Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
L’oro in soffitta
Release (v1.0) in Copyleft(BY-ND-NC)
chip
16/03/2018
✔ Note Legalesi.
➜ http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/
6502 & Terminetor Magnetico
Prefazione.
Otto racconti di Climate Fiction già pubblicati in altri ebook, sono stati scelti per
rielaborarli in un ReMiX, per proporre un nuovo testo, di CliFi cruento!.
Obiettivo del testo è solo quello di fornire un intreccio cruento, ansiogeno, che
appaia verosimile e plausibile, tanto da trascinare brutalmente il lettore,
nell’orrore dei campi di battaglia delle Guerre Puniche II, alternando storie con
un narratore esterno ad uno interno.
Chip65C02
Down in the waves
She screams again
Roar at the door
My mind can't take much more
I could never drown in
Il villaggio Hutu, era infatti uno dei pochi centri abitati che
aveva una distribuzione d’acqua potabile nelle povere case, tramite
una picco la rete di tubazioni interrate, irrorate con l’estrazione
dell’acqua dalla falda freatica, con pompe idrauliche alimentate da
batterie e pannelli solari. La savana secca era ancora molto
distante, a differenza del villaggio di Kumi, che era già stato
raggiunto dall’inesorabile preludio del deserto!.
Adenike era scalza, magra, dagli zigomi ossuti e con gli occhi
sporgenti, in un silenzioso dolore, con una dignità composta che le
arrossava gli occhi, custodiva gelosamente nel suo cuore, un
orrendo segreto, che non voleva e non poteva rivelare al piccolo
Kumi.
Kamau era il fratello più grande della famiglia, aveva 20 anni, nel
rito della partenza aveva sempre distolto lo sguardo, tenendolo
fisso altrove, per evitare d’incrociare gli occhi disperati del
fratellino. Adesso che la jeep gengiskana s’era dissolta in una
nuvola di polvere, Kamau cercò di sbirciare tra la polvere: in cuor
suo sperava di rivedere ancora una volta, la testolina nera e
riccio luta del picco lo Kumi.
La jeep era ormai lontana, Adenike con le mani ossute s’era
coperta il vo lto, piangeva in silenzio, con il coraggio e la dignità di
chi sapeva che probabilmente lei e la sua famiglia, sarebbe morta
nei prossimi 5 giorni. Piangeva di tristezza e gioia, perché il piccolo
Kumi era part ito e non l’avrebbe più rivisto; ma forse Kumi sarebbe
sopravvissuto e solo questo contava nel cuore di Adenike!.
Emefa la sorella diciottenne di Kumi piangeva in silenzio,
stringendo forte la mano di Lutalo, un altro fratello di Kumi, che
12
aveva 14 anni. Le lacrime scendevano copiose e silenziose sui volti
di Emefa e Lutalo, che fissavano il terreno arido e polveroso. I due
adolescenti piangevano perché avevano perso il loro fratellino
piccolo. I due piangevano, perché nella tribù erano considerati
adulti, quindi erano stati informati della battaglia per Assuan.
Emefa e Lutalo avrebbero voluto vivere, ma sapevano che sarebbe
stato assai difficile sopravvivere ai prossimi 5 giorni. Non c’era più
acqua potabile ai pozzi, l’unica cosa da fare era co mbattere gli
egiziani, per ottenere un futuro.
T0=2:10 da qualche parte al largo dell’isola di Malta.
Vidi che c’erano tanti pezzi in affioramento dei due battelli, erano in
fiamme, erano sparsi un po’ ovunque, c’erano morti e feriti che si
lamentavano e che galleggiavano, il mare era nero come la pece,
mentre grosse chiazze di carburante bruciavano illuminando la
scena.
Anche io avevo il tremito, provavo una forte nausea, non avevo mai
fatto la guerra, tantomeno m’ero arruo lato in marina, pensando di
vivere l’olocausto di un milite di fanteria!.
Alcuni degli altri nostri commilitoni che erano a bordo della terza
motovedetta s’erano pisciat i addosso, si buttavano acqua di mare
addosso con i secchi di plastica, per darsi una pulita. La loro
motovedetta era a tribordo della nostra ed era protetta dalla mia
imbarcazione, non s’erano accorti dei proiettili nemici che colpivano
il mio battello.
Azibu prese la pistola che era rotolata dalla mano del morto, che
ancora giaceva sul fondo delle scale in una pozza di sangue e che
nessuno aveva spostato. Era una glock17, camerava il 9mm una
munizione NATO, in Europa Ngozi ne avrebbe trovate molte di 21
queste munizioni. Era bene conservarla, l’arma avrebbe potuto fare
comodo. Questo fu il parere di Azibu, che mangiando una scatola di
tonno, dopo aver guardato la Glock17, la porse a Ngozi come
legittimo bene di saccheggio!.
T0+3h:15min da qualche parte nell’isola di Malta.
Ero a casa mia, dormivo di grosso, d’un tratto mi svegliai di
soprassalto perchè m’era sembrato di sentir suonare il telefono od il
cellulare. Mia moglie dormiva, così pure i due bambini. M’alzai e
ciabattai silenziosamente, svogliatamente, lentamente verso il
salotto, presi il mio cellulare ma aveva la batteria scarica.
