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RELAZIONE FINALE DEL LABORATORIO DI PEDAGOGIA SPECIALE

MATALONE MARIKA
NUMERO DI MATRICOLA: 4461001339

Il progetto educativo-inclusivo: quanto incide sulla complessiva condizione socio-


relazionale e degli apprendimenti in un soggetto con bisogni educativi speciali?

Ogni alunno è portatore di una propria identità, di cultura e di esperienze affettive, emotive
e cognitive ma bisogna tener presente che all'interno di un contesto classe vi sono anche
alunni che presentano difficoltà di vario genere. Per tale motivo la scuola è chiamata a
rispondere in modo puntuale ai bisogni specifici di quegli alunni che richiedono attenzioni
particolari, ovvero gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), i quali vivono
situazioni di varia natura che li ostacolano nell'apprendimento.
I BES sono quindi soggetti che presentano difficoltà evolutiva in ambito apprenditivo e/o
educativo che consiste in un funzionamento problematico del soggetto e per cui sono a
rischio di marginalità.
l BES presentano le seguenti caratteristiche generali:
- reversibilità e temporaneità: molte situazioni che si configurano con BES non sono affatto
stabili, anzi sono soggette a forti mutamenti nel corso del tempo, a possibili miglioramenti.
- minor impatto stigmatizzante rispetto ad altre problematicità quali disabilità, dislessia,
disturbo da deficit attentivo con iperattività, disturbo specifico di apprendimento, ecc. -
dovrà partire dalla situazione complessiva di funzionamento educativo e apprenditivo del
soggetto, qualunque siano le cause che originano una difficoltà di funzionamento per
intervenire mediante percorsi di individualizzazione, personalizzazione, di
educazione/didattica speciale e di inclusione
La popolazione con BES necessità di interventi educativi differenziati per ottenere un
curriculo scolastico di pari opportunità.
La scuola si occupa anche di questa tipologia di alunni ed ha la responsabilità di garantire il
raggiungimento di mete più elevate possibili di educazione. L’obiettivo dell'istituzione
scolastica è infatti quello di garantire alle fasce di alunni più fragili una didattica che sia
personalizzata attraverso sostegno ed integrazione degli apprendimenti, fino alla
composizione di un piano educativo personalizzato.
Per garantire un piano di inclusione degli alunni con BES è stato redatto il PAI (Piano
annuale per l'inclusività), ovvero un documento che ne certifica la presenza e fornisce uno
strumento di riflessione per cogliere le esigenze di ognuno e superare eventuali difficoltà al
fine di ottenere un successo formativo.
Esso è uno strumento di progettazione che costituisce parte integrante del POF, il quale è
stato introdotto con legge ministeriale del 27 giugno 2013 e prevede la scelta di metodi e
strategie, cioè di variabili per realizzare un progetto che sia inclusivo.
La formulazione del PAI deve essere predisposto dal GLI (gruppo di lavoro per l'inclusione)
e deve essere approvato dal collegio dei docenti. Il PAI è deliberato dal Collegio dei docenti
e il dirigente scolastico ha il compito di individuare le figure strategiche che opereranno
all’interno del GLI , sia per l’individuazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, sia
per tutto quanto possa rivelarsi utile ed inclusivo per la scuola.
Il PAI allarga la cerchia dell’integrazione tradizionale, compiuta dalla singola istituzione
scolastica, verso un orizzonte più inclusivo partendo da un’analisi del grado di effettiva
inclusività della scuola.
Alla base del PAI, il concetto inclusivo da prediligere è quello di un'educazione per tutti ,
eliminando ogni automatismo tendente a raggruppare i soggetti con bisogni educativi
speciali entro uno specifico ambito poichè ciascuno ha il diritto e il bisogno di essere
incluso.
Il PAI conclude il lavoro svolto collegialmente da una scuola ogni anno scolastico e ne
determina il fondamento per il lavoro dell’anno successivo, motivo per cui deve essere
redatto entro il mese di giugno.
Nel Piano si riportano infatti i punti di forza e criticità degli interventi di inclusione operati
dalla scuola per poter formulare un'ipotesi di utilizzo delle risorse specifiche, istituzionali e
non, al fine di migliorare la capacità inclusiva.
Il PAI è considerato uno strumento atto alla realizzazione di un contesto educante in cui
poter soddisfare le esigenze di tutti gli alunni (con difficoltà e non) in modo da sviluppare
un processo di crescita e di partecipazione, far emergere punti di forza e di debolezza
rilevando le difficoltà e i disturbi presenti.
In base alle situazioni di disagio e alle effettive capacità degli studenti con bisogni educativi
speciali, viene elaborato un PDP, ovvero un piano didattico personalizzato o PEI (Piano
Educativo individualizzato) nel caso di alunni con disabilità.
Nel piano vengono individuati : gli obiettivi specifici d’apprendimento, le strategie e le
attività educativo/didattiche, le iniziative formative integrate tra istituzioni scolastiche e
realtà socio/assistenziali o educative territoriali, le modalità di verifica e valutazione.

Per ogni soggetto si dovrà provvedere a costruire un percorso finalizzato a:


• rispondere ai bisogni individuali
• verificare la crescita della persona e il successo delle azioni
• monitorare l'intero percorso scolastico
• favorire il successo della persona nel rispetto della propria individualità-identità.

Il Pei comprende dunque i progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione, integrati ed


equilibrati tra loro, correlati alle disabilità, alle difficoltà e alle potenzialità dello studente;
esso contempla anche forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche e
riassume le fasi fondamentali della conoscenza del minore e dell'intervento progettuale-
programmatico, muovendo dalla comprensione delle capacità per prevedere il successivo
percorso da intraprendere per la formazione del minore.

La logica complessiva è quella di lavorare per ottenere un miglioramento continuo del grado
di inclusitività mediante una riflessione approfondita e una progettazione funzionale alle
esigenze degli studenti.
Bisogna utilizzare una didattica che sia realmente inclusiva, centrata sui bisogni e sulle
risorse personali, che riesca a rendere ciascun alunno protagonista dell’apprendimento,
ovvero un attivo costruttore del proprio futuro, qualunque siano le sue capacità e i suoi
limiti. Per raggiungere tale fine la scuola si serve dunque di vari strumenti tra cui il Piano
annuale inclusivo considerato uno strumento per la progettazione dell' offerta formativa in
senso inclusivo, il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di
ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno
programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della
scuola e su obiettivi di miglioramento da perseguire negli ambiti dell’insegnamento
curricolare, dell'organizzazione delle classi, dei tempi , delle relazioni tra docenti, alunni e
famiglie.
E’ compito della scuola inclusiva, pertanto, destinare una particolare attenzione al processo
di orientamento , il quale implica la costruzione-realizzazione di un progetto di vita per utti
gli studenti che manifestano bisogni educativi speciali, progettando azioni specifiche ad
essi dedicate, in una logica di sviluppo e di continuità formativa funzionale.
Per fare ciò è necessario dotarsi di adeguati strumenti e pensare ad una progettualità
condivisa anche a livello territoriale, oltre che con le famiglie degli stessi studenti: è
necessario individuare i percorsi più funzionali rilevando le attitudini di tali studenti,
sostenendone le ambizioni e superando eventuali stereotipi.

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