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Padova, 14 dicembre 2017

DIFESA DALLE ALLUVIONI


NEL VENETO
Realizzazioni e ipotesi

Luigi D’Alpaos
La grande alluvione

Il 4 - 5 Novembre 1966 si abbatté sui principali


fiumi del Veneto la massima piena storicamente
conosciuta, causando danni e non poche vittime
e ponendo in primo piano le questioni della
sicurezza idraulica
I caratteri della grande
alluvione

50

PADOVA
I caratteri della grande alluvione

Distribuzione nel tempo delle intensità di precipitazione


Capacità di portata massima dei corsi di pianura dei principali
fiumi veneti (in rosso) e portate al colmo della piena del 4-5
novembre 1966 (in blu):

Tagliamento a Pinzano 5.000 m3/s 1.600 m3/s

Livenza a Motta 1.500 m3/s 1.200 m3/s

Piave a Nervesa 4.850 m3/s 1.600 m3/s

Brenta a Bassano 2.700 m3/s 1.600 m3/s

Bacchiglione a Padova 650 m3/s 500 m3/s

Adige a Trento 2.300 m3/s


LA COMMISSIONE
DIMENTICATA
ci si intende riferire alla famosa
Commissione De Marchi
Insediata subito
dopo l’alluvione

La Commissione consegnò la
propria Relazione Generale
nel marzo 1970
Gli Atti della Commissione,
invece,
furono
pubblicati nel 1974
Alcune importanti conclusioni della Commissione
De Marchi con riferimento alla difesa dalle piene
Improponibilità di interventi rivolti ad adeguare l
a capacità di portata degli alvei in pianura alle
massime portate probabili in arrivo da monte
Necessità di intraprendere una diversa politica nella
difesa dalle piene mediante trattenuta temporanea dei
colmi di piena entro invasi appositamente predisposti
Improponibilità di utilizzare per la laminazione delle
piene i volumi degli invasi elettro-irrigui esistenti,
a causa, in generale, delle modeste dimensioni dei loro
scarichi di fondo rispetto a una tale funzione e delle
difficoltà di conciliare criteri di esercizio di strutture
Concepite per soddisfare a obiettivi opposti
Progressivo potenziamento degli argini della rete idraulica del
fiume Gorzone avvenuta negli ultimi due secol

1905
1846

1919

1838

1907

1898
1846

1926
1826
Il fiume Guà in piena a
Lonigo
maggio 1926
Dopo questa piena la decisione
del Magistrato alle Acque di
cambiare indirizzo nella difesa
dalle piene, procedendo alla
realizzazione di invasi per la
trattenuta temporanea dei
colmi
Gli invasi ad esclusivo uso di piena realizzati sull’Agno-Guà dal
Magistrato alle Acque dopo le piene di inizio secolo XX

Il bacino di Montebello Vicentino (1927)


Invaso 5 106 m3

Bacino dell’Anconetta
a lato de Gorzone
Gli scarichi del serbatoio di Montebello Vicentino
Gli invasi
proposti
dalla
Commissione
De Marchi
destinati alla
funzione
esclusiva di
difesa dalle
piene
L’ASCESA DEI COMITATI "NO-SERBATOI"
A partire dai primi anni Ottanta incominciò a farsi sentire
l’opposizione alla realizzazione degli invasi anti piena
Quali le cause dei problemi
di sicurezza idraulica?

Tutta la pianura veneta è esposta ai pericoli


di allagamento da parte:
della “rete idrografica principale”, che nelle sue parti
A. terminali risulta sottodimensionata rispetto alle portate
delle massime piene

della “rete idrografica minore”, che interessano con


B. sempre maggiore frequenza molti centri abitati e molte
aree produttive
I problemi di difesa idraulica
riconducibili alla rete idrografica principale
sono stati determinati da scelte operate in
un passato anche molto lontano,
senza porre attenzione alle condizioni
generali dei sistemi sui quali si interveniva e
alle conseguenze "collaterali" che ne
sarebbero potute derivare
La costruzione del grande diversivo per lo spostamento in
laguna a Conche della foce del Brenta Bacchiglione (1507)
Lo spostamento in mare a Brondolo, all’esterno della laguna,
della foce del Brenta Bacchiglione (1553)
Sfioratore Borrida

