B.
In questo caso la presenza della falda può essere trascurata.
b) Il pelo libero della falda coincide con il piano di posa della fondazione (Figura 15.10a).
In questo caso q ' = γ 1 ⋅ D , essendo γ1 il peso di volume medio, umido o saturo, del ter-
reno al di sopra del piano di posa della fondazione.
c) Il pelo libero della falda si trova a quota a al di sopra del piano di posa della fondazio-
ne (Figura 15.10b).
In questo caso q ' = γ 1 ⋅ (D − a ) + γ 1' ⋅ a , essendo rispettivamente γ1 il peso di volume
medio umido o saturo e γ1' il peso di volume immerso del terreno al di sopra del piano
di posa della fondazione.
d) Il pelo libero della falda si trova a quota d<B sotto il piano di posa della fondazione
(Figura 15.10c).
In questo caso q ' = γ 1 ⋅ D , mentre il termine γ '2 ⋅ B diventa γ 2 ⋅ d + γ '2 ⋅ (B − d )

D D D
a
B B B d

B-d

a) b) c)
Figura 15.10: Influenza della posizione della falda sul calcolo della capacità portante

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Capitolo 15 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI

15.3.2 Analisi in termini di tensioni totali (condizioni non drenate)


Nelle analisi di capacità portante in termini di tensioni totali, la resistenza del terreno è
definita convenzionalmente mediante il parametro cu (criterio di rottura di Tresca espresso
nella forma τ = cu), che non rappresenta una caratteristica del materiale, ma un parametro
di comportamento. In questo caso, i fattori di capacità portante valgono: Nγ = 0, Nc =
5.14, Nq = 1 e il carico limite è dato quindi da:

q lim = 5,14 ⋅ c u ⋅ s c0 ⋅ d c0 ⋅ i c0 ⋅ b c0 ⋅ g c0 + q ⋅ g q0 (Eq. 15.7)


essendo q = γ1D la pressione totale agente sul piano di posa della fondazione, e avendo
indicato con il pedice 0 i fattori correttivi per φ = 0.
È opportuno evidenziare che per l’analisi in termini di tensioni totali, l’eventuale sotto-
spinta idrostatica dovuta alla presenza della falda non deve essere considerata.

15.3.3 Effetto della compressibilità del terreno di fondazione


Le soluzioni teoriche per la determinazione della capacità portante di fondazioni superfi-
ciali con il metodo all’equilibrio limite si riferiscono al meccanismo di rottura generale
(Figura 15.1), e assumono che il terreno non si deformi ma che i blocchi che identificano
il cinematismo di rottura (Figure 15.3 e 15.4) abbiano moto rigido. Quando tale ipotesi è
lontana dall’essere verificata, ovvero per terreni molto compressibili, argille molli e sab-
bie sciolte, il meccanismo di rottura è locale o per punzonamento. Un metodo approssi-
mato semplice, suggerito da Terzaghi, per tenere conto dell’effetto della compressibilità
del terreno di fondazione sulla capacità portante consiste nel ridurre di 1/3 i parametri di
resistenza al taglio, ovvero nell’assumere come dati di progetto i valori:
c*= 0,67 c e tanφ*= 0,67 tanφ
Per il calcolo della capacità portante di fondazioni superficiali su sabbie mediamente ad-
densate o sciolte (DR < 0,67) Vesic (1975) propose di utilizzare un valore di calcolo ridot-
to dell’angolo di resistenza al taglio, secondo l’equazione:
(
tanφ * = 0,67 + D R − 0,75 ⋅ D R ⋅ tan φ
2
) (Eq. 15.8)

15.4 Capacità portante di fondazioni su terreni stratificati


La determinazione della capacità portante di fondazioni su terreni stratificati è un proble-
ma di non facile soluzione, per il quale non esistono quindi trattazioni teoriche di sempli-
ce impiego.
Se l’importanza dell’opera non è tale da giustificare l’uso di metodi numerici avanzati
(per esempio metodi agli elementi finiti), si ricorre generalmente all’applicazione di
schemi e formule approssimate.