In breve mia figlia racco lse le cose minime essenziali per il bambino
piccolo, sotto la supervisione di mia moglie. Io andai in cantina e
con un cartone voluminoso, lo riempii di scatolame, frutta
sciroppata, tonno, pane a cassetta confezionato, patatine, bottiglie
d’acqua, tutto quanto messo nervosamente alla rinfusa.
Il paesello vicino alla mia casa era in fiamme, così come parte della
boscaglia vicina. Un greve fumo nero, saliva lento nel cielo. Presto
sarebbe stata mattina, l’orario in cui di solito tutti si sarebbero
diretti per lavoro o per disperazione, verso la capitale, intasando
strade e svincoli!.
Salimmo tutti in auto, per fortuna avevo una station wagon, per cui
il fidanzato di mia figlia finì nel bagagliaio, perché non c’era altro
posto in auto; mentre le donne trovarono collocaz ione sul sedile
posteriore, tenendo in co llo il piccolo che ancora dormiva come un
sasso.
Poi Blue mi contattò alla radio, disse che lei avrebbe aperto un
fuoco di sbarramento sul fianco destro della mia spiaggia,
bloccando l’accesso al viottolo, ossia alla sua sinistra. Po i aggiunse
che io dovevo smetterla di preoccuparmi per Lei, perché Lei sapeva
badare a se stessa.
Botolo rispose che sarebbe corso alla mia posizione il più presto
possibile. Botolo era un simpatico ciccione, raccontava
divertentissime barzellette sconce, fagocitava autobotti di coca cola,
tanti quanti pacchetti di patat ine, che aveva sistemat icamente
nascosto nel suo sacco.
Il secondo mas virò sulla mia destra, forse pensò che erano stati i
colpi del mortaio di Bluelady a far fuori il primo mas!?.
Io ero steso a terra, iniz iai a sparare con piccole raffiche in modalità
burst con il mio M16A2, forse beccai con successo qualche
chartaginese sprovveduto che era a prua del mas, guardava la
costa con il suo binocolo. Lo so perché lo vidi cadere, come un
sacco di patate, sulla prua!.
Lei rideva come una scema, diceva che aveva sete, che le
tremavano le mani, poi si mise a piangere come una bambina,
disse che era felice, disse che era felice di sentirmi, era contenta
matta che quei bastardi se ne fossero andati!.
Io le dissi che ero cotto di Lei, ma lei non mi rispose, anzi buttò giù
la radio senza dirmi una parola!.
Poi discutemmo altri venti minuti tra di no i, sul perché dal comando
di Malta, le comunicazioni radio erano interrotte. Nessuno
rispondeva più alle nostre chiamate radio, ci sentivamo soli ed
abbandonati!.
-Io ho sparato alle barche, erano loro che non dovevano essere
sulle barche!- gli risposi, mentre cercando di non pensare a quello
che c’era in spiaggia, mi misi in spalla alcuni AK47 e relative mags,
tutte armi che apparivano ancora potenzialmente funzionanti.
T0+4h:45min da qualche parte nell’isola di Malta.
- PAPABEAR AD INCUDINE ZERO-TRE-DUE, CERCARE E DISTRUGGERE
DALLA ROTABILE A SUD TRUPPE NEMICHE. NUMEROSI SBARCHI
CHARTAGINESI ESEGUITI NELLA NOTTE, PROBABILI RASSEMBLAMENTI
NEMICI IN QUANTITÀ FORSE ESIGUA, PROCEDERE CON CAUTELA, OVER-
-Sì, Ok!, ma che cazzo vuol dire in quantità esigua? Puttana eva,
ma quanti saranno?- disse quello con gli occhiali, che per noi era
Quattr’Occhi, ed era il nostro infermiere e non l’avremmo mai
chiamato Doc per ovvie ragioni.
Ovulo era scuro in viso, calvo come un fungo, con una fronte alta e
spaziata, baffi all’inglese, era tarchiato e robusto, il più anziano del
gruppo, aveva tirato giù il vetro della jeep con M16A2+M203 rivolta
verso le colline.
-Siete tutti, proprio degli stronzi!- disse laconico M60 dal tetto,
dando un grosso calcio alla portiera interna di metallo dell’HUMVEE
con il suo scarpone, poi rise sarcastico, tirando a se la leva del
carrello dell’M60. No i del FireTeam lo chiamavamo M60, perché era
lui l’addetto alla mitragliatrice M60.
BUM!!
Oddio, era il sangue di Ovulo… é sì!, Dio Santo!, lui sì, che era
morto nell’esplosione!. Oddio!, non aveva più un braccio, ed il viso
era una mezza maschera di sangue, gli mancava pure mezzo volto.
Ossa e denti spuntavano arcigni, disegnando il volto di una specie 35
di mostro inerte, silente, con gli occhi sbarrati, un’espressione
irreale di dolore, stampata in quello che gli rimaneva nella povera
faccia di un amico!.
37