La costruzione dell’argine
in sinistra Meduna (1916) e la
chiusura dello sfioratore Borrida (1935)
I problemi di difesa idraulica
riconducibili alla rete idrografica minore
sono di origine relativamente recente e sono
stati determinati da scelte discutibili
nell’occupazione del territorio e da una
Pianificazione territoriale "allegra", che
non ha tenuto nel dovuto conto la realtà
idrografica e idrologica
INIZIALMENTE
SUCCESSIVAMENTE
7 Novembre 2005 – Allagamenti in Comune di Camposampiero
Di fronte a queste situazioni, sempre più
frequenti, si tende a invocare:
i cambiamenti climatici,
l’effetto serra,
la produzione di CO2 da parte dell’uomo

e….. altro ancora

Secondo alcuni, saremmo, dunque,


sempre e comunque vittime del destino.
Mai, ma proprio mai,
dei nostri comportamenti
MODIFICAZIONE DEI PROCESSI
DI TRASFORMAZIONE
DEGLI AFFLUSSI METEORICI IN DEFLUSSI
Risposta di un bacino idrografico a una successione di
impulsi di precipitazione
L’adozione di una politica di urbanizzazione del
territorio, poco rispettosa della realtà idrografica, ha
contribuito ad accrescere il RISCHIO IDRAULICO
connesso alla rete idraulica minore
La zona industriale di Padova
a cavallo del Piovego

Can. Piovego
La zona industriale di S. Agostino-Vicenza
in adiacenza al Retrone
E così discutendo, discorrendo, litigando…… arrivò la
piena del novembre 2010

mm

Le piogge cadute
sul Veneto
in rapporto a
quelle cadute nel
novembre 1966
Distribuzione nel tempo delle intensità di precipitazione che
hanno generato la piena del novembre 2010
Piena dell’1-2 novembre 2010
Mappa degli allagamenti fra Vicenza e Padova
Piena dell’1-2 novembre 2010
Mappa degli allagamenti
nel Veronese

Fonte: Ing. Anti


Questi accadimenti hanno evidenziato la necessità
che la politica ridesse la centralità perduta ai
problemi della sicurezza idraulica del territorio
Sulla base di quali criteri?
Realizzando nei bacini dei nostri fiumi volumi di
invaso per la trattenuta temporanea dei colmi delle
massime piene prevedibili, in grado di ridurre le
portate massime a valori compatibili con la
capacità di portata degli alvei in pianura
Non possono valere le regole sostenute dai più
disparati "COMITATINI":
nessun serbatoio
solo casse di espansione
Non valgono nemmeno le regole partorite a Bruxelles
della IDRAULICA DEMOCRATICA che prevedono:
sacrifici distribuiti sul territorio
soluzioni concertate e condivise

Per chi governa è il tempo delle decisioni, prese non


contando i voti persi o guadagnati operando una scelta
piuttosto che un’altra, ma appoggiandosi a valutazioni
tecniche supportate dai metodi della scienza e della
migliore ingegneria
Non ci si deve sottrarre al confronto tecnico, che richiede
in ogni caso di contrapporre alle soluzioni che si
intendono osteggiare, soluzioni alternative sostenute non
dalle chiacchiere o dagli aneddoti, ma da verifiche
oggettive, che chiunque può replicare
Considerato che il tempo necessario per la realizzazione
di tutte le opere previste sarà di almeno una trentina
d’anni, è giunto il tempo di affidarsi a un diverso modo di
concepire la Pianificazione territoriale
La realtà idraulica del territorio non è più un
"accidente" sul quale sorvolare, ma un fattore da
rispettare, anzi condizionante il suo uso
Ai tecnici il compito di predisporre strumenti di analisi e
di valutazione che permettano non soltanto di analizzare
il comportamento della rete idraulica, ma anche il
comportamento del territorio idraulico nel suo insieme,
tenendo conto della presenza di strutture, ostacoli e opere
di regolazione essendo concreta la possibilità che il
territorio stesso sia interessato dalla propagazione di
onde di sommersione
Funzionamento idraulico di un invaso
ad uso di piena

luci regolabili
luci fisse sotto battente

Eq. dei serbatoi


dV
= Qe - Qu
Q2max dt
dV
QLIM

Q1max Qe = Qu
dt = 0
Individuazione dell’idrogramma della piena critica per
il funzionamento di un serbatoio