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Capitolo 15 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI

In presenza di terreni stratificati, se lo spessore misurato dal piano di fondazione dello


strato di terreno su cui appoggia la fondazione è maggiore di B, il terreno può considerar-
si omogeneo.
Nell’ipotesi che tale circostanza non sia verificata, i casi che possono presentarsi sono i
seguenti:
1. Fondazione su terreni dotati di sola coesione
1.1 strato superiore meno resistente di quello inferiore
1.2 strato superiore più resistente di quello inferiore
2. Fondazione su terreni dotati di attrito e coesione
2.1 strato superiore meno resistente di quello inferiore
2.2 strato superiore più resistente di quello inferiore
Generalmente nei casi 1.1 e 2.1 si ricorre, se possibile all’asportazione dello strato più su-
perficiale ed eventualmente ad una sua sostituzione con materiale compattato. Qualora ciò
non sia possibile, si può comunque calcolare cautelativamente la capacità portante assu-
mendo come parametri di resistenza quelli relativi allo strato più superficiale.
Nel caso 1.1, se lo strato superficiale è di spessore limitato si può mettere in conto anche
il contributo alla resistenza dovuto allo strato sottostante, utilizzando nell’espressione di
qlim per fondazioni nastriformi (qlim = cNc + γD) la seguente formula per Nc:
1.5 d1
N c,s = + 5.14 c r ≤ 5.14 (Eq. 15.9)
B
dove d1 rappresenta lo spessore dello strato più superficiale al di sotto del piano di fonda-
zione, B la larghezza della fondazione e cr = c2/c1, essendo c1 e c2, rispettivamente, il valo-
re della coesione dello strato più superficiale e di quello sottostante. Per 0.7 ≤ cr ≤ 1 il va-
lore di Nc,s deve essere ridotto del 10%.
Nel caso 1.2 la capacità portante di una fondazione nastriforme di larghezza B può essere
calcolata utilizzando lo schema di una fondazione ideale di larghezza B+d1 appoggiata
sullo strato inferiore (ipotizzando cioè che il carico si diffonda nello strato superiore di
spessore d1 con un rapporto 2:1).
Nel caso 2 si possono calcolare per la stratificazione un angolo di resistenza al taglio ed
una coesione equivalenti nel seguente modo:
− si determina la profondità H= 0.5 tan(π/4 + ϕ1/2)⋅B
con ϕ1 angolo di resistenza al taglio relativo allo strato superiore;

− se H > d1 si determina il valore di ϕ equivalente da utilizzare nel calcolo di qlim come:


d 1 ⋅ ϕ1 + (H − d 1 ) ⋅ ϕ 2
ϕ=
H

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con ϕ2 angolo di resistenza al taglio relativo allo strato inferiore;


− in modo analogo si ricava c equivalente.

15.5 Le verifiche di sicurezza delle fondazioni superficiali


Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC-08), come già detto, utilizzano il metodo
degli stati limite ed i coefficienti di sicurezza parziali da applicare rispettivamente alle
azioni o agli effetti delle azioni (A), alle caratteristiche dei materiali (M) e alle resistenze
(R).
Le NTC-08, al § 6.4.2 Fondazioni superficiali, nella versione aggiornata in corso di pub-
blicazione, recitano:
“La profondità del piano di posa della fondazione deve essere scelta e giustificata in re-
lazione alle caratteristiche e alle prestazioni della struttura in elevazione, alle caratteri-
stiche del sottosuolo e alle condizioni ambientali.
Il piano di fondazione deve essere situato sotto la coltre di terreno vegetale nonché sotto
lo strato interessato dal gelo e da significative variazioni stagionali del contenuto
d’acqua.
In situazioni nelle quali sono possibili fenomeni di erosione o di scalzamento da parte di
acque di scorrimento superficiale, le fondazioni devono essere poste a profondità tale da
non risentire di questi fenomeni o devono essere adeguatamente difese.
6.4.2.1 Verifiche agli stati limite ultimi (SLU)
Nelle verifiche di sicurezza devono essere presi in considerazione tutti i meccanismi di
stato limite ultimo, sia a breve sia a lungo termine.
Gli stati limite ultimi delle fondazioni superficiali si riferiscono allo sviluppo di meccani-
smi di collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiun-
gimento della resistenza degli elementi strutturali che compongono la fondazione stessa.
Nel caso di fondazioni posizionate su o in prossimità di pendii naturali o artificiali deve
essere effettuata la verifica anche con riferimento alle condizioni di stabilità globale del
pendio includendo nelle verifiche le azioni trasmesse dalle fondazioni.
Le verifiche devono essere effettuate almeno nei confronti dei seguenti stati limite accer-
tando che la condizione [6.2.1] 4 sia soddisfatta per ogni stato limite considerato:

