Vous êtes sur la page 1sur 17

Sintesi

Enzo Lippolis, Monica Livadiotti, Giorgio Rocco

Architettura greca
Storia e monumenti del mondo della polis
dalle origini al V secolo

Bruno Mondadori
Tutti i diritti riservati
© 2007, Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A.

Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche,


cartografiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti
in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti
reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione
nei riferimenti.

È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico,


con qualsiasi mezzo, non autorizzata.

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti
del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla siae del compenso previsto
dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.
Le riproduzioni effettuate per fi nalità di carattere professionale, economico
o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere
effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da aidro,
corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail segreteria@aidro.org
e sito web www.aidro.org

Redazione: Elisabetta Ciancio, Alfredo Guaraldo, Antonella Quaglia,


Elisa Smaniotto, Maria Diletta Strumolo, Carla Villata.

La scheda catalografica è riportata nell’ultima pagina del libr

www.brunomondadori.com
Indice

XIII Prefazione

1 I. L’eredità micenea
Continuità e discontinuità tra Età del Bronzo e Età del Ferro
1 I.1 L’architettura nella Grecia preistorica e protostorica
1 I.1.1 Introduzione
2 I.1.2 Dal Neolitico all’Antica Età del Bronzo
7 I.1.3 I palazzi minoici
13 I.1.4 I palazzi micenei
21 I.2 Problemi e aspetti della trasformazione nella prima Età del Ferro
21 I.2.1 Tra storia e mito
24 I.2.2 Il problema dei Dark Ages

31 II. Protogeometrico e Geometrico (X-VIII secolo)


Dal megaron al tempio
31 II.1 Tra crisi, continuità e innovazione
31 II.1.1 Il contesto generale
33 II.1.2 La dimora dei basileis
42 II.1.3 La casa e le sue ripartizioni funzionali
44 II.1.4 L’emergenza dello spazio sacro
48 II.2 La cultura aristocratica e la formazione della polis nell’VIII secolo
48 II.2.1 Lo sviluppo dell’VIII secolo
50 II.2.2 La struttura degli insediamenti
53 II.2.3 Lo sviluppo dell’edilizia domestica
60 II.2.4 Lo sviluppo dei luoghi di culto
67 II.3 La definizione dello spazio sacro nell’Oriente greco (IX-VIII secolo)
67 II.3.1 La documentazione archeologica nel IX secolo
71 II.3.2 L’VIII secolo e la nascita dell’architettura religiosa
75 II.3.3 Creta in età tardogeometrica

81 III. Orientalizzante (VII secolo)


L’edilizia religiosa e la nascita degli ordini architettonici
81 III.1 Dal legno alla pietra: la nascita dell’architettura monumentale
82 III.1.1 L’architettura monumentale in pietra
89 III.1.2 Corinto e Argo
89 III.1.3 Le altre aree della Grecia
93 III.1.4 Lo sviluppo dell’ordine dorico
95 III.2 I santuari della Ionia e del mondo cicladico
95 III.2.1 La sperimentazione nell’area cicladica
97 III.2.2 I cantieri ionici dell’area microasiatica
106 III.2.3 Creta orientalizzante
108 III.3 L’architettura dei coloni
108 III.3.1 Il problema della colonizzazione
111 III.3.2 L’emergere dello spazio politico
117 III.3.3 Lo spazio sacro
125 III.3.4 Lo spazio privato

135 IV. L’alto arcaismo (625-570)


Il compimento del processo di monumentalizzazione
135 IV.1 La codifica del linguaggio architettonico in Grecia
135 IV.1.1 Il Peloponneso nord-orientale
137 IV.1.2 Il golfo Saronico e il Peloponneso orientale
143 IV.1.3 Il Peloponneso centro-occidentale
146 IV.1.4 La Grecia centrale
147 IV.1.5 La Grecia nord-occidentale
149 IV.2 La definizione dell’ordine ionico
149 IV.2.1 La nascita dell’architettura monumentale nelle Cicladi
152 IV.2.2 La monumentalizzazione dell’architettura
sacra in Asia Minore
160 IV.2.3 Creta protoarcaica
161 IV.3 L’architettura dell’Occidente tra eredità della Madrepatria
e specificità coloniali
161 IV.3.1 Il salto di qualità delle aristocrazie arcaiche
163 IV.3.2 Gli hiera: tempio e spazio sacro
172 IV.3.3 Gli sviluppi dello spazio politico

