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Gesù nel tempio con i venditori e i cambiavalute

In occasione dell’approssimarsi della Santa Pasqua, si è tenuta nella Sala della chiesa di S. Giorgio
al Corso, promossa dal CIS della Calabria, la conversazione sul tema “Verso Pasqua, Gesù nel
tempio con i venditori e i cambiavalute”. Ha introdotto la conversazione Loreley Rosita Borruto,
presidente del Cis della Calabria che ha sottolineato come la Pasqua per i cristiani è il passaggio di
Cristo dalla morte alla risurrezione. Gesù morendo sulla croce vinse la morte e il terzo giorno
risuscitò diventando luce per tutti i popoli. Mons. Antonio Morabito, canonico del Capitolo
Metropolitano della Cattedrale dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria, Giudice del Tribunale
Ecclesiastico Interdiocesano della Calabria, ha esordito dicendo che Gesù recandosi a Gerusalemme
ed entrando nella sinagoga sferza i venditori di ogni oggetto ed essendo la società del tempo
preminentemente agricola, l'attenzione di Gesù si diresse verso coloro che procacciavano affari per
trattazione di animali di ogni specie. Inoltre c'era chi traeva molto profitto svolgendo la funzione di
cambiavalute. Da qui la famosa frase di Gesù ai mercanti <portate via queste cose e non fate della
casa del Padre mio luogo di mercato>. Fino a quel momento i giudei rimasero in silenzio e solo
dopo essi intervengono chiedendo a Gesù <Quale segno ci mostri per fare queste cose?> Gesù
rispondendo disse:< Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere>. Così dicendo Gesù
lascia intendere che esiste un rapporto di continuità tra il tempio di pietra e il suo corpo. Non si
tratta quindi del tempio materiale, ma della persona di Gesù, intesa come luogo in cui abita Dio. È
dunque Gesù il vero segno della presenza di Dio nel mondo. Nel concludere la conversazione
Mons. Morabito ha ricordato Papa Francesco che, in questi giorni, compie cinque anni di
Pontificato, eletto nel Conclave del 13 marzo 2013 ed uscito nella Loggia vaticana con le parole:
“Sono venuto dalla fine del mondo” per rinnovare la chiesa fin dalle sue radici, affinché diventi un
corpo vivo, animato dalla comunione fraterna, attento ad andare incontro all’altro e offrire
misericordia e pace.

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