4 ovvero Ed ≤ Rd dove Ed è il valore di progetto dell’azione o dell’effetto dell’azione:


 X kj   X kj 
E d = E  γ Fi ⋅ Fki ; ; a dl  = γ E ⋅ E  Fki ; ; a dl 
 γ Mj   γ Mj 
 ,   

Rd il valore di progetto della resistenza del sistema geotecnico:


1  X kj 
Rd = ⋅ R γ Fi ⋅ Fki ; ; a dl 
γR  γ Mj 
 , 

γFj i coefficienti parziali da applicare ai valori caratteristici delle azioni, γMj i coefficienti parziali da appli-
care ai valori caratteristici dei parametri geotecnici del terreno, γE il coefficiente parziale da applicare
all’effetto delle azioni, γR il coefficiente parziale da applicare al valore calcolato della resistenza e adj le
grandezze che definiscono la geometria del sistema geotecnico.

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- SLU di tipo geotecnico (GEO)


- collasso per carico limite dell’insieme fondazione-terreno
- collasso per scorrimento sul piano di posa
- stabilità globale
- SLU di tipo strutturale (STR)
- raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.
La verifica di stabilità globale deve essere effettuata, analogamente a quanto previsto nel
§ 6.8, secondo la Combinazione 2 (A2+M2+R2) dell’Approccio 1, tenendo conto dei
coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I e 6.2.II per le azioni e i parametri geo-
tecnici e nella Tab. 6.8.I per le resistenze globali.
Le rimanenti verifiche devono essere effettuate applicando la combinazione
(A1+M1+R3) di coefficienti parziali prevista dall’Approccio 2, tenendo conto dei valori
dei coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I, 6.2.II e 6.4.I.
Nelle verifiche nei confronti di SLU di tipo strutturale (STR), il coefficiente γR non deve
essere portato in conto.

Tabella 6.2.I – Coefficienti parziali perle azioni o per l’effetto delle azioni
Coefficiente
( A1 ) ( A2 )
CARICHI EFFETTO Parziale EQU
STR GEO
γF (o γE)
Favorevole 0,9 1,0 1,0
Permanenti γG1
Sfavorevole 1,1 1,3 1,0
Favorevole 0,0 0,0 0,0
Permanenti non strutturali γG2
Sfavorevole 1,5 1,5 1,3
Favorevole 0,0 0,0 0,0
Variabili γQi
Sfavorevole 1,5 1,5 1,3

Tabella 6.2.II – Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno


PARAMETRO GRANDEZZA ALLA QUALE COEFFICIENTE ( M1 ) ( M2 )
APPLICARE IL COEFFI- PARZIALE
CIENTE PARZIALE
Tangente dell’angolo di tan φ’k γφ’ 1,0 1,25
resistenza al taglio
Coesione efficace c’k γc’ 1,0 1,25

Resistenza non drenata cuk γcu 1,0 1,4

Peso dell’unità di volume γ γγ 1,0 1,0

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Tabella 6.8.I – Coefficienti parziali per le ve-


rifiche di sicurezza di opere di materiali
sciolti e di fronti di scavo
COEFFICIENTE R2

γR 1,1

Tabella 6.4.I – Coefficienti parziali γR per le verifiche agli stati limite ultimi di fondazioni superficiali
COEFFICIENTE
VERIFICA
PARZIALE R3

Carico limite γR = 2,3


Scorrimento γR = 1,1

6.4.2.2 Verifiche agli stati limite di esercizio (SLE)


Al fine di assicurare che le fondazioni risultino compatibili con i requisiti prestazionali
della struttura in elevazione (§§ 2.2.2 e 2.6.2), si deve verificare il rispetto della condi-
zione [6.2.7] 5., calcolando i valori degli spostamenti e delle distorsioni nelle combina-
zioni di carico per gli SLE specificate al §2.5.3, tenendo conto anche dell’effetto della du-
rata delle azioni.
Forma, dimensioni e rigidezza della struttura di fondazione devono essere stabilite nel
rispetto dei summenzionati requisiti prestazionali, tenendo presente che le verifiche agli
stati limite di esercizio possono risultare più restrittive di quelle agli stati limite ultimi.”