181 V. Il Medio Arcaismo (570-510)


L’età della sperimentazione
181 V.1 Canone costruttivo e scuole regionali
183 V.1.1 Atene e l’Attica nell’età dei tiranni
200 V.1.2 Delfi
212 V.1.3 Il Peloponneso e la Grecia centrale
Corinzia 212; Argolide 216; Sicionia 218; Elide 219;
Laconia 221; Arcadia 223; La Grecia centrale 225
227 V.2 Il mondo cicladico e i grandi cantieri asiatici
227 V.2.1 Trasformazioni e sviluppi dell’architettura ionica
nell’Egeo centro-settentrionale
238 V.2.2 L’acme della Grecia asiatica
I grandi interventi monumentali nella Ionia d’Asia 240;
L’architettura dell’area eolica 248
252 V.2.3 Le colonie greche in Africa
253 V.3 I monumenti delle poleis coloniali
253 V.3.1 La trasformazione delle città e la prima crisi del sistema
politico in ambito coloniale
256 V.3.2 I grandi cantieri
258 V.3.3 Le case degli dèi: tra il 570 ed il 550
265 V.3.4 Le case degli dèi: tra il 550 ed il 510
273 V.3.5 Edifici e comportamenti sociali
278 V.3.6 Le case dei privati

293 VI. Il Tardo Arcaismo (510-479)


Il mondo greco tra affermazione e crisi
293 VI.1 La Madrepatria
293 VI.1.1 L’Attica
305 VI.1.2 Delfi
308 VI.1.3 Egina
312 VI.1.4 Eretria
313 VI.1.5 Il Peloponneso
Corinto 313; Arcadia 315; Elide 317; Laconia 320
321 VI.1.6 Grecia centro-settentrionale
322 VI.2 Il periodo tardoarcaico nel mondo ionico
322 VI.2.1 La crisi della Grecia microasiatica
325 VI.2.2 Nascita e affermazione dell’architettura dorica cicladica
334 VI.2.3 Le colonie greche in Africa
335 VI.3 Le ultime esperienze dell’arcaismo occidentale
dopo la distruzione di Sibari
335 VI.3.1 L’ordine dorico del tardo arcaismo
e lo sviluppo dell’“ordine acheo”
348 VI.3.2 L’ordine ionico e lo sviluppo costruttivo generale

361 VII. Il primo classicismo (479-449)


L’architettura dell’età severa
361 VII.1 La rinascita dopo le guerre persiane
361 VII.1.1 Giuramento di guerra e ricostruzione urbana
364 VII.1.2 Atene e l’Attica
Sounion 375; Ramnunte 379
380 VII.1.3 Corinzia
381 VII.1.4 Argolide
385 VII.1.5 Elide

390 VII.2 La stasi dell’Oriente


390 VII.2.1 La Confederazione di Delos e l’egemonia ateniese
393 VII.2.2 La Grecia microasiatica: i primi segni della ripresa

394 VII.3 L’affermazione del modello peloponnesiaco


in Sicilia e in Italia
394 VII.3.1 Il trionfo delle tirannidi siciliane
398 VII.3.2 La scenografia del potere ad Agrigento
403 VII.3.3 La misura della polis nella tirannide siracusana
406 VII.3.4 Rinnovamenti e cantieri di ordine dorico
nelle altre città greche di Occidente
413 VII.3.5 La normalizzazione agrigentina
415 VII.3.6 La diffusione dell’ordine ionico
417 VII.3.7 La vita pubblica e quella privata

429 VIII. Il pieno classicismo (449-404)


L’egemonia ateniese
429 VIII.1 Atene e l’Attica
431 VIII.1.1 Edifici assembleari, stoai e luoghi di culto negli spazi politici
438 VIII.1.2 L’Acropoli
463 VIII.1.3 L’edilizia residenziale di Atene e dell’Attica
464 VIII.1.4 I problemi della ricostruzione di Eleusi
468 VIII.1.5 Brauron
470 VIII.1.6 Ramnunte
472 VIII.1.7 Thorikos
473 VIII.2 L’emergere della cultura architettonica peloponnesiaca
alla fine del V secolo
473 VIII.2.1 Isthmia
476 VIII.2.2 Argo
477 VIII.2.3 Bassai
481 VIII.3. Le ultime manifestazioni in Occidente