Q Regolazione
con scarichi a luci
regolabili

t
Idrogrammi di piena sintetici generati partendo da precipitazioni
con diverso tempo di ritorno e diversa durata

Tr =10 anni Tr =50 anni

Nervesa Nervesa

Tr =100 anni
Tr =200 anni
Configurazione degli scarichi di un serbatoio di piena
Soluzione con scarichi a luci fisse
Disposizione in linea di un invaso ad uso di piena
Disposizione in derivazione di un invaso ad uso di piena
Disposizione in linea e in derivazione di invasi
ad uso di piena
In attesa della realizzazione delle opere di difesa dagli
allagamenti, è gioco forza adattarsi e imparare a convivere
con le alluvioni

Diventa indispensabile una diversa politica di utilizzazione


del territorio, attuando una di Pianificazione territoriale
che ridia la dovuta centralità alle questioni della difesa
idraulica

La realtà idraulica deve diventare un fattore determinante


nelle scelte per individuare su quali parti di territorio
potersi insediare, su quali parti lasciare alla eventuale
espansione delle acque, con quali modalità procedere
nell’inserimento delle grandi infrastrutture trasportistiche
e non
Per queste finalità diventa indispensabile poter disporre di
modelli di calcolo che siano in grado di simulare il
comportamento idraulico di un territorio,
rappresentandone al meglio le caratteristiche morfologiche
e la presenza di strutture che possono condizionare non
soltanto la propagazione delle piene nel reticolo idrografico
principale e minore, ma anche la diffusione sul territorio di
eventuali onde di sommersione che si dovessero generare

Si tratta di strumenti da utilizzare sia in fase di simulazione


e confronto fra soluzioni diverse,
sia per la gestione delle emergenze, sia infine per la
previsione degli eventi estremi partendo dalle previsioni
meteorologiche, passando attraverso la generazione
sintetica delle piene e quindi la loro propagazione
Adattamento delle equazioni di De Saint Venant che descrivono la
propagazione bidimensionale delle onde lunghe in acque basse:

∂h 1 du qx q τ v
+ + 2 10 / 3 − wx − Rex − f = 0 h: livello idrometrico;
∂x g dt K s H γY g Y: volume d’acqua per unità di superficie ;
H: profondità d’acqua equivalente;
∂h 1 dv qy q τ wy u U=(u, v): velocità mediata in fase;
+ + 2 10 / 3 − − Re y + f = 0
∂y g dt K s H γY g q=(qx, qy): velocità mediata in fase integrata sulla verticale;
Ks: coefficiente di scabrezza secondo Strickler;
∂h ∂q x ∂q y Re: termini di Reynolds;
η + + =0 f=2ωsenϕ : parametro di Coriolis
∂t ∂x ∂y η: porzione di area bagnata per unità di superficie.

Ipotesi:
- distribuzione idrostatica delle pressioni;
- distribuzione uniforme delle velocità sulla verticale;
- fondo inerodibile.

H e η permettono di considerare le irregolarità del terreno ad una scala


inferiore di quella delle singole maglie e di risolvere in maniera efficace il
problema della transizione asciutto-bagnato
RETICOLO DI
CALCOLO
ASPETTI RILEVANTI: Transizione asciutto- bagnato:

Introduzione di un modello di sottogriglia di tipo concettuale ma fisicamente


basato per tener conto dei fenomeni con lunghezza-scala caratteristica
inferiore alle dimensioni del reticolo di calcolo

Ylim = ampiezza massima delle


irregolarità del terreno;
η = frazione di dominio allagato
H = volume d’acqua per unità di
superficie
ASPETTI RILEVANTI: Accoppiamento di elementi uni- dimensionali
e bi- dimensionali:
TRONCHI SPECIALI: soglie e traverse

• Si considera una “traversa alta” in cui si trascurano i carichi cinetici a monte e a valle

• se H1 < Hsf e H2 < Hsf a1 = α ; a2 = 0; a3 = 0

Il funzionamento è regolato dal confronto tra le energie della corrente a


monte e a valle della traversa. Se l'energia di valle è superiore all'energia
minima per superare l'ostacolo allora l'efflusso sarà rigurgitato altrimenti si
ha efflusso libero.