15.5.1 Esempi di verifiche geotecniche di fondazioni superficiali secondo le Norme Tec-


niche per le Costruzioni (NTC-08)
Esempio 1
Eseguire le verifiche allo Stato Limite Ultimo (SLU) di una fondazione superficiale qua-
drata in c.a. su argilla molle. (Per semplicità si trascura la presenza del pilastro che tra-
smette il carico alla fondazione).

Dati (il pedice k indica il valore caratteristico, il pedice d indica il valore di progetto):
Carico permanente verticale centrato trasmesso alla fondazione: Gk = 270 kN
Carico variabile verticale centrato trasmesso alla fondazione: Qk = 70 kN
Spessore della fondazione: s = 0.5 m
Lato della fondazione: B = 2.75 m
Profondità del piano di posa della fondazione: D = 1 m
Profondità della falda freatica da p.c.: Dw = 0 m
Peso specifico del c.a.: γca,k = 25 kN/m3

5
Ed ≤ Cd dove Ed è il valore di progetto dell’effetto delle azioni e Cd è il prescritto valore limite dell’effetto
delle azioni. Quest’ultimo deve essere stabilito in funzione del comportamento della struttura in elevazione.

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Peso specifico dell’acqua: γw,k = 10 kN/m3


Peso di volume del terreno: γk = 18 kN/m3
Angolo di resistenza al taglio del terreno: φ'k = 20°
Coesione del terreno: c'k = 4 kPa
Resistenza al taglio non drenata del terreno: cu,k = 30 kPa

Stato limite di collasso per carico limite dell'insieme fondazione – terreno (GEO)
Sono eseguite le verifiche allo SLU di tipo geotecnico (GEO) nei confronti del collasso per carico limite
dell'insieme fondazione-terreno, tenendo conto dei valori dei coefficienti parziali riportati nelle Tabelle
6.2.I, 6.2.II e 6.4.I.
La Normativa richiede che venga seguito l’Approccio 2 (A1+M1+R3)
Deve essere rispettata la condizione: Ed ≤ Rd ovvero Rd / Ed ≥ 1

a) in condizioni a breve termine, non drenate, il calcolo è eseguito in termini di tensioni totali
Valore di progetto dell’azione: Ed = Vd = γG (Gk + Gfond,k) + γQ Qk
γG = 1.3 (da Tabella 6.2.I colonna A1)
γQ = 1.5 (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Azione di progetto: Ed = 667.4 kN
Resistenza del sistema geotecnico: R = qlim,d x B2
Capacità portante totale di progetto: qlim,d = Nc0 cu,d sc0 + qd
Resistenza al taglio non drenata di progetto: cu,d = cu,k /γcu
γcu = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
cu,d = 30.0 kPa
Pressione totale latistante la fondazione di progetto: qd = (γk / γ ) D
γγ = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
qd = 18 kPa
qlim,d = Nc0 cu,d sc0 + qd = 203,1 kPa
Resistenza del sistema geotecnico: R = qlim,d x B2 = 1535.9 kN
Assumendo γR = 2.3 (da Tabella 6.4.I):
Resistenza di progetto del sistema geotecnico: Rd = R/γR = 667.8 kN
E d ≤ Rd 667.4 < 667.8 verifica soddisfatta
Rd / Ed = 1,001 Gk, Qk