495 Catalogo dei monumenti

861 Schede tematiche

911 Mappe

917 Gli autori e i loro contributi

921 Bibliografia generale

963 Indice dei nomi

965 Indice dei luoghi


Alla nostra amicizia

Γιατὶ τὰ σπάσαμε τ’ ἀγάλματά των,


γιατὶ τοὺς διώξαμεν ἀπ’ τοὺς ναούς των,
διόλου δὲν πέθαναν γι’ αὐτὸ οἱ θεοί.
(Κ.Π. Καβάφη, ’Ιωνικόν, 1911)

Se, frantumati i loro simulacri,


noi li scacciammo via dai loro templi,
non sono morti per ciò gli dèi.
(C.P. Kavafis, Ionica, 1911,
trad. it. F.M. Pontani)
Prefazione

Questo libro nasce dall’esigenza di integrare una lacuna degli studi, non solo italiana: i
principali testi complessivi ancora in uso, infatti, sono The Architecture of Ancient Greece di
W.B. Dinsmoor, edito a Londra, che dipende dall’aggiornamento del 1950 di un testo ap-
parso già nel 1902, e Greek Architecture, di A.W. Lawrence, edito nel 1957 e rivisto da R.A.
Tomlinson fino a un’ultima edizione nel 1996. Accanto a questi saggi fondamentali, si pos-
sono ricordare solo una sintesi dovuta a R. Martin, Architettura greca, pubblicata nel 1972 a
Milano (l’unico testo complessivo in italiano), di carattere esclusivamente introduttivo, op-
pure numerosi lavori specifici in lingua straniera qualcuno di recente tradotto in italiano. Si
tratta, per esempio, di Die Tempel der Griechen di G. Gruben, del 1966, che conta numerose
riedizioni, fino all’ultima del 2001 (Griechische Tempel und Heiligtümer), o dell’approfondi-
mento di H. Lauter sull’architettura dell’età ellenistica (Die Architektur des Hellenismus),
pubblicato a Darmstadt nel 1986. Il rinnovato interesse per gli studi sull’architettura antica
è mostrato soprattutto da due nuovi e fondamentali lavori, ancora una volta caratterizzati
da un taglio particolare; si tratta della monumentale ricerca di D. Mertens, L’architettura
dei Greci di Occidente, uscita in versione tedesca e italiana contemporaneamente nel 2006,
e del progetto sistematico condotto in Francia da M.Ch. Hellmann (L’architecture grecque).
Questo, tuttora in corso di edizione dopo la comparsa dei primi due volumi, intende ab-
bracciare l’intero percorso areale e cronologico dell’architettura greca, scegliendo, però,
una presentazione tipologica per categorie di edifici, che articola la ricca documentazione
raccolta in una serie di singole sintesi.
Negli ultimi decenni, inoltre, si sono aggiunte numerose nuove scoperte, recuperi di
testimonianze non completamente approfondite, una migliore e più consapevole lettura di
interi periodi storici, il riconoscimento più chiaro del ruolo di ambienti culturali e di mae-
stranze, una messe di nuove acquisizioni che ha profondamente mutato il quadro tradizio-
nale dello sviluppo dell’esperienza costruttiva nell’articolato mondo dei Greci. Cronologie
più precise, monumenti che hanno rivoluzionato le nostre conoscenze, come l’importante
edificio protogeometrico di Lefkandi in Eubea o il tempio classico recentemente scoperto a