B = larghezza soglia
Q = C q ⋅ B ⋅ 2 g ( H 1 − H sf ) ⋅ ( H 1 − H sf )
Cq = coeff. di portata

Calcolata l’energia totale di monte E:

Q2
E = H2 + = H 2 + C q ( H 1 − H sf )
2

2 g ⋅ B ⋅ ( H 1 − H sf )
2 2

2 g ⋅ B 2 ⋅ ( H 1 − H sf ) 2 Efflusso
• se H1 < E posto α=
Q Rigurgitato

H1 − Q / α = H 2 a1 = α ; a 2 = −α ; a3 = 0

Efflusso
• se H1 > E posto α = C q ⋅ B ⋅ 2 g ⋅ ( H 1 − H sf )
Libero

Q = α ⋅ ( H 1 − H sf ) a1 = α ; a 2 = 0; a 3 = −α ⋅ H sf
TRONCHI SPECIALI: paratoie

(a) Efflusso libero:


C qL = cc (1 + a cc / y m )
−1 / 2
q L = C qL a 2 g y m con

(b) Efflusso rigurgitato:


−1 / 2
 a  a 1  1 a2 
q R = C qR a 2 g ( y m − y v ) con C qR = 2  −  + 2 − 2 
y
 v vy c c  cc ym 

se introduciamo

y' v = max{y v , a}

si ha che

q = min{q R , q L }
TRONCHI SPECIALI: idrovora
• Sono trattate dal modello come condizioni al contorno interne descritte nel file della
simulazione. Si attivano automaticamente, quando i livelli idrometrici locali superano
le quote di attacco previste per le pompe e si disattivano, quando gli stessi livelli
scendono al di sotto delle quote di stacco (relativi al passo di calcolo precedente).
DATI

N1 = Nodo di monte (da cui viene sottratta la portata);


N2 = Nodo di valle (in cui viene immessa la portata sottratta da N1);
n° Pompe = numero di pompe che costituiscono l’impianto idrovoro;
Q Pompe = portata sollevata da ogni pompa;
hattacco, hstacco = quota di attacco e di stacco di ogni pompa

a1 = 0; a2 = 0; a3 = Qidr
ELEMENTI SPECIALI: maglie in pressione

• Le maglie in pressione sono utilizzate


per descrivere il comportamento delle
parti di dominio bidimensionale nelle
quali il moto avviene in pressione o
nelle quali la quota della superficie
libera può superare un valore limite
corrispondente al cielo di strutture
fisse, come è tipicamente il caso
dell’impalcato di un ponte.

Caratterizzate da un parametro addizionale, Hc che corrisponde alla quota del cielo, le equazioni
dinamiche vengono modificate solo quando il livello medio sulla maglia, h tende a superare Hc.
Caratterizzate da un parametro addizionale, Hc che corrisponde alla quota del cielo, le equazioni
dinamiche vengono modificate solo quando il livello medio sulla maglia, h tende a superare Hc.
Velocità medie:
qx qy
U= V=
H c − zb H c − zb

Dissipazione continua di energia J (essendo RH≅H/2 con H=Hc-zb)

τb  q 
J= = 2 4 / 3  2 10 / 3  q
gρ Y  kS H 
ELEMENTI SPECIALI: maglie pila
• La presenza in alveo (o fuori alveo) di ostacoli emergenti (e.g. PILE), determina una
resistenza addizionale al moto . Qualora il grado di raffinatezza della griglia di calcolo
non sia sufficiente a descrivere adeguatamente il campo di moto turbolento (scia
vorticosa) che si sviluppa nelle vicinanze dell’ostacolo, il modello prevede la possibilità
di introdurre una resistenza addizionale S corrispondente a quella offerta dall’ostacolo
stesso. [n.b. S può essere concentrata in una maglia o ripartita fra più maglie]

La resistenza S offerta dall’ostacolo, è ripartita


equamente tra le np maglie interessate dall’ostacolo
stesso. Il contributo relativo a ciascuna è diviso per
la sua area ottenendo così uno sforzo tangenziale
addizionale τp che viene sommato τb al fondo

S
τp =
n p Ae

S = ρ C D (d p Y ) 2
q2
2Y
Il coefficiente di resistenza CD dipende
sostanzialmente dalla geometria dell’ostacolo e, per
le forme più semplici, può essere reperito nella
letteratura tecnico-manualistica (e.g. Yarnell).
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
UN ESEMPIO DI COSTRUZIONE DELLO SCHEMA DI CALCOLO