b) in condizioni a lungo termine, drenate, il calcolo è eseguito in ter-


mini di tensioni efficaci
Valore di progetto dell’azione: Ed = γG (Gk + G'fond,k) + γQ Qk
D
γG = 1.3 (da Tabella 6.2.I colonna A1) s
γQ = 1.5 (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Azione di progetto: Ed = 569.1 kN BxB
Resistenza del sistema geotecnico: R = qlim,d x B2
Capacità portante efficace di progetto: qlim,d = c'd Nc sc + q'd Nq sq + 0.5 γ'd B Nγ sγ
Coesione efficace di progetto: c'd = c'k/γc'
γc' = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
c'd = 4.0 kPa
Tangente dell'angolo di resistenza al taglio caratteristico: tanφ'k =0.364
Tangente dell'angolo di resistenza al taglio di progetto: tanφ'd = tanφ'k / γφ∋
γφ' = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
tanφ'd = 0,364
Angolo di resistenza al taglio di progetto: φ'd = 0.349 rad = 20°
Peso di volume immerso del terreno di progetto: γ'd = γ'k / γγ
γγ = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
γ'd = 8 kN/m3

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Fattori di capacità portante: Fattori di forma:


Nc = 14,835 sc = 1.431
Nq = 6,399 sq = 1.364
Nγ = 3,930 sγ = 0.6
Pressione efficace latistante di progetto: q'd = γ'd D = 8 kPa
qlim,d = c'd Nc sc + q'd Nq sq + 0.5 γ'd B Nγ sγ = 180.7 kPa
Resistenza del sistema geotecnico: R = qlim,d x B2 = 1366.6 kN
Assumendo γR = 2.3 (da Tabella 6.4.I)
Resistenza di progetto del sistema geotecnico: Rd = R / γR = 594.2 kN
E d ≤ Rd 569.1 < 594.2 verifica soddisfatta
Rd / Ed = 1.044 (fattore di sicurezza globale)

Verifiche allo Stato Limite di Esercizio (SLE)


La Normativa italiana (NTC) impone di calcolare gli spostamenti e le distorsioni per verificarne la compati-
bilità con i requisiti prestazionali della struttura in elevazione nel rispetto della condizione Ed ≤ Cd, in cui Cd
è il prescritto valore limite dell'effetto delle azioni, da stabilire in funzione del comportamento della struttu-
ra in elevazione.
Secondo l'eurocodice EC7 il calcolo dei cedimenti deve essere eseguito assumendo coefficienti parziali per
le azioni pari a 1 e i valori caratteristici dei parametri di deformazione sia in condizioni non drenate che in
condizioni drenate.
Esempio 2
Qhk Eseguire le verifiche allo Stato Limite Ultimo (SLU) della
fondazione superficiale a base quadrata di una struttura alta,
leggera e soggetta a significative azioni orizzontali acciden-
tali schematizzata in Figura.
Dati (il pedice k indica il valore caratteristico, il pedice d
indica il valore di progetto):
Carico permanente verticale centrato trasmesso alla fonda-
zione: Gvk = 600 kN
h Carico accidentale orizzontale trasmesso alla fondazione:
Qhk = 300 kN
Gvk Quota di applicazione del carico orizzontale: h = 10 m
Spessore della fondazione: s = 2 m
Lato della fondazione: B = 6 m
Profondità del piano di posa della fondazione: D = 2 m
Falda freatica assente
Peso specifico del c.a.: γca,k = 24.5 kN/m3
Terreno di fondazione costituito da sabbia e ghiaia di media
D
densità
Peso di volume del terreno: γk = 20 kN/m3
BxB Angolo di resistenza al taglio: φ'k = 35°
Coesione del terreno: c'k = 0 kPa
Angolo d'attrito fondazione terreno: δk = 0.75 φ'k = 26.25°

Si calcola il carico permanente verticale centrato trasmesso dalla fondazione al terreno: Gfond,k = γca,k
DxBxB = 1764.00 kN

Verifiche allo Stato Limite Ultimo (SLU)

Verifica allo stato limite di ribaltamento (GEO)


Ai fini della verifica al ribaltamento le azioni verticali sono favorevoli e le azioni orizzontali sfavorevoli
Assumendo γG1 = 1.0 (a Tabella 6.2.I colonna A1), la risultante delle azioni verticali di progetto è:
Vd = γG1 (Gv,k + Gfond,k ) = 2364.00 kN