Prefazione XIII
Prasidaki, non lontano da Olimpia, il riesame integrale delle stesse costruzioni dell’Acropoli
di Atene in occasione degli imponenti restauri promossi dal governo greco, l’importante
messa a punto del ruolo dell’architettura ionica e dorica delle Cicladi da parte delle missioni
congiunte greco-tedesche, la sistemazione dei dati relativi alle coperture, così importanti
per la conoscenza delle architetture, nei fondamentali lavori di sintesi di N. Winter e A.
Ohnesorg, le esplorazioni condotte a Metaponto, Poseidonia, Selinunte nelle aree occiden-
tali, per citare solo alcuni dei fatti nuovi, contribuiscono a rendere necessaria una riscrittura
dell’esperienza architettonica ellenica nel suo divenire e nelle sue realizzazioni.
La ricerca contemporanea, nel contempo, ha provveduto a togliere alla tipologia del
tempio il ruolo di espressione assoluta e ideale, posta al di fuori delle contingenze storiche
e considerata come modello, valutazione dipendente soprattutto dalla lettura che della tra-
dizione architettonica antica era stata fatta nella cultura tedesca a partire dall’Ottocento.
Negli ultimi decenni, poi, la rivalutazione dei vari livelli del contesto, inteso come unità
conoscitiva, ha offerto un più valido strumento ermeneutico per comprendere la realtà ar-
cheologica, determinando un profondo cambiamento di prospettiva. Analogamente, anche
le ricerche indirizzate all’approfondimento della dimensione antropologica del mondo anti-
co hanno permesso di leggere in maniera diversa le testimonianze disponibili, con proposte
e provocazioni che contribuiscono a far riemergere ancora meglio la Grecia antica dall’iso-
lamento idealizzato e improduttivo in cui finiva per essere collocata.
Tra i diversi indirizzi di ricerca e nella feconda discussione metodologica che caratterizza
in maniera particolare gli studi più recenti, è difficile muoversi con un orientamento defi-
nito e scegliere una forma di lettura “privilegiata” dei fenomeni presi in esame. Un saggio
complessivo come quello proposto non può, infatti, non tenere conto dei diversi modi di
approfondire la materia esaminata e delle diverse proposte interpretative. Nel contempo si è
preferito cercare una forma di esposizione che potesse illustrare le testimonianze attraverso
un percorso diacronico, non per recuperare un modo tradizionale di leggere la realtà antica,
ma al contrario per valorizzarne la dimensione storica, sottolineando i processi di trasforma-
zione e l’esigenza di spiegare una dinamica sociale complessa e mutevole. Mancano ancora
strumenti adeguati ad analizzare l’incidenza dei fattori economici, il rapporto con la strut-
tura sociale e con la costruzione di culture e di identità specifiche o comuni, aspetti che si
è cercato comunque di segnalare come fattori qualificanti dell’esperienza architettonica. Si
è certi, inoltre, che l’esame filologico dei monumenti e delle testimonianze non costituisce
un limite o un’alternativa ad altri mezzi interpretativi, ma fornisce una base conoscitiva
indispensabile, che deve essere opportunamente valorizzata e rapportata alle altre forme di
analisi. Non si tratta di una prospettiva classificatoria fine a se stessa, ma di un’analisi volta al
riconoscimento dei tratti costitutivi e parlanti dell’oggetto esaminato, che permettono di in-
serirlo in un sistema complesso, di compiere un passo nella costituzione di una conoscenza
che si può confrontare ad altre analisi possibili, attivando collegamenti diversi e altrettanto
utili a comprendere senso e significato delle testimonianze.
Indipendentemente dalla eventuale chiarezza degli intenti, ci rendiamo conto del carat-
tere di certo limitato della realizzazione finale, che dipende da una serie di elementi contin-

XIV Architettura greca


genti: la necessità di fermare a un certo punto una ricerca che potrebbe approfondirsi ben
oltre i limiti concordati per la pubblicazione, le specifiche esperienze e le conoscenze degli
autori, la difficoltà di gestire un patrimonio bibliografico veramente molto ampio. Senza
dubbio si possono riscontrare, quindi, mancanze nelle citazioni e nelle testimonianze, come
nella valutazione dei fenomeni esaminati e dei singoli monumenti. L’esigenza di offrire un
quadro complessivo del tema trattato comporta necessariamente inconvenienti di questo ge-
nere, ma ci sembrava necessario correre il rischio, per descrivere la storia “aggiornata” e per
molti aspetti del tutto nuova dell’architettura greca che emerge dalle ricerche più recenti.
Anche a questo proposito è opportuno spiegare il carattere del progetto messo in cantie-
re, che prevede di completare la trattazione in due volumi, limitando a questa prima edizio-
ne la fase compresa dalle origini alla fine della guerra del Peloponneso. Abbiamo avvertito
la necessità di destinare a una seconda parte la trattazione sul IV secolo e l’Ellenismo, in
quanto intendiamo valorizzare la dimensione completamente diversa della presenza greca
nel Mediterraneo in questo periodo. Non è possibile, infatti, non tenere conto della profon-
da trasformazione segnata dal IV secolo e dell’emergere di linguaggi architettonici regionali
in aree diverse del Mediterraneo, che partono dall’esperienza ellenica per elaborare forme
espressive nuove e originali. Rispetto alla visione tradizionale, che pretende di separare la
ricerca a seconda delle diverse identità politiche e culturali coinvolte, che siano la Grecia
propria o il mondo italico e romano, si ritiene invece che debba essere valorizzato il processo
di integrazione e di scambio, di costruzione dei nuovi linguaggi, cercando di comprendere
l’uso, la continuità e i cambiamenti della tradizione costruttiva sviluppata dalle poleis. Se
nel primo volume non si è potuto dare uno spazio adeguato alla discussione delle forme di
contatto che si producono sin dalle fasi più antiche tra Greci, Italici o popolazioni anato-
liche, il secondo, invece, intende riprendere questo tema dalle sue prime manifestazioni e
svilupparlo negli esiti più recenti, per comprendere le voci coinvolte nel processo culturale
mediterraneo, che evolve verso il sistema dell’impero globale dopo la conquista romana.
Infine, abbiamo deciso di presentare il nostro “racconto” in due sezioni ben distinte, un
saggio formale e un Catalogo a schede; quest’ultimo costituisce una novità in un testo di
architettura antica e offre la sintesi di un migliaio di monumenti. Così si dispone di un altro
sistema informativo, complementare e parallelo, che offre dati di carattere generale sulle
architetture, i contesti, le particolarità, la bibliografia, inteso come strumento di conoscenza
autonomo, teso a permettere un migliore e più agile uso del testo, anche per gli scopi didat-
tici. A chi non possieda la necessaria dimestichezza con la terminologia specifica è inoltre
destinata la serie delle Schede tematiche, con le nozioni di base di architettura antica e delle
relative tecniche costruttive.