45977
MAGLIE TRIANGOLARI
BIDIMENSIONALI
(TERRITORIO)

1471
CANALI
UNIDIMENSIONALI (RETE
IDROGRAFICA E
FOGNATURA)

203
TRONCHI SPECIALI
UNIDIMENSIONALI
(ARGINATURE, SCARICHI,
SALTI DI FONDO, ECC.)

94
NODI CON IMMISSIONE DI
PORTATA
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
ALTIMETRIA DELL’AREA INDAGATA

45977
MAGLIE TRIANGOLARI
BIDIMENSIONALI
(TERRITORIO)

1471
CANALI
UNIDIMENSIONALI (RETE
IDROGRAFICA E
FOGNATURA)

203
TRONCHI SPECIALI
UNIDIMENSIONALI
(ARGINATURE, SCARICHI,
SALTI DI FONDO, ECC.)

94
NODI CON IMMISSIONE DI
PORTATA
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
ALTEZZE D’ACQUA MASSIME: evento di piena Tr=25 anni e tp=24 ore
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
PARTICOLARE DELLE ALTEZZE D’ACQUA MASSIME

Evento
di
piena
Tr=25
anni e
tp=24
ore
PIAZZA
ROMA

RIO SPINOSO
MONTE
ALTO
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
ALTEZZE D’ACQUA MASSIME: evento di piena Tr=25 anni e tp=24 ore
SENZA DIVERSIVO DELLO SCOLO CON DIVERSIVO DELLO SCOLO
RIALTO NEL RIO SPINOSO RIALTO NEL RIO SPINOSO
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
ALTEZZE D’ACQUA MASSIME: evento di piena Tr=100 anni e tp=24 ore
MODELLO IDRODINAMICO UNI-BIDIMENSIONALE
ALTEZZE D’ACQUA MASSIME: eventi di piena Tr=25 e 100 anni
tp=24 ore
Tr=25 anni Tr=100 anni
A sette anni di distanza dall’ultimo evento
alluvionale che ha colpito il Veneto, in
quale misura sono state ridotte, se sono
state ridotte, le condizioni di sofferenza
idraulica del nostro territorio?
CassaCassa
di espansione
di espansione
di
Caldogno (~ 3.8 106 m3)
Problemi derivanti
da insufficienze idrauliche
della rete idrografica minore
La cassa di espansione di
Viale Diaz sul Bacchiglione
(Invaso ~ 1.2 106 m3)
Sugli umori nefasti della politica
che non conosce i problemi della
difesa idraulica, eppure pretende
di palarne e di prendere posizione
Tratto terminale del Tagliamento e nodo di Cesarolo

Cesarolo

Laguna di Grado

Lignano

Bibion
Laguna di e
Baselegh
e

Mare Adriatico
Reticolo di calcolo del modello
idrodinamico bidimensionale del
tratto terminale del Tagliamento
e dello scolmatore Cavrato
Simulazione degli allagamenti nel territorio compreso tra
Tagliamento e Cavrato per effetto della diversione della piena
di progetto (Q=4650 m3/s a Latisana)
Invaso di Pinzano:
95 106 m3 a quota 155 m s.m.
L’invaso di Colle
La cassa di espansione di Ciano sul Piave (~ 35 106 m3)
Carta geomorfologica del Piave
all’altezza delle Grave di Ciano
Ed ecco, come un fulmine, la presa di posizione di una sindachessa
COSA FARE
QUINDI
in quanto tecnici ?
Per incominciare….
Spezzare il cerchio magico della nostra vita pubblica

POLITICA

Finanza Tecnica
Quale futuro?
Il complesso degli interventi da realizzare per
migliorare le condizioni della sicurezza idraulica
richiederà per il loro compimento, come si è detto,
alcuni decenni, se ci sarà la volontà politica di andare
fino in fondo con le opere

E nel frattempo ?
Nel frattempo è giocoforza
IMPARARE A CONVIVERE CON
LE ALLUVIONI
Sarebbe un grave errore pensare
sia sufficiente rifugiarsi nel conclamato detto:
IO?... SPERIAMO CHE ME LA CAVO

GRAZIE
per la Vostra attenzione
GRAZIE
per la Vostra attenzione

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