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Capitolo 15 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI

Assumendo γQ = 1.5 (da Tabella 6.2.I colonna A1), la risultante delle azioni orizzontali di progetto vale :
Hd = γQ Qh,k = 450 kN
Il momento stabilizzante vale: -Vd B/2 = -7092.00 kN m
Il momento instabilizzante vale : Hd (h + D) = 5400 kN m
Al momento stabilizzante, si applica il coefficiente di sicurezza parziale di riduzione previsto per la resi-
stenza γR :
γR = 1.15 (da Tabella 6.5.I)
Il valore di progetto dell’azione vale dunque:
Ed = 5400 – 7092.00/1.15 = - 796.66 kN m ≤ Rd = 0 verifica soddisfatta
(essendo in questo tipo di verifica Rd = 0).

Verifiche allo stato limite per scorrimento sul piano di posa (GEO)
Risultante delle azioni di progetto orizzontali:
Hd = 450 kN
Risultante delle azioni di progetto verticali:
Vd = 2364.00 kN
Azione di progetto: Ed = Hd = 450.00 kN
Il coefficiente d'attrito di progetto è tanδd = tanδk / γφ' , dove:
γφ' = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
tanδd = 0.493
Il coefficiente parziale da applicare alla resistenza allo scorrimento è:
γR = 1.1 (da Tabella 6.5.I)
La resistenza di progetto vale : Rd = (1/γR) x (Vd) tanδd' = 1059.50 kN
Rd > E d verifica soddisfatta
Rd/Ed = 2.35 (fattore di sicurezza globale)

Verifiche allo stato limite ultimo (SLU) di collasso per carico limite dell'insieme fondazione-terreno (GEO)
Risultante delle azioni di progetto orizzontali:
Hd = 450 kN
Risultante delle azioni di progetto verticali:
Vd = 2364.00 kN
Il momento risultante della azioni, sempre rispetto al punto O, calcolato assumendo positivi i momenti che
danno origine ad una rotazione antioraria, è quello calcolato nella verifica allo stato limite di ribaltamento:
M = 5400.00 – 7092.00 = - 2492.00 kN m:
ed il relativo braccio, rispetto ad O, risulta:
xM= |M|/V = 2492 /2364 = 1.05 m
da cui si ricava l’eccentricità del carico:
e=B/2 - xM = 1.95 m
Larghezza equivalente di progetto: B'd = B - 2ed = 2.10 m
Area equivalente di progetto: A'd = B x B'd = 12.60 m2
Valore di progetto dell'angolo di resistenza al taglio: tanφ'd = tanφ'k / γφ'
γφ' = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
tanφ'd = 0,700 φ'd = 0.611 rad = 35.00°
Pressione latistante la fondazione: q = γD = 40.00 kPa
Capacità portante di progetto: qlim,d = c' Nc sc dc ic bc gc + q Nq sq dq iq bq gq + 0.5 γ B' Nγ sγ dγ iγ bγ gγ
per φ' = φ'd = 35,00° = 0,611rad:
Fattori di capacità portante: Nc = 46.124 Nq = 33.296 Nγ = 45.228
Fattori di forma: sc = 1.722 sq = 1.700 sγ = 0.600
Fattori di profondità: dc = 1.250 dq = 1.243 dγ = 1.000
Fattori di inclinazione: ic = 0 iq = 0.767 θ = 0° iγ =0.621
m = mL = 1.259
Fattori di inclinazione del piano di posa = 1
Fattori di inclinazione del piano campagna = 1

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Capitolo 15 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI

Capacità portante: qlim,d = 2158.58 + 353.89 kPa =2512.47 kPa


R = A'd qlim,d = 31657.13 kN
Il coefficiente parziale da applicare alla capacità portante della fondazione è:
γR = 1.4 (da Tabella 6.5.I)
Il valore di progetto della resistenza: Rd = R/γR = 22612.24 kN
Il valore di progetto dell’azione è : Ed = Vd = 2364.00 kN
E d ≤ Rd 2364.00 < 22612.24 verifica soddisfatta
Rd / Ed = 9.57 (fattore di sicurezza globale)

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