Questo libro, però, nasce soprattutto dalle numerose occasioni di lavoro condotte insie-
me, dalle serate trascorse a discutere dei problemi delle nostre esperienze di ricerca e del
senso che possono avere nel mondo in cui viviamo, dalla condivisione di interessi scientifici
e di prospettive di lavoro, da una conoscenza e un’amicizia che hanno raggiunto la maturità
e l’affetto durante un ventennio trascorso per vite parallele. Nasce dalla disponibilità di un

Prefazione XV
editore che ha accolto una proposta difficile e certamente impegnativa dal punto di vista
economico, mostrandosi interessato soprattutto a un’operazione culturale, in un contesto
sociale non sempre attento a esigenze di questo tipo.
Il lavoro condotto non sarebbe stato possibile senza l’attenzione, la disponibilità e la
concreta collaborazione dei trenta “giovani” ricercatori, archeologi e architetti, che hanno
realizzato il Catalogo dei monumenti, perseguendo un interesse culturale e di ricerca, in un
sistema accademico che purtroppo difficilmente permette sviluppi di lavoro adeguati all’im-
pegno e all’interesse profusi. I nostri ringraziamenti iniziano da loro e comprendono tutti
coloro che sono stati coinvolti, a vario titolo, nella difficile impresa di questo libro; ricordia-
mo Nicola Cucuzza, autore del primo, indispensabile capitolo sui legami tra l’architettura
greca e le sue origini minoiche e micenee, e Roberta Belli e Isabella Baldini, non solo per
l’infaticabile e paziente lettura di bozze, ma per il continuo e prezioso sostegno in tutte le
fasi del lavoro. Una gratitudine particolare va, però, alla affettuosa e colta pazienza di Luigi
Maria Caliò, che ha curato e collazionato varie parti del volume (Catalogo, Bibliografia
generale, Indici), condividendo la discussione e le difficoltà; alla disponibilità e ai consigli
degli amici Carla Villata e Gianluca Bertucci, alla precisione di Irma De Ceglia e di Daniela
De Mattia, che hanno collaborato con Monica Livadiotti all’elaborazione delle immagini.
Ringraziamo inoltre gli amici che hanno cortesemente offerto alcune delle loro foto (L.
Boccardi, A. Carrone, P. Cassanelli, N. Cucuzza, C. D’Amato Guerrieri, A. Dell’Aglio, E.
Jud, G. Ortolani, G. Pasqua, M.A. Rizzo, V. Tuccillo). Il volume nasce infine grazie al-
l’abilità e alle capacità professionali di Graziella Aquino e Valentina Visigalli, della Bruno
Mondadori, alle quali hanno fatto capo la progettazione e la realizzazione editoriale; a loro
va tutta la nostra riconoscenza.

Enzo Lippolis, Monica Livadiotti, Giorgio Rocco

Avvertenza
Le illustrazioni a corredo del testo comprendono per lo più prospetti, ricostruzioni e vedute, piante di fase
dei principali complessi monumentali, mentre le planimetrie sono state inserite nel Catalogo dei monumenti.
Le fotografie, con l’eccezione dei casi segnalati in didascalia, sono degli Autori; i disegni, salvo quelli a
opera degli stessi Autori, sono rielaborazioni da pubblicazioni esistenti, sempre citate in didascalia, uni-
formandone la grafica.

XVI Architettura greca

Vous aimerez peut-